Bassapadovana febb2014 n20

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della Bassa Padovana

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 20 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.

Montagnana Terremoto in Crediveneto Belluzzo lascia

Este, intervento Calore in centro con l’acqua calda della Sesa

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EDITORIALE

este - ospedaletto fusione vicina

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano

Este ed Ospedaletto Euganeo, la fusione si farà entro il 2014. Questo, almeno, è l’obiettivo degli amministratori dei due Comuni, sempre più decisi a creare una maxi municipalità da 23 mila abitanti. Entro l’anno il referendum. pag. 10

preoccupazione per la scuola media

Garanzie e chiarezza sul futuro del Chinaglia. A richiedere un intervento deciso sulla scuola media di Montagnana è la sezione locale del Pd, attraverso precise richieste in merito alla situazione dell’edificio della scuola. pag. 12 10%

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Lunghi, Corso e poi sfida per Monselice

Elezioni, escono allo scoperto i primi due candidati per il voto delle amministrative

I

n politica si sa, nulla è scontato. Quando sembrava ormai certa una corsa a due nel centro destra, è arrivato il colpo di scena e gli appartenenti all’ex Pdl ne sono usciti più forti che mai. Stiamo parlando del sindaco uscente Francesco Lunghi e del suo vice Gianni Mamprin che hanno ufficializzato di correre insieme con l’attuale primo cittadino in testa alla coalizione. Un centro destra unito e nel segno della continuità e dell’esperienza amministrativa. A sostegno di Lunghi ci saranno in cam-

po Forza Italia, una civica del sindaco che si chiamerà probabilmente “Città di Monselice Lunghi sindaco”, il Nuovo centrodestra, la civica di Mamprin “Patto per Monselice” e la nuova civica di Santino Bozza “Prima il Veneto”. Insomma, nessuna corsa in solitaria per Mamprin che fin all’ultimo sembrava indirizzato verso una coalizione tutta sua che avrebbe spaccato il centro destra e reso le cose molto più semplici al gruppo di centro sinistra guidato dal sindaco di Baone Francesco Corso. Anche se sono considerazioni

premature, Lunghi ha anche confermato gli attuali incarichi con Mamprin che, in caso di vittoria, resterà il suo vice. Intanto lungo via Roma, all’incrocio con via Cesare Battisti, uno dei negozi sfitti ospita la sede della campagna di Lunghi mentre in via Cadorna Mamprin ha preparato il suo quartier generale. “In questi cinque anni insieme abbiamo fatto un buon lavoro - ha commentato Mamprin - Dare la città in mano a questa sinistra, che si è mostrata capace solo di bloccare tutto, sarebbe un dramma”. pag. 6

rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3

L’Intervento

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*

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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. *Capogruppo PD in Consiglio regionale

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi

Terme Euganee, gli ultimi dati

turismo in calo c’è preoccupazione

C’è preoccupazione negli alberghi di Montegrotto Terme, la cui diminuzione di presenze si sta aggravando di anno in anno di cinque punti percentuali, raggiungendo nel rapporto 2013/2012 un brusco -6,55%. Dato che viene lenito dalla situazione aponense, che dopo una serie di anni negativi dall’inizio del secondo decennio, registra una boccata d’ossigeno. Basti guardare la situazione degli ospiti stranieri che rispetto al 2012 a Montegrotto è diminuita del 9,12% nelle presenze e dell’11,73% negli arrivi, mentre ad Abano è aumentata rispettivamente dell’8,62% e dell’11,58%, quasi vi fosse stato un travaso di clientela.

Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano

l’industria locale riprende fiato

La ripartenza dell’industria padovana è in carreggiata, ma è discontinua e incerta e affidata solo alla domanda estera. Il quarto trimestre 2013, informa Confindustria Padova, segna un punto di significativa inversione di tendenza per la produzione. Gli ordini tornano positivi, pur permanendo ridotta visibilità. Ancora in calo (più contenuto) la domanda interna. Accelera l’export, trainato dalle vendite extra-Ue. Si stabilizza l’occupazione. Migliorano le prospettive di inizio anno ma la dispersione è elevata.

“Metteremo in sicurezza il raccordo tra la tangenziale sud est e la A13, un tratto di strada che dal 2008 al 2013 ha visto 47 incidenti con 71 feriti e 2morti. Non possiamo certo stare a guardare”. Così Ivo Rossi vicesindaco reggente di Padova e Massimiliano Barison, sindaco di Albignasego, presentanto il progetto che dovrebbe essere realizzato entro l’estate. Sarà allargato un tratto dello svincolo, la carreggiata sarà separata da un guardrail e illuminata. Il progetto comporta una spesa di 563mila euro, di cui 433mila per la curva della tangenziale Sud.

orto botanico star dell’expo 2015

tecnologia e ricerca per il terzo settore

Lenta inversione di tendenza

tangenziale sud messa in sicurezza

Collaborazione con l’Università

Laboratorio innovazione sociale

Il Centro Culturale San Gaetano ha ospistao il Festival per l’Innovazione, la Ricerca, il Sociale e il Territorio che l’associazione L.I.S. – Laboratorio per l’Innovazione sociale ha proposto per riflettere sull’innovazione sociale, su quella nuova modalità di produrre beni e servizi per rispondere a bisogni sociali con le nuove tecnologie.

Entro l’estate partono i lavori

Bassapadovana monselice

commercio e imprese

Complanare lungo l’autostrada, progetto congelato pag. 8

este, piano opere

Il Patto di Stabilità paralizza gli investimenti per i lavori pubblici pag. 10

montagnana

Tre giornate per riscoprire il Rinascimento pag.

Provincia

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La marcia dei mille padovani a Roma “siamo esasperati” pag. 16

ambiente

Piazzale Boschetti, Legambiente: “facciamone un grande parco” pag. 19

scienza a padova

Costruito in città il telescopio della sonda spaziale pag.

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Regione società

River Film Festival a maggio

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 20-21-22

sicurezza

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 23

arte Al Museo Correr l’architettura di Léger pag.

L’Orto Botanico dell’Università di Padova pronto a sbarcare all’ Expo di Milano 2015. Un’appendice del giardino unico al mondo sarà infatti presente a Milano il prossimo anno. Un «matrimonio» molto importante, che porta vantaggi all’Expo, che potrà vedere ampliata la propria offerta dal richiamo dell’Orto Botanico, e a Padova e alla sua Università.

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il grande cinema in riva al piovego

L’Associazione Culturale Researching Movie in collaborazione con il Comune di Padova - assessorato alla Cultura continua la sua attività in preparazione dell’ottava edizione del River Film Festival, che si terrà a Padova, a Porta Portello in riva al fiume Piovego, dal 28 maggio al 9 giugno. Al centro della scena ci sarà come sempre il grande schermo galleggiante sul quale ogni sera verranno proiettati i film. La novità? Un film in 100 secondi: nasce una nuova sezione dedicata alle opere girate con cellulari, tablet, I-pad, fotocamere che saranno visibili in streaming e che il pubblico potrà votare online.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

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Questa edizione raggiunge le zone Montagnana, Monselice, Este, per un numero complessivo di 12.504 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali

Alluvioni, danni per oltre

di Alessandro Abbadir

Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”

L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo

A

lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-

nel padovano

Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile

E

’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.

state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne

stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.

il Gruppo Deeptel alla co

”Monselice: Si preannuncia l’

Il Gruppo Deeptel, è la catena di negozi di telefonia al dettaglio più importante della Bassa Padovana con punti vendita di tutti i gestori telefonici. Deeptel è nata nel 2004 a Monselice, in Piazza Ossicella, dove oggi è ancora presente il Centro TIM del gruppo, dalla passione e competenza tecnica e commerciale del Presidente Enrico Cremonese, oggi affiancato da un team di veri esperti del settore. I negozi del Gruppo Deeptel hanno come obiettivo la soddisfazione del cliente e la qualità nel servizio offerto, differenziandosi proprio per la cura e la passione nel gestire ogni operazione. Il nuovo negozio in Via Cristoforo Colombo 34, di fianco al distributore Q8 lungo la Strada Statale 10, va a completare il piano di sviluppo per Monselice del gruppo. Il punto vendita si estende per 80mq di esposizione vetrinati e porta la nuova insegna del gruppo: “Deeptel Multi Store”. In questo negozio si può trovare quindi tutto quello che serve per la telefonia fissa e mobile ben suddiviso in settori.

La parte WIND INFOSTRADA occupa una buona porzione del negozio, per poter servire la sempre più esigente clientela del gestore arancione, differenziandosi dai negozi concorrenti per la completezza delle informazioni fornite, data la decennale esperienza con Wind del gruppo.


Argomento del mese 5 In provincia

e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili

“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano

U

spalla pag 5 per padova

n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.

onquista di Via Colombo

’arrivo di Qualità e Cortesia” A grande richiesta dei clienti e del gestore telefonico, torna finalmente a Monselice FASTWEB con un presidio completo per dare supporto a vecchi e nuovi clienti. Assente da circa 2 anni, Fastweb torna con Deeptel a servire Monselice con offerte tutte nuove e in particolare un’offerta di telefonia fissa completa e competitiva, data la copertura dedicata a 20 mega in tutto il Comune di Monselice, per dare le migliori prestazioni in termini di qualità e prezzo. Ma Deeptel è da sempre portatore di novità e offre in esclusiva a Monselice per i negozi di telefonia, il servizio di NOVERCA gestore mobile virtuale presente già dal 2008 in Italia, oggi con offerte per tutti a prezzi convenienti e per tutte le esigenze. Per chi invece cerca una soluzione economica per avere una connessione internet sempre attiva e senza limiti di traffico, Deeptel propone il servizio LINKEM. Operatore nazionale che si serve della tecnologia senza fili Wi-Max, Linkem copre tutto il territorio di Monselice e della Bassa Padovana, da Tribano fino a Saletto con due ripetitori, uno nella zona industriale di Monselice ed un secondo ad Este.

A differenza della normale ADSL, che usa gli oramai vecchi cavi telefonici in rame, che a seconda della distanza dal centro del paese fanno degradare le prestazioni di connessione, Linkem riesce a fornire una connettività stabile a 7 megabit, anche ai clienti distanti dal centro di Monselice, come ad esempio il Quartire Marco Polo, la Zona Industriale, Marendole e Ca’ Oddo. La forza di Linkem è anche il prezzo, 23 €uro, per sempre. Deeptel e il suo staff vi aspettano con tutte le offerte e ottimi prezzi su tutti i Cellulari e Smartphone, per tutte le esigenze! Cosa aspetti? Scegli Deeptel! I negozi del Gruppo Deeptel: Centro TIM P.zza Ossicella Monselice e C.C. Lando Conselve, 3Store C.C. Airone Monselice e Lando Conselve, Deeptel Multi Store C.C. Lando Conselve e Via Colombo Monselice. Fastweb Store Centro Storico Ferrara.

Padova dopo l’emergenza

“L’Idrovia va completata” C

ompletare e collegare il Bacchiglione al Brenta, sfruttando l’Idrovia di Padova: questa la ricetta invocata ormai con un coro quasi unanime per mettere in sicurezza buona parte della provincia dall’emergenza fiumi. Il Bacchiglione infatti si ingrossa facilmente ad ogni perturbazione intensa e raggiunge piene sempre più difficili da gestire. Completando l’Idrovia in zona industriale sarebbe possibile, osservano comitati, esperti e amministratori, trovare una via di sfogo per l’acqua in eccesso. Bisogna però trovare i soldi e in fretta, così come servono altri milioni di euro per avviare un serio intervento di scavo dell’alveo del Bacchiglione, anche se resta il problema di dove portare il terreno estratto dal fondo del fiume, visto che dall’attuale legislazione è considerato un rifiuto. Altre opere idrauliche vanno poi programmate nella Bassa Padovana, in particolare lungo l’asta del Fratta - Gorzone e del Frassine. Ma nel territorio padovano non sono solo i fiumi a fare paura. La Provincia di Padova ha avviato le indagini necessarie a individuare gli interventi per ripristinare le Strade provinciali colpite dalle frane nei Colli Euganei. “Da una prima quantificazione – ha spiegato la presidente della Provincia di Padova Barbara Degani – abbiamo stimato in circa 4 milioni di euro i danni causati dall’alluvione lungo le nostre Strade provinciali, in particolare a causa delle frane. Sono interventi ingenti, per questo proprio nei giorni scorsi ho chiesto e ottenuto la disponibilità della Regione di prevedere un fondo per realizzare le Altro fronte opere necessarie. È arrivato il momen- critico sui Colli to di affrontare il problema del rischio Euganei tra frane, idraulico alla radice anche insieme al smottamenti Genio civile e ai Consorzi di bonifica e allagamenti affinché si adottino tutte le buone pratiche necessarie. In particolare, abbiamo invitato i consiglieri e la giunta regionale ad attivarsi quanto prima per creare un fondo apposito in vista del bilancio previsionale della Regione Veneto”. In particolare, lungo la strada provinciale 77 di Rovolon è emersa la particolare importanza del movimento franoso che ha origine a monte della strada e prosegue verso valle per un’estensione totale di circa un ettaro di terreno. La frana è in movimento e, dopo la relazione dei geologi, sarà necessario avviare specifiche indagini geotecniche per capirne le origini e poter ipotizzare gli interventi. Intanto la Provincia cercherà di predisporre nei tempi più rapidi possibili, un primo intervento provvisorio in modo da incanalare le acque a monte e, mediante degli attraversamenti, scaricarle verso valle oltre la strada. Sono in corso di studio anche delle soluzioni relative alla strada 63 “del Cataio” a Battaglia Terme. A seguito dell’alluvione e dell’allagamento della strada, si è verificato un cedimento delle sponde dello scolo consortile che ha interessato parte della carreggiata stradale. Inoltre le mura di recinzione del complesso del Cataio si presentano in uno stato precario tanto che potrebbero collassare coinvolgendo la strada. La Provincia sta quindi analizzando delle ipotesi di intervento tra cui la posa di un guard rail a protezione del manufatto e un risanamento con la riasfaltatura della carreggiata in modo da riaprire la strada il più presto possibile. Finora la Provincia ha stanziato circa 380 mila euro per i primi interventi urgenti alla viabilità. N.S.


6 Monselice Verso le elezioni Il centrodestra fa quadrato intorno al sindaco uscente

Patto fra Lunghi e Mamprin L’obiettivo è garantire la continuità a Palazzo Tortorini e non lasciare il fianco agli sfidanti di Emanuele Masiero

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n politica si sa, nulla è scontato. Quando sembrava ormai certa una corsa a due nel centro destra, è arrivato il colpo di scena e gli appartenenti all’ex Pdl ne sono usciti più forti che mai. Stiamo parlando del sindaco uscente Francesco Lunghi e del suo vice Gianni Mamprin che hanno ufficializzato di correre insieme con l’attuale primo cittadino in testa alla coalizione. Un centro destra unito e nel segno della continuità e dell’esperienza amministrativa. A sostegno di Lunghi ci saranno in campo Forza Italia, una civica del sindaco che si chiamerà probabilmente “Città di Monselice Lunghi sindaco”, il Nuovo centrodestra, la civica di Mamprin “Patto per Monselice” e la nuova civica di Santino Bozza “Prima il Veneto”. Insomma, nessuna corsa in solitaria per Mamprin che fin all’ultimo sembrava indirizzato verso una coalizione tutta sua che avrebbe spaccato il centro destra e reso le cose molto più semplici al gruppo di centro sinistra guidato dal sindaco di Baone Francesco Corso. Anche se sono considerazioni prema-

Il sindaco Francesco Lunghi e a fianco Gianni Mamprin ture, Lunghi ha anche confermato gli attuali incarichi con Mamprin che, in caso di vittoria, resterà il suo vice. Intanto lungo via Roma, all’incrocio con via Cesare Battisti, uno dei negozi sfitti ospita la sede della campagna di Lunghi mentre in via Cadorna Mamprin ha preparato il suo quartier generale. “In questi cinque anni insieme abbiamo fatto un buon lavoro - ha commentato Mamprin - Dare la città in mano a questa sinistra, che si è mostrata capace solo di bloccare tutto, sarebbe un dramma. E poi squadra che vince non si cambia”. Di certo le ultime “battaglie” che sindaco e vice hanno seguito insieme, come

ad esempio la questione Italcementi, hanno creato un legame che sarebbe stato difficile rompere e trovare una valida spiegazione in campagna elettorale. Ma per il centro destra la strada sembra tutt’altro che in discesa. Lo sfidante numero uno, Francesco Corso, conosce bene Monselice e i suoi elettori ed esce forte e motivato dalle primarie del Pd che ha vinto con il 76% dei consensi. Senza contare che proprio Corso aveva sfidato Fabio Conte (predecessore di Lunghi) perdendo per soli 56 voti al ballottaggio. La voglia di vincere sarà davvero tanta.

FOCUS Gli altri schieramenti in lizza, l’incognita dei 5Stelle

il centro scommette su un proprio nome

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uardando a destra e sinistra la situazione sembra ormai più che definita con il sindaco uscente Francesco Lunghi sfidato da Francesco Corso, candidato unico del centro sinistra. Ma sembra ormai certo che ci sarà pure un terzo in comodo e forse pure un quarto. I rappresentanti della parte più centrista vogliono esprimere una proposta alternativa. Anche perché tra i due litiganti il terzo gode. Il candidato centrista farà riferimento all’Udc, ma le liste in ballo sarebbero addirittura tre: Partecipazione Popolare, l’associazione Monselice Centro e, Il municipio di Monselice appunto, l’Udc. Naturalmente l’idea di base punterebbe sulle facce nuove e sul rinnovamento, in grado di intercettare il malessere dell’opinione pubblica monselicense nei confronti della politica che presenta sempre gli stessi schemi e gli stessi volti. Ma la vera incognita resta il Movimento 5 Stelle che a Monselice ormai da parecchi mesi riunisce i grillini nella sala Beato Liviero. Il gruppo di Beppe Grillo ha più volte stravolto la situazione nelle tornate elettorali comunali, ma a Monselice è la prima occasione per “contare” i seguaci del movimento anti-politica. Le ultime incognite restano la Lega Nord e Fratelli d’Italia che potrebbero unirsi ad un candidato oppure proporne uno tutto loro. Nel frattempo la campagne elettorale impazza su Facebook e sul web dove gli schieramenti stanno attuando una serrata propaganda virtuale. In fondo nel 2014, con dei candidati “forti” come Lunghi e Corso, anche internet potrebbe fare da ago della bilancia. Il premio rapidità, va al centro sinistra che non solo ha realizzato un sito web, ma ha anche associato una pagina Facebook sempre aggiornata e una newsletter informativa per tutti gli utenti-elettori. Lunghi, invece, rimane molto attivo nel suo profilo personale dove spesso si animano discussioni con decine di post. E.M.

FRANCESCO CORSO VINCE LE PRIMARIE

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entro destra unito? Il centro sinistra non è da meno. Con una prova magistrale di democrazia, il Partito Democratico di Monselice ha eletto Francesco Corso candidato sindaco con la consultazione delle primarie. Il primo cittadino di Baone si è imposto con il 76,8% delle preferenze sullo sfidante Giannino Scanferla (23,2%). Tradotto in numeri: i votanti sono stati 724, un dato in forte flessione rispetto alle primarie del 2009 (1.229 voti) che vedevano Francesco Miazzi contrapposto a Carla Montelatici. Bisogna anche dire però che all’epoca la sfiducia rispetto alla politica non era forte come oggi e Miazzi aveva calamitato tutti i suoi numerosi sostenitori. “L’obiettivo è dare un’alternativa al governo Lunghi - ha commentato Corso dobbiamo lavorare tutti insieme per aprirci il più possibile alla città, in maniera coesa e propositiva. Vogliamo realizzare il nostro programma aprendoci ai contributi della popolazione, con le “Primarie delle idee”, arrivando a individuare le proposte per risolvere i problemi: dal lavoro, all’emergenza spazi per sport, cultura e verde. Vogliamo parlare dei problemi di Monselice e della nostra capacità di individuare le soluzioni. Il primo forte messaggio che vogliamo dare ai cittadini di Monselice è l’impegno di un programma costruito insieme a loro”. Corso sarà appoggiato dal Partito democratico, dalla civica Nuova Monselice e da altre liste civiche. Corso è sempre stato presente ed attivo nella politica del nostro territorio. Dal 2004 al 2009 è stato in Con-

Netto risultato per il sindaco di Baone: “ora possiamo dare un’alternativa” siglio Comunale a Monselice. Ha lavorato per 24 anni in un istituto di credito di Monselice anche se ora è in pensione. “Proponiamo Francesco Corso perchè sappiamo che si tratta di una persona da sempre impegnata nella difesa e nella valorizzazione del nostro territorio - spiegano i responsabili del Comitato elettorale - Lo candidiamo perchè abbiamo bisogno di una persona di esperienza amministrativa che sia in grado da subito di dare sicurezza e certezza nella gestione amministrativa del Comune, in modo che l’inesperienza non gravi sui cittadini, e che sia soprattutto in grado di formare un gruppo dirigente di giovani che lo accompagneranno da subito”. E.M.



8 Monselice L’Intervento

L’evento La storica rassegna Quindici le opere in lizza per l’edizione 2014 con numerosi incontri

Rocca capitale della cultura di Emanuele Masiero

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Al via “Monselice Scrive”, scrittori e poeti a portata di mano, ricco calendario di letture, anche concerti

onselice Scrive compie dieci anni. La storica rassegna di scrittori e poeti cresciuti all’ombra della Rocca festeggia un compleanno importante proponendo una vastissima scelta di autori. Monselice Scrive è ormai diventato l’evento dell’anno per la cultura letteraria monselicense, dove i cittadini hanno la grande possibilità di far conoscere la propria storia e le proprie doti di scrittori. LA STRUTTURA DELL’EVENTO. Per dar spazio alle richieste, l’evento letterario viene articolato in due parti. La prima ha come protagonisti nove volumi che vengono presentati presso il castello di Monselice. La seconda coinvolge invece la Loggetta (appena restaurata). A chiusura della rassegna si terrà la seconda edizione di “Monselice in poesia”, in cui i poeti monselicensi coordinati da Giancarlo Fabian avranno la possibilità di declamare i propri componimenti. LE PROSSIME OPERE. Il prossimo appuntamento sarà sabato 15 marzo alle ore 16 con Marco Brinafico, autore dell’opera “Io sono sempre qui”, Brasiliana. Sabato 5 aprile alle ore 17 sarà la volta presentata da Nicola Ruzzenenti. Il libro racconta la di “Fiori di roccia, versi residui” di Giacomo Mainardi storia di un ragazzo e del suo mondo interiore, delle con la presentazione dell’avvocato Giovanni Cappelsue paure e della sua curiosità per il mondo. Sabato lari. L’opera è una “antologia” che esprime il meglio 22 marzo alle ore 16 sarà invece la giornata nazio- delle numerose opere di questo scrittore. Il 12 aprile nale dedicata alla poesia e nell’occasione si terrà il alle ore 17 sarà presentato “L’uomo della Bassa” di “Concerto per voci e testi”, un Resio Veronese con la presenomaggio a Rino Ferrari, poeta Alla rassegna tazione di Lucio Merlin. Il libro e scrittore nel centenario della di poesia è un romanzo in cui rivive la nascita (1914-2014), a cura è riservata simbiosi con la propria terra e di Roberto Valandro. Il 29 mar- la Loggetta fresca con la gente che la popola. E’ zo alle ore 16 sarà presentato di restauro una storia vissuta da molti figli il libro “Amazzonia” scritto da della bassa padovana nei primi Fabio Conterio con la presentazione di Massimo anni sessanta del novecento. Il primo degli inconRocchetto: si tratta di un diario di viaggio, vissuto tri previsti nella location della Loggetta prevede la in prima persona con la moglie Silvana alla scoperta presentazione di “Taccuino 2011-2013” di Mauro di uno dei paradisi più belli della terra, l’Amazzonia Contato che nella sua opera propone alcune ricette

VIABILITà

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Uno degli appuntamenti dell’edizione 2013 di “Monselice Scrive”: Manolo de Santos e Massimo Menghini

per uscire dalla crisi: reddito di cittadinanza, blocco delle politiche neoliberiste e il ritorno a uno Stato che sia veramente sociale, e che metta l’uomo e le sue esigenze al centro della ricostruzione. I COMMENTI. “L’edizione 2014 presenta una quindicina di opere - hanno commentato Gianni Mamprin e Francesco Lunghi, assessore alla Cultura e sindaco di Monselice - un fermento culturale che fa onore alla nostra città e incoraggia soprattutto i giovani a pubblicare i lori scritti utilizzando le agevolazione offerte dalla nuova tecnologia. Poeti e scrittori approfittano della manifestazione per far conoscere le loro opere e per raccogliere il parere dei lettori. Grazie a Monselice Scrive, la Loggetta ritorna a respirare il profumo dei libri dopo accurati lavori che hanno restituito alla città spazi destinati alla promozione della lettura”.

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*

segue da pag.

Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale

Intanto il Pd guida la protesta per il pedaggio sulla Sr10

complanare autostrada al palo, ricorso dei privati

e grandi opere della bassa padovana sembrano andare a rilento. Complanare e variante alla Sr10 continuano ad accumulare ritardi e incertezze. Al momento l’unica vera novità che riguarda la viabilità di Monselice sono i nuovi pannelli informativi installati lungo la strada statale agli ingressi della città. Insegne che al momento servono solamente a ricordare di allacciare la cintura: un bel consiglio, ma decisamente ovvio e poco funzionale al

vero utilizzo che si potrebbe fare dei famosi pannelli luminosi. Le sorti della complanare sembrano incerte: l’ultimo dubbio sulla fattibilità dell’opera è stato sollevato in consiglio comunale dall’opposizione che ha fatto notare come l’opera sarebbe priva della valutazione di impatto ambientale. Tanto che alcuni privati hanno presentato ricorso al Tar per 5 milioni di euro, per opporsi alla costruzione della mega strada e all’esproprio dei loro terreni. Dal canto suo il sinda-

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co Lunghi si è detto tranquillo e fiducioso per il proseguio dell’iter della complanare. Per quanto riguarda la Monselice-Mare, rimane l’ipotesi di far pagare un pedaggio. Un’idea che fa rabbrividire il Pd della bassa che in questi giorni ha distribuito 10.000 cartoline indirizzate alla Regione con la scritta “Prossima uscita: Bancomat”. Un’idea presentata dalla deputata Giulia Narduolo e dal segretario Nicola Ferro: “Le responsabilità sono della Regione” spiegano. E.M. La cartolina polemica realizzata dal Pd


Este 9 Il cantiere Dal mese scorso partito il secondo stralcio dei lavori in centro

Teleriscaldamento al via

Saranno costruite nuove condotte per 6 km oltre un centinaio le famiglie raggiunte dalla rete di Nicola Cesaro

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ei chilometri di nuove condotte, oltre cento famiglie interessate, più di 2.500 tonnellate di anidride carbonica in meno nell’aria e un risparmio in bolletta di oltre un quarto dell’attuale conto. Sono questi i numeri del nuovo cantiere del teleriscaldamento urbano, i cui lavori sono stati avviati a metà febbraio da Comune e Sesa. Il teleriscaldamento, giunto ormai al secondo stralcio, consiste nella distribuzione ad edifici ed abitazioni, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, dell’acqua calda proveniente dalla centrale a biogas di

Incarichi

L’acqua calda attraverso uno scambiatore sarà usata per produrre calore Sesa, in via Comuna. L’acqua calda, una volta arrivata ai singoli edifici, attraverso uno scambiatore viene utilizzata per produrre calore e dunque per il riscaldamento degli ambienti. Este è tra le poche città europee che vanta un sistema così ben strutturato di teleriscaldamento urbano. Con questa

seconda fase di lavori la rete verrà ampliata per 6 chilometri e raggiungerà un centinaio di famiglie, oltre che la casa di riposo Santa Tecla, il patronato, il Consorzio di bonifica, gli alloggi Erp di via Scarabello e alcune scuole comunali. L’intervento richiederà una spesa di 6,5 milioni di euro, per un terzo messi dalla Regione e per il resto da Sesa, che gestirà per 18 anni la rete salvo poi restituire l’apparato all’ente pubblico. Il nuovo impianto fornirà 18 milioni di kwatt/ ora all’anno e contribuirà a diminuire la produzione di anidride carbonica nella città di

toscani all’accademia, barbetta ai giovani coldiretti

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amberto Toscani è il nuovo presidente della Fondazione Accademia dell’Artigianato di Este. Toscani, 63 anni, già presidente della Provincia di Padova, presidente di Interporto Padova e di altre importanti strutture pubbliche eredita il ruolo rimasto vacante dopo la prematura scomparsa di Venanzio Rosina a di-

Un dettaglio del progetto di teleriscaldamento in centro ben 2.500 tonnellate annue. Sommate alle 1.234 risparmiate con il primo stralcio e a quelle previste con il terzo, si stima che le emissioni totali di Este scenderanno del 4%. Oltre al risparmio ambientale c’è pure quello economico, visto che le famiglie – e soprattutto i grandi edifici – che si allacceranno al teleriscaldamento vedranno garantito un taglio della bolletta energetica del 20-25 per cento. E, dato non indifferente, non avranno più a carico fastidiosi problemi di riparazione

cembre. Il nuovo direttore “porterà avanti il progetto territoriale della Fondazione già intrapreso dal suo predecessore” si legge in una nota ufficiale “Nel 2013 la Fondazione ha realizzato una serie di manifestazioni, dai convegni sul lavoro e sulla formazione, ai numerosi incontri ed eventi per finire al grande lavoro della triennale internazionale della ceramica di Este con il successo della mostra e di tutte le attività inerenti”. Il Cda è inoltre confermato e con esso la direzione di Giorgio Bido. E a proposito di incarichi,

o manutenzione, che saranno ovviamente addossati a Sesa. I lavori del secondo stralcio finiranno entro il 31 gennaio 2015. Intanto il Comune ha già recuperato 12 milioni di euro dal progetto europeo Elena, a cui Este ha avuto accesso in partnership con la Provincia di Padova: serviranno in parte per avviare il terzo stralcio di lavori che porterà il teleriscaldamento fino a Meggiaro e nel centro storico. L’obiettivo è quello di dare una copertura quasi totale al cuore della città.

il 23enne Andrea Barbetta, imprenditore agricolo di Sant’Elena, è entrato nell’esecutivo nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. L’anno scorso Barbetta era stato eletto delegato Regionale del movimento che rappresenta gli agricoltori under 30 del Veneto. Ora entra a far parte del nuovo esecutivo nazionale guidato dalla marchigiana Maria Letizia Gardoni, leader dei giovani agricoltori italiani. Il giovane imprenditore si era già messo in luce nel 2011 conquistando il titolo regionale del concorso “Oscar Green”. N.C.


10 Este Il progetto Al lavoro la commissione che dovrà scegliere il nome del nuovo Comune

Este e Ospedaletto, fusione vicina Entro la fine dell’anno il referendum, previsto un risparmio di centinaia di migliaia di euro di NIcola Cesaro

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ste ed Ospedaletto Euganeo, la fusione si farà entro il 2014. Questo, almeno, è l’obiettivo degli amministratori dei due Comuni, sempre più decisi a creare una maxi municipalità da 23 mila abitanti. Nelle scorse settimane si è cominciato a riflettere su uno degli aspetti più “critici” di questa operazione, o perlomeno una delle incom-

Non è escluso che anche altri Comuni scelgano di aggregarsi nei prossimi mesi benze che rischiano di far mobilitare l’opinione pubblica: la scelta del nome che assumerà il nuovo super Comune. Si è quindi ufficialmente insediata una commissione di quattro storici che avrà il compito di mettere d’accordo cittadini, storia e geografia delle due realtà che si fonderanno. La commissione è composta da Aldo Prosdocimi, docente di linguistica all’Università di Padova; Fran-

NEWS “Giardini verso il cielo”

este in fiore dall’11 al 13 aprile

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iardini verso il cielo”, sarà questo il titolo della tredicesima edizione di “Este in Fiore”, la rassegna del vivaismo nazionale di qualità. L’evento si terrà da venerdì 11 a domenica 13 aprile nella cornice dei giardini storici del castello. Il programma è stato ufficializzato dal Comune nei primi giorni di marzo. Il tema conduttore di questa edizione sarà dedicata alle terrazze, ai “tetti verdi” e ai “giardini verticali” lanciati dal botanico francese Patrick Blac. Sono confermati gli interventi e i laboratori che da un decennio contraddistinguono la rassegna. Da segnalare, in particolare, ci sono le conversazioni con esperti da tutto il mondo del settore, condotte dal Mariagrazia Dammicco, presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, assieme all’artista e clarinettista Oreste Sabadin. Cuore dell’evento ai giardini sarà come sempre l’aiuola dedicata alla Rosa Beatrice d’Este, creata appositamente dall’ibridatore francese Delbard, oltre all’esemplare monumentale di glicine che ricopre le mura di cinta del castello. Informazioni su www.esteinfiore.it, dove sarà disponibile il programma completo. N.C.

cesco Selmin, storico atestino e direttore della rivista “Terra e Storia”; Francesco “Ginetto” De Negri, storico di Ospedaletto Euganeo; Luigia Businarolo, giovane storica e docente di Lettere, nonché figlia di un altro illustre docente della città, Bruno. Il compito è arduo e lo conferma anche il sindaco Giancarlo Piva: “Non è così facile come sembra in quanto occorrerà individuare un nome che possa andar bene anche qualora a questi due Comuni se ne aggiungessero altri, come per esempio Baone, Carceri, Villa Estense, Sant’Elena o Sant’Urbano”. Insomma, il nome Atheste che pareva ormai assodato non è assolutamente scontato. Sono stati inoltre scanditi i tempi con cui si arriverà al referendum per decidere o meno la fusione: a breve cominceranno gli incontri informativi per la cittadinanza, propedeutici al referendum che si dovrebbe tenere entro la fine del 2014. In questi incontri verranno illustrati i dati del secondo studio di fattibilità sulla fusione, che chiarisce maggiormente anche

Il consiglio comunale congiunto Este - Ospedaletto il risparmio che questa operazione comporterà. Ogni anno, solamente snellendo la macchina politica dei due enti, risparmieremo 68.500 euro. Il risparmio totale, invece, sarà di almeno 250 mila euro. A questi vanno sommati gli 890 mila euro annui per dieci anni che arriveranno dallo Stato e la deroga al patto di stabilità che sbloccherà nuove risorse. Antonio Battistella, sindaco di Ospeda-

letto, conferma invece alcune direttive che saranno garantite per il proprio Comune: “Ospedaletto Euganeo avrà un pro-sindaco, che sarà inserito nella giunta comunale della nuova municipalità e avrà quindi potere decisorio. Il pro-sindaco sarà affiancato da due consiglieri-consulenti eletti ad Ospedaletto. Il municipio di Ospedaletto rimarrà inoltre attivo, sia per accogliere sportelli delocalizzati sia per ospitare sedi di servizi”.

Il caso Investimenti per poco meno di 850 mila euro

Il patto di stabilità congela il piano triennale delle opere

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oco meno di 850 mila euro di investimenti e un solo intervento nel 2014. Piange il piano triennale delle opere pubbliche di Este. La lista delle opere che si andranno a realizzare da qui al 2016 è la più “povera” degli ultimi anni: in programma l’amministrazione comunale ha inserito la costruzione della pista ciclabile tra via Versori e via Cornaro (250 mila euro), la manutenzione e l’adeguamento della sicurezza nella scuola media “Carducci” (nel 2015, 400 mila euro), la sistemazione della pista ciclabile del Ponte della Torre (nel 2016, 220 mila euro). Colpa, soprattutto, del patto di stabilità, che oltre ad ingessare l’ente comunale ha rallentato alcuni versamenti della Regione nelle casse comunali (come i 600 mila euro per il recupero dell’ex tribunale): nel 2014 il Comune dovrà sostanzialmente pagare i lavori fatti l’anno scorso – dal teatro dei Filodrammatici e alla chiesa degli Zoccoli – permettendo dunque di investire solo il chilometro e mezzo di pista di via Versori. Il Comune potrà poi operare solo su cantieri che non sono vincolati al patto di stabilità, strumento che limita le spese degli enti pubblici: il teleriscaldamento, la bonifica di via Rovigo, le opere di sicurezza sulle scuole. Decisamente interessante è comunque l’intervento pensato nel 2015 per il “Carducci”: ristrutturando questo polo, il Comune andrà ad unire il plesso dell’attuale

Il Municipio di Este, pochi soldi per i lavori pubblici

In programma alcune piste ciclabili e la messa in sicurezza della scuola Carducci scuola media e quello che fino a qualche anno fa ospitava il liceo “Ferrari”. In questo secondo stabile attualmente deserto (il liceo è nella nuova sede di via Stazie Bragadine) si vuole dirottare la sede distaccata del “Carducci”, attualmente ospite dello “Zanchi”. L’ente comunale potrebbe intervenire già nel 2014, qualora il Governo mantenesse la promessa di svincolare dal patto di stabilità N.C. gli interventi di edilizia scolastica.

NEWS Dal Giudice di Pace

scout speed ricorsi accolti

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on sentenze del 13 febbraio scorso il Giudice Patrizia Prando ha accolto due ricorsi per altrettante sanzioni comminate a Granze e Sant’Elena, presentati entrambi dall’avvocato Caterina Cretì. Spiega il legale: “Il Giudice ha ritenuto fondata la mia contestazione relativa alla illegittimità della rilevazione frontale della presunta violazione, in quanto tale accertamento si pone in violazione alle norme in materia di riservatezza personale. Le foto frontali - scattate, pertanto, a mezzi che provengono dal senso contrario - sarebbero utilizzabili solo per le contestazioni immediate, in quanto la direttiva del Ministero dell’Interno dell’agosto 2009 vieta le riprese frontali in caso di sistemi di rilevamento della velocità a contestazione differita”. Il Giudice ha contestato anche il principio costituzionale dell’eguaglianza della legge per tutti i cittadini, violato dai vigili con lo Scout Speed: attraverso la foto frontale possono essere sanzionati solo i conducenti di veicoli che dispongono anche di targa anteriore lasciando impuniti tutti gli altri mezzi che ne sono privi, N.C. quali ad esempio le moto.

nuovo canale anti allagamenti

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un mese dall’ennesima ondata di maltempo che ha afflitto Estense e Bassa Padovana, oltre al conto preciso dei danni si cercano soluzioni per proteggere il territorio dal rischio idrogeologico che pare essersi inasprito nell’ultimo decennio. E’ in questo filone che si inserisce il progetto del Consorzio di bonifica Adige Euganeo per eliminare il problema delle piene del FrattaGorzone. L’idea, presentata ufficialmente nella sede di Este, è quella di sversare le acque in piena del Fratta-Gorzone nell’Adige attraverso il canale Fossetta, tra Castelbaldo e Merlara. Il Fossetta si trova nel bacino Spazzolara: all’altezza della curva che rende il Fratta parallelo all’Adige verrà installata un’idrovora del costo di 8 milioni di euro. La pompa trasferirà l’acqua dal Fratta all’Adige – i cui livelli non sono allineati - attraverso un canale già esistente, il Fossetta. Il collegamento funzionerebbe solo 3-4 giorni all’anno per non più di 36 ore e immetterebbe 40 metri cubi d’acqua al secondo contro i 400 di portata dell’Adige. Il costo totale dell’operazione è di 19.870.000 euro. Ma non è il costo ad intimorire gli amministratori pubblici. I sindaci del territorio, in particolare, temono che quest’operazione vada a compromettere la potabilità delle acque dell’Adige. Il Gorzone, infatti, è uno dei fiumi più inquinati del Nord-Italia, come denuncia il sindaco di Castelbaldo Claudio Pasqualin: “Il Gorzone è un mostro ambientale che contiene i veleni del Chiampo e che fa danni da trent’anni. E ora vogliamo mischiare queste acque a quelle dell’Adige che dà da

Sono centinaia gli ettari allagati nella Bassa Padovana bere a 360 mila cittadini? Ricordo che esistono leggi che vietano l’alterazione di corsi d’acqua potabili. Siamo alla pazzia”. Prima di decretare la fattibilità dell’intervento, occorreranno dunque serie analisi delle acque del Gorzone. Nell’ultima piena di febbraio è stato già prelevato un campione di acque: la conducibilità del Gorzone (caratteristiche che esamina la presenza di metalli) è di 775, contro i 345 nell’Adige, ma i valori diverrebbero simili vista la diluizione nell’Adige, che ha un rapporto stimato di 1 a 10. L’effetto diluizione renderebbe molto simili anche i valori di piombo e cromo. Manca tuttavia un’analisi più seria per la presenza di perfluorati alchilici, componenti altamente inquinanti riscontrati nel Fratta-Gorzone solo da qualche mese e già oggetto di un’indagine del Ministero. La Regione Veneto si è impegnata a finanziare le analisi di queste N.C. acque.



12 Montagnana Edilizia scolastica Intervento della sezione locale del Partito Democratico

“Chiarezza sulla Chinaglia” L’edificio ha bisogno di un radicale intervento “i ragazzi e le famiglie affrontano molti disagi” di NIcola Cesaro

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aranzie e chiarezza sul futuro del Chinaglia. A richiedere un intervento deciso sulla scuola media di Montagnana è la sezione locale del Pd. Il gruppo democratico ha indirizzato al sindaco Loredana Borghesan delle precise richieste in merito alla situazione del Chinaglia, il cui edificio scolastico è cronicamente vittima di problemi statici e strutturali. Incalza il segretario del Pd Pierangela Vesentini: “Abbiamo avuto modo di raccogliere le parole amareggiate di molti genitori che, avendo figli in età scolare, non hanno ottenuto risposte concrete dall’amministrazione in merito alla costruzione o ristrutturazione della scuola media annessa all’istituto Chinaglia. Attualmente gli allievi della secondaria di primo grado sono ospiti dell’ex istituto agrario, scuola che risulta non adeguata strutturalmente ai bisogni dei ragazzi che, per poter accedere alla palestra, devono spostarsi a piedi o in pulmino”. Grossi disagi, segnalano Pd e genitori, sono poi vissuti anche dagli allievi dell’indi-

La scuola media “Chinaglia” di Montagnana rizzo musicale. Il timore è che un eventuale intervento di riqualificazione all’edificio del Chinaglia preveda solamente la ristrutturazione del solo corpo aule, escludendo quella di palestra, porticato e auditorium. “Si tratterebbe di un piccolo cerotto su di una grande ferita. - insiste la Vesentini, che ha idee ben più radicali per il futuro dell’immobile - Occorre demolire, riprogettare e costruire altrove un nuovo istituto moderno e funzionale. Considerato che è questo il periodo in cui le famiglie devono iscrivere i

propri figli alle scuole per il nuovo anno scolastico, l’amministrazione dovrebbe fornire risposte chiare e rassicuranti in merito alla nuova scuola media e al futuro del Chinaglia che negli anni a venire potrebbe vedersi ridimensionato, qualora il numero degli allievi si riducesse in maniera significativa”. Il Pd chiede la creazione di un tavolo di lavoro - a cui far sedere forze politiche, genitori, docenti, figure autorevoli della società civile – e l’avvio di un concordo di idee per progettare il nuovo Chinaglia.

NEWS Tre incontri con Murabilia, il 30 marzo, 22 giugno e 21 settembre

montagnana e il rinascimento italiano

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n viaggio alla scoperta del patrimonio storico della città murata. A proporlo è l’associazione culturale Murabilia, animatrice del ciclo di incontri dal titolo “Il Rinascimento a Montagnana”. Spiegano i promotori: “La città, oltre ad essere indiscussa testimone dell’epoca medievale grazie alle mura trecentesche che la circondano, racchiude nel centro storico particolari e felici esempi di architettura e pittura di un periodo Villa Pisani a Montagnana tra i più floridi della nostra storia: il Rinascimento”. L’itinerario proposto da Murabilia, che si snoderà tra le vie del centro, coinvolgerà i principali monumenti di quest’epoca, a partire dal Duomo con le sue inestimabili opere d’arte, l’esterno dei palazzi signorili che si affacciano sulle vie del centro e la villa palladiana Pisani-Placco. Tutti segni tangibili di una nuova sensibilità artisticoculturale importata da Venezia nell’entroterra veneto. Le visite si terranno nei giorni 30 marzo, 22 giugno e 21 settembre, alle 15.30: l’eccezionalità della proposta è dovuta in particolare alla rara opportunità di visitare gli interni di villa Pisani-Placco, nobile dimora urbana progettata da Palladio conosciuta in tutto il mondo, ma solitamente chiusa al pubblico in quanto attuale residenza della famiglia Placco. Chiudono da Murabilia: “Queste visite tematiche dedicate al Rinascimento vogliono porre l’accento su un aspetto nuovo ed interessante della nostra storia, permettendoci di vedere Montagnana con altri occhi e con un diverso spirito, quello dell’uomo rinascimentale che ha reso così preziosa la nostra città”. Data l’eccezionalità dell’evento è vivamente consigliata la prenotazione, contattando l’ufficio turistico Iat di piazza Trieste allo 0429-81302 o scrivendo a info@montagnanamurabilia.it. N.C.

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n riconoscimento a scuola e lavoro, settori trainanti della società. Va a due imprenditori e ad un istituto scolastico la prima edizione del premio “Il Sanmicheli”, riconoscimento con cui il Comune di Montagnana celebra le eccellenze del territorio. In municipio, per la premiazione che a metà febbraio ha visto protagonisti il sindaco Loredana Borghesan e l’assessore Matteo Mantoan, sono arrivati innanzitutto i rappresentanti dell’Educandato statale “San Benedetto”. E’ della scuola montagnanese il progetto dedicato alla sensibilizzazione sul braille (il sistema di scrittura per non vedenti), portato avanti dall’educatrice Patrizia Crema con i ragazzi del liceo classico europeo, e che si è concretizzato nella realizzazione di giornali di approfondimento, nell’organizzazione di incontri con la cittadinanza e con l’installazione di semafori acustici alle porte della città, oltre che di didascalie tattili per non vedenti e ipovedenti al museo civico “Antonio Giacomelli”.

Vengono invece dal mondo lavorativo gli altri due premiati. Vittorio Frison ha ricevuto il riconoscimento per la sua attività imprenditoriale nel settore degli spettacoli viaggianti: la sua Visa International ha realizzato giostre in tutto il mondo. L’ultima è lo scivolo installato a Manhattan in occasione del Super Bowl che ha raccolto migliaia di visitatori e le copertine dei media mondiali. Stefano Frigo, giovane imprenditore e socio della Heminia, azienda leader di misuratori innovativi che opera a Montagnana dal 1999, è stato invece premiato per la capacità di crescere ed affermarsi in settori tecnologicamente avanzati anche negli ultimi anni di crisi generale. “La scelta dei vincitori non è stata facile - spiega il sindaco Loredana Borghesan - in quanto a Montagnana operano con successo, impegno sociale e dedizione più soggetti, testimonianza vera della vitalità dell’intera comunità”. Le candidature al “Sanmicheli” erano arrivate anche dai cittadini per via telematica. N.C.



14 Montagnana Bilancio in rosso Sarà la prossima assemblea a scegliere il successore

Belluzzo lascia la guida di Bcc Crediveneto di Nicola Cesaro

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n bilancio che, per la quarta volta di fila, presenta utili in negativo. E’ questa la motivazione forte che ha spinto Alessandro Belluzzo, presidente di Crediveneto dal 2005, a rassegnare le proprie dimissioni dalla guida dell’istituto montagnanese. Le dimissioni di Belluzzo, chirurgo di Legnago con quasi 18 anni di permanenza negli organi dirigenziali di Crediveneto, sono arrivate lo scorso 26 febbraio, a meno di due mesi dall’assemblea dei soci dell’istituto bancario. “Questa poltrona non ha la colla. Se non centri gli obiettivi servono coerenza e dignità: ho deciso di lasciare questa carica come gesto di responsabilità verso banca e soci”: queste le parole con cui il veronese ha motivato le proprie dimissioni, sottolineando come “nella scorsa assemblea dei soci avevo promesso di chiudere il bilancio 2013 in pareggio, addirittura con piccolo utile. Dopo i 21,4 milioni di perdite dei tre bilanci scorsi, però, il conto che presenteremo nell’assemblea di aprile presenterà utili in negativo per 9 milioni di euro, esattamente come l’anno scorso. Per dignità e coerenza lascio il mio ruolo, sperando che questa sofferta scelta, assolutamente personale e non imposta, sia propedeutica al rinnovamento dell’azienda”. Nel 2007 l’isituto montagnanese vantava utili per 16,678 milioni di euro, scesi a 9,682 nel 2008 e quindi ancora a 4,766 nell’anno successivo. Il 2010 è l’anno del primo “rosso”: -1,473 milioni

Le settimane scorse c’era stata anche una ispezione della Banca d’Italia di utili, scesi vertiginosamente a -11,147 nel 2011 e risollevati leggermente l’anno scorso, quando il negativo si fermò a 9,119 milioni di euro. Il negativo è stato bissato anche per il 2013. In questo avvio d’anno Crediveneto è stata oggetto anche di un’ispezione di Bankitalia, che aveva setacciato i conti della banca montagnanese anche nel 2011. Anche Bankitalia ha sollecitato un rinnovo dei vertici dell’istituto, che peraltro era già stato avviato a livello operativo: lo scorso dicembre era arrivato un nuovo direttore, Luca De Mattia. Prima di lasciare l’incarico, Belluzzo ha voluto rassicurare sulla solidità di Crediveneto, che vanta 30 filiali tra Verona, Padova, Vicenza e Mantova: “Nei 18 anni di operato in questa banca, la Crediveneto è passata da 60 a 150 milioni di patrimonio di vigilanza. Proprio grazie a

Per il quarto anno domina il segno negativo, il presidente si dimette: “Atto di reponsabilità”

dal 1979!

L’ex presidente Belluzzo, a sinistra, durante la consegna di un contributo ad una parrocchia

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questo patrimonio la banca può dirsi solida e al sicuro nonostante queste perdite. Risparmiatori e soci non devono essere preoccupati. Di fatto la grande crescita del decennio scorso, che ci ha portato tra i vari successi a raggiungere 9 mila soci e 33 mila conti correnti, sta compensando la feroce crisi di questi ultimi tempi, che si è mangiata molto di quanto accantonato in passato”. Tra queste dimissioni e l’assemblea dei soci ci sarà il tempo per formare la nuova lista che guiderà la banca di credito.

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’è anche Saletto tra i Comuni ripescati dal progetto “6000 campanili” promosso dal Ministero delle Infrastrutture. L’iniziativa metteva in palio 100 milioni di euro ai Comuni con meno di 5 mila abitanti: ogni amministrazione comunale poteva richiedere un massimo di 1 milione di euro e un minimo di 500 mila per realizzare piccole opere pubbliche da appaltare entro febbraio. Per ottenere il finanziamento bastava inviare per via telematica tutta la documentazione richiesta dalle 9 dello scorso 24 ottobre. Saletto è entrato insieme a Candiana nella lista dei “ripescaggi” e si aggiunge così alle altre municipalità padovane premiate, Barbona e Sant’Elena. Saletto si è meritato 698 mila euro, che saranno destinati alla manutenzione della strade e alla realizzazione di nuovi percorsi. In particolare, l’amministrazione investirà la somma per completare la pista ciclabile che da via Garzara porta a Ca’ Briani, opera attesa da anni in paese e ferma per l’assenza di risorse. Il metodo di assegnazione è stato contestato da tutta Italia visto che ha premiato l’ordine di trasmissione delle ammissioni. N.C.


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VIAGGIO IN

PROVINCIA

La manifestazione nella capitale Folta la delegazione dei padovani

PADOVA

A Roma mille imprese “così dobbiamo chiudere” Oltre 60 mila imprenditori sono scesi in piazza per ribadire che tasse e burocrazia li soffocano di Martina Celegato

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iù di mille sono state le imprese venete che hanno preso parte alla manifestazione a Roma per far sentire la propria voce nella capitale. Una voce straziata dalla crisi che negli ultimi mesi e settimane non ha mancato di scene disperate che ancora di più hanno dimostrano la profondità della crisi che, a poco a poco, sta distruggendo le realtà imprenditoriali del nord est. Una manifestazione, quella dello scorso febbraio, organizzata da Confartigianato UPA, Ascom Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani le grandi associazioni di rappresentanza nazionale che meglio si sono insediate nella realtà padovana dimostrandone la forza e l’importanza a livello non solo italiano ma anche internazionale. Al grido di “Senza impresa non c’è Italia” i piccoli imprenditori, artigiani e commercianti sono andati a portare la loro voce fra le vie di Roma ribadendo la loro importanza per la crescita del Paese che si trova ad affrontare, come affermano i portavoce, una sorta di forzatura da parte delle istituzioni che, invece di facilitare i processi di crescita ed investimenti, si accaniscono rendendo troppo difficoltose le procedure per la creazione di nuove imprese, e quindi posti di lavoro, e bersagliando con tasse ed imposte le attività commerciali, già sofferenti. Ma non solo tematiche legate alla crisi sono state quelle portate all’attenzione nazionale dal folto gruppo di rappre-

sentanti di Padova. Sulla questione della sicurezza, sia dei Ascom anch’essi riconoscibili dai caschi blu e dalla casacca cittadini che dei lavoratori, si è concentrata l’attenzione dei anti tasse e dalla tenuta di gladiatori. A guidare il folto commercianti del centro storico di Padova che, nell’ultimo gruppo, Fernando Zilio, attuale presidente della Camera di periodo, si trovano ad affrontare situazioni a dir poco rischio- Commercio di Padova, il vice presidente Patrizio Bertin, il se dovute a rapine e spaccate nelle storiche vie patavine da presidente e il direttore del Centro Grossisti Alberto Ferro e sempre ricche di piccole botteghe e negozi artigianali che a Federico Barberiato. Una manifestazione, definita dagli poco a poco, causa crisi e frequenti irrustessi organizzatori come “una rivolta zioni di malviventi, stanno chiudendo i Rivolta pacifica pacifica delle imprese”, che ha raccolto battenti impoverendo non solo l’offerta con la presenza a Roma all’incirca 60 mila commercommerciale ma soprattutto il cuore del numero uno cianti e imprenditori guidata dal Nord pulsante della città. A portare a Roma della Camera di Italia (9 mila le partecipazioni registraquesta tematica è stata l’Associazione Commercio Zilio te) ma con rappresentanze di tutto il commercianti centro di Padova, già promotrice delle passeggiate solidali, che ha portato anche un bel paese, che, da Piazza del Popolo, ha chiesto a gran voce primato alla manifestazione essendo la prima associazione meno tasse e burocrazia con rispetto e compostezza che non di categoria a partecipare ad un corteo di portata na- hanno ribadito la posizione dei commercianti nei confronti zionale organizzata da Rete Imprese Italia. Una questione, del Governo e dei cambiamenti che negli ultimi anni hanno quella legata alla sicurezza, che l’associazione ha voluto messo a dura prova tutto il settore. Non sono mancati mesportare all’attenzione delle autorità per la gravità che sta saggi rivolti al nuovo premier Matteo Renzi che comunque raggiungendo nell’ultimo periodo e che sta causando danni non hanno portato tafferugli o scontri con le forze dell’ordiequiparabili alla crisi economica. ne accorse come di consueto. Una manifestazione tranquilla e civile che ha visto i Richieste concrete che non possono non arrivare all’atcommercianti del centro, riconoscibili da bandiere e cappel- tenzione delle autorità preposte che, necessariamente, non lini realizzati a tre mesi dalla fondazione dell’associazio- possono più ignorare la condizione del motore economico ne, affiancati ai navigati rappresentanti di Confesercenti e dell’Italia.

LA DINAMICA DELLE IMPRESE NONOSTANTE TUTTO C’E’ ChI CI CREDE

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a situazione di crisi è senza dubbio drammatica come dimostrano molti casi di cronaca locale che negli ultimi mesi hanno popolato le pagine di giornali la situazione economica padovana sembra essere in ripresa come dimostrano i dati dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova. Numeri alla mano la provincia con 13.431 unità, di cui 9.836 sono sedi legali e 3.595 unità locali (sedi secondarie, negozi, depositi) si posiziona al 22 esimo posto in Italia per numero di imprese del settore e al secondo in Veneto solo dopo Venezia. A seguire si posizionano Verona, Treviso e Vicenza. I segnali di ripresa sono evidenti se si confrontano con quelli degli anni precedenti. Ben 162 attività commerciali in più rispetto al 2011 con un aumento del 1,2% percentuale ben superiore a quella nazionale e veneta pari

a +0,1%. Una crescita dovuta anche all’aumento di imprese che investono nel commercio elettronico, +9,4%, dimostrando ancora una volta quanto sia fondamentale puntare in tale direzione non solo per prodotti tecnologici ma anche per tutte le altre categorie merceologiche. Oggetto dell’e-commerce infatti non solo prodotti tecnologici ma anche abbigliamento, alimentari regionali tipici, prodotti informatici e relativi alle telecomunicazioni. Tra il 2012 e 2013 è aumentata anche la presenza di imprese a maggioranza extracomunitaria, passate da 7 a 77, che vedono la loro attività concentrarsi in particolari tipologie commerciali come distributori automatici, abbigliamento, ambulanti alimentali e ambulanti della moda. Un quadro che lascia ben sperare in una ripresa ancor più notevole nel 2014. M.C.

Triste primato dei suicidi

un numero verde per un primo aiuto

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n triste primato, quello detenuto dalla provincia di Padova, che conta il maggior numero di suicidi da quando la crisi ha cominciato a mettere a dura prova l’economia locale e le piccole medie imprese, che ne sono le fondamenta. I recenti suicidi hanno portato alla luce una situazione ancora drammatica per l’economica locale che non cessa di dimostrarsi in tutta la sua tragicità.Una situazione che ha portato ad istituire un numero verde anti suicidi che, a conferma del dato precedente, riceve il maggior numero di chiamate provenienti dalle provincie di Padova e Vicenza. All’800 33434 in 19 mesi sono arrivate 1.137 chiamate frutto della disperazione di imprenditori soprattutto veneti (poco più di un centinaio le chiamate da fuori regione) che hanno ricevuto supporto e sono stati accompagnati in un percorso verso la serenità. M.C.


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Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

non ci avanti al dio palanca parenti”: sono fratelli, amici o è una delle frasi pronunciate intercettazioni della in una delle decine di rete di corruzione recente inchiesta sulla Poche parole legata agli appalti pubblici. una volta se ce ne che sintetizzano, ancora è il criterio adottato fosse il bisogno, qual infedeli e da imprenda funzionari pubblici ovviamente, che ditori complici. Il denaro, e grandi, gli “aggiustifica i favori piccoli procedure, il ritocco giustamenti” di gare e pag. 6 a danno del pubin corso d’opera, sempre di ciascuno di noi. ZIONE blico e, di conseguenza, ROSOLINA, RIQUALIFICANORGE basta anche qualche CARCERE, IL pag. 8 Il denaro, sia “cash”, SERT DEL QUARTIERE euro di tanto in LE CONDIZIONI MIGLIORA banconota da 50-100 SANITARIE di “regali” come pag. 26-27 tanto, che sottoforma anche una mano di il viaggio esotico ma piccolo lavoretto bianco in casa o qualche di piccorruzione nostrana, EDITORIALE dalla “extra”. E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già chiarezza. E’ il primo l coro delle forze politiche l’ordine del giorno approvato di risorse, soprattutto considerevole conosce i contorni con riqualificazione trasversalmente portovirese pubblico “L’ospedale di Porto ricordando in consiglio comunale fine dell’anno i lavori di tutti gli altri, fino ad di fornitura di è alzato unanime e ca si all’unanimità giustifi dell’incontro poi che agosto che certi farmaci, che passo Rosolina dalla schede soccorso al se del quartiere Norge di del presidio ospedaliecontro la perdita decretata ospedalie- Viro mutilato da Venezia: pronto scandali. Il tutto in nome procurarsi pagando, vogliono devono ai residenti di potersi capogruppo per il mantenimento una volta precisare che arrivare ai grandi presidio di Alessan permetteranno quindi alle persone ovviamente, ma anche soccorso” promosso dal ospedaliere regionali del voluto ancora pronto dro ha del palanca”, ro, “dio detenute oltre a Salute Abbad del e all’aperto della spazi Giacon ir* di un millimetro: alla libertà viene Viro Thomas di moralità e di godere al meglio gli ro della casa di cura Madonna “Porto Viro non arretrerà di di Uniti per Porto tolta di una distorta concezione centro della frazione scandalizzarsi loro anche la salute. alle Viro, appellativo che permetteva partecipato diversi rappresentanti se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia, urne del 24 e18 pag. senso civico. Perché dunque 25 di Porto di assoluta cui hanno regionali Fondamentale emerge una situazionefebbraio compresi i consiglieri il nosocomio in posizione porrescorso l’intervento se “così fan tutti”? e che nel istituzionali Azzalin, oltre lo faremo. ine- alla sanità pubblica stricabile, o perlomeno davvero prestato dal Sert. parità rispetto Cristiano Corazzari e Graziano tutti accomu50% 40% pag. 3 difficilmente di Agenas (Agenzia Naziorisolvibile. Un continua a pag. 10 30% all’onorevole Diego Crivellari, il declassacaos politico che rapporto annuale 6 60% 50% pagg. 4-5 e rischia sanitari) ha indicato come portare spediti unico scopo dopo 30% 20% a nuove consultazinale perdii servizi nel trat- nati da un SULLA S.S. 434 50% ospedaliere 10% prio quello che Pro- miglior centro del Veneto avvenuto con le schede secondo iloni. 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Spazi Spazi Aperti aperti 19 13 La proposta di Legambiente Secondo Lorenzo Cabrelle del direttivo la soluzione è quella di modificare la destinazione d’uso

“Piazzale Boschetti nuova area verde” L’ex stazione delle corriere di Padova potrebbe essere punto di collegamento con l’area monumentale degli Scrovegni

Trasferito il progetto dell’auditorium l’associazione punta all’ambiente

di Emanuele Masiero

L

a prossima sfida di Legambiente? Rendere Padova una città sostenibile. A partire dagli spazi verdi, ma in generale stando molto più attenti alla gestione del tessuto urbano e visto il periodo elettorale il primo appello è andato ai candidati sindaci. Con una cartolina molto eloquente, Legambiente ha esortato gli sfidanti in lizza per la poltrona di primo cittadino, ad avere cura di Padova con uno slogan che non lascia spazio a dubbi: “Via le mani dalla città, salviamo il paesaggio”. Proprio in questi giorni, si sta consumando un dibattito acceso sulle sorti dell’ex stazione delle corriere di Padova. Un’area di grandi dimensioni situata nel cuore di Padova a ridosso del principale corso d’acqua e dei giardini dell’Arena. La proposta di Legambiente è chiaramente quella di trasformare piazzale Boschetti in un’area verde. “Le ultime esternazioni del presidente della Provincia Barbara Degani parlano della volontà di contestare il contratto di permuta, stipulato nel 2007 – ha commentato Lorenzo Cabrelle del Direttivo Legambiente Padova - in ragione di questo contratto la Provincia ha ceduto al Comune l’area di piazzale Boschetti ricevendo in cambio, senza alcun conguaglio, una potenzialità edificatoria di

40.000 metri cubi all’interno del PP1 (piano di trasformazione urbanistica dell’area dell’ex gasometro tra via Valeri e via Trieste)”. Le prime ipotesi, già tramontate a causa di una serie di imprevisti, prevedevano una torre di oltre cento metri e una doppia schiera di ville urbane oppure un auditorium. Ma le proposte non hanno preso vita e Provincia e Comune si sono ritrovati con due aree edificabili da riprogettare. “Tra i rappresentanti delle due amministrazioni sono iniziate delle accuse reciproche, attraverso esternazioni che tradiscono più la volontà di alimentare la competizione politica che non quella di ricercare assieme una soluzione che garantisca il migliore assetto urbanistico delle due aree, nell’interesse della città e dei suoi abitanti – ha continuato Cabrelle - La proposta della Degani di rientrare in possesso dell’area Boschetti per destinarla a parco è senza dubbio interessante. Peraltro anche il sindaco reggente Ivo Rossi, quando ha deciso di trasferire altrove l’Auditorium, aveva indicato nella sistemazione a parco la futura destinazione dell’area, pur non rinunciando a realizzare una certa volumetria a ridosso dei due edifici esistenti”.

UN LAVORO PER 135 DISOCCUPATI

1

35 disoccupati avranno di nuovo un lavoro, coinvolgendo 48 Comuni della bassa padovana, Regione Veneto, Fondo Straordinario di Solidarietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova Tre, Confcooperative e Consorzio Padova Sud, per un finanziamento complessivo che si avvicina al milione di euro. Un progetto importante che ha preso forma grazie alla scelta di elaborare una proposta unitaria per reperire i fondi necessari e inserire il maggior numero di persone. Una scelta attuata con la cabina di regia del Consorzio Padova Sud, un ente che si occupa principalmente di gestione rifiuti e tematiche ambientali. La Regione Veneto ha stanziato 5 milioni di euro per finanziare un’iniziativa finalizzata a dare una risposta lavorativa alle persone senza occupazione e senza la tutela degli ammortizzatori sociali, dando la possibilità a gli over 35 disoccupati di beneficiare di questi finanziamenti. Sono molteplici le figure che hanno permesso la realizzazione di questo progetto: la Regione Veneto che ha finanziato il progetto con 296.125 euro per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, la Fondazione Cariparo che con il contributo di 250.000 euro ha permesso anche ai piccoli comuni di partecipare al progetto, Padova Tre che ha contribuito per 200.000 euro ed infine il contributo importante dei Comuni pari a 191.228 euro per un ammontare finale complessivo di 937.353 euro. “Grazie a questi finanziamenti sarà possibile assumere nel corso del 2014, nel-

La vasta zona di piazzale Boschetti, ora si parla di una sua riconversione da zona urbanistca a parco cittadino

Il problema sembra essere proprio la capacità edificatoria delle due aree di proprietà del Comune e della Provincia. La soluzione non può essere la revoca del contratto di permuta perchè il presidente della Provincia si troverebbe nella stessa situazione del sindaco reggente di dover giustificare la rinuncia al valore immobiliare dell’area qualora decidesse di attrezzarla a parco. Ma mentre il Comune può decidere di spostare la capacità edificatoria di piazzale Boschetti altrove, risolvendo così l’aspetto economico della diversa destinazione d’uso, ciò non è possibile per la Provincia, che rischia di essere imputata di danno patrimoniale qualora dovesse rinunciare al proprio volume edificabile. Per Legambiente la soluzione più logica va in di-

rezione del rispetto per l’ambiente. “Proponiamo una variante urbanistica che preveda la destinazione a verde pubblico dell’area di piazzale Boschetti – ha spiegato Cabrelle – in questo modo si risolvono, per entrambe le amministrazioni, gli aspetti patrimoniali relativi alle volumetrie soppresse. Un punto fermo deve rimanere la vocazione culturale di questo brano della città, dove l’area a verde di piazzale Boschetti deve essere collegata ai giardini dell’arena e rappresentare la porta verde di accesso all’area monumentale della cappella degli Scrovegni e del complesso degli Eremitani, nonché del percorso culturale che si sviluppa verso il centro Altinate S. Gaetano e verso le basiliche del Santo e di Santa Giustina”.

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le varie cooperative presenti nel territorio, 135 persone disoccupate, per un periodo di 6 mesi per 16 ore settimanali – ha spiegato Stefano Tromboni, Direttore del Consorzio Padova Sud - Questo reinserimento nel mondo lavorativo darà a queste persone la possibilità di confrontarsi con un modo di lavorare differente dal loro, relazionandosi con soggetti diversi per rimettersi in gioco. I 48 comuni coinvolti avranno a disposizione nuova forza lavoro che potrà essere impiegata nelle biblioteche o nei musei, svolgere attività amministrative, di assistenza ai convegni, di supporto scolastico e assistenza agli anziani o saranno coinvolti in altri servizi a beneficio del cittadino come interventi di igiene urbana, pulizia del territorio o giardinaggio di aree pubbliche”. E.M.

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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete

di Ornella Jovane

“G

li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-

In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto

ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.


Il Veneto in primo piano 11 21 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch

Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane

I

l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-

nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social

network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come

A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”

un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.


22 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori

“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane

“I

l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?

“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che

hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui

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vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.

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dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei

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Il professor Pietro Gavagnin

i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando

si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.


Il Veneto in primo piano 13 23 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia

Mendicanti violenti Le donne hanno paura

di Germana Urbani

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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività

ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.

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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso

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veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.

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24 Cultura provinciale

Cultura provinciale 17

Scienza ed esplorazione L’Università di Padova partecipa all’ambiziosa missione di respiro europeo

Padovani gli “occhi” sullo spazio

fino al 2015

Al via la progettazione del sistema di telescopi che sarà installato sui satelliti alla ricerca di pianeti di Laura Organte

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uattrocento anni dopo Galileo, che con il suo cannocchiale spinse l’occhio umano dove mai nessuno aveva potuto guardare, Padova torna ad essere al centro di una grande impresa scientifica, sui passi del grande scienziato. Sarà qui infatti che verrà progettato il cuore – costituito da un sistema di telescopi – di uno dei due satelliti che avranno il compito di scovare i gemelli della terra. Il compito di Cheops e Plato, questi i nomi delle due sonde spaziali, sarà quello di comprendere la struttura di altri sistemi solari, scoprire la composizione e la struttura dei loro esopianeti e trovare la collocazione, nelle vicinanze del Sistema Solare, di quelli che hanno le medesime caratteristiche della Terra. Cheops volerà nel 2017 in orbita attorno alla Terra, mentre Plato salirà in rampa di lancio nel 2024 per immettersi in orbita attorno al Sole. I telescopi montati sui due satelliti, veri e propri osservatori astronomici specializzati in queste ricerche, saranno molto diversi fra loro. Su Cheops uno uni-

eventi e mostre

Il Sottopasso della Stua co scruterà una stella alla volta, mentre il rivoluzionario Plato avrà ben 34 obbiettivi grandangolari che scandaglieranno per 8 anni il cielo. Sembra l’inizio di un romanzo di fantascienza, ma si tratta di una svolta epocale per la storia dell’astronomia: “Verrà prodotto un inventario di pianeti che sarà oggetto di ricerche per decenni a venire – spiega il professor Giampaolo Piotto dell’Università di Padova – una rivoluzione culturale comparabile a quella dei primi cataloghi stellari”. Il gruppo padovano che lavorerà alla costruzione dei due satelliti e allo sfruttamento scientifico dei dati comprende ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova ed è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana. “Gli occhi di Plato - spiega Roberto Ragazzoni dell’Istituto Nazionale di Astrofisica - sono costati lo sforzo di un gruppo a cura di Laura Organte

“EXCALIBU” AL TEATRO GEOX Il 30 marzo al Gran Teatro Geox approda “Excalibur”, un musical scritto e diretto da Mario Restagno con musiche di Giovanni Maria Lori, prodotto da Teatro dei Sogni. Excalibur porta in scena una delle storie più fantastiche e avvincenti di tutti i tempi: Maghi e Streghe, innamoramenti e filtri magici, eroici cavalieri, belle dame e insidiosi tradimenti. Lo spettacolo stupisce il pubblico con potenti colpi di scena ma chiede di usare memoria e intelligenza per entrare nel profondo della storia, dove si celano tematiche forti che interrogano l’esistenza umana. Per maggiori informazioni consultare il sito internet dedicato allo spettacolo.

MUSICA E SAPORI D’IRLANDA Nuove tensostrutture, aree all’aperto, ma soprattutto 100 bands da tutto il mondo che avranno a disposizione ben tre palchi. Si annuncia così l’evento dedicato all’Irlanda in scena anche quest’anno al Gran Teatro Geox di Padova dal 12 al 17 marzo. Non mancheranno il mercatino, ristoranti a tema e un vero pub irlandese per entrare nell’atmosfera. E per bambini e famiglie, animazioni, giochi e spazi per il divertimento, per tutti gli amanti dell’Irlanda, della sua musica, dei suoi sapori e dell’allegria contagiosa che distingue questo Paese.

GALÀ DELLA LIRICA CON BATTISTINI Dopo il successo del 2013, torna il 6 aprile al Gran Teatro Geox il Gran Galà della Lirica. Nel 2013 fu Verdi il riferimento, quest’anno saranno invece le più belle arie del ’900 ad essere protagoniste, tra Puccini e Verdi, con alcune sorprese come Saint Saens o Arrigo Boito. Sul palco quattro importanti nomi della lirica internazionale, come la soprano Raffaella Battistini, il tenore Ernesto Grisales, la mezzo soprano Anna Maria Chiuri e il baritono Alberto Gazale. Ad accompagnarli la prestigiosa Orchestra Sinfolario, diretta dal Maestro Roberto Gianola. Il coro sarà quello della Città di Rimini, diretto da Gaetano Salvemini.

Sottopasso della Stua, nuovo modo di fare cultura

R Il satellite “Plato” sarà costruito in parte anche a Padova di giovani scienziati padovani che per alcuni anni hanno concepito, disegnato, realizzato un prototipo che è stato testato nelle condizioni estreme del vuoto cosmico, convincendo l’Agenzia Spaziale Europea che i tempi erano maturi per questo epocale progetto”. E l’approvazione è arrivata proprio lo scorso 20 febbraio. “Con un contributo italiano di rilievo anche nel campo dell’elettronica di bordo – osserva la prof.ssa Isabella Pagano, dell’INAF-Osservatorio di Catania –, la

costruzione degli strumenti di Plato è una straordinaria opportunità non solo per i ricercatori italiani (oltre un centinaio quelli coinvolti) ma anche per la nostra industria che vanta competenze di punta proprio nei settori dell’ottica e dell’elettronica spaziali”. Entrambe le missioni godono di un respiro europeo e sono giunte alla selezione dopo una dura sfida che ha visto in competizione le migliori proposte spaziali di tutto il vecchio continente.

iqualificare il Sottopasso della Stua attraverso proposte culturali innovative. Con questo obiettivo l’assessorato alla cultura ha dato in gestione questo spazio fino a tutto il 2015 alle associazioni Kinima e Sugarpulp, selezionate tramite avviso pubblico. Il Sottopasso della Stua, con la sua nuova forma creata e curata da Kinima e Sugarpulp, offrirà dei nuovi servizi ai cittadini, che potranno consultare e usufruire del servizio prestito libri e fumetti, utilizzare l’accogliente ambiente per consultare internet attraverso il servizio hotspot wifi e, soprattutto, trovare nella nuova sede operativa delle due associazioni un luogo di discussione, di confronto e di condivisione. Il Sottopasso della Stua sarà aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. L.O.

L’esposizione Fino al 31 marzo le suggestive incisioni di Miyayama Hiroaki

“Splendori dal Giappone” viaggio ai Musei Civici U

na mostra tra arte e letteratura porta il visitatore nel cuore dell’affascinante cultura giapponese. Fino al 31 marzo i Musei Civici (ingresso da Piazza Eremitani), ospitano l’esposizione “Splendori dal Giappone. Le storie del principe Genji nella tradizione Edo e nelle incisioni di Miyayama Hiroaki”. Protagonista è la suggestione visiva del Genji Monogatari, un romanzo giapponese di 54 capitoli scritto dalla dama di corte Murasaki Shikubu nel periodo Heian (XI secolo), considerata il più importante romanzo dell’epoca e il primo romanzo psicologico o moderno della letteratura giapponese. Nel testo sono raccontati gli amori e le avventure del Principe Genji, noto come il Principe Splendente, fascinoso esempio di cultura e di eleganza di vita. La storia del principe fu illustrata fin dai tempi della sua redazione in rotoli orizzontali risalenti alla fine del periodo Heian e continuò a richiamare l’attenzione degli artisti fino al periodo Edo e ancora nella versione manga, molto popolare in Giappone. Anche la grafica contemporanea si è dedicata ad evocare le ambientazioni raffinate e le vicende di questa storia affascinante. All’interno di quest’ultima spiccano per straordinaria qualità le 55 tavole

Una delle opere esposte

dell’artista di Tokyo Miyayama Hiroaki, che costituiscono il nucleo centrale della mostra. Si tratta di raffinatissime stampe calcografiche, il cui incredibile risalto, del tutto innaturalistico, comporta una tecnica vertiginosa, che prevede l’ottenimento di ogni singolo colore mediante il passaggio di cinque diverse lastre. Il fondo oro su carta preparata a colla è eseguito in un secondo momento, in qualche modo “ritagliando” con contorni impercettibili le immagini già presenti sul foglio. Nelle tavole di Miyayama particolare risalto è dato ai soggetti floreali, che costantemente contornano le storie evocate. Queste presenze sono ben più che un divertissement naturalistico, cosa di cui ci avverte già la loro resa iperrealistica, ma si configurano come un’allusione alla teoria buddista sulla dignità e potenzialità di ogni forma di vita. La documentazione grafica e documentaria della fortuna dell’illustrazione del Genji Monogatari costituisce però solo il secondo nucleo della mostra. In apposite vetrine sono infatti esposte copie della documentazione più antica, esemplari di tavole d’epoca, conservate al Museo Orientale di Venezia ed edizioni del romanzo, che danno conto della sua fortuna e della sua ricezione. Laura Organte



14 Cultura veneta 26 Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia

L’architettura di Léger Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento di Alain Chivilò

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’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, proveniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contemporanea” che, fino al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futurista, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione architettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifica dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un interessante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal

finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettura per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fino al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al film, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’ambito della rappresentazione urbana, vero filo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jeanneret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come definiva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.

Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia

IL COLORE DI FONTANA

Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fino al 4 giugno

Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata

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otografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. La fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografica. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rimane comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografia. Al.Ch.

iuseppe Panza di Biumo è stato un collezionista e appassionato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati successivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando definitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Madonnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fiore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi artisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria filosofia di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte inficiò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da donazioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fino al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Al.Ch. altri sempre di alto contenuto artistico.

musica i remorse festeggiano 20 anni

È

un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, mentre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore sociale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla Nobrain Records. Il debutto su cd arriva alla fine del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica ufficiale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a firmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Eleven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle influenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home F.D.G. Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.


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B Un momento della “Marcia dei mulini” lungo gli argini

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’eccezionale ondata di maltempo non ha fermato il movimento dei podisti che si sono presentati in 2000 per la 19. edizione della marcia dei mulini, presso l’antico borgo di Pontemanco a Due Carrare. Percorso tradizionale e collaudato di 7, 13 e 21 km che è si snodato tra i pregiati vigneti carraresi, dal terreno intriso di fango e gli argini dei canali gonfiati a dismisura dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il trofeo per la speciale classifica che premia il gruppo più numeroso è andato al gruppo Podistico Tribano (65) davanti ai podisti della Croce Verde (53) bronzo per il gruppo Conselvano (46). Alla premiazione sono intervenuti il vice sindaco Carrarese Claudio Garbo unitamente all’assessore allo sport Mario Romanato. L’associazione Riviera di Pontemanco, organizzatrice dell’evento, rende noto che come di consueto l’incasso della manifestaWalter Lotto zione sarà devoluto in beneficenza.

asterebbero i numeri a decret cesso del “Join the Game”, il pallacanestro giovanile che lo febbraio si è tenuto in tutta Italia e nostra provincia è stato ospitato dag di Abano Terme. I numeri parlano ch 700 atleti da tutta la provincia (e ov decine di genitori), 170 squadre e infinita di canestri che hanno infiamm nei palazzetti di via Vittorino da Fe Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo d atleti ad aver vinto: quest’anno l’e riservato alle categoria Under13 e maschili e femminili. Il torneo è stato to dalle squadre cittadine. Per la categoria Under14 ma trionfato la Virtus Verde, che in una fi zafiato ha avuto la meglio sulla Virtu In semifinale erano state eliminate e Petrarca 4. In campoo femminile andato al Rhodigium 1 a spese de Martino e di Thermal e Padova 2, el semifinale. L’Under13 femminile ha


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LO S PORT in PRIMO PIANO RIMO PIANO

e ha ospitato “Join the game”oltre e tantissimi giovani podismo duemila alla marcia

Basket Abano Terme ha ospitato “Join the game” e tantissimi giovani

ento al mega torneo Settecento al mega torneo

tare il sucl torneo di scorso 24 e che nella gli impianti hiaro: oltre vviamente una serie mato il tifo eltre e via dei giovani evento era Under14, to domina-

aschile ha finale mozus Bianco. e Red Este il titolo è el Fila San liminate in a premiato

dei mulini a pontemanco

di Nicola Cesaro

B Un momento delle competizioni ad Abano il Thermal Giallo che in finale ha domato il Dol- tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), seconcital San Martino. Le due formazioni avevano di su otto nel girone di qualificazione, dove Un momento della “Marcia dei mulini” lungo gli argini eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel il passaggio al turno successivo è mancato la differenza canestri.cheNonsi è maschile, vittoria delondata Petrarca 4 sulla Virtus ’eccezionale di maltempo non hasolamente fermato ilper movimento dei podisti mancato nemmeno momento del l’antico cordoglio: Verde.sono Terzopresentati posto della VirtusperGiallo in 2000 la 19.sulla edizione della marcia dei ilmulini, presso primatradizionale della gara d’apertura del torneo, gli atleVirtus borgo Bianco.diNon sono mancate soddisfa-Percorso Pontemanco a Duele Carrare. e collaudato di 7, 13 e ti hanno osservato un minuto zioni dellatra Bassa Padovana. 21 per km lecheformazioni è si snodato i pregiati vigneti carraresi, dal terreno intriso di raccoglimento fango e gli perabbondanti commemorare la tragica scomparsa della Oltre al buon piazzamento Redentoredalle Esteultime argini dei canali gonfiati del a dismisura precipitazioni. Il trofeo per atletaè Benedetta nell’Under14, spiccacal’ottimo risultato degli piùgiovane la speciale classifi che premia il gruppo numeroso andato al Moroni, gruppo giocatrice Podistico di 12 (53) anni dibronzo Anconapermorta dopo Conselvano una partita di Under13 Monselice: squadradella dellaCroce Roc- Verde Tribano del (65) davanti aila podisti il gruppo a Pesaro. Il “Join the Game” ca(46). è arrivata fino agli ottavisono di finale (dove èil vicebasket Alla premiazione intervenuti sindaco Carrarese Claudio Garbo continua unitail prossimo 6 aprile Riviera a Trevisodicon la fase regiostata battuta dalla Virtusallo Padova) e ha quindi mente all’assessore sport Mario Romanato. L’associazione Pontemanco, nale,di che mette l’incasso in palio ildella passmanifestaper l’ultimo ottenuto il pass per le finali regionali. Buono organizzatrice dell’evento, rende noto che come consueto Lotto anche piazzamento Under13 del Mon- atto previsto a Fano per il Walter 17 e 18 maggio. zioneil sarà devolutodegli in benefi cenza.

L

CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici

anno 58 per la cartura nalin, dolorosa la rinuncia al settore degli allievi

asterebbero i numeri a decretare il successo del “Join the Game”, il torneo di pallacanestro giovanile che lo scorso 24 febbraio si è tenuto in tutta Italia e che nella nostra provincia è stato ospitato dagli impianti di Abano Terme. I numeri parlano chiaro: oltre 700 atleti da tutta la provincia (e ovviamente decine di genitori), 170 squadre e una serie infinita di canestri che hanno infiammato il tifo nei palazzetti di via Vittorino da Feltre e via Pillon. Cifre a parte, è l’entusiasmo dei giovani atleti ad aver vinto: quest’anno l’evento era riservato alle categoria Under13 e Under14, maschili e femminili. Il torneo è stato dominato dalle squadre cittadine. Per la categoria Under14 maschile ha trionfato la Virtus Verde, che in una finale mozzafiato ha avuto la meglio sulla Virtus Bianco. In semifinale erano state eliminate Red Este e Petrarca 4. In campoo femminile il titolo è andato al Rhodigium 1 a spese del Fila San Martino e di Thermal e Padova 2, eliminate in semifinale. L’Under13 femminile ha premiato

Un momento delle competizioni ad Abano il Thermal Giallo che in finale ha domato il Dolcital San Martino. Le due formazioni avevano eliminato Thermal Rosso e Rhodigium 2. Nel maschile, vittoria del Petrarca 4 sulla Virtus Verde. Terzo posto della Virtus Giallo sulla Virtus Bianco. Non sono mancate le soddisfazioni per le formazioni della Bassa Padovana. Oltre al buon piazzamento del Redentore Este nell’Under14, spicca l’ottimo risultato degli Under13 del Monselice: la squadra della Rocca è arrivata fino agli ottavi di finale (dove è stata battuta dalla Virtus Padova) e ha quindi ottenuto il pass per le finali regionali. Buono anche il piazzamento degli Under13 del Mon-

tagnana (Cesaro, Rizzo e Ferrarato), secondi su otto nel girone di qualificazione, dove il passaggio al turno successivo è mancato solamente per la differenza canestri. Non è mancato nemmeno il momento del cordoglio: prima della gara d’apertura del torneo, gli atleti hanno osservato un minuto di raccoglimento per commemorare la tragica scomparsa della giovane atleta Benedetta Moroni, giocatrice di 12 anni di Ancona morta dopo una partita di basket a Pesaro. Il “Join the Game” continua il prossimo 6 aprile a Treviso con la fase regionale, che mette in palio il pass per l’ultimo atto previsto a Fano per il 17 e 18 maggio.

CICLISMO. Al via la nuova stagione tra buoni auspici

anno 58 per la cartura nalin, dolorosa la rinuncia al settore degli allievi

DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA. Gli atleti della Cartura Nalin schierati per l’inizio della stagione

“I

nauguriamo il nostro 58mo anno consecutivo di attività al servizio dei giovani e del ciclismo, siamo una delle società più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo nostrano con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori mondiali con tanti atleti “accompagnati” al dilettantismo e al professionismo”. Con queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito Flavio Milani ex vice presidente vicario della Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano 1956, della Cartura Nalin alla presentazione del programma 2014. Cerimoniale nel solco della tradizione, dopo la messa al duomo di Cartura foto ufficiale innanzi alla banca Annia credito cooperativo di Cartura e del Polesine, uno degli sponsor della società, quindi convivio al ristorante Distillerie Clandesine di Cagnola da anni “covo” biancorosso, dove il presidente Enzo Rango ha illustrato la programmazione dell’imminente stagione, denunciando purtroppo un

ridimensionamento dell’attività a causa della crisi economica sempre più stringente che limita le risorse: “saremo in campo con un buon numero di giovanissimi, per confermare gli oltre 30 podi della scorsa stagione, tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro nascente Giovanni Sergiano, talento purissimo con all’attivo 11 vittorie nella stagione scorsa”. Fin qui le note positive poi il presidente biancorosso annuncia la dolorosa scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il mancato sostegno finanziario ci ha costretti a rivedere le nostre programmazioni , con il trasferimento “pro-tempore” dei nostri ottimi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci impegneremo perché ogni difficoltà venga presto superata e dalla prossima stagione tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi il doveroso ringraziamento agli sponsor che contribuiscono al mantenimento societario. Walter Lotto

Gli atleti della CarturaÈ INSIEME Nalin schierati l’inizio della stagione ACTIONAID A CHI OGNIper GIORNO

“I

nauguriamo il nostro I58mo anno ridimensionamento a causa RIVENDICA PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHIdell’attività NON consecutivo di attività al servizio della crisi economica sempre più stringente RIMANE SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE dei giovani e del IN ciclismo, siamo che limita le risorse: “saremo in campo con FAME E POVERTÀ.un buon numero di giovanissimi, per conferuna delle società SOCIALI, più longeve e blasonate dell’intero panorama del ciclismo mareSENTIRE gli oltre 30 È INSIEME A CHInostrano VUOLE FARSI PERpodi della scorsa stagione, con all’attivo 19 titoli nazionali, 3 allori tra gli esordienti puntiamo forte sull’astro CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA mondiali con tanti atleti “accompagnati” nascente Giovanni Sergiano, talento purissiSU ACTIONAID.IT al dilettantismo eVOCE al professionismo”. Con mo con all’attivo 11 vittorie nella stagione queste parole, intrise d’orgoglio, ha esordito scorsa”. Fin qui le note positive poi il preFlavio Milani ex vice presidente vicario del- sidente biancorosso annuncia la dolorosa la Fci Italiana e socio fondatore, nel lontano scelta della rinuncia alla categoria allievi: “il 1956, della Cartura Nalin alla presentazio- mancato sostegno finanziario ci ha costretti ne del programma 2014. Cerimoniale nel a rivedere le nostre programmazioni , con il solco della tradizione, dopo la messa al trasferimento “pro-tempore” dei nostri ottiduomo di Cartura foto ufficiale innanzi alla mi allievi Ivan Berto ed Emanuele Barison banca Annia credito cooperativo di Cartura alla Beni di Monselice, vogliamo sperare e ci e del Polesine, uno degli sponsor della so- impegneremo perché ogni difficoltà venga cietà, quindi convivio al ristorante Distille- presto superata e dalla prossima stagione rie Clandesine di Cagnola da anni “covo” tutto ritorni come da nostra tradizione”. Poi biancorosso, dove il presidente Enzo Rango il doveroso ringraziamento agli sponsor che IL DIRITTO CAMBIARE al mantenimento societario. ha illustrato la programmazione dell’immi- DIcontribuiscono nente stagione, denunciando purtroppo un Walter Lotto


10 Sì, viaggiare 30 SPAGNA

L’altra Tenerife

un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI

“Y

o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha

IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA

strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa

da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.


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Benessere 8 Benessere 32 >> Un male che colpisce il 17% dei veneti

Reumatismi e dolore cronico: si guarirà mai? A marzo l’associazione malati reumatici sarà nelle maggiori piazze per informare la gente: meglio farsi visitare prima dell’insorgere del dolore di Germana Urbani

A

ccade più spesso di quanto si creda che può portare all’invalidità in 10 anni e questo ad un certo punto della vita compare un fa capire quanto importante sia diagnosticarla gran dolore a livello articolare che ci impe- precocemente. Anche per tale motivo ringrazio disce di muoverci al meglio e che a volte non ci di cuore i volontari dell’Amarv e i sanitari che fa dormire la notte. Che interferisce con la vita si prestano a queste belle giornate di divulgaquotidiana, riflettendosi anche sulla vita fami- zione e prevenzione”. In Veneto soffre di una liare e sul lavoro. Un dolore che viene liquidato malattia reumatica il 17% della popolazione come reumatismo e di cui si sa solamente che ed i reumatismi sono la patologia più diffusa può peggiorare. Dai reumatismi non si guarisce in Italia con circa 6,5 milioni di malati. Il modo mai del tutto. migliore per prevenirla è quello della visita Ma è proprio così? Anche a Marzo specialistica, ma l’85% dei cittadini si rivolge l’associazione malati reumatici del Veneto, allo specialista quando è troppo tardi, e cioè A.Ma.R.V., torna nelle maggiori piazze della quando i sintomi sono apparsi. regione per informare i cittadini sulle malattie La cultura popolare definisce questo tipo di reumatiche che colpiscono la mano, patologie dolori cronici reumatismi ma la terminologia più molto frequenti e che adatta è malattia reuOltre 5 milioni possono essere talvolta matica. E le malattie particolarmente gravi. reumatiche purtroppo e mezzo di persone Un’azione che ha prisono tante, oltre cenin Italia soffrono ma di tutto uno scopo to e tanti sono coloro di malattie reumatiche che ne soffrono, oltre preventivo per cui, un corretto approccio, che 5 milioni e mezzo di comprende una diagnosi tempestiva e ad una persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone terapia adeguata, può essere decisivo per il de- nel mondo. E sono sempre esistite, tanto che stino del paziente. “Si tratta di una patologia ne soffriva anche il grande Faraone Ramsete diffusissima – sottolinea l’assessore regionale II che veniva curato con l’estratto della radice Coletto – che spesso degenera creando vere e di salice, da cui derivò molti secoli dopo l’aproprie disabilità. Proprio per questo il messag- spirina. Queste malattie possono comparire a gio di prevenzione lanciato con questa iniziati- qualunque età, soprattutto negli adulti e negli va dell’Amarv è doppiamente importante per anziani e individuarle non è sempre facile. spingere le persone a controllare per tempo il Le più frequenti sono l’artrosi, i reumatismi loro stato di salute e per poterle curare tempe- extra-articolari, le Spondiloentesoartriti, l’arstivamente evitando poi sofferenze e alti costi. trite reumatoride, la gotta, le connettiviti e il Basti pensare che una patologia reumatica reumatismo articolare acuto. Tutte queste ed

altre sono patologie che devono essere curate adeguatamente e nei tempi giusti, poiché dopo appena 10 anni circa il 50% delle forme più gravi genera una invalidità permanente, quindi una diagnosi precoce è fondamentale. Occorre pensare che le malattie reumatoidi occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari come causa di invalidità permanente che, in circa il 27% dei casi dà diritto ad una pensioni di invalidità: ciò significa che la persona colpita da questo male non è più in grado di lavorare e vivere una vita normale. Oggi la conoscenza di queste malattie è più approfondita rispetto anche solo a pochi decenni fa e, grazie ad un accurato esame clinico, cioè la visita medica, che resta comunque il momento fondamentale per individuare il problema che causa il dolore, oggi è possibile definire meglio una diagnosi in tempi più rapidi anche grazie ai progressi ottenuti in tema di indagini diagnostiche. Esistono esami di laboratorio più specifici di un tempo e una diagnostica per immagini più completa (esami radiografici, ecografia articolare, tomografia computerizzata - TC e risonanza magnetica). Una diagnosi precoce delle malattie reumatiche oggi è determinante perché le diverse forme terapeutiche attualmente in uso, principalmente farmacologica, ma anche riabilitativa, occupazionale (per esempio i consigli sullo stile di vita) e chirurgica hanno profondamente cambiato l’evoluzione di queste affezioni consentendone di migliorarne la prognosi e di conseguenza la qualità della vita dei malati.

le cure ci sono basta non rassegnarsi

I

l malato per prima cosa ha bisogno di essere sollevato dal dolore ma oltre alle cure rivolte ad alleviare il male, farmaci sempre più numerosi e sofisticati, antidolorifici ed antinfiammatori, attualmente è disponibile la cosiddetta terapia “di fondo” per i reumatismi infiammatori, si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modificare la storia naturale della malattia con lo scopo di rallentarne, o al meglio arrestarne, l’evoluzione. Ancora più recentemente sono stati sviluppati farmaci più efficaci, soprattutto per l’artrite reumatoide, i cosiddetti “biologici” o “anti-TNFalfa” che colpiscono a monte il processo infiammatorio con l’obiettivo di ridurre il danno articolare che ne può derivare. È questo lo scopo della prevenzione secondaria, in altre parole prevenire l’eventuale ulteriore danno che consegue all’evoluzione della malattia. La terapia farmacologia non è l’unica via per curarsi. La riabilitazione, per esempio, ha assunto molta importanza ed è sempre più accurata e mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare. Un’altra forma di cura è l’economia articolare che consiste nell’applicazione adeguata di metodi diversi come l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante per superare gli ostacoli della vita quotidiana: sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc. Questa rieducazione ai gesti quotidiani che non si riesce più a fare come prima consente di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità importante. Da ultimo va detto che anche la chirurgia ortopedica ora può aiutare molto i malati reumatici con artroprotesi, ricostruzioni tendinee o quanto necessario per correggere le articolazioni particolarmente compromesse.


20 Crucilibro

Crucilibro 33

La terra in cui si nasce traccia un’indelebile identità Le vite degli individui sono rette parallele che s’incontrano all’infinito, in un orizzonte illusorio, o si sognano reciprocamente, più spesso si mancano

Eshkol Nevo

Michelle Cohen Corasanti

Giovanni Greco

Luciana Capretti

Noa, studia fotografia a Gerusalemme

Ichmad, 12 anni, un talento non comune per la matematica

María, una mite casalinga

Clara, una cinquantenne madre di due ragazzi

Alter Ego

Amir, frequenta psicologia a Tel Aviv

Il mandorlo in fondo al giardino

Mercedes, figlia e moglie di due militari

Il marito, uno sceneggiatore di successo, sempre assente

Location

Israele

Palestina, metà anni ‘50

L’Argentina dei generali

Roma

Uomini e donne del Medio Oriente

L’esercito isdraeliano e il popolo di Palestina

Vizi e virtù di anni difficili, spesso drammatici

Il commissario Jozzelli, incaricato delle indagini

Noa e Amir, due studenti ebrei giovani e innamorati, decidono di andare a vivere insieme nel villaggio di Castel, dove dal 1948 si è stabilita una comunità ebraica proveniente dal Kurdistan. La coppia stringe amicizia gli abitanti ma poi la Grande storia irrompe Mentre il Medio Oriente è sconvolto dall’assassinio di Yitzhak Rabin, tutti gli abitanti di Castel si trovano a fare i conti con i rimpianti legati al passato. Solo quando ognuno di loro riuscirà a superare la nostalgia le loro vite torneranno ad avere un senso e proseguiranno

La famiglia di Ichmad viene costretta dall’esercito israeliano a trasferirsi in un misero fazzoletto di terra con soltanto una pianta di mandorlo, fonte di sostentamento e ristoro. Quando il padre viene imprigionato spetta al primogenito trovare un lavoro per sostenere la famiglia Anno dopo anno, ingiustizia dopo ingiustizia, i suoi fratelli soccombono all’odio verso Israele, invece Ichmad lotta per dare un senso a ciò che lo circonda e, grazie alla sua intelligenza matematica, vince una borsa di studio per l’università che lo porterà via di lì

Clara è affetta da una cronica A María vedova di un muratore depressione che la confina nella vengono strappati alla nascita dagli sua stanza, in penombra, dove uomini che hanno preso il potere in alterna gocce tranquillanti a Argentina i suoi due gemelli Pablo sigarette. Ama i figli e il marito che e Miguel. María cerca una risposta, non c’è mai e la tradisce. Una sera vuole la verità, e per questo viene di pioggia fitta esce e scompare. imprigionata, torturata, esiliata. Un commissario la cerca La storia di Maria si intreccia a Ma l’annegamento della quella di Mercedes, madre di due protagonista, non è che il sottotesto gemelli, Nacho e Mari. I bambini le di una ricostruzione storica che sono stati consegnati alla nascita, va dagli anni oscuri del fascismo figli di un’attivista politica arrestata a Novara, nel lungo inverno di e poi scomparsa. Sono cresciuti Salò, fino alla liberazione da parte in una famiglia che non è la loro, degli alleati, avvenuta nella città all’oscuro di tutto piemontese il 26 aprile del ’45

Un libro di voci soffuse e strazianti perchè gli scrittori israeliani parlano, non scrivono. Occorre godere di questa freschezza primitiva che rende uniche le nostalgie

Un racconto che parla di tenacia e amore per i propri sogni in qualunque luogo essi vengano coltivati. Proprio come un mandorlo in terra arida continua a fiorire

L’ultima madre è un potente affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura sudamericana: il tema dell’identità negata in un romanzo forte e toccante

Un romanzo tratto da una storia vera, altamente drammatica e commovente, in cui una scrittura attenta, precisa, tagliente aiuta il lettore a immergersi completamente nell’opera

Eshkol Nevo Nostalgia Neri Pozza, pp. 352 € 18.00

Michelle Cohen Corasanti Come il vento tra i mandorli Feltrinelli, pp. 377 € 17.00

Giovanni Greco L’ultima madre Nutrimenti, pp. 384 € 16.00

Laura Capretti Tevere Marsiglio, pp. 220 € 17.50

Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Intrigo

Finale

Cosa dire del libro

Leggere… Leggere

di Germana Urbani · www.neripozza.it>www.lafeltrinelli.it.it< >www.nutrimenti.net< >www.marsilioeditori.it<


34 I nostri esperti

33

SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

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l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.

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Interessi La Fertilitàusurai, (RNF)rimedi e tutele AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare xcon Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.

Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura

LO SPAZIO DELL’ETICA

in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)

(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

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IL DIRITTO PER IL CITTADINO

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Eredità e minorenni

Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento

di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a

quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).

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