la Piazza di treviso_Ott24

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Lo sguardo dei ragazzi al di là dell’abisso

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Si chiama “Promises” (Promesse), e si può trovare gratuitamente sul web. E’ un documentario girato ormai 23 anni fa a Gerusalemme e dintorni tra tre registri ebrei americani che hanno raccolto nella quotidianità le parole di sette bambini, palestinesi e israeliani, laici e ortodossi. Ragazzi che abitavano a meno di venti di minuti di distanza l’uno dall’altro ma vivevano in mondi completamente diversi e sempre più lontani. Eppure non si sono fermati alle divisioni imposte dai loro padri, non hanno rifiutato il confronto e il dialogo, per quanto sia difficile. Da quelle immagini che oggi ci appaiono un po’ sgranate e sfocate, dalle parole di quei bambini, così lontane da ogni retorica, forse è il caso di ripartire in questi tempi feroci. Da più di un anno ormai siamo bombardati quotidianamente dalle notizie e dalle immagini del conflitto di Gaza che sta infiammando tutto il Medio Oriente e compromettendo equilibri già precari. Dal 7 ottobre 2023, dal giorno del sanguinoso attacco di Hamas, il bollettino dei morti, degli attacchi e delle esplosioni sembra non conoscere fine. Siamo spettatori affacciati su un abisso di orrore di fronte al quale è difficile trovare delle risposte condivise e indicare delle soluzioni percorribili.

segue a pag. 5

di Treviso

AGGRESSIONI E RAPINE IN AUMENTO

PELLONI: “BASTA DIRE

CHE VA TUTTO BENE”

Di fronte ai dati forniti dalla Prefettura, il capogruppo dem dichiara: “Se Conte fosse all’opposizione griderebbe allo scandalo”. Per Capraro (Ascom) è urgente intervenire sulla percezione della sicurezza, che mina residenzialità e turismo

Servizi alle pagg. 6, 8 e 9

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lʼautomobile a Treviso

sotreva.com

04224374

ECONOMIA E SANITA’: GLI ASSESSORI IN REDAZIONE

Le interviste a Francesco Calzavara, Roberto Marcato e Manuela Lanzarin, con uno sguardo all’appuntamento elettorale del 2025

Servizi alle pagg. 18 e 19

INTERPORTO DI PADOVA

SORVEGLIATO DAI DRONI

E’ una delle novità presentate a Padova al salone internazionale Green Logistics Expo con soluzioni tra sostenibilità e innovazione

Il Veneto Servizio a pag. 20

LL’opportunità olimpica del Veneto

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 rappresenta per il Veneto una straordinaria opportunità di rilancio economico e di promozione internazionale. Questo evento permetterà alla nostra regione di valorizzare le proprie eccellenze turistiche e culturali, ma anche di stimolare investimenti in infrastrutture fondamentali per il nostro territorio montano.

segue a pag. 5

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Sicurezza

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nazionali e internazionali

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LLa Marca è capitale mondiale della bicicletta

a Treviso che ha dato i natali a Giovanni Pinarello e alle migliori bici del mondo. La provincia che già dall’800 racconta la storia del ciclismo, fra campioni, società e velodromi. La Marca trevigiana con i suoi oltre quattromila ciclisti tesserati, le gare organizzate un fine settimana sì e l’altro anche, il Giro d’Italia che non manca mai di passare, il mitico Muro di Ca’ del Poggio gioia e dolore di professionisti e appassionati, i quasi tremila iscritti all’ultima edizione della Prosecco Cycling, un velodromo a Spresiano che si attende con un’ansia estenuante, un museo dedicato a Ottavio Bottecchia inaugurato di fresco nella sua Colle Umberto… Ecco, questa provincia qui poteva non riuscire a ottenere da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale la certificazione “Bike City Label – Bike City Region”? E infatti è diventata capitale mondiale della biciletta. Un marchio che in Italia ha soltanto la Val di Sole. Di più: in tutto il mondo finora ne erano stati assegnati appena 26. Quello trevigiano – arrivato di concerto con il BCL dato alla città di Tokyo – è stato deciso in occasione dei Mondiali di ciclismo da poco svolti a Zurigo. Certificando che viviamo in un territorio nel quale si pone particolare attenzione nel promuovere il ciclismo a tutti i livelli, dalle competizioni d’élite all’uso della bici come attività ricreativa e mezzo di trasporto, sostenibile e green. La candidatura era stata avanzata in aprile dal comitato trevigiano di Federciclismo assieme a Regione e Provincia: adesso però l’etichetta va capitalizzata. Al di là della storia gloriosa e di tutto quanto fa della Marca una provincia “ciclofila” a livello sportivo, l’obiettivo del riconoscimento è da una parte contribuire a incrementare il turismo sulle due ruote (il label è un vantaggio per la partecipazione ai bandi europei da parte degli albergatori) e dall’altra realizzare quei 150 chilometri di piste ciclopedonali per collegare in sicurezza il capoluogo con il suo hinterland. Un piano che vale 70 milioni di euro e consentirebbe un vero cambio di paradigma: macchina in garage e pedalare. Ambiente e salute ringraziano.

L’opportunità olimpica del Veneto

Con un impatto stimato di oltre 1 miliardo di euro in opere pubbliche, le Olimpiadi non saranno solo una vetrina per il Veneto, ma un volano di crescita che ci aiuterà a rafforzare l’economia locale e a dare nuova linfa al turismo e al commercio regionale.

Il nostro impegno è massimo per garantire che ogni progetto sia all’altezza delle aspettative e lasci un’eredità duratura per le future generazioni.

Stiamo lavorando per trasformare l’evento in un’occasione di sviluppo sostenibile e in un’opportunità per rivitalizzare le aree montane, mantenendo la bellezza e l’equilibrio dei nostri paesaggi. In questo modo, potremo non solo ospitare un grande evento sportivo, ma anche dimostrare al mondo intero quanto il Veneto sia una terra capace di guardare al futuro con visione e determinazione.

Lo sguardo dei ragazzi al di là dell’abisso

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Così, accanto al rumore dei bombardamenti, al pianto delle vittime, di tutte le vittime indistintamente, ecco i toni aspri e inconciliabili delle ragioni dell’una e dell’altra parte, in un crescendo di odio senza rimedio.

Bike City Label

è un marchio che in Italia ha solo la Val di Sole

Chissà che ne è stato di quei ragazzini di “Promises”, chissà cosa pensano ora di fronte a tutto ciò. Chissà se sono sopravvissuti. Ma noi possiamo ancora guardarli negli occhi nel tempo in cui non avevano ancora perso l’innocenza e si affacciavano al futuro con il naturale ottimismo dei bambini. Eppure la loro infanzia “normale” si intrecciava con la presenza costante della violenza, con la minaccia della guerra, la precarietà della paura. I registi hanno raccolto le loro voci, ascoltato le loro storie e poi proposto ai ragazzi di incontrarsi, di varcare quel confine che li divide.

Non c’è un lieto fine, non ci sono morali consolatorie né scene strappalacrime, non ci sono risposte definitive. Ma lo sguardo di quei bambini, uguali ai tanti bambini di oggi martoriati dalla guerra, e le loro voci ci spingono a guardare al di là dell’abisso di questo tempo.

Luca Zaia Governatore Regione Veneto continua da pag. 1

Il quadro. I dati della Prefettura confermano che rapine e aggressioni sono in aumento

Pelloni (Pd): “Non va tutto bene e se Conte fosse all’opposizione griderebbe allo scandalo”

Rocco (Azione): “Serve un patto tra forze politiche: non è possibile che quando governava il centrosinistra e i reati erano in calo la risposta della Lega fosse che la gente non denunciava per poca fiducia nelle istituzioni”

Da una parte c’è la classifica stilata dal “Sole 24 Ore” sui dati elaborati dal ministero dell’Interno, che colloca Treviso al terzultimo posto della graduatoria della criminalità, con 2.258 denunce nel 2023 nell’intera provincia, mostrando un trend che negli ultimi vent’anni è in costante diminuzione in ogni tipologia di reato. Dall’altra ci sono i dati della prima parte del 2024 presentati dalla Prefettura: c’è un indicatore in crescita e che preoccupa, quello delle rapine per strada. Un reato legato a doppio filo con la violenza giovanile.

All’ultimo vertice sulla sicurezza cittadina il prefetto Angelo Sidoti ha rassicurato sul fatto che i presidi sul territorio funzionano. Le pattuglie appiedate delle forze dell’ordine sono un deterrente a un fenomeno che Sidoti ha definito “comunque inferiore alla media nazionale e regionale”. Forze dell’ordine che il sindaco Mario Conte ha chiesto al ministro dell’Interno di incrementare per prevenire, dissuadere, reprimere.

“In questa città serve un patto tra forze politiche. Perché non è possibile che nel 2017, quando al governo c’era il centrosinistra e la Prefettura parlava di record di reati in calo, la risposta della Lega

fosse che Manildo pensava solo ai richiedenti asilo e che la gente non denunciava perché non c’era fiducia nelle istituzioni. Oggi i reati sono in calo, ma se proprio come allora c’è una percezione di insicurezza è su questa che si deve lavorare”. A dichiararlo è Nicolò Rocco di Azione, che assieme agli altri capigruppo in consiglio comunale ha partecipato al vertice. “Credo sia necessario rivedere le politiche educative, ma anche – aggiunge l’esponente dell’opposizione – che il problema sicurezza non possa essere lasciato nelle mani di Treviso, ma vada affrontato assieme a tutti i comuni della cintura urbana, considerato che soprattutto nei fine settimana rispondiamo da soli per l’intera provincia”. Rocco ricorda poi che l’attuale amministrazione ha prospettato l’utilizzo di bodycam, telecamere e taser: “Bene, ci è stato prospettato. Ma adesso vogliamo capire se effettivamente tutti questi interventi e presidi repressivi funzionano, se queste politiche promesse sono effettivamente efficaci”.

Per il capogruppo del Partito democratico Stefano Pelloni la risposta securitaria è solo una parte del problema: “Ciò che accade è dovuto a un centro storico vuoto, pri-

•Cucina anche su prenotazione •Punto vendita U ciale Formaggi Latteria Lentiai •Permessi funghi •Permessi pesca

vo di iniziative culturali che attraggano. Un centro pieno di negozi e abitazioni sfitte. Il tema è complesso e non può essere affrontato solo dal un punto di vista dell’ordine pubblico. I problemi vanno risolti non spostandoli con i presidi delle forze dell’ordine, ma con un approccio a lungo termine che di certo non si presta ai post sui social o alla propaganda politica. Servono operatori di strada e iniziative che riempiano la città”. Il dem non manca, esattamente come l’ex compagno di partito Rocco, di tornare indietro di qualche anno con la memoria. “Di fronte a episodi preoccupanti scrive al ministro chiedendo l’esercito in piazza e allo stesso tempo ci dice che serve un nuovo modello educativo per i giovani e scrive a tutti i ministri del governo, ma quando gli si

chiedono risposte puntuali, precise, concrete latita. Sugli stessi episodi – afferma Pelloni – ha avuto negli anni metri e misure diversi. Oggi, soprattutto il sabato pomeriggio e la sera durante la settimana, il centro storico fa paura ed è una cosa senza precedenti nella storia di Treviso. Se il sindaco, da consigliere di minoranza, si fosse trovato di fronte a una situazione del genere avrebbe gridato allo scandalo, andando nelle trasmissioni televisive nazionali come ha fatto a suo tempo gridando all’emergenza migranti”. E al vertice in Prefettura – dove è stato affrontato anche il tema della sicurezza percepita – l’esponente cittadino del Partito democratico ha voluto “disarticolare la narrazione del va tutto bene, del sono solo pochi episodi e i numeri ci dicono che

la situazione è in miglioramento”, perché la sicurezza reale preoccupa i trevigiani e molti episodi, non denunciati soprattutto da donne e commercianti, “non vengono rappresentati nel quadro che ci è stato esposto”.

di Virginio De Biasi
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Niccolò Rocco
Stefano Pelloni

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u P i t , d n o a u regolare oggi la digitalizzazione e l integrazione di tecnologie wireless e Bluetooth hanno reso gli apparecchi non solo più efficaci ma anche

Utilizziamo esercizi pratici che prevedono la ripetizione di frasi in un contesto rumoroso, poiché la ita q otidiana è raramente pri a di oni di fondo Questo ci permette di calibrare con precisione l'apparecchio, personalizzandolo affinché offra il nostro obiettivo è restituire al paziente la possibilità di comunicare e interagire in modo naturale, Il percorso, però, non si conclude con la consegna dell’apparecchio acustico L’udito non è static paziente Per questo motivo, garantiamo un monitoraggio continuo, con controlli programma eventuali cambiamenti nell’udito e adattiamo la soluzione acustica, assicurandoci che continui a o il paziente evolve con il dispositivo, notando spesso un miglioramento della sicurezza di sé, una un aumento dell'attività nella vita quotidiana. Questo metodo ci permette di offrire non solo un servizio tecnico, ma un vero e proprio percor fiducia e cura che accompagna il paziente nel tempo. Centriudito è sinonimo di professional mette il benessere e la qualità della vita al primo posto.

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La

risposta

sociale.

L’analisi sulla lotta al disagio giovanile di Volontarinsieme, Centro della Famiglia e Ceis

“Necessario un approccio educativo, ma senza una rete non si otterranno risultati”

Che sulla lotta al disagio giovanile sia necessario un approccio educativo sono d’accordo tutte le agenzie sociali del territorio. Che però tengono a fare dei distinguo. “Si tratta di un fenomeno molto più complesso di quanto spesso lo si descriva. I progetti ci sono – afferma Anna Corò, presidente di Volontarinsieme, la più grande rete di associazioni di volontariato del trevigiano – ma senza una regia oculata tra gli attori coinvolti restano troppe zone grigie da affrontare. Va intensificata la collaborazione fra le forze sociali e istituzionali, coordinando sforzi e attività e coinvolgendo anche famiglie e scuole. Occorre lavorare – aggiunge Corò – a progetti di ampia visione e non solo a piccole iniziative locali che non abbracciano la globalità della situazione ma servono solo da tampone temporaneo”.

Per il Centro della Famiglia i fatti di cronaca del capoluogo riportano continuamente l’attenzione sul ruolo fondamentale della famiglia quale principale agenzia educativa. “Ma la situazione è molto più complessa, specular-

mente alla complessità della società nella quale viviamo. Non si può quindi scaricare la responsabilità solo sui genitori”, afferma il vicepresidente Roberto Miotto, secondo il quale l’aspetto della formazione rimane un nodo

fondamentale. “Ci troviamo di fronte a una generazione di figli che faticano a farsi ascoltare e a creare relazioni all’interno della stessa famiglia. Una generazione radicalmente diversa dalle precedenti per digitalizzazione e modo di vivere i rapporti interpersonali”, afferma Miotto, che spiega come il centro stia accompagnando le famiglie, “anch’esse fatte di dinamiche diverse dal passato”, nel loro ruolo educativo innegabilmente di difficoltà. “È necessario coinvolgere i ragazzi e le ragazze in attività extrascolastiche che vadano a riempire i vuoti, servono spazi pubblici, progetti, iniziative ed educatori che li aiutino ad affrontare i loro spettri, a esaltare le loro capacità e vocazioni individuali, a fare squadra e essere una comunità, a offrire un ventaglio di valori umani, sociali e di pensiero in cui ritrovarsi, fare riferi-

mento ed esprimere quello che sono senza paure, senza pregiudizi e così senza incorrere nei rischi della microdelinquenza”, conclude il vicepresidente del Centro della Famiglia.

Infine il Ceis, che dal suo osservatorio privilegiato lancia l’allarme della crescita fra i giovanissimi dell’uso di stupefacenti. “Le baby gang sono un facile bersaglio per il mercato dello spaccio”, afferma il presidente Luca Sartorato. Che nel raccontare come il centro abbia già in atto incontri nelle scuole per sensibilizzare non solo sul tema delle sostanze ma anche sulle difficoltà dell’adolescenza, della crescita e della solidarietà, sostiene che “lo sforzo deve essere collettivo e coinvolgere le istituzioni, prima fra tutte quella scolastica, quanto le famiglie, perché senza un lavoro di rete non si possono raccogliere risultati”. (s.s.)

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Anna Corò, presidente di Volontarinsieme

L’intervista. Per Capraro è urgente intervenire sulla percezione della sicurezza, che mina residenzialità e turismo

“Recuperiamo la qualità della vita, torniamo a reimpossessarci di strade e piazze”

P

revenzione, presidi, politiche governative. È la regola delle tre “p”, quella che Federico Capraro, presidente di Ascom-Confcommercio Treviso, mette al centro della questione sicurezza. L’obiettivo di commercio e turismo è rimanere quell’oasi felice che la città è sempre stata e che oggi viene messa in pericolo.

Presidente, come valuta la richiesta fatta dal sindaco al ministro Piantedosi di un incremento di polizia?

“La ritengo corretta, necessaria e coerente con un cambiamento in corso, in cui Treviso non fa eccezione rispetto agli altri capoluoghi. Non ci eravamo abituati, ma a guardare bene oggi siamo la Mestre di dieci anni fa. Una condizione che ci rende spaesati e impauriti, perché siamo sempre stati un’oasi felice. Ma al tema della sicurezza va aggiunta la percezione, che ha un effetto negativo e sul quale dobbiamo lavorare”.

Come?

“Innanzitutto sotto l’aspetto culturale, facendo prevenzione. Un impegno di diffusione dell’educazione civica di cui c’è bisogno, solo che porterà a risultati fra quindici anni. Ma Treviso ha bisogno subito di cambiare la percezione e allora ben vengano i presidi delle forze dell’ordine, grazie ai quali ci si sente più sicuri. Nell’immediatezza c’è anche la necessità che la repressione sia sostenuta da leg-

gi in grado di evitare quanto è successo, che gli autori delle aggressioni vengano presi e subito rispediti in strada”.

Un punto, quest’ultimo, che va ben oltre le competenze locali.

“Riguarda le politiche governative ed è per questo che il sindaco ha fatto bene a rivolgersi al ministro”.

La percezione di insicurezza come impatta sulle vostre attività?

“Rappresentiamo attività che si offrono a due mercati, il residenziale e il turistico. Entrambi hanno bisogno di una qualità della vita che ponga chi ha propensione alla spesa in una condizione essenziale di sicurezza per vivere la città. Il turista non viene a Treviso solo per visitare, ma per la sua qualità della vita. Per le passeggiate, per bere lo spritz.

Di conseguenza per aumentare l’attrattività residenziale e commerciale è fondamentale aumentare la sicurezza. Perché a New York ci vai anche se sai che può essere pericoloso, ma a Treviso no, vendiamo un prodotto diverso”.

Nel fine settimana in cui Treviso Comic ha riempito la città con 25mila visitatori non sono stati registrati episodi di violenza. Può essere una delle ricette?

“È fondamentale che la gente esca di casa per invertire il circolo vizioso del meno esco, meno vivo e meno faccio vivere, creando vuoti che vengono riempiti dal degrado. Il Covid ha accentuato la tendenza già in corso di non vivere la città nel quotidiano. Dobbiamo reimpossessarci dei luoghi e ricominciare a viverli, anche grazie agli eventi. E per il resto non ci sarà più spazio”.

La città non è solo centro storico…

“E infatti credo che gli eventi vadano portati fuori dalle solite piazze e arrivino anche nei quartieri. La cittadinanza va riabituata a ripercorrere le strade che ormai non visitiamo più e che potremmo avere l’occasione di riscoprire”.

È un tema che potrebbe essere inserito nel piano di marketing territoriale in via di elaborazione?

“Certamente, perché andrebbe ad assolvere anche alla sua funzione sociale”.

Alessandra Simone alla guida della Questura

La Questura di Treviso dal primo ottobre è guidata da Alessandra Simone, che succede a Manuela De Bernardin Stadoan. Originaria di Reggio Calabria, la nuova questora dal 2022 ricopriva lo stesso incarico a Savona, dopo aver assunto incarichi di crescente responsabilità in particolare a Milano, dove ha diretto la sezione reati contro la persona della squadra mobile e la divisione anticrimine. Simone è nota per il suo impegno nella lotta contro la violenza di genere

e gli abusi sui minori: è ideatrice del protocollo “Eva” – modello operativo nazionale per intervenire in casi di maltrattamenti in famiglia – e creatrice del protocollo

“Zeus”, che ha introdotto l’ingiunzione trattamentale nei decreti di ammonimento per stalking e maltrattamenti al fine di ridurre il rischio di recidiva

Il presidente di Ascom-Confcommercio Treviso valuta positivamente la richiesta di Ca’ Sugana di potenziamento delle forze dell’ordine: “Grazie ai presidi le persone si sentono più sicure, ma servono anche nuove politiche governative e un piano di prevenzione culturale”

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Ristorante, Pizzeria, Griglieria

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L’infrastruttura. Aggiudicato il bando da 38 milioni di euro per progettazione e realizzazione del secondo stralcio

Terraglio est, via al completamento Taglio del nastro entro la fine del 2026

Il cantiere sarà aperto il prossimo anno. Sarà l’ultimo capitolo di un iter tortuoso e che oggi vede la strada ferma a Dosson Arriverà a collegarsi con la tangenziale

Ilavori per la costruzione del secondo stralcio del Terraglio est partiranno entro l’estate del prossimo anno con previsione di chiusura nella seconda metà del 2026. Lo ha comunicato Elisa De Berti, vicepresidente della Regione del Veneto e assessora a infrastrutture e trasporti. A fine settembre il bando di gara da oltre 38 milioni di euro – finanziato con fondi per lo sviluppo e la coesione e con ricorse regionali – per la progettazione e la realizzazione dell’opera è stato aggiudicato al raggruppamento temporaneo di imprese formato da Brussi Costruzioni, Beozzo Costruzioni e Costruzioni Generali Xodo, che ha avuto la meglio sulle sette proposte che erano state avanzate.

È l’ultimo capitolo di una storia il cui iter tortuoso dura da vent’anni. E che dal 2017, quando venne tagliato il nastro del primo stralcio, è rimasta ferma in via delle Industrie a Dosson. Nel giro di due anni, grazie all’accelerazione da parte della Regione, arriverà a collegarsi con la tangenziale di Treviso all’altezza della rotonda dell’ospedale, “andando a sgravare dal traffico – ha affermato De Berti – una delle arterie principali per il tessuto produttivo del territorio, quale il terraglio, con il riassetto del quadrante a sud di Treviso”.

Prima della fine di ottobre Veneto Strade chiuderà la verifica dei requisiti di legge dell’aggiudicatario. Dopodiché si potrà procedere con la sottoscrizione del contratto e con la progettazione esecutiva. In contemporanea Veneto Strade avvierà le procedure di esproprio e l’acquisizione delle aree, con la relativa bonifica bellica.

Una volta ultimato, il Terraglio est collegherà il casello autostradale di Preganziol sulla A4 e la tangenziale di Treviso fino al casello di Silea sulla A27: tre chilometri e 300 metri

di strada, 1,7 dei quali verrà realizzato adeguando il tratto esistente, a partire dall’incrocio con via Alta fino al confine comunale fra Casier e Treviso. Il tratto restante (un totale di 1.600 metri) vedrà un nuovo sedime stradale, con una corsi per senso di marcia, fino all’innesto con la regionale 53 tangenziale sud di Treviso.

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Su questo tratto è prevista la realizzazione di due rotatorie. “La prima – spiega la vicepresidente della Regione – per risolvere l’accesso all’area industriale e la seconda, in corrispondenza dell’incrocio con via Pasteur, sarà funzionale anche a una zona direzionale di prossima realizzazione”. Prevista anche la costruzione di due sottopassi stradali: uno per dare continuità al transito dei mezzi agricoli e l’altro per risolvere un’interferenza con la viabilità comunale esistente. (s.s.)

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Strada Castagnole nuova ciclopedonale

Partiranno a dicembre i lavori di realizzazione della pista ciclopedonale in Strada Castagnole. Approvato dalla giunta comunale il progetto, l’opera – che sarà appaltata in ottobre – costerà circa 800mila euro tra fondi comunali e contributi regionali e sarà pronta prima dell’estate. Novecento

metri di percorso utilizzabile sia dai ciclisti che dai pedoni (dal civico 24 a sudest al civico 58/A a nordovest) che saranno realizzati a raso e pavimentato in conglomerato cementizio drenante, separato dalla piattaforma stradale in alcuni tratti con un’aiuola e in altri dal fosso di guardia o dagli alberi esistenti. Un progetto che rientra nel quadro più generale di potenziamento della rete ciclopedonale cittadina e nell’ottica di spinta della mobilità lenta prevista da Piano urbano della mobilità sostenibile.

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L’intervista. Andrea De Checchi, assessore a mobilità e viabilità, racconta la visione futura della città

“Prima i parcheggi, poi la pedonalizzazione”

E il tram rimane un’idea in fase di studio

Il 18 ottobre in una piazza Duomo chiusa alle auto in via sperimentale saranno presentati ai cittadini i nuovi servizi di mobilità lenta: dal bike sharing ai mini-bus elettrici pronti a viaggiare in centro Park Vittoria: l’ipotesi è aprire il cantiere la prossima primavera e chiuderlo nel giro di diciotto mesi

Tutto ruota attorno al Pums. Approvato da qualche mese, il Piano urbano della mobilità sostenibile offre la visione futura della città. In senso stretto, relativamente a viabilità, trasporto pubblico, sosta e utilizzo della biciletta. Ma con un pensiero che va anche oltre. Perché il decennio di attività per realizzarlo culminerà con la pedonalizzazione del centro storico.

“Nel Pums c’è uno spaccato ben preciso di quello che Treviso diventerà. E c’è anche un cronoprogramma. Partendo dal macro, la realizzazione di infrastrutture come il completamento del Terraglio est, i cui lavori sono appena stati commissionati, e il quarto lotto della tangenziale, per il quale abbiamo inviato nei giorni scorsi le nostre osservazioni a Veneto Strade”, spiega Andrea De Checchi, assessore alla mobilità e alla viabilità, oltre che all’urbanistica.

Assessore, quando sarà realizzato il quarto lotto e con quali caratteristiche?

“Diciamo che nell’arco del quinquennio di governo dovremmo vederlo realizzato, salvo intoppi sulle procedure di gara, le risorse finanziare

o quant’altro. La novità importante è che gli studi effettuati hanno dimostrato che la strada potrà essere efficace anche con una sola corsia per senso di marcia e quindi con un impatto minore per l’ambiente, costi minori e una procedura di realizzazione più veloce. Sarà una grande conquista per la viabilità cittadina”.

Il 18 ottobre porterete il Pums in piazza Duomo per presentarlo ai cittadini. Cosa spiegherete?

“La mobilità lenta e quindi i nuovi servizi di trasporto pubblico locale con dei mezzi diversi, elettrici, che iniziano ad arrivare. Ma anche il nuovo sistema di bike sharing in funzione da giugno. E sarà l’occasione di sperimentare una piazza liberata dalle auto, anticipando quei provvedimenti che un domani dovrebbero portare alla pedonalizzazione, che però arriverà solo dopo la realizzazione dei parcheggi, tra cui naturalmente quello che per noi rimane il più importante, in piazza Vittoria”.

A che punto siete?

“Siamo in attesa dell’esito dei monitoraggi, quello geologico e quello legato allo spostamento del monumen-

to. Poi si potrà chiudere l’iter delle autorizzazioni preliminari e dare quindi il via alla cantierizzazione del sito”.

È fiducioso che il park si farà?

“Certo. Credo si tratti di un elemento molto importante e necessario per la vita di Treviso. Un grande parcheggio con una collocazione perfetta, come in tutte le città moderne. Oltre alla convinzione politica che sia un’ottima soluzione per la sosta, voglio ricordare che è una scelta legata a un contratto vincolante. Peraltro andremo a risparmiare i 2,7 milioni di euro per i parcheggi del Cantarane, in elevazione, e del pattinodromo, interrato. Soldi che destineremo alla sistemazione dei due parcheggi e alla realizzazione di un fast park gratuito all’ex Telecom in via Foscolo. A quel punto si potrà dare il via alla pedonalizzazione”.

Quindi prima i parcheggi e poi il centro libero dalle auto?

“Sì, perché chi frequenterà la città a piedi saprà anche dove mettere l’auto. Cosa che oggi non è fattibile pienamente e la pedonalizzazione si limiterebbe a essere un divieto senza alternative concrete, con la conseguente desertificazione della città”.

Tutto questo quando succederà?

“L’ipotesi è che i lavori per park Vittoria inizino la prossima primavera per chiudersi al massimo in diciotto mesi”.

Tornando al trasporto pubblico, come cambierà?

L’assessore De Checchi con il sindaco Conte all’inaugurazione del nuovo servizio di bike sharing

“Cambierà l’approccio culturale. Mezzi elettrici, più piccoli per il centro storico. E percorsi dedicati a punti di interesse particolare, come la Cittadella della salute, offrendo così una valida alternativa all’utilizzo della macchina e liberando le strade da un po’ di traffico”.

L’idea del tram è ancora sul tavolo?

“Stiamo valutando uno studio di fattibilità sia su gomma che su rotaia per capire quale modalità sia più coerente con il nostro tessuto urbano. La norma per quel tipo di trasporto richiede che una buona parte del percorso sia in sedime proprio e lo

studio serve proprio a capire se ci sia lo spazio sufficiente”. La nuova stazione ferroviaria è un po’ in ritardo sui tempi…

“Rfi ha avuto qualche problema con le imprese che erano state selezionate. Ora tutto è stato risolto e dall’ultimo sopralluogo ho visto che la tempistica è tornata coerente. L’opera sarà finita entro l’autunno 2025”.

Invece la passerella dell’aeroporto è pronta per il taglio del nastro?

“Mancano alcune opere complementari, ma pensiamo di rendere a breve operativa la passerella pedonale”.

Il nuovo consiglio. Le urne confermano un governo a trazione leghista, ma con un seggio in meno

Sant’Artemio, cresce Fratelli d’Italia

Fuori dai giochi la dem Tocchetto

La Provincia di Treviso ha un nuovo consiglio, che resterà in carica per i prossimi due anni. Le elezioni che si sono svolte domenica 29 settembre (elezioni di secondo livello, esclusivamente con il voto di sindaci e consiglieri comunali in carica) hanno assegnato i sedici seggi del Sant’Artemio, di cui è presidente Stefano Marcon. La macro-fotografia politica restituisce un ente ancora a trazione leghista, ma a guardare da vicino si comprende che qualcosa è cambiato. Sono sei i consiglieri eletti di “Lega di Marca”. Uno in meno rispetto alla consiliatura precedente. Quattro quelli conquistati invece da “Alleanza per il territorio”, lista di Fratelli d’Italia. Forza Italia, che si è presentata con “Avanti Treviso”, ha ottenuto tre seggi, esattamente come il centrosinistra degli “Amministratori di Marca”, che registrano la clamorosa uscita di scena della consiglie-

ra trevigiana del Partito democratico Antonella Tocchetto, prima dei non eletti.

La Lega porta in consiglio Claudio Sartor (consigliere comunale a Cornuda), Giorgio Bredariol (consigliere comunale a Maserada sul Piave), il sindaco di Gaiarine Diego Zanchetta, Valeria Salvati (consigliera comunale a Preganziol), Olga Rilampa (consigliera comunale a Conegliano) e il consigliere comunale di Treviso Roberto Borsato.

Per Fratelli d’Italia entrano in Provincia Roberto Fava (consigliere comunale a Spresiano), Raffaele Freda (consigliere comunale a Preganziol), il consigliere comunale di Treviso Davide Acampora a quello di Loria Frediano Brotto. Fuori, primo dei non eletti, il sindaco di San Polo di Piave Nicola Fantuzzi.

La lista “Avanti Treviso”, di ispirazione forzista, ha ottenuto l’elezione di Paola

Chies (consigliera comunale a Conegliano), Fabio Maggio (consigliere comunale a Pederobba) e Matteo Bellinato (consigliere comunale a Resana). Resta fuori, come primo dei non eletti, il sindaco di Cessalto Emanuele Crosato. Per il centrosinistra sono invece stati eletti Sebastiano Sartoretto (consigliere comu-

nale a Castelfranco Veneto), Giulia Zangrando (consigliera comunale a San Biagio di Callalta) e Pietro Dal Zotto (consigliere comunale a Montebelluna).

È stata una consultazione caratterizzata da un’affluenza elevata: hanno votato 1.127 su 1.338 aventi diritto, ovvero l’84,23 per cento. La convali-

da degli eletti avverrà in occasione del primo consiglio. “Auspico – ha commentato il presidente Marcon – che presto la riforma delle province venga attuata e si torni all’elezione diretta, dando ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio voto nel pieno rispetto dei valori democratici e costituzionali”.

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Autobiografia e dintorni. Dal 24 al 27 ottobre undicesima edizione del festival letterario di Treviso

A CartaCarbone arriva Francesco Guccini Omaggio al Maestro transgenerazionale

Ancora una volta CartaCarbone riesce a stupire. L’undicesima edizione del festival letterario, in programma dal 24 al 27 ottobre, porta in città un parterre eccellente di autori. E qualche nome di grande richiamo. Primo fra tutti quello di Francesco Guccini, che sabato 26 alle 21 sarà al Salone Borsa per presentare in prima nazionale la sua nuova raccolta di racconti “Così eravamo giornalisti, orchestrali, ragazze allegre e altri persi per strada” (Giunti), Spoon River in prosa di un’intera generazione. Sarà la speciale celebrazione che il festival farà al Maestro, scrittore e cantautore amato in modo transgenerazionale.

Ma a guardare bene il calendario degli appuntamenti curato dalla direttrice artistica Bruna Graziani c’è solo da perdersi nella scelta. Per quantità ma soprattutto per qualità. L’autobiografia continua a caratterizzare la manifestazione – organizzata dall’associazione Nina Vola e patrocinata da Comune di Treviso, Regione del Veneto, Provincia di Treviso, RetEventi, Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti, Università di Ca’ Foscari, Campus Treviso e Cna – “perché oggi si fa narrativa partendo dalla propria autobiografia”, spiega Graziani. E l’evento di apertura non poteva che essere incentrato sui temi dell’autofiction romanzesca e della verità storica, sulla memoria e la verità, sulla rappresentazione e l’autorappresentazione. Ospite sarà Sergio Zatti, che converserà con il professor Stefano Brugnolo. Poi sarà un fine settimana contrassegnato da suggestioni, proposte molteplici per un pubblico sempre più eterogeneo per gusti e interessi. A Treviso arriveranno Helena Janeczek, già premio Strega, scrittrice da sempre attenta a indagare i temi della memoria e dell’impegno civile, del femminile nella storia. Arriveranno giornalisti del calibro di Cecilia Sala, David Parenzo, Lucia Esposito, Giorgio Zanchini. Ci sarà l’attore Giobbe Covatta assieme alla moglie

scrittrice Paola Catella. Ancora, Nicoletta Verna, protagonista con il suo ultimo libro di un passaggio fondamentale nella vita letteraria italiana. Nomi importanti come quelli di Erri De Luca, Sandra Petrignani, Giuseppe Mendicino. La mattina di domenica 27 Santa Caterina ospiterà catena Fiorello, autrice da sempre in grado di affascinare e attrarre un grande pubblico.

Come sempre il festival regala il giusto spazio anche ai nomi trevigiani, che questa volta vedono l’ingresso in scena dell’esordiente Caterina Pavan accanto a Silvia Battistella, Roberto Masiero, Gian Domenico Mazzocato, Caterina Perali. Sempre “made in Treviso” è anche l’icona Red Canzian: l’ex Pooh porterà a CartaCarbone il suo nuovo libro autobiografico.

Per la poesia – sezione del festival curata da Paola Bellin – due grandi nomi; quello del finalista all’ultimo Strega, Stefano dal Bianco, e una certezza per il pubblico, quale senza dubbio è Vasco Mirandola.

“Ancora una volta – afferma Bruna Graziani – proviamo rispondere a un’esigenza con-

creta, ossia superare un certo distacco tra offerta culturale e fruitori, tra lettori e scrittori, tra addetti ai lavori e pubblico. Abbiamo ricercato una proposta molteplice e differenziata proprio per provare a rispondere alle difficoltà, a un diffuso bisogno di cultura che qualche volta resta inespresso, qualche volta resta deluso. Il nostro desiderio – aggiunge la direttrice artistica e anima del festival – è puntare dritto sulla semplicità, sul rapporto tra autore e pubblico. In un’era in cui aumentano le mediazioni, in cui la tecnologia sottrae sempre maggiore tempo alla lettura e all’approfondimento vero, abbiamo voluto tornare alle storie e al loro potere di fascinazione e di seduzione. Oltre naturalmente che ai grandi temi del nostro contesto”.

Innumerevoli gli eventi collaterali, fra laboratori, party letterari, spettacoli teatrali, contest letterari per gli studenti. C’è solo l’imbarazzo della scelta: il programma è sul sito di CartaCarbone, mentre l’ingresso a tutti gli eventi (gratuito) va prenotato sul Eventbrite.

Parterre eccellente di autori: da Sergio Zatti a Helena Janeczek, da Nicoletta Verna a Erri De Luca, da Sandra Petrignani a Giuseppe

Mendicino e Catena Fiorello

Fra gli ospiti l’attore Giobbe Covatta, Red Canzian e i giornalisti Sala, Parenzo, Esposito e Zanchini

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Il premio. Al Teatro Comunale si è tenuta la seduta pubblica con il voto della Grande Giuria

Rugby. Il ds Venturato racconta la nuova squadra

Exitu e Bravi sono i vincitori del Comisso Edizione dei record, con 205 opere in lizza

Mogliano Rugby: ambizione e radici solide per la nuova stagione

Il Mogliano rugby riparte alla caccia di conferme e continuità. Il direttore sportivo Venturato, figura storica del club, racconta il nuovo team. Metodi di lavoro innovativi, il ritiro estivo e un gruppo solido: la squadra trevigiana guarda al futuro tra programmazione e innovazione

Il Mogliano Rugby, squadra di riferimento del territorio trevigiano, si prepara ad affrontare la nuova stagione con l’obiettivo di confermare e migliorare i risultati sorprendenti dell’anno scorso, quando da outsider ha raggiunto i playoff del campionato di Serie A Elite. Abbiamo approfondito la conoscenza del nuovo Mogliano attraverso le parole di uno dei simboli della società, il direttore sportivo Pietro Venturato, a Mogliano addirittura dagli anni 80’.

Obiettivi per la nuova stagione: confermarsi e crescere

“Per scaramanzia spesso si tende ad evitare di sbilanciarsi sugli obiettivi stagionali, ma

cercherò di rispondere”, ha iniziato con ironia il direttore, “È importante partire dalla premessa che veniamo da una stagione in cui, da outsider, abbiamo fatto molto bene. Abbiamo espresso un gioco più fresco e innovativo per il campionato italiano”, spiega Venturato. “La campagna acquisti è andata nella direzione di ovviare alcune problematiche che abbiamo affrontato nella passata annata. Ci aspettiamo di migliorare il buono che abbiamo costruito e vogliamo almeno eguagliare il risultato dello scorso campionato”.

sulla continuità e su un rafforzamento mirato della rosa.

Una vita a Mogliano: la storia di Pietro Venturato

Venturato è un nome indissolubilmente legato al Mogliano Rugby. “Io sono a Mogliano dal 1986”, racconta con orgoglio. “Ho cominciato da piccolo nelle giovanili, e dopo aver giocato in alcune squadre locali, sono rientrato a Mogliano negli ultimi anni della mia carriera da giocatore. Da lì ho avuto l’opportunità di iniziare a collaborare con la società, fino ad assumere il ruolo di direttore sportivo”.

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La squadra, dopo l’exploit dell’anno precedente, si pone obiettivi ambiziosi, puntando

Uno degli obiettivi chiave del Mogliano Rugby è da sempre la valorizzazione dei giovani. “I punti cardine del club sono quelli di valorizzare i giovani, lavorare per il sociale e per il territorio”, spiega Venturato. “ Dopo la pausa forzata del Covid, soprattutto per quanto riguarda le giovani leve, stiamo cercando di lavorare al meglio.” Il progetto del club prevede una crescita graduale per i ragazzi, offrendo loro la possibilità di rimanere a Mogliano anche senza essere pronti per la Serie A Elite, grazie alla squadra B. “Vogliamo creare le condizioni per un giovane di trascorrere tutta la sua carriera qui da noi”, aggiunge Venturato. “Il programma di formazione fisica è uniforme per tutte le categorie, con l’obiettivo di

Per Venturato, Mogliano è qualcosa in più di una semplice squadra: “Per me questa è casa, è famiglia. Ringrazio tutti per la fiducia che mi è stata data in questi anni”.

Preseason e spirito di gruppo

La preparazione estiva del Mogliano ha avuto un approccio innovativo: “La preseason è stata sperimentale rispetto

al passato”, spiega Venturato. “Da tre anni c’è una nuova società e abbiamo deciso di cambiare alcune cose. Abbiamo portato i ragazzi in ritiro, cosa non scontata per il rugby italiano. Questo periodo vissuto insieme ha aiutato i nostri giocatori ad imparare a vivere come un gruppo unico anche fuori dal campo. Nel nostro sport si tratta di un aspetto fondamentale. Durante i mo-

menti difficili, questa unione sarà una chiave per superare le avversità”.

Questa sono le premesse per la nuova annata, ormai alle porte. Il Mogliano Rugby vuole regalarsi un percorso sulla scia della continuità di quanto di buono fatto l’anno scorso. Confermarsi e, se possibile, migliorarsi. Sognare, in fondo, non costa nulla.

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favorire una crescita graduale di categoria”. Un legame forte con il territorio e la comunità Il Mogliano Rugby è molto più di una semplice squadra: è un punto di riferimento per la comunità. “Il rugby è uno sport di convivialità, fatto di momenti condivisi prima e dopo le partite”, spiega Venturato. “Durante la pandemia si era creato uno scollamento tra il club e la città, rendendo impossibile vivere insieme questi momenti”. Oggi, però, il club è riuscito a ricostruire quel legame: “Con un grande sforzo, abbiamo riportato la gente allo stadio. Ora, prima e dopo le partite, le persone si fermano, vivono il club, mangiano e trascorrono del tempo insieme. Il campo di Mogliano è come una seconda piazza della città, dove la

Stefano Parpajola

Venturato racconta i valori del Mogliano Rugby: un percorso per i giovani

gente passa il weekend. C’è un rapporto stretto tra noi e la gente e spero che quest’anno riusciremo a ripagare il loro affetto”. Il Mogliano Rugby e i suoi valori: serietà e programmazione in un club che va a braccetto con la sua gente. (s.p)

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Serie D. L’avvio di stagione sotto la guida di mister Cacciatore

Treviso Calcio: un inizio tra alti e bassi, ma la missione è possibile

Il Treviso Calcio ha iniziato la sua stagione al di sotto delle aspettative. Dopo un avvio altisonante, con tre vittorie nelle prime tre, la squadra, costruita per essere una corazzata ed azzannare con voracità il campionato, ha faticato, lasciando per strada troppi punti preziosi. La missione di Cacciatore non è semplice; dalla sua ha una squadra fortissima, iper-competitiva per la categoria, costruita con ingenti investimenti e un mix di top player e di giovani di grande prospetto. Guardando l’altro lato della medaglia trovare subito i meccanismi in un organico che ha cambiato ben 18 giocatori rispetto all’anno passato è una missione complicata, che richiede del tempo. La domanda che sorge spontanea, però, è se questo verrà dato all’allenatore torinese.

Dopo un’estate di lavoro sulla difesa a 4, Cacciatore ha cercato la formula del successo attuando un cambiamento tattico: un inedito 3-5-2, che ha dato maggiore solidità difensiva e nuova linfa all’attacco.

Il fattore Tenni

Una certezza in più su cui

potrà contare l’armata biancoazzurra è l’appoggio del Tenni. La tifoseria trevigiana, infatti, ha approcciato la stagione con un entusiasmo smisurato; i numeri,per li canoni della Serie D, sono altisonanti: nella gara contro il Bassano si sono toccati quasi i 1400 spettatori paganti, media ben superiore rispetto all’annata passata. Dopo la sconfitta di San Martino di Lupari il pubblico ha reagito mostrando vicinanza alla squadra, applaudendo i giocatori nonostante il risultato negativo. Sarà fondamentale mantenere vivo, anche grazie a risultati convincenti sul campo, il legame indissolubile che lega il Tenni alla sua squadra.

La collaborazione con l’Arabia Saudita Il Treviso guarda anche

all’estero. È stato raggiunto, infatti, l’accordo con la Mahd Sports Academy, prestigiosa accademia sportiva saudita. Ai fini di questa partnership, due giovani provenienti dal paese arabo, Faisal (16 anni) e Naif (14 anni), si uniranno alla squadra under 17 del Treviso Calcio per un anno. L’intesa, avviata nei primi giorni di agosto e ufficializzata nel mese di settembre, rappresenta un passo significativo per il club biancoceleste, che guarda così a nuove collaborazioni internazionali. L’obiettivo è quello, in futuro, di offrire anche a ragazzi del territorio un’opportunità di crescita all’estero, come quella che vivranno Faisal e Naif a Treviso. L’artefice di questa operazione è Nicola Innocentin, figura chiave nel rilancio del calcio saudita e strettamente legato a Treviso, grazie alla sua amicizia con l’ex vicepresidente Lucchese e con figure storiche come Fausto Pizzi e Dino Munarolo. I biancoazzurri guardano in grande, sognando il ritorno in Serie C, e, chissà, qualche prestigioso investitore dal Medio Oriente.

Stefano Parpajola

Treviso NutriBullet Basket: la nuova stagione con il sogno play-off

Il Treviso Basket, noto anche come NutriBullet, milita attualmente in Serie A, la massima serie del campionato italiano di basket.

La rinascita del basket a Treviso

In seguito al fallimento della storica Pallacanestro Treviso, il club è ripartito dalle ceneri della Serie D nel 201 2. Negli anni, grazie a una gestione solida, il ritorno tra i grandi della Serie A è diventato realtà.

Preseason positiva e squadra rinnovata

La stagione 2024/2025 ha visto una preseason convincente, con risultati che hanno alimentato l’entusiasmo in città. Oltre alla vittoria nel derby contro il Taliercio Venezia, Treviso ha messo in

mostra una buona chimica di squadra. Il roster ha mantenuto l’ossatura principale, arricchendosi di giocatori esperti e giovani promesse. Tra i nuovi volti spicca Justin Alston, americano proveniente dalla lega cinese, pronto a fare la differenza al PalaVerde.

Il PalaVerde e il pubblico La campagna abbonamenti “Da quando sono nato” è andata a gonfie vele, superando i numeri della passata stagione. Il calore dello storico PalaVerde sarà ancora un punto di forza per la squadra. L’impianto, capace di ospitare circa 5.344 spettatori, è uno dei più iconici in Italia ed è noto per la focosa “curva sud”. Obiettivi stagionali e

commenti del coach

Per coach Vitucci, la nuova stagione è una sfida entusiasmante, ma ricca di incognite. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere i playoff, come già accaduto nella stagione 2020/21 , quando Treviso uscì ai quarti di finale contro la Virtus Bologna.

Con una preseason incoraggiante, una rosa rinforzata e una tifoseria sempre più coinvolta, i Nutribullet sono pronti a dare battaglia in Serie A. La nuova stagione si prospetta intensa e competitiva, ma la squadra sembra avere tutti i mezzi per puntare in alto, con la speranza di tornare a essere protagonista nel basket italiano.(s.p)

La prima fase del campionato e la collaborazione con gli arabi della Mahd Sports Academy

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#Regione

L’intervista. L’assessore

regionale al bilancio Francesco Calzavara

“Per anni non abbiamo aumentato le tasse, ora chiediamo solo un piccolo contributo”

Dai conti della Regione alle prospettive per il prossimo futuro, anche sul fronte politico. Ne parliamo con l’assessore regionale al bilancio Francesco Calzavara ai microfoni di Radio Veneto 24 e sul nostro giornale.

Assessore, è stato approvato il bilancio consolidato con i conti di 33 enti regionali, cosa è emerso da questo importante passaggio?

Il bilancio consolidato è la fotografia di una serie di società ed enti della regione del Veneto che quotidianamente danno servizi, erogano contributi, riescono a mantenere il livello alto di prestazioni della nostra regione. Vedere queste società in utile, in particolar modo quelli direttamente gestite dalla Regione conferma che i conti sono in ordine. Negli ultimi 1 5 anni in cui non abbiamo applicato l’addizionale Irpef queste società sono state estremamente attente ai costi e hanno saputo essere ef-

ficaci ed efficienti.

Invece cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima manovra finanziaria regionale?

Anche in questa legislatura c’è stata la costante volontà del presidente Zaia di non applicare l’addizionale Irpef. A questo proposito ricordo a tutti che se noi applicassimo le addizionali Irpef di una regione vicina a noi come l’Emilia Romagna, il Veneto avrebbe solo di addizionali Irpef 450 milioni di euro in più. Questi soldi per quindici anni sono rimasti nelle tasche dei cittadini veneti. Quest’anno dobbiamo pensare a una piccolissima, ripeto, piccolissima modifica all’addizionale Irap. Se il Consiglio Regionale, che è sovrano nella sua decisione, approverà così il bilancio avremo un gettito di circa 54 milioni di euro che ci permetteranno di continuare a erogare i servizi che abbiamo garantito nel corso degli ultimi anni e di riuscire a coprire le

maggiori spese. Abbiamo calcolato che si tratta di 34 euro in più all’anno per azienda, non credo che questa somma possa modificare il bilancio di una struttura commerciale o di una piccola e media impresa. Stiamo parlando di 88 euro in più per ogni milione di fatturato, chiediamo un piccolo contributo per riuscire a continuare a garantire i servizi che una Regione come la nostra continua a dare, mettendoci in una posizione di assoluta eccellenza.

Proprio sull’aumento dell’Irap non sono mancante le critiche, ad esempio da parte di Tosi, come risponde?

E’ una polemica politica, quindi non entra nel merito della tecnicalità della della norma, è una strategia in previsione delle elezioni.

Per l’appunto, in vista dell’appuntamento alle urne, che bilancio fa di questo suo mandato?

Sono riuscito per quattro

anni a garantire i servizi senza aumentare le tasse, assicuro che è stato uno sforzo notevole. Sul fronte degli enti locali abbiamo fatto un bel piano di riordino territoriale che cerca di definire la nuova governance per creare una filiera di buona amministrazione che va dalla Regione fino all’ultimo comune. Inoltre la Regione continua ad investire sull’agenda digitale e l’innovazione, fra cui il distretto della

space economy. Come vede il dopo Zaia? Auspichiamo che si vada oltre il limite dei due mandati e si possa arrivare ad una ri-

Marcato: “Un piano per attirare le imprese in Veneto e un progetto per la transizione energetica”

Assessore Roberto Marcato, partiamo dal sostegno alle imprese, ci sono risorse? Come si sta muovendo la Regione?

Ho portato in giunta recentemente un disegno di legge da 45 milioni di euro per l’attrazione degli investimenti, dedicato proprio alla capacità di rendere il nostro territorio appetibile alle imprese. Abbiamo poi la disponibilità di oltre mezzo miliardo di euro di fondi europei che vengono usati attraverso i bandi sia in forma di credito a tasso agevolato che a fondo perduto. Si tratta di bandi costruiti con le associazioni di categoria, , con il territorio, proprio perché bisogna rispondere a precise esigenze. Tenga conto che ogni volta che apro un bando dedicato alle imprese vado sempre in overbooking, significa che abbiamo centrato

un’esigenza del territorio. Oggi inoltre bisogna lavorare molto sul credito perché le banche fanno fatica a erogare microcredito, ciò che invece interessa il nostro tessuto produttivo.

Le fa paura la crisi della Germania?

Essendo un nostro mercato di riferimento questo preoccupa però è altrettanto vero che noi, in termini di export, abbiamo aumentato rispetto all’anno scorso, perché siamo bravissimi a trovare altri mercati. Il Veneto ha sempre avuto la capacità di rispondere a qualsiasi tipo di crisi. C’è ancora, invece, una forte ripercussione per il blocco dei rapporti con la Russia che non fa bene alla nostra economia. Spero che si arrivi quanto prima a una soluzione.

Qual è un il progetto che le sta particolarmente a cuore?

Uno è il piano energetico regionale è molto ambizioso, ci candidiamo a diventare la regione più più più attenta alla transizione ecologica ed energetica del Paese. L’altro già in fieri è la ZLS di Venezia e del Polesine, un detonatore economico per la nostra crescita. In parole semplici, chi oggi viene a investire a Porto Marghera o in Polesine avrà una riduzione delle tasse e un abbattimento sostanzioso della burocrazia. Sono i due elementi che interessano le imprese. Passando alla politica, quale sarà il ruolo della Lega nel 2025?

Io non ho dubbi e ho le idee molto chiare. Il ruolo della Lega del 2025 sarà lo stesso negli ultimi quindici anni. Per cui, per quanto mi riguarda, il prossimo candidato presidente della Regione Veneto deve essere un leghista.

Se ovviamente riusciremo ad avere questa opportunità con il centrodestra compatto, nessun problema. Io ho già l’exit strategy, ho già un piano B: un tridente attacco formato da lista Lega, Lista Zaia con capolista Zaia e una lista con i nostri migliori amministratori, anche non necessariamente della Lega, a trazione autonomista. C’è già un sondaggio che gira, che ci dice in maniera incontrovertibile che questa ipotesi vincerebbe contro qualsiasi altra compagine. (r.s.)

Sanità. Il punto con l’assessore regionale Manuela Lanzarin, anticipate le vaccinazioni

“Il Veneto investe sulle nuove strutture ma anche sui servizi e il personale”

E’ tempo di vaccinazioni, chiediamo all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin perché il Veneto ha scelto di anticipare l’inizio delle somministrazioni sia per l’influenza stagionale che per il Covid.

“Perché stanno già circolando molti virus respiratoririsponde - e anche il Covid ha un po’ rialzato la testa. Con questo non vogliamo creare nessun tipo di allarmismo. Per il vaccino antinfluenzale abbiamo acquisto un milione di dosi, 400 mila per il vaccino Covid. E’ chiaro che la vaccinazione è come sempre consigliata alle persone più a rischio. Possono essere fatte anche insieme, sia dal proprio medico di base che in farmacia. In questi anni le farmacie hanno ampliato i loro servizi, in Veneto ce ne sono circa 1.600 e diventano dei presidi sanitari anche nelle località in cui abbiamo difficolta ad avere il medico di base. Faremo anche due open day in tutto il Veneto per in-

1

centivare alla vaccinazione le persone più fragili”. Assistiamo a importanti investimenti nella sanità da parte della Regione, ad esempio il nuovo ospedale di Padova ma anche la radiologia di ultima generazione nel veneziano. Ci può tracciare un bilancio?

E’ un momento particolar-

mente vivace sul fronte degli investimenti in sanità. Con 850 milioni il nuovo ospedale di Padova diventerà il policlinico universitario più grande d’Italia, con altissime specializzazioni. Inoltre siamo in dirittura di arrivo con il nuovo ospedale di Montecchio e Arzignano, poi abbiamo Vicenza, e una nuova struttura

vicina all’ospedale dell’Angelo a Mestre. E’ in fase di progettazione l’ospedale di Legnago e abbiamo interventi a Mirano e Dolo. Sempre in ambito edilizio abbiamo poi tutti i cantieri legati alle case della comunità, 99 in tutto il Veneto, 49 centrali operative territoriali e 30 ospedali di comunità. Si tratta di investimenti notevoli, in parte legati al Pnrr e in parte a fondi strutturali.

La Regione cosa sta facendo per le liste d’attesa e la carenza di medici?

Stiamo già vedendo i risultati con il piano di abbattimento delle liste d’attesa. Nel 2023 abbiamo stanziano 29 milioni e nel 2024 ne sono già previsti 40 per la cabina di regia. Abbiamo azzerato le attese sulle prestazioni a dieci giorni, sono circa 11 mila quelle a trenta giorni e 18 mila quelle a 60-90 giorni. Lo sforzo oggi è immane e ci sono categorie difficili da aggredire, come oculistica e dermatologia, in cui abbiamo tantissime

prime visite e non troviamo professionisti. Da qui tutte le iniziative che abbiamo messo in campo per il reclutamento del personale, ma anche per trattenerlo. Abbiamo varato un piano strategico, abbiamo creato dei bandi specifici con Azienda Zero per assumere lavoratori autonomi. Oggi dei risultati ci sono. Presto andrà in Consiglio un disegno di legge che va ad aumentare i fondi integrativi delle aziende sanitarie, con 150 milioni nei prossimi tre anni. 50 milioni all’anno proprio per cercare di potenziare il personale, ma anche di andare in aiuto nelle aree disagiate, come quelle di montagna, dove è ancora più difficile trovare personale. Guardando al futuro, cosa si aspetta dopo Zaia?

Siamo ancora fiduciosi che ci sia il terzo mandato per il governatore Zaia, è giusto che siano i cittadini a scegliere il loro presidente di Regione. Siamo ancora fiduciosi che ci possa essere questa questa possibilità. (n.s.)

Anci Veneto, confermati il presidente e i due vice. Nuove entrate di Possamai e De Zotti

Rinnovati gli organi di Anci Veneto, l’associazione dei Comuni: riconfermato per altri cinque anni alla guida dell’Associazione dei Comuni il sindaco di Treviso Mario Conte. Con lui riconfermati anche i vice presidenti Eric Pasqualon, sindaco di Carmignano di Brenta (PD), ed Elisa Venturini, consigliere comunale di Casalserugo (PD). Entrano a far parte della squadra della presidenza Christofer De Zotti, sindaco di Jesolo (VE), e il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, con

il ruolo di vice presidente vicario. Il nuovo Consiglio di Anci Veneto conta 68 componenti, mentre il Direttivo si compone di 18 amministratori locali. Entrambi gli organismi resteranno in carica per cinque anni. Anci Veneto, comprese le Unioni dei Comuni, conta attualmente 506 soci.

“Le sfide da affrontare sono tante, - ha detto Conte - dal dissesto idrogeologico, con la messa in sicurezza del territorio che deve diventare una priorità, al tema dei tagli alla spesa corren-

te, che non possono portare a privare i cittadini di servizi. Dalle politiche ambientali da applicare in maniera omogenea su territori sempre più ampi alla promozione di progetti su area vasta per intercettare fondi europei e finanziamenti. La squadra di Anci Veneto, fatta da sindaci e sindache, amministratori e amministratrici virtuosi, continuerà a offrire sempre proposte e soluzioni, per far sì che i Comuni del Veneto continuino a essere un laboratorio di buona amministrazione e un

modello nazionale”. “Chi fa il sindaco sa che oggi il quadro economico internazionale è complesso e mutato. - ha affermato Roberto Pella, presidente di Anci nazionale- Nell’ultimo incontro avuto con il ministro Giorgetti abbiamo avuto la rassicurazione che il comparto degli enti locali sarà escluso dai vincoli e dalle imposizioni stringenti che l’Europa ci pone, oltre al fatto di avere avuto un riconoscimento istituzionale dell’impegno portato avanti da Anci”.

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Salone internazionale. A Padova Green Logistics Expo, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione

Droni automatici ad alta tecnologia per la sorveglianza dell’Interporto

La terza edizione del Green Logistics Expo si è recentemente conclusa a Padova, confermandosi come uno degli eventi di riferimento per la logistica sostenibile. Il salone internazionale, dedicato a promuovere le pratiche e le tecnologie sostenibili nel settore della logistica, ha attirato un’ampia partecipazione di operatori del settore. L’evento, che ha riunito oltre 200 espositori internazionali e migliaia di operatori del settore, ha presentato le ultime novità in termini di tecnologie e soluzioni per un trasporto più pulito ed efficiente. Tra i temi più discussi, il trasporto intermodale, l’energia pulita nei magazzini e l’impiego di droni per la sicurezza nei terminal. Apertura in grande stile con i lavori del Patto delle Logistica del Nord Est, al quale hanno partecipato tutti i principali attori logistici istituzionali dei territori, allargato a Lombardia ed Emilia-Romagna.

L’obiettivo è favorire lo scambio di best practice e benchmarking relative a soluzioni tecniche innovative applicate alle infrastrutture o all’operatività dei diversi nodi di trasporto regionali in modo da sviluppare utili sinergie di sistema. Grande interesse ha suscitato la presentazione di un innovativo sistema di sicurezza per il terminal intermodale di Interporto Padova, sviluppato

in collaborazione con la Remotely Piloted Aircraft Systems Academy Cardtech. Il sistema, primo a livello nazionale, utilizza droni automatici di ultima generazione che svolgono missioni di sorveglianza. I droni decollano e atterrano da un hangar robotico che li protegge dalle intemperie, aprendosi solo per il decollo e richiudendosi subito dopo l’atterraggio. L’hangar esegue automatica-

mente la ricarica delle batterie, valuta le condizioni meteo per garantire voli sicuri, effettua i controlli pre-volo e gestisce la manutenzione.

“Un progetto che conferma la nostra vocazione all’innovazione e l’attenzione ad ogni tecnologia che possa migliorare la qualità del servizio - sottolinea Luciano Greco, Presidente di Interporto Padova - Una grande parte delle nostre infrastrutture è classificata come area doganale, con tutti i benefici legati a questo status per le imprese che lasciano in deposito le merci, ma ovviamente sistemi di sicurezza sempre più perfezionati ren-

dono ancora più attrattiva quest’area”. Il servizio Cityporto, attivo da vent’anni, è stato celebrato come un esempio di successo nella distribuzione urbana sostenibile. “Unire l’arrivo delle merci all’Interporto e la loro distribuzione in città con mezzi ecologici è stata un’intuizione geniale. - commenta Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto Padova - I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti: meno camion in circolazione significano meno inquinamento e meno congestione del traffico. È un chiaro esempio di come la logistica possa contribuire al benessere ambientale”. (s.b.)

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18 GEN 9° GIORNATA / CAMPO MAURIZIO QUAGGIA
Mogliano Veneto Rugby vs Rugby Rovigo Delta
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Luciano Greco e Roberto Tosetto, presidente e direttore di Interporto Padova
Uno dei droni che sorveglierà l’area logistica

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Il premio. Al Teatro Comunale si è tenuta la seduta pubblica con il voto della Grande Giuria

Exitu e Bravi sono i vincitori del Comisso

Edizione dei record, con 205 opere in lizza

“Di cosa è fatta la speranza” e “Adelaida” si sono imposte rispettivamente nelle sezioni narrativa e biografia Premio alla carriera Per scrittori veneti a Patrizia Valduga

Emmanuel Exitu e Adrian N. Bravi sono i vincitori della 43esima edizione del Premio letterario Giovanni Comisso Regione del Veneto-Città di Treviso rispettivamente per la sezione narrativa e biografia con le opere “Di cosa è fatta la speranza” (Bompiani) e “Adelaida” (Nutrimenti). La proclamazione si è tenuta la mattina di sabato 5 ottobre in seduta pubblica in un Teatro Comunale Mario Del Monaco affollato. Le due opere hanno ottenuto la maggioranza dei voti dai settanta componenti della Grande Giuria del Premio fra i sei finalisti – tre per sezione – che a giugno erano stati selezionati dalla Giuria Tecnica presieduta da Pierluigi Panza e composta da Cristina Battocletti, Benedetta Centovalli, Rolando Damiani, Giancarlo Marinelli, Luigi Mascheroni, Alessandra Necci, Sergio Perosa e Filippo Tuena. È stata l’edizione con il più alto numero di opere inviate in selezione: 205, di cui 157 nella sezione di narrativa italiana e 48 per la biografia. “Indice che il Premio Comisso ha un consolidato riconoscimento nazionale”, ha commentato Ennio Bianco, presidente dell’Associazione Amici di Comisso, alla quale si deve l’iniziativa letteraria. Per la narrativa, oltre a Exitu, erano arrivati in finale “L’uomo dell’enciclopedia” di Marco Cavalli (Neri Pozza) e “La verità e la biro” di Tiziano Scarpa (Einaudi), mentre per la biografia, oltre a Bravi, sono saliti sul podio “Borroughs. Il virus delle parole” di Alessandro Gnocchi (Polidoro Editore) e “Vico dei miracoli” di Marcello Veneziani (Rizzoli). Tutte le opere finaliste sono state presentate dagli autori grazie all’accompagnamento di letture sceniche affidate ai ragazzi e alle ragazze di “Tema Cultura” di Treviso, con il coordinamen-

to di Giovanna Cordova e il commento visivo di Francesco Lo Pergolo.

Exitu – che è anche autore televisivo e drammaturgo – ha trovato ispirazione per il suo romanzo nella storia di Cicely Saunders, l’infermiera londinese che, dopo essersi laureata in medicina, nel 1967 aprì il primo hospice moderno,

le cui procedure ancora oggi sono considerate dall’Organizzazione mondiale della sanità un punto di riferimento per migliorare la qualità della

vita dei malati terminali. “Di cosa è fatta la speranza” è un romanzo luminoso, che racconta l’abbraccio misterioso fra dolore e speranza. Un

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tema che riguarda tutti. Con “Adelaida” invece, Bravi – autore di origini argentine, alla terza partecipazione al Premio – narra la biografia della figlia del pittore Lorenzo Gigli, che con la sua famiglia decise di lasciare l’Italia durante il fascismo e si trasferì in Argentina. Artista anticonformista e brillante, divertente e ironica, Adelaida divenne protagonista della vita culturale e politica della Buenos Aires degli anni Quaranta. I suoi due figli militarono nel gruppo rivoluzionario montoneros: entrambi divennero desaparecidos. Una biografia nella quale l’autore riesce a trasferire nel lettore la formidabile umanità di questa donna. Grazie anche a una scrittura capace di raccontare la potenza della memoria, dell’affetto e della resistenza contro ogni tentativo di cancellazione e oblio.

Nel corso della cerimonia, presentata dalla giornalista Maria Pia Zorzi, è stato consegnato anche il Premio Comisso alla carriera per scrittori veneti (promosso dal Rotary e CentroMarca Banca), che quest’anno è stato vinto da Patrizia Valduga, poeta e autrice di importanti traduzioni di poeti e scrittori internazionali, nata a Castelfranco Veneto e cresciuta a Belluno. A Sonia Aggio, autrice del romanzo “Nella stanza dell’imperatore” (Fazi editore), è stato consegnato il Premio Comisso Under 35 – Rotary Club Treviso, proclamato il 7 giugno scorso.

Grazie al coordinamento dell’Area Education di Confindustria Veneto Est, nei giorni che hanno preceduto la cerimonia al Del Monaco sono stati organizzati alcuni incontri nelle scuole trevigiane con i finalisti dell’edizione 2024: Alessandro Gnocchi con gli studenti del liceo Canova, Adrian N. Bravi con quelli del liceo Duca degli Abruzzi, Marco Cavalli si è incontrato con gli studenti del liceo vescovile Pio X ed Emmanuel Exitu è andato al liceo Da Vinci.

Sara Salin

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Il “Patentino dell’Ospitalità” è stato premiato nel 2019 durante il summit del G20spiagge a Castiglione della Pescaia, come “best practice” e modello di formazione gratuita da seguire anche per gli altri Comuni. Nel 2024 è stato presentato al Summit del Mare, promosso dalla Conferenza dei sindaci della Costa Veneta.

Rivolto ai residenti di tutte le età, il “Patentino dell’Ospitalità” rappresenta un duplice valore aggiunto: dare la possibilità di formarsi vicino a casa per prepararsi adeguatamente per un lavoro e poter conoscere a fondo le risorse e

Negli anni l’iniziativa ha visto una costante crescita di interesse e partecipazione, no a raggiungere un numero record di adesioni. Nell’ultima edizione, quella del 2023-2024, sono stati quasi 400 gli iscritti, suddivisi in 34 corsi tenuti da 25 relatori. Il progetto si avvale di importanti collaborazioni con vari enti: dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Vene-

gia e innovazione, con un approccio ai nuovi sistemi informatici e all’intelligenza arti ciale, ma anche corsi di lingue, di avvicinamento al vino e alla birra. Un importante capitolo sarà riservato al primo soccorso e all’apprendimento di come gestire le emergenze sanitarie. Dall’esperienza del “Patentino dell’Ospitalità” negli anni sono nate anche altre progettualità altrettanto virtuose, come il primo portale comunale gratuito che favorisce la ricerca di occupazione e risponde all’esigenza di domanda e offerta “Trovolavoro.online” e “Visit Cavallino” nalizzato alla promozione della località.

di attività, il Patentino dell’Ospitalità ha acquisito un ruolo centrale, ottenendo riconoscimenti a livello istituzionale ed essendo preso come modello da altri comuni. Questo successo è il frutto di una visione lungimirante e di una costante collaborazione con i vari attori del territorio. Le nuove s de che ci attendono ci spronano a pensare a ulteriori evoluzioni di questo percorso. Stiamo già lavorando per affrontare i prossimi traguardi, certi che il futuro riserverà ulteriori opportunità di crescita per la nostra comunità e per chi crede nella qualità e nell’eccellenza dell’ospitalità”.

Serata di chiusura del Patentino con la Sindaca e alcuni docenti presenti

Incentivi, detrazioni, contributi: tutte le misure per l’efficentamento energetico

Le soluzioni adottate per promuovere la transizione energetica e migliorare l’efficienza energetica degli edifici comprendono gli incentivi per il fotovoltaico e le pompe di calore, i più utilizzati ed utilizzabili nel nostro territorio. Ecco i principali incentivi disponibili:

1. Ecobonus (50% e 65%)

L’Ecobonus è una misura nazionale che offre detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi coperti includono l’installazione di impianti fotovoltaici e pompe di calore, insieme ad altri lavori mirati a migliorare l’efficienza energetica.

Aliquote di detrazione:

- 50% per installazione di impianti fotovoltaici.

- 65% per l’installazione di pompe di calore ad alta efficienza.

Condizioni:

- Durata della detrazione: La detrazione viene ripartita in 10 anni sotto forma di riduzione dell’imposta IRPEF o IRES.

- Limite di spesa: per impianti fotovoltaici, la spesa massima detraibile è di 96.000 euro.

- Requisiti per pompe di calore: Le pompe di calore devono rispettare certi requisiti di efficienza energetica. L’incentivo è più alto per le pompe di calore elettriche rispetto a quelle a gas, poiché contribuiscono maggiormente alla riduzione delle emissioni. Interventi agevolabili:

- Installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti.

- Installazione di pompe di calore ad alta efficienza per la climatizzazione estiva e invernale.

- Sistemi di accumulo collegati a impianti fotovoltaici. Chi può beneficiare:

- Privati cittadini, condomini, e società.

- Possono usufruire delle detrazioni anche le persone che detengono l’immobile a titolo di affitto o comodato d’uso. Modalità:

- Le spese devono essere documentate e pagate tramite **bonifico parlante**.

- È possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.

2. Conto Termico

Il Conto Termico è un incentivo erogato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che fornisce un rimborso diretto per interventi di efficientamento energetico e produzione di energia termica da fonti rinnovabili. A differenza dell’Ecobonus, non si tratta di una detrazione fiscale, ma di un contributo a fondo perduto.

Aliquote:

Il Conto Termico copre fino al 65% delle spese per interventi specifici, tra cui l’installazione di pompe di calore. Per i sistemi fotovoltaici, invece, questo incentivo non è applicabile direttamente.

Interventi agevolabili:

- Pompe di calore: L’installazione di pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici è incentivata, con percentuali di copertura delle spese in base alla tipologia e potenza dell’impianto.

- Sistemi solari termici: È possibile ottenere l’incentivo anche per sistemi solari termici (per la produzione di acqua calda sanitaria).

- Caldaie a biomassa o sistemi di riscaldamento a energia rinnovabile.

Durata del rimborso:

- Fino a 5.000 euro di spesa, il rimborso è erogato in un’unica soluzione.

- Per spese superiori, il contributo viene erogato in rate annuali, fino a un massimo di 2-5 anni a seconda dell’importo e della tipologia di intervento.

Chi può accedere:

- Privati cittadini.

- Pubbliche Amministrazioni.

- Imprese.

Come funziona:

- L’incentivo è erogato direttamente dal GSE.

- Dopo aver completato l’intervento, è necessario presentare domanda sul portale del GSE, che verifica la conformità tecnica e il rispetto dei requisiti.

3. Incentivi specifici per il Veneto

Il Veneto, oltre agli incentivi nazionali, offre alcuni programmi locali per incentivare l’adozione di tecnologie verdi come fotovoltaico e pompe di calore.

Fondo Energia Veneto:

- La Regione Veneto ha istituito un Fondo per l’Efficienza Energetica che offre finanziamenti agevolati e contributi per interventi di miglioramento energetico, incluso l’uso di tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e le pompe di calore.

Contributi per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento:

- Ci sono incentivi specifici per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento a combustibile fossile con pompe di calore o sistemi a energia rinnovabile. Questi incentivi possono essere cumulabili con il Conto Termico e l’Ecobonus.

Modalità di accesso e combinazione degli incentivi - Cumulabilità: gli incentivi regionali del Veneto spesso sono cumulabili con Ecobonus e Conto Termico, permettendo di ottenere risparmi significativi.

- Sconto in fattura e cessione del credito: anche a livello regionale, in alcuni casi è possibile sfruttare la modalità di sconto in fattura o cessione del credito per gli interventi di efficientamento energetico.

Per ottenere il massimo beneficio, è consigliabile:

- Consultare un tecnico o un consulente energetico per verificare quali incentivi si applicano al proprio caso specifico.

- Monitorare i bandi regionali e nazionali per non perdere le opportunità di finanziamento aggiuntivo.

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Le iniziative. Tra le novità il potenziamento degli investimenti nelle energie rinnovabili

Green Economy in Veneto: nuove sfide e opportunità per un futuro sostenibile

Il Veneto promuove la sostenibilità con progetti innovativi su energie rinnovabili, mobilità ed economia circolare.

Il Veneto è tra le regioni italiane più attive nella transizione verso un’economia sostenibile, con nuove iniziative che mirano a integrare sviluppo economico e rispetto dell’ambiente. La Green Economy in Veneto si sta espandendo attraverso progetti innovativi che riguardano energia rinnovabile, economia circolare e sostenibilità ambientale, rispondendo alle sfide del cambiamento climatico e della tu-

tela del territorio.

Una delle principali novità è il potenziamento degli investimenti nelle energie rinnovabili, in particolare nell’energia solare. Molti Comuni stanno promuovendo bandi per l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici e privati, con incentivi che sostengono cittadini e imprese nel passaggio alle fonti rinnovabili. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e abbattere le emissioni di CO₂.

La Regione ha avviato anche un piano ambizioso per lo sviluppo della mobilità elettrica e sostenibile, con nuove infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Venezia e Padova, ad esempio, stanno ampliando le reti di piste ciclabili e incentivando il trasporto pubblico ecologico, con autobus elettrici e ibridi. Il Veneto sta emergendo come un modello nell’ambito dell’economia circolare, puntando al riciclo e al riutilizzo delle risorse. Progetti pilota nell’industria manifatturiera e agricola promuovono il riuso dei materiali di scarto e la riduzione dei rifiuti, favorendo un sistema produttivo più sostenibile.

L’agricoltura sostenibile è un altro settore in espansione. La regione sta sostenendo pratiche di agricoltura biologica e l’adozione di tecnologie digitali che permettono di ottimizzare le risorse e ridurre l’impatto ambientale, garantendo al contempo la qualità dei prodotti.

Queste iniziative confermano il Veneto come protagonista nel panorama italiano della Green Economy, dimostrando che sviluppo economico e sostenibilità possono andare di pari passo.

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Illuminazione domestica green e sostenibile, le soluzioni e i vantaggi per un abitare ecologico

L’illuminazione domestica è un aspetto fondamentale del comfort abitativo e, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo chiave nelle politiche di sostenibilità ambientale. Adottare soluzioni di illuminazione green non solo riduce i consumi energetici e le emissioni di CO₂, ma contribuisce anche a migliorare il benessere abitativo e a tagliare i costi della bolletta elettrica. Adottare soluzioni di illuminazione domestica green e sostenibile è un passo essenziale verso un’abitazione più sostenibile, efficiente e confortevole. Investire in lampadine LED, sensori, sistemi di controllo e sfruttare la luce naturale permette di ridurre l’impatto ambientale e risparmiare sulla bolletta elettrica, garantendo al contempo una casa più sicura e accogliente.

Ma quali sono le migliori tecnologie e pratiche per una casa illuminata in modo sostenibile?

Oltre alla scelta di lampadine efficienti, l’utilizzo di sensori di movimento e regolatori di intensità (dimmer) contribuisce notevolmente al risparmio energetico. I sensori di movimento sono particolarmente utili in ambienti come corridoi, ingressi o bagni, dove la luce non deve essere accesa costantemente. Questi dispositivi rilevano la presenza di persone e spengono automaticamente le luci quando non necessarie, riducendo lo spreco di energia.

I dimmer, invece, permettono di regolare l’intensità della luce in base alle esigenze del momento. Oltre a creare un’atmosfera più piacevole, l’uso di luci a bassa intensità riduce il consumo energetico e allunga la vita delle lampadine. In alcune situazioni, una riduzione del 20% dell’intensità luminosa può portare a un risparmio energetico simile.

La domotica è un altro elemento chiave per una gestione intelligente dell’illuminazione. Con i sistemi di automazione domestica, è possibile controllare l’illuminazione in tutta la casa tramite smartphone o tablet, anche a distanza. Questi sistemi permettono di programmare gli orari di accensione e spegnimento delle luci, ottimizzando i consumi in base alle abitudini quotidiane. Inoltre, i dispositivi domotici possono interagire con altre tecnologie smart, come sensori di luminosità o assistenti vocali, per adattare automaticamente l’illuminazione in base alla luce esterna o alle preferenze dell’utente. Questa integrazione non solo offre comodità, ma garantisce anche una gestione ottimale dei consumi.

Le lampadine a LED (Light Emitting Diode) sono il cuore della rivoluzione green nell’illuminazione domestica. Rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza o a fluorescenza, i LED consumano fino all’80% di energia in meno e durano molto più a lungo. Una lampadina LED di qualità può avere una durata fino a 50.000 ore, rispetto alle circa 1.000 ore di una lampadina a incandescenza. I LED offrono anche vantaggi significativi in termini di versatilità e qualità della luce. Sono disponibili in una vasta gamma di temperature di colore, dalla luce calda e accogliente (2700K) fino alla luce bianca brillante (6000K), ideale per spazi di lavoro. Inoltre, i LED non emettono calore in eccesso, rendendoli più sicuri e riducendo il fabbisogno di aria condizionata durante i mesi estivi.

padine. I LED, oltre a consumare meno energia, contengono meno materiali pericolosi rispetto alle lampadine fluorescenti, che invece utilizzano mercurio. Tuttavia, come qualsiasi prodotto elettronico, anche i LED devono essere smaltiti correttamente. È essenziale quindi riciclare le lampadine presso i centri di raccolta autorizzati per evitare l’inquinamento del suolo e delle acque. In

Oltre al consumo energetico, è importante considerare l’impatto ambientale della produzione e smaltimento delle lam-

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Tecno

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IL PONTE SUL CROSTOLO: un progetto di alta precisione

contribuisce

Ilinea ferroviaria Parma-Suzzara, sta attraversando una trasformazione significativa.

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efficienza e sicurezza, dimostrando la capacità di affrontare e risolvere anche le sfide più complesse nel settore del noleggio, montag-

L’intervento di rialzo è stato avviato per permettere il passaggio dei cavi della nuova linea elettrificata, fondamentale per il futuro dei treni che percorreranno questa tratta. Questo progetto ambizioso ha temporaneamente sospeso il servizio ferroviario, sostituito da autobus.

L’intervento ha richiesto un rialzo della parte superiore del ponte per evitare il contatto con i cavi

to un ruolo cruciale. Con il noleggio della gru edile Potain MD 365, dotata di un braccio di 75 metri e un’altezza operativa di 20 metri, ha fornito il supporto necessario per sollevare la sommità del ponte. Questa gru, montata su carro, è stata fondamentale per il sollevamento preciso e sicuro delle componenti del ponte.

L’intervento sul ponte del Crostolo non è solo una questione di infrastruttura, ma un passo importante verso un futuro di trasporti

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Camera Comfort, b&b

Evento ChakraYoga (Martedì sera 19:30 - 22:30)

Ingresso piscine termali, Spa e area termale

Kit Spa: accappatoio e telo spugna

Lifestyle Terme per Due

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Arrivo 11 o 12 novembre o 09 o 10 dicembre

Camera Elegance

Trattamento benessere a scelta tra “trattamento

viso Feeling Time” o “massaggio Shiatsu”

Ingresso piscine termali, Spa e area termale

da € 110 a persona

Fango senza soggiorno

12 Applicazioni fango termale

12 Docce termali

12 Bagni termali con ozono

10 Ingressi giornalieri alla Spa (lun-ven)

da € 70 a persona (Ticket escluso)

SALUTE

Vaccinazioni stagionali. Al via la campagna regionale contro virus influenzali e COVID-19

Con l’arrivo della stagione fredda, la Regione Veneto lancia la campagna vaccinale per proteggere i cittadini dai virus influenzali e dal COVID-19. Il piano di prevenzione, che prende il via il 7 ottobre, mira a contenere l’impatto delle infezioni stagionali e a ridurre il numero di ricoveri ospedalieri legati a complicanze gravi.

Secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, la vaccinazione rappresenta la forma più efficace di protezione, in particolare per i soggetti più fragili o per chi ha più di 60 anni. Quest’anno, la campagna vaccinale parte con anticipo rispetto agli anni precedenti, poiché si prevede una circolazione dei virus già dalla seconda metà di ottobre.

Nella prima settimana di ottobre, la somministrazione dei vaccini è riservata agli over 65, mentre tutte le altre fasce di popolazione possono accedere alla vaccinazione dalla settimana successiva, quando saranno disponibili i vaccini indicati per i soggetti più giovani. Per facilitare l’accesso, la Regione ha programmato due giornate “Open Day” il 26 ottobre e il 9 novembre, durante le quali tutte le ULSS regionali organizzeranno sedute vaccinali dedicate.

La Regione del Veneto ha già distribuito oltre 900.000 dosi di

Il Veneto anticipa l’inizio della vaccinazione contro l’influenza e il COVID-19 per ridurre i rischi di complicanze gravi

vaccino antinfluenzale e 460.000 dosi di vaccino aggiornato contro il COVID-19. Entrambi i vaccini possono essere somministrati contemporaneamente, senza necessità di farmaci o integratori preventivi. In particolare, è aumentata la disponibilità del vaccino spray nasale per i bambini dai 2 ai 6 anni, con 28.000 dosi destinate ai più piccoli, somministrate presso i Pediatri di Libera Scelta e i servizi sanitari territoriali.

La vaccinazione non solo protegge dai virus influenzali e dal COVID-19, ma riduce significativamente il rischio di gravi complicanze, specialmente di natura polmonare e cardiovascolare. Secondo i dati forniti dalla Regione, vaccinarsi contro l’influenza può ridurre di oltre un terzo il rischio di eventi cardiaci gravi, soprattutto per chi già soffre di patologie come infarto o ictus.

Oltre agli anziani, la vaccinazione è fortemente raccomandata per soggetti a rischio, come immunodepressi, diabetici, persone affette da patologie respiratorie come BPCO, cardiopatie e malattie oncologiche. La vaccinazione è inoltre suggerita

per operatori sanitari, personale a contatto con animali, donatori di sangue e donne in gravidanza. Particolare attenzione è rivolta anche ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, che possono ricevere il vaccino antinfluenzale.

Le vaccinazioni saranno disponibili presso i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le Farmacie aderenti e i Servizi Vaccinali delle ULSS, che attiveranno ambulatori specifici per l’influenza e il COVID-19. Le prenotazioni saranno gestite online attraverso il portale regionale dedicato https:// prenotavaccino.regione.veneto.it/.

Oltre alla vaccinazione, le autorità raccomandano alcune semplici azioni per limitare la diffusione dei virus stagionali: lavarsi regolarmente le mani, evitare il contatto con persone ammalate, usare la mascherina in luoghi affollati e isolarsi in caso di sintomi respiratori.

Con queste misure, la Regione Veneto punta a garantire una protezione efficace per la salute di tutti, riducendo al minimo l’impatto dei virus stagionali sulla popolazione.

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Età pediatrica. Un’innovativa unità di neurologia d’urgenza pediatrica per ridurre i tempi di intervento

Curare l’ictus nei bambini: a Padova nasce la prima Stroke Unit pediatrica d’Italia

L’ictus è una patologia che, sebbene rara nei pazienti più giovani, rappresenta una delle dieci principali cause di decesso pediatrico. Per far fronte a questa emergenza, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova ha inaugurato la prima Stroke Unit pediatrica d’Italia, un’unità di neurologia d’urgenza dedicata alla cura dell’ictus nei bambini e nei giovani, coprendo una fascia d’età dai 29 giorni ai 18 anni. Ma cosa significa realmente questa innovazione per la salute dei più piccoli?

I sintomi dell’ictus nei bambini sono simili a quelli riscontrati negli adulti: debolezza improvvisa a un arto, bocca storta e altre manifestazioni di deficit neurologico. Tuttavia, per i piccoli pazienti, l’ictus rimane una malattia rara, anche se rappresenta una delle principali cause di morte tra i giovani. La Stroke Unit pediatrica, creata due anni fa presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, nasce dall’esigenza di trattare in maniera tempestiva e mirata questa patologia.

“Il tempo, infatti, è cervello. Minore è il tempo che intercorre tra il sintomo e l’intervento medico o radiologico-interventistico, maggiore è la quota di cervello che noi salviamo, maggiore e migliore è la prognosi per il bambino, e minori saranno i costi sociali ed economici che dovranno essere sostenuti per la sua riabilitazione”, ha sottolineato il professor Stefano Sartori, responsabile dell’UOC Neurologia e Neurofisiologia Pediatrica, in un’intervista al TGR. Le procedure di cura sono quasi identiche a quelle impiegate per gli adulti, come conferma la dottoressa Lorena Nico, esperta di ritorno da esperienze in Canada e Francia. “Lo sviluppo tecnico dei cateteri che utilizziamo ci permette di

avere e poter utilizzare gli stessi strumenti, magari di dimensione più piccole, ma in ogni caso con le stesse capacità e stesse potenzialità, e arriviamo agli stessi distretti. Quindi, abbiamo di fatto un modello più piccolo, ma eseguiamo le stesse procedure”, ha spiegato la dottoressa Nico. Il risultato è un’unità altamente specializzata e pronta a intervenire in situazioni d’emergenza, offrendo una speranza concreta a quelle famiglie che, senza un intervento tempestivo, vedrebbero il futuro dei loro figli irrimediabilmente compromesso.

Nonostante l’ictus sia una patologia rara nei bambini, il suo riconoscimento precoce rappresenta una sfida cruciale. La mancanza di consapevolezza tra i giovani pazienti e i loro familiari spesso porta a un ritardo diagnostico, riducendo le possibilità di cura. Questo ritardo può avere conseguenze devastanti: tra i sopravvissuti, il 60-75% rischia di sviluppare deficit neurologici permanenti, mentre la mortalità per ictus ischemico arterioso varia tra il 3 e il 5%.

Per affrontare tempestivamente questa emergenza, la presa in carico pediatrica prevede una collaborazione multidisciplinare che coinvolge il pronto soccorso, la terapia intensiva, la neurolo-

gia pediatrica e la neuroradiologia interventistica. Lo scorso anno, la Neuroradiologia e Neurofisiologia Pediatrica di Padova ha registrato numeri significativi: 455 ricoveri, oltre 2.600 visite specialistiche e 2.200 risonanze magnetiche, confermando il ruolo centrale dell’ospedale nella cura dell’ictus pediatrico.

Sanità veneta: approvato il disegno di legge per l’aumento dei fondi contrattuali

Un passo fondamentale verso la valorizzazione del capitale umano nel Servizio sanitario regionale, con risorse destinate a migliorare le condizioni lavorative e retributive del personale

La Quinta Commissione consiliare ha approvato il disegno di legge n. 292, proposto dalla Giunta regionale, per l’incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale. L’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento, definendolo un “traguardo significativo” per la sanità veneta. “Questo progetto rappresenta un ulteriore passo per valorizzare il capitale umano che opera quotidianamente nelle nostre strutture sanitarie, in linea con quanto previsto dal Patto per la Salute 2019-2021, ancora non attuato a livello nazionale,” ha affermato Lanzarin. Il disegno di legge prevede il riconoscimento economico ai professionisti del settore sanitario, con particolare attenzione ai profili

dirigenziali e socio-sanitari. Saranno considerati i servizi offerti in zone disagiate e le carenze di organico degli ultimi tre anni.

Il provvedimento mira a riequilibrare le risorse disponibili tra le diverse aziende sanitarie del Veneto, affrontando le significative differenze nei fondi pro capite per il trattamento accessorio. Per il triennio 2024-2026, il disegno di legge autorizza un incremento dei “Fondi premialità e condizioni di lavoro” e dei “Fondi per la retribuzione di risultato”, fino a un massimo del 2% del monte salari regionale, con un budget annuale di oltre 51 milioni di euro. “È motivo d’orgoglio l’apprezzamento ricevuto dalle organizzazioni sindacali e dai vari stakeholder, che hanno condiviso l’impostazione del provvedimento,” ha aggiunto l’assessore. Ora il disegno di legge continuerà il suo iter in Consiglio regionale, con l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative del personale sanitario veneto.

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Prevenzione tumore seno. LILT Padova promuove screening e attività fisica con la campagna “Join the Fight”

Campagna Nastro Rosa: LILT Padova in prima linea per la prevenzione nella lotta contro il tumore al seno

Per l’intero mese di ottobre, la sezione di Padova della LILT celebra la Campagna Nastro Rosa - LILT for WOMEN, con l’intento di sensibilizzare ed informare sulla prevenzione del tumore al seno. In occasione di questa ricorrenza, la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – presenta una campagna focalizzata sul tema della prevenzione e della solidarietà tra donne, adottando lo slogan “Join the Fight”. L’associazione invita tutte le donne a unirsi nella lotta contro il carcinoma mammario, accentuando l’importanza della salute del seno in ogni fase della vita. Il Presidente di LILT Padova, Dino Tabacchi, sottolinea: “Da sempre LILT Padova ha posto in primo piano l’importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno, attraverso visite ed esami di prevenzione oncologica e l’adozione di corretti stili di vita. La promozione della salute, tramite informazione e controlli periodici, a qualsiasi età, deve diventare l’eredità più importante da trasmettere di generazione in generazione”. Inoltre, Tabacchi aggiunge: “Come Associazione Provinciale di Padova abbiamo scelto di affiancare lo slogan nazionale con il claim ‘Passa la palla della prevenzione, gioca d’anticipo contro il tumore al seno’, proprio per evidenziare che lo sport e l’attività fisica in generale sono validi alleati

nella prevenzione”. Il messaggio del Presidente Tabacchi viene ulteriormente supportato dal Dr. Alberto Marchet, consigliere di LILT Padova e direttore dell’UO di chirurgia senologica 1 IOV, il quale afferma: “Le strategie preventive si basano su due approcci integrati: la prevenzione primaria (i sani stili di vita) e quella secondaria (esami per la diagnosi precoce)”. Il carcinoma mammario rappresenta la forma tumorale più frequentemente diagnosticata nelle donne in Italia. Per l’anno 2023, sono state stimate circa 55.900 nuove diagnosi, e l’incidenza è in aumento nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni (dati AIOM 2023). Grazie agli esami di screening e a terapie sempre più mirate, la sopravvivenza a questo tipo di tumore è notevolmente aumentata, raggiungendo l’88%. La maggior parte dei tumori maligni al seno viene diagnosticata in fase iniziale, quando il trattamento chirurgico può spesso essere conservativo e la terapia risultare molto efficace, permettendo un’alta sopravvivenza a cinque anni. A sostegno della LILT Padova, anche quest’anno, collaborano le principali istituzioni cittadine: la Provincia di Padova, la Camera di Commercio di Padova, l’Università degli Studi di Padova, l’ULSS6 Euganea e l’Azienda Ospedale Università di Padova, sempre disponibili e sensibili alle iniziative promosse da LILT a favore dei cittadini.

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