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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
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Apoche settimane dalla notizia dell’assoluzione degli imputati, l’ascensore della Rocca torna protagonista della discussione. Questa volta a riaccendere i riflettori sulla questione sono state le dichiarazioni del consigliere Regionale Luciano Sandonà. “Rimane un buco dentro la montagna, un vuoto che invece si sarebbe potuto trasformare in volano per il turismo, l’economia locale e dare nuova linfa alla prestigiosa Rocca di Monselice” ha dichiarato Sandonà in una nota. “La lunga vicenda legata all’ascensore che avrebbe permesso la risalita dal centro di Monselice sino alla sommità della Rocca, prestigioso simbolo della città padovana e di grande valenza storicoarcheologica, finisce purtroppo con un lavoro mai terminato e soprattutto lasciando tanta amarezza”. L’ascensore, secondo il consigliere Regionale, avrebbe incentivato l’attrattività della città di Monselice, agendo da volano per l’economia locale. L’opera si è però risolta in un nulla di fatto che richiede ora la programmazione di strategie per rilanciare il Colle. Dichiarazioni, quelle di Sandonà, che hanno infiammato gli animi ai piedi della Rocca. “Monselice non sentiva certo la necessità di un pronunciamento del Consigliere regionale leghista Luciano Sandonà, volto a sollecitare la ripresa dei lavori per l’ascensore, un progetto inutile, costoso e pericoloso” ha chiosato Francesco Miazzi “Il consigliere leghista, per giustificare la validità del progetto di Monselice mette insieme ascensori, scale mobili, teleferiche sparse in giro per l’Italia, che poco hanno a che vedere con il progetto di ascensore nel contesto della Rocca e del percorso che porta alla sommità del Colle”. “Noi lo invitiamo caldamente ad occuparsi della grave situazione in cui versa il Colle dovuta ai frequenti movimenti franosi, alla presenza di una discarica nella cava, all’abbandono e al degrado di gran parte del patrimonio architettonico, per non parlare della chiusura all’accesso all’area del Mastio che, salvo rare eccezioni, dura dal 2018”. (m.t.)
della BassapadovanaAbbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene. È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Per il nuovo casello lungo la A13 pare non esserci pace: arriva un ricorso “per motivi aggiunti”. A presentarlo, per mezzo dei propri avvocati, una famiglia titolare di attività agricola in un’area oggetto di procedura espropriativa. La vicenda che vede protagonista il casello Monselice Sud-Pozzonovo si trascina da tempo e, nonostante gli annunci e l’approvazione dei progetti, i lavori non sono di fatto ancora iniziati.
“Di questo ricorso, protocollato il 16 marzo, non vi è traccia nelle comunicazioni degli amministratori e nemmeno il consiglio comunale è stato informato” ha commentato Francesco Miazzi.
“Nell’atto depositato al Tar del Veneto si evidenzia un’errata identificazione degli immobili oggetto di esproprio e numerose violazioni e false applicazioni di articoli di legge, e si conclude rilevando un eccesso di potere per difetto di istruttoria e erroneità dei presupposti con riferimento alla qualificazione dei beni da espropriare e per violazione di delega delle attività del procedimento espropriativo”. Da qui la richiesta della famiglia ricorrente di annullare ogni provvedimento approvato fino a questo momento, compreso il progetto definitivo su cui il consiglio della Rocca si era pronunciato a novembre scorso. “Non spetta a noi stabilire quanto siano fondati i motivi dei ricorrenti e attenderemo il pronunciamento del Tribunale” ha precisato il consigliere di Monselice Ambiente e Società. “Questo non è un nuovo ricorso”, ribatte il sindaco Giorgia Bedin. “Quando si impugna un atto che
fa parte di un procedimento complesso costituito da più atti, come successo nel 201 9, si devono impugnare anche tutti i successivi all’interno di quel procedimento e così è stato” ha spiegato il sindaco della Rocca “Tutte le motivazioni lette nel ricorso, come eccesso di potere, errata identificazione delle aree etc. non riguardano l’atto ma vizi del procedimento che si erano già perfezionati, o meno, nel 2019”. In sostanza, quindi, il ricorso così come presentato non sarebbe altro che un’integrazione conseguente all’approvazione del progetto definitivo lo scorso novembre. “Il sindaco non ha nascosto cose nuove e non ha comunicato perché non è cambiato nulla” ha ribadito
Giorgia Bedin “e rispetto al rischio blocco lavori che c’era poco prima della presentazione di questo ricorso, non sussiste alcuna variazione”.
Il primo cittadino ha anche sottolineato che, nonostante i ricorrenti non abbiano mai chiesto la sospensione lavori, se il Tar dovesse rivelare anomalie di sorta potrebbe bloccare il progetto in qualsiasi momento. “Se dovesse rivelarsi un errore nella procedura che non riguarda questa amministrazione si blocca tutto. Capita nelle opere pubbliche ma mi auguro non succeda anche se non dipende da me e da noi come amministrazione” ha concluso Bedin “Nel frattempo, le scorse settimane, abbiamo affidato l’incarico a uno studio tecnico per la validazione del progetto esecutivo che è l’ultimo passaggio”. In merito al ricorso, l’Amministrazione si è già costituita al Tar chiarendo la propria posizione.
L’iter per la costruzione del casello autostradale Monselice-Pozzonovo viene portato a Roma all’attenzione del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini grazie alla visita al Ministero della sindaca di Monselice Giorgia Bedin e della sindaca di Pozzonovo Arianna Lazzarini.
“Abbiamo discusso con Salvini di varie situazioni legate al casello - spiega Bedin - Si tratta di un incontro davvero importante, che ha un peso notevole sull’avvio del cantiere. Rappresenta anche un impegno delle amministrazioni per affrontare le tematiche che coinvolgono la costruzione dell’importante snodo. Si tratta di questioni delicate che vanno trattate nelle sedi opportune, ma nonostante le difficoltà degli ultimi anni, questo rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione del casello autostradale” conclude Bedin.
“Bene l’attenzione del ministro Matteo Salvini verso il casello Monselice-Pozzonovo - spiega la deputata della Lega e sindaco di Pozzonovo Arianna Lazzarini, promotrice dell’incontro - Un grazie al ministro e ai tecnici del Mit per l’attenzione dimostrata alla realizzazione del casello autostradale, un’opera fondamentale per il nostro territorio e per tutto il basso Veneto. Si tratta infatti di uno svincolo inserito
nel contesto industriale della zona che garantirà un positivo sviluppo del territorio e importanti ricadute economiche e occupazionali per entrambi i comuni” continua la deputata. “Una prova di sensibilità amministrativa e lungimiranza politica che consentirà di sviluppare una viabilità adatta alle esigenze della bassa padovana. Nonostante le difficoltà riscontrate, soprattutto durante la pandemia da Covid, registriamo un importante cambio di passo rispetto al passato. Avanti così” conclude Lazzarini.
Giada ZandonàIl caso. Il sindaco intanto precisa: “non si tratta di un nuovo ricorso”Martina Toso
Spunta una nuova antenna nel quartiere Marco Polo e scoppia la polemica. Dopo che un anno fa era stata installata la stazione radio base dalle società Inwit, Tim e Vodafone, nei giorni scorsi i residenti del quartiere monselicense hanno visto sorgere un’altra antenna. Nuova compagnia di telecomunicazioni, Iliad, e nuova posizione, in un’area privata di via Colombo, ma la storia sembra sempre la medesima. “Oramai si viaggia al ritmo di un’antenna all’anno nel quartiere Marco Polo” chiosano da Monselice Ambiente e Società “La richiesta (della nuova installazione n.d.r.) è presente da mesi negli uffici comunali e ci chiediamo perché non è stata informata la cittadinanza?
Perché non è stata fatta comunicazione nel Consiglio Comunale del 23 marzo scorso? Si nascondono queste cose, impedendo a tutti di confrontarsi sul tema, di mobilitarsi ed eventualmente di fornire indicazioni e suggerimenti”. Dito puntato, quindi, sull’amministrazione comunale della Rocca. “La legislazione vigente è certamente tutta a van-
taggio dei gestori, ma è altrettanto vero che questo Comune, grazie alle mobilitazioni degli ultimi vent’anni è dotato di un Piano antenne, che seppur limitato, aveva il pregio di evitare una diffusione selvaggia degli impianti e soprattutto la vicinanza a siti sensibili” ha proseguito il consigliere Francesco Miazzi “Se il Comune continua a non mostrare ostilità a questi impianti e accetta il fatto compiuto, continua a creare dei precedenti molto pericolosi, anche in vista delle nu-
merose richieste di antenne per la nuova tecnologia del 5G”. A preoccupare Monselice Ambiente e Società è l’inquinamento elettromagnetico e gli effetti biologici e sanitari che questo comporta. Preoccupazioni, quelle di Miazzi, condivise dagli altri consiglieri di minoranza e oggetto anche di un’interrogazione in sede consiliare.
La risposta di Palazzo Tortorini non si è fatta attendere. “La legislazione statale prevede che, qualora il gestore non trovi accordo con ente locale, possa trovarne uno di natura privata con un cittadino e installare antenna su quel territorio” ha sottolineato Stefano Peraro, assessore all’Urbanistica “Ricordo che tutte queste installazioni hanno parere favorevole degli enti, in particolare di Arpav per quanto riguarda la radioprotezione”. Unica altra alternativa per il comune sarebbe individuare aree e immobili pubblici come scuole, impianti sportivi o parcheggi, in cui concentrare la presenza di antenne e che, allo stesso tempo, coincidano con la necessità di ricezione. Martina Toso
Un nuovo campo da calcio in località Marendole: passo in avanti verso la sua realizzazione. Il consiglio comunale ha, infatti, approvato in via definitiva la variante che trasformerà 7 mila metri di terreno da zona residenziale ad area per uso pubblico, attrezzature, parco e giochi. A rendere possibile questa modifica al piano degli interventi é stato un accordo pubblicoprivato tra Palazzo Tortorini e la ditta Ital Real Estate Srl, proprietaria dello spazio.
“L’approvazione definitiva ci consentirà successivamente, e su questo l’amministrazione si è già mossa su indicazione del sindaco, la progettazione preliminare per la realizzazione di un campo da calcio in località Marendole” ha precisato l’assessore Stefano Peraro.
“La variante in adozione apparentemente lodevole da parte dell’amministrazione comunale non appare però appropriata dal punto di vista temporale e ambientale” ha commentato il consigliere Rino Biscaro “non va a risolvere il problema della mancanza di spazi per lo sport di squadra e non è stata preceduta da una valutazione più ampia sulla necessità di impianti sportivi del territorio”. (m.t.)
Il caso. Il recente annuncio del finanziamento regionale solleva critiche dall’opposizione consiliare
“Le videocamere, ovunque siano installate, sono nella disponibilità del potere, ossia di coloro che possono cambiare le regole della nostra vita”: con queste parole Silvia Muttoni torna a parlare di videosorveglianza ai piedi della Rocca. La questione, già dibattuta nei mesi scorsi, è tornata in primo piano dopo che Palazzo Tortorini ha annunciato di aver ricevuto dalla Regione un finanziamento di 48 mila euro da destinare alla sicurezza urbana. Il risultato, frutto della partecipazione a un bando dedicato, consentirà alla Giunta Bedin di implementare e potenziare il sistema di controllo sul territorio così da tutelare i cittadini monselicensi e la città stessa.
L’intervento andrà a completare un programma più ampio di tutela del decoro urbano che ha visto già l’installazione di telecamere nei punti nevralgici di Monselice. La notizia, però, non ha lasciato indifferente il consigliere di Siamo Monselice che già nei mesi scorsi aveva manifestato le sue perplessità rispetto alle scelte della maggioranza in tema di sicurezza.
“Bisogna distinguere la videosorveglianza dei varchi, posti all’ingresso della città, dalle videocamere installate oramai praticamente ovunque in città su decisione della Giunta, non dei cittadini” ha precisato Silvia Muttoni “I varchi rilevano even-
tuali auto rubate, mancate revisioni, assenza di assicurazioni mentre le altre videocamere sorvegliano tutto e tutti. Non esitiamo a dire che spiano, seguono, tracciano”. Questo secondo tipo di videocamere, secondo Muttoni, è stato installato senza che l’amministrazione della Rocca si ponesse il problema su una eventuale compatibilità con la tutela della riservatezza e delle libertà.
Ed è proprio sul tema della privacy, in relazione al riconoscimento facciale e non solo, che le opposizioni monselicensi si erano espresse quando il primo cittadino aveva manifestato l’intenzione di installare i sistemi di sorveglianza sia nelle vie del centro storico sia nelle frazioni. Il dibattito era arrivato anche
Silvia Muttoni del gruppo Siamo Monselice. “Bisogna distinguere i varchi all’ingresso della città dalle telecamere ormai installate ovunque che sollevano interrogativi legati al rispetto della privacy nella nostra città”
sul tavolo della sede consiliare. “Le videocamere installate nel 2023 riconoscono le persone e le possono seguire” ha aggiunto Muttoni “Forse hanno un’efficacia deterrente, ma aiutano assai poco in caso di illeciti compiuti, visto che i dati devono essere cancellati entro pochi giorni”.
“E se domani il potere ti negasse una cosa che tu oggi trovi naturale espressione della tua libertà?
Beh, allora avrà occhi elettronici per scovarti e sanzionarti ovunque” ha concluso Silvia Muttoni di Siamo Monselice “Quando scopriremo il potere delle videocamere sulle nostre vite sarà troppo tardi”.
Apparecchi in funzione oltre orario consentito: sanzionate tre sale slot ai piedi della Rocca. A permettere l’individuazione degli esercizi fuori regola un sistema di controllo da remoto a disposizione della Polizia Locale di Monselice grazie alla convenzione con l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli del Veneto. Un problema, quello del gioco d’azzardo, particolarmente sentito ai piedi della Rocca dove sono in vigore la Legge Regionale e un Regolamento comunale che prevedono misure di contrasto al fenomeno.
Tra queste, oltre all’introduzione di distanze minime tra le sale da gioco e i siti ritenuti sensibili, anche la determinazione di fasce di funzionamento per le macchinette. In particolare, le apparecchiature devono rimanere spente dalle 7 alle 9, dalle 13 alle 15 e dal-
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multarli.
“Le irregolarità accertate riguardano sale slot tanto del centro che della periferia: segno che il mancato rispetto delle regole è generalizzato” ha specificato il primo cittadino Giorgia Bedin
le 18 alle 20. Con i controlli delle scorse settimane, la Polizia Locale di Monselice è riuscita a scovare i tre esercizi che non stavano rispettando gli orari di spegnimento e a
“La Polizia locale continua ad essere attiva e presente nei controlli sul territorio perché il fenomeno del gioco patologico va prevenuto anche attraverso la repressione di chi infrange le regole. Indice che il fenomeno esiste e persiste con conseguenze pericolose e in qualche caso devastanti per chi ne soffre e i loro familiari”. “Questa Amministrazione continuerà ad intervenire con tutti i mezzi possibili affinché questa problematica inerente la dipendenza da gioco d’azzardo venga contenuta” ha concluso il sindaco della Rocca. (m.t.)
L’ associazione Ekopark e i volontari del Parco Buzzaccarini lanciano un appello all’amministrazione comunale per il rinnovo del parco giochi e delle strutture esistenti. Un appello che nasce sulla scorta delle segnalazioni da parte di genitori e frequentatori del Buzzaccarini rispetto alle condizioni delle giostrine che si trovano all’interno del parco cittadino, installate tra gli ‘90 e i primi anni 2000. Da quel momento non ci sono state nuovi inserimenti, fatta eccezione per le due nuove installazioni di quattro anni fa rese possibili grazie alla donazione di un’attività commerciale di Monselice. “Da 10 anni, cioè da quando siamo subentrati nella gestione del Parco, facciamo puntualmente, ma inutilmente, presente all’Amministrazione Comunale la necessità di una sostituzione e di un rinnovamento delle strutture esistenti” si legge in una nota di Ekopark e volontari “Questo riguarda le giostrine, il container dei bagni pubblici, la gestione straordinaria del patrimonio arboreo, della cinta muraria”. Una situazione a cui Ekopark ha cercato di far fronte come possibile in questi anni ma che oggi richiede un intervento più radicale e impegnativo di cui l’associazione non può farsi carico. “Finora abbiamo fatto tutto il possibile per riparare il riparabile, andando ben oltre la manutenzione ordinaria che ci compete, ma siamo purtroppo giunti al limite proprio per la vetustà delle strutture” hanno fatto sapere “Abbiamo dovuto prendere atto che nuove giostrine e parchi gioco sono stati installati pressoché ovunque, fuorché nello spazio pubblico indiscutibilmente più frequentato dalle famiglie di tutto il territorio”.
Le condizioni precarie di alcuni giochi presenti nel parco, in assenza di altre soluzioni, comporterà di qui a breve la loro chiusura con transenne. Da qui l’appello a intervenire rivolto a Palazzo Tortorini ma anche alle attività economiche della città affinché regalino strutture di gioco per i più piccoli. “Noi stiamo facendo del nostro meglio, con la gestione del chiosco e attività correlate, prendendoci cura del verde, degli animali, delle strutture, organizzando eventi ed iniziative per i cittadini di ogni età,
Cementeria, i comitati monselicensi scrivono a Giordani e chiedono limiti più restrittivi
dedicando tutto il nostro tempo e le nostre risorse per rendere bello e accogliente uno spazio che continuiamo a considerare un bene comune” hanno concluso Ekopark e i volontari “Ma purtroppo non disponiamo delle risorse che sarebbero necessarie per questi interventi”. L’invito è quello a sottoscrivere la petizione nel chiosco del Parco Buzzaccarini e a diffondere l’iniziativa.
La questione cementeria di Monselice arriva in provincia: i comitati “Lasciateci Respirare” ed “E noi?” hanno inviato al Presidente Sergio Giordani una lettera con le osservazioni sul verbale di Arpav relativo agli ultimi controlli del 2022. “Il complesso lavoro ha l’intento è di fornire ai decisori politici un quadro preciso e consapevole sulle incompatibilità di tale stabilimento rispetto agli obiettivi di sviluppo del Parco Regionale” hanno spiegato i Comitati. Nel documento sottoposto a Sergio Giordani anche una serie di proposte di miglioramento tra
cui “l’adozione di limiti più restrittivi alle emissioni che, come misurato da ARPAV, presentano flussi di massa particolarmente significativi e difficilmente compatibili con la destinazione agricola ed a Parco dei luoghi interessati dalle deposizioni”. “Lasciateci Respirare” ed “E noi?” hanno, poi, inserito nella loro missiva una serie di richieste che mirano all’implementazione del controllo sull’attività della Buzzi Unicem.
Da un lato le verifiche sul materiale stoccato all’aperto nell’area del Pet Coke, già protagonista della discussione nelle scorse settimane, e dall’altro la formalizzazione di protocolli di monitoraggio periodico sui materiali utilizzati nel processo produttivo. “I flussi emissivi misurati al camino da ARPAV, pur rispettando i limiti indicati nelle autorizzazioni, appaiono particolarmente elevati: ad esempio alcuni composti ad effetto particolarmente tossico e/o cancerogeno” hanno concluso i Comitati “Per questi motivi l’affermazione l’impianto rispetta i limiti di emissione non può fornire adeguata garanzia di sostenibilità ambientale, nel contesto del Parco Regionale e della vicinanza di una scuola a tempo pieno elementare e della prima infanzia”. (m.t.)
L a salute dei giovani atleti che frequentano il secondo campo da rugby protagonista di un’interrogazione indirizzata alla Giunta Bedin. A firmarla il consigliere di minoranza Santino Bozza che nel corso degli anni si è più volte espresso sul tema manifestando anche perplessità circa le condizioni del campo.
“Quello che io vado a denunciare da tempo è lo stato dei luoghi e una condizione poco idonea per la salute dei giocatori in prevalenza bambini in fase di sviluppo fisico” ha sottolineato Bozza
“Ci sono migliaia di mezzi che ogni giorno entrano ed escono da autostrada, soprattutto mezzi pesanti”. A questo si sommano una metratura non regolamentare, l’utilizzo di un terreno non idoneo e gli avvallamenti presenti, oltre alle caditoie di cemento in mezzo al campo. “Consiglio al Sindaco di far installare ad Arpav
una centralina in entrata al nuovo campo da rugby di via Orti per verificare se il traffico in entrata e in uscita crei problemi di inquinamento e di conseguenza di salute per i giocatori” ha chiosato Bozza.
Il nuovo campo da rugby era stato suo malgrado al centro della
Il presidente della società Brunazzo: “abbiamo preteso l’installazione di una centralina di all’interno dell’impianto”
cronaca anche nelle scorse settimane quando Società Autostrade Spa ne aveva richiesto la dismissione per il presunto illecito della sua realizzazione in una zona di pertinenza autostradale e senza i dovuti permessi. A inoltrare la segnalazione alle autorità di
competenza era stato lo stesso Santino Bozza.
“Io mi sono trovata il campo da rugby fatto e mi sono preoccupata di migliorarne le condizioni.
L’area adesso è sistemata e ripulita da quei residui di cemento e vari materiali” la risposta di
Un quarto di secolo per la “Compagnia Arcieri Storici di Monselice” che ha raggiunto questo importante traguardo lo scorso mese. E non è l’unica novità per il gruppo: lo storico presidente Vincenzo Nocera, infatti, ha passato il testimone a Maria Grazia Frenna. La compagnia monselicense, nata per volontà di alcuni appassionati di tiro con l’arco e di storia medioevale, in questi 25 anni di attività ai piedi della Rocca ha continuato a crescere e a formare nuovi arcieri. In un luogo come Monselice, dove la rievocazione storica è diventata parte integrante delle tradizioni cittadine, la “Compagnia Arcieri Storici” si è trovata più volte ad affiancare la Giostra della Rocca fornendo non solo consulenze ma anche atleti di ottimo livello. Lo stesso presidente Nocera ha formato generazioni di arcieri trasmettendo loro la tecnica e la passione per uno sport che
unisce competizione, rievocazione e ricerca.
Bedin alle accuse “Detto questo, credo che preoccuparsi della salute dei ragazzi sia fondamentale”.
E a farlo è anche, e soprattutto, Giuliano Brunazzo in qualità di presidente della Società Rugby Monselice. “Io ho molto a cuore
“Essere arrivati a 25 anni di storia del gruppo è motivo di gioia per tutti” ha affermato la neo presidente Maria Grazia Frenna “L’impegno che tutti hanno messo in campo ha dato i frutti sperati e oggi possiamo festeggiare questo importante traguardo. Auguro un buon anniversario a tutta la compagnia”. Nel corso dei decenni è stato portato avanti il progetto, che ha avuto esito positivo, di aprire le porte alle donne invertendo la rotta rispetto alla consuetudine che intende il mondo degli arcieri come una realtà prettamente maschile. Dal 2012 la compagnia è entrata anche a far parte attiva della Fitast, Federazione Italiana Tiro Arco Storico Tradizionale, dove si è distinta proprio nella categoria femminile grazie a Geltrude Milani. Attualmente il gruppo guidato da Frenna conta 34 persone. (m.t.)
la situazione del campo da rugby e della società che ho fondato quasi 50 anni fa” ha precisato Brunazzo “L’aria del campo è stata monitorata con installazione di una centralina da parte di Società Autostrade Spa in vista della terza corsia e ho preteso che la centralina fosse installata all’interno dell’impianto”.
Una cabina di misurazione, quindi, con cui è stato valutato il grado di inquinamento in prossimità del secondo campo da rugby e i cui risultati sono in mano al presidente.
“Io ho tutti i dati e non solo sono confortanti ma direi meglio ancora” ha concluso Brunazzo. L’unico picco rilevato dalla centralina risale allo scorso anno, nel mese di giugno, durante i lavori di rifacimento dell’altro campo da rugby quando l’attività della società era già sospesa.
Martina TosoUna frazione rimessa a nuovo: dall’asfaltatura all’ascolto dei cittadini, una nuova vita per Schiavonia. Sono terminati i lavori di riasfaltatura nella frazione di Schiavonia, che hanno coinvolto via Crosara e via Bosco Crosara. L’intervento, fortemente voluto dai residenti, giunge a compimento di una serie di altre iniziative realizzate nella frazione: «Dopo che negli ultimi mesi sono stati realizzati i marciapiedi e i sottoservizi in via Chiesa Schiavonia e via Crosara e a seguito dei lavori eseguiti in sinergia con Acquevenete spa, sono state ultimate anche le riasfaltature» commenta il sindaco Matteo Pajola «Si tratta di una precisa scelta nell’ottica di procedere in una visione complessiva di riqualificazione della frazione». Infatti dallo scorso autunno è stato messo in campo “il bilancio partecipato” che ha permesso ai cittadini delle frazioni di portare all’attenzione dell’amministrazione comunale numerosi interventi di riqualificazione di alcuni spazi o per la creazione di servizi. «La forma del “bilancio partecipato” ci ha permesso di portare avanti degli interventi che non vengono
calati dall’alto del palazzo, ma che sono pensati dai e con i cittadini» continua Pajola «Questo strumento ci permette di comprendere le esigenze delle piccole comunità. Si tratta di un indicatore molto importante che ci permette di orientare gli interventi e le spese.
Le richieste pervenute da Schiavonia non possono essere messe in pratica subito, ma verranno attivate nel corso del nostro mandato» conclude Pajola. La frazione di Schiavonia dovrà quindi attendere ancora del tempo prima di vedere altri interventi, ma un passo in avanti è già stato fatto: «In pochi mesi il centro di Schiavonia ha vi-
sto la realizzazione di nuovi marciapiedi, il rifacimento della rete idrica a cura di Acquevenete, con l’inserimento della fognatura dove mancava e oggi, con la bella stagione l’intervento, il rifacimento del manto stradale» prosegue l’assessore alla Viabilità Alberto Fornasiero «Si è scelto di riasfaltare anche un ulteriore tratto di via Crosara, prossima al centro della frazione, così come alcuni tratti di via Bosco Crosara la cui pavimentazione stradale era ammalorata da tempo» conclude Fornasiero.
Giada ZandonàUna nuova veste per l’area giochi per bambini dei Giardini del Castello. Il Comune in il mese scorso è intervenuto per rimettere a nuovo, con lavori di riqualificazione e miglioramento, l’area dedicata ai più piccoli, inserendo anche un nuovo camminamento in calcestre che permette un più agile attraversamento dell’area anche a chi presenta difficoltà psicomotorie. Non solo: sono stati riqualificati i giochi presenti, in particolare il gioco a torre più amato dai bambini, con interventi che hanno migliorato la sicurezza, l’aspetto e l’accessibilità dello stesso. Inoltre, è stato realizzato anche un nuovo manto erboso oltre all’illuminazione e all’inserimento di una nuova fontanella. I lavori sono durati circa 30 giorni ed hanno restituito alla città uno spazio rinnovato e moderno. «Si tratta di una delle aree gioco più importanti e frequentate durante tutto il corso dell’anno da bambini e famiglie, che meritava da tempo un importante intervento di riqualificazione» commenta l’assessore Alberto Fornasiero «Era una richiesta che arrivava da numerose famiglie, sulla quale avevamo preso anche un impegno di mandato». I lavori di riqualificazione dell’area giochi si inseriscono in un più ampio progetto di valorizzazione dei Giardini del Castello, già avviato con l’intervento in corso nel Foro Boario. (g.z.)
Politica. Il commento di Roberta Gallana dai banchi dell’opposizione in Consiglio comunale
“Bocciamo il bilancio di previsione 2023 con cinque gravi insufficienze” questo il commento della consigliera Roberta Gallana dopo la discussione in consiglio comunale di ciò che è stato fatto nell’anno scorso e di ciò che verrà messo in campo nell’anno corrente.
«I cantieri sono fermi o fortemente in ritardo e sono poche le risorse per le manutenzioni ordinarie di strade, marciapiedi e verde» spiega Gallana «Quanto costeranno le gru impiantate e ferme come per la palestra del Vescovile o per il restauro della parte centrale della scuola “G. Carducci”? Per non parlare poi dei cantieri mai iniziati. Per la manutenzione di strade, porfido e marciapiedi fortemente ammalorate e pericolose le risorse a disposizione saranno del tutto inefficaci rispetto alle necessità». La preoccupazione della consigliera si concentra poi nelle opere pubbliche finanziate dal Pnrr: «In un anno e mezzo sono riusciti a preparare solo il bando per la progettazione, quindi non sono ancora pronti neppure i progetti» continua Gallana che non approva anche la gestione del verde: «Per le consulenze sul verde si sono spesi ben 54 mila euro, mentre per il lavoro concreto di potature le risorse sono state e sono limitate» continua la conigliera «Sull’ambiente le criticità sono molto evidenti: Il problema
odorigeno si è fortemente intensificato. L’assessore Loris Ramazzina ha inserito in Sesa una presidente che ha pensato solo a raddoppiarsi lo stipendio. Nessun confronto con la società partecipata, con gli allevatori, con le associazioni degli agricoltori. Sta seguendo l’ordinario con molta difficoltà dimenticando la svolta ecologica che aveva promesso». Non va bene nemmeno per le attività economiche: «Da due anni Pajola continua a dimenticare le micro imprese, i negozianti e le piccole attività economiche. Este non è più attrattiva, si sta spopolando e con il calo delle vendite molti negozi e bar hanno o stanno chiudendo incapaci di pagare affitti e dipendenti. In moltissimi comuni sono stati creati progetti di sostegno o di riduzione dei co-
La minoranza sottolinea: “i cantieri sono fermi o in forte ritardo, poche le risorse per le manutenzioni, non sono ancora pronti i progetti del Pnrr, a parte un bando, non va bene nemmeno per le attività economiche”
sti per plateatici, ma qui c’è stato il nulla» continua la consigliera «Nel resoconto delle attività dell’ anno scorso compare la parola “lavoro” solo per i corsi di formazione per i dipendenti comunali e anche qui poi c’è il nulla. Per il 2023 gli obbiettivi sono confusi e teorici, nulla di concreto. A differenza dei percorsi formativi fatti in passato dalla mia amministrazione, creati in collaborazione con la Regione veneto, con il centro per l’impiego e i centri di formazione professionale che hanno permesso a molte persone di formarsi e trovare lavoro come autisti o nel settore tessile e della moda» conclude Gallana «Insomma, ancora una volta Pajola e la sua squadra dimostrano di amministrare il niente».
Giada ZandonàAnche per la consigliera Lucia Mulato, l’amministrazione di Pajola non ha fatto abbastanza per le politiche sociali: «Nel bilancio di previsione il sociale presenta forti lacune: non si percepisce la funzione del Comune come coordinatore di reti sociali in un momento economico e psicologico così delicato» spiega Mulato «Servono progetti straordinari per alcune fasce di persone fragili. Non si può solo attendere la conclusione dei progetti finanziati dal Pnrr.
Nel bilancio di previsione è scioccante anche la scarsa attenzione verso le persone con disabilità. Con il progetto Pinqua, nella nostra precedente amministrazione abbiamo messo a disposizione quasi 2 milioni di euro per l’ab-
battimento delle barriere architettoniche e Pajola stralcia completamente dal bilancio anche il turismo accessibile» conclude Mulato «Si spendono 12 mila euro
lilla, per dare cioè impulso al turismo disabile e promuovere la città di Este a livello nazionale».
La consigliera inoltre sottolinea uno scarso interesse per i giovani: «Il tavolo contro le dipendenze non è proseguito., l progetto 4 H per gli adolescenti, finanziato con 400 mila euro di contributi nazionali per la povertà educativa minorile aveva l’intento di durare e invece si è trasformato in una debole spin off che offre un doposcuola per due pomeriggi, iniziato a fine marzo che durerà fino a maggio» conclude Mulato.
La ventesima edizione di Este in Fiore ha festeggiato un compleanno da record. Nella tre giorni dedicata al florovivaismo nazionale di qualità, al florovivaismo veneto e ai prodotti tradizionali di eccellenza sono state superate le 80.000 presenze complessive, fanno sapere gli organizzatori.
All’interno dei Giardini del Castello, gli oltre 100 espositori di qualità provenienti da tutta Italia, hanno attirato visitatori, appassionati e curiosi. Anche lungo le vie del centro storico si sono riversate migliaia di persone per acquistare presso gli stand. Soddisfatti gli espositori, sia quelli storici sia quelli alla loro prima edizione, positivamente sorpresi della qualità dell’organizzazione e dell’elevato numero di presenze.
nuove proposte. - commenta l’assessore alla cultura, manifestazioni e grandi eventi Luigia Businarolo. - Molto apprezzati anche gli eventi culturali. Un grande ringraziamento va alle Associazioni e a tutti coloro che hanno contribuito a questo successo. Entusiasti anche pubblici esercizi, negozi e operatori del centro storico, che godono per l’impatto di una presenza di visitatori come non si vedeva da tempo. In molti hanno testimoniato che si è finalmente tornati ai numeri dei tempi d’oro delle migliori edizioni di Este in Fiore”.
per la comunicazione di tre giorni di Este in Fiore ma non si trovano
2.500 euro annui per la bandiera
«Basta uscire il pomeriggio o la sera per capire che da Este i giovani se ne sono andati. Mancano progetti, eventi e percorsi formativi per loro».
“Da anni non si viveva un weekend di festa così particolare per il nostro Comune e per tutto il territorio. – ha commentato il sindaco Matteo Pajola. - E’ stato raggiunto l’obiettivo di tornare a una kermesse di riferimento a livello nazionale per qualità di proposte e numeri di presenze e vendite. Ora l’obiettivo è mantenere e, se possibile, superare nei prossimi anni questo livello”.
“È stato determinante il ritorno alla qualità con espositori storici e
L’allestimento scelto per questa edizione ha messo l’accento anche sul clima che cambia e la necessità di far fronte alla siccità e alla crisi idrica. Non sono mancate le perplessità e alcune critiche. “Esplorare nuovi mondi e nuovi orizzonti nella natura – ha ribadito l’assessore Businarolo - può essere un’esperienza entusiasmante e gratificante, ma anche un momento di riflessione e di rielaborazione, specialmente in un momento come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da fenomeni climatici estremi che ci spiazzano e che spesso ci impediscono di instaurare con l’ambiente che ci circonda un rapporto sereno”.
Este in Fiore, 80 mila presenze “Kermesse di livello nazionale”La folla in centro per Este in Fiore (foto Comune di Este)
Prevenzione, contrasto e sicurezza: al via il progetto ministeriale “scuole sicure”. L’amministrazione comunale ha ottenuto un contributo di 13.854 euro per le attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei plessi degli istituti scolastici ed ha quindi firmato un protocollo d’intesa con la Prefettura di Padova per l’installazione di tre punti di ripresa di videosorveglianza nella scuola media “G. Carducci” di via San Martino.
«L’installazione dei punti di ripresa risultano di primaria importanza per la sicurezza dell’area da monitorare nelle immediate vicinanze del plesso scolastico»
Agujari Stoppa:
spiega il consigliere comunale Stefano Agujari Stoppa «Si tratta di un ulteriore elemento di sicurezza, dato che l’area è frequentata dai giovani anche in orari extrascolastici. Abbiamo voluto porre una particolare attenzione ai punti di accesso della scuola ed al parcheggio. Nel progetto abbiamo elaborato due momenti di prevenzione, quello della presenza fisica degli agenti di Polizia locale che avviene negli orari di ingresso ed uscita degli studenti e quello appunto di videosorveglianza permanente».
Stoppa sottolinea che la presenza degli agenti è già stata attivata da alcuni mesi, mentre le telecamere saranno posizionate entro fine mese: «Anche le famiglie ci hanno chiesto di implementare la sicurezza a scuola e riteniamo che queste azioni facciano capire ai ragazzi che ogni loro azione viene monitorata a tutela dei minori che sono una fascia fragile della nostra comunità».
Il contributo economico inoltre, servirà anche a riparare i sistemi di videosorveglianza posizionati in via Vigo di Torre, in località Pozzetto e in via Deserto che hanno subito un danneggiamento a causa di un fortunale nell’agosto scorso. «La presenza delle telecamere costituisce un importante deterrente per pre-
venire danneggiamenti o attività criminali e per le attività delle forze dell’ordine si di prevenzione che di repressione» continua Stoppa «Ad inizio anno abbiamo anche partecipato ad un bando per l’implementazione della videosorveglianza non solo della città di Este ma di tutti i Comuni in convenzione con la nostra Polizia Locale, cioè Baone, Cinto Euganeo, Vo’, Sant’Elena e Lozzo Atestino» continua Stoppa «Restiamo in attesa della graduatoria
Abbandono rifiuti, scattano le prime multe, il sindaco: “tolleranza zero”
per poter portare a compimento anche questo importante progetto. Nel 2021 invece avevamo ottenuto con i Comuni consorziati un contributo da parte della Regione Veneto per l’installazione di punti di videosorveglianza sul territorio. In questi giorni stiamo portando a compimento la parte tecnica di ricezione del segnale per poter procedere ed a giugno partiremo con la gara per l’installazione» conclude Stoppa.
Giada ZandonàPugno di ferro contro i “furbetti” che abbandonano rifiuti: sono scattate le prime 10 multe da 200 euro. La mancanza di educazione, di amore per l’ambiente e buon senso viene sanzionata pesantemente dagli agenti del Corpo di Polizia Locale attraverso un’attenta attività di monitoraggio del territorio. «Abbiamo monitorato le aree in cui sono presenti cassonetti grazie all’utilizzo di fototrappole mobili e telecamere di videosorveglianza» spiega il consigliere delegato alla sicurezza Stefano Agujari-Stoppa «Nelle prime settimane di
attività, abbiamo già constatato una decina di violazioni, per abbandono o errato conferimento dei rifiuti ed ai trasgressori arriverà la notifica della sanzione amministrativa». Nella prima attività di monitoraggio, è stato riscontrato che le zone maggiormente colpite dal fenomeno di abbandono dei rifiuti sono situate nella frazione di Prà, in zona ex Saffa e in via Olmo.
Si tratta soprattutto di materiali ingombranti non idonei al conferimento nei cassonetti, ma anche di rifiuti abbandonati al di fuori degli appositi bidoni. La nota dolente è che la maggior parte delle violazioni è stata commessa da cittadini non residenti ad Este. «Tolleranza zero verso chi abbandona i rifiuti» sottolinea il sindaco Matteo Pajola «Questo è solo il primo passo di una più ampia campagna di prevenzione dell’abbandono di rifiuti, che sarà prolungata e intensificata anche grazie alla collaborazione con tutte le forme sociali del territorio». (g.z.)
“Abbiamo elaborato dei momenti di prevenzione e di presenza fisica degli agenti di polizia locale”
“Ci sto? Affare Fatica!” è il progetto rivolto ai giovani che ha voluto avviare l’amministrazione Comunale di Este, sulla scia del successo che ha ottenuto nei Comuni che lo hanno già attivato. L’iniziativa, con uno stanziamento di 15 mila euro punta a coinvolgere i giovani attraverso attività aggreganti e di socializzazione, che valorizzino i mesi di vacanza estivi, stimolando i partecipanti, cioè ragazzi tra i 14 e i 19 anni, in attività concrete di volontariato, cittadinanza attiva e di cura dei beni comuni. Il progetto sarà attivo per tre settimane dal 17 luglio al 4 agosto, e prevede la formazione di gruppi composti da circa 10 giovani, guidati da un tutor volontario e da un adulto.
I ragazzi si occuperanno di alcuni interventi di manutenzione dei beni comunali e saranno attivi dal lunedì al venerdì dalle 08.30 alle 12.30. Ci saranno 7 squadre, una per ogni macro area della città, in modo che ognuna abbia un intervento mirato, effettuato attraverso la collaborazione tra i giovanissimi residenti e le formazioni sociali che insistono su quella porzione di territorio. I giovani volontari e i tutor saranno premiati con dei “buoni fatica” settimanali, del valore di 50 euro per i ragazzi e di 100 euro per i tutor, da poter spendere negli esercizi commerciali aderenti al progetto.
«L’esperienza da a un lato sarà estremamente formativa per i giovani, impegnandoli direttamente nella cura della città e dall’altro sarà un modo per realizzare interventi preziosi per il decoro urbano e la manutenzione dei beni comuni» spiega l’assessore alle politiche giovanili, Associazionismo e Bilancio Andrea Quadarella «Vogliamo convogliare lo sforzo dei ragazzi in attività come la manutenzione e pulizia di alcuni monumenti di importante valore commemorativo. Altre attività spazieranno dalla cura del verde pubblico a interventi su arredo urbano e decoro pubblico.
Per tre settimane i giovanissimi avranno la possibilità di fare un’esperienza partecipativa che li vedrà attori protagonisti negli interventi dell’amministrazione,
diffusi sul territorio. È un bellissimo esempio sia di prossimità tra istituzioni e cittadini, sia di diffusione di un modello valoriale sano in ambito giovanile. L’impegno economico ricadrà in un’ottica di centralità diffusa e sussidiarietà orizzontale, su località e quartieri, tra costo degli interventi e riconoscimento dell’impegno dei nostri giovani» conclude Quadarella.
Giada ZandonàIl Comune, in collaborazione con il Rotary Club Este, ha aderito al Progetto 400, un’iniziativa promossa dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Padova. Il mese scorso è stato piantato ai Giardini del Castello uno degli alberi monumentali del futuro, alla presenza dell’Amministrazione Comunale, del Rotary Club Este e del professore Lucio Montecchio dell’Università di Padova e insieme agli alunni dell’Istituto Comprensivo di Este - sezione “G. Carducci”. Con il Progetto 400, l’Università di Padova si è impegnata a mettere a dimora, studiare e preservare
nei prossimi quattro secoli gli alberi monumentali del futuro. Sono stati scelti i Giardini del Castello per dare il via al progetto, attraverso la piantumazione di una Roverella - Quercus pubescens -, un albero resistente e adattabile, che sarà oggetto di cure e studio da parte dell’Università di Padova per i prossimi 400 anni. Non solo, sempre il 21 marzo nella “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, nella scuola primaria Unità d’Italia, è stato piantumato un nuovo albero che sarà dedicato alle vittime delle mafie, alla presenza del poliziotto Luciano Tirindello e Giuseppe Sammarco, gli angeli custodi di Giovanni Falcone. Seguendo invece il filone della Giornata delle foreste, insieme alla Guardia Forestale sono state posate le targhe di “alberi monumentali” alla storica magnolia presente all’interno del chiostro di Santa Maria delle Consolazioni e al bicentenario glicine che si trova all’ingresso dei Giardini del Castello. Nell’area verde vicino al cimitero Maggiore, invece sono stati piantati degli alberi dedicati alle vittime delle mafie con la presenza del Circolo Legambiente e con il Presidio Libera. (g.z.)
Un servizio di aggiornamento in tempo reale della viabilità sulla Romea, creato dai cittadini per i cittadini. È la storia del gruppo Facebook “Tutta la Romea minuto per minuto”, creato da Matteo Tonello con l’intento di offrire un canale di informazione immediato per tutti i frequentatori della statale 309. Quando e come nasce l’idea di creare un gruppo in cui informarsi?
“L’idea nasce nel giugno 2014. Ero in autobus ed eravamo fermi da tre ore a causa di un incidente. Mi sono detto: “Ci vorrebbe un gruppo in cui chiunque possa fare segnalazioni sulla viabilità in tempo reale”. E da lì mi sono messo all’opera per crearlo. Non avevo mai fatto nulla di questo genere prima, ma in breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio e senza alcuna sponsorizzazione o promozione, soltanto con il passaparola della gente”.
C’è qualche battaglia che avete seguito?
“Abbiamo seguito parecchie battaglie negli anni. Fra queste la più importante sicuramente riguarda l’aver dato voce alle segnalazioni dei cittadini in merito alla situazione di degrado della fermata sulla Romea all’altezza di
Sant’Anna di Chioggia: in qualche modo siamo riusciti a giungere al cuore dell’amministrazione, perché alla fine ci ha dato ascolto e ha provveduto. Dopo vari incontri con l’Anas, non hanno semplicemente posizionato delle pensiline per la fermata, come mi sarei aspettato, ma hanno provveduto proprio a modificare la viabilità, creando anche uno spiazzo per i bus e facendo davvero un gran lavoro. È stata una grossa soddisfazione per il gruppo, perché ci ha fatto capire che possiamo fare qualcosa anche per il sociale”.
Il gruppo sembra piuttosto ordinato. Come fate?
“In breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio, soltanto con il passaparola della gente”
“Il nostro impegno è proprio tenere a bada questo tipo di individui, bloccandoli, silenziandoli o cancellando i post ripetitivi e le foto, che non sono consentite per una questione di privacy”. Quanto è impegnativo gestire un gruppo così?
“Parecchio. Fortunatamente però posso contare sul grande sostegno dell’altra amministratrice, Michela Tuzza, oltre che sul supporto dei membri che non si risparmiano dal segnalare post ed eventuali problemi. E poi c’è un grande aiuto anche da parte delle forze dell’ordine: con la polizia locale di Chioggia abbiamo un ottimo rapporto”.
Una nuova parete interamente olfattiva per conoscere le piante con effetti benefici per l’organismo: al Musme di Padova l’omaggio ad una scienza antica. I primi orti botanici erano delle raccolte di erbe medicinali per la preparazione dei “semplici” (le droghe grezze) della farmacopea in uso, da cui deriva il termine “Giardino dei Semplici”. Nel 1545 nasce proprio a a Padova l’Orto Botanico, oggi il più antico “orto medicinale” universitario al mondo.
Viene inizialmente concepito come un laboratorio didattico d’eccellenza per insegnare ai futuri medici le proprietà terapeutiche delle piante allora conosciute. È un tributo a questo
meraviglioso luogo padovano, già Patrimonio Unesco, la parete del Musme dedicata alla terapia farmacologica e che ospita alcuni
dei meravigliosi erbari di cui si possono ammirare altri esemplari nel Museo Botanico, inaugurato il mese scorso.
A completare questa esposizione è la nuova parete interamente olfattiva, che permette al visitatore di interagire con delle campane profumate che attivano delle cornici luminose sulle quali sono raffigurate le piante e descritte le loro funzioni benefiche. La parete, inoltre, è stata progettata con un occhio attento all’accessibilità e all’inclusione: tutte le campane sono poste ad altezza accessibile a bambini e a persone in carrozzina, mentre il pubblico può agevolmente interagire seduto su comodi puff. Pensare a percorsi espositivi che integrano il più possibile la visita di diversi tipi di utenza è la sfida che il Musme si è data per il prossimo triennio. (m.t.)
Sociale. Le iniziative dei giovani presentate in Provincia e in Senato
In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo si sono svolte alcune importanti iniziative che hanno legato i 102 comuni della Provincia di Padova e Roma. Protagonisti cinque giovani padovani con il disturbo dell’autismo: Enrico Balestra, Nicola Barzon, Ludovico Lancia, Enrico Ortile e Alessandro Padrin. Cinque amici, una squadra, ciascuno di loro ha trovato una sua propria dimensione di espressione: Enrico con le rampe con i Lego, Nicola con i video sulle sue avventure, Ludovico con i suoi libri, Enrico con i suoi racconti, Alessandro con le sue opere d’arte. L’idea delle rampe clorate con i mattoncini Lego ha avuto successo: ne sono già state realizzate 8, e sulla campagna di raccolta sono già attivi alcuni comuni veneti. “L’’idea è quella di tenere insieme gioco, arte e lavoro”, ha detto
il vicepresidente della Provincia di Padova Vincenzo Gottardo.
“Vogliamo invitare tutti i 102 Comuni del territorio a sollecitare ad aderire a questa iniziativa e a sollecitare quante più persone possibile a raccogliere i mattoncini Lego magari dimenticati o non più utilizzati, per costruire rampe colorate che abbattano le barriere architettoniche.
L’iniziativa inoltre potrebbe diventare anche un progetto pilota non solo a livello locale, ma anche nazionale. Si tratta di un progetto in cui si fondono l’ inclusività e l’economia circolare. Spero davvero che la nostra provincia di Padova possa ottenere ampio riscontro da tutto il territorio”.
L’idea è nata nel 2020, dopo il lockdown, quando i cinque Talents sono stati sollecitati a far emergere la loro creatività e le loro passioni. Chi si è dimostrato abile nella scrittura, chi nella vo-
glia di viaggiare, di esplorare, chi con i Lego.
I cinque talenti padovani sono stati ricevuti dal sindaco di Sel-
vazzano Dentro, Giovanna Rossi:
“il progetto delle rampe colorate è un connubio tra inclusione sociale e lavorativa, creatività,
La lunga attesa è finita, Villa Selvatico a Battaglia Terme, scenografica e suggestiva nella sua eleganza, è ora aperta al pubblico. La storica villa è stata realizzata a metà del ‘600 dalla famiglia padovana Selvatico sul Colle di Sant’Elena, 32 metri di altezza affacciati sui Colli Euganei. L’opera di ispirazione palladiana, custodisce affreschi di pregio, la galleria nella roccia, l’antico oratorio di Sant’Elena, una scalinata di 144 gradini - unica del suo genere - impreziosita da giardini termali romantici con laghetti di acqua calda termale, progettati nell’800
dall’architetto paesaggista Giuseppe Jappelli.
“Siamo felici di poter accogliere i visitatori, i residenti ed i turisti negli spazi nobili della Villa e nel giardino storico, arricchito da laghetti con acqua calda sorgiva, circondati da un parco di 11 ettari con alberi secolari- spiegano i proprietari Alberta ed Adriano Miola -. La nostra filosofia è quella di rendere Villa Selvatico un polo culturale e di ricerca, oltre che un luogo di relazioni tra arte, natura e territorio”.
“L’essenza di Villa Selvatico è racchiusa in tre parole: emozione, equili-
brio, eleganza” - aggiunge la responsabile di Villa Selvatico Roberta Pagliani.
“Il mistero che avvolgeva un tempo la dimora abbandonata si accompagnava alla tristezza del vedere così tanta bellezza non valorizzata e isolata dal territorio e dalla comunità - sottolinea Marco Miola - Questa sensazione, combinata al desiderio di mettersi in gioco, ha spinto la mia famiglia a intraprendere l’ambizioso progetto di ridare vita a una dimora storica di così grande significato”. I lavori di restauro del parco e della Villa sono duranti tre anni.
abbattimento delle barriere architettoniche, rispetto dell’ambiente attraverso il riuso e la rigenerazione”, ha detto il Sindaco. I cinque ragazzi padovani sono poi stati accolti a Roma al Senato della Repubblica grazie a uno dei questori, l’onorevole Antonio De Poli che si è interessato al progetto della rampe di Lego.
“Abbiamo presentato in Senato il lavoro e l’iniziativa dei talents”, ha detto De Poli “una squadra che ci insegna che con tante coloratissime rampe di mattoncini Lego, che accolgono le persone con disabilità motoria all’interno di spazi pubblici e privati, è possibile abbattere non solo le barriere architettoniche, ma soprattutto quelle mentali. Come istituzioni dobbiamo impegnarci a coltivare il terreno per una società inclusiva e più aperta”.
Diego BuonocoreEsposizione interattiva. Fino al 14 maggio alla Cattedrale ex Macello di Padova
Ègiunta alla 21ª edizione “Sperimentando”, la mostra interattiva di carattere scientifico visitabile fino al prossimo 14 maggio presso la cattedrale exmacello di via Cornaro. Sottotitolo scelto per l’edizione 2023 è “La macchina umana - Sensi, apparati e…”. E l’essere umano, nei suoi diversi aspetti, è il protagonista della mostra, pensata per esplorarne il funzionamento dal punto di vista di tutte le scienze, dalla fisica alla chimica fino alle scienze biologiche. I visitatori vengono accompagnati alla scoperta della meravigliosa “macchina umana” tramite visite guidate della durata di circa due ore: l’essere umano è indagato secondo il punto di vista del biologo, che illustra la circolazione del sangue, il funzionamento dell’apparato digerente, respiratorio e locomotore, senza dimenticare un’interessante dissertazione sui cinque sensi; dal punto di vista del chimico, vengono proposti dei ragionamenti sul riconoscimento molecolare e in particolare su come dalle strutture delle molecole dipendano il gusto e l’olfatto. Spazio viene dato anche alle macromolecole strutturali e di nutrimento per il corpo, con un focus sulla trasformazione del cibo durante il processo digestivo e su come la tecnologia possa venire in nostro aiuto quando la “nostra macchina” non funziona come dovrebbe. Per quanto riguarda il punto
di vista del fisico, la mostra propone esperimenti sul comportamento dei fluidi, sull’equilibrio e sul moto dei corpi, ma anche sui fenomeni elettrici e ancora su quelli concernenti i cinque sensi. Promossa da Comune di Padova, Associazione per l’insegnamento della fisica, Associazione Sperimentando Aps, Associazione Scienza e meraviglia, “Sperimentando” può essere visitata sia in presenza che in modalità virtuale e comprende anche delle attività collaterali, oltre alle visite guidate, a cominciare da una serie di conferenze.
Dopo le conferenze dedicate a luce e colori, all’adattamento del corpo umano durante i viaggi spaziali, ai raggi gamma e alla percezione della profondità, il prossimo 2 maggio il programma prevede una conferenza dal titolo “Tecnologie al servizio dello sport adattato. Esempi di vaie
L’essere umano, nei suoi diversi aspetti, è il protagonista della mostra, pensata per esplorarne il funzionamento dal punto di vista di tutte le scienze, dalla fisica alla chimica fino alle scienze biologiche
discipline paralimpiche”. Relatore d’eccezione, il campione paralimpico Damiano Marini del CIPV Comitato Italiano Paralimpico Veneto.
L’intento didattico della mostra trova espressione inoltre nei laboratori interattivi di fisica, chimica e scienze naturali ospitati presso le scuole e tenute dal personale di Sperimentando. Adattati in base all’età degli alunni, i laboratori spaziano fra diverse tematiche che possono essere trattate e livello base, intermedio e avanzato.
Da non dimenticare infine l’impegno profuso da Sperimentando per spiegare le tecniche di conservazione dei beni artistici, a sottolineare come le risorse culturali e tecniche create dall’uomo siano da preservare al pari di quelle naturali.
Proseguono fino alla metà di maggio gli appuntamenti con la musica classica a cura dell’Associazione Culturale A.GI.MUS. Padova con il sostegno del Comune di Padova Assessorato alla Cultura e del Ministero per i Beni Culturali.Diventata ormai una tradizione della domenica pomeriggio per gli appassionati di musica classica, la rassegna ha tagliato con questa edizione il traguardo dei 30 anni e, senza perdere le peculiarità che l’hanno sempre caratterizzata, continua a proporre eventi musicali con protagonisti musicisti italiani e internazionali, vincitori di concorsi musicali o provenienti dalle migliori accademie italiane e non.
A fare da cornice ai concerti, la sede storica di Palazzo ZaccoArmeni, Circolo Unificato dell’Esercito, in Prato della Valle. È qui
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che si svolgeranno gli appuntamenti di domenica 30 aprile e del 7 maggio: il primo, dal titolo
“I trii di Beethoven”, dedicato a musiche di Haydn e Beethoven, vedrà protagonista un trio violino-violoncello-pianoforte;
“Talenti interazioni in concerto” è invece il titolo del concerto del 7 maggio, con l’esibizione di musiche di Bach, Chopin, Liszt, Brahms, Debussy di talenti internazionali che si sono distinti al 19° Concorso Internazionale Premio Città di Padova. Cambio location per l’ultimo evento della stagione, in programma il 13 maggio: sarà infatti il Teatro Barbarigo a ospitare “Tre concerti per tre interpreti”, la finale del 19° Concorso internazionale Premio Città di Padova per solisti e orchestra riservato alle sezioni strumentali archi, fiati, arpa, chitarra, canto lirico, pianoforte e complessi cameristici che ogni anno attira partecipanti provenienti da ogni parte del mondo.
Siamo al punto decisivo del campionato di Basket di serie
B. Pochi decisivi incontri e vedremo se la classifica sorriderà alla Virtus Basket Antenore Energia. Per ora sì. I neroverdi sono a un passo dai play off, il che vuol dire promozione. La squadra ha sempre dimostrato di esserci, buone individualità, tanta ricerca del collettivo, alcune individualità eccezionali. Il bilancio personale del coach Riccardo De Nicolao è più che positivo.
“Se mi avessero detto a inizio stagione che saremmo arrivati a questo punto della stagione a questo punto della classifica risponderei che siamo in linea con il nostro obbiettivo. È ovvio che quando ti trovi per più settimane al quarto posto e vinci vuoi vincere sempre di più. Dobbiamo essere obbiettivi e dire a noi stessi che la stagione è più che positiva, purtroppo abbiamo anche
avuto a che fare con il lungo stop di Lusvarghi, si è infortunato nel derby con il Petrarca e non l’abbiamo ancora recuperato. Sono stati bravi i ragazzi a rimediare anche a questa assenza. Il percorso è positivo: ora che arriva
il clou della stagione dobbiamo finire bene le ultime partite e poi farci trovare prontissimi per il turno play off”.
Quali sono stati fino a questo punto del campionato i punti di forza e di debolezza della squadra?
“Una cosa che mi è piaciuta molto di questa squadra è il fatto che non ha mai avuto lo stesso protagonista, in ogni partita poteva esserci un protagonista diverso, in moltissime partite ci sono stati anche più protagonisti, abbiamo fatto partite con cinque o sei
Manuel Piva è il vincitore della seconda tappa del Trofeo di mountain bike Euganeo specialità cross country di Teolo. La gara si è svolta su un tracciato di sette chilometri con un dislivello di 290 metri a giro, da percorrere più volte a seconda della categoria di appartenenza. Piva è alla sua seconda vittoria tra i veterani della categoria A. “La gara si è svolta su un percorso inedito, molto bello e adatto a tutti. Per me è stata davvero una grande soddisfazione riuscire a recuperare sugli atleti più giovani e aggiudicarmi la gara con il miglior tempo assoluto”.
Per rendere ancora più viva ed emozionante la gara è stato realizzato in Piazza Perlasca a Teolo un mini circuito per piccoli biker che si sono cimentati in un percorso con differenti ostacoli e gradi di difficoltà, che ha permesso loro di imparare le prime tecniche di guida in sella
alla mountain bike.
giocatori in doppia cifra e questo è un segnale importante di uno sport davvero di squadra: riuscire a suddividere le responsabilità ed avere delle prestazioni importanti è sicuramente un nostro punto di forza di cui sono molto contento. Se devo trovare un
“È stata una gara dura con tanta salita e un tratto guidato nel bosco molto bello e divertente”, ha dichiarato all’arrivo Mattia Calgaro, vincitore dei Senior A; “il circuito si è svolto su un tracciato con fondo secco e in alcuni punti polveroso con un primo tratto veloce seguito da un lungo strappo più esigente in salita, interrotto da alcuni single track di sottobosco molto divertenti che terminavano con una lunga discesa, veloce e tecnica”, ha commentato Mirco Tagliaferro, primo classificato dei Veterani B.
Le ultime quattro tappe del circuito di mountain bike toccheranno alcune delle location più suggestive dei Colli Euganei, con partenze da Galzignano, Arquà Petrarca, Montegrotto e Rovolon. (d.b.)
punto sul quale stiamo cercando di lavorare è la costanza di rendimento, perché ogni tanto abbiamo delle giornate un po’ più difficili, abbiamo dei giri a vuoto ogni tanto, questo non va bene e stiamo cercando di lavorare su questo aspetto”.
Come saranno i prossimi incontri, chi la preoccupa degli avversari?
“Esclusa Orzinuovi che è la prima in classifica e che sta nettamente dominando il campionato, e Palermo che è fanalino di coda, Vicenza, Capo d’Orlando e Ragusa sono scontri diretti perché fanno parte di quel gruppone di centro classifica. Al momento Virtus è in testa a questo gruppo, ma i prossimi saranno scontri diretti. Ho parlato con i ragazzi: è il momento di giocarcela partita per partita e vediamo dove ci troviamo alla fine del campionato”.
Diego Buonocore“Facciamo per davvero gioco di squadra: riuscire a suddividere le responsabilità ed avere delle prestazioni importanti è un nostro punto di forza”Manuel Piva ha conquistato la seconda tappa del Trofeo Mtb Euganeo a Teolo Un’azione di gioco durante il match con il Brianza (foto On/Off Production)
Il recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale.
Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”. Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarieFilippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Prosegue alla pag. seguente
Tra i contrari si colloca il senatore
Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche dell’Università di Padova
Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio. La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati
Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo. Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brain-derived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova. La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori
TrkB, si nota una riduzione sia della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.
Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR). Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fatto dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico,
come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari. In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente.
Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche
dopo un infarto cardiaco.
“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF.
La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/ propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.
Un contorno fresco e saporito tipico della cucina romana. Un piatto molto gustoso, che si presta a essere servito anche come antipasto, accompagnato con pane tostato e della burrata fresca.
Ingredienti: 600 g di puntarelle; 4 acciughe sottosale; 1 spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe
Preparazione: Per preparare l’insalata di puntarelle, pulite i cespi e separate le puntarelle dalle foglie esterne. Mettetele a bagno per circa un’ora in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Tagliatele a striscioline e mettetele in una ciotola piena d’acqua e ghiaccio. Trascorso il tempo di riposo sgocciolatele dall’acqua e fatele scolare perfettamente mentre preparate la salsa d’acciughe Diliscate e dissalate le acciughe e tagliatele a pezzetti. Mescolatele con aglio, olio e aceto per ottenere una salsa. Condite le puntarelle con la salsa d’acciughe, pepe fresco e servite.
Un primo piatto dai sapori molto delicati. Un’idea semplice e al contempo raffinata per preparare un risotto cremoso e originale.
Ingredienti: 320 g di riso Arborio; 400 g di finocchi; 12 capesante; 1 litro di brodo vegetale; 1/2 porro; olio extravergine di oliva
Preparazione: Rimuovete la parte esterna e fibrosa dei finocchi e affettare il bulbo molto sottile con una mandolina, tenendolo da parte. Successivamente, occupatevi delle capesante, staccando il muscolo la parte bianca e rimuovendo le parti scure, quindi tenetele da parte. In una casseruola, scaldate tre cucchiai di olio e insaporite il porro finemente tritato, quindi aggiungete le fettine di finocchi e cuocete fino a doratura. Togliete i finocchi e metteteli da parte in una ciotola. Nella stessa casseruola, tostate il riso fino a quando assume una bella tinta dorata e iniziate la cottura, versando gradualmente il brodo. Scottate le capesante in una padella fino a formare una crosticina croccante. Poco prima della mantecatura, unite al risotto i finocchi saltati con i porri e mescolate bene per insaporire il riso.
Un dolce semplice, ideale per una golosa merenda. Accompagnate la torta con una pallina di gelato alla vaniglia o della crema inglese e diventerà per un dessert completo e goloso.
Ingredienti: 450 g di fragole; 2 uova; 160 g di zucchero; 1 limone; 60 g di burro; 150 g di farina 00; 1 bustina di lievito
Preparazione: Con una frusta elettrica montate le uova, lo zucchero e la scorza grattugiata di un limone, fino ad ottenere una miscela chiara e spumosa. Aggiungete il burro fuso, amalgamandolo bene. Unite la farina setacciata insieme al lievito e lavorate con la frusta fino a ottenere un impasto liscio. Aggiungete metà delle fragole, precedentemente tagliate a pezzi, e incorporatele all’impasto. Versate l’impasto in uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, imburrato e infarinato. Disponete le fragole rimaste lungo i bordi e sulla superficie della torta, senza farle affondare nell’impasto, e spolverate con un cucchiaio di zucchero. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 40-45 minuti. Dopo la cottura, lasciate raffreddare la torta per una decina di minuti.
Con aprile si entra ufficialmente nella stagione primaverile. Grazie alle primizie di stagione che la natura ci offre, si possono realizzare diverse ricette sane e gustose
ARIETE
Avete deciso di stare bene e per questo vi siete concentrati soprattutto sulla vostra mente. È tempo di abbandonare le cattive abitudini e incentivare le buone pratiche
Vi concedete più distrazioni del solito e prediligete il tempo libero agli impegni quotidiani. Fermatevi un attimo a riorganizzare le vostre giornate cercando un giusto equilibrio tra piacere e dovere
TORO SCORPIONE
Avete accumulato un bagaglio di esperienze tali che vi consentono a questo punto di far decollare tutti i vostri programmi. Siate sicuri e sereni, le risposte sono dentro di voi
Con l’arrivo della primavera vi siete dati dei nuovi obiettivi. Si tratta ora di organizzarvi per valorizzare al meglio le vostre risorse. Concentratevi, non mancherete di centrare il bersaglio
Siete al top della vostra forma fisica e mentale. Avete voglia di frequentare i vostri amici, stare in compagnia e allargare la vostra schiera di conoscenze per condividere esperienze e momenti di evasione
Vi sentite molto operosi e per questo avete deciso di dedicarvi alle vostre attività con grande impegno per costruire le basi solide di un futuro progetto che da tempo avete intenzione di realizzare
GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE BILANCIA Oroscopo
Avete giornate ricche di impegni eppure sentite il bisogno di dedicarvi ai vostri affetti e ai sentimenti che talvolta vi distrarranno dalle incombenze quotidiane. Concedetevi qualche pausa piacevole
Avete tirato un po’ troppo la corda fin qui. È tempo di fermarsi e fare dei bilanci, selezionando ciò che realmente merita impegno da ciò che può momentaneamente essere messo da parte
ACQUARIO CAPRICORNO
Avete bisogno di grandi cambiamenti e voglia di iniziare nuove esperienze. Vi sentite intraprendenti e sicuri ma fermatevi un attimo per mettere ordine tra le vostre priorità
È un periodo ricco di sorprese e di risposte, anche inaspettate, alle vostre attese. Dovete comunque pensare più a voi e programmando con maggiore precisione le vostre giornate
Dovete fare un po’ di ordine dentro di voi e aprirvi alle persone che vi sono più vicine per ritrovare slancio ed equilibrio e ripartire con rinnovate motivazioni verso nuovi traguardi