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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Agli inizi della primavera già si parla di fiumi e laghi vuoti, canali in secca, campi assetati e acqua da razionare. Ma anche di processi di desalinizzazione dell’acqua marina, come si fa tra le sabbie del Qatar, o del ricorso alle soluzioni israeliane per ricacciare indietro il deserto. Stiamo esagerando? Speriamo, ma intanto dobbiamo fare i conti con quello che non abbiamo: la pioggia dal cielo e l’acqua dove servirebbe.
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Incidenti, traffico e la costruzione del nuovo ospedale a Padova Est. Questi i nodi che da anni rendono la SR 308 un’arteria tra le più trafficate e pericolose al centro del vertice a Roma con il Ministro alle infrastrutture Matteo Salvini, organizzato dal sindaco di Borgoricco Alberto Stefani.
Salvini non si è tirato indietro e ha annunciato: «Presentateci un piano, preparate un progetto: lo valuteremo»”.
All’incontro hanno preso parte il sindaco di Villa del Conte, e presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese, Antonella Argenti, la presidente del Consiglio della Federazione Elena Vittadello, i rappresentanti dei Comuni interessati, i primi cittadini di Camposampiero, Katia Maccarone, S. Giorgio delle Pertiche, Daniele Canella, il vice sindaco di Campodarsego Mario Pastore e i tecnici MIT.
Ogni giorno lungo la 308 transitano dalle 60 alle 70mila macchine, di cui il 30 per cento di traffico pesante. «Come sindaci abbiamo voluto far capire al ministero la necessità di intervenire il prima possibile sulla “308” per sistemare il manto stradale e raddoppiare lo spazio della strada prima che la viabilità diventi assolutamente fuori controllo quando partiranno i lavori dell’ospedale di Padova. Intervenire è una corsa contro il tempo: la strada, oltre a registrare un traffico intenso e pesante, è densamente incidentata» ha ribadito Stefani.
«Un onore essere accolti dal ministro Salvini al Mit - ha detto Antonella Argenti -, è stato un incontro proficuo servito per gettare le basi e poter lavorare insieme a una progettualità che interessa tutti i nostri Comuni. Ci auguriamo sia solo l’inizio, che presto si possano vedere i primi risultati”.
All’incontro ha fatto seguito la visita promossa dal Senatore De Poli grazie al quale sindaci e dirigenti della Federazione dei Comuni, tra cui il direttore Anna Maria Giacomelli e il comandante della Polizia locale Antonio Paolocci, hanno potuto condividere riflessioni con il vice presidente Gianmarco Centinaio e visitare gli spazi di palazzo Madama.
Già nel 2022 abbiamo affrontato la siccità e la cronica mancanza d’acqua, ma quest’anno, prevedono gli esperti, potrebbe anche essere peggio. Così a metà marzo arriva l’ordinanza regionale per cercare di fare economia di acqua, risorsa sempre più rara e preziosa. Eppure non dovrebbe essere così: il Veneto è attraversato da fiumi importanti, ha una catena montuosa ben sviluppata, una pianura fertile, nonostante l’avanzata del cemento. E poi ha sempre avuto a che fare con l’acqua, sia quando è troppa che quando è troppo poca. Ma adesso siamo davvero agli sgoccioli e non si può continuare a sospirare “chissà che piova, prima o poi”. Perché di pioggia se ne vede sempre meno, salvo quando cade tutta insieme nell’arco di poche ore, spazzando via quel che trova e lasciandosi dietro altri danni ed emergenze. Ecco allora che si studiano provvedimenti per limitare l’uso dell’acqua, si riduce la portata di scoli secondari, si chiede ai cittadini di non annaffiare il giardino, come già è successo l’estate scorsa, poi si chiudono le fontane e si invita le famiglie ad usare con parsimonia la doccia. Ma tutto questo non basta, perché è solamente la punta dell’iceberg di un fenomeno che possiamo annoverare tra le conseguenze del cambiamento climatico che stiamo vivendo in questo inizio di millennio. Così scopriamo quanto è preziosa l’acqua e quanto non possiamo farne a meno, anche se a scriverlo sembra una banalità. Ed è inutile far finta di nulla o pensare che tutto prima o poi si aggiusti. Se c’è meno acqua è evidente che bisogna ridurre i consumi e usare al meglio quella che c’è. Bisogna anche pensare a come recuperare e conservare questa risorsa preziosa. In questo il Veneto è ancora indietro, perché secondo gli esperti riesce a trattenere appena il 5% dell’acqua piovana conto l’11% della media nazionale. Ecco allora un primo passo: avanti con gli invasi e le “banche dell’acqua”, utili per fare scorta ma anche per convogliare l’acqua in eccesso in caso di piene improvvise. Le idee non mancano, i progetti nemmeno, servono volontà di fare e risorse da impegnare.
Il sindaco Valter Gallo: “Operosità e riscatto sociale alla base della nascita di realtà”. L’imprenditore Mario Carraro: “Stiamo vivendo cambiamenti importanti a livello planetario e noi siamo in ritardo nel digitale e nell’intelligenza artificiale”
Consiglio comunale straordinario per deliberare l’attribuzione a Campodarsego del titolo di “Città del trattore e della meccanizzazione agricola”. Una data storica quella del 18 marzo scorso per la cittadina. Il titolo sarà inserito sulla cartellonistica e il logo scaturirà dalle idee dei ragazzi della secondaria.
L’idea era nata ancora nel 201 3 quando l’amministra chiese e ottenne dalla Presidenza della Repubblica, tramite il Ministero dell’Interno, l’ufficialità della concessione del titolo. In particolare promotore di questa proposta, poi condivisa con l’assessore Fabio Marzaro e con l’ex sindaco Mirko Patron, era stato l’ex assessore Pierantonio Coletto. Basti pensare che il fatturato delle sei più importanti aziende “agricole” di Campodarsego messe insieme (Carraro Group, Antonio Carraro, Maschio
Gaspardo, Rino Gaiani, Zanon e Ometto macchine agricole) supera un miliardo 300 milioni e che occupano 7500 dipendenti a livello nazionale e internazionale.
La piazza centrale è stata addobbata a festa con l’esposizione di alcuni trattori e attrezzature meccaniche con il marchio delle aziende che hanno fatto diventare Campodarsego un polo industriale internazionale nel mondo dell’agricoltura. All’interno del cinema Aurora si è svolta una sentita e partecipata autoproclamazione a “Città del trattore”. Presenti, oltre all’assessore regionale Roberto Marcato, tutti i sindaci della Federazione, la direttrice della federazione Anna Maria Giacomelli, rappresentanti dell’economia di Campodarsego
“Con questa intitolazione di cui andiamo fieri, vogliamo onorare gli artefici di quest’opportunitàha detto il sindaco Valter Gallo – a
partire da figure imprenditoriali che non sono più tra noi. Fra tutti: Giovanni Carraro, che appena diciannovenne nel 1910 lavorò alla creazione di una macchina multifunzionale aggiudicandosi l’ambito premio di attrezzatura più innovativa. Dopo la Prima guerra mondiale ebbe l’idea di creare una seminatrice che fu in grado di battere la concorrenza straniera e negli anni ’50 arrivò a concretizzare il suo sogno di un trattore meccanico. Grazie al suo esempio i figli hanno continuato sviluppando l’attività ereditata e dando vita a nuove industrie. Voglio ricordare, inoltre, Antonio e Bianca Carraro; Oscar, Francesco e Clara Carraro; Egidio Maschio, Olivo Zanon, Rino Gaiani e Italo Ometto. L’intuizione di questi imprenditori basterebbe a giustificare quello che oggi celebriamo e che nessun altro Comune possa vantare”.
“Ci sentiamo di condividere l’iniziativa Non c’è famiglia del territorio che possa dire di non aver avuto un componente che non abbia lavorato in una di queste aziende – ha detto Paolo Fasolo consigliere di opposizione che ha rilanciato l’esigenza di avere una scuola di formazione
meccanica per le future generazioni -. Quando ho occasione di nominare Campodarsego vedo uno sguardo di approvazione e la grande considerazione maturata”. Fasolo ha rilanciato l’esigenza di avere una scuola di formazione meccanica per le future generazioni. (n.m.)
“A poco più di un anno e mezzo dall’attivazione dell’Ufficio Europa, che ricordo essere l’unico in Veneto a livello intercomunale, i risultati continuano ad arrivare –osserva il Presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese, Antonella Argenti -. Il giovane team si sta dimostrando strumento prezioso per tutto il territorio della Federazione chenon solo può contare sui numerosi
servizi di supporto ai Comuni nella progettazione, informazione e gestione delle istanze per partecipare ai vari bandi europei - attraverso l’Ufficio Europa sta intercettando risorse fondamentali per lo sviluppo del territorio secondo i modelli e gli obiettivi promossi dall’Unione Europei”.
Nello specifico, il progetto “Nzeb Generation” contribuirà a migliorare il rendimento energetico e a
conseguire risparmi energetici nei dieci Comuni.
Gli investimenti al momento stimati sono di circa 18.387.072 euro e permetteranno non solo di ridurre notevolmente i consumi di almeno7 GWh/anno), ma anche di aumentare la produzione di energia rinnovabile (1 GWh/anno) ed evitare 1.975 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
“A questo si aggiungono altri be-
nefici - conclude Argenti - come quello di poterci emancipare dall’uso del gas, quello di garantire ai nostri cittadini maggiore sicurezza e migliore qualità della vita ma anche quello, non meno importante, di rafforzare l’occupazione locale trasferendo le conoscenze tecniche e le opportunità di finanziamento e incentivazione ai Comuni coinvolgendo anche gli attori locali per realizzare gli investimenti”.
Si chiama la “Biblioteca a pedali” il nuovo progetto di promozione della cultura e della lettura voluto con forza e adottato dall’amministrazione comunale di Campodarsego. Grazie all’erogazione liberale di Sinergas, società di vendita di luce e gas che nell’Alta Padovana è presente già da diversi anni con un’ampia rete di sportelli e consulenti commerciali, la giunta guidata dal sindaco Valter Gallo ha acquistato e personalizzato una bibliobike, il mezzo di trasporto attraverso il quale la biblioteca può raggiungere il territorio compresi i luoghi più lontani rispetto alle proposte culturali esistenti.
La bicicletta Bibliobike è stata presentata alla cittadinanza nei giorni scorsi. «Riteniamo la cultura un fattore strategico di sviluppo, strumento imprescindibile per la formazione dell’individuo, per la crescita dell’identità culturale collettiva e individuale dei cittadini, per lo sviluppo di un pensiero cri-
tico consapevole hanno spiegato il sindaco Gallo e l’assessore alla Cultura, Fabio Marzaro - il progetto volge a rafforzare la presenza della biblioteca comunale, come ente locale culturale, nel territorio e la promozione della lettura».
Da anni la Biblioteca comunale raggiunge i parchi delle frazioni del territorio grazie al Librobus, una biblioteca itinerante che
nei mesi di luglio – agosto porta proposte di lettura, possibilità di laboratori creativo-artistici e di prestito di libri per ragazzi nel territorio. Nel 2022 si è pensato così di potenziare tale progetto grazie all’acquisto di un mezzo totalmente eco-sostenibile, che possa integrarsi al Librobus nel raggiungimento delle frazioni e garantire il trasporto di libri dalla Biblioteca
comunale al territorio sia nei mesi in cui il Librobus è attivo che nel periodo in cui tale automezzo non è attivo (maggio-giugno, settembre-ottobre).
Una bicicletta con pedalata assistita, allestita per il trasporto dei libri, che consenta una minima esposizione dei libri stessi (ad esempio. albi illustrati), il loro eventuale prestito o la loro lettura
potrebbe potenziare un progetto già attivo, grazie però all’utilizzo di uno strumento diverso dal precedente. L’acquisto della bicicletta bibliobike e lo sviluppo di una programmazione culturale ad essa collegata come letture animate, prestito di libri, laboratori può offrire una rinnovata attenzione agli strumenti attraverso cui la biblioteca può raggiungere il territorio e agli spazi urbani, che per loro ubicazione risultano decentrati rispetto alle proposte culturali esistenti.
Il progetto Biblioteca a pedali è stato inserito nel sito dell’Art Bonus quale intervento per la ricerca di erogazioni liberali di mecenati che, a titolo personale o come aziende, possano sostenere la fattibilità del progetto, in un’ottica di collaborazione tra pubblico e privato di fondamentale importanza per lo sviluppo futuro del patrimonio culturale pubblico locale e della Biblioteca. (n.m.)
Energie rinnovabili. Il Camposampierese ottiene 60 mila euro per la stesura di un progetto
Un risultato eccezionale. La Federazione dei Comuni del Camposampierese è una dei 48 assegnatari a livello europeo e tra i soli 7 beneficiari italiani (su 129 candidature a livello europeo) ad aver ottenuto il contributo di 60mila euro a fondo perduto dare vita al progetto «Nzeb Generation: smart, safe and sustainable buildings for future education» a valere sul bando European City Facility (EUCF).
Attraverso il suo Ufficio Europa la Federazione, avrà il compito di mettere a punto un «concept di investimento», un vero e proprio business plan, focalizzato sull’efficientamento energetico degli edifici scolastici pubblici e delle palestre scolastiche di tutti e dieci i Comuni della Federazione a cui si aggiungerà anche uno studio sulla possibile creazione di «comunità energetiche» coinvolgendo i quartieri limitrofi.
Il nome del progetto “Nzeb Generation” non è casuale: l’obiettivo è proprio quello di favorire un processo, nel territorio federale, che porti a potenziare la presenza di edifici pubblici “Nearly Zero Energy Building”, ovvero ad elevata efficienza energetica.
“La ventina tra scuole e palestre preliminarmente individuate quali oggetto degli interventi di efficientamento energetico nell’ambito dei dieci i Comuni della Federazione - illustrano i tecnici dell’Ufficio Europa - rappresentano degli spazi importanti dove realizzare soste-
nibilità e migliorare il benessere delle generazioni future. Parliamo di edifici con classi di efficienza energetica non adeguati, scarso comfort e sicurezza e un impatto economico negativo nella loro gestione. Il progetto permetterà di definire delle soluzioni tecnologiche utili per la loro riqualificazione energetica e il miglioramento della sicurezza così da ridurre il consumo di energia (e le emissioni di gas climalteranti), migliorare il comfort e la sicurezza e utilizzare tecnologie innovative per puntare ad avere edifici NZEB (quasi energia zero) andando proprio nella direzione del programma europeo REPowerEU evitando l’uso di gas e contribuendo alla transizione verde”.
Nei prossimi mesi esperti esterni si occuperanno della ricognizione puntuale degli edifici attraverso degli audit energetici, la scelta del-
L’obiettivo: potenziare la presenza di edifici pubblici “Nearly Zero Energy Building”, ovvero ad elevata efficienza energetica.
le migliori soluzioni tecnologiche, gli studi di fattibilità tecnico economica e la definizione degli EPC, i soggetti, cioè, che si occuperanno di progettazione (Engineering), approvvigionamento (Procurement) e costruzione (Construction). La sovvenzione di 60mila euro non finanzia direttamente gli investimenti effettivi, ma copre i costi per mobilitare le risorse e accedere ai servizi. L’investimento si tradurrà in misure tecnologiche specifiche che vanno da un migliore isolamento di pareti e tetti, doppi vetri, agli innovativi sistemi di ventilazione forzata (HVAC), al rinnovo degli impianti termici, all’installazione di sistemi di illuminazione efficienti, alle pompe di calore e all’installazione di impianti fotovoltaici per ottenere edifici privi di gas e che utilizzano principalmente la produzione di elettricità dal fotovoltaico.
“A poco più di un anno e mezzo dall’attivazione dell’Ufficio Europa, che ricordo essere l’unico in Veneto a livello intercomunale, i risultati continuano ad arrivare –osserva il Presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese, Antonella Argenti -. Il giovane team si sta dimostrando strumento prezioso per tutto il territorio della Federazione che - non solo può contare sui numerosi servizi di supporto ai Comuni nella progettazione, informazione e gestione delle istanze per partecipare ai vari bandi europei - attraverso l’Ufficio Europa sta intercettando risorse fondamentali per lo sviluppo del territorio secondo i modelli e gli obiettivi promossi dall’Unione
Europei”.
Nello specifico, il progetto “Nzeb Generation” contribuirà a migliorare il rendimento energetico e a conseguire risparmi energetici nei
Amministrative
14 - 15 Maggio 2023
ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le Elezioni amministrative del 14-15 Maggio 2023 messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.
(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).
ridurre notevolmente i consumi di almeno7 GWh/anno), ma anche di aumentare la produzione di energia rinnovabile (1 GWh/anno) ed evitare 1.975 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
dieci Comuni.
Gli investimenti al momento
stimati sono di circa 1 8.387.072
euro e permetteranno non solo di
“A questo si aggiungono altri benefici - conclude Argenti - come quello di poterci emancipare dall’uso del gas, quello di garantire ai nostri cittadini maggiore sicurezza e migliore qualità della vita ma anche quello, non meno importante, di rafforzare l’occupazione locale trasferendo le conoscenze tecniche e le opportunità di finanziamento e incentivazione ai Comuni coinvolgendo anche gli attori locali per realizzare gli investimenti”.
Sbarca ad aprile nella frazione di San Giorgio delle Pertiche Aperryshow uno dei più importanti eventi musicali veneti il cui ricavato viene devoluto ad associazioni che si occupano di disabilità, malattie e inclusione sociale
Arsego come il Coachella o il Tomorrowland. Sarà forse questa l’immagine che la frazione di San Giorgio delle Pertiche offrirà ai visitatori nelle serate tra il 21 e il 25 aprile, quando ospiterà “Aperyshow”, un grande evento benefico che da qualche anno anima le più importanti piazze della provincia di Padova.
Dopo le prime edizioni di Camposampiero, la manifestazione si è spostata nel 2019 a Piazzola sul Brenta - l’ultima prima dello stop dovuto alla pandemia - registrando oltre 100 mila presenze. Imponente fu il colpo d’occhio del grande palco allestito in Piazza Camerini, dove si sono esibiti artisti internazionali del calibro dei Djs From Mars, Jamis e Gregor Salto. Ma la vera cifra stilistica dell’iniziativa è lo scopo per la quale è organizzata: il ricavato viene infatti devoluto in beneficienza in quota percentuale ad ogni associazione individuata. Come sottolinea l’organizzazione «tutti gli artisti che scelgono di sostenere Aperyshow prestano la propria esibizione a titolo gratuito percependo unicamente il rimborso delle spese sostenute; contestualmente, anche gli organizzatori e il personale di servizio operano gratuitamente, nel pieno rispetto dei canoni del volontariato. Il supporto alla disabilità, la ricerca oncologica e l’inclusione sociale sono le principali aree d’intervento dell’organizzazione filantropica». Le associazioni che quest’anno beneficeranno del ricavato saranno: Associazione Agape, Betulla Onlus, Dinamo Camp, Emma’s Children, Fiori di Catus, Giochiamo cono Sofia, Giovani Leoni.
Numerose saranno anche anche le radio partner che rappresentano le più importanti emittenti venete: Radio Wow, Piter Pan, Bellla & Monella, Stereocittà e Radio Company. Mentre la lineup degli artisti sarà comunicata a giorni, altri “spolier” dello svolgimento dell’iniziativa sono già trapelati. Come gli altri anni, l’entrata all’evento sarà libera, ma verrà richiesto un piccolo
obolo volontario per contribuire alla causa per la quale è nata la manifestazione. Chi possedesse un foodtruck, inoltre, può contattare l’organizzazione all’indirizzo partnerrship@aperyshow. it per essere inserito tra gli espositori. Infine, per chi desiderasse lavorare come volontario, è sufficiente scrivere a volontari@ aperyshow.it o compilare il form nel sito www.aperyshow.it.
Andrea BenatoUn anonimo benefattore dona attrezzature per 3 mila euro
I tempi di crisi non fermano la beneficenza. Il primo cittadino di San Giorgio delle Pertiche
Daniele Canella ha reso noto che il locale gruppo di Protezione Civile ha ricevuto una importante donazione. Un generoso cittadino, che ha chiesto di
restare anonimo, ha infatti donato delle radio ed un pc portatile per un valore complessivo di circa 3.000 euro. «I nuovi mezzi donati vanno ad implementare la dotazione di ricetrasmittenti in tecnologia “DMR” (Digital Mobile Radio) e si vanno ad aggiungere a quelli già a disposizione del gruppo. Sono state donate 4 radio (marca HITERA, professionali) tutte di ultima generazione con le funzioni che serviranno in un’ottica di sviluppo della maglia radio locale, distrettuale e, in un prossimo futuro, anche regionale, grazie alla nuova tecnologia digitale» spiega il sindaco. «Sono tutte dotate di interfaccia GPS integrata, che una volta agganciate al ponte ripetitore della Protezione Civile della Federazione del Camposampierese, e con l’ausilio del PC portatile, ci consentirà di effettuare in tempo reale la geolocalizzazione delle squadre e dei mezzi» continua Canella. Grazie ad un software sarà possibile vedere proiettata la posizione dei volontari e dei mezzi sulla mappa aggiornata del territorio di competenza. Ciò consentirà di migliorare sempre più la professionalità, la competenza, e l’efficienza degli uomini e delle donne che prestano il loro servizio alla Protezione Civile. (a.b.)
Iprimi di febbraio sono arrivate le notizie dei due finanziamenti ottenuti con bandi a valere sui fondi del PNRR. Si prospetta una rivoluzione dell’istruzione nel comune sangiorgese, grazie ad edifici più moderni ed efficienti.
Quattro milioni di euro. È questa la cifra che il comune di San Giorgio delle Pertiche ha ottenuto dal nuovo bando PNRR sull’edilizia scolastica, la cui graduatoria regionale è stata pubblicata lo scorso 20 febbraio.
Nei giorni scorsi primo cittadino Daniele Canella ha comunicato l’approvazione in giunta del progetto del nuovo asilo nido comunale. «Un’opera dal costo di un milione e mezzo di euro che verrà interamente finanziata grazie ai fondi PNRR. La nuova struttura potrà ospitare una cinquantina di bambini e sarà costruita in via Zuanon, su un terreno di
proprietà comunale in area baricentrica per i tre paesi, di fronte agli impianti sportivi comunali.
L’assegnazione dei lavori è programmata per fine maggio. Entro l’autunno inizierà il cantiere» conclude Canella, anticipando alcune foto dei progetti edilizi grazie ai quali cui si può iniziare ad immaginare come sarà la nuova struttura.
Ma le buone notizie non terminano qui. È previsto un maxi intervento per la demolizione e la ricostruzione della scuola primaria Giovanni Pascoli di Arsego. La nuova struttura potrà ospitare fino a 165 bambini su una superficie lorda di 2.640
metri quadri. Alla somma che il comune riceverà sarà necessario aggiungere altri 2 milioni e 720 mila euro come quota di cofinanziamento, portando il totale dei costi a 6 milioni e 720 mila euro. Una cifra importante che denota la grande attenzione
Doppio appuntamento per l’amministrazione di San Giorgio delle Pertiche per commemorare il Giorno del Ricordo.
Il sindaco Daniele Canella ha preso parte alla commemorazione ufficiale a Padova il 10 febbraio in veste di vicepresidente provinciale. Davanti a Palazzo Moroni, assieme ad autorità militari e civili, sono stati ricordati i martiri italiani e coloro che furono costretti a fuggire dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia nel secondo dopoguerra. «Una giornata di meditazione storica affinché non sia solo un appuntamento rituale, ma ricordi e agevoli un tessuto di relazioni in un clima di libertà, tolleranza e dialogo» ha commentato Canella nel corso
dell’iniziativa.
Nella mattinata di sabato 11 febbraio, invece, l’iniziativa per ricordare la tragedia si è tenuta ad Arsego, dove è stata posata una targa in memoria dei “Martiri delle Foibe” alla presenza delle classi V della scuola primaria G. Pascoli e delle autorità civili e militari. La targa affissa anche a San Giorgio delle Pertiche va ad aggiungersi alle tante altre che negli ultimi anni sono state installate in molti comuni italiani. Le iniziative sono aumentate in particolare dopo l’istituzione ufficiale del Giorno del Ricordo, avvenuto con legge nazionale n. 92 del 2004 che fu votata con la quasi unanimità del Parlamento italiano. (a.b.)
posta al tema della scuola non solo dal comune sangiorgese ma dall’intera regione. La graduatoria ha infatti premiato ben 90 comuni in tutto il Veneto, assegnando complessivamente 76 milioni per la ristrutturazione, il miglioramento dell’efficienza
energetica o, come nel caso di Arsego, l’abbattimento e la ricostruzione di edifici ad uso scolastico.
«La programmazione dell’edilizia scolastica è uno dei punti di forza dell’operato della regione del Veneto. Da anni siamo rigorosi nell’attuazione dei piani con l’obiettivo di garantire a tutti gli studenti veneti di poter studiare in spazi adatti all’apprendimento e sicuri» ha commentato il presidente Luca Zaia alla presentazione del decreto di approvazione della graduatoria. I fondi afferiscono in particolare alla Missione 4, “Istruzione e Ricerca” - Componente 1 – potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università investimento 3.3: piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica.
Andrea BenatoLa primaria “Giovanni Pascoli, ad Arsego, sarà demolita e ricostruitaUn render del progetto del nuovo asilo nido comunale
Sicurezza. Al via il progetto promosso da volontari in collaborazione con Comuni e Forze dell’ordine
Continuano a ritmo serrato i preparativi e l’espletamento dei vari passaggi tecnici previsti per far partire il Controllo di vicinato. “La sicurezza di una comunità - afferma il sindaco Moreno Giacomazzi che è stato tra i primi sostenitori dell’attività assumendo un impegno preciso proprio prima dello scoppio della pandemia – passa attraverso la coesione sociale, la presenza e la condivisione degli spazi pubblici”.
Per continuare nel progetto il Comune di Santa Giustina in Colle ha promosso un in-contro, tenutosi nella sala pubblica del municipio alla presenza di moltissimi cittadini. Relatore è stato Livio Zago dell’associazione Controllo del Vicinato. L’obiettivo è quel-lo di rispondere in maniera significativa ai problemi di sicurezza che ogni giorno ven-gono segnalati. L’ associazione Controllo del Vi-
cinato è composta da una rete territoriale di volontari e specialisti volontari che forniscono consulenza e supporto alle amministrazioni co-munali e si occupa di collaborare con le forze dell’Ordine per rendere la vita difficile ai malviventi. Tra i passi previsti per l’attuazione della figura del referente di area. Il re-ferente di area è la figura responsabile (all’interno della propria area di Comune di riferimento) che si andrà poi a coordinare con le Forze dell’Or-
dine. Erano inoltre presenti il maresciallo Capo Claudio Girolimetto della Stazione dei Carabinieri di Camposampiero e il comandante della Polizia Locale dei Comuni del Camposampiere-se Antonio Paolocci.
“Continua il percorso per adottare il Controllo di vicinato (CDV) nel nostro territorio comunale – spiega il primo cittadino –. Si tratta di un modo per rendere partecipi attivamente i cittadini di S. Giustina in Colle e Fratte in tema di sicurezza.
Dopo la costituzione e il lavoro della Commissione sulla Sicurezza, i vari incontri con la Polizia Locale e i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato (ANCDV), avevamo sottoscritto il protocollo d’intesa con il Prefetto di Padova. La pandemia ha poi interrotto le varie iniziative in presenza, ma il progetto non si è mai fermato”. Il Controllo di Vicinato è uno degli impegni del programma amministrativo, voluto per au-
menterà la sicurezza nel territorio comunale tramite un coinvolgimento attivo e responsabile della cittadinanza. “Lo scopo– prosegue il sindaco - è quella di disciplinare un’attività che si pone come obiettivo l’aumento e il mantenimento delle condizioni di sicurezza urbana valorizzando la partecipazione dei cittadini per la tutela e la salvaguardia del nostro territorio”. Sulla necessità di questo strumento, Giacomazzi è intervenuto anche a seguito di alcuni episodi di microcriminalità. “Anche nel nostro territorio si verificano furti e tentativi di furto. Invito tutti i cittadini a prestare la massima attenzione ed osservare tutte le precauzioni possibili per prevenire queste azioni messe in atto da delinquenti senza scrupoli. Non fate atti di eroismo ma chiamate le forze dell’ordine”.
Nicoletta Masetto
“Ci prepariamo ad un’estate in affanno anche nel nostro territorio, in considerazione di un inverno che non ci ha certamente aiutato a preparare la nuova stagione”.
A parlare è Federico Marconato, assessore all’Agricoltura, delega non casuale visto che la terra, l’agricoltura con i suoi tempi e il profondo legame tra passato e futuro sono il mestiere e il pane quotidiano del giovane assessore. Marconato interviene sui problemi legati alla crisi idrica e sulla siccità che ha fortemente segnato, lo scorso anno, il territorio con ripercussioni importanti. “L’estate del 2022 è stata una stagione da dimenticare, ma anche l’inverno che si è chiuso in questi giorni non ha dato una mano – afferma Marconato -. Santa Giustina da sempre vive in simbiosi con l’acqua: basti pensare che nel gonfalone comunale sono ben rappresentati i Fiumi Tergola e Vandura, una convivenza non sempre facile che ci ha abitua-
to anche ai danni delle alluvioni; fenomeni estremi con i quali comunque abbiamo una certa familiarità fin dalla notte dei tempi. Il 2022 ci ha invece catapultati in una situazione diametralmente opposta: l’estrema siccità. Le risorgive erano quasi completamente ferme dal loro cristallino zampillare, le
Le scarse nevicate unite alle piogge inferiori alla media durante tutto l’anno, tutto ciò combinato al forte vento e alle alte temperature estive hanno creato un mix letale che ha letteralmente asciugato la terra
falde a livelli talmente bassi che i pozzi artesiani aspiravano sabbia più che acque, i nostri fiumi e canali che nel passato hanno reso il Camposampierese la “terra dei mulini” ridotti a pochi centimetri di acqua stanca, i terreni agricoli ridotti a distese polverose di piante
avvizzite o addirittura mai seminati: queste le cartoline di un’estate che rischiamo di rivivere anche nel 2023”.
Le scarse nevicate unite alle piogge inferiori alla media durante tutto l’anno, tutto ciò combinato al forte vento e alle alte temperature estive hanno creato un mix letale che ha letteralmente asciugato la terra. “E, poi, a ottobre e novembre non è andata meglio visto che abbiamo avuto due mesi caldi con il prolungarsi colture tipiche, come frumento, grano e orzo, destinate all’alimentazione umana, che ora hanno maggiori esigenze idriche rispetto allo scorso anno – prosegue Marconato -. Il settore sicuramente più colpito è stata l’agricoltura: nonostante l’immenso sforzo operato dai tecnici del Consorzio Acque Risorgive coordinato con i tecnici e gli amministratori locali; i danni sono stati e sono ancora elevatissimi. Tutto ciò in un’annata durante la quale le nostre produzioni agricole di eccellenza hanno avuto cali
produttivi anche dell’80% mettendo a rischio la sopravvivenza delle fattorie e facendo schizzare alle stelle (per i consumatori) i prezzi al dettaglio. In qualche caso grazie alla preparazione tecnica e lungimiranza dei nostri bravissimi agricoltori, le produzioni hanno avuto flessioni meno lievi ma con costi energetici immensi per apportare alle piante l’acqua necessaria, oltre al danno la beffa: l’annata in cui i combustibili e l’energia elettrica hanno subito i rialzi più importanti di sempre è stata quella che ha visto più “pompe” di sempre impegnate nel dare sollievo ai campi”. Nonostante il problema sia globale conclude l’assessore Marconato “non ci perdiamo sicuramente d’animo: la sensibilizzazione, partendo proprio dai cittadini più piccoli, dell’acqua come bene prezioso e finito; le costanti comunicazioni sui vari mezzi d’informazioni alla cittadinanza; il costante coordinamento di squadra tra i vari Enti; l’ascolto e la formazione dei nostri
Imprenditori agricoli. Sono queste le azioni concrete che ha messo in campo, (è proprio il caso di dirlo, la nostra amministrazione per ma fare la propria attiva, con una politica lungimirante” (g.b.)
Crisi idrica. In un paese da sempre in simbiosi con l’acqua si preannuncia un’estate all’insegna della siccitàL’assessore all’agricoltura Federico Marconato
Approvato durante il consiglio comunale del 28 febbraio 2023 Il D.U.P. (Documento Unico di Programmazione) di Villa del Conte. Assieme al bilancio, il D.U.P. individua quali sono gli obiettivi che l’amministrazione intende realizzare nel prossimo triennio con le risorse umane e finanziarie a sua disposizione.
PNRR
A spiegare nel dettaglio i contenuti del documento è Giacinto Pegoraro, di professione coordinatore infermieristico del CTO dell’ospedale di Camposampiero, “prestato” alla politica con il ruolo di vicesindaco: «per contrastare gli effetti economici negativi dovuti alla pandemia a fine maggio 2020 l’Unione Europea ha lanciato il PNRR. Villa del Conte è riuscita ad aggiudicarsi 301.515 euro alla voce “digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella P.A”, 70.000 euro per la “rivoluzione verde e transizione ecologica” e 235.000 euro per “istruzione - piano estensione tempo pieno e mense” che verranno utilizzati per la mensa della scuola elementare di Abbazia Pisani. In totale abbiamo ottenuto più di mezzo milione di euro» commenta soddisfatto Pegoraro.
Caro energia
La pandemia non è stata l’unica mazzata per cittadini, imprese e comuni. Dal 2022 è piombato sulle nostre vite anche il caro energia con cui anche gli enti locali hanno dovuto fare i conti. «Villa del Conte ha fatto fronte all’aumento delle spese per utenze adottando misure di contenimento dei consumi gas e in particolare dell’illuminazione pubblica. Nel 2023 verrà realizzato un impianto fotovoltaico presso la sede municipale. L’amministrazione sta poi valutando ulteriori opere di riqualificazione energetica» illustra il vicesindaco nel corso della presentazione del D.U.P.
Personale
Altra voce molto importante riguarda alle attività per la formazione e il fabbisogno del personale. «Ogni scelta dell’amministrazione deve tener conto delle risorse umane a propria disposizione e per questo che esiste una programmazione del fabbisogno del personale per il triennio 23-25. Per questo periodo è stato necessario effettuare
una ricognizione del personale dalla momento che andranno in pensione tre dipendenti. Per questo il piano assunzionale 2023 prevede la sostituzione di un istruttore amministrativo categoria C con un istruttore direttivo categoria D. Nel 2024 è poi prevista la sostituzione di due dipendenti per pari categoria». Investimenti e opere pubbliche Numerose anche le opere pubbliche in programma: si va dalla
costruzione della nuova mensa scolastica presso la scuola elementare Giovanni XXIII all’abbattimento delle barriere architettoniche presso la sede municipale, dalla manutenzione straordinaria della viabilità ai lavori di efficientamento energetico.
Un programma ambizioso che punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini ed i servizi offerti dal comune.
Andrea BenatoSi è tenuto nella caserma di San Marino l’incontro tra il Sindaco, Antonella Argenti, il sindaco di San Martino di Lupari, Nivo Fior e il colonnello dell’Arma dei Carabinieri Michele Cucuglielli (che è anche comandante provinciale dei Carabinieri di Padova). Presenti anche il comandante di stazione Jon Vento e i suoi collaboratori. Tema dell’incontro sono state le problematiche del territorio in termini di sicurezza e le attività programmatiche per il prossimo periodo. In particolare, si è discusso della possibilità di organizzare incontri con la cittadinanza e interventi nelle scuole per una educazione consapevole di tutti i cittadini.
L’incontro, costruttivo e proficuo, ha permesso ai i primi cittadini di manifestare a nome di tutti i cittadini plauso e gratitudine per il gran lavoro svolto dagli uomini dall’Arma di Stazione del territorio. (a.b.)
Grande festa per Maria
Quando Maria Caon Criveara veniva al mondo, nel 1928, il re era Vittorio Emanuele III, il Papa Po XI e moriva Italo Svevo. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, ma la signora Maria (detta Criveara) è ancora qui, a festeggiare le 95 candeline spente lo scorso 19 febbraio. Un traguardo celebrato assieme alla numerosa famiglia e (a sorpresa) al sindaco di Villa del Conte,Antonella Argenti, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale. Originaria di Villa del Conte terza di otto sorelle, Maria è figlia di Nani Crivearo ed ha sposato Antonio Anzeliero, detto Rino Fudi, con cui ha avuto 3 figli: Renzo, Adriano e Donatella. Ha dieci pronipoti e tanti amati nipoti “da non ricordare il numero”. Due le sorelle rimaste, Vittoria di 85 anni e Pierina di 87 anni. La sua è stata una vita dedicata alla famiglia e le “cose belle” racchiuse in un’unica parola: l’amore, dato e ricevuto. (a.b.)
1963-2023. Il gruppo Alpini di Villa del Conte celebra quest’anno il 60° compleanno. I festeggiamenti sono iniziati il 18 febbraio con un raduno conviviale a cui ha partecipato anche il sindaco Antonella Argenti: «È stato un vero piacere presenziare, con il grazie corale da parte di tutta la cittadinanza, agli uomini con la penna. I nostri Alpini sono forti, presenti, genuini, generosi e sono preziosi in ogni tempo. Grazie al presidente Marco Zen, al vice Azzalin, a Vittorio Ometto e a tutti gli Alpini presenti con familiari ed amici», ha commentato la prima cittadina. La storia del gruppo risale al 1963, l’anno di fondazione, quando alcuni iscritti alla sottosezione di Camposampiero si staccano e danno vita ad un gruppo autonomo che intitolano “Martiri del Brenta”. Nel 1976 avviene il terribile terremoto del Friuli e, in quell’occasione, il gruppo cambia missione: da “onorare i caduti”, gli Alpini decidono di impegnarsi per “aiutare i vivi”. Da allora tutte le attività sono state
orientate alla solidarietà sociale ed alla memoria.
L’impegno sociale si è poi esteso anche fuori d’Italia con diverse missioni e raccolte di fondi, come quella destinata a bambini di un paese del Perù, e la raccolta di tappi di plastica col cui ricavato si finanzia la costruzione di mini pozzi a giostra in Camerun. Per l’ambiente, il gruppo si è fatto promotore della raccolta di batterie usate e di prodotti inquinanti. Per i disabili, ha stretto il gemellaggio con ASPEA, l’Associazione Sportiva Paraplegici ed Affiliati. Nel 1988 gli Alpini festeggiano il 25° anniversario: per l’occasione il comune dedica loro una via. Il 2000 è la volta della visita al lager di Auschwitz mentre dal 2002 gli Alpini ripristinano una
tradizione dimenticata, brusare eà vecia. Nel 2003, 40° anniversario del gruppo, viene inaugurato il monumento dedicato “alla solidarietà ed al volontariato Alpino”, opera dell’artista Rpmeo Sandrin. Orientate alla memoria sono state le mostre fotografiche sul Vajont, sulla Grande Guerra, e sul terremoto in Friuli. Nel 2009 il gruppo, che raggiunge i traguardo di 100 soci iscritti, viene insignito del “Premio al seminatore”, a fronte del grande impegno sociale profuso e, soprattutto, per l’impegnativo progetto di ristrutturazione e riattivazione del grande viale nel parco di Villa Breda di Campo S.Martino, ora sede della casa per anziani e per disabili. L’unica nota stonata in questa bella storia è forse la sede: il gruppo è infatti tuttora “nomade vagabondo”. Attualmente si ritrova presso l’ex municipio in Piazza Vittoria, in attesa di una sistemazione definitiva, contando anche sul fatto di annoverare tra i soci il sindaco ed il parroco di Abbazia Pisani.
Andrea BenatoPoste Italiane punta a migliorare i servizi nei comuni con meno di 15.000 abitanti. Villa del Conte presente all’evento di presentazione. Si è svolta ia Roma la giornata dedicata all’evento Polis di Poste Italiane, in cui sono stati presentati i nuovi servizi dedicati ai comuni sotto i 15.000 abitanti. All’evento ha partecipato anche il sindaco di Villa del Conte
Antonella Argenti che ha “portato a casa” buone notizie: «Entro i prossimi due anni sarà possibile ottenere documenti di identità, certificati anagrafici, previdenziali e giudiziari, presso gli sportelli degli uffici postali anche dei piccoli comuni, con un sistema altamente digitalizzato. Gli interventi delle alte cariche dello Stato, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente Giorgia Meloni e dei ministri presenti hanno
riconosciuto il grande lavoro di cura e sviluppo che i sindaci dedicano per i piccoli borghi italiani», riporta Argenti di ritorno da Roma.
La giornata evento è stata particolarmente importante se si considera che sono ben 7000 su 7900 i comuni con un numero di abitanti sotto la soglia dei 15.000, nei quali saranno aperti i nuovi sportelli multiservizi. «Sono sinergie importanti che ci aiutano a continuare a lavorare, con la convinzione che il sistema spesso ci lascia soli nelle nostre grandi responsabilità e altre volte invece è al nostro fianco concretamente.
Grazie ai 120.000 dipendenti di Poste Italiane che garantiscono servizi e guardano al futuro con generoso ottimismo» ha concluso la prima cittadina. (a.b.)
Villanova di Camposampiero
Verde pubblico. Un grande progetto per la realizzazione di “polmoni verdi” urbani
Se negli anni precedenti le attenzioni dell’amministrazione Bottaro è stata quella sul rifacimento del parco giochi in via Pascoli, nella frazione di Mussolini, stavolta ad essere portata al termine è la riqualificazione del parco padre Mario Fattore, in via Mantegna a Murelle, e del parco Don Danilo Fantianato. Due ambiti apparentemente distinti, ma in realtà interconnessi dalla ciclopedonale di via Piovega Nord. Questo progetto di riqualificazione esattamente un anno fa ha fatto partecipare e ricevere al Comune di Villanova di Camposampiero attraverso un bando della Fondazione Cariparo, un contributo di euro 65mila. Un intervento, tra le altre cose, che creerà un vero e proprio collegamento, per ciclisti e pedoni, delle due aree verdi e che risulterà funzionale per il fitness all’aria aperta. Nel parco Padre Mario Fattore, già a partire dall’estate 2022, erano stati installati dei veri e propri macchinari ginnici, come la piastra polifunzionale nell’area attigua alla scuola primaria e un anello perimetrale per il footing, il pattinaggio, lo skate o per la semplice passeggiata in tutta sicurezza.
Oggi al parco padre Mario Fattore è stato data un’impronta tutta green con la piantumazione di ulteriori 23 alberi d’alto fusto e 78 arbusti. Mentre nel parco Danilo Fantinato l’incremento del
verde è stato di 16 piante d’alto fusto più altre 46 piante d’alto fusto e 26 arbusti. Altro elemento distintivo di tutto il progetto è rappresentato da una forte vocazione al riutilizzo ed al rispetto dell’ambiente. I vecchi tronchi sono stati trasformati in panchine artistiche destinate in alcune aree, per le letture animate a cielo. Infine, è stata implementata l’illuminazione pubblica nel rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico.
“È stata una sfida molto importante – ha afferma l’assessore all’urbanistica, Elena Pagetta –ringrazio il Sindaco Bottaro che mi ha dato questa occasione di coordinare una progettualità che mi aveva entusiasmato sin dall’inizio e che abbiamo realizzato a
Al parco padre Mario Fattore è stato data un’impronta tutta green con la piantumazione di ulteriori 23 alberi d’alto fusto e 78 arbusti. Mentre nel parco Danilo Fantinato l’incremento del verde è stato di 16 piante d’alto fusto più altre 46 piante d’alto fusto e 26 arbusti
più mani e, soprattutto, con più teste. L’Assessore Sarah Gaiani ha fornito un’impronta culturale davvero di pregio, con il consigliere Angela Bombo abbiamo analizzato le necessità e le esigenze dei giovani”. Terminati gli interventi, saranno predisposti due intinerai diversi di allenamento, uno su via Cavin Caselle e via Piovega Nord e l’altro su via Cornara e via Caltana. In ognuno di questi saranno previsti alcuni programmi di allenamento con intensità e difficoltà che si distingueranno a seconda delle età. Infine, sarà sviluppata un’apposita app che per chi la installerà nel proprio cellulare fungerà da personal trainer.
Endrius SalvalaggioIn occasione del “Giorno del Ricordo l’amministrazione comunale, ha commemorato il concittadino Giulio Bonetto, dedicandogli una targa alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Giulio Bonetto, cittadino di Villanova di Camposampiero e brigadiere della Guardia di Finanza, perse la vita proprio tra quelle barbarie, per mano dei soldati del Maresciallo Tito, il 2 maggio 1945. Il suo corpo fu gettato nella foiba Basovizza. Una tragica pagina della nostra storia – commenta l’assessore alla Cultura, Sarah Gaiani – sconosciuta per troppo tempo”.
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“Questi fatti, analogamente all’olocausto, non devono conoscere colori politici – prosegue l’assessore Gaiani – anzi, vanno ricordati in tutte le forme possibili, anche attraverso una targa, come abbiamo fatto noi, posizionandola all’interno del comune. Luogo, forse, più deputato alla memoria ed al ricordo delle vittime di tutte le guerre”.
Alla cerimonia erano presente i figli e parenti di Giulio Bonetto, as-
sieme ai membri dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci –Sezione di Villanova Sezione di Villanova e Murelle, con il Presidente Onorario Lorenzo Nostran, il Presidente del Comitato 10 Febbraio, ing. Luigi Sabatino, il Presidente onorario dell’Associazione finanzieri di Padova, Cav. Mar. Magg. “A” Orazio Longo, il Comandante della Polizia Locale, Antonio Paolocci. (e.s.)
S i vota i prossimi 14 e 15 maggio per il rinnovo dei sindaci ed il Comune di Villanova di Camposampiero non fa eccezioni. Un appuntamento che di fatto sancisce la fine dell’era Bottaro dopo due mandati consecutivi. La nuova candidata messa in campo dal gruppo uscente è quella di Sarah Gaiani classe 1987, avvocato dal 2020, assessore della giunta Bottaro con delega alla cultura e attività produttive, turismo, affari legali ed edilizia privata.
A lanciarla è proprio il primo cittadino Cristian Bottaro che ci tiene a precisare come sia stato il gruppo stesso ad individuare Gaiani come prossimo candidato sindaco di Villanova.
“Verso la fine dell’anno scorso –evidenzia il sindaco uscente, Cristian Bottaro – il nostro gruppo ha iniziato un percorso finalizzato ad individuare la persona che avrebbe dovuto coordinare que-
sto nuovo progetto, in quanto io sto concludendo il mio secondo ed ultimo mandato. Fin da subito ho comunicato la mia totale indisponibilità a dare indicazioni, direttamente o indirettamente. Ho ritenuto più giusto che fosse il nostro stesso gruppo a decidere da chi essere rappresentato. È stato un bellissimo momento di democrazia diretta che ci ha uniti ancora più di prima! Rinnoviamo Villanova ha scelto Sarah Gaiani, ed io sotto il profilo umano e pro-
Gaiani:
fessionale le auguro ogni bene possibile perché se lo merita”. Sarah Gaiani 36 anni, nata e cresciuta a Villanova di Camposam-
piero, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Curiel, si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di
Anticamente questo rito, nato sui nostri campi, veniva utilizzato dal popolo veneto per scacciare la brutta stagione, producendo un gran baccano per propiziare l’avvio della primavera. “El bati marso” rappresentava precisamente l’ultimo dell’anno dei nostri antenati “el cao dell’anno”, si diceva. Nel passato più recente, quando non si conosceva nella benché minima idea e forma che cosa fosse halloween o altre tradizioni anglosassoni che abbiamo importato, i nostri genitori e i nostri nonni, quand’erano bambini riproponevano questo rito in forma folkloristica per fare comunità e per passare una serata insieme.
“Dopo tutti questi anni “el bati marso” continua ad affascinare, specie i più piccoli!”, ha dichiarato il sindaco di Villanova di Camposampiero, Cristian Bottaro che fermo restando il periodo di emergenza Covid questa manifestazione itinerante, è stata via via sempre più partecipata”.
Già dal ritrovo, fissato alle prime ore del pomeriggio, è stato possibile comprendere la trepidazione dei partecipanti che in poco tempo ha riempito la piazzetta di fronte al comune di partecipanti di tutte le età.
“A nome dell’Amministrazione Comunale desideriamo ringraziare innanzitutto la Pro Loco per l’organizzazione – hanno
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Padova. Al termine del praticantato svolto nello Studio Legale
“Silvia Ruffato” di Villanova di Camposampiero, diventa avvocato civilista superando nel 2020 l’esame di Stato.
Fin dall’infanzia il neo candidato
Sindaco Gaiani si è sempre prodigata fra la parrocchia prima, e poi, con la maggiore età, nell’associazionismo civico. A 18 anni dopo essere diventata donatrice Avis partecipa alla costituzione dell’associazione Punto Giovani facendone parte fino al 2011.
Nelle elezioni comunali 2013, a 26 anni, viene eletta consigliere comunale e capogruppo di maggioranza. Il neoeletto sindaco, Cristian Bottaro, gli affida la delega all’associazionismo e alle politiche giovanili.
Nel 2018, a fronte di quasi trecento preferenze, riceve la nomina di assessore alla cultura, al turismo, alle attività produttive, all’edilizia privata e agli affari legali.
proseguito i consiglieri delegati al volontariato, Angela Bombo e Tobia Gelasio – ma un altro grande grazie lo vogliamo rivolgere direttamente alla Protezione Civile, all’associazione E Tradission, alla FidasGpds, a Fratres e all’Avis, per il supporto e per le prelibatezze che hanno preparato!” Presenti le scuole parrocchiali dell’infanzia di Villanova di Camposampiero e di Reschigliano.
“Ci siamo divertiti tantissimo – hanno concluso i consiglieri Gelasio e Bombo –l’anno scorso è statala frazione di Murelle ad ospitare questa bellissima manifestazione, il prossimo sarà il turno della frazione di Mussolini”. (e.s.)
Fai la doccia al posto del bagno, risparmi fino al 75% di acqua
Chiudi il rubinetto quando ti lavi i denti: 1 minuto di acqua corrente sono 20 litri sprecati
Non usare il wc per eliminare piccoli rifiuti meglio lo scarico differenziato risparmi il 10% di acqua
Mangia a Km0, ogni volta che il cibo viene importato, si importa anche l’acqua contenuta in esso
Spugna e secchio per lavare la tua macchina, risparmi più di 100 litri d’acqua
“Desidero ringraziare i miei colleghi, anche se sarebbe più giusto chiamarli amici, per la fiducia – ha dichiarato Sarah Gaiani –, non posso nascondere la mia grande emozione, ma posso assicurare anche, che ho una grande carica di entusiasmo. In questi giorni stiamo raccogliendo disponibilità importanti da persone nuove, oneste e capaci che ben si coniugano con il nostro team. Stiamo lavorando alla costruzione di un gruppo con ottimi mix: ci saranno l’innovazione e l’esperienza, le donne e gli uomini, inoltre, ci distingueremo per un’ottima rappresentanza del territorio. Ci stiamo adoperando insieme per fornire le migliori proposte per i nostri concittadini, ovviamente nell’ottica della sostenibilità”.
Endrius Salvalaggio
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Usa la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico
Controlla e ripara il rubinetto o il water che gocciolano: una perdita può costare 5mila litri all’anno
Tieni in frigo l’acqua se la vuoi fresca, non la far scorrere dal rubinetto
Lava la frutta e la verdura in una bacinella e ricicla per le piante l’acqua utilizzata
Innaffia le piante la sera, dopo il tramonto l’acqua evapora lentamente
“Grande emozione ed entusiasmo. Coniugheremo innovazione ed sperienza”L’assessore Sarah Gaiani
È composta da dieci Comuni: Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, Loreggia, Massanzago, Piombino Dese, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, Villa del Conte e Villanova di Camposampiero
Età media di 49 anni, con quasi 2/3 su presenza femminile: sono solo alcuni dei dati contenuti nel Piano di azioni positive triennio 2023-2025 della Federazione dei Comuni del Camposampierese.
Un documento unitario che comprende i dati della Federazione e dei dieci Comuni aderenti. Ad essere impiegati negli 11 enti sono 289 dipendenti. L’età media dei dipendenti della Federazione dei Comuni del Camposampierese è di 49 anni. Il Comune con l’età media più alta è Villa del Conte (54) quello, invece, con l’età media più bassa è Campodarsego (45). Considerando che la media nazionale è 50 anni, la Federazione si assesta poco al di sotto della media nazionale.
Dall’analisi dell’età media dei dipendenti si nota che il 53% dei dipendenti è sopra i 50 anni di età e il 20% è sotto i 40 anni, di cui il 7% sotto i 30 anni. L’andamento anagrafico si rispecchia in quasi tutti gli enti ad eccezione dei Comuni di Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, e
della Federazione in cui la maggioranza dei dipendenti è sotto i 50 anni di età.
Dei 289 dipendenti, 1 77 sono donne (61,2%) e 112 sono uomini (38,8%). In generale in tutti gli enti la maggioranza dei dipendenti è di sesso femminile esclusa la Federazione e il Comune di Massanzago, in cui ci sono più dipendenti uomini che donne. Il Comune con la percentuale maggiore di dipendenti donne è Villa del Conte (86,67%) mentre quella minore è Massanzago (29,41%).
Dalla distribuzione dei dipendenti per genere e categoria emerge che più del 50% dei dipendenti è inquadrato nella categoria C (1 61 su 289), con una netta maggioranza di donne, andamento che si rispecchia sia a livello generale che per singolo ente.
Inoltre gli uomini, pur essendo in minoranza rispetto alle donne, occupano in percentuale categorie più elevate: il 31 % degli uomini è di categoria D o superiore contro il 22% delle donne (9 punti percentuali di differenza).
Altro dato che emerge è che la maggior parte del personale impiegatizio non direttivo (cat. C) degli enti aderenti alla Federazione è di sesso femminile, mentre nella categoria B la maggioranza è di sesso maschile, il dato è riferibile al fatto che generalmente nella cat. B sono inquadrati gli operai e generalmente sono uomini. Per quanto riguarda le posizioni organizzative sono equilibrate rispetto al sesso: l’ 11,8% (1 su 10), 10) delle donne riesce a fare carriera e assumere una posizione di responsabilità negli Enti della Federazione contro il 19,6% (2 su 10) degli uomini. Rispetto alla conciliazione vita/lavoro ci sono enti in cui l’orario di lavoro ridotto è maggiormente utilizzato quali Camposampiero o Villanova di Camposampiero con circa 1 dipendente su 4 del personale a tempo parziale, mentre, enti come Massanzago, Piombino Dese e Campodarsego hanno pochi o nessun dipendente a tempo parziale. In generale il 92% dei part-time è concesso a donne.
Il presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese, Antonella Argenti commenta cn toni lusinghieri i dati. “La Federazione non è altro che uno spaccato di quella che è la situazione generale in Italia per quanto riguarda la Pubblica amministrazione dove prevale il numero di donne rispetto al numero degli uomini impiegati e dove normalmente questi ultimi hanno più facilità di accesso alle carriere. Una disparità che un tempo era molto marcata ma che adesso si sta lentamente rilanciando in una direzione opposta che auspico davvero ci porterà alla parità di genere.Ci tengo comunque a sottolineare che nel lavoro non è al genere che si guarda ma alla professionalità, alle capacità e
all’umanità dei collaboratori e per questo, da Presidente della Federazione e a nome di tutti i colleghi, ringrazio le donne e gli uomini che compongono la grande squadra della Federazione e che negli anni ci hanno permesso di raggiungere ottimi risultati. La presenza femminile, nella vita, come nel lavoro, non è una semplice appendice ma è essenziale perché spesso l’atteggiamento materno e di cura e dedizione insito nella donna permette di trovare efficaci soluzioni ai pro-
blemi non solo in termini di numeri ma anche in termini di qualità e modalità. Oltretutto, senza nulla togliere agli amici colleghi e pregiati collaboratori, per la Federazione l’annata 2023 si presenta con una gestione molto in “rosa”, con me come presidente, con la presidente del Consiglio, Elena Vittadello, e la dirigente Anna Maria Giacomelli accanto a responsabili e collaboratrici validissime: una ulteriore garanzia che tutti i traguardi saranno messi a segno”.
“La solidità e la visione dell’azienda ci permettono di fare rete con autorevolezza a livello regionale nei diversi network tra cui Rete Ambiente Veneto, di cui sono Presidente, e Viveracqua e Confservizi Veneto, dove Etra è nel Consiglio direttivo. È stato fatto un importante passo in avanti nel riunire insieme le varie aziende del settore che dialogano e si confrontano sul futuro sostenibile”
Settanta Comuni soci tra Padova, Treviso e Vicenza, oltre mille dipendenti, un bilancio da circa 175 milioni di euro di ricavi nel 2022 e investimenti per 75 milioni in nuove reti, servizi e adeguamento degli impianti. Questa la fotografia di Etra Spa, una delle multiutility a totale proprietà pubblica più grandi del Veneto. La sua forza, sottolinea il presidente del Consiglio di gestione, Flavio Frasson, sta nell’essere ”globale” e “locale”, con una visione improntata alla crescita sostenibile che punta su innovazione e sviluppo economico e sociale a servizio del territorio. Un’area vasta anche a livello geografico che, attraverso i propri rappresentanti vale a dire Comuni e Consiglio di Bacino Brenta, ha affidato ad Etra compiti essenziali per le comunità: gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti. Presidente Frasson, Etra vanta conti in ordine, un piano di investimenti ingente, progetti lungimiranti. Quali le ricadute concrete di una buona salute economico-finanziaria?
«Un bilancio solido come quello chiuso a fine 2022 non può che produrre effetti positivi sui nostri soci, i Comuni, e prima ancora sugli utenti. La prima ricaduta è proprio sul territorio: il valore economico generato e distribuito è, infatti, del 75% sul territorio regionale e, di questo, il 45% è nelle province di Padova e Vicenza. Per il servizio idrico integrato in-
vestiamo 91 euro pro capite, un dato estremamente positivo se si confronta con la media italiana dei gestori, ferma a 50,8 euro secondo la statistica dell’ultimo Blue Book».
I cittadini, però, fanno i conti con il caro bollette. Come si traduce, nel concreto, l’attenzione per il territorio?
«L’efficienza e la politica virtuosa di bilancio hanno un altro grande pregio di cui sono orgoglioso: ci permettono di mantenere le bollette più basse del Veneto e tra le più basse in Italia. A dirlo non è Etra, ma le statistiche pubblicate sempre dal Blue Book e da Legambiente. Da queste comparazioni risulta che il costo medio annuo del Servizio Ambientale Integrato di Etra, infatti, è di 181 euro (per un’utenza domestica di 3 componenti con una superficie imponibile di 100 mq dati 2022) contro una media italiana di 318 euro (dati 2021), mentre il costo medio del Servizio Idrico è di 298 euro (per un consumo di 150 mc annui), contro una media italiana di 317 euro (dati 2021)».
Eppure puntualmente arrivano lamentele su tariffe e modalità di raccolta.
«Arrivano tutti i giorni, ma al destinatario sbagliato. L’osservazione mi dà l’opportunità di spiegare che non è Etra a decidere come fare il servizio o quanto farlo pagare. Noi ci occupiamo esclusivamente della gestione dei servizi.
Le scelte in materia di tariffazio-
ne e di modalità di raccolta vengono stabilite dal Bacino Brenta per l’idrico e per i rifiuti che sono i nostri Enti di regolazione di secondo livello, dopo Arera a livello nazionale. Etra, dunque, è il gestore del servizio, il nostro compito è quello di attuare politiche già decise dai sindaci all’interno di un bacino che, a livello geografico, corrisponde al territorio di competenza di Etra».
Scelte di campo che continuano a dare risultati positivi non solo a livello locale.
«La solidità e la visione di Etra ci permettono di fare rete con autorevolezza a livello regionale nei diversi network tra cui Rete Ambiente Veneto (che serve 423 comuni del Veneto e raggruppa le sei maggiori aziende pubbliche del settore), di cui sono Presidente, e Viveracqua e Confservizi Veneto, dove Etra è nel Consiglio direttivo. È stato fatto un importante passo in avanti nel riunire insieme le varie aziende del settore che dialogano e si confrontano sul futuro sostenibile. Etra è, poi, impegnata in numerose collaborazioni a livello internazionale nel campo della migliore gestione e tutela dell’acqua e del ciclo dei rifiuti». Tanti i progetti in campo, altrettante le sfide. Quali le più importanti?
«Al primo posto metterei la sostenibilità energetica, una delle sfide che ci vede impegnati a più livelli e per svariate ragioni sotto gli occhi di tutti, a partire dai costi schizzati
alle stelle. Anche Etra ha dovuto farne i conti: nel 2019 i costi per l’energia ammontavano a 9 milioni euro, lo scorso anno siamo arrivati a 22 milioni. Vorremmo, invece, investire per essere a fianco dei Comuni nella realizzazione di comunità energetiche». Come state operando in questo settore?
«Abbiamo grandissimi spazi sui quali poter installare, ad esempio, impianti fotovoltaici, a cominciare dai nostri grandi “poli ambientali” di Asiago, Bassano del Grappa, Camposampiero e Rubano. L’autoproduzione di energia elettrica è una delle “armi” che abbiamo per contenere il costo delle bollette». Qualche mese fa è stato immesso il primo metro cubo di biometano da autotrazione.
«È un altro traguardo raggiunto. Il biometano, di alta qualità, è prodotto dal biogas dell’impianto di trattamento di rifiuti di Bassano del Grappa. Dal trattamento del rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata è possibile ottenere due prodotti molto utili: il compost e il biogas che, ulteriormente “purificato” è trasformato in biometano. Il vantaggio è quello di ottenere un combustibile per autotrazione, davvero ecologico e non di origine fossile come il gas naturale. Abbiamo un parco di 800 automezzi e alimentarli in maniera autonoma potrebbe ridurre i costi. Sempre sul fronte energia, Etra possiede, con altre società, Etra Energia, una parte-
cipata attraverso la quale forniamo ai cittadini gas ed elettricità. Mi piacerebbe riuscire a offrirli ai nostri cittadini a prezzi concorrenziali».
Presidente, qual è la sua visione di Etra per il futuro?
«Il sogno è che Etra continui a dare risposte al pubblico, al privato, ma anche alle aziende del territorio. Mi piacerebbe vedere Etra proiettata in una dimensione regionale con un ruolo centrale e strategico come quello che le spetta di diritto visti i risultati raggiunti e le risorse messe in campo. Stiamo lavorando a un cambio di passo: il superamento del sistema duale della governance e la scelta di diventare una società benefit vanno in tale direzione, secondo è un preciso impegno assunto nei confronti dei sindaci. Un salto di qualità che permetterà di dare risposte alle problematiche del territorio non più secondo una vision rigidamente o solamente aziendale, bensì finalmente allargata ad un orizzonte che dal territorio ne raccoglie le istanze restituendo quel valore economico, e insieme, sociale e culturale, che fa davvero grandi le comunità». (g.b.)
Ormai l’ipotesi sta diventando una pista d’atterraggio del dibattito politico, peraltro così sgombra da far prevedere che l’aereo delle buone intenzioni plani in sicurezza e in (relativamente) poco tempo. L’idea è quella del terzo mandato per i governatori, argomento che interessa da vicino il Veneto, visto che Luca Zaia terminerà il suo compito nel 2025. Ma davvero lo concluderà? Sarebbe il terzo mandato, che in verità è il quarto perché Zaia presidente lo è diventato nel 2010. E, a voler essere precisi, è in giunta dal 2005, quando era vicepresidente di Giancarlo Galan, non proprio un incarico da niente. Era l’anno, il 2005, quando i consiglieri della Lega, per fare sentire la propria forza, alla seduta inaugurale entrarono volutamente insieme, in leggero ritardo e facendo perfino rumore. Volevano fare capire che erano ben vivi nel Veneto in cui
Forza Italia aveva ottenuto il 22% mentre la Lega era rimasta al 14%. Insomma, un po’ orgogliosi e un po’ arroganti. Cinque anni dopo, nel 2010, i risultati sarebbero stati opposti: Lega al 35% mentre il Pdl, l’evoluzione di Forza Italia, al 24%. Iniziava l’era di Zaia, eletto governatore con il 60% dei voti quando nel 2005, Berlusconi imperante, Galan aveva ottenuto “appena” il 50%. Il resto è cronaca, vale a dire le due riconferme di Zaia del 2015 e del 2020,
quest’ultima con la percentuale stellare del 77%. Ha ragione Crozza: non è un’elezione, il Veneto è un principato, un sultanato.
E il futuro? Niente di più facile che sia Zaia a succedere a se stesso. È vero che l’eurodeputato Variati ha bocciato questa idea, ma la pensano così nel Pd del Veneto non in tutta Italia. I democratici, infatti, hanno molto a cuore la rielezione di Vincenzo De Luca in Campania. Quindi, uno a me e uno a te, tra destra e sinistra
è assai probabile che si trovi un accordo per abolire quella norma che impedisce ai governatori di candidarsi per un terzo mandato, norma che appunto è scattata dopo il primo quinquennio di Zaia e che lo porterebbe al quarto incarico da governatore.
L’unico ostacolo su questa strada è Fratelli d’Italia che vorrebbe mettere la sua bandiera sulla prestigiosa poltrona, visto che anche nel Veneto supera abbondantemente il 30 per cento. Ma, fanno notare a Roma, qualcosa agli alleati i Fratelli devono pur concederla, mentre Luca De Carlo, senatore e timoniere veneto di FdI nelle dichiarazioni ufficiali ha spiegato: “Noi siamo assolutamente favorevoli all'eliminazione del tetto dei mandati perché sono i cittadini che devono poter scegliere. Valuteranno i partiti e i candidati il da farsi”.
Intanto Ciambetti incontra il ministro Calderoli: “Coinvolgere anche i Consigli regionali sui processi decisionali”
Altri due passi avanti sulla strada dell’autonoma differenziata, che a metà marzo ha incassato il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri. Ma il cammino è ancora lungo e non privo di incognite, adesso che la palla passa al Parlamento. E si sa quanto l’Aula possa rivelarsi insidiosa anche per progetti che godono di un ampio consenso e per riforme che sembrano mettere tutti d’accordo. Intanto il disegno di legge che porta il nome di Roberto Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha fatto importanti passi avanti nel giro di pochi. L’ultimo in ordine di tempo è l’approvazione definitiva del disegno di legge dal Consiglio dei Ministri. Una decina di giorni prima era arrivato il via libera da parte della Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza
Unificata, aprendo di fatto il confronto parlamentare sul percorso di autonomia differenziata. Il governatore veneto Luca Zaia non può che compiacersi: “Con alto senso di responsabilità e volontà
di inclusione porteremo avanti questo progetto, ascoltando tutti, consapevoli che questa è una scelta di modernità. Adesso serve che prosegua con efficacia il lavoro per LEP, i livelli essenziali delle prestazioni. Dovrà continuare l’impegno di tutti anche nel far capire che l’autonomia non spacca certo il Paese, né impoverisce qualcuno, ma è una grande opportunità per tutti i territori”.
Zaia si spiega meglio e aggiunge: “Prende sempre più forma il progetto per dare compimento al dettato costituzionale. L'autonomia, infatti, è prevista dalla Costituzione ed è la chiave per un profilo di modernità, di efficienza e di modernità dell'amministrazione della cosa pubblica che avrà quella ricaduta positiva attesa dai cittadini. Il centralismo è l'equa divisione del malessere, l'autonomia è l'equa divisione del benessere. Questa Italia a due velocità deve finire e le regioni devono essere tutte messe nelle condizioni di dare servizi e risposte ai loro cittadini”.
Detto questo il presidente del Veneto si rivolge anche alle quattro Regioni che invece avevano espresso parere contrario: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana: “Rispetto la scelta: hanno fatto dei distinguo ma, è da notare, che non si sono pronunciate contro l’autonomia, lamentandosi più che altro delle modalità. Da parte nostra c’è soddisfazione ma colgo anche un grande senso di responsabilità da parte di tutti noi e del ministro Calderoli a cui va il mio ringraziamento per l’impegno che continua a dimostrare.
Da parte nostra c’è la volontà di vedere riconosciuto fino in fondo che questo è un progetto serio, che non spacca l’Italia e darà opportunità a tutti, anche a quella foresta che cresce e che non ha ancora voce”.
Di autonomia hanno parlato anche i presidenti dei consigli regionali in occasione dell’incontro a Roma con il ministro Calderoli. “Il confronto con gli enti territoriali è sempre proficuo, - ha dichiarato - sull’autonomia c’è coinvolgimento e attenzione” ha dichiarato il ministro. “È stato un incontro
costruttivo e molto utile - ha sottolineato il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti - abbiamo apprezzato la concretezza del ministro. Abbiamo concordato su come la natura del processo decisionale, connesso all’esercizio di più ampie funzioni delegate alle Regioni, debba coinvolgere anche il rispettivo Consiglio regionale e abbiamo auspicato che il Ministro possa farsi portavoce di questa sensibilità in Parlamento, quando avranno luogo le audizioni dei soggetti istituzionali deputati”.
La riforma. Dopo il via libera del progetto da Consiglio dei Ministri e Conferenza delle RegioniLuca Zaia Roberto Ciambetti
Si sono concluse le Primarie del Partito Democratico con l'affermazione nazionale di Elly Shlein e il Veneto, in questo senso, non ha fatto eccezione tributando alla neo-segretaria un'affermazione molto netta percentualmente superiore alla media nazionale.
Uno sforzo organizzativo importante che ha visto allestire nella Regione oltre 400 seggi che hanno consentito a migliaia di militanti e simpatizzanti di esprimersi, nonostante anche condizioni meteo non agevoli, prova di attaccamento e grande attenzione verso la nostra forza politica.
“Abbiamo dato una grande prova di partecipazione – commenta il segretario regionale, Andrea Martella – grazie all'immane lavoro di centinaia di militanti che sono riusciti a garantire che tutto si svolgesse al meglio e in modo capillare. Siamo una grande co-
munità. Non c'è nessun’altra forza politica che si apre all'esterno così tanto, che ascolta i simpatizzanti e che può contare su di una militanza così preparata e disponibile.”
“La vittoria di Elly Shlein – continua – rappresenta certamente una richiesta, che viene dalla base, molto forte di impegno e cambiamento. I cittadini, i nostri elettori, i nostri iscritti ci hanno detto in modo molto chiaro che dobbiamo tornare tra le persone, nei luoghi del lavoro, nelle periferie, ci hanno richiamato al dovere di rappresentare, in primo luogo, chi vive condizioni di difficoltà, chi fatica. Non un partito chiuso, ma capace di tornare alle radici profonde dei suoi valori e del nostro Paese coniugando le esigenze di chi produce lavoro e benessere con quelle di chi ha il diritto di averlo un lavoro e di poter contare su di una retribuzione adeguata, sicura e
al passo con i tempi. Sono ancora troppe le persone che pur lavorando non hanno diritti, non hanno sicurezze, non hanno un reddito sufficiente per affrontare con tranquillità le proprie vite.”
“In Veneto – spiega Martella – in questo anno abbiamo compiuto dei passi importanti, ci siamo rinforzati e affrontiamo con fiducia la tornata elettorale che ci vedrà protagonisti il prossimo 14 e 15 maggio con le nostre e i nostri candidati e con le nostre idee e programmi. Il rinnovamento che l'elezione di Elly Shlein ha avviato nel partito e sulla scena politica italiana, ne siamo certi, avrà riflessi anche nella nostra Regione nella quale lo strapotere della Lega, dati alla mano, appare ormai al tramonto e quello di Fratelli d'Italia non sembra in grado, affidandosi al solo traino nazionale di Giorgia Meloni, poterlo sostituire. Del resto tocchiamo tutti con mano l'incapa-
cità che oggi ha la Regione Veneto di garantire le giuste risposte ai cittadini, di far crescere il nostro territorio, di proporsi sulla scena nazionale ed europea, di sostenere chi ha più bisogno, di governare i processi di transizione economici e sociali.”
“Noi siamo in campo – conclude il segretario regionale del Pd –con quattro caposaldi essenziali: Sanità Pubblica, efficiente, accessibile e veloce; scuola pubblica per tutti nella quale il ruolo degli insegnanti sia realmente valorizzato e gli studenti possano trovare tutti gli strumenti per aprirsi al meglio al mondo; transizione ecologica, sostenibilità, energie rinnovabili e rivoluzione green; sviluppo e produzione per sostenere i lavoratori e le nostre imprese. Ma prima di tutto dobbiamo restituire centralità alle persone e alle comunità, perché paradossalmente questa destra sul territorio ha accentrato e po-
Sanità. La proposta di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale
Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale ha depositato una Mozione in Regione sul tema dell’età della pensione obbligatoria per i medici.
“È importante che la Regione, si attivi perché ai professionisti vicini alla pensione venga data la possibilità, su base volontaria, anche una volta raggiunta l’età pensionabile, di rimanere in servizio fino ai
Andrea Martellalarizzato tutto sull’uomo solo al comando. È un'agenda importante che dobbiamo ampliare per coinvolgere quante più energie è possibile. Siamo certi che ci sia la possibilità di cambiare, di innovare il nostro territorio, di riavvicinare decisamente i cittadini alla politica: noi abbiamo iniziato organizzando un importante seminario con documenti e piattaforme che adesso svilupperemo e con il nostro congresso. Siamo consapevoli di come sia solo il primo passo.”
72 anni con compiti di formazione rivolta ai neo laureati.
L’inserimento nel mondo di lavoro del medico è articolato e richiede dopo la laurea un corso di specializzazione che varia da 4 a 6 anni a seconda del settore prescelto. Proprio per questo penso sia opportuno non disperdere questo patrimonio di esperienza e conoscenze; inoltre l’interazione
tra professionisti affermati e giovani neo laureati potrebbe rendere maggiormente attrattiva, per questi ultimi, la permanenza all’interno del servizio pubblico.
Per questo ho depositato una mozione con la quale chiedo alla Regione di farsi parte attiva nel chiedere al Governo che si individuino percorsi per rendere attrattiva la permanenza in servizio dei medi-
ci in età pensionabile in servizio presso l’azienda Ospedale-Università di Padova con funzioni di didattica a favore delle nuove generazioni di medici.
Questo percorso permetterebbe quel passaggio di competenze e quella protezione formativa che i medici più esperti potrebbero offrire ai medici di più recente nomina”
“Nessun’altra forza politica si apre all’esterno così tanto e sa ascoltare la richiesta di cambiamento, siamo in campo su sanità, scuola, transizione ecologica e sviluppo”
“Impieghiamo
A“dissetare” la campagna veneta alle prese con la siccità ci penserà un canale artificiale lungo 48 chilometri, che permetterà, una volta completato, di distribuire acqua irrigua su 350 mila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. E’ il Leb (Lessino Euganeo Berico, dal nome dei territori attraversati), la prima opera irrigua finanziata dal Pnrr con 20 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 33 che permetteranno di completare entro il 2025 i primi due stralci da quasi 13 chilometri e risparmiare circa 120 milioni di metri cubi d’acqua, risorsa sempre più preziosa. Una volta completato il canale sarà lungo 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16,25 km) ed in parte in condotto sotterraneo (27,7 km).
Preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350mila ettari di campagne, di cui 90mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. A tagliare il nastro il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini ed il presidente
della Regione Luca Zaia, che non hanno mancato di sottolineare quanto sia sentito questo intervento in tempi crisi climatica.
Il Leb è nato dalla volontà di tre consorzi di bonifica veneti per gestire al meglio l’acqua per l’irrigazione delle campagne: Alta Pianura Veneta di San Bonifacio (VR), Adige Euganeo di Este (PD) e
il Bacchiglione con sede a Padova. Il presidente Moreno Cavazza ha sottolineato: “Siamo arrivati alla conclusione del cantiere in anticipo rispetto alle previsioni progettuali, nell’imminenza della riapertura delle paratoie e dell’avvio della stagione irrigua 2023. Abbiamo ottimizzato un’infrastruttura esistente e fondamentale per la nostra regione. A questo impegno si aggiunge il progetto di ricerca e sperimentazione sviluppato dal Consorzio con le Università di Verona e Padova sempre volto all’ottimizzazione dell’acqua irrigua nelle campagne. L’attività sperimentale si sta orientando anche
nella valutazione di fattibilità delle potenzialità energetiche dell’infrastruttura Leb sia sotto il profilo fotovoltaico che di micro-idroelettrico”.
Zaia, che di lì a pochi giorni avrebbe annunciato la necessità di razionalizzare l’acqua in tutta la regione, ha aggiunto: “E’ un grande intervento e un modello di eccellenza del Veneto che andrà a interessare una vasta zona di quasi 100mila ettari. È fondamentale dare l’avvio a quello che ho definito il piano Marshall per l’acqua. Bisogna investire sulla rete irrigua per efficientare la distribuzione della risorsa”. Un plauso anche da Salvini, che ha sottolineato la necessità di una nuova coscienza idrica e una nuova politica dell’acqua, risorsa che ormai è oro. In Italia conteniamo solo l’11% dell’acqua piovana. Ho chiesto intanto
risorse per un miliardo di euro per realizzare e chiudere alcuni piccoli invasi e dighe. Occorrerà una nuova coscienza ambientale superando le politiche dei no perché l’acqua è vita e non possiamo più permetterci di disperderla”. “L’importanza di questo canale - ha spiegato Francesco Cazzaro, presidente veneto dell’Anbi, che riunisce tutti i consorzi di bonifica, - risiede nell’essenza stessa dell’uso dell’acqua. Dove c’è acqua, c’è resilienza al cambiamento climatico, c’è produzione agricola di qualità, c’è vita, c’è collaborazione, cooperazione per gli obiettivi comuni, tenuta del tessuto non solo infrastrutturale ma anche sociale ed economico del territorio. Oggi il Leb rende concreta una parola che usiamo spesso senza magari ricordarne appieno il significato: sostenibilità”.
Salvini e Zaia all’inaugurazione della prima opera irrigua finanziata con i fondi del Pnrr, due anni per completare il tratto inizialeMatteo Salvini con Luca Zaia all’inaugurazione del Leb
Tra inflazione, rialzo dei prezzi e carrello della spesa sempre più caro le famiglie italiane si trovano a fronteggiare una perdita del proprio potere d’acquisto. In questo contesto tutte le insegne della GDO hanno attivato iniziative e promozioni per sostenere le famiglie italiane, offrendo la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità.
E questo è anche l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia: contro i rincari sugli scaffali dei punti vendita dell’abete è da sempre presente la linea di prodotti a marchio S-Budget, un paniere completo di 500 prodotti, alimentari e non, come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa che, oltre a garantire un risparmio medio del 30% sul carrello, consente di effettuare una spesa completa a meno di 15 euro. Caratteristica fondamentale di S-Budget è proprio quella di essere una linea di primo prezzo che alla convenienza abbina elevati standard di qualità, garantita dai severi controlli applicati a tutta la filiera, dalla selezione delle materie prime,
alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.
S-Budget è un marchio esclusivo di Aspiag Service Despar, sviluppato in collaborazione con le organizzazioni SPAR di Austria, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia, appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui Aspiag Service fa parte. E proprio la partnership internazionale è la ragione della sua convenienza: i grandi volumi
prodotti a livello internazionale consentono infatti un notevole risparmio di costi a cui concorre anche l’immagine della linea e il packaging volutamente semplici per non pesare sul prezzo finale.
Il marchio S-Budget è stato ideato e realizzato da SPAR Austria, casa madre di Aspiag Service, nel 2007, ed è stato poi sviluppato in Italia nel 2008 partendo dei generi di prima necessità.
Oggi rappresenta in termini di
Filiera ed economie di scala, la ricetta per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie
fatturato il quarto brand dei prodotti a marchio Aspiag, con una crescita costante che ha registrato nel 2022 un +20% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è quello di arrivare a coprire tutti i bisogni del cliente, presidiando tutte le famiglie merceologiche: un progetto a cui Aspiag Service Despar sta lavorando intensamente e che nel 2023 vedrà il lancio di 200 nuovi prodotti.
Che rapporto c’è tra “primo prezzo” e qualità? Spesso questi concetti sono visti in antitesi l’uno con l’altro; è davvero così? Sicuramente il primo prezzo può essere associato da alcuni consumatori ad un concetto che risponde all’equazione “prezzo basso=qualità bassa”, ma ovviamente l’argomento non può essere ridotto a questa semplificazione. Tra i “primi prezzi” troviamo prodotti differenti, con qualità differente, esattamente come nei prodotti delle altre gamme. Ogni prodotto presente nei nostri su-
permercati, compresa la nostra linea di primo prezzo S-Budget risponde a standard qualitativi determinati e obbligatori. La convenienza è sicuramente il valore fondamentale, ma allo stesso tempo S-Budget è una scelta sicura e garantita grazie agli accurati controlli effettuati sulla filiera: dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.
Posto che la qualità del prodotto rimane ottimale, quali fattori incidono nella riduzione del prezzo al cliente dei prodotti SBudget?
Con la nostra linea di primo prezzo S-Budget abbiamo potuto garantire ai consumatori ottimi livelli di qualità agendo su fattori “esterni” al prodotto, come ad esempio la grammatura del packaging o l’importante logica delle economie di scala. Facen-
do Aspiag Service Despar parte di un Gruppo Internazionale, ed essendo questo progetto nato dalla nostra Casa Madre Spar Austria (e da qui sveliamo il significato della “S” di S-Budget, che in tedesco significa “Sparen”, ossia risparmio), sicuramente l’abbattimento dei costi dato dalla produzione di elevate quantità è stato uno dei fattori essenziali che ha permesso di portare al consumatore prodotti che, pur essendo qualitativamente ottimali, risultano appartenere alla fascia del “primo prezzo”.
In che modo garantite qualità e sicurezza dei prodotti S-Budget?
Ci tengo a fare una premessa: quando parliamo di sicurezza dobbiamo fare molta attenzione. La sicurezza è infatti garantita per tutti gli alimenti da un requisito legislativo e, di conseguenza, non potrà mai venire meno in nessuna delle diverse
linee di prodotto. Per quanto riguarda la qualità invece, oltre a quanto già detto, essa viene sempre garantita grazie, ad esempio, all’utilizzo di specifici capitolati di fornitura adottati da Aspiag Service Despar per tutti i suoi fornitori, dal monitoraggio analitico realizzato dagli uffici qualità e dai diversi audit svolti in sede dei produttori.
Nonostante i dati dell’Istat sui prezzi al consumo a febbraio diano un primo segnale di un rallentamento dell’aumento generalizzato dell’inflazione, permane un sentimento diffuso di incertezza e servirà ancora parecchio tempo per smorzare gli effetti dell’aumento dei prezzi che rappresenta una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane con conseguenze inevitabili anche sui comportamenti e le abitudini d’acquisto. Sostenere il potere d’acquisto e fornire un aiuto concreto alle famiglie contro il caro prezzi è allora una priorità su cui anche Aspiag Service Despar ha lavorato intensamente per non trasferire completamente i rincari sul cliente finale. Per questo abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti senza rinunciare alla qualità impegnandoci, insieme ai nostri fornitori, per sostenere le comunità e le persone, anche attraverso campagne e promozioni che puntano a incrementare le occasioni di convenienza. Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto. Inoltre, essere parte di un gruppo internazionale come SPAR Austria rappresenta un vantaggio competitivo che si riflette anche nella gestione degli assortimenti. In un contesto di incertezza come quello attuale, filiera ed economie di scala sono dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi. In questo modo vogliamo dare un sostegno concreto per mitigare l’effetto del caro-vita sulle famiglie, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che è il fulcro della nostra strategia di sviluppo in un’ottica di sostenibilità e vicinanza.
Inflazione. Le iniziative per sostenere i consumatori alle prese con i rincariTre domande ad Arianna Zoccarato, Responsabile PL di Aspiag Service Rapporto tra primo prezzo e qualità Arianna Zoccarato, Responsabile PL
Over64 con l’obiettivo di un invecchiamento sano e attivo. Un osservatorio nazionale monitora dal 2016 lo stato di salute degli anziani raccogliendo i dati, anche a livello regionale e locale con il coinvolgimento di 18 regioni e 86 Aziende sanitarie, con la finalità di far percorrere “Passi d’Argento” sereni e nel benessere agli anziani che sono sempre più numerosi e sempre più rappresentano una risorsa per le loro famiglie e l’intera comunità.
A Treviso i dati raccolti sono stati presentati a inizio marzo a tutti i sindaci del territorio compreso nell’Ulss 2 Marca trevigiana, ne è stato disegnato un quadro dello stato di salute delle persone dai 65 anni in su per valutare e programmare azioni di miglioramento di benessere e qualità di vita.
Nel territorio in questione l’edizione 2022 di Passi d’Argento ha visto impegnati in un lavoro di rete i Servizi sociali ed Epidemiologia dell’Ulss 2, le amministrazioni comunali e i loro Servizi sociali, i centri di servizi, le associazioni di volontariato e i sindacati.
In provincia di Treviso vivono 200.000 persone con più di 64 anni, il 23% della popolazione, che diventeranno 300.000 tra 15 anni e che già oggi per i 2/3 della nostra spesa sanitaria riguardano gli over 64.
Grazie al lavoro di un centinaio di volontari sono state intervistate 1872 persone (il miglior risultato in Italia) che hanno risposto a un questionario di 80 domande riguardanti la qualità della vita, l’autonomia nelle attività quotidiane, i fattori di rischio comportamentali, le patologie croniche, la depressione, l’aiuto ricevuto da familiari e comunità, la capacità di accesso alle cure, la sicurezza domestica e di quartiere, la situazione socioeconomica, il sostegno fornito dalle persone più anziane a famiglia e collettività.
Prosegue alla pag. seguente
I risultati dell’indagine sullo stato di salute degli anziani
In occasione della Giornata di sensibilizzazione, lo scorso 4 marzo, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin illustra i risultati raggiunti
Veneto il 77% delle ragazze nate tra il 1996 ed il 2009 ha aderito alla proposta vaccinale contro il papilloma virus (HPV) ed il 74% ha già completato il ciclo vaccinale; quanto ai ragazzi, di coloro che sono nati tra il 2004 e il 2009 ha aderito il 72% e ha già completato il ciclo vaccinale il 66%.
Nel 2021 nella Regione Veneto sono state invitate allo screening della cervice più di 323.000 donne, hanno aderito circa in 169.000. Nello stesso anno, in circa 5.700 donne sono stati effettuati degli approfondimenti di secondo livello e nel 13% di tali donne è stata identificata una lesione precancerosa.
Grazie all’impegno delle Aziende sanitarie l’attività dei programmi di screening è tornata ai livelli pre-pandemici.
“L’HPV - ricorda l’assessore - è la causa più frequente di infezione trasmessa per via sessuale. L’HPV non è un’infezione che colpisce esclusivamente la salute della donna ma riguarda anche quella dell’uomo. Nel Veneto esistono efficaci strumenti di prevenzione che possono aiutarci a debellare la malattia. Siamo tra le prime regioni in Italia ad aver dato vita a percorsi di vaccinazioni mirate per fasce d’età, dedicati non solo alle donne, che hanno visto una massiccia adesione”.
Esistono oltre 100 tipi di papillomavirus, differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri rappresentano la principale causa del tumore al collo dell’utero, ma sono responsabili anche di alcuni tumori in altre sedi, come vulva, vagina,
pene, ano e oro-faringe. Il tumore al collo dell’utero è la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile all’infezione da HPV e, quindi, eliminabile attraverso una efficace strategia basata sulle vaccinazioni e sulla diagnosi precoce con lo screening per il tumore della cervice uterina.
La vaccinazione gratuita contro l’HPV è raccomandata ed accessibile per le ragazze e ragazzi a partire dagli 11 di età, per soggetti che risultano a maggior rischio di lesioni correlate all’HPV.
I tecnici della sanità regionale fanno presente che l’uso del preservativo non elimina il rischio di trasmissione. Perciò il vaccino deve essere somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale e viene offerto ai ragazzi e alle ragazze.
Lo screening ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione. E’ gratuito per tutte le donne residenti in Veneto dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale contro l’HPV, e fino ai 64 anni. Lo screening prevede come test di primo livello il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV; il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni.
Qualora la donna risultasse positiva ai test di primo livello, sono previsti altri esami strumentali di secondo e terzo livello utili alla diagnosi precoce.
In provincia di Treviso vivono 200.000 persone con più di 64 anni, il 23% della popolazione, che diventeranno 300.000 tra 15 anni e che già oggi per i 2/3 della nostra spesa sanitaria riguardano gli over 64: grazie al lavoro di un centinaio di volontari sono state intervistate 1872 persone che hanno risposto a un questionario di 80 domande riguardanti attività quotidiane e stati psicologici. Condizioni sociali. Il 23% degli over 64 vive da solo (circa 46.000 persone); il 30% lamenta difficoltà economiche (circa 60.000) e il 15% ha visto diminuire il suo reddito rispetto al 2021; il 43% ha un basso titolo di studio; il 9% si sente poco sicuro dove vive. L’8,2% (circa 17.000 persone) non scambia quattro chiacchiere con nessuno. Anche l’isolamento è associato soprattutto alla condizione di disabilità e cresce con il diminuire del reddito (16%) e del livello di istruzione (11%).
Lo stato di salute e le malattie croniche. La maggior parte delle persone intervistate riferisce di sentirsi in buona salute, solo il 9% (circa 18.000) dice di stare male o molto male. Una percentuale che aumenta con l’età (diventa il 23% tra chi ha più di 85 anni), ma è più diffusa anche tra chi lamenta difficoltà economiche (31%) e tra chi ha un titolo di studio più basso (12%). Una condizione che limita la salute delle persone più anziane è la presenza contemporanea di più malattie croniche: circa 14.000 over 64 ne hanno di più di tre; anche questa situazione è presente maggiormente tra persone a basso reddito e bassa istruzione.
In particolare la presenza di importanti sintomi di depressione riguarda circa 16.000 persone tra le quali 1 su 4 non chiede aiuto a nessuno per avere un sollievo da questo problema.
Fragilità e disabilità. La perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana è il fattore determinante per la perdita di qualità di vita delle persone: riuscire a ritardare questo evento è uno dei compiti principali dei servizi socio-sanitari. Tra le persone intervistate (tutte non istituzionalizzate) il 13% (circa 26.000 persone) era in condizione di fragilità (autonomo nelle attività di base, ma non in quelle “strumentali” come far la spesa o prendere le medicine) e l’11% disabile (cioè non autonomo nelle attività basali come lavarsi, vestirsi...).
Cadute. Sono un importante fattore di rischio per la perdita di autonomia: il 21% è caduto negli ultimi 12 mesi (circa 42.000 persone). Di questi circa il 16% ha riportato fratture e circa 1 su 3 ha dovuto ricorrere a cure mediche. Tra i disabili la frazione di chi è caduto sale al 36%. Aiuto ricevuto. L’accudimento delle persone fragili o disabili è ancora in gran parte deputato alle famiglie o comunque alla cerchia amicale: quasi tutti (86,5%) gli anziani non autonomi ricevono aiuto dai propri familiari; Il 21% ha una badante e un 15% riceve aiuto da conoscenti.
Cure. Circa il 36% degli anziani fa uso di almeno 4 farmaci la settimana: in un caso su cinque le modalità di assunzione di questi sono state ricontrollate negli ultimi 3 mesi dal medico di base. Sempre negli ultimi 3 mesi il 54% è stato visitato almeno una volta. Nell’ultimo il 13% è stato ricoverato in ospedale e l’1% in RSA.
Aiuto agli altri. In provincia di Treviso circa 92.000 persone con più di 64 anni hanno aiutato gli altri e di questi circa 68.000 lo ha fatto spesso. Vengono accuditi soprattutto non conviventi (lo fa il 37,6%), ma anche conviventi (30%) e circa 1 over 64 su 4 fa volontariato attivo.
Università di Padova. Lo studio condotto dai ricercatori dello Ior e del Vimm
Guidati dal professor Alimonti gli studiosi sono riusciti a far luce sulle modalità con cui le cellule tumorali agiscono sui neutrofili, il 70% dei globuli bianchi coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni
Uno studio fa luce sulla modalità con cui le cellule tumorali interagiscono con il sistema immunitario e apre nuove strade per prevenire o ritardare alcune malattie oltre al cancro legate all’età, come l’Alzheimer e il Parkinson.
I ricercatori dello Istituto Oncologico di Ricerca e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (Vimm), guidati dal Professor Andrea Alimonti, oncologo di fama internazionale e che del Vimm è Principal Investigator, grazie al supporto del premio “Prostate Cancer Foundation 2019 SPGFZE-PCF Challenge Award” assegnato allo stesso Alimonti e del “ 2019 Merck & AstraZeneca-PCF Young Investigator Award” vinto da Arianna Calcinotto, hanno infatti identificato, con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Padova, un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia che coinvolge i neutrofili.
I neutrofili rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano e sono principalmente coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni.
Grazie alla produzione di sostanze specifiche, i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti “immunosoppressivi”, in quanto in grado di bloccare il
nostro sistema di difesa favorendo la crescita tumorale e la resistenza ai trattamenti farmacologici. Questo meccanismo era già stato dimostrato in buona parte nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato ad una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi ad una sopravvivenza più corta dei pazienti.
Per questa ragione molti gruppi di ricerca stanno esplorando nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore.
Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve; grazie a questo studio, pubblicato sulla prestigiosa pubblicazione scientifica “Cancer
Cell”, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di neutrofili che può persistere a lungo nel microambiente tumorale e che è in grado di bloccare in modo ancora più importante il nostro sistema naturale di difesa antitumorale rispetto a quanto fatto dal resto dei neutrofili immunosoppressivi.
Questi neutrofili invecchiati sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie. In tal modo sarà possibile individuare un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle difese immunitarie del nostro organismo e fanno intravvedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti.
“I nostri risultati rappresentano una scoperta significativa, che fa luce su come le cellule tumorali interagiscano con il sistema immunitario a livello molecolare”, ha dichiarato Nicolò Bancaro, primo autore della pubblicazione.
“Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario con gli immunosenolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro” ha aggiunto il Professor Andrea Alimonti.
Ulss 3 Serenissima, Silvia Pini è la prima donna a guidare un reparto di Ortopedia in Veneto
La dottoressa Silvia Pini è la prima donna a capo di un reparto di Ortopedia in Veneto. La terza in Italia. Dal primo marzo è il nuovo primario ortopedico dell’ospedale di Dolo, in provincia di Venezia, dell’Ulss 3 Serenissima.
“Sogno il giorno in cui questa non sarà più una notizia - dice -. Il giorno in cui, e con questa nomina quel giorno per me è arrivato, in quanto donna non devo dimostrare niente a nessuno. Quando le donne perdono tempo a cercare di dimostrare quello che valgono in più rispetto agli uomini, hanno già perso.
Io mi impegno a fare il mio lavoro, a dare quello che ho e che so. Il genere non è nè una marcia in più, né in meno. La cosa che manca ora, nella mia branca specialistica, è l’esempio di altre donne ai vertici. Sarà più semplice per le donne che verranno dopo, avranno una strada finalmente già battuta”.
È nata a Monza, cresciuta a Mogliano Veneto e vive a Padova.
“Sono stata attratta dalla medicina perché mi incuriosiva il funzionamento del corpo umano e di come siamo fatti. Volevo capire com’era - racconta
-. E l’ortopedia è una delle branche chirurgiche più vaste: i distretti chirurgici sono tantissimi, riguardano
differenti parti del corpo e si può avere a che fare con tutte le età, da quella pediatrica all’ultracentenaria. È una chirurgia funzionale, pragmatica: ad ogni problema si cerca una soluzione pratica. Per non parlare della vastità di strumentazione all’avanguardia che qui a Dolo abbiamo a disposizione: le nuove tecnologie in ortopedia e in traumatologia sono in continua evoluzione”.
Prima di approdare alla guida dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale dolese, ha studiato Medicina e chirurgia all’università di Padova dove ha anche conseguito la specialità di Ortopedia e traumatologia. Ha svolto un periodo di attività presso l’ospedale la Timone di Marsiglia, diretta all’epoca dal prof. Bollini, e approfondito una parte di ortopedia pediatrica. I suoi interessi e la formazione sono sempre stati rivolti alla protesica di anca e alle revisioni complesse. Dopo aver lavorato per dodici anni presso l’ospedale di Dolo in Ortopedia e traumatologia, ha prestato servizio al Cto di Camposampiero, dove ha potuto ulteriormente approfondire le problematiche legate alla traumatologia e, in particolare, gestire interventi di protesizzazione complessi su esiti di fratture di bacino e chirurgia di revisione.
Ingredienti per 4 persone:
- 300 g circa di riso per risotto
- 1 vaso di asparagi bianchi lessati al naturale DELSANTO
- 125 g di mascarpone
- 800 ml circa di brodo vegetale
- Q.B. sale
- Q.B. pepe nero
- Q.B. olio evo
- Q.B. formaggio grattuggiato
- Q.B. prezzemolo tritato
Preparate il brodo vegetale: il classico è carote-cipolla-sedano a dadini, sale e pepe, cotto in abbondante acqua per circa un’ora. A piacere potete usare quello in polvere bio disponibile in commercio. Estraete gli asparagi dal vaso avendo cura di tenere da parte il liquido. Tagliate gli asparagi a pezzetti e riservate alcune punte per guarnire i piatti. In una casseruola mettete un filo d’olio e tostate il riso per pochi minuti. Cominciate ad aggiungere prima il liquido del vaso di asparagi (dato che gli asparagi sono stati cotti nel vaso e ne contiene il sapore) e un mestolo di brodo vegetale un po’ alla volta mescolando, aggiungendone mano a mano che si assorbe, portandolo quasi a cottura. Aggiungente gli asparagi a pezzetti e finite la cottura del riso. A cottura ultimata spegnete il fuoco e aggiungente il mascarpone, del formaggio grattugiato, il prezzemolo tritato e mescolate per bene. Lasciate riposare per un paio di minuti in modo che il tutto si amalgami bene. Distribuite nei piatti: a piacere potete aggiungere le punte di asparagi, accompagnato da formaggio grattugiato a parte. L’idea in più: se volete ottenere un composto più cremoso potete frullare prima i pezzetti di asparagi con il mascarpone ed aggiungete poi il tutto al risotto.
Il risotto con asparagi bianchi e mascarpone è un primo piatto delicatissimo e raffinato, dall’equilibrato sapore dolce-amaro. Da servire spolverizzato con prezzemolo e guarnito con le punte degli asparagi.