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Abolito in tutto il Veneto il ticket sanitario per le vittime di violenza: “E’ un atto di civiltà”
Un nuovo progetto per l’emicrania cronica, “Malattia invalidante per migliaia di padovani”
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Con “La Piazza” dentro la notizia
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Stavolta parliamo un po’ di noi perché da questo mese “La Piazza” introduce una nuova sezione legata all’attualità locale. Si tratta di un approfondimento tematico che abbiamo chiamato “Dentro la Notizia” e che trovate nella prima parte del giornale. Ogni mese scegliamo un argomento specifico e lo decliniamo in chiave “local”, come è nel nostro Dna, attraverso la voce di chi vive, lavora e amministra sul territorio, con i pareri e le testimonianze di coloro che quotidianamente si trovano a confrontarsi con determinate realtà o possono esprimere un’opinione in merito, fornire una chiave di lettura, indicare una possibile direzione. Accanto alle notizie del vostro territorio da questo mese trovate pertanto un nuovo spazio di analisi e di riflessione. L’intento è quello, per l’appunto, di andare “dentro la notizia”, di focalizzare l’obiettivo su un particolare aspetto che investe nella quotidianità i nostri territori. Questo lo facciamo per tutte le 23 edizioni locali in cui è strutturato il nostro mensile: cinque città capoluogo venete e altri 18 territori nel cuore della nostra regione, raggiunti con oltre 500 mila copie distribuite gratuitamente ogni mese, come facciamo ininterrottamente da oltre trent’anni. Ma non finisce qui, perché “Dentro la Notizia” sarà presente anche con una sezione dedicata sul nostro sito www.lapiazzaweb.it e troverà uno spazio su Veneto24, la prima e unica radio di informazione del Veneto.
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Dopo il no della Corte
Costituzionale Zaia apre al dialogo ma le opposizioni non vedono possibilità future
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Autonomia energetica, il pressing sul Ministero di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna
POVERTA’ ECONOMICA
Tra Monselice ed Este sono oltre un migliaio le famiglie che hanno bisogno di un aiuto costante, istituzioni, Caritas e associazioni in prima linea.
Salone dell’Auto 2025, a Bruxelles sfilano tutte le novità dei principali brand
IL BILANCIO 2025 DI MONSELICE SOTTO LA LENTE DELLE POLEMICHE
La Giunta giustifica le scelte come necessarie, mentre le opposizioni sollevano dubbi su una gestione che penalizza le famiglie
Il vice segretario federale, ai microfoni di Radio Veneto24: “Sull’autonomia avanti tutta”
AUn Veneto protagonista sulle scene olimpiche
Luca Zaia
Governatore Regione Veneto
bbiamo fortemente voluto le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 e, nel 2028, le Olimpiadi Giovanili, che riporteranno il mondo sulle nostre Dolomiti. Due eventi straordinari, frutto di un lavoro iniziato anni fa con la candidatura sostenuta dalla Regione Veneto, perché sapevamo che questa era un’occasione irripetibile per il nostro territorio.
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il punto
Monselice, il Giubileo degli innamorati
Una festa dalle radici secolari quella del 14 febbraio, che trova uno spazio significativo anche ai piedi della Rocca. Figura legata tradizionalmente alle coppie di innamorati, San Valentino è noto anche come protettore della salute dei bambini e guaritore dal “mal caduco”, ossia l’epilessia. Le reliquie di uno dei Santi, numerosi in tutta Italia, sono conservate nella Chiesa di San Giorgio ed è proprio in suo onore che ogni anno Monselice si anima con eventi e appuntamenti culturali e religiosi. In questa occasione, il percorso delle Sette Chiese diviene protagonista di pellegrinaggio spontaneo per le persone che, una volta raggiunto l’oratorio dove sono conservate le spoglie del Santo, ricevono la benedizione. A questo rito, si accompagna la consegna di una piccola chiave dorata, benedetta e a forma di chiave sanpietrina.
L’edizione 2025 della manifestazione si è arricchita ulteriormente di significato grazie al Giubileo e al riconoscimento del complesso, di cui fa parte anche la chiesa di San Giorgio, come Santuario Giubilare. In calendario tre giorni di iniziative a tema dedicate tra cui il Mercatino del Cuore, in Piazza Mazzini, con stand dedicati a prodotti artigianali e idee regalo, spettacoli musicali e il contest “Scatta la foto del cuore”, in cui a essere protagonisti sono proprio cittadini e visitatori della Rocca.
Alla Porta dei Leoni, poi, un gazebo di accoglienza giubilare gestito dagli Amici dei Musei e dall’Associazione Monselice Città dei Cammini dove i pellegrini possono ricevere il Cuoricino di San Valentino e anche il timbro del pellegrino, segno distintivo del cammino spirituale compiuto. Tra gli altri eventi della tre giorni per celebrare insieme il San Valentino ai piedi della Rocca, la presentazione del nuovo libro sul Santuario Giubilare delle Sette Chiese curata dal professore Roberto Valandro e l’inaugurazione delle nuove vetrate della chiesa di San Giorgio.
Martina Toso
Torna la festa con il tradizionale pellegrinaggio fino all’oratorio di San Giorgio
Un Veneto protagonista sulle scene olimpiche
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Non si tratta solo di sport, ma di un volano strategico per il futuro del Veneto. Con oltre 2 milioni di visitatori attesi e una visibilità stimata in oltre 3 miliardi di persone, questi Giochi ci offriranno una ribalta internazionale senza precedenti. E soprattutto, lasceranno un’eredità concreta: infrastrutture potenziate, strade più moderne, impianti all’avanguardia, servizi di mobilità sostenibile. Vogliamo che il Veneto cresca, che diventi sempre più attrattivo e competitivo. Abbiamo scelto questa sfida con coraggio e determinazione, e siamo pronti a vincerla. Le Olimpiadi sono un sogno che si realizza, un traguardo che appartiene a tutti i veneti. Il successo di questi Giochi sarà il nostro successo.
Con “La Piazza” dentro la notizia
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Una scelta informativa ben precisa, la nostra, nel segno della crossmedialità, vale a dire la possibilità di integrare i mezzi di comunicazione e veicolare le notizie che raccogliamo quotidianamente sul web, via radio e sulla carta. Un traguardo che abbiamo raggiunto ormai un anno e mezzo fa, con l’avvio dell’emittente radio Veneto24, che conta ogni giorno decine di notiziari, approfondimenti e rubriche. Sul nostro sito web trovano ampio spazio le notizie del giorno della nostra regione e quelle raccolte dai nostri territori, approfondite poi nelle 23 edizioni locali cartacee che puntualmente ogni mese arrivano nelle vostre case, gratuitamente. Con “Dentro la Notizia” facciamo un passo ulteriore, nel segno di un’informazione multi piattaforma, che si esprime attraverso i vari media di cui il nostro gruppo editoriale dispone. Tutto questo grazie allo stretto legame con il nostro territorio e i suoi protagonisti, al rapporto più che trentennale che ci lega ai nostri lettori, siano essi su carta o su web, e ai nostri ascoltatori attraverso la radio. Un altro passo avanti per un’informazione realmente vicina a tutti voi che ci seguite.
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Tra aumenti dei costi e sacrifici, la Giunta Bedin si difende
L’opposizione accusa la Giunta Bedin di scaricare i costi sui cittadini, mentre la maggioranza difende le scelte operate in un contesto finanziario critico e per mantenere in equilibrio i conti
C
osti in aumento per i cittadini, tagli al superfluo ed equilibrismi per salvare i servizi: così potrebbe essere riassunto il bilancio previsionale che accompagnerà la città della Rocca nel 2025. Dopo che già nelle scorse settimane la Giunta Bedin aveva anticipato e delineato il contesto in cui si stava muovendo, si è arrivati al dunque. Un dunque che, in sede consiliare, ha acceso le polemiche in seno alle opposizioni, in disaccordo su alcune scelte operate dalla maggioranza. “Abbiamo dovuto lavorare in un contesto economico e finanziario particolarmente critico” ha sottolineato l’assessore al bilancio, Andrea Parolo “in un quadro che ha visto due manovre finanziarie che hanno avuto ripercussioni sulla fiscalità degli enti locali, riducendo i trasferimenti statali e limitando la capacità di spesa”.
Tra le voci di bilancio più significative e consistenti: l’abbattimento delle barriere architettoniche per 260mila euro, la realizzazione della pista ciclopedonale in centro con circa 200mila euro, la sistemazione dei dissesti idrogeologici di via San Tommaso per oltre 500mila euro e il campo da calcio di Marendole per 460mila euro, cofinanziati dalla Regione Veneto e tramite accordi pubblico privato.
Accanto agli obiettivi previsionali in ambito turistico, sportivo e di sicurezza, si aggiungono però anche dei tagli in alcuni settori, sempre dovuti alle due manovre finanziarie del governo. Inoltre, il comune di Monselice deve tenere conto dei 35mila euro di somme accantonate, che potrebbero anche aumentare nel corso dei mesi. Per mantenere in equilibrio il bilancio, la Giunta Bedin ha preso un primo provvedimento nei mesi scorsi, abbassando la soglia di esenzione per la tassa Irpef da 15 a 11mila euro, ampliando di fatto la platea dei contribuenti.
“Un bilancio da lacrime e sangue, frutto di un’amministrazione che ha accettato senza battere ciglio i tagli del Governo” ha chiosato il consigliere Francesco Miazzi “i sacrifici sono stati poi scaricati sulle fasce deboli della popolazione”.
A fargli eco Fabio Conte: “Impostazione di bilancio scentrata perché in questo momento il fabbisogno deve essere più rivolto alle esigenze e alle difficoltà economiche che stanno affrontando le famiglie di Monselice”. Un bilancio previsionale, dunque, in cui secondo le opposizioni della Rocca vi erano margini di aggiustamento e sistemazione. “Vorrei solo sottolineare quelli che sono stati i criteri che ci hanno guidato: tagliare spese voluttuarie, sal-
vaguardare il sociale e garantire i servizi” ha spiegato il sindaco Bedin “scelte faticose ma doverose che, se ben spiegate, possono trovare ragionevole comprensione. Dimostreremo con i fatti che non sperpereremo soldi pubblici”.
Il bilancio accende le polemiche in sede consiliare
“Un bilancio taglia e cuci, senza un cuore politico e una visione chiara di città”: con queste parole il consigliere di minoranza Niccolò Ruffin ha descritto il bilancio previsionale approvato dalla sola maggioranza in sede di consiglio comunale. Parole che suonano come una critica aperta alle scelte della Giunta Bedin e che già erano state palesate in fase di presentazione del Documento Unico di Programmazione.
“Un bilancio che, rispetto al 2024, taglia 1 00mila euro alla cultura e alle sue associazioni, 21mila euro alle politiche giovanili, 50mila al turismo, 38mila alla programmazione e governo dei servizi sociosanitari, e dimezza la spesa per viabilità e infrastrutture rispetto al bilancio che precedeva la campagna elettorale scorsa,” ha spiegato Ruffin, “il bilancio del Comune è inficiato dalla manovra finanziaria del Governo Meloni,
sostenuto dalla nostra amministrazione, che taglia in maniera scellerata i contributi agli enti locali e che inevitabilmente andrà a colpire i servizi pubblici statali, regionali e locali, come trasporti, istruzione e sociale, impattando su coloro che già ad oggi avrebbero più bisogno di aiuto”.
A non convincere il consigliere di minoranza sono in parti-
colare l’abbassamento della soglia di esenzione Irpef e la diminuzione delle somme destinate ad alcuni settori. “Il sociale nel complesso ha mille euro in meno dello scorso anno, a fronte però di spese correnti e aumenti” hanno spiegato il sindaco Bedin e l’assessore Parolo “le politiche sociali sono rimaste confermate, non siamo andati a tagliare”. (m.t.)
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Focus povertà/1. Monselice, l’assessore Rossella Molon: “Impegno a 360 gradi per dare risposte”
Difficoltà economiche, casi in aumento
Più colpita la popolazione over 50-60
M onselice e l’intero territorio della Bassa Padovana fa i conti con le difficoltà economiche che attanagliano le famiglie più fragili, spesso di origine straniera ma con un numero di nuclei italiani in sensibile crescita, oppure persone di mezza età, sopra i cinquant’anni che si sono trovate senza lavoro e non riescono a ricollocarsi, perdendo così l’unica fonte di reddito. Ma ci sono anche le donne con bambini, i padri separati, gli anziani bisognosi di cure. In Veneto il tasso di povertà nel 2024 è arrivato al 18% e si allarga il divario e la disparità sul fronte economico, tanto che anche il tasso di povertà assoluta negli ultimi anni ha segnato un incremento. La Bassa Padovana in questo non fa eccezione e i redditi mediamente più bassi incidono sulla tenuta delle famiglie, sia sul fronte economico che quello sociale. Rispetto agli anni
del Covid in cui si sommarono una serie di emergenze adesso l’attenzione è concentrata sulle fragilità dovute alla perdita del lavoro o dell’abitazione, a problemi di salute.
“Siamo impegnati su più fronti per dare una risposta a chi si trova nel bisogno. - spiega Rossella Molon, assessore al sociale - Nel nostro territorio abbiamo notato u incremento fra gli over 50 e 60 che perdono il lavoro, spesso precario o stagionale, e faticano a ricollocarsi. Anche l’aumento delle separazioni ha messo in difficoltà le donne sole con figli minori, anche gli sfratti sono più frequenti e coinvolgono famiglie con bambini. Abbiamo attivato degli aiuti su più fronti, come i contributi per far fronte alle spese delle bollette e la collaborazione con la Caritas per la spesa alimentare. Fino al 2023 c’era un fondo regionale finanziato dallo stato per aiutare le famiglie
sfrattate, ora abbiamo previsto noi un capitolo di spesa da 30 mila euro nel 2025.
A Monselice siamo fortunati perché possiamo contare sulla collaborazione di diverse associazioni, che cerchiamo di sostenere nella loro preziosa opera nonostante i tagli statali con cui anche il nostro bilancio deve fare i conti. Nonostante le riduzioni di trasferimenti non abbiamo tagliato la spesa sociale perché è una voce importante che ci permette di intervenire a favore delle decine di famiglie che si trovano ad affrontare una situazione difficile. La povertà e l’emarginazione si sconfigge anche con altre iniziative come i corsi di italiano per stranieri tenuti dall’Afi Monselice, l’aiuto compiti ai bambini di famiglie fragili in Patronato, il trasporto sociale garantito dall’Anteas, l’aiuto alle donne in gravidanza da parte del Movimento per la Vita”.
La Caritas: “Oltre 500 persone hanno bisogno di un aiuto”
“Ogni settimana sono circa 120 le famiglie che fanno la spesa nel nostro emporio solidale e mediamente sono 550 le persone che sosteniamo anche sul fronte economico”. A tracciare il perimetro del fenomeno della povertà e del disagio a Monselice è Claudio Canella della Caritas, da anni impegnato proprio su questo fronte. “Fin dal 2008 avevamo attivato lo sportello della borsa per la spesa per le famiglie in difficoltà. Con il nostro parroco Don Sandro Panizzolo l’attività si è molto sviluppata e nel 2022 abbiamo aperto l’Emporio della Solidarietà. E’ un piccolo supermercato in cui si fa le persone censite e ammesse all’aiuto possono fare la spesa in media una volta la settimana. Per la fornitura siamo associati al Banco Alimentare e raccogliamo donazioni in loco. Cerchiamo di fare in modo che tutti abbiano il necessario per mangiare.
Anche dall’Ats, l’ambito territoriale sociale della Bassa Padovana, può venire una risposta, aggiunge il sindaco Giorgia Bedin: “Sicuramente il percorso non sarà breve ma lavoreremo alacremente perché sappiamo bene quanto la sua costituzione e attivazione sia importante per garantire un migliore accesso
Nell’ultimo anno le famiglie che si rivolgono a noi sono aumentate del 10% circa, gli stranieri sono la maggioranza ma anche il numero degli italiani non è trascurabile. Guardando alle persone che si rivolgono ai nostri servizi, su 550 circa gli italiani sono almeno 200”.
La Caritas di Monselice fornisce altri servizi come lo sportello di sostegno familiare per un aiuto nel pagamento delle bollette, acquisto medicinali, libri scolastici. “L’anno scorso - continua Canella - abbiamo assistito una sessantina di famiglie grazie alle donazioni che raccogliamo nelle parrocchie. Anche lo sportello della Caritas diocesana sul disagio finanziario offre assistenza e aiuto. Molto importanti infine i corsi di italiano per donne straniere, un modo per uscire dall’emarginazione”. (n.s.)
ai servizi da parte dei cittadini e al contempo un più efficiente impiego dei fondi destinati al sociale. Personalmente credo che l’ATS possa essere, se strutturato fin dall’inizio in un certo modo, anche una struttura utile per mettere in rete non solo il sociale ma anche altre politiche territoriali di area vasta”.
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L’assessore Molon e l’emporio solidale della Caritas
Focus povertà/2. Il sindaco di Este Matteo Pajola e l’assessore Simonetta Spigolon
“Aiuto economico ma soprattutto sociale”
Negli ultimi anni Este ha visto crescere le richieste di interventi sociali, dovuti alle difficoltà economiche di una parte della popolazione, con aiuti diretti a decine di famiglie in stato di necessità per affrontare le piccole spese quotidiane o imprevisti come la perdita del lavoro, una situazione di fragilità, una malattia.
“I fondi utilizzati in ambito sociale - spiega il sindaco Matteo Pajola - sono infatti aumentati negli ultimi 3 anni di oltre il 30%, per una spesa complessiva di oltre 1.300.000 euro, in particolare nelle attività a sostegno ai minori e anziani. Sono queste infatti le fasce che maggiormente hanno risentito degli effetti della pandemia, per altro non solo in termini economici, ma anche di isolamento sociale. La sensazione diffusa nell’opinione pubblica che il Covid abbia inciso in modo negativo sull’economia delle famiglie è confermata dal maggior impegno anche in termini di risorse finanziarie messo in campo dall’Ente Comunale”.
Con il passare degli anni la situazione sta comunque miglio-
rando e i riscontri positivi non mancano, anche se l’attenzione resta sempre alta. “L’impegnativo lavoro di vicinanza alle famiglie più fragili effettuato nel 2022 e 2023 - continua il sindaco - sta tuttavia cominciando a dare i suoi frutti. Si nota qualche miglioramento, ad esempio, nel numero di famiglie che usufruisce di buoni spesa, segno che molte stanno riuscendo ad uscire dal temporaneo stato di difficoltà anche grazie a misure di ricollocazione nel mondo del lavoro e all’assistenza su iniziative come il reddito di inclusione”. Come intervenire dunque per far fronte alle difficoltà economiche che poi hanno anche ricadute sociali? “Le azioni messe in campo dal Comune - conclude Pajola - sono davvero numerose e non sono solo dirette ad un sostegno economico, ma anche, ad esempio, ad una reintegrazione lavorativa o a percorsi educativi per i minori. Per ogni caso di fragilità, si cerca sempre, infatti, di fornire non soltanto assistenza ai bisogni, ma anche di studiare una specifica progettualità per fuoriuscire dallo stato di difficoltà”.
Simonetta Spigolon, assessore al sociale aggiunge: “Il Comune si adopera molto anche in qualità di Ente capofila di Ambito Territoriale Sociale, destinando specifiche risorse per centinaia di migliaia di euro a favore di tutto il territorio della Bassa Padovana, composto da 43 comuni. Progetti particolarmente utili e incisivi sono stati il SOA, sostegno all’abitare e il RIA, reddito d’inclusione attiva, oltre che il PRINS, Pronto Intervento Sociale. Importante è dunque continuare a investire con efficacia le risorse, non solo comunali, ma anche regionali e di Ambito. (n.s.)
Oltre duecento le famiglie assistite dalla Caritas Santa Tecla
Il Comune ha incrementato le risorse finanziarie: “I fondi utilizzati in ambito sociale sono aumentati negli ultimi 3 anni di oltre il 30%, per una spesa complessiva di oltre 1,3 milioni di euro, in particolare nelle attività a sostegno ai minori e anziani”
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Sul fronte del contrasto alla povertà e dell’aiuto concreto alle famiglie il volontariato è molto attivo anche a Este e riesce a dare delle risposte concrete e quotidiane a chi si trova in situazioni particolarmente critiche. Molto attive le associazioni di settore, in particolare la Caritas S.Tecla di Este, in costante collaborazione con i servizi sociali del Comune, ha cercato di dare una risposta efficace alla necessità di un impegno di maggiori risorse rispetto agli anni precedenti alla pandemia. Con l’Emporio della Solidarietà, attivo di fronte al Duomo di S. Tecla (ogni mercoledì pomeriggio su appuntamento), la Caritas distribuisce generi alimentari a più di 200 famiglie, numero che è sensibilmente cresciuto dopo la pandemia, raggiungendo punte di 250 famiglie e 800 persone. L’accesso avviene tramite la certificazione Isee sotto i 9.360
euro, la specifica fascia di riferimento per questi casi, oppure attraverso l’indicazione dei servizi socio-assistenziali cittadini.
Ogni famiglia ha un punteggio in base al quale può rifornirsi scegliendo i prodotti tra gli scaffali.
“Sei anni fa abbiamo partecipato al bando regionale - ricorda Laura Saggiorato, coordinatrice dell’Emporio - e siamo entrati a far parte della rete che in Veneto conta 30 empori. Questi fondi ci permettono di integrare la gamma dei prodotti, specie con i
freschi. Altri alimentari arrivano dal Banco Alimentare del Veneto con cadenza mensile e abbiamo un accordo anche con Rete Solida delle Acli di Padova. Ci sono poi le raccolte locali in chiesa, al supermercato e in alcune aziende locali. E’ un servizio complesso che richiede impegno e dedizione costanti, siamo una trentina di volontari e seguiamo anche l’Armadio Caritas, con la raccolta e distribuzione di indumenti a tutti coloro che ne hanno bisogno”.
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L’assessore Simonetta Spigolon
Rocca 2.0, nasce il comitato per il rilancio del Colle
U n comitato per valorizzare e promuovere la rigenerazione urbana del colle simbolo di Monselice: questo il cuore dell’iniziativa La Rocca 2.0. Costituitosi nella sede monselicense dell’Ascom Confcommercio, ha già raccolto l’adesione di un buon numero di imprenditori e vede la partecipazione di Mirta Fiocco, presidente dell’Ascom Confcommercio, Maria Grazia Canazza presidente della Pro Loco locale e Paola Signoretto, presidente della Giostra. Un comitato che si propone di restituire a questo luogo la centralità che da sempre lo ha contraddistinto, realizzando i lavori atti al raggiungimento del torrione intitolato all’imperatore Federico II di Svevia per renderlo luogo di approdo finale per i turisti in visita al borgo medioevale di Monselice. Un punto di riferimento, però, non solo museale ma anche per eventi culturali e grandi manifestazioni: per questi ultimi, la prospettiva è di utilizzare la Cava della Rocca con spazi rinnovati adibiti a parcheggio.
re il maggior numero di firme tramite apposito modulo online e formalizzare le adesioni in oc-
casione di specifici incontri che saranno di volta in volta organizzati. “L’idea di fondo è quel-
la di basarsi sull’esistente per proporre un modello che faccia del colle una risorsa culturale ed economica” ha spiegato il presidente Nicolò Dall’Olio “offrendo alla cittadinanza l’opportunità di essere parte attiva di un grande rilancio di Monselice”. Un rilancio che vuole partire e ripartire proprio dal Colle della Rocca, uno dei luoghi simbolo della città capace di essere ponte tra passato, presente e futuro. Il tutto nel segno di riqualificazione e innovazione: l’essenza di Rocca 2.0.
Martina
Toso
Canile municipale, a breve il progetto di sistemazione
Una situazione che attende di essere risolta da anni quella del canile municipale Chiara Locrati di Monselice e che di recente è tornata a far discutere. A farsi portavoce della questione a Palazzo Tortorini è stato Fabio Conte, consigliere di opposizione, che ha sottolineato le condizioni critiche in cui versa la struttura di via Erbecè a cui si aggiunge una situazione occupazionale problematica.
Infatti, i lavoratori della cooperativa sono in cassa integrazione, con riduzione del 50% sulle ore di lavoro dallo scorso maggio: “personale qualificato che adesso ha solo il tempo di andare a
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A guidare il comitato è Nicolò Dall’Olio, laureando in ingegneria e autore di un progetto che fa da sfondo a questa iniziativa. Ad affiancarlo in questo percorso saranno Mirta Fiocco, in qualità di vicepresidente, e il giornalista esperto di promozione culturale ed enogastronomica Maurizio Drago, nominato coordinatore. “No all’immobilismo, sì ad un ragionato progetto di rilancio della nostra città” ha sottolineato Mirta Fiocco “che sia rispettoso della sicurezza e della sostenibilità, ma sia anche volano di sviluppo per una realtà che vanta straordinarie vestigia storiche che, guarda caso, vedono la Rocca come elemento unificante e di straordinario effetto scenografico. Il comitato si propone dunque come momento unificante della cittadinanza, teso a razionalizzare gli interventi nel quadro di una valorizzazione del passato che ci proietti nel futuro”. Il comitato, che è aperto a tutti, si è posto due obiettivi nell’immediato, ossia raccoglie-
pulire” ha spiegato il consigliere di opposizione, Conte “c’era un progetto nel 2019 che è stato modificato nel 2020 e ci sono dei finanziamenti regionali vincolati”. Oltre alla pompa di depurazione non funzionante, sono diverse le carenze della struttura, dai box prefabbricati vecchi e usurati, a porte, cancelli, recinti che necessitano di manutenzione, fino alla pavimentazione in cemento poco funzionale in termini di disinfezione.
“La situazione non è facile, siamo in uno stato degradato e devo dire che le persone che lavorano lì, lavorano veramente bene. Abbiamo chiesto di tenere duro” ha spiegato l’assessore competente in materia, Elisabetta Volpito “per fortuna andremo in approvazione del nuovo progetto a breve e poi immediatamente si partirà con gli appalti: si spera di mantenere i tempi previsti e in primavera avere il canile sistemato. Si tratta di strutture prefabbricate che in teoria richiedono meno tempo di una costruzione normale”. Nonostante le criticità strutturali e gli interventi rimandati per anni, i lavoratori e i volontari sono impegnati quotidianamente a garantire una vita dignitosa e sicura agli ospiti del canile municipale Chiara Locrati, offrendo spazi riparati e quanto necessario a cani e gatti. (m.t.)
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L’incontro. La notizia è stata accolta con ottimismo dai comitati ambientalisti
Parco Colli, convocato un tavolo sul futuro delle cementerie
Al via un tavolo ambientale su iniziativa del Parco Colli. L’Ente, infatti, ha di recente trasmesso la convocazione per un primo incontro tecnico istituzionale nel merito dell’attuazione dell’articolo 19 del Piano Ambientale, in relazione alle attività e agli impianti ad alto impatto ambientale. E tra questi rientra lo stabilimento di proprietà della Buzzi Unicem ai piedi della Rocca.
“Un momento epocale per tutta la Bassa Padovana, non solo per Monselice”: questo il commento dei comitati ambientalisti monselicensi che hanno accolto la notizia con ottimismo e fiducia dopo i diversi tentativi di avviare un tavolo di confronto nel corso degli anni. “Dal camino della cementeria, impianto insalubre di prima classe, escono quotidianamente 160 mila mc/ora di fumi, contenenti inquinanti tossici e cancerogeni” hanno sottolineato da E noi? e Lasciateci respirare “nei terreni circostanti sono stati rilevati ingenti quantitativi di diossine e policlorobifenili, sostanze rinvenute in precedenza nel grasso di polli ruspanti prelevati alle pendici del Monte Ricco”.
Una questione che più volte ha acceso il dibattito ai piedi della Rocca e che ora sembra vicina a una svolta. Dopo la costituzione di un tavolo di dialogo, l’incontro tecnico
Podcast “La strada di Mattoni Gialli”, quando la lettura incontra l’innovazione
sentare un passo avanti significativo. “Auspichiamo il raggiungimento di un accordo di programma per il coordinamento delle azioni di contenimento dell’impatto ambientale e paesistico e per concertare, con le aziende stesse, strategie di adeguamento ed eventuale riconversione e/o rilocalizzazione delle attività e degli impianti” hanno concluso i comitati ambientalisti della Rocca “è bene ricordare che lo stesso articolo (n.d.r. art. 19) parla espressamente di programmi di investimento, di riassorbimento
occupazionale a tutela della manodopera impiegata”.
L’apertura di un confronto potrebbe rappresentare, quindi, un passaggio cruciale per affrontare una questione annosa. Ai piedi della Rocca, inoltre, è stato di recente costituito un tavolo di lavoro sulla cementeria con gli obiettivi di proteggere la salute pubblica e l’ambiente dalle emissioni e di attivare un dialogo concreto tra amministrazioni, cittadini e privati per pianificare una transizione sostenibile.
Martina Toso
Un’immersione tra le pagine dei libri e nella storia dei loro autori con il podcast “La Strada di Mattoni Gialli” ispirato all’omonimo gruppo di lettura della biblioteca comunale San Biagio. Nata dalla collaborazione della direttrice della biblioteca Pamela Ormolini e del lettore Giovanni Santonastaso, l’iniziativa permette di dare un respiro più ampio alle riflessioni e alle impressioni condivise in seno al gruppo di lettura: il podcast, data la sua pubblicazione all’interno della nota piattaforma Spotify, è infatti accessibile a tutti. Ogni domenica i partecipanti condividono analisi, commenti e spunti tratti dai libri letti insieme, lasciando spazio a confronti dinamici e coinvolgenti che partono dalle opere scritte ma aprono lo sguardo e la prospettiva anche verso altri orizzonti. Un format nuovo, quindi, che da un lato si pone l’obiettivo di valorizzare la letteratura e la cultura mentre dall’altro vuole rendere la biblioteca un punto di riferimento importante. Riferimento che deve prescindere e trascendere dagli spazi o confini fisici.
“Le preziose riflessioni che nascono durante gli incontri del gruppo non vanno più perdute, ma diventano patrimonio di tutti attraverso questo innovativo progetto” ha commentato il primo cittadino della Rocca, Giorgia Bedin “vedere i nostri cittadini che creano cultura in modo così creativo mi riempie di soddisfazione. Vi invito tutti a seguire questo podcast: è la dimostrazione che Monselice sa innovare mantenendo saldo il legame con la cultura e la comunità”. (m.t)
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Le strutture. Miazzi denuncia l’assenza di una visione strategica da parte della Giunta
Edifici dell’ex ospedale ancora a rischio di alienazione
S embrano prospettarsi all’orizzonte nuove alienazioni nell’area dell’ex ospedale di Monselice. Dalla dismissione della struttura e dal trasferimento di reparti e personale al Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia, si sono susseguite dichiarazioni d’intento, ipotesi di ridestinazione d’uso ma anche vendita di edifici chiusi a enti privati. A risollevare la questione è stato Francesco Miazzi che, in consiglio comunale, ha chiesto al primo cittadino della Rocca notizie sul prossimo futuro dell’area di via Marconi. “Proprio la prima amministrazione Bedin, fin dall’insediamento del 2019, aveva millantato la possibilità di ottenere dalla regione la disponibilità dell’area” ha spiegato Miazzi “ipotesi rinnovata nell’ultimo programma elettorale dove si ipotizzava l’insediamento nel complesso urbanistico di un polo scolastico, un centro servizi per anziani e attività correlate”. A stonare con queste promesse, secondo il consigliere di minoranza di Ambiente e Società, la recente notizia che alla Quinta Commissione della Regione Veneto sono state sottoposte due delibere sulle quali dovrà esprimere un parere di competenza. Parere che, nello specifico, riguarda l’autorizzazione all’alienazione di beni immobili a Monselice di pertinenza dell’Azienda Ulss 6. I
Palazzo Tortorini, alunni in visita al comune
in uso, e un tempo erano destinati a obitorio e autorimessa.
“Nel piano regolatore sono individuati tra i plessi edilizi con la possibilità di trasformazione dei volumi esistenti in residenziali e commerciali” ha proseguito Francesco Miazzi “il valore di vendita, comprensiva per entrambi dell’area cortile è stimato in 234mila euro”. Oltre a questa, una seconda delibera pesa sulle spalle di Monselice e propone la
dell’edificio ex Inam all’angolo tra
“Non resta da fare altro che denunciare questa assenza di visione per quanto concerne il futuro dell’area, evidenziando come i proclami dell’amministrazione si scontrino con una realtà ben diversa, dove la Regione Veneto punta a far cassa vendendo gli edifici più appetibili” ha concluso il consigliere di Ambiente e Società. A decidere sul destino degli immobili sarà ora la Quinta Commissione regionale.
Martina Toso
Un’esperienza di cittadinanza attiva, a Palazzo Tortorini, quella vissuta dai bambini di due istituti scolastici del comprensivo “G. Zanellato”. Protagonisti della visita sono stati gli alunni delle classi quinte delle scuole primarie Vittorio Emanuele II di Monselice e Daniele Manin di San Cosma che hanno potuto osservare da vicino il lavoro dell’amministrazione comunale della Rocca, confrontandosi anche con il sindaco Bedin. Prima tappa per le classi sono stati gli uffici comunali, tra cui quelli Demografici, Ambiente, Protezione Civile e Polizia Locale, in cui hanno potuto toccare con mano la realtà quotidiana all’interno del Comune. Una volta accolti nella sala consiliare da Giorgia Bedin, è stato il momento per domande e risposte. La visita si è conclusa con un’attività pratica di simulazione di votazione di una delibera. “Questo esercizio ha permesso agli studenti di comprendere come avviene il processo decisionale, sperimentando in prima persona il funzionamento delle dinamiche consiliari e il valore della democrazia partecipativa” si legge in una nota di Palazzo Tortorini “un ringraziamento particolare va alle maestre, che con dedizione hanno preparato i ragazzi alla visita al Comune e all’incontro con il sindaco, offrendo loro gli strumenti per vivere questa esperienza con consapevolezza e partecipazione”. (m.t.)
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vendita
L’opera.
Il restauro conservativo, che avanza velocemente, sarà completato entro marzo 2026
Palazzo Contarini diventerà una pinacoteca
Procede a pieno ritmo il cantiere per trasformare Palazzo Contarini alla Restara in una pinacoteca. Entro marzo 2026 il restauro conservativo, avviato lo scorso autunno, restituirà alla città una prestigiosa sede per mostre ed esposizioni di caratura nazionale e internazionale. Questo intervento aggiunge un tassello fondamentale alla naturale vocazione culturale di Este, dotandola così di uno spazio dedicato all’arte di alto livello. Il cantiere di viale Fiume ha un quadro economico di 4 milioni di euro, di cui 2 milioni ottenuti da un finanziamento del Pnrr per la Qualità dell’abitare e 2 milioni arrivati dal Ministero dell’Interno.
L’edificio, articolato su tre piani, conserva al suo interno la tipica “pianta veneta”, con il salone passante centrale, perfetto per ospitare quadri, sculture e opere d’arte. I lavori di restauro infatti, che avvengono sotto l’occhio attento della Soprintendenza, conserveranno gli spazi esistenti e la facciata, in cui al momento sono in corso i lavori di consolidamento e di rinforzo, mantenendo inalterati i soffitti e gli stucchi presenti. Il piano terra sarà invece dedicato alle funzioni operative della pinacoteca, con biglietteria, bookshop,
stanza di sicurezza e una caffetteria con affaccio sull’esterno. L’intervento punta a rendere il palazzo completamente accessibile grazie all’installazione di un ascensore e a servizi pensati per tutti. Inoltre, l’area verde circostante, in corso di riqualificazione, diventerà un ulteriore spazio espositivo, garantendo un dialogo continuo tra gli interni e il parco. “Alcune parti del palazzo devono rimanere inalterate” spiega il sindaco Matteo Pajola “e per la funzione a cui sarà destinato, è necessaria un’illuminazione spe-
riguarda solo Palazzo Contarini: “Viale Fiume, al momento, è interessato anche da altri due cantieri importanti, come il restauro dell’ex falegnameria della scuola Corradini, in capo alla Provincia, e il recupero del parco alberato retrostante - aggiunge il primo cittadino -. Dotare Este di una struttura di rilievo per l’arte significa valorizzare il binomio turismo-cultura, con un intervento di riqualificazione storico-artistica atteso da anni. Si tratta di un’opera strategica per la città, destinata a rafforzare il richiamo turistico e culturale e che si inserisce in un piano più ampio di sviluppo del territorio che stiamo portando avanti dall’inizio della nostra amministrazione” conclude
Nuova sala polivalente per l’asilo nido comunale “Arcobalena”
Con un investimento di 4 milioni di euro, il restauro di Palazzo Contarini darà vita a una pinacoteca destinata a diventare un polo culturale di prestigio
Una nuova sala polivalente per l’asilo nido comunale “Arcobalena”, dedicata all’attività motoria della prima infanzia. Si tratta di una sala della dimensione di 1 03 metri quadrati dotata di grandi vetrate che, negli orari di chiusura della scuola, potrà essere utilizzata anche per attività ed eventi del quartiere e delle associazioni. La nuova sala si trova sul lato nord dell’edificio principale, con il quale comunica attraverso un corridoio vetrato e la sagoma versatile della struttura permetterà anche l’unione con i nuovi spazi che saranno realizzati nei prossimi mesi nell’asilo che garantiranno i 30 posti nido in più.
“Era necessario incrementare l’offerta formativa dell’asilo nido, attraverso la realizzazione di una sala polivalente per attività motoria. Ma è anche un valore aggiunto,
ed esplorare in uno spazio sicuro. I giovani alunni a hanno accolto con gioia i nuovi spazi, inaugurandoli con una bella corsa” conclude il
Un altro tassello importante di dendo negli investimenti effettuati negli edifici scolastici un forte impegno da parte dell’amministrazione comunale. «Si tratta di una sala studiata anche per facilitare i percorsi esplorativi e conoscitivi, coinvolgendo i più piccoli anche con stimoli esterni, senza però risultare in contrasto con la struttura esistente» aggiunge l’assessore Alberto Fornasiero. (g.z.)
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Giada Zandonà
il bilancio positivo della Polizia Locale
U na maggiore presenza degli agenti sul territorio ha portato ad un calo del 15% degli incidenti stradali e un aumento delle sanzioni per le infrazioni alla guida. Sono state infatti 7.231 le multe elevate lo scorso anno dal comando di Polizia Locale nei Comuni di Este, Baone, Cinto Euganeo, Lozzo Atestino, Vo’ Euganeo e Sant’Elena, per un totale di 683mila euro di incassi previsti.
Rispetto al 2023, quando erano stati registrati 7.164 verbali, si nota un incremento, frutto di un rafforzamento dei controlli da parte del comando di Este. Tra le contravvenzioni, spiccano le 1.680 sanzioni per eccesso di velocità rilevate dall’autovelox fisso sulla Monselice Mare, a cui si aggiungono 460 verbali per veicoli privi di revisione e 93 per mancanza di assicurazione. Un episodio emblematico è stato registrato a Sant’Elena, dove un automobilista è stato sorpreso a percorrere una via centrale con limite di 50 km/h a una velocità di 100 km/h. Non sono mancati casi di inosservanza anche tra i camionisti: 25 tir hanno attraversato senza permesso strade vietate ai mezzi con peso superiore ai 35 quintali. Inoltre, cinque conducenti sono stati multati per guida in stato di ebbrezza e altri cinque per guida sotto l’effetto di droghe.
Il dato più confortante riguarda il calo degli incidenti, passati da 71 nel 2023 a 59 nel 2024. La squadra, composta da dieci agenti, è guidata dal comandante Giacomo Sinigaglia, che sottolinea l’efficacia del lavoro svolto: “Siamo riusciti a ottimizzare le risorse, mantenendo invariato il numero degli agenti in servizio. Questo ci ha permesso di intensificare la nostra presenza sul territorio, concentrandoci su attività di prevenzione e controlli mirati, soprattutto per contrastare l’alta velocità”. Oltre a quest’ultime, molte sanzioni hanno riguardato infrazioni come il divieto di sosta, l’utilizzo del cellulare alla guida e l’abbandono di rifiuti. “Abbiamo inoltre redatto 83 verbali per regolamenti comunali di viabi-
lità modificata e per il supporto a interventi di polizia giudiziaria e indagini delegate dalla Procura” aggiunge Sinigaglia. Soddisfatto anche il sindaco Matteo Pajola, che ringrazia la Polizia Locale: “Abbiamo una squadra straordinaria, che opera con dedizione per la sicurezza dei cittadini” sottolinea il primo cittadino.
Giada Zandonà
Il dialogo tra generazioni: il sindaco incontra i nuovi giornalisti dell’Università del Tempo Libero
A fine gennaio, il sindaco di Este, Matteo Pajola, è stato ospite del corso di giornalismo promosso dall’Università del Tempo Libero,
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un’iniziativa organizzata dall’associazione Auser, dal Comune di Este e da associazione Nuabel.
L’incontro si è svolto nelle aule del patronato del Redentore e ha visto una decina di corsisti cimentarsi, per il secondo anno consecutivo, nel ruolo di giornalisti.
Il primo cittadino si è messo a disposizione per rispondere alle domande preparate dai partecipanti, che hanno toccato temi centrali per la comunità: sanità, cultura, lavori pubblici, sociale, famiglie, ambiente, verde e politica locale. L’obiettivo del corso è quello di imparare nuove competenze, e l’intervista ha rappresentato un’importante occasione di confronto e approfondimento sul lavoro giornalistico e sulla vita sociale e politica della città.
L’articolo redatto dai corsisti sarà pubblicato in un giornale dedicato all’Università del Tempo Libero e disponibile online al termine del corso, a fine febbraio, offrendo a tutta la cittadinanza uno spaccato della realtà locale visto con gli occhi della terza età. (g.z.)
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La bella stagione a Este si riempie di eventi! In particolare, arrivano i primi annunci riguardo al tema della ventiduesima edizione di Este in Fiore e agli artisti in scena all’Este Music Festival 2025.
La Rassegna del Vivaismo Nazionale di Qualità, del Florovivaismo e dei Prodotti Tradizionali di Eccellenza si svolgerà all’interno del Castello Carrarese e tra le vie del centro storico i giorni 11, 12 e 13 aprile 2025. Il tema di quest’anno sarà “Il giardino dei buoni frutti”, un invito a coltivare uno spazio che unisce la bellezza alla bontà, lo svago all’utilità, senza tralasciare uno sguardo alla salute che si genera grazie ai prodotti genuini della terra. Gli espositori, accuratamente selezionati, rappresenteranno anche quest’anno l’eccellen-
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za della produzione orovivaistica nazionale e locale e della ricerca in campo botanico. L’ingresso alla manifestazione è gratuito. A luglio, invece, appuntamento con l’Este Music Festival, per una settimana di spettacoli che si svolgeranno nella cornice del Foro Boario dei Giardini del Castello. Tra i grandi nomi già annunciati: la star internazionale Anastacia il 21 luglio, l’amatissimo Mika il 22 luglio, il big Antonello Venditti il 24 luglio, la band Finley il 25 luglio. In arrivo nelle prossime settimane molte altre sorprese.
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Le critiche. L’ex sindaca attacca il cambio di destinazione d’uso degli edifici
Gallana: “Pajola ha perso un’occasione per il futuro della nostra città”
“U
n’opportunità persa per la comunità”: così la consigliera di opposizione ed ex sindaca Roberta Gallana commenta le scelte relative al cambio di destinazione d’uso di alcuni cantieri in corso nella cittadina murata. “Nel 2020, il Comune di Este si è aggiudicato un finanziamento di 15 milioni di euro destinati a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Un’opportunità unica, purtroppo, mal sfruttata. L’amministrazione di Matteo Pajola, infatti, ha deciso di destinare questi
Linea dura della consigliera di opposizione che critica in particolare il cambio di destinazione d’uso del Palazzetto dello Sport e di Palazzo Contarini
fondi a progetti che poco hanno a che fare con le reali esigenze della comunità”. La consigliera ha espresso profonda preoccupazione riguardo all’utilizzo dei fondi europei PinQua e al cambio di destinazione d’uso di due importanti edifici attualmente in riqualificazione: il Palazzetto dello Sport e Palazzo Contarini. “Il Palazzetto dello Sport era stato concepito dalla nostra amministrazione come un luogo educativo e aggregativo per i giovani, un centro culturale multidisciplinare, con un archivio multimediale della città, sale studio, coworking e un giardino della lettura collegati alla vicina biblioteca civica - spiega Gallana -.Invece, è stato trasformato in un auditorium, riducendo così le possibilità di utilizzo e limitando le opportunità di crescita per le nuove generazioni”.
anche sul piano economico”. Gallana accusa l’amministrazione di aver compiuto scelte poco lungimiranti e chiede un intervento correttivo:
“Siamo di fronte a decisioni che non
tengono conto delle reali necessità della comunità. Il Palazzetto dello Sport avrebbe potuto diventare un vero centro polifunzionale, un luogo dove i giovani potessero esprimere la
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propria creatività e socializzare, contribuendo così alla crescita culturale della nostra città. Palazzo Contarini, invece, sarebbe potuto diventare un modello di inclusione a livello nazionale, offrendo un luogo accogliente e dedicato alle persone con disabilità”.
La consigliera conclude lanciando un appello all’amministrazione: “È indispensabile garantire che i fondi europei siano utilizzati in modo trasparente e responsabile, rispondendo alle reali necessità del territorio e migliorando concretamente la vita dei cittadini. Lavoriamo insieme per il bene della comunità”.
Donne coraggiose e bambini ebrei salvati a Este
“Il medico ungherese. Bambini ebrei salvati e donne coraggiose a Este” è il titolo del libro che Beatrice Andreose, giornalista e storica, ha dedicato alle storie legate alla persecuzione degli ebrei avvenuta nella sua città. Con una prefazione di Giorgio Romanin Jacur, vicepresidente del Museo della Padova Ebraica, il volume vuole dare risalto alle vite salvate: “Quando si narra di guerra, spesso gli storici scrivono delle perdite in combattimento. La storia che vado a raccontare testimonia come il sangue possa essere risparmiato
Anche su Palazzo Contarini, con il suo parco annesso in Viale Fiume, la consigliera non nasconde la delusione. Sotto la sua amministrazione, l’edificio era stato destinato a un progetto di inclusione sociale: “Doveva rispondere alle esigenze della vicina Fondazione Irea, che accoglie persone con disabilità. La nostra idea era di farne un modello di inclusione sociale. Invece, è stato trasformato in una pinacoteca: un progetto meritevole, certo, ma che non risponde alle necessità più urgenti del territorio e che creerà problemi di gestione,
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attivate per salvare delle vite, anche a costo di sacrificare la propria - spiega Andreose -. Mostra che ciascuno di noi ha il potere di contenere e contrastare la violenza in tutte le sue forme, assumendosi la responsabilità di proteggere le vite di chi viene perseguitato. Opporsi alla logica dell’amico/ nemico e all’annientamento dell’avversario è essenziale: questa logica è infatti alla base delle società patriarcali e autoritarie, e, di conseguenza, delle ingiustizie e delle guerre”.
Un libro che racconta la solidarietà nata tra donne di generazioni diverse, appartenenti alla media borghesia atestina, nei confronti di una famiglia e, soprattutto, di due bambini: “Il frutto della mia ricerca è un racconto intenso, come i fatti e il periodo storico a cui si riferisce, diviso in due periodi: quello padovano, che va dall’arrivo del giovane Marcello Abrahamsohn a Padova, fino al 1943, e quello atestino, che si snoda tra il 1943 e il 1945” conclude la scrittrice. (g.z.)
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Roberta Gallana
Beatrice Andreose
Bilancio. In arrivo anche nuovi investimenti per lo sport, la cultura e il sociale
La città cresce: confermati i servizi e nuovi investimenti per il 2025
Il sindaco Pajola conferma i servizi ai cittadini e presenta i progetti futuri, nonostante la riduzione dei fondi da parte del Governo
E
ste diventa sempre più accogliente e ricca di servizi. Dalla rigenerazione urbana agli impegni per lo sport, per la cultura e il sociale: è stato approvato il nuovo Bilancio di Previsione, che non ha subito troppi contraccolpi nonostante la riduzione dei fondi da parte del Governo.
“Malgrado il taglio delle risorse ai Comuni e un aumento di alcuni costi strutturali dell’ente, grazie a investimenti e risparmi siamo riusciti a mantenere inalterate le risorse per i servizi erogati e a non aumentare imposte e tributi” spiega il sindaco Matteo Pajola, sottolineando come, anche per il 2025, restino confermati i sei capisaldi voluti dalla sua amministrazione.
Si tratta del bonus bebé, del kit scuola, dei bonus per i nuovi resi-
denti e per l’ambiente (per l’acquisto di mezzi ecologici), delle riduzioni sulla tassa sui rifiuti e del bilancio partecipato. “Pur considerando la difficoltà di reperire risorse, questo per la città sarà un anno unico - continua il primo cittadino -. Il 2024 si è concluso con lavori importanti per lo sport, come la nuova pista di atletica e il campo da calcio in sintetico. C’è stato un grande impegno anche per l’istruzione, con la creazione di due sale polivalenti a Deserto e nell’asilo nido Arcobalena, che ha visto anche l’aggiunta di 30 nuovi posti. Non dimentichiamo, inoltre, i nuovi spogliatoi della piscina e le opere di efficientamento energetico realizzate nelle scuole cittadine e negli edifici pubblici - prosegue Pajola -. Questi interventi strategici stanno dando i loro frutti, permet-
Cambio al vertice della Giunta Comunale
A partire dal 3 febbraio, un importante avvicendamento ha avuto luogo all’interno della Giunta Comunale di Este. Loris Pietro Ramazzina, assessore alla Transizione Ecologica e alle Pari Opportunità, ha rassegnato le sue dimissioni per motivi personali. Al suo posto, entra in carica la professoressa Beatrice Andreose, figura ben nota alla comunità estense per il suo impegno professionale e civico. La sua nomina segna la continuità dei progetti in corso, garantendo stabilità e operatività nell’ambito delle politiche ambientali e sociali del Comune. Il Sindaco Matteo Pajola ha voluto esprimere un sincero ringraziamento a Ramazzina, sottolineando come il lavoro svolto in oltre due anni sia stato fondamentale per la crescita della città: “Questo passaggio di consegne avviene in piena continuità e condivisione - ha dichiarato Pajola -. Sono certo che Andreose proseguirà il percorso intrapreso, man-
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tendoci di ridurre i costi energetici. Senza tali risparmi, non avremmo potuto compensare le minori entrate destinate agli enti locali”. Nei prossimi mesi inizierà inoltre il cantiere per il completamento della ciclovia di Rivadolmo di Baone, per poi permettere all’amministrazione di concentrarsi su altre opere del Pnrr, tra cui il rifacimento dell’ex Palazzetto dello Sport, di Palazzo Contarini e dell’ex deposito delle corriere, oltre alla realizzazione della club house per il terzo tempo delle squadre di rugby. Un altro punto di forza della cittadina murata è rappresentato dalle manifestazioni consolidate, come Este in Fiore, Este Music Festival e accanto a queste ci sono gli eventi organizzati dalle associazioni locali: “Sosteniamo la vita culturale e sociale della città in tutte le sue forme. Inoltre, ci saranno alcune novità che metteremo in campo tra la primavera e l’estate” conclude il sindaco Pajola. Giada Zandonà
tenendo l’approccio di dialogo e collaborazione che ha contraddistinto il nostro operato con i cittadini e le associazioni”.
Beatrice Andreose, che già ha ricoperto in passato la carica di assessore all’Ambiente dal 2009 al 2011, si troverà ad affrontare i temi cruciali della Transizione Ecologica e delle Pari Opportunità, deleghe che vengono lasciate dall’ormai ex assessore Ramazzina.
“Mi metto a disposizione della città, portando con me l’esperienza amministrativa e professionale maturata in questi anni - ha affermato il nuovo assessore -. Spero di essere all’altezza dei compiti e delle aspettative. Ringrazio Loris Ramazzina per il suo prezioso lavoro e per aver contribuito a costruire una solida base su cui continueremo a lavorare insieme come squadra”.
Anna Bergantin
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le interviste ai sindaci del Veneto
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Il sindaco Matteo Pajola e il nuovo assessore Beatrice Andreose
Il sindaco Matteo Pajola
L’ex Palazzetto rinasce come centro culturale
Dopo anni di abbandono, l’ex palazzetto diventerà un centro multiculturale, con aule studio, un anfiteatro sociale e spazi tecnici. L’intervento, finanziato con fondi europei, si concluderà entro il 2026, creando un nuovo cuore pulsante per la cultura cittadina
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’ex palazzetto dello sport di Este si prepara a una nuova vita. Dopo anni di inutilizzo e degrado, l’edificio si trasformerà in un centro multiculturale, contribuendo a rendere via Zanchi la strada della cultura. L’obiettivo è restituire alla città un punto di riferimento per teatro, arti e attività multidisciplinari, creando un nuovo spazio di aggregazione. L’intervento si inserisce in un’area già strategica per la cultura estense: a pochi passi si trovano il teatro Farinelli, la biblioteca comunale e il Duomo di Santa Tecla con la Pala di Giambattista Tiepolo. Il progetto non prevede la costruzione di un secondo teatro, ma la creazione di una piazza-teatro con tre spazi distinti, ispirati alla struttura tripartita originaria dell’edificio.
La prima zona, all’ingresso, sarà adibita ad aule studio e luogo d’incontro, per studenti e cittadini. La seconda sarà un anfiteatro sociale, con gradinate che potranno ospitare spettacoli, incontri e convegni. Questo spazio avrà una particolarità: una copertura in vetro. La terza zona sarà invece dedicata ai locali tecnici. I lavori, che dovranno concludersi entro il 2026, stanno procedendo a ritmo serrato. In queste settimane si sta portando avanti la demolizione dei 9mila metri cubi dello stabile, di cui rimarrà intatta solo la facciata
originale, vincolata dalla Soprintendenza come elemento storico di pregio. Si tratta di un intervento ambizioso, dal valore di 5 milioni di euro, finanziato grazie a un fondo europeo per la rigenerazione urbana e a un fondo ministeriale. Dopo anni di gloria, lo stabile era abbandonato dagli anni ’90. Ma la sua storia parte da lontano e affonda le radici nel 1724, anno della prima costruzione dell’edificio come teatro ma poi un incendio lo distrusse nel 1824. Ci vollero dieci anni per rimetterlo in funzione come Teatro Sociale, ma poi arrivò la guerra e lo stabile cadde in disuso. Alla fine degli anni ’60, venne destinato a un nuovo uso come palazzetto dello sport, ospitando momenti sportivi gloriosi e par-
tecipati. Fino agli anni ’90, molti atleti lo hanno utilizzato, ma poi, a causa delle norme di sicurezza, gli sportivi atestini hanno dovuto cercare una nuova palestra. “Vogliamo creare una piazza culturale, un luogo di incontro che diventi l’agorà della vita culturale atestina - spiega il sindaco Matteo Pajola - questo è uno spazio a cui la comunità è profondamente legata e il suo recupero farà di via Zanchi il nuovo cuore pulsante della cultura cittadina. I tempi sono stretti, ma le ditte incaricate stanno lavorando a pieno ritmo, con interventi mirati per non creare disagi alla viabilità e ai residenti” conclude il primo cittadino.
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Un viaggio nell’arte di uno dei maestri della Bassa Padovana
Lo scorso gennaio, le opere del maestro Antonio Sommacampagna sono state esposte negli spazi dell’ex chiesetta dell’Annunziata “Turi Fedele”. La mostra, organizzata dall’associazione La Medusa, ha rappresentato un tributo emozionante all’artista, scomparso dieci anni fa, ed è stata un grande successo, attirando numerosi visitatori e appassionati d’arte.
L’evento ha avuto lo scopo di valorizzare l’importante donazione di opere fatta al Comune dal celebre pittore atestino, considerato uno dei più significativi artisti della Bassa Padovana e dell’intero Veneto. Il pubblico ha potuto immergersi nella sua arte grazie a trenta opere, tra dipinti, disegni e bozzetti, che hanno raccontato il percorso artistico e personale di
Sommacampagna.
“Dipingere è entrare nel bianco della tela, segnare la prima linea, proporre la prima macchia e trovare di conseguenza le altre linee e le altre macchie che ti obbligano
a rispondere senza pietà”, diceva Sommacampagna, noto anche per il suo approccio intellettuale alla pittura. La mostra ha offerto ai visitatori un viaggio introspettivo, svelando la straordinaria forza espressiva dell’artista e la sua visione unica del mondo. L’inaugurazione ufficiale, tenutasi sabato 7 gennaio, ha visto una grande partecipazione, confermando l’affetto e la stima che la comunità di Este e il panorama culturale veneto nutrono per il maestro. Antonio Sommacampagna, con il suo impegno artistico e intellettuale, resta una figura di riferimento nel panorama artistico contemporaneo, e questa esposizione è stata un’occasione preziosa per celebrarne il ricordo e l’eredità. (g.z.)
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L’intervista. Il vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga Veneta sull’autonomia
e la sfida delle elezioni
Alberto Stefani: “Il futuro del Veneto appartiene senza dubbio alla Lega”
Autonomia differenziata, elezioni regionali e il futuro della Lega sono stati i temi al centro dell’intervista al vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga Veneta Alberto Stefani ai microfoni di Radio Veneto24.
Ottime notizie per la Lega. La Consulta ha recentemente escluso la possibilità di referendum abrogativo per l’autonomia. Ora, quali sono i prossimi passi?
Sì. Un grande risultato quello dell’esclusione di questo referendum abrogativo, perché ci permetterà di accelerare i tempi. In caso contrario avremmo dovuto affrontare una campagna referendaria non semplice, tra l’altro, in tutta Italia. In questo caso, invece, potremmo già procedere nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, con la continuazione del tavolo per le materie, non LEP, quindi non attinenti ai livelli essenziali delle prestazioni. Per passare successivamente alle materie LEP. Tra i due percorsi c’è la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni tramite un atto parlamentare che avverrà nei prossimi mesi.
Tra l’altro, il Veneto è stata l’unica regione a costituirsi contro il referendum?
Assolutamente sì. Il Veneto è stata l’unica regione. Ne siamo assolutamente orgogliosi. Credo che
questo sia anche un segnale molto importante che dimostra chi l’autonomia l’ha sempre difesa e chi sempre la difenderà. D’altra parte, questo percorso di autonomia vede nel Veneto la regione apripista, la regione che ha prima di tutte le altre scelto di confrontarsi con i propri cittadini e di avere un mandato popolare per la devoluzione di nuove forme e condizioni di autonomia.
Clima all’interno del partito. Ultimamente si è parlato di malumori. Ora, qual è la situazione?
Direi che negli ultimi giorni ci si è ricompattati in maniera molto forte attorno a questa scelta di chiedere la guida della coalizione per le elezioni regionali. Tra l’altro, abbiamo aperto oltre 300 gazebo in tutto il Veneto. Stiamo chiedendo ai veneti – l’abbiamo chiamato ‘Veneto ai veneti’- quali sono le aspirazioni per le elezioni regionali e soprattutto di darci un mandato per la linea che abbiamo stabilito in queste settimane, cioè quella identitaria legata alla necessità che questo partito, che conta 159 sindaci, 1200 amministratori, oltre 300 sezioni, abbia la possibilità di guidare questo territorio. Questo perché la Lega conosce questo territorio, le sue aspirazioni, la storia e la gente ha dimostrato anche alle ultime elezioni comunali di fidarsi
di questo partito. Anche elettori di centrosinistra votano Lega a livello territoriale, forse un motivo ci sarà.
Tensioni all’interno del centro destra. Mi riferisco ad esempio alla polemica Conte-Nordio. Possiamo dire che anche Fratelli d’Italia sta mettendo le carte sul tavolo in vista delle prossime regionali.
Noi rispondiamo senza alcun tipo di astio e senza alcun tipo di
Fratelli d’Italia e Forza Italia tirano dritto sul terzo mandato
Le recenti prese di posizione sul terzo mandato hanno infiammato il confronto all’interno del centrodestra veneto e c’è da scommettere che il clima resterà teso ancora per un po’. Fratelli d’Italia non ha intenzione di fare passi indietro anche se lancia segnali alla Lega e a Forza Italia per un candidato unico, tanto che in queste settimane sono emersi diversi scenari, fra i quali anche la possibilità di sostenere un candidato leghista ma senza la lista Zaia in corsa. La strada comunque è tutta in salita perché il terzo mandato continua ad essere il punto più controverso. Il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, coordinatore regionale in Veneto, ha messo punto fermo: “La norma che disciplina il terzo mandato esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici. Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti. Riguardo la scelta del futuro candidato
problema personale nei confronti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Crediamo che in una coalizione si giochi in squadra e si giochi compatti. È ovvio che un partito come il nostro, che ha una classe dirigente di amministratori di questo tipo – 159 sindaci, 1200 amministratori – debba avere voce in capitolo. Questo perché fa parte della storia di questo territorio. La nostra classe dirigente non è nata in un anno o due, si è affinata nel
alle elezioni regionali del Veneto, aggiunge, siamo sicuri che il centrodestra si farà trovare pronto all’appuntamento scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti, tenendo anche conto del consenso che le diverse forze politiche raccolgono tra i cittadini”.
In casa Forza Italia Flavio Tosi è ancora più drastico: “Il terzo mandato è morto e sepolto. Due partiti su tre della maggioranza non lo vogliono. Idem buona parte dell’opposizione. La Consulta ha già detto che il limite è legittimo per i sindaci, e quindi potrebbe dirlo anche per i governatori». Per l’ex sindaco di Verona la candidatura di Zaia non avrebbe alcuna chance e ritiene che nelle prossime settimane si arriverà ad un accordo. Un ruolo chiave, ovviamente, lo giocheranno i vertici nazionali.
corso di trent’anni e ha un percorso politico-amministrativo che è intimamente legato alla storia di questa terra. Non possiamo pensare che tutto questo possa essere gettato via con un colpo di spugna dopo 15 anni di gestione del presidente Zaia, che a detta anche degli ultimi sondaggi, continua ad essere il governatore più amato del nostro paese. Quindi credo che questi siano dati inequivocabili. Restiamo per un attimo sul presidente Zaia. Se effettivamente non potesse ricandidarsi, quale sarebbe la vostra mossa? Sicuramente sarà un candidato della Lega. E se così non fosse, il direttivo della Lega deciderà chi sarà il candidato presidente. Io, tra l’altro, sono il primo firmatario della proposta di legge sul terzo mandato di Luca Zaia, quindi spero che ovviamente continui ad esserci la nostra prima scelta, che è lui, e non può che essere lui. Insomma, in ogni caso la Lega ha una classe dirigente così forte da poter esprimere non solo più presidenti, ma anche molti più componenti della squadra, capaci di dare futuro a questa terra. C’è bisogno non solo di un rinnovamento, ma soprattutto di qualità, e qualità in campo all’interno del nostro partito ce n’è tanta e dobbiamo assolutamente metterla a sistema.
Alberto Stefani a radio Veneto24
Luca De Carlo Flavio Tosi
Il confronto. Per il Partito
Autonomia, l’apertura di Zaia: “E’ tempo di lasciare da parte le contrapposizioni”
D
opo il no della Corte Costituzionale al referendum abrogativo sulla legge sull’autonomia differenziata Luca Zaia apre al confronto per arrivare a dare concretezza alla riforma. “È giunto il momento di avviare un dialogo costruttivo, - ha detto il presidente del Veneto - ora ci aspettiamo che il pronunciamento della Corte apra la strada per superare la contrapposizione e lavorare insieme per una riforma che vada incontro a tutti”. Altro motivo di soddisfazione è il fatto che la Consulta ha riconosciuto elementi validi nella memoria presentata dalla Regione. “Le recenti sentenze sull’autonomia - ha aggiunto Zaia - confermano l’autorevolezza della Consulta, e ora dobbiamo partire
da questa imparzialità per realizzare l’autonomia in modo che rispetti la Costituzione, Il Veneto è pronto a fare da punto di riferimento per un Paese che, attraverso l’autonomia, potrà rafforzare anche il proprio senso di unità”.
Ben diversa la posizione del Partito Democratico, per il quale il progetto dell’autonomia è destinato a naufragare. “Il pronunciamento della Consulta, - ricorda Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale - è in linea con la sentenza dello scorso dicembre che ha smontato la legge stessa sull’autonomia differenziata, dando precise indicazioni per una sua riscrittura. Un tentativo di riforma che dunque era già stato demolito e
Il senatore Antonio De Poli: “Basta
Dal Veneto a Roma, il dibattito sull’autonomia continua a tenere banco e a suscitare reazioni contrastanti. In Senato è stata discussa la mozione presentata dalle opposizioni per fermare la riforma dell’autonomia differenziata. Netta la posizione dell’assessore Udc Antonio De Poli, intervenuto per esprimere la posizione contraria del gruppo Civici d’Italia- Udc – Coraggio Italia – Maie- Centro popolare. “Il centrosinistra, che ha visto fallire la sua richiesta di referendum abrogativo sull’autonomia, continua a strumentalizzare il dibattito senza capire che questo ostruzionismo strisciante non avrà alcun effetto. Si apra
che ora viene definitivamente archiviato.
Per decenni, Zaia e la Lega ci hanno parlato di un’autonomia che nei fatti si è tradotta in un progetto irrealizzabile, - aggiunge
con l’ostruzionismo”
piuttosto una discussione seria e responsabile in Parlamento per proseguire e attuare la volontà di milioni di cittadini”, ha evidenziato ancora De Poli secondo cui “la sentenza della Corte Costituzionale ha sancito che la legge sull’Autonomia differenziata non viola la Costituzione e deve andare avanti, con le opportune modifiche che il Parlamento dovrà apportare. Non è stata messo in discussione l’impianto della legge e per questo non vi è alcuna ragione per fermare i tavoli con le Regioni che stanno chiedendo legittimamente maggiori poteri su alcune materie”.
l’esponente dem - contrario alla Costituzione, profondamente divisivo. Sostanzialmente una bandierina priva di concretezza. Per anni abbiamo invitato Zaia a sedersi attorno a un tavolo e costruire una proposta che fosse realmente alla nostra portata e che potesse essere per il Veneto un avanzamento reale. Ora è il tempo di aprire una fase nuova, nella quale le illusioni leghiste devono lasciare spazio a un cambiamento serio, come quello che il Partito Democratico intende mettere in campo. È necessario scrivere una nuova pagina del regionalismo e del rapporto fra lo Stato e le Regioni a Statuto ordinario. Diversamente, si continuerebbe a sbattere contro il muro”.
Elisa Venturini: “Esito prevedibile, ora avanti con decisione”
“Ora il percorso sull’autonomia può riprendere”, è il commento di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale. “Non sono affatto sorpresa dalla decisione della Consulta - afferma - anzi sinceramente sarei stata stupita di un esito contrario visto che il principio dell’autonomia differenziata è scritto direttamente nella Costituzione. Al di là dei tecnicismi e
dei passaggi parlamentari che serviranno a dare corpo alla legge, si dice chiaramente che l’autonomia, e in particolare l’autonomia differenziata, è uno dei principi inseriti in Costituzione”. Venturini ricorda poi che “Forza Italia è l’unico gruppo in consiglio regionale ad avere la parola ‘autonomia’ nel nome e questo proprio perché noi abbiamo sempre spinto in questa direzione, credia-
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mo che avvicinare il centro decisionale ai cittadini porti con sé molti vantaggi e continueremo a lavorare per arrivare a questo traguardo. E’ stata Forza Italia a presentare la legge che ha permesso lo svolgimento del referendum del 2017 nel quale i Veneti hanno fatto capire chiaramente la loro volontà: ora che anche la questione referendum si è risolta, il percorso può proseguire”.
Luca Zaia Vanessa Camani
Elisa Venturini
Antonio De Poli
Il caso. Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna chiedono di entrare nella gestione di impianti e reti di distribuzione
Autonomia energetica, partita a scacchi: quattro Regioni in pressing sul Ministero
S i preannuncia come una partita a scacchi quella che Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna si apprestano a giocare con il Governo per la gestione degli impianti idroelettrici e delle reti di distribuzione dell’energia.
Rete e impianti, infatti, sono di proprietà statale e oggi vengono gestiti da Enel; nel 2029 e nel 2030 si sarebbero dovute tenere le gare per rinnovare o assegnare ad altro soggetto le concessioni. Il condizionale è d’obbligo poiché nell’ultima Legge Finanziaria è stata inserita una norma che prevede la proroga ventennale, quindi senza bisogno di gare, alla stessa Enel.
Il Presidente di AGSM – AIM, Federico Testa, ha fatto, però, suonare la sveglia. La multiutility di riferimento dei territori di Vicenza e Verona sta redigendo, infatti, un piano industriale che le consenta di partecipare alle gare e ha chiesto alla politica, in modo trasversale, di “pressare” il Go-
verno e il Ministero competente affinché faccia marcia indietro rispetto alla proroga ipotizzata in finanziaria.
I benefici per il territorio nel caso in cui le concessioni rimanessero in loco sarebbero evidenti: da una concreta sforbiciata delle bollette per famiglie e aziende sino a investimenti importanti per l’ammodernamento degli impianti e dividendi utili per gli Enti di riferimento.
In una fase di crisi economica come è quella che anche il Veneto sta vivendo e con l’aumento esponenziale dei costi energetici che tanti problemi sta causando a cittadini e sistema produttivo, questa “autonomia” sarebbe una significativa boccata d’ossigeno.
L’appello del presidente Testa, peraltro, non è caduto nel vuoto: le quattro regioni, pur in modo diverso, si sono immediatamente attivate e anche dal punto di vista industriale altre aziende, tra le quali AscoPiave, hanno dichiarato la propria volontà ad essere
della partita.
Non si è ancora espressa apertamente Hera, il colosso Emiliano che vende l’energia anche a Padova, ma le parole di alcuni esponenti di quella regione e del Sindaco di Padova, Sergio Giordani, lasciano immaginare che, al netto delle prese di posizione pubbliche, l’interesse ci sia e i manager siano alacremente al lavoro.
Ora la palla passa al Ministero che ha una manciata di mesi per redigere una sorta di “regolamento – disciplinare” che giustifichi la scelta del Governo di procedere alla proroga ventennale a Enel. Il documento, nel quale dovranno trovare spazio per esempio quali impegni assume il player indicato per il territorio e nella politica dei prezzi, sarà poi portato in Conferenza Stato – Regioni.
Sarà quella la sede ella quale i Presidenti di Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia dovranno farsi valere e
avranno la possibilità di presentare i progetti alternativi redatti dalle proprie aziende locali in modo da convincere il Governo a fare marcia indietro e a indire le gare.
Quali sono gli scenari, dunque, che si potrebbero avverare?
Il primo, quello che tutti si augurano sia il più remoto, è che la trattativa in sede di Conferenza Stato – Regioni fallisca e si proceda alla proroga ventennale a Enel.
Il secondo è che si proceda a una proroga parziale: nelle regioni, come appunto il Veneto, nel quale esistono soggetti interessati a partecipare al bando per la gestione, si vada a gara, mentre nelle altre si affidi a Enel. Il terzo è che su tutto il territorio nazionale si proceda all’assegnazione attraverso specifiche gare territoriali alle quale, ovviamente, parteciperà anche Enel. (r. v.)
Il tempo scorre e, con ogni probabilità, entro l’estate, forse addirittura prima, sapremo come
andrà a finire la battaglia per l’autonomia energetica. Ora tocca alla politica e alle imprese portare i giusti argomenti all’attenzione del Governo. Ne andrebbe del benessere di intere regioni, di milioni di famiglie e, purtroppo in molti in casi, della sopravvivenza stessa di una moltitudine di piccole e medie imprese.
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World Health Forum Veneto 2025: a Padova
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n elemento chiave dell’edizione 2025 sarà la collaborazione con il lienza (PNRR), che vede l’Università di Padova tra i centri di riferimento
rapia con RNA, nei virus oncolitici e nelle biotecnologie applicate alla
L ’edizione 2025 sarà organizzata sotto la regia della Regione Veneto, in collaborazione con il Comune di Padova, l’Università degli Studi di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il VIMM, Venice Promex, la Fondazione Cariparo, Motore Sanità e Veneto Innovazione. La gestione sarà affidata a una Cabina di Regia composta dai principali enti promotori, supportata da un Comitato Scientifico internazionale presieduto dal Prof. Giorgio Palù.
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La volontà di consolidare l’esperienza del 2024 emerge anche dalla creazione di un protocollo specifico per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni coinvolte.
“Uniamo le forze per mettere ancora una volta Padova al centro del mondo dell’innovazione in sanità”, ha affermato Zaia, ribadendo l’impegno della Regione nel fare del World Health Forum un appuntamento imprescindibile per la comunità scientifica internazionale.
venti, dibattiti e presentazioni di alto livello, il World Health Forum Veneto 2025 si preannuncia come un’occasione imperdibile per tutti coloro che operano nel settore della sanità e della ricerca. L’evento si conferma come un laboratorio di idee, una piattaforma di networking e un catalizzatore per l’innovazione.
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L’appuntamento è quindi fissato per il 13-15 marzo 2025 a Padova, per una nuova edizione che punta a superare i già straordinari risultati raggiunti nel 2024 e a rafforzare il ruolo del Veneto come polo d’eccellenza nel panorama della salute globale.
13-15 Marzo 2025
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Le sentenze. Anche un gesto repentino può essere violenza sessuale
Tutti i rischi penali del “bacio rubato”, il rispetto deve venire prima di tutto
Nella celebre commedia-tragedia di Edmond Rostand “Cyrano de Bergerac”, sostituendosi all’impacciato Cristiano, il protagonista rivolge a Rossana le celebri parole: “Cos’è un bacio? Un apostrofo rosa tra le parole T’amo”; ma se è “un bacio rubato”si rischia una condanna penale per violenza sessuale, reato che non riguarda solo l’atto sessuale cosiddetto completo. Invero l’art.609 bis del codice penale stabilisce: “Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni”, con la precisazione “Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”.
Per quanto riguarda il bacio nelle sentenze della Cassazione vi è una specificazione delle tipologie e modalità di baci, operandosi, innanzitutto, una netta distinzione tra baci sulla bocca e sulle guance o sul collo. Per quanto riguarda la prima categoria la Suprema Corte ha più volte affermato che “non soltanto il bacio profondo, o alla francese, col contatto delle lingue, ma anche il bacio limitato al semplice contatto delle labbra, configura un atto sessuale idoneo a invadere la sfera intima del soggetto passivo. Quanto alla asserita natura repentina del gesto, la sua presenza, anziché escludere il fatto, lo conferma; la giurisprudenza della Corte è granitica nell’affer-
mare che “è sufficiente che l’azione si compia in modo insidiosamente rapido, tanto da superare la volontà contraria del soggetto passivo” (così testualmente Cassazione penale 6/7/2023 n.33607).
In merito al bacio sulla guancia o sul collo la Cassazione opera una distinzione: “In tema di reati sessuali, il bacio sulla guancia, in quanto non direttamente indirizzato a zone chiaramente definibili come erogene, configura violenza sessuale, nella forma consumata e non tentata, allorquando, in base a una valutazione complessiva della condotta che tenga conto del contesto ambientale e sociale in cui l’azione è stata realizzata, del rapporto intercorrente tra i soggetti coinvolti e di ogni atto fattuale qualificante, possa ritenersi che abbia inciso sulla libertà sessuale della vittima” (così: Cassazione penale 2/12/2020 n.6158).
Ad esempio un bacio, anche se repentino sulle due guance a’ mo di saluto, senza intenti sessuali non si ritiene integri reato. Un bacio sulla bocca tra due uomini può esulare dall’ambito sessuale, peraltro varie sentenze l’hanno considerato elemento di prova dell’appartenenza alle consorterie mafiose tradizionali.
I Giudici di merito sono orientati “nell’allargare” le zone del corpo che possono essere oggetto di violenza sessuale. Ad esempio il
Tribunale di Trieste con sentenza 17/6/2024 ha affermato: “In tema di violenza sessuale, anche a voler valutare se il collo rappresenti di per sé zona chiaramente esogena- tenuto conto dei rapporti pressoché nulli esistenti con la vittima nonché di come quest’ultima abbia percepito e vissuto il gesto, che ha affermato chiaramente di non averlo assolutamente gradito, di essere rimasta incredula e sbigottita per quell’inaspettata incidenza sulla sua libertà sessuale- un bacio sul collo costituisce un abuso sessuale vero e proprio consumato”. Anche un atteggiamento gentile e galante poco prima del bacio non esenta da responsabilità penale; ad esempio la Corte di Cassazione con sentenza 2/12/2020 n.6158 ha ritenuto che configuri il reato di violenza sessuale un bacio non gradito, preceduto da una serie di complimenti e apprezzamenti sulla bellezza della “vittima”.
Segnalo infine una sentenza della Cassazione (n.33955 del 9/6/2022) particolarmente rigorosa che mi suscita qualche perplessità, secondo cui: “Prendere per mano la vittima e chiederle un bacio, esula dal mero corteggiamento, risultando idoneo a invadere la sfera intima, in quanto connotato da finalità libidinose, il che esclude di qualificare i fatti come semplici molestie”: quindi in questo caso verrebbe commesso il reato di tentativo di violenza sessuale.
L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.
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Stellantis è stato protagonista con 53 modelli esposti, tra cui spiccano la nuova DS N°8, la Fiat Grande Panda e l’Alfa Romeo Junior Q4
Dal 10 al 19 gennaio 2025, il Brussels Expo ha accolto la 101ª edizione del Salone dell’Auto di Bruxelles, uno degli appuntamenti più importanti per l’industria automobilistica europea. Dopo la cancellazione del Salone di Ginevra, l’evento belga ha acquisito ulteriore centralità, diventando una vetrina privilegiata per le novità del settore e le innovazioni tecnologiche.
Tra i protagonisti della manifestazione, il gruppo Stellantis ha brillato con ben 53 modelli presentati sotto i suoi numerosi marchi: Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Opel, Peugeot e Leapmotor. Quest’ultimo ha debuttato in Europa, mostrando la city car elettrica T03 e il SUV elettrico C10, che offrono rispettivamente autonomie di 255 e 420 km.
Abarth: performance elettrica con la 600e Scorpionissima Abarth ha presentato la 600e Scorpionissima Limited Edition, la vettura più potente mai realizzata dal marchio, con un motore
Le novità e i brand protagonisti al Salone dell’Auto di Bruxelles 2025
elettrico da 280 CV capace di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,85 secondi e un’autonomia fino a 334 km nel ciclo combinato WLTP. Accanto a questa, è stata esposta l’Abarth 500e, una city car sportiva con motore da 155 CV e batteria da 42 kWh.
Alfa Romeo: debutto della serie speciale
Intensa e della Junior Q4
Alfa Romeo ha svelato in anteprima mondiale la serie speciale Intensa, disponibile su tutta la gamma, che esalta l’identità del marchio con dettagli esclusivi e tecnologie avanzate. Ha inoltre presentato la Junior Q4 nella versione ibrida, simbolo della sportività urbana del brand. Tra le vetture esposte spicca anche la 33 Stradale, capolavoro di design e ingegneria che unisce tradizione e innovazione.
Citroën: innovazione e comfort con la nuova C3 Citroën ha introdotto la nuova C3, disponibile anche in versione elettrica, progettata per offrire comfort e accessibilità. Il SUV compatto C3 Aircross, capace di ospitare fino a sette persone, e la nuova C4 con soluzioni avanzate arricchiscono l’offerta del marchio. Il concept C5 Aircross, invece, anticipa il futuro SUV di segmento C, mentre “The Holidays” propone un veicolo per il tempo libero con fino a quattro posti letto e angolo cucina.
DS N°8 in anteprima mondiale
DS Automobiles ha presentato in anteprima mondiale la DS N°8, un SUV coupé 100% elettrico ispirato al concept DS Aero Sport Lounge. Con un’autonomia dichiarata di 750 km, una potenza massima di 350 CV e trazione integrale, la DS N°8 rappresenta il nuovo vertice del lusso elettrico del marchio francese. Il lancio in Europa è previsto per l’estate 2025.
Fiat: la 600 Ibrida e ritorno della Grande Panda
Fiat ha rispolverato un nome storico con la Grande Panda, disponibile in versione ibrida o elettrica. Questa compatta di meno di 4 metri offre 5 posti e un abitacolo spazioso. La Topolino, microcar elettrica con 75 km di autonomia, e la 600 Ibrida, con motore turbo benzina a 3 cilindri e sistema ibrido a 48V, completano l’offerta per la mobilità urbana. Inoltre, è stata esposta la 500e Giorgio Armani Collector’s Edition, simbolo del Made in Italy.
Jeep: evoluzione elettrica con l’Avenger e il Wrangler 4xe
Jeep ha presentato tre varianti dell’Avenger: Summit Full Electric, e-Hybrid e l’anteprima belga dell’Avenger 4xe The North Face Edition, pensata per gli amanti dell’avventura. Tra le edizioni speciali spiccano The North Star di Renegade e Compass, oltre alla Wrangler 4xe nella versione ibrida plug-in Rubicon.
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Kia: la EV3 tra le finaliste di Car of The Year 2025 Kia ha mostrato la EV3, una city car elettrica progettata per la praticità e dotata di tecnologie avanzate che la rendono ideale per gli spostamenti urbani. Questo modello si distingue per il design compatto e le soluzioni innovative. La Kia EV3 è stata anche selezionata tra le finaliste per il prestigioso premio Car of The Year 2025, un riconoscimento che ha contribuito a consolidare la sua visibilità durante il Salone. A vincere il titolo è stata la Renault 5 E-Tech, ma l’EV3 ha dimostrato di essere una forte concorrente nella categoria.
Hyundai: innovazione con la Inster e il lussuoso Ioniq 9 Hyundai ha portato a Bruxelles due modelli di grande interesse: la Inster e l’Ioniq 9. La Hyundai Inster è una city car elettrica compatta, lunga solo 3,82 metri, pensata per gli spostamenti urbani. Disponibile con due opzioni di potenza (97 CV e 115 CV) e batterie da 42 kWh o 49 kWh, è in grado di garantire un’autonomia fino a 350 km. Il design è moderno e agile, ideale per affrontare il traffico cittadino con efficienza.
Maxda: MX-30 R-EV e la sicurezza è garantita
La Mazda MX-30 R-EV è un SUV ibrido plug-in che combina un motore elettrico con un motore rotativo Wankel, offrendo una potenza totale di 170 CV e una coppia di 260 Nm. Presenta un design distintivo e una lunghezza di 439 cm, con spazio per cinque passeggeri e un bagagliaio che varia da 350 a 1.155 dm³. E’ dotata di tecnologie avanzate come il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco, il mantenimento della corsia e un impianto audio Bose con 12 altoparlanti. La sicurezza è garantita da sistemi come i-Activsense, che aiutano a prevenire incidenti.
Opel: nuove proposte elettrificate e restyling
Opel ha presentato la nuova Mokka, caratterizzata da un design “Bold and Pure” e tecnologie avanzate come l’infotainment con riconoscimento vocale. Saranno esposte anche la Grandland con illuminazione intelligente Lux HD, la nuova Frontera, la Corsa Hybrid a 48V, l’Astra Sports Tourer e il Vivaro Electric, ampliando l’offerta elettrificata del marchio.
Peugeot: gamma elettrica completa
Peugeot ha presentato la gamma elettrica più ampia tra i costruttori generalisti europei, con modelli come la E-208, E-2008 SUV, E-308 SW, E-3008 SUV di nuova generazione, E-5008 SUV a 7 posti e la E-408. Inoltre, ha introdotto innovazioni tecnologiche con l’integrazione dell’intelligenza artificiale a bordo.
Skoda: aggiornamenti per lo Enyaq
biettivo di rafforzare la posizione del modello nel mercato dei veicoli elettrici.
Toyota Urban Cruiser, nuovo SUV elettrico Toyota, che ha il suo quartier generale europeo proprio a Bruxelles, ha presentato il nuovo Urban Cruiser, un SUV compatto elettrico dalle dimensioni equilibrate: 4,285 mm di lunghezza, 1,800 mm di larghezza e 1,640 mm di altezza, con un passo di 2,700 mm che assicura un abitacolo spazioso e versatile. Il design è caratterizzato dal distintivo frontale “Hammerhead”, mentre la trazione integrale e sistemi come il Downhill Assist Control garantiscono prestazioni sicure anche su terreni difficili. Gli interni moderni includono tecnologie avanzate per la sicurezza e la connettività, rendendo l’Urban Cruiser una proposta interessante per la mobilità elettrica.
Le novità degli altri marchi
Presenti anche marchi come Alpine, Aston Martin, Audi, BMW, Bentley, Bugatti, BYD, Corvette, Cupra, Dacia, Ferrari, Ford, Honda, Hyundai, Kia, Lamborghini, Lexus, Mercedes, MG, Mini, Porsche, Renault, Skoda, Tesla, Toyota, Volkswagen e Volvo hanno animato il Salone con novità tecnologiche e modelli di punta.
Alpine ha presentato l’A290, una compatta elettrica sportiva, mentre Audi ha portato una serie di veicoli elettrici caratterizzati dal numero 6, tra cui una berlina, una station wagon e un SUV coupé. Tra le anteprime più attese, l’Audi RS6 Avant Performance. Sotto i riflettori si distingue anche un modello cinese: la BYD Atto 2, prevista sul mercato nei primi mesi del 2025 e prodotta direttamente in Europa, presso lo stabilimento in Ungheria. Bruxelles
L’Ioniq 9, invece, rappresenta il culmine della gamma Hyundai: un SUV di lusso lungo oltre 5 metri, progettato per ospitare fino a sette passeggeri. Con una batteria da 110,3 kWh, promette un’autonomia massima di 620 km nella versione meno potente. Questo modello è dotato di tecnologie all’avanguardia, offrendo comfort e innovazione per i clienti più esigenti.
Lancia: nuova Ypsilon
Lancia ha portato la nuova Ypsilon, disponibile sia in versione 100% elettrica con motore da 156 CV e batteria da 51 kWh, sia con un powertrain ibrido da 1,2 litri e 100 CV. La Ypsilon Rally4 HF segna invece il ritorno del marchio nel mondo dei rally, con una potenza di 212 CV.
Skoda ha presentato un restyling del suo SUV elettrico Enyaq, che si distingue per aggiornamenti estetici e tecnologici. Sebbene i dettagli specifici non siano stati rivelati, si attende un miglioramento dell’efficienza energetica e dell’esperienza di guida complessiva, con l’o-
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Emicrania cronica: un nuovo progetto per la presa in carico dei pazienti
Dott. Edoardo Mampreso, direttore del Centro Cefalee dell’Ospedale di Piove di Sacco: “L’emicrania è una malattia invalidante”
APadova e provincia sono circa 108.000 le persone che soffrono di emicrania, ovvero l’11% della popolazione. Per 27.000 di loro (3% dei residenti), la patologia è cronica, con almeno 15 episodi al mese. Il quadro regionale non è meno impattante: in Veneto i pazienti con emicrania sono circa 530.000, di cui 144.000 con forme croniche. Il profilo tipico è quello di una donna, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini, tra i 18 e i 45 anni, in piena attività lavorativa e sociale, con inevitabili limitazioni quotidiane. L’impatto socio-economico dell’emicrania è stato al centro del convegno “Cefalea cronica Regione Veneto”, in cui è stato presentato l’omonimo Progetto Regionale per la gestio-
ne della patologia. L’obiettivo è far emergere il sommerso e ottimizzare la presa in carico dei pazienti attraverso una rete organizzativa e formativa.
“L’emicrania è una malattia invalidante che colpisce principalmente persone in età lavorativa”, spiega il dott. Edoardo Mampreso, direttore del Centro Cefalee dell’Ospedale di Piove di Sacco e responsabile del progetto.
“Questo comporta un forte impatto sulla produttività, sulle relazioni sociali e sulla qualità della vita, con costi diretti e indiretti rilevanti. Tra le patologie croniche, è la prima causa di disabilità tra le donne sotto i 50 anni”.
Il riconoscimento ufficiale della Cefalea primaria cronica come patologia sociale, sanci-
to dalla Legge n. 81 del 2020, ha segnato un passo decisivo. Grazie a questa normativa, le Regioni hanno ricevuto fondi specifici per sperimentare nuovi metodi di presa in carico dei pazienti.
In Veneto, il Progetto Cefalea Cronica, approvato con DGR n. 1622 del 22 dicembre 2023, si sviluppa su più livelli: strutturazione organizzativa per facilitare l’accesso alle cure, campagne informative per aumentare la consapevolezza, percorsi di formazione per operatori sanitari, miglioramento dei percorsi assistenziali per una gestione più efficace dei pazienti
Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra specialisti, medici, farmacisti, infermieri e psicologi per discutere strategie concrete e innovative, con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone affette da emicrania cronica.
Il cielo sopra l’Euganea è… tre volte azzurro!
L’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco, gli Ospedali Riuniti Padova Sud Madre Teresa di Calcutta e il Presidio Ospedaliero di Camposampiero (che offre consulenze anche a Cittadella) hanno ottenuto il prestigioso Bollino Azzurro per l’eccellenza nella prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie uro-andrologiche, con particolare attenzione al tumore della prostata. Il riconoscimento, assegnato da Fondazione Onda ETS, premia 156 strutture sanitarie italiane che si distinguono per un approccio multidisciplinare al trattamento del tumore prostatico e delle complicanze post-chirurgiche. La certificazione tiene conto della presenza di percorsi diagnosticoterapeutici dedicati, servizi di supporto alla salute sessuale e riproduttiva maschile e iniziative di assistenza specializzata.
L’obiettivo del Bollino Azzurro è migliorare l’accessibilità ai servizi, potenziare l’offerta terapeutica e diagnostica, garantire una migliore qualità della vita ai pazienti e favorire una maggiore consapevolezza sulla patologia. L’iniziativa gode del patrocinio di numerose società scientifiche, tra cui AIOM, SIU, AURO, SIUrO e altre realtà di rilievo nel campo dell’oncologia e dell’urologia.
L’Ospedale di Piove di Sacco, come spiega il dott. Luca De Zorzi, direttore della UOC di Urologia, ha sviluppato un modello di gestione basato su un’équipe multidisciplinare che include urologi, oncologi, radiologi e fisiatri. “Questo riconoscimento premia anni di lavoro e organizzazione, con incontri settimanali del nostro Gruppo Oncologico Multidisciplinare per offrire le migliori soluzioni diagnostico-terapeutiche ai pazienti”, afferma De Zorzi.
Negli Ospedali Riuniti Padova Sud, il dott. Nicola Zanovello, direttore della UOC Urologia, sottolinea l’innovazione tecnologica adottata nel centro. “Utilizziamo la biopsia prostatica con tecnica Fusion, che permette diagnosi ultra precise e interventi chirurgici robotici per ridurre complicanze e favorire il recupero”. Il percorso riabilitativo include anche un supporto fisioterapico e andrologico dedicato.
Infine, all’Ospedale di Camposampiero, che collabora anche con Cittadella, il dott. Giuseppe Costa evidenzia l’importanza di un’assistenza mirata alla popolazione maschile: “La nostra priorità è garantire risposte qualificate ai bisogni di salute, con un approccio sempre più efficace e personalizzato”.
L’assegnazione del Bollino Azzurro agli ospedali della provincia di Padova conferma l’impegno delle strutture sanitarie locali nel garantire cure d’eccellenza per il tumore alla prostata. Grazie a percorsi sempre più innovativi e personalizzati, i pazienti possono contare su un’assistenza completa, dalla diagnosi alla riabilitazione, con l’obiettivo di migliorare concretamente la loro qualità di vita.
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Chirurgia senologica allo IOV: la tecnica endoscopica
che rivoluziona il trattamento del tumore al seno
All’Istituto Oncologico Veneto (IOV), il dottor Alberto Marchet, chirurgo senologo, ha eseguito nelle scorse settimane i primi tre interventi di mastectomia endoscopica per il tumore alla mammella. Questa innovativa metodica chirurgica ha come obiettivo principale l’eliminazione delle cicatrici, migliorando significativamente l’impatto estetico e post-operatorio per le pazienti.
La chirurgia senologica sta evolvendo verso tecniche sempre meno invasive, riducendo al minimo i segni lasciati dall’intervento. Il termine “scarless” (meno cicatrici), introdotto dagli specialisti anglosassoni, descrive l’obiettivo di tali approcci innovativi, che lo IOV sta implementando sia per interventi conservativi che demolitivi.
Oncologia. Numerosi i vantaggi, a partire dal minor rischio di sofferenza e dolore post operatorio Padova,
“La mastectomia endoscopica – spiega il dottor Marchet, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Senologica dell’IOV – consente di asportare la mammella risparmiando il complesso areola-capezzolo, utilizzando una tecnica simile alla laparoscopia. L’accesso avviene tramite un’incisione di 3-4 cm lateralmente al solco sottomammario. Dopo l’asportazione della mammella, attraverso la stessa incisione, viene posizionata una protesi definitiva anteriormente al muscolo pettorale”.
Questa tecnica innovativa offre numerosi vantaggi: a parità di radicalità oncologica, riduce il rischio di sofferenza del complesso areola-capezzolo e migliora il controllo del dolore post-operatorio. La selezione delle pazienti idonee all’intervento dipende da diversi fattori, tra cui le caratteristiche istologiche, la sede e le dimensioni del tumore, nonché il volume della mammella.
Ogni anno, la Chirurgia Senologica dello IOV-Irccs esegue oltre 1000 interventi per patologie benigne e maligne della mammella, a cui si aggiungono numerose procedure di chirurgia ricostruttiva. Le tecniche scarless vengono applicate anche nelle quadrantectomie, utilizzando lembi di parete toracica con procedure di chirurgia oncoplastica avanzata. Questa strategia consente, in casi selezionati, di evitare la mastectomia totale e garantire un eccellente risultato estetico, migliorando significativamente la qualità di vita delle pazienti.
“La promozione della chirurgia mini-invasiva è una delle priorità del no-
stro Istituto – commenta la Direttore Generale, dottoressa Maria Giuseppina Bonavina – e l’introduzione dell’approccio endoscopico nella chirurgia mammaria rappresenta un importante passo avanti. L’adozione della tecnica scarless non solo migliora il risultato estetico, ma garantisce anche maggiore sicurezza ed efficacia nelle procedure. Questa innovazione consente tempi di dimissione più rapidi, riduzione del dolore postoperatorio e, di conseguenza, un recupero più veloce delle pazienti”. Grazie alla stretta collaborazione tra le equipe di chirurgia senologica, chirurgia plastica, anestesia e infermieristica, lo IOV si conferma un punto di riferimento nell’adozione delle tecniche più avanzate per il trattamento del tumore al seno. Con l’implementazione della mastectomia endoscopica, l’Istituto continua a perseguire l’eccellenza nel settore oncologico, offrendo alle pazienti soluzioni sempre più efficaci e meno invasive.
Ha preso avvio in Azienda Ospedaliera un innovativo progetto triennale che punta a rivoluzionare il trattamento del diabete di tipo 1.
L’obiettivo è aprire una nuova strada per liberare i pazienti dalla dipendenza dall’insulina e dalla necessità di terapie immunosoppressive, migliorando significativamente la loro qualità di vita.
Il Centro regionale per la terapia cellulare del diabete, diretto dalla prof.ssa Lucrezia Furian, sta lavorando al trapianto di isole pancreatiche microincapsulate. Questa tecnologia innovativa permette di proteggere le cellule beta dal sistema immunitario del paziente senza la necessità di una terapia immunosoppressiva cro-
nica, aprendo nuove possibilità per il trapianto di isole pancreatiche. L’assenza di immunosoppressione rappresenta un passo avanti cruciale, poiché tali farmaci, seppur efficaci, possono causare effetti collaterali rilevanti e ridurre nel tempo l’efficacia del trattamento.
Grazie a questa tecnica avanzata, sarà possibile ridurre o persino eliminare precocemente la terapia immunosoppressiva nei pazienti diabetici di tipo 1. I benefici attesi sono molteplici: minori effetti collaterali, una maggiore sopravvivenza e funzionalità delle cellule trapiantate, oltre a un miglioramento complessivo della qualità della vita. Questo tipo di approccio potrebbe rappresentare una svolta nella gestione
della malattia, consentendo ai pazienti di vivere in modo più sereno e con minori limitazioni. Il progetto triennale ha richiesto un investimento complessivo di 1,4 milioni di euro, di cui 770 mila finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Questo importante sostegno economico conferma l’interesse verso la ricerca su nuove terapie per il diabete di tipo 1, una patologia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di studi sulla terapia cellulare e rappresenta un tassello fondamentale per il futuro delle cure personalizzate nel diabete. Redazione salute
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