Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 19 N.10 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
Gambini: “Politica, l'alternanza fa bene” RIMINI - 6-7
IL PUNTO DI VISTA
Quelle idee di umanità di papa Francesco di Alessandro Roveri* - Ha attirato molto l’attenzione degli osservatori la frase pronunciata a Philadelphia da papa Bergoglio (“Io non ho invitato il sindaco Marino. Chiaro? Io non l’ho fatto e ho chiesto agli organizzatori: neppure loro lo hanno invitato. Lui si professa cattolico ed è venuto spontaneamente”). Ma a non pochi osservatori è tornata in mente quella spiacevole coincidenza per cui, a maggio, mentre in Vaticano si celebrava il primo sinodo sulla famiglia, in Campidoglio si festeggiavano le prime nozze omosessuali, con tanto di abbracci tra il sindaco Marino e gli sposi. E’ evidente che quello è stato un atto di accusa tra i due, che papa Bergoglio non ha dimenticato. Ma non è questo ciò che rimarrà della tornata americana di papa Bergoglio. Ciò che resterà è il messaggio che papa Bergoglio a New York, dall’Onu là dove c’erano le Torri Gemelle, da Brooklyn ad Harlem, si è portato con sé. Al Congresso degli Stati Uniti riuniti in sessione ple Segue a pagina 11
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OTTOBRE 2015
Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Marcheggiani: “Non faremo la stampella della Tosi”
Farmacie. Dal Pd schiaffo al sindaco Cecchini
RICCIONE - 14-15
CATTOLICA - 33
Bucci, viale Ceccarini di Morciano? MORCIANO - 49
Santamonica, ‘produce’ 200 milioni di euro? L'autodromo di Misano Adriatico è la più grande impresa turistica della provincia di Rimini. Fa 600mila presenze l'anno ed un ritorno d'immagine non quantificabile. Investiti 20 milioni di euro
MADE IN GERMANY
FOCUS
Uno spettacolo non inferiore...
La Volkswagen ha fatto una furbata mondiale...
In Italia in vidìva l'ora da dì che tutt al mond l'è paes...
MotoGp fuori, insieme col sorriso della gioia
di Francesco Toti Tutti all'utodromo (foto Marzio Bondi)
- Le 152mila presenze della MotoGp producono ricchezza per 30 milioni di euro ipotizzando una spesa di 200 euro a testa. A naso ci si potrebbe sbilanciare e dire che la spesa media sia più alta. L'autodromo di Santamonica fa 600mila presenze l'anno. Cercando di dare ai numeri una chiave di lettura economica si potrebbe presupporre che la Pagine 2-3
Breve massima di saggezza “Basta proclami” Papa Bergoglio
- Prim'ancora che un evento sportivo in cui Valentino Rossi ha allungato verso la conquista del mondiale, l'appuntamento con il Gran Premio San Marino Riviera di Rimini è stato un inno alla gioia: a piedi, in bicicletta, in moto, in auto, in autobus. Questa marcia della felicità la sentivi nell'aria: tutti verso lo speciale tempio dei motoristi: l'autodromo. Cecco - Giovanni Fattori - 2015
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Turismo, la Fondazione Chiamata a presiederla Luigi Bellettini “Cerchiamo idee”
San Clemente Econca, da Migani a Zeccherini Maratonina per vigneti San Giovanni Riviera Golf, rischio chiusura Coriano Vigneti, vignaioli e mercato Montegridolfo Defibrillatore per la bocciofila Mondaino Palio, le ragioni del successo Saludecio Superstore per i russi
FOCUS
Condomini Di chi è il sottotetto Acustica e danni
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INCHIESTA
Ottobre 2015
Forse per difetto è la ricaduta economica sulla provincia di Rimini e San Marino
Santamonica, ‘produce’ 200 milioni di euro? ALLEGRO MA NON TROPPO
La struttura appartiene alla famiglia umbra di Gubbio Colaiacovo (i titolari della Colacem)
Quegli imbucati con lo spirito italico
L'INCHIESTA
segue dalla prima pagina
struttura fa ricadere sul territorio della provincia di Rimini una ricchezza attorno ai 200 milioni di euro. Una cifra bassa, calcolata per difetto. Poi c'è lo spot pubblicitario legato alla MotoGp e alla Superbike; anche tali ritorni d'immagine portati nel mondo dalle televisioni sono difficili da quantificare: sul medio e lungo periodo importanti. Santamonica è un'azienda di servizi che attira il mondo. Ad esempio, un Club privato tedesco per una gara ha portato la fibra ottica ai box spendendo senza fare troppe storia 30mila euro. Altro aneddoto che dà il senso è legato alla scuola per imparare a pilotare del riminese Siegfried Stohr, un passato in Formula1. Quando arrivano i clienti arabi affittano gran parte del Grand Hotel di Rimini. “Il successo della MotoGp di quest'anno - dice Umberto Trevi, vice-presidente di Santamonica spa, collezionista d'arte - ha fatto capire a tutti quest'eccellenza del territorio. Il nostro è uno degli impianti più belli del mondo; c'è un contesto che altrove manca: il mare, l'entroterra, l'ospitalità romagnola, l'eno-gastronomia. Questo quid unico non dura due giorni ma una settimana per la MotoGp e non solo. Ad esem-
Valentino Rossi saluta la sua curva pio, moltissimi giornalisti si portano con sé le famiglie che poi vanno al mare. Per la MotoGp si potrebbero riempire anche gli alberghi a sei stelle. Tantissimi vengono per le gare e poi ci tornano come turisti con le famiglie”. “La nostra - continua Trevi che ha anche corricchiato in auto - non è un'azienda tradizionale ma un grande mix di attività. C'è la pista, le gare, i privati, ma attorno gira un ristorante con piscina, un
Umberto Trevi
Umberto Giorgio Trevi, vicepresidente di Santamonica spa, è da 40 anni in autodromo
NUMERI
Siamo al Villaggio Argentina Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 7 ottobre
MotoGp, alla Dorna vanno milioni di euro - Una tappa della MotoGp porta alla Dorna (la società che ne detiene i diritti) tra i 5 ed i 10 milioni. Il dato pubblico invece è certo: circa 1,1 milioni di euro così suddivisi fra i vari comuni della provincia di Rimini e San Marino: San Marino: 530mila euro Bellaria: 33.500 (2.000 Super Bike) Cattolica: 55.700 (10.000) Misano: 72.400 (15.000) Riccione: 105.000 (10.000) Rimini: 116.900 (10.000) Provincia di Rimini: 150.000
Ingegnere, ex ufficiale dell'aeronautica, imprenditore, romagnolo, tra i soci fondatori della società che costruì l'autodromo, è il vice-presidente di Santamonica spa. E' stato allievo di Paul Samuelson, uno degli economisti più prestigiosi al mondo medical center riconosciuto dall'Ausl con la risonanza magnetica aperta al pubblico, si fa guida sicura per auto e moto. C'è il congressuale, si presentano prodotti. E' un'impresa privata gestita con principi strettamente imprenditoriali. L'impianto è una struttura perfetta e idonea. Abbiamo movimento attorno ai 300 giorni l'anno. Le nostre sono presenze di qualità. Arrivano stranieri di grande blasone. Ad esempio oggi [23 settembre, ndr] abbiamo affittato la pista per prove a porte chiuse di prototipi. Insomma, noi per il territorio produciamo ricchezza diretta ed indiretta. Voglio dare un altro dato interessante; il 40% dei nostri clienti arrivano dall'estero. Denaro fresco da altri Pil. Ad esempio ai primi di ottobre avremo l'appuntamento con le gare della ‘Blancpain’, uno dei marchi di orologi più prestigiosi al mondo”. “La politica degli eventi Trevi, nazionale di spada da
giovane, alza gli orizzonti sull'offerta turistica provinciale ci dà il tempo necessario per attirare clienti che ci indicano quali sono le loro esigenze. Nel frattempo, gli operatori turistici sono chiamati a fare investimenti sulle loro strutture. Perché se si viene in provincia di Rimini per una motivazione si è meno legati alla qualità. Però solo il turismo di qualità ci può dare soddisfazioni; e solo con la qualità è possibile allungare la stagione estiva o lavorare negli altri mesi dell'anno”. Trevi è anche un imprenditore in più campi. A chi gli chiede che cosa può fare la politica per l'economia, risponde: “Deve sburocratizzare e più che aiuti diretti finanziari vecchia maniera deve dare un sostegno sano ed intelligente, senza sovrapposizioni ed invasioni di campo. Questo Paese dal dopoguerra ha fatto cose straordinarie. Ora ci dobbiamo
Investimenti
20 - Negli ultimi 10 anni, Santamonica Spa, controllata dalla famiglia umbra Colaiacovo (titolari del colosso Colacem), ha fatto investimenti per 20 milioni di euro.
- Forse non va benissimo trovare il biglietto gratis (un migliaio) per la MotoGp; più che la relazione ed il costo, è il segno di quanto sei potente ed importante. E questo come si dice a Napoli, usando un'immagine pastello, in molti casi è meglio che passare il tempo con una fanciulla intelligente e carina. Nel più classico dello spirito italico, tutti noi vorremmo i privilegi di una corte cardinalizia e non i doveri scolpiti sulla pietra da Mosè. Il giorno dopo la festa, sono stati snocciolati una lunga serie di aneddoti sui potenti, ed amici dei potenti, imbucati. Il più bello è stato pennellato su quattro signorotte imbellettate... un torpedone da primo ministro. La domanda era: quale filo hanno per aggirare la sobrietà? O tempora, o mores! (che tempi, che costumi) diceva Cicerone, preso dalla sua “libertà dei servi”.
preoccupare di realizzare cose che abbiano un futuro; ci vuole una riflessione profonda ed un impegno intellettuale maggiore. L'economia vera e competitiva non può avere una visione speculativa”. La proprietà L'autodromo Santamonica appartiene ai Colaiacovo, una famiglia umbra di Gubbio. Sono i proprietari della Colacem, uno dei primi gruppi italiani nella produzione del calcestruzzo. Luca Colaiacovo (figlio di Carlo che viene in vacanza a Portoverde da quando era un ragazzo) è il presidente di Santamonica spa. Sono entrati in possesso della struttura nel 1987 quando acquisirono un'azienda di Ravenna che aveva in pancia l'autodromo. L'impianto misanese occupa circa 70 ettari di superficie; dà lavoro direttamente a 15 dipendenti (per la MotoGp gli interni salgono a mille, poi c'è il servizio all'esterno). Fattura 10 milioni di euro. Ha qualche passività poiché si è sempre investito. “Se si smette di investire perdi i ritmi del cambiamento”,
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A piedi, in bici, in moto, in auto. La stragrande maggioranza in giallo. Mai così tanta gente ordinata e tollerante
MotoGp, insieme con il sorriso della gioia Segue dalla prima Che spettacolo il popolo giallo in mezzo ai campi che saliva dalla direttrice del convento di San Girolamo (su quella retta nel 1944 gli alleati costruirono il campo dell'aviazione). Non meno spettacolare e pittoresco coloro i quali si sono organizzati per fare parcheggio (una settantina) e tirare su qualche soldino: donne, bambini, vecchi, laureati, muratori, artigiani, studenti. Tutti a tirare con la paletta in alto con la grande P di parcheggio. Tra loro anche un ingegneree di 40 anni che lo fa da quando era un ragazzotto. Ti saluta e si diverte proprio come
FOCUS
un adolescente. Alle 7,30 del mattino, gli stand gastronomici di fronte all'ingresso dell'autodromo già spiadinavano con tanto di boccali di birra. Un profumo avvolgente di salsiccia ti riportava alla colazione contadina. Di fianco agli stand delle cibarie, quelli con gli accessori dei campioni già facevano affari. Due su tutti: i colori gialli (simbolo per antonomasia di Valentino Rossi) ed il rosso Ducati. Prezzi non proprio popolari; i cappellini a 35 euro,
Impalcatura sulla Brutapela Balcone sulla curva del tramonto. Per tutti grigliata con vino e pane (la piadina è troppo complessa da fare) zainetti a 70, magliette a 50, borraccine di plastica con il Vrf46 a 15 euro. Questa è la forza della domanda: Valentino tira e gli altri campioni meno, se non affatto. Chi scrive, zaino in spalla con apparecchio fotografico, con la sua mountain bike ha fatto il perimetro del tempio da guascogne. Si fermava davanti ad ogni curiosità, rompendo con domande. Partito dopo il caffè dal bar della Cella, è sceso lungo via del Carro. Sosta con l'intelligentissimo amico Sergio che cercava di portare in garage qualche moto. Poi giù verso i due superbi pini che contrassegnavano la casa colonica dei Marcheggiani. Davanti alle casse un assembramento composto, ed i soliti bagarini ad offrirti il biglietto. Un ragazzino con l'animo
del commerciante che si fa sentire: “Ho il pass per i box, quanto mi date?”. Chissà da dove arriva questo piccolo cartiglio che vale un tesoro per il giovinastro con l'anima per gli affari. In mezzo a due ali di appassionati di tutte le età e di tutte le nazioni, si pedala giù fino alla rotonda di Belvedere. In mezzo, un pullman olandese con alle finestre gigantografie con il 46, il numero di Valentino Rossi. Non passano inosservati due tifosi stranieri. Uno giunge dal Portogallo; sulla sua asta in alto sventola la bandire portoghese, poco sotto quella col 46. Stessa immagine ma con un sudafricano. Valentino Rossi, la moto, come la musica, che unifica culture diverse. Virato alla rotonda, si fa ritor-
no verso il tempio delle due ruote. Giunto al monumento del Sic (Marco Simoncelli), si girtà a destra lungo la strada tra la recinzione dell'autodromo e l'autostrada. Lo stradone è una marea festosa. E' qui che quest'anno si erge la tribuna rosso Ducati. In fondo, i camminatori si perdono in una nebbia di polvere sollevata dalle scarpe da ginnastica. Qui, per quale enigmatica ragione e forse qualche triste interesse, manca l'asfalto. Di solito c'è un ghiaino bucherellato. dato l'evento le buche sono state appianate. Nonostante il caldo che impasta la polvere sui solari corpi, gli avventori non ci fanno neppure caso tanta è la feelicità di essere lì e partecipare all'evento. Poche pedalate e sulla destra centinaia di lattine e bottiglie
vuote di birre e coca cola. A leggere le etichette si dovrebbe trattare di un bivacco di giovani bavaresi. Uno pensa a quello scriteriato di Ludovico II di Baviera che grazie alla sua follia fece tirar su quattro castelli; il più famoso è quello reso celebra da Wal Disney. In un angolo dell'accampamento godereccio alcune decine di bottiglie e lattine piene. Lo scriba con il sorriso riempie lo zaino, come recita un detto romagnola: “La roba della campagna è di chi se la mangia”. Si riprende a pedalare e si lascia sulla dstra il tetto di un capannone: si guardano le corse e si griglia. Si svolta all'altezza della curva del Tramonto. Misanesi sui camion con vista pista. In basso il fuocone. Bella cartolina.
AMARCORD
E Gran Premie ad chesa nostra Centèmèlla personie agl'iè arivie a Misèn per e Gran Premie ad Rèmne e San Marèn, e Gran Premie, per la genta de post l'è stè i quatrèn chi ià spost. U si zcòr d'un indòt ecceziunel e ad quest la zcurs snò un giurnel e pensè cl'è entre qualcosa cume 25 miliun ad euro tal casie dal benchie de teritorie Sla setssa cifra a Murcèn i cumpleta e rinnovament dla Ghigi cosa clà po' fè scurdè anche i mument piò grigi a pudem perfina pensè che un po' ad ripresa da num la è già ariva. Anche per qui che fina ier in gni cridiva. Ma san Marèn, Remne e Misèn sta volta bsogna batie propria al men. I diretur ad gara je stè quasi perfèt nonostent l'acqua la fessa i su dispet. Tuna curva ma Lorenzo la a fat sguillè via e qualch tifòs un a cert brillè ad cortesia. Sta volta Valentino l'a sbajè strategia ma non per quest us discut la su magia. Una patacheda vicina chesa sua us la po' permet finenta che mez circuit e porta un 46 sora e su brèt. Se a Tavullia sona al campèn e vo dì che mez paes u si sfrega al mèn. Emilio Cavalli
RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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Il più grande benefattore della città. Ricco mercante, ha donato libri e palazzo ai riminesi
5 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Gambalunga, quello della biblioteca - Dopo la morte di Alessandro Gambalunga (12 agosto 1619) la moglie Raffaella Diotallevi, ottemperando alle precise norme dello Statuto riminese, fece redigere l’inventario dei beni del defunto. Nel lungo e minuzioso elenco di oggetti compaiono anche diverse medaglie: su di un lato esse riportavano l’effige del gentiluomo, mentre sull’altro vi era rappresentata la caduta di Fetonte, col motto, ripreso da un’elegia di Properzio: ET VOLUISSE SAT EST, [nelle grandi imprese] l’aver tentato è sufficiente. La particolare scelta del motto da parte del Gambalunga potrebbe essere stata dettata dalla volontà di condensare in poche parole il bilancio di una vita, la sua, da sempre improntata al mecenatismo verso letterati e musicisti, che nel tempo non mancarono mai di dedicargli le proprie opere. Nipote di un mastro mura-
Mai accettato dai nobili della città; un cruccio per lui. Il nono era un muratore, il babbo un commercante di ferro LA STORIA
di Luca Barducci tore, e figlio di un mercante (per quanto ricchissimo) da ferro, grazie al proprio patrimonio, valutato da un contemporaneo attorno ai duecentomila scudi, Alessandro Gambalunga poté dilettarsi, al pari di altre famiglie (quelle stesse che sempre negarono alla sua l’ascrizione al patriziato cittadino) della musica, e della compagnia de virtuosi, che […] sogliono convenire, e ritrovarsi caramente insieme. Non era raro infatti che a
palazzo si tenessero concerti privati, e il padrone di casa, nei confronti dei musicisti, fu sempre pronto ad accordar protezione non solo ai virtuosi di tal professione, ma quelli ancora, che solamente v’hanno qualche inclinatione, come ricorda il riminese Girolamo Ghisuaglio, che al Gambalunga dedicò un libro di madrigali. Ma nel motto properziano leggiamo anche un velo di amarezza che forse lo accompagnò negli ultimi anni. Ciò che Gambalunga compì in vita, e che lo portò ad essere uno degli uomini più ricchi della città, non riuscì a garantirgli l’erede al quale lasciare il cognome, le sostanze, e soprattutto la grande biblioteca, accresciuta nel corso degli anni con continui acquisti nelle più importanti piazze italiane ed estere, e alla quale aveva dedicato tempo e finanze, arrivando persino a installare nell’ammezzato del palaz-
Alessandro Gambalunga (1554 - 1619)
zo un laboratorio dove messer Matteo libraro si occupava della rilegatura dei volumi, che riportavano sul piatto anteriore l’inconfondibile stemma familiare. E dal puntiglioso e articolato testamento, rogato a Pesaro nel 1617, emerge chia-
ramente l’ansia per ciò che il fato avrebbe potuto riservare alla sua preziosa biblioteca. Ciò nondimeno, malgrado lo scarso richiamo che la cultura suscitava nella comunità riminese, volle legarla in eredità alla città, e con un grande atto
d’amore dispose che i libri fossero posti a beneficio et uso principalmente dell’erede per tempo, et poi anco di tutti li altri della città che volessero per tempo nelle medesime stanze andarsene a servire […]. Ma non solo a musica e letteratura volse il Gambalunga i propri interessi: all’inizio del Seicento provvide anche a far decorare l’Oratorio della Madonna del Paradiso, un piccolo edificio frequentato dalla Confraternita dei Falegnami che si trovava a fianco del Tempio Malatestiano. Commissionò al pittore Giovanni Laurentini detto l’Arrigoni un affresco rappresentante il Giudizio Universale per la facciata, e diverse tele con le Storie di Giuseppe e Maria come decorazione del soffitto ligneo. E in questo piccolo oratorio fu sepolto insieme al padre Giulio. La chiesa e i due sepolcri monumentali vennero purtroppo distrutti da un bombardamento nel 1944, ma il ricordo di questo grande benefattore continuerà a perpetuarsi, vogliamo augurarci, per molti anni a venire.
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RIMINI
“Ha fatto più Renzi in un anno e mezzo che altri. L'aeroporto non lo avrei fatto fallire” - Sergio Gambini è stato (e lo è ancora, seppur quasi come semplice iscirtto) un grande esponente della sinistra Riminese. Segretario del Pci, assessore all'Urbanistica a Rimini. Per due legislature parlamentare. Racconta la sua idea di politica, di società, di potere. Che cosa fa Gambini adesso? “Lavoro per l’azienda dei miei famigliari”. Fa ancora politica? “Si, sono un iscritto PD, e da un paio d’anni sono membro della Direzione cattolichina”. Come ha iniziato? “Ho iniziato col Movimento Studentesco riminese; poi alla costituzione del gruppo de Il Manifesto, ho aderito a quello”. Potrebbe dire qualcosa della sua famiglia d’origine? “Mio padre è stato Vicesindaco di Rimini; era professore di filosofia, ed era un socialista del PSIUP (Partito Socialista Unità Proletaria che tra le sue fila annoverava personaggi come Lelio Basso, Tullio Vecchietti, Lucio Libertini); apparteneva a quella componente del Partito Socialista che nel 1956, ai tempi dei fatti d’Ungheria, venivano chiamati ‘carristi’ perché, come il Partito Comunista, schierati con l’Unione Sovietica. Mia madre era commerciante, come mia nonna; la presenza di uno come mio padre rendeva l’ambiente di casa abbastanza stimolante”. Sua madre era cattolica? “Diciamo che mia madre avrebbe continuato ad andare in Chiesa se non fosse stata anche lei scomunicata!”. Perché continua ad interessarsi di politica? “Perché ho una passione civi-
“Politica, l'alternanza fa bene” “Gnassi ha una visione di città che non sempre la condivido. Credo che i problemi del nostro turismo siano problemi di prodotto, non di promozione” LA STORIA di Teresio Spadoni le… è una malattia brutta; quando ti prende… a me ha preso quando avevo sedici anni, da allora non m’ha più abbandonato”. Lei è stato uomo di grande potere, adesso che non ce l’ha che cosa racconta? “Beh sì, devo dire che quando sono stato Segretario di Federazione del PCI la mia parte l’ho svolta. Allora il Segretario di Federazione del Partito Comunista era un personaggio; contava più del Sindaco della città capoluogo!”. Quanti anni è stato segretario a Rimini? “Sei anni, dall’85 al '91. Diventato segretario, il problema principale per me, è stato quello di modernizzare il Partito; che voleva dire, usando un linguaggio attuale, rottamare un po’ di vecchi dirigen-
ti. Credo che da questo punto di vista, e non lo dico per auto incensarmi, la mia segreteria abbia rappresentato il punto di svolta. Abbiamo mandato in ‘pensione’ un’intera generazione”. E parlamentare? Senatore dal '96 al 2001 e Deputato dal 2001 al 2006”. Le piace il PD? “Si, molto”. Come si riconosce in un partito dove, a differenza del PCI, gli iscritti ormai non contano più nulla? “Diciamo che la discussione sulla forma partito non mi ha mai entusiasmato molto; mi interessano di più i contenuti. Io penso che quest’idea di riformismo che mette insieme le tradizioni socialiste e liberali sia la chiave vera per poter dare risposta ai problemi che ci sono nella società moderna. Se si va a vedere il programma del Lingotto, quello di Renzi è una buona fotocopia; l’origine del PD è fedelmente interpretata dalla linea del Segretario. Se mai, la Segreteria Bersani aveva rappresentato una fuoruscita da quel solco; Bersani voleva rifare un partito socialdemocratico. Il Partito Democratico non è un partito socialdemocratico, è un’altra cosa”. Che cos’è il Partito Democratico? “È una grande forza che ha un’impronta riformista e che non pensa, per esempio, che la
ridistribuzione della ricchezza sia compito esclusivo dello Stato, ma che la si possa fare regolando il mercato. Per capirci, difendo meglio il potere d’acquisto dei lavoratori con la rincorsa salariale o facendo in modo che i beni di consumo siano concorrenziali e competitivi?”. Si riesce a cambiarlo questo Paese? “Se sono un sostenitore di Renzi è perché c’è un motivo. Enrico Letta, il suo Governo, il suo atteggiamento in generale, hanno rappresentato una garanzia di continuità per chi in Italia comanda davvero; che è quello strato di burocrazia che, soprattutto a Roma, conta moltissimo. In questo Renzi non ha il vizio romano… come quando arrivò Bersani al Ministero dell’Industria: lo ribaltò come un calzino, perché non era in alcun modo condizionabile; e fu una ventata di novità, di cambiamento incredibile”. Per lei, allora, Renzi è rivoluzione vera… “Beh, sinceramente io credo che - poi uno può essere più o meno d’accordo - abbia fatto più lui in un anno e mezzo di quanto abbiano fatto in precedenza in tantissimi altri. Secondo me lui l’Italia la sta cambiando davvero!”. Per selezionare la classe dirigente il PD ha scelto il metodo delle primarie: secondo lei sono una buona cosa?
“Si, però andrebbero regolamentate.”. Il PD pare a rischio frattura, secondo lei si spacca? “Beh, si è già spaccato… alcuni personaggi se ne sono già andati, mi pare!”. Le divergenze maggiori sembra riguardino le riforme, secondo lei l’Italicum va bene? “Secondo me l’Italicum è la legge possibile. Detto questo bisogna capire qual è l’obiettivo che mi pongo, perché se l’obiettivo è fare la legge che piace a me allora faccio i collegi uninominali, non ho dubbi. Oggi, però, i voti per fare i collegi uninominali non ci sono”. Gnassi a Rimini come lo vede? “Andrea è stato per molti anni la mia grande speranza. Devo dire che sono rimasto deluso per come ha fatto il Segretario di Federazione e per come ha gestito alcune scelte che secondo me sono state davvero negative”. Tipo? “L’aver liquidato Giuseppe Chicchi (già Sindaco di Rimini e deputato) e Ermanno Vichi (già Presidente della provincia di Rimini e deputato) è stato un grave errore. Noi avevamo due parlamentari molto importanti e molto influenti che avrebbero fatto molto bene alla nostra comunità e invece per un disegno, secondo me molto personalistico, ha deciso di farli fuori: errore!”. Secondo lei Gnassi ha una
visione di città? “Io credo di si, credo che ce l’abbia, anche se non sempre la condivido. Io credo che i problemi del nostro turismo siano problemi di prodotto, non di promozione”. Saltiamo a Cattolica: da zero a cento, quante probabilità ha Cecchini di essere ricandidato? “Penso che lui non voglia essere ricandidato: quindi zero”. Ha condiviso il siluramento di Bondi [giù vice-sindaco di Cattolica, ndr]? “Si era creata una conflittualità, credo anche personale tra Sindaco e Vicesindaco. Direi che l’uscita di Bondi dalla Giunta ha segnato una riduzione dell’arco dell’alleanza
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Gambini tra i massimi esponenti della sinistra del Riminese. Due volte parlamentare “Il Pd si è già spaccato. Alcuni personaggi se ne sono già andati. L'Italicum è la legge possibile. Gnassi per anni è stata la mia grande speranza” Sergio Gambini (a destra) intervistato da Teresio Spadoni (a sinistra). Al centro lo scrittore Emilio Cavalli
che secondo me è stato un fatto negativo per l’Amministrazione”. L’anno prossimo, in vista delle elezioni, secondo lei è necessaria un’alleanza con l’Arcobaleno? “Io credo che bisognerà cambiare molto di più; il problema non è guardare Cattolica con gli occhiali di cinque anni fa. Io credo che ci voglia un patto civico di cui il PD può essere una componete, ma senza sentirsi il primo della classe; Cattolica ha bisogno di trovare una propria identità, una propria collocazione in un ambito, anche istituzionale, che si va ridefinendo. I Comuni si dovranno accorpare, è inutile che ci raccontiamo balle.
C’è da fare un percorso di individuazione dell’identità per il quale forse i partiti tradizionali non bastano. Ci vuole trasversalità: culture politiche, insediamenti sociali, sensibilità programmatiche…”. Con chi farebbe questo grande Comune? “Con San Giovanni in Marignano: non ho dubbi!”. Solo San Giovanni, o… “Beh, se ci stesse anche Misano sarebbe opportuno, ma credo che Misano graviti più intorno a Riccione”. E salendo in Valconca? “No, credo che in Valconca ha più senso se si fa un Comune con Morciano, che ne è il perno natura-
le, che si aggrega con gli altri Comuni. Mi sembrerebbe davvero molto interessante, invece, San Giovanni e Cattolica… Un Comune di medie dimensioni, che ha turismo e industria, che è un buon ponte tra le Marche e la Romagna; sarebbe una collocazione molto strategica e molto di prestigio nella nostra piccola geografia”. Qual è il sentore dei cittadini? “Sinceramente non lo so. Ma sono due realtà San Giovanni e Cattolica talmente integrate che non dovrebbero esserci problemi di campanilismo; in ogni caso se sono cittadino di Cattolica e sono messo di fronte all’alternativa, sapendo che devo comunque mettermi insieme ad un altro Comune, piuttosto che fare la damigella di Riccione…”. A Riccione governa il
Centrodestra… “L’alternanza fa bene. Nel corso degli anni quel sistema di potenze sociali che hanno avuto come riferimento la sinistra (municipalizzate, società partecipate, cooperative, sindacato), che è servito per tanto tempo per perseguire obiettivi di progresso, di sviluppo, di crescita della comunità locale - ed è indubbio che questo sia avvenuto per tanti decenni - ha perso la capacità di rinnovarsi e si è saldato con quel pezzo sistema di potere che faceva capo alla Democrazia Cristiana (camere di commercio, banche cooperative, banche popolari). Quella roba lì, che negli ultimi quindici anni è servita soprattutto a riprodurre il proprio di potere, va smilitarizzata se vogliamo che la democrazia torni a respirare, a ritrovare il contatto con la gente, a generare osmosi con la società civile”. Come si fa? “Allora la forza di quelle potenze sociali risiedeva nel produrre un effetto comunità. Quella coesione sociale costruita intorno al partito egemone, a volte talmente carica da eccedere nel fideismo, oggi non serve più. Oggi si deve passare dalla comunità dei fedeli alla comunità dei cittadini”. Quanto è radicato quel sistema di potere? “Ho detto prima delle Partecipate; ma facciamo un altro esempio: norme urbanistiche. Le norme urbanistiche sono scritte in modo da dover essere interpretate. Non c’è una norma urbanistica interpretabile in maniera univoca, per cui il più delle volte l’interpretazione varia a seconda di chi si ha
di fronte”. Vero, ma lei cosa propone? “Il ‘diritto di interpello’. Il diritto di interpello comporta la costituzione di un ‘registro pubblico delle interpretazioni’ nel quale trascrivere le risposte che i pubblici uffici danno alle domande dei cittadini; ciò porterebbe alla quasi totale eliminazione della discrezionalità dell’interpretazione della norma”. Perché da noi rubare non è peccato? “Non è che non sia peccato: dipende da come viene organizzato lo Stato. Se la regola è interpretabile… Una volta le tangenti venivano chieste per le cose che non si potevano fare; oggi si pagano per fare quelle che si possono fare”. Possibile che in Italia il Pubblico non sia in grado di gestire una bottega? “Il Pubblico deve fare altro. C’è un motivo per il quale il Pubblico deve possedere quote di capitale in partecipate e/o municipalizzate che svolgono servizi (raccolta e smaltimento rifiuti; distribuzione acqua e gas; gestione fiere, palacongressi, aeroporti, farmacie) che possono essere utilmente svolti da privati, magari in regime di concorrenza, con prezzi più bassi e qualità migliore? Le municipalizzate nacquero agli inizi del novecento per iniziativa dei socialisti milanesi perché c’erano servizi utili alla comunità che non venivano svolti dai privati. Ma se salta fuori un operatore interessato all’attività che svolge una mia partecipata, io gliela vendo, e col ricavato copro qualche altro servizio utile alla comunità. Il Pubblico deve
fare promozione dello sviluppo e regole, perché ha come riferimento il consenso; il successo economico, invece, è il riferimento del privato”. Che è pur sempre consenso… “No, è una cosa diversa, perché se io decido per un sistema aeroportuale regionale, significa che un aeroporto come quello di Forlì lo devo tenere aperto; e l’aeroporto di Forlì non ha senso economico, ma ho bisogno di quell’aeroporto per un motivo politico”. Stesso discorso per Rimini? “Un aeroporto come quello di Rimini sta in piedi soltanto se è in un network di aeroporti. Bisogna essere dentro il mercato globale, non si può pensare di cavarsela con altri aiuti di Stato”. Cioè, noi abbiamo una classe politica e imprenditoriale non all’altezza? “Il fallimento dell’aeroporto è un monumento alla incapacità gestionale. La cosa che più mi fa inferocire è che era evidente da anni; quando si suonavano le fanfare dicendo che l’aeroporto di Rimini faceva risultati meravigliosi, bastava leggere i bilanci per capire. Se paghi per ogni turista che arrivava, se lo compri... spendi! È così che si è infognato Rimini. Perché si è tenuta in piedi una baracca così e non si è cercata la via di un partner industriale privato?... ma perché si trattava di difendere un sistema di potere. È questo il cancro che dovremmo provare di estirpare”. Lei lo avrebbe fatto fallire l’aeroporto di Rimini? “Assolutamente no, lo avrei privatizzato; senza dubbio. C’è stata anche l’occasione!”.
Aziende infomano
- E’ stato inaugurato ufficialmente venerdì 25 settembre il Potabilizzatore della Standiana, che rappresenta il più importante degli investimenti compresi nel piano pluriennale 2011-2023 di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa. L’impianto è il cuore di un articolato intervento “di sistema” per l’intera area romagnola, che si completa con i circa 40 km di condotte di interconnessione di grandi dimensioni ad esso collegate. La messa a regime del potabilizzatore – che ha una potenzialità massima di 1100 litri al secondo - rende infatti disponibile alla Romagna una rilevante quantità di risorsa, per almeno 20 milioni di metri cubi annui potenziali, che si vanno ad aggiungere ai 110 oggi mediamente distribuiti per un totale di circa 130 milioni di metri cubi con un rapporto fra disponibilità di risorse e domanda superiore ad 1,3 vale a dire garantendo una sicurezza dell’approvvigionamento superiore del 30% al possibile fabbisogno. Ciò permette a Romagna Acque di diversificare ulteriormente le fonti di approvvigionamento riducendo il prelievo attuale di oltre il
Romagna Acque, a Standiana un potalizzatore per la Romagna 50%, e consente ad una consistente parte del territorio di avere risorsa sufficiente anche in caso di situazioni siccitose e di disporre di un’acqua di qualità migliore rispetto all’attuale. Acqua del Po L’impianto è alimentato con acqua del Po proveniente da una derivazione del Canale Emiliano-Romagnolo grazie ad una apposita concessione di derivazione rilasciata a Romagna Acque e attraverso la realizzazione da parte di Plurima, partecipata di Romagna Acque, di un apposito sistema infrastrutturale ad usi plurimi del quale avrà da oggi anche la gestione operativa. Due anni di lavori Preceduti da una articolata fase di progettazione e autorizzazione avviatasi nel 2004 e ter-
Rappresenta il più importante degli investimenti compresi nel piano pluriennale 20112023 di Romagna Acque-Società delle Fonti Spa. 1.100 litri al secondo Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque
minata nel 2012 per una durata complessiva di 8 anni, i lavori di costruzione del potabilizzatore sono durati esattamente due anni: avviati ufficialmente l’8 aprile 2013, si sono chiusi il 9 aprile 2015. In questi 24 mesi, il cantiere di via Fosso Ghiaia ha
vissuto ritmi di lavoro intensi e costanti: vi hanno operato complessivamente 63 imprese (41 delle quali con sede in Romagna) per un totale di 26.240 giornate uomo complessive di lavoro. Mediamente, sono state al lavoro ogni giorno 41 maestranze, con picchi di 83 lavora-
tori impegnati contemporaneamente. Grande attenzione è stata data all’aspetto della sicurezza sul lavoro, con un innovativo sistema di presidio e gestione, con120 riunioni di coordinamento, 10 integrazioni CSC, 415 verbali di sopralluogo e con costanti verifiche. Investiti quasi 70 milioni L’importo complessivo dei lavori ammonta a 32 milioni e 900 mila euro; a questi se ne aggiungono circa altrettanti per la posa in opera delle condotte di interconnessione con il territorio. Il nuovo impianto è infatti interconnesso alla rete del lughese, al potabilizzatore NIP di Ravenna ed alla dorsale adriatica dell’Acquedotto della Romagna: le principali aree servite sono dunque la Bassa Roma-
gna, il territorio ravennate e la riviera adriatica, da Cervia a Cesenatico e anche oltre. Tcenologia Il potabilizzatore è realizzato secondo le più moderne concezioni e di tecnologie all’avanguardia. La sezione più importante dell’impianto è quella dell’ultrafiltrazione, ovvero la filtrazione dell’acqua attraverso membrane con porosità esterna così piccola (0,04 micron) da trattenere oltre a tutti i solidi sospesi anche la carica batterica e spore di organismi potenzialmente patogeni. Il passaggio finale su carboni attivi permette invece di trattenere le ultime sostanze rimaste in soluzione nell’acqua al termine del trattamento. Un decisivo salto di qualità dell’acqua trattata per caratteristiche finali del tutto paragonabile alle acque trattate provenienti da Ridracoli. Moderno risulta anche il sistema di controllo dei processi fortemente automatizzato e dotato di controlli remoti che lo rendono perfettamente integrato con il telecontrollo che la Società possiede a Capaccio. Questo impianto infine impiegherà 12 maestranze tra controllori di processo, pari a 7 maestranze, e squadre di manutenzione pari a 5 maestranze.
RIMINI
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Oltre 4 milioni tra le due guerre. Altra ondata nel dopoguerra Elegante signora cinquantenne con cagnolino: “Tutti questi migranti dovrebbero essere rimandati indietro!” Negoziante: “Sono d’accordo con Lei, Signora! Non possiamo prenderli noi!” Cliente: “Secondo me vanno accolti tutti!” Signora: “E Lei! Lei! Ne prenderebbe uno in casa sua?” Negoziante: “Ma non vede che hanno tutti il cellulare?” Cliente: “Voi due siete razzisti!” Il dialogo si è svolto in toni concitati ed è stato intercalato anche da brevi considerazioni di quando gli emigranti eravamo noi, ma l’atteggiamento della signora e del negoziante non mutò. Poiché questo comportamento è più frequente di quanto si pensi sarebbe opportuno fare alcune considerazioni e trarne qualche conclusione. Quando i migranti eravamo noi. L’emigrazione italiana nel mondo ha rappresentato uno dei tratti più peculiari e caratteristici dell’intera storia italiana contemporanea. Non so se questo fenomeno sia riportato nei libri di testo o sia stato trattato con articoli su quotidiani o settimanali o mensili di divulgazione, quando invece descritto sommariamente o addirittura ignorato o sottovalutato. Atteniamoci quindi alle cifre ufficiali. Dai primi del ‘900 alla Prima guerra mondiale mediamente emigrarono dall’Italia (prevalentemente dal Mezzogiorno) circa 600.000 persone all’anno con un picco di 870.000 nel 1913 e per un totale di circa 10.321.000. Il 45% era diretto verso gli Stati Uniti d’America e gli altri in prevalenza verso la Francia, la Germania e la Svizzera. Negli anni fra le due guerre (1916-1945) emigrarono dall’Italia 4.356.000 cittadini italiani; trascuriamo poi quelli emigrati dopo la Seconda guerra mondiale verso il Belgio, la Germania, l’Argentina e i paesi sud-americani. Il fenomeno delle migrazioni contiene due principi contradditori. – il diritto intrinseco di una persona di disporre di se stessa che comprende anche quello di muoversi da una qualsiasi luogo di origine verso un qualsiasi luogo di destinazione – il diritto di uno stato di evitare il sovraffollamento del proprio territorio e anche quello di poter selezionare i migranti Come erano visti questi immigrati? Possiamo rifarci a quanto scritto da un giornalista americano Arthur Sweeny con un articolo pubblicato nel maggio 1922 sulla North American Revue: “La percentuale degli stranieri con un’età mentale inferiore a quella di un undicenne è del 45,6% (...). L’immigrazione dall’Europa orientale e meridionle è più indesiderata di quella da altri parti del continente. Non possiamo seriamente opporci agli immigrati da Gran Bretagna, Olanda, Canada, Germania, Danimarca, Scandinavia, dove la proporzione dei gruppi di qualità è snperiore al 4% e raggiunge un picco del 19% nel caso dell’Inghilterra. Ma piuttosto gli arrivi dall’Italia, con il suo 63,4% di immigrati catalogabili al gradino
Quando i migranti eravamo noi Dal 1900 al 1918, all'estero in 10 milioni Processo al ‘68 Anni formidabili…o peggio gioventù? A confronto Giampiero Mughini e Giancarlo Mazzuca (accusa) Marco Boato e Marcello Flores (difesa).
PROCESSI ALLA STORIA
di Rodolfo Francesconi più basso della scala. (...) Finchè continuerà questo riversarsi di indesiderabili nel nostro paese, la speranza di migliorare lo standard di qualità dei nostri cittadini sarà sempre più bassa. (...) Non importa quanto valide siano le nostre scuole, dato che i due gruppi più bassi non possono essere alfabetizzati”. Non si ha l’impressione di aver letto o sentito affermazioni analoghe a quelle riportate nelle due ultime frasi in giornali attuali o in dichiarazioni di politici nostrani? Tralasciamo gli altri pregiudizi verso l’emigrazione italiana: il sangue impuro (gli italiani erano considerati wops (termine spregiativo per indicare quelli con la carnagione scura) (“Alla fine della costru-
zione del Canale d’Erie, un capomastro interrogato sul bilancio umano dei lavori si congratulava che ‘nessuno è rimasto ucciso, ad eccezione di alcuni wops’”); (nel 1922 venne celebrato il processo ‘Rollins versus Alabama’, un giudizio d’appello nel quale un certo Jim Rollins, un nero che in primo grado era stato riconosciuto colpevole di miscegenation (reato pesante: mescolanza di razze), per aver avuto rapporti sessuali con una donna bianca, riuscì a farsi assolvere dimostrando che la ragazza era italiana); il degrado igienico, sanitario e morale (“In un solo isolato di caseggiati che totalizzava 132 stanze, vivevano 1324 italiani emigrati che dormivano in
letti accastellati a più di dieci persone per camera”, “In celle oscure sotto le strade dove i raggi del divino sole si rifiutano di entrare questi figli delle montagne d’immondizia siedono e selezionano i relitti della vita”); il traffico di donne e bambini (“A New York gli italiani vendono le loro donne ai cinesi che abitano l’attiguo quartiere”). (“Ricordiamoci la cifra agghiacciante di 80.000 bambini e bambine, buona parte dei quali comprati in Italia e trascinati oltreoceano clandestinamente e ora sfruttati da musicanti, girovaghi e tenutarie di bordelli”); la violenza (“Il coltello con cui taglia il pane l’italiano lo usa indifferentemente per tagliare l’orecchio o il dito a un’altro dago. La
vista del sangue gli è tanto comune come la vista del cibo che mangia”). I Migranti in Italia Partiamo da tempi abbastanza recenti quando, con la resa del Montenegro nel gennaio del 1916, gli eserciti austro-tedeschi puntarono direttamente sui porti albanesi e si rese necessario salvare di quel che rimaneva dell’esercito serbo. Si misero in salvo, utilizzando 43 navi italiane, 21 francesi e 11 inglesi i soldati e i profughi che si erano ritirati verso l’Albania. Durante questa ritirata perirono 300.000 soldati e civili. Furono fatte, nel 1916, 584 crociere, 202 viaggi e si portarono prima a Corfù poi in Italia 260.000 serbi e 30.000 prigionieri austriaci. Siamo nello stesso anno quando dal 15 maggio al 2 giugno del 1916 la Strafexpedition riversò dal Veneto oltre 100.000 abitanti delle valli del Trentino meridionale e dell’Alipiano di Asiago e il comune di Rimini ospitò con cura e con amore alcune centinaia di questi profughi; era gente priva di tutto, silenziosa e composta che ripagò l’accoglienza ricevuta con il massimo della discrezione e l’Ospizio Comasco di Bellariva, in un primo momento, fu la destinazione principale degli sfollati. Il 24 ottobre 1917 avviene la disfatta di Caporetto. Il Veneto fu messo a sacco. La ritirata diede luogo anche a una “caporetto interna” con la fuga da Cividale, Gemona, Tarcento, Pordenone, Sacile, Conegliano ma sopratutto Udine, la capitale della guerra. L’esodo riguardò 250.000 civili dalle provincie poi occupate fino a Vittorio Veneto e altrettanti (250.000) da città come Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. In totale il 20,61% della popolazione censita. A questi vanno aggiunti, oltre ai soldati e ai comandi militari (300.000 soldati sbandati, 400.000 in fuga o dichiarati disertori), almeno altre 200.000 persone che non erano censite come residenti. Masse di profughi veneti si dispersero in tutte le regioni italiane, Romagna compresa, occupando molte Colonie marine e parecchie
delle ville vuote al mare; a Riccione venne accolto anche un primo contingente di prigionieri austriaci. Il pregiudizio di molti italiani nei confronti di chi era stato costretto a lasciare la propria terra fu quasi immediato. (...) Esisteva in primo luogo un problema di antagonismo sociale dovuto alla riduzione dei generi alimentari ed al caroviveri, alle limitate disponibilitàb assistenziali da parte delle autorità locali.(...). Una delle immagni più negative che accompagnò i profughi di Caporetto fu quella della loro presunta scarsa propensione al lavoro. Chi non aveva un impiego automatico era considerato un ozioso. (...) Rispetto alla popolazione locale potevano contare su un sussidio continuativo per quanto misero, esso costituiva una risorsa non trascurabile che li poneva in una condizione di relativo privilegio rispetto ai locali. Va infine ricordato che per oltre mezzo milione di civili friulani e veneti, l’esperienza del profugato non si concluse con la fine del conflitto anzi il ritorno nelle terre liberate nella maggior parte dei casi avvenne durante la prima metà del 1919 e le operazioni di rimpatrio proseguirono fino al termine dell’anno successivo. Ricordi familiari Debbo parlare in prima persona e citare dal mio libro “Curriculum” ciò che successe, proprio nella Borgata di Riccione, nella mia famiglia di origine da parte materna. La Ida, mia nonna, nata fra la ferrovia e i campi, contadina, e Amato, mio nonno, nato sul mare e per il mare, trasmisero ai loro figli la concretezza legata alla terra e l’attrazione per la conoscenza e la curiosità: quel guardare al di là dell’orizzonte, uno degli stimoli più profondi che esercita su di noi il mare. Mentre Amato, attento e curioso lettore, autore lui stesso di madrigali matrimoniali e di battute incisive e caustiche, era sempre aperto a nuove esperienze, la Ida, era sì una donna solida, ma anche timorosa e diffidente per le novità. Per poco non abortì dalla paura, durante la sua prima gravidanza, quando si vide capitare sulla porta di casa, non esistendo allora né campanelli né serrature di sicurezza, inviato di notte dalla contessa Gorini con un messaggio, il cameriere negro di quest’ultima, e ci volle del bello e del buono per convincerla ad accettare in casa per un lungo periodo di tempo alcune profughe bambine dell’età della figlia maggiore, ma “diverse”: albanesi o slave, e di altra lingua e religione. Ma lo spirito di solidarietà derivato dalla miseria della famiglia di origine, la propria e quella delle bambine, ebbe la potenza di farle superare l’istintiva paura per le cose sconosciute, per quelle che non poteva prevedere e controllare.
l'OPINIONE
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Il messaggio del papa dal leggio delle Nazioni unite a New York
Bergoglio: “Casa, terra, lavoro e libertà per tutti” Inizia in prima pagina
naria il pensiero del papa è stato dedicato ai poveri: casa, terra, lavoro e libertà per tutti; via le armi nucleari e al bando le guerre; riformare l’Onu e allargare la partecipazione alla governante mondiale; l’ appello per il clima e l’ambiente. L’Assemblea ha adottato i nuovi obiettivi di lotta contro miseria e disuguaglianza. Ma non tutta la stampa americana si è associata alle parole di papa Bergoglio. Mentre il New York Times accetta che “la politica deve essere al servizio della gente, non della finanza”, il Washington Post si chiede se Bergoglio non costituisca “una minaccia per l’ ordine economico” americano e mondiale. Il Wall Street Journal, che del capitalismo statunitense è espressione diretta, pone la domanda se questa visita di un leader religioso non sia “troppo poli-
“La politica deve esere al servizio della gente e non della finanza. Via le armi nucleari, riformare l'Onu e allargare la partecipazione alla governance mondiale”. “Bergoglio: minaccia per l'ordine economcio americano...”
Il professor Alessandro Roveri
IL PUNTO DI VISTA
tica”; la Fox, che non si perita di essere brutalmente conservatrice, sentenzia in modo spiccio che “la religione non c’entra con il salario minino ed i condizionatori”: un modo per banalizzare equità sociale e rispetto della natura, che sarebbe il creato, che con la religione c’entrano entrambi. Altra questione, non da
tutti accettata, è l'intromissione di papa Bergoglio nella solidarietà dimostrata con le vittime della ferocia sessuale emersa nel mondo cattolico americano. Nel frattempo, a due anni dall’elezione al soglio pontificio e a poche settimane dall’apertura del Sinodo sulla famiglia, la rivista
MicroMega ha dedicato il numero di settembre 2015 a Papa Francesco. Attaccato dai settori più tradizionalisti della curia, Bergoglio è difeso da quelli più aperti e sempre più anche dall’era del “dissenso”. Alle domande della rivista hanno risposto diverse componenti della Chiesa: suore, parroci, teologi, vescovi, giornalisti, semplici fedeli. Il volume è dedicato a fratel Arturo Paoli, scomparso lo scorso luglio all’età di 102 anni: il suo testamento spirituale -un vero j’accuse contro Wojtyla e Ratzinger- è pubblicato nella rivista.
*Libero docente all'Università di Roma
LO SPORT
Calcio di Rigore, dallo sport giocato al parlato - Sport e calcio, un destino nella vita di Veronica Lisotti, trent’enne di Cattolica che dopo avere appeso le scarpe al chiodo tre anni fa si getta nell’avventura giornalistica in veste di addetta stampa di società sportive e da quest’anno conduce la trasmissione Calcio di Rigore, in onda ogni lunedì sera dalle 19.55 alle 21 su Rete8 VGA Telerimini canale 86. Risultati, classifiche, highlights dei match dalla serie D alla Prima Categoria emiliano romagnola e marchigiana. A affiancarla Daniele Manuelli (in onda il lunedì dalle 21 alle 22 con Sport Up, programma dedicata al Rimini Calcio), assieme agli opinionisti Renzo Baldisserri e Giacomo Alpini. Ospiti e dibattiti in studio con la possibilità di inviare messaggi e Whatsapp da casa per interagire in diretta, poi spazio ai settori giovanili delle varie società, con uno speciale che ogni settimana verrà realizzando sul campo. “L’amore per lo sport è una costante - confessa - chi mi conosce sa che da anni promuovo il calcio femminile, l’attività sportiva per i più piccoli e il calcio, di cui mi sono innamorata sin da piccolissima. Con questo nuovo cammino che mi vede per la prima volta in
Veronica Lisotti vesta di conduttrice, non nego che sono molto emozionata; è un grande passo, ma ho le idee chiare e se tutto va come spero sono certa che diventerà un appuntamento settimanale importante”. “Le società - continua la giovane Lisotti - avranno modo di farsi conoscere e noi cercheremo di raccontare nella maniera più obbiettiva e professionale, con un pizzico di sobrietà ed ironia, sperando che la miscela risulti interessante e piacevole. Da qualche tempo a questa parte i miei week end li trascorro allo stadio. In veste di addetta stampa seguirò l’ASD Gabicce Gradara nella quale ricopro anche il ruolo di vice allenatrice dei piccoli assieme a Francesco Marchetti e Filippo Fratesi, una splendida esperienza nuova per me. Continuerò a seguire le vicende della Femminile Rimini Calcio, a cui verrà dato un piccolo spazio nel Tg in onda prima di Calcio di Rigore e del Team 80 volley Team 80 Gabicce Gradara, l’entusiasmo non mi manca incrociamo le dita”.
ECONOMIA
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Allestita nel foyer del teatro Galli. Coinvolte numerose aziende eccellenti del tessuto provinciale
Motor Soul, mostra di motori Shakespeariana con “bontà” provinciali L'AFFONDO - Giunto alla fin della licenza... 2
di Gabriele Paci & Gabriele Della Rovere
- Più del ‘Don Giovanni’ di Mozart (ma per la scrittura Lorenzo Da Ponte), ed anche più del ‘Don Juan et...’ di HenriPierre Roché, il finale di partita del Cavaliere è già stato scritto ed affidato, un qualche tempo fa, a chi si nascondeva sotto lo pseudonimo di William Shakespeare. Forse un viaggiatore del tempo, visto come, e quanto, le vicende del Sire di Arcore ripercorrono, incrociandole, quelle del ‘King Lear’ e del ‘Macbeth’. I cinque atti del primo testo, composti tra il 1605 ed il 1606, raccontano le vicende di Re Lear che divide il proprio regno tra le tre figlie. Goneril, Regan, Cordelia. Con tutto quello che ne consegue. La storia, la tragedia, breve, del secondo scritto tra il 1605 ed il 1608, tratta pure, in maniera simile e diversa, la questione della brama di potere. Con tutto quello che ne consegue nei rapporti tra il Re Duncan di Scozia ed il proprio Generale, Barone Macbeth di Glamis. Ora quel che resta del Regno di Silvio, Sire di
- Il “Giorno del dono” del 4 ottobre arriva dopo la celebrazione regionale del 26 e 27 settembre intitolata Volontari per un giorno. Non si tratta di una ridondanza stonata ma di un evento la cui portata, a livello nazionale, rappresenta un segnale di vitalità della solidarietà. Con la Legge n. 110 del 14 luglio 2015 la Repubblica italiana, infatti, riconosce il 4 ottobre di ogni anno “Giorno del dono” per costruire una cultura condivisa e contribuire all’uscita dalla crisi economica, di senso, di significati. Il volontariato, bene o male, è una chiave essenziale delle fondamenta sociali dello Stato. Non a caso i due eventi solidali ricadono in una fase storica cruciale in cui Oriente e Occidente evidenziano una crisi di valori fondamentali in Europa. Un nervo scoperto come può esserlo la Migrazione verso nord di popoli flagellati da guerra e disperazione. Se la Giornata regionale della Cittadinanza Solidale si è tra-
Arcore, è appetito dai tre figli. Matteo, Matteo, Giovanni. Ciascuno a rivendicare, di fatto, la primogenitura. E, paradossalmente ma non troppo, ad avanzare le più fondate pretese sono quelli che non direttamente derivano dai suoi lombi. Il legittimo Giovanni muove dal feudo ligure, ma intanto Matteo il fiorentino lo fa da Palazzo Chigi, mentre Matteo da Giussano mostra di poter far man bassa del potente Regno che fu, macché Regno un Impero, più di chiunque altro. Poca roba ora, ché quelle spoglie son già state in gran parte spartite, ma ne rimane ancora abbastanza da far gola. E dunque non sarà il Commendatore a portar via con sé, nell’inferno in cui è giusto che stia, il diabolico protagonista. Ma i ‘suoi’. (Ci sarebbe anche un quarto rampollo. Angelino. Ma, misericordiosamente, non intendiamo inzigare sulle disgrazie di famiglia, ché il figlio scemo capita anche nelle migliori. E questa non è che già di suo...).
Allestita con: Aldo Drudi, Ledlux Italia Nikon Italia, Milagro, Neon Rimini group, Summertrade, Primalight, Ledluxitalia, Peraria, Afa, Renzo Serafini Luce, Nuovo Moto club Renzo Pasolini
ECONOMIA - “Rimini Motor Soul. I colori del motomondiale”. E' stata la mostra sulla cultura dei motori inaugurata durante la MotoGp lo scorso settembre. Un evento che conteneva una delle massime dell'economia: fare sistema. Infatti, l'esposizione si è tenuta nel foyer del teatro Galli (uno degli spazi più suggestivi della città), con l'allestimento tutto in salsa del Riminese. Sono state chiamate a collaborare alcune delle “teste” e aziende più dinamiche della provincia di Rimini: Aldo Drudi (il designer di fama mondiale specie nel mondo dei granpremi), Led Lux Italia (azienda di San Clemente leader nell'illuminazione a led) Nikon Italia, Milagro, Neon Rimini group, Summertrade
La mostra. Al centro Andrea Gnassi, sindaco di Rimini (Rimini, catering), Primalight, Peraria, Afa (Cattolica, progettazione e allestimento locali), Renzo Serafini Luce, Nuovo Moto club Renzo Pasolini. L'evento anticipava l’appuntamento del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, in programma dall’11 al 13 settembre sul circuito “Marco Simoncelli” di Misano. Nello splendore di un foyer del Teatro Galli rinnovato, gli appassionati del mondo delle moto hanno trovato sfogo alla propria passione con le fotogra-
fie dei migliori professionisti della MotoGP (circa una sessantina) che si stanno contendendo per il secondo anno di fila l’International Photo Award “Rimini Racing Shot”. Insieme, le immagini storiche di uno dei fotografi che raccontano trent’anni di motomondiale, ’70, ’80, ’90, come il giapponese Takanao Tsubouchi a cui è stat dedicata, vero e proprio tributo, una personale. Infine, le tute ed i caschi indossati dai campioni: Valentino Rossi, Marquez, Iannone, Crutchlow, Redding,
Celebrato il “Giorno del Dono” Evento nazionale per rafforzare il movimento benefit a favore del volontariato. Dal Crowdfunding, raccolta fondi di massa sviluppata nella piattaforma Eticarim.it dotta in un programma di proposte gratuite per coinvolgere in attività di volontariato “facendo” cittadinanza attiva, il Giorno del Dono si è trasformato in una occasione di conoscere un altro profilo della solidarietà il cui ambito nazionale serve come stimolo a valutare la fase propositiva che si lega all’opera di tante associazioni. Organizzazioni che operano
to collettivo), si concretizza lo sforzo di tante persone che si uniscono in rete per sostenere con piccole donazioni le organizzazioni non profit a favore della comunità. Una “raccolta di fondi di massa” sviluppata nella piattaforma Eticarim.it a cui, nel gioco delle parti, anche Volontarimini contribuisce come perno della fantastica occasione benefit maturata dal-
nel territorio di cui Volontarimini rappresenta un partner, più che un coordinatore ideale. Infatti, al gesto solidale che trasforma in volontari almeno per un giorno, l’idea del dono agli altri sfonda, ad esempio, uno dei grandi limiti di cui il volontariato soffre al giorno d’og-
gi. Il reperimento delle risorse. Una delle fondamentali azioni che vale la pena evidenziare in questo contesto è il prodotto degli sforzi di una realtà consolidata nel territorio come la Cassa di Risparmio di Rimini. Con il Crowdfunding (la cui traduzione è: finanziamen-
volontarimini@volontarimini.it
Espargaro, Bautista, Petrucci, Smith. Rimini Motor Soul, i colori del Motomondiale è stato promosso e realizzato dal Comune di Rimini in collaborazione con Aldo Drudi. E' un fatto concreto di mettere insieme il meglio di un territorio in un contesto mondiale, coma la tappa della MotoGp. Chi ha partecipato ha avuto l'opportunità di mettersi in vetrina e raccontare ai riminesi e non solo la bontà del suo lavoro. Naturalmente, la mostra
la banca riminese a favore di progetti delle organizzazioni non profit. È ormai attualità la costituzione dell’#Emporio Rimini che attiverà un modo di facilitare la raccolta di eccedenze del mercato alimentare, ancora commestibili, donate gratuitamente dalle industrie di settore del territorio. L’emporio, in questo modo aiuta famiglie e persone in difficoltà economica e lavoratori che vivono al di sotto della soglia di povertà. Il quadro generale prevede così, oltre al raddoppio del finanziamento per tutti i progetti di ottobre, offerto dalla Carim, anche contributi per una decina di importanti interventi delle associazioni. Il tramite delle azioni è svolto da Volontarimini i cui compiti, in questo caso, sono nel cercare di tradurre e implementare le volontà della società riminese nel produrre benefit di tutti i tipi a favore dell’operatività delle associazioni e delle genti.
14 www.avvocatomarziopecci.com avvocatomarziopecci.wordpress.com
Ottobre 2015
RICCIONE
“Abbiamo perso tutti e non solo causa il Trc (Traffico rapido costiero). Dobbiamo tornare in mezzo alla gente”
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
MISS OVER - TOSI - INCIUCI - SFIGA - SERRACCHIANI Cazzonetti - Leggiamo: “Troppa immondizia, i bambini non passano. Protesta dei genitori”. Hera, Heeera! Spostate quei cazzonetti!... Miss Over - Leggiamo: “Il Palazzo del Turismo ospita ‘Miss Over (23-24 ottobre), il concorso di bellezza per donne con più di 50 anni”. Tardoncelle di tutto il mondo, unitevi!... E' già Natale - Leggiamo: “Negozi, Riccione pensa già al Natale: più tempo a Villaggio e notte bianca”. Stacca l'estate e inizia subito il Natale. Che stress!... Tosi nel mirino - Leggiamo: “Trc: ripartono i lavori, il sindaco nel mirino”. Oddio! Vogliono eliminare la Tosi?!?... Madre Tosi di Riccione - Leggiamo: “Il sindaco fa festa con 85 nonni a Malè, poi va in campeggio coi ragazzi di don Giorgio”. Che sensibilità materna!?!... Super dirigente - Leggiamo: “La dirigente ai Servizi Finanziari Cinzia Farinelli si ‘sdoppia’ con Cattolica”. Segue anche l'Unione dei comuni della Valconca. E chi è, Mandrake?... Commenti sessisti - Leggiamo: “Polisportiva, commenti sessisti su Facebook. Chiesta la testa di Valmarana”. Ma che sport praticano nella Polisportiva?... Inciuciamo? - Leggiamo: “‘Continuerò sempre il confronto’. Ubaldi (Pd) non ‘rinnega’ l'incontro con Forza Italia e bacchetta Tosi e compagni”. C'è aria d'inciucio?... Sfiga (1) - Leggiamo: “Viale Tasso, cade un ramo e ferisce un passante”. Sfiga (2) - Leggiamo: “Si squarcia una gamba sul tubo di scarico nel mare mentre fa il bagno: 40 punti di sutura”. Italia's got talent - Leggiamo: “Tutti in fila per Italia's got talent, in duemila per raggiungere la fama”. Sarà la fila delle delusioni?... Rischio Marano - Leggiamo: “Spari e machete, notte da paura al Marano”. ‘Voglio una vita spericolata...’ cantava Vasco Rossi...
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Parmeggiani: “Non saremo la stampella della Tosi” L'INTERVISTA
- Lo stare all'opposizione. I consiglieri del Pd fatto oggetto di disattenzione in consiglio. La Tosi sul Trc che disattende le promesse in campagna elettorale. Un errore non ricandidare Pironi. Non faremo la stampella della Tosi. Come si sta all’opposizione? “Non è una situazione facile; chi come noi non c’è mai stato deve ripensare il proprio modo di stare in città. Rispetto a quello che c’era prima questo è un gruppo nuovo a cui non manca sicuramente la voglia, la propensione, l’interesse a stare in mezzo alla gente, a sentire quello che vuole; a creare quegli incontri (che in parte abbiamo già fatto) che prima, quando eri al governo, forse snobbavi un po’”. Ve lo fate insegnare dalla Tosi… “Si!... ci insegniamo a vicenda. Noi dobbiamo certamente imparare a stare all’opposizione, ma lei deve imparare a essere maggioranza, perché l’impressio-
di Teresio Spadoni
ne che a volte si ha è che ancora si senta all’opposizione. Forse sono io, che appartengo a un’altra generazione; magari un giovane non ci fa tanto caso, ma un Sindaco che in Consiglio Comunale adotta degli atteggiamenti di disattenzione e/o di irrisione durante gli interventi dei Consiglieri di minoranza, a me non piace”. Qual è il peccato, dal suo punto di vista più grande, fatto dalla Tosi? “La cosa peggiore in assoluto è questa ormai incomprensibile ostinazione nel voler bloccare il TRC che ha acuito in città l’acredine tra le opposte visioni. Speravo fosse solo per convinzione personale, ma le azioni che mette in campo rivelano più una necessità di salvaguardarsi da quanto promesso in campagna elettorale, che oggi sente di non poter mantenere”.
C’è chi pensa che stia tentando di portare la cosa fino alle prossime elezioni … “È quello che in parte pensiamo anche noi… l’assunzione dell’ingegner Del Greco… e questa incomprensibile uscita dell’onorevole Anzaldi… che poi, quella dei cosiddetti semafori intelligenti è cosa già valutata e superata. Inoltre, uno dei fattori chiave dell’opera sta nei tempi di percorrenza certi, garantibili solo in corsia protetta”. La Tosi sostiene che il TRC si fermerà da solo, perché non ci sono i soldi... “Per il prosieguo dei lavori, solo qualche giorno fa, la Regione Emilia Romagna ha stanziato otto milioni e quattrocentomila Euro, quindi…”. Si dice che il TRC abbia fatto vincere le elezioni alla Tosi e le abbia fatte perdere alla sinistra. Qual è il suo punto di vista?
“Credo sia difficile immaginare che si sia perso solo per il TRC. Il TRC è stata sicuramente una componente molto importante, però, secondo me, ci sta anche l’aver deciso di non ricandidare il sindaco uscente. Al di là dei nomi coinvolti, un partito che un sindaco ce l’ha e ha un segretario eletto due mesi prima che, sull’onda di certo renzismo e di certo giovanilismo decide di candidarsi senza probabilmente valutare bene le conseguenze, non fa un bel lavoro; se si aggiungono poi una serie di attriti e di frizioni interne che ci
La facciata del Volta. La posizione delle bandiere è errata. Alla destra dell'italiana ci va l'europea
“Cari ragazzi, fate i bravi” Lettera di una prof ai liceali - V. Buongiorno! Approfitto del tuo indirizzo email per fare a te e a tutta la classe i miei auguri per il nuovo anno scolastico! Il mese scorso sono stata in Sicilia e tra un mosaico e un duomo vi ho pensato, quindi se ti va puoi divulgare agli altri le foto, in particolare, quella del pulpito della chiesa di Marsala, è per G... visto che ho intenzionalmente immortalato le scale!;) Vi mando un abbraccio grandissimo e che sia un buon inizio! Fate i bravi! La Prof.
RICCIONE
Ottobre 2015
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Il segretario del Pd Parmeggiani racconta lo stare all'opposizione dopo 68 anni di governo della città UOMINI
Segreteria in 12 - La segreteria del Pd di Riccione guidata da Marco Parmeggiani è composta da: Lucio Berardi, Iole Pelliccioni, Maria Cesari, Sabrina Vescovi, Andrea Urbinati, Fabio Ubaldi, Antonio Roberti (tesoriere), Stefano Piccioni, Emiliano Campagna, Denis Torcolacci e Filippo Vagnini. Marco Parmeggiani, segretario del Pd
sono indubbiamente stati, ciò che è passato nella città è stata l’immagine di un partito non unito”. Insomma, lei le primarie non le avrebbe fatte… “Io le primarie non le avrei fatte. Avrei aperto un dibattito interno al partito per verificare la reale situazione, al di là del sentito dire; è noto a tutti che nel primo mandato si programma e nel secondo si portano a casa i risultati. Invece si è ragionato su altre questioni… il vecchio, il nuovo… creando disaccordi e disappunti
che alla fine abbiamo amaramente pagato. In ogni caso non do colpe, perché quando si perde si perde tutti”. Giusto, quando si perde si perde tutti; ma perché, allora, non ha aperto una verifica seria su voto e stato del partito? Lei ha certificato un’opposizione, decretando di fatto che ci sono buoni e cattivi. “No, non è che ci sono buoni o cattivi; c’è, però, una mentalità e un’altra mentalità. E comunque, bisogna anche stare attenti a non cadere nel più classico dei ragionamenti, ovvero, divisione
delle sedie”. Cosa pensa dei voltagabbana riccionesi? “Ci sono. C’è quello che lo fa per interesse e quello che tradisce lavorando per l’avversario mentre sta con te; come ha fatto l’artefice della vittoria di Pironi alle primarie del 2009. Poi si fa anche fatica a capire come facciano ad arrivare dove sono, perché nei posti chiave uno dovrebbe metterci persone specchiate!”. Nel Pd, cosa la fa più arrabbiare? “Gli atteggiamenti di quelli che a parole parlano di solidarietà, di andare d’amore e d’accordo, e poi nei fatti fanno altro: tutti d’accordo ad accogliere i rifugiati, a patto che non vengano a casa mia; l’inceneritore va bene, ma solo se viene fatto vicino alla casa di qualcun altro… ecco questo mi fa arrabbiare”. Per usare una semplificazione, a livello nazionale si riconosce in Renzi o in Bersani? “A me Bersani è sempre piaciuto, mi pare però che Renzi nel bene o nel male le cose le decida. Maggioranza, minoranza… si vota; discutiamo, ma poi un sunto bisogna farlo; coi veti incrociati non si avanti”. Qual è ora il percorso da fare per riprendersi il Comune? “Bisogna chiarirsi sull’idea di città che il partito vuole; e dunque mettersi intorno a un ta-
“A Tirincanti devo dare atto che con la pista di pattinaggio e il green, dal punto di vista dell’immagine turistica, Riccione è stata sui giornali per merito suo; il che è tutto un dire, perché non è lui l’assessore al Turismo” volo a ragionare - anche aspramente, perché le anime nel partito sono diverse - per costruire il percorso che porterà al progetto da presentare alla città. Ciò che vorrei, però, è che si evitassero i troppi ragionamenti legati alla questione anagrafica, nel senso che devono essere le idee e la progettualità ad andare avanti; di una cosa sono comunque estremamente convinto: l’esperienza è necessaria. Poi ci sono gli organismi che decidono; e a quelle decisioni ci si deve attenere”. Quali sono le sue passioni? “I motori: io ho la passione della moto. Mi occupo di turismo e organizzo viaggi in moto”. E il suo percorso politico? “Ho preso la tessera del Partito Socialista nel 1990; non ero mai stato iscritto prima anche se ho sempre votato a sinistra. Nel ’91 sono entrato nella segreteria…”.
Con chi stava? “Non stavo né con Tempera, né con Tirincanti… Nel ’92, è cascato tutto (vedi tangentopoli) e, mentre tutti scappavano a destra e a manca, ho continuato il mandato in segreteria per ancora un anno. Nel ’95/’96, tramite amici che erano passati al PDS (Partito Democratico di Sinistra), mi sono avvicinato a quel partito; dopo la Conferenza programmatica sul turismo, a cui ho partecipato, ho deciso di iscrivermi: era il ’97. Nel giugno ’99 fui chiamato dall’allora sindaco Massimo Masini a ricoprire l’incarico di assessore all’Edilizia privata: esperienza durata un anno e mezzo circa”. Che cosa dice del suo amico Tirincanti? È stato lui a volere green, pista di pattinaggio… “A Tirincanti devo dare atto che con la pista di pattinaggio e il green, dal punto di vista dell’immagine turistica, Riccione è stata sui giornali per merito suo; il che è tutto un dire, perché non è lui l’assessore al Turismo. È anche vero, però, che hanno definito turista chiunque abbia ‘calpestato’ il green, mentre il turista è quello che dorme almeno un notte in albergo. Infatti, il tanto sbandierato successo di quest’estate si è tradotto in un più 3% di presenze. E se pensiamo al tempo che c’è stato, all’economia
che un po’ ha cominciato a muoversi, al fatto che l’anno scorso ha sempre piovuto, non mi pare una cosa così rilevante”. In maggioranza c’è un po’ di tensione: nel caso, il PD è disposto a fare da stampella alla Tosi? “Non credo proprio”. Prima delle elezioni, però, c’erano stati dei contatti tra il PD e la Tosi? “Io non facevo parte del gruppo dirigente; so che ci sono stati con NCD. E anche con una parte di una componente, civica (fra virgolette); ma a un certo punto ci fu l’ingresso di Luciano Tirincanti, e la cosa è finì lì”. Come si rapporta il Partito con i consiglieri? Vi incontrate spesso? “A ogni Consiglio Comunale. Quando c’è la Conferenza dei Capigruppo ed esce il resoconto degli argomenti in discussione, scarico i documenti e li giro a tutti i membri della segreteria, ai segretari di circolo e a tutti i consiglieri comunali. Poi, chi vuole fare delle interpellanze le scrive, le manda agli altri e tre giorni prima del Consiglio ci incontriamo. Purtroppo c’è sempre qualche consigliere assente, più spesso il capogruppo: vuoi per impegni di lavoro, vuoi per altro. Ma questo è il metodo di lavoro che ci siamo dati”.
AMBIENTE
“Caro Nando Gazzolo”
l’amministrazione ha dato una prima risposta. Nei prossimi mesi sono previsti interventi di miglioramento dell’arredo in altre zone della città”. Ufficio Stampa Comune di Riccione Viale Vittorio Emanuele II, 2
Tel. 0541/608341 stampa@comune.riccione.rn.it www.comune.riccione.rn.it
- In riferimento alle sue dichiarazioni alla stampa del giorno 8 settembre 2015, mi permetto di ricordarle che ci sono due diverse modalità di opporsi alla costruzione di 12 nuovi inceneritori e “spingere il Governo verso l’economia circolare”. Un percorso, suggerito dai comitati Rifiuti Zero della nostra Regione, che per superare inceneritori e discariche prevede la crescita della raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti prodotti e l’aumento di quelli avviati al riciclo. L’altro, del quale si è detta affascinata nel colloquio avvenuto con la sottoscritta il giorno 3 settembre scorso, consiste nella proposta di realizzare nuovi impianti dedicati per trattare le diverse tipologie di rifiuti, compresi gli indifferenziati e, volendo, anche i rifiuti pericolosi, ed è contenuta nel progetto denominato “Riciclo Totale”. La prima strategia porta al superamento di inceneritori e discariche in un tempo indefinito (chissà quando?) tant’ è che nell’attesa di approvare il Piano Regionale dei Rifiuti, la nostra Regione prova ad autorizzare l’ampliamento della discarica di Tre Monti nell’Imolese che Le ho decisamente contestato nel nostro ultimo colloquio. L’altra strategia,
Lettera aperta all'assessore regionale all'Ambiente attenzionata dalla Commissione Europea nel luglio di quest’anno, è capace di risolvere in soli due anni di tempo l’annoso problema della gestione dei rifiuti per tutte le regioni d’Italia perché elimina tutte le discariche senza la necessità di costruire nuovi inceneritori. Per di più, preme per la dismissione degli inceneritori esistenti nella nostra regione mentre di fatto la Regione procrastina nel tempo lo spegnimento dei due previsti dal Piano (Ravenna e Piacenza), accogliendo le richieste della controparte che li vorrebbero spenti al 2020. Lei ha dichiarato alla stampa che l’obiettivo del nuovo Piano regionale dei rifiuti dell’ Emilia Romagna, che sarà approvato entro fine mese, è di portare entro cinque anni la differenziata al 70%, riducendo la produzione dei rifiuti di un quarto. E lo fa prevedendo nel Piano l’eliminazione di tutta l’impiantistica di trattamento meccanico-biologico (tmb) che attualmente tratta i rifiuti indifferenziati, perché tali impianti consumerebbero più energia rispetto alla materia recuperata, quando sa
bene che è sufficiente aggiungere in coda una nuova tecnologia per rovesciare il rapporto energia consumata/ materia prodotta . A questo riguardo vorrei farle osservare che se nella nostra Regione l’obiettivo del 70 % di raccolta differenziata in cinque anni non venisse raggiunto, quei rifiuti sarebbero un grosso regalo per gli inceneritori esistenti. Poiché è sua intenzione proporre il modello Emilia Romagna a tutte le regioni d’Italia, che pure hanno livelli di raccolta differenziata molto diversi, Le faccio presente che proporre una trasformazione radicale a territori che non sono mai stati virtuosi per svariati motivi, non è una scelta realistica. L’obiettivo dell’economia circolare può diventare una strategia nazionale purché sia perseguito attuando scelte che non dipendono dalla virtuosità dei territori o dei loro amministratori come vuole la strategia “Rifiuti Zero”, ma con una proposta che ha delle potenzialità intrinseche autonome perché basata su nuovi impianti che richiedono solo di essere realizzati. La differenza tra i due percorsi è tutta qui: Rifiuti Zero al 2020 o chissà quando, “Riciclo Totale” subito. Margherita Bologna (esperta tecnologie tmb)
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Ottobre 2015
RICCIONE
“Miti, leggende, storia dei popoli sul suolo italico nella Roma repubblicana”
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Matteoni, terzo libro sull'antica Roma - Roberto Matteoni per diletto sa tutto dell'antica Roma. Da alcuni passa il tempo libero sui libri che ne raccontano gesta, civiltà, cultura e anche il mistero di come una minuscola popolazione di pastori abbia potuto costruite l'impero degli imperi. Per puro piacere ha appena pubblicato il terzo libro sulla civiltà che forse più ha inciso sull'occidente. Si intitola: “Miti, leggende, storia dei popoli sul suolo italico nella Roma repubblicana” (Edizioni la Piazza, 300 pagine). Nella quarta di copertina c'è la sua spiegazione della sua pubblicistica: “Un popolo che non ricorda le proprie origini e la propria storia non può insegnare ai propri figli”. Con questo testo, continua la ricerca sulla storia di Roma? “Non precisamente. È collegata alla sua storia, ma in questo non tratto della formazione della città, dello sviluppo e della sua civiltà. L’argomento riguarda l’origine delle popolazioni insediatesi sul suolo italico, la loro venuta, la cultura portata ed, in breve, questo sì, il rapporto e il contatto col mondo romano”. Come nasce questo suo interesse? “Cosa mi ha spinto ad approfondire lo studio sulle nostre origini è stato il recupero di opere d’arte effettuato nell’ultimo decennio dal Nucleo Operativo del Patrimonio Culturale. In particolare, il ritorno in Italia del Cratere di Eufronio e del gruppo marmoreo dei Grifoni di Ascoli Satriano.
Tutto nasce una decina di anni fa con l'aver letto del recupero di opere d'arte trafugate
Loredana Cannia
LA STORIA Roberto Matteoni e la copertina del nuovo libro Opere di fattura, la prima, di mano etrusca e la seconda, di cultura daunia. Oltre a ciò, alcuni anni or sono, fu scoperta una stele daunia di particolare interesse a Cattolica, a testimonianza del rapporto, di un probabile insediamento, della popolazione iapigia nel nostro territorio. Quanto della civiltà etrusca, sappiamo molto; ma poco della cultura daunia. Allora mi sono chiesto: «Chi erano questi Dauni?»...Così ho iniziato ad interessarmi dei popoli italici”. Come ha inizio e come si fonda la ricerca? “La nascita di Roma, e la sua millenaria civiltà, non segnano l’inizio di un mondo privo di antenati. Dobbiamo risalire a secoli precedenti, se non a millenni, per seguire un percorso di genti venute da lontano che si sono insediate sul territorio generando etnie e popolazioni. Pertanto, la nascita di Roma e la sua affermazione è un appendice di quel movimento che è possibile ricostruire attraverso
PERSONE
studi archeologici e linguistici per giungere alla trasmissione di informazioni lasciateci dagli storici. Non mi è stato sufficiente accettare i miti e e leggende, per quanto siano un fondamento per la ricostruzione del percorso formativo. Allora mi sono chiesto quali fossero le origini delle popolazioni che hanno convissuto col popolo romano, la loro provenienza, la loro cultura, il linguaggio. In definitiva, chi erano i nostri antenati. Così sono giunto alla stesura di questo testo. C’è un modo di mettere in relazione il passato con il presente? “Guardando la carta fisica dell’Italia vi sono scritti numerosi termini che fanno riferimento agli antichi popoli; così ho scoperto l’origine del toponimo. Soprattutto sono indicativi i nomi dei monti (nella catena delle Alpi e degli Appennini centrali), delle regioni
(Liguria, Umbria, Lazio, Sicilia, e altre) ma anche aree territoriali ne segnano la motivazione (Sannio, Irpinia, Marsica, Carnia, Piceno, ecc.)”. Allora, il libro è un invito ad approfondire la conoscenza del passato... “Come ho anticipato nella premessa, il libro è stato scritto per soddisfare un mio interesse personale e pubblicato in un numero limitato di copie. Si tratta di una ricerca fondata su testi di scrittori moderni nonché di informazioni desunte da fonti storiche che gettano le basi per chi volesse approfondire l’argomento sulle civiltà italiche prima del dominio di Roma. Ogni passo è citato nelle note. È un invito rivolto a tutti ad allargare la conoscenza del nostro passato più remoto. Ciò che mi stupisce del modo di fare cultura, è lo scarso interesse per l’origine dei nostri antenati, come se non
riguardasse, soprattutto, la formazione dei giovani. Tuttavia ho apprezzato le visite culturali promosse dal Museo del Territorio del nostro comune, al sito archeologico di Marzabotto e al museo etrusco di Verucchio, i cui resti e reperti hanno manifestato aspetti di una civiltà trasmessa ai posteri. A tale riguardo faccio presente che il testo è a disposizione delle biblioteche del circondario per la consultazione. Alcuni testi saranno depositati alle biblioteche nazionali e regionali, come per legge, e altri alle Soprintendenze che mi hanno concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini inserite nel libro”. Il libro riporta anche argomenti sullla scrittura e sulla monetazione, perché? “Sono due aspetti fondamentali che investono la civiltà di ogni popolo. Lo studio del linguaggio consente di capire l’origine delle popolazioni mentre la scrittura evidenzia la diversità delle culture. Per ciò che attiene all’argomento della monetazione, è importante notare come sia evoluto il passaggio tra le comunità dal baratto di merci e prestazioni al riconoscimento di un oggetto metallico, prima in forma grezza e relativo al peso, poi basato sul valore nominale attribuito per convenzione”.
Moda, Cannia capo degli stilisti da Kors - Loredana Cannia è appena diventata responsabile degli stilisti del settore calzature della Micheal Kors (uno dei brand brand preferiti dalla signora Obama), un colosso americano della moda che fattura attorno ai 900 milioni di euro. Poca fortuna in Italia, la riccionese una decina di anni fa vola a New York. Inizia una carriera straordinaria. Presto dovrebbe uscire una collezione con il suo marchio. “E' soltanto una sfida. Ci proviamo”, racconta compiaciuta. Ha frequentato l'istituto d'arte Fellini di Riccione (sezione moda); poi si è laureata in moda e costume nella blasonata scuola di Firenze. Corso a Londra. Una lunga gavetta senza prospettive in Italia. Infine, il salto negli Stati Uniti.
RICCIONE
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Ottobre 2015
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Fosco Rocchetta presenta il suo nuovo libro il 7 novembre, ore 17, al Palazzo del Turismo
“Nascita del turismo a Riccione” Racconta degli ospizi marini: come un'eccellenza della città. Vacanza come terapia. Col patrocinio del Comune di Riccione
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PERSONE
Addio Alfonso, maestro d'ascia Alfonso Manzi (Rimini 16.7.1944 - Riccione 15.9.2015)
Fosco Rocchetta e la spiaggia di Riccione nell'800
CILTURA
- Riccione deve alla salubrità del mare e dell’aria le origini del suo turismo, sorto in buona parte per scopi terapeutici, risultando fra le prime località dell’Adriatico ad utilizzare le cure marine contro la scrofolosi, malattia tubercolare che, fino ai primi decenni del ‘900, costituì una piaga sociale, col mietere un’infinità di vittime in tutta Europa. Gli albori li racconta l'ex direttore della biblioteca di Riccione Fosco Rocchetta nel libro “Nascita del turismo a Riccione”. Viene presentato il 7 novembre, ore 17, al Palazzo del Turismo. Dialoga con l'autore Alessandro Formilli Un breve excursus storico narra l’uso dell’acqua di mare per fini salutistici, presso le
principali civiltà del Mediterraneo antico, l’originale rito di “guarigione” dalle scrofole nel Medioevo, tramite il “Tocco del Re”, per poi illustrare la nascita della moderna talassoterapia, emersa in Inghilterra e Francia alla fine del ‘700, favorita dal nuovo clima intellettuale arrecato dall’illuminismo. Il libro è dedicato al fondatore degli ospizi marini, il medico fiorentino Giuseppe Barellai, e a don Carlo Tonini,
un sacerdote colto, pioniere dell’industria dell’ospitalità a Riccione, luogo ove questa istituzione pose salde radici, tanto che nei primi del ‘900 erano attivi ben quattro ospizi marini: l’Amati-Martinelli, il Romagnolo, il Barellai-Mancini ed il Bresciano. Il primo comitato per l’accoglienza degli scrofolosi in Romagna nasce a Riccione nel 1866, e dagli anni ’70 dell’Ottocento, Riccione comincia ad essere citata in congressi me-
dici in Italia e all’estero, per la presenza di quelle benemerite strutture, vere pietre miliari nella storia del turismo. Diversi scritti evidenziano che Riccione fu partecipe di quel movimento umanitario, impegnato contro quel male deturpante, in una lotta di civiltà che annoverò medici prestigiosi, tra cui il Prof. Felice Carlo Pullè, al cui zelo fu affidata la speranza di guarigione di tanti bambini scrofolosi. Un capitolo è infine dedicato agli ospizi marini nella poesia e letteratura tra Otto e Novecento, che vide pure la condivisione, il sostegno morale, nonché l’ampio riconoscimento dell’opera di Barellai, da parte di Alessandro Manzoni e Giosuè Carducci.
- Alfonso Manzi se n'è andato lo scorso settembre. Aveva . Lascia la moglie Silvana Capelli e un figlio, Marco. Riccionese doc del porto (di viale Galli), è stato il maestro d'ascia che ha restaurato (insieme allo zio Guido Franchini e il figlio)
la Saviolina (e tante altre barche). Forse senza il loro intervento, l'imbarcazione simbolo della città oggi non ci sarebbe. Racconta Lele Montanari, vicino di casa ed amico, seppur di qualche anno più giovane: “E' scomparso in silenzio, una caratteristica della sua vita. Era un uomo onesto, trasparente e professionale. Schivo, aveva imparato l'arte dallo zio Guido Franchini (degli omonimi cantieri), altro grande raffinato dei legnami. Insomma, con un maestro simile sarebbe stato difficile non apprendere il mestiere. Alfonso ha lasciato un profondo vuoto nella grande famiglia ed amici del porto. Se le barche a legno erano il lavoro, il mare era la passione. Ne conosceva gli umori ed i venti come pochi. Che le onde lo possano cullare con dolcezza”. Le ceneri, su sua volontà, saranno sparse in mare.
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nel montaggio per cui deve essere necessariamente effettuata da una ditta specializzata. Il taglio termico non richiede particolare professionalità e può essere realizzato dalla stessa ditta costruttrice. I singoli giunti termici sono realizzati in modo tale da poter essere affiancati ed ancorati l’uno all’altro prima del getto di calcestruzzo. I giunti, oltre a coibentare assolvono anche un’importante funzione strutturale in zone di media o alta sismicità. A mio parere il taglio
termico rappresenta la soluzione più vantaggiosa economicamente e ha una maggiore durata nel tempo. Prima di procedere, chieda consigli e suggerimenti al suo tecnico di fiducia. Vincenzo Pupolizio, geometra Domanda Devo effettuare dei lavori di ristrutturazione nell’appartamento che ho acquistato recentemente con compromesso debitamente registrato. Posso usufruire delle agevolazioni fiscali anche se non ho ancora rogitato? Preciso che il rogito
verrà stipulato il 30 marzo 2016. Risposta SI. Con circolare n. 121/1998 il ministero delle Finanze (ora ministero dell’Economia e Finanza) ha decretato che anche il promissario acquirente può godere delle agevolazioni fiscali però alle seguenti condizioni: 1)che sia stato registrato il compromesso; 2)che il promissario acquirente sia stato immesso nel possesso dell’immobile; 3)che esegua gli interventi a proprio carico; 4)di farsi intestare le fatture; 5)di pagare con boni-
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fico bancario; 6)di adempiere gli obblighi di comunicazione al Comune; N.B.: Ricordo che l’eventuale comunicazio-
ne al Comune dovrà riportare sia il nome del venditore che dell’acquirente. Marco Secchi, geometra
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Ottobre 2015
MISANO
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Salute, prevenire meglio che curare Parole da e ‘Fnil’ ALLEGRO MA NON TROPPO
(Il vecchio nome di Misano Mare)
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MOTO GP 2015 - Una occasione persa. Piazza della Repubblica il lato brutto di Misano Adriatico. In atesa ad fè mei, e saria baste, met do bandiere, un info point, un po’ ad luce per ravivela una muliga... MOTO GP1- A pieno titolo, Valentino, cittadino onorario di Misano. Un fenomeno irripetibile, inimmaginabile. Rossi c’è! Dopo di lui speriamo di non vedere Rosso. Spirema cl’à dura. MOTO GP2 - Le settimane bianche, rosa, di ogni colore ed anche i raduni sportivi e non, funzionano. ‘ciandem na candela e fema in mod che l’an si smorta! MOTO GP3 - Fare prezzi onesti, rispettando il listino, per gli appassionati delle moto e in generale al turista che ci gratifica scegliendoci, significa guardare al futuro, offrendo in cambio la nostra romagnolità e signorile ospitalità. I nostri concorrenti, i né quei dla porta ad schent! MOTO GP4-Non è la viabilità a 3-4-5 corsie che risolve il problema dell’evaquazione di centomila e più tifosi. La normalità si gestisce da sola, l’evento straordinario vuole competenza. C’è? Eravamo stati preventivamente avvisati che ci sarebbe stato un pienone mai vest! MOTO GP5 - Con questo evento Misano è una sola grande città che unisce tutti i quartieri turistici, da Gabicce a Rimini. La Riviera di Rimini e San Marino una città unica quando pensa in grande. Altrochè Fundazion de Fnil! NOTA FINALE - E’ meglio la legittima trasformazione e ristrutturazione delle ex colonie in Hotel e Hotel Residence di pregio, oppure le trasformazioni in enormi colate di cemento per piccoli, inutili, inaccessibili e inabitati appartamenti ? Alla maniera del noto filosofo Catalano; l’è mei es bel bon in saluta e sgnor, o es bròt, cativ maled e puret. Questa un’è una dmanda ? Fatti!
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FOCUS - “Conoscere per prevenire”. E' il titolo di un ciclo di conferenze sulla salute che si tiene al Villa Argentina in ottobre. Ha organizzzato il Comitato citatdino presieduro da Luigi Guagneli. “L’importanza di prevenire le malattie - dice Guagneli - è fondamentale; la prevenzione la si fa soprattutto con la conoscenza: identificare le cause e le ragioni che ne facilitano l’insorgenza, significa formare nella popolazione un’idea positiva di salute come bene prezioso da proteggere da ogni rischio esterno o interno all’uomo”. “Negli anni - continua Guagneli - si è assistito oltre che ad un’evoluzione del concetto di salute, anche ad un riconoscimento del ruolo importante e determinante che la singola persona ha sul proprio stato di benessere attraverso la prevenzione; questa intesa come tutte quelle azioni che riducono i fattori di rischio e quindi la possibile comparsa di
Villaggio Argentina, il comitato
malattie, in poche parole gli stili di vita, quelle semplici ma importanti condotte quotidiane che tutti dovremo tenere, spesso sottovalutate e non considerate”. 5 ottobre, ore 20,30 “Una serata al femminile: lo screening dei tumori della mammella e del collo dell’utero”. con i dottori Franco Desiderio, Lorenzo Menghini e Debora Canuti. 12 ottobre, ore 20,30 “La diagnosi precoce del tumore del colon retto: l’importanza dello screening”. Ne parlano: Mauro Giovanardi (Specialista in Gastroenterologia ed
Endoscopia digestiva) e Debora Canuti (Responsabile Programma Screening Oncologici, Rimini). 13 ottobre, ore 20,30 “Prevenzione trattamento dell’invecchiamento osteo-articolare” con Mauro Tercon (Specialista in Fisiatria). 20 ottobre, ore 20,30 “ B P C O (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva): colpa del fumo ma non solo”. Relatore: Massimo Ermeti (specialista in Pneumotisiologia). 30 ottobre, ore 20,30 “La prevenzione
cardiovascolare” con Francesco La Vecchia (cardiologo). Le conferenze si tengono in Piazza Pio X, nella sala polivalente di Villaggio Argentina. Luigi Guagneli, il presidente: “Ringrazio e tutti coloro che hanno partecipato all'organizzazione delle serate. Un grazie particolare alla Farmacia Misano. ‘Prenditi a cuore. Controllati. Previeni’ potrebbe sembrare un mottto in realtà aiuta a vivere meglio. Noi abbiamo allestito il cartellone proprio per ‘aiutare’ a sensibilizzare i cittadini”. Per maggiori informazioni 346 5932157.
Ior, appuntamento con la cena sociale Il 25 ottobre al Centro sociale Del Bianco COMUNITA' - Annuale festa dell'Istituto oncologico romagnolo (Ior) al Centro sociale Giuseppe Del Bianco domenica 25 ottobre. Il programma: ore 12,30 grande pranzo sociale organizzato dai cuochi volontari esterni che come tanti anni collaborano insieme a noi. Durante il pranzo saranno sorteggiati numerosi premi della lotteria di beneficenza. Il pomeriggio viene allietato dallo scrittore poeta dialettale, barzellettiere il dottor Emilio Melchiorri. Noi dell'associazionee Istituto oncologico romagnolo vogliamo ringraziare tutte le persone che parteciperanno alla nostra festa, tutte le ditte e i negozi che ci offriranno i premi per la nostra lotteria. Tutti i volontari del Centro sociale Del Bianco che come sempre sia con noi che con altre associazioni si sacrificano lavorando per fare del bene. tutti i volontari
Un momento della cena dello scorso anno
esterni dai cuochi, ai camerieri, lavapiatti, autista, eccetera. I volontari dell'Istitutio oncologico romagnolo di Riccione che hanno collaborato tantissimo con noi e tutti i volontari di Misano. Con l'occasione vogliamo come sempre ringraziare tutti i medici, infermieri, tutto il personale operativo dei reparti di oncologia di Rimini, Cattolica e Novafeltria per il lavoro che fanno da tanti anni. Giuliano Cesaroni
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- Il turismo di Misano sarà coordinato da una Fondazione, creata lo scorso 28 luglio presso il notaio Andrea Aquilina. E' stato chiamato a presiederla Luigi Bellettini, uno dei dirigenti del Pd che più ha contribuito all'elezione a sindaco di Stefano Giannini. Perché la Fondazione? “Non può essere soltanto il pubblico ad investire risorse
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La neonata Fondazione coordinerà la promozione e gli eventi. Bellettini presidente
“Cerchiamo idee per il turismo” UOMINI
“E' chiaro che il mondo degli artigiani e dei commercianti dovrebbero entrare. E' chiaro che il sistema territorio deve essere unito”.
Soci, guida il Comune - Capitale sociale di 50mila euro, la Fondazione è costituita da 5 soci: il Comune (il 76%) Autodromo (6) Albergatori (6) Cooperativa bagnini (6) Consorzio bagnini (6%)
IL FATTO
per il turismo. Sono stato chiamato a presiederla dai soci non senza polemiche, vado avanti per la mia strada. Porterò l'esperienza maturata in questi anni. C'è un accordo: l'incarico di tre anni sarà finalizzato agli obiettivi raggiunti. Dietro la Fondazione c'è un segnale forte e di apertura. Credo che tutt'insieme dobbiamo lavorare, facendo sistema, su un settore strategico com'è il turismo per la nostra economia. Per quel che mi riguarda sono disposto a dialogare con tutti, nel rispetto dei ruoli e delle esperienze”. Che cosa state facendo? “Stiamo lavorando sul sito; con altri soggetti per vedere idee e costi. In base alle idee ed ai costi daremo gli incarichi”. Da dove arriveranno le
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vostre risorse? “Abbiamo un capitale di 50mila euro; 25mila sono indisponibili. L'idea degli amministratori è di far affluire una parte della tassa di soggiorno”. Il suo incarico è stato al centro di una caterva di polemiche, che dice? “Mi divertono. Credo che non devo dimostrare niente. Quando si è in vista c'è chi ti apprezza e chi no. E quando si prendono le decisioni non sempre puoi accontentare tutti. Il mio lavoro non è una sfida contro i detrattori ma lo è a favore della nostra comunità. Con la Fondazione si possono sfruttare meglio le potenzialità di Misano. Il moto-mondiale è la dimostrazione che ci sono tante cose da fare. Sono del parere
VOLONTARIATO
Pietas Julia, raccolta per lo Ior
Luigi Bellettini, neo presidente della Fondazione
che se si hanno degli obiettivi comuni si possano ottenere grandi risultati, come abbiamo dimostrato lo scorso settembre con gli eventi organizzati attorno al moto-mondiale”. Che cosa dice a chi è rimasto fuori? “E' chiaro che il mondo degli artigiani e dei commercianti dovrebbero entrare [Cna,
Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, ndr]. E' chiaro che il sistema territorio deve essere unito”. Il vostro primo evento legato alla MotoGp è iniziato con la polemica con Giorgio Torsani, non chiamato ad organizzare il ristoro. Che cosa è successo? “A Giorgio Torsani ho det-
Il consiglio d'amministrazione guidato da Luigi Bellettini è completato da: Manuela Tonini (vice), Pasqualina Pala (vice), Giuseppe Mazzotti, Daniele Muccioli e Umberto Trevi. Al presidente va un emolumento di 500 euro netti al mese. Niente ai consiglieri.
to che quest'anno Misano Eventi è tornato ad organizzare la serata collaterale alla MotoGp e che ha chiamato i collabora-
tori storici: i Comitati del Villaggio Argentina e di Scacciano, che sono preparati ed organizzati. Come e Comited de Fnil di Torsani coinvolge chi vuole nei suoi eventi, così anche noi. E' per tutto questo ragionamento che Torsani non può essere arrabbiato con noi”. Come vi muoverete come Fondazione? “Ricercheremo ogni occasione buona per portare momenti che possano allungare ed arricchire la nostra stagione. A tutti coloro i quali hanno idee dico che le porte sono aperte. Dalla città e dagli imprenditori, oltre che dal direttivo, ci aspettiamo buone idee sulle quali lavorare e concretizzare”.
COMUNITA'
E Fnil, aia romagnola in pista - Il gruppo di ballo della tradizione Cumited de Fnil di Misano Adriatico nasce al Centro sociale Del Bianco nel 2007. La prima esibizione la fecero per la festa del Crocifisso dell'Agina. Formato da otto coppie, portano sul palco i balli della tradizione romagnola; quelli che si consumavano nell'aia. I più famosi saltarel, frullana, vandareina, marsigliese e bal de capel... L'idea nacque sulla scia del blasonato Uva Grisa.
Da sinistra: Fabrizio miserocchi, Stefano Giannini, Ilva Melotti Solfrini e Giuliano Cesaroni
- Raccolti fondi per lo Ior (Istituto oncologico romagnolo) lo scorso 12 settembre durante la serata di gala durante la quale si sono esibiti i migliori atleti nazionali presentati dal direttore artistico Guido Mandreoli. Presenti numerosi ospiti: il sindaco Stefano Giannini, il direttore generale dello Ior Fabrizio Miserocchi, la dirigente Ior di Riccione Ilva Melotti Solfrini, un volontario dello Ior di Misano Giuliano Cesaroni ed il presidente nazionale Aics l'onorevole Bruno Moleo. La serata era all'interno della 39^ rassegna nazionale Aics di pattinaggio artistico. La manifestazione viene organizzata dalla Pieta Julia di Misano Adriatico presieduta da Claudio Faragona che con orgoglio ha detto di aver portato a Misano circa 1600 atleti provenienti da tutt'Italia. Annalisa Cesaroni
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“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Turbina, mitragliatrice, dirtigibile, bicicletta, antirabbica
Henry Ford
1886. Lavastoviglie La nobildonna americana Josephine Cochrane realizza la prima lavastoviglie della storia: una ruota con scansie di fil di ferro in cui trovano posto i piatti e i bicchieri; questa viene immersa in una tinozza e fatta girare da un motore a vapore sotto un getto d'acqua calda. L'invenzione non riscuote grande successo e solo dopo gli anni '40 del nostro secolo la lavastoviglie comincerà a entrare nelle case. La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1886. L'alluminio Scoperto nel 1807 da Davy e isolato per la prima volta nel 1823 da Oersted, l'alluminio (che non esiste allo stato libero in natura) veniva prodotto con procedimenti costosissimi. In questo giorno due scienziati, il francese Paul Louis Hèroult e l'americano Charles Martin Hall, sviluppano contemporaneamente e indipendentemente il metodo elettrolitico che renderà estremamente economica la produzione di alluminio preparando la strada alle grandi applicazioni (specie in aeronautica) del Ventesimo secolo. Hall e Hèroult non si conobbero mai eppure ebbero la vita segnata da coincidenze incredibili. Hèroult era nato il 10 aprile 1863, Hall il 6 dicembre 1863, otto mesi più tardi. Entrambi scoprirono lo stesso identico metodo nello stesso giorno. Infine, tutti e due morirono molto giovani, a cinquantun anni, nel 1914, a otto mesi di distanza. 1886. Onde elettromagnetiche In questo giorno il fisico tedesco Heinrich Rudolph Hertz (18571894) dimostra la possibilità di trasmettere energia da un circuito all'altro attraverso lo spazio, via onde elettromagnetiche. È la nascita della tecnica che rivoluzionerà le telecomunicazioni e che sarà sviluppata con il telegrafo senza fili (Marconi), la radio, la televisione, il radar e in mille altre applicazioni. Fino a questo giorno era nota la possibilità di indurre una corrente elettrica in un circuito attraverso variazioni di un campo elettromagnetico, ma non si riteneva possibile l'induzione a distanza, cioè una vera e propria trasmissione. Maxwell nelle equazioni del campo elettromagnetico aveva postulato che la grandezza del campo magnetico indotto fosse proporzionale alla frequenza di oscillazione del campo inducente, ma fino a questo mo-
mento non esistevano oscillatori a frequenza talmente elevata da dimostrare questa asserzione. Hertz, invece, proprio nel tentativo di dimostrare la teoria di Maxwell, ci riesce con un oscillatore di sua invenzione; il 13 novembre trasmette onde elettromagnetiche a un metro e mezzo di distanza tra due circuiti e il 2 dicembre ottiene la «risonanza» tra loro, cioè riesce ad «accordare» il secondo circuito sulla fre-
quenza del primo (fondamento della sintonia della futura radio). Hertz dimostra così anche l'esistenza delle onde elettromagnetiche. Il grande fisico muore prematuramente di setticemia nel 1894, a 37 anni, ma il suo «testimone» viene passato a Marconi, il quale proprio in quell'anno inizia a compiere gli esperimenti che pochi mesi dopo porteranno alla telegrafia senza fili (1895).
1887. Velocità terra Il fisico tedesco-americano Albert Michelson (1852-1931) e il chimico americano Edward Morley (1838-1923) rendono noti in questo giorno i risultati del famoso esperimento concepito per stabilire in che modo la velocità della Terra influisce sulla velocità della luce che la raggiunge. Nell'esperimento viene impiegato un interferometro, strumento inventato da Michelson nel 1881 e col quale è possibile suddividere un raggio di luce in due parti e inviare ciascuna lungo diversi cammini per poi ricongiungerle alla fine e stabilire se si sono verificate variazioni di fase, legate allo spazio percorso o alla velocità. I due scienziati dirigono i due fasci nella direzione del moto della Terra e in quella perpendicolare a essa. Sorprendentemente, ricongiungendo poi i due fasci non notano alcuna interferenza,
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Coordinata dalla parrocchia. Aiuti dall'Ausl e privati. Indumenti, letti, macchinari ospedalieri
Solidarietà, missione africana IL FATTO
- La parrocchia raddoppia. Con l’AUSL Rimini sempre in prima fila, la generosità del Living Sport, di Nello per il Real Misano, il Bike for Life di Fano, il centro Comboni di Riccione e decine di misanesi, questa volta con l’aiuto degli amici Samuel e Fusy, siamo riusciti a riempire un container di 12 metri, il doppio dell’ultimo spedito e consegnato nella foresta di Sichili, in Zambia. Anche questa volta scuola, sport e materiale ospedaliero hanno occupato gran parte dello spazio a disposizione; il resto è stato preso dal vestiario, 0-100 anni, tante televisioni e alcune
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Misano, la partenza biciclette che faranno scorrazzare i ragazzi sulle strade sabbiose dei villaggi più remoti. Con le maglie del Real Misano, i palloni e le scarpe donate dai clienti del Living Sport, cercheremo di organizzare un torneo di calcio, come abbiamo già fatto con successo a Sichili; poi
non mancheremo di portare i dieci letti promessi nel viaggio precedente al Blessed Family Maternity Hospital di Twabidi, un piccolo villaggio a 90 km da Kumasi. Il container appena partito, impiegherà un mese per arrivare al porto di Tema in Ghana;
poi ci saranno gli immancabili intoppi e arrabbiature per tirarlo fuori dal porto, ma come sempre l’arrivo nei villaggi ripagherà con la soddisfazione i momenti di tensione passati con gli ufficiali dai pensieri “tristi” della dogana portuale. Giuliano Pacifero.
Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn) CULTURA
Riflettere sul potere per cambiare se stessi - Il potere nelle sue diverse forme il filo conduttore della nuova rassegna filosofica pensata da Gustavo Cecchini e promossa dalla Biblioteca Comune di Misano. Nove incontri dove si alterneranno sul palco del cinema-Teatro Astra illustri filosofi, scrittori e pensatori del nostro tempo per riflettere sul potere per cercare di cambiare se stessi. 2 Ottobre. DIEGO FUSARO: “Non avrai altra società all’infuori di questa: ideologia e potere”. 9 Ottobre. MARCO GUZZI: “Il Potere spirituale”. 16 Ottobre. ALBERTO BAGNAI: “La tecnica al potere: intellettuali e democrazia al tempo della crisi”. 23 Ottobre. MICHELA MARZANO: “Le trappole del cuore: le dinamiche del potere nei rapporti affettivi”. 30 Ottobre. MAURIZIO VIROLI: “L’illusione del potere”.
Maurizio Viroli a Misano il 30 ottobre 6 Novembre. ROBERTA DE MONTICELLI: “Il potere e la realtà: il nuovo volto del realismo politico”. 13 Novembre. MASSIMO CACCIARI: “Il potere che frena”. 20 Novembre. LUIGI ZOJA “Potere e paranoia”. 27 Novembre. CARLO SINI: ”Il Potere della conoscenza”. Si tengono al teatro Astra, con inizio alle 21.
ARCHITETTURA
Fausto Savoretti
L'architetto Fausto Savoretti allestisce mostra su Mies van den Rohe a Bologna - Il misanese di Misano Monte Fausto Savoretti fa l'architetto a Bologna. Persona colta, dalle passioni ed interessi molteplici, ha firmato progetti di assoluto prestigio, come la sede della Cna di Ravenna, oppure lo stabilimento di una delle aziende più importanti del Bolognese; leader mondiale nella produzione dei bottoni. Ha messo piede, seppur con qualcosa di piccolo, al Palazzo dei Diamanti, a Ferrara. Si diceva persona dagli interessi in più discipline. A Bologna ha appena firmato l'allestimento di una mostra sul tedesco Mies van der Rohe, uno tra i massimi progettisti del secolo scorso. E' suo il famoso aforisma “less is more” (il meno è il più, la traduzione letterale). Si riferiva all'architettura ma la riflessione pèuò essere estesa alla vita. Non è un caso che sul soglio di Pietro c'è papa Bergoglio, che è un messaggio francescano. Titolo “Il padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg” (all'Abc, fino al 24 ottobre, dal martedì al sabato dalle 17,30 alle 19,30) raccoglie il progetto del padiglione tedesco all'esposizione universale di Barcellona del 1929. In tutto 24 disegni, 6 fotografie e le celebri poltrona e sgabello “Barcellona” disegnati dal tedesco, uno degli esponenti cardine del movimento Bauhaus. Dato il valore ed il successo, la mostra dovrebbe sbarcare anche in altri lidi.
MISANO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
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Dal 1960 al 1963. La sua storia in un piccolo e prezioso libro. Corse anche un giovane Giacomo Agostini
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SOLIDARIETA'
Progetto Sofia, raccolti 1.300 euro Mauro Ciaroni in uno dei suoi numerosi viaggi di solidarietà in Africa
La copertina del libro. Le moto passano davanti alla chiesa in costruzione (si nota con l'abito talare don Gino)
- Una serata fantastica la cena di beneficenza del Progetto Sofia dello scorso settembre, tenutasi all'hotel Caravel di Pesaro. Sono stati raccolti 1.300 euro che Mauro Ciaroni li ha fatti avere alla Casa del Bambino in Iraq (una scuola), al Baby Hospital Betlemme (Palestina), il Centro assistenza bambini terremotati a Katmandu in Nepal. “Ringrazio - dice Mauro Ciaroni - tutti coloro che hanno partecipato e che continuano a darmi una mano per cercare di far sorridere ed aiutare più bambini possibile. Un grazie particolare ai cittadini di Crevalcore per la loro sesnibilità; sono stato all'inaugurazione della scuola dell'infanzia domenica 13 set-
tembre ricostruita dopo il terremoto. Insieme ai bagnini misanesi andammo su con i fuoconi e quintali di pesce. Rustida che nel paese emiliano ancora ricordano con affetto. Inoltre, voglio anche condividere con chi legge la lettera giunta dalla Romania nei giorni scorsi. I genitori di Maria, una bambina operata al cuore nel maggio del 2014, ringraziano e informano che la loro piccola di 3 anni oggi sta benissimo”. Il Progetto Sofia è partito una decina di anni fa; finora ha distribuito solidarietà per molti centinaia di migliaia di euro; in quel primo Natale Mauro pensava di raccogliere un migliaio di euro. La forza della provvidenza...
Quando a Misano Mare c'era il circuito cittadino - Siamo nel 1960. Il Comune rifiuta al Moto club Riccione di organizzare un evento motoristico per le strade del paese. Grazie anche a Severino Tentoni e ad altri giovani misanesi iscritti al club riccionese, le gare vengono portate a Misano Mare. Si correrà anche l'anno successivo e nel 1963. Si fecero circa 12mila paganti lungo i 1.700 metri di “pista”. Lo straordinario successo fece cambiare parere agli amministratori che tre anni prima avevano detto no. Tutto questo è stato documentato nel libro: “Storia del Circuito Cittadino di Misano
SOLIDARIETA'
Apericena con “Io Centro” Il 25 ottobre alla “Quercia” - Apericena con concerto con “Io Centro”, l'associazione che ha sede presso il Centro Del bianco e che si occupa di ragazzi meno fortunati. L'appuntamento è il 25 ottobre al ristorante “La Quercia” alle 16 del pomeriggio. Un allegro pomeriggio di festa con ricco menu ed ottima musica dei “Déjà vu Quartet”. Ingresso euro 13. Il ricavato sarà interamente destinato al sostegno per le attività dei ragazzi dell’Associazione. Prenotazioni: Marina 347/7023252 0 5 4 1 / 6 1 5 8 2 4 marina.dalesio@alice.it Visite e contatti: A.P.S. IO CENTRO Via Carro, 23/b Misano Adriatico 0541/1646957. “Con la volontà comune di consolidare e potenziare la missione d’alto valore sociale di tutela e sviluppo del più importante patrimonio, quello umano, nell’ottobre 2013 si è costituita l’Associazione di Promozione Sociale IO CENTRO, ente operante nei
I ragazzi in uscita settori educativo, ricreativo e culturale. Un gruppo di genitori ha deciso liberamente di auto-organizzarsi in risposta ai bisogni di famiglie misanesi (ma anche di comuni limitrofi) con lo scopo di rappresentare una forma partecipativa della società civile esprimendo un valore aggiunto per tutta la collettività. L’idea di base è stata di voler creare un grande “contenitore” che accolga e promuova progetti e servizi rivolti ai giovani del territorio attraverso collaborazioni e co-
progettazioni con altri soggetti. L’auspicio è che sempre maggiore possa essere l’apporto proficuo di nuove forze ed energie attraverso la partecipazione di chiunque in qualunque modo a questa bella “impresa di vita”, per continuare il cammino sulla strada intrapresa della sana ed equilibrata maturazione dei nostri giovani in adulti compiuti e consapevoli all’interno di una comunità integrata e moderna in grado di riconoscere a tutti il proprio diritto di cittadinanza.
Le gare le organizzava il Moto Club Riccione, dopo il successo il Comune le riportò a Riccione. Prima le aveva rifiutate. Lavoro di Giancarlo Delucca LO SPORT Adriatico. Anni 1960 - 1961 1963”. La copertina reca il campione italiano riccionese Getullio Marcaccini a bordo di una Ducati 125. Presentato all'autodromo Santamonica lo scorso 9 settembre, ne è autore Giancarlo Delucca, presidente del Moto club Misano Adriatico. Iniziato a 45 anni, l'albergatore ancora oggi si cimenta con le gare riservate ai senior. Nei primi anni '60, Delucca era un ragazzotto. Ricorda, con
un sorriso largo, che senza soldi per entrare insieme ad un amico si lanciano a tutta velocità in bicicletta per far “aprire” gli uomini di servizio custodi ad una porta d'ingresso. Tutti si scansano; i due ragazzi bucano e nascondono le bici sotto un camion; si godono le gare gratis. Oltre che a raccontare le gare, le fotografie delle 24 pagine sono uno spaccato di una Misano Mare ancora in costruzione. In una delle istantanee si
nota don Gino davanti alla chiesa cantierata; su una impalcatura spuntano delle teste. Chi l'avrebbe mai detto che il burbero don Gino fosse uno spettatore interessato? A pagina 6 c'è una bella immagine del centauro misanese per antonomasia: Mario Bertozzi (per gli amici Pioz), su Gilera. Prova il circuito senza casco. Il Moto Club Misano Adriatico nasce nel 1978 per far correre Giancarlo Bacchini. In questi 30 anni hanno organizzato oltre 100 gare. Nel 1984, organizzano il mondiale come direzione gara e segreteria. La pubblicazione è stata possibile grazie ad amici sponsor di Delucca: Damiani Trasporti, Cubia Cash& Carry, L'Angolo della Piada, Girometti De Angeli e Frisoni Sante.
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SPECIALE
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PARTE TERZA
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Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
- “Mettere l’economia al servizio dei popoli”, sintetizza il proprio messaggio Francesco concludendo il personale ‘Discorso della Montagna’, sulle orme di quello del suo Fondatore e Capo. In questa Terza, e più pregnante, parte raggiunge forme di radicalità assoluta. Pur nella continuità (altrettanto assoluta) con tutta la storia del cristianesimo sub specie Chiesa Cattolica. Beh, diciamo almeno con la miglior storia. “Vorrei che pensassimo insieme alcuni compiti importanti per questo momento storico”, dice ancora Francesco-Jorge Mario Bergoglio. Ed indica la traccia di una svolta che resterà. Un dialogo a questo proposito è doveroso, ma dopo aver preso atto, e riflettuto, ed approfondito, la novità cui dà corpo e membra. Ogni parola in più, se pure di apprezzamento, significherebbe ridurre la portata delle sue, che vanno apprezzata leggendo ed approfondendo quanto dice. Nel caso specifico, e in generale. A seguire e concludere, a novembre, il ‘Discorso della Montagna’ all’origine di tutto, quello di Cristo. Per i poveri cristi. Poi apriamo il dibattito... Francesco Discorso di Santa Croce della Montagna Secondo incontro Mondiale dei Movimenti popolari Santa Cruz de la Sierra Bolivia 9 luglio 2015 Fonte: Sala Stampa Vaticana 3. Infine vorrei che pensassimo insieme alcuni compiti importanti per questo momento storico, perché vogliamo un cambiamento positivo per il bene di tutti i nostri fratelli e sorelle, questo lo sappiamo. Vogliamo un cambiamento che si arricchisca con lo sforzo congiunto dei governi, dei movimenti popolari e delle altre forze sociali, ed anche questo lo sappiamo. Ma non è così facile da definire il contenuto del cambiamento, si potrebbe dire il programma sociale che rifletta questo progetto di fraternità e di giustizia che ci aspettiamo. Non è facile definirlo. In tal senso, non aspettatevi da questo Papa una ricetta. Né il Papa né la Chiesa hanno il monopolio della interpretazione della realtà sociale né la proposta di soluzioni ai problemi contemporanei. Oserei dire che non esiste una ricetta. La storia la costruiscono le generazioni che si succedono nel quadro di popoli che camminano cercando la propria strada e rispettando i valori che Dio ha posto nel cuore. Vorrei, tuttavia, proporre tre grandi compiti che richiedono l’appoggio determinante dell’insieme di tutti i movimenti popolari: 3.1. Il primo compito è quello di mettere l’economia al servizio dei popoli: gli esseri umani e la natura non devono essere al servizio del denaro. Diciamo NO a una economia di esclusione e inequità in cui il denaro domina invece di servire. Questa economia uccide. Questa economia è escludente. Questa economia distrugge la Madre Terra. L’economia non dovrebbe essere un meccanismo di accumulazione, ma la buona amministrazione della casa comune. Ciò significa custodire gelosamente la casa e distribuire adeguatamente i beni tra tutti. Il suo scopo non è solo assicurare il
“Mettere l'economia al servizio dei popoli” cibo o un “decoroso sostentamento”. E nemmeno, anche se sarebbe comunque un grande passo avanti, garantire l’accesso alle “tre t” per le quali voi lottate. Un’economia veramente comunitaria, direi una economia di ispirazione cristiana, deve garantire ai popoli dignità, «prosperità senza escludere alcun bene» (Giovanni XXIII, Lett. Enc. Mater et Magistra [15 maggio 1961], 3: AAS 53 (1961), 402). Quest’ultima frase la disse il Papa Giovanni XXIII cinquant’anni fa. Gesù dice nel Vangelo che a chi avrà dato spontaneamente un bicchier d’acqua a un assetato, ne sarà tenuto conto nel Regno dei cieli. Ciò comporta le “tre t”, ma anche l’accesso all’istruzione, alla salute, all’innovazione, alle manifestazioni artistiche e culturali, alla comunicazione, allo sport e alla ricreazione. Un’economia giusta deve creare le condizioni affinché ogni persona possa godere di un’infanzia senza privazioni, sviluppare i propri talenti nella giovinezza, lavorare con pieni diritti durante gli anni di attività e accedere a una pensione dignitosa nell’anzianità. Si tratta di un’economia in cui l’essere umano, in armonia con la natura, struttura l’intero sistema di produzione e distribuzione affinché le capacità e le esigenze di ciascuno trovino espressione adeguata nella dimensione sociale. Voi, e anche altri popoli, riassumete questa aspirazione in un modo semplice e bello: “vivere bene” – che non è lo stesso che “passarsela bene”. Questa economia è non solo auspicabile e necessaria, ma anche possibile. Non è un’utopia o una fantasia. È una prospettiva estremamente realistica. Possiamo farlo. Le risorse disponibili nel mondo, frutto del lavoro intergenerazionale dei popoli e dei doni della creazione, sono più che sufficienti per lo sviluppo integrale di «ogni uomo e di tutto l’uomo» (Paolo VI, Lett. Enc. Populorum progressio [26 marzo 1967], 14: AAS 59 (1967), 264). Il problema, invece, è un altro. Esiste un sistema con altri obiettivi. Un sistema che oltre ad accelerare in modo irresponsabile i ritmi della produzione, oltre ad incrementare nell’industria e nell’agricoltura metodi che danneggiano la Madre Terra in nome della “produttività”, continua a negare a miliardi di fratelli i più elementari diritti economici, sociali e culturali. Questo sistema attenta al progetto di Gesù, contro la Buona Notizia che ha portato Gesù. L’equa distribuzione dei frutti della terra e del lavoro umano non è semplice filantropia. E’ un dovere morale. Per i cristiani, l’impegno è ancora più forte: è un comandamento. Si tratta di restituire ai poveri e ai popoli ciò che appartiene a loro. La destinazione universale dei beni non è un ornamento discorsivo della dottrina sociale della Chiesa. E’ una realtà antecedente alla proprietà privata. La proprietà, in modo particolare quando tocca le risorse naturali, dev’essere sempre in funzione dei bisogni dei popoli. E questi bisogni non si limitano al consumo. Non basta lasciare cadere alcune gocce quando i poveri agitano questo bic-
Francesco Discorso della montagna presentazione di Gabriele Paci
chiere che mai si versa da solo. I piani di assistenza che servono a certe emergenze dovrebbero essere pensati solo come risposte transitorie, occasionali. Non potrebbero mai sostituire la vera inclusione: quella che dà il lavoro dignitoso, libero, creativo, partecipativo e solidale. In questo cammino, i movimenti popolari hanno un ruolo essenziale, non solo nell’esigere o nel reclamare, ma fondamentalmente nel creare. Voi siete poeti sociali: creatori di lavoro, costruttori di case, produttori di generi alimentari, soprattutto per quanti sono scartati dal mercato mondiale. Ho conosciuto da vicino diverse esperienze in cui i lavoratori riuniti in cooperative e in altre forme di organizzazione comunitaria sono riusciti a creare un lavoro dove c’erano solo scarti dell’economia idolatrica. E ho visto che alcuni sono qui. Le imprese recuperate, i mercatini liberi e le cooperative di raccoglitori di cartone sono esempi di questa economia popolare che emerge dall’esclusione e, a poco a poco, con fatica e pazienza, assume forme solidali che le danno dignità. Come è diverso questo rispetto al fatto che gli scartati dal mercato formale siano sfruttati come schiavi! I governi che assumono come proprio il compito di mettere l’economia al servizio della gente devono promuovere il rafforzamento, il miglioramento, il coordinamento e l’espansione di queste forme di economia popolare e di produzione comunitaria. Ciò implica migliorare i processi di lavoro, provvedere infrastrutture adeguate e garantire pieni diritti ai lavoratori di questo settore alternativo. Quando Stato e organizzazioni sociali assumono insieme la missione delle “tre t” si attivano i principi di solidarietà e di sussidiarietà che permettono la costruzione del bene comune in una democrazia piena e partecipativa. 3.2. Il secondo compito è quello di unire i nostri popoli nel cammino della pace e della giustizia. I popoli del mondo vogliono essere artefici del proprio destino. Vogliono percorrere in pace la propria marcia verso la giustizia. Non vogliono tutele o ingerenze in cui il più forte sottomette il più debole. Chiedono che la loro cultura, la loro lingua, i loro processi sociali e le loro tradizioni religiose siano rispettati. Nessun potere di fatto o costituito ha il diritto di privare i paesi poveri del pieno esercizio della propria sovranità e, quando lo fanno, vediamo nuove forme di colonialismo che compromettono seriamente le possibilità di pace e di giustizia, perché «la pace si fonda non solo sul rispetto dei diritti dell’uomo, ma anche su
quello dei diritti dei popoli, in particolare il diritto all’indipendenza» (Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 157). I popoli dell’America Latina hanno partorito dolorosamente la propria indipendenza politica e, da allora, portano avanti quasi due secoli di una storia drammatica e piena di contraddizioni cercando di conquistare la piena indipendenza. In questi ultimi anni, dopo tante incomprensioni, molti Paesi dell’America Latina hanno visto crescere la fraternità tra i loro popoli. I governi della regione hanno unito le forze per far rispettare la propria sovranità, quella di ciascun Paese e quella della regione nel suo complesso, che in modo così bello, come i nostri antichi padri, chiamano la “Patria Grande”. Chiedo a voi, fratelli e sorelle dei movimenti popolari, di avere cura e di accrescere questa unità. Mantenere l’unità contro ogni tentativo di divisione è necessario perché la regione cresca in pace e giustizia. Nonostante questi progressi, ci sono ancora fattori che minano lo sviluppo umano equo e limitano la sovranità dei paesi della “Patria Grande” e di altre regioni del pianeta. Il nuovo colonialismo adotta facce diverse. A volte, è il potere anonimo dell’idolo denaro: corporazioni, mutuanti, alcuni trattati chiamati “di libero commercio” e l’imposizione di mezzi di “austerità” che aggiustano sempre la cinta dei lavoratori e dei poveri. Come Vescovi latinoamericani lo denunciamo molto chiaramente nel Documento di Aparecida, quando affermano che «le istituzioni finanziarie e le imprese transnazionali si rafforzano fino al punto di subordinare le economie locali, soprattutto indebolendo gli Stati, che appaiono sempre più incapaci di portare avanti progetti di sviluppo per servire le loro popolazioni» (V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano [2007], Documento conclusivo, 66). In altre occasioni, sotto il nobile pretesto della lotta contro la corruzione, il traffico di droga e il terrorismo gravi mali dei nostri tempi che richiedono un intervento internazionale coordinato - vediamo che si impongono agli Stati misure che hanno poco a che fare con la soluzione di queste problematiche e spesso peggiorano le cose. Allo stesso modo, la concentrazione monopolistica dei mezzi di comunicazione che cerca di imporre
alienanti modelli di consumo e una certa uniformità culturale è un altro modalità adottata dal nuovo colonialismo. Questo è il colonialismo ideologico. Come dicono i Vescovi dell’Africa, molte volte si pretende di convertire i paesi poveri in «pezzi di un meccanismo, parti di un ingranaggio gigantesco» (Giovanni Paolo II, Esort. Ap. Ecclesia in Africa [14 settembre 1995], 52: AAS 88 [1996], 32-33; cfr Lett. Enc. Sollecitudo rei socialis [30 dicembre 1987], 22: AAS 80 [1988], 539). Occorre riconoscere che nessuno dei gravi problemi dell’umanità può essere risolto senza l’interazione tra gli Stati e i popoli a livello internazionale. Ogni atto di ampia portata compiuto in una parte del pianeta si ripercuote nel tutto in termini economici, ecologici, sociali e culturali. Persino il crimine e la violenza si sono globalizzati. Pertanto nessun governo può agire al di fuori di una responsabilità comune. Se vogliamo davvero un cambiamento positivo, dobbiamo accettare umilmente la nostra interdipendenza, cioè la nostra sana interdipendenza. Ma interazione non è sinonimo di imposizione, non è subordinazione di alcuni in funzione degli interessi di altri. Il colonialismo, vecchio e nuovo, che riduce i paesi poveri a semplici fornitori di materie prime e manodopera a basso costo, genera violenza, povertà, migrazioni forzate e tutti i mali che abbiamo sotto gli occhi... proprio perché mettendo la periferia in funzione del centro le si nega il diritto ad uno sviluppo integrale. E questo, fratelli, è inequità, e l’inequità genera violenza che nessuna polizia, militari o servizi segreti sono in grado di fermare. Diciamo NO, dunque, a vecchie e nuove forme di colonialismo. Diciamo SÌ all’incontro tra popoli e culture. Beati coloro che lavorano per la pace. Qui voglio soffermarmi su una questione importante. Perché qualcuno potrà dire, a buon diritto, “quando il Papa parla di colonialismo dimentica certe azioni della Chiesa”. Vi dico, a malincuore: si sono commessi molti e gravi peccati contro i popoli originari dell’America in nome di Dio. Lo hanno riconosciuto i miei predecessori, lo ha detto il CELAM, il Consiglio Episcopale Latinoamericano, e lo voglio dire anch’io. Come san Giovanni Paolo II, chiedo che la Chiesa «si inginocchi dinanzi a Dio ed implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli» (Bolla Incarnationis mysterium [29 novembre 1998], 11: AAS 91 [1999], 140). E desidero dirvi, vorrei essere molto chiaro, come lo era san Giovanni Paolo II: chiedo umilmente perdono, non solo per le offese della propria Chiesa, ma per i crimini contro le popolazioni indigene durante la cosiddetta conquista dell’America. E insieme a questa richiesta di perdono, per essere giusti, chiedo anche che ricordiamo migliaia di sacerdoti e vescovi, che opposero fortemente alla logica della spada con la forza della Croce. Ci fu peccato, ci fu peccato e abbondante, ma
non abbiamo chiesto perdono, e per questo chiediamo perdono, e chiedo perdono, però là, dove ci fu il peccato, dove ci fu abbondante peccato, sovrabbondò la grazia mediante questi uomini che difesero la giustizia dei popoli originari. Chiedo anche a tutti voi, credenti e non credenti, di ricordarvi di tanti vescovi, sacerdoti e laici che hanno predicato e predicano la Buona Notizia di Gesù con coraggio e mansuetudine, rispetto e in pace - ho detto vescovi, sacerdoti e laici; non mi voglio dimenticare delle suore, che anonimamente percorrono i nostri quartieri poveri portando un messaggio di pace e di bene -, che nel loro passaggio per questa vita hanno lasciato commoventi opere di promozione umana e di amore, molte volte a fianco delle popolazioni indigene o accompagnando i movimenti popolari anche fino al martirio. La Chiesa, i suoi figli e figlie, sono una parte dell’identità dei popoli dell’America Latina. Identità che, sia qui che in altri Paesi, alcuni poteri sono determinati a cancellare, talvolta perché la nostra fede è rivoluzionaria, perché la nostra fede sfida la tirannia dell’idolo denaro. Oggi vediamo con orrore come il Medio Oriente e in altre parti del mondo si perseguitano, si torturano, si assassinano molti nostri fratelli a causa della loro fede in Gesù. Dobbiamo denunciare anche questo: in questa terza guerra mondiale “a rate” che stiamo vivendo, c’è una sorta – forzo il termine – di genocidio in corso che deve fermarsi. Ai fratelli e alle sorelle del movimento indigeno latinoamericano, lasciatemi esprimere il mio più profondo affetto e congratularmi per la ricerca dell’unione dei loro popoli e delle culture; unione che a me piace chiamare “poliedro”: una forma di convivenza in cui le parti mantengono la loro identità costruendo insieme una pluralità che, non mette in pericolo, bensì rafforza l’unità. La loro ricerca di questo multiculturalismo, che combina la riaffermazione dei diritti dei popoli originari con il rispetto dell’integrità territoriale degli Stati, ci arricchisce e ci rafforza tutti. 3.3. Il terzo compito, forse il più importante che dobbiamo assumere oggi, è quello di difendere la Madre Terra. La casa comune di tutti noi viene saccheggiata, devastata, umiliata impunemente. La codardia nel difenderla è un peccato grave. Vediamo con delusione crescente che si succedono uno dopo l’altro vertici internazionali senza nessun risultato importante. C’è un chiaro, preciso e improrogabile imperativo etico ad agire che non viene soddisfatto. Non si può consentire che certi interessi – che sono globali, ma non universali – si impongano, sottomettano gli Stati e le organizzazioni internazionali e continuino a distruggere il creato. I popoli e i loro movimenti sono chiamati a far sentire la propria voce, a mobilitarsi, ad esigere – pacificamente ma tenacemente – l’adozione urgente di misure appropriate. Vi chiedo, in nome di Dio, di difendere la Madre Terra. Su questo argomento mi sono debitamente espresso nella Lettera Enciclica Laudato si’, che credo vi sarà consegnata alla fine. (3. continua)
Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
IMPEGNO CIVILE
alcuni postulati, due fra i tanti quello della “molteplicità dei doni e dei ministeri” e quello delle “diversità riconciliata”. E questa concordanza di veduta è stata messa in risalto proprio nel benvenuto offerto dal moderatore della Tavola Valdese, past. Eugenio Bernardini: “Abbiamo letto nella sua ‘Esortazione apostolica’ Evangelii gaudium due affermazioni sul modo di intendere e vivere l’ecumenismo che siamo lieti di poter condividere”. Una delle frasi salienti del papa è la seguente: “L’unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità. I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra di loro. Ciò è ben chiaro nel Nuovo Testamento, dove, pur essendo chiamati fratelli tutti coloro che condividevano la stessa fede in Gesù Cristo, si intuisce che non tutte le comunità cristiane, di cui essi erano parte, avevano lo stesso stile, né un’identica organizzazione interna. Addirittura, all’interno della stessa piccola comunità si potevano scorgere diversi carismi (cfr 1 Cor 12-14) e perfino nell’annuncio del Vangelo vi erano diversità e talora contrasti (cfr At 15,36-40). Purtroppo, è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
Papa Bergoglio al contrario, è un dato presente fin dai primi giorni, che ha caratterizzato come costitutivamente pluriforme l’unità cristiana. Unità della chiesa e diversità delle sue forme istituzionali sono dunque contemporanee come caratteristiche della chiesa cristiana (notae ecclesiae). Come lo Spirito Santo è unico ma dà luogo a una ‘varietà di doni’ (1 Corinzi 12,4), così la Chiesa di Gesù Cristo è una e pluriforme, non uniforme. La diversità non è una semplice e (forse) scomoda appendice dell’unità o un suo corollario, ma è ciò che la costituisce e caratterizza. Tanto
di Roberto Iannò*
Protestantesimo e cattolicesimo dialogare su temi di più ampia portata e che minano, di fatto, la ragion d’essere del protestantesimo
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Una riflessione dopo lo storico incontro
LA RIFLESSIONE
– A distanza di alcuni mesi dalla recente visita del papa al tempio valdese, ho riflettuto sul significato che questo ha avuto, o poteva avere, per il protestantesimo italiano e i suoi rapporti con il cattolicesimo. Da una parte, condivido l’apprezzamento che il mondo cattolico e protestante ha espresso riguardo alla richiesta di perdono del papa verso il popolo valdese: le scuse vanno sempre accolte, soprattutto se fatte invocando il perdono di Dio. E se in quell’incontro si fosse parlato soltanto di scuse e richiesta di perdono, terminando con una preghiera comune, non avrei avuto altro da dire. Ma, questo fatto, così eccezionale e mediaticamente rilevante, è stato intessuto in un quadro teologico ed ecclesiologico di riferimento che ha visto protestantesimo e cattolicesimo dialogare su temi di più ampia portata e che minano, di fatto, la ragion d’essere del protestantesimo. Sì, perché il papa parla con il linguaggio proprio degli ambienti ecumenici – e come potrebbe fare altrimenti – così caro al protestantesimo storico italiano. Un concetto di ecumenismo basato su
Ottobre 2015
Chiesa valdese, visita del papa finiscano per farsi la guerra l’uno contro l’altro”. Credo che come protestante non possa concordare con questa visione perché ne va di mezzo la stessa natura del protestantesimo. Il papa cerca di giustificare – normalizzare – la diversità. E se questo avviene, perde di pregnanza la stessa ragione d’essere del protestantesimo. Riferirsi alle diversità
della chiesa primitiva per giustificare – e legittimare – le diversità di vedute tra cattolicesimo e protestantesimo è, a mio avviso, spingersi troppo in là. Ma non lo è per i miei fratelli valdesi che, al loro Sinodo del 1998, parlando dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, hanno sostenuto la medesima tesi: “È noto che il cristianesimo è appar-
so, nel secolo apostolico, sul palcoscenico della storia non in un’unica forma di chiesa uguale dappertutto, ma in una pluralità di forme di chiesa, che costituisce uno dei tratti salienti e originali del fenomeno. La diversità non è dunque un dato tardivo, che in un secondo momento è venuto a incrinare o scomporre un ipotetico quadro uniforme delle origini, ma,
che è stato detto, con ragione, che l’unità cristiana non è solo un’unità nella diversità ma tramite la diversità. (…) Perciò nella futura comunione ecumenica occorrerà che le diverse chiese e confessioni siano presenti nella loro robusta individualità storica e spirituale, liberata da settarismi, parzialità e travisamenti”. E. Bernardini la riassume così
2. Milano expo, chiesa e agricoltura mondiale Bellissimo il Padiglione del Montenegro fatto con fili di lana che si riflettevano in pavimento di specchi
di Gianfranco Vanzini - Dall’apertura dell’Expo di Milano sulla fame nel mondo, circola con insistenza una domanda: “Esiste nel mondo sufficiente disponibilità di cibo per sfamare tutti?”. La risposta è senz’altro positiva, a patto però, che qualcosa cambi radicalmente e tutti insieme si ricerchi un nuovo modello di sviluppo globale, con precise finalità e caratteristiche. Una prima condizione è che si trovi, una più equa ripartizione dei redditi prodotti e un credito meglio ripartito e utilizzato tra i diversi popoli della terra. A questo va aggiunto, con urgenza, il superamento e l’abbandono della logica della “finanziarizzazione” con il recupero di una maggiore attenzione alla economia reale. I mercati finanziari, particolarmente in questi ultimi anni, si sono mossi e si muovono solo nell’ottica del profitto a breve termine e della speculazione pura, senza alcun riferimento né a valori etici, né agli effetti delle loro azioni sulla economia reale e sulla vita degli individui. Nonostante alcuni tentativi di regolamentare e governare le scorribande finanziarie, i mercati finanziari hanno continuato e continuano imperterriti, nella loro opera di destabilizzazione dell’economia. Qualcuno, addirittura, vorrebbe eliminare anche i pochi lacci e lacciuoli esistenti per potere operare con una libertà assoluta. E’ il caso allora di fare un po’
di chiarezza e chiamare le cose con il proprio nome. Dire i “mercati finanziari” è come dire “nessuno”. Chi sono i mercati? Chi li conosce? Il mercato è una entità astratta e pertanto senza alcuna responsabilità diretta. La responsabilità è sempre un fatto personale per cui sarebbe meglio dire: i mercanti, i banchieri e i loro più diretti collaboratori, che guidano le grandi Istituzioni private o pubbliche, sono questi che fanno e disfano, che comprano e vendono, nei modi più disparati e assurdi e che con le loro scorribande provocano i rialzi e i ribassi dei prezzi, senza alcun riferimento alle realtà sottostanti. I mercati in questo modo sono diventati “bische” o “sale scommesse” quando invece dovrebbero essere luoghi per favorire lo scambio di merci e di prodotti a prezzi corretti. Proviamo a lavorare, tutti, per la nascita di un sistema che torni, a livello mondiale, a mettere al centro l’economia reale e in particolare l’agricoltura. Riducendo le operazioni prettamente speculative (esempio ven-
dite allo scoperto) come diretta conseguenza, diminuirebbero anche le oscillazioni artificiali dei prezzi delle materie prime e dei prodotti agricoli. Ad avvantaggiarsene sarebbero soprattutto i paesi poveri che potrebbero programmare meglio il loro futuro. Una intelligente e corretta gestione della finanza e del credito, che mettesse a disposizione risorse per progetti a favore degli agricoltori e dei produttori, in particolare attraverso il microcredito, potrebbe completare il quadro verso un nuovo modello di sviluppo più integrale e umano. Per realizzare un modello di questo tipo esiste già una buona base di partenza costituita dall’agricoltura familiare, già presente nel mondo, sotto forma di oltre 500 milioni di micro aziende operanti nei diversi paesi. Opportunamente aiutate e guidate, queste piccole realtà potrebbero essere in grado di dare vita a veri e propri distretti rurali capaci anche di raggiungere quelle “masse critiche” necessarie per presentarsi adeguatamente sui mercati locali, nazionali o anche
internazionali. Riscoprire l’agricoltura, ma anche rinnovarla e sensibilizzarla. E’ l’agricoltura che ha il compito di produrre il cibo per sfamare il mondo, utilizzando il terreno che il Creatore ha messo a disposizione per tutto il genere umano. Non sempre, però, questo terreno è stato utilizzato bene e oggi ne subiamo le conseguenze. La nuova frontiera dell’agricoltura non può più essere la corsa alla produzione fine a se stessa, quanto piuttosto la ricerca della maniera più sostenibile per produrre cibo. In altre parole non solo produrre di più, ma produrre meglio. Mi permetto alcuni suggerimenti: ridurre gli impatti negativi sull’ambiente, come il disboscamento selvaggio senza alcuna ripiantumazione, o l’abbandono di terreni incolti, aumentare l’uso di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, migliorare l’efficienza delle colture e degli allevamenti, ridurre gli sprechi di risorse e di territorio e puntare ad un riciclo integrale degli scarti e dei sottoprodotti. In definitiva: etica, scienza e tecnica che, ognuna per la propria parte, indicano agli operatori cosa produrre e come produrre.
nel suo discorso di benvenuto: “Crediamo anche noi che l’unità cristiana possa e debba essere concepita proprio così: come ‘diversità riconciliata’, in cui occorre sottolineare sia la parola ‘diversità’, sia l’esigenza che sia ‘riconciliata’”. Ma come si fa a riconciliare una diversità basata su differenze teologiche, che ai tempi della nascita della Riforma furono piuttosto definite eresie? Come si fa a fare la “quadratura del cerchio”? Inoltre, il papa individua due possibili ambiti di collaborazione: uno è quello del servizio – condivisibile da tutti i cristiani – e l’altro è quello dell’evangelizzazione – ovviamente questo non condivisibile. Afferma il papa: “Un ambito nel quale si aprono ampie possibilità di collaborazione tra valdesi e cattolici è quello
Il papa individua due possibili ambiti di collaborazione: uno è quello del servizio – condivisibile da tutti i cristiani – e l’altro è q u e l l o dell’evangelizzazione – ovviamente questo non condivisibile dell’evangelizzazione… per trasmettere loro il cuore del Vangelo ossia ‘la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto’”. Ma un Vangelo testimoniato in comune, grazie a una riduzione ai minimi termini della Parola di Dio, non è più Vangelo. Non si può testimoniare dell’Evangelo avendo alla base così profonde differenze teologiche, soteriologiche ed ecclesiologiche. È questo relativismo dottrinale che può portare il papa a dire: “Uno dei principali frutti che il movimento ecumenico ha già permesso di raccogliere in questi anni è la riscoperta della fraternità che unisce tutti coloro che credono in Gesù Cristo e sono stati battezzati nel suo nome”. “Battezzati nel suo nome”? Ma per molti protestanti il pedobattesimo cattolico non è riconosciuto… non possiamo quindi riconoscerci fratelli “in nome” di questo simbolo… lo possiamo fare per altri motivi, ma non per un battesimo che, di fatto, non lo è. Invece per i valdesi lo può essere perché essi affermano, sempre al Sinodo del 1998: “Il fatto del battesimo e il suo significato biblico essenziale (appartenenza a Cristo, nel contesto del Patto di Dio con il suo popolo e della confessione della fede) sono comuni a tutti i cristiani e costituiscono tra loro un importante vincolo di unità”. (continua...)
*Pastore della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, e direttore nazionale del Dip. Educazione e Famiglia
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Marcello Bartolini
Gli itinerari della buona tavola
Sulle colline di Riccione, lo storico ristorante della famiglia Gambuti. Maurizio a ricevere gli ospiti, la sorella Mariella in cucina
Casale, buona cucina con balcone sul mare La veranda del Casale
di Marcello Bartolini - Questo mese, che ci introduce con le prime nebbie e foschie verso l’autunno, mi pare appropriato calarsi in sapori “decisi e intensi”, e rendere onore a quei piatti elaborati con i prodotti stagionali e perchè no anche con lo stesso “principe” ossia il tartufo. Sono quindi al Casale di Riccione, e dire che al Casale si mangia bene, non è una novità e neanche una scoperta. Il locale si trova sulla collina, panoramico e vede mare e costa, quella di Riccione e ancora fino a quella verso Cattolica. Si trova anche tra le principali e più belle discoteche della riviera e come ristorante la fa da “re” tra queste regine del divertimento, più mondano e esclusivo. Il locale è ubicato sulla destra di via Abruzzi risalendo questa collina che superata introduce alla bella campagna di Misano Monte. Un bel casolare in stile portoghese ma anche dai tratti romagnoli, con una particolare e ”sbalzante terrazza” colorata con ceramiche amalfitane, pronta d’estate, a captare brezza e “salsedine” che salgono dal mare. Il ristorante è li già dagli anni '70, per opera ed idea ( e intuito) della famiglia Gambuti di Morciano, in particolare della signora Nella che assieme ai figli Maurizio e Mariella, decidono di portare il meglio della loro tradizione ed esperienza
culinaria su questo “bel posto” di Riccione. La cucina è affidata alle donne ossia alla signora Nella e alla figlia Mariella. La signora Nella è una persona puntuale e precisa e il carattere di tale sua personalità lo si ritrova nei suoi piatti, mai lasciati al caso. Quando parlo con lei di cucina, la conosco da anni, percepisco come certe sue conoscenze e alchimie le sono innate e alle mie domande e curiosità, con la sua sottile voce, risponde con semplici e scontati assensi e spiegazioni, naturali per lei, per me un pò meno... . Una donna d’altri tempi, artefice di quella cucina tradizionale “romagnola” sana ed anche ricercata nei sapori, e, per me, l’opera massima della Nella sta ancora nel suo coniglio all’aceto. Il coniglio viene tagliato a pezzi e servito in una casseruola, l’intingolo di base è con olio di oliva, la carne si arrichisce di questo sapore e profumo di aceto che non prevale e il condimento ( bianco) va poi raccolto con una fumante piadina romagnola tagliata a pezzi e servita a bordo del reci-
piente, mangi il coniglio ma l’obiettivo è anche quello di far posto al più presto ad una “scarpetta strepitosa”, con la piadina! Non sono riuscito mai a capire i termini precisi della ricetta ma credo che il trucco stia anche nel tenere per ore il coniglio a bagno di aceto (bianco) quindi un piatto ben pensato e meditato. Vi parlo ora di Mariella, ossia delle mie sensazioni che la stessa come cuoca e testimone della madre, mi trasmette soprattutto con i suoi primi piatti. Sono una “summa” di costante dedizione a tale arte culinaria o meglio nella ricerca di mettere a punto gli accostamenti tra le varie paste e condimenti, attività che Mariella ha coltivato fin dagli anni '80 con numerosi corsi nelle principali scuole italiane e straniere, gli attestati ovunque presenti nel locale ne sono, anche, la prova della eccellente riuscita. Per farvi un esempio, i suoi eclettici ravioli al sapore di tartufo, trattati con un pizzico di panna e formaggio, hanno una
armonia calibrata di sapori, leggeri e direi vellutati, come la composizione di una musica con note, per l’appunto in perfetta sintonia, qui lo sono i vari toni degli ingredienti sapientemente amalgamati, ovviamente con pasta fatta in casa, e un pregiato tartufo, quello bianco! Se li paragonassi a un ritmo musicale direi che l’accostamento è quello di un valzer viennese, mentre se si vuole cambiare genere le mezze maniche al guanciale a sugo rosso mi fanno pensare senz’altro ad un buon tango! Altro piatto che qui va provato! Abbiamo detto che la stagione ci porta alla ricerca di sapori decisi e allora le costolette di agnello “presalé”, qui sono di burro, giustamente cucinate alla griglia e vicino ad un buon ( fine e setato) Barbaresco d’annata, come quello servitomi di Musso cantine di Barbaresco, completano il finale di questa partita “gastronomica”, il tutto sapientemente organizzato dal signor Maurizio (anzi Bango per gli amici), per tutti, che con consolidata maestria ti mette subito a tuo agio, ti accompagna con i suoi consigli e spiegazioni per tutta la serata e ti sorprende, a volte, con un ottimo salame naturale e ben stagionato, ovviamente senza che tu lo avessi richiesto; un vero signore, galante e patron d’esperienza nell’intrattenere e soddisfare i suoi commensali che qui entrano come clienti ma escono poi come amici...!
CATTOLICA
Amarcord
Ottobre 2015
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di Dorigo Vanzolini CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23
Il programma di ottobre - Sabato 10 e venerdì 30 ore 14: Torneo di briscola Contributo 5 euro. - Domenica 11 ore 15: Festa dell'Uva con Ballo col Trio ‘Amarcord’. Piccolo rinfresco - Contributo 7 euro. - Giovedì 15: Gita delle castagne. Partenza ore 7 e ritorno nel tardo pomeriggio. Costo 50 euro. - Sabato 17 ore 20,30: Serata danzante col Trio Sever-Severino - Contributo 7 euro. - Lunedì 19: Alleniamo la memoria. Corso di 10 lezioni tenuto dalla dott.ssa Lucia Sarti - Costo 25 euro. - Corso pratico di base per computer, smartphone e tablet. Corso di 6 lezioni presso il Centro Giovani - Costo 10 euro. - Domenica 25 ore 12,30: Pranzo di pesce - Costo 17 euro. - Sabato 31 ore 20,30: Serata danzante con Dante e Luca ‘Boomerang’ - Contributo 7 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 349-7406380 347-9752583 339-4995417 Cattolica, Bar Roma Caffè Concerto (fine anni '50). Da sinistra: Enzo Ghirardi (chitarra), Tonino Canducci (al microfono), Luciano Gennari (fisarmonica), Guerrino Aratari (batteria). (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
BAND EMERGENTI
Due gruppi di Cattolica a Faenza il 3 ottobre nel prestigioso evento sulla cultura indipendente
Malagrida e Figura4 sul palco del MEI2015
I gruppi rock Malagrida e Figura 4 - MEI2015 (Meeting delle Etichette Indipendenti) - Faenza: 12-3-4 ottobre. Radio Talpa è Media Partner dell'evento. Lo slogan potrebbe essere “Largo alla cultura indipendente”. Un festival della cultura italiana indipendente ed emergente. Musica, strumenti musicali, cinema, libri, web, social network, blog, videoclip, fotografia, grafica, formazione, campus, food e autoproduzione tutta. Sabato 3 (nella mitica notte bianca) si sono esibiti due gruppi musicali rock di Cattolica sul palco del Caffè 27: FIGURA4 (ore 19,40) e MALAGRIDA (ore 21). Tutte le giovani band italiane sanno che questo può diventare un appuntamento nazionale molto allettante e importante per il loro futuro musicale.
Dei FIGURA4 ne abbiamo già parlato sulla Piazza di febbraio 2015. Questa la formazione attuale: Stefano Perilli (voce), Alex Masini (batteria), Simone Andruccioli (basso). Sul numero di agosto della Piazza abbiamo raccontato anche di un'altra band di Cattolica: i Tangerine Stoned, attualmente impegnati fino a metà ottobre a Parma nella registrazione del loro nuovo Cd. MALAGRIDA Andiamo a conoscere meglio i Malagrida. Nascono nel 2004, quando si incrociano le strade di tre degli attuali membri: Michele Del Fattore, Mauro Piemonti e Luca Morosini. Trovano presto altri due componenti, rispettivamente al basso e alle tastiere, e travolgono i locali della costa ro-
magnola con il loro rock, arricchito da cover dei Led Zeppelin, Deep Purple e tutti i big degli anni ’70/’80. Ma la continua ricerca di un sound sempre più personale concentra i Malagrida sulla stesura di brani inediti, e successivamente la band affronta un profondo e decisivo cambio di line up: niente più tastiere ed un nuovo bassista, Loris Garavaglia, con il quale si crea un quartetto affiatato: chitarra, voce, basso e batteria. Con la nuova formazione inizia un’intensa attività live che porta i Malagrida sui palchi più prestigiosi delle Marche e dell’Emilia Romagna, con una concentrazione di massa in tutti i locali della Riviera di Rimini davanti ad un pubblico sempre più numeroso. Nel 2010 i Malagrida registrano
in studio il primo EP di brani inediti, caratterizzato da riff accattivanti e ritornelli melodici, brani orecchiabili e preziosi arrangiamenti che racchiudono le tante sfaccettature della musica rock. Le cinque canzoni presenti nel disco trionfano in diversi concorsi, e altrettante volte salgono sul podio. Tra i più importanti: Lizard Contest al Naima di Forlì (3° posto), Rock & Rocca di Montefiore (1° posto) e, per tre anni consecutivi, nelle prime due posizioni del Concorso San Clemente in Musica. Attualmente continuano l’intensa attività live e partecipano a numerosi concorsi in diverse città di tutta Italia. Inoltre sono al lavoro sul secondo album ed è recentemente uscito il loro primo videoclip ufficiale del brano “Rapita”.
- Il 23 e 24 ottobre si rinnova l'atteso appuntamento di Rockattolica, una vetrina per le band emergenti del nostro territorio. Appuntamento al Centro Giovani di via Del Prete, 119. La collaborazione di Radio Talpa: media partner e DJ Set la sera del 23. ECHOTIME La band nasce dall’idea di Alex Kage e Federico “Face” Fazi e dopo vari cambi di line up attualmente è composta da Alex Kage (voce), Federico Fazi (Batteria), Federico Smiths Fabbri (Tastiere), Nicolas Nik Pandolfi (chitarra), Giacomo Chriss Bartolini (basso). MADE IN ITALY Membri del gruppo: Alessia Giunti (voce), Ema-
nuele Franca (chitarra / cori), Federico Fabbri (tastiere / cori), Mattia Simoncelli (basso), Jury Rossi (batteria). JALAPENO Componenti del gruppo: Filippo Tirincanti (guitar), Marco Cartamantiglia (bass), Benny P. (vocals), Michele Jaia (drums). MALAGRIDA Formazione: Michele Del Fattore (voce), Mauro Piemonti (chitarra), Loris Garavaglia (basso), Luca Morosini (batteria). VREMENA’ Membri del gruppo: Mattia Giuliani (drums), Francesco Cambrini (bass), Piero Valbruzzi (flute), Michael Lani (guitar), Semen Dzhabaryani (guitar), Alessandro Zaffini (voice).
Righi
CARTOLERIA EDICOLA
Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792
IDEE
di Franco Vico* - Parliamo di arte: abitiamo un territorio ricco. Ricco di persone che sanno fare e fare bene, o che lo hanno saputo fare. Lo dimostrano le innumerevoli mostre promosse negli ultimi decenni dalla galleria Santa Croce e dalla Fondazione del teatro della Regina: un’opera attenta e generosa di valorizzazione delle eccellenze artistiche del nostro territorio. Ma una mostra ha memoria debole, dura qualche mese, e non sempre raggiunge la consapevolezza di essere espressione di una comunità; soprattutto nei più giovani. Trasmettere questa conoscenza in modo continuo è migliorare la qualità della vita e la cultura dell’intera comunità, e dovrebbe essere il desiderio di ogni amministratore pubblico e perché non attraverso un “Museo aperto”? Un museo è esposizione, racconto, insegnamento: uno degli obiettivi principali della didattica museale è proprio quello di consentire a tutti i visitatori, occasionali e non, di compiere un’esperienza positiva che amplii i recettori interpretativi, e cercando di accrescere la conoscenza modificare e/o creare nuove opportunità di pensiero. Sarebbe bello aver un posto, e ce ne sarebbero un paio proprio adatti, le cui porte siano aperte a tutti e a tutte le forme dell’arte; dove poter restare, imparare, discutere e conoscere le opere degli artisti che sono cresciuti nelle nostre strade. In alcuni casi loro stessi potrebbero essere coinvolti in incontri, lezioni e o laboratori per un pubblico di tutte le età;
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CATTOLICA
Sia di pittura, sia con l'arte creativa dell'Aeffe, Gilmar, Fuzzi...
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Fare cultura (e economia) con un museo delle eccellenze Utilizzare spazi dismessi. Ma una mostra ha memoria debole, dura qualche mese, e non sempre raggiunge la consapevolezza di essere espressione di una comunità; soprattutto nei più giovani
Una delle identità cattolichine
raccontare il proprio personale approccio alla lettura dell’arte, quale che ne sia la forma. Facciamo alcuni esempi: BARDEGGIA. Con la sua capacità di gridare attraverso il colore, generare una scossa e al tempo stesso contemplare una dolcezza ed un respiro quasi celeste. CECCHINI. Nella sua continua ricerca della distribuzione del colore apparentemente casuale, con la sola necessità di abbandonarsi alla possibilità sensoriale del colore ed ultiTURISMO
- E' passato un anno da quel fatidico ed indimenticabile giorno, sabato 18 ottobre 2014, data di presentazione del libro “Raquette Bar” allo Snaporaz. Un pomeriggio speciale, emozionante e carico di tensioni per Luciano Vagnini, l'autore. Il teatro pieno in ogni ordine di posti; con ospiti d'onore il sindaco Piero Cecchini ed il vice-sindaco Leo Cibelli. Il libro, dal titolo “La storia del mitico Raquette Bar”, narra di ricordi e amarcord della Cattolica turistica anni 1960-2000 attraverso la finestra di uno dei locali che hanno fatto la storia della città; ad impreziosirlo ben 815 immagini. Il volume è andato a ruba; non ne sono rimaste che poche copie. Un successo inatteso non meno che gradito; tutto era partito per puro gioco. Ancora incredulo l'autore che confessa: “Mai e poi mai avrei pensato che potesse piacere a tanta gente. Sono ancora frastornato da messaggi e
‘Raquette Bar’, un anno dopo Luciano Vagnini (a destra) con due olandesi (Helly Leiyen e Gerrit Braaksma) da anni assidui dell'hotel San Marco
telefonate di complimenti dai cattolichini e non. Ho ancora gli occhi pieni di commozione”. La famiglia Vagnini ha fatto la piccola grande storia del turismo cattolichino; prima aveva gestito il “Bar Mercato”, nell'omonima piazza; poi con il “Raquette Bar”; uno dei quattro bar del famoso incrocio tra via Fiume e via Dante. Soprannominato, per via
della piccante e pittoresca concorrenza anche il quadrilatero della morte. “La mia famiglia - continua Luciano Vagnini - è ben conosciuta non solo grazie al lavoro ben fatto nei nostri locali; all'avanguardia ed innovativi per decenni, come ben sanno turisti e cattolichini”. “Oltre che nella nostra Catto-
lica - chiude la riflessione Luciano Vagnini, un appassionato di storia cittadina - il libro è andato anche fuori: Emilia, Marche, Lombardia, Toscana, Umbria, Piemonte e Lazio. E all'estero: Olanda, Austria, Germania, Belgio, Scozia e Inghilterra. Tanti miei ex clienti lo hanno richiesto, e ricevuto, dopo averlo saputo. Sposato con la signora austriaca Rosy, due figli, Luciano Vagnini ha dedicato le sue avvincenti pagine alla figura del babbo Lino: un galantuomo. Gli ammiratori aspettano altri amarcord; Luciano ha nel suo archivio migliaia di istantanee che raccontano frammenti di storia cattolichina.
mamente ad una vera e propria esplosione di colori SANTI. Talentuoso ed istintivo nel tratto, irriverente e divertito nel segno incarna il ruolo dell’artista faber con la realizzazione di un vasto repertorio di ceramiche. MARA VERNI. Con le sue pennellate rapide, rivolta all’esplorazione del paesaggio e alla ricerca del piacere dell’“en plein air” TOCCAFONDO. I riflessi e le rarefatte marine quasi morandiane. FILIPPINI. Rappresentante di una tradizione ottocentesca veristico-naturalistica con particolare riguardo al paesaggio romagnolo e alla sua vita. GENNARI. Con il suo spaziare dal disegno alla ceramica, alla materia viva e tattile del legno, con sguardo ironico e talvolta malinconico. DI CARLO. “Dove ondate di colore sviluppano un movimento in cui gli uomini soccombono sotto una solitudine pesante con vibrazioni impressioniste e con il mare e bicicletta in una tematica inesauribile. Ma non solo eccellenze nel campo delle arti “classiche”: la moda da noi è protagonista: Ferretti, Gilmar, Fuzzi. Proprio al mondo della moda potrebbero essere dedicati specifici settori ed esposizioni: progetti, bozzetti degli stilisti succedutisi nel corso degli anni, i back-stage delle sfilate, le interviste; laboratori didattici e creativi, corsi di approfondimento e aggiornamento: tutte opportunità che potrebbero interessare anche a livello universitario, catalizzando quanto di meglio ha prodotto in questi anni in nostro entroterra. *Architetto in Cattolica
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Risultato: 7-6 per l'opposizione. Anche sull'unione del servizio di Polizia urbana il direttivo del Pd la vede sì come un progetto utile ma da decidere nella prossima legislatura “senza accodarsi a scelte prese da altri”
S. Giovanni M.
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Farmacia, schiaffo al sindaco Palazzate PD - PARTITO DEMO-CEROTTATO
IL FATTO di Enzo Cecchini (alias Cecco) - Luca Ercolessi, Emilio Filippini, Paolo Russomanno e Laura Sabattini (tutti del Pd) disertano l'aula. Era lunedì 14 settembre. Al di là delle giustificazioni burocratiche per l'assenza, prevale la loro contrarietà alla vendita della farmacia comunale di via Del Prete, rispettando la volontà del partito. “La direzione, che è sovrana, ha votato che sulle farmacie occorre riprendere senza ansie e forzature il percorso di partecipazione, di trasparenza e reale approfondimento oggi per arrivare a una soluzione chiara e davvero convincente al più presto, credibilmente all'inizio della prossima legislatura”. In aula per la maggioranza, e favorevoli alla vendita, rimangono: Piero Cecchini, Alberto Cavoli, Gastone Benelli e Giovanna Piccioni (Pd), Tiziano Tonti (Idv) e Severino Galli (Lista per Cecchini). Totale 6. L'opposizione compatta, che potrebbe accontentarsi di vincere ai punti facendo venire meno il numero legale, preferisce vincere per ko. Si alzano le mani: favorevoli 6. Contrari 7. Os-cia che sciafòn! Adesso tutti aspettano il Consiglio del 12 ottobre (rinviato quello di fine settembre). Perché direte voi? Perché il sindaco e la sua giunta vogliono forzare per la seconda volta la mano: portare alla votazione l'unificazione del servizio di Polizia urbana con i comuni di Misano Adriatico, Riccione e Coriano. In mezzo non ci sono solo le argomentazioni contrarie dei vigili di Cattolica, ovviamente inascoltate, se non peggio... ma c'è quel comunicato dell'ormai famoso Direttivo del Pd del 23 luglio (qualcuno l'ha ormai definita la “Giornata del riscatto del partito”). Anche se un gni créd nisun... Leggiamolo questo passaggio: “Sul tema delle politiche sovracomunali, il circolo ritiene che questo rappresenti un tema strategico per il futuro della Città per elevare la qualità dei servizi e ridurre i costi nell’interesse dei cittadini. Proprio per questo ogni scelta deve avvenire solo ed esclusivamente dopo un percorso condiviso e che tuteli gli specifici interessi delle nostre comunità, da un lato i servizi da svolgere insieme, dall’altro la possibile fusione con San Giovanni in M. che rimane l’obiettivo prioritario consolidato anche nello statuto comunale. Il PD reclama per la politica la gestione di questi passaggi, l'apertura ai cittadini, la spiegazione più ampia possibile, ma anche un'urgenza che non faccia perdere l’obiettivo principale che è la fusione. ...Anche qui, una scelta sarà fatta e diverrà la nostra posizione sul tema, ma vogliamo che
Sulla vendita della farmacia di via Del Prete Sindaco e Giunta hanno sbattuto il muso...
Il 14 settembre scorso Sindaco e giunta hanno portato in Consiglio la vendita della farmacia comunale di via Del Prete. Un colpo di mano contro la decisione del Direttivo del Pd. Quattro consiglieri del Pd hanno disertato l'aula, permettendo il successo del voto contrario delle opposizioni. E' stato un sonoro schiaffo al sindaco. Il 12 ottobre si replica con l'unione del servizio di Polizia urbana con Misano, Riccione e Coriano? Oppure dissidenti e Sindaco troveranno un accordicchio salvafaccia per arrivare a fine legislatura? L'opposizione rimarrà compatta o sparpagliata? Cattolica giochi una partita consapevole, partecipata e informata senza accodarsi a decisioni prese da altri”. Il messaggio finale è chiaro per chi vuol intendere, perché nell'iter dell'unificazione del servizio di Polizia urbana c'è di tutto fuorché il “percorso condiviso e che tuteli gli specifici interessi delle nostre comunità ...l'apertura ai cittadini, la spiegazione più ampia possibile ...che Cattolica giochi una partita consapevole, par-
tecipata e informata”. La convenzione che si sta per votare è per una forma solo associata del servizio? E' una vera e propria fusione? E' una forma ibrida che potrebbe pregiudicare la fusione con San Giovanni? Chi mastica un po' di diritto (T.U.E.L. e Diritto del Lavoro) intravvede un guazzabuglio che potrebbe alimentare ricorsi e segnalazioni alla Corte dei Conti a non finire. Poi c'è la mezza verità che lo vorrebbe “imposto dalla Regio-
APPELLO
Continua la lotta contro il piano viabilità. Il manifesto
600.000 euro buttati! - Cattolichini, il Comune spenderà 600.000 euro in un'opera inutile che andrà a peggiorare la viabilità e l'immagine della nostra città. Nei giorni scorsi è stato annunciato l'inizio dei lavori per abbattere le aiuole spartitraffico di Corso Italia. Tutto questo per costruire 147 posti auto allo scoperto, con il rischio di intralci e pericoli nelle manovre di uscita per la conformazione a spina di pesce. E tutto questo nell'unica zona già sovrabbondante di posti auto. Non è bastato un referendum cittadino e tutti i disagi creati dalla sciagurata scelta del senso unico in via Del Prete per fare cambiare idea al Sindaco e giunta. Senza parlare poi della claustrofobica "pista" ciclabile del Lungomare... Ostinarsi a mantenere via Del Prete a senso unico per 12 mesi l'anno è un errore, in quanto saranno ulteriormente gravate dal traf-
Il sarto - Leggiamo: “I consiglieri del Pd Russomanno, Ercolessi, Sabattini: ‘Ricuciamo lo strappo nel partito’”. Uj vria un bon sartor... ma l'è un mis-cér ch'an fa più nisun...
Furtuna che la farma-
cia l'éra ancora avérta... an'è bast tutt i ciròt ch'i'avéva...
fico via Carducci e via Mazzini. Senza contare i disagi di viabilità ed economici per le attività commerciali. La pista ciclabile lungo via Del Prete (che sarà senso unico!!!) creerà pericolosità per i ciclisti perché sarà attraversata da 12 traverse. Tutto ciò è l'ennesima dimostrazione di come il mancato rapporto con la città porti alla realizzazione di opere inutili invece di investire nel rifacimento dell'arredo urbano fatiscente. Bisogna sospendere l'inizio di questi lavori e discutere con le categorie economiche (che hanno già espresso la loro contrarietà con un manifesto) e con i cittadini le urgenti modifiche a questo progetto per non sperperare i 300.000 euro del nostro Comune e altri 300.000 della Regione. rilanciamocattolica@gmail.com Ex Comitato Referendum
di Cecco
ne”. Ma questo “imposto” dovrebbe valere solo per i comuni fino a 5mila abitanti. Altre soluzioni si potrebbero esplorare (e condividere con i dipendenti e la politica cittadina). La scelta porterà vantaggi economici? Il personale e i livelli retributivi rimangono identici, e insieme a tutte le altre spese (vestiario, corsi, sistemi informatici, ecc.), restano a carico dei singoli enti. In più i quattro comuni dovrebbero pagare un megastipendio ad un super manager comandante (oltre il 20% a carico di Cattolica). Ben che vada si potrebbe liberare un vigile dall'ufficio multe e portarlo in strada. Non è un granché come modello di risparmio ed efficienza... Va a finire, sussurra qualcuno, che alla fine potrebbe essere il comune più grande a risparmiare risorse e i più piccoli ad avere maggiori costi. Domanda? Chi gestirà tutto il personale ausiliario fondamentale per il periodo estivo (sarà fatto tutto da Riccione)? L'ambito del nuovo corpo di polizia unico sarà di circa 100 kmq (Cattolica ha solo 6 kmq), e su una popolazione di circa 80mila abitanti (scluso i turisti) la piccola Cattolica arriva a 16mila. Con questa sproporzione secondo voi, cari lettori, il nuovo mega comandante dove dirigerà maggiormente le sue energie? Le sue scelte operative di rafforzamento o ridimensionamento della presenza dei vigili urbani dove si orienterà? Riccione, Comune più grande e più autorevole, sarà il comune capofila del Corpo intercomunale e non potrà che esercitare al meglio questa opportunità per affrontare con più forza la miriade di problemi che si trova a casa sua. Qualche maligno insinua che ci siano “talpe” in quel di Riccione e altrove che mirano ad una sorta di “annessione” incruenta del Comune di Cattolica. Stì maligni! Eppure ci starebbe bene visto la caratura dei nostri politici al comando. Sone decenni che facciamo il “filo” per unirci col piccolo San Giovanni... e anche questo ci snobba. Parafrasando un vecchio slogan sessantottino si potrebbe gridare: “Uniti sì, ma contro i signorsì”. E qui fa ancora più riflettere l'ultimo passaggio del comunicato del Direttivo del Pd cattolichino: “vogliamo che Cattolica giochi una partita consapevole, partecipata e informata senza accodarsi a decisioni prese da altri”. Ultima ora: la “ditta” Pd ha deciso - leggiamo “Unione delle polizie municipali, via libera del Pd al progetto del Comune”. Dunque anche per il Direttivo del partito (e dissidentucci vari) l'ora d'aria libera è finita. Ciapa su!...
Lungomare -
Leggiamo: “I bagnini: ‘Sul Lungomare servono più parcheggi’”. A mitrìn li machine tli cabénie... Trivelle in Adriatico - Leggiamo: “La Regione Emilia Romagna boccia il referendum contro le trivellazioni nel Mare Adriatico”. Pri nu fè un tort ma Renzi i mèt a reschie al nost mèr e la pupulaziòn. Bsogna propria avé la facia cume al c.... Il semaforo - Leggiamo: “Cibelli, semaforo verde per i lavori del Piano del traffico. In via Del Prete pista ciclabile a senso unico”. Mé ai mitria al semafure ross féss...
Vigili - Leggiamo: “Montanari (Pd): ‘Vigili, fusione con Riccione solo se si risparmia, altrimenti si torna indietro’”. Alora sarà mèi nu cmincè pri gnint... La bufera - Leggiamo: “Vendita farmacia: chi ha votato a favore e chi non si è presentato (permettendo che vincesse il no alla vendita). Adesso nel gruppo consiliare del Pd è bufera”. Piumén, scarpon e umbrèla... e pu an bastarà... Sfiducia - Leggiamo: “Dopo la vittoria per 7-6 sulle farmacie, le opposizioni si dicono contrarie alla sfiducia del sindaco per farlo cadere subito”. Mei di sé! Al séndaca e al su partid j'arivarà ma li elezion cott dur! Os-cia!... Bikini - Leggiamo: “Il sindaco sta con il Bikini”. Um pèr che an stia 'na masa bén... sla cla panzèta cla sborsa...
Il buco - Leggiamo: “Dopo il no alla vendita della farmacia, Leo Cibelli (vicesindaco Pd): ‘Buco da oltre un milione di euro. Venti cantieri resteranno al palo’”. E la Madòna! Tutt sta roba sa chi du sold dla vendita dla farmacia? Ma lasèna pérd! Caz!... Squalo - Leggiamo: “Il caldo record in mare attira un misterioso squalo: un esemplare di ‘pesce porco’”. Furtuna che al mèr an'ariva davènti al Cumun, snò uj sarìa da fè di brut pinsier... VGS - Leggiamo: “Ancora fiamme nell'ex cantiere. ‘Il VGS è terra di nessuno’”. A péns ma quij che i dgiva cl'éra 'na roba bèla... E j'è ancora i lé chi cmanda!... Il sussurro - Leggiamo: “Festa del Pd, per il dopo Cecchini si sussurra il nome di Pazzaglini”. Perché si sussurra? Perché is vergogna. Os-cia!... La fretta - Leggiamo: “Hotel e case, spazio ai privati. L'amministrazione vuole approvare i POC entro marzo 2016”. Burdèl, j'ha prèsa... La caduta - Leggiamo: “Luca Ercolessi (ex capogruppo Pd): ‘Non vogliamo far cadere il sindaco’”. Un si sa mai, us pudria zcruclè tutt... Il gelo - Leggiamo: “Cecchini: ‘Il partito mi ha sempre ignorato’. Scende il gelo tra sindaco e segretario”. Burdèl, purtei un scaldén. Va pu là!... Il capogruppo - Leggiamo: “Consiglio comunale, Alberto Cavoli è il nuovo capogruppo del Pd”. Adèss a pudìn dì che la c'iariva fina mal col... Tassa di soggiorno - Leggiamo: “I conti non tornano, stop ai furbetti della tassa di soggiorno”. La stasòn l'endè bén, ma cal viziac an pasa mai. Caz!...
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Lo SPAZIO.Z di Radio Talpa è un contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-Tv-Editoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7
Gennari: passatofuturo Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa sabato 10 ottobre alle ore 18 inaugurazione della mostra dedicata all'artista recentemente scomparso. In diretta su www.radiotalpa.it la presentazione, letture, riflessioni e suggestioni sull'arte contemporanea. Apertura fino l'8 novembre. Apertura venerdì-sabato-domenica ore 16-19. La mostra rientra tra le iniziative aderenti all'Undicesima Giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C.I. (Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani). Mostra curata e presentata da Annamaria Bernucci.
Augusto Gennari (9/9/1943 - 19/6/2013
CULTURA di Annamaria Bernucci* - Augusto Gennari nasce a Misano Adriatico il 9 settembre 1943. Si avvicina da autodidatta alle pratiche artistiche a partire dagli anni ’60, dapprima studiando gli ultimi chiaristi (Cadorin, Semeghini, Lilloni) poi osservando la pittura di Virgilio Guidi e le opere del movimento spazialista con particolare riferimento a Roberto Crippa e Lucio Fontana. Sperimenta la pittura ad olio attraverso una serie nutrita di paesaggi (Vallugole) che riprenderà anche dopo il suo trasferimento a Gabicce Monte dove ebbe modo di frequentare Giovanni Toccafondo, pittore e ceramista e il più anziano Attilio Alfieri col quale manterrà durevoli contatti d‘amicizia. Nel ’66 si reca a Parigi per un viaggio d’istruzione
che si trasforma in una permanenza di oltre sei mesi, durante i quali incontra il pittore e mosaicista Riccardo Licata. Del periodo rimangono testimonianze grafiche. Nel 1969 si iscrive e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia seguendo i corsi di pittura e nudo di Luigi Tito (1907-1991), figlio del celebrato pittore Ettore, protagonista della pittura veneziana del primo Novecento, dal quale Augusto Gennari probabilmente trasse ed ereditò il modo di lavorare, frutto di ispirata misura e di lirica vivacità, l’affinità a certo espressionismo, la capacità di studiare i toni, infine la predilezione, come il maestro, per una relazione schiva e riservata al sistema dell’arte, come la partecipazione a mostre e premi.
Durante il suo alunnato veneziano ha occasione di frequentare Emilio Vedova, Carmelo Zotti e ancora Licata. Rivela solide capacità disegnative, che costituiscono sicura premessa alle successive progettazioni in ambito scultoreo per l’uso fortemente chiaroscurato e dal segno morbido delle luci e delle ombre. Nei primi anni ’70 ebbe sicura influenza nella pittura di Gennari una sua particolare predilezione verso Corrado Cagli di cui “apprezzava sia il disegno lineare dei monotipi ad olio sia la sua ricerca verso l’informale” cui
ARTE
Domeniche con l'arte, caffè nello studio di Stella Dina - Le domeniche d’artista di Stella Dina. Ogni domenica di ottobre, il suo studio è aperto ad appassionati ed amici dell’arte. Iniziativa che può suscitare l’interesse dei fan dell'arte moderna e contemporanea del nostro territorio. Sunday Openings, è un piccolo ciclo di quattro appuntamenti con la pittrice e disegnatrice Stella Dina che apre le porte del suo studio privato a San Giovanni in Marignano. Molto diffusa ed apprezzata negli Stati Uniti e nelle grandi capitali europee, la c o n s u e t u d i n e di rendere accessibile in determinati momenti lo spazio privato degli artisti comincia a guadagnare consensi anche nel nostro paese. Stella Dina è un’artista con un’esperienza ben consolidata nell’ambito dei circuiti più all’avanguardia, soprattutto a livello internazionale e quando le è possibile ama proporsi in maniera alternativa e non
si affianca David Alfaro Siquerios “per l’espressione della denuncia sociale nei grandi murales, per le masse dei corpi imponenti dipinte con i colori delle terre”. Anche Gennari abbandona i colori industriali seguendo l’esempio di Tito e come il maestro inizia a creare mestiche con pigmenti naturali. Tali colori terrosi entrano di prepotenza nelle sue raffigurazioni che intensificano, accanto ai paesaggi, la presenza dei volti e delle teste. A partire dal 1972 insegue certe soluzioni astratto-informali sulla scorta di influenze visive di pittori allora impegnati a trasformare dall’interno la tradizione della pittura figurativa, evidenziando la necessità dell’astrazione, intesa come processo senza limiti prefissati.
Nel 1972 si reca due volte a Stoccolma dove espone in gallerie private; nel 1973 espone a Venezia alla galleria Bevilacqua La Masa; nel ’75 è alla Quadriennale romana, nuova generazione, ed è selezionato per la regione Marche da una commissione composta da Argan, Crispolti, Guttuso e Palma Bucarelli. In quell’anno acquista un torchio a stella e si dedica all’incisione, produce monotipi, che “rappresentano forme globulari, bozzoli” sulla scia dell’informale di Fautrier. Di quel periodo l’incontro con il ceramista faentino Luigi Santi in un rapporto di mutuo scambio artistico - la ceramica e l’invetriatura, l’uso degli smalti e la pratica dell’incisione -, tant’è che molte lastre di Santi sono ancor oggi conservate nello studio di Gennari. E’ sempre di questo periodo la sperimentazione delle terrecotte e di piccole sculture e totem raffiguranti forme zoomorfe, poi riprese negli anni successivi in sculture in marmo. Nel 1977 prende parte alla collettiva Scultura Montefiore a cura di Enrico Crispolti, con interventi vicini all’arte povera, iniziano le serie pittoriche Antromemoria (1980), Luogotempo (1990), Soffioprimario (1992), Cartacreta (1996). Nel 1992 la sua scultura Soffioprimario è installata al Museo all’aperto di
Danilo Biagiotti, campione italiano Stella Dina
convenzionale. Un’opportunità d’incontro diretta e senza mediazioni, informale e proprio per questo più vera, che può riservare anche la sorpresa di osservarla al lavoro e così magari scoprire tecniche e piccoli segreti, oppure di vedere nel dettaglio l’ampia selezione di opere esposte, comprese quelle ancora inedite, o più semplicemente gustare una buona tazza di caffè dialogando tranquillamente con lei. Un’esperienza nuova e diversa in un contesto stimolante ed estraneo ad ogni logica commerciale, un dietro le quinte, certo lontano dal clima che abitualmente si respira sulla passe-
rella delle grandi mostre organizzate in gallerie e spazi istituzionali, impeccabili ma a volte forse troppo esclusivi. L’intento invece di progetti sperimentali come questo di Stella è diametralmente opposto: includere, avvicinare all’arte non solo gli specialisti ma anche i meno preparati, in maniera semplice ed autentica, aprendo le porte ad un dialogo diretto. L’ingresso è libero, per qualsiasi altra informazione chiamare il 320.8132931. Info online: http:// sites.google.com/site/ infostelladina/ Danilo Biagiotti sul podio più alto
scultura contemporanea di Riccione La pietra e il mare; nel 1997 prende parte alla rassegna di Longiano La provincia dell’uomo di Maria Virginia Cardi che nel 1996 cura anche il catalogo A.Gennari nel quale si antologizza per la prima volta l’attività dell’artista. Negli anni ’80 apre lo Studio Gennari art design: si intensifica la sua attività legata alla progettazione di arredi e interventi per interni, con l’utilizzo di inserti marmorei e mosaici. In questo decennio si stabilizza la sua attività scultorea e plastica, e il suo interesse verso il disegno, con una sempre più insistita predilezione verso la figura dai tratti arcaici, innescando ricerche in direzione antropologica. Lo affascina un altro pittore e incisore, il messicano Rufino Tamayo (1889-1991) dai dipinti coloratissimi e dalle stilizzazioni essenziali che vengono riletti da Gennari in termini di sfondo e superficie, con diversa evidenziazione. Nel 2002 espone nello studio di via Cattaneo a Cattolica L’arcano viaggiatore, seguono, Cartapaglia a Bologna, Libreria Feltrinelli, (2004), Cartacreta Rimini, Galleria dell’Immagine (2007), L’Immersionista a Saludecio (Palazzo Albini) 2009, e Arcano testimone (Bologna, Libreria Nautilus) nel 2010. Augusto Gennari muore a Cattolica il 19 giugno 2013. *Storica dell'Arte
LO SPORT
- Danilo Biagiotti ha sempre corso per piacere, per paesaggi, per conoscere popoli, per degustare eccellenze eno-gastronomiche locali. Lo scorso 5 settembre ad una delle sue massacranti gare di ultratrail, a sua insaputa, dopo la prestazione, lo proclamano campione italiano Ultratrail Iuta della sua categoria, un over. Il primo a rimanere a bocca aperta è proprio il cattolichino. Corre da anni con lo spirito Forrest Gump. Danilo che si diverte, che attacca bottone con tutti con un sorriso che accresce il marchio Romagna nell'immaginario collettivo degli altri italiani.
CATTOLICA
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Il 25enne Lorenzo (Lenny) Lorenzi ha aperto il locale a Manhattan. Si chiama “La Romagna”. Impiega 16 persone. Tra i clienti Andrea Pirlo
- Lorenzo (per gli amici Lenny) Lorenzi ha 25 anni. Lo scorso 27 agosto ha aperto la piadineria “Romagna” nel cuore di Manhattan, West Village. Chi dovesse andare a New York si può appuntare la via: Bleecker Street 182. Trova la
Il locale è stato progettato alla romagnola, ma con una chiave moderna. La tradizione vuole che con un po' di allegra creatività, con niente, cioè alla romagnola, si fanno i locali; Lorenzi, insieme al babbo, ha lavorato circa tre mesi utilizzando il progetto di Pier Paolo Saioni, progettista di interni con studio a Cattolica. Ad esempio, la vecchia insegna bianca è stata riportata color legno sulla quale campeggia con caratteri di legno la scritta “La Romagna”.
GIOVANI
piadina fatta in casa, come gliel'hanno insegnata la mamma Marina e le nonne Teresa e Mirella. Racconta: “Sono contento; abbiamo avuto un'ottima partenza. Siamo in 16 a lavorare su due turni da 8 per-
CULTURA
Aperitivo letterario
Lorenzo (Lenny) Lorenzi e l'esterno del locale
Lorenzi: piadina fatta in casa New York sone. Tra i clienti abbiamo il campione Andrea Pirlo; di passaggio si è fermato anche il mago Forrest. Se il benvenuto lo dà un'affettatrice capace di un forte e caratteristico richiamo (il prosciutto viene tagliato al momento), il cuore del locale è una lunga vetrina con gli ingredienti per esaltare la piadina: salumi, formaggi, verdure. Il cliente passa davanti e farcisce. La più gettonata è la classica: prosciutto, stracchino e ruco-
la. Vanno forte anche i cascioni con le erbe miste. La “Romagna” raccoglie l'eccellenza delle nostre terre. Tra i marchi dei vini: Nespoli, Zerbina, San Patrignano, Cesari; “con il lambrusco ed il prosecco che vanno come l'acqua”, annota Lenny. Tra i formaggi presenta anche la mozzarella e burrata di bufala prodotta dalla famiglia italo-americana Lioni che abita nella vicina New Jersey. “Ab-
biamo una burrata più buona che in Italia”, dice il giovane ristoratore. Lenny parla l'inglese perfettamente; i genitori Luca e Marina durante le medie e le superiori gli hanno sempre fatto frequentare per qualche mese ogni anno le classi in America. I coniugi ne approfittavano per fare vacanza (il babbo gestisce l'enoteca “Oivos” in viale Bovio a Cattolica, a Bellaria la madre ha un albergo).
Professione dj, Lenny ha lavorato nelle più blasonate discoteche italiane ed europee. Da Ibiza ha trasportato a Cattolica la “Wave music boat”; un successo le uscite in barca con musica sulla tratta sotto costa Cattolica-Rimini-Cattolica. Oltre che lavoro la musica è anche la sua passione; compone brani al computer. Il basket è stata l'altra grande passione; ha giocato ala grande a Riccione in serie C.
I muri all'interno sono stati stonacati per svelare i mattoni a vista che sono un po' la caratteristica di New York ma anche della Romagna. Sul retro del locale un piccolo giardino con una quarantina di posti. Già raffinato, fantasioso e affidabile numero 10 sui campi di calcio, Saioni ha portato tale tocco anche nella ristorazione. Ha firmato molteplici locali, case e ville in zona. Ha lavorato anche in Sardegna e in Romania.
APERITIVO LETTERARIO 9 - Appuntamenti di ottobre - Centro Culturale Polivalente ore 18 - ingresso libero. - Sabato 17: Matteo Nucci - Le lacrime degli eroi. - Sabato 24: Eugenio Baroncelli - Gli incantevoli scarti - Cento romanzi di cento parole. - Sabato 31: Marcello Fois - La luce perfetta. Info: 0541-966603
Papa Francesco LAUDATO SI' L'ENCICLICA RIVOLUZIONARIA CHE CAMBIERA' IL MONDO? Relatori
Benito Fusco (frate Servo di Maria) Piergiorgio Morosini (Giudice C.S.M.) Coordina
Gabriele Paci (la Voce Moltimedia) MercoledĂŹ 11 novembre 2015 - ore 20,45
Centro culturale polivalente di Cattolica (Piazza della Repubblica)
CATTOLICA CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
- Prosa, danza, musica e comicità; con grandi nomi all’insegna della multidisciplinarietà per la nuova stagione del Teatro della Regina di Cattolica diretto da Simonetta Salvetti: quattro generi per tredici spettacoli. Sipario su il 5 novembre, la rassegna quest’anno è fatta in collaborazione con il Circuito Regionale Multidisciplinare di ATER – Associazione Teatrale Emilia-Romagna. La scelta dell’Amministrazione di aderire per la gestione al Circuito Regionale risponde all’esigenza di proseguire nella funzione pubblica del teatro come servizio educativo e culturale, consolidando la collaborazione con altre realtà teatrali presenti sul territorio. Primo, tangibile segno della nuova gestione sarà l’innovativa formula di presentazione della stagione teatrale con il Volkswagen Traumer – Il Pulmino dei Sognatori che sarà a Cattolica sabato 26 settembre, dalle ore 16.15 in piazza Nettuno. PROSA Ad inaugurare la stagione di prosa, giovedì 5 novembre, sarà un classico: il Don Giovanni di Molière. Alessandro Preziosi darà vita ad un mito senza tempo, Don Giovanni, che con la sua frenesia, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui. Il protagonista è un personaggio seducente, figura ricca di controluce, sempre in scena, autentico funambolo del trasformismo, come se ad ogni conquista cambiasse pelle.
Nel segno della multidicplinarietà la stagione teatrale di quest'anno
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Prosa, danza, musica e comicità Si parte a novembre. Quattro generi per 13 spettacoli. Qualche nome: Preziosi, Bollani, Cevoli CULTURA È l’amore il tema fondamentale del personaggio e della tragedia di Fedra che andrà in scena lunedì 30 novembre. Un progetto ambizioso quello di Nanni Garella: domenica 20 dicembre porterà in scena Traviata ovvero La signora delle camelie, in cui si coniugano teatro di prosa e opera lirica. Uno spettacolo nostalgico e surreale, ferocemente sereno, un teatro che riflette su se stesso, dove gli attori usano il proscenio per dialogare con il pubblico, dove l’illusione e gli artifici vengono alla fine sempre svelati, dove ilarità e commozione si danno insieme, dove i clown non incarnano la stupidità degli eroi perdenti, ma la loro fragilità: questi gli elementi di Bianco su Bianco, che la Compagnia Finzi Pasca porterà, dopo esibizioni in tutto il mondo, anche a Cattolica sabato 6 febbraio. Due grandi artisti, la prosa e la
La presentazione del cartellone. Ripreso il manifesto di Michele Provinciali, tra i massimi grafici italini del secolo scorso
musica: questi gli ingredienti de La Regina Dada, di sabato 12 marzo. Uno spettacolo surreale, in cui celebre pianista Stefano Bollani darà corpo ai vari fantasmi che dialogano con la protagonista, che ha il volto, la voce e la fisicità dell’attrice e danzatrice Valentina Cenni. Sarà Joseph Conrad, con I Duellanti, a coronare la prosa, mercoledì 23 marzo. Sul palco, Alessio Boni e Marcello Prayer, ufficiali dello stesso esercito, la Grande
Armée di Napoleone Bonaparte. MUSICA Una grande novità di questa stagione la eccezionale serata di musica, venerdì 22 gennaio con Bach Sanssouci, Le Sonate per flauto e pianoforte di Bach eseguite da un duo d’eccellenza, il pianista iraniano Ramin Bahrami, considerato tra i più interessanti interpreti bachiani contemporanei, e il flautista Massimo Mercelli. DANZA Archetipo di una particolare
natura umana, quella del dreamer, e proprio per questo elevato a mito capace di attraversare epoche e culture, Don Chisciotte è una metafora perfetta di un mondo interiore acceso di sogni e ideali. Il coreografo Eugenio Scigliano è partito dal personaggio di Cervantes per creare Don Q. Don Quixote de la Mancha, che andrà in scena giovedì 18 febbraio. Si passerà poi alle atmosfere della musica sudamericana, sabato 5 marzo quando, con Miticotango,
sulle note dei tanghi più celebri, in un percorso che va da Gardel a Piazzolla. Divertimento e spettacolarità allo stato puro saranno invece gli ingredienti di ElectriCity, che venerdì 18 marzo sarà portato in scena dall’Evolution Dance Theatre. COMICO Sarà Michele Foresta, in arte Mister Forest, a dare il via libera alle risate quando, venerdì 27 novembre, porterà sul palco del Teatro della Regina il suo Motel Forest. Tanti lati – Latitanti è invece il titolo della serata che il celebre duo comico composto da Ale e Franz proporrà al pubblico venerdì 11 dicembre. Altra icona della comicità italiana, Paolo Cevoli, sarà protagonista di Perché non parli, sabato 16 gennaio. Vincenzo “Cencio” Donati è il garzone di Michelangelo Buonarroti: distratto e pasticcione, non riesce mai a esprimersi correttamente per colpa della sua balbuzie. Cencio è un orfanello cresciuto nel convento dei frati domenicani di Bologna. Diverse le proposte fuori abbonamento: la rassegna Snaporaz d’essai: martedì di Cinema Ritrovato e Teatro Contemporaneo. Protagonisti della rassegna di teatro per famiglie la Compagnia Tanti così progetti con I tre porcellini, in scena il 10 gennaio, il 17 gennaio Monica Mattioli in Prezzemolina e il 24 gennaio i Fratelli di Taglia con Alì Babà e i 40 ladroni. Main sponsor della stagione teatrale è la Banca di Credito Cooperativo di Gradara.
Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
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Inaugurata lo scorso 4 ottobre. L'opera si può ammirare nel padiglione di Morciano di Romagna
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
BCC di Gradara, restaurato bassorilievo di Bardeggia Racconta la Vita agreste. Il presidente Caldari: “Con questa iniziativa posso affermare con orgoglio che la BCC di Gradara continua ad interpretare la cultura ed il sociale, come caratteristiche peculiari della sua attività” COMUNITA'
- “Il Maestro Guerrino Bardeggia rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio, e noi siamo molto legati al suo nome e alle sue opere. Poco più di un anno fa, eravamo in Fiera per la presentazione di un libro sulla millenaria storia di Morciano: ‘Forum Vetus’, quando il Sindaco mi mostrò quest’opera quasi abbandonata, ed in uno stato di degrado. Ci ritroviamo a festeggiare l’avvenuto restauro de ‘La Vita Agreste’ di Bardeggia, con nostra grande soddisfazione, perché si tratta di un intervento significativo su un’opera di un
Fausto Caldari e Claudio Battazza artista che amava la sua terra, a tal punto da diventarne un importante testimone ed ambasciatore. Con questa iniziativa posso affermare con orgoglio che la BCC di Gradara continua ad interpretare la cultura ed il sociale, come caratteristiche peculiari della sua attività”. Con queste parole l'architetto Fausto Caldari, presidente della Bcc di Gradara, ha raccontato il moti-
BCC ECONOMIA
vo dell'intervento durante l''inaugrazione, Restaurato dallo scultore montefiorese Umberto Corsucci, il bassorilievo è stato inaugurato lo scorso 4 ottobre, all'interno della Festa delle associazioni di Morciano. Data la sua fragilità è stato collocato all'interno del padiglione fieristico. In origine, si trova all'esterno della struttura. In un primo tempo era una formella incollata al muro; dopo l'ampliamento era stato adagiato per terra, sempre all'esterno. il tempo lo aveva segnato. Ora il ritorno agli antichi splendori. Pittore, disegnatore, cerami-
Il momento dell'inaugurazione. Da sinistra: lo scultore Umberto Corsucci, la signora Bardeggia, il sindaco di Morciano Claudio Battazza, il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari e Giuseppe Badioli
sta e scultore, Guerrino Bardeggia nasce a Gabicce Mare (Pesaro-Urbino) il 10 ottobre 1937: luogo dove ha speso gran parte della sua esistenza in un isolamento artistico, gelosamente custodito. La sua formazione si consolida ad Urbino, dove si diploma alla prestigiosa Scuola del Libro. Artista versatile, nella sua proficua e multiforme carriera ha allestito oltre duecento mostre personali, è stato invitato ad innumerevoli collettive e ha vinto oltre cinquecento primi premi e premi speciali, fra i quali si
ricorda in particolare, il “Premio Ignazio Silone” 2002, attribuitogli per la sua attività artistica e umanitaria. È stato inoltre nominato Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno, ottenendo anche la Benedizione Apostolica da Giovanni Paolo II. Ha ricevuto inoltre diversi riconoscimenti, tra cui cittadinanze onorarie e onorificenze accademiche: dal 1965 è membro dell’Accademia Tiberina di Roma, fondata nel 1813. Ha
partecipato ad importanti rassegne d’arte italiane e straniere, nonché a trasmissioni televisive su emittenti nazionali e locali. Accanto ad un’azione artistica proiettata all’oggettivazione iconica di molteplici tematiche poetiche e spirituali, occorre evidenziare i notevoli cicli dedicati soprattutto alla sfera del sacro e all’universo letterario. Al riguardo spiccano i progetti ispirati all’Inferno di Dante Alighieri, alla poesia di Giosuè Carducci, nonché ad episodi ispirati alle Sacre Scritture ebraico-cristiane.
COMUNITA'
BCC Gradara soci, uscita nel Modenese InsiemeSì, il consiglio BCC delibera la terza edizione dell'Expo del suo territorio - Le province di Rimini e Pesaro hanno il loro speciale Expo. Si chiama InsiemeSì. Dopo lo straordinario successo della scorsa primavera, il consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, presieduto dall'architetto Fausto Caldari, ha deliberato la terza edizione. La manifestazione si terrà alla fiera Campanara di Pesaro il prossimo anno. Gli imprenditori interessati potranno rivolgere alle 20 filiali della BCCG sul territorio delle province di Rimini e Pesaro-Urbino per prenotare lo spazio. Nelle intenzioni dei dirigenti dell'istituto di credito, la fiera è una delle risposte concrete al complesso momento economico. Per le imprese del territorio rappresenta un volano economico e, in concreto, è un tentativo d'aiuto alla comunità. Regala alle imprese, di soci e clienti, l'opportunità di mettersi in mostra a costo zero.
- Il 3 ottobre, un pullman dei soci della BCC di Grada si sono recanti nel Modenese per visitare alcune delle eccellenze di livello internazionale: il Mef (Museo Enzo Ferrari, nato a ridosso della prima officina di Alfredo Ferrari da dove ebbe inizio il mito del Cavallino), la casa di Pavarotti (dove il maestro si è spento nel 2007) e l'acetaia Malpighi (che producce l'aceto balsamico tradizionale di Modena con lo stesso entusiasmo e passione dal 1850).
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Baia Fiorenzuola, plastica delle vongole in paradiso IL FATTO - Un turista attento all’ambiente si è messo a raccogliere i rifiuti spiaggiati, armato di sacco e guanti lo scorso 28 agosto. Siamo alla spiaggia di Fiorenzuola di Focara, lembo di paradiso caraibico. Luca Maria De Nardo, editore della rivista COM.PACK dedicata al mondo degli imballaggi e dell’ecologia, ha iniziato da solo, sotto il sole delle tre del pomeriggio, a setacciare un rettangolo di litorale. Dopo nemmeno mezz’ora Michela, mamma di due bambini, ha affidato i ragazzi al marito e, con sacco e guanti, ha iniziato anche lei a raccogliere. Dopo 10 minuti XYZ, una signora bolognese di 73 anni, con qualche problema di deambulazione, ha insistito presso la figlia che l’accompagnava per partecipare anche lei. Due ore di lavoro, sei sacchi riempiti di imballaggi sì, ma soprattutto di reti di plastica usate per l’allevamento delle cozze. Sei sacchi raccolti in 200 mq! Applausi al gruppetto sono arrivati dai bagnanti. E tante domande sull’origine dei rifiuti, perché arrivano sulle spiagge, come si dissolvono. Morale: le leggi preventive e repressive non servono, le multe nemmeno, ammesso che vengano elevate. Servono esempi virali, parlare con la gente, spiegare cosa succede e perché con dimostrazioni e parole sempli-
Luca De Nardo con “amica” riempie i sacchi con la plastica ci. Quel pomeriggio più di 100 persone hanno scoperto che il mare è Cosa Nostra, che la spiaggia è Cosa Nostra, che Monte San Bartolo è Cosa Nostra: in latino Cosa Nostra si dice Res Nostra, cioè Res Publica. Quella spiaggia e quel mare sono nostri e la gente ha più che capito: l’ha sentito nel cuore. Adesso il compito passa agli allevatori di cozze dell’Adriatico: sulle centinaia di migliaia di sacchetti in vendita in tutt’Italia potrebbero cominciare a raccontare che a Fiorenzuola di retini di plastica non ne arriveranno
Storia e segreti di una tazza di tè
più. E saranno le cozze più buone della costa. Che fare? Matteo Ricci, sindaco di Pesaro: “Lì c'è il problema di gestione della spiaggia. Nel nostro piano spiaggia lì è previsto un punto ristoro; chi vincerà il bando dovrà tenere pulita la spiaggia, e offrire il servizio bagni e docce. La Multiservizi ogni tanto pulisce solo che il mare ogni giorno porta a riva di tutto. E' una vergogna ma si scontro con gli ambientalisti”.
La storia turistica attraverso la grafica di Magi
Magi-ca Gabicce, grande successo - “MAGIca Gabicce: un grande successo”. Il 6 settembre scorso ha chiuso i battenti la mostra MAGIca Gabicce e volendo tracciare un bilancio non possiamo dire altro che è stato molto positivo. Nei due mesi di apertura la mostra è stata frequentata da un pubblico numeroso e partecipe con una presenza media di oltre 150 persone al giorno e sono stati distribuiti circa 400 cataloghi. I visitatori, sia turisti che cittadini di Gabicce Mare e dintorni, hanno dimostrato grande interesse e curiosità per i contenuti della mostra e per la sua sede. La storia di Gabicce, che si è svelata attraverso l’opera di Silvano Magi, ha trovato una degna cornice in un locale storico come il Mississippi che ha suscitato non solo curiosità ed interesse, ma rammarico per la sua chiusura. Emblematico ciò che ha scritto su di un quotidiano nazionale il giornalista Alberto Leiss, che ha visitato la mostra; “Non parlerò del fiume americano ma di una sua singolare eco adriatica. Un locale su palafitte che sorge in mare davanti
Silvano Magi
alla spiaggia di Gabicce, dove le Marche confinano con la romagnola Cattolica. Lo vedo ogni estate in vacanza e mi ha sempre affascinato. Secondo il progettista-un geometra di Rimini che lo ideò alla fine degli anni ’50doveva apparire come un tipico battello fluviale , con tanto di enorme ruota a pale disegnata sui fianchi. La realizzazione ha un po’ tradito il progetto e ad evocare l’epopea del grande fiume è rimasto soprattutto il nome sull’insegna, e un indefinibile attrazione esotica che la costruzione esercita (almeno su di me).” E l’entusiasmo del giornalista è stato condiviso da tanti così che l’affluenza di pubblico è andata sempre ben oltre l’orario previsto di apertura, tanto che e a volte risultava difficile chiudere i cancelli.
Durante le serate (grazie anche alla presenza costante di Marisa Galeazzi, moglie di Silvano Magi) il pubblico è stato intrattenuto con racconti e aneddoti sulla nostra città in un’atmosfera piacevole e cordiale. I visitatori attraverso i testi e le fotografie della mostra hanno visto sfilare la storia turistica di Gabicce nei suoi anni d’oro, in cui tutto era esaltante, nuovo e segno di prosperità!!! Possiamo senz’altro affermare, che il successo di questa operazione culturale è stato di molto superiore alle aspettative. E in questa sorta di bilancio finale che ha il significato di viatico per un nuovo progetto, abbiamo già pensato a nuove e scintillanti iniziative, ringraziamo chi ha contribuito e sostenuto l’iniziativa. Tutto questo, infatti, non sarebbe stato possibile senza l’apporto della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, di Confcommercio Pesaro e del Comune di Gabicce Mare. Allora prossimo appuntamento con le nuove iniziative del Fortino per l’estate 2016!! Arrivederci! Il Fortino
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Parla il sindaco Domenico Pascuzzi. Amarcord Ora è di proprietà dello Stato
Gabicce
“Fare del Mississippi luogo di incontri”
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TURISMO
di
Dorigo Vanzolini
Lo si vorrebbe acquisire ad un prezzo basso, oppure con un affitto simbolico. 500mila euro per ristrutturalo IL FATTO - “E' nostra intenzione fare del Mississippi luogo immagine di Gabicce Mare. Il percorso non è agevole ma ci stiamo provando insieme alla regione Marche”. Il sindaco Domenico Pascuzzi pensa di riportare il famoso locale su palafitte al centro della vita turistica gabiccese. “La mostra dello scorso lugliosettembre - racconta Pascuzzi è stato un assaggio di quello che potrebbe essere il luogo. Come amministrazione per renderlo fruibile per la mostra su Magi abbiamo speso molto. Il nostro obiettivo è che può avere un futuro di primaria importanza per il territorio per la sua storia, per la sua peculiarità, per la sua unicità. Stiamo lavorando insieme al nuovo consiglio regionale delle Marche. Ci siamo sentiti
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Aurelio
Aurelio e il bello del boogie woogie Il sindaco Domenico Pascuzzi Il Mississippi
con Andrea Biancani, il consigliere regionale che ha la presidenza dei beni demaniali. L'iter è quello della rotonda di Senigallia acquisita dal Comune. Prima della giunta Ceriscioli, la regione ci fece sapere che era tutto difficile. Il Mississippi è di proprietà dello Stato; noi lo vorremmo acquisire come bene comunale, sia da soli, sia in collaborazione con qualche privato. Ci stiamo interessando per
trovare dei fondi europei. Se non è possibile acquistarlo, cercheremo di averlo in gestione con un canone basso. Per l'attività privata, lo Stato chiede 35mila euro di affitto l'anno”. “Come amministrazione continua il sindaco Pascuzzi abbiamo messo a bilancio 250mila euro; per ristrutturarlo ce ne volgiono almeno 500mila. Potrebbe essere il luogo ideale per mostre, eventi, convegni, mostre. Perfino matrimoni, cerimonie. Noi lo vorremmo vivo coinvolgendo le categorie economiche. Coinvolgendo la città”. E'
- “Ciao, io sono Aurelio e ballo il boogie! Sì, quel ballo di coppia nato dalla musica nera che porta lo stesso nome, derivazione e per qualcuno degenerazione, del jazz. Una musica tanto famosa a partire dagli anni '30 e '40, coinvolgente, allegra. Il boogie woogie è un libero ballo in libera musica, lasciatoci quale dono dai soldati americani che la libertà ci restituirono alla fine della seconda guerra mondiale. Mi presento. Sono Aurelio Mangani classe di ferro 51, mese di ferro agosto, quando la voglia di vita e di allegria è quella del solleone! Che sia in questa congiunzione astrale che ho trovato la mia voglia di ballare? Quella voglia che mi fa lasciare spesso la mia piccola Bottega di Colbordolo per andare in ogni locale della riviera dove consentano di muovere i piedi a tempo di boogie o di ogni altro ballo, ma il boogie è il boogie. È un mondo grande quello del boogie ed io l’ho incontrato in Svizzera, in Inghilterra, in Olanda. E adesso sono qui, nella mia terra tra le Marche e la Romagna, che metto scarpe bicolori e pantaloni dal taglio antico. Non mi mancano bretelle e corpetto e così abbigliato mi presento col borsone delle magliette di ricambio, ciondolando nelle sale e comincio a ballare questa danza senza schemi e figurazioni, trasportato dal ritmo e dalla grazia della mia partner d’occasione. E quando il ballo diventa più bello, solo allora scatta il mio grido: ‘Yuuuuhuuuuuu’. Sono in molti quelli che si girano e quasi tutti sorridono e ci guardano me e la mia ballerina. Sì, io sono Aurelio e ballo il boogie e ti dico che puoi farlo anche tu. Perché non è difficile se resta istintivo e libero come alle sue origini, e la libertà è sempre bellissima, soprattutto quando balli!”.
Claudio Casadei
Amarcord Gabicce
di Dorigo Vanzolini
Gabicce Mare, 1964/1965. In piedi da sinistra: Antonio Caldari, Libero Ceccolini, Tito Franchini, Giuseppe Pezzolesi, Silvio Tenti, Franco Franchini, Otello Ceccolini, Lino Leardini, Patrizio Girolomoni, Saul Mazzali, Giorgio Zavagnini. Didascalia realizzata in collaborazione con gli amici del Circolo A.N.M.I di Gabicce Mare. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
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SAN GIOVANNI
San Giovanni leader provinciale grazie alle sue cantine che fanno qualità SAN GIOVANNI AMARCORD
Vino? Vince Cattolica Il parco attrezzato e l'interno della chiesa
Inizi
del 1900 campagna marignanese con filari Sull'altare il Battista decapitato
- Si racconta della civiltà del vino ed il succeso è assicurato. Se poi vince Cattolica... Grande giornata per la XV edizione del Capodanno del Vino. I numeri: impegnati 30 associazioni, oltre 100 volontari con circa 2000 spettatori in Piazza Silvagni, trasformata in un’aia per il “palio” della pigiatura. Il sindaco Daniele Morelli: “Un altro esempio per consolidare e far crescere un patrimonio comune: pensare e lavorare insieme, pubblico, associazioni e privati”. La formula vincente è l'intreccio tra gli appassionati, il
TRADIZIONI
mondo dell’associazionismo e quello privati; insieme hanno dato vita ad una giornata ricca di appuntamenti in onore della civiltà contadina. Ben 100 figuranti vestiti in abiti d’epoca, rievocando l’Ottocento, sia nei panni della nobiltà, sia in quelli del popolo. Una rievocazione storica che ha contrassegnato per la prima volta l'evento. Sono stati il frutto del lavoro delle associazioni, ad iniziare dalla Pro Loco. Le cantine marignanesi
(Enio Ottaviani, Fattoria Poggio San Martino, Torre del Poggio) hanno distribuito 750 boccali di vino contro i 500 del 2014, più 50 per cento rispetto alla scorsa edizione; servite 850 piade con la porchetta a cura del Circolo Arci. Beretta. In 2000 hanno calcato Piazza Silvagni per lo spettacolo della gara di pigiatura (a cura dellaPro Loco e del cavalier Angelo Cucchiarini). Ha vinto Cattolica con 23 cm di mosto, contro i 21 della seconda, Santa Maria in Pietrafitta. In competizione anche Pianventena e Montalbano.
SAN GIOVANNI
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Il consiglio comunale lo approva il 30 luglio. Tasini: ‘Nelle difficoltà creato circolo virtuoso’ STRETTAMENTE PERSONALE
Aiutare gli imprenditori Aiutare le famiglie - La buona politica dovrebbe ritornare alla concretezza della casa colonica romagnola; cultura lontana dai proclami e dalle facilonerie. Le cose si facevano se servivano; invece a dettare il passo sono le “regole” che spesso non aiutano le esigenze degli imprenditori e neppure il benessere delle famiglie. Cioè di tutti. L'amministrazione comunale di San Giovanni dovrebbe aiutare imprese e famiglie con un regole intelligenti e flessibili alle esigenze. Con atti concreti. Uno di questi è dare una mano ai proprietari del Golf Club (Gerani, Ferretti e Forlani). Hanno chiesto circa 6mila metri quadrati di nuovi spazi: camere ed una sala convegni da 250 posti. Nel caso contrario, il Golf Club e le sue 18 buche, si è costretti a chiudere. A perdere, prima di tutto, i dipendenti, San Giovanni e la provincia di Rimini. Il percorso qualifica l'offerta turistica del Riminese e porta un turista attento, appassionato e con una buona capacità di spesa. L'amministrazione guidata da Domenico Bianchi fino al 2014 era favorevole alla richiesta, anche andando in deroga al Piano regolatore provinciale (il Ptcp); quella guidata da Daniele Morelli sta facendo un passo indietro, richiamandosi alle regole, sia della Provincia, sia del Comune. Le regole sono fatte dagli
uomini e devono servire agli uomini. Se la realtà dice che non funzionano vanno cambiate. Se gli amministratori ipotizzano dubbi sulla richiesta di incremento edilizio, temendo la speculazione, potrebbero scrivere una convenzione restrittiva e con poche scappatoie. Finora sono stati investiti molte decine di milioni di euro tra campo da golf e club house. Quelle camere sono insufficienti per una sana gestione economica della struttura. Altre camere significano maggiori incassi. Significa che il complesso può iniziare a camminare con i conti in ordine. Significa che non sarà più foraggiato dalla proprietà. Dato i tempi, gli imprenditori si sono stancati ripianare le perdite. Lo stesso ragionamento vale per i bisogni delle famiglie. Sono almeno un centinaio che hanno chiesto piccoli ampliamenti che andrebbero ad aumentare il loro benessere sociale (non economico). Solo che le regole non li prevedono. Amministrare vuol dire coraggio ed alzare gli orizzonti verso nuovi paesaggi e deviare dalla rotta che arreca danni alle persone. Sull'altare del mattone come guadagno facile negli ultimi 20 anni si è smarrita l'anima; ora va ritrovata deviando rotta. Deviando dalle vecchie regole, mettendo le persone al centro.
“Golf, senza l'aumento di cubatura si chiude” Investimenti
40? - Si dice che il Golf Club finora abbia richeisto investimenti superiori ai 40 milioni di euro.
La Club House del Riviera Golf
- “Se non ci danno l'am-
L'assessore Gianluca Vagnini
pliamento, il futuro del Riviera Golf è a rischio”. Lo afferma Sergio Gambini per conto della proprietâ, che nella struttura ha investito alcune decine di milioni di euro. “Spesso - racconta
Gianluca Vagnini, assessore all'Urbanistica e Edilizia privata di San Giovanni - ci sono cose che non dipendono da noi; ci sono cose sovraordinamento rispetto ai poteri del Comune. Agli imprenditori dico che mi spiace per il tempo perso. Verso di loro non abbiamo nessu-
na preclusione; vogliamo analizzare con serietà la loro proposta. Capisco benissimo che un aumento di ricettività significa più margine di guadagno. Più servizi si offrono e più l'attività diventa interessante”. “In questo momento continua l'assessore - non c'è una vera situazione analizzabile; la loro richiesta di potenziamento viene presa in seria considerazione. Deve essere compatibile con gli strumenti urbanistici, con i vincoli. Vedremo”.
“Negli ultimi anni - chiude Vagnini - c'è stato un difetto della politica e parlo in generale. Regnava come un imperatore: aiutava gli amici e penalizzava gli avversari. Noi vogliamo affrontare un progetto che faccia gli interessi della comunità”. “Gli accordi con Bianchi - dice Gambini - erano le conclusioni della Conferenza di servizio; è stato deliberato dalla Conferenza di Servizio, da tutti i partecipanti, tra cui anche il Comune di San Giovanni. La Conferenza di Servizio si era conclusa positivamente e c’era stata anche la ratifica da parte della giunta provinciale delle conclusioni della Conferenza. È' mancato il passaggio del Consiglio comunale di San Giovanni. Poi la Giunta comunale ci ha, evidentemente, ripensato e ha detto che loro vorrebbero collocare diversamente l’aumento della capacità edificatoria”. “Noi speriamo che ci sia l'aumento - continua Gambini - perché senza l’aumento si chiude”. Il Riviera Golf impiega circa 25 addetti, conta circa 200 soci e fa 12mila presenze l'anno. “Anche se l’apporto non lo puoi misurare solo su quelli che lavorano lì. Quelle che ci girano intorno sono un numero più importante”.
BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO
I tre soci fondatori. Da sinistra:
“Giornata di svago e di amicizia” Massimo Lazzarini, presidente della Bvv: “Non ‘evasione’ ma un momento di serenità e di convivialità gustandosi quella bellezza che, come diceva Dostoevskij ‘salverà il mondo’” COMUNITA' - Lo scorso settembre, la Banca Popolare Valconca ha organizzato la 21^ edizione della gita riservata ai detentori del Conto Mongolfiera (i pensionati). Mèta: Modena. Ecco il saluto ai gitanti del presidente della Bpv, avvocato Massimo Lazzarini. “Un caro saluto a tutti voi, clienti e soci della Banca Popolare Valconca. E così quest’anno si va a Modena. Questa iniziativa della Banca che è arrivata alla ventunesima edizione si dirige verso quella meravigliosa città così ricca di storia e di arte. L’idea di questa giornata venne elaborata tanti anni fa. Ci sembrava importante offrire una giornata di svago, di amicizia ma
Quelli della Banca in scena a Saludecio TEMPO LIBERO
- Anche con la vena artistica numerosi impiegati della Banca Popolare Valconca. Dopo un incontro di lavoro, hanno deciso di ritrovarsi con le proprie passioni. Alle spalle mesi di prove e divertimento, hanno organizzato uno spettacolo al Teatro Verdi di Saludecio. L'appuntamento è il 10 ottobre, ore 21. Il ricavato va alla Casa di riposo del Beato Amato. In scena: poeti, attori, cantanti e musicisti. Racconta Del Bello, uno della combriccola: “A questo punto mi sembra doveroso spiegare un po’ come mai
Alcuni durante le prove
siamo giunti a questa serata, come è nato il tutto. Molti di voi sapranno che nel mese di ottobre dello scorso anno diversi colleghi hanno trascorso due giorni proprio in questo paese, Saludecio, per due giorni di formazione aziendale organizzato dalla nostra banca presso il convento dei Gerolimini”. “Per questo ad inizio 2015
– e qui diamo a Cesare quello che è di Cesare – il collega Piero Innocenti - continua Del Bello - ha fatto pervenire a tutti i colleghi il seguente messaggio: ‘Chiedo a chiunque sia interessato di indicarmi le proprie abilità artistiche, quindi mi rivolgo a cantanti, strumentisti, a chi sappia raccontare barzellette o declamare poesie, nonché a chi è disposto a
fare da presentatore o a ballare, insomma a chiunque abbia voglia di esibirsi...’. Nel corpo della stessa mail si faceva riferimento ad uno spettacolo di beneficenza da tenere nel corso dell’estate. Ricevuta la mail in diversi hanno risposto proponendosi chi in un modo chi nell’altro così si è partiti con l’avventura ed eccoci qui!”.
anche di luoghi belli da vedere. Io credo che i valori che hanno fatto nascere l’idea di questa giornata siano tuttora validi. Non una giornata di “evasione” dalla grigia e, a volte, soffocante realtà di tutti i giorni. Se fosse solo evasione non servirebbe a molto perché, poi, al ritorno, prenderebbe il sopravvento la tristezza di rientrare nelle cose di sempre. Non ‘evasione’ ma un momento di serenità e di convivialità gustandosi quella bellezza che, come diceva Dostoevskij “salverà il mondo” Lo so: ancora la crisi economica non è passata, e nel mondo i focolai di guerra si accendono da tutte le parti. Che significato può avere questa giornata di svago e tranquillità con tutto quello che stiamo vivendo? Cosa possiamo fare noi, così piccoli rispetto agli eventi che succedono? Rispondere al nostro compito, là dove siamo. Prendere sul serio la responsabilità di quello che abbiamo per le mani. Nel lavoro, a casa, nell’educare i figli e nipoti. Sembra poco, ma é tutto perché si riparte sempre dal singolo, dal valore immenso di ogni persona. Allora anche una giornata come questa, fatta di serenità e di tranquillità può servire a dare speranza per la vita di tutti i giorni. Tanti auguri a tutti!
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MORCIANO DI ROMAGNA
MORCIANO
L'abc per cavarsela in aeroporto, in hotel, per strada. Inizia il 3 novembre ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Unione1 -
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
Corso di inglese per viaggiare
“L'Unione dei comuni è un ente
inutile e fuori controllo”. Lo afferma, in incognito, uno dei più importanti politici morcianesi degli ultimi 20 anni. Da dentro ha una fotografia chiara e senza tante sfumature, o forse con tutte le sfumature. Data la navigazione dell'ente siamo d'accordo con questo signore a prescindere. Domanda: perché non è mai intervenuto fare dell'ente qualcosa di utile e controllabile?
Comune rurale -
Da Città Commercio e
capitale commerciale della Valconca a centro rurale della Valconca. Il passaggio di denominazione è recente, almeno politico-burocratico. Da una parte ci sono coloro i quali hanno storto il naso; dall'altra invece c'è un sano orgoglio e la possibilità di andare ad attingere a fondi di sviluppo comunitari. La nuova pennellata morcianese la si legge nel Gal (Gruppo di azione locale). E' un ente che dovrebbe fare progetti sui territori agrcoli grazie a fondi comunitari. Dentro ci sono le cittadine rurali della Valconca e della Valmarecchia. Lo scriba pensa che Morciano possa essere sia dinamico centro commerciale, sia centro agricolo di granaglie anche se quasi senza agricoltori.
- Corso d’inglese per viaggiare. Dopo il successo delle edizioni scorse anche quest’anno il circolo fotografico organizza un corso base: 15 lezioni di due ore ciascuna dalle 21 alle 23 presso la biblioteca di Morciano, nelle serate di martedì e giovedì. Si parte il 3 novembre e si chiude il 21 dicembre. L'obiettivo è di capire e farsi capire anche per chi conosce poco la lingua, o non la
conosce affatto nell'abc del viaggiatore: chiedere indicazioni negli aeroporti, hotel, metropolitane,taxi,ristoranti ecc.). L’iscrizione va fatta in biblioteca a Morciano in orario d’ufficio oppure inviando i dati a giancarlopari50@gmail.com Per ulteriori informazioni rivolgersi a biblioteca@morciano.it tel.0541/987221 oppure a giancarlopari50@gmail.com
Come diventare guardia ecozoofila
AMARCORD
Addio a Cino Rossi - Cino Rossi è morto lo scorso 5 ottobre; aveva 76 anni. Ammalato da tempo, da almeno tre anni era legato ad un polmone artificiale. Scapolo, lascia la sorella Pina. Cino faceva parte della combriccola di Dino Muratori (un manipolo di amici che si ritrovava per mangiate, giocate e discussioni), scomparso pochi anni fa. Era persona schiva che amava conversare; frequentatore del Circolo cittadino (si trovava all'interno del teatro Ronci), d'estate lo si trovava più a Riccione che a Morciano. Col suo stile è stato uomo di mondo, non senza successo. La famiglia Rossi ha fatto la storia commerciale di Morciano. Avevano un emporio alimentare che andava da via Marconi e via Fratti. Chiuso negli anni '80, la facciata in via Marconi ne reca l'importanza. Accanto al portone campeggia l'incisione del Mercurio su marmo. Ha dato lavoro a centinaia di morcianesi; da quella gavetta sono usciti persone diventate a loro volta commerciante di successo. Con Cino Rossi tramonta un altro tratto di storia; “che la terra gli sia lieve”.
Ezio Angelini, ideatore del corso
- L'associazione nazionale Giacche verdi onlus, con riconoscimento da parte del ministero dell’Ambiente, organizza un corso per sostenere l’esame per diventare guardia ecozoofila. Gli ambiti operativi d’intervento riguardano: 1. Controlli sul commercio, allevamento e traffico degli animali; 2. Controllo sul trasporto e sullo smaltimento dei rifiuti; 3. Tutela della flora e fauna in genere; 4. Servizi specifici contro l’abbandono ed il maltrattamento
Sporcare per amore
ALLEGRO MA NON TROPPO
Nuove generazioni - “…Leggendo i vari articoli di notizie e novità dal mondo, che i vari ‘Browser’ di internet ci propinano a tutto spiano, mi sono reso conto che bisogna essere ‘Glamour’ per essere ‘Fashion’, che bisogna vestirsi alla moda per essere ‘Trendy’, o sei tra quelli che sono ‘In’… o sei ‘Out’ e se non sei ‘Groovy’ rischi di essere una persona ‘Kitsch’ e essere messa ‘BorderLine’ come ‘Trash …” Questo mondo ci persuade a spendere soldi, per comprare oggetti tecnologici o di abbigliamento, di cui fon-
Giancarlo Pari, presidente del circolo fotografico che organizza
damentalmente non ne abbiamo realmente bisogno, inseguendo mode non sempre pratiche, nella errata convinzione che queste possano impressionare persone che non sempre avranno durata nella nostra vita e che forse nemmeno ci interessano. Il rischio è che prima o poi ce lo ritroveremo nel Cool con più o meno SatisFashion con un andirivieni di In e Out, in un Groovyglio di Trash non troppo Chic. Cuccumeo Il muro di piazza Boccioni vetriolato dall'adolescente
degli animali; 5. Soccorso di animali in difficoltà o coinvolti in incidenti; 6. Protezione Civile in ausilio alla popolazione e specifico per il soccorso degli animali; 7. Controlli antibracconaggio e contro la pesca di frodo. Il corso inizia il 27 Ottobre ore 20,30 presso il Circolo Acli Morciano - Via Cà Fabbro, 15/ 1. Termine iscrizioni 27 ottobre. Per informazioni ed iscrizioni contattare il numero 366 6304490.
ALLEGRO MA NON TROPPO - Alle tre di un pomeriggio di metà settembre un adolescente moro su uno Scarabeo grigio prima ha imbrattato con una scritta d'amore alla sua bella il muro con affaccio sul monumento di Arnaldo Pomodoro, “Colpo d'Ala”. Il messaggio: “Sere, sei la mia ragione di vita!”. Beccato sul fatto, ha mandato a quel paese Alberto (per gli amici Bertino) Montanari, sindaco di Morciano dal 1990 al 1995. Uno si chiede: chissà che volto ha questo adolescente? Chissà quali sono le sue letture? Chi sa chi sono i genitori? Magari amici dello scriba e di Bertino. Ci sono milioni di modi per sussurare ti voglio bene a chi si ama, il giovinastro ha scelto l'urlaccio scritto. Sarebbe bello chiedergli un atto di amore verso Morciano e Serena: si dovrebbe offrire volontario per cancellare l'“urlo”, insieme alla fanciulla della sua sensibilità. Magari coinvolgendo la compagnia. Gli va anche ricordato che ha “tinteggiato” un monumento di livello mondiale; imbrattasse il bel muro di casa, chissà che direbbero la mamma e il papà...
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
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Da tempo quest'amministrazione pensa all'arredo urbano da pedonalizzare come inizio
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
Bucci, il viale Ceccarini di Morciano? - “Il dolce e lento declino commerciale morcianese continua, lento ed inesorabile. Quasi dorato. Forse non siamo più la capitale della Valconca; però ho speranze per il rilancio se andiamo a ritrovare lo spirito dei nostri padri”. La riflessione è di una delle menti commerciali più raffinate della cittadina. Non vuole esporsi, ma ha le idee chiare. Chiarissime. “Sono del parere che dovremmo partire - continua il commerciante - almeno da due elementi. Il primo. Noi commercianti dovremmo riprendere a fare investimenti, a sorridere, ad offrire la stessa merce a prezzi più bassi rispetto ai nostri competitori. Altrimenti perché un cliente dovrebbe venirci a trovare”. “Il secondo punto - continua il commerciante sulla quarantina -. Dobbiamo lavorare sul centro della città con idee forti, semplici e attraenti. Ci vorrebbe un arredo urbano trasformando le ampie strade morcianesi in delle sontuose isole pedonali. Dico isole pedonali ma si po-
Alcuni commercianti sono favorevoli, altri hanno paura. Ma se si continua, senza invertire rotta, il lento e docle declino morcianese continua... IL PUNTO
trebbero chiamare piazze date le dimensioni. Concordo con il Comune che vorrebbe partire con arredo e relativa pedonalizzazione di via Bucci. Che è uno dei cuori del nostro paese. Non sarebbe male se via Bucci diventasse la nostra viale Ceccarini. Dico via Bucci ma potrebbe essere anche un'altra strada; da decidere insieme ai commercianti ed al Comune. Chi parla non ha l'attività in via Bucci, dunque sono inattaccabile”. Insomma: via Bucci isola
Il vecchio stabilimento della Gasperi (oggi c'è l'Ottica Biondi e non solo) il cuore di via Bucci
pedonale con nuovo arredo urbano? Date le casse comunali è difficile reperire fondi, ma si potrebbe almeno pensare e portare la discussione nella città. Da alcuni decenni Morciano ha smarrito la sua voglia di protagonismo e di rischiare. Nei primi anni '90, l'amministrazio-
ne Alberto (Bertino Montanari) aveva pensato ad un grande centro commerciale all'ingresso di Morciano, lato Cattolica, poco prima del cimitero. Fece un concorso di idee; gli elaborati sono rimasti nei cassetti. Un quarto di secolo fa, i commercianti del centro si opposero. Argomenta-
rono che sarebbe morto il paese; che si stavano facendo gli interessi dei grandi e non dei piccoli negozianti. Il risultato è stato che i centri commerciali li hanno fatti altrove. Che Morciano è circondata e che sta perdendo terreno. Nell'immaginario della gen-
te (sia del Riminese, Pesarese e San Marino), il marchio Morciano è ancora altissimo. Ci sono attività eccellenti che riescono ad attirare da ovunque: da Gambini Calzature, passando per Biondi, Mofa, supermercati, Groove Store. Queste poi trainano le più piccole.
MORCIANO
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Andrebbero rifatti. Non sono una bella immagine per la città e non solo RELIGIOSITA'
Testimoni di Geova, assemblea di circoscrizione - I circa 3500 partecipanti tra testimoni e simpatizzantidi Geova delle zone di Pesaro e provincia, e della Repubblica di San Marino, Riccione e comuni limitrofi, si riuniranno per l’annuale assemblea di Circoscrizione.ad Imola il 3 e il 17 ottobre presso la Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova di Via Pastore n. 1 Il tema scelto è: “Imitiamo la loro fede” ( Ebrei 13:7). Il programma inizia alle ore 9.40 ed evidenzia come dalle Sacre Scritture si possono trarre eccellenti esempi di uomini e donne che mostrarono straordinaria fiducia nelle promesse di Dio. Nei vari interventi, vengono date chiare risposte basate sulla Bibbia a domande quali: In che modo ci può essere utile conoscere meglio
uomini e donne di fede menzionati nella Bibbia? Perché siamo invitati ad imitare il loro buon esempio? Perché dobbiamo scegliere saggiamente le nostre compagnie? Sotto quali aspetti i giovani possono diventare un esempio degno di essere imitato? Le varie relazioni sul tema comprenderanno anche interviste dal vivo e rappresentazioni di vita reale, il cui obiettivo sarà quello di rendere consapevoli i presenti del valore agli occhi del Creatore di una fede basata sull’accurata conoscenza delle Sacre Scritture che può, se messa in pratica, migliorare sensibilmente la qualità della vita.
Palazzo comunale, quei bagni tristi ALLEGRO MA NON TROPPO
- Senza sapone (col vecchio distributore vuoto ed il poco liquido rimasto rinsecchito dalla spietatezza del tempo). Il porta bobina per asciugarsi le mani da officina. Il porta rotoli della carta igienica rotto e la stessa per terra. L'acqua corrente c'è, però. Si presentava in questo stato il bagno del palazzo comunale di Morciano lo scorso 26 febbraio. Uno stato triste: poco accogliente, soprattutto per le signore. Gli ometti hanno meno problemi. Il Palazzo comunale di Morciano è tra i più prestigiosi della provincia di Rimini. La
Il palazzo comunale
sua architettura racconta la forza economica della città. La piazza che l'abbraccia anche, la statua del Mercurio è un altro segnale di civiltà e di vigore imprenditoriale. Insomma, non si è capitale per nulla. Sui bagni ci si potrebbero ricamare storie fantastiche: quasi a simboleggiare le debolezze del nostro Paese. Soprattutto a confrontarli con l'estero. Ma anche con San Giovanni. Quelli del nuovo palazzo comunale marignanese sono bellissimi e danno un gran senso alla comunità. Alle nostre latitudini, purtroppo, anche nei locali pubblici di un certo tenore, spesso sono senza finestre. La soluzione è semplice: i bagni pubblici devono essere quasi come quelli di casa: luminosi, puliti e con gli accessori.
MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente
Per al festie ad paes i sold jè sempre ben spees ti prim post e tal graduatorie ui è la Fiera ad San Grigorie subte dop e ven Singian sal su streghie scacia malan e j'artesta piò brev dl'an Me Palio de Daino a Mundain ogni an l'è sempre piò pin L'intuizion d'un arruden ma chi vend agl'erbie la fat fe i quatren ma Salus Erbie ad Saludec ad erburesta ui ne parec chi sal pientie chi sal spezie us ni veed ad tot al razie chi sal cremie chi sl'unguent us trova una medicina per ogni turment Cerreto. Ma la storia dla pulenta te poz ad C'rèd una masa ad genta lai cred Vincenz Sanchini m'un po' ad gloria l'avria diret per cal bel pagine cla scret durenta i festeggiament ad che Carnevel l'è prorpia vera che ogni scherz e vel.
Cerreto, il Carnevale
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Patrimonio culturale della comunità da conservare e trasmettere al futuro ANGOLO DEL DIALETTO Ma la Madona de Pien i garagul in si magna se pèn tot i dmanda la pieda che per bagnè te sughin la è piò indicheda
Al festie ad paes A Muntfior ui è Rocca di Luna che sotta e castel una masa ad genta la raduna Po' e ven quella dla Castagna che da sempre nisun la ingana A Murcen zet zet e bon bon us s'armagna dò spaghet se ton La nova Pro Loco la era piò che sigura cla avria fat bela figura Vicina la Conca sota Gmen ui è la Madona ad Carbugnen feva e furmai i lè us magna che per chi prega qualca pena lai sparagna
Te paes du ca so ned (Mercaden) e raviol e ven esalted e prudot piò marchignol cui sia dla Rumagna solatia e dla su gastronomia
Ma Gmen per tre dè tot e paes e mov al men e al papardelie se cinghiel l'è un cib da cardinel
San Climent se su bon ven la saluta e su inquilen che ad uva sangves la cvert una cullena e sota tera ui ha costruì una mega cantena
e per fnì sta filastrocca un bel grazie ma chi che tocca ma tot cla genta ad bona volontà cla lavora gratis per la comunità
Ma Cros ad Montclomb i festeggia e pumidor che tla cusena italiena e vèl cume l'or
Si cunfen dla nosta valleda ui è una festa ben ulieda l'extra vergine ad Curien ormai il cnos tot i criscien sia da mont sia da val tot i dmanda che bel or zaal. Santolini sla Pro Loco u la ja inventa trent an fa per la su genta e reem d'uliv e porta la pesa per tot e paes e per ogni chesa. Cla ciud l'an sli rem d'argent per la gioia dal su gent.
A Misen per la Festa de Crucifes ogni spazie il sples L'ultma sera ui è di fogh che i sè bel ins ved invel
A Montscudle ui è la Pateda clè una Segra patenteda i su gnoc jè una bontà cagl'attira al gentie dla città
A Misen Basa, me Vilag Argentina la ciresa per un dè la dventa regina
A Mont Clomb treppa e strozzapret l'è una Segra clas ripet per la gioia dl'arcipret
La Regina catulgina la festeggia i piscadur e la Saraghina e i turesta ad mez Europa i magna e i be finenta chi sciopa
Morciano, San Gregorio
Al ragaztenie che e muros al ciarcheva ma la Madona ad Valien la coda di su cavel al purteva e la Madunena se su cor generos e piò dal volt lai truveva anche e spos.
Montescudo, Sagra della Patata
Emilio Cavalli
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE
Una specie di stracchino spalmabile a base di farina di riso, frutta secca, erba cipollina, o curry. Si prepara a freddo in un minuto
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Bacchini, premiato alla Fiera di Bologna - Fosse un duello, si potrebbe dire: Davide che batte Golia. Il piccolo che scaraventa per terra il gigante. Invece, si tratta dell'idea di una piccola azienda che vince il premio di prodotto innovativo al cospetto di multinazionali-colosso. La Linea StraVeg di “Dna Bio” è stata premiata come prodotto innovativo alla fiera “Sana” di Bologna tenutasi lo scorso 1215 settembre. A sceglierla Giulia giunta, una blogger che si occupa di cucina in rete. Una rivoluzione quella romagnola portata a Bologna. Si prepara in un minuto; è facile veloce e semplice. “Tutti la possono preparare”, afferma Paolo Bacchini. Questo uovo di colombo, è una farina a base di riso con frutta secca (noci, pinoli e pistacchi), oppure erba cipollina, curry e curcuma. Si mettono gli ingredienti in una ciotola; si aggiunge acqua e olio extra vergine d'oliva. Si frulla e la crema spalmabile è bell'è pronta. Tipo Nutella. Si può spalmare sul pane; ma è ottima anche come yoghurt. E' senza glutine, vegana e bio. E' nata non per caso ma con
Nel suo catalogo un'ottantina di prodotti. Primi passi sui mercati europei. Nasce come consulente d'azienda. Nel 2011, la sfida di fare impresa. Nei primi 3 mesi non vendette niente
Paolo Bacchini
FOCUS un attento lavoro e per tentativi. Racconta Paolo Bacchini, il titolare di “Dna Bio”: “Ho preso due cuochi, un uomo (esperto dei senza glutine) ed una donna (specializzata in cibi vegani). Gli racconto di che cosa mi serviva. Di cosa avevo in testa. Solo che i due professionisti ingabbiati dai loro schemi non riuscivano concretizzare l'idea. In ogni caso hanno sviluppato il prodotto al 40 per cento; poi ho passato intere nottate a fare le prove nella mia
tavernetta. Un corso di cucina vegana mi ha illuminato. Pensavo, mentre portavo avanti i miei tentativi, che la gente doveva ridere mentre la mangiava. Ho portato la crema a Bologna con molta leggerezza; il primo ad essere incredulo del premio ‘Sana Novità. Coup de coer’, sono stato proprio io. Naturalmente felicissimo del riconoscimento”.
“La Fiera - continua il giovane sanclementese - ha apprezzato, ma non ancora il mercato. Spero che possa gradire. Per quel che mi riguarda come imprenditore sto costruendo un progetto sano, che guarda al lungo periodo; diciamo che sto dipingendo il mio sogno nel mio universo. La mia azienda vuole essere un piccolo orticello curato e coltivato
con passione. Prima dei grandi numeri c'è il piacere di fare le cose. So benissimo che ancora non abbiamo fatto niente. Mi piacerebbe esserci nella più piccola bottega di paese fino in Manciuria”. Oltre la bontà, con questa crema il consumatore risparmia il 40 per cento rispetto al fresco. Dietro “Dna Bio” c'è la te-
Bacchini, premiato al Sana come
Queste le motivazioni di Giulia Giunta: GIULIA GIUNTA, Alim e n t a z i o n e : “StraVeg bio di Dnabio è un preparato per crema vegetale spalmabile gluten free, pronta in 1 minuto, a base di ingredienti naturali e vegetali: riso, frutta secca (noci, pistacchi, pinoli), erbe aromatiche, spezie, sale rosa dell’Himalaya. È un prodotto in polvere, disidratato, che si prepara in modo facile e veloce aggiungendo semplicemente acqua e olio extravergine d’oliva. Mi ha colpito per l’originalità dell’idea, ma soprattutto per la praticità e la velocità di preparazione, che rappresenta un grosso vantaggio per chi ha poco tempo da dedicare alla cucina. A differenza dei formaggi e creme vegetali fresche che vanno tenute in frigo e sono a breve scadenza, si conserva a temperatura ambiente e ha una durata di 12 mesi. Ho avuto modo di assaggiarlo ed è molto buono in tutte e tre le varianti: erba cipollina, sapore mediterraneo e orientale”.
L'affresco
Guida di Pier Giorgio Pasini per uno dei luoghi di culto più importanti del Riminese MONTEFIORE
Prima possibile ti invio la foto. Grazie e buona giornata! Paolo Bacchini dnabio, naturale dentro
Paolo Bacchini con i prodotti premiati
nacia e le capacità del sanclementese Paolo Bacchini, un imprenditore arrivato dalle strade della consulenza aziendale. “Voglio vedere se sono in grado di tirar su un'impresa” fu la sua riflessione quando è partito nel 2011. Oggi ha una piccola unità produttiva con tre dipendenti a Morciano di Romagna. I suoi 80 prodotti (21 senza glutine) si possono trovare a Riccione: Mamma Bio, Acqua e Grano e Erboristeria della natura; a Rimini: Crosta e Muliga e Erboristeria Angelini. Piano piano cerca di entrare nei mercati esteri; ha mosso i primi passi in Olanda, in Germania. Ha contatti con il Nord'Europa, la Russia e la Cina. Paolo Bacchini prima di fare l'imprenditore è consulente d'azienda. In proprio nei primi tre mesi non vende niente. “Un insegnamento quell'andare in giro a vuoto con la valigetta”.
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
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Cambio di vertice per Sant'Andrea Servizi. Il nuovo presidente è stato sindaco Pd di Bertinoro. Compenso di 8mila euro l'anno
Da Costante Migani a Giancarlo Zeccherini - È un altro grigio capitolo di una consunta storia quello andato in scena durante il Consiglio Comunale di San Clemente di lunedì 14 settembre. Il prologo, le comunicazioni del sindaco Mirna Cecchini all’inizio della seduta come sempre, contenevano il fatto più importante da discutere. Il resto è diventato contorno in cui ad esempio nessuna delle “yeslady” presenti ha fatto notare che chiamare 1.400 metri quadrati di terreno “frustoli” potrebbe essere un problema senza la presenza di una cartina che spieghi anche al pubblico, ad esempio, l’ineludibilità della vendita e, soprattutto, del prezzo. A questo dovrebbe servire un Consiglio Comunale aperto ai cittadini oppure no? Non che altre interpellanze non fossero interessanti: sentire dire che la cultura non è riconducibile ad una mera operazione economico-matematica allarga il cuore: bravo assessore Tordi. Per il rispetto della popolazione locale che ne paga i conti, il cambio ai vertici di Sant’Andrea Servizi avrebbe meritato sicuramente una informazione e approfondimento più dettagliato visto che la scelta è avvenuta, almeno formalmente, nel pieno rispetto dei suggerimenti di par-
Una semplice designazione di partito? In ogni caso è un diritto sacrosanto di chi amministra
Mirna Cecchini
FOCUS
tito. Se ne sono viste troppe di queste situazioni perché possa bastare la sdegnata risposta del sindaco al consigliere Corrado Gaia per fugare i dubbi di una scelta fatta altrove che a San Clemente. Onore al merito al lavoro svolto da Costante Migani. Ha avuto la sfortuna di vivere la gestione di un’area di sviluppo produttivo durante la peggiore e lunga crisi che si ricordi e qui ci fermiamo. Un po’ di stanchezza e la cambiata situazione
SAN CLEMENTE - SORRIDERE
famigliare sono motivazioni valide e semplici da trovare per riprendersi la propria vita privata. C’è poi l’arrivo di un manager preparatissimo con un curriculum di studi ed esperienze da fare invidia a molti degli attuali ministri. Il dottor Giancarlo Zeccherini, neopresidente di Sant’Andrea Servizi; oltre alla laurea in giurisprudenza vanta numerosi e pertinenti corsi e master di studi di gestione di società
pubbliche. E' stato prima vicesindaco e poi sindaco di Bertinoro dal 1985 al 2000, già amministratore di numerose società pubbliche e presidente di Romagna Acque dal 2000 al 2006 e poi tante altre esperienze. È stato anche nel 2013, il consulente a cui si è rivolto il Comune di San Clemente per una perizia giuridico-amministrativa “relativamente al mantenimento di una società partecipata” (Comune di San Clemen-
te, determina area finanziaria n° 48 del 23/10/2013). Che simpatico destino sarebbe quello per cui la stessa società salvata su un tuo parere (noi non sappiamo se sia questo il caso) fosse poi quella di cui, un po’ di mesi dopo, vai a fare il presidente. Certo, il compenso di 8.000 euro l'anno non è faraonico, ma si sa in politica le vie del Signore sono infinite ed a noi cittadini-allodola viene spesso mostrato solo lo specchietto più abbagliante. Tutto questo, lo vogliamo sottolineare, senza dare alcun giudizio sulla persona che sarà sicuramente la scelta migliore possibile. Ma è il sistema di scegliere che non ha affatto cambiato verso, anzi ha approfondito il solco esistente tra la teoria predicata in nome della correttezza e la pratica di certe decisioni. Si sceglie la tranquillità legale in barba all’etica che, spolverata e lucidata, tornerà protagonista alla prossima campagna elettorale.
Avrà da fare il dottor Zeccherini. Dopo Matteo Renzi, anche l’assessore regionale alle Attività economiche, Anna Foschi, vede una ripresona che bussa alla porta. L’area Industriale di Sant’Andrea sarà di certo aggredita da una montagna di investimenti e di sviluppo imprenditoriale: ci sono già orde di imprenditori al confine di stato, come il Jobs Act insegna. Speriamo che questi nuovi investimenti non siano tutti come quello fatto in prossimità del centro sportivo che nessuno ha mai spiegato ai cittadini a oggi ancora proprietari del 90% di quella zona. Inerti Lì terre di tanti colori e di tante sfumature vengono stoccate spalmate e pressate, una “discarica” di inerti prevista nei progetti ma contro la quale i cittadini avevano già manifestato dubbi ed avversioni, e non manca certamente in giunta chi poteva ricordare. Però, nel silenzio di chi non ci mette mai la faccia, anche stavolta tutto è passato nel silenzio di una legalità sempre più pelosa e lontana dai cittadini. Del resto poca importa ai Brahmini che i Paria possano capire ed approvare, le caste servono a questo. Buon lavoro a tutti!
SAN CLEMENTE Umberto Corsuccci
San Clemente, maratonina del vino - Maratonina di 21 chilometri per emozionarsi con uno dei territori più belli del Riminese e non solo. Ovunque giri lo sguardo è meraviglia. Forse il punto più straordinario è la collina di Ciola; abbracci il mare, l'entroterra, San Marino, la Valconca. E poi c'è l'incanto del borgo e la passeggiata lungo le mura interne sul lato mare. Alla sesta edizione, l'appuntamento con la “Maratonina del Vino” è il 18 ottobre. Tre i percorsi: 3, 9 e 21 chilometri. Il ritrovo è alle 7,30 presso il Centro sportivo “Ernesto Colletta” a Sant'Andrea in Casale. Si parte alle 9,30. Come dicono i medici per star bene di salute ci vogliono almeno quattro attività: incontrare le persone, uscire di casa, leggere un libro e praticare lo sport. Se poi l'ambiente ti porta in mezzo alle bellezze della natura.
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
La Valconca abbraccia i russi
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
MONTEGRIDOLFO
Un superstore di circa mille metri quadrati alle porte del borgo di Saludecio con calzature, abbigliamento ed eccellenze enogastronomiche
Da sinistra: la famiglia Polidori (i primi 4), l'imprenditrice russa Irina Sladkova e il sindaco Dilvo Polidori
ECONOMIA
- L'imprenditrice russa Irina Sladkova ha scelto le colline di Saludecio come dimora. Tra le sue molteplici attività anche un negozio di calzature nel centro di Mosca con tanto made in Italy; tra i suoi fornitori il calzaturificio di Giulio Polidori e figli di Saludecio. La signora Irina ed i fratelli Polidori hanno costituito una società, la “Miriam Factory”, che cercherà di por-
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tare i russi a fare tappa in Valconca. Il centro di tale progetto è un superstore di circa mille metri quadrati; si trova appena fuori il borgo, sulla strada verso Mondaino, prima di “Betty Arredamenti”. Ci saranno le eccellenze della Valconca: calzature, tessile-abbigliamento ed i pro-
dotti locali, e non solo, dell'eno-gastronomia. I lavori del cantiere sono già partiti e entro la prossima primavera dovrebbe aprire i battenti. Per il prefabbricato (“un bell'edificio”, fa sapere Giulio Polidori) vengono investiti circa 500mila euro. Nei giorni scorsi Il sinda-
co di Saludecio Dilvo Polidori ha ricevuto la signora Sladkova. “Tale struttura espositiva, integrata nello stesso apparato produttivo - racconta Giulio Polidori, titolare di un calzaturificio - non si limiterà alla commercializzazione di calzature e abbigliamento, ma estenderà la propria attività promozionale ai prodotti enogastronomici di qualità vanto del nostro territorio, realizzando in tal modo un’offerta variegata e stimolante capace di veicolare su Saludecio e sui vicini centri della costa un nutrito afflusso di turismo non solo russo, considerando anche che l’operazione prevede l’attivazione di un centro gemello a Mosca”.
BCC Gradara, un altro defibrillatore per il territorio
Il presidente Caldari consegna il defibrillatore - La Banca di Credito Cooperativa di Gradara dona un altro defibrillatore al suo territorio. Lo scorso martedì 6 ottobre, a Gradara, presso la Direzione dell'istituto di credito, si è tenuta la cerimonia di consegna di un defibrillatore di ultima generazione alla società sportiva Bocciofila di Montegridolfo, la più importante del Riminese. La squadra milita in serie A. Presenti il presidente della banca Fausto Caldari e i dirigenti della società, che quest'anno lotterà per lo scudetto. “La Banca di Credito Coo-
perativo di Gradara – sostiene il presidente Caldari – è da sempre sensibile rispetto a diversi temi come la sanità, la cultura, la scuola, i giovani e le associazioni. Questo di oggi è un altro esempio concreto della BCC di Gradara di essere vicina alle realtà del territorio, come la Bocciofila di Montegridolfo, associazione sportiva frequentata da centinaia di appassionati e cittadini; soprattutto numerosi giovani, il cui futuro a noi sta particolarmente a cuore!” La cerimonia si è conclusa con un brindisi benaugurale.
Centenaria, come vuole la tradizione si celebra la seconda domenica di ottobre. Dietro ci “sono molte mani”
SALUDECIO
Nel cerchio rosso l'ingresso della celletta di Sant'Amato
Noci, festa per i nonni di Sant'Amato - La Festa delle Noci è un appuntamento antico di qualche centinaia d’anni; è in onore dei nonni ospiti nella Casa di Riposo del “beato Amato” di Saludecio. L'appuntamento è il 14 ottobre. La scusa per coccolare i nonni sono le noci, la cui coltura un tempo era molto diffusa nella Valconca. La Festa delle Noci si identifica con la figura del Sant'Amato, che fondò proprio a Saludecio nel XIII secolo l’Hospitales, ossia la casa dei pellegrini, e con la tradizione
francescana della cerca delle noci. La Festa si svolge presso la Casa di Riposo di Saludecio a incominciare dal mattino con le funzioni religiose (9,30 messa) per proseguire nel pomeriggio (14,30) con la musica dal vivo, il sangiovese e la piadina, le torte e il liquore nocino e l’estrazione della lotteria alle 18. Chiude la giornata la premiazione della noce più piccola e di quella più grande. L’appuntamento, come dicono gli organizzatori, coinvol-
ge “molte mani”. Il ricavato, naturalmente, va ai nonni ospiti della casa di riposo. Cerreto Ancora a Saludecio, nel borgo di Cerreto, è in programma domenica 7 ottobre la Festa della Madonna. Meleto Ancora a Saludecio, in località Meleto, come da tradizione è in programma domenica 28 ottobre la Festa della Madonna del Rosario con musica, giochi popolari e gastronomia nel pomeriggio.
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Le arnie di Catardino
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ANGOLO DELLA POESIA
Ottobre. Inno al vino
Oltre 20mila presenze in 4 giorni. Più mille paganti. Le ragioni viste da Annarita Nardi, presidente della Pro Loco
Campagna saludecese Gloria a Bacco che l’arte insegnò, Onore a Noè, che la «Vite» piantò. Evviva il frutto di questa Pianta, Che il buon’umore diffonde e canta, Dolce è l’Uva che dà Salute Buono è il «VINO» che forza incute. Questo bel rosso succo di «Vite», Rallegra mense più saporite; Non v’è ritrovo, né osteria, Che non si beva in allegria. Ristoro sano che dà diletto, Ma il troppo bere fa triste effetto, Ma l’oste onesto il «vino» trucca, Per non veder la gente ciucca, Così tranquillo ognun può bere Senza che sbornia abbia accadere. «VINO» sovrano regni nel Mondo, Fin nelle Chiese s’elogia il póndo, Pur Gesù Cristo Ti volle bene, Poiché T’usava nelle sue cene. Molti Poeti scrissero a Te Inni di onore, più che a un Re, Ma io mentre Ti scrivo Ti ho vicino, E ogni tanto, di Te un sorsino. Ti voglio bene con tanto affetto, Sei il mio amico più prediletto, Ma se Tu lontano mi stai un giorno, Triste la noia mi vien intorno, Ma io Ti cerco, finché trovato, Vicino a Te, mi sento beato, Per questo t’amo con grande Amore, Gioia e conforto, Sei del mio cuore. Gaetano Casadei, saludecese, professione arrotino
Cristina: arnie da artista amante della natura - Mirco e Cristina, gli artefici dell'“Oro del Daino”, il marchio di prodotti bio di Mondaino, sono fuori dalla norma. Portano avanti una bellissima civiltà del lavoro.
Nel loro piccolo fanno cose straordinarie. Una è, senza ombra di dubbio, il fatto che dipingono le arnie che spargono nella campagna di Mondaino e dintorni. Oltre ad
ammirarne la fantasia degli avvolgenti colori pastello, uno si chiede: ma quanto tempo hanno impiegato per rendere la natura ancora più bella? E chissà quali pensieri
nelle api che vi vanno a trovare dimora. Forse il nobile animale non ha pensieri ma l'uomo ne produce di straordinari ad ammirare queste cassettine miracolose.
Palio del Diano, un'edizione straordinaria quella del 2015 - Mentre si onora la Contrada del Contado che ha vinto il Palio, l'edizione 2015, la numero 28, è stato archiviata con una lunga serie di numeri. Ed i numeri non sono altro che un racconto asciutto e senza ma e senza penso che della realtà. Dopo la flessione degli ultimi anni, in quattro giorni sono state superate le 20.000 presenze in 4 giorni. In assoluto più mille paganti. Un risultato che premia gli sforzi dei volontari impegnati e del gruppo della Pro Loco, riunitosi dopo molti anni per ritornare a gestire la manifestazione più importante del territorio. Al termine di questa edizione i commenti dell’organizzazione sono di grande soddisfazione.
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
CULTURA Il centro storico
“Un ringraziamento per questa riuscitissima grande macchina organizzativa va al Comune di Mondaino per l’ottima collaborazione e a tutti i volontari – dice Annarita Nardi, presidente della Pro Loco -, ad iniziare dai soci della Pro Loco, fino alla Contrade e a tutti coloro che hanno collaborato attivamente e concretamente. Abbiamo raccolto commenti entusiasti sia per il ricco cartellone degli spettacoli, che per la minuzia delle ricostruzioni storiche e questo ci rende fieri del
nostro operato e ripaga tutto l’impegno che ci abbiamo messo”. Pierpaolo Saioni, membro del consiglio della Pro Loco e responsabile della comunicazione e del marketing ha dichiarato: “Abbiamo lavorato tanto sulla comunicazione e sulla qualità, ponendoci l’obiettivo di risollevare una festa che aveva un po’ perso tono. In questo periodo difficile portiamo a casa un grande risultato e ringraziamo anche le condizioni meteo”. Questa macchina del volontariato – prosegue Saioni - funziona bene e sa raggiungere gli obiettivi che si pone, ma sente anche la stanchezza, soprattutto nella gestione dell’aspetto burocratico e normativo”.
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO CORIANO - LA LETTERA
“La Spinelli non sarà il nostro candidato a sindaco” - Cosa dire? Siamo molto lieti che la nostra Sindaca sia stata “stregata” dal nostro segretario/ premier Matteo Renzi e che il nostro Presidente della Regione Stefano Bonaccini sia un suo punto di riferimento. Per la leader di una lista apartitica (comunque tendente a destra) che i suoi “campioni” siano due dei massimi esponenti del PD non ci può che inorgoglire come Partito. I problemi è Lei che deve averli rispetto alle sue scelte passate e recenti. Detto questo troviamo però inaccettabile la sua presunzione di essere come Renzi: ottimista e veloce nel governare. A Coriano di ottimista è rimasta solo lei: i suoi cittadini sono ormai più che depressi dal suo protagonismo inconcludente. E la velocità è solo quella di non prendere mai una decisione, neanche a morire: siamo alla fine di settembre e non c’è un capitolo di spesa del bilancio 2015 appaltato. Nessuno (tanto meno Lei) ci ha mai risposto in un italiano comprensibile alla semplice domanda che avevamo posto: quanti soldi ci sono da spendere e in quali settori? La conclusione è quella quasi comica dell’emergenza quotidiana su tutto e delle Giunte convocate d’ur-
genza all’ultimo minuto (ammesso che trovi qualche suo assessore disponibile ad esserci): l’ultima l’altro ieri per deliberare un piccolo contributo alla Karatella in programma questa domenica (un evento in calendario da oltre 6 mesi). Non sappiamo se hanno deliberato dopo aver “minacciato” la ragioniera capo (leader massimo ormai del nostro Comune) per trovare due spiccioli. Perché è bene che si sappia: nel bilancio di previsione (nonostante le tante affermazioni a vuoto) non c’è un euro per le associazioni, le manifestazioni sul territorio, lo sport, la cultura (almeno per quella che a Lei non interessa), i centri sociali degli anziani. E anche i capitoli che sembrano avere “capienza” non sono mai spendibili. Insomma cosa sta succedendo, sembra che ormai la gestione ordinaria, anche quella piccola piccola, non siano proprio capaci di farla. E allora cosa va cercando la signora Domenica Spinelli a Rimini, a Bologna, a Roma? Risponda a noi e ai suoi cittadini corianesi sui nostri problemi di ogni giorno. Cristian Paolucci, segretario Pd Coriano
Raffinato poeta dialettale, ha scoperto il teatro a Coriano
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Vanucci, un “di Martarel” - Mauro Vanucci, con una “n” sola mi raccomando, è una persona speciale. Metalmeccanico per necessità, contadino per tradizione poeta e attore per vocazione. Nato nel 1957 vive da sempre tra Rimini e Coriano nella Compagnia dialettale di San Lorenzo in Correggiano. Poi, quasi per caso, scopre il Premio di Poesia Dialettale Giustiniano Villa e scopre la sua vena “zirudellara” partecipando e vincendo più volte. Se hai la fortuna di stare un po’ vicino a Mauro scopri una persona lavoratrice, onesta, apparentemente timida che ha un sacco di cose da dire. Una persona normale, innamorata della sua terra e della gente che la popola. Nelle sue zirudele, il Mauro Poeta, ci ricorda le storie ilari che ci si raccontava tra amici in un passato ancora prossimo e ancora fresco di memorie. Le sue rime, i suoi personaggi, arricchiti sovente di spunti autobiografici, esaltano le narrazioni e strappano sorrisi. Il Mauro scopertosi scrittore
Fameja Martarel “Sitembre de '44”
invece nel 2008 raccoglie le vicissitudini della sua famiglia per il concorso “E FAT” ottenendo apprezzamenti unanimi. Il Mauro divenuto attore ha la fortuna di partecipare nel 2010 al laboratorio “La Butèga” presso il Teatro Corte di Coriano dove conosce l’autore e attore Marco Bianchini che lo sprona a proseguire la sua apprezzata attività. Sarà la cattiveria di un destino cinico che farà si che Mauro presenterà il suo
primo lavoro teatrale “Sitembre de ‘44” al teatro “Mulino d’Amleto” a Rimini proprio in occasione dello spettacolo in commemorazione del compianto Marco Bianchini. Senza tralasciare la poesia il lavoro su quest’opera, che narra le vicissitudini della sua amatissima famiglia durante la guerra e il passaggio del fronte, continua e si perfeziona. Viene rappresentato più volte nei teatri locali e
nella serata di festa per la presentazione del suo libro “La Mi Zènta” nella Parrocchia di San Lorenzo in Correggiano, con la collaborazione artistica di Giorgia Penzo; Mauro racconta a una folla di persone chi gli vuole bene la storia di zie e carrarmati, di bombe e di soldati, di morte e voglia di vivere della sua Famiglia e di tutto questo lembo di Romagna. Ora, avvalendosi della consulenza artistica di Monica Bucci e Roberto Laureti, l’opera è stata arricchita e perfezionata e Mauro, che la sente una parte importante di sé, la interpreta con una sensibilità e delicatezza che portano ad un coinvolgimento emotivo del pubblico finanche agli spettatori più giovani. Lo troverete ancora spesso nei teatri della provincia e se non mancherete ricordate che, qualora vi sia stato richiesto di pagare un biglietto d’ingresso da pagare, tutto l’incasso andrà in beneficenza. Perché Mauro è così, ha un cuore grande e non volergli bene è impossibile. Claudio Casadei
Stessa scalinata 60 anni dopo
Quella meglio gioventù oggi e nel 1957
QUELLA MEGLIO GIOVENTU'
- “Su quella stessa scalinata 60 anni dopo”. Questa quarta "rimpatriata" di quegli alunni di 4^ e 5^ elementare del lontano 1956/57 ci ha tutti o quasi riportati nel luogo dove tutto è cominciato: Croce. Quì la maggior parte di noi è nata, quì abbiamo frequentato la scuola elementare, dove è nata la
nostra amicizia che il tempo non ha scalfito. Quì abbiamo passato la maggior parte della nostra fanciullezza prima che le esigenze di vita portassero molti di noi lontani dal paese natio. Paese che però non è mai stato dimenticato e nel quale tutti avevamo desiderio di ritornare.
Quale miglior occasione allora se non quella di rivederci tutti nel vecchio salone parrocchiale a bisbocciare. Così è stato, e come le altre volte tutto in un clima di allegria e divertimento ricordando il tempo passato fra battute e risate e un velo di tristezza che il Sangiovesee il Trebbiano hanno subito fatto dimenticare. E' stato un pranzo vecchio stile, con pasta fatta a mano e tipica cucina locale che tutti abbiamo apprezzato e gradito. Terminato il pranzo ci siamo avviati verso la vecchia scalinata davanti alla chiesa dove era stata scattata quella vecchia foto 60 anni prima, per farne un'altra occupando la stessa posizione di allora. Poi abbracci e saluti e la promessa di ritrovarci ancora tutti la prossima primavera. Lorenzo Baffoni
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO Convegno lo scorso 30 agosto. Intervenuti Gnassi e Bonaccini
Riminese: grandi vini ma poco prestigio Chi acquista etichette locali fa un affare Vigneti nel Corianese
Pochi vini locali nei nostri ristoranti e alberghi AGRICOLTURA - Il primo spunto, per iniziare la nostra chiacchierata mensile, visto anche il periodo vendemmiale, lo prendiamo dal convegno dello scorso 30 agosto alla fiera del Sangiovese di Coriano. Da una parte la pubblica amministrazione con la solita retorica di circostanza sul valore paesagistico (sul quale nutriamo forti dubbi) e di grande qualità dei prodotti del territorio, vino e olio (altro non c’è o non è ben identificabile ). Dall’altra la testimonianza di numerosi produttori di vino e olio, a cui va riconosciuto l’impegno professionale e economico per valorizzare le produzioni ricordate, che hanno raccontato la propria azienda. Tutti, senza eccezioni, hanno poi lamentato il poco sostegno pubblico per
L'attore Kevin Costner, negli anni degli splendori, è stato testimonial della Valleverde
sostenere e vendere le loro produzioni in riviera (mercato difficilissimo anche per il basso legame che gli operatori hanno con il territorio agricolo e anche, lo scarso valore culturale di molti ristoratori e albergatori nei confronti dei turisti). L’unico merito che ci sentiamo di attribuire agli organizzatori del convegno è quello di aver avuto al tavolo due interlocutori preparati e capaci nelle persone di Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, e Stefano Bonaccini, presidente della Re-
gione Emilia-Romagna. Ambedue gli interlocutori, ognuno a suo modo e per il ruolo ricoperto, hanno dichiarato pubblicamente la disponibilità a dare il loro sostegno e contributo mettendo però a nudo il problema fondamentale che esiste: non si possono sostenere decine di campanili magari in continua competizione. E’ necessario che i produttori raggiungano una, anche minima forma organizzativa, super partes (sottolineiamo sopra le parti) che possa interloquire e presentare pro-
getti di valorizzazione per tutto il territorio. Su questo tema i produttori del Riminese, finora, non hanno dato grande prova di organizzazione se non quando a tirare le fila (vedi esempio dei vini Felliniani) era il pubblico con proprie risorse. E’ quindi, secondo noi, questa volta per avere bisogna investire e per superare campanili e divisioni sarà utile, anzi indispensabile, affidare la guida di un’organizzazione comune a una figura esterna ai produttori. Al convegno mancava, non sappiamo se per un difetto di organizzazione o per una scelta aziendale, il mondo della cooperazione vitivinicola (rappresenta quasi la metà della produzione del territorio), escluso San Patrignano, che comunque ha marchi prestigiosi. Spetta anche ai consiglieri locali, nel proprio interesse di produttori di uva lavorare per valorizzare il territorio. Sui temi della cooperazione torneremo nei prossimi mesi con altre considerazioni. Il Tarlo del Riminese
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CORIANO - IL PUNTO
Vignaioli, alleanza con gli albergatori - La fase di trasformazione che ha subito in questi anni il mondo viticolo enologico ha portato, con gradualità, a un cambiamento dell’approccio tecnico sui temi della qualità partendo dal “vigneto”, in particolare nelle realtà aride di collina. Il viticoltore per essere competitivo in aree come il Riminese, non può che puntare a uve con un buon potenziale alcolico, polifenoli elevati e più complessità delle uve. Il viticoltore di oggi non è più un generico agricoltore ma ha chiaro a quale obiettivo enologico sta lavorando. Non deve però pensare che i prodotti classici siano eterni, deve anche esplorare altre strade enologiche. Inoltre, va ribaltato il concetto, vagheggiato per anni, per cui l’unica viticoltura che può sopravvivere nel Riminese è quella di una elevatissima qualità. C’è a mio avviso una cattiva interpretazione di questo assunto che non è assolutamente in contraddizione con quanto appena esposto, perché si tende a confondere la qualità del vino con quei prodotti di nicchia che, per origini storiche, eccellenza dei luoghi, capacità di marketing hanno reso possibile l’affermazione di alcuni vini di zone ben definite; per contro possono esserci aree di eccellenza per la coltivazione della vite che non hanno saputo valorizzare la propria produzione e il territorio. E’ il caso della provincia di Rimi-
ni, un’area che fino a ieri ha saputo poco lavorare con obiettivi diversi dalla produzione generica e ha comunque la capacità di produrre uve di grande pregio con rese non particolarmente basse, perché l’ambiente pedologico, la estrema vicinanza dal mare, il potenziale energetico disponibile, la capacità dei viticoltori sono tali da permettere, e in parte lo si sta facendo, una produzione di qualità senza dovere esasperare la riduzione della produzione per ettaro E’ chiaro che le scelte agronomiche influenzano notevolmente il risultato enologico, a partire dal carico produttivo della pianta , alla conduzione del suolo, al controllo della maturazione dell’uva. E’ altrettanto chiaro che deve esserci un progetto che definisca: Il contesto in cui si opera (chi e dove siamo – analisi della società); l’analisi del potenziale disponibile (cosa possiamo fare e con chi); l’analisi delle disponibilità (in che modo e con chi possiamo farlo); la definizione degli obiettivi di mercato (dove e come vogliamo vendere); la definizione delle necessità e disponibilità economiche (anche pubbliche); la pianificazione della meccanizzazione (qualità e tipologia dell’intervento); la richiesta di aggiornamenti legislativi e semplificazioni burocratiche (quasi sempre i tempi del pubblico non aiutano la produzione e l’innovazione). Il Tarlo del Riminese