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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’
è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag 5
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Adria al voto: tutti i numeri e le info sulle elezioni
Dopo alcune settimane di intensa campagna elettorale sta per arrivare il momento di recarsi alle urne per eleggere la nuova amministrazione e il nuovo consiglio comunale.
Gli elettori adriesi potranno esprimere il proprio voto nelle giornate del 14 e 15 maggio. Domenica i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23, mentre lunedì le urne apriranno alle 7 per chiudersi alle 15. Qualora uno dei candidati non raggiungesse la maggioranza dei voti (50% + 1), sarà necessario ricorrere al ballottaggio, con un nuovo round di campagna elettorale per altri 15 giorni. Si tornerà dunque ai seggi domenica 28 e lunedì 29 maggio.
Questo perchè gli abitanti di Adria superano quota 15mila, necessaria per accedere al secondo turno di ballottaggio. Nel dettaglio, l’ultimo censimento 2021 conta 18.781 residenti.
Guardando lo storico, 5 anni fa si recò al voto poco più della metà degli elettori: 57,19% al primo turno e 48,83% al ballottaggio, quando fu eletto sindaco Omar Barbierato con il 65,19% dei voti al secondo turno contro il 34,81% dello sfidante Lamberto Cavallari che arrivò al ballottaggio.
Camici bianchi nel mirino
Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.
Si vota il 14 e 15 maggio, con eventuale ballottaggio Facciamo il punto Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< >www.lapiazzaweb.it< Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it< è una testata giornalistica di proprietà di Srl Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione il 4 maggio 2023
Omar Barbierato, 47 anni, è ingegnere elettronico, musicista e chitarrista, diplomato in chitarra classica con specializzazioni sia all’insegnamento all’elettronica e sia per insegnare la chitarra. Sindaco uscente di Adria.
Qual è il motivo per cui si ricandida a sindaco?
“Per proseguire il lavoro intrapreso in questi 5 anni. Sarà un lavoro di sviluppo dei bandi e delle politiche per il territorio, per portare avanti la visione di un Polesine 2030. La vera sfida sarà quella di realizzare progetti di area vasta e costituire i vari distretti: della cultura, della sanità. Per farlo serve la capacità degli amministratori di lavorare in rete con altri soggetti pubblici e pri-
delle spese, indicatori stringenti che devono essere misurati e verificati. Solo chi ha presentato i progetti può conoscere esattamente l’iter e la logica che servono per rispettare i tempi richiesti”.
Qual è il punto forte del suo programma elettorale?
“Uno è di certo la ciclopolitana, che renderà Adria una città sostenibile e sempre più a misura di famiglie. Uno strumento di sviluppo anche per il settore turistico, visto che collegando le frazioni andremo a collegarci a Bottrighe dove è prevista la realizzazione del tratto della ciclabile VenTo e quindi un buon collegamento con il museo archeologico nazionale. È uno strumento di sicurezza che fa bene all’ambiente e alla salute”.
Tre parole chiave per la sua azione politica per Adria
vati. Un esempio è il progetto di area vasta sull’archeologia, realizzato mettendo in rete il Museo Archeologico Nazionale, Ariano nel Polesine e Loreo. Altro esempio è Auro, l’Autorità urbana di Rovigo, che coinvolge 13 comuni oltre ad Adria, unico comune del Delta.
La prima cosa che farà nei 100 giorni se eletto?
“Concretizzare i progetti relativi ai 23 milioni portati a casa, e in particolar modo quelli relativi ai bandi per i fondi Pnrr. Progetti da realizzare in tre anni e che prevedono, oltre alla rendicontazione
“Trasparenza, concretezza e stabilità. Trasparenza, perché non abbiamo nessun partito o sponsor che ci possa venire a tirare per la giacchetta. La concretezza si traduce con la realizzazione per esempio del Piano degli Interventi, del piano delle onde elettromagnetiche e del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba), strumenti urbanistici che hanno permesso e ci permettono di portare a casa fondi pubblici, attraverso bandi e progetti.
Un lavoro con il quale abbiamo dimostrato, nei cinque anni del primo mandato, una stabilità amministrativa in un periodo storico particolarmente difficile per via del Covid”.
Giorgia GayIn occasione delle prossime consultazioni elettorali, gli elettori che si recheranno a votare nel proprio comune di iscrizione elettorale potranno usufruire delle agevolazioni di viaggio applicate da enti o società che gestiscono i relativi servizi di trasporto, come da circolare del Ministero dell’Interno secondo cui “le Società Trenitalia S.p.A., Italo–Nuovo Trasporto Viaggiatori S.p.A. e Trenord s.r.l. applicheranno agevolazioni tariffarie per i viaggi ferroviari in favore dei cittadini italiani residenti in Italia o residenti all’estero che si rechino nella località di iscrizione elettorale (o località limitrofe) per esercitarvi il diritto di voto.
I biglietti, con l’agevolazione per gli elettori, possono essere acquistati per viaggi da effettuare nell’arco temporale di venti giorni a ridosso dei giorni di votazione.
Tale periodo decorre, per il viaggio di andata, dal decimo giorno antecedente il primo giorno
di votazione e per il viaggio di ritorno fino alle ore 24 del decimo giorno successivo al giorno della consultazione elettorale”.
Per l’eventuale turno di ballottaggio di domenica 28 maggio e lunedì 29 maggio 2023, il viaggio di andata potrà essere effettuato dal 19 maggio e quello di ritorno non oltre l’8 giugno.
Gli elettori, per poter usufruire dell’agevolazione, dovranno esibire al personale addetto al controllo a bordo del treno: nel viaggio di andata la propria tessera elettorale o una dichiarazione sostitutiva attestante che il biglietto agevolato è stato acquistato per recarsi presso la località di iscrizione elettorale, al fine di esercitare il diritto di voto; nel viaggio di ritorno, unitamente ad un valido documento di identità, la propria tessera elettorale recante l’attestazione dell’avvenuta votazione; gli elettori residenti in Italia, se sprovvisti della tessera elettorale, potranno produrre una dichiarazione sostitutiva.
Elezioni/1. Il sindaco uscente Omar Barbierato si ricandida “per proseguire il lavoro iniziato”
“Per costruire i vari distretti serve la capacità degli amministratori di lavorare in rete”
Massimo “Bobo” Barbujani è nato ad Adria nel 1959. È il fondatore di Adria Shopping, oltre che pilota di rally ed imprenditore. è stato eletto sindaco di Adria per ben tre volte.
Perché si candida?
“Sono stato assente due anni in giro per l’Europa, come istruttore di guida certificato di marchi prestigiosi e sono arrivato ad Adria a due anni e mezzo dalle elezioni. Molti si sono avvicinati a me e da lì ho iniziato a verificare con le varie associazioni adriesi per capire se la mia faccia fosse ancora spendibile. Abbiamo notato che attorno alla mia persona si poteva ancora investire. Sono sempre stato un moderato di centrodestra e ho iniziato i primi colloqui con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che però ha deciso di far correre un’altra candidata. Noi abbiamo tre partiti
storici come Lega, Forza Italia e Noi Moderati che fa riferimento a Maurizio Lupi più due liste civiche Bobo Sindaco e “Il Cantiere” di Federico Simoni. Ho sempre creduto nei giovani. E lo dimostra il fatto che chi è ancora con me è cresciuto molto negli anni. Ancora oggi credo
“Bisogna andare nelle case delle persone per capire cosa c’è da fare. Prima di tutto bisogna ascoltare e promettere ciò che si piò realizzare”
molto nelle giovani leve politiche. Federico Crepaldi di Bobo Sindaco e Vttoria Paccagnella, che con i suoi 18 anni e 4 mesi è la candidata più giovane della tornata elettorale”.
La prima cosa che farà nei 100
giorni se eletto?
“Capire se si riesce a sfalciare l’erba e a eseguire le manutenzioni delle strade, sperando che l’amministrazione uscente possa avere lasciato risorse per fare una manutenzione ordinaria. Dovrò per prima cosa
vedere quali sono le risorse a disposizione e come poterle utilizzare”.
Qual è il punto forte del suo programma elettorale?
“Sono io, sono il sindaco per la gente, tra la gente e della gente. Da sempre sono così. La lati-
tanza dell’amministrazione uscente è stata disarmante. Il Comune non è un call center e una App. Bisogna andare nelle case delle persone per capire che cosa c’è da fare. Prima di tutto bisogna ascoltare e promettere cose che si possono realizzare”.
Tre parole chiave della sua azione politica per Adria?
“Nel mio Dna ho passione, rispetto e cuore. Qui si incarna tutto quello che sarà la politica di Adria. Sarò un sindaco h24. Non so se i miei avversari potranno farlo, visti tutti gli impegni che hanno. Io invece ne ho la possibilità. La situazione del Comune di Adria è disastrosa. Le bandiere dei sindacati davanti al cancello del municipio la dicono tutta su quello che la città sta vivendo. Dobbiamo ricreare entusiasmo e passione. Non ci voleva proprio la frattura nel centrodestra”. (m.s.)
Massimo Bobo Barbujani ha indossato già per tre volte la fascia da sindaco
Nato ad Adria nel 1971, Lamberto Cavallari è laureato in Economia e commercio. Di professione è consulente del lavoro. È stato presidente della Croce Verde di Adria, mentre ora ricopre il ruolo di vice. Dal 2008 è presidente di Anpas Veneto e dal 2015 è vicepresidente della direzione nazionale Anpas. È consigliere del Csv di Padova-Rovigo.
Sono tre le liste che appoggiano Lamberto Cavallari: Partito democratico, Cavallari 2.0 e Agorà cittadini in movimento a sostegno di Cavallari sindaco. Perché si candida?
“È la mia seconda esperienza come candidato sindaco. Non era nemmeno tra i programmi fino a un paio di mesi fa. Me lo hanno chiesto alcuni amici che non si rivedono né nell’amministrazione comunale uscente né nelle due liste del centrodestra. Adria è troppo isolata dal resto del territorio. Il lockdown è stato devastante, ma ora che tutto sembra essere finito, bisogna far tornare a volare questa città importante”.
La prima cosa che farà nei 100 giorni se eletto?
“La città è troppo divisa e spaccata. Non possiamo lamentarci tutti. Ricordo che alle ultime elezioni meno di un adriese su due è andato a votare al ballottaggio.Sono fortemente convinto che la sfida che dovrà affrontare la nostra città sarà in primis la lotta al calo demografico, per evitare una conseguente diminuzione dei servizi che andrebbe a incidere negativamente su tutto il territorio.
Inoltre, ritengo essenziale ricreare quell’armonia e quell’unità connaturate da sempre alla nostra comunità e andate distrutte in questi anni di tifo incondizionato verso una o l’altra parte politica”.
“La città Adria è troppo isolata dal resto del territorio, bisogna farla tornare a volare”
Qual è il punto forte del suo programma elettorale?
“Uno dei punti centrali del programma riguarda il fatto che Adria ritorni al centro della provincia di Rovigo e non solo del Delta.In questi anni si è infatti spesso parlato di Adria come porta del Delta, come attra-
“Sono fortemente convinto che la sfida che dovrà affrontare la nostra città sarà in primis la lotta al calo demografico, per evitare una conseguente diminuzione dei servizi che andrebbe ad incidere negativamente su tutto il territorio”
zione turistica per il basso Polesine, ma per noi Adria deve tornare a essere protagonista in tutta la provincia di Rovigo e non solo. Deve essere un punto focale per il turismo del Polesine, un punto di riferimento per tutto il territorio, un luogo di qualità per chiunque. Sappiamo che non sarà semplice, sappiamo che ci vorrà tempo, ma noi crediamo nella bellezza e nelle potenzialità di Adria”. Tre parole chiave della sua azione politica per Adria?
“La prossima amministrazione dovrà saper guardare avanti con progetti concreti, attenzione alle persone e ai loro bisogni, alla qualità della vita che si vuole ottenere per i nostri cittadini. Questo per il bene di Adria, ma anche dell’intero territorio che guarda alla nostra città come alleato di crescita e sviluppo”.
Marco ScarazzattiSono iniziati a maggio i lavori per la posa della fibra in alcune vie di Adria. Lavori che richiederanno l’istituzione del senso unico alternato in alcune vie fino alla fine del mese di giugno o comunque fino a quando non si concluderanno i cantieri
Le vie interessate sono via Carbobara Vecchia, un tratto di via Aldo Moro (dall’incrocio con via Retratto all’incrocio con via Riviera Carbonara), via Papa Giovanni XXIII, via Palmiro Togliatti,
Elezioni/3. Lamberto Cavallari si ricandida “per chi non si riconosce nell’amministrazione uscente e nel centrodestra”
Sandra Passadore, 51 anni, mamma di tre figli. “Sono nata e cresciuta ad Adria e sono orgogliosa di avere scelto di radicare la mia vita familiare e professionale qui. Sono avvocato e magistrato onorario, carica alla quale ho rinunciato, per dedicarmi con assoluto impegno alla mia città e alle sue frazioni”.
Perché si candida?
“Credo nella famiglia, nella centralità di Adria e nella sua
storia, tradizione e potenzialità di uscire dall’isolamento e dal lungo e inaccettabile immobilismo in cui è stata lasciata negli anni. Per Adria le opportunità di sviluppo sono passate nel silenzio e nell’indifferenza. Ho scelto di accettare la candidatura a sindaco perché voglio mettere a frutto la volontà di fare, la determinazione, le competenze che nel tempo ho affinato. Mi presento al voto dei cittadini con una squadra forte, con la quale condivido programma e obiettivi. Noi siamo pronti a dare un futuro concreto alla città che amiamo, riportandola al passo con i tempi. Il motivo della mia candidatura è la voglia di far ripartire una macchina rimasta troppo tempo ferma.
L’amore per la mia città farà la differenza. Sono una persona che parla tanto, ma che è abituata a fare ancora di più. Il mio metodo sarà virtuoso. Occorre dire quale è il metodo giusto. La nostra è stata una massima apertura a tutto il centrodestra. Io rappresento il partito di Fratelli d’Italia, di maggioranza a livello nazionale e che è al Governo. Avremmo voluto ricompattare tutti. Siamo partiti in ritardo proprio per questo. Le nostre porte sono sempre state aperte. Non siamo spaventati dal fatto di correre da soli. Sappiamo che abbiamo le possibilità di fare bene”.
La prima cosa che farà nei 100 giorni se eletta?
“Il dialogo con i dipendenti. Bisogna fare ripartire il Comune. Occorre che parte politica e parte amministrativa corrano assieme. Togliamo le bandiere dal municipio”.
Qual è il punto forte del suo programma elettorale? “È ora del cambiamento. Lo sviluppo come ripartenza del settore. Adria merita di più e di meglio”.
Tre parole chiave della sua azione politica per Adria? “Fare bene, e non ho nessun dubbio che ce la possiamo fare. Concretezza ed entusiasmo. Attaccamento alla nostra città. La preoccupazione per il futuro del Csa è molto forte: ha un debito incredibile e rischia seriamente il commissariamento”.
Marco ScarazzattiC’è tempo fino al 30 settembre per presentare domanda per le agevolazioni sulla tassa rifiuti. L’esenzione sulla TARI per il 2023 è prevista per le famiglie assistite dai Servizi Sociali del Comune, per i nuclei familiari composti da uno o due persone pensionate con Isee non superiore ai 12mila euro, e i cittadini e cittadine, pensionati/e, che vivono sole e hanno un Isee non superiore ai 10mila euro.
La riduzione del 30% spetta invece alle famiglie dove sia presente una persona portatrice di handicap (invalidità superiore al 74%). Il modulo è scaricabile dal sito del Comune (www. comune.adria.ro.it). Spetta il 30% di riduzione anche ai nuclei familiari che non superano i 12mila euro di Isee, dove sono presenti 6 o più componenti. La riduzione del 20 % va invece ai nuclei familiari con 5 o più componenti e un Isee inferiore a 12mila euro. Per maggiori informazioni rivolgersi all’ufficio tributi del Comune, situato in corso Vittorio Emanuele II,49, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30-13.00 e lunedì e mercoledì, dalle 15 alle ore 17. tel.0426/941253-941237-941248
“Credo nella famiglia, nella centralità di Adria e nella sua storia, tradizione e potenzialità di uscire dall’isolamento e dal lungo e inaccettabile immobilismo”
“L’ amministrazione in questi cinque anni è stata sempre a disposizione al fine di migliorare le condizioni lavorative dei propri dipendenti. In data 12 aprile 2023 si è tenuta l’assemblea sindacale dei dipendenti del Comune di Adria, per discutere in merito alla rivendicazione dei buoni pasto e deliberando lo stato di agitazione del personale. A tale assemblea erano presenti 42 dipendenti su una forza organica di 95, di questi 39 hanno votato a favore, 2 contro e 1 astenuto”. Questa la replica del Comune di Adria allo stato di agitazione indetto dai dipendenti dell’ente.
I sindacati sono sul piede du guerra dal 12 aprile, quando hanno iniziato ufficialmente la mobilitazione. Tra le accuse “la mancanza di azioni volte a intervenire nelle diverse situazioni critiche presenti nei servizi, particolarmente a causa della carenza di personale e al generarsi
di un clima lavorativo piuttosto difficile in alcuni settori” e “una gestione del personale particolarmente burocratica”. Quanto ai buoni pasto, i sindacati lamnentano un’applicazione “fantasiosa”, prevedendo un cosiddetto rimborso del pasto, pari alla cifra di 4 euro al massimo, “cui si accede attraverso una serie di regole senza senso, il cui unico scopo sembrerebbe essere quello di ridurre ulteriormente i costi”.
“Questa amministrazione precisa che, per andare incontro ai
dipendenti comunali e aiutare gli esercizi e la casa di riposo, ha introdotto i “buoni pasto”. Un benefit che non era mai stato attivato a palazzo Tassoni - prosegue la
nota -. Relativamente al disagio imputato alla carenza di personale in alcuni settori, evidenziato dalle sigle sindacali, è bene sapere che è correlato alla mancanza
Un avviso alla cittadinanza affinchè si evitino gli sprechi d’acqua. A firmarlo il sindaco di Adria che raccomanda “un utilizzo della risorsa acqua, incluse le derivazioni di acque superficiali e sotterraneo, in modo parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo anche al fine di evitare inutili sprechi”.
Il documento elenca quindi alcune buone pratiche da seguire, come controllare il corretto funzionamento dei propri impianti idrici ed irrigui; usare dispositivi per il risparmio idrico quali i frangigetto per i rubinetti e Io scarico differenziato; attrezzare i sistemi irrigui del verde con irrigazione a goccia e con sistemi
temporizzati e sensori di umidità, programmandone l’attività al crepuscolo. Ancora: utilizzare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico, dosando correttamente il detersivo; preferire per l’igiene personale l’uso della doccia, in alternativa al bagno; non fare scorrere in modo continuo e inutilmente l’acqua; raccogliere l’acqua che si fa scorrere in attesa che diventi calda ed usarla in seguito, ad esempio per innaffiare le piante o per altri usi; riutilizzare l’acqua di lavaggio della frutta e della verdura o l’acqua piovana per innaffiare le piante; non sprecare l’acqua potabile per riempimenti di fontane, zampilli, etc, non dotati di sistemi di ricircolo e giochi d’acqua”.
di assunzione negli anni passati e al costante pensionamento degli attuali dipendenti. A ciò si aggiungono il maggior carico lavorativo del periodo imputabile
alle operazioni legate alle elezioni amministrative”.
Da alcuni mesi i sindacati hanno attivato un confronto sull’attribuzione dei “buoni pasto”, al posto del sistema, introdotto per la prima volta a fine dicembre, che prevede il rimborso di una parte del costo dei pasti consumati nei giorni di rientro pomeridiano. La scelta dell’amministrazione di far fronte alla crisi economica post Covid che colpisce tutte le realtà economiche del territorio, è stata quella di proporre ai dipendenti due possibilità: un “buono pasto” da spendere presso gli esercizi di Adria o in alternativa il servizio mensa presso la casa di riposo”.
L’amministrazione conclude sottolineando di essere “come sempre disponibile all’ascolto, e confida che si ritorni a un clima di confronto sereno e separato dalle dinamiche elettorali”.
Giorgia GayLa protesta dei sindacati. La replica alle accuse: “Buoni pasto benefit mai introdotto prima”
“Si ritorni a un clima di confronto sereno e separato dalle dinamiche elettorali”
Valorizzazione del territorio. Insieme alla città etrusca 16 amministrazioni comunali
Anche Adria ha scelto di aderire al “Distretto Turistico Chioggia Delta del Po Saccisica”. Si tratta di un nuovo organismo formato da sedici comuni delle province di Rovigo, Padova e Venezia, con l’obiettivo comune di rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale, migliorando l’efficienza organizzativa e la produzione di servizi. Un organismo nato dalla consapevolezza che “la programmazione e gestione dello sviluppo turistico del territorio sono divenuti negli ultimi tempi particolarmente complessi e necessitano pertanto di un’azione strategica per fare sistema, non solo in termini di ricadute economiche ed occupazionali, ma anche in ragione delle opportunità che esso determina coniugando aspetti sociali, culturali ed ambientali” come si legge nella delibera
del Comune di Chioggia, che ha lanciato il progetto.
Sempre nel documento, il capofila ricorda che “la vocazione turistica dell’area Chioggia, Delta del Po e Saccisica con il suo straordinario patrimonio,
storico, culturale, enogastronomico, religioso e ambientale, rappresenta un notevole potenziale di sviluppo sostenibile”.
Come fa sapere, di rimando, il Comune di Adria, si tratta di “uno strumento che permetterà di semplificare i rapporti tra amministrazioni comunali e operatori del distretto, per facilitare nuove opportunità di
investimento nel settore turistico in termini di servizi, che consentiranno di concretizzare la nostra visione di area vasta” .
A far parte del neo distretto turistico,oltre ad Adria, ci sono i comuni Polesani di Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Loreo e Taglio di Po, per la provincia di Padova i comuni di Arzergrande, Brugi-
ne, Codevigo, Correzzola,Piove di Sacco, Pontelongo, e per la provincia di Venezia, Cavarzere, Chioggia e Cona. Tra gli obiettivi principali del Distretto c’è “la trasformazione del territorio in una “zona a burocrazia zero”, la semplificazione delle procedure per l’avvio delle attività, l’accesso agevolato ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei,
la possibile riqualificazione delle aree di interesse turistico, la realizzazione di opere infrastrutturali adeguate, l’incentivazione per la creazione di strutture turistico-alberghiere, l’incentivazione per l’aggiornamento professionale del personale, l’incentivazione all’utilizzo di nuove tecnologie”.
Giorgia GayIl progetto è stato lanciato da Chioggia per migliorare l’efficienza organizzativa ma non solo Uno scorcio di Adria
Liceo Bocchi-Galilei. Concluso il progetto Erasmus Going for Great, Green, Genius Generation
Le cinque delegazioni di Spagna, Grecia, Lettonia, Cipro e Italia si sono incontrate al liceo Aradippou per confrontarsi e discutere su un tema di grande attualità, ovvero il risparmio e la salvaguardia dell’acqua
Nella meravigliosa cornice dell’isola di Cipro si è svolto l’ultimo meeting del progetto Erasmus Plus “Going for Great, Green, Genius Generation”, di cui il liceo Bocchi- Galilei di Adria è scuola partner assieme ad altri quattro istituti europei.
Il progetto era iniziato prima della pandemia e a causa delle restrizioni negli spostamenti le attività sono state avviate in modalità online, per poi proseguire e concludersi con una serie di meeting in presenza. Le cinque delegazioni di Spagna, Grecia, Lettonia, Cipro e Italia, quest’ultima rappresentata dalle docenti Paola Pellegrinelli, Tracco Luisa e dagli studenti del Liceo Bocchi Martina Benvenuti, Iris Marangoni, Francesco Ferrari e MonsifSobti, si sono incon-
trate al liceo Aradippou per confrontarsi e discutere su un tema di grande attualità, ovvero il risparmio e la salvaguardia dell’acqua. Il meeting è stato un’occasione per sensibilizzare i giovani sul valore dell’acqua come risorsa indispensabile per la vita e per promuovere un comportamento corretto e un utilizzo consapevole di questo bene prezioso nella vita di tutti i giorni.
Durante la settimana di permanenza, studenti e docenti hanno potuto visitare i Centri di educazione ambientale di Panagia e della capitale Nicosia che è l’unica capitale europea tuttora divisa tra due entità statali. Non sono mancati momenti di svago durante i quali le varie delegazioni hanno potuto ammirare le bellezze naturali di Cipro quali le località di
mare, come Larnaca e Paphos, e le montagne di Troodos, dove si trova il bellissimo monastero di Kykkos.
Con Cipro finisce un lavoro portato avanti da tempo dai docenti con lo scopo di sensibilizzare gli studenti sui problemi che affliggono il nostro pianeta e sulle possibili soluzioni che tutti noi potremmo in parte cercare di trovare, assumendo maggior consapevolezza e responsabilità personale. Ma l’Erasmus non è stato solamente tutto questo, i meeting in presenza nelle diverse scuole partner hanno permesso infatti di creare legami, amicizie e affetti indissolubili che ognuno dei partecipanti, nonostante la distanza, si porterà sempre nel cuore.
Sono aperte le iscrizioni ai servizi di mensa e trasporto scolastico per gli alunni frequentanti le Scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I° grado del territorio comunale, .
I moduli di richiesta sono reperibili presso l’Ufficio Scolastico Comunale oppure scaricabili dal sito web istituzionale del Comune di Adria (Uffici – Scolastico e Università – Servizi e Modulistica Ufficio).
Le domande dovranno pervenire o essere consegnate entro il 14
luglio 2023. Oltre il termine indicato, le richieste saranno accolte con riserva.
Per usufruire dei servizi, gli
utenti dovranno essere in regola con il pagamento delle quote relative all’anno scolastico precedente.
Eni, attraverso la controllata Versalis, che già deteneva il 36% delle azioni in Novamont, ha rilevato il restante 64%, raggiungendo il 100% dell’intero pacchetto azionario, diventando così il grande polo della chimica verde.
L’accordo è stato definito e la notizia è apparsa in anteprima nei maggiori quotidiani finanziari.
Novamont, di cui fa parte la controllata Mater-Biotech con lo stabilimento di Bottrighe, è azienda leader a livello internazionale nel settore della chimica da fonti rinnovabili, in particolare delle bioplastiche biodegradbili e compostabili. Versalis è la prima azienda chimica italiana leader a livello internazionale, con una strategia mirata anche attraverso la chimica da fonti rinnovabili.
Tornando a Novamont, con sede a Novara, è una società Benefit con 650 dipendenti. Gli stabilimenti produttivi sono dislocati a Bottrighe, Terni e Patrica. Tre i laboratori di ricerca, a Novara, Terni e Piana di Monte. Con Versalis di Eni, aveva già una collaborazione per grandi progetti a Porto Torres e possiede una società con Coldiretti per lo sviluppo e la distribuzione di soluzioni per l’agricoltura. È attiva all’estero con sedi in Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti. Lo stabilimento di Bottrighe, primo impianto al mondo nella produzione di bio butandiolo, è anche il più efficiente centro in Europa per la produzione di intermedi chimici da fonte rinnovabile, grazie alla costruzione di un impianto per biogas di elevata qualità inaugurato due anni fa. Ciò consente di convertire il proprio biogas in biometano da immettere nella rete nazionale, ottenuto dai sottoprodotti della produzione attraverso un processo altamente tecnologico con un biodigestore che li degrada e li converte in fonte energetica, nello specifico in biogas.
Con ciò l’azienda è in grado di immettere direttamente biometano in rete compensando il gas naturale che attualmente preleva dalla rete per generare energia elettrica, con biometano che cede alla rete stessa. Soluzione che da una parte si traduce in risparmio per l’azienda, dall’altra in un impatto ridotto delle emissioni di Co2 in atmosfera. Recentemente, a seguito
Al raduno Butrigan i premi del concorso fotografico indetto nel 2021
di un investimento di circa un milione di euro, lo stabilimento di via Gramsci è stato dotato di elevate tecnologie per abbattere le emissioni odorigene con la copertura di vasche e test di filtri a carbone dei serbatoi nei quali vengono accumulate le biomasse provenienti dall’impianto di fermentazione e quelle acustiche con l’insonorizzazione di vari impianti.
Roberto MarangoniI nomi dei due vincitori del concorso fotografico indetto nel 2021 dal gruppo facebook “I Butrigan iè in ogni canton”, rinviato causa la situazione pandemica, saranno resi notidurante il quinto “Raduno dei Butrigan nel mondo” che si svolgerà il 23 e 24 settembre. Il tema del concorso riguardava la vecchia Bottrighe in foto, ieri e oggi, aspetti storici e non, persone, momenti di socialità, ma anche angoli e riprese solitamente inusuali.
L’iniziativa aveva lo scopo di tenere legati i rapporti, attraverso appunto le foto, tra i residenti e
quanti, nel tempo emigrati, risiedono fuori paese, in Italia, ma anche all’estero.
L’adesione ebbe un grande successo, centinaia furono le foto arrivate e pubblicate, suscitando molto interesse fra gli iscritti del gruppo, 1682 i membri aderenti. Ci saranno due distinti premi, uno per la foto più bella ed uno per quella più significativa. Sono state altresì visionate e giudicate anche tutte le foto pubblicate da anni sul gruppo, che è sorto nel 2008. (r.m.)
> L’amor no ciàpa rusne
> Co se barata, uno el ride e cl’altro e se gràta
> Co i piculi parla, i grandi ià zà parlà
“Centodieci anni fa, precisamente il 15 febbraio 1913, furono individuate e concretizzate le premesse per la costruzione dello zuccherificio di Bottrighe”. Lo ricorda Nerino Albieri, storico locale e autore di svariate pubblicazioni sul paese.
“Nel comune di Bottrighe – racconta lo studioso – funzionava già dal 1906 lo zuccherificio di Cavanella Po, provvisto di raffineria e distilleria interne. Nel provvedimento della giunta municipale, con carattere d’urgenza, gli amministratori si resero conto che la decisione per installare il nuovo stabilimento doveva essere oggetto di una accelerazione, anche perché altri comuni limitrofi stavano tentando di inserirsi nella trattativa”.
“A quell’incontro decisivo parteciparono il sindaco di allora, commendatore Tito Rossati, il segretario comunale Tito Costa, l’assessore anziano Vittorio Frigato, gli assessori Giobatta Casazza e Domenico Girotti, i rappresentanti della belga Societè de Sucrerie e Raffinerie de Pontelongo guidati dall’ingegnere Charles Grierè e l’ingegnere Carlo Scarpari” precisa lo studioso.
“Il documento – prosegue Albieri –, di cui copia è conservata dallo stesso, evidenziava in tono dettagliato tutta una serie di richieste, tra cui una più marcata potenzialità dei percorsi stradali, un periodico esonero di imposte comunali, la possibilità della costruzione di un canale lungo un centinaio di metri, che dal fiume Po arrivasse sino in prossimità dell’opificio, la gratuita occupazione di spazi stradali su cui collocare i binari di raccordo con la già ipotizzata costruzione della linea ferroviaria AdriaAriano Polesine, che però sarà realizzata vent’anni dopo, nel 1933”.
“Il lotto di terreno, individuato ed acquistato – continua il ricercatore – apparteneva alla baronessa Paolina Boiffeau, vedova di Ernesto Rossati”.
“Da questo accordo, accolto e deliberato integralmente dagli amministratori – conclude Nerino Albieri – nell’agosto 1914 iniziò una grande avventura di lavoro e benessere che si concluse, purtroppo, nel 1991”.
Roberto Marangoni
Laura Mosca
riconfermata direttore di Ca’ Vendramin
L’architetto Laura Mosca di Bottrighe è stata riconfermata direttore della fondazione Cà Vendramin di Taglio di Po. La professionista ha ricevuto nuovamente l’incarico dal Cda presieduto da Adriano Tugnolo. “Squadra che vince non si cambia – ha detto il presidente – rinnoviamo la fiducia al direttore Mosca per l’ottimo lavoro svolto nei diciotto mesi di primo mandato”. Sotto la sua guida la Fondazione ha conosciuto una stagione di rinnovamento e crescita, sia in termini quantitativi, in relazione all’incremento del numero di visitatori e di eventi convegnistici patrocinati ed ospitati, sia sotto il profilo della qualità dell’offerta di servizi sia della Fondazione che del Museo. Fra questi la realizzazione della nuova guida al museo per bambini “La macchina idraulica del tempo”, l’ideazione e l’organizzazione della settimana della sostenibilità del Delta del Po, collegata al Festival Nazionale dello Sviluppo Sostenibile che, a seguito di riscontro positivo ottenuto, entrerà nella programmazione annuale della Fondazione. Altresì, nel 2022, l’architetto Mosca ha presentato ed ottenuto il riconoscimento formale del complesso monumentale ex idrovora Cà Vendramin come “museo” da parte della Regione Veneto. Laureata con lode allo Iuav di Venezia, Mosca ha poi conseguito i titoli di “Dottore di ricerca” in Agraria e Master Europeo in “Progettazione Urbana Sostenibile e Sviluppo Locale”. (r.m.)
“Quando gli ambienti naturali sono sufficientemente vasti e collegati garantiscono prede in abbondanza per i carnivori: serve maggior tutela di oasi, parchi e aree protette”
Da diversi mesi il WWF provinciale di Rovigo sta organizzando incontri, con la partecipazione di esperti del settore, volti a sensibilizzare la popolazione polesana nei riguardi del lupo con la finalità di consentire la nostra convivenza con questa specie particolarmente protetta, spesso al centro di false notizie e paure ancestrali ingiustificate.
“In Polesine finora siamo riusciti a confermare la presenza solo di un nucleo composto probabilmente da non più di due individui situati nell’estremo Delta del Po”, dice Eddi Boschetti, presidente del WWF provinciale Rovigo. “Per poter permettere lo stabilirsi di una convivenza buona e fruttuosa –prosegue Eddi Boschetti- dobbiamo innanzitutto preservare la biodiversità del territorio. Quando gli ambienti naturali sono sufficientemente vasti e collegati fra loro garantiscono prede in abbondanza ai carnivori, che dal canto loro svolgono un ruolo fondamentale nella selezione naturale. Per ottenere ciò è certamente utile la promozione e la tutela di oasi, parchi e aree protette, oltre alla creazione di corridoi naturali che interessino anche gli ambienti più antropizzati come la campagna e le cinture urbane”. In questo
modo sarebbe possibile creare un reticolo di “corridoi verdi” per preservare e diffondere la biodiversità del Polesine.
“Un altro elemento fondamentale per poter stabilire una buona convivenza con questi animali è informare la popolazione su una serie di comportamenti che sono validi sempre, ma a maggior ragione in territori dove sono tornati a convivere con la specie umana animali dalle grandi capacità di adattamento come il cinghiale, la volpe e appunto il lupo. È bene evitare l’accumulo di rifiuti, come i residui della carne, fuori dalle proprie abitazioni. Inoltre, bisogna evitare di lasciare liberi e incustoditi i nostri animali domestici e nelle aree naturali questi vanno tenuti vicini a sé, al guinzaglio, per evitare loro pericoli oppure che essi stessi possano rappresentare un pericolo per la fauna selvatica. È altrettanto importante diffondere un’autentica cultura ambientale e naturalistica, che miri al raggiungimento della consapevolezza che le regole della natura non vanno né ignorate né combattute, ma rispettate. Il WWF di Rovigo, appartenendo a una grande e affermata organizzazione presente nel mondo da quasi sessant’anni e che proprio sui grandi carnivori oltre
cinquant’anni fa avviava il primo progetto di conservazione del lupo in Italia, può contare sull’esperienza e il supporto di grandi esperti in materia, come Marco Antonelli, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Lupi del WWF Italia. Troppo spesso il nostro giudizio sui lupi è guidato da superstizioni e racconti popolari; invece, il lupo non solo costituisce un elemento importante nel nostro ambiente, ma aiuta a controllare la popolazione di specie invasive quali i cinghiali e le nutrie. Non va dimenticato inoltre che i carnivori all’occorrenza possono diventare validi spazzini delle migliaia di carcasse di animali che per varie ragioni ogni giorno le attività umane lasciano sul terreno, nei corsi d’acqua o lungo le strade. Frequentemente le carcasse di animali che vengono quotidianamente uccisi nelle strade del Polesine vengono smaltite naturalmente dai carnivori, siano essi uccelli o mammiferi”.
Troppo spesso si sente parlare di questi animali come di un problema, mentre invece svolgono un ruolo importante, tanto nei santuari naturali quanto nei territori meno selvaggi come la Pianura Padana.
Davide FarinattiIncontri per sensibilizzare la popolazione sul tema fauna selvatica
La 15^ edizione di Adria in fiore non ha tardito le aspettative e attira in città migliaia di visitatori. La Caccia al sasso fiorito ha più che raddoppiato i partecipanti dello scorso anno raggiungendo quasi 80 iscrizioni di bambini accompagnati dai loro genitori o nonni. Le amministratrici del Gruppo Facebook “Un sorriso per Adria” Fiorenza Zanirato e Giada Clare Piechotta sottolineano che “i partecipanti si sono molto divertiti a cercare i sassi dipinti a tema floreale nei giardini pubblici di Adria (Zen, Scarpari e Mecenati), un modo per riscoprire questi luoghi cittadini” e ringraziano “oltre alla Pro Loco che ha supportato l’iniziativa, le numerose artiste del gruppo, la classe prima della Scuola media G. Bosco di Bottrighe e la classe prima B della Scuola Media Manzoni”. Altra novità molto apprezzata è stata la piazza dedicata interamente ai bambini grazie alle animazioni di Musica Globale, degli Scout di Adria 1 e dei laboratori proposti dalla Pro Loco ideati dalla vice presidente Silvia Trevisan. Molto gradite poi le mostre allestite per l’occasione: “Colori del Delta” con le artiste Speranza Lazzarini e Patrizia Travaglia nella Fondazione Franceschetti e Di Cola e la tradizionale “L’incanto dei fiori pressati e di seta” con le artiste Gloria Nives Frigato e Odilla Rizzo, in Salara Cordella. Le bancarelle più gettonate non potevano che essere quelle dei florovivaisti presenti in numero maggiore rispetto agli altri anni (nonostante ci sia stata all’ultimo qualche defezione) tanto che
è stata aggiunta una nuova area, “invadendo” parte di Corso Mazzini che prima non era mai stata utilizzata. Una vera esplosione di colori allietata dal sole che ha abbellito il centro cittadino.
“La Pro Loco ringrazia per la collaborazione il Comune di Adria, l’Associazione Gusto Italiano, la Croce Verde di Adria, l’Asso Ferrini Onlus per l’apertura del teatro a visite guidate, i responsabili dell’Archivio della Biblioteca Capitolare della Cattedrale, la Fondazione Franceschetti e Di Cola
che oltre alla mostra ha proposto insieme all’associazione Let’s Talk un coinvolgente laboratorio didattico in Piazza Garibaldi, le volontarie e i volontari della Pro Loco e tutti coloro che hanno creduto nell’iniziativa e l’hanno sostenuta economicamente, le Forze dell’Ordine, la Fidas Polesana, il Centro Commerciale Il Porto che ha permesso la realizzazione di braccialetti per i bambini in carta piantabile, la Nuova Regal di Taglio di Po che ha cortesemente collaborato nella fornitura degli estintori previsti dal piano di sicurezza” precisano gli organizzatori.
Per finanziare l’iniziativa, come tradizione, è stata organizzata una lotteria denominata “Adria in fiore” la cui estrazione è avvenuta alle ore 19.30 presso la Sala
Cordella di Corso Vittorio Ema-nuele. Questi i numeri vincenti:
1° estratto Buono acquisto di € 250,00 Numero 0883, 2° estratto Buono acquisto di € 150,00 n. 2045, 3° estratto Buono acquisto di € 130,00 Numero 2961,
4° estratto Buono acquisto di € 100,00 Numero 3050, 5° estratto Buono acquisto di € 90,00 Numero 2162, 6° estratto Buono acquisto di € 80,00 Numero 0949, 7° estratto Buono acquisto di € 70,00 Numero 2548, 8° estratto Buono acquisto di € 60,00 Numero 0452, 9° estratto Buono acquisto di € 50,00 Numero 2087, 10° estratto Buono acquisto € 40,00 Numero 0598. I premi dovranno essere ritirati entro 30 giorni dall’estrazione presso la sede dell’Associazione Pro Loco Adria in Piazza Bocchi, 1 – Tel. 0426 21675 –327.3610567.
Iniziativa della Pro loco. Caccia al sasso fiorito, più che raddoppiati i partecipanti dello scorso anno
È stato necessario “invadere” parte di Corso Mazzini che prima non era mai stata utilizzata prima
Continua incessante l’attività del museo archeologico nazionale di Adria che anche nel mese di maggio presenta diversi appuntamenti.
Le iniziative sono partite con l’apertura straordinaria del Primo maggio e la conferenza dal titolo “Presenze ostrogote tra Adige e Po” a cura della dott.ssa Sandra Bedetti, in collaborazione con il GA Adriese “F.A. Bocchi” per il XXXIII ciclo di incontri.
Il prossimo appuntamento è in cartellone per sabato 13 maggio: dalle 20.00 alle 22.30, in occasione della Notte europea dei Musei e grazie alla disponibilità del personale sarà offerta l’apertura straordinaria serale con ingresso simbolico ad 1 euro e visite tematiche gratuite “Adria e Spina, le città etrusche sulle sponde dell’Adriatico” a cura della direttrice del Museo Alberta Facchi. Sono previsti turni alle 20.15 e alle 21.30. Info e prenotazioni allo 0426 21612 oppure a drm-ven.museoadria@ cultura.gov.it;
Si prosegue poi sabato 20 maggio, dalle 10.00 alle 12.00, con l’evento “Continua il viaggio di Ulisse: il naufragio nell’isola di Calypso”, con attività per bambini dai 5 ai 12 anni tra Museo e ArcheoGiochi, in collaborazione con La Bottega Pedagogica. Info e prenotazioni 3343430185 - 3486295777. Domenica 21 maggio, alle 17.00 è in
agenda “La Storia del pubblico giardino”, una conferenza a cura di Alessandro Ceccotto, in collaborazione con il GA Adriese “F.A. Bocchi” per il XXXIII ciclo di incontri. Info e prenotazioni allo 0426 21612 oppure a drm-ven. museoadria@cultura.gov.it.
Tante le occasioni dunque per scoprire (o riscoprire) il museo che, come riportato dal sito della Regione “Cuktura Veneto”, “Il museo illustra le caratteristiche di Adria nell’antichità: la vita quotidiana, i rituali funerari, il delicato passaggio all’epoca romana e la fase romana imperiale, con particolare attenzione alla sua caratteristica di città multietnica, vero ricettacolo di diverse tradizioni, lingue, cultura, istanze religiose”.
“Tra i nuclei più importanti delle collezioni museali si collocano i numerosi reperti di ceramica attica a figure nere e rosse, i preziosi rinvenimenti dalle necropoli, arcaiche ed ellenistiche, arricchite da oggetti in ambra e pasta vitrea oltre che dalla gioielleria etrusca in oro e argento. Famosa è la cosiddetta ‘Tomba della Biga’, del III secolo a.C., con carro deposto con la sua pariglia di cavalli e con un terzo cavallo, da sella, al seguito. Il contesto di scavo, recuperato nel 1938, forma uno dei focus di attenzione nella visita delle necropoli ellenistiche” si legge sem-
Il prossimo appuntamento è sabato 13 in occasione della Notte europea dei Musei. Sarà offerta l’apertura straordinaria serale con ingresso simbolico a 1 euro e visite tematiche gratuite “Adria e Spina, le città etrusche sulle sponde dell’Adriatico”
pre su www.culturaveneto.it/. “Nelle sezioni dedicate alla romanizzazione e all’età imperiale spiccano i documenti di riorganizzazione del territorio, come il miliare di Popilio Lenate, che testimonia del transito della via Popillia in città, e alcune decorazioni di carattere monumentale. L’attenzione è attratta dalla spettacolare vetrina dei vetri romani, dove vetri soffiati a mano libera e in matrice, a nastri policromi, murrini, a reticolo, ad intaglio sono valorizzati attraverso una gestione computerizzata dell’illuminazione.
Le ultime sezioni del museo illustrano lo sviluppo della zona costiera nei periodi più tardi dell’impero, attraverso i rinvenimenti di San Basilio di Ariano nel Polesine e di Corte Cavanella di Loreo, dove due mansiones, stazioni di posta, rendevano più agevole il transito lungo la via Popillia costiera”.
Prima volta in terra d’Africa per i Free Bikers, i 4 cicloturisti Mario Mantovan, Vincenzo Mancin, Mauro Garbin e Vittorio Cacciatori, che nel loro 21 ° tour hanno visitato Capo Verde.
Tra l’isola di Santiago e quella di Maio, i quattro sportivi hanno viaggiato in bici in modo lento e solidale, coniugando l’ecosostenibilità con contributi concreti alla popolazione locale. Nell’arcipelago hanno incontrato le autorità locali, condividendo l’ospitalità missionaria dei frati Cappuccini ed a metà percorso hanno portato un aiuto concreto ai progetti della ‘Comunità Santa Cruz’ grazie ai contatti con gli amici dell’associazione ‘Vercellese verso Santa Cruz’, sodalizio attivo nella scuola locale, nella casa-famiglia ‘Manuela Irgher’, e nella formazione di persone
per un’agricoltura biologica e per un progetto di apicoltura ‘local’: modeste cifre, donazione di vestiario e materiale didattico della cartoleria Picello. Nei 242 km pedalati i viaggiatori hanno presentato la città di Porto Viro e il Parco Veneto del Delta del Po, in particolare il progetto riguardan-
te la salvaguardia delle anguille ‘Life for eels’. Oltre alla capitale Praia e all’isola di Santiago hanno toccato l’isola di Maio dove sono stati ricevuti in municipio e hanno visitato un centro di recupero della plastica, che lavorata viene trasformata in oggetti di uso quotidiano. (f.p.)
Si sono recentemente disputati a Tezze sul Brenta i campionati nazionali di corsa campestre del Csi, sotto l’egida del comitato regionale, presieduto dall’adriese Giovanni Cattozzi. E sono stati numeri da record, con oltre 2000 iscritti arrivati da 10 diverse regioni italiane, 1121 maschi e 963 femmine, di 135 società sportive diverse, rappresentando 29 Comitati territoriali.
“Nonostante alcune problematiche organizzative, siamo riusciti a svolgere con successo i Campionati Regionali del Veneto su tutte le attività con il fiore all’occhiello, appunto, dei Campionati Nazionali di corsa svoltisi a Tezze sul Brenta, dove per il buon andamento degli appuntamenti devo ringraziare i giovani, accorsi in grande numero, i dirigenti, gli organizzatori locali che hanno consentito una ripartenza entusiastica – dice Cattozzi –. Ma è chiaro che se il Csi riesce a promuovere,
sostenere e dare indicazioni su più fronti, lo si deve alla progettualità a lungo termine messa in pratica da anni. La speranza di poter riprendere ci ha motivato, dato forza e vigore. Di fatto, non ci siamo mai fermati anche durante la Pandemia e siamo riusciti a mantenere accesa l’idea di poter riprendere a gareggiare, a incontrarci, a scambiare e confrontare idee e soluzioni. Un filo condiviso che ci ha permesso di essere sereni e certi della bontà delle pratiche intraprese”.
A Tezze sul Brenta, è stato em-
Gli iscritti sono arrivati da 10 diverse regioni, 1121 maschi e 963 femmine, di 135 società sportive diverse, rappresentando 29 Comitati territoriali
blematico e gratificante per il Csi il dato demografico, considerata
la grande carica giovanile, visto che fra tutti i runner i soli ado-
È stata positiva la prima uscita per i miniatleti della Liberi Ciclisti Adria, svoltasi a Massa Lombarda, in occasione del XXIII Trofeo Minipan.
La compagine presieduta da Roberto Frigatti ha ben figurato sulle strade della provincia di Ravenna con un esordio assoluto in bicicletta per il piccolo Ettore Mantovan nella categoria promozionale che da così inizio alla sua avventura nel ciclismo giovanile.
Ben figurano Meryam Douka e Kataleya Belluco che dominano la categoria G1, piazzandosi al primo ed al secondo posto. Buona anche la prova nella categoria G5, di Alessandro
Barnabà. Bene le ragazze della stessa categoria con Adelaide Belluco che dopo una prepotente risalita è arriva prima seguita a ruota dalla compagna di squadra Fatima Douka che si è classificata al terzo posto. Il team adriese ha proseguito con il Primo Gran Premio Petrol Caltex città di Porto Viro, organizzato da Cicli Erman-squadra corse e con il secondo Memorial Umberto Maddalena-Trofeo Tessarin Menotti, storica manifestazione organizzata dalla Liberi Ciclisti Adria, giunta alla sua quattordicesima edizione, che si è svolta a Bottrighe il 7 maggio. (c.a.)
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lescenti under 14 hanno raggiunto il 60per cento dei crosser
in gara. Partecipazione record, tanto che le categorie Esordienti (2012-2013) e Ragazzi ((20102011) sono state da regolamento suddivise per singole annualità: i padroni di casa del comitato di Vicenza si sono presentati con 460 pettorali.
“Le riflessioni del presidente nazionale Vittorio Bosio – continua Cattozzi –alla luce della grande domanda di partecipazione, e riguarda la voglia di fare sport con il Csi che è come una eruzione vulcanica che stenta ad esaurirsi. È un segnale particolarmente importante, sul quale costruire delle proposte per il presente e per il futuro, affinché questo patrimonio di entusiasmo e di ritrovata fiducia non vada disperso. E poi, la necessità indifferibile, di gestire l’organizzazione delle manifestazioni con il primo criterio del Csi, l’inclusione, pur applicando i regolamenti che ci siamo dati”.
Cristiano AggioUn investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.
Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.
I dettagli dell’intervento
Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”. Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schen-
Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale
gen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.
Attenzione all’ambiente
E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia
circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.
I commenti
“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha
raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 1 8 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire –grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.
“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nella sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza
e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.
IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save
Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
V enezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri.
H anno confermato la loro pre-
senza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale. Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan
shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibili-
tà con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e HallbergRassy dalla Svezia. Grande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.
S empre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima
linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.
I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
“Son o estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”
Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.
Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro. È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comu-
ni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia. Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni
si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità. Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.
Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del
passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio. Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.
La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.
La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai neces-
sario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.
Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.
I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.
Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.
Francesco Filippi
• Chi è Francesco FilippiClasse ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente
Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità
Presentato il progetto “River Eye” in collaborazione con Plastic Free
F i umi di plastica ogni giorno raggiungono il mare, un’emergenza ambientale ben nota anche nella nostra regione, un problema che va affrontato con decisione. “In Veneto la plastica ha le ore contate”, è la promessa dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin nel presentare il progetto hi-tech per monitorare e contrastare la presenza della plastica nei fiumi. Tonnellate di rifiuti, in particolare di plastica, arrivano in mare attraverso i fiumi; la plastica, anche col passare del tempo, non sparisce del tutto, ma rimane presente nel nostro ambiente in microframmenti sempre più piccoli, fino a trasformarsi in microplastiche che rischiano di essere ingerite dai pesci e dai crostacei per poi arrivare sulle nostre tavole. La plastica è dannosissima sia per la salute dell’ambiente che per la nostra. Un’emergenza mondiale, che in Veneto viene affrontata con il progetto “River Eye”, in collaborazione con l’associazione Plastic Free, per monitorare i fiumi e quantificare i rifiuti. Intanto riguarderà quattro fiumi (Piave, Bacchiglione, Canalbianco, Po), i comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo (dove è già
stato sperimentato il nuovo monitoraggio).
“River Eye” è stato ideato nel 2021 dalla start up Blue Eco Line “con lo scopo di contrastare i rifiuti plastici fluviali. - aggiunge Bottacin - E’ formato da un hardware (le centraline) e un software che acquisisce automaticamente le immagini dalla superficie dei fiumi, le elabora e le classifica in diverse categorie (rifiuti organici, plastica, ecc.). Prepara infine un database degli oggetti che vede. Le telecamere funzionano tra le sei alle dieci ore al giorno a seconda delle condizioni di visibilità. Successivamente al River Eye potrà essere impiegato anche un’altra strumentazione altamente tecnologica e utile a completare il lavoro: si tratta di “River Cleaner”, un
sistema ecosostenibile in grado di raccogliere i rifiuti flottanti per essere poi smaltiti o riciclati”. Blue Eco Line è una start-up innovativa nata nel 2018 dalla volontà di quattro ragazzi per tutelare l’ecosistema marino. Grazie al comune desiderio e alle conoscenze ingegneristiche, gli ideatori di Blue Eco Line hanno creato due progetti: “River Eye” e “River Cleaner”. “L’obiettivo è il monitoraggio scientifico propedeutico all’installazione di una barriera fluviale per l’intercettazione dei rifiuti galleggianti. – ha chiarito Paolo Monesi, responsabile Enti Locali Plastic Free Onlus - Si stima, infatti, che l’80 per cento delle plastiche viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, una appropriata gestione dei rifiuti e il monitorag-
gio della loro presenza nei corsi d’acqua può ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla Giunta regionale di vagliare le misure più idonee. In appena due anni, Plastic Free ha orga-
nizzato circa 600 appuntamenti sul territorio veneto, rimuovendo 165 tonnellate di plastica e rifiuti dall’ambiente grazie al contributo concreto di 5.744 volontari, sensibilizzando inoltre 13mila studenti con iniziative in 192 istituti. I numeri più alti d’Italia che ci rendono orgogliosi e ancor più determinati a difesa della nostra terra”.
L’opposizione, Zanoni: “Apprezzo l’iniziativa, speriamo sia solo un primo passo”
“Apprezzo l’iniziativa della Giunta regionale che per un anno metterà sotto monitoraggio attraverso centraline alcuni fiumi del Veneto con l’obiettivo di raccogliere dati sui detriti fluviali. In questo modo dimostra di aver compreso il problema gigantesco dei rifiuti galleggianti, come ho denunciato attraverso una recente mozione da me presentata e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione. Ma quei 51 mila euro di stanziamento per questo monitoraggio sono davvero irrisori. Spero che
questo sia solo un primo passo”. A dirlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni. “Ricordo – aggiunge il consigliere - che sul fronte dello smaltimento dei rifiuti galleggianti, la Giunta regionale ha stabilito che spetta ai Comuni farsene carico, soprattutto economicamente. Peccato però che debba ancora stabilire i criteri per l’accesso ai finanziamenti. Serve in ogni caso una pianificazione ed un coordinamento nazionale, fuori da ogni approccio sperimentale”.
Il caso. Il piccolo Stato è il maggior produttore di semiconduttori, essenziali in ogni tecnologia, e dei vitali microchip
Il mercato delle tecnologie di Taiwan vale, secondo Bloomberg, 500 miliardi di dollari. Le aziende del Paese sono considerate strategiche in questo settore a livello mondiale.
L’Europa è in attesa silenziosa
Difficilmente è possibile comprendere quanto sta accadendo oggi in estremo Oriente se non si considera su cosa verta, in realtà, il confronto che vede contrapposti Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese circa l’isola di Taiwan.
Nata nel 1949 in opposizione alla Repubblica Popolare Cinese (PRC) quale ultima enclave dei nazionalisti cinesi di Chiang Kiaihek, Taiwan (ovvero la Repubblica di Cina) è da sempre rivendicata dalla Cina Popolare quale proprio territorio e ogni questione relativa ad essa viene considerata da Pechino una questione strettamente interna.
L’attuale crisi, esacerbata prima dalla visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi (agosto 2022) e rinfocolata poi dall’incontro tra la presiden-
te Taiwanese Tsai Ing-wen con il nuovo speaker americano Kevin McCharty del 5 aprile scorso, non è solo politica e di contrapposizione geo-strategica, anche se l’enorme arsenale bellico cinese costituisce di per sé un elemento di grande preoccupazione per Paesi quali Giappone e Korea del Sud, ma anche e soprattutto economica.
La Repubblica di Cina (Taiwan) non solo detiene un Pil nazionale che la colloca al 21°posto nel mondo (841.209 milioni di dollari), ma è anche il più grande produttore globale di semiconduttori e di microchip (con il 60% dell’intero mercato, seguita a lunga distanza dalla Sud Korea con il 19%); un mercato che vale, secondo Bloomberg, oltre 500 miliardi di dollari.
Il ruolo economico delle azien-
de taiwanesi è considerato strategico nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori, elementi essenziali per ogni dispositivo elettronico.
Taiwan è un’isola piccola, a soli 180 chilometri dalla costa cinese e sembrerebbe destinata, se non vi fosse l’impegno Usa a difenderne l’integrità, a soccombere in un confronto diretto con la Repubblica Popolare Cinese.
Lo stretto che separa l’isola dal continente, spesso definito “la giugulare dell’elettronica”, vede oggi aumentata a dismisura la presenza militare cinese e americana; una dimostrazione muscolare che, da parte occidentale, vuol sottolineare l’impegno a che la massima industria elettronica del mondo non passi in mani cinesi.
L’Europa? Sta silente in attesa e
quando parla (come dimostrano le ambigue dichiarazioni di Emanuel Macron al suo ritorno dal viaggio in Cina) lo fa in modo illogico. Il richiamo del presidente francese all’Europa, perché non s’immischi in una “crisi non sua” dimostra che la pugnace determinazione esternata nei confronti dell’aggressore russo non varrebbe (o varrebbe di meno) nel caso in cui l’aggressore fosse cinese e l’aggredito fosse molto
lontano dai nostri confini. L’insostituibilità economica del partner cinese, con le relative dannose inferenze per gli affari europei legate ad eventuali sanzioni, rende vistosa lo strabismo europeo in ambito securitario; in un mondo globalizzato ogni evento, anche il più lontano, impatta sul nostro futuro e sempre più la politica stenta a prendere atto di tale dato di fatto. Giuseppe de Concini
Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it
Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
Ad arrivare in cima al podio, al terzo posto i FOX . Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 1 00 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie mini hockey, U12 e U18 Davide, Filippo e Aryan assieme alle loro
due coordinatrici Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”! La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premiata con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua masche -
ra da Minnie, ha rapito i cuori dei lettori de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”
Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet. C’è tempo fino al 30 giugno!
Per le 3 foto più votate an -
cora buoni Antenore e Despar, ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
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Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
V ivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.
Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.
L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
“Per attività fisica, s’intende – sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Prosegue alla pag. seguente
Giovani e salute
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovanadimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla condivisione.
Si c hiama “binge drinking” la pratica assai diffusa tra i giovani di “tracannare” alcolici fino a stordirsi. Un tema su cui l’Ulss 5 Polesana invita a riflettere in occasione del mese di aprile, dedicato alla prevenzione alcologica.
Il consumo di alcol, infatti, è purtroppo sempre più diffuso tra i giovani. Ma spesso si ignorano le conseguenze negative dei ricorrenti episodi di ubriachezza e relative al consumo di alcolici in età giovanile.
Bere e ubriacarsi fin dall’adolescenza danneggia le cellule di molti organi, tra cui fegato e sistema nervoso centrale: in particolare, tra i 1 2 e i 25 anni il cervello subisce danni irreversibili per l’incapacità di metabolizzare l’alcol. Inoltre, è un fattore di rischio alla guida: in Italia sono
circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 1 5 ed i 24 anni. In più, predispone a comportamenti violenti e autolesionisti, è associato al rischio di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale. Infine, porta a disturbi dell’apprendimento, incidendo sul rendimento scolastico.
Nel lungo termine, poi, favorisce l’insorgere di varie malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi psichici, senza contare il fatto che rende più inclini a sviluppare una dipendenza da alcol in età adulta.
La corretta informazione sugli effetti provocati dal consumo di alcolici per i più giovani, ma anche per gli adulti, rappresenta dunque la prima forma di prevenzione.
Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata. “L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno. Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
bertiIn Italia sono circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni
Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici
Perdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. È il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla.
Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Uno degli scopi del laboratorio del Prof. Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.
I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del
muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe infatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare. Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti. Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione
Altolà alle scuole di ogni ordine e grado a Padova e in tutta la provincia da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea. L’allerta è relativa alla diffusione dell’infezione della scarlattina.
La malattia inizia con una prima fase contraddistinta da mal di gola, nausea e febbre; solo successivamente, a distanza di qualche giorno, compaiono dei piccoli puntini rossi nelle zone di inguine, ascelle e collo che possono poi estendersi fino a ricoprire tutto il corpo. La scarlattina è un’infezione che colpisce prevalentemente i bambini - ma anche gli adulti possono ammalarsi, anche più volte - e che si trasmette soprattutto per via aerea: il responsabile è il batterio “streptococcus pyogenes”.
“Chiunque può contrarre la scarlattina - riferisce il direttore del Dipartimento di Prevenzione, dr. Luca Gino Sbrogiò - ma è certamente più comune tra i bambini e
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”
i ragazzi; l’infezione si trasmette spesso tra compagni di classe a scuola o membri della stessa famiglia a stretto contatto tra di loro e si diffonde con la tosse e lo starnuto di una persona infetta”.
L’infezione da streptococco di gruppo A (GAS) causa comunemente malattie lievi come tonsillite, faringite e, appunto, scarlattina: è importante che questa tipologia di infezioni sia correttamente identificata e tempestivamente trattata con antibiotici per ridurre il rischio di potenziali complicanze. Per questo - è il sollecito - è fondamentale rivolgersi
sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1), in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene.
“La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeutici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.
“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.
Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.
il prima possibile al proprio medico o pediatra.
“Vigili e corrette norme di igiene possono consentire di ridurre il rischio di trasmissione – prosegue Sbrogiò –una buona igiene delle mani e delle vie respiratorie, unita all’eliminazione di possibili comportamenti promiscui (come, ad esempio, la condivisione di utensili, di bicchieri e di altri oggetti personali), possono contrastare sensibilmente il diffondersi dell’infezione, così come una frequente aerazione degli ambienti e un’accurata pulizia delle superfici”.
All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”. All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.
“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.
Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.
“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in
presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Questo 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.
La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.
L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologicheL’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento
Giulia Borgato racconta il suo nuovo romanzo e che cosa significa essere una self-publisher
Giulia Borgato, scrittrice e bibliotecaria padovana, ha pubblicato “Accanto a un angelo”, il suo primo romanzo, nel 2014. Dopo il primo esperimento con il fantasy ha deciso di dedicarsi al romance contemporaneo, genere amatissimo dalle lettrici e dai lettori di tutto il mondo. “Sei parte di me”, “Il mio mondo nei tuoi occhi”, “Tutta colpa di un paio di sci” e “Amore, segreti e un pizzico di farina” sono solo alcuni dei lavori pubblicati negli ultimi anni, tra romanzi, racconti e novelle.
Per i suoi romanzi Borgato ha scelto la via del self-publishing, scelta peraltro molto diffusa proprio nel mondo del romance. Di cosa si tratta? Molto semplice: niente case editrici e rapporto diretto con i lettori grazie a KDP, la piattaforma editoriale che Amazon mette a disposizione degli autori. In questo modo si possono pubblicare le proprie storie in formato eBook e nel tradizionale formato cartaceo in maniera indipendente.
Ho approfittato dell’uscita del nuovo romanzo di Borgato, “Love & Fitness”, per fare una chiacchierata con lei. Il tuo nuovo libro s’intitola “Love & fitness”, ce ne vuoi parlare?
In “Love & fitness” mi cimento per la prima volta con due sottogeneri del romance, il reverse age gap e lo sport romance, che negli ultimi anni hanno incontrato il favore delle lettrici.La protagonista femminile, Penelope, giornalista di moda, ha dieci anni più del protagonista maschile, Luca, che possiede una palestra insieme al fratello. È proprio il fratello, miglior amico di lei fin dai tempi del liceo, il trait d’union tra i due. Nel corso della storia incontreranno diverse difficoltà a causa della differenza d’età, per sapere se riusciranno a superarle non vi resta che leggere il romanzo. Ho visto che il sottotitolo è “V brothers Vol. 1”, stai pensando a una saga?
Sì, “Love & fitness” è il primo libro di una dilogia. Dal momento che ho chiamato questa serie “V brothers” e che questo romanzo ha per protagonista Luca, il
In basso, la copertina del libro “Love Fitness”; a lato, l’autrice Giulia
“Il self-publishing non si è ancora liberato dello stigma della non professionalità, ma credo che sia esattamente il contrario”
fratello minore, non credo che vi stupirà troppo scoprire che il secondo sarà dedicato al fratello maggiore, Alberto.
Tu sei una self-publisher, figura che dopo lo scetticismo iniziale si sta affermando sempre di più.
Ci vuoi spiegare bene cosa significa “auto-pubblicarsi” e come si fa? Te lo chiedo perché molti pensano che si tratti di scrivere un libro e di “metterlo su Amazon”, quando invece la realtà è molto diversa. So per esempio che tu ha un approccio molto professionale al self-publishing.
Il self-publishing non si è ancora liberato totalmente dello stigma della non professionalità, ma credo che sia sufficiente leggere alcuni dei titoli più venduti degli ultimi anni per capire che è esattamente il contrario. Gli autori auto-pubblicati sanno che per proporre un prodotto competitivo e che incontri il favore dei lettori scrivere qualcosa e “metterlo su Amazon” è l’ultima cosa fare.
È necessario farsi affiancare da figure professionali come editor, correttori di bozze e grafici per offrire un romanzo la cui qualità non abbia nulla da invidiare a quelli pubblicati dalle case editrici.
Scrivi “romance”, un genere ben definito e che ha un pubblico molto affezionato in Italia. Tante altre autrici di successo sono self-publisher o lo sono state, e allora mi viene da chiederti se esiste non solo una community di lettori/lettrici, ma anche di autori/autrici che si confrontano tra loro.
L’immagine dello scrittore che scrive nella solitudine suo studio, in compagnia soltanto di un gatto acciambellato sulle sue ginocchia, per quanto romantica, è piuttosto lontana dalla realtà.
Gli autori, soprattutto gli autori self, hanno bisogno di confrontarsi tra loro perché le reciproche esperienze, positive o negative che siano, permettono di impa-
rare e di migliorarsi. Da questo punto di vista i social sono stati, e sono ancora, molto importanti. Per quanto mi riguardami confronto quasi quotidianamente con un piccolo gruppo di colleghe per cui nutro un’immensa stima e un profondo affetto.
Cosa ne pensi di Wattpad? Lo usi? Leggi le storie che vengono pubblicate?
Conosco la piattaforma Wattpad, sulla quale potete anche trovare un mio racconto, ma confesso che la utilizzo molto poco. Credo sia un fattore legato alla mia età e al fatto che pubblico ormai da
dieci anni. Sicuramente è molto utile per chi voglia mettersi alla prova con la scrittura uscendo dalla comfort zone della propria cameretta e per chi legge molto ed è interessato alla possibilità di farlo gratuitamente.
Dacci tre buoni motivi per leggere “Love & fitness”.
Leggete “Love & fitness” se vi piacciono le storie che parlano di seconde possibilità, se cercate un protagonista diverso dal bad boy e, ovviamente, se amate il genere romance.
• Chi è Giacomo BrunoroClasse ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission.
Up the irons!
Borgato
In Alto Adige c’è un’associazione che riunisce 1600 strutture contadine di alta montagna: offrono ospitalità e tante esperienze. Profumano di legno e di cose buone, come il pane, il formaggio a latte crudo o lo speck affumicato in casa. Sono luoghi autentici, da “vivere” accanto a famiglie eredi di valori e tradizioni antiche
Quella catasta di pezzi di legno assomiglia alla scatola di un grande puzzle: ogni tassello dovrà trovare il suo posto. Un lavoro di pazienza, passione e grande abilità. Peter e Gabi stanno rifacendo il tetto in scandole di larice di una parte del loro maso, l’Häuselerhof di Santa Valburga. Ogni generazione ha questo onere, corrisponde quasi a un dovere morale. Serviranno ben 12.000 scandole, tagliate su misura una ad una. Peter Paris (lo stesso cognome di Dominik, il famoso campione di sci azzurro, che vive giù in paese) sta provvedendo di persona, dedicando parte del suo lavoro quotidiano nella piccola segheria di famiglia, che si trova poco sopra il maso. Siamo in Val d’Ultimo, uno degli angoli più incontaminati dell’Alto Adige. O Sud Tirolo, a seconda della lingua prescelta, perché in queste valli incontaminate il tedesco è di casa. Qui le tradizioni sono sacre, eredità ancestrale. Per questo vivere in un maso, a diretto contatto con il contadino che ne ha preso in carico la conduzione (la proprietà va sempre al primogenito per effetto della consuetudine diventata norma del “maso chiuso”, che tutela l’integrità del bene, in modo che possa “mantenersi” nel tempo), c’è una modalità nuova, ed è quella proposta da tutti i masi insieme. Si chiama “Gallo Rosso” questa associazione di masi altoate-
sini: ne riunisce oltre 1600 (su un totale di 2800) sparsi fra le montagne di tutta la regione.
Come nel caso dell’Häuselerhof di Santa Valburga, si tratta di masi incastonati in piccoli paradisi naturali. Contesti da fiaba, come quelli in cui vive Heidi. Paesaggi naturali di grande bellezza e anche paesaggi culturali originali. La vacanza in maso è un’occasione unica per conoscere da vicino un mondo diverso dai soliti, un mondo non omologato, che ha come pilastri dei valori autentici. Di quelli che resistono al tempo.
Scegliere un maso come luogo per una vacanza agrituristica, breve o lunga che sia, significa condividere un pezzetto di mondo contadino, capirne i valori. Capire come il maso sia il presidio più intimo a tutela della montagna, perché è il contadino a far vivere la montagna, a tenerla in ordine, a rendere sempre bello il paesaggio, a portare avanti le tradizioni. Come quella di affumicare lo speck. Peter e Gabi hanno chiesto a prestito l’affumicatoio (una stanza destinata a questo particolare uso) di un maso vicino, dove ancora abita un’anziana signora. Chi vive nei masi si aiuta in tutto. Il mondo dell’Häuselerhof è la rappresentazione in piccolo di un mondo più grande, che ha radici profonde in tutto l’Alto Adige. Di cui è simbolo la stube, il locale più importante del maso:
il più caldo e accogliente, dove c’è sempre un fuoco acceso. In qualche stube, dettaglio curioso, si trovano persino dei giochi da tavolo altrove sconosciuti, come il Rumpler, che peraltro è tipico della Val d’Ultimo e si gioca con una trottola che deve colpire dei birilli, protetti da un labirinto. Quello più prezioso da abbattere si trova nella stanza degli speck… non a caso. Gabri ce ne spiega le regole. É un gioco davvero divertente.
Chi sceglie il soggiorno in un maso lo fa anche per vivere da vicino i lavori che vi si svolgono: la mungitura delle mucche all’alba in stalla (se si è mattinieri), la raccolta delle uova fresche, l’attività casearia, lo sfalcio dell’erba, la raccolta dei frutti e la preparazione delle confetture, il taglio della legna, la preparazione del pane, del vino (in stagione) o degli sciroppi. Ma anche per imparare a riconoscere dal profumo un’erba che, essiccata, diventerà un infuso. Ogni maso ha la sua proposta, che profuma di buono e di autentico. In alcuni si può persino andare a cavallo.
Con il “Gallo Rosso” i masi dell’Alto Adige hanno creato una formidabile rete che ha come denominatori comuni la qualità, una vita sana e più naturale, la possibilità di fare esperienze originali e rilassanti. Peraltro a buon prezzo. La vocazione dei contadini all’ospitalità stimola a
conoscere ancora meglio queste realtà, a cominciare dai motivi per cui in Alto Adige vige ancora la regola del “maso chiuso”, ovvero che la proprietà del maso non va mai frazionata nei passaggi ereditari, poiché è soltanto con quella superficie a disposizione che un maso può sostenersi. In genere è il figlio primogenito ancora a oggi a prendersi in carico il maso, con oneri ed onori.
Il “Gallo Rosso” ha creato qualche anno fa anche i “Masi con gusto”, gruppo che riunisce una quarantina di masi che si propongono anche come “Osteria contadina”. Vera osteria contadina, perché i parametri per entrare in questo gruppo sono rigidissimi: soprattutto quelli relativi alla provenienza dei prodotti proposti, che all’80 per cento devono arrivare dai masi dell’associazione. Christian Pinggera, titolare di uno dei masi più antichi (lo Schnalshuberhof di Lagundo, sopra Merano), uomo che si definisce erede culturale della tradizione reto-romana - civiltà delle Alpi assai antica – ha trasformato
la sua antica magione in un crocevia del gusto. Sede della sua azienda agricola biologica che produce vini (fra cui il raro autoctono Faueler), frutta, speck, salumi, formaggi, sciroppi, succo di mela e allo stesso tempo osteria d’autore, in grado di esprimere e proporre esperienze di valore a tavola, frutto della precedente vocazione a “Buschenschank”, così vengono chiamata in Alto Adige le tipiche “frasche” di montagna, dove si praticano la mescita e la vendita dirette. Christian è uno degli animatori di “Masi con gusto” della prima ora: quando si siede a tavola e racconta lo si coglie subito. Contadino prestato all’osteria o oste prestato all’agricoltura? In tanti masi come il suo è difficile dare questa risposta. Che forse è: entrambe le cose. É lo spirito del maso a far diventare i contadini accoglienti sempre. Accoglienti per condividere cose buone e valori tradizionali. Per condividere un mondo irripetibile come quello della montagna… Dell’alta montagna! Quella che si specchia nel cielo.
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“L’etica tacita di tutti i maghi è quella di non rivelare i segreti” dice David Copperfield (l’illusionista, non il personaggio di Dickens). Il presupposto dell’incanto sta nell’implicito accordo tra il pubblico - che sospende l’incredulità - e il mago, il quale ha il compito di rendere l’incredibile plausibile.
Questo è anche il problema de “La regina Carlotta”, prequel di “Bridgerton” dedicata alla sovrana – realmente esistita – e alla sua gioventù prima degli eventi della serie originale. Racconta i dilemmi della sovrana, tra l’amore per il marito re Giorgio - che fu costretta a prendere in sposo - e il cuore che batte per un’altra persona.
Composta da sei episodi, questa serie spinoff si addentra a fornire una lunga, e - secondo il parere di chi scrive - non necessaria spiegazione sull’antefatto della società che vediamo in “Bridgerton”, ovvero quella di una Londra nell’età della reggenza in cui la nobiltà si compone anche di persone non bianche.
Dilugandosi sul “Grande Esperimento” - l’incidente scatenante che consentì alla società del mondo di “Bridgerton” di abolire le barriere razziali - “La regina Carlotta” finisce per contravvenire alla più grande innovazione della serie originale.
Al suo debutto, avvenuto ormai quasi tre anni fa, “Bridgerton” presentò un mondo Ottocentesco in cui neri e bianchi appartenevano ad ogni rango sociale, e lo fece senza presentare giustificazioni. Era così e basta, a sottolineare che la nostra percezione della storia - etnocentrica - è un fatto culturale, e non uno antropologico.
India Ria Amarteifio è particolarmente deliziosa nel ruolo della giovane regina, ma è Golda Rosheuvel - interprete di Carlotta da adulta - a persuaderci ad essere più clementi con questo prequel.
Firma la serie Shonda Rhimes in persona, che - come nel caso di “Inventing Anna”, sempre per Netflix con la quale Rhimes ha un accordo pluriennale esclusivo - si diverte così tanto ad essere uscita dalle rigide griglie della televisione generalista che a volte perde un po’ quella incisività narrativa che l’ha resa una delle autrici televisive più influenti di oggi.
Citadel non è una serie tv, ma una corazzata. È stata creata dai fratelli Anthony e Joe Russo, i registi dei film “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame” per Marvel, che hanno totalizzato quasi 5 miliardi di dollari al botteghino globale: La serie nasce dalla volontà di Jennifer Salke, capa di Prime Video e di Amazon Studios, di creare una serie madre che potesse essere declinata in diverse versioni locali. Più che un processo creativo, quello di “Citadel” è un mandato pubblicitario. La premessa non è niente di inaudito. Si basa su due spie internazionali, interpretate da Priyanka Chopra Jonas (già agente segreto in “Quantico”) e Richard Madden (l’attore scozzese eternamente in odore di 007). A loro è stata cancellata la memoria dopo il crollo dell’agenzia per cui lavoravano, la Citadel che dà il titolo alla serie. Otto anni dopo, il loro collega - che ha il volto di Stanley Tucci - riesce a rimettersi in contatto per metterli in guardia sulla minaccia rappresentata da Manticore, l’agenzia antagonista cui fa capo l’ambasciatrice inglese negli Stati Uniti: è Lesley Manville, vista di recente nei panni della principessa Margaret in “The Crown”. Insieme, le tre spie cercheranno di salvare il mondo - volteggiando tra le Alpi italiane, il Marocco, l’Oregon e la Slovenia - per impedire ai cattivi di prendere il sopravvento. Nonostante il budget faraonico - 300 milioni di dollari - Citadel non riesce a offrire uno spettacolo innovativo, restando nella comfort zone di una mediocrità quantomeno suggestiva. Dalle scene di azione che omaggiano Nolan e 007 ai dialoghi alquanto puerili (il protagonista ad un certo punto, con fare serioso, dice: “Io una spia? Ma se alleno la squadra di calcio di mia figlia”), la serie tradisce la sua ambizione, o meglio quella di chi l’ha commissionata, cioè Prime Video: conquistare il mondo seriale con un investimento cui pochi rivali potrebbero tener testa.
In arrivo - oltre alla seconda stagione - ci sono anche la versione italiana di “Citadel” - con Matilda De Angelis protagonista - e quella indiana, con Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu.
“Citadel” fa il passo più lungo della gamba
Un primo piatto vegetariano e vegano sano e gustoso. Una pietanza dal colore verde brillante. Una ricetta facile e creativa con gli ortaggi primaverili. Ingredienti: 500 g di spinaci freschi; 300 g di piselli freschi; 300 g di fagiolini; 40 g di mandorle pelate; olio extravergine di oliva; aglio; sale; pepe Preparazione: Sciacquate gli spinaci e sbollentateli in acqua salata per un minuto. Scolateli, fateli intiepidire e strizzateli, conservandone l’acqua di cottura. Trasferiteli nel boccale del mixer, unite le mandorle insieme all’olio a filo frullando, fino a ottenere un pesto cremoso. Nel frattempo, in una padella antiaderente fate insaporire uno spicchio d’aglio e unite i piselli e i fagiolini tagliati a pezzetti in precedenza. Fateli saltare per qualche minuto, dovranno risultare cotti ma ancora croccanti. Cucinate la pasta nell’acqua in cui erano stati sbollentati gli spinaci. Quando è al dente scolatela, trasferitela nella padella delle verdure e fate saltare per insaporire il tutto. Fuori dal fuoco aggiungete il pesto di spinaci e mescolate bene.
Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Una torta salata soffice e vegetariana, con formaggio e verdura. Da gustare come secondo piatto o da servire anche come antipasto.
Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di asparagi; 100 g d formaggio brie; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; olio extravergine di oliva; prezzemolo; sale e pepe
Preparazione: Pulire di asparagi e lessarli per dieci minuti. Eliminare la parte bianca e tenere intere le punte e tagliate il resto a dadini. In una padella antiaderente spadellate gli asparagi per dieci minuti con olio e cipolla. Fate insaporire il tutto per cinque minuti con un ciuffo di prezzemolo tritato, scolate e trasferite in una terrina. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al formaggio. Aggiungere gli asparagi cotti e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Foderare di pasta sfoglia una teglia imburrata, riempite con il composto e infornate 40 minuti a 180° C.
Perfetta per la prima colazione, per la merenda oppure come dessert. Da preparare sia con la classica pasta frolla morbida per un risultato più friabile sia con la pasta brisée tipica della Cherry pie americana.
Ingredienti per la frolla: 350 g Farina 00; 170 g Burro; 90 g Zucchero; 1 uovo. Per la farcitura: 250 ml Latte; 70 g Zucchero; 20 g Farina 00; 3 Tuorli
Preparazione: Preparare la pasta frolla mescolando in una ciotola l’uovo, lo zucchero, l’olio di semi, il latte, il lievito. Aggiungere la farina poco alla volta. Lavorare l’impasto su un piano di lavoro per ottenere un composto liscio e omogeneo. Stendere la pasta frolla sulla teglia, togliendo i bordi in eccesso. Preparare il ripieno mescolando ricotta, zucchero, una parte di ciliegie (togliendo il nocciolo) e la buccia grattugiata di mezzo limone. Foderare la frolla con il composto ottenuto. Decora con il resto delle ciliegie la pasta frolla. Cucinare in forno caldo a 180 °C per 45 minuti.
Con il mese di maggio le nostre abitudini alimentari iniziano a cambiare: i piatti caldi e impegnativi si trasformano in ricette leggere e semplici da preparare
ARIETE
Comincia per voi un nuovo ciclo particolarmente favorevole per realizzare voi stessi e concretizzare i vostri progetti grazie ad un ritrovato equilibrio che inseguivate da tempo
Vi potete finalmente concedere una pausa dopo un periodo particolarmente impegnativo e stressante anche se ricco di successi. Ora è tempo di raccogliere quanto avete a fatica seminato
Riceverete finalmente il giusto riconoscimento e anche una meritata gratifica per quanto avete fatto fin qui. La vostra perseveranza e la convinzione saranno premiate
La fortuna è dalla vostra parte e vi aiuterà a raggiungere il gradino più alto, con significative affermazioni nel lavoro ma anche nella vita privata. Non lasciatevi sfuggire le giuste occasioni
Questo mese rappresenterà una svolta definitiva che vi consentirà di sistemare molte situazioni lasciate in bilico. Le cose stanno cominciando ad andare come da tempo desiderate
Non è tempo di inoltrarsi in nuove esperienze. Vale la pena mettere a posto prima ciò che è rimasto in sospeso. Trovate l’energia e il coraggio per definire situazioni incerte
Vi trovate di fronte ad una serie di novità inaspettate. Interpretatele come delle sfide, applicatevi perché i risultati arriveranno presto e saranno occasione di gratificazione e grandi soddisfazioni
Vi concederete qualche sfizio in più perché a voi piace il lusso ed il bello. Vi meritate qualche premio dopo tanti sacrifici e un periodo non proprio soddisfacente
Dovete avere ancora un po’ di pazienza e aspettare il momento giusto per rimettervi in gioco. Non tarderà ad arrivare anche per voi l’occasione che da tempo attendete
Vivete un periodo ricco di emozioni, talvolta anche contrastanti che vi esaltano o vi confondono. Cercate un equilibrio che vi consenta una serenità duratura. Troverete il passo giusto, come sempre
Siete in una fase di riflessione nella quale state riconsiderando molte situazioni. Vi sentite disorientati ma cominciate a fare ordine. Le giuste risposte arriveranno presto
Riceverete gradi soddisfazioni sul piano professionale e riuscirete anche a stabilizzare una situazione da tempo precaria. Un successo che avrà positive ricadute anche nella sfera privata