del Miranese Sud
Periodico d’informazione locale. Anno XX n.102 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Società Il ministro Kyenge, tra storie di razzismo e integrazione pag.
S. M. di Sala Riparte la sistemazione di Villa Farsetti
4-5 e 6
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www.lapiazzaweb.it
Spinea Via della Costituzione, è protesta
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L’intervento
Elettrodotto, allarme dei grillini
Digiuno per la madre terra di Don Albino Bizzotto*
L’avvento dell’elettrodotto a Spinea con relativi disagi, è scongiurato? Per il Movimento 5 stelle no. “Il rinvio dell’opera è solo temporaneo” affermano i grillini, che sulla questione si apprestano a dare battaglia, nonostante recentemente una sentenza del Consiglio di Stato abbia annullato ... pag. 12
2.0 la scuola per le nuove generazioni
A scuola con il tablet, per studiare nella classe virtuale utilizzando gli e-book. Nell’era digitale la tecnologia entra nelle aule della Scuola che diventa 2.0. Indicata da anni dall’Unione europea come fattore determinante per lo sviluppo delle giovani generazioni, la Tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, Tic, si fa parte integrante di evoluzione. pag. 24 10%
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Mirano, il comune è contro la settimana corta Alla media Mazzini, genitori e insegnanti favorevoli. Il sindaco Pavanello sottolinea i disagi organizzativi
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a scuola media Mazzini istituisce la settimana corta: tutti a scuola dal lunedì al venerdì e sabato a casa. Una rivoluzione, per certi versi storica per Mirano, ma in città scoppia la polemica. Tra i favorevoli, insegnanti ma anche molti genitori, tra i quali prevale la linea dell’unità familiare, dei nuovi ritmi lavorativi di mamma e papà e anche del risparmio energetico che consentirà alla scuola di rimanere a corrente e riscaldamento spenti un più alla settimana. Ma a fare i conti in tasca al Consiglio di isti-
tuto che ha dato il via libera alla riorganizzazione è niente di meno che il sindaco in persona, Maria Rosa Pavanello. Il Comune si è trovato di fronte alla decisione presa e Pavanello non ha gradito. Anche perché, a conti fatti, a perderci sarà il Comune stesso, in termini di bilancio e le famiglie dei ragazzi di altre scuole. Il perché è spiegato in una lettera che il sindaco ha inviato al dirigente scolastico Alessio Morassut e al Consiglio di istituto stesso, a due settimane dal suono della prima campanella. “La decisione di
modificare l’organizzazione scolastica andava prima condivisa con il Comune, viste le nuove spese che andranno a gravare su un bilancio comunale chiuso a fine maggio, che già ha dovuto subire profondi tagli – scrive Pavanello – destinare risorse alla riorganizzazione della Mazzini infatti implica tagli ad altri settori, per garantire il pareggio di bilancio”. Ma il Comune non si limita a rimproverare la scuola: le decisioni prese del Consiglio di istituto vengono affrontate pag. 8 una per una dal sindaco.
erché partire con un digiuno a sola acqua a tempo prolungato la sera di ferragosto? È stata la domanda più ricorrente. Per due motivi principalmente: ad agosto sono ferme le attività produttive e istituzionali ma anche dei comitati. Un’azione personale non intralciava e non si metteva in concorrenza con nessun’altra iniziativa in corso. Ad agosto ci sono poche informazioni “appetitose” per i mezzi di comunicazione. Un’iniziativa un po’ choc può trovare accoglienza. E così è stato, grazie anche a una mobilitazione spontanea di riconoscimento della validità delle motivazioni e di condivisione dell’esperienza. Da subito non mi sono trovato isolato. È stato un crescendo, come si fosse levato il tappo di una bottiglia. Sono molte le persone in Italia che ritengono importante un cambio di rotta culturale e pratica rispetto al consumo di suolo (cemento, asfalto, abbandono) e alla cura e custodia della terra, accettando il punto di vista della natura, imparando anche la sua “grammatica”. Sono molte le persone che soffrono per le speculazioni e le distruzioni ambientali calate dall’alto con megaprogetti voluti da un’imprenditoria collusa molto spesso con or-ganizzazioni malavitose, comunque corrotta e bulimica finanziariamente. * fondatore dell’associazione “Beati i Costruttori di Pace”
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L’Intervento Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata di Mauro Gambin* SPACCIO DI FABBRICA: VIA BRUNACCI, 10/C MARGHERA (VE) ZONA PANORAMA TEL. 041 922692 marghera@dormiflex.it FABBRICA: VIA A. GRANDI, 13 SANTA MARIA DI SALA (VE) TEL. 041 5730800 www.dormiflex.it
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egli anni ’90 i veneti hanno iniziato a conoscere il fenomeno chiamato immigrazione. In precedenza avevano conosciuto solo il suo opposto, ossia l’emigrazione.
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L’intervento
segue da pag.
Digiuno per la madre terra
Fondazione Querini Stampalia
Genitori in biblioteca, bimbi in casa macchietta
Ha preso il via lo scorso 10 settembre “Casa macchietta”, il primo “spazio-bimbi” custodito in una istituzione culturale a Venezia, messo a disposizione dalla Fondazione Querini Stampalia. E così mentre la mamma, o il papà sono in biblioteca, impegnati nella consultazione, i bambini, dai 3 ai 6 anni, potranno essere affidati ad un operatore che li tratterrà, in uno spazio appositamente attrezzato e arredato, con giochi, libri e colori. Il servizio è esteso anche a coloro che visitano le mostre proposte dalla Fondazione. Fino al 22 settembre, nel periodo di “rodaggio”, l’ingresso è gratuito, successivamente la tariffa, per un massimo di due ore, è di 5 euro. Info presso la Fondazione Querini Stampalia, tel. 0412711411, didattica@querinistampalia.org, www. querinistampalia.org
I due motivi principali che mi hanno spinto al gesto sono state: situazioni di emergenza del pianeta e del Veneto e la sordità e l’ottusità politica spesso con illegalità dei governanti rispetto alla ragionevolezza delle proteste e delle proposte dei vari comitati. Da due anni sto seguendo i dati della impossibilità per il pianeta di stare al passo con la pressione dei consumi umani. Quest’anno il 20 agosto è stato il giorno discrimine. Il pianeta è proprio esausto. Il fatto che nessuno se ne preoccupi, perché il problema è di tutti e quindi praticamente di nessuno, non rende meno grave la situazione reale; non si parla di opinioni, ma di dati allarmanti. Il Veneto è la Regione più cementificata d’Italia e da 20 anni procede a un consumo di suolo alla velocità di 38 ettari al giorno sottratti all’uso agricolo del territorio. Il Veneto con la pianura padana è una delle regioni più inquinate e più inquinanti d’Europa. La cementificazione riguarda anche i terreni più fertili in una pianura che è tutta un’unica città diffusa con il territorio agricolo tutto frantumato. Anche l’acqua che è la risorsa più preziosa rimane un bene precario per l’incuria e per le opere che mettono a rischio le stesse falde. Siamo ormai a una emergenza così vasta e devastante che la Regione stessa avverte la necessità di un maggior rispetto e tutela del territorio. Il guaio però sta nel fatto che già è stata approvata una quantità tale di progetti cemento – asfalto da far rabbrividire. 30 progetti di strade – autostrade, 7 progetti di ospedali o nuovi o rinnovati, 3 progetti marittimi. Tutti in project financing, cioè opere pubbliche con capitale privato. Significa indebitare tutta la popolazione, compresi i bambini che ancora devono nascere, per oltre trent’anni solo per pagare gli interessi degli investitori privati. Siamo all’assurdo. A questo vanno aggiunti i mega progetti esclusivamente privati come Motor city, Veneto city, Tessera city, Città della moda. La distruzione ambientale è assicurata. È stata chiesta una moratoria ai responsabili politici. Impossibile. “Non si può ritornare sulle decisioni prese” è stato risposto. Il Veneto concorre in prima fila all’emergenza del pianeta. Da anni seguo le vicende e il lavoro dei comitati. Sono le sentinelle e i parafulmini della popolazione. In questi anni hanno sviluppato competenze straordinarie anche in campo tecnico e giuridico. Accanto ai no alle grandi opere, decise con le scelte più impattanti, perché più redditizie, hanno sempre offerto soluzioni alternative ragionevoli. Hanno combattuto sempre l’illegalità e soprattutto non sono mai stati portatori di interessi privati o particolari. Oggi c’è un’effervescenza straordinaria di comitati. Il digiuno intrapreso ha suscitato una vivace partecipazione, perché tutti hanno compreso che non riguardava il protagonismo della mia persona, ma il motivo serio per cui tutti erano impegnati. Ne è nata una duplice iniziativa. Da una parte anche persone delle istituzioni (come la sindaco e la giunta di Marano Vicentino) hanno assunto il digiuno come modalità forte anche per le loro priorità politiche in campo ambientale. Dall’altra mai mi sarei sognato di chiedere agli altri di digiunare, come gesto comunitario lotta. È venuto avanti spontaneamente come scelta delle persone più impegnate dei comitati. Per me una sorpresa commovente. Così ci troveremo un settembre con digiuni puntuali nelle località con particolari problemi ambientali e l’ultimo weekend, 28-29 settembre, con un digiuno generalizzato regionale. Per concludere tutti insieme il 9 ottobre a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Giunta regionale, per chiedere a gran voce “moratoria” alla colata di cemento e asfalto programmata.
OGGI BAMBINA... DOMANI INFERMIERA Investire nei bambini di oggi è il miglior modo per costruire un domani di giustizia e benessere condiviso. Sostieni a distanza una bambina del Sud del mondo attraverso i progetti del Cesvitem: bastano 20 euro al mese per regalare un futuro migliore, a lei e al suo popolo.
Riconoscimenti nazionali
La provincia vince il premio “Ambiente e legalità” Un riconoscimento nazionale per la Provincia di Venezia che ha ricevuto lo scorso 10 agosto il premio “Ambiente e legalità 2013”. Ai veneziani è stato riconosciuto “l’efficace e intenso impegno - attraverso pratiche amministrative innovative come il Tavolo interforze per i controlli ambientali - nell’implementazione di efficaci sistemi di controllo e nel contrasto alle varie forme di illecito ambientale” così come si legge nella motivazione. La premiazione è avvenuta nel corso della 25esima edizione di “Festambiente”, il festival nazionale di Legambiente, che quest’anno si è svolto a Ripescia (Grosseto), all’interno del Parco naturale della Maremma. A ricevere la targa sono stati il dirigente Massimo Gattolin, la responsabile dell’Ufficio Legalità e Ambiente Stefania Pallotta, insieme con l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia (in foto).
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Miranese Mirano Feste tradizionali, a rischio animalista pag.
Spinea
Provincia Economia
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La scuola Vivaldi punta sul risparmio energetico pag. 12
Regione territorio
Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti pag. 20
La mostra
La visione integrata della Grande onda di Katsushika Hokusai pag. 27
Un piano nazionale contro lo smog in Valpadana pagg. 30-32
Mostra del Cinema
Leone d’oro a Sacro Gra di Gianfranco Rosi pag. 34
Trasporti
La Provincia cede quote Pmv La Provincia ha ceduto 48 mila e 799 azioni della Società Pmv (Patrimonio Mobilità Veneziana) a fronte dell’acquisto di 9 mila e 154 azioni di Atvp spa, pari ad un controvalore di 3 milioni 634 mila 595,70 euro. La Provincia partecipa con una quota del 18,207% nella società del Patrimonio per la Mobilità Veneziana spa, Pmv. La partecipazione della Provincia in Pmv si ridurrebbe dall’attuale 18,207% al 9,017%, mentre salirebbe in modo consistente in Atvp spa, dall’attuale 39,98% al 51,98%, Scambi culturali per giovani
L’iniziativa europea “Food as Ue passepartout”
E’ stata approvata dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia Nazionale Giovani, l’iniziativa “Food as UE Passepartout” che rientra nel programma “Youth in Action” –Gioventù in Azione 2007-2013 di cui l’Associazione Veneziani nel Mondo è capofila e soggetto proponente. Il programma europeo ha l’obiettivo di promuovere la mobilità giovanile internazionale, l’apprendimento interculturale e l’educazione non formale di giovani provenienti sia da paesi Ue che da paesi limitrofi all’Ue. “L’iniziativa, a lungo programmata, ha spiegato Bruno Moretto (in foto) presidente dell’associazione Veneziani nel Mondo - avrà luogo a Venezia e vedrà la partecipazione di giovani provenienti dalla Slovenia, dall’Albania e dal Montenegro, quali paesi partners e collegati a Venezia nella storia. Alcuni giovani saranno indicati dalle nostre associazioni per l’emigrazione operanti in tali paesi. All’iniziativa prenderanno parte anche alcuni giovani con minori opportunità, in situazioni di svantaggio a causa di barriere sociali, geografiche e disabilità”.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Mirano, Spinea, S.Maria di Sala per un numero complessivo di 16.394 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 agosto 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese SOCIETÀ Oltre quattro mesi di insulti e reazioni di tipo razzista indirizzati al ministro dell’Integrazione Kyenge: si tratta di un attacco personale all’esponente del governo di origine congolese con cittadinanza italiana o è il tema dell’integrazione che crea disagio? L’Italia è un Paese razzista? A che punto è il processo d’integrazione? E come si comporta il Veneto? Storie di avvenuta integrazione
L’Italia fra storie di integraz
di Ornella Jovane
“S
e proprio dobbiamo trovare qualcosa di stupefacente nella nomina di Cècile Kyenge a ministro della Repubblica italiana, allora possiamo chiederci perché non sia stata scelta per la Sanità, considerata la sua lunga esperienza professionale nel settore”. L’osservazione è della professoressa Leila El Houssi, storica dei paesi islamici e già docente di sociologia dei diritti Umani all’Università di Padova e coordinatrice organizzativa del Master Mediterranean studies presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, che abbiamo intervistato sui temi dell’immigrazione, razzismo e integrazione in Italia. Di fronte alle reazioni di sdegno e rifiuto suscitate dalla presenza di un ministro di colore nel governo italiano delle larghe intese, Leila El Houssi, nata in Italia da padre tunisino e madre italiana, invita a considerare la situazione con maggiore serenità e a ricondurla nella normalità dei fatti che possono accadere ad un popolo che si avvia, inevitabilmente, ad avere sempre più una composizione multietnica. Sono passati più di 4 mesi dalla investitura di questo governo e, fra le tante questioni che esso ha sollevato, c’è appunto quella legata alla presenza di un ministro, Cècile Kyenge, che non ha un nome italiano e per lo più ha la pelle nera, chiamata peraltro ad occuparsi di integrazione. Una scelta che ha scatenato, soprattutto in una certa parte politica, aspre reazioni da parte di singoli parlamentari, dirigenti, amministratori, consiglieri locali e nazionali. Reazioni anche razziste con linguaggi e atteggiamenti non di rado violenti ed eccessivi. L’integrazione è un tema impegnativo e difficile ma davvero così “indigesto” agli italiani? E perché tanta insofferenza verso il ministro Kyenge, di origine congolese con cittadinanza italiana? Siamo un popolo razzista?
“Distinguerei tra politica e società - è la risposta della professoressa El Houssi E’ vero che ci sono dei movimenti politici che si pongono contro l’immigrazione e fanno di questa ostilità una bandiera ideologica per acquisire consensi, ma la società italiana è un’altra cosa. Non è, secondo me, razzista. E come potrebbe esserlo se storicamente è stata una società di emigranti. In particolar modo i veneti che, attingendo dal vissuto della propria famiglia, più o meno tutti hanno almeno una storia di emigrazione da raccontare”. “Basterebbe soltanto voltarsi in dietro - prosegue la docente - e ripercorrere quella pagina del proprio recente passato per comprendere con maggior chiarezza quella che è la realtà dei migranti di oggi. Basterebbe cioè che la politica trovasse le modalità per far sì che il fenomeno dell’immigrazione fosse chiaro in tutta la sua complessità. Occorre smetterla, come sostiene il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, di banalizzare strumentalmente l’immigrazione riducendola semplicisticamente ad una questione legata alla sicurezza e alla clandestinità”. “L’integrazione - prosegue - è un processo assai complesso e dai molteplici risvolti: culturale, giuridico, sociale... E’ sul piano culturale che va proposta la ricchezza della “contaminazione” che produce risultati interessanti e arricchisce. Spesso, invece, prevale la cultura della paura e del sospetto nei confronti dell’altro. Soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando l’altro può spaventare. La reazione impulsiva è quella di arroccarsi nei propri costumi, nella propria cultura e difenderli temendo che la condivisione con l’altro possa contribuire a far perdere qualcosa di sè”. Da dove cominciare allora per allontanare la paura? “Dalla cultura e quindi dalle scuole, a partire da quelle dell’infanzia. Il tema
lo sport, spEcchio dElla sociEtà
Nel calcio, dai cori razzisti negli stadi agli esempi d’integrazione con la nazionale
I
l contrasto al razzismo è uno dei temi che caratterizzerà in Italia la stagione calcistica e il campionato appena iniziato, dai dilettanti alla massima serie. Lo ha assicurato il presidente Figc, Giancarlo Abete, determinato ad allontanare dagli stadi chi, con cori razzisti e insulti offensivi, punta ad attaccare i giocatori di colore, con la finalità di provocarli e indurli ad allontanarsi dal campo di gioco, come del resto hanno fatto già Boateng e Constant. Quest’anno però le dure norme, quelle volute da Michel Platini, sono in vigore anche in Italia e i provvedimenti sono temuti: i cori razzisti avranno come prima conseguenza la chiusura di un settore dello stadio e, se si dovessero ripetere, si procederà ad interdire tutto lo stadio ai tifosi, oltre ad una multa di 50mila euro. A farsi parte attiva di questa battaglia anche il ministro Cècile Kyenge che, insieme con la Lega calcio e gli altri organi di governo dello sport, ha avviato la sua campagna di sensibilizzazione e di iniziative culturali contro il razzismo negli stadi. All’atteso esordio del campionato di serie A, il 24 agosto scorso, con il primo incontro ad alto rischio di cori razzisti Verona-Milan per via della presenza di Mario Balotelli non proprio “amato” dai tifosi veronesi, il ministro ha lanciato i suoi primi appelli perché “tutti gli attori coinvolti, in campo e fuori, facciano squadra per debellare questo cancro”. Dal calcio tuttavia possono venire anche esempi d’integrazione, come accade per la nostra nazionale, elogiata dalla stessa Kyenge a Torino l’8 settembre scorso dove gli azzurri di Prandelli si trovavano in ritiro per preparare la sfida contro la Repubblica Ceca. Il ministro li ha definiti “modello di quello che dovrebbe essere l’Italia di domani” . O.J.
dell’integrazione dovrebbe essere affrontato con maggiore insistenza e convinzione. Del resto è proprio a scuola che il processo di integrazione può avvenire con maggiore spontaneità. I bambini pur parlando lingue diverse, o provenendo da culture diverse, sono in grado di stabilire con facilità canali di comunicazione e di condivisione di esperienze attraverso il gioco”. A che punto è il processo di integrazione in Italia? “L’integrazione è un processo inesorabile che è in atto nella nostra quotidianità, anche in Italia, dove la società sta profondamente cambiando. Certo in Italia il processo è più lento rispetto ad altri Paesi, siamo alla seconda generazione. Lo possiamo definire un processo spontaneo che si realizza dal basso, verso il quale la classe politica, a prescindere dagli orientamenti, fino ad oggi è stata latitante. La scelta di Cècile Kyenge quale ministro dell’Integrazione è dunque un segnale importante della politica perché fa capire che l’Italia non è un Paese chiuso, al contrario aperto e dentro la multiculturalità. Intendiamoci non è solo un simbolo di forte impatto mediatico, ma una donna di lunga esperienza che da anni opera nelle associazioni contro il razzismo. Non mancano tuttavia le voci di dissenso, espressione di quella parte che vorrebbe continuare a portare avanti una politica di chiusura e timore dell’altro, ma l’Italia sta cambiando”. Come? “Ci sono gli immigrati di seconda generazione. E’ fondamentale sensibilizzare gli italiani al tema del Ius Soli: quanti bambini nascono in questo paese e non possono essere cittadini italiani? “Sta per piovere” è un film di un giovane regista Haider Rashid, nato in Italia
Argomento del mese 5 Razzismo
In alto il ministro Cècile Kyenge più in basso la professoressa Leila El Houssi
zione ed episodi di razzismo da padre iracheno e madre italiana, che racconta la vicenda di un ragazzo, nato e cresciuto in Italia, da genitori algerini che, a seguito di una serie di disavventure che colpiscono il padre rimasto senza lavoro e per questo senza permesso di soggiorno, è costretto a ripensare alla propria esistenza. Cosa fare? Rimanere da clandestino nella “sua” Italia o seguire i genitori in Algeria, una terra a lui sconosciuta, per aiutare la sua famiglia a ricostruirsi, un’altra volta, una dimensione in cui vivere? Un tema che l’Italia deve
istituzioni
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Interviene il governatore Zaia sul problema clandestini
“KYEngE chiEda l’aiuto dEll’Europa”
’incontro preannunciato fra il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge alla fine non c’è stato, nè alla festa della Lega nè alla festa del Pd. Il governatore Zaia tuttavia ha avuto modo di intervenire in più occasioni sul tema dell’integrazione, in un confronto col ministro Kyenge, che si è tenuto a distanza. Egli ha ribadito la necessità di un intervento Ue per gestire i flussi di clandestini diretti anche verso la nostra regione. Zaia, chiarisce il suo pensiero dopo che nelle scorse settimane il ministro aveva affermato che l’Europa non può lasciare sola l’Italia a gestire i flussi di immigrazione. “Vorrei poter dire al Ministro Kyenge - dice Zaia - benvenuta fra noi. Si è accorta che l’immigrazione clandestina, che sta scaricando ogni giorno centinaia di disperati e nuovi schiavi sulle coste italiane, è un
Padiglione con il patrocinio di
affrontare”. Cosa ne pensa del Veneto? “In Veneto c’è una grande solidarietà a livello sociale. Esistono numerose associazioni e realtà di volontariato che sono in grado di esprimere una solidarietà più profonda e radicata rispetto ad altre regioni, magari politicamente orientate verso scelte di accoglienza più marcate. La società veneta è in grado benissimo di accogliere gli immigrati”.
problema di tutta l’Europa”. “Il ministro ha compreso- ribadisce- dunque qual è il problema: quello di una Unione Europea in cui i paesi cosiddetti forti compiono e hanno compiuto (la Francia non più tardi di tre anni fa) strage di diritto e di legalità chiudendo le frontiere e sospendendo Schengen a seconda delle convenienze. Il commissario europeo Malmstrom, risponda della latitanza dell’Europa”. “Il ministro Kyenge dice di essere per la mediazione e l’incontro, per risolvere i problemi – conclude Zaia . Piuttosto che lanciare proclami, come quello sullo ius soli, ci dica dunque quali sono le linee del suo ministero. E piuttosto che perdere tempo alimentando guerre ideologiche, vada a Bruxelles a protestare con vigore. Capiremo come desidera muoversi e soprattutto di cosa vuole discutere. Noi siamo sempre pronti a farlo”. A.A.
le reazioni politiche
“Ora è tempo di integrazione” R
azzismo, un male oscuro che attraversa le società, la storia e le popolazioni. Anche in Veneto fino a qualche decennio fa (e ora purtroppo di nuovo) terra di emigrazione, il fenomeno si è presentato con episodi davvero preoccupanti soprattutto contro gli immigrati che da qualche anno arrivano, qui per lavorare, ma che spesso sono anche protagonisti di brutti episodi di criminalità. Con questo “mostro” che nel secolo scorso, nelle sue forme più estreme ha dato origine a ideologie terrificanti come quella nazista, bisogna confrontarsi, e lo fanno anche i politici ed esponenti della società del nostro territorio. Il primo ad intervenire nelle scorse settimane dopo le offese al ministro Kyenge è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi. Insulti che erano arrivati via facebook proprio da esponenti di rilievo della Lega Nord (Roberto Calderoli e Daniele Stival). “Le porgo le mie scuse - ha detto Tosi in un incontro con la Kyenge proprio a Verona - se qualcuno della mia parte politica l’ha offesa e se qualcuno non le ha fatte, fermo restando che in democrazia si possono avere idee diverse, ma il rispetto come ministro e soprattutto come persona e come donna è una cosa dovuta”. Il sindaco ha poi auspicato che il confronto “vada fatto sui contenuti per evitare polemiche inutili che tanto non servono a nulla né agli italiani, né agli stranieri, né al Paese”. Il governatore del Veneto, il trevigiano Luca Zaia poi era intervenuto chiedendo “d’ora in poi l’espulsione dalla Lega Nord per chi insulta gli avversari politici con frasi razziste”. Non manca l’impegno degli esponenti della chiesa per avvicinare culture diverse . A Jesolo nel veneziano in piena stagione turistica ad esempio la festa di chiusura del Ramadan si è aperta con il saluto del patriarca di Venezia Francesco Moraglia e del direttore della Caritas Don Dino Pistolato. “Si tratta – ha detto Don Dino - di dare segnali importanti di volontà di accoglienza ed integrazione, in tutte le realtà del Veneto, soprattutto quelle in cui la presenza di culture diverse e immigrati è più forte e cioè Padova, Vicenza Treviso e Venezia”. Anche a Treviso il nuovo sindaco Giovanni Manildo del Partito Democratico ha spiegato che in città “l’aria è cambiata. Le politiche dello sceriffo Gentilini che sparava battute truci sugli immigrati sono finite. Ora è il tempo dell’accoglienza e dell’integrazione ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle regole”. A Mestre nei mesi scorsi infine si è tenuta la riunione della Consulta provinciale per l’Immigrazione. Sono stati affrontati i temi fondamentali per l’accordo di integrazione. Il primo riguarda i contratti di affitto, il secondo tema ha riguardato l’obbligo scolastico e i corsi di italiano e il terzo tema il diritto alla salute. Per l’assessore Giacomo Grandolfo della Lega Nord: “Questi progetti vanno promossi per creare le basi per l’avvio di un lavoro di rete tra immigrati e istituzioni. Il corso, nato da un’idea delle associazioni di immigrati, ha avuto lo scopo di rafforzare le conoscenze e le competenze dei referenti delle associazioni di immigrati, perché possano svolgere un ruolo di “facilitatori” presso i propri associati, nonché creare occasioni di dialogo tra associazioni, enti ed istituzioni. Il tutto allo scopo di favorire positivi processi di integrazione”. Alessandro Abbadir
6 Approfondimento La storia Tatiana, ucraina, racconta la sua esperienza positiva in decine di famiglie
Da 11 anni in Veneto: “Intorno a me tante brave persone” E’ stata accanto a numerosi ammalati e ha sempre trovato disponibilità e accoglienza di Nicola Stievano
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a oltre undici anni lavora in Italia, per la precisione in Veneto. Tatiana, 56 anni, è arrivata dall’Ucraina nel 2002. Ha conosciuto decine di persone, ha assistito anziani in difficoltà, ha vissuto con le famiglie italiane. Ha affrontato momenti difficili e altri più spensierati ma la sua esperienza è sempre stata più che positiva. Ora, mentre sta assistendo un’ammalata di Monselice che dovrà lasciare per tornare a Chioggia, vuole raccontare la sua storia di integrazione riuscita. Tatiana ha contattato di sua iniziativa la nostra redazione e ripercorre passo passo la sua vita in Italia, di famiglia in famiglia, fra persone che le hanno voluto bene, che l’hanno aiutata ad imparare la lingua e a vivere in un Paese per lei sconosciuto. “Sono arrivata dall’Ucraina nel 2002 a Mestre, su invito di una mia cara amica. All’epoca lavorava per una famiglia di Mareno di Piave. Assisteva una signora ammalata, Rosa, e mi ha portata a casa dove ho incontrato le prime persone italiane molto gentili disponibili con me. Si
chiamano Attilio e Natalina e nei primi mesi di permanenza in Italia mi hanno ospitato in più occasioni, insegnandomi la lingua e aiutandomi a cercare lavoro. Ho trovato il mio primo lavoro in provincia di Udine con due anziani, sono rimasta con loro per un mese e mezzo. Quando è morta la signora di 94 anni sono tornata a Mareno di Piave per un’altra settimana. Poi Giancarlo, figlio di un’anziana che non ho fatto in tempo ad assistere perché mancata proprio quando dovevo iniziare, mi ha ugualmente ospitato per un altro mese e mezzo. Dopo un ulteriore passaggio da Natalina e Attilio ho trovato lavoro per altri dieci mesi con un ammalato di Alzheimer, dove ho conosciuto una grande famiglia molto unita. E’ stato un lavoro molto pesante e subito dopo sono tornata in Ucraina per un periodo di riposo. Al ritorno ho ripreso a lavorare con Vittorio, 94 anni: mi ha insegnato a parlare in italiano e siamo sempre andati d’accordo. Quando è tornata la persona che sostituivo lui voleva tenere me ma non era giusto portare via il
lavoro ad un altra ragazza. Dopo un mese di ricerca ho trovato un altro ammalato da assistere, un diabetico che viveva con le due figlie. Con lui mi sono sempre trovata molto bene per dieci mesi. Intanto ho conosciuto un’altra persona, Massimo, che mi ha chiesto se mi prendevo cura della sua casa per pulire, lavare, stirare. Ho lavorato per 8 anni a Chioggia, non lontano dal centro. Mi sono trovata molto bene, poi ho lavorato con un’agenzia a Mestre per pulire condomini e alberghi per tre anni. Il lavoro mi piaceva molto ma poi c’è stata la crisi e non mi conveniva più fare due ore di viaggio per lavorare 3-4 ore. Sempre a Chioggia, ho assistito la signora Wanda e mi ha molto colpito l’ottimo rapporto con la figlia Tiziana. Sono tornata in Ucraina a vedere la mia prima nipote che era appena nata e stare un po’ con la famiglia. Una volta rientrata ho trovato un altro lavoro con Giulia e la sua famiglia, con la quale mi sono trovata molto bene. Quindi ho conosciuto Mario a Chioggia che faceva volontariato con ammalati di
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sclerosi multipla e mi ha coinvolto nelle sue attività. Se per gli italiani è difficile trovare lavoro per noi è ancora peggio e ogni tanto lui mi aiuta, come del resto fa anche Massimo. Ora sto concludendo il lavoro a Monselice, poi tornerò a Chioggia dove cercherò un’altra occupazione”. Tatiana si definisce una donna fortunata. In Ucraina ha lasciato due figli, una nipote e la mamma anziana, ma in Italia ha sempre trovato tante famiglie che l’hanno aiutata. “Ho
conosciuto tante brave persone, di parola. Vorrei ringraziarle tutte una ad una per per tutto quello che hanno fatto per me e vorrei chiedere scusa se involontariamente ho fatto male a qualcuno a causa di un periodo di forte depressione che ho attraversato. Sono felice di vivere in Italia e auguro a tutte le persone che mi hanno conosciuto grande salute, felicità e amore. Come quello che hanno trasmesso a me”.
ORIAGO DA “VU CUMPRÀ” A CITTADINO ITAlIANO
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na storia di integrazione davvero esemplare, da venditore ambulante irregolare, a cittadino italiano perfettamente integrato nella società in cui vive. La storia è quella di Birima Mbaye, 50 anni, proveniente dal Senegal, dipendente dell’hotel Cipriani come aiuto in cucina. Da poche settimane ha ottenuto la cittadinanza italiana che chiedeva dal 2000. Risiede con la moglie e tre figli a Oriago di Mira, una cittadina di 40 mila abitanti che si trova nell’area della Riviera del Brenta. A raccontarsi è proprio Mbaye. “Dopo 24 anni dal mio arrivo in Italia ho coronato finalmente il mio sogno - spiega - e sono diventato cittadino italiano. Lavoro da anni regolarmente in questo paese, che credo il mio paese, e le mie figlie frequentano l’Università a Ca’ Foscari e a Udine”. L’ex senegalese parte da lontano, da quando cioè arrivò nel nostro paese per la prima volta. “Sono arrivato in Italia – ha detto nel giorno dell’ottenimento della sua cittadinanza - nel 1989. Sono partito facendo quello che trovavo. Ho cominciato come venditore ambulante sulle spiagge al Lido di Venezia e a Sottomarina. Dopo qualche tempo sono riuscito a trovare un lavoro regolare, mi sono sempre guadagnato da vivere di anno in anno onestamente. Se si vuole lavorare qui in Italia alla fine il lavoro si trova. Insomma basta adattarsi e alla fine si va avanti”. Nelle scorse settimane è arrivata dalla Prefettura di Venezia la certificazione dell’ottenimento della cittadinanza italiana. Una cittadinanza che era già stata
Birima Mbaye ottenuta da moglie e figlie che da anni con lui vivono in Italia insieme con un bambino più piccolo. L’uomo è molto orgoglioso di quello che ha potuto fare per la sua famiglia e dei livelli di integrazione in cui sono arrivate ad esempio le figlie. “Sono orgoglioso – dice - mia figlia, che ha 25 anni, fra poco si laureerà in Economia e commercio a Ca’ Foscari. l’altra mia figlia, 21 anni, invece frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Udine, mentre il figlio più piccolo, 13 anni, frequenta le scuole medie a Oriago. Per l’Italia provo gratitudine”. La notizia dell’ottenimento della cittadinanza è stata festeggiata oltre che dall’uomo e dalla sua famiglia, anche dagli amici e dai vicini di casa con cui i rapporti negli anni sono sempre stati un esempio di convivenza nel segno della collaborazione e dell’amicizia. A.A.
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8 Mirano Istruzione
NEWS
Scuole Polemiche per la decisione della media Mazzini di concentrare le lezioni fino al venerdì
Settimana corta, Comune contro
Manifestazioni a rischio animalista
“Salviamo le tradizioni rurali”
di Filippo De Gaspari
L
Genitori e insegnanti favorevoli, ma il sindaco sottolinea i disagi organizzativi
a scuola media Mazzini istituisce la settimana corta: tutti a scuola dal lunedì al venerdì e sabato a casa. Una rivoluzione, per certi versi storica per Mirano, ma in città scoppia la polemica. Tra i favorevoli, insegnanti ma anche molti genitori, tra i quali prevale la linea dell’unità familiare, dei nuovi ritmi lavorativi di mamma e papà e anche del risparmio energetico che consentirà alla scuola di rimanere a corrente e riscaldamento spenti un più alla settimana. Ma a fare i conti in tasca al Consiglio di istituto che ha dato il via libera alla riorganizzazione è niente di meno che il sindaco in persona, Maria Rosa Pavanello. Il Comune si è trovato di fronte alla decisione presa e Pavanello non ha gradito. Anche perché, a conti fatti, a perderci sarà il Comune stesso, in termini di bilancio e le famiglie dei ragazzi di altre scuole. Il perché è spiegato in una lettera che il sindaco ha inviato al dirigente scolastico Alessio Morassut e al Consiglio di istituto stesso, a due settimane dal suono della prima campanella. “La decisione di modificare l’organizzazione scolastica andava prima condivisa con il Comune, viste le nuove spese che andranno a gravare su un bilancio comunale chiuso a fine maggio, che già ha dovuto subire profondi tagli – scrive Pavanello – destinare quali uscirebbero alle 13.50 – fa notare il sindaco risorse alla riorganizzazione della Mazzini infatti – inoltre la corsa delle 13 per gli alunni di Zianigo implica tagli ad altri settori, che frequentano le medie “Da per garantire il pareggio di bi- Sono a rischio Vinci” e “Mazzini” servirebbe lancio”. Ma il Comune non si le corse degli solo a 6 alunni, quelli della limita a rimproverare la scuola: autobus. “Da Vinci”. Per garantire il le decisioni prese del Consiglio Risparmio trasporto a tutti sarebbe nedi istituto vengono affrontate energetico limitato cessario organizzare tre corse una per una dal sindaco, che di ritorno dal lunedì al venerdì, mette sul piatto l’impatto organizzativo ed econo- più il sabato per la “Da Vinci”, che ha un orario mico che dovrà subire il trasporto scolastico. “L’at- di uscita diverso, per una spesa aggiuntiva, comtuale corsa delle 13 scuole-Luneo non potrebbe più plessiva annua, di 24.146 euro”. Insomma alla garantire il trasporto per gli alunni della Mazzini, i fine le decisioni della Mazzini incideranno su ben
NEWS
L
Un’immagine del “Zogo de l’oca”
La scuola media Mazzini
tre scuole e, soprattutto, sul bilancio comunale. La soluzione rischia di essere drastica e dolorosa. “Per contribuire almeno parzialmente alla nuova imprevista spesa sarebbe necessario aumentare le tariffe di abbonamento mensile di 9,21 euro a carico di tutti gli iscritti al trasporto scolastico, che sono circa 192 famiglie. La tariffa salirebbe quindi da 23,50 euro a 32,71 mensili, per coprire solo una delle corse necessarie. La nuova organizzazione è davvero utile? – si chiede infine Pavanello – perché gli uffici hanno stimato un risparmio energetico, per il giorno in più di chiusura della scuola al sabato che oscilla appena tra i 2.915 e i 3.585 euro”.
U
n summit tra Comuni, associazioni e gli enti responsabili della salute degli animali, per salvare i palii. A proporlo è stato il gestore del ristorante “19 al Paradiso” di via Luneo, dopo l’annullamento della corsa del “màsaro di Salzano”, arrivato pochi mesi dopo, e per gli stessi motivi, della cancellazione del palio dell’oca di Luneo a Mirano. Animalisti sul piede di guerra per cercare di fermare tutte le manifestazioni che prevedono l’utilizzo di animali con possibili maltrattamenti, comunità locali intenzionate però a non provarsi tanto facilmente delle poche occasioni di aggregazione che affondano radici nella storia più o meno recente. I promotori delle corse di pennuti passano dunque al contrattacco. L’invito a un incontro nasce proprio da Luneo, quartiere di oche e tradizioni rurali. L’organizzatore del palio miranese, Vincenzo Fusco, gestore della trattoria 19 al Paradiso, ha scritto una lettera ai sindaci Maria Rosa Pavanello e Alessandro Quaresimin, proponendo un summit tra primi cittadini, autorità sanitarie, associazioni e organizzatori delle manifestazioni. “Per trovare una soluzione – spiega – che possa salvare le tradizioni simbolo dei due paesi”. “Sono convinto – continua Fusco – che con un minimo di buona volontà da parte di tutti e un confronto con gli esperti del settore, si possano salvare i nostri palii, come succede in ogni luogo d’Italia”. L’incontro si dovrebbe tenere nelle prossime settimane, forse nello stesso ristorante di via Luneo. In attesa della risposta dei sindaci, arriva già il primo sì, quello di Federfauna, la confederazione degli allevatori, che non solo conferma la presenza ma mette a disposizione i propri uffici legali che da tempo lavorano ai casi delle due manifestazioni cancellate dopo le ordinanze comunali. Favorevole anche la Pro Loco di Salzano. F.D.G.
Ecologia
Stoviglie lavabili nelle mense scolastiche
e mense scolastiche producono troppi rifiuti? Ecco la soluzione: Mirano torna al lavaggio delle stoviglie. Novità in questo inizio d’anno scolastico: nei giorni scorsi il Comune ha messo a punto un progetto per lavare posate, piatti e bicchieri nelle principali scuole elementari della città, la “Petrarca”, la “Dante Alighieri” e la “Azzolini”. Al posto dei tradizionali materiali usa e getta verranno acquistate forniture in materiale plastico, lavabile e riutilizzabile. L’attività di lavaggio avrà luogo negli edifici della “Azzolini” e della “Petrarca”, dove sono presenti gli spazi necessari per le lavastoviglie e a occuparsene saranno i volontari dell’associazione Bambini
di Chernobyl. Ogni giorno nelle tre scuole miranesi vengono serviti circa 500 pasti: 240 alla “Azzolini”, 180 alla “Dante”, 90 alla “Petrarca”. Verranno dunque inizialmente acquistati 600 kit composti da piatto fondo e liscio, forchetta, coltello, cucchiaio e bicchiere. In questo progetto, il Comune è affiancato da Serimi, la società partecipata che gestisce il servizio mensa nelle scuole di Mira e Mirano e che fornirà i servizi necessari all’acquisto delle stoviglie e dei prodotti per il lavaggio, nonché per la manutenzione e il trasporto degli stessi. Un ruolo significativo è stato ricoperto anche dai genitori e dai loro rappresentati nel consiglio del Primo Circolo, che fin dall’inizio
hanno sollecitato l’iniziativa. Un progetto che per il Comune, ha valenza soprattutto in campo ambientale, nel riciclo e nella lotta allo spreco, oltre che sociale, grazie al coinvolgimento dell’associazione “Bambini di Chernobyl”. “È un’iniziativa che tocca un tema a me molto caro, quello della sostenibilità ambientale – afferma il sindaco Maria Rosa Pavanello – per il quale sono impegnata in prima persona”. F.D.G.
in Piscina! Cors Novito Ă
Santa Maria di Sala 11 Patrimonio architettonico Il comune da il via ad un progetto da un milione di euro
Villa Farsetti, riparte il recupero Gli interventi riguarderanno soprattutto le aree e dei locali che si trovano sul lato di via Roma di Alessandro Abbadir
R
ecupero di Villa Farsetti, si riparte anche se sarà concluso in tempi lunghi. La notizia arriva dalla decisione della giunta del comune del miranese, che ha ripreso in mano l’iter di recupero della monumentale villa salese, interrotto dopo i lavori di ripristino dello storico giardino effettuati negli anni scorsi. Vediamo l’entità del nuovo stanziamento. La giunta ha deliberato uno stanziamento di 600 mila euro per interventi di recupero dell’area nord ed est della villa, dopo l’aggiudicazione del premio di un concorso che punta proprio al recupero
Tasse
di edifici storici. Il sindaco è entusiasta. “C’è la possibilità di recuperare l’edificio - dice il sindaco Nicola Fragomeni - e allo stesso tempo dar sfogo alle richieste di chi ne chiede la fruizione, restituendo alla villa il lustro che merita”. I lavori riguarderanno la sistemazione degli spazi della villa in una ottica di sviluppo degli aspetti socio-economici locali. “Si tratta - spiegano in comune - delle aree e dei locali sul lato di via Roma, in particolare delle coperture e di alcune aule a cui si accede dall’entrata est”. L’intervento ha una duplice valenza: prevede si un recupero
storico dell’edificio e delle sue pertinenze così com’erano ai tempi dell’abate Filippo Farsetti, e mala fruizione sociale della villa. La giunta, infatti, non vuole risparmiare la villa da eventi e manifestazioni pur nel rispetto del bene architettonico. La somma stanziata è il 60% del costo dell’intervento, stimato in almeno un milione di euro. L’ultimo grande intervento di riqualificazione della villa, aveva riguardato nel 2008 la ricostruzione del giardino antistante la facciata principale della villa, secondo i disegni dell’epoca, con la creazione dei nuovi filari,
Scoppia la polemica con Confartigianato
S
coppia la polemica a S. Maria di Sala sulla questione delle tasse più alte del comprensorio. Il vicesindaco Alessandro Arpi va nel dettaglio e replica allo studio di Confartigianato sulla fiscalità nei comuni del Miranese. I dati per Arpi sono disomogenei e dunque non confrontabili tra diversi comuni dell’area.
dei vialetti, delle statue e della fontana al centro del giardino, su progetto dell’ingegner Loris Vedovato. La storia ha spazzato via molto di quella che fu Villa Farsetti negli anni d’oro e la cartografia dell’epoca è stata in parte persa. Sull’efficacia del progetto di recupero interviene anche la provincia con l’assessore Lucio Gianni. “Oltre alla qualità dei progetti presentati - dice Gianni - due sono gli aspetti determinanti che hanno
“Per S. Maria di Sala - dice - il dato delle entrate tributarie, per essere omogeneo a quello degli altri comuni, dev’essere depurato della Tia e della Tarsu, visto che tutti gli altri enti del Miranese non hanno in bilancio stanziamenti sulle tariffe o imposte ambientali”. Ma non solo. ”Sull’addizionale comunale - continua Arpi - parlare di carico pro-capite è fuorviante, perché il dato dipende dal gettito per ciascun territorio e dalle diverse fasce di reddito, così come l’Ici e l’Imu dipendono dalla rendita dei cespi-
qualificato il lavoro svolto: il primo è dato da una presenza estremamente numerosa dei componenti dei tavoli di concertazione. Altro elemento qualificante è la compartecipazione economica degli enti locali. La giunta guidata da Francesca Zaccariotto considera le intese programmatiche d’area uno strumento che permette il confronto tra le istituzioni e i rappresentanti territoriali del tessuto socio-economico”.
ti imponibili. Non è possibile fare una sintesi per abitante, dato che non è un’entrata che grava sulla generalità, ma su coloro che possiedono immobili o terreni”. Per Arpi va detto poi ,che livello di tassazione risente delle risorse trasferite dallo Stato agli enti locali e su questo S. Maria di Sala è all’ultimo posto Va evidenziato inoltre per il vicesindaco il differenziale tra i dati dei trasferimenti e quelli della pressione tributaria: S. Maria di Sala risulta essere comune virtuoso.
12 Spinea Viabilità I lavori pubblici in centro provocano disagi continui
Via della Costituzione, è protesta I residenti “Siamo prigionieri nelle nostre case, non riusciamo nemmeno a parlarci”
Fotovoltaico
Risparmio energetico alla scuola Vivaldi
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di Filippo De Gaspari
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esidenti in rivolta contro i lavori lungo via della Costituzione. Non che gli abitanti siano contrari al progetto di allargamento della provinciale 36, dalla Fossa a Rossignago (almeno non ufficialmente), ma i cantieri vanno a rilento, la sicurezza non sembra garantita e i disagi sono all’ordine del giorno e anche della notte. Lo sanno bene le famiglie che a fine agosto sono state costrette a chiamare i carabinieri perché il semaforo che regolava il senso unico alternato tra la rotatoria della Fossa e via Luneo è andato in tilt, provocando problemi al traffico con clacson e motori fermi in pieno periodo di riposo. Al caos di un episodio sfortunato si replica in realtà tutti i giorni. “Siamo prigionieri in casa nostra – protestano i residenti – hanno delimitato la strada con la classica rete da cantiere, senza lasciare lo spazio per le biciclette e i pedoni, i passaggi pedonali sono interrotti e i lavori procedono a rilento e tra mille disagi. Ad alcuni di noi balla il letto a tutte le ore a causa degli scavi e non riusciamo nemmeno a parlarci in casa”. Proteste anche in via Barzizza e Zigaraga. I residenti ora pensano a una raccolta firme per chiedere maggiori tutele dai cantieri, ma la preoccupazione sale soprattutto in vista dell’autunno, quando il traffico aumenterà a dismisura e i cantieri, visto l’andazzo, non saranno ancora conclusi. “L’impressione – afferma amareggiato un cittadino del posto – è che si siano spesi tutti i soldi per il Passante e per le opere complementari come questa siano rimaste solo le briciole, con lavori fatti male e tempi di realizzazione infiniti”. Negli ultimi giorni, con i lavori che si sono fatti più “pesanti”, ma a quanto pare non affatto veloci, sono arrivati anche i primi danni alle abitazioni: “Le buche sulla strada e
NEWS
I lavori di ampliamento di via della Costituzione Spinea i lavori in strada hanno provocato crepe nelle case più vicine al cantiere e lo spostamento dei coppi del tetto. Alcuni di noi sono stati costretti a sistemarseli da sé, perché cominciava a piovere dentro e i soldi non sono ancora arrivati” protesta uno dei cittadini più direttamente coinvolti. Il Comune risponde di essersi attivato per ridurre al minimo i disagi, sollecitando il rispetto dei tempi di consegna dell’opera: “Si sono svolti diversi incontri tra l’amministrazione e gli organismi competenti prima dell’inizio dei lavori, per evitare il più possibile disagi – spiega il Comune in una nota – ora l’assessore alla Viabilità Gianpier Chinellato intensificherà l’azione di collaborazione con la ditta che sta effettuando i lavori e gli enti preposti, per ridurre le criticità nell’area. Inoltre la polizia locale continuerà ad effettuare controlli del traffico in prossimità del cantiere”.
otovoltaico sulle scuole per promuovere il risparmio energetico. Succede alla Vivaldi di Spinea, dove durante l’estate sono continuati gli interventi di manutenzione programmati dall’assessorato ai Lavori pubblici. In piena stagione, a plesso chiuso, La scuola Vivaldi la scuola è stata ridipinta e una nuova guaina è stata posizionata sul tetto, contribuendo a ridurre gli inconvenienti tipici della brutta stagione. Ma soprattutto la Vivaldi avrà presto in funzione sul tetto, dei pannelli fotovoltaici. Si tratta di un intervento realizzato dal Consorzio Alisei nell’ambito della gestione degli impianti comunali e che doterà la scuola di 24 pannelli per una potenza di 5,88 kilowatt di picco. La realizzazione dell’impianto produrrà benefici ambientali per tutti, evitando l’emissione in atmosfera di circa 3300 kilogrammi l’anno di Co2. “Si tratta di un impianto di piccola potenza - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Gianpier Chinellato - dimensionato sulle necessità operative della scuola e quindi nasce per soddisfare le esigenze di autoconsumo, ma è un concreto passo anche per promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili”. Negli stessi giorni anche la palestra della scuola Vico è stata oggetto di un intervento di ritinteggiatura, mentre per quanto riguarda la scuola Marco Polo sono state ridipinte aule e corridoi. L’obiettivo dichiarato per il Comune è quello di riaprire le scuole con ambienti più accoglienti e senza i vecchi problemi di manutenzione. La verifica al primo suono della campanella. F.D.G.
elettrodotto Allarme dei grillini
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WWW.AISMME.ORG Un bambino su 500 nasce affetto da una malattia metabolica ereditaria: solo 1 volta su 4 viene riconosciuta in tempo. Lo Screening neonatale metabolico allargato permette una diagnosi precoce che evita al bambino gravi handicap o la morte. Nel sito dell’associazione www.aismme.org si possono trovare informazioni sui centri cura, diagnosi e screening delle malattie metaboliche ereditarie.
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’avvento dell’elettrodotto a Spinea con relativi disagi, è scongiurato? Per il Movimento 5 stelle no. “Il rinvio dell’opera è solo temporaneo” affermano i grillini, che sulla questione si apprestano a dare battaglia, nonostante recentemente una sentenza del Consiglio di Stato abbia annullato il parere di compatibilità ambientale di un tratto dell’opera Dolo-Camin. Per i grillini sono già in corso contatti a livello politico per far ripartire l’opera. “E Spinea spiegano - ne uscirà alquanto penalizzata”. “L’area che subisce il maggiore impatto dai lavori di Terna è Fornase - spiegano i grillini in un documento - in particolare i condomini alla fine di via Prati, vicino all’ex passaggio a livello, avranno a poche decine di metri il traliccio numero 14, posto dall’altra parte della linea ferroviaria, a fianco del cavalcavia sulla provinciale. Non ricadono nella fascia di rispetto dell’elettrodotto, ma ritrovarsi vicino casa un traliccio di 60 metri e una linea aerea ad alta tensione non è piacevole: al di là di questo, vi sarà sicuramente impatto sul valore degli immobili”. La linea in questione passa sopra il canale Menegon e sfila a sud di Crea, in territorio di Mira, ma alcuni edifici, tra cui due residenziali in comune di Spinea, ricadono all’interno delle fasce di rispetto. “In modo più marginale sono coinvolti anche gli abitanti di via Ferrovia e del tratto di via Oriago vicino al sottopasso dell’autostrada - continua il M5s - a Spinea, a fronte della realizzazione di 2,1 chilometri di nuovi elettrodotti, è prevista la demolizione di
un solo chilometro aereo da 220 KV. Il Comune, in conferenza dei servizi, aveva chiesto di demolire o interrare almeno l’elettrodotto da 132 KV che passa sopra la scuola ex Grimm al Graspo d’Uva, ma Terna si è rifiutata. Spinea sarà così l’unico comune tra quelli interessati a vedere aumentato, di quasi 16 ettari, il territorio da asservire agli elettrodotti”. Basta e avanza per il Movimento per chiedere a Comune, e più in generale ai sindaci del Miranese, di impegnarsi prendendo posizione come già hanno fatto i primi cittadini della Riviera. “Perché Terna non vuole impegnarsi nell’interramento dell’elettrodotto? - conclude la nota - perché non si rende disponibile a cercare soluzioni compensative alternative? Perché non si propongono per Spinea soluzioni almeno pari a quelle fatte agli altri comuni interessati dall’opera?” F.D.G.
pagina a cura del comune
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SCUOLA VIVALDI TETTO FOTOVOLTAICO
L’Assessore ai Lavori Pubblici Gianpier Chinellato con l’Assessore alle Politiche Giovanili Matteo Lazzaro e i consiglieri Zorzetto e Dal Moro
Durante questa estate appena trascorsa sono molti gli interventi manutentivi realizzati dall’Assessorato ai Lavori Pubblici nelle Scuole. In agosto è stata ridipinta la Scuola Vivaldi ed è stata riposizionata la guaina sul tetto. Anche la Palestra della Scuola Vico è stata ritinteggiata. In particolare alla scuola Vivaldi è iniziato il cantiere che doterà il tetto di pannelli fotovoltaici. Si tratta di un intervento realizzato dal Consorzio Alisei nell’ambito della sua gestione in Global Service degli impianti comunali che doterà la scuola di 24 pannelli foto-
voltaici per una potenza di picco di 5,88 kWp (kilowat di picco). La realizzazione dell’impianto produrrà benefici ambientali evitando l’emissione in atmosfera di circa 3300 KG/anno di CO2. “Si tratta di un impianto di piccola potenza – spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici GianPier Chinellato - dimensionato sulle necessità operative della scuola, e quindi nasce per soddisfare le esigenze di autoconsumo ma è un concreto passo per promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili”.
L’Assessorato ai Servizi sociali in collaborazione con le Associazioni Anteas, Auser-Spinea, Centro Studi Bachelet, Gaia, Polisportiva Aurora, organizza:
OTTOBRE, MESE DELL’ANZIANO
21 SETTEMBRE 2013: Incontro Pubblico: Demenze: conoscere e condividere per affrontare la malattia Ore 15,30 presso il Centro Aggregativo “Anziani Insieme”
Ore 16,00 presso il Centro Aggregativo “Anziani Insieme”
2 OTTOBRE 2013 – FESTA DEI NONNI: Spettacolo Teatrale “LA VILLEGGIATURA” liberamente tratto dalla Trilogia della Villeggiatura di Carlo Goldoni - proposto dalla Compagnia “GRUPPO I TAENTI SCONTI” del Centro Aggregativo Anziani – regia di Rita Camboni “Centro Studi Danza” di Spinea diretto da Evelyn Frison presenta “UNO SPETTACOLO DA FAVOLA” Ore 15,00 presso il Cinema “Ai Bersaglieri
19 OTTOBRE 2013: Esibizione del Coro La Gerla e della Fisiorchestra G.ROSSINI di S.Giustina Bellunese con oltre 20 fisarmoniche, in occasione del 35° compleanno del Coro la Gerla Ore 20,45 presso la Chiesa S.Bertilla
8 OTTOBRE 2013: Inaugurazione P.I.C – Punti Internet Connessi Ore 16,00 presso il Centro Aggregativo “Anziani Insieme” 11 OTTOBRE 2013: Presentazione Mostra itinerante “Il Vangelo secondo Giotto” riproduzione della Cappella degli Scrovegni da parte del Prof. Roberto Filippetti
12 OTTOBRE 2013: GITA “MONTAGNANA - ESTE”
25 OTTOBRE 2013: Esibizione del coro “SECONDA GIOVINEZZA” del Centro Aggregativo Anziani Insieme diretto dal Maestro Giovanni Scavezzon Incontro con la Dott.ssa Giorgia Chinaglia “DORMI BENE E….INVECCHIA BENE” Ore 15,00 presso il Centro Aggregativo “Anziani Insieme” 26 OTTOBRE 2013: PRANZO ANZIANI Ore 12,00 presso Ristorante Pizzeria “AL MATTONE” di Maerne di Martellago
Per informazioni e iscrizioni: 041 5071107 - www.comune.spinea.ve.it Comune di Spinea
CITTADINI PROTAGONISTI: NUOVI TRICOLORE PER LE SCUOLE DI SPINEA
Il Sindaco e la Signora Tosi
Ancora una volta i cittadini di Spinea si mettono in luce per il loro spirito di iniziativa e la loro voglia di mettersi a disposizione per la comunità. Il Sindaco infatti, questa mattina, ha ricevuto una graditissima sorpresa da parte della Signora Virginia Tosi, che gli ha consegnato ben quindici bandiere tricolori da collocare sui pennoni delle scuole cittadine. La Signora Virginia ha deciso di fare questo dono a ricordo del fratello Bruno Tosi, giornalista, imprenditore della lirica, organizzatore di eventi a livello mondiale, recentemente scomparso. Bruno Tosi ha indetto, negli anni ’70, il premio “Una vita nella musica” che dopo ben 33 edizioni è seguito ora dal Teatro La Fenice ed è stato press agent di celeberrimi cantanti lirici, da Mario Del Monaco a Luciano Pavarotti a Renata Tebaldi. Le scuole di Spinea da sempre hanno grande attenzione per la musica, come testimonia il frequentatissimo indirizzo musicale della scuola media e ricevere i tricolori in ricordo di un appassionato musicologo è un dono davvero molto gradito, giusto in tempo per il nuovo inizio dell’anno scolastico. Sarà proprio il Sindaco a consegnare i tricolori ai dirigenti scolastici Daniela Bizi e Stefano Simionato nei prossimi giorni.
VIA ROMA: PISTA CICLABILE IN VIA DI COMPLETAMENTO La pista ciclabile in via Roma è un tassello essenziale per promuovere una nuova viabilità sostenibile. Parzialmente questa struttura era già esistente ma ora sarà a doppio senso divisa dalla carreggiata per le auto e molto più sicura. Le piste ciclabili sono un segno di civiltà in una città e motivo di orgoglio per i cittadini. “Il cantiere oggi in via di completamento può creare qualche comprensibile disagio - spiega il Cons. Delegato Mario Zorzetto Penzo - ma per una durata ormai di pochi giorni mentre i benefici saranno stabili e protratti nel tempo. Promuovere la viabilità dolce significa promuovere la salute e il benessere dei cittadini: meno inquinamento, meno rumore, più salute per tutti”. Verranno sistemati i passaggi pedonali con nuovi portali luminosi e ci sarà una segnaletica a led per garantire più sicurezza ai ciclisti e pedoni. In un periodo di difficoltà finanziaria per tutti i comuni, Spinea è riuscita a finanziare questo cantiere ed il prossimo progetto della pista su via Gioberti con contributi dello Stato finalizzati alla realizzazione di nuove piste ciclabili.
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Sguardo al Miranese nord 15 L’editoriale
Edifici storici Patrimonio Il comune cerca una nuova associazione per gestire l’edificio
Torre dell’Orologio da rilanciare di Alessandro Ragazzo
I
Alta 32 metri, nel medioevo era l’ingresso principale al castello. Possiede due orologi circolari dai quadranti celesti
l rilancio della torre dell’Orologio di Noale passa attraverso un’associazione culturale che affianchi il Comune in questa operazione. Con questo scopo, di recente la giunta ha deciso di indire un bando attraverso un atto di indirizzo per individuare un soggetto in grado di aprire al pubblico lo storico edificio e punti a svilupparlo. Tutto era partito dopo la consegna dello storico monumento alla città, avvenuta in aprile. Il progetto per rimettere a nuovo la torre dell’Orologio era stato pensato dall’architetto Patrizia Valle, per una spesa di 750 mila euro, di cui 523.877,94 dal Comune e i 226.122,06 con un contributo arrivato dalla Regione. Il cantiere era stato affidato alla Iveco di Cessalto ed era partito a maggio 2012. Nei successivi undici mesi di lavoro sono state pulite le mura interne ed esterne, oltre ai giunti. Inoltre è stata recuperata e restaurata la copertura e rimesse a nuovo le merlature. Infine sono stati consolidati i solai in legno. Ora il Comune cerca un soggetto senza scopo di lucro, che andrà a sostituire l’associazione “La nostra terra”, indisponibile a continuare perché i soci non riescono a garantire l’impegno promozionale. Dato che nei prossimi mesi sono previste delle visite guidate al monumento, il Comune cercherà a chi affidare le chiavi della torre dell’Orologio attraverso un bando pubblico. L’associazione dovrà predisporre un progetto Per il restauro muovere e valorizzare il comdi allestimento esplicativo degli sono stati spesi plesso medievale, oltre a quaninterni del complesso, oltre a oltre 750 mila euro tificare l’eventuale contributo illustrarne la sua importanza. con contributi della richiesto dal Comune a titolo di Lo stesso soggetto dovrà, con Regione compartecipazione, per stendele sue risorse, coprire le spese re il progetto di sviluppo. L’ente per l’allestimento, senza che sulle casse del Comune incaricato dovrà organizzare tutto il complesso, gagravi un solo euro per le pulizie, le coperture assicura- rantendo un minimo di dodici domeniche di apertura, tive e l’energia elettrica. Saranno venti le persone, al da marzo a ottobre, per almeno due ore, senza alcun massimo, che potranno accedere in contemporanea onere per il municipio. Altre aperture nei fine settimaall’interno della torre e lo stesso soggetto dovrà pro- na e nei giorni infrasettimanali saranno decisi di volta
Noale
La Torre dell’Orologio
in volta dall’associazione, sulla base delle richieste dei visitatori e degli effettivi flussi stagionali. Porte aperte anche a scuole e gruppi di turisti: uno sulla facciata che guarda a piazza Castello (con numeri arabi) ed un altro dal lato dell’incrocio delle Quattro Strade (con numeri romani). Durante la “Festa dei fiori” dello scorso aprile è stata aperta in via eccezionale, ma ora si vuol far sì che le visite siano regolari. Per questo è stato riprogettato il sistema d’accesso oltre allo spazio interno alla torre stessa, dov’è stata inserita una nuova scala in acciaio corten e legno.
Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata di Mauro Gambin* segue da pag.
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Gli anni ’90 sono stati anche gli anni del benessere, gli anni del “fenomeno del Nord Est”, gli anni del Veneto locomotiva d’Italia e magnete di quanti furono attratti qui dalla possibilità di trovare lavoro. Gli anni Novanta sono stati anche quelli della cosiddetta “seconda repubblica”, gli anni del sistema bipolare, della semplificazione politica divisa in soli due schieramenti: noi e loro, contrapposti e intimamente divisi anche dai retaggi di Tangentopoli, per ipotetiche figliazioni o continuità con i partiti delle “mazzette”. Cinquant’anni di storia d’Italia erano andati in soffitta, qualcuno dei suoi protagonisti in carcere oppure ad Hammamet. Gli anni ‘90 sono stati uno spartiacque dove chi voleva cavalcare l’onda, doveva farsi largo mettendo più distanza possibile tra ciò che era stato prima e quello che ci sarebbe dovuto essere dopo, magari solo a parole. Ecco, anche le parole iniziarono ad avere la loro importanza in questo periodo, la semplificazione passò pure attraverso i nuovi concetti travestiti da slogan. Anche per il nuovo fenomeno dell’immigrazione, che i due blocchi proprio in quegli anni iniziarono a governare, vennero create delle parole d’ordine. La prima, interpretata da un blocco, complessa e razionale, tesa a spiegare che l’immigrazione era legata alla struttura economicosociale del paese che a causa di un precoce invecchiamento del Paese, in virtù di un saldo demografico negativo, si trovava, di conseguenza, nella necessità di iniettare manodopera nella propria economia, la seconda nel mondo per il manifatturiero. L’altra, interpretata dal secondo blocco, più direttamente spiegava che sarebbe stato a dir poco imprudente aprire totalmente le porte a chi non si conosceva. Insomma, il diverso, quello che “viene da fuori” poteva anche portare a qualche forma di pericolo, soprattutto sociale ma anche civico e pure economico, particolarmente quando le cose hanno iniziato ad andar male anche in Veneto. Creata l’identità del diverso, non è c’è voluto molto a creare l’identità dell’uguale, uguale ad altri accumunati dalla stessa cittadinanza, dallo stesso credo religioso, dalla stessa area geografica...via via sempre più uguali fin nel dettaglio del dialetto. Si iniziò persino a promettere precedenze su base geografica. “Prima i Veneti”, oppure “Paroni a casa nostra”. Slogan travestiti da concetti che sono diventati i cardini di un pensiero semplificato, e per questo rassicurante, che ha contrapposto il locale, ossia il conosciuto, il noto, il domestico, a tutto il resto. Una semplificazione che funziona in mondo piccolo come un bar, magari dove ci sta anche la battuta pesante a sfondo razziale ma che continua a non spiegare e anzi a mortificare le ragioni di fondo di un fenomeno dalle dimensioni mondiali come l’immigrazione. * direttore@lapiazzaweb.it
Ecologia
L’assessore Dalla Vecchia ritira il premio nazionale “ambiente e legalità 2013”
A
lla Provincia di Venezia il premio nazionale “Ambiente e legalità 2013” per “l’efficace e intenso impegno, attraverso pratiche amministrative innovative come il Tavolo interforze per i controlli ambientali, nell’implementazione di efficaci sistemi di controllo e nel contrasto alle varie forme d’illecito ambientale”. La premiazione è avvenuta all’interno della venticinquesima edizione di “Festambiente”, il festival nazionale di Legambiente che si è svolto a Rispescia (Grosseto) all’interno del parco naturale regionale della Maremma. A ricevere la targa premio sono stati
il dirigente Massimo Gattolin, la responsabile dell’ufficio Legalità e Ambiente Stefania Pallotta, e l’assessore provinciale noalese all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia. Quest’ultimo ha inviato una lettera al presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e al responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Enrico Fontana. “Le motivazioni comunicate – si legge nella missiva – sono di ancor maggior soddisfazione, riconoscendo proprio il carattere innovativo del tavolo coordinato dai nostri uffici tra le forze di polizia che si occupano della tutela
dell’ambiente nel nostro territorio, anche nel miranese e a Noale dove sono stati perseguiti e bloccati parecchi illeciti. Questo risultato non sarebbe stato possibile senza la professionalità e la disponibilità di tutti i comandi che hanno aderito con il riconoscimento della Procura della Repubblica”. Per Dalla Vecchia si deve proseguire quanto fatto sinora. “Il vostro riconoscimento – continua – non può allora che indurci a continuare su questa strada, sempre migliorandone il percorso sperando che l’esperienza veneziana possa trovare nuovi contributi”. A.R.
16 Sguardo al Miranese nord Ambiente La regione autorizza l’impianto a Gardigiano
Centrale a biogas, comune al Tar La centrale che sorgerebbe in via Frattin, serve per la produzione di energia della potenza di 599 kilowattora. No di residenti e Federconsumatori di Alessandro Abbadir
E
’ guerra fra Regione e comune di Scorzè per la questione della centrale a biogas nella frazione di Gardigiano. La Regione ne ha autorizzato la costruzione con pubblicazione nel Bur del 16 luglio scorso. Data da cui decorre il termine dell’impugnazione in sede giurisdizionale. All’unanimità, la giunta di Scorzè ha scelto di andare al Tar. Ma vediamo la vicenda nei vari passaggi. In diverse occasioni la giunta guidata dal sindaco Giovanni Battista Mestriner, ha dato parere contrario al progetto di produzione di energia, alimentato a biogas e di origine agricola, che sembrerebbe sorgere all’interno dell’azienda agricola in via Frattin. Una
Territorio
centrale che serve per la produzione di energia della potenza di 599 kilowattora. La Regione però nonostante questi pareri comunali, ha dato il via libera all’impianto. Si è verificato cosi uno scontro istituzionale fortissimo. Il comune di Scorzè, infatti, spalleggiato dai residenti, questa centrale proprio non la vuole. Contro la creazione di questa centrale è sorto anche un comitato con referente l’avvocato Marco Tiffi, residente nella frazione e contrario al progetto. Ora il Comune punta a bloccare l’autorizzazione rilasciata con un decreto del presidente della giunta regionale del 7 giugno scorso e poi ratificata con una delibera il 28 dello stesso mese. Il Comune
Recuperata la ricetta originale “Risi e Bisi”
E
’ stata depositata alla Camera di Commercio di Venezia la ricetta dei “Risi e Bisi”. La firma ufficiale del documento è avvenuta nell’aula consigliare del municipio di Scorzè, alla presenza del notaio Ernesto Marciano di Noale, del sindaco Giovanni Mestriner e del delegato della Accademia italiana
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della cucina di Venezia-Mestre Ettore Bonalberti. Hanno dato partenariato e condiviso questa iniziativa sia la Provincia di Venezia che il Comune di Scorzé. Il recupero della ricetta “Risi e Bisi” è stato compiuto dalla Proloco di Scorzé, utilizzando i documenti storici della terraferma veneziana, verificando le consuetudini locali in uso nella frazione di Peseggia, e facendo ricorso alla memoria delle persone più anziane del territorio, con le tradizioni culinarie ancora attive in queste località. Il co-
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aveva detto no con una delibera contro l’impianto per diversi motivi. Innanzitutto la questione legata alla viabilità, cioè nel documento approvato dalla giunta, si faceva riferimento all’insufficienza delle vie d’accesso, alla pericolosità delle strade, che non possono accogliere altri mezzi. Il secondo aspetto riguarda le famiglie della zona, la vincolata Villa Frattin, che è stata la residenza del primo sindaco di Scorzè. La ditta aveva presentato e modificato il piano del traffico, ma il Comune ha invitato la proprietà a trovare un’altra area dove costruire la centrale a biogas, chiedendo spostarlo da via Frattin. C’è stata, poi, la conferenza dei servizi, in cui Scorzè
ha espresso il proprio dissenso, mentre gli altri enti si erano detti favorevoli. A quel punto la questione è appunto passata alla Regione, che ha autorizzato la costruzione dell’impianto. Sulla questione interviene anche il referente di Federconsumatori della Riviera e del Miranese Alfeo Babato. “Questa centrale – dice Babato – francamente sembra un azzardo. Non capiamo come possa essere autorizzata in barba a residenti e comune che hanno dato il loro parere contrario. Siamo pronti ad appoggiare la protesta dei residenti che hanno tutto il diritto a chiedere lo spostamento dell’impianto in una zona più idonea“.
mune di Scorzè, noto come la “terra del Tiepolo”, e per le sedi dell’azienda di acque minerali “San Benedetto” e dell’industria motociclistica “Aprilia”, con questa firma, diventa ufficialmente la terra dei “Risi e Bisi”, storica pietanza tanto declamata dall’illustre commediografo veneziano Carlo Goldoni. Scrittore che amava decantare nelle sue straordinarie commedie scene di vita familiare, le usanze della buona e saporita cucina di campagna. A.A.
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Sguardo al Miranese nord 19 Amministrazione Tanti progetti viari si stanno per concretizzare
Un autunno pieno di cantieri La tangenziale nord sarà lunga cinque chilometri e mezzo, e unirà la Castellana (zona Kelemata) al casello
Sicurezza
Caserma dei carabinieri, si parte
S
di Alessandro Ragazzo
P
assate le elezioni, scelta la giunta e insediato il nuovo Consiglio comunale, mettiamoci pure le vacanze estive, ma da settembre per la giunta di Monica Barbiero s’inizierà a fare sul serio. Per il Comune di Martellago sono saranno mesi di cantieri, perché questa squadra dovrà gestire il nuovo casello e la futura viabilità con tangenziali a nord. Si avrà un territorio diverso da quello attuale, con la possibilità di rivedere il centro del paese. Senza contare la questione super Castellana, che dovrà essere presa in mano e affrontata con Venezia; nonostante tutti i pareri contrari arrivati dalla città lagunare, qualcuno a Martellago spera ancora perché si faccia la strada fino all’ospedale di Mestre. E poi la questione via Frassinelli, da sempre al centro di polemiche sulla sicurezza. Intanto Martellago cambierà con le tangenziali a nord, che avranno lo scopo di liberare il traffico dal centro. I lavori stanno andando avanti a buon ritmo e fra poco più di un anno dovrebbero essere inaugurate. La tangenziale nord di Martellago sarà lunga cinque chilometri e mezzo, e unirà la Castellana (zona Kelemata) al casello. Questo sul lato est. A ovest, invece, sarà costruita una bretella sempre dalla Castellana (via Boschi). Se a questo sommiamo la già aperta bretella di via delle Motte, l’area della chiesa, in futuro dovrebbe essere libera dai veicoli, tenendo largo i mezzi in attraversamento. Cambierà Martellago anche perché accanto al municipio sorgerà una rotonda all’incrocio con via Ca’ Rossa e, di conseguenza, la viabilità non sarà più come quella attuale. Un altro nodo da affrontare è via Frassinelli a Maerne; c’è un progetto preliminare datato 2004 e l’intervento era stato finanziato per mezzo milione di euro. Poi tra i vincoli del Patto di stabilità e la difficoltà di poter spendere il denaro, il cantiere non ha mai preso il via. Il nuovo governo locale ha inserito l’iter fra
NEWS
I lavori alla tangenziale in località Capppella le priorità. E’ stato messo nero su bianco un atto di indirizzo di procedere per arrivare a redigere un nuovo progetto per quanto riguarda il primo stralcio, con la messa in opera di una pista ciclopedonale e altri lavori a tutela degli utenti deboli. In passato, per questa strada, c’erano state molte polemiche in Consiglio comunale tra maggioranza e opposizione, mentre anche i cittadini si erano fatti sentire con una protesta, dove chiedevano di trovare presto una soluzione. Spesso la strada è stata teatro di incidenti, anche gravi, sul lungo rettilineo che collega Maerne a Olmo. Dunque tanta carne al fuoco per la nuova giunta e, come capita anche in altri comuni, la viabilità e la sua sicurezza saranno uno dei temi centrali per i prossimi anni.
iamo al dunque per l’apertura della caserma dei carabinieri di Martellago. In municipio, è arrivato dalla Prefettura l’atteso documento per l’istituzione della struttura che sorge in via Roma, vicino al magazzino comunale. Ora si attende la firma del comodato d’uso e poi, forse già per fine settembre, inizio di ottobre, dovrebbero arrivare i militari, anche se una data non è ancora stata fissata. Di certo, la situazione è giunta a una svolta, per un edificio atteso per migliorare e aumentare la sicurezza e i presidi. Costata circa 2 milioni di euro, sorge vicino al magazzino comunale e i lavori sono scattati a fine novembre 2010. Il Comune ha coperto la spesa in parte con l’avanzo e il resto, quella più cospicua, attraverso un mutuo. Edificata su due blocchi, per un totale di 600 metri quadrati, nel primo ci saranno la parte operativa, la sala per il pubblico, gli ambienti di servizio, i locali di massima sicurezza e i sei alloggi per il personale. Nel secondo, l’autorimessa, i quattro alloggi per il comandante della caserma e i militari che hanno famiglia. E poi trovano posto anche dei magazzini, ad uso dei carabinieri per le loro attrezzature. Il cantiere è stato portato avanti dall’azienda Ite Group di Modena. La caserma va ad aggiungersi a quelle di Mirano, Scorzè, Noale e Spinea. “Finalmente il percorso si sta per concludere - commenta il sindaco di Martellago Monica Barbiero - e confido che la nuova struttura significhi migliorare la sicurezza nel nostro territorio”. A.R.
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Pro Loco Venezia: Lasciati incantare dal loro amore PRO LOCO IN PIAZZA Il CONSORZIO DELLE PRO LOCO DEL DECUMANO (sezioni Pro Loco di Lido-Pellestrina, Martellago, Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Salzano, Scorzè e Spinea) sarà presente, in Piazza Ferretto a Mestre, dal 13 al 15 settembre 2013, con una tensostruttura di mt. 10x24, nell’ambito di MESTRE IN CENTRO 2013. Nell’evento “Pro Loco in Piazza” le otto associazioni presenteranno le loro manifestazioni da loro organizzate per promuovere e far conoscere il proprio territorio; inoltre verrà allestito uno stand dove saranno presentate le iniziative di tutte le Pro loco della Provincia di Venezia. Venerdì 13 sarà la giornata più importante e tutti i cittadini sono invitati a partecipare!!! ecco il programma: ore 16.00 Preceduto dal rullare dei tamburi e dal suono delle chiarine, l’araldo annuncerà l’evento in tutto il centro storico. ore 16.30 Apertura ufficiale alla presenza delle autorità. ore 17.00 Inizio allestimento quadro floreale. ore 19.00 Sfilata corteo dei Tempesta con musici e sbandieratori del Palio di Noale. ore 20.00 Esibizione Gruppo Danza Palio di Noale.
ore 20.30 Spettacolo: L’unione fa la forza” a cura del Gruppo Musici e Sbandieratori Tempesta di Noale. ore 21.30 Concerto dell’ORCHESTRA di FIATI DEL VENETO di Santa Maria di Sala.
ECCO LE MANIFESTAZIONI DI SETTEMBRE ED OTTOBRE: • PIANIGA: 6-7 ottobre All Motor’s show • MIRANO: 20-24 settembre Fiera di San Martino • SALZANO: 18/20 -25/27 31 ottobre + 1/3 novembre - 19^ festa della zucca • DOLO: 13-15 settembre Festa d’autunno a Sambruson • FIESSO D’ARTICO: 22 SETTEMBRE 5° Palio del Ruzante (importantissimo da non
perdere assolutamente!)
• STRA: 5 – 6 OTTOBRE Polenta oro in tavola e Sagra di Stra il 12 – 15 ottobre • FOSSO’: 29 SETTEMBRE – 6 OTTOBRE Festa del fungo con mostra micologica e
stand gastronomico • CONA: 13 – 15/16 – 21/22 SETTEMBRE Fiera di san Matteo • CAVARZERE: 5 – 6 OTTOBRE Scacchi viventi • CAMPAGNA LUPIA: 20 – 22 SETTEMBRE Laguna Boat Show Motor Fest • ANNONE VENETO: 6 OTTOBRE Palio delle botti • SAN DONA’ DEL PIAVE: 6 – 7 OTTOBRE Fiera del Rosario e 13 ottobre Festa de a poenta bianca (Informazioni inviate da LUCIO GIANNI, ass. Provinciale Pro Loco)
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20 2
VIAGGIO IN
PROVINCIA VENEZIA
Economia Confapi Industria Veneto dà i dati dal 2009 sul veneziano
Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti Disoccupazione al 15%, si può ripartire dal settore turistico. La domanda interna è crollata del 4%
Il ministro Zanonato agli artigiani
di Alessandro Abbadir
“bisogna puntarE sullE Esportazioni”
L
o stato dell’economia veneziana è davvero critico ma può ripartire da un settore strategico come il turismo. Questa la situazione delineata da un incontro che si è tenuto nelle scorse settimane fra il presidente della commissione lavoro, il consigliere Roberto Dal Cin, il direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato, e l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni. Roccato ha illustrato gli ultimi dati relativi alla crisi che stanno attraversando la piccola e media impresa in provincia di Venezia, partendo dal 2009, l’anno successivo allo scoppio della stessa. E’ emerso così che da 2009 ad oggi oltre 500 imprese sono state coinvolte in procedure di crisi, il tasso di disoccupazione è il più alto registrato, e oggi arriva al 15 per cento in provincia di Venezia mentre la media regionale è tra l’8 e l’11 per cento. Il calo degli investimenti è del 2,5 per cento e del 4 per cento quello della domanda interna. Sulla crisi del settore manifatturiero pesa soprattutto quella delle costruzioni, dato che nel giro di quattro anni il prezzo dei beni immobili è calato del 20 per cento. Roccato è stato chiaro. “Oggi purtroppo le nostre banche anche nel veneziano - spiega - sono impegnate a coprire i buchi di bilancio, e non supportano affatto il mondo delle imprese. Siamo di fronte ad una crisi mondiale e senza precedenti dove il mondo del credito anziché favorire lo sviluppo si è letteralmente chiuso a riccio. Oltre alla crisi del manifatturiero, sta soffrendo in modo spaventoso anche quello dell’edilizia che, nonostante la piccola boccata d’ossigeno del “Piano casa”, deve fare i conti con una tassazione imposta dal Governo che non agevola
affatto il mercato immobiliare sempre più in sofferenza. Serve una chiara politica di sostegno al reddito e per rilanciare davvero l’economia serve una minor tassazione del costo del lavoro, ormai divenuta la più alta rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea”. Insomma a chi parla di ripresa, bisogna consigliare la moderazione. L’assessore Lucio Gianni è chiaro. “Siamo dentro un tunnel - dice - ormai da troppo tempo, dal quale non s’intravvede via d’uscita soprattutto perché il Paese sta affrontando la situazione con strumenti limitati ed improvvisati. E’ necessario dare ossigeno alle imprese, che ancora riescono a produrre reddito, ridisegnando il sistema di tasse e contributi nei loro confronti e far muovere l’economia riducendo la pressione fiscale dei dipendenti! Abbiamo fortunatamente una grande risorsa che si chiama turismo: con più di 35 milioni di presenze registrate durante la scorsa stagione siamo la prima Provincia turistica d’Italia. Ebbene, il turismo può diventare ancora più forte con ulteriori idee e progettualità”. Il consigliere Roberto Dal Cin spiega quanto si è fatto finora. “Da quando ci siamo insediati quattro anni fa - dice - abbiamo da subito dovuto fare i conti con l’emergenza lavoro a causa della crisi che si è abbattuta nel nostro territorio. A pagarne le conseguenze è stata senza dubbio la piccola e media impresa che fino a qualche anno rappresentava il traino dell’economia della nostra provincia. Abbiamo fatto il possibile per fermare questa emorragia attraverso progetti mirati che ci hanno permesso di ricollocare nel mondo del lavoro più di 500 persone che erano state espulse causa fallimenti e chiusure aziendali”.
“L
e aziende artigiane della Riviera hanno una qualità di produzione davvero impressionante. Ci sono casi davvero importanti di case produttrici estere che hanno deciso di venire da noi a realizzare borse e scarpe grazie alla grande qualità“. Si è espresso così il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato che ha partecipato nelle scorse settimane al convegno “Ripresa Italia, il ruolo dell’artigianato e della piccola e media impresa nell’economia del paese” che è stato organizzato dall’associazione Artigiani della Riviera all’interno degli eventi della quinta Festa dell’Artigianato Artistico e dell’Innovazione. A tratteggiare la situazione sono stati gli artigiani della Riviera con il presidente Salvatore Mazzocca e il segretario Franco Scantamburlo. Una associazione che ha oltre 1000 aziende iscritte. “In questi anni di crisi – hanno detto Scantamburlo e Mazzoccac’è stata la granfe difficoltà della aziende ad accedere al credito e la necessità di accelerare sul versante delle politiche fiscali, industriali e di sviluppo economico. Per questo anche dalla nostra aree appare evidente che serve una riforma della pubblica amministrazione con servizi più efficienti per cittadini e imprese, oltre che rafforzare il legame tra formazione e impresa. Noi vediamo la Riviera come cerniera strategica tra Venezia e Padova. Il nostro è un territorio cruciale per lo sviluppo dell’economia veneziana. Abbiamo puntato molto sulle esportazioni all’estero”. Il ministro ha infine sottolineato come in Italia alcuni indicatori sono davvero positivi. Noi infatti ha detto “esportiamo più di quando importiamo, abbiamo un avanzo primario, siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa e su molti beni siamo i primi al mondo. Ci sono settori come l’agricoltura che hanno aumentato il proprio fatturato e la capacità di esportare. Quello che ci frena è il debito pubblico e gli interessi sul debito che dobbiamo pagare, cioè lo spread”.
FISCO lA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE 103 EVASORI TOTAlI
C
risi o non crisi resta sempre anche chi fa il furbo. Froda il fisco e in modo totale. In provincia di Venezia da quanto emerge dai dati della Guardia di Finanza fino ad agosto di quest’anno, sono molti, sono 103. 13 sono invece quelli che evadono fortemente ma non del tutto. Qualche dato positivo a guardare il fenomeno c’è: nei primi mesi del 2012 erano stati 118 gli evasori totali, 18 invece i parziali. A fine 2012 invece gli evasori totali avevano raggiunto quota 168, mentre 31 erano gli evasori parziali. I controlli sul mancato versamento dell’Iva ha permesso di smascherare evasori di taglia davvero grossa. Ecco i confronti: i 118 evasori totali del 2012
avevano evaso quasi 160 milioni di euro, i 103 di quest’anno non hanno denunciato somme per 352 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza in collaborazione con carabinieri, Spsal e ispettorato del lavoro ha monitorato con attenzione anche il fenomeno dello sviluppo del lavoro nero. Nei primi otto mesi dell’anno a fronte di 140 lavoratori irregolari trovati, 71 sono risultati essere completamente in nero. Nel 12 mesi del 2012 i lavoratori in nero erano stati invece 166. Insomma un trend di diminuzione positivo. I controlli dei finanzieri, hanno riguardato attività di tutti i tipi, dal Veneto orientale a Chioggia. Ci sono state delle zone però che soffrendo di problemi
particolari sono state più battute. Così in più occasioni i controlli si sono concentrati sui laboratori tessili e di scarpe, tantissimi cinesi, nell’area della Riviera del Brenta, dove i dipendenti, connazionali dei titolari, sono stati trovati a lavorare per i committenti, che sono quasi sempre aziende italiane, in condizioni davvero inferiori ai livelli minimi di sicurezza nei luoghi di lavoro. Su questo versante un aiuto è venuto anche dall’azione dei sindacati che hanno cercato in diversi modi di stimolare i lavoratori ad esempio nel comparto edile a denunciare situazioni di irregolarità. Molti cantieri e aziende sono state poste sotto sequestro e chiuse. A.A.
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Spazi aperti 23 3 Chioggia La “fotografia” scattata da Ispra della situazione veneta
Lo stato di salute delle risorse ittiche dopo il fermo biologico
Laguna nord
A CAVAllINO lIBERATI 159 PUlCINI DI FENICOTTERO
N
di Ornella Jovane
C
omplessivamente le catture sono paragonabili allo scorso anno, per lo meno per quanto riguarda le specie principali (come il barbone), sono però diminuite per alcune specie, come il merlano (o molo), per seppie e canocchie invece sono stazionarie, con un incremento per i moscardini. E’, più o meno stabile, rispetto al 2012, lo stato di salute delle risorse marine del Veneto alla fine del fermo biologico: lo sostengono i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) di Chioggia dopo aver elaborato i risultati del monitoraggio sulla fauna ittica effettuato tra il 19 e il 23 agosto scorso nelle acque marine costiere. Lo scorso 30 agosto si è tenuto a Chioggia l’incontro pubblico con i pescatori organizzato per discutere i risultati della campagna sperimentale di pesca a strascico, autorizzata dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L’iniziativa, che viene ripetuta per il secondo anno consecutivo, rientra nell’ambito del progetto europeo di ricerca partecipativa Gap2 con lo scopo di definire, con gli stessi pescatori, possibili e consapevoli percorsi gestionali della risorsa ittica. I campionamenti, condotti con la collaborazione dei ricercatori del Consorzio Unimar ed i pescatori di
Chioggia, sono stati eseguiti in 21 stazioni distribuite nelle acque della regione Veneto nei Compartimenti marittimi di Chioggia e Venezia, in un’area che va dal delta del Po alla foce del Tagliamento utilizzando, nello stesso periodo e nelle stesse stazioni dello scorso anno, la rete a strascico classica. “Per quanto riguarda i parametri ambientali - spiega Saša Raicevich, responsabile Ispra del progetto Gap2, insieme con Otello Giovanardi responsabile della sede Ispra di Chioggia (in foto) - abbiamo riscontrato, rispetto al 2012, una situazione diversa per via delle temperature che, quest’anno, sono più alte in prossimità del fondo del mare, fino a 4 gradi, e anche della salinità che è maggiore. C’è uno scenario ambientale di tipo diverso, abbiamo avuto portate più importanti rispetto allo scorso anno”. E proprio le diverse condizioni ambientali potrebbero essere le cause della diminuzione di alcune, poche, specie. “Ciò che invece trova conferma anche quest’anno - proseguono i ricercatori - è la presenza di elevate quantità di individui giovani. Questo significa che l’attività di pesca nella ripresa, dal 2 settembre, si basa su organismi che non sono ancora maturi, spesso piccoli e non commercializzabili”.
ADOTTAMI Eclisse. Femmina, taglia piccolina, circa 10 kg meno di 1 anno. Eclisse sembra una levriera in miniatura Recuperata dietro il rifugio in una stradina poco trafficata. Naturalmente no chip no collare. Eclisse, dopo la sterilizzazione, cerca nuova e definitiva famiglia. Etta. Femmina, tg media, circa 10-12 kg, meno di 1 anno. Etta è una cagnetta dalla dolcezza infinita. Di lei non sappiamo nulla. Non ha storia non ha passato è solo un’altra vittima dell’umano. Cerchiamo per lei chi voglia darle un futuro felice. Leo. Pointer puro, di circa 3 anni, taglia media, maschio. Ha vissuto serenamente finora ma per una serie di circostanze ora si trova in una gabbia all’interno di un posto che non conosce e ne soffre. Adatto anche per famiglie con bambini Cesare. Maschio, tg media, 13-15 kg, circa 5-6 anni. Recuperato e portato in rifugio in tarda serata da chi vedendo una creatura disorientata non si è voltato dall’altra parte Al momento è un po’ impaurito ma diamogli tempo che si abitui all’idea di essere stato abbandonato. Vogliamo aiutare anche Cesare? Pam. Femmina sterilizzata 8 mesi circa kg 20 Questa creatura è l’ennesimo ripensamento delle persone. Adottare una creatura non dev’essere un capriccio ma una scelta ponderata e responsabile . Pam è ospite a.p.a è buona e cerca le coccole. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233
Considerando - è la conclusione dei ricercatori - che il fermo biologico è uno strumento gestionale implementato proprio per proteggere le fasi giovanili degli stock nel periodo successivo alla riproduzione, questo risultato indica la necessità di una revisione della durata del fermo, che dovrebbe quindi essere esteso, ad esempio con un anticipo di due settimane ed un posticipo di due settimane rispetto al periodo attuale, una soluzione sulla quale si sta lavorando con i pescatori. Tale ipotesi, si sottolinea, andrebbe inserita in un Piano d Gestione Locale che tenga in considerazione la specificità della flotta del Veneto, ad esempio prevedendo forme di “compensazione/ accompagnamento” per il settore del piccolo strascico costiero. Il dibattito con i pescatori ha proprio evidenziato come sia necessario sviluppare azioni di confronto sulla differenziazione a fini gestionali delle imbarcazioni in relazione alla stazza, la durata ed intensità delle attività di pesca, la gestione del mercato per una migliore valorizzazione del prodotto locale per operare scelte gestionali che permettano un’attività di pesca che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.
ella Valle Paleazza a Cavallino Treporti in laguna di Venezia nelle scorse settimane 50 operatori esperti provenienti da diverse regioni italiane coordinati dai tecnici della provincia hanno catturato i 159 pulcini di fenicottero, ormai prossimi all’involo, ovvero fra circa dieci giorni saranno in grado di volare. Gli operatori hanno provveduto, quindi, alla rilevazione di alcune misure biometriche e all’apposizione di due anelli, uno metallico e l’altro in plastica colorata, che costituiscono una sorta di carta di identità del fenicottero marcato. In particolare, gli anelli colorati riportano un codice alfa-numerico di quattro caratteri che può essere letto anche da lontano con l’ausilio di binocoli o cannocchiali. Ciò consentirà di studiare gli spostamenti dei fenicotteri nati in Laguna di Venezia, lungo le principali aree lagunari costiere del Mar Mediterraneo. Al termine delle operazioni i pulcini sono stati immediatamente rilasciati e hanno raggiunto gli altri della colonia. I 50 volontari specializzati sono stati coordinati da Lucio Panzarin, ideatore dell’iniziativa a Cavallino Treporti dove hanno nidificato i fenicotteri. Va ricordato infatti che nel maggio 2013 la più numerosa colonia di fenicotteri dell’Italia continentale si è insediata in una valle da pesca della Laguna Nord di Venezia. La colonia è formata da circa 4.000 esemplari adulti e da circa 2.000 pulcini, ed è seconda soltanto alla più numerosa colonia che da anni nidifica in Sardegna negli stagni del litorale di Cagliari. A.A.
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24 Mondo scuola
Mondo scuola 5
Didattica e nuovi strumenti La tecnologia entra in aula e la classe diventa digitale
2.0, la scuola per le nuove generazioni
L’IC Matteotti, il dirigente scolastico Marisa Zanon
Racconto di una sperimentazione all’IC Matteotti di Maerne di Ornella Jovane
A
scuola con il tablet, per studiare nella classe virtuale utilizzando gli e-book. Nell’era digitale la tecnologia entra nelle aule della Scuola che diventa 2.0. Indicata da anni dall’Unione europea come fattore determinante per lo sviluppo delle giovani generazioni, la Tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, Tic, si fa parte integrante di una reale e sostanziale evoluzione che riguarda il mondo dell’insegnamento e dell’apprendimento. Multimedialità, interattività e virtualità segnano la via per cambiare i modelli didattici. Scuola 2.0 è un progetto che, a partire dal 2008, il Ministero dell’Istruzione ha avviato per introdurre, come da indicazioni internazionali, la Tic anche negli istituti scolastici italiani. Un processo al quale le scuole stanno via via aderendo, con i mezzi e gli strumenti a disposizione, ma con grande motivazione. Nelle aule delle nostre scuole si sono viste le prime Lim, le Lavagne interattive multimediali, e sono partite in via sperimentale le prime classi digitali. Nel Veneto le cl@ssi 2.0 quest’anno sono 144, per 100 scuole. L’Ufficio scolasti-
co regionale in collaborazione con l’Università di Padova sta lavorando dal 2009 alla pianificazione dell’allestimento tecnologico, alla progettazione delle sperimentazioni e allo studio delle conclusioni del primo ciclo triennale. Nel Veneziano tra le 25 classi “cibernetiche”- come le definisce qualche genitore - si appresta a sostenere la prima sperimentazione anche l’Istituto comprensivo G. Matteotti di Maerne di Martellago nel Miranese con la Ia B, 21 studenti della secondaria di primo grado. “E’ stata una sfida impegnativa, per me e per il corpo docente, che però abbiamo accolto con entusiasmo, convinti che la scuola del futuro si muoverà inevitabilmente dentro la dimensione digitale” commenta il dirigente scolastico dell’Istituto, la professoressa Marisa Zanon, che racconta le tappe che hanno portato all’avvio dell’esperimento. La prima fase, che ha preceduto anche quella preparatoria, è stata di convincimento del Consiglio d’istituto e di parte dei docenti sulla bontà dell’iniziativa. Alcuni insegnanti ci hanno creduto fin da subito, altri hanno opposto resistenza, un po’ intimoriti forse
dagli strumenti informatici con cui non proprio tutti hanno una disinvolta confidenza. Affidati alle cure e alla preparazione del professore di Tecnologia e Informatica Michele Dan, che da quest’anno è funzione strumentale, i docenti sono stati formati. “E’ stata un’esperienza estremamente positiva - prosegue la professoressa - nel corso della quale tutti hanno messo a disposizione le proprie competenze, gli insegnanti più esperti hanno fatto da tutor a quanti erano alle prime armi, con risultati eccellenti”. Il coinvolgimento delle famiglie è stato il secondo step. “Abbiamo organizzato una dimostrazione pratica - spiega ancora Zanon - invitando i ragazzi inseriti nel gruppo della Ia B e i loro genitori con lo scopo di informare, tranquillizzare e sensibilizzare all’esperienza della classe digitale. L’esito dell’iniziativa è stato buono. C’è molta disponibilità da parte di ragazzi e famiglie”. Ma cos’è di fatto una classe digitale? “E’ la risposta adeguata - spiega la professoressa Zanon - alle nuove esigenze educative e formative delle moderne generazioni, i cosiddetti nativi digitali, i ragazzi
di oggi, multitasking, capaci di eseguire più operazioni contemporaneamente, di utilizzare più abilità e forme di intelligenza, per sviluppare dalle miriadi di informazioni da cui sono costantemente bombardati le competenze necessarie”. Non si tratta quindi soltanto di approvvigionare la classe di materiali informatici (computer, software, internet e quant’altro) ma di intraprendere nuove strategie didattiche, di ridefinire il ruolo di docenti e studenti, di segnare nuovi spazi e tempi nuovi per la scuola che non rimane circoscritta alle 5 ore di lezione all’interno delle mura di un edificio ma, nella sua dimensione virtuale, diventa parte della vita di ragazzi ed insegnanti 24 ore su 24. “La dimensione digitale sarà presente in tutti gli insegnamenti, - spiega ancora la professoressa - questo favorirà un maggiore confronto nell’allestimento di un progetto educativo multidisciplinare. L’insegnante diventa una sorta di tutor, un guida che svolge attività di monitoring (controllo) e modeling (modello formante) per indirizzare, nella molteplicità e simulta-
neità di nozioni e dati percepiti dai ragazzi, allo sviluppo di abilità e competenze. Il percorso verso la conoscenza si costruisce dunque insieme, docenti e studenti”. La classe è dotata di un arredamento mobile, che consentirà di allestire gli spazi a seconda dell’attività svolta, dalla ricerca alla lezione più tradizionale. Sono stati predisposti gli attacchi e le connessioni (“grazie al lavoro dei tecnici messi a disposizione dal Comune” sottolinea ancora la dirigente) affinché ciascun ragazzo possa utilizzare il proprio tablet, in dotazione dal Ministero, che sarà di fatto lo strumento di collegamento tra scuola e casa. Ciò che consente di aprire a quella dimensione virtuale e ampliare all’infinito gli spazi dove si impara. “I ragazzi potranno mettersi sempre in comunicazione fra di loro, con studenti di altre classi, con gli stessi docenti. E così, grazie alla tecnologia, - conclude la preside - la scuola diventa luogo di vita”. Il progetto è partito, tra un anno si traccerà il bilancio.
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Cultura provinciale 27 7 La mostra Museo d’Arte Orientale di Venezia a Ca’ Pesaro
La visione integrata della Grande Onda La celebre xilografia di Katsushika Hokusai in esposizione insieme al modello in gesso del Museo tattile di pittura Anteros e un prototipo realizzato dai ricercatori giapponesi di Giovanni Giovetti
U
n’esperienza artistica “amplificata” che va a stimolare, direttamente o indirettamente, i cinque sensi. E ciò che si propone il Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro con l’esposizione della Grande Onda, la celebre xilografia di Katsushika Hokusai (1760-1849) insieme al modello in gesso alabastrino del Museo tattile di pittura antica e moderna Anteros, dell’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna. L’esplorazione visiva si integra con quella tattile dell’opera, a disposizione di tutti i visitatori; ne deriva una percezione plurisensoriale dell’immagine che suggerisce, se pur in via evocativa, un’esperienza “aumentata”. E così sembra quasi di ascoltare, stimolato dal ricordo, il rumore del mare, percepirne l’odore, misurarne l’enorme energia che sprigiona. La Grande Onda, una delle stampe della serie delle 36 vedute del monte Fuji messa a disposizione dal Museo Chiossone di Genova, e il modello tridimensionale del Museo Anteros saranno esposti insieme ad un prototipo ridimensionato realizzato dai ricercatori giapponesi del National Institute for Special Education (Nise) in una mostra aperta al pubblico fino al prossimo 3 novembre. L’evento sarà occasione per presentare, per la prima volta al pubblico, anche 24 libri a stampa di Hokusai e allievi, identificati nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Museo, l’Università Ca’ Foscari, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto, che ha portato alla documentazione digitale catalografica e fotografica della collezione di 727 xilografie - per un totale di 860 immagini - e 276 libri - per un totale di 12.200 immagini - conservati nei depositi del Museo d’Arte orientale di Venezia. Completano l’esposizione due splendidi dipinti su seta e alcune stampe policrome dello stesso Hokusai di proprietà del Museo Orientale di Venezia. La mostra è in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto ed ha il patrocinio di Istituto Giapponese di Cultura di Roma e del Consolato Generale del Giappone a Milano. Info: sspsae-ve.orientale@beniculturali.it Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro Santa Croce 2076 a Venezia, tel. 041 5241173
La Grande Onda , foto su gentile concessione del Museo Chiossone di Genova
nEWs Dal 22 settembre al T. Serafin
LA SOLIDARIETA’ L PER TUTTE LE TASCHE
a cavarzErE domEnichE col tEatro amatorialE
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a Filodrammatica di Cavarzere e l’assessorato comunale alla Cultura organizzano, a partire da domenica 22 settembre, una rassegna di teatro amatoriale che prevede diversi appuntamenti. “Domenica a teatro”, questo il titolo dell’iniziativa, porterà in scena al Teatro Tullio Serafin quattro testi teatrali brillanti e improntati sul buon umore, messi in scena da quattro diverse compagnie amatoriali. Ad aprire la rassegna sarà domenica 22 settembre la Compagnia Astichello di Monticello Conte Otto (Vi) con “L’avocato de le cause perse”, commedia in due atti comici di Mario Amendola e Bruno Corbucci, nella versione alla veneta di Antonio Stefani con la regia di Aldo Zordan. Secondo appuntamento domenica 29 settembre con “Quei cari parenti” di Arnaldo Boscolo con la Compagnia “El Canfin” di Baricetta e la regia di Annarela Pasotto. Domenica 6 ottobre sarà invece presente al Tullio Serafin la Compagnia “Arte povera” di Mogliano Veneto con “Sesso e gelosia” di Marc Camoletti, regia a cura di Sebastiano Boschiero. Conclude la rassegna, domenica 13 ottobre, un classico della commedia veneta, “Le donne gelose” di Carlo Goldoni, messo in scena dalla Compagnia Sottosopra di Bagnoli di Sopra con la regia di Giuliano Scaranello. Tutti gli spettacoli vanno in scena alle 17 e hanno il patrocinio della Federazione italiana teatro amatori. L’ingresso è unico e il costo di ciascun biglietto è di 7 euro. Chi desidera acquistare i biglietti può farlo, presso la biglietteria del Serafin, il giovedì, venerdì e sabato precedenti lo spettacolo o il pomeriggio stesso dello spettacolo a partire dalle ore 15,30. Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio Cultura di Cavarzere allo 0426317190 o alla Filodrammatica all’indirizzo info@lafilodrammatica.it. Nicla Sguotti
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LO arti marziali
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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO l’accadEmia di christian gonzalEs
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settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Campione Italiano Master kata (2010) ; un Argento European Master Games kata individuale Bronzo European Master Games kumite (2011) e quest’anno un oro al campionato del Mondo per Club kata individuale Argento World Master Games kata individuale. I corsi dei bambini comincia con piccole competizioni semplici e dai toni rilassati e allegri, per passare gradatamente a impegni maggiori. Gli adulti seguono la tecnica, gli aspetti filosofici e la ricerca interiore che lo studio del Karate-Do richiede e che possono essere d’aiuto, sotto tutti i punti di vista, nella vita quotidiana. “Penso che il campione deve essere preso da piccolo, tra i 4 e i 7 anni, io curo personalmente i piccolini con una preparazione completa: atletica, fisica e mentale. Tra le attività estive abbiamo terminato da poco gli allenamenti in spiaggia all’alba molto apprezzati e gratificanti”. La filosofia di Herrera si ispira al “bun bu do” che in giapponese significa seguire la via della penna e della spada R.P. Mestre
asd bissuola; sport pEr tutti i gusti
L
’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato dall’arch. Luca Sentieri; tutt’oggi il nome, il logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazione è di vivere un’esperienza comune all’insegna della passione per lo sport amatoriale. La Polisportiva Bissuola, quando nacque, colmò il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, organizzando e promuovendo lo sport per tutti e nelle sue forme più amatoriali e promozionali. Le discipline praticate dalla Polisportiva sono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il basket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel 1993 la società si prese carico del recupero e della gestione degli impianti sportivi in Piazza dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca si trovavano in stato di semi-abbandono e che oggi invece sono un valido servizio. Qui nacque la sezione tennis e si organizzano i primi tornei e si attivano i primi corsi per gli interessati e per gli studenti degli istituti limitrofi; in seguito due campi da tennis furono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla Sezione calcio a 5, si formano le prime squadre di amatori e di ragazzini che, in breve, si rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il settore giovanile che oggi rappresenta il vero fiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la
Ad ottobre Evento podistico internazionale arti marziali
l’accadEmia di christian gonzalEs
La Venice Marathon passa per San Marco La A D D di Roberta Pasqualetto
omenica 27 ottobre si terrà la ventottesima edizione della Venice Marathon. Questa competizione è riconosciuta a livello mondiale dalla Iaaf (Associazione Internazionale della Federazione di Atletica) certificata Silver Label, sulla distanza olimpica di 42,195 chilometri. La competizione è pensata per otto mila iscritti ma, ogni anno, la richiesta supera la disponibilità. Il percorso della maratona si estende dalla Riviera del Brenta alla laguna di Venezia, attraversando il Canal Grande su un ponte di barche. Quest’anno si tenterà nuovamente il passaggio dei maratoneti per Piazza San Marco; l’idea fu lanciata nel 2010 (per il venticinquesimo anno della maratona) ma non fu possibile concretarla a causa dell’acqua alta, così come nelle edizioni successive. Il club VeniceMarathon propone la maratona anche come momento di solidarietà verso chi ha bisogno, attraverso la vendita dei pettorali solidali; infatti, degli otto mila pettorali di gara, mille saranno destinati alla beneficenza e il ricavato servirà per aiutare alcune associazioni: Africa Mission Cooperazione e
settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Sviluppo, che Italiano da più di Master trent’annikata opera in UganCampione (2010) ; un contemporanea a Mestre e in Riviera del Brenta. La Family run European è una corsaMaster non competitiva daArgento per la costruzione pozzi d’acqua potabile European diMaster Games kata individuale Bronzo Games ku-che si tienedelsuMondo un tracciato di circa e mezzo, attraverso il progetto Run for Water-Run mite (2011) e quest’anno un oro for al Life; campionato per Club kata3 km individuale scopo quello di comincia unire ragazzi, l’associazione di Master Alessandro Zanardi Argento World Games kata Bimbinindividuale.il suo I corsi deièbambini con famiglie piccole e tutti quelli che vogliono passare unaagiornata gamba e Bimbingamba che rilassati si occupae allegri, competizioni semplici Sport, e dai toni per passare gradatamente impegnisalutare fidivertendosi; dell’assistenza, di protesi e acquistogli aspetti maggiori. Glicostruzione adulti seguono la tecnica, losofici e laquest’appuntamento ricerca interiore cheinoltre lo fondi per progetti sportivi di studio ausili sportivi per bambini che hanno gli raccogliere del Karate-Do richiede e cheperso possono essere d’aiuto, sottofinanziare tutti i punti di vista, e dipreso solidarietà. Nel sitotra uffiiciale arti, nella e pervita aiutare quotidiana. chi soffre“Penso di malattie chegenetiche il campionedelle devescuole essere da piccolo, 4 edeli la maratona, www.venicemarathon.it, attivo ed7èanni, in attesa io curo di cura, personalmente grazie al progetto i piccolini Walkcon una preparazione completa: atletica, èfisica un contatore chegliindica il numero pettorali of eLife mentale. di Telethon. Tra leParco attività Sanestive Giuliano abbiamo sarà loterminato da poco allenamenti in di spiaggia e gli scenario all’albadegli molto eventi apprezzati collaterali legati e gratifi allacanti”. compe-La fiancora losofia disponibili; di Herreralesi anticipazioni ispira al “bun bu aggiordo” maratona tizione: che ingiovedì giapponese 24 l’inaugurazione significa seguire di Exposport la via dellanamenti penna della e della spada sono visibili anche nei R.P. e Open Sport e sabato 26 le due Family Run in social network: facebook e twitter. Mestre
asd bissuola; sport pEr tutti i gusti
L
Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo agonistico con il calcio a 5, una formazione di serie D che si è aggiudicata la Coppa Disciplina; con gli juniores e con la squadra di Terza Divisione femminile pallavolo. “Abbiamo superato i mille iscritti e questo sicuramente è un dato importante – dice il vice presidente Cristian De Toni – oltre agli sport già menzionati, teniamo dei corsi di attività psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche tutte le altre attività sportive. Il vice presidente è orgoglioso quando parla dei suoi giocatori di calcio che crescono all’interno della Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Il prossimo appuntamento della Polisportiva, domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte le associazioni sportive di Mestre (almeno una trentina) che esporranno le loro attività e inviteranno i presenti a provare; la Polisportiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. di calcio, tennis e pallavolo.
Ad ot
’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato dall’arch. Luca Sentieri; tutt’oggi il nome, il logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazione è di vivere un’esperienza comune all’insegna della passione per lo sport amatoriale. La Polisportiva Bissuola, quando nacque, colmò il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, organizzando e promuovendo lo sport per tutti e nelle sue forme più amatoriali e promozionali. Le discipline praticate dalla Polisportiva sono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il basket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel 1993 la società si prese carico del recupero e della gestione degli impianti sportivi in Piazza dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca si trovavano in stato di semi-abbandono e che oggi invece sono un valido servizio. Qui nacque la sezione tennis e si organizzano i primi tornei e si attivano i primi corsi per gli interessati e per gli studenti degli istituti limitrofi; in seguito due campi da tennis furono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla Sezione calcio a 5, si formano le prime squadre di amatori e di ragazzini che, in breve, si rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il settore giovanile che oggi rappresenta il vero fiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la
Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo agonistico con il calcio a 5, una formazione di serie D che si è aggiudicata la Coppa Disciplina; con gli juniores e con la squadra di Terza Divisione femminile pallavolo. “Abbiamo superato i mille iscritti e questo sicuramente è un dato importante – dice il vice presidente Cristian De Toni – oltre agli sport già menzionati, teniamo dei corsi di attività psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche tutte le altre attività sportive. Il vice presidente è orgoglioso quando parla dei suoi giocatori di calcio che crescono all’interno della Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Il prossimo appuntamento della Polisportiva, domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte le associazioni sportive di Mestre (almeno una trentina) che esporranno le loro attività e inviteranno i presenti a provare; la Polisportiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. di calcio, tennis e pallavolo.
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12 30
IL VENETO
in PRIMO PIANO
Il Ministro incontra gli assessori all’Ambiente delle regioni interessate
Al via un piano nazionale contro lo smog che avvelena la Valpadana
Secondo Legambiente, per ripulire l’aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile di Germana Urbani
I
l 2013 è stato denominato “anno eu- è sempre più urgente, invece, individuare ropeo dell’aria”. Nel nostro caso però, interventi su area vasta, mirati prioritaria“’anno europeo dello smog’ sarebbe mente a contrastare efficacemente lo smog stato forse più realistico e appropriato viste e, quindi, a ridurre le emissioni da traffico, le performance già segnalate nei primi mesi causa prima dell’emergenza sanitaria e dell’anno delle città del Nord Italia in termi- ambientale che interessa le nostre regioni. ni di inquinamento atmosferico. “Il bacino padano – afferma l’assessoIn buona sostanza quest’anno si sta re veneto Maurizio Conte - presenta valori attestando sui valori del 2012, quando di inquinamento atmosferico superiori ai in tutti i principali centri urbani sono stati limiti di legge, in quanto paga le sfavorevoli superati i livelli di polveri fini (Pm10). Ben condizioni meteoclimatiche, che rendono 51 città, tra le 95 monitorate da Legam- meno efficaci le misure prese, nonostante biente nell’ambito della classifica ‘PM10 ti l’impegno delle Regioni non sia mai mantengo d’occhio’, hanno superato il bonus di cato. Ora è necessario un forte impegno 35 giorni di superamento del valore medio centrale. Solo così sarà possibile evitare in giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo futuro nuove sanzioni”. stabilito dalla legge. E il Ministero pare averlo capito e quelCosì, alla vigilia dell’autunno il Mini- lo di inizio settembre è stato solo un primo stero dell’Ambiente incontro. ha radunato a Milano Tra le ipotesi “Saremo a Roma gli assessori di Veneto, sul tavolo – riferisce l’assessore Lombardia, Friuli Ve- l’introduzione della Conte – ad inizio Otnezia Giulia, Trentino “vignetta” per l’uso tobre per la firma di Alto Adige, Valle d’A- delle autostrade un accordo di programosta ed Emilia Romama. Certo è che la nagna, ossia le regioni della Pianura Padana, tura morfologica di questo territorio avrebbe avvelenate dallo smog. bisogno di regole ad hoc, soprattutto Roma L’obiettivo era quello di fare un’analisi e Bruxelles dovrebbero tener conto del fatdelle possibili strategie utili a risolvere il pro- to che qui abbiamo il maggior numero di blema dell’inquinamento atmosferico, per il industrie d’Italia. Certo non chiediamo l’abquale la Commissione Europea ha aperto un bassamento dei limiti ma non è pensabile procedimento contro l’Italia. che in un momento di crisi come questo si Ormai è chiaro a tutti che i blocchi del chieda alle aziende di fare ulteriori sacrifici. traffico a spot non servono a nulla e che Perciò chiederemo la defiscalizzazione degli
Maurizio Conte investimenti sostenuti dalle imprese che dovranno abbassare le emissioni. Il Veneto, come del resto le altre Regioni, è tra i più evoluti a livello europeo per quanto riguarda i fattori di emissione nell’industria, nei trasporti e nel riscaldamento. Peraltro l’impegno delle Regioni è stato riconosciuto anche da parte della Commissione Europea, ma ora è più che mai indispensabile soprattutto quello dello Stato”. Ma a creare molti problemi di inquinamento alla “conca” padana è anche il traffico di attraversamento, il secondo punto all’ordine del giorno della riunione al Pirellone. La macro regione è infatti attraversata da un intreccio fittissimo di autostrade e superstrade percorse da residenti ma anche
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dai Tir che dall’Est Europa si dirigono verso l’Ovest. “Una delle ipotesi allo studio – riferisce l’assessore veneto all’ambiente – è l’introduzione della “vignetta”, la stessa che si compra per circolare in Austria o Slovenia. L’incasso sarebbe funzionale a sostenere un fondo per le politiche di contrasto alle Pm10”. Certo è che, se questa andasse a sostituire gli attuali pedaggi, sarebbe inutile perchè comunque resterebbero da pagare le Concessionarie. Quanto a blocchi del traffico e domeniche ecologiche pare assodato che queste misure servono davvero a poco. Mentre le targhe alterne restano un’ipotesi valida, purché siano stabilite in modo coordinato in un’area vasta.
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“Al di là delle azioni messe in campo finora dalle Regioni – conclude Conte – è, di fatto, la prima volta che, con l’impegno del Ministero, si cercheranno di individuare e mettere in pratica degli interventi strutturali per l’intero bacino padano. Attraverso questo tavolo delle Regioni della Pianura Padana saranno confrontati e discussi dati per studiare azioni congiunte. Nel frattempo noi in Veneto, a ulteriore supporto di quanto già intrapreso per migliorare la situazione generale, stiamo stanziando incentivi per risparmiare energia, quindi emissioni nocive, che riguardano l’illuminazione pubblica, lo svecchiamento del parco autobus e favorire l’utilizzo della geotermia”.
ALLA 47 FIERA DEL RISO IL CHICCO AMA LA FESTA a
ISOLA DELLA SCALA (VR)
13a 7 NOVEMBRE 1 DICEMBRE 2013 ISOLA DELLA SCALA (VR)
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Veneto in primo piano 13 32 Il Veneto in primoIlpiano Urgente uscire dall’emergenza sanitaria causata dal Pm10
Legambiente: contro lo smog investiamo su mobilità sostenibile di Germana Urbani
G
uarda lontano Legambiente parlando di lotta allo smog e propone alla politica di concordare insieme strategie di mobilità sostenibile. “Per contrastare efficacemente lo smog servono interventi su area vasta, mirati a ridurre le emissioni da traffico, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni Serve una capacita’ politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilita’ a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione”. A dirlo sono Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, Damiano Di Simone presidente di Legambiente Lombardia, Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Lorenzo Frattini,
Finanziamo, invece che nuove strade, uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, per una riduzione del traffico automobilistico e commerciale
Focus
presidente del regionale Emilia Romagna, che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla mobilita’ proprio in vista del vertice convocato dal Ministro dell’ambiente Andrea Orlando a Milano . Secondo gli esponenti dell’associazione ambientalista non si può prescindere dai controlli. “Gli enti locali – affermano i presidenti di Legambiente - continuano, infatti, a fare poco o a procedere in ordine sparso perchè manca una pianificazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità”. “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche
l’anno in corso. E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno e’ stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese- dice la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni- evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”. L’anno europeo dell’aria vede l’Italia molto indietro nella raccolta dei dati. Ancora oggi sono disponibili i dati di poche città e tra quelle monitorate da Legambiente i valori del Pm2.5 sono fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Padova e Milano con un valore medio annuo
compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo. “Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare registro - hanno concluso i presidenti regionali di Legambiente -, chieda di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle autostrade previste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sostenibilità e rapporto costi-benefici, cancellando ogni finanziamento per i progetti che non superano il vaglio. Con le risorse risparmiate potremmo finanziare uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, e ottenere una durevole riduzione delle percorrenze automobilistiche e commerciali a beneficio della mobilità collettiva”.
piÙ FErrovia mEno gomma
S
econdo gli ambientalisti c’è bisogno di una profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che attengono alla mobilità di un’area ad alta densità demografica e ad altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana. Continuare, infatti, a realizzare le grandi infrastrutture stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all’inutile ramo di TI_BRE a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o l’autostrada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità più efficiente e meno inquinante.
Lavoratori e cittadini del Nord Italia hanno bisogno di servizi di TPL urbano e regionale adeguati, più frequenti e affidabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed efficiente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee ferroviarie già esistenti.
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18 Cultura veneta 34 Mostra del Cinema a Venezia Conclusa la Settantesima edizione
Leone d’oro a Sacro Gra di Gianfranco Rosi A quindici anni da “Così ridevano” di Gianni Amelio l’Italia torna a trionfare a Venezia di Roberta Pasqualetto
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i è conclusa la 70esima Mostra Internazionale d’Arte Premio Speciale della Giuria è stato assegnato a Die Frau Des Cinematografica che si è tenuta nella storica sede a Polizisten di Philip Gröning (Germania). La Giuria Leone del Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre. L’edizio- Futuro - Premio Venezia Opera Prima ha assegnato il Leone ne di quest’anno è stata diretta da Alberto Barbera e la giuria del Futuro a White Shadow di Noaz Deshe (Italia, Germania, è stata presieduta da Bernardo Bertolucci e composta da: Tanzania). La Giuria Orizzonti presieduta da Paul Schrader Andrea Arnold, Renato Berta, Carrie Fisher, Martina Gedeck, e composta di Catherine Corsini, Leonardo Di Costanzo, Jiang Wen, Pablo Larraín, Virginie Ledoyen, Ryuichi Saka- Golshifteh Farahani, Frédéric Fonteyne, Kseniya Rappoport, moto; i film in concorso erano venti. Le Giurie internazionali Amr Waked, dopo aver visionato i 31 film in concorso, ha erano quattro e hanno assegneranno i premi ufficiali: il Leo- assegnato il Premio per il miglior film a Eastern Boys di Robin ne d’oro per il miglior film a Sacro Gra di Gianfranco Rosi Campillo (Francia) e il premio per la miglior Regia a Uberto (Italia, Francia); il Leone d’Argento per la migliore regia ad Pasolini per Still Life (Regno Unito, Italia). Il Premio speciale Alexandros Avranas per il film Miss Violence (Grecia); il Gran è andato al film Ruin di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia) e quello per il ContenuPremio della Giuria a Jiaoyou di Tsai to Innovativo a Maho Gorbeh di Ming-liang (Taipei cinese, Francia). Leone d’Argento Shahram Mokri (Iran); il Premio per Coppa Volpi migliore interpretazione a Miss Violence, il Miglior Cortometraggio è andato maschile a Themis Panou nel film Premio della Giuria a Kush di Shubhashish Bhutiani (InMiss Violence di Alexandros Avranas a Jiaoyou la Coppa e il premio migliore interpretazione Volpi a Themis Panou dia). I premi per la rassegna Venezia Classici sono stati stabiliti da una femminile a Elena Cotta nel film Via Castellana Bandiera di Emma Dante (Italia, Svizzera, Fran- Giuria di studenti laureandi di cinema provenienti da diverse cia). Il premio Marcello Mastroianni è stato assegnato a Tye Università che hanno deciso di assegnare i seguenti premi: Sheridan nel film Joe di David Gordon Green (Usa) e il Pre- Miglior Documentario sul Cinema a Double Play: James Benmio per la Miglior Sceneggiatura e Steve Coogan e Jeff Pope ning and Richard Linklater di Gabe Klinger (Usa, Portogallo, con il film Philomena di Stephen Frears (Regno Unito). Il Francia); per il miglior film restaurato a La Proprietà non è più
Alcune immagini dell’edizione conclusasi recentemente un furto di Elio Petri (Italia, Francia). L’European Short Film Award 2013 – Efa al film: Houses Whit Small Windows di Bülent Öztürk (Belgio). Il Leone d’Oro alla Carriera a William Friedkin; il Jaeger-Lecoultre Glory To The Filmmaker a Ettore Scola; il Premio Persol ad Andrzej Wajda e il L’Orèal Paris per il cinema a Eugenia Costantini. Come a ogni edizione del Festival grande attenzione è andata ai vip internazionali che hanno percorso il red Carpenter seguitissimi dai fans e dai paparazzi. George Clooney è arrivato al Lido a bordo di un motoscafo guidando personalmente, durante la sua presenza al Lido è stato smentito il flirt con l’attrice Sandra Bullock; e le voci di una possibile rottura tra la coppia Luca Argentero e la moglie Myriam Catania.
padova Detour, festival del cinema di viaggio
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nche Padova ha il suo Festival del cinema, un festival particolarissimo dedicato certo al cinema ma anche al viaggio. Si chiama Detour, ed è alla sua seconda edizione, quest’anno si svolgerà dal 15 al 20 ottobre. “Se lo scorso anno è stato segnato il percorso - ha spiegato Marco Segato, direttore artistico del festival - con la seconda si amplieranno gli orizzonti verso nuove direzioni, soprattutto verso tutti quegli autori che affollano con le loro opere i grandi festival internazionali ma che quasi mai raggiungono le nostre sale e i nostri palinsesti. Saranno cinque giorni densi non solo di film, ma anche di incontri, workshop e altri eventi per vivere un’esperienza unica. Per chi ci seguirà, l’idea di viaggiare al cinema, con il cinema, non potrà essere più concreta”. Il Concorso Internazionale, come lo scorso anno, presenterà, in un’unica sezione, lungometraggi di finzione e documentari, legati al tema del viaggio, film che hanno partecipato a festival in Italia e all’estero, ma che non hanno ancora avuto una distribuzione ufficiale nelle sale italiane. Saranno, invece, tre i premi: Premio Miglior film, Premio Speciale della Giuria e Premio del Pubblico. Viaggio in Italia, inoltre, sarà una nuova sezione che ospiterà film italiani raccontano il nostro paese. Un’occasione per rivedere le opere di grandi cineasti del passato e al tempo stesso scoprire i film di registi esordienti. Sarà proprio Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna e presentato lo scorso anno a Cannes a tenere a battesimo questa nuova sezione.
in brEvE Venezia, Isola di San Servolo
Arte Moderna
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hEnrY hargrEavEs no sEconds, comFort Food E FotograFia
endez vous al Museo della Follia, sull’isola di San Servolo, con il comfort food di Henry Hargreaves No Seconds, Comfort Food e Fotografia: in programma la prima mondiale di un nuovo format cross-mediale dove chef, artisti e food blogger sono impegnati alla ricerca del “piatto della memoria”. Gli chef Pietro Leemann, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, insieme al fotografo Henry Hargreaves, saranno i protagonisti del progetto un viaggio nell’anima alla scoperta di quel profumo, quell’aroma, quel piatto perduto nell’Io più profondo eppure così caro da volerlo considerare il ”Piatto dell’Ultimo Desiderio”. La mostra è stata aperta lo scorso 6 settembre e sarà visitabile fino al 24 novembre, si tratta della prima personale mai organizzata al di fuori degli Stati Uniti del fotografo neozelandese ma newyorkese d’adozione Henry Hargreaves si ispira alla serie fotografica No Seconds, dedicata all’ultimo pasto di alcuni condannati a morte americani. Ideatore e regista dell’evento è Mauro Zardetto, che con l’aiuto di Chiara Casarin, curatrice, e di Rosita Dorigo, food designer, ha scelto il Museo della Follia all’Isola di San Servolo, sede del vecchio manicomio maschile veneziano, come perfetto teatro per questa pièce gastronomica che vede protagonisti Pietro Leemann, lo chef svizzero che da anni si occupa dell’intima relazione esistente tra cibo, psiche e spirito, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, giovane esponente del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana.
tiziano in 150 stampE
uolo sicuramente determinante nella consacrazione della fortuna e nella diffusione della conoscenza dell’opera di Tiziano è quello svolto dalle opere a stampa e dalla riproduzione incisoria dei lavori del Vecellio che ha consentito nei secoli di diffonderne e consacrarne ulteriormente la fama nel mondo e tra i posteri. Risulta quanto mai importante e qualificante allora, proprio perché fonte e strumento indispensabile di informazioni e di conoscenza, l’acquisizione a fine giugno da parte del Centro Studi Tiziano e Cadore – grazie al sostegno finanziario di alcuni sensibili soci - di un nucleo notevolissimo di ben 150 stampe tizianesche, raccolte nel corso di un decennio da un collezionista e antiquario padovano. Un corpus di notevole entità e prestigio - con pezzi che vanno dalla fine del Cinquecento a tutto l’Ottocento coprendo un arco assai ampio della fortuna iconografica del maestro - che giunge ad integrare in maniera massiccia il nucleo di incisioni tizianesche conservate presso la sede della Magnifica Comunità cadorina confermando Pieve di Cadore come uno dei centri più importanti nella ricerca e nella divulgazione dell’arte di Tiziano. I materiali acquisiti sono estremamente eterogenei e non mancano esemplari di notevole rarità come le due precoci riproduzioni cinquecentesche - l’una incisa da Martino Rota, l’altra edita dal Bertelli – dell’ “Uccisione di San Pietro Martire”, il capolavoro distrutto dal fuoco nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo a metà Ottocento o le due stampe di Valentin Lefebre dell’ “Omnia Vanitas”. Altre immagini uniscono alla rarità un problematico valore documentario così da costituire straordinarie occasioni di studio e di approfondimento. Valgano, al riguardo, l’incisione di I. Troyen per il “Theatrum Pictorium” di Joachim von Sandrart del bellissimo “Ecce Homo” di Tiziano ora a Sibiu o l’incisione di Joachim Jan Oortman del “Martirio di San Lorenzo” prima del taglio della parte inferiore. Ancora: la redazione della “Fuga in Egitto” perduta in naufragio, replica di quella oggi all’Escorial, di Nicolas Cochin la riproduzione di P. Boel del dipinto offerto da Tiziano nel 1568 a Massimiano II, “Il ratto di Europa”, poi perduto.
Mostra
casa dEi carrarEsi di trEviso
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al 26 ottobre 2013 al 31 maggio 2014 la Casa dei Carraresi di Treviso, dopo le quattro grandi mostre dedicate alla Cina e lo straordinario successo dell’esposizione dedicata al Tibet, farà da cornice ai capolavori d’arte provenienti dalla millenaria cività indiana. La Mostra “Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, Capolavori d’Arte Indiana”, attraverso elementi architettonici, miniature, fotografie d’epoca, oggetti di uso rituale e quotidiano, costumi, tessuti, gioielli, accanto a statue e bassorilievi provenienti da importanti collezioni museali e private italiane, si pone l’obiettivo di ricostruire le tappe salienti della civiltà indiana attraverso l’esposizione di opere dell’arte antica e moderna, dal II millennio a.C. all’epoca dei Maharaja, collocate in un adeguato contesto scenografico che ne ricrei gli ambienti originari. Il comitato scientifico - coordinato da Adriano Màdaro, già ideatore e curatore delle quattro mostre sul Celeste Impero e e della rassegna dedicata al Tibet appena conclusa che ha affascinato oltre 120 mila visitatori- composto da Marilia Albanese, indologa d’ampia formazione e l’esperto d’arte indiana Renzo Freschi, insieme agli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo, ha studiato un particolare percorso espositivo articolato in due parti: “L’arte nell’India Classica” e “L’india dei Maharaja”. Due poli, quello del Tempio e quello della Corte, che sfuggono al dualismo tipicamente occidentale tra sacro e profano e che nella cultura indiana non sono in nessun modo in contraddizione. Il cerimoniale dei templi è simile a quello del palazzo e la figura del re è ammantata di sacralità tanto da renderla divina. La saggezza tradizionale indiana, affinché l’esistenza umana sia significativa e armonica, impone l’impegno etico, ma anche il perseguimento del piacere; sostiene la frugalità, ma non svalorizza la ricchezza; incita al distacco, ma legittima la conquista del potere. Benché il fine ultimo in buona parte della cultura indiana – ma non in tutta– sia la liberazione e il trascendimento del mondo doloroso e finito, la vita e i suoi istanti preziosi sono ampiamente celebrati, soprattutto nell’arte.
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Cultura veneta 21 37 Commemorazioni Sono passati 50 anni dall’onda che uccise più di due mila personea
Vajont un disastro rimasto attuale Fu il cinismo, l’impudenza, la speculazione a creare le proporzioni della tragedia. Un senso dell’affare sopravissuto alla tragedia e contro il quale don Albino Bizzotto ha protestato di recente di Mauro Gambin
La foto della diga e in basso le operazioni di recupero dei cadaveri
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lle ore 22.39 del 9 ottobre 1963 una frana di circa precisione, sulle carte degli ingegneri della Società Adriatica di 270 milioni di m³ di roccia si staccò dal fianco del mon- Elettricità, era una banca dell’acqua, un bacino che avrebbe te Toc precipitando nell’invaso creato artificialmente per dovuto raccogliere l’acqua scesa a valle attraverso il Vajont trattenere le acque del torrente Vajont e alimentare le turbine da altre sei centrali per alimentare le turbine della centrale di una centrale idroelettrica. Vajont, infatti, era il nome di un nei periodi in cui i fiumi erano in secca o ghiacciati. Vajont era corso d’acqua e della valle che si era scavato nei millenni. l’ultimo grande salto d’acqua prima che la fluida forza cinetica raggiungesse il Piave e poi il mare. Poi lo stesso nome venne esteso Quanta acqua? 168,715 milioni di alla diga, forse per osmosi, e oggi La centrale per la maggior parte di chi lo ricorda, avrebbe prodotto metri cubi, momentaneamente trattenuti dalla diga più alta al mondo, Vajont, è soprattutto il nome di un il 15% il cui impiego avrebbe prodotto il disastro. Come Frejus, come Ustica, del fabbisogno 15% del fabbisogno elettrico di allocome Piazza Fontana quando una elettrico di allora ra. Indubbiamente sarebbe stato un catastrofe accade per mano umana, prende il nome di ciò che gli sta attorno, mai quello di chi l’ha grande investimento se l’impianto avesse funzionato, se il provocata. Eppure i responsabili di questa tragedia vennero Toc, invece di un ghiaione marcio, fosse stato una sponda individuati. La colpa fu degli uomini di una società idroelettri- granitica solida indifferente al salire e allo scendere del livello ca veneziana che non vollero arrendersi davanti al fallimento d’acqua del bacino idrico. Non fu così ma per gli amministradi un progetto e all’ipotesi di mandare in fumo investimenti tori e per gli ingegneri della Sade l’impianto dovette rimanere per diversi miliardi di lire di allora. Vajont prima di essere tra- come lo avevano immaginato: funzionante e soprattutto regedia, infatti, era stato il fulgente sogno di un’Italia autarchi- munerativo. Cinismo e impudenza portarono addirittura alla ca che immaginava il proprio futuro illuminato dalla corrente vendita della fabbrica dell’energia all’Enel, malgrado da temprodotta dalle centrali idroelettriche. Grande Vajont, per la po i segni della frana che si sarebbe staccata erano più che
evidenti. Solo alla cecità dello Stato, definiamolo convinto e fiducioso in quel progetto positivista, sfuggì che dietro si nascondeva l’opportunità di un lucroso interesse. Le conseguenze della frana sarebbero potute essere differenti, il numero dei morti sarebbe potuto essere minore se Longarone fosse stata sgombrata la notte del disastro e infine se su tutto non avesse prevalso il senso dell’affare. Ecco il punto, quest’anno ricorrono i 50 anni dalla tragedia, attraverso un certo numero di iniziative verranno ricordati i pochi minuti che sono stati necessari all’onda, provocata dalla frana, per distruggere una valle, la vita di duemila persone e di tutti gli altri che di quei duemila corpi erano abituati a ritenersi famiglia e a chiamare casa quella valle. Verrà ricordato tutto ciò che quell’acqua ha spazzato via ma sarà opportuno ricordare anche ciò che la stessa acqua non ha cancellato: quel cinismo cieco e quella politica dell’affare uscita intonsa dalla catastrofe del Vajont e arrivata tale e quale ai giorni mostri. Alle cerimonie saranno presenti probabilmente il capo del Governo, Enrico Letta. Se il
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suo esecutivo non finirà in crisi, il presidente del Consiglio sarà ai piedi della diga nei giorni immediatamente precedenti o successivi al 9 ottobre. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, probabilmente anche lui salirà a Longarone. Ma un posto d’onore dovrebbe spettare a don Albino Bizzotto che proprio in questi giorni, attraverso una protesta fatta di un prolungato digiuno, ha fatto riflettere questa regione sul malaffare che spesso si cela dietro le cosiddette grandi opere. Il coraggioso sacerdote padovano fondatore dell’associazione “Beati costruttori di pace”, ha chiesto che la Terra non venga più trattata come semplice cantiere, cava e discarica per gli appetiti e interessi di chi continua a speculare, che la politica delle grandi opere non sia mero affare e distruzione del territorio che non porta beneficio alcuno alle comunità locali. Parole che don Albino ha pronunciato per commentare quanto accade ai giorni nostri e per questo, credo, siano il modo migliore per ricordare soprattutto la tragedia di 50 anni fa.
Sì, viaggiare 38 8 Sì. TRENTINO
Mezzano, l’arte nella legnaia
LA CITTADINA DEL PRIMIERO È DIVENTATA UN PICCOLO MUSEO A CIELO APERTO NEGLI ANGOLI PIÙ PITTORESCHI DEL CENTRO STORICO LE CATASTE DI LEGNA SONO STATE TRASFORMATE IN OPERE D’ARTE FORGIATE DALLA FANTASIA DI MOLTI ARTISTI DIPINTI MURALI, ORTI DOMESTICI ANTICHI LABORATORI DI SCULTURA E DI TESSITURA AL TELAIO COSTITUISCONO UN PATRIMONIO CHE IL COMUNE STA VALORIZZANDO ANCHE I NUOVI HOTEL GUARDANO A MODELLI DI ECO SOSTENIBILITÀ BONTÀ ARTIGIANALI Luigi Valline, ex cuoco ed ex fotografo, ora macellaio con bottega in centro a Mezzano: la macelleria Bonat. Valline ha puntato dritto alla qualità, nelle carni che vende fresche e che utilizza negli insaccati. Alcuni dei quali sono stati recuperati dalla tradizione locale, come le “mordandele” al ginepro, alle prugne e ai funghi... E poi lo speck con la crusca, i salamini di selvaggina, la lonzetta alle mele, la carne salada. Uno dei suoi segreti è il sale dell’Himalaya e poi anche un sistema di aerazione che migliora la frollatura. Il suo intento è valorizzare al meglio la materia prima. Altri artigiano del gusto sono Fabio Simoni e Nicola Simion, i fondatori del Birrificio artigianale BioNoc’. Fabio è stato sommelier di successo, ha studiato all’Università della birra e gestisce una birroteca a Fiera. Il birrificio di Mezzano, nato in un garage e ora con moderna sede in zona artigianale, gli permette di applicare le sue teorie “fondamentaliste”. Birra non filtrata, nè pastorizzata, gusto piacevolmente amarognolo e note floreali ed erbacee al naso. Un buon formaggio lo produce il Caseificio sociale del Primiero, famosa la tosella. Lo stesso che si gusta a Malga Lozen, sosta consigliabile dal punto di vista naturalistico, ma anche gastronomico. Le famiglie Orsega e Iagher allevano ogni sorta di animale da latte e da carne. Nella baita a 1500 metri si gustano ottimi canederli, l’orzetto, la polenta e “tosela” e i buoni funghi della montagna.
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ataste di legna che diventano arte. Ceppi accatastati e forgiati a guisa di sculture da mani di artisti, invitati ogni anno in paese a realizzare sempre nuove creazioni. C’è la navetta del telaio, la fisarmonica in tensione che pare una stella, la clessidra racchiusa fra sole e luna, il volto in lacrime, la grande pannocchia sopra il pollaio, il paesaggio fatto di legnetti... C’è persino una grande rappresentazione dell’alluvione del 1966. Tutto creato con la legna ricavata dal bosco. I “canzei” (così chiamano nel Primiero queste caratteristiche cataste) occhieggiano in vari angoli del centro storico: sotto i fienili, accanto alle stalle, vicino a piccole finestre in legno orlate di merletti, sotto i ballatoi, negli anditi più impensabili che si aprono nei vicoli... Piccoli depositi di legna creati e trasformati in arte laddove sono da secoli a far da utile scorta per alimentare il fuoco dell’inverno. Mezzano scommette sulla sua anima rurale dallo stile schiettamente montanaro e propone itinerari originali, alla scoperta di elementi come le fontane o le “lisiere” (i grandi lavatoi di pietra dove un tempo si faceva il bucato), come i dipinti murali che ancora impreziosiscono le facciate di alcune vecchie case, come i misteriosi “stoli” (dal tedesco Stollen, galleria) che altro non sono che piccoli acquedotti che corrono lungo dei cunicoli sotterranei, dove si può entrare (chinando la schiena) per scoprire un magico mondo d’acque sorgive. Mezzano, paese del Primiero, alle porte di Fiera di Primiero e di San Martino di Castrozza (le pale gli fanno da ineguagliabile sfondo), onora la sua appartenenza all’associazione “I borghi più belli d’Italia” con una serie di scelte turistiche innovative, tendenti a valorizzare un passato umile, contadino, impastato di fatica e di ingegno. Di tenacia e di amore per la propria terra. Mezzano, insomma, trae dal passato le idee per affrontare meglio il futuro. Una testimonianza forte arriva da Robert, figlio di un emigrante mezzanese, nato in Australia: lui è tornato a vivere al paese dei nonni, attratto dall’irresistibile richiamo delle radici e da uno stile di vita in armonia con la natura. Ecco, la natura. L’intimo rapporto con l’ambiente di appartenenza è l’essenza dei nuovi progetti di Mezzano. Sintetizzati nella definizione “Segni sparsi nel rurale”. Tali sono anche gli orti. Sì, i piccoli orti domestici, dove crescono le carote e l’insalata, i cavoli e i fagioli. A Mezzano se ne contano oltre quattrocento, uno ogni quattro abitanti. E anch’essi traggono vita dall’acqua pura delle fonti, quella che scorre negli stoli e che alimenta fontane e “lisiere”.
CATASTE DI CEPPI TRASFORMATE IN OPERE D’ARTE E ALCUNI PITTORESCHI SCORCI DEL CENTRO STORICO DI MEZZANO. SOTTO: L’ATTIVITÀ NEL LABORATORIO TESSILE ARTELÈR E IN QUELLO DI SCULTURA ZENI; IL VICESINDACO IVANO ORSINGHER E UN ANTICO AFFRESCO CHE ABBELLISCE LA FACCIATA DI UNA CASA. NELLA SCHEDA: FABIO SIMONI, LUIGI VALINE E PRODOTTI TIPICI A MALGA LOZEN (FOTO DI CLAUDIO RIZZI)
In questo angolo del Trentino orientale, un secolo fa al confine fra Italia e Impero asburgico, si parla un linguaggio culturale nuovo. Si valorizza quello che si ha, per un turismo più consapevole e attento. Più lento e in armonia con la natura. Una scelta radicale, favorita dal fatto che la nuova tangenziale ha liberato il centro dal traffico della statale del Rolle, senza però allontanarlo troppo. “Mezzano si ripensa” dice il vicensindaco Ivano Orsingher, uno dei più convinti sostenitori di questo nuovo corso “e vuole ritrovare la sua identità perduta. Questo è il valore che vogliamo dare ai nostri ospiti”. La mamma di Orsingher ha allestito un piccolo museo etnografico dove, attraverso tanti oggetti di famiglia (e tanti altri donati), rivive la civiltà rurale della zona. Oggi a Mezzano fioriscono le attività culturali (vedi i tanti concerti estivi, ospitati anche in suggestivi angoli del centro), ma soprattutto traggono nuovo vigore alcune attività tradizionali tramandate fino ad oggi da alcune famiglie. Attività di eccellenza, come quella dei Trotter, titolari di un laboratorio di
tessitura che utilizza tutt’oggi un antico telaio in legno. Oggi ai pedali di questa macchina da museo si alternano due generazioni: Lucia, la figlia Carmen stilista e la cognata Teresita, detta Zita. Producono a mano tessuti e damaschi con una pazienza e un’abilità davvero uniche. Pezzi preziosi che vendono nella loro bottega, l’Artelèr, al cui esterno c’è la catasta artistica dedicata alla “navesela” (il telaio, appunto). Molti di questi pregiati tessuti riproducono disegni che otto generazioni fa, nel ‘700, Primazzo Zanon, l’iniziatore dell’attività, portò dalla Boemia. Dice Lucia: “Il telaio è uno strumento che intreccia fili e pensieri...”. Gli americani sono entusiasti delle sue opere. Produce arte pura anche il laboratorio degli scultori Zeni, alle porte del paese, annunciato all’esterno da grandi sculture in legno. Nel negozio si respira il profumo del legno e si possono ammirare tantissime opere, nonchè il lavoro certosino degli Zeni. Intenti magari a intagliare qualche statuina del presepe. Come l’Artelèr, anche il laboratorio Scultori Zeni è certificato dal Consorzio Artigianato Artistico e di Qualità del
Trentino. Due grandi sculture degli Zeni campeggiano all’imbocco dell’Eurotunnel che attraversa la Manica. Un omaggio postumo anche all’ingegnere Luigi Negrelli, originario del Primiero e ideatore del Canale di Suez. Che a Mezzano ci sia tanta voglia di pensare il futuro attraverso modelli di sviluppo nuovi ed ecocompatibili lo si nota anche da iniziative come la progettazione della nuova piazza, dove è stata data priorità ad un grande palco per le manifestazioni e a spazi per i bambini. Anche nuove strutture turistiche guardano ai principi dell’ecosostenibilità. Come il Garni Paradisi, un welness hotel a 4 stelle aperto a luglio, dallo stile alpino interpretato in chiave moderna sposando con gusto minimalismo e rusticità. Per la sua costruzione sono stati utilizzati materiali di recupero, come assi di legno di vecchie baite... Simbolicamente è stato come ridare vita a frammenti di cultura materiale dimenticati. Come nelle cataste artistiche. Mezzano ci crede... è questa la scommessa per il futuro.
I nostri esperti 39 affari di famiglia
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Testamento pubblico fatto da soggetto incapace di leggere e scrivere. Quanti i testimoni necessari a renderlo valido?
Cari lettrici e lettori, con la ripresa dalla pausa estiva, che mi auguro abbiate trascorso nel modo migliore insieme alle persone a Voi più care, la rubrica viene interessata dal quesito propostomi da un lettore, che per motivi di riservatezza indicherò con le sole iniziali M.S., ed avente per oggetto la validità o meno di un testamento pubblico fatto dal nonno. Nello specifico il lettore, sig. M.S., evidenzia nel proprio scritto che il nonno, incapace di leggere e scrivere, si è recato presso un notaio per dichiarare, con testamento pubblico, la volontà di lasciare ai due figli maschi la propria abitazione e alle due figlie femmine una quota di legittima in denaro. Tuttavia, dopo due anni dalla pubblicazione del testamento, le figlie del testatore, ritenendo iniqua la ripartizione, si erano rivolte ad un avvocato il quale sosteneva la possibilità di annullare il testamento pubblico in quanto, considerato l’analfabetismo del padre - de cuius-, il notaio avrebbe dovuto redigere lo stesso alla presenza di quattro anziché due testimoni come in realtà avvenuto.
Prima di rispondere al quesito relativo la validità del testamento pubblico prestato dal nonno del sig. M.S., ritengo opportuno delineare, seppur brevemente, le particolarità di tale forma testamentaria soffermandomi poi sul numero dei testimoni richiesti dalla legge per la valida formazione dell’atto. Il testamento è quell’atto con il quale un soggetto dispone delle proprie sostanze per il momento in cui avrà cessato di vivere. Il nostro codice civile contempla diverse forme di testamento e, precisamente, quelle ordinarie e quelle speciali. I testamenti ordinari sono rispettivamente, il testamento olografo e il testamento per atto di notaio. Quest’ultimo può essere pubblico o segreto. Dunque, il testamento pubblico è un testamento notarile o ancor più precisamente è un atto con il quale il notaio, che riceve la volontà testamentaria del testatore, provvede a dare forma scritta alle disposizioni del testatore dandone successivamente lettura allo stesso alla presenza dei testimoni. Segue poi la sottoscrizione dell’atto da parte del testatore, dei testimoni e del notaio. La forma del testamento pubblico presenta il
duplice vantaggio di poter essere disposto da tutti (anche da chi non sa o non può leggere e/o scrivere) e di essere sottoposto all’accertamento dell’effettiva volontà del testatore. Presenta tuttavia lo svantaggio di un rigoroso formalismo, della mancanza di assoluta segretezza e della sua onerosità. Il processo di formazione del testamento pubblico si compone di molteplici passaggi, tra cui, ai fini del quesito in esame, assume rilievo proprio la presenza dei testimoni che ha quale scopo quello di garantire la fedele riproduzione delle volontà del testatore e l’assenza di una qualsivoglia influenza da parte del notaio. I testimoni devono essere maggiori d’età, pienamente capaci e non devono avere interessi nel redigendo atto. L’art. 603 del codice civile contempla la presenza dei testimoni nel numero di due. Tuttavia, in determinati casi, in cui l’esigenza di tutela della volontà testamentaria è particolarmente sensibile, il numero dei testimoni sale a quattro. Tale eventualità è espressamente prevista dal quarto comma dell’art. 603 c.c. che prescrive la presenza di quattro testimoni
ove il testatore oltre che muto, sordo o sordomuto “sia incapace anche di leggere”. Tenuto conto delle informazioni fornite dal sig. M.S. e del dettato normativo al riguardo, si può con ragione ritenere che il numero di testimoni necessari per validamente formare il testamento pubblico del nonno era di due in quanto solo incapace di leggere e scrivere e non anche sordo e/o muto al momento della dichiarazione testamentaria. Ciò trova conferma anche nella migliore dottrina e nella giurisprudenza consolidata (Cass. Civ. Sez. II, 3.06.1983, n. 3939) che confermano quanto sopra ovvero che solo quando all’incapacità di udito e/o parola si aggiunga l’incapacità di leggere l’ordinamento impone una garanzia ancora maggiore cioè la presenza di quattro testimoni invece dei due normalmente richiesti. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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A SETTEMBRE AL VIA NUOVI CORSI CON TANTE NOVITÀ:
alle Piscine di Noale si riparte all’insegna del benessere di corpo e mente Dal 16 Settembre inizierà un nuovo ciclo di attività in acqua con tante sorprese, a partire da AQUADYNAMIC, il nuovissimo corso di aquafitness che sta già riscuotendo enorme successo e che combina divertimento e risultati garantiti: si tratta di un allenamento acquatico innovativo, sicuro e dinamico, completo di esercizi cardio-respiratori e di rinforzo per tutti i gruppi muscolari. Altra novità è AQUAWELLNESS, un’attività personalizzata per ritrovare il proprio benessere funzionale e non solo, indicata per chi ha problemi di schiena, cervicali, spalla, ginocchia ed articolazioni in genere. Non mancheranno i corsi legati ad obiettivi di tonificazione e dimagrimento, come AquaZumba e Circuito Aquafit, utili al miglioramento dei punti critici addominali-gambeglutei e al potenziamento del lavoro
IN ARRIVO DAL 16 SETTEMBRE • CORSI DI NUOTO ADULTI e RAGAZZI da livello principianti ad avanzato (per ragazzi anche con trasporto pullman organizzato) • CORSI FUTURE MAMME e BABY da 0 a 3 anni • MINI PAPERINI dai 4 ai 5 anni • AQUAFITNESS • CIRCUITO AQUAFIT • AQUABUILDING • AQUA senza ETÀ • AQUATHERAPY • AQUAWELLNESS
aerobico e brucia-calorie. I corsi invece legati ad una dimensione di salute e benessere, come Aquatherapy, Aqua senza Età e i corsi speciali dedicati alle future mamme e ai neonati, sfrutteranno la predisposizione Per informazioni sui corsi e per naturale al movimento e all’energia scoprire l’attività più adatta ad ogni tipici di questa stagione. Inizieranno esigenza si può chiamare la inoltre i corsi di nuoto, sia per i più reception Piscine Noale allo piccoli che per gli adulti, dedicati a chi 041-5801840 o visitare i siti vuole imparare a nuotare o perfezionare www.sportingclubnoale.it e il proprio stile. www.piscinenoale.it.
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UNA PREPARAZIONE ALL’APPARENZA DOLCE, PER LA PRESENZA DI NOCCIOLE E PISELLINI, MA IN REALTÀ PRESENTA ANCHE NOTE PEPATE E SPEZIATE. LE CRESPELLE PREPARATE CON IL SEMOLINO HANNO UNA CONSISTENZA PIÙ RUVIDA DI QUELLE CLASSICHE, ALL’INTERNO UNA FARCIA CON PISELLINI DELICATI E FILANTE BURRATA CHE, PROPRIO GRAZIE AL SUO LATTE, MANTIENE LA PREPARAZIONE MOLTO MORBIDA. LA NOTA CROCCANTE È STATA DATA DALLE NOCCIOLE, DISPOSTE IN SUPERFICIE A CREARE UNA CROSTICINA DOLCE AL PUNTO GIUSTO ED INSAPORITA CON IL PARMIGIANO.
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3 UOVA, 1 CUCCH MARGARINA, CURRY, SALE. PER LA FARCIA: 440G PISELLINI DI BAONE, 350G 50G, NOCCIOLE, 2 CUCCH OLIO EVO, 1 CUCCH.NO OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, CURRY, SALE. PER LA BESCIAMELLA: 350ML LATTE, 35G MARGARINA, 35G FARINA 00, 1 CUCCH FORMAGGIO PARMIGIANO GRATTUGIATO, 2 CUCCH.NI OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, NOCE MOSCATA, SALE, PEPE NERO BURRATA,
PROCEDIMENTO: PREPARARE LA PASTELLA PER LE CRESPELLE: SBATTERE LE UOVA CON IL SALE; IN UNA CIOTOLA
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SETACCIARE LA FARINA CON IL SEMOLINO E, AIUTANDOSI CON IL LATTE, OTTENERE UNA PASTA MORBIDA.
UNIRE LE UOVA AL
COMPOSTO DI FARINE, UN PO’ DI LATTE CONDENSATO ED INSAPORIRE IL TUTTO CON IL CURRY. LASCIARE RIPOSARE IN FRIGO PER
I CONSIGLI DI PAOLO
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IL CAFFÈ DEI SOGNI PERDUTI
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20 MINUTI. SCIOGLIERE LA MARGARINA SULLA PIASTRA E FARE LE CRESPELLE, VERSANDO IL COMPOSTO A CUCCHIAIATE E
STENDENDO BENE. IN UNA PADELLA CON L’OLIO EVO, SCALDARE I PISELLINI; PORTARE A COTTURA CON ACQUA ED INSAPORIRE CON SALE, CURRY E L’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO. TRITARE LE NOCCIOLE ED UNIRNE UN CUCCHIAIO
AI PISELLINI. PER LA BESCIAMELLA: SCIOGLIERE LA MARGARINA IN UN PENTOLINO, UNIRE LA FARINA QUINDI VERSARE IL LATTE, FACENDO ATTENZIONE CHE NON SI FORMINO GRUMI. INSAPORIRE CON SALE E NOCE MOSCATA, LASCIANDO SUL FUOCO FINCHÈ
SI PREPARA DIRETTAMENTE NEL BALLON, 1 CUCCHIAINO DI ZUCCHERO DI CANNA, 2/10 CAFFÈ HAG, 2/10 CAF CAFFÈ BORSCI, 3/10 ZABOV MOCCIA, 3/10, PANNA FRESCA LACTIS,
NON SI ADDENSA, SEMPRE CONTINUANDO A MESCOLARE. FRULLARE DUE CUCCHIAI DI PISELLINI ED AMALGAMARLI ALLA
BESCIAMELLA, ASSIEME ALL’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, MESCOLANDO BENE. FARCIRE LE CRESPELLE
CON I PISELLINI E DISTRIBUIRE LA BURRATA; CHIUDERE AD INVOLTINO E DISPORRE SUL PIATTO CRISP, PRECEDENTEMENTE BAGNATO CON IL LATTE DELLA BURRATA.
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COPRIRE LE CRESPELLE CON LA BESCIAMELLA, SPOLVERARE DI PEPE NERO E CON LA RIMANENTE BAGNARE IL TUTTO CON UN PO’ DI LATTE PER FAR SI CHE RIMANGANO MORBIDE. CUOCERE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 7 MINUTI, COSPARGERE CON IL FORMAGGIO PARMIGIANO E CUOCERE PER ALTRI 3 MINUTI. MANUELA E SILVIA BIZZO GRANELLA DI NOCCIOLE.
PAOLO MARANI
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