Il Bassano - Febbraio 2023

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Vent’anni dopo

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Sembra di rivivere la trama di “Vent’anni dopo” di Alexandre Dumas padre, quando D’Artagnan va a cercare i suoi vecchi amici moschettieri e li ritrova, certo, ma totalmente cambiati. Aramis è diventato abate e appoggia La Fronda nemica di Mazzarino; Porthos è un conte infelice perché vuole diventare barone; Athos è tutore di un rampollo che forse è anche suo figlio. E anche lui, D’Artagnan, s’è venduto al cardinale per ottenere una promozione. Insomma, i protagonisti sono rimasti se stessi ma la vita li ha trasformati nel profondo. Come succede più o meno a tutti.

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Dalla Giunta via libera all’ascensore

Vent’anni dopo

Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<

Dopo le ultime elezioni si respira la stessa aria trionfante di vent’anni fa, quando il centrodestra di Berlusconi era vincente e la bandiera era il famoso 61 a 0 della Sicilia, ottenuto polverizzando gli avversari. Per carità, la destra-centro di Meloni oggi ha tutto il diritto di cantare vittoria, perché ha davvero trionfato in Lombardia e nel Lazio. E la maggioranza di governo è più salda. Vero. Alla pari dei moschettieri tutto è come allora ma tutti i protagonisti sono cambiati. A sinistra non ci sono più D’Alema e Prodi, a destra c’è una coalizione assai diversa, oggi con baricentro spostato e come leader una deputata che ha i toni grintosi e non quelli melliflui dell’ex cavaliere; non c’è neanche più neanche la Lega schiacciasassi d’un tempo come non esiste più l’Ulivo, bensì un Pd che cerca se stesso neanche fosse Diogene ed è anima di una sinistra come sempre divisa e litigiosa. Tutti sono se stessi e tutti sono cambiati. Anche l’elettorato non è più lo stesso: sei elettori su dieci sono rimasti a casa. Dato allarmante quant’altri mai. Perché? Perché gli elettori non hanno sempre ragione, spiega Calenda. Troppo comodo. Invece sì, in democrazia vince chi vota e ci si deve interrogare di fronte alla marea di persone rinunciatarie verso questo diritto. Intanto non è più vero che a votare vanno soprattutto gli elettori con una motivazione ideologica: alta astensione uguale vittoria della sinistra, si sosteneva. No. Alta astensione vuol dire che sono stati a casa tutti, di qui e di là. E ha vinto la destra.

Poi queste elezioni hanno visto affievolirsi l’idea di un centro ago della bilancia: non è così, al massimo è un centrino. Invece bisogna ammettere che gli elettori stanno a casa perché le proposte non hanno affascinato né sono state affascinanti.

Si farà l’ascensore di collegamento tra la zona di Prato

Santa Caterina e viale dei Martiri. La giunta comunale ha infatti approvato il progetto dopo aver ottenuto il via libera dalla Soprintendenza che aveva chiesto delle modifiche per ridurre a minimo l’impatto ambientale in uno dei punti più suggestivi e panoramici della città. Il mezzo di trasporto meccanico è stato pensato soprattutto per gli anziani, le carrozzine, i genitori con bimbi piccoli: eviterà loro di affrontare il dislivello naturale tra la zona del Margnan e il cuore cittadino. I lavori potrebbero iniziare entro l’estate di quest’anno per concludersi nella primavera del 2024. Il costo complessivo dell’opera, aggiornato agli ultimi aumenti dei materiali e alle variazioni progettuali inserite, si aggira sul milione di euro, quindi 400mila euro in più della prima soluzione proposta. L’ascensore funzionerà con un meccanismo oleodinamico e permetterà si superare il dislivello di 14 metri esistente fra via Santa Caterina e viale dei Martiri, attraverso un doppio binario parallelo lungo 26 metri e altrettante cabine in vetro, ciascuna delle quali potrà ospitare una decina di persone a corsa. La stazione a valle sarà realizzata nei pressi della scalinata Gerhard Ott dove attualmente si trova la struttura, deteriorata, dei bagni pubblici che sarà smantellata per essere ricostruita. La stazione a monte, quella di viale dei Martiri, di fronte al Teatro Astra, è stata ulteriormente ridotta rispetto al progetto iniziale proprio per contenere l’impatto: prevede una sottile parete di vetro, con due porte e profili in acciaio per far salire e scendere le persone e in fase di inattività le due cabine scenderanno automaticamente nella postazione a valle.

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

Quando ci sono in ballo questioni che toccano nel profondo, le persone si muovono: al referendum del 2016, quello che perse Renzi, l’afflusso fu alto; alle elezioni di settembre nel Veneto la percentuale è stata superiore alle regionali del 2020. Si voleva dare una spallata. Stavolta no. Tocca all’opposizione, come da copione, intercettare il cambiamento: altrimenti Meloni & c. governeranno cinque e altri cinque anni.

Loreto (An)

Chiuso in redazione il 20 febbraio 2023

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l’estate parte l’opera progettata dal Comune
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Tribunale. La visita del sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari in città

Si riaccende la speranza di riaprire il Palazzo di Giustizia

Alla Cittadella della Giustizia di via Marinali il sottosegretario si è concentrato sul nuovissimo edificio, costato oltre 12 milioni di euro, ma ancora vuoto e mai utilizzato poiché i lavori per la sua realizzazione sono terminati dopo la soppressione del Tribunale bassanese

T orna ad aprirsi uno spiraglio per il Tribunale cittadino “tagliato” 10 anni fa dalla spending review e dalla riforma della geografia giudiziaria (è stato accorpato a quello di Vicenza).

Nelle scorse settimane ha ripreso quota la proposta di istituire il Tribunale della Pedemontana, con sede a Bassano, a servizio di una settantina di Comuni, distribuiti tra le province di Vicenza, Padova e Treviso, che si trovano sull’asse della Spv, per un totale di circa 500mila abitanti.

L’ipotesi è stata rilanciata in occasione della recente visita in città del sottosegretario alla Giustizia, il senatore padovano An-

Ostellari: “L’area della Pedemontana merita servizi adeguati e sull’istituzione del Tribunale deciderà il territorio. Ci diamo sei mesi di tempo per raccoglierne le istanze”

drea Ostellari che, dopo essersi incontrato con il sindaco Elena Pavan, i politici locali, il comitato sorto per riportare in città il presidio, le categorie economiche, ha visitato la Cittadella della giustizia di via Marinali, concentrandosi sul nuovissimo edificio, costato oltre 12 milioni di euro, ma ancora vuoto e mai utilizzato poiché i lavori per la sua realizzazione sono terminati dopo la soppressione del Tribunale bassanese. Ulteriori 8 milioni sono stati spesi per sistemare gli altri edifici, quelli storici, i palazzi An-

tonibon e Cerato.

“L’area della Pedemontana merita servizi adeguati e sull’istituzione del Tribunale deciderà il territorio – ha detto il sottosegretario al termine della visita protetta da un imponente servizio di sicurezza - Ci diamo sei mesi di tempo per raccoglierne le istanze. Sono venuto a Bassano per sentire direttamente dalle forze del posto quali siano le prime indicazioni cui il governo darà poi una risposta. Per la storia e le prospettive di sviluppo l’area della Pedemontana merita attenzione e responsabilità”. “Il progetto del nuovo Tribunale, che sappiamo essere importante per questa zona, per i cittadini e per le imprese, sarà valutato dopo una franca ricognizione delle richieste del territorio - ha aggiunto -. Siamo consapevoli che il progetto per l’istituzione del nuovo presidio potrebbe dare nuove opportunità all’intera area, accrescendone l’attrattività, in particolare per il mondo delle imprese. Una giustizia ben amministrata rappresenta un investimento. Oggi siamo qui per assicurare la massima disponibilità e per indicare il metodo di lavoro”.

Ad accompagnare il sottosegretario, numerosi esponenti politici della zona: l’europarlamentare Sergio Berlato, la senatrice Mara Bizzotto, il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco e numerosi sindaci locali, oltre ai rappresentanti degli avvocati che da anni si battono per la riapertura del Tribunale. (r.f.)

Nonostante la strada sia in salita, le parole del senatore Ostellari hanno generato una prudente fiducia nel Bassanese dove sono state positive le reazioni di politici e amministratori pubblici. “Per la prima volta, dopo anni, il Governo testimonia, con la presenza a Bassano di un sottosegretario, la disponibilità a prendere in seria considerazione il progetto dell’istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta - ha osservato il sindaco Elena Pavan - Sono contenta per questo primo momento di apertura e della disponibilità del ministero a coordinare nei prossimi mesi una serie di incontri finalizzati a ribadire la volontà di giustizia di un territorio ampio, produttivo, coeso. Anche dalla Regione sono giunte ampie rassicurazioni di supporto”.

La questione è seguita da vicino dall’europarlamentare Sergio Berlato. “Oltre ad aver perso il Tribunale che dava un servizio efficiente, siamo rimasti con una cattedrale nel deserto: un edificio nuovo e mai usato

- ha sottolineato – Abbiamo già perso troppo tempo”. Tornano a sperare anche i componenti del comitato sorto prima per difendere il presidio, ma dopo la sua chiusura, si sono attivati per far istituire l’ottavo Tribunale veneto, quello della Pedemontana. “Speriamo che l’interesse dimostrato dal sottosegretario, e quindi dal Governo, possa portare a qualche risultato – hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Maiolino e Francesco Savio – Quanto affermato dal senatore Ostellari, ossia di voler confrontarsi con le forze del territorio, è un primo passo. Il Veneto necessita di un Tribunale in più che vada a sgravare gli altri sette dalla significativa mole di lavoro”.

Per Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento bassanese di Confartigiano, questa “è l’ultima occasione per puntare a riavere il Tribunale”. “Purtroppo nei dieci dalla sua chiusura - ha affermato – abbiamo perso le imprese che hanno scelto di investire altrove anche per la mancanza di questo servizio”. (r.f.)

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Le reazioni del Sindaco, dei politici e amministratori locali

Ambiente. Fase cruciale per il laboratorio sullo sviluppo sostenibile del territorio Biosfera Mab Unesco

Monte Grappa: patrimonio Unesco da tutelare, promuovere e valorizzare

Entra in una fase decisiva il progetto “B_HUB. Biosphere Generation”, il laboratorio dedicato allo sviluppo sostenibile del territorio della Biosfera Mab Unesco, titolo ottenuto un anno e mezzo da dal Monte Grappa e che lo riconosce come un territorio da tutelare sotto tutti i punti di vista. Sono infatti stati aperti tre bandi rivolti ad enti e privati appartenenti al territorio coinvolto - 25 Comuni distribuiti nelle province di Belluno, Treviso e Vicenza sulle quali ricade il massiccio - per proporre idee e progetti sulla riscoperta delle radici, la comunicazione, l’educazione e la promozione del territorio del Monte Grappa. A disposizione del progetto ci sono 185.000 euro messi a disposizione dalla Fondazione Cariverona. I bandi saranno attivi fino al 31 marzo compreso. “Un’opportunità straordinaria per chi ha a cuore quei luoghi e per chi ha le idee giuste per valorizzarli in chiave di sviluppo ambientale, economico

e socialmente sostenibile”, ha affermato Marco Vidale, l’assessore bassanese che segue questo ambito per il Comune che è capofila della cordata. Dopo aver istituito la “B_Generation”, il percorso di formazione e sviluppo di cui sono protagonisti i giovani under 30 dell’area della Biosfera Monte Grappa, il B_HUB entra quindi in una fase decisiva per tratteggiare le linee guida da seguire. I bandi sono stati infatti pensati e redatti a partire da un percorso di partecipazione attiva e progettazione collaborativa, ascoltando il punto di vista dei giovani che vivono il territorio e facendone emergere le percezioni ed i bisogni. Nell’arco di alcuni mesi, i migliori progetti, diventeranno operativi. “Il progetto B_HUB. Biosphere Generation rappresenta un’occasione preziosa per tutti coloro che si sentono coinvolti nella gestione e nella cura del territorio del Monte Grappa, oltre a comprenderne perfettamente il potenziale

e il valore”, ha osservato Annalisa Rampin, nella duplice veste di presidente dell’Ipa Terre di Asolo e Monte Grappa, ente coordinatore della Riserva della Biosfera MAB UNESCO Monte Grappa, e di sindaco di Pieve del Grappa. “Come ente capofila siamo molto contenti ed orgogliosi del primo step raggiunto – ha proseguito Marco Vidale -. L’apertura dei bandi non è certamente un punto di arrivo ma da cui partire. Ho preso in consegna questo progetto in corso d’opera e mi ha da

subito entusiasmato per la capacità di coinvolgimento dei giovani delle tre provincie presenti nel Monte Grappa. I giovani, infatti, sono stati il motore del B_HUB e dovrebbero esserlo in tutti i progetti che guardano al futuro. Ora l’importante è dare il giusto risalto a questi bandi per riuscire a trasformare le idee in realtà”. L’obiettivo è quello di dare forma alle visioni delle nuove generazioni, tramite la selezione delle migliori idee progettuali, finalizzate a promuovere lo sviluppo sostenibile

del territorio della Riserva della Biosfera. Dal lavoro preparatorio svolto dal giovane staff del B_Generation sono scaturite tre aree di intervento: riscoprire le radici relativamente al paesaggio, alla ruralità e agricoltura, con un’attenzione verso la manutenzione del territorio; la comunicazione e l’educazione attraverso la conoscenza, la consapevolezza; la promozione del territorio in chiave di turismo sostenibile. Sono questi i temi su cui i cittadini, e in particolare i giovani, sono chiamati a presentare i loro progetti. Infatti, in base a quanto stabilito dal progetto B_HUB, più della metà del budget dei bandi dovrà essere destinato ad iniziative promosse da under 30. Le risorse finanziarie a disposizione per l’erogazione di fondi, con il contributo della Fondazione Cariverona, ammontano complessivamente a 185.000 euro. Per info www.bhubmontegrappa.com - info@bhubmontegrappa.com . (r.f.)

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Sostenibilità

Nuovi modelli sostenibili grazie a “Radici future” con il Progetto Urban

Un parco urbano all’interno del polo delle superiori

Il Centro studi di Santa Croce sempre più sostenibile e sempre più simile ad un campus. Il primo step verso questa nuova visione l’ha firmato “Radici future” con il Progetto Urban. Il festival all’insegna della sostenibilità, economia circolare ed etica di impresa, promosso da Confindustria Vicenza per proiettare il territorio verso nuovi modelli urbani e di business, ha infatti realizzato un parco urbano all’interno del polo delle scuole superiori cittadine frequentato ogni giorno da migliaia di giovani.

Rimosso l’asfalto, sono stati posati materiali drenanti, tappe-

ti erbosi e messe a dimora oltre 400 piante, trasformando una porzione dell’area in uno spazio verde da vivere, dotato di panchine, tavoli, contenitori di rifiuti per la raccolta differenziata e un nuovissimo impianto di illuminazione.

Sono circa 1.000 i metri quadrati interessati dall’intervento pensato con un duplice obiettivo: diminuire l’effetto isola di calore urbano e generare un maggior comfort ambientale per gli studenti che sul posto trascorrono la maggior parte del loto tempo durante l’anno scolastico.

Al posto dell’asfalto bituminoso, che è stato destinato al riciclo, oggi c’è un materiale drenante dal colore verde che riduce l’assorbimento termico, mentre le piante ed il manto erboso, oltre a mitigare il calore, rendono l’aria più pulita, e la collocazione di tavoli e panche ne fanno un luogo di lavoro e studio all’aperto. Sfruttando poi il riuso creativo di elementi edili e stradali, è stata disegnata una lunga pancacordolo che delimita le aiuole e può ospitare fino a 150 persone sedute. Infine, l’area è ora dotata di nuova illuminazione a led e di cestini della raccolta differenziata.

“Gratuità, servizio e cura per la nostra città: sono le idee che ci hanno gui-

dato nel concepire il Progetto Urban - ha spiegato l’ideatore di “Radici Future 2030”, Andrea Visentin di Confindustria - Volevamo costruire un ponte con i giovani che ogni giorno abitano questi istituti, stimolandoli a riflettere sui temi della sostenibilità, dello sviluppo e dell’innovazione”. E rivolgendosi ai ragazzi, che hanno partecipato all’inaugurazione del parco, li ha invitati ad “avere cura di questo spazio civico”. “Allenatevi alla gratuità, al servizio, alla costruzione di progetti solidi e sostenibili”, è stato il richiamo del progettista dell’opera, Lorenzo Abate. Portato a termine con la collaborazione della Camera di Commercio e la Provincia di Vicenza, il Comune, le partecipate Etra e Sis, l’istituto agrario “Parolini”, l’intervento fa da apripista ad

Mille metri quadrati di verde pensati con un duplice obiettivo: diminuire l’effetto isola di calore urbano e generare un maggior comfort ambientale per gli studenti che sul posto trascorrono la maggior parte del loro tempo durante l’anno scolastico

un progetto che intende rendere sempre più green la cittadella degli studi. Lo ha confermato Davide Berton, consigliere provinciale con delega all’edilizia scolastica, annunciando altri lavori di riqualificazione. “Abbiamo affidato l’incarico di progettare un’area verde davanti all’istituto Einaudi – ha detto – che prevede anche il coinvolgimento degli studenti”.

“Ben vengano operazioni all’insegna della sostenibilità di cui i nostri giovani sono parte attiva”, ha osservato la dirigente dell’Einaudi, Laura Biancato, plaudendo all’iniziativa.

Anche il Comune vuole fare la propria parte. “L’amministrazione sta pensando a nuove soluzioni per rendere il Centro studi sempre più sicuro, funzionale ed accogliente – ha sottolineato il sindaco Elena Pavan – L’ideale sarebbe poter disporre di una nuova struttura da condividere tra istituti per le attività comuni, ma anche di poter contare su di un parcheggio scambiatore che consentirebbe di abbattere la mole del traffico nelle ore di punta e quindi l’inquinamento”.

“Quanto realizzato è un esempio virtuoso della collaborazione fra pubblico e privato – ha aggiunto Alessandro Bordignon, presidente del Raggruppamento di Bassano di Confindustria Vicenza – oltre che lanciare un importante messaggio culturale alle giovani generazioni”.

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Confindustria Vicenza.
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La città che cambia
L’intervento realizzato in un’area cittadina frequentata ogni giorno da migliaia di giovani

Sociale. Riconfermato il direttivo dell’organizzazione umanitaria attiva nel Bassanese

Women for Freedom lancia la sfida di nuovi progetti da affrontare

Continueranno poi, anche quest’anno, nel Bassanese le attività di raccolta fondi attraverso iniziative e banchetti nelle piazze principali del territorio

Nuovi progetti e nuove sfide per Women for Freedom

Onlus. I soci della realtà attiva nel Bassanese hanno deciso di riconfermare tutti i membri in carica nel triennio precedente ponendo in loro la massima fiducia, tenuto conto dei grandi risultati ottenuti precedentemente e della crescita esponenziale negli ultimi anni dell’organizzazione umanitaria nata nel 2014 da un piccolo gruppo di amici con un sogno nel cassetto: liberare dalle molteplici difficoltà donne e bambini per costruire un mondo migliore.

I membri riconfermati, quindi, sono: Luisa Rizzon, presidente, Lucia Cuman, vicepresidente, Davide Parise, tesoriere, Gianfranco Cipresso, consigliere, Marco Bertolini, consigliere. Un gruppo di persone che arrivano per la maggior parte da una formazione aziendale. È forse proprio questa, assieme alla motivazione etica e alla passione, una delle carte vincenti dell’associazione: l’efficiente modello organizzativo che i componenti hanno interiorizzato nella loro esperienza di imprenditori, trasferendolo poi nel no profit e riuscendo così a trasmetterlo anche alle altre aziende, del territorio e non solo, che sostengono Women for Freedom, per raggiungere assieme obiettivi di sviluppo sostenibile.

«Sono soddisfatta e felice - ha commentato Rizzon - della fiducia riconosciuta al Cda precedente. Una squadra vincente, che mi ha sempre affiancata e supportata: non mi sono mai sentita sola. Siamo pronti a continuare il nostro lavoro con l’obiettivo di liberare sempre più donne, che sono la culla delle famiglie». Tra i successi più recenti di Women for Freedon Onlus, la vincita di un importante bando regionale che permetterà di proseguire con la terza parte del progetto “A scuola di igiene e di rispetto”, attivo con la prima fase in Camerun dal 201 8, che mira a rompere il circolo vizioso che esclude bambine e ragazze camerunensi dal pieno godimento dei diritti umani fondamentali

(in particolare diritto alla salute, all’igiene e alla sicurezza, diritto all’educazione e divieto di discriminazione), migliorandone le condizioni igienico-sanitarie e, parallelamente, fornendo educazione igienica agli studenti di ambo i sessi.

Un altro rilevante progetto in divenire, a cui verrà posta sempre più attenzione vista la gravità della sua realtà (il traffico di esseri umani), è Trampolin, attivo dal 2022 in Bolivia, che ha come obiettivo principale la ristrutturazione e l’adeguamento di un immobile del complesso della Fondazione Munasim Kullakita per ospitare ragazze vittime di tratta e sfruttamento e ricollocarle nel tessuto sociale per mezzo di nuovi strumenti di autonomia socio-economica che permettano loro di vivere al di fuori dai circuiti criminosi. Il co-fondatore di Women for Freedom, Davide Parise, è tornato recentemente dalla visita di monitoraggio del progetto annunciando che il complesso sarà pronto probabilmente già entro la prossima primavera.

In Italia, nel 2023 proseguirà la grande opera per migliorare le opportunità di re-inserimento lavorativo per donne in condizioni di svantaggio sociale ed economico attraverso l’attivazione di tirocini e percorsi di formazione del progetto Energia Donna. Continueranno poi anche quest’anno nel Bassanese le attività di raccolta fondi attraverso iniziative e banchetti nelle piazze principali del territorio in occasione delle ricorrenze ufficiali e attraverso eventi di sensibilizzazione, soprattutto nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, come il festival Libera Menti. (r.f.)

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Associazioni
Il direttivo di Women for Freedom

Prevenzione.

L’attività gratuita vedrà coinvolte le farmacie del territorio

Screening tumore al colon: convenzione tra Ulss7 e Federfarma

Federfarma Vicenza e Ulss 7

Pedemontana hanno sottoscritto una convenzione relativa al coinvolgimento delle farmacie nello screening per il tumore del colon-retto. L’attività che ha carattere preventivo viene offerta gratuitamente a tutti i cittadini, residenti nel territorio dell’azienda sanitaria, di età compresa tra i 50 e i 69 anni, uomini e donne. Viene proposta ogni due anni, e alla luce dei risultati positivi avuti, è stata confermata secondo un modello che vede coinvolte le farmacie del territorio.

I cittadini che rientrano nella fascia interessata ricevono per posta dall’Ulss 7 l’invito ad effettuare l’esame del colon-retto, unitamente all’elenco delle farmacie aderenti alle quali rivolgersi per avere il kit necessario. Alla stessa farmacia potranno poi riconsegnare il campione da analizzare, che sarà trasportato

all’Ulss per l’esame. In precedenza, invece, poteva capitare che per recuperare il kit e riconsegnare il campione gli utenti dovessero recarsi due volte

Destinatari uomini e donne residenti di età compresa tra i 50 e i 69 anni

nelle sedi delle aziende socio-sanitarie, che non sono sempre presenti nei piccoli centri, oltre ad essere accessibili in fasce orarie limitate. D’ora in avanti, il punto di riferimento sarà la farmacia vicino a casa. Il nuovo modello organizzativo introduce dunque un beneficio in termini di facilità di accesso, che con ogni probabilità si tradurrà in una maggiore percentuale di adesioni alla campagna di screening.

«Negli ultimi due anni - sottolinea il dottor Giovanni Battista Scaroni, presidente di Federfarma Vicenza - questa nuova organizzazione ha consentito di ottenere importanti risultati sia per il numero di utenti che hanno ritirato il kit sia per quanti poi hanno effettivamente riconsegnato il campione, a conferma dell’importanza non solo della facilità di accesso garantita dalle farmacie, ma anche del ruolo e

dell’impegno dei farmacisti per spiegare al cittadino l’importanza dello screening e tutte le fasi della procedura. In generale, una volta di più le farmacie si confermano un fondamentale presidio di quartiere del sistema sanitario pubblico e una risorsa preziosa per campagne di sensibilizzazione e prevenzione rivolte alla popolazione».

«Sicuramente ogni iniziativa utile a favorire l’adesione alle cam-

Ciclo di incontri Anffas e Angsa Veneto per supportare le famiglie

Vivere al fianco di una persona con disabilità o autistica richiede tanta energia, informazioni corrette e sempre aggiornate. Per questo Anffas Bassano e Angsa Veneto, associazioni impegnate per migliorare la vita delle persone autistiche e con disabilità intellettivo-relazionale, scendono in campo e offrono a genitori, insegnanti, operatori del sociale e caragiver un ciclo di incontri e uno spazio di confronto per orientarsi e affrontare al meglio le sfide quotidiane.

“Parliamo di autismo”, questo

il titolo della proposta si sviluppa in 11 incontri con l’intento di far capire l’importanza dell’uso di un linguaggio e di un “modus operandi” comune nell’affrontare l’autismo e la disabilità intellettivo-relazionale. L’iniziativa vuole aprire una riflessione e un confronto sui problemi concreti che prima o poi impattano la vita di ogni persona e, di conseguenza, sulla sua famiglia, scuola, gruppo di supporto, precludendo, se non gestiti per tempo e in modo corretto, un buon inserimento nel contesto

sociale.

La formazione affronta, attraverso un approccio molto operativo, i diversi argomenti che una famiglia quotidianamente deve fronteggiare e si svolgerà nel nuovo centro diurno di Casa Rubbi dell’Anffas di via Carpellina. Iniziato nei giorni scorsi con una presentazione generale, il corso prosegue con un appuntamento dedicato ai comportamenti (25 febbraio), gli interventi terapeutici più efficaci (11 marzo), le dinamiche famigliari (15 aprile), i problemi alimen-

tari (29 aprile) e la sensorialità spesso atipica, l’approccio e la gestione della cura personale (13 maggio), la sessualità (27 maggio), i disturbi del sonno e i trattamenti farmacologici (10 giugno). L’appuntamento del 24 giugno approfondirà il “progetto di vita” previsto da oltre vent’anni e mai concretamente attuato. Il ciclo si concluderà l’8 luglio con uno sguardo sulle tutele assistenziali e fiscali rivolte all’handicap. Per iscrizioni e informazioni: Monica: 353 444 6270; Alice: 333 866 0963.

pagne di screening è positivacommenta il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza - a maggior ragione se nel contempo semplifica i percorsi per gli utenti. Con questa organizzazione i cittadini che ricevono l’invito per il test, che voglio ricordarlo è gratuito, non hanno davvero scuse per non aderire e questo è il risultato più importante, perché la diagnosi precoce è fondamentale». (r.f.)

www.ilbassano.com 12 Sanità

Efficientamento energetico. L’impianto, costato 200 mila euro, ha ridotto del 50% i consumi

San Bassiano: contributo per la nuova illuminazione del parcheggio

“Per questo progetto abbiamo investito una somma importante con un ritorno economico certo e già a breve termine, grazie anche all’incentivo che ci ha riconosciuto il Gestore nazionale dei Servizi Energetici (GSE)” spiega il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza

L’Ulss 7 Pedemontana ottiene

circa 70 mila euro di incentivo da parte del Gestore nazionale dei Servizi Energetici (GSE) per il rifacimento completo dell’impianto di illuminazione nei parcheggi 1 e 2 dell’ospedale San Bassiano.

Eseguito lo scorso anno, l’intervento ha permesso di sostituire 128 corpi luminosi con l’installazione di 272 lampade a led di ultima generazione in sostituzione delle precedenti a incandescenza. Un’operazione che ha consentito di ridurre di oltre il 50% i consumi di elettricità per l’illuminazione del parcheggio dell’ospedale bassanese di via Dei Lotti, con evidenti ricadute

anche per l’ambiente in termini di riduzione delle emissioni corrispondenti all’energia utilizzata.

«Per questo progetto abbiamo investito in totale circa 200 mila euro - ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana

Carlo Bramezza - con un ritorno economico certo e già a breve termine, grazie anche all’incentivo che ci ha riconosciuto il GSE”.

Il direttore ha precisato che l’intervento era stato programmato prima dei forti rincari del costo dell’energia. «Non è stato quindi effettuato sull’onda dell’emergenza, ma è il frutto di un lavoro di attenta pianificazione avviato in precedenza - ha aggiunto Bramezza -. L’efficienza energetica

è una sfida di rilievo anche per le aziende socio-sanitarie, considerando l’importanza del loro patrimonio edilizio, ma l’Ulss

7 Pedemontana è pronta ad affrontarla: abbiamo la fortuna di poter contare su due ospedali di nuova generazione e uno relativamente recente, mentre le sedi territoriali grazie ai fondi PNRR saranno oggetto di importanti interventi anche per quanto riguarda l’efficientamento energetico».

Quello del risparmio energetico è un argomento dalla duplice valenza per un’azienda sociosanitaria: «C’è un primo aspetto di natura economica – ha sottolineato ancora il direttore genera-

le -: con i risparmi generati, anche con interventi come quello sull’illuminazione del parcheggio del San Bassiano, possiamo liberare risorse da destinare al potenziamento dei servizi sa-

nitari. Ma c’è anche un aspetto etico: come azienda pubblica abbiamo il dovere di dare il buon esempio impegnandoci in prima persona per favorire la sostenibilità ambientale». (r.f.)

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Sanità
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Mostra. Prorogata fino al 12 marzo la mostra in scena nei saloni del Museo Civico bassanese

“Io, Canova. Genio europeo” un successo internazionale

La rassegna, che vede impegnate le tre sale monumentali del museo in un percorso espositivo di circa 140 opere curato da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con la direzione scientifica di Barbara Guidi e l’organizzazione generale di Villaggio Globale International, restituisce un ritratto umano e inedito del grande artista di Possagno

Èstata prorogata fino al 12 marzo la mostra “Io, Canova. Genio europeo” di scena nei saloni del museo civico bassanese. Un prolungamento deciso dall’amministrazione comunale sulla spinta del grande interesse ed entusiasmo dimostrati dal pubblico per l’evento culturale.

Prevista inizialmente fino al 26 febbraio, l’esposizione continua a fare il pieno di visitatori, che ora hanno quindi a disposizione ulteriori due settimane per ammirare le opere, le lettere, i dipinti, l’arte e la quotidianità del più importante scultore dell’epoca Neoclassica nel bicentenario della morte.

La rassegna, che vede impegnate le tre sale monumentali del museo in un percorso espositivo di circa 140 opere curato da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo, con la direzione scientifica di Barbara Guidi e l’organizzazione generale di Villaggio Globale International, restituisce un ritratto umano e inedito del grande artista di Possagno, svelando i suoi interessi di collezionista, le sue capacità diplomatiche, la sua sensibilità per la conservazione dei beni artistici e i suoi rapporti con le personalità più significative del continente europeo a cavallo tra XVIII e XIX secolo.

Aperta al pubblico lo scorso 15 ottobre, la mostra sta vivendo un grande successo di pubblico e di critica.

Allo scorso 8 febbraio erano oltre 54 mila i biglietti emessi. Paralle-

lamente sono numerosi gli elogi della critica, ma anche il risalto nazionale attraverso servizi di emittenti televisive e riviste di settore nonché l’attenzione della stampa internazionale: dal Burlington Magazine al Tagespiegel, dall’Object d’Art, che ha dedicato ben otto pagine all’esposizione bassanese, fino all’ampio servizio sulla più importante rivista d’arte giapponese.

Inoltre, il ministero del Turismo ha riconosciuto la mostra bassanese come evento di “alto profilo per il richiamo di visitatori”, titolo che le è valso un contributo straordinario di 500 mila euro.

Inevitabile, quindi, la decisione di prorogarla di due settimane per dare a tutti, “ritardatari” compresi, la possibilità di immergersi in questo viaggio ideale nell’universo di Antonio Canova.

“A Bassano c’è ancora tanta voglia di Canova – commenta l’assessore alla Cultura e al Turismo, Giovannella Cabion – e di far conoscere con soddisfazione e un pizzico di orgoglio una mostra che resterà nella storia del nostro museo civico. Per questo abbia-

L’assessore Giovannella Cabion: “A Bassano c’è ancora tanta voglia di Canova e di far conoscere una mostra che resterà nella storia”

mo iniziato a lavorare per tempo con l’obiettivo di ottenere la disponibilità al prestito delle opere d’arte da parte dei proprietari, e le autorizzazioni ministeriali necessarie. E oggi possiamo finalmente annunciare che il Genio europeo resterà con noi quasi fino all’arrivo della primavera”. Per approfondire ulteriormente la conoscenza dell’artista, il museo ha programmato per le ultime settimane di apertura degli ulteriori appuntamenti di visite guidate per adulti e famiglie, laboratori didattici e nuove aperture straordinarie serali. In chiave promozionale, sono state inoltre introdotte due agevolazioni: dopo quella del 14 febbraio dedicata a San Valentino, si celebra anche la Giornata internazionale della Donna. L’8 marzo, infatti, viene offerta l’iniziativa “Tre Grazie” a tre donne che potranno visitare la mostra canoviana e quella sulla famiglia dei Da Ponte, i famosi artisti conosciuti anche come “I Bassano” (allestita sempre in museo) pagando due biglietti a tariffa intera.

“Abbiamo pensato a queste agevolazioni – conclude l’assessore – per celebrare due feste che, per nostra fortuna, quest’anno cadono in due giornate lavorative, e che quindi incentiveranno un maggiore afflusso di visitatrici e visitatori senza intralciare le numerose presenze registrate solitamente in museo durante il weekend”.

(r.f.)

www.ilbassano.com 15 Cultura
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Biblioteca civica. In programma corsi per bambini e laboratori per adulti e anziani sull’uso delle tecnologie

Da Biblioclick all’inglese: proposte per tutti i gusti e le età

Appuntamenti in lingua inglese e per i bimbi al di sotto dei tre anni, ma anche incontri in forma laboratoriale per adulti e anziani sull’uso delle tecnologie. Sono molteplici le proposte del periodo promosse dalla biblioteca civica per utenti di tutte le età. L’ultima novità s’intitola “Biblioclik. Il digitale per tutti” per aiutare a conoscere servizi e opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Pensati per un pubblico adulto e non esperto, i corsi affronteranno varie tematiche: l’uso del catalogo elettronico della Rete della Biblioteche vicentine (come effettuare le ricerche, come prenotare i libri direttamente da casa, come gestire la propria area riservata); l’uso della piattaforma Mlol per il prestito degli e-book e la lettura dell’edicola digitale (come registrarsi e scaricare gli e-book, le opportunità della lettura digitale dei quotidiani, le risorse disponibili).

Un corso sarà dedicato ai social e alla messaggistica e due appuntamenti saranno incentrati sull’alfabetizzazione nell’uso del Pc (uso del computer, navigare i Internet e programmi Google).

“Siamo felici di questa nuova proposta – dichiara l’assessore Giovannella Cabion – che consente di avvicinare alle tecnologie persone con poca dimestichezza. Ci piace molto che nel ruolo di formatori ci siano dei giovani a disposizione di adulti e anziani”. I corsi sono appena iniziati e proseguiranno martedì

28 febbraio (alle 17), quindi il 7, il 21 e il 28 marzo, poi il 12 e il

19 aprile (alle 10) , il 3, il 10 e il

17 maggio (alle 10) . Tutti gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita su prenotazione (tel. 0424 519920 – biblioteca@comune.bassano.vi.it). È anche attivo lo “Sportello Biblioclik”, servizio di supporto gratuito per facilitare l’accesso alla biblioteca digitale, alle nuove tecnologie e ai social. Tutti i giovedì dalle 16 alle 19 i volontari del servizio civile sono a disposizione per consulenze individuali.

Sempre in biblioteca è in corso “Exploring English Classics”, il ciclo di incontri sulla narrativa anglo-americana condotto in lingua inglese (date e orari sul sito).

Il professore Christopher Bacon, affronterà cinque noti capolavori di altrettante scrittrici: Jean Rhys,

Kate Chopin, Muriel Spark, Elizabeth Smart e Toni Morrison. A ogni romanzo saranno dedicati due incontri: nel primo il docente prenderà in considerazione il contesto storico e sociale cui fa riferimento l’autore, il dettaglio biografico dello scrittore e gli aspetti principali della trama; successivamente i partecipanti potranno leggere il libro in preparazione del secondo incontro, nel quale saranno invitati ad

esprimere le proprie opinioni, condividendo idee e ponendo domande al relatore, dando così vita ad una sorta di gruppo di lettura.

È richiesta una conoscenza discreta della lingua inglese; il relatore, in ogni caso, adatterà la spiegazione al livello del gruppo.

“Un modo per accostarsi alla letteratura in lingua originale –spiega l’assessore Cabion – che potrà coinvolgere sia gli appassionati che gli studenti e gli insegnanti delle nostre scuole”. La partecipazione è libera fino ad esaurimento dei posti. Agli studenti verrà rilasciato un attestato valido per l’attribuzione del credito formativo.

Con il mese di febbraio è tornata anche “Volta la carta”, la rassegna di incontri di letture ad alta voce e laboratori creativi, che da ben 12 anni riscuote tanto successo tra bambini e famiglie. L’iniziativa, inserita nell’ambito del progetto nazionale “Nati per Leggere”, si articola in 18 appuntamenti fino a maggio, a cadenza settimanale. Realizzata con la partecipazione di un gruppo molto attivo di lettrici volontarie e di esperti, “Volta la carta” si distingue per la qualità e la varietà degli incontri, tesi a offrire attività ludiche e creative che avvicinano alla lettura il pubblico dei più piccoli e le famiglie. Tra gli appuntamenti si segnalano le tanto attese “Letture cucù” condotte da Angela Graziani e la novità “Parole che danzano” a cura di Alessia Gottardi, entrambi per la fascia 0-2 anni. Sabato 1° aprile, invece, le lettrici accoglieranno i bimbi al Giardino Parolini con le Storie in giardino, in occasione della manifestazione “Di rara pianta”. Imperdibili, poi, gli appuntamenti pensati per le feste dei papà e delle mamme, rispettivamente il 18 marzo e il 13 maggio, mentre due sono gli incontri in lingua inglese: il 22 febbraio e il 20 maggio, condotti da lettrici madrelingua di Speak! Bassano. Come ricorda l’assessore alla Cultura Cabion: “Le letture ad alta voce e i laboratori creativi sanno veicolare benessere, sano divertimento e socialità”. Gli appuntamenti sono ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria allo 0424/519920 o biblioteca@comune.bassano. vi.it. (r.f.)

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Cultura

Ambiente

Progetto Scuole. La multiutility Etra investe in attività formative nelle scuole del territorio

“Educare le nuove generazioni a un futuro più sostenibile”

Gestisce il servizio idrico e ambientale in 70 Comuni delle province di Padova, Vicenza e Treviso, ma da anni Etra investe anche nell’educazione ambientale, proponendo alle scuole del territorio progetti e attività formative. In particolare, nell’anno scolastico 2022-2023 si è registrato un notevole incremento delle richieste da parte degli istituti interessati agli interventi proposti dalla multiutility, che superano i numeri del periodo pre-Covid, dimostrando una crescente attenzione su questo versante.

Sono già 219 i plessi scolastici che hanno aderito al progetto educativo con 29.652 studenti da coinvolgere nei vari percorsi, laboratori, uscite, in 63 Comuni. Nel dettaglio sono 138 le scuole dell’infanzia, 1229 le primarie, 556 le medie, 204 le superiori; già 2127 le richieste complessive di interventi in classe, visite in impianti Etra e nei parchi didattici. Infine, sono una cinquantina le richieste che Etra ha ricevuto dalle scuole per il progetto “Separati in Classe”, che propone la raccolta differenziata a scuola con contenitori dedicati.

All’interno del Progetto Scuole s’inserisce anche il concorso “La Natura insegna”, che vede le classi protagoniste nella realizzazione di progetti e lavori sui temi dell’ambiente. La simpatica sfida mette in palio dei contributi da investire in materiali didattici. L’edizione 2022-23 è in corso e chiede agli studenti di produrre un elaborato sul tema acqua, rifiuti o energia. Il concorso prevede la realizzazione di un poster, una documentazione fotografica del percorso svolto e un elaborato (librone, plastico, laboratorio creativo o azione sostenibile). La premiazione delle classi vincitrici si terrà il 24 maggio a Cartigliano.

«Il pacchetto delle iniziative per il mondo della scuola è un percorso didattico articolato che prevede visite sul campo, laboratori e lezioni per far conoscere il complesso mondo del riciclo e del servizio idrico – spiegano gli educatori ambientali della squadra di Etra Academy – offrendo una panoramica sui temi più generali dello sviluppo sostenibile».

«L’educazione ambientale è uno strumento fondamentale e straordinario per sensibilizzare i cittadini e le comunità a una maggiore responsabilità e attenzione alle que-

stioni ambientali e alla sostenibilità dei nostri stili di vita – rileva il presidente del Consiglio di Gestione di Etra, Flavio Frasson –. Le iniziative dedicate ad alunni e studenti, a partire dalle scuole dell’infanzia fino agli istituti superiori, sono tra i più importanti investimenti messi in campo da Etra. Il Progetto Scuole rappresenta il programma principale di queste attività ed Etra Academy, il team di educatori formati, lavora 12 mesi l’anno per

sensibilizzare le nuove generazioni, in collaborazione con le scuole, i dirigenti scolastici e gli insegnanti». «Scegliendo di percorrere i nostri itinerari formativi le alunne e gli alunni possono imparare, e avere, gli strumenti per diventare più consapevoli su temi come la gestione del territorio e delle sue risorse e su come rendere più sostenibili i propri stili di vita», aggiunge la presidente del Consiglio di Sorveglianza di Etra, Morena Martini. (r.f.)

Polo rifiuti: al lavoro sulla sicurezza

Adeguamento sismico e rifacimento del tetto: sono questi gli interventi previsti per migliorare la sicurezza e la tenuta del Polo Rifiuti di Bassano del Grappa. I lavori sono stati consegnati alla ditta vincitrice dell’appalto il 6 dicembre scorso e il cantiere dovrà essere chiuso entro fine agosto 2023.

L’investimento è di circa 820 mila euro e permetterà di ovviare a carenze sul piano della resistenza sismica e di tenuta delle diverse coperture. Il progetto prevede il rifacimento del tetto del reparto ricezione, selezione, degli spogliatoi e del reparto di metanizzazione oltre all’adeguamento sismico dei due edifici.

«Si tratta di un intervento importante, voluto per aumentare la sicurezza dell’immobile e dei lavoratori –commenta il Sindaco di Bassano del Grappa, Elena Pavan –, in linea anche con la volontà dell’Amministrazione comunale di provvedere alla sistemazione e modernizzazione del patrimonio edilizio pubblico, così da poter contare su luoghi più efficienti dal punto di vista energetico, con meno costi gestionali e adeguati anche dal punto di vista antisismico». «Continuano gli investimenti non solo per realizzare nuovi impianti – spiega il Presidente di Etra, Flavio Frasson – ma anche per mantenerli in efficienza e permettere ai nostri lavoratori di agire in piena sicurezza ed in un ambiente a norma. La nostra attenzione alla sicurezza sul lavoro si esplica anche nella formazione: nel 2022 abbiamo fornito 320 corsi sulla sicurezza per più di 10.150 ore erogate e 1.550 partecipazioni con il conseguimento della relativa attestazione e il nostro sistema di gestione per la salute e la sicurezza ha la certificazione di qualità UNI ISO 45001».

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Mondo del lavoro

“Donne, più benessere nel mio studio”

Orari flessibili per aiutare le dipendenti a conciliare lavoro e famiglia, ma anche benefit economici da spendere nel territorio di residenza: le buone pratiche di welfare aziendale, valgono allo studio di consulenti del lavoro Faccin Gonzo & partners di Vicenza il premio “Welfare Champion”.

È un riconoscimento all’ascolto e all’attenzione verso le necessità delle collaboratrici il premio consegnato a Sara Gonzo, 42 anni, mamma di due bambine e socia dello studio di consulenti del lavoro con sede a Malo e Vicenza, durante l’edizione 2022 di “Welfare Index Pmi” l’evento promosso da Generali Italia con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio.

È un traguardo importante, che inserisce lo studio vicentino tra le migliori piccole e medie imprese italiane premiate per iniziative di welfare aziendale su un totale di 6.500 partecipanti, ma anche un riconoscimento alla sensibilità che Sara Gonzo, insieme ai soci Maurizio Faccin e Marta Pomi, ha applicato sul luogo di lavoro per aumentare il benessere delle dipendenti. Gonzo è laureata in consulenza del lavoro all’unviersità di Padova e iscritta all’ordine dei consulenti del lavoro dal 2009. Quando avete avviato aiuti ed incentivi di welfare in studio?

Cinque anni fa, attuando le prime politiche di welfare aziendale che

includono buone pratiche, ma anche il flexible benefit ovvero un importo erogato dall’azienda spendibile in beni e servizi defiscalizzati.

In particolare, quali iniziative avete attuato per aiutare le dipendenti?

Con una ventina di collaboratrici donne, quasi tutte madri e con carichi di assistenza familiare, dall’inizio della pandemia ad oggi abbiamo concordato con loro una gestione flessibile dell’orario di lavoro, con l’auto-organizzazione di giornate in smart working anche in funzione di esigenze familiari. Abbiamo istituito il part time reversibile (una forma di part time che si può utilizzare fino all’ottavo anno del figlio per poi tornare al tempo pieno) per agevolare il rientro dalle maternità.

A livello economico, invece, cosa avete fatto?

Pensando ai rincari delle bollette di energia e gas abbiamo aumentato il “credito welfare 2022”. Per erogarlo abbiamo scelto la piattaforma welfare TreCuori Spa Società Benefit, per fare in modo che le dipendenti possano spendere il loro credito welfare totalmente detassato, direttamente nel territorio.

La pandemia ha condizionato la vita di molti: in che modo il welfare le aiuta?

Le donne trovano nel welfare un importante ausilio per la conciliazione vita-lavoro. C’è, inoltre, la formazione cheè uno strumento di “easy welfare” molto potente, che permette l’aggiornamento

Orari flessibili per conciliare lavoro e famiglia, ma anche benefit economici da spendere nel territorio. Ecco le iniziative che hanno ottenuto un plauso nazionale

continuo delle competenze dei lavoratori o la loro riqualificazione, utile sia per chi rientra da lunghe assenze, come ad esempio da congedi parentali, sia per chi necessita di nuove competenze. Dopo la pandemia, infatti, è arrivato il fenomeno delle grandi dimissioni. Quali sono le buone pratiche che le aziende possono adottare per incentivare i dipendenti a rimanere e a garantirne il benessere?

Maggiore flessibilità oraria, servizi per favorire il benessere dei collaboratori come buoni spesa, carburante o buoni da spendere in sport, viaggi, cultura e tempo libero. Previsti benefit per istruzione e formazione, ma anche per salute e assistenza alla famiglia.

Scuola viale XI Febbraio: riqualificazione e messa in sicurezza

Via libera al progetto di fattibilità per la riqualificazione della scuola dell’infanzia “Monumento di Caduti” di viale XI Febbraio. È il primo passo verso un intervento che vedrà la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico dell’edificio scolastico, con l’obiettivo di ridurre i consumi di energia e le relative spese.

Tra gli interventi previsti, la realizzazione di doppie pareti, la sostituzione dei controsoffitti esistenti con un nuovo impalcato in legno, la sostituzione completa della copertura e delle tamponature interne, l’isolamento dell’edificio, il rifacimento degli impianti elettrico, idrico, di riscaldamento e antincendio. Sarà valutato anche un intervento complessivo di riorganizzazione degli spazi per ospitare anche una scuola primaria.

“Continua senza sosta il nostro lavoro per l’ammodernamento e l’efficientamento energetico degli edifici comunali, e in particolare delle nostre scuole. Per l’istituto di viale XI Febbraio è previsto un lavoro importante, al termine del quale consegneremo una

struttura più moderna, efficiente dal punto di vista energetico, e sicura, grazie ad un’opera completa di adeguamento sismico” commenta l’assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Zonta.

Il progetto prevede un costo complessivo di 1.771.403 euro. Ora si attende l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo, prima dell’inizio dei lavori, previsto nel corso del 2023.

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Il riconoscimento. Un premio a Sara Gonzo, consulente del lavoro, per le iniziative realizzate nella sua azienda
Sara Gonzo, 42 anni, madre di due bambine
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Bake Off Italia. La pasticceria Palladini vince il programma televisivo di Real Time

I più bravi pasticcieri d’Italia sono a Belvedere di Tezze sul Brenta

Gli effetti social e non solo dopo la vittoria. “Arrivano da tutto il Veneto per conoscerci e complimentarsi, ma anche da Roma e perfino dalla Sicilia – racconta Valeria –. Se sono di passaggio fanno una deviazione per venirci a trovare”

Sono a Belvedere di Tezze sul Brenta i pasticceri più bravi d’Italia. E pensare che credevano si trattasse di uno scherzo quando, lo scorso anno, i fratelli Valeria e Paolo Palladini che con il papà Flavio e la mamma Graziella gestiscono la pasticceria di famiglia che porta il loro cognome, sono stati contattati dalla redazione del programma televisivo di Real Time “Bake Off -The Professionals 2022”. Una chiamata per chiedere loro di partecipare come concorrenti al talent che poi li ha incoronati vincitori.

Da allora nella pasticceria Palladini il telefono continua a squillare, i social vengono inondati di commenti e c’è un continuo andirivieni di persone. “Arrivano da tutto il Veneto per conoscerci e complimentarsi, ma anche da Roma e perfino dalla Sicilia – racconta Valeria – se sono di passaggio fanno una deviazione per venirci a trovare”.

Aperta nel 1976 da papà Flavio, i due fratelli sono cresciuti nella pasticceria respirando fin da piccoli il profumo dei dolci appena sfornati e seguendo le abilità coniugate alla creatività dei genitori. E’ stato quindi naturale proseguire l’attività che tante soddisfazioni ha loro regalato.

“Quando la produzione del programma ci ha contattato abbiamo creduto fosse uno scherzo: poi ci ha spiegato che cercavano pa-

sticcerie attive da più generazioni - spiega Valeria - Papà e Paolo però erano titubanti. Ho insistito convincendoli ad affrontare i provini previsti, che abbiamo superato. Una volta selezionati, ci siamo buttati in questa nuova avventura con lo spirito di vivere un’esperienza diversa, divertente: non pensavamo certo di arrivare in finale”.

Nel corso delle puntate del talent presentato da Benedetta Parodi, i tre pasticceri hanno sfidato gli avversari rivisitando dolci della tradizione locale, ma anche creandone di nuovi, rendendo omaggio alla loro terra realizzando con il cioccolato e una bagna di grappa una perfetta riproduzione del Ponte palladiano, simbolo di Bassano conosciuto nel mondo, una golosità che tanto successo ha ottenuto.

“Nell’ultima puntata, che era dedicata al Natale, abbiamo preparato un calendario dell’Avvento con i biscotti e mio fratello ha proposto un cioccolatino alla grappa – rife-

“Hanno saputo tenere alta la bandiera del proprio mestiere e dell’area di provenienza” è il commento di Nicola Cavazzon, presidente comunale di Tezze di Confartigianato Vicenza, Raggruppamento di Bassano

risce Valeria -. È stato molto apprezzato da uno dei giudici, Ernst Knam, considerato il re de cioccolato, complimentatosi con Paolo al quale ha chiesto pure la ricetta”. Se con la farina e lo zucchero se la sanno cavare molto bene, è stato invece difficile mantenere il segreto sulla loro partecipazione al programma, e, soprattutto, sul gran finale che li ha visti conquistare il gradino più alto del podio. “Le prove si erano tenute la scorsa estate e, per regolamento, non potevamo parlarne – sottolinea la pasticcera – nemmeno mia mamma sapeva. Avevamo raccontato ai familiari più stretti di aver preso parte a dei corsi”.

A Tezze ma anche nelle zone limitrofe, dove in molti avevano seguito e tifato per loro, la vittoria è sta-

ta accompagnata da una grande festa. In pasticceria sono arrivati sindaci del territorio, i rappresentanti di Confartigianato, clienti, amici, delegazioni di alpini (lo è anche Paolo). “Hanno saputo tenere alta la bandiera del proprio mestiere e dell’area di provenienza”, è stato il commento di Nicola Cavazzon, presidente comunale di

Tezze di Confartigianato Vicenza, Raggruppamento di Bassano. Un risultato, quello ottenuto dalla famiglia Palladini, dietro al quale ci sono molti sacrifici e impegno, l’amore per la tradizione e la creatività, tanta passione, ma anche voglia di sperimentare, innovare, crescere. “È il nostro lavoro, che noi figli abbiamo imparato direttamente da papà - conclude Valeria – e continua a piacerci sempre molto”.

Raffaella Forin

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personaggio. Giuliano Dal Molin, artista vicentino, ha realizzato un progetto nel quale riescono in pochissimi

A piedi sulla Francigena per 2000 km

H a percorso a piedi tutta l’Italia, dal Gran San Bernardo a Santa Maria di Leuca. Ha impiegato tre mesi per consumare le scarpe lungo duemila chilometri lungo la via Francigena, perché non s’è fermato al percorso classico e conosciuto, quello che va dalle Alpi a Roma, ma ha proseguito dalla capitale sino all’ultima estremità della Puglia, laddove i pellegrini si imbarcavano per la Terra Santa. E nel secondo tratto, parliamo comunque di poco meno di mille chilometri, ha attraversato Lazio, Basilicata e Puglia da solo. Se il “cammino di Santiago” è noto la via Francigena è meno di moda ma assai più lunga e impegnativa: nella sola parte italiana è quasi il doppio del cammino di Santiago, duemila chilometri appunto. La via Francigena in realtà inizia da Canterbury e attraversa la Francia.

Il protagonista è Giuliano Dal Molin, artista che vive a San Vito di Leguzzano anche se lavora ed è noto a livello nazionale. Le sue opere tridimensionali mettono assieme pittura e scultura: sono molto geometriche e animate da una ricerca sul colore assai accurata. Bisogna partire da queste sue strutture per capire le motivazioni che hanno portato un uomo di 62 anni, sposato con Sonia dal 1990, genitori di Lucia di 29 anni, a imbarcarsi in un’avventura che solo pochi hanno affrontato. Centrale è il medioevo e l’arte antica. La ritroverete.

Hanno infatti scritto di lui: “Dal Molin dimostra lo stesso atteggiamento degli antichi “maestri” medievali nei confronti dell’opera d’arte. Il suo modo di porsi rispetto al lavoro è interamente immerso in una cultura che non separa la teoria dalla pratica, ma la concepisce come facce di una medesima medaglia”.

Lui spiega che è affascinato dalla manualità come fatto creativo. Lo dimostrano, appunto, le sue opere e prima ancora lo racconta la sua storia: s’è costruito la casa con le sue mani, prima un piano e poi l’altro. Ha imparato dal papà muratore, che l’ha aiutato. E siccome ha ereditato un bosco di settemila metri quadrati, l’ha ripulito e lo cura personalmente.

Se gli chiedete come gli è venuto in mente di lanciarsi in questa impresa, vi risponderà che le motivazioni sono state due: voleva ammirare il paesaggio e conoscere l’arte. Paesaggi ne ha

visti in quantità, dato che in gran parte la via Francigena si addentra nei sentieri e attraversa assai poco le strade. Anzi, Dal Molin ha rischiato proprio quando ha affrontato l’asfalto e il traffico. Arte ne ha ammirata quanta ne ha voluta fra centri storici, chiese, monasteri, abbazie e naturalmente pitture e sculture, specie medievali. Il che ha risposto a un altro interesse di questa parte della sua vita, dato che – spiega lui – ha riscoperto l’arte classica, quella antica. Quello attuale, aggiunge, è un periodo di riflessione e di ricerca spirituale, tutta laica e personale. Niente di meglio che riflettere faticando.

Ha impiegato tre mesi a camminare dalle montagne della Val d’Aosta al mare della Puglia. Quarantacinque giorni fino a Roma e altrettanti fino a Santa Maria di Leuca. Racconta che non è uno sportivo, ma solo un camminatore in montagna. Scusate se è poco, per dirla con Totò. Le tappe, infatti, sono in media di 18-20 chilometri, ma ci sono anche quelle di trentadue. Dalle Alpi sino a Vercelli gli ha fatto compagnia un amico; cinque giorni prima di Roma lo hanno accompagnato Bortolo Saccardo e Luigi Anzolin, amici con i quali due anni fa aveva percorso il tragitto fra Siena e Viterbo.

“Se la Francigena non l’avessi affrontata adesso, non ci sarei riuscito più”, commenta. Ha camminato sempre, anche con la pioggia: del resto, la prima regola è di non fermarsi mai. È stato fortunato perché ha visto poca acqua, soltanto tre giorni su novanta. Per orientarsi usava le indicazioni poste sui sentieri, fossero cartelli o anche il semplice viandante disegnato sulle pietre.

In novanta giorni ha percorso l’intero itinerario dell’antica strada dei pellegrini, dal Gran San Bernardo in Val d’Aosta sino a Santa Maria di Leuca in Puglia. Da Roma fino al mare è stato sempre da solo, con un paesaggio purtroppo rovinato da molti rifiuti abbandonati

Lo smartphone gli serviva la sera per chiamare casa. Se ha incrociato molta arte, da Roma in poi lo spettacolo ambientale è stato ben diverso. Dal Molin ha fotografato cumuli di rifiuti, lasciati ai bordi della strada ma anche gettati nei boschi. Uno spettacolo indecorso e sconcertante, che racconta molto del carattere degli italiani sia come cittadini sia come amministratori pubblici.

Come commenta la sua esperienza? E cosa gli è rimasto dentro dopo tre mesi di camminata instancabile, che gli è costata naturalmente le vesciche ai piedi? “È stata un’esperienza straordinaria – risponde – Ho chiarito alcune cose in me stesso. Capisci quello che è importante nella vita: lasci perdere gli affanni e le corse”.

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Il
Un primo piano di Giuliano Dal Molin, 62 anni, e una sua opera. Sotto, l’indicazione del viandante sulla via Francigena
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Tempo di riforme istituzionali: sarà una vera rivoluzione?

Si apre un periodo cruciale per l’autonomia, il presidenzialismo, il terzo mandato e la “riscossa” delle Province

Èvero. In alcuni casi se ne parla da decenni, dividendosi tra favorevoli e contrari, tra speranzosi e scettici. Fatto sta che non se ne è fatto nulla.

Di cosa stiamo parlando? Delle grandi riforme istituzionali che dovrebbero cambiare definitivamente il volto al nostro Paese.

AUTONOMIA, NOVITÀ E PROSPETTIVE

Quella certamente più sentita, almeno nel nostro territorio, è certamente la riforma in senso federale del nostro Paese.

Negli anni passati, Veneto e Lombardia celebrarono anche un refe-

Il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista

rendum, la cosiddetta autonomia è stata la madre di tutte le battaglie. Il presidente Zaia chiese, a gran voce, un impianto autonomista articolato su 23 materie prevedendo, inoltre, di trattenere i 9 decimi del residuo fiscale.

In buona sostanza gli autonomisti Veneti chiedevano di poter tenere il 90% dei soldi delle tasse dei veneti garantendo di gestire, senza nulla chiedere allo Stato Centrale, 23 materie, scuola compresa.

A questa visione totalmente autonomista se ne contrapposero almeno altre due: quella dei contrari che considerano questa riforma uno “smembramento dell’Unità Nazionale” e quella dei possibilisti

che, però, non parlano di residuo fiscale e che considerano più “realistico” concentrarsi su nove materie e non 23.

Rispetto a questo dibattito, dunque, quale è oggi la novità?

La novità è che il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista. Certo, c’è ancora molto da fare a partire dai cosiddetti Lep (i livelli essenziali di prestazione: quegli indicatori che dovrebbero dimostrare come in qualsiasi regione, anche in presenza di una riforma autonomista, i servizi ai cittadini siano gli stessi), ma almeno è stato messo un primo punto.

PRESIDENZIALISMO

E COSTITUZIONE

La seconda grande riforma della quale si parla molto è tornata alla ribalta all’indomani della vittoria elettorale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Parliamo, ovviamente, del presidenzialismo.

Ma cos’è? Per capirci: oggi l’Italia

è una Repubblica Parlamentare dove al centro di tutto ci sono, appunto, la Camera dei Deputati e il Senato che hanno il compito, tra le altre cose, di votare la fiducia al Presidente del Consiglio incaricato e di eleggere il Presidente della Repubblica.

Con una modifica della Costituzione si vorrebbe, almeno questo è l’intendimento di alcune forze politiche di Governo, introdurre il presidenzialismo. In buona sostanza si sposterebbe si sposterebbe, in modo sostanziale, il

focus dalle Camere alla figura del Presidente sia esso Presidente del Consiglio o della Repubblica che, in quel caso, sarebbe eletto direttamente dai cittadini.

In buona sostanza il potere esecutivo è nelle mani del Presidente che, eletto dai cittadini, diventa sia il capo del Governo sia il capo dello Stato ma non ha la possibilità di sciogliere le Camere che, elette in modo indipendente, hanno il potere legislativo e di controllo, ma non possono sfiduciare il Presidente.

Secondo i suoi sostenitori, il Presidenzialismo dovrebbe garantire maggiore stabilità politica e la possibilità di assumere decisioni in modo più agile.

Secondo i detrattori, viceversa, servirebbe una migliore legge elettorale per garantire stabilità e lavoro, non una riforma istituzionale che rischia, inoltre, di avere un Presidente che muove in una direzione e un parlamento in un’altra creando un cortocircuito paralizzante.

In questo caso, a differenza di quanto sta accadendo con l’Autonomia per la quale almeno c’è una prima e parziale cornice che servirà per aprire un dibattito, non c’è ancora nulla. Anzi è già in corso un derby tra le forze politiche della maggioranza di Governo per quale delle due riforme debba viaggiare più speditamente e per comprendere se vi siano elementi di contraddizione tra loro.

SINDACI, SPUNTA IL TERZO MANDATO

L’altro grande dibattito in corso è

legato al terzo mandato per i Sindaci e i Presidenti di Regione. Anche in Veneto sarebbero molte le città interessate: da Venezia, dove il Sindaco Brugnaro finirà il proprio secondo mandato nel 2025 e, ad oggi, non potrebbe ricandidarsi a Padova dove Sergio Giordani ha appena avviato il proprio secondo. Ma la grande incognita riguarderebbe la Regione Veneto. Il Presidente Zaia finirà il proprio terzo mandato nella primavera 2025, ma la “regola” che ha introdotto il limite dei due mandati è entrata in vigore dopo i suoi primi cinque anni in laguna: se passasse questa modifica, quindi, Zaia potrebbe ricandidarsi per il suo terzo mandato, visto che il primo (che sommati fa 4) non verrebbe conteggiato. Anche in questo caso il dibattito è in corso tra i favorevoli che sostengono come gli anni della pandemia abbiano allungato i processi amministrativi e quindi per completare il lavoro servirebbe “un’aggiunta” e i contrari che ritengono “malsano” per la democrazia la mancanza di ogni tipo di alternanza. Staremo a vedere.

PROVINCE, RITORNO AL PASSATO

In realtà di riforme ce ne sarebbe anche una quarta, quella legata alle Province.

La cosiddetta “Riforma Delrio” ha declassificato le Province a enti di secondo livello, ovvero soggetti eletti soltanto dagli amministratori comunali del territorio e non più dai cittadini e con competenze molto più ridotte rispetto al passato: una sorta di grande “conferenza dei sindaci” concentrata principalmente su viabilità e edilizia scolastica.

Anche in questo caso è in corso un dibattito, questa volta non per fare qualcosa di nuovo, ma per “tornare al passato” ovvero a delle Province elette dai cittadini e con competenze maggiormente “solide”.

Se ne parla, se ne parlerà ancora, ma anche questo elemento potrebbe contribuire ad un cambiamento importante degli assetti istituzionali del nostro Paese.

Di cose che bollono in pentola ce ne sono molte. Bisognerà capire come si combineranno gli ingredienti, quale sarà il primo ad essere pronto e se, alla fine, il piatto che ne uscirà sarà appetitoso, ma soprattutto nutriente.

Noi proveremo a raccontare, da qui in avanti, tutti i passaggi che si susseguiranno, raccogliendo opinioni e pareri dei protagonisti di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione o, semplicemente, un nuovo buco nell’acqua.

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Politica
Il dibattito. Si accende il confronto politico, e non solo, sui possibili scenari

#Regione

Via libera dal Governo. Il ministro: ad inizio 2024 saranno esaminate le proposte presentate dalle Regioni

Autonomia: “Adesso si fa sul serio”

Calderoli: “Tra un anno sarà legge”

Inizia la lunga marcia, a tappe forzate, per l’autonomia. Il primo passo con il via libera in Consiglio dei Ministri alla prima bozza del disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. Ora la palla passa al Parlamento che entro un anno, non di più, dovrebbe approvare la legge mentre nello stesso periodo la Cabina di regia lavorerà ai Lep, i “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, vale a dire i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il Paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.

“Se entrambi daranno il via alla legge e ai Lep, ed è un auspicio visto che i tempi del Parlamento non possono essere dettati, mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni”, ha osservato Calderoli, sottolineando che “spetterà al buon senso e alla saggezza delle regioni fare richieste e con altrettanta sag-

gezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento”. Materiale da maneggiare con cura, ha aggiunto il ministro, richiamando tutti alle proprie responsabilità sulle 23 materie che possono essere devolute alle regioni: “Possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che mo-

dificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta”. La riforma, ha concluso Calderoli, “è necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità. L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che

fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”. A Venezia la notizia ovviamente è stata accolta con entusiasmo, sottolineando la portata storica del disegno di legge. Zaia non ha dubbi in proposito: “Diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia”. A chi non si dice convinto e sottolinea i punti deboli del disegno di legge Zaia ribatte: “Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia

Le reazioni. Il centrosinistra sottolinea i punti deboli della riforma, soddisfazione nel

non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi”. Il governatore difende a spada tratta il disegno di legge e i provvedimenti che ne seguiranno: “Ben venga la definizione dei Lep, un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia ma del centralismo tanto decantato da chi si ostina a contrapporlo al percorso dell’autonomia. L’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso”.

F

ronte politico veneto spaccato sull’autonomia. Da una parte il centrodestra esulta, dall’altra il centrosinistra sottolinea le molte incertezze di un percorso ad ostacoli, lungo e insidioso. Chi brinda al disegno di legge è il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “La meta dell’autonomia si fa sempre più vicina. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d’Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati

governi”.

Andrea

senatore e segretario del Pd Veneto è netto: “L’autonomia si arricchisce di un nuovo annuncio. Si tratta di una recita a soggetto, destinata ad arricchire scaffali di carta e destinata ad arenarsi in Parlamento per le troppe

contraddizioni che contiene.“Le modalità con le quali si è arrivati a questo provvedimento non sono state adeguate alla serietà della questione in gioco - aggiunge il senatore dem -. Basti pensare al fatto che il ministro Calderoli non ha neppure convocato le Regioni,

saltando a piè pari su un confronto che era sacrosanto. La verità è che a questa destra non interessa il merito e neppure il confronto vero sull’autonomia, sulle materie realmente realizzabili, sui Lep e sulle risorse indispensabili per realizzare la riforma. D’altra parte l’unico obiettivo era quello di saldare una cambiale elettorale alla Lega di Salvini propinando la solita propaganda. Tentando così di spostare in avanti il momento in cui emergeranno le reali divisioni della maggioranza, destinate a far arenare il disegno di legge una volta giunto in Parlamento”.

Per Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, “l’autonomia proposta da Calderoli è un contentino tra alleati dato alla Lega ma

spaccherà il paese: l’unica cosa che rimarrà uguale per tutti i cittadini italiani sarà che saranno loro a fare le spese delle scelte ideologiche di questo governo. Quello sull’autonomia differenziata è un progetto che per essere anche solo considerato dovrebbe stare ad alcune condizioni. Una è avere un confronto costante con le regioni: il ministro Calderoli non le ha nemmeno convocate. Altre sono la chiarezza e la razionalità nelle materie, una predeterminazione dei livelli essenziali delle prestazioni, prevedere coperture adeguate per garantirli, tenere conto degli enormi divari già esistenti nel nostro Paese. Il testo uscito dal consiglio dei Ministri non fa nessuna di queste cose: è semplicemente irricevibile”.

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Zaia: “Non è il traguardo ma l’inizio di una grande sfida. Questa non è la secessione dei ricchi
centrodestra
De Carlo: “Ripagata la fiducia dei cittadini”, Martella: “Solo un altro annuncio”
In foto Roberto Calderoli e Luca Zaia Luca De Carlo Andrea Martella

Sfide digitali. Integrati quaranta servizi on line della pubblica amministrazione

ViviVeneto, la “super app” della Regione

Si chiama ViviVeneto, è disponibile su Apple store e su Play store, ed è la nuova “super app” della Regione Veneto, come l’ha definita l’assessore all’agenda digitale e innovazione Francesco Calzavara.

Al suo interno sono state per ora convogliate 4 app e sono attualmente disponibili 40 servizi. Dalla sanità al turismo, dagli eventi culturali ai servizi amministrativi.

Un’App sicura, veloce e gratis che, autenticandosi una sola volta con Spid o carta elettronica digitale, permette di fruire dei principali servizi digitali della nostra regione. Ma è solo l’inizio perché l’app sarà continuamente implementata con nuovi servizi. Un servizio costato 150mila euro e 8 mesi di lavoro.

A tenere a battesimo la app (www.viviveneto.it) insieme all’assessore Calzavara, il presidente del Veneto Luca Zaia, che l’ha presentata così: “Abbiamo messo ordine al disordine. Questa app ViviVeneto è qualcosa di straordinario e sarà implementata all’ennesima potenza. Arriveremo a fissare tutte le visite mediche tramite attraverso questo strumento, non appena le agende cartacee saranno digitalizzate. E con ViviVeneto stiamo anticipando anche un fenomeno internazionale. Tra le dieci strategie tecnologiche emergenti del 2023 ci sono le ‘super App’, cioè le applicazioni mobili in grado di fornire molteplici servizi tra cui l’elaborazione di pagamenti, la ricezione di comunicazioni ed effettuare altre transazioni. Ancora una volta, anticipiamo i tempi con la nostra super app del Veneto”. “Si tratta di un contenitore che continuerà ad arricchirsi, in particolare con servizi della pubblica amministrazione ma non solo - ha aggiunto Calzavara -. Ad esempio nella sezione ‘Turismo’ ci sono le informazioni di Unioncamere veneto. Sempre in ambito turistico, abbiamo in progetto di prevedere una volta a settimana una mes-

saggistica ad hoc con le varie esperienze offerte dal nostro territorio”.

Un progetto in fieri, dunque, “un percorso che inizia e che testimonia l”obiettivo della digitalizzazione e della semplificazione digitale prevista nel programma 2020-25 del presidente Zaia – ha ricordato Calzavara –. Preciso che siamo i primi in Italia a

realizzare un progetto così. E ricordo che il Veneto non ha un’agenzia esterna per la digitalizzazione, ma fa tutto con risorse interne. Abbiamo centrato un importante risultato, ma non ci fermeremo qui. ViviVeneto è un’App che valorizza gli investimenti fatti in questi anni dalla regione in ambito digitale e li mette a sistema, creando benefici diretti per i cittadini e generando economie di scala. L’App è stata

realizzata coinvolgendo ed ascoltando i cittadini, sia nella fase di progettazione sia di test e crescerà nel tempo. Infatti, tra le 16 schede del Pnrr regionale una è dedicata al potenziamento delle infrastrutture digitali e servizi per ViviVeneto, la Casa del Cittadino Veneto”. Tra gli obiettivi futuri della app, anche una sezione “Lavoro” da mettere in piedi con Veneto Lavoro offrendo un match tra domanda e offerta.

Cosa si può fare con la nuova applicazione

Nell’area Salute è possibile cercare e controllare l’affluenza nei pronto soccorso del Veneto, gestire i propri documenti sanitari (certificati, esami, visite), scegliere e cambiare il proprio medico di base. Nell’area Amministrativa si può fare tutto ciò che prima richiedeva l’accesso tramite web ai portali regionali MyPA, BolloAuto, ViviPass, come ad esempio gestire in completa autonomia tutto quello che riguarda il bollo per cittadini e imprese (pagare, controllare, prendere appuntamento, gestire avvisi di accertamento).

Novità importante riguarda la gestione dei contrassegni e delle targhe per i disabili (Cude E Ztl), dal proprio smartphone anziché doversi recare in Comune. Nell’area Turismo è possibile cercare e informarsi su eventi, spettacoli, attività, beni e luoghi del Veneto, scoprire i sentieri pedonali, ciclabili, equestri e quelli dedicati agli sport invernali, ma anche cercare le strutture ricettive per programmare le proprie vacanze e trovare notizie sul territorio, sui prodotti locali e sul meteo. Tutto questo è disponibile anche in lingua inglese.

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Il presidente Zaia e l’assessore Calzavara presentano l’app Ecco il qr-code per accedere a ViviVeneto
Dalla sanità al pagamento del bollo auto, dalla cultura al turismo: tutto in un solo strumento facilmente accessibile. Calzavara e Zaia: “Passo importante sul fronte della semplificazione digitale, anticipiamo i tempi”

L’intervista.

Bonaccini: “La differenza tra me e Elly? Voglio un partito di governo, non di protesta”

Stefano Bonaccini ha vinto nel voto nei circoli del Pd con circa il 55% dei consensi. Per la leadership dei democratici manca solo un passaggio: le primarie del 26 febbraio nel quale affronterà Elly Shlein, che nel voto tra gli iscritti Pd si è fermata al 33%.

C’è stato un dibattito sulla sopravvivenza stessa del partito. C’è ancora dunque del Pd nel nostro Paese?

“Da quasi due mesi sto facendo un viaggio d’ascolto nel Paese, ovunque registriamo grande partecipazione e voglia di confrontarsi. Se le chiami, le persone arrivano. È una comunità che chiede di ripartire. Per farlo servono un nuovo gruppo dirigente, una nuova agenda e un partito popolare e più forte, che torni fra la gente e parli dei problemi reali: lavoro, scuola, sanità, ambiente. Si sono già espressi 128mila iscritti e ben oltre la metà mi ha accordato la propria fiducia. Sono convinto che dalle primarie del

26 febbraio, dove potranno partecipare tutti, non solo gli iscritti, uscirà un’ulteriore spinta”.

La vittoria delle regionali in Emilia del 2020 ha testimoniato, nonostante fosse un test nazionale e non soltanto amministrativo, che c’è un Pd che può vincere. Quale la ricetta?

“Non dimentichiamo che il Pd esprime sindache e sindaci quasi nel 70 per cento dei comuni italiani, abituati ogni giorno ad

ascoltare i cittadini e dare loro risposta: donne e uomini che hanno vinto le elezioni nei territori mentre, magari lo stesso giorno, venivano perse a livello nazionale. Con me c’è quindi una classe dirigente già rodata, per troppi anni tenuta in panchina: intendo ripartire da loro e dal coinvolgimento vero della base. La mia ricetta, come quella dei sindaci, è stare ogni giorno dove la gente studia, lavora, si cura o si diverte. Perché un partito popolare è così, in sintonia con le persone”. Circoli e militanti. Molti iscritti non si sentono completamente valorizzati. Come invertire la tendenza?

“Se resterà questa pessima legge elettorale, da segretario farò le primarie per scegliere i parlamentari: devono essere i citta-

dini a scegliere i propri rappresentanti. Di sicuro non accadrà più ciò che ho visto alle politiche del 25 settembre, quando nessun dirigente nazionale si è candidato nel proprio collegio e i nomi sono stati paracadutati da Roma. Barmsta, adesso si cambia”. Cosa differenzia la sua proposta da quella degli altri candidati alla corsa alla segreteria? E quale il loro ruolo in caso di sua vittoria?

“C’è un confronto molto civile. Nessun partito fa più un congresso per decidere la propria identità e scegliere chi lo guida, dobbiamo essere orgogliosi di questo. Da noi scelgono iscritti ed elettori, mentre gli altri decidono in quattro a Roma nel chiuso di una stanza. La differenza principale? Io non voglio un partito di pro-

testa ma di governo, pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è tornare a vincere. Se toccherà a me guidare il Pd, chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano”. Quali prospettive politiche per il Veneto, storicamente una regione nella quale il centrosinistra fa più fatica nonostante le ottime esperienze nelle amministrazioni comunali?

“Conosco piuttosto bene il Veneto: non solo siamo contigui, ma condividiamo una rete sociale e un tessuto produttivo forti. Anche a questa Regione serve una politica industriale, una formazione continua che accompagni i lavoratori nella trasformazione, una rete di servizi che sostenga l’occupazione femminile, le famiglie, la natalità. Dobbiamo rimettere al centro i giovani”.

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Il 26 febbraio la sfida delle primarie del Partito Democratico
“L’obiettivo è tornare a vincere, serve una forza politica pragmatica e non ideologica, ma anche popolare e in sintonia con le persone”
In foto Stefano Bonaccini

Sviluppo sostenibile. L’obiettivo è intercettare le eccedenze di cibo, favorendone la redistribuzione

Da scarto a risorsa, l’impegno di Despar contro lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare è un elemento cruciale dello sviluppo sostenibile e uno dei temi fondamentali per la sfida della sicurezza alimentare. Proprio nell’ottica di promuovere stili di vita sostenibili e comportamenti responsabili per ridurre gli sprechi, proteggere l’ambiente e garantire una sicurezza alimentare per tutti, l’Agenda ONU 2030, attraverso l’SDG 12, ha messo al centro il tema dello spreco del cibo con l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. In questo quadro la GDO svolge un ruolo di primo piano per intercettare le eccedenze di cibo prima che diventino spreco, ridando loro una seconda possibilità, favorendo la redistribuzione di alimenti ancora buoni ma non più vendibili su altri canali, e innescando un circuito virtuoso per aiutare le persone più bisognose e in difficoltà. E questo è anche l’impegno

Tre domande a Last Minute Market

Da dove nasce l’idea di Last Minute Market (LLM) e come si è sviluppata la sua rete sul territorio?

Last Minute Market nasce fra la fine anni ‘90 e l’inizio anni 2000 come progetto di ricerca accademica applicata per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Nel tempo Last Minute Market ha ampliato e perfezionato i suoi ambiti di intervento, occupandosi di prevenzione delle perdite e degli sprechi a 360°, e promuovendo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile così come declinati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, permettendo di dare un contributo fattivo al raggiungimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU. Dal 2022, inoltre, LMM è membro della Piattaforma Europea sulle perdite e sprechi alimentari.

La GDO è un partner importante per la raccolta del cibo, come è nata la collaborazione con Aspiag Service?

A partire dal 201 3 Last Minute Market collabora con Aspiag Service per recuperare i prodotti rimasti invenduti ma ancora consumabili. La collaborazione ha consentito di costruire gradualmente un’iniziativa strutturata attraverso cui ogni punto vendita è messo in condizioni di donare la merce in eccedenza ancora perfettamente integra ed utilizzabile, alimentare o non alimentare, ad uno o più enti del proprio territorio che assistono persone in difficoltà. Grazie a quest’iniziativa, contestualmente all’apertura di ogni nuovo negozio Aspiag Service, vengono individuati gli enti beneficiari presenti su quel territorio e viene attivato il recupero delle eccedenze. Ad oggi, oltre 9.150 tonnellate di prodotti in eccedenza sono stati donati dall’inizio della collaborazione alle 200 organizzazioni non lucrative che aiutano persone in situazione di difficoltà.

Come funziona la rete che avete creato sul territorio Veneto, quali le realtà alle quali donate e come vengono scelte?

Last Minute Market non gestisce direttamente i prodotti, ma affianca l’azienda per la corretta gestione del recupero secondo la normativa vigente. Le strutture beneficiarie coinvolte in questo tipo di iniziativa sono principalmente Empori solidali, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Case-famiglia, Comunità Terapeutiche. Tutte le strutture coinvolte sono impegnate quotidianamente nell’attività di assistenza a persone fragili. L’obiettivo è quello di accreditare gli enti beneficiari prossimi alla sede di recupero e con le caratteristiche adatte per gestire in massima sicurezza tipologia e quantità di alimenti. Una volta attivate le relazioni territoriali, LMM supervisiona le attività di recupero, ne monitora l’andamento ed interviene in caso di necessità. Inoltre, al fine di prevenire l’insorgere di

che vede Aspiag Service in prima linea dal 2003 in tutte le regioni in cui l’azienda opera. Un impegno che ha permesso alla concessionaria dei marchi Despar, Eurospar ed Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia di recuperare ingenti quantitativi di cibo invenduto da destinare alle persone bisognose. “É un’attività di cui andiamo particolarmente orgogliosi e che si inserisce perfettamente nelle nostre azioni di responsabilità sociale di impresa”, spiega Giovanni Taliana, Direttore Regionale di Aspiag Service per il Veneto. Un’azione resa possibile grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare che ha consentito ad Aspiag Service di creare una solida rete con oltre 200 associazioni e strutture caritative dei territori in cui l’azienda è presente. Nel 2022 Aspiag Service ha così recuperato, nelle diverse regioni in cui opera, più di 1 400 tonnellate di alimenti, appartenenti a tutte le categorie merceologiche, consentendo la preparazione di oltre 3 milioni di pasti.

di Giovanni Taliana

É un risultato a cui ha contribuito in modo significativo anche il Veneto attraverso il longevo e proficuo rapporto con Last Minute Market e a fianco del tessuto di volontariato sociale della nostra regione.

In Veneto nel 2022 sono state quasi 600 le tonnellate di cibo recuperate e donate a numerose associazioni sul territorio.

I prodotti raccolti e redistribuiti hanno consentito la preparazione di quasi 1,3 milioni di pasti, generando un forte impatto in termini di sostenibilità e riduzione degli sprechi e degli scarti.

In Veneto la quantità totale di merce recuperata ha infatti permesso di ottenere una riduzione dei rifiuti prodotti dall’azienda pari a 556 tonnellate, equivalenti a quasi 1.235 cassonetti della spazzatura.

Inoltre, ha consentito di non sprecare oltre 2 tonnellate di CO2 emessa e quasi 1,2 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per produrre gli alimenti rimessi in circolo.

criticità operative e di mantenere un confronto costruttivo con gli enti no profit partner, LMM e Aspiag Service organizzano periodicamente incontri di restituzione dei risultati, e corsi di formazione, destinati agli operatori degli enti beneficiari finalizzati in particolare a fornire tutti gli strumenti necessari per la gestione in massima sicurezza dei recuperi.

I dati legati al recupero dei prodotti in eccedenza ci hanno permesso sia di aiutare concretamente le persone più bisognose, sia di intervenire in termini di sostenibilità ambientale.

La lotta allo spreco alimentare è un impegno che continueremo a perseguire, in armonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che la nostra azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale.

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IL PUNTO
Regione
Una sostenibilità che guarda all’ambiente e alle persone
Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto In foto Matteo Guidi, AD e socio fondatore di Last Minute Market – Impresa sociale

Progetto “Polis”. Entro il 2026 saranno 7mila gli uffici trasformati, 500 quelli del Veneto

La rivoluzione digitale dei piccoli comuni

Dall’Isee al passaporto, tutto alle Poste

Sono 500 gli uffici postali dei piccoli comuni del Veneto che entro il 2026 verranno trasformati fisicamente e digitalmente in uno Sportello Unico di prossimità, con l’obiettivo di rendere più semplice e veloce l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione. Di questi, 105 sono in provincia di Vicenza, 91 di Padova, 84 di Verona, 83 di Treviso, 48 di Rovigo, 59 di Belluno e 30 di Venezia. Il progetto si chiama “Polis” ed è stato presentato a fine gennaio a Roma da Poste Italiane con un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio dei ministri Gorgia Meloni, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di quasi tutti i ministri del Governo, del Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, del Presidente di Anci Antonio Decaro e di 3.500 su 7mila sindaci alla guida di comuni con meno di 15mila abitanti. Costerà 1,2 miliardi di euro: 800 milioni di euro finanziati con risorse del piano complementare al Pnrr e 400 milioni a carico di Poste Italiane. La ristrutturazione degli uffici postali non sarà innovativa solo dal punto di vista strutturale, con l’abbattimento ad esempio di tutte le barriere architettoniche: nei nuovi “Uffici Polis” saranno installati dei totem self-service grazie ai quali il cittadino, affiancato da personale appositamente formato, potrà fare richiesta di alcuni documenti e certificati: carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile

e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto d’armi, richiesta di nuova emissione del codice fiscale (compresa quella del primo codice fiscale dei neonati), estratto conto delle posizioni debitorie, visura delle planimetrie catastali, esenzione del canone Rai, deleghe

per i soggetti fragili, certificati giudiziari, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio della patente nautica, denuncia e richiesta di duplicato della patente. Non è tutto, perché i nuovi uffici postali dei 7mila comuni coinvolti vedranno l’installazione di ATM

Nei centri con meno di 15mila abitanti i cittadini potranno richiedere attraverso un totem certificati e servizi della pubblica amministrazione.

Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro 800 milioni sono finanziati con il Pnrr

Postamat, di lockers per la consegna di pacchi (attivi 24 ore su 24), di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, di impianti fotovoltaici per l’alimentazione degli stessi uffici e di sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. Alcuni degli uffici saranno dotati, all’esterno, di spazi attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dalla trasformazione degli edifici direzionali di Poste e dei grandi uffici postali presenti in tutte le province, inoltre, saranno creati anche 250 “Spazi per l’Italia”, rete di coworking con oltre 10mila postazioni di lavoro e riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. I primi 37 spazi saranno aperti entro la fine dell’anno.

“Il mondo è cambiato, ma la vocazione di Poste Italiane di tenere unito il Paese si conferma”, ha dichiarato il Presidente Mattarella, che ha voluto sottolineare come la mancanza di servizi nei piccoli centri abbia portato a un impoverimento dell’Italia. Le comunità sotto i 15mila abitanti rappresentano il 90 per cento dei comuni,

coprendo una superficie dell’80 per cento del territorio nazionale. Un’area nella quale vivono 16 milioni di italiani.

“Oggi l’Italia ha il dovere di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità e la stessa qualità del vita”, ha dichiarato la presidente di Poste, Maria Bianca Farina, che ha spiegato come il progetto “offra servizi essenziali con connessioni internet ad alta velocità alle zone periferiche, comunità piene di vita e di saperi che nel tempo hanno perso popolazione perché non efficientemente connesse”. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, ha aggiunto che l’attuazione del progetto “contribuisce ad accelerare anche la trasformazione digitale del Paese”. Per Giorgia Meloni si tratta di “un progetto imponente e capillare per avvicinare istituzioni e cittadini, un modello di innovazione e inclusione sociale che insegna all’Europa, che unisce l’Italia, che dice no ai servizi di serie A e di serie B, garantendo a tutti il diritto di accedere ai servizi in maniera semplice e veloce, guardando al futuro e facendo risparmiare tempo”.

Il ministro Nordio difende il lavoro dei giornalisti: “La stampa libera è fondamento della democrazia”

L’Ordine dei giornalisti compie 60 anni. È del 3 febbraio 1963 la legge che istituì la professione, voluta dal veronese Guido Gonella, primo presidente dell’Ordine, oltre che segretario della Democrazia Cristina, ex ministro di Grazia e giustizia e della Pubblica istruzione. E proprio nel Veneto di Gonella si sono aperte le celebrazioni nazionali, con un convegno organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia su “I valori del giornalismo, le sfide dell’informazione”, seguito il 3 febbraio a Roma da un evento aperto con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

che, partendo dall’art. 21 della Costituzione che tutela la libertà di informazione e del pensiero del cittadini, ha sottolineato come i giornalisti abbiano una responsabilità enorme. “Una

responsabilità accentuata dalla moltiplicazione delle fonti di informazione offerta dalla rivoluzione del web. Alla professione giornalistica – ha detto Mattarella – viene affidato il ruolo di

espressione della libera critica secondo doveri di lealtà e buona fede. Ai giornalisti è rimesso il compito rilevante, ai fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini, del rispetto della verità sostanziale dei fatti”.

Alla celebrazione nella capitale hanno preso parte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il costituzionalista Giovanni Maria Flick.

“La stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia liberale e della cultura”, ha detto nel suo intervento il Guardasigilli, che ha sottolineato l’importanza di “coniugare la sua prerogativa con il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini, che può essere violata, violando la segretezza delle loro conversazioni”. Precisando che “se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria, la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza”. (s.s.)

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Sergio Mattarella e Matteo Del Fante

Salute

Il concorso della Regione, una sfida a

meme

Sicurezza stradale, la parola ai ragazzi

Sicurezza

stradale, la parola passa ai ragazzi. Saranno loro gli ideatori dei prossimi messaggi di prevenzione che la Regione Veneto utilizzerà per sensibilizzare i più giovani al tema della sicurezza sulle strade.

La sfida è partita, “Un’altra strada challenge”, e invita alla partecipazione attiva al progetto i ragazzi della secondaria di secondo grado del Veneto, attraverso un’attività che si svolgerà nelle scuole.

“Guidare ti fa sentire… libero! Niente più bus affollati la mattina, niente più genitori che ti aspettano fuori, niente più pioggia finito l’allenamento. Ma non è tutto rose e fiori. – recita lo spot di presentazione del progetto che in questi giorni rimbalza nel web da una pagina all’altra delle Ulss venete - Ci sono limiti e regole pensati per proteggerci perché, in fondo, essere liberi significa anche questo: rispettare la libertà degli altri. Scegliamo di essere responsabili. Contribuire a una strada più sicura è qualcosa che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e puoi farlo anche tu. Partecipa a un’altra strada chellenge realizzando messaggi di prevenzione efficaci e creativi. Eh sì, anche i meme vanno bene. Con la tua classe potrai vincere un’opportunità di crescita per te e i tuoi compagni e fondi da investire nella tua scuola. Accetta la sfida”.

“Un’altra strada challenge” è, dunque, un concorso che mette alla prova gli studenti, sfidandoli a creare il messaggio di prevenzione più efficace e accattivante, e promuovendo in loro comportamenti consapevoli e prudenti.

Prosegue alla pag. seguente

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“colpi” di
FEBBRAIO 2023

L’appello

Usa il cellulare con intelligenza

Tutela la salute e l’ambiente

Salute

Salute

La campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute rilanciata dall’Ulss 2 Marca Trevigiana sul corretto utilizzo degli smartphone

Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme

Un’altra strada è un progetto che vuole creare awareness nelle scuole, invitando gli studenti a realizzare contenuti sul tema della sicurezza stradale, portandoli a riflettere su 3 concetti fondamentali: libertà, responsabilità e sicurezza.

Dopo un primo momento di approfondimento sul tema della sicurezza stradale, gli studenti saranno chiamati a realizzare contenuti brevi ed efficaci, con l’obiettivo di diffondere i valori della prevenzione e della responsabilità con un tono di voce fresco e creativo, mirato a diffondere consapevolezza proprio fra i giovani.

Chi può partecipare al concorso di idee?

Tutte le scuole secondarie di secondo grado e gli istituti di Formazione professionale del territorio Veneto, presentando una o più proposte oh messaggi sul tema della sicurezza stradale.

Da quando e fino a quando può essere presentata la domanda?

La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Bollettino ufficiale regionale (Bur) e nel portale Internet regionale (piattaforma telematica “bandi online” della Regione del Veneto: https//bandi.regione.veneto.it/), secondo le indicazioni e le procedure indicate nell’avviso contenuto nell’allegato della deliberazione.

Quante classi possono partecipare per singolo istituto?

Non esiste un limite, però l’adesione al bando è effettuata dall’Istituto, che pertanto dovrà coordinare le proposte presentate dalle proprie classi o gruppi di studenti. Scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare ciascuno studente al tema della sicurezza stradale e di raccogliere il maggior numero di proposte al fine di individuare quella con la maggiore efficacia a livello comunicativo.

La domanda di partecipazione può essere presentata anche da un singolo alunno?

“Usa il cellulare con intelligenza. Tutela la salute e l’ambiente”. E’ il messaggio che si rinnova nella campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute e che l’Ulss 2 Marca trevigiana fa proprio veicolandone, nella sua pagina Facebook, i punti salienti attraverso una infografica sul tema.

“Gli smartphone - si legge - sono ormai parte integrante della nostra vita e sono in molti ad utilizzarli per più ore consecutive, per motivi legati alla propria professione o perché lontani dai propri affetti. Uno dei dubbi più comuni sull’uso massiccio dei telefoni cellulari è il possibile effetto nocivo dei campi elettromagnetici in radiofrequenza. Sul tema sono stati condotti numerosi studi”.

L’obiettivo è dunque informare e chiarire qualche dubbio per utilizzare correttamente gli smartphone, nell’ottica di un approccio basato sulla prevenzione.

Lo smartphone e onde elettromagnetiche. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema affermano che le emissioni di telefoni cellulari e cordless non sono pericolose per l’utilizzatore, le ricerche tuttavia sono ancora in corso: non sono ancora disponibili osservazioni fatte a più di 15 anni dall’inizio dell’uso, mentre sono ancora limitate le evidenze per le esposizioni durante l’infanzia e l’adolescenza.

“In quest’ottica – si legge nell’infografica - è prudente cer-

care di ridurre l’esposizione alle onde elettromagnetiche, soprattutto per i più piccoli, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili.

Le chiamate sono il momento in cui si è più esposti, pertanto è consigliabile utilizzare l’auricolare o il vivavoce, preferendo quando possibile i messaggi. E’ inoltre preferibile utilizzare il telefono in condizioni di buona ricezione, così il segnale trasmesso sarà meno forte.

Se si è portatori di pacemaker è bene non tenere il cellulare vicino al cuore.

Non distrarsi col cellulare sulle strade. Niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre si è al volante o in strada. Mentre si guida o si cammina la strada non dev’essere mai persa di vista. E’ opportuno evitare di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari.

Il Codice della strada, peraltro, lo prevede: è vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello. Il cellulare, infatti, aumenta il rischio di incidenti: scrivere un messaggio equivale a 10 secondi di distrazione, si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo. Dove smaltire il vecchio cellulare. E bene rivolgersi direttamente ai punti vendita. E’ un servizio che viene fornito gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto.

No, la partecipazione al concorso di idee effettuata dall’Istituto scolastico, eventualmente anche in forma associata con altre scuole e potrà interessare più classi. Non è prevista la possibilità di presentare proposte direttamente da parte degli studenti.

Gli step del progetto sono tre: preparazione, creatività, partecipazione dei migliori progetti.

La preparazione.

Ogni insegnate che intende iscrivere il proprio istituto scolastico può registrarsi e scaricare il “Kit dello studente” e i documenti allegati da leggere con attenzione insieme agli studenti.

Creatività.

L’invito rivolto agli studenti è di creare il contenuto più interessante (sia esso un meme divertente oppure un video emozionante), virgola facendoli lavorare da soli o in gruppo.

La partecipazione

L’insegnate individuerà i prodotti migliori selezionando i lavori più efficaci dei suoi studenti, poi dovrà caricare il materiale tramite il profilo della scuola, senza dimenticare nessun documento al momento dell’upload.

Premi in palio. Al termine del concorso una giuria esaminerà i contenuti e decreterà le tre opere vincitrici che saranno premiate con una somma di denaro: 5.000 euro per la scuola prima classificata 3.000 euro per la seconda classificata e 2.000 euro per la scuola terza classificata.

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Prevenzione. La campagna di screening della Regione Veneto

Prevenzione del tumore del collo dell’utero, con una diagnosi precoce si può curare

Tumore del collo dell’utero, si può prevenire e curare, grazie ad una diagnosi precoce, che può davvero salvare la vita. E’ questo il mantra che è stato in più occasioni ribadito. Il messaggio rivolto alle donne è chiaro e si può sintetizzare in tre parole: informati, aderisci allo screening e fai il vaccino.

La campagna della Regione del Veneto sulla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero parte proprio dal programma di screening oncologico della cervice uterina.

In generale, si spiega sulla pagina web della Regione, i Programmi di Screening hanno lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione, sono rivolti a tutte le persone che abitano in Veneto e che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi di questi tumori è più alto.

Nello specifico quello della cervice uterina è un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’adesione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione. Ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione.

L’invito ad aderire è rivolto a tutte le donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.

Il Programma di Screening della cervice uterina, propone tramite lettera d’invito, il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV e il test HPV ogni 5

anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali. Differenze tra test HPV e Pap test. Il test HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, per tale ragione, può essere eseguito ogni 5 anni anziché 3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni. Come si procede. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della Ulss di appartenenza. Una volta effettuato il test, se l’esito è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito. Se la risposta è invece positiva, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia): Successivamente, in caso di diagnosi di lesione

A partire dai 25-30 anni e fino ai 64 anni di età l’invito rivolto alle donne è di aderire al percorso gratuito di controllo, diagnosi e cura della eventuale lesione pretumorale

Antibiotici, vanno usati in modo corretto per essere efficaci

pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso. Se il test HPV risulta positivo, viene effettuato, sullo stesso campione, il Pap test. Se anche il Pap test risulta positivo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia).

Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.

Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno.

E’ bene precisare che un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti.

La vaccinazione contro il papilloma virus. In Italia è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi, a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di sei mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.

Come difendersi dai cyberbulli, alcuni suggerimenti proposti dall’Ulss 5 Polesana

Cyberbullismo e giovani. L’occasione per riflettere sul tema è stata offerta dalla celebrazione, lo scorso 7 febbraio, della Giornata mondiale contro il bullismo, in tutte le forme in cui esso si manifesta.

L’Ulss 5 Polesana ha concentrato l’attenzione proprio sul cyberbullismo e ha fornito, attraverso la sua pagina Facebook, un serie di indicazioni per aiutare i ragazzi che hanno a che fare con questo tipo di molestie.

Intanto, è opportuno sapere che per cyberbullismo s’intende l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, infastidire, mettere a disagio o escludere altre persone.

Quando accade la prima cosa da fare – secondo le indicazioni dell’Ulss

5 Polesana – è inviare un messaggio al bullo, esplicitando il fatto che il suo comportamento infastidisce e disturba, invitandolo a non continuare con il suo atteggiamento.

E’ opportuno non avviare un botta e risposta con chi offende on-line. Il rischio è di fare il suo gioco.

La mossa successiva è quella di bloccare tutti i profili social del bullo. E’ la strategia più efficace per non rimanere intrappolati nella sua dinamica.

In ogni caso, conviene tenere traccia delle conversazioni o degli sms molesti: potrebbero tornare utili come prova in caso di denuncia.

Non è il caso di visitare community o chat in cui si è attaccati in modo offensivo;

Antibiotici sì, ma con cautela.

così come non è il caso di isolarsi ma, piuttosto, reagire informando i genitori o un adulto di riferimento su quanto sta avvenendo.

L’invito rivolto ai ragazzi è quello di denunciare sempre, se si è testimoni, gli episodi di cyberbullismo perché questo tipo di testimonianza rappresentano un valido aiuto per chi si trova in difficoltà.

E’ il monito che anche la Regione Veneto rinnova, invitando ad un uso corretto e consapevole di tali medicinali. Un uso improprio degli antibiotici contribuisce, infatti, a rendere i batteri resistenti ai successivi trattamenti.

Inoltre, è bene sottolinearlo, gli antibiotici sono efficaci solo contro le infezioni da batteri, non aiutato perciò a guarire dalle infezioni causate da virus, come i comuni raffreddori o l’influenza.

Gli antibiotici, pertanto, vanno usati solo con prescrizione e su indicazione del medico. Forse non tutti lo sanno ma gli antibiotici non utilizzati non devono essere conservati e vanno smaltiti secondo modalità ben precise. Da questo

punto di vista molto utili possono essere le indicazioni fornite dal farmacista.

Se continueremo ad usare gli antibiotici nella stessa quantità in cui lo facciamo oggi, potrebbe accadere in futuro che non funzionino più, proprio nel momento in cui potrebbero essere più necessari. La conclusione, quindi, è che possiamo contribuire a mantenere efficaci gli antibiotici solo se ricorriamo ad essi quando servono e lo facciamo in modo corretto.

Chi volesse avere ulteriori informazioni al riguardo può consultare la pagina web della Regione Veneto all’indirizzo www. regione.veneto.it/web/sanita/ antimicrobico-resistenza

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Risotto con crema di radicchio rosso e gorgonzola

Il risotto al radicchio è una ricetta che vede protagonista uno degli ortaggi simbolo della stagione. La sua sfumatura rosso rubino e un gusto lievemente amarognolo si abbina alla perfezione con la dolcezza del gorgonzola: si ottiene così un risotto cremoso, avvolgente senza l’aggiunta di burro.

Ingredienti per 4 persone:

- 300g circa di riso per risotto

- 1 vaso di crema di radicchio rosso bio DELSANTO

- 150g di formaggio gorgonzola

- 800ml circa di brodo vegetale

- Q.B. sale

- Q.B. olio evo

- Q.B. formaggio grattuggiato

QUIZ CON IL CIBO: QUANTO NE SAI?

PROCEDIMENTO

Preparate il brodo vegetale: il classico è carote-cipolla-sedano a dadini, sale e pepe, cotto in abbondante acqua per circa un’ora. A piacere potete usare quello in polvere bio disponibile in commercio. In una casseruola mettete un filo d’olio e tostate il riso per pochi minuti. Cominciate ad aggiungere un mestolo di brodo vegetale un po’ alla volta e mescolate, aggiungendone mano a mano che si assorbe, portandolo quasi a cottura. Aggiungente la crema di radicchio in vaso e finite la cottura del riso. A cottura ultimata spegnete il fuoco e aggiungente dei pezzettini di gorgonzola, del formaggio grattugiato e mescolate per bene. Lasciate riposare per un paio di minuti in modo che il tutto si amalgami bene. Distribuite nei piatti: a piacere potete aggiungere dei pezzetti di noce come guarnizione, accompagnato da formaggio grattugiato a parte.

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A tavola

ARIETE

Siete partiti in quarta e riuscite finalmente ad affrontare e risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso, in ambito domestico, familiare ma anche lavorativo

State attraversando una fase di passaggio che talvolta genera confusione e disorientamento, ma è un percorso necessario. Presto tutto sarà più semplice e chiaro

E’ un periodo di alti e bassi dal punto di vista emotivo. Non lasciatevi travolgere e date spazio alla razionalità che in questo periodo vi guiderà nelle vostre scelte

Il mese è iniziato nel migliore dei modi. Una rinnovata energia vi consente di ottenere approvazione e successo, a volte anche insperati. Approfittatene per puntare in alto nei vostri obiettivi

Se le cose non vanno proprio come avevate sperato affidatevi all’ottimismo e alla vostra innata gioia di vivere che vi consentiranno di superare con successo tutte le ostilità

All’impulsività che vi tenta talvolta opponete il vostro sano realismo che vi consente di affrontare con lucidità ogni prova. Ne trarrete beneficio in ogni situazione

E’ tempo di rialzarsi in piedi e tirare fuori tutta la grinta di cui siete capaci per lasciarvi alle spalle quella fase di incertezza che avete vissuto in modo passivo. Si volta pagina e si ricomincia

Il cuore avrà la meglio, accompagnato da una fervida immaginazione che vi consentirà di mettervi in gioco con più leggerezza nelle relazioni. Non fatevi distrarre troppo

La situazione è molto più semplice di quanto possa apparire se affrontate le cose con un po’ di spensieratezza e col sorriso. Gli amici sono una risorsa incredibile

Non vi smentite mai: la vostra forza è nella determinazione e, ancora una volta, sarà la vostra carta vincente. Nessuno potrà fermarvi, neanche la stanchezza. La vostra grinta avrà la meglio

E’ il momento giusto per lasciare da parte tutti i dubbi e i sensi di colpa. Guardate oltre e pensate solo a voi stessi. Gli altri se la caveranno da soli

Concentratevi su ciò che volete davvero cambiare e cominciate a pensarci concretamente. Un passo dopo l’altro arriverete a ottenere ciò che desiderate. Siate tenaci

www.ilbassano.com 38 Carnevale in CONTEST FOTOGRAFICO In buono energia In buoni spesa 250€ 150€ 100€ Scopri le 3 foto più votate! Scannerizza e vedi se hai vinto Febbraio regala
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