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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
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Il tema trivellazioni nell’Adriatico non è certo passato inosservato negli scorsi mesi: l’ipotesi di riprendere le estrazioni è stato guidato anche dal contesto della crisi energetica che la guerra russa in Ucraina ha generato. Molti sono intervenuti: chi a favore, chi in modo molto critico, preoccupato per la fragilità del nostro territorio. In questi mesi un certo silenzio è calato sulla tematica.
“Come vescovi delle diocesi che si affacciano sulla laguna ci siamo sentiti provocati da questo tema – affermano in una nota stampa apparsa sui siti delle diocesi venete i ministri della chiesa –. Ci sta a cuore questa terra, la gente che vi abita, il presente e il futuro. Abbiamo pensato di dire una parola sul tema per contribuire alla riflessione in atto. Ci è parso più corretto farlo a partire dal confronto con coloro che possono offrire seri elementi di riflessione scientifica”.
“Per questo assieme al Vescovo di Adria-Rovigo, Mons. Pierantonio Pavanello, e all’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Mons. Giancarlo Perego, abbiamo organizzato un convegno invitando persone con diverse competenze ad affrontare il tema”. Da qui l’incontro che si è tenuto lo scorso 13 aprile presso la sala Eracle di Porto Viro, dal titolo “Le trivellazioni in Adriatico: domande per il presente, responsabilità per il futuro”.
“Siamo consapevoli che il gas è una necessità e che la politica spesso deve assumersi delle responsabilità per il bene della collettività – spiegano i vescovi –, siamo consapevoli anche della necessità di valutare bene ogni intervento, tenendo conto delle peculiarità del territorio, spesso fragile, e pure delle comunità che lo abitano e lo presidiano. Siamo però contrari a ogni forma di delega ad altri dei problemi, perché ciascuno deve assumersi qualche responsabilità e fare anche dei sacrifici per il bene comune. Non è facile tenere insieme tutti questi elementi. Noi vorremmo provarci”.
mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale:
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
“Il gas è una necessità, ma serve rispettare il territorio e chi lo abita”
Verso le elezioni/1. Ufficializzate le candidature: in lizza Barbierato, Barbujani, Cavallari e Passadore
Tutti sono volti già noti in città e hanno le idee chiare sul futuro di Adria
Sono quattro gli sfidanti ufficiali che il prossimo 14 e 15 maggio si contenderanno la fascia tricolore. Solo uno di loro potrà sedere sulla poltrona da sindaco. In lizza ci sono: l’uscente primo cittadino Omar Barbierato; Massimo Bobo Barbujani, un altro ex sindaco della città etrusca; Lamberto Cavallari, già candidato sindaco alla precedente tornata elettorale che ha deciso di rimettersi in gioco e provare a passare dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza; Sandra Passadore, in passato presidente del Csa. Tutti e quattro, e ognuno a modo suo, hanno chiare le priorità per Adria. Eccole.
Omar Barbierato (Impegno per Il Bene Comune, Siamo Adria, Adria Civica lista civica Insieme con I Paesi).
“Con i 23 milioni di euro portati a casa con i bandi Pnrr, renderemo Adria a misura di famiglia, sostenibile e inclusiva, tenendo conto delle peculiarità e ricchezze del nostro territorio”. Un esempio?
“Il bando da 2 milioni di euro per il nuovo asilo nido che consentirà di accogliere 15 bambini in più”.
E aggiunge: “Valorizzeremo i progetti di area vasta, già iniziati per portare a casa altri bandi e costruire una visione comune del Polesine. Adria rimarrà quindi protagonista di quei progetti condivisi in distretti, come il
distretto della cultura del Delta con al centro il teatro, il museo, il Conservatorio e le altre scuole, i distretti della formazione e del lavoro, per favorire i giovani nelle connessioni tra la scuola e il mondo del lavoro”.
Terzo punto, la lotta alle diseguaglianze e progetti per i più giovani e per le famiglie: “Per tale obiettivo saranno utilizzati gli strumenti democratici che permettono di investire su se stessi e sul bene Comune, come il Piano degli Interventi, piano del verde e i patti di collaborazione. Punteremo a concretizzare, luoghi di aggregazione per i giovani, luoghi per start up e co-working”.
Massimo Bobo Barbujani (Bobo sindaco, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Il cantiere Adria). “In questa città sta mancando la forza e la consapevolezza di quante potenzialità inespresse abbiamo. Parlo del teatro e del museo, dell’autodromo, dell’ospedale, che deve essere rigenerato. E poi dobbiamo assolutamente rilanciare il nostro centro storico: adesso è inqualificabile quello che sta succedendo, con la moria di negozi che troviamo dall’angolo di Banca Adria per arrivare fino al cinema. È una situazione
di grande degrado e dobbiamo assolutamente trovare un modo di rilanciare quel tratto di corso”. Un altro punto prioritario riguarda gli anziani e le frazioni: “Sappiamo tutti che nelle frazioni in questo momento i cittadini sono stati abbandonati. Non c’è più nessuno punto di riferimento, non c’è più la presenza dei rappresentanti comunali che vadano a incontrare la gente”. Infine, i giovani: “Con il nostro gruppo abbiamo previsto nel programma un focus proprio su questo tema. Inoltre, due giovani sono stati inseriti nella lista ammiraglia e avranno la possibilità di sedersi in consiglio comunale, per dare quello slancio, quell’entusiasmo che dobbiamo ritrovare per rilanciare questa città”.
Lamberto Cavallari (Lista Cavallari 2.0, Partito Democratico e Lista Agorà). “Ho deciso di candidarmi come sindaco di Adria per cambiare il suo volto, per ridarle quella forza e quell’appetibilità che merita. Anni di trascuratezza e di carenza in termini di progettualità e sostenibilità l’hanno isolata e lasciata nel l’abbandono” spiega il candidato sindaco.
“Sono fortemente convinto che
la sfida che dovrà affrontare la nostra città sarà in primis la lotta al calo demografico, per evitare una conseguente diminuzione dei servizi che andrebbe ad incidere negativamente su tutto il territorio. Inoltre, ritengo essenziale ricreare quell’armonia e quella unità connaturate da sempre alla nostra comunità e andate distrutte in questi anni di tifo incondizionato verso una o l’altra parte politica. La prossima amministrazione dovrà saper guardare avanti con progetti concreti, attenzione alle persone e ai loro bisogni, alla qualità della vita che si vuole ottenere per i nostri cittadini. Questo per il bene di Adria, ma anche dell’intero territorio che guarda alla nostra città come alleato di crescita e sviluppo”.
Sandra Passadore (Fratelli d’Italia, Patrioti Veneto, Adria Rinasce, Giovani al centro, Partito Unione Nazionale Italiana).
“Adria deve essere riagganciata al resto del contesto territoriale, anche a livello istituzionale, per poterle offrire opportunità di risveglio, per poter incidere sull’economia e per fare da volano alla ripartenza dei servizi che stanno scomparendo”. Una grande
battaglia è, per Passadore, quella dell’ospedale, che passa dalla difesa delle apicalità: “Pretendiamo che il nostro ospedale torni a offrire tutti i servizi che ha sempre dato. Vogliamo provare a farne un’eccellenza per alcune specialità e in questi modo potremmo renderlo di nuovo attrattivo verso i medici, risolvendo il problema della carenza di strutturisti”.
“La casa di riposo va ripensata e salvata – prosegue -: è una delle più grandi aziende di territorio, l’avevamo lasciata con i conti in ordine e ora la troviamo in deficit. Sarà un’impresa disperata ma possibile”. E ancora: “Vogliamo rimettere al centro Adria per i giovani, anche ripensando l’intera area degli impianti sportivi e potenziando il turismo sportivo. Con un po’ di idee sane e concrete si possono fare molte cose, come ad esempio investire sulle aree fluviali promuovendo l’attività di canoe e il kayak. In questo modo potremmo anche generare opportunità di lavoro per i giovani. Turismo, cultura, commercio, attenzione ai giovani richiederanno la nostra attenzione da subito”.
Giorgia Gay“La consapevolezza che c’è da fare moltissimo per Adria”. Questo è il pensiero di Confcommercio, in vista delle prossime elezioni di metà maggio, che vedranno Adria come principale Comune polesano ad andare al voto, tra i quattro impegnati nel cambio di Amministrazione.
“Confcommercio non intende fare politica, ma è al fianco della politica per il governo del territorio in materia di commercio di beni e servizi – afferma il presidente provinciale, Stefano Pattaro –. Mi auspico uno spazio adeguato, all’interno dei programmi elettorali dei candidati sindaci, che si sottoporranno al giudizio degli elettori. Da parte nostra vi è la massima apertura di credito e piena collaborazione, per affrontare i problemi di questo tempo, non facile ed a tratti drammatico, segnato dalla congiuntura dalla crisi energetica, dalla guerra e dal
rischio di una recessione che diventa stagflazione. Giudicheremo la prossima amministrazione sui fatti, siamo certi che ci sarà un dialogo costante e proficuo anche perchè proprio ad Adria risiede il mio vice presidente Giovanni Vianello”. Confcommercio ha quindi ben chiara quella che è la reale situazione del secondo Comune più importante del Polesine, avendo appunto il vice presidente, tra i residenti della
cittadina etrusca.
“I problemi di Adria vengono da lontano – afferma Giovanni Vianello –. E senza voler andare alla ricerca di responsabilità specifiche, di una evidente paralisi del commercio ad Adria, è il caso di riflettere sulla necessità di recuperare quel ruolo politico, amministrativo ed economico ricoperto da Adria nel passato. La futura amministrazione deve essere consapevole che il tema del
commercio coinvolge tutto, dalle strade, alle vie di comunicazione, al lavoro, alla promozione del territorio, altrimenti si continuerà a registrare che da Adria scappa tutto”.
Per Confcommercio, Adria deve riscoprire una propria identità, che le assegni un ruolo in Provincia: “Vorrà essere la città del commercio del Delta? Vuole diventare la città della cultura? – aggiunge il vice presidente –. Serve comun-
que un segnale di cambio di rotta rispetto al declino che sta vivendo Adria”.
Quindi le conclusioni, affidate al presidente Pattaro: “Non si governa da soli, viene richiesto di fare davvero squadra, in tutti gli ambiti, dal turismo al commercio. Serve una logica di volontà, disponibilità, coinvolgimento di tutti i soggetti che facciano davvero rete. Proviamo a promuovere il territorio davvero tutti assieme - lancia la sfida Confcommercio alla prossima amministrazione della città - dal Museo archeologico di Adria, alle spiagge di Porto Tolle, di Rosolina, di Porto Viro, al Parco del Delta, ai nostri ristoranti, al Teatro per offrire, magari, al turista olandese che può pensare di venirci a trovare, di vivere un’esperienza positiva con l’occasione di passare un giorno a Venezia o all’Arena di Verona”.
Marco ScarazzattiIl mondo delle imprese e dell’artigianato sta seguendo con molta attenzione quello che sta avvenendo ad Adria, in vista del rinnovo dell’Amministrazione comunale. “Adria è la seconda città più importante della provincia di Rovigo, dopo il capoluogo – sottolinea Andrea Trombin, segretario generale di Confartigianato Polesine –. È ovvio quindi che le nostre aspettative verso questa tornata elettorale, siano molto alte. Artigianato, commercio e industria sono le tematiche che più ci stanno a cuore. Adria ha assoluta necessità di crescere. Adria è un punto strategico, essendo la porta di accesso tra Rovigo e il Delta del Po. Chiunque sarà eletto tra i candidati sindaci, dovrà per forza di cose tenere conto di quello che è stato il grande depauperamento produttivo e demografico, che Adria ha subito nel corso di questi anni. Sono tante le industrie che si stanno spostando verso la Romea o verso Arquà Polesine, Villamarzana, San Bellino, Canda, Castelguglielmo. Questo perché in dette aree ci sono degli importanti snodi stradali”. Per Confartigianato è di vitale importanza, affinchè vi sia un rilancio della città etrusca, tenere conto di quelle che sono le attuali mancanze a livello industriale. “Adria possiede già delle potenziali zone produttive, che si trovano ai margini del centro storico – prosegue Trombin – Occorre però uno sforzo di reni da parte della nuova Amministrazione comunale. Un po’ come fatto da quella uscente. Siamo vicinissimi al Delta del Po e anche a livello turistico questo è molto importante, per rianimare la città. Questa città ha tutte le carte in regola per un rapido rilancio. Occorre però uno sforzo da parte di tutti. I nostri iscritti si lamentano e quindi abbiamo ben presente quelli che sono i problemi. Siamo già pronti, qualunque sia il nuovo sindaco, ad avere un dialogo propositivo e collaborativo. Abbiamo pure qualche associato nelle varie liste civiche”.
Cna Rovigo, tramite il direttore Matteo Rettore, evidenzia come queste elezioni siano le più importanti del 2023. “Abbiamo una sede territoriale pro-
prio ad Adria – afferma Rettore – Negli ultimi anni abbiamo sempre avuto una proficua collaborazione con l’Amministrazione comunale e con l’istituto alberghiero Cipriani. La nostra idea è che ci possa essere una valorizzazione di Adria, anche attraverso un’implementazione
“La nostra idea è che ci possa essere una valorizzazione di Adria, anche attraverso un’implementazione turistica lungo l’asse del fiume Canalbianco, con lo sviluppo di nuovi percorsi e la promozione di prodotti locali”
turistica lungo l’asse del fiume Canalbianco, con lo sviluppo di nuovi percorsi e la promozione di prodotti locali. Questo deve avvenire in piazza così come nelle scuole. Ci attendiamo che la nuova Amministrazione comunale possa dare continuità a
tutte le iniziative fatte fino a qui. Chiaramente, mai come in questo contesto storico, i Comuni hanno disposizione ben poco per fare qualcosa di grande, come invece poteva avvenire anni fa. Ecco allora che bisogna fare per forza di cose riferimento agli enti sovracomunali, quali Province e Regioni. Adria ha assolutamente bisogno di sviluppare il suo settore produttivo, altrimenti farà sempre molta fatica a far rinascere la città”. Seconda Matteo Rettore, a parte i Comuni vicini al Delta del Po, dove c’è grande vivacità, il resto del Polesine sta facendo grande fatica. “Ad Adria tutte le difficoltà si notano ancora di più, perché il paese è più grande degli altri. Bisogna fare rete e un miglior dialogo. Nell’immediato vanno affrontati i problemi produttivi e quelli del calo demografico, molto sentito in questa città”.
Marco Scarazzatti“Siamo vicinissimi al Delta del Po e questo è molto importante per rianimare la città. Adria ha tutte le carte in regola per un rapido rilancio”Messaggio elettorale a pagamento
Dopo l’assemblea dei dipendenti del Comune di Adria indetta per discutere sullo stato dei rapporti con l’amministrazione e sull’attivazione dell’istituto dei buoni pasto FP CGIL, CISL FP e UIL FPL insieme a RSU hanno annunciato uno sciopero che prevede il contestuale blocco del lavoro straordinario e l’attivazione delle procedure di conciliazione presso il prefetto di Rovigo. Nessun accordo quindi tra personale e
Verrà presentato il prossimo 26 aprile al Centro civico Dolomiti il progetto relativo al verde urbano finanziato con i fondi del Pnrr, nel quale è stata inserita la proposta delle “Giovani Sentinelle della legalità”.
“Sentinelle della legalità” è il progetto nazionale della Fondazione Antonino Caponnetto che gli studenti delle classi 2A e 2B dell’AFM (Amministrazione Finanza e Marketing) del Polo Tecnico, seguiti dai docenti Denis Marangon e Paola Berti, stanno portando avanti insieme all’amministrazione Comunale di Adria.
amministrazione comunale che sono ormai ai ferri corti. Tra le accuse dei sindacati “la la mancanza di azioni volte ad intervenire nelle diverse situazioni critiche presenti nei servizi, particolarmente a causa della carenza di personale e al generarsi di un clima lavorativo piuttosto difficile in alcuni settori” e “una gestione del personale particolarmente burocratica, che crea continue tensioni nell’applicazione dei diversi istituti normativi o contrattuali”.
Al centro della contesa anche i buoni pasto la cui applicazione per i sindacati è “fantasiosa e al di fuori delle leggi e del contratto nazionale di lavoro”. “Ad Adria – scrivono i sindacati – si è trovata una terza via prevedendo un cosiddetto rimborso del pasto, pari alla cifra di 4 euro al massimo, cui si accede attraverso una serie di regole senza senso, il cui unico scopo sembrerebbe essere quello di ridurre ulteriormente i costi”.
Per i sindacati è stata ritenuta insufficiente anche la proposta dell’amministrazione di attivare il servizio mensa presso la casa di riposo in quanto “comunicazione non supportata da alcuna indicazione attuativa concreta e quindi tutta da verificare”. FP CGIL, CISL FP e UIL hanno infine segnalato che, a fronte del costo previsto per il pasto, pari a 9 euro, il corrispettivo a carico dell’amministrazione sarebbe pari a 6 e non a 4.
Un percorso di cittadinanza attiva intrapreso dagli studenti due anni fa, con un primo incontro con la Fondazione Caponnetto, seguito dal lavoro di approfondimento in classe con l’aiuto di esperti, che ha consentito alle due classi di articolare un progetto legato alla sicurezza e salvaguardia del proprio territorio nel rispetto delle regole per un futuro più sostenibile.
La proposta ambientale dei ragazzi di mettere a dimora alberature “mangia veleni” in determinati spazi verdi pubblici, rientrando nella visione di intenti dell’Amministrazione Comunale, è stata inserita nel progetto preliminare di rigenerazione urbana che sarà finanziato con fondi PNRR, con l’obiettivo di creare una città più verde, finalizzata al miglioramento della qualità di vita dei cittadini. “Un risultato importante che rende i ragazzi protagonisti nel proprio territorio e li avvicina all’Amministrazione Comunale, che si trova accanto gli adulti di domani”, ha commentato Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della Fondazione Caponnetto.
Il progetto che interesserà la Rotatoria di via Delta del Po, sarà portato dagli studenti del Polo tecnico nei prossimi appuntamenti organizzati dalla Fondazione Caponnetto, che prevedono il 23 maggio, (giornata per la legalità e il contrasto alla criminalità mafiosa), il collegamento in videoconferenza con altri studenti presenti al teatro di Cascina (PI), e ad ottobre la conferenza nazionale in cui i giovani dialogheranno di “cura civica”con senatori e deputati.
Dallo scorso 1° aprile è partito il nuovo affidamento del 118, sul servizio di trasporto in ambulanza, che vede affidataria la Croce Verde di Adria. In totale un parco di 10 ambulanze e 4 automediche, oltre al personale autista, che verrà affiancato da sanitari dell’Aulss 5 Polesana, sotto il coordinamento della Centrale Operativa 118, diretta da Andrea Paoli.Da Castelmassa ad Adria, con la sola esclusione del territorio di competenza della Casa di Cura di Porto Viro, saranno i mezzi di soccorso di Croce Verde a portare soccorso.
“Si tratta di una grande soddisfazione, per l’importante riconoscimento che ci è stato assegnato, per me ancora di più, visto chesi è chiuso il mio mandato di presidente – afferma Antonio Sturaro - Ringrazio il direttore generale dell’Aulss 5 Polesana, Patrizia Simionato, non solo per la fiducia che ci ha dato, ma anche per l’importante investimento economico in termini di mezzi personale e materiali che ha voluto fare e di cui beneficeranno gli adriesi, in caso di bisogno. Un grazie anche al primario Andrea Paoli, per la disponibilità che ci ha dato, nel sopportare il percorso di ingresso e agli uffici per il supporto burocratico. Un ringraziamento inoltre ai volontari e ai collaboratori di Croce Verde, che hanno permesso di scrivere questa bella pagina di storia dell’associazione. Adesso ci attende un duro periodo di lavoro, ma sono fiducioso che Croce Verde saprà affrontare e superare anche questa sfida”.
Dunque il primo di aprile non è solo il giorno del famoso “pesce
scherzoso”, ma per la splendida realtà associazionistica di Adria, si tratta di una data storica. Per la prima volta, tutte le ambulanze del 118, sono gestite dalla Croce Verde di Adria, per tutta la provincia di Rovigo. Da Castelmassa ad Adria, fatta eccezione per Porto Viro, saranno i mezzi di soccorso di Croce Verde a portare soccorso su tutto il Polesine. La provincia di Rovigo è nota per le sue particolari caratteristiche geografiche, attraversando il territorio tra Adige e Po, per ben 103 chilometri, toccando il mare nel Delta del Po econfinando con le province di Venezia, Mantova, Ferrara e Verona.Nel corso del 2022, sono state registrate al numero 118, 148.021 chiamate (5.458 in codice rosso, 10.210 in codice giallo, 6.720 in verde, 984 in bianco), mentre sono state 23.372 le missioni di soccorso durante l’anno che si è chiuso da qualche mese.
“Un soccorso efficiente e tempestivo può ridurre la gravità di traumi e patologie improvvise e anche la mortalità preospedaliera, e i tempi di degenza media - afferma Andrea Paoli, direttore della Centrale 118 -. L’urgenza viene gestita anche in elisoccorso: lo scopo principale del servizio in elicottero è, chiaramente, prestare soccorso a persone in pericolo di vita, in qualunque tipo di ambiente, garantendo un’assistenza ad alto livello, con tempi di intervento molto rapidi, specie in località isolate o remote, quando accade un episodio traumatico, un incidente, o è necessario trasportare tempestivamente ed efficacemente un paziente da una struttura all’altra
per affidarlo a cure più avanzate e specialistiche”.
Nel 2022 sono state effettuate 162 missioni con elisoccorso: 119 per intervento diretto sul trauma e 43 per trasportare i pazienti in una struttura specializzata. Durante l’estate, le caratteristiche turistiche del territorio polesano, con litorale ampio e il vasto bacino deltizio che accolgono migliaia di visitatori, l’attività è intensa.
Nei mesi che vanno da giugno ad agosto 2022 si sono registrate 38.997 chiamate al 118, e sono state portati a termine 23.372 soccorsi, 56 dei quali in elicottero.
L’Aulss 5 Polesana sta programmando un incremento di attività per il periodo estivo 2023, nell’area dove insiste il parco del Delta
del Po e le ampie frequentatissime spiagge attrezzate: il progetto prevede più personale sanitario a disposizione e l’aggiunta di tre mezzi di soccorso (ambulanze).
In totale un parco di 10 ambulanze e 4 automediche, oltre al personale autista, che verrà affiancato da sanitari dell’Aulss 5
Polesana
Da sottolineare inoltre che, tutta l’attività di emergenza urgenza nel territorio polesano, è stata rivista nel corso dell’anno appena concluso e, anche grazie al contributo e alla collaborazione dei Comuni, sono state attivate nuo-
ve piazzole per l’elisoccorso che da 9 passano a 21.
Il direttore generale dell’azienda sanitaria, Patrizia Simionato, assieme al direttore del Suem, Andrea Paoli, concludono: “L’affidamento alla Croce Verde di Adria, di tutto il servizio emergenza, è un momento molto importante per la gestione del soccorso in Polesine, in quanto la nuova collaborazione prevede una uniformità e omogeneità dei mezzi di soccorso, che saranno allestiti con tutti materiali e attrezzature sanitarie uguali, per tutte le ambulanze e le automediche coordinate dalla Centrale operativa provinciale del Suem 118 di Rovigo”.
Scuola. L’intervento che ha suscitato l’attenzione e le domande della 3C della “Marino Marin”
Una classe spaziale. È la 3C della scuola secondaria “Marino Marin” di Adria, che ha assistito a una lezione “stellare”, che ha visto l’intervento gentilmente concesso dal dottore in astrofisica Paolo Turri.
Un’occasione più unica che rara, per gli alunni della 3C è che hanno potuto assistere ad un incontro di approfondimento su argomenti precedentemente studiati, spiegati da un astronomo. Turri infatti si trovava in Italia, solo per pochi giorni, in visita alla famiglia d’origine. Dopo i convenevoli di rito della fiduciaria di plesso, la professoressa Chiara Dirodi, e della professoressa Chiara Manfrini, l’iniziale brusio degli alunni ha lasciato spazio ad un silenzio carico di aspettative. I ragazzi sono stati subito rapiti dall’esposizione dell’esperto in astrofisica che ha esordito presentando il suo curriculum vitae
et studiorum. Il dottor Turri si è soffermato sulle tappe che lo hanno portato ad intraprendere il suo lavoro. Ha iniziato in Canada presso l’Università di Victoria, dove ha conseguito il dottorato di ricerca, per poi proseguire presso l’Università di Berkley in California.
Con termini molto chiari ed esempi altrettanto semplici è riuscito a far comprendere ai giovani alunni il suo operato nel campo della strumentazione astronomica, in particolar modo dell’ottica adattiva, utilizzata per risolvere il problema delle turbolenze atmosferiche.
L’incontro è stato scandito dalle numerose domande da parte degli studenti rimasti decisamente affascinati e colpiti da questa lezione.
Per concludere, il dottor Turri ha augurato a tutti i presenti la possibilità di realizzare i propri sogni e di poter scegliere per
il futuro ciò che li appassiona, proprio come è accaduto a lui che fin da ragazzino amava frequentava l’osservatorio
astronomico “Vanni Bazan” di Sant’Appollinare. L’auspicio dell’astrofisico è stato calorosamente accolto dai ra-
gazzi prossimi ad intraprendere un percorso così importante quale il quinquennio della scuola secondaria di secondo grado.
L’iniziativa. Al via il progetto “La Questura di Rovigo per le scuole” per parlare ai giovani di criminalità
C’ erano anche i ragazzi di Adria all’incontro della Polizia con gli studenti deltini, organizzato nell’ambito del progetto formativo “La Questura di Rovigo per le scuole”, che ha visto nelle scorse settimane il Commissario della Polizia di Stato Giacomo Maggio al centro dell’incontro con gli studenti delle Scuole secondarie di primo grado di Porto Tolle, Adria, Taglio di Po e Porto Viro per trattare con loro numerose tematiche attuali.
I ragazzi, circa 300, sono stati coinvolti nell’analisi dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, delle principali fattispecie criminose che riguardano soprattutto gli adolescenti e di contesti criminali quali quello delle baby gang e dell’adescamento online.
Gli incontri sono stati finalizzati non solo ad approfondire le tematiche trattate ma soprattutto a sottolineare l’importanza del ruolo rivestito dai giovani all’interno della società: la loro partecipazione attiva rappresenta uno degli strumenti per contrastare in maniera efficace i fenomeni sociali e criminali presenti nella realtà odierna.
Sono stati a tal proposito forniti suggerimenti su come affrontare gli episodi di bullismo e cyberbullismo evidenziando al contempo le conseguenze penali e amministrative a cui si espongo-
no gli autori di tali condotte. Si è marcata altresì la necessità di abituarsi, sin da piccoli, all’utilizzo consapevole e critico di strumenti tecnologici, web esocial network per tutelare se stessi e gli altri dalle insidie e dai rischi derivanti da un approccio imprudente e superficiale alla tecnologia.
Fondamentale in tale ambito, sottolinea il Commissario, la sinergia fra insegnanti, famiglie, autorità comunali e Forze dell’Ordine. La Polizia di Stato garantisce quotidianamente il sostegno alla collettività anche
Gli incontri sono stati finalizzati non solo ad approfondire le tematiche trattate ma soprattutto a sottolineare l’importanza del ruolo rivestito dai giovani all’interno della società
attraverso App e siti web quali YouPol e Commissariato di P.S. Online che permettono ai cittadini di segnalare e denunciare reati per mezzo di smartphone e PC.
Gli eventi formativi hanno rappresentato infine l’occasione per illustrare il Progetto “PretenDiamo Legalità” proposto dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che vedrà competere le scuole aderenti nella realizzazione di un elaborato in materia di legalità e rispetto delle regole.
Lavori in corso: modificata la viabilità su via Pozzato e ponte Gigli
Grande prudenza da parte degli automobilisti. In via Monsignor Filippo Pozzato hanno infatti preso il via i lavori necessari per l’intervento di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria sull’arteria viaria che collega Adria con il resto del delta e la provincia limitrofe di Venezia.
È stato dunque istituito un senso unico, per non rallentare il cantiere né bloccare la viabilità.
I lavori di rifacimento del manto stradale interesseranno le criticità del tratto che dalla rotonda d’intersezione con via Leonardo Da Vinci arriva al cavalcaferrovia. L’intervento, che risponde alle richieste dei residenti, sarà realizzato utilizzando 95mila euro di fondi provenienti dalle sanzioni
amministrative.
Non è l’unico cantiere al via,
però: massima attenzione di notte anche sul ponte Beniamino
Gigli, dalle ore 20 alle ore 5, dove, per consentire l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza sul manufatto, è stata momentaneamente modificata la viabilità del traffico. L’intervento all’infrastruttura sarà realizzata utiliz-
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zando una quota parte del milione di euro assegnato al Comune di Adria (con Decreto Ministeriale dell’8.11.2021) attraverso la procedura di scorrimento della graduatoria del bando pubblico a cui il Comune ha partecipato (e come previsto all’art.1, commi 139 e seguenti, della Legge 30.12.2018, n.145 confluito nel Pnrr).
Investiti un milione di euro sullo stabilimento di biobutandiolo di Bottrighe della Mater-Biotech per abbattere rumori e odori. Ciò è stato illustrato in un incontro condotto dal direttore Stefano Dessì con il suo staff di tecnici, alla presenza dei rappresentati di comune, provincia, dell’Itis di Rovigo, Legambiente e associazioni. Occasione per presentare i risultati del panel collaborativo azienda-territorio attivato nel 2020 da Mater-Biotech, comune, associazioni, con il sopporto di Sherpa, spin off dell’Università di Padova. Dopo aver illustrato i tre obiettivi principali del percorso e che riguardavano riduzione dell’impatto ambientale del processo produttivo e prevenzione dei rischi, istituzione di momenti di formazione e di collaborazione azienda-scuola-università, promozione della conoscenza delle attività e dei processi di innovazione, di qualità e sicurezza dello stabilimento presso la cittadinanza, Dessì ha descritto gli interventi effettuati per risolvere le problematiche relative agli odori e ai rumori generati dalla fabbrica. Il lavoro del panel si è focalizzato sulle tematiche di impatto ambientale. La questione odorigena è stata affrontata provvedendo alla copertura dell’equalizzatore e della vasca di prima pioggia e tramite la collocazione sui serbatoi di accumulo biomassa, di un sistema cattura-odori a carboni attivi. L’impatto acustico è stato invece gestito con l’insonorizzazione dello stabile di fermentazione, delle torri evaporative, dei compressori d’aria, dello scrubber centrale dell’impianto e dell’area tecnica soffianti depuratore. “Il dialogo di Mater-Biotech con il territorio- ha detto Dessì- ha dato vita ad un rapporto dialettico costruttivo. Le opere realizzate sono la dimostrazione concreta del nostro impegno e della nostra volontà di ascolto dei residenti”. Altrettanto importante il capitolo della formazione e della collaborazione azienda-scuolauniversità, a partire dalla scuola primaria di Bottrighe sino alla collaborazione pluriennale con l’Itis “V. Marchesini” di Rovigo attraverso un percorso di formazione per gli alunni del quar-
to anno in un programma di tesi per laureandi e dottorandi in biotecnologie e ingegneria chimica dell’Università di Padova e Cà Foscari. Ad oggi oltre mille studenti, tra scuole e diversi ordini e gradi e università, hanno fatto visita all’impianto di Bottrighe, ricevendo sessioni formative sui temi della bioeconomia circolare, della decarbonizzazione dei processi produttivi e della chimica verde.
Roberto MarangoniTorna “E…state in piazza”. Dopo il fermoper alcuni anni, causa la pandemia, l’Aribo, Associazione Ricreativa Bottrighese, presieduta da Davide Conforto, ha ripreso l’organizzazione della grande manifestazione estiva che ha sempre saputo richiamare migliaia di persone. Così la macchina organizzativa si è rimessa in moto in collaborazione della sezione Avis per proporre cinque serate di spettacolo e animazione dedicate ad ogni età. Da mercoledì 26 a domenica 30 luglio, ci saranno concerti, musica, cabarèt, ma anche folklore e tradizioni, con il contorno degli stand della birra, della piadina e varie esposizioni. Sono gli ingredienti per tornare a fare festa in piazza Libertà dove il liston di palazzo civico sarà un vero e proprio teatro all’aperto con palcoscenico e posti a sedere. Il programma delle serate è un fase di ultimazione e gli organizzatori comunicheranno quanto prima tutti i dettagli della manifestazione che torna, come da tradizione, a portare tanto divertimento ed allegria. (r.m.)
Anniversari. Il 7 maggio la gara della Liberi Ciclisti, 2° memorial Maddalena
Si è svolta a Bottrighe la cerimonia di commemorazione per il 92° anniversario dalla scomparsa del concittadino tenente colonnello Umberto Maddalena, medaglia d’oro al valore aeronautico. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione memoriale che porta il suo nome, presieduta da Gilberto Maddalena, cugino del grande aviatore, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Dopo la messa, celebrata dal parroco don Massimo Barison nella chiesa di San Francesco, dedicata ai santi Francesco d’Assisi e di Paola, si è svolta la resa agli onori davanti al monumento marmoreo dedicato all’eroe e la deposizione dei fiori con la presenza dell’assessore Sandra Moda. Presente alla cerimonia anche una delegazione della Liberi Ciclisti Adria, con alcuni suoi giovani atleti, che ha annunciato, con l’occasione, che la seconda edizione della corsa interregionale, denominata 2° memorial “Umberto Maddalena”, visto il successo dello scorso anno, sarà organizzata ancora a Bottrighe. Gara programmata per domenica 7 maggio nel circuito via Alighieri, via Risorgimento, via Marchiori, via Minzoni, piazza Libertà e ritorno in via Alighieri. Bottrighe non ha mai dimenticato il suo eroico figlio. Nato il 14 dicembre 1894 in via Risorgimento, ora Maddalena, nell’attuale località “Cào d’sora”, Umberto Maddalena è stato l’ufficiale più decorato d’Italia: medaglia d’oro al valore aeronautico, tre medaglie d’argento, due di bronzo, due croci al valore militare ed una medaglia d’argento di lunga navigazione aerea. Una serie di riconoscimenti tanto consistente da essere definito il più grande aviatore del mondo. Il 1 Giugno del 1928 parte alla volta dell’Antartide alla ricerca degli sperduti del dirigibile “Italia”. Dopo voli pericolosissimi sui ghiacciai, il 20 Giugno scopre la tenda rossa e portai i primi soccorsi ai superstiti. Qui Maddalena diviene eroe mondiale. Muore a Marina di Pisa il 19 Marzo 1931, per probabile incidente di volo, le cui vere cause però, non vennero mai chiarite.
Roberto MarangoniLa nona edizione della tappa del Granfondo del Po, gara interregionale di ciclismo su strada, ha coinvolto anche quest’anno il nostro territorio, partita da Ferrara, passando per le strade di Bottrighe. La Granfondo non è solo una gara ma anche un’occasione per promuovere le nostre zone, farle conoscere ed apprezzare a tutti gli oltre mille partecipanti iscritti che arrivavano da diverse regioni d’Italia e dall’estero. Una giornata alla riscoperta del territorio, nel Delta con itinerario sviluppato lungo le sponde del Po, occasione per mostrare l’imponenza e la bellezza del più importante fiume
d’Italia. La carovana dei ciclisti ha percorso centotrentasei kilometri, coinvolgendo le regioni Emilia Romagna e Veneto per un totale di quattordici comuni. Il passaggio per Bottrighe è iniziato da via Curicchi, poi via Dante Alighieri, rotatoria di piazza della Libertà, via don Giovanni Minzoni, strada Spolverin, strada provinciale con l’attraversamento del ponte sul Po “Brigata Cremona” sino a Corbola, per poi proseguire per Ariano nel Polesine e Ariano Ferrarese. La manifestazione, che ha ottenuto grande successo, è stata organizzata ancora una volta dalla società sportiva Po River di Ferrara con la collaborazione di molti sponsor, delle amministrazioni provinciali e comunali dei territori interessati, delle forze dell’ordine, della protezione civile e delle associazioni di volontari. (r.m.)
a cura di Roberto Marangoni
> No spendre mai tuto quel ca s’gà, no dire mai tuto quel ca s’à
> I vòvi iè boni anca dop Pasqua
> El vilan l’è largo d’boca e treto d’man
L’intervista. Matteo Tonello racconta la nascita e l’evoluzione del suo gruppo Facebook
Un servizio di aggiornamento in tempo reale della viabilità sulla Romea, creato dai cittadini per i cittadini. È la storia del gruppo Facebook “Tutta la Romea minuto per minuto”, creato da Matteo Tonello con l’intento di offrire un canale di informazione immediato per tutti i frequentatori della statale 309.
Quando e come nasce l’idea di creare un gruppo in cui informarsi?
“L’idea nasce nel giugno 2014. Ero in autobus ed eravamo fermi da tre ore a causa di un incidente. Mi sono detto: “Ci vorrebbe un gruppo in cui chiunque possa fare segnalazioni sulla viabilità in tempo reale”. E da lì mi sono messo all’opera per crearlo. Non avevo mai fatto nulla di questo genere prima, ma in breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio e senza alcuna sponsorizzazione o promozione, soltanto con il passa-
parola della gente”.
C’è qualche battaglia che avete seguito?
“Abbiamo seguito parecchie battaglie negli anni. Fra queste la più importante sicuramente riguarda l’aver dato voce alle segnalazioni dei cittadini in merito alla situazione di degrado della fermata sulla Romea all’altezza di Sant’Anna di Chioggia: in qualche modo siamo riusciti a giungere al cuore dell’amministrazione, perché alla fine ci ha dato ascolto e ha provveduto.
Dopo vari incontri con l’Anas, non hanno semplicemente posizionato delle pensiline per la fermata, come mi sarei aspettato, ma hanno provveduto proprio a modificare la viabilità, creando anche uno spiazzo per i bus e facendo davvero un gran lavoro. È stata una grossa soddisfazione per il gruppo, perché ci ha fatto capire che possiamo fare qualcosa anche per il sociale”.
Il gruppo sembra piuttosto ordinato. Come fate?
“Il nostro impegno è proprio tenere a bada questo tipo di individui, bloccandoli, silenziandoli
“In breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio, soltanto con il passaparola della gente”
o cancellando i post ripetitivi e le foto, che non sono consentite per una questione di privacy”. Quanto è impegnativo gestire un gruppo così? “Parecchio. Fortunatamente però posso contare sul grande sostegno dell’altra amministratrice, Michela Tuzza, oltre che sul supporto dei membri che non si risparmiano dal segnalare post ed eventuali problemi. E poi c’è un grande aiuto anche da parte delle forze dell’ordine: con la polizia locale di Chioggia abbiamo un ottimo rapporto”,
Corre l’export in Polesine. Tanto da recuperare e superare i livelli pre-pandemia con un +15,5%, secondo i dati diffusi oggi dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo. I valori delle esportazioni della provincia di Rovigo, nel 2022, si attestano a 1,91 miliardi di euro, in recupero del 14,2% sul 2021 e del 15,5% sul 2019. La prima voce dell’export sono gli “articoli in materie plastiche” che rappresentano il 10,3% dell’export polesano in crescita del 16,1% sul 2021 (+45,2% sul 2019).
“Non può che far ben sperare la crescita delle esportazioni – commenta Massimo Zanon, Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo – significa che l’economia, nonostante le difficoltà che stiamo incontrando, tiene e che le aziende dimostrano grande resilienza e volontà di espandersi. L’istituzione della Zls – Zona logistica semplificata Porto di Venezia Rodigino, avvenuta ufficialmente a fine marzo, non potrà che portare ulteriori benefici ai territori interessati dando impulso alle aziende che vi investiranno. Inoltre, la ricerca e le nuove tecnologie negli ambiti
dell’Industria 4.0, della produzione di energia da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche consentiranno di aumentare l’efficienza delle imprese e di ridurre i costi”.
Crescono in Polesine anche le esportazioni di prodotti chimici di base (+33,3% e + 38,9 milioni di euro di variazione assoluta sul 2021 e + 61% sul 2019).
Valori di crescita positivi anche per i settori “tubi, condotti e profilati” (+130,8% sul 2021 e +153,4% sul 2019) e per le “parti e accessori per veicoli” (+40,8% sul 2021 e +70,5% sul 2019). Decrescono, invece, le macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (-14,4% sul 2021); i prodotti farmaceutici di base (-8% sul 2021); i prodotti di colture agricole non permanenti (-8,4% sul 2021); gli strumenti e forniture mediche e dentistiche (-50% sul 2021); le bevande (-7% sul 2021).
Per quanto riguarda le importazioni, che ammontano a oltre 9,26 miliardi di euro, crescono i valori totali: +180% sul 2021 e +189,7% rispetto al 2019. La crescita a tre cifre percentuali nelle importazioni del rodigino è imputabile all’aumento
delle quotazioni dei prodotti energetici a livello internazionale ed alla presenza del terminale Adriatic LNG al largo di Porto Levante, nel Mare Adriatico, che da solo, grazie alla sua attuale capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi annui, copre il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale.
Le principali destinazioni dell’export rodigino si concentrano per lo più in Europa costituendo il 78,5% delle esportazioni, per un controvalore di oltre 1,5 miliardi di euro (+8,5% sul 2021 e +27,6% sul 2019). Il 69,4% dei flussi in uscita si rivolge all’area UE 27. Seguono poi America, Asia, Africa ed Oceania e altri territori. Il Paese verso il quale Rovigo esporta di più, il 17% del valore complessivo delle esportazioni provinciali, è la Germania; il principale mercato di sbocco extra UE sono, invece, gli Stati Uniti. Rimangono stabili le esportazioni verso Spagna e Romania; crescono verso Austria, Malta, Emirati Arabi Uniti, Messico. Diminuiscono, invece, i flussi verso la Grecia.
Pako Massaro è il primo direttore nella storia del Parco regionale veneto del Delta del Po. Vice sindaco di Rosolina, classe 1977, Massaro è stato eletto all’unanimità dal consiglio di amministrazione dell’Ente parco, composto dal presidente Moreno Gasparini (sindaco di Loreo) e dai consiglieri Roberto Pizzoli (sindaco di Porto Tolle), Mario Visentini, Alessandro Faccioli, Omar Barbierato (sindaco uscente di Adria). Pako Massaro non è comunque nuovo ad incarichi di una certa importanza, dato che per cinque anni è stato amministratore presso Sistemi Territoriali Spa e liquidatore del Consorzio di Sviluppo Polesine. “Spero di essere all’altezza di questo ruolo – ha affermato Massaro – Anche perché il Basso Polesine rappresenta una miniera d’oro”.
Con la sua nomina si mette tra l’altro fine a tutta una serie di polemiche, legate al fatto che fino ad ora la Regione Veneto si era dovuta affidare ad una Commissione tecnica composta da tre persone. In totale sono arrivati 30 curriculum: di questi il presidente Gasparini ne ha visionati 12, ossia quelli che la Commissione ha ritenuto più rispondenti al ruolo richiesto.
Il Cda, dopo un’attenta valutazione, ha scelto Pako Massaro, da svariati anni uomo di fiducia del governatore del Veneto Luca Zaia oltre che dell’assessore regionale polesano Cristiano Corazzari, e quindi persona molto ben vista in seno alla giunta regionale, avendo maturato tanta
fiducia nel mondo politico del centro destra, con particolare riferimento alla Lega Nord.
“Mi metterò subito al lavoro per rendere il Parco del Delta del Po, fruibile 365 giorni l’anno – prosegue Massaro – Perché questa terra è tra le più belle d’Italia e va assolutamente valorizzata”.L’iter burocratico prevede ora che venga effettuato il decreto di nomina e che entro dieci giorni ci sia la sottoscrizione del contratto, della durata di 6 mesi, come prova. Solo in questo momento il neo eletto direttore Massaro potrà insediarsi, iniziando il suo lavoro.
Si chiude così una ricerca che
durava da anni: di fatto, il Parco non ha mai avuto un vero e proprio direttore. Con l’atto di nomina Pako Massaro ha sottoscritto tutti gli atti amministrativi e contabili, che il Cda approverà e dovrà anche organizzare il personale dell’Ente, partecipare ai bandi regionali, nazionali ed europei, indire le gare di appalto.A questo punto per Pako Massaro, che ha il ruolo anche di assessore a Rosolina, potrebbe presentarsi il problema del doppio incarico: quello politico-amministrativo in uno dei nove Comuni facenti parte dell’Ente Parco del Delta del Po e al contempo quello di
“Mi metterò subito al lavoro per rendere il Parco del Delta del Po fruibile 365 giorni l’anno direttore. Non sarà di certo una scelta facile quella da fare. Soddisfatto il presidente del Parco del Delta del Po Veneto, Moreno Gasparini: “Sta arrivando la parte più gravosa da gestire, per quello che attiene il Pnrr ed entro giugno ci sono delle scadenze molto importanti. Per questo motivo avevo bisogno di una persona che fosse presente ogni giorno nella sede del Parco e che conosca bene il territorio. Nei prossimi giorni mi incontrerò con Pako Massaro e assieme a lui capirò quello che potrà succedere da qui in avanti. Quello che è certo è che l’Ente Parco aveva assolutamente bisogno di avere un direttore che fosse operativo in tempi celeri. Ora che l’abbiamo trovato, mi
sento molto più sereno e sollevato”.
Il Parco regionale Delta del Po è stato istituito l’8 settembre 1997 con la legge regionale numero 36.Si prefigge di tutelare, recu-
“L’Ente Parco aveva assolutamente bisogno di avere un direttore che fosse operativo in tempi celeri. Ora l’abbiamo trovato”
perare, valorizzare e conservare i caratteri naturalistici, storici e culturali del territorio del Delta del Po, nonché assicurare adeguata promozione e tutela della attività economiche tipi-
che dell’area e concorrere al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali, dei territori dei comuni di Rosolina, Porto Viro, Ariano nel Polesine, Taglio di Po, Porto Tolle, Adria, Loreo, Corbola e Papozze, territori che costituiscono la quasi totalità dell’intero delta fisico del fiume Po, con tutta la più bella caratterizzazione lagunare, ambientale geomorfologica, archeologica e tradizionale.Nel frattempo, attraverso i canali social, sono giunti tantissimi messaggi da parte di personaggi politici e del mondo associazionistico bassopolesano e non solo, che si sono complimentati con Massaro per questa nomina.
Marco ScarazzattiCinema. L’associazione culturale Batticuore e la regista Anita Gallimberti fanno il pienone
“Italenti delle donne” riscuote una grande successo di pubblico e gradimento in occasione delle celebrazioni per la festa della donna. Un pomeriggio che ha suscitato tante emozioni, non solo nei protagonisti, ma fra tutti i numerosi presenti. L’iniziativa, voluta ed organizzata dall’associazione culturale “Batticuore” di Adria, di cui è presidente la regista Anita Gallimberti, si è svolta nello chalet del parco della splendida villa Anconetta del senatore Bartolomeo Amidei. Lo stesso, nel dare il benvenuto a tutti i presenti, si è congratulato con la regista per l’iniziativa, sottolienando il valore delle donne, soprattutto, ed in molti casi, con incarichi di grandi responsabilità nel mondo. Particolarmente emozionata e soddisfatta Anita Gallimberti ha dato parola alle poetesse Anna Volpe di Taglio di Po, con lettura di Margherita Cercolato, Marika Braggion di Adria, con lettura della sorella AnnaMaria e Silvia Mesin di Adria, con lettura di Roberto Marangoni. Poesie intervallate dalle splendide voci delle cantanti Lorenza Bego di Corbola, Barbara
Banine AnnaMaria Braggiondi Bottrighe. Indi la proiezione del film “Finchè il destino non ci separi” dedicato proprio a storie di vita di donne, di mogli e di madri nei vari ambiti della società. Nel finale, di nuovo sulla scena le tre cantanti con l’aggiunta, improvvisata, della voce di Anita Gallimberti, che qui si è scoperta anche in apprezzata veste canora. Interventi quindi di alcuni attori presenti: Lorella Guarnieri, Silvia Mesin, Claudio Braga, Roberto Marangoni, Barbara Banin, Michele Cisot-
L’iniziativa, voluta ed organizzata dall’associazione culturale “Batticuore” di Adria, di cui è presidente la regista Anita Gallimberti, si è svolta nello chalet del parco della splendida villa Anconetta del senatore Bartolomeo Amidei
to, Velia Ganzerla e Giuliana Duò che hanno parlato della loro dilettante esperienza, sottolineando, grazie a ciò, la nascita di nuove amicizie. Per tutte, attrici, poetesse e cantanti, fiori di mimosa offerti dalla regista, mentre al senatore Amidei un’opera pittorica di Silvia Mesin. Al termine un buffet offerto dalla pasticceria Castello di Adria, dall’antico forno del Borgo di Papozze e dalle distillerie Matovani di Pincara.
Roberto MarangoniSuccesso e tanto gradimento per la serata di inizio primavera denominata “Tra gusto & folklore” all’insegna della più genuina allegria, delle tradizioni, della cultura e della solidarietà, svoltasi recentemente ai piedi del Canalbianco, presso l’azienda agrituristica “La Salute” di Adria. Il gruppo folkloristico “Bontemponi” di Bottrighe è stato organizzatore e protagonista nelle sale della tenuta di Cà Garzoni. Una settantina i partecipanti per gustare le specialità della gastronomia polesana, intervallate dalle cante e ballate dei Bontemponi, che hanno saputo divertire tutti anche con alcuni siparietti molto umoristici. Ottima la cura dei dettagli dove ognuno aveva il segnaposto personalizzato ed i menù con le indicazioni delle materie prime prodotte dall’azienda, preparati come sempre
da Nicola Donà, fonico e segretario dell’associazione. Tra i commensali Claudio Braga presidente della Coldiretti pensionati Adria, Nerino Albieri, autore di vari libri sulla storia di Bottrighe, Dorina Burattin e Antonio Marcato della gemellata pro loco “Vita d’altri tempi” di Correzzola ed una rappresentanza della gemellata banda cittadina di Porto Viro con l’ex vice sindaco Doriano Mancin, onorario dei Bontemponi, ideatore e tra i fondatori della banda della sua città. La serata, quindicesima edizione, era dedicata alle iniziative di solidarietà portate avanti dal gruppo nei confronti
delle malattie genetiche e tumorali promuovendo così laloro 32^ “Serata d’Onore”, che si terrà sabato 1 luglio alle 21 nel giardino della scuola materna di Bottrighe. Alla signora Paola Zago, padrona di casa insieme al figlio Fabio Crepaldi, a nome del gruppo è stato infine donato un omaggio floreale.(r.m.)
Una salvezza conquistata con un turno di anticipo e con una festa incredibile.
È quello che è successo allo stadio “Celestino Celio” di San Martino di Venezze, quest’anno casa del Pettorazza, neopromossa formazione del girone C di Promozione.
Lo scorso anno la squadra polesana era stata ripescata, arrivando secondo alle spalle dell’Euganea Rovolon, nel girone D di prima categoria, raggiungendo così il traguardo della Promozione per la prima volta in assoluto.
Dopo una fase di “adattamento” e un inizio a rilento, alla ricerca di finalizzazioni che tardavano ad arrivare, la squadra ha saputo finalmente “fare squadra” e drizzare le vele per trovare la rotta più favorevole per il proprio percorso calcistico.
Ma qual è il segreto di questo
gruppo, che cosa lo spinge a crederci sempre “ogni maledetta domenica” nonostante le diverse e non poche difficoltà che si sono presentate lungo il suo cammino?
Che cosa ha contribuito, oltre alla bravura e alla preparazione di tutti i giocatori, non uno di meno, dei mister, Bergo prima
Tra i segreti del successo il sangue rivierasco, il calore dei tifosi, un gruppo storico e un nutrito staff di collaboratori
e Tessarin poi, e del suo staff al successo ottenuto?
La risposta arriva dalla pagina ufficiale del club biancorosso.
“Mettete insieme un paese di circa 1500 abitanti, sangue rivierasco, un gruppo di tifosi e
“seguaci” (è proprio il caso di definirli così) recidivi, che nonostante tutte le avversità climatiche ha sempre appoggiato la società e i giocatori con la propria presenza, partita dopo partita.
Un gruppo storico e un nutrito staff di collaboratori e collaboratrici tra i quali anche lo speaker e le “ragazze del GS Pettorazza” che gestiscono il servizio di ristoro e la biglietteria, curando ogni minimo dettaglio dei
Otto nuovi fischietti hanno superato la prova finale del corso arbitri promosso dall’Aia di Adria. La commissione composta dal presidente degli arbitri della sezione di Adria Amedeo Bordina, dal componente del comitato regionale AIA
Enzo Rossi e dagli arbitri della stessa sezione adriese Dennis Bortoloni e Giovanni Nonnato hanno abilitato allo svolgimento dell’attività arbitrale otto nuovi ragazzi al termine di una prova scritta contenente quiz interattivi ed una prova orale con quesiti sul regolamento tecnico ed associativo.
I nuovi arbitri effettivi in forza all’Aia di Adria sono Hasani Skender, Stabile
Gabriele, Tantaoui Mohamed, Finotelli Giovanni, Bovolenta, Giacomo, Durante Cristian, Rossetti Vittoria, Nicolò Reale. La sezione di Adria, inoltre, ha ospitato all’ostello Amolara una riunione tecnica alla presenza di Federico Dionisi della sezione di L’Aquila, 35enne arbitro effettivo in forza alla Can A-B dal primo settembre 2020. Dionisi inizia l’attività di arbitro nel 2003: nel 2010 è già alla CAN-D, e nel 2014 passa in Lega Pro dove si afferma come uno degli arbitri dal miglior rendimento. Nel 2018 è alla CAN-B dirigendo la gara Foggia – Carpi, nel marzo 2019 debutta in serie A dirigendo Sassuolo – Sampdoria e attual-
mente dirige gare di serie A e B. La serata, condotta appunto da Dionisi, ha visto la platea impegnata nella visione di alcuni filmati di gare di serie A e
match per garantire la buona riuscita delle partite casalinghe Una giusta dose di umiltà e la consapevolezza che si può sempre migliorare in tutto, basta crederci; non ultima la modalità di lavorare a ‘muso duro e baretta fracà’ senza mai prendere sottogamba niente e nessuno”. Proprio così arrivano questi risultati, con le lacrime del capitano Ale Bellin, che abbraccia il mister Tessarin a fine partita, i tifosi sempre pronti ad incitare, a cantare, a mettere la musica giusta; insomma, quel bel clima che non sempre, anzi, quasi mai, si vede sui campi. Così, con un turno d’anticipo, il Pettorazza ha festeggiato sul “proprio” campo, con i propri amici-tifosi, il 2-1 contro l’Azzurra Due Carrare che ha significato matematica salvezza e un altro anno in Promozione.
Cristiano AggioB dirette dallo stesso; il suo obiettivo era mettere in luce il lavoro che un arbitro deve fare per poter migliorare partita dopo partita. (c.a)
Il recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale.
Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
A fianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto.
Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata.
Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”.
Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
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In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarieFilippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Prosegue alla pag. seguente
Tra i contrari si colloca il senatore
Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche dell’Università di Padova
Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo.
Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brainderived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova.
La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori TrkB, si nota una riduzione sia della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.
Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR). Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fatto dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico,
come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari.
In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente.
Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche dopo un infarto cardiaco.
“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente
Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio.
La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati
del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF. La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/ propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.
“Una prima conclusione di questo studio è che questa proteina, il BDNF, ha la capacità di aumentare il “benessere”, ovvero limitare il danno dell’infarto cardiaco, a diversi livelli, cioè all’interno e all’esterno delle cellule del cuore - conclude il professor Paolocci -.
Un’altra importante implicazione è che noi disponiamo di particolari sostanze chimiche capaci di stimolare strutture specifiche presenti sulla superficie delle cellule cardiache possono aumentare la produzione “interna” di BDNF che, se lasciata a sé stante, diminuirebbe col passare del tempo nel cuore infartuato, portandolo ad una cronica inadeguata
capacità di contrarsi”.
La mortalità dopo infarto è diminuita molto negli ultimi decenni, grazie a diversi trattamenti, farmacologici e non. Per contro, rimane alto il numero di pazienti che sviluppano una
insufficienza di contrazione cardiaca a distanza di tempo dopo l’infarto iniziale. Questa insufficienza cardiaca cronica limita molto la capacità dei pazienti di svolgere anche le più comuni attività di tutti i giorni, quindi la loro qualità di vita. Purtroppo, al momento, non ci sono medicamenti o procedure che possano migliorare sensibilmente questo stato di insufficienza cronica. I dati sperimentali presentati in questo studio aprono una nuova possibilità per combattere questa condizione che rimane tra le più invalidanti e costose dal punto di vista economico, e la cui frequenza continua a crescere pressoché ovunque nel mondo.
Un contorno fresco e saporito tipico della cucina romana. Un piatto molto gustoso, che si presta a essere servito anche come antipasto, accompagnato con pane tostato e della burrata fresca.
Ingredienti: 600 g di puntarelle; 4 acciughe sottosale; 1 spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe
Preparazione: Per preparare l’insalata di puntarelle, pulite i cespi e separate le puntarelle dalle foglie esterne. Mettetele a bagno per circa un’ora in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Tagliatele a striscioline e mettetele in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Trascorso il tempo di riposo sgocciolatele dall’acqua e fatele scolare perfettamente mentre preparate la salsa d’acciughe Diliscate e dissalate le acciughe e tagliatele a pezzetti. Mescolatele con aglio, olio e aceto per ottenere una salsa. Condite le puntarelle con la salsa d’acciughe, pepe fresco e servite.
Un primo piatto dai sapori molto delicati. Un’idea semplice e al contempo raffinata per preparare un risotto cremoso e originale.
Ingredienti: 320 g di riso Arborio; 400 g di finocchi; 12 capesante; 1 litro di brodo vegetale; 1/2 porro; olio extravergine di oliva
Preparazione: Rimuovete la parte esterna e fibrosa dei finocchi e affettare il bulbo molto sottile con una mandolina, tenendolo da parte. Successivamente, occupatevi delle capesante, staccando il muscolo la parte bianca e rimuovendo le parti scure, quindi tenetele da parte. In una casseruola, scaldate tre cucchiai di olio e insaporite il porro finemente tritato, quindi aggiungete le fettine di finocchi e cuocete fino a doratura. Togliete i finocchi e metteteli da parte in una ciotola. Nella stessa casseruola, tostate il riso fino a quando assume una bella tinta dorata e iniziate la cottura, versando gradualmente il brodo. Scottate le capesante in una padella fino a formare una crosticina croccante. Poco prima della mantecatura, unite al risotto i finocchi saltati con i porri e mescolate bene per insaporire il riso.
Un dolce semplice, ideale per una golosa merenda. Accompagnate la torta con una pallina di gelato alla vaniglia o della crema inglese e diventerà per un dessert completo e goloso.
Ingredienti: 450 g di fragole; 2 uova; 160 g di zucchero; 1 limone; 60 g di burro; 150 g di farina 00; 1 bustina di lievito
Preparazione: Con una frusta elettrica montate le uova, lo zucchero e la scorza grattugiata di un limone, fino ad ottenere una miscela chiara e spumosa. Aggiungete il burro fuso, amalgamandolo bene. Unite la farina setacciata insieme al lievito e lavorate con la frusta fino a ottenere un impasto liscio. Aggiungete metà delle fragole, precedentemente tagliate a pezzi, e incorporatele all’impasto. Versate l’impasto in uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, imburrato e infarinato. Disponete le fragole rimaste lungo i bordi e sulla superficie della torta, senza farle affondare nell’impasto, e spolverate con un cucchiaio di zucchero. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 40-45 minuti. Dopo la cottura, lasciate raffreddare la torta per una decina di minuti.
Con aprile si entra ufficialmente nella stagione primaverile. Grazie alle primizie di stagione che la natura ci offre, si possono realizzare diverse ricette sane e gustose
ARIETE
Avete deciso di stare bene e per questo vi siete concentrati soprattutto sulla vostra mente. È tempo di abbandonare le cattive abitudini e incentivare le buone pratiche
Vi concedete più distrazioni del solito e prediligete il tempo libero agli impegni quotidiani. Fermatevi un attimo a riorganizzare le vostre giornate cercando un giusto equilibrio tra piacere e dovere
TORO SCORPIONE
Avete accumulato un bagaglio di esperienze tali che vi consentono a questo punto di far decollare tutti i vostri programmi. Siate sicuri e sereni, le risposte sono dentro di voi
Con l’arrivo della primavera vi siete dati dei nuovi obiettivi. Si tratta ora di organizzarvi per valorizzare al meglio le vostre risorse. Concentratevi, non mancherete di centrare il bersaglio
Siete al top della vostra forma fisica e mentale. Avete voglia di frequentare i vostri amici, stare in compagnia e allargare la vostra schiera di conoscenze per condividere esperienze e momenti di evasione
Vi sentite molto operosi e per questo avete deciso di dedicarvi alle vostre attività con grande impegno per costruire le basi solide di un futuro progetto che da tempo avete intenzione di realizzare
GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE BILANCIA Oroscopo
Avete giornate ricche di impegni eppure sentite il bisogno di dedicarvi ai vostri affetti e ai sentimenti che talvolta vi distrarranno dalle incombenze quotidiane. Concedetevi qualche pausa piacevole
Avete tirato un po’ troppo la corda fin qui. È tempo di fermarsi e fare dei bilanci, selezionando ciò che realmente merita impegno da ciò che può momentaneamente essere messo da parte
ACQUARIO CAPRICORNO
Avete bisogno di grandi cambiamenti e voglia di iniziare nuove esperienze. Vi sentite intraprendenti e sicuri ma fermatevi un attimo per mettere ordine tra le vostre priorità
È un periodo ricco di sorprese e di risposte, anche inaspettate, alle vostre attese. Dovete comunque pensare più a voi e programmando con maggiore precisione le vostre giornate
Dovete fare un po’ di ordine dentro di voi e aprirvi alle persone che vi sono più vicine per ritrovare slancio ed equilibrio e ripartire con rinnovate motivazioni verso nuovi traguardi