Si chiama “Promises” (Promesse), e si può trovare gratuitamente sul web. E’ un documentario girato ormai 23 anni fa a Gerusalemme e dintorni tra tre registri ebrei americani che hanno raccolto nella quotidianità le parole di sette bambini, palestinesi e israeliani, laici e ortodossi. Ragazzi che abitavano a meno di venti di minuti di distanza l’uno dall’altro ma vivevano in mondi completamente diversi e sempre più lontani. Eppure non si sono fermati alle divisioni imposte dai loro padri, non hanno rifiutato il confronto e il dialogo, per quanto sia difficile. Da quelle immagini che oggi ci appaiono un po’ sgranate e sfocate, dalle parole di quei bambini, così lontane da ogni retorica, forse è il caso di ripartire in questi tempi feroci. Da più di un anno ormai siamo bombardati quotidianamente dalle notizie e dalle immagini del conflitto di Gaza che sta infiammando tutto il Medio Oriente e compromettendo equilibri già precari. Dal 7 ottobre 2023, dal giorno del sanguinoso attacco di Hamas, il bollettino dei morti, degli attacchi e delle esplosioni sembra non conoscere fine. Siamo spettatori affacciati su un abisso di orrore di fronte al quale è difficile trovare delle risposte condivise e indicare delle soluzioni percorribili.
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RONDE DI FORZA NUOVA. CRITICHE
POLITICA MA MOLTI APPREZZANO
L’iniziativa del movimento di destra incontra il consenso di cittadini e commercianti mentre per altri è solo una provocazione
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LECONOMIA E SANITA’: GLI ASSESSORI IN REDAZIONE
Le interviste a Francesco Calzavara, Roberto Marcato e Manuela Lanzarin, con uno sguardo all’appuntamento elettorale del 2025
INTERPORTO DI PADOVA SORVEGLIATO DAI DRONI
E’ una delle novità presentate a Padova al salone internazionale Green Logistics Expo con soluzioni tra sostenibilità e innovazione Il Veneto Servizio a pag. 20
L’opportunità olimpica del Veneto
Luca Zaia
Governatore Regione Veneto
’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 rappresenta per il Veneto una straordinaria opportunità di rilancio economico e di promozione internazionale. Questo evento permetterà alla nostra regione di valorizzare le proprie eccellenze turistiche e culturali, ma anche di stimolare investimenti in infrastrutture fondamentali per il nostro territorio montano.
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Sicurezza
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nazionali e internazionali
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Making the invisible visible
Il Teatro Sociale di Rovigo è pronto a spalancare le porte al suo pubblico, con un calendario sempre più importante e prezioso. Ogni anno il cartellone amplia l’offerta culturale con proposte e artisti di caratura nazionale e internazionale che, per questa edizione, abbraccia un periodo ancora più lungo, da ottobre a fine maggio.
Gli appuntamenti sono davvero tanti con da quest’anno con la sperimentazione delle doppie date fuori abbonamento per alcuni spettacoli in programma. Una realizzazione resa possibile grazie ad una grande sinergia che ha visto in campo molte forze, a partire dall’artefice di questa nuova Stagione Teatrale, il direttore artistico Edoardo Bottacin che ha lavorato insieme agli uffici, ai vari partner, collaboratori e sostenitori di questa davvero grande Stagione Teatrale.
Si inizia giovedì 14 novembre 2024 ore 20.30 con MOLTO RUMORE PER NULLA con Lodo Guenzi e Sara Putignano; sabato 4 gennaio 2025 ore 19.00 sarà la volta del Balletto di Milano con CENERENTOLA.
Ironia e profondità venerdì 31 gennaio e sabati 1 febbraio con VENERE NEMICA di Drusilla Foer. Venerdì 7 febbraio 2025 ore 20.30, VUELVO AL SUR Tango Rouge Company & Tango Spleen Orchestra, mentre mercoledì 19 febbraio 2025 ore 20.30 sarà la volta di SIOR TODERO BRONTOLON con Franco Branciaroli. Risate a non finire con FIGLI DI TROIA con il noto comico Paolo Cevoli in scena mercoledì 5 marzo 2025 ore 20.30.
Grande attesa per MAGNIFICA PRESENZA di Ferzan Özpetek con Serra Yilmaz, Tosca D’aquino, Erik Tonelli in scena martedì 11 marzo e mercoledì 12 marzo 2025. Si continua mercoledì 9 aprile 2025 ore 20.30 con PLAZA SUITE Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi e si conclude con HOKUSPOKUS Familie Flöz, giovedì 22 maggio 2025 ore 20.30. di Rovigo
L’opportunità olimpica del Veneto
Con un impatto stimato di oltre 1 miliardo di euro in opere pubbliche, le Olimpiadi non saranno solo una vetrina per il Veneto, ma un volano di crescita che ci aiuterà a rafforzare l’economia locale e a dare nuova linfa al turismo e al commercio regionale.
Il nostro impegno è massimo per garantire che ogni progetto sia all’altezza delle aspettative e lasci un’eredità duratura per le future generazioni.
Stiamo lavorando per trasformare l’evento in un’occasione di sviluppo sostenibile e in un’opportunità per rivitalizzare le aree montane, mantenendo la bellezza e l’equilibrio dei nostri paesaggi. In questo modo, potremo non solo ospitare un grande evento sportivo, ma anche dimostrare al mondo intero quanto il Veneto sia una terra capace di guardare al futuro con visione e determinazione.
Lo sguardo dei ragazzi al di là dell’abisso
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Così, accanto al rumore dei bombardamenti, al pianto delle vittime, di tutte le vittime indistintamente, ecco i toni aspri e inconciliabili delle ragioni dell’una e dell’altra parte, in un crescendo di odio senza rimedio.
Al via il 14 novembre la stagione di prosa al Sociale di Rovigo
Chissà che ne è stato di quei ragazzini di “Promises”, chissà cosa pensano ora di fronte a tutto ciò. Chissà se sono sopravvissuti. Ma noi possiamo ancora guardarli negli occhi nel tempo in cui non avevano ancora perso l’innocenza e si affacciavano al futuro con il naturale ottimismo dei bambini. Eppure la loro infanzia “normale” si intrecciava con la presenza costante della violenza, con la minaccia della guerra, la precarietà della paura. I registi hanno raccolto le loro voci, ascoltato le loro storie e poi proposto ai ragazzi di incontrarsi, di varcare quel confine che li divide.
Non c’è un lieto fine, non ci sono morali consolatorie né scene strappalacrime, non ci sono risposte definitive. Ma lo sguardo di quei bambini, uguali ai tanti bambini di oggi martoriati dalla guerra, e le loro voci ci spingono a guardare al di là dell’abisso di questo tempo.
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Sicurezza in città. Dopo la denuncia gli attivisti sono scesi in piazza, ma la scelta divide
Forza Nuova: ronde utili per alcuni, per altri solo Forze dell’Ordine
A Rovigo, le ronde di estrema destra per la sicurezza dividono cittadini e commercianti, tra chi le approva e chi preferisce le Forze dell’Ordine.
L’assessore Maniezzo critica l’iniziativa, mentre FN sostiene di voler solo contribuire
T ra la fine di agosto e l’inizio di settembre Forza Nuova ha inaugurato le ronde cittadine per la sicurezza e in queste ultime settimane hanno ripreso a presidiare il territorio. Una scelta forte che nasce dalla denuncia, da parte degli attivisti di FN, di uno stato di insicurezza nelle vie e nelle piazze cittadine. Residenti e commercianti, da questo punto di vista, si sono spaccati tra chi sostiene che l’iniziativa sia lodevole e chi, viceversa, sostiene che il compito di pattugliare il territorio debba essere a esclusivo appannaggio delle Forze dell’Ordine. La divisione rispetto allo strumento da mettere in campo, però, appare come la conferma di un sentimento comune: che siano i militanti di Forza Nuova o le Forze dell’Ordine a Rovigo c’è bisogno di maggiore controllo, o almeno questo è il percepito di residenti e commercianti.
L’assessore alla sicurezza del Comune di Rovigo, Mattia Maniezzo, ha già ampiamente dichiarato che queste ronde non hanno alcuna legittimità.
Ma nonostante le critiche provenienti dall’amministrazione comunale e da altre fonti, “siamo felici di ricevere i ringraziamenti e il sostegno dei cittadini di Rovigo, che apprezzano il nostro operato.
Vogliamo precisare che non intendiamo sostituirci alle forze dell’ordine, ma semplicemente contribuire alla sicurezza cittadina fornendo un supporto aggiuntivo.”, dicono da Forza Nuova.
Il tema sarà, poi, certamente un argomento caldo del prossimo consiglio comunale.
Sul tema, infatti, è intervenuto il il consigliere comunale del Pd di Rovigo Diego Crivellari.
“Ci sembra francamente –ha dichiarato Crivellari - un altro pessimo segnale per Rovigo e il segno di un clima politico che si cerca vanamente di esacerbare, per finalità essenzialmente ideologiche che poco hanno a che vedere con la situazione concreta di una città come la nostra, dove peraltro le forze dell’ordine operano - come dappertutto - coordinandosi tra loro ed evidentemente senza il bisogno di supplenze autogestite. Non è la prima volta che il tema delle ronde riemerge strumentalmente”.
“Si tratta come sempre di qualcosa che appare molto lontano dalle reali problematiche e, vogliamo aggiungere, molto lontano anche dalla reale sensibilità della stragrande maggioranza dei rodigini, che desiderano una città vivibile e accogliente. Interpelleremo
subito la giunta e l’assessorato competente alla sicurezza per sapere se si fosse a conoscenza di questa iniziativa e, soprattutto, come si intenda intervenire a tutela e garanzia delle cittadine e dei cittadini, evitando di prestare il fianco o addirittura di contribuire ad alimentare ogni forma di intolleranza”.una posizione, questa condivisa, anche dal Forum dei Cittadini.
Sul tema sicurezza, peraltro, l’Assessore Maniezzo era intervenuto proprio poche settimane fa illustrando gli interventi condotti dalla Polizia Locale.
“Solo nell’ultima settimana di settembre – ha spiega-
Crivellari (Pd):
to l’Assessore - 25 le persone controllate, 42 i parchi ispezionati, 2 i provvedimenti di allontanamento, 10 gli esposti e segnalazioni controllate. Sempre nello stesso periodo
si sono svolte anche attività di Polizia Giudiziaria: un extracomunitario è stato multato e segnalato alla Prefettura per uso personale di stupefacenti, una la denuncia penale.”
“Rovigo dica sì allo ius scholae”
Il tema della riforma della cittadinanza a favore dei bambini nati da genitori stranieri residenti in Italia approda tra i banchi del consiglio comunale e impone a palazzo Nodari una riflessione oramai non più rinviabile. Nei giorni scorsi, il capogruppo del Pd Diego Crivellari ha depositato una mozione, sottoscritta anche dal consigliere Palmiro Franco Tosini, con l’obiettivo di spingere la giunta Cittadin a “sollecitare formalmente il Governo e il Parlamento affinché venga esaminata e approvata una riforma della legge sulla cittadinanza, che includa il principio dello ius scholae, riconoscendo il diritto alla cittadinanza ai minori stranieri nati o arrivati in Italia
in giovane età, che abbiano completato almeno un ciclo scolastico di cinque anni nel nostro Paese” e a “collaborare con altre amministrazioni
locali e associazioni per sostenere campagne nazionali che richiedano una modifica della legge sulla cittadinanza”.
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Istituzioni. Dopo tre anni il questore Scali assume la direzione centrale della Polizia Stradale
Franca Tancredi nuovo Prefetto, Eugenio Vomiero nuovo Questore
Una volta insediata in città Tancredi ripercorre le orme del padre poliziotto, iniziando un nuovo capitolo dopo esperienze significative in Calabria.
F ranca Tancredi, nuovo prefetto di Rovigo, si ritrova a seguire le orme del padre, un poliziotto calabrese che negli anni ‘60 aveva prestato servizio proprio in questa città. Un ritorno che, a distanza di cinquant’anni, assume i contorni di un cerchio che si chiude, ma anche di un nuovo inizio.
Franca Tancredi, con un anno e mezzo di servizio prima della pensione, si presenta come una fedele rappresentante dello Stato, ma con un pensiero libero e autonomo. La sua carriera è stata costellata da incarichi di grande responsabilità, che l’hanno vista affrontare situazioni complesse e spesso delicate.
Il passato professionale di Tancredi è segnato da inca-
richi impegnativi in Calabria, dove ha operato come commissario antimafia in comuni come Bova Marina, Africo, Bagnara Calabra e Gioia Tauro. Queste esperienze lo hanno visto confrontarsi con situazioni di infiltrazione mafiosa, un compito che ha richiesto non solo rigore, ma anche una profonda comprensione delle dinamiche locali. Tancredi ha ricordato che è stata un’esperienza fortissima, durante la quale ha dovuto gestire la transizione da amministrazioni comunali a quella di un’azienda sanitaria, affrontando problematiche complesse come le doppie fatturazioni e i sistemi di controllo informatici.
Giovanni Battista Scali è
stato “promosso” Direttore centrale per la Polizia stradale, ferroviaria e per i reparti speciali della Polizia di Stato a Roma. Un prestigioso in carico. Il Questore a Rovigo era arrivato il 28 ottobre 2021, in Polesine ha fatto molto bene, reati in calo, presenza sul territorio della Polizia di Stato evidente.
A Rovigo arriverà Eugenio Vomiero, una promozione, visto che per qualche giorno sarà ancora dirigente del Compartimento di Polizia ferroviaria di Verona.
Entrato nella Polizia di Stato nel 1983 come agente ausiliario al 2° reparto mobile di Padova, a Venezia ha poi diretto l’ufficio volanti e i commissariati di San Marco e Marghera. In carriera
ha guidato il commissariato di Mestre, poi è stato nominato vicario del questore di Venezia nel 2018. Dal 2022 è stato dirigente superiore con assegnazione a Roma in qualità di consigliere mini-
steriale nella direzione delle Risorse Umane del dipartimento della pubblica sicurezza. Dal 9 gennaio 2023 al compartimento della polizia ferroviaria per Verona ed il Trentino Alto Adige.
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Il sindaco Valeria Cittadin ha ricevuto il nuovo prefetto Franca Tancredi
Privatizzazione. Aria di crisi: debiti ingenti e prossima gestione privata dopo anni di polemiche
Iras verso l’esternalizzazione. Cittadin: “Non c’è altra scelta”
Il futuro di IRAS continua a tenere banco a Rovigo. Dopo essere stata, per anni, al centro di numerose polemiche e, di fatto, aver rappresentato la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso rompendo completamente i rapporti tra il Partito Democratico e l’ex Sindaco, Edgardo Gaffeo, ormai il futuro dell’istituto è segnato.
In questi giorni, infatti, si insedierà la commissione chiamata a valutare l’offerta presentata alla manifestazione di interesse indetta da Azienda Zero. In buona sostanza quella IRAS è pronta a divenire un soggetto a gestione privata.
La situazione di IRAS è, purtroppo molto chiara: debiti per 14 milioni di euro dei qua li 5,4 con le banche, 2,7 con i fornitori e 1,8 milioni nei confronti della stessa Regione.
Il Partito Democratico, nel corso della passata amministrazione, aveva chiesto al Sindaco, Gaffeo di destinare l’avanzo di amministrazione proprio per sistemare un po’ di conti e scongiurare la “privatizzazione” o peggio il fallimento. Come noto non se ne face nulla e un rapporto, già teso, è definitivamente esploso.
Le preoccupazioni di allora, però, evidentemente erano propriamente fondate: Azien-
da Zero, infatti, ha emanato una manifestazione di interesse per reperire un soggetto privato che si faccia carico della gestione dell’Istituto.
Nel dettaglio il bando prevede “la presentazione di proposte di project financing-partenariato pubblico privato, per l’affidamento della gestione operativa del Centro servizi
San Bortolo di Iras. L’importo richiesto in acconto sul canone di concessione per la gestione operativa dei 261 posti letto e che costituisce il corrispettivo di aggiudicazione, almeno pari al valore minimo posto a base d’asta pari a 5,8 milioni, Iva esclusa, corrispondente al valore equo del ramo di azienda al 30 giugno 2023 definito sulla base di un periodo di concessione di 15 anni, secondo la metodologia di valutazione utilizzata dall’Advisor finanziario Kpmg. Il predetto importo dovrà essere corrisposto ad
Iras entro e non oltre 30 giorni solari dalla aggiudicazione da parte dell’aggiudicatario”. Una condizione decisamente impegnativa dal punto di vista economico, ormai insostenibile per l’Ente pubblico, ma assolutamente alla portata degli operatori privati che, nel settore, vedono un filone estremamente redditizio.
Lapidario il commento della Sindaca, Valeria Cittadin: “La situazione è tragica. Ribadisco che la strada è quella dell’esternalizzazione. Diversamente si portano libri in tribunale”.
Ancora incerto, invece, il futuro di Casa Serena: c’è un contenzioso al Consiglio di Stato proprio con IRAS e intanto quell’area rischia di sprofondare sempre più nel degrado. Anche su questa delicatissima partita la Prima Cittadina ha assicurato che l’Amministrazione è in prima fila per sbloccare la situazione.
La protesta degli studenti del Liceo Celio Roccati
Il mese scorso glli studenti del Liceo Celio Roccati, in via De Gasperi, esasperati dalle condizioni in cui sono costretti a studiare, hanno deciso di far sentire la loro voce.
La Rete degli Studenti Medi ha organizzato una manifestazione per denunciare una situazione che, a detta loro, è diventata insostenibile.
Gli studenti lamentano una serie di problemi che spaziano dalle aule sovraffollate ai servizi igienici in condizioni indecenti, oltre alla mancanza di materiali per i laboratori. I rappresentanti dell’associazione studentesca hanno spiegato che le uscite d’emer-
genza erano murate, i bagni erano sporchi e non c’era abbastanza spazio nelle aule.
La situazione è peggiorata da quando le classi dell’indirizzo artistico sono state trasferite nella nuova sede, che inizialmente doveva essere una sistemazione temporanea ma che sembra prolungarsi senza una data di fine certa.
Lo striscione esposto questa mattina davanti alla scuola è un grido d’aiuto. “Manifestiamo il nostro disagio per le condizioni in cui versiamo da settimane”, si legge. La protesta non è solo una richiesta di miglioramenti materiali, ma anche un appello alla dignità
e al rispetto per il diritto allo studio. Gli studenti chiedono a gran voce interventi immediati per risolvere le criticità che compromettono la loro sicurezza e il loro benessere.
La situazione del Liceo Celio Roccati non è nuova alle autorità locali, ma finora le risposte sono state insufficienti. La speranza degli studenti è che questa manifestazione possa finalmente smuovere le acque e portare a interventi concreti. La Rete degli Studenti Medi ha già inviato diverse segnalazioni alla dirigenza scolastica e alle autorità competenti, ma finora senza risultati tangibili.
L’istituto verso la privatizzazione dopo anni di polemiche. Debiti insostenibili e rischio fallimento. Il sindaco: “La strada è questa, altrimenti si portano i libri in tribunale”
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L’intervista. L’assessore traccia la rotta
per il futuro della città
Erika De Luca: “Un anno scolastico e culturale di rinascita per Rovigo”
Erika De Luca, assessore del Comune di Rovigo in quota Fratelli d’Italia, si appresta a inaugurare un anno ricco di sfide e opportunità per la città. L’avvocato, che detiene le deleghe a cultura, scuola e formazione professionale, sistema bibliotecario, associazionismo e organismi partecipati, punta a rafforzare i servizi educativi e a far crescere la vita artistica della città. L’assessore intende creare sinergie con le associazioni locali e ottimizzare il funzionamento degli organismi partecipati. Come si è attivato il Comune per l’inizio del nuovo anno scolastico?
“Ci siamo impegnati a garantire i servizi di competenza dell’amministrazione comunale, iniziando dall’elaborazione delle domande per i libri scolastici, come le cedole librarie, fino all’organizzazione del trasporto scolastico e della mensa. Inoltre, è stata fatta una verifica accurata delle strutture scolastiche per assicurare che fossero efficienti dopo il periodo estivo. È stato fondamentale mantenere un dialogo costante con i dirigenti scolastici per comprendere le loro esigenze, che possono variare di anno in anno”. Come ha intenzione di far fiorire il mondo culturale cittadino?
“Il nostro obiettivo è quello di creare sinergie con tutte le associazioni culturali, promuovendo eventi sia in città che nelle frazioni, con un percorso ben programmato. Abbiamo a cuore la valorizzazione degli artisti locali e auspichiamo una collaborazione con la Fondazione per gli eventi a Palazzo Roverella. Vogliamo poi riportare i cittadini al Museo dei Grandi Fiumi, spesso poco frequentato, organizzando iniziative che lo rendano più attrattivo. A questo scopo, abbiamo introdotto la Rovigo Card, che facilita i percorsi turistico-culturali. Inoltre, il Teatro Sociale riaprirà presto per la nuova stagione teatrale”.
Come pensa di relazionarsi con le associazioni del territorio?
“Come accennato, sarebbe importante organizzare una tavola rotonda che coinvolga tutti i Comuni polesani, per proporre iniziative itineranti con Rovigo capofila. Credo nella collaborazione diretta con le associazioni, per creare un programma comune di eventi. In questi mesi ho notato che molte realtà associative non si conoscono tra loro: è nostro compito fa-
cilitare l’interazione e creare una rete”.
In che modo l’amministrazione intende gestire gli organismi partecipati?
“Il nostro impegno è rivolto all’efficienza, efficacia ed economicità delle società partecipate. Oggi è indispensabile elaborare piani industriali concreti e attuabili, in quanto il mercato richiede sempre maggiore competitività. Le società partecipate devono lavorare insieme per migliorare i servizi offerti ai cittadini, trovando sinergie che permettano di potenziare le prestazioni in un’ottica di sostenibilità e miglioramento continuo”.
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Teatro Siete Voi 2024: emozioni per giovani e famiglie
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La quinta stagione del Teatro Siete Voi si presenta nel 2024 come un evento teatrale di grande respiro. Quest’anno la rassegna si allarga ulteriormente, con ben 28 spettacoli destinati a ragazzi, bambini, scuole e famiglie, che si svolgeranno dal 26 settembre al 29 dicembre. Ideata da Irene Lissandrin per l’associazione ViviRovigo APS, la stagione si avvale della collaborazione di Arteven, del Mic, della Regione Veneto e di altri partner, puntando a consolidare la sua posizione di riferimento per il teatro giovane del Veneto. L’evento ha preso il via con la preapertura “To-Be cyberbullismo”, spettacolo dedicato alle scuole di Occhiobello e prodotto da Febo Teatro, un’anteprima di grande impatto sociale. A seguire, il programma offrirà 17 spettacoli che si terranno il sabato o la domenica, 11 matinée pensati per le scuole e 5 laboratori teatrali diretti da attori professionisti. Di questi, tre laboratori avranno luogo a Rovigo, uno a San Bellino e uno a Fratta Polesine.
Il titolo della rassegna, “Scegli la tua stella”, prende ispirazione dal famoso racconto “Il piccolo principe” di Antoine de SaintExupéry, con un messaggio chiave che emerge dallo spettacolo della compagnia Fondazione TRG: “Le stelle brillano perché un giorno ciascuno possa ritrovare la propria”.
Il Teatro Siete Voi sarà presente in 22 comuni del Polesine, che, sommati ai due della sezione estiva, portano a 24 le amministrazioni comunali coinvolte. Tra i comuni che ospiteranno gli spettacoli ci sono Rovigo, Arquà Polesine, Porto Viro, Loreo, Occhiobello e molti altri.
L’iniziativa è sostenuta da nuovi e da storici sponsor, uniti all’impegno istituzionale della Provincia di Rovigo, RetEventi e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, garantendo un’ampia diffusione dell’offerta teatrale e confermandosi come uno degli appuntamenti culturali più importanti per il territorio e per il pubblico giovane.
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Il 27 ottobre la prima domenica ecologica
Saranno sette le domenica ecologiche previste dall’amministrazione comunale da ottobre al 30 aprile. Si inizia domenica 27 ottobre. Le altre quattro verranno fissate da gennaio e fino al 30 aprile 2025. “Purtroppo anche quest’anno tornano le domeniche ecologiche - ha commentato la Sindaca, Valeria Cittadin - ‘purtroppo’ perché, anche in questo caso ci dobbiamo adeguare alle regole che la Regione in maniera imperativa ci dà e che dobbiamo rispettare. La volontà di questa amministrazione, però, è quella di ridurre al massimo dal punto di vista
spaziale le zone di divieto di transito alle auto. Dunque ci sarà una riduzione degli spazi rispetto alle scelte avvenute negli anni precedenti. Questo perché riteniamo che Rovigo non abbia bisogno la domenica di essere desertificata, al contrario. Quindi stiamo studiando la possibilità che i cittadini possano comunque arrivare in centro con l’auto, conciliandola con la necessità comunque di ampliare il divieto al traffico non solo alla zona della ztl istituita ma espandendola un po’ di più seppure un po’ meno degli anni scorsi”.
Inaugurata a Granzette la nuova sede Anvcg
E’ stata inaugurata la nuova sede dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), che ha ufficialmente ricevuto uno spazio presso la scuola elementare di Granzette. Questa organizzazione, presente su tutto il territorio nazionale, vanta una sezione molto attiva anche in Polesine, che ora ha finalmente trovato un luogo di riferimento.
Alla cerimonia di apertura hanno partecipato importanti figure dell’associazione, tra cui il presidente nazionale Michele Vigne, il presidente regionale Giordano Felloni e il presidente provinciale Giuseppe Aggio, insieme a diversi rappresentanti provenienti da tutta Italia. L’assessore comunale Michele Aretusini ha rappresentato l’amministrazione locale
durante l’evento.
L’assegnazione della sede è stata possibile grazie a un bando comunale, attivato per l’utilizzo di spazi all’interno della scuola. Le autorità hanno sottolineato in diverse occasioni il significato di avere un’associazione che lotta per i diritti delle vittime civili dei conflitti collocata all’interno di un’istituzione educativa.
L’ANVCG ha come missione quella di proteggere tutte le persone che, pur essendo estranee ai conflitti, hanno subito le tragiche conseguenze di questi eventi, spesso pagando un prezzo altissimo, talvolta anche con la vita. Questo impegno serve a mantenere viva la memoria e a ricordare le dure realtà legate alla guerra.
Ruote nella Storia: il viaggio torna a Rovigo
Il 16 novembre 2024, il capoluogo polesano ospiterà nuovamente l’evento “Ruote nella Storia”, organizzato dall’Automobile Club Rovigo. Come nelle passate edizioni, questa manifestazione offre l’opportunità di scoprire le peculiarità del territorio polesano, arricchendo l’esperienza con la presenza di auto storiche impeccabilmente curate. I partecipanti potranno ammirare modelli iscritti nella Li-
sta di Salvaguardia ACI, così come veicoli dell’Elenco ACI Storico, o addirittura automobili con più di quarant’anni di storia. L’evento si preannuncia come un’occasione imperdibile per gli appassionati di motori e per chi desidera esplorare le meraviglie del Polesine. Si tratta di un’iniziativa volta a rendere omaggio e a valorizzare un patrimonio storico che la provincia ha a disposizione.
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La richiesta. L’opposizione chiede una commissione e una discussione pubblica sulla questione
Caso “Piscine”: torna il dibattito su trasparenza e responsabilità
“La trasparenza amministrativa è un obbligo, ed è necessaria una discussione pubblica e approfondita sul caso “piscine” di Rovigo”. Si è espresso in questo modo il Comune, in merito al caso che riguarda il fallimento di Veneto Nuoto, dovuto a mancati pagamenti degli affitti degli impianti sportivi e ad illeciti amministrativi. Ora, una nuova richiesta di commissione d’inchiesta, avanzata dal consigliere di opposizione Federico Frigato, sembra voler focalizzare l’attenzione solo su un periodo circoscritto, dal gennaio 2021 in poi, escludendo così le fasi cruciali che hanno portato al fallimento della società Veneto Nuoto e agli sviluppi successivi.
Il vice-sindaco Andrea Bimbatti ricorda come una commissione d’inchiesta sul tema fosse già stata istituita nel 2013. I lavori di
quella commissione, presieduta da Silvia Menon, indicata dalla stessa coalizione che candidò Frigato a sindaco, avevano già individuato alcune responsabilità tra i dirigenti e dipendenti comunali, secondo quanto riportato da figure chiave come Paolo Avezzù e Luigi Paulon.
La richiesta di Frigato si concentra sul periodo post-concordato fallimentare, ignorando eventi precedenti che, secondo l’amministrazione, hanno influenzato notevolmente la situazione odierna. Il fallimento di Veneto Nuoto e l’obbligo di attivare la clau-
sola di “surroga” del project financing sono solo alcuni dei passaggi decisivi che risalgono a ben prima del 2021. Il mancato pagamento di affitti da parte della società gestrice della piscina ha ulteriormente aggravato la situazione, portando il Comune a intraprendere azioni legali per recuperare i crediti.
La questione solleva interrogativi: è davvero possibile fare chiarezza su responsabilità politiche senza considerare gli eventi antecedenti? La verità politica sul caso “piscine” appare ancora da scrivere e il dibattito è più vivo che mai.
Cambio al vertice per i Vigili del Fuoco
Alessandra Bascià subentra a Claudio Fortucci alla guida del comando provinciale. Vigili del Fuoco di Rovigo: oggi, lunedì 30 settembre, si è svolta la cerimonia ufficiale di passaggio tra l’ingegnere Claudio Fortucci, comandante uscente, e l’ingegnere Alessandra Bascià, nuova comandante designata. Il passaggio di consegne è avvenuto simbolicamente attraverso la consegna della bandiera e del vessillo del comando, durante una toccante cerimonia presso il cippo dei caduti, situato nell’atrio della sede rodigina.Fortucci lascia Rovigo dopo quasi due anni di servizio, durante i quali ha guidato il corpo dei Vigili del Fuoco locali
affrontando numerose emergenze complesse. Ora, il suo percorso lo porta a Roma, dove si occuperà della gestione tecnico-operativa dei servizi specializzati presso la Direzione Centrale Emergenza e Soccorso Tecnico. Nel suo discorso di commiato, ha espresso profonda gratitudine verso tutto il personale per il lavoro svolto insieme, affrontando le molteplici difficoltà incontrate.La nuova comandante, Alessandra Bascià, ha espresso il proprio entusiasmo nel raccogliere il testimone e ha dichiarato di essere pronta a lavorare con impegno per portare avanti i progetti e le iniziative del comando rodigino.
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Elezioni. La maggioranza a Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia
Provincia, vince il centrodestra
Pd in crisi con un solo consigliere
Alle elezioni provinciali di Rovigo, il centrodestra consolida la propria posizione ottenendo la maggioranza con sette consiglieri, mentre il centrosinistra riesce a conquistare solo tre seggi. Il presidente Ferrarese, sindaco di Stienta, potrà contare sul sostegno di diversi primi cittadini e consiglieri comunali della sua area politica. Fratelli d’Italia non raggiunge le aspettative, portando a casa un solo seggio. Il Partito Democratico si trova a fare i conti con una situazione complessa, mentre i civici di centrosinistra rimangono incerti sul da farsi, in attesa delle elezioni regionali Sette consiglieri al centrodestra, due ai civici di centrosinistra e uno al Partito Democratico. È questo l’esito delle elezioni provinciali di domenica 29 settembre, tenute per rinnovare il consesso di Palazzo Celio.
Il presidente Enrico Ferrarese, che è anche il primo cittadino di Stienta, potrà contare, per l’ultimo anno del suo mandato, sui sindaci Giovanni Rossi (Badia, vicino a Coraggio Italia), Irene Bononi (Occhiobello, area Lega), Roberto Pizzoli (Porto Tolle, Lega) e Lucia Ghiotti (Salara, Lega). Completano la maggioranza i consiglieri comunali Fabio Be-
netti (Fratelli d’Italia, Rovigo), Edoardo Lubian (civica Cittadin, Rovigo) e Matteo Franzoso (Forza Italia, Adria). L’opposizione sarà formata da due civici di centrosinistra, Roberto Tovo, consigliere comunale a Rovigo, e Amor Zeri, primo cittadino di Bagnolo, e da una rappresentante del Partito Democratico, Luisa Beltrame, sindaca di Ariano. Il corpo elettorale era composto da 624 amministratori del territorio, sindaci e consiglieri comunali. Il tasso di partecipazione è stato alto, con 522 votanti, pari all’83,65 per cento del totale. Il sistema di voto prevedeva cinque fasce ponderate, ciascuna con una scheda di colore diverso. Rovigo, con la scheda verde dal
valore di 664 voti, aveva un peso dieci volte superiore rispetto alla maggior parte delle altre schede, di colore azzurro, che valevano 66 voti ciascuna. A decrescere di importanza, le schede rosse (339) per i comuni di Adria, Badia Polesine, Lendinara, Occhiobello e Porto Viro, le grigie (261) per i comuni con popolazione tra 5mila e 10mila abitanti e le arancioni (129) per i comuni tra 3mila e 5mila abitanti. Dei 99mila voti ponderati potenzialmente esprimibili, ne sono stati assegnati 87mila 762. Il voto degli amministratori locali non premia Fratelli d’Italia che, a fronte di tre candidati, porta a casa un solo consigliere provinciale. È andata bene alla Lega e a Forza Italia, grazie ai consiglieri comunali e ai sindaci di area. Il centrosinistra, dopo aver perso in due anni il capoluogo e la città etrusca, risulta pesantemente ridimensionato. Non è chiaro come il Partito Democratico abbia intenzione di prepararsi in vista del congresso provinciale del prossimo anno. Nel frattempo i civici di centrosinistra stanno alla finestra, divisi dalla possibilità di ricucire il rapporto con i democratici. Sullo sfondo le elezioni regionali, che potrebbero rimescolare le carte sui tavoli dei due schieramenti.
Presentato il libro “Rasta snob, storia del raggae in Italia” di Stefano Garzara
Prima la presentazione del libro “Rasta snob, storia del raggae in Italia” con l’autore Steve Giant, nome d’arte di Stefano Garzara, in sala Galileo Cavazzini, nella sede dell’Arci in piazza Tien An Men a Rovigo, dialogando con Enrico Buoso, poi, qualche decina di metri più in là, le parole si sono trasformate in musica, quando alla birreria Hops, lo stesso Steve Giant assieme a Luca Papaluka dj, ha cominciato a suonare la musica. Musica giamaicana e caraibica, ma con accento spiccatamente veneto nella serata dove han suonato anche gli Ultima Fase una delle band più longeve del Polesine, per lasciare spazio poi a Marco “Furio” Forieri, ex sax e voce
dei Pitura Freska.
Stefano Garzara per molti è la voce che da diversi anni accompagna le gare casalinghe dell’Umana basket Reyer maschile e femminile, ma per gli appassionati di musica questo gigante buono di oltre due metri d’altezza, è l’Italian Reggae Ambassador, fondatore di “Rasta Snob”, l’unica rivista dedicata alla musica in levare in Italia e voce di Radio Base.
“Come scrive Andrea Manzo il libro non ha la pretesa di raccontarvi la storia del reggae in Italia in assoluto, ma vuole offrire attraverso le esperienze, i concerti, gli incontri, le avventure dei tanti protagonisti di questa epopea”. Il percorso di oltre trent’anni nel mondo
del reggae di Steve è fatto di centinaia di incontri, eventi, concerti, ma il primo ad avvicinarlo alla musica in levare è stato il fratello Fabio, più vecchio di 7 anni. “E’ sempre stato un esempio e un punto di riferimento. Prima mi ha fatto appassionare ai Beatles e ai Rolling Stones, poi alla musica raggae quando ha iniziato a frequentare una compagnia a Marghera di cui faceva parte Sir Oliver Skardy e ha cominciato a portare a casa cassette di questo genere musicale”. Un amore dal quale è scaturito Rasta Snob, il vero gioiello di Steve, il gigante buono, che a questo genere di musica e alla cultura rasta ha dedicato l’intera esistenza. (c. a.)
Il centrodestra conquista 7 seggi nelle elezioni provinciali di Rovigo. Il Pd, in crisi, ottiene solo un seggio mentre i civici con due eletti restano incerti sul da farsi
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ferramenta e prodotti animali domestici e da cortile.
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La riflessione. Interviene il presidente del WWF di Rovigo Eddi Boschetti
A tu per tu con il lupo del Polesine: la ricerca di una reale convivenza
Più volte in passato, conseguentemente al ritorno del lupo nel Polesine, abbiamo affrontato il complesso problema della convivenza tra gli uomini e questa specie di grandi predatori. Il ritorno del lupo in Polesine è stato un avvenimento particolarmente importante, da leggere nell’ottica della più generale crescita dell’areale di distribuzione di questi animali nel nostro paese e nel continente europeo in generale, merito anche delle virtuose leggi internazionali sulla conservazione di questa specie (dalla Convenzione di Berna, alla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”), che finora l’Europa ha fortemente promosso e applicato scrupolosamente. Bisogna però tornare a trattare di questo tema non per i motivi più incoraggianti; l’UE, infatti, ha preso la decisione di declassare il lupo da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta”, il tutto ignorando l’appello di oltre 300 associazioni della società civile. Ai più questa potrebbe sembrare una manovra di poco conto, ma di diverso avviso è WWF Italia, che, con un post su Instagram, annuncia che: “la decisione mina decenni di sforzi dedicati alla conservazione”. Parlare del lupo è sempre molto difficile, perciò, cercando di capire meglio la situazione, ci siamo rivolti a Eddi Boschetti, presidente di WWF Rovigo. “La mossa presa dall’UE è preoccupante, non solo per i suoi effetti sulla conservazione del lupo, ma anche e soprattutto perché rappresenta un pericoloso precedente”; spiega Eddi Boschetti. “In un continente dove spesso si è stati all’avanguardia sui temi ecologici è stata presa una decisione, quella di declassare lo status di conservazione del lupo, per motivazioni unicamente politiche, senza dare ascolto alla scienza. Lo status di specie particolarmente protetta già non impediva di intervenire con l’abbattimento nei riguardi dei soggetti più problematici e va messo nel conto che molti individui (dai 200 ai 500 esemplari ogni anno) nel nostro paese vengono decimati dal bracconaggio, dall’avvelenamento, dall’investimento stradale, a
prescindere dalle norme di tutela di cui goda la specie. Certamente, la convivenza con il lupo può essere in alcuni (fortunatamente pochi) casi difficile, questo è chiaro soprattutto per attività umane quali l’allevamento di ovini e bovini in zone alpine e prealpine, ma in situazioni simili l’abbattimento dell’animale - opzione che diverrebbe maggiormente percorribile nei confronti di specie “protette”, perché lasciata di fatto in mano ai singoli stati membri – potrebbe provocare addirittura un effetto boome-
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rang. In questa specie altamente sociale, l’improvvisa perdita di uno o più individui dal branco o un intenso disturbo venatorio potrebbero infatti causare la dispersione dei soggetti superstiti in zone a maggiore densità umana con risultati peggiori della situazione di partenza. Ci sono molti altri metodi che si sono rivelati efficaci e che hanno dimostrato che la convivenza con questi grandi carnivori è possibile: l’uso di cani da pastore “anti-lupo”, un metodo da tanti anni sostenuto dal WWF, oppure l’uso corretto di recinti elettrici, o ancora l’uso di armi caricate con proiettili innocui ma in grado di dissuadere questi animali sulle quali ci sono studi incoraggianti a riguardo. Non bisogna dimenticare che i lupi, come tutti i predatori che si pongono al vertice della catena alimentare, svolgono ruolo chiave per la salute degli ecosistemi, ovvero quello di regolare numericamente le popolazione delle specie selvatiche. Questa loro funzione si può rivelare particolarmente utile anche per l’uomo, basti pensare a specie particolarmente problematiche per l’economia, perché introdotte e/o perché prive dei loro predatori naturali, come nutrie o cinghiali (varie popolazioni di questo animale si sono infatti diffuse in diversi territori perché importate a scopi venatori), di cui i lupi si nutrono. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che la dieta dei lupi stanziati nella Pianura Padana è composta perlopiù dalla nutria, una specie aliena che finora si è riprodotta in assenza di veri predatori naturali, che come noto crea danni all’agricoltura e alla tenuta stessa degli argini dei canali, con conseguenze economiche negative infinitamente maggiori di quelle attribuite ai predatori. Insomma, per concludere, gli ecosistemi hanno al loro interno diversi meccanismi di regolazione e spesso noi umani, intervenendo in maniera sconsiderata, andiamo ad intaccare questi stessi meccanismi, impedendo all’ambiente, nel quale noi stessi abitiamo, di trovare un suo proprio equilibrio”.
Davide Farinatti
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Il personaggio. E’ tra i più stimati docenti della scuola tecnica di Coverciano
Oltre 130 allenatori per Maurizio Viscidi coordinatore nazionali giovanili Figc
Si preannunciava una grande occasione formativa e di conoscenza per i tanti tecnici del territorio ed effettivamente lo è stata. La serata organizzata dall’Aiac, associazione allenatori calcio, di Rovigo presso la sala “Carlo Bagno” a Lendinara, è stata un successo, con quasi 130 persone presenti per ascoltare la lezione di Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili della Figc che ha presentato l’ultimo suo libro “La partita perfetta”. Flavio Pigato, vicepresidente dell’Aiac Rovigo, dopo aver portato i saluti del presidente Nasti, impegnato assieme al segretario Bacchiega in una riunione regionale dell’Aiac, ha ringraziato le autorità presenti, poi ha preso parola Viscidi che ha dimostrato come il calcio sia uno sport completamente diverso tra i primi 75 metri e gli ultimi 25: tramite video, esercizi tecnico-tattici e studi delle statistiche, il coordinatore delle nazionali giovanili maschili della Figc e tra i più stimati docenti della scuola tecnica del centro federale di Coverciano, ha portato la sua esperienza ai tanti allenatori giunti a Lendinara. Si sono os-
servati video esemplificativi di tattica e si è parlato di matrici, di Carp (costruzione, ampiezza, rifinitura e profondità) e di Ipo (Indice di pericolosità offensiva). Ma al di là dei numeri e degli acronimi, nell’ascoltare le parole di Viscidi, si nota come alla base di tutto, in chi ha contribuito a riportare in Italia il titolo europeo Under 19 dopo vent’anni, ci sia passione e studio cominciato tanti anni fa quando l’allenatore di Bassano, dopo il diploma Isef andava a studiare le proposte del calcio estero. E tra le molte nozioni espresse, ecco alcune pillole significative: “il calcio non si gioca solo coi piedi, perché comanda il cervello”, “nelle
giovanili togliamo le giocate che fanno la differenza. Se uno è bravo in uno contro uno, per esempio, si sente urlare dalla panchina “gioca semplice!” o “gioca col compagno!”: così si entra in un contesto che appiattisce il talento.” E ancora, un appello, anzi una tirata di orecchie ai giovani calciatori. “Se veramente vuoi diventare un calciatore, metti via il cellulare (dati statistici dicono che lo utilizzano più di 3 ore al giorno, ndr) e datti da fare, perché dal punto di vista motorio i nostri ragazzi sono disastrosi”. “Quel che mi preme è che i ragazzi giochino, che diano bene la palla, che sappiano perché è meglio fare così”. (c.a.)
Alla scoperta della canoa veneta, successo per il progetto svoltosi a Rovigo
Il progetto “alla scoperta della canoa veneta”, promosso e coordinato dal comitato Regionale Veneto della Federcanoa, presieduto dal rodigino Federico Simonetta, ha fatto approdo sul Canalbianco all’Interporto di Rovigo con una giornata interamente dedicata alla canoa polo. L’iniziativa regionale è rivolta a tutte le associazioni venete e ai loro giovani canoisti che, grazie a questo progetto, possono, gratuitamente scoprire tutte le discipline della canoa. Nel corso della stagione 2024, gli appuntamenti sono stati offerti a Valstagna per la canoa slalom, Pescantina per la canoa fluviale, Castelnuovo del Garda per il SUP, Peschie-
ra del Garda per l’acqua piatta ed infine a Rovigo per la canoa polo. All’appuntamento rodigino hanno partecipato tre associazioni: il Canoa Club Oriago, Canoa Club Vicenza e Canottieri Sile. L’attività è stata organizzata e gestita dall’allenatore Lorenzo Veronese, il tecnico di base Paolo Boldrin e gli ex atleti Stefano Albieri, Adrian Gomez e Leo Previati tutti tecnici ed ex atleti di primo livello in questa disciplina. Oltre ai tecnici, il Gruppo Canoe Polesine che ha ospitato l’evento ha messo a disposizione tutte le attrezzature necessarie e introdotto
una ventina di ragazzi provenienti rispettivamente dalle discipline dell’acqua mossa e dell’acqua piatta alla canoa polo durante tutta la mattina di domenica. Complice anche la bellissima giornata di sole, tutto si è svolto regolarmente con la massima soddisfazione dei partecipanti. Prossimo appuntamento del progetto il campo invernale per la pratica dello sci da fondo a Dobbiaco che si terrà durante il mese di febbraio 2025. (c.a.)
Successo per l’incontro Aiac a Lendinara con Maurizio Viscidi, che ha sottolineato il talento nel calcio.
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#Regione
L’intervista. L’assessore
regionale al bilancio Francesco Calzavara
“Per anni non abbiamo aumentato le tasse, ora chiediamo solo un piccolo contributo”
Dai conti della Regione alle prospettive per il prossimo futuro, anche sul fronte politico. Ne parliamo con l’assessore regionale al bilancio Francesco Calzavara ai microfoni di Radio Veneto 24 e sul nostro giornale.
Assessore, è stato approvato il bilancio consolidato con i conti di 33 enti regionali, cosa è emerso da questo importante passaggio?
Il bilancio consolidato è la fotografia di una serie di società ed enti della regione del Veneto che quotidianamente danno servizi, erogano contributi, riescono a mantenere il livello alto di prestazioni della nostra regione. Vedere queste società in utile, in particolar modo quelli direttamente gestite dalla Regione conferma che i conti sono in ordine. Negli ultimi 1 5 anni in cui non abbiamo applicato l’addizionale Irpef queste società sono state estremamente attente ai costi e hanno saputo essere ef-
ficaci ed efficienti.
Invece cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima manovra finanziaria regionale?
Anche in questa legislatura c’è stata la costante volontà del presidente Zaia di non applicare l’addizionale Irpef. A questo proposito ricordo a tutti che se noi applicassimo le addizionali Irpef di una regione vicina a noi come l’Emilia Romagna, il Veneto avrebbe solo di addizionali Irpef 450 milioni di euro in più. Questi soldi per quindici anni sono rimasti nelle tasche dei cittadini veneti. Quest’anno dobbiamo pensare a una piccolissima, ripeto, piccolissima modifica all’addizionale Irap. Se il Consiglio Regionale, che è sovrano nella sua decisione, approverà così il bilancio avremo un gettito di circa 54 milioni di euro che ci permetteranno di continuare a erogare i servizi che abbiamo garantito nel corso degli ultimi anni e di riuscire a coprire le
maggiori spese. Abbiamo calcolato che si tratta di 34 euro in più all’anno per azienda, non credo che questa somma possa modificare il bilancio di una struttura commerciale o di una piccola e media impresa. Stiamo parlando di 88 euro in più per ogni milione di fatturato, chiediamo un piccolo contributo per riuscire a continuare a garantire i servizi che una Regione come la nostra continua a dare, mettendoci in una posizione di assoluta eccellenza.
Proprio sull’aumento dell’Irap non sono mancante le critiche, ad esempio da parte di Tosi, come risponde?
E’ una polemica politica, quindi non entra nel merito della tecnicalità della della norma, è una strategia in previsione delle elezioni.
Per l’appunto, in vista dell’appuntamento alle urne, che bilancio fa di questo suo mandato?
Sono riuscito per quattro
anni a garantire i servizi senza aumentare le tasse, assicuro che è stato uno sforzo notevole. Sul fronte degli enti locali abbiamo fatto un bel piano di riordino territoriale che cerca di definire la nuova governance per creare una filiera di buona amministrazione che va dalla Regione fino all’ultimo comune. Inoltre la Regione continua ad investire sull’agenda digitale e l’innovazione, fra cui il distretto della
space economy. Come vede il dopo Zaia? Auspichiamo che si vada oltre il limite dei due mandati e si possa arrivare ad una ri-
Marcato: “Un piano per attirare le imprese in Veneto e un progetto per la transizione energetica”
Assessore Roberto Marcato, partiamo dal sostegno alle imprese, ci sono risorse? Come si sta muovendo la Regione?
Ho portato in giunta recentemente un disegno di legge da 45 milioni di euro per l’attrazione degli investimenti, dedicato proprio alla capacità di rendere il nostro territorio appetibile alle imprese. Abbiamo poi la disponibilità di oltre mezzo miliardo di euro di fondi europei che vengono usati attraverso i bandi sia in forma di credito a tasso agevolato che a fondo perduto. Si tratta di bandi costruiti con le associazioni di categoria, , con il territorio, proprio perché bisogna rispondere a precise esigenze. Tenga conto che ogni volta che apro un bando dedicato alle imprese vado sempre in overbooking, significa che abbiamo centrato
un’esigenza del territorio. Oggi inoltre bisogna lavorare molto sul credito perché le banche fanno fatica a erogare microcredito, ciò che invece interessa il nostro tessuto produttivo.
Le fa paura la crisi della Germania?
Essendo un nostro mercato di riferimento questo preoccupa però è altrettanto vero che noi, in termini di export, abbiamo aumentato rispetto all’anno scorso, perché siamo bravissimi a trovare altri mercati. Il Veneto ha sempre avuto la capacità di rispondere a qualsiasi tipo di crisi. C’è ancora, invece, una forte ripercussione per il blocco dei rapporti con la Russia che non fa bene alla nostra economia. Spero che si arrivi quanto prima a una soluzione.
Qual è un il progetto che le sta particolarmente a cuore?
Uno è il piano energetico regionale è molto ambizioso, ci candidiamo a diventare la regione più più più attenta alla transizione ecologica ed energetica del Paese. L’altro già in fieri è la ZLS di Venezia e del Polesine, un detonatore economico per la nostra crescita. In parole semplici, chi oggi viene a investire a Porto Marghera o in Polesine avrà una riduzione delle tasse e un abbattimento sostanzioso della burocrazia. Sono i due elementi che interessano le imprese. Passando alla politica, quale sarà il ruolo della Lega nel 2025?
Io non ho dubbi e ho le idee molto chiare. Il ruolo della Lega del 2025 sarà lo stesso negli ultimi quindici anni. Per cui, per quanto mi riguarda, il prossimo candidato presidente della Regione Veneto deve essere un leghista.
Se ovviamente riusciremo ad avere questa opportunità con il centrodestra compatto, nessun problema. Io ho già l’exit strategy, ho già un piano B: un tridente attacco formato da lista Lega, Lista Zaia con capolista Zaia e una lista con i nostri migliori amministratori, anche non necessariamente della Lega, a trazione autonomista. C’è già un sondaggio che gira, che ci dice in maniera incontrovertibile che questa ipotesi vincerebbe contro qualsiasi altra compagine. (r.s.)
Regione
Sanità. Il punto con l’assessore regionale Manuela Lanzarin, anticipate le vaccinazioni
“Il Veneto investe sulle nuove strutture ma anche sui servizi e il personale”
E’ tempo di vaccinazioni, chiediamo all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin perché il Veneto ha scelto di anticipare l’inizio delle somministrazioni sia per l’influenza stagionale che per il Covid.
“Perché stanno già circolando molti virus respiratoririsponde - e anche il Covid ha un po’ rialzato la testa. Con questo non vogliamo creare nessun tipo di allarmismo. Per il vaccino antinfluenzale abbiamo acquisto un milione di dosi, 400 mila per il vaccino Covid. E’ chiaro che la vaccinazione è come sempre consigliata alle persone più a rischio. Possono essere fatte anche insieme, sia dal proprio medico di base che in farmacia. In questi anni le farmacie hanno ampliato i loro servizi, in Veneto ce ne sono circa 1.600 e diventano dei presidi sanitari anche nelle località in cui abbiamo difficolta ad avere il medico di base. Faremo anche due open day in tutto il Veneto per in-
1
centivare alla vaccinazione le persone più fragili”.
Assistiamo a importanti investimenti nella sanità da parte della Regione, ad esempio il nuovo ospedale di Padova ma anche la radiologia di ultima generazione nel veneziano. Ci può tracciare un bilancio?
E’ un momento particolar-
mente vivace sul fronte degli investimenti in sanità. Con 850 milioni il nuovo ospedale di Padova diventerà il policlinico universitario più grande d’Italia, con altissime specializzazioni. Inoltre siamo in dirittura di arrivo con il nuovo ospedale di Montecchio e Arzignano, poi abbiamo Vicenza, e una nuova struttura
vicina all’ospedale dell’Angelo a Mestre. E’ in fase di progettazione l’ospedale di Legnago e abbiamo interventi a Mirano e Dolo. Sempre in ambito edilizio abbiamo poi tutti i cantieri legati alle case della comunità, 99 in tutto il Veneto, 49 centrali operative territoriali e 30 ospedali di comunità. Si tratta di investimenti notevoli, in parte legati al Pnrr e in parte a fondi strutturali.
La Regione cosa sta facendo per le liste d’attesa e la carenza di medici?
Stiamo già vedendo i risultati con il piano di abbattimento delle liste d’attesa. Nel 2023 abbiamo stanziano 29 milioni e nel 2024 ne sono già previsti 40 per la cabina di regia. Abbiamo azzerato le attese sulle prestazioni a dieci giorni, sono circa 11 mila quelle a trenta giorni e 18 mila quelle a 60-90 giorni. Lo sforzo oggi è immane e ci sono categorie difficili da aggredire, come oculistica e dermatologia, in cui abbiamo tantissime
prime visite e non troviamo professionisti. Da qui tutte le iniziative che abbiamo messo in campo per il reclutamento del personale, ma anche per trattenerlo. Abbiamo varato un piano strategico, abbiamo creato dei bandi specifici con Azienda Zero per assumere lavoratori autonomi. Oggi dei risultati ci sono. Presto andrà in Consiglio un disegno di legge che va ad aumentare i fondi integrativi delle aziende sanitarie, con 150 milioni nei prossimi tre anni. 50 milioni all’anno proprio per cercare di potenziare il personale, ma anche di andare in aiuto nelle aree disagiate, come quelle di montagna, dove è ancora più difficile trovare personale. Guardando al futuro, cosa si aspetta dopo Zaia?
Siamo ancora fiduciosi che ci sia il terzo mandato per il governatore Zaia, è giusto che siano i cittadini a scegliere il loro presidente di Regione. Siamo ancora fiduciosi che ci possa essere questa questa possibilità. (n.s.)
Anci Veneto, confermati il presidente e i due vice. Nuove entrate di Possamai e De Zotti
Rinnovati gli organi di Anci Veneto, l’associazione dei Comuni: riconfermato per altri cinque anni alla guida dell’Associazione dei Comuni il sindaco di Treviso Mario Conte. Con lui riconfermati anche i vice presidenti Eric Pasqualon, sindaco di Carmignano di Brenta (PD), ed Elisa Venturini, consigliere comunale di Casalserugo (PD). Entrano a far parte della squadra della presidenza Christofer De Zotti, sindaco di Jesolo (VE), e il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, con
il ruolo di vice presidente vicario. Il nuovo Consiglio di Anci Veneto conta 68 componenti, mentre il Direttivo si compone di 18 amministratori locali. Entrambi gli organismi resteranno in carica per cinque anni. Anci Veneto, comprese le Unioni dei Comuni, conta attualmente 506 soci.
“Le sfide da affrontare sono tante, - ha detto Conte - dal dissesto idrogeologico, con la messa in sicurezza del territorio che deve diventare una priorità, al tema dei tagli alla spesa corren-
te, che non possono portare a privare i cittadini di servizi. Dalle politiche ambientali da applicare in maniera omogenea su territori sempre più ampi alla promozione di progetti su area vasta per intercettare fondi europei e finanziamenti. La squadra di Anci Veneto, fatta da sindaci e sindache, amministratori e amministratrici virtuosi, continuerà a offrire sempre proposte e soluzioni, per far sì che i Comuni del Veneto continuino a essere un laboratorio di buona amministrazione e un
modello nazionale”. “Chi fa il sindaco sa che oggi il quadro economico internazionale è complesso e mutato. - ha affermato Roberto Pella, presidente di Anci nazionale- Nell’ultimo incontro avuto con il ministro Giorgetti abbiamo avuto la rassicurazione che il comparto degli enti locali sarà escluso dai vincoli e dalle imposizioni stringenti che l’Europa ci pone, oltre al fatto di avere avuto un riconoscimento istituzionale dell’impegno portato avanti da Anci”.
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Droni automatici ad alta tecnologia per la sorveglianza dell’Interporto
La terza edizione del Green Logistics Expo si è recentemente conclusa a Padova, confermandosi come uno degli eventi di riferimento per la logistica sostenibile. Il salone internazionale, dedicato a promuovere le pratiche e le tecnologie sostenibili nel settore della logistica, ha attirato un’ampia partecipazione di operatori del settore. L’evento, che ha riunito oltre 200 espositori internazionali e migliaia di operatori del settore, ha presentato le ultime novità in termini di tecnologie e soluzioni per un trasporto più pulito ed efficiente. Tra i temi più discussi, il trasporto intermodale, l’energia pulita nei magazzini e l’impiego di droni per la sicurezza nei terminal. Apertura in grande stile con i lavori del Patto delle Logistica del Nord Est, al quale hanno partecipato tutti i principali attori logistici istituzionali dei territori, allargato a Lombardia ed Emilia-Romagna.
L’obiettivo è favorire lo scambio di best practice e benchmarking relative a soluzioni tecniche innovative applicate alle infrastrutture o all’operatività dei diversi nodi di trasporto regionali in modo da sviluppare utili sinergie di sistema. Grande interesse ha suscitato la presentazione di un innovativo sistema di sicurezza per il terminal intermodale di Interporto Padova, sviluppato
in collaborazione con la Remotely Piloted Aircraft Systems Academy Cardtech. Il sistema, primo a livello nazionale, utilizza droni automatici di ultima generazione che svolgono missioni di sorveglianza. I droni decollano e atterrano da un hangar robotico che li protegge dalle intemperie, aprendosi solo per il decollo e richiudendosi subito dopo l’atterraggio. L’hangar esegue automatica-
mente la ricarica delle batterie, valuta le condizioni meteo per garantire voli sicuri, effettua i controlli pre-volo e gestisce la manutenzione.
“Un progetto che conferma la nostra vocazione all’innovazione e l’attenzione ad ogni tecnologia che possa migliorare la qualità del servizio - sottolinea Luciano Greco, Presidente di Interporto Padova - Una grande parte delle nostre infrastrutture è classificata come area doganale, con tutti i benefici legati a questo status per le imprese che lasciano in deposito le merci, ma ovviamente sistemi di sicurezza sempre più perfezionati ren-
dono ancora più attrattiva quest’area”. Il servizio Cityporto, attivo da vent’anni, è stato celebrato come un esempio di successo nella distribuzione urbana sostenibile. “Unire l’arrivo delle merci all’Interporto e la loro distribuzione in città con mezzi ecologici è stata un’intuizione geniale. - commenta Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto Padova - I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti: meno camion in circolazione significano meno inquinamento e meno congestione del traffico. È un chiaro esempio di come la logistica possa contribuire al benessere ambientale”. (s.b.)
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Luciano Greco e Roberto Tosetto, presidente e direttore di Interporto Padova
Uno dei droni che sorveglierà l’area logistica
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L’approfondimento. Da questo mese inauguriamo la nuova rubrica con l’avvocato Luigi Migliorini
Codice Rosso: per le violenze in famiglia introdotti nuovi reati e inasprite le pene
S
i sente parlare di Codice
Rosso che tutelerebbe le violenze in famiglia, più precisamente con tale espressione si fa riferimento alla legge 19 luglio 2019 n.69 che prevede, tra l’altro, un’accelerazione della tempistica dei procedimenti penali, in quanto è stabilito che il pubblico ministero, per i delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato.
Nel codice penale sono stati inseriti quattro nuovi reati.
1) Delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 Euro; la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li diffonde per provocare un danno agli interessati. Il
reato è aggravato se commesso nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata, oppure mediante strumenti informatici.
2) Reato di deformazione dell’aspetto della persona tramite lesioni permanenti al viso, punito con la reclusione da otto a quattordici anni; se si cagiona la morte della vittima la pena è dell’ergastolo.
3) Reato di costrizione o induzione al matrimonio, pena della reclusione da uno a cinque anni, con l’aggravante quando è commesso a danno di minori e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia
4)Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: reclusione da sei mesi a tre anni.
Si è intervenuti anche con un inasprimento delle pene
già previste dal codice penale. Il delitto di maltrattamenti contro familiari o conviventi dalla pena da due a un massimo di sei anni, è passato da tre a sette. Lo stalking da sei mesi /cinque anni a minimo un anno massimo sei anni e sei mesi. La violenza sessuale da cinque a dieci anni a da sei a dodici anni ; la violenza sessuale di gruppo da sei a dodici anni a da minimo otto, massimo dodici anni.
Nonostante i nuovi reati e l’inasprimento di sanzioni, la situazione non è molto migliorata: dagli atti parlamentari risulta che dal primo gennaio al 15 ottobre 2023 vi sono stati molti omicidi di donne, di cui 77 uccise nell’ambito familiare o affettivo. Si è quindi intervenuti con la legge 24 novembre 2023 n.168 per rendere più rapida la tutela delle vittime. Quindi gli strumenti ci sono: se anche quest’articolo indurrà maggior fiducia nel Codice Rosso, non sarà stato scritto invano.
Da questo mese l’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra nuova rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.
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Incentivi, detrazioni, contributi: tutte le misure per l’efficentamento energetico
Le soluzioni adottate per promuovere la transizione energetica e migliorare l’efficienza energetica degli edifici comprendono gli incentivi per il fotovoltaico e le pompe di calore, i più utilizzati ed utilizzabili nel nostro territorio. Ecco i principali incentivi disponibili:
1. Ecobonus (50% e 65%)
L’Ecobonus è una misura nazionale che offre detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi coperti includono l’installazione di impianti fotovoltaici e pompe di calore, insieme ad altri lavori mirati a migliorare l’efficienza energetica.
Aliquote di detrazione:
- 50% per installazione di impianti fotovoltaici.
- 65% per l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza.
Condizioni:
- Durata della detrazione: La detrazione viene ripartita in 10 anni sotto forma di riduzione dell’imposta IRPEF o IRES.
- Limite di spesa: per impianti fotovoltaici, la spesa massima detraibile è di 96.000 euro.
- Requisiti per pompe di calore: Le pompe di calore devono rispettare certi requisiti di efficienza energetica. L’incentivo è più alto per le pompe di calore elettriche rispetto a quelle a gas, poiché contribuiscono maggiormente alla riduzione delle emissioni. Interventi agevolabili:
- Installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti.
- Installazione di pompe di calore ad alta efficienza per la climatizzazione estiva e invernale.
- Sistemi di accumulo collegati a impianti fotovoltaici. Chi può beneficiare:
- Privati cittadini, condomini, e società.
- Possono usufruire delle detrazioni anche le persone che detengono l’immobile a titolo di affitto o comodato d’uso. Modalità:
- Le spese devono essere documentate e pagate tramite **bonifico parlante**.
- È possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.
2. Conto Termico
Il Conto Termico è un incentivo erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che fornisce un rimborso diretto per interventi di efficientamento energetico e produzione di energia termica da fonti rinnovabili. A differenza dell’Ecobonus, non si tratta di una detrazione fiscale, ma di un contributo a fondo perduto.
Aliquote:
Il Conto Termico copre fino al 65% delle spese per interventi specifici, tra cui l’installazione di pompe di calore. Per i sistemi fotovoltaici, invece, questo incentivo non è applicabile direttamente.
Interventi agevolabili:
- Pompe di calore: L’installazione di pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici è incentivata, con percentuali di copertura delle spese in base alla tipologia e potenza dell’impianto.
- Sistemi solari termici: È possibile ottenere l’incentivo anche per sistemi solari termici (per la produzione di acqua calda sanitaria).
- Caldaie a biomassa o sistemi di riscaldamento a energia rinnovabile.
Durata del rimborso:
- Fino a 5.000 euro di spesa, il rimborso è erogato in un’unica soluzione.
- Per spese superiori, il contributo viene erogato in rate annuali, fino a un massimo di 2-5 anni a seconda dell’importo e della tipologia di intervento.
Chi può accedere:
- Privati cittadini.
- Pubbliche Amministrazioni.
- Imprese.
Come funziona:
- L’incentivo è erogato direttamente dal GSE.
- Dopo aver completato l’intervento, è necessario presentare domanda sul portale del GSE, che verifica la conformità tecnica e il rispetto dei requisiti.
3. Incentivi specifici per il Veneto
Il Veneto, oltre agli incentivi nazionali, offre alcuni programmi locali per incentivare l’adozione di tecnologie verdi come fotovoltaico e pompe di calore.
Fondo Energia Veneto:
- La Regione Veneto ha istituito un Fondo per l’Efficienza Energetica che offre finanziamenti agevolati e contributi per interventi di miglioramento energetico, incluso l’uso di tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e le pompe di calore.
Contributi per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento:
- Ci sono incentivi specifici per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento a combustibile fossile con pompe di calore o sistemi a energia rinnovabile. Questi incentivi possono essere cumulabili con il Conto Termico e l’Ecobonus.
Modalità di accesso e combinazione degli incentivi
- Cumulabilità: gli incentivi regionali del Veneto spesso sono cumulabili con Ecobonus e Conto Termico, permettendo di ottenere risparmi significativi.
- Sconto in fattura e cessione del credito: anche a livello regionale, in alcuni casi è possibile sfruttare la modalità di sconto in fattura o cessione del credito per gli interventi di efficientamento energetico.
Per ottenere il massimo beneficio, è consigliabile:
- Consultare un tecnico o un consulente energetico per verificare quali incentivi si applicano al proprio caso specifico.
- Monitorare i bandi regionali e nazionali per non perdere le opportunità di finanziamento aggiuntivo.
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Le iniziative. Tra le novità il potenziamento degli investimenti nelle energie rinnovabili
Green Economy in Veneto: nuove sfide e opportunità per un futuro sostenibile
Il Veneto promuove la sostenibilità con progetti innovativi su energie rinnovabili, mobilità ed economia circolare.
Il Veneto è tra le regioni italiane più attive nella transizione verso un’economia sostenibile, con nuove iniziative che mirano a integrare sviluppo economico e rispetto dell’ambiente. La Green Economy in Veneto si sta espandendo attraverso progetti innovativi che riguardano energia rinnovabile, economia circolare e sostenibilità ambientale, rispondendo alle sfide del cambiamento climatico e della tu-
tela del territorio.
Una delle principali novità è il potenziamento degli investimenti nelle energie rinnovabili, in particolare nell’energia solare. Molti Comuni stanno promuovendo bandi per l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici e privati, con incentivi che sostengono cittadini e imprese nel passaggio alle fonti rinnovabili. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e abbattere le emissioni di CO₂.
La Regione ha avviato anche un piano ambizioso per lo sviluppo della mobilità elettrica e sostenibile, con nuove infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Venezia e Padova, ad esempio, stanno ampliando le reti di piste ciclabili e incentivando il trasporto pubblico ecologico, con autobus elettrici e ibridi. Il Veneto sta emergendo come un modello nell’ambito dell’economia circolare, puntando al riciclo e al riutilizzo delle risorse. Progetti pilota nell’industria manifatturiera e agricola promuovono il riuso dei materiali di scarto e la riduzione dei rifiuti, favorendo un sistema produttivo più sostenibile.
L’agricoltura sostenibile è un altro settore in espansione. La regione sta sostenendo pratiche di agricoltura biologica e l’adozione di tecnologie digitali che permettono di ottimizzare le risorse e ridurre l’impatto ambientale, garantendo al contempo la qualità dei prodotti.
Queste iniziative confermano il Veneto come protagonista nel panorama italiano della Green Economy, dimostrando che sviluppo economico e sostenibilità possono andare di pari passo.
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Illuminazione domestica green e sostenibile, le soluzioni e i vantaggi per un abitare ecologico
L’illuminazione domestica è un aspetto fondamentale del comfort abitativo e, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo chiave nelle politiche di sostenibilità ambientale. Adottare soluzioni di illuminazione green non solo riduce i consumi energetici e le emissioni di CO₂, ma contribuisce anche a migliorare il benessere abitativo e a tagliare i costi della bolletta elettrica. Adottare soluzioni di illuminazione domestica green e sostenibile è un passo essenziale verso un’abitazione più sostenibile, efficiente e confortevole. Investire in lampadine LED, sensori, sistemi di controllo e sfruttare la luce naturale permette di ridurre l’impatto ambientale e risparmiare sulla bolletta elettrica, garantendo al contempo una casa più sicura e accogliente.
Ma quali sono le migliori tecnologie e pratiche per una casa illuminata in modo sostenibile?
Oltre alla scelta di lampadine efficienti, l’utilizzo di sensori di movimento e regolatori di intensità (dimmer) contribuisce notevolmente al risparmio energetico. I sensori di movimento sono particolarmente utili in ambienti come corridoi, ingressi o bagni, dove la luce non deve essere accesa costantemente. Questi dispositivi rilevano la presenza di persone e spengono automaticamente le luci quando non necessarie, riducendo lo spreco di energia.
I dimmer, invece, permettono di regolare l’intensità della luce in base alle esigenze del momento. Oltre a creare un’atmosfera più piacevole, l’uso di luci a bassa intensità riduce il consumo energetico e allunga la vita delle lampadine. In alcune situazioni, una riduzione del 20% dell’intensità luminosa può portare a un risparmio energetico simile.
La domotica è un altro elemento chiave per una gestione intelligente dell’illuminazione. Con i sistemi di automazione domestica, è possibile controllare l’illuminazione in tutta la casa tramite smartphone o tablet, anche a distanza. Questi sistemi permettono di programmare gli orari di accensione e spegnimento delle luci, ottimizzando i consumi in base alle abitudini quotidiane. Inoltre, i dispositivi domotici possono interagire con altre tecnologie smart, come sensori di luminosità o assistenti vocali, per adattare automaticamente l’illuminazione in base alla luce esterna o alle preferenze dell’utente. Questa integrazione non solo offre comodità, ma garantisce anche una gestione ottimale dei consumi.
Le lampadine a LED (Light Emitting Diode) sono il cuore della rivoluzione green nell’illuminazione domestica. Rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza o a fluorescenza, i LED consumano fino all’80% di energia in meno e durano molto più a lungo. Una lampadina LED di qualità può avere una durata fino a 50.000 ore, rispetto alle circa 1.000 ore di una lampadina a incandescenza. I LED offrono anche vantaggi significativi in termini di versatilità e qualità della luce. Sono disponibili in una vasta gamma di temperature di colore, dalla luce calda e accogliente (2700K) fino alla luce bianca brillante (6000K), ideale per spazi di lavoro. Inoltre, i LED non emettono calore in eccesso, rendendoli più sicuri e riducendo il fabbisogno di aria condizionata durante i mesi estivi.
padine. I LED, oltre a consumare meno energia, contengono meno materiali pericolosi rispetto alle lampadine fluorescenti, che invece utilizzano mercurio. Tuttavia, come qualsiasi prodotto elettronico, anche i LED devono essere smaltiti correttamente. È essenziale quindi riciclare le lampadine presso i centri di raccolta autorizzati per evitare l’inquinamento del suolo e delle acque. In
Oltre al consumo energetico, è importante considerare l’impatto ambientale della produzione e smaltimento delle lam-
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Sintonizzati sul futuro.
Camera Comfort, b&b
Evento ChakraYoga (Martedì sera 19:30 - 22:30)
Ingresso piscine termali, Spa e area termale
Kit Spa: accappatoio e telo spugna
Lifestyle Terme per Due
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Arrivo 11 o 12 novembre o 09 o 10 dicembre
Camera Elegance
Trattamento benessere a scelta tra “trattamento
viso Feeling Time” o “massaggio Shiatsu”
Ingresso piscine termali, Spa e area termale
da € 110 a persona
Fango senza soggiorno
12 Applicazioni fango termale
12 Docce termali
12 Bagni termali con ozono
10 Ingressi giornalieri alla Spa (lun-ven)
da € 70 a persona (Ticket escluso)
Vaccinazioni stagionali. Al via la campagna regionale contro virus influenzali e COVID-19
Con l’arrivo della stagione fredda, la Regione Veneto lancia la campagna vaccinale per proteggere i cittadini dai virus influenzali e dal COVID-19. Il piano di prevenzione, che prende il via il 7 ottobre, mira a contenere l’impatto delle infezioni stagionali e a ridurre il numero di ricoveri ospedalieri legati a complicanze gravi.
Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, la vaccinazione rappresenta la forma più efficace di protezione, in particolare per i soggetti più fragili o per chi ha più di 60 anni. Quest’anno, la campagna vaccinale parte con anticipo rispetto agli anni precedenti, poiché si prevede una circolazione dei virus già dalla seconda metà di ottobre.
Nella prima settimana di ottobre, la somministrazione dei vaccini è riservata agli over 65, mentre tutte le altre fasce di popolazione possono accedere alla vaccinazione dalla settimana successiva, quando saranno disponibili i vaccini indicati per i soggetti più giovani. Per facilitare l’accesso, la Regione ha programmato due giornate “Open Day” il 26 ottobre e il 9 novembre, durante le quali tutte le ULSS regionali organizzeranno sedute vaccinali dedicate.
La Regione del Veneto ha già distribuito oltre 900.000 dosi di
Il Veneto anticipa l’inizio della vaccinazione contro l’influenza e il COVID-19 per ridurre i rischi di complicanze gravi
vaccino antinfluenzale e 460.000 dosi di vaccino aggiornato contro il COVID-19. Entrambi i vaccini possono essere somministrati contemporaneamente, senza necessità di farmaci o integratori preventivi. In particolare, è aumentata la disponibilità del vaccino spray nasale per i bambini dai 2 ai 6 anni, con 28.000 dosi destinate ai più piccoli, somministrate presso i Pediatri di Libera Scelta e i servizi sanitari territoriali.
La vaccinazione non solo protegge dai virus influenzali e dal COVID-19, ma riduce significativamente il rischio di gravi complicanze, specialmente di natura polmonare e cardiovascolare. Secondo i dati forniti dalla Regione, vaccinarsi contro l’influenza può ridurre di oltre un terzo il rischio di eventi cardiaci gravi, soprattutto per chi già soffre di patologie come infarto o ictus.
Oltre agli anziani, la vaccinazione è fortemente raccomandata per soggetti a rischio, come immunodepressi, diabetici, persone affette da patologie respiratorie come BPCO, cardiopatie e malattie oncologiche. La vaccinazione è inoltre suggerita
per operatori sanitari, personale a contatto con animali, donatori di sangue e donne in gravidanza. Particolare attenzione è rivolta anche ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, che possono ricevere il vaccino antinfluenzale.
Le vaccinazioni saranno disponibili presso i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le Farmacie aderenti e i Servizi Vaccinali delle ULSS, che attiveranno ambulatori specifici per l’influenza e il COVID-19. Le prenotazioni saranno gestite online attraverso il portale regionale dedicato https:// prenotavaccino.regione.veneto.it/.
Oltre alla vaccinazione, le autorità raccomandano alcune semplici azioni per limitare la diffusione dei virus stagionali: lavarsi regolarmente le mani, evitare il contatto con persone ammalate, usare la mascherina in luoghi affollati e isolarsi in caso di sintomi respiratori.
Con queste misure, la Regione Veneto punta a garantire una protezione efficace per la salute di tutti, riducendo al minimo l’impatto dei virus stagionali sulla popolazione.
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Età pediatrica. Un’innovativa unità di neurologia d’urgenza pediatrica per ridurre i tempi di intervento
Curare l’ictus nei bambini: a Padova nasce
la prima Stroke Unit pediatrica d’Italia
L’ictus è una patologia che, sebbene rara nei pazienti più giovani, rappresenta una delle dieci principali cause di decesso pediatrico. Per far fronte a questa emergenza, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova ha inaugurato la prima Stroke Unit pediatrica d’Italia, un’unità di neurologia d’urgenza dedicata alla cura dell’ictus nei bambini e nei giovani, coprendo una fascia d’età dai 29 giorni ai 18 anni.
Ma cosa significa realmente questa innovazione per la salute dei più piccoli?
I sintomi dell’ictus nei bambini sono simili a quelli riscontrati negli adulti: debolezza improvvisa a un arto, bocca storta e altre manifestazioni di deficit neurologico. Tuttavia, per i piccoli pazienti, l’ictus rimane una malattia rara, anche se rappresenta una delle principali cause di morte tra i giovani. La Stroke Unit pediatrica, creata due anni fa presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, nasce dall’esigenza di trattare in maniera tempestiva e mirata questa patologia.
“Il tempo, infatti, è cervello. Minore è il tempo che intercorre tra il sintomo e l’intervento medico o radiologico-interventistico, maggiore è la quota di cervello che noi salviamo, maggiore e migliore è la prognosi per il bambino, e minori saranno i costi sociali ed economici che dovranno essere sostenuti per la sua riabilitazione”, ha sottolineato il professor Stefano Sartori, responsabile dell’UOC Neurologia e Neurofisiologia Pediatrica, in un’intervista al TGR. Le procedure di cura sono quasi identiche a quelle impiegate per gli adulti, come conferma la dottoressa Lorena Nico, esperta di ritorno da esperienze in Canada e Francia.
“Lo sviluppo tecnico dei cateteri che utilizziamo ci permette di
avere e poter utilizzare gli stessi strumenti, magari di dimensione più piccole, ma in ogni caso con le stesse capacità e stesse potenzialità, e arriviamo agli stessi distretti. Quindi, abbiamo di fatto un modello più piccolo, ma eseguiamo le stesse procedure”, ha spiegato la dottoressa Nico. Il risultato è un’unità altamente specializzata e pronta a intervenire in situazioni d’emergenza, offrendo una speranza concreta a quelle famiglie che, senza un intervento tempestivo, vedrebbero il futuro dei loro figli irrimediabilmente compromesso.
Nonostante l’ictus sia una patologia rara nei bambini, il suo riconoscimento precoce rappresenta una sfida cruciale. La mancanza di consapevolezza tra i giovani pazienti e i loro familiari spesso porta a un ritardo diagnostico, riducendo le possibilità di cura. Questo ritardo può avere conseguenze devastanti: tra i sopravvissuti, il 60-75% rischia di sviluppare deficit neurologici permanenti, mentre la mortalità per ictus ischemico arterioso varia tra il 3 e il 5%.
Per affrontare tempestivamente questa emergenza, la presa in carico pediatrica prevede una collaborazione multidisciplinare che coinvolge il pronto soccorso, la terapia intensiva, la neurolo-
gia pediatrica e la neuroradiologia interventistica. Lo scorso anno, la Neuroradiologia e Neurofisiologia Pediatrica di Padova ha registrato numeri significativi: 455 ricoveri, oltre 2.600 visite specialistiche e 2.200 risonanze magnetiche, confermando il ruolo centrale dell’ospedale nella cura dell’ictus pediatrico.
Sanità veneta: approvato il disegno di legge per l’aumento dei fondi contrattuali
Un passo fondamentale verso la valorizzazione del capitale umano nel Servizio sanitario regionale, con risorse destinate a migliorare le condizioni lavorative e retributive del personale La Quinta Commissione consiliare ha approvato il disegno di legge n. 292, proposto dalla Giunta regionale, per l’incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale. L’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento, definendolo un “traguardo significativo” per la sanità veneta. “Questo progetto rappresenta un ulteriore passo per valorizzare il capitale umano che opera quotidianamente nelle nostre strutture sanitarie, in linea con quanto previsto dal Patto per la Salute 2019-2021, ancora non attuato a livello nazionale,” ha affermato Lanzarin. Il disegno di legge prevede il riconoscimento economico ai professionisti del settore sanitario, con particolare attenzione ai profili
dirigenziali e socio-sanitari. Saranno considerati i servizi offerti in zone disagiate e le carenze di organico degli ultimi tre anni. Il provvedimento mira a riequilibrare le risorse disponibili tra le diverse aziende sanitarie del Veneto, affrontando le significative differenze nei fondi pro capite per il trattamento accessorio. Per il triennio 2024-2026, il disegno di legge autorizza un incremento dei “Fondi premialità e condizioni di lavoro” e dei “Fondi per la retribuzione di risultato”, fino a un massimo del 2% del monte salari regionale, con un budget annuale di oltre 51 milioni di euro. “È motivo d’orgoglio l’apprezzamento ricevuto dalle organizzazioni sindacali e dai vari stakeholder, che hanno condiviso l’impostazione del provvedimento,” ha aggiunto l’assessore. Ora il disegno di legge continuerà il suo iter in Consiglio regionale, con l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative del personale sanitario veneto.
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A gestirlo, Maria Rita Piva, operatrice olistica livello professional, Gong player, Reiki Master, Sound Healer.
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