GENNAIO 2024
Periodico d’informazione locale - Anno XXXI n. 2
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priamo il 2024 come abbiamo chiuso il 2023: diamo spazio, e continueremo a farlo anche i prossimi mesi, alle numerose iniziative dei nostri territori per ribadire, come abbiamo riportato anche sul nostro sito, che “l’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. Attraverso le pagine dei nostri giornali, il web e la radio vogliamo tenere viva l’attenzione su quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza, anche se ce ne ricordiamo solamente di fronte alla triste contabilità dei femminicidi, di fronte alle storie delle vittime, alle loro richieste di aiuto spesso inascoltate o sottovalutate, agli allarmi arrivati troppo tardi. Siamo stati toccati da vicino dai drammi di Giulia e di Vanessa, dalle parole dei loro familiari, dal rumore che si è levato dalle piazze e dalle scuole, dalle promesse a fare di più e meglio perché tutto questo non si ripeta, perché vi sia un effettivo cambio di passo di fronte ad un fenomeno che purtroppo ha ancora solide radici nella nostra società. Eppure, eppure anche in queste settimane, esaurita la spinta emotiva e la curiosità intorno al fatto di cronaca in sé, ancora si fa strada la tentazione di voltare pagina, di volgere lo sguardo altrove, di evitare la fatica che costa percorrere strade nuove, usare parole più consapevoli e autentiche, ma anche azioni e gesti, a partire dal nostro quotidiano.
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ERBA SINTETICA PER IL CAMPO DI MEGGIARO, GALLANA SOLLEVA LA POLEMICA: “COSÌ NON CI SIAMO” L’esponente dell’opposizione incalza: “Contraria ad un campo di plastica in pieno Parco Colli” Servizio a pag. 14
Este
FRATELLI D’ITALIA, ECCO IL NUOVO PARTITO CHE ESCE DAI CONGRESSI E PUNTA AD OTTENERE LA LEADERSHIP IN VENETO
Servizio a pag. 22
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CANER: “TURISMO MOLTO BENE, INCOGNITA UE PER L’AGRICOLTURA, LA LEGA TORNI TRA LA GENTE” Servizio a pag. 23
DE POLI: “LA NOSTRA AGORA’ POLITICA SIA AL SERVIZIO DEL TERRITORIO CHE AMIAMO”
Politica
Servizio a pag. 24
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Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Abbiamo aperto, il 28 dicembre, la Pedemontana Veneta. O meglio la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Un esempio di efficienza, di sostenibilità e rispetto ambientale. E’ nata negli anni ‘90, progettata e avviata nel 2000; ma era rimasta una delle grandi incompiute in Veneto. Abbiamo ripreso in mano il progetto, una sorta di “cadavere eccellente” che abbiamo ricevuto in eredità. segue a pag. 5
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Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Quale futuro per l’ospedale di Schiavonia? “I
l territorio della Bassa Padovana esige un’assistenza sanitaria di qualità”: a dirlo sono i consiglieri di minoranza della Rocca che durante il recente consiglio comunale hanno presentato alla Giunta Bedin un’interrogazione sull’Ospedale Madre Teresa di Calcutta. Il nosocomio di Schiavonia, quindi, è tornato protagonista sul tavolo della discussione a causa della carenza di medici e infermieri e del continuo esodo di personale verso altre strutture. Una mancanza che, a loro avviso, si ripercuote sull’attività dei diversi reparti e sulla qualità del servizio offerto. “Dobbiamo lottare per permettere che questo presidio torni a essere un ospedale di riferimento e non accettare supinamente di vederlo affossare senza fare nulla” hanno sottolineato Biscaro, Fracassi, Giuliani, Mamprin, Miazzi, Muttoni nella loro nota. I problemi che affliggono la struttura di Schiavonia si sono acuiti dopo la pandemia e oggi, secondo le opposizioni, la situazione ha raggiunto un livello di criticità importante. “Nessuno vuole parlare male dell’ospedale nel senso di medici e operatori perché stanno facendo un lavoro straordinario” ha ribadito Gianni Mamprin “L’impressione è che non si voglia investire in questo ospedale e che il suo futuro sia già predestinato. Io ho visto un silenzio totale di tutti i sindaci in questi tre anni e l’ospedale sta diventando un luogo di lungodegenza”. Di diverso avviso il primo cittadino della Rocca, Giorgia Bedin, che è anche Presidente del Comitato dei Sindaci per il distretto Padova Sud. “Il nostro ospedale è attrattivo e lo testimoniano i dati. Cerchiamo di guardare le cose positive e che funzionano” ha chiosato Bedin “Non significa negare quelle che non vanno ma da che mondo e mondo, e purtroppo su questo come sindaci possiamo fare ben poco, negli ultimi anni la sanità è un problema italiano. Noi facciamo la nostra parte come Comitato dei Sindaci ma dobbiamo capire anche cosa può fare un sindaco, o più sindaci, e che cosa può fare qualcun altro”.
A Monselice le minoranze consiliari sono preoccupate, di diverso avviso il sindaco Bedin
Martina Toso
della Bassapadovana
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Fra investimenti e tecniche di realizzazione abbiamo trovato una complessa quadratura del cerchio. I lavori sono partiti nel 2017, e nonostante due anni di Covid, si sono conclusi dopo soli sei anni. Con la realizzazione di 168 chilometri complessivi di viabilità di strada: 94,5 km di infrastruttura autostradale - il 70% della quale interrata - più 68 km di opere complementari, 16 tra viadotti e ponti, due gallerie naturali e 16 artificiali, per un costo complessivo di 2,258 miliardi di euro. Con l’apertura della Pedemontana aspettando l’ultimo tassello, il casello sull’A4 - il Veneto si dota di un’infrastruttura che guarda al futuro, che consente di diminuire le emissioni in atmosfera perché si riducono i tempi di percorrenza e di conseguenza le quantità di carburante. Ma soprattuto consente una connessione con un’ampia parte del Veneto fino ad oggi rimasta isolata: ne beneficeranno i cittadini, le comunità locali e i nostri imprenditori.
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Invece, anche di fronte alle vicende più drammatiche o toccanti, continuano a serpeggiare un certo relativismo che spinge però nel territorio dell’indifferenza. “Ma di questo caso, di questa persona si sta parlando fin troppo, c’è chi ha troppa visibilità e chi non he ha affatto, ma cosa c’è dietro, perché di quell’altra vittima nessuno se ne occupa?”... e così via, in una desolante litania che rimbalza soprattutto fra i social ma che purtroppo continua a fare presa. L’impegno, invece, dovrebbe essere proprio quello di trovare in questo nuovo anno vocaboli e azioni nuove affinché di quanto succede in famiglia, nelle coppie, nei luoghi di lavoro se ne parli eccome. Ne abbiamo bisogno per non scivolare ancora nell’abitudine o nell’indifferenza. Noi vogliamo fare la nostra parte, continuando a dare voce a chi si impegna con costanza e concretezza in questa direzione. continua da pag. 1
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Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova Questa edizione raggiunge le zone di Monselice e Este per un numero complessivo di 9.106 copie. Iscrizione testata al Tribu- tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< nale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 >www.lapiazzaweb.it<
Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione il 29 dicembre 2023
Monselice
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Il caso. Prorogato il contratto di noleggio della scala multifunzionale e i costi lievitano
Accesso al Mastio Federiciano, “Lunga attesa, a che punto siamo?” S
ei anni: questo il periodo di tempo trascorso dall’ultimo accesso del pubblico al Mastio Federiciano e della scala nemmeno l’ombra. A tornare sulla questione che vede suo malgrado protagonista il Colle della Rocca è Francesco Miazzi con il gruppo Monselice Ambiente e Società. “Gli ultimi accessi del pubblico al Mastio della Rocca risalgono a ottobre 2017” ha sottolineato Miazzi “A maggio 2018 è stata presentata da Piero Ruzzante, Consigliere Regionale, un’interpellanza urgente per avere spiegazioni”. Ad Agosto 2018 la risposta della Regione in cui veniva evidenziato che per la messa in sicurezza della scala d’accesso era necessario un nullaosta da parte della Soprintendenza e che il tempo pre-
Il consiglire Miazzi chiede spiegazioni. Gli ultimi accessi al pubblico risalgono al 2017, la sommità è chiusa visto per la sostituzione doveva essere breve. “Altro che 5 giorni lavorativi, in concreto dopo oltre 6 anni, siamo ancora qui a parlare di questa scala di accesso” ha chiosato il consigliere di Monselice Ambiente e Società. A riaccendere le polemiche, un provvedimento pubblicato nel Bur lo scorso 7 dicembre con cui é stata ufficializzata la proroga del contratto di noleggio della scala multifunzionale per garantire l’accesso al Mastio Federicano a favore della società Metalmontaggi, fino a fine settembre. Dallo stesso documento si evince
anche che è stato rideterminato il quadro economico dei lavori di realizzazione della nuova scala di accesso alla sommità del colle e il costo è lievitato a 300 mila euro. “La vicenda rappresenta lo specchio fedele del reale interesse della Regione Veneto per questi beni monumentali e dell’assoluta incapacità di quest’amministrazione comunale di incidere sulla vicenda” ha aggiunto Miazzi “Il prossimo Giubileo sarà nel 2025 e c’è grande attesa tra i fedeli di tutto il mondo, ma Monselice deve subire l’indifferenza generale del Parco Colli e dell’Amministrazione Comunale, ma soprattutto della Regione Veneto, proprietaria dei beni, che vive di annunci e concretizza immobilismo”. A peggiorare la situazione, secondo il consigliere di opposizione, contribuiscono altre criticità che riguardano il Colle della Rocca tra cui la discarica in cava, le condizioni precarie dell’ex Casa Cattin, il degrado di via del Santuario e dell’area delle Sette Chiesette aperte al traffico, la chiesa di San Tomio che necessita di interventi di restauro, Villa Duodo inutilizzata e il Museo Antiquarium Longobardo chiuso da anni. Martina Toso
I lavori alla Rocca di Monselice nel 2022, a sinistra Francesco Miazzi esponente dell’opposizione
Segnalata una discarica abusiva in zona industriale “Abbiamo trasmesso al Comando della Stazione CC Nucleo Forestale Monselice, ad Arpav, al Consorzio di Bonifica Adige Euganeo e alla Procura della Repubblica c/o Tribunale di Padova, una segnalazione sulla discarica non autorizzata che si trova nella laterale di via Trentino, Zona Industriale di Monselice”: a scrivere è Francesco Miazzi di Monselice Ambiente e Società. Al centro dell’attenzione la situazione di degrado della zona industriale di Monselice, più volte sul tavolo della discussione ai piedi della Rocca. Oltre alla presenza di rumori provenienti da macchinari e industrie a ridosso delle abitazioni, agli odori acri e alla sosta dei camion che bloccano l’accesso a via Fragose, il consigliere di opposizione mette in evidenza una ulteriore criticità. “Una vera e propria discarica, collocata in una laterale di via Trentino, dove da anni sono depositati materiali di varia natura: sanitari ed elettrodomestici, pannelli con lana di roccia, auto fuori uso, lamiere, tubi di plastica” ha spiegato Miazzi “questa discarica
Sintonizzati sul futuro. PIZZERIA
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
selvaggia sta creando da anni una situazione di pericolo, sia per il potenziale inquinamento del sottosuolo e dell’aria sia perché a ogni evento atmosferico particolarmente rilevante, alcuni di questi materiali partono a forte velocità in direzione delle abitazioni”. I residenti hanno più volte segnalato e sottoposto all’Amministrazione le problematiche che affliggono questa zona di Monselice ma senza che la situazione accennasse a migliorare, secondo il gruppo Monselice Ambiente e Società. “Nonostante i ripetuti solleciti e le rassicurazioni verbali, non si è registrata alcuna azione concreta volta a sanare questa situazione, anche se il Comune tra le altre cose può contare sulla figura di un Ispettore ambientale” ha concluso il consigliere di Monselice Ambiente e Società “Abbiamo deciso di procedere con questa segnalazione alle autorità dopo numerosi tentativi e solleciti bonari. Ora auspichiamo che questa verifica venga effettuata con opportuna sollecitudine e si arrivi alla bonifica e al risanamento dell’area”. (m.t.)
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Monselice
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Nuova edizione. Il tema: “Donne, la forza di cambiare il mondo”
Al via il concorso letterario per le pari opportunità È
di nuovo tempo di cimentarsi nella scrittura ai piedi della Rocca: parte ufficialmente la quarta edizione del Concorso Letterario Nazionale “Monselice per la Pari Opportunità”. Il tema scelto per quest’anno è “Donne: la forza di cambiare il mondo” e gli scrittori sono chiamati a esprimersi in merito alla “forza di reagire, di lottare, di scappare da una guerra, di conciliare famiglia e lavoro, di combattere per degli ideali, per la libertà, per i propri diritti di cui proprio le donne si fanno portatrici” come recita l’articolo 6 del regolamento. “Le donne sono più forti, sanno fare, dare e amare. Soprattutto amano gli altri senza dimenticare di amare loro stesse per prime. Sanno essere fiere di sé stesse e consapevoli del loro talento. Desiderano essere libere di scegliere se avere figli senza rinunciare a sogni, progetti e carriera” si legge in una nota degli organizzatori del Concorso “Se, rispetto al passato, la condizione della donna è nettamente migliorata, i fatti di cronaca invita a essere cauti: sono ancora molte le donne che combattono contro mariti
La premiazione dell’edizione 2023 del concorso letterario nazionale
violenti, situazioni sessiste nel luogo di lavoro e discriminazione salariale. Ancora oggi, in ogni parte del mondo le donne sono ‘costrette’ a mobilitarsi e a marciare per le strade per chiedere a gran voce la loro libertà e dimostrare la loro forza di cambiare il mondo”. Come nelle passate edizioni, sono state riconfermate anche per il 2024 le due sezioni di narrativa e poesia ma per questa quarta edizione del concorso è prevista una novità assoluta: potranno essere premiati anche i minori di 18 anni che riceveranno, in caso di vittoria, un buono libri del valore di 100 euro. Per gli altri finalisti, tre per ciascuna sezione, sono
previsti premi in denaro e visita guidata al Castello di Monselice per due persone. Anche per coloro che si aggiudicheranno il quarto e il quinto posto sono previste le visite guidate al Castello e ai primi 10 partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione. Il concorso “Monselice per le Pari Opportunità – Donne: la forza di cambiare il mondo” è aperto anche alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Le classi o gli alunni vincitori saranno premiati con 200 destinati alla scuola di appartenenza. Tutti gli elaborati dovranno essere inviati entro le ore 12.30 del 20 febbraio prossimo. Martina Toso
Piano degli Interventi, approvata la prima variante Approvata la prima variante del Piano degli Interventi: da oggi sarà possibile recuperare a fini residenziali fabbricati in zona agricola e nel centro storico. “L’ultima normativa comunale che trattava le zone agricola era del 2000, mentre la normativa relativa alle zone agricole era del 1992” ha aggiunto l’assessore Stefano Peraro “era pertanto necessario intervenire nell’apparato normativo per dare ai cittadini la possibilità di avvalersi delle possibilità previste dalle normative vigenti”. Grazie a questa variante sarà possibile recuperare a fini residenziali gli immobili legittimi presenti in zona agricola e procedere con interventi di ristrutturazione edilizia e di sopraelevazione per gli edifici del centro storico più bassi, concedendo di inserire la destinazione commerciale ai piani superiori. Da Palazzo Tortorini fanno sapere che è pronta anche la seconda variante al Piano degli Interventi relativa alle zone produttive, aree residenziali e destinate ai servizi, che sarà presentata verosimilmente entro il mese di febbraio. “Il vero valore aggiunto di questa variante al Piano degli Interventi è stato il contributo attivo e fondamentale dei cittadini che hanno presentato le loro manifestazioni di interesse e partecipato ai momenti di concertazione contribuendo così alla elaborazione del piano” ha concluso il sindaco della Rocca. (m.t.) Messaggio pubbliredazionale
Comune di Monselice - gennaio 2024
ANNO NUOVO, È TEMPO DI BILANCI: LA NOSTRA MISSIONE NON È ANCORA CONCLUSA
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on l’inizio del nuovo anno arriva puntuale il momento dei bilanci, su ciò che è stato, è e sarà www.veneto24.it da qui al prossimo futuro. In questo 2024 la nostra città sarà chiamata a scegliere i propri rappresentanti con le elezioni comunali e, in tale ottica, diventa ancora più importante fare il punto della situazione. L’anno che abbiamo appena salutato è stato di vera e propria ripartenza, abbiamo ripreso in mano le tradizioni del nostro territorio e ci siamo cimentati in iniziative nuove, e nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. nuovo sistema di illuminazione e la valorizzazione delle in progetti portati a termine e in altri approntati per i I finanziamenti Pnrr, infatti, hanno rappresentato un mura civiche ancora presenti nell’area. prossimi mesi. valido e insostituibile aiuto per la concretizzazione di Di recente, poi, è partito anche il primo stralcio di lavori SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Il presupposto che ci ha ispirati e guidati nelle idee, quanto avevamo pensato e immaginato. Grazie ai fondi per il recupero dell’ex Chiesa di Santo Stefano di via prima, e nelle azioni, poi, è stato il desiderio di restituire a a noi destinati, è stato possibile mettere in cantiere Carboni. Quest’opera è stata inserita tra gli interventi di Monselice e ai monselicensi una città curata, sicura, bella alcune opere di rigenerazione e sistemazione di luoghi Rigenerazione Urbana - Misura 5, con partecipazione e riqualificata soprattutto nei suoi luoghi simbolo. Sonk simbolo di Monselice. È il caso, per esempio, del Campo al Bando “Assegnazione ai comuni di contributi per Ascolta stati diversi i progetti protagonisti del 2023 e per la cui della Fiera, completamente riqualificato nei mesi scorsi e investimenti in progetti di Rigenerazione Urbana volti realizzazione sono state investite sia somme previste a restituito alla cittadinanza in una veste nuova. Tra i lavori, alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado bilancio sia somme messe a disposizione dalla Regione il rifacimento totale della pavimentazione ma anche un sociale” e si articolerà in due fasi: in un primo momento si
provvederà a consolidare il tetto e le murature mentre, in un secondo momento, si interverrà su sagrato e navate. L’importo del primo stralcio di lavori è di 500 mila euro e per la seconda fase il costo complessivo sarà di 1 milione e 800 mila euro. La previsione è quella di restituire la chiesa alla cittadinanza il prossimo anno e di poterla utilizzare come sala per eventi e altre attività. Tra gli importanti traguardi raggiunti nel corso dell’anno appena concluso, impossibile non citare la Cavana: una struttura turistica di interscambio tra il turismo fluviale e il cicloturismo. L’opera ha il merito di rileggere in chiave moderna un legame ancestrale e antico tra la città e il canale Bisatto che nel corso dei secoli scorsi ha avuto un ruolo centrale negli scambi commerciali e nella crescita economica della nostra Monselice. I lavori per costruire la struttura sono stati co-finanziati da Regione Veneto, 277 mila euro, e dal comune, 149 mila euro, con il contributo dei soggetti partner (1%). La Cavana e la sistemazione del Campo della Fiera hanno permesso di riqualificare un’intera zona che nei decenni scorsi non era mai stata valorizzata come meritava. A queste opere, poi, se ne aggiungono altre, dall’illuminazione pubblica alle asfaltature fino alla videosorveglianza e alle manutenzioni ordinarie e straordinarie. La nostra missione come amministratori non è ancora conclusa e nei prossimi mesi continueremo a seguire il percorso avviato, impegnandoci a preservare, valorizzare e rendere Monselice una città sicura e funzionale da vivere ma anche pronta a ospitare quanti verranno a visitarla.
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Monselice
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L’iniziativa. Ideata a Monselice amplia i confini e raggiunge le città di Jesi, Altamura e Palermo
Il piatto di Federico II alla ribalta
“Il format è vincente e dà lustro alle amministrazioni comunali perché accresce la conoscenza del territorio, dal turismo gastronomico a quello degli eventi e dell’arte” ha spiegato l’assessore alla Giostra Piccolo
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l “Piatto di Federico II” amplia i propri confini: dopo il successo delle prime due edizioni ai piedi della Rocca, infatti, l’iniziativa raggiunge nuove città sempre nel segno dell’imperatore. Attraverso una serie di incontri ed eventi, infatti, Monselice si collegherà al comune di Jesi, dove Federico II è nato, Palermo dove è sepolto e con il comune di Altamura, l’unica città dove l’imperatore ha edificato una cattedrale. Il progetto “Il Piatto di Federico II”, ideato dal giornalista enogastroturista Maurizio Drago, sarà quindi esportato in altri luoghi simbolo dello Stupor Mundi federiciano e vedrà la partecipazione dei cuochi di Jesi, Palermo e Altamura intenti a realizzare un piatto con ingredienti e prodotti in uso nel Medioevo. “Nell’ottica di un’evoluzione del Piatto di Federico II vogliamo dare valore all’iniziativa ed esportarla nelle altre regioni italiane dove ha soggiornato l’imperatore. Il format è vincente e dà lustro alle amministrazioni comunali in quanto accrescere la conoscenza del territorio, dal turismo gastronomico a quello degli eventi e dell’arte” ha spiegato l’assessore alla Giostra, Luca Piccolo “Monselice inoltre vuole dare ulteriore sviluppo alla ristorazione coinvolgendo le attività economiche del territorio, facendosi conoscere a livello nazionale, coinvolgendo altre realtà al fine di
Il sindaco Giorgia Bedin alla presentazione dell’iniziativa
creare il percorso di Federico II”. Sebbene siano le ricette le vere protagoniste dell’evento, nelle singole città saranno affrontate e approfondite ulteriori tematiche legate alla figura di Federico II. A Jesi si parlerà della sua nascita e della valorizzazione dei prodotti nei territori in cui lui passava. Ad Altamura, invece, il focus si sposterà sull’architettura nel medioevo federiciano e a Palermo verrà trattato il tema della globalizzazione e contaminazione culinaria. La città di Monselice, promotrice del progetto, diventerà così protagonista mediatica con un evento in grado di far conoscere a livello nazionale la Giostra della Rocca e tutti gli eventi a essa collegati ma anche le attività e le tipicità del territorio. “Questo progetto di comunicazione è entusiasmante per la Fondazione perché riteniamo che sia una
grande fortuna aver trovato degli interlocutori così intraprendenti e professionali” ha sottolineato Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi Federiciani della Fondazione Federico II Hohenstaufen “Con questo iter progettuale, infatti, credo che si possa raggiungere un’ottima e proficua sinergia sia sul piano orizzontale, in quanto sono coinvolti i settori politici, enogastronomici, sociali e culturali, sia in senso verticale perché l’obiettivo è indirizzato a promuovere i principali poli federiciani”. Monselice, Jesi, Altamura e Palermo, grazie al “Piatto di Federico II”, suggelleranno ancora una volta il loro rapporto di collaborazione e amicizia, puntando alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico che li contraddistingue.
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Martina Toso
Mab Unesco e cementeria, è di nuovo polemica “Nessuna qualificazione Mab può essere raggiunta in assenza di impegni precisi sul divieto di incenerimento all’interno dei confini del Parco Regionale”: a sostenerlo sono i comitati della Rocca “E noi?” e “Lasciateci respirare”. Dopo l’ufficializzazione del dossier di candidatura al Mab Unesco, infatti, i comitati hanno individuato dei punti dissonanti all’interno del documento e per questo motivo hanno inviato le loro osservazioni agli enti coinvolti nel percorso. A destare le perplessità di gruppi ecologisti della Rocca è l’assenza, all’interno del dossier, di riferimenti chiari sul futuro della cementeria che invece si lega a doppio filo proprio allo sviluppo dello stesso Parco Colli. Secondo “E noi?” e “Lasciateci Respirare”, infatti, non può esistere un domani per il parco se la cementeria Buzzi
Unicem non rinuncia all’utilizzo del Css. Sul tema del combustibile derivante da rifiuti indifferenziati, oltre all’intera comunità del Parco, si è
espresso anche il consiglio comunale della Rocca approvando una mozione che impegna l’intera am-
ministrazione ad agire attivamente per vietarne l’utilizzo nel Parco Regionale dei Colli Euganei. La mozione è stata sottoscritta anche da altri 15 comuni. “Oggi è a tutti evidente che la sostenibilità del Parco significa turismo, agricoltura, enogastronomia, storia e binomio terme e salute, ed il marchio Mab non può essere ridotto ad una banale etichetta che sia in contraddizione con questi contenuti” hanno sottolineato i comitati “Il marchio serve a riconoscere la chiara determinazione di un territorio a costruire un futuro sostenibile, dove uomo e ambiente convivano in armonia, superando le contraddizioni originate da scelte risalenti ormai allo scorso secolo. Si vada oltre i facili slogan: le istituzioni del Parco sono chiamate a diventare l’attore principale di questo processo”. (m.t.)
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Il servizio. Disponibile on line, raccoglie iniziative, eventi e attività per gli under 35
Informagiovani tutto nuovo sul web N
ella cittadina murata è arrivato il nuovo Informagiovani Este: una pagina web che svolge il ruolo di raccoglitore di servizi, eventi, iniziative e attività dedicati ai giovani dai 15 ai 35 anni. Il progetto è stato sviluppato dalla consigliera con delega alle politiche giovanili Silvia Bottaro e sarà interamente gestito dai “giovani del Comune di Este”, cioè i ragazzi volontari del servizio civile. Si tratta soprattutto di un servizio di orientamento fornito dal Comune che rende disponibili informazioni sulle opportunità per sostenere le giovani generazioni nella scelta del proprio percorso formativo, professionale e di cittadinanza attiva. L’Informagiovani, insieme con il Laboratorio delle Idee, vuole realizzare programmi di promozione delle Politiche Giovanili, volte ad ascoltare, supportare e stimolare le ragazze ed i ragazzi. Nello spazio web saranno infatti disponibili diverse sezioni in cui poter trovare opportunità di lavoro e di incontro con professio-
nisti, ma anche proposte, eventi e iniziative promosse dal Comune e rivolte ai giovani. Ci saranno sezioni dedicate alle attività di servizio alla comunità e formazione personale “Servizio Civile” e per il tempo libero come “Ci sto - Affare fatica”, così come informazioni utili rispetto agli spazi dedicati allo studio e allo svolgimento delle proprie passioni. Una pagina è invece dedicata ai sondaggi che verranno proposti per incentivare il contributo dei ragazzi, come cittadini attivi, a indicare i contenuti che piacerebbe fossero sviluppati. Verrà inoltre pubblicato, con cadenza mensile e su tutte le principali piattaforme, il podcast “Informa-
giovani Este”, a cura dei ragazzi del Servizio Civile, con lo scopo di ospitare le interviste di giovani imprenditori, lavoratori e volontari della zona. “Abbiamo una comunità giovane che partecipa numerosa e con entusiasmo alle attività che proponiamo: ai giovani va tutta la nostra attenzione, vogliamo garantirgli un’offerta variegata, che li stimoli a conoscere ed apprezzare il nostro territorio”. spiega il Sindaco Matteo Pajola. “Con i ragazzi del Servizio Civile vogliamo alimentare uno spazio dove i giovani possano trovare informazioni utili sulle opportunità per studio, lavoro e vita sociale. Per questo chiediamo a tutte le realtà che hanno contributi da offrire per sviluppare la pagina Informagiovani, di prendere contatti con i ragazzi del Servizio Civile”, aggiunge la consigliera Silvia Bottaro. Per accedere all’Informagiovani Este dal sito web del Comune www.comune. este.pd.it e cliccare sul pulsante “Informagiovani”. Giada Zandonà
Buoni spesa fino a mille euro per i nuovi residenti Este diventa ancora più attrattiva per nuovi residenti: 20 mila euro saranno destinati a chi sceglie di trasferirsi in città. L’amministrazione comunale vuole accogliere i nuovi cittadini che hanno deciso di stabilire la propria residenza a Este per motivi occupazionali, con un bonus del valore di 500, 750 o 1000 euro spendibili negli esercizi commerciali aderenti al progetto. “Con questa iniziativa puntiamo a incentivare la presenza nel territorio comunale di cittadini attivi, i quali, scegliendo di vivere a Este, forniscono un impulso alla residenzialità e all’economia della zona- spiega il sindaco Matteo Pajola -. Attraverso bonus erogati in modo mirato, puntiamo a migliorare il dinamismo della nostra città, sempre più accogliente e a misura di famiglia”. Per richiedere il bonus, i nuovi concittadini dovranno essere residenti a Este al momento della presentazione della domanda di contributo – con residenza registrata entro i 12 mesi antecedenti al 31 dicembre 2024 – e avere la sede di lavoro a Este o in uno
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dei Comuni confinanti o di “seconda corona”. Sarà necessario presentare un’idonea documentazione per attestare lo svolgimento del servizio in uno dei Comuni limitrofi: il contratto di lavoro dovrà essere iniziato non oltre 36 mesi prima della data di
presentazione della domanda di bonus. Inoltre, i nuovi residenti dovranno occupare legittimamente l’immobile adibito a residenza, con titolo di proprietà, usufrutto o locazione. Il contributo sarà consegnato, previa verifica del possesso dei requisiti, sotto forma di voucher dal valore di 50 euro ciascuno, spendibili negli esercizi commerciali aderenti entro il 30 giugno 2025. (g.z.)
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Este
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La città che cambia. I principali dettagli del Documento Unico di Programmazione
Dal vecchio ospedale riqualificato ai nuovi alloggi nelle scuole vuote U
n nuovo volto alla cittadina murata attraverso il Documento unico di programmazione 2024-2026, lo strumento che illustra ai cittadini tutti gli interventi previsti nei prossimi anni. Sono davvero molti gli interventi previsti, dalla riqualificazione del vecchio ospedale, alla creazione di un centro culturale nell’ex stallo delle corriere, la demolizione del complesso industriale di Zillo e nuovi alloggi nelle scuole inutilizzate. La paura che l’ex cementificio di Zillo torni in funzione sembra essere stata scongiurata da un accordo pubblico privato in cui ci potrà essere un intervento di bonifica che prevede la demolizione del sito industriale chiuso dal 2016 e che si trova a ridosso del centro. La volontà è quella di una demolizione selettiva a cui potrebbe seguire la costruzione di una nuova area per abitazioni,
dato che il sito da produttivo è stata trasformata in commerciale ed è stata recentemente acquistata dal Gruppo Grigolin. Anche l’area dell’ex ospedale di via San Fermo sarà riqualificata ma continuerà ad avere una vocazione socio-sanitaria grazie ad un accordo con la Regione del Veneto e l’Uls. da tempo infatti
L’ex stazione delle corriere diventerà sede delle associazioni del territorio e sala prove di musica ma anche attività sociali
L’ex ospedale continuerà ad avere una vocazione socio sanitaria
si parla di realizzare nella struttura una casa e un’ospedale di comunità e a fine novembre l’Uls 6 ha affidato ad un professionista il compito di fare una stima sugli immobili per poter alienare o trasferire il titolo di proprietà.
L’ex scuola Zanchi, già di proprietà del Comune dal 2019 attraverso un protocollo di intesa tra la Provincia di Padova e i vigili del fuoco si trasformerà in uno spazio digitale. Gli interventi alla palestra dell’ex scuola sono in fase di completamento ed a
breve prenderà avvio il cantiere di ristrutturazione per realizzare nuovi spazi per le scuole e per la creazione di un laboratorio digitale. Si tratta di una piccola officina che offrirà alcuni servizi digitali personalizzati e che ha l’ambizione di promuovere Este
nel territorio nazionale attraverso il canale di comunicazione “Este Channel”. I progetto è finanziato in parte anche dalla Regione del Veneto e permetterà ai giovani di poter avere a disposizione una fucina di lavoro in partnership con le Università, le scuole ed i privati. Tra gli interventi anche quello all’ex stazione delle corriere che diventerà alla sede delle associazioni del territorio. Saranno ricavati spazi per sale prove di musica, sale polivalenti per iniziative sociali e ludiche. I progetti in essere sono molti e coinvolgono anche il recupero delle ex scuole di Schiavonia, Motta e Prà che si trasformeranno in strutture residenziali con spazi pubblici per la comunità. Gli interventi continueranno con il recupero di palazzo Contarini in viale Fiume, della chiesa degli Zoccoli e dell’area di via Olmo. Giada Zandonà
Finanziamento da 170 mila euro per i gemellaggi nel 2024-2025 Sono arrivati 170 mila euro per finanziare due anni di attività di gemellaggi. Al Comune di Este, in qualità di Leadpartner, è stato assegnato un contributo europeo nell’ambito del programma CERV “Cittadini, uguaglianza, diritti e valori” per l’attuazione del progetto “Action”. La domanda era stata presentata nel corso del 2023 ed è stata accolta per finanziare le attività del 2024 e del 2025. Si tratta di un progetto sul futuro democratico dell’Unione Europea, che promuove il senso di appartenenza all’Europa e il dibattito sul suo futuro ed i suoi valori. Partner del progetto sono i Comuni di Este, Tapolca (Ungheria), Bad Windsheim (Germania), Granze, la Provincia di Padova e il Comitato Gemellaggi di Pertuis, a cui saranno riversati in quota parte i finanziamenti ricevuti. A partire dalla primavera inizieranno quindi due anni di proficui incontri ed eventi tra i Comuni italiani coinvolti, la Pro-
vincia e le città gemelle. “Sarà un’occasione importante per discutere, tra gli enti partner e non solo, sui valori condivisi tra le popolazioni europee e per rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini all’Unione - spiega l’assessora ai gemellaggi Erika Bertazzo -. Tra i destinatari del progetto anche i nostri giovani dai 15 ai 29 anni. Sarà un modo per dare ulteriore linfa ai meravigliosi rapporti di amicizia con le nostre città gemelle. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito a questo ottimo risultato: il Comitato Gemellaggi di Este, gli enti partner del progetto, l’ex assessore Andrea Quadarella per la fase iniziale e, soprattutto per la non semplice fase di preparazione del contratto di finanziamento, l’ufficio cultura del Comune di Este per la finalizzazione dei necessari adempimenti ed il supporto dato a tutti in qualità di coordinatore di progetto” conclude Bertazzo. (g.z.)
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Este
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La polemica. Roberta Gallana critica: “Scelta sbagliata e incoerente”
Erba sintetica nel campo di Meggiaro: “Così non va” L
’erba sintetica nel campo di calcio a Meggiaro: “una scelta totalmente sbagliata” questa è l’accusa della consigliera di opposizione Roberta Gallana verso la scelta dell’amministrazione per il campo da calcio dello stadio comunale. “L’amministrazione Pajola ha concluso il progetto definitivo per togliere l’erba naturale dallo stadio di calcio per ricoprirlo di erba sintetica. La spesa è di 850 mila euro interamente finanziati da un mutuo e comprenderà anche un sistema di drenaggio e scolo delle acque - spiega Gallana -. Sono contraria ad un manufatto di plastica, di erba sintetica, in pieno Parco Colli. Questa scelta non è coerente al principio di rispetto di un’area protetta e vincolata ma soprattutto è difforme alle nuove disposizioni europee”. In questi ultimi mesi gli addetti ai lavori hanno discusso molto sui tappeti “artificiali” a tal punto che l’obiettivo dell’Europa sarebbe quello di arrivare al 2030 senza campi in erba sintetica: “È importante la salvaguardia della salute degli atleti e dell’ambiente. Fioriscono
sempre più studi - sottolinea Gallana che analizzano l’impatto dei tappeti artificiali sulla salute di chi gioca e sull’ambiente a causa delle microplastiche che sono presenti, in molti casi, sia sul tappeto che sul fondo utilizzato. Un campo in erba naturale è ecologico, permette di abbattere notevoli quantità di CO2 e nel lungo periodo è un investimento meno costoso e più sostenibile, non ha necessità di essere smaltito. Il costo di un manto artificiale è notevolmente più alto e anche la plastica ha bisogno di manutenzione costose altrimenti può diventare pericolosa e dannosa. La scelta dell’amministrazione Pajola è miope e si basa su un presunto
ma errato risparmio e su una supposta praticità”. Secondo la consigliera l’associazione calcistica di Este non risolverà i problemi di spazi trasformando lo stadio da naturale ad artificiale: “Hanno bisogno di un ulteriore campo da calcio per gli allenamenti dei più giovani atleti ed è proprio a loro che dobbiamo dare l’esempio. È importantissimo che gli sport praticati all’aperto seguano le linee green. Giocare in un contesto naturalistico ha un forte valore educativo e anche l’uso dei materiali usati lo determina» conclude la consigliera «Sono molto dispiaciuta per questa scelta così lontana dai principi fondanti della transizione ecologica, anche perché hanno dirottato risorse solo per un campo sintetico. Avevamo previsto con la stessa spesa di costruire il primo stralcio per gli spazi del terzo tempo del Rugby e per un nuovo campo di calcio naturale. Porteremo una mozione in Consiglio appellandoci alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”. Giada Zandonà
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Este in Fiore 2024, fissate le date e il tema: “I colori della biodiversità” Assieme al nuovo anno sono arrivate le date e la tematica di Este in Fiore 2024. La 21esima edizione della kermesse dedicata al florovivaismo di qualità si terrà nel fine settimana dal 19 al 21 aprile, con il titolo “I colori della biodiversità”. L’intento è quello di legare l’esposizione floreale alla candidatura Mab Unesco del Parco Regionale dei Colli Euganei. Infatti, tra i principi cardine del man & Biosphere c’è quello di promuovere la conservazione e la tutela della biodiversità, nella connessione tra uomo e natura. “L’auspicio è quello di sensibilizzare ed educare sempre di più i cittadini alla cura dell’ambiente, attraverso l’adozione di buone pratiche sostenibili e di un approccio sempre più green - spiegano gli organizzatori di Este in Fiore -. La biodiversità è un patrimonio da tutelare e da preservare ed è responsabilità di tutti prendersene cura ogni giorno”. Il programma dell’edizione 2024 verterà su questi punti, tra esposizioni, conferenze, eventi culturali, vendita di piante rare e curiose, laboratori, mostre, interventi musicali e prodotti del territorio. L’evento si terrà nei rinnovati giardini del Castello di Este e come ogni anno gli organizzatori si aspettano un’affluenza di pubblico che si aggira attorno ai settantamila visitatori. (g.z.)
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Este
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I cantieri. Erika Bertazzo illustra gli interventi messi a punto anche nelle frazioni
Le proposte del bilancio partecipato trasformate in opere nei quartieri A
l via i cantieri per le proposte del bilancio partecipato nei quartieri e nelle frazioni. “Il Bilancio Partecipato è un metodo strutturato che permette di attuare concretamente, di anno in anno, interventi su tutte le macro aree” -spiega l’assessora Erika Bertazzo -. C’è sempre grande attenzione a tutta la città, quartieri, frazioni e centro storico, con risposte tangibili. Non si tratta di progetti calati dall’alto, ma di iniziative che si basano su istanze proposte dalla cittadinanza. Dal confronto con i cittadini derivano sempre idee nuove per migliorare Este”. In particolare, a Motta è stato approvato un progetto per potenziare la viabilità della frazione, a vantaggio dei residenti e per la loro sicurezza. Sarà installato un punto luce autoalimentato con pannello fotovoltaico all’incrocio con via Cortona, oltre ad altri interventi relativi alla sicurezza di pedoni e automobilisti. Nella frazione di Schiavonia invece saranno eseguite implementazioni e migliorie nel Parco Don Pietro Benvenuti, tra cui l’installazione di una fontanella, un nuovo punto luce per illuminare il campo di pallavolo, la colorazione delle varie aree sportive (basket, calcetto e pallavolo) con una segnaletica pertinente, la creazione di una paratia contenitiva a ridosso dei campi sportivi di basket e calcetto.
“Non si tratta di progetti calati dall’alto, ma di iniziative che si basano su istanze proposte dalla cittadinanza. Dal confronto con i cittadini derivano sempre idee nuove per migliorare Este”
L’assessore Erika Bertazzo con la fascia tricolore
Anche a Prà si effettueranno delle migliorie nell’area verde di Don Luigi Rizzo, come l’installazione di una nuova giostrina, ma anche con l’aggiunta di una telecamera per la sicurezza e di una segnaletica per una migliore fruibilità del parco. A Meggiaro-Este Nuova e nel quartiere Pilastro-Salute sono stati approvati i progetti presentati dai rispettivi Comitati di Quartiere. A Meggiaro si parla di pulizia e tutela dell’ambiente: si chiedono strumenti per la raccolta dei rifiuti, con la consapevolezza che azioni e abitudini virtuose possano rendere migliore la vita ed il posto in cui si vive. Inoltre i cittadini hanno chiesto di garantire maggior sicurezza a chi usufruisce del campetto di via Soster e di aggiungere alcune attrezzature e servizi. Nel quartiere Pilastro-Salute
si guarda invece alla mobilità a due ruote: sarà realizzata una pista ciclo-pedonale per favorire la mobilità degli utenti più deboli in via Olmo. Per il miglioramento dell’informazione nei confronti dei residenti, saranno inoltre installate alcune bacheche informative nei punti nevralgici del quartiere. Nelle macro aree Deserto e Centro, invece, le iniziative proposte sono state sottoposte al voto dei residenti. Nel progetto che sarà realizzato a Deserto, fulcro dell’azione migliorativa sarà il posizionamento di punti luce sul tratto iniziale di via Stazione, l’installazione di porta biciclette e cestini, il supporto ad attività sportive nel patronato mentre in Centro ci sarà l’installazione di alcune telecamere nel parcheggio del Patronato Redentore.
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Giada Zandonà
Una commissione tecnica indaga sugli odori molesti La problematica degli odori ad Este continua ad essere davvero pesante e per questo il Comune ha deciso di istituire la “Commissione tecnica per il contrasto dell’inquinamento odorigeno”. Da anni la cittadina murata si scontra con questa problematica e dopo aver tentato di arrivare a capire attraverso innumerevoli strumenti la fonte degli odori, l’amministrazione di Matteo Pajola fa scendere in campo un team di esperti del settore che dovranno lavorare seguendo un disciplinare. Le indagini infatti saranno mirate verso alcuni punti critici di emissioni odorigene a cui potrebbe seguire un’indagine mirata. Ad Este esiste infatti una grande concentrazione di impianti che
potenzialmente possono creare odori nell’aria, che vanno dallo spargimento nei campi di liquami, dall’impianto di smaltimento di rifiuti, agli allevamenti intensivi
a cui si sommano i campi concimati. Il Comune inoltre, nel documento di indirizzo ha ricordato gli appelli già fatti verso la Provincia di Padova, Arpav e Uls 6 Euganea per sollecitare maggiori controlli ma ad oggi nemmeno questo ha permesso di capire nel concreto cosa rende in alcuni giorni l’aria di Este ricolma di “puzza”. Ora il Comune ha messo sul tavolo 20mila euro per due anni ed ha scelto tre tecnici, un ingegnere e due chimici per studiare il fenomeno degli odori e censire le possibili fonti, con sopralluoghi e in coordinamento con l’ufficio ambiente e soprattutto per proporre interventi per mitigare o per porre definitivamente fine all’impatto delle attività odorigene. (g.z.)
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Provincia
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Mobilità. Il vice presidente della Provincia Vincenzo Gottardo illustra le novità del servizio
Trasporto pubblico, ora la svolta: in arrivo investimenti per 90 milioni I
l Trasporto Pubblico è sottoposto a continui cambiamenti, si diversificano le esigenze e le abitudini, ma è anche un settore al quale le Istituzioni dedicano un’attenzione costante. L’attenzione rivolta al Trasporto Pubblico Locale a livello provinciale, regionale e nazionale, è davvero una priorità e gli Enti Pubblici stanno dimostrando tutto l’impegno per affrontare le difficoltà a livello economico, organizzativo e gestionale in modo sistematico per trovare le migliori soluzioni sia sotto il profilo tecnico che finanziario. Quali sono le novità positive? Le novità positive sono che finalmente è stato effettuato dal Governo il riparto a livello nazionale delle maggiori risorse messe a disposizione per il Fondo Nazionale dei Trasporti. Ciò significa che, rispetto ai 190 milioni di euro stanziati dallo Stato, alla nostra Regione vengono destinati oltre 15 milioni che, di conseguenza, per il nostro bacino si traducono in circa 2 milioni e 300 mila euro. Voglio ricordare che la Provincia di Padova è l’unica realtà in Veneto ad avere un contratto firmato a seguito di gara che prevede il riconoscimento del tasso di inflazione al concessionario. I fondi stanziati dal Governo ci consentono quindi di corrispondere a Busitalia il tasso di inflazione programmato. A queste risorse statali, si aggiungono i 14 milioni 700mila euro che ha messo a disposizione la Regione con l’assestamento di bilancio approvato tra settembre e ottobre. Di questi, ne sono stati riconosciuti alla Provincia e al Comune di Padova 2 milioni e 200mila euro per colmare le criticità e i maggiori costi che hanno colpito negli ultimi anni le aziende di trasporto per le problematiche legati al Covid e all’aumento dei costi energetici e del carburante. Per l’anno 2022 inoltre, lo Stato ha riconosciuto dei ristori per maggiori costi di energia e carburante destinando al bacino di Padova circa 3 milioni e 100 mila euro.E’ inoltre in programma una delibera di Giunta Regionale che dovrebbe essere approvata entro l’anno in corso, che va a ripartire un’ulteriore quota di ristori statali. Stiamo parlando di un primo riparto di 350 milioni di euro a livello nazionale che
a livello locale dovrebbe tradursi intorno ai 6 milioni di euro. Il Governo ha stanziato ulteriori 500 milioni di euro che dovrebbero venire ripartiti antro la primavera del 2024. Se ipotizziamo le stesse percentuali, la quota che percepirà BusItalia si aggirerà intorno ai 10-12 milioni di euro. Le risorse stanziate, in tutto circa 90 milioni di euro per Busitalia, dimostrano che il governo centrale e gli enti pubblici fanno
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il possibile per venire incontro alla situazione deficitaria in cui versano le aziende di trasporto. A questo punto auspichiamo un impegno altrettanto energico da parte del concessionario perché le risorse arrivate e quelle che sopraggiungeranno con certezza sono decisamente importanti e non si potrà certo continuare a dire che la situazione è catastrofica. Tutti gli impegni da parte degli enti pubblici sono stati quin-
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di mantenuti? Infatti è proprio così, ed ora è importante che il Concessionario dimostri con azioni concrete un cambio di rotta nell’erogazione del servizio, non solamente per quanto riguarda gli aspetti legati al confort, al cambio dei mezzi, all’info mobilità, alla tecnologia, ma anche per garantire una regolarità nel servizio impegnandosi il più possibile nell’avviare percorsi di assunzione del personale di guida. Solo in questo modo riusciremo a ritornare ai livelli di servizio in termini di chilometri e percorrenza per rispondere alla necessità del nostro bacino e garantire risposte concrete a tutte le richieste manifestate dal territorio. Ci aspettiamo quindi da parte del concessionario un importante impegno ed il contrasto all’evasione tariffaria, perché credo che sia sotto agli occhi di tutti che i mezzi viaggiano sempre con un numero elevato di passeggeri. A tali numeri di utenza però non corrispondono i rientri tariffari. Ciò vuol dire che l’evasione è ancora elevata e il rammarico principale è che il concessionario non sia in grado di fornire dati certi rispetto all’evasione tariffaria e ai carichi effettivi degli utenti a bordo delle singole corse. Due aspetti fondamentali che consentirebbero di far ripartire il servizio con maggiore regolarità e disponibilità, reinvestendo una quota sia per aumentare il numero degli autisti, riconoscendo loro un miglioramento del contratto, ma anche per poter perseguire con maggiore incisività l’obiettivo dell’innovazione. Quali sono gli obiettivi sui quali state lavorando? Con BusItalia stiamo attuando politiche di riorganizzazione dei servizi, analizzando ogni corsa con le diverse esigenze per ciascuna fascia oraria in modo da calibrare quanto più possibile il servizio alle esigenze dei cittadini. Stiamo lavorando inoltre per il rinnovamento della flotta dei mezzi ecosostenibili che sono dotati dei più alti standard di efficienza, affidabilità e sicurezza e consentiranno a Padova e provincia di compiere un significativo passo verso un trasporto pubblico più sostenibile. Roberta Zago
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Cultura
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La rasssegna. Al Piccolo Teatro di via Asolo fino all’11 aprile appuntamenti di richiamo
“Arti inferiori”, la nuova stagione a Padova fra teatro, musica e danza È iniziata lo scorso dicembre la nuova stagione della rassegna teatrale “Arti inferiori”. Un’edizione particolarmente significativa per un appuntamento ormai imprescindibile nel panorama teatrale patavino: Arti inferiori celebra infatti quest’anno la sua ventesima edizione. Dopo aver aperto col botto con lo spettacolo inaugurale Il Dio bambino (testo e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, protagonista Fabio Troiano), seguito da Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, di e con Ascanio Celestini, la rassegna prevede altri cinque appuntamenti immancabili, fra teatro, spettacolo, musica e danza. Il 23 gennaio sarà protagonista l’arte di Luigi Pirandello, di cui però non verrà rappresentata una pièce, bensì un adattamento dal romanzo Il fu Mattia Pascal a cura di Giorgio Marchesi, una drammaturgia musicale eseguita dal vivo da Raffaele Toninelli al contrabbasso. Giorgio Marchesi, regista dello spettacolo insieme a Simonetta Solder, sarà anche l’interprete dei due protagonisti della vicenda, Mattia Pascal e Adriano Meis. A calcare il palco del Piccolo Teatro il 15 febbraio sarà invece Vladimir Luxuria con lo spettacolo Princesa di Fabrizio Coniglio, tratto dalla storia vera di Fernan-
Da Pirandello al teatro greco, passando per la storia vera portata in scena da Vladimir Luxuria e il lavoro corale “Pietre Nere”, per finire con lo spettacolo di danze al pianoforte
“Pietre nere” in programma il 19 marzo
da Farias De Albuquerque. La rappresentazione si dipana come il racconto della storia del ragazzino, soprannominato appunto Princesa, che non si riconosce nel proprio corpo e si sente invece una ragazza, e del suo viaggio da un piccolo paese del Brasile alla ricerca della propria identità. Un racconto emozionante basato su testimonianze raccolte dall’autore e su alcune lettere autentiche. A seguire, il 4 marzo 2024, lo spettacolo Antigone e i suoi fratelli, tratto da due classici del teatro, Le Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle. Nell’adattamento di Gabriele Vacis, che è anche regista dello spettacolo, Antigone, uno dei personaggi femminili più significativi della storia del teatro, viene rappresentata per meglio comprenderne le scelte che l’hanno portata ad essere simbolo della rivolu-
zione e della conservazione allo stesso tempo. Lo spettacolo in programma il 19 marzo, Pietre nere di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, è il risultato di un processo creativo che ha coinvolto cinque artisti chiamati a condurre un’indagine sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, progetto vincitore del Bando Art Waves di Compagnia San Paolo. Un processo creativo che ha portato a un’unione di voci, suoni e immagini in grado di condurre a una profonda alla riflessione. A chiudere la rassegna, l’11 aprile, sarà Preludes. Danze al pianoforte, spettacolo di danza con Annetta Toromani e Alessandro Macario e coreografia di Massimo Moricone su musiche di Chopin, Debussy, Rachmaninov e Bach suonate al pianoforte da Sofia Vasheruk.
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completo che parte da prima dell’avvento della fotografia, racconta la nascita della pratica di fotografare l’arte nell’Ottocento (in particolare con Carlo Naya, Luigi Borlinetto, i fratelli Alinari e Domenico Anderson, che immortalarono la Cappella Scrovegni) fino ad arrivare a un altro mezzo espressivo, il cinema. Il primo film sulla Cappella Scrovegni, realizzato da Luciano Emmer, è del 1938 (Racconto da un affresco), ma è con Pier Paolo Pasolini e il suo Decameron, nel 1971, che la Cappella Scrovegni diventa protagonista anche del cinema d’autore. Un’immensa opera d’arte che, grazie a questa mostra, può ora essere ammirata attraverso lo sguardo di vari artisti nella storia. (f.t.)
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Lo scatto di Giotto: la Cappella Scrovegni vista dai fotografi La Cappella Scrovegni, uno dei monumenti simbolo della città di Padova epatrimonio dell’umanità UNESCO, è ora protagonista di una mostra allestita al Museo Civico Eremitani dal titolo Lo scatto di Giotto. Obiettivo della mostra, ispirata alla rassegna Giotto e il Novecento tenutasi a Rovereto, è ripercorrere la storia della Cappella Scrovegni attraverso la fotografia. 150 le opere esposte, a coprire duecento anni, e un percorso espositivo che prevede diverse aree tematiche. Si inizia con una sezione dedicata alla Cappella Scrovegni prima dell’avvento della fotografia, in cui le opere protagoniste sono disegni, incisioni, rilievi tecnici e vetri per lanterna magica. Una seconda area tematica è invece
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Politica. I congressi provinciali hanno prodotto una reale inversione di rotta
Fratelli d’Italia si prepara a guidare il Veneto I
n Fratelli d’Italia, il partito del Premier Giorgia Meloni, soffia un vento di profondo cambiamento e in Veneto, in questo senso, si sono visti, nel corso dei congressi provinciali, i segnali maggiormente evidenti. A innescare, almeno in Veneto, questo significativo cambio di rotta è stato il congresso provinciale di Treviso, il primo non unitario celebrato. A vincerlo, probabilmente contro ogni pronostico, è stato il giovane vicesindaco di Montebelluna, Claudio Borgia, solida tradizione di destra con uno
“L’appuntamento elettorale del 2024 sarà un passaggio fondamentale. I risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali” spiccato sguardo al sociale. Dopo Treviso, uno dopo l’altro, praticamente tutti i presidenti provinciali sono cambiati. Volendo semplificare si potrebbe dire che il Veneto ha voluto dare un forte segnale al proprio coordinatore regionale, il senatore bellunese Luca De Carlo. Se ci si affidasse, però, a una lettura di questo tipo non si comprenderebbero fino in fondo le ragione di un cambiamento così radicale. L’inversione di rotta, infatti, non ha tratti personalistici - anche se la vittoria di Borgia a Treviso proprio nel collegio elettorale di De Carlo costituisce una battuta d’arresto – ma di vera e propria fisionomia del partito. “In questi anni – ci spiega il neo-segretario trevigiano, Claudio Borgia – in
troppi ci siamo sentiti dirigenti politici di secondo livello. Il nostro limite? Non esserci iscritti a Fratelli d’Italia il giorno stesso della sua fondazione. Giorgia Meloni in questo è stata bravissima perché ha sempre lavorato per allargare il partito e per garantire a tutti la stessa agibilità politica. Io ho una storia saldamente radicata a destra, da sempre. Che è culturale prima che partitica. Una destra che parte dei territori, che ha dei valori ben precisi che sono, tra gli altri: l’amor di Patria, il merito, l’equità, la difesa delle tradizioni e dell’identità, che è maggiormente attenta ai temi sociali e quindi impegnata a difesa di chi ha più bisogno. E poi una destra che, con profonda ispirazione risorgimentale, avverte con emozione il senso dell’orgoglio nazionale.” “Con questo congresso – continua Borgia – si rafforza un importante patto generazionale e di radicamento territoriale voluto proprio da Giorgia Meloni attraverso il quale ha riunito il partito e bloccato sul nascere, di fatto, le correnti. Il nostro obiettivo è, e deve essere, quello di stare sempre di più in mezzo alla gente in particolar modo in un momento difficile come questo nel quale le nostre famiglie e le nostre imprese stanno realmente soffrendo per le scelte scriteriate degli anni passati. In tutti questi anni di impegno - prima da presidente provinciale dei giovani di Alleanza Nazionale, poi da rappresentante degli studenti universitari a Bologna (dove si trovò a lavorare, pur da posizioni diverse, fianco a fianco alla segretaria del PD, Elly Shlein all’epoca studentessa e rappresentante della sinistra universitaria NdR) e da vicesindaco di Montebelluna (recordman veneto di preferenze nella tornata 2021,
Claudio Borgia
anno della sua rielezione NdR) - ho imparato che per provare, realmente, a rappresentare chi ti ha eletto, e anche chi non ti ha votato, devi esserci sempre; non puoi pensare di comprendere le cose stando in un ufficio a guardare le cose con distacco, magari affidandoti a schemi precostituiti. Devi darti da fare concretamente per migliorare la qualità di vita dei tuoi cittadini, cosa che ho sempre cercato di fare.” Partendo da questi presupposti l’obiettivo dichiarato di FDI è la Regione Veneto. “Piano. Prima delle Regionali ci saranno le amministrative e le Europee del prossimo giugno. Il nostro obiettivo deve essere quello di confermare, e se possibile accrescere, il nostro voto po-
litico e di aumentare significativamente la nostra pattuglia di amministratori locali. Proprio per questo sto visitando tutti i circoli per individuare i candidati migliori da mettere in campo. Io sono, infatti, fermamente convinto che si debbano individuare le persone giuste, le più preparate, quelle che maggiormente possano interpretare il contesto nel quale sono chiamate a impegnarsi. Anche in questo caso non esistono forme precostituite o rendite di posizione se vogliamo veramente fare del bene al nostro territorio. La nostra ambizione, per le prossime amministrative nella provincia di Treviso, è quella di sederci al tavolo con gli alleati avendo sempre un nome all’altezza da presentare come candidato sindaco, poi, insieme, sceglieremo quello o quella maggiormente adeguato. L’appuntamento elettorale del 2024, in questo senso, rappresenta un passaggio fondamentale. È evidente che i risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali. Del resto la regola è sempre stata questa: chi ha maggiore consenso nel territorio ha il diritto e il dovere di esprimere il candidato; è sempre stato così, sarebbe veramente curioso che sta volta le cose non andassero allo stesso modo. In questo senso noi di Fratelli d’Italia siamo pronti. Anche in questo caso, per me, vale sempre lo stesso requisito: si deve trovare il candidato maggiormente adeguato, senza posizioni precostituite. Fratelli D’Italia potrà dire certamente la propria non soltanto per la nostra forza elettorale, ma perché, già oggi, noi siamo in grado di proporre candidati, sia civici sia di partito, di altissimo valore”.
Primo bando sulle comunità energetiche rinnovabili, Marcato: “Vogliamo creare una rete virtuosa” “Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono, insieme a fotovoltaico e idrogeno, i caposaldi delle linee strategiche del nuovo piano energetico regionale che stiamo predisponendo”. A dirlo è Roberto Marcato, l’Assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato, all’indomanni del via libera dalla giunta veneta al bando di finanziamento che sostiene la creazione e lo sviluppo delle nuove comunità energetiche. “Sono tasselli fondamentali della transizione energetica, - aggiunge l’assessore - in attesa di
Roberto Marcato
indicazioni a livello nazionale, abbiamo approvato un primo bando da un milione di euro per garantire il sostegno alla creazione di queste nuove comunità. E’ da anni infatti che stiamo lavorando per definire un modello energetico regionale votato alla progressiva indipendenza, puntando in particolare alle fonti rinnovabili. Questo è solo il primo bando in materia. A partire da quest’anno appena iniziato le iniziative saranno numerose a supporto di imprese, enti e cittadini”. Il bando concede una agevolazione,
nella forma di contributo a fondo perduto, che arriva a coprire l’80% della spesa ammissibile per la realizzazione del progetto, nel limite massimo di euro 30.000 euro. Non saranno ammesse le domande i cui progetti comportano spese ammissibili per inferiori ai diecimila euro. La gestione amministrativa del bando è affidata ad Avepa. Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate dalle ore 10 del primo febbraio prossimo per tutto il mese, fino alle 17 del 29 febbraio, tramite il sistema informativo regionale “SIU”.
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L’intervista. L’assessore regionale Federico Caner sulle prospettive per il 2024
“Turismo a gonfie vele, continuerà a crescere, l’agricoltura risente delle contraddizioni europee” Da trent’anni leghista, si augura un cambio di rotta: “Dobbiamo tornare tra la gente e realizzare la vera autonomia”
F
ederico Caner, assessore al turismo, all’agricoltura e ai fondi UE della regione Veneto, partiamo quindi dal turismo: cosa ci dobbiamo aspettare dal 2024? Se i dati dell’ultimo trimestre dell’anno appena concluso confermeranno il trend fin qui registrato, il 2023 probabilmente è destinato a superare per presenze turistiche il 2019. Stiamo lavorando molto sulla qualità del turismo dei nostri territori, in modo da garantire maggiore redditività non solo al comparto ricettivo ma anche a tutto l’indotto. Per il 2024 le previsioni sono molto buone, lo confermano le prenotazioni di queste settimane. Il comparto termale sta andando molto bene e anche la montagna è in crescita nonostante ci fossero delle perplessità legate all’aumento dei costi per l’inflazione. Invece gli accessi e le vendite di skipass sono aumentati in media di un 15 per cento, con punte del 30 a Cortina. La stagione invernale dunque è partita molto bene, ci auguriamo che anche gennaio e febbraio continui al meglio e che il
meteo sia dalla nostra parte. Altro settore di sua competenza è l’agricoltura, condizionata da maltempo ed eventi estremi. Come sta il settore primario veneto? In effetti veniamo da un anno difficile perché il cambiamento climatico si è fatto sentire con la grandine e altri eventi che hanno messo a dura prova non solo la viticoltura ma anche gli altri comparti. C’è poi il problema dell’acqua, o è troppa con le precipitazioni violente oppure manca per lunghi mesi. Abbiamo chiesto anche l’intervento del Governo con il fondo rischi nazionale e alcune risposte sono arrivate. Nonostante queste difficoltà il sistema ha tenuto grazie ai nostri agricoltori. I prezzi delle materie prime, l’altra emergenza per il settore, sono in calo e ci auguriamo che questo continui. L’anno scorso gli imprenditori hanno pagato un alto prezzo per fertilizzanti e sementi mentre nel momento della raccolta hanno risentito del calo dei quotazioni delle produzioni, e questo non ha permesso di recuperare i maggiori costi
sostenuti nei mesi precedenti. Lei è anche assessore ai fondi UE: l’Europa ci aiuta? È vicina al territorio? Ci sono due aspetti da considerare, da una parte è positiva la disponibilità di fondi che per una regione virtuosa come la nostra permettono importanti investimenti sia per il turismo che per l’agricoltura. Pensiamo al turismo, in questa tornata abbiamo raddoppiato la disponibilità di fondi grazie ai quali si sono finanziate la rigenerazione delle imprese, l’ammodernamento degli alberghi e dei servizi turistici. A queste risorse sia lo Stato che la Regione aggiungono poi altri fondi. L’aspetto negativo dell’Europa riguarda l’agricoltura perché l’Ue vede il settore come una fonte di inquinamento anziché come un importante generatore di risorse non solo economiche, ma anche di cibo e materie prime in ambito alimentare, per garantirci una maggiore autosufficienza. Ci troviamo con un’Europa a doppia faccia. Chiudiamo con una domanda
Federico Caner
politica. I rapporti con la Lega ultimamente non sono stati sereni. Cosa sta accadendo? Sono nella Lega da trent’anni e non mi sono mai sottratto al confronto. Ritengo che la linea politica intrapresa in questi mesi non sia lungimirante, ci occupiamo meno del territorio e più di questioni nazionali. Il partito si è spostato molto a destra, lo abbiamo visto anche il mese scorso a Firenze con la presenza di esponenti dell’estrema destra europea. Francamente questo non fa parte del mio dna, quindi ho posto la questione e ho chiesto al partito di tornare a quello che è il suo
“core business”, vale a dire il federalismo e l’autonomia, quella vera e non annacquata. Si dice che il nord Italia è ricco, in realtà non è così perché è vero che le nostre regioni producono molto ma sul territorio rimane poco. Penso al tema idrogeologico, solo in Veneto abbiamo bisogno di un piano da due miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio. Però le risorse non le abbiamo perché le mandiamo a Roma. Ecco, io mi aspetto un partito che lavori su questo e non che pensi al ponte di Messina. (a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
Arteven rinnova il Cda, Massimo Zuin rieletto presidente Riconfermato all’unanimità Massimo Zuin alla guida per i prossimi cinque anni di Arteven, il circuito teatrale della Regione Veneto. Il Consiglio di Amministrazione è formato da Silvano Guarda, Pierangelo Molena e Irene Lissandrin quali consiglieri, revisori dei conti Massimo Sorarù presidente assieme ai revisori Enrico Tosetto e Andrea Morino, supplenti Saverio Nardi e Umberto Scarso. Il componente designato dal Presidente della Giunta Regionale del Veneto è Federico Pupo, che porta il numero complessivo a 5 consiglieri.
Presentato inoltre il nuovo Documento programmatico, che parte dal ruolo di Arteven, nell’attuale panorama teatrale italiano, di “Sistema regionale teatrale in rete”. Un ruolo che svolge attraverso l’ideazione di progetti contenenti le quattro discipline ministeriali (Prosa, Danza, Circo Contemporaneo e Musica), condivisi con gli enti locali associati e gli enti privati. Un’attività progettuale che prevede nel territorio del Veneto il coinvolgimento di oltre un milione e trecentomila spettatori in cinque anni, per circa cinquemila spettacoli suddivisi tra le
diverse discipline. “Vogliamo arrivare in modo più puntuale nel territorio – ha dichiarato Zuin – e partire dai più piccoli, il teatro può dare molto per il comportamento civico dei giovani, il nostro futuro” “Abbiamo garantito un finanziamento di 1 milione di euro – ha dichiarato la Presidente della VI Commissione Regione del Veneto Francesca Scatto – abbiamo chiuso il bilancio assieme all’assessore Calzavara. Un riconoscimento per il lavoro che Arteven svolge.”(r.p.)
Massimo Zuin
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L’analsi. Antonio De Poli, senatore Udc: “La nostra agorà politica al servizio del territorio”
“Diamo voce ai fatti, alle notizie, alle persone” “A
scoltare il territorio che amiamo. Questa è la forza della Politica: oggi siamo chiamati a fare ciò che gli antichi Greci chiamavano l’Agorà, la piazza della Polis. Le nostre Comunità hanno bisogno di guardarsi negli occhi, parlare e confrontarsi. I Cittadini sono delusi e traditi dal linguaggio dei likes e dei tweet sui social eci chiedono più presenza nel territorio”. A parlare di una nuova “stagione” della politica è il Senatore Udc Antonio De Poli che traccia un bilancio dei primi 15 mesi di legislatura e guarda alle prossime sfide del futuro, a partire dall’Autonomia. Senatore De Poli, lei rappresenta l’area moderata nel centrodestra. Quali sono i risultati ottenuti in Parlamento? Nel nostro Dna politico c’è, da sempre, il sostegno alla famiglia. Ecco perché in Manovra abbiamo voluto fortemente 1 miliardo di risorse in più, prevedendo strumenti come l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con almeno 2 figli, il rafforzamento del bonus asilo nido, il Fondo mutui prima casa e il bonus bollette. Abbiamo imboccato la strada giusta.
Capitolo tasse: cosa avete fatto? Abbiamo tagliato le tasse ai redditi più bassi, lasciando più soldi in busta paga ai lavoratori e abbiamo Bankitalia, 600 euro in più all’anno nelle tasche di 3 contribuenti su 4. La nostra priorità è dare più attenzione a chi vive in una condizione di maggiore disagio. Come fa un buon padre di famiglia, bisogna sostenere chi, fra i propri figli, è più indietro. Quali sono le misure a sostegno delle imprese? Per noi del Centrodestra il lavoro passa attraverso il sostegno alle imprese (artigianali, commerciali, agricole e industriali). Ecco perché, in Manovra, abbiamo previsto le maxi deduzioni al 120% per chi assume con contratto a tempo indeterminato nel 2024 e al 130% per chi assume under 30, donne con figli ed ex percettori del Reddito. Abbiamo archiviato l’assistenzialismo del passato. E, ancora, siamo riusciti ad ottenere l’ok dell’UE alla revisione del PNRR con 12,4 miliardi di risorse alle imprese per la transizione green. Da Roma a Venezia, quali sono i risultati ottenuti dalla filiera del
Antonio De Poli
centrodestra per il Veneto? La nostra Regione è la locomotiva d’Italia.Abbiamo il dovere di farla correre. E’ stato approvato l’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Regione Veneto, con oltre 607,6 milioni per le infrastrutture viarie, la messa in sicurezza del territorio,
la riqualificazione urbana, i settori dei trasporti e della mobilità. Dobbiamo proseguire in questa direzione e lavorare, per portare a casa quei risultati che stanno a cuore al nostro territorio, come il completamento della SR 10 nella Bassa Padovana; il potenziamento della SP47 nell’Alta
padovana e il raddoppio della SR308 Strada del Santo. Autonomia, a che punto siamo? Per la prima volta, grazie al Centrodestra, vediamo il traguardo. Il 16 gennaio il ddl passerà all’esame del Senato. Abbiamo un appuntamento con la Storia: realizzare la volontà di 2,3 milioni di veneti che, nel 2017,con il referendum, ci hanno dato un indirizzo chiaro: riformare e modernizzare le nostre Istituzioni. Quali sono le prospettive per il 2024? Tanti gli obiettivi raggiunti, tanta la strada da fare. Dobbiamo lavorare per dare risposte ed essere un punto di riferimento concreto per il Veneto della concretezza,di chi lavora, di chi fa impresa ,di chi opera nel volontariato e promuove la solidarietà a tutela dei più deboli (anziani, non autosufficienti, disabili). La nostra Politica è restare uniti, insieme a chi - arrivando da diversi mondi che provengono anche dalle liste civiche - si riconosce nell’Agorà dei nostri Valori e, con noi, vuole fare squadra al servizio del Territorio.
A Padova con Zaia e Giordani la presentazione di Veneto24, la prima e unica radio di informazione in Veneto Cinquanta notiziari al giorno, informazione regionale ogni 20 minuti, rubriche di approfondimento su politica, economia, attualità, impresa. Questa è Veneto24, la prima e unica radio di informazione regionale, presentata ufficialmente a Padova, al Centro culturale San Gaetano, alla presenza del presidente del Veneto Luca Zaia, del sindaco di Padova Sergio Giordani e di molti rappresentanti della politica e delle istituzioni regionali, insieme alla squadra che ogni giorno lavora ai contenuti messi in onda. Veneto24, nata da pochi mesi ma già conosciuta in tutta la regione, è edita da Give Emotions, gruppo veneto che ha dato vita a un vero e proprio sistema integrato di comunicazione, aggiungendo l’informazione radiofonica a quella “tradizionale” cartacea de La Piazza, mensile che da 30 anni arriva nelle case dei cittadini veneti, e a quella on line del quotidiano “LaPiazzaweb”. L’emittente radiofonica, diretta dalla giornalista Giorgia Gay, sfrutta le potenzialità del digitale con il nuovo sistema Dab+, destinato a sostituire il tradizionale Fm. “Il Veneto raccontato dai fatti, dalle notizie, dalle
persone” è il claim della radio, ascoltabile anche attraverso l’app, lo streaming dal sito web www.veneto24.it e i dispositivi smart speaker. Tutti i contenuti sono inoltre distribuiti come podcast su app e sito, per poter essere ascoltati anche in modo asincrono, quando e dove si preferisce. Al nuovo progetto editoriale ha rivolto un plauso e un augurio il presidente della Regione Luca Zaia, che vede in questa iniziativa un ulteriore motivo per sottolineare il “Veneto pride”: “Noi veneti siamo bravi, ci diamo da fare, lavoriamo sodo - ha detto Zaia - perciò dobbiamo essere
orgogliosi dei nostri risultati, delle nostre eccellenze e di tutto ciò che riusciamo a fare di buono e di bello. Veneto24 è una radio giovane e frizzante, un’interessante novità nel panorama dell’informazione, complimenti e auguri a tutti”. Il sindaco di Padova Giordani ha ricordato che la sede della radio e a Padova, città che si conferma un punto di riferimento nel Nordest nei settori più disparati, una città viva che ispira iniziative sempre nuove. “Più di 3 milioni e mezzo di veneti ascoltano la radio ogni settimana – ha spiegato Costantino Da Tos, station manager di Veneto 24 -. La radio è il mezzo ideale
per rimanere aggiornati su quanto accade, offre un servizio gratuito e in tempo reale. Tra le emittenti radiofoniche della nostra regione Veneto24 è la radio che mancava”. “Ogni giorno nei nostri notiziari riferiamo ciò che accade nei palazzi della politica, commentiamo l’attualità con i suoi protagonisti, raccontiamo le tante storie che arrivano dai territori del nostro veneto, dalle grandi città come dai piccoli paesi di provincia – ha aggiunto il direttore Giorgia Gay -. E poi l’economia: diamo voce agli esperti, raccontiamo i risultati delle nostre eccellenze, coinvolgiamo i sindacati, le associazioni di categoria, gli imprenditori per capire dove sta andando il nostro Veneto. Ogni giorno, ci impegniamo a dare voce al Veneto che conta, come dice il nostro claim, ai suoi protagonisti. E lo facciamo in un modo completamente nuovo”. “Tutto ciò ha permesso di arrivare a una tappa importante, per la quale siamo qui, ma non definitiva per il nostro gruppo, che posso definire come l’unico multimediale e multipiattaforma del Veneto” ha concluso l’editore Giuseppe Bergantin.(g.g)
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GENNAIO 2024
on-line:
Sport invernali: benessere per mente, muscoli e cuore Sci, snowboard, escursioni, ciaspole, pattinaggio su ghiaccio… oltre a regalare momenti di relax, rappresentano un allenamento completo per il corpo e una risorsa per il buon umore
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Montagna, gli sport che fanno bene alla salute
a settimana bianca è alle porte, con l’arrivo dell’inverno torna anche la voglia di praticare gli sport “stagionali”, dallo sci alpino, a quello da fondo, dallo snowboard al pattinaggio su ghiaccio, e tanti altri ancora. Queste attività, oltre a regalare momenti di divertimento e relax, garantiscono una corretta combinazione di movimenti per un allenamento completo, sia di potenziamento cardiovascolare che muscolare, oltre ad avere positive ricadute sul benessere mentale. L’azienda Ulss 2 Marca trevigiana ha stilato un elenco sui benefici della pratica, a qualsiasi livello, di uno sport invernale. Innanzitutto, si sottolinea l’elevato consumo di calorie: il freddo infatti accelera il metabolismo, consentendo al corpo di bruciare più calorie in minor tempo. La pratica degli sport invernali, inoltre, comporta il coinvolgimento dei principali gruppi muscolari e delle articolazioni: sciare o fare snowboard, o altre attività simili, allena contemporaneamente diversi gruppi muscolari e articolazioni e, di conseguenza, permette di sviluppare l’equilibrio e la flessibilità. Oltre al benessere fisico c’è da tenere in considerazione anche quello mentale: praticare sport invernali all’aperto in compagnia contribuisce Prosegue alla pag. seguente
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Infezioni respiratorie, alcuni consigli
Sport invernali: benessere per mente, muscoli e cuore
Sci, snowboard, escursioni, ciaspole, pattinaggio su ghiaccio… oltre a regalare momenti di relax, rappresentano un allenamento completo per il corpo e una risorsa per il buon umore
Il professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, risponde alle domande L’ Azienda ospedaliera Università di Padova, con il contributo del professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria, ha realizzato un video per rispondere alle domande più frequenti sulle infezioni alle vie respiratorie e dare alcuni consigli. Qual è la situazione delle infezioni respiratorie in questo periodo? “Via via che ci addentriamo nella stagione invernale la situazione delle infezioni respiratorie tende a complicarsi. Persiste il rischio di infezioni da Covid-19, la positività dei tamponi è attualmente intorno al 20% e che il numero delle ospedalizzazioni sta crescendo. In secondo luogo, dobbiamo affrontare anche il problema del cosiddetto virus respiratorio sinciziale, virus che colpisce soprattutto l’età pediatrica che già l’anno scorso è stato causa di numerose infezioni ed, infine, si avvicina al rischio dell’epidemia influenzale”. Cosa possiamo fare per evitare il contagio e i rischi conseguenti? “Per evitare il rischio di contagio dobbiamo mantenere alcune delle misure che tutti noi abbiamo conosciuto durante il Covid. E’ importante usare la mascherina quando si frequentano ambienti affollati e chiusi, mantenere l’igiene delle mani e, naturalmente, rimanere a casa nel momento in cui le condizioni fisiche non siano ottimali, quando per esempio vi sia un rialzo febbrile. Per i soggetti a rischio che abbiano contratto infezione da Covid-19 esistono terapie antivirali
Segue dalla pag. precedente
benessere psicologico e mentale. Le maestose montagne offrono panorami mozzafiato, che promettono avventure indelebili nella memoria e una connessione straordinaria con la natura. Questo è un privilegio, però, che va vissuto assumendosi in parallelo l’importante responsabilità di praticare le attività in montagna in modo sicuro. Rispettare la montagna significa in effetti preservare l’integrità di questo ambiente straordinario ma anche la nostra sicurezza e quella degli altri. Ecco, quindi, che possono risultare preziosi i semplici ma efficaci consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana da seguire per intraprendere avventure sicure e consapevoli in montagna. Innanzitutto, è opportuno controllare le condizioni meteorologiche prima di programmare qualsiasi attività poi è bene informare amici o parenti del percorso intrapreso, senza trascurare di avere l’equipaggiamento adatto per l’attività. È indispensabile essere sempre consapevoli dei propri limiti e, quando il corpo ce lo fa capire, è bene prendere una pausa. Nelle escursioni in montagna è bene pianificare in anticipo il percorso, che dev’essere disegnato prendendo sempre decisioni informate. Ultimo dei consigli, ma non meno importante, è quello di portare cibo e acqua sufficienti per l’intera escursione. Uno degli sport invernali ancora poco praticati sulla neve ma bello e appagante è quello che presuppone l’uso delle ciaspole, attrezzature che consentono di camminare sulla neve profonda. La loro base larga distribuisce il peso, rendendo più agevole l’avanzata. Per praticare questa attività in modo sicuro e confortevole – si legge tra i consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana - è consigliabile avere, oltre alle ciaspole in regola, comodi e caldi scarponi da neve, bastoncini da trekking per mantenere l’equilibrio, abbigliamento adeguato e impermeabile. Molti non lo sanno ma sono numerosi benefici che questo sport può portare. Camminare con le ciaspole, infatti, è un ottimo esercizio aerobico. Questo tipo di attività stimola il sistema cardiovascolare, migliorando la circolazione e contribuendo al benessere generale del cuore. Rafforza i muscoli, perché tale attività fisica coinvolge soprattutto gambe e glutei, favorendo la tonicità e la resistenza di questi gruppi muscolari. Infine ha importanti ricadute a livello mentale: l’aria fresca e l’incantevole paesaggio invernale, caratteristiche delle escursioni con le ciaspole, hanno un impatto positivo perché offre un momento di relax e, riducendo lo stress, contribuisce a migliorare l’umore complessivo.
efficaci che possono essere prescritte anche dal medico di medicina generale e che devono essere assunte entro i primi 5 giorni dalla positività del tampone. Vale invece la pena ricordare che per quanto riguarda l’infezione Covid ma anche per l’infezione influenza da virus influenzale gli antibiotici vanno assunti esclusivamente dopo consulto con il medico. Infatti assumere inappropriatamente antibiotici non è utile e provoca, quale unico effetto, quello di determinare lo sviluppo di resistenze alla stessa terapia farmacologica”. Quando è necessario rivolgersi al Pronto soccorso? “Nella maggior parte dei casi le infezioni respiratorie possono essere curate a casa. Ci sono però delle condizioni in cui è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso. In primo luogo se l’infezione ha colpito una persona con co-patologia – cardiopatico, emopatico oppure di età molto avanzata - in secondo luogo se la persona colpita dall’infezione riporti dispnea, e cioè sensazione di mancanza di fiato, e in terzo luogo nel caso in cui la polsosimmetria, cioè quella semplice misura che molti di noi hanno imparato ad utilizzare durante il Covid - la polsosimmetria misurata al dito - fornisca un valore di saturazione ossimoemoglobinica uguale o inferiore al 92%. Qualora siano presenti queste tre condizioni a fronte di un’infezione respiratoria è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso”.
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I risultati di una nuova ricerca. La scoperta potrebbe cambiare l’approccio alla malattia
Tumore dell’ovaio, una diagnosi precoce è sempre più un obiettivo possibile
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na diagnosi precoce per il tumore dell’ovaio è oggi un obiettivo più vicino alla realtà: grazie, infatti, a nuove tecniche di analisi genomica è possibile identificare nei tamponi usati per il Pap test, il comune esame di screening dei tumori del collo dell’utero, la presenza di alterazioni molecolari, specifiche del tumore ovarico, con anni di anticipo rispetto alle prime manifestazioni della malattia. La diagnosi precoce del tumore dell’ovaio, i cui sintomi si manifestano tardivamente, è fondamentale per la sopravvivenza. Questa passa, infatti, a cinque anni dalla diagnosi, da appena il 30% per i tumori diagnosticati al III stadio a oltre il 90% per i tumori identificati al I stadio, quando la malattia è ancora nella fase inziale di sviluppo. “La sopravvivenza al tumore dell’ovaio dipende fortemente dal momento in cui la malattia viene scoperta: cambiare la nostra capacità di fare diagnosi precoce, significa cambiare le possibilità di cura. Ed è quello che crediamo sia possibile fare grazie a un approccio innovativo, implementabile su larga scala e non invasivo utilizzando i tamponi dei Pap test e applicando tecniche di analisi genomica in grado di identificare un’importante firma molecolare di questo tumore: la sua instabilità genomica”. Lo sostengono Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University e responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in Irccs, Istituto Clinico Humanitas, e Sergio Marchini, responsabile dell’Unità di Genomica traslazionale dello stesso istituto, che hanno ideato e coordinato lo studio, pubblicato sulla rivista “Science Transla-
tional Medicine”. La ricerca è stata condotta in maniera retrospettiva a partire dai tamponi di Pap test di 113 pazienti, raccolti e analizzati in collaborazione con numerosi centri su tutto il territorio italiano: Irccs Ospedale San Gerardo di Monza, Irccs Policlinico Gemelli di Roma, Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, l’Azienda
Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Istituto Mario Negri di Milano e l’Università degli Studi di Padova. In Italia ogni anno vengono diagnosticati più di 5000 nuovi casi di tumore all’ovaio, che si aggiungono alle circa trentamila donne che sono già in cura per la patologia. La forma più frequente di tumore ovarico è chiamato “carcinoma ovarico sieroso ad alto grado” (Hgsoc). Costituisce il 70%
di tutte le diagnosi e rappresenta purtroppo la forma più aggressiva e letale della malattia, spesso resistente ai farmaci chemioterapici anche perché diagnosticata in fase avanzata. Il tumore all’ovaio è infatti una patologia che non dà sintomi facilmente riconoscibili. “Il tumore all’ovaio viene diagnosticato quando ormai è in fase avanzata, quando cioè la malattia è diffusa in più organi. Il trattamento in questo sta-
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dio è molto complesso e spesso le pazienti vanno incontro a resistenza alla terapia” ribadisce la la professoressa Chiara Romualdi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova che ha partecipato alla pubblicazione su Science Translational Medicine. Negli ultimi decenni diversi gruppi di ricerca nel mondo hanno provato a mettere a punto una tecnica di diagnosi precoce per il tumore ovarico, senza successo. “A fare la differenza, questa volta, è l’idea di guardare a una caratteristica molecolare delle cellule tumorali: la loro instabilità genomica – spiega Sergio Marchini –. Oggi sappiamo che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il DNA delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. L’instabilità genomica è quindi una caratteristica primitiva e non condivisa con le cellule sane, e quindi un’ottima base di partenza per sviluppare un test di diagnosi precoce”. “Avere dei metodi per la diagnosi precoce diventa cruciale: nello studio appena pubblicato abbiamo dimostrato come sia possibile (usando campioni che vengono abitualmente presi per il Pap test, cioè, campioni non invasivi, facili da ottenere e già utilizzati per altri screening) identificare con largo anticipo rispetto al momento della diagnosi le alterazioni genomiche precoci tipiche delle cellule tumorali. Il lavoro – sottolinea la professoressa Romualdi– ha un’ampia parte sperimentale e una, altrettanto grossa, parte computazionale”.
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