Maggio 2016 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 20 N.5 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 18

RIMINI - 14

IL PUNTO DI VISTA

Giù le mani dal magistrato Morosini di Enzo Cecchini - Parliamo della NON intervista a Piergiorgio Morosini, poi pubblicata con risalto sulla prima pagina dal Il Foglio. Un colloquio informale trasformato con forzature strumentali in una intervista provocatoria. Insomma un'imboscata per ordire una montatura. La giornalista è venuta a meno ad una deontologia professionale e al rispetto della persona, ancora peggio se questa ricopre incarichi istituzionali delicati. Morosini aveva ribadito che quella non era una intervista e che non voleva rilasciare dichiarazioni pubbliche. Pertanto non era da pubblicare. Punto! Morosini è tornato sul fatto, rinforzando la smentita diffusa appena uscito l'articolo. Che “non riguarda solo il titolo della presunta intervista, ma i contenuti del colloquio informale”. In particola-

A pagina 14

www.lapiazzarimini.it

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Montanari: crea gruppo consiliare “Noi per la Romagna”

Rimini, otto candidati in lizza per il sindaco

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

Elezioni, quattro candidati in odore di ballottaggio. Chi sarà il trombato?

MAGGIO 2016

Unione Valconca, 20 anni di parole, parole, parole MORCIANO - 49

CATTOLICA - 33

Turismo, c'erano una volta gli stranieri Crollati al 22 per cento delle presenze. Per riportarli: promozione, collegamenti, destinazioni attraenti e strutture belle

In questa casa nacque Sebastiano Sanchini, precettore di Leopardi

di Francesco Toti - Angelo Serra, presidente degli albergatori a Gabicce Mare, va in Alsazia a trovare un amico-cliente francese. Per puro caso, gli presenta il proprietario di un tour operator. Quest'anno avrà tre gruppi di francesi amanti dell'entroterra (senza dimenticare qualche passeggiata in spiaggia): uno in maggio, uno in giugno, l'ulPagine 2-3-5-7-9-11

MONDAINO - CULTURA

LA GRANDE INFORMAZIONE IN ITALIA DAL BERLUSCONISMO AL RENZISMO

Mondaino, capitale del latino Cecco - Wainer Vaccari - 2016

MISANO ADRIATICO

Breve massima di saggezza

FOCUS

Condomini

Consigliere, responsabilità Leasing immobiliare Pagina 25

VALCONCA

ECONOMIA

Antonio Semprini Cinque anni fa moriva il sindaco galantuomo

Giacomo Morri Mattone, dalla speculazione si esce con progetti bene impostati

A pagina 57

Non esistono testimoni tanto terribili o accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell'animo di ciascuno

Polibio

San Clemente Strade, assurdi divieti Bulega, un fulmine San Giovanni Tasini: “Vogliamo aiutare tutti” Coriano Dipendenti, la Spinelli chiede soldi Montefiore Addio Laura, in cielo troppo presto Montegridolfo Bocce, bel campionato Saludecio Sant'Amato, un mese di incontri


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INCHIESTA

Maggio 2016

Nel 2015 crollati del 10 per cento. Il calo parla russo causa la svalutazione del rublo e materie prime 2015- MOVIMENTO CLIENTI NEGLI ESERCIZI RICETTIVI DELLA PROVINCIA DI RIMINI (Periodo gennaio - dicembre 2015. Valori assoluti e variazione percentuale sull'anno 2013 - Fonte: Camera di Commercio di Rimini) ARRIVI ITALIANI

VAR. %

ARRIVI ESTERI

VAR. %

ARRIVI TOTALI

VAR. %

PRESENZE ITALIANE

VAR. %

PRESENZE ESTERE

BELLARIA IGEA MARINA

305.498

7,6

69.316

-7,6

374.814

4,5

1.702.421

5,1

447.248

0,5

2.149.669

4,1

CATTOLICA MISANO ADRIATICO

282.586

7,2

-4,9

329.265

-4,5 -5,2

775.373

103.908 413.652

-1,1 -13,4

142.738 798.710

297.317 136.828

4

-0,8

1.539.426 638.545

1.836.743

6,7 4,1 8,8

5,3 5,4 7,7

5,8

119.642

23.096 17.054

590.440

17,4

5.308

3,7

1.633.142 26.632

2,2 14,4

-5,2 -15,1

10,9 8,6

8.567 670.526

9,9

41.538

-9,7

3.346.893

10,7 4,3

3.487.729 6.916.643 65.570 91.147

-0,4 5,1

RICCIONE RIMINI VALCONCA VALMARECCHIA TOTALE

694.802 1.219.490 21.324 32.971 2.676.313

0,7 7,5 5,9

2.897.289 4.936.465 45.987 59.048 11.819.181

6,1

1.980.178 19.583

10

32.099

5,9

3.503.693

VAR. PRESENZE VAR. TOTALI % %

1,5 -0,7 -10,3

15.322.874

-1,1 4,7 6 1,7

Turismo, c'erano una volta gli stranieri L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina

timo dal 17 al 24 settembre. La cosa strabiliante è: come è nato il contatto. Ma ancora di più quello che hanno detto di queste terre: “Pensavamo che Rimini fosse piatta. Invece, abbiamo trovato colline bellissime forse più attraenti di quelle toscane”. Serra ha fatto da par suo. Li ha sempre accompagnanti nelle uscite per mète d'arte. Partivano il mattino alle 8 e tornavano alle 6 del pomeriggio. I pasti fuori erano percorsi culturali sulle nostre eccellenze eno-gastronomiche. Serra Il presidente gabiccese, nel suo carnet una lunga gavetta all'estero, più lingue e passione per il lavoro, ha la sua ricetta per andare a riprendere gli stranieri. Una ricetta che sa di antico, ma perché non riproporla? Argomenta: “Ci siamo seduti sul benessere. Una volta li andavamo a trovare a casa loro. Davamo loro buoni pullman, buoni benzina, buoni autostradali. Invece, oggi sono scomparsi gli incentivi e abbiamo smesso di investire sul-

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 12 maggio

Albergi in vendita

“Il tema forte per riportare gli stranieri è la logistica ed i mezzi di trasporto”

30%

Patrizia Rinaldis, presidente a Rimini

Angelo Serra, presidente a Gabicce Mare

“Non possiamo vendere un 4 stelle a 23 euro a notte con colazione. La sfida è qualità e servizi”

“Bisogna tornare a fare comunicazione come la fecevamo un tempo; magari con buoni sconto”

le strutture. Il nostro problema fondamentale è riprendere a fare promozione e rinnovare gli alberghi. I soldi della tassa di soggiorno andrebbero spesi per la comunicazione e non per chiudere le buche che pure andrebbero chiuse”. Quello degli stranieri è uno dei temi per cercare di rilanciare il turismo nostrano ed italia-

Alberto Monetti, presidente a Cattolica

no. Tutti convengono che ci vuole un progetto di promozione e sul lungo periodo. Ma poi quando è ora di concretizzare il pensiero tutto si arena. L'esempio forte è l'Enit (Ente nazionale per il turismo) nelle secche da decenni. Rinaldis

“Abbiamo tutto - dice Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori di Rimini, una signora che va a vedere che cosa fanno gli impiegati della sua associazione - la storia, la cultura, la bellezza e sono convinta che se lo comunichiamo al mondo qualcosa si va a muovere. Ma lo dobbiamo fare con

CURIOSITA' NUMERI

Doppiati dalla Francia - Il turismo vale il 12 per cento del Pil (Prodotto interno lordo); pari a 180 miliardi di euro (ma i numeri sono ballerini). Dato Unesco, l'Italia è al primo posto al mondo come patrimonio artistico; si parla del 60% del totale, ma è soltanto la quinta mèta mondiale (secondo posto nei primi anni '70). Ecco la speciale classifica delle destinazioni degli arrivi. 1. Francia (79,5 milioni) 2. Usa (62,3) 3. Cina (57,6) 4. Spagna (56,7) 5. ITALIA (46,1) 6. Turchia (29,3) 7. Gran Bretagna (29,2) 8. Germania (28,4) 9. Malesia (24,7) 10. Messico (23,4)

Treno: Monaco-Rimini - Meglio tardi che mai; c'era bisogno di aspettare decenni per il collegamento diretto con la capitale della Baviera? Ma è meglio vedere il bicchiere mezzo pieno quando il latte è stato versato è inutile piagnucolare. Dal prossimo 17 giugno, fino a settembre, ci sarà un treno diretto tra Monaco e Rimini. La tratta la farà l'azienda di stato tedesca (la Bundesbahn); la Regione Emilia Romagna ha messo sul tavolo 180mila euro che i tedeschi devono investire nella comunicazione. A fine stagione vedremo se ha funzionato e se è il caso di aprire nuove tratte.

Un terzo degli alberghi di Rimini e Gabicce Mare sono in vendita

AAA vendesi

4,5 Prima della crisi due alberghi vengono acquistati a 4,5 milioni di euro. Sono andati all'asta, deserta, a 950mila e e 730mila. Oggi, sono sul mercato a un milione di euro tutt'e due un sistema, con un orizzonte temporale di alcuni decenni. Ma vorrei partire da noi albergatori. Siamo troppo abituati a dare la colpa agli altrui quando le cose non vanno. Quando vedo che un sito di un mio collega fa vedere sedie e tavoli mi arrabbio. I siti devono essere belli, devono essere emozionanti, devono comunicare le cose che fa una comunità. Solo così, ad esempio, si potrebbe vendere la Biennale d'arte che stiamo facendo a Rimini”. “Il nostro turismo - continua Rinaldis - va rilanciato con la qualità. Non è possibile che alberghi a quattro stelle vendano la camera doppia, con prima colazione, a 23 euro. Il turismo vero si deve giocare sulla qualità e sui servizi altrimenti ne usciamo tutti sconfitti. Proprio ieri alcuni turisti sono scappati, per poca qualità, da un paio di alberghi. Vorrei ricordare che il turismo crea un giro d'affari di 170 miliardi di euro; a questa cifra va ag-

giunto tutto l'indotto: agro-alimentare, artigiani, commercio”. Monetti Alberto Monetti, presidente degli albergatori a Cattolica, da 100 anni la sua famiglia ha l'albergo EuropaMonetti: “Il tema forte per gli stranieri è la logistica ed i mezzi di trasporto. Ora non ci sono più i charter sostituiti dai voli low cost. Con Bologna, e si può pensare anche a Rimini, la nostra provincia potrebbe tornare ad essere la destinazione. I passeggeri a Bologna sono passati da 2,5 a 7 milioni l'anno; questo vuol dire che si potrebbe lavorare con moltissime compagnie. Dobbiamo cercare di collegare in modo rapido e facile l'aeroporto alle nostre cittadine. L'iniziativa di Benedettini con le navette ogni 4 ore è lodevole. Ora, da Rimini dobbiamo scendere a Riccione, Misano e Cattolica”. “Il ministro Franceschini continua Monetti - dice che il turismo è un'industria ma sulla promozione non si investono che 48 milioni di euro, contro i 150-200 della Francia. Poi c'è il problema dell'accoglienza. Vorrei ricordare che sono le destinazioni che fanno muovere le persone in cerca di emozioni e non le singole strutture che pure devono essere rinnovate. Noi stiamo perdendo parte del turismo estero legato alle biciclette causa le buche nelle strade. E questo è uno dei pochi che ci allunga la stagione. “Il nostro futuro - chiude Monetti - è lavorare con gli amministratori per far conoscere l'Italia sui mercati esteri e continuare ad investire sulle strutture alberghiere, magari con degli incentivi di cubatura in chiave di servizio e non speculativo. Da noi, in media, un albergo ha 30-35 camere e spesso sono anche piccole”.


INCHIESTA Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

Maggio 2016

Il turismo artistico e legato agli eventi serve a destagionalizzare l'offerta e ad allungare la stagione

Numero alberghi e camere

Stranieri presenze, guida la Germania

BELLARIA IGEA M. - 342 alberghi (11.357 camere) CATTOLICA - 217 (8.773) MISANO ADRIATICO - 109 (3.789) RICCIONE - 380 (13.166) RIMINI - 986 (34.254) VALCONCA - 13 (225) VALMARECCHIA - 17 (320) TOTALE - 2.064 (71.884)

22,1% 775.213

419.465 (+1,7%) (+3,5%)

11,8%

10,5%

413.681

366.817

(-54,22%)

(+10,1%)

4,4% 153.172 (+1%)

Germania Svizzera

Russia

STRETTAMENTE PERSONALE

L'Italia del turismo, e non solo, ha perso decenni. E' sempre mancata la programmazione. Il progetto. La visione. Il ministero del Turismo non esiste; è aggregato (giustamente?) ad altro. I governanti, il turismo, lo avevano delegato all'Enit (Ente nazionale per il turismo), ma, purtroppo, è triste dirlo ma va detto, i fatti dicono che in questo baraccone hanno pensato ad altro. Ad essere benevoli è sempre mancata la capacità di

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Turismo: meno presenze 16,2

12%

Francia

Polonia

Stranieri, iniziare dal Lussemburgo e dalla Svizzera - Magari fosse facile riportare gli stranieri in Italia, come è difficile esportare non lo è di meno acquisire clientela in cerca di sole, arte e cultura. Ci vorrebbe un governo centrale che costruisse un percorso in grado di rinnovare la domanda che negli anni è stata smarrita. L'Italia ha ulivi secolari belli che abbandonati producono poco. Davanti ci sono due strade: o intervenire drasticamente ed aspettare poi anni per il raccolto; oppure portare ogni anno piccole tagli per rinvigorire il raccolto.

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fare e si potrebbe aggiungere anche la voglia. Con la voglia si diventa anche bravi. Chi scrive, alla fine di aprile, ha chiamato l'Enit e si è fatto passare l'addetto stampa. Faceva domande banali e facili; non voleva che un po' di numeri. Per tutta risposta, infastidita, la signora prima ha chiesto le domande scritte all'esclamazione: “Signora, sta scherzando! Lei dovrebbe essere al servizio degli altri. Con tutti i soldi che la comuni-

tà le paga... la signora ha sbattutto il telefono in faccia. Lo scriba viene a sapere questo: il vecchio Enit è in liquidazione. Il nuovo avrà caratteristiche private. I dipendenti Enit dovevano scegliere tra le logiche del privato e essere sistemati nella macchina pubblica. Nessuno ha scelto il privato. Piccola idea da concretizzare a basso costo. In Lussemburgo ci sono 600mila abitanti; il 30% sono di origine italiana. Perché non concentrarsi con una promozione mirata lì e magari allargarla alla Svizzera?

15,58 milioni presenze

15,61 2011

15,5

2012 2010

2009

15,9 15,3 15

2013 2014

2015

NUMERI

Rimini, Parco archeologico

Italia, quinta mèta turistica al mondo - Nella classifica dei dieci paesi più visitati al mondo, l’Italia si posiziona soltanto al quinto posto. In testa la Francia (con 79,5 milioni di visitatori), poi Usa (62,3), Cina (57,6), Spagna (56,7) e Italia (46,1). E' quel 46 milioni, così lontano dai francesi che dovrebbe far riflettere. Seguono nella speciale classifica: Turchia (29,3 milioni), Regno Unito (29,2), Germania (28,4), Malesia (24,7), Messico (23,4). L'Italia nei primi anni '70, era la prima mèta turistica mondiale. Poi, è iniziato lo strano declino... Ah, questi cugini francesi, solo più seri di noi. A fine 2010 la spesa degli stranieri in Italia era di 29,5 miliardi di euro, i livelli del 2005-2006. Turisti italiani affezionati a Francia, Spagna e Usa (gli italiani all’estero, più del 2,5 %, spendono 20,5 miliardi di euro). Sono alcuni indicatori dello stato del Belpaese. Non proprio eccellente, ma al peggio non c'è mai fine. Che cosa dire di una nazione che non ha un ministero vero del Turismo, settore che vale almeno il 15% del Pil?



INCHIESTA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

- Quaranta milioni di euro per la riqualificazione turistica ed alberghiera; 18 milioni per la promozione. La mobilità aerea e ferroviaria. Su questo sta lavorando la Regione. Ne parla l'assessore al Turismo, il ravennate Umberto Corsini. Partiano dall'Enit (l'agenzia nazionale del turismo) in crisi da anni e che dovrebbe fare comunicazione all'estero, come sta? “In questo momento si sta cercando di rilanciarlo. Sono stati fatti i direttivi operativo, finanziario. C'è tutta la questione del personale; dato che oggi è diventato privato, tutti hanno optato per lo stato. Ora vanno fatte le nuove assunzioni e il nuovo personale è chiamato a far funzionare la struttura”. Funzionare, che cosa non è andato fino ad oggi nell'Enit, anche se sono passati fior di presidenti: Pier Luigi Celli, Umberto Paolucci, Evelina Christillin? “Se non ha funzionato non è colpa né dei presidenti, né dei ministri. I tentacoli della tecnocrazia hanno impedito che l'Enit svolgesse la sua funzione. Tuttavia bisogna guardare avanti, senza scoraggiarci e con fiducia. Spero che questa nuova dirigenza riesca a prevalere”. Quanto ha messo sul piat-

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Bandoadottobre.Scadutoinaprilequellodeicomuni. Intervista a Corsini, assessore regionale al Turismo

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Riqualificazione alberghiera, dalla Regione 40 milioni Sul medio periodo abbiamo l'obiettivo di portare le presenze straniere ad almeno il 25 per cento; oggi siamo al 22

Promozione Andrea Corsini, ravennate, assessore regionale al Turismo

La Regione Emilia Romagna per la promozione investe 18 milioni nel 2016; erano 15 nel 2015

L'INTERVISTA to la Regione per la promozione 2016? “Diciotto milioni di euro; più 40 milioni di fondi europei. Nel 2015, i milioni erano 15 e mancavano le risorse da Bruxelles. Ai fondi europei si accede attraverso i bandi. Ne abbiamo fatto uno per i comuni, che possono elaborare progetti per la cultura e per l'ambiente. Una parte invece sono riservati ai privati per la riqualificazione alberghiera. Il bando per le amministrazioni sono scaduti il 30 aprile; per i privati, il bando, si

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apre dal prossimo ottobre. I 40 milioni di euro, dovrebbero attivare investimenti per alcuni centinaia di milioni di euro”. Quanto pesa il turismo sul Pil della regione? “Quasi il 9 per cento”. Dove verranno indirizzati i 18 milioni di euro? “All'Apt servizi vanno una

decina di milioni; gli altri vengono destinati ai piani turistici di promozione locale, in parte alle quattro unioni di prodotto, poi le quote ai privati ed ai progetti speciali. Alle province vanno 3,3 milioni di euro; quella di Rimini, con un milione, la fa da padrona, dato il suo peso. Inoltre, l'Apt (Azienda di promozio-

ne turistica) sostiene molti eventi sia del Comune di Rimini, sia della Provincia”. Quali orizzonti regionali invece sul medio e lungo periodo? “Abbiamo approvato una nuova legge sul turismo che andrà a valorizzare i territori e le destinazioni. Il nostro obiettivo è superare la fatidica soglia del 25 per cento di presenze straniere; oggi siamo sul 22. Per raggiungere l'obiettivo stiamo lavorando sulle nostre eccellenze a partire dal fascino della via Emilia, puntando sui motori, il cibo, il benessere e la cultura.

Tutti macro-prodotti per alzare la nostra attrazione. L'altro filone sul quale lavoriamo è la riqualificazione. Questi sono le guide per i prossimi anni. Su questa linea vanno anche i 20 milioni di fondi per le città della costa. Insomma, vogliamo rinfrescare le nostre cartoline, se si può dire così”. Un ruolo fondamentale per portare i turisti dall'Europa e dal mondo è la mobilità, che cosa fare? “Abbiamo qualche problema, lo riconosco, anche se è in corso una progettualità. Il collegamento veloce aeroporto di Bologna-stazione di Bologna consentirà di migliorare sensibilmente i collegamenti verso la Romagna; riducendo i tempi si migliora sensibilmente il tema dell'intermodalità. Stiamo lavorando sullo sblocco del passante di Bologna. L'aeroporto di Rimini è un altro aspetto importante e cercheremo una soluzione. C'è l'asse dell'alta velocità e siamo abbastanza soddisfatti per come stanno procedendo le cose. La criticità è l'asse costiera: Ravenna-Rimini. La grande novità di quest'anno, sulla mobilità, è il treno Monaco di Baviera-Rimini. Abbiamo investito per la comunicazione in Germania 130 mila euro”.



INCHIESTA

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Legacoop Romagna lancia la sua idea di crescita. Concorde Stefano Bonaccini, il presidente regionale

“Si vince con un sistema territoriale forte” - “Le nostre imprese competono all’estero e sui mercati globali, per farlo hanno bisogno di un sistema territoriale forte: un'area vasta Romagna che abbia le stesse competenze e deleghe della città metropolitana di Bologna”. Questa è l'idea forte di sviluppo lanciata da Legacoop Romagna in un convegno tenutsi lo scorso aprile e chiuso dal presidente regionale Stefano Bonaccini. “La scomparsa delle province - ha detto il direttore generale di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti - apre un vuoto da colmare. Noi candidiamo questo territorio a una sperimentazione istituzionale che parta dalle tante esperienze positive di questi anni in tema di sanità, servizi integrati e trasporto locale. Non una maxi provincia, né una fuga in avanti in chiave autonomista, ma un luogo di confronto in cui i rappresentanti eletti dai cittadini si confrontano e decidono per declinare in modo appropriato le grandi questioni, a partire da viabilità e infrastrutture. Con flessibilità e a geometria variabile, ragionando ad esempio su

Vogliamo portare la Romagna in Europa, possiamo farlo solo ragionando insieme sui grandi temi

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna

FOCUS

turismo e università con Ferrara e Bologna”. La sfida è stata raccolta dall’assessore regionale al Riordino istituzionale, Emma Petitti, che ha ricordato la forte condivisione che i progetti di area vasta già operativi in Romagna hanno avuto con il sistema produttivo ed economico. “La Romagna - afferma la Petitti - parte in vantaggio perché in questi anni ha già dimostrato di saper fare sistema. Nessun progetto può essere calato dall'alto, serve condivisione”. “La nuova legge regionale non ragiona più per prodotti, ma per destinazioni. La Romagna è già un marchio forte e da quest'anno lo stiamo promuo-

vendo con un milione di euro sul mercato tedesco”, ha spiegato l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, annunciando un piano di intervento per il settore. Ha concluso i lavori il presidente di Legacoop Romagna, Guglielmo Russo: “Vogliamo che la Romagna possa giocare in serie A. Abbiamo aperto un cantiere; l'orizzonte strategico per un progetto di sistema ter-

ritoriale integrato ha bisogno di una veste istituzionale adeguata. Non è velleitarismo, noi rivendichiamo la capacità che ha sempre avuto questo territorio, sin da quando ragionò su Romagna Acque, di lavorare insieme per costruire scenari di alto livello. Vogliamo portare la Romagna in Europa, possiamo farlo solo ragionando insieme sui grandi temi come il porto, la sanità, il siste-

ma degli aeroporti e delle fiere, senza contrapposizioni campanilistiche”. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha accolto in questo modo la proposta proveniente della cooperativa: “Legacoop Romagna va nel merito, lanciando la palla alla politica sulle modalità effettive con cui operare. Io penso che non potremo fare altre città metropolitane, sono an-

che troppe. Dipenderà cosa succederà col referendum, ma se passerà andrà scritto anche dal punto di vista ordinario cosa sono le aree vaste, servirà un aggancio istituzionale. Sicuramente dobbiamo farci trovare pronti, iniziando ora a studiare cosa potranno essere queste sperimentazioni, d'intesa col governo. Concordo sul fatto che un neocentralismo regionale ridurrebbe l'operatività di tutti. Le aree vaste possono essere una risposta, in termini di coordinamento politico e funzionale, non di gestione in quanto tale. Ci riuniremo presto con i Sindaci, vogliamo scrivere insieme questo pezzo del riordino. La proposta di Legacoop Romagna è un contributo molto utile per rendere questo territorio precursore del processo in atto nelle istituzioni”.



INCHIESTA

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Numerose cantine della provincia a Vinitaly. Il nostro territorio indietro rispetto ad altre zone

Vino, messaggero del territorio - Partecipare alla fiera nazionale del vino è sempre un piacere. Oltre alla bellezza dell’ambiente in sé, ci si rende conto di quanto il vino sia un valore sociale, un artefice di buone relazioni tra le persone, un messaggero dei luoghi di produzione, così tanti e diversi tra loro per storia e geografia. Per noi che siamo un pò del mestiere rappresenta anche, dopo un anno di intenso lavoro, il traguardo di una importante tappa, in coincidenza con il risveglio del vigneto per un nuovo anno di lavoro. In un panorama di di cantine e di vini vasto e articolato è certamente utile, se non indispensabile, avere chiaro un percorso, sapere chi visitare, quali vini degustare tra i prodotti tradizionali e tra quelli, sempre più presenti, ottenuti da vitigni locali o da nuove vinificazioni. Non è certamente facile anche per l’elevato livello di qualità che accomuna vini molto diversi tra loro e dalla piacevolezza nella loro degustazione, requisiti ormai divenuti comuni nei vini degli ultimi anni. E’ importante anche sottolineare che tra i consumatori aumenta la richiesta di vini più naturali, con pochi o nulli solfiti (utilizzati nella vinificazione per controllare fermentazioni anomale), e questo

Vigneti nel Riminese

TERRA E TRADIZIONI

determina la necessità di avere uve molto sane in vigneti in grande equilibrio per limitare al massimo gli interventi chimici contro le malattie e gli insetti dannosi. Non a caso il padiglione dedicato ai vini biologici e biodinamici è sempre più frequentato. Quanto riportato vale naturalmente per i vini di buon livello e non per i prodotti di basso prezzo. Al Vinitaly sono presenti tutte le regioni vinicole del nostro paese, ragione per la quale ci soffermeremo in particolare sul padiglione dell’Emilia Romagna, non prima di avere fatto un accenno ad altre realtà e prodotti degustati. E’ stato interessante l’assaggio di un Passito di Lacrime di Morro D’Alba e di Vernaccia di Serra Pedrona nello spazio delle Marche. Gradevolissima e interessante la scoperta di un Brut di Lambrusco di Sorbara ottenuto solo con leggera pressatura delle uve, come si fa con il Pinot Nero per lo champagne, ottenendo così un rosato delicatissimo (per chi non lo sapesse il Sorbara ha buccia chiara naturalmente). Nella hall del Piemonte ci siamo deliziati

con uno splendido Moscato d’Asti a tappo raso (meno frizzante dello spumante), eccellente anche per preparare una crema pasticcera sostituendo il latte con il Moscato (cosa che abbiamo fatto al ritorno a casa). Si è voluto dare uno sguardo anche nel padiglione degli oli extravergini ma, sinceramente, in molti casi sembrava di essere in una profumeria: presentazioni molto belle ma eccessive (anche nel costo). E’ vero che la salute non ha prezzo ma deve contare il contenuto e non il contenitore, se non in piccola parte, per fare immagine. Dedichiamo ora qualche riga in più al padiglione dell’Emilia Romagna. Premesso che moltissimi produttori di vino, non facenti parte di gruppi cooperativi, non potendosi permettere la partecipazione al

Vinitaly, sono rappresentati, con alcune bottiglie in mostra, dai Consorzi di Tutela o dall’Enoteca Regionale di Dozza (se sono associati) e questo garantisce seppur in modo limitato, la presenza della stragrande maggioranza dei vitivinicoltori altrimenti esclusi. Alcuni nomi importanti del panorama vincolo romagnolo, per scelta di marketing e in condizioni di permetterserlo, hanno trovato spazio in altri luoghi, specialmente nell’area dei vini Toscani. Grande e significativa la presenza del gruppo Cevico con molti marchi commerciali e tipologie di vino, compreso il Lambrusco. Ben organizzate perché presenti in modo continuativo le diverse realtà regionali, dalle zone dei Lambruschi, ai vini del Piacentino alle referennze

del Ferrarese, così da rappresentare un areale ben distinto e omogeneo. Faceva eccezione il Riminese, con alcuni produttori rappresentati dalla Strada dei vini, altri presenti in modo autonomo, altri ancora all’interno del Consorzio di Tutela e dell’Enoteca regionale. E’ una storia che purtroppo si ripete costantemente in quanto ai Riminesi manca un momento aggregazione che possa parlare in modo univoco del territorio. Ci stava provando il consiglio interprofessionale della D.O.C. di Rimini ma ora non esiste più e sarebbe necessario trovare un altro modo per aggregare i produttori per una comune politica che metta in risalto l’ambiente di coltivazione. Ai singoli vitivinicoltori, spetterà comunque il compito di pro-

muovere le proprie referenze a livello commerciale. Purtroppo, come abbiamo avuto modo di sottolineare altre volte, ci sembra che i riminesi, in assenza di sostegno pubblico, stentino a trovare un qualche elemento di aggregazione. Si tratta, in primo luogo di un percorso culturale, nel senso che tra loro dovrebbe prevalere una visione collettiva per promuovere a livello locale e internazionale il territorio vitivinicolo Riminese, consapevoli del fatto che, ad eccezione di grandi gruppi cooperativi, ogni singolo non ha le risorse necessarie per poterlo fare e non è possibile, in forma disunita, presentare progetti per un sostegno pubblico alle inziative di valorizzazione. Per fare questo, non è necessario dotarsi di una struttura pesante e articolata, vi sono altre forme più semplici e possibili, è però fondamentale individuare un interlocutore di riferimento e che vi sia la volontà di perseguire un obiettivo comune abbandonando la pretesa di avere un campanile per ogni azienda. Da ultimo vorremmo sottolineare che quando si parla di vini del territorio si parla della Rimini D.O.C. (così sarà in un prossimo futuro) e non della Romagna D.O.C. Questa almeno è la nostra convinzione, non dettata da campanilismo ma dalla opportunità di concentrare eventuali risorse ad un areale piccolo e definito (ricordiamo che la D.O.C Romagna va da Cattolica a Bologna).



INCHIESTA

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L'entroterra per borghi ricchi di storia, di opere d'arte con un paesaggio da favola

Casteldelci, Anna e i sogni di primavera CULTURA E TERRITORIO Da questo mese per un ciclo di cinque appuntamenti, pubblicheremo un racconto al mese, ambientato in uno dei Borghi della Valmarecchia, e una scheda del Borgo che fa da cornice al racconto, all'interno di un progetto di Promozione Turistica portato avanti da Gianloris Cresti. di Gianloris Cresti - Uffa, anche oggi tira il vento, anche se mi piace correre e sentirlo fra i capelli. Invece alle mie pecore il vento non piace e sono nervose. Come tutti i giorni, anche oggi devo venire a controllare se qualche agnellino a fatto il sua arrivo, e se le pecore del Nero, mio nonno, ci sono tutte. Qui a Poggio Calanco, oggi sono tutti nervosi, aspettano la visita del padrone, il Conte, che dicono sia ritornatato ieri sera dalle terre del Fiume Arno, e credo sia contento perché al Castello ci sono, questa mattina, molte bandiere sopra le mura. Chissà come si vive nel Castello e se ci sono bambini come me lassù, io alla Faggiola non ci sono mai stata, e mio nonno dice che non è un posto per bambine, ma mi piacerebbe andarci un giorno, anche perchè molte sere si sente la musica, e a me piace la musica. Ho il cuore in gola dalla felicità, la Bimba ha partorito una coppia di bellissimi agnellini scuri e pure la Gegia ha partorito un’agnellino, è tutto bagnato ancora ed ha una macchia nera sull’occhio, che belli, non vedo l’ora di dirlo alla mamma e alla Tilde. Sono così piccoli. La settimana scorsa alla Tilde, è nato un’agnellino tutto nero, lo ha chiamato Buio, io adesso devo pensare ai nomi per gli agnelli della Gegia e della Bimba, voglio dargli dei nomi da principi o principesse, Aurora, Ginevra, Ubaldo, Raniero,

oppure Caterina, come la moglie del Conte. Devo fare presto, la mamma vuole che vada anche a prender l’acqua già alla Fonte del Giunco, e spero che questa mattina la brocca verde, qualcuno l’abbia già presa, perchè pesa troppo e faccio tanta fatica a risalise il sentiero con quella grossa e vecchia brocca. Alla fonte vado volentieri, anche se spesso ci sono le mucche della Giuseppa, e io ho paura, ma se vado presto ci trovo anche la Tilde, la Terzina e la figlia del fabbro, ma lei mi piace poco perchè, come le mucche della Giuseppa, anche lei mi tira i calci. Che bella musica arriva dal sentiero dei Cerri, deve esserci una festa per il ritorno del Conte, o qualcuno deve arrivare di importante, come quando venne quello che scriveva tutto il giorno, lo chiamavano il Sommo, ma io non l’ho incontrato perché quel giorno ero giù alla Pieve con mia mamma e le altre donne, per la festa del figlio della Nena e del Mancino. Le nuvole in cielo sembrano ballare al suono del tamburo e del flauto, che adesso si sentono appena, devono essere arrivati su alla curva della Fossa, sotto il Castello, perchè neanche il vento riesce piu’ a portarli con se. I grossi castagni mi riparano un po’ dal vento, che ora si è fatto meno freddo, ma non devo dirlo al

nonno, perchè non vuole che passi da qui per andare giù alla fonte, perché dice è pericoloso, la figlia della Nora non è stata piu’ trovata dopo che una sera era venuta a giocare quaggiù. Dicono mi assomigliasse molto. L’arrivo di tre cavalieri mi ha fatto prendere un grosso spavento, uno addirittura sembrava avere una testa mozzata legata alla sella, come qualcosa da mostrare alla gente per fare paura, e anche se i loro cavalli erano bianchi e veloci, i tre cavalieri, vestiti di nero erano davvero figure molto inquietanti, molto lontano dai principi e principesse che nella mia fantasia, mi accompagna-

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vano quotidianamente nelle mie faccende, ma ormai erano lontani, sucuramente erano arrivati dal Conte e dai suoi amici musicanti. Dopo aver caricato l’acqua nella brocca della mamma, quella di terracotta con un manico rotto, più piccola e meno pesante di quella verde, lungo la salita che mi riportava a casa, mi ritorna in mente che, alla Pieve, avevo visto la figlia più grande della Nena, che aveva con se una bambola con lunghi capelli neri, e un vestito di panno rosso, l’aveva chiamata Lucrezia, e aveva detto che era la moglie de Conte della Faggiola. Era molto bella, anche se era fatta con una pannocchia come la mia, e uno straccio. Anche la mia era una principessa, ma era bionda e si chiamava Monna Vanna, come la Dama di Ferrara che aveva incontrato un giorno mio nonno, quando era andatato a combattere per il Conte. Con lui erano partiti anche mio babbo, mio fratello Giacinto e il vecchio fabbro, accompagnato dai suoi due figli maggiori Ugo e Gabriele, ma solo mio nonno era tor-

nato a casa, loro ora, dormono a Ferrara, e mi hanno detto non li vedrò piu’. Mio fratello mi manca un po’, e anche alla mamma, il babbo invece me lo ricordo appena, era sempre con il Conte a fare le battaglie, ma mi ricordo era molto bello. Ora che ci penso, neanche il fratello di mio babbo era più tornato da Ferrara. Entrata in casa, il profumo della zuppa sul fuoco faceva sembrare le nere mura della cucina meno cupe e più luminosa la luce che entrava dalla piccola finestra accanto al camino. La mamma era fuori con le altre donne, parlavano e sembravano preoccupate, mi era sembrato anche che, la Cosetta, avesse fatto il mio nome, ma il nonno mi aveva chiamato e dovevo correre da lui, dovevo raccontargli degli agnelli nati anche e decidere con lui che nome dargli. Lo trovai seduto a intagliare un vecchio bastone, sul muretto a secco dietro casa, da dove si vedeva la Pieve, e tutta la valle del fiume che scorreva fino ad arrivare dove le persone non hanno i cavalli ma le barche di legno, e aveva la faccia triste, come se fosse molto preoccupato. Mi disse che dopo aver mangiato, sarei dovuta andare a lavarmi alla Pozza delle giunchiglie, e che poi la mamma mi avrebbe messo il vestito, quello buono, perchè sarei andata via con un’uomo, un cavaliere, lo aveva chiamato Messer Giacinto, e sarei partita per Lucca con lui, sarei diventata sua moglie. Annuivo ma dentro di me non capivo, avevo undici anni e non sapevo come si diventa moglie di un cavaliere, ma mi immaginavo una grande festa, musica, la mia amica Tilde, la Terzina, la mia bambola Monna Vanna, tutte insieme a ballare, si proprio una gran festa. Ma perchè il nonno era cosi triste in volto ? Non capivo. Sarei andata via da Poggio Calanco, non avrei piu’ visto il Castello della Faggiola, la Pieve, e non sarei andata più alla Fonte del Giunco, avrei vissuto anche io in un Castello probabilmente e mi avrebbero

chiamata Principessa, Principessa Anna, e nonostante adesso fossi in cucina con la mamma, che sembrava piangere, ero tutta emozionata per la nuova vita felice che sicuramente mi aspettava. La zuppa quel giorno mi sembrava più buona e profumata del solito, e mi chiedevo come fosse Messer Giacinto, quale aspetto avesse, forse era bello come il mio babbo, oppure aveva la barba rossa come il nuovo fabbro, e il suo cavallo? Era sicuramente bianco e veloce. Stavo pulendo i mei zoccoli, dopo avere messo il vestito buono, che sentii il rumore di cavalieri arrivare verso casa, e, emozionata, mia madre mi prese per mano, dopo essersi asciugata gli occhi con la manica del vestito di lana, e mi accompagnò fuori. In sella ad un vecchio cavallo, un’uomo che assomigliava a mio nonno, seguito da un ragazzo in sella ad un somaro.Vista la mamma, gli gettò un sacchetto, e dal rumore una volta arrivato a terra, sembrava contenesse degli scudi, e le fece cenno di farmi salire sul somaro con il ragazzo. Senza dire una parola, come era arrivato davanti a casa, così ripartimmo, e in un paio di minuti, eravamo già lungo la strada che portava al Ponte Vecchio sul fiume, era buio e non vedevo piu’ la mamma dietro di me. Ora anche io ero triste, aggrappata alla schiena del ragazzo che era seduto sul somaro insieme a me. Ero triste, e avevo paura, sarei diventata davvero una principessa? Ed era l’uomo vecchio sul cavallo vecchio, l’uomo che avrei dovuto sposare? E il ragazzo chi era? Se era un servo, perché io viaggiavo con lui sul somaro e non avevo invece un cavallo bianco? L’aria di primavera si stava facendo fredda, e ora che, anche il Ponte Vecchio era lontano, le stelle si vedevano chiare sopra le nostre teste, stringendomi dentro la mia mantella e appoggiandomi alla schiena del giovane, mi addormentai. Sicuramente mi sarei risvegliata principessa l’indomani.

Casteldelci, uno dei borghi di Dante - Comune dell’estremità ovest della Provincia di Rimini, dove la Romagna si incontra con Marche e Toscana, il Borgo di Casteldelci, poggia su uno sperone roccioso a metà fra il Monte Faggiola e il Fiume Senatello. Noto fin dall’antichità con il nome di Castrum Illicis, il borgo ha visto diversi popoli insediarsi sul suo territorio, a partire dai CELTI (i nomi delle frazioni di Senatello e Gattara derivano appunto dalla lingua celtica, Sena-Tellum = Città dei Senoni e Gat-Arum = Luogo fra i boschi). Nella sua storia, nomi come quello di Uguccione della Faggiola (1250-1319), Capitano di Ventura che si insediò sull'omonimo Monte e da lì partì per conquistare buona parte d’Italia, da Firenze a Lucca, a Arezzo, da Ravenna a Forlì, a Vicenza, dove

morì. Durante il periodo fiorentino di Uguccione (Battaglia di Montecatini), venne a fargli visita nel castello faggiolano, Dante, di cui era amico fraterno. Altro nome legato alla storia di Casteldelci, quello di Girolamo Genga, Pittore, Scultore, Ingegnere militare di fama mondiale, che nel ‘500, per concessione di Guidobaldo da Montefeltro ebbe in dono la zona de “La Montagna”, dove la famiglia si insediò e visse per circa 50 anni.

In questo territorio, dove il verde la fa da padrone, offrendo una natura incontaminata e prodotti gastronomici di eccellenza (Raviggiolo), si può visitare la Torre Civica (XI sec.), il Ponte Medioevale, i borghi di Senatello, Gattara, Fragheto (noto per l’eccidio del ’44), la Chiesa di S.Maria in Sasseto (contenente dipinti della Scuola Riminese del ‘300 di ispirazione giottesca), la Chiesa di San Martino, nel Capoluogo (con il suo Altare Vecchio e il Paliotto in scagliola del ‘700), la “Casa-Museo” con i reperti archeologici che vanno dalla Preistoria al tardo Medioevo e un conio “illegale” di origine medioevale, e il Parco de “La Grande Rosa”, con il suo piccolo lago, lo spazio per pic-nic all’aria aperta in riva al fiume e l’Area Camper.



ECONOMIA

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Giacomo Morri, professore alla Bocconi. Coinvolto anche il sistema bancario

“Mattone, dalla speculazione si esce con progetti ben impostati” - Giacomo Morri è professore alla prestigiosa università Bocconi di Milano. Originartio di San Clemente, si occupa di proprietà immobiliari. Che cosa fare con il patrimonio immobiliare? Questa cattiva allocazione delle risorse, che cosa le suggerisce? “Gli immobili si dividono in due tipologie principali, quelli a uso residenziale e quelli a destinazione commerciale, cioè tutti gli altri. La prima tipologia è pre-

“Investimenti da milioni di euro in prodotti, gli immobili, per cui non è più possibile intervenire dopo la realizzazione”

Giacomo Morri, sanclementese, professore all'università Bocconi, Milano

giunto alla fin della licenza… .9

Attenti al popolo (oltre che al lupo)

- Una parte della propria vita da offrire agli altri. Questo, l’atto civile e umano di anonimi protagonisti e delle loro associazioni che hanno nella gratuità e nella sussidiarietà riferimenti fondamentali. Questo è il volontariato nella provincia riminese, caratterizzato da organizzazioni di piccole dimensioni, nate per dare una risposta concreta ai bisogni del proprio territorio. Destinare il 5 per mille a queste persone e alle loro azioni significa aiutare in maniera diretta un’organizzazione impegnata in sostanziali opere di bene, carità, comprensione, assistenza e cultura. Si ricorda che questa quota, relativa alla denuncia dei redditi, non comporta alcun ulteriore, maggiore imposta da versare. Ma firmando nell’apposito spazio dedicato al volontariato nella propria dichiarazione, si potrà contri-

di Gabriele Della Rovere

conduttore”. Perché una comunità si perde nella speculazione edilizia? “Il termine speculazione vale laddove un operatore si aspetti un incremento di valore senza intervenire sul bene. Nel caso dello sviluppo immobiliare è del tutto improprio perché lo sviluppatore crea un nuovo prodotto, appartamenti o altre tipologie, destinate a essere utilizzate dalle famiglie o dalle imprese. Il problema nasce nel momento in cui entrano nel business operatori provenienti da altri settori che non hanno la capacità di comprendere cosa sia richiesto dal mercato. In altre parole, producono immobili che, per caratteristiche tecniche o ubicazione, non incontrano le esigenze degli utilizzatori, o più semplicemente

incrementano l’offerta in mercati già saturi. Questo porta al fallimento dell’iniziativa, spesso ampiamente finanziata dal settore bancario che, in molti casi, non ha avuto le capacità di analizzare la qualità del progetto e si è affidato principalmente a garanzie spesso inutilizzabili”. Che cosa fare in futuro per evitare questo disastro economico? “Il disastro, inteso come offerta di immobili inutilizzati e problema per il settore bancario, sarà evitabile solo quando ci sarà maggiore attenzione nel finanziare solamente progetti correttamente impostati. È necessario condurre attente analisi su quali siano le esigenze della domanda

e quale sia la quantità effettivamente assorbibile nel territorio. Queste analisi, alla base del lancio di qualunque bene di consumo, spesso non sono effettuate quando si realizzano investimenti da milioni di euro in prodotti, gli immobili, per cui non è più possibile intervenire dopo la realizzazione. Dal punto di vista delle famiglie, invece, non parlerei di disastro, ma di una normale riduzione dei valori conseguente alla crisi economica e a un eccesso di offerta. In ogni caso l’abitazione deve essere intesa come bene di consumo durevole, da cui ritrarre utilità dall’uso e non come un investimento. L’acquisto deve essere attentamente ponderato, non solo in funzione delle esi-

- Da «Ascolta o popolo di naviganti, eroi poeti santi, di emigranti, di ricchi benestanti e lavoranti stanchi…» di Dario Fo e Franca Rame a «E allora avanti popolo, che spera in un miracolo, elaboriamo il lutto con un amen» di Francesco Gabbani. ‘Popolo’, parola salvifica, quasi magica ed intoccabile, come nella storica «Avanti popolo con la riscossa», popolo, anzi ‘poppolo’ con tre ‘p’ a rimarcarne forza e rilevanza riempiendo la bocca a sinistra, a destra, al centro. ‘Popolo’, parola via via più logorata con tutti i peronisti di ritorno ad invocare e gabbare il

Per il volontariato basta una firma Nel Riminese volontari attivi nei più svariati ambiti

buire all’attività di migliaia di persone (milioni in Italia) che si impegnano tutti i giorni per assistere, partecipare, aiutare e informare. Nel territorio riminese i volontari sono attivi nei più svariati ambiti: dall’ambiente alla protezione civile, dalla sanità al socio assistenziale, dalla cultura all’educazione, dall’immigrazione alla solidarietà internazionale. C’è il volontariato più tradizionale, in prima linea per ascoltare e offrire un sopporto concreto a chi vive

cile accesso al credito ha spinto molte famiglie “a fare il passo più lungo della gamba” comprando abitazioni di cui non erano in grado di ripagare il mutuo e il cui valore, nel frattempo, si è ridotto.

l’affondo

ECONOMIA valentemente un bene di consumo durevole acquistato dalle famiglie per l’utilizzo diretto. Un tempo rappresentava anche una forma di investimento, in particolare quando l’inflazione era elevata e non c’erano molte alternative di investimento. Oggi non è più un buon investimento poiché la rivalutazione non è certa, i costi di gestione, come l’Imu e le altre imposte, sono elevati e la redditività corrente è spesso compromessa dalle difficoltà dei conduttori a pagare il canone. Infine, il valore di un appartamento occupato è inferiore al valore nel caso in cui fosse libero. Diversamente gli immobili commerciali rappresentano una tipologia destinata all’investimento, ma richiedono un capitale maggiore e occorre selezionarli con molta attenzione all’attività svolta e al

genze, ma anche della capacità di rimborsare il mutuo anche nel caso di un aumento dei tassi, oggi quasi nulli, o di una momentanea riduzione del reddito. In molti casi, soprattutto in passato, il fa-

gruppi di auto mutuo aiuto, laboratori di riciclo e riutilizzo, commercio equo e solidale, campi di protezione civile in occasioni di emergenze e catastrofi naturali, feste e momenti di socializzazione, incontri di approfondimento, corsi di lingua per stranieri… un elenco che ogni giorno si arricchisce una situazione di disagio e di emarginazione sociale, con sportelli di ascolto e servizi di supporto anche psicologico. C’è il volontariato che si adopera per diffondere e sensibilizzare alla cittadinanza attiva. Ma c’è anche chi promuove

eventi nel rispetto e nella difesa della natura, per conoscere la tradizione e difendere la memoria e i paesaggi di questi luoghi. Una miriade di progetti, spesso realizzati nell’ombra, ma che per molti fanno la differenza: mense per i poveri,

volontarimini@volontarimini.it

popolo in nome del popolo, come sunteggiato da Trilussa «- E er popolo? - Se gratta. / E er resto? - Va da sé... / Benissimo! - Benone! / La Patria sta stranquilla; / annamo a colazzione... - / E er popolo lontano, / rimasto su la riva, / magna le nocchie e strilla: / Evviva, evviva, evviva... - / E guarda la fregata / sur mare che sfavilla». Però non si sa mai, e allora più che al lupo attenti al popolo, che magari si stufa di sperare giusto in un miracolo, però, perché, e chi glielo fa fare di stare zitti ad ascoltare, ma chi glielo fa fare di esser contenti e di remare…

grazie all’attivismo di pochi che, spesso, sono in grado di fare grandi cose. È a loro che si invita a pensare quando si dovrà scegliere a chi destinare il 5 per mille per l’anno 2015. Sarà necessario conoscere il codice fiscale dell’associazione prescelta: quindi è bene informarsi prima della compilazione del documento. Per facilitare tale compito si potrà telefonare allo 0541 709888, numero di Volontarimini, dove un operatore fornirà i contatti dell’associazione scelta nella provincia riminese. Resta solo da scegliere l’organizzazione da sostenere: da quella più bisognosa, alla più vicina, dalla più attiva a quella più apprezzata, sino a quella meglio conosciuta o ritenuta più meritevole.


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Maggio 2016

Una campagna elettorale classica: scambi di accuse reciproche. Ma i problemi non sono gli stessi?

ASSOCIAZIONI

Piazza Cavour, manifestazione dell'Anpi

Anpi, rinnovate le cariche del comitato direttivo - Rinnovate le cariche dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani) della provincia di Rimini durante il congresso provinciale dello scorso aprile. Ai lavori hanno partecipato 51 delegati provenienti da tutte le Sezione comunali della Provincia di Rimini, tra cui la fondamentale presenza di due partigiani Valter Vallicelli e Nino Vasini che hanno arricchito il dibattito con la loro testimonianza e spessore umano e politico. Durante la prima seduta del nuovo consiglio direttivo provinciale, tenutasi giovedì 7 aprile alle ore 21, sono state elette le cariche risultando quindi Giusi Delvecchio presidente, , Franco Dieta, vicepresidente vicario, Agnese Coccioletti vicepresidente e Nicola Semprini tesoriere. L’obbiettivo del Comitato Provinciale è di coordinare tutte le attività delle sezioni comunali e aiutare i vari territori nella loro crescita e sviluppo.

Segue dalla prima re, aggiunge, “il testo pubblicato sul ‘Foglio’ non rappresenta il mio pensiero, né su presunte opinioni politiche contro il governo, né su giudizi personali relativi a rappresentanti delle istituzioni o colleghi, e neppure sulle dinamiche operative del Consiglio superiore della Magistratura. Lo avevo già detto esplicitamente nella nota inviata ieri mattina alle agenzie, ma ritengo utile ribadirlo per fugare ogni dubbio in proposito”. Nella replica al plenum del Csm del 5 maggio, Morosini ha fornito nuovi dettagli. “Questa vicenda mi ferisce perché in questo pezzo ci sono frasi incomplete, parole che non ho detto, che travisano il senso di quello che è stato un colloquio informale, che è partito con una esclusione da parte mia di rendere dichiarazioni pubbliche”. La cosa che dà più fastidio, ha aggiunto, “è quando ti viene cucito addosso un vestito che non è il tuo. In questo caso non c’era la volontà di fare una dichiarazione pubblica. Aveva tutta un’altra finalità quel contatto”. Per chi lo conosce personalmente ed è informato su tutta l'ammirevole carriera professionale, sa che tutto va a favore di Morosini: persona misurata, preparata, imparziale e leale. E' questo Morosini che conoscono i cattolichini, i romagnoli e le migliaia di persone e studenti che in tanti

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Sindaco, otto liste ma sartà uno scontro per due - Alla fine del giro di giostra la sfida sarà per due. Da una parte il sindaco uscente Andrea Gnassi per il centro-sinistra; per il centro-destra il cavaliere bianco è l'avvocato Marzio Pecci. La giostra è partita con otto candidati a sindaco, sostenuti da 18 liste per oltre 500 candidati (ogni lista al massimo 32 nomi). A leggere con la lente del bicchiere mezzo pieno: una città che partecipa, attiva, in tensione per il proprio futuro. A vederlo mezzo vuoto: una comunità frammentata, divisa e forse anche smarrita. A vedere le compagini con gli occhi della real politik: molte liste servono

solo a raccattare qualche centinaia di suffragi. Un altro segnale che la partita è incerta e si gioca all'ultimo voto, da una parte; dall'altra vanno fatti accordi con fette sociali della città per riuscire a farcela. Quando si fanno accordi con i “gruppi” poi costoro passano a raccogliere. Tutto lecito e legittimo, tutto nel solco della politica, ma un po' di etica della responsabilità non guasterebbe. Un signore è passato dal movimento di Beppe Grillo, lista civica in un altro comune nel 2014, ora il suo nome rafforza Forza Italia a Rimini. E di esempi analoghi se ne potrebbe sbandierare a mille.

Ma questi sono gli uomini, questo è il momento storico, direbbe quel saggio. Liste nelle quali c'è di tutto, come si conviene in ogni campagna elettorale e da sempre. Si diceva che Palazzo Garampi (con il più bel balconcino di Rimini, affaccio su corso d'Augusto con vista sull'Arco ed il Ponte) è un affare tra Gnassi e Pecci. L'esponente

Giù le mani dal magistrato Morosini anni ha incontrato girando in largo e in lungo l'Italia per portare avanti la cultura della legalità in questo disgraziato Paese. Ma Morosini è anche persona saggiamente critica, che nelle sedi opportune, si batte con passione per fare prevalere il significato più nobile del concetto di giustizia. Sicuramente è questo che dava e dà fastidio al cerchio magico dei nuovi assetti del potere politico. Vediamo alcuni commenti. Pur nella necessaria severità, l'Anm distingue (non “scarica” come hanno voluto interpretare i pifferai): “Le dichiarazioni di Morosini inopportune se confermate”. Se confermate. Infatti le ha smentite decisamente e con fastidio. Il Pm di Mafia capitale, Giuseppe Cascini: “La pubblicazione di frasi rubate, alterate e messe insieme in modo da costruire ad arte una tesi preconcetta, è una gravissima scorrettezza sul piano deontologico”. Deciso anche Giancarlo Caselli (ex Procuratore della Repubblica) che alla richiesta di commentare le presunte dichiarazioni di Morosini dice: “Non parlo di conversazioni smentite”. Come a dire, usando un termine giuridico: il fatto non sussiste. E ancora: “E' giusto che i giudici parlino di rifor-

me”. Ancora più chiaro Piercamillo Davigo (presidente Anm): “L'art. 21 della Costituzione si applica anche ai magistrati. ... Se un magistrato ha un'opinione è liberissimo di esprimerla”. Armando Spataro (procuratore a Torino): “I magistrati hanno il diritto-dovere di schierarsi al referendum”. Ma queste dichiarazione di grandi magistrati, non sono servite a niente, i pifferai e cortigiani hanno sentito la grande opportunità di braccare una preda ambita per isolarla e delegittimarla. Era già successo un mese fa con Davigo. Questi pifferai oggi sono in maggioranza targati Pd e sono in buona compagnia con i vecchi arnesi della destra berlusconiana alla Verdini. Molti di questi (Pd) e giornaloni associati erano proprio quelli che difendevano i magistrati coraggiosi, magari anche qualche loro dichiarazione sopra le righe. Ma allora governava Lui (Silvio Berlusconi). Adesso no, non si può più, perché molti si sentono assimilati e interessati al nuovo potere Renziano. Addirittuta Edmondo Cirielli (autore della famigerata legge, poi da lui disconosciuta) dice: “Su Morosini si sta montando un caso senza precedenti”.

Edmondo Bruti Liberati (ex procuratore di Milano): “Morosini ha smentito e comunque l'azione disciplinare deve essere assai prudente quando si tratta di opinioni”. E ancora: “Il governo faccia riforme e lasci stare i complotti”. Ma allora dove sta il dramma della non intervista? Morosini ha confermato solo una cosa, che lui, come buona parte dei magistrati, sono per il NO al referendum alla riforma costituzionale del governo Renzi e che intendono esprimerlo. Allora apriti cielo! Questa scadenza politica Renzi l'ha personalizzata a tal punto minacciando di dimettersi qualora vincesse il NO. Ma Morosini è in buona compagnia: “Riforme confuse. Il no di 56 giuristi e 11 ex presidenti della Corte costituzionale” (La Repubblica, 24/4/2016). Altro punto di scontro: la prescrizione: circa 150mila processi ogni anno cade in prescrizione: soldi buttati via, tempo perso, mortificazione per le forze di polizia e magistrati. Ecco cosa dice Franco Roberti (procuratore nazionale antimafia): “Colletti bianchi e malaffare, le leggi non arrivano mai”. E poi c'è lo scontro sulla nomina del procuratore capo di Milano, la procura decisiva per la lotta alla corruzione politica e imprendito-

riale (Mani pulite è nata lì). Da una parte si vuole imporre il giudice “renziano”, mentre il grosso dei togati del Csm puntano su Francesco Greco, del pool mani pulite. Senza dimenticare l'incubo dei politici: le intercettazioni, che da sempre vogliono imbavagliare... L'attacco politico a Davigo prima e a Morosini poi cerca di alzare un polverone e buttarla in rissa; tutto ciò usato come arma di distrazione di massa. Ma da cosa si vuole distrarre l'opinione pubblica? Lo ha detto Davigo: “Non c'è nessuna guerra: è la politica che non fa pulizia”. E l'Italia sta con Davigo: “I politici rubano e non si vergognano più”. Su questa affermazione-verità l'88% degli italiani dice che ha ragione e che oggi la corruzione è più grave di Tangentopoli (sondaggio Ixè fine aprile). Perché in prima fila ci sono gli uomini del Pd? A partire dalle sgradevoli esternazioni di Matteo Renzi (dichiarazione al Senato): “25 anni di barbarie giustizialista”... c'è che “Il Pd ha 124 indagati e imputati (aggiornato al 21 aprile e che mentre andiamo in stampa stanno arrivando sui 130 compreso condannati - nd.r.). Si aggiunga anche i 18 indagati tra vicemisnistri, deputati e senatori” (Il Fatto Quotidiano 21-22 aprile).

del Pd parte coi favori, ma non deve rallentare la campagna elettorale. Deve tenere i suoi in tensione; la sconfitta del compagno di partito Ubaldi a Riccione insegna. Ha alle spalle tante liste che intendono rappresentare gli umori della città. Pecci ha un'altra storia. Già socialista, un passaggio in alleanza con il Pds, candidato a sindaco a Riccione per Forza

Negli ambienti di governo e del Pd c'è il timore che tante procure trovino quel coraggio di tirare fuori fascicoli dormienti dai cassetti che potrebbero dare vita ad una nuova Tangentopoli, questa volta riguardante prevalentemente i partiti dell'attuale governo. La fiducia nei partiti è crollata al 5% (sondaggio Ipr Marketing - aprile 2016) e allora la casta fa quadrato. E' vero che se passa la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale (Italicum) così come sono state approvate, ci troveremmo che l'intero potere (legislativo, esecutivo, giudiziario) diventerebbe monopolio di un solo partito con un capo al comado. Eravamo già passati nel periodo berlusconiamo in cui i corrotti processavano i magistrati e i ladri inseguivano i poliziotti. Oggi la situazione pare stia peggiorando, i giornaloni tacciono e sempre più si vuole istituzionalizzare un'Italia capovolta e autoritaria, quella dove i furbi e i corrotti deridono gli onesti. Signori miei, c'è un unico modo per stroncare alla radice l'annoso scontro tra politica e giustizia: politici smettetela di rubare!... Esemplare l'intuizione satirica di Jena: “Il dilemma dei politici: ‘Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più ladro del reame?’” (La Stampa, 8/5/2016). Enzo Cecchini


RIMINI

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La sfida vera sarà tra il sindaco uscente di centrosinistra, Gnassi ed il centro-destra, Pecci

Andrea Gnassi (sindaco uscente del Pd) e Marzio Pecci (il candidato del centro-destra)

Istituto storico per la Resistenza, Beltrami avvicneda Zaghini STORIA

Marzio Pecci sostenuto da Lega nord, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Uniti si vince, Per cambiare Rimini Pecci sindaco Sara Visintin sta con Rimini in comune diritti a sinistra. Marina Mascioni e Fronte nazionale per l'Italia.

Italia, è stato scelto dalla Lega nord, il partito che detta il tempo nel centro-destra. Dopo un primo momento di malumori e mugugni, Forza Italia e Fratelli d'Italia si sono accodati alla forzatura. E stanno facendo campagna. Andiamoli a vedere questi candidati.

Addolorata Di Campi (detta Ada) è sostenuta dal Popolo della famiglia. Luigi Camporesi con Obiettivo civico per Rimini, Movimento libero Rimini, Fare insieme per Rimini, Noi per la Romagna con Camporesi.

Andrea Gnassi è forte di 8 liste: Futura con Gnassi, Pd, Patto civico e Città metropolitana con Gnassi, Rimini attiva, Sinistra X Rimini, Italia dei valori, Centro democratico con Gnassi sindaco. Mirco Ottaviani rappresenta Forza nuova. Mara Marani con Rimini people.

- Antonella Beltrami è il nuovo presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini per il triennio 2016-2018. L’ha eletta il direttivo nella seduta del 5 maggio, all’unanimità. Subentra a Paolo Zaghini, presidente per due mandati, dal 2009 ad oggi. Classe 1957, laureata in sociologia, consulente aziendale per gestione risorse umane e ricerca finanziamenti. Assessore comunale a Rimini dal 2000 al 2011 con il sindaco Alberto Ravaioli, gestendo varie deleghe (Pari opportunità, Politiche europee, Personale, Bilancio, Sistema informativo, Cultura). L’assemblea dei soci il 3 maggio aveva eletto il nuovo direttivo, composto da 15 membri (Agnoletti Alessandro, Beltrami Antonella, Bizzocchi Marco, Calbucci Gianluca, Casadei Maurizio, Di Luca Patrizia, Espinoza Filippo Marco, Maroni Oriana, Panozzo Fran-

COMUNICATO STAMPA Testimoni di Geova del riminese in Assemblea a Imola Domenica 1°maggio

Il nuovo direttivo

cesca, Piccari Nando, Succi Francesco, Susini Daniele, Turchini Angelo, Valli Maria Letizia, Zanni Valerio), più, di diritto, i 2 precedenti presidenti (Antonio Mazzoni e Paolo Zaghini). Dopo aver ringraziato il presidente uscente, la Beltrami ha sottolineato l’importanza della Resistenza nella sua vita derivantegli anche dall’essere stato il padre partigiano nelle formazioni piemontesi in Val

d’Ossola; il valore del lavoro collegiale per la conduzione dell’Istituto; il ruolo di garante di tutti e di coordinamento del lavoro di ricerca; l’importanza del rapporto con il Comune di Rimini e le altre istituzioni del territorio, oltre che con le associazioni (in primis l’Anpi) e il mondo della scuola; la laicità del pensiero e dell’azione dell’Istituto nel suo ruolo di centro di ricerca e di studio.


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l'OPINIONE che 2016 che fa .5

Il diavolo, probabilmente - L’evoluzione della specie politica italiana obbedisce in una ormai precipitosa, inquietante, accelerazione alla dinamica dell’eterogenesi dei fini, l'‘Heterogonie der Zwecke’ definita dal padre dalla psicologia Wilhelm Wundt giusto centotrenta anni fa. Vale a dire che le «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali» portano a mutare identità e scopo, raggiungendo proprio il contrario di quello per cui ci si era organizzati e mossi. La ridefiniamo più compiutamente e comprensibilmente eterofine della genesi, aggiornandone ed ampliandone il senso: si comincia con un progetto, in corso d’opera si raggiunge il fine opposto. Mutando nel contempo la propria personalità ed appunto identità. Una dinamica contro cui in qualche modo ammonisce quanto il Mahatma Gandhi poneva a fondamento della scelta nonviolenta: «Il fine non giustifica i mezzi, ma i mezzi prefigurano i fini». Poi c’è la quotidianità umana in cui angeli e demoni si incrociano e mescolano, gli uni presentandosi come gli altri e viceversa, i mezzi si confondono con i fini e a tutto si può far ricorso, in qualche modo può perfino nascere una momentanea, incongrua ‘simpatia per il diavolo’. Analoga e diversa, a seconda delle interpretazioni, dalla ‘Sympathy for the Devil’ dei Rolling Stones, che prende spunto da ‘Il Maestro e Margherita’ di Mikhail Bulgakov. E quindi persone ed ambiti da esaminare, e via

Ma a noi restano ancora i coperchi...

RENZI HA “Cambiato Verso”...

PUNTO DI VISTA di Gabriele Paci via diversamente giudicare per l’oggi e soprattutto per il domani, con l’ottica dell’eterofine della genesi. Traducendolo in altro modo il termine inglese ‘sympathy’ si può intendere come ‘comprensione’, e vogliamo utilizzarlo nel senso di comprendere, cioè capire. Capire che per quanto riguarda il ‘diavolo’, qualunque cosa significhi, la conoscenza serve anzitutto a riconoscere ed evitare chi del caso lo sia. O lo possa diventare. Silvio Berlusconi mostra la nuova, vitale ripresa di protagonismo di un essere multiforme e imprevedibile, ‘funambolico’. Un uomo, un imprenditore, un impresario, passato quasi senza soluzione di continuità dalla sinistra, democristiana o socialista che fosse, al più smaccato anticomunismo fuori tempo massimo visto che quello era lo spazio libero e vincente. Poi tutto il resto, dimostrando di essere indubbiamente capace, ma anche capace di tutto, sino all’attuale passaggio dalla ‘foto di Bologna’ di fine 2015 con Matteo Salvini e Giorgia Melo-

ni alla loro quasi demonizzazione e l’appoggio capitolino all’erede di ‘calce e martello’. Alfio Marchini, l’altro soggetto di questo non troppo inaspettato legame, è probabilmente in soggettiva buona fede. Non crediamo che il candidato sindaco romano sia solo docile strumento a disposizione del leader di Forza Italia, delle sue trame revansciste o, peggio, del suo ondivago rapporto con il Presidente del Consiglio con sempre in sottofondo il possibile contraccambio di regalie aziendali e affaristiche. Però intanto il leader della lista del cuore mette assieme tutto e il contrario di tutto, proprie radici di sinistra, personale approdo religioso, civismo, forzitalismo, postneofascismo storaciano e chissà che altro in nome del passaggio dal comunismo ad un ‘comunalismo’ che giustifica ogni cosa. (Che poi di suo la proposta comunalista vera e propria è tut-

t’altra e serissima. Le riflessioni di Murray Bookchin, applicate anche nelle zone curde di Siria e Iraq, ed alla base in Turchia della revisione politica tendenzialmente non violenta del Pkk di Abdullah Öcalan, hanno straordinaria serietà. Una visione di autogoverno e vera democrazia, a partire dal concetto di confederalismo democratico). Matteo Renzi è al centro della scena con il suo ‘fu’ Partito Democratico, già divenuto di fatto altro sia rispetto a se stesso (il PD, ma forsanche Renzi) che al comunque glorioso Ulivo prodiano ed ai suoi danti causa cattolici (Democrazia CristianaPpi-Margherita) e di sinistra (Partito Comunista-Pds-Ds). Eterofine della genesi per molti dalle parti del ‘Partito di Renzi’, ben illustrata anche dalla storia di Enrico Chicco Testa, sia o meno alla guida del Ministero dello Sviluppo Economico, nato dirigente am-

bientalista divenuto difensore di qualsiasi tipo di energia, meglio se inquietante. E quando si passa da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer a Denis Verdini, e con ‘l’Unità’ da Antonio Gramsci a Erasmo D’Angelis, difficile pensare a cosa più potrebbe succedere per veramente sorprendere… Matteo Salvini guida la sua Lega rapidamente evoluta, e con grande successo, dal secessionismo al partito nazionale che rivendica una identità globale. In attesa di osservare quali potranno essere le prossime tappe fra rotture e riavvicinamenti, quanto strategicamente e quanto tatticamente si vedrà, con l’alleato di Arcore. Il tutto senza eccessive rimostranze interne, con un giocare sul filo ed oltre il filo della violenza e del razzismo, ma pensare ai loro terribili ritorni fa ricordare che quando si aprono certi vasi non si sa bene cosa ne esca e sin dove si possa arrivare, e soprattutto che ritapparli può diventare quasi impossibile. Beppe Grillo (e Gianroberto Casaleggio) sono all’origine della più interessante nuova ‘organizzazione politica’, il ‘Movimento Cinque Stelle’. E proprio su questa e per questo si appuntano i maggiori interrogativi di prospettiva. Anzitutto se le rigorose regole datesi rispetto alla inderogabile rotazione degli eletti dopo due mandati resteranno tali, garantendo contro professionismo politico e incrostazioni di potere. In secondo luogo se certe con-

cezioni di superiorità ed organizzazione settaria possano essere superate dagli eventi e dalla crescita, come i segnali provenienti dal radicamento sul territorio lasciano sperare. Sul filo di un crinale da cui il ‘partito dei cittadini’ può volare in ben diverse direzioni. Amministratori locali e aspiranti tali, scendendo dal piano dei grandi centri a capoluoghi di provincia e piccole città, spesso ‘agiscono’ la politica e le cariche comunali con totale spregiudicatezza. La trasformazione ormai divenuta trasformismo corre sovrana, non più solo come in precedenza quale adattamento specifico ma per scatenato utilizzo di posizioni e simboli, originalmente di ben diverso significato, investiti in un gioco per cui ormai ‘vale tutto’. In questo caso la prossimità di conoscenza permette almeno ai cittadini di agire in maniera ancor più consapevole, diretta e rapida. O almeno permetterebbe, volendolo. A fornire criteri per giudicare ciascuno su eterogenesi dei fini ed eterofine della genesi continua intanto ad aiutare, forse al di là delle originali intenzioni, l’invenzione di Mick Jagger e soci: «Per favore permettetemi di presentarmi, sono una persona facoltosa e di classe, sono stato in giro per molto tempo, ho rubato l’anima e la fede a molti uomini. E’ stato un piacere conoscervi, spero abbiate indovinato il mio nome, anche se ciò che vi lascia perplessi è la natura del mio gioco». E il fatto che a noi restano ancora i coperchi.


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Cosa nostra, 'Ndrangheta, Camorra, Casalesi. Le diverse sfumature della criminalità organizzata

VI. Mafie, simili nella diversità Da sinistra: Massimo Russo (magistrato a Palermo), Enzo Ciconte (il massimo esperto di 'Ndrangheta), Piergiorgio Morosini (magistrato a Palermo - oggi membro eletto del CSM). Incontri: “Allarme criminalità organizzata in Emilia Romagna”. Promossi dall'Arcobaleno (Cattolica, 2005 - Hotel Kursaal)

MAFIE di Alessandro Bondi* - Viaggio. Non è un bel viaggio, è un viaggio nella criminalità organizzata da ’Ndrangheta, Camorra, Cosa nostra. Fa tappa su caratteristiche generali, fenomeni, fatti, reati; descrive la risposta delle istituzioni e della magistratura; dialoga con la politica criminale. Si va dal grande al piccolo, dal globale al locale. Una distinzione solo geografica; nulla a che vedere con gravità e pericolo rappresentati sul territorio. Il locale non è infatti poca cosa, non è ‘barzelletta’, non è episodio di passaggio, non è infiltrazione. È radicamento. Di questo si è detto, senza nessuna cortesia, passando dai fatti dell’Ndrangheta a quelli della Camorra. Prospettive. Ma per tornare in Romagna si deve uscirne. Per non riproporre sunti altrui, si darà un contesto. Per non dimenticare che è sempre questione di prospettive, si preciserà come la criminalità si misuri con gli strumenti e le garanzie che la combattono e, infine, per individuare il gene del crimine si scriverà per somiglianze e differenze. Simili nella diversità. Lo si dice dell’Europa che zoppica di fronte alle sfide della globalità. Lo si può dire anche della criminalità organizzata, impresa tra le più moderne e capaci di affrontare le stesse sfide della globalità ma senza claudicare. Perché la tesi di fondo è che al vertice della piramide la criminalità non sia poi così diversa. Riprendendo la metafora dei colori, dominano le sfumature

di grigio quando la criminalità diventa economica, tratta con le istituzioni, s’innerva nelle imprese, supera i confini degli Stati. Reati associativi e reati scopo. Alla base della piramide, il terreno e la forza della criminalità assume invece colori e forme diverse, ma non esclude cooperazioni. Qui si distinguono diversi modelli di organizzazione criminale, discettando sulle potenzialità repressive concesse quando la criminalità diventa, per il solo fatto di associazione con connotazioni criminali, associazione di tipo mafioso con pene previste che vanno da dieci a quindici anni più aggravanti speciali. Invece i reati scopo: l’omicidio, le lesioni, l’estorsione, lo spaccio di stupefacenti, il traffico d’armi, la tratta di persone, lo sfruttamento della prostituzione, la gestione della case da gioco, la malversazione ai danni dello Stato, la concussione, la corruzione, il traffico d’influenze illecite, la turbativa degli incanti e del procedimento di scelta del contraente e qualunque altro reato espressione di una strategia, compresa quella “stragista”, sarà punito in aggiunta alle pene previste per il reato di associazione di tipo mafioso. Repressione e prevenzione. Ma non è solo la punibilità in sé dell’associazione criminale a cambiare la lotta dello Stato nei confronti della criminalità, quanto la possibilità che il tipo mafioso dell’associazione offre alle forze dell’ordine e alla magistratura in tema

Simili nella diversità. Lo si dice dell’Europa che zoppica di fronte alle sfide della globalità. Lo si può dire anche della criminalità organizzata, impresa tra le più moderne e capaci di affrontare le stesse sfide della globalità ma senza claudicare. Perché la tesi di fondo è che al vertice della piramide la criminalità non sia poi così diversa di procedimenti cautelari e misure di prevenzione personali e patrimoniali. Grazie a questi strumenti, prima ancora di una sentenza di condanna, imputati conoscono il carcere e patrimoni sono sequestrati. Non è più prevenzione attraverso repressione sottoposta a forti garanzie individuali, ma repressione mediante prevenzione con poche garanzie individuali. Giornali e diritto. L’armamentario cautelare e preventivo ha le sue origini nei codici preunitari: tanto belli e garantistici nel dire quel che è reato, quanto brutti nel lasciare alle misure di polizia il lavoro sporco della prevenzione senza prove e con pochi indizi. È la faccia feroce della prevenzione che di fronte a questo tipo di criminalità abbatte i diritti della persona per offrire sicurezza alla collettività. È la paura che

brandisce la spada. Utilizzare la parola ‘mafia’ nella descrizione di un’attività delinquenziale non è, pertanto, solo un’espressione giornalistica ma una potenzialità giuridica importante. Se qualcuno ricorda gli episodi commentati nel dicembre del 2015, ricorda pure che Mafia capitale è stata per Roma molto più di un’espressione giornalistica. Gomorra e Camorra. Se è vero che la criminalità è simile nei vertici e diversa nell’organizzazione territoriale, nell’atteggiamento, nella storia, ha poi senso ricordare quel che unisce e discriminare quel che divide le organizzazioni criminali cui si dedicano queste note mensili. Anche la Camorra, si vedrà, ha un suo etimo, numeri, mito, struttura, economia, faide e stragi, rapporti con altre organizzazioni mafiose. Ma ora ci

si concentra sulla sua filmologia. Wikipedia registra 36 film sul genere. Uno dei più famosi ha varcato i confini italiani, scrivendo per assonanze bibliche. Nei titoli di coda, Gomorra di Saviano e Garrone ricorda che la Camorra non è finzione. Sono almeno 4.000 gli omicidi attribuibili alla Camorra negli ultimi 30 anni, il quartiere di Scampia ha fatto della periferia nord di Napoli la più grande piazza per lo spaccio a cielo aperto (Gomorra, 2008); piazza che unita alle altre undici piazze di spaccio fruttano sui 15 milioni al mese (De Simone, 2012). Ma ci sono altri mercati criminali, altra morte per l’uomo. C’è, per esempio, l’inquinamento del territorio con la gestione dei rifiuti tossici nascosti nelle viscere di una delle più fertili campagne italiane. La Campania felix ha accumulato tanti rifiuti da formare una poco ideale montagna di 14.600 metri, quasi il doppio dell’altezza dell’Everest (Gomorra, 2008). Già nel 2004 scienziati hanno denunciato tra Acerra-NolaMarigliano il legame tra la “gestione” di rifiuti tossici della Camorra e l’aumento a due cifre di

alcune forme tumorali (Senior/ Mazza (2004). Dati vecchi, speranza nuova?. Non secondo l’ultimo rapporto della DNA che registra, tra il 2013-2014, come solo nell’area metropolitana e nella provincia di Napoli siano 71 gli omicidi camorristici e «un quadro d’insieme caratterizzato dall’esistenza di molteplici focolai di violenza» (DNA, 2014). Avendo già scritto qualcosa su somiglianza e differenza delle strutture criminali, non sarà una sorpresa scoprire che il problema non è solo campano. Oltre alle fonti citate nei numeri precedenti vedi: - De Simone (2012), Tra gli zombie del supermercato della droga più florido d’Europa, Corriere della sera (19.11.2012). - Saviano (2006) Gomorra, Mondadori, da cui l’omonimo film di Garrone (2008). - Direzione Nazionale Antimafia, Relazione Annuale 2014 (periodo 01.07.201330.06.2014). - Senior/Mazza (2004), Italian “Triangle of death” linked to waste crisis, The Lancet Oncology. Sales (2013), voce Camorra, DEM, Lit edizioni. - Wikipedia (2016), voci Camorra; Triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano (4.5.2016).

*Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino


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RICCIONE

In fermento sia il centro-destra, sia il centrosinistra. La Discussione fa bene alla città?

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

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Montanari, gruppo consiliare in proprio Pd, la minoranza contro Parmeggiani

PD: stracci-terremoto-pezzi-scontro-ACQUA SANTA Pd a pezzi - Leggiamo: “Pd a pezzi. I secessionisti: ‘Il nuovo siamo noi’”. Sono i nuovi bocconcini dello spezzatino Pd alla paprika? Piccantelli!... Pd, volano gli stracci - Leggiamo: “Volano gli stracci nel Pd. Il vice segretario Cinzia Bauzone scoperchia le pentole”. Più che pentole sembra il mitico vaso di Pandora, quello che racchiudeva tutti i mali del mondo. Da paura!... Terremoto nel Pd - Leggiamo: “Terremoto nel Pd. Il segretario all’attacco degli scissionisti”. Speriamo che facciano uso solo di armi convenzionali... se dovessero passare all’armamento atomico... siamo fritti. Bim-bum-scrash!... Scontro nel Pd - Leggiamo: “Scontro nel Pd. Spaccatura definitiva nel partito, in 30 si autosospendono: ‘No a gestioni autoritarie’”. Autosospesi da che? Il partito non esiste più! Potrebbe essere, però, solo guerriglia di posizionamento... di poltrone? Ma dai!... Contro il Bilancio - Leggiamo: “Pd: votiamo contro il Bilancio, non c’è traccia di innovazione”. Abituati da sempre a fare e votare il proprio, tira il sedere votare quello degli altri. O no?!?... Libertà di coscienza - Leggiamo: “Referendum trivelle, il Pd riccionese abbraccia la linea nazionale: libertà di coscienza”. Libertà d’incoscienza! Bella coscienza quella di mortificare la partecipazione... Truppe a raccolta - Leggiamo: “Noi riccionesi chiama a raccolta le truppe”. Pare che a Riccione sia in corso una guerra civile... Rimborsi Tassa di soggiorno - Leggiamo: “Tassa di soggiorno, rimborsi agli hotel”. Molto generosa con gli albergatori questa Tosi... Viaggio gratis - Leggiamo: “Al mare in treno, i clienti che staranno almeno una settimana viaggeranno gratis”. E poi dicono che gli albergatori di Riccione sono avari...

LA POLITICA

- La politica riccionesi non annoia la città. E' in subbuglio il centro-destra guidato dal sindaco Renata Tosi e lo è il centro-sinistra guidato da Parmeggiani. Insomma, se Atene piange, Sparta non ride. A lanciare la mela della discordia, nel centro-destra al potere, è stato Lele Montanari: il monello della politica riccionese, ha fatto una monellata. Uomo forte non meno che estimatore della Tosi persona prima ancora che politico, per stufo direbbero i toscani, è uscito dal gruppo consiliare Noi riccionesi-Forza Italia. La lista della Tosi, Noi riccionesi, ha in Nanà Arcuri la mente, e qualcuno dice anche il padre-padrone, ed ha creato un nuovo gruppo consiliare. Cosa che non piace al riccionese nato sul porto, ma, come afferma: “Sono stato costretto a farlo”. Si chiama, il gruppo di Montanari, “Noi per la Romagna”. Vi hanno aderito altri in uscita da Noi riccionesi-Forza Italia: Fabio Mercatelli, Filippo Urbinati, Michele Mingucci e Francesco Montalto. Il manipolo

Da sinistra: Lele Montanari e Renata Tosi

Da sinistra: Fabio Ubaldi e Marco Parmeggiani che si è messo in “proprio” lo ha fatto perché non si sente coinvolto dalla Tosi e da “Noi riccionesi”. Senza questi 5 voti di cui sopra, la giunta-Tosi difetta di maggioranza consiliare. La politica riccionese non annoia, come l'uomo Lele. Pd Anche in questo campo è stata l'opposizione interna che ha il suo leader in Fabio Ubaldi (candidato sindaco sconfitto dalla Tosi) ad aprire il vaso di pandora. La mino-

ranza accusa la segreteria Parmeggiani di “distanza che si è creata tra il Partito Democratico Riccionese, i suoi elettori ed i cittadini. Una distanza che appare ormai incolmabile e segno tangibile di una politica chiusa, polverosa e autoreferenziale. Il perpetuarsi di una gestione del partito autoritaria, preoccupata solamente di garantire privilegi di posizione, tutele o vantaggi, che nulla hanno a che vedere con il bene pubblico, è un metodo che ha vi-

sto nella recente storia politica di questa città la dissoluzione di un’intera classe dirigente e la fuga verso altri soggetti socio-politici di migliaia di elettori e simpatizzanti”. E ancora: “Ciò che si ravvisa nell’attuale gestione del PD Riccionese è una stagnazione culturale ed intellettuale, abbinata ad una costante e univoca ricerca di personali ambiti di potere, degna delle peggiori pratiche della prima Repubblica (...)”. A chi giova? Ma questa dialettica interna giova alla politica ed alla città? Chi scrive pensa che un sano scontro di idee ed opinioni aiuti la comunità a crescere. Affinché questo avvenga però ci vuole il senso critico e di discernimento del cittadino. Sembra contraddittorio ma alla fine i governanti, ed i partiti, vanno a sintetizzare questo sentire collettivo. Se l'opinione pubblica svolge appieno il proprio ruolo, la comunità migliora. Altrimenti, come dice un riccionese saggio: “Se nell'acqua ci sono solo trote, non puoi pescare anche i paganelli”. Quando non ci sono i gatti i topi ballano. I gatti, in questo caso, dovrebbero essere i cittadini.

LIBRI le sue ‘gesta’ sono ogni volta citate e riempiono a vario titolo tutti gli studi ed i libri che sono stati scritti sull'argomento, ma mai in maniera organica, piuttosto invece spezzettate per scissioni plurime come se dovesse riprodursi di continuo il rilievo e il ruolo da lui avuto in questa impresa”. Si racconta di uno dei grandi pionieri del turismo e La copertina

Sebastiano Amati, il capostipite di una famiglia che ha fatto la storia di Riccione - “Sebastiano Amati. Geneologia di una famiglia e di una città”. E' il titolo del libro scritto dai cugini Rodolfo Francesconi (già dirigente d'azienda) e Alberto Spadoni (psichiatra). Entrambi discendenti di Sebastiano. Il volume (Raffaelli Editore, pagine 120, 25 euro) viene presen-

tato il 4 giugno al Palazzo del Turismo alle 18,30. A raccontarlo il prestigioso scrittore riminese Piero Meldini, l'attore Pierpaolo Paolizzi e i due autori. Scrivono nell'introduzione Francesconi Spadoni: “Il personaggio è Sebastiano Amati (1860 - 1934) tanto importante per lo sviluppo di Riccione che

dell'imprenditoria riccionese in un quadro cittadino ed italiano. Gli eredi lo fanno con una caterva di dati ed una penna che non sa che cosa sia la noia. Spadoni dedica il libro alla madre Mary Amati; il cugino Francesconi a Riccione. Il volume è da lasciare in eredità ai nipoti. Sebastiano è un esempio del fare.


RICCIONE

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Il referendum sull'ambiente non raggiunge il quorum. Un'occasione di civiltà smarrita - Trivelle: un buco nell'acqua. 17 Aprile 2016: Referendum sulle trivelle, ancora una volta ha vinto l’indifferenza, sigh!!! Venerdì 8 Aprile presso la Sala Conferenze dell’Hotel Augustus di Riccione, le Associazioni “Le Nuvole e Oltr3” hanno organizzato un incontro informativo sul referendum sulle trivelle. Dal momento che l’opinione pubblica in generale sembrava abbastanza confusa sul significato e sulle finalità di tale richiamo le due associazioni, sempre sensibili ai temi che coinvolgono i cittadini, hanno invitato quale conferenziere l’ingegnere ambientale Stefano Parmeggiani, il quale ha cercato di chiarire dubbi, perplessità e curiosità attraverso esempi chiari, reali e con dati assolutamente inopinabili. E’ chiaro che l’argomento va oltre il quesito referendario trattando temi quali l’ambiente e l’inquinamento, le energie rinnovabili contro le energie fossili, il lavoro la ricerca e lo sviluppo. L’intera registrazione audio della conferenza si trova sul sito www.lenuvolericcione.it sulla pagina dedicata all’evento. Nove regioni del nostro “Bel Paese”, affidandosi alla legge che regolamenta l’istituzione del referendum, ha promosso il referendum popolare definito “sulle trivelle”. Scopo del referendum era abrogare: “l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,

Trivelle, buco nell'acqua Ha vinto l'indifferenza. Il 67 per cento delle persone non ha esercitato il diritto di voto IL PUNTO di Marco Zangheri ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. Il quesito riguardava le piattaforme che già effettuano trivellazioni entro le 12 miglia marine dalla costa e per le quali attualmente è stata autorizzata una concessione di sfruttamento fino alla fine del giacimento; abrogare la variante della legge di stabilità 2016 significa far terminare lo sfruttamento del giacimento al termine della concessione senza possibilità di rinnovi.

Un momento dell'incontro con l'ingegner Stefano Parmeggiani Si parla attualmente di 21 concessioni sulle 66 presenti nei nostri mari considerando anche quelle oltre le 12 miglia. Il decreto legislativo 152 prevede già il divieto di avviare nuove attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi gassosi o liquidi entro le 12 miglia. Quanto sopra era lo scopo del referendum popolare; semplice e chiaro, ogni elettore dotato di un minimo di senso critico e dopo essersi adeguatamente informato sulle motivazioni del “sì” e del “no” avrebbe potuto fare la sua libera scelta. “La semplicità è la massima raffinatezza” soleva dire a suo tempo il magnifico Leonardo dà Vinci ma erano altri tempi e nel

nostro “Bel Paese” abbiamo perso, da tempo, il senso della “raffinatezza” scambiandola con la “grossolanità”, per usare un eufemismo. Come in ogni referendum che si rispetti sono sorti gli schieramenti nel fronte del “sì” e del “no”, ognuno con le sue motivazioni tecniche, ambientali, sociologiche a cui si sono aggiunte le motivazioni politiche pure che, per tali argomenti, non dovrebbero essere prese in considerazione in quanto non affrontano i problemi reali ma quelli ideologici e soprattutto di potere. Comunque, come sempre, è andata così. In questo referendum è successo qualcosa di estremamente grave: è stato messo in discussione il significato più alto della democrazia, ossia la libera scelta che si esprime nel voto e si rea-

lizza andando alle urne tracciando la propria croce. L’astensione, che nei referendum è prevista per regolamento, è l’arma dell’ignominia. Non andare a votare significa, in un referendum, non raggiungere il quorum e quindi rendere invalido il voto dei cittadini che responsabilmente hanno usato il diritto/dovere del voto. Poi succede che ci si mette l’uno contro l’altro, tra chi responsabilmente è andato a votare e chi invece volontariamente non l’ha fatto: ognuno per le sue ragioni. Si dà corso ad una guerra tra poveri dove vengono consumate energie e si distoglie l’attenzione dal vero problema che è quello di una ricerca di una maggiore coesione tra le persone finalizzata a migliorare gli stili di vita. In un'epoca pervasa da una

crisi che è prima spirituale e poi materiale, sarebbe stato questo un bellissimo segnale; persone che si alzano dai loro comodi divani e vanno a fare la loro scelta, un “sì” o un “no” e così esprimono la loro idea. In questo referendum non abbiamo sentito la voce del 67% dei cittadini con diritto di voto e, al di là del risultato ottenuto da chi è andato a votare, è questo un fatto su cui riflettere. Lo scarso afflusso è il trend delle ultime votazioni sia politiche che amministrative, una disaffezione verso la politica che urla e sbraita che sempre più si allontana dalla gente e la gente che a sua volta si allontana sempre di più dal senso di unità comunitaria che un popolo deve esprimere per essere e sentirsi tale. La virtù del rispetto tra le persone è sempre di più sostituita dall’esaltazione dell’individuo e delle sue virtù materiali aumentandone le distanze referenziali e impedendo così il sano confronto fondamento della crescita di tutta la comunità. La libertà è l’espressione più alta della dignità dell’uomo ma è tale solo e solamente quando le azioni che la determinano non offendono l’altrui libertà. Astenersi volontariamente dal voto è un’azione lesiva delle libertà altrui, astenersi dal decidere è oltraggio della propria dignità, sempre. In memoria di tutti coloro che hanno dato e danno ancora oggi la loro vita per la dignità di tutti.



RICCIONE

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Maggio 2016

Più risorse per i cittadini e meno sprechi

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Quale unione: Riccione-Montefiore? O Bellaria, Rimini, Bellaria, Riccione, Misano e Cattolica? - Vogliamo entrare nella discussione sulle unioni comunali che tanto appassiona gli amministratori e i politici, dibattito “costretto” da norme regionali che impongono apparentamenti entro cinque anni tra le varie amministrazioni. Indipendentemente dalle ragioni storiche che hanno portato ad avere tante piccole realtà comunali, che non ci interessa qui analizzare, rimane il fatto che le risorse disponibili per fare funzionare la macchina amministrativa locale sono sempre più esigue e non sufficenti a garantire servizi alla popolazione, sopratutto quelli “socialmente utili”. Il rischio, per altro già realtà, è che per fare fronte alla gestione corrente i comuni facciano ricorso ad addizionali più alte e a sanzioni più frequenti come ad esempio per le infrazioni stradali, con strumenti collocati ad arte su strade non pericolose ma di grande scorrevolezza in cui, con estrema facilità si superano i limiti di velocità minima consentita. Nella situazione attuale, come si è già sottolineato, i piccoli ma anche medi municipi, non sono finanziariamente in grado di dare risposte alla cittadinanza né in termine di qualità dei servizi, mancando la possibilità di avere personale qualificato, né in termini di

LA RIFLESSIONE

programmazione del territorio, anche per la limitatezza legata al solo ambito comunale. Possiamo aggiungere che con la soppressione delle province il problema della gestione e pianifcazione del territorio diventa più urgente. Stiamo assistendo a timidi accorpamenti tra piccole realtà comunali, vedi Montescudo/ Montecolombo (che non hanno nemmeno integrato i nomi precedenti) e Poggioberni e Torriana, diventato Poggio Torriana. Queste aggregazioni sono una mera furbizia per avere dalla Regione consistenti contributi che permetteranno loro di sopravvivere, intorno ai propri campanili, ancora per diversi anni. “Si mormora” che il Comune di Montefiore voglia apparentarsi con Riccione, curiosa alchimia di interessi politici, e poi ancora indecisioni e apparentamenti limitati di altre municipalità della provincia. Non vogliamo sottovalutare le preoccupazioni degli amministratori dei piccoli e medi comuni ad essere fagocitati all’interno di quelli più

rappresentativi, ma si possono stabilire regole che consentano agli “aggregati minori” di fare valere e tutelare il proprio territorio e avere uguali diritti. Basterebbe, tra altro, che nelle elezioni di insediamento del nuovo raggruppamento si garantisca parità di rappresentanza per ogni comune che ne facesse parte dando così ai vari delegati eletti, maggiore potere contrattuale. Ancora si potrebbe pensare di stabilire, per decisioni di grande rilievo, la necessità di una maggioranza molto qualificata, oltre quella di governo, che consenta di arrivare a decisioni condivise, e poi altro ancora... Ora proviamo a pensare al terrorio provinciale suddiviso in

macro aree di buona omogeneità: partiamo dalla Valconca e pensiamo ad una aggregazione che comprenda Morciano, Gemmano, Montefiore, Saludecio, Mondaino, e Montegridolfo. Pensiamo a quante opportunità di sviluppo di programmazione e di razionalizzazione dei servizi, di qualificazione degli stessi, si potrebbero ottenere ! Oggi con gli strumenti disponibili non è più fondamentale la presenza fisica della municipalità, e con lo sviluppo delle comunicazioni attraverso la fibra ottica e l’utilizzzo di attrezzature elettroniche sofisticate, sarà facile gestire molte attività e servizi utili ai cittadini. Dal nostro punto di vista diminuirebbero anche molte relazioni personali, non sempre trasparenti, oggi molto diffuse. Proseguendo si potrebbe pensare che intorno a Cattolica gravitassero San Giovanni in Marignano e Misano Adriatico. Un’altra aggregazione funzionale alle caratteristiche del territorio, prevalentemente agricolo, potrebbe riguardare Coriano, San Clemente, e Montescudo/Montecolombo. Spostandoci nella Val Marecchia intorno a Santarcangelo si potrebbe configurare l’unione

con Verucchio e Poggio Torriana. Nell’alta Val Marecchia intorno a Novafeltria tutti i comuni passati in provincia di Rimini dalle Marche e cioè Pennabilli, San Leo... E sulla costa? Pensiamo a una grande area Metropolitana costiera che comprenda Rimini, Riccione, Bellaria. Quanti palazzi dei congressi in meno e tante altre storture si potrebbero evitare investendo risorse in modo non ripetitivo pianificando gli interventi! Dal nostro punto di vista le difficoltà a realizzare queste aggregazioni non nascono dai cittadini che difendono i campanili (naturalmente se coinvolti su progetti e obiettivi trasparenti che riguardino i servizi, lo snellimento burocratico e una migliore utilizzazione del territorio). Il vero ostacolo sono i posti di rappresentanza politica che verrebbero a meno, le ambizioni personali degli amministratori, attuali e futuri, che avrebbero compromesso il loro prestigio locale e, speriamo di no, interessi particolari. Saremo un paese normale quando non ci saranno politici locali di professione che hanno bisogno di continui ricollocamenti, ma di persone preparate che mettano al servizio della collettività le proprie capacità ed esperienze per un peri-

odo limitato della propria vita. Ci preme sottolineare che contestualmente a quanto sosteniamo, andrebbero riviste le norme conseguenti a Tangentopoli che hanno sottratto potere decisionale ai politici attribuendo ai burocrati la reponsabilità di tutti gli atti amministrativi, con una forte rigidità nelle scelte politiche e un notevole appesantimento nei tempi e nelle gestioni correnti. Con una nuova generazione di amministratori e molta trasparenza si deve tornare al primato della politica se vogliamo un paese più efficente . Ricordiamo per curiosità dei lettori che già nel 284 dopo Cristo l’imperatore romano Diocleziano procedette ad una riorganizzazione dell’impero, che per il settore amministrativo, tra province curie e municipi creò una complessa burocrazia che ha molte analogie con la nostra attualità che ebbe lo stesso risultato appena descritto (della serie la storia si ripete ). Alla luce di queste brevi considerazioni, pensiamo che debba essere rivisto anche il sistema regionale suddividendo il paese in poche macro aree. Ma questo è un altro discorso! Per adesso ci accontenteremmo di vedere realizzato un nuovo e serio riassetto dei comuni. Il Tarlo



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Da bambino veniva in vacanza a Riccione. Qui ha ambientato il romanzo “Gli occhiali d'oro”

Bassani, cent'anni fa nasceva il grande scrittore - Il grande scrittore ferrarese Giorgio Bassani è stato affezionato di Riccione. Per anni insieme alla famiglia vi trascorreva le estati. Talmente affezionato che in parte, a Riccione, ha ambientato uno dei suoi romanzi più famosi: “Gli occhiali d'oro”. Dal romanzo è stato tratto un film nel 1987 diretto da Giuliano Montaldo. A Ennio Morricone, autore della colonna sonora, fu assegnato il David. Forse il Comune di Riccione potrebbe celebrare lo scrittore con almeno due cose. La prima, potrebbe organizzare una conferenza raccontandone il legame. Il secondo. Il Comune potrebbe percorrere due strade. La prima è quella di pubblicare in un'edizione importante “Gli occhiali d'oro” e farne un presente di rappresentanza. Fosse una strada troppo impegnativa, potrebbe rilegare le edizioni esistenti. Sulla nuovo copertina ci potrebbe apporre la dicitura con il nome di Riccione. Uno dei protagonisti del li-

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MEMORIE Maddalena Piccari e Pier Giorgio Ricci sto con un ragionamento colto e approfondito il significato e l’importanza, soprattutto per i giovani, della Giornata del 25 Aprile “Festa della Liberazione”. Si è avuta poi la proiezione del filmato tratto dall’Archivio di Edmo Vandi e Secondo Casadei, sull’inaugurazione della Piazza di viale Ceccarini dedicata all’Eroico Carabiniere Salvo D’acquisto, che vede gli interventi del genera-

Giorgio Bassani, un appassionato del tennis

Perché non fare del libro il regalo di rappresentanza del Comune di Riccione LA CULTURA bro è Filippo Lavezzoli, avvocato in vacanza a Riccione con la moglie e i tre figli: Franco, Gilberto e Cristina. Ambientato alla fine degli anni Trenta,fu pubblicato nel 1958 presso Einaudi. La trama. Un giovane studente ebreo della facoltà di lettere (forse lo stesso Bassani) racconta di Fadigati, già affermato medico a Ferrara. E' conosciuto per la sua abilità, la sua raffinatezza e la cultura. E' conosciuto per la presunta e latente omosessualità che gli costa l'emarginazione dalla sua

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alta classe sociale (cosa che poi capiterà anche al narratore della storia per essere ebreo dopo le leggi contro gli ebrei firmate da Mussolini). Inizia, Fadigati, a prendere lo stesso treno mattutino per Bologna del narratore e dei suoi amici. Tra i ragazzi universitari conoscerà anche lo scapestrato ed egoista Delilliers: giovane e ribelle pronto a giocarsi tutto nella vita, che non esita ad usare la sua sfrontatezza, il suo fascino, la sua bellezza per ammaliare Fadigati e prendersi gioco di lui, sfruttandolo per i

suoi desideri egoistici. Diventerà vittima del ragazzo e sconterà, per questo amore omosessuale, la pena dell'isolamento dalla Ferrara benestante. Il narratore un po' perché nella stessa condizione di emarginazione dovuta alle sue origini ebree, un po' per compassione inizia a frequentare in amicizia il dottore, che accetta di essere messo al bando della società ferrarese, per colpa del suo amore con Delilliers, che tanto lo rispettava. Quando verrà abbandonato dal giovane amore, scappato con i suoi beni ed i suoi soldi, Fadigati inizierà un periodo di depressione che lo porterà fino al suicidio. Quest'anno ricorre il centenario della nascita di Giorgio Bassani, famoso per il libro “Il giardino dei Finzi-Contini”. Oltre ad essere stato un raffinato scrittore, il ferrarese se la cavava egregiamente anche con la racchtetta.

25 aprile, non dimenticare - Una serata riuscita per non dimenticare le tragiche vicende del Passaggio del Fronte e per ricordare l’eroico carabiniere Salvo D’Acquisto lo scorso 18 aprile alla Csa Colonica nel Parco della Resistenza.. Ad organizzare l’Associazione Ex Dipendenti Enti Pubblici di Riccione nell’ambito della propria attività di informazione e di cultura. Presentata dalla presidente Maddalena Piccari, la serata è iniziata con il filmato storico sul Passaggio del Fronte nelle zone di Riccione, Rimini, Coriano, Gemmano, San Marino.... Immagini crude ed esplicative di quei tragici giorni, girate in diretta dai reporter statunitensi al seguito delle truppe alleate. E’ seguito un intervento del letterato e storico riccionese Rodolfo Francesconi, che ha espo-

le B. Claudio Rosignoli, del presidente Pier Giorgio Ricci in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri, nonché dell’allora sindaco Daniele Imola. Il filmato comprendeva anche un’intervista all’attore Beppe Fiorello, interprete di un fiction televisiva sul sacrificio del Carabiniere. La serata si è conclusa con interventi di Pier Giorgio Ricci, Giuseppe Lo Magro (che ha distribuito ai presenti l’opuscolo “La Seconda Guerra Mondiale a Riccione - Memorie di un Quindicenne” del compianto Dante Tosi) e di Silvio Di Giovanni che ha letto una applauditissima elegia sui Tre Martiri di Rimini. Soddisfazione è stata espressa alla fine, dalla presidente Maddalena Piccari Edmo Vandi



CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Esperti rispondono

Condominio, responsabilità del consigliere Leasing immobiliare, che cos'è FOCUS

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Domanda Nel nostro condominio vogliamo installare un ascensore appoggiato alla muratura perimetrale dell’edificio per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Poiché tra noi non vi è unanimità di consensi le chiedo qual è la maggioranza richiesta per la validità dell’assemblea. Risposta La realizzazione delle opere dirette al superamento delle barriere architettoniche non richiede l’unanimità dei consensi. L’art. 1136 comma 3 del codice civile così recita : “ se l’assemblea in prima convocazione non può deliberare per mancanza di numero legale, l’assem-

Domanda blea in seconda convocazione delibera in un giorno successivo a quello della prima e, in ogni caso, non oltre dieci giorni dalla medesima. L’assemblea in seconda convocazione è regolarmente costituita con l’intervento di tanti condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell’intero edificio e un terzo dei partecipanti al condominio. La deliberazione è valida se approvata dalla maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno un terzo del valore dell’edificio”. Vincenzo Pupolizio, geometra

E’ morto un nostro congiunto senza lasciare testamento. Gradiremmo conoscere quali sono le quote di eredità che spettano agli eredi. Risposta Quando la persona defunta non lascia testamento siamo in presenza di “suc-

cessione legittima”. Gli eredi legittimi sono i parenti più prossimi (figli e coniuge) sino a giungere, in caso di rinuncia degli stessi o in mancanza a quello di grado più remoto ma non oltre il sesto grado oltre l’eredità si devolve allo stato. Qui di seguito la tabella esplicativa delle quote ereditarie.

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@outlook.it secchi.marco92@gmail.com

N.B.: i figli legittimi hanno gli stessi diritti di quelli dei figli naturali e degli adottivi. Marco Secchi, geometra


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MISANO

Uscita umanitaria di Giuliano. Recapitato materiale ospedaliero, didattico, divise da calcio, scarpe da corsa

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it e con quello che si sente in televisione in questo periodo qualche perplessità l’ho avuta; alle due del mattino ero ai campi e dopo un giorno di relax è iniziato il lavoro durato tutta la settimana. Il primo carico, da Rabuni a Smara, lo abbiamo fatto per la scuola; un duro lavoro ma una grande soddisfazione dopo aver riempito 520 zaini con tutto l’occorrente per scrivere e disegnare, poi consegnati uno ad uno ad altrettanti alunni. Dopo le lezioni ho consegnato scarpe e divise per una partita di calcio fra due squadre della scuola. L’uni-

ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)

L'opera d'arte

FIORIERE - Le tipiche fioriere che caratterizzano, da più di 20 anni, alcune vie pedonali di Misano Mare furono realizzate con cemento martellinato rosa, un arredo originale de Fnil apprezzato e scoppiazzato in seguito anche in altre realtà turistiche. Hanno fatto il suo tempo? Se si considera lo stato di manutenzione attuale non sono certamente più la graziosa cartolina di cui vantarci. Eppure, alcuni giorni fa, sorseggiando un caffe al Bar Marconi, mi sono reso conto che nonostante l’età, la fioriera con le sue sedute ripulite può essere ancora un’attrattiva. E’ bastato un passaggio con l’idropulitrice ma soprattutto la sensibilità e l’educazione civica dei nuovi gestori del Bar Marconi. E voilà! La per cumè nova. DUCATI - Come tutti sanno da tempo, quest’anno il raduno biennale della Ducati e la Notte Rosa saranno concomitanti. Non era proprio possibile anticipare o posticipare l’uno o l’altro? Ne avrebbero tratto beneficio gli stessi eventi, i fan delle due manifestazioni e naturalmente tutte le attività economiche dedite all’accoglienza. Non si tratta di fare i bastian contrari, anche se non fa una piega chi risponde; due sono meglio di niente. Tiè! TRENI - L’11 di giugno TRENITALIA farà conoscere gli orari e la pianificazione dei treni per l’estate. Meglio tardi che mai. Grazie trenitalia! L’importante è arrivare. An videmie l’ora. 25 APRILE - Per ricordare il 25 aprile abbiamo assistito, al cinema Astra, alla proiezione del film prodotto, girato ed interpretato, da giovani artisti di Cattolica sulla storia di Rasi e Spinelli. Penso che questo film meriterebbe di essere visto e spiegato nelle scuole. La storia di questi 2 ragazzi, fucilati innocentemente poco prima della liberazione del nostro paese dal fascismo, racconta con rara sensibilità come a volte si diventa eroi nostro malgrado. Con pochi mezzi, avì fat propia un bel lavor. Complimenti! CITTA' GIARDINO - Il sogno che coltivo da moltissimi anni è di veder crescere la nostra città guardando i nostri confinanti che si affannano per recuperare gli spazi necessari per dare ai turisti, ma non solo, le infrastrutture che sono attualmente necessarie all’industria turistica. Piste ciclabili, verde attrezzato, parchi tematici, parcheggi... e mi fermo qui. Sono stupito dalle reazioni di chi non ama le crit...., pardon! Ascoltare semplici suggerimenti a volte può aiutare chi ha grandi responsabilità. L’è anche vera cu iè tropa genta chi casca da e pér quando sarà troppo tardi per Misano essere la città giardino della costa.

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“Un container nel deserto non è una goccia nel mare” SOLIDARIETA' - Un container nel deserto non è una goccia nel mare. L’alluvione dello scorso ottobre ha provocato seri danni alle abitazioni del popolo Saharawi, gente che da quaranta anni vive esiliata nel deserto algerino a causa dell’invasione del Marocco che li ha confinati alzando un muro di sabbia lungo più di duemila chilometri. Il comitato di solidarietà con il popolo Saharawi, sotto la presidenza del Bruno Tosi, che da vent’anni collabora con le varie associazioni pro Saharawi, ha risposto alla richiesta di aiuto, cercando quanto più possibile per aiutare la scuola e l’ospedale di Smara, uno dei villaggi dove le associazioni umanitarie emiliano romagnole sono presenti. Chi vi scrive si è trovato coinvolto per puro caso; ha conosciuto Bruno perché lo aveva aiutato nell’organizzare il container che assieme agli amici Thomas e Francesca abbiamo consegnato alla mis-

Giuliano Pacifero col primo ministro sione di Sichili in Zambia. Da qualche anno, ci sono buoni rapporti con l’Ausl di Rimini, così Tosi mi ha incaricato di chiedere venti letti e dieci comodini da destinare all’ospedale di Smara. Dopo un lavoro durato quattro mesi

il container era pronto. Letti, comodini e medicine per l’ospedale; per lo sport, divise e palloni da calcio donati dal Real Misano, scarpe da running donate dal Living Sport di Rimini e una montagna di materiale scolastico in parte acquistato e in parte donato dalla ditta Buffetti di Rimini. A completare l’opera, sono arrivati trenta banchi con sedie per la scuola e venti banchi con sedie per l’asilo, donati dal Comune di Rimini. A fine febbraio, con il contributo del Comune e l’aiuto della protezione civile di Ravenna, abbiamo spedito il container e come ogni volta non sono mancati i ritardi, tali che ho dovuto posticipare la data di partenza e rifare il visto per l’Algeria. A fine Marzo, solo, sono partito per Tindouf, dove mi stava aspettando il convoglio dei Saharawi con la scorta della polizia algerina

co problema l’ho avuto nel portare il materiale all’ospedale; è intervenuto il vice ministro della Salute, responsabile di tutti gli ospedali, e dopo averci fatto aspettare più di un’ora sotto il sole, ci ha detto di non toccare niente, ma io non capivo il perché. Ne è nata una discussione molto accesa che stava degenerando. Poi con l’aiuto della mia interprete ci siamo capiti e i letti che noi avevano destinato all’ospedale di Smara li abbiamo lasciati al ministero della Salute per poi destinarli ad un’ospedale che aveva più necessità. A fine settimana, poche ore prima della partenza, è arrivata un’altra bella soddisfazione, sono stato ricevuto dal primo ministro della Repubblica Araba democratica dei Saharawi e dopo avergli consegnato una targa dell’associazione, ha fatto mille complimenti per il lavoro ai campi e a quanti si erano adoperati per riempire il container. Giuliano Pacifero

Progetto Sofia al “Nona” Grande successo. Raccolti 2.200 euro - La cena di beneficenza organizzata da Mauro Ciaroni al ristorante “Nona” di Riccione lo scorso 4 maggio è stata nel segno di un grande successo. Sono stati raccolti 2.200 euro; subito spediti in Africa, agli amici in difficoltà: orfanotrofi, scuole, ospedali... Impegnato da una dozzina d'anni, di solito porta gli aiuti direttamente. E di solito gli amici africani lo chiamano e gli chiedono aiuto. Mauro parte lancia in resta e organizza. Tutto nasce per caso. La figlioletta Sofia guarda la tv; sul video la miseria africana. Chiede al babbo: “Che cosa possiamo fare?”. Vengono raccolti i primi milioni di lire. Ad oggi, girati decine di migliaia di euro. Un grazie a: Bartorelli Gioielleria (Riccione e Pesaro), Galleria Cappellini (Pesaro), Eva Garden (Pesaro), Arcangeli Gioielleria (Misano), Macelleria Torsani (Misano), Panificio Villa (Misano), Fattoria del Piccione (Croce di Montecolombo), Mananà (Misano), Riviera Verde Go-kart (Misano) , Moto Riccione (Riccione), Scuderia del Lago (Casarola di San Clemente), Tenuta Biodinamica Villa Mara (San Clemente), Birra Viola (Cattolica) Mauro Ciaroni in Africa


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Fu scelto dopo una svolta politica nel 1970. Penna felice e profonda cultura

CIVILTA'

Aperitivo con i ragazzi di “Io Centro” Rotolare nell'anima insieme

Semprini, 5 anni fa moriva il sindaco galantuomo PERSONE

- Era da parecchio tempo che avevo in mente questo piccolo progetto e finalmente, grazie all’aiuto di tanti amici, sono quasi arrivata alla sua realizzazione. In questi anni ho capito che anche la cucina può essere una palestra di vita dove la passione per il cibo unisce, la collaborazione tra le persone vince e le barriere di ogni genere vengono superate. Questo “Apericentro” vuole essere un motivo di incontro tra i ragazzi meravigliosi di “Io Centro”, i cui sorrisi e la voglia di vivere trasmettono gioia a 360 gradi e tre grandi professionisti che oltre a cucinare divinamente hanno anche la non comune capacità di trasmettere agli altri la loro passione. E chi assaporerà ciò che insieme prepareranno sono sicura riuscirà a provare tutte queste le emozioni . Tutto questo, e molto di più, è avvenuto lo scorso 10 maggio dalle ore 18.30 presso la Pasticceria Garden a Morciano di Romagna. I ragazzi hanno preparato i cibi lavo-

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rando in cucina al pomeriggio affiancati da 3 rinomati chef: Gianluca Angelini, Gianluca Balascio, Gianluca Sarnicola Contributo di partecipazione: 10 euro a persona (bambini fino a 10 anni ingresso gratuito) Il ricavato è stato destinato a finanziare le attività del Centro che ha sede nella Villa Del Bianco. Si ringrazia per il generoso contributo le aziende: Arte Piada Romagnola, Fattoria del Piccione, Misano Frutta, Adria Market. Il 14 maggio, dalle 16,30, al teatro Astra, Io Centro promuove un lungo pomeriggio per sensibilizzare sulla disabilità Ne sono “relatori” proprio i ragazzi con un rapppresentazione teatrale, la scrittrice Roberta Tota (con sottofondo musicale di Mario Marzi, primo sassofonista alla Scala), danza e sport in carrozzina. Presenta Simona Mulazzani. Chi volesse donare loro il 5Xmille: Associazione di promozione sociale Io Centro. Codice fiscale: 91144430401.

- Per pudore si tirava indietro. Non per una ragione rinunciataria, ma “semplicemente per lasciare” intatta un’idea di vita. Una passione. Un'ideale”. Questo era il galantuomo Antonio Semprini, dal 1970 al 1982 sindaco di Misano. Se n’era andato prima del tempo nella mattinata del 6 maggio, dopo una lunga malattia. Aveva 68 anni. Aveva una penna brillante ed una mente acuta. Era un lettore onnivoro di cultura; gli piacevano soprattutto le riflessioni economcieh che potessero tradursi in atti politici e sociali. Napoleone Colajanni e Alfredo Reichlin erano i pensatori del cuore.

Antonio Semprini, sindaco di Misano dal 1970 al 1982 e sindaco di San Clemente dal 1990 al 1993

Nei momenti in cui non si trovava d’accordo con i suoi interlocutori, Semprini argomentava con un intercalare diventato il suo marchio di fabbrica: “Ciò, se tvò fè issè” (se

vuoi far così, fai). E lasciava fare. Troppo civile, e forse troppo solo, per combattere contro i mulini a vento. Per pudore si tirava indietro. Su questo principio, lascò la presidenza del Centro sociale Del Bianco dopo pochi mesi. Antonio Semprini aveva calzato le fasce tricolori di due paesi: Misano (dal 1970 al 1982) e San Clemente (dal 1990 al 1993). Divenne sindaco di Misano a soli 27 anni, tra i più giovani d’Italia. Dopo una segreteria del Pci col coltello tra i denti, almeno questi sono i

racconti che i protagonisti lasciano trapelare. A sceglierlo fu Gino (Pucci) Moroncelli, un altro galantuomo misanese, da esportazione. A San Clemente lo scelse Arnaldo Cesarini. Riccionese, allora era il segretario del Pci per la Valconca. Fu trovato un forestiero perché i big del partito si mettevano i veti incrociati. Dal suo cilindro, Cesarini tirò fuori il nome di Semprini. Grazie al suo prestigio, nessuno ebbe qualcosa da obiettare. Tre anni dopo, però, Semprini, ufficialmente per ragioni personali, si dimise. Il suo partito era entrato in lite con la giunta sul Prg (Piano regolatore generale). Sempre 'sto triste mattone.

Savoretti, un misanese per la spiritualità di Bosch LA CULTURA - L'architetto misanese ha allestito la mostra sull'olandese Hieronymus Bosch negli spazi “Alessandrini”, a Bologna. L'occasione sono i 500 anni dalla morte di uno dei giganti della storia della pittura. Aperta lo scorso aprile, chiude di battenti il 28 maggio. Le opere non sono di Bosch ma della cesenate Giovanna Caimmi, docente all'Accademia di Belle arti di Bologna. L'esposizione è curiosa. Creativa. Artistica. Sullo sfon-

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do la gigantografia (“Le tentazioni di Sant'Antonio”) del dissacrante olandese che racconta l'uomo con il linguaggio della satira, la cesenate ha costruito sculture con materiali diversi, disegni, video che girano sui tablet. Contaminazioni che vogliono strattonare menti e cuori più che mai assopiti nonostante i bombardamenti di notizie e emozioni. Per ritrovarsi basterebbe la forza di un quadro e di un allestimento artistico? Forse, di certo è un messaggio nella vita di un'umanità sempre più smarrita ed in cerca di spiri-

tualità. Non è un caso che l'esposizione di intitoli “Il male degli ardenti”. Fausto Savoretti è di Misano Monte e da anni vive e lavora a Bologna. Passioni molteplici, soprattutto quelle legate alla psicologia, ha firmato progetti di un certo valore architettonico, come la sede della Cna di Ravenna, il nuovo stabilimento di un'azienda bolognese leader nella produzione di bottoni. Per impegno ed amicizia da qualche tempo allestisce mostre a Bologna e non solo. Il suo è un impegno civile. E quanto a civiltà e sensibilità, il misanese è da esportazione.



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Autore Franco Fantini. Ha ricostruito, in miniatura, funzionanti, gli attrezzi della civiltà contadina

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Mulino a vento: ennesimo gioiello

LA MEMORIA

PERSONE

25 Aprile, ricordare per difendere la dignità dell'uomo di Katia Serafini - Per chi crede nei principi di libertà, democrazia e uguaglianza il 25 Aprile è sempre un momento speciale di riflessione sui ricordi. Quest’anno a Misano la commemorazione per l’Anniversario della Liberazione del nostro paese si è avvalsa della presenza dei bambini delle scuole che con i loro canti e soprattutto le loro poesie, interpretate con animo e passione, ci hanno fatto emozionare. Sostenere che non bisogna dimenticare ma ricordare e soprattutto trasmettere i valori della Resistenza e i sacrifici dei nostri partigiani alle nuove generazioni è spesso solo retorica, rimangono parole vuote. In questo caso invece il messaggio è stato forte e chiaro e credo che ora, per nessuno di quei bambini, la data del 25 Aprile sia solo una festività scritta in rosso sul calendario o semplicemente l’occasione di una scampagnata. Grazie a tutti coloro che si sono impegnati e hanno creduto a questo progetto.

- Prima degli oggetti di raffinato artigianato che il mondo acquista per emozionarsi con la storia culturale tricolore, il made in Italy sta nelle menti delle persone. Un signore che ne rappresenta appieno l'estro e la capacità di concretizzare le idee è Franco Fantini. Vede, elabora e realizza. Anzi, sente l'impulso di plasmare. L'ultima di una lunga serie di oggetti geniali, è il mulino a vento. Le pale girano, grazie ad un semplice congegno, come ama dire con un ampio sorriso. Muratore (e che muratore, basta vedere la sua casa ed il suo giardino) in pensione, spesso il misanese è in giro per città d'arte. Insieme al suo gruppo si concede una decina di uscite l'anno. Nella Pasqua del 2015 era in Olanda. Visitano le coltivazioni di tulipani; un giorno sono in un parco pubblico impreziosito dal loro tipico mulino: funzionante ed abitato da una famiglia. Prende su un pieghevole che reca il manufatto. Racconta:

COMUNITA'

Franco Fantini con la consorte

“Torno a casa e mi metto a farlo. Ho utilizzato multistrato di scarto; all'interno dei cerchi di ferro sui quali sono state ancorati i listelli. Le pale sono azionate da un motorino che serviva ad azionare un tergicristallo. Le due pulegge (per le due velocità), me la sono costruite da solo; con una corda ho fatto la cinghia che funge da trasmissione dal moto-

rino alle pulegge”. Il mulino ha richiesto un mese di lavoro, fatto di tentativi. Distruzione e ricostruzione. E' stato presentato al Centro sociale Del Bianco di Sant'Andrea in Casale, luogo frequentato dai Fantini nel tempo libero. Il mulino è soltanto l'ultima opera dell'artigiano. Prima si era costruito la torre Eiffel. Negli

ALLEGRO MA NON TROPPO

anni addietro si era rifatto tutti gli attrezzi della civiltà contadina; da quelli più semplici come i forconi di legno, fino ai più complessi come la macchina per trebbiare e il mulino per le olive (entrambi funzionati). E prossimamente? Fantini si costruisce anche gli attrezzi per lavorare, come il tornio, per esempio. LETTERA

Guendalina, 9 anni, scrive al Sindaco Giannini

Giada, la bellezza delle emozioni

Egregio Sindaco,

- Giada Giorgetti lacrime ed emozioni. Ormai è una star, quando esce di casa tutti la riconoscono e purtroppo conoscono la sua tremenda malattia rara, la sindrome di Bechet. Giada ha una forza incredibile e un sorriso disarmante, è impossibile non volerle bene. Il 17 aprile ne ha combinata un’altra delle sue: ha partecipato alla Rimini Marathon assieme ai suoi amici e compagni di Misano Podismo. Ha percorso i 42 chilometri della maratona a bordo della sua carozzina spe-

ciale assieme ai suoi spingitori ed è stato un susseguirsi di emozioni. L’arrivo è stato da pelle d’oca, Giada ha tagliato il traguardo tra due ali di folla che la applaudivano e la sostenevano; alla fine grandi abbracci e molte lacrime tra il pubblico e gli organizzatori. Anche la speaker si è commossa e ha sospeso per alcuni minuti la diretta radio, “mai provato nulla di simile” le sue dichiarazioni. Per l’occasione Giada e i suoi spingitori avevano creato una coreografia

molto speciale: si sono vestiti come i personaggi della favola di Biancaneve e i sette nani e non potete immaginare il divertimento. Molti atleti , turisti e curiosi non si sono fatti mancare un selfie con una Biancaneve alquanto stravagante. I ragazzi hanno corso con la maglia speciale di Simba, l’associazione che raccogli fondi per la ricerca sperando di trovare un farmaco. Per ora, la medicina di Giada è la maratona, già si pensa alle prossime avventure. Andrea Bagli

C'era una volta la fontana - Dopo 31 anni, Sonia Bartolini è in splendida forma, il bebè (Marco Heilmann) è cresciuto non meno bene. La fontana simbolo di Misano Adriatico è deceduta. Quando la fontana riccio invecchierà; sarà nobilitata sotto un camion di terra? O tempera, o mores (che tempi, che costumi), diceva Cicerone, uno dei massimi voltagabbana della storia.

sono una bambina di quarta che vorrebbe proporre un paio di cose per migliorare l’ambiente. Soprattutto potreste mettere più bidoni lungo le strade perché quando passeggio vedo spesso carta di merendine e non vorrei vederne altre, per favore! Poi sono contraria alla politica di tagliare gli alberi perché ci fanno respirare e migliorano l’ambiente. Vorrei che i bambini come me potessero giocare di più all’aria aperta. Guendalina Saponi, IV elementare


31 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Maggio 2016

MISANO

Leader nella costruzione di quadri elettrici. La fonda Mauro Tentoni in un garage di casa

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Silectra, da Misano Monte alla Scala - Siamo nel 1990. Il ventottenne Mauro Tentoni si disfa della moto e dice alla moglie Marina Berardi: “La vendo e mi metto a lavorare in modo serio”. Fonda Silectra, oggi leader per la produzione di quadri elettrici, di controllo e di potenza. Inizia col fratello Renzo, perito elettronico. Parte in un “capanno” accanto alla casa di famiglia, a Misano Monte, a Ca' Andrino. Fino ad allora, il giovane aveva fatto una caterva di lavori (spesso doppi) con passione ed una certa leggerezza: operaio, manovale, barista. Mauro Tentoni se n'è andato prima del tempo il primo maggio dello scorso anno. Non aveva che 53 anni. Oltre alla moglie, lascia il figlio Andrea, con il quale aveva un legame fortissimo. Il giovane lo affiancava in azienda e insieme, per pura passione, avevano comprato un pezzo di terra, sempre a Misano Monte. Sopra ci piantano gli ulivi, di gran lunga la pianta cara a Mauro. Due ulivi di rara bellezza ti accolgono nello stabilimento di Santamonica. I primi dieci anni di Silectra furono durissimi. Lavorava 16

La sua tecnologia alla Scala, Ferrari, negozi Unieuro, università di Perugia, PalaRiccione, ospedale di Rimini. Mauro se ne va a 53 anni, prima del tempo PERSONE

Mauro Tentoni e la sua azienda

ore al giorno; compreso alcune Pasqua ed alcuni Natale. Agosto, quando gli altri chiudevano, Mauro evadeva ordini urgenti. La svolta arriva nel 2005. I dipendenti salgono ad una dozzina; sono quelli di oggi. Nel 2009, lo spazio, seppur ingrandito anno dopo anno, si amplia in un moderno ed accogliente capannone di 2mila metri quadrati nella zona produttiva della Santamonica. Ha installato i quadri elettrici made in Misano Monte in edifici di prestigio assoluto. Forse il più blasonato è la Scala di Milano, il teatro più famo-

dopo la morte del marito ne ha preso le redini col figlio Andrea, 23 anni: “La nostra forza è la serietà, la competenza ed il giusto prezzo. Negli anni addietro avevamo 6-7 mesi di ordinativi; ora si lavora mese dopo mese”. L'uomo Mauro era solare, socievole e rassicurante. Aveva una passione per le moto (gli è stata accesa anche al cimitero per l'ultimo saluto); quando è arrivato un certo benessere si è cimentato con le corse da appassionato. Sapeva stare in mezzo alla gente ed agli amici. Era super disponi-

so al mondo. Non meno assoluto è la Ferrari, a Maranello. E ancora: il villaggio olimpico a Torino, all'Expo di Milano, tantissimi store Unieuro, l'università di Perugia, la metropolitana di Roma. Da noi: il PalaRiccione e l'ospedale di Rimini. Se è vero che i particolari raccontano più delle cose grandi, quelli della nuova sede di-

cono storie meravigliose. All'esterno un curatissimo giardino; gli interni sono pieni di luce, piante, pulizia e mobili ed accessori di gusto. Si potrebbe dire in tinta con la sensibilità delle tre sorelle Berardi (mobili), ma non è proprio così. Silectra ha come clienti gli installatori. E' di nicchia, nel senso che lavora soltanto sugli ordini. Racconta Marina che

Costeggia l'autodromo lato autostrada. Da anni i misanesi aspettano una lingua di asfalto

Il filosofo Carlo Sini con Gustavo Cecchini

bile con quelli d'infanzia in difficoltà. Ricorda la moglie: “Aveva la sensibilità di mio babbo Ciro; spesso diceva, mio babbo, che se noi facciamo fatica, alcuni non mangiano proprio. Tuttavia se qualuno gli faceva uno sgarbo chiudeva per sempre. Sul sole di Mauro arriva una nuvola nell'autunno del 2014; sette mesi dopo si spegne. Ha affrontato la malattia con coraggio; 15 giorni prima della morte un amico dice alla moglie in tono affettuoso: “Sembra quasi che Mauro non stia male”.



CARTOLERIA EDICOLA

Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO

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CATTOLICA

Maggio 2016

Sicura e senza cordoli, da via Italia al Porto

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E' la parte contrassegnata col rosso

Pista ciclabile e lungomare, con poco avere molto - Nel numero di aprile de “la Piazza” è stata illustrata l’idea di recuperare il doppio senso di marcia sul Lungomare e di creare una Passeggiata della regina sulla spiaggia, senza soluzione di continuità, dall’acquario al faro. Oggi vorrei completare il discorso: traffico pedonale e ciclabile a Cattolica, proponendo alcune idee per la realizzazione di una Pista ciclabile della Regina (sicura e senza cordoli, da Corso Italia al Porto). Obiettivo del progetto 1. Recuperare il doppio senso di marcia in via Violante del Prete. 2. Realizzare una bella pista ciclabile utilizzabile da tutti, in libertà e senza rischi, da Corso Italia fino al Porto, senza incroci né attraversamenti (solo uno molto facile). Il progetto è molto semplice e anche poco costoso. Come al solito, si utilizza al massimo

FOCUS

di Gianfranco Vanzini l’esistente e lo si migliora. Opere da realizzare e come la nuova pista ciclabile parte da quella attuale realizzata su Corso Italia. 1) Venendo da Misano, percorrendo Corso Italia, arrivati alla seconda rotatoria, si gira a sinistra e ci si immette in Via del Turismo. 2) Appena oltrepassato il ponte si gira a sinistra. 3) Si costeggia il canale fino all’incrocio con Via Carducci. 4) Si attraversa Via Carducci di fianco al Circolo Nautico. 5) Ci si immette sulla attuale passeggiata in legno che passa fra le cabine e gli alberghi. Qui può nascere qualche problema. L’attuale passeggiata in legno è larga solo circa 3 metri e mezzo. E’ vero. Però è altrettanto vero che fra la passeggiata e gli alberghi ci sono

una serie di fioriere, non sempre tenute bene, e una serie di panchine spesso utilizzate male che, con poca spesa, si possono eliminare. Si acquistano in questo modo più o meno 2 metri, o anche 2 metri e mezzo, che sono sufficienti per ottenere lo spazio necessario per una regolamentare pista ciclabile sul lato destro, andando verso il porto, e sul lato sinistro, una altrettanto bella e regolare corsia pedonale. La convivenza ciclisti pedoni è senz’altro più bella e sicura che non la convivenza: auto, ciclisti e pedoni. Quando si arriva all’altezza di via Fiume (Pontile) la nuova pista ciclabile può continuare in parallelo con la Passeggiata della regina (quella illustrata il mese scorso) che passa dietro al Kursaal e arriva direttamente sul grande marciapiedi del Lun-

gomare. Non ci sono né attraversamenti né pericoli o ostacoli. Il grafico sottostante illustra adeguatamente le due realizzazioni: pista ciclabile e corsia pedonale. Anche in questo caso i costi sono minimi, si tratta solo di eliminare una serie di aiuole e aggiornare l’illuminazione. Risultati ottenuti: a) la realizzazione di una PISTA CICLABILE BELLA E IN TOTALE SICUREZZA, b) il recupero del doppio senso di marcia in via Del Prete. c) l’alleggerimento del traffico, attualmente esagerato, sia in via Carducci che in Via Emilia Romagna. Tutto questo a vantaggio dei residenti e dei turisti. Secondo me varrebbe la pena di prendere in considerazione l’idea e provare a realizzarla. Signori candidati sindaci, adesso tocca a voi. P.S. Stretta è la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia.

CULTURA

Stefania Crinella premiata

Poesia, premiata Stefania Crinella - Stefania Crinella ha ricevuto il quarto premio della sezione poesia della 34.ma edizione del concorso nazionale di narrativa e poesia “Franco Bargagna”. La cerimonia si è tenuta lo scorso 17 aprile presso il Circolo Ricreativo e Culturale Piaggio di Pontedera (Pisa), complesso residenziale e sociale costruito da Piaggio; imprenditore con un alto senso della comunità. Nella filosofia Olivetti tanto per dare il senso. La cattolichina è stata premiata per la raccolta di poesie “Mentre tu dormivi”, pubblicata nel dicembre del 2014. Quelle di Stefania sono tessere colorate di un mosaico che scolpiscono bellezze e tensioni dell'animo umano. Il premio, naturalmente, è molto di più del piacere della coppa e del diploma di merito.


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ALLEGRO... MA NON TROPPO di Cecco - Burdèl, ci siamo! Il 5 giugno si vota. Mentre andiamo in stampa candidati, partiti, liste varie... stanno raccogliendo le firme necessarie e definendo gli ultimi ritocchi delle formazioni in campo. Ma proprio nelle ultime ore è scoppiata la “bomba”: Giovanna Ubalducci scende in campo a sfidare Sergio Gambini. La sostengono due liste civiche con tanti candidati riconducibili al Pd, ma non solo. E j'è incazèd dur!... Dunque si è consumata una rottura storica in quel partito. I segnali a livello cittadino (ma anche in campo nazionale dopo la “degenerazione” destrosa e verdiniana del renzismo) erano emersi da tempo, ma l'arrivo di Gambini e dei suoi boys (dentro e fuori il partito) ha accelerato la spaccatura. I s'è stuf da tré su al brod sla furcina... Adesso tutti le strategie e teoremi vengono rimessi in discussione. La Ubalducci rappresenta un pezzo di storia gloriosa del partito, padre e zio protagonisti della Resistenza antifascista, ruoli politici e istituzionali portati avanti da decenni dentro il partito (Pci-Pds-Ds-Pd) e in nome del partito. Le va riconosciuto un bel coraggio. Curag e voja da fè tut tridèl... Bisogna capire quanto ci sia di “ripicca” e quanto di progetto poli-

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Due sono di troppo. Guerra fratricida nel Pd. Ci saranno trombati eccellenti...

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di Cecco

Ingratitudine - Leggiamo: “Il Pd prepara la lista per le elezioni. Gambini scarica la giunta Cecchini”. Sergio cum tz'é cativ! In fond l'è sempre génta dla tu famèja. Nu svégia al chèn cal dorma... Arriva Giovanna! - Leggiamo: “Giovanna Ubalducci spacca il Pd, si cadida a sindaco e sfida Gambini. Mezza giunta pronta a seguirla”. Pora Pd, adès i farà tut tridèl e cinciang-le. Os-cia!...

Come un sacco di patate -

Roberto Franca (Rifondazione Comunista)

Sergio Gambini (Pd - Energia civica - Musica e Libertà)

Mariano Gennari (Movimento 5 Stelle)

Leggiamo: “Il Pd scarica la Ubalducci”. E la Madona! Gnènca cal fusa un sach d'patèdie. Um sa che li custarà chèrie cli patèdie...

Piero saluta - Leggiamo: “Piero Cecchini saluta la città dopo cinque anni da sindaco”. At salut Piero, ma un'èlta volta lasa pérd che an piègn nisun. Va pu là!... Gessaroli - Leggiamo: “Quattro sindaci di centrodestra per Massimiliano Gessaroli”. I vo dì che anche tla Romagna ‘rossa’ al po vinc la destra. Ormai l'è rossa sno per la vergogna di su aministrador. Caz!... Il cardiologo - Leggiamo: “Pierangelo Del Corso a sostegno di Gessaroli (centrodestra) con la lista ‘Cattolica nel cuore’”. Pierangelo, lasa pu che t'fè al cardiologo, ma nu esagera sa stè cor. Da strimulì al sangue... Massimiliano Gessaroli (Forza Italia - Lega Nord - Fratelli d'Italia - Cattolica nel cuore)

A 400 ANNI DOPO LA MORTE DI SHAKESPEARE - 3 MAGGIO 1616...

Il PD come Amleto ‘Essere, o non essere?’

Cecco 2016

- Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire… nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo, perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere. È questo lo scrupolo che dà alla sventura una vita così lunga. Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo, il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo

Maggio 2016

superbo, gli spasimi dell’amore disprezzato, il ritardo della legge, l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo che il merito paziente riceve dagli indegni, quando egli stesso potrebbe darsi quietanza con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli, grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti? Così la coscienza ci rende tutti codardi, e così il colore naturale della risolutezza è reso malsano dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento per questa ragione deviano dal loro corso e perdono il nome di azione.

Maria Silvia Riccio (Spazio Rosso) tico. Dunque adesso i 700 voti presi di Corrado Piva alle primarie (sconfitto da Gambini che ne prese 1.200) possono ritrovare casa. E' molto probabile che larga base del Pd senta quell'attrazione per una ritrovata identità, ma anche, come si dice negli ambienti del dissenso piddino, punire quella “arroganza e irriverenza gambiniana capace solo di sfasciare il partito”. Poi i suoi adepti più facinorosi hanno completato l'opera. Si narra di un direttivo del Pd dove alcuni del cosiddetto “cerchio magico” gambiniano abbiano detto che gli sconfitti alle primarie non dovevavo accampare tante pretese ma solo “portare acqua”... Apriti cielo! L'acqua fala purtè ma la tu surèla... Dì blén, t'è voja ad pugnèt... Ma la Ubalducci scombina in parte anche le altre formazioni in lizza. E' probabile che possa attrarre la parte meno “militante” dell'elettorato di Rifondazione comunista di Roberto Franca e di Spazio Rosso di Maria Silvia Riccio. Qualche grattacapo anche per il M5S, che potrebbe vedere assottigliato quella parte di elettorato che era intenzionato a punire Gambini e il Pd già al primo turno. La Gvana la pudrìa ciucé vot ma tut... A questo punto il ballottagio è sicuro. Tutto si deciderà domenica

Giovanna Ubalducci (Insieme per Cattolica - Amare Cattolica) 19 giugno. Poco dopo le primarie sembrava che il PDG (Partito democratico di Gambini) fosse sicuro di farcela al primo turno. Poi con la scesa in campo di Massimiliano Gessaroli con tutto il centrodestra unito (impresa non facile oggi) si è capito che il PDG sarebbe stato costretto al ballottaggio dal CDUG (Centro destra unito di Gessaroli). Poi hanno cominciato a brillare con successo e credibilità anche sul cielo di Cattolica le cinque stelle grilline. E allora? Allora i contendenti al ballottaggio diventano ben tre e quasi alla pari. Ma non è finita qui, perché come abbiamo già scritto sopra è arrivata lei: Giovanna! Andrà a pescare prevalentemente nell'elettorato di centrosinistra in gran parte targato Pd. Ballottaggio? An la vègh cèra per al Pd... Visto gli equilibri in campo molti pensano al voto più utile, quello disgiunto per unire cuore (voto alla lista) e “vendetta-premio” con la preferenza ad altro candidato a sindaco. A quel punto il rischio è alto per tutti. E se fosse proprio un “big” che vuol “cambiare pagina” (presentandosi però con un libro vecchio e ammuffito) a rischiare di più? Burdèl, stavolta uj sarà da sblighés dal rid...

Che lista! - Leggiamo: “Lista Pd, debuttanti e veterani in campo con Gambini”. Cus cl'è, al Festival ad Sanremo? U j'è anche Nilla Pizzi in lésta? Pataca nona!... Rinnovamento - Leggiamo: “Alessandro Montanari (segretario Pd): la lista del Pd nel segno del rinnovamento”. U j'è génta antiga e giovne già antigh... e te tla véd nova? Sandro, 'na visiténa da l'uculésta, mai?! Os-cia!...

Energia - Leggiamo: “‘Energia Civica’ una nuova lista di Filippo Casanti al fianco di Gambini”. Sergio, l'è la lésta dl'Enel? Sta aténti che t'ciap la scosa... Taca banda - Leggiamo: “‘Musica e libertà’: una cantante guida la lista di Gambini”. Alé! Adès Gambini e cal pèz ad partid cu j'è arvènz i s'la po cantè e sunè. Os-cia!... Gambinismo - Leggiamo: “Gambini: ‘Due milioni e mezzo di euro per riqualificare le porte della città’” - “Gambini lancia la ‘patente’ di Ambasciatore della Regina” - “Gambini lancia il ‘patto etico’” - “Gambini...”. Sergio smètla! An gni stèn più dré ma i tu anunc. In teoria t'avria già spés quasi un milièrd ad euro prima ancora da fè al séndaca. T'è 'na bèla sbarloca longa. Os-cia!... M5S - Leggiamo: “Mariano Gennari (M5S) bacchetta Gambini: ‘Il voto ai grillini non è un salto nel vuoto’”. Burdèl, a la più putèna a mitrìn al paracadut. Dambat!...

Farsi bello col c... degli altri -

Leggiamo: “Cecchini e Cibelli mettono in riga Gambini: ‘Non si prenda i meriti del Comune’”. Sergio, t'zé sgulvanìd! J'ha fat isé poch che ti vo purtè via anche cli mulighie? Caz!...



CATTOLICA

CATTOLICA

Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 - Pier Luigi (Luigi per tutti) Morosini se n'è andato lo scorso 19 aprile. Aveva 86 anni, lascia tre figli (due femmine ed un maschio). L'amico caro Guido Paolucci (scomparso nel luglio del 2006), pediatra oncologo di fama mondiale, nel libro “C'era una volta Cattolica” tratteggia una quarantina di amici d'infanzia. Di Luigi scrive: “Socialista nell'animo, sempre sensibile ad aiutare il prossimo, tifoso apprensivo del Milan, ipocondriaco, non beve acqua ghiacciata, una sera che l'ha fatto, per imitarmi, quasi moriva”.

- Ci ha lasciato in maniera improvvisa. Pochi sapevano del suo ricovero in ospedale causato da un banale incidente domestico con la rottura del femore, causa di tutto un ulteriore stato di complicazioni fino a giungere ad un esito fatale. E’ stata una notizia improvvisa per i tanti amici increduli quella che circolava per Cattolica la mattina di quel funesto martedì 19. In effetti “Luisen”, così era chiamato da chi lo conosceva, aveva la stoffa, il carattere e la giovialità di chi si appresta nella vecchiaia a vivere fino a cent’anni. Per me e per altri più giovani, è stato un maestro nella conoscenza dell’arte del tecnico edile, ma era anche una persona che sapeva spendere il suo tempo per attività di promozione per la nostra cittadina. Ci ricordiamo il suo impegno ed iniziativa concreta per la formazione del comitato per il restauro e conservazione della Fontana delle Sirene nel nostro piazzale Primo Maggio, con l’opuscolo a sua cura

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Luigi amava la sua città come ben sanno i cattolichini che vi sono nati

CATTOLICA

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Addio a Luisen, restauratore della fontana delle Sirene Geometra del boom alberghiero, negli anni '70 era stato presidente dell'Azienda di Soggiorno. Uomo ironico, dalla battuta fulminante

Pier Luigi Morosini nel 1962 (21.7.1929 - 19 - 4 - 2016)

AMARCORD di Silvio Di Giovanni pubblicato, la sua attività quale amministratore in capo all’Azienda di Soggiorno di Cattolica, particolari che don Biagio ha egregiamente espresso in chiesa, non senza una punta di benigno giudizio critico rivolto a noi fautori materiali dello sviluppo urbanistico della nostra Cattolica. Ma aveva anche interessi e passioni recondite, che forse molti non sapevano. Io me ne ero accorto fin da molti anni prima nelle occasioni di incontri con il compianto e comune amico Guido (l’oncologo professore Guido Paolucci), per la trattazione di ricordi e temi non solo della nostra cittadina, ma anche nel campo della cultura. Un giorno di qualche anno fa, nell’occasione di un incontro cui ci scambiavamo le solite chiacchiere,

il discorso scivolò sul commento di un mio articolo filosofico apparso su ‘la Piazza’ e Lui mi ricordò, con una certa insistenza, la sua richiesta che anni prima mi aveva fatto all’uscita dal cimitero di Cattolica. Io avevo recitato, in quell’occasione con i versi di un antico autore latino, l’orazione funebre in morte di un comune amico che improvvisamente ci aveva lasciati. Luisen mi aveva espresso il desiderio che, alla sua morte, io lo salutassi allo stesso modo: “s’una mena sora la casa, cum te fat ma Tilin”. Io mi ero allora sottratto ridendo: “Mo va là Luis che a mor prima me ca ne te, ti tcamparè cent’an”. Giovedì 21 aprile abbiamo salutato, nel nostro cimitero, per l’ultima volta Luisen Morosini ed io ho compiuto il mio dovere di amico ad

un amico, con il saluto dei ricordi e, in sua memoria, recitando alcuni dei bellissimi versi del “De Rerum Natura” del grande poeta latino Tito Lucrezio Caro, che più di duemila anni fa ci lasciò, carichi di una grande saggezza, portatori di un inno rivolto alla dignità dell’uomo e di una profonda ed intensa meditazione terapeutica sulla paura dalla morte. Sono versi che, oltre alla bellezza e ricchezza letteraria nella tecnica dell’esametro e nella potenza espressiva, spaziano nella filosofia e nella scienza con formidabili intuizioni attorno alla materia dell’universo e al numero infinito di atomi che compongono la materia stessa, intuizioni che verranno confermate quindici secoli dopo nel risveglio dell’umanità dal lungo sonno della ragione. La grandezza dell’opera di Lucrezio l’aveva già scoperta Cicerone, come si evince dalla lettera che scrive a suo fratello Quinto l’11 febbraio dell’anno 54 a.C. ove “rileva uno splendido ingegno ed una notevole abilità artistica ed un vigore poetico fuori dal comune”; ma anche dai tre versi che l’altro grande contemporaneo Virgilio riporta nel secondo libro delle Georgiche, pur senza nominarlo

(490 … 492): “Felice chi poté conoscere la causa delle cose e calpestò sotto i suoi piedi tutti i terrori e l’inesorabile fato e lo strepito dell’avido Acheronte” I pochi versi che ho dedicato alla memoria di Luisen sono tratti dal primo, dal secondo e dal terzo dei sei libri che compongono l’intera opera lucreziana ed io, per desiderio dei suoi figli e dei suoi nipoti, mi cingo a riportarli per intero qui di seguito, nella splendida traduzione dal latino dell’esimio professor Luca Canali: “E dunque nessuna sostanza ritorna nel nulla, ma tutte dissolte ritornano alle particelle elementari della materia. Si perdono infine le piogge quando l’etere padre le effonde a rovesci nel grembo della madre terra; ma sorgono le splendide messi e verdeggiano i rami agli alberi, questi si accrescono e piegano al peso dei frutti; di qui si alimenta la specie degli uomini e delle fiere, di qui vediamo rigogliose città fiorire di fanciulli, e le selve frondose echeggiare delle recenti nidiate; di qui stanche le pingui pecore distendono i corpi, per floridi pascoli, e il candido umore del latte stilla dagli uberi colmi; di qui nuova prole di agnelli, sulle tremule

membra ruzzanti per le tenere erbe, si trastulla, le giovani menti inebriate da purissimo latte. Dunque ogni cosa visibile non perisce del tutto, poichè una cosa dall’altra la natura ricrea, e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla morte di un’altra.” ………………………………………………………………………. “...Infatti certamente la materia non si stringe in un unico blocco, poichè tutti vediamo che ogni corpo si estenua, e quasi scorgiamo il suo lento disfarsi nel tempo, e la lunga durata sottrarlo alla nostra visione, mentre la somma dell’universo rimane invariata, poiché le particelle elementari, infatti, che sfuggono a ciascuno dei corpi, riducono quello che lasciano, o accrescono quello cui approdano, quello fanno invecchiare, questo al contrario fiorire, né indugiano ivi: così l’universo si rinnova senza posa, e le creature mortali vivono scambievoli vite. Certe specie si accrescono, altre a vicenda declinano, in breve tempo mutano le stirpi animali, e come staffette si passano la fiaccola della vita.” “... Occorre materia perchè crescan le stirpi future, che pure, trascorsa la vita, seguiranno la stessa tua sorte e, non meno di quelle perite già prima di te, periranno. Così mai cesserà di prodursi una cosa dall’altra: la vita non é data in possesso ad alcuno, ma in uso a noi tutti.” E tu oggi Luisen hai restituito alla natura l’uso della vita che la natura stessa ti aveva a suo tempo donato, così come fanno e faranno tutti i viventi. Addio Luigi, che il peso della tomba ti sia leggero come il leggiadro volo di una libellula.


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CATTOLICA

(4) Il racconto di 12 anni di battaglie: la partecipazione come guida

C'era un Arcobaleno in città... SOCIETA' CIVILE - POLITICA - PARTITOCRAZIA

L'ARCOBALENO LABORATORIO ED ESEMPIO POLITICO LOCALE COL RESPIRO GENERALE. PARTECIPAZIONE, PARTECIPAZIONE, PARTECIPAZIONE...

di Enzo Cecchini - “La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi, da ‘democrazia di spettatori passivi’, in ‘democrazia di partecipanti attivi’, nella quale cioè i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private”. (Erich Fromm, Avere o essere?, 1976). “La libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il volo di un moscone, / la libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione”. (Giorgio Gaber, La libertà, 1972). Sono due citazioni esemplari sul concetto di partecipazione. Concetto che a partire dalle grandi mobilitazioni degli anni Sessanta e Settanta, diventa sempre più la guida per tutte quelle persone impegnate nei movimenti. Possiamo chiamarlo un “bisogno” di partecipazione che cresce a mano a mano che le grandi rappresentaze politiche, sindacali e istituzionali vanno in crisi. Una rottura democratica che l'ultimo sondaggio vede i partiti al 5% della fiducia e gradimento dei cittadini italiani. La risposta, di ieri e di oggi, è sempre quella: la casta di fronte al precipitare della sua rappresentatività (che per lei non significa autorevolezza, ma puro esercizio cinico del potere), si arrocca e sfila sempre più diritti ai cittadini. Il messaggio: vorreste più partecipazione? (cioè più democrazia)... scordatevelo! Il potere lo accentreremo sempre di più in poche mani... e zitti! Sicuramente l'Arcobaleno ha respirato molto di quei fermenti in difesa degli spazi democratici, portando a Cattolica conoscenze ed esperienze di buone pratiche amministrative conquistate da altre parti. L'ambiente, la legalità, la solidarietà... il tutto in un percorso costruito dal basso. In una parola: la partecipazione. Alcuni dati su alcune storiche battaglie cittadine: contro il VGS firmano 1.200 cittadini; per la rimozione delle due mostruose ca-

bine Enel sul Longamare in 1.225; per la modifica del Piano provinciale dei rifiuti (con la quarta linea dell'inceneritore) firmano in 650. E ancora 2.665 firme contro la cementificazione al porto. La battaglia riesce a conquistare la “liberazione” della Piazzetta del Tramonto, oggi vanto della città. E poi tante petizioni a rappresentare la protesta e le istanze dei cittadini ricondotte dall'Arcobaleno nell'alveo della battaglia istituzionale in Consiglio comunale. Ma spesso di fronte c'è il muro di gomma del Pd. Il cambiamento vero e possibile viene negli anni mortificato dal Pd, da una pigrizia mentale diffusa e da interessi consolidati da sempre vicini al partito di governo-regime. Si potrebbe raccontare a lungo anche la vicenda delle farmacie comunali, sempre sotto minaccia di essere vendute che hanno portato al primo referendum richiesto da 1.800 cittadini. Un Arcobaleno con la partecipazione nel proprio Dna. Dal 2004 e poi nl 2005 diventano temi centrali il bilancio partecipativo, l'urbanistica e lo sviluppo urbano partecipato prendendo esempio da realtà che avevano già percorso felicemente quei percorsi. Ecco allora il convegno “Decido anch'io la mia città” con Mauro Bulgarelli, Sandro Medici, Giovanni Allegretti, Pier Paolo Fanesi, Marco Boschini... Ma anche questo non basta. Dopo aver perso il ballottaggio per 132 voti nel 2004, nelle comunali del 2009 la coalizione Arcobaleno si ferma al 19,02% dei voti. Ancora una volta una figura di spessore e senza scheletri nell'armadio e conflitti d'interessi come Alesandro Bondi deve arrendersi. Non sono bastati 5 anni di grandi battaglie, di un programma costruito coi cittadini e articolato quasi via per via... il “popolo” del Pd preferisce Tamanti. Poi abbiamo visto tutti come è andata a finire...

Da sinistra: Pier Paolo Fanesi, Marco Boschini: Walter Martinese: “Bilancio “Grottammare e Colorno due esempi di bilancio parteci- del Comune e bilancio partecipato” (30/7/2004 - Hotel pativo” (17/12/2005 - Ridotto Snaporaz) Kursaal)

Da sinistra: Mauro Bulgarelli, Alessandro Bondi, Sandro Medici “Esempi di urbanistica partecipata” (2/ 3/2006 - Ridotto Snaporaz)

Giovanni Allegretti con Bondi: “Progettazione urbana e partecipazione” (19/12/2005 - Ridotto Snaporaz)

Vignetta sulla situazione debitoria del Comune (Arcobalenotizie - nov. 2005)

La lunga battaglia fino al referendum (22/10/2006) per la difesa delle farmacie comunali

Giulietto Chiesa “Quello che non ci hanno detto sull'attentato alle Torri gemelle” (8/5/2008 - Hotel Kursaal)

Elio Veltri: “Chi ha paura dei cittadini?” (4/12/2005 Hotel Kursaal)

Paolo Barnard “Perché ci odiano - Guerra in Medio Oriente e terrorismo” (6/8/ 2006 - Hotel Kursaal)

Ballando con Kledi

I ragazzi di Marinella Capuano

- La Nuova Accademia di Danza diretta da Marinella Capuano ha avuto l’onore di avere come trainer di uno stage di ballo moderno il famoso ballerino, protagonista del programma televisivo “Amici”, Kledi Kadiu. Sabato 18 marzo La Nuova Accademia ha ospitato le numerose allieve che, provenienti da altre città, hanno voluto mettersi in gioco per accrescere la propria esperienza e affinare la tecnica seguendo gli insegnamenti di Kledi. All’eccezionale evento hanno partecipato scuole di danza da Rimini, Riccione, Pesaro, Fano, Fermo e Firenze. Hanno collaborato allo stage anche gli “Street Family” per la break dance e Richard M PStyle per l’Hip Hop. La kermesse si è conclusa domenica 20 marzo al Teatro della Regina con uno spettacolo di danza moderna, teatro acrobatico e ginnastica artistica e ritmica. L’incasso è stato devoluto all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di Cattolica. Un’altra iniziativa benefica organizzata da La Nuova Accademia, questa volta a favore della Caritas, si è realizzata nello spettacolo di danza e di canto “Mamme in Concerto”, sul palco del Teatro della Regina il primo maggio. Wilma Galluzzi


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QUANDO LA PARTECIPAZIONE ERA UNA COSA SERIA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Siamo in campagna elettorale. Politici e partiti facciano tesoro dei risultati di questa inchiesta...

Da sinistra: Odoardo Gessi, Giovanni Ruggeri, Claude Alimasi, Alessandro Bondi, Piergiorgio Morosini, Massimiliano Filippini: “Abusivismo e legalità - Sicurezza e solidarietà” (Piazzetta della Gina 18/8/2005)

‘Decido anch'io la mia città’

*

* La risposta sostanzialmente positiva è sicuramente stata condizionata dalla grave emergenza dei rifiuti a Napoli che per mesi aveva monopolizzato l'informazione nazionale.

- Periodo iniziativa questionario: 17 maggio 2008 - 6 settembre 2008. Questionari diffusi circa 10.000. Raccolti compilati n° 1.857. Capillarità della distribuzione: tutta la città. Da novembre 2008 fino a gennaio 2009 sono seguite una quindicina di affollati incontri pubblici nei quartieri, con le associazioni economiche, sociali culturali, ecc. per discutere insieme sui risultati. “I cittadini di Cattolica sono stati i veri protagonisti del questionario-inchiesta “Decido anch'io la mia città: la parola ai cittadini di Cattolica”, organizzato dall'associazione Arcobaleno di Cattolica. E la parola l'hanno presa davvero e molto seriamente. Circa il 45% dei questionari sono stati anche arricchiti di critiche, di denunce, di segnalazioni, di proposte. Distribuito praticamente in tutto il territorio comunale, ha avuto una risposta straordinaria: ben 1857 sono ritornati compilati. Per dare un'idea, rappresentano circa il 15% del corpo elettorale. Circa il 12% dei residenti, neonati compresi. Molti sono stati compilati in famiglia, pertanto la rappresentatività dell'inchiesta si proietta su una base di almeno 4.500-5.000 cittadini. Massiccia è stata l'adesione dei quartieri Macanno-Ventena (circa 700 questionari), del Centro

Inchiesta del 2008, ma attuale. 1.857 questionari per una rappresentatività di circa 5.000 cittadini Città-Zona Mare (circa 600), della zona Porto-Violina (circa 300). Altri 200 circa arrivano da Torconca e altro. La capillarità della distribuzione ha portato ad una raccolta di questionari sostanzialmente omogenea in tutti i quartieri. Sono state censite 195 tra vie e piazze e indicate ben 195 professioni. Le femmine (42%) hanno prevalso sui maschi (41%). Maggioritaria la fascia d'età dai 31 ai 60 anni (circa il 36%); poi fino a 30 anni (circa il 12%); oltre i 61 anni (circa il 14%). Professioni: mondo della scuola (insegnanti e studenti) conta circa il 12%; libera professione e lavoratori autonomi: 31%; lavoro dipendente: 24%. La professione più indicata è quella dell'imprenditore (oltre il 15%), segue quella dell'operaio (circa il 14%), poi quella di commerciante-artigiano (oltre il 12%), insegnante (oltre il 7%). Purtroppo non mancano i disoccupati (1,30%). Molto alto il tasso di scolarità: il 46% università e medie superiori. Curiosità: i compilatori più giovani due ragazzini (maschio e femmina) di 9 anni. I più anziani una signora di 97 anni e un signore di 93. Non era un questionario semplice, articolato in ben 67 domande, abbracciava sostanzialmente

tutte le problematiche della nostra città e il rapporto tra queste e la vita quotidiana dei cittadini. Insomma, una volta tanto qualcuno si è preso la briga di chiedere ai cittadini cosa ne pensassero, di esprimersi, di criticare e di proporre... liberamente grazie all'anonimato. Ci si è così trovati di fronte a due città: la prima quella degli spot (elettorali) amplificata dai ‘pifferai’ di alcuni giornali locali, che riportano veline e annunci delle mirabilie dell'Amministrazione comunale. Poi l'altra città, quella vissuta dai cittadini in carne ed ossa sparsi nei quartieri, nelle grandi vie come nei vicoli, del centro e della periferia... ed è la città che viene fuori dal questionario. Non solo la bocciatura dell'amministrazione su troppe cose, ma la denuncia, quasi un grido, che scaturisce da quel circa 45% che scrive (e molti si firmano) del degrado di gran parte della città. Cementificazione, verde pubblico, viabilità, strade, marciapiedi, pulizia, parcheggi, diversi servizi (anziani, giovani, bambini, portatori di handicap). La massiccia adesione al questionario, la serietà, l'attendibilità, la ricchezza dei suggerimenti, ecc., dimostrano che tra i cittadini c'è una forte domanda di PARTECIPAZIONE. Purtroppo questa è una parola sempre sconosciuta alle varie Amministrazioni e alla politica partitica”. Ieri come oggi...



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Elena Stancanelli e Robert Ward - Prosegue il ciclo d'incontri con l'autore in collaborazione con la Libreria Sogni & Bisogni di Gabicce Mare. Giovedì 19 maggio ore 21: la scrittrice Elena Stancanelli presenta il suo ultimo libro “La femmina nuda” (La Nave di Teseo Editore). Il libro è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2016. Elena Stancanelli. Fiorentina di nascita (1965) e di studi (laureata a Firenze in Lettere moderne), si trasferisce a vivere a Roma, dove ha frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica. Nel frattempo intraprende la carriera letteraria, partecipando al Premio Giuseppe Berto e vincendolo con Benzina, pubblicato da Einaudi nel 1998. Da quest’ultimo e dal suo successivo romanzo, Le attrici (2001, Einaudi), la regista Monica Stambrini ha tratto il film Benzina (2001). Elena Stancanelli è attiva anche nella produzione di racconti, pubblicati su riviste e

CULTURA - Presentazione di libri con l'autore

La prima è tra i 12 finalisti del Premio Strega. L'americano in anteprima nazionale a Cattolica. Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa. Incontri trasmessi in diretta radio su www.radiotalpa.it

Elena Stancanelli

rotocalchi (Max, Amica, Gulliver, Tutte Storie, Cosmopolitan, Marie Claire) e su alcuni quotidiani nazionali (Il secolo XIX, Corriere della Sera). Collaboratrice stabile del quotidiano La Repubblica, scrive anche su il manifesto e l’Unità. Ha partecipato all’album tributo ai Diaframma, Il Dono cantando la canzone Amsterdam.

Opere: Benzina, Einaudi, 1998; Le attrici, Einaudi, 2001; Firenze da piccola, Laterza, 2006; A immaginare una vita ce ne vuole un’altra, minimum fax, 2007; Mamma o non Mamma con Carola Susani, Feltrinelli, 2009; Un uomo giusto, Einaudi coll. Stile libero Big, 2011; La femmina nuda, La Nave di Teseo coll. Oceani, 2016. Domenica 22 maggio ore 18: incontro con lo scrittore americano in turnee in Italia. Presenta in anteprima nazionale a Radio Talpa l'ultimo libro “Hollywood Requiem” (Aliberti Compagnia Editoriale). Robert Ward. Viene da

Baltimora, nel Maryland, una di quelle città che sembra cantata da Bruce Springsteen in The River, dove nasci, cresci e farai il lavoro di tuo padre. Ma per Robert Ward, classe 1943, non è andata così, ora vive a Los Angeles, dopo essere stato a New York e aver scoperto che tutto è possibile, dopo aver attraversato gli Stati Uniti da hippy negli anni 60 e cambiato vita molte volte: insegnante, giornalista, scrittore, sceneggiatore per la televisione e per il cinema. Ha firmato puntate di serie come Miami Vice e Hill Street Blues, e dal suo secondo romanzo Cattle Annie and Little Britches (1977) è stato tratto il film Branco selvaggio (1981)

Robert Ward

con Burt Lancaster e Diane Lane, ma c’è un personaggio in particolare che ha segnato la sua carriera: Red Baker, operaio trentanovenne di Baltimora che perde il lavoro e deve sopravvivere. È il protagonista di Io sono Red Baker, del 1985, subito premio Pen West come miglior romanzo americano dell’anno, amato da scrittori come Robert Stone, Richard Price, Michael Connelly, Christopher Hitchens, James Crumley, Laura Lippman. Una storia che ancora oggi ha molto da dire,

che parla di crisi economica e che viene proposta in Italia, per la prima volta, dal piccolo e raffinato editore senese Barney Edizioni, in una collana diretta dal traduttore Nicola Manuppelli e intitolata “I Fuorilegge”, dedicata agli autori americani meno noti (in Italia), ma non per questo meno interessanti. E infatti tra i primi estimatori di Ward c’è stato Tom Wolfe, che in qualche modo l’ha salvato da una vita che non gli piaceva, e l’ha lanciato alla ricerca del successo.

La Costituzione italiana. Denny, Frank Zappa, la Poesia... EVENTI - Domenica 15 maggio ore 17,30: “Referendum sulla riforma della Costituzione: parliamone...”. Relatore Alessandro Bondi (professore di Diritto penale - Università di Urbino). “In ottobre gli elettori italiani saranno chiamati alle urne per ratificare con un SI' o bocciare con un NO la riforma della Costituzione approvata dal governo Renzi. Il dibattito che si è aperto è già entrato nel vivo dello scontro politico. C'è chi la sostiene ritenendola necessaria, c'è chi la contrasta perché la considera uno stravolgimento autoritario...”. - Sabato 28 maggio ore 21: “Denny, Frank Zappa e la Poesia - Versetti e racconti di Enrico Denicolò - Letture dedicate al poeta dello Spazio Cosmico e del Velvet Fosforescente”. Da tanti anni, venticinque, trenta? Enrico Denicolò scrive i suoi racconti e le sue poesie, destinati ad una ristretta cerchia di

Viva la Costituzione (quella non stravolta...)

Alessandro Bondi

Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa. Incontri trasmessi in diretta radio su www.radiotalpa.it estimatori. La produzione di Enrico procede lentissima, però va avanti arricchendosi. Ogni tanto capita di imbattersi in un suo nuovo libro. Non ci è però mai capitato di assistere ad una presentazione pubblica delle opere dello scrittore cattolichino. Maccome, tan-

ta fatica per scrivere, editare, pubblicare e poi nemmeno un briciolo di promozione letteraria? Questo è al di fuori di ogni regola delle leggi dell’editoria. A questo punto, vista la ritrosia dello scrittore ad incontrare il pubblico, un gruppo di suoi lettori, ha deciso di organizzare la

La cartolina dell'iniziativa Versetti e racconti di Enrico Denicolò prima presentazione pubblica delle opere di Enrico Denicolò. Sabato 28 maggio, alle 21, allo Spazio Z di Cattolica, ad alta voce, in pubblico, lettori ed amici leggeranno i racconti e le poesie tratti da “Le volpi con la coda bruciata gridano di dolore”, “Nel velvet fosforescente” e da alcune

raccolte oramai introvabili di poesie. E’ consigliata la partecipazione a chi: ha avuto almeno una volta il cuore spezzato; crede di aver visto mostri spaziali dentro il Conca; ha bevuto un tè freddo in un baretto deserto sulla spiaggia; ascolta i dischi di Frank Zap-

pa; con le ragazze “belline” è troppo indeciso. E’ sconsigliata la partecipazione a chi: non ha mai letto Charles Bukowski; non sa cosa sia “Camarillo Brillo”; si alza alle sei del mattino; non mangia la pizza; crede che se c’è scritto trombe, si legga trombe.



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Il cattolichino Idreno Miceli ricorda quelle terribili giornate dell'agosto 1944 - “Lucio Costa, un commerciante di bestiame di Lugo, doveva consegnare al macello di Rimini tre cavalli e un mulo. Me lo aveva fatto conoscere Pietro Pazzaglini, che viveva come me al Macanno, e con l’occasione aveva proposto a me e a Luciano Romani, che abitava poco lontano da me alla villa Bartoli, di fare il viaggio fino a Rimini con le quattro bestie al seguito, dove Lucio Costa ci avrebbe aspettati al nostro arrivo. Per Costa il viaggio sarebbe stato un’impresa molto pericolosa e senza buon esito; infatti, a causa del periodo critico e delle tensioni dovute allo stato di guerra, specialmente nella zona di Rimini molto battuta dalle truppe tedesche, il rischio sarebbe stato la cattura per la deportazione e il sequestro degli animali da parte dei nazifascisti. Era un pericolo a cui poteva andare incontro qualsiasi uomo adulto, ma era scontato che due bambini sarebbero stati ignorati. Pertanto, il Costa, vedendo in me e in Luciano due ragazzetti svegli, non ci pensò due volte di approfittare proponendoci di portare i cavalli e il mulo a Rimini, dove lui ci avrebbe aspettati all’Arco d’Augusto. Dietro una lauta promessa di ricompensa, incuranti dei veri rischi a cui vi si poteva incorrere, io e Luciano abbiamo architettato questo viaggio, all’oscuro naturalmente delle nostre famiglie che non avrebbero mai acconsentito alla spedizione. Ma mentre Luciano passava più inosservato dalla sua famiglia, io non sarei sicuramente sfuggito al controllo di mia madre. Santa donna, con nove figli da crescere e accudire! Mio padre, ferroviere, era poco presente in casa e, come tutti gli uomini di allora, non si curava più di tanto della gestione familiare e dell’educazione dei figli. A ripensarci oggi, mi assale un

I Tre Martiri e quelle 5 lire d'argento PERSOME di Antonella Villa* grande dispiacere al ricordo dei tanti pensieri che spesso le ho procurato! Ma ritornando a noi, l’incoscienza dell’età non ci dava modo di ragionare e, siccome l’impresa ci allettava veramente, non potevamo perdere l’opportunità di andare a Rimini e portare a termine quella spedizione eroica non indifferente. E così, senza dormire per tutta la notte per la paura di saltare l’appuntamento, alle 4 della mattina sono uscito di casa senza fare il minimo rumore. Dietro l’angolo già mi aspettava Luciano e insieme abbiamo raggiunto Lucio Costa già pronto a consegnarci i tre cavalli e il mulo dalla stalla di via Mazzini, in cui custodiva gli animali. Siamo partiti con la “mandria” legata con una fune, un quadretto vivace e simpatico che mi sembra ancora di rivedere. Fortunatamente gli animali, nonostante la stazza grande e robusta, si dimostravano tranquilli e obbedienti. Avevo notato che erano marchiati R.E.I. (Regio Esercito Italiano), per cui era facile intuire che fossero cavalli venduti dalle truppe militari in seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943. Procedevo scalzo tenendo gli zoccoli di legno appesi al collo, per paura di consumarli; erano zoccoli fabbricati da mio padre con il cuoio ricavato dalle divise di due ufficiali torinesi che, dopo l’Armistizio, si erano fermati a casa nostra per un giorno, prima di tornare a Torino.

Idreno Miceli e quella moneta conservata con affetto

Per poter viaggiare in abiti borghesi senza correre pericoli, i due ufficiali avevano chiesto i vestiti di mio fratello Adelfo in cambio delle loro divise, le cui cinture erano state recuperate da mio padre e utilizzate per i miei zoccoli. Il viaggio è stato tranquillo finché, giunti alle porte di Rimini, all’altezza dell’aeroporto, il fragore improvviso di un aereo in volo basso, ha spaventato talmente i cavalli e il mulo che ci sono scappati. Caso vuole che, lungo il fossato di delimitazione della pista aerea, ci fossero tre paracadutisti tedeschi che, vista la scena, si sono precipitati a rincorrere gli animali e a catturarli. Facile immaginare in quel momento lo stato d’animo mio e di Luciano che, oltre alla consapevolezza di essere catturati, correvamo anche il rischio che i militari ci rubassero i cavalli e il mulo. Ma così non è stato. In quanto bambini e per il fatto che i paracadutisti non si sarebbero fatti nulla di tre cavalli

e un mulo, una volta riconsegnatici gli animali, ci hanno fatto ripartire senza problemi. Sollevati dallo scampato pericolo, nonostante la stanchezza che ormai si faceva sentire, abbiamo ripreso il nostro cammino, certi che ormai la meta fosse vicina. Infatti, poco dopo mezz’ora, finalmente si intravedeva in lontananza l’Arco d’Augusto. Era proprio lì, intorno a mezzogiorno, che Lucio Costa ci aspettava secondo l’orario previsto. Non poca era la sua soddisfazione nel vederci arrivare, e si leggeva in faccia tutto il suo stupore e riconoscenza. La ricompensa immediata è stata una moneta da 5 lire d’argento per ognuno, considerata nulla per me in quel momento, in confronto all’ottimo pranzo offerto poco dopo ai “Teatini”! Ricordo ancora la bontà di un abbondante piatto di tagliatelle condite con un sugo di carne! Ben presto il nostro orgoglio di eroi premiati e rifocillati si è unito all’atmosfera strana e disordinata di quella giornata di Rimini. Una gran folla si stendeva dall’Arco

d’Augusto alla piazza centrale (l’allora Piazza Giulio Cesare), in cui erano in mostra tre giovani impiccati. A vedere la scena, curiosità mista a sgomento ci invasero però per poco, perché ora che la missione era stata portata a termine, restava solo il pensiero di tornare a Cattolica, per cui appena possibile abbiamo intrapreso la strada del ritorno. Giunti nei pressi dell’aeroporto, siamo stati affiancati da una carrozza trainata da un cavallo; in quell’attimo mi sono sentito chiamare dal guidatore e con grande sorpresa ho riconosciuto Rino Cibelli (vero nome Cesarino), anch’egli per combinazione di ritorno da Rimini. Ci conoscevamo bene io e Rino, perché i nostri rispettivi padri, Francesco Miceli e Silvio Cibelli, erano ferrovieri alla stazione di Cattolica. A quel punto non ci restava che salire in carrozza, dove io e Luciano ci siamo accomodati a cassetta insieme a Rino, perché era presente un quarto passeggero: la vedova Rina Morosini, appena accompagnata al Cimitero di Rimini a portare dei fiori al suo povero marito Federico Ceccarelli, ferroviere macchinista, morto il primo novembre del ’43 a seguito di un bombardamento alla stazione ferroviaria di Rimini. Il miracoloso passaggio in carrozza ci ha risparmiato tempo e l’ultima fatica del ritorno. Era pomeriggio inoltrato quando mi sono presentato a casa, dove mia mamma era sull’uscio ad aspettarmi pronta a darmele di santa ragione con una ciabatta, come era solita fare. Il ricordo di questa giornata

della mia vita è rimasto vivo nella mia memoria per tutta una serie di coincidenze che sono avvenute e che ho rivissuto negli anni successivi. Anni dopo venni a sapere che i tre giovani impiccati erano i partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani, giustiziati il 16 agosto 1944, ai quali dedicarono nel 1947 la denominazione all’attuale Piazza Tre Martiri, come a tutt’oggi è intitolata. L’esecuzione dei tre partigiani fa comprendere la terribile condizione storica del periodo: i tre giovani vennero processati e condannati dal tribunale tedesco in seguito al sabotaggio ad una trebbiatrice per impedire di consegnare il grano ai nazifascisti. La scoperta che proprio in quella giornata era avvenuta l’impiccagione dei tre martiri, da una ricerca storica, mi ha dato anche modo di risalire alla data dell’evento, che era mercoledì 16 agosto 1944, ed io non avevo ancora compiuto 13 anni. Anche l’imbatterci con Rino Cibelli è stato una strana coincidenza, ma il destino ha voluto che proprio in quel momento ci dovessimo incontrare e tornare insieme a Cattolica. Ma la cosa tutt'ora singolare, è che ancora oggi conservo le 5 lire d’argento, ma non perché allora ci tenessi a custodirle, anzi, erano soldi che in quei tempi potevano essere utili per aiutare la mia famiglia. Purtroppo è successo che in Italia, poco tempo dopo, al posto della lira italiana è stata messa in circolazione l’Am-lira, le prime banconote introdotte dalle autorità americane in seguito allo sbarco in Sicilia del luglio 1943, per cui le 5 lire d’argento le ho conservate fino ad oggi. Credo che la mia passione per le monete, di cui oggi dispongo di una piccola collezione, sia nata proprio da quelle 5 lire d’argento”. *Nuora di Idreno Miceli



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Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

Cattolica anni '50. Da sinistra: ?, Agostino Conti, Walter Pettinari, Paolo Benzi, Mariano Semprucci, Angelo Lorenzi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Cattolica in 100 cartoline d'epoca Collezione di Franco Del Fattore. Palazzo del Turismo dal 7 al 22 maggio AMARCORD: LA MOSTRA

- Questa mostra, frutto di appassionate ricerche fotografiche, si propone di presentare, sia pure in modo frammentario, una pagina significativa della storia della nostra città. Le fotografie, i disegni, le cartoline sono stati cercati con pazienza e curiosità per illustrare luoghi e mode nei loro cambiamenti durante il corso degli anni, fin dai primordi dell’industria del turismo. Presentando le immagini

Franco Del Fattore

delle ville che a partire dalla fine dell’800 costituirono le abitazioni delle famiglie signorili che frequentavano la città per gio-

varsi delle cure balneari e della vita di svago e riposo nelle vacanze estive, si è voluto fornire una panoramica della Cattolica

che oltre alla vocazione marinara abbracciava sempre di più quella turistica. Le inquadrature ci propongono ricordi in bianco e nero: chiaro-scuri che definiscono le architetture sullo sfondo di cieli che parlano di caldo sole sulla spiaggia frequentata come luogo di incontro e di socializzazione, durante la stagione dei bagni. Il luogo dove vedere e farsi vedere. La fotografia è certamente lo strumento migliore per realizzare il reportage della vita balneare che si ripete e nel contempo cambia col passare degli anni. Infatti Cattolica si anima, soprattutto in estate, di un sempre maggior numero di forestie-

Lla foto della locandina ri sulla scia della ormai consolidata moda della villeggiatura al mare agevolata notevolmente dal nuovo mezzo di mobilità: il treno. Accanto alle immagini delle ville e alberghi destinati all’accoglienza dei turisti vengono proposte anche foto di altri edifici importanti nel contesto urbanistico della città, quali il Pa-

lazzo Comunale, la stazione ferroviaria, le colonie marine oltre a scorci del centro storico. I personaggi e i luoghi sono reali e i riferimenti a fatti e persone sono assolutamente autentici e sono citati con la precisa intenzione di non perderne il ricordo. Alcuni sono ancora presenti nella memoria collettiva, altri completamente persi nel tempo, vengono recuperati per perpetuarne la memoria fondante la consapevolezza della nostra identità. L’iniziativa vuole contribuire a rendere nell’insieme l’atmosfera di un tempo ormai lontano, ma ancora presente in ciò che rimane di quello che fu, consapevoli che la riflessione sul nostro passato riempie di sapore il nostro presente e pone le basi del nostro futuro.

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23

Il programma di maggio - Sabato 7 ore 20,30: Ballo con I Ragazzi di Romagna. - Sabato 14 ore 20,30: Ballo con la Saint Tropez Band. - Domenica 15 ore 15: Festa del tesseramento col recital del gruppo folkloristico La Canta. Commedia teatrale “La Compagnia”. - Domenica 22 ore 12,30: Pranzo sociale a base di pesce. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 348-5309730


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA LA SCUOLA

Nel 1907, la giovane coppia Quinto Franchini e Eleofrasia Diamantini va negli Usa

Quando i migranti eravamo noi Da destra: Fosco Gasperi, Giorgio Gasperi, Joe Franchini (nipote di Quinto). Olimpio Franchini, Severino Tonnini, Giancarlo Gasperi, Anita Diamantini, Tina Porporini, Rina Gasperi, Eufrasia Gasperi, Giovanna Tonnini, Carla Tonnini

COMUNITA' di Fosco e Giancarlo Gasperi La cerimonia col sindaco Domenico Pascuzzi

“Solesin”, aula per ricordare la bellezza del bene “Il silenzio è dolo. Siamo l’Italia che sceglie il coraggio” è il concorso a cui la classe IIA della scuola secondaria di primo grado di Gabicce Mare ha partecipato su iniziativa delle docenti Patrizia Salvo, Lucia Franco, Maria Chiara Mariotti. La lotta al silenzio ingannatore, omertoso, indifferente, spesso interessato e complice, comunque sempre doloso, che caratterizza purtroppo oggi buona parte della società, ha portato alla scelta della classe di intitolare l’aula docenti a Valeria Solesin, giovane e brillante studentessa, amante della cultura, impegnata nel

sociale, barbaramente strappata alla vita nel recente attentato terroristico che ha colpito Parigi. Lunedì 2 maggio alle 10 si è svolta la cerimonia di intitolazione, con la partecipazione dell’amministrazione comunale di Gabicce Mare che ha donato alla scuola una targa commemorativa. Durante la cerimonia è stata data lettura di un intenso e commovente messaggio di ringraziamento da parte della famiglia Solesin. L’iniziativa del 2 maggio vuole essere un invito per tutti i giovani, e non solo, a ritrovare nella cultura semi di pace, tolleranza e legalità.

- Il 4 Aprile del 1907 un giovane marinaio di 31 anni e una ancor più giovane casalinga di 20 anni, alle 5 e 40 del pomeriggio si recavano in Comune a Gabicce Monte per unirsi in matrimonio. Entrambi erano nati e cresciuti a Gabicce Monte e lì, da sempre, si conoscevano e si erano amati. Lui si chiamava Quinto Franchini e lei Eleofrasia Diamantini. Poco più di un mese dopo, il 16 maggio del 1907, dopo un lungo e si immagina problematico viaggio per raggiungere in Francia il porto di Le Havre, si imbarcavano sul bastimento “La Gascogne”, sbarcavano negli Stati Uniti e precisamente a Ellis Island dove hanno dato le proprie generalità e hanno dovuto attendere gli esiti della ben nota “quarantena” prevista per gli immigrati. Nessuno dei due è più tornato in Italia! Quinto ha lavorato sodo per tutta la vita e la moglie Eleofrasia è morta di parto. La sorella più grande, Anita Diamantini, rimasta a Gabicce Monte e sposatasi con Carlo Gasperi ha voluto ricordare la sfortunata sorellina dando alla sua ultima genita il nome di

Gabicce Mare 1954. Terrazzo del Dancing Perla Azzurra. Da sinistra: Wilelma Gasperi, Eufrasia Gasperi, Anita Diamantini, Giorgio Gasperi, Rina Gasperi, Joe Franchini Eufrasia. Diamantini Anita e Carlo Gasperi erano i nostri nonni paterni. Nel luglio del 1954 un nipote di Quinto, Joe, militare di stanza a Parigi con il contingente delle forze armate americane, è venuto in licenza a Gabicce Mare a trovare i suoi parenti e in quell’occasione ha scattato numerose foto venute in nostro possesso, in modo fortunoso, solamente lo scorso anno quando

Joe, è tornato a Gabicce e ha consegnato le foto a Gianfranco Franchini, figlio di Olimpio e suo unico parente che è riuscito a rintracciare. Le foto ritraggono Joe stesso con l’intera parentela Diamantini/ Gasperi durante un pranzo e cena alla Perla Azzurra, dancing conosciutissimo all’epoca nonché abitazione di proprietà di nostro padre Giorgio.

Per fortuna Joe ha lasciato il suo indirizzo e-mail e a seguito di un corposo scambio di lettere è stato ristabilito un serio rapporto tra i discendenti di quei due ragazzi che per lavoro avevano lasciato Gabicce Monte per cercare fortuna in America e quelli rimasti in Italia. Abbiamo fatto anche una approfondita indagine genealogica da cui si è dimostrata la stretta parentela con Olimpio Franchini “Limpion”, noto cittadino di Gabicce Mare, presente nelle citate foto, e con don Silvano Pierbattisti attuale direttore amministrativo dell’arcidiocesi di Pesaro. La buona novella con lieto fine è che a maggio di quest’anno Joe Franchini, ora ottantunenne, e sua moglie Linda tornano a Gabicce per riabbracciare i sopravvissuti protagonisti di quelle stupende foto del 1954 e per ricordare Quinto ed Eleofrasia emigranti, fra tanti, a inizio dello scorso secolo!


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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Vie del centro e del passeggio un tempo erano caratterizzate da teorie di alberi, che con le loro chiome e colori scandivano il tempo e accompagnavano i turisti

Amarcord Gabicce

di

Pensieri per un arredo naturale della città Dorigo Vanzolini

- Da anni il progetto dell’arredo urbano è concepito come un opera strutturale che progetta dei vuoti o delle aree di degrado, ma più di frequente è pensato come un restyling con cipria e rossetto di alcune vie cittadine; quelle del passeggio. E qui si pensano nuovi lampioni, sempre una nuova pavimentazione che solo a volte interagisce con il contorno e con le facciate degli edifici che la coronano. Interventi di “bellezza” che spesso sono volti allo stupore: giochi di luci, tappeti colorati lungo i marciapiedi, nelle piazze che durano e colpiscono i cittadini con il transito di un soffio. Sarebbe interessante capire se l’arredo delle città o i progetti che intendono attribuire alle vie non solo il senso di transito ma anche quello della sosta, si concentrano unicamente sulla mutazione dell’ambiente in qualche cosa di artificiale o se viceversa è possibile pensare un riordino delle nostre città attraverso la memoria di quello che un tempo c’era ed è stato demolito .Abbattuto. Una sorta di progetto di restauro che riporta alla luce gli elementi essenziali di quel luogo, senza appellarsi ad una moderna archeologia, ma cogliendo l’essenza di quel pezzo di città. Le vie di Gabicce Mare, quelle del centro e del passeggio, comprese quelle che conducono al mare, un tempo erano

Negli anni le strade sono state spogliate del verde perdendo le loro caratteristiche: vie piene di ombra assolate

Giovanni Mazzocchi

Piazza Matteotti e via Veneto

COMUNITA'

di Giovanna Mulazzani* caratterizzate da teorie di alberi, che con le loro chiome e colori scandivano il tempo e durante le calde estati accompagnavo i turisti nelle loro passeggiate creando un ambiente vario fatto di lunghe ombre e raggi di sole improvvisi. E’ sufficiente osservare delle immagini di solo qualche anno fa per notare la differenza con una Gabicce spoglia e senza colori naturali che ha modificato in negativo la percezione che abbiamo sempre avuto di certe zone. Ci sono vie a Gabicce Mare che negli anni hanno perso la loro caratteristica perché spogliate di tutto il verde degli alberi che le ombreggiavano! Vie piene di ombra oggi completamente assolate avvolte da una staticità poco invitante; vie di transito che hanno per-

Amarcord Gabicce

so la loro attrattiva. Vorrei quindi qui riproporre un pensiero semplice: passeggiare attraverso le vie del paese, lungo percorsi di nuovo alberati, immersi nelle vibrazioni e nel movimento creato dall’alternanza di luci e ombre del sole con le chiome. Vedere il passaggio delle stagioni non solo dall’affollamento estivo e dal deserto invernale ma soprattutto dalla percezione visiva dei colori che cambiano. Ma gli alberi sono stati abbattuti perché, pericolanti, ammalati oppure per qualcuno inutili? Eppure l’amministrazione attuale dovrebbe essere più sensibile al problema date le criticità che ci circondano. L’elaborazione di nuovi regolamenti per il decoro cittadino (come scritto nei documenti

d’archivio) richiede tempo e una precisa idea della città che non è solo attuata attraverso macro strutture che fanno “saltare” il patto di stabilità e quindi non vengono di solito realizzate. A volte invece i progetti che modificano il rapporto con i nostri luoghi sono frutto di un pensiero semplice, come già af-

fermato, che però di solito ha radici lontane, nell’esperienza di un viaggio, negli odori e i profumi del mondo, oppure l’immagine di una cartolina che ci racconta da dove arriva il nostro paese. E’ necessaria una idea precisa di dove ci piace vivere. E noi cittadini cosa facciaGRADARA - VOTO

Lista civica contro M5S Il centro-destra non si presenta

di Dorigo Vanzolini

Lista civica guidata da Filippo Gasperi

Gabicce Mare, 1950. 1) Orlando Galeazzi 2) Antonio Tonti 3) Giorgio Cecchini 4) Sergio Torriani 5) Luciano Scola 6) Vittorio Calcinelli 7) Enzo Gaudenzi 8) Agostino Facondini 9) Giancarlo Morini. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

mo? Guardiamo inermi alla rimozione degli ostacoli posti dall’ambiente naturale che fino a qualche decennio fa hanno invece accompagnato e appagato il nostro sguardo. Riportiamo il colore e la mutevolezza delle piante e delle siepi anche nella nostra città e sarà un beneficio per chi ci vive e per il turista che viene a soggiornare. *Architetto in Gabicce Mare

Lista M5S guidata da Luis Miguel Guerrini

- Due giovani figure, Filippo Gasperi e Luis Miguel Guerrini si contendono il testimone di Franca Foronchi il 5 giugno. Il primo guida una lista civica di centro-sinistra e non solo. Il secondo invece è il rappresentante del Movimento 5 Stelle. La grande novità è che il centro-destra non ha presentato una propria lista. Ci sono stati numerosi contatti con il movimento di Grillo, ma non si è giunti a nessun accordo. Molto probabilmente, i due contendenti saranno separati da un pugno di voti. Gasperi è stata il braccio destro del sindaco Foronchi ed ha esperienza amministrativa. Guerrini è un giovane laureato in Economia e commercio a Bologna.


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SAN GIOVANNI

Associazione di giovani attenta alla propria comunità. Si ritrovano ogni giovedì

Quelli di Artemisia, fucina di cultura COMUNITA' di Lorenzo Montanari - “La libertà è partecipazione” cantava Giorgio Gaber. Se il giovedì sera passate davanti al centro giovani di San Giovanni (Via Macello, 26 A), potreste anche sentirla cantare dai ragazzi del “Cafè di Artemisia”. È giorno di riunione per l’associazione culturale. Prima di iniziare l’incontro c’è sempre tempo di una partita a biliardino, poi giù tutti insieme a discutere sui nuovi progetti. L’anno nuovo ha rinnovato le idee e i volti di casa Artemisia, e tanti sono stati gli appuntamenti organizzati fino adesso: dal dibattito sulle trivellazioni con i promotori della campagna “SOS Adriatico”, all’intervento del professor Antonio Moscato sulle operazioni italiane in Libia. Ma non sono mancate nemmeno discussioni filosofiche, con la presentazione del libro “Lungo la strada” del giovane morcianese Tommaso Mazzuca. L’associazione ha capito il senso della canzone di Gaber e

VERDE

Cappuccino al profumo dei tigli

Un evento di Artemisia

lo ha messo in pratica. Nata dall’idea di voler dare uno spazio e una voce ai ragazzi del posto, si è sempre impegnata nell’aggregazione e diffusione della cultura in tutte le sue sfaccettature, attirando l’attenzione anche di altri movimenti. Recente è infatti la collaborazione con l’associazione Libera di Rimini, che dopo l’intervento sulla presenza delle mafie nella nostra regione, si è riproposta lo scorso 5 maggio con il film “I cento passi” (regia

di Marco Tullio Giordana) per ricordare la figura di Peppino Impastato. Con qualche ruga in più lo scorso aprile ha festeggiato il suo terzo compleanno, ma ha avuto sulle spalle anni di eventi indipendenti prima di costituirsi. “A quei tempi non erano necessari tanti fronzoli. Eravamo un gruppo di amici che si incontravano di tanto in tanto per divertirsi insieme. Bastava qualche amplificatore, una chitarra e tanta voglia di portare

qualcosa di nuovo nella propria cittadina. Dai primi concerti come il Rockatigli, alle recite di poesie e mostre fotografiche. Poi una sera le menti si illuminarono e il passo in avanti: diventiamo un’associazione.” Racconta con gli occhi di un bambino il presidente Giancarlo Ross.i “E a oggi - continua Rossi - ci riteniamo soddisfatti.” C’è tempo di un’ultima sfida a calciobalilla e poi tutti a casa. Appuntamento al prossimo giovedì.

Parco dei Tigli

- Colazione al profumo dei tigli in un abbraccio con la natura. In tanti tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, quando le piante sono in fiore, accorrono a San Giovanni per una mattinata inebriante. L'appuntamento è con cappuccino e pasta con una delle fragranze più belle prodotte dalla terra. La nuvola magica la crea il Parco dei Tigli, un angolo di verde con piante monumentali. Nei pressi ci sono alcuni bar con tavolini all'aperto. Il giardino fa da cerniera tra il borgo fortificato e l'inizio del nuovo abitato. Civile, direbbero gli urbanisti. Insieme alla bellezza del borgo, col suo Museo Etnografico, è una delle attrazioni di San Giovanni: luogo di ritrovo e feste.


SAN GIOVANNI BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

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L'assessore Maura Tasini parla dei conti 2016; documento approvato lo scorso 6 aprile

LA REPLICA Lorenzo Serafini

l'uscita di casa fino agli applausi del dopo passerella; in mezzo i dubbi, le paure e la prova generale, forse più avvincente e divertente della stucchevole passerella. Approdato all'Aeffe pochi mesi fa dopo aver percorso un lungo e proficuo giro di lavoro: Mariella Burani, responsabile stile da Cavalli. Poi salto

Vogue Paris, servizio su Lorenzo Serafini - Mentre il mondo si affanna per conquistare una qualsiasi forma di esibizione anche per spiccioli di secondo e raccontarlo con narcisismo al mondo che non ce l'ha fatta, lo stilista di Alberta Ferretti, Lorenzo Serafini è finito per quasi 5 minuti in un video di Vogue Paris (Parigi) lo scorso 18 aprile e non lo ha detto neppure ai genitori. Lo hanno saputo, i familiari, di rimbalzo dagli amici. La riservatezza la dice lunga sul carattere del giovane progettista che con una sua linea sta ricevendo elogi e giudizi benevoli, sia di critica, sia di mercato. Nei cinque minuti vengono raccontati il dietro le quinte della giornata di sfilata: dal-

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in casa Dolce & Gabbana a Vigevano. Un tour di circa 20 anni; poi, come il figliol prodigo, il ritorno a casa. Madre nel settore dei vestiti da sempre, Lorenzo Serafini è misanese e sognava di fare lo stilista fin da bambino. La scuola; la gavetta, il meritato successo per un ragazzo con tre caratteristiche: l'educazione, l'umiltà ed il lavoro. Così lo ha visto Tiziano Pantucci (ex Aeffe), sanclementese che lavora da Dolce & Gabbana: “Quando lo incontravo, si fermava a parlare con molta tranquillità; si poteva dare un sacco di arie. Ragazzo gentilissimo”. “E' così anche in Aeffe”, dicono le collaboratrici.

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“Bilancio, vogliamo aiutare tutti” Il sindaco Daniele Morelli e l'assessore al Bilancio Maura Tasini

NUMERI

- Nessun aumento del nido, scuola materna, mense, casa di riposo. Niente Tassa sulla seconda casa ceduta al figlio in comodato d'uso gratuito. Aumento della nettezza urbana del 2% mentre Atersir (l'Agenzia regionale che gestisce acqua e rifiuti) aveva indicato il 4%. Autarchia sul verde per un risparmio di 130mila euro l'anno. Circa mezzo milione di euro per il sociale. Opere pubbliche: manutenzioni e scuole. Sono i numeri che raccontano il bilancio 2016 del comune di San Giovanni, approvato dal consiglio comunale lo scorso 6 aprile. La minoranza del Movimento 5 Stelle ha votato contro. “Il nostro bilancio - racconta l'assessore Maura Tasini - ha al centro il cittadino. Non vogliamo dire no a chiunque abbia veramente bisogno. Dove possiamo, cerchiamo di intervenire. Non vogliamo lasciare indietro nessuno. Abbiamo cercato di ridurre la pressione fiscale in varie forme”. “Non è valutabile economicamente - continua l'assessore Tasini - ma come amministratori siamo davvero orgogliosi del coordinamento tra le associazioni

di volontariato. Insieme, si vogliono prendere cura del territorio, tutelandolo e promuovendolo. Questa sensibilità è figlia di questa crisi economica. Crisi che ci fa riscoprire l'importanza di vivere in una comunità nella quale ci si può aiutare”. Ma andiamoli a vedere questi numeri che sono un linguaggio che forse meglio dell'elasticità delle parole riescono a pennellare la realtà. La voce di uscita più importante è quella relativa al personale; i 42 dipendenti pesano per 1,5 milioni di euro. Se il rapporto tra la spesa corrente ed il costo è sotto il 20 per cento si è nella fascia dei comuni virtuosi; San Giovanni vi rientra a pieno titolo. Bilancio complessivo di 7,8

milioni di euro; una fetta importante, 1,3 milioni, se ne va nel pagamento dei mutui; in tutto 17 milioni di euro che mediamente hanno la durata di 25 anni. I marignanesi hanno beneficiato di 0 aumento delle tasse locali grazie all'accertamento dei tributi arretrati (Ici, Tari e Tasi) pari a 650mila euro. Sul fronte dei lavori pubblici tre i capitoli principali: la manutenzione, 500 mila euro sulla scuola materna di Santa Maria in Pietrafitta e 300mila euro per ampliare la casa protetta, una delle strutture all'avanguardia non solo nella provincia di Rimini. La crisi ha portato una certo fai da te. Ad esempio, la cura del verde viene fatta in casa con un risparmio di 130mila euro.

Tasini: “Sappiamo benissimo che abbiamo tolto risorse ad altri, però era diventato un servizio troppo pesante per le nostre casse”. Sociale Una quota importante sono i 450mila euro finalizzati al sociale tra quota Ausl, aiuti ai giovani, agli anziani, alle famiglie in difficoltà”. Con le società sportive (Marignano Calcio, Real Marignano e Polisportiva Consolini) c'è una convenzione di 90mila. Scuole San Giovanni è entrato in un progetto ministeriale delle cosiddette 52 scuole innovative e sostenibili. Ai primi di maggio c'è stato un incontro tra gli amministratori marignanesi ed il ministero. Si spera che da Roma possano arrivare 4 milioni di euro da investire nel polo scolastico marignanese (5 il costo totale). La scuola sarà progettata nel segno della sostenibilità e funzionalità e che possa essere un centro di attività ed incontro anche al di fuori degli orari deputati. Immobili Forte di un patrimonio immobiliare valutabile tra i 15 e d i 20 milioni di euro, il Comune intende vendere, se possibile, e non svendere.

Esposizione in piazza Silvagni

Auto-moto raduno con la bellezza - Auto-motoraduno per gli appassionati delle quattro e delle due ruote. Si possono ammirare oggetti che hanno fatto la storia del design. Il Moto Club “Renzo Vanni” ( centauro marignanese scomparso prima del te) da quasi 20 anni organizza un appuntamento diventato un piccolo classico per gli amanti di queste speciali sculture. Quest'anno ci si ritrova il 29 maggio. La giornata: iscrizioni alle 8,30 (davanti al caffè “Veneto”; poi, partenza per giro turistico con aperitivo alle 10,30; ritorno e pranzo presso il ristorante “Rondò”. Chiuso col raduno, Il Moto Club “Vanni” rilancia con una gita al Museo Alfa Romeo di Arese (Milano) per prossimo il 5 giugno. Chi si volesse iscrivere, potrebbe contattare il gruppo.



MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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Morciano, Gemmano e San Clemente vanno a ricominciare con un incarico esterno

Unione dei comuni, 20 anni di parole, parole, parole... FOCUS

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

SOLIDARIETA'

Grazie Morciano

Il cantiere della Ghigi

- L'Unione della Valconca è forse l'idea più bella avuta da Claudio Battazza. Risale ad una ventina di anni fa quando era sindaco a Montefiore. Sembrava tutto semplice e facile: i piccoli comuni si mettono insieme offrono più servizi ad un prezzo se non più basso più coordinato. Sul lavoro uno fa per mezzo; mentre due fanno per tre. Inoltre, la Regione incentivava l'aggregazione con i denari. In 20 anni non è avvenuto tutto questo, ma solo parole, parole e parole. L'Unione come dicono i politici che vi sono transitati è stata una sconfitta. Doveva essere a otto: Morciano, Montegridolfo, Mondaino, Saludecio, Montefiore, Gemmano, Montecolombo e Montescudo. Invece, le cose hanno preso altre strade. E' nato un nuovo comune: Montescudo-Montecolombo. Saludecio, Mondaino e Montegridolfo dovrebbe unificarsi. Montefiore resta da sola, a fare che cosa? I sindaci di Gemmano, San Clemente e Morciano (rispettivamente Riziero Santi, Mirna Cecchini e Claudio Battazza) hanno approvato una convenzione che ha per oggetto l’erogazione da parte della Regione Emilia Romagna di un contributo previsto dalla Legge regionale 21/2012 per il conferimento di un incarico esterno per la

Tre sindaci. Da sinistra: Riziero Santi (Gemmano), Mirna Cecchini (San Clemente), Claudio Battazza (Morciano) predisposizione di un progetto di riorganizzazione istituzionale sovracomunale, con verifica della sussistenza delle condizioni per la loro fusione in un unico comune. Tale progetto dovrà svilupparsi sui seguenti punti: - individuazione delle modalità organizzative per le funzioni e i servizi pubblici locali che sarebbero esercitati nel comune unificato; - individuazione delle funzioni e dei servizi pubblici locali che dovrebbero comunque essere esercitati dall’Unione della Valconca,

con indicazione delle modalità organizzative; - rapporti tra il comune unificao e l’Unione della Valconca; - indicazione dei potenziali effetti (vantaggi/svantaggi) derivanti dalla fusione; - prospettive in termini di possibilità di innovazione e sviluppo dei servizi offerti; - analisi della dimensione politico-istituzionale e organizzativa degli attuali comuni e del comune unificato mettendo in evidenza vantaggi e svantaggi;

- predisposizione di schema degli atti fondamentali (atto costitutivo, statuto, regolamenti) del comune unificato; - definizione dell’assetto organizzativo del comune unificato con particolare riguardo alla destinazione e all’utilizzazione del personale comunale dipendente. Che dire? Dopo 20 anni siamo ancora alle parole, parole, parole. La società non si racconta, si fa, dicono gli economisti. I danari per la consulenza non sarebbe meglio spenderli per altri servizi?

Le parole non riescono a raccontare la bellezza di quel “Grazie Morciano”

- Grazie Morciano recita un cartello. Quel grazie alla città scalda i cuori e aiuta la mente ad avere orizzonti alti. Dietro c'è l'opera del volontariato che da anni porta avanti l'associazione onlus Oasi di Speranza. ll 18 aprile, al centro parrocchiale, è stato presentato il Bilancio del 2015. L'anno di gestione è un risultato in equilibrio e trasparenza che testimonia il lavoro svolto con amore da tanti volontari.


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Aperta nel '30 dalla Filippini. Le subentra Silvana nel 1970. Poi arriva Marina, la figlia

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Monumento Caduti - Finalmente! L'amministrazione Claudio Battazza ha meso mano al monumento ai caduti all'ingresso di Morciano, scendendo da Montefiore. Da anni in stato di abbandono e transennato, i morcianesi lo hanno sempre vissuto come un insulto alla propria memoria. E' stato uno dei grandi temi di discussione al bar e tra amici. Ma si potrà lasciare così? Era l'esternazione-rammarico in dialetto. Ora sono iniziati i lavori. Molto probabilmente il risultato sarà eccellente. E' stato incaricato un bravo architetto, Claudio Masini. E sta collaborando anche lo scultore Umberto Corsucci, bravo con un carattere irruento. Da artista, affermano gli estimatori.

In alto, Silvana. A sinistra, la figlia Marina (a destra) con Marica, la commessa

Le Mercerie, molto più di una storia di una merceria COMMERCIO

Parco Bigi - Si trova sulla Panoramica. E' bellissimo, ma da anni è vandalizzzato ed in stato di incuria. C'è (anzi c'era) un percorso vita che buontemponi l'hanno distrutto. Postazioni ginniche vandalizzate

MULTICULTURA

Immigrazione, Fayaz in conferenza

Hossein Fayaz

- Per l'integrazione dei figli degli immigrati, tutti possiamo fare qualche cosa Il 17 marzo scorso, su invito del Dirigente Scolastico professor Pietro Cavagna e del professor Davide Rossi Responsabile Intercultura CPIA Milano, ho partecipato in qualità di relatore al Corso di aggiornamento promosso dal Centro Provinciale Istruzione Adulti (CPIA) nel quadro dell’incontro tra i popoli e le culture. Il tema del corso

era: Il contributo scientifico, storico, filosofico e letterario persiano alla cultura mondiale e l’opera di Ferdowsi, (Firdowsi, Firdusi 935– 1020), padre spirituale della lingua persiana (Farsi Dari), autore del celebre Shahnameh, il libro dei Re o Codice Regio, l’opera epicoletteraria interamente scritta tra il 977 e il 1007 in poesia ritmica, tradotto in otto volumi dal grande orientalista Italo Pizzi (Parma 1849-1920 Torino).

- Si chiama “Le Mercerie” e si trova in via Colombari; dietro il palazzo comunale, a pochi passi dal bar “Bina”. Nel cuore di Morciano. E' uno dei negozi più vecchi della cittadina e attraverso la sua storia si potrebbe specchiare quella della gran parte dei “vecchi” commercianti morcianesi: fatta di intraprendenza, innovazione e passione per il lavoro. Venne aperta nella metà degli anni Trenta del secolo scorso dalla signora Francesca Filippini, detta Checca. Qui per decenni sono confluite per gli acquisti gran parte delle sarte della Valconca e dei dintorni. Era l'emporio dei bottoni, dei filati, delle lane, dell'intimo e anche (almeno allora) abiti da sposa e bomboniere. “La signora Filippini - racconta Marina Bellini, l'attuale titolare - muore nel 1970 e da lì incomincerà un’altra storia, quella della mia famiglia”. “Il babbo - continua Marina - acquistò il negozio quell’anno per la mamma e le sue figlie; Marina e Nadia. Da quel mo-

mento la merceria prese il nome di ‘La Merceria dalla Silvana’. Subito viene raddoppiata nei metri quadrati”. La madre vi dedica tutta la sua passione e il suo amore trasmettendoli anche a me e mia sorellla. “Si raccomandava la mamma il giorno prima del giovedì ricorda Marina -: ‘Domani è mercato, bisogna alzarsi presto perché ci sarà molta gente’. Per

aiutarla non andavamo neppure a scuola; le davamo una mano a vendere bottoni, filo, cerniere, lana e filati. Le sarte scendevano dalle colline e ricordo che il negozio era sempre pieno di gente. A me piaceva molto abbinare il filo, il bottone, il pizzo e la passamaneria alla stoffa”. Alla fine degli anni Novanta la signora Silvana si ammala; così è la figlia più piccola, Marina, a prendere il testimone.

Nel 2005, rinnova il negozio con l’aiuto del marito architetto, Leonardo Casalboni. Senza sconvolgerlo, però. Le preziose scaffalature di falegnameria, di artigianale bellezza, restano. Vengono rivisitate le vetrine: belle e moderne; viene rifatta l’illuminazione. Il colore predominante diventa quello del legno naturale. Quelle scaffalature che sanno di buono e di bello, preziosissime, vennero fatte dal mitico “Giandon” (Angelo Rossi) negli anni '50, la falegnameria si trovava in via Marconi”. “Inoltre - continua nel racconto Marina - ho portato, nel corso degli anni, modelli di alta merceria: intimo uomo e donna, pigiama e moda mare. Con marchi di assoluto prestigio: Shantelle, Passionata, Triumph, Imec, Perofil, Fila, Philippe Matignon, Oro Blu, Luisa Maria Lugli. Il negozio lo gestisco con l’aiuto della mia commessa, Marica: sempre con entusiasmo e tanta tanta passione, trasmettendola anche a lei. Insieme alla mia esperienza”.

Umberto Boccioni, un morcianese a Milano - Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria da genitori morcianesi. Per i 100 anni della morte, Milano gli dedica una prestigiosa mostra. L'esposizione è al Palazzo Reale, in piazza Duomo, dal 23 marzo al 10 luglio. Morciano, davanti alle poste, reca una sua scultura: “Sviluppo di una bottiglia nello spazio”. L'opera sconcerta: 103 anni

fa il principale innovatore dell’arte contemporanea italiana sembra intuire la dinamicità di un oggetto che diventerà presto icona dei consumi di massa. Intuisce il futuro in quella rappresentazione dinamica che sembra utilizzare ciò che non esisite ancora: gli stampi mobili per il soffiaggio delle bottiglie di PET. Luca De Nardo

Il famoso monumento di Umberto Boccioni



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MORCIANO

Dalla passione per le radio degli anni '20 e '30 soprammobili artigianali

Matteini, il genio della lampada Alvaro Matteini

L'ECONOMIA

- Alvaro Matteini, 57 anni, ha una mente geniale. La sua ultima genialata è aver trasformato la passione per le radio degli anni '20 e '30 in un oggetto d'arredo. Quei modelli eleganti e simpatici sono diventate lampade. E le firma Alvi M. Tutto nasce nell'agosto del 2015 durante le sue ferie estive. E' caldo ma poco importa, Matteini sfoglia le riviste che parlano di radio antiche. Racconta: “L'ispirazione mi è venuta lì. Dico perché non rifare quegli scafandri e metterci sopra una lampada. E' mia intenzione far rivivere quel mobile, quello stile; allora era il top della tecnologia. Così mi metto giù, progetto il modello e poi me lo realizzo. Mi produco tutto dalla a alla zeta. Ad esempio, le manopole le faccio al tornio e poi me le coloro”. Finora ha prodotto sei modelli che riproducono altrettanti apparecchi radiofonici di quel ventennio. Modelli finiti in un pieghevole e sui biglietti da visita per essere venduti. Nella nostra zona le sue lampade sono in esposizione da “Riccionese Tendaggi”, a Riccione, dal tappezziere Masia, in via Fratelli Cervi. Su richiesta di un cliente di Montepulciano che hanno una de-

ARTE

- Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli dialogano con i profili della Valconca. Alla Biennale del Disegno di Rimini (inaugurata lo scorso 23 aprile, “Profili del mondo”, il titolo) presentano il loro archivio della memoria, fatto di tracce, pensieri e cose smarrite. Tutte legate alla Valconca e al Montefeltro. All’interno della fucina del “Cantiere”, Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli presentano un lavoro a quattro mani giocato su memoria e fascinazione dei luoghi che mescola sapientemente disegno e fotografia dal titolo “Amnesie. Sguardi dal tempo sospeso” dove vi si possono scorgere anche i profili del monte Titano. Così parla di loro Annamaria Bernucci, critica e storica dell’arte, tra i curatori di Cantiere Disegno: “Scivolando sulla superficie della carta con la china e la matita Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli hanno ripristinato a loro modo una originaria relazione tra figura e sfondo, verso un non-confine che apre al paesaggio, sorvolando su profili d’orizzonte e prospettive di pae-

cina di negozi le ha anche ricoperte in pelle. Piano, piano, spera che questo progetto nato da una passione possa concretizzarsi da un punto di vista economico. Si diceva uomo geniale, Alvaro. Il piccolo tornio per la produzione se l'è auto-costruito. A chi gli dice: “Sei geniale?”. “No, un pazzo”. Questa pazzia come la chiama lui, inizia prestissimo, già nell'adolescenza. Da ragazzo voleva fare il meccanico. Finisce le medie e diventa apprendista di bottega per

riparare motorini. Dopo un mese smette. Cerca un nuovo impiego. Trova da Balzi, venditore ed aggiustatore di radio e televisioni con negozio e bottega in piazza Risorgimento. Siamo negli anni Settanta. “Mi prende la passione - racconta Alvaro -. mi iscrivo a Radio Elettra, una scuola per corrispondenza. Riprendo anche a studiare. Scuola il mattino e lavoro il pomeriggio. A dicembre sono già al secondo anno”.

Parte militare. Al ritorno svolta. Abbandona le valvole delle radio e delle televisioni e inizia a lavorare col fratello Silvano che ha una lavanderia per capi di pelle. E' in questo settore che iniziano le prime “invenzioni”. Per lavorare meglio, si progetta e realizza prima i prodotti e poi le macchine spazzolatrici. Lascia la lavanderia ed inizia a produrre per le lavanderie. Ci mette una decina d'anni a tirar su l'azienda. Derma, nel massimo splendore, esportava all'estero il 90 per cento. “La tecnica mi è sempre piaciuta. Ho sempre cercato di mettere insieme la parte elettrica con quella meccanica. Per puro piacere ho sempre aggiustato le radio agli amici. La mia vera passione invece è mettere le mani un po' ovunque”. Negli anni ha inventato una caterva di oggetti, rimasti come prototipi. Ha creato un armadio che stira, ha brevettato un generatore eolico. L'ultima realizzazione è il disco armonico; è uno degli ultimi strumenti musicali inventato dall'uomo. Produce un suono a metà tra le percussioni ed un'arpa. Lo suona il figlio Marco; insieme hanno provato ma è difficilissimo trovare le note. Per la sua costruzione, si sono anche riprodotti il forno. Tutte queste genialate si possono ammirare nel suo capannone a Casarola.

GIOVANI

Giovani, dipendenze: il nuovo allarme sociale - Nel 2016 tutti noi dipendiamo da qualcosa, tutti noi viviamo una qualche forma di dipendenza. Nell’insieme affermare che siamo una società in allarme non è eccessivo, anzi. La dipendenza che diventa patologia è un ritornello che purtroppo sentiamo molto spesso. La parrocchia e il Comune di Morciano non sono nuovi ad organizzare eventi socio-culturali su temi attuali e di primario interesse. Domenica 29 maggio, dalle 17 alle ore 19, si tiene al Centro Parrocchiale in via Roma, 1 un incontrodibattito pubblico dal titolo: “Dipendenze patologiche - allarme sociale. Conoscere, prevenire, aiutare”. Per l’occasione sono stati invitati: Emma Pegli (responsabile dipendenze patologiche AUSL), la quale interverrà dal punto di vista sociologico, analizzan-

do i vari casi presenti sul territorio. A seguire, Barbara Ticchi, psicologa, psicoterapeuta relazionale, mediatrice familiare, che discuterà dell’aspetto relazionale-psicologico del problema in questione. Infine, Daniele Casadei, responsabile centro accoglienza Ass.ne Papa Giovanni XXIII. Al termine degli interventi verrà dato ampio spazio al confronto-discussione con il pubblico. Si tratta di un evento di sensibilizzazione sociale importante e, proprio per questo, la pubblicità sarà capillare in tutte le zone vicine; sono caldamente invitati i ragazzi di scuole medie e superiori insieme ai genitori. Oggigiorno c’è tanto bisogno di conoscere i fenomeni e di sapersi rapportare ad essi: le dipendenze sono uno di questi. Tommaso Mazzuca

Biennale del disegno, Valconca in mostra con Geminiani-Giulianelli se, punteggiando il tracciato di piccole reliquie-oggetti, raccolti sulla sponda del fiume o restituite dal mare. Sono i residui di vita vissuta, piccole scorie della quotidianità, sedimentati negli interstizi dello spazio, lungo il tempo”. Per l’occasione Geminiani e Giulianelli hanno realizzato un quaderno documentario edito da Seven Seas, con foto di Laurent Bernardi e grafica di Monica Stolfi. Quella della biennale (dal 23 aprile al 10 luglio) è un caleidoscopio di Prestiti prestigiosi e opere inedite con 27 mostre aperte e 2.000 opere, un percorso tra grandi artisti che accosta classici e contemporanei, quest’ultimi noti e meno noti, vicini per affinità o per ispirazione. I preziosi disegni antichi di Guido Reni, Guercino, Tiepolo, Chini, Canaletto, dialogano con la modernità di Francis Bacon, Sironi, Pericoli, Andrea Pazienza, Mario Schifano, Kiki Smith, Giuseppe Penone. Matite attive anche per Can-

Hanno costruito opere d'arte con le cose ritrovate; diventate dei medium che ci consentono di riappropriarci di ricordi e paesaggi perduti. Titolo: “Amnesie. Sguardi dal tempo sospeso”

Gabriele Geminiani e Giovanni Giulianelli

tiere Disegno nell’Ala Nuova del Museo, già ex ospedale cittadino che quest’anno cresce e si evolve aprendo le porte a 50 artisti contemporanei che autogestiscono gli spazi tra cui Toccafondo, Baricchi, Rivalta, Riva, Toffolini,

Giovagnoli, Guastavino… e Geminiani-Giulianelli. Dice il sanclementese Geminiani: “Alla fine non abbiamo fatto altro che rovesciare sul tavolo ciò che c’eravamo a lungo confidati. Ognuno ha portato le proprie

tracce di luce fioca e tremolante, comete dell’infanzia dalle teste tronche e corpi martoriati. L’amalgama nebuloso liberato sulle tavole è la cifra del nostro viaggio su questo lembo di terra antica, dove siamo nati e che si

chiama Montefeltro-Valconca: echi di guerrieri a cavallo con armi di ferro, grammatiche di vegetazione dettate da uomini sapienti e ancora dirupi e fiumi sonnolenti che cullano gli eroi nel loro eterno errare verso il mare. Verso un familiare approdo. Verso il bagliore di un’origine. Le cose ritrovate diventano dei medium che ci consentono di riappropriarci di ricordi e paesaggi perduti. Da qui il titolo: “Amnesie. Sguardi dal tempo sospeso’”.


Aziende informano

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Assemblea dei soci il 22 maggio alle 17. Utile lordo a 22 milioni, ma rosso per 7 milioni

Bpv 2015, ultimo anno di purgatorio 133

Massimo Lazzarini

Sede a Bologna, azioniste un consorzio di banche (la Bpv con l'11% è il secondo), nel 2015 ha fatturato 133 milioni di euro (+4%) con un utile netto di 12,5 milioni (1,375 alla Bpv). Eroga servizi per una quarantina di banche

Luigi Sartoni, direttore generale dellaa Bpv milioni l'indiretta). Ha erogato prestiti lordi per 1,056 miliardi di euro (meno 4% sull'anno precedente). A chi gli chiede quali sono i tempi per recuperare le sofferenze, Sartoni risponde: “Qui si entra nel discorso dei tempi della giustizia; in Italia, in media, siamo attorno ai 7 anni. In Europa si è a meno della metà. Questo gap negativo ci penalizza”. “La banca - continua Sartoni, già direttore di Comit Leasing

Italia - ha un'ottima liquidità. E c'è un certo movimento positivo anche nell'economia della provincia. Ad esempio, le operazioni bancarie sono cresciute del 3,5%; fatto che indica una certa vivacità. I mutui immobiliari ai privati portano un segno positivo del 13 per cento; con un taglio medio di 120mila euro. Sono in aumento le esportazioni, anche se sono ancora troppo poche le aziende che vanno all'estero. Inoltre, chi ha saputo superare

la crisi se la sta cavando”. Consiglieri Quest'anno sono in scadenza tre consiglieri. Massimo Lazzarini (il presidente), Marisa Buongiorno e Filippo Ricci. Tutt'e tre hanno presentato la propria ricandidatura.

Massimo Lazzarini - Avvocato, 61 anni, sposato, 2 figli, in consiglio d’amministrazione dall’88, ne è alla guida dal 2000. Scrive benissimo (si vedano le prefazioni alle strenne natalizie). Lettore onnivoro. Autori prediletti: Buzzati, Borges e Chesterton. Il suo pensiero sulla banca: “E’ una piccola realtà, ma importantissima per la crescita economica e culturale della comunità. Nonostante le dimensioni, se dipendenti e soci ne hanno la convinzione, può reggere anche gli istituti più grandi”.

Cse La Banca Popolare Valconca è il secondo socio di questo centro servizi bancari bolognese che nel 2015 ha fatturato 133 milioni di euro e prodotto un utile netto per 12,5 milioni di euro (19 il lordo).

Sbankiamo, a scuola d’Impresa… e insieme a Rai1

Marisa Buongiorno

presa”, fra business plan, Budget e creazione dei propri prodotti (ciò grazie a piccole sovvenzioni infruttifere, da restituirsi poi quasi come accade con un reale prestito bancario), si è

concluso il 14 aprile, con la vendita degli stessi manufatti durante il mercato settimanale di Morciano. Positiva ed entusiasta l’esperienza degli studenti, divisi in

cinque team, che hanno così avuto modo di comprendere l’importanza di un’idea vincente, di lavorare in team e il valore della cooperazione. Alla domanda perché hai partecipato al

figli, Michela e Filippo. Nel tempo libero ama passeggiare in mezzo alla natura. Di sé afferma: “Il vero valore della vita è il rispetto”. Al terzo mandato, della sua candidatura disse: “Mi candido perché far parte del consiglio di amministrazione di una banca è un'esperienza professionale oltremodo positiva; da anni ho ottimi rapporti con l'istituto. Mi impegnerò nel suo esclusivo interesse”.

Filippo Ricci

Filippo Ricci - Cattolichino, appartiene ad una delle famiglie più importanti della sua città. Il babbo ha costruito le “Navi” a Cattolica e partecipato alla costruzione di Cinecittà e dell'Eur a Roma e molto altro ancora. Ha 49 anni, laurea alla “Sapienza”, con la tesi sul diritto bancario, fa il commercialista a Cattolica ed insegna all'università di Urbino Diritto tributario. Gioca a tennis e ha vinto tornei.

Marisa Buongiorno Professione avvocato, con studio legale in Morciano, ha due

Foto di gruppo con ragazzi e non solo

GIOVANI - Lo scorso 14 aprile si è tenuto a Morciano, presso i Gazebo di Piazza Risorgimento, l’evento conclusivo di Impresidea, programma imprenditoriale del progetto Sbankiamo che da quattro anni si occupa con successo di educazione finanziaria ed economica nelle scuole del territorio di Rimini e Provincia (oltre 6.000 i ragazzi incontrati), e che vede fra i propri Enti fondatori la Banca Popolare Valconca. 17 ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Valle del Conca” hanno seguito, fra marzo e aprile, gli incontri - pomeridiani e su base volontaria – del laboratorio di Impresidea: questo viaggio alla scoperta del “fare im-

Consiglio: scadono il presidente Lazzarini, Buongiorno e Ricci

Cse

BILANCIO

- “La macchina banca va bene; abbiamo avuto addirittura un utile lordo di 22 milioni di euro. Però, per questa situazione economica, su indicazione di Bankitalia abbiamo dovuto fare accantonamenti consistenti, portano ad un rosso di 7,3 milioni di euro. Dovrebbe essere il nostro ultimo anno di purgatorio. Non verrà distribuito il dividendo ai soci”. In sintesi questa è la fotografia del bilancio 2015 che i soci della Banca Popolare Valconca sono chiamati ad approvare nell'assemblea il 22 maggio, inizio alle 17, al padiglione fieristico. Fino ad oggi, l'istituto di credito morcianese ha accantonato, per far fronte alle eventuali sofferenze (prestiti non restituiti), attorno a 100 milioni di euro. Insomma, un tesoretto che con un lento ritorno alla normalità dovrebbe essere redistribuito ai soci. Ma andiamo a vedere gli altri indicatori economici della banca. La raccolta totale ha raggiunto l'1,5 miliardi di euro (1,162 miliardi la diretta e 340

UOMINI

progetto?, hanno infatti risposto: «mi piace vendere, incontrare gente e vedere nuovi volti»; e ancora: «Ho partecipato perché è bello e si imparano cose nuove!» Interrogati sul come sia stato lavorare in gruppo, hanno precisato: «Ho trovato qualche difficoltà a conciliare idee diverse con le mie, ma insieme si produce di più ed è più divertente!» Un successo questo per Impresidea e per il progetto nel suo complesso che non è sfuggito all’occhio giornalistico del programma “Petrolio” attualmente in onda su Rai1, il quale ha registrato nel mese scorso proprio un servizio su

Sbankiamo: partendo dalle difficoltà di “inglesismi” economici, di termini finanziari difficili e spesso sconosciuti, seguendo un intero incontro di educazione finanziaria in una classe quinta dell’ITC di Rimini, ha dedicato un focus a questa innovativa e sempre più importante realtà educativa del nostro Territorio, la cui lezione è stata sintetizzata dal servizio stesso nel motto “la conoscenza per essere liberi, e coi soldi in tasca!”. Laura Lucagrossi

Per info: SBANKIAMO Via Madonna della Scala, 7 47921 Rimini (c/o Caritas diocesana) info@sbankiamo.it/ www.sbankiamo.it www.bancavalconca.it


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Due giovani studenti fondano un'azienda agricola nel 2014. Solo prodotti bio nel loro orto

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Laura: “Dalla parte del cavolo” - A volte capita, la sera trovarsi a navigare per i blog e trovarne alcuni dal nome fantastico. Questo poi mi piaceva troppo ed ho voluto approfondire. Dalla Parte del Cavolo http:// dallapartedelcavolo.wordpress.com/ e scopri una storia affascinante. Laura Castellani risponde alle nostre domande e si capisce che qui c’è molto più del cavolo! Dalla parte del Cavolo! Splendido nome per una attività agricola, ma chi lo minaccia questo povero cavolo, chi gli rema contro? “Potremmo fare un elenco lunghissimo di quelli che minacciano il Cavolo: pesticidi, OGM, pratiche agricole insostenibili. Diciamo che questo nome voleva mettere in luce l’esigenza di andare in una certa direzione: produrre cibo rinunciando all’utilizzo di prodotti chimici e rispettando la terra, i suoi tempi e i suoi prodotti. Chi c’è dietro questa azienda? Com’è nata? Chi l’ha fondata? “L’azienda è nata nel 2014 da Laura e Marco. Laureati in sociologia lasciano Bologna, e tornano nelle città d’origine, Riccione e Cattolica. Iniziano a coltivare un piccolo pezzo di terra del nonno di Laura, situato a San Clemente. Mezzo ettaro pensato e organizzato per soddisfare il consumo familiare: alcuni olivi, alberi da frutta e un orto. Troppo piccolo per avviare

Da sinistra: Giovanna, Laura e Marco

GIOVANI

di Claudio Casadei una attività produttiva. Poi abbiamo trovato un altro appezzamento. L’orto si è ampliato ed è diventato la base del nostro progetto di agricoltura contadina, un’attività che è stata occasione di incontro e relazione con molte persone che ci hanno sostenuto ed incoraggiato nel nostro cambiamento di vita. Successivamente conosciamo Giovanna che condivide la stessa passione per la terra e lo stesso desiderio di farla diventare il fulcro della sua vita. Si crea un forte legame. Quando ci viene proposta la gestione di un terreno in stato di abbandono abbiamo così la possibilità di coinvolgerla nel progetto e lo facciamo!”. Quale estensione ha l’area coltivata? “L’area si estende per circa 2 ettari. La nostra attività è principalmente orticola ma abbiamo anche alcuni olivi e alberi da frutto.” Leggo su facebook “Dalla parte del Cavolo-sperimentazioni contadine!” Quali sono le sperimentazioni che fate e soprattutto quali ritenete più riuscite?

“Dalla parte del cavolo” è un blog in cui iniziammo a raccontare l’esperienza di piccoli ortolani vissuta a Bologna come assegnatari di un orto comunale. Nel tempo è diventato uno strumento per narrare la nostra avventura contadina, tra mille difficoltà e soddisfazioni. “Dalla parte del cavolo” è anche un’associazione fondata con l’obiettivo di promuovere pratiche di produzione e di consumo sostenibili e rispettose della terra, di rafforzare le relazioni maturate in questi anni e costruire progetti con altri giovani che condividono con noi l’interesse per la terra e la cul-

SAN CLEMENTE - DIALETTO

Premio Villa, serata col dialettto da non perdere Giustiniano Villa

- La data: sabato 29 maggio, ore 20,30. Il luogo Sant’Andrea in Casale, Teatro G.Villa! Sarà li che andrà in scena l’ultimo atto della XXIV edizione del Premio di poesia dialettale e Zirudela Romagnola intitolato a Giustiniano Villa, il poeta ciabattino che proprio a San Clemente ebbe i natali nell’ormai lontanissimo 1842. Nel piccolo teatro, dedicato proprio al Villa, il dialetto che non è affatto una lingua morta

come troppi continuano a sostenere, tornerà protagonista e lo farà con i bambini delle scuole primarie che saliranno numerosi sul palco a declamare le proprie opere. Poi sarà il turno dei poeti provenienti da tutta la Romagna e da tante regioni d’emigrazione, delle loro opere e dei loro pezzi di vita regalati ad una platea normalmente numerosa. Una serata all’ insegna della nostra cultura che si offre a cittadini e intervenuti nell’attesa che oltre al romagnolo si possano ascoltare altre lingue ed altri dialetti perché essere legati alle proprie radici non vuole assolutamente dire che si è chiusi alla vastità del mondo. Come al solito sarà presente la qualificata giuria presieduta dallo scrittore Piero Meldini; la serata sarà chiusa da un piccolo rinfresco offerto dall’amministrazione. Se amate la poesia dialettale non potete mancare!

- Impossibile non notarlo un Weimaraner. È un cane da caccia bellissimo dal manto argento e dall’ occhio chiaro, elegante, mai aggressivo ma strenuo difensore del proprio territorio. È un animale molto sensibile che va trattato bene e con dolcezza. È adatto a colui che cerca un amico affettuoso e devoto. Non è adatto a vivere in canile e, se vi è costretto, tende a diventare triste, chiuso e introverso. È il cane ideale per il cacciatore che predilige l’animale che non si allontani troppo, che copra il terreno con metodo e resistenza e che abbia un efficace riporto in ogni condizione. Il Weimaraner Rescue Italia Onlus nasce nel febbraio 2011 dall’idea di alcuni proprietari di cani di questa razza preoccupati dopo il successo conseguito da questo bracco in pubblicità e la conseguente grande richiesta si fosse arrivati ad una incontrollata e corretta “produzione” troppo lontana dai crismi necessari. Inoltre un cane con le caratteristiche dei Weimaraner è un cane impegnativo sul serio e richiede molto tempo come ama specificare Cristina Lunardini, famosissima chef molto presente nelle televisioni nazionali, autrice di numerosi libri di cucina ma anche consigliere dell’associazione Weimaraner Rescue Italia Onlus.

tura contadina. Il progetto è una grande sperimentazione: provare a praticare un’agricoltura contadina, di piccola scala, sostenibile e orientata al soddisfacimento di bisogni locali in un contesto in cui la produzione agricola è fortemente industrializzata, legata all’utilizzo di prodotti chimici e vocata a produzioni sganciate dal territorio e dalle sue esigenze. In somma, mentre i prodotti dell’agricoltura locale sono solitamente rivolti a filiere lunghe e lontane da questo territorio, noi tentiamo di lavorare per il territorio e per le persone che lo abitano. Per questo abbiamo scelto l’orticoltu-

ra, che consente di costruire filiere corte e di avere un contatto diretto con le persone che consumano i nostri prodotti. É possibile impiantare ed estendere un progetto del genere in un contesto che va in tutt’altra direzione? “È una scommessa dal risultato incerto e sarà il tempo a darci la risposta. Nello specifico ciò su cui stiamo cercando di investire è l’autoproduzione nella nostra piccola serra delle piantine da trapiantare poi in campo. In genere gli ortolani si rivolgono per queste cose ai vivai. Noi preferiamo seguire l’intero processo, dal seme al frutto, scegliendo autonomamente le varietà e i semi che più rispondono alle nostre esigenze. Pratica in controtendenza che implica un notevole surplus di lavoro, ma di grande soddisfazione”. Quali sono per ogni stagione i vostri prodotti di migliori, quelli che vi danno più soddisfazione? “La stagione estiva è quella più stimolante per la varietà e la biodiversità dei prodotti. Coltiviamo molte varietà di pomodoro, anche più particolari che non si trovano in commercio come il pomodoro nero e il pomodoro green zebra. Protagonista della stagione invernale è invece il cavolo in tutte le sue forme: cavolfiore, cavolo cappuccio,

Cani, l'associazione che assiste i Weimaraner

Cristina Lunardini

SAN CLEMENTE Cristina, che questi animali li conosce benissimo essendo la proprietaria di Zoe una splendida femmina di quasi quattro anni, racconta di come l’innaturale richiesta di cuccioli abbia generato situazioni spiacevoli e incomprensibili casi di abbandono. “E' molto aumentata ultimamente la richiesta di famiglie che per svariati motivi non sempre giustificabili contattano l’Associazione con lo scopo di trovare una nuova cuccia per queste amatissime anime. L’associazione ha già trovato una nuova casa a circa 80 Weimaraner ma

le richieste in tal senso purtroppo continuano ad essere in forte aumento” “L’associazione raccoglie gli interessati da tutta Italia e si finanzia con le loro donazioni e con quelle dei numerosi simpatizzanti, che - sottolinea Cristina, - non smetteremo mai di ringraziare”. “Vorremmo fare due appelli - continua - il primo rivolto a chi sta pensando di accogliere in casa un Weimaraner. Consigliamo di valutare con attenzione la cosa prima di compiere questo passo. Al

cavolo nero, cavolo verza. Mentre in questo momento grande soddisfazione la danno piselli e fave, indiscusse regine dell’orto primaverile.” Dopo anni di tanto lavoro, rifareste la stessa scelta? “Sicuramente si. È stata una scelta difficile e faticosa, soprattutto per chi non è cresciuto nel mondo agricolo. Diventare contadini ha significato per noi un cambiamento profondo del nostro stile di vita e un’occasione per mettersi alla prova .Abbiamo dovuto imparare tutto e ancora oggi abbiamo tantissima strada da fare, ma la soddisfazione nel riuscire a coltivare biologico e a creare una comunità di consumatori che ci sostiene, ripagano le fatiche che compiamo ogni giorno”. E se uno leggendo si incuriosisse e volesse trovare i vostri prodotti dove può incontrarvi? “Siamo al mercatino dei produttori di Cattolica in zona Torconca, il mercoledì mattina. Il martedì a Rimini al mercatino dei produttori in zona Celle o direttamente alla nostra terra contattandoci telefonicamente o su Facebook dove pubblichiamo ogni settimana quali sono i prodotti disponibili”. Ma, alla fine … sto povero cavolo…lo producete o no? ”Il cavolo lo produciamo ed è anche piuttosto buono! Evidentemente ricambia le attenzioni che gli rivolgiamo.” Beh, son cavoli per tutti allora, non fateli aspettare!”.

cane bisognerà dedicare moltissimo tempo libero perché ha bisogno di tanto movimento e non solo del cibo due volte al giorno. Il secondo appello invece è rivolto a chi un cane ce l’ha già, non è un allevatore ma nonostante questo pensa di fare una o più cucciolate. Accertatevi che lo stallone e la fattrice siano sani ed in standard. Affidate i cuccioli non prima dei 60/90 giorni alle nuove famiglie che avrete avuto cura di scegliere oculatamente.” Periodicamente l’Associazione si ritrova; lo scorso 24 aprile si è tenuto il terzo raduno, grazie a Cristina, in via Fornace, a Misano Adriatico presso la scuderia “Tenuta Il Fondo”. Anche per gli amici pelosi Cristina consiglierà come mettere le zampe in pasta avendo Lei pensato a ricette adatte solo ai cani e che chi vorrà potrà trovarle all’ indirizzo web http:// www.weimaranerescueitalia.it/ zampe-in-pasta che è la sezione gastronomica del sito ufficiale dell’associazione. Chi volesse avere ulteriori informazioni può telefonare al 331.1787365 e trovare una risposta ad ogni dubbio. Informazioni sono reperibili alla Pagina Facebook https:// www.facebook.com/ WeimaranerescueItaliaONLUS/

Claudio Casadei


S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

PERSONE

Addio Laura, in cielo troppo presto Laura Grassi (5.2.1982 - 22.4.2016)

- Laura (Lalli) si è spenta lo scorso aprile. Lascia il marito ed una figlioletta. Una chiesa affollata e commossa l'ha salutata per l'ultima volta a Serbadone. Gli amici l'hanno ricordata con il profondo sentimento che segue.

- Grazie a te, Lalli... Maestra di vita anche nella morte, che hai preso e stravolto rendendola un inno all’amore. Grazie per averci insegnato la tenacia. La tenacia e la testardaggine di chi non permette a niente e nessuno di decidere per lei perché ognuno è padrone di se stesso. Tu che non hai permesso nemmeno alla malattia di cambiarti. Tu che non hai smesso un attimo di regalare sorrisi. Tu che hai lasciato sempre spalancate tanto le porte della tua casa quanto quelle della tua anima. Grazie per averci insegnato il coraggio, il coraggio di chi non sa cosa significhi arrendersi.

Tu che non ti sei mai piegata a niente, ma trasformavi ogni difficoltà in opportunità. Tu che hai saputo cogliere l’essenza di quello che giorno dopo giorno la Vita ti lasciava, dandole più importanza di ciò che invece ti toglieva. Grazie per averci insegnato che esiste un solo modo per fare le cose: quello giusto, senza scusanti. Tu che non facevi mai nulla per caso e non lasciavi mai qualcosa al caso. Grazie per averci insegnato tutto questo, grazie per avercene fatto dono. Mai erigendoti a maestra ma essendo semplicemente e umilmente te stessa. A te... Essere naturale... Noi promettiamo... che Alessia, il miracolo che ci lasci, saprà tutto questo della sua mamma. Ci impegnamo a trasmetterle tutte quelle piccole grandi parti di te che oggi fanno parte di noi. E ti chiediamo di poterci stringere ad Ugo ed alla tua famiglia tutta, per diventare con onore parte e sostegno. Tutti voi che ci avete mostrato il rispetto per la vita ed il significato vero dell’amore incondizionato. Ti amiamo Laurina. Grazie. I tuoi amici

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Strada per il lavoro, assurdi divieti di Claudio Casadei - Il posto di lavoro, una fortuna da raggiungere ogni giorno. Una provincia in cui i mezzi pubblici non tengono affatto conto dei lavoratori pendolari a breve raggio che nel Riminese, e soprattutto in Valconca, non consentono di raggiungere le fabbriche in orari di lavoro possibili. Così in tanti passano ore della propria giornata nella propria automobile, su quei nastri d’asfalto dei quali imparano a conoscerne ogni difetto, ogni buca, ogni sconnessione. Chi ogni mattina percorre quelle strade conosce i colleghi e non, le loro abitudini di guida, le follie probabili e abituali, le rabbie forti da “mani sul volante” per non uscir di strada di fronte a chi non ama il rispetto delle regole e ama rischiare con il proprio comportamento di fare danni e di procurarli a terzi! Gli automobilisti pendolari sono uomini e donne che conoscono il quotidiano percorso casa-lavoro-casalavoro-casa, e vivono la realtà che sfugge a chi invece i propri orari li decide sfruttando una fortuna spesso immeritata di posizioni mai onorate. I lavoratori pendolari hanno il senso del valore del tempo perché nella loro vita non c’è spazio per i ritardi, per le deroghe, per i “farò domani”. Sanno il valore dei cinque minuti, dell’arrivare in orario dopo avere portato i figli a scuola, comprato il pane, fatta la spesa visitato i genitori anziani e il tutto assolto prima che suoni la sirena. Spesso si arrabbiano vedendo i comportamenti di certi personaggi e sempre comprendono che lamentarsi è un esercizio inutile e che certe persone hanno la convinzione che il mondo cominci e finisca con i propri interessi personali, con le proprie ambizioni e nelle proprie

Il camionista che ignora il divieto

esigenze. C’è un tratto di Via Luciona, 250 metri di percorso tra le zone industriali di San Giovanni, Cattolica e Fanano che qualche mese fa versava in condizioni disastrose. Buche, sconnessioni carreggiata segnata profondamente dal passaggio di mezzi troppo pesanti. Ora però quella strada è stata riasfaltata completamente, le righe bianche e i paracarri per la sicurezza di chi la usa sono lì a fare sentire i pendolari importanti almeno per 250 metri. Via Luciona, per la natura del fondo su cui è nata, è interdetta al traffico dei camion da sempre, ma i camion, ancora oggi, se ne fregano del segnale di divieto. I conducenti scendono, spostano la transenna che impedisce loro l’ingresso e se ne vanno, scodando con le pesanti gomme che sollecitano fortemente la banchina e accelerano i cedimenti dell’asfalto. Le foto dimostrano che l’educazione non è appannaggio di tutti e l’egoismo dell’autista di questo camion ne è il frutto più amaro. Si è fermato, ha spostato la transenna col segnale di divieto d’accesso e si è fatto tranquillo il tratto vietato incurante dello sdegno di chi lo guar-

dava e suonava il clacson. Quel breve tratto consente a molti che si recano al lavoro di risparmiare chilometri, tempo e denaro: distruggerla è da barbari e non difenderla è da codardi. Altra situazione al limite del kafkiano. Se a Sant’Andrea si volesse, passando per via Cerro, raggiungere il Conca o la ciclabile che lo costeggia bisognerebbe infrangere la legge. Da anni esiste un divieto per i non residenti che, naturalmente, nessuno rispetta, ma lui è lì e ci guarda dall’alto poco dopo l’incrocio tra via Fagnano e Via Cerro. Messo ad impedire che chiunque possa raggiungere il Guado Asmara, la chiusura del quale era stata giustificata con promesse che non si stanno mantenendo, quel divieto serve solo a lavare coscienze non proprio candide. L’ultima idea è quella di vietare il traffico in via Maggio. Sono 170 metri di strada preziosissima per chi va a lavorare, 170 metri (rilevati su Google Maps) che consentono a chi la percorre per andare a guadagnare uno stipendio attorno ai 1000 euro di là dal fiume, di avere disponibile a fine anno almeno mezzo stipendio in più. Una vera gratifica che viene negata da chi pretende, con la motivazione di attenti monitoraggi (fatti da chi? quando? con quali criteri? con quale professionalità? con quali strumenti? con che costi?) a causa di una conclamata “pericolosità” di cui i meschini che vivono quotidianamente quel brandello d’asfalto non si sono mai resi conto. Resta poi un esercizio davvero complicato capire perché un residente in Via Pian Di Vaglia abbia diritti diversi da un abitante di via

Diaz (non me ne vogliano, è solo un esempio). Non è e non può essere una giustificazione accettabile quell’“è sempre stato così” perché la situazione della viabilità in quel punto è cambiata per tutti, abitanti di Via Pian di Vaglia e Cà Grotto compresi. Sarà mica che siamo alle solite? Si crea d’imperio una realtà pubblica per le spese di mantenimento ma la si trasforma (di certo in buona fede) in privato appannaggio per utilizzo e vantaggi solo di alcuni? Una scelta difficile da comprendere impossibile da condividere nel contenuto, sia per come la si è imposta che per come la si è giustificata. Ci si racconterà che è stato organizzato un incontro con l’amministrazione. Ma, come purtroppo succede troppo spesso, lo si è fatto in un orario infelice, le 19, quando proprio i “danneggiati” da questa decisione non potevano essere presenti perché impossibilitati ad essere ancora rientrati dal proprio dovere. A pensar male sembrerebbe che la loro opinione non sia gradita e nemmeno valutata degna di considerazione. Ecco, sulla strada del microcosmo valconchino passano gli esempi di comportamenti illogici che dimostrano la scarsa sensibilità delle persone ai bisogni, alle esigenze ed al rispetto degli altri. Siamo una ormai stonata democrazia che si trasforma spesso in oligocrazia debole dimentica di essere lì a rappresentare qualcuno. Quel troppo frequente “io sono molto di sinistra” sentito nell’ultima campagna elettorale adesso non trova echi ascoltabili. Contano i fatti e i fatti sono che pagano sempre gli stessi, da Roma alla Valconca cambiano i volatili, ma restano sempre quelli i nidi dove si posano. Peccato, l’etica politica è cosa diversa.

Tifosi ad applaudire al bar e Niocolò Bulega sul podio nel motomondiale

Bulega, talento da motomondiale - Nicolò Bulega a San Clemente ce lo ha portato la passione per “e mutor”. Ce lo ha portato il babbo, Davide, straordinario e una mamma tifosissima e appassionata. Una famiglia moderna e unita che ha aiutato Nicolò a crescere coltivando la sua straordinaria passione per le moto e a cavalcare il suo incredibile sogno. A Jerez de la Frontera, mon-

diale di Moto3, Nicolò ha preso il volo librandosi sicuro nel cielo della classe e del coraggio, quel cielo dove solo i campioni sanno volare strappando urla e salti di gioia ai propri fan. La gente di San Clemente, i tanti amici, gli appassionati capiscono di moto e sono consci delle potenzialità di Nicolò e, senza clamore, ha

deciso di fare sentire al giovane Bulega la propria vicinanza ed il proprio affetto. Quando corre Nicolò numerosi amici e sostenitori si radunano a “L’insolito Caffè” di fronte a uno schermo a tifare il numero 8 dell’Accademy VR46 di Valentino Rossi. A Jerez la prima soddisfazione ottenuta con una pennellata da ar-

tista che ha convinto tanti che non ci sono limiti alle soddisfazioni: quella di Jerez è solo la prima ne avremo altre! Grande Nicolò! I tifosi di San Clemente ti dicono: “Resta umile e, sportivamente, tenace, Nicolò”. Chi ama le moto sa che puoi fare grandi cose e chi ama la moto spera che il tuo futuro sia generoso di grandi successi. Claudio Casadei

Falda, installazione artistica in mezzo alla rotonda - Siamo alla Falda. La rotonda serve a moderare e mettere in sicurezza strade e automobilisti. Qualcuno in mezzo allo spartitraffico ci ha voluto inserire una delle anime vere degli italiani: l'arte. Ci ha costruito un'installazione artistica di un certo gusto; peccato che i mattoni impilati, ora, rendono pericolosa la rotonda... I medicinali, data la vicinanza della farmacia sono a portata di mano.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Montegridolfo e San Leo presenti all'assemblea nazionale a Castellabate lo scorso 15-17 aprile. “Paesaggio agrario”, il tema

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Borghi più belli d'Italia, la Valconca c'è - Montegridolfo e San Leo hanno partecipato all'assemblea del club “I borghi più belli d'Italia” a Castellabbate (Salerno) lo scorso 15-17 aprile. Fanno parte del club anche Montefiore, San Giovanni e Gradara. - In una solare giornata primaverile sulla collina dell’Angelo, con un Belvedere che si affaccia su uno spettacolo naturale mozzafiato, nel castello medioevale sono stati accolti più di cento sindaci del Club “I Borghi più belli d’Italia” per la XVI Assemblea annuale. “I Borghi più belli d’Italia” è un’Associazione privata di varie località, fondata quindici anni or sono, a marzo del 2001, dall’ANCI, (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), in particolare dalla relativa Consulta del Turismo, per promuovere e valorizzare piccole località, comuni, ma anche frazioni di comuni. La sede centrale è a Roma e, sorta con l’unione di un centinaio di realtà, comprende ora circa 250 borghi italiani. I requisiti richiesti sono integrità del tessuto urbano, armonia architettonica, vivibilità, qualità artistico-architettonica, servizi al cittadino. Naturalmente è previsto un pagamento di quota associativa. Essendovi interessi economici-promozionali molti i borghi che vorrebbero entrare a far parte di

Presenti i sindaci di Montegridolfo, Lorenzo Grilli e San Leo, Mauro Guerra. Benefici per il turismo

Il sindaco di Montegridolfo Lorenzo Grilli e Marisa Russo

GENIUS LOCI di Marisa Russo questo “Club”. Non solo gli amministratori, ma tutti i cittadini di Castellabate, nel Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, in Campania nella provincia di Salerno, si sono sentiti orgogliosi di questa scelta del loro paese come sede di questo incontro e di poter mostrare le bellezze del luogo a tanti rappresentanti provenienti dalle varie regioni italiane. Ho constatato che molti di questi sindaci erano incuriositi anche per vedere il paese dove sono state girate varie scene dei famosi film “Benventuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”. Oltre il fascino della Natura, Arte e Cultura nel Castello con l’allestimento della Mostra degli

scorci di Castellabate, dipinti da Luigi Severino, un’anteprima della Rassegna dei Libri Meridionali curata dal professore Genny Malzone, e l’esposizione “Viaggio fotografico nei Borghi più belli d’Italia”, che, con foto e scritti, illustrava le caratteristiche di ciascuno. Anche lo sfoggio delle fasce tricolori dei sindaci sembrava inneggiare alla Bellezza di questa Italia finora meno conosciuta! Presente il sottosegretario del ministero dei Beni Culturali Dorina Bianchi, il sindaco di Castellabate Costabile Spinelli ha fatto gli onori di casa.

Per la provincia di Rimini presenti Lorenzo Grilli sindaco di Montegridolfo ed il sindaco di San Leo Mauro Guerra. Il tabellone di San Leo mostrava il famoso dipinto di Giorgio Vasari “La presa di San Leo”, esposto nella Sala Leone X di Palazzo Vecchio a Firenze, con cenni sulla storia locale. Grilli, pur ammirato dalla bellezza naturale del luogo ospitante, a mia richiesta di un suo parere di confronto, ha affermato, con grande intrattenuto amore per il suo paese, che il Borgo antico ed il Castello di Montegridolfo li riteneva meglio conservati! A tal proposito si è mostrato rammaricato per la mancanza di iniziative e di spon-

sor sostenitori di eventi di richiamo nel suo paese. Riferiva che l’aggregazione nel club dei Borghi più belli di Italia, per quanto affermato dai ristoratori, ha aumentato il flusso turistico anche a Montegridolfo. Per il nome da dare all’aggregazione prevista dei tre Comuni Romagnoli, con l’unione a Mondaino e Saludecio, in cui crede, opta per il nome “I cinque Castelli”, pur non scartando la mia proposta di ”Uliveto Sant’Amato”, che sarebbe in sintonia con la nuova decisione del club di richiamare al valore del paesaggio agrario che circonda i borghi, ed evidenzierebbe anche la produzione di olio appartenente al territorio. Esseziale infatti la nuova introduzione, come altro requisito della carta di certificazione per l’inserimento nel clud dei Borghi più belli, dell’osservazione e del punteggio per “il paesaggio agrario” ovvero il paesaggio che circonda ciascun borgo, un valore sinora trascurato e da recuperare essendo di grande importanza. E’ stata un’assemblea interessante che ha aperto il cuore alla SPERANZA DI UN NUOVO STILE DI VITA, PER UNA MIGLIORE QUALITA’ BASATA SU SALUBRITA’ E BELLEZZA che I Borghi possono offrire e proporre, ponendosi come alternativa alle

grandi città troppo spesso divenute invivibili! Molti i Progetti, anche economici con creazioni di fondi immobiliari, ed anche i cambiamenti in programma per questo Club. Per statuto, per ora, i borghi non possono essere più di 250, al di là di quelli che sono riconosciuti dall’Unesco, che sono fuori conteggio. Un’altra cinquantina i comuni che vorrebbero essere inseriti e sono in lista di attesa, da cui sono stati selezionati una ventina che hanno già versato la quota associativa di 400 euro annuali e saranno tra breve visitati dal comitato scientifico per constatare se hanno i requisiti per entrare nel club. Controlli vengono fatti anche nel tempo per osservare se i luoghi hanno mantenuto le loro prerogative. Aumentati i mezzi di comunicazione per far conoscere “I Borghi più belli d’Italia”, dalla rivista mensile “Borghi Magazine” in edicola a livello nazionale, in questo numero di aprile con ampio spazio dedicato a Castellabate, ed i visitatissimi social network. Tanti inoltre gli Eventi già realizzati e quelli in programma, dal “Festival dei Borghi” alla “Notte Romantica”, a cui hanno già aderito un centinaio di borghi, ampliando sempre più le tematiche, dalla gastronomia all’arte, alla cultura in genere.Sia il bilancio che le varie proposte del direttivo sono state approvate tutte all’unanimità, nessuna obiezione, nessuno astenuto, cosa veramente rara.

Un'associazione per Sant'Amato

Festa per Sant'Amato - “Santo Amato Ronconi di Saludecio”. E' il nome della neonata associazione costituita lo scorso 14 aprile con lo scopo (come dice lo statuto) di diffondere la conoscenza della vita e delle opere del Santo. Di relazionare con le autorità della religiose e politiche. Di allacciare rapporti con ordini ecclesiastici e con tutti coloro che hanno interessi spirituali e culturali su una delle figure più amate da secoli in Valconca e

non solo. Concorrere a mantenere aperto e promuovere il Museo di Arte Sacra dedicatigli. Promuovere eventi e giornate di studio. L'associazione è aperta a tutti coloro che hanno sensibilità spirituali, culturali, di studio, di lavoro, interessi, purché ne condividano le finalità; oltre alle persone è aperta ad associazioni ed enti. I soci si impegnano, gratuitamente, nel segno della pace e della fratel-

lanza per costruire una comunità migliore. I soci fondatori: Silvia Bernardi, Wilma Marina Bernardi, Carlo Cervellieri (vice-presidente), Giambattista Cristiani, Gianfranco Donati, Maria Luisa Donati, Giorgio Galvani (presidente), Maura Merli, Mario Saioni (tesoriere). Per informazioni: santoamatoronconi@gmail.com. 346.5415020


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Con merenda rustica, il 29 maggio premiazione del concorso nato per ricordare la figura di don Sebastiano Sanchini, precettore del Leopardi

Latinus Ludus, a passeggio col latino LA CULTURA - Il Latinus Ludus, concorso riservato ai liceali di tutt'Italia, è alla XXVII edizione. Le prove (di traduzione) si sono tenute il 10 aprile. La festa con i vincitori si tiene il 29 maggio. Si intende ricordare il mondainese don Sebastiano Sanchini che fu il precettore di Giacomo Leopardi. Organizza il Comune di Mondaino con il Lions Club di Cattolica e la collaborazione dell'associazione culturale l'Arboreto

- Don Sebastiano Sanchini fu il precettore di Giacomo Leopardi, una delle teste più raffinate prodotte dall'umanità. Don Romano Nicolini, parroco di Mondaino a cavallo degli anni Novanta, nel 1989, ebbe l'idea di partire con un concorso di latino riservato agli studenti delle

Laureto, la casa donatale don Sanchini, precettore di Leopardi (Foto Rolerto Bronzetti)

superiori. Gli diede una bella mano il professore Athos Lazzari, un altro bel mondainese. Da allora Mondaino è diventata mèta e sfida per gli adolescenti alle prese con le traduzioni dei cosiddette classici.

Il Latinus Ludus è senza dubbio una delle manifestazioni culturali che distinguono e qualificano la Provincia di Rimini a livello nazionale. I numeri lo testimoniano: alcune centinaia gli iscritti in

media, in rappresentanza di istituti superiori di tutto il territorio nazionale (in particolare Toscana, Puglia, Abruzzo oltre naturalmente a Marche ed EmiliaRomagna). Oltre alle prove di traduzione, di notevole impor-

tanza è il Certamen Comicum, rassegna-concorso teatrale per opere plautine che giunge, nel 2012, alla sua XX edizione. Le iniziative editoriali sotto l’egida del concorso hanno ottenuto un sempre più ampio consenso e riscontro, in ambito accademico e non, con recensioni e presentazioni che hanno superato i confini nazionali ed europei (con recensioni da parte dello Smithsonian Institute di Boston, presentazioni in università degli USA, passaggi sulla stampa nazionale, commenti sui forum internet di diverse nazioni). Edizione XXVIII, il Latinus Ludus consta di due momenti. Due feste. Si è partiti il 10 aprile col concorso nazionale di traduzioni dal latino e dal greco. Ap-

puntamento alle 9, nella palestra di via Fonte Leali. Un grande successo. Gli studenti dimostrano così che, nonostante i tagli pesanti alla scuola e alla cultura, l’interesse per la cultura classica, e la voglia di confrontarsi su questa, sono ancora pienamente vivi nella scuola italiana e nei ragazzi che partecipano ad un concorso che promette ai vincitori, non premi milionari, ma solo gioia e “gloria”. Come da tradizione, il Latinus Ludus chiude con una festa. L'appuntamento è il 29 maggio: la premiazione e non mancherà anche quest’anno, in Piazza Maggiore, una delle più belle d'Italia, la merenda rustica offerta dal Lions Club di Cattolica.

LO SPORT - MONTEGRIDOLFO

Il castello Meleto in un libro LA CULTURA di Lorenzo Montanari - “Storia, territorio, riflessioni, armonie. Castrum Meleti”. E' il titolo del primo libro di Miranda Arduini (Panozzo Editore, pagine, 320, euro 18). Il libro è una lucida ed appassionata analisi dei processi che hanno portato alle costruzioni delle fortificazioni medievali nella Valle del Conca. Si è concentrata soprattutto su Meleto nel territorio di Saludecio, ampliando gli orizzonti alla Valconca, ai benedettini in zona, a come e con quali erano costruite le abitazioni nei borghi e nelle campagne. Laureata in architettura all’Università di Firenze, l'autrice offre un viaggio nella storia del nostro territorio, facendo riscoprire l’origine dei numerosi ca-

Miranda Arduini e il suo libro

stelli che caratterizzano la vallata; è un lavoro che vanta molteplici punti di vista quante sono le passioni che vi riversa dentro: al ragionamento storico sulle diverse motivazioni che portarono all’edificazione, vi affianca la multiformità architettonica apportata dal succedersi delle influenze nelle epoche, senza tralasciare tecniche e materiali da costruzione, il sistema cantieristico e la progettazione, indagando modi, decorazione ed

intonaci. Protagonista dell’intero lavoro di ricerca, come si diceva, è il “Castrum Meleti” (castello di Meleto), tra i più piccoli tra i borghi fortificati del Riminese, ma certamente uno dei più suggestivi per difesa e controllo dei confini dei Malatesta (da qui si domina, oggi, uno dei panorami più sontuosi della provincia). Una capitolo curioso è dedicato ai progettisti chiamati dai Malatesta, Montefeltro e Borgia

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

per le loro fortificazioni: Filippo Brunelleschi (Fano, San Giovanni in Marignano e Rimini?), Leon Battista Alberti (Tempio Malatestiano), Francesco di Giorgio Martini (Tavoleto), Leonardo da Vinci (porto di Cesenatico). Se è vero che la storia deve essere maestra di vita, Miranda Arduini tocca le corde di un lettore attivo, che possa partecipare criticamente allo svelamento della distanza tra la vecchia figura dell’“architectus” (descritto dal latino Vitruvio nel primo trattato di architettura), attento a creare e mantenere l’equilibrio tra gli edifici e la natura. Al contrario, il moderno ‘metodo’ di costruzione ha reso fragile e impalpabile il legame tra costruito e ambiente. Ovvero, nel nome del danaro facile, gli speculatori lo hanno vandalizzato.

La squadra 2016

Cmv Utensiltecnica, ottimo campionato - La CVM Utensiltecnica Montegridolfo chiude il campionato (serie A) con una netta vittoria (2-0) sul Monastier Treviso, davanti al proprio pubblico lo scorso 8 maggio.Una bella annata per i ragazzi allenati da Edo Mattioli. Titolo all'Alto Verbano, c'è rammarico in casa CVM Utensiltecnica Montegridolfo, guardando la classifica finale. Chiude a sole cinque lunghezze dal trio di testa (solo due sconfitte (con Ancona 2000 e Montecatini) però senza i nove pareggi, di cui almeno quattro rocamboleschi, potevano proiettarla verso la corsa finale per lo scudetto. Comunque è già ora di guardare al 2017, che passerà da 10 a 12 squadre e il “bocce mercato” è già aperto.


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

Cb, il ritorno - Il ritorno dei baracchini, come si diceva una volta in gergo. Nel nostro territorio un gruppo di volenterosi si riuniscono tutti i primi venerdì del mese a Montescudo. Il loro sogno è installare un’antenna (altezza circa 400 metri) che ogni CB potrà utilizzare per collegare vecchi e nuovi amici. L'espressione banda cittadina, spesso utilizzata anche nella versione inglese citizens' band (sigla CB), identifica una banda di frequenze radio attorno ai 27 MHz, destinata all'uso privato collettivo. La citizens'band nacque negli Stati Uniti negli anni 1940/ 1945 come forma di comunicazione personale. Anche in Italia nella seconda metà degli anni '60 la CB ebbe il suo momento di grande successo, nonostante fosse vietata e perseguibile. In Italia la regolamentazione del diritto a irradiare le proprie trasmissioni sulla banda CB è stata ufficializzata nel 1973 con l'utilizzo di 23 canali, che vennero portati prima a 34 canali e poi a 40. Alla fine degli anni '90 lo sviluppo della telefonia cellula-

Organizzano i consiglieri di minoranza. Accusano il sindaco di poca informazione

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Inceneritore, bella serata con esperti che ragionano alto Luigi Vallorani, vecchio cb

re rese molto meno popolare l'uso della CB. Per trasmettere sulla banda CB in Italia occorre inviare una denuncia di inizio attività al ministero delle Comunicazioni e pagare una quota annua che è indipendente dal numero di apparecchi posseduti. L'autorizzazione è valida 10 anni, sempre che si paghi il contributo previsto annualmente. Oggi scaricando sul cellulare il programma Zello è possibile parlare con i CB e per questo motivo l’uso dei “baracchini” sta riprendendo quota piano piano.

- “Il re è nudo: Cortina fumogena sui rifiuti a Coriano”. La minoranza di centro-sinistra in consiglio comunale punta l'indice verso il sindaco di centrodestra Mimma Spinelli, che ha ampia fiducia in Regione. Fatto che fa imbestialire il Pd corianese. La Spinelli viene accusata di poco trasparenza ed informazione sia in consiglio comunale, sia ai corianesi, sulla questione rifiuti di San Marino /16mila tonnellate l'anno) nell'inceneritore di Raibano. I consiglieri di minoranza, Fabia Tordi, Alfredo Fabbro e Cristian Paolucci, hanno organizzato una bella serata lo scorso 18 aprile a Sant'Andrea in Besanigo. Tema: “Accordo inerente ai rifiuti provenienti da San Marino”. Una serata di alto livello. Quattro gli ospiti: l'onorevole Tiziano Arlotti, il sinda-

CORIANO

co di Misano Stefano Giannini (referente provinciale di Atersir, Agenzia territoriale dell'Emiliaa Romagna per i servizi idrici e i rifiuti), il professore universitario e già assessore all'Ambiente del Comune di Forlì Alberto Bellini e il faentino Natale Belosi, teorizzatore dei rifiuti zero. Tra il numeroso pubblico anche il sindaco Mimma Spinelli. Bella serata si diceva. E' stata l'occasione per affrontare, con intelligenza, un problema che riguarda tutti, prima le coscienze e poi l'agire. Il duo Tordi-Fabbro (assente per influenza Paolucci) ha domandato: “Perché dell'accor-

do con San Marino non se n'è discusso né in consiglio comunale, né in mezzo alla gente?. Qual è stato il ruolo del comune di Coriano? Perché non sono stati coinvolti i comuni vicini? Come si è arrivati all'accordo? Perché non ci viene data una copia dell'accordo?”. Tra i due consiglieri ed il sindaco è avvenuto un vivo, intenso ed aspro confronto. Tordi-Fabbro: “I cittadini stasera hanno potuto respirare finalmente l’aria della trasparenza e della partecipazione”. Belosi, fautore di rifiuti zero, ha portato una serie di informazioni che aiutano a crescere: “Stiamo consumando il 150% delle risorse mondiali. Il cibo buttato dagli italiani (7 miliardi di euro l'anno) potrebbe sfamare una nazione grande come la Spagna”. Belosi sostiene la rac-

ELEZIONI

colta porta a porta. Di un altro tenore ma non meno illuminante l'intervento del professor Bellini. Ha detto: “Per azioni importanti ci vuole il consenso delle persone; una condivisione di rinnovamento e cambiamento che è difficile. Gli strumenti per spingere sulla raccolALBERETO

Montescudo-Montecolombo, corsa per tre

Festa della Vergine Da sinistra: Elena Castellari, Sergio Orsi e Shelina Marsetti

-Tre candidati si contendono la poltrona di primo sindaco nel neonato comune Montescudo-Montecolombo, nato a gennaio per fusione. Insomma, c'è un po' di storia nelle urne del prossimo 5 giugno. La lista Forum Civico candida a sindaco Sergio Orsi. La compongono: Simone Tordi, Giorgio Giordani, Angela Orlando, Maurizio Crisafi, Andrea Antico, Daniele Genghini, Tamara Muratori, Silvana Frisoni, Gian Luca Innocenti, Davide Comandini, Roberto Ricciardi, Sabrina Casadei. Il Movimento Cinque Stel-

le ha scelto Shelina Marsetti. Con lei: Davide Sarti, Mauro Patrignani, Umberto Garzia, Raffaele Caraglia, Jennifer Costa, Tiziana Alessandrini, Vito Simone, Fabio Capriotti, Roberto Piganti, Valentina Cossaro, Fabiana Nicoletti, Pierpaolo Pe saresi. Elena Castellari alfiere di Torri Unite, la terza lista. Completata da: Gian Matteo Baldacci, Michele Baldacci, Antonio Bertozzi, Maurizio Casadei, Francesco D’Agostino, Mirco Fiorani, Gabriella Montinaro, Cecilia Bernadetta Ranieri, Claudia Sanchi.

- Albereto: una chiesa di campagna bellissima (dedicata a San Felice) in un posto non meno affascinante. Tradizione vuole, che l’ultima domenica di maggio si celebra la festa della Beata Vergine della Consolazione. Un appuntamento che viene da lontanissimo e che gli abitanti della frazioncina (un tempo 700 abitanti, oggi un centinaio) cercano di onorare al meglio. Organizza il Comitato parrocchiale. La giornata. Al mattino si celebra messa alle 11. Nel pomeriggio alle 4 c’è la processione. L’immagine della Vergine (un quadro copia dell’originale conservato in chiesa) viene portata nel borgo malatestiano di Albereto per essere poi riportata nella chiesa. Dietro l’edificio religioso, nel campo sportivo, c’è la festa, con l’orchestra, la banda. L’appuntamento è anche l’occasione per visitare la chiesa ed il borgo malatestiano di Albereto. Si ammira un sontuoso panorama: con il mare “vicino”, San Marino e la montagna.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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Il sindaco chiede indietro ai suoi 67 dipendenti 2 milioni di euro. A maggio riduzione degli stipendi (da 100 a 600 euro)

Spinelli vs impiegati comunali Mimma Spinelli, sindaco di Coriano

IL PUNTO

I relatori, da sinistra: Alfredo Fabbro, Fabia Tordi, Tiziano Arlotti, Stefano Giannini, Alberto Bellini, Natale Belosi Il pubblico, in prima fila il sindaco Spinelli

ta differenziata ci sono, perché non avviene? Quali sono le cause di queste contraddizioni? Quelle culturali”. Giannini ha portato le ragioni della politica: “Sulla raccolta differenziata sono stati fatti fondamentali passi in avanti. Proporre un mondo con rifiuti pari allo zero è difficile. Tutto si può ottenere solo se si cresce verso uno sviluppo compatibile ma con le caratteristiche reali del nostro mondo. In 10 anni nella nostra regione la raccolta differenziata è passata dal 38 al 62

per cento; la Regione ha come obiettivo il 75. Il Piano regionale vuole ridurre gli inceneritori dell'Emilia Romagna da 7 a 5; l'obiettivo forte è uscire dalle vicende delle discariche che sono un qualcosa che restano nei secoli. Il mondo va verso le tesi di Bellini e Belosi”. L'onorevole Arlotti ha argomentato sui rapporti economici e sociali tra San Marino e la provincia di Rimini. Dopo, il primo giro degli ospiti, sono intervenuti i presenti con brevi riflessioni e domande.

- I dipendenti comunali corianesi stanno imparando, a loro spese, tanto su come funzionano oggi le cose in Italia: dopo aver ricevuto la comunicazione nelle settimane scorse delle cifre che il Sindaco Spinelli rivuole indietro dai suoi 67 dipendenti (al lavoro, in pensione, trasferiti presso altri enti) per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro (singolarmente, da poche migliaia di euro sino al massimo di centomila euro), in questi giorni sempre gli stessi dipendenti hanno ricevuto un’altra lettera del Sindaco che gli dice che da maggio lo stipendio sarà ridotto ad ognuno da 100 a 600 euro. Insomma, se va bene, un dipendente comunale a Coriano non arriverà a prendere più di mille euro al mese. Se si aggiunge a questo il blocco ormai da tempo di produttività, straordinari, progressioni di carriera si capisce perché da Coriano ci sia il fuggi fuggi dagli uffici e la richiesta continua di mobilità dei dipendenti (pervicacemente rifiutata dagli amministratori non sapendo poi

come fare per sostituire chi se ne va). E si capisce bene anche perché tutti i medici corianesi stiano diagnosticando un aumento vertiginoso di stati d’ansia, di panico, d’insonnia, di malattie varie sino a stati di profonda depressione. Naturalmente i dipendenti non sono d’accordo su ciò che gli è stato buttato addosso dall’Amministrazione corianese e si sono rivolti, via sindacato, ad alcuni legali che chiederanno nei prossimi giorni udienza al Giudice del lavoro di Rimini contestando nel merito i provvedimenti del Comune di Coriano e del suo Sindaco.

Se un datore di lavoro privato avesse fatto ciò che ha fatto il Sindaco Spinelli, l’azienda sarebbe stata bloccata da uno sciopero immediato e prolungato, con dure contestazioni ai provvedimenti presi. Più civili o più coglioni i dipendenti pubblici corianesi? Ben poco combattivi i sindacati di categoria. Tutti (amministratori, sindacati, consulenti) dicono che i dipendenti nulla c’entrano con le scelte contestate: responsabili di tutto sono gli amministratori che hanno preso gli atti incriminati (così pare essere). Però ad oggi a pagare sono solo i dipendenti: non solo in termini economici, ma anche di immagine. Gli articoli sui quotidiani locali che li assimilavano a chi timbrava a Sanremo in mutande e poi se ne andava per i fatti suoi, li ha profondamente offesi e avviliti. I dipendenti corianesi sostengono che se il Comune ha retto in questi anni di commissariamento e di Giunta Spinelli (ormai acclarato totalmente inetta ed incapace nel governare la macchina pubblica) lo si deve solo a

loro, di fronte al vuoto di direzione operativa che doveva provenire da chi doveva dirigere. In ogni modo lo Stato, attraverso i suoi giudici, per intervenire chiede di essere pagato prima, nel senso che ogni dipendente (in base all’importo contestatogli) deve pagare al Tribunale per essere giudicato un una tantum dai 200 ai 500 euro. E poi i dipendenti devono pagare gli avvocati (circa 50.000 euro da dividere in varie misure fra tutti quelli chiamati in causa). Insomma la situazione corianese appare molto brutta perché non si vedono soluzioni capaci di superare l’attuale impasse fra un Sindaco che cavalca la bastonatura ai dipendenti pubblici come un pezzo forte della sua prossima campagna elettorale e l’incapacità di una risposta adeguata dei dipendenti, sia sul piano legale che su quello dell’immagine (anche per scelte incomprensibili dei sindacati), nel breve periodo. Breve quanto? Sicuramente lungo sino alle prossime elezioni amministrative a Coriano, fra un anno. E per i dipendenti comunali corianesi e le loro famiglie sarà un anno molto lungo e difficile.



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