La Piazza del Delta aprile 2021

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on-line:

del Delta

APRILE 2021

Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n.64

Regione

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Concorsi a Premi

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“Al lavoro per garantire un’estate in sicurezza” Il punto sulle prospettive del turismo con il Consorzio Promozione Sviluppo servizio a pag 13 Delta del Po. “Le prenotazioni continuano ad arrivare”

PORTO VIRO

Campagna vaccinale in Sala Eracle nel vivo PORTO TOLLE

Zaia al ministro: “Lavori alla laguna con i fondi Ue” ARIANO NEL POLESINE

A dimora 7 piante, “figlie” della quercia di Dante TAGLIO DI PO

Una rotatoria collegherà Ravenna e Venezia PARCO DEL DELTA.

Zaia riconferma Gasparini presidente dell’Ente PIANO DI RIPRESA

Il Veneto alza la voce, Calzavara: “Rivendico il ruolo della Regione

La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

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ntere categorie produttive stanno vivendo la loro seconda primavera di restrizioni. Aziende, imprenditori e lavoratori che attendono solo di poter ripartire, molti dopo un anno di stop forzato. Ci sono i mondi della ristorazione, degli eventi, i lavoratori dello spettacolo e della moda, delle palestre e delle piscine. Una schiera alla quale sono stati chiesti sacrifici immani, a fronte di aiuti risicati. segue a pag 5

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Facciamo il punto

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La forza di rialzarsi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Vaccinazioni: nuovi punti, soprattutto per gli anziani A

Rosolina è diventato operativo a inizio aprile il nuovo centro vaccini, che ha aperto la domenica di Pasqua insieme con il punto vaccinale di Occhiobello. A dare l’annuncio è stata l’Ulss 5 Polesana, che ha commentato sulla propria pagina Facebook: “Hanno aperto due nuovi centri vaccinali di popolazione presso i Comuni di Rosolina e Occhiobello che, sommati ai sette attuali, garantiranno la massima accessibilità alla popolazione, in un territorio caratterizzato da una particolare conformazione, e la prosecuzione della campagna vaccinale con l’obiettivo dell’Azienda Ulss 5 di concluderla quanto prima, compatibilmente ai vaccini a disposizione”. Il nuovo centro corre in soccorso soprattutto della popolazione più anziana del Delta, consentendo di alleggerire notevolmente i loro spostamenti.Il centro vaccini di Rosolina, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, ha sede presso il palazzetto dello sport del paese, una posizione quindi centrale e accessibile L’apertura ha richiesto giorni di intenso lavoro contro il tempo, con gli ultimi ritocchi che si sono conclusi la notte prima dell’apertura. Al lavoro per il nuovo centro vaccini non c’erano solo tecnici e operai, ma anche Graziano Donà, architetto d’interni, che, grazie alla sua arte, ha reso il punto vaccinale un luogo molto accogliente.

del Delta

è un marchio proprietà di

Srl

Il centro di Rosolina impreziosito dall’opera di Graziano Donà

È un periodico formato da 20 edizioni locali mensilmente recapitato a 373.576 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano Polesine e Porto Tolle per un numero complessivo di 11.747 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< >www.lapiazzaweb.it<

Mentre la campagna vaccinale prosegue a strattoni, tra continui stop and go, promesse e dubbi, allarmi e annunci, in questo primo quadrimestre del 2021 molti, moltissimi lavoratori e imprenditori sono stati costretti a rimanere alla finestra, a chiudere, a fermarsi ancora, oppure a non ripartire per nulla, come chi è bloccato ormai da più di un anno. Hanno dovuto misurarsi con i bilanci da far quadrare in ogni caso, con i posti di lavoro da salvaguardare, la necessità di programmare un futuro che ancora deve concretizzarsi ma che va comunque programmato. A loro è stato chiesto, per lunghi, lunghissimi mesi, di resistere. Di attende. Di sperare. Finora non hanno certezze, se non quella dei sacrifici affrontati dall’inizio della pandemia. Gli aiuti - chiamiamoli pure ristori o sostegni, poco cambia - si sono rivelati, fino a questo momento un debole rimedio, per molti una vera e propria delusione. C’è chi è sceso in piazza, chi ha aperto per protesta, chi ha chiesto a gran voce di non continuare ad essere dimenticato. Qualcuno ha dovuto anche gettare la spugna. “Fateci lavorare”, è il coro che si alza unanime nella certezza di poter avere tutte le carte in regola e le potenzialità per garantire una riapertura in sicurezza, nell’affrontare una stagione che ci porterà fuori dall’emergenza. Ciò che non è mai venuto meno, in questi mesi, è stata la forza d’animo, la tensione che precede lo scatto, accompagnata dalla creatività e dall’inventiva. Ci sono negozi e attività che anche durante il periodo di chiusura hanno trovato il modo di mantenere il contatto con i propri clienti attraverso incontri on line o eventi social, oppure palestre che hanno reinventato la loro programmazione all’aperto, realtà sportive che hanno trovato forme alternative di allenamento, promotori di eventi che non hanno mai spezzato il filo che li unisce al loro pubblico. Esempi, storie di tenacia e forza d’animo, di idee e di coraggio, che cerchiamo di raccontare anche da queste pagine e sui nostri canali web. Un ringraziamento è doveroso a chi continua a resistere ed è pronto a ripartire.

Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Ornella Jovane >redazione@givemotions.it<

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione l’8 aprile 2021


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Porto Viro

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Lotta al Covid. Il mercoledì si usa invece la sede sussidiaria del palazzetto dello sport di Porto Tolle

Entrata nel vivo la campagna vaccinale in Sala Eracle H

a preso il via con il mese di marzo la campagna vaccinale di massa e la città di Porto Viro è interessata in maniera diretta con le operazioni, dal momento che la Sala Eracle è stata predisposta come “centro vaccinale” della zona, comprendente un bacino che conta oltre a Porto Viro, Loreo, Rosolina e una parte di Ariano Polesine. Un risultato – come spiegato dal sindaco Maura Veronese – reso possibile dalla sinergia tra amministrazioni comunali, Protezione civile di distretto ed ovviamente Ulss. Ad accogliere i vaccinandi, nei tre box predisposti, una decina di operatori sanitari; un quarto box è stato allestito come pic-

Operativa cinque giorni alla settimana dalle 9 alle 14. Chiusa il giorno del mercato per evitare affollamenti colo ambulatorio medico, utile per l’osservazione nei quindici minuti di attesa dopo l’inoculazione. Nel primo giorno sono state vaccinate 144 persone delle classi 1940 e 1941, giunte alla Sala Eracle su invito ricevuto via lettera dall’azienda sanitaria locale. Oltre al primo cittadino, all’“inaugurazione” delle operazioni sono intervenute Federica Fenzi, direttrice dell’Unità organizzativa complessa di Igiene e Sanità pubblica dell’azienda Ulss 5 Polesana di Rovigo, ed Annamaria Del Sole, responsabile del centro di

vaccinazione della popolazione. La Sala Eracle, affacciata su Corso Risorgimento, rappresenta un luogo comodo e centrale in città, ben servita e con ampie possibilità di parcheggio nelle vicinanze; lavora cinque giorni la settimana dalle 9 alle 14, e rimane chiusa il mercoledì, per evitare affollamenti con il vicinissimo mercato settimanale di Contarina. Nello stesso giorno è però attivo il Palazzetto dello Sport di Porto Tolle, una sorta di sede sussidiaria, che in futuro potrà vedere implementato il carico di lavoro man mano che la campagna vaccinale entrerà nel vivo. Per facilitare le operazioni, dopo qualche giorno sull’ingresso della struttura è stato posizionato un grande gazebo che potrà tenere riparate le persone in coda; quest’ultima, inoltre, viene indirizzata su Viale VII Mari piuttosto che sulla più trafficata Corso Risorgimento onde evitare problemi alla viabilità. Tra i primi ad avere accesso alla dose di vaccino, gli agenti della polizia locale portovirese, seguiti dai colleghi dei comuni di Taglio di Po, Ariano Polesine, Porto Tolle, Rosolina e Corbola. La Sala Eracle, struttura polifunzionale cittadina, si è così “prestata” a questa nobile funzione, con l’attesa – e grazie proprio ai vaccini – che possa tornare ad accogliere eventi, ospiti e rappresentazioni dal vivo. Fabio Pregnolato

A lato, la Sala Eracle

Lo storico Bar Marzolla ha abbassato le serrande: Adriano e Grazia salutano e vanno in pensione Ha abbassato le serrande, e una capitolo della storia di Taglio di Donada è tramontata. Ha chiuso i battenti lo storico Bar Marzolla, all’incrocio tra le vie Trento e Malipiera, da decenni punto di ritrovo per molti portoviresi ed in particolare per gli abitanti di Taglio di Donada. Una decisione presa dai titolari, gli instancabili coniugi Adriano e Grazia, che l’attuale pandemia ha velocizzato verso la voglia della meritata pensione; il cartello da loro appeso alla porta ha dato la stura a molti ricordi sulle ore trascorse nel locale: mille infatti le storie da raccontare tra partite ‘a stecca’, di calcetto, briscole e videogiochi (Tetris e Super Mario in primis). Non poteva quindi che scendere qualche la-

crima a chi ancora bambino andava a prendere l’aranciata, chi il gelato a piedi scalzi, e poi crescendo la merenda, il panino o il caffè, le prime cotte, il motorino o le urla per le partite (soprattutto se della Juventus). “Sono contento di aver passato i migliori anni della gioventù in quel mitico bar dove abbiamo coltivato il senso di appartenenza e ascoltavamo dai ‘grandi’ buoni consigli sulla vita” scrive un signore sui social, mentreun altro ricorda “le nostre serate sull’incrocio a giocare a pallone ‘ch’em fin cancelà le strise”. Un capitolo che si chiude, quello del ‘bar Marsola’, e al quale Adriano e Grazia hanno fatto pervenire il loro commosso ringraziamento. (f.p.)



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Porto Viro

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App del Commercio e delle attività produttive. Disponibile gratis

I negozi locali sbarcano sul web L

e attività produttive portoviresi potranno essere inserite a titolo gratuito in una nuova app realizzata dall’assessorato alle Attività produttive e al Commercio. Una vera e propria piattaforma digitale, la “App del Commercio e delle attività produttive” per l’appunto, messa a disposizione gratuitamente per gli esercenti, e che fungerà non solo da vetrina ma che darà alle stesse anche l’opportunità di ampliare la propria platea di clienti. A darne notizia, l’assessore alle Attività produttive e al Commercio Valeria Mantovan e il manager del distretto del commercio e del tartufo Filippo Carlin, di fresca nomina. “La maggiore visibilità permetterà altresì il raggiungimento di nuovi target di clientela rivolti esclusivamente all’acquisto on-line e il superamento della situazione di stallo venutasi a creare in questo periodo di emergenza sanitaria” ha spiegato l’assessore. Uno degli obiettivi principali del progetto, infatti, sarà quello di far ac-

Valeria Mantovan

cedere al mondo dell’e-commerce tutte le attività aderenti. L’app, al cui sviluppo ha contribuito un’informatica locale, potrà essere scaricata da qualsiasi dispositivo mobile (iOS e

Android) e sarà collegata da un portale web che funzionerà in parallelo all’applicazione. Ogni aderente avrà la possibilità di mettere in evidenza la propria specifica attività secondo le peculiarità della stessa con una pagina dedicata in cui saranno presenti tutti i riferimenti di contatto (telefonici, logo aziendale, link social di riferimento, foto, etc.). Verrà altresì data evidenza ai servizi di messaggistica istantanea quali WhatsApp, Telegram e Messenger, per una comunicazione immediata tra aziende e utenti. Si tratta di una vera e propria opportunità rivolta a tutti i commercianti del territorio comunale, in particolar modo per le attività che non si sono mai approcciate al mondo digitale. I commercianti inoltre, saranno sgravati dall’onere della gestione delle proprie pagine, perché le stesse saranno seguite e curate dallo studio informatico. Fabio Pregnolato

I Free Bikers solidali con il Myanmar Il gesto delle tre dita, ispirato ad HungerGames, è diventato il simbolo della rivolta in Myanmar, l’ex Birmania in questi giorni insanguinata dal golpe dei militari. E proprio per questo i Free Bikers hanno voluto postarlo sulla loro pagina Facebook, memori del loro ultimo viaggio – prima di questo anno di stop – nel paese asiatico. In Mauro Garbin, Mario Mantovan, Vincenzo Mancin e Vittorio Cacciatori è infatti ancora vivo il ricordo dei 650 km in bici da Mandalay a Yangoned hanno pensato ad una serie di eventi ed interventi di sensibilizzazione. “Avendo condiviso gioie ed emozioni con gli amici del Myanmar durante il nostro viaggio, questo è il minimo che potevamo fare per non dimenticare questo meraviglioso popolo e gli italiani che vivono là, che con grandi sacrifici da anni stanno contribuendo alla rinascita e crescita di questo paese straordinario” hanno spiegato i quattro cicloturisti, invitando a firmare una petizione online su change.org lanciata dall’associazione Italia-Birmania. Inoltre, nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati dalla parrocchia di San Bartolomeo su tre paesi in difficoltà – oltre al Myanmar, l’Iraq e la Bosnia -i Free Bikers hanno portato la loro testimonianza leggendo un messaggio “di solidarietà al popolo birmano che reclama la liberazione dei detenuti politici, il riconoscimento del Parlamento liberamente eletto e il ritorno alla democrazia”. (f.p.)


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Porto Viro

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Casa di cura Madonna della Salute. Rimarrà in uso il blocco entrato da poco in funzione

Finalmente iniziati i cantieri per il nuovo ospedale

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anno preso il via con un anno di ritardo a causa della pandemia i lavori di costruzione della nuova struttura che ospiterà la casa di cura ‘Madonna della Salute’ e che sorgerà sul terreno del parcheggio di via Badaloni. Una bella rivalsa per la struttura portovirese – e deltina – che negli anni scorsi si era vista togliere il titolo di ‘presidio ospedaliero’. Ed ora, a cantiere aperto,nelle parole dell’amministratore delegato Stefano Mazzuccato“il vecchio parcheggio viene eliminato per far posto alla nuova struttura, mentre lo stabile originario verrà abbattuto per far posto ad un nuovo parcheggio che andrà ad aggiungersi a quello da 130 posti auto inaugurato a dicembre 2020 tra via Fiume e via Di Vittorio”. Rimarrà invece intatto il blocchetto da 3300 metri quadrati entrato in attività la scorsa estate ad ovest del corpo principale dove si trovano attualmente il nuovo poliambulatorio, il reparto di riabilitazione, gli spogliatoi dei dipendenti e gli uffici della direzione. Nel dettaglio, con la nuova sistemazione, al piano terra troveranno porto i servizi, il pronto soccorso, il poliambulatorio, gli uffici amministrativi, la radiologia ed il laboratorio analisi. Al primo e secondo piano si troveranno invece i posti di degenza,

“L’intervento edilizio porterà con sé nuovi posti di lavoro, in linea con l’aumento di posti letto previsti dalla scheda ospedaliera varata dalla Regione per il nostro ospedale”

la terapia intensiva e le sale operatorie. “L’intervento edilizio –ha aggiunto Mazzuccato - porterà con sé nuovi posti di lavoro, in linea con l’aumento di posti letto previsti dalla scheda ospedaliera varata dalla Regione per il nostro ospedale. Entreranno nella squadra di 400 persone, tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti, che fanno della ‘Madonna della Salute’ la prima impresa, per numero di occupati, del comune di Porto Viro oltreché un punto di attrazione di utenti da tutti i comuni del Delta del Po”. Fabio Pregnolato

Sopra Stefano Mazzucato

La struttura sarà pronta per il 2024 La nuova struttura ospedaliera portovirese sarà pronta per l’estate 2024, l’investimento complessivo è di oltre 40 milioni di euro e i soggetti aggiudicatari dei lavori sono, per la parte edilizia, l’Ati (associazione temporanea di impresa) tra ‘Edilferrosrl’ e ‘Fregugliasrl’, entrambe di Porto Viro; per la parte elettromeccanica, la ‘Gelmini impianti tecnologici’ di San Martino Buon Albergo (Verona) e, per la parte elettrica, la ‘Cubi impianti tecnologici’ di Sommacampagna (Verona): con le ultime due collaboreranno anche un gruppo di aziende polesane. “L’intervento edilizio – ha spiegato l’ad Mazzuccato - si è reso necessario per ottemperare alle

disposizioni della legge regionale n.22/02 sull’accreditamento delle strutture sanitarie, ma sarà anche l’occasione, da un lato, per adeguarsi alle nuove esigenze che si sono palesate in dipendenza della pandemia da Covid-19 e, dall’altro lato, per adeguarsi alle norme antisismiche. Il tutto avrà un enorme impatto sugli as-

setti organizzativi interni perché la superficie edificata sarà più che raddoppiata rispetto a quella attuale, attestandosi su oltre 20 mila metri quadrati: 3300 mq dell’ala già esistente ad ovest e 16600 mq della nuova costruzione, dei quali 6000 mq al piano terra e 5300 mq rispettivamente al primo e secondo piano”. I prossimi anni saranno quindi un ulteriore traguardo nella storia dell’ospedale cittadino, che ha visto la luce nel 1955 per interessamento del dottor Romano Quadretti e del suocero Benvenuto Zanellato, che nel dopoguerra ebbero la lungimiranza di intuire la necessità di un luogo di cura per le allora comunità di Contarina e Donada. (f.p.)


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Porto Tolle

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Barbamarco. Il problema degli insabbiamenti crea situazioni di pericolo

Zaia al Ministro: “Lavori alla laguna con i fondi Ue” I

l Presidente del Veneto Luca Zaia ha inviato al Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini una lettera sulla problematica degli insabbiamenti della laguna di Barbamarco. Una questione che mette a repentaglio la fiorente economia ittica del comune di Porto Tolle e l’incolumità degli equipaggi della flotta di pescherecci. Nella lettera Zaia descrive quanto sia importante la bocca sud di Barbamarco. Un punto di collegamento tra laguna e mare, spesso soggetta a interramenti, dovuti alle mareggiate che causano l’insabbiamento delle imbarcazioni, costringendo gli equipaggi ad attraccare, in certi periodi dell’anno, nei porti come Chioggia o Ravenna, con tutte le conseguenze che si traducono in un aumento dei costi economici. “Il porto, infatti, - continua la lettera - è dotato di strutture tra le più moderne del panorama ittico nazionale e ospita oltre 60 imbarcazioni. La zona a mare antistante la “Bocca Sud” della laguna è interessata da frequenti insabbiamenti che sono stati puntualmente risolti negli anni con interventi di dragaggio effettuati dalla Regione. Si tratta ora di realizzare, a cura di codesto Ministero, anche nell’ambito delle iniziative connesse al Piano “Next generation Eu”, un sistema di protezione della “Bocca Sud” che consenta di risolvere la tematica in modo permanente, tenuto conto che l’ultimo intervento di dragaggio effettuato dalla Regione, e conclusosi a gennaio 2021, è stato quasi del tutto annullato da una recentissima mareggiata”. Zaia chiede l’interessamento del ministro alle Infrastrutture per attivare una sinergia tra Regione e Ministero per un piano di manutenzione straordinaria, per realizzare nuovi scavi nella laguna. Sul punto interviene Francesca Zottis (Pd), vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini. “Solo adesso Zaia chiede l’intervento risolutivo da parte del ministro per il problema degli insabbiamenti provocati dalle mareggiate che bloccano l’accesso al porto di Pila. Per anni la Regione è andata avanti con provvedimenti tampone, con lavori di somma urgenza. Bastava programmare un intervento strutturale e nell’arco di una le-

gislatura, con una spesa equivalente a quella per il passaggio di una tappa del Giro d’Italia dalle Colline del Prosecco, e il problema del porto di Pila si sarebbe risolto da un pezzo. I dragaggi che chiede Zaia, essendo all’interno di una laguna, non eviteranno il bisogno di una periodica manutenzione. Ed è bene che Zaia se lo metta bene in testa: è la Regione a doverla garantire”. Guendalina Ferro

Vaccini, “nessuna dose è stata sprecata” La campagna vaccinale a Porto Tolle è stata, nel mese di marzo, un successo. A dirlo è la vicensindaco Silvana Mantovani che ha tracciato un primo bilancio. “Nel corso dell’ultima tornata vaccinale conclusasi con la giornata di sabato 3 aprile, oltre ai richiami per i vaccinandi over 80, sono state somministrate le dosi di vaccino avanzate a persone del 1942, dunque rientranti nella prossima fascia d’età interessata al vaccino, ad alcuni accompagnatori, a persone con fragilità, ai dipendenti comunali a contatto con il pubblico, alle educatrici del nido. Nessuna dose è andata sprecata. Ora inizia una nuova fase della campagna vaccinale che, passando per la prenotazione online da parte del singolo cittadino, eventualmente supportato dal personale delle farmacie del territorio, supererà gli intoppi comunicativi della fase appena conclusa. Non possiamo che essere soddisfatti del lavoro finora svolto, grazie alla sinergia con l’equipe dell’Ulss5, al supporto costante della polizia locale, dei volontari della Protezione Civile e dell’Ufficio Demografico, con i quali si è provveduto a redigere una lista di persone da vaccinare in caso fossero avanzate delle dosi, e a contattarle”. Il sindaco Roberto Pizzoli aggiunge: “Soddisfatti del mese appena concluso siamo pronti per affrontare quelli che ci attendono per portare a compimento la campagna vaccinale per tutti i portotollesi. È’ importante che tutti i nostri anziani che non abbiano potuto, per varie ragioni, accedere a questa prima tornata vaccinale, contattino l’ufficio socio sanitario. Vista la grave percentuale di decessi che ha interessato il nostro comune, è prioritario che le categorie fragili vengano messe al sicuro e l’unica strada di efficacia scientificamentecomprovata, ad oggi, è il vaccino”. I cittadini con un’età pari o superiore agli 80 anni che, per qualsiasi ragione, non siano statisottoposti al vaccino anti-COVID19 ed intendano farlo, sono pregati di contattare l’Ufficio Socio Sanitario,telefonando al numero 389 94 52 158, oppure scrivendo una e-mail con i propri dati anagrafici, indirizzo enumero di telefono all’indirizzo sociosanitario@comune.portotolle.ro.it. (gu.fe.)



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Porto Tolle

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Casa di riposo. Il sindaco Pizzoli: “Gli anziani sono una risorsa e noi abbiamo il dovere morale di difenderli”

Taglio del nastro per il nuovo Centro servizi anziani

Un momento dell’inaugurazione e l’esterno della struttura

È

stato inaugurato alla presenza delle autorità territoriali, il nuovo Centro Servizi Anziani (Csa) in via Novembre ’66 a Porto Tolle. “Con il taglio del nastro della nuova casa di riposo andiamo a completare i servizi al Centro Socio Sanitario San Nicolò – ha esordito il vicesindaco Silvana Mantovani nell’aprire la cerimonia -. Un centro che registra dal gennaio 2020, il servizio di medicina di gruppo”. A presenziare per il consorzio Pass (Polesine Assistenza Socio Sanitaria) gestore del Csa, Daniele Bertarelli, presidente della Cidas, la cooperativa che si occuperà dei servizi socio assistenziali sanitari. “Samo disponibili per far visitare la struttura alle famiglie interessate e far conoscere il nostro personale qualificato. Una trentina di persone del territorio”. A far parte della cordata del consorzio anche le cooperative sociali, Eureka, Goccia, Militi Volontari della

Croce Verde e Oasi. A impreziosire l’apertura ufficiale della struttura, il prefetto Maddalena De Luca, il vescovo Adriano Tessarollo per la benedizione, la dottoressa Maria Chiara Paparella per l’Ulss 5, Luca Prando come presidente della Conferenza dei Servizi dell’Ulss 5 Polesana, Franco Vitale per il distretto 1, la consigliera regionale Laura Bisaglia, l’assessore regionale Cristiano Corazzari che ha così commentato:

“Il momento che stiamo vivendo, cambierà il nostro modello di visione nel concepire la società futura, dove i servizi come quello che verrà erogato da questo centro servizi, sono fondamentali per garantire la vita e la sicurezza dei territori. Per il futuro, saranno necessari importanti investimenti nel settore della sanità, con l’obiettivo di riportare i servizi sanitari nel territorio, necessari per mantenere la rete sociale e la coesione delle

nostre comunità, per continuare a vivere nel territorio”. “Si tratta di un sogno che si è realizzato – ha detto l’ex sindaco Claudio Bellan – che nel 2005 destinò un milione di euro di fondi pubblici per il Centro San Nicolò -. Una struttura realizzata da un gruppo di lavoro guidato dall’ingegner Andrea Portieri, in qualità di project manager e rup”. “Il Centro San Nicolò rappresenta la realizzazione della mission di

ogni amministrazione comunale, ovvero il miglioramento della qualità di vita dei nostri cittadini. Un modello di servizio per cui ogni amministrazione si deve impegnare per la propria cittadinanza” le parole del sindaco Roberto Pizzoli – “gli anziani sono una risorsa, e noi, come amministratori, abbiamo il dovere politico e morale di difendere fino all’ultimo”. “Questo progetto è importante perché risponde alle necessità della comunità. Un’opportunità per il territorio, realizzata grazie ad un lavoro di squadra di professionisti, dedizione e passione delle persone che vivono nel territorio” – ha commentato infine il prefetto Maddalena De Luca. Guendalina Ferro

L’Emporio della solidarietà di Ca’ Venier, un punto di riferimento per la popolazione L’emporio della solidarietà situato in via teatro a Ca’ Venier è un servizio a favore delle persone in difficoltà. Dopo un anno dall’apertura è un punto di riferimento per la popolazione che viene gestito dall’associazione Solidarietà Delta. Una sorta di supermercato al quale le persone accedono solo con una punti card, attribuita dopo una breve prassi burocratica attivata dalla rete, tra ufficio servizi sociali del Comune di Porto Tolle e centro di ascolto della Caritas. Un servizio che nel corso del lockdown si è intensificato per l’aumento di nuovo nuclei famigliari in difficoltà. Un luogo dove le persone dell’unità pastorale di Porto Tolle, Ca’ Venier, Oca, Santa Giulia e quindi delle località del comune di Taglio di Po si recano non solo per trovare generi alimentari, ma per avere

l’occasione di scambiare due parole con le volontarie che quotidianamente si prodigano per mantenere l’emporio, un luogo ordinato, pulito e soprattutto accogliente. Doretta Galimberti, Daniela Beltrame, Maria Pia Mancin, Ariella Bordina, Giovanna Pasquali, Isa Tognon, Karin Franzoso e Antonella Borroni sono solo alcuni nomi delle volontarie che quotidianamente si dedicano all’allestimento degli scaffali. Responsabile dell’emporio e vicepresidente del sodalizio Antonella Borroni, che racconta della notevole mole di lavoro sia per gli alimenti freschi sia per gli alimenti che settimanalmente vengono donati da privati e attività produttive, che poi vengono sistemati nell’immobile un tempo adibito a farmacia e prima ancora a scuola elementare. “Un edificio ristrutturato

grazie all’operato e alla manovalanza gratuita e di inestimabile valore di Marino Grandi- rende noto Isa Tognon-. Tante le storie che le volontarie raccontano, dalla vicenda di Giovanna Pasquali, diventata volontaria durante la raccolta alimentare realizzata al supermercato Ali di Porto Tolle, al racconto di una signora che non si era mai avvicinata all’emporio della solidarietà per vergogna. Un ostacolo che superò, nel momento in cui la sua famiglia, figlio minore compreso, avevano fame e non sapevano come arrivare a fine mese. “Il servizio pubblico –tiene a sottolineare una delle volontarie – è ora arricchito dal piccolo reparto di riviste e libri donati. Un pretesto per parlare di argomenti che possono cibare la mente, attraverso la cultura o semplicemente per scambiare

informazioni utili per le buone prassi da seguire per un’equilibrata abitudine alimentare quotidiana”. Per accedere all’emporio basta chiamare il centro di ascolto Caritas allo 3791507522. (gu.fe)


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Rosolina

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L’intervista. Michele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po

“Al lavoro per un’estate sicura” M

ichele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione Sviluppo Delta del Po, racconta quelle che sono le speranze, in ottica estiva, quando ancora tutta l’Italia si trova a dover fare i conti con numerose ristrettezze dovute alla pandemia in atto. Presidente, quali sono le prospettive per l’imminente stagione estiva? “In un periodo così particolare è difficile fare previsioni. Gli ospiti veneti stanno apprezzando ogni anno di più la nostra località, e anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto. Per quello che riguarda giugno molto dipenderà dalle limitazioni e restrizioni. Una vera e grande sorpresa è rappresentata dal mese di settembre, che è sempre stata appannaggio del mercato tedesco, ma che negli ultimi anni ha avuto un maggiore apprezzamento anche per il mercato italiano”. Come stanno preparando-

si gli operatori balneari delle spiagge del Delta del Po? “Tutte le attività stanno facendo del loro meglio per poter accogliere gli ospiti nel modo migliore per la prossima estate, forti degli insegnamenti avuti l’estate scorsa. Posso dire con certezza che saremo in grado di garantire misure e condizioni adeguate alle necessità di tutti i turisti”.

“Anche per questa estate le prenotazioni continuano ad arrivare, soprattutto per i mesi di luglio e agosto” Al riguardo, come vi state attrezzando? “Siamo impegnati in percorsi di formazione e abbiamo attivato una rete di collaborazione tra gli operatori, per poter creare una filiera che possa garantire un servizio migliore, con standard condivisi in tutte le località marittime deltizie. Inoltre, stia-

Nell’immagine Michele Ghezzo (foto di repertorio pre emergenza Covid)

mo facendo un percorso con i portatori di interesse e le amministrazioni comunali, che ci porterà ad avere una reale percezione di un’unica destinazione, da poter fare su tutto il vasto territorio del Delta del Po”. Che cosa vi aspettate di diverso, rispetto all’anno scorso? “Ci aspettiamo più consapevolezza, da parte degli operatori e degli ospiti, circa il difficile momento che stiamo vivendo. Siamo consapevoli di svolgere il lavoro più bello del mondo, ossia l’accoglienza, che sia sotto l’ombrellone, o nel servire un piatto al ristorante oppure nell’ospitare un cliente in hotel. Per questo, tutti quanti, ci stiamo impegnando per offrire una vacanza serena e in totale sicurezza”. Marco Scarazzatti



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Ariano nel Polesine

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Museo di San Basilio. Gli alberi, uno per ogni secolo, sono simbolicamente assegnati a sette enti

Messe a dimora sette piante, “figlie” di quella che fu la quercia dantesca “L

a messa a dimora di otto piante, tra cui alcune figlie di quella che è stata la quercia secolare che purtroppo collassò dopo un violento temporale, tra il 24 e 25 giugno 2013, assume due significati: dare continuità alla storia della “Grande Rovra” per le future generazioni e arricchire il museo-centro visite di San Basilio, andando a potenziare la sezione riservata alla “Quercia di Dante”. A San Basilio si narra che il grande poeta sia passato qui”. Sono le parole del sindaco di Ariano nel Polesine Luisa Beltrame che in tempi di covid ha dovuto rimodulare gli eventi dedicati a Dante. “San Basilio per noi è un gioiellino da valorizzare, perché rappresenta un patrimonio storico, culturale e archeologico per tutto il nostro bel paese. E per questo abbiamo messo a dimora nell’area vicino agli scavi, sette querce, una per ogni secolo, che sono simbolicamente assegnate a sette enti (Comune, Ente Parco, Veneto Agricoltura,Consorzio di Bonifica Delta del Po, Istituto Comprensivo di Ariano e Corbola, Provincia di Rovigo e Diocesi di Adria-Rovigo). Per il prossimo autunno, piantumeremo altre sette piante, in questo terreno che abbiamo destinato a diventare il bosco di Dante- rende noto Sandro Vidali, assessore alla

“Appena le norme anti-Covid ce lo consentiranno riprenderemo tutta una serie di iniziative che avevamo programmato per consolidare San Basilio, luogo di destinazione turistica archeologica esperienziale”

La chiesetta di San Basilio

quercia- tre saranno assegnate ai comuni di Firenze, dove è nato Dante, Ravenna, dove è collocata la tomba del sommo poeta e Ariano nel Polesine, dove cre-

“San Basilio è un gioiellino da valorizzare, rappresenta un patrimonio storico, culturale e archeologico per tutto il paese” scerà il bosco. Le altre tre querce saranno assegnate al ministero della cultura,alla sovrintendenza dei beni culturali e alla direzione regionale del museo Veneto, a

cui fanno capo i musei nazionali come quello di Adria. La settima quercia stiamo pensando di assegnarla proprio al museo archeologico di Adria”. “Appena le norme covid lo consentiranno ci attiveremo con tutta la programmazione che abbiamo sospeso - aggiunge il primo cittadino - dai laboratori con le scuole a tutta una serie di iniziative che avevamo programmato per consolidare San Basilio, luogo di destinazione turistica archeologica esperienziale. In programma anche la ripresa degli scavi archeologici, da parte degli studenti delle università Ca Foscari di Venezia e quella di Padova”. Guendalina Ferro

Le scuole del Delta del Po chiamate a partecipare al concorso internazionale Unesco “The water we want” Il Delta del Po, già parte del progetto Water Museums of Venice supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è entrato da quest’anno ufficialmente a far parte della Global Network of Water Museums (Wamu-Net), la Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, “iniziativa faro” del Programma Idrologico Intergovernativo Unesco finalizzata alla sensibilizzazione nei confronti del nostro prezioso patrimonio idrico. Per questo motivo è stato indetto Il concorso a premi “The Water We Want”, destinato alle nuove generazioni, con lo scopo di esplorare le nostre molteplici risorse idriche

viste con gli occhi dei ragazzi nel quadro dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Onu. L’iniziativa è rivolta alle scuole ed è organizzato in due categorie di età: studenti 6-12 anni (istruzione primaria) e 13-18 anni (istruzione secondaria). Il tema è “Patrimoni acquatici del cuore e Obiettivi del-

lo Sviluppo Sostenibile”.I lavori ammessi possono appartenere a differenti tipologie: Disegni; Foto; Brevi video e animazioni; Scritti creativi e slogan sull’acqua; Paesaggi sonori e canzoni. Gli elaborati della prima edizione sono visionabili in una esposizione virtuale sul sito thewaterwewant.watermuseums.net. Le opere devono essere inviate via e-mail a info@parcodeltapo.org entro il 30 aprile prossimo. I lavori più meritevoli saranno inclusi nella 2a Mostra Internazionale Digitale online Twww2. Ulteriori materiali sono disponibili sul sito ufficiale del contest thewaterwewant.watermuseums.net. (gu.fe.)


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Taglio di Po

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Infrastrutture. Il progetto del Comune per il rilancio dell’attività produttiva e la messa in sicurezza della Romea

In arrivo una nuova rotatoria: collegherà Ravenna con Venezia L

’amministrazione comunale di Taglio di Po sta portando avanti un’iniziativa essenziale per l’area del Delta, in collaborazione con le realtà produttive del settore artigianale che hanno sede nel territorio. Il Comune sta infatti lavorando alla realizzazione di una rotatoria che collegherà Ravenna con Venezia. A darne notizia è l’assessore ai lavori pubblici, Davide Marangoni. “Il progetto è molto importante, perché ha una duplice finalità – spiega l’assessore –. La prima finalità è legata al rilancio dell’attività produttiva, perché la realizzazione dell’infrastruttura consente un accesso di sicurezza alla nostra realtà produttiva e diventerà un volano anche per incentivare ulteriori investimenti”. “L’altro obiettivo del progetto – continua –, è qualcosa che l’amministrazione cerca da tempo. Si tratta della messa in sicurezza di un tratto della Romea, che è una delle strade più pericolose d’Italia. Noi, da tempo, stiamo trattando con Anas per arrivare ad una soluzione condivisa, non solo con l’ente proprietario ma anche con le attività produttive. Anas ci ha comunicato che, proprio in questi giorni, si incontrerà con i progettisti per affinare il piano». Risulta dunque evidente che il progetto è piuttosto complesso. Questo proprio perché il piano non riguarderà il mero posizionamento di una rotatoria, ma includerà una serie di interventi collaterali. Ad esempio, specifica Marangon, “si andrà a realizzare anche una corsia di decelerazione a lato della Romea, in modo da eliminare tutti gli eccessi di velocità e gli incroci a raso”. Ma non è tutto, oltre alla rotatoria di collegamento RavennaVenezia, “verrà realizzata anche una rotatoria all’interno della stessa area artigianale per facilitare il movimento dei mezzi pesanti – aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici di Taglio di Po. Buone notizie, poi, dal punto di vista del finanziamento dei lavori. Difatti, gli interventi saranno interamente finanziati con fondi statali, perché “il progetto fa parte della legge obiettivo per la messa in sicurezza dell’arteria

stradale Romea nel tratto veneto – chiarisce Marangon. L’anno scorso, sempre grazie allo stesso finanziamento, si era portata a termine l’asfaltatura di tutta la Romea. La nuova iniziativa va quindi ad inserirsi in un progetto più ampio e a lungo termine per la sicurezza di una delle strade più pericolose dello Stivale. Gaia Ferrarese

Proseguono i lavori alla palestra comunale: “Portati a termine due dei principali stralci funzionali” Alla palestra comunale del Comune di Taglio di Po i lavori in corso non si fermano, anche se “quest’anno hanno subito un notevole rallentamento a causa della pandemia e dell’emergenza sanitaria ancora in corso – spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Davide Marangon. Ad arrestare la corsa degli interventi, le forniture che, a causa di una frenata nella produzione, non sempre sono arrivate nei tempi previsti. “Nonostante questo però, – continua l’assessore Davide Marangon – siamo riusciti a portare a termine due dei principali stralci funzionali”. Il primo stralcio ha consentito la messa in sicurezza strutturale dell’edificio. “Così, ora la

struttura è finalmente in grado di sostenere sia il tetto che le murature - precisa Marangon. - Il secondo, invece, è stato un intervento più consistente e ha richiesto tre grandi provvedimenti – conclude l’assessore comunale ai Lavori pubblici –. Si tratta del rifacimento della copertura, visibile soprattutto dall’esterno, della tribuna, interamente ricostruita secondo la normativa Coni sull’impiantistica sportiva, e degli spogliatoi, che sono stati ridimensionati e adeguati dal punto di vista degli impianti elettrici e termo-sanitari”. Niente e nessuno può dunque arrestare il programma di lavori pubblici previsti dal Comune di Taglio di Po, nemmeno l’attuale situazione di emergenza sanitaria. (g.f.)



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Delta

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La nomina di Zaia. Duro attacco di Coldiretti Veneto: “Rischiamo un parco pannellato”

Moreno Gasparini riconfermato presidente dell’Ente Parco I

l Presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato i decreti di nomina del presidente e del nuovo consiglio direttivo del Parco del Delta del Po. Riconfermato Presidente Moreno Gasparini. In consiglio direttivo siederanno anche Alessandro Faccioli, Roberto Pizzoli, Mario Visentini, Maura Veronese. “I temi sui quali i neo amministratori dei Parchi regionali saranno chiamati ad intervenire sono molti e molto sfidanti – sottolinea Zaia -. La Regione darà loro tutto il supporto necessario affinché essi possano proporre risposte concrete e vincenti”. Gasparini si dice molto soddisfatto per la riconferma: “È una grande dimostrazione di fiducia per il lavoro svolto in questi 15 mesi di operato. Dall’altra parte mi dà una grande responsabilità verso lo sviluppo del territorio a livello turistico. Un mio personale grazie al presidente Zaia, all’assessore Corazzari, agli uffici regionali e al team di persone elette assieme a me, che mi affiancheranno in questo nuovo mandato”. Ma la notizia della nomina non è stata accolta bene da Coldiretti, che dice di non aver apprezzato le dichiarazioni del presidente in merito “alla sua convinta decisione di dare il via libera al parco agrofotovoltaico di Loreo”. “Si ingigantiscono le nostre preoccupazioni per questa scelta della Regione. Con un Presidente cosi, rischiamo di avere il Delta “pannellato!” sono le parole di Coldiretti Veneto. Non interessa, a Coldiretti, che il 60% dell’impianto sia su aree non agricole. E ricorda quanto ha scritto la Sopraintendenza nel suo primo parere: “Le dimensioni dell’impianto sono tali da rendere inevitabili gli effetti negativi sulla percezione paesaggistica del contesto sottoposto a tutela”. Sulla possibilità di coltivare la terra sotto i pannelli, Coldiretti cita il parere dell’Università di Padova, “dove si scrive anche che solo alcuni prodotti sono coltivabili con importanti riduzioni produttive, concludendo che questo progetto è “pionieristico” e si sa veramente quasi niente di cosa accadrà la sotto. E sulla biodiversità … se la scordi, è morta”. Pronta la replica di Gasparini: “Condivido le opinioni e anche le preoccupazioni di Coldiretti, ma l’impianto fotovoltaico di Loreo non è di quelli a terra, dunque non comporta alcun tipo di perdita di terreni agricoli. L’impianto sarà sollevato da terra di 7 metri, consentendo ai trattori di lavorarci sotto, senza alcun tipo di problema. Ricordo che il 60% delle aree agricole del paese potrebbero diventare di tipo industriale, secondo il vecchio Pip. Quindi il rischio era quello di avere industrie con ciminiere al posto dei pannelli solari. Così facendo invece saremo zona di agrofotovoltaico. Fermo restando che anche questa tipologia di impianto va normato, come ho già detto da due anni a questa parte nel corso dei miei interventi alla Conferenza dei Servizi”. (m.s.)

Sopra, il presidente Moreno Gasparini

Alla scoperta del territorio in bici: tredici appuntamenti fino al 27 giugno È iniziato il weekend di Pasqua e proseguirà fino al 27 giugno il ciclo di 13 appuntamenti alla scoperta delle bellezze del parco, come fosse un mosaico che, tessera dopo tessera, andrà a comporsi grazie ai percorsi, ogni volta diversi. Il mezzo di locomozione sarà principalmente la bicicletta perché il Delta del Po rappresenta una destinazione fra le più interessanti per gli amanti della bici: per la facilità di pedalare in pianura, perché le strade sono poco trafficate, per la qualità dell’ambiente, per la straordinaria ricchezza in termini di biodiversità che ben si presta a un approccio “lento”, quasi a prendere il ritmo del fiume. Proposte pensate per tutti. Tutte proposte studiate per un pubblico differenziato, dagli appassionati naturalisti, sportivi, fotografi e birdwatchers alle famiglie e i piccoli gruppi di ogni età, dai bambini fino alla terza età. Si inizierà il 3 aprile con la pedalata alle foci del Po di Gnocca per arrivare all’isola dei Gabbiani e il 5 si toccherà la zona legata al riso e alle vongole. Il 10 aprile si toccherà la città etrusca, mentre l’11 lo storico naviglio, il 17 e 18 l’oasi golena di Ca’ Pisani e il 24 aprile

l’escursione in bicicletta porterà i cicloturisti agli scavi archeologici e alla chiesetta millenaria di San Basilio. Il 25 aprile, sempre nel territorio comunale di Ariano nel Polesine, la tappa per un pranzo degustazione sarà a Santa Maria in Punta. Per informazioni: deltapoexperience@pec.it.


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Delta

Prestigiosa candidatura. L’esito si saprà solo nella primavera 2022

Il Delta candidato a Marchio del Patrimonio europeo 2021 Corazzari (Regione Veneto): “Per noi è una bellissima sfida, oltre che un’opportunità interessante, che è legata alle normative europee di riferimento. Ognuno deve fare la propria parte”

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l Parco del Delta del Po è candidato a Marchio del Patrimonio Europeo 2021, grazie all’ambizioso progetto “Terre d’acqua, terre nell’acqua. Delta del Po e Venezia”. L’iniziativa, organizzata da Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa in diretta streaming. Il sito del Delta del Po è stato individuato assieme a Ventotene, nel dicembre 2020, dalla Commissione Europea, per il riconoscimento del marchio. Il sito Terre dell’acqua si è distinto per la rete territoriale, che racchiude Ente parco Delta del Po, museo civico di Comacchio, musei archeologici nazionali di Adria, Altino e Venezia. La conferenza stampa era stata prevista inizialmente nel museo archeologico nazionale di Venezia, in piazza San Marco, ma poi è stata programmata on line. L’assessore comunale all’ambiente di Venezia, Massimiliano De Martin, si è così espresso: “La laguna di Venezia e il Delta del Po hanno più di qualcosa in comune. Venezia e Adria sono poi simili, solo che Venezia è rimasta in laguna, mentre Adria, dopo avere dato il nome al mare Adriatico, si trova nell’entroterra, dopo

il taglio del Po, avvenuto a Porto Viro in piena Repubblica Serenissima. Fu una scelta idraulica importante e decisiva per gli attuali ambiti ambientali”. L’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari ha espresso tutta la propria soddisfazione per la candidatura europea: “Per noi è una bellissima sfida, oltre che un’opportunità interessante, che è legata alle normative europee di riferimento. Ognuno dovrà fare la propria parte. Tutti devono credere in questa iniziativa”. Dopo Daniele Ferrara, direttore dei musei nazionali veneti, ha preso la parola Flavia Amato, che ha condotto l’istruttoria per la candidatura. “L’idea e il progetto si sono rivelati fin qui vincenti. Un’apposita commissione sta valutando il materiale ricevuto e darà la risposta nella primavera 2022. Si punterà sul multilunguismo, anche per consolidare il rapporto con la realtà europea. Si tratta di una vera e propria porta d’Europa, che ha permesso nei millenni di far incontrare i diversi popoli tra di loro”. Tra gli intervenuti anche Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo. Marco Scarazzatti

Uisp e Csi celebrano i 35 anni della grande nevicata Il Csi e la Uisp hanno celebrato una particolare ricorrenza, i 35 anni della grande nevicata a Rovigo, con uno speciale ricordo legato a quando si giocava a calcio anche con i campi ghiacciati. A raccontarlo è stato Giancarlo Andriotto, che negli anni Ottanta del secolo scorso era capitano della squadra di calcio che dominava i campionati amatoriali, riuscendo a coniugare alla perfezione la sua professione di infermiere, prima di quella di consigliere comunale, e formatore degli arbitri. “La mia squadra si chiamava Sapori d’Italia, ed era iscritta al campionato amatoriale provinciale del Csi – ricorda Andriotto - . Noi e le altre formazioni non avevamo certo paura, nemmeno della tanta neve che era caduta a quel tempo. Era infatti la passione per il calcio, che ci faceva andare avanti”. Sapori d’Italia era presieduta da Ciro Liotto e aveva come allenatore e capitano proprio Giancarlo

Andriotto, ora formatore e arbitro Uisp. Facevano parte di quella squadra: Francesco Orlando, Ciro Trabanelli, Claudio Andriotto, Renato Trabanelli, Sergio Mercuriati, Flavio Cominato, Tommaso Marsilio, Michele Folessa, Ermanno Tamassia, Luca Roncon, Aveglio Greggio, Michele Lideo, Carlo Milan, Ornoldo Cipriani, Vincenzo Vella, Renato Campanile, Stefano Previato, Luigi Cortese. (m.s.)


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Provincia

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L’Ordine dei medici. L’adesione della categoria in Polesine è stata totale: in 160 si sono attivati

Medici di base già operativi: possibile immunità di gregge in estate C

on un imponente arrivo di nuove dosi, il Polesine potrebbe raggiungere l’immunità di gregge già in estate. Lo afferma Francesco Noce, presidente provinciale e regionale dell’Ordine dei Medici. L’arrivo di Johnson&Johnson, previsto per fine mese, potrebbe dare un’ulteriore accelerata alla campagna, che prosegue anche grazie all’apertura di centri vaccinali di prossimità. È grande l’impegno dei 160 medici di famiglia della provincia, che si sono messi a disposizione per effettuare le inoculazioni. “I medici di base sono già operativi ad Adria - spiega Francesco Noce, presidente regionale dell’Ordine - e partiranno a breve anche in un altro comune del basso Polesine. L’adesione è stata massiccia, la maggior parte ha optato per somministrare le dosi nei centri vaccinali dell’azienda o in strutture messe a disposizione dai sindaci. Negli ambulatori è molto difficile garantire il distanziamento, bisognerebbe limitare significativamente il numero di vaccinazioni al giorno. La mole di lavoro è tanta, basta pensare che una medicina di gruppo ha ricevuto 4mila telefonate in cinque giorni. La burocrazia sta aumentando, anche perché è necessario fare lo screening ai pazienti per verificare se rientrano nella categorie fragili che hanno la priorità per il vaccino. A volte il nuovo portale della Regione non funziona, quindi molti si presentano dal medico chiedendo assistenza per prenotare la vaccinazione, anche perché il numero verde è spesso occupato”. “Le dosi arrivano col contagocce - prosegue il presidente Noce -. I 160 medici di famiglia polesani sono pronti, attendono solo dosi e spazi idonei a somministarle. Da inizio aprile la campagna è aperta anche a over 70 e persone fragili. La medicina territoriale è vitale per il Polesine, dove la maggior parte della popolazione vive in piccoli comuni, distanti l’uno dall’altro. Il nuovo centro vaccinale di Occhiobello va in questa direzione: essere il più vicino possibile alle persone. Per fare una massiccia campagna occorrono grandi spazi, che dovranno essere opportunamente adeguati. Quando si passerà alla vaccinazione di massa sarà necessario aprire nuovi centri vaccinali”. “Il 19 aprile - continua il pre-

Il presidente dell’Ordine dei medici Francesco Noce

sidente dell’Ordine dei Medici del Veneto - dovrebbe arrivare in Italia il vaccino di Johnson & Johnson. Considerando i tempi tecnici, è probabile che a fine mese inizi a essere somministrato in Polesine. Essendo necessaria una sola dose, quindi senza richiamo, J&J renderà più veloce la campagna. L’aspettativa è buona, ma siamo in balia del numero effettivo di dosi a disposizione. Per quanto riguarda medici e infer-

mieri c’è tutta la forza vaccinale, anche senza dover coinvolgere farmacisti e dentisti. Viceversa sarà necessario personale per raccogliere i certificati anamnestici e monitorare chi va in sala d’attesa dopo l’inoculazione. Andrà potenziata tutta la macchina organizzativa. Con l’arrivo di tante nuove dosi, per l’estate il Polesine avrà già raggiunto l’immunità di gregge”. Giacomo Capovilla

Un protocollo d’intesa per contrastare le discriminazioni di genere sul posto di lavoro

È stato firmato un protocollo d’intesa tra la consigliera di parità della Provincia di Rovigo, Loredana Rosato e il direttore dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, Fabio Vernaglione, per una collaborazione sul tema delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro. Il protocollo, siglato presso l’Ispettorato del Lavoro di Ferrara-Rovigo, sede di Rovigo, prevede una serie di impegni a partire dalla tutela antidiscriminatoria in favore delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso un reciproco scambio di informazioni volto a individuare potenziali fenomeni di discriminazione diretta edindiretta. Le parti firmatarie si impegnano a organizzare congiuntamente attività di informazione, sensibilizzazione e formazione per il personale ispettivo, le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, gli enti bilaterali, gli ordini professionali e le istituzioni presenti sul territorio sui temi dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità. Il protocolloprevede anche l’attivazione, presso la sede dell’Ispettorato di Rovigo, dello sportello “Donne e lavoro”, al quale potranno rivolgersi con immediatezza le lavoratrici che ritengono di essere vittime di discriminazioni in ambito lavorativo.


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Altoditerra. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Porto Viro

Sguardi femminili del Polesine “È

stato un 8 marzo forse un po’ più tiepido rispetto agli altri anni, ma sicuramente non meno carico di significato” ha esordito l’assessore alle politiche di genere del Comune di Porto Viro Marialaura Tessarin, commentando la ricorrenza del mese scorso ma già con lo sguardo rivolto a svariati progetti futuri. “L’unica alternativa fattibile che ci ha permesso di celebrare la giornata internazionale della donna è stata via web: oltre al corso on-line ‘Donne, semplicemente complicate’ organizzato dalla commissione per le pari opportunità, che ha impegnato le nostre concittadine durante la seconda metà di marzo, la nostra città è orgogliosa di concedere il patrocinio e la più stretta collaborazione per una capillare diffusione dell’ultimo progetto dell’associazione Altoditerra, ovvero un video diffuso sui social che parla delle donne e alle donne. Ma non solo – ha aggiunto ancora l’assessore - perché sarà veicolo di messaggi sociali importanti per tutta la comunità, e lo farà con il linguaggio semplice e diretto della testimonianza reale che quattro donne molto generosamente hanno deciso di condividere con tutti noi”. La psicologa Francesca Siviero, presidente di Altoditerra ha spiegato: “L’associazione, che opera nella provincia di Rovigo anche

L’assessore Tessarin: “Sarà veicolo di messaggi sociali importanti per tutta la comunità, e lo farà con il linguaggio semplice e diretto della testimonianza reale che quattro donne molto generosamente hanno deciso di condividere con tutti noi”

Sofia Michieli, una delle protagoniste del video

con lo Sportello SOS di Porto Viro, ha ideato il video cercando donne di ‘particolare valore’ nel territorio”.L’iniziativa ha come titolo‘Sguardi femminili del Polesine’ e ha già riscosso un certo interesse. “Visto il momento storico, dove per ovvie ragioni, non è possibile organizzare convegni o altre iniziative,abbiamo cercato quattro donne che descrivessero loro stesse dando, anche con immagini in movimento, significato al loro operato, pensiero, riflessione e augurio – ha commentato Siviero - Le donne da noi contattate e che hanno aderito volontariamente e gratuitamente alla nostra proposta sono: suor

Sandra Baruchello,rodigina della Fraternità Francescana di Betania, che opera a San Salvador de Bahia in Brasile; NadiaBala, atleta, campionessa e testimonial di sitting volley (o pallavolo paralimpica); Elena Lionello, atleta, campionessa di nuoto libero e veterinario e Sofia Michieli, laureata in Scienze Agrarie e imprenditrice innovativa nell’azienda agricola di famiglia. Per la realizzazione di questo video il nostro ringraziamento vaal Comune di Porto Viro per il patrocinio gratuito ed in particolare all’assessore Tessarin, al nostro Sponsor LNG Adriatic e alle nostre volontarie”. Fabio Pregnolato

Riparte da Rosolina il festival itinerante DeltArte Ritorna DeltArte, il festival itinerante dedicato alla street art, all’arte pubblica, alla creatività giovanile, al territorio e in particolare al Delta del Po, rivolto ad artisti provenienti da ogni parte d’Italia. Anche quest’anno ci sarà una tematica comune con cui gli artisti si confronteranno: l’importanza della memoria storica del territorio e vedrà il coinvolgimento di artisti, comuni, scuole anche attraverso le residenze d’artista. Si tratta di un’importante vetrina turistica per il Polesine, oltre che per gli artisti coinvolti. Il primo comune a ospitare il festival è Rosolina, che ha appoggiato e sostenuto DeltArte fin dalla sua nascita nel 2013 e ha ospitato artisti di fama internazionale come Hitnes, DEM e Lucamaleonte. Quest’anno l’artista di punta della kermesse è RAME

13, artista toscana molto famosa nel panorama nazionale. Per far dialogare passato e presente, memoria storica e arte contemporanea, è stato intercettato un luogo specifico del comune: Villaggio Norge, nato per ospitare gli sfollati dell’alluvione del 1951. Questo quartiere è dunque il frutto della storia e soprattutto della solidarietà, poiché è stato realizzato grazie all’aiuto del popolo norvegese.

L’artista racconta: “In questo momento così difficile per tutto il mondo, dato dalla pandemia e dal distanziamento sociale, è importantissimo portare alla luce un esempio di umanità come questo. L’opera di street art che realizzerò si trova sulla facciata laterale delle ex scuole elementari, come omaggio ai ragazzi di allora e a quelli di adesso.”. Classe 1989, laureata in filosofia e diplomata all’Accademia di Arti Digitali e Figurative a Firenze, indirizzo Comics, RAME 13 ha partecipato a vari progetti e festival, tra cui il Festival delle Culture in Romania, il Festival di street art Urban Vision ad Acquapendente, fino all’Upfest di Bristol, il più grande festival in Europa dedicato alla street art e ai graffiti. Per info: www.deltarte.com Melania Ruggini


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Sport

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Rosolina mare. Per gli Internazionali d’Italia Eicma Supermarecross tracciato stupendo e lavoro impeccabile

Grande successo anche senza pubblico per il motocross P

eccato sia mancato il pubblico, per le norme anti-Covid che vietano gli assembramenti, ma la due giorni di Supermarecross svoltasi a Rosolina Mare è stata uno spettacolo. Agli Internazionali d’Italia Eicma Supermarecross nella finale Supercampione Giovanni Bertuccelli ha avuto la meglio per soli 7 centesimi su Giuseppe Tropepe. Tracciato stupendo e lavoro impeccabile del moto club Rosolina mare per il benvenuto alla stagione 2021 del motocross nazionale per una kermesse dedicata a Orazio Lionello, socio fondatore del club organizzatore, venuto a mancare alla fine di gennaio. La manifestazione ha registrato sul tracciato un centinaio di atleti di notevole spessore. Nella Mx1 vince Emilio Scuteri (Honda – Lion Montegranaro), subito grande protagonista al debutto nella classe regina. Giovan-

Giovanni Bertuccelli ha avuto la meglio per soli 7 centesimi su Giuseppe Tropepe ni Bertuccelli (KTM – Pardi) riesce a fare sua la Supercampione. Tanti piloti al via della 300 2 tempi, con Luca Milani (KTM – Milani) che ha la meglio su Jimmy De Nicola (TM – Pardi) e Manfredi Caruso (Husqvarna – Taormina new). Giuseppe Tropepe (Husqvar-

na – Cumaricambike) torna al Supermarecross con un successo nella Mx2. Brillantissimo Matteo Del Coco (KTM – Pardi). Francesco Bassi (KTM – La Rocca) completa il podio davanti a una Kiara Fontanesi (Gas Gas – Fiamme Oro) già in ottima forma. Il campione in carica della

minicross, l’ungherese Noel Zanocz (Husqvarna), si conferma con una doppietta perentoria. Simone Mancini (KTM – Fagioli) è secondo e Patrick Busatto (KTM – Mxone) terzo. Bel duello tra Paolo Galizzi (Yamaha – Gf Racer) e Nicolò Roagna (Yamaha – Team MGM) nei

Secondo posto in Coppa Italia per la Delta Group Rico Carni Dietro a un sogno che svanisce, c’è una bellissima realtà. La Delta Group Rico Carni chiude al secondo posto la sua avventura nella Coppa Italia di Serie A2/A3 di volley. I ragazzi di Massimo Zambonin danno tutto nella finalissima di Cisano Bergamasco, davanti alle telecamere di Raisport, ma non sono riusciti a ribaltare il pronostico: ha vinto 3-0 la favorita Agnelli Tipiesse Bergamo, che si cuce la coccarda tricolore sul petto per il secondo anno consecutivo. Al di là della retorica, nei volti del club portovirese c’era un po’ di delusione a fine gara. Comprensibile,

visto che il sogno era davvero vicino e il risveglio è stato fin troppo brusco, ma la realtà, oggi, non è meno entusiasmante. Sì, perché la Delta Group Rico Carni l’impresa l’ha già compiuta arrivando fino alla finalissima a giocarsi la coppa contro i giganti della categoria superiore. Ha eliminato avversari più quotati, ha entusiasmato i propri tifosi e ne ha conquistati di nuovi, è riuscita a far conoscere il nome di Porto Viro in tutto il Paese. D’accordo, il trofeo è di Bergamo, ma tutto il resto, tutto l’interesse che ha saputo suscitare questa sorprendente finale di Coppa Italia appartiene

ai ragazzi in nerofucsia e a chi li ha accompagnati in questa avventura. E non è poca cosa. “Dobbiamo celebrare il cammino che abbiamo fatto, dice il tecnico del Porto Viro Massimo Zambonin. Sognavamo tutti di fare di più, nei primi due set abbiamo tenuto benissimo il campo, anche se forse potevamo gestire meglio qualche situazione, specie in difesa, poi credo che purtroppo la differenza di categoria si sia vista. Fa male aver perso così il terzo set, ma Bergamo che è una squadra molto forte e ben allenata, ha vinto con merito la coppa”. (c.a.)

quad, con successo del campione in carica. Vittoria del campione uscente anche nella Sport, con Eddy Ghizzo (Suzuki – Chimax Lonigo) primo davanti a Carla Gamboni (KTM – Wyss) e Michele Marco Monti (Honda – Migliori Sm Action). “Un ringraziamento che quest’anno vale più del doppio verso tutti i nostri collaboratori, addetti, commissari, tecnici, amministratori e forze dell’ordine che mettendo sempre in prima linea la salute e la salvaguardia della stessa hanno permesso di organizzare tutto questo in un periodo molto delicato”, scrive una nota del motocross Rosolina Mare. “Gli internazionali d’Italia Supermarecross e Supermarequadcross anche quest’anno hanno dato il meglio di sé nel nostro tracciato di Rosolina mare e noi non possiamo che essere fieri”. Cristiano Aggio


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#Regione

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Le prospettive. Il Consiglio Regionale ha votato anche due risoluzioni sul tema

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Ora il Veneto vuole poter dire la sua” “V

ogliamo dire la nostra sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, porteremo a Roma le proposte del Veneto e le necessità del nostro territorio”: Francesco Calzavara, assessore regionale al bilancio, rivendica il ruolo delle regioni nei giorni in cui il confronto si fa più intenso in vista del 30 aprile, data entro la quale il Piano dovrà essere presentato alla Commissione Europea. Il Consiglio Regionale del Veneto ha dibattuto a lungo e votato due risoluzioni. “In questo piano, - osserva Calzavara - le Regioni non sono state coinvolte. Nell’ambito della leale collaborazione istituzionale è stata completamente dimenticata la fase ascendente; l’impostazione centralistica finora seguita è destinata a portare pochi frutti e non tiene conto dei reali bisogni espressi dai territori. Le Regioni, invece, devono essere parte attiva nell’utilizzo delle risorse europee, che vedono quali priorità la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione verde ed ecologica, l’inclusione sociale e la salute”. L’assessore aggiunge che il Veneto ha comunque cercato di raccogliere le principali priorità facendo sintesi di una serie di progetti necessari per la crescita del nostro territorio, confezionando un Piano regionale per la ripresa e la resilienza che si articola in 13 macro- progetti (crescita e valorizzazione del capitale umano; energia sostenibile; inclusione sociale; infrastrutture per la competitività e per l’attrattività turistica e culturale; innovazione; mitigazione del rischio idrogeologico; olimpiadi invernali Milano Cortina 2026; rafforzamento, innovazione e digitalizzazione delle istituzioni pubbliche; recupero e risanamento ambientale; resilienza sanitaria; gestione delle risorse

idriche; conversione eco-sostenibile del sistema della mobilità), in 155 schedeprogetto, per un valore complessivo di 25 miliardi. “Un piano, peraltro, coerente con il programma di governo illustrato dal Presidente della Regione Luca Zaia, per un Veneto più sicuro, più equo, che cresce sotto l’aspetto della digitalizzazione, creando vere e proprie autostrade digitali per le nostre imprese e famiglie. Investiremo molto anche sulle infrastrutture viarie. Auspico quindi una nuova stesura del Piano – conclude Francesco Calzavara - che dovrà per forza essere arricchito dai contributi che provengono dalle Regioni. E desidero ricordare il grande lavoro svolto nelle ultime settimane dalle diverse commissioni consiliari, nelle materie di rispettiva competenza, e il numero dei soggetti portatori di interesse ascoltati e coinvolti”. Due le risoluzioni approvate dal Consiglio su questo tema. La prima, proposta da Alberto Villanova e Giuseppe Pan chiede di coinvolgere maggiormente le Regioni e le Autonomie Locali per consentire una governance efficace dei processi decisionali, una maggiore attenzione e un puntuale monitoraggio di tutte le azioni a sostegno della ripresa e della lotta alla pandemia. “Dobbiamo utilizzare la transizione ecologica per far ripartire la nostra economia- spiega Alberto Villanova – Le Regioni devono contare di più ed essere pienamente coinvolte nell’utilizzo dei più importanti Fondi europei. dare una mano alle nostre aziende in difficoltà, ai nostri artigiani e liberi professionisti, in modo da distribuire la ricchezza sul territorio. La transizione ecologica rappresenta infatti un fondamentale pilastro, ma non va ridotta a una

Francesco Calzavara

plastic tax, ovvero non deve bloccare la crescita, bensì rappresentare una concreta possibilità di sviluppo per i nostri territori”. Elisa Venturini (Forza Italia) sottolinea che ora il vero problema è il coordinamento delle diverse azioni e il rispetto delle tempistiche indicate per l’impiego delle risorse”. Approvata anche la risoluzione sottoscritta dal Capogruppo Dem Giacomo Possamai, e da Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni e Francesca Zottis. “Il Veneto del futuro dovrà essere più digitale, più green, più inclusivo. Siamo di fronte a una straordinaria opportunità per progettare un futuro diverso per la nostra regione, in linea con quanto prevede il Recovery Fund e nel rispetto

L’assessore Calzavara: “Facciamo sentire la nostra voce a Roma, presentando i nostri progetti, le Regioni non sono state coinvolte eppure esprimono i reali bisogni dei nostri territori” delle sue linee portanti: transizione ambientale, digitalizzazione, innovazione e inclusione sociale. Va sfruttata la filiera dell’idrogeno”. La Risoluzione “impegna il Presidente e la Giunta regionale, in particolare, a promuovere e sottoscrivere un “Patto per il Veneto del 2030”.

Venturini e Bozza: “Bene i vaccini nelle farmacie, ora diventino centri di stoccaggio per i medici di base” “Raggiunta l’intesa con le farmacie come Hub vaccinali, occorre organizzarsi e farsi trovare pronti sul piano operativo a livello regionale e territoriale. Auspichiamo si possa procedere in maniera univoca nei Distretti sanitari provinciali, perché più si agirà uniti in tutta la Regione, prima si riuscirà a debellare questo virus”. Lo affermano i consiglieri regionali di Forza Italia, Elisa Venturi-

ni e Alberto Bozza, i quali ricordano di aver posto il problema come gruppo consiliare di Forza Italia: “fin dall’inizio del nostro mandato ci siamo spesi per il coinvolgimento anche delle Strutture private e delle farmacie per sostenere e integrare il Sistema Sanitario pubblico, dapprima nei tamponi e poi nella campagna vaccinale”. Ora, aggiungono, le farmacie possono diventare anche cen-

tri di stoccaggio e fornitura dei vaccini per i Medici di base, compatibilmente con le modalità di somministrazione e le caratteristiche del vaccino medici di base e farmacie, infatti, possono collaborare nella gestione degli aspetti logicisti e pratici della campagna vaccinale. “Ribadiamo come sia prioritario, - continuano Venturini e Bozza - che gli stessi farmacisti vengano inseriti tra

le categorie prioritarie per ricevere la profilassi, al pari di quanto è stato giustamente fatto per medici e operatori sanitari. Ma ciò che più conta è che sul piano politico finalmente si sia riuscito a raggiungere un’intesa tra Governo e farmacie, che possono fungere anche da presidio territoriale dove prenotare le vaccinazioni attraverso il portale di Azienda Zero”.


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Regione

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L’intervista. L’analisi di Giacomo Possamai, capogruppo PD in Consiglio Regionale

Recovery Fund, occasione da non perdere: investire per un Veneto digitale, green e inclusivo “L

e risorse del Recovery Fund sono un’occasione straordinaria da mettere al servizio di un progetto di rilancio e sviluppo del Veneto, per una Regione digitale, green e inclusiva, i tre indirizzi dati dalla Commissione Europea per il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza”. Così Giacomo Possamai, Capogruppo per il PD in Consiglio regionale, evidenzia il contenuto della proposta presentata al Consiglio, il ‘Patto per il Veneto 2030’. “Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso questo patto, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita: enti locali, associazioni di categoria, e ambientaliste, sindacati, Camere di commercio, Università, Ufficio scolastico regionale, realtà del Terzo settore e del volontariato e banche. Il Patto deve contenere obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, e l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, come ha messo nero su bianco già l’Emilia Romagna”. Ad esempio, secondo Possamai è importante puntare sulla filiera dell’idrogeno: “Gli ultimi due Governi vogliono investire fortemente su questa fonte rinnovabile per eccellenza. Il Veneto ha tutto per ospitare hub per ricerca e produzione, mettendo in rete atenei, categorie economiche e mondo dell’impresa. Ma finora dalla Regione nessuno detto niente. Sulla digitalizzazione le direttrici sono soprattutto due, pubblica amministrazione e scuola. Per quanto riguarda la prima, servono investimenti finalizzati a semplificare i rapporti con le imprese,

A fianco Giacomo Possamai, capogruppo Pd in Consiglio Regionale

“Chiediamo alla Giunta di promuovere fin da adesso il Patto per il Veneto 2030, coinvolgendo tutti i soggetti protagonisti di questa partita, fissando obiettivi chiari, come la neutralità carbonica entro il 2050, l’uso esclusivo di rinnovabili entro il 2035, le infrastrutture digitali, la sanità, la sicurezza del territorio”

aiutandole ad essere competitive. Se per sbrigare una pratica impiego lo stesso tempo online o recandomi di persona in ufficio non serve a niente. Per la scuola, invece, siamo di fronte ad una grande sfida: le chiusure rigettano nell’angoscia le famiglie venete. Con la didattica a distanza abbiamo sperimentato come la scuola non in presenza acuisca le diseguaglianze. Ciò che serve, al contrario, è un grande progetto di innovazione digitale in cui le famiglie costrette alla Dad abbiano una possibilità in più, e non una penalizzazione”. In questo contesto rientra anche la necessità di potenziare la banda larga e le infrastrutture digitali anche

nelle zone periferiche della regione, come quelle montane, che vanno preservate da un possibile spopolamento derivante proprio dalla difficoltà ad accedere ai servizi essenziali, come il medico di base o l’ufficio postale. “Sul fronte della sanità pubblica dobbiamo avere degli obiettivi per il futuro – prosegue Possamai -. Bisogna investire non solo per ristrutturare gli ospedali, ma anche per ammodernarli, realizzando camere singole che permettano l’isolamento per la riduzione dei rischi da infezione. E potenziare in tutta la regione la medicina di territorio e la strumentazione tecnologica per i distretti, in modo che la sani-

tà pubblica faccia ciò che deve fare: diagnosi precoce, screening gratuiti e vaccinazioni. Anche in questo campo va rafforzata la digitalizzazione, così da assicurare la connessione con i sistemi di assistenza medica, infermieristica e terapeutica ambulatoriale per garantire ai pazienti un’assistenza coordinata e continuativa”. Da associazioni di categoria, consorzi e non solo, emerge forte la necessità di mettere in sicurezza il territorio e di avviare con urgenza il Piano invasi con opere che, finalmente, dopo anni di progettazione, vengano realizzate. “Sono interventi strategici che permettono, da un lato, un risparmio della risorsa idrica favorendo la competitività delle imprese agricole e, dall’altro, di ridurre il rischio di alluvioni e frane: abbiamo visto negli ultimi anni le conseguenze dei cambiamenti climatici, con eventi non più sporadici – conclude Giacomo Possamai -. Crediamo, inoltre, che il sistema agricolo dovrebbe essere maggiormente valorizzato, specialmente per quanto riguarda ricerca e sviluppo, e le numerose aziende giovani che non riescono a trovare dalla Regione sufficiente supporto alle loro progettualità. Si tratta di sostenere le piccole realtà con produzioni locali, che hanno bisogno di essere messe in rete per riuscire a competere con il sistema della grande distribuzione”. Eva Franceschini


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Regione

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Il caso. Il dibattito dal Polesine si estende a tutta la regione

Corazzari: “Presto una legge sugli impianti fotovoltaici a terra”

“P

er non trovarci in futuro ancora con le mani legate, ci stiamo dotando di una legge che contempli per i futuri impianti le necessarie valutazioni anche di natura ambientale, paesaggistica, economica e sociale, escludendo la possibilità di realizzare mega impianti fotovoltaici sul suolo agricolo”. Ad affermarlo è l’assessore al territorio, ai parchi e alle aree protette della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, che risponde così alla polemica esplosa dopo il parere positivo espresso dalla Conferenza dei servizi all’impianto fotovoltaico a terra di Loreo, nei pressi del Delta del Po. “La Conferenza dei servizi è un organismo autonomo e indipendente – ricorda Corrazzari - e ogni suo parere deriva essenzialmente da valutazioni di carattere tecnico, nel rispetto dell’attuale normativa regionale, nazionale ed europea. Oggi come oggi non esiste ha la possibilità di stravolgere l’iter che ha portato al via libera con pre-

scrizioni dato dalla Conferenza al progetto di Loreo, ma il nostro obbiettivo è quello di contemperare lo sviluppo delle fonti rinnovabili con la salvaguardia degli ecosistemi naturali, della qualità della vita dei cittadini, della produzione agricola intesa anche come presidio e tutela dei territori”. Corazzari ricorda infatti che è già stato avviato dalla Seconda Commissione del Consiglio Regionale l’iter per l’approvazione del progetto di legge n. 41 relativo alla “Individuazione delle aree inidonee e idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra”, su iniziativa del capogruppo di “Zaia Presidente” Alberto Villanova. Oltre a individuare nelle zone industriali e in quelle già compromesse dal punto di vista ambientale i luoghi nei quali preferibilmente installare gli impianti, il progetto di legge intende assicurare un grado di tutela particolarmente elevato a tutte quelle aree in cui la presenza dell’attività agricola

è significativa da un punto di vista dell’economia locale, rendendole esenti da impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra non funzionali all’attività agricola. “In poche parole, - conclude l’assessore - ben venga lo sviluppo delle fonti rinnovabili purché tale sviluppo non sia a detrimento dell’attività agricola e non confligga con gli irrinunciabili principi di salvaguardia dell’ambiente, del suolo agricolo e del paesaggio”. “I procedimenti in corso seguono l’iter legislativo già esistente, ma è chiaro - aggiunge Villanova - che le

linee guida dettate dal buonsenso sono quelle che abbiamo presentato nel Pdl: è fondamentale salvaguardare i terreni agricoli incentivando i pannelli fotovoltaici in aree ben precise e soprattutto sui tetti, non a terra”. Il dibattito si allarga anche al Consiglio Regionale. “Il valore del Delta sta nel contesto ambientale unico: se l’obiettivo è puntare sul turismo, dubitiamo di veder arrivare frotte di persone attratte dalla luce del sole riflessa su decine di ettari di moduli fotovoltaici. Non è così che si valorizza e promuove

un territorio”, affermano Francesca Zottis e Andrea Zanoni, consiglieri regionali del Partito Democratico, per poi aggiungere: “L’obiettivo della legge di riforma dei Parchi è rilanciare le aree protette, scrigno di biodiversità, per fare da volano anche per il territorio circostante. Non basta trincerarsi dietro a una norma: occorre far di tutto perché non venga stravolto, sollecitando e collaborando con la Regione per legiferare in fretta in questo senso, mettendo determinati paletti”. Esprime “in modo chiaro la posizione contraria alla sottrazione di terreno agricolo e forestale per la sistemazione a terra di pannelli fotovoltaici” anche il consigliere Tommaso Razzolini di Fratelli d’Italia. “Si investa ancora di più sul fotovoltaico sui tetti, oppure sui capannoni dismessi nelle aree industriali. Le energie rinnovabili devono essere incentivate e sostenute, ma è inaccettabile consumare centinaia di ettari di suolo agricolo”.



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on-line:

APRILE 2021

Salute Vaccinarsi in gravidanza

Il messaggio di speranza di due mamme

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Anna e Valentina, le bambine nate già con gli anticorpi contro il Covid Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto a pag 36

Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza a pag 37

osso fare il vaccino contro il Covid 19 in gravidanza? E’ una delle domande che in modo ricorrente si sono poste molte donne in attesa. E fra queste anche Anna Parolo, 36 anni, e Valeria Bernardi, 37 anni, due professioniste sanitarie, la prima immunologa dell’Ulss 6 Euganea, la seconda ginecologa, che lo scorso dicembre, quando è partita la campagna vaccinale, si sono trovate di fronte a questa scelta, anche perché rientravano fra le categorie a rischio, essendo entrambe professioniste sanitarie. E loro hanno deciso, fra le prime donne in gravidanza, di sottoporsi alla vaccinazione. Anna e Valeria hanno discusso con gli esperti dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6, fra cui il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe e la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè, sull’opportunità della vaccinazione in relazione al loro rischio lavorativo, personale e della salute fetale. Prosegue alla pag. seguente

La gravidanza Malattia geneticaoltre neurologica. i 35 A Padova anni, l’importanza il primo del screening neonatale colloquio pre-concezionale a pag 38


Salute

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Consulenza scientifica

Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto Uno strumento a disposizione dei cittadini per chiarire dubbi e avere informazioni sicure da fonti autorevoli

Io mi vaccino, la campagna di informazione della Regione Veneto

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e domande sui vaccini sono molte e non sempre le risposte sono chiare o attendibili. Per andare incontro all’esigenza di informazioni autorevoli e chiarificatrici la Regione Veneto ha dato il via lo scorso 26 marzo alla campagna informativa “Io mi vaccino”. Una campagna a sostegno della lotta al Covid 19 tramite il vaccino, con l’obiettivo di supportare il cittadino nella scelta, con informazioni che provengono da fonti sicure e pere domande vaccini sono molmunque fare il vaccino? sone autorevoli, sui cercando di chiarire dubbi esupportare perplessità. l’iniziativa. te e non sempre le risposte sono Il primo protagonista, interpella“Sì, basta una sola dose come diUn Supereroe, un gigante buono è il “testimonial” della chiare o attendibili. Per andare into per fare luce su dubbi e timori, mostrano studi molto recenti”. campagna di vaccinazione contro il Covid19. contro all’esigenza informazioni professorche Palù, presidente Aifa, Si può contrarre il virus tra prima Raffigura il vaccino, di dall’aspetto benevoloè eil protettivo autorevoli e chiarificatrici la RegioAgenzia spiega e protegge, che si destreggia attraverso le tanteItaliana e spes- del farmaco, che e seconda dose? ne Veneto ha dato il via lo scorso risponde a delle “E’ possibile perché la copertuso confuse informazioni, mettendo in risalto quelle corrette per semplici domande. 26 marzo alla campagna informatiDi seguito le più frequenti. ra immunitaria, cioè gli anticorpi allontanare dubbi e comunicare in modo semplice, lineare e va “Io mi vaccino”. Una campagna Che garanzia di efficacia offrono neutralizzanti, si forma nel tempo, sintetico l’importanza di un atto così semplice e protettivo. E’ anato sostegno della lotta al Covid 19 i vaccini? quindi c’è una finestra in cui siamo dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana che tramite il vaccino, con l’obiettivo di “I vaccini – è la risposta del proancora infettabili”. ha messo a disposizione la sua creatività per supportare l’inisupportare il cittadino nella scelta, fessor Palù - sono molto efficaci, Quando comunicare malattie o ziativa. con informazioni cheinterpellato provengono fino pere cento, quindi non allergie? Il primo protagonista, per fare lucealsu95 dubbi da fonti e persone autorevoli, abbiamo maidelavuto “Sì, vaccini cosìsola dose “Nelcome momento in cuistudi ci simolto vaccina timori, è ilsicure professor Palù, presidente Aifa, Agenzia Italiana basta una dimostrano recercando di chiarire dubbi e perplesefficaci. L’efficacia si misura sulla c’è un medico che fa un’anamnesi. farmaco, che risponde a delle semplici domande. Di seguito le centi”. sità.frequenti. prevenzione della malattia, sappia- il virus Quello il momento cui si indipiù Si può contrarre traèprima e secondaindose? Un Supereroe, un gigante buono mo che vaccini così efficaci possono cano tutte le condizioni patologiche Che garanzia di efficacia offrono i vaccini? “E’ possibile perché la copertura immunitaria, cioè gli antiè il“I“testimonial” della campagna di Palù prevenire anche le allergie altro” vaccini – è la risposta del professor - sono molto ef- l’infezione”. corpi neutralizzanti, si pregresse, forma nel tempo, quindiec’è una finestra vaccinazione contro il Covid19. Dopo quanto tempo il vaccino ha Quali sono gli effetti collaterali ficaci, fino al 95 per cento, quindi non abbiamo mai avuto vac- in cui siamo ancora infettabili”. Raffigura il vaccino, dall’aspetto effetto? dei vaccini? cini così efficaci. L’efficacia si misura sulla prevenzione della Quando comunicare malattie o allergie? benevolosappiamo e protettivo che spiega e possono “Solitamente un’im-in cui ci“Gli effettic’ècollaterali malattia, che vaccini così efficaci prevenire per indurre “Nel momento si vaccina un medicosono che faquelli un’aprotegge, che si destreggia attravermunità protettiva in grado di neudi tutti i vaccini. I primi nella sede anche l’infezione”. namnesi. Quello è il momento in cui si indicano tutte le condisoDopo le tante e spesso inforpassarepregresse, locale:ledolore, arrosquanto tempo ilconfuse vaccino ha effetto?tralizzare il virus devono zioni patologiche allergie rigonfiamento, e altro” mazioni, mettendo in risalto quelle almeno 21 giorni. C’è, per quasi tutti samento, nel giro di poche ore o al “Solitamente per indurre un’immunità protettiva in grado di Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini? corrette per allontanare dubbi e coi vaccini, bisogno di una seconda massimo nell’arco di una giornata. neutralizzare il virus devono passare almeno 21 giorni. C’è, per “Gli effetti collaterali sono quelli di tutti i vaccini. I primi nelmunicare modo bisogno semplice, lineare di solito, possono essere nel 30, nel 40 giro forse quasi tutti iinvaccini, di una secondadose doseche che sisi fa fa aa distanza, la sede locale: dolore, Ci rigonfiamento, arrossamento, di edistanza, sintetico l’importanza di un atto di tre o quattro settimane e, quindi, anche 50 per cento dei segni sistedi solito, di tre o quattro settimane e, quindi, bisogna poche ore o al massimo nell’arco di una giornata. Ci possono così semplice protettivo. 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Il messaggio di speranza di due mamme

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sostenerle in questa scelta anche i loro compagni, entrambi professionisti sanitari. Preziosa anche la collaborazione con il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, e del professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia. E quindi entrambe le professioniste sanitarie, che non erano mai state contagiate dal virus, si sono sottoposte, nel corso del terzo trimestre di gravidanza, volontariamente a inizio gennaio alla prima dose di vaccino e, a distanza di tre settimane, alla seconda. Il decorso è stato regolare per entrambe le gravidanze: le due donne non hanno segnalato effetti collaterali dopo l’inoculazione del vaccino. Anna (la figlia di Valeria) è nata il 9 marzo scorso e Valentina (la bimba di Anna) il 16 marzo; entrambe alla nascita pesavano circa 3 chili, entrambe stanno bene e sono state allattate al seno. Ma c’è di più: le bambine presentano gli anticorpi contro il Covid 19. “Con la vaccinazione è stata protetta l’ultima parte della mia gravidanza – racconta l’immunologa Anna Parolo – che è quella più rischiosa in caso di infezione da Covid. Sono doppiamente contenta di sapere che anche la mia bambina ha gli anticorpi perché mi fa sperare che sia ben protetta. Consiglio di approcciarsi molto serenamente alla vaccinazione”. “Un’infezione alle vie respiratorie a termine della gravidanza potrebbe rivelarsi anche molto grave – sostiene la ginecologa Valeria Bernardi – Gli studi sottolineano come l’infezione da Coronavirus nei bambini molto Mamme in attesa piccoli possa essere molto seria e professioniste e avere conseguenze importanti. Sono questi i motivi che mi hanno sanitarie, hanno spinto a vaccinarmi, tenendo conto deciso di vaccinarsi del fatto che i rischi di un vaccino sono sicuramente minimi. La mia nell’ultimo trimestre esperienza è stata positiva”. della gravidanza “Le due bambine sono le prime in Italia nelle quali sono stati isolati gli anticorpi su sangue neonatale alla nascita – sottolinea il dottor Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6 – infatti gli studi internazionali, ad oggi, si sono basati solamente sugli anticorpi del cordone ombelicale”. “Gli studi sono limitati – rileva ancora il dottor Jorizzo – ma concordi nel suggerire che non ci sono effetti collaterali sulla mamma e sul feto. La vaccinazione quindi potrebbe essere indicata, anche in gravidanza, nelle situazioni con fattori di rischio, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane”. “L’esperienza di queste mamme è rassicurante perché sono riuscite a sottoporsi ad entrambe le dosi e a partorire a 5,6 settimane dall’ultima dose di vaccino, l’allattamento non è stato compromesso. Il messaggio che vogliamo trasmettere è di fiducia” aggiunge la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhornguè. “Sarà interessante in futuro capire – sostiene - se il passaggio di questi anticorpi a seguito della vaccinazione materna contro il Sars-CoV-2 possa proteggere il neonato come avviene in seguito alla vaccinazioni contro difterite, tetano e pertosse. In tal caso bisognerebbe definire se esiste una fase ideale della gravidanza per la vaccinazione”. E’ quindi importante offrire anche alle future mamme e alle mamme in allattamento il vaccino anti Covid, - concludono Jorizzo e Ngaradoumbe - se appartengono a categorie a rischio.


Salute

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Covid 19 e diffusione tra i banchi

Lo studio che “scagiona” la scuola in presenza

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siste realmente una relazione tra diffusione del Covid 19 e la scuola in presenza? La scuola può essere un potenziale luogo che amplifica il contagio? L’argomento è delicato e complesso e se n’è dibattuto a lungo, con le due posizioni, e relative scuole di pensiero, - chi sostiene che vi sia un rischio concreto e chi invece ritiene che non sia così – a confronto quotidiano sulla questione. Un recente studio, tuttavia, nel fare un po’ di chiarezza sul ruolo di bambini e ragazzi in età scolare e delle scuole nella diffusione di SARS-CoV-2, “scagiona” la scuola e i bambini dall’ “accusa” di essere “amplificatori” della pandemia. Lo studio è stato coordinato dal professor Luca Scorrano del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e dalla professoressa Sara Gandini, epidemiologa dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, in collaborazione con l’Aulss 9 Scaligera di Verona, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata e AbaNovus di Sanremo. Questo studio, “A cross-selectional and prospective color study of the role of schools in the SARS-CoV-2 second wave in Italy”pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet Regional Health – Europe”, indica che l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre 2020 non può essere imputata all’apertura delle scuole e come la loro chiusura totale o parziale, in particolare in due regioni italiane, non abbia influito sulla diminuzione dell’indice Rt. “Abbiamo pertanto confrontato l’incidenza del Covid 19 tra gli studenti e tra il personale scolastico (docente e non) con quella popolazione generale, dello stesso range di età nel caso del personale scolastico - spiega il professor Scorrano - Abbiamo valutato se in concomitanza con l’apertura della scuola l’incidenza del Covid19 aumentasse prima tra le persone in età scolare che nella popolazione generale, se gli studenti o il personale scolastico positivi al Covid-19 provocassero focolai nelle scuole, se i focolai in contesti scolastici fossero causati principalmente da

Da una ricerca pubblicata su “The Lancelot Regional Health – Europa” sull’impennata della pandemia in Italia tra ottobre e novembre 2020 emerge che gli studenti non sarebbero “amplificatori” delle infezioni da SARS-CoV-2

Ragazzi “influencer” per promuovere una sana alimentazione

Da sinistra: il professor Luca Scorrano e di seguito l’epidemiologa Sara Gandini

studenti, e infine se a livello delle diverse regioni italiane l’aumento dell’indice Rt seguisse le date di apertura della scuola (diverse da regione a regione) a un intervallo di tempo costante. Un intervallo di tempo costante tra apertura delle scuole e aumento dell’indice Rt sarebbe infatti un importante indicatore di correlazione tra scuole in presenza e circolazione virale nella popolazione generale”. Il nostro studio mostra come l’incidenza di Covid 19 tra gli studenti sia stata inferiore rispetto alla popolazione generale – dice la professoressa Sara Gandini. - Le infezioni secondarie a scuola erano Le infezioni secondarie a scuola erano inferiori all’1% e i focolai si sono verificati nel 5-7% delle scuole analizzate. L’incidenza tra gli insegnanti era paragonabile a quella registra tata nella popolazione di età comparabile a quella degli insegnanti. Le infezioni secondarie tra gli insegnanti erano rare e si verificavano più frequentemente quando il caso indice era un insegnante rispetto a uno studente. Nel periodo che ha di poco preceduto l’apertura delle scuole in Veneto e in concomitanza con l’apertura stessa, l’incidenza di Covid 19 è cresciuta massimamente non

tra gli studenti ma negli individui di 2029 e 45-49 anni. Lo sfasamento tra le diverse date di apertura delle scuole nelle regioni italiane e l’aumento dell’indice Rt regionale non è stato uniforme. Infine le chiusure in due regioni dove sono state attuate prima di altre misure restrittive non hanno influenzato la diminuzione di Rt che era già in atto”. “Nel loro complesso, queste evidenze non supportano un ruolo degli individui in età scolare e delle aperture scolastiche come “motore” della seconda ondata di Covid-19” osserva il professor Scorrano. “Il nostro lavoro si aggiunge alle molteplici evidenze accumulate nel corso di quest’ultimo anno che nel loro complesso hanno “scagionato” la scuola in presenza. In salute pubblica – conclude la professoressa Gandini dobbiamo sempre bilanciare rischi e benefici. Alla luce della mancanza di solide evidenze che la scuola in presenza contribuisca significativamente alla diffusione della pandemia, ci sembra che il beneficio non sia chiaro e che il rischio qui sia soprattutto quello delle gravi ripercussioni causate della chiusura delle scuole sulla salute di bambini ed adolescenti”.

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ragazzi e 13 istituti alberghieri coinvolti nel progetto “La salute nel Piatto” Ragazzi “influencer” per promuovere una corretta e sana alimentazione, perché la salute si trova anche nel piatto. E proprio “La salute nel piatto” è il nome del progetto che ha il patrocinio della Regione Veneto e dell’Istituto Oncologico Veneto e che vede coinvolti gli studenti e le studentesse di 13 istituti alberghieri di tutto il territorio regionale. In tutto 375 ragazzi chiamati a realizzare delle ricette seguendo le indicazioni dei nutrizionisti della Lilt; potranno scegliere al massimo due ingredienti tra quelli indicati dall’équipe di nutrizionisti e creare una ricetta sul tema della corretta alimentazione, specificandone le proprietà nutrizionali e le accortezze da adottare in cottura per ridurre al minimo le alterazioni di tali proprietà e la formazione di possibili composti dannosi. In questo contesto i ragazzi sono chiamati a parlare ai loro coetanei, con un linguaggio vicino alla loro sensibilità, svolgendo un ruolo attivo di “influencer” nel diffondere questo messaggio attraverso i social più praticati dai giovani. L’iniziativa è stata presentata in occasione della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica dal Coordinamento Lilt del Veneto e che ha visto la partecipazione di Dino Tabacci, coordinatore Lilt Veneto e Presidente Lilt di Pado-

va, che ha fatto gli onori di casa, il Consigliere e membro della Giunta dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Orio Mocellin – simbolo della sana alimentazione è stato individuato l’olio extra vergine di oliva, principe della dieta mediterranea e considerato elisir di lunga vita - l’astrochef ed esperto in sana alimentazione, nonché testimonial del progetto, Stefano Polato. Il progetto ha riscosso grandi manifestazioni di approvazione anche da paerte dell’assessore regionale alla Scuola Elena Donazzan. “Trovo particolarmente apprezzabile ed efficace – ha osservato in occasione della presentazione - che si sia scelto di puntare sul linguaggio e sulle piattaforme social preferite dai più giovani: la consapevolezza deve partire infatti dalla scuola, perché i nostri ragazzi saranno presto chiamati ad essere i professionisti della ristorazione, un mondo che spazia dal bar sotto casa al ristorante stellato, magari puntando a quella vetta rappresentata dal testimonial di questa iniziativa, l’astrochef Stefano Polato”. I 375 ragazzi si sono divisi in 37 gruppi e si sfideranno nella realizzazione di Piatti della salute, sani, replicabili a casa, in grado di valorizzare ingredienti del territorio e di ottenere una buona visibilità sui social. A fine maggio il miglior piatto della salute verrà premiato dalla Commissione di esperti Lilt.


Salute

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Malattia genetica neurologica. A Padova “nasce” il primo screening neonatale A fianco il dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unit Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova

Cometa A.S.M.M.E: dal 1992 al fianco di chi lotta contro le Malattie Metaboliche Ereditarie

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n Italia un neonato su 2000 è affetto da malattie metaboliche ereditarie: a causa di un’alterazione del DNA il metabolsmo non funziona in modo corretto e le sostanze assunte come cibo, anziché trasformarsi in nutrimento, diventano tossiche e producono gravi danni all’organismo. Per sconfiggere le malattie metaboliche ereditarie, nel 1992 un gruppo di famiglie fonda Cometa A.S.M.M.E, che oggi conta più di 3000 tra soci e sostenitori in tutta Italia. L’Associazione, che ha la sua sede a Ponte San Nicolò in provincia di Padova, da quasi 30 anni è al fianco di malati metabolici ereditari, bambini e adulti, per sostenerli e accompagnarli nelle cure quotidiane. Grazie alla tenacia della Presidente Annamaria Marzenta, all’impegno dei volontari e alla generosità delle famiglie, Cometa A.S.M.M.E ha già investito più di due milioni di euro in progetti di ricerca, prevenzione ed assistenza, tra cui l’acquisto della strumentazione “Tandem Mass Spettrometria” necessaria per lo screening neonatale metabolico allargato, e altri due spettrometri per la ricerca sulle malattie neurodegenerative e sulle malattie lisosomiali. L’associazione ha contribuito a realizzare il nuovo Laboratorio di 1 livello per le MME a Padova al Campus Biomedico Pietro d’Abano, in grado di effettuare ogni anno 40.000 analisi su campioni biologici provenienti da 4 provincie del Veneto (Padova, Venezia, Treviso e Belluno), dal Friuli e dalla provincia autonoma di Trento. L’associazione sostiene costantemente anche borse e progetti di studio per medici specializzati, organizza conferenze e convegni medici e momenti di sensibilizzazione per promuovere la conoscenza e la ricerca sulle MME.

adova si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nella ricerca scientifica, questa volta grazie al team diretto dal dottor Alberto Burlina, direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Metaboliche ed Ereditarie dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova. Nelle scorse settimane l’equipe ha proposto per la prima volta al mondo un nuovo screening neonatale per una malattia genetica neurologica, chiamata AADC o deficit delle decarbossilasi degli aminoacidi aromatici, che determina una grave disabilità motoria con capacità intellettive normali. Per questa malattia è stata recentemente trovata una terapia genica molto efficace ma le possibilità terapeutiche sono strettamente legate alla diagnosi precoce: la malattia, infatti, è molto difficile da diagnosticare e spesso i pazienti vengono riconosciuti solo dopo anni, quando non c’è più molto da fare. I clinici di Padova diretti dal dottor Alberto Burlina sono riusciti a rilevare nella goccia di sangue con cui vengono eseguiti gli screening di legge, una molecola, la cosiddetta “3 metildopa”, che presenta una struttura simile alla “tirosina”, già presente nei kit diagnostici utilizzati in tutto il mondo per lo screening neonatale esteso (per legge italiana attivo dal 2016). La novità interessante è che non ci sarà bisogno di ulteriori reagenti né di processi diagnostici lunghi e complessi per la diagnosi, ma sarà sufficiente aggiungere la struttura molecolare del composto alla strumentazione in uso per lo screening: la Tandem Mass Spettrometria, un macchinario ad hoc acquistato nel 2015 dall’associazione Cometa A.S.M.M.E e donato al Laboratorio MME di Padova per eseguire gli screening neonatali. Pubblicata dalla rivista americana “Molecular Genetics and Metabolism”, una delle più importanti riviste nel campo genetico metabolico e organo della Società Americana di Malattie Metaboliche Ereditarie, la ricerca è frutto dell’esperienza maturata nel campo diagnostico dalla Divisione diretta dal dottor Burlina, diventata negli anni uno dei modelli

più avanzati al mondo nel campo delle prevenzione delle malattie metaboliche ereditarie. “Sono molto orgoglioso del lavoro svolto da tutto il team, che si conferma ancora una volta un’eccellenza mondiale nel suo campo - afferma il Dottor Alberto Burlina - Grazie alla nostra scoperta la diagnosi precoce di questa malattia sarà possibile senza dover sostenere ulteriori costi di strumentazioni o reagenti. Siamo contenti che una rivista prestigiosa come “Molecular Genetics and Metabolism” abbia immediatamente accolto la nostra ricerca”. Molto soddisfatta anche Annamaria Marzenta, Presidente di Cometa A.S.M.M.E. che nel 2015 ha acquistato e donato lo spettrometro Tandem Mass Spettrometria: “Siamo davvero felici di aver dato il nostro piccolo, grande, contributo a questa ricerca - afferma Marzenta - Da quanViene proposto do è nata la per la prima volta al mondo nostra associazione nel per l’AADC, deficit delle 1992, non decarbossilasi degli aminoacidi abbiamo mai smesso aromatici che determina una di investire grave disabilità motoria ma con in progetti di ricerca, capacità intellettive normali prevenzione e cura, acquistando questo ed altri macchinari indispensabili per lo screening neonatale, ma anche sostenendo borse e progetti di studio per medici specializzandi. Questa scoperta ripaga il contributo e l’impegno delle nostre famiglie e dei nostri volontari. Grazie al dottor Burlina e alla sua equipe per il loro lavoro quotidiano”. Congratulazioni al team di lavoro arrivano anche da Giuseppe Dal Ben, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, che si è complimentato con tutti i professionisti coinvolti per aver raggiunto questo ambito traguardo.




on-line:

APRILE 2021

Garden

I colori ed i profumi dei fiori primaverili Ecco le varietà ideali per la stagione e per arricchire terrazzi, balconi e giardini

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assato il grigiore invernale ed il freddo pungente, anche il pollice verde di ciascuno di noi può uscire dal letargo! Con l’arrivo della primavera e delle giornate maggiormente soleggiate è davvero istintivo pensare ai colori ed ai profumi del terrazzo, balcone o giardino. Parliamo di fiori, simbolo inevitabile del risveglio della natura e, diciamolo, grandi alleati del nostro benessere, per due motivi principalmente. Perché veder sbocciare i fiori ed ammirarne i colori ed i profumi di certo migliora il buonumore, così come l’autostima se li abbiamo piantati noi! Senza dimenticare che l’attività fisica derivante dal giardinaggio contribuisce notevolmente alla “remise en forme” propedeutica alla prova costume. Vediamo allora qualche esempio fiorito per la primavera che sboccia. LA PRIMULA Il classico fiore da piantare in primavera, esiste in oltre 500 varianti e con un’ampia scelta di colori: fucsia, giallo, rosso, blu, arancione e moltissimi altri. Le primule si possono piantare all’inizio della primavera in vasi da mettere in giardino o sul balcone: hanno bisogno di uno spazio a mezza ombra per restare sane e robuste. Il terreno deve sempre essere tenuto umido, ma l’ac-

qua non deve mai ristagnare. LA STERLITZIA La strelitzia è originaria dell’Africa e rispecchia davvero la natura rigogliosa, per la forma inusuale e per l’esplosione di colori che dona durante la fioritura, che avviene verso la fine della primavera. La strelitzia ama il sole, spesso viene coltivata in serre (per la vendita come fiore reciso), teme il gelo, vuole innaffiature regolari e un’attenta concimazione. Può essere piantata in giardino ma anche in vaso ed è facile da coltivare. IL CICLAMINO Il ciclamino appartiene alla famiglia delle primulacee e ha circa una quindicina di specie di piante perenni. Si può coltivare in vaso e tenere in casa, oppure in giardino o anche sui balconi, purchè nella brutta stagione sia messo al riparo. Il ciclamino ha bisogno di luce, senza tuttavia essere esposto direttamente al sole. Due le caratteristiche principali, le foglie a forma di cuore ed il profumo che emanano i fiori, sempre molto carichi di colore.

da giardino. I bellissimi narcisi, che a dispetto della delicatezza del loro aspetto sono piante robuste, stanno bene in un terreno a mezz’ombra e vanno annaffiati con molta frequenza. I colori classici di questo fiore sono il giallo e il bianco, ma esistono molti ibridi con altre varianti cromatiche.

IL NARCISO Il narciso è una pianta da terrazzo e

IL RODODENDRO Il rododendro appartiene alla famiglia

delle ericaceae; il suo nome deriva dalle parole greche rhodon (rosa) e dendron (albero). È arrivato in Europa dall’Asia soltanto nell’ottocento. Sono piante sempreverdi da esterno, l’ideale è piantarle in giardino in una zona luminosa ma ombreggiata, dal momento che temono il sole diretto. Anche il rododendro annuncia l’arrivo della primavera, con i suoi fiori coloratissimi dalla forma a campanula.


Garden

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L’orto fai da te con i consigli dei tutor Silvia Girotto e Marco Facchin

Coldiretti incontra i consumatori con il pollice verde O

ltre alla spesa a kmzero i cittadini hanno potuto conoscere i segreti della cura di piante e fiori guidati dai tutor dell’orto di Coldiretti che hanno verificato il pollice verde dei consumatori mentre facevano acquisti tra i banchi dei produttori. Una delle tante proposte offerte dagli operatori agricoli per assecondare la passione di giovani e anziani per la coltivazione della terra e la raccolta dei frutti che proprio a causa degli effetti della pandemia registra un boom determinato quest’anno dall’ esigenza di svago nel lungo lockdown in zona rossa ma anche in molti casi per aiutare i bilanci familiari provati dalla crescente crisi, proprio come avveniva in tempo di guerra. Il 33% degli italiani – spiega Coldiretti – ha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni o a titolo gratuito o con affitti simbolici. Esiste poi una quota del 12% che sfoga l’amore per le piante su balconi e terrazzi, verande e davanzali con una vera e propria esplosione di piante e fiori che iniziano a punteggiare di verde e colori il grigio delle città. Il movimento degli hobby farmers, dai balconi ai terreni familiari rappresenta uno spaccato sociale importante che trova nella cura delle piante del verde un importante momento di sfogo contro ansia e stress generati dalla pandemia e dalle limitazioni agli spostamenti fuori casa. Il ritorno degli italiani in orti e

Il 33% degli italianiha deciso di esprimere la sua passione per l’agricoltura nel proprio giardino di casa, in terreni di famiglia ma anche in spazi pubblici o negli orti urbani

Il decalogo per un orto (quasi) perfetto

giardini ha un alto valore sociale ed economico in uno dei momenti più difficili per il Paese con una passione che non richiede per forza grossi investimenti o grandi spazi con diverse opportunità e investimenti: dall’orto portatile da tenere con sé anche in ufficio a quello verticale per risparmiare spazio nelle case, dall’orto “ecologico” per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi. L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare – continua la Coldiretti – intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono – conclude la Coldiretti - alcune delle

regole fondamentali per ottenere buoni risultati. L’erba gatta si può coltivare in terrazza ed è utile per il micio di casa, la menta e l’origano abbelliscono i davanzali e servono anche in cucina, primule e pansè colorano di primavera vasi ornamentali e giardini. L’atteso equinozio del 21 marzo è stato festeggiato nei mercati di Campagna Amica con lezioni di giardinaggio e consigli utili per il green “fai da te”. Nel padovano le clip di Silvia Girotto dell’azienda Sle di Anguillara sono anche on line e seguite da molti followers coinvolti nei suggerimenti della giovane florovivaista che svela i segreti nascosti dei bouquet, il linguaggio e la stagione ideale di tanti fiori Made in Italy. Come lei anche Marco Facchin dell’azienda bio “Piccolo ortolano” di Saccolongo impegnato ad intrattenere il pubblico in azienda e nelle piazze istruendo le famiglie sulle fasi lunari e i misteri della semina dall’insalata alle piante aromatiche.

1. Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati. 2. Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari. 3. Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle. 4. Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale. 5. Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota). 6. Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. E’ possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza. 7. Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante. 8. Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti; 9. Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive. 10. Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.


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Garden

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Complementi d’arredo. Gettonati i colori vivaci, dal limone al cobalto , dal pistacchio al fucsia

Quali sono le nuove tendenze per l’arredo giardino 2021? Vasi da pavimento, tavolini da caffè, vasi da fiori, tele di tende da sole, ombrelloni: ognuno di questi elementi può aggiungere atmosfera all’esterno della casa e donare la sensazione di relax

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nnanzitutto, va specificato che non intendiamo solamente i giardini delle ville, ma anche balconi, logge, verande, terrazze e patio. Iniziamo dai colori, che devono essere vivaci. I colori neutri hanno dominato le tendenze degli ultimi anni, nel 2021 continueranno ad arredare gli eleganti spazi esterni. Ma per il 2021 è in arrivo un’ondata color limone. Ma tra i colori di tendenza del 2021 ci sono il cobalto, il rosso, il pistacchio, il fucsia. Si tratta di toni rilevanti non solo per i mobili per verande e cortili, ma anche per gli accessori. Nella progettazione di cortili e verande, l’armonia con la natura è di fondamentale importanza. Per questo motivo non si può fare a meno dei materiali che la stessa ha creato. Quest’anno vale la pena scommettere sulla diversità utilizzando complementi d’arredo realizzati con i tessuti di juta e cotone naturale, che creano un’atmosfera naturale e aggiungono compatibilità ambientale. I tappeti di iuta sono uno degli accessori più di tendenza nel 2021. La trama naturale sembra incredibilmente elegante e la combinazione con pavimenti in pietra o legno conferisce all’ambiente un tocco esotico. Che si abbia un giardino, un patio o un terrazzo non importa. Nel 2021 è categorico avere uno spazio nel quale concedersi momenti di piacevole riposo all’aria aperta. Può essere un comodo divano o una bellissima chaise longue in vimini. Oppure un dondolo o addirittura una struttura a baldacchino. L’importante è potersi ricavare uno spazio consacrato al relax ed immerso nella natura. E la modularità è il vero re-

quisito del 2021. I divani possono essere facilmente trasformati in due o tre poltrone, le poltrone possono essere unite in un divano o smontate in pouf, i tavoli, se necessario, fungono da bracieri. Se il tempo non permette di concedersi una giornata in pieno relax in giardino, questi elementi possono essere facilmente spostati da qualche parte in un garage o sotto una tettoia. Vasi da pavimento, tavolini da caffè, vasi da fiori, tele di tende da sole, ombrelloni: ognuno di questi elementi può diventare un complemento d’arredo espressivo in grado di aggiungere atmosfera all’esterno della casa e donare la sensazione di relax. Il nostro spazio esterno verrà sfruttato in particolar modo nel periodo estivo, ma si deve pensare ad un sistema di illuminazione ad hoc per il salotto esterno. Le lampade da terra rendono l’ambiente molto piacevole e creano zone di illuminazione dal sapore romantico, perfetto per le calde serate estive. In alternativa si possono scegliere delle candele da posizionare in bocce di vetro oppure delle lanterne. Il “giardino commestibile” è l’ultima tendenza dell’architettura del paesaggio in voga durante quest’anno. Quando si organizza l’arredo di un giardino, le piante, non possono mancare assolutamente. Fiori, erbe aromatiche e piccoli arbusti, piantati nel terreno o collocati in vasche e vasi da fiori, diventano una decorazione dello spazio esterno. Questa tendenza implica la progettazione di giardini e prati non solo con piante ornamentali ma anche con colture utili.


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I consigli. Dalla scelta del vaso alla sua preparazione

Piante aromatiche, è arrivato il periodo giusto I

mesi giusti per seminare le piante aromatiche sono quelli che vanno da aprile a maggio. Iniziamo dal vaso, con una piccola precisazione. I vasi in terracotta sono molto più traspiranti, quindi in presenza di un clima secco le piante avranno bisogno di più acqua. Tutto qui. Perché per le piante aromatiche non c’è un’indicazione precisa, quindi, terracotta a parte, sbizzarriamoci con i colori ed i materiali che meglio si abbinano alla casa ed al giardino. Sul fondo del vaso deve esserci sempre dell’argilla, o della ghiaia, che serve a drenare per bene. Poi si aggiunge il terriccio ed alla fine la piantina aromatica acquistata. Ultimo strato di terriccio ed un consiglio: le piante aromatiche stanno molto bene l’una vicina all’altra. Non si tratta esclusivamente di una questione estetica, ma anche biologica. Le piante aromatiche traggono beneficio dalla presenza di altre piante aromatiche nelle vicinanze, perché vi-

cine sono in grado di creare una sorta di microclima che per la loro crescita è ottimale. Facendo tuttavia attenzione allo spazio, perché le piante aromatiche devono avere spazio libero tra di loro, senza ostacoli o intralci. Quando pensiamo alle erbe aromatiche ci viene in mente l’estate, la piccola aiuola profumata da realizzare in giardino o al massimo tanti vasi da collocare sul balcone. Ma attenzione alla temperatura! Queste piante hanno bisogno della classica temperatura presente dentro casa durante l’inverno. L’ideale è un ambiente che oscilla tra i 18 e i 22 gradi. E se di notte la temperatura scende anche a 15 gradi, poco importa, le piante aromatiche staranno bene lo stesso. Il basilico, la più gettonata delle piante aromatiche, ha bisogno di tanta luce ma non ha bisogno di tanta acqua: meglio bagnarlo poco ma spesso. La salvia, invece, è la pianta aromatica che si adatta meglio perché non ha bisogno di cure particolari. Anche

l’origano non ha bisogno di particolari accorgimenti, solo la potatura dopo la fioritura. Il prezzemolo e la menta possono vivere bene anche all’ombra, mentre il rosmarino ha bisogno di molto spazio. Il timo invece resiste bene anche alle temperature più fredde.



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Oroscopo

Ariete Avete bisogno di dedicarvi un po’ più a voi stessi e alle vostre passioni. Rallentate il ritmo e ascoltate di più voi stessi.

Toro Toro: E’ un periodo di grande inventiva e di buoni propositi. Mettetevi in gioco, il momento è propizio.

Aprile Il sole torna ad illuminare le nostre giornate e restituisce nuove energie e speranze

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Bilancia Siete determinati verso il vostro obiettivo: ci avete lavorato tanto, è tempo di concretizzare gli sforzi fatti fin qui.

Scorpione Avete bisogno di aria nuova ma per ora dovrete desistere da nuove avventure per rimanere con i piedi ben saldi a terra.

Gemelli

Sagittario

E’ il tempo dei colori e della creatività. Non arrendetevi: siate fantasiosi e tenaci, nella vita e nelle relazioni.

Avete voglia di riscatto. Il momento è buono per tentare di realizzare i vostri desideri, anche se non tutti.

Cancro

Capricorno

Novità in vista che toglieranno un po’ di “polvere” alla vostra vita e vi rimetteranno in moto.

Il vostro proverbiale autocontrollo vacillerà. Inizia un periodo di grande romanticismo, sarete distratti e sognatori.

Leone

Acquario

Vivete alla giornata e continuate con il vostro entusiasmo ad affrontare le sfide di ogni giorno. Avrete le giuste soddisfazioni.

La vostra curiosità vi porterà a conoscere persone nuove. Siete ben disposti verso gli altri. Periodo favorevole.

Vergine

Pesci

Alla fine gli affetti sicuri e il vostro giro di amicizie si rivelano essere indispensabili, non cercate altrove ciò che già avete.

Siete alla ricerca di nuovi stimoli e ritmi nuovi. Lasciatevi andare al cambiamento: il nuovo orizzonte vi stupirà




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