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di Cavarzere
APRILE 2021
Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n.61
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Concorsi a Premi
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Centro ricreativo, ora si cerca un gestore Pronto il bando: il progetto di gestione dovrà dare risposta ai bisogni di aggregazione culturale e ricreativa
servizio a pag 9
LA RICHIESTA
I genitori: “Si riapra il parco” AMMINISTRATIVE
Lega e Fratelli d’Italia insieme alle elezioni IMPIANTO A BIOGAS
“La Regione prenda posizione” ALL’IPAB DANIELATO
La finestra degli abbracci durante le visite DA CONA A NAPOLI
Un’amicizia su fb diventa una tesi di laurea PIANO DI RIPRESA
Il Veneto alza la voce, Calzavara: “Rivendico il ruolo della Regione
La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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ntere categorie produttive stanno vivendo la loro seconda primavera di restrizioni. Aziende, imprenditori e lavoratori che attendono solo di poter ripartire, molti dopo un anno di stop forzato. Ci sono i mondi della ristorazione, degli eventi, i lavoratori dello spettacolo e della moda, delle palestre e delle piscine. Una schiera alla quale sono stati chiesti sacrifici immani, a fronte di aiuti risicati. segue a pag 5
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Facciamo il punto
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La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Sos, i genitori chiedono di riaprire il Parco in via Aldo Moro I
n questo periodo di pandemia ancora affermata si sente spesso parlare di zone di vari colori, restrizioni, sanzioni, scuole chiuse, DaD, ma allo svago dei più piccoli chi ci pensa? È questa la problematica che vari cittadini di Cavarzere ma soprattutto vari genitori stanno portando alla luce. Il discorso sollevato si riferisce in particolare al parco che si trova in via Aldo Moro. Il parco, chiuso per dei lavori di ristrutturazione interni, è l’unico a Cavarzere creato per trascorrere dei pomeriggi in piena tranquillità in mezzo alla natura; circondato da tantissimi alberi offre ai bambini la possibilità di giocare spensierati sulle giostrine. Due calci a un pallone, una gara a chi primo arriva all’altalena, il gioco del nascondino sono solo alcune delle attività che i bimbi erano soliti fare.“I nostri bambini sono stanchi di stare sempre a casa - afferma una mamma - ed anche per noi la situazione sta diventando difficile da gestire”. I genitori, infatti, erano molto felici del fatto che i propri figli chiedessero di andare al parco cercando così di distaccarsi da pc e tablet che sono molto presenti nelle loro giornate a causa della didattica a distanza. “Non ci sono molte giostrine ma loro si accontentano di poco” continua la signora, ribadendo il fatto che i bambini sono stati sempre rispettosi delle regole e che anche all’aperto hanno utilizzato la mascherina per giocare insieme. Le regole, infatti, sono sempre state imposte dai genitori che, a loro volta, rispettavano il distanziamento sociale previsto dalla normativa. Un ulteriore problema emerso da alcuni cavarzerani è la poca manutenzione che in questo parco ormai scarseggia da tempo.“Uno dei cancelli sta per cadere da due anni e non è ancora stato aggiustato” “Cade a pezzi, chissà quanto tempo ci vuole per sistemarlo”, “Qualcuno faccia qualcosa” sono solo alcuni dei commenti che si leggono sui social dedicati a Cavarzere. In questo momento la richiesta principale degli adulti è quella di aprire il parco e di garantire la sicurezza al suo interno. I ragazzi e i bambini sono già stati privati di molto: uno spazio sicuro solo per loro, consono alle loro minime esigenze di gioco e necessario per la loro crescita sarebbe l’ideale per tornare alla normalità.
“In tempo di pandemia può essere un luogo sano per i nostri figli”
Mentre la campagna vaccinale prosegue a strattoni, tra continui stop and go, promesse e dubbi, allarmi e annunci, in questo primo quadrimestre del 2021 molti, moltissimi lavoratori e imprenditori sono stati costretti a rimanere alla finestra, a chiudere, a fermarsi ancora, oppure a non ripartire per nulla, come chi è bloccato ormai da più di un anno. Hanno dovuto misurarsi con i bilanci da far quadrare in ogni caso, con i posti di lavoro da salvaguardare, la necessità di programmare un futuro che ancora deve concretizzarsi ma che va comunque programmato. A loro è stato chiesto, per lunghi, lunghissimi mesi, di resistere. Di attende. Di sperare. Finora non hanno certezze, se non quella dei sacrifici affrontati dall’inizio della pandemia. Gli aiuti - chiamiamoli pure ristori o sostegni, poco cambia - si sono rivelati, fino a questo momento un debole rimedio, per molti una vera e propria delusione. C’è chi è sceso in piazza, chi ha aperto per protesta, chi ha chiesto a gran voce di non continuare ad essere dimenticato. Qualcuno ha dovuto anche gettare la spugna. “Fateci lavorare”, è il coro che si alza unanime nella certezza di poter avere tutte le carte in regola e le potenzialità per garantire una riapertura in sicurezza, nell’affrontare una stagione che ci porterà fuori dall’emergenza. Ciò che non è mai venuto meno, in questi mesi, è stata la forza d’animo, la tensione che precede lo scatto, accompagnata dalla creatività e dall’inventiva. Ci sono negozi e attività che anche durante il periodo di chiusura hanno trovato il modo di mantenere il contatto con i propri clienti attraverso incontri on line o eventi social, oppure palestre che hanno reinventato la loro programmazione all’aperto, realtà sportive che hanno trovato forme alternative di allenamento, promotori di eventi che non hanno mai spezzato il filo che li unisce al loro pubblico. Esempi, storie di tenacia e forza d’animo, di idee e di coraggio, che cerchiamo di raccontare anche da queste pagine e sui nostri canali web. Un ringraziamento è doveroso a chi continua a resistere ed è pronto a ripartire.
Benedetta Cesaro
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è un marchio proprietà di
Srl
È un periodico formato da 20 edizioni locali mensilmente recapitato a 373.576 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge le zone di Cavarzere e Cona per un numero complessivo di 7.007 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< >www.lapiazzaweb.it<
Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Ornella Jovane >redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione l’8 aprile 2021
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Elezioni. Lega e Fratelli d’Italia insieme alle amministrative
Siglato il primo importante accordo per unificare il centrodestra C
on molto orgoglio, e a valle di una fitta serie di incontri che da mesi vedono impegnate le segreterie politiche e gli esponenti rappresentativi del centro-destra, il Segretario della Lega Cavarzerana, Marco Grandi, e la coordinatrice di Fratelli d’Italia, Michela Folli, annunciano l’intesa raggiunta dai rispettivi partiti per le prossime elezioni amministrative comunali. “E’ l’esito di un percorso naturale che ha visto le due compagini politiche avvicinarsi molto nel quinquennio appena passato, condividendo ideali comuni e un progetto politico locale che ha portato alla condivisione della candidatura a Sindaco di Pierfrancesco Munari, attuale capogruppo della Lega in Consiglio comunale”. Grandi e Folli sono unanimi nell’evidenziare la portata di questo accordo e l’impatto positivo che potrà dare per una accelerazione importante nel chiudere in tempi brevi la partita con tutte le anime del centrodestra; proseguono infatti gli incontri con le altre segreterie e con gli esponenti della attuale minoranza per arrivare alla definitiva convergenza sui punti programmatici da presentare alla cittadinanza e definire gli ultimi dettagli dell’accordo politico. “Siamo confidenti che arriveremo a presentarci agli elettori con un’unica lista rappresentativa del centrodestra, popolata da persone volenterose e competenti che possano risollevare Cavarzere dagli abissi, continuano Grandi e Folli, rimarcando “l’inadeguatezza dell’attuale amministrazione che in questi ultimi mesi, ancor di più, sembra sparita lasciando definitivamente allo sbando un territorio devastato da 10 anni di cattiva am-
ministrazione targata Tommasi e sinistra”. “Il tessuto economico sociale è in grave crisi, i servizi sono allo sbando soprattutto per la nostra popolazione anziana, i giovani non hanno alcuna prospettiva e alcun incentivo a ripopolare e frequentare Cavarzere”- tuonano i segretari- e l’amministrazione non ha fatto e non sta facendo nulla se non aspettare tragicamente il decorso del tempo e sperperare in questi ultimi mesi risorse per qualche intervento puramente da campagna elettorale. Sicuramente la stabilizzazione dei servizi della Cittadella Socio Sanitaria, l’avvio dell’iter del processo di fusione con il comune di Cona, il piano “Marshall” per la residenza popolare, il tema sicurezza e la lotta al degrado cittadino saranno dei temi fondamentali che troveranno spazio nel programma elettorale condiviso, in corso di stesura e che in breve tempo presenteremo agli elettori. Abbiamo ottenuto pieno mandato e l’avvallo dei nostri rispettivi segretari provinciali, il vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello per la Lega e il consigliere comunale di Jesolo Lucas Pavanetto per Fratelli d’Italia, che hanno ben compreso la bontà del progetto per il rilancio di Cavarzere e che hanno garantito il massimo supporto per avere sempre un canale diretto con la Regione, avere a disposizione del territorio gli amministratori competenti ed essere presenti ai tavoli dove si decidono le sorti del nostro territorio, quei tavoli sempre preclusi o disertati dall’attuale amministrazione. Pur essendo slitatta la data delle elezioni a dopo l’estate a causa
della pandemia - chiosano i segretari – abbiamo voluto dare sin da ora un segnale forte di unione di intenti al fine di farci trovare pronti per la prossima sfida elettorale. Sono già in programma delle uscite congiunte delle due compagini politiche nel territorio per ascoltare la cittadinanza ed esporre i punti programmatici, sempre nel pieno rispetto delle prescrizioni vigenti e si aspettano gli sviluppi sanitari per la programmazione della campagna elettorale”. Michela Folli e Piefrancesco Munari
Gaia Ferrarese
Vendita alloggi Erp, Riccardo Tosello (FI): “Operazione che sostenevo fin da quando ero assessore” “Le notizie di queste settimane mi hanno reso felice perché sono state soddisfatte alcune delle indicazioni che in tempi non sospetti sollecitavo riguardo alla vendita del patrimonio immobiliare del Comune di Cavarzere, in particolare degli alloggi Erp” esordisce con queste parole il responsabile politico di Forza Italia Cavarzere, Riccardo Tosello, ricordando come sia sempre stato, fin dai tempi in cui era assessore al Bilancio, 15 anni fa, promotore di questa iniziativa. Eppure qualche perplessità esiste. “Sono critico – afferma Tosello - quando vedo queste operazioni di marketing durante la fase delle elezioni e, come sempre, c’è qualcuno che vuole prendersene il merito”. “Alla nuova Giunta (mi auguro di centrodestra) spetterà il compito di gestire i fondi della vendita degli 80 alloggi Erp (stimati in 1.760.000,00 di euro) – osserva - nonché usufruire degli ulteriori 520.000 euro assegnati al Comune di Cavarzere da parte della Città Metropolitana di Venezia su interessamento del delegato del sindaco Brugnaro, il nostro forzista Saverio Centenario”.
Sulla vendita degli alloggi si aprono quindi varie considerazioni, a partire dal prezzo, per Tosello troppo elevato. “Il compito dell’amministrazione – afferma - è di incentivare le residenze locali, va da sé che bisogna creare le occasioni di una effettiva convenienza. L’auspicio, inoltre, è che il Comune metta in atto un servizio finanziario di sostegno ai costi dei mutui, com’è stato fatto altrove”. “Sarebbe opportuno, infine, che i soldi introitati dalle vendite e/o provenienti dallo Stato e/o dalla Città Metropolitana per finalità Erp fossero dirottati in parte per la manutenzione degli alloggi, comprese anche le aree comuni e i piazzali asserviti ai residenti, e parte per le nuove costruzioni”. Tosello guarda quindi alle prossime elezioni, lanciando nuovi segnali d’intesa alle altre forze di centrodestra. “Mi auguro che il futuro del governo cittadino sia di centrodestra, a cui Forza Italia appartiene di diritto, condividendo con i partner soluzioni di sviluppo industriale, e sappia ritrovare cittadini volenterosi e soddisfatti della propria rappresentanza politica”.
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Impianto a biometano. Il consigliere regionale dem Jonatan Montanariello
“La Regione prenda posizione: non s’ha da fare” “Ci troviamo di fronte a consumo di suolo agricolo, inquinamento atmosferico, fonte non rinnovabile: non c’è motivo per autorizzarlo”
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o all’impianto di biometano a Ca’ Venier a Cavarzere. Accanto al Comune di Cavarzere con il sindaco Henry Tommasi si schiera anche il consigliere regionale del Pd, Jonatan Montanariello, che è vicepresidente della commissione Ambiente e Urbanistica a Palazzo Ferro Fini. La richiesta è esplicita. “Ci troviamo di fronte – osserva Montanariello - a consumo di suolo agricolo, inquinamento atmosferico, fonte non rinnovabile: sulla carta non c’è un motivo valido per autorizzare il nuovo impianto per la produzione di biometano a Cavarzere, a ridosso delle abitazioni con potenziali conseguenze per la salute dei cittadini. Per questo chiediamo alla Regione di prendere ufficialmente posi-
zione, tenendo anche conto della contrarietà dell’amministrazione comunale e delle osservazioni dell’Ulss 3. Un via libera sarebbe incomprensibile”. Montanariello va all’attacco sull’impianto che dovrebbe sorgere a Ca’ Venier, supportato dal sindaco Henri Tommasi, e lo fa rivolgendosi direttamente al presidente Zaia con un’interrogazione a risposta scritta. La critica è al progetto e su rilievi specifici. “È un progetto- spiega - che deve essere accantonato, non convince nessuno tranne la ditta proponente. Il mese scorso si è svolta la Conferenza decisoria in forma sincrona a cui hanno partecipato i rappresentanti di Comune, Regione e Arpav. L’amministrazione Tommasi ha
Jonatan Montanariello
messo nero su bianco tutta una serie di criticità: è in contrasto con l’attuale pianificazione, il mancato assoggettamento alla Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) non è motivato con sufficiente chiarezza e lo studio di impatto veicolare non è adeguatamente approfondito”. “Se questo non bastasse - insiste il consigliere dem veneziano - c’è anche il parere del Dipar-
timento Prevenzione dell’Ulss 3 secondo cui un impianto del genere, configurato come industria insalubre di prima classe, dovrebbe collocarsi lontano da centri abitati. Ma non solo: viene cancellato altro suolo agricolo, aumentando la superficie impermeabilizzata. Sempre l’Ulss sottolinea come lo studio delle emissioni in atmosfera sia parziale, escludendo ad esempio
l’impatto delle polveri totali”. Dure le conclusioni finali. “Di fronte alle risoluzioni approvate in consiglio – conclude Montanariello - con l’impegno a puntare su energia da fonti rinnovabili non inquinanti, disincentivando quella da fonti che producono importanti quantità di particolato, la Regione ne prenda atto, sia coerente e lo blocchi”. Alessandro Abbadir
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Ex Macello. Dopo il taglio del nastro la pubblicazione del bando
Si cerca l’associazione per gestire il centro P
ronto a entrare nel vivo, appena la situazione Covid lo consentirà, il centro ricreativo all’ex macello di Cavarzere, un luogo nato e pensato per essere incontro tra generazioni. Dopo il taglio del nastro di qualche settimana fa, ora il Comune è impegnato a consentire la piena operatività con l’individuazione di un gestore. Il bando – aperto a tutte le associazioni ricreative, culturali e sportive senza scopo di lucro - è stato ufficialmente reso pubblico dalla giunta pochi giorni fa ed è finalizzato “a ricevere manifestazioni di interesse per il Comune di Cavarzere, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, tutela dell’ambiente”. Il progetto di gestione del centro dovrà “dare risposta ai bisogni di aggregazione culturale, ricreativa, di orientamento e informazione dei vari soggetti coinvolti”. Chiari gli obiettivi dell’amministrazione: promuovere la partecipazione di anziani, giovani e minori; favorire tra i giovani i processi di socializzazione fra pari e fra il giovane e l’anziano, creando specifiche opportunità d’incontro; attivare le risorse locali per rispondere alle esigenze e agli interessi espressi dalla popolazione anziana e giovanile. E ancora: costituire un punto di osservazione privilegiato sull’evoluzione della condizione e delle problematiche legate al mondo giovanile, rilevando costantemente i bisogni emergenti e le risorse esistenti nella
Il progetto di gestione del centro dovrà “dare risposta ai bisogni di aggregazione culturale, ricreativa, di orientamento e informazione dei vari soggetti coinvolti”
Un momento dell’inaugurazione del centro ricreativo
popolazione giovanile di riferimento; arricchire di contenuti l’attuale offerta di servizi del Centro, ricercando attivamente il coinvolgimento e la collaborazione dei soggetti istituzionali e delle associazioni attive sul territorio nei diversi settori; promuovere la cultura del benessere tra la popolazione giovanile di Cavarzere e accrescere la consapevolezza e la sensibilità verso le problematiche della dipendenza tramite la realizzazione di un progetto specifico. Infine, il gestore dovrà promuovere l’interazione multietnica e il dialogo interculturale nella popolazione di Cavarzere ed esperienze collettive di Smart Working”. “Accanto alla funzione aggregativa, il centro si qualifica come luogo e occasione di programmazione e realizzazione di attività creative, ricreative, sportive e di animazione (laboratori, feste, eventi comunitari, tornei) – scrive il Comune nel bando -. Attraverso la sua of-
ferta di servizi e gli spazi di accoglienza, si pone anche come luogo di ascolto, per aiutare gli anziani a ritrovare un ruolo attivo all’interno della comunità e per aiutare i ragazzi, gli adolescenti ed i giovani a divenire protagonisti dei loro percorsi di crescita e come luogo privilegiato di osservazione sui giovani”. Il servizio, inoltre, dovrà offrire “proposte di aggregazione differenziate in relazione alle diverse fasce d’età, operare in una prospettiva di integrazione tra le proposte presenti sul territorio con l’obiettivo di contribuire a sviluppare una rete diffusa di opportunità per la popolazione, stimolando la partecipazione ed il contributo delle famiglie e più in generale della comunità locale”. Le domande di partecipazione dovranno pervenire all’indirizzo comune@pec.comune. cavarzere.ve.it. La gestione avrà durata dalla data della stipula del contratto fino al 31.10.2025. Giorgia Gay
Scuola Lombardini. Soppressione della classe prima, il Comune mette a disposizione il trasporto gratis Dopo la lettera aperta di alcuni genitori della scuola primaria Lombardini per esprimere il loro disappunto sulla soppressione della prima classe per l’anno scolastico 2021-22, il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi risponde alle critiche ricordando che “l’amministrazione non c’entra nulla per quanto riguarda la formazione delle classi. Ma se dovesse venire meno la prima classe e i bambini dovessero essere spostati in un’altra scuola, abbiamo già dato l’assenso a fornire il servizio di trasporto scolastico gratuito”.
“Ricordo poi - prosegue il sindaco - che tra i bambini della prima classe della Lombardini, solo uno abitava, mentre tutti gli altri avrebbero già usufruito del pulmino a pagamento. Noi, però, abbiamo accettato che venga reso gratuito. Aggiungo che provvederemo a renderlo gratuito anche per i bambini che sono stati spostati in altri plessi per garantire il distanziamento previsto dalle norme anti Covid, per equità”. “Torno a ripetere: noi non possiamo imporre a una famiglia di iscrivere il bambino in una scuo-
la rispetto a un’altra - aggiunge Tommasi -. La Lombardini è una scuola molto grande, con molti bambini, e che di solito è molto gettonata. Quest’anno però purtroppo la prima classe è stata più sfortunata, ma questo non toglie che nei prossimi anni tornerà a esserci la prima”. E conclude: “Tengo a sottolineare anche che la colpa non può essere attribuita alla dirigente scolastica: in queste circostanze non è certamente lei che decide se una classe può formarsi o meno ma deve recepire le disposizioni che sono molto chiare “. (g.f.)
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Lavori sulla Romea. Tommasi replica alle accuse di Dolfin
“Nessuno ci ha mai interpellato. Qui si è sempre investito poco per la viabilità” “M
iopi i sindaci di Cavarzere e Adria, intervenga il prefetto a consentire i cartelli stradali”. È il commento del consigliere regionale e comunale a Chioggia Marco Dolfin in merito al cantiere sulla Romea: “Servono movieri, e soprattutto aumentare il numero dei segnali stradali. Siamo davanti a una cosa assurda e tragicomica: vediamo Cavarzere e Adria che si oppongono al transito su strade che non sono neanche di loro competenza”. L’accusa ai due sindaci è di “essere miopi sul cercare di aiutare chi si trova in grossa difficoltà tenendo inoltre oscurati i cartelli di deviazione che non obbligano nessuno a transitare per altre strade, ma rappresentano dei suggerimenti”. Parole queste che non sono piaciute al sindaco di Cavarzere Henri Tommasi: “Forse questo consigliere non conosce la realtà dei fatti e non conosce il territorio. Noi purtroppo non abbiamo una Romea che passa vicino, siamo in una situazione di isolamento: abbiamo solo una strada molto piccola, che è la Piovese, di difficile percorrenza, costellata da tantissimi ponti, tra i quali molti sono vecchi. Questa strada passa proprio a ridosso del centro storico”. Tommasi precisa quindi che “non è ostruzionismo da parte del nostro Comune. Il problema è a monte: la Regione mai ha investito sul nostro territorio per quanto riguarda la viabilità, anche se noi abbiamo messo in evidenza in più circostanze che siamo isolati e che la situazione potrebbe peggiorare se i nostri ponti avessero dei problemi”. Tommasi recrimina inoltre il mancato coinvolgimento: “Noi abbiamo saputo della cosa vedendo i cartelli, nessuno ci ha mai interpellato. Dovevano trovare una soluzione che è molto semplice: fare la deviazione in autostrada per i camion, a monte, perché altre strade interne percorribili non ci sono. La nostra strada non ha la possibilità di far transitare la Romea, oltre che la Piovese. Siccome sanno che questa è la situazione, hanno messo una deviazione consigliata, per poi capire che era sbagliata e quindi l’hanno tolta. È ovvio poi che i camion che vanno a Chioggia continueranno per la Romea, ma tutti gli altri, che hanno una percentuale maggiore, dovranno percorrere l’autostrada”. “Siamo arrivati a questo punto perché mai la politica, torno a ri-
petere, ha mai investito in questo territorio – conclude -. Ora, però, devono capire la situazione è reale e risolvere il problema senza far sì che i singoli Comuni risultino uno contro l’altro, cosa che non è per niente vera, tant’è che mi sono sentito con il sindaco di Chioggia e l’obiettivo è quello che si arrivi alla richiesta condivisa perché la deviazione sia obbligatoria verso l’autostrada”.
Nelle foto, da sinistra Henri Tommasi e Marco Dolfin
Massimo Crepaldi va in pensione, Cavarzere lo ringrazia
Giorgia Gay
Massimo Crepaldi va in pensione, dopo una lunga attività nel territorio di Cavarzere all’interno del gruppo Veritas. Un meritato traguardo alla fine di un lungo percorso che il sindaco di Cavarzere sente di dover sottolineare, nel ringraziare a nome di tutta l’amministrazione, per l’attività svolta da Crepaldi. “Quale responsabile di zona della nota azienda che gestisce il servizio di asporto e smaltimento rifiuti nonché quello di nettezza urbana, - scrive Henri Tommasi nella sua pagina Facebook - si è distinto in questi anni per la sua professionalità e disponibilità a beneficio della nostra cittadinanza. Grazie al suo intervento sempre tempestivo e al suo senso pratico sono stati spesso risolti problemi, imprevisti ed anche qualche emergenza (come nel caso degli abbandoni di rifiuti nelle nostre campagne) sempre con sollecitudine e puntualità e garantendo un’eccellente qualità del servizio. Un servizio che in questi anni, sotto la sua guida, è sempre stato molto efficiente, come possono quotidianamente constatare i nostri cittadini”. “Ma oltre che di efficienza e disponibilità, - conclude il primo cittadino - il signor Crepaldi in questi anni ha dato ampiamente prova di passione per il suo lavoro e di amore per il nostro territorio, il nostro ambiente e la nostra città. Per questo suo modo di essere, di cui abbiamo avuto prova quasi quotidianamente, il nostro ringraziamento è ancora più sentito.
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Bilancio 2021. L’assessore Andrea Orlandin
“Un territorio che con noi ha cambiato volto” “U
n territorio che ha cambiato volto”. È il commento dell’assessore al Bilancio Andrea Orlandin nel presentare il bilancio 2021, l’ultimo dell’amministrazione Tommasi. Un’occasione per rivendicare i risultati conseguiti, sottolineando “l’asfaltatura di numerosissime strade e altri interventi come la sistemazione del tratto antistante ai carabinieri o le parti di accesso all’ex Monta Equina, o il piazzale di collegamento di via Spalato con il parcheggio del cimitero, un restyling per i parchi pubblici centrali e delle frazioni, la creazione di spazi per il fitness all’aperto, la valorizzazione della mobilità lenta ed opere importanti, tra poco a disposizione della cittadinanza, dai nuovi padiglioni della Dante Alighieri fino all’ex Monta Equina”. Interventi messi a segno, ci tiene a precisare l’assessore, senza gravare sulle tasche
dei cavarzerani “e al netto delle considerevoli manovre messe in campo dal Comune in questi anni per sostenere a sua volta il territorio. Si pensi al fatto che solo sulla Tari sono stati reinvestiti oltre un milione di euro lo scorso anno”. Nello specifico, sul fronte dei parchi pubblici Orlandin sottolinea: “Nel parco centrale si sta procedendo con l’installazione di attrazioni di pregio complete peraltro dei più moderni tappeti anti-infortunistici. L’amministrazione sta predisponendo anche una soluzione relativa alla gestione di apertura e chiusura del parco stesso”. Lavori, già previsti nel precedente bilancio, anche sulle aree verdi delle frazioni. Quanto alla mobilità lenta l’assessore annuncia che “il bilancio 2021 andrà a completare un percorso che ha visto cambiare faccia al paese, con l’investimento di ulteriori 60mila
Sopra Andrea Orlandin
euro per la creazione di uno spazio ciclo-pedonale che da via Marconi porta direttamente in centro, collegando quindi l’attuale pista ciclabile soprarginale centrale con tutto il resto delle piste ciclabili, da quella di via Regina Margherita - che ha visto un investimento di un mi-
L’ultimo documento di programmazione finanziaria dell’amministrazione Tommasi è l’occasione per rivendicare i risultati conseguiti durante la legislatura lione di euro - alla nuova Tullio Serafin, in collegamento anche con Via Dante. Solo per Dante e Tullio Serafin sono stati investiti circa 70mila euro”. Si aggiunge via Spalato, ancora via Regina Margherita, via Mazzini. In questi giorni è in fase di completamento anche il cantiere
per il rifacimento completo dei marciapiedi di via Salvadego. Nel bilancio 2021 entar anche un contributo statale di 180mila euro che sarà utilizzato per il completamento dell’ex Monta Equina e per la sistemazione della Piazzetta Mainardi”. Giorgia Gay
L’opposizione non è d’accordo: “Si vuole travisare la realtà” Ma il trionfalismo dell’amministrazione non vede d’accordo l’opposizione. “Dichiarare che Cavarzere ha cambiato volto in questi anni è un’opera di raggiro politico con la quale si vuole far travisare la realtà alla popolazione” commenta il consigliere Emanuele Pasquali. “L’assessore – aggiunge - non ha colto che forse Cavarzere ha cambiato aspetto perché non vediamo più i volti di 3mila persone che sono andate ad abitare via. Vorrei far presente - continua Pasquali - che Cavarzere e le sue fra-
zioni sono le zone della provincia di Venezia con la più alta densità di persone anziane in proporzione ai residenti. Quali politiche sociali sono state pensate per far restare i nostri giovani nei territori? Quali azioni sono state messe in campo per far sì che le nostre frazioni continuino a vivere? Perché non dire che le asfaltature sono state possibili con due mutui di 900 mila e 300 mila e che resteranno in regalo alla prossima amministrazione? Perché non ricordare che il Comune non ha partecipato al bando regionale
del 2019 rispetto alla messa in sicurezza delle proprie arterie comunali e per tale motivo non abbiamo ricevuto alcun finanziamento, per la precisione sono stati finanziati tutti i progetti al 50% dell’importo?”. Disattenzione, per Pasquali, anche per le aree verdi. E conclude: “La popolazione è ben conscia che con la maggioranza abbia toccato il punto più basso della gestione politico/amministrativa degli ultimi 30 anni e non sarà un poco di asfalto preso a prestito a far cambiare idea”. (g.g.)
A fianco Emanuele Pasquali
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Ipab Danielato. Per ridurre le distanze durante le visite dei parenti
Una finestra per gli abbracci aiuta a ritrovare il contatto diretto con i propri cari “I
l segreto dell’amore è tenersi per mano in silenzio”. Con questa frase postata sui social la Residenza Danielato comunica l’arrivo della finestra degli abbracci: uno spazio all’interno della struttura nel quale i residenti potranno ritrovare il contatto con i propri cari. Il rapporto con il mondo esterno, ma soprattutto con i familiari, manca ormai da molto e questa finestra è uno spiraglio di luce e speranza per tutti. “Ci sarebbe piaciuto allestire una stanza più grande e spaziosa” sostiene l’educatrice Laura Bellan, ma i lavori di ristrutturazione per la realizzazione della cucina interna al momento non lo hanno permesso. Così, a marzo, durante il secondo lockdown è arrivata la finestra degli abbracci. Posta al piano inferiore, è una semplice finestra nella struttura alla quale sono stati aggiunti due lunghi guanti che permettono di toccare e accarezzare gli anziani in totale sicurezza
lasciando spazio soltanto alle emozioni. Tra una visita e l’altra i guanti vengono igienizzati dal personale prima e dopo l’utilizzo e i residenti vengono accompagnati dalle varie figure professionali che facilitano la comunica-
Allestita a marzo, in forma ridotta per via dei lavori in corso, rappresenta una preziosa occasione per ospiti e familiari, per scambiarsi un po’ di affetto e coraggio, stringendosi in silenzio le mani zione tra interno ed esterno. “E’ stato un anno duro quello che abbiamo passato ma grazie alle nuove tecnologie del giorno d’oggi le mancanze si sono fatte sentire di meno” racconta la signora Luisa, residente all’Ipab Danielato da sei anni. “All’inizio eravamo molto sconfor-
tati e anche un po’ arrabbiati ma poi abbiamo tenuto duro e ce l’abbiamo fatta” continua Luisa, aiutata da una forza che ha trovato soprattutto nei suoi familiari che, tramite videochiamate e videomessaggi, le sono stati sempre vicini. “E’ stata un’emozione grandissima poter toccare di nuovo le mani di mia mamma dopo tutto questo tempo” sostiene un familiare commosso. La finestra, infatti, ha permesso di poter accarezzare la mamma stabilendo così un contatto basato prevalentemente sull’amore, l’empatia e la tenerezza. “Come in altre residenze per anziani questa invenzione, per adesso, rimane l’unico modo per avere contatti con l’esterno – racconta l’educatrice - durante l’estate passata invece sono state attuate le visite in giardino; i familiari, dopo un attento triage che prevedeva la misurazione della temperatura e la sanificazione delle mani, potevano incontrare gli anziani mantenendo le dovute distanze all’a-
ria aperta” . In questo periodo così difficile tutto acquista un significato più profondo e una carezza per gli anziani, improvvisamente privati per molto tempo dei loro affetti, diventa la cosa più semplice e pura che possono desiderare. Benedetta Cesaro
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Medici di famiglia. La dottoressa Berto subentra al collega Cecchetto
Per il momento non sarà riattivato l’ambulatorio a Rottanova È
entrata in servizio il 1° marzo la dottoressa Elisa Berto, in sostituzione del dottor Cecchetto che è andato in pensione. Ma questo non comporterà la riattivazione, almeno per ora, dell’ambulatorio di Rottanova. A mettere le cose bene in chiaro ci ha pensato il gruppo di medici di Medicina Futura, smentendo indiscrezioni nate via social. “Attualmente non ci sono le condizioni perché possa prendere servizio a Rottanova – fanno sapere i medici -. Teniamo a precisare che la sussistenza della farmacia nel paese non è in alcun modo legata alla presenza del medico, dal momento che con le ricette dematerializzate i pazienti possono recarsi in qualsiasi farmacia senza dover passare nello studio del proprio medico e quindi dipende solo dalla volontà dei cittadini di Rottanova continuare a servirsi della farmacia del paese”. Il sindaco Henri Tommasi, sollecitato sul punto, ricorda che il servizio medico non dipende dal Comune e che l’amministrazione ha fatto “di più di quello che poteva fare un’amministrazione normale: abbiamo addirittura messo a disposizione degli spazi nell’ex scuola perché potesse tenersi l’ambulatorio. Questi spazi saranno ancora disponibili per un futuro medico”. L’invito di Tommasi è soprattutto alla cit-
Nonostante le aspettative, non arriverà il medico nella frazione. Il comitato: “Perdiamo un servizio chiave per la nostra comunità”
Nella foto la dottoressa Elisa Berto
tadinanza: “Mi raccomando, noi mettiamo a disposizione i locali e qualche dottore opterà, spero, per continuare il servizio a Ca’ Nova. Ricordiamoci però che qui ci sono 1000 pazienti potenziali e cerchiamo di deviare le iscrizioni verso quel dottore, perché altrimenti se si iscrivono solo 100/200 persone sarà più difficile per il nuovo medico insediarsi”. Da parte dei cittadini la disponibilità sembra essere massima, come riferisce Graziano Garbin del comitato di Rottanova. “All’inizio di marzo sono andato a trovare la dottoressa per conoscerla e capire la situazione – spiega -. Mi ha detto che ora è prematuro parlare di un possibi-
le insediamento in frazione perché attualmente è in sostituzione per un anno e non sa se sarà confermata o meno. Dal canto mio mi sono impegnato, qualora fosse confermata lei, a capire quanti pazienti tornerebbero a Rottanova per riattivare questo servizio anche per più giorni alla settimana”. E conclude: “Per noi avere un medico in frazione è fondamentale perché è un servizio chiave della comunità, così come la farmacia che senza un medico va in sofferenza. Le medicine si possono comprare ovunque, ma se uno ha il medico a Cavarzere e sotto ha la farmacia è chiaro che si ferma lì per gli acquisti”. Gaia Ferrarese
Potenziamento degli uffici postali nelle frazioni, raccolte 1750 firme dei cittadini Si è conclusa con la sottoscrizione di 1.750 cittadini la raccolta firme per il potenziamento degli uffici postali delle frazioni attivata dal consigliere comunale Emanuele Pasquali. Una dimostrazione evidente che il problema sta a cuore a molti cittadini. E lo stesso Pasquali commenta: “Mi ha fatto male vedere i cittadini di Rottanova attendere dalle prime luci dell’alba il proprio turno davanti all’ufficio postale, rintanati nelle proprie autovetture, per ritirare la propria pensione. Per non parlare delle persone anziane di Boscochiaro, costrette ad estenuanti code per la riduzione dei giorni di apertura da 6 a 3.
Mentre per San Pietro la situazione è ancora più desolante: vedere il proprio ufficio con la serranda abbassata”. Le firme raccolte saranno ora presentate alla direzione di Venezia di Poste S.p.a. “Con la
scomparsa degli sportelli bancari nelle frazioni gli uffici sono diventati i punti di riferimento per i risparmi delle persone più anziane”. Pasquali si dice però dispiaciuto che l’appello non sia stato raccolto dalla maggioranza politica cittadina. “Mentre tutti gli altri comuni e sindaci organizzano proteste, petizioni e approvano documenti di sostegno a queste iniziative, Cavarzere come al solito si gira dall’altra parte e aspetta il suo destino vedendo diminuire i suoi servizi. Questa non era una battaglia di colore poltico… era e resta una battaglia dei cittadini e dei territori più periferici”. (g.g.)
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Cona
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Cona. Si procede con la vaccinazione degli ottantenni e degli ultraottantenni
Prenotazioni, la Protezione civile è pronta ad aiutare gli anziani” Pegolotte. Lampioni con illuminazione a led per risparmiare
P
rocedono, anche nel territorio di Cona le vaccinazioni per i cittadini ottantenni e ultraottantenni, a tal proposito abbiamo fatto il punto con il sindaco Alessandro Aggio. “Durante gli scorsi giorni ci siamo riuniti nella conferenza dei sindaci per l’organizzazione del piano vaccinale. Al momento l’attenzione è rivolta maggiormente alla fascia di età dagli 80 anni in su” informa il primo cittadino. “Per quanto riguarda il Comune di Cona siamo arrivati a vaccinare un 40% di anziani di età uguale o maggiore a 80 anni, che hanno fatto almeno una dose di vaccino, ma questo numero deve ovviamente salire, in modo da potersi approcciare successiva-
Il sindaco rassicura: “Se ci sono difficoltà nelle modalità di prenotazione siamo a disposizione per fornire aiuto” mente alle fasce piu giovani”. “Siamo in linea con il resto della provincia, - ha commentato - ma il 40% resta comunque un numero un po’ bassino. L’idea era, grazie al contributo della Protezione Civile, di mandare delle lettere alle persone a cui non è ancora stata somministrata la prima dose, invitandole a chiamare il Cup o a collegarsi al sito internet dell’Ulss, dove è stata predisposta una piattaforma per inserire i dati e prenotarsi. Nel caso di difficoltà nell’eseguire tale operazione, saranno gli operatori della Protezione Civile incaricati a fornire il supporto necessario. Ribadiamo quindi nuovamente l’invito a contattare il Cup, l’Ulss o la Protezione Civile”. Erika Masiero
Novità per quanto riguarda l’illuminazione cittadina. “In giunta comunale nei giorni scorsi abbiamo predisposto la conclusione dell’illuminazione a led nella zona di Pegolotte. Speriamo con il prossimo anno di avere su tutta la superficie comunale l’illuminazione a led, che ci porterà un risparmio, soprattutto a livello di canone, che il Comune ogni anno paga di bollette – ha annunciato il sindaco Alessandro Aggio -. Ricordiamo che con un vecchio lampione paghiamo circa 200 euro a punto luce. I risparmi saranno investiti in un ulteriore potenziamento di punti luce, come ad esempio la pista ciclabile di Cona-Conetta”. (e.m.)
Mostra sui 1600 anni di Venezia, si cercano storici locali Legato al compleanno e ai festeggiamenti per I 1600 anni di Venezia c’è un invito rivolto a tutti gli appassionati di storia che volessero partecipare alla realizzazione di una mostra. “Il 25 marzo scorso abbiamo celebrato i 1600 anni della città di Venezia, e tutto il territorio del Veneziano è stato invitato all’organizzazione di eventi culturali – ha spiegato il sindaco Alessandro Aggio -. Abbiamo intenzioni di preparare una piccola mostra. Stiamo organizzando una commissione di volontari e amici storici. Estendiamo quindi l’invito, a chiunque sia interessato a partecipare, di contribuire alla sua realizzazione scrivendo una mail a protocollo@comune. cona.ve.it”. (e.m.)
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Cona
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La testimonianza. Da Sant’Antonio Abate (Na) a Cona (Ve) passando per Facebook
La storia di Alessandro che ha ispirato la tesi di laurea di Arianna
“È
sempre molto emozionante raccontare come è nata l’amicizia con Alessandro. Il nostro incontro è stato la dimostrazione che esiste qualcosa di più grande, che guida le nostre vite e che ha voluto farle incrociare”. Arianna Abagnale vive a Sant’Antonio Abate, un piccolo paese in provincia di Napoli. Dopo aver conseguito la Laurea triennale in Scienze Motorie e Sportive, ha conseguito una Laurea magistrale in Scienze Motorie, specifica nell’ambito della disabilità, presso l’UNISA. Questo percorso di studi le ha permesso di approfondire temi legati alla disabilità, alla pedagogia e alla didattica inclusiva, portandola ad appassionarsi in particolare alla pedagogia speciale, scegliendo di realizzare una tesi di ricerca in questa disciplina. “Mentre studiavo per un esame mi colpì una frase dello scrittore Christopher Nolan,
affetto da tetraparesi spastica. Mi colpì come una persona affetta da una disabilità molto invalidante, che generalmente compromette sia il linguaggio che le capacità motorie, fosse riuscita a scrivere un libro”. Arianna ha deciso di realizzare uno studio su come le persone con disabilità motoria possano comunicare, esprimere i propri pensieri. Alla sua ricerca mancava solo una storia attuale, ma “una mattina, su Facebook, mi compare un video di Alessandro, mi colpì tantissimo. Era ciò che stavo cercando. Una storia incredibile, di bellezza, di coraggio, di fede profonda e incondizionata”. La storia di Alessandro Bottin è un messaggio di speranza, di vita. È la spinta che può arrivare nel momento del bisogno, quando ci sentiamo più affaticati, più propensi a gettare la spugna e mollare. Alessandro è un ragazzo affetto
Arianna Abagnale e Alessandro Bottin
da tetraparesi spastica distonica, e nonostante questo, che potrebbe motivare una possibile rinuncia, si è laureato nel 2018 in Scienze Religiose e, l’anno successivo, ha pubblicato il suo primo libro: “Eccomi, storia di una chiamata”. In tutti i suoi successi gli è sempre stato accanto il suo assistente Emiliano Candian che lo aiuta nella comunicazione attraverso la tavoletta
ETRAN. Dopo aver contattato Alessandro e avergli chiesto se gli andasse di collaborare con lei per completare il suo progetto di laurea, Alessandro, Arianna ed Emiliano iniziano a lavorare insieme, ognuno disponibile ad aiutare l’altro. La tesi, dal titolo “La funzione della vicarianza in persone con Bisogni Comunicativi Complessi” affronta diversi argomenti come l’inclusione scolastica e sociale, il diritto alla comunicazione, la comunicazione aumentativa alternativa, la storia di Alessandro, la sua esperienza scolastica. In particolare, sono stati descritti gli strumenti utilizzati da Alessandro per la comunicazione: la tavola ETRAN (eye transfer, scambio con lo sguardo) e il puntatore oculare. Arianna ha voluto affrontare questo argomento, profondo e delicato, “perché sono tante le persone
che vivono una disabilità come quella di Ale e che ancora non conoscono l’esistenza di semplici strumenti per la comunicazione, come l’ETRAN.” Dopo la laurea, avvenuta nel 2019 e la pubblicazione del libro di Alessandro, Eccomi. Storia di una chiamata, i due si incontrano e, come testimoniano le parole di Arianna “mi sono sentita subito a casa! La famiglia di Ale è diventata la mia famiglia del Nord! Ogni settimana ci incontriamo in videochiamata io, Ale ed Emiliano. Un appuntamento fisso. L’incontro con Ale mi ha insegnato che nella vita tutto ha un senso. Ciò che apparentemente sembra una difficoltà, un limite, può essere trasformato in forza e bellezza. Ale mi ha insegnato che se abbiamo fiducia in noi stessi, se abbiamo fede, se ci affidiamo a Dio accadono cose straordinarie”. Samuele Contiero
L’intervista ad Alessandro Bottin: “Ognuno di noi nella vita ha una chiamata, l’importante è rispondere” Cosa ti ha spinto Alessandro ad iscriverti alla facoltà di scienze religiose? “Conclusa la scuola superiore ho sentito che volevo approfondire la mia fede e dopo varie ricerche ho scoperto che a Padova c’era una scuola che poteva fare al caso mio, l’ISSR (Istituto di Scienze Religiose), collegato alla Facoltà Teologica del Triveneto. Mi sono confrontato con i miei genitori e alla fine ho deciso di iscrivermi. Durante il primo anno sono stato accompagnato e seguito nello studio da mio fratello Gabriele, poi ho conosciuto Emiliano, il mio attuale assistente, che mi ha accompagnato e seguito nello studio aiutandomi a conseguire la laurea in scienze religiose nell’otto-
bre del 2018.” La tua fede è molto forte e solida. Quando e come si è manifestata? “Penso che la mia fede sia come un seme che mi è stato donato e che ho potuto coltivare grazie alla presenza amorevole della mia famiglia. Infatti, già da piccolo sognavo di essere “don” e tutti in paese sapevano di questo mio desiderio, poi ho incontrato Chiara, la mia catechista e madrina di cresima, che mi ha accompagnato in un cammino di crescita personale nella fede assieme ai parroci che negli anni sono arrivati nella mia parrocchia. Una persona che sicuramente mi ha educato alla fede è stata mia nonna Clemenza con la quale da bambino mi trovavo a pregare tutti
Alessandro Bottin
i giorni”. Sei molto legato al Movimento dei focolari. Raccontaci chi sono. “L’Opera di Maria, più comunemente conosciuta con il nome di Movimento dei Focolari, è un movimento internazionale nato a
Trento durante la Seconda Guerra Mondiale per opera di Chiara Lubich. Ho conosciuto questa realtà quando frequentavo le scuole medie”. Prossimamente ci sarà un altro traguardo importante: la tua consacrazione. “La consacrazione a Dio è sempre stato un mio sogno. Non è stato facile per me aspettare tanto tempo ma a dicembre dell’anno scorso, dopo una videochiamata con la segreteria centrale del Movimento dei Focolari, mi è stata data una risposta positiva. Il 22 maggio che è la vigilia di Pentecoste, salvo ulteriori restrizioni a causa della pandemia, mi consacrerò a Dio privatamente come laico nell’Opera di Maria.”
Nel 2019 è uscito il tuo libro “Eccomi, storia di una chiamata”. Qual è il messaggio? “Il libro uscito nel dicembre del 2019 è frutto di un lungo lavoro che mi ha coinvolto in prima persona insieme al mio assistente Emiliano. È un libro autobiografico edito da Tracciati, nel quale racconto la mia storia, alcuni aneddoti particolari di vita e la mia esperienza di fede legata alla mia disabilità. Il messaggio che ho voluto lasciare in queste pagine è che ognuno di noi nella vita ha una chiamata. L’importante è rispondere a questa chiamata. Ringrazio tutti gli amici e le persone care che mi hanno aiutato a capire la mia strada e mi sono vicini nel cammino di vita.” (s.c.)
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Provincia
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Dipendenze. La ricerca dell’Ulss 3
Giocatori d’azzardo, quasi azzerati durante la pandemia Il lockdown, le restrizioni e la vicinanza “costretta” ma salutare della famiglia hanno contribuito in molti casi a controllare e anche sconfiggere la dipendenza
Il dottore Ermanno Margutti
L
a vicinanza “costretta” ma pur sempre salutare della famiglia può essere stato un efficace deterrente per aiutare a sedare, e in molti casi controllare se non proprio sconfiggere, la dipendenza dal gioco d’azzardo. E’ ciò che emerge da una ricerca dell’Ulss 3 Serenissima sui 230 malati di gioco in carico al Dipartimento dipendenze, condotta dal referente scientifico del Piano aziendale di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, Ermanno Margutti. Questi i dati della ricerca: ogni 100 giocatori d’azzardo, 97 hanno smesso di scommettere durante il primo lockdown dello scorso anno. Solo 3 dei 100 si sono riversati nelle scommesse online e nei gratta e vinci delle tabaccherie. E dei 97 che si sono astenuti dal gioco, solo 20 sono ricaduti nella rete dell’azzardo nel maggio scorso, allo scadere delle restrizioni. Gli altri 77, nonostante siano tutti entrati comunque nella fase critica del “craving” (il desiderio irrefrenabile di tornare a scommettere), non hanno ceduto alla tentazione. Nel 2019 gli affetti da questa patologia in carico all’Ulss erano 265 e, di questi, i nuovi ingressi erano stati 94. Dei 230 in cura dal 2020 i nuovi ingressi sono invece 33. Quali potrebbero essere i motivi dell’abbandono del gioco? Naturalmente l’attività costante degli specialisti, in questo periodo di restrizioni resa ancora più efficace dalla clausura forzata imposta dall’emergenza pan-
demica. “I familiari dei giocatori d’azzardo, con la loro vicinanza hanno contenuto lo stimolo a scommettere” osserva infatti il direttore generale dell’Ulss 3 Edgardo Contato. “Questi numeri – aggiunge - ci dicono anche che con la diminuzione dell’offerta del gioco diminuiscono anche le dipendenze”. Altro fattore rilevato dalla ricerca del Dipartimento dipendenze è che la chiusura di casinò e di slot e macchinette nei bar e nelle tabaccherie, non ha comportato un migrare della dipendenza verso i gratta e vinci e il gioco online. “In questo tipo di dipendenza c’è molta fidelizzazione verso il gioco che si predilige - spiega Margutti -, quindi non è detto che il giocatore, tolto lo stimolo, decida di cambiare gioco. Anche in chi giocava prima online, in ogni caso, si è riscontrato una diminuzione drastica della dipendenza durante i lockdown”. Ma c’è ancora chi non ha sconfitto la dipendenza. E la solitudine, accentuata in questo periodo, non aiuta. “I pazienti rimasti in carico in questo momento hanno bisogno di un supporto e un sostegno maggiore rispetto all’era pre Covid – prosegue il dottor Margutti - In questi casi è la solitudine a pesare sulla dipendenza. Le persone sole in questi momenti sono più vulnerabile alla patologia rispetto a chi ha qualcuno a casa”.
“Chiama e vinci”, un’applicazione per interagire con gli specialisti del Serd Una app per prevenire e sostenere i malati, dipendenti da gioco d’azzardo, attraverso un’interazione diretta e immediata con l’équipe del Dipartimento dipendenze. “Chiama e vinci” è già disponibile negli store e consente di interagire, tramite smartphone, direttamente attraverso videochiamate via Skype, chat ed eventi online. L’applicazione è gestita da tutti i referenti dei vari Serd presenti nel distretto dell’Ulss 3 e da un gruppo di professionisti scelti ad hoc per questo disturbo. Si tratta della prima app in assoluto sul gioco d’azzardo che propone, nelle diverse sezioni, vari tipi di intervento di prevenzione al gioco d’azzardo. Alla sezione “Vuoi parlarne?”, ad esempio, dalle ore 8 alle ore 20 sono disponibili quindi psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali ed educatori del team dipendenze. Sono contattabili via Skype o in chat anonima, oppure via Whatsapp o al numero verde dedicato. Con il pul-
sante “Fai da te”, il giocatore invece può verificare autonomamente il suo livello di coinvolgimento con il gioco d’azzardo facendo il test “Canadian problem gambling index”, un questionario autosomministrabile della durata di pochi minuti. Nella stessa sezione sono presenti esercizi pratici per il contenimento della propria dipendenza. Alla voce “Questionario covid”, il paziente può comprendere meglio la natura del proprio comportamento rispetto all’attuale situazione di pandemia dovuta al covid. Nell’area “Mindfulness” sono presenti video ed esercizi di meditazione contro la dipendenza da gioco. Sono presenti anche una mappa degli ambulatori, una “Meeting room” per partecipare attivamente agli eventi collettivi che parlano della malattia del gioco e una sezione “Lo sapevi che?”, con risposte e curiosità riguardo alla propria patologia.
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Provincia
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Ambiente. Il gruppo Cosmo lancia una nuova campagna di comunicazione
“Un modello di sviluppo sempre più sostenibile” R
esponsabilità, sostenibilità, ottimizzazione, riutilizzo e rigenerazione sono queste le parole d’ordine di una campagna e una azione produttiva che ha come obbiettivo principale il recupero e riutilizzo, trasformando ciò che è scarto e rifiuto in nuova materia prima, in energia e risorsa. Protagonista è il Gruppo Cosmo di Noale che ha lanciato in queste settimane sui media una campagna comunicativa sulle cinque parole che rappresentano gli obiettivi anche del futuro. “Come azienda – spiega l’amministratore Fabio Cosmo – siamo quotidianamente impegnati con personale e mezzi, nei cantieri e negli impianti della sede di via Mestrina a Noale, a fare la nostra parte contro il consumo, lo spreco, lo sfruttamento, la speculazione e la distruzione. Il nostro obiettivo prioritario è recuperare e riutilizzare, trasformando ciò che è scarto e rifiuto in nuova materia prima, in energia e risorsa, attraverso un modello industriale che punta alla specializzazione ed efficienza armonicamente orientate alla sostenibilità”. Per questo la campagna comunicativa, che uscirà sui principali media della regione, sarà centrata su 5 messaggi (che corrispondo alle aziende del gruppo) declinati attraverso un’immagine naturale di grande effetto e una citazione di personalità del mondo culturale: un invito a riflettere e ad agire.Questa sarà la prima di alcune attività che Cosmo Gruppo ha in cantiere per il 2021 e che, nei prossimi mesi, vedranno coinvolti anche studenti e giovani del territorio dove l’azienda opera. Il Cosmo Gruppo è l’azienda di Noale che nel 2020 ha celebrato i sessant’anni di attività nel settore delle demolizioni e delle attività di bonifica di siti industriali, è sempre più proiettata verso un modello di sviluppo sostenibile. Grazie alle 5 aziende, che rappresentano le braccia operative (ambiente, centro sviluppo e ricerche, tecnologie ambientali, scavi ed energia) attualmente impegnate inimportanti cantieri del Nord Italia, il gruppo, con i suoi 150 dipendenti, si sta imponendo sul mercato forte del proprio sistema integrato.
Arte dello spettacolo e della calzatura si incontrano in “Casanova Opera Pop”, il nuovo progetto di Red Canzian E’ partita così la partnership tra il celebre musicista e il Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta per la realizzazione delle scarpe in stile Settecento che indosseranno in scena attori, cantanti, ballerini e acrobati. Casanova Opera Pop è un lavoro di teatro musicale, per la regia di Emanuele Gamba, che debutterà a Venezia nel novembre 2021. Un vero e proprio atto d’amore per la città lagunare attraverso una delle sue figure simbolo, Giacomo Casanova. La chiave di lettura innovativa sul personaggio ha acceso la scintilla e ispirato Red Canzian a comporre 35 brani inediti (29 cantati e 6 strumentali)-per oltre 2 ore di musica. “L’arte merita di danzare su scarpe di pregio. Siamo quindi orgogliosi di essere stati scelti per la realizzazione delle calzature che indosseranno i personaggi di Casanova Opera Pop. Nel progetto saranno coin-
volti i nostri studenti e alcune aziende del distretto – dichiara l’amministratore delegato del Politecnico Calzaturiero Antonio Passuello. L’opera porterà così in tutto il mondo l’epoca d’oro della Serenissima, insieme a un saggio della tradizione manifatturiera della Riviera del Brenta”. “Il mio Casanova profumerà di innovazione e di tradizione, le stesse che ritroveremo nelle calzature del distretto della Riviera del Brenta, risultato di secoli di esperienza – afferma Red Canzian. Mi piace immaginare che lo stesso Giacomo Casanova indossasse, a metà del ‘700, scarpe realizzate nel territorio. Inoltre, grazie al Politecnico, avrò l’onore di portare la storia di un’epoca irripetibile all’attenzione degli studenti, che saranno coinvolti nella realizzazione delle calzature dell’opera”.
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Cultura
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Celebrazioni. 1600 anni di Venezia
La Serenissima, ripartire dalla cultura e dalla storia per puntare ad un radioso futuro Formazione e progetti di alternanza scuola-lavoro per creare nuove figure professionali, animatori culturali per gestire eventi, raccogliere fondi, comunicare al mondo iniziative
L
e celebrazioni per i 1600 anni di Venezia, non solo come occasione culturale per ripercorrere la gloriosa storia della Serenissina, ma anche come stimolo a trarre da un grande passato l’ispirazione per un futuro radioso. Uno spunto per rilanciare Venezia, e di conguenza l’intero Veneto, nel panorama turistico nazionale ed internazionale, una volta superata questa fase di stallo, dovuta alla pandemia. Ci sarà bisogno di figure professionali attrezzate a compiere questa delicata missione, animatori culturali capaci di gestire eventi, raccogliere fondi, comunicare al mondo beni, progetti ed iniziative. Nasce da queste considerazioni la necessità di cogliere l’occasione per puntare ulteriormente sulla formazione, un punto fermo da cui trae ispirazione il Comitato Venezia 1600 - di cui fa parte anche l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan - che intende favorire la cultura e la consapevolezza della storia di Venezia nelle scuole, non solo come elemento del suo grande passato, ma anche come scelta professionale e di vita nel presente. Coinvolgere gli studenti, in particolare quelli veneziani, con progetti di alternanza scuola-lavoro partendo da questo speciale “compleaano” è un tema su cui l’assessore Donazzan si è trovata a confrontarsi con il Direttore della Fondazione Venetian Heritage onlus, Toto Bergamo Rossi, in occasione della visita a Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa proprio nel giorno delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia. Hanno partecipato alla visita anche il Direttore della Direzione Formazione e Istruzione della Regione del Veneto, il Massimo Marzano Bernardi, il Direttore della Programmazione e gestione formazione professionale e istruzione, Fabio Menin, ed il Direttore della Rendicontazione e contabilità, Massimo Toffanin. Venetian Heritage è un’organizzazione internazionale non profit con sedi a New York e a Venezia
L’assessore regionale Elena Donazzan in visita a Palazzo Grimani, insieme con Toto Bergamo Rossi, Massimo Marzano Bernardi, Fabio Menin e Massimo Toffanin
che agisce nel quadro del Programma congiunto Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia: la Fondazione Venetian Heritage onlus sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo l’immenso patrimonio di arte veneta in Italia e nei territori anticamente parte della Serenissima. “La bravura del Direttore Bergamo Rossi di coinvolgere il grande mecenatismo internazionale per Venezia – ha osservato l’assessore Donazzan a margine della visita - deve sposarsi con una maggiore cultura e consapevolezza da parte di noi tutti - istituzioni, imprese, cittadini e studenti - di quanto l’amore per Venezia possa aiutare non solo la città, ma tutto il nostro Veneto della bellezza”.
Pittura. Dalle città deserte al pericolo del virus, il Covid 19 raccontato da Sandro Varagnolo Sandro Varagnolo ha presentato in Russia due opere sul tema della pandemia che, per una tragica fatalità, ha coinvolto lo stesso artista. Nel Centro culturale Meridian di Mosca l’artista chioggiotto ha partecipato ad una mostra collettiva allestita fino al 31 marzo intitolata “In casa Russia con gli occhi di Ludmila” e curata da Loreta Larkina, un evento condiviso anche nel canale social YouTube - https://www.youtube.com/watch?v=RhhTsEYM3io - e in un catalogo cartaceo. Si tratta di 2 opere ad olio su tela: una dal titolo “Città deserte” della misura di 120x80cm, uno scorcio del Sagraeto di Chioggia con la presenza di una mascherina sul leone simbolo della città lagunare su un complesso lapideo evocativo la pietas popolare completamente deserto; l’altro è un olio su tela di 50x70 cm, “La verità svelata”: una figura di donna abbigliata da medico della peste con un’atmosfera metafisica ed elementi simbolici presenti a codificare la grande pericolosità del
virus nonostante le protezioni che sono risultate l’unica vera barriera contro questo mostro invisibile. Sandro Varagnolo si è trovato ad affrontare il Covid - 19 con la sua professione di infermiere e poi coinvolto anche direttamente mettendo a repentaglio la sua stessa salute. Solo grazie alle cure tempestive del Pronto Soccorso di Chioggia e il successivo ricovero immediato al centro di pneumologia a Dolo Varagnolo è guarito. “Un sentito ringraziamento - dichiara l’artista chioggiotto - a tutti coloro che sono immediatamente intervenuti per soccorrermi e sconfiggere questa atroce malattia: i miei colleghi del Pronto Soccorso ed il primario dottor Andrea Tiozzo e i colleghi e il dottor Accurso Aloi del centro Pneumologia di Dolo, un’eccellenza nella lotta al Covid”. L’attività culturale di Sandro Varagnolo proseguirà anche con altri eventi che sta organizzando in collaborazione con gli artisti Pregnolato e Doria. Eugenio Ferrarese
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Sport
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Podismo. L’annuncio del comitato promotore e del consiglio direttivo “Tgs Eurogroup”
Su e Zo per i Ponti salta anche nel 2021
I
l mese di aprile è da decenni riservato ad un evento molto atteso a Venezia, la “Su e Zo per i Ponti”. Lo scorso anno la manifestazione venne rinviata a causa della prima fase dell’emergenza dovuta al Covid-19 e tutto faceva presagire che nel 2021 si potesse svolgere la 42a edizione di questa suggestiva e salutare passeggiata di solidarietà, ma non sarà così perché anche l’edizione di quest’anno è stata rinviata dagli organizzatori. Per il secondo anno consecutivo salta tutto a causa della pandemia. L’appuntamento è alla primavera del 2022 quando tutti sperano che la pandemia sia definitivamente conclusa. Il comitato promotore della “Su e Zo per i Ponti” di Venezia e il consiglio direttivo “Tgs Eurogroup”, l’associazione di promozione sociale promossa dai salesiani di Don Bosco che organizza la manifestazione fin dalle origini, si arresnde per il 2021 “Purtroppospiegano- le misure stringenti ma necessarie che caratterizzano questo periodo eccezionale, unite alla proroga dello stato di emergenza al 30 aprile 2021, non ci hanno consentito di confermare l’edizione di
quest’anno. L’appuntamento è dunque rinviato ad aprile 2022: non vediamo l’ora di ritrovarci tutti uniti a Venezia in sicurezza e con serenità, in una giornata all’insegna dell’aggregazione, dell’amicizia e della solidarietà”: Il comitato promotore della manifestazione sta pensando ad un nuovo progetto che ha l’obiettivo di accogliere nuovamente a Venezia gli appassionati in una forma inedita e originale, a partire già da questa primavera. In abbinata
E’ possibile comunque acquistare da subito un “Cartellino di Solidarietà”, per la partecipazione alla edizione 2022 anche un’importante campagna di solidarietà. E’ possibile, infatti, acquistare da subito un “Cartellino di Solidarietà”, per la partecipazione alla edizione 2022 della Su e Zo per i Ponti. Acquistando il Cartellino di Solidarietà ora si avrà l’opportunità di ricevere per primi il Cartellino Su e Zo 2022 non appena sarà messo ufficialmente in vendita, evitando
di incorrere in possibili aumenti che potrebbero essere previsti per l’edizione del prossimo anno. Assieme al cartellino è possibile anche acquistare la “T-Shirt Solidale”, per ciascuna maglietta venduta sarà devoluto 1 euro alle “Missioni Salesiane”. Con l’acquisto del cartellino o della “T-Shirt è possibile effettuare una donazione libera per il fondo
di beneficenza dedicato alle iniziative solidali a sostegno del territorio locale (“premio per le scuole Don Dino Berti”) e delle “Missioni Salesiane nel mondo (per il biennio 2020-2021 il sostegno è diretto alla comunità salesiana Monte Salvado di Quebrada Honda in Perù). Lino Perini
Caterina Gallo, campionessa regionale di tiro con l’arco Grande soddisfazione per il risultato di prestigio conseguito dall’atleta dolese Caterina Gallo che ha conquistato nelle scorse settimane il titolo regionale di tiro con l’arco nella specialità compound, disciplina che è un concentrato di energia e precisione. Nata nel 2007, Caterina Gallo ha iniziato a tirare con l’arco olimpico nel 2016 con l’Accademia Veneziana di tiro con l’arco, l’anno successivo è passata all’Asd Arcieri e Balestrieri di Spinea, sodalizio presieduto da Mario Marin che è stato campione italiano compound nel 2001. Proprio in questa specialità Caterina Gallo ha
iniziato a dedicarsi dal mese di settembre del 2020, seguita dai tecnici Mario e Alessandra Marin. L’associazione di Spinea è ai vertici regionali in quanto nell’ultimo campionato regionale compound ragazzi ha occupato tutto il podio con il vincitore Tommaso Seno, il vicecampione, Leonardo Comelato e Maksim Kyndrat giunto terzo, terzetto che si è aggiudicato anche il titolo regionale a squadre. L’associazione degli Arcieri e Balestrieri di Spinea è una delle poche associazioni che avvia all’arco compound anche i giovanissimi. Fra
l’altro l’arco compound è la nuova specialità del tiro con l’arco che entrerà alle prossime Olimpiadi. È un arco dotato di cam che potenziano la velocità dell’arco stesso e di accessori che permettono un tiro più preciso. Soddisfazione e complimenti alla giovane atleta dolese sono stati espressi dal vicesindaco con delega allo sport Gianluigi Naletto, che ne ha esaltato l’impegno e la forza di volontà “testimone di come poter vincere importanti sfide, in un momento storico così difficile, con duro allenamento, concentrazione e costante determinazione”. (l.p.)
A fianco Caterina Gallo
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#Regione
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Le prospettive. Il Consiglio Regionale ha votato anche due risoluzioni sul tema
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Ora il Veneto vuole poter dire la sua” “V
ogliamo dire la nostra sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, porteremo a Roma le proposte del Veneto e le necessità del nostro territorio”: Francesco Calzavara, assessore regionale al bilancio, rivendica il ruolo delle regioni nei giorni in cui il confronto si fa più intenso in vista del 30 aprile, data entro la quale il Piano dovrà essere presentato alla Commissione Europea. Il Consiglio Regionale del Veneto ha dibattuto a lungo e votato due risoluzioni. “In questo piano, - osserva Calzavara - le Regioni non sono state coinvolte. Nell’ambito della leale collaborazione istituzionale è stata completamente dimenticata la fase ascendente; l’impostazione centralistica finora seguita è destinata a portare pochi frutti e non tiene conto dei reali bisogni espressi dai territori. Le Regioni, invece, devono essere parte attiva nell’utilizzo delle risorse europee, che vedono quali priorità la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione verde ed ecologica, l’inclusione sociale e la salute”. L’assessore aggiunge che il Veneto ha comunque cercato di raccogliere le principali priorità facendo sintesi di una serie di progetti necessari per la crescita del nostro territorio, confezionando un Piano regionale per la ripresa e la resilienza che si articola in 13 macro- progetti (crescita e valorizzazione del capitale umano; energia sostenibile; inclusione sociale; infrastrutture per la competitività e per l’attrattività turistica e culturale; innovazione; mitigazione del rischio idrogeologico; olimpiadi invernali Milano Cortina 2026; rafforzamento, innovazione e digitalizzazione delle istituzioni pubbliche; recupero e risanamento ambientale; resilienza sanitaria; gestione delle risorse
idriche; conversione eco-sostenibile del sistema della mobilità), in 155 schedeprogetto, per un valore complessivo di 25 miliardi. “Un piano, peraltro, coerente con il programma di governo illustrato dal Presidente della Regione Luca Zaia, per un Veneto più sicuro, più equo, che cresce sotto l’aspetto della digitalizzazione, creando vere e proprie autostrade digitali per le nostre imprese e famiglie. Investiremo molto anche sulle infrastrutture viarie. Auspico quindi una nuova stesura del Piano – conclude Francesco Calzavara - che dovrà per forza essere arricchito dai contributi che provengono dalle Regioni. E desidero ricordare il grande lavoro svolto nelle ultime settimane dalle diverse commissioni consiliari, nelle materie di rispettiva competenza, e il numero dei soggetti portatori di interesse ascoltati e coinvolti”. Due le risoluzioni approvate dal Consiglio su questo tema. La prima, proposta da Alberto Villanova e Giuseppe Pan chiede di coinvolgere maggiormente le Regioni e le Autonomie Locali per consentire una governance efficace dei processi decisionali, una maggiore attenzione e un puntuale monitoraggio di tutte le azioni a sostegno della ripresa e della lotta alla pandemia. “Dobbiamo utilizzare la transizione ecologica per far ripartire la nostra economia- spiega Alberto Villanova – Le Regioni devono contare di più ed essere pienamente coinvolte nell’utilizzo dei più importanti Fondi europei. dare una mano alle nostre aziende in difficoltà, ai nostri artigiani e liberi professionisti, in modo da distribuire la ricchezza sul territorio. La transizione ecologica rappresenta infatti un fondamentale pilastro, ma non va ridotta a una
Francesco Calzavara
plastic tax, ovvero non deve bloccare la crescita, bensì rappresentare una concreta possibilità di sviluppo per i nostri territori”. Elisa Venturini (Forza Italia) sottolinea che ora il vero problema è il coordinamento delle diverse azioni e il rispetto delle tempistiche indicate per l’impiego delle risorse”. Approvata anche la risoluzione sottoscritta dal Capogruppo Dem Giacomo Possamai, e da Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. “Il Veneto del futuro dovrà essere più digitale, più green, più inclusivo. Siamo di fronte a una straordinaria opportunità per progettare un futuro diverso per la nostra regione, in linea con quanto prevede il Recovery Fund e nel rispetto
L’assessore Calzavara: “Facciamo sentire la nostra voce a Roma, presentando i nostri progetti, le Regioni non sono state coinvolte eppure esprimono i reali bisogni dei nostri territori” delle sue linee portanti: transizione ambientale, digitalizzazione, innovazione e inclusione sociale. Va sfruttata la filiera dell’idrogeno”. La Risoluzione “impegna il Presidente e la Giunta regionale, in particolare, a promuovere e sottoscrivere un “Patto per il Veneto del 2030”.
Venturini e Bozza: “Bene i vaccini nelle farmacie, ora diventino centri di stoccaggio per i medici di base” “Raggiunta l’intesa con le farmacie come Hub vaccinali, occorre organizzarsi e farsi trovare pronti sul piano operativo a livello regionale e territoriale. Auspichiamo si possa procedere in maniera univoca nei Distretti sanitari provinciali, perché più si agirà uniti in tutta la Regione, prima si riuscirà a debellare questo virus”. Lo affermano i consiglieri regionali di Forza Italia, Elisa Venturi-
ni e Alberto Bozza, i quali ricordano di aver posto il problema come gruppo consiliare di Forza Italia: “fin dall’inizio del nostro mandato ci siamo spesi per il coinvolgimento anche delle Strutture private e delle farmacie per sostenere e integrare il Sistema Sanitario pubblico, dapprima nei tamponi e poi nella campagna vaccinale”. Ora, aggiungono, le farmacie possono diventare anche cen-
tri di stoccaggio e fornitura dei vaccini per i Medici di base, compatibilmente con le modalità di somministrazione e le caratteristiche del vaccino medici di base e farmacie, infatti, possono collaborare nella gestione degli aspetti logicisti e pratici della campagna vaccinale. “Ribadiamo come sia prioritario, - continuano Venturini e Bozza - che gli stessi farmacisti vengano inseriti tra
le categorie prioritarie per ricevere la profilassi, al pari di quanto è stato giustamente fatto per medici e operatori sanitari. Ma ciò che più conta è che sul piano politico finalmente si sia riuscito a raggiungere un’intesa tra Governo e farmacie, che possono fungere anche da presidio territoriale dove prenotare le vaccinazioni attraverso il portale di Azienda Zero”.
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Regione
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L’intervista. L’analisi di Giacomo Possamai, capogruppo PD in Consiglio Regionale
Recovery Fund, occasione da non perdere: investire per un Veneto digitale, green e inclusivo “L
e risorse del Recovery Fund sono un’occasione straordinaria da mettere al servizio di un progetto di rilancio e sviluppo del Veneto, per una Regione digitale, green e inclusiva, i tre indirizzi dati dalla Commissione Europea per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza”. Così Giacomo Possamai, Capogruppo per il PD in Consiglio regionale, evidenzia il contenuto della proposta presentata al Consiglio, il ‘Patto per il Veneto 2030’. “Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso questo patto, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita: enti locali, associazioni di categoria, e ambientaliste, sindacati, Camere di commercio, Università, Ufficio scolastico regionale, realtà del Terzo settore e del volontariato e banche. Il Patto deve contenere obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, e l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, come ha messo nero su bianco già l’Emilia Romagna”. Ad esempio, secondo Possamai è importante puntare sulla filiera dell’idrogeno: “Gli ultimi due Governi vogliono investire fortemente su questa fonte rinnovabile per eccellenza. Il Veneto ha tutto per ospitare hub per ricerca e produzione, mettendo in rete atenei, categorie economiche e mondo dell’impresa. Ma finora dalla Regione nessuno detto niente. Sulla digitalizzazione le direttrici sono soprattutto due, pubblica amministrazione e scuola. Per quanto riguarda la prima, servono investimenti finalizzati a semplificare i rapporti con le imprese,
A fianco Giacomo Possamai, capogruppo Pd in Consiglio Regionale
“Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso il Patto per il Veneto 2030, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita, fissando obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, le infrastrutture digitali, la sanità, la sicurezza del territorio”
aiutandole ad essere competitive. Se per sbrigare una pratica impiego lo stesso tempo online o recandomi di persona in ufficio non serve a niente. Per la scuola, invece, siamo di fronte ad una grande sfida: le chiusure rigettano nell’angoscia le famiglie venete. Con la didattica a distanza abbiamo sperimentato come la scuola non in presenza acuisca le diseguaglianze. Ciò che serve, al contrario, è un grande progetto di innovazione digitale in cui le famiglie costrette alla Dad abbiano una possibilità in più, e non una penalizzazione”. In questo contesto rientra anche la necessità di potenziare la banda larga e le infrastrutture digitali anche
nelle zone periferiche della regione, come quelle montane, che vanno preservate da un possibile spopolamento derivante proprio dalla difficoltà ad accedere ai servizi essenziali, come il medico di base o l’ufficio postale. “Sul fronte della sanità pubblica dobbiamo avere degli obiettivi per il futuro – prosegue Possamai -. Bisogna investire non solo per ristrutturare gli ospedali, ma anche per ammodernarli, realizzando camere singole che permettano l’isolamento per la riduzione dei rischi da infezione. E potenziare in tutta la regione la medicina di territorio e la strumentazione tecnologica per i distretti, in modo che la sani-
tà pubblica faccia ciò che deve fare: diagnosi precoce, screening gratuiti e vaccinazioni. Anche in questo campo va rafforzata la digitalizzazione, così da assicurare la connessione con i sistemi di assistenza medica, infermieristica e terapeutica ambulatoriale per garantire ai pazienti un’assistenza coordinata e continuativa”. Da associazioni di categoria, consorzi e non solo, emerge forte la necessità di mettere in sicurezza il territorio e di avviare con urgenza il Piano invasi con opere che, finalmente, dopo anni di progettazione, vengano realizzate. “Sono interventi strategici che permettono, da un lato, un risparmio della risorsa idrica favorendo la competitività delle imprese agricole e, dall’altro, di ridurre il rischio di alluvioni e frane: abbiamo visto negli ultimi anni le conseguenze dei cambiamenti climatici, con eventi non più sporadici – conclude Giacomo Possamai -. Crediamo, inoltre, che il sistema agricolo dovrebbe essere maggiormente valorizzato, specialmente per quanto riguarda ricerca e sviluppo, e le numerose aziende giovani che non riescono a trovare dalla Regione sufficiente supporto alle loro progettualità. Si tratta di sostenere le piccole realtà con produzioni locali, che hanno bisogno di essere messe in rete per riuscire a competere con il sistema della grande distribuzione”. Eva Franceschini
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Regione
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L’intervista. Michele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po
“Al lavoro per un’estate sicura” M
ichele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po, racconta quelle che sono le speranze, in ottica estiva, quando ancora tutta l’Italia si trova a dover fare i conti con numerose ristrettezze dovute alla pandemia in atto. Presidente, quali sono le prospettive per l’imminente stagione estiva? “In un periodo così particolare è difficile fare previsioni. Gli ospiti veneti stanno apprezzando ogni anno di più la nostra località, e anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto. Per quello che riguarda giugno molto dipenderà dalle limitazioni e restrizioni. Una vera e grande sorpresa è rappresentata dal mese di settembre, che è sempre stata appannaggio del mercato tedesco, ma che negli ultimi anni ha avuto un maggiore apprezzamento anche per il mercato italiano”. Come stanno preparando-
si gli operatori balneari delle spiagge del Delta del Po? “Tutte le attività stanno facendo del loro meglio per poter accogliere gli ospiti nel modo migliore per la prossima estate, forti degli insegnamenti avuti l’estate scorsa. Posso dire con certezza che saremo in grado di garantire misure e condizioni adeguate alle necessità di tutti i turisti”.
“Anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto” Al riguardo, come vi state attrezzando? “Siamo impegnati in percorsi di formazione e abbiamo attivato una rete di collaborazione tra gli operatori, per poter creare una filiera che possa garantire un servizio migliore, con standard condivisi in tutte le località marittime deltizie. Inoltre, stia-
Nell’immagine Michele Ghezzo (foto di repertorio pre emergenza Covid)
mo facendo un percorso con i portatori di interesse e le amministrazioni comunali, che ci porterà ad avere una reale percezione di un’unica destinazione, da poter fare su tutto il vasto territorio del Delta del Po”. Che cosa vi aspettate di diverso, rispetto all’anno scorso? “Ci aspettiamo più consapevolezza, da parte degli operatori e degli ospiti, circa il difficile momento che stiamo vivendo. Siamo consapevoli di svolgere il lavoro più bello del mondo, ossia l’accoglienza, che sia sotto l’ombrellone, o nel servire un piatto al ristorante oppure nell’ospitare un cliente in hotel. Per questo, tutti quanti, ci stiamo impegnando per offrire una vacanza serena e in totale sicurezza”. Marco Scarazzatti
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on-line:
APRILE 2021
Salute Vaccinarsi in gravidanza
Il messaggio di speranza di due mamme
P
Anna e Valentina, le bambine nate già con gli anticorpi contro il Covid Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto a pag 36
Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza a pag 37
osso fare il vaccino contro il Covid 19 in gravidanza? E’ una delle domande che in modo ricorrente si sono poste molte donne in attesa. E fra queste anche Anna Parolo, 36 anni, e Valeria Bernardi, 37 anni, due professioniste sanitarie, la prima immunologa dell’Ulss 6 Euganea, la seconda ginecologa, che lo scorso dicembre, quando è partita la campagna vaccinale, si sono trovate di fronte a questa scelta, anche perché rientravano fra le categorie a rischio, essendo entrambe professioniste sanitarie. E loro hanno deciso, fra le prime donne in gravidanza, di sottoporsi alla vaccinazione. Anna e Valeria hanno discusso con gli esperti dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6, fra cui il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe e la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè, sull’opportunità della vaccinazione in relazione al loro rischio lavorativo, personale e della salute fetale. Prosegue alla pag. seguente
Malattia genetica neurologica. A Padova il primo screening neonatale a pag 38
Salute
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Consulenza scientifica
Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto Uno strumento a disposizione dei cittadini per chiarire dubbi e avere informazioni sicure da fonti autorevoli
Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto
L
e domande sui vaccini sono molte e non sempre le risposte sono chiare o attendibili. Per andare incontro all’esigenza di informazioni autorevoli e chiarificatrici la Regione Veneto ha dato il via lo scorso 26 marzo alla campagna informativa “Io mi vaccino”. Una campagna a sostegno della lotta al Covid 19 tramite il vaccino, con l’obiettivo di supportare il cittadino nella scelta, con informazioni che provengono da fonti sicure e pere domande vaccini sono molmunque fare il vaccino? sone autorevoli, sui cercando di chiarire dubbi esupportare perplessità. l’iniziativa. te e non sempre le risposte sono Il primo protagonista, interpella“Sì, basta una sola dose come diUn Supereroe, un gigante buono è il “testimonial” della chiare o attendibili. Per andare into per fare luce su dubbi e timori, mostrano studi molto recenti”. campagna di vaccinazione contro il Covid19. contro all’esigenza informazioni è eil protettivo professorche Palù, presidente Aifa, Si può contrarre il virus tra prima Raffigura il vaccino, didall’aspetto benevolo autorevoli e chiarificatrici la RegioAgenzia spiega e protegge, che si destreggia attraverso le tanteItaliana e spes- del farmaco, che e seconda dose? ne Veneto ha dato il via lo scorso risponde a delle “E’ possibile perché la copertuso confuse informazioni, mettendo in risalto quelle corrette per semplici domande. 26 marzo alla campagna informatiDi seguito le più frequenti. ra immunitaria, cioè gli anticorpi allontanare dubbi e comunicare in modo semplice, lineare e va “Io mi vaccino”. Una campagna Che garanzia di efficacia offrono neutralizzanti, si forma nel tempo, sintetico l’importanza di un atto così semplice e protettivo. E’ anato sostegno della lotta al Covid 19 i vaccini? quindi c’è una finestra in cui siamo dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana che tramite il vaccino, con l’obiettivo di “I vaccini – è la risposta del proancora infettabili”. ha messo a disposizione la sua creatività per supportare l’inisupportare il cittadino nella scelta, fessor Palù - sono molto efficaci, Quando comunicare malattie o ziativa. con informazioni cheinterpellato provengono fino pere cento, quindi non allergie? Il primo protagonista, per fare lucealsu95 dubbi da fonti e persone autorevoli, abbiamo maidelavuto “Sì, vaccini cosìsola dose “Nelcome momento in cuistudi ci simolto vaccina timori, è ilsicure professor Palù, presidente Aifa, Agenzia Italiana basta una dimostrano recercando di chiarire dubbi e perplesefficaci. L’efficacia si misura sulla c’è un medico che fa un’anamnesi. farmaco, che risponde a delle semplici domande. Di seguito le centi”. sità. prevenzione della malattia, sappia- il virus Quello il momento cui si indipiù frequenti. Si può contrarre traèprima e secondaindose? Un Supereroe, un gigante buono mo che vaccini così efficaci possono cano tutte le condizioni patologiche Che garanzia di efficacia offrono i vaccini? “E’ possibile perché la copertura immunitaria, cioè gli antiè il“I“testimonial” della campagna di Palù prevenire anche le allergie altro” vaccini – è la risposta del professor - sono molto ef- l’infezione”. corpi neutralizzanti, si pregresse, forma nel tempo, quindiec’è una finestra vaccinazione contro il Covid19. Dopo quanto tempo il vaccino ha Quali sono gli effetti collaterali ficaci, fino al 95 per cento, quindi non abbiamo mai avuto vac- in cui siamo ancora infettabili”. Raffigura il vaccino, dall’aspetto effetto? dei vaccini? cini così efficaci. L’efficacia si misura sulla prevenzione della Quando comunicare malattie o allergie? benevolo e protettivo che spiega e possono “Solitamente un’im-in cui ci“Gli effettic’ècollaterali malattia, sappiamo che vaccini così efficaci prevenire per indurre “Nel momento si vaccina un medicosono che faquelli un’aprotegge, che si destreggia attravermunità protettiva in grado di neudi tutti i vaccini. I primi nella sede anche l’infezione”. namnesi. Quello è il momento in cui si indicano tutte le condisoDopo le tante e spesso inforpassarepregresse, locale:ledolore, arrosquanto tempo ilconfuse vaccino ha effetto?tralizzare il virus devono zioni patologiche allergie rigonfiamento, e altro” mazioni, mettendo in risalto quelle almeno 21 giorni. C’è, per quasi tutti samento, nel giro di poche ore o al “Solitamente per indurre un’immunità protettiva in grado di Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini? corrette per allontanare dubbi e coi vaccini, bisogno di una seconda massimo nell’arco di una giornata. neutralizzare il virus devono passare almeno 21 giorni. C’è, per “Gli effetti collaterali sono quelli di tutti i vaccini. I primi nelmunicare modo bisogno semplice, lineare di solito, possono essere nel 30, nel 40 giro forse quasi tutti iinvaccini, di una secondadose doseche che sisi fa fa aa distanza, la sede locale: dolore, Ci rigonfiamento, arrossamento, di edistanza, sintetico l’importanza di un atto di tre o quattro settimane e, quindi, anche 50 per cento dei segni sistedi solito, di tre o quattro settimane e, quindi, bisogna poche ore o al massimo nell’arco di una giornata. Ci possono così semplice protettivo. E’per nato mettere altri30,dieci mici molto come astenia, domettere in controealtri dieci giorni avere bisogna un’immunità com- in contro essere nel 40 forse anche 50 banali, per cento dei casi sistemici dalla matita die neutralizzante”. Maria Gianola, di- giorni per avere un’immunità comlorabilità muscolare, dolore articolapleta, protettiva molto banali, come astenia, dolorabilità muscolare, dolore artisegnatrice veneziana che comunque ha messo farepleta, protettiva e neutralizzante”. e febbre che si risolvono di solito Se ho avuto il Covid devo il vaccino? colare e febbre che si re risolvono di solito molto precocemente”. a disposizione la sua creatività per Se ho avuto il Covid devo co- molto precocemente”.
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Il messaggio di speranza di due mamme
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sostenerle in questa scelta anche i loro compagni, entrambi professionisti sanitari. Preziosa anche la collaborazione con il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, e del professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia. E quindi entrambe le professioniste sanitarie, che non erano mai state contagiate dal virus, si sono sottoposte, nel corso del terzo trimestre di gravidanza, volontariamente a inizio gennaio alla prima dose di vaccino e, a distanza di tre settimane, alla seconda. Il decorso è stato regolare per entrambe le gravidanze: le due donne non hanno segnalato effetti collaterali dopo l’inoculazione del vaccino. Anna (la figlia di Valeria) è nata il 9 marzo scorso e Valentina (la bimba di Anna) il 16 marzo; entrambe alla nascita pesavano circa 3 chili, entrambe stanno bene e sono state allattate al seno. Ma c’è di più: le bambine presentano gli anticorpi contro il Covid 19. “Con la vaccinazione è stata protetta l’ultima parte della mia gravidanza – racconta l’immunologa Anna Parolo – che è quella più rischiosa in caso di infezione da Covid. Sono doppiamente contenta di sapere che anche la mia bambina ha gli anticorpi perché mi fa sperare che sia ben protetta. Consiglio di approcciarsi molto serenamente alla vaccinazione”. “Un’infezione alle vie respiratorie a termine della gravidanza potrebbe rivelarsi anche molto grave – sostiene la ginecologa Valeria Bernardi – Gli studi sottolineano come l’infezione da Coronavirus nei bambini molto Mamme in attesa piccoli possa essere molto seria e professioniste e avere conseguenze importanti. Sono questi i motivi che mi hanno sanitarie, hanno spinto a vaccinarmi, tenendo conto deciso di vaccinarsi del fatto che i rischi di un vaccino sono sicuramente minimi. La mia nell’ultimo trimestre esperienza è stata positiva”. della gravidanza “Le due bambine sono le prime in Italia nelle quali sono stati isolati gli anticorpi su sangue neonatale alla nascita – sottolinea il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6 – infatti gli studi internazionali, ad oggi, si sono basati solamente sugli anticorpi del cordone ombelicale”. “Gli studi sono limitati – rileva ancora il dottor Jorizzo – ma concordi nel suggerire che non ci sono effetti collaterali sulla mamma e sul feto. La vaccinazione quindi potrebbe essere indicata, anche in gravidanza, nelle situazioni con fattori di rischio, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane”. “L’esperienza di queste mamme è rassicurante perché sono riuscite a sottoporsi ad entrambe le dosi e a partorire a 5,6 settimane dall’ultima dose di vaccino, l’allattamento non è stato compromesso. Il messaggio che vogliamo trasmettere è di fiducia” aggiunge la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè. “Sarà interessante in futuro capire – sostiene - se il passaggio di questi anticorpi a seguito della vaccinazione materna contro il Sars-CoV-2 possa proteggere il neonato come avviene in seguito alla vaccinazioni contro difterite, tetano e pertosse. In tal caso bisognerebbe definire se esiste una fase ideale della gravidanza per la vaccinazione”. E’ quindi importante offrire anche alle future mamme e alle mamme in allattamento il vaccino anti Covid, - concludono Jorizzo e Ngaradoumbe - se appartengono a categorie a rischio.
Salute
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Covid 19 e diffusione tra i banchi
Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza
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siste realmente una relazione tra diffusione del Covid 19 e la scuola in presenza? La scuola può essere un potenziale luogo che amplifica il contagio? L’argomento è delicato e complesso e se n’è dibattuto a lungo, con le due posizioni, e relative scuole di pensiero, - chi sostiene che vi sia un rischio concreto e chi invece ritiene che non sia così – a confronto quotidiano sulla questione. Un recente studio, tuttavia, nel fare un po’ di chiarezza sul ruolo di bambini e ragazzi in età scolare e delle scuole nella diffusione di SARS-CoV-2, “scagiona” la scuola e i bambini dall’ “accusa” di essere “amplificatori” della pandemia. Lo studio è stato coordinato dal professor Luca Scorrano del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e dalla professoressa Sara Gandini, epidemiologa dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in collaborazione con l’Aulss 9 Scaligera di Verona, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata e AbaNovus di Sanremo. Questo studio, “A cross-selectional and prospective color study of the role of schools in the SARS-CoV-2 second wave in Italy”pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet Regional Health – Europe”, indica che l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre 2020 non può essere imputata all’apertura delle scuole e come la loro chiusura totale o parziale, in particolare in due regioni italiane, non abbia influito sulla diminuzione dell’indice Rt. “Abbiamo pertanto confrontato l’incidenza del Covid 19 tra gli studenti e tra il personale scolastico (docente e non) con quella popolazione generale, dello stesso range di età nel caso del personale scolastico - spiega il professor Scorrano - Abbiamo valutato se in concomitanza con l’apertura della scuola l’incidenza del Covid19 aumentasse prima tra le persone in età scolare che nella popolazione generale, se gli studenti o il personale scolastico positivi al Covid-19 provocassero focolai nelle scuole, se i focolai in contesti scolastici fossero causati principalmente da
Da una ricerca pubblicata su “The Lancelot Regional Health – Europa” sull’impennata della pandemia in Italia tra ottobre e novembre 2020 emerge che gli studenti non sarebbero “amplificatori” delle infezioni da SARS-CoV-2
Ragazzi “influencer” per promuovere una sana alimentazione
Da sinistra: il professor Luca Scorrano e di seguito l’epidemiologa Sara Gandini
studenti, e infine se a livello delle diverse regioni italiane l’aumento dell’indice Rt seguisse le date di apertura della scuola (diverse da regione a regione) a un intervallo di tempo costante. Un intervallo di tempo costante tra apertura delle scuole e aumento dell’indice Rt sarebbe infatti un importante indicatore di correlazione tra scuole in presenza e circolazione virale nella popolazione generale”. Il nostro studio mostra come l’incidenza di Covid 19 tra gli studenti sia stata inferiore rispetto alla popolazione generale – dice la professoressa Sara Gandini. - Le infezioni secondarie a scuola erano Le infezioni secondarie a scuola erano inferiori all’1% e i focolai si sono verificati nel 5-7% delle scuole analizzate. L’incidenza tra gli insegnanti era paragonabile a quella registra tata nella popolazione di età comparabile a quella degli insegnanti. Le infezioni secondarie tra gli insegnanti erano rare e si verificavano più frequentemente quando il caso indice era un insegnante rispetto a uno studente. Nel periodo che ha di poco preceduto l’apertura delle scuole in Veneto e in concomitanza con l’apertura stessa, l’incidenza di Covid 19 è cresciuta massimamente non
tra gli studenti ma negli individui di 2029 e 45-49 anni. Lo sfasamento tra le diverse date di apertura delle scuole nelle regioni italiane e l’aumento dell’indice Rt regionale non è stato uniforme. Infine le chiusure in due regioni dove sono state attuate prima di altre misure restrittive non hanno influenzato la diminuzione di Rt che era già in atto”. “Nel loro complesso, queste evidenze non supportano un ruolo degli individui in età scolare e delle aperture scolastiche come “motore” della seconda ondata di Covid-19” osserva il professor Scorrano. “Il nostro lavoro si aggiunge alle molteplici evidenze accumulate nel corso di quest’ultimo anno che nel loro complesso hanno “scagionato” la scuola in presenza. In salute pubblica – conclude la professoressa Gandini dobbiamo sempre bilanciare rischi e benefici. Alla luce della mancanza di solide evidenze che la scuola in presenza contribuisca significativamente alla diffusione della pandemia, ci sembra che il beneficio non sia chiaro e che il rischio qui sia soprattutto quello delle gravi ripercussioni causate della chiusura delle scuole sulla salute di bambini ed adolescenti”.
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ragazzi e 13 istituti alberghieri coinvolti nel progetto “La salute nel Piatto” Ragazzi “influencer” per promuovere una corretta e sana alimentazione, perché la salute si trova anche nel piatto. E proprio “La salute nel piatto” è il nome del progetto che ha il patrocinio della Regione Veneto e dell’Istituto Oncologico Veneto e che vede coinvolti gli studenti e le studentesse di 13 istituti alberghieri di tutto il territorio regionale. In tutto 375 ragazzi chiamati a realizzare delle ricette seguendo le indicazioni dei nutrizionisti della Lilt; potranno scegliere al massimo due ingredienti tra quelli indicati dall’équipe di nutrizionisti e creare una ricetta sul tema della corretta alimentazione, specificandone le proprietà nutrizionali e le accortezze da adottare in cottura per ridurre al minimo le alterazioni di tali proprietà e la formazione di possibili composti dannosi. In questo contesto i ragazzi sono chiamati a parlare ai loro coetanei, con un linguaggio vicino alla loro sensibilità, svolgendo un ruolo attivo di “influencer” nel diffondere questo messaggio attraverso i social più praticati dai giovani. L’iniziativa è stata presentata in occasione della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica dal Coordinamento Lilt del Veneto e che ha visto la partecipazione di Dino Tabacci, coordinatore Lilt Veneto e Presidente Lilt di Pado-
va, che ha fatto gli onori di casa, il Consigliere e membro della Giunta dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Orio Mocellin – simbolo della sana alimentazione è stato individuato l’olio extra vergine di oliva, principe della dieta mediterranea e considerato elisir di lunga vita - l’astrochef ed esperto in sana alimentazione, nonché testimonial del progetto, Stefano Polato. Il progetto ha riscosso grandi manifestazioni di approvazione anche da paerte dell’assessore regionale alla Scuola Elena Donazzan. “Trovo particolarmente apprezzabile ed efficace – ha osservato in occasione della presentazione - che si sia scelto di puntare sul linguaggio e sulle piattaforme social preferite dai più giovani: la consapevolezza deve partire infatti dalla scuola, perché i nostri ragazzi saranno presto chiamati ad essere i professionisti della ristorazione, un mondo che spazia dal bar sotto casa al ristorante stellato, magari puntando a quella vetta rappresentata dal testimonial di questa iniziativa, l’astrochef Stefano Polato”. I 375 ragazzi si sono divisi in 37 gruppi e si sfideranno nella realizzazione di Piatti della salute, sani, replicabili a casa, in grado di valorizzare ingredienti del territorio e di ottenere una buona visibilità sui social. A fine maggio il miglior piatto della salute verrà premiato dalla Commissione di esperti Lilt.
Salute
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Malattia genetica neurologica. A Padova “nasce” il primo screening neonatale A fianco il dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unit Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova
Cometa A.S.M.M.E: dal 1992 al fianco di chi lotta contro le Malattie Metaboliche Ereditarie
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n Italia un neonato su 2000 è affetto da malattie metaboliche ereditarie: a causa di un’alterazione del DNA il metabolsmo non funziona in modo corretto e le sostanze assunte come cibo, anziché trasformarsi in nutrimento, diventano tossiche e producono gravi danni all’organismo. Per sconfiggere le malattie metaboliche ereditarie, nel 1992 un gruppo di famiglie fonda Cometa A.S.M.M.E, che oggi conta più di 3000 tra soci e sostenitori in tutta Italia. L’Associazione, che ha la sua sede a Ponte San Nicolò in provincia di Padova, da quasi 30 anni è al fianco di malati metabolici ereditari, bambini e adulti, per sostenerli e accompagnarli nelle cure quotidiane. Grazie alla tenacia della Presidente Annamaria Marzenta, all’impegno dei volontari e alla generosità delle famiglie, Cometa A.S.M.M.E ha già investito più di due milioni di euro in progetti di ricerca, prevenzione ed assistenza, tra cui l’acquisto della strumentazione “Tandem Mass Spettrometria” necessaria per lo screening neonatale metabolico allargato, e altri due spettrometri per la ricerca sulle malattie neurodegenerative e sulle malattie lisosomiali. L’associazione ha contribuito a realizzare il nuovo Laboratorio di 1 livello per le MME a Padova al Campus Biomedico Pietro d’Abano, in grado di effettuare ogni anno 40.000 analisi su campioni biologici provenienti da 4 provincie del Veneto (Padova, Venezia, Treviso e Belluno), dal Friuli e dalla provincia autonoma di Trento. L’associazione sostiene costantemente anche borse e progetti di studio per medici specializzati, organizza conferenze e convegni medici e momenti di sensibilizzazione per promuovere la conoscenza e la ricerca sulle MME.
adova si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nella ricerca scientifica, questa volta grazie al team diretto dal dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova. Nelle scorse settimane l’equipe ha proposto per la prima volta al mondo un nuovo screening neonatale per una malattia genetica neurologica, chiamata AADC o deficit delle decarbossilasi degli aminoacidi aromatici, che determina una grave disabilità motoria con capacità intellettive normali. Per questa malattia è stata recentemente trovata una terapia genica molto efficace ma le possibilità terapeutiche sono strettamente legate alla diagnosi precoce: la malattia, infatti, è molto difficile da diagnosticare e spesso i pazienti vengono riconosciuti solo dopo anni, quando non c’è più molto da fare. I clinici di Padova diretti dal dottor Alberto Burlina sono riusciti a rilevare nella goccia di sangue con cui vengono eseguiti gli screening di legge, una molecola, la cosiddetta “3 metildopa”, che presenta una struttura simile alla “tirosina”, già presente nei kit diagnostici utilizzati in tutto il mondo per lo screening neonatale esteso (per legge italiana attivo dal 2016). La novità interessante è che non ci sarà bisogno di ulteriori reagenti né di processi diagnostici lunghi e complessi per la diagnosi, ma sarà sufficiente aggiungere la struttura molecolare del composto alla strumentazione in uso per lo screening: la Tandem Mass Spettrometria, un macchinario ad hoc acquistato nel 2015 dall’associazione Cometa A.S.M.M.E e donato al Laboratorio MME di Padova per eseguire gli screening neonatali. Pubblicata dalla rivista americana “Molecular Genetics and Metabolism”, una delle più importanti riviste nel campo genetico metabolico e organo della Società Americana di Malattie Metaboliche Ereditarie, la ricerca è frutto dell’esperienza maturata nel campo diagnostico dalla Divisione diretta dal dottor Burlina, diventata negli anni uno dei modelli
più avanzati al mondo nel campo delle prevenzione delle malattie metaboliche ereditarie. “Sono molto orgoglioso del lavoro svolto da tutto il team, che si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nel suo campo - afferma il Dottor Alberto Burlina - Grazie alla nostra scoperta la diagnosi precoce di questa malattia sarà possibile senza dover sostenere ulteriori costi di strumentazioni o reagenti. Siamo contenti che una rivista prestigiosa come “Molecular Genetics and Metabolism” abbia immediatamente accolto la nostra ricerca”. Molto soddisfatta anche Annamaria Marzenta, Presidente di Cometa A.S.M.M.E. che nel 2015 ha acquistato e donato lo spettrometro Tandem Mass Spettrometria: “Siamo davvero felici di aver dato il nostro piccolo, grande, contributo a questa ricerca - afferma Marzenta - Da quanViene proposto do è nata la per la prima volta al mondo nostra associazione nel per l’AADC, deficit delle 1992, non decarbossilasi degli aminoacidi abbiamo mai smesso aromatici che determina una di investire grave disabilità motoria ma con in progetti di ricerca, capacità intellettive normali prevenzione e cura, acquistando questo ed altri macchinari indispensabili per lo screening neonatale, ma anche sostenendo borse e progetti di studio per medici specializzandi. Questa scoperta ripaga il contributo e l’impegno delle nostre famiglie e dei nostri volontari. Grazie al dottor Burlina e alla sua equipe per il loro lavoro quotidiano”. Congratulazioni al team di lavoro arrivano anche da Giuseppe Dal Ben, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, che si è complimentato con tutti i professionisti coinvolti per aver raggiunto questo ambito traguardo.
on-line:
APRILE 2021
Garden
I colori ed i profumi dei fiori primaverili Ecco le varietà ideali per la stagione e per arricchire terrazzi, balconi e giardini
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assato il grigiore invernale ed il freddo pungente, anche il pollice verde di ciascuno di noi può uscire dal letargo! Con l’arrivo della primavera e delle giornate maggiormente soleggiate è davvero istintivo pensare ai colori ed ai profumi del terrazzo, balcone o giardino. Parliamo di fiori, simbolo inevitabile del risveglio della natura e, diciamolo, grandi alleati del nostro benessere, per due motivi principalmente. Perché veder sbocciare i fiori ed ammirarne i colori ed i profumi di certo migliora il buonumore, così come l’autostima se li abbiamo piantati noi! Senza dimenticare che l’attività fisica derivante dal giardinaggio contribuisce notevolmente alla “remise en forme” propedeutica alla prova costume. Vediamo allora qualche esempio fiorito per la primavera che sboccia. LA PRIMULA Il classico fiore da piantare in primavera, esiste in oltre 500 varianti e con un’ampia scelta di colori: fucsia, giallo, rosso, blu, arancione e moltissimi altri. Le primule si possono piantare all’inizio della primavera in vasi da mettere in giardino o sul balcone: hanno bisogno di uno spazio a mezza ombra per restare sane e robuste. Il terreno deve sempre essere tenuto umido, ma l’ac-
qua non deve mai ristagnare. LA STERLITZIA La strelitzia è originaria dell’Africa e rispecchia davvero la natura rigogliosa, per la forma inusuale e per l’esplosione di colori che dona durante la fioritura, che avviene verso la fine della primavera. La strelitzia ama il sole, spesso viene coltivata in serre (per la vendita come fiore reciso), teme il gelo, vuole innaffiature regolari e un’attenta concimazione. Può essere piantata in giardino ma anche in vaso ed è facile da coltivare. IL CICLAMINO Il ciclamino appartiene alla famiglia delle primulacee e ha circa una quindicina di specie di piante perenni. Si può coltivare in vaso e tenere in casa, oppure in giardino o anche sui balconi, purchè nella brutta stagione sia messo al riparo. Il ciclamino ha bisogno di luce, senza tuttavia essere esposto direttamente al sole. Due le caratteristiche principali, le foglie a forma di cuore ed il profumo che emanano i fiori, sempre molto carichi di colore.
da giardino. I bellissimi narcisi, che a dispetto della delicatezza del loro aspetto sono piante robuste, stanno bene in un terreno a mezz’ombra e vanno annaffiati con molta frequenza. I colori classici di questo fiore sono il giallo e il bianco, ma esistono molti ibridi con altre varianti cromatiche.
IL NARCISO Il narciso è una pianta da terrazzo e
IL RODODENDRO Il rododendro appartiene alla famiglia
delle ericaceae; il suo nome deriva dalle parole greche rhodon (rosa) e dendron (albero). È arrivato in Europa dall’Asia soltanto nell’ottocento. Sono piante sempreverdi da esterno, l’ideale è piantarle in giardino in una zona luminosa ma ombreggiata, dal momento che temono il sole diretto. Anche il rododendro annuncia l’arrivo della primavera, con i suoi fiori coloratissimi dalla forma a campanula.
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L’orto fai da te con i consigli dei tutor Silvia Girotto e Marco Facchin
Coldiretti incontra i consumatori con il pollice verde O
ltre alla spesa a kmzero i cittadini hanno potuto conoscere i segreti della cura di piante e fiori guidati dai tutor dell’orto di Coldiretti che hanno verificato il pollice verde dei consumatori mentre facevano acquisti tra i banchi dei produttori. Una delle tante proposte offerte dagli operatori agricoli per assecondare la passione di giovani e anziani per la coltivazione della terra e la raccolta dei frutti che proprio a causa degli effetti della pandemia registra un boom determinato quest’anno dall’ esigenza di svago nel lungo lockdown in zona rossa ma anche in molti casi per aiutare i bilanci familiari provati dalla crescente crisi, proprio come avveniva in tempo di guerra. Il 33% degli italiani – spiega Coldiretti – ha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni o a titolo gratuito o con affitti simbolici. Esiste poi una quota del 12% che sfoga l’amore per le piante su balconi e terrazzi, verande e davanzali con una vera e propria esplosione di piante e fiori che iniziano a punteggiare di verde e colori il grigio delle città. Il movimento degli hobby farmers, dai balconi ai terreni familiari rappresenta uno spaccato sociale importante che trova nella cura delle piante del verde un importante momento di sfogo contro ansia e stress generati dalla pandemia e dalle limitazioni agli spostamenti fuori casa. Il ritorno degli italiani in orti e
Il 33% degli italianiha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani
Il decalogo per un orto (quasi) perfetto
giardini ha un alto valore sociale ed economico in uno dei momenti più difficili per il Paese con una passione che non richiede per forza grossi investimenti o grandi spazi con diverse opportunità e investimenti: dall’orto portatile da tenere con sé anche in ufficio a quello verticale per risparmiare spazio nelle case, dall’orto “ecologico” per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi. L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare – continua la Coldiretti – intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono – conclude la Coldiretti - alcune delle
regole fondamentali per ottenere buoni risultati. L’erba gatta si può coltivare in terrazza ed è utile per il micio di casa, la menta e l’origano abbelliscono i davanzali e servono anche in cucina, primule e pansè colorano di primavera vasi ornamentali e giardini. L’atteso equinozio del 21 marzo è stato festeggiato nei mercati di Campagna Amica con lezioni di giardinaggio e consigli utili per il green “fai da te”. Nel padovano le clip di Silvia Girotto dell’azienda Sle di Anguillara sono anche on line e seguite da molti followers coinvolti nei suggerimenti della giovane florovivaista che svela i segreti nascosti dei bouquet, il linguaggio e la stagione ideale di tanti fiori Made in Italy. Come lei anche Marco Facchin dell’azienda bio “Piccolo ortolano” di Saccolongo impegnato ad intrattenere il pubblico in azienda e nelle piazze istruendo le famiglie sulle fasi lunari e i misteri della semina dall’insalata alle piante aromatiche.
1. Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati. 2. Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari. 3. Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle. 4. Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale. 5. Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota). 6. Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. E’ possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza. 7. Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante. 8. Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti; 9. Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive. 10. Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.
GUIDA AL SUPERBONUS
SUPERBONUS 110%, SÌ O NO? ECCO LE RISPOSTE AD ALCUNI DEI DUBBI PIÙ FREQUENTI soci e. le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri di cui all’articolo 6 della legge n. 266/1991 e le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano f. le associazioni e società sportive dilettantistiche limitatamente agli interventi destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi.
3. È SEMPRE OBBLIGATORIO EFFETTUARE UNO DEGLI INTERVENTI TRAINANTI PER OTTENERE LA DETRAZIONE O IL CREDITO D’IMPOSTA AL 110%?
Si, salvo l’ipotesi in cui sull’edificio sottoposto ad almeno uno dei vincoli previsti dal codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42/2004, non sia possibile effettuare interventi trainanti o gli interventi strutturali siano vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali. In tali casi, la detrazione o il credito d’imposta al 110% si applica a tutti gli interventi trainati di riqualificazione energetica, previsti dall’ecobonus, anche se non eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, ferma restando la condizione che tali interventi portino a un miglioramento minimo di 2 classi energetiche oppure, ove non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta. 5. Ci sono ulteriori vincoli da rispettare per ottenere il Superbonus per gli interventi di efficientamento energetico? Sì, fermo restando la necessità di eseguire almeno uno degli interventi trainanti, è necessario conseguire un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio (condominio o unifamiliare) o delle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari le quali siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno. Il miglioramento di almeno due classi energetiche potrà essere ottenuto anche realizzando, congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, tutti gli altri interventi previsti dall’ecobonus (come la sostituzione di infissi, serramenti, schermature solari, sistemi di building automation, eccetera), compresa anche l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo per l’energia prodotta, e dovrà essere dimostrato mediante la redazione di due appositi attestati di prestazione energetica, ante e post intervento, secondo le indicazio-
NUS
ERBO
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110%
ni che saranno specificate nel decreto che sarà emanato ai sensi del comma 3-ter dell’articolo 14 del decreto legge n. 63/2013.
4. SE VOLESSI RIFARE GLI INFISSI, POSARE IL CAPPOTTO TERMICO, INSTALLARE I PANNELLI SOLARI, POTREI FARLO SENZA ESBORSO MONETARIO?
Sì, con la norma del Superbonus, è possibile effettuare alcuni interventi di ristrutturazione (riqualificazione energetica e antisismico) senza alcun esborso monetario optando, secondo le modalità stabilite con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, in luogo della detrazione fiscale, per lo sconto in fattura. In questo caso, l’impresa riceverà un credito d’imposta pari al 110% del valore dello sconto applicato in fattura.
10. QUANTE VOLTE PUÒ ESSERE CEDUTO IL CREDITO DI IMPOSTA?
Il credito d’imposta potrà essere ceduto illimitatamente a qualsiasi soggetto.
11. SE UN SOGGETTO ACQUISISCE UN CREDITO D’IMPOSTA, MA DURANTE I CONTROLLI DELL’ENEA O DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE VIENE RILEVATO CHE IL CONTRIBUENTE NON AVEVA DIRITTO ALLA DETRAZIONE, QUEL SOGGETTO PERDE IL CREDITO CHE HA RICEVUTO?
No, il cessionario che ha acquistato il credito in buona fede non perde il diritto ad utilizzare il credito d’imposta.
Domande e risposte a cura di Agenzia delle Entrate (aggiornamento di Marzo 2021)
GUIDA AL SUPERBONUS
“SUPERBONUS SUPERA IL MILIARDO DI EURO: CANTIERI A +44% E VALORE DEI LAVORI A +49% NELLE ULTIME DUE SETTIMANE DI MARZO 2021” Sono molto incoraggianti e positivi i dati che sottolinea l’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro, promotore e sostenitore di tutta la filiera dei bonus edilizi, in un post nella sua pagina Facebook “Nelle ultime due settimane di marzo è stato raggiunto un primo traguardo importante: il superbonus supera il suo primo miliardo di euro di lavori eseguiti e asseverati. Secondo i dati forniti da ENEA, infatti, si sono registrati: +44% di nuovi cantieri, passando da un totale di 6959 a 10051; +49% del valore dei lavori eseguiti, passando da 733,2 milioni a 1089,6. E dall’inizio dell’anno: +514% di nuovi cantieri, passando da 1636 a 10051; +477% del valore dei lavori, passando da 189 milioni di euro a 1089,6 milioni di euro Sul fronte energetico, il risparmio stimato acquisito ad oggi è pari 206.435 MWh/anno.” Fraccaro cita anche il rinomato studio IHS MARKIT PMI® SETTORE EDILIZIO ITALIANO, che ha raccolto i dati del settore tra il 12 ed il 31 marzo 2021. Secondo gli ultimi dati PMI®, il settore edile italiano ha osservato a fine del primo trimestre una crescita della produzione che è stata elevata e la maggiore in oltre 14 anni, a causa dell’incremento più veloce dei nuovi ordini in quasi venti anni. Le attuali interruzioni sulla catena di distribuzione hanno però provocato l’espansione maggiore dei costi mai osservata finora. L’indice principale dell’indagine è l’IHS Markit PMI sul settore edilizio italiano, un indice di diffusione destagionalizzato che monitora i cambiamenti del volume totale delle attività edili rispetto al mese precedente.
A marzo, l’indice principale è cresciuto ulteriormente al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.0, salendo da 54.8 di febbraio sino a raggiungere 56.3. Le aziende campione hanno attribuito l’ultimo incremento alle migliori condizioni di domanda e ai bonus gover-
nativi. L’ultimo valore inoltre mostra come l’attività edile in Italia sia aumentata al livello più veloce da gennaio 2007. Un’espansione è stata osservata a marzo in tutti e tre i sottosettori monitorati, con quello dell’edilizia residenziale che ha riporta-
to l’incremento più veloce, con un aumento della produzione al tasso maggiore mai registrato dall’inizio di questa indagine nel 1999, seguito dal sottosettore dell’edilizia non residenziale. Il sottosettore dell’ingegneria civile, dopo i precedenti due mesi di declino,
ha registrato un ritorno di crescita dell’attività anche se ad un livello solo marginale. A marzo, l’ennesima crescita della domanda ha sostenuto la forte ripresa dell’attività edile. I nuovi ordini ricevuti sono aumentati per il secondo mese consecutivo e al tasso maggiore da maggio 2001 in parte grazie all’ecobonus e al superbonus. I dati di marzo hanno inoltre evidenziato una ulteriore creazione occupazionale nel settore edile italiano. I livelli del personale sono aumentati notevolmente e al tasso più veloce in quasi due anni. Guardando al futuro, a marzo le imprese edili italiane sono rimaste ottimiste in riguardo all’attività del prossimo anno. L’ottimismo è stato attribuito alle agevolazioni fiscali governative, alla migliore domanda da parte dei clienti e alla speranza di una forte ripresa non appena le restrizioni anti Covid-19 verranno allentate. L’ottimismo è diminuito dal recente record di febbraio ma è rimasto storicamente elevato. “Mi sembra evidente – conclude Fraccaro - che questi dati confermino la bontà del Superbonus e che portino ulteriore evidenza della necessità di prorogarne la sua durata il più possibile. Il governo precedente ha fatto la sua parte, le imprese, le banche e i professionisti coinvolti stanno dimostrando che la direzione intrapresa è quella giusta. Diventa oggi imperativo dargli più tempo possibile per continuare a lavorare per trasformare in chiave sempre più sostenibile il nostro grande Paese.”
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Oroscopo
Ariete Avete bisogno di dedicarvi un po’ più a voi stessi e alle vostre passioni. Rallentate il ritmo e ascoltate di più voi stessi.
Toro Toro: E’ un periodo di grande inventiva e di buoni propositi. Mettetevi in gioco, il momento è propizio.
Aprile Il sole torna ad illuminare le nostre giornate e restituisce nuove energie e speranze
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Bilancia Siete determinati verso il vostro obiettivo: ci avete lavorato tanto, è tempo di concretizzare gli sforzi fatti fin qui.
Scorpione Avete bisogno di aria nuova ma per ora dovrete desistere da nuove avventure per rimanere con i piedi ben saldi a terra.
Gemelli
Sagittario
E’ il tempo dei colori e della creatività. Non arrendetevi: siate fantasiosi e tenaci, nella vita e nelle relazioni.
Avete voglia di riscatto. Il momento è buono per tentare di realizzare i vostri desideri, anche se non tutti.
Cancro
Capricorno
Novità in vista che toglieranno un po’ di “polvere” alla vostra vita e vi rimetteranno in moto.
Il vostro proverbiale autocontrollo vacillerà. Inizia un periodo di grande romanticismo, sarete distratti e sognatori.
Leone
Acquario
Vivete alla giornata e continuate con il vostro entusiasmo ad affrontare le sfide di ogni giorno. Avrete le giuste soddisfazioni.
La vostra curiosità vi porterà a conoscere persone nuove. Siete ben disposti verso gli altri. Periodo favorevole.
Vergine
Pesci
Alla fine gli affetti sicuri e il vostro giro di amicizie si rivelano essere indispensabili, non cercate altrove ciò che già avete.
Siete alla ricerca di nuovi stimoli e ritmi nuovi. Lasciatevi andare al cambiamento: il nuovo orizzonte vi stupirà