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di Treviso

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Abolito in tutto il Veneto il ticket sanitario per le vittime di violenza: “E’ un atto di civiltà”

Con “La Piazza” dentro la notizia

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Stavolta parliamo un po’ di noi perché da questo mese “La Piazza” introduce una nuova sezione legata all’attualità locale. Si tratta di un approfondimento tematico che abbiamo chiamato “Dentro la Notizia” e che trovate nella prima parte del giornale. Ogni mese scegliamo un argomento specifico e lo decliniamo in chiave “local”, come è nel nostro Dna, attraverso la voce di chi vive, lavora e amministra sul territorio, con i pareri e le testimonianze di coloro che quotidianamente si trovano a confrontarsi con determinate realtà o possono esprimere un’opinione in merito, fornire una chiave di lettura, indicare una possibile direzione. Accanto alle notizie del vostro territorio da questo mese trovate pertanto un nuovo spazio di analisi e di riflessione. L’intento è quello, per l’appunto, di andare “dentro la notizia”, di focalizzare l’obiettivo su un particolare aspetto che investe nella quotidianità i nostri territori. Questo lo facciamo per tutte le 23 edizioni locali in cui è strutturato il nostro mensile: cinque città capoluogo venete e altri 18 territori nel cuore della nostra regione, raggiunti con oltre 500 mila copie distribuite gratuitamente ogni mese, come facciamo ininterrottamente da oltre trent’anni. Ma non finisce qui, perché “Dentro la Notizia” sarà presente anche con una sezione dedicata sul nostro sito www.lapiazzaweb.it e troverà uno spazio su Veneto24, la prima e unica radio di informazione del Veneto.

Dopo il no della Corte

Costituzionale Zaia apre al dialogo ma le opposizioni non vedono possibilità future

POVERTA’ ECONOMICA

MA ANCHE SOCIALE, DIFFICOLTÀ PER FAMIGLIE E PERSONE SOLE

A Treviso il Comune apre una comunità alloggio all’ex Macello, alla Casa della Carità di via Venier in centinaia per un letto, una doccia e un pasto caldo

IL SEGRETARIO STEFANI:

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Autonomia energetica, il pressing sul Ministero di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna

Salone dell’Auto 2025, a Bruxelles sfilano tutte le novità dei principali brand

SICUREZZA E DISAGIO GIOVANILE FUOCO AMICO SUL SINDACO CONTE

Il ministro Nordio: “I cittadini ormai hanno paura di uscire” e annuncia la proposta di usare le ex caserme per i minori

LA LEGA IN VENETO CONTINUERÀ A ESSERE PROTAGONISTA

Il vice segretario federale, ai microfoni di Radio Veneto24: “Sull’autonomia avanti tutta”

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AUn Veneto protagonista sulle scene olimpiche

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

bbiamo fortemente voluto le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 e, nel 2028, le Olimpiadi Giovanili, che riporteranno il mondo sulle nostre Dolomiti. Due eventi straordinari, frutto di un lavoro iniziato anni fa con la candidatura sostenuta dalla Regione Veneto, perché sapevamo che questa era un’occasione irripetibile per il nostro territorio.

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Un riconoscimento che deve essere motivo d’orgoglio per la cittadinanza

Non può che essere motivo di orgoglio che Treviso sia Città Verde d’Europa 2025, bisogna darne atto. Non era mai accaduto prima a un’italiana, ma la commissione europea ha riconosciuto l’impegno del capoluogo della Marca nella sostenibilità ambientale e nella transizione ecologica. Certo, non tutto è perfetto e non tutti sono d’accordo, tant’è che all’inaugurazione ufficiale dell’anno green – che si è tenuta domenica 2 gennaio dopo la cerimonia di Vilnius – c’è chi ha manifestato il proprio dissenso sulle politiche ambientali portate avanti in questi anni dal Comune, alzando la voce contro il sindaco Mario Conte durante il suo discorso tenuto in una piazza Rinaldi piena, allestita per l’occasione come un giardino urbano. Ci sta, siamo in democrazia. Ci sta, e lo ha fatto presente lo stesso primo cittadino: Treviso non è stata sicuramente insignita del prestigioso riconoscimento perché è la città meno inquinata in Europa, ma per i progetti già avviati e per quelli in cantiere con l’obiettivo di migliorare la salute del territorio e dei suoi abitanti. Una sorta di pacca sulla spalla per incoraggiarne il percorso, per dire va bene, siete sulla strada giusta, continuate così. Non bastassero i cinquemila alberi pianti negli ultimi anni e i diecimila cui si vuole arrivare entro la fine del mandato del sindaco; non bastassero i quaranta chilometri di rete fognaria (prima inesistente) realizzati finora; non bastasse che la città è da tempo sempre al top delle classifiche per la raccolta differenziata spinta dei rifiuti; non bastassero le iniziative, gli eventi, i progetti messi a punto in un percorso che coinvolge la scuola, le associazioni di categoria, quelle di volontariato, di cultura e di sport, oltre che la cittadinanza. Non bastasse tutto questo – che è un piccolissimo riassunto in soldoni – per sentirsi parte, come trevigiani, dell’essere Città Verde d’Europa, magari può far riflettere i più scettici che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia voluto al Quirinale il sindaco per congratularsi e lo abbia accolto con un “Allora è vero che si può fare”. Sara Salin

Inaugurato ufficialmente a Vilnius e in città l’anno green di Treviso

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Un Veneto protagonista sulle scene olimpiche

Non si tratta solo di sport, ma di un volano strategico per il futuro del Veneto. Con oltre 2 milioni di visitatori attesi e una visibilità stimata in oltre 3 miliardi di persone, questi Giochi ci offriranno una ribalta internazionale senza precedenti. E soprattutto, lasceranno un’eredità concreta: infrastrutture potenziate, strade più moderne, impianti all’avanguardia, servizi di mobilità sostenibile. Vogliamo che il Veneto cresca, che diventi sempre più attrattivo e competitivo. Abbiamo scelto questa sfida con coraggio e determinazione, e siamo pronti a vincerla. Le Olimpiadi sono un sogno che si realizza, un traguardo che appartiene a tutti i veneti. Il successo di questi Giochi sarà il nostro successo.

Con “La Piazza” dentro la notizia Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Una scelta informativa ben precisa, la nostra, nel segno della crossmedialità, vale a dire la possibilità di integrare i mezzi di comunicazione e veicolare le notizie che raccogliamo quotidianamente sul web, via radio e sulla carta. Un traguardo che abbiamo raggiunto ormai un anno e mezzo fa, con l’avvio dell’emittente radio Veneto24, che conta ogni giorno decine di notiziari, approfondimenti e rubriche. Sul nostro sito web trovano ampio spazio le notizie del giorno della nostra regione e quelle raccolte dai nostri territori, approfondite poi nelle 23 edizioni locali cartacee che puntualmente ogni mese arrivano nelle vostre case, gratuitamente. Con “Dentro la Notizia” facciamo un passo ulteriore, nel segno di un’informazione multi piattaforma, che si esprime attraverso i vari media di cui il nostro gruppo editoriale dispone. Tutto questo grazie allo stretto legame con il nostro territorio e i suoi protagonisti, al rapporto più che trentennale che ci lega ai nostri lettori, siano essi su carta o su web, e ai nostri ascoltatori attraverso la radio. Un altro passo avanti per un’informazione realmente vicina a tutti voi che ci seguite.

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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
continua

Le

querelle. Fuoco amico sul primo cittadino, che ritiene Treviso la città più sicura del Veneto

La questione baby gang diventa caso politico Nordio: “I cittadini hanno paura di uscire in centro”

Il sindaco annuncia che verrà istituita un’unica zona rossa fra via Roma e la stazione dei treni, il Pd “va a nozze” con le dichiarazioni del ministro di FdI Pelloni: “Maggioranza impegnata in schermaglie e divisioni elettorali in vista delle prossime regionali”

Che la questione sicurezza potesse diventare teatro di scontro politico era prevedibile fin dall’inizio. E infatti così è stato. Che però il primo colpo partisse per mano di fuoco amico, forse era meno scontato. Ma si sa. Il Veneto oggi è terra di conquista elettorale e il tiro alla fune per aggiudicarsi la presidenza della regione sta portando alla luce posizioni diverse anche sui temi caldi a livello territoriale. Ma andiamo con ordine.

L’ultima notizia è che – dopo che al vertice sulla sicurezza del 9 gennaio era stato deciso di non istituire le cosiddette zone rosse ma di rafforzare i presidi delle forze dell’ordine nei luoghi più caldi della città – la stessa questione zone rosse è nuovamente sul tavolo, con la questura al lavoro per analizzare i numeri del fenomeno criminalità e capire se i risultati possono portare in questa direzione. Al momento l’unico annuncio lo ha fatto il sindaco, che ha anticipato la creazione di una zona rossa tra via Roma e la stazione dei treni.

Nel frattempo, il 20 gennaio il trevigiano ministro della Giustizia Carlo Nordio ha partecipato al coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia. Un summit su sicurezza e legalità del capoluogo, con particolare attenzione ai casi di violenza giovanile e non, agli stru-

menti a disposizione delle amministrazioni locali, al problema delle baby gang, al sovraffollamento delle carceri e alla gestione della criminalità commessa da stranieri irregolari. Nel comunicato diffuso al termine dell’incontro – che ha visto la partecipazione del presidente provinciale Claudio Borgia, dell’onorevole Marina Marchetto Aliprandi, del consigliere regionale Tommaso Razzolini e degli assessori e dei consiglieri comunali meloniani – è stato riferito che Nordio ha espresso profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in città e che il Governo è pronto a rispondere con misure concrete.

“Sono nato in una Treviso che era sicura, bella e vivibile. Oggi, invece, i cittadini hanno paura di passeggiare in centro il sabato pomeriggio. È una situazione inaccettabile, purtroppo comune anche ad altre città, e per questo serve una politica coraggiosa che metta la sicurezza al primo posto. D’altronde, ora è più pericoloso un minore che agisca senza un’adeguata educazione civica che lo guidi piuttosto che un adulto delinquente professionista”. Parole che hanno un peso considerevole, soprattutto se pronunciate da un ministro. Il quale ha anche assicurato che porterà la questione baby gang sul tavolo del collega degli Interni Matteo Piantedosi, annun-

ciando la proposta di riconvertire caserme e condomini dismessi in strutture detentive per minori. Per Nordio “possono diventare ambienti adeguati per il recupero dei giovani detenuti, consentendo di sottrarli alla spirale della criminalità”.

Dichiarazioni che hanno innescato l’immediata reazione del gruppo consiliare del Partito democratico, secondo il quale le divisioni fra Lega e Fratelli d’Italia stanno producendo immobilismo in città e rendono vana la capacità di dare risposte credibili ai problemi dei cittadini. “In questi ultimi mesi – si legge in una nota – siamo stati testimoni di un’escalation di violenza, microcriminalità e degrado nelle strade del centro e dei quartieri, che stanno mettendo a dura prova la sicurezza dei cittadi-

ni. Nonostante i ripetuti appelli e le richieste di maggiore impegno, l’amministrazione comunale purtroppo non è riuscita a dare risposte efficaci a un problema sempre più grave. Conte – affermano i dem – dichiara che Treviso è la più sicura del Veneto, ma i suoi alleati lo sconfessano clamorosamente”. Per il capogruppo Stefano Pelloni la maggioranza, invece di interessarsi ai problemi dei trevigiani, è molto impegnata “in schermaglie e divisioni elettorali in vista delle prossime regionali”. Incalza Marco Zabai: “Alla disperata ricerca della futura candidatura a governatore, il sindaco minimizza e pensa solo a non veder rovinato il suo curriculum invece che a risolvere i problemi, mentre gli assessori di Fratelli d’Italia organizzano riunioni separate con il

ministro contraddicendo Conte in pieno”. Il gruppo consiliare chiede che l’amministrazione metta da parte le divisioni interne per concentrarsi su un progetto serio e condiviso di garanzia della sicurezza, coinvolgendo anche le opposizioni.

A rispondere direttamente a Nordio è l’onorevole Rachele Scarpa (Pd), affermando che dopo anni di retorica sul tema “la destra che governa sia a Treviso che a Roma continua a limitarsi a lanciare proclami e commenti, come se non avesse responsabilità”. Per Scarpa sicurezza e disagio giovanile “non si affrontano con dichiarazioni a effetto, ma con politiche lungimiranti che investano su educazione, prevenzione e reinserimento sociale”.

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Carlo Nordio e Mario Conte

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Padana Edile: esperienza, qualità e una passione

Il mercato edilizio sta cambiando e Padana ti cercano materiali durevoli e soluzioni estetiche che resistano nel tempo. Le grandi lastre in gres – che possono raggiungere ,20 metri –rappresentano una delle nuove frontiere re superfici continue con un impatto visivo

“I nostri artigiani sono tutti certificati e formati direttamente dalle aziende produttrici, in modo da garantire un risultato perfetto e una garanzia sul lavoro

L’azienda non è solo un’eccellenza nel settore edilizio, ma è anche un punto di riferimento per il mondo dello sport. Da anni, Padana Edile è sponsor di Pallavolo Padova, un impegno che va oltre la semplice visibilità aziendale. Precisamente è sposor di Pallavolo Padova dal 2009, ovvero dall’inizio dell’avventura di questo nuovo corso societario.

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sani e positivi, oltre a rappresentare un orgoglio per la città”, racconta Burgo, che è anche membro del Consiglio di Amministrazione del club.

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“Essere partner di Pallavolo Padova è un valore aggiunto. Significa sostenere una realtà che porta avanti valori

La filosofia che guida l’azienda è la stessa che caratterizza la squadra: qualità, passione e dedizione. E così come in cantiere si lavora per costruire ambienti destinati a durare nel tempo, anche la collaborazione con Pallavolo Padova è fondata su basi solide, con l’obiettivo di crescere insieme e continuare a fare squadra.

Vivere ai margini. Stranieri e italiani con cause comuni che portano alla povertà e alla perdita della rete sociale

Cinque i senza fissa dimora morti nel 2024

Il Comune apre una comunità alloggio all’ex macello

L

’ultimo si chiamava Marco Magrin. Aveva 53 anni ed è morto il 30 novembre 2024 nella propria auto all’interno di un garage di Monigo, dove viveva. Nella stessa palazzina dell’appartamento da cui era stato sfrattato, a quanto pare per motivi economici. Il sindaco Mario Conte ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere di aprire un’indagine per fare chiarezza su quanto è avvenuto. “La circostanza che nella città che amministro, nel 2024, un uomo possa morire di freddo e di stenti nell’indifferenza generale è qualcosa che non posso accettare”, scrive il primo cittadino a nome e per conto del Comune. A dare eco alla notizia e ad alzare i toni del dibattito cittadino è stato senza dubbio il fatto che l’appartamento nel quale l’uomo viveva non fosse di una persona qualunque, ma di un componente del centro sociale Django e dell’associazione Caminantes, che si occupa delle persone senza fissa dimora e di chi si trova in difficoltà abitative. In ogni caso il Comune vuole arrivare alla verità: di chi è la responsabilità di questa morte? Magrin è solo l’ultima vittima della marginalità in città. Nel 2024 a Treviso sono state cinque le persone senza fissa dimora che

hanno perso la vita. Il dato viene evidenziato nell’ultimo rapporto “La strage invisibile”, pubblicato dalla Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, associazione che persegue finalità di solidarietà sociale nell’ambito della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora. Un fenomeno – quello di chi per mille ragioni non ha una casa, un posto in cui vivere, mangiare, lavarsi e che si ritrova conseguentemente ai margini della comunità, risultando appunto invisibile – che l’Istat ancora nel

2021 quantificava in oltre 110 persone, metà delle quali uomini ultra 55enni. Stranieri e italiani, non fa differenza. Perché le cause sono sempre più comuni: la perdita del lavoro, i problemi finanziari derivati anche dalle separazioni, l’esperienza del carcere. E la povertà quasi sempre porta con sé la perdita di una rete sociale.

Per fare fronte a quella che ormai non può più essere definita un’emergenza il Comune dal 13 dicembre ha avviato all’ex macello (vicino al comando della Polizia locale) una

comunità alloggio, che è centro di accoglienza 24 ore su 24 per persone con grave marginalità, con funzioni di sostegno al progetto di vita della persona, con la prospettiva del reinserimento sociale, lavorativo e abitativo. Due i blocchi pensati dall’intervento: il primo, già completato, destinato alla comunità alloggio per i senza fissa dimora e il secondo, i cui lavori sono già stati consegnati, destinato a servizi diurni. L’asilo notturno è affidato alla gestione di Nova Facility e ospita chi prima dormiva all’ex Eca di via Risorgimento: 14 posti letto in stanze singole o doppie con bagno autonomo, a cui si aggiungono spazi di accoglienza, servizio e controllo riservati agli operatori. In questi stessi spazi, fino a quando non sarà ultimato il secondo stralcio della ristrutturazione, è allestita anche la mensa della solidarietà, con 25 posti. Successivamente l’ex capannone industriale accoglierà anche i servizi diurni, spazi polivalenti per l’aggregazione sociale, laboratori per il mantenimento e lo sviluppo delle abilità degli ospiti e servizi essenziali come la cucina, gli spogliatori e la lavanderia. Ovvero una struttura integrata per un sostegno concreto a chi si trova in difficoltà ed è parte della comunità trevigiana.

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Focus povertà. La struttura della Caritas Tarvisiana con i suoi servizi è gestita dai volontari

Casa della Carità, dove in centinaia chiedono aiuto

Un letto, una doccia e un pasto caldo ogni sera

Non ci sono solo le notti fredde dei mesi invernali. Chi è povero lo è tutto l’anno, costretto a vivere non solamente senza un tetto sotto cui dormire, mangiare, lavarsi, avere la propria privacy, ma dovendo affrontare il più delle volte anche la solitudine e l’emarginazione. A Treviso per chi è in difficoltà la mano più solida è quella tesa dalla Caritas Tarvisina, che ha creato la Casa della Carità, dove ogni giorno operatori e vo-

entrambi i servizi di pulizia sono aperti tre pomeriggi a settimana, per quello che la Caritas considera il primo vero gesto concreto da offrire a tutela della dignità delle persone, oltre che della loro intimità. Nel 2014 è stata aperta l’accoglienza notturna, per dare una risposta gratuita a chi non ha un posto dove dormire ma allo stesso tempo con l’obiettivo di superare l’idea del classico dormitorio e, come spiega la Caritas Tarvisina,

tre attendono la formalizzazione della richiesta di protezione internazionale, grazie alla quale è poi possibile entrare in una struttura di accoglienza e cercare un lavoro. Per quanto riguarda l’accoglienza notturna e il servizio di lavanderia il trend è abbastanza costante: nel 2023 sono state accolte persone per un totale di 6.408 notti (227 notti nelle camere femminili e 6.181 in quelle maschili) e sono stati effettuati in totale 605

Sede del centro di ascolto della diocesi, è considerata l’anima della carità della città: nel bilancio presentato nel 2024 i numeri raccontano che gli accessi a tutti i servizi sono aumentati

Dopo il 2022 c’è stata una crescita esponenziale delle richieste soprattutto per quanto riguarda

l’igiene personale e la mensa

Chiedono aiuto soprattutto gli uomini, persone che lavorano ma faticano a trovare una sistemazione stabile e duratura

lontari accolgono chi è senza fissa dimora o si trova in una situazione di grave marginalità. La struttura di via Venier è la sede del centro di ascolto della diocesi, del servizio di accoglienza notturna, del servizio doccia e lavanderia, oltre che della mensa serale. È qui che centinaia di uomini e donne arrivano a chiedere aiuto. Un riparo per la notte, un pasto caldo, una parola, un sorriso. Sono persone con storie personali e bisogni molto diversi. Dai senza fissa dimora ai migranti, richiedenti asilo o già con un permesso di soggiorno, quindi esclusi dai grandi centri di accoglienza e quindi chiamati a inserirsi autonomamente nel tessuto economico e sociale del territorio. Il che non è una cosa semplice. La struttura – che fino al 2007 era un orfanatrofio gestito dai padri somaschi – è considerata fino dall’inizio della sua storia “l’anima della carità” a Treviso. I locali sono stati riqualificati a partire dal 2012, ma nel frattempo erano già stati avviati sia il centro di ascolto che il servizio docce, seguito nel 2015 da quello di lavanderia:

“promuovendo la dimensione di casa che protegge e ascolta”. I posti letto sono su camere singole, dove gli ospiti prendono posto dopo la cena e al mattino vengono accolti dalla colazione preparata dai volontari. Nel 2016 è stata inaugurata la mensa serale, aperta tutto l’anno e organizzata su turni di volontariato.

L’ultimo bilancio sociale della Casa della Carità – che si intitola “Mosaico di vita” – racconta che nel 2023 tutti gli accessi ai singoli servizi sono aumentati. A partire dalle docce: 4.168 in un anno. Già nel 2022 erano tornate a pieno regime (oltre 2.700) dopo il periodo pandemico, ma nell’arco di un anno hanno avuto una crescita esponenziale nella richiesta. Anche per la mensa serale i numeri evidenziano un incremento considerevole della domanda, passando da circa 15mila cene alle 18.662 del 2023. Dati in crescita che la Caritas Tarvisina riconduce alla presenza di una quota di richiedenti asilo in transito – perlopiù pakistani e indiani – che accedono ai servizi offerti dai volontari men-

lavaggi.

“Sta fortemente cambiando la tipologia di ospiti che accogliamo nella Casa della Carità. Se una volta – spiega la Caritas nel proprio bilancio – si presentavano per la maggior parte persone in situazioni di forte disagio sociale, lavorativo e abitativo, che avevano in quel momento bisogno di un luogo sicuro dove poter sostare per comprendere e migliorare la loro condizione con il nostro supporto, oggi la maggior parte degli accolti sono persone che rischiano di perdere fiducia nel futuro e che passano da un luogo a un altro per poter continuare a sopravvivere”.

Segnali questi che sono più evidenti fra gli uomini. Mentre le donne che chiedono accoglienza lo fanno per ragioni prevalentemente di urgenza e in attesa di riprogrammare il proprio futuro, gli uomini che bussano alla Casa della Carità o erano già stati precedentemente accolti oppure sono persone che lavorano ma faticano a trovare una sistemazione stabile e duratura.

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La sanità trevigiana

Il libro. Oltre 300 pagine curate dall’Urp presentate al Ca’ Foncello con testimoni speciali

Dal Covid alla ripresa, quattro anni di eccellenza in un’antologia di racconti e immagini

Sono 150 i progetti raccolti suddivisi in otto capitoli L’obiettivo è dare un volto e una voce ai protagonisti dell’Ulss 2 e di chi ci lavora

Un’antologia di volti che, dopo gli anni difficili del Covid, tornano a mostrarsi con le loro fatiche e i loro sorrisi. “Ulss 2 Sanità di Eccellenze” è un volume di oltre trecento pagine, pubblicato dall’azienda sociosanitaria della Marca trevigiana, che nasce dalla volontà di dare un volto e una voce ai suoi protagonisti e a tutto quello che viene fatto e che probabilmente sono ancora in pochi a conoscere. Un racconto fatto di testi e più di cento immagini (quelle delle équipe degli operatori sanitari ma anche quelle delle tecnologie più innovative presenti nelle strutture ospedaliere) che hanno l’obiettivo di sottolineare come il benessere di tutti sia il fulcro dell’impegno di ogni lavoratori, il motore che muove i professionisti dell’azienda.

Il libro, stampato in mille copie, è un racconto che fotografa il difficile momento che va dal 2020 al 2024: dalla pandemia con tutte le sue inaspettate difficoltà a una ripartenza che ha dovuto tenere conto del pregresso sospeso, frutto di due anni durante i quali molte attività erano state riconvertite per far fronte all’emergenza Covid. Otto capitoli, 150 progetti che raccontano gli ospedali, i distretti e i dipartimenti, mettendo in risalto come l’eccellenza si fa quotidiano per la collettività. Un mondo fatto di quasi diecimila dipendenti che si prendono cura di 880mila persone.

Il libro – curato dall’Urp, edito da “Le Tre Venezie” e corredato anche da un video e da un calendario 2025 scaricabili sul sito dell’Ulss 2 – è stato presentato al Ca’ Foncello alla presenza di testimonial altrettanto eccellenti, che hanno rivissuto con emozione e gratitudine il proprio percorso di cura: dal presidente di Israa Treviso Giorgio Pavan all’artista Sabrina Salerno, dal presidente dell’organizzazione di volontariato “Il Melograno” Daniele Furlan all’imprenditore Paolo Fassa, dal presidente di Finit e del Gruppo Save Enrico Marchi alla giovane Marta Novello, dallo sportivo Luca Cracco all’allenatore di mischia del Benetton Rugby Fabio Ongaro, dall’ex calciatore Aldo Serena all’attrice Ottavia Piccolo, dall’influencer Nicola Canal al professor Vittorio Emanuele Parsi fino al cantante e musicista Red Canzian. Uomini e donne che con i loro racconti hanno rappresentato la sanità trevigiana come qualche cosa di non scontato e di sui andare orgogliosi. Una sanità nella quale affermano di aver trovato rapporti fraterni, amore e un clima gioioso.

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Roberto Rigoli è il nuovo direttore della funzione territoriale

Il 23 gennaio il Tribunale di Padova ha assolto Roberto Rigoli e Patrizia Simionato per la nota vicenda che li vedeva coinvolti nel processo per i tamponi rapidi. Quattro giorni dopo il microbiologo trevigiano è stato nominato dal direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, con il placet della Conferenza dei sindaci, nuovo direttore della funzione territoriale. Un incarico che lo porterà a organizzare e gestire l’intera funzione territoriale della sanità della Marca, oltre che a essere responsabile della funzione direzionale di tutte le attività dei distretti socio-sanitari. Rigoli, 68 anni, opera a Treviso dal 1995, dove è approdato come dirigente medico di microbiologia e virologia, per poi assumere la direzione della stessa unità complessa al Ca’ Foncello nel 2006. Una carica che ha mantenuto fino al 2021, quando è stato scelto come direttore dei servizi sociali dell’Ulss 2. Dal 2010 è stato direttore del dipartimento di patologia clinica e in seguito del dipartimento strutturale di medicina specialistica degli ospedali di Treviso e Oderzo. In piena pandemia, da marzo 2020 ad aprile 2021, ha coordinato le microbiologie delle aziende sanitarie venete. Ed è stato vicepresidente dei microbiologi italiani. La conclusione della vicenda giudiziaria a suo carico è stata accolta dal presidente della Regione Luca Zaia con sollievo, ricordando come Rigoli “è stato una figura fondamentale nel delicato periodo del Covid, una persona che in un momento di grandissima incertezza ci ha permesso di andare oltre le difficoltà e gli ostacoli”.

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Quartieri. Completati gli interventi a Monigo e a Sant’Antonino per un totale di 1,5 milioni di euro

Inaugurate le nuove mense scolastiche alla Vittorino da Feltre e alla Carrer

L’edificio di via Sant’Elena Imperatrice è il primo a prendere forma tra quelli finanziati con il Pnrr e ha visto la riorganizzazione complessiva della struttura oltre che dell’area esterna: oggi gli alunni possono accedere al Parco Ali dorate da un cancelletto

I

l mese di gennaio ha portato mense scolastiche nuove per le primarie di quartiere, a Monigo e a Sant’Antonino.

A Monigo, in via Sant’Elena Imperatrice, l’amministrazione comunale ha tagliato il nastro alla “Vittorino da Feltre” al termine di un intervento costato un milione di euro (metà dei quali finanziati dal Pnrr) per rispondere in maniera adeguata alle esigenze della comunità scolastica. Per la realizzazione del servizio è stato necessario procedere con la riorganizzazione complessiva dell’edificio: al piano terra sono stati infatti predisposti nuovi spazi per la scuola dell’infanzia a indirizzo montessoriano, mentre il primo piano è stato riservato agli alunni della primaria. Nel cortile sud dell’edi-

ficio esistente è stato costruito il nuovo corpo di fabbrica dedicato a ospitare la mensa, pensata secondo spazi che sono in grado di rispondere a esigenze di modernità, accoglienza e funzionalità. L’edificio – che attualmente ospita un centinaio di studenti – è stato poi dotato di una nuova area esterna in calcestruzzo drenante e di una zona per la ricreazione in materiale anti-infortunio. È stato poi scelto di mantenere le aree verdi della scuola lungo Strada della Bassa, realizzando un collegamento diretto, tramite un cancello, con il confinante parco “Ali dorate”, mentre sul lato est è rimasta invariata l’area a prato, dove è presente un imponente cedro del Libano, la cui chioma è stata preservata durante i lavori di ristrutturazione.

Nuova sede per il Città della Vittoria

Infine la rivisitazione ha riguardato anche l’ingresso del plesso scolastico, con la demolizione parziale del manufatto a bussola, sostituito da un’ampia scalinata di accesso rivestita in pietra naturale, una rampa e due aiuole a verde: la soluzione precedente, infatti, costituiva una barriera architettonica e non permetteva di sostare in uno spazio adeguato al riparo della strada.

A Sant’Antonino il 20 gennaio è stata la volta dell’inaugurazione della mensa della scuola primaria “Carrer”. La nuova struttura – che è costata circa 445mila euro – ha un refettorio che può ospitare 52 posti a sedere, servendo complessivamente 104 pasti al giorno in due turni. Sono 140 i metri quadrati su cui si estende la mensa scolastica: un ambiente moderno e accogliente, attento alla funzionalità e alla sicurezza degli studenti, con la presenza di un’aula refettorio e di distribuzione dei pasti, una cucina, una dispensa e uno spogliatoio. Una parete in vetro senza porte separa lo spazio

di distribuzione dei pasti dall’area pranzo, così da rendere più agevole il passaggio degli studenti. Due nuovi servizi che il sindaco Mario Conte ha definito come investimenti concreti sul futuro della comunità scolastica: “Investire in strutture scolastiche accessibili e moderne significa non solo rispondere alle esigenze immediate

Completamente sostenibile e domotizzato

Il patrimonio immobiliare scolastico superiore, finanziato dalla Provincia di Treviso e dal Pnrr, si è arricchito di un nuovo tassello: dopo nemmeno due anni dalla posa della prima pietra a fine gennaio è stato infatti inaugurato il nuovo IIS Città della Vittoria a Vittorio Veneto. Un intervento coordinato dal settore edilizia dell’ente di Sant’Artemio, effettuato dalla

ditta Setten e costato complessivamente oltre 12 milioni di euro (9 milioni dal Pnrr). Nuove aule e un laboratorio all’avanguardia per una struttura scolastica NZEB, ovvero completamente ecosostenibile, con soluzioni progettuali e impiantistiche finalizzate a minimizzare i consumi energetici della climatizzazione estiva/invernale, così come dell’illuminazione, della venti-

lazione e della produzione di acqua calda sanitaria. Dotata di impianto domotica, la scuola ospita 14 aule, un’aula sdoppiabile, 2 laboratori di informatica, un laboratorio CAD-CAM, 3 di elettronica, uno di saldatura e un’officina per le macchine utensili, oltre a uffici, infermeria, spogliatoi, archivio e magazzini. Ci sono anche un ampio giardino e un parcheggio interno.

dei nostri studenti e delle loro famiglie, ma anche costruire le basi per un futuro migliore. Le mense scolastiche non sono solo un luogo dove mangiare, ma un punto di incontro e di crescita. Progetti che sono il simbolo del nostro impegno verso una città più inclusiva e attenta ai bisogni delle nuove generazioni”.

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Prevenzione. Appuntamento domenica 4 maggio, attese oltre 10mila donne

Treviso in Rosa, aperte le iscrizioni all’evento tutto al femminile

Ègià partito il conto alla rovescia per uno degli appuntamenti più attesi dell’anno dalle donne di Marca e non solo. Domenica 4 maggio la città ospiterà l’undicesima edizione della Treviso in Rosa e le iscrizioni sono aperte. La grande manifestazione - che nel 2024 ha visto la presenza di oltre diecimila donne di tutte le età, diventando la kermesse al femminile più partecipata d’Italia – ha come obiettivo la sensibilizzazione alla prevenzione ed è organizzata in collaborazione con la sezione trevigiana della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, a favore della quale saranno devoluti gli incassi della giornata. Una domenica di divertimento, condivisione e solidarietà, di corsa o camminando. L’unica parola d’ordine è esserci. Quest’anno vengono proposti due percorsi, uno di quattro e l’altro di sette chilometri, che toccheranno gli angoli più suggestivi di Treviso, da piazza Duomo e piazza dei Signori, da piazza San Vito al Lungosile, mentre come ormai da tradizione l’ultima parte della manifestazione attraverserà le antiche Mura per terminare al Bastione San Marco, dove si terrà la grande festa finale con

Radio Company. Per partecipare, da sole oppure in gruppo, è necessario iscriversi via email (per le istruzioni visitare il portale www. trevisoinrosa.it) o nei molti esercizi

Torna la Deejay Ten Domenica 18 maggio la corsa-evento ideata da Linus

Dopo il successo dello scorso anno, la Deejay Ten torna a Treviso. La corsa-evento ideata da Linus e che coinvolge le più importanti città d’Italia arriverà nel capoluogo della Marca domenica 18 maggio. Le iscrizioni sono già aperte. La prima edizione della manifestazione

commerciali convenzionati presenti nelle province di Treviso, Venezia e Padova. La quota di iscrizione comprende il kit gara, formato da t-shirt rigorosamente rosa e zainetto. (s.s.)

sportiva e musicale – che si è tenuta il 19 maggio 2024 – ha visto la presenza di oltre dodicimila runner e di una grandissima folla di persone nell’intero fine settimana. “È stata una festa straordinaria, che ha visto la nostra città accogliere con calore e partecipazione la grande famiglia di Radio Deejay. Il ritorno della corsa – dichiara il sindaco Mario Conte – ci riempie di gioia e possiamo già annunciare che ci saranno ancora tantissimi eventi correlati, visto anche il legame fra Treviso e la Radio. Non vediamo l’ora di rivedere le nostre piazze e strade piene di colori, sorrisi e voglia di stare insieme”.

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Il protagonista. Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, ai microfoni di Radio Veneto24

“Dobbiamo tornare ad avere autonomia decisionale per rispondere delle scelte che facciamo”

Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso e sindaco di Castelfranco Veneto, è stato il protagonista della trasmissione “Buongiorno Veneto”, andata in onda su Radio Veneto24, emittente del nostro gruppo editoriale.

P residente, il bilancio della Provincia è stato approvato. Cogliamo l’occasione per chiederle di analizzare come è terminato un anno complicato qual è stati il 2024 e come si prospetta il 2025.

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“Il 2024 è stato proficuo. Un anno che ha visto diversi cantieri sulle scuole e sulla viabilità essere portati a termine. Ventitré dei trentacinque cantieri scolastici finanziati con il Pnrr sono stati chiusi. Abbiamo portato avanti anche opere per la viabilità per sei milioni di euro. Quindi diciamo che è un bilancio da bicchiere mezzo pieno, nel senso che siamo riusciti a dare risposte in un contesto provinciale non semplice. Risposte che arrivavano alle istanze dei cittadini. Ricordo sempre che investire sui poli scolastici è uno degli indirizzi che abbiamo assunto nel momento in cui il Pnrr ci ha dato l’opportunità di investire. Eravamo pronti e i risultati cominciano a essere concreti, si toccano con mano. Quindi con questo indirizzo affrontiamo anche il nuovo anno, portando a termine alcuni cantieri e facendone partire di nuovi, come la sede a Ca’ del Galletto e quella del liceo artistico a Treviso. Sono circa 40mila gli studenti che frequentano i poli scolastici provinciali e saranno quindi 40mila gli studenti che avranno a disposizione scuole più efficienti, confortevoli e sostenibili sotto il profilo ambientale”.

Edilizia scolastica, strade ambiente. Sono competenze importanti in capo alle province. Enti che sono stati declassati ma che è assolutamente urgente far tornare agli antichi splendori.

“L’anno scorso abbiamo celebrato il decennale della Legge Delrio, che in linea teorica avrebbe dovuto sopprimere le province. Ma non è stata confermata dal referendum e ha lasciato nel limbo oltre novanta province d’Italia tra quelle a statuto ordinario e a statuto speciale. Province che però hanno ancora competenze nell’ambiente, nelle strade, nelle scuole. Oltre al trasporto locale e all’urbanistica. Competenze non accompagnate dalle necessarie risorse, al di là del Pnrr che ha dato un po’ di respiro all’edilizia scola-

stica. Mancano risorse per la viabilità e soprattutto manca l’autonomia decisionale, perché io non ho la possibilità di decidere motu proprio l’indirizzo da dare all’ente. Devo avere la capacità di intercettare fondi messi a disposizione a livello governativo. Mi sembra un po’ un sistema sovietico, dove si centralizza tutto e il centro decide su quali linee di investimento andare a mettere le risorse. Ricordo che nel mio anno da presidente, nel 2016, ho sfalciato l’erba una volta sola. Quindi, capiamoci. Serve che l’ente provincia sia un raccordo fra comuni e regione, ma serve che abbia autonomia anche decisionale, in modo da essere responsabile delle scelte che fa”.

L’attualità più stretta ci insegna che l’autonomia differenziata in questo senso potrà aiutare… “Auspico e spero, anzi a mio modo di vedere è necessario, che ci si faccia trovare pronti nel momento in cui l’autonomia differenziata verrà approvata e sono sicuro che è una strada dalla quale non si potrà tornare indietro e che darà beneficio a tutto il Paese. Perché alcune discussioni di tipo politico sulle divisioni non hanno ragione di essere. È un’autonomia differenziata di tipo amministrativo e

penso di poterla definire come un modello virtuoso di gestione delle risorse pubbliche replicabile. Quindi, se siamo in grado di fare bene e di apprendere e se da altre parti del territorio ci sono delle virtuosità, l’autonomia è quello strumento che mette a disposizioni modelli virtuosi. Indipendentemente dal fatto che gli enti locali siano gestiti dal centrosinistra o dal centrodestra, perché non c’è una distinzione politica quando si deve gestire un ente sotto il profilo amministrativo”.

La conferma a vicepresidente vicario UPI

L’Unione Province Italiane (UPI) ha confermato Stefano Marcon vicepresidente vicario nazionale. Affiancherà il presidente Pasquale Gandolfi, eletto a dicembre come successore di Michele De Pascale. Marcon – che è già presidente di UPI Veneto – lavorerà assieme ad Angelo Caruso (L’Aquila), Stefano Minerva (Lecce) e Claudio Scajola (Imperia).

Ascolta
Il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon

Il festival. Fino a maggio Veloce Vascello organizza

Da un gruppo di lettura cittadino nascono le visite guidate della letteratura contemporanea

Nicola Lagioia, Pietro Del Soldà, Vera Gheno, Gabriele Niola, Luigino Bruni e Giorgio Vallortigara presentano Capote, Marquez, Meneghello, la Bibbia, Borges e Werner Herzog

D a Capote a Marquez, da Meneghello alla Bibbia, passando per Borges ed Herzog. Sono gli autori scelti per la prima edizione di “Visite guidate nei libri”, in programma all’auditorium di Santa Caterina da febbraio a maggio, il venerdì alle 18.30. Una manifestazione culturale realizzata da “Veloce Vascello”, gruppo di lettura cittadino che si riunisce da alcuni anni a Ca’ dei Carraresi per esplorare la letteratura contemporanea. Ne è nato un festival letterario che costituisce un viaggio unico all’interno di grandi opere letterarie, che saranno scoperte grazie alla guida di maestri di lettura di altrettanto grande calibro. Relatori, scrittori, giornalisti e scienziati che presenteranno al pubblico un testo che hanno particolarmente amato, approfondendone gli aspetti più nascosti grazie alle proprie competenze e sensibilità.

tà di Trento.

“Sentivamo il desiderio di entrare in aspetti dei libri che, per conoscenze, competenze e passioni diverse

non conoscevamo e così è nata l’idea di chiamare a Treviso dei maestri di lettura che non presentassero i libri di cui erano autori, o libri ap-

pena usciti, ma i libri che avessero segnato il loto percorso intellettuale o sollevato le loro emozioni. Sono stati scritti libri bellissimi che ab-

biamo avuto il piacere di leggere, magari nel passato, ma dei quali potremmo non aver colto tutte le sfumature, i significati reconditi, le meraviglie che nascondevano. Allora perché non farsi condurre tra le parole scritte? Quando osserviamo un’opera d’arte con un vero esperto ne percepiamo tutto il mistero, la complessità e la straordinarietà. Potremo fare lo stesso coi libri”, spiegano gli organizzatori, che per il loro festival letterario hanno ottenuto il patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Treviso.

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Dopo che il 7 febbraio l’ex direttore del Salone internazionale del libro di Torino Nicola Lagioia ha fatto scoprire ai presenti “A sangue freddo” di Truman Capote, il 28 febbraio sarà la volta di “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel Garcia Marquez, sotto la guida del filosofo veneziano Pietro Del Soldà, conduttore del programma radiofonico di Rai 3 “Tutta la città ne parla”. La sociolinguista Vera Gheno il 14 marzo torna alle sue origini vicentine con il libro più famoso di Luigi Meneghello, “Libera nos a malo”, mentre l’11 aprile Gabriele Niola, giornalista e critico cinematografico, presenterà “La conquista dell’inutile” di Werner Herzog. “Il libro di Rut” dell’Antico Testamento è il testo scelto dall’economista politico Luigino Bruni, che lo presenterà il 16 maggio. Infine, ultimo appuntamento il 30 maggio con “Finzioni” di Jorge Luis Borges, opera prediletta da Giorgio Vallortigara, professore di neuroscienze al Center for Mind-Brain Sciences dell’Universi-

L’ANTEPRIMA

TCBF, edizione 2025 dal 26 al 28 settembre

Treviso Comic Book Festival ha già annunciato le date della ventiduesima edizione della manifestazione internazionale di fumetto e illustrazione, che si terrà in città l’ultimo fine settimana di settembre fra grandi mostre, ospiti da tutto il mondo ed eventi.

affermarci come uno dei principali festival del fumetto in Italia, attirando artisti di fama mondiale e promuovendo nuovi talenti. Il nostro intento – spiegano il presidente Stefano Cendron e i direttori Sara Chissalè, Nicola Ferrarese e Alberto Polita – è mantenere salde le nostre radici nel territorio ma al contempo aprirci sempre più a nuove tendenze e linguaggi del fumetto e dell’illustrazione contemporanea internazionale”.

Ascolta
Pietro Del Soldà Vera Gheno
Gabrriele Niola

Musica, teatro, danza e incontri per la terza edizione di “Landscapes”

Sotto la direzione artistica di Stefano Trevisi un cartellone di undici appuntamenti per continuare il viaggio attraverso luoghi, storie e culture, integrando il repertorio musicale classico e antico con altri generi artistici e con una sezione dedicata interamente alle famiglie per il dialogo fra generazioni

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La chiesa di San Teonisto a Treviso e la Casa Luisa e Gaetano Cozzi a Zero Branco sono i luoghi scelti per ospitare la terza edizione della rassegna di musica, teatro, danza e incontri “Landescapes”, in programma fino al prossimo giugno, organizzata da Fondazione Benetton Studi Ricerche e dall’associazione almamusica433 con la direzione artistica di Stefano Trevisi. Obiettivo (oltre che filo conduttore della rassegna) è stimolare una riflessione sui paesaggi contemporanei, tema molto caro alla Fondazione.

“Anche questa edizione, terza tappa di un viaggio iniziato tre anni fa attraverso luoghi, storie e culture, integra il repertorio musicale classico e antico con altri generi artistici, dando spazio anche a incontri pubblici”, spiega Trevisi nel raccontare gli undici appuntamenti della rassegna, partita il 25 gennaio scorso con la musica di Forqueray interpretata da André Lislevand e Jadran Duncumb accompagnati al clavicembalo da Paola Erdas, seguita il 2 febbraio dal viaggio nella Bibbia proposto dal giornalista Aldo Cazzullo e dall’attore e scrittore Moni Ovadia.

Il programma prosegue sabato 22 febbraio alle 18 (San Teonisto) con la voce della poetessa Patrizia Valduga in dialogo con il bandoneon di Daniele di Bonaventura in “Uno strato di buio uno di luce”: l’incontro fra i due, avvenuto per la prima volta a Mirano nel 2013, è di quelli capaci di rimanere anche dopo molti anni nella memoria. Uno spettacolo di parole e musica fra una presenza poetica di assoluto rilievo nel panorama letterario contemporaneo (Premio Comisso alla Carriera 2024) e un musicista che non solo Italia ha pochi rivali nel bandoneon. Sabato 15 marzo alle 18 (San Teonisto) il talk “È ancora bello bello mondo? Il cambiamento climatico raccontato bene” fra la climatologa Elisa Palazzi e il divulgatore Federico Taddia: un suggestivo e inedito viaggio alla scoperta dello stato di salute del

pianeta con un linguaggio nuovo e un approccio inedito, dove la voce della scienza di sposa con quello dell’arte. L’ambiente e il suo futuro saranno protagonisti anche dell’incontro di venerdì 3 aprile alle 19 (San Teonisto): “Il governo dell’acqua nel mondo che cambia” è il titolo del dialogo fra Andrea Rinaldo, vincitore dello Stockholm Water Prize, con il giornalista Edoardo Vigna, caporedattore del Corriere della Sera e responsabile di “Pianeta 2030”. La musica torna sabato 17 maggio alle 18 (San Teonisto) in “Musica insieme”, concerto con Giada Visentin al violino e Luca Chiandotto al pianoforte con opere selezionate dal catalogo Music Ensemble Publishing. Ancora musica sabato 24 maggio alle 18 (San Teonisto) per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di Dimitrij Šostakovi , con l’esecuzione dei suoi quartetti ad opera del Nous Quartet. Infine, sabato 21 giugno alle 20.45 a Casa Luisa e Gaetano Cozzi “Il respiro delle acque”, spettacolo di teatri e danza prodotto da Indaco con testi di Laura Boato liberamente ispirati all’opera omonima di Renzo Franzin, fondatore del Centro internazionale civiltà dell’acqua. La rassegna propone anche una sezione dedicata alle famiglie: due appuntamenti musi-

cali e uno teatrale, pensati per far dialogare generazioni diverse. Nella tradizionale pagina orchestrale di Pierino e il Lupo sarà la voce dell’attore Vasco Mirandola a raccontare la favola per musica di Prokof ‘ev, diretta da Elisabetta Maschio alla guida dell’Orchestra LaRé (domenica 2 marzo). E se l’arte di Gek Tessaro introdurrà a mondi possibili e alternativi con il suo teatro disegnato (domenica 9 febbraio), lo spettacolo musicale Monsieur René–Gardien de notes, con la voce e i testi di Elisabetta Garilli e il Quintetto di fiati del Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto, offrirà a tutti l’occasione di ripercorrere la narrazione di un paesaggio sonoro vivo e ispirativo (domenica 23 marzo). (s.s.)

Ascolta
Patrizia Valduga e Daniele di Bonaventura
Elisa Palazzi

Calcio

Serie

Una vita dedicata alla rete: la storia di Graziano Aliu, bomber da 220 gol

Graziano Aliu vive per il gol, sin da quando ha calpestato i primi campetti di provincia. Ora, nel pieno della maturità, la grande occasione: riportare la Serie C a Treviso e prendersi il professionismo per la prima volta

G

raziano Aliu è nato per fare gol. L’attaccante classe 1989, infatti, da quando dall’Albania si è trasferito in Italia a 5 anni, non ha smesso di riempire le reti di ogni categoria. Per 220 volte Aliu ha timbrato il cartellino nei campi del calcio dilettantistico. Per questi numeri, che nello sport contano e non poco, la punta oggi al Treviso, è considerata il principe dei gol. Assoluto protagonista di tante nobili tra Eccellenza e Serie D, il bomber, all’età di 35 anni, pare non avere la minima intenzione di volersi fermare. E il Tenni, la sua nuova casa, è il cortile regale dove sta continuando a brillare con le sue buone abitudini: doppia cifra raggiunta a gennaio e squadra lanciata verso un sogno comune: il professionismo. L’oasi paradisiaca della Serie C, infatti, a Treviso manca dal lontano 2013. Per la punta albanese, invece, per una serie di sfortunate coincidenze, non è mai arrivata. Ora, insieme, la missione sembra possibile: “Il sogno è vincere la D e giocarmi la C in biancoazzurro. Se ci fosse l’occasione, vorrei provare i professionisti,” confessa Aliu. “Mi trovo benissimo qui,” afferma, senza però nascondere le difficoltà iniziali: “L’avvio è stato duro. Dopo le prime tre vittorie abbiamo avuto una flessione e abbiamo capito

l’importanza della piazza. Da fuori sentivamo le critiche, ma ci siamo uniti e abbiamo fatto un filotto incredibile”.

L’obiettivo della Serie C, sembra ora dunque essere alla portata. Tante volte il bomber si è avvicinato a questo traguardo: “Ero molto giovane, ma avevo fatto benissimo in Serie D ad Albignasego. Arriva, così, la chiamata della Spal. Per motivi burocratici, però, è saltato tutto”. I tre anni successivi sono stati molto complicati: “È stato un vero calvario. Per due volte mi sono rotto il ginocchio e mi sono dovuto operare una terza volta perché provavo ancora dolore. Finalmente, poi, mi sono sentito meglio e sono ripartito dal Campodarsego, dove ho trascorso 5 anni bellissimi”. Nella piazza padovana arriva la consacrazione: vittoria dell’Eccellenza e tanti secondi e terzi posti; il tutto condito da caterve di gol. Dopodiché c’è il trionfo di Trento: “Abbiamo vinto la Serie D: era una piazza davvero importante, peccato che per il covid mancava la tifoseria quindi ce la siamo goduta poco rispetto al valore dell’impresa fatta. Il progetto era bellissimo, c’era un modo di fare calcio importante e diverso. Qui ho il ricordo del mio gol più bello: era la partita decisiva per la promozio-

cavalcata da 40 gol in un anno e mezzo.

L’attaccante da più di 200 reti, poi, svela qualcuno dei suoi segreti: “Giocare per divertirsi,” risponde senza esitazione. “Per me è la cosa più bella del mondo. Se uno lo fa per soldi o altro, rischia prima o poi di perdersi. Io vado al campo con il sorriso, mi piace quello che faccio e finché starò bene sarà il mio unico focus”. Un aneddoto particolare? “Non ho un’esultanza specifica, decido ogni volta al momento”. Stuzzicato, Aliu non può fare a meno di parlare dei suoi idoli calcistici. “Premetto che sono interista. Sono cresciuto con il

mito di Ronaldo il Fenomeno, poi c’è stato Adriano. Oggi guardo sempre con grande attenzione Benzema, mi è sempre piaciuto tanto. siamo giocatori che hanno uno stile di gioco simile. Io sono un 9 puro, ma mi piacciono anche le giocate da 10. Quest’anno, infatti, dopo tanto tempo, ho avuto la possibilità di

indossare questo numero. È sicuramente il mio preferito”. Graziano Aliu, 35 anni e i sogni di un bambino; scrivere la storia e riportare il Treviso tra i grandi: “La Serie C è il mio obiettivo, se ci sarà la possibilità sarò pronto.” Pronto sempre, come quando c’è da buttarla dentro.

Stefano Parpajola

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Graziano Aliu

L’intervista. Il vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga Veneta sull’autonomia

e la sfida delle elezioni

Alberto Stefani: “Il futuro del Veneto appartiene senza dubbio alla Lega”

Autonomia differenziata, elezioni regionali e il futuro della Lega sono stati i temi al centro dell’intervista al vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga Veneta Alberto Stefani ai microfoni di Radio Veneto24.

Ottime notizie per la Lega. La Consulta ha recentemente escluso la possibilità di referendum abrogativo per l’autonomia. Ora, quali sono i prossimi passi?

Sì. Un grande risultato quello dell’esclusione di questo referendum abrogativo, perché ci permetterà di accelerare i tempi. In caso contrario avremmo dovuto affrontare una campagna referendaria non semplice, tra l’altro, in tutta Italia. In questo caso, invece, potremmo già procedere nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, con la continuazione del tavolo per le materie, non LEP, quindi non attinenti ai livelli essenziali delle prestazioni. Per passare successivamente alle materie LEP. Tra i due percorsi c’è la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni tramite un atto parlamentare che avverrà nei prossimi mesi.

Tra l’altro, il Veneto è stata l’unica regione a costituirsi contro il referendum?

Assolutamente sì. Il Veneto è stata l’unica regione. Ne siamo assolutamente orgogliosi. Credo che

questo sia anche un segnale molto importante che dimostra chi l’autonomia l’ha sempre difesa e chi sempre la difenderà. D’altra parte, questo percorso di autonomia vede nel Veneto la regione apripista, la regione che ha prima di tutte le altre scelto di confrontarsi con i propri cittadini e di avere un mandato popolare per la devoluzione di nuove forme e condizioni di autonomia.

Clima all’interno del partito. Ultimamente si è parlato di malumori. Ora, qual è la situazione?

Direi che negli ultimi giorni ci si è ricompattati in maniera molto forte attorno a questa scelta di chiedere la guida della coalizione per le elezioni regionali. Tra l’altro, abbiamo aperto oltre 300 gazebo in tutto il Veneto. Stiamo chiedendo ai veneti – l’abbiamo chiamato ‘Veneto ai veneti’- quali sono le aspirazioni per le elezioni regionali e soprattutto di darci un mandato per la linea che abbiamo stabilito in queste settimane, cioè quella identitaria legata alla necessità che questo partito, che conta 159 sindaci, 1200 amministratori, oltre 300 sezioni, abbia la possibilità di guidare questo territorio. Questo perché la Lega conosce questo territorio, le sue aspirazioni, la storia e la gente ha dimostrato anche alle ultime elezioni comunali di fidarsi

di questo partito. Anche elettori di centrosinistra votano Lega a livello territoriale, forse un motivo ci sarà.

Tensioni all’interno del centro destra. Mi riferisco ad esempio alla polemica Conte-Nordio. Possiamo dire che anche Fratelli d’Italia sta mettendo le carte sul tavolo in vista delle prossime regionali.

Noi rispondiamo senza alcun tipo di astio e senza alcun tipo di

Fratelli d’Italia e Forza Italia tirano dritto sul terzo mandato

Le recenti prese di posizione sul terzo mandato hanno infiammato il confronto all’interno del centrodestra veneto e c’è da scommettere che il clima resterà teso ancora per un po’. Fratelli d’Italia non ha intenzione di fare passi indietro anche se lancia segnali alla Lega e a Forza Italia per un candidato unico, tanto che in queste settimane sono emersi diversi scenari, fra i quali anche la possibilità di sostenere un candidato leghista ma senza la lista Zaia in corsa. La strada comunque è tutta in salita perché il terzo mandato continua ad essere il punto più controverso. Il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, coordinatore regionale in Veneto, ha messo punto fermo: “La norma che disciplina il terzo mandato esiste da tempo e non riguarda singoli casi specifici. Non è mai una buona idea adeguare le leggi alle esigenze contingenti. Riguardo la scelta del futuro candidato

problema personale nei confronti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Crediamo che in una coalizione si giochi in squadra e si giochi compatti. È ovvio che un partito come il nostro, che ha una classe dirigente di amministratori di questo tipo – 159 sindaci, 1200 amministratori – debba avere voce in capitolo. Questo perché fa parte della storia di questo territorio. La nostra classe dirigente non è nata in un anno o due, si è affinata nel

alle elezioni regionali del Veneto, aggiunge, siamo sicuri che il centrodestra si farà trovare pronto all’appuntamento scegliendo, come è accaduto in passato, il miglior profilo in grado di rappresentare i veneti, tenendo anche conto del consenso che le diverse forze politiche raccolgono tra i cittadini”.

In casa Forza Italia Flavio Tosi è ancora più drastico: “Il terzo mandato è morto e sepolto. Due partiti su tre della maggioranza non lo vogliono. Idem buona parte dell’opposizione. La Consulta ha già detto che il limite è legittimo per i sindaci, e quindi potrebbe dirlo anche per i governatori». Per l’ex sindaco di Verona la candidatura di Zaia non avrebbe alcuna chance e ritiene che nelle prossime settimane si arriverà ad un accordo. Un ruolo chiave, ovviamente, lo giocheranno i vertici nazionali.

corso di trent’anni e ha un percorso politico-amministrativo che è intimamente legato alla storia di questa terra. Non possiamo pensare che tutto questo possa essere gettato via con un colpo di spugna dopo 15 anni di gestione del presidente Zaia, che a detta anche degli ultimi sondaggi, continua ad essere il governatore più amato del nostro paese. Quindi credo che questi siano dati inequivocabili. Restiamo per un attimo sul presidente Zaia. Se effettivamente non potesse ricandidarsi, quale sarebbe la vostra mossa? Sicuramente sarà un candidato della Lega. E se così non fosse, il direttivo della Lega deciderà chi sarà il candidato presidente. Io, tra l’altro, sono il primo firmatario della proposta di legge sul terzo mandato di Luca Zaia, quindi spero che ovviamente continui ad esserci la nostra prima scelta, che è lui, e non può che essere lui. Insomma, in ogni caso la Lega ha una classe dirigente così forte da poter esprimere non solo più presidenti, ma anche molti più componenti della squadra, capaci di dare futuro a questa terra. C’è bisogno non solo di un rinnovamento, ma soprattutto di qualità, e qualità in campo all’interno del nostro partito ce n’è tanta e dobbiamo assolutamente metterla a sistema.

Alberto Stefani a radio Veneto24
Luca De Carlo Flavio Tosi

Il confronto. Per il Partito Democratico invece la riforma è destinata al fallimento

Autonomia, l’apertura di Zaia: “E’ tempo

di lasciare da parte le contrapposizioni”

D

opo il no della Corte Costituzionale al referendum abrogativo sulla legge sull’autonomia differenziata Luca Zaia apre al confronto per arrivare a dare concretezza alla riforma. “È giunto il momento di avviare un dialogo costruttivo, - ha detto il presidente del Veneto - ora ci aspettiamo che il pronunciamento della Corte apra la strada per superare la contrapposizione e lavorare insieme per una riforma che vada incontro a tutti”. Altro motivo di soddisfazione è il fatto che la Consulta ha riconosciuto elementi validi nella memoria presentata dalla Regione. “Le recenti sentenze sull’autonomia - ha aggiunto Zaia - confermano l’autorevolezza della Consulta, e ora dobbiamo partire

da questa imparzialità per realizzare l’autonomia in modo che rispetti la Costituzione, Il Veneto è pronto a fare da punto di riferimento per un Paese che, attraverso l’autonomia, potrà rafforzare anche il proprio senso di unità”.

Ben diversa la posizione del Partito Democratico, per il quale il progetto dell’autonomia è destinato a naufragare. “Il pronunciamento della Consulta, - ricorda Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale - è in linea con la sentenza dello scorso dicembre che ha smontato la legge stessa sull’autonomia differenziata, dando precise indicazioni per una sua riscrittura. Un tentativo di riforma che dunque era già stato demolito e

che ora viene definitivamente archiviato. Per decenni, Zaia e la Lega ci hanno parlato di un’autonomia che nei fatti si è tradotta in un progetto irrealizzabile, - aggiunge

Il senatore Antonio De Poli: “Basta con l’ostruzionismo”

Dal Veneto a Roma, il dibattito sull’autonomia continua a tenere banco e a suscitare reazioni contrastanti. In Senato è stata discussa la mozione presentata dalle opposizioni per fermare la riforma dell’autonomia differenziata. Netta la posizione dell’assessore Udc Antonio De Poli, intervenuto per esprimere la posizione contraria del gruppo Civici d’Italia- Udc – Coraggio Italia – Maie- Centro popolare. “Il centrosinistra, che ha visto fallire la sua richiesta di referendum abrogativo sull’autonomia, continua a strumentalizzare il dibattito senza capire che questo ostruzionismo strisciante non avrà alcun effetto. Si apra

piuttosto una discussione seria e responsabile in Parlamento per proseguire e attuare la volontà di milioni di cittadini”, ha evidenziato ancora De Poli secondo cui “la sentenza della Corte Costituzionale ha sancito che la legge sull’Autonomia differenziata non viola la Costituzione e deve andare avanti, con le opportune modifiche che il Parlamento dovrà apportare. Non è stata messo in discussione l’impianto della legge e per questo non vi è alcuna ragione per fermare i tavoli con le Regioni che stanno chiedendo legittimamente maggiori poteri su alcune materie”.

l’esponente dem - contrario alla Costituzione, profondamente divisivo. Sostanzialmente una bandierina priva di concretezza. Per anni abbiamo invitato Zaia a sedersi attorno a un tavolo e costruire una proposta che fosse realmente alla nostra portata e che potesse essere per il Veneto un avanzamento reale. Ora è il tempo di aprire una fase nuova, nella quale le illusioni leghiste devono lasciare spazio a un cambiamento serio, come quello che il Partito Democratico intende mettere in campo. È necessario scrivere una nuova pagina del regionalismo e del rapporto fra lo Stato e le Regioni a Statuto ordinario. Diversamente, si continuerebbe a sbattere contro il muro”.

Elisa Venturini: “Esito prevedibile, ora avanti con decisione”

“Ora il percorso sull’autonomia può riprendere”, è il commento di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale. “Non sono affatto sorpresa dalla decisione della Consulta - afferma - anzi sinceramente sarei stata stupita di un esito contrario visto che il principio dell’autonomia differenziata è scritto direttamente nella Costituzione. Al di là dei tecnicismi e

dei passaggi parlamentari che serviranno a dare corpo alla legge, si dice chiaramente che l’autonomia, e in particolare l’autonomia differenziata, è uno dei principi inseriti in Costituzione”. Venturini ricorda poi che “Forza Italia è l’unico gruppo in consiglio regionale ad avere la parola ‘autonomia’ nel nome e questo proprio perché noi abbiamo sempre spinto in questa direzione, credia-

mo che avvicinare il centro decisionale ai cittadini porti con sé molti vantaggi e continueremo a lavorare per arrivare a questo traguardo. E’ stata Forza Italia a presentare la legge che ha permesso lo svolgimento del referendum del 2017 nel quale i Veneti hanno fatto capire chiaramente la loro volontà: ora che anche la questione referendum si è risolta, il percorso può proseguire”.

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Luca Zaia Vanessa Camani
Elisa Venturini
Antonio De Poli

Il caso. Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna chiedono di entrare nella gestione di impianti e reti di distribuzione

Autonomia energetica, partita a scacchi: quattro Regioni in pressing sul Ministero

S i preannuncia come una partita a scacchi quella che Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna si apprestano a giocare con il Governo per la gestione degli impianti idroelettrici e delle reti di distribuzione dell’energia.

Rete e impianti, infatti, sono di proprietà statale e oggi vengono gestiti da Enel; nel 2029 e nel 2030 si sarebbero dovute tenere le gare per rinnovare o assegnare ad altro soggetto le concessioni. Il condizionale è d’obbligo poiché nell’ultima Legge Finanziaria è stata inserita una norma che prevede la proroga ventennale, quindi senza bisogno di gare, alla stessa Enel.

Il Presidente di AGSM – AIM, Federico Testa, ha fatto, però, suonare la sveglia. La multiutility di riferimento dei territori di Vicenza e Verona sta redigendo, infatti, un piano industriale che le consenta di partecipare alle gare e ha chiesto alla politica, in modo trasversale, di “pressare” il Go-

verno e il Ministero competente affinché faccia marcia indietro rispetto alla proroga ipotizzata in finanziaria.

I benefici per il territorio nel caso in cui le concessioni rimanessero in loco sarebbero evidenti: da una concreta sforbiciata delle bollette per famiglie e aziende sino a investimenti importanti per l’ammodernamento degli impianti e dividendi utili per gli Enti di riferimento.

In una fase di crisi economica come è quella che anche il Veneto sta vivendo e con l’aumento esponenziale dei costi energetici che tanti problemi sta causando a cittadini e sistema produttivo, questa “autonomia” sarebbe una significativa boccata d’ossigeno.

L’appello del presidente Testa, peraltro, non è caduto nel vuoto: le quattro regioni, pur in modo diverso, si sono immediatamente attivate e anche dal punto di vista industriale altre aziende, tra le quali AscoPiave, hanno dichiarato la propria volontà ad essere

della partita.

Non si è ancora espressa apertamente Hera, il colosso Emiliano che vende l’energia anche a Padova, ma le parole di alcuni esponenti di quella regione e del Sindaco di Padova, Sergio Giordani, lasciano immaginare che, al netto delle prese di posizione pubbliche, l’interesse ci sia e i manager siano alacremente al lavoro.

Ora la palla passa al Ministero che ha una manciata di mesi per redigere una sorta di “regolamento – disciplinare” che giustifichi la scelta del Governo di procedere alla proroga ventennale a Enel. Il documento, nel quale dovranno trovare spazio per esempio quali impegni assume il player indicato per il territorio e nella politica dei prezzi, sarà poi portato in Conferenza Stato – Regioni.

Sarà quella la sede ella quale i Presidenti di Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia dovranno farsi valere e

avranno la possibilità di presentare i progetti alternativi redatti dalle proprie aziende locali in modo da convincere il Governo a fare marcia indietro e a indire le gare.

Quali sono gli scenari, dunque, che si potrebbero avverare?

Il primo, quello che tutti si augurano sia il più remoto, è che la trattativa in sede di Conferenza Stato – Regioni fallisca e si proceda alla proroga ventennale a Enel.

Il secondo è che si proceda a una proroga parziale: nelle regioni, come appunto il Veneto, nel quale esistono soggetti interessati a partecipare al bando per la gestione, si vada a gara, mentre nelle altre si affidi a Enel. Il terzo è che su tutto il territorio nazionale si proceda all’assegnazione attraverso specifiche gare territoriali alle quale, ovviamente, parteciperà anche Enel. (r. v.)

Il tempo scorre e, con ogni probabilità, entro l’estate, forse addirittura prima, sapremo come

andrà a finire la battaglia per l’autonomia energetica. Ora tocca alla politica e alle imprese portare i giusti argomenti all’attenzione del Governo. Ne andrebbe del benessere di intere regioni, di milioni di famiglie e, purtroppo in molti in casi, della sopravvivenza stessa di una moltitudine di piccole e medie imprese.

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World Health Forum Veneto 2025: a Padova

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n elemento chiave dell’edizione 2025 sarà la collaborazione con il lienza (PNRR), che vede l’Università di Padova tra i centri di riferimento

rapia con RNA, nei virus oncolitici e nelle biotecnologie applicate alla

L ’edizione 2025 sarà organizzata sotto la regia della Regione Veneto, in collaborazione con il Comune di Padova, l’Università degli Studi di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il VIMM, Venice Promex, la Fondazione Cariparo, Motore Sanità e Veneto Innovazione. La gestione sarà affidata a una Cabina di Regia composta dai principali enti promotori, supportata da un Comitato Scientifico internazionale presieduto dal Prof. Giorgio Palù.

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La volontà di consolidare l’esperienza del 2024 emerge anche dalla creazione di un protocollo specifico per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni coinvolte.

“Uniamo le forze per mettere ancora una volta Padova al centro del mondo dell’innovazione in sanità”, ha affermato Zaia, ribadendo l’impegno della Regione nel fare del World Health Forum un appuntamento imprescindibile per la comunità scientifica internazionale.

venti, dibattiti e presentazioni di alto livello, il World Health Forum Veneto 2025 si preannuncia come un’occasione imperdibile per tutti coloro che operano nel settore della sanità e della ricerca. L’evento si conferma come un laboratorio di idee, una piattaforma di networking e un catalizzatore per l’innovazione.

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L’appuntamento è quindi fissato per il 13-15 marzo 2025 a Padova, per una nuova edizione che punta a superare i già straordinari risultati raggiunti nel 2024 e a rafforzare il ruolo del Veneto come polo d’eccellenza nel panorama della salute globale.

13-15 Marzo 2025

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Le sentenze. Anche un gesto repentino può essere violenza sessuale

Tutti i rischi penali del “bacio rubato”, il rispetto deve venire prima di tutto

Nella celebre commedia-tragedia di Edmond Rostand “Cyrano de Bergerac”, sostituendosi all’impacciato Cristiano, il protagonista rivolge a Rossana le celebri parole: “Cos’è un bacio? Un apostrofo rosa tra le parole T’amo”; ma se è “un bacio rubato”si rischia una condanna penale per violenza sessuale, reato che non riguarda solo l’atto sessuale cosiddetto completo. Invero l’art.609 bis del codice penale stabilisce: “Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni”, con la precisazione “Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”.

Per quanto riguarda il bacio nelle sentenze della Cassazione vi è una specificazione delle tipologie e modalità di baci, operandosi, innanzitutto, una netta distinzione tra baci sulla bocca e sulle guance o sul collo. Per quanto riguarda la prima categoria la Suprema Corte ha più volte affermato che “non soltanto il bacio profondo, o alla francese, col contatto delle lingue, ma anche il bacio limitato al semplice contatto delle labbra, configura un atto sessuale idoneo a invadere la sfera intima del soggetto passivo. Quanto alla asserita natura repentina del gesto, la sua presenza, anziché escludere il fatto, lo conferma; la giurisprudenza della Corte è granitica nell’affer-

mare che “è sufficiente che l’azione si compia in modo insidiosamente rapido, tanto da superare la volontà contraria del soggetto passivo” (così testualmente Cassazione penale 6/7/2023 n.33607).

In merito al bacio sulla guancia o sul collo la Cassazione opera una distinzione: “In tema di reati sessuali, il bacio sulla guancia, in quanto non direttamente indirizzato a zone chiaramente definibili come erogene, configura violenza sessuale, nella forma consumata e non tentata, allorquando, in base a una valutazione complessiva della condotta che tenga conto del contesto ambientale e sociale in cui l’azione è stata realizzata, del rapporto intercorrente tra i soggetti coinvolti e di ogni atto fattuale qualificante, possa ritenersi che abbia inciso sulla libertà sessuale della vittima” (così: Cassazione penale 2/12/2020 n.6158).

Ad esempio un bacio, anche se repentino sulle due guance a’ mo di saluto, senza intenti sessuali non si ritiene integri reato. Un bacio sulla bocca tra due uomini può esulare dall’ambito sessuale, peraltro varie sentenze l’hanno considerato elemento di prova dell’appartenenza alle consorterie mafiose tradizionali.

I Giudici di merito sono orientati “nell’allargare” le zone del corpo che possono essere oggetto di violenza sessuale. Ad esempio il

Tribunale di Trieste con sentenza 17/6/2024 ha affermato: “In tema di violenza sessuale, anche a voler valutare se il collo rappresenti di per sé zona chiaramente esogena- tenuto conto dei rapporti pressoché nulli esistenti con la vittima nonché di come quest’ultima abbia percepito e vissuto il gesto, che ha affermato chiaramente di non averlo assolutamente gradito, di essere rimasta incredula e sbigottita per quell’inaspettata incidenza sulla sua libertà sessuale- un bacio sul collo costituisce un abuso sessuale vero e proprio consumato”. Anche un atteggiamento gentile e galante poco prima del bacio non esenta da responsabilità penale; ad esempio la Corte di Cassazione con sentenza 2/12/2020 n.6158 ha ritenuto che configuri il reato di violenza sessuale un bacio non gradito, preceduto da una serie di complimenti e apprezzamenti sulla bellezza della “vittima”.

Segnalo infine una sentenza della Cassazione (n.33955 del 9/6/2022) particolarmente rigorosa che mi suscita qualche perplessità, secondo cui: “Prendere per mano la vittima e chiederle un bacio, esula dal mero corteggiamento, risultando idoneo a invadere la sfera intima, in quanto connotato da finalità libidinose, il che esclude di qualificare i fatti come semplici molestie”: quindi in questo caso verrebbe commesso il reato di tentativo di violenza sessuale.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Stellantis è stato protagonista con 53 modelli esposti, tra cui spiccano la nuova DS N°8, la Fiat Grande Panda e l’Alfa Romeo Junior Q4

Dal 10 al 19 gennaio 2025, il Brussels Expo ha accolto la 101ª edizione del Salone dell’Auto di Bruxelles, uno degli appuntamenti più importanti per l’industria automobilistica europea. Dopo la cancellazione del Salone di Ginevra, l’evento belga ha acquisito ulteriore centralità, diventando una vetrina privilegiata per le novità del settore e le innovazioni tecnologiche.

Tra i protagonisti della manifestazione, il gruppo Stellantis ha brillato con ben 53 modelli presentati sotto i suoi numerosi marchi: Abarth, Alfa Romeo, Citroën, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Opel, Peugeot e Leapmotor. Quest’ultimo ha debuttato in Europa, mostrando la city car elettrica T03 e il SUV elettrico C10, che offrono rispettivamente autonomie di 255 e 420 km.

Abarth: performance elettrica con la 600e Scorpionissima Abarth ha presentato la 600e Scorpionissima Limited Edition, la vettura più potente mai realizzata dal marchio, con un motore

Le novità e i brand protagonisti al Salone dell’Auto di Bruxelles 2025

elettrico da 280 CV capace di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 5,85 secondi e un’autonomia fino a 334 km nel ciclo combinato WLTP. Accanto a questa, è stata esposta l’Abarth 500e, una city car sportiva con motore da 155 CV e batteria da 42 kWh.

Alfa Romeo: debutto della serie speciale Intensa e della Junior Q4

Alfa Romeo ha svelato in anteprima mondiale la serie speciale Intensa, disponibile su tutta la gamma, che esalta l’identità del marchio con dettagli esclusivi e tecnologie avanzate. Ha inoltre presentato la Junior Q4 nella versione ibrida, simbolo della sportività urbana del brand. Tra le vetture esposte spicca anche la 33 Stradale, capolavoro di design e ingegneria che unisce tradizione e innovazione.

Citroën: innovazione e comfort con la nuova C3

Citroën ha introdotto la nuova C3, disponibile anche in versione elettrica, progettata per offrire comfort e accessibilità. Il SUV compatto C3 Aircross, capace di ospitare fino a sette persone, e la nuova C4 con soluzioni avanzate arricchiscono l’offerta del marchio. Il concept C5 Aircross, invece, anticipa il futuro SUV di segmento C, mentre “The Holidays” propone un veicolo per il tempo libero con fino a quattro posti letto e angolo cucina.

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DS N°8 in anteprima mondiale

DS Automobiles ha presentato in anteprima mondiale la DS N°8, un SUV coupé 100% elettrico ispirato al concept DS Aero Sport Lounge. Con un’autonomia dichiarata di 750 km, una potenza massima di 350 CV e trazione integrale, la DS N°8 rappresenta il nuovo vertice del lusso elettrico del marchio francese. Il lancio in Europa è previsto per l’estate 2025.

Fiat: la 600 Ibrida e ritorno della Grande Panda

Fiat ha rispolverato un nome storico con la Grande Panda, disponibile in versione ibrida o elettrica. Questa compatta di meno di 4 metri offre 5 posti e un abitacolo spazioso. La Topolino, microcar elettrica con 75 km di autonomia, e la 600 Ibrida, con motore turbo benzina a 3 cilindri e sistema ibrido a 48V, completano l’offerta per la mobilità urbana. Inoltre, è stata esposta la 500e Giorgio Armani Collector’s Edition, simbolo del Made in Italy.

Jeep: evoluzione elettrica con l’Avenger e il Wrangler 4xe

Jeep ha presentato tre varianti dell’Avenger: Summit Full Electric, e-Hybrid e l’anteprima belga dell’Avenger 4xe The North Face Edition, pensata per gli amanti dell’avventura. Tra le edizioni speciali spiccano The North Star di Renegade e Compass, oltre alla Wrangler 4xe nella versione ibrida plug-in Rubicon.

Kia: la EV3 tra le finaliste di Car of The Year 2025 Kia ha mostrato la EV3, una city car elettrica progettata per la praticità e dotata di tecnologie avanzate che la rendono ideale per gli spostamenti urbani. Questo modello si distingue per il design compatto e le soluzioni innovative. La Kia EV3 è stata anche selezionata tra le finaliste per il prestigioso premio Car of The Year 2025, un riconoscimento che ha contribuito a consolidare la sua visibilità durante il Salone. A vincere il titolo è stata la Renault 5 E-Tech, ma l’EV3 ha dimostrato di essere una forte concorrente nella categoria.

Hyundai: innovazione con la Inster e il lussuoso Ioniq 9 Hyundai ha portato a Bruxelles due modelli di grande interesse: la Inster e l’Ioniq 9. La Hyundai Inster è una city car elettrica compatta, lunga solo 3,82 metri, pensata per gli spostamenti urbani. Disponibile con due opzioni di potenza (97 CV e 115 CV) e batterie da 42 kWh o 49 kWh, è in grado di garantire un’autonomia fino a 350 km. Il design è moderno e agile, ideale per affrontare il traffico cittadino con efficienza.

L’Ioniq 9, invece, rappresenta il culmine della gamma Hyundai: un SUV di lusso lungo oltre 5 metri, progettato per ospitare fino a sette passeggeri. Con una batteria da 110,3 kWh, promette un’autonomia massima di 620 km nella versione meno potente. Questo modello è dotato di tecnologie all’avanguardia, offrendo comfort e innovazione per i clienti più esigenti.

Lancia: nuova Ypsilon

Lancia ha portato la nuova Ypsilon, disponibile sia in versione 100% elettrica con motore da 156 CV e batteria da 51 kWh, sia con un powertrain ibrido da 1,2 litri e 100 CV. La Ypsilon Rally4 HF segna invece il ritorno del marchio nel mondo dei rally, con una potenza di 212 CV.

Maxda: MX-30 R-EV e la sicurezza è garantita

La Mazda MX-30 R-EV è un SUV ibrido plug-in che combina un motore elettrico con un motore rotativo Wankel, offrendo una potenza totale di 170 CV e una coppia di 260 Nm. Presenta un design distintivo e una lunghezza di 439 cm, con spazio per cinque passeggeri e un bagagliaio che varia da 350 a 1.155 dm³. E’ dotata di tecnologie avanzate come il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco, il mantenimento della corsia e un impianto audio Bose con 12 altoparlanti. La sicurezza è garantita da sistemi come i-Activsense, che aiutano a prevenire incidenti.

Opel: nuove proposte elettrificate e restyling

Opel ha presentato la nuova Mokka, caratterizzata da un design “Bold and Pure” e tecnologie avanzate come l’infotainment con riconoscimento vocale. Saranno esposte anche la Grandland con illuminazione intelligente Lux HD, la nuova Frontera, la Corsa Hybrid a 48V, l’Astra Sports Tourer e il Vivaro Electric, ampliando l’offerta elettrificata del marchio.

Peugeot: gamma elettrica completa

Peugeot ha presentato la gamma elettrica più ampia tra i costruttori generalisti europei, con modelli come la E-208, E-2008 SUV, E-308 SW, E-3008 SUV di nuova generazione, E-5008 SUV a 7 posti e la E-408. Inoltre, ha introdotto innovazioni tecnologiche con l’integrazione dell’intelligenza artificiale a bordo.

Skoda: aggiornamenti per lo Enyaq

Skoda ha presentato un restyling del suo SUV elettrico Enyaq, che si distingue per aggiornamenti estetici e tecnologici. Sebbene i dettagli specifici non siano stati rivelati, si attende un miglioramento dell’efficienza energetica e dell’esperienza di guida complessiva, con l’o-

biettivo di rafforzare la posizione del modello nel mercato dei veicoli elettrici.

Toyota Urban Cruiser, nuovo SUV elettrico Toyota, che ha il suo quartier generale europeo proprio a Bruxelles, ha presentato il nuovo Urban Cruiser, un SUV compatto elettrico dalle dimensioni equilibrate: 4,285 mm di lunghezza, 1,800 mm di larghezza e 1,640 mm di altezza, con un passo di 2,700 mm che assicura un abitacolo spazioso e versatile. Il design è caratterizzato dal distintivo frontale “Hammerhead”, mentre la trazione integrale e sistemi come il Downhill Assist Control garantiscono prestazioni sicure anche su terreni difficili. Gli interni moderni includono tecnologie avanzate per la sicurezza e la connettività, rendendo l’Urban Cruiser una proposta interessante per la mobilità elettrica.

Le novità degli altri marchi

Presenti anche marchi come Alpine, Aston Martin, Audi, BMW, Bentley, Bugatti, BYD, Corvette, Cupra, Dacia, Ferrari, Ford, Honda, Hyundai, Kia, Lamborghini, Lexus, Mercedes, MG, Mini, Porsche, Renault, Skoda, Tesla, Toyota, Volkswagen e Volvo hanno animato il Salone con novità tecnologiche e modelli di punta.

Alpine ha presentato l’A290, una compatta elettrica sportiva, mentre Audi ha portato una serie di veicoli elettrici caratterizzati dal numero 6, tra cui una berlina, una station wagon e un SUV coupé. Tra le anteprime più attese, l’Audi RS6 Avant Performance. Sotto i riflettori si distingue anche un modello cinese: la BYD Atto 2, prevista sul mercato nei primi mesi del 2025 e prodotta direttamente in Europa, presso lo stabilimento in Ungheria.

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Prossime date:

Venerdì 28 marzo

Venerdì 11 aprile

Venerdì 16 maggio

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Veneto in prima linea contro la violenza: ticket sanitario abolito per le vittime

Dzione dal pagamento del ticket sanitario per le vittime di violenza.

La misura è stata approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, dopo essere stata introdotta nei lavori di approvazione della legge di bilancio. L’articolo 21 della L.R. 33/2024, collegato alla Legge di stabilità 2025, ha previsto importanti tutele per le vittime di violenza residenti in Veneto che necessitano di cure presso le strutture sanitarie regionali. Le prestazioni sanitarie successive alle dimissioni dal Pronto Soccorso, comprese quelle psicologiche e di specialistica ambulatoriale collegate agli eventi di violenza subiti, saranno completamente esenti dal pagamento del ticket sanitario.

“Questa decisione rappresenta un atto di civiltà – ha dichiarato l’Assessore Lanzarin – ed è un modo concreto per sostenere chi ha vissuto situazioni di violenza, garantendo loro non solo la cura delle ferite fisiche, ma anche un supporto psicologico e sanitario necessario al percorso di recupero. L’esenzione dal ticket riguarda l’intero iter terapeutico che segue la dimissione dal Pronto Soccorso. Le donne vittime di violenza devono sentire la vicinanza delle istituzioni, e questa misura mira proprio a costruire un rapporto di fiducia e aiuto concreto”.

L’Assessore ha inoltre sottolineato l’importanza della prevenzione e della consapevolezza nella lotta contro la violenza: “Riconoscere i segnali di violenza per intervenire tempestivamente è fondamentale. Questo obiettivo si può raggiungere solo attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento attivo di tutti gli attori istituzionali e della società

civile. È essenziale non ignorare alcun segnale di prevaricazione e intervenire quando il rispetto della persona viene meno. Collaborare con gli enti locali e le operatrici impegnate nel contrasto alla violenza è la chiave per un’azione efficace”.

Oltre alla tutela sanitaria, la Regione Veneto sta lavorando su altri fronti per garantire alle vittime di violenza un reale percorso di recupero e reinserimento nella società. “Queste donne – prosegue Lanzarin –hanno bisogno di intraprendere un percorso di recupero senza ostacoli economici. Per questo abbiamo eliminato l’onere del ticket, affinché possano accedere a tutte le cure necessarie. Ma non ci fermiamo qui: è cruciale lavorare anche per garantire loro indipendenza economica e abitativa. Stiamo collaborando con Veneto Lavoro, con le categorie economiche e con il settore dell’edilizia residenziale per fornire opportunità concrete di autonomia”.

Questa esenzione è un passo importante inserito all’interno della legge finanziaria regionale approvata a fine 2024. L’Assessore Lanzarin ha annunciato questa misura nel nostro programma radiofonico “Buongiorno Veneto” di radio Veneto24, spiegando agli ascoltatori l’importanza di questa iniziativa e il suo impatto sulle vite delle donne che affrontano situazioni di violenza.

La Regione Veneto conferma così il suo impegno nel sostegno alle vittime, non solo attraverso il sistema sanitario, ma anche attraverso politiche di inclusione e autonomia, per permettere un ritorno alla normalità e alla dignità.

Redazione salute

In Veneto sanità ed inclusione per un turismo accessibile

La Giunta regionale del Veneto ha approvato un nuovo progetto di turismo sociale inclusivo su proposta dell’Assessore alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin. L’obiettivo è rendere le località turistiche sempre più accessibili a persone con disabilità o fragilità, promuovendo un cambiamento culturale che renda il Veneto un modello di inclusività. “Il Veneto – sottolinea l’Assessore Lanzarin – è tra le prime regioni turistiche d’Europa, con 72 milioni di presenze all’anno. In Europa si stimano 101 milioni di persone con disabilità che potrebbero scegliere il Veneto per le loro vacanze, a patto di trovare un’offerta accessibile e servizi adeguati. Abbiamo definito una serie di obiettivi chiave, anche in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, coinvolgendo le diverse Ullss in base alle peculiarità territoriali”. Il progetto si propone di migliorare l’accessibilità e la sicurezza dell’offerta turistica, sensibilizzare istituti scolastici e universitari sul turismo inclusivo, valorizzare realtà accessibili e creare opportunità lavorative per persone con disabilità, promuovendo la loro autonomia abitativa. Inoltre, verranno potenziate le attività ludico-sportive, favorendo esperienze di integrazione e socializzazione.

Le AULSS venete avranno un ruolo chiave nell’implementazione del progetto. I diversi territori saranno suddivisi per tipologia turistica: montano, lacustre, termale, balneare e culturale. Le AULSS 1 Dolomiti e 2 Marca Trevigiana si concentreranno sul turismo montano e sportivo, mentre le AULSS 3 Serenissima, 4 Veneto Orientale e 5 Polesana sul turismo balneare e culturale. La AULSS 6 Euganea valorizzerà il turismo termale e collinare, la 7 Pedemontana si occuperà di turismo montano e storico, la 8 Berica di città d’arte e turismo sportivo e la 9 Scaligera del turismo lacustre, montano e culturale.

Il progetto biennale prevede interventi concreti per migliorare l’accessibilità, come strutture adeguate, attrezzature specifiche, mappe tattili e video-guide in lingua dei segni. Saranno inoltre attivati tirocini lavorativi per persone con disabilità nei principali poli turistici, favorendo la loro inclusione nel mondo del lavoro attraverso il coinvolgimento dei Servizi di Inserimento Lavorativo (SIL) delle AULSS.

Grazie a queste iniziative, il Veneto punta a rafforzare la propria vocazione turistica garantendo esperienze inclusive e accessibili per tutti.

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La presentazione. Il libro “Ulss 2 Sanità di Eccellenze” celebra un’azienda che si distingue per la sua straordinaria umanità

L’Ulss 2: un’eccellenza della sanità trevigiana tra umanità e innovazione

Ca’ Foncello di Treviso ha ospitato un evento speciale che ha messo in luce le molteplici eccellenze della Ulss 2, un’Azienda Socio Sanitaria che si distingue per l’impegno e la competenza dei suoi operatori, ma anche per la grande umanità con cui ogni giorno si prende cura della salute dei cittadini. L’occasione, alla quale hanno partecipato testimonial d’eccezione provenienti dal mondo dell’arte, dell’imprenditoria, dello sport e del volontariato, è stata la presentazione del libro “Ulss 2 Sanità di Eccellenze”, che racconta la realtà di un’organizzazione con oltre 10.000 dipendenti e quasi 900.000 persone assistite. Durante l’evento, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha voluto rendere omaggio all’impegno dell’intero personale dell’Ulss 2, sottolineando l’importanza di un sistema sanitario che si distingue non solo per l’eccellenza tecnica, ma anche per l’empatia e la dedizione verso i pazienti. “Questo libro è una testimonianza di quanto sia fondamentale la sanità pubblica nel nostro Paese, una risorsa da cui dobbiamo essere orgogliosi,” ha dichiarato il Ministro, aggiungendo che la salute è un bene primario per tutti. Numerosi altri protagonisti hanno arricchito la presentazione con le loro testimonianze, raccontando esperienze personali legate alla cura ricevuta. Tra questi, il presidente dell’ISRAA di Treviso Giorgio Pavan, l’artista Sabrina Salerno, l’imprenditore Paolo Fassa e l’influencer Nicola Canal, solo per citarne alcuni. Tutti hanno condiviso storie di accoglienza, empatia e passione, definendo il sistema sanitario trevigiano come un modello di umanità. “Abbiamo trovato rapporti fraterni, amore e un clima gioioso, che ha reso il percorso di cura meno difficile,” ha affermato l’artista Sabrina Salerno, raccontando la propria esperienza.

Il Direttore Generale Francesco Benazzi ha sottolineato l’importanza degli “abbracci” nell’assistenza sanitaria, un gesto simbolico che rappresenta la vicinanza e la cura nei confronti dei pazienti. L’abbraccio, in effetti, è stato scelto come immagine di copertura del libro, una rappresentazione visiva della missione dell’Ulss 2 di prendersi cura della salute fisica e psicologica dei suoi pazienti.

Il volume “Ulss 2 Sanità di Eccellenze” non è solo una raccolta di storie emozionanti e testimonianze, ma anche un bilancio di mandati che rac-

conta un periodo difficile, quello che va dal 2020 al 2024, segnato dalla pandemia di Covid-19 e dalle difficoltà che ne sono derivate. Il libro si presenta come un documento che celebra la ripartenza e il continuo impegno dell’azienda sanitaria, un’azienda che, nonostante le difficoltà, ha continuato a innovare, migliorare e prestare attenzione al benessere dei suoi pazienti.

Con le sue 304 pagine ricche di storie e testimonianze, oltre 100 immagini e 150 progetti raccontati in 8 capitoli, il libro offre un’istantanea delle strutture sanitarie, dei distretti e dei dipartimenti dell’Ulss 2, mettendo in evidenza non solo l’eccellenza delle cure, ma anche le tecnologie avanzate e le collaborazioni che rendono l’Ulss 2 un punto di riferimento nel panorama sanitario veneto.

Più di 100 le immagini, tantissime delle équipe oltre a una ventina in cui compaiono le tecnologie più innovative presenti nelle varie strutture dell’Ulss 2.

Oltre 150 i progetti pervenuti all’Urp, che ha seguito la pubblicazione, suddivisi in otto capitoli, per raccontare gli ospedali, i distretti e i dipartimenti, mettendo in risalto quello che l’Azienda ha da raccontare, l’eccellenza che si fa quotidiano per la collettività.

90 le realtà raccontate tra cui:

1 Direzione strategica di cui fanno parte la direzione generale, sanitaria, socio sanitaria e amministrativa

6 Direzioni mediche di ospedale

1 Direzione delle professioni sanitarie

3 Dipartimenti - Prevenzione, Dipendenze, Salute mentale

6 Ospedali - Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Oderzo, Treviso, Vittorio Veneto

64 Unità operative

5 Unità di staff alla direzione generale

2 Unità operative amministrative

2 Partner preziosi dell’Ulss 2 ovvero Associazione Per Mio Figlio e Imoco Volley

Tutti questi protagonisti hanno voluto raccontare ciò che di unico e positi-

vo, nell’ambito di un quotidiano che ha spesso i caratteri dello straordinario, fanno nei rispettivi ambiti di lavoro per la salute dei cittadini. In un mondo dove la tecnologia e le cifre spesso dominano il dibattito sulla sanità, l’Ulss 2 ha scelto di raccontare, attraverso questo libro, le persone che stanno dietro ai numeri: medici, infermieri, operatori sanitari e amministrativi, ma anche i pazienti che ogni giorno vivono questa realtà. Un racconto che, in fondo, non è solo un bilancio di numeri e successi, ma una testimonianza della cura, della passione e della dedizione che quotidianamente accompagnano la vita di chi lavora e vive nell’Ulss 2.

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Benazzi. “Questo

sordità”

Treviso: un dono per l’udito, 28 apparecchi acustici consegnati a bambini e ragazzi

le Un gesto di solidarietà che ha cambiato la vita di tredici bambini e ragazzi sordi, e in un caso ha coinvolto un intero nucleo familiare. Questo il bilancio del progetto “Stellina alla conquista del suono”, promosso dall’associazione Alto Volume con il sostegno di ANAP Treviso e Per mio figlio onlus. L’iniziativa ha permesso di donare 28 apparecchi acustici a famiglie in condizioni di fragilità, migliorando la qualità della loro vita e abbattendo barriere comunicative.

I risultati sono stati illustrati dal presidente di Alto Volume, Marco Laurito, e dalla vicepresidente Alessandra Gallina, nel corso di un incontro con il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi. “Questo progetto è nato

dalla convinzione che nessun bambino debba essere escluso a causa della sordità, ma non sono mancati momenti di sconforto per l’indifferenza verso questa problematica - ha dichiarato Gallina -. Grazie al supporto dell’Ulss 2 e ai contributi delle associazioni coinvolte, siamo riusciti a garantire un futuro migliore a molti bambini audiolesi”. Un caso particolarmente significativo ha riguardato una famiglia in cui, ol-

tre al bambino, anche due adulti erano affetti da sordità. “In questo caso, donare un apparecchio solo al bambino non sarebbe bastato: non avrebbe potuto comunicare con i propri familiari. Grazie a un ulteriore contributo dell’ANAP, su proposta del presidente Bruno Mazzariol, abbiamo potuto fornire gli apparecchi a tutti e tre, permettendo loro di interagire verbalmente” ha spiegato Gallina. Le testimonianze delle famiglie raccontano l’importanza dell’iniziativa. “Non tutte le famiglie possono permettersi l’acquisto di un dispositivo: ci siamo trovati a dover scegliere tra mangiare e comprare un apparecchio” racconta un genitore. “Vi scrivo come mamma ora più serena e grata”; “Ho visto la passione con cui aiutate i bambini a vivere meglio”; “Per noi sarete sempre persone speciali”. Questi alcuni dei messaggi di riconoscenza ricevuti da Alto Volume. L’iniziativa, patro-

cinata dal Comune di Treviso e supervisionata dall’Azienda Sanitaria, ha visto la distribuzione degli apparecchi a 13 tra bambini e ragazzi e due adulti con sordità mono o bilaterale, individuati grazie a un protocollo d’intesa tra i soggetti coinvolti. “Ringrazio Alto Volume per questo progetto innovativo - ha dichiarato Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 -. Un plauso va anche a Per mio figlio onlus e ANAP per la sensibilità dimostrata. La sordità, soprattutto in età scolare, può trasformarsi in una barriera culturale: iniziative come questa permettono di abbatterla”. Un riconoscimento speciale è andato anche a Marco Laurito, che ha vissuto in prima persona l’esperienza della sordità infantile e ha trasformato la propria storia in un’opportunità per aiutare gli altri.

“Scuole sorri…denti”: al via il progetto per promuovere l’igiene orale

Ha preso il via il 14 gennaio e proseguirà fino al 13 maggio il progetto “Scuole sorri…denti”, un’importante iniziativa educativa promossa dal Comune di Treviso in collaborazione con gli Istituti Comprensivi cittadini, l’Azienda ULSS 2 e il Corso di Laurea in Igiene Dentale dell’Università di Padova. Il progetto mira a sensibilizzare gli alunni delle classi prime delle scuole primarie sulla necessità di prendersi cura della propria igiene orale, considerata un elemento essenziale per il benessere generale. Gli incontri, che coinvolgeranno tutte le scuole primarie dei cinque Istituti Comprensivi di Treviso, prevedono dieci giornate di attività interattive e formative. Ogni lezione, della durata di un’ora, sarà condotta dalla dottoressa Serena Bergamin, igienista dentale e Coordinatrice

delle Attività Formative del Corso di Laurea in Igiene Dentale dell’Università di Padova, insieme agli studenti del terzo anno del corso, impegnati nel tirocinio presso gli ambulatori odontoiatrici pediatrici del Poliambulatorio di Borgo Cavalli.

L’approccio educativo è pensato per coinvolgere attivamente i piccoli alunni, responsabilizzandoli fin da subito verso una corretta igiene orale domiciliare. Al termine di ogni incontro, a ciascun partecipante verrà consegnato un kit di igiene orale e materiale informativo dedicato alle famiglie, per favorire la continuità delle buone pratiche anche a casa.

L’assessore alle Politiche Educative, Gloria Sernagiotto, ha sottolineato l’importanza del progetto: «Questa iniziativa è un’occasio-

ne unica per educare i più piccoli alla salute dentale, un tassello fondamentale per il loro benessere complessivo. Siamo orgogliosi di vedere studenti universitari impegnati direttamente nel sensibilizzare i bambini, creando un dialogo che unisce generazioni diverse attorno a un tema così importante. Ringraziamo tutti i partner che rendono possibile questo progetto, contribuendo a formare una comunità più attenta e consapevole».

Con “Scuole sorri…denti”, Treviso si dimostra ancora una volta un modello di collaborazione tra istituzioni, enti sanitari e mondo accademico, con un unico obiettivo: garantire ai più piccoli un futuro più sano e consapevole.

Anna Bergantin

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