della Bassa Padovana
1994 - 2014
Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 48 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Trasporti pubblici Pendolari a piedi d’estate niente treni la sera pag.
Montagnana Crediveneto Agostini è il nuovo presidente
Bassa Padovana Vasti allagamenti e danni per milioni di euro
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EDITORIALE
servizio pediatrico sospeso, e’ polemica
Elezioni europee: si decide il futuro, ...forse di Ornella Jovane
Non è certamente passata inosservata la scelta dell’Usl 17 di interrompere, dall’1 aprile scorso, il servizio di continuità assistenziale pediatrica attivo negli ambulatori di Este e Conselve. Protestano i cittadini e anche i pediatri. pag. 10
la scure dei tagli lo studio della cna
I Comuni piangono la drastica riduzione dei trasferimenti statali e i cittadini invece l’aumento continuo delle tasse. Ma quanto ha pesato, per la Bassa Padovana, l’inasprimento dei vincoli statali? La risposta la dà il Cna. pag. 12 10%
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Sei aspiranti sindaci per la città della Rocca Sfida bis tra Lunghi e Corso, insieme a Bernardini, Drago, Natalicchio e Perin
S
ono sei gli aspiranti sindaci che si sfidano alle urne il 25 maggio per le amministrative. Diciassette liste collegate in tutto, pronte a contendersi i posti per il consiglio comunale e a portare il proprio candidato sullo scranno più alto. Fra loro il sindaco uscente Francesco Lunghi: ex primario dell’Ulss 17, ora in pensione ed iscritto a Forza Italia. Lunghi è sostenuto da sei liste: Forza Italia Berlusconi per Lunghi, Lega Nord, Nuovo Centro Destra, Patto per Monselice e Città di Monselice.
Per il centrosinistra il maggiore rappresentante è Francesco Corso, sindaco uscente di Baone, 64 anni, sposato, 2 figli, nel 2004 aveva sfidato Fabio Conte perdendo per soli 56 voti. Con lui ci sono quattro liste: Partito Democratico, Nuova Monselice Miazzi, Monselice Riparte e Laboratorio Europa. Per il Movimento 5 Stelle è sceso in campo Andrea Bernardini: 21 anni, studente universitario, insegna minibasket. Guarda al centro invece Roberto Natalicchio, uno dei volti nuovi della politica monselicense.
Parafarmacista, 56 anni, sposato con tre figli. Con lui ci sono due liste: Noi con Stefano Peraro e Monselice al Centro. Lucio Perin, indipendentista veneto, si potrebbe dire una vecchia conoscenza della politica monselicense. Candidato alla carica di sindaco è sostenuto da due liste Monselice Popoli Liberi C9D Forconi e Veneto Libero Indipendensa. Nel centro-destra è sceso in campo anche Paolo Drago, architetto di 50 anni, sostenuto dalle liste Fratelli d’Italia e Partecipazione e solidarietà. pag. 6
lezioni europee, si avvicina la scadenza della chiamata al voto e mai come in questa tornata l’esito delle consultazioni appare di portata storica e strategica. Ridimensionata infatti, nell’imminenza del 25 maggio, la querelle sul valore da attribuire alle elezioni per eleggere l’europarlamento e sulla loro reale utilità, il dibattito si è decisamente spostato verso l’Europa, trasformando questo passaggio in un vero e proprio referendum tra eurosostenitori ed euroscettici. Chi legge in questa prospettiva le elezioni europee considera il 25 maggio come il giorno del giudizio in cui alcune centinaia di milioni di persone sono chiamate ad esprimere un parere sull’opportunità di continuare a rinunciare a scampoli di sovranità popolare in funzione di un progetto comune e di una moneta condivisa, ovvero se è il caso di tornare, ciascun paese, a coltivare il proprio orticello. Entrambe le posizioni dovranno essere convincenti, partecipate, motivate, perché questa volta la questione europea non rappresenta solo un tiepido esercizio di retorica riservato a pochi appassionati, nè una manifestazione di ordinaria collezione di luoghi comuni o, al più, di distaccata quanto culturalmente ricercata prova di memoria storica e di educazione civica. continua a pag. 3
L’Intervento
Tassa sulle rendite finanziarie più equa di Enrico Schienato*
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umentano le tasse sulle rendite finanziarie? Siamo d’accordo, ma il piccolo risparmiatore non deve pagare quanto chi investe grossi capitali. Altroconsumo propone una revisione più equa della tassazione. La tassazione delle rendite finanziarie passerà dal 20 al 26%.
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* delegato regionale del Veneto di Altroconsumo
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L’Intervento
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EDITORIALE
segue da pag.
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Elezioni europee: si decide il futuro, ...forse
Taglio delle Province
Esprimi il tuo parere
La Camera ha approvato il Ddl Delrio sulle province, che così diventa legge. Le Province vengono ‘svuotate’ delle loro funzioni e, in attesa della riforma del Titolo V e della loro definitiva abolizione, gli organi non saranno più eletti dai cittadini. Ai nostri lettori che ci seguono sul sito www.lapiazzaweb. it abbiamo chiesto se fossero d’accordo o meno con il disegno di legge. Hanno risposto così:
Questa volta l’Europa tocca la pancia e condiziona da vicino la vita degli elettori. Sarebbe necessario pertanto proporre una lucida, seria e consapevole idea di futuro, da qualunque prospettiva si consideri la questione. Il fatto è che con l’avvicinarsi della “sentenza” che sarà espressa attraverso il voto, nel nostro Paese il dibattito sembra impoverirsi e ridursi essenzialmente ad una questione di politica interna, di conteggio dei consensi per un partito o per l’altro - per capire dove batte il cuore degli italiani considerato che è da un po’ che non si vota per eleggere i rappresentanti del governo nazionale - e di legittimazione o bocciatura del governo in carica. E così l’Europa - quella che imponendo la politica dell’austerità ha impoverito anche il nostro Paese come pensa la maggior parte degli italiani - si trasforma in un bersaglio al quale tutti puntano, utile a distogliere - di fronte ai problemi della quotidianità cui la classe politica nostrana non sempre è in grado di dare risposte efficaci proponendo efficaci soluzioni - l’attenzione degli italiani dalle responsabilità di classi dirigenti che hanno governato negli ultimi decenni e governano il nostro Paese. Sarebbe invece opportuno proporre una onesta, quanto equilibrata, riflessione sui vantaggi e gli svantaggi dell’Unione europea, tenendo presente che se fossimo stati un Paese più credibile, più agile nelle riforme, più efficiente e con un debito pubblico che non fosse tanto cresciuto nell’ultimo decennio, probabilmente avremmo attraversato con maggior disinvoltura questi anni di crisi, risultando anche meno esposti ai mercati finanziari. Se da noi l’approccio rimane quello che si vede, però, è facile che accada anche questa volta che, dopo la sua elezione, discussa con tanto trasporto, dell’euroaparlamento tutti o la maggior parte ne dimentichino l’esistenza per i prossimi cinque anni. di Ornella Jovane
Camporese nuovo presidente
ricerca pediatrica a pieno regime
È Andrea Camporese il nuovo presidente dell’Istituto di Ricerca Pediatrica. Raccoglie il testimone da Franco Masello e resterà in carica per i prossimi tre anni. Andrea Camporese, imprenditore vicentino, membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto nel primo triennio, ha già ricoperto la carica di presidente della Fondazione Città della Speranza. Ora dovrà occuparsi di portare a pieno regime l’Istituto di Ricerca, fondato nel 2010 per promuovere attività di ricerca scientifica nel campo della medicina pediatrica, inaugurato nel 2012 e costato 32 milioni di euro. Opportunità per 3 rifugiati
istruttori senza frontiere a padova
L’assemblea nomina il CdA
consorzio zip ziglio e’ presidente Sono stati nominati dall’assemblea dei soci i nuovi consiglieri di amministrazione della Zip, il Consorzio Zona Industriale di Padova. I nuovi componenti del consiglio di amministrazione sono: Antonino Ziglio presidente, Nicoletta Salvagnini, ufficio legale della Camera di commercio, Ilaria Passudetti, ufficio legale della Provincia. Polemica ad Abano Terme
tassa di soggiorno albergatori infuriati
Esplode la poemica ad Abano dopo l’aumento della tassa di soggiorno. Infuriati gli albergatori. “Il cliente di un 4 stelle che fino ad oggi per una settimana di cure paga 4 euro da maggio pagherà 14 euro. È errato pensare che la sola tassa di soggiorno sia pagata dai turisti. Anche l’iva, già di per sé superiore ad altri paesi europei, è pagata dagli stessi ed il livello di tassazione raggiunto negli ultimi periodi è arrivato ad un parametro talmente alto che il cliente non riesce più a sopportare un carico fiscale di tale portata”.
Bassapadovana monselice Finalmente riapre la Loggetta dopo un lungo restauro pag.
este, ambiente
Provincia emergenza lavoro
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Polmone verde intorno alla Sesa e una sola antenna sul Monte Cero pag. 10
montagnana
Borghesan propone bus diretto Padova senza altre fermate pag. 12
Padova maglia nera disoccupazione a livelli da record pag. 16
ambiente
Dal Centro Veneto Servizi un fondo per le famiglie in difficoltà pag. 17
cultura, la mostra Cinquecento anni di storia per le mura di Padova pag.
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Regione Europee 159 candidati per 14 seggi a Strasburgo pagg.
occupazione
Offrire un’opportunità lavorativa a tre ragazzi, 3 giovani rifugiati politici, attraverso lo sport. Questa la mission di “Istruttori senza Frontiere”, il progetto realizzato da Csen in collaborazione con l’assessorato allo sport dell’Ammnistrazione comunale. I tre giovani parteciperanno ad un corso di formazione per diventare Personal Trainer e operare successivamente in autonomia. Marchiatura antifurto
codice fiscale impresso sulle bici
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I giovani cercano fortuna all’estero, perché e dove vanno pag. 20
Economia Industriali e Unicredit alleati per agganciare la ripresa pag. 23
Per difendere dal furto le biciclette degli studenti che pedalano l’Amministrazione comunale ha organizzato una serie di appuntamenti per la marcatura straordinaria gratuita delle biciclette presso gli Istituti Unviersitari. La marchiatura si terrà dalle ore 9 alle ore 12 di: martedì 13 maggio alla Torre Archimede via Trieste adiacente Economia, martedì 17 giugno al Palazzo Bo, martedì 21 ottobre a Palazzo Maldura. La marcatura consiste nella punzonatura del codice fiscale del proprietario sul telaio della bicicletta, codice che viene coperto con un’etichetta indelebile con lo stemma del Comune di Padova.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
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Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 aprile 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese SETTORE PRIMARIO VENETO Settimane decisive per la definizione della distribuzione delle risorse della politica agricola comunitaria e del piano di sviluppo rurale. Nella nostra regione cala il numero delle imprese ma tiene l’occupazione. Previsti 30 milioni di euro per i giovani imprenditori pronti ad investire sull’innovazione e sull’export. Il mais resta la prima coltura e le eccellenze, su tutte il vino, fanno da traino soprattutto all’estero
“Largo ai giovani e ai veri agrico
di Nicola Stievano
Piazza: “le risorse dovranno andare a chi vive di agricoltura, a chi ogni giorno investe sul territorio”
Furlani: “Non sottovalutare l’Expo 2015”. Al primo posto va messa la tutela del reddito d’impresa
P
iù giovane e più specializzata, con più terreno e strumenti a disposizione, orientata all’innovazione e all’export. E’ questa l’agricoltura veneta del 2020 che si inizia a costruire oggi con le risorse della politica agricola comunitaria (la Pac) e del Piano di sviluppo rurale del Veneto. In queste settimane stanno uscendo i bandi per l’impiego delle prime risorse a disposizione: nei prossimi sei anni nella nostra regione verranno fatti girare centinaia di milioni di euro per l’ammodernamento delle imprese agricole, l’insediamento dei giovani imprenditori, l’intervento in specifici settori agronomici. Una sfida per il settore primario veneto che nell’ultimo decennio ha cambiato pelle: le aziende agricole sono diminuite in numero mentre gli addetti complessivi sono stabili se non quando in leggero aumento. A chiudere sono le micro imprese che non riescono a stare sul mercato e non possono contare sul ricambio generazionale. Di contro, le aziende attive tendono a crescere di dimensione e fatturato per poter essere competitive e sono orientate anche a nuovi investimenti. Ecco perché l’attenzione è alle stelle per le risorse del Piano di Sviluppo e della Pac: se usate correttamente saranno il “volano” che permetterà all’agricoltura di casa nostra di crescere e continuare ad occupare i primi posti per l’eccellenza dei prodotti locali. Quindi meno colture estensive, anche se il mais continuerà ad essere di
il caso avviata un’indagine sui mercati padovani
I soliti furbi “inquinano” il km 0
I
mercati agricoli hanno conosciuto un vero e proprio “boom” negli ultimi anni, con un aumento esponenziale dei punti vendita e delle presenze. Ai consumatori piace la formula del “km 0” anche se qualche produttore cerca di aggirare le regole, che impongono la vendita esclusiva di prodotti agricoli. In caso contrario infatti l’agricoltore diventa commerciante. Dopo alcune segnalazioni è scattata un’indagine in quattro mercati agricoli padovani (Piazza de Gasperi in città, Cadoneghe, Vigodarzere e Cittadella). “Ben vengano i controlli - afferma Pierluigi Argenton, presidente dell’Associazione Agrimercato delle Terre del Santo, che raccoglie buona parte dei produttori presenti ai mercati - Le aziende agricole che partecipano ai nostri mercati di vendita diretta sono quotidianamente controllate sia per quanto riguarda l’origine che la provenienza dei prodotti agricoli. Il nostro regolamento parla chiaro: sono ammessi solo prodotti al cento per cento aziendali e non tolleriamo scorciatoie o comportamenti che possano in qualche modo danneggiare chi lavora in modo onesto. Il “km zero” ormai è un vero e proprio “patrimonio sociale” intorno al quale però non manca chi se ne appropria indebitamente mettendo a repentaglio la serietà dei produttori e la fiducia dei consumatori. Pertanto il nostro sistema allontana subito e automaticamente chi non rispetta le regole, come è già accaduto. Ben vengano quindi anche ulteriori verifiche – conclude il presidente dell’Agrimercato - da parte delle autorità preposte. I Mercati di Campagna Amica operano nella piena trasparenza“. N.S.
gran lunga il primo prodotto della pianura veneta, accanto all’ortofrutta e agli allevamenti. Quanto ai giovani in Veneto sono attesi 30 milioni di euro per le nuove imprese. Il confronto comunque è ancora aperto. Coldiretti Veneto sottolinea la lunga trattativa per “raddrizzare” la proposta iniziale penalizzante per l’Italia. “Le risorse devono andare ai veri agricoltori – ricorda il presidente Giorgio Piazza – a chi vive di agricoltura e fa vivere questo settore. Le esigenze concrete delle imprese agricole dovrebbero guidare le decisioni della pubblica amministrazione nella programmazione delle politiche per il futuro Invece ci troviamo di fronte a distorsioni preoccupanti, come la vera e propria casta di intoccabili e furbetti che incassa mezzo miliardo di euro di benefici pur non vivendo di agricoltura. Si tratta di grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari, tremila soggetti in tutto, in Italia, che sottraggono una fetta importante di risorse della Pac. Denaro che dovrebbe andare solo a chi lavora per davvero nei campi, non a chi sfrutta l’agricoltura per rendite di comodo per poi fare dell’altro. Si tratta di una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2 per cento degli interessati dagli interventi di politica agricola che riceve però ben il 15 per cento delle risorse destinate all’agricoltura dalla Pac. Una rendita fondiaria e finanziaria che senza un deciso cambiamento nella programmazione nazionale rischia di essere
mantenuta per i prossimi sette anni”. Dal neo presidente veneto della Confederazione Italiana Agricoltori Flavio Furlani arriva anche l’invito a guardare ad Expo 2015, vetrina per l’agroalimentare:”Il Veneto è in grave ritardo e ha adottato un approccio debole. Finora è visto come un’opportunità che sembra spaventarci più che motivarci. Non possiamo permetterci di mancare questo appuntamento, serve un progetto davvero complessivo, che eviti la dispersione di pensiero, di energie e di risorse in mille rivoli. Dobbiamo invece costruire un sistema veneto permanente, una filiera da continuare a promuovere anche dopo l’esposizione milanese”. Quanto al Psr e alla Pac Furlani raccomanda: “serve un progetto di sviluppo che metta al primo posto la salvaguardia della filiera agroalimentare e la tutela del reddito degli agricoltori, che si trovano a fare i conti con le difficoltà di accesso al credito, rispetto alle quali la Cia si propone come certificatore del merito creditizio delle proprie imprese. Le azioni in programma non possono essere trattate come una semplice legge di spesa». Non da ultimo, sottolinea il numero uno della Cia veneta, la richiesta di ridurre la burocrazia lavorando sul concetto di “un’azienda, un controllo” e di certificato unico. Il confronto continuerà serrato nei prossimi mesi, intanto gli agricoltori veneti continuano a scommettere sul proprio patrimonio di tipicità.
Argomento del mese 5 I dati del comparto
oltori”: l’agricoltura verso il 2020 Legislazione Sentenza storica a difesa delle produzioni genuine
Arriva lo stop agli ogm di Alessandro Abbadir
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top agli ogm in Italia. A decretarlo è stato alla vigilia della Festa della Liberazione, il Tar del Lazio . Il Tar ha infatti bocciato il ricorso presentato da un coltivatore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech Mon810 modificato geneticamente. Per Coldiretti si tratta di “una sentenza storica, una grande vittoria per l’agricoltura italiana di qualità Per il ministro dell’Agricoltura Galletti “questo divieto va attuato con decisione, anche adottando le sanzioni stabilite per le eventuali violazioni” . Il tema degli organismi geneticamente modificati, per i quali si teme una diffusione incontrollata e in definitiva incontrollabile nella pianura padana, era stato al centro di un incontro svoltosi a Verona nelle scorse settimane tra il ministro delle politiche agricole e gli assessori all’agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino. “Abbiamo parlato dei rischi di una coltivazione indiscriminata di ogm – ha spiegato in una nota la giunta regionale del Veneto – e fatto il punto rispetto a decisioni che dovremo prendere per continuare a difendere l’originalità e il valore del made in Italy e dei suoi prodotti agricoli. Dobbiamo poter proporre ai mercati prodotti di altissima qualità, tipici, spesso unici, scevri da modificazioni genetiche e rischi di inquinamento, che possano spuntare nel mondo prezzi e ricavi capaci di far vivere e dare prospettiva di crescita alla nostra agricoltura, al di fuori di logiche di mondializzazione che finirebbero per farci subire il mercato e non esserne protagonisti. Per noi la coltivazione Ogm non è un’opportunità ma un rischio: senza il controllo del territorio andiamo incontro ad una disaffezione dei consumatori e ad un boomerang nei confronti del made in Italy”
A vinitaly
Vino veneto, vola l’export I
l vino veneto? Un prodotto di altissima qualità che nel 2013 ha rappresentato il 32 % del prodotto nazionale e per capire l’importanza del settore, basti pensare che l’Italia è il primo esportatore al mondo con una quota del 21% del mercato internazionale e il Veneto gioca la parte del leone con 80 mila ettari di vigneto, 28 mila aziende agricole per 9 milioni di ettolitri di cui 4,5 milioni sono Doc e Docg. Si tratta di una ulteriore crescita dell’11,7% rispetto al 2012, anno nel quale il valore del vino che il Veneto ha venduto all’estero è stato di un miliardo 443,6 milioni di euro, pari al 30,7 per cento del totale italiano. Il vino veneto ha trovato la sua naturale vetrina alla manifestazione veronese “ Vinitaly”. L’esposizione ha messo in mostra anche i dati nazionali. Il comparto tra vini e distillati, vale oltre 12 miliardi di euro in Italia per 1,2 milioni di addetti con un export di 5 miliardi (+7,3%) su 33 miliardi totali dell’agroalimentare ed è il Prosecco ( vino veneto per eccellenza) il driver trainante che quest’anno festeggia quota 300 milioni di bottiglie. Vinataly non è stato solo un modo per presentare i risultati raggiunti, ma un modo per gli operatori del settore di fare affari importanti. Lo stand del Veneto a Vinitaly, contraddistinto dal Ponte di Rialto, è diventato per tutta la durata dell’esposizione vera e propria borsa del vino, decine e decine di grossi compratori esteri selezionati dalla Fiera di Verona hanno incontrato circa 150 aziende vitivinicole venete per costruire reciproci affari in nome di una enologia, quella veneta, che è la maggiore d’Italia. I vini Docg, Doc e Igt del Veneto sono 52: 14 Docg, 28 Doc e 10 Igt. Il regolamento (Ce) n. 479/2008, poi confluito nel regolamento (Ce) n. 1234/2007, ha riformato l’organizzazione comune del mercato vitivinicolo (Ocm) introducendo la protezione comunitaria dei vini come denominazione d’origine protetta (Dop) o indicazione geografica protetta (Igp). I vini per i quali può essere dimostrato che esiste un legame tra le caratteristiche del prodotto e la sua origine geografica possono ottenere la protezione comunitaria. l decreto legislativo 81/2010, con il quale l’Italia ha adeguato la legge 164/1992 sulle denominazioni di origine dei vini, ha stabilito che i vini Dop sono classificati in: denominazioni di origine controllata e garantita (Docg) denominazioni di origine controllata (Doc). I vini Igp comprendono le indicazioni geografiche tipiche (Igt) della precedente classificazione nazionale. “L’enologia veneta – ha detto nell’occasione l’assessore all’agricoltura regionale Franco Manzato- è quella che realizza più valore nell’export e che si presenta nel mondo come una delle eccellenze legata al territorio e alla sua storia. E questo richiede una capacità che va oltre alla promozione e al mettersi in mostra, perché il compratore vuole essere sicuro di realizzare affari convenienti, in nome di un prodotto che ha una origine e una qualità certa, capace di avere un prezzo adeguato al consumatore del paese di arrivo”. E sulla qualità dei nostri vini nettamente superiori a tanti altri in giro per il mondo, Manzato insiste. “. E’ sulla qualità del prodotto sulla sua tracciabilità e genuinità a prezzi adeguati che si gioca il futuro Perchè in fondo è questo il senso di una enologia che oggi pareggia domanda ed offerta del mondo ma che, come la nostra –afferma l’assessore all’agricoltura – ha caratteristiche straordinarie per unicità e rapporto prezzo - qualità all’interno dell’intera piramide produttiva: dai prodotti di più largo consumo a quelli di élite e di nicchia. Noi facciamo il vino per passione, per tradizione, perché abbiamo capacità e territori vocati, tecnologie e ricerca, ma lo facciamo anche per condividerlo con i consumatori di tutto il mondo, per i quali il vino veneto è un ottimo biglietto da visita per tutto ciò che viene A.A. realizzato e prodotto qui a Nord Est dell’Italia”.
6 Monselice Elezioni amministrative Complessivamente sono 17 le liste presenti
Sei candidati sotto la Rocca Lunghi cerca la rielezione per la continuità Corso lo sfida di nuovo e si prende 5 impegni di Emanuele Masiero
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ono sei gli aspiranti sindaci che si sfidano alle urne il 25 maggio per le amministrative. Fra loro il sindaco uscente Francesco Lunghi: ex primario dell’Ulss 17, ora in pensione ed iscritto a Forza Italia. Lunghi è sostenuto da sei liste: Forza Italia Berlusconi per Lunghi, Lega Nord, Nuovo Centro Destra, Patto per Monselice e Città di Monselice. “Le priorità della nostra coalizione sono semplici, tutte nel segno della continuità per valorizzare quello che abbiamo iniziato e vogliamo portare a termine – ha commentato Lunghi – Lavoro, giovani, ambiente, sociale e sicurezza. Sono queste le cinque tematiche su cui ci impegneremo per dare una risposta concreta. Questi temi sono tutti collegati tra loro. Di certo bisognerà continuare a sviluppare i progetti legati alle infrastrutture del nostro territorio tenendo in considerazione anche le potenzialità turistiche di cui disponiamo”. Per il centro sinistra il maggiore rappresentante è Francesco Corso, sindaco uscen-
Francesco Lunghi
Francesco Corso
te di Baone, 64 anni, sposato, 2 figli, nel 2004 aveva sfidato Fabio Conte perdendo per soli 56 voti. Con lui ci sono quattro liste: Partito Democratico, Nuova Monselice Miazzi, Monselice Riparte e Laboratorio Europa. “Abbiamo preso 5 impegni – spiega Corso - Un governo di squadra per far crescere una nuova generazione di amministratori locali. Basta uomini soli al comando. Un “Open Municipio” con la partecipazione attiva nei processi decisionali. Inoltre vogliamo
valorizzare il lavoro e l’ambiente insieme all’Europa. Ai Comuni sono destinati quasi un quarto dei fondi europei per finanziare progetti territoriali. In tempi di ristrettezze economiche sempre maggiori per gli enti locali è scellerato che il nostro Comune continui a pagare milioni di euro di interessi per mutui contratti senza preoccuparsi di favorire progettualità finanziabili a livello comunitario. Infine dobbiamo guardare ai giovani”.
SFIDANTI Il Movimento 5 Stelle candida il giovane Bernardini
natalicchio chiama a raccolta i moderati
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er il Movimento 5 Stelle è sceso in campo Andrea Bernardini: 21 anni, studente universitario, insegna minibasket. “Io parlo sempre come portavoce di un gruppo – ha spiegato Bernardini – non sono sopra agli altri perchè mi candido a sindaco. Se saremo eletti, vogliamo dimostrare di essere concreti e credibili per tutto il mandato. Siamo tutte persone estranee alla politica. Forse inesperti, ma di certo competenti e carichi di voglia di fare. A Monselice bisogna ripartire dai bisogni primari dei cittadini: serve un piano di supporto Andrea Bernardini per anziani, giovani e bambini, ovvero le fasce più deboli della popolazione. Per rilanciare il lavoro dobbiamo partire dalla zona industriale che deve essere più appetibile e accattivante per chi vuole investire”. Guarda al centro invece Roberto Natalicchio, uno dei volti nuovi della politica monselicense. Parafarmacista, 56 anni, sposato con tre figli. Con lui ci sono due liste: Noi con Stefano Peraro e Monselice al Centro. “Siamo l’unica alternativa di rinnovamento della classe politica di Monselice che da 20 anni è sempre la stessa – ha esordito Natalicchio – Vogliamo portare Roberto Natalicchio novità e innovazione. Istituiremo un Fondo Speciale per il Lavoro di 100 mila euro e il Fondo Integrazione Affitti con 50 mila euro. Approveremo il regolamento per la semplificazione e la riduzione delle imposte comunali sulle attività produttive, artigianali e commerciali. Esamineremo tutte le pratiche edilizie giacenti presso l’ufficio tecnico. Per le nuove pratiche il tempo massimo di risposta sarà di 30 giorni. Ridurremo le aliquote Imu che pesano sulle famiglie. Infine Monselice sarà pulita e ordinata come merita: si provvederà alla pulizia di strade e fossi, allo sfalcio dell’erba e al recupero dei rifiuti presenti lungo le strade o negli argini dei canali”. E.M.
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Lucio Perin
ucio Perin, indipendentista veneto, si potrebbe dire una vecchia conoscenza della politica monselicense. Candidato alla carica di sindaco è sostenuto da due liste Monselice Popoli Liberi C9D Forconi e Veneto Libero Indipendensa. “Ancora oggi porto avanti l’istanza che mi contraddistingue da sempre – esordisce Perin – arrivare all’indipendenza. Sono stanco di vedere questa invasione incontrollata. E’ colpevole chi governa, ma anche chi sta a guardare e fa solo finta di opporsi. Noi vogliamo che i cittadini di Monselice siano liberi di tenere aperta la porta di casa senza aver paura. Vogliamo rilanciare il lavoro con un attacco all’euro e alle banche che stanno mettendo in crisi i piccoli imprenditori del territorio. Inoltre vogliamo realizzare quello che chiediamo da tanto tempo: la circonvallazione, la cittadella dello sport e la sicurezza che le case popolari vadano prima ai “nostri” cittadini. Ma prima di tutto serve controllo e monitoraggio del territorio. La situazione di disagio che stiamo vivendo è dannosa anche per l’economia del territorio.
Paolo Drago Se invece riusciamo a creare un nuovo clima di sicurezza, avremo delle ricadute positive su tutta la nostra società”. Nel centro-destra è sceso in campo anche Paolo Drago, architetto di 50 anni, sostenuto dalle liste Fratelli d’Italia e Partecipazione e solidarietà. “Prima di tutto vogliamo eliminare gli sprechi – spiega Drago – Il Comune di Monselice ha un debito troppo alto che ovviamente comporta interessi pesantissimi che si ripercuotono sulle tasse dei cittadini. Una tagliola per le famiglie e le imprese. In consiglio comunale ho chiesto più volte che fosse abbassato il debito ma non sono stato ascoltato. Se saremo eletti faremo subito una grande revisione del bilancio comunale. Inoltre vogliamo realizzare un altro tipo di complanare che va pensata come circonvallazione che sfrutti anche le strade già presenti e si ricolleghi direttamente alla Statale 10. Oltre all’eliminazione degli sprechi, crediamo moltissimo nella tutela dell’ambiente: anche su questo punto ci batteremo con impegno e dedizione”. E.M.
Committente responsabile Corso Francesco
messaggio elettorale a pagamento
I NOSTRI PRIMI IMPEGNI PER LA CITTA CHE RIPARTE 1.
FONDI EUROPEI PER LE IMPRESE. Creazione di un ufficio per lo studio e ricerca dei Fondi Europei che possano aiutare lo sviluppo di progetti che favoriscano l'occupazione.
2.
START-UP INNOVATIVE E RILANCIO DELLA ZONA INDUSTRIALE di Monselice attraverso la creazione di opportunità per giovani e imprese innovative.
3.
IL LAVORO
ALBERGO DIFFUSO per migliorare l offerta turistica quale settore chiave nel rilancio della città e nella creazione di lavoro stabile e continuativo.
IL SOCIALE 4.
5.
CULTURA E ASSOCIAZIONISMO 7.
RESTAURO SANTO STEFANO. Recupero dei finanziamenti.
9.
PREMIO MONSELICE PER LA TRADUZIONE. Riportare cultura a Monselice attraverso il ripristino di questo importantissimo premio e destinazione di uno spazio pubblico a centro culturale multimediale.
8.
EX CINEMA ROMA. Avvio del cantiere e sblocco della burocrazia.
10. LA SCUOLA COME CENTRO CIVICO. Utilizzare le scuole pubbliche al di fuori dei normali orari scolastici in collaborazione con le associazioni del territorio.
11. GIOVANI PROTAGONISTI. Ripristinare l Informagiovani, le sue iniziative ed il Tavolo cittadino per la politiche giovanili.
12. SPAZI SPORTIVI. Manutenzione e adeguamento degli impianti sportivi riconsegnandoli alla gestione delle società locali.
UNA CITTA BELLA E UNA CITTA VIVIBILE 13. CAMPO DELLA FIERA. Sistemare e definire lo spazio come ingresso alla città secondo principi di accoglienza e sicurezza di cittadini e visitatori, e verifica di nuovi criteri di viabilità.
14. CAVA DELLA ROCCA. Recuperare, mettere in sicurezza e valorizzare uno dei simboli e degli spazi aperti più suggestivi di Monselice, per il suo ruolo di traino del commercio in Centro Storico. 15. STAZIONI DEI TRENI E DEGLI AUTOBUS. Riqualificare questi quotidiani riferimenti per i pendolari con nuovi servizi semplici ma essenziali per migliorarne la fruizione. 16. MONSELICE SMART CITY. Una città intelligente che miglioreremo diffondendo e rendendo accessibili nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, al fine di aumentare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.
6.
FONDO DI SOLIDARIETA . Risorse da destinare subito ai bisogni primari delle famiglie e delle persone in difficoltà.
REDDITO DI CITTADINANZA. Sostegno della proposta di legge regionale per un reddito minimo riconosciuto a fronte di lavori socialmente utili o altro.
RAGGIUNGIBILITA NUOVO OSPEDALE. Mezzi pubblici per facilitare il raggiungimento del nuovo ospedale di Schiavonia.
8 Monselice L’Intervento
Interventi Turismo e viabilità Completata anche la nuova rotonda per la frazione di San Cosma
Finalmente apre la Loggetta di Emanuele Masiero
S
arà anche il clima elettorale, ma di certo le ultime settimane hanno visto una serie di inaugurazioni davvero importanti per la viabilità e il turismo a Monselice. Non mancano però i punti critici e i problemi irrisolti, a partire dallo stato in cui versa la stazione ferroviaria fra l’indignazione dei pendolari. LA LOGGETTA. E’ stata forse l’opera più attesa quella della Loggetta, che, per la prima volta dai lavori di restauro iniziati nel 2007, è stata aperta al pubblico. Un edificio del quattrocento dell’ex Monte di Pietà, situato tra piazza Mazzini e via del Santuario. Il sindaco Francesco Lunghi, nell’occasione, ha ripercorso la storia del Monte di Pietà, istituito nel 1494 dai Francescani e trasformato in biblioteca dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1968 ha anche ospitato il circolo universitario locale. Ma poi è stato lasciato in progressivo degrado, fino ai lavori voluti dall’amministrazione Conte e proseguiti fino ad oggi. Ci sono voluti sette anni perché si è proceduto a stralci funzionali. Sono serviti tre diversi progetti, ognuno dei quali ha richiesto autorizzazioni e finanziamenti. I lavori si sono resi necessari per offrire uno spazio di accoglienza ai turisti in visita a Monselice e per sistemare il tetto a rischio di crollo. La Loggetta ospiterà al piano terra l’ufficio turistico locale e alcuni uffici del settore Cultura, che si trasferiranno da palazzo Tortorini. Al primo piano è stata creata un’ampia sala di rappresentanza, che probabilmente verrà inaugurata con i prossimi appuntamenti della rassegna “Monselice Scrive” e che ospiterà anche la celebrazione di matrimoni civili. Una sala di rappresentanza è stata ricavata anche al secondo piano, raggiungibile con un ascensore. VILLA CAPODIVACCA. Una seconda vita anche per Villa Paradisi Capodivacca. Uno dei più bei tesori “nascosti” di Monselice, forse la più antica
IL CASO
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Ci sono voluti sette anni di lavori a stralci. Eterna incompiuta invece la stazione che resta nel degrado La Loggetta ritorna all’antico splendore dopo un lungo intervento di restauro e tre diversi progetti
abitazione tuttora in piedi, sta rinascendo grazie a un imponente progetto di restauro. Nei giorni scorsi tutti hanno potuto ammirare la facciata esterna. Il restauro è partito da due anni e procede anche per gli interni. Ammonta a circa tre milioni e mezzo di euro il costo dell’intervento. Tanti i dettagli che tornano alla luce come la finestra a bifora “riscoperta” dopo che era finita murata. Un altro vero e proprio “tesoro” è quello che la villa custodisce nell’ampio salone al piano superiore, chiamato il Salone del Principe. Qui un’intera parete è affrescata con una decorazione quattrocentesca, a motivi geometricofloreali. VIABILITA’. Sono aperte al traffico la nuova rotatoria di San Cosma e la bretellina per il collegamento alla frazione. Chi vuole entrare o uscire da
San Cosma non può più imboccare la vecchia strada subito a ridosso del cavalcavia (che ora è sbarrata) ma deve utilizzare la rotonda e la nuova viabilità. Il costo per realizzare la nuova rotonda è stato di 635 mila euro, finanziati per 233 mila dal Comune con un mutuo, per 202 mila grazie a un contributo regionale, e per 200 mila dalla Provincia. ETERNA INCOMPIUTA. Tra le buone notizie ce n’è sempre una che di brutta. La situazione di degrado della stazione dei treni resta ai livelli di 10 anni fa. Inutili le promesse più volte spese da politici e amministratori. Per i pendolari continua un calvario indecente: viabilità totalmente insicura, furti di bici e scooter, nessun parcheggio attrezzato, multe per divieti inadeguati e, ovviamente, la garanzia di meno treni, con ritardi crescenti.
Tassa sulle rendite finanziarie più equa di Enrico Schienato*
segue da pag.
È quanto proposto dal Governo Renzi per finanziare la riduzione dell’Irap alle aziende. Siamo d’accordo sul fine, ma l’applicazione dell’imposta non deve essere indiscriminata. Chi incassa dalle rendite poche centinaia di euro non deve pagare la stessa percentuale di chi ne ricava decine di migliaia. Per questo Altroconsumo ha pensato ad un sistema di revisione della tassazione delle rendite finanziare più equo. Con l’aumento indistinto della tassazione al 26% non c’è differenza tra chi guadagna poche centinaia di euro l’anno sui risparmi di una vita e chi invece incassa grossi dividendi su ingenti capitali investiti. Pensiamo anche a chi un lavoro al momento non ce l’ha e vive intaccando i propri risparmi (anch’essi tutelati dall’articolo 47 della Costituzione), non ci sembra corretto che venga vessato con una patrimoniale allo 0.2% (l’imposta di bollo) e una tassazione al 26% sul guadagnato. Come Altroconsumo vogliamo agire su due fronti: da una parte eliminare l’imposta di bollo dello 0,2% sui soldi investiti. Un’imposta ingiusta che si paga comunque, sia che questi investimenti portino a un guadagno, sia a una perdita; dall’altra riteniamo che se l’imposta sulle rendite finanziarie debba esser aumentata auspichiamo che lo sia almeno in modo progressivo (nel pieno rispetto dell’articolo 53 della Costituzione). Insomma più bassa per i piccoli risparmiatori e via via più alta man mano che aumentano i capitali investiti”. Ma come fare? Basterebbe infatti inserire tutti i guadagni finanziari in dichiarazione dei redditi e cumularli con gli altri redditi guadagnati. Allo stesso tempo, il contribuente potrà portare in detrazione l’imposta del 26% che gli è stata trattenuta nel momento in cui ha incassato la rendita finanziaria. Con questo sistema, chi guadagna di più paga di più e i piccoli risparmiatori sono tutelati; inoltre, non ci sarebbero più distorsioni fiscali perché si potrebbero finalmente compensare i guadagni con le perdite. Secondo i calcoli di Altroconsumo, infatti, se si inserisse in dichiarazione dei redditi il 70% dei guadagni finanziari annui e si portasse in detrazione l’imposta del 26% che viene applicata alla fonte, la tassazione finale andrebbe dal 16% sui redditi più bassi al 30% su quelli più alti. Mediamente chi guadagna fino a 55.000 euro annui pagherebbe l’attuale 26%. * delegato regionale del Veneto di Altroconsumo
Entro il mese partiranno i lavori, ok dalla Soprintendenza
via le barriere architettoniche da palazzo tortorini
’ un problema di vecchia data: l’abbattimento delle barriere architettoniche a Monselice. Tra ciotoli, marciapiedi, scalinate antiche, la cittadina della Rocca non si può certo dire a misura di carrozzina. Un problema da risolvere. A partire dal gradino che dà accesso alla sede municipale di Palazzo Tortorini. Ora è pronto un nuovo progetto per rendere fruibile a tutti anche la sede municipale. In pratica
l’iniziativa predisposta dai tecnici comunali è quella di creare delle rampe sui due lati della facciata municipale, per tutta la lunghezza della stessa facciata di Palazzo Tortorini. Due graduali salite che permettano di arrivare alla stessa quota della porta principale di ingresso, con un ballatoio largo come il marciapiede. L’avvio dei lavori è previsto per il mese di maggio. La Soprintendenza ha già concesso un primo parere
1
favorevole e a breve dovrebbe esprimersi in via definitiva. Il costo dell’intervento sarà di circa 13.000 euro, somma già disponibile. Il progetto è solo l’ultimo di una serie che hanno portato al rifacimento di diversi marciapiedi oltre al bagno per i disabili alla scuola “Zanellato”, che inspiegabilmente ancora mancava. Insomma un passo alla volta Monselice cerca di diventare una città senza barriere e alla portata di tutti. E.M. Palazzo Tortorini, sede del municipio
Este 9 Trasporto pubblico Un solo spiraglio in caso di un accordo con la Regione
Pendolari, estate a piedi Alla sera non ci saranno più treni per chi deve fare ritorno da Padova, lavoratori e studenti di Nicola Cesaro
T
renitalia lascia a piedi i pendolari della Bassa Padovana. Da giugno a settembre, dunque per tutta l’estate, chi studia e lavora a Padova non avrà più alcun trasporto ferroviario dalle 18 in poi. Dal 6 giugno all’8 settembre sparirà il treno R20490 delle 19.38, in partenza da Monselice e diretto a Mantova, mentre dal 9 giugno si dovrà fare a meno del Ve708, bus che parte sempre da Monselice alle 20.30 e raggiunge tutte le stazioni di Estense e Montagnanese. In poche parole, l’ultimo treno utile per le stazioni della linea
Politica
Monselice-Mantova diventerà il treno che da Padova parte alle 18.16: da quel momento in poi nessun altro viaggio è messo in programma fino al giorno successivo. Alla faccia di chi a Padova lavora e studia ben oltre le 18 e soprattutto di chi magari ha già pagato un abbonamento semestrale e annuale e ora si trova senza servizio. Ovviamente il problema non investe solo studenti e lavoratori padovani: chi parte da Venezia, per poter prendere l’ultimo treno disponibile dovrà partire non oltre le 17.35. Il taglio dei treni vespertini imposto
Giulia Narduolo: “Bassa Padovana trattata come la periferia dell’impero” da Trenitalia non è passato ovviamente sotto silenzio. L’onorevole democratico Giulia Narduolo ha presentato un’interrogazione parlamentare, bocciando sonoramente la gestione del servizio ferroviario nella Bassa: “Sembra proprio che chi ci governa in Regione consideri la Bassa Padovana come la
dopo 17 anni paola goisis fuori dal consiglio comunale
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aola Goisis dice addio al consiglio comunale di Este dopo 17 anni. Giovedì 22 aprile l’onorevole di Prima il Veneto (la formazione politica nata dopo l’esilio dei bossiani dalla Lega Nord) aveva presentato le proprie dimissioni dal consiglio comunale atestino per poter partecipare alla corsa elettorale di
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“periferia dell’impero”, che si può tranquillamente lasciare senza servizi”, è l’amaro commento della deputata, che aggiunge: “Sto ancora aspettando risposta all’interrogazione che ho presentato a dicembre sull’orario cadenzato, dove paventavo disservizi ai pendolari della Bassa Padovana in particolare. Questa nuova notizia è un’altra doccia fredda per pendolari e cittadini”. Non sono rimasti con le mani in mano nemmeno i pendolari: oltre ad alcuni volantini che denunciano il taglio e all’apertura di alcune pagine Facebook dedicate all’en-
Padova a sostegno del candidato Maurizio Saia. La legge prevede che un consigliere comunale, per concorrere ad un altro Comune, debba prima rassegnare le proprie dimissioni dalla carica. Questa decisione, tuttavia, si è rivelata una vero e proprio harakiri: la commissione elettorale ha infatti escluso la lista di Prima il Veneto dalla competizione per l’assenza del numero legale di firme a sostegno. Una doppia beffa, visto che il meccanismo è costato all’onorevole anche un posto in consiglio comunale a Este.
nesimo disagio, è stato infatti attivato un indirizzo mail, pendolari.veneto@gmail. com, al quale indirizzare eventuali mail di protesta o adesioni alla petizione. I l materiale sarà quindi consegnato poi a Regione e Trenitalia. Trenitalia che, interpellata sulla questione, si limita intanto a confermare la sospensione del servizio, lasciando solo una timida possibilità: cioè che, in accordo con la Regione che ha la titolarità della gestione dei servizi, si possa trovare una soluzione prima dell’arrivo dell’estate.
Da 17 anni la Goisis rivestiva una carica in municipio, a partire dalla prima esperienza di consigliere d’opposizione nel 1997, passando per la presenza in maggioranza dal 2001 al 2006 (fu anche assessore) e quindi anche in minoranza dal 2006 al 2013. Per tre volte ha tentato la candidatura a sindaco. Al suo posto, nell’assemblea atestina, siederà molto probabilmente Enrico Zovi, il primo dei non eletti nel 2011. Gli altri due consiglieri leghisti sono Orietta Ravazzolo e Carlo Zaramella. N.C.
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10 Este Sanità Fa discutere la scelta dell’Uls 17 di sospendere l’attività festiva di pediatria a Este e Conselve
Polemica sull’ambulatorio chiuso Il servizio di continuità assistenziale era garantito dai pediatri l’Uls: “c’erano state lamentele” di NIcola Cesaro
N
on è certamente passata inosservata la scelta dell’Usl 17 di interrompere, dall’1 aprile scorso, il servizio di continuità assistenziale pediatrica attivo negli ambulatori di Este e Conselve. Il servizio in questione aveva lo scopo di garantire l’assistenza di primo a livello a bambini e ragazzi fino ai 14 anni, dunque
I medici rigettano le accuse: “tutti soddisfatti” intanto parte la raccolta firme in età pediatrica, anche nei giorni festivi e prefestivi. L’Usl 17 garantiva gratuitamente consulenze telefoniche e soprattutto due ambulatori attivi sabato e domenica negli ospedali di Conselve ed Este, gestiti per circa 12 ore al weekend (6 nei mesi estivi) dai pediatri di libera scelta del territorio. Nella Bassa, dove sono ben 22 mila i bambini seguiti dall’Usl, erano 18 i pediatri che dal
NEWS I conti della Bcc Sant’Elena
bilancio 2013 chiuso in utile
E
’ stato un 2013 positivo quello della Bcc di Sant’Elena: il bilancio annuale si è chiuso con un utile netto di 800.000 euro e con un’ottima tenuta dei clienti, che si aggirano intorno ai 25.000. La raccolta diretta dell’istituto ha raggiunto i 691 milioni di euro, segnando un +5,7% rispetto al 2012. Scendono gli impieghi (a 622 milioni, -3,8%), percentuale in linea però con il sistema veneto e nazionale, mentre le svalutazioni sui crediti dei clienti in difficoltà hanno pesato per 9 milioni di euro sul conto economico. Sono stati invece 53 i milioni erogati come finanziamenti a famiglie e imprese del territorio. Altrettanto importanti sono state le azioni finalizzate a ridurre il peso della crisi alla clientela affidata: nel solo 2013 i finanziamenti oggetto di sospensioni, allungamenti, ripianamenti hanno superato la quota dei 35 milioni di euro. Il 2013 si è chiuso con un aumento del patrimonio netto aziendale - che supera i 100 milioni di euro - e con un mantenimento degli indici di sicurezza e forza della banca ovvero il Tier 1, e di quelli patrimoniali misurati dal Total capital ratio. Il primo si attesta al 16,90% (ex 15,77%), il secondo al 16,92% (ex 15,79%).N.C.
2001 curavano il servizio. Annualmente sono state erogate almeno 7.500 prestazioni. Questa la spiegazione dell’Usl: “L’Azienda si è vista costretta suo malgrado a interrompere il servizio in seguito ad una serie di documentate lamentele pervenute dagli utenti, relative all’assistenza effettivamente fornita e alle modalità di svolgimento del servizio stesso. In ogni caso l’Usl 17 garantisce la continuità dell’assistenza pediatrica tramite il proprio reparto di Pediatria, come per altro è stato sempre fatto finora”. I dati di affluenza e i tempi d’attesa raccolti nelle ultime settimane, secondo l’Usl, non avrebbero fatto registrare particolari inefficienze o disagi agli utenti. La pensano diversamente i pediatri della Fimp, la federazione dei pediatri: “E’ stata una decisione improvvisa e immotivata che va innanzitutto a creare un disservizio pesante per le famiglie. Il 98% delle prestazioni che settimanalmente eroghiamo non hanno la necessità di passare attraverso il pronto soccorso. Eliminando
Proteste per la chiusura del servizio pediatrico festivo questo servizio intasiamo l’ospedale e soprattutto complichiamo la vita alle famiglie: i numeri ci daranno ragione quando cominceranno epidemie e malanni di stagione”. I pediatri poi si difendono dalle accuse: “L’Usl 17 sostiene che il servizio era scadente? E allora perché abbiamo famiglie che si presentano ai nostri ambulatori anche da
Ambiente Un solo traliccio al posto degli attuali
Maxi antenna sul Cero per eliminare tutti gli abusi
altre Usl, dovendo peraltro pagare per accedere alle nostre prestazioni? Si parla di lamentele, eppure l’Azienda non ci ha mai contestato nulla”. Intanto diversi cittadini si sono organizzati con una raccolta di firme, soprattutto a Conselve, dove in pochi gorni hanno aderito oltre duemila persone contrarie alla chiusura del servizio
PARCO Scampagnate sui Colli
nuovi punti fuoco nelle aree di sosta
L
’estate dei Colli Euganei si apre con una novità: l’ente Parco ha infatti dotato alcune aree di sosta di nuovi punti-fuoco per barbecue e grigliate. Il “debutto” di queste strutture è avvenuto nel weekend pasquale sul Passo delle Fiorine a Teolo, meta di molti estensi durante i pomeriggi assolati dell’estate. Qui il Parco ha installato due nuovi punti-fuoco: si tratta di blocchi di trachite, realizzati con materiale refrattario, destinati ad accogliere falò e barbecue degli escursionisti. Le due strutture, capaci di ospitare fino a quattro postazioni, sono state sistemate sulla piana del Passo, a debita distanza dal bosco e a pochi passi da panchine e tavoli per il picnic. Oltre a dotare l’area di un nuovo servizio, l’intento del Parco è quello di mettere ordine ed evitare con queste installazioni gli spiacevoli episodi degli anni scorsi. Più di qualche volta, infatti, gli operatori dell’ente sono dovuti intervenire alle Fiorine per falò accesi a ridosso dell’area boschiva. Non è escluso che altre postazioni vengano allestite sia alle Fiorine che nei principali punti di N.C. aggregazione degli Euganei.
polmone verde intorno alla sesa
L
a rivoluzione sul Mongli affitti dalle emittenti e te Cero è conclusa. verserà un terzo di queste Cambia il panorama di somme a Comune e RegioEste: il mese scorso si sono ne, “risarcendo” dunque infatti conclusi i lavori per gli enti che da anni spenla realizzazione del traliccio dono migliaia di euro in da 70 metri che sostituirà battaglie legali contro le le numerose antenne abusistrutture abusive. ve che da anni infestano il La riorganizzazione monte atestino. Venti casedella sommità del Cero matte, per la precisione, e non porterà peraltro sosoprattutto 19 tralicci e 11 lamente benefici estetici: pali, per 22 stazioni radio e contribuirà innanzitutto 26 televisioni. Il nuovo pen- La nuova antenna a ridurre drasticamente le none è stato voluto da Comune di Baone onde elettromagnetiche sulla vetta del e Parco Colli e raggiunge un’altezza di 70 Cero e nei territori limitrofi. Attualmente metri, ben visibili dai centri abitati di Este e sulla sommità del monte si registrano fino Baone. Dei 70 metri (55,5 di altezza ef- a 40 volt/metro, a fronte di una tolleranza fettiva e 14 di avvisatore aereo) solo 65 umana di 6 e di un limite di legge di 20 per metri, in realtà, sono fuori terra. aree come quelle: non a caso gli operai e i Sono infatti interrati i locali tecnici (200 tecnici che stanno lavorando in questo canmetri quadri) e buona parte del basamento tiere possono operare solamente a turni di del traliccio. La vera rivoluzione, tuttavia, sei ore, mentre da mesi un’ordinanza vieta sarà quella di fine anno, quando verrà dira- l’accesso ai sentieri che portano al Cero per data completamente la selva scomposta di evitare l’esposizione alle onde e non minare antenne e tralicci che affollano il Cero: entro l’incolumità degli escursionisti. Con la fine dicembre le emittenti radio e tv si trasferi- dei lavori l’elettrosmog non andrà oltre i 6 ranno infatti nel nuovo maxi-traliccio e quin- volt/metro ai piedi del traliccio e intorno a di sarà possibile abbattere tutte le strutture 1 volt/metro nel centro abitato più vicino, abusive. Lo skyline del monte sarà dunque quello di Calaone. Sarà dunque possibile pienamente ripulito. Il traliccio sarà gestito riaccedere all’area, anche a quella appena dalla società Monte Cero srl che incasserà sottostante il traliccio. N.C.
Lo stabilimento della Sesa sarà circondato da piante
U
n “polmone” verde attorno alla Sesa. In linea con quanto promesso a inizio anno, il mese scorso Sesa e Comune hanno proceduto all’impianto di ben 2.800 piante, tutte sistemate attorno alla sede della discarica e agli impianti di via Comuna. Una linea verde per “isolare” la struttura, ma anche una nuova boccata d’aria per la città come spiega Natalino Furlan, presidente di Sesa: “Si tratta di essenze arboree ad alto fusto che dovrebbero, una volta consolidate radici e prodotto fogliame, contribuire alla mitigazione ambientale dei nostri impianti”. A far da cintura agli stabili Sesa sono stati piantumati principalmente carpini betulus (692 esemplari) e pioppi cipressini (1.895), oltre ad aceri campestri, salici, querce e frassini. “Questi alberi vanno ad aggiungersi ai mille piantati negli anni scorsi - continua Furlan - e non saranno
certamente gli ultimi. L’obiettivo è circondare completamente Sesa da aree boscate, come peraltro richiesto dagli enti che hanno autorizzato il nostro ampliamento”. In questi mesi infatti la società di via Comuna sta portando avanti una riorganizzazione delle proprie strutture: in programma, in particolare, c’è la realizzazione del nuovo capannone per il compostaggio che sostituirà quello attuale, “degradato” a semplice area di stoccaggio e a magazzino. Assicura Furlan: «Inserire una fascia verde contribuirà a creare un filtro ai cattivi odori, alle emissioni di inquinanti e anche a quelle sonore. L’investimento per questi tremila alberi è di 50 mila euro». Il nuovo stabile, che richiederà una spesa di 9 milioni di euro, sarà realizzato entro il 2014 e sarà collocato 800 metri più lontano dai centri abitati rispetto a quello attuale. Entro il 2015 sarà attrezzato e reso operativo. N.C.
12 Montagnana L’emergenza. Giorni di pioggia intensa hanno messo in ginocchio il territorio
Bassa con l’acqua alla gola Montagnana conta i danni, Borghesan: “Ora va messo a punto un piano straordinario di lavori” di NIcola Cesaro
M
aggio si è aperto con un’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’intera Bassa Padovana. Colpita e allagata una vasta fascia da est di Monselice passando per Este fino a Montagnana. Per giorni si sono susseguite forti piogge e vere e proprie “bombe d’acqua” che hanno allagato ettari su ettari e isolato decine di abitazioni e di strade. Il sindaco Loredana Borghesan si è trovato costretto a chiudere numerose vie, come Chisogno, Fossa di Buoso, Boschetto, Bassa Bertagna e Pallunga, ma anche Ca’ Megliadino e Largo Zorzi. Sono stati trenta gli interventi a privati messi in campo da parte del Comune. L’episodio più grave è tuttavia quello che ha riguardato la Sr 10: in via Circonvallazione Sud Veneto Strade è dovuto intervenire con l’abbattimento di due grandi platani che creavano un serio pericolo di cedimento per la carreggiata della regionale. E poi gli agricoltori: l’area del Palù è stata quasi interamente sommersa, con le piantagioni di patate praticamente distrutte e seri danni
Strade di Montagnana invase dall’acqua dopo il nubifragio per le coltivazioni di mais, per frutteti, colture di melone e vigneti. “Penso che sia doveroso per un buon amministratore non solo eseguire l’ordinaria amministrazione, ma saper gestire e tentare di risolvere le situazioni straordinarie come quella che tutta la Bassa Padovana ha vissuto - è il commento della Borghesan -E’ necessario instaurare un coordinamento sovracomunale per la gestione dell’idraulica del territorio; intervenire con un piano straordinario di manutenzione di tutta la rete
idraulica del territorio, con pulizie degli alvei e dei fondali dei canali; realizzare una linea idraulica nuova che possa garantire in aree ad alto rischio di allagamento una soluzione definitiva ai rischi che si perpetuano di continuo; valutare la realizzazione di bacini di contenimento idraulico e naturalmente una maggiore attenzione di tutti gli enti e in particolare di tutte le amministrazioni comunali per l’avvio di una seria azione di pulizia dei fossi, con sollecitazioni stringenti verso i privati”.
Amministrazioni Condominiali, Consulenze Immobiliari e Facility Management
AGRICOLTURA Disstesto idrogeologico, i danni e le proposte
coldiretti: “20 milioni per il fratta - adige”
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utti da quantificare i danni al settore primario nella Bassa Padovana dopo l’ondata di maltempo, con gravi ripercussioni sul reddito delle imprese nel pieno della stagione primaverile. Le prime stime sono drammatiche e parlano di milioni di euro di danni, forse addirittura venti. A preoccupare è l’allagamento di migliaia di ettari nella Bassa Padovana: campi di mais, frumento e soia ma anche orti, serre, frutteti e vigneti. Per Un particolare degli allagamenti giorni è stato impossibile entrare in della Bassa Padovana campagna, ridotta ad una grande laguna. Intanto gli agricoltori di Coldiretti Padova hanno chiesto e ottenuto un incontro urgente con le istituzioni e gli amministratori dei Consorzi di Bonifica. “Non c’è tempo da perdere - ricorda Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova - i nostro imprenditori sono esasperati e si aspettano fatti concreti, subito. Tutti siamo coscienti che in emergenza ci si muove dietro una chiara progettualità. Il progetti ci sono, li hanno messi a punto i Consorzi di Bonifica, ora vanno subito finanziati. Il primo passo è avere subito delle risorse”. Coldiretti Padova, durante il faccia a faccia con Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente e Clodovaldo Ruffato, Presidente del Consiglio regionale veneto, ha ricordato che per la Bassa Padovana va risolto subito il problema del Fratta Gorzone attraverso la costruzione del collettore con l’Adige. “Il progetto è pronto, - ha ricordato Paolo Galante, amministratore del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo -e ci permette di fare un notevole passo in avanti. Servono 20 milioni di euro e si possono scongiurare anche i timori di alcuni sindaci del rodigino sulla qualità dell’acqua. Le soluzioni ci sono, basta applicarle”. N.C.
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* * Nel caso in cui il condominio, dopo il primo anno, non si ritenga soddisfatto dell'operato dell'amministratore e non riconfermi la nomina, sarà rimborsato del 25% del compenso annuale fatturato durante il primo anno di gestione.
Via Niccolò Paganini, 5/a int. 5 Abano Terme (PD) Tel. 049/8611299 Fax 049/8602477
I
Comuni piangono la drastica riduzione dei trasferimenti statali e i cittadini invece l’aumento continuo delle tasse. Ma quanto ha pesato, per la Bassa Padovana, l’inasprimento dei vincoli statali? La risposta la dà Cna che, numeri alla mano, ha fotografato la situazione provinciale e del nostro territorio. Rispetto al 2010, i trasferimenti dei Comuni italiani nel 2014 hanno subito una riduzione di 6.450 milioni di euro: a Padova la riduzione rispetto al 2010 è quantificata in 84 milioni di euro, pari al 44% circa. Le aree della bassa Padovana ed in particolare il Montagnanese hanno tuttavia subito meno tagli (25,6%) rispetto alla media provinciale. Sul fronte delle spese per gli investimenti, decapitate per il Patto di Stabilità, il Montagnanese ha registrato una riduzione del 52,7% contro una media provinciale del 40%. A Montagnana la riduzione è stata del 51%, mentre a Casale di Scodosia solo del 6%. Altro dato degno di studio è quello sul gettito proveniente dall’Imu, tassa che ha comportato nella provincia di Padova un maggior esborso di 236 milioni, pari al 150%. Va segnalato, e da tempo lo denunciano i sindaci, che i Comuni hanno
La sede della Cna a Montagnana beneficiato in minima parte di questo surplus di gettito. Nel 2012 il Montagnanese, seppur ultimo per gettito complessivo con 12.006.879 euro, si colloca invece tra le aree più alte in classifica provinciale come entità del valore in euro per abitante (359 euro per abitante); un dato, questo, più alto dell’Estense e del Monselicense. E Montagnana brilla con 411 euro per abitante, mentre Casale di Scodosia con 431 euro tocca livelli più altri della media provinciale (359). Infine tra le politiche fiscali a disposizione dei Comuni non va dimenticata, soprattutto perché pesa molto nelle tasche dei contribuenti, l’addizionale comunale Irpef. I dati indicano una tendenza negli ultimi tre anni all’incremento della tassazione che per quanto riguarda il Montagnanese è pari al 50%: a Montagnana è dello 0,60%, mentre per Casale di Scodosia addirittura dello 0,80% aliquota tra le più alte della provincia. Commentano lucidamente da Cna Montagnana: “I territori meno ricchi, dove l’economia è più fragile, hanno aliquote d’imposta più alte di territori più floridi e ricchi”. N.C.
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ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014
Europa sì ma non così ! meno vincoli meno sprechi meno burocrazia PIÙ ITALIA
Scheda marrone
Ruffato www.scriviruffato.it Committente Elettorale: Sandro Benato
14 Montagnana Economia locale L’assemblea dei soci ha eletto il consiglio d’amministrazione
Crediveneto, si cambia Agostini neo presidente di Nicola Cesaro
N
uovo corso per Crediveneto: l’assemblea dei soci radunata a fine aprile ha infatti eletto il nuovo consiglio di amministrazione dell’istituto di credito montagnanese, che nello stesso giorno ha scelto anche il nuovo presidente. E’ Piergiorgio Agostini, imprenditore agricolo di 51 anni di Cologna Veneta. Sarà affiancato dai due vice Giancarlo Pasqualin e Federico Furlani, che con Agostini sono gli unici “reduci” dal Cda passato, guidato dal dimissionario Alessandro Belluzzo. Il nuovo direttivo di Crediveneto comprende, oltre alle tre figure già citate, Federica Fortuna, Maurizia Dosso, Fabio Manara e Piero Benassi. Questo è il primo commento del neopresidente: “Porgo un doveroso e sentito ringraziamento all’assemblea e soprattutto ai membri del Cda uscente, nella speranza di accompagnare Crediveneto insieme alla nuova squadra, verso ulteriori traguardi di successo e di restituire speranza e vigore al nostro territorio”. L’assemblea del 27 aprile a Soave è stata anche l’occasione per approvare il bilancio 2013. L’anno, come era già noto, si è chiuso con una perdita di esercizio di circa 7 milioni di euro, dovuti a consistenti rettifiche su crediti di posizioni non nuove ed a svalutazioni ulteriori su crediti già svalutati in precedenza. Il patrimonio netto aziendale si è attestato intorno a 119,6 milioni di euro, mentre per quanto riguarda le masse intermediate, il dato relativo alla raccolta diretta si mantiene sostanzialmente stabile a 1 miliardo e 156 milioni di euro. Rimane
Nonostante le criticità c’è ottimismo per la ripresa dell’economia sostanzialmente invariato il dato relativo alla raccolta complessiva, anche grazie all’incremento della componente relativa al risparmio gestito. I vertici di Crediveneto, realtà che vanta 30 filiali e 9 mila soci, hanno evidenziato un decremento degli impieghi pari all’11% rispetto al 2012, dato sia da una diminuzione generalizzata della domanda di crediti alle banche, sia da un contesto socio economico che esprime un progressivo deterioramento del credito. Dove le cifre dicono poco, parlano molto di più gli intenti: in particolare, nel corso dell’anno 2013, l’erogazione del credito ha riguardato principalmente il comparto famiglie, in seconda battuta il settore primario ed infine il settore delle costruzioni. Crediveneto continua a mantenere un’operatività con il territorio di riferimento molto elevata, e lo testimonia un 67% di
Il bilancio 2013 si è chiuso con una perdita di 7 milioni il patrimonio sfiora i 120 milioni Home
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Il nuovo consiglio d’amministrazione di Crediveneto nominato a fine aprile
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attivi impiegati per i soci all’interno del suo assetto territoriale. Assicurano dall’istituto: “A seguito dell’ispezione appena conclusa da parte di Banca d’Italia, quindi, Crediveneto continua ad esprimere una posizione finanziaria brillante ed una situazione patrimoniale solida, anche grazie ad ulteriori prudenziali accantonamenti effettuati per poter fronteggiare svalutazioni e rettifiche su crediti”.
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Entro l’estate i lavori per la messa in sicurezza di via provinciale
Dopo anni di promesse potrebbero venire esaudite le richieste dei res 14-04-2014 | Un 2014 di lavori per migliorare la sicurezza stradale di via Provinciale, il lungo rettilineo che unisce la città alla frazione di Corte. Il cantiere tanto atteso, secondo i programmi, dovrebbe aprire entro l’estate, di tre nuovi “piagni” (ovvero i ponticelli checollegano via Provinciale alla
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padova Via Lisbona, 10 - Padova Tel. 049 8704884 - www.givemotions.it • info@givemotions.it
U
n bus veloce che ti porta a Padova. E’ quanto propone il sindaco di Montagnana Loredana Borghesan per venire incontro ai pendolari della cittadina murata che per studio o lavoro sono diretti a Padova. Il primo cittadino ha chiesto contatto con i vertici Sita per proporre l’attivazione di una corsa diretta verso il capoluogo, senza fermate intermedie: “L’obiettivo è trovare una risposta ai tanti problemi che hanno i pendolari di centri come Montagnana, posti ai margini del capoluogo e di conseguenza “ostaggi” di un traffico sempre più caotico, aggravato dal fatto di una viabilità insufficiente”. Continua la Borghesan: “Vedendo anche altre realtà a noi vicine, una soluzione potrebbe essere quella di instaurare un servizio bus rapido con Padova, con corse veloci al mattino e alla sera. Un servizio già in uso, ad esempio, con successo nella vicina provincia di Verona e che se attuato anche da noi non potrà che essere ben apprezzato dai cittadini. In sostanza con il “bus express” si potrà raggiungere Padova con oltre 20 minuti di anticipo. Naturalmente questo servizio non dovrà essere come l’attuale, che si ferma in tutti i paesi e in più fermate”. N.C.
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12 16
VIAGGIO IN
PROVINCIA
Record negativo Nella provincia sono in crescita i licenziamenti collettivi
PADOVA
Allarme disoccupazione a pagare sono i giovani Padova maglia nera: nel primo trimestre 2014 già persi 726 posti, Cgil: è allarme precariato di Martina Celegato
E
’ nuovamente un dato relativo alla disoccupazione a creare notizia in Provincia di Padova. Un dato allarmante e che deve necessariamente spingere ad una riflessione ulteriore sul ruolo delle istituzioni in tale settore quello che emerge dal quadro tracciato dalla segreteria provinciale della Cgil di Padova che ha elaborato i dati diffusi negli scorsi giorni dall’Inps a riguardo. A destare la maggiore preoccupazione sono i dati relativi agli ammortizzatori sociali. Solo durante i primi tre mesi del 2014 sono stati persi in provincia di Padova ben 726 posti di lavoro, cifra che ha raggiunto il suo massimo picco dal 2007. Anche i dati relativi alla cassa integrazione non lasciano via di scampo visto che, sebbene siano diminuite del 50% le casse integrazioni ordinarie, sono cresciute del 40% le richieste relative alla cassa integrazione straordinaria. Percentuali che peggiorano ulteriormente se andiamo ad analizzare i dati relativi alla cassa in deroga che ha registrato un 65% in meno rispetto al trimestre precedente. Numeri senza dubbio da primato tristemente negativo che sottolineano, ancora una volta, come proprio nel cuore del Veneto la crisi non accenni a diminuire continuando la sua azione distruttiva per le piccole e medie industrie che tradizionalmente caratterizzano l’economia locale. Non solo: alcune percentuali e dati evidenziano anche
come l’azione statale non sia così efficace soprattutto dal strando invece uno stallo totale nell’area del Conselvano, punto di vista delle erogazioni degli assegni considerato del Piovese e del Cittadellese. Stabili rimangono i dati che ad oggi molti sono i lavoratori che non ricevono le relativi all’occupazione nel Monselicense e nel Camposovvenzioni statali previste e che quindi inevitabilmente sampierese. E nel resto del Veneto? I dati relativi alle altre provincie sono senza dubbio più consolanti, sebbene versano in condizioni di precarietà economica. Ma quali sono le caratteristiche che emergono da i disoccupati all’interno della Regione siano due volte e mezzo quelli prima della crisi con questi dati? La prima senza dubbio è una particolare concentrazione nella quella relativa ai licenziamenti collet- Oltre a chi perde fascia di età più giovane. Drammatica tivi che nel 2014 si rivelano essere il il lavoro c’è si presenta quindi la situazione di Pavero e proprio tallone d’Achille per la chi non riesce dova, provincia con il tasso più alto, provincia di Padova e per le sue indu- ad averne uno seguita a ruota da Rovigo e da Venestrie. Licenziamenti che coinvolgono di stabile zia entrambe con una percentuale di diverse tipologie di aziende e che rischiano di minare irreversibilmente l’assetto economico- disoccupazione pari al 8,6%. Segue Vicenza con il 7,4% produttivo dell’intera regione. Il 18% in più rispetto allo mentre la provincia dove il lavoro sembra non subire forti stesso periodo dell’anno precedente una percentuale che variazioni è Verona. Ma complessivamente è senza dubnon accenna a diminuire e che, a dispetto della ripresa bio al situazione giovanile a generare l’allarme più inteneconomica del paese, non lascia molte vie di scampo. so vista non solo la disoccupazione crescente. Molti sono Strategici inoltre i settori più colpiti ossia edilizia, turismo, infatti i giovani impiegati attraverso forme contrattuali tessile e abbigliamento da sempre pilastri economici. Una atipiche che non prevedono ammortizzatori sociali o altre lieve ripresa si è registrata nell’ambito della meccanica forme di tutela e che si trovano quindi ad esser inseriti in principalmente destinata all’esportazione quindi frutto di un contesto non solo incerto ma anche poco incoraggiante acquisti di altri paesi. dal punto di vista professionale. Una situazione da non Per quanto riguarda le aree solo a Padova città e sottovalutare per le conseguenze a lungo termine a cui si nell’area termale le percentuali sono in crescita regi- potrebbe arrivare.
unindustria Padova
siglato l’accordo per il credito
U
nicredit e le associazioni di categoria delle provincie di Padova, Treviso e Vicenza hanno siglato un accordo che punta al rilancio degli investimenti per le 6 mila imprese associate. “La convenzione con UniCredit è un primo importante risultato dell’accordo di collaborazione siglato nei mesi scorsi dalle tre Associazioni per il credito e la finanza, dopo il commercio estero e l’ambiente, nell’ambito del quale è stato affidato ad Unindustria Treviso il ruolo di coordinamento per il credito” afferma Confidustria Padova in merito. “Questo accordo va incontro di a tutte le imprese che intendono investire per tornare a crescere. La capacità di svoltare si gioca infatti sulla liquidità, messa a dura prova dalla recessione.” ha dichiarato il Delegato Confindustria Padova per il Credito e la Finanza, Mario Ravagnan. M.C.
NuOvA FRONTIERA LAvORO AuTONOMO? I gIOvANI SCELgONO IL CO-WORKINg
E
’ stato inaugurato lo scorso 17 aprile lo spazio di co-working Co+ in piazza Cesira Gasparotto a Padova. Uno spazio, già il secondo a Padova dopo Talent Garden di via della Croce Rossa, che punta alla condivisione degli spazi di lavoro fra diverse tipologie di professionisti, dai titolari di partita Iva e lavoratori autonomi fino a piccole aziende che scelgono questa forma unica nel suo genere per la crescita aziendale. Più di 3000 sono le postazioni di co-working nel mondo, sintomo che la condivisione dello spazio di lavoro porta a generare nuove idee e sviluppi e che sempre più c’è la necessità di ottimizzare le spese relative alla gestione degli spazi. Uno scambio continuo di competenze trasversali ed esperienze che arrivano da vari ambiti economici e sociali, una vera e propria
fucina di idee che nel caso di CO+ coinvolgono anche la città di Padova e precisamente la collocazione specifica dello spazio. Nato da un progetto di Est - Educazione, Società, Territori, CO+ in concomitanza con l’apertura delle postazioni ha indetto anche un bando per la riqualificazione e progetti correlati alla rinascita di Piazza Gasparotto. Un vero e proprio concorso che oltre a mettere in palio una postazione gratuita per un anno al vincitore punta all’azione concreta e tangibile nella città. “Un open space che vuole andare oltre le quattro mura, coinvolgendo in un progetto di nuova socialità piazza Gasparotto e il quartiere che la ospita”, affermano gli organizzatori. M.C.
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Spazi Spazi Aperti aperti 17 13 Iniziativa del Centro Veneto Servizi L’azienda fornisce l’approvigionamento idrico in 59 Comuni del padovano e del vicentino
Un fondo per le famiglie in difficoltà Saranno i sindaci a scegliere come impegnare la somma a disposizione e individuare i beneficari del contributo
Destinato un euro per ogni utenza attiva sul territorio di competenza
di Emanuele Masiero
L
a tutela dell’ambiente e delle risorse idriche a volte si incontra con la solidarietà. Grazie al Fondo Nuovi Investimenti del Centro Veneto Servizi arriva un aiuto concreto alle famiglie: un euro per ciascuna utenza verrà destinato a chi versa in situazioni di crisi economica. Tradotto in cifre? Ben 117.000 euro stanziati dal Cvs che serviranno a sostenere chi non ce la fa più anche a causa dell’altissimo tasso di disoccupazione in cui versa tutta la bassa padovana. Un nuovo fondo a disposizione dei Comuni per sostenere le famiglie in difficoltà economica. L’iniziativa è tutta a firma del Centro Veneto Servizi, la società che gestisce il servizio idrico integrato per 59 Comuni del padovano e del vicentino. L’assemblea dell’ente ha infatti deciso di destinare a finalità sociali il Foni (Fondo Nuovi Investimenti). Ogni Comune aderente avrà diritto a un contributo pari a un euro per ciascuna utenza attiva nel proprio territorio. In totale, nel 2014 il Cvs erogherà un fondo pari a euro 117.144 per il supporto alle famiglie in condizioni socio-economiche disagiate. Il Fondo per Nuovi Investimenti poteva essere destinato al sociale oppure a nuove opere. Forte dei traguardi già raggiunti in termini di opere realizzate
e investimenti sul territorio, il Cvs ha deciso di dare la priorità alle esigenze delle tante famiglie colpite dalla crisi economica. In totale, il fondo destinato al sociale per il 2014 è pari a un euro per ogni utenza attiva (domestica e altri usi) al 31 dicembre 2013. Spetterà ai 59 Comuni del Cvs preparare l’elenco dei soggetti in difficoltà, che avranno diritto a beneficiare del contributo, ottenendo uno sconto parziale o totale sul pagamento delle bollette del servizio idrico. Oltre alle famiglie seguite dai servizi sociali, i Comuni potranno decidere di indicare tra i beneficiari anche soggetti come scuole o asili nido. Saranno sempre i Comuni a indicare la riduzione da applicare di caso in caso. Il Centro Veneto Servizi applicherà le riduzioni assegnate direttamente in fattura agli utenti segnalati. Le famiglie in difficoltà, insomma, riceveranno una bolletta già ridotta o addirittura azzerata. La selezione sarà un compito durissimo che ogni Comune dovrà affrontare: decidere tra i centinaia, forse migliaia, di casi in difficoltà economica. Il progetto avrà di certo una ricaduta positiva sul territorio: sono 59 i Comuni aderenti al Centro Veneto Servizi. In totale 49 della provincia di Padova, nell’area
Giuseppe Mossa, presidente del Centro Veneto Servizi, spiega che l’azienda ha destianato a finalità sociali il fondo per nuovi investimenti
della bassa padovana e dei Colli Euganei, e 10 della provincia di Vicenza, nell’area berica. Parlando di abitanti il numero diventa davvero considerevole con 253.000 persone nel territorio di competenza. “In un momento di grave crisi economica per tante famiglie - sottolinea il presidente del Cvs, Giuseppe Mossa - caratterizzato al tempo stesso dalla difficoltà per le amministrazioni comunali a reperire risorse per far fronte all’emergenza sociale, abbiamo ritenuto importante essere al fianco dei Comuni nel sostegno a chi non ce la fa. Il Centro Veneto Servizi - prosegue il presidente - conferma così il suo impegno nel territorio, per quanto
riguarda sia gli investimenti che il settore del sociale”. Un’iniziativa simile, in favore dei cittadini con difficoltà economiche e lavorative, è già stata avviata in queste settimane da Regione Veneto, Fondo Straordinario di Solidarietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova Tre, Confcooperative e Consorzio Padova Sud: 135 disoccupati avranno di nuovo un lavoro, coinvolgendo 48 Comuni della bassa padovana, per un finanziamento complessivo che si avvicina al milione di euro. Anche in questo caso si tratta di un intervento reso possibile dal sostegno di enti che trattano questioni ambientali.
A PADOvA IL CEMENTO LA FA DA PADRONE
L
a città più cementificata in Veneto? Tanto per cambiare, Padova. Un altro record negativo che ovviamente sta animando le proposte per ridurre il consumo di territorio e tutelare maggiormente l’ambiente. I dati sono impressionanti: la superficie totale costruita sul territorio comunale è del 10.6% a Venezia, 24.6% a Verona, 25% a Treviso, 29.7% a Vicenza e ben 43.4% a Padova. Insomma, una differenza tutt’altro che minima. Inoltre sarebbero confermate le previsioni di nuova espansione edilizia in città con l’approvazione del Pat. “Con la sua approvazione – ricorda Lorenzo Cabrelle di Legambiente - il Comune ratificherebbe la possibilità di costruire in città 2,6 milioni di metri cubi previsti dall’attuale Piano Regolatore mentre altri 2 milioni resterebbero in attesa di un Piano degli Interventi che li localizzi sul territorio comunale. Una cifra assolutamente spropositata, calcolata per far fronte a un aumento di popolazione stimato in oltre 24 mila abitanti nel periodo 20102020, quando al contrario, dal 2010 ad oggi, c’è stata una decrescita che ha ridotto
la popolazione di 4.500 abitanti. Il Sindaco ora non può fare lo struzzo approvando un Pat macroscopicamente sbagliato nelle sue previsioni fatte 5 anni fa: sarebbe indice di mancanza di rispetto per i cittadini e per il territorio”. Non convincono Legambiente neppure i dati forniti da Rossi secondo cui Padova sarebbe uno dei comuni più virtuosi del Veneto, grazie ad un incremento del consumo di suolo registrato negli ultimi anni con percentuali ridottissime, come emergerebbe da un’indagine della Fondazione Pellicani di Venezia. “Nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – sottolinea Sandro Ginestri, coordinatore dell’associazione Padova risulta tra i comuni capoluogo del Veneto quello con la maggior percentuale di superficie costruita. Approvare il Pat senza correggere gli errori del passato renderebbe molto più difficile poter salvare dal cemento importanti aree verdi rimaste in città come il cuneo verde Iris, l’Isola di Terranegra, l’Isola di Torre o le aree verdi di via Pelosa solo per fare alcuni esempi”. E.M.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Nonostante un crescente antieuropeismo tutti i partiti sono in corsa
Elezioni europee: 159 candidati per 14 seggi La circoscrizione Nordest conta dodici liste in cui i veneti sono molto numerosi, alcuni anche molto conosciuti in campo politico di germana urbani
L
a scheda elettorale che aspetta i veneti alle urne comparirà ai loro occhi con 12 simboli e tre linee accanto: lo spazio per le tre preferenze che è possibile esprimere con l’attenzione all’alternanza di genere. Se si esprimono tre preferenze si potranno scegliere due donne e un uomo o due uomini e una donna. Donne in lista ce ne sono, Pd e FI le mette addirittura capolista. Il Pd, al secondo posto nel sorteggio, schiera la vicentina Alessandra Moretti, sostenuta in sesta posizione dall’ex ministro Flavio Zanonato, seguito da Franco Frigo, parlamentare eu- in quella di FdI al terzo posto dopo Giorgia ropeo uscente, al tredicesimo dal trevigia- Meloni e Magdi Cristiano Allam. no Andrea Zanoni e dal veronese Federico Nella scheda elettorale il primo simboVantini. lo sarà quello del M5S che presenta una La padovana Elilista con prevalenza di sabetta Gardini apre Molti i veneti candidati veneti: sarà invece la lista di Forza in corsa e quasi guidata da Marco AfItalia. Eurodeputata da tutti con altre fronte di Rimini, seguidue legislature e in tv esperienze politiche to dal trevigiano David sempre al fianco di alle spalle Borrelli, ex consigliere Berlusconi. A seguire comunale di Treviso e una pattuglia di veneti: l’eurodeputata vi- vicinissimo ai due cofondatori del Movimencentina Amalia Sartori, l’ormai celebre Si- to 5 Stelle, e dal padovano Giorgio Burlini. mone Furlan, fondatore dell’Esercito di Sil- L’ultimo posto sulla scheda è toccato invece vio e il sindaco di Albignasego Massimiliano alla alla Lega Nord, guidata dal milanese Barison per chiudere con Remo Sernagiotto, Matteo Salvini, con il sindaco di Verona assessore veneto al Sociale, di Montebel- Flavio Tosi e Lorenzo Fontana. Nessun luna. Tra le novità, l’assenza nelle fila di venetista presente, come invece era stato Forza Italia di Sergio Berlato, eurodeputato annunciato proprio da Salvini che aveva Pdl escluso da Berlusconi, che compare però detto: “Candideremo alcuni indipendenti e
l’idea è quella di candidare anche uno dei 21 pericolosi terroristi attualmente ospiti delle patrie galere”. Anche il Nuovo Centro Destra mette in campo uomini di peso, primo tra tutti il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato che segue immediatamente dopo il capolista e eurodeputato uscente Antonio Cancian di Marene di Piave nel trevigiano, e seguito dal veneziano Simone Venturini, capogruppo Udc in consiglio comunale di Venezia. Nuova è la lista Scelta Europea, sintesi di vari movimenti nel simbolo dove si legge l’appartenenza di gruppi come “Scelta Civica”, “Fare per fermare il declino” e “Centro Democratico”. In testa l’economista padovano Michele Boldrin, seguito da Giovanni Battista Scarni di Marostica e Marco Zabotti di Pieve di Soligo, Treviso.
Senza il nome di Di Pietro sul simbolo, torna in campo anche l’Italia dei Valori, con il consigliere regionale padovano Antonino Pipitone alle spalle del segretario nazionale Ignazio Messina, al quinto posto si trova la veneziana Maria Bruschi. Sulla scheda compare anche una lista completamente nuova con nomi di provenienza mista: la lista “Io Cambio” diretta da Maria Cristina Sandrin di Piazzola sul Brenta con Lauro Nicodemo di Teglio Veneto e Alberto Collet di Conegliano, rispettivamente al quarto e quinto posto. Al secondo posto nelle circoscrizioni nord ovest, est e centro, compare anche Davide Vannoni, il creatore del metodo Stamina. “La nostra è una battaglia di libertà” ha spiegato Agostino D’Antuoni, segretario di ‘Io cambio’. Alle elezioni europee sono presenti anche i Verdi che con Maurizia Giusti nota
Aism, AssociAzione iTALiAnA scLerosi MuLTipLA, e i notAi ti invitAno A pArtecipAre AgLi inconTri grATuiTi per ricevere risposTe ALLe Tue doMAnde.
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come Susy Blady e i due storici ambientalisti veneziani Marco Boato e Luana Zanella tenteranno di raggiungere la soglia necessaria per entrare nel Parlamento Europeo. E anche nella circoscrizione Nordest ci sarà la lista L’Altra Europa con Tsipras, una lista di sinistra radicale costituitasi in occasione delle elezioni europee a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras, presidente del partito politico greco della Coalizione della Sinistra Radicale, alla Presidenza della Commissione europea. La lista vede come capolista l’operaia dell’Electrolux Paola Morandin, la veneziana Camilla Seibezzi, il trevigiano Eddy Salzano e il padovano Carlo Salmaso. Sono state escluse, invece, le liste del Partito Comunista, Pensioni & Lavoro, “Bunga Bunga-Usei”.
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Il Veneto in primo piano 11 19 Il panorama elettorale si fa incandescente ma è variabile
Chi sale e chi scende lo dicono i sondaggi o i cittadini?
di germana urbani
A
d un mese, circa, dalle elezioni del 25 maggio, i sondaggi registrano Forza Italia in flessione, al 19% dal 22% di un mese prima. Ma il partito di Berlusconi riserva sempre qualche sorpresa e soprattutto in Veneto le cose potrebbero cambiare molto. E’ vero però che, dopo la rottura con Alfano, gli esponenti veneti più di spicco dell’ex Pdl sono sparsi in almeno 4 liste. E se FI punta sui volti dello spettacolo, sperando nella capacità attrattiva del volto televisivo della Gardini, l’Ncd di Alfano punta su politici come Alessandro Rondoni, già capogruppo Pdl in parlamento. Ma mentre Forza Italia in campagna elettorale sta correndo dietro a Grillo e alla Lega criticando l’Europa di Angela Merkel le tematiche
dell’Ncd sono più di livello nazionale, governativo. “La pace – ha afferma Rondoni – si chiama Europa! È quanto abbiamo detto come moderati popolari europei insieme a Cancian e al ministro dell’Interno Alfano”. “Noi siamo per l’unità dell’Europa e la concordia dei popoli”. Ad un mese dal voto i sondaggi registrano una frenata del Pd al 33% e e il Movimento 5 Stelle di nuovo in salita dal 20 al 25 per cento. Un’ascesa che secondo gli esperti è dovuta alla ventata di anti-politica e anti-europeismo sollevata alla vigilia delle elezioni europee. M5s e Lega, infatti, stanno utilizzando per la campagna elettorale temi marcatamente europei centrando su tutti l’argomento anti-euro. La lega addirittura lo mette nel simbolo con
previsioni
cui il partito si presenta alle elezioni europee del 25 maggio: la modifica più evidente è che al posto di “Padania” c’è scritto “Basta euro” accompagnata dalla scritta “Autonomie” e dal simbolo di una lista autonomista sudtirolese. Salvini ha spiegato che sotto la scritta Lega Nord non c’è il nome del segretario perché si vuole dare una connotazione politica legata al futuro. E, in questo caso, ad una Europa senza la moneta unica. E sarà per la mobilitazione dal basso col No Euro Tour, sarà che all’appuntamento con le urne il popolo leghista si fa sentire, ma i sondaggi ad un mese esatto dalle elezioni dicono che la Lega Nord sale al 5,4% (+0,5%) e che dovrebbe superare la soglia di sbarramento anche Fratelli d’Italia.
attesi ben altri risultati rispetto al 2009
C
inque anni fa l’esito delle urne della circoscrizione Nordest aveva riservato agli italiani parecchie sorprese, la principale fu l’elezione di Debora Serracchiani, oggi presidente della Regione Fvg e vicesegretaria del Pd. Da sola e solo in Fvg prese 73 mila 910 voti, molti più di Silvio Berlusconi, e ben 144 mila 558 nell’intera circoscrizione. Dopo di lei venne eletto Giovanni Collino, allora senatore del Pdl, con oltre 50 mila preferenze. Numeri da record. Numeri che, dicono i sondaggisti, quest’anno saranno difficili da rivedere. E, se le cose non cambiano, il maggior numero di preferenze andrà all’astensionismo. Su tutto il territorio, l’Italia eleggerà 73 parlamentari con la legge numero 18 del
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1979, la più vecchia legge elettorale ancora in vigore in Italia. Si tratta di un proporzionale puro in cui è possibile esprimere fino a tre preferenze. Il territorio italiano in questo caso è diviso in cinque circoscrizioni, che assegnano un numero di parlamentari proporzionale al numero dei propri abitanti: la circoscrizione “Italia nord occidentale” elegge 20 parlamentari tra Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia; la circoscrizione “Italia nord orientale” 14 tra Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, e così via. La soglia di sbarramento per partecipare alla distribuzione dei seggi è del 4 per cento nazionale.
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12 Il Veneto in primo piano 20 L’emigrazione dei veneti sotto i 40 anni è un trend in crescita costante
I ragazzi migliori cercano fortuna all’estero Tra il 2007 e il 2012 i giovani veneti fra i 26 ed i 35 anni sono diminuiti di 119 mila unità, ed i cittadini tra i 35 e i 45 anni sono 35 mila in meno
di germana urbani
S
ono giovani, partono in silenzio e mai in gruppo. La loro è una scelta solitaria verso un futuro e un lavoro migliore che affrontano con un bagaglio ricco di capacità, formazione ed esperienza. La nuova mobilità degli italiani, infatti, è un’emigrazione altamente qualificata: il 56,4% degli espatriati possiede una laurea (il 43,5% magistrale o vecchio ordinamento e il 12,9% triennale) e il 21,8% possiede un dottorato (13,5%) o un post-doc (8,3%). Il 17,5% ha un diploma e il 2,2% la qualifica professionale. E, contrariamente a quanto si può pensare, è proprio dalle terre che sono state tra le più produttive e benestanti del Paese, che i giovani migliori se ne vanno maggiormente. E’ il caso, per esempio, del Veneto che del 2007 al 2012 ha visto partire 154 mila giovani di una fascia d’età che va dai 26 ai 45 anni. Sono i dati allarmanti diffusi da una ricerca regionale della Cgil, che dovrebbe interrogare tutti.
Numeri alti ma che potrebbero essere molto più alti considerando anche altri fattori. La diaspora di oggi, infatti, è difficile da quantificare poiché il migrante attraversa le frontiere europee senza visti e permessi di soggiorno; si iscrive al registro degli italiani all’estero solo dopo alcuni anni dall’espatrio e spesso non cancella la residenza in Italia. Certo è che la crisi spinge ad emigrare e chi se ne va non mette in conto di tornare. Solo lo scorso anno ben 60 mila hanno scelto l’estero per costruire il proprio futuro. Le cancellazioni di residenza verso paesi comunitari, e non, sono quasi quadruplicate tra il 2001 e il 2012, in un trend in crescita costante che ha raggiunto, nel solo ultimo anno le 12.371 unità. La ricerca della Cgil veneta mette in evidenza che tra il 2007 e il 2012 i giovani veneti fra i 26 ed i 35 anni sono diminuiti di 119 mila unità (-17,5%) ed i cittadini della fascia d’età immediatamente superiore, fino ai 45 anni, sono 35 mila in meno (-4,3%). La cosa che più
preoccupa, però, è che chi se n’è andato dal Veneto non l’ha fatto la ricerca disperata di un lavoro purchessia, fosse anche di bassa manovalanza, come 60 anni fa. Chi parte oggi è colto, formato sia dal punto di vista professionale che accademico e porta con se’ il meglio di quanto la terra d’origine è riuscita a dargli. Un grosso investimento in termini di studi e occasioni di formazione e ciò rischia di rappresentare una perdita ancor più grave per un tessuto produttivo in una fase di evoluzione complessa come quella che sta vivendo il Veneto in questi anni. Però queste persone cercano prospettive di crescita personale che ormai è difficilissimo trovare nel nostro Paese e soprattutto non intravedono delle certezze di futuro. Il fenomeno è comune anche ad altre regioni del Paese, come Emilia e Toscana; ma lì l’indice d’occupazione è rimasto abbastanza stabile mentre in veneto, in 5 anni, è sceso di 4 punti percentuali.
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“La migrazione da un Paese a un altro non è un male in assoluto – afferma Enrico Berto, presidente del gruppo dei Giovani di Confindustria Veneto – il mondo non è statico e molti dei nostri ‘cervelli in fuga possono rientrare. Comunque il dato demografico lo confermiamo e la preoccupazione sta nel rischio che le menti più brillanti scelgano di fondare imprese all’estero anziché nel proprio Paese”. Secondo il sociologo Vittorio Filippi, però, a differenza dell’emigrante di mezzo secolo fa, il giovane che se ne va oggi dall’Italia molto difficilmente sogna di tornare. E non solo per motivi
occupazionali. In questo giocano valutazioni sulle difficoltà di far carriera, sull’opacità dei concorsi italiani rispetto all’estero e sulla fluidità nello spostamento fra le diverse opportunità di lavoro che si doves-sero presentare. Il disagio vissuto in Veneto è alto se si considera che nel 2012 erano 122mila i giovani fino ai 29 anni che non studiavano e non lavoravano, i cosiddetti neet, un esercito che fa il paio con la crescente precarizzazione del lavoro. “Questi fenomeni producono analfabestismo di ritorno e perdita di competenze - sottolinea la Cgil.
CHI PARTE, PERCHÈ E DOvE È DIRETTO?
A
lasciare l’Italia non sono solo lavoratori specializzati, o cervelli in fuga, ma anche studenti, professionisti, tecnici, imprenditori, ricercatori, pensionati, cooperanti e altre figure, qualificate e non, che partono da ogni regione. Rispetto alle migrazioni del passato cambiano però le motivazioni, non sempre la ricerca di lavoro risulta essere il fattore dominante, si emigra anche per cercare una migliore qualità della vita, per amore, o per studiare. Il fenomeno tocca tutte le professioni: non solo “cervelli in fuga” – che comunque rappresentano una fetta importante della popolazione migrante (i ricercatori universitari e negli istituti privati sono il 18% dei lavoratori dipendenti) – ma anche studenti (10%), manager (18,8% tra dirigenti, direttivi e quadri), impiegati (35,6%). Ma l’emigrazione odierna è difficile da catalogare in quanto le figure professionali sono molteplici: ci sono i ricercatori, i prof, i dirigenti, gli operai specializzati, quelli non specializzati, i creativi e i lavoratori del settore gastronomico. Chi parte oggi è per lo più giovane (il 56% ha meno di 35 anni e l’80% meno di 45), proviene soprattutto dal Nord (per il 49% dei casi contro il 25% del Centro e il 22% del Sud) e sceglie di emigrare per lo più in Europa (per il 70% dei casi). Tra le destinazioni, la Germania si conferma primo paese di accoglienza (14,9%), seguita dal Regno Unito (12,4%) e dalla Francia (10%). Tiene la Spagna (7,1%) nonostante il crollo dei flussi dopo il credit-
crunch, seguita dal Belgio (e in particolare da Bruxelles e dalla regione fiamminga) e negli ultimi anni della crisi in moltissimi scelgono la Svizzera. Guardando al resto del mondo recentemente la Cina è diventato il primo paese asiatico per presenza di italiani dopo Tailandia e Giappone. Oggi gli italiani non fuggono solamente dalla povertà. Spesso un lavoro ce l’hanno ma è precario. All’estero trovano una forma contrattuale migliore e, in molti casi, anche una retribuzione più alta. Secondo la ricerca torinese, chi in Italia aveva un contratto atipico, nel 35% dei casi ha ottenuto all’estero un contratto a tempo determinato, mentre il 53% è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato. Sul totale della popolazione dipendente solo il 7% ha un contratto atipico. G.U.
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Il Veneto in primo piano 13 23 Crescita e sviluppo Accesso al credito per sostenere progetti di crescita
Industriali e Unicredit alleati per agganciare la ripresa Accordo quadro tra istituto e associazioni di categoria di Padova, Treviso e Vicenza per il rilancio degli investimenti delle seimila imprese associate
Artigianato in picchiata, nel Nordest: in 5 anni perse 12mila imprese
di Ornella Jovane
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e Associazioni Industriali di Treviso, Vicenza e Padova hanno siglato un accordo con UniCredit per definire un plafond d’investimenti dedicato alla crescita e sviluppo competitivo delle loro imprese. E’ un primo, importante risultato dell’accordo di collaborazione siglato dalle tre Associazioni per il credito e la finanza. L’accordo, valido fino a fine 2014, mira a favorire l’accesso al credito per le seimila imprese associate, onde sostenerne i progetti di crescita e dar loro modo di cogliere nuove opportunità di sviluppo, dati anche i primi timidi segnali di ripresa che si registrano dopo una lunga recessione. Il rallentamento delle attività produttive è stato caratterizzato anche da una flessione degli investimenti, che ha influito sulla composizione del debito delle aziende orientato sul breve termine. Si è ritenuto di ottenere il supporto di UniCredit per gli investimenti a medio/lungo termine, per acquisto, costruzione, ampliamento o ristrutturazione di fabbricati; interventi di riqualificazione a fini di prevenzione dei rischi ambientali; acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; spese di ricerca, sviluppo, innovazione; acquisto di società o partecipazioni; costi per l’internazionalizzazione dell’impresa. UniCredit mette a disposizione delle imprese associate finanziamenti chirografari, della durata massima di 5 anni, e ipotecari fino a 15 anni. Inoltre, fornirà un riscontro sulla sostenibilità finanziaria del progetto in tempi stretti e certi, dando risposte adeguate alle tempistiche di progettazione delle
neWs
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L’accordo mira a favorire l’accesso al credito per le seimila imprese associate ed è valido fino a fine 2014 imprese. “L’accordo – spiega Roberto Cassanelli, Responsabile Corporate Nord Est di UniCredit – è frutto della volontà comune di fornire alle imprese del territorio gli strumenti finanziari per rilanciare investimenti accantonati e ora non più prorogabili”. “Il credito – aggiunge il Vicepresidente di Unindustria Treviso, Riccardo Arnaboldi – è uno degli snodi da cui può ripartire la crescita. I segnali in merito sono ancora contrastanti, ma registriamo una rinnovata disponibilità, specie dalle principali banche, di sostenere gli investimenti di imprese e privati. UniCredit conferma la tendenza”. “Far affluire liquidità all’economia reale è cruciale per rinvigorire i deboli segnali di ripresa - incal-
za il Delegato di Confindustria Padova per Credito e Finanza, Mario Ravagnan - Anche nel 2013 i prestiti alle imprese in Veneto hanno segnato un -6,9% e, nonostante la riduzione dello spread, i tassi non sono calati. Il sostegno dev’essere più convinto. L’accordo con UniCredit va in questa direzione”. “Uno dei nostri obiettivi per il prossimo biennio è facilitare l’accesso al credito delle imprese. Questo accordo ne è la conferma e la collaborazione con Treviso e Padova si è dimostrata utile” conclude Luciano Vescovi, delegato di Confindustria Vicenza per l’area Finanza, sottolineando anche l’attenzione alle imprese colpite da calamità naturali, “per le quali vengono azzerati i costi di istruttoria”.
Il ministro Poletti ha incontrato le Legacoop del Nordest
“cooperazione e terzo settore trasformano l’italia e ne aiutano la ripresa”
orkers buy out che trasformano aziende in fallimento in cooperative competitive, lavoratori che perdono il posto e decidono di diventare imprenditori di se stessi costituendosi in cooperativa, reti di cooperative e aggregazioni di filiera; e ancora: nuovi modelli di welfare sperimentati da cooperative sociali, che non solo riescono a garantire livelli essenziali di assistenza alla comunità ma creano occupazione sul territorio. Queste le best practices raccontate lo scorso 14 aprile al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, che ha incontrato Legacoop Veneto, Legacoop Friuli Venezia Giulia e Legacoopbund al Centro Congressi “Papa Luciani” di Padova, in un’iniziativa che le tre Leghe hanno fortemente voluto unitaria, convinte che la macroarea territoriale e non più regionale, sia ormai il parametro di
riferimento. “Occorre costruire attorno all’economia sociale e solidale il futuro del Paese - ha osservato il ministro -, puntando su imprese cooperative, imprese sociali, cooperative di comunità, e ogni altra forma di economia sociale e associativa che metta al centro non la finanza ma la persona, non la remunerazione del capitale, ma i bisogni dei soci e della comunità”. “Puntiamo a massimizzare il coinvolgimento, il protagonismo attivo e la responsabilità di ogni cittadino. All’economia solidale il compito di promuoverli e organizzarli: perché ad ogni italiano deve essere data una ragione per saltar giù dal letto e mettersi in moto ogni mattina. Spetta a ognuno contribuire allo sviluppo della propria comunità”.
Giuseppe Bortolussi
C
he l’artigianato fosse in sofferenza era risaputo, ma i numeri forniti dalla Cgia di Mestre fotografano un crollo di proporzioni drammatiche. Anche se nei primi tre mesi del 2014 si registra qualche segnale di ripresa, negli ultimi cinque anni in Italia sono andate perdute 75.500 attività artigiane: un dato che peraltro è stato depurato dalle periodiche operazioni di “pulizia” del Registro Imprese dalle imprese di fatto inattive effettuate dalle Camere di Commercio, essendo stata calcolata la nati-mortalità come saldo tra imprese artigiane iscritte nel periodo di riferimento e le cessazioni delle stesse, al netto delle cancellazioni d’ufficio. Questa crisi nera dell’artigianato non ha risparmiato il “ricco” Nordest, anzi: di queste 75.500 attività sparite tra 2009 e 2013, 12mila operavano nel Triveneto e 9.800 nel Veneto. Le province più I dati della Cgia colpite: Treviso, di Mestre fotografano con una perdita di una realtà difficile. 2.187 imprese, Segnali di ripresa nei Verona (- 1.949), primi mesi del 2014 Vicenza (- 1.848) e Venezia (1.836). Per una contrazione occupazionale dell’artigianato veneto di 28mila unità. I dati della Cgia certificano come l’artigianato sia il comparto più colpito dalla recessione che attanaglia il Paese almeno dal 2008, e al suo interno i settori con le performance peggiori risultano essere le costruzioni, i trasporti e il manifatturiero, in particolare il metalmeccanico, il tessile, abbigliamento e calzature. Per il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, tra le principali cause che hanno costretto tanti artigiani ad arrendersi vi sono il crollo dei consumi delle famiglie, l’impennata delle tasse e del peso della burocrazia e la stretta sul credito. “Molti di loro - aggiunge Bortolussi -, non potendo contare su alcun ammortizzatore sociale, dopo la chiusura della loro attività non hanno trovato nessun altro impiego e sono andati a ingrossare le fila dei senza lavoro, portandosi dietro i debiti accumulati negli ultimi O.J. anni e un futuro quanto mai incerto”.
14 Cultura veneta 24 Venezia Arte contemporanea
Tre mostre tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana Tre percorsi dedicati a tre artisti differenti: il californiano Doug Wheeler, al fotografo Irving Penn e all’artista Wade Guyton
di Alain Chivilò
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a aprile fino al fine anno è possibile apprezzare a Venezia diversi percorsi artistici contemporanei, ricchi di riflessioni, allestiti in due luoghi istituzionali per l’Arte: da un lato Palazzo Grassi con due mostre e dall’altro nell’area denominata Cubo di Punta della Dogana, nell’attuale percorso di “Prima Materia”. Partendo da Palazzo Grassi si è immediatamente immersi, fin dall’ingresso per continuare al primo piano, dall’esposizione “L’Illusione della luce”. Tutto l’atrio è interamente dedicato all’opera realizzata dall’artista californiano Doug Wheeler dove la luce assume la valenza di materia, in quanto le percezioni del visitatore sono azzerate al fine di creare effetti contrapposti quali il pieno e il vuoto, la realtà e il miraggio, l’istante e la durata. Una ricerca espositiva che pone il filo rosso esplicativo nel concetto di luce che, in tre fasi distinte, rileva nasconde ed evidenzia particolari non visibili. Il termine latino lux è la base di partenza filosofica per un concetto di luce che consente di distinguere e vedere le forme, indagando la profondità della realtà il cui significato è “illuminare” e “far vedere”. Con questa prospettiva si sviluppa l’esposizione con lavori quali per esempio di Julio Le Parc, Dan Flavin, Robert Irwin, Troy Brauntuch, Marcel Broodthaers, Claire Tabouret, Antoni
Muntadas, Danh Vo, Robert Whitman e molti altri. Proseguendo al secondo piano di Palazzo Grassi si giunge alla prima importante esposizione dedicata al fotografo americano Irving Penn (1917 – 2009) realizzata nel suolo italiano: “Irving Penn, Resonance”. Come si nota dai lavori esposti, la caratteristica principale dell’artista consisteva nel possedere un’alta capacità di sintesi che gli permise di avvicinarsi alla verità degli esseri viventi e delle cose stando sempre in costante relazione sui significati di vita, tempo e relativa debolezza. Un totale di centotrenta fotografie rappresentano un percorso di quarant’anni di produzione artistica attraverso ventinove stampe ai sali d’argento, diciassette internegativi, ottantadue stampe al platino e cinque stampe dye-transfer a colori. Persone in abiti di lavoro nei loro mestieri, personaggi della pittura, della letteratura e del cinema quali Marcel Duchamp, Pablo Picasso, Truman Capote e Marlene Dietrich, popolazioni indigene autoctone, uniti a soggetti quali composizioni di Architecture, assemblaggi di crani, ossa, teschi di animali e altri oggetti, sono i principali scatti di Penn che ha sempre cercato di porre all’attenzione la
fragilità e la labilità dell’esistenza dell’essere umano del nostro pianeta. Il viaggio espositivo si conclude nel Cubo di Punta della Dogana con l’installazione di Wade Guyton, nell’ambito della mostra “Prima Materia”, intitolata “Zeichnungen für ein kleines Zimmer” (Drawings for a Small Room) del 2011.
Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso
XXv premio internazionale carlo scarpa per il giardino
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aggio è il mese del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino che la Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso organizza annualmente dal 1990. Una giuria, tra le candidature giunte in base alla pubblicazione del bando, valuta e premia un luogo che si distingue maggiormente per fattori ad alto contenuto quali l’invenzione, la memoria e la natura. L’edizione 2014, la XXV, è stata assegnata a due villaggi del Podrinje, regione della Bosnia orientale, ai confini con la Serbia: Osmace e Brežani. Questi sono posti su un altopiano sopra Srebrenica all’interno di una geografia balcanica fatta di territorio, confine, vita, lotta e guerre. Si apre un dibattito che vede come attori principali la storia millenaria, la natura bella e aspra, per concludersi nella guerra fatta di territorio, etnie e religione. Il programma della premiazione vede cadenzare diversi appuntamenti sempre nella sede di Treviso. Venerdì 9 maggio, alle ore 18, una conferenza pubblica dedicata ai primi venticinque anni del Premio Carlo Scarpa con relativa inaugurazione della mostra dedicata all’attuale edizione aperta fino a domenica 29 giugno. Il giorno seguente, sabato 10 maggio dalle 9.30 alle 13.30, si tiene un seminario sul luogo premiato presso l’auditorium spazi Bomben della Fondazione, mentre dalle ore 17 dello stesso giorno, presso il Teatro Comunale di Treviso, si tiene la cerimonia pubblica di consegna del Premio 2014. Nel corso dell’anno altre iniziative saranno programmate anche in Al.Ch. Bosnia ed Erzegovina, Trieste, Venezia e Bolzano.
Il progetto “Le strade del vetro”
Fotografia
I Santillana alla Fondazione Cini di Venezia
LA FEMMINILITÀ A PALAZZO FORTuNY
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L
a festa della donna ha coinciso con l’inaugurazione della primavera femminile a Palazzo Fortuny di Venezia. Fino al 14 luglio è possibile visitare cinque esposizioni corrispondenti a rispettivi universi femminili artistici: Dora Maar “Nonostante Picasso”, AnneKarin Furunes “Shadows”, Ritsue Mishima “Tras Forma”, Barbara Paganin “Memoria Aperta” e dalla collezione di Mario Trevisan “Le amazzoni della fotografia”. La mostra “Dora Maar. Nonostante Picasso” ruota attorno alla seconda parte del titolo, in quanto Henriette Theodora Markovitch (Parigi, 1907-1997), conosciuta come Dora Maar, è inquadrata a livello artistico come l’amante di Pablo Picasso, ma nella maggioranza dei casi non si parla mai della produzione artistica. Quindi “nonostante” la frequentazione del padre del Cubismo, la Maar ha un interessante percorso nella fotografia. Infatti fu grazie al critico Marcel Zahar e successivamente a Emmanuel Sougez come consigli tecnici, che studia fotografia all’École de Photographie de la Ville de Paris, dopo aver frequentato l’École et Ateliers d’Arts Décoratif e l’Accademia di André Lhot. Qui conobbe
anche Henri Cartier-Bresson. A livello espositivo è dato risalto alle fotografie che nascono dalla collaborazione con Pierre Kéfer, anche se sono state scattate interamente da Dora. Sono impressi scenari e luoghi di vita, come per esempio l’infanzia, i vagabondi, la povertà, le fiere, i mercatini e il negozio di tatuaggi. Un’interessante esposizione dunque che mette in risalto l’Arte della Maar nonostante la frequentazione di “quell’uomo li”. Proseguendo il percorso con le altre mostre, Anne-Karin Furunes (1961) “Shadows” esplora sempre con la fotografia l’introspezione della persona ritratta creando una forma incorporea riducendo l’immagine nella scala pixel, invece Ritsue Mishima (1962) “Tras Forma” con il vetro cattura e irradia luce ispirandosi alla natura, mentre Barbara Paganin (1961) “Memoria Aperta” con i suoi gioielli, composti di elementi esterni quali oggetti, miniature di ritratti e animali, si fonde nell’alta gioielleria. Conclude la collezione di Mario Trevisan “Le amazzoni della fotografia” che propone una raccolta di fotografie scattate da artiste divise tra ‘800 e ‘900. Al.Ch.
l progetto denominato “Le strade del vetro” condotto dalla Fondazione Giorgio Cini onlus e Pentagram Stiftung pone l’attenzione sull’arte vetraia del Novecento, puntando ed evidenziando le svariate potenzialità su questa nobile e antica espressione artistica. Dopo le interessanti passate esposizioni si pone ora l’accento mettendo in dialogo, con relativo confronto, due artisti che sono fratello e sorella. “I Santillana – Opere di Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana” è la mostra che fino al 3 agosto, all’isola di San Giorgio di Venezia, indaga le produzioni dei fratelli Laura de Santillana e Alessandro Diaz de Santillana. Entrambi sono discendenti di una dinastia di maestri vetrai, il cui padre da un lato fu Ludovico Diaz de Santillana e dall’altro il nonno fu Paolo Venini. Quasi 130 lavori suddivisi tra oggetti, sculture e opere in vetro narrano produzioni che partono dagli anni Ottanta per arrivare a una serie ideata appositamente per la mostra. Percorsi e approcci artistici diversi che si uniscono nel nome di famiglia, ma che indicano produzioni artistiche personali. A livello espositivo il corridoio centrale del corpus crea un incontro artistico tra Laura e Alessandro producendo similitudini e dissonanze nel modo di espressione a livello vetraio. Martin Bethenod, dopo due anni di lavoro come curatela, parla di “un corpus che compone una sorta di doppio ritratto in movimento dei due artisti. Questa grande strada, che privilegia i registri dinamici della temporalità, del confronto fra i due artisti, della diversità delle
vocazioni d’uso, dell’importanza del contesto e della storia personale, è la vera spina dorsale della mostra e l’attraversa da parte a parte. Seguendo un principio mnemonico e della libera associazione, vetrine e ripiani accostano lavori di periodi differenti e soprattutto di vocazione molto varia. Fonti d’ispirazione, disegni, fotografie”. Dunque, una mostra ad alto contenuto artistico sicuramente da visitare per un’arte del vetro sempre viva. Al.Ch.
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Cultura provinciale Cultura 17 27 Ai Musei Civici fino al 20 luglio Con i loro 11 km di sviluppo sono il più grande monumento di Padova
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Cinque secoli di storia per la fortificazione in parte sotterranea ora svelata dalla nuova mostra
L’esposizione all’interno
di Laura Organte
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on i loro 11 km di sviluppo, diciannove bastioni e sei porte superstiti, le mura rinascimentali di Padova sono, per dimensioni, il più grande monumento della città. Eppure, complice la vegetazione che in molti tratti le copre, o le edificazioni che nei secoli vi si sono stratificate, è anche il meno conosciuto dagli stessi padovani. Anche per questo motivo, in occasione di un importante compleanno – il quinto centenario – la cinta patavina si è meritata una mostra tutta sua, in esposizione ai Musei Civici fino al 20 luglio. Il 1513 può considerarsi l’anno d’inizio dell’edificazione delle nuove mura di Padova – successive a quelle Carraresi – sotto la guida di Bartolomeo d’Alviano. La città aveva da poco sostenuto con successo l’ultimo degli assedi conseguenti alla sconfitta di Agnadello (1509) contro le forze della Lega di Cambrai. In quell’occasione le mura carraresi erano state riadattate alla meglio grazie al coraggio e all’ingegno di molti, ma con la conclusione del conflitto sul cam-
po si erano create le condizioni per dare forma definitiva, in muratura, alle difese apprestate in forma provvisoria, con opere in terrapieno, nel corso dei quattro anni di guerra. Molto di quanto s’iniziò a realizzare in quell’anno è giunto fino a noi, integrato dalle aggiunte e modifiche apportate nei quattro decenni successivi, e vi sono veri e propri gioielli architettonici, come le due porte del Falconetto, e strutture militari imponenti, che, per la varietà delle soluzioni adottate nel corso del lungo tempo a seguito dell’evolvere delle tecniche di difesa dal fuoco delle artiglierie, offrono un’opportunità unica per poter seguire lo sviluppo dell’architettura militare in un unico luogo. Senza contare la complessa relazione del sistema bastionato con le acque, intese a un tempo come ulteriore fattore di difesa, integrato, e via maestra di comunicazione e vita. Una particolare attenzione è riservata all’illustrazione di quanto delle mura non si vede perché sepolto, casematte e galle-
eventi e mostre
a cura di Laura Organte
TEX WILLER INEDITO Dal 24 maggio al 29 giugno, in esposizione presso la galleria Samonà di via Roma una mostra dedicata a Tex Willer, l’intramontabile ranger creato da Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Cinquanta opere originali realizzate per gli art books “Il mio Tex – La ballata del West”, “La cavalcata del morto” e “Tex Willer - Il romanzo della mia vita” dell’artista aretino Fabio Civitelli e le illustrazioni e gli acquerelli per Tex l’avventura e i ricordi del senese Giovanni Ticci. La mostra intende raccontare, attraverso opere in parte inedite, il mondo di Tex Willer e dei suoi pards, protagonisti del più lungo successo editoriale italiano (1948-2014).
“LA SCIENCE EN ROSE” Presso il Centro Culturale Altinate, il 29 e 30 maggio va in scena “La science en rose”, un occasione per riflettere sulla rappresentazione della donna nel mondo scientifico. Il programma prevede incontri con esperti centrati su diversi aspetti della questione di genere nella scienza, una mostra sulle grandi figure femminili nella scienza e un’esposizione fotografica dedicata alle donne nella ricerca attuale e, a conclusione uno spettacolo di danza contemporanea dedicato alla scienziata Rosalind Franklin.
“L’IMMAGINE DELLA FORTUNA” Una mostra curiosa e originale, dal titolo “L’immagine della fortuna” sarà in esposizione dal 6 giugno al 6 luglio all’ex macello di via Cornaro. La mostra, presenta al pubblico una collezione privata di oggetti dedicata al maiale, seconda, forse, solo a quella esistente a Stoccarda presso il Museo del Maiale. Il lungimirante possessore di questa collezione è un odontoiatra veneto che da oltre quarant’anni raccoglie oggetti che si rifanno al suino, provenienti da ogni parte del mondo. Tra questi anche opere d’arte realizzate da grandi artisti contemporanei, quali ad esempio Rauschenberg, Nespolo, Cuoghi, Musante, Villeglè, Aubertin, Potenza, Chen Wenling ed altri ancora.
Visite guidate ai tesori artistici della Basilica
A
Alle mura cinquecentesche la città dedica un’esposizione rie: interessanti e affascinanti rinvenimenti, come la scoperta di spazi ipogei inesplorati, saranno mostrati al pubblico grazie a filmati realizzati dal Gruppo Speleologico Padovano CAI, in collaborazione con il Comitato Mura e il Settore Edilizia Pubblica del Comune. A fare da controcanto al racconto puntuale della storia delle mura, infine,
un percorso fotografico parallelo ideato da Paolo Coltro: un “commento” personale e originale che suggerisce inedite emozioni. Scopo della esposizione è mostrare e celebrare le mura, ma soprattutto riportarle al centro del dibattito culturale sul futuro della città: non più soltanto come problema urbanistico, ma come nodo identitario e risorsa per la città.
partire dal mese di maggio, al Museo Antoniano iniziano le visite guidate, senza nessun costo aggiuntivo rispetto al biglietto. L’attività, curata da personale qualificato del “Messaggero di Sant’Antonio” si avvale anche della collaborazione di alcuni tirocinanti dell’Università di Padova. Il personale del “Messaggero di Sant’Antonio” accompagnerà i visitatori alla scoperta del Museo in un percorso unico tra i tesori artistici realizzati, nei secoli, per la Basilica e per la Veneranda Arca di Sant’Antonio: dipinti, sculture, paramenti sacri, arazzi, oreficerie. Le visite guidate si svolgeranno il mercoledì e il venerdì (in particolare per le scuole), e il sabato e la domenica alle ore 9.30 e alle ore 11.30. Per ragioni organizzative è consigliata la prenotazione (049.8603236, dal martedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00). L.O.
La novità Le realtà cittadine uniscono le forze per ampliare la propria offerta
Nasce “Teatri Off Padova” alleanza a 5 sul palcoscenico I
teatri padovani si uniscono contro la crisi. È nata ufficialmente la Società Cooperativa di Impresa Sociale “Top Teatri Off Padova”, risultato di un percorso iniziato circa un anno fa, che ha portato Teatro de LiNUTILE, Carichi Sospesi, TPR - Teatro Popolare di Ricerca, Teatro Continuo e Amistad Teatro a lavorare insieme per trovare soluzioni e modalità nuove per rafforzare capacità di comunicazione, promozione ma soprattutto coinvolgimento del pubblico. Promotrici della nuova realtà sono le cinque principali realtà teatrali off che da lungo tempo operano nell’ambito delle attività performative e della formazione in ambito teatrale a Padova con oltre 130 spettacoli sia per adulti che per bambini nelle rispettive sedi e sul territorio, con cui attirano 10 mila spettatori e oltre 1.000 persone che frequentano corsi di teatro. Gli elevati costi di comunicazione e promozione, diventati per molte realtà insostenibili, la riduzione sia del Fus Fondo Unico dello Spettacolo, sia del sostegno che prima potevano garantire gli Enti Locali, hanno suggerito l’idea di unire le forze, investendo sullo sviluppo e aggiornamento delle competenze degli operatori teatrali, sull’inserimento di competenze gestionali, oltre che di nuove figure professionali, nonchè sullo
Con “Top” il mondo teatrale padovano fa un passo in avanti sviluppo di nuovi modelli e strumenti per progettare e orientare le proprie attività. Tutto questo, mantenendo l’indipendenza delle direzioni artistiche. Primo obiettivo della neonata Cooperativa sarà quello di ampliare l’audience: un maggiore coinvolgimento dei pubblici si rifletterebbe, infatti, non solo sugli incassi, ma anche sulla possibilità che altri soggetti economici (dalle imprese alle fondazioni di erogazione) siano indotti a guardare al teatro come ad un’opportunità di marketing. Contemporaneamente la Cooperativa vuole anche rispondere alla necessità di strutturare un’offerta culturale teatrale
cittadina, oggi spesso frammentata e ripetitiva, che non distingue il teatro professionale dall’amatoriale e che non dialoga con la programmazione del Teatro Stabile del Veneto. Si tratta infine di un’opportunità in più per rafforzare l’impatto sociale delle iniziative teatrali, attraverso progetti di teatro in carcere, laboratori di teatro in quartieri periferici della città con persone svantaggiate e con disabilità, progetti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi di rilevanza sociale, attività con le scuole e corsi di teatro pomeridiani per bambini e ragazzi. Laura Organte
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LO Karate
SPORT in PRIMO PIANO la “tiger doJo” si laurea campione d’italia
L
a pales Storica impresa della Tiger Dojo Karatè che, al Pala Ferroli di San Bonifacio (VR) si è laureata campione italiana di squadra,nella Federazione europea karatè e arti associate, nel corso della Finale dei campionati nazionali. E’ la prima volta in assoluto che questo prestigioso titolo approda in veneto, a firmare l’impresa il team della Tiger Dojo La gioia degli atleti premiati con le scuole di Due Carrare, Pernumia, Galzignano e Torre, che l’ha strappato alla leggendaria società milanese Ninjitsu Limbiate che lo deteneva da 18 anni consecutivi. Ben 700 gli atleti partecipanti in rappresentanza di 56 società da tutta Italia, di seguito i nomi degli atleti che hanno vinto il titolo tricolore individualmente, e i piazzati che hanno contribuito al punteggio di squadra: campioni italiani assoluti nel Kata Emanuele Dal Compare, Nicholas Galante, Alessandro Turchetto, Alessandra Galante, Serena Toninello, Elena Stuparich, Sabrina Toffanin, Anna Eberrini, Gaia Masiero, Costanza Finotti, Jessica Zaggia, Laura Sessa, Valentina Pinton e Giulia Frison; Medaglia d’argento per Nicola Tasinato , nicola Lazzarin, Sofia Bassan, Laura Camporese, Costanza Finotti, Denis Zoccarato, Federico Gennaro, Letizia Naji Hajar e Domitilla Di Bella. Terzo gradino del podio per Davide Pastore, Anna Castello, Alessia Sartore e Caterina Martin; quarto posto per Celeste Bregantin, Daniele Barcari e Michael Scapin Morga. Campioni italiani nel Kumite: Elena Todaro + 68 kg juniores, Samuele Donato e Marco Bergamin; argento per Mattia Cabrele, Alessandro Gostini, Elena Todaro+ 68 kg seniores; terzo posto per Jessica Zaggia e quarto per Gianfranco Galante. Walter Lotto
Montagnana Nuovi successi nel golf, nel nuoto e nella danza per l’istituto
Studenti sempre sul podio
di Nicola Cesaro
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uovi successi per le squadre sportive dell’istituto “Jacopo da Montagnana” guidate dal professor Alessandro Saoncella. Nella fase provinciale delle competizioni di golf riservate alle scuole superiori, che si è svolta il 24 aprile scorso, la formazione composta da Giulio Carazzolo, Alessandro Chemello, Elisa Cotronea, Alberto Girardello, Gianmarco Nalin, Nicolò Salmistraro e Veronica Trentin delle terza Liceo Scientifico ha conquistato il secondo posto a un solo punto di distacco dai primi del Liceo Nievo. Nella classifica individuale allievi, Carazzolo ha inoltre ottenuto il primo posto assoluto con un percorso perfetto. L’istituto ha anche vinto il terzo premio alle Olimpiadi della danza che si sono svolte a Padova il 5 aprile scorso. Con una coreografia ispirata alla Famiglia Addams le ragazze di Montagnana hanno riscosso il plauso del pubblico e della giuria per originalità e efficacia nell’esecuzione. Il progetto, coordinato dalla professoressa Bazzani, ha richiesto alle alunne appartenenti a
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La squadra di nuoto ritira il nuovo premio diverse classi dell’istituto mesi di prove sotto la guida di una docente esperta. Dall’erba e dal parquet all’acqua la scuola montagnanese non conosce poi ostacoli. Nei campionati regionali di nuoto, tenuti il 23 aprile a Rovigo, la squadra dello Jacopo, dopo il primo posto nella fase provinciale, è arrivata terza al termine delle sei competizioni individuali e a squadre previste dal programma. Un bronzo che pesa notevolmente e che si aggiunge alla fila di successi inanellati dai giovani atleti della scuola murata. Anche quest’anno l’istituto di via Luppia Alberti aveva infatti conquistato il primo posto nella classifica per squadre del-
la categoria allievi alla fase provinciale dei campionati studenteschi creando il vuoto alle proprie spalle. Nella piscine C.S. Plebiscito a Padova, mercoledì 26 marzo, sempre con la guida del professor Saoncella il gruppo ha ottenuto i seguenti piazzamenti: primo posto nelle staffette 4x50 (con Mattia Franchini, Nicola Carrirolo, Nicholas Fassio, Stefano Raimondi, tutti di 2AS) e 6x50 (anche con Luca Canevarolo di 1AS e Alesandro Chemello di 3AS), primo posto per Raimondi nei 50 farfalla, secondo posto nella rana per Fassio, secondi Franchin e Carrirolo rispettivamente nei 50 stile libero e nei 50 dorso.
ESTE. Mobilitata la nutrita pattuglia di atleti di ogni età
la nuova stagione del club ciclistico
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opo l’attività invernale in palestra, svolta senza affanni per mettere in evidenza i valori socializzanti e formativi dello sport, è partita la 49ma stagione agonistica per il club ciclistico di Este con allenamenti su strada per i più grandi, e sulla pista di atletica del patronato del Redentore per i più piccoli. Il direttivo, presieduto da Stefania Paluello ha diramato i nomi di tecnici e atleti che cercheranno di emulare le gesta di illustri predecessori passati al professionismo, quali Fabrizio Verza e Massimo Graziato e delle più recenti promesse sbocciate con le livree giallorosse, Stefano Salmistraro ora Juniores, con la maglia della Work Service Brenta e del pari categoria Riccardo Verza, figlio di Fabrizio, accasatosi alla veronese Contri. Alberto Barbirato diesse e Sandro Mazzetto accompagnatore, saranno i tecnici dei Giovanissimi, dove si registra il tesseramento di una mini ciclista, Giorgia Zogno, un inconsueta novità che mancava da tanti anni. Alberto De Mori, Edoardo Leonardi, Davide Pistore, Pietro Zogno, Lorenzo Ponzin, Marco Boraso e Alberto Fogo gli altri atleti che esordiranno il 6 aprile a Bovolone (Vr). Nella categoria esordienti, diretti dai tecnici Michele Pegoraro, Luciano Chiodin e dall’accompagnatore Davide Raise grandi aspettative per Nicola Graziato, fratello di Massimo, da cui si attende uno squillo vittorioso, Samuele
Menesello, Gabriele Paiola e Nicola Peloso completano la squadra. La folta pattuglia degli allievi, con la formazione sorella denominata EsteBosaro, presieduta da Marco Zancanella, sarà seguita in ammiraglia dai diesse Maurizio Degli Stefani, Gianfranco Pizzardo e dall’accompagnatore Mirvano Mazzetto, e punterà su Filippo Bottin e Matteo Scarietto per le gare impegnative, le ruote veloci sono Nicolò Tessari e Federico Veronese, a completare l’organico tutti ragazzi al primo anno nella categoria: Fabio Formenton, Nicolò Milani, Edoardo Pavan, Matteo Peloso, Fabio Saltarin, Daniele Suin e Francesco Zancanella. Riccardo Bertazzo è invece tesserato per il Cc Este. Sono con il gruppo anche i cicloamatori: Massimiliano Moretto, Tiziano Salmistraro, Giovanni Milani, Marco Bortolato e Antonio Santinello. In campo organizzativo programmati tre eventi che si svolgeranno in estate, i consueti “Primi sprint” in centro ad Este, una notturna in zona industriale e una gimkana Mtb in patronato Redentore nell’ambito delW.L. la festa dello sport.
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Fieramente Corsica V
icina fisicamente, ma anche culturalmente. La Corsica, basta guardare la carta geografica o ascoltare chi parla il corso, ha saputo conservare un forte legame con l’Italia, o quanto meno con l’area culturale della nostra penisola. Tutto ciò nonostante i quasi due secoli e mezzo di appartenenza alla Francia, annessione che allora fu favorita dallo disfacimento della Repubblica di Genova, a cui l’isola apparteneva fino al 1768 (l’anno precedente alla nascita di Napoleone in quel di Ajaccio). Prima ancora alla guida dell’isola c’erano stati i Pisani. Questa forte identità, orgogliamente corsa, è uno degli aspetti che colpiscono subito il visitatore dell’isola, mettendo in evidenza il fatto che la Corsica, seppur abbia fatto del turismo internazionale la maggiore fonte del proprio reddito, non ne ha mai venduto l’anima. Basta notare come anche i centri turistici più conosciuti si siano sviluppati seguendo dei modelli propri, salvaguardando i tratti caratteristici della propria diversità. Che i corsi siano gente tosta lo si coglie anche da come ti invitano a pronunciare i nomi delle città senza il ben noto accento finale alla francese: Bastia e non Bastià, Calvi e non Calvì, Bonifacio e non Bonifaciò. Ora il corso è diventato anche materia scolastica, lo imparano i bambini e i ragazzi a scuola. Un modo per perpetuare un patrimonio di cultura e di tradizioni locali di cui la gente dell’isola va fiera e che i francesi mostrano di saper rispettare. Un viaggio in Corsica, specie se si arriva a bordo dei traghetti della Corsica Ferries (inconfondibili per via quello sgargiante colore gialloblù), inizia da Bastia, ex cittadella genovese, città dalle alte case con le finestre colorate che guardano il mare. Città dinamica, capitale commerciale dell’isola, ma anche scrigno di quartieri antichi, uno dei
IL TRAGHETTO-HOTEL
NELLA FOTO DI COPERTINA UNA SUGGESTIVA IMMAGINE DI SAINT FLORENT E DUE SCORCI NATURALI NELLA STESSA ZONA. QUI SOPRA: UNA VEDUTA DELLA CITTADELLA FORTIFICATA DI CALVI. SOTTO, DA SINISTRA: UN’INSEGNA DI TONO INDIPENDENTISTA IN CENTRO A BASTIA, PRODOTTI DELLA GASTRONOMIA DELL’ISOLA, LA VERGINE DELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A CALVI VESTITA A LUTTO IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA SANTA (ALLE SPALLE IL CROCEFISSO COPERTO IN ATTESA DELLA PASQUA), UN DETTAGLIO DEL GIARDINO BOTANICO DI PARC SALECCIA IN BALAGNE E UNA VEDUTA DAL MARE DELLA CITTÀ VECCHIA DI BASTIA
quali di recente è stato salvato dalle demolizioni di un ambizioso piano urbanistico per effetto di una largamente condivisa protesta popolare. Dal molo “du Dragon” si ha una splendida vista sul porto. Nella parte alta della città (TerraNova) svetta ancora l’Antico Palazzo del Governatore. In città vissero Honoré de Balzac e il generale Hugo, con il figlio Victor che poi divenne un grande scrittore. La grande piazza Saint Nicolas, costeggiata da alti platani, è il cuore pulsante della città. Vi si affacciano tanti locali che offrono la possibilità di degustare alcune specialità corse: trippa bastianese, zucchine e sardine con brocciu, aziminu (zuppa di pesce) e diversi prodotti del mare. Le chiese da sole meritano una sosta a Bastia, alcune sono state rese grandi dall’opera instancabile delle confraternite. Il secondo fine settimana di luglio, il porto vecchio di Bastia rivive i fasti di un’antica cerimonia: il passaggio dei poteri fra i governatori nominati da Genova. Alle 21 il vecchio governatore lascia il mastio per accogliere il suo successore a bordo della galera d’onore. Calvi è l’altra grande città del nord dell’isola: fu l’unica fra le piazzeforti corse a non cadere durante l’assedio inglese del 1793, appoggiate da Pasquale Paoli. Oggi nella cittadella che domina la città ha ancora sede una
Originalissima la proposta di Corsica Ferries: la possibilità di trascorrere dei weekend sfruttando la nave sia come traghetto per il collegamento fra l’Italia (ovvero il porto di Savona-Vado) e Corsica (Bastia) che come albergo. Con il vantaggio di avere al seguito la propria auto per poter girare l’isola per due o tre giorni, rientrando per il pernottamento nella nave ancorata in porto. Una formula nuova, che sta incontrando un certo successo. I prezzi sono abbordabilissimi e variano dal livello della cabina che si sceglie. I ristoranti di bordo sono rinomati per la qualità della cucina. Le navi della compagnia che ha per simbolo la testa di moro bendata sono la location ideale anche per riunioni di lavoro, eventi e convegni. www.corsicaferries.com
guarnigione della Legione straniera. La città è adagiaata su una rada luminosa che si staglia in un panorama di monti severi (sullo sfondo la neve si nota fino a primavera inoltrata). Calvi è il capoluogo della Balagna. Per la sua posizione e il suo clima richiama anche un turismo nautico internazionale di alto livello. La spiaggia si estende su 6 km ed è orlata di pini a ombrello. Un monumento ricorda che anche qui è nato... Cristoforo Colombo. Ma allora la città era genovese e la circostanza diventa plausibile. Molto sentite in questa città le manifestazioni religiose durante la Settimana Santa di Pasqua. Vengono anche distribuiti i canistrelli, dei dolci tipici locali. Da vedere la chiesa di San Giovanni Battista con i suoi preziosi interni. Nella Balagne da vedere anche i borghi di Sant’Antonino, da cui si ha una vista strordinaria, e di Pigna, con i suoi piccoli laboratori artigianali. Da non perdere il giardino botanico “Parc de Saleccia” che si trova in una suggestiva area lungo il litorale. Presenta la flora della macchia corsa e mediterranea, con varietà rare provenienti da più parti del mondo. Selvaggi e impreziositi da una natura incontaminata i panorami nel cosiddetto “Desert des Agriates”, paradiso degli escursionisti in moto. Infine Saint Florent (San Fiurenzu in corso), villaggio
di mare che sorge alla foce del fiume Aliso. E’ chiamata non a caso la Saint Tropez della Corsica per la bellezza della rada e del porticciolo naturale. Anche qui l’abitato è dominato dalla cittadella fortificata (creata dai genovesi nel 1439). Da vedere anche la cattedrale di Santa Maria Assunta (du Nebbio). Nella zona di Saint Florent sorge la zona vinicola di Patrimonio, la più pregiata della Corsica, tanto che è stata la prima dell’isola a meritarsi l’AOC (la Doc francese). Una strada dei vini invita a conoscere il Moscato, i rossi, i bianchi e i rosè locali. Una ventina i produttori in attività. Soste consigliate: a Bastia il ristorante “Le Cosi” sul lungomare; a Saint Florent l’Hotel La Roya, il cui ristorante si fregia di una stella Michelin; a Cateri (sulla strada per Calvi) da “Chez Leon”, trattoria specializzata in tipicità corse; a Calvi l’Hotel Abbaye e il ristorante del lussuoso complesso “La Signoria”, l’ex residenza di campagna dei Michelin (quelli degli pneumatici) ristrutturata dalla famiglia Ceccaldi e trasformata in una dimora di charme. Da non perdere in Corsica i salumi e i formaggi. Sono straordinari e frutto di lavorazione artigianale. Info: www.rendezvousenfrance.com ; www.bastiatourisme.com ; www.calvi-tiurisme.com e www.balagnecorsica.com ; www.visit-corsica.it
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Giardinaggio Giardinaggio 33 21 >> Coltivare piante di agrumi è più facile di quel che si crede
Limoni: la poesia di Montale nei vostri giardini Sono piante sempreverdi che regalano piacere alla vista e all’olfatto. E’ importante per mantenere la capacità vegetativa, concimare bene e innaffiare spesso di Germana Urbani
A
llungare una mano e avere a disposizione dei frutti sempre freschi e profumati non ha prezzo, specie se si tratta di piante di agrumi. Ormai gli alberelli di limoni sono diffusissimi nei terrazzi e nei giardini e non sono più una prerogativa del Sud Italia. Questo perchè sono entrati a far parte a tutti gli effetti delle piante ornamentali. Si tratta di sempreverdi, che possono variare notevolmente in altezza a seconda della specie e del tipo di coltivazione: da circa un metro a oltre nove metri di altezza. Avere dei vasi di agrumi in giardino, sotto la pergola o in terrazza è come avere una piccola opera d’arte vivente. Sono piante molto sceniche, infatti, oltre ad essere piacevoli per i sensi. Le foglie sono lucenti e ricche di sostanze oleose aromatiche, una vera delizia per gli appassionati. I fiori sono generalmente bianchi con 5 petali e costituiscono un ulteriore motivo di ornamento poiché si aprono in vari periodi dell’anno, nelle specie ornamentali, poi, sono riuniti in vistosi mazzetti e sono molto profumati. Per i botanici questa pianta non produce un frutto – limone, cedro o arancia – ma una bacca detta esperidio. La coltivazione in terra risulta ottimale nelle zone climatiche temperate, con clima mite in inverno, in posizione riparata da vento e soleggiata. Nelle zone con inverni rigidi, in cui le temperature scendono sotto lo zero, è necessario porre al riparo le piante di agrumi, in serra fredda. Dunque è molto meglio coltivarle in vasi che possono essere spostati con più facilità.
la concimazione
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li agrumi necessitano di elementi nutritivi in modo quasi costante, tra la fine dell’inverno e il tardo autunno, con un picco in primavera. Per una fertilizzazione completa è bene ricorrere sia ad un concime organico da distribuire a fine inverno (stallatico maturo, semi di lupino, cornunghia, sangue di bue), sia ad un concime minerale complesso (come quelli granulari a lenta cessione), che va usato tre volte l’anno: in aprile, luglio e settembre. Il letame, non fresco, va posto sopra la terra del vaso, ad una certa distanza dal tronco. La farina di lupino, invece, lungo i bordi del vaso, lasciata in superficie e interrata leggermente solo dopo la sua decomposizione.
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Gli esperti consigliano di evitare, se possibile, i vasi di plastica e preferire vasi da giardino in pietra o in terracotta, in modo che la pianta non soffra. Meglio posizionare il vaso in una zona soleggiata e riparata dalle correnti d’aria. Una buona scelta potrebbe essere quella di collocare il vaso a breve distanza dalle pareti esterne dell’abitazione, lungo uno dei lati soleggiati. E’ importante cambiare il vaso ogni due anni all’inizio della primavera, con i primi soli caldi di marzo, diciamo. E’ importante regolarsi riguardo al diametro del vaso, tenendo presente che esso dovrà corrispondere all’espansione della chioma della pianta di limoni. Una pianta ormai adulta può richiedere un vaso del diametro di 80 centimetri. Una volta raggiunte tali dimensioni, il rinvaso potrà essere considerato definitivo. Mentre la pianta sta ancora crescendo è possibile potarla in modo tale che la sua chioma possa assumere la forma desiderata. Il periodo ideale per la potatura è la fine dell’inverno, in modo tale che la pianta con l’arrivo della primavera sia pronta a rigenerarsi. Chi ama le cose naturali, però, può anche lasciare che la pianta cresca liberamente. Quanto al terreno occorre sapere che gli agrumi sono piante piuttosto rustiche, che tollerano diversi tipi di suolo, anche se gradiscono un certo livello di acidità. Il terreno deve essere di medio impasto, con l’aggiunta di alcuni elementi utili non solo a mantenere un pH leggermente acido, ma anche a garantire un’ottima struttura e porosità per consentire un adeguato sviluppo delle radici. In particolare, si consiglia un terriccio in cui siano stati mescolati torba, stallatico ben maturo e anche pietra pomice.
Quanto innaffiare?
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’estate si può irrigare tutti i giorni, mentre in inverno è sufficiente una volta la settimana. Tuttavia, la vecchia ‘tecnica’ empirica di infilare un dito nel terreno, per sentire se è ancora umido o meno, è sempre valida. Inoltre, se le foglie sono turgide ed estese significa che va tutto bene; se invece sono accartocciate, occorre bagnare. Evitare, piuttosto, di utilizzare acqua con cloro (lasciarla riposare per un giorno) e curare sempre il perfetto drenaggio.
Benessere 8 Benessere 34 >> Utile l’esperienza degli Alzheimer Caffè sia per i pazienti che per i familiari
Alzheimer, la malattia che cancella ricordi e vita Una patologia sempre più diffusa, con 80mila nuovi casi, soltanto in Italia, ogni anno. Dalla Regione promessi nuovi centri di sollievo di Germana Urbani
S
ono circa 65mila le persone malate di Alzheimer in Veneto e nell’80% dei casi esse ven-gono assistite dai propri familiari, a casa. Ma questa non è una malattia come altre, i ma-lati sono spesso difficili da accudire. Alcuni diventano violenti, altri perdono le coordinate spazio-temporali, si perdono se escono da soli, dormono di giorno e sono attivi la notte. L’Alzheimer è ancor oggi una malattia di cui non si parla abbastanza, nonostante i dati mondiali la descrivano come una patologia sempre più diffusa, con 80mila nuovi casi, sol-tanto in Italia, ogni anno. Sarà per la scarsa informazione e i pochi servizi erogati dalle Ulss, le famiglie che si tro-vano a conviverci spesso si sentono abbandonate. La Regione Veneto sembra aver accolto le richieste sempre più urgenti delle famiglie tanto che, durante un incontro sull’esperienza dei centri di sollievo sul territorio dell’Ulss 8, l’assessore regionale Remo Sernagiotto ha annunciato un nuovo piano regionale. Entro il 2014, ha spiegato, in tutte le Ulss del Veneto, sarà dato il via all’apertura di centri di sollievo su modello di quello di Riese Pio X. Qui, nel 2011, è stato aperto il primo di questi cen-tri, che il Progetto Regionale Sollievo vorrebbe estendere a tutto il territorio veneto. A seguire le persone con demenza, per qualche ora e/o giorno alla settimana, saranno educatori, psicologi e volontari preparati. E avverrà in luoghi pensati per attività mirate e sostenuti dall’unione di organizzazioni no-profit, operatori socio-sanitari e istituzioni locali. Certo non può essere delegato tutto al privato sociale, anche se quasi tutto quel che ora c’è viene da lì. Come ad esempio l’esperienza degli Alzheimer Caffè, a volte solo punti di ritrovo, altre volte centri di assistenza realizzati dall’Associazione familiari malati di Alzheimer (Afma) grazie a bandi nazionali o a risorse private. Ce ne sono diversi nel trevigiano e in altre province, come Rovigo e Verona. “Gli Alzhei-mer Caffè sono spazi dove i malati e i loro familiari possono fruire di incontri
periodici e strutturati e beneficiare di servizi di assistenza - spiega Giorgio Pedron, presidente dell’A-fma -. La fragilità di chi viene colpito da queste patologie e il peso di cui devono farsi carico i familiari verranno, seppur parzialmente, alleviati offrendo ai malati attività di ricreazione e di riabilitazione cognitivo-psicomotoria”. La ricerca, comunque, non smette di indagare su questa patologia invalidante nel modo più triste, visto che ruba al malato i propri ricordi, la propria personalità, la propria vita. Tra le altre, una recente ricerca dell’University of Maryland School of Public Health (Usa) pubblicata su ‘Frontiers in Aging Neuroscinece’, rivela che l’attivita’ fisica puo’ preservare in salute l’ippocampo nelle persone a rischio di sviluppare l’Alzheimer. Questa azione sull’ippocampo, che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine ed e’ una delle prime zone a soffrire dei danni provocati dalla demenza, e’ fondamentale per ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei sintomi della demenza nei soggetti con un rischio genetico. Questa parte del cervello ha l’aspetto di un cavalluccio marino, da qui il nome ippocampo, ed e’ situata nel lobo temporale del cervello. Un suo restringimento e’ spia dell’inizio del processo neuropatologico dell’Alzheimer. “Abbiamo una buona notizia nella lotta all’Alzheimer - spiega Carson Smith, autore della ricerca - l’attivita’ fisica puo’ offrire una protezione all’ippocampo dalla neurodegenerazione associata a quei soggetti che hanno un rischio genetico di incorrere nell’Alzheimer. Questo - aggiunge - significa che forse possiamo ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei primi sintomi di demenza in questi individui”. Smith e i suoi colleghi hanno seguito per 18 mesi quattro gruppi di anziani sani con un’età compresa tra i 65 e gli 89 anni misurando il volume del loro ippocampo usando una risonanza magnetica. I gruppi sono stati classificati sia per il basso o alto rischio di Alzheimer, che per la loro buona (o scarsa) attività fisica. Ebbene, di tutti e
quattro i gruppi studiati so-lo quelli ad alto rischio genetico per l’Alzheimer, che pero’ non facevano sport, hanno avuto una diminuzione del volume ippocampale (pari al 3 %) nei 18 mesi della ricerca. Tutti gli altri gruppi, compresi quelli ad alto rischio per
l’Alzheimer, ma che erano fisicamente attivi, hanno mantenuto il volume iniziale del loro ippocampo. “Al momento non ci sono trattamenti indicati in grado di preservare il volume dell’ippocampo nei soggetti che possono
prevenzione pesce e frutta secca: veri alleati
A
nche la dieta può aiutare a prevenire la malattia di Alzheimer. Il pesce, la carne di pollo e la frutta secca oleoginosa come le nocciole, le mandorle o le noci sono alimenti che contengono acidi grassi polinsaturi omega-3, e che hanno la capacità di ridurre i tassi sanguigni della proteina beta-amiloide che è associata ai problemi di memoria e alla malattia di Alzheimer. La buona notizia viene da uno studio effettuato da ricercatori della Columbia University, a New York, e pubblicato su Neurology. Nello studio sono stati inclusi 1.219 newyorchesi con più di 65 anni di età, senza turbe cognitive. Gli si è chiesto di compilare un questionario molto dettagliato sulle loro abitudini alimentari. Un anno e mezzo dopo sono stati sottoposti a un prelievo di sangue che ha misurato il livello della proteina beta-amiloide. E’ utile ricordare che mentre è assai difficile misurare i depositi di proteina beta-amiloide nel cervello, è facilissimo dosarla con un esame del sangue. I ricercatori hanno rilevato che più un individuo consuma omega 3, più sono bassi i tassi di proteina beta-amiloide nel sangue. Lo studio ha anche tratteggiato una specie di menu: gli omega 3 consumati provenivano per lo più da pasti a base d’insalata, pesce, frutta, carne di pollo, margarina. Invece gli altri alimenti sottoposti al test non sembrano avere alcuna influenza sul tasso di proteina beta-amiloide circolante nel sangue.
sviluppare la malattia di Alzheimer - avvertono i ricercatori – Questo studio ha pero’ enormi implicazioni su come e’ possibile intervenire sui soggetti a rischio prima che sviluppino i sintomi della demenza”.
20 Crucilibro
Crucilibro 35
Non si argina la prepotenza dell’arte nè dell’amore L’arte è aspirazione a qualcosa di immutabile, di eterno. Così come l’amore. Non tutti avvertono questa spinta ma quando questo desiderio ci conquista è potente
Donna Tartt
Silvia Ballestra
Andrew Sean Greer
Giorgio Fontana
Theo Decker, adolescente
Sofia, Carla, Norma e Vera
Greta Wells, una donna complessa
Giacomo Colnaghi, un magistrato sulla linea del fronte
Alter Ego
L’opera d’arte
I famigliari
La Greta adultera e la Greta moglie devota
Il male, i brigatisti
Location
New York e Las Vegas
I luoghi dell’anima dell’amicizia
Il tempo possibile
Milano
Giovani che sembrano tutti orfani
Ansie, frustrazioni, paure e risate
La complessità dei rapporti famigliari
Un sentimento dominante di morte
Theo Decker, tredicenne di New York la cui vita viene sconvolta completamente da un attentato al Metropolitan Museum, che causa la morte della madre, il suo unico genitore. ha una sola consolazione: un piccolo quadro del Seicento chiamato ‘Il cardellino’ che il ragazzo ha trafugato al museo Decker attraversa la vita con il suo Cardellino, passando dai più sofisticati salotti metropolitani al piccolo negozio di antichità che avvia di ritorno a New York. Ma il dolore non sembra mai abbandonarlo, nonostante alcol, psicofarmaci e droghe
Sofia, Carla, Norma e Vera: donne in prima linea sulla frontiera della vita che corre veloce. I figli frequentano le stesse scuole milanesi, così la mattina prima del lavoro le quattro amiche condividono un caffè al bar Golden Palomino - una vera istituzione -, parlano di sé, di quello che succede intorno Vera porta il mondo sulle spalle e il marito ha perso il lavoro: sarà proprio lui, rovinato dalle slot, a sparigliare le carte in modo drammatico e inaspettato. Questo momento di crisi unisce le amiche e le costringe a confrontarsi. E la realtà ritrova un senso rendendola più vivibile
Una storia che si inserisce al confine tra romanzo di formazione e thriller che racconta un’America senza padri né madri, talmente bello da aggiudicarsi il Premio Pulitzer 2014
Con una lingua vivace, voce ironica e appassionata, la Ballestra costruisce un’indagine serrata intorno ai grandi temi della vita contemporanea: la famiglia, il cibo, il lavoro, il lutto, la politica e l’amore
Un ritratto struggente e indimenticabile di una donna dalla complessità inesauribile, cui neppure il tempo può tracciare i confini
Un romanzo lucido e bellissimo che riesce a penetrare la dimensione della vita quotidiana al tempo del terrorismo. Un libro delicato, tagliente e doloroso al tempo stesso
Donna Tartt Il cardellino Rizzoli, pp. 892 € 20.00
Silvia Ballestra Amiche mie Mondadori, pp. 276 € 16.00
Andrew Sean Greer Le vite impossibili di Greta Wells Bompiani, pp. 304 € 18.00
Giorgio Fontana Morte di un uomo felice Sellerio, pp. 280 € 14.00
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Intrigo
Finale
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
Dopo la morte del suo amato fratello Non ancora quarantenne, Giacomo gemello Felix, e la fine della lunga Colnaghi indaga da tempo sulle relazione con il compagno Nathan, Greta attività di una nuova banda Wells decide di iniziare un trattamento armata, responsabile dell’assassinio psichiatrico. Ma la cura ha effetti di un politico democristiano. collaterali inattesi e Greta si ritrova Il dubbio e l’inquietudine lo trasportata nelle vite che avrebbe potuto accompagnano da sempre e in vivere se fosse nata in epoche diverse tutto. Nel 1918 Greta è un’adultera Durante l’inchiesta, che andrà a bohémienne; nel 1941, Greta si scopre buon fine, si risveglia in lui il bisogno invece madre e moglie devota. Le di immergersi nella condizione tre vite di Greta hanno innegabili degli altri, dall’assassino che gli affinità: sono tutte segnate da tensioni sta davanti al vecchio ferroviere famigliari e scelte difficili, da perdite e incontrato al bar, per riconciliare doni del destino, un prezzo da pagare la giustizia che amministra con per riuscire a spuntarla l’esercizio della compassione
di Germana Urbani · rizzoli.rcslibri.corriere.it<>www.mondadori.it>sellerio.it<
36 Concerti e non solo 1112 in veneto A Padova
al gran teatro geoX di padova arrivano BEN HARPER - 9 maggio 2014 YES - 17 maggio 2014 RITA PAVONE - 24 maggio 2014 LISA STANSFIELD - 28 maggio 2014 (geoxino) TORI AMOS - 4 giugno 2014 BILLY IDOL - 10 giugno 2014 CHICAGO - 28 giugno 2014 A Piazzola sul Brenta
hYdrogen festival NEGRAMARO - 6 luglio 2014 ROBERT PLANT + North Mississippi Allstars - 14 luglio 2014 JAMES BLUNT - 15 luglio 2014 SCORPIONS - 18 luglio 2014 ELISA - 25 luglio 2014
mille e ancora mille... pagina a cura di graziano edi corazza
eventi
parliamo di artisti veneti
SUZANNE VEGA il 18 luglio 2014 Al FESTIVAL del CASTELLO SCALIGERO DI VILLAFRANCA (VR) arriveranno: 24 giugno 2014 ARCADE FIRE 2 luglio 2014 SOUNDGARDEN 16 luglio 2014 ARTIC MONKEYS Sguardo a Nordest a TRIESTE Stadio N. Rocco PEARL JAM il 22 giugno 2014 JOE SATRIANI il 4 luglio 2014 Festival GRADO Lungomare a TRIESTE Piazza Unità il 9 luglio 2014 la “leggenda” dei CREEDENCE C. R. JOHN FOGERTY tutte le info: www.ecoveneto.it. www.tuttoeventitalia.it
verona
FESTIVAL SHERWOOD DI PADOVA STADIO EUGANEO 11 LUGLIO 2014
Al VERONA FOLK FESTIVAL farà una tappa: a Villa Venier di Sommacampagna
FESTIVAL - CASTELLO SCALIGERO DI VILLAFRANCA (VR) 18 LUGLIO 2014
verona folK festival
afterhours in concerto con “hai paura del buio tour”
U
Le date venete degli Afterhours questa estate: 11 luglio a Padova e 18 luglio Villafranca (Vr)
na ricorrenza strana per gli Afterhours di Manuel Agnelli. Solitamente le ricorrenze di un fatto eccezionale o straordinario si fanno al decennale, ventennale, venticinquesimo... Un mese e mezzo fa nel trevigiano sono venuti a ripresentare dopo 17 anni dalla sua pubblicazione il monumentale “Hai Paura Del Buio?”. E questa estate tornano nel Veneto con altre due date. Una allo stadio Euganeo di Padova il 11 luglio ed una al castello di Villafranca il 18 luglio. “Hai Paura Del Buio?” del 1997 è il secondo album cantato in lingua italiana dopo il precedente “Germi” (1995) dal leader Manuel Agnelli. “Hai Paura Del Buio?” nasce dopo la fine dell’etichetta Vox Pop che portò gli Afterhours senza casa discografica. Manuel Agnelli racconta nelle interviste del tempo di aver registrato tutte le 19 tracce dell’album riempiendosi di debiti. Questo disco voleva rappresentare un ultimo pungente, sarcastico saluto, musicando una realtà maligna... Fu la Mescal ad accettare il lavoro. Dopo questo album, il bassista Alessandro Zerilli abbandonerà il gruppo. “Hai Paura Del Buio?” è il migliore album del gruppo; proprio grazie ad esso gli Afterhours verranno eletti la band più significativa della scena indie rock italiana. È l’opera più completa degli Afterhours, nella quale si fondono punk, hardcore punk, pop rock, post grunge, ballate elettriche; si caratterizza per la capacità di misurarsi con generi e sonorità differenti. I testi sono ironici, irriverenti. In “Hai Paura Del Buio?” l’alternative rock (non a stelle e strisce) finalmente tricolore è capace di misurarsi con energia, candore, rifiuto, ironia, rabbia, con le deflagrazioni ed irriverenze dell’indie mondiale (poi inglobato da MTV e Majors). Il disco odora anche di Nirvana, Pixies, Sonic Youth, e strambi episodi cantautorali. “Hai Paura Del Buio?” è stato unanimemente riconosciuto il cd più bello ed interessante degli ultimi venti anni ed il capolavoro delle etichette discografiche indipendenti. Nel luglio 2013 “Hai Paura Del Buio?” dà il nome ad un festival culturale itinerante promosso dagli Afterhours. L’11 marzo 2014 è stata pubblicata dalla Universal Music un’edizione speciale di “Hai Paura Del Buio? contenente la versione rimasterizzata dell’album originale (Remastered) ed un nuovo CD che vede coinvolti diversi artisti di spicco della musica italiana ed internazionale, che hanno collaborato con gli Afterhours per reinterpretare tutti i brani che compongono l’album e proporre al pubblico una versione nuova e particolare (Reloaded). Dopo tanti anni di gavetta e centri sociali gli Afterhours si troveranno davanti oggi in questo tour anche quelli della nota frase contenuta in “Sui Giovani D’Oggi Ci Scatarro Su”, nella quale viene distrutta a parole una intera fetta generazionale, quella del “Come pararsi il culo e la coscienza è un vero sballo / sabato in barca a vela, lunedì al Leoncavallo”, colpendo al cuore l’ostentata borghesia giovanile che venerava la facciata innocua e superficiale dell’underground musicale. Ieri con Vox Pop, poi con Mescal, oggi con Universal. Di strada questi ragazzi ne hanno fatta parecchia e... se avessero accettato la Geffen statunitense anni fa: oggi sarebbero una band planetaria!
occasione del lancio del nuovo album “il viaggio” uscito il 22 aprile 2014 il duo veronese sonohra protagonista di una irripetibile “impresa” artistica internazionale
“I
l Viaggio” è il titolo del singolo uscito il 4 aprile 2014 e l’omonimo album è uscito il 22. Sabato 12 Aprile, alle 11.30 in Piazza Duomo a Milano, i fratelli Fainello e l’artista cinese Li Wei hanno volteggiato nel cielo di Milano tra funi, pedane e cavi. Come da consuetudine nelle sue famosissime opere, l’artista ha immortalato la speciale esibizione rendendola un magico scatto fotografico. L’evento, patrocinato dal Comune di Milano‚ dalla Direzione Cultura e Settore Spettacolo‚ ha portato per la prima volta nella storica piazza Li Wei, che ha prestato la sua genialità per l’inedita fusione tra musica e arte. Ed è proprio un’opera di Li Wei, “Balloons 2”, quella che i Sonohra hanno scelto come immagine di copertina del loro nuovo album (in collaborazione con la “Biennale Italia Cina”, ARTantide‚ Sandro Orlandi). L’ALBUM “IL VIAGGIO” DISPONIBILE DAL 22 APRILE 2014 Un progetto discografico maturo, caratterizzato da una composizione melodica orecchiabile ma allo stesso tempo estremamente ricercata. Un disco che segna il ritorno dei Sonohra, frutto di un anno di lavoro in studio, in equilibrio tra musica folk, sperimentazione, linguaggio rock ed universo britpop, dove si riconosce un prepotente ritorno delle chitarre acustiche che si sposano perfettamente con i riffs di chitarra elettrica. Ricerca, anche, nelle armonizzazioni vocali e negli arrangiamenti delle varie voci, per un album che si avvale d’importanti collaborazioni: Enrico Ruggeri ha firmato il testo del primo singolo “Il Viaggio” ed i Modena City RamNella foto in alto gli attuali blers, insieme ai Sonohra, lo hanno eseguito in studio, mentre l’autore del musical Sohnora, sotto la copertina “Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo” Vincenzo Incenzo ha scritto il testo del disco di “Incantevole”. Dieci i brani, più una traccia in esclusiva su iTunes. I testi, ad esclusione de “Il Viaggio” e di “Incantevole”, sono stati scritti da Luca, mentre gli arrangiamenti e le musiche curati da Diego. Le immagini del booklet e del retro copertina sono del fotografo Guido Harari, che ha immortalato i più grandi artisti del rock. Il mastering è curato dal grande Greg Calbi, che ha lavorato con il meglio della musica folk e d’autore mondiale - da Bob Dylan a Bruce Springsteen‚ e da Steve Fellone, presso i prestigiosi Sterling Sound di New York. Prodotto e distribuito dall’etichetta indipendente Believe Digital, leader mondiale della distribuzione digitale, che sbarca anche nel mondo del mercato fisico‚ il disco è stato distribuito in tutto il mondo nello stesso giorno. Oltre 700.000 i fans in attesa dell’uscita del disco. I numeri: solo su Facebook sono più di 400.000 gli ammiratori, su Twitter più di 25.000 i followers. I sostenitori non sono solo italiani ma vengono anche dalla Germania, Messico, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Colombia, Perù e Cile. Quest’estate i Sonohra porteranno il nuovo album in tour.
esce a maggio “un fedele ritratto” il nuovo album del trevigiano giorgio barbarotta
P
er pubblicarlo il cantautore trevigiano sceglie ancora una volta la strada dell’artigianato puro autoproducendosi e chiamando a raccolta la sua squadra di fedelissimi: Nicola “Accio” Ghedin, batteria (Estra, Giulio Casale), Stefano Andreatta, basso (Manodopera, Wharthey), Giulio Moro, chitarra (El Deyma) e l’ausilio live di Angelo Michieletto, chitarra. Dodici canzoni inedite per un lavoro strutturalmente incentrato sulla forma canzone, ma stilisticamente improntato alla ricerca lirica, sonora, ritmica. Barbarotta insiste sulla coesistenza tra linguaggi diversi proponendoci un cd (il quinto a suo nome) quanto mai personale, autarchico e ricercato, ricco di molteplici sfumature musicali e difficilmente catalogabile. Poesia, rock elettrico, cantautorato folk, amosfere jazzy, un pizzico di psichedelia ed elettronica. L’album apre con “Sbotta”, grido di denuncia contro il malcostume in tempo di crisi, prosegue con il singolo “Camerino al neon”, romantico elogio del quotidiano; è poi la volta di “La roba da buttare”, suggestivo e ipnotico ritratto d’ambiente, e di “Portami a casa”, originale ed incalzante odissea notturna; “L’eclissi di sole” è liquida, sommessa ed intimista, “Come un principio d’estate” è un elegiaco omaggio alla leggerezza estiva ed alla giovinezza, “Gratia Dei” è una una preghiera ed invocazione al sacro, “L’ancora e la deriva” è una allegoria sul connubio indissolubile tra stabilità e fuga, tra noto e ignoto, “Tutti giù per terra” è un sarcastico ed attualissimo scioglilingua pessimista, “Nuovamente liberi”, sprona alla consapevolezza del rapporto tra tempi moderni e libertà, “Stelle e strisce” è uno spudorato diario di viaggio USA; chiude infine la tracklist l’onirica “Echi di Tokyo”, omaggio al volo ed alla connessione tra mondi, popoli, culture. L’album, registrato e prodotto al Virtual Studio di Treviso da Andrea De Marchi (Tolo Marton, Quarto Profilo) è disponibile in versione cd fisico ed in digitale: info al sito www.giorgiobarbarotta.it. GIORGIO BARBAROTTA Cantautore atipico, nasce a Treviso nel 1972. Fonda nel 1995 la rock band Quarto Profilo con cui incide 4 albums. Nel 2003 intraprende la carriera solista. Pubblica dal 2005 ad oggi i cds “Schegge (di vita propria)”, “In centro al labirinto”, “Verso est”, “Snodo”, tutti albums di canzoni proprie, prodotti col marchio GB Produzioni. Propone un originale connubio tra canzone d’autore, rock e folk. Intensa da sempre l’attività live con la sua band con oltre 500 date all’attivo, tra cui un tour di dieci concerti nel 2009 da Pechino a Shanghai oltre a 2 tour in Austria, e 2 nei Balcani. Diversi i riconoscimenti ricevuti in ambito musicale e letterario a livello nazionale, le compilations e le collaborazioni artistiche, anche in veste di produttore. Ha pubblicato il libro “Tra le pieghe del giorno” (Ed. Vianello) 2007 e “Era Venere” (Ed. Happy Leader) 2009, raccolte di poesie e racconti.
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Dott. Alessandro Gabellini, Cardiologo
La stenosi delle carotidi: malattia o fattore di rischio cardiovascolare? Circa un terzo dei pazienti affetti da malattia delle coronarie è portatore di una stenosi carotidea. Questo spiega perché sovente il medico che si occupa del cuore, il cardiologo, si trova a dover affrontare anche il problema della patologia delle carotidi, con la necessità di dare al paziente i suggerimenti più appropriati e di avviarlo se necessario allo specialista di competenza. La stenosi, ovvero il restringimento della carotide, è una delle espressioni della malattia aterosclerotica o aterosclerosi che è caratterizzata dalla presenza di placche localizzate in varie parti del sistema circolatorio. Vi è infatti una frequente associazione fra malattia delle coronarie e la patologia carotidea. La lesione è caratterizzata da una placca ateromasica (accumulo di colesterolo, calcio, cellule infiammatorie) localizzata alla carotide comune prevalentemente alla biforcazione fra carotide interna ed esterna (fig. 1). Il restringimento è espresso in percentuale ed è significativo quando supera il 30-40%. La presenza di una stenosi significativa esprime in un soggetto un rischio aumentato di avere negli anni successivi un ictus cerebrale. Tale rischio dipende dal grado della stenosi ma anche dalle caratteristiche strutturali della placca
(ecogenicità, omogeneità, stato della sua superficie ed altro). L’ictus deriva da due possibili meccanismi: 1. Un meccanismo emodinamico dovuto al progressivo restringimento della carotide causato dall’evoluzione della placca che comporta un ostacolo progressivo al passaggio di sangue al cervello 2. Un meccanismo trombo embolico provocato da una rottura/ulcerazione della placca che favorisce il deposito di materiale trombotico con occlusione acuta della carotide o il distacco di frammenti trombotici responsabili di embolie cerebrali. La placca può essere del tutto priva di sintomi e manifestarsi improvvisamente con un ictus. In altri casi può manifestarsi con un attacco ischemico transitorio (TIA), ovvero con un deficit neurologico (riduzione della forza ad un arto, vertigini, difficoltà ad articolare la parola) che insorge all’improvviso e regredisce dopo 24 ore spontaneamente. Il TIA ha in sé un elevato rischio di determinare nel giorni o mesi successivi un vero e proprio ictus. Come ci si accorge della presenza di una stenosi carotidea e quali sono gli accertamenti da consigliare? La presenza di un soffio ai lati del collo è un
indizio importante ma non sempre e necessariamente rilevabile da parte del medico. La diagnosi viene confermata con esami strumentali fra i quali il più importante e semplice è l’ecocolor Doppler delle carotidi o dei tronchi sovra aortici (TSA) (Fig.2). Questo esame,molto semplice, poco costoso ed assolutamente privo di rischi, sfruttando gli ultrasuoni consente di visualizzare la placca, di definirne le caratteristiche strutturali e l’entità della stenosi espressa in percentuale. Una stenosi è critica quando è maggiore del 70 %. In casi particolari molto dubbi o gravi si può ricorrere ad esami più sofisticati e costosi, di secondo livello ( AngioTAC o angioRM dei tronchi sovraoartici). A chi consigliare dunque un ecodoppler delle carotidi? Anzitutto a quei pazienti che hanno manifestato un deficit neurologico. Rammentando però che la placca carotidea può essere spesso asintomatica, quindi insidiosa, l’esame andrà proposto a tutti quei pazienti che hanno una patologia coronarica (infarto miocardico, angina) o delle arterie degli arti e a tutti quei pazienti che presentano un elevato rischio per aterosclerosi come il fumo, il diabete, l’iperten-
La Fertilità (RNF) x
Figura 1 Esempio di placca carotidea
Figura 2: esempio di placca carotidea all'ecocolor Figura 1: esempio di placca carotidea all'ecocolor Doppler
sione arteriosa, e l’ipercolesterolemia, specie 60 anni. se in età superiore ai Qual è il comportamento da tenere in caso di una stenosi carotidea? Se la stenosi non è critica è importante la correzione dei suddetti fattori di rischio aterosclerotico ed intraprendere una terapia medica farmacologica che prevede farmaci antiaggreganti ( acido acetilsalicilico o ticlopidina o clopidogrel). Recentemente anche le statine, indipendentemente dal valore del colesterolo, hanno assunto un posto determinante per l’effetto di stabilizzare e in qualche caso di ridurre la placca. In caso di stenosi critica ( > 70%) vi è indicazione all’intervento chirurgico di endoarteriectomia o endoaterectomia (TEA) che comporta una incisura dell’arteria in anestesia loco regionale o generale e rimozione della placca, tecnica in vigore da oltre 50 anni. Negli ultimi 10-15 anni si è affermata come
Figura 3: Esempio di angioplastica carotidea
alternativa una tecnica percutanea di angioplastica carotidea, simile all’angioplastica coronarica,che comporta l’inserimento di un catetere per via percutanea femorale,la dilatazione con palloncino dell’arteria con inserimento di uno stent (Fig.3). I risultati delle due tecniche, chirurgica e percutanea, misurati in laboratori ad alto volume lavorativo, sono sovrapponibili per benefici, con analogia di rischi e possibilità di restenosi (5-10% con maggior incidenza nei primi 12-18 mesi), come evidenziato dallo studio recente CREST. L’indicazione ad un tipo o l’altro di procedura andrà valutata caso per caso tenendo conto delle esigenze e della condizione del singolo paziente.
Dr. Alessandro Gabellini Cardiologo, dal 1990 al 2013 Dirigente Medico di 1° livello presso l’UOC di Cardiologia di Este. Oggi svolge attività cliniche, di ergometria, di ecocardiografia e ultrasonografia vascolare presso un poliambulatorio privato. Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: specialistaonline@gmail.com
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
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tento che scelgono di procrastinare questo compito, trovandosi poi letteralmente sommerse da messaggi
investire per avere applicazioni web efficienti, poiché rappresentano uno strumento essenziale senza il quale
del turnover del personale, gestione poco efficiente del proprio tempo. La non gestione dello stress lavoro-
delle nuove tecnologie e sul modo in cui sono utilizzate e vissute.
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40 I nostri esperti IL DIRITTO PER IL CITTADINO
Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
I patti tra convinventi si possono fare dal notaio
E’ a tutti noto che in Italia non c’è una regolamentazione complessiva sulle unioni di fatto (siano esse eterosessuali od omosessuali). A molti meno, invece, è noto che da sempre esiste uno strumento previsto nel nostro Codice Civile che può essere molto utile per regolare i rapporti economici e patrimoniali anche tra coppie non unite da matrimonio: è il contratto. È ben ovvio, infatti, come due soggetti possano con un contratto regolare molteplici aspetti della vita in comune, così come la gestione e suddivisione delle spese ordinarie e straordinarie, l’acquisto di beni in comune, e più in generale i reciproci rapporti economici e patrimoniali. Di ancor maggior rilievo la possibilità di disciplinare
minuziosamente la sorte dei diritti e delle incombenze per il caso in cui la convivenza abbia a terminare; basti ricordare il frequentissimo caso dell’acquisto di una casa intestata ad uno solo dei conviventi e però pagata con mutuo intestato ad entrambi ovvero anche solo con contribuzioni reciproche. Restano ovviamente delle lacune che neppure il contratto stipulato dal Notaio può colmare e questo per l’essenziale ragione che – appunto – manca una legge nazionale che disciplini la materia. I cosiddetti diritti indisponibili, infatti, devono restare fuori dai patti di convivenza: in particolare non sarà possibile regolare la sfera dei diritti/doveri nei riguardi di eventuali figli, poiché questo
aspetto è sottratto all’autonomia delle parti; in questo caso bisognerà inevitabilmente rivolgersi al giudice. Per quanto riguarda, invece, i diritti ereditari sarà sempre possibile trovare una soluzione – benché parziale – nella redazione di un testamento che tenga conto della peculiare situazione di convivenza e che non dimentichi, in ogni caso, altri soggetti cui la legge riservi un qualche diritto in modo assoluto (es. figli di primo letto, coniuge da cui non si sia mai divorziato ecc.). Lo strumento è, in conclusione, di grande utilità; esso, tuttavia, richiede nella sua redazione una notevole competenza tecnica proprio per l’esigenza di distinguere tra quello che si può e non si può regolare.
DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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i nostri Esperti 42 I nostri esperti AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Stalking Condominale
Cari lettrici e lettori, a poco più di 5 anni dall’introduzione nel nostro ordinamento del reato di atti persecutori, comunemente conosciuto come stalking, vorrei portare alla vostra attenzione alcuni pronunce giurisprudenziali che hanno esteso l’ambito di applicazione di tale fattispecie delittuosa al punto da ravvisarla anche per fatti accaduti in danno di condomini. innanzitutto che cos’è lo stalking e quali sono le sue principali caratteristiche? Il delitto di atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p. è stato introdotto nel nostro ordinamento dal d.l. 23.02.2009 n. 11 (conv. in Legge 23.04.2009 n. 38) a far data dal 25 febbraio 2009 con lo scopo di colpire le reiterate condotte di minaccia o molestia poste in essere da un soggetto in danno di un altro e tali da determinare in quest’ultimo un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o, infine, una alterazione delle abitudini di vita. Nella realtà dei fatti, le ripetute minacce o molestie possono assumere la forma più diversa, ad esempio attraverso telefonate, sms, mail dal contenuto offensivo o intimidatorio o, ancora, lettere o biglietti lasciati sull’autovettura o sulla porta di casa della persona molestata. Gli stalker, inoltre, sono soliti appostarsi nelle
vicinanze dei luoghi frequentati dalla vittima (es. luogo di lavoro, palestra, abitazione) o, ancora, seguire o spiare quest’ultima. Particolare importanza per le vittime di stalking assume il termine per la proposizione della querela che è raddoppiato rispetto a quello ordinariamente previsto. Pertanto, la persona che si ritiene vittima del reato in esame ha sei mesi di tempo dalla conoscenza del fatto – reato per poter sporgere querela. A ciò si aggiunga che ove il reato venga commesso in danno di minori o di una persona con disabilità ovvero da un soggetto già ammonito dal Questore, il reato diventa perseguibile d’ufficio. Quando è ravvisabile il delitto di atti persecutori? Affinché possa configurarsi il reato in esame è necessario e sufficiente che, in conseguenza delle reiterate condotte di minaccia o molestia - per la giurisprudenza bastano anche solo due condottesi produca, alternativamente, uno dei tre effetti legislativamente previsti, ovvero: stato di ansia o paura, fondato timore per l’incolumità propria o di un proprio congiunto o l’alterazione delle abitudini di vita. che cosa si intende per stalking condominiale? Il delitto di atti persecutori ha assunto anche forme diverse da quella “tradizionale” che, generalmente,
si individua nell’uomo che molesta o minaccia una donna. Vero è, infatti, che il reato di stalking può interessare anche i rapporti di vicinato e di condominio. In tal senso si è espressa la Corte di Cassazione (Cass. Pen., Sez. V, 7.04.2011, n. 20895) che, ampliando i confini di tale reato, ha individuato la figura dello stalking condominiale giudicando “riduttiva la lettura della norma nel senso che gli atti molesti debbano essere per forza rivolti ad una sola persona”. In considerazione di ciò, non è necessario rapportare ciascuna condotta di stalking alla singola persona offesa, ben potendo la minaccia dello stalker assumere una direzione collettiva e indiscriminata. In altri termini, il reato in esame è configurabile anche quando la vittima non è sempre lo stesso soggetto bensì persone diverse, quali i condomini di un palazzo, di volta in volta perseguitati dalle condotte moleste dello stalker. Ad esempio, è ravvisabile stalking condominiale nelle condotte del condomino che chiude il vicino nell’ascensore o insegue la signora del quarto piano o, ancora, versa liquami o getta mozziconi di sigaretta nel terrazzo sottostante. Queste ed altre molestie o minacce poste in essere sempre dallo stesso condomino in danno degli altri possono integrare lo stalking condominiale. come tutelarsi dallo stalking
Da ultimo vorrei fornire alcune indicazioni operative circa i mezzi che l’ordinamento appresta per tutelarsi dallo stalking. Innanzitutto, si segnala l’ammonimento da parte del Questore; strumento con funzione preventiva con cui l’Autorità di pubblica sicurezza, nella persona del Questore, invita lo stalker ad astenersi dal continuare a tenere comportamenti persecutori nei confronti della vittima. Ove il soggetto ammonito perseveri nei propri atti persecutori, non astenendosi dai comportamenti che pongono la vittima in uno stato di ansia e paura, non sarà più necessaria la querela della persona offesa, in quanto il reato di stalking diventerà procedibile d’ufficio e la pena sarà aumentata. Infine, ove la situazione necessiti di un intervento immediato al fine di scongiurare conseguenze gravi ed irreparabili, la vittima, dopo aver presentato querela, potrà chiedere al giudice di adottare la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o dell’obbligo di mantenere dagli stessi una determinata distanza. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
IL DIRITTO PER IL CITTADINO
I patti tra convinventi si possono fare dal notaio
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Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
E’ a tutti noto che in Italia non c’è una regolamentazione complessiva sulle unioni di fatto (siano esse eterosessuali od omosessuali). A molti meno, invece, è noto che da sempre esiste uno strumento previsto nel nostro Codice Civile che può essere molto utile per regolare i rapporti economici e patrimoniali anche tra coppie non unite da matrimonio: è il contratto. È ben ovvio, infatti, come due soggetti possano con un contratto regolare molteplici aspetti della vita in comune, così come la gestione e suddivisione delle spese ordinarie e straordinarie, l’acquisto di beni in comune, e più in generale i reciproci rapporti economici e patrimoniali. Di ancor maggior rilievo la possibilità di disciplinare minuziosamente la
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sorte dei diritti e delle incombenze per il caso in cui la convivenza abbia a terminare; basti ricordare il frequentissimo caso dell’acquisto di una casa intestata ad uno solo dei conviventi e però pagata con mutuo intestato ad entrambi ovvero anche solo con contribuzioni reciproche. Restano ovviamente delle lacune che neppure il contratto stipulato dal Notaio può colmare e questo per l’essenziale ragione che – appunto – manca una legge nazionale che disciplini la materia. I cosiddetti diritti indisponibili, infatti, devono restare fuori dai patti di convivenza: in particolare non sarà possibile regolare la sfera dei diritti/doveri nei riguardi di eventuali figli, poiché questo aspetto è sottratto
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all’autonomia delle parti; in questo caso bisognerà inevitabilmente rivolgersi al giudice. Per quanto riguarda, invece, i diritti ereditari sarà sempre possibile trovare una soluzione – benché parziale – nella redazione di un testamento che tenga conto della peculiare situazione di convivenza e che non dimentichi, in ogni caso, altri soggetti cui la legge riservi un qualche diritto in modo assoluto (es. figli di primo letto, coniuge da cui non si sia mai divorziato ecc.). Lo strumento è, in conclusione, di grande utilità; esso, tuttavia, richiede nella sua redazione una notevole competenza tecnica proprio per l’esigenza di distinguere tra quello che si può e non si può regolare.
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