Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 19 N.8 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
RICCIONE - 20
RIMINI - 5
IL PUNTO DI VISTA
Folonari, la famiglia dei vini con villa a Cattolica di Alessandro Roveri* - Questa volta approfittiamo della possibilità, che abbiamo da molti anni, di lasciare la politica italiana, sempre più complicata, per parlare del rapporto tra la famiglia Folonari e il mio paese, Cattolica, un rapporto cominciato nel 1911, quando il nonno di Alessandro Roveri e il nonno di Alberto si incontrarono a Cattolica, e finito nel 1957. Comincio con il ricordare che il 16 dicembre 2004 è morto a Brescia Italo Folonari, con il quale ho vissuto gli anni 1934-2004, insieme a suo fratello Ambrogio, mentre l’ altro fratello Alberto, oggi vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza di UBI (Unione di Banche Italiane, nato il 1° aprile 2007 dalla fusione nel marzo 2000 tra Banca Regionale Europeas e Banca Lombarda), è nato troppo tardi perché potessi frequentarlo. Alberto Folonari ha scritto di recente (I Folonari: un’ antica storia di vini e banche, Mursia, 2015) del suo rapporto speciale con mio non-
AGOSTO 2015
Sindaco & C., il sondaggio “misterioso”... CATTOLICA - 43
Pd, la Valconca senza candidati sceglie d'Andrea MORCIANO - 55
Gli stranieri ‘assaltano’ l'entroterra Boom negli ultimi anni. Fanno mestieri importanti ed arrivano a trovarli una caterva di amici. Mondaino amatissima da inglesi e svedesi. Il tedesco Enrico ha scelto la disabitata Castelnuovo
MADE IN ITALY
TRADIZIONE
Mondaino, Misano
Guarda! C'è l'uccellino chiacchierino... Mà, quel l'è Renzi...
Palio del Daino Palio del Capitano
di Francesco Toti - “Non c'è, è nella vigna. provi più tardi per l'oraa di pranzo”. “Buongiorno, ci dobbiamo risentire attorno alle tre del pomeriggio perché c'è la pasta in tavola”. Costumi italiani per il pittore Phelan Black, insieme alla sua famiglia fu uno dei primi stranieri a raggiungere la Valconca (campagna di Mondaino) in pianta staPagine 2-3
Breve massima di saggezza La vera salvezza è l'arte, il contatto con il bello, con l'ordine, con l'autentico, con l'energia, con il coraggio della solitudine
Quirino Principe Segue a pagina 10
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Morire a 16 anni per divertirsi in una discoteca
Due bronzi capolavoro “abbandonati” da 15 anni
Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
Mondaino, Palio del Daino
- Agosto mese del Palio nel Riminese. Il primo (nato nell'88) si tiene a Mondaino ed è una rievocazione medievale di raffinata filologia. Il secondo, giovanissimo (dal) è a Misano Monte. Entrambi da non perdere. Cecco - Georg Schrimpf - 2015
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Prenotazioni alberghiere Si farà il bando
San Clemente Note di Vino, come migliorare Gaia, la mia politica San Giovanni Compartone, si parte? Coriano Bilancio senz'anima Montecolombo Stagione teatrale estiva Mondaino Salvate 3 famiglie di ebrei Saludecio Sant'Amato, è santuario?
FOCUS
Condomini
Nuda proprietà, chi paga? Ruderi ricostruiti Pagina
Pagine interne
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INCHIESTA
Hanno riportato agli antichi splendori alcuni dei palazzi signorili più prestigiosi della Valconca
Sotto il sole dell'entroterra centinaia di stranieri in cerca della loro “Toscana”
Valconca. Sullo sfondo il monte della Carpegna
Tra gli ospiti di prestigio il consigliere finanziario della famiglia reale svedese. A Morciano arrivano molte testate estere, anche l'Economist L'INCHIESTA segue dalla prima pagina
bile. Siamo nel lontano 1983. Da allora sotto il cielo della Valconca e della Valmarecchia, per rubare un'immagine di una scrittrice americana, Frances Mayes, hanno trovato la loro Toscana decine e decine di stranieri: inglesi, tedeschi, svizzeri, svedesi, olandesi. Un vero e proprio boom negli ultimi anni. Gli svedesi hanno acquistato e restaurato abitazioni nel borgo di Mondaino e Saludecio. Gli inglesi invece hanno preferito la campagna. Ci sono poi svizzeri, tedeschi. Enrico, teutonico, ha optato per l'abbandonato Castelnuovo nei mesi estivi e Montefiore negli invernali. Traduce autori italiani: Paolo Volponi, Italo Calvino. Lo si incontra negli angoli dei bar caratteristici con un bicchiere di rosso in mano. “Non potranno mica stare
Il pittore Phelan Black arrivò a Mondaino nel 1983. Ha anche un bed & breakfast. Coltiva la vigna
nel casino della riviera”, il commento di un morcianese davanti all'edicola con decine di testate estere in bella mostra. Nelle edicole di Morciano si trovano quotidiani e periodici in inglese, tedesco, olandese e qualcosina anche in francese. Tra le testate c'è anche l'Economist, uno dei più prestigiosi giornali economici del mondo.
Son riservati e molti di più di quanto mai ci possiamo immaginare. Racconta Giorgio, un idraulico di Cattolica: “Una sera ero nei pressi di Granarola, suono il campanello, mi viene incontro un'attraente signora che mi indica il cancello giusto. Della Svizzera tedesca la provenienza. Raccontava che per lei quella zona è più bella della Toscana, dove vivono
Chiaretti, ambasciatore per migliaia di forestieri
Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45%
Giornale in stampa il 5 agosto
za quel di Montecerignone. La famiglia Phelan Black forse è stata la prima a mettere radici nella campagna della Valconca. A chi gli chiede quanti inglesi conosce risponde con una voce sorridente: “So che ce ne sono molti, soprattutto a Cattolica per matrimonio, ma io non li frequento per scelta. Preferscio essere parte della comunità italiana;
CURIOSITA'
Giornale d'informazione fondato nel 1997
Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
troppi stranieri e le case sono molto più care che da noi”. A Perticara, da molto tempo, il campeggio è gestito da una famiglia olandese che hanno inondato la vallata con le targhe arancioni. Piccolo inciso. Non è straniero, ma anche uno dei massimi intellettuali al mondo, Umberto Eco, ha scelto l'Alta Valconca come luogo dove ritemprarsi. Per l'esattez-
Angelo Chiaretti vestito da Dante con una fanciulla russa vestita da “Beatrice”
- In settembre-ottobre, ogni giorno saliranno a Mondaino 8 pullman di austriaci; 4 il mattino e altrettanti il pomeriggio. In tutto oltre 10mila ospiti. Saranno ospiti del Mulino di Angelo Chiaretti. Nelle fosse in mattoni di quello che fu un vecchio convento ed oggi civile abitazione, il professore mette a maturare il suo speciale formaggio: ricco di calcio e povero di grassi. I forestieri giungono grazie al tour operator Montanari Tour e fa parte di un accordo. Da qualche anno, a Mondaino, grazie a Chiaretti, al suo formaggio, al suo fascino, al suo sorridente ritmo teatrale ap-
prodano a Mondaino migliaia di persone. Nel 2014, sono arrivati un mare di russi (quest'anno molti di meno per le disavventure dell'aeroporto di Rimini), israeliani, polacchi (delle industrie elettriche), belgi, tedeschi. Chiaretti, professore di italiano in pensione, dantista raffinato, racconta: “I polacchi mi hanno sorpreso per la loro cordialità e per la loro cultura. Bel popolo. Stare in mezzo agli stranieri è straordinariamente educativo”. E' salito a Mondaino, per assaggiare il formaggio di fossa anche il ministro dell'Agricoltura indonesiano.
esclusivamente con gli straneiri non è vita”. A chi gli chiede com'è arrivato nei primi anni Ottanta lassù, racconta: “Ho sbagliato strada... no scherzo. Ero amico del pittore romano Ferruccio Marchetti, uno che aveva studiato a Brera, a Milano. Prima di me aveva comprato a Montespino. Facciamo una mostra insieme mi dice di prendere casa quassù dato che la zona è bellissima e potrebbe essere motivo di ispirazione”. Oltre a dipingere, Black fa bed & breakfast, coltiva la campagna e fa ottimi vini: sangiovese, verdicchio e passerina (quest'ultimo vitigno appena impiantato). “Quando abbiamo aperto il bed & breakfast continua l'artista inglese che ha anche dipinto uno dei primi Pali di Mondaino - a maggioranza i nsotri ospiti erano stranieri; ora ci sono anche moltissimi italiani. Non male per uno straniero”. A chi gli chiede il classico confronto con la Toscana, risponde, azni non risponde: “Gli amici inglesi che mi vengono a trovare dicono che qui è bellissimo; però lo è anche la Toscana. Ma è una meraviglia anche Rimini. Questo paesaggio davvero sorprendente per bellezza ispira molto la mia pittura”. Inglesi in campagna e svedesi nei borghi. Nelle mura di Mondaino hanno acquistato
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Gli svedesi preferiscono i borghi. Gli inglesi optano per la campagna STATISTICA Giornali esteri in una delle edicole dell'entroterra
La Valconca
casa ben sette famiglie svedesi: due architetti, il consigliere finanziario del re svedese. Hanno recuperato alcuni dei palazzi nobiliari in abbandono più blasonati dell'Alta Valconca.
A Saludecio, sempre una famiglia svedese, è stato restaurato un'antica dimora vista mare di una bellezza mozzafiato. La presenza in pianta stabi-
le degli stranieri sta alimentando un turismo di livello medioalto che sta mutando anche l'economia e le relazioni interpersonali. Insomma, la cultura sta modificando i costumi. Sono sorti tantissimi bed & breakfast. E' arrivata, soltanto in Valconca e non ancora in Valmarecchia, un'associazione di una civiltà unica. Si chiama “Woof”. Gli associati ospitano nelle loro aziende agricole biologiche ragazzi che arrivano
da tutto il mondo; persone alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura. Ogni anno, nelle campagne di Mondaino, Saludecio e Montegridolfo, approdano circa 150 persone. Per inciso il figlio di Black lavora in questa associazione mondiale; la sorella invece insegna inglese. Cinesi Per il prossimo Palio del Daino, Mondaino, è previsto l'arrivo di un canale televisivo di Shanghai, International travel channel (Canale internazionale di viaggi). La troupe starà in Valconca dal 14 al 24 agosto per filmare il Palio e non solo. Darà impulso all'ondata cinese?
La romanità a Rimini
Uno dei palazzi riportato agli antichi splednori
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Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia Romagna. “C'è una civiltà senza visione” - Non ad un solo uomo al comando anche se è del mio partito. Ci vuole una politica industriale e una riforma fiscale. Per la nuova società bisogna partire dall'enciclica sull'ambiente di papa Bergoglio. Aiutare i giovani con un progetto. Uno strumento della Cassa depositi e prestiti per aiutare le imprese. Sono solo alcuni dei temi toccati da Vasco Errani, per 15 anni presidente della Regione Emilia Romagna. E' in odore di ministero. Per svoltare il Paese ha bisogno delle riforme, da dove partire? “Prima di tutto bisogna tornare alla discussione e al confronto. Siamo all'interno di uno straordinario processo di cambiamento. Abbiamo bisogno di riforme di qualità; l'economista Zamagni ha ragione quando parla di crisi morale del paese prim'ancora che economica. Difficile capire dove stiamo andando; ma non ci vuole un mago Zurlì per risolvere i problemi del Paese. Come diceva Bartali: non basta un solo uomo al comando. Essere del Pd significa reciprocità, solidarietà, conoscenza. Non una società fondata sull'esagerazione, sull'individualismo. Quando c'è uno solo che comanda non va bene anche se è del mio partito. I patti si rispettano sulla base di un'idea e di uno sforzo collettivo. I dati del lavoro sono preoccupanti. Prima del Jobs act viene qualcosa d'altro. Una politica industriale seria; solo così c'è la ripresa. Con il 95 per cento delle imprese italiane sono sotto i 15 dipendenti, il governatore di Bankitalia ha detto che le piccole imprese non hanno nulla da aspettarsi dal credito perché le banche hanno altre cose da fare. Credo che la Cassa depositi e prestiti possa costruire uno strumento in grado di garantire la piccola e la media impresa. Noi non possiamo lasciare solo gli artigiani. Il Paese negli ultimi 40 anni ha perso il 35 per cento degli investimenti; il 75% è arrivato dal pubblico. Invece, lo Stato continua a tagliare. Così non si produce né occupazione, né lavoro. Le politiche neo-liberiste non rispondono ai bisogni delle persone. Negli ultimi 10 anni è scesa la classe media; però il 15% si è arricchita, con la parte povera che è raddoppiata. Voglio anche ricordare che la nostra manifattura in questi anni di crisi ha perso il 25 per cento. E' un'illusione pensare che il made in Italy ci possa salvare. Ci vuole un piano strategico sulle nuove tecnologie, dove siamo dei nani e saranno il futuro. Bisogna puntare sull'Università, sui cen-
“Non basta un uomo solo al comando per risolvere i problemi del Paese” Vasco Errani, già presidente della Regione Emilia Romagna dal 1999 al 2014
Uno dei punti di riferimento è l'enciclica sull'ambiente di papa Francesco IL PUNTO tri di ricerca. Fare un patto con gli italiani e con le imprese. Invece, si investe nella finanza e si defiscalizza; fai impresa e ti fiscalizzo. Poi ci vuole una riforma fiscale. In Italia le tasse sono troppo alte per coloro i quali le pagano. Ogni ci sono 150 miliardi di mancati introiti. Solo combattendo l'evasione, si possono abbassare le tasse sulle imprese e sul lavoro. E' semplice che se tu hai 100 ed io 10 non possiamo pagare la stessa cosa. Le due aliquote del 10 e 24%, di berlusconiana memoria non mi convincono. Non sono neppure convinto che vada tolta la tassa
sulla prima casa a tutti; non possiamo immaginare un Paese civico senza tassare gli immobili. Non esiste una cosa simile in nessuna nazione sviluppata. Viviamo in un sistema con rendite di posizioni. Mentre, a stragrande maggioranza, le imprese tedesche hanno investito su se stesse, la stragrande maggioranza degli imprenditori italiani ha messo i soldi nella finanza e nella rendita”.
La gente si allontana dalla politica... “Lo fa se la politica pensa a se stessa e non ai problemi miei. Se questa è la politica è chiaro che ti allontani. La sana politica sa organizzare i problemi individuali. Quando si fa teatrino, come avviene, si impoverisce la democrazia e della stessa politica”. Il paese ha troppi doppioni: 100 aeroporti, 100 univer-
sità, decine di decine di quartieri fieristici, la politica che fallisce? “Se le dinamiche del consenso sono fondate sul cortile la politica ne risente. Resistere è difficile. Si dovrebbero preservare le identità territoriali e valorizzare gli ambiti di sistema. La politica richiede cultura e non lisciare sempre il pelo”. Grecia, Europa, Merkel, che cosa dice? “Tsipras non mi convince; non sono avvezzo a saltare sul cavallo vincente. A me interessa un altro ragionamento. Siamo ad una svolta: o negativa, o di una fase nuova. Con questa impostazione l'Europa non può andare avanti. La Germania ha un avanzo di export ed impone agli altri paesi il rigore. Tecnicamente non può funzionare perché noi finanziamo indirettamente la piattaforma strategica della Germania. La crescita si ha se si investe sui paesi che non ce la fanno più. Il debito andrebbe messo in comune; insieme si governa. Se ognuno si deve pagare il proprio è il disastro. La Grecia non potrà mai rimborsare il proprio debito, lo dice anche il Fmi (Fondo monetario internazionale). All'inizio sarebbero bastati pochi miliardi di euro; poi la situazione si è avvitata. Su questa strada sembra che tutto sia ineluttabile, ma non è così. Ci sono politiche di destra e politiche di sinistra: ci vuole il Pse, ci vuole la politica. L'Europa nasce nella solidarietà ed è lì che bisogna tornare e non ad una visione economicistica. Si diceva che con la massima libertà della finanza e dei mercati avremmo avuto mondi migliori. Invece, il dato è che la classe media scivola sempre più in basso ed il fallimento è sotto gli occhi. Il Pd è entrato nel Pse (Partito socialista europeo) ma con la nullità di oggi non serve a nessuno. Stiamo costruendo un muro in Ungheria e nessuno dice niente. Vivaddio dovrebbe essere l'Unione europea ad intervenire. L'Unione è pace e non indifferenza. Se l'unica strada è questa non abbiamo prospettive. C'è un fondo che muove 14mila miliardi [7 volte il Pil, Prodotto interno lordo, italiano, ndr] che può decidere i disastri. Ci vuole una visione ed una
cultura politica della sinistra che non va smontata; va però smontata una cultura vecchia della sinistra”. La Germania però cresce... “Ci vogliono nuove regole ed una nuova cultura industriale. La Volkswagen ha un comitato di sorveglianza che nella crisi non ha licenziato; ha legato una parte del salario alla produttività. Non capisco perché dobbiamo prendere solo un pezzo dal modello tedesco e non anche questo. Papa Francesco, nella sua enciclica sull'ambiente, ha indicato un nuovo modello di sviluppo. Subito Bush ha detto che è meglio che si occupi della chiesa e non della politica. Insomma, c'è una civiltà che è andata avanti senza una visione. Ognuno dovrebbe rinunciare a qualcosa per qualcuno che sta peggio di me. Se la gente che ti sta vicino sta male è un problema anche per te”. I giovani non trovano sbocchi, che cosa fare? “Partire dalla scuola e dalla formazione. Ci vuole una politica industriale in grado di produrre sbocchi di lavoro ai ragazzi con una laurea. Ci vorrebbero politiche di sostegno alle aziende che nascono. Vanno liberalizzati i mercati che sono troppo chiusi. Ci vuole una battaglia culturale per dar loro gli strumenti. Infine, i giovani hanno bisogno di esempi dalla politica, dalle istituzioni, dalla comunità. Se una società è fondata sull'egoismo è poi difficile costruire. Non va neppure cercata la bacchetta magica; che non c'è e non ci sarà mai. Solo che qualcuno aveva illuso”. Il Pd da fuori sembra un caos; è una lotta tra bande. Come lo vede? “Il Pd deve avere idee chiare sulla giustizia e sull'equità. Io credo nel Pd; capisco però che c'è disagio. Non condivido chi ha detto che qualcuno se non è d'accordo può togliere il disturbo. Un partito vero deve ritornare a discutere al suo interno realmente. Non si governa con un tweet. Nessuno si deve arrogare il diritto di avere la verità in tasca. Non può essere che in un partito prima erano tutti asini e ora sono tutti bravi. Bisogna tornare a parlarsi; se non si capisce questo avremo solo dei problemi. Dobbiamo discutere in un principio di libertà e fare delle sintesi. Bisogna tornare a studiare; invece non studiamo più, non approfondiamo più. Non può essere che il nostro problema sia il problema di tutti. Io voglio sapere perché fai le cose. Se serve a te, non ci servi. Se il partito non risponde a voi ma solo a me c'è qualcosa da cambiare. A prescindere da chi c'è”.
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RIMINI
Il mecenate li vorrebbe nei pressi del ponte di Tiberio e dell'arco di Augusto
Due bronzi da 15 anni sotto la polvere nei depositi del Museo della Città - Due copie (capolavoro?) di bronzo a cera persa da 15 anni riposano nella polvere dei magazzini del Museo della Città. Il Tiberio originale si trova in Libia e venne rinvenuto a Leptis Magna (patrimonio dell'umanità). I Musei Vaticani ospitano Cesare Augusto, detto di Prima Porta, il luogo dove venne ritrovato. L'opera è di marmo. Di medie dimensioni; Tiberio è alto 257 centimetri; di 214 Augusto. Vennero regalate nel dicembre del 2000 (sindaco Alberto Ravaioli) da Roberto Valducci, il titolare di Valpharma. L'azienda di Pennabilli-San Marino è leader mondiale nei farmaci ritardo; il suo primo mercato è il Giappone. Esporta il 98 per cento della produzione. Racconta Valducci, 82 anni ed una passione per il lavoro, la musica e la bellezza (l'esterno e l'interno delle sue aziende accolgono opere d'arte di assoluto valore): “Regalai le statue alla città di Rimini per collocarle nei pressi del ponte di Tiberio e dell'arco di Augusto. Cre-
Il comune di Rimini sta lavorando ad un progetto. La Stoppioni: “Le copie danno più creatività alle istituzioni”. Meldini:“Bisogna vedere il patto col privato”. Grassi: “Anfiteatro e Arco i loro posti”
Roberto Valducci, titolare di Valpharma, azienda di Pennabilli-San Marino, leader mondiale nei farmaci ritardo
FOCUS do che siano tra le copie più belle dell'antichità”. “Sono amareggiato - continua Valducci - a Rimini non regalerò più neppure uno spillo”. Originario di Savignano, l'industriale ha donato alla sua città un Giulio Cesare in bronzo posizionato vicino al ponte romano. E' qui che Cesare,
varcando il Rubicone (rendendolo immortale) con l'esercito (proibito dalla legge di Roma), e disse: “Alea jacta est” (Il dado è tratto). Il motto con il quale non si torna più indietro si trova nello stemma del Comune di Rimini. Abbiamo sentito Maurizio
Biordi, direttore del Museo della Città. “Non le posso dare una risposta - afferma Biordi - su quando e dove le collocheremo. Posso soltanto dire che l'amministrazione comunale sta lavorando ad un progetto per dare loro il giusto risalto”. Ma dove dovrebbero essere posizionate le due preziose copie? Lo abbiamo chiesto ad alcuni riminesi di prestigio. Maria Luisa Stoppioni, direttrice del Museo della Regina di Cattolica, dall'89 al 1994 ha scavato la Domus del Chirurgo: “Sono del parere che un museo deve essere libero di decidere dove e come esporre le opere d'arte donate. In anni così importanti per il museo di Rimini da fuori si fa fatica a capire; ha tantissime cose nei magazzini ed anche importantissime. Da operatrice dico che col donatore ci deve
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Nel 2000 regalati a Rimini dall'imprenditore Roberto Valducci, re dei medicinali ritardo
IL PUNTO
Da sinistra: Piero Meldini, Masimo Pulini e Ennio Grassi
di Emanuele Barogi*
Da sinistra: Ennio Grassi e Maria Luisa Stoppioni
In alto: Cesare Augusto (originale nei Musei Vaticani) A sinistra: Tiberio (rinvenuto a Leptis Magna (città romana in Libia)
essere chiarezza fin dall'inizio. Le copie consentono ampia libertà rispetto agli originali; credo che vada trovato un modo inventivo. Dall'esterno le scelte appaiono incomprensibili; però potrebbero avere le loro ragioni. Se le avessi le collocherei all'interno, anche se forse il donatore se le immaginava vicino ai due monumenti romani. Siamo negli anni delle celebrazioni di Augusto e di Tiberio avere a disposizioni due copie importanti ti permette di fare tante cose. So che ci sono dei progetti da qui al 2022, anno che celebra i 2mila anni del-
l'inaugurazione del ponte di Tiberio”. Il punto di vista di Piero Meldini, scrittore che ha pubblicato per Adelphi, già direttore della biblioteca Gambalunga di Rimini: “Sulle due statue bisogna vedere che cosa è stato concordato tra le due parti. Detto questo, personalmente io sono per l'autonomia. Per problemi di spazio, sia espositivo, sia dei magazzini, ci sono entità museali che declinano pezzi dal valore assoluto. Quando ero direttore della biblioteca, tanti eredi ci offrivano le biblioteche dei genito-
ri. Accettavo ma mi garantivo anche il diritto di scartare; se ho tre copie di un libro, non incamero una quarta che mi porta via spazio prezioso. Per ritornare alla questione; il fatto che siano donati non vuol dire automaticamente esporre. Sempre in termini generali, a volte l'ultimo dei dilettanti ti regala una crosta e pretende anche che sia esposta in un museo. E' un po' come dire: ho scritto un grande libro e nessuno me lo pubblica. Prima deve essere letto e valutato da persone competenti”. Fossero due bronzi ben fatti come direbbe il matematico francese Ellia, dove collocarli? Ennio Grassi, professore universitario, già parlamentare, già assessore alla Cultura del Comune di Rimini (con lui, nel 1983, si mette la prima pietra del Museo della Città): “Che il sindaco [Ravaioli, ndr] non fosse animato da sentimenti artistici è noto. Una, il Tiberio, la collocherei dove c'è l'anfiteatro che è stato restaurato decorosamente. La statua diventerebbe un punto di riferimento ed un segno visibile. L'altra, Augusto, è un po' più complicata, ma la metterei nei pressi dell'Arco, che è un po' solo lì in mezzo. Troverei le sistemazioni apprezzabili; sono copie, non sono invenzioni. Altri posti a Rimini non ce ne sono”. Chi scrive racconta la strana storia delle due sculture fuse con la tecnica a cera persa, quella dei greci, dei romani, del Rinascimento, a Luca, professione giornalista. “Dovessi decidere io - argomenta il milanese - li metterei nei pressi di quello che è oggi la porta della città: la stazione. Sarebbe un pregevole
biglietto da visita e potrebbe essere anche l'inizio di un racconto sulla storia romana di Rimini. Inoltre, chissà quante foto dai turisti e si darebbe dignità anche alla zona della stazione, non proprio un'oasi”. Rimini ha un progetto per le due opere? Massimo Pulini, assessore alla Cultura del Comune, storico dell'arte: “Abbiamo un progetto per tutt'e due le statue. Non è colpa nostra non averle collocate; le aspettative di Valducci di vederle vicino all'Arco e al Ponte di Tiberio sono state scartate dalla Sovrintendenza per ragioni filologiche. Niente falsi storici. Dopo aver finito la nuova recinzione dell'anfiteatro romano, è nostra intenzione posizionare Augusto lì; col consenso del donatore. Quella di Tiberio invece la vorremmo mettere all'ingresso della chiesolina sconsacrata di Santa Maria ad Nives, che fino a pochi tempo fa era l'aula consiliare della Provincia. Quest'aula dovrebbe diventare un punto di informazione della Rimini romana, grazie a fondi comunitari. Abbiamo avviato la comunicazione alla Sovrintendenza ed aspettiamo le risposte. Vorrei ricordare che i siti sono dello Stato in gestione al Comune. Stiamo cercando nei nostri magazzini materiali autentici per il basamento. Insomma, prima di presentarci a Valducci vogliamo la risposta della Sovrintendenza”. A chi gli chiede il valore artistico delle statue, risponde: “Le ho viste sdraiate. Sono di qualità diversa; una è migliore dell'altra”.
Aziende infomano
Tonino Bernabè: “L'acqua c'è ma non sprechiamola”
- Nella settimana centrale di luglio, Romagna Acque-Società delle Fonti Spa ha distribuito sul territorio romagnolo una media di circa 4,5 metri cubi d’acqua al secondo (circa 390 mila metri cubi al giorno), contro i circa 4,0 della stessa settimana nell’anno precedente. Nel territorio riminese, in particolare, i metri cubi sono stati in media 1,71 al giorno (pari a 148 mila metri cubi al giorno), a fronte di 1,56 dell’anno passato nello stesso periodo. Il caldo di questi giorni, e la forte presenza turistica in riviera, hanno ovviamente accentuato le cifre della distribuzione rispetto ai mesi precedenti: cifre che peraltro non creano problemi estivi alle riserve idriche territoriali, se si considera che la sola diga di Ridracoli ha ancora circa 26 milioni di metri cubi presenti, e anche le falde sotterranee presenti sui vari territori romagnoli (principalmente nel Riminese) presentano abbondanza d’acqua...
Nella settimana centrale di luglio più 10% rispetto allo scorso anno: da 4 a 4,5 metri cubi al secondo “Le più recenti precipitazioni risalgono alla fine dello scorso maggio – sottolinea il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè - : la cosa non stupisce, visto che negli ultimi anni il clima è molto cambiato e ci ha abituato a lunghi periodi privi di piogge. Ma ormai il nostro sistema ha dimostrato di adeguarsi a queste variabili meteorologiche: dopo le crisi idriche registrate nel 2007,
Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque
2011 e 2012, siamo sempre stati in grado di affrontare al meglio i periodi estivi, sia grazie a un coordinamento complessivo con la “cabina di regia” degli enti territoriali, sia grazie alla diversificazione delle nostre fonti. Il fatto che la situazione in vista dell’estate ci lasci tranquilli non toglie che la nostra attenzione resti costante, anche per verificare quella che sarà la situazione all’inizio
dell’autunno; alla stessa maniera, chiediamo anche ai cittadini di non “sprecare” l’acqua in maniera inutile o eccessiva, utilizzandola viceversa in modo adeguato e sostenibile. Riguardo all’autunno, peraltro, l’imminente inaugurazione del nuovo grande potabilizzatore di Ravenna in zona Standiana, prevista proprio in autunno, ci darà ulteriori garanzie in termini di
quantità d’acqua distribuibile. Garanzie che peraltro restano immutate anche per quanto riguarda la qualità dell’acqua erogata, a prescindere dalla situazione climatica e dalle fonti utilizzate per la distribuzione. Va detto infine che la miglior gestione della risorsa idrica è anche legata ad altri fattori su cui l’azienda opera attivamente. Intanto, gli interventi costanti di manuten-
zione territoriale hanno aumentato la resilienza del territorio, ovvero la sua “tenuta” rispetto a possibili eventi critici a livello meteorologico, e questo è un aspetto da non sottovalutare. Le recenti ricerche che abbiamo realizzato sulle captazioni ci hanno fatto capire che è possibile ottenere un importante contributo in termini di risorsa risparmiata, e quindi una quota ulteriore di risorsa distribuibile durante l’anno. E il nostro costante impegno sulla ricerca – anche grazie alla collaborazione con diversi Atenei e con vari altri enti – deve servire proprio a farci migliorare costantemente anche sotto questo punto di vista…”.
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Romanzo con due storie dell'ex sindaco di Rimini: Mario Martini e Sgismondo in guerra in Morea
Giuseppe Chicchi, “Due padri” di Paolo Zaghini - Da qualche giorno è nelle librerie la seconda opera narrativa di Giuseppe Chicchi, “Due padri”, edita da Capitani Editore. Dopo la bella favola per adulti, “Formiche. La crisi dei mutui sub-prime in un formicaio di città” sempre per i tipi di Capitani del 2012, oggi una doppia storia: quella di Mario Martini, odierno imprenditore di software in difficoltà, e quella di Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, impegnato nella spedizione militare in Morea nel 1464. Dalle pagine del libro, come sempre con una elevata qualità della scrittura, si snocciolano le due storie: Mario nel suo viaggio in Croazia alla ricerca di un contratto per la sua azienda che lo aiuti a salvarsi economicamente, scopre la storia sconosciuta di suo padre Aldo. Militare italiano in Jugoslavia nella Seconda Guerra Mondiale aderisce poi
Due grandi affreschi in un rinvio continuo fra storia passata e storia contemporanea. In un legame profondo, secolare, fra le due sponde dell’Adriatico. Storie che raccontano anche della cultura e dell’uomo Chicchi CULTURA alle formazioni partigiane di Tito. Rientrato in Italia passerà negli anni ’50 agli jugoslavi i segreti industriali degli impianti di raffineria in cui lui lavorava. Mario vuole capire qualcosa di questi segreti che il padre, in vita, mai gli ha rivelato. Uno degli amici del padre, Carboni, alla fine della storia gli dirà: “Tutto ha origine nell’amore che abbiamo nutrito per la Yugoslavia. Quella terra per noi rappre-
Giuseppe Chicchi La copertina del libro
sentava la patria di un socialismo dolce, lontano dalla durezza della Russia staliniana”. E proseguirà: “La presenza di combattenti italiani nell’esercito di Tito venne a lungo taciuta e sottovalutata. Tito non era molto amato in Italia: la questione istriana, Trieste, la vicenda delle foibe … poi l’anticomunismo della Chiesa e della DC. L’allineamento filo sovietico del Pci creò una certa distanza dalla nostra esperienza partigiana”. “Una Yugoslavia fuori dai blocchi e collegata con i paesi che non
riconoscevano l’egemonia russa o americana, rappresentava l’obiettivo per cui avevamo combattuto con i partigiani slavi”. E terminerà dicendo: “Mario, credimi, il silenzio di Aldo era una forma d’amore. Soffriva, ma voleva tenere te e tua madre lontani da quella dimensione della sua vita”. Sigismondo La storia di Sigismondo racconta invece le vicende di un protagonista del Rinascimento italiano ormai al tra-
monto della sua vita. “La Morea è occupata da Maometto II e dai suoi giannizzeri e il Papa vede il pericolo turco ormai troppo vicino a Roma. Si deve porre un freno all’avanzata dell’Islam”. Sigismondo è costretto ad accettare la guida di questa “crociata stracciona” per ottenere il perdono papale. E si mette al comando di 5.000 uomini, mal armati e addestrati, il cui costo è finanziato dalla Repubblica di Venezia. “Si compiono veloci azioni militari e veloci ritirate”. Nel pieno dell’estate le forze di Sigismondo occupano Mistra, l’antica Sparta, “sede amministrativa del Despota di Morea”. L’arrivo di forze preponderanti turche impongono la ritirata. Ma prima il riminese vuole andare sulla tomba di Pletone: “Deve buona parte della sua formazione filosofica agli scritti di Pletone, sente da tempo una vicinanza filiale con il pensiero che il greco ha diffuso in Italia e in mezza Europa”. “Di Pletone l’ha affascinato il desiderio di compiere una sintesi delle grandi correnti di pen-
siero che hanno attraversato nei secoli il Mediterraneo e il fatto che questa sintesi cercasse di superare gli estenuanti conflitti fra le religioni e gli stati. Un atto d’amore verso l’uomo moderno che solo la filosofia avrebbe potuto immaginare”. Ma “conosce il confine che separa l’ideale platonico dalla dura gestione del potere”. Sigismondo decide di traslare le ossa del filosofo a Rimini “per onorarle nelle urne che affiancano il mio San Francesco, vicino ai poeti della mia corte. Le sue spoglie daranno un significato a questa crociata”. Due “figli” alla ricerca dei legami con i padri, viaggi esistenziali segnati da un difficile percorso di crescita individuale nella rivisitazione della propria vita. Pagine di grande storia civile ed intellettuale, sia per il moderno Mario Martini che per il più famoso riminese della storia, Sigismondo Malatesta. Chicchi ci prende per mano e ci porta dentro le loro storie, creando due grandi affreschi in un rinvio continuo fra storia passata e storia contemporanea. In un legame profondo, secolare, fra le due sponde dell’Adriatico. Storie che raccontano anche della cultura e dell’uomo Giuseppe Chicchi.
Donare sangue prima di andare in vacanza L’Avis “dà i numeri” del primo semestre 2015 nell’importante ambito trasfusionale. Donazioni sangue registrate in tono negativo nella Valconca che fa marcia indietro nei primi sei mesi del 2015 rispetto al primo semestre 2014. A Cattolica -41 (1089 contro1048). A San Giovanni in Marignano -22 rispetto allo scorso anno (146 contro le 168). Trend negativo anche a Misano (-22, da 221 a 199 di quest’anno) e Morciano (-50, da 289 a 339). Infine, arretramento anche a Riccione dove si è passati dalle 996 alle 943 del primo semestre attuale (-53). Le uniche note positive arrivano dal Montefeltro con +7 (604 contro i 611 attuali), Rimini che incrementa con un +82 (3151 contro 3169 del 2014) e Santarcangelo con +75 (1177 contro 1252). In occasione dell’inizio del periodo
Avis: meno trasfusioni in Valconca, tiene Rimini estivo, come di consueto, gli operatori e i professionisti aziendali che operano nel “Programma Sangue Plasma della Romagna” hanno svolto un’attenta valutazione della capacità del sistema aziendale nel rispondere alle esigenze dei pazienti che necessitano di terapia trasfusionale, il cui numero è incrementato dai tanti turisti arrivati nei lidi della Romagna. Il sistema sangue dell’Ausl della Romagna, grazie alla preziosa collaborazione tra Servizi Trasfusionali e Associazioni/Federazioni di volontariato romagnole, è infatti impegnato da
tempo a realizzare una programmazione della raccolta basata sulla previsione di utilizzo, ed è preparato a rispondere alle richieste di sangue grazie alla sensibilità dimostrata dai donatori periodici che ogni anno accolgono positivamente l’invito a recarsi a donare nei mesi estivi, anche attraverso la modalità della donazione per appuntamento. Un piccolo grande impegno di solidarietà che il Sistema Sangue
rivolge anche quest’anno a tutti i donatori della Romagna, vecchi e nuovi, per rispondere al meglio alle esigenze di sangue e di emocomponenti necessari alle terapie di tutti. Ricordiamoci di andare a donare il sangue prima di andare in vacanza, o magari prima di un periodo di lavoro più impegnativo. L’occasione può essere, inoltre, importante per rendere noti i principali dati di raccolta relativi ai primi cinque mesi del 2015.
Sono state 23.133 le donazioni di sangue da gennaio a maggio, 228 in più rispetto allo stesso periodo del 2014 in cui le donazioni effettuate erano state 22.905. È aumentato anche l’utilizzo del sangue, passando dalle 20.161 unità di globuli rossi concentrati del 2014 alle 20.621 del 2015, con un consumo di 460 sacche in più. Dall’analisi di questi dati emerge un quadro complessivo che al momento non incide sull’autosufficienza romagnola, ma che non deve essere sottovalutato, in quanto l’aumento delle unità di sangue raccolto è dell’1% mentre l’aumento di quello trasfuso è del 2%.
volontarimini@volontarimini.it
Per quanto riguarda, infine, i singoli territori della Romagna i dati di raccolta sono i seguenti: Cesena + 0.67% (4.000 unità raccolte nei primi 5 mesi 2015 ; erano 3.973 del 2014), Forlì + 6.95 % (3.369 contro 3.150), Rimini + 2.67% (6.630 contro 6.457), Ravenna – 2% (9.134 contro 9.325). Mentre per quanto riguarda i consumi territoriali: Forlì da 2.944 a 2.794 (- 5.09%), Cesena 2.955 globuli rossi concentrati contro 2.822 (+ 4.71%), Rimini 5.670 contro 5.568 (+ 1.83%), Ravenna 9.202 contro 8.827 unità nel 2014 (+ 4.24%). Nel 2014 i nuovi donatori sono stati 5.718, i cittadini che si sono presentati nei Punti di Raccolta con il desiderio di donare il proprio sangue e di questi sono stati sottoposti per la prima volta alla donazione in 3.998. Il territorio dell’Ausl della Romagna ha contato nell’anno 2014, complessivamente su 31.986 donatori periodici. Informazioni su giornate e orari di apertura provinciale Rimini: www.avis.it/rimini -
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l'OPINIONE
La famosa famiglia di vignaioli aveva un villino, “il Gina” in via Carducci, sul mare
Cattolica nell'autobiografia dei Folonari Titolo del libro, “I Folonari: un’ antica storia di vini e banche”. Luigi (Gigione) Cervesi insegnava ai rampolli a nuotare ed ad andare in barca. Arrivano a Cattolica nel 1911; se ne vanno nel 1957 (col turismo di massa) UOMINI
Inizia in prima pagina no Luigi Cervesi:
“L’ album dei suoi ricordi, che evoca la giovinezza di un rampollo della borghesia bresciana innamorato del mare, dei suoi colori, delle aperture che dà ai sogni, ma anche delle paure che incute. L’ amore per il mare glielo ha trasmesso quel nocchiere romagnolo, Luigi Cervesi detto Gigione, che dal 1911 al 1957 prestò servizio come marinaio e bagnino di Villa Gina a Cattolica, dove la famiglia Folonari
trascorreva le vacanze estive. Volto segnato dal sole, occhi piccoli e ravvicinati, baffetti alla siciliana, struttura solida, Gigione fu maestro di vela e di vita in quell’ età magica della fanciullezza in cui tutto è scoperta. Aveva navigato su navi a vela, sul finire dell’ Ottocento, aveva deciso di fare il pescatore sulla più rassicurante costa dell’ Alto Adriatico. Gigione fu il primo maestro di Alberto, da lui apprese tutto ciò che si deve conoscere del mare: issa-
Il professor Alessandro Roveri Villino Folonari visto dal mare
re una vela, manovrare in porto e accostare alla banchina sfruttando l’ abbrivio di una virata. Gli insegnò, inoltre, a pescare: uscivano in mare verso l’ una di notte con una caratteritsica paranza dell’Adriatico lunga 14 metri che rimorchiava una rete a strascico. Alle prime luci dell’ alba, a forza di braccia e con grande fataica,
issavano la rete a bordo scaricando il grande sacco a pruavia. Prima di inziare la pulitura e la cernita del pescato calavano le lenze da traina per gli sgombri. Rientravano alle sette del mattino, prima che la brezza si ritirasse. Talvolta presi dell’ euforia della pesca ritardavano il rientro rimanendo così ostaggi della bonaccia.
Erano i racconti di Gigione che trasportavano la fantasia di Alberto lontano, mentre il sole baluginava sullo specchio immobile del mare. Gli parlava, con la sua inconfondibile calata romagnola, della meteorogia come se fosse poesia. Si divertiva a insgnargli la fisiognomica delle nuvole e Alberto apprese a rilevare e a dare
significato alle trasparenze dell’ aria e ai suoi colori, al giro dei venti. Andar per mare, dunque, se nell’ infanzia era un giocoso passatempo, nel corso degli anni è diventata una passione che nemmeno l’età è riuscita a sopire. *Libero docente all'Università di Roma
CULTURA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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San Mauro Pascoli. Il 10 agosto il processo: accusa e difesa. Il pubblico come giuria
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Processo al '68”, anni formidabili... Processo al ‘68 Anni formidabili…o peggio gioventù? A confronto Giampiero Mughini e Giancarlo Mazzuca (accusa) Marco Boato e Marcello Flores (difesa). Il verdetto sarà emesso dal pubblico presente. Lunedì 10 agosto ore 21,00 La Torre-Villa Torlonia a San Mauro Pascoli (Fc)
PROCESSI ALLA STORIA - Formidabili quegli anni o peggio gioventù? Detto in altre parole: rivoluzione o restaurazione? L’oggetto del contendere è un anno cardine per la storia tutta, il 1968, tema al centro del Processo del 10 agosto a San Mauro Pascoli (inizio ore 21). A confrontarsi secondo la tradizione dei pubblici processi promossi da quindici anni da Sammauroindustria, saranno una difesa e un’accusa, con il verdetto emesso dal pubblico presente. Un verdetto tra i più
LA DIFESA: Marco Boato, Marcello Flores. L'ACCUSA: Giancarlo Mazzuca, Giampiero Mughini. Il logo dell'iniziativa
incerti, visto il tema controverso e i protagonisti della serata. A guidare l’accusa sarà uno dei protagonisti di quegli anni Giampiero Mughini, insieme al giornalista Giancarlo Mazzuca. A difendere le sorti del 68 saranno un altro protagonista di quel periodo Marco Boato, insieme allo storico Marcello Flores. Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo e Presidente di Sammauroindustria. Il verdetto sarà emesso dal pubblico presente munito di paletta. L’ingresso è libero,
“Noi viviamo di legalità”
quindi tutti possono votare. L’evento è organizzato da Sammauroindustria, associazione pubblico privato di San Mauro Pascoli. Un anno controverso Dopo quasi cinquant’anni, il ’68 continua a dividere. Per qualcuno è stato un periodo formidabile, di sogni e speranze di rinnovamento che almeno in parte si realizzarono. Per altri semplicemente l’origine e la causa di fatti e comportamenti poi sfociati in nere pagine della storia d’Italia. C’è chi come il sociologo Roberto Guiducci ha parlato di “rivo-
luzione mancata”, chi come Guido Viale lo ha interpretato come intreccio di “rivoluzione e restaurazione”. Diverse interpretazioni sono state avanzate anche nel corso di quattro Udienze preliminari organizzate sempre da Sammauroindustria insieme a studiosi e protagonisti di quegli anni (Giampaolo Borghello, Mario Capanna, Elena Costa, i sessantottini della Romagna), che hanno anticipato alcuni temi di discussione in vista della serata del 10 agosto. In quegli incontri c’è chi come Giampaolo Borghello autore di una monumentale antologia sul periodo
ha ribadito che il ’68 “non è stato l’anticamera al terrorismo”, e chi ancora ha detto che il ’68 ha perso perché “non si è fatto stato” (Giuseppe Chicchi). Insomma, anche a causa della vicinanza temporale, grande il disordine sotto il cielo, per parafrasare uno dei principali di miti di quella stagione, Mao Tse-Tung. Già la prime scaramucce tra i protagonisti del Processo di San Mauro E che le posizioni tra accusa e difesa siano molto distanti lo evidenziano le anticipazioni dei protagonisti della serata a San Mauro. Va di clava
Giampiero Mughini: “Sono un figlio del Sessantotto, e ritengo quegli anni e quelle febbri un momento cruciale della storia italiana recente. Solo che il Sessantotto è durato troppo a lungo, una ventina d’anni (fino al delitto Moro), e nel tempo s’è avariato, ha prodotto i due opposti terrorismi e un groviglio di sottoculture che a tutt’oggi ingabbiano la nostra storia civile e impediscono una modernizzazione del Paese”. Duro anche l’altro accusatore, Giancarlo Mazzuca: “Il Sessantotto non fu una rivoluzione, ma una ribellione dei figli contro quei padri che, sull’onda del benessere economico del secondo dopoguerra, avevano creato ricchezze e opportunità”.
ALLEGRO MA NON TROPPO
Pioppo e canneto, l'anima del Riminese in tre rotonde
Il presidente Fausto Caldari consegna il defibrillatore al sindaco Daniele Morelli
Tre rotonde con l'anima del territorio della provincia di Rimini. Si possono ammirare sulla circonvvallazione: una porta alla Grotta Rossa, una a Covignano, la terza (ancora da realizzare) all'altezza dello stadio del baseball. L'anima sono i pioppi cipressini e le canne. Sono
state piantate al centro delle rotatorie; ad abbracciarle un anellone di metallo color ruggine con la scritta “Rimini”. In quello di cui sopra c'è il genius loci verde: le radici, la semplicità e la bellezza. I pioppi cipressini e le canne sono le essenze affascinanti lungo i corsi d'acqua del Riminese (in-
teso come provincia e non solo). Ad indicare le piante autoctone un tavolo di lavoro sull'identità dei luoghi. E' composto da: Matteo Zamagni, Maria Luisa Cipriani, Andrea Succi, Fabio Bruschi e Emanuele Mussoni. La banalità delle cose ben fatte.
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Marcello Bartolini
Gli itinerari della buona tavola
Un piatto al mese con la civiltà della forchetta. Locale che vai, eccellenza che trovi. A cura di Marcello Bartolini
Posillipo, panorama e cucina mozzafiato di Marcello Bartolini - Apriamo questa rassegna volendo evidenziare come le persone si nutrono, più piacevolmente, di cibi cotti che, opportunamente elaborati ed associati mediante quel processo “alchemico” che chiamiamo cucina, diventano piatti e non sono questi semplicemente la somma degli ingredienti ma diventano un integrale “messaggio” di cultura del cibo che il ristoratore vuole e desidera trasferire al proprio commensale cosicché mentre lo nutre ambisce anche di recare allo stesso la gioia dello stare a tavola e di poter passare un piacevole periodo della giornata, come si dice, serviti e riveriti, rectius “coccolati”. Quindi discuteremo per questo di ristoranti e piatti! Cercheremo così il ristorante con il suo piatto speciale e ciò all’insegna di quella ricerca che ci porta a preferire sempre la migliore cura, consapevoli del fatto che ogni ristoratore trasferisce a volte e solo in alcuni piatti sublimi eccellenze, frutto della propria esperienza, tradizione e personalità. Arrivo così e, allo stesso tempo parto dall’alto come posizione e ubicazione nel territorio, e, mi fermo quindi al Ristorante “Posillipo” di Gabicce Monte. La miscela di aria e brezza del mare associata al “visus” dell’incantevole tramonto che chiude il pomeriggio sulla costa romagnola, può considerarsi da sola il migliore degli antipasti. Quindi faccio a meno del vero antipasto di cibo e passo direttamente, con papille gustative “vergini”, all’assaggio della prelibatezza che qui pren-
Piadine
Una terrazza sul Golfo di Rimini de il nome di granceola alla Veneziana. Il tutto è contenuto in un guscio, già appartenuto ad un grande granchio, rovesciato, il granchio e quindi la sua polpa è stata bollita e poi estratta minuziosamente dal crostaceo sarcofago, e riportata all’interno della suo naturale contenitore, il sapore di tale minuziosa e sminuzzata carne è di eterea percezione e delicatezza, in una salsa di limone e con olio della migliore qualità; persistendo, forte, il sapore del mare a temperatura ancora lievemente calda. Sono alcune forchettate e assaggi così al giusto questo crostaceo con questa modalità, pura ed integra che lascia la voglia di una prossima volta. Affondo così il sapore e passo a qualcosa di più intenso e abbondante: Catalaana di Crostacei. Mi colpisce da subito la base della salsa, ossia olio, aceto, forse un po’ di limone, pomodori freschi (anche verdi), cipolla già macerata e qualcos’altro che non mi è stato rivelato; a dire il vero starei prima a finire tale salsa pescandola con dell’ottimo pane fatto in casa, tanto è buona, cal-
da e suggestiva, quindi faccio così, e passo poi ai crostacei: canocchie, scampi, e dei prelibati astici. Il pesce è servito in un ampio piatto di porcellana, accompagnato ai migliori e croccanti pani. Finita questa vera specialità, non posso fare a meno di assaporare, nella scala dei gusti più intesi, la portata dedicata alle acciughe spagnole che qui al Posillipo, già in questo ambiente di stile marcatamente mediterraneo pare trovino la migliore cura evitandoti il vero viaggio dei loro mari! Belle scure e di quella polpa e oserei dire carne che quasi pare di assaggiare qualcosa che ricorda il buon prosciutto stagionato; poi il burro, adeguatamente salato, e stese su quel pane caldo a formare un sol tutto di gusto e sapore forte, ridondante al palato fino allo spegnimento con l’onnipresente Verdicchio di ottima annata, di neutro aroma, quasi a non voler sopraffare il cibo e rispettoso della sua nobile origine Doc Marchigiana. E’ il momento dei dolci, sfilano preservati sotto una lastra di cristallo in un carrello refrige-
rato di ultima generazione, precisi e colorati, vengono descritti e offerti sapientemente dal cameriere al pari di gioielli; in quel momento la sensazione e il desiderio sono quelli di indovinare da subito quello che parrebbe più adatto al proprio “ideale di dolce”, le varie colorazioni delle creme, cioccolati, meringhe, frutti di bosco, in un attimo ti abbagliano e sospendono la tua decisione finale, e allora quasi colto da imbarazzo ti affidi al consiglio gentile del cameriere e, devo dire che il mio rettangolo di cioccolato con gianduia, con una parte di pane soffice alla base, ove ogni strato aveva la propria densità, esprimeva un unicum irrepetibile, ma, avevo comunque capito che qualunque fosse stata la mia scelta nessuna si sarebbe rivelata errata. Concludo con un ottimo Cognac- Bowen, colore ambrato e con sentori di ciliegia, propostomi dal patron Marco Arduini, che con lo stesso cordiale e sincero saluto d’entrata mi accompagna assieme a un tramonto già tra luci e stelle volto alla sera, ti saluta al pari dell’oste; suggestione del prossimo ritorno!
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RICCIONE
Si trovava dove oggi c'è la discoteca Peter Pan. Era la residenza della coppia dei magnifici mecenati
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
TRC - CANI - ZANZARE - SCINTILLE - LUCCIOLE Trc - Leggiamo: “Ubaldi (Pd) attacca il sindaco: ‘Ostruzionismo al Trc: un danno alla stagione’”. Si sono dimenticati(?) che la Tosi ha vinto le elezioni proprio contro il Trc. Valà, valà che non si sono dimenticati della sberla .. Amici dei cani - Leggiamo: “Riccione città amica dei cani, nuovi servizi per i turisti”. Però vogliamo i cani con la paletta della cacca!... A processo! - Leggiamo: “Pironi e Cianini a processo per ‘rifiuto di atti d’ufficio’”. Ogni tanto riaffiorano vecchie scorie del passato... Zanzare - Leggiamo: “Invasione di zanzare, bagnati in fuga dal Marano”. Hera! - Heera!! - Heeeeeraaaa!!!!!!! dove sei?... Scintille - Leggiamo: “Scintille in Consiglio comunale. Pd: ‘Imbavagliati dalla maggioranza’”. Ma ragazzi... proprio con questo caldo... Famiglia record - Leggiamo: “Famiglia con ben 13 figli in visita al parco di Oltremare. Lui 38 anni e lei 33”. Forza che si arriva a 20... Parcheggio per nababbi - Leggiamo: “Parcheggio lungomare? Due euro all’ora”. Caz!!!... I furbetti dell’alberghino - Leggiamo: “Tassa di soggiorno, denunciati 16 hotel per mancato versamento degli incassi al Comune”. Sti’ furbetti dell’alberghino... Alba e Tramonto - Leggiamo: “L’erosione avanza. Il mare taglia a metà la spiaggia dell’Alba”. Dispiace. Vorrà dire l’altra metà si vedrà al Tramonto.. Lucciole - Leggiamo: “Il sindaco Tosi chiama i cittadini: ‘Via le prostitute dalle nostre strade. Avvertite le autorità ogni volta che notate le lucciole’”. Renata, attenzione. L’estate è la stagione delle lucciole... Lo spot - Leggiamo: “Turismo, il Pd: ‘Tosi solo interventi spot’”. Il Pd è diventato lo spot della sopravvivenza...
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Giovanni e Maria hanno regalato a Riccione l'osepdale, la scuola materna, il ponte sul canale e la cultura di “aiutare” i deboli” PERSONE - Distruzione di Villa Rossa, l'abitazione di Giovanni e Maria Ceccarini. Avvenne nell'estate del 1944 durante il passaggio della Seconda guerra mondiale. La coppia ha segnato la storia sociale di riccione. Tra i più grandi
La faccita di villa Ceccarini (oggi si trova la discoteca Peter Pan)
Agosto 1944, distruzione di villa Ceccarini benefattori del Riminese, hanno lasciato alla città: l'ospedale, la scuola materna, il ponte sul canale, ma soprattutto la cultura che i
più fortunati hanno il “dovere” di aiutare i più deboli. Riportiamo un breve racconto di Claudio Ghilardi.
Quanto sto per scrivere esula dal tema perché parlo di un vandalismo tedesco, avvenuto a poco più di due chilometri dalla strada statale di Riccione. Ma ho voluto inserire, fra tutto ciò che accadde in Riccione, anche questo episodio, per far conoscere al lettore, quanto fosse tenuta in nessuna considerazione e valore la proprietà privata ed anche pubblica da parte delle armate germaniche. Su una collinetta, fra Misano Monte e Riccione, sulla cima, circondata tutt’attorno da
altissimi alberi di pino secolare s’innalzava un palazzo, che dava l’idea di un piccolo castello feudale, proprietà della famiglia Ceccarini. Ricordo che si era verso la fine dell’Agosto 1944. Una calda e serena giornata. L’alba era spuntata da poche ore. Come mi fu riferito, quattro o cinque carri armati, circondarono da ogni lato la villa, poi, con i lanciafiamme, investirono di fuoco le punte estreme degli alberi. Ben presto agli occhi di chi assisteva allo spettacolo, fu dato di vedere un immenso rogo. Un’alta colonna di fumo denso e nero si levò sulle fiamme che divoravano una delle più belle ville del circondario di Riccione. Lo spettacolo durò
parecchie ore. La popolazione si riversò per le strade, ed assistendo al rogo, si domandava che cosa poteva essere successo. Di bocca in bocca si sparse la voce, molte voci, tutte diverse; chi lo attribuiva ad un incendio per disattenzione, chi per autocombustione di un vicino deposito di benzina, chi per una operazione di guerra da parte delle forze tedesche, chi per un conseguente mitragliamento da parte dei cacciabombardieri americani. Sta di fatto che al tramonto non rimase che un ammasso di macerie annerite dalle fiamme e dal fumo, circondate dai tronchi anch’essi neri ed ancora fumanti. Claudio Ghilardi
LIBRI DI PARTE
Libri, li scelgono i vincitori come la storia - Gli storici più seri, anche se spesso si dividono, raccontano che la storia la scrivono i vincitori. Anche la presentazione dei libri la scrivono i vincitori. E la nuova giunta riccionese, area culturale centro-destra con qualche pennellata di rosso tanto per restare nel segno di Ennio Flaiano che i vincitori devono essere soccorsi, attraverso l'Istituzione cultura presieduta da Johnny Bezzi presenta un cartellone caratterizzato. Qualcuno ha gridato allo scandolo ma non è il caso; conta saper catturare i topi e non il colore del
gatto. “R-Incontra”, il titolo della rassegna, è un talk-show in cartellone a luglio e agosto. Si parte il 10 luglio, con Alessandro Sallusti, direttore del Giornale. Lo intervista Edaordo Sylos Labini. Tra i nomi in calendario a luglio: Carla Fracci, Giorgio Albertazzi, Vittorio Sgarbi, Luca Ward, Matteo Salvini, Gene Gnocchi, Rudy Bandiera, Giovanni Toti, Ignazio La Russa, Felice Gimondi e Davide Cassani. Gli appuntamenti cu-
rati e condotti oltre che da Edoardo Sylos Labini, da Gianpaolo Rossi e Lorenzo Crespi, Gli ospiti si raccontano a Villa Mussolini e Villa Franceschi; con inizio alle 21,30. “Con questa prima edizione - dice Giovanni Bezzi, presidente dell'Istituzione cultura andiamo a coinvolgere tutta la città, dalla zona Alba all’Abissinia fino a Villa Mussolini ed altri luoghi deputati ad accogliere i nostri ospiti che si racconteranno in versioni inedite e stimolanti”.
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Molto dolore. Molto amore. Quanto vale una vita umana rispetto all'economia di una città? Cosa ancora rimarrà Accadrà di questa Notte schiattata? Cosa accadrà di questa Notte schiantata Raccontata dai verbali San Giovanni Nel compianto sul Cristo morto È sulla notte Statua davanti alla serpe Testimone dell’oro giovane Si scioglie Quanto costa il sangue Al mercato nero delle disco? Quanto il cuore giovane? Profili freddi Mani ferme Corpi gomitoli
Morire in discoteca - Lo scorso 19 luglio è morto un ragazzo perugino di 16 anni per ecstasy (droghe sintetiche) al Cocoricò. Le autorità lo hanno chisuo per 4 mesi. La proprietà ha fatto ricorso al Tar (Tribunale amministrativo provinciale).
La piramide del Cocoricò
FOCUS - POESIA
di Pasquale D'Alessio
È gioventù nostra Sono figli nostri Anima-anima. Anima mia.
Noi, adulti accucciati Nella notte fermi ad aspettare Noi davanti ai televisori
Può, questo dolore Chiedere alla politica Di occuparsene?
Noi, dovevamo raccontare Che si può raccontare A se stessi il proprio racconto
Come oceano la notte Inghiotte l’alba Icaro cade
Mamme in attesa Rumore motore L’aprire la porta
Può, questa tragedia All’economia chiedere Maggior etica?
Dedalo dorme Non ha più desiderio D’insegnare
Mamme con il cuore Batte nella testa Nelle viscere
E questa croce chiedere Pietà Per il dolore
Noi, dovevamo Non è vero che ci chiamiamo “nessuno” Vero è che ci sentiamo “nessuno”
Sono sostanze MDMA* Chimica socializzante Rende carezze
Posacenere e cenere Dormiveglia Notte cocente
Questa guerra Si tiene sulla pista È' tenero è il cuore
Estremamente liberi Sicuri nel gruppo Leggeri
Cosa rimarrà In questa notte schiantata Di atroce e dolorosa?
Il vincitore? Tutti o nessuno Senza assoluzione
COMUNITA'
Si sentono protetti Nella notte i giovani Così come i poeti Ci vanno dentro Con il cuore È un'eco Le nostre parole Senza eco Presi come siamo Da altro
A centinaia i ragazzi aspettano Il blu line che li porti in discoteca Seduti sui marciapiedi fumano Stanno in mezzo alla strada Inizia il ritmo la strada balla Attendono di andare in discoteca A gruppi parlano. Bevano. Si ride Le ragazze si danno una aggiustatina Ogni tanto un coro I ragazzi inneggiano la figa Poi un tifo da stadio Stanno fitti-fitti Dentro gli angoli arriva il bus è preso d’assalto Chi rimane a terra prende a pugni le fiancate Gli elastici della mutande Come neon Capelli stretti e disegnati Corpi stretti. Vestiti stretti Si cambiano. In un angolo si rulla Stanno insieme i nosstri ragazzi Si pettinano Chiedono agli amici Di essere specchio Durante il giorno si adattano alla vita. Di notte si accomodano La notte accoglie Come il nido la fatica del volo Che la notte muta In un lasciarsi andare Subwoofer. Subwoofer Emozionante tenero cercato Quel lasciarsi andare
ciazione IO C’ENTRO di Misano Adriatico, a supporto del progetto “Insieme a pesca di emozioni”. Alle 19 presso l’area privata condotta in locazione dal CVCR, dietro la spiaggia libera 24 di Riccione si terrà la premiazione di tutti i partecipanti all’evento ed a seguire un rinfresco. Il progetto Adolescenti Fragili “Insieme a Pesca di Emozioni” intende favorire l’autonomia e l’inclusione sociale di giovani in situazioni di non autosufficienza e/o di fra-
Riccione, 2005 *Ecstasy **Mahatma Gandhi
Alessandro Pecci le capaci racchette di Fabrizio Serafini, a Riccione. Non ha che sei anni, ma già da tempo gli era arrivato come regalo la racchetta. Resta col bravissimo maestro Serafini fino allo scorso anno. Da allora veste i colori del Circolo Tennis Rimini. Il suoi maestri sono due: Giovanni Marra e Stefano Galvani (99.mo, la sua miglior classifica al mondo). Il giovane riccionese ha in Milos Raonic l'“eroe” del cuore. Del canadese ne copia anche il gioco: servizio e volée. Spettacolare ma non proprio facile. Alessandro picchia forte; con qualche chilo in più dovrebbe scavare delle fos-
Misano, Villa del Bianco, sede di “Io C'entro”
- Veleggiata della Saraghina non competitiva per il Centro21 di Riccione. Appuntamento l'8 agosto, tra le 10 e le 14 nelle acque davanti la zona 151 a la zona 24; il mattino si veleggia, la sera si festeggia, tutti insieme, con la cena sociale. Alla seconda edizione, organizza il Circolo velico Città di Riccione presieduto da Ugo Carlo Maria Onorato. La veleggiata è aperta a tutte le unità a vela derive/ cabinati ed ha la finalità benefiche in favore dell’Asso-
Nessuno viene tra le parole dei miei piedi Ci facciamo le parole, le buttiamo giù Racchiuse. Vanno nello stomaco Vanno nel sangue Nella turritella del mio tempo
LO SPORT
Veleggiata della “Saraghina” per l'associazione “Io C'entro” gilità sociale a rischio di emarginazione e/o devianze. Le attività svolte sono finalizzate all’acquisizione e/ o al consolidamento delle autonomie personali e sociali ed alla creazione di una rete di relazioni sociali e amicali nella gestione del tempo libero. La programmazione, caratterizzata da creatività, dinamicità e flessibilità, si traduce in un rapporto sinergico con il territorio promuovendo percorsi flessibili per rispondere alle esigenze, inclinazioni e gusti dei giovani. Sulla scorta dell’esperienza maturata nello scorso triennio, la collaborazione con il Circolo Velico Città di Riccione si inserisce in maniera trasversale nel progetto costituendosi come modulo operativo 6. consolidare atteggiamenti e comportamenti sereni e sicuri nella relazione con gli altri: amici, insegnanti, compagni, istruttori.
È voglio essere eroe! È voglio essere capace! Essere all’altezza.Sono! Passato dalla mia camera a questa Notte. Ho incontrato poche Persone. I miei non a pranzo solo a Cena. Poi la mia camera La mia TV. E altre TV in giro Per casa Ma quanto costa questa notte? Quanto? Al mercato nero del divertimentificio Abbandoniamo le parole Le promesse. La mediazione “In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica”** Farfuglia parole d'archivio Di documenti sottoscritti Lontane, da altre parole Costruite, plastiche, tutto tondo, viste, assaporate, toccate, specchiate Desiderio per una settimana Ora ascoltate nel buio del sabato Costudite nelle auto Desiderate per una settimana Sono nel cruscotto luccicante Sostano fra i piedi
Pecci, emergente talento del tennis italiano - “Mio babbo ogni volta mi dice che sul campo mi darà una ‘lezione’ di tennis. Invece, le prende sempre. L'ultimo volta, mesi fa, gli ho dato un 6-0, 6-2”. Genitore fortissimo, Moreno, sui campi in terra rossa, Alessandro Pecci, 14 anni, 1,87 metri, appena iscrittosi alla scientifico di Riccione, è il talento emergente del tennis italiano. In luglio è stato catapultato in Austria in due tornei nei quali si è confrontato con i coetanei giunti da mezz'Europa. Nel primo, a Kufstein, ha superato tre turni delle qualificazioni per arrendersi soltanto sull'ultimo ostacolo. Invece, a Fuerstenfeld, supera le
sabbie mobili dei quattro turni dei preliminari; si arrende al primo turno del tabellone principale con il finalista del torneo. Lo scorso giugno, a Forlì, torneo di terza categoria, si è arrampicato fino alla semifinale. Sempre in giugno, a Santarcangelo, in un open, si è fermato al secondo turno. “Ed in malo modo”, racconta. La vittoria più bella che ricorda risale agli under 10. Gioca contro il più forte Andrea Sforza. Per vincere gli annulla tre match point. La passione per il tennis gliel'ha trasmessa il babbo; tra i più forti del suo circolo. Insieme agli amici Edoardo Berardi e Filippo Giannini, Alessandro approda tra
se nei campi. Per raggiungere la mèta si allena tre ore al giorno: un'ora e mezzo sul campo; il resto come esercizi fisici. Umile Alessandro. Racconta: “E' difficilissimo arrivare. Vedremo che cosa succede; ad oggi non vedo di poter approdare nel mondo dei professionisti. Il mio obiettivo è fare il maestro di tennis”. Gli appassionati si augurano il contrario. Da fuori, gli esperti pensano che il giovane talentato abbia le caratteristiche tecniche e la tenacia mentale per arrivare lontano. Buona strada, Alessandro. “Per me il tennis è divertimento; una distrazione rispetto alla scuola”.
RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188 - Tutti sappiamo che il fiume di Londra si chiama (italianizzando) Tamigi. Come spesso accade per i nomi che risalgono a tempi lontani, l’origine e il perché di tale denominazione non sono del tutto certi. Comunque è appurato che le citazioni dei documenti più antichi lo ricordano come Tamesis, Tamesa. Si tratterebbe di adattamenti latini, di epoca romana, del nome celtico Tamwys (composto di tam “largo” e wys “acqua”), volendo dunque fare riferimento a un fiume dall’alveo ampio. Ne sono quindi derivate le forme medievali Tamensis, Thamesis; mentre Temese e Thamis sono varianti del periodo sassone. L’attuale denominazione inglese è, come noto, Thames. Viene ora, a chi legge, spontanea la domanda: ma tutto questo cosa c’entra con Riccione? Eppure c’entra, perché in età medievale il fiume di Riccione, ossia il Rio Melo, si chiamava Temese. Per quale ragione e da quanto tempo, forse non lo sapremo mai. La prima testimonianza (fra le tante conservate presso l’Archivio di Stato di Rimini) risale all’anno 906, allorché si trova menzione del fluvio Temise nella pieve di San Savino; analoga citazione compare l’anno 993. Mentre nel 1040 esso viene ricordato come rio Temmise; e nel 1193 come flumen Temisii. Dal secolo seguente, numerose sono le segnalazioni del fiume o rivo Temesis, Temexi, Temese, Temexo, riferite ai territori di S. Lorenzo in Strada, Monte Tauro, Passano, Montescudo e Montecolombo. Ciò conferma che l’idronimo era riferito all’intera asta fluviale, dalla sorgente alla foce. Parallelamente, nei medesimi
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In antichità era il nome del Rio Melo come il grande fiume di Londra
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Quando a Riccione c'era il Tamigi L'ultima traccia è la via Rio Temesi. Quale mistero tra Londra e la Romagna?
Riccione, ponte romano sul Rio Melo
COMUNITA' territori, compaiono vari fondi che portano il nome di Themesi, Temisii, Timixii, Timoxis, Timisorum. Non deve meravigliare il fatto che le località interessate al Temese siano in larga misura quelle stesse toccate dal Marano: infatti i due corsi risultano paralleli e in vari punti assai vicini, separati solamente da una modesta striscia di terra un tempo denominata inter rivos, oggi Trarivi. Un documento del 1266 parla di un mulino posto presso la pieve di S. Lorenzo in Strada, in flumine qui Themese appellatur. La descrizione ha tratto qualcuno in inganno, facendo addirittura credere che il Themese coincidesse col Marano. Si tratta invece di due fiumi distinti, come può desumersi senza equivoci da più di un atto. Nell’anno 1211, ad esempio, sono menzionate terre nel fondo Fogliano che vanno a flumine Temosi usque ad flumen Rivipelli; nel 1390 altre terre del fondo Fogliano risultano ubicate inter flumina Temensi et Righopelli.
Qui si rende necessario un piccolo inciso: i Riccionesi ben sanno che in età romana presso l’odierno S. Lorenzino esisteva un nucleo abitato di nome Vicus Popilius; ed è noto che sulla nostra costa i centri abitati assumevano di solito la stessa denominazione del fiume che li attraversava (Ariminum-Ariminus; Pisaurum-Pisaurus ecc.). Quindi il Marano aveva verosimilmente lo stesso nome del Vico Popilio presente sulla sua sponda. A dire il vero, mancano in tal senso attestazioni formali del periodo romano, ma lo fanno chiaramente supporre le posteriori formulazioni di età medievale: fin dal VII secolo, un papiro ravennate descrive terre presso Ospedaletto confinanti con l’alveo fluminis Vicipupulli; una pergamena del 1059 segnala, presso la pieve di S. Lorenzo, il fluvio
qui vocatur Vico Pupillo; nel 1192 è documentato il ponte Vicopellis e, dagli inizi del Duecento, sono sempre più numerose le menzioni del fiume in riferimento ai territori di S. Lorenzo in Strada, Casalecchio, S. Salvatore, Friano, Vecciano ecc. Naturalmente l’idronimo subisce spesso piccole varianti lessicali: nel 1211 è ricordato come flumen Rivipelli; nel 1243 come flumen Vigopelli; nel 1263 come flumen Rigopelli; nel 1280 come flumen Ricuppelli; nel 1474 come flumen Riopelli; nel 1484 come flumen Riipelli; nel 1490 come flumen Rigipelli. Nel 1469 e in carte successive compare la doppia denominazione: flumen Rigopelli seu Marani; poi tende a prevalere il secondo nome, fino a soppiantare totalmente il primo. Merita da ultimo segnalare un ban-
do del 1582 che indica il fiume Rigopelli chiamato anticamente, et di presente Marano. Dunque, per concludere questa parentesi, il vecchio fiume Vicopelli (o formulazioni simili) è da identificare col Marano e da intendersi cosa ben diversa dal Temese; il quale Temese corrisponde invece al Rio Melo. Se non bastasse la precedente indicazione relativa ai territori attraversati, può aversene autorevole conferma in un rogito del 1502, che descrive terre di S. Lorenzo in Strada nel fondo rivi Meli sive Thimisi. Poi, anche questo antico e glorioso nome è andato progressivamente in disuso, fino ad essere cancellato dal lessico corrente e perfino dalla memoria. Però un piccolo suo ricordo è fortunatamente rimasto. Chi percorre la strada che da Coriano porta a San Savino, giunto all’altezza di Passano può vedere ancora oggi, sulla destra, un viottolo campestre che scende il pendìo in direzione del rio Melo. Un moderno cartello indicatore porta la scritta “Via Rio Temisi”: è l’ultima pallida traccia materiale di un nome che, per oltre un millennio, ha accomunato due corsi d’acqua così diversi e così distanti, eppure uniti da qualche remoto e imperscrutabile legame fra Britannia e Romagna.
CULTURA
Riccionesi in conferenza
Fosco Rocchetta - L’Associazione SocioCulturale “Le Nuvole” ha organizzato “Eventi d'estate”, Festival delle Storie e delle Arti nella Perla Verde (idea di Olmer Scarponi). 9 agsoto, ore 21,15. Fosco Rocchetta presenta il suo libro. 11 Agosto, ore 21.15 - Riccione e il Cinema “I Luoghi dell’Anima nel cinema di Fellini e nei Poeti Locali” Marina Coli, Oretta Piccardi, Teresio Spadoni. Presenta: Alessandro Formilli Martedì 25 agosto, ore 21.45 - Riccione e la musica “Arriverà l’Estate” Andrea Amati & Band. Ingresso gratuito, galleria Bepi Savioli, palazzo dei Congressi in viale Virgilio.
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Domanda Sono stato invitato dal mio amministratore, quale nudo proprietario di un appartamento condominiale, a saldare le spese di amministrazione perché l’usufruttuario non paga da oltre dieci mesi. E’ legittima questa richiesta da parte dell’amministratore? Risposta La richiesta dell’amministratore è legittima. Sino al novembre del 2012 il nudo proprietario non era tenuto a pagare neanche in via solidale le spese di amministrazione di p e r t i n e n z a dell’usufruttuario. Anche la Cassazione civile con sentenza n. 2236 del 16 febbraio 2012 aveva stabilito che “qualora un appartamento sito in condominio sia soggetto ad usufrutto, l’usufruttuario è tenuto al pagamento delle
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Esperti rispondono
Nuda proprietà (chi paga?) e rudere ricostruito... FOCUS
spese di amministrazione e di manutenzione ordinaria del condominio, mentre il nudo proprietario non vi è tenuto”. Con l’entrata in vigore delle legge n. 220 dell’11.12.2012 che ha modificato notevolmente la disciplina del condominio negli edifici, il legislatore ha statuito che il nudo proprietario risponde in solido con l’usufruttuario. Il nuovo articolo 67 comma 8 “ Disposizione per l’attuazione del Codice Civile “recita testualmente “ il nudo proprietario e l’usufruttuario rispondono
solidalmente per il pagamento dei contributi dovuti all’amministrazione condominiale” Pertanto, alla luce di quanto sopra, l’amministratore è legittimato a richiedere all’uno o all’altro l’intera quota di spettanza delle unità immobiliari Vincenzo Pupolizio, geometra Domanda Ho accatastato un fabbricato rurale (rudere) costruito prima del 1967 che non risultava sui fogli mappali perché mio padre non l’aveva mai dichiarato. Qualche anno addietro si è verificato il crollo di una parete laterale e del tetto.
Ho ricostruito tutto fedelmente. Ora il comune sostiene che ho commesso un abuso edilizio. Risposta Il fatto che il fabbricato rurale, da Lei definito un rudere, esisteva prima del 1967 non esonera il proprietario a richiedere le relative autorizzazioni comunali per i lavori eseguiti. La Cassazione Penale Sezione III del 16 marzo 2000 ha stabilito che “è indispensabile il permesso di costruire quando si interviene con opere di modifiche o ricostruzione di un edificio diruto o ridotto allo stato di rudere dal momento che la costruzione di muri diroccati ed il rifacimento del tetto mancante hanno un’incidenza tale sul fabbricato
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originario da non potersi qualificare neanche come semplice attività di conservazione.” Vedi anche Sentenza del Consiglio n. 5375 del 2006.
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Ricordato con un convegno dal prof De Santi e alcuni amici-allievi riccionesi classe dirigente
“Parole tra noi”, grandi libri a Riccione
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Rossetti, maestro di quella meglio gioventùnte
Massimo Fini Orio Rossetti
FOCUS
- Belle menti come sempre il cartellone di “Parole tra noi: reading, incontri, conversazioni”, rassegna letteraria di Block60, cooordinata da Ilio Pulici e Massimo Magnani. Iniziata in giugno termina con l'estate. Le serate di agosto. Per lo sport, Gianni Paris ed Eraldo Pecci (8 Agosto) presentano “L’ultima scommessa”, tema di assoluta attualità nell’ambito sportivo e in particolare nel mondo del calcio. Arrigo Sacchi (21 Agosto), racconta il suo libro “Calcio Totale, la mia vita raccontata a Guido Conti”. Lo intervi-
sta l’ex portiere della nazionale italiana di calcio, il riccionese Paolo Conti. Lo psichiatra Alessandro Meluzzi (22 Agosto), porta il suo ultimo libro sul fenomeno del bullismo. “Ovalia. Dizionario erotico del rugby” è l'incontro del 28 agosto con Marco Pastonesi. Luigi Bisignani e Paolo Madron (29 agosto) chiudono la rassegna con il dietro le quinte della politica italiana: “I potenti al tempo di Renzi. Da Bergoglio a Mattarella”. Ancora da definire la data con il giornalista Massimo Fini. Uomo dalla schiena dritta e penna con poche paure se non punto, a Riccione porta la sua bella autobiografia: “Una vita”. Sempre da mettere a fuoco la serata con l'ex presidente del Consiglio Enrico Letta: “Andare insieme andare lontano”. Le presentazioni si tengono nella galleria del Palazzo del Turismo con inizio alle 21,30.
- Un anno fa, il 5 luglio 2014, moriva all’età di 69 anni Orio Rossetti. Intellettuale eclettico e curioso, organizzatore culturale, editore, scrittore e poeta, marxista e uomo della sinistra senza confini partitici, per trent’anni è stato a Riccione un promotore costante e fecondo di iniziative e pubblicazioni. Un gruppo di suoi amici, con la famiglia (la moglie Angela e la figlia Francesca), hanno organizzato un incontro per ricordarlo nel primo anniversario della sua scomparsa presso il Centro della Pesa a Riccione. Dagli interventi dei tre relatori (il prof. Gualtiero De Santi, docente all’Università di Urbino, e degli amici riccionesi Rocco D’Innocenzio e Ezio Venturi), dai brani letti da opere di Orio dagli artisti Francesca Airaudo (attrice) e Francesco Gabellini (poeta) e dai sette ricordi di persone che lo conobbero, è emersa una figura di intellettuale complessa, ricca, segnata dagli alti e bassi
Da sinistra: Rocco D'Innocenzio e Paolo Zaghini durante il convegno
della vita e dalle proprie fragilità. Per il centinaio di persone intervenute all’incontro è stato un pomeriggio ricco di emozioni, di ricordi, di dolore per la scomparsa troppo precoce di questo amico. Ognuno ha
ricordato Orio per le interminabili discussioni, per la sua sterminata cultura, per la capacità di ascolto, per le continue proposte di eventi culturali che bisognava organizzare, stampare, promuovere. E il portfolio di immagini di Orio proiettato, curato da Ivan Piraccini e Claudio Ugolini, ha raccontato anche visivamente delle sue infinite relazioni e delle tante iniziative promosse a Riccione in
trenta anni, portando sulla Riviera i maggiori intellettuali, letterati e scienziati italiani. Uno dei maggiori filosofi italiani Remo Bodei, dalla California ha scritto agli organizzatori dell’iniziativa: “Ricordo assieme a voi Orio. Un uomo onesto e buono, colto e attento ai bisogni della comunità, provvisto di un eccezionale spirito civico e di coinvolgente passione politica. Mi mancherà e ci mancherà, ma la sua figura non sarà dimenticata e ci accompagnerà nella lotta per un mondo migliore”. Paolo Zaghini, che ha presieduto l’incontro, ha annunciato che per il prossimo anno, nel secondo anniversario della scomparsa di Orio, gli amici cureranno e presenteranno un volume dedicato alla sua figura di intellettuale e di organizzatore culturale.
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Giornale di Misano
A tale anno risale il primo documento che racconta dell'edificio religioso IL PROGRAMMA
Quattro giorni di eventi
GIOVEDI' 20 21 - Palio in sfilata a Misano Adriatico VENERDÌ 21 20.30 - S. Messa e Processione SABATO 22 Palio del Daino Ore 17 - Santa Messa Ore 18 - Sfilata in costume Ore 19 - Palio del Capitano di Castello (gara in costume d’epoca fra le frazioni di Misano) con partenza da Piazza Castello 21 - Enrico il Pazzo Show
DOMENICA 23 Festa del Crocifisso Sagra della Tagliatella 11 e 16.30 - Messe 12.30 - Pranzo comunitario con menù tradizionale (euro 20) aperto a tutti. Per prenotazioni: tel. 0541.690561 ore pasti 690793 17 - Grande festa con l’Orchestra Spettacolo “Lucchi-Venturi” 23 - Spettacolo pirotecnico Servizio navetta maremonte (partenza 18 20.30; ritorno 21 e 23.30)
Chiesa, il 997 la prima volta - Il primo documento che parla della chiesa di Misano Monte risale al 997 e ci si rivolge al vescovo di Ravenna. Bisogna aspettare al XII secolo per avere molte pezze scritte che testimoniano dell’esistenza di un edificio religioso. Scrive Egidio Brigliadori, un attento storico di cose religiose nel libro “Religiosità in Valconca”, edito dalla Banca popolare Valconca: “...risulta evidente che già prima del Mille il territorio plebale di Sant’Erasmo (la chiesa un tempo era intitolata a San Biagio e Sant’Erasmo) si estendeva fino a Sant’Andrea in Casale e oltre a Morciano al fondo di Casarola. Ma quali altre chiese appartenevano al territorio e alla giurisdizione ecclesiastica di Misano? Dovremo tenere conto in primo luogo che il territorio e la sua giurisdizione ha subito diverse variazioni lungo i secoli... Purtroppo il documento più importante e più antico che ci permette questa ricostruzione, la bolla di papa Lucio II del 1144, risulta solamente la chiesa di
Il Crocifisso ligneo
Sant’Andrea in Casale dipendente da Sant’Erasmo. Alla fine del 1200, dipendono da Misano monte le chiese di Sant’Andrea in Casale, San Clemente, Cevolabbate, Scacciano. Nel 1577, si ha che la chiesa di Sant’Erasmo e detta anche di San Biagio. L’attuale chiesa venne co-
struita a metà ‘800 su quelle vecchie fondamenta. Un prete, Mauro Amati, scrive nel 1863 della nuova costruzione ricordando la vecchia: “...vi ha differenza solo in questo, che la sua facciata di prospetto era volta all’oriente, a ponente il presbiterio, al lato destro gli ingressi. Inoltre la sua struttura alla ma-
niera delle chiese primitive mancava di ogni architettura. Vi scorgevi quattro mura, le quali formavano un vasto ambiente a cavalcatura e così basso, che in estate per il soffoco era insalubre”. Queste antiche mura sono quelle della nuova cappellina ricavata da un vano della vecchia cantina.
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Giornale di Misano
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Il 22 agosto, ore 18-21. Quinta edizione, gare in costume fra le frazioni. “Sfide” con tensione a fior di pelle - Ecco che giungono i rappresentanti delle otto contrade, ovvero le otto frazioni di Misano Adriatico che il 22 agosto si sfideranno per vincere il palio del Capitano di Castello; a Misano Monte, durante la 137.ma Festa del Crocifisso e della Collina si disputerà infatti la V edizione del Palio del Capitano, rievocazione storica dei festeggiamenti per la nascita del comune ottenuta da Misano nel 1511. In quell’anno un editto riminese affrancò le frazioni misanesi dalla dipendenza giuridica e istituzionale da San Clemente, nominando un Capitano di Castello a guida della popolazione e a controllo dei territori. Sull’antica pergamena rinvenuta tra gli atti del Governo della Città di Rimini, si evince che la richiesta di indipendenza inoltrata da “Homini de Misano, Scazano et de la corte de Lagina” era stata considerata favorevole e che sarebbero dovuti essere provvisti di un loro Capitano, “perché ne risulta a loro e alla città honor e utile”. Giochi storici, dame e messere: per un giorno, il 22 agosto, Misano fa un passo indietro nel tempo di oltre 500 anni con il Palio del Capitano con cui si rievocano i festeggiamenti per la “sovranità”. Per il Palio del Capitano scendono in campo, per le sette sfide, le otto frazioni di Misano Adriatico; ognuna di esse contraddistinta dal proprio gonfalone e, ovviamente, dai propri colori con i quale le frazioni si sono calzate nei
Palio del Capitano di Castello
Stefano Giannini, sindaco di Misano, con il Palio
ALBO D'ORO
Scettro del Brasile
Giochi ideati da Cesare Bagli. Le 7 disfide: Tiro alla Fune, Seggiolino del Papa, Corsa coi Cerchi, Corsa nei Sacchi, Gioco del Bruco, Corsa della Mela, Staffetta della spugna bagnata giorni precedenti: Misano Brasile (che detiene il palio), con il colore blu, Misano Monte col giallo, Scacciano col rosso, Villaggio Argentina con l’arancione, Misano Mare con l’azzurro, Belvedere con il verde, Misano Cella col bianco, Santa Monica con il viola. Dopo le piccanti polemiche dello scorso anno, l'appuntamento è a Misano monte nel campo sportivo: un poggio da abbraccia l’intero territorio comunale, mare compreso. I giochi sono di abilità a squa-
Misano Brasile, i detentori del Palio
dre o singoli per conquistare l’ambito Palio, che è opera della raffinata misanese Tiziana Costa. L'artista dipinge con il mistero del
triangolo aureo per un'armonia dalla bellezza pura, come quella di un cristallo. Otto arbitri, vestiti con casacche a scacchi bianchi e rossi, vigilano sulla regolarità delle gare. Negli anni addietro non sono mai mancate le polemiche; anche questo è spettacolo. Sono previste 8 prove, un mix di forza e abilità, tra cui: tiro alla fune, seggiolino del papa, corsa dei cerchi, corsa sui tarmpoli, corsa nei sacchi, taglio del tronco, gioco del bruco e corsa cinese. Le gare sono precedute da un corteo di decine di figuranti divisi tra tamburini, mangia-fuoco e dame di corte. Sabato 23 agosto i figuranti
2011 - Misano Monte 2012 - Misano Monte 2013 - Misano Monte 2014 - Misano Brasile
sfileranno dalle ore 18 per la via principale di Misano Monte, da Piazza Castello sino al campo sportivo. Il corteo storico sarà aperto dal Capitano di Castello, seguito dai suonatori e dai componenti delle 8 contrade in fila dietro il proprio vessillo. Il Capitano leggerà, innanzi a tutti gli intervenuti, l’editto del Governo della Città di Rimini con cui Misano ottenne la libertà e l’indipendenza; a seguire chiederà ai concorrenti e agli arbitri che i giochi si svolgano con rispetto ed onore, dopodiché darà inizio alle gare. Dopo i giochi atleti e spettatori potranno rifocillarsi presso gli stand gastronomici allestiti a Misano Monte, con fagioli, cotiche, piadine farcite e tante altre libagioni. La Festa del Crocifisso e della Collina (Sagra della Tagliatella romagnola) prosegue sino a domenica 24 agosto.
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Lo chiede la Confesercenti. Il sindaco Giannini ha incontrato l'assessore regionale Corsini e la stessa associazione
FOCUS
Vigili: “Più controlli per maggiore sicurezza” Aleandro Carboni, vice-comandante
- Antiabusivismo commerciale. Autovelox. Intensificazione del controllo del traffico. Controllo dei tassisti. Importanti iniziative, in parte già avviate, ed altre in procinto di esserlo, sono state elaborate dall’amministrazione comunale, in accordo con la Polizia Municipale. Progetti che incidono sulla protezione delle persone quali: antiabusivismo sull’arenile, attivo dalla seconda settimana di giugno che ha già scoraggiato parecchi ‘’venditori’’, di nazionalità diverse (in particolare marocchina e bangladese), che ha portato a 30 verbali, fra amministrativi e merce abbandonata; attivazione dei 12 speed check dotati di apparecchiatura autovelox, in tutte le frazioni del territorio, con conseguente accertamento di 492 verbali, per velocità; intensificazione del controllo veicolare con l’elevazione di 1026 verbali a diversi articoli del codice della strada e 3 patenti ritirate per guida in stato di ebrezza. “Verranno predisposti servizi di misurazione del tasso alcolemico, - spiega il vice comandante Aleandro Carboni - nei punti strategici, al fine di prevenire e contrastare l’uso indiscriminato di alcolici ed altre sostanze alteranti lo stato psicofisico degli automobilisti. Vi è un intenso controllo dei taxisti, anche perché da più parti si sente l’esigenza di porre fine ai servizi di trasporto abusivo. Assunzioni di ausiliari del traffico e di agenti di polizia municipale, garantiranno un controllo del territorio di quasi 24 ore. Tale potenziamento, contribuisce a rende-
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re le zone urbane meno isolate e a rendere i cittadini”. “Naturalmente - continua Carboni - dobbiamo fare comunque i conti con un territorio molto grande, 24 kmq e con un numero di unità esiguo che, in estate 17 persone, contro le 8 nel periodo invernale. Considerando anche il personale interno, amministrativo ed in divisa, il comando per i 4 mesi estivi si compone di 32 unità. Insomma, siamo in piena attività di contrasto. Senza dimenticare il rilievo dei sinistri stradali e lo sgombero delle aree occupate abusivamente per bivacchi e nomadismo. Altro importante impegno di spesa finalizzato alla sicurezza urbana è costituito dall’acquisto dell’apparecchiatura denominata ‘’targa sistem’’. Tale strumento, con la sola lettura della targa offre informazioni in tempo reale connettendosi alla banca dati della Motorizzazione, per cui eventuale scadenza di polizze assicurative, auto oggetto di furti e altro. “Un fatto degno di nota - chiude il vice-comandante -, e soprattutto un plauso, va al personale che durante un normale servizio di controllo di auto in sosta, si insospettisce sulla validità di un contrassegno invalidi. Ad un controllo più approfondito, anche in presenza del contravventore, la pattuglia indagando scopre che trattasi atto falso, ma non solo, il proprietario dell’auto asserisce che tale documento di invalidità appartiene al figlio che si trova a Milano. Dopo altri approfondimenti gli agenti scoprono che il figlio è deceduto da un anno circa e che il padre approfitta di tale contrassegno già da diverso tempo. In tale caso si ravvisano gli artt. 482-487 e 489 del codice penale rispettivamente per falsità materiale commessa dal privato, falsità in atto pubblico e uso di atto falso”. R. D.
“Prenotazioni alberghiere. Il Comune dovrebbe fare un bando e non girare le telefonate all'associazione albergatori” IL PUNTO - “Il Comune dovrebbe fare un bando per affidare la gestione delle prenotazioni alberghiere”. “Lo faremo”. La richiesta è della Confesercenti presieduta da Antonio Gaia. Fa sapere l'associazione: “Abbiamo chiesto al sindaco Stefano Giannini, presente l'assessore regionale al Turismo, Corsini, un bando per la gestione delle prenotazioni alberghiere nella nostra città. Finora vengono fatte direttamente dall'associazione albergatori; associazione che non rappresenta tutti gli alberghi della città”. “Faremo il bando - risponde il sindaco Giannini -. La Confesercenti ha fatto rilevare che sui pieghevoli promozionali c'è il nome dell'Associazione albergatori e non quello dell'agenzia viaggi della stessa associazione. E' da 40 anni che le cose stanno così ma finora nessuno
Da sinistra: Iliana Baldelli, Antonio Gaia e Stefano Giannini
lo aveva mai contestato. Voglio far notare che oramai le prenotazioni via telefono sono al lumicino. In ogni caso, nessun problema si farà il bando”. “C'era un vecchio accordo tra noi ed il comune - afferma Iliana
Baldelli, presidente dell'Associazione albergatori -. Noi gestivamo con una persona i biglietti del treno all'interno dell'ufficio Iat (Informazione accoglienza turistica). Con la stessa persona, lì per 8 ore al giorno, facevamo anche prenotazioni alberghiere. Mi stupisco della richiesta, tuttavia rispetto a quello che chiede la Confesercenti sono d'accordo; ben venga il bando.
Vorrei però sottolineare che negli ultimi 2-3 anni il mercato è cambiato. Oramai la stragrande maggioranza delle prenotazioni passano attraverso la rete ed altri gestori e non più con la nostra associazione Finora molte delle prenotazioni alberghiere a Misano avvengono con questo percorso. Il turista intenzionato a soggiornare a Misano telefona allo Iat per “suggerimenti e prezzi”. Solo che l'ufficio pubblico non può dare indicazioni di alcun genere, se non informazioni generali sulla città, o nelle urgenze. Per “convenzione” però dà al potenziale cliente il numero di telefono dell'associazione albergatori, che a sua volta offre i dettagli richiesti. Naturalmente in questo c'è la cosiddetta discrezionalità da una parte (è umano, intendiamoci); dall'altra parte c'è un altro fattore: non tutti gli alberghi di Misano sono iscritti all'associazione.
Riccardo Gresta, intellettuale misanese di livello mondiale - Non esce libro che il misanese Riccardo Greta non sia citato nelle fondamentali pagine della bibliografia. L'ultimo prestigioso riconoscimento nell'ordine di tempo arriva dalla Francia. Nel catalogo a corredo ad una mostra di maioliche rinascimentali italiane, in esposiszione a Lione dal 27 giugno fino al 27 settembre. Si tratta di una selezione di 85 pezzi della famosa Collezione Gillet (1874 - 1971); collezionata dal famoso industriale, questa è la prima volta che viene mostrata al pubblico. Scorrendo la bibliografia si trova citato, tra gli altri studi, uno scritto nel 1999 e pubblicato su queste pagine. E' relativo al famoso “Corredo da farmacia nel segno della Fortuna“. Dopo quella “rivelazione”, forse la maggiore del misanese, la scoperta è stata raccontata in tutto il mondo degli appassionati. Collezione sparsa nei maggiori musei del mondo, Metropolitan (New York), Ermitage (San Pietroburgo), British Museum (Londra), Louvre (Parigi), i cartigli recavano la dicitura: autore ignoto.
Riccardo Gresta
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Dopo il lungo studio di Riccrado Gresta sono stati cambiati. Ironico, colto, divulgatore con la piacevolezza di un attore teatrale, Gresta è tra i maggiori studiosi al mondo di ceramica istoriata delle scuole di Pesaro, Urbino, Casteldurante (l'odierna Urbania) e non solo. Quando viene chiamato a tenere le conferenze sulla storia dell'arte riempie la sala, come sanno bene a Riccione e dintorni. E' stato allievo di una delle menti più raffinate della cultura italiana: Pietro Zampetti. La sua grandezza venne riconosciuto da Carlo Bo, uno che se ne intendeva, soltanto in tarda età dopo la pubblicaazione della sua autobiografia. Zampetti, in proporzione al sapere, possedeva anche la riservatezza. Come Gresta. P.S. “Gli stranieri sono così precisi nel loro lavoro che per documentarsi a fondo, come vedi, leggono davvero tutto!”
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Agosto 2015
MISANO
34 euro l'uno e “incomprensioni” tra la ditta ed i cittadini. Servivano? In alcuni casi si è fatto marcia indietro
TURISMO
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Nuovi numeri civici, pioggia di malumori Un numero civico
FOCUS
La vetrina
Notte rosa. Fluo, vetrina ‘emozionante’ - Il fotografo ufficiale della Provincia di Rimini, nel suo itinerare con la macchina fotografica per cogliere le vetrine migliori della zona, ha ‘’eletto’’ la vetrina del negozio ‘’Fluo’’, la migliore. Allestita per la Notte Rosa, era l’unica a riportare il simbolo della manifestazione: i pinguini dentro un cuore. Una vetrina di carattere e senso del bello. Questa è l’imprenditoria al femminile misanese che con coraggio, qualità, distinzione e personalità, nonostante il momento difficile, riesce a stupire e convincere. Michela Guagneli, a 40 anni si è reinventa e tenta il salto di qualità, in una cittadina troppo spesso bistrattata commercialmente. “La Notte Rosa è un evento che va sfruttato. - dice la commerciante Guagneli -. Dà la possibilità, vista l’affluenza di gente, a tutti la stessa visibilità, ma poi sta in noi esercenti diversificarsi e colpire il passante. La vetrina deve essere emozionale. La mia, in questo caso, è solo di immagine, non è stata una scelta commerciale, ma ho cercato di presentare non solo il negozio, ma anche me
stessa”. ‘’Bisogna mettersi in testa continua la Guagneli - che Misano Adriatico non è città da monomarca, però ciò non deve penalizzare; anzi il piccolo ha il vantaggio di avere un rapporto diretto e di fiducia con il cliente. Anche perché la selezione è un processo naturale, dettato dal mercato. La mia è una passione che coltivo fin da piccola, per cui questo era lo sbocco naturale, diciamo, però ho voluto aggiungere un qualcosa in più: seguo gli eventi di moda”. “C'è - chiude la sua riflessione la commerciante - una ricerca costante e personale. Ciò comporta recarsi a Milano, e muoversi tra Spagna, Londra e Berlino per scegliere i capi. L’uomo e la donna di ‘Fluo’ si notano perché la differenza è data dai particolari. Semplici e raffinati. Ritengo che Misano sia un gioiellino e che vada presentato al meglio al grande pubblico, non solo quello delle grandi occasioni. Non siamo solo ‘mare e sport’, siamo anche moda”. Daniela Ruggeri
- I numeri sono un mistero che racchiudono il senso della vita e dell'universo, con un fascino secondo solo alla bellezza della natura, l'applicazione dei nuovi numeri ha creato una caterva di malumori tra i misanesi. “Non sono i 34 euro (che pure non sono pochi) ma è il modo e il fatto che il buon senso dice che non servono, almeno in moltissimi casi”, af-
ferma un misanese indispettito, anche per il diverbio con gli uomini che stanno effettuando l'operazione. La legge (dura lex sed lex, la legge è dura ma è sempre la legge) afferma che gli accessi che stanno sulla pubblica via devono essere numerati; quelli usurati cambiati. Fin
qui nulla di male. Ma è quando la “legge” viene applicata dagli uomini che lo spirito cambia. La posa in opera di questi “nuovi numeri” civici, che sta facendo un'azienda esterna, ha creato una caterva di proteste in moltissimi cittadini. Sembra che per il gran numero di telefonate arrivate agli uffici comunali, gli impiegati abbiano
staccato il telefono per continuare a lavorare in santa pace. I cittadini che si lamentano fanno notare che la ditta posiziona numeri anche dove non servirebbero, anche quando sono in ottimo stato.. Dato il montante malumore e arrabbiature, la ditta incaricata in molti casi sta facendo marcia indietro. Afferma il sindaco Stefano Giannini: “I numeri non sono un fatto rilevante; forse la spesa non è neppure poca, ma è una volta ogni vent'anni”.
Moto, misanesi intrionfoaPerugia - Moto Club Misano Adriatico ueber alles (soprra tutti, direbbero i tedeschi) lo scorso luglio. Domenica sulla pista di Maggione (in quel di Perugia) si è svolta una prova del trofeo FMI Classic Ancora una volta hanno dominato i piloti del Moto Club Misano Adriatico, vincendo nella classe TT2 500 con Duilio Damiani su Ducati , confermando il primo posto in classifica di campionato, Nella Clase TT1 ha vinto il
giovane Marco Leardini su Honda preparata dal padre; secondo è giunto Fiorenzo Marconi su Ducati. In classifica i due sono vicinissimi e si contenderanno il titolo fino all’ultima gara di Misano, Nella Classe 500GP terzo Posto di Tiziano Villa su Yamaha. Duilio Damiani e Rossi
Marzio Bondi
“Io Centro”, piadinata col cuore - Una piadinata con i colori del cuore. Mercoledì 22 luglio presso la Villa Bel Bianco non si sono solo incontrate due Associazioni, Io Centro e Misano Podismo, ma due grandi gruppi di amici uniti da un unico ma semplice obiettivo:
trascorrere una serata insieme. Grazie all'impegno degli organizzatori, Maria Grazia Ronci anima del Centro, Andrea Bagli, presidente di Misano Podismo e di tutti i genitori che si sono impegnati nella preparazione del-
le piadine, la serata ha raggiunto pienamente il suo obiettivo. Spesso non servono motivi o date importanti per ritrovarsi insieme, è sufficiente il piacere per la pace dei cuori!!! Katia Serafini
MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)
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Era la motonave di Sergio Facondini. Scomparso a 52 anni, ha fatto la storia del turismo misanese
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Palma di Majorca, 20 anni fa l'ultimo TURISMO
Giovanni Salvadori in Rwanda
Salvadori, 61 viaggi per madre Teresa - Giovanni Salvadori ha 73 anni. Ufficiale dell'aeronautica in pensione, nel 1997, nel suo primo viaggio umanitario, incontra madre Teresa quattro mesi prima della sua morte. La vita non sarà pià la stessa; ha compiuto 61 viaggi, consegnando direttamente 500mila euro (un miliardo delle vecchie lire). Lo scorso luglio ha compiuto la sua ultima “missione”. - Carissimi lettori, il libro “Quando una stretta di mano ti cambia la vita” ha avuto successo ed il ricavato è stato portato nel mio ultimo viaggio in Africa. Avrete già intuito che che intendo concludere il mio giro per il mondo dopo anni di fatiche, malattie contratte, contrappesi e situazioni spiacevoli, intendo altresì formulare il mio sentito ringraziamento a quanti non si sono mai tirati indietro nel donarmi soldi e cose utilissime, come i farmacisti di Riccione; ora posso essere felice di sottolineare il tragudo del miliardo delle vecchie lire che è stato finalmente raggiunto. Dopo 54 paesi visitati, il mio 61.mo viaggio mi ha portato in Rwanda mentenendo, come sempre, la promessa di aiutare le consorelle di Madre Teresa che a Kigali si occupano di un centinaio di ospiti, tra uomini, donne e bambini; diversi per handicap ed un paio dcon gravi disturbi mentali che interrompevano il mio poco sonno con urla strazianti. Per tutta la durata della mia permanenza, il problema più grande è stata la mancanza di acqua (ci si lavava con dei bidoncini) e l'energia elettrica che funziona solo a singhiozzi. Tutte le attività sono comprese dalle 6 alle 18 (presenza del sole); sveglia alle 5,30 e la sera a letto alle 20. poi mi viene a prendere padre Lorenzo Rutinduka che ho conosciuto a Misano monte, tramite don Claudio Signorini, parroco di Scacciano, che ha avuto la grande tragedia di genitori, due frateelli, due sorelle tracidati dagli Hutu; i parrocchiani di Scacciano si sono mostrati entusiasti nel voler aiutare il padre ruandese, adottando a distanza 55 bambini e così è nato l'asilo di Kiziguro, di cui Lorenzo è fiero. La sua parrocchia è a Nyakayaga ed è molto estesa, con diverse chiese ubicate anche molto lontano e lui chiama dei ragazzi che in moto fanno servizio di taxi ed io lo seguo giorno per giorno. Dopo la messa delle 6,30 in parrocchia ne un'altra alle 10,30 e si riparte subito. i canti e le prediche sono lunghi e lui mi spiega che deve farlo per far sentire i fedeli più vicini. alle 13, si stava per rientrare ma una telefonata lo avvisa che in zona c'è un'anzia-
na moribonda. Si cammina per più di 40 minuti sotto il sole, tra le piante di banane e arriviamo forse un po' tardi ma il sacramento dell'oluio viene viene somministrato. Nel pomeriggio c'è l'incontro con i giovani che vogliono sentire da me l'esperienza tra i poveri e gli ammalati del mondo; sono tutti sono senza lavoro e nessun diversivo. Alla mia domanda se vogliono dedicarsi alla msuica c'è un forte entusiasmo e prima della mia partenza padre Lorenzo, in città, ha comprato tre chitarre; questo più o meno, il ritmo vortcioso delle giornate. Nei giorni successivi, compro 15 capertte che vengono assegnate a famigliae povere con figli piccoli che abbisognano di latte fresco; al mercato poi chiediamo i prezzi di certi generi alimentari e ancora con il mio sostegno compriamo riso, farine di mais, fagioli scuri, buonissimi, sale e zucchero che distribuiamo a ben 50 famiglie indigenti; è una gioia vedere la contentezza e la “gratitudine” di questi poveri che mi abbracciano con calore; prima della partenza anche se non sono un esperto, partecipo ad una riunione importante tra gli agricoltori per promuovere l'idea della cooperativa, di provare a piantare altre verdure ed alberi da frutto; sembrano essere tutti d'accordo cominciando con noi; dopo la guerra ad arare i campi con l'aiuto di un bue. E' stata per me una fortuna un tale prete,
- Sergio Facondini è stato un personaggio che ha fatto la storia del turismo misanese. Era il titolare ed il capitano della Palma di Majorca; l'ultimo gita della motonave che attraccava alla foce del Rio Agina e Portoverde fu 20 anni fa. Poi, la famiglia la vende. Di stanza a Porto Garibaldi, col nome “Delphinus”, oggi, porta i gitanti nel Delta del Po. Poteva ospitare fino a 184 passeggeri, con 5-6 persone di equipaggio; sono passati numerosi ragazzi misanesi. Venivano deliziati, i gitanti, oltre che dalla natura e dal paesaggio dalla musica dal vivo (liscio e gli “indimenticabili” anni '50, '60 e '70), pesce azzurro alla griglia e vino a fiumi. Festa da aia ma portata su quella lunga striscia blu direbbe Tonino Guerra. La Majorca aveva due itinerari: quello di giorno ed il serale. Di giorno: Pesaro-Baia Vallugola-Rimini, con attracchi intermedi a Misano, Portoverde e Cattolica. Misano-PortoverdeCattolica, la sera, più breve e danzante. Sergio Facondini nasce a San Clemente; a due anni i genitori scendono a Misano in cerca di opportunità. La mamma Rachele è la cuoca della bella colonia
con la “P” maiuscola che si dedica con passione alla condivisione, sempre vicino ai poveri con uno spirito evangelico eccezionale, senza fermarsi mai! Grazie di cuore a padre Lorenzo e a voi tutti benefattori. P. S. Vista la mole di lavoro e gli spostamenti che deve affrontare avrei il desiderio di comprare un'auto usata (valore 3.500 euro9. Contattateci o provate a parlare con don Claudio di Scacciano: 338.6343944. Giovanni Salvadori
1997. Primo viaggio umanitario. Giovanni Salvadori con madre Teresa
I Facondini. Da sinistra: Sergio, Graziano, Enzo e Marisa
Piacenza. Abbattuta nei primi anni '70, con gran pentimento, si trovava alla foce dell'Agina, lato Riccione. Il babbo Secondo era il custode. Gli amici di gioventù di Sergio furono: Siro Ferri, Arnaldo Nanni, Alfiero Gentilini, Francesco (Checco) Rossi, Morri (Dano Frutta), Giancarlo Tonti. Tutta la sua breve vita è col mare. Da giovane è socio della cooperativa bagnini; tuttavia la grande passione è la barca. Acquista un cutter, “il Leone”, con il quale delizia se stesso ed i turisti. Prima del gran salto con la “Pal-
ma di Majorca” aveva avuto anche i pescherecci a Cattolica. Nel 1972, il grande salto: acquista il “Leon d'oro”, che terrà fino all'80. Anno in cui prende la Palma. Gli inizi, come ricorda la moglie Marisa, non furono facili. Anzi. I clienti erano pochi; l'investimento importante. Hanno un'idea: portano la musica dal vivo sulla motonave. Sono costretti a mandar via la gente. Sergio, accanito cacciatore, purtroppo, si ammala. Se ne va prima del tempo il 18 ottobre dell'88; non ha che 52 anni. Insie-
me a Marisa, lascia Enzo, 20 anni e Graziano 15. Saranno i due giovani, con la mamma, a continuare l'attività. Originaria del Bresciano (Leno), la signora Marisa arriva a Misano nel 1963 come assistente alla colonia delle Acli. Nel 1968, incontra Sergio. Racconta: “Dopo essere rimasta vedova mi dico che non mi sarei più risposata, invece incontro Sergio”. Il mare è rimasto nei due ragazzi. Graziano è uno dei comandanti delle navi cargo del colosso napoletano Grimaldi. Il maggiore, Enzo, meccanico navale di prima classe, dopo essere stato al timone per anni, invece, ha abbandonato il mare e un'altra delle sue passioni, la bicicletta, è diventata lavoro. Ha una bottega a Cattolica in via del Porto 8. Sono passati pochi anni ma i turisti che vivono l'esperienza di “toccare” il mare sono sempre meno. Le gite in barca sono in crisi: i tempi che cambiano.
MISANO
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Premiato a Parigi lo scorso giugno. E' al terzo libro. appartiene ad un'antica famiglia di Misano
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
Pio Bianchini, romanzo storico-sociale Parole da e ‘Fnil’ che racconta Montefeltro e Malatesta ALLEGRO MA NON TROPPO
(Il vecchio nome di Misano Mare)
Pio Bianchini con l'amata bicicletta e la copertina del libro
PERSONE
N. N. - Il “giardino” di via D’Annunzio è nel degrado più totale. Da quando in qua si chiama Giardino un campo del genere? Quelli di Via D’Annunzio si rifiutano di riconoscerlo come tale. Cum i fiul ad nissun? METEO - Quest’anno la meteorologia ha influenzato positivamente la stagione turistica e si sono adeguate, “a malincuore”, anche le previsioni Meteo TV. Neanche l’ombra di una nuvola? Sì! Sono stati costretti a moderare i toni, alla prudenza e non raccontare palle che condizionano negativamente, i flussi. Il caldo, stavolta, è stato più forte dei menagrami e della crisi. Dalle nostre parti, per la verità, si dice, “st’an.. in vu anche un bel cul .” RISPARMI - iL Papa ha pregato i fedeli di non usare l’aria condizionata. A ben guardare la bolletta dei consumi energetici non mi pare abbia fatto proseliti. E cheld, un fa i scunt propia ma nissun, l’è propia un dievle? ATTENTI - Il modo migliore per farti le scarpe è quando ti dicono: “Quand’era giovane, era una persona brava, buona e intelligente”. Ecco! Non fatevi impressionare e attenti agli adulatori. Per no fes frighè e basta cuntinuè à es giovne tla testa. LA RI... FONTANA - Scusate se ogni tanto torniamo sul tema delle manutenzioni necessarie. Invitiamo i frequentatori di Piazza della Repubblica a dirci se siamo troppo ripetitivi. O se l’è la funtena, il simbolo de Fnil turestica, che è inguardabile! L’IN...FLESSIBILITA’ E LE RIFLESSIONI In alcuni casi, mente e muscoli, a volte convivono amabilmente, ma non sempre! Cosa vuol dire? Il dialogo è piuttosto ermetico, ma chi vuol capire, capirà! Un gni vo’ na masa. SGARBI E LA BELLEZZA - Prende corpo Il famoso progetto di riqualificazione turistica denominato C2 4.Dieci (10) palazzi residenziali di 4 piani. E’ comparsa la prima gru a fianco della Chiesa. Per portare a conoscenza dei cittadini ignavi, si notano da mesi lungo la ferrovia giganti cartelli informativi. Girano già i promoter per vendere sulla carta gli appartamenti che serviranno, come quelli dietro il Conad e quelli Vista Mare ex Telecom, a riqualificare il futuro turistico de Fnil. Niente di meglio per ripopolare, di giovani coppie, gli abitanti residenti di Misano Mare. Fate presto cari giovani, amatevi, prosperate e fate figli e risparmiate... E post a vè fem nun, e per la bellezza ci pensa Sgarbi.
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
- Un gentiluomo di campagna, si diceva un tempo. “Perché tutto vidi nella natura”. Una volta conosciuto vorremmo essere almeno un po' come Pio Bianchini. Ci fai due chiacchiere e capisci che è una persona vera. Ci aggiungi che è un bell'uomo con un fisico d'atleta che affronta sentieri e strade sterrate di campagna in mountain bike. Altra pennellata per dare il senso: abita in una delle case più belle della provincia di Rimini circondata da piante centenarie; lo stradino con ghiaino che dal cancello ti conduce all'abitazione è impreziosito da grandi vasi di terracotta con agrumi che d'inverno vengono portati in veranda. Ha pure qualche rivolo di sangue blu. Tutto quello di cui sopra è dissimulato con disincantata ironia e sobrietà di costumi. Liceo classico alle spalle, Giurisprudenza quasi alla fine, si è messo a scrivere libri per
gioco. Il terzo si intitola “Petra Rubea (l'antico nome di Pietrarubbia, una delle perle del Montefeltro a pochi chilometri dalla Carpegna). E' un romanzo storico ambientato a cavallo tra il Duecento ed il Trecento con pennellate di umanità alle quali potrebbe attingere anche quella gran persona di papa Bergoglio. Un uomo, Bergoglio, che dopo decenni di pifferate tristi da buona parte degli uomini parla di umanità, di natura, di giustizia sociale e tanto altro ancora. Si legge: “I nobili e il clero, spesso corrotto, vivevano in un
altro mondo, dove c'erano tutti gli agi che erano negati ai servi. I ricchi non lavoravano, erano ben nutriti e, molto spesso, e proprio per questo motivo, più alti, forti, belli, allegri e longevi di chi avesse sofferto la fame e si fosse abbruttito, per generazioni, faticando nei campi”. Dedicato al padre, le 316 pagine (Wlm edizioni, 19 euro) narrano delle disputi tra Montefeltro, signori di Urbino e Malatesta, padroni di Rimini. I primi ghibellini che stanno con l'imperatore, i secondo guelfi, al soldo del papa. Bianchini ha
intrecciato le sue storie attingendo dagli storici (da Alberelli fino al mitico Luigi Tonini, autore della monumentale storia di Rimini) che negli anni hanno raccontato di queste terre e di questi due casati, passati alla storia più per le arti che come condottieri. Non è un caso che Urbino è patrimonio dell'Umanità e che anche Rimini non le è da meno. Le pagine scorrono leggere e veloci, senza fronzoli ed avvolgenti come lo possono essere le linee del Tempio Malatestiano e del Palazzo Ducale. “Petra Rubea” è stato premiato a Parigi lo scorso 13 giugno. A ritirarlo Pio Bianchini insieme al figlio. Il volume si trova nelle librerie di Cattolica (Gulliver), Riccione (Pulici e Edicola Baiocchi), Cosmo (Borgo Maggiore), Coop (Pesaro), Montefeltro (Urbino), 77 (Fano). Inoltre, è sufficiente andare su Amazon e Ebay. (l. z.)
MisanoSportingClub, mini museo della racchetta - Una racchettina di metallo con un arcigno ed artistico filo di metallo ad ancorare le corde al profilo. Allora, anni Settanta, per l'americano Jimmy Connors, uno dei geni della storia del tennis, era una lanciarazzi con la quale catapultava missili ariaaria. Ad ammirarlo, l'attrezzo, suscita tenerezza di fronte agli bombardieri di oggi. I racchettoni riescono a fare i buchi nel campo e ad aiutare i meno dotati da madre natura. E' uno dei gioielli che si possono ammirare nel mini-museo della racchetta allestito nella piccola club house del circolo tennis di Misano, lo Sporting. Ne è autore Michele Cotelli, uno dei soci della struttura. Le vecchie racchette campeggiano su pannelli arancioni; in basso, sullo steso, incorniciati, le istantanee con i vecchi cam-
Michele Cotelli con l'Estusa di Boris Becker di fianco ad un “quadro” di Borg e la sua Donnay
pioni e i loro strumenti di lavoro. Le accoppiate: lo svedese Borg con la belga Donnay; Boris Becker con la Puma-Estusa; Lendl con l'Adidas. Il gentiluomo nero, Arthur Ash con la Head. In un angolo, nascoste da una colonna frigo le care Spalding e l'ancora più cara, almeno agli italiani, Maxima. Per gli appassionati dello sport nato nelle corti rinascimentali (1500) e reso immortale dagli inglesi alla fine dell'Ottocento, il minimuseo merita una visita. Si diceva che è opera di Michele Cotelli, un lombardo giunto a Misano per matrimonio. Dalla fine di settembre il circolo offre anche due campi da tennis paddle.
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CATTOLICA
I fratelli Maurizio e Michele insieme al cognato Daniele fanno turismo con 3 gioielli artigianali. I bambini toccano i cavalli; gli adulti si fanno le foto
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Famiglia Conti, le ultime tre carrozzelle...
I tre cocchieri davanti all'hotel Kursaal. Da sinistra: Maurizio, Daniele e Michele
TRADIZIONI - Un centinaio di bambini ogni sera chiedono se possono toccare il muso. Una cinquantina di adulti domandano il permesso per uno scatto. Le famiglie con bambini si regalano una passeggiata sul lungomare di Cattolica. Dopo le 23, si entra nell'orario degli innamorati per una gita romantica. Pierone, Gigetta e Nerone sono i tre bellissimi cavalli che caratterizzano le estati cattolichine. Tirano tre carrozzelle costruite un centinaio di anni fa che sono dei capolavori di artigianato del Nord'Italia. Due soli tocchi moderni: i freni (a tamburo ed a disco) e la gomma sulle ruote. Gioielli, si diceva le
carrozzelle stile “Vittoria”. Una è verde con dei filetti d'oro; una è rossa ed una gialla. Davanti al cruscotto (in origine la parola indicava il grembiule dei cocchieri e non la parte nobile delle automobili) tre cattolichini della stessa famiglia: i fratelli Conti, Maurizio (50 anni) e Michele (35) insieme al cognato Daniele Savino. Hanno ereditato il “mestiere” dal babbo Mario (83 anni) e dallo zio Angelo (scomparso nel 2012). La storia delle carrozzelle di Cattolica e dintorni è di romantico ritiro. Negli anni Cinquanta facevano servizio una ventina;
con più aree di sosta: davanti all'hotel Fulgida, in un angolo dei giardini di Piazza Primo Maggio, davanti all'hotel Vienna, al London. Nell'88 erano ancora un numero cospicuo: 13. A scrutare i vicini di casa, si ha che a Misano sono scomparse; fino a due anni fa le redini erano nelle mani di Franco Parma; a Riccione sono scomparse. A Rimini trotterella una sola superstite. Dunque, Cattolica, nella spe-
ciale classifica provinciale, svetta. Dire carrozzelle significa dire cultura al tramonto. Racconta Maurizio: “Ho iniziato prima ad andare a cavallo e poi in bicicletta. Siamo qua per passione e poi, almeno d'estate, è anche lavoro”. L'itinerario dei tre è semplice: partenza davanti al “Kursaal” (zona di sosta), poi si raggiunge il delphinarium percorrendo via Carducci. Ogni tanto qualche
cliente creativo domanda altri itinerari: il porto le mèta più gettonata. In questi anni gli aneddoti ne sono stati mandati a memoria a bizzeffe. Maurizio: “Qualche anno fa una coppia con due bambini mi chiede di andare a Riccione. Così per gioco, per dissuadere il cliente, sparo una cifrona: 300 euro. Con mia grande sorpresa accettano”. Famiglie all'80 per cento,
poche sere fa un giovane signore con due bimbi si presenta, prenota il giro e ricorda le sue passeggiate con i genitori. Insomma, la storia si ripete direbbe lo storico Gian Battista Vico. Se i fratelli Conti sono figli d'arte, Daniele inizia nell'estate dell'88. Il suocero Mario gli dice che Giovanni (Gianetto) Filippetti, per ragioni d'età, cede la licenza. I tre hanno portato a spasso per Cattolica numerosi nomi famosi: Estrada, Hunzinker, Iachetti, Panariello, Marini. Sarà per i cavalli-carrozza, ma i campioni di motociclisti ne vanno matti. Un assiduo era anche l'ex sindaco (dal 1990 al 2004) Gian Franco Micucci. Via Dante e Curiel le sue richieste. Stalla in zona Macanno (d'inverno allo stato brado nella campagna di Gradara), i cavalli dei Conti-Savino sono stati campioni di trotto. Cinque anni fa, regalarono un vecchio quadrupede ad un appassionato. “L'altra fine era il macello”.
LO SPORT
Mariani, festa da aia romagnola nei paddock della Santamonica
Enrico Mariani sul podio con la consorte La festa al paddock
- Il dentista cattolichino Enrico Mariani ha ricostruito lo spirito dell'aia romagnola nello spazio ospitalità della Bridgestone (all'Idealgomme di Luca Raggi) all'autodromo Santamonica lo scorso 24 luglio in occasione di una tappa del campionato italiano. Ha offerto una colazione contadina da leccarsi i baffi. Hanno collaborato alla sua iniziativa: Fattoria del Piccione (vini, Montecolombo), Bigucci (olio, San Giovanni), Merenderia
Amadei (bruschette, grissini, schiacciatine, snack, Cattolica), Ortofrutta Fabi Giacomo (Misano), Forni Ruggeri e Tirincanti (Cattolica). Mariani rappresenta l'associazione DD (Diversamente disabili); a dargli man forte anche Cattolica per la Tanzania di Massimo Lugli. Lo scorso anno propose la grigliata di sardoncini; quest'anno i wuerstel. Vittima di un incidente in moto alcuni anni fa, amputato
ad una gamba, Enrico Mariani partecipa al campionato italiano diversamente disabili (corrono con i normali). Nella gara del 25 luglio, è salito sul terzo gradino del podio. “Durante le gare - dice Mariani - diamo una marea di informazioni a chi ha subito amputazioni in incidenti stradali. E' stata la prima volta che abbiamo collaborato con Cattolica per la Tanzania. Insieme faremo altre cose””.
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Prima decade di luglio. Intervistati diverse decine di cattolichini per dare un giudizio e un voto a Piero Cecchini e alla sua giunta. Lo rivotereste? Rivotereste il Pd?
Sindaco & C: sondaggio misterioso
Subito dopo il sondaggio il direttivo del Pd accentua la presa di distanza sulle scelte più discutibili del sindaco e della sua giunta. E' la prova che il sondaggio possa avere dato esiti disastrosi e che il Pd cerchi di correre ai ripari per non essere trascinato a fondo. Ma è già troppo tardi?...
IL SONDAGGIO
Cosa hanno risposto al sondaggio sul sindaco, giunta e Pd?...
Bèl, bèl... però ma mé in me chiapa più...
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Palazzate
di Cecco
Scuole - Leggiamo: “Cibelli replica alle opposizioni: ‘Le nostre scuole sono a norma’”. Basta c'an piova fort. Os-cia!
Unione comuni - Leggiamo: “Cecchini a Morelli: ‘Noi
IL FATTO
non stiamo alla finestra’”. I starà sal balcòn a ciapè al sol...
di Cecco (alias Enzo Cecchini) - “Agosto moglie mia non ti conosco”, recitava un proverbio un po' balneare e un po' maschilista... ma da qualche tempo si potrebbe aggiornare con “Agosto politica mia non ti conosco”. E' il periodo dove prevale il gossip, dove prendono la parola i tuttologi della supercazzola, quelli che non contano niente come le terze e quarte linee dei galoppini dei partiti. Agosto è periodo anche dei furbastri della politica che usano l'ombrellone, le cene con guazzetto in costosi ristoranti sul porto di rinomate località turistiche. Qui si fanno accordi e accordicchi, giochi e giochini per l'imminente autunno, spesso caldo. Bisogna stare attenti agli ultimi colpi di coda dei consigli dei ministri, giunte comunali e regionali. C'è sempre l'emendamento maialesco o l'approvazione di provvedimenti che hanno bisogno di poca luce e tanta oscurità, soprattutto della distrazione dei cittadini e del silenzio di giornalisti compiacenti. In agosto pertanto c'è la certezza delle manovre delle zone grigie partitesche (nonostante le ostentate abbronzature) che avvalorano il detto “Ti conosco mascherina”. In agosto si fanno pochi sondaggi sulla politica e sui partiti, magari si fanno in luglio. Come è capitato a Cattolica. Un sondaggio “fantasma”, dicono commissionato dalla segreteria del Pd regionale, per tastare il polso del consenso, o meno, che godono le amministrazioni del Pd in scadenza di mandato. Anche il sottoscritto è stato “sondaggiato” nella prima decade di luglio e si è sottoposto per qualche minuto ad una sfilza di domande. Oggetto: il giudizio sul sindaco, la sua giunta, sui servizi erogati, ecc. La risposta richiesta era prevalentemente un voto da zero a dieci. Il finale d'obbligo: per chi si era votato e per chi si sarebbe votato nel 2016. I risultati? Bocche cucite, qualche ammiccamento... ma che manifestano però grande imbarazzo, e forse anche un pizzico di paura. Dunque, il sondaggio, si desume, pare abbia “affondato” il sindaco Cecchini e la sua giunta con giudizi poco lusinghieri. Qualcuno sussurra che la sufficienza sia stata data solo da uno-due intervistati su dieci. Se fosse vero si tratterebbe di una vera catastrofe politica. Madunéna senta!... A riprova di questo giudizio, il silenzio e la mancanza di reazioni del Palazzo cecchiniano. Ma la controprova più eclatante sono le scelte del direttivo del Pd cattolichino del 23 luglio e ampiamente diramate alla stampa. Tutto lo sbandieramento perpetrato per mesi dal sindaco e giunta sulla vendita, data per sicura, delle farmacie e della fusione con San Giovanni e del servizio di Polizia urbana con
Riccione & C. ... viene azzerrato con un voto praticamente all'unanimità dei presenti del direttivo Pd. Assenti sindaco, assessori e consiglieri comunali, e ciò la dice lunga sul clima interno, tranne l'amorosa coppia di consiglieri Paolo & Laura. Insomma, al povero sindaco e assessori gli viene tagliata la faccia e “spernacchiati” pubblicamente dal loro stesso partito. Morale? Il sindaco, che ha detto che non si ricandiderà (ci dobbiamo credere?) non è più presentabile e spendibile, così come la sua squadra di assessori. Ora sarà curioso vedere se sulla vendita della farmacia il sindaco tenterà un colpo di mano. L'opposizione è schierata per il no. Il Pd in Consiglio è spaccato e la maggior parte dei consiglieri sono per il no. Decisione ratificata dal direttivo del partito. La caduta di consenso della giunta Cecchini, ma chi aveva occhi e orecchie libere lo aveva visto e sentito da tempo (e alcuni detto e urlato ai quattro venti), sta per trascinare a fondo anche il loro partito di riferimento e quel monocolore che guida la città: il Pd. Per molti osservatori il dado è tratto, ma per necessità pensano di ricorrere ai ripari prendendo di fatto le distanze su alcune scelte ancora da attuare. Su molte di quelle già fatte è contestate dalla cittadinanza, a tu per tu confermano l'errore, ma in pubblico devono difenderle, o tacciono perché le hanno votate anche loro. Ah! se tanti consiglieri di maggioranza potessero tornare indietro sul progetto Prode della nuova viabilità... Al ripetuto “ricatto” sindacalesco: allora mi dimetto... oggi pare non reggere più. Anzi, la risposta sta nel ritornello di Tony Cucchiara: se vuoi andare vai, io non ti fermerò... Ma a complicare la vita di questo Pd locale, ci sono i guai nazio-
La crisi - Leggiamo: “Pd provinciale, buco da 50mila euro, immobili in vendita. Il numero delle tessere precipita”. L'è un'ènta azienda in crisi...
nali di un Renzi (premier e segretario del partito in caduta libera nei consensi) che gli ha cambiato verso, cioè gli ha cambiato la sua natura storica e ideale portandolo nell'alveo melmoso, programmatico e morale, di una destra berlusconiana che si sente persa nella sua identità perché sostituita da un renzismo più giovane, “moderno” e rampante. Complicazione nella complicazione le guerre più o meno sotterranee delle varie scuderie per posizionarsi nella candidatura per il prossimo sindaco. Il paradosso, nazionale e anche locale, è che la filosofia della rottamazione (faceva effetto sull'italiano medio abituato a vedere solo lestofanti ammuffiti) si sta risolvendo nei fatti, che oltre a qualche cariatide (D'Alema e poco altro), stanno rottamando forse i migliori. Anzi, c'è proprio una volontà che quelli, anziani o giovani, che hanno una qualche idea di sinistra, programmatica ma soprattutto in tema di moralità, sono i primi ad essere rottamati o spinti direttamente o indirettamente ad andarsene. E dove non ritornano i “vecchi” marpioni (ma stanno ritornando! Anzi non hanno mai mollato le redini delle decisioni importanti, magari quelle che si fanno in altri centri di potere, le vecchie volpi del partito, tanto per “smerdarsi” ancora di più, arriva, ben accettata, tutta la palude degli ex forzaitalioti, destrosi, ecc. Spesso con problemi giudiziari in corso che fanno sempre curri-
culum... Signori, basta vedere quello che accade in Parlamento (dice qualcosa Verdini? E Azzollini?...), oppure dare un'occhiata alle liste che hanno sostenuto i candidati governatori del Pd nelle regionali. Impresentabili? Forse anche peggio... La politica renzista e dei suoi fedelisimi (arridatece Gasparri, Gelmini e Santanchè!...) è solo puntata alla caccia (e cacciata) dei cosiddetti dissidenti. Signori del Pd, il ricatto politico-ideologico del meno peggio o del fare il gioco della destra e dei populisti non regge più. Avete visto le ultime elezioni? Il Pd ha perso 2 milioni di voti nel giro di un anno... E perché il ricatto non regge più? Perché all'opera (governo nazionale e locale) molte volte vi siete comportati peggio di loro. Un “cerchio magico” di lacchè attorno al capo, cattivi e boriosi che frequentano e si contaminano con cattive compagnie. La prova? Le inchieste giudiziarie degli ultimi due anni vedono coinvolti, percentualmente, più esponenti dell'area Pd che di tutti gli altri partiti. Vorrà dire qualcosa? Il Psi di Craxi e il craxismo vi hanno insegnato qualcosa?... In conclusione, le scuderie e lotte per “bande” sono in corso anche a Cattolica, girano nomi non proprio di “primo pelo”. Poi ci sono alcuni giovani che stanno lì (a cargè l'acqua?) che pensano di contare. La domanda per loro è: ma ci fate o ci siete?...
Gelli, la voce del liscio in concerto GENIUS LOCI
- Il mito intramontabile del liscio Edgardo Gelli ritorna ad esibirsi a Cattolica il 29 agosto, ore 20, all'“Amarcord”, ristorante-pizzeria. Voce di Romagna nel mondo, solista dell'orchestra Casadei, il cantante è molto amato dagli orchestrali. Interpretazioni indimenticabili: “La mia gente”, “Tavola grande” e tanti altri brani che fanno Romagna da aia contadiana. Con “Gli amanti della Musica” (Marino alla fisarmonica, Sergio alle tastiere, Doria saxsofonista-cantante e la bella Manuela cantante) sarà una serata speciale dedicata alla musica degli anni '50-'60-'70. Oltre alle canzoni romagnole,
Edgardo Gelli
anche balli di gruppo. Edgardo Gelli è stato amico del compianto poesta Tonino Guerra, il quale gli disse: “La Rumagna l’ha avù un bel cul, sei nato in Romagna e hai fatto il cantante!!!”. Gelli ha inciso tutte le canzoni dell’Orchestra Casadei. Fu lui nel 1974 a salire sul palco del Festival di Sanremo ad interpretare, magistralmente, “La canta”. Ha partecipato a tre edizioni del Festivalbar; la prima con il grande maestro Secondo Casadei. E’lui,
Edgardo, la voce originale della canzone “Festa nel prato dei grilli” incisa per Ivano Nicolucci, l’autore. Nel 1983 vinse il primo premio per la più bella canzone dell’anno. Ha musicato il film di Rai 3 (Regionale Marche) “E noi che figli siamo” del Club dei brutti di Piobbico. Ha partecipato con Loretta Goggi, per omaggiare le Marche, ad una trasmissione andata in onda su Rai 2, con la sua Orchestra che allora si chiamava “La Lolli Orchestra” eseguendo “Il barbiere di Siviglia”. Il “Gellone”, come gli amici lo chiamano, scrive, compone ed incide sempre nuovi brani. L’ultimo suo capolavoro (che piace molto a Vittorio Sgarbi) è “Bella Urbino”: “Da sopra la collina respira aria di mare...”.
Bandiere - Leggiamo: “Sulla spiaggia sventola ancora la bandiera blu”. Ma tal Cumun j'ha issé la bandiera bienca... Belluzzismo - Leggiamo: “Turismo, Belluzzi nella segreteria regionale del Pd. ‘E' il motore della regione e del Paese. Chi ha idee mi contatti’’’. L'è un ragaz cal fa carriera. Chissà se u gl'ia farà a fè al séndaca dla Catolga?... Grigliate - Leggiamo: “Bagnini pronti a grigliare 2 quintali di sardine”. E chi quatre sardòn dal Cumun mai?!? Viabilità - Leggiamo: “Cordoli sulla pista ciclabile: troppi rumori e polveri, il Comune blocca i lavori”. Cal prugèt dla viabilità l'è nèd mèl e al fnirà ancora pèg. Andèn bén!... Sedie e tavolini - Leggiamo: “Sedie e tavolini invadono le piazze. Il Comune: ‘Revocheremo i permessi’”. A l'ho già sintì sta frase. Aria ai denti, al dgiva la mi pora ma... Un milione di euro - Leggiamo: “Comune senza un milione di euro, bloccati 25 lavori pubblici”. Chi è cal bravòn cl'ha la delega mal bilènc tal Cumun? Telecamere - Leggiamo: “Comune a corto di soldi, le telecamere restano spente”. L'è sempre cli telecamere che ogni mes i'anuncia si giurnèl. La s'fa gnéta la pulonga... Il Pd ha detto no! - Leggiamo: “Direttivo Pd: ‘Farmacie comunali e fusione con San Giovanni: decisioni che prenderà la nuova amministrazione’”. Pora séndaca, i j'ha tajè la facia in du e du quatre. Va pu là... Dancing - Leggiamo: “Cattolica si trasforma in un dancing a cielo aperto. E Arriva Figli delle Stelle”. Prega al Signurén c'an piova...
Evasione - Leggiamo: “Tarsu e Ici, evasi 900mila euro”. Tranquél, basta dè un s-cricòt in su ma li aliquote, isé i pataca i pèga anche per i furbacion. Caz!... Corrado Piva sta lavorando sodo per candidarsi a sindaco...
Ma tal Museo dla Regina in avéva qualche coc più nov?...
CATTOLICA
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Gruppo con ragazzi di Cattolica e San Giovanni. Nel 2013 il primo Ep - E' tornata da tempo la grande musica degli anni Sessanta e Settanta. Non è solo una moda, ma la consacrazione di una superiorità di ricerca e di idee sul piano musicale. Oggi i Doors, i Pink Floyd, la psichedelia, i grandi del rock... sono ascoltati e apprezati anche dai giovanissimi, e tanti che ragazzi che oggi vogliono fare musica partono o fanno riferimento a quell'abc. I Tangerine Stoned sono un gruppo della Romagna, e più precisamente della provincia di Rimini, formato da Christian “Chris Jei” Gasperini (23 anni di San Giovanni, cantante e armonicista), Daniel “Daniél” Gasperini (19 anni di San Giovanni, bassista), Francesco “Captain J.” Bartolini (23 anni di Cattolica, chitarrista), e Francesco “Checco” Guerra (21 anni di Rimini, batterista). Il gruppo nasce inizialmente solo col nome Stoned (stonato, sconvolto, rintronato), grazie ad un'idea di Chris Jei e dell'ex chitarrista del gruppo, Alessandro “Alex Key” Mastantuono, con l'obbiettivo di creare una blues band. Ma ben presto quell'idea si evolve in quello che è l'attuale progetto, ovvero creare un punto d'incontro tra la psichedelia degli anni '60, tanto amata dalla band, e sonorità più moderne tipiche
Tangerine Stoned, la (w)est coast italiana I testi dei Tangerine Stoned sono eterogenei, sia nello stile che negli argomenti e anche sulla scelta della lingua; i temi trattati vanno dai viaggi introspettivi e psichedelici
Tangerine Stoned in concerto
INSERIMENTO FOTO
BAND EMERGENTI
dello psych-alternative e dello stoner, influenzati da gruppi come Doors, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Cream, Hot Tuna, Mr Elevators & The Brain Hotel, Growlers, ecc. Dopo i primi concerti nella loro città e nelle zone limitrofe il gruppo, formato al tempo da Chris Jei, Daniél, Alex Key, Checco e Matteo “Verner” Zangheri (l'ex tastierista), s'imbatte, nel 2012, nell'etichetta parmigiana Moonlight Records, che consiglia di modificare il nome della band. Decidono perciò di aggiungerci Tangerine (mandarino) trasformandolo nell'attuale Tangerine Stoned e sfornano, il
15 maggio 2013, il loro primo EP omonimo, composto interamente di brani originali. Iniziano così a portare il loro disco e fare concerti in giro per l'Italia, in città quali Parma, Firenze, Reggio Emilia, Forlì, finché Verner e Checco, per problemi interni, decidono di mollare la band.
La decisione allora comporta di rivoluzionare il sound del gruppo, con una seconda chitarra: arriva quindi il chitarrista J. Barto. Dopo aver provato vari musicisti e passato il periodo di assestamento trovano l'alchimia con Fabio “Gallo” Gengarelli alla batteria, ampliando le loro influenze con gruppi quali Led Zeppelin, Black Sabbath, Blind Melon, Pearl Jam, Gomez, ecc.
Con questa formazione riescono ad incidere nel 2014 un solo singolo, il primo cantato in italiano, Bellezze Corrose, accompagnato dal video ufficiale, continuando la serie di concerti in altre città come Como e Viterbo, finché Alex Key e Gallo decidono di partire per stabilirsi all'estero. Rimasti di nuovo in tre i Tangerine Stoned decidono di richiamare Checco alla batteria e di iniziare le audizioni per un nuovo tastierista, dopo averne provati un paio la scelta ricade su Alessandro “Exp” Esposto, decidono di tenere la tastiera come membro esterno. Attualmente il gruppo sta lavorando sui pezzi per il nuovo disco, decisi ad autoprodursi il loro primo album. Il sound dei Tangerine Stoned passa da aggressive sonorità doom/stoner a calde ballate blues, incontrando gli immancabili pezzi psichedelici carichi di effetti. La tastiera la fà da padrona caratterizzando il brano con organi, piani elettrici e effetti per tutti i gusti in puro stile Ray Manzarek o Richard Wright. La batteria è pura dinamicità che in un momento ti carica e
Amarcord
nell'altro ti tranquillizza, strizzando sempre l'occhio ad uno stile tutto jazz, alla Mitch Mitchell, John Densmore, Ginger Baker. Il basso, dal canto suo, usa giri azzeccati e molto accattivanti in perfetta armonia con la batteria, che ricordano molto quelli di Geezer Butler o di Jack Cassidy. La chitarra rifinisce il tutto con sonorità aggressive, acide, calde e armoniose o psichedeliche, a seconda dell'occasione, che rimandano a John Cipollina, Jimmy Page, ma anche a Frank Zappa. La voce è il tocco finale: una voce dura e grezza da bluesman (ricordiamo che c'è anche un'armonica in mezzo) ma che sa quand'è il momento di acquietarsi e toccarti nel profondo, come se Jim Morrison e Robert Plant avessero dato lezioni alla stessa persona. I testi dei Tangerine Stoned, come la loro musica, sono eterogenei, sia nello stile che negli argomenti e anche sulla scelta della lingua; i temi trattati vanno dai viaggi introspettivi e psichedelici, alla vita e alla morte, al potere della mente, rasentando a volte un nonsense tipico della beat generation.
di Dorigo Vanzolini
Sopra: foto ricordo di villeggianti
Di lato. A sinistra: Elio Venturini "Ciavarol" (il babbo di Giancarlo). Il fabbro Dante Tausani "Dante ad Rel" (a destra), mentre stanno costruendo lo storico focone del Ristorante Marittimo. Cattolica, anni '50. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
a bordo della lancia da valle "Astrea" (trasporto gitanti) di Nino Denicolò "Nino dla columbona" (a sinistra nella foto). Cattolica, spiaggia, 1964 (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
STORIA DI GABICCE MARE Viaggio attraverso le fotografie d'epoca (1890-1950)
di DORIGO VANZOLINI 23 agosto - 6 settembre 2015 Presentazione del libro e inaugurazione della mostra domenica 23 agosto - ore 21 Orario apertura: 21-23
CATTOLICA CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
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Scomparso lo scorso luglio. Aveva 85 anni. Insieme al fratello Alberto rileva lo studio “Galvani”. depliant di quasi tutti gli alberghi di Cattolica e non solo
UOMINI
Caro Dante, amico saggio ed amante della bellezza Dante Terenzi
Caro Dante, sone con le lacrime agli occhi ma dentro felici. Qui Dante ci sono tanti nuovi e vecchi amici. Tu hai terminato il percorso lungo questa vita terrena ed hai posto fine agli ultimi attimi di grande pena, così dall'alto del cielo tu ci guarderai, ci assisterai, e ci sorriderai. Ciao Dante! Ivano Pecci, la poesia di un amico
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Addio a Dante Marchi, principe della fotografia Hanno fatto i pieghevoli degli alberghi di mezza costa Adriatica
Dante Marchi (15.4.1929 - 17.7.2015) (Foto Riccardo Angelini)
AMARCORD
In un passato ormai di bravate insieme ne abbiamo fatte tante. Tu da prima in un fiore poi in una camicia colorata, infine in un calzino rosa di magico tuo ci hai messo sempre qualche cosa. Con la tua eleganza e la tua raffinatezza sei diventato un uomo saggio ed esperto, un vero amante della bellezza. Sento intorno a me tante per-
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- Dante Marchi se n'è andato lo scorso 17 luglio. Lascia la moglie Trudi Aussersdorfer (sud tirolese) e due figli (Alessandro e Claudia). Aveva 86 anni. Ha fatto la storia del turismo di Cattolica e non solo. Così lo ricordano gli amici rotariani. Ci ha lasciato Dante Marchi. Uomo tanto conosciuto a Cattolica per la sua attività storica di fotografo ed imprenditore. Persona simpatica ed amabile, dotato di eleganza e ricco di simpatia. Ha scritto, anzi, fotografato e stampato un pezzo di storia del nostro territorio e della riviera romagnola. Nasce a Medicina vicino a Bologna, si trasferisce a Cattolica alla fine della guerra nei primi anni ’50. Lavora e si impegna nelle atti-
vità d’impresa con il fratello Alberto. All’inizio rilevano il negozio “Foto Galvani” di via Trieste e se da una parte Alberto è il pensatore, l’uomo del lavoro a tavolino presso la sede del laboratorio, Dante invece è l’instancabile fotografo che gira e fotografa in continuazione. Sempre discreto, mai invadente, dotato di una innata eleganza naturale, gioviale e spontaneo nei modi, persona di bella presenza e carico di simpatia. Viene sopranominato tra la gente di Cattolica “il divo”. È sempre presente a tutte le manifestazioni estive che hanno fatto la storia della Riviera negli anni ’60:
i concorsi per le elezioni delle “Miss”; i locali della dolce vita notturna, primo fra tutti l’Eden Rock di Gabicce Monte; i punti di ritrovo comuni e famosi della città per fare le foto ricordo dell’estate. Fotografa e lavora con una macchina famosissima e preziosa: la “Laica F”. Con il fratello Alberto dà impulso a tanti nuovi modi di fare ed utilizzare la fotografia. Non scatta solo le foto ricordo al mare o nello studio, dove ritrae generazioni di bambini, oggi adulti, per l’immagine dell’album di famiglia, ma inizia a proporre un uso moderno del mezzo fotografico. Propone un uso comunicativo e promozionale dell’immagine che ancora era sconosciuto tra gli operatoti turistici e gli imprenditori locali. Sia Dante che Alberto fotografano gli alberghi e le attività commerciali per preparare i primi depliant pubblicitari degli esercizi turistici. L’attività ha talmente tanto successo che la effettuano lungo tuemetta la nostra riviera adriatica. Sempre negli anni ’50 inventano i pannelli fotografici: gigantografie che venivano esposte negli esercizi pubblici soprattutto delle Aziende di Soggiorno. Ogni Azienda aveva
un’immagine che richiamava il suo luogo e ne caratterizzava l’immagine e la stagione. Ebbero un successo clamoroso e Dante ed Alberto li preparavano per le Aziende di Soggiorno da Ravenna a Pescara. Furono i primi fotografi a fare delle fotografie aeree di Cattolica. Ma non solo, iniziarono a fotografare luoghi caratteristici e tipici di ogni località e trasformarono queste fotografie in Cartoline. Le tanto famose cartoline di Marchi. La necessità di stampare queste cartoline avvia i fratelli Marchi, nei prima anno ‘60 anche verso l’attività tipografica. Ma Dante rimane comunque sempre innamorato dello “scatto” e continua prevalentemente questo tipo di attività dove meglio riesce a dar corpo alla sua grande umanità. Sta in mezzo alla gente, è vero che li fotografa ma soprattutto parla con loro, li ascolta, li riempie di magico incanto con i suoi racconti e le sue storie. Il ricordo che Dante lascia tra gli amici è quello di un grande aggregatore che riusciva ad essere un punto di riferimento per la sua grande saggezza e la sua allegria. Mai una parola fuori posto, ma sempre un consiglio pacato ed un parere saggio, ma soprattutto tanta serenità nei confronti della vita, delle persone e delle loro vicende.
Franco, il ricordo di un amico Franco Gabellini
AMARCORD - E’ passato un anno dalla morte di Franco Gabellini, marito, padre e uomo esemplare, amico carissimo, cattolichino come pochi lo sono. Franco amava Cattolica e ha sempre cercato, con le parole e con i fatti, di fare il bene della sua città per una migliore qualità della vita dei suoi abitanti. Come pochi cattolichini, ha sempre guardato gli interessi e il bene comune, al di sopra di ogni bene particolare. Ha dato il suo contributo di dialogo, di possibili soluzioni dei problemi, di discussioni anche accese con tutti: destra, centro, sinistra al di là delle proprie convinzioni o interessi personali. Per questo lo abbiamo stimato e apprezzato tantissimo, anche se qualche volta il suo parlare appassionato ha accompagnato, in maniera non del tutto tranquilla i nostri pranzi da lui al Dollaro. Perché era giusto quello che lui diceva, ma né noi né lui pote-
vamo fare più di tanto, se non condividere e… arrabbiarci insieme. A Franco abbiamo voluto veramente bene e lui ce ne ha dimostrato tanto, soprattutto a nostro figlio Marco. Franco desiderava tanto vederlo nella primavera dell’anno scorso, quando già il male lo stava indebolendo e lo faceva soffrire. Voleva che mangiassimo insieme i buonissimi cannelloni al Dollaro e Marco è venuto a Cattolica quasi esclusivamente per Franco. Franco non è riuscito a scendere nel ristorante e noi abbia-
mo mangiato i cannelloni senza di lui. Ma ha visto Marco che è andato a trovarlo in casa. Non ce l’ha fatta a muoversi dal divano, ma era sereno. La sua malattia è stata dirompente; improvvisa, dolorosa, rapidissima, vissuta con i suoi cari, soprattutto in compagnia dei suoi adorati nipotini: Luca, Marco e Matteo. Alberta e i figli Giuseppe e Debora fino quasi alla fine lo hanno curato a casa e, quando si è reso necessario il suo ricovero in ospedale, hanno cercato di renderglielo il più possibile gradevole, anche con i disegni dei piccoli sulla porta del bagno. Franco è con noi tutti i giorni, nella preghiera e nel ricordo. La sua vita non è stata una vita sterile, ha dato frutto. A noi seguire il suo esempio in famiglia, sul lavoro, nella nostra comunità di Cattolica. Per sempre. Franco e Gigliola Vanzini
A tutti i nostri clienti: un sincero GRAZIE Vogliamo ringraziarti per il tempo e la disponibilità che hai dedicato nell’approfondire la nostra conoscenza, condividendo valori importanti come l’etica e il green life, parlando bene di noi, scegliendo i nostri materiali e servizi per la tua casa e inserendoli nei tuoi progetti. Che tu sia cliente, progettista, designer, per noi sei unico e molto importante. Il tuo sostegno e gradimento sono l‘energia che alimenta il nostro impegno nella ricerca di prodotti e nello studio di servizi, sempre più innovativi e in anticipo sui tempi. Vogliamo farti partecipe di alcune novità del Brand Oltremateria, di cui siamo rivenditori esclusivi per le province di Rimini e Pesaro: L’OLEOMALTA® che ha al suo interno un elemento naturale come l’olio di girasole ed è destinata a rivoluzionare le superfici continue, per le prestazioni tecniche e il rispetto per l’ambiente; La collezione “PROFUMI” è la prima ECOMALTA® profumata al mondo per rivestimenti con essenze rinnovabili nel tempo; La collezione “LE TERRE” che ci permette di utilizzare terre e ossidi naturali in 10 colorazioni all’interno dell’OLEOMALTA® per esaltarne la naturalità; Per un approfondimento su tutti i materiali innovativi vai sul sito www.centrodellaceramica.it sulla pagina Facebook centro della ceramica e arredo casa oppure contatta i nostri uffici commerciali allo 0541-957697. Il viaggio nella materia per rappresentare il Green Building ricercando materiali eco compatibili e soluzioni innovative orientate al benessere dell’uomo e dell’ambiente prosegue e ci piacerebbe averti sempre come straordinario ed entusiasta compagno di viaggio. Cordialmente Loris Casalboni
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Autore Guido Calbi. Presentato lo scorso 30 luglio. Intervenuti Morosini e Pecci
Emozioni e storia del Cattolica Calcio - “Non è una storia, quella di Guido è un racconto di amore verso la città”. Con questa parole l'ex campione di calcio cattolichino Eraldo Pecci ha commentato il libro “Noi Giallorossi” scritto da Guido Calbi. Tutto esaurito il 30 luglio, per la presentazione nella Sala delle Sirene del Teatro della Regina di Cattolica. Il volu-
Da sinistra: Eraldo Pecci, Gudio Calbi, Fausto Caldari, Piergiorgio nmorosini, Piero cecchini e Andrea De Crescentini
me è stato possibile grazie alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Una carrellata di personaggi di ieri e di oggi, attraverso la quale è stata narrata la storia del Cattolica Calcio dal dopoguerra agli inizi di questo secolo, attraverso testimonianze, racconti e immagini. Il filo conduttore della sera-
ta è stato il calcio e la passione di molte persone giovani e non che hanno ricordato con aneddoti e simpatiche gag quegli anni e quelle forti emozioni. Insieme all'autore (bravissimo a pennellare storie e strappare sorrisi), sul palco due cattolichini illustri: il magistrato Piergiorgio Morosini, figlio dell’allenatore Marcello, che ha ricordato con piacere gli anni giovanili e la passione per il calcio
in famiglia. Ma è stata anche l’occasione per parlare del concetto del “noi”, di pluralità legato ad una comunità sportiva, del ruolo degli allenatori, figure importanti nell’educazione dei giovani e infine della legalità nel mondo sportivo. Altro intervento pesante è stato quello del campione Eraldo Pecci che ha iniziato la sua carriera proprio a Cattolica, per poi approdare nel Bologna,
col quale ha vinto la Coppa Italia, nel Torino (scudetto nel 1976), nella Fiorentina, nel Napoli di Maradona ed in Nazionale (poche presenze per il non aver peli sulla lingua). Pecci si è rivelato un campione non solo sportivo, ma anche di valori, quei valori che nella Cattolica di quei tempi erano una realtà ben consolidata e che forse, anche oggi, si dovrebbero tramandare ed insegnare
per avere un calcio migliore. Insomma l’altra sera, in Teatro, si è respirato un bel clima di festa, non solo sportivo, in cui gioco del calcio ha ritrovato la sua vera identità ed il suo ruolo fortemente educativo per le nuove generazioni, attraverso i ricordi del passato. “Noi Giallorossi” – afferma il presidente Fausto Caldari – ci dà l’opportunità di riscoprire e ricordare personaggi, anche importanti, che hanno contribuito in modo determinante a costruire e a promuovere la Cattolica di oggi. E’ un libro da leggere perché rappresenta anche un modo per rivivere ed appassionarci ancora a quegli eventi. E’ il libro di tutti coloro che amano Cattolica, ed in questo momento di particolare incertezza economica e tensione politica dobbiamo stringerci attorno alla nostra città e tifare insieme Forza Cattolica. A. D.
CATTOLICA
Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772
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Lo SPAZIO.Z di Radio Talpa continua la sua fervida attività. Contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-TvEditoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7
La storia dello Slego e le foto d'epoca di Gabicce Mare
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO San Giovanni - Via dei Castagni 47 - Tel. 0541. 956654 Rimini - Via Marecchiese 2/A - Tel. 0541.791969
Fiorucci: “La moda è la scrittura della tua cultura” Da sinistra: Pietro Pazzaglini, Elio Fiorucci, Giovanni Ruggeri e Andrea De Crescentini
Copertina del libro sulla storia dello Slego e Velvet
La copertina del libro di Dorigo Vanzolini
CULTURA - E' nato SPAZIO.Z Un luogo che diventa punto di riferimento per le associazioni, per piccoli e medi eventi (presentazione libri, mostre d'arte, incontri e dibattiti, proiezioni di filmati, piccoli concerti, ecc.). Questo spazio comprende: cabina di trasmissione ra-
dio-tv, sala espositiva e per conferenze, sala incontri. Lo spazio espositivo è già entrato in funzione. Inaugurato il 14 giugno con la mostra di satira politica e dicostume dei due vignettisti della Piazza Brufa e Cecco “C'è poco da ridere” , il 19 luglio si è aperta la mostra “Balnear Style nella cultura degli anni '80” curata dall'architetto e designer Maurizio
Il 12 agosto alle ore 21 presentazione del libro “Slego e Velvet” con le autrici e ospiti. il 16 si smonta la mostra “Balnear Style” di Maurizio Castelvetro con proiezione di video inediti. Domenica 23 agosto alle ore 21 presentazione del libro e inaugurazione della mostra di Dorigo Vanzolini “La storia di Gabicce Mare - Viaggio attraverso le fotografie d'epoca (1890-1950)” Castelvetro, aperta fino al 16 agosto. Chiusura con proiezione di video inediti. Il 12 agosto alle ore 21 presentazione del libro “Slego e Velvet - La prismatica riviera del rock” con le autrici Simonetta Belli e Valentina Secci. Saranno presenti anche diversi protagonisti
della storia dei due mitici locali. Il 23 agosto presentazione del libro e mostra di Dorigo Vanzolini: “La storia di Gabicce Mare - Viaggio attraverso le fotografie d'epoca (1890-1950)”. La suggestiva ed evocativa mostra resterà aperta fino al 6 settembre (orario tutti i giorni 21-23).
- Cattolica e Gradara aveva ospitato una mostra di Elio Fiorucci nell'estate del 2008, grazie ad Andrea De Crescentini, allora presidente di Gradara Innova. Per l'inaugurazione Fiorucci fu ospite dell'Hotel Hamiltown della famiglia VolpinariBilancioni a Cattolica. Allora il giornale gli fece un'intervista che riportiamo. Uomo umile, profondo e disincantato osservatore, lo stilista milanese è scomparso nella nottata del 20 luglio; la sera prima stava bene. “La moda è la scrittura della cultura del tuo tempo. Mentre l’eleganza è la capacità di indossare le cose che ti stanno bene”. Pensiero di Elio Fiorucci, uno dei padri nobili della moda
Made in Italy. Gradara e Cattolica onorano una carriera per certi versi molto più che esaltante. Titolo: “Elio Fiorucci, quarant’anni di arte, design, moda e spettacolo”. Sottotitolo: “Love makes life magic”, ovvero l’amore rende la vita magica”. E forse nel sottotitolo c’è l’essenza dell’uomo Fiorucci: amava scrutare la vita con la lente positiva. Per i giovani di allora Fiorucci è un mito. Uno che sa leggerne lo spirito. La Montedison gli chiede di fondare il Centro design Montefibre e diventa suo socio col 50%. Il marchio viene esportato in tutto il mondo. Se è vero che la vita è fatta di alti e bassi, Fiorucci ne è la testimonianza. Del suo lavoro diceva: “Perché mi diverto ancora: a disegnare, inventare, viaggiare. Ho la fortuna di sentirmi sempre bambino”.
Riflessioni 38 bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
- Sarà la montagna, con la purezza e rarefazione dell’aria che dà euforia. Fatto sta che da Mosè sul Monte Sinai (2.285 metri), a Gesù di Nazareth su di un poggio nei pressi di Cafarnao a nord del Mar di Galilea (altezza non disponibile), a Jorge Mario Bergoglio a Santa Cruz de la Sierra, Santa Croce della Montagna (380 metri), abbiamo visto ed udito cose straordinarie. Rivoluzionarie ed epocali. Con il proprio personale Discorso della montagna tenuto ai Movimenti popolari il 9 Luglio 2015, Papa Francesco ha ora a sua volta messo in campo una svolta che resterà. Ricompresa nell’appello finale: “Nessuna famiglia senza casa, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessun popolo senza sovranità, nessuna persona senza dignità, nessun bambino senza infanzia, nessun giovane senza opportunità, nessun anziano senza una venerabile vecchiaia”. Riportato e citato parzialmente, a brani e tratti, merita di essere conosciuto, e letto, e riletto. Approfondito perché porti frutto. Perciò, ora che questo Viaggio in America Latina è terminato, vale la pena riproporlo integralmente. Come facciamo a seguire, assieme all’antecedente Discorso del suo capo e predecessore, quasi 2.000 anni fa. Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, al II Secondo Incontro Mondiale dei Movimenti popolari Discorso di Santa Croce della Montagna Fonte: Sala Stampa Vaticana Santa Cruz de la Sierra (Santa Croce della Montagna), Bolivia, 9 Luglio 2015 Sorelle e fratelli, buon pomeriggio! Qualche mese fa ci siamo incontrati a Roma ed ho presente quel primo nostro incontro. Durante questo periodo vi ho portato nel mio cuore e nelle mie preghiere. Sono contento di rivedervi qui, a discutere sui modi migliori per superare le gravi situazioni di ingiustizia che soffrono gli esclusi in tutto il mondo. Grazie, Signor Presidente Evo Morales, perché accompagna così risolutamente questo Incontro. Quella volta a Roma ho sentito qualcosa di molto bello: fraternità, decisione, impegno, sete di giustizia. Oggi, a Santa Cruz de la Sierra, ancora una volta sento lo stesso. Grazie per tutto ciò. Ho saputo anche dal cardinale Turkson presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che molti nella Chie-
Agosto 2015
SPECIALE
Papa Francesco e il suo epocale Discorso di Santa Croce della Montagna Come già Mosè e Gesù
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
In più numeri riportiamo integralmente il discorso del pontefice
Il presidente della Bolivia Evo Morales regala a papa Francesco un Crocifisso su falce e martello
LA RIFLESSIONE
di Gabriele Paci sa si sentono più vicini ai movimenti popolari. Me ne rallegro molto! Vedere la Chiesa con le porte aperte a tutti voi, mettersi in gioco, accompagnare, e programmare in ogni diocesi, ogni Commissione di Giustizia e Pace, una reale collaborazione, permanente e impegnata con i movimenti popolari. Vi invito tutti, Vescovi, sacerdoti e laici, comprese le organizzazioni sociali nelle periferie urbane e rurali, ad approfondire tale incontro. Dio ci consente di rivederci nuovamente oggi. La Bibbia ci ricorda che Dio ascolta il grido del suo popolo e anch’io desidero unire la mia voce alla vostra: le famose “tre t”: terra, casa e lavoro per tutti i nostri fratelli e sorelle. L’ho detto e lo ripeto: sono diritti sacri. Vale la pena, vale la pena di lottare per essi. Che il grido degli esclusi si oda in America Latina e in tutta la terra. 1. Prima di tutto, iniziamo riconoscendo che abbiamo bisogno di un cambiamento. Ci tengo a precisare, affinché non ci sia fraintendimento, che parlo dei problemi comuni a tutti i latino-americani e, in generale, a tutta l’umanità. Problemi che hanno una matrice globale e che oggi nessuno Stato è in grado di risolvere da solo. Fatto questo chiarimento, propongo di porci queste domande: - Sappiamo riconoscere, sul serio, che le cose non stanno andando bene in un mondo dove ci sono tanti contadini senza terra, molte famiglie senza casa, molti lavoratori senza diritti, molte persone ferite nella loro dignità? - Riconosciamo che le cose non stanno andando bene quando esplodono molte guerre insensate e la violenza fratricida aumenta nei nostri quartieri? Sappiamo riconoscere che le cose non stanno andando bene quando il suolo, l’acqua, l’aria e tutti gli esseri della creazione sono sotto costante minaccia? E allora, se riconosciamo questo, diciamolo senza timore: abbiamo bisogno e vogliamo un
Il Discorso della montagna cambiamento. Voi nelle vostre lettere e nei nostri incontri - mi avete informato sulle molte esclusioni e sulle ingiustizie subite in ogni attività di lavoro, in ogni quartiere, in ogni territorio. Sono molti e diversi come molti e diversi sono i modi di affrontarli. Vi è, tuttavia, un filo invisibile che lega ciascuna delle esclusioni. Non sono isolate, sono unite da un filo invisibile. Possiamo riconoscerlo? Perché non si tratta di problemi isolati. Mi chiedo se siamo in grado di riconoscere che tali realtà distruttive rispondono ad un sistema che è diventato globale. Sappiamo riconoscere che tale sistema ha imposto la logica del profitto ad ogni costo, senza pensare all’esclusione sociale o alla distruzione della natura? Se è così, insisto, diciamolo senza timore: noi vogliamo un cambiamento, un vero cambiamento, un cambiamento delle strutture. Questo sistema non regge più, non lo sopportano i contadini, i lavoratori, le comunità, i villaggi .... E non lo sopporta più la Terra, la sorella
Madre Terra, come diceva san Francesco. Vogliamo un cambiamento nella nostra vita, nei nostri quartieri, nel salario minimo, nella nostra realtà più vicina; e pure un cambiamento che tocchi tutto il mondo perché oggi l’interdipendenza planetaria richiede risposte globali ai problemi locali. La globalizzazione della speranza, che nasce dai Popoli e cresce tra i poveri, deve sostituire questa globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza! Oggi vorrei riflettere con voi sul cambiamento che vogliamo e di cui vi è necessità. Sapete che recentemente ho scritto circa i problemi del cambiamento climatico. Ma questa volta, voglio parlare di un cambiamento nell’altro senso. Un cambiamento positivo, un cambiamento che ci faccia bene, un cambiamento che potremmo dire redentivo. Perché ne abbiamo bisogno. So che voi cercate un cambiamento e non solo voi: nei vari incontri, nei diversi viaggi, ho trovato che esiste un’attesa, una ricerca forte, un desiderio di cambia-
“Nessuna famiglia senza casa, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessun popolo senza sovranità, nessuna per-
mento in tutti i popoli del mondo. Anche all’interno di quella minoranza in diminuzione che crede di beneficiare di questo sistema regna insoddisfazione e soprattutto tristezza. Molti si aspettano un cambiamento che li liberi da questa tristezza individualista che rende schiavi. Il tempo, fratelli, sorelle, il tempo sembra che stia per giungere al termine; non è bastato combattere tra di noi, ma siamo arrivati ad accanirci contro la nostra casa. Oggi la comunità scientifica accetta quello che già da molto tempo denunciano gli umili: si stanno producendo danni forse irreversibili all’ecosistema. Si stanno punendo la terra, le comunità e le persone in modo quasi selvaggio. E dopo tanto dolore, tanta morte e distruzione, si sente il tanfo di ciò che Basilio di Cesarea – uno dei primi teologi della Chiesa – chiamava lo “sterco del diavolo”. L’ambizione sfrenata di denaro che domina. Questo è lo “sterco del diavolo”. E il servizio al bene comune passa in secondo piano. Quando il capitale diventa idolo e
sona senza dignità, nessun bambino senza infanzia, nessun giovane senza opportunità, nessun anziano senza una venerabile vecchiaia”
dirige le scelte degli esseri umani, quando l’avidità di denaro controlla l’intero sistema socioeconomico, rovina la società, condanna l’uomo, lo fa diventare uno schiavo, distrugge la fraternità interumana, spinge popolo contro popolo e, come si vede, minaccia anche questa nostra casa comune, la sorella madre terra. Non voglio dilungarmi a descrivere gli effetti negativi di questa sottile dittatura: voi li conoscete. E non basta nemmeno segnalare le cause strutturali del dramma sociale e ambientale contemporaneo. Noi soffriamo un certo eccesso diagnostico che a volte ci porta a un pessimismo parolaio o a crogiolarci nel negativo. Vedendo la cronaca nera di ogni giorno, siamo convinti che non si può fare nulla, ma solo prendersi cura di sé e della piccola cerchia della famiglia e degli affetti. Cosa posso fare io, raccoglitore di cartoni, frugatrice tra le cose, raccattatore, riciclatrice, di fronte a problemi così grandi, se appena guadagno quel tanto per mangiare? Cosa posso fare io artigiano, venditore ambulante, trasportatore, lavoratore escluso se non ho nemmeno i diritti dei lavoratori? Cosa posso fare io, contadina, indigeno, pescatore che appena appena posso resistere all’asservimento delle grandi imprese? Che cosa posso fare io dalla mia borgata, dalla mia baracca, dal mio quartiere, dalla mia fattoria quando sono quotidianamente discriminato ed emarginato? Che cosa può fare questo studente, questo giovane, questo militante, questo missionario che calca quartieri e luoghi con un cuore pieno di sogni, ma quasi nessuna soluzione ai suoi problemi? Potete fare molto. Potete fare molto! Voi, i più umili, gli sfruttati, i poveri e gli esclusi, potete fare e fate molto. Oserei dire che il futuro dell’umanità è in gran parte nelle vostre mani, nella vostra capacità di organizzare e promuovere alternative creative nella ricerca quotidiana delle “tre t”, d’accordo? - lavoro, casa, terra - e anche nella vostra partecipazione attiva ai grandi processi di cambiamento, cambiamenti nazionali, cambiamenti regionali e cambiamenti globali. Non sminuitevi! (continua in settembre)
Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
IMPEGNO CIVILE
Agosto 2015
Riflessioni bibliche
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Arturo Paoli, piccolo eroe dei due mondi, scomparso lo scorso 13 luglio a 102 anni
“Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
LA RIFLESSIONE Arturo Paoli, morto a 102 lo scorso 13 luglio
di Valerio Gigante - La morte di Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucault, prete, missionario, teologo e saggista, spentosi a Lucca il 13 luglio scorso, ha avuto un’eco enorme all’interno del mondo cattolico. Anzitutto presso le realtà ecclesiali di base, in Italia come in America Latina, che Arturo ha sempre frequentato e che lo hanno incontrato, letto, seguito nel corso dei decenni della sua attività pastorale e missionaria. Ma anche presso la Chiesa istituzionale e l’opinione pubblica laica. Sarà per i suoi 102 anni che da tempo ormai veniva considerato una sorta di icona della “Chiesa dei poveri”. Sarà per la mitezza con cui Arturo si esprimeva sempre, pur veicolando contenuti spesso radicali, e comunque radicalmente evangelici; sarà per una certa notorietà mediatica che negli ultimi anni lo aveva accompagnato (a partire almeno dall’incontro che Veltroni, allora candidato alla presidenza del Consiglio, volle avere con lui nel 2008), ma la mole di articoli, interventi, ricordi pubblicata in questi giorni dimostra come Arturo Paoli abbia raggiunto un largo consenso presso l’opinione pubblica credente e non credente che pochi teologi, presbiteri, missionari della Chiesa
Una vita tra l'Italia e l'America latina. Nasce a Lucca, laurea in Lettere a Pisa, l'anno successivo entra in seminario postconciliare hanno mai raggiunto. Una vita tra l’Italia e l’America Latina Nato a Lucca nel 1912, laureato in Lettere a Pisa nel 1936 (allievo del grande italianista Luigi Russo), Arturo Paoli entrò l’anno successivo in seminario, per venire ordinato prete nel giugno 1940. Dopo l’8 settembre partecipò alla Resistenza, collaborando come referente a Lucca della rete clandestina Delasem (Delegazione per l’assistenza degli emigranti ebrei) e dando sostegno a circa 800 ebrei in fuga dalla persecuzione nazifascita. Per questo suo impegno, nel 1999 a Brasilia, l’ambasciatore d’Israele gli consegnò la più alta onorificenza attribuita da Israele a cittadini non ebrei: quella di “Giusto tra le nazioni”, per aver salvato nel 1944 a Lucca la vita di Zvi Yacov Gerstel, allora giovane ebreo tedesco di 22 anni, oggi tra i più noti studiosi del Talmud, e di sua moglie incinta. Per la stessa ragione, nel 2006, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi decorò fratel Arturo, insieme ad altri tre sacerdoti lucchesi (don Renzo Tambellini, don Guido Staderini e don Sirio Niccolai), con la medaglia d’oro al valor civile. Ma di premi ne ricevette anche in America Latina. Come quello che gli fu
Democrazia Cristiana, cinghia di trasmissione tra i vertici ecclesiastici e la politica, in un impegno diretto e capillare, nelle parrocchie e nelle diocesi, contro il marxismo e l’avanzata delle sinistre in Italia. La linea di Gedda, che intendeva imprimere all’associazione una forte svolta in senso conservatore e clericale, si scontrò con quella di altri giovani dirigenti dell’Ac dell’epoca, come Mario Rossi e Carlo Carretto, sostenuti, sotto il profilo teologico e pastorale, soprattutto
Piccolo profeta degli oppressi consegnato dal Movimento dei “Sem Terra” brasiliani per aver protetto, con la sua presenza e capacità di mediazione, una cinquantina di famiglie durante un’occupazione, inducendo la polizia a non irrompere con la violenza nell’accampamento dei campesinos e delle loro famiglie. Ma di premi Paoli ne ha anche rifiutati. Nel 1995, nello stesso anno in cui il sindaco lo fregiava
del diploma di partigiano, scelse di non ritirare la medaglia d’oro che annualmente la Camera di Commercio assegna ai lucchesi che hanno onorato la città nel mondo: «Io torno in Brasile e non posso tornarvi ostentando sul petto una medaglia che premia la mia attività di “missionario”, rappresentante di una civiltà cristiana che spoglia della terra esseri umani che vi vivono da
secoli prima di Cristo. E questa spoliazione dura dal 1492», scrisse in quell’occasione. Dopo la guerra, Paoli restò a Lucca fino al 1949, come assistente dell’Azione Cattolica. Poi l’associazione lo chiamò a Roma come vice-assistente nazionale. Erano gli anni della presidenza diLuigi Gedda, che aveva reso l’associazione una struttura collaterale alla
da Paoli. «A quel tempo – raccontò successivamente Arturo al portale dell’Azione Cattolica dialoghi.net – i giovani cattolici erano visti come coloro che dovevano amare e voler bene al papa. E basta. Era il retaggio di un certo anticlericalismo vissuto sulla breccia di Porta Pia. I giovani cattolici dovevano difendere il papa da questi attacchi». «Con Carlo capimmo subito che si
Difendiamo la famiglia Michelangelo visto da Frisoni
di Gianfranco Vanzini
- Il 20 giugno 2015 a Roma, in piazza San Giovanni in Laterano, circa un milione di persone, decine di migliaia di famiglie, hanno risposto all’appello del Comitato Difendiamo i nostri figli e si sono riunite spontaneamente, senza imposizioni o aiuti particolari (nessuno che abbia provveduto a pagare le spese per i pullman, come spesso succede per altre manifestazioni). Persone normali, trasversali a tutti i partiti e anche ai credo religiosi. Semplicemente persone di “buon senso”. Quel buon senso ancora capace di distinguere UN MASCHIO da UNA FEMMINA, un uomo da una donna, e vedere che i FIGLI NASCONO SEMPRE dalla collaborazione e dall’incontro di un uomo e una donna. Sono OVVIETA’. Ma oggi anche L’OVVIO, IL NORMALE, L’EVIDENZA fanno fatica ad essere capiti. Il Comitato Difendiamo i nostri figli, è nato il 2 Giugno 2015 animato da un gruppo di persone di buona volontà e di coraggio, da sempre impegnati sul tema della famiglia e dei suoi diritti, fra i quali Costanza Miriano, Mario Adinolfi e Massimo Gandolfini che è il portavoce. Questa volta hanno chiamato tutti a Roma per uno scopo
preciso .difendere il futuro dei nostri figli, dicendo: ..no al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili (che di fatto le equipara al matrimonio e apre alle adozioni gay) ..e no alla colonizzazione ideologica delle scuole da parte della assurda teoria gender. Due minacce per la famiglia e per i più deboli, i nostri figli e i nostri nipoti (anche molti nonni sono impegnati in questa difesa). Alcuni commenti per tutti. Gandolini: “ E’ stata una piazza di luce e di verità, senza nessun accenno di tipo omofobico o discriminatorio, per le famiglie d’Italia che con enormi sacrifici sono giunte a Roma e hanno alzato la loro voce per far udire alla politica e alla Chiesa il bisogno di essere sostenute e incoraggiate.” Mario Adinolfi, promotore anche della richiesta di una moratoria internazionale contro l’indegno mercinomio dell’utero in affitto: “E’ stata una grande
festa di popolo, delle famiglie in difesa della famiglia, mosse dall’amore per i nostri figli. I palazzi ne prendano atto e rispondano conseguentemente, senza varare norme contro il popolo.” E per finire, Tosi Brandi, Presidente dell’associazione Pro vita -Onlus- : “Ieri circa un milione di persone sono scese in piazza in nome del buon senso contro il disegno di legge Cirinnà e la teoria del gender nelle scuole” I media principali hanno taciuto o distorto gli avvenimenti, attaccando e insultando sia gli organizzatori sia le famiglie, entrambi accusati di essere parte di una ‘Italia incivile’. Questo solo perché qualcuno si ostina a ragionare con la propria testa e a dire che: “ i bambini hanno bisogno di un papà e di una mamma che, dopo averli generati, li allevino e li aiutino a crescere”. E’ così da sempre e dappertutto, ma per qualcuno non basta. Tuttavia i primi effetti cominciano a vedersi.
Il 23 giugno, il Governo ha dato parere neutrale al ddl Cirinnà, che ora non è più blindato. I parlamentari sono ora liberi di esprimere un voto sul merito. Nel frattempo, l’on. Meloni ha avanzato in parlamento un’interpellanza chiedendo al Governo di esprimere la reale posizione sulle tematiche circa la teoria di genere. Il maxi emendamento del Governo sulla Riforma della scuola, approvato in Senato nella seduta del 25 giugno, al comma 16 apre, però, uno spiraglio all’insegnamento delle tematiche del gender nelle scuole. Non perdiamoci d’animo! Proprio l’evento del 20 giugno ha avuto il pregio di stimolare la nascita di un comitato trasversale alle forze parlamentari che raccoglie un centinaio tra senatori e deputati per e difendere e sostenere la famiglia. Qualcosa si muove anche a livello locale. Il neo-sindaco di Venezia ha bloccato l’utilizzo di un migliaio di volumi, che la precedente amministrazione aveva acquistato, come “favole anti-discriminazione”. In realtà storielle finalizzate a inculcare la teoria gender ai bambini. Cercherò di tenere informati i lettori sui prossimi sviluppi.
poteva fare di più: preparare i giovani a impegnarsi nella costruzione del Regno di Dio, qui, oggi, sulla Terra». Paoli era parte di quella generazione di giovani dell’Azione Cattolica usciti dall’antifascismo e dall’esperienza resistenziale che, al contrario di Gedda, di papa Pacelli e di tutto l’establishment della Chiesa, guardavano alla secolarizzazione senza paura; anzi, come una possibilità di rinnovamento ed aggiornamento del messaggio cristiano. Non erano però maturi i tempi, visto un contesto storico in cui tutto ciò che anche lontanamente potesse apparire come laico e di sinistra veniva ostracizzato. Del resto, dal 1949 era stata promulgata la scomunica nei confronti del marxismo, del comunismo e di tutti i suoi sostenitori. Così, nel 1954, Mario Rossi, che ricopriva la carica di presidente
si poteva fare di più: preparare i giovani a impegnarsi nella costruzione del Regno di Dio, qui, oggi, sulla Terra». Paoli era parte di quella generazione di giovani dell’Azione Cattolica usciti dall’antifascismo e dall’esperienza resistenziale... della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (Giac), rassegnò le sue dimissioni, seguito da quasi tutti i dirigenti centrali e da moltissimi dirigenti diocesani che poi entrarono in settori chiave della società e della cultura. Due anni prima, dall’Azione Cattolica se ne era andato anche l’amico Carlo Carretto, presidente della Giac, in polemica con la cosiddetta “operazione Sturzo”, il tentativo cioè, sollecitato dallo stesso Pio XII e organizzato da don Sturzo, di formare in occasione delle elezioni comunali di Roma del 1952 una lista civica aperta anche ai monarchici e al Msi. Un progetto che naufragò per l’opposizione di una parte della Dc e l’aperta contrarietà di De Gasperi, e al quale Carretto si era opposto con fermezza, nonostante il sostegno che Gedda aveva garantito da parte di tutta l’Ac. All’inizio del 1954, poiché il Vaticano aveva fatto capire di non gradire la sua presenza in Italia, Paoli si imbarcò come cappellano sulla nave argentina Corrientes, destinata al trasporto degli emigranti. Fu durante uno di questi viaggi, concessi gratuitamente dal presidente argentino Perón per favorire il ricongiungimento de familiari italiani agli emigrati in quel Paese, che Paoli incontrò un piccolo fratello della comunità di Charles de Foucauld e decise di fare un periodo di noviziato a El Abiodh, in Algeria, al confine con il deserto, dove ritrovò per un breve periodo l’amico Carlo Carretto, che aveva fatto la sua stessa scelta (...).
“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Turbina, mitragliatrice, dirtigibile, bicicletta, antirabbica
Henry Ford
La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1884. Turbina a vapore L’ingegnere inglese Charles Parsons (1854-1931) deposita il principio del la prima turbina a vapore di uso pratico, che permette di trasferire direttamente l’ener gia del vapore in un moto rota tivo, senza passare per il moto alternativo degli stantuffi. L’in novazione è destinata ad avere larga applicazione nella genera zione di elettricità e nella propulsione navale. Parsons realizza nello stesso anno la prima imbarcazione a turbina, la «Turbinia», che raggiunge la velocità di 34,5 nodi, molto più elevata di quella di qualsiasi altra nave dell’epoca. 1884. Mitragliatrice L’inventore angloamericano Sir Hiram Stevens Maxim (18401916) sviluppa la mitra gliatrice di Gatling e la rende completamente automatica utilizzando la forza dei gas prodotti nell’esplosione. Inoltre, la dota di un ammortizzatore idraulico per attutire il rinculo, ottenendo una velocità di sparo di 1.200 colpi al minuto. La mitragliatrice di Maxim risulterà decisiva nelle stragi del l’espansione coloniale europea in Africa e sarà l’arma più temibile della prima guerra mon diale. Maxim, all’epoca povero in canna per aver perso una causa contro Edison sulla paternità della lampadina elet trica, diventerà ricchissimo grazie alla sua mitragliatrice, che gli frutterà anche il titolo di baronetto. 1884. Dirigibile Dopo la nascita del pallone ae rostatico (Montgolfier) si erano susseguiti vari tentativi di rendere «dirigibile» l’aerostato, attraverso la spinta dì motori e di superfici di comando come timoni ecc. Restava insoluto tuttavia il problema dell’elevato rapporto peso/potenza dei propulsori a vapore dell’epoca. La nascita del motore elettrico
(Siemens) e dell’accumulatore elettrico (Piante) spinge molti costruttori ad adottare questo tipo di propulsione. Nel 1883 i francesi Gaston e Albert Tissandier realizzano il primo dirigibile a propulsione elettrica, lungo 28 metri e mosso da un motore Siemens, che compie un viag gio di cinque minuti prima di esaurire la carica. Il 9 agosto 1884 si ha invece il primo «ve ro» volo di un dirigibile, il «France» del fran-
cese Artur Renard, mosso sempre da un motore elettrico e lungo 47 metri, che compie felicemente un viaggio di 8 km a Meudon, fuori Parigi. Il dirigibile sarà poi sviluppato pienamente nel 1900 da Zeppelin. 1885. La bicicletta Sviluppando il velocipede di Michaud, l’industriale inglese John Kemp Starley presenta la «Rover Safety», prima bicicletta moderna,
con i pedali che trasmettono il moto alla ruota posteriore attraverso una catena. L’innovazione si deve a un altro britan nico, Harry Lawson (ma la tra smissione a catena fu inventata da Leonardo da Vinci), che la cede a Starley per l’industrializzazione. 1885. Antirabbica Grazie alle esperienze di Jenner, alle sue ricerche sulla sterilizzazione (1864) e a quelle di Koch, Pasteur sperimenta il primo vaccino con virus attenuati. Nel suo la boratorio della rue d’Ulm a Pa rigi, inocula in un bambino di nove anni, Joseph Meister, che era stato morso da un cane rabbioso, un estratto seccato di midollo spinale di galline colpite dalla rabbia. Il bambino guarisce. Con questo esperimento per la prima volta viene compiuta una vaccinazione con la consa pevolezza che il principio di questa pratica è nell’iniettare gli stessi microrganismi, poi chiamati virus (Ivanovski), che provocano una malattia, ma in forma attenuata o uccisa, per scatenare le difese immunitarie. La risonanza della vaccinazione di Pasteur è enorme: viene organizzata una sottoscrizione mondiale che porta alla creazione dell’Istituto Pasteur per la lotta alle malattie infettive e negli anni successivi, grazie alle scoperte a ripetizione di nuovi batteri.
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L’ALBO D’ORO
Palio del Daino, all'assalto di Montebello
Disfida tra quattro contrade
Palio del Daino dal 20 al 23 agosto rievocazione storica
Il Palio
1988 - Montebello 1989 - Borgo 1990 - Castello 1991 - Montebello 1992 - Borgo 1993 - Contado 1994 - Borgo 1995 - Montebello 1996 - Contado 1997 - Castello 1998 - Castello 1999 - Castello 2000 - Castello 2001 - Montebello
2002 - Castello 2003 - Castello 2004 - Castello 2005 - Castello 2006 - Borgo 2007 - Castello 2008 - Montebello 2009 - Montebello 2010 - Montebello 2011 - Montebello 2012 - Montebello 2013 - Castello 2014 - Montebello
- Spettacoli fino a notte fonda (l'ultimo è alle 24). Il 22 e 23 agosto, raffinate sfilate in costume del Gruppo mondainese insieme alla Corte di Federico da Montefeltro di Urbino (un simbolico momento di riappacificazione tra le acerrime nemiche delle signorie di Rimini e Urbino), scenografie rinnovate, maxi-schermo all'ingresso con le immagini delle passate edizioni e nuovi mestieri. Sono le grandi novità dell'edizione 2015 del Palio del Daino di Mondaino, in programma dal 20 al 23 agosto, come racconta Anna Rita Nardi, neo-presidente della Pro Loco, l'associazione che organizza con il patrocinio del Comune. Il Palio de lo Daino è uno dei momenti più alti tra gli eventi che si tengono nel Riminese. Rappresenta un momento di festa nel quale le contrade di Mondaino – Borgo, Castello, Contado e Montebello – si sfidano per aggiudicarsi l’ambito titolo. In programma nel pomeriggio domenica, è divisa in due parti. La prima è la “corsa delle oche”, a cui segue il torneo vero e proprio: una sorta di “quattro cantoni” in cui ogni volta viene escluso un giocatore.
La notevole accuratezza filologica e la cura di ogni particolare, hanno fatto del Palio de lo Daino tra le più affermate manifestazioni a livello nazionale, riconosciuta dal Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche. E' un tuffo nel Rinascimento con una ricostruzione filologica di profondo significato culturale: antichi mestieri, artigiani, arti, botteghe, musici, cantori e giocolieri, spettacoli, oltre che le emozionanti sfide delle contrade, saranno dunque i protagonisti delle quattro se-
rinascimentale di raffinato rigore filologico rate mondainesi. Per le vie del paese si troveranno più di 100 selezionati artigiani, che daranno dimostrazione della lavorazione dei metalli, dei tessuti, del vetro, della carta e delle pelli per riscoprire manualità ormai divenute rare o perdute. All’interno delle botteghe e lungo le vie del borgo si potranno ammirare all’opera maiolicari, pittori, armaioli, liutai, amanuensi, miniatori e intarsiatori, mentre le melodie rinascimentali verranno riproposte per le strade e le piazze. Il Palio prende spunto dal
signorotto-despota Giovanni Muzzarelli che nel 1514 riceve il governo della città... Mondaino diventa un teatro naturale sotto le stelle di agosto con raffinati momenti di spettacoli ovunque: sbandieratori, danze, balestrieri, e... molto altro ancora. Osterie in piazzette, angoli, cortili di conventi con specialità ottime al giusto prezzo. Un lungo fine settimana da non perdere. Si chiude la domenica con grandiosi fuochi d'artificio al ritmo della musica (Fonti Pirotecnica).
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Agosto 2015
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Vanno a qualificare il reparto di cardiologia diretto dal dottor Piovaccari. Valore oltre un milione di euro
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
La BCC di Gradara regala due angiografi all'ospedale di Rimini - E’ stata formalizzata, con la firma innanzi al notaio, la donazione all’Ospedale “Infermi” di Rimini di due angiografi, da parte della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Due apparecchi, del valore di oltre un milione di euro, di ultima generazione, che andranno a qualificare ulteriormente l’offerta di prestazioni di emodinamica e di elettrofisiologia del reparto di Cardiologia, diretto dal dottor Giancarlo Piovaccari. Si allunga la lista dei macchinari (un mammografo digitale, un eco-cardiografo, una tac multistrato, un ecotomografo, una risonanza magnetica, una colonna videoendoscopica, un videolaringoscopio, un ecotomografo) che la BCC di Gradara ha donato agli ospedali di
Caldari: “Noi come Banca con questa donazione ci siamo davvero superati, ma continueremo con grande impegno, perché le donazioni arrivano al cuore della gente e noi con la gente abbiamo un rapporto speciale” COMUNITA' Rimini, Riccione e Cattolica nel corso degli ultimi sei anni, per il valore di oltre 3 milioni di euro. I veri beneficiari di queste donazioni sono i cittadini della provincia di Rimini. Si tratta infatti di un progetto di grande lungimiranza e responsabilità socia-
Da sinistra: Marcello Tonini (direttore generale Ausl Romagna) e Fausto Caldari (presidente della BCC di Gradara)
le, che riguarda un territorio, un’intera comunità e che ha come obiettivo, la prevenzione e cura della salute di tanti uomini e di tante donne, che operano, lavorano, vivono, si impegnano ogni giorno per la crescita di questa società. La donazione riguarda, più precisamente, una suite di apparecchiature per l’allestimento delle sale di emodinamica ed elettrofisiologia del nuovo reparto di Cardiologia dell’Ospe-
dale “Infermi” comprendente in particolare due angiografi digitali e due fisiopoligrafi che rappresentano lo stato dell’arte più avanzato della tecnologia del settore. L’attivazione dei nuovi due apparecchi consentirà di accrescere ulteriormente il livello quali-quantitativo dell’offerta di angioplastiche, e di accrescere anche la sicurezza per i pazienti del territorio non solo riminese:
storicamente vi è infatti un forte utilizzo delle strutture dell’”Infermi” anche da parte di popolazioni residenti in aree confinanti con la provincia di Rimini. Doverosi i ringraziamenti, da parte del direttore generale dell’A.USL Romagna Marcello Tonini, alla Banca di Gradara, che nel corso degli ultimi anni ha donato tante apparecchiature alle strutture sanitarie. “Noi come Banca di Gradara – afferma il presidente Fausto Caldari – riteniamo la salute una priorità essenziale per la crescita di questo territorio. Con questa donazione ci siamo davvero superati, ma continueremo con grande impegno, perché le donazioni arrivano al cuore della gente e noi con la gente abbiamo un rapporto speciale. Con questa iniziativa, che vede per la banca un impegno di quasi 900 mila euro, la BCC di Gradara ha investito per ogni abitante della provincia di Rimini circa 3 euro; un investimento importante, ma possibile, che mi auspico serva da esempio per altri attori economici del nostro territorio per essere vicini e di supporto alla collettività, soprattutto in questi tempi di incertezze economiche”.
PER I GIOVANI Un momento di BCC Young People
- Chiamata BCC Young People, la prima edizione della festa per i giovani dell'istituto di credito va nell'archivio della memoria con grande successo; si è tenuta lo scorso 24 luglio sul mare di Cattolica.
BCC Gradara, grande succeso la festa dei giovani Musica (buona) e cibo (non meno invitante) hanno rappresentato semplicemente i motivi insieme per trascorrere insieme una serata nel segno dell'amicizia spensierata e la leggerezza. Insomma, tutto nel segno del sano divertimento. Afferma il presidente Fausto Caldari: “La nostra Banca di Credito Cooperativo è da sempre accanto ai giovani; ne sono testimonianza le iniziative nelle scuole, le borse di studio, o i vantaggi per chi frequenta i nostri sportelli. Il nostro impegno nei loro confronti è con il linguaggio dell'immediatezza e dell'affidabilità”.
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Gaudenzi, un film di tenerezza e sentimento
Al Mississippi “Magica Gabicce”. Il turismo nell'opera di Silvano magi
Magi, grande mostra in un gioiello - “Astratto” di Moreno Gaudenzi resta un’espressione visiva di tenerezza e sentimento familiare nel quadretto d’autore gabiccese dell’artista in casa propria in Friuli. La mostra unica e particolare è stata corredata dalla proiezione di un filmato documentario di 80 minuti, proiettato all’aperto nel giardinetto del bar “Cultur&cafe” delle sorelle Milena e Paola Scola, davanti la nuova piazzetta del comune, ma poteva osare di più, diventando un cult per di cultura espressiva per tutti i turisti. L’artista-medico psichiatra in Friuli è nativo del paese, in gioventù fra i tanti di Radio Talpa, ognuno con espressioni ed opinioni proprie sull’altro che incontra e dialoga. Era questa la forza di allora che è cresciutà preponderante in ognuno di quei ragazzi, Già prima della professione, da adulto, da psichiatra creava colori e paesaggi, poi in similitudine con l’attività medica ha raggiunto notevoli espressioni grafiche, con un catalogo di prestigio e scheda di visione Usb. Dedicata al figlio Zeno, il filmato è una tenerezza di pas-
L’artista-medico psichiatra in Friuli è nativo del paese, in gioventù fra i tanti di Radio Talpa, ognuno con espressioni ed opinioni proprie sull’altro che incontra e dialoga sioni autobiografiche, il padre crea e il figlio osserva, le colorate pitture sono sono state esposte nel locale di viale della Vittoria, 21. Le riflessioni del suo percorso artistico sono riprese nel film, che tratta un po’ della vita e un po’ del processo creativo. Il documentario ha il patrocinio del comune di Casarsa della delizia e l’associazione Par san Zuan, si avvale delle musiche originali e inedite, e da un’animazione che rappresenta un sogno, offerte con un’infinita generosità
Storia e segreti di una tazza di tè
nell’effettività artistica. Sono i messaggi i protagonisti forti del tema artistico: il figlio Zeno di 5 anni ha detto: “Lo spazio é la scorciatoia per la luna”, il padre Moreno: “ Una sola lacrima basta per soffrire, la vita dell’uomo è una ricerca dell’altro che parte e se si perde dobbiamo trovarlo per tornare”. C’é dell’autobiografico nel racconto d’autore, come lo stimolo d’un’intervista incalzante dove l’artista conquista la scena e da risponde interessanti ed esaustive. E’ questa l’esperienza forte da ripetere in scena, con il profondo convincimento di un vernissage di cultura interessante da teatro o di piazza a settembre. Chi raccoglie la sfida: Cattolica terra di ufficialità espressiva e continuità di Radio Talpa o Gabicce Mare di mancata promessa di chiusura, mostra e celebrativa al Mississippi, stato incapiente, sicurezza e ospitale? Claudio Vincenzetti
Centinia di visitatori per sera in un contenitore che fa sognare. Sul quale l'amministrazione sta puntando La presentazione
CULTURA - Scomparso lo scorso anno il gabiccese Silvano Magi ha lasciato un'impronta significativa nella vita della sua città. Artista e imprenditore, impegnato nel settore turistico anche come direttore dell'Azienda Autonoma di Soggiorno di Fano, Magi fu figura di riferimento nello sviluppo della vocazione all'ospitalità di Gabicce Mare nel secondo dopoguerra: dalle creazioni grafiche per hotel e pensioni all'impegno nella gestione del ristorante “La Cantina”, dal ruolo svolto nella promozione del Monumento alle Genti di Mare di Guerrino Bardeggia fino alle sperimentazioni della “Multivisione” negli anni Novanta, attraverso la vita e l'opera di Silvano Magi è possibile ripercorrere più di un quarantennio di storia di Gabicce e di un tratto importante della riviera tra Marche e Romagna. L'associazione “il Fortino”, insieme all'amministrazione comunale ed il sostegno di alcuni mecenati, tra cui la Banca di Credito Cooperativo di Gradara, ha or-
Un manifesto in mostra a Silvano Magi, l'autore ganizzato “Magica Gabicce. Ospitalità e turismo a Gabicce Mare nell’opera di Silvano Magi (19302014)”. Inaugurata nel pomeriggio dello scorso 9 luglio con piacevole atmosfera da anni Settanta, chiude il 6 settembre. E' aperta venerdì, sabato e domenica dalle 20 alle 23. Il luogo che l'accoglie è di profondo fascino: il Mississippi, il locale su palafitte. Su questo spazio l'amministrazione comunale ha in progetto di costruire un contenitore culturale e luogo di incontro. Scrivono gli organizzatori: “Silvano Magi, persona schiva, poco amante delle luci della ribalta, in epoca pre-tecnologica, rivela nel suo lavoro una meticolosità e una
cura assimilabile solo forse alla pazienza certosina dei monaci amanuensi. Pur restando confinata nell’area gabiccese e negli immediati dintorni, la sua opera contiene tutti gli elementi anticipatori delle future strategie di marketing e branding. I bozzetti, gli schizzi, le raccolte di ritagli di giornale dell’archivio Magi raccontano una storia, che è la storia dell’Italia che usciva dalla grande crisi del dopoguerra: l’Italia che andava in vacanza. Le languide sirene, i cavallucci marini disegnati da Silvano erano altrettante promesse di un sogno finalmente alla portata di tutti: nasceva il turismo di massa”.
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Chi sarà il prossimo presidente? Il pesarese Stefano Mariani, Amarcord oppure il gabiccese Christian Lisotti
Gabicce
di
Parco del San Bartolo, c'è vita nel verde Dorigo Vanzolini
- Chiunque sia avezzo alle passeggiate nel verde del parco San Bartolo sa bene che quel luogo pullula di vita, in estate e in inverno, con qualsiasi tempo. Il Chiunque rimane un poco più sconcertato leggendo i numerosi articoli sulla stampa relativi al medesimo luogo dove l’energia vitale raccontata non è più quella naturale ma quella dei numerosi interessi politici che su questo luogo si riversano: il Sindaco di Pesaro Ricci vuole che il suo Consigliere Comunale Stefano Mariani assuma la carica di Presidente del Parco al posto dell’attuale Presidente Domenico Balducci che, a sua volta, non vorrebbe lasciare il posto senza essere ricompensato per il buon lavoro svolto. Domenico Balducci è stato già nominato vicepresidente di Federparchi Marche il 9 luglio scorso nell’ameno sito del ‘Fortino Napoleonico’ di Portonovo, per la presidenza del San Bartolo poi si vedrà, un passo alla volta. E a proposito di passi facciamo un passo indietro: perché il Sindaco Ricci vuole alla Presidenza del San Bartolo il Consigliere Mariani? Per rispondere alla domanda rimandiamo a quanto scritto nell’articolo del ‘Messaggero’ del 10 luglio dove le associazioni
Angolo del parco del San Bartolo condivisione responsabile e con-
“Noi come comitato chiediamo una persona competente e responsabile” L'INTERVENTO
ambientaliste e culturali, nell’esprimere il loro disappunto per la richiesta di dimissione dell’attuale Presidente Balducci, svelano il motivo della candidatura Mariani sostenendo che tale richiesta deriva da ‘precedenti accordi politici di tipo spartitorio che vedeva questa operazione come uno scambio per ottenere adesioni della lista ‘Il Faro’ nelle ultime elezioni’, risulta infatti che tale lista ha sostenuto la candidatura Ricci. Torniamo alle iniziali passeggiate nel verde e andiamo a piedi per i sentieri che portano a Gabicce, qui ricordiamo la proposta dell’attuale Sindaco Pascuzzi che, a ragione, rivendicava il diritto di ottenere la Presidenza del Parco mai affidata al nostro ridente paese ma sempre trattenuta dalla più fa-
Amarcord Gabicce
melica Pesaro. Sembrava avanzare l’ipotesi di una Presidenza di Christian Lisotti, a suo tempo già Consigliere del Parco. Non si fa peccato a pensare che tali velleità possano essere state placate con la Presidenza della tanto discussa Unione dei Comuni del Foglia e del San Bartolo – perdonate il nome. Il Parco San Bartolo poi non è esente dagli interessi della Regione, a presidenza Luca Ceriscioli, che ha il compito di designare tre, quindi la maggioranza, dei cinque membri del Consiglio del Parco. In questa folla dove tutti scalpitano per i propri diritti il
Comitato Vallugola Terra Nostra intende ri-focalizzare l’attenzione sui motivi dell’istituzione di questo Ente Autonomo Regionale, il Parco Regionale
del San Bartolo, il cui territorio deve essere oggetto non di sfruttamento ma di tutela, non di crescita ma di valorizzazione, non di privatizzazione ma di STORIA E CULTURA
Un foto libro (dal 1890 al 1950) di Dorigo Vanzolini. 230 foto d'epoca uniche
Storia di Gabicce Mare
di Dorigo Vanzolini
La copertina del libro
- “Storia di Gabicce Mare -
In piedi da sinistra: Angelo Pratelli "Angiolli", Vittorio Girolomoni "Giancarlo", Tino
Michelini "Carnera", Lino Galeazzi, Agostino Borrani "Ciccio", Gino Berti, Angelo Sandroni "Nini", Giulio Ercoles, Paolo Arduini, Carlo Pritelli. Accosciati da sinistra: Giovanni Cola, Giacomo Bertozzi, Roberto ?, Flavio Simoncini, Alberto Brunetti, Severino Renzi, Giancarlo Morini. San Giovanni in Marignano anni '50. (Didascalia realizzata in collaborazione con gli amici del Circolo A.N.M.I di Gabicce Mare). (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
sapevole del fatto che la ricchezza del nostro paese deriva da questa macchia verde che lo distingue da tutto ciò che lo circonda e possiede grande potere di attrazione, non ultimo il potere di attrazione di fondi. Come cittadini di Gabicce Mare e ‘camminanti’ del parco ci auguriamo un segnale di discontinuità rispetto alle vecchie politiche di spartizione che affidi la Presidenza del Parco a persona competente che possa ripristinare i valori di tutela, valorizzazione e condivisione responsabile cominciando dal lessico, specchio e forza creatrice delle idee da cui partire per una buona gestione del nostro prezioso e fragile parco. Il comitato Vallugola Terra Nostra
Viaggio attraverso le fotografie d’epoca (1890-1950)”. Per la prima volta mi sono trovato a gestire un libro in tutto il suo percorso storico dalla prima all’ultima pagina, senza vincoli e limitazioni. Il circolo A.N.M.I nella persona di Claudio Giammarchi e Antonio Caldari, Francesca e Franco Palazzi, Giuseppe e Laura Foronchi dell’Hotel Lidia, hanno dato fiducia a questo mio progetto- lavoro che doveva completarsi in un libro, un album fotografico da distribuire ai soci e ai clienti del proprio albergo. Il libro viene alla luce così semplicemente, passando quasi in secondo piano senza fare rumore tra il “pienone” della stagione estiva volta a ben altri interessi. Questo è il primo volume, ne seguirà la traccia un secondo volume dato il quantitativo di imma-
Domenica 23 agosto alle 21 presentazione del libro e della mostra presso lo SPAZIO.Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7 - Cattolica). Mostra aperta fino al 6 settembre (ore 21-23) di Dorigo Vanzolini gini che ho a disposizione, un solo libro non sarebbe stato sufficiente. Le cartoline di Gabicce Mare tratte dalle collezioni private di Tullio Montanari e Stefano Donzelli occupano una posizione dominante lungo mezzo secolo di storia gabiccese permettendomi così una ricca scelta di immagini. Grazie alla numerosa disponibilità di fotografie, ho tracciato il percorso del libro. Le immagini dei villeggianti ritratti in posa sul-
la spiaggia e in gita lungo i sentieri che andavano a Gabicce Monte, le ho utilizzate per presentare il borgo, le genti del luogo e il paesaggio che rapidamente si trasformava passando da un frame all’altro veniva a materializzarsi il cambio generazionale. Con lo stesso ritmo ho cercato di condurre l’attenzione del lettore nei vicoli, nelle case, nella vita quotidiana di allora, indicando con attento metodo di ricerca le famiglie che allora ci abitavano e nel caso di Gabicce Mare (l’allora frazione Tavollo Mare) ho aggiunto una indicazione di riferimento il più fedele possibile per l’attuale abitazione, albergo o residence. Tra le cartoline che scorrono lentamente tra le pagine ho inserito volutamente il protagonista, l’uomo, la donna, il bambino, quel Gabiccese che ha fatto la storia del suo paese, e per fare questo mi sono recato nelle abitazioni dei loro figli, dei loro nipoti dei loro antenati Gabiccesi, al fine di scrivere una breve didascalia che avrebbe accompagnato ciascuna immagine rigorosamente incorniciata in ogni pagina con dicitura in basso in cui ne viene segnalata la provenienza. Ho pensato di creare un ordine di percorso che risultasse alla fine fluido, semplice e scorrevole. Gabicce Mare è stata la casa della mia adolescenza, quindi alla fine si è svolto tutto con naturalezza perché ne conoscevo i vicoli, le strade, i greppi, i sentieri, quell’odore salmastro che arriva dal mare e dalle reti stese al sole, quella sensazione sottile e sfuggevole che si univa un tempo al profumo delle ginestre.
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Diventa magico. Dal 7 al 12 agosto per bambini e genitori. Attesi migliaia di appassionati
Viaggio nella fantasia degli uomini
- Gradara più di Disneywolrd che è una magnifica finzione. Torna l'evento più atteso dell'anno: per bambini ed adulti che sanno ancora volare con le ali dell'immaginazione. Dopo il grande successo della prima edizione dello scorso anno, il suggestivo Castello di Gradara si veste nuovamente d'incanto, pronto ad accogliere grandi e piccini che vogliono meravigliarsi e sognare. “The Magic Castle Gradara”, dal 7 al 12 agosto, è pronto a stupire, con tanti spettacoli, animazioni, giochi, e il borgo
The Magic Castle Gradara 2015 trasformato in un mondo fantastico! Apri il tuo cuore alla meraviglia, lasciati abbagliare dalle luci, sedurre da insolite visioni e affascinanti profumi. The Magic Castle Gradara quest'anno è ancora più onirico: scegli una delle tante strade proposte...e "il viaggio" - tema di quest'anno - sorprenderà, come il volo di una farfalla su infiniti fiori, magnifici nella
loro diversità di forme e colori. Fatti trasportare dalle melodie della musica lungo le vie del borgo, e dipingi la tua strada con il colore delle tue emozioni... le ombre si trasformano in farfalle, il soffio del vento è il sussurro del drago, le luci lontane sono il batter d'ali delle fatine... "Il viaggio" continua anche quando è terminato...la favola che hai vissuto ora fa par-
te di te! Tutti i giorni... dal calar del sole a notte fonda... Le antiche mura del borgo, così suggestive nella loro storia e bellezza, fanno da cornice a personaggi di un mondo senza tempo. Nel magico castello puoi gocare nel Bosco di Smeraldo, stupirti nel Giardino delle Fate Danzanti, cercare la Cova del Drago e la Tana del Lupo fuori
dalle mura, diventare un mago o una fatina nella Bottega della Magia, attraversare la Strada in Fondo al Mare o entrare nel Palazzo Scalzo, fino a rincorrere elfi erranti e accarezzare creature fantastiche... Da ricordare: a mezzanotte l'incantesimo svanirà! NOVITÀ 2015 - DUE SERVIZI UTILISSIMI BABY CORNER: un tran-
quillo spazio di cortesia per cambio pannolini e angolo allattamento e, in più, c'è la possibilità di prenotare e affittare marsupi e zainetti e lasciare in deposito i passeggini (servizio in collaborazione con MammaMamma - Cattolica). DOG CORNER: un'area dedicata agli amici a quattro zampe, dove dissetare il proprio cane e affittare il guinzaglio e la museruola, senza i quali non può entrare nel borgo di Gradara nei giorni della manifestazione (servizio in collaborazione col Canile Comunale di Gradara).
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L'azienda marignanese è all'Expo partner della Peugeot. Visitata da Toshiyuki Kita - Con le regole, “senza le quali non si fa niente, anche mezz'ora di ozio al giorno per telefonare a casa, chiacchierare, giocare a biliardino, scherzare, far quello che si vuole. “Perché dopo si lavora meglio e si rende di più”. E' una delle molteplici caratteristiche di Centro della Ceramica e Oltremateria. Due marchi per una delle aziende più “intraprendenti” della provincia di Rimini. Il primo commercializza ceramiche, oggetti di arredo e simili; il secondo produce eco malte per le superfici orizzontali e verticali. Cioè possono fungere da pavimento, o più semplicemente indistruttibile “vernice naturale” con cui dare un tocco all'arredamento. Giugno per i fratelli Loris e Euro Casalboni è un altro dei mesi da incorniciare nella piccola grande storia della loro impresa per almeno due ragioni. La prima, il 12 giugno è stato loro assegnato un premio a Parigi da una rivista di architettura, il Miaw (Muuz International Awards). Il riconoscimento è avvenuto per una oleomalta fatta con olio di girasoli e colorata con terre naturali. Il secondo, il prestigioso designer Toshiyucki Kita ha visitato la “bottega” riminese per la seconda volta. Giapponese di cultura italica, Kita. Ha studiato a Milano dove ha anche ufficio. Non è la prima volta che Kita visita Centro della Ceramica e Oltremateria. Venne un paio di anni fa per un seminario
“Oltremateria”, premiata a Parigi lo scorso giugno Con il giapponese per un progetto che dovrebbe interessare 9 milioni di vecchie abitazioni nel paese del Sol Levante. Con le regole, la mezz'ora di ozio per ricaricare le batterie COMUNITA' aperto ai tecnici. Disse una cosa di profonda saggezza; lontana dalle lucine di questo capitalismo ciabattone. Ci sono oggetti che sono perfetti perché l'uomo, a qualunque latitudine li ha migliorati anno dopo anno; per migliaia di anni. Alcuni: le tazze, le teiere, le case coloniche, gli attrezzi agricoli, le posate. A prima vista sembrerebbe una banalità; invece. Dunque vanno lasciati così come sono.
I fratelli Casalboni, Loris (a destra) e Euro Kita sta portando avanti un progetto navetta insieme al governo giapponese con l'obiettivo poi di riqualificare circa 9 milioni di vecchie abitazioni, “perché saranno vecchie e brutte ma si trovano in posizioni bellissime”. Il progettista ha coinvolto anche cinque aziende italiane. Centro della Ceramica e Oltremateria sono il partner per la ceramica, il legno, i marmi, le pie-
tre, le superfici continue. Inoltre, Loris Casalboni è stato chiamato a parlare del design italiano in una fiera organizzata da Kita che si tiene ad Osaka il prossimo autunno. Il marchio Oltremateria è presente anche all'Expo di Milano. Lo è insieme ad un colosso, la Peugeot. La casa francese ha allestito un ristorante viaggiante da 30 posti, il
Peugeot Foodtruck (camion attrezzato per cucinare in strada); le superfici sono state ricoperte con la eco malta naturale di Oltremateria. Da giovane talento disinvolto per il basket ed il calcio, il creativo dei fratelli (Euro è l'organizzazione ed il rigore), afferma Loris Casalboni “Qualcosa di cui essere orgogliosi, in un settore di colossi, nel nostro piccolo lo stiamo facen-
do. Piano, piano con le nostre gambe corte cerchiamo di andare all'estero. Con Oltremateria esportiamo solo il 10 per cento, il nostro obiettivo è raggiungere il 30-40. Per farlo abbiamo distributori all'estero e partecipiamo a due fiere: il Fuori salone a Milano in primavera e a Londra in autunno”. Se Oltremateria è la produzione, il marchio Centro della Ceramica è la vendita in provincia e dintorni. Qui si possono trovare le eccellenze italiane in fatto di ceramica, legno, arredo bagno, oggetti d'arredo d'arte. Negli ultimi mesi ha firmato alcuni degli edifici più prestigiosi della provincia: la fabbrica Liviana Conti (abbigliamento) a Santarcangelo, la Tenuta Mara a San Clemente e il ristorante “Nona” di Riccione della famiglia Emendatori, ville. “Un'azienda - racconta Loris Casalboni che una ventina di anni fa quando la bottega era ancora piccolissima sponsorizzò l'arrivo del Dalai Lama nel Riminese - è una piccola comunità con un equilibrio sopra la follia come canta Vasco Rossi. Il risultato si raggiunge grazie a chi collabora con noi. Ci piace essere un puntino che respira nell'universo. Pensiamo di essere grandi ma andiamo su e ci rendiamo conto che siamo piccolissimi. Per riceve bisogna dare. Il lavoro è state in mezzo agli altri e condivisione”.
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La società proprietaria non ha pagato l'Ici per 1,5 milioni di euro. Tra poco scade l'anno
Compartone, si faranno i primi 113 appartamenti? - La scorsa estate, come molti ricorderanno, con delibera di Consiglio Comunale n. 57 del 19 agosto 2014 fu approvato il Piano Particolareggiato di iniziativa privata “Comparto C2-4 (Compartone) stralcio 1A e 1B, che prevede la realizzazione della prima trance di unità immobiliari per un totale di 113 nuovi insediamenti. Si trattò di una seduta abbastanza accesa (volendo usare un eufemismo), la seconda a distanza di una settimana, dopo il rinvio della prima per una supposta necessità di approfondimenti, durante la quale i Consiglieri del Movimento 5 Stelle rimarcarono per l’ennesima volta “l’inopportunità” di rilasciare il Piano Particolareggiato, stante la situazione economica della Società Nuova San Giovanni S.r.l., in liquidazione volontaria e il debito che la stessa aveva maturato nei confronti dell’ Ente (all’ epoca si parlava di circa 700.000 euro). Ci furono interventi accorati di diversi esponenti della maggioranza, tutti con un denominatore comune: in primo luogo che si trattava di “un atto dovuto” in quanto figlio di una previsione che risale al 1995, ma soprattutto si dicevano tutti consapevoli e responsabili che quella scelta avrebbe permesso di attuare le opere pubbliche a beneficio di tutta la comunità. A dimostrazione che la stella cometa del perseguimento dell’interesse pubblico fosse l’unica motivazione di quella approvazione, fu presentato dal Capogruppo di Maggioranza Francesca Pieraccini e votato il seguente emendamento al fine di individuare un termine certo per la sottoscrizione de-
Nel cerchio piccola parte del Compartone
LA LETTERA
gli impegni da parte del soggetto attuatore... Alla fine del punto 8 del dispositivo della proposta di deliberazione si propone di aggiungere:….; inoltre di fissare in mesi 12, dalla data di esecutività della presente deliberazione, il termine entro il quale si dovrà addivenire alla sottoscrizione della convenzione urbanistica; alla eventuale infruttuosa scadenza del termine, il piano
Leardini, San Giovanni in miniatura COMUNITA' - San Giovanni in maniatura. La sta realizzando Paolo Leardini, professione odontotecnico. Marignanese doc, sta realizzando “Il Mio Paese” con legno marino. Ha già fatto il nobile palazzo Corbucci (dove ha sede un museo della civiltà contadina) e l'edificio di fronte: il Fortino. In fase di realizzazione anche Piazza Silvagni. Il suo obiettivo è tutto il centro storico. L’“artigiano” (cioè colui che ha in sé un'arte) ha sottolineato più volte che la rappresentazione è una specie di dipinto tridimensionale; infatti, gli edifici vengono anche dipinti nei colori originali Il lavoro è accattivante e non meno ben fatto che il sindaco Daniele Morelli ha chiesto a Leardini la possibilità di esporlo nel palazzo comunale, dove lo si può ammiare . La vena artistica di Leardini nasce dall’amore verso il suo paese e soprattutto verso il
Paolo Leardini 8a sinistra) con il sindaco Daniele Morelli
luoghi dove ha vissuto la sua infanzia. “Il mio paese è parte di me e nelle primie due miniature – dice Leardini -, si completerà con l’intero centro storico, recano i due luoghi più significativi della mia infanzia: la mia nascita sopra l’attuale ristorante “il Fortino” e Palazzo Corbucci, che è legato ai miei ricordi di fanciullo, in quanto il proprietario, Odoardo Corbucci, mi ospitava spesso e un po’ mi sentiva come “figlio” (lui vedovo e senza figli). Contemporaneamente vedevo in lui un po’ la figura del “padre” (io orfano)”. “Il primo lavoro - continua Leardini - l'ho iniziato nel novembre 2011 e concluso nel maggio del 2012; comprende il Fortino, la locanda ecc… Il secondo (novembre 2013 - giugno 2015) conclude la facciata lato Rimini di San Giovanni. Curiosità: i coppi (circa 4.000) sono in argilla fatti a mano e cotti in forno, le gronde e pluviali in ottone.
particolareggiato sarà decaduto di diritto e non avrà più alcuna efficacia”. Fu anche affermato, tra le righe, che l’approvazione del Piano Particolareggiato fosse l’unico modo per recuperare quel credito. L’attività politica del Movimento 5 Stelle aveva già portato alla luce il fatto che la proprietà non pagasse il dovuto in termini di ICI/IMU da alcuni anni, e successivamente riuscimmo a dimostrare anche che la base imponibile utilizzata per calcolare l’ ICI/IMU era inesatta. Ad oggi, dati alla mano, il credito vantato dall’Amministrazione è inesorabilmente ed inevitabilmente cresciuto ed ammonta a circa 1.500.000 euro e lo stato di salute della Società proprietaria è sensibilmente peggiorato. Stante il quadro descritto, non ci resta che aspettare di vedere quale sia la volontà dell’Amministrazione, visto che si sta avvicinando la scadenza dei 12 mesi prevista dall’emendamento presentato dalla maggioranza stessa per la sottoscrizione della convenzione. A nostro modesto avviso sarebbe opportuno, anche alla luce e forti di esperienze di altre realtà, sedersi ad un tavolo e valutare con obiettività la possibilità di far decadere il Piano e portare la previsione, tutta, all’interno del PSC (come “suggerito” anche dalla Provincia in fase di osservazioni). Ci sono tutti i presupposti per farlo, si richiede la volontà politica… se come affermato da qualche esponente della Giunta “qualcosa è veramente cambiato”, questa è la prima grande opportunità di dimostrarlo con i fatti.
- Tra i 600 e i 700 euro netti. Questo è l'emolumento di Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni. Pubblichiamo sopra il cedolino di gennaio per chiarire da una parte (troppe le voci sulla “paga” ), dall'altra informare i marignanesi.
BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO
- “Tutto questo è stato possibile grazie alla Banca Popolare Valconca. Senza il suo supporto non avremmo l'azienda a questi livelli; sarebbe di certo molto più piccola”. A parlare così è Michele Pierleoni, insieme a Samuele Poli e Andrea Mancini, fondatore della Carbon Line nel giugno del 2012. Oggi, quell’impresa partita per passione (Poli e Mancini) e “passatempo” (Pierleoni) è ai vertici in Italia per la produzione di scafi in vetroresina per yacht di lusso (dai 53 fino ai 140 piedi). “Ci siamo rivolti alla Bpv - continua Pierleoni, 40 anni, commercialista - per ragioni interpersonali. Diciamo per caso. Dovuta alla crescita esponenziale, in questi primi tre anni abbiamo sempre sentito il problema della liquidità. Loro, la Banca Popolare Valconca,
Carbon Line, da 3 a 120 dipendenti in 3 anni “Senza la Bpv non saremmo a questo livello” Produce gusci in vetroresina per yacht di lusso. L'istituto di credito morcianese è stat l'artefice di questo successo industriale ed umano che sembra una favola. Tre ingredienti: qualità, tempi di consegna e prezzo” FOCUS
hanno sposato in toto il nostro progetto. La Bpv non ha fatto la classica banca: dare i soldi a quelli che li hanno. Se avessimo lavorato con un altro istituto di credito non saremmo a
I tre soci fondatori. Da sinistra: Andrea Michele Samuele
questi livelli industriali. Mentre crescevamo molto ho provato a coinvolgere altre banche ma inutilmente. Anche alla Banca Popolare Valconca, al mio racconto di incremento di fatturato, commesse e dipendenti, restavano increduli e sbarravano gli occhi”.
Andiamola a vedere questa inarrestabile crescita di un'impresa nata soltanto nel giugno del 2012, anno chiuso con 150mila euro di fatturato. Che balza ad un milione e mezzo l'anno successivo, con 21 dipendenti diretti (10 nell'indotto). Dipendenti diventati 63
quest'anno (altrettanti nell'indotto). Mentre il fatturato previsto quest'anno è di 9 milioni di euro (5,8 nel 2014). Stabilimento produttivo di 12.500 metri quadrati a Bellocchi di Fano, gomito a gomito con Azimut-Benetti (primo gruppo al mondo di
yacht di lusso), la Carbon Line oltre che per Azimut è fornitrice anche per il Gruppo Ferretti ed altri cantieri minori. Due obiettivi nel 2016: aprire uno stabilimento sul Tirreno ed intraprendere la collaborazione con un altro blasonato cantiere. Ma quali le ragioni del successo? Pierleoni: “Tre. La qualità del prodotto; il rispetto dei tempi di consegna e la bontà del prezzo”. I tre soci iniziali si divisero i compiti: Andrea Mancini all’area tecnica, Samuele Poli alla produzione e Michele Pierleoni all'amministrazione.
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- Per ovviare al flop della mancata candidatura al ruolo di segretario di vallata, il Partito democratico rispolvera la figura di Christian D’Andrea e gli affida la guida della Valconca. Lo scorso 13 luglio, così come comunicato dai succinti dispacci diramati dalla federazione Pd riminese, i “reduci” del Pd Valconca si sono ritrovati nella sede di Morciano per procedere all’elezione del nuovo direttivo di vallata. A seguito della definizione di un oscuro percorso in seno al Pd (oscuro per coloro che non vi hanno partecipato) che ha visto riproporre la figura del segretario di vallata, i democratici della Valconca avevano deciso di fissare la data del 10 luglio quale termine ultimo per la presentazione delle liste per la candidatura all’ambito ruolo. La segreteria di vallata, infatti, è stata congelata per oltre due anni dopo l'abbandono di Orianna Bertuccioli. Sempre stando ai sintetici comunicati della federazione, i circa 60 intervenuti all’assemblea di vallata (un po’ pochini per un partito che si proclama quale punto di riferimento per una popolazione di poco meno di 27 mila abitanti) hanno potuto apprendere la singolare notizia: nessuna candidatura a segretario Valconca era pervenuta. Ad amplificare lo stato malandato del Partito democratico della zona Sud sembra essere arrivata pochi giorni prima del congresso la notizia delle dimissioni del segretario Andrea Tenti, attuale vice sindaco di Saludecio. Con le dimissioni di Tenti, i segretari attualmente in carica, se i dati in nostro possesso sono corret-
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Christian D'Andrea, già sindaco di San Clemente, richiamato alla testa della segreteria di vallata
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
Pd Valconca, ritorno all'antico Un partito con pochissimi iscritti e con scarso appeal politico che pensa di governare i destini amministrativi di vallata togliendo la polvere dalle antiche vestigia del “Partito” che fu
Christian D'Andrea, neo-segretario del Pd Valconca
LA POLITICA
ti, sembrano essere ridotti a soli tre sul totale di nove comuni (su tutte pesano le dimissioni di Tagliaferri dalla segreteria di Morciano). Il flop, per altro in qualche modo annunciato, del primo congresso Valconca è stato però salvato dal coupe de theatre del “commissario riccionese” del Pd, il pluridecorato sindaco di Gemmano Riziero Santi. Le asciutte cronache parlano di una spettacolare volata tirata da Santi, assieme al gruppo dei fedelissimi, che ha portato all’investitura per acclamazione, quasi come fosse un imperatore romano, di un "relativamente giovane” politico figlio della valle del Conca: Christian
D’Andrea. Il repechage di D’Andrea nel ruolo di segretario, reduce da due sconfitte elettorali di fila e ancora dolorante per le ferite inferte dalla sfortunata mancata elezione al consiglio regionale, è stato salutato dagli addetti ai lavori come un ritorno all’antico, per certi versi necessario. Il Pd Valconca, che non è mai voluto essere per volontà dei suoi principali attori il “partito di Renzi”,
ha deciso di rimettere in campo il suo più affezionato discepolo. Occorre puntualizzare come D’Andrea sia avvezzo a questo procedimento di nomina: è stato nominato in segreteria provinciale così come è stato nominato per la seconda volta assessore esterno, senza passare dalle urna elettorali. Il Partito democratico di vallata, tornando al procedimento di elezione dei suoi dirigenti per mezzo del circoscritto vaglio di pochi in-
fluenti iscritti, ha così deciso di ritornare a diventare sempre più il “Partito”: quell’aggregato di interessi e persone che prende decisioni chiuso all’interno delle proprie stanze, così com’era usanza nel principale partito della sinistra sino alla seconda metà degli anni Novanta. Il compito che dovrà portare avanti Christian D’Andrea per il mantenimento di questa singolare “riserva indiana” non sarà certo semplice.
I capisaldi del “operazione nostalgia” che ha portato al ripescaggio di D’Andrea saranno quelli arcinoti del potenziamento dell’Unione Valconca (o del “Unione d’ambito” così come battezzata dal sindaco di Morciano) e l’accelerazione del processo di “fusione dei comuni” (sponsorizzato tra l’altro dall’assessore regionale Emma Petitti). Lo stesso D’Andrea si è già espresso a favore di un piano più ardito che ambizioso: la fusione di tutti i nove comuni della Valconca e la creazione di un unico comune. Alcuni osservatori qualificati, valutando come il processo di fusione non si concretizzi con la semplice volontà dei pochi iscritti ad un partito ma debba necessariamente passare per il referendum, hanno visto lo slancio in avanti verso la grande fusione dei comuni promossa dal Pd, come il segno inconfutabile di quel cupio dissolvi che ormai da troppo tempo pervade le stanze di quello che stenta ancora ad essere il partito egemone di vallata. Un Pd con pochissimi iscritti e con scarso appeal politico che pensa di governare i destini amministrativi di vallata togliendo la polvere dalle antiche vestigia del “Partito” che fu.
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MORCIANO DI ROMAGNA
MORCIANO
Punto di vista personale di Hossein Fayaz. Il giornale ha una visione opposta: è per una sana fusione
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
E' avvenuto così in altre entità territoriali dell'Emilia Romagna. In alcuni casi i cittadini hanno bocciato la proposta
ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Monumento Caduti -
Il Comune di
Morciano ha stanziato 116mila euro per restaurare e recuperare l'area dove si trova il Monumento ai Caduti. Da anni in stato di abbandono, i morcianesi sono arrabbiati per il degrado in cui versa. Sembra che il recupero del Monumento rientrasse in un Piano particolareggiato (cemento in cambio di opere pubbliche) che sta andando per le lunghe. Lunghe che avrebbero indotto il Comune a mettere le mani nel proprio bilancio e bonificare l'ingresso del paese dda Montefiore Conca. Staremo a vedere.
di Hossein Fayaz - La fusione dei Comuni nella Regione Emilia Romagna è sempre stata preceduta dai referendum. Dovrebbe avvenire anche per la Valconca. Le fusioni nella regione Emilia Romagna. Nelle consultazioni referendarie per la fusione tra i Comuni, due sono stati i “no” alle fusioni. In Provincia di Forlì e Cesena nel referendum consultivo della domenica 9 giugno 2013 complessivamente i “no” alla fusione (4.024, 53,83%) sono prevalsi nei Comuni di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli su i “sì” (3.451, 46,17%). L’affluenza alle urne è stata bassa in tutti due Comuni di Savignano (30,62%) e San mauro (41,69%). A Savignano ha vinto il “sì” con il 55% e a San Mauro il “NO” con il 63% dei voti. È da notare che quasi tutti i partiti e i movimenti politici compreso PD, PDL e M5S si
i piccoli e i grandi appalti. Fare lavorare a tempo pieno in Comune il sindaco e la sua giunta che percepiscono un buon mensile, ma di fatto spesso sono presenti che poche ore in una settimana e delegano i loro compiti agli stipendiati, i cosiddetti “Staff del sindaco”. Queste piccole e grandi decisioni sono sufficienti per ottenere dei risparmi assai superiori a quelli probabili contributi pubblici che si sforzano di prospettare i vari partigiani delle fusioni. Ora che sono calati i contributi statali ai bilanci comunali,
L'INTERVENTO
Fusioni, ci vorrebbe il referendum
Il malridotto Monumento ai Caduti
Festa Spaghetti... - Timori dissolti lo scorso 2 agosto per il ritorno della Festa degli Spaghetti, organizzata dalla Pro Loco, presieduta da Fabio Avanzolini. Tantissimi morcianesi e non solo hanno assiepato l'evento la domenica (sabato invece pioggia). Gli organizzatori possono guardare al futuro e costruire un evento importante. La nuova proprietà della Ghigi, i veneti del pastificio Zara, possono dare un poderoso contributo.
Morciano di Romagna Via Roma 73 - Tel. 0541 - 988137
erano espressi e adoperati a favore della fusione di questi due Comuni. È ovvio che gli interessi dei dirigenti politici non combacino sempre con la volontà popolare. Ecco perché, per le scelte importanti si deve ricorrere ai referendum. Anche nel reggiano, il 6 ottobre 2013, la stragrande maggioranza delle popolazioni dei Comuni di Toano e Villa Minozzo hanno detto di “no” (2.447, 69,66%) alla fusione contro i “sì” (1.066, 30,34%). I politici devono com-
prendere che non ci sono delle ricette che vadano bene per tutti i territori. Ogni Comune ha le sue peculiarità e le sue esigenze ed il suo popolo è sovrano a decidere se vuole o no la fusione. Le ragioni Chi scrive pensa che i comuni sopra i 5mila abitanti debbano non fondersi con altre identità. I Comuni italiani hanno una storia millenaria e sono un patrimonio d’autonomia e d’indi-
pendenza per l’intera l’umanità. Questi diritti millenari meritano di essere difesi. L’identità e l’autonomia comunale è la tradizione, è la storia di un popolo, non è la merce da svendere con la promessa di qualche contributo pubblico frazionato in 10 – 15 anni. Basta limitare gli sprechi, le elargizioni dei contributi clientelari. Fare la raccolta differenziata a porta a porta dei rifiuti e la monetizzazione delle loro parti pregiati. Svolgere con impegno e onesta
i contribuenti dei Comuni con più di cinque mila abitanti, non possono sostituirsi allo Stato. Per colmare l’insufficienza dei contributi pubblici, per l’erogazione dei servizi essenziali alle popolazioni dei Comuni collinari e montani, occorre che lo Stato e la Regione trovino qualche soluzione. Con la balla della fusione dei Comuni, non si può scaricare questo problema sulle spalle dei cittadini già sovraccaricati dalle tasse dei Comuni in pianura.
Fontana del Mercurio, colonne smarrite
Le abbandonate colonne dove saranno finite?
- L'ultimo avvistamento risale a qualche anno fa. Erano state abbandonate lungo la recinzione dello stadio “Carlo Brigo”, lato Morciano, come documenta l'istantanea a fianco. In pietra d'Istria, le colonne stavano attorno alla Fontana del Mercurio in piazza del Popolo. Reggevano la catenella a protezione dei vandali. Rivisitata con poca fortuna la piazza-giardino dall'amministrazione Ciotti (d'estate una grigia e brutta griglia che tiene lontano i morcianesi), le preziose colonne furono allontanate. Si spera che siano finite in un bel giardino di qualche appassionato di morcianesità.
54 Via Cà Bacchino 2 San Clemente - I primi due appuntamenti del “Festival della creatività in Valconca” dimostrano l’affacciarsi di una nuova realtà, concreta e stimolante. Una speranza per tutti i giovani e per il territorio.
Nel paese in cui viviamo, spompato da un pessimismo dilagante e senza più forza di rialzarsi, è difficile proporre idee nuove, differenti ma concrete. Il rischio è sempre quello di cadere nel magma indistinto della superficialità, dove ogni cosa si confonde e non lascia il segno. Se pensiamo poi a realtà come Morciano e zone limitrofe, il discorso diventa più complicato. I cosiddetti “paesini” soffrono maggiormente la mancanza di opportunità, e fra i vari tentativi di cambiamento e innovazione solo pochi hanno superato le “forche caudine” compaesane. Il quadro insomma è quello di un paese e più in generale di una zona ancorata a tradizioni che con il tempo rischiano di sbiadire e perdere di significato. Se oltre a tutto ciò teniamo conto del fatto che le piccole comunità tendono a guardare al proprio orticello, con la mancanza di una vera apertura e cooperazione, allora la situazione appare ancora più grigia. È importante puntare sull’ identità e sulle identità che popolano la
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Festival della Creatività con le eccellenze della Valconca: culturali e eno-gastronomiche
“Giovani: l'arte ci salverà” I primi due appuntamenti di creatività in Valconca. Dietro: Masini, Soprani e Fronzoni IL PUNTO di Alessandro Uva nostra zona, ed è quello che sta facendo “Creativalconca”, associazione culturale, ma prima ancora una bella idea. Dietro a un’idea ci sono però delle persone, in questo caso Fabio Masini, Symon Soprani e Andrea Fronzoni . L’obiettivo e la sfida dell’associazione è inventare un’identità “Valconca” (probabilmente mai esistita) e presentare un territorio sotto vari profili: artistico, produttivo e culturale. Come fare tutto ciò? L’innovazione, così semplice ma mai espressa fino in fondo, è quella di dare voce, valorizzare i giovani, ognuno con qualcosa da dire e
LA RIFLESSIONE
con la loro arte nascosta nella valigia. Perché solo accorgendoci di quanto le persone possano arricchirci, di quante cose abbiamo da imparare da ciascuno di noi e di quanto possa essere interessante stimolare la nostra creatività avremo possibilità di cambiare. Non è una pretesa sfacciata di voler rivoluzionare le cose, ma una proposta concreta e intellettualmente onesta: dare spazio ai giovani. Sia ben chiaro, non l’illusione di un’opportunità con tutta la retorica che ne segue, ma un palco con persone che ascoltano e apprezzano. I primi due appuntamenti del
“Festival della Creatività in Valconca”, tenutisi il 18 e 25 giugno presso il Polo Giovani di Morciano di Romagna, hanno visto come protagonisti musicisti, artisti e cuochi. Davide Galanti ha inaugurato il Festival con le note suadenti e blues della sua chitarra, in un malinconico omaggio al compianto B.B.King. Restando sempre nel mondo della musica, si sono esibiti la settimana successiva Lucia Bertozzi alla voce e il chitarrista Luca Bernardi, proponendo un raffinato repertorio jazz e rivisitazioni di classici del pop. A seguire, le calcografie di Veronica
COMUNITA'
no più. Ogni peso è sparito, ogni peso è sotterrato dalla tua distanza che si allunga sempre più davanti a te: mondi diversi e paesaggi straordinari, che hai sempre visto nei libri, nelle immagini e nei film… E così ti accorgi che ogni male che sentivi ora non ha più importanza, che ogni problema ed ogni difficoltà, adesso, non hanno più significato. Non senti il bisogno di fare qualcosa per rimediare, capire, sistemare; ora il problema non si pone più, per il semplice fatto che, non fai più parte di quel pianeta. Così ora capisci che ogni pressione è causata dal fatto che vivi sempre nella stessa sfera dalla quale non ti stacchi mai: sei quasi costretto e il tuo cuore è obbligato a camminare nelle stesse strade delle stesse persone… Ma ora sei libero e al sicuro e quel mezzo non ti porterà più indietro, se tu non lo vuoi! Ed ora sai anche che… Basta chiudere gli occhi per volare lontano… Cuccumeo
ANGOLO DEL DIALETTO
La streda di spus
Basta chiudere gli occhi e il mondo si colora - Ti sarà capitato, almeno una volta nella tua vita, di aspettare davanti alla finestra quel mezzo che ti porti via, buttarsi giù ed entrarci dentro, anche se non conosci i comandi sei in grado di guidarlo e volare dove vuoi: abbandonare quel luogo che affiora solo ricordi e non ti fa guardare oltre… La velocità varia in base alle tue esigenze: più in alto vai e più le nuvole coprono quelle terre che hai attraversato, dove hai riso, pianto, dormito e sognato, ma fanno parte del passato, fanno parte di quel tempo che ora non c’è più perché nel cuore hai bisogno di qualcosa di diverso, qualcosa che hai solo visto nella tua mente e non hai mai potuto sentirne l’odore! Se guidi con precisione puoi arrivare oltre e se hai mai pensato di guardare il sole da così vicino, ora puoi sentirlo davvero. Esso scalda il viso, scalda il sangue e ti senti in pace con te stesso e l’universo che ti circonda: il peso della terra non esiste più, gli sguardi sempre uguali, non esisto-
Azzinari, una tecnica tanto affascinante quanto originale e il mondo dello zafferano illustrato da Chiara Conti. Il tutto accompagnato dalla cucina dei ristoranti “Il Ciccio” e “Controcorrente”, il gelato di “Dolce Bio” e il “Caffè Bina”. Una formula per ora rivelatasi vincente. Le due serate hanno infatti avuto un buon successo di pubblico e di critica. La forza di questo progetto sta nel voler raccontare e attualizzare una storia comune, quella di una vallata (se così possiamo definirla), un microcosmo fatto di imprese e artisti volenterosi che hanno bisogno
di spazio. Da sempre arte e cultura sono state supportate da popoli economicamente forti, ma ora la situazione è diversa. Ogni giorno vengono fatti tagli alla cultura, alla scuola, chiudono teatri, associazioni artistiche. Con questo progetto però l’arte può andare in aiuto e motivare paradossalmente proprio le attività in crisi, diventando una sorta di spinta propulsiva del paese. Possiamo affrontare anche un discorso più ampio, in cui entra in gioco la politica e le relazioni tra i comuni. Infatti, unire culturalmente i comuni attraverso il “Festival della Valconca” significa anche unire socialmente attraverso passioni e temi condivisi ciò che la politica vuol far sposare a tutti costi, in una maniera forzata e fatta a tavolino. Per questi motivi è importante credere nel progetto di “Creativalconca”, ed è importante soprattutto che i giovani, coloro a cui è rivolto, partecipino numerosi. Se vogliamo cambiare qualcosa, il punto di partenza sono le passioni, l’arte, la cultura e l’amore in ciò che facciamo. Non ci salveranno Internet, l’indifferenza e questo anonimato in cui siamo sprofondati lentamente, computer dopo computer. No, l’arte ci salverà.
Gradara, una delle mète
Lions Club, moto e auto raduno nel segno della solidarietà - Il Lions Club Valle del Conca ha organizzato un auto e moto raduno nel segno della solidarietà. L'appuntamento è il 6 settembre a San Giovanni in Marignano, in via Veneto. Il ritrovo è fissato alle 7,30 del mattino. La partenza invece è alle 11. Il giro tocca Tavullia, si scende a Gradara da dove si entra nel Parco del San Bartolo (la Panoramica è considerata una delle sette strade più belle d'Italia). Si fa tappa a Fiorenzuola di Focara; su e giù verso Gabicce Monte. La piazza finale è l'aia del ristorante-pizzeria Amarcord tra Cattolica e San Giovanni. Con il Lions Club Valle del Conca, ci sono il Moto Club Enzo Vanni, la Vemar, l'Ada; come sponsor: la Moca, la Bulloneria e la Pasticceria Garden. Con il ricavato saranno acquistati defibrillatori pediatrici per ler scuole primarie.
Quasi tòt i spus nuvel og i fnes sora i signel stradel l'è una moda di ultme temp anche un po' pericolosa clan rend unor gnenca ma chi u si sposa Sl'avessa da succed un'incident per via d'un signel cvert un basterisa la dote per paghè e risarciment i dovra tent ad che nastre adesiv che per trel via dal volt ui vria l'impresa ad pulizia chi cartel chi deturba l'ambient per i spus i dura un mumet mò una volta marited e de dop i va trat via dai amigh o chicessisa nissun e pretend l'abolizion ad sta simpatica tradizion clè solit fe quelch amigh burlon. Quel cus dmanda l'è ad tachei ti post giòst e non sora i signel d'sora j'arbust a la fin di cunt l'è sempre una question ad bon gòst e per arvanzè sempre alegre e curagios a gridem tòt in cor evviva i spus Emilio Cavalli
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Restaurato il pannello che un tempo si trovava all'esterno del padiglione fieristico. Collocato all'interno
Bardeggia ritrovato - La banalità delle cose pen fatte. Opera d'arte del gabiccese Guerrino Bardeggia in malora, cattiva collocazione (un angolo nascosto del padiglione fieristico), l'amministratore Filippo Ghigi disse che il Comune di Morciano avrebbe provveduto a portare agli antichi splendori il bassorilievo che reca la laboriosità della civiltà contadina. L'opera oggi è stata collocata all'interno del padiglione e sarà “inaugurata” in settembre. Restaurata dallo scultore montefiorese Umberto Corssucci, il suo recupero fa onore alla comunità. E' un altro anello delle moltpelici rappresentazione artistiche che ingentiliscono la capitale della Valconca Qualcuno ha definito il recupero, forse esagerando ma dando l'idea, «Il tempo è giustizia». Guerrino Bardeggia è stato tra i massimi artisti della nostra terra. Pittore, disegnatore, ceramista e scultore, nasce a Gabicce Mare il 10 ottobre 1937; dove ha speso gran parte della sua esistenza in un isolamento artistico, gelosamente custodito. Diplomatosi alla prestigiosa Scuola del Libro di Urbino, è artista versatile. Nella sua proficua e multiforme carriera ha allestito oltre duecento mostre personali. Mettendo nella sua speciale casci-
ARTE
na cinquecento primi premi e premi speciali. Si ricorda, in particolare, il “Premio Ignazio Silone” 2002, attribuitogli per la sua attività artistica e umanitaria. È stato inoltre nominato Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno, ottenendo anche la Benedizione Apostolica da san Giovanni Paolo II. Ha ricevuto inoltre diversi riconoscimenti, tra cui cittadinanze onorarie e onorificenze accademiche. Dal 1965 è membro dell’Accademia Tiberina di Roma, fondata nel 1813. Ha partecipato ad importanti rassegne d’arte italiane e straniere, nonché a trasmissioni televisive su emittenti nazionali e locali. Accanto ad un’azione artistica proiettata all’oggettivazione iconica di molteplici tematiche poetiche e spirituali, occorre evidenziare i notevoli cicli dedicati sopratutto alla sfera del sacro e all’universo letterario. Al riguardo spiccano i progetti ispirati all’Inferno di Dante, alla poesia di Giosuè Carducci, nonché ad episodi ispirati alle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Si
ricorda inoltre, la performance scultorea, in collaborazione con Tonino Guerra, per illustrare il capolavoro di Federico Fellini Amarcord. L’artista ha esposto in spazi prestigiosi in Italia e all’estero, come il Palazzo dei Diamanti a Ferrara e Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna e Castel Sismondo a Rimini. Molte opere pittoriche e scultoree sono presenti in pregevoli collezioni private, nonché in considerevoli spazi pubblici, musei e pinacoteche, a destinazione civile o religiosa. Tra questi ultimi – disseminati tra l’Emilia e le Marche – si ricorda in particolare la chiesa parrocchiale di San Benedetto in Cattolica: una tessitura intensissima di disegno, pittura e scultura dove la concezione tragica della vita e la virtù teologale della speranza sono inscindibilmente unite a formare un itinerario visivo alla fede, invitando lo spettatore e il credente ad oltrepassare la corporeità e ad attingere alla sfera dello Spirito,
Guerrino Bardeggia è scomparso, dopo lunga malattia, nell’amata Gabicce il 5 gennaio 2004. Da gennaio 2015 esposizione permanente di 20 sue opere, Dipingere il canto a Palazzo Mondadori a Segrate (Milano).
“Il tempo è giustizia” amava dire l'artista gabiccese. Opera restaurata da Umberto Corsucci
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Corrado Gaia, nato a San Clemente 64 anni, sposato co Carla Tenti e Padre di due figli è un vecchio innamorato della politica. Sportivo di lungo corso ama il calcio e il ciclismo che pratica ancora attivamente. Suona il basso in gruppo con altri appassionati e adora la politica. Comunista, si è sempre impegnato direttamente e dopo anni di maggioranze oggi è un rappresentante di “Noi Per san Clemente” una delle tante minoranze in Consiglio Comunale a San Clemente. Dice Gaia “ La nostra è una lista davvero Civica con forti connotati di un’ampia sinistra che va da Rifondazione ai Repubblicani con l’aggiunta di indipendenti con una forte vocazione verso la sinistra”! Chiediamo a Gaia come sia cambiato il suo impegno col nuovo ruolo nell’ ultimo anno “ Diventando consigliere di minoranza, dopo dieci anni da assessore, l’impegno è calato di molto. Posso dire di avere assicurato in questi anni una presenza costante in Comune ed essere diventato un riferimento per molti cittadini. Oggi da consigliere, presento a nome del gruppo proposte che spesso non vengono nemmeno prese in considerazione. Ma noi continueremo a farlo perché questo è il nostro impegno preso con la gente che ci ha votato!” Come sono i rapporti con la maggioranza? “ Come gruppo abbiamo con la maggioranza rapporti sereni anche se vediamo spesso le cose da punti di vista diversi. Perso-
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Il vecchio comunista Corrado Gaia: dalla maggioranza all'opposizione. Appassionato di sport e musica
“Un innamorato della politica” Oggi da consigliere, presento a nome del gruppo, proposte che spesso non vengono nemmeno prese in considerazione. Ma noi continueremo a farlo perché questo è il nostro impegno preso con la gen
Corrado Gaia
LA POLITICA
di Claudio Casadei nalmente ho con ognuno dei membri della maggioranza un rapporto di assoluto rispetto!” E come sono i rapporti con le altre minoranze? “ Direi complessivamente buoni. Con il Movimento Cinque Stelle abbiamo ottimi rapporti. Siamo stati in sintonia per numerose proposte e mozioni e ne abbiamo condiviso spesso le amarezze dei risultati. Per la lista Civica San Clemente invece possiamo dire di avere un grande rispetto, ma ci rendiamo conto di essere politicamente tanto distanti da non vedere possibilità di punti d’incontro politico”. Ci sono scelte di questa amministrazione che
non condividete? “ Pensiamo che siano state fatte scelte sbagliate soprattutto sul riordino interno della struttura comunale. Dieci anni fa, dopo attente valutazioni, erano state fatte scelte ben precise sull’argomento. Ora sono davvero stupefacenti e incomprensibili queste marce indietro in considerazione che l’attuale sindaco aveva ampiamente condiviso le scelte della giunta di allora della quale faceva parte.
Anzi buona parte dell’attuale giunta ha ribaltato le proprie scelte, misteri della politica!” Ci sono invece iniziative di questa amministrazione che condividete? “ Forse un anno di amministrazione è troppo poco per dare giudizi, anche se in questo anno di progetti importanti non se ne sono davvero visti. Per adesso la nostra è una valutazione insufficiente, ma saremo felici di cambiare opinione.” Come funziona
il vostro gruppo, come tenete i contatti col vostro elettorato? “ Vorrei ricordare che il nostro gruppo è nato alla fine della campagna elettorale e con scarsissimi mezzi. Solo cittadini che hanno scelto un idea diversa della politica che vorremmo vicina alla gente e fatta dalla gente. Cerchiamo di fare del nostro meglio e stiamo studiando iniziative che dovrebbero coinvolgere i nostri concittadini nel prossimo autunno. C’è bisogno della mano di tutti, soprattutto di chi ha avuto fiducia in noi e non conosciamo. Cerchiamo e proponiamo onestà e sincerità e voglia di lavorare per il nostro paese”. Cogeneratore , qual è il vostro pensiero? “ La cogenerazione, se ben studiata e sfruttata è sicuramente una grande risorsa e può fare risparmiare soldi alle utenze e agli enti pubblici. Ma bisogna che sia ben progettata per la realtà in cui viene realizzata e può portare risparmi solo se sfruttata al massimo. La mia impressione al momento è che la società BERICA costruirà il cogeneratore ma non avendo la possibilità di sfruttarlo ade-
guatamente c’è il rischio reale di non vederlo mai in funzione”. Fusione dei Comuni, cosa ne pensa il vostro gruppo? “ L’obbiettivo della fusione dei comuni è per noi decisamente condivisibile, era nel nostro programma elettorale. La situazione locale però è piuttosto ingarbugliata. C’è il PD che vorrebbe partire velocemente con l’iter e, naturalmente altri che frenano. Ma anche nel PD stesso credo sia necessario fare chiarezza perché non tutti in quel partito hanno interesse a che la fusione si faccia. C’è bisogno davvero che da quelle parti si mettano d’accordo, nel frattempo temo non si farà nulla”. Una curiosità: perché Gaia e Rifondazione non sono entrati in questa giunta? “ La risposta è molto semplice: personalmente sono sempre stato per un rinnovamento, pronto a sacrificare la mia candidatura per un giovane, ma quando siamo stati contattati per gli incontri da cui avrebbe dovuto nascere la nuova coalizione ci siamo trovati di fronte a cose fatte. Nessun rinnovamento, condizioni stabilite e l’invito a prendere o lasciare. Non poteva accettare gente che alla quinta legislatura si imponeva pretendendo nessuna discussione e siccome non siamo legati alle poltrone abbiamo lasciato tranquillamente cercando di essere comunque un riferimento per gli elettori della nostra area. E nessuno può nascondere che in fondo il nostro è stato comunque un successo elettorale”!
SAN CLEMENTE - STORIE DI BAR
- Gentile direttore, sono un cittadino, un elettore indignato. Uno dei tanti, destra e sinistra ormai non c’entrano più, la malattia degenerativa dei nostri politici è diventata virale e sia che si tratti di piccolo cabotaggio o di grande (grande?) politica i sintomi e i conseguenti comportamenti sono gli stessi. La malattia ha fasi ben distinte. La prima: quella del sorriso. Si manifesta durante la campagna elettorale, tutti i politici ne sono afflitti e ci deliziano di raffiche di promesse e sorrisi a centosei denti, poi vagonate di disponibilità a risolvere tutti i problemi fino alla pace nel mondo realizzando così i desideri delle tante Miss Italia succedutesi negli ultimi anni. La seconda è quella dell’individuazione del nemico. L’avversario è solitamente brutto e cattivo ed è il vecchio da superare o da rottamare. La malattia porta il politico a dimostrare come il mondo voluto dall’ultimo elettore sia brutto, ma che il suo salvifico in-
La rivoluzione dello spritz di un elettore indignato tervento porterà finalmente a cambiare le cose ed a migliorare l’impossibile, dalle porte che cigolano alla banda extralarga. La terza è quella dell’informazione e della coerenza: non troverete un solo politico, dal consigliere di Monte Sgrippone al primo ministro italiano che non vi garantirà che quello che dice sarà quello che farà e ve lo dimostrerà informandovi costantemente con ogni mezzo possibile. Poi, questi signori, posano le terga sugli agognati scranni e cambiano le carte in tavola: è la terza fase , quella del “dovere istituzionale” o “opposizione intelligente” che l’elettore vive solo come quella del tradimento. La vive così il mio amico vecchio arnese di una sinistra Robinhooddesca che ha sostenuto Matteo Renzi alle primarie
e adesso si ritrova un chiacchierone confusionario che continua a dire una cosa ed a farne una diversa. Un uomo che ha parlato a sinistra ed ha poi tolto ai lavoratori l’estremo mezzo di difesa di fronte a ingiustizie palesi, ha precarizzato il precarizzabile nel mondo del lavoro e fa riforme, siano elettorali o della scuola, che pongono sempre il potere nelle mani di uno solo; che pretende di limitare la libertà di stampa perché i politici hanno i loro diritti e li salva anche se condannati in barba ad ogni diritto dei semplici cittadini; che non chiede scusa che si contraddice che blatera e non risolve e svende giustizia e coerenza sull’altare del suo potere personale ingiustificato e mai conferitogli veramente dal popolo.
Il mio amico di sinistra dice che è stupefatto di tanto berlusconismo in un uomo diventato segretario del Pd ma soprattutto è sconvolto della cecità di una base che con Berlusconi al potere per le stesse decisioni avrebbe riempito piazze, invaso strade e bloccato treni. Io invece sono orgogliosamente di destra: si un po’ fascista, se permette. Alle ultime elezioni ho votato un signore che nel mio comune avrebbe mandato a casa comunisti e sinistrorsi che governano il mio comune da trent’anni. Era l’uomo che aspettavo: basta bandiera rossa o rossosbiadito sul balcone del mio municipio: l’uomo d’ordine era finalmente arrivato e avrebbe fatto tutto il possibile per mandare a casa gli inconcludenti burocrati di sinistra. Lo
aiuto nell’opera e naturalmente perdiamo le elezioni, ma (pensavo) il seme è nel solco e una fiera opposizione ci avrebbe reso più forti alla tornata elettorale successiva. Invece l’uomo della provvidenza si sgonfia subito, per motivi a me ignoti (o forse no) inciucia adducendo scuse mediocri con la sinistra nemica. Tradito anche io e dalla destra intelligente e non violenta, quella dei “doveri istituzionali” che tu eleggi e poi senza vergogna alcuna ti tradisce spudoratamente. Io e il mio amico ci vediamo al bar la sera per uno spritz e parliamo di politica nobile, discutiamo di principi, di divergenze e di come vorremmo il paese che viviamo, sia l’Italia che il nostro comune. Stiamo studiando come man-
darli a lavorare da destra e da sinistra, ci siamo chiesti se siamo populisti noi perché se chiedi coerenza a 'sti signori il loro grido è “populisti, populisti, populisti” ed entrambi abbiamo convenuto che esserlo non è poi così male: ci piace questa politica nella sua versione originale. Poi l’hanno rovinata i politici e adesso ha un’accezione negativa, proprio come per “politica” che è a sua volta diventata uno schifo, ma solo per il popolo elettore, quello che non conta nulla e a cui si chiede il voto e si regala l’oblio. Per questo la prossima volta io e il mio amico di sinistra non ci andiamo a votare. Vediamo se troviamo il tempo di studiare una rivoluzione popolare che ricordi a 'sta gente che un po’ di serietà non fa male e salva la vita. La rivoluzione dello Spritz, che male che vada non riempirà piazze, ma avremo bevuto assieme e chiacchierato un po’ su futuri migliori. Incazzato destrorso
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
SAN CLEMENTE - ALLEGRO MA NON TROPPO
Bandiere invertite - San Clemente, balcone del palazzo comunale in piazza Mazzini, una delle più belle della provincia. Al centro il tricolore e va benissimo. Alla sua destra c'è il vessillo comunale. A sinistra, i colori dell'Unione europea. Quest'ultima è nel posto sbagliato. La regola vuole che quando sono issate le tre; alla destra della bandiera italiana ci deve essere l'europea. A sinistra va sempre la bandiera dell'istituzione: comune, scuola, ecc. E' un piccolo particolare ma le istituzioni, a differenza di una famiglia, non dovrebbe invertire i simboli alla bellezza del vento.
- Spettabile Piazza, L’occasione, visto anche il “composto” ed apprezzabile articolo su “Note di Vino” del mese scorso, per osservare talune incongruenze in merito alla manifestazione. Lo faccio anche in qualità di frequentatore di varie feste e manifestazioni in vari luoghi delle Marche e della Romagna e sinceramente trovo che l’appaltare tale iniziativa
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
scorsa, vorrei ribadire/ suggerire alcune cose al fine di qualificare ulteriormente la manifestazione: aUna serata, obbligatoriamente, dedicarla ai vini Riminesi e/o Romagnoli. bReciprocità nella promozione vinicola e gastronomica con le regioni partecipanti nel contesto di manifestazioni similari, altrimenti non vi è alcun nesso nel promuovere i prodotti altrui.
Note di Vino, suggerimenti per migliorarla SAN CLEMENTE - LA LETTERA
è di una unicità inverosimile del tutto Sanclementese. Infatti, in tutti i luoghi le feste/sagre e/o manifestazioni le organizzano/gestiscono i Comuni, le Pro Loco, Associazioni del
territorio o contesto locale senza bandire appalti, soprattutto quando funzionano! Poi che qualcuno in Consiglio Comunale ( grandi conoscitori delle
realtà Sanclementesi!) abbia voluto arrivare a questo per scopi a me incomprensibili è una scelta che personalmente non condivido, così come le successive scelte dell’Amministrazione Comunale . Oltre al non successo dell’edizione appena tra-
cL’intrattenimento musicale dovrebbe essere “abbinato” alla Regione ospite della serata (che senso avrebbe suonare il “liscio” con ospite la Basilicata!!!) dPresentare vini e prodotti tipici della Regione con testimonian-
Riziero Santi
ze dirette dal territorio: personaggio, rappresentante cantina, produttore prodotti tipici. Questo per dare un valore ed una connotazione etico-formativa con usanze, costumi, tradizioni … e perché nò “il dialetto”. eNon sempre accade che i vini siano diversificati in una serata e sinceramente tutti rossi ( e simili) in una serata sono fuori luogo e molto discutibile. f -Perché non pensare di fare le serate al sabato visto l’ora tarda che si và a terminare, soprattutto in considerazione che il giorno seguente (ora) è lunedì! Vado a concludere questa mia con l’auspicio che possano essere presi in considerazione i suggerimenti di cui sopra e a coloro che hanno dato spassionatamente il loro apporto nei trascorsi anni di poter riproporsi al pubblico Sanclementese, di tutto questo ne trarrebbe beneficio l’intera nostra comunità. Pierino Falcinelli
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Dopo le leggi razziali. I Rimini, Finzi, Vivanti. A farlo tutta la comunità: dal podestà fascista alla maestra - All’indomani dell’8 settembre 1943 e dopo la fucilazione di Galeazzo Ciano, che in qualche modo aveva reso meno drastiche le leggi razziali emanate dal Governo Mussolini nel 1938, sull’onda di quanto già avveniva in Germania con Adolf Hitler, in tutta Italia si registrò un “salto di qualità”, nel senso che i fascisti si allinearono perfettamente con i nazisti nel raggiungimento dello sterminio ebraico e della politica razzista. Recentissimi studi hanno messo in luce che anche la Chiesa Cattolica, nonostante l’accondiscendenza e talvolta la complicità accordate alla persecuzione, proprio in quell’anno emanò una lettera ai vescovi a firma dello stesso Pio XII, con la quale i conventi religiosi (maschili e femminili) venivano invitati a dare ospitalità e nascondiglio agli Ebrei. In questo drammatico contesto si svolse l’avventura di alcune famiglie ferraresi (Rimini, Finzi, Vivanti ed un’altra di cui non si riuscì a conoscere il nome poichè una notte scomparve improvvisamente) che, fuggite verso sud, da Cattolica vennero accompagnate a Mondaino dal coraggioso e generoso Guido Morganti (nativo di Mondaino ma, in qualità di sarto, residente a Cattolica e già proclamato “Giusto nel Mondo”). Qui ri-
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Mondaino, il paese salvò tre famiglie di ebrei Cesare Rimini, sarà un famoso avvocato milanese
LA STORIA
di Angelo Chiaretti masero fino alla primavera del 1945, vivendo un’esistenza “normale” poichè protetti dall’intera comunità: i bambini poterono andare a scuola, studiare e giocare con tutti gli altri all’aria aperta, gli adulti partecipare alla vita pubblica e addirittura essere arruolati come lavoratori nella Todt, che lungo il Fiume Foglia, a cavallo fra Romagna e Marche, costruiva la Linea Gotica nella speranza di fermare l’avanzata alleata. Gli stessi gerarchi mondainesi, che sapevano ogni cosa, seppero astenersi dalla persecuzione. Dunque, le quattro famiglie dapprima vennero nascoste nel locale Convento delle Clarisse, grazie alla ferma azione di Suor Ines Morganti (cugina di Guido
Morganti) appartenente alle Maestre Pie dell’Addolorata, e poi riuscirono a disporre di edifici autonomi e privati, pur se abbastanza fatiscenti, e ad avviare qualche piccolo commercio di bottoni e stoffe. Sulla loro vicenda mondainese sono stati pubblicati due importanti libri: a) Cesare Rimini, “Per una carta in piu’”, Mondadori, Milano, 1997;
CULTURA
b) Cesare Moisè Finzi (in collaborazione con Manlio Finzi) “Qualcuno si è salvato, ma niente è stato più come prima”, Il Ponte Vecchio, Cesena, 2006. Tuttavia, in paese circolano ancora oggi, e soprattutto in questi “Giorni della memoria”, numerosi aneddoti non pubblicati che confermano la simpatia e la solidarietà, vorrei dire l’impegno civile ed umano dimostrati dai cittadini di Mondaino in quei tristissimi giorni. Non dimentichiamo che la guerra imperversava e che l’attacco alla Linea Gotica (31 agosto 1944) portò in paese numerosissimi ufficiali e soldati tedeschi (lo stesso Kesserling fece visita ai luoghi dello scontro bellico), la fame, le bombe e la morte mettevano a dura prova la tentazione di accedere al premio in denaro riservato a chi sporgeva denuncia. Il resto lo faceva la propaganda fascista e nazista
con campagne di stampa e trasmissioni radiofoniche sempre più incalzanti. A conferma di quanto sopra, mi piace riportare due brevi vicende: a) “IL VINO E’ PER IL NONNO E IL BABBO CHE SONO EBREI”. Ogni tanto un bambinetto (Cesare Rimini e Manlio e Cesare Finzi dovevano darsi il cambio) si recava nella “Trattoria con alloggio Stella d’oro”, gestita dai miei nonni (Angelo Chiaretti e Marcellina Fiorani), per acquistare del vino rosso portando furtivamente sottobraccio una bottiglia. La cosa era pur strana, anche se ognuno sapeva, ma per tranquillizzare il fanciullo ogni tanto il nonno Angelo si lasciava andare a qualche battuta, soprattutto in merito al fatto che “i bambini non possono bere il vino !”. Così, nella sua ingenuità ed innocenza, egli rispondeva candidamente: “Non è per me, ma per il nonno e il babbo che sono Ebrei!”. E tutti si mettevano a ridere. Vorrei dire, anche, che la “Stella d’oro” era anche soprannominata “Stella rossa” (a an-
che “Kremlino”), poichè i miei familiari erano conosciuti per le loro chiare posizioni socialiste e comuniste, dunque le famiglie Finzi e Rimini, forse, si fidavano maggiormente di loro che non dei gestori degli altri locali pubblici del paese, proprio per essere degli oppositori al regime nazi-fascista. b) “ERANO STUDENTI BRAVI ED ATTENTI”. (A narrare è la voce di Atos Lazzari, al tempo Maestro Elementare e poi docente di Scuola Media, scomparso qualche anno fa e mio carissimo amico): i due Cesare, Manlio e gli altri erano ben inseriti nella Classe ed avevano fatto amicizia facilmente con maschi e femminucce. La cosa fu facilitata anche dal fatto che erano molto bravi ed attenti, prestandosi spesso a dare una mano ai compagni bisognosi.Ho conservato fino ad oggi i quaderni con i loro compiti, dove si possono vedere gli ottimi risultati di cui erano capaci: la materia che preferivano era la Storia e quando prendevano la parola dimostravano di aver compreso pienamente i meccanismi che la regolano. Un giorno capitò anche di parlare di Hitler e Mussolini, ma, interrogati a proposito, sepper spostare elegantemente e sapientemente l’argomento, paragonandolo alla cattività in Egitto e all’Esodo del popolo d’Israele!!!
Mondaino
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
- Molti si chiedono se la Chiesa San Biagio di Saludecio, che conserva il sacro corpo di Sant’Amato Ronconi, sia Santuario. Per fugare qualsiasi dubbio trascrivo di seguito il decreto di Monsignor Vincenzo Scozzoli che forse gli anziani come me ricordano di aver visto passare sulle nostre strade in una delle rare automobili seminascosto dalle tendine rosse con nappe dorate. La creazione a Santuario viene decretata a coronamento del settimo centenario della nascita del Santo, ritardato di quattro anni per gli imponenti restauri della chiesa. Decreto: “Vincenzo Scozzoli per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo di Rimini. A tutti è noto che il Beato Amato, gloria di Saludecio, paese della diocesi di Rimini fu uomo di grande santità, già decorato dei celesti onori da Papa Pio VI. Il suo corpo ancora conservasi incorrotto ed ad esso, come a perenne sorgente di grazie, vanno pellegrinando, a folte schiere non solo i fedeli del luogo e dei vicini paesi ma anche di terre lontane. Noi, con tutte le forze, ci studiamo di promuovere sempre più il culto verso il beato. Con il presente decreto, di nostra autorità ordinaria, decoriamo e vogliamo giuridicamente insignita del titolo di Santuario, la Chiesa parrocchiale di San Biagio di Saludecio, nella nostra diocesi con l’annessa cappella dove con somma pietà si venera il corpo del Beato Amato Ronconi”. Dato a Rimini dalla Curia Vescovile, addì 30 maggio 1930. Vincenzo Scozzoli, vescovo – can. Amato Magi, cancelliere vescovile. Poche volte troviamo nei documenti il titolo di Santuario per la Chiesa di San Biagio di Saludecio perché, mentre la Cella di Bonora di Montefiore e Trebbio di Montegridolfo (divenuta parrocchia solamente nell’ultima parte del secolo scorso), non avevano cura d’anime, la Chiesa di Saludecio, essendo antichissima pieve, fu sempre parrocchia arcipretale e quindi continuò a fregiarsi di questo titolo. Solamente nei documenti riguardanti Sant’Amato alcuni
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La sua creazione, 30 maggio 1930, viene decretata a coronamento del settimo centenario della nascita del Santo, ritardato di quattro anni per gli imponenti restauri della chiesa
La chiesa di sant'Amato è santuario? “Nell’Anno Santo 2000, quando il nostro santuario non usufruì dell’indulgenza giubilare, a molti affiorò il dubbio di un declassamento. Io mi preoccupai moltissimo” UOMO E NATURA
di Luigi Calesini parroci aggiunsero anche il titolo di Santuario. Nell’Anno Santo 2000, quando il nostro santuario non usufruì dell’indulgenza giubilare, a molti affiorò il dubbio di un declassamento. Io mi preoccupai moltissimo. Ricordavo ancora che du-
Saludecio. La chiesa-santuario di San Biagio. L'urna con il santo rante l’ultima guerra mondiale, mentre tutte le Chiese erano state spogliate dalle loro campane per trasformare il bronzo in cannoni, il Santuario di Sant’Amato potè conservare le sue quattro campane proprio perché beneficiava di questo titolo. Con questi ricordi e con la copia del decreto di mons. Vin-
cenzo Scozzoli mi recai dall’allora Vescovo di Rimini monsignor Mariano De Nicolò e chiesi perché e quando era stato tolto il titolo di Santuario alla Chiesa di San Biagio di Saludecio. Anche il Vescovo rimase sconcertato da quanto si diceva e mi assicurò che nulla era stato
LA LETTERA - SALUDECIO
“Noi siamo solo un gruppo d'acquisto” - “Nel mezzo della difficoltà si cela l’opportunità” (Albert Einstein). Nella lingua cinese la parola crisi è composta da due ideogrammi: “problema” (wei) e “opportunità” (jì). In greco antico la parola crisi deriva dal verbo krino che significa scegliere, decidere. Due culture lontane convergono nel suggerirci di scegliere fra le opportunità che la crisi ci offre. Ci invitano a cercare, studiare e approfondire metodi tradizionali o innovativi per uscire dalla crisi, per passare cioè da una condizione difficile ad una più sostenibile o, ancora meglio, soddisfacente. E dopo aver cercato, studiato, ponderato bisogna decidere e agire, perché “se fai ciò che hai sempre fatto
otterrai ciò che hai sempre ottenuto” (Anthony Robbins). Noi abbiamo deciso di dare una svolta alle abitudini consolidate e abbiamo aperto la nostra mente a possibilità diverse di guadagno, abbiamo scelto di agire organizzandoci, con spirito etico e solidale, in un gruppo di acquisto che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni economiche nostre e delle persone che ci stano intorno, grazie alla realizzazione di un’entrata passiva. Poche regole, chiare ma ferme, stanno alla base dell’organizzazione e del perfetto funzionamento del nostro gruppo, un gruppo che è ormai una grande famiglia. Capiamo anche che quando si parla di rendite passive, di fonti
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
alternative di guadagno, si possono sfiorare problematiche del tipo catene di Sant’Antonio, schemi Ponzi eccetera, cose di cui vogliamo parlare, proprio per evitare che qualcuno possa caderci e per spiegare come e perché la nostra scelta sia lontana da tutto ciò. Abbiamo scoperto una bella opportunità che sta dando tante soddisfazioni a livello economico e personale, perché ci permette anche di dare una mano a chi ne ha veramente bisogno e ve la vogliamo illustrare. Per noi sarà un piacere e per voi un’occasione che vi sorprenderà nella sua semplicità e genialità Il Gruppo d’Acquisto
modificato e il titolo di Santuario era ancora in vigore e per nessun motivo si voleva togliere quando era stato stabilito dal suo predecessore. Siccome negli ultimi mesi è affiorato ancora questo dubbio, mi sono chiesto perché mons. Vincenzo Scozzoli vescovo di Rimini per ben 43 anni (dal 1901 al 1944) e che era a tutti noto per la sua competenza e preparazione, abbia potuto emettere un decreto che non era di sua pertinenza. Per essere più preciso ho consultato la parte del Diritto Canonico riguardante i Santuari e mi permetto di sottoporla all’attenzione dei lettori. Can. 1230 – Col nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli per un peculiare motivo di pietà, si recano in pellegrinaggio con l’approvazione del Vescovo del luogo. Can. 1231 – Un santuario perché possa dirsi nazionale deve avere l’approvazione della Conferenza Episopale; perché possa dirsi internazionale, della Santa Sede; diocesano nominato dal Vescovo del luogo. Can. 1233 – Ai santuari si potranno concedere taluni privilegi ogni qualvolta sembra che lo suggeriscano le circostanze dei luoghi, la frequenza dei pellegrini e soprattutto il bene dei fedeli.
(Nel 1879 Papa Leone XIII ha concesso l’indulgenza plenaria a chi visita la cappella di Sant’Amato nei giorni a lui dedicati). Can. 1234 – Nei santuari si offrono ai fedeli con maggior abbondanza i mezzi della salvezza, annunziando con diligenza la parola di Dio, incrementando opportunamente la vita liturgica soprattutto con la celebrazione dell’Eucarestia e della penitenza, come pure coltivando le sane forme della pietà popolare. Le testimonianze votive dell’arte e della pietà popolari siano conservate in modo visibile e custodite con sicurezza nei santuari o in luoghi adiacenti (a Saludecio esiste il Museo del Beato Amato dove si conservano gli oggetti riguardanti il culto e la devozione al Santo). Ho sotto gli occhi il bel volume della collana – Santuari d’Italia riguardante la Romagna (De Luca Editori d’Arte) dove si parla diffusamente anche del santuario di Saludecio Beato Amato (S. Biagio) e si cita il decreto del vescovo Vincenzo Scozzoli. Certamente in occasione del Giubileo della Divina Misericordia indetto da Papa Francesco che ha recentemente proclamato Santo Amato Ronconi questo santuario non potrà essere escluso dai benefici spirituali ad esso connessi. Benefici ampiamente illustrati nella relazione del Prefetto della congregazione per il Clero tenuta a Pompei il 19 novembre 1998 nell’imminenza del Giubileo del 2000. Spero pertanto che i dubbi sul nostro santuario siano solamente giudizi dati da persone inesperte e disinformate, se non fosse così, sarebbe molto grave questa guerra che si fa a Sant’Amato che è sempre stato uomo di pace e fedele servo della Chiesa.
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
MONTESCUDO - TRADIZIONE
Grande Sagra della Patata
A Valliano 15 agosto. Santuario incontaminato, autentico, genuino,
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Festa della Madonna con sagra Il santuario risale al 1200
RELIGIOSITA'
- La Sagra della Patata di Montescudo è uno degli eventi più autentici della provincia di Rimini. Appuntamento nel bel borgo di Montescudo, sabato 8 e domenica 9 agosto; è l'edizione numero la 43. Si celebra la “patata montescudese”, la tipicità per eccellenze della sua speciale terra. I ricchi menù, proposti dai vari stand gastronomici: gnocchi al ragù, baccalà con patate, piadina e ricette particolari come i dolci ed il gelato di patate. In concomitanza alla Sagra della Patata si tiene anche la Fiera Dei Prodotti Agricoli e Artigianali locali. Vi si può trovare, il vino locale “Monte dello Scudo”, un sangiovese superiore d.o.c, l’Olio delle colline riminesi, unico nella
nostra regione con l’etichetta “Arimolio”, prodotto dalla Cooperativa degli Olivicoltori dei Colli Riminesi, le terracotte, poi il mercatino degli artigiani con creazioni particolari ed interessanti. Montescudo - patata A Montescudo la patata si è diffusa grazie ad un terreno sabbioso e collinare, particolarmente idoneo alla coltivazione, ove la patata trova il suo habitat ideale, ha un ottimo sviluppo e le particolari caratteristiche del terreno rendono il prodotto eccellente. La Festa è organizzata dalla Pro Loco di Montescudo in stretta collaborazione con il Comune, con la collaborazione dell’Associazione Coldiretti e con il contributo della Provincia e Camera di Commercio.
- 15 agosto. Festa della Madonna: al mattino il programma è prettamente religioso con varie celebrazioni nella chiesa, nel pomeriggio, alle ore 15, una tradizionale e storica processione per le strade del paese alla quale vale veramente la pena parteciparvi. In concomitanza una ricca pesca di beneficenza e soprattutto stand gastronomici con i piatti della migliore tradizione e cucina di Valliano, dalle tagliatelle, agli strozzapreti, arrostite di carne, ottimi prosciutti e salami, pomodori e melanzane e peperoni gratinati, porchetta di maiale ed alte leccornie, sempre rigorosamente con la piadina preparata e cotto sotto gli occhi curiosi degli ospiti con i migliori vini locali (Sangiovese e Trebbiano) ed un olio veramente al top. Valliano merita una sosta per visitare il Santuario della Madonna del Soccorso, i cui lavori di restauro sono durati 15 anni. La prima chiesa è stata originariamente costruita nel 1200, a forma di piccola cappella, poi ampliata nel
1400 a forma di croce greca ed ulteriormente ampliata all’inizio del 1700 nell’attuale tipologia a croce latina. Imponente la torre campanaria ancora integra ed anch’essa consolidata con un accurato restauro scientifico. Valliano ha subito i bombardamenti della guerra del '44 trovantosi in piena linea gotica e nell’occasione la chiesa ha subito il crollo del tetto e di alcune strutture. Il tetto è stato ricostruito, dopo una sopraelevazione di circa un metro e mezzo di tutti muri perimetrali nell’immediato dopo-
guerra. All’interno si trovano interessanti affreschi del 1400-500, raro esempio in tutta la Provincia di Rimini, attribuiti alla scuola del Ghirlandaio. Sorprende la Madonna del Soccorso, una Madonna nera, costruita in legno (uno dei rari esemplari rimasti in Italia), e vestita con abiti confezionati dalle donne del luogo. Altra particolarità sono i capelli che sono costruititi da lunghe trecce di capelli veri donate dalle giovani ragazze del luogo affin-
ché la Madonna facesse loro il dono di trovare un bel giovanotto da sposare. Cultura e tradizioni popolari del luoghi che si sono tramandate fino ai giorni nostri. La devozione alla Madonna è ancora molto sentita ed elevata e molti sono i fedeli che per devozione vi giungono in pellegrinaggio a piedi e innumerevoli sono gli ex voto e le attestazioni di grazie ricevute attribuite alla Vergine. Di fianco alla chiesa, nell’ex canonica, appositamente recuperata e restaurata, è stato realizzato il “Museo Etnografico di Valliano” che raccoglie numerosi reperti della civiltà contadina del luogo, tutti raccolti nell’arco di 40 anni, dagli alunni della locale scuola media di Montescudo-Montecolombo, Il museo veramente interessante è suddiviso per sezioni e trovano spazio gli utensili per la tessitura, quelli del vasaio, quelli della macellazione del maiale, quelli dell’apicoltore, dell’uso quotidiano della casa e molti altri. Vale veramente la pena dedicargli almeno una intera giornata.
ANGOLO DELLA CASA COLONICA
E' pajèr ...Al ròbi cl'in gnè piò! di Lidiana Fabbri U i è stè e’ murtori, ma nissun u l’ha savù! Nissun l’e andè ma’ l’acumpagn gnènca al campèni, a gl’i ha sunè! Cunvinta ch’un fós vèrra a l sò andè a zirché tr’al carèri àntighi, so’ ta i pighi dal culèini tra i grép ta l ché?i vèci. Va’ po’so’per Mulazèn e Ciàrasul e po’gió per Musdàlet fina e’ Counca, ed énca pió in là a Sanzvan in Marignen, dù chi giva che di’ Sgnur di’ Malatesta l’èra e’ granèr. Enca tla Valmarèccia a gli è fnidi certi tradizioun ho vest tratur muderni chi’ zira tla campagna chi fà ogni raza ad lavur: i semna, i tàja e’ foin i dà e’ vlein, i’arcoj l’óvva, i bàt, i’èra la tèra: tnà mèza zurnèda i fà i lavur dnà miseda! La forca e e’ fer da s-ghé, tachedi so’ m’un ciod. Tla stala l’in è pió strachi, vachi e bù se giogh me’ e’ col. I parghé e i brùc i fà bela vésta in t’i cruser e in t’i zardèin. Chi sà se qualdun us arcorda chùm chu’s fà una rocia e un cuvoun! At l’èra, i pariva dal muntagni, se garbein o la burasca un muviva un fil ad paja. Al galèini al sfurgatèva a fè l’òv i burdèll sla schéla i fasiva al mòsi da la cima is maseva quand i l’aviva cumbinè gròsa! Avilida a’ so’artorna indrì dèntra al vegni tramèza e’ grèn po’ gió t’e lèt de’ fiom fina e’ mèr. Un gnè pió ne’un fàs ad spagnèra ne’ mócc ad paja tl’éra ne’ gamboun de’ furmantoun l’erba rasèda chum’è una tèvla da biglierd. A m so’ fàta una rasoun énca se an gni putiva créd in zir un gnè pió gnènca l’òmbra …d’un pàjer…
Il pagliaio. C’è stato un funerale, ma nessuno l’ha saputo! / Nessuno è andato alla cerimonia / anche le campane sono rimaste mute. Convinta che non fosse vero ho voluto verificare/ tra i sentieri di campagna sulle colline/ nei casolari tra scarpate fino alle montagne. Sono salita a Mulazzano e Cerasolo, poi giù a Ospedaletto/ oltre al fiume Conca / da San Giovanni in Marignano ove ai tempi dei Malatesta era il granaio. E a destra ho risalito tutta la l’alta Valmarecchia, certe tradizioni sono dimenticate, e anche qui ho visto motori agricoli supermoderni, in azione nella campagna, /svolgere ogni tipo di funzione: tagliare l’erba medica/ dare gli antiparassitari ai frutteti/ fare la raccolta dell’uva, trebbiare il grano, arare la terra; / in mezza giornata svolgono il lavoro che una volta richiedeva settimane. La forca e la falce fienaia, ora appesi a un chiodo./ Nella stalla non ci sono più vacche e buoi affaticati con il peso del giogo. / Chi sa se qualcuno si ricorda ancora come si fa una “ rocia” o un covone! Ora aratri e birocci ornano giardini e aiuole. Nell’aia sembravano montagne, con burrasche o” garbino” non volava via una paglia. / Le galline deponevano le uova fino quasi a nasconderle / i bambini salivano con la scala in cima quando combinavano marachelle! Desolata sono ritornata indietro nelle vigne / nei campi di grano nella pianura / giù nel letto del fiume fino al mare. Non si trova un fascio di erba medica sotto il sole/ né mucchi di paglia / né spuntoni di granoturco/ l’erba rasata nei campi come un tavolo da biliardo. Me ne sono fatta una ragione / i tempi sono cambiati non c’è più nelle aie, nemmeno l’ombra di un pagliaio…
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
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Le opposizioni contestano la giunta Mimma Spinelli. “Ragionieristico, senza welfare” PERSONE
“Un bilancio senz'anima” Il palazzo comunale
LA LETTERA
Pier Paolo Ugolini
Il teatro “Amici” a Croce di Montecolombo
Teatro Amici, un'estate con ‘S... Varietà made in Italy’ - “S… Varietà Made in Italy”, è una produzione che è stata rappresentata nei maggiori teatri italiani con Gino Bramieri con una tournée durata 2 anni nel '92-'93. Lo spettacolo è in cartellone per tutta l'estate nel bel Teatro Amici a Croce di Montecolombo. Scritto e diretto da Carlo Tedeschi, ripropone un viaggio nello spettacolo leggero. Scene tratte dalle più note commedie musicali italiane si affiancano alla migliore tradizione melodica della penisola, proponendo così un viaggio con brani senza tempo che hanno caratterizzato lo scenario teatrale italiano. Al contempo, il confronto è inevitabile con il musical di Broadway e lo “show style” americano. Lo spettacolo ebbe un eccezionale successo con il compianto Bramieri e torna ora sulle scene con balletti, scenette, canzoni, riproposti da giovani artisti, che rallegrano il pubblico per oltre 2 ore di puro divertimento. Lo spettacolo, che rientra nella rassegna “Giovani in Scena” , promossa dalla Fondazione Leo Amici in collaborazione con Associazione Dare, A.C.S.D Danza e Musical con il patrocinio del Comune di Monte Colombo e Unione della Valconca, ha debuttato il 20 giugno e sarà in scena ogni sabato alle ore 21.45, fino a settembre, al Teatro “L. Amici” del Lago di Monte Colombo di Rimini.
- Sindaco e Giunta sempre più fuori dalla realtà corianese. Il bilancio è tutto ragionieristico il sindaco Spinelli e l’ assessore Fabbri hanno scelto di fare un bilancio esclusivamente tecnico perché non sono in grado di fare scelte politiche di sviluppo e investimenti che si potrebbero attivare pur tenendo in equilibrio il bilancio. Non ci sono chiari obiettivi da raggiungere mancano le idee ma soprattutto è un bilancio in cui i servizi alla persona e le politiche di welfare (diritti sociali, politiche sociali, famiglie, giovani, anziani) che rappresentano il tessuto sociale di un comune, vengono penalizzate con una previsione di spesa di solo 717.000 euro a fronte di una spesa corrente totale di circa 10 milioni di euro (solo il 7%). Noi consiglieri di minoranza abbiamo bocciato questo bilancio perché è stato costruito con numeri e cifre senza ascoltare i veri bisogni dei cittadini e le loro richieste di aiuto. Questa amministrazione non è capace e non vuole costruire un welfare di comunità, lavo-
rando per i cittadini più svantaggiati, cercando di ottimizzare quella spesa sociale che secondo noi dovrebbe rappresentare la spina dorsale del bilancio di un Comune. Infatti la misera risorsa messa a bilancio non permette di dare risposte puntuali e adeguate ad una continua e crescente domanda di sostegno da parte dei cittadini corianesi. Un bilancio che abbiamo bocciato perché questa amministrazione continua ancora dopo tre anni, con la stessa drastica politica di rigore e di austerity della commissaria Rizzo: taglio dei servizi e incremento delle entrate tributarie (tasse), mantenendo una elevata pressio-
ne fiscale. Mentre noi chiediamo da tre anni il ripristino dei servizi: servizio relazioni con il pubblico (URP), riapertura asili nido, trasporto anziani e disabili, riapertura casa anziani, rilancio spazio giovani, luoghi per la cultura, ampliamento cimiteri. Non è stata accolta ancora una volta la nostra proposta di abolire l’ addizionale comunale IRPEF per i redditi fino a 15.000 euro, per quelle famiglie con maggiori difficoltà economiche. In questa politica di rigore hanno introdotto anche l’ IMU agricola, che non aiuta certamente le aziende agricole locali. Il Sindaco e la sua giunta con una pressione fiscale al massimo e servizi pressoché as-
senti, hanno però pensato bene di rideterminare e innalzare le spese di rappresentanza fino a euro 24.000, a discapito della spesa per le politiche culturali. Purtroppo continua ancora dopo tre anni la cura della commissaria Rizzo di un bilancio di lacrime e sangue per i corianesi, nonostante le solite e note sparate del sindaco Spinelli. Noi non faremo mai mancare, attraverso il nostro lavoro di consiglieri di opposizione una forte attività di controllo, di informazione e di denuncia, affinché tutti i cittadini corianesi non si sentano soli in balia di questi amministratori che dimostrano sempre di più la loro incapacità di assumere responsabilità politiche e istituzionali di governo, gestendo solo l’ordinaria amministrazione come in un condominio.
I consiglieri di minoranza di Coriano: Fabia Tordi, Cristian Paolucci, Alfredo Fabbro