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I candidati in campo, il sindaco uscente Andrea Saccarola per il centrodestra e Alessio Boscolo per il polo moderato, illustrano i programmi
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
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Fondi regionali per lo sfruttamento positivo dell’energia e del turismo in arrivo nel miranese. Entro fine aprile sarà disponibile il nuovo bando di concorso per un fondo regionale al quale sono già pronti ad aderire i Comuni del miranese grazie a una intesa con le associazioni di categoria, il Consorzio di Bonifica, la Città metropolitana e Veritas. Sull’energia si punterà allo sviluppo delle Comunità energetiche e il nuovo bando, riguarderà la progettualità relativa alle risorse idriche, la prevenzione del dissesto idrogeologico, gli invasi idrici, lo sviluppo della rete fognaria e la politica di sensibilizzazione e comunicazione. Per il settore del turismo, il progetto prevede la nascita di un marchio d’area, un sostanzioso investimento sulla sicurezza e per finire la mappatura delle piste ciclabili. A coordinare il tutto, sarà l’Ipa (Intese programmatiche d’area) del miranese. “Abbiamo lavorato bene e in perfetta sintonia, presentando numerosi progetti – spiega l’Ipa”. Scendendo nei dettagli, per la parte progettuale legata all’acqua, l’Ipa ha deciso per 5 misure utili: il monitoraggio e mappatura delle infrastrutture idriche esistenti e degli strumenti delle risorse idriche (costo 100 mila euro), la prevenzione del dissesto idrogeologico con manutenzione dei fossi (2 milioni di euro), gli invasi idrici (7 milioni e mezzo), lo sviluppo e copertura della rete fognaria e relativo adeguamento con separazione delle acque meteoriche dalle fognature (4 milioni e mezzo) e gli interventi di sensibilizzazione (300 mila euro). Alla voce “energia”: comunità energetiche rinnovabili per ogni Comune. Il “turismo” chiederà finanziamenti in tre ambiti: il rafforzamento dell’organizzazione turistica, una gestione turistica “unica” del miranese, la costruzione di hub turistici con realizzazione di infopoint. Infine sicurezza, con: controllo automatizzato della velocita nei tratti più pericolosi, adeguamento della segnaletica, aumento dei punti d’illuminazione pubblica, video sorveglianza e telecamere per chi abbandona i rifiuti; contenimento delle polveri sottili.
Massimo TonizzoÈ un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.
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Chiuso in redazione il 17 aprile 2023
Ipa ha deciso misure per turismo, sicurezza ed energia
Lavoro. I sindacati e le Rsu mettono in chiaro le richieste all’azienda
Nuovo contratto integrativo per i dipendenti della Piaggio a Noale, con l’approvazione da parte dei sindacati. Alla Piaggio le Rsu, Fim, Fiom e Uilm hanno approvato la piattaforma di rinnovo del contratto integrativo negli stabilimenti del gruppo Aprilia di Noale e Scorzé che porteranno, dopo la scontata approvazione dell’assemblea dei lavoratori, si spera con la trattativa con l’azienda a un aumento annuo del premio pari a 1.200 euro. La nuova piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo di gruppo, dunque, vede una revisione degli indicatori con un doppio aumento: 1200 euro sulla cifra massima da concedere e 255 euro sull’anticipo mensile. Inoltre, verrà anche concessa la possibilità di riconoscere
Le quotazioni di Piaggio nel 2022 sono salite e gli stabilimenti veneziani hanno ripreso a produrre, anche nuove assunzioni
la maturazione anche negli eventuali periodi di cassa integrazione. Sono infine previste anche alcune ulteriori concessioni: il rafforzamento delle commissioni e degli osservatori di fabbrica per quanto riguarda i rapporti sindacali, l’analisi degli infortuni durante i momenti formativi sul versante della sicurezza, la nomina dei tutor per assistere lavoratori affetti da disabilità e mansioni meno gravose da assegnare valutando i singoli casi per gli operai che abbiano superato i cinquant’anni d’età. Richieste da valutare, poi, per eventuali corsi di formazione sulla lingua italiana per i lavoratori immigra-
ti e possibilità di usufruire della banca ore solidale e del recupero delle ore di produttività legate ai picchi stagionali. “Abbiamo raggiunto un buon punto di partenza - analizza l’accordo il segretario di Fim Cisl Venezia Matteo Masiero. Ora pianifichiamo le assemblee e poi si darà inizio alla trattativa con l’azienda. Oltre al premio di risultato che rappresentata l’elemento salariale, riteniamo che sia centrale il rilancio delle commissioni partecipative. Nonostante i due anni di pandemia e l’altalena dei mercati, le quotazioni di Piaggio nel 2022 sono salite e gli stabilimenti veneziani hanno ripreso a produrre nella prima parte dell’anno, con anche nuove assunzioni. Il rinnovo dell’integrativo diventa anche un’occasione per riparlare di investimenti, qualità, formazione, organizzazione del lavoro e inquadramento. Sarà una trattativa complicata”. Via libera adesso alle assemblee, nelle quali saranno consultati tutti i lavoratori; chiesto incremento del premio di 1.200 euro annui. Nelle prossime settimane si terranno, dunque, le assemblee nei siti di Pontedera, Mandello Del Lario, Noale e Scorzé, per poi sottoporre la stessa piattaforma al voto dei lavoratori. “Le nostre richieste - concludono i sindacatisono ben chiare. Per quanto concerne il premio di risultato annuo si chiede di rivedere gli indicatori. Sul versante economico, si chiede anche di evitare gli assorbimenti dei superminimi. Sull’ambiente e sicurezza si chiede di analizzare i quasi infortuni, prevedere i break formativi, migliorare l’ergonomia, migliorare il microclima”.
Massimo TonizzoSuccesso a Noale per la “Giornata Mondiale della Poesia”, istituita nel 1999 per promuovere e far diffondere la poesia e che in città si associa dalla prima edizione a una serie di iniziative e pubblicazioni partite a fine marzo. Da due anni, la piazzetta Giacomo Dal Maistro all’interno della rassegna estiva Book Love promossa dall’assessorato alla cultura ospita serate dedicate alla poesia e stampa in proprio un piccolo libricino; “assaggio” quest’anno delle opere poetiche lette l’anno scorso. “Si tratta - spiega l’assessore alla cultura Annamaria Tosatto- di scritti di poeti e poetesse legati a vario titolo al nostro territorio: Stefano Calò, Giorgia De Marchi, Adino Libralato, Antonella Marcon, Lucrezia Marin, Marilisa Perin, Norita Ravazzolo e Paola Volpato. Il libricino è l’occa-
sione ed opportunità per gli scrittori di presentarsi, e per i lettori di conoscere nuove sensibilità e nuovi autori. Quest’anno il libretto si presenta con nuova veste grafica ed in copertina appare proprio un’opera dell’artista noalese Paola Volpato, presente anche in veste di poetessa e che ringraziamo per gentile condivisione. Non potendo procedere alla stampa illimitata di copie, e sperando di fare cosa gradita, tra i vari modi di diffondere l’iniziativa abbiamo pensato di condividere il libricino nei bar del centro per cercare di incontrare nuovi lettori, dando contempo la possibilità di ricevere copia cartacea in biblioteca o presso l’ufficio cultura o di scaricarla dal sito internet istituzionale della Città di Noale“. (ma.to.)
Noale danza nel mondo. Potrebbe essere una giovanissima studentessa noalese, Alice Vio, una delle future stelle della danza internazionale. Alice, appena 17 anni e studentessa alla scuola di danza “Il Balletto” di Castelfranco Veneto diretta dalla maestra Susanna Plaino, è stata infatti selezionata tra oltre mille studenti di danza da tutto il mondo per partecipare alla prestigiosa Summer School dell’Ecole dell’Opéra di Parigi dal 3 al 15 luglio prossimi. La selezione è avvenuta on-line, grazie ad un provino video che ha permesso ad Alice di superare studenti di scuole anche dalla fama già internazionale. Ora quel provino le permetterà di partecipare quest’estate ad alcune master class intensive, nelle quali conoscerà i migliori maestri di danza classica in Europa. Appassionata di danza fin dalla più tenera età, Alice ha iniziato il suo percorso nelle scuole di balletto a soli sei anni, e dal 2019 ha trovato la sua “casa” a Castelfranco Veneto, ovviamente aiutata e supportata in questa sua passione (per ora, per lo meno, solo passione) dai genitori Cristina e Daniele che la seguono ovunque. Nelle parole di Alice questo amore appare completo
in ogni suo particolare: “Della danza mi piace tutto - dice - dagli allenamenti all’inchino finale, e per concorsi e spettacoli sono disposta a restare in una sala giornate intere a provare le figure giuste. Fin da piccola la danza è stata una parte fondamentale della mia vita, e anche quando sono a scuola (Alice frequenta con risultati ottimi il liceo Nighitingale di Castelfranco di scienze umane), non vedo l’ora di poter andare a lezione di balletto”. Ora, questa opportunità che potrebbe, però, portare anche a un cambio radicale nella sua vita. Cambio che Alice prende con disinvoltu-
ra: “se tutto dovesse andare per il meglio, mi piacerebbe restare all’Opéra di Parigi e un giorno entrare in una compagnia di ballo. Per ora ovviamente mi accontento di conoscere il mondo della danza e confrontarmi con gli altri studenti internazionali, osservare il loro modo di lavorare e poi in seguito coronare il mio sogno” . Con lei, intanto, a sognare è una intera città, con la voglia di vedere una giovane e brava conterranea danzare sulle punte e applaudita in tutto il mondo.
Massimo TonizzoNuovo nome per il bosco urbano di Noale, con la dedica alla Costituzione per la struttura intera a Tina Anselmi per le prime piante. Prenderà il nome di “Giardini della Costituzione” l’area del bosco urbano di Noale. Un omaggio ai più di 75 anni dalla nascita della carta, con lo scopo, come spiega l’amministrazione cittadina, di piantare all’interno dei giardini gli “Alberi
di giustizia”, dedicati a uomini e donne che si siano spesi per il bene comune italiano. E il primo alberello piantato a fine marzo ha già la sua dedica, quella a Tina Anselmi, politica, partigiana originaria di Castelfranco e prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro nella Repubblica italiana. Alla posa della “Mimosa di Tina”, hanno partecipato insegnanti e studenti di Noale, oltre alla giovane nipote della Anselmi, Valentina Magrin che ha poi presentato il libro “Tina Anselmi per le donne” (edito da Fondazione Corazzin e Cisl Veneto) con Mauro Pitteri, storico e autore della biografia. (ma.to)
Territorio. L’iniziativa “uno scontrino per la scuola” coinvolge oltre 2000 ragazzi
“Ilove shopping”, ma questa volta con il permesso di mamma e papà e per una causa positiva che non potrà che renderli orgogliosi dei loro figli. Saranno quasi 2000 gli alunni delle scuole di Noale che faranno una vera e propria sfida agli acquisti fino a fine anno scolastico solo ed esclusivamente nei negozi della città. La positiva iniziativa, che si chiama “uno scontrino per la scuola”, ha preso il via a Noale grazie alla promozione del Comune di Noale e della Confcommercio del Miranese, e si pone come obiettivo quello di legare in maniera sempre più stretta e giornaliera le famiglie degli studenti di Noale al proprio territorio, aiutando contemporaneamente il commercio dei negozi di vicinato, messi sempre più in crisi da ipermercati e centri commerciali. Non ultimo, infine, lo scopo di sostenere materialmente le esigenze delle scuole grazie alle donazioni che arriveranno. Nel dettaglio, il progetto “Uno scontrino per la scuola” permetterà agli studenti di effettuare acquisti in una quarantina di attività commerciali tra Noale e le frazioni. Tramite le loro spese, poi, gli scontrini raccolti permetteranno di destinare alcuni contributi economici ai dieci plessi scolastici che hanno per ora aderito all’iniziativa: per le scuole dell’infanzia Calvino e San Giuseppe di Noale, l’istituto Gradenigo di Briana, Madonna del Carmine di Cappelletta e Sa-
cra Famiglia di Moniego, mentre per le scuole primarie Vittorino dal Feltre di Noale, Calvi di Briana, Duca d’Aosta di Cappelletta e Battisti di Moniego e infine la scuola secondaria Pascoli. Gli alunni coinvolti potranno dunque fino al prossimo 30 aprile raccogliere più scontrini e ricevute fiscali possibili per far trionfare il proprio istituto. “Un modo semplice e divertente per loro - spiega il delegato di Confcommercio a Noale Giovanni Liziero - di fare le proprie spese attraverso il gioco, ma anche una bella iniziativa per le famiglie e la comunità, che hanno l’opportunità di sostenere concretamente sia il commercio locale che la scuola del proprio paese, semplicemente facendo
Il progetto permetterà agli studenti di effettuare acquisti in una quarantina di attività commerciali tra Noale e le frazioni. Tramite le loro spese, poi, gli scontrini raccolti permetteranno di destinare alcuni contributi economici a dieci plessi scolastici
la spesa e valorizzando la cultura della legalità grazie all’emissione degli scontrini”. “Dobbiamo capire l‘ importanza della promozione e del sostegno al commercio di vicinato - aggiunge l’assessore al commercio Stefano Sonno. Per recuperare quei dati di vendita, persi con la pandemia e l’esplosione tra i più giovani del commercio on-line. Recarsi nei negozi locali non è solo fare la spesa, ma relazionarsi con la propria realtà cittadina in modo positivo. In questi ultimi anni abbiamo visto troppe attività chiudere e siamo convinti che nessuno potrà mai sostituire il calore e il servizio che possono offrire i negozi sotto casa”.
Massimo TonizzoAncora un trionfo per Moreno Pesce, che da Noale continua a portare il suo nome e la sua voglia di vivere sulle cime più alte del mondo. E’ passato solo poco tempo dalla incredibile salita in notturna lungo il pendio di una delle piste più famose ed impegnative al mondo, la Streif di Kitzbuhel, che Moreno Pesce ha già stabilito un altro incredibile risultato nelle Dolomiti. Per l’atleta paralimpico di Noale, come sempre accompagnato come guida dal veterano Lio De Nes, a fine marzo è stato il momento della riuscita risalita dei quasi mille metri di dislivello della Forcella Staunies nella Ski area Faloria Cristallo, con una pendenza massima del 64%, la pista, disegnata nel
1 956 in occasione delle Olimpiadi Invernali ma ora non più raggiungibile con gli impianti da sci e immersa in uno degli scenari dolomitici più spettacolari, la scalata ha avuto come punto d’appoggio il Rifugio Lorenzi nel cuore del Cristallo. Moreno Pesce e Lio De Nes sono stati accompagnati nell’impegnativa
salita dal video maker e maestro di sci Jacopo Bernard che da anni documenta le imprese dell’atleta paralimpico veneto. All’arrivo, la sentita dedica di Moreno. “Ci tenevo tantissimo, questa volta per un fatto molto personale. Questa forcella, però in versione estiva, l’avevo salita e ridiscesa con mio padre lungo il ghiaione. Per questo ho voluto provare a ripercorrerla interamente, dato che ha tanti punti che da solo non sono mai riuscito a superare prima. Questa è e resta la mia volontà e motivazione, ovvero andare oltre il limite”. Moreno Pesce insomma preannuncia per il futuro, altre spettacolari imprese in cui metterà alla prova la sua volontà. (ma.to.)
Entra nel vivo la campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Martellago. Le elezioni si terranno il prossimo 14-15 maggio ma i candidati in lista a ricoprire il ruolo del nuovo inquilino del municipio appena restaurato hanno già scaldato i motori e acceso i propri rispettivi sostenitori. Da una parte l’attuale primo cittadino uscente, Andrea Saccarola, 42 anni, di professione esercente, nel 2018 ha strappato il governo della città dopo 27 anni di amministrazione di centrosinistra. Venerdì 31 marzo, in uno dei suoi primi interventi pubblici da candidato per un bis in Piazza Maestri del Lavoro, a Olmo, assieme ai leader della coalizione unita di centrodestra ha dichiarato: “siamo uomini e donne che vogliono fare il bene del proprio territorio, abbiamo tre liste civiche e tre partiti più Coraggio Italia che ci sostengono”. Oltre ai partiti tradizionali, infatti, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega saranno presenti anche la Lista Saccarola Sindaco, Ambiente e Territorio e Generazione 18 e più. “Punteremo al sociale e alla scuola - ha spiegato l’attuale assessora
ai servizi sociali Silvia Bernardoci siamo rinnovati come lista, con delle forze in più”. Le altre due civiche, invece, punteranno, da una parte con Ambiente e Territorio sulla difesa del territorio e anche degli animali mentre dall’altra, con Generazione 18 e più ci sarà un occhio di riguardo per i giovani su cui Saccarola punta molto. “Ovunque vedo qualcosa che abbiamo fatto, anche qui a Olmo dove abbiamo speso 1 milione e 200 mila euro per rendere antisismica la scuola oltre al parco inclusivo e gli impianti sportivi- ha concluso Saccarola -gli avversari parlano di promesse elettorali invece sono progetti nostri che abbiamo messo in cantiere e che verranno conclusi nei prossimi cinque anni da chi vincerà”. Dall’altra parte c’è Alessio Boscolo, 55 anni, laurea in fisica,
gestisce una start-up che opera da trait-d’union tra industria e ricerca scientifica. A capo del polo moderato ha lanciato come priorità per i prossimi cinque anni di amministrazione l’ambiente, la sicurezza e il sociale. Sostenuto da cinque liste civiche, Dovere Civico (Pd), InSIeme, Impegno Comune, Unione Civica e Lista Marco Garbin, Boscolo ha dichiarato, in un incontro presso il ristorante al Mattone di Maerne, lotta al consumo di suolo e riutilizzo degli edifici esistenti. Sul tema sicurezza: “bene le telecamere ma senza un controllo 24 ore su 24 e un collegamento a una centrale operativa si rischia di intervenire solo a fatto compiuto. A questo va aggiunta una presenza delle forze dell’ordine anche agendo a livello sovracomunale”. Sul sociale: “dobbiamo dare nuovi spazi ai giovani e far tornare gli operatori di strada per le situazioni di disagio. Abbiamo inoltre l’idea di ampliare l’asilo nido magari creando momenti di incontro tra i più piccoli e i nonni. Per gli anziani dobbiamo creare un centro diurno e una casa di riposo che al momento non ci sono”.
Riccardo Musacco
Alla fine dello scorso mese si è tenuto il consiglio comunale di Martellago. I punti più importanti di cui si è discusso sono stati sulle controdeduzioni e approvazione del piano degli interventi Pi 5.3 che andava in approvazione e che su cui si dibatteva ormai da più di un anno anche perché, secondo l’opposizione, era stato portato avanti senza un coinvolgimento della minoranza stessa. Oltre anche per i numeri risicati che sostenevano l’attuale maggioranza. La minoranza ha sostenuto che il piano non fosse adeguato e, pertanto, è uscita dall’aula. Il sindaco ha sottolineato come i tempi siano stati lunghi per l’ostruzionismo dimostrato dalla minoranza e che il piano adottato in questo modo avrà un consumo zero di suolo. Comunque sia il piano alla fine è passato. L’altro piano, denominato Pi 6 invece ha avuto una storia diversa, le osservazioni della minoranza sono state in parte prese in considerazione, i tempi si sono
ridotti, compatibili con i tempi normali e, pertanto, è stato adottato. Sono stati, poi, approvati, il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) e il Peba (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche), strumenti estremamente utili di programmazione del territorio. Per il sindaco sul Pums è stato fatto un grande lavoro anche con le associazioni del territorio. Secondo l’opposizione il Peba andrà sicuramente ampliato, sul Pums, nonostante il Comune di Martellago sia stato uno dei primi ad adottarlo, ci si è presi in ritardo. Ad ogni modo i piani sono stati approvati. Un altro punto è stato l’approvazione del nuovo regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria, approvato all’unanimità, in cui si possa conferire anche su iniziativa dei cittadini, il nominativo di una persona, anche scomparsa o associazione che abbia fatto del bene e dato lustro al Comune. (r.m.)
Più di cinquecento persone in festa per l’inaugurazione del Municipio di Martellago finalmente restituito alla città, completamente rimesso a nuovo. A inizio aprile la cittadinanza si è stretta attorno alle autorità per festeggiare la rinnovata casa di tutti i martellacensi, chiusa nel 2020, ora riammodernata, resa totalmente accessibile ed efficientata anche dal punto di vista energetico e antisismico. Presente sul palco allestito ad hoc tutto il Consiglio comunale, anche quello dei ragazzi, i progettisti, con anche l’accompagnamento musicale dei maestri e degli allievi della scuola di musica Sinopoli. Al termine degli interventi il taglio del nastro di rito da parte del sindaco Andrea Saccarola con la benedizione del parroco, don Matteo Gatto. Il progetto, travagliato con i cantieri che si sono prolungati per oltre i 420 giorni
previsti, in particolar modo per i ritardi nella consegna dei materiali ha richiesto un esborso di 2 milioni e 740mila euro, finanziato con fondi propri e da parte della Regione Veneto. L’intero stabile ha subito in intervento radicale, specialmente negli arredi e nelle strutture interne, dove spicca il colore bianco e
Al piano superiore sono stati allestiti gli uffici del sindaco, della giunta, del segretario comunale e la nuova sala consiliare
si respira un’aria di modernità. Tornerà in sede quindi l’Ufficio relazioni con il pubblico, nell’ala est, mentre quella ovest prenderà posto il settore socio culturale.
Al piano superiore sono stati allestiti gli uffici del sindaco, della giunta, del segretario comu-
nale e la nuova accogliente sala consiliare. Per l’occasione sarà disponibile uno speciale annullo allo stand dell’Associazione filatelica di Martellago, alla presenza di un funzionario di Poste Italiane. Inoltre sarà allestita una mostra fotografica “Una storia in
A Martellago Poste Italiane punta sul green e lancia un nuovo sistema fotovoltaico a servizio dell’ufficio postale del capoluogo in grado di sviluppare energia per il fabbisogno elettrico della sede sfruttando l’irraggiamento solare. Un intervento che rientra nel piano dell’azienda al fine di raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di zero emissioni nette di anidride carbonica come previsto dal Piano Strategico del Gruppo “2024 Sustain & Innovate”. Il progetto, infatti, prevede l’installazione di 17 impianti in Veneto, 20 in totale nel Nord Est, per un totale di circa
2000 kWh all’anno. In tutto il Nord Est la produzione di energia con pannelli fotovoltaici consentirà di ridurre emissioni per circa 1,3 tonnellate di Co2 ogni anno. Altre installazioni analoghe sono già state realizzate in altre parti del Veneto, in particolare, recentemente anche a Oriago e Santa Maria di Sala. Gli impianti possono generare una potenza complessiva di 67 kWp. Nella sala al pubblico di ciascun ufficio postale inoltre è stato installato un display che consente di monitorare i dati relativi alle prestazioni dell’impianto. Attraverso lo schermo è possibile verificare,
Comune”, con materiale fornito dall’Associazione Freccia Azzurra. “Messo in sicurezza, ora l’edificio è in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini - ha ricordato il primo cittadino. Un’inaugurazione bellissima, molto partecipata, la cittadinanza
l’energia prodotta e i relativi benefici per l’ambiente, come le emissioni di Co2 evitate e l’equivalente, in termine numerici, di alberi messi a dimora. Poste italiane, inoltre, ha partecipato quest’anno al “Mese Verde”, fra le cui iniziative rientrava L’Ora della Terra (Earth Hour). Sabato 25 marzo, infatti, l’azienda ha abbassato le luci della sede Nord Est di via Torino a Mestre. Infine Poste Italiane ha ideato un decalogo di buone pratiche da adottare nella vita di tutti i giorni a testimonianza dell’impegno profuso a favore di una cultura della sostenibilità. (r.m.)
quindi attendeva questo giorno. Non nascondo l’emozione quando ho tagliato il nastro, anche perché questo luogo l’ho vissuto già nel 2000 quando espletavo il servizio civile. Rispetto ad allora è stato fatto un bel recupero, un beneficio anche per i nostri dipendenti comunali e i cittadini. Ora abbiamo anche l’ascensore per renderlo sempre più accessibile. E’ stato previsto anche un percorso tattile per gli ipovedenti e, inoltre, avremo un risparmio energetico di 7mila Kw all’anno, pari a circa a 600 alberi e questo va a merito di chi ha progettato l’edificio. C’è anche molto orgoglio da parte nostra perché era uno dei primi punti del programma quando ci siamo insediati. Il Municipio è la cartolina del paese, ora abbiamo davvero un bel fiore all’occhiello”.
Lavori pubblici. Si è concluso davanti a una folla di 500 persone il percorso di un intervento durato anniRiccardo Musacco L’ufficio postale di Martellago Un momento dell’inaugurazione
Trasformare gli annessi rustici in abitazioni. È la principale novità contenuta nell’ottava variante al Piano degli interventi di Salzano adottata nella seduta del consiglio comunale dello scorso marzo, votata dalla maggioranza. “Con questa variante abbiamo introdotto l’opportunità per i nostri cittadini di trasformare i propri annessi rustici, non più funzionali al fondo agricolo, in abitazioni. Ci tengo a chiarire - spiega l’assessore all’urbanistica Claudio Bottacin - che non parliamo di speculazioni edilizie: queste trasformazioni saranno consentite solo per esigenze famigliari, i fabbricati riconvertiti, infatti, non potranno essere venduti a persone estranee al nucleo famigliare del proprietario. L’amministrazione comunale di Salzano ha voluto perseguire due importanti obiettivi: dare la possibilità di mettere su casa e limitare il consumo di suolo intervenendo sul patrimonio edilizio esistente”. “Con questa variante - conclude il sindaco Betteto - il nostro Comune introiterà circa 150.000 euro di contributi straordinari, ai quali si aggiungeranno gli oneri di urbanizzazione. Si tratta di importanti risorse che saranno investite sul territorio
a favore della comunità. Ora che la variante è stata adottata chi fosse interessato potrà consultare presso l’ufficio segreteria tutta la documentazione relativa alla variante; inoltre, si potranno presentare eventuali osservazioni fino al 27 maggio. Puntiamo sul massimo riuso del patrimonio esistente per impedire future costruzioni”. Nella stessa seduta è stato approvato anche l’aggiornamento del Dup e il bilancio di previsione 2023-24-25. Grande soddisfazione ha espresso l’assessore al bilancio Stefano Vecchiato, che segnala come nonostante i rincari connessi agli aumenti dei costi per la bolletta energetica, grazie all’impegno
degli uffici e di tutta l’amministrazione sia stata trovata la quadra con un pareggio stimato in 16 milioni e 794.532 euro. Sul fronte dell’indebitamento prosegue l’estinzione dei mutui contratti negli anni passati con una situazione in netto miglioramento. Il sindaco Betteto aggiunge inoltre che: “nell’ambito del Pnrr è in corso la partecipazione ad appositi bandi volti a ottenere la copertura finanziaria di alcune opere care all’amministrazione tra cui il completamento del restauro del corpo centrale dell’ex Filanda Romanin Jacur e la realizzazione di un collegamento ciclabile lungo via Villetta tra Salzano e Maerne”.
Sorta nel 1992 con lo scopo di offrire opportunità di lavoro a persone “svantaggiate” e normalmente escluse dai comuni canali occupazionali, la Cooperativa Sociale Il Germoglio con sede in via Cornarotta ha voluto
celebrare i 30 anni di vita con tre appuntamenti dedicati alla formazione, all’aggiornamento e alla crescita dei circa 90 lavoratori, 66 dei quali sono soci. Il Germoglio opera nel settore del verde con l’attività di green design (vivaismo, progettazione, realizzazione e manutenzione di giardini, piscine, parchi gioco e impianti sportivi) e con il Garden Center. In occasione del trentennale, Il Germoglio ha voluto rimarcare il principio cooperativo originario che prevede la valorizzazione delle persone. Tre i momenti dedicati alla formazione; un incontro con Francesco Mati, paesaggista pistoiese specializzato in giardini mediterranei. Poi con Riccardo Pittis, coach e motivatore con un’esperienza ultraventennale come giocatore di basket in serie A e in nazionale. Infine con la condivisione della “Relazione Sociale”. (l.p.)
Servizi. Il sindaco Luciano Betteto e l’assessore Stefano Vecchiato spiegano la situazione, opposizioni all’attacco
Aumenti previsti a Salzano sui costi della raccolta e della gestione dei rifiuti urbani e il Comune assieme a Veritas cerca di correre ai ripari. L’amministrazione comunale, infatti, prevede nella determinazione delle proprie tariffe un aggravio del 4,5% rispetto al 2,3% dell’anno scorso. L’assessore all’ambiente Stefano Vecchiato addebita la responsabilità innanzitutto all’inflazione che ha colpito duramente un po’ tutti i comparti dell’economia. “Come da normativa Arera per il secondo periodo regolatorio 2022 – 25 è stata introdotta una regolazione tariffaria per i differenti servizi del trattamento rifiuti, al fine di favorire il riequilibrio della dotazione impiantistica, implementando misure di incentivazione e l’attivazione di meccanismi di perequazione. Si punta, comunque, assieme a Veritas, alla lotta all’evasione che secondo Vecchiato “diventa così lo strumento principale per contenere gli adeguamenti delle tariffe da parte dei Comuni. In tal senso il gestore Veritas, sta supportando tutte le amministrazioni nel recupero di tributi non riscossi”. “Vale la pena ricordare - interviene il sindaco Luciano Betteto - come in queste settimane il Consiglio di Bacino stia lavorando alla predisposizione del Regolamento Unico di Bacino per garantire ai cittadini uno schema univoco e condiviso
della gestione dei rifiuti urbani omogenea per tutto il territorio con la finalità di raggiungere gli obiettivi del Piano regionale dei rifiuti, di efficientare la gestione del servizio e contenerne i costi.”
Ma l’opposizione non ci sta e replica. “Già lo scorso anno si è registrato un rincaro del 4.47%, ora è stato annunciato un altro 4.5 % che porterà l’aumento al 9% circa nel giro di un anno- ricorda la consigliera Maria Grazia Vecchiato. E come al solito l’amministrazione giustifica gli aumenti con il trend dell’inflazione. Come gruppo consiliare di opposizione rileviamo la grave mancanza di discussione riguardo un importante argomento come questo. Dispiace che nella apposita commissione non si sia fatto alcun accenno al rincaro del servizio Gestione Rifiuti. Ricordiamo che già
Per il Comune: “la lotta all’evasione diventa così lo strumento principale per contenere gli adeguamenti delle tariffe. In tal senso il gestore Veritas, sta supportando nel recupero di tributi non riscossi”
lo scorso aprile il documento presentato in Consiglio legato alla delibera sul Pef del servizio Gestione Rifiuti conteneva un consistente aumento spalmato nel triennio, dunque nessuna sorpresa per l’amministrazione che nel frattempo non ha pensato ad alcun intervento a sostegno degli utenti”. Ma non è finita qui. “Sappiamo già che per l’anno prossimo è previsto un ulteriore 5,28% sul Pef 2024. In totale parliamo di un costo maggiore complessivo del servizio pari al 14% circa, una bella botta per i salzanesi. In tutto questo l’amministrazione Betteto è pronta a fare i complimenti ai cittadini quando riceve l’attestato di Comune Riciclone e si limita a una presa d’atto per quanto riguarda il costo lievitato del servizio stesso”.
Riccardo Musacco
Sono iniziati a fine marzo i lavori della pista ciclo-pedonale lungo via Villatega, un itinerario di carattere metropolitano che collegherà Salzano con Noale. “Un intervento atteso da molto tempo - spiega il vicesindaco e assessore ai lavori Pubblici Claudio Bottacin - che garantirà ai ciclisti maggiore sicurezza e un sicuro collegamento tra i due paesi. La nuova ciclopedonale avrà una larghezza di circa tre metri e si svilupperà per una lunghezza di circa 180 metri. La spesa stimata è di 480.000 mila euro. Quest’opera ha visto il coinvolgimento di tutta l’amministrazione fin dai primi giorni, assieme alla Città metropolitana di Venezia nella persona del sindaco metropolitano Luigi
Brugnaro e del delegato del sindaco Saverio Centenaro, in collaborazione anche con il Comune di Noale”. “Prosegue - ha aggiunto Bottacin - anche nel nostro Comune l’impegno della Città Metropolitana a favore della mobilità
sostenibile attraverso il finanziamento di importanti opere ciclabili nel territorio metropolitano”. Ma non solo. Il sindaco Lucaino Betteto ha aggiunto: “ora che si avvicina il traguardo tanto atteso vogliamo ricordare l’ ex consigliere Luciano Gobbato che si è speso in prima persona per far si che quest’opera venisse portata a compimento. La sua disponibilità e la sua competenza sono state messe al servizio di due comunità per oltre trent’anni e oggi che vediamo il frutto di questi sforzi ci piacerebbe ricordare questa persona intitolando a lui questa pista ciclo pedonale”. Davvero un bel modo per onorare la memoria di chi si è speso tanto per il proprio territorio. (l.p.)
S iglato l’accordo in Regione per definire le tappe di cessione della AkzoNobel di Peseggia, ed ora la vicenda va verso la conclusione definitiva. L’azienda di vernici per legno il 31 maggio prossimo cesserà l’attività nello stabilimento di via Spangaro e, dopo le proteste dei dipendenti degli ultimi mesi, si è tenuto un incontro in Regione tra azienda e Filctem Cgil e Femca
Cisl alla presenza anche del sindaco di Scorzè Nais Marcon per definire le condizioni dell’accordo che, a quanto sembra, soddisfa i sindacati con l’introduzione di alcuni chiari limiti. L’iter discusso per la chiusura dell’azienda, dunque, prevede ora la presenza di un consulente che dovrà impegnarsi in tempi brevi nella ricerca di un investitore che sia chiaramente affidabile, con la preferenza per le aziende che scelgano di non rilevare soltanto lo stabilimento di Peseggia ma anche tutte le altre attività correlate, garantendo in tal modo la salvaguardia del lavoro dei 56 dipendenti a forte rischio. In tal senso, è stata accettata la proposta presentata dai sindacati con la quale l’azienda acquirente potrà avvalersi della professionalità dei dipendenti con un incentivo per ogni assunto a tempo indeterminato pari a 50 mila euro al netto in cambio dei costi per le bonifiche delle strutture che saranno sostenuti da AkzoNobel. In funzione di quanti saranno gli operai che verranno reintegrati, i sindacati hanno inoltre ottenuto che AzkoNobel si impegni a mantenere i macchinari esistenti fino al prossimo 31 ottobre, in modo tale da consentire ai possibili acquirenti di trovare un impianto già pronto per ripartire.
“Era fondamentale per noi - spiegano i sindacati in una nota congiunta- arrivare a questo accordo che potrà attrarre investitori grazie ad un potenziale riconoscimento di circa 2 milioni di euro per l’assunzione di tutti i lavoratori, entrando in un sito bonificato e senza pendenze, con macchinari subito utilizzabili, in un territorio strategico e con grandi professionalità”. Uno scenario che si preannuncia diverso, dunque, da quanto fatto al momento della chiusura delle due precedenti fabbriche della ditta olandese, Romano d’Ezzelino a Vicenza nel 2014 e Lodi nel 2012 e con un percorso e un accordo che ricalca invece quanto già accaduto in Veneto per Ideal Standard, con tre mesi di Cigs che daranno modo
di individuare possibili operatori dello stesso settore interessati a rilevare il tutto. Anche se, a sentire i rumori interni, questi operatori sarebbero già in fase di sondaggio per l’acquisto. “Siamo arrivati ad un bell’accordo - conclude l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan- raggiunto, come riconosciuto a partire dalla stessa azienda, con un lavoro unitario, coordinato e senza grandi contrasti di tutte le parti coinvolte”.
Massimo TonizzoDa Scorzè alla laurea passando attraverso le vicende recenti del Vaticano e dei due papi per poi arrivare alla pubblicazione come libro e a un discreto successo. E’ partita dalla discussione della sua tesi di laurea l’avventura non solo editoriale ma soprattutto ricca di esperienze di risvolti sociali e di relazioni l’esperienza di Federico Michielan, consigliere di maggioranza di Scorzè che si è laureato da poco in giurisprudenza con una tesi dal titolo “La rinuncia al ministero petrino e l’emeritato papale” sugli ultimi anni di vita di Papa Benedetto XVI, scomparso di recente. Da qui, poi, è nata l’idea di una pubblicazione, il libro “Non era più lui”, sulle
dimissioni di Papa Ratzinger edito dalla veronese Fede & Cultura. Il legame del Papa Emerito con il nostro territorio è molto forte e particolare - spiega l’autore e consigliere comunalele dimissioni di Papa Benedetto XVI, avvenute esattamente dieci anni fa, hanno destato grande scalpore, con contorni poco chiari sin dall’inizio, ponendo varie perplessità. Più di qualcuno le ritiene invalide, mettendo in dubbio quindi anche l’elezione di Papa Francesco. Ultimamente poi si è vista la creazione di movimenti scismatici, come quello che fa capo all’ex sacerdote palermitano, ora scomunicato, Alessandro Minutella, che proprio non lontano da qui, a Trebaseleghe ha insediato il suo “Piccolo Tabor”, continuando a fare vari incontri nel territorio e incorrendo negli interdetti dei vescovi di Padova, Treviso, Vicenza e del Patriarca di Venezia. La questione, quindi, non solo è un tema interessante per teologi e storici, ma ormai è divenuto tema di discussione anche tra la gente qualsiasi, fuori dalle chiese e al bar”. (ma.to.)
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Ancora emergenza medici a Scorzè, con una serie di numeri in discesa che allarma tutti i cittadini, soprattutto quelli delle frazioni che potrebbero essere costretti per un periodo di tempo ancora non verificabile a spostamenti magari non lunghi ma che, soprattutto per gli anziani e i disabili, potrebbero rivelarsi difficoltosi. Dal centro alla periferia, a Scorzè cresce l’allarme per i medici. Un elenco che appare ormai lungo, con casi resi ancora più difficili dalla precarietà di alcune situazioni, Attualmente, il personale in città di dottori e dottoresse di base conta sei carenze, delle quali cinque in città e una a Peseggia. Un dato che, purtroppo, risulta superiore, se paragonato alla densità abitativa cittadina, a quasi tutte le altre realtà del Miranese ed è inferiore solo a quello di Mira, dove si contano ben dieci posti vacanti. Una situazione tutt’altro che facile da gestire, tra pazienti che non sanno dove rivolgersi (e il cambio medico, soprattutto per gli anziani, reso ancora meno facile dal dove ricorrere spesso allo Spid), medici che per colpa delle pratiche di burocrazia devono dedicare quasi lo stesso tempo a quelle che ai pazienti, dottori senza un contratto fisso e con numero di pazienti in ovvio aumento, non solo come numero ma anche e soprattutto come età ed esigenze conseguenti. “Abbiamo pazienti sempre più anziani, con patologie diverse, spesso multiple, e che necessitano di tempo e di trattamenti specifici - spiegano dagli uffici della Asl del Miranese. Stiamo ovviamente cercando di fare del nostro meglio per favorire il reclutamento dei medici. Per farlo, oltre ai canali istituzionali cerchiamo di usare anche le conoscenze che ciascuno di noi ha per informare sui bisogni, anche la collaborazione degli Ordini dei medici”. Intanto, però, dalla città proseguono le lamentele. “Ho cambiato il medico di mio padre, anziano e malato, due volte negli ultimi due anni - dice un residente. La prima volta il medico mi aveva avvertito che sarebbe andato in pensione entro fine anno, ma per comodità e sicurezza, dato che mio padre ha spesso bisogno di consulti, medicine e cure, ho preferito rivolgermi comunque a lui in quanto vicino a
casa sua. Poi, dopo pochi mesi, abbiamo dovuto rifare tutto da capo. Questa volta ho provato con lo Spid, ma mio padre non lo aveva e per farlo è stata una seconda odissea. Adesso spero che la situazione si stabilizzi, ma per ora dobbiamo fare un bel giro, ovviamente in auto, per andare dal nuovo medico, oltre ai tempi di attesa che si sono notevolmente allungati”.
Massimo TonizzoTorna dopo il successo della passata edizione “My secret”, il concorso indetto dalla San Benedetto di Scorzè che pone l’attenzione sulle tematiche che incoraggiano comportamenti sostenibili e la diffusione di momenti divertenti in famiglia e tra amici. Acqua Minerale San Benedetto torna protagonista con il concorso “San Benedetto My Secret 2023” che offre ai consumatori la possibilità di aggiudicarsi tanti fantastici premi aiutando anche la sostenibilità. Fino al 31 agosto 2023, con l’acquisto di una confezione da sei bottiglie dei formati famiglia di Acqua Minerale San Benedetto
nei gusti: Frizzante e Leggermente Frizzante da 1,5 litri e Naturale Ecogreen da 1,5Llitri e 2 litri sarà possibile partecipare al concorso: il consumatore potrà collegarsi al sito promozionale dedicato www. concorsomysecret.it accessibile anche mediante il sito www. sanbenedetto.it seguendo le istruzioni suggerite nella sezione dedicata all’iniziativa oppure inviare un Sms o messaggio WhatsApp al numero 320.2041995 inserendo i dati riportati sul documento di acquisto. Attraverso la formula “Instant Win” si avrà la possibilità di aggiudicarsi subito dei premi. In palio infatti 100 fotocamere digitali con stampa istantanea Kodak Smile+, 5 Mountain e-bike Dolomiti Vivobike e 12 week-end a Gardaland Resort per 4 persone in camera a tema e 4 ingressi combinati validi per due ingressi a Gardaland Park. San Benedetto conferma inoltre anche per quest’anno l’attivazione della sezione “Vota la scuola del tuo cuore”, il progetto pensato per supportare le scuole dell’infanzia, le primarie di primo grado e le secondarie di primo e secondo grado. In fase di registrazione al sito, infatti, si ha la possibilità di indicare la propria scuola preferita e i 50 istituti più votati durante il periodo promozionale vinceranno premi firmati Ravensburger e Paper Mate. Un impegno concreto nei confronti degli istituti scolastici per continuare a sostenere le nuove generazioni. (ma.to.)
Salute. La carenza di dottori genera una situazione complicata soprattutto per i più fragili
Un servizio di aggiornamento in tempo reale della viabilità sulla Romea, creato dai cittadini per i cittadini. È la storia del gruppo Facebook “Tutta la Romea minuto per minuto”, creato da Matteo Tonello con l’intento di offrire un canale di informazione immediato per tutti i frequentatori della statale 309. Quando e come nasce l’idea di creare un gruppo in cui informarsi?
“L’idea nasce nel giugno 2014. Ero in autobus ed eravamo fermi da tre ore a causa di un incidente. Mi sono detto: “Ci vorrebbe un gruppo in cui chiunque possa fare segnalazioni sulla viabilità in tempo reale”. E da lì mi sono messo all’opera per crearlo. Non avevo mai fatto nulla di questo genere prima, ma in breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio e senza alcuna sponsorizzazione o promozione, soltanto con il passaparola della gente”.
C’è qualche battaglia che avete seguito?
“Abbiamo seguito parecchie battaglie negli anni. Fra queste la più importante sicuramente riguarda l’aver dato voce alle segnalazioni dei cittadini in merito alla situazione di degrado della fermata sulla Romea all’altezza di
Sant’Anna di Chioggia: in qualche modo siamo riusciti a giungere al cuore dell’amministrazione, perché alla fine ci ha dato ascolto e ha provveduto. Dopo vari incontri con l’Anas, non hanno semplicemente posizionato delle pensiline per la fermata, come mi sarei aspettato, ma hanno provveduto proprio a modificare la viabilità, creando anche uno spiazzo per i bus e facendo davvero un gran lavoro. È stata una grossa soddisfazione per il gruppo, perché ci ha fatto capire che possiamo fare qualcosa anche per il sociale”.
Il gruppo sembra piuttosto ordinato. Come fate?
“In breve tempo la mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio, soltanto con il passaparola della gente”
“Il nostro impegno è proprio tenere a bada questo tipo di individui, bloccandoli, silenziandoli o cancellando i post ripetitivi e le foto, che non sono consentite per una questione di privacy”. Quanto è impegnativo gestire un gruppo così?
“Parecchio. Fortunatamente però posso contare sul grande sostegno dell’altra amministratrice, Michela Tuzza, oltre che sul supporto dei membri che non si risparmiano dal segnalare post ed eventuali problemi. E poi c’è un grande aiuto anche da parte delle forze dell’ordine: con la polizia locale di Chioggia abbiamo un ottimo rapporto”.
Dal Palaexpo all’ex Auchan: è aperta a inizio aprile la nuova sede vaccinale mestrina in via don Tosatto 149, accanto alla sede legale dell’Ulss 3 Serenissima. Nella nuova sede, al primo piano del grande centro Terraglio uno, sono stati trasferiti 500 metri quadri di ambulatori per i vaccini e ambulatori, con accesso indipendente, per i tamponi. Fino a quattro le linee vaccinali attivabili. Più le sale d’attesa, di monitoraggio e di consegna referti. E qui da dai prossimi giorni troveranno spazio anche parte delle attività di vaccinazione e di prevenzione del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp). Il nuovo centro vaccinale di via don Tosatto in zona ex Auchan,
al piano rialzato, è accessibile attraverso due rampe carrabili, una rampa pedonale, due scale mobili e un ascensore per disabili.
Al piano terra ci sono i due ampi parcheggi che si trovano davanti e dietro la grande struttura entro cui è collocato. Alle due entrate indipendenti del nuovo centro, una per effettuare il tampone nasofaringeo e l’altra per sottoporsi al percorso vaccinale, si accede attraverso l’ala posteriore dell’edificio, quella che guarda verso la tangenziale. “Questo ennesimo cambio veste nell’erogazione dei servizi legati al Covid è conferma
dell’abilità delle nostre équipe sanitarie, imparata in pandemia, di modificare priorità, dimensioni, attività e modalità delle prestazioni - spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Edgardo Contato - adattando giorno per giorno la nostra risposta alle richieste in continua evoluzione. La capacità di adattamento è tra le lezioni più importanti che ci hanno lasciato questi ultimi 3 anni”.
L’Ulss 3 si veste di rosa nei ruoli che contano con oltre 50 donne ai vertici dell’azienda sanitaria. Quando lo sguardo si allarga all’intera forza lavoro, dei circa 8 mila dipendenti oltre 7 su 10, oggi, sono donne, affiancate dal 28% dei lavoratori uomini.
Rispetto a 5 anni fa, le dipendenti sono 500 in più, i dipendenti 30 in meno.
Se le dirigenti della sanità veneziana hanno sorpassato gli uomini 102 volte, le sole neo assunte tra dirigenti medici, sanitari e amministrativi nel biennio precedente alla pandemia (2018 e 2019) sono 126, gli uomini 79; le professioniste assoldate invece nel biennio successivo all’emergenza pandemica (2021 e 2022) sono 158, i professionisti 141. Tra queste 660, oltre 50 professioniste negli ultimi anni hanno scalato le gerarchie, conquistando ruoli fino a quel momento occupati in prevalenza da uomini. Con le nomine degli ultimi due anni, solo per citarne alcune, si parte dalla direttrice delle Risorse umane Laura Esposito, si passa per la responsabile dei Servizi informativi Silvia Baldan e si arriva la direttrice della Funzione ospedaliera Chiara Berti, che con Silvia Gallo e Roberta Gavagnin hanno in mano rispettivamente
Dopo la pandemia l’Ulss 3 ha assunto 158 nuove dirigenti: oggi sono 660, accanto ai 558 uomini
l’ospedale di Mestre la prima, gli ospedali di Mirano, Dolo e Noale la seconda e l’ospedale di Chioggia la terza.
Tutte le Professioni sanitarie sono state affidate a Francesca Rossi e la Sanità penitenziaria a Marina Paties. La Formazione aziendale è guidata ora da Elisabetta Spigolon, le Convenzioni con le strutture private accreditate da Bianca Colucci e il Monitoraggio concessioni da Mara Semenzato.
Gli ultimi primariati ospedalieri sono stati conquistati da Silvia Pini, che a Dolo e Mirano è diventata la prima primaria ortopedica del Veneto; Barbara Rossi, direttrice della Nefrologia di Dolo, e Lucia Rampin, primaria della Medicina nucleare di Mestre e Venezia. Nell’ambito della prevenzione, nuove responsabilità a Patrizia Buratti, direttrice dei Mercati ittici di Venezia e Chioggia; a Margherita Trapanese, coordinatrice infermieristica di tutti gli Screening oncologici dell’azienda sanitaria; a Maria
Nicoletta Ballarin, direttrice del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro (Spisal); a Federica Boin, responsabile Promozione e salute; a Marianna Elia, direttrice facente funzione del Servizio di igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) e a Laura Chiereghin, responsabile amministrativa del Dipartimento di prevenzione.
Lo sguardo alle nuove apicalità del territorio degli ultimi due anni si posa su ruoli, ad esempio, come quelli di Nicoletta Lo Monaco, a capo delle Cure primarie di Venezia terraferma, Marcon e Quarto d’Altino; di Bernardetta De Caprio, responsabile di Anziani e non autosufficienti dei distretti di Venezia e Terraferma; di Laura Suardi, responsabile del Servizio dipendenze (Serd) di Dolo e Mirano e di Giorgia De Zottis responsabile di Anziani disabili e non autosufficienti di Dolo Mirano e Chioggia.
Con il dilagare del Covid, sono scese in campo tra le altre anche la responsabile della Centrale operativa territoriale (Cot) Francesca Ferraretto, che ha preso in mano la partita della gestione dei punti tamponi territoriali; la direttrice del Servizio infanzia adolescenza e famiglia di Mirano e Chioggia Lorella Ciampalini, che ha guidato il Centro vaccinale di Mirano; e Manuela Barison, coordinatrice infermieristica del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) di Dolo, Mirano e Chioggia, che ha coordinato invece l’hub vaccinale Palaexpo di Venezia. Senza dimenticare molte tra le direttrici già nominate in era pre pandemica. Ci sono quelle che gestiscono il territorio, come Erika Sampognaro, responsabile del Distretto di Venezia terraferma, Marcon e Quarto d’Altino; Giovanna Busso, a capo della Direzione amministrativa del territorio; Maria
È Marzia Innocente, giovane macellaia 33enne di Montebelluna ad aggiudicarsi il primo posto nella semifinale del campionato giovani macellai andata in scena nelle scorse settimane presso Forte Marghera, a Mestre. Unica donna sui dieci concorrenti under 35 in lizza provenienti da Veneto, Lombardia più uno da Bari (dovevano essere dodici, due non si sono presentati), si è impo-
sta nettamente sui colleghi maschi distanziandoli di gran lunga nel punteggio finale. Presente anche il Presidente di Federcarni nazionale Maurizio Arosio. I primi quattro classificati si giocheranno la finale il prossimo 8 maggio in Fiera a RhoMilano. Al secondo posto si è piazzato il concorrente barese Ludovico Gagliardi, al terzo Andrea Gambato di Vicenza e al quarto Andrea Giuliat-
ti di Verona.
“Non me l’aspettavo” ha dichiarato Marzia “il livello era alto, non sapevamo su cosa avremmo dovuto lavorare ma avevo provato varie preparazioni. Per la finale sarà da prepararsi duramente ma intanto questa esperienza è stata molto positiva”. Soddisfazione per la riuscita dell’evento il Presidente di Federcarne di Confcommercio Venezia Mauro
Chinellato. “I ragazzi – ha commentato - si sono comportati, bene, hanno lavorato duro, anche oggi che era giorno di festa, speriamo siano il futuro della nostra professione. È un mestiere difficile, molti ragazzi non vogliono sacrificarsi, noi però puntiamo molto anche sulla formazione, faremo corsi anche con i cuochi”.
Cristina Mambelli, direttrice del Servizio infanzia adolescenza e famiglia di Venezia e Terraferma; Vania Noventa, a capo delle Cure primarie di Dolo e Mirano; Susanna Zardo, che ha in mano l’Assistenza farmaceutica territoriale e Maria Bianco, che è direttrice della Salute mentale di Venezia e Chioggia (non solo ospedaliera). La Farmacia ospedaliera di Mirano, Dolo e Chioggia è invece in gestione a Daniela Barzan; gli Screening oncologici sono coordinati da Melania Lorio; l’intera gestione di Specialistica e liste d’attesa è in capo a Marta Soave e i Processi di prenotazione a Lorna Salviato; l’Ufficio legale è sotto la responsabilità di Cristina Fort e la Contabilità e bilancio è diretta da Roberta Furlanetto. E poi ci sono le direttrici dei reparti che per prime hanno piantato bandiere rosa negli ospedali veneziani dell’Ulss 3: Licia Laurino con l’Anatomia patologica e Sonia Reccanello con la Fisica medica dell’intera azienda sanitaria; Antonella Franch con l’Oculistica di Venezia; Paola Cavicchioli con la Pediatria e Terapia intensiva neonatale di Mestre, Lorella Altafini con l’Anestesia e rianimazione di Dolo e Mara Rosada con il Pronto soccorso di Mestre.
Un viaggio nel mondo della scultura dal Novecento ad oggi è quanto viene proposto con la mostra “Il fantasma della forma: la scultura contemporanea” allestita al Museo Civico della Laguna Sud di Chioggia (Ve), organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Chioggia in collaborazione con MV Eventi di Vicenza.
Fino al 30 luglio prossimo all’interno degli spazi del museo civico le opere di numerosi e noti artisti, tra i quali Piero Gilardi e Mario Ceroli, uno dei maestri dell’arte povera, il camaleontico Aldo Mondino e il re della pop art italiana Mario Schifano, mettono l’attenzione sul rinnovamento stilistico che si confronta con nuovi materiali, non convenzionali e non propri alla tradizione scultorea del passato, e nuove soluzioni, una contaminazione di linguaggi che si fondano sia sul mondo naturale, ma anche sul progresso tecnologico e scientifico di una società in continua evoluzione. Il Fantasma della forma racconta la vicenda dello stato primordiale di una materia che tende a nascondere, anziché rivelare.
“Una mostra”, ha commentato l’assessore alla cultura Elena Zennaro, “per provocare chi ha paura della forma e non tanto dei fantasmi. Una mostra per stimolare il dibattito su temi di attualità come l’affermazione di sé in una società per certi versi effimera, per altri granitica”. “Il percorso del linguaggio scul-
toreo contemporaneo - ha spiegato il curatore della mostra Matteo Vanzan - lo possiamo leggere attraverso forme complesse e multicolori, essenziali e monocromatiche, traslucide oppure opache; opere in cui la materia si incurva, si sprigiona e utilizza i più disparati materiali come legno, pietra, terracotta, poliuretano, plastica, bronzo,
Fino al prossimo 30 luglio le opere di noti artisti, tra i quali Piero Gilardi e Mario Ceroli, uno dei maestri dell’arte povera, il camaleontico Aldo Mondino e il re della pop art italiana Mario Schifano
vetro, pane, neon, creando un incessante dialogo con elementi più sottili, talvolta sussurrati, in sintonia con le opere di matrice intimista. Un percorso, quello di oggi, fatto di nuovi protagonisti che riflettono sullo stato dell’esistenza, del mondo e della società e che sono stati in grado, con le proprie personalissime ricerche estetiche, di donarci nuove visioni di un’arte che, come affermava Jorge Luis Borges, “vuol sempre irrealtà visibili. Quali sono oggi i nuovi canoni espressivi di una disciplina artistica che trova le sue radici nel nostro più remoto passato?”.
Per informazioni e prenotazioni tel. 041-5500911; mail: info.prenotazionimuseo@chioggia.org ed anche consultando la pagina Facebook del Museo Civico di Chioggia.
Eugenio Ferrarese
Sono gli ultimi giorni utili, fino al prossimo 27 aprile, per ammirare la singolare mostra “De’ visi mostruosi e caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon”, il progetto della Fondazione Giancarlo Ligabue in programma a Palazzo Loredan, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia. Un’esposizione che propone volti deformi e grotteschi, figure esagerate o caricaturali realizzate dai grandi artisti attivi in Italia settentrionale tra il XVI e il XVIII secolo.
Oltre 75 le opere in mostra
da musei e collezioni private internazionali, dal Musée du Louvre di Parigi alle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco, dalle Gallerie degli Uffizi alla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Designmuseum Danmark alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al Sainsbury Centre for Visual Arts della University of East Anglia di Norwich, per citarne alcuni. E un incredibile nucleo di 17 disegni autografi leonardeschi, tra cui la nota “Testa di Vecchia” in Collezione Ligabue, prestati ecce-
14 - 15 Maggio 2023
ricorda ai soggetti interessati la propria disponibilità ad ospitare per le Elezioni amministrative del 14-15 Maggio 2023 messaggi politici elettorali e inserti pubblicitari allegati al giornale.
(In ottemperanza alla legge 28 del 22 Febbraio 2000).
zionalmente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, dalla Pinacoteca di Brera e – per la prima volta in Italia - dalla Devonshire Collections di Chatsworth.
Prestiti che danno vita a un percorso di altissimo livello, tra confronti e rimandi, dal grande da Vinci giunge alla Venezia di Anton Maria Zanetti e dei Tiepolo, passando per Francesco Melzi, Paolo Lomazzo, Aurelio Luini, Donato Creti, Arcimboldo, ma anche Carracci e Parmigianino, tra i tanti autori esposti.
“Il
Chioggia. Presentata nelle scorse settimane una attesa manifestazione velica
Sa ranno una cinquantina gli equipaggi provenienti da tutta Italia che si contenderanno a Chioggia dall’8 al 13 maggio 2023 il titolo di Campione Italiano della classe Meteor per il 2023. Questo importante evento sportivo, giunto al mezzo secolo di storia, coinvolgerà tre darsene: Le Saline, il Porto Turistico San Felice e la darsena Mosella, che sarà la sede principale. La manifestazione è organizzata, su delega della Federazione Italiana Vela, da “Il Portodimare”, l’associazione sportiva padovana presieduta da Giuseppe Modugno, con la collaborazione di Assometeor, Yacht Club Padova, Circolo Nautico Chioggia e del Consorzio Lidi di Chioggia. “Per il nostro territorio è una grande opportunità ospitare una competizione di questo livello - ha dichiarato Daniele Tiozzo Brasiola, vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Chioggia. L’evento mette in risalto l’ottima
sinergia che si può creare tra associazioni sportive ed il mondo dell’imprenditoria, a testimonianza del fatto che quando si fa rete si riescono a portare avanti i progetti e realizzare grandi risultati”. E’ la terza volta, dopo le edizioni del 1990 e del 2008, che Chioggia ospita il Campionato Italiano Meteor. E proprio
È la terza volta, dopo le edizioni del 1990 e del 2008, che Chioggia ospita il Campionato Italiano Meteor
nel 1990 fu il chioggiotto Franco Corazza, al timone di Kokkaburra in equipaggio assieme a Lucio e Marco Boscolo, a vincere il titolo italiano. L’ultima vittoria di un imbarcazione chioggiotta è stata nel 2016 a Grignano (Trieste) con “Engy” di Stefano Pistore con il guidone del Circolo Nautico Chioggia. Il campo di regata sarà
posizionato a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Sottomarina e a poche miglia dalla zona di tutela biologica delle Tegnue. Sono in programma da mercoledì 10 maggio 2023 fino a dieci prove, con un massimo di tre giornaliere. Saranno premiate le prime 10 barche della classifica, oltre alle barche vincitrici delle
Ha preso il via la stagione dell’Unione Ciclistica Mirano che in quest’anno festeggia il 50° anno di attività. La società miranese schiererà nelle varie manifestazioni a cui parteciperà ben 50 atleti. Presidente del sodalizio è Paolo Mario Bustreo che da oltre 20 anni conduce con passione e dedizione il progetto dedicato ai più giovani. “E’ da oltre 56 anni che l’Uc Mirano svolge l’attività e durante tutto questo tempo ci abbiamo sempre messo tanto impegno e passione. Per noi è come se fosse la prima volta e questo sta a significare che siamo una società ancora viva e che ha voglia di fare. Questo è merito di persone che ci aiutano come dirigenti capaci e tecnici di grosso spessore che ci danno la forza di continuare. Ai ragazzi, raccomando di farlo con la stessa passione che tutti noi ci mettiamo”. Il direttivo dell’Uc Mirano è composto da Paolo Mario
singole prove di giornata. Assometeor metterà in palio il “Trofeo Assometeor” al vincitore del titolo, il “Trofeo Alberti” al primo armatore-timoniere, al primo equipaggio interamente femminile, alla prima scuola di vela. ”La promozione del nostro territorio - ha commentato la presidente del Consorzio Lidi di Chioggia
Bustreo, Giorgio Manera, Fabrizio Salviato, Gianfranco Cazzin; Gianni Gallo, Maurizio Simionato, Italo Bevilacqua, Oscar Giacomello e Mattia Garzara (direttore tecnico). I corridori sono per gli Allievi: Giovanni Lascatti, Andrea Romano, Alessandro Sbrissa, Giulio Scarpa, Edoardo Scomparin, Gabriele Veronese e Leonardo Volpato. Direttori sportivi Giovanni Cordova, Paolo Garzara e Igor Marangotto. Esordienti: Dimitri De Lazzari, Tommaso De Rossi, Tommaso Rebeschini, Matteo Romoli, Enrico Veronese e Marco Zamengo Miele. Direttori sportivi : Sandro Bettuolo, Oscar Giacomello e Claudio Venturini. Giovanissimi: Riccardo Capovilla, Francesco Cerchiaro, Leonardo Garavello, Nicola Garbin, Housem e Karim Hakim, Andrea Ruggi e Nicolò Zamengo Miele. Direttori sportivi: Federico Capovilla e Stefano Garbin. (l.p.)
Elena Boscolo Nata - avviene anche con gli eventi sportivi. È nostro compito, infatti, investire anche su questo tipo di manifestazioni favorendo la conoscenza dell’identità della nostra città attraverso lo sport, quale volano dello sviluppo economico”. Alla presentazione dell’evento nelle scorse settimane nella sala consiliare del Comune di Chioggia, vi erano il vicesindaco ed assessore allo sport Daniele Tiozzo, il consigliere delegato al marketing Riccardo Griguolo, il consigliere regionale Marco Dolfin, Claudio Ballestriero vice presidente della XII Zona quale rappresentante della Federazione Italiana Vela, Giuseppe Modugno presidente de “Il Portodimare” e il vice Emilia Barbieri, Elena Boscolo Nata presidente del Consorzio Lidi di Chioggia, Giuliano Boscolo Cegion presidente associazione Albergatori Asa e rappresentanti del mondo sportivo velico.
Eugenio FerrareseIl recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale.
Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”. Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarieFilippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
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Tra i contrari si colloca il senatore
Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche dell’Università di Padova
Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo.
Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brainderived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova.
La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori TrkB, si nota una riduzione sia della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.
Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR). Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fatto dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico,
come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari.
In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente.
Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche dopo un infarto cardiaco.
“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente
Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio.
La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati
del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF. La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/ propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.
“Una prima conclusione di questo studio è che questa proteina, il BDNF, ha la capacità di aumentare il “benessere”, ovvero limitare il danno dell’infarto cardiaco, a diversi livelli, cioè all’interno e all’esterno delle cellule del cuore - conclude il professor Paolocci -.
Un’altra importante implicazione è che noi disponiamo di particolari sostanze chimiche capaci di stimolare strutture specifiche presenti sulla superficie delle cellule cardiache possono aumentare la produzione “interna” di BDNF che, se lasciata a sé stante, diminuirebbe col passare del tempo nel cuore infartuato, portandolo ad una cronica inadeguata
capacità di contrarsi”.
La mortalità dopo infarto è diminuita molto negli ultimi decenni, grazie a diversi trattamenti, farmacologici e non. Per contro, rimane alto il numero di pazienti che sviluppano una
insufficienza di contrazione cardiaca a distanza di tempo dopo l’infarto iniziale. Questa insufficienza cardiaca cronica limita molto la capacità dei pazienti di svolgere anche le più comuni attività di tutti i giorni, quindi la loro qualità di vita. Purtroppo, al momento, non ci sono medicamenti o procedure che possano migliorare sensibilmente questo stato di insufficienza cronica. I dati sperimentali presentati in questo studio aprono una nuova possibilità per combattere questa condizione che rimane tra le più invalidanti e costose dal punto di vista economico, e la cui frequenza continua a crescere pressoché ovunque nel mondo.
La patologia delle donne. In Italia sono 3 milioni che ne soffrono, soprattutto
Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala. Provoca disturbi importanti ma spesso viene diagnosticata tardi
Nel mondo 150 milioni di donne, di cui 3 milioni in Italia, soffrono di endometriosi, una patologia che si manifesta in età fertile, con un picco di casi nella fascia tra 25 e 35 anni. Ma cos’è l’endometriosi? Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala, e può causare infiammazioni, dolore e altri disturbi invalidanti. L’endometriosi può manifestarsi attraverso diversi sintomi: dolore mestruale, dolore pelvico, dolore durante i rapporti sessuali, disturbi intestinali, disturbi gastrointestinali e urologici, infiammazioni, aderenze, cisti e noduli.
Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità della vita e prevenire l’infertilità, che, insieme alla difficoltà di concepire, interessa il 30-50% delle donne.
La Regione ha realizzato, nell’ambito del Piano regionale di prevenzione del Veneto, un documento, divulgato nelle pagine Facebook di tutte le Ulss regionali nel mese di marzo dedicato alla prevenzione, nel quale si chiariscono alcuni aspetti di questa patologia.
“Le cause dell’endometriosi - si legge nel documento - non sono ancora del tutto note. Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”. Secondo quest’ipotesi, a causare la formazione e crescita dell’endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi”.
Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile.
Ci sono anche alcuni fattori che predi-
spongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia che è caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne all’utero.
Altri fattori sono la stimolazione ormonale; le alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando successivamente uno stato infiammatorio cronico; la genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.
“L’endometriosi - prosegue il documento - può comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.
Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti casi anche in postmenopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
L’endometriosi è una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti.
Questo causa spesso un ritardo nella diagnosi della malattia di 7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna. Se si sospetta di avere alcuni sintomi
riconducibili all’endometriosi è importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che considererà una visita da un ginecologo per una valutazione specialistica di approfondimento. È molto importante sin dalla più giovane età non sottovalutare e non tacere sintomi che possono essere associati all’endometriosi.
L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisico-sportive.
Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.
Esistono dei trattamenti per l’endometriosi, che variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e alle sue specifiche esigenze, e possono essere di tipo farmacologico o chirurgico. La cura dev’essere personalizzata e prescritta dal proprio medico curante.
L’assunzione di alcuni cibi può essere d’aiuto in quanto intervengono nel ridurre l’infiammazione: alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3 (frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado); alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali. Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del medico curante.
Sono invece sconsigliati carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.
Foncello di Treviso
Il Centro donatori midollo osseo di Treviso, afferente all’Unità operativa Medicina trasfusionale a valenza provinciale, diretta dalla dottoressa Arianna Veronesi, ha ricevuto dal Registro nazionale donatori midollo osseo il diploma come “Centro donatori che ha gestito il maggior numero di donazioni per l’estero nel 2022”.
Il Centro fa parte della rete nazionale per donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) da non familiare con responsabilità di iscrizione dei donatori volontari ed esecuzione delle indagini genetiche sugli stessi per valutare la compatibilità con i pazienti in attesa di trapianto.
“Il riconoscimento ricevuto – spiega la dr.ssa Arianna Veronesi - fa seguito agli ottimi risultati di attività trapiantologica del laboratorio che utilizza metodiche all’avanguardia come la Next Generation
Sequencing per tipizzazione del corredo genetico del donatore. Gli “indicatori di performance” confermando i brillanti risultati, rappresentano il “biglietto da visita” del nostro Centro donatori ai Centri Trapianto Esteri poiché danno l’indicazione del livello qualitativo delle prestazioni erogate. Il profilo degli indicatori comprende, tra gli altri, il tempo di esecuzione delle
indagini genetiche di compatibilità e la percentuale di donatori disponibili alla donazione. Il fattore tempo intercorso tra l’avvio della ricerca del donatore compatibile e l’esecuzione del trapianto, infatti, è cruciale per la sopravvivenza del paziente”.
Nel 2022 hanno donato cellule staminali emopoietiche 14 persone, di cui 6 a favore di altrettanti pazienti esteri (circa il 43%). Dal 2016 al 2022, inoltre, il Centro di Treviso ha gestito un numero significativamente crescente di nuovi donatori iscritti passando da 400 a 1047.
“Alla dott.ssa Veronesi e alla sua équipe va il mio più sentito ringraziamento per l’attività svolta, che ci è valsa un importante riconoscimento a livello nazionale di cui siamo particolarmente orgogliosi” è il commento del direttore generale, Francesco Benazzi.