Miranesesud sett2013 n116

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del Miranese Sud

Periodico d’informazione locale. Anno XX n.116 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Mirano Passante e ambiente, i comitati si appellano a Zaia pag.

Mirano A rischio il servizio Disturbi alimentari

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www.lapiazzaweb.it

S. M. di Sala Cantieri aperti per mesi in tutto il territorio

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EDITORIALE

Animalisti scatenati contro le sagre

Il Vajont non ci ha insegnato nulla di Germana Urbani

Manifestazioni sotto attacco. Nel mirino finiscono quelle che hanno come protagonisti gli animali: le oche del palio di Luneo a Mirano, la anatre della corsa del masaro a Salzano e perfino gli uccelli della mostra nazionale di Villa Farsetti a Santa Maria di Sala. pag. 6

Teatro a Mirano, spettacoli per tutti

Novità per la stagione teatrale di Mirano 2013-2014. La giunta di Maria Rosa Pavanello ha approvato un atto di indirizzo che fissa per i prossimi mesi un cartellone diviso in quattro parti: oltre alla normale rassegna, spazio al tempo presente, alle scuole e alle famiglie. pag. 18 10%

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Viabilità a Spinea, raffica di polemiche e proteste In Via della Costituzione i cantieri provocavano rallentamenti. Contestata la pista ciclabile in via Roma

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antiere per allargare via Costituzione, ma scoppia il caos. Succede giusto al rientro dalle ferie, con le prime piogge e in concomitanza con la riapertura delle scuole. A Spinea è polemica aperta: protestano i residenti, protestano i pendolari, protestano le attività produttive. Il Comune fa quel che può, Provincia e Veneto Strade provano a difendersi e predicano pazienza, disponendo monitoraggi della situazione. Ma il disagio è evidente. La paralisi scoppia nella prima metà di settembre, quando il

traffico aumenta e nel tratto di camionabile tra la grande rotatoria della Fossa e i confini con Maerne scoppia il caos. Auto e camion restano imbrigliati tra i cantieri, ostaggio di semafori temporanei, bloccati in un ingorgo gigantesco che si ripete per giorni, anche di notte. A sollevare la protesta sono per primi i residenti: “Vediamo ogni giorno bisonti della strada sfiorare ciclisti e pedoni - protesta uno di loro - o imboccare a pieno carico e a tutta velocità le rotatorie di via RossignagoZigaraga e Luneo, rischiando grosso”. Poi si

aggiungono le attività produttive: “Sale e Pepe”, leader di catering e gastronomia, accusa un calo del 20% negli affari nell’ultimo mese rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Ci chiamano i clienti per dirci che non verranno, perché non hanno tempo da perdere in colonna - afferma il titolare Marco Di Nicola - e anche i nostri camion partono e arrivano con 20 minuti o mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia”. pagg.

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idimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. A volte bastano poche parole, una presa di posizione netta e, forse, tutto può cambiare, svoltare. Anche il destino di una sola persona o di intere comunità. Così sarebbe stato per Longarone 50 anni fa se l’interesse di pochi sulla diga e i profitti che avrebbe prodotto, non avesse prevalso criminosamente sull’interesse di molta povera gente. Guardando al Veneto di oggi e ripensando al disastro del Vajont vien da dire che non abbiamo imparato niente. Con l’autunno arriveranno le piogge. Una volta erano una benedizione, oggi le scongiuriamo come un nuovo flagello. Le esondazioni frequenti, gli allagamenti improvvisi che paralizzano le nostre città ci hanno insegnato a temerle ma soprattutto hanno reso evidente che la rete idrica e la terra, che ancora respira libera dal cemento, non bastano più ad assorbire l’acqua che cade dal cielo. Eppure chi ha il potere di farlo continua a progettare strade, nuovi quartieri, grandi ospedali. Nemmeno la crisi segna una battuta d’arresto in questa corsa al cemento. Non ci sono più soldi per nulla eppure sulle grandi opere non si torna indietro. continua a pag.

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L’Intervento

Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire di Marco Pavin*

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rossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Roberto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato non sulla logica dello scambio (di consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizione”... *Presidente Confindustria Padova

continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

Il Vajont non ci ha insegnato nulla

Protezione civile

ricerca delle persone scomparse, si fa formazione Un “addestramento” speciale per i volontari della Protezione civile della provincia, chiamati ad una giornata di formazione sulle modalità di ricerca delle persone scomparse, fenomeno in aumento anche nel territorio del Veneziano. Il seminario si è svolto lo scorso 3 ottobre, ospitato dall’auditorium dei Vigili del Fuoco di Mestre. Vi hanno partecipato circa 150 volontari, provenienti da vari gruppi e associazioni. La Protezione civile svolge infatti un ruolo importante in caso di persone scomparse, in quanto concorre, in ausilio alla Provincia di Venezia, insieme alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, alle operazioni di ricerca, così come disposto nel marzo 2011 dal Piano per la ricerca delle persone scomparse, uno dei primi in Italia.

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E ancora una volta ci si deve chiedere a vantaggio di chi vadano queste scelte. L’inchiesta che vede coinvolti gli ingegneri veneti Baita e Mazzacurati la dice lunga in merito, ma è solo la punta di un iceberg. Basta seguire la cronaca per cogliere come attorno ai grandi progetti veneti vi siano molte falle di trasparenza e di legalità e conflitti di interessi in atto, senza contare il rischio ormai documentato di infiltrazioni mafiose. Contro la speculazione che cancella il territorio agricolo e intere comunità si alza sempre più spesso la voce di comitati territoriali in difesa dell’ambiente. Persone informate che chiedono di prendere parte con meccanismi democratici alle decisioni per lo sviluppo del territorio. Che chiedono un’inversione di tendenza perchè, soprattutto oggi, il tema delle grandi opere rischia di essere per la nostra Regione un nodo cruciale. Il Veneto ha un triste primato dal punto di vista ambientale: è la regione più cementificata d’Italia. Il consumo di suolo agrario è passato dai 72 milioni di mq all’anno negli anni Ottanta ai 182 milioni mq all’anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno tra il 2000 e 2010. Inoltre, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di un milione di abitanti. Occorre chiedersi davvero se continuare a costruire e a cementificare sia davvero la via giusta per la garantire ripresa economica e benessere ai veneti. Credo che a 50 anni dalla tragedia del Vajont la risposta debba essere un’altra e che si componga proprio di quelle poche parole che Don Albino Bizzotto ha consegnato al Consiglio regionale veneto invitando la politica al programmare nuove forme di sviluppo sostenibile. Il prete padovano è stato protagonista ad agosto di un lungo digiuno in nome dell’ambiente e quando è stato invitato ad intervenire a palazzo Ferro-Fini ha messo uno in fila all’altro i numeri che lo preoccupano, quelli sul consumo di suolo, sulla necessità di salvaguardare l’agricoltura, il fabbisogno alimentare e la terra in generale. Ridimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. di Germana Urbani

Pesca

Lutto

le nostre condoglianze a mauro Condoglianze al nostro direttore Mauro Gambin che ha perso la mamma, mancata prematuramente lo scorso settembre. L’editore, tutta la redazione, l’amministrazione, la grafica e l’area vendita di Give Emotions sono vicini a Mauro in questo momento di lutto e di grande dolore.

Al via le serate del Cai

Parte a Mirano una rassegna di 7 serate culturali organizzate dal Cai. Il primo appuntamento è per il 16 ottobre alle o 20.45, al Teatro di Villa Belvedere di Mirano. Per la serata di apertura del corso “sentieri verso l’equilibrio” verrà rappresentato lo spettacolo teatrale “il ritratto della salute, scalare una montagna chiamata vita”, a cura di Mattia Fabris e Chiara Stoppa con Chiara Stoppa, Produzione Compagnia Atir. Info www.caimirano.it.

piattaforma web per valorizzare le produzioni La Provincia ha richiesto un finanziamento alla Regione del Veneto nell’ambito del programma “Fondo europeo della pesca” per realizzare il progetto di una “Piattaforma web per la valorizzazione delle produzioni alieutiche tradizionali della costa veneziana”. L’obiettivo è quello di creare l’incrocio fra domanda e offerta di prodotti ittici pescati nella fascia costiera veneziana da Chioggia a Bibione.

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Miranese Mirano Contestate le grandi giostre

Spinea

Laguna

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Presentato il piano per la nuova Piazza Marconi

s.M. Di sala

Provincia

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Il comune aderisce alla campagna contro il femminicidio pag. 16

Regione

Porto Marghera

Fondi per i lavoratori Vynils

In primo piano

Grandi navi, scontro tra Porto e Ministero pag. 20

scuola

Le risposte della scuola ai bambini con Dsa

società

Donne eccellenti, anche in tempo di crisi

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il personaggio

Gioco d’azzardo: una patologia e un mercato per le mafie pagg. 28-29

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I 35 anni della Banda musicale cittadina di Chioggia pag. 23

territorio

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La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione pag. 32

Vynils di Porto Marghera: soluzione parziale per i prossimi mesi. Sono stati stanziati nelle scorse settimane 120 mila euro dalla Regione per quei lavoratori che continueranno a garantire la sicurezza e il presidio ambientale, in pratica 66 lavoratori percepiranno 400 euro in più per sei mesi che si aggiungono alla cassa integrazione. Sarà la Provincia di Venezia a coordinare e rendere praticabile l’utilizzo dei fondi da un punto di vista procedurale e organizzativo

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di

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DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Questa edizione raggiunge le zone di Mirano, Spinea, S.Maria di Sala per un numero complessivo di 16.394 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 settembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese IMPOSTE Nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il 44,2% del Pil. Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, per la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto abbiamo pagato nel 1980

Tasse da record soffoc

di Alessandro Abbadir

E’ scattato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, colpirà soprattutto le fasce meno abbienti della nostra regione

La Tares si è rivelata un salasso ben più ampio delle imposte Tia – Tarsu precedenti

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asse si ma quali? La repentina crisi di governo, e la sua soluzione con la messa in un angolo dell’ex premier Silvio Berlusconi, non hanno sciolto il dubbio agli italiani e ai veneti. Cosa si pagherà? Per cominciar,e dato sconcertante: nel 2013 la pressione fiscale ha raggiunto il 44,2% del Pil. Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, denuncia la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite). Questo è riconducibile al fatto che le stime della Cgia hanno tenuto conto delle disposizioni fiscali introdotte successivamente (DL 63/2013 “proroga agevolazioni fiscali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico”, DL 69/2013 “del fare”, DL 76/2013 “differimento aumento Iva” e DL 102/2013 “abrogazione prima rata Imu”). Nel momento in cui scriviamo l’aumento dell’Iva è scattato dal 21 al 22% . Una misura che deprimerà i consumi. Vediamo gli effetti nel dettaglio per il Veneto. “L’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% - spiegano in una nota Unioncamere Venete - comporterà nella nostra regione una contrazione dei consumi di 61 milioni di euro nell’ultimo trimestre 2013 e di 251 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 40 milioni di euro quest’anno e di 158 nel 2014”. Nel complesso il Veneto perderebbe una quota

l’Appello Degli inDustriAli pADovAni Al ministro zAnonAto

“Si ripristini la deducibilità dell’Imu sui fabbricati produttivi e sugli alberghi”

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a deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef dell’Imu che grava su fabbricati produttivi e alberghi, sparita nell’ultima versione del decreto legge 102 del 31 agosto, avrebbe consentito alle imprese venete un risparmio d’imposta di 90 milioni di euro, alleggerendo un gettito Imu 2013 stimato in 652 milioni, il 35,1% più del 2012, ma addirittura +112% rispetto all’Ici 2011. La marcia indietro del Governo è suonata come una beffa, dopo che le bozze del decreto davano per certo l’inserimento dello sconto fiscale sui beni strumentali alle attività produttive. Fino al ripensamento finale: né abolita l’Imu per le imprese né resa deducibile, seppure parzialmente (e non dall’Irap). La stima è di Confindustria Padova che, partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio, ha stimato il gettito Imu 2013 dal sistema produttivo regionale e quindi calcolato quale sarebbe stato il risparmio d’imposta per effetto della deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef. “Gli imprenditori sono stanchi di promesse fatte e non mantenute - ha dichiarato il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin (in foto)-. Come è pensabile ritrovare un sentiero di crescita se alla prova dei fatti il sistema produttivo, vero motore del Paese, è trattato alla stregua di Cenerentola di ogni decisione di politica economica e fiscale? Così si deprimono le aspettative e la ripresa resta una chimera”. Da qui l’appello al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato perché “si trovino gli spazi per ripristinare nella legge di stabilità la deducibilità dell’Imu”.

di Pil intorno ai 105 milioni nel 2013, e in 420 milioni a partire dal 2014. Per l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie, l’aumento farebbe crescere l’incidenza dall’attuale 15,6% al 16,1% con uno scostamento del +0,47%. Gli effetti sarebbero più pesanti per le famiglie con reddito basso. Lo scostamento sarebbe dello 0,82% per i nuclei familiari nel primo decile (cioè la decima parte meno abbiente della popolazione) mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie più ricche. Con l’aumento dell’Iva, a pagare il conto più salato a livello nazionale, saranno le famiglie della provincia autonoma di Bolzano: l’aggravio medio annuo sarà pari a 135 euro. Seguono quelle venete, con 113 euro, quelle emiliano – romagnole, con 111 euro e quelle lombarde, con 108 euro. Le realtà meno colpite, invece, saranno quelle del sud. Per questo sono tanti gli appelli al governo per bloccare questo provvedimento. Giuseppe Bortolussi dice: “Il governo abbassi l’Iva, ma senza aumentare le tasse. I problemi sono molti: gli esodati, il rifinanziamento della Cig in deroga, la seconda rata dell’Imu, il rientro del rapporto deficit/Pil sotto il 3%. Sarebbe opportuno ripartire dall’Iva che, purtroppo, è aumentata di un punto”. Bortolussi fa una precisazione: “La riduzione dell’aliquota dal 22 al 21% non dovrà avvenire attraverso l’introduzione di nuove tasse. Si prevedeva che il mancato aumento dell’Iva fosse coperto da un ritocco all’insù delle accise sui carburanti e da un aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese. Bisogna trovare nuove

coperture agendo sulla spesa pubblica improduttiva: stop ad ulteriore incremento del carico fiscale”. Ma non è solo l’Iva a preoccupare. Un salasso arriverà anche dalla Tares, la tassa sui rifiuti in vigore da quest’anno. Quest’anno l’importo medio dovrebbe attestarsi sui 450 euro a famiglia. La Tares costerà agli italiani 2 miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia. Tra il 2000 ed il 2013 l’aumento delle bollette relative al servizio di asporto rifiuti è stato del 67 per cento: se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente 270 euro, con la Tares l’esborso medio per ciascun nucleo si attesta sui 451 euro. “Come è possibile che nel 2013 le famiglie paghino un importo così pesante – su chiede il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti urbani è diminuita del 5 per cento e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata di oltre il 30 per cento?”. Il cuore della ex Finanziaria sarà, la riduzione delle tasse sul lavoro e del cuneo fiscale con l’obiettivo di rendere più pesante la busta paga dei lavoratori. Saranno previsti sgravi fiscali per le start-up innovative. La seconda rata dell’Imu si pagherà? Mistero. Ad ora sembra che il governo avrebbe intenzione di ripristinare l’Imu per quel 10% di famiglie che possiedono immobili di lusso, per coprire le nuove esigenze finanziarie si punta alle dismissioni e soprattutto al taglio della spesa pubblica.


Argomento del mese 5 8 Argomento del mese Dopo l’Imu sulla prima casa

Foto grande di case foto piccola Marco stradiotto, se possibile recente

cano l’economia veneta Tagli agli sprechi

L’Anci contesta le dismissioni delle società di Alessandro Abbadir

S

prechi pubblici e tasse da pagare. Fra i provvedimenti che accompagnano le azioni di taglio nelle pubbliche amministrazioni c’è quella che prevede che i comuni dovranno dismettere le proprie società, a meno che queste non abbiano chiuso in utile gli ultimi tre esercizi. Il termine fissato al 30 settembre è stato prorogato ma non mancano le polemiche. Si tratta di un provvedimento che nelle intenzioni intendeva restringere le aree di spreco e risanare i conti pubblici, limitando anche il malcostume delle assunzioni imposte da logiche clientelari. Così entro la fine del 2010 i Comuni fino ai 30 mila abitanti avrebbero dovuto liberarsi di tutte le partecipazioni (per i Comuni fra i 30 e i 50 mila entro il settembre 2014), termine poi portato appunto al 30 settembre 2013. Insomma sono passati quasi tre anni e si parla di una nuova proroga. I Comuni a rispettare i termini non ci pensano proprio. Anci Veneto è chiarissima, e contesta alla radice le motivazioni del provvedimento. Il presidente dell’Anci Veneto va giù pesante “È una norma insulsa – dice Giorgio Dal Negro (nella foto), presidente di Anci Veneto e sindaco di Negrar, in provincia di Verona – che fa di un’erba un fascio senza distinguere le singole situazioni”. Sulla stessa linea Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo (Vicenza), e presidente commissione finanza locale per l’Anci Veneto. Per Marchioro si può anche pensare che le ”motivazioni alla base del provvedimento siano sensate però la mia obiezione è di carattere economico: se ho una società che rispetta i parametri di mercato e magari mi garantisce un utile, perché mai dovrei dismetterla? Stabiliamo dei parametri finanziari e poi facciamoli rispettare a tutte le società controllate o partecipate dagli enti locali”.

spalla pag 5 per veneziane

Marco Stradiotto

Marco Stradiotto (Pd)

“Con la service tax maggiore equità” L

’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale e la sua sostituzione con un‘imposta comunale sui servizi decisa dal Governo era una riforma necessaria. L’affermazione è dell’ex senatore del Partito democratico Marco Stradiotto, ed ex sindaco di Martellago, nel Miranese, ora impegnato con un gruppo di lavoro che, per conto di Sose Spa - una società creata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia per svolgere altre attività di studio e ricerca in materia tributaria - sta determinando i costi e i fabbisogni standard dei Comuni, delle Province e delle Regioni. L’esponente del Pd, si dice convinto sostenitore della riforma che introduce un’imposta più equa dell’Imu. “Chi ha ragionato sul piano teorico - sostiene Stradiotto - non ha considerato che le rendite catastali nel nostro Paese sono sperequate, sia tra i diversi territori che all’interno dello stesso comune. L’effetto pratico ha determinato che nello scorso anno vi siano stati cittadini “ricchissimi” che hanno versato, sulla prima casa, pochissima Imu e cittadini “poveri” che, sempre sull’abitazione principale, hanno pagato tantissima Imu”. Affermazioni argomentate con una serie di dossier, comparazioni e analisi sui dati del 2012. “L’Imu contiene due errori di fondo e un vizio che l’anno trasformata in un’imposta ancora più iniqua della vecchia Ici” afferma parlando di “un’imposta comunale trasformata in un’imposta mista. Ciò ha creato un mix perverso fra rendite catastali squlibrate, coefficienti moltiplicatori e detrazioni uguali per tutti”. “Questa iniquità - prosegue - andava risolta. La soluzione poteva essere quella di attendere la rideterminazione delle rendite catastali di tutti i fabbricati, come previsto dalla delega fiscale, quindi di rivedere sia il meccanismo dei coefficienti moltiplicatori sia quello delle detrazioni previste per l’Imu, ma il tempo necessario per fare tutto questo richiede un lavoro di alcuni anni mentre l’iniquità andava risolta subito. Il Governo ha trovato una soluzione che risponde sia alla necessità di rendere più equo il prelievo fiscale sia alla necessità di dare ai comuni uno strumento che possa garantire le risorse necessarie per erogare i servizi, consegnando ai comuni una reale autonomia finanziaria, in linea con quelli che sono i principi cardine del federalismo fiscale dove ad una maggiore autonomia deve corrispondere una maggiore responsabilità”. “Con l’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale e con la previsione della service tax - riassume allora Stradiotto - si determina: una maggiore equità del prelievo fiscale tra i cittadini dello stesso Comune; un maggiore equilibrio del prelievo fiscale fra i diversi territori e tra i diversi comuni; una maggiore autonomia finanziaria dei comuni accompagnata da una maggiore responsabilità degli stessi che con il nuovo sistema possono calibrare in modo equilibrato l’imposta. La service tax è una vera imposta federalista che permette di valutare l’operato degli amministratori, permette al cittadino di valutare l’efficacia e l’efficienza dei propri amministratori, permette il: “pago,vedo,voto!”. Con un sistema fiscale sugli immobili basato sui metri quadrati e con delle detrazioni sulla base del numero dei residenti si riesce a garantire una maggiore equità e si risponde meglio al principio della progressività. Con il meccanismo della service tax si riconosce che la prima casa non produce reddito, ma invece produce la necessità di fruire di alcuni servizi collettivi offerti dal Comune e che vanno pagati (una sorta di canone condominiale per garantire i servizi e gli spazi comuni)”. “A distanza di 2 anni - conclude allora Stradiotto - viene approvata dal Governo una riforma dell’imposizione fiscale comunale che corrisponde alla stessa proposta che il Pd formulò nel 2011, è per questo che dico che per gli osservatori superficiali sbagliano quando considerano l’abolizione dell’Imu e la previsione della service tax come la vittoria del Pdl. In realtà si tratta della vittoria del buon senso e dell’equità”. O.J.


6 Approfondimento Sagre Sempre più forti gli attacchi contro manifestazioni radicate nella cultura popolare

Animalisti scatenati contro le tradizioni La Lav vuole cancellare il palio dell’Oca, la corsa del masaro. Federfauna reagisce: si tratta solo di ideologia bizzarra di Filippo De Gaspari

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anifestazioni sotto attacco. Nel mirino finiscono quelle che hanno come protagonisti gli animali: le oche del palio di Luneo a Mirano, la anatre della corsa del masaro a Salzano e perfino gli uccelli della mostra nazionale di Villa Farsetti a Santa Maria di Sala. A condurlo sono gli animalisti, in una vera e propria offensiva contro le feste che vedono in campo animali, sia da competizione che da esposizione. A far partire l’effetto domino è stato il palio del Luneo, per la verità ancora lo scorso anno: manifestazione bloccata da Ulss e Comune, dopo che la Lav, la Lega antivivisezione, ha “ricordato” al Comune le sanzioni in cui incorrerebbe in caso di violazione della nuova legge contro il maltrattamento degli animali. “L’oca non è un animale adatto alla corsa – sostiene la Lav – subisce sofferenze come la costrizione a correre sull’asfalto, il disorientamento provocato dalle urla della gente che assiste e per le non rare percosse ricevute dalle bacchette che vengono utilizzate per farle stare all’interno del percorso,

visto che cercano di allontanarsi per sottrarsi a questo trattamento”. Quest’estate stessa sorte è toccata a Salzano, con l’abolizione della corsa del masaro. Per scongiurare l’abolizione dei pali a fine settembre si è tenuto a Mirano un summit promosso dagli organizzatori della corsa di pennuti a Luneo: l’obiettivo era quello di trovare una soluzione che accontentasse tutti, da chi vuole la tutela degli animali a chi chiede la salvaguardia delle usanze locali. L’organizzatore del palio miranese, Vincenzo Fusco: “Vogliamo trovare una soluzione che possa salvare le tradizioni simbolo dei due paesi. Sono convinto che con un minimo di buona volontà da parte di tutti e un confronto con gli esperti del settore, si possano salvare i nostri palii, come succede in ogni luogo d’Italia”. Fin qui l’offensiva contro le corse di pennuti, ritenuti non adatti alla corsa. Adesso però l’altolà degli animalisti arriva anche per le manifestazioni con animali in esposizione: è il caso della Fiera nazionale degli uccelli programmata per l’inizio di ot-

tobre in Villa Farsetti a Santa Maria di Sala. A scendere in campo è stata la Lav, la Lega antivivisezione di Venezia, che ha chiesto al sindaco Nicola Fragomeni di revocare l’autorizzazione. “Fermo disappunto per questa fiera dove gli animali vengono esposti come oggetti - afferma la responsabile Lav di Venezia Tatiana Zanotti - animali che sono a tutti gli effetti innocenti prigionieri a vita, privi addirittura della libertà di volare, cosa elementare perché per questo sono in vita. Oltre a perpetuare la crudeltà dell’uomo nei confronti degli animali, è diseducativa per i bambini e urta profondamente la sensibilità di quelle persone che, sempre più numerose, vogliono che sia rispettato il diritto al benessere di tutti gli esseri viventi”. Una posizione che però scatena la reazione contraria della segreteria regionale di Federfauna, il sindacato degli allevatori, che in una nota afferma: “Le richieste degli animalisti sono sempre più bizzarre. Si tenta di distruggere un patrimonio fatto di fiere e manifestazioni con gli animali, che rappresenta un valore

Le oche durante la manifestazione a Mirano unico da trasmettere ai nostri figli di vero rispetto e amore. Così facendo li allontaneremo sempre più dalla natura e svilupperanno un’immagine disneyana degli animali. L’ideologia animalista di pochi non deve prevalere sul buon senso, perciò invitiamo

il sindaco a non cedere alle pressioni”. La tendenza fa presagire che non sarà certo questo l’ultimo episodio, mentre si avvicina novembre, mese di palii e oche a Mirano: tornerà a correre il pennuto più famoso del Luneo?

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confcommercio no a false sagre

S

agre legate alla tradizione o al business? Se lo chiede la Confcommercio del Miranese che, alla fine di una stagione estiva ricca di manifestazioni enogastronomiche e non solo, lancia l’allarme: “Attenzione, molte sono a scopo di lucro e rischiano di danneggiare i ristoratori locali”. La discussione è aperta. Per Ennio Gallo, presidente della Confcommercio del Miranese, che da anni tuona contro gli eventi “promossi solo per fini commerciali”, serve distinguere tra tradizioni e affari fini a se stessi. “Ben vengano gli eventi gastronomici legati alla tradizione e ai prodotti tipici del territorio, ma i nostri Comuni ormai sono pieni pure di false sagre – afferma Gallo – è ora di dire basta a questi capannoni montati solo per fini commerciali: pagano imposte nulle o ridottissime, non sono tenuti nemmeno all’emissione dello scontrino fiscale e danneggiano i ristoratori”. Gallo annuncia anche iniziative a breve in questo campo, per contrastare un fenomeno da sempre mal digerito dai ristoratori: “Presto incontreremo gli assessori al Commercio dei vari Comuni del Miranese e chiederemo una maggior tutela e regolamentazione. Andrebbero autorizzate solo le sagre espressione del territorio, invece negli ultimi anni sono stati inventati moltissimi eventi che nulla hanno a che fare con le nostre tradizioni e i nostri prodotti tipici. In questo modo i ristoratori vengono danneggiati e il territorio ne esce impoverito”. La protesta di Gallo arriva al termine di un’estate in cui sono stati moltissimi i ristoratori miranesi che hanno mani-

festato il proprio malumore soprattutto per la disparità di trattamento fiscale di queste sagre che fanno concorrenza alle loro attività. “Riceviamo continuamente lamentele su questo tema e le comprendiamo – ha spiegato Gallo – questi eventi si travestono da sagra ma in realtà hanno finalità esclusivamente commerciali. Burocraticamente sono legittime, in realtà sono attività commerciali mascherate”. Il tema è destinato a far discutere in un territorio, come il Miranese, che negli ultimi dieci anni è diventato fucina di sagre e manifestazioni che sono quasi quadruplicate rispetto agli anni precedenti. Molte però non sembrano direttamente collegate alla tradizione: da qui la protesta dei ristoratori, che oltre alla crisi dei consumi che attanaglia le famiglie ora si trovano a dover fronteggiare anche la concorrenza spietata dei tendoni-cucina delle sagre. Anche questo autunno sono in arrivo kermesse un po’ in tutti i comuni, con associazioni, parrocchie, Pro Loco e comitati in fermento con una proposta per tutti i palati. F.D.G.


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C O R O NA

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LLO / C E R A ETA


8 Mirano L’Intervento

Territorio

Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire

Viabilitò Restano irrisolte le questioni legate al Passante e all’ambiente

I comitati si appellano a Zaia di Filippo De Gaspari

“A

Non sono state mantenute le promesse, i 19 milioni di euro previsti non sono stati stanziati

nche noi siamo veneti, presidente ci ascolti”. Lettera al governatore Luca Zaia dei comitati Viabilità Sicura di Scaltenigo e Ballò e Rinascita Vetrego, che hanno messo nero su bianco tutto il loro disagio per i continui problemi viari irrisolti di tutta la parte sud di Mirano. “Ci rivolgiamo a lei, signor Presidente, perché a distanza di quattro anni dall’entrata in esercizio del Passante ci troviamo a vivere in un ambiente gravemente inquinato dal passaggio di circa 70 mila veicoli al giorno, che scaricano sui nostri polmoni e sulla nostra terra Pm10 e micropolveri dannose alla salute. Inoltre c’è il casello autostradale di Vetrego, del tutto fuori norma perché privo di parcheggi scambiatori previsti dalla legge, che doveva essere provvisorio ed è diventato definitivo”. Nella lettera al presidente del Veneto e dei veneti c’è tutto il malumore dei rappresentanti dei cittadini che da anni protestano e vedono le loro richieste inascoltate: traffico, opere complementari ancora mancanti, inquinamento atmosferico e acustico. Alle porte di un altro autunno di passione la rabbia si fa preghiera. “E’ un vero e proprio scandalo viario quello in cui viviamo – scrivono ancora i comitati rappresentati da Ivana Cagnin e Giuseppe Vesco – poiché è stata liberalizzata la di mitigazione, tra cui le barriere ai tratta Vetrego-Mestre senza A comuni non lati del Passante, per contenere il arretrare la barriera di Villa- interessati rumore e la ricaduta degli agenti bona, come stabilito nel pro- dall’opera sono inquinanti, sono sottodimensiogetto originale approvato dal stati anticipati nate e in molti tratti inesistenti. Cipe. A causa di tale scelta, i soldi Manca la fascia verde di 30 metri da quattro anni escono ogni di essenze d’alto fusto che il comgiorno migliaia di veicoli che intasano il casello di missario Vernizzi si era impegnato a realizzare con Mirano-Dolo, causando un ingorgo sulla rotonda di priorità nel Miranese. I nostri campi agricoli generano Vetrego, dove i veicoli procedono a passo d’uomo, prodotti inquinati che giungono sulla tavola dei cittaprovocando code chilometriche, si parla di circa 4 dini. Se poi vogliamo aggiungere anche il danno ecomila veicoli al giorno che con la loro sosta forzata nomico per il deprezzamento dei nostri terreni e delle concentrano dosi massicce di inquinamento. Le opere nostre case il quadro è completo. Perché non sono

NEWS

F

Il casello a Vetrego

ancora stati stanziati i 19 milioni di euro previsti dagli accordi? Tale somma è indispensabile per eseguire le opere complementari. Ad altri comuni limitrofi, anche meno coinvolti di noi, sono stati già erogati anticipi di somme previste. Qualcuno dovrà pure preoccuparsi della nostra salute che ogni giorno subiamo l’impatto con il Passante o dobbiamo mettere a repentaglio la nostra vita e quella dei nostri figli per un’opera che serve tutta l’Europa da Barcellona a Kiev? Ci affidiamo a lei, signor presidente, per un suo concreto interessamento: ricordi che non siamo vittime da immolare all’altare d’Europa ma cittadini veneti che hanno sempre dato molto e ricevuto poco”.

di Marco Pavin*

segue da pag.

1

...competenze, risorse - progettuali ed economiche - per perseguire insieme, nell’autonomia dei ruoli, soluzioni ai bisogni concreti di cittadini e imprenditori. Qualche esempio, per essere più chiaro. Come mitigare l’impatto (prevedibile) delle nuove tasse locali (la non ancora nata, ma già famigerata Service tax) sulle tasche di famiglie e imprese? Sediamoci a un tavolo, tecnici dei comuni e delle associazioni imprenditoriali, e verifichiamo se ci sono spazi per soluzioni equilibrate. Come pianificare condizioni di crescita sostenibile, attenta alle esigenze di chi produce e rispettosa dell’ambiente? Rendiamo ancora più stringente il coordinamento sulle politiche urbanistiche e territoriali. Come lenire la piaga della disoccupazione, di cui spesso i sindaci sono testimoni partecipi ma impotenti? Incrociamo le nostre conoscenze sul bisogno di lavoro e sulla domanda che c’è nel territorio. Con un approccio non assistenziale, ma certamente «sociale». Come tentare la via dei bandi europei, penso alle Smart cities (ma anche innovazione, mobilità sostenibile, turismo), per intercettare fonti di finanziamento alternative a quelle (prosciugate) di Roma? Mettiamo insieme le rispettive competenze progettuali e tecniche per giocarci le nostre chance a Bruxelles. Sono esempi parziali, ma che spero diano il senso di come interpreto quella “prossimità attiva” tra chi amministra e chi produce, in una logica “coalizionale”, non più rivendicativa. Non sarà la panacea, ma una via più diretta ed efficace al cuore dei problemi (e delle soluzioni). I comuni sono l’istituzione più prossima alla gente, più vicina ai bisogni di famiglie e imprese. Forse è proprio da qui che può ripartire un’”operazione fiducia” che restituisca credibilità alla politica, rigeneri il senso di comunità, raccordi le energie migliori per costruire valore condiviso. Ben venga, allora, l’intuizione di ripartire da quella “prossimità attiva”, da un raccordo più intenso e operativo tra chi ha la responsabilità di amministrare e chi quella di rappresentare il tessuto produttivo ed economico. Da tradurre nell’elaborazione di una “veduta lunga” sulle traiettorie di sviluppo, in proposte e azioni condivise. È un approccio che trova terreno fertile in una comunità locale che ha già sperimentato, con alterni successi, i coordinamenti fra le categorie economiche, i quattro tavoli delle Ipa (le intese programmatiche d’area), le unioni dei comuni. Da rilanciare oggi con più convinta determinazione, nella consapevolezza delle connessioni che oggi legano in unico destino tutti gli attori sociali ed economici. Senza aspettare il tornante della primavera 2014, quando più di sessanta comuni padovani andranno al voto, compreso il capoluogo. Ma avviando da subito il dialogo e il confronto con i sindaci e gli amministratori, affinché la prossima tornata elettorale non sia un ring inconcludente di slogan e bandierine ideologiche. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto

Ambiente

Firmato il Paes, l’energia è sostenibile

irmato il documento definitivo del Paes, il Piano di azione per l’energia sostenibile. Il progetto, iniziato il 9 maggio scorso e dipanatosi attraverso riunioni e laboratori, ha coinvolto in questi mesi professionisti e associazioni dei settori energetico, ambientale e residenziale. Il risultato è stato la produzione di un documento contenente le azioni da compiere per permettere al Comune di raggiungere l’obiettivo 2020-20: 20% in meno di emissioni inquinanti e 20% in

più di efficienza energetica e uso dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Entro il 15 novembre la carta sarà approvata in Consiglio comunale. Il Comune si impegnerà a ridurre i consumi delle proprie strutture, ma coinvolgerà direttamente anche i cittadini puntando al miglioramento dell’efficienza energetica del loro stile di vita quotidiano. In particolare si punta al miglioramento della resa energetica dell’abitazione, attraverso due canali: da una parte l’accordo stretto dal Comune

con sei banche del territorio, che metteranno a disposizione mutui a tasso agevolato dedicati ai miranesi che vorranno intervenire sulla loro casa, dall’altra la collaborazione con Legambiente e EnergoClub per entrare nei gruppi d’acquisto solidale e installare a prezzi agevolati pannelli solari termici e fotovoltaici. Sono in programma anche la creazione di uno sportello energetico per informare e accompagnare i cittadini in relazione a questi temi e lo studio di specifiche soluzioni per i condomini.

“Siamo orgogliosi di questo percorso – ha detto il sindaco Maria Rosa Pavanello – non era scontata questa significativa risposta, né che tutti i partecipanti ci accompagnassero nel percorso sino alla sua positiva conclusione. Quello attuale è un periodo incerto, il 2014 però dovrebbe permetterci di intervenire maggiormente anche nell’ambito della sostenibilità”. F.D.G.


Mirano 9 Sanità A causa dei riaccorpamenti delle strutture ospedaliere

Disturbi alimentari, servizio a rischio Senza Portogruaro e Mirano, chi soffre di anoressia, bulimia od obesità finirà a Verona o Parma di Filippo De Gaspari

P

otrebbe chiudere il servizio Dca, Disturbi del comportamento alimentare. L’allarme, che è prima di tutto sociale per una piaga che ha sempre maggior incidenza nella società d’oggi, in particolare tra i giovani, si alza contemporaneamente da Portogruaro, dove ha sede il Centro di riabilitazione dell’Ulss 10, riferimento per tutta la provincia oltre che per aree limitrofe, come Treviso, Padova, Udine e Belluno, ma anche da Mirano. A Scaltenigo, attraverso la onlus Fenice, si tengono regolarmente gruppi di mutuo aiuto dipendenti dal centro

Scuola

portogruarese, a cui partecipano una trentina di coppie di genitori. Tutti accomunati dallo stesso problema: affrontare un caso di disturbo alimentare in famiglia: bulimia, anoressia, obesità i più comuni. Famiglie che provengono non solo dal Miranese, ma anche da Mestre, dalla Riviera, dal padovano. Perché, a parte la sede di Portogruaro, quello di Mirano è l’unico servizio di questo tipo in provincia. Presto tutto ciò potrebbe non esserci più. Anche se negli ultimi giorni dal Veneto orientale sono arrivate rassicurazioni (ma nessuna delibera ufficiale), a paventare

il rischio di chiusura del servizio è il referente miranese di Fenice, Gianni Giardini: “Dopo una convenzione con l’Ulss 10 di Portogruaro che prevedeva anche l’ampliamento del servizio - spiega - siamo stati informati che dovranno essere tagliati 14 primari e che il Dca, classificato come Unità operativa complessa e quindi con diritto al primariato, diventerà Unità operativa semplice e inglobata nel servizio di Psichiatria, con primario unico. Tutto il personale di Psichiatria entrerà in un unico calderone di turni, servizi e reperibilità”. Ipotesi nefasta per chi si occupa di

Trovato l’autobus per i bambini

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rovato l’autobus per i bambini. Dopo le polemiche, la soluzione: insieme alle scuole ha preso il via anche la corsa supplementare di circolare scolastica denominata “10 Scolastico”. Il servizio, in collaborazione con Actv, risponde alle nuove necessità di trasporto derivanti dalla riorganizzazione dell’orario scolastico deci-

disturbi alimentari: “E’ evidente - continua - che in questo modo diventerà impossibile assumere impegni, in assenza di un unico responsabile del servizio Dca”. Dopo Portogruaro, i pazienti del Miranese sarebbero i più penalizzati. Spiega ancora Giardini: “Vista la richiesta e l’incidenza crescente dei disturbi alimentari, stavo cercando, attraverso la consulta, di sensibilizzare l’Ulss 13 ad attivare un ambulatorio per poter filtrare i pazienti e inviare i casi più gravi a

sa per la scuola “Mazzini”. Per gli alunni provenienti dalle frazioni di Zianigo e Luneo, infatti, dopo la posticipazione della conclusione delle lezioni alle ore 13.50, si era creata una situazione di disagio per il ritorno a casa. Le corse del trasporto scolastico comunale già esistenti non potevano essere modificate, perché necessarie agli alunni delle altre scuole rimaste con la tradizionale chiusura alle 13. Ed era impossibile istituire una nuova corsa per gli alunni della “Mazzini”, dati gli altissimi costi. La soluzione è stata l’istituzione

Portogruaro. Credo che tutto questo tra poco sarà inutile”. Senza Portogruaro e Mirano, chi soffre di anoressia, bulimia od obesità rischia di finire a Verona o Parma, i centri specializzati più vicini. Gli incontri di Scaltenigo, con una psicologa pagata dalla onlus, potrebbero cessare da un momento all’altro. Per questo Giardini ha interessato la Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13, il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello e l’assessore al Sociale Annamaria Tomaello.

della circolare scolastica: la corsa delle 17 della circolare urbana Actv (utilizzata solo saltuariamente) è stata convertita in una corsa esclusivamente dedicata al trasporto degli studenti, non usufruibile da altri passeggeri, cambiando anche l’orario, che prevede la partenza alle ore 13.10 dalla scuola “Da Vinci” e alle ore 13.58 dalla scuola “Mazzini”. Il servizio è dedicato agli studenti della “Da Vinci” che devono tornare a Zianigo e a Luneo e agli studenti della “Mazzini” che abitano a Luneo. F.D.G.


10 Mirano Eventi Dalla maggioranza critiche a molte manifestazioni

Grandi giostre, scoppia la polemica di Filippo de Gaspari

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ufera sulle grandi giostre. La Fiera di San Matteo è passata e ancora una volta le attrazioni più quotate dai giovani sono state le adrenaliniche grandi giostre lungo via Cavin di Sala. Qualcuno però le vorrebbe togliere o quanto meno spostare. “Troppo invasive per Mirano” è la provocazione lanciata da alcuni alla vigilia dell’appuntamento più importante di fine estate. La polemica non s’è fatta attendere ed è stata feroce. Anche perché a sollevare la questione non è stato un cittadino qualsiasi, ma una colonna portante della maggioranza di centrosinistra, la civica “Io scelgo Mirano”, rappresentata dal capogruppo Luisa Conti, dalla presidente del Consiglio Renata Cibin e dall’assessore Federico Vianello. Tutto nasce da un comunicato del loro gruppo di riferimento: “Con la sfilata dei trattori alla Festa dell’agricoltura è stato superato non solo il Guinness per numero di mezzi partecipanti, ma anche il primato per inquinamento da gas di scarico, rumori e vibrazioni. Quanto accaduto merita una riflessione sull’uso dei centri storici. Per il prossimo anno evitate di ridurre le nostre strade in una camera a gas, contraddicendo e vanificando gli indirizzi di sviluppo sostenibile che lo stesso Comune si è dato. Anche in un’altra occasione il centro storico è sottoposto a un utilizzo inadeguato: la Fiera di San Matteo, che porta in centro, e in particolare nella zona tra via Cavin di Sala e via Gramsci, strutture enormemente sproporzionate e invasive per dimensioni, rumori e vibrazioni emesse. Serve una riflessione e

La Lega Nord difende le sagre: “Rendono viva la città. No ad un centro trasformato in museo”

Una giostra

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NEWS Online

Nasce la “Piazza delle idee”

I residenti lamentano rumori e vibrazioni in via Gramsci e Cavin di Sala una discussione comune, utile a mettere in campo, per il prossimo anno, azioni di contenimento per interrompere una tendenza al continuo aumento dell’invasività delle strutture installate nell’ambito della fiera”. È il putiferio. Per Giampietro Saccon, Lega: “Il sindaco e la sua giunta ci vogliono dire quale Mirano hanno in testa? Il Summer Festival non si deve fare, la Festa dell’agricoltura disturba e giusto per eliminare ogni residua speranza di invasione del centro, sopprimiamo pure la fiera. Invece che plaudere alle centinaia di persone che rubano tempo a lavoro e famiglia, ai volontari che sacrificano le loro ferie per fare qualcosa per la città. Se qualcosa dev’essere migliorato ben venga, ma con proposte, non censure. La maggior parte dei miranesi vuole una città che viva, non un museo a cielo aperto”. Ma è la stessa maggioranza a spaccarsi: contro la proposta di toccare le grandi giostre è an-

che lo stesso Pd e l’Udc: “Ricordo a tutti che l’ampliamento della sagra in via Cavin è stato deciso proprio per aumentare l’attrazione dei giovani. Quelle giostre non si toccano, se ci sono dei problemi si guarderà il singolo caso, ma l’impianto va mantenuto” afferma la vicesindaco Annamaria Tomaello. Per Cristian Zara, assessore alle Politiche giovanili: “Festa dell’agricoltura, Summer Festival e fiera devono rimanere come sono. Si può ragionare sulla miglior collocazione, ma non tagliarle. Mirano ha spazio sia per chi vuole la piazza, che il teatro”.

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resentata ufficialmente, in un Consiglio comunale aperto, “La piazza delle idee”, il nuovo spazio di partecipazione voluto dalla giunta per permettere ai cittadini di esprimersi in merito ai temi principali che riguardano la città. Aperto anche un sito, al link www.lapiazzadelleidee.comune.mirano.ve.it e una pagina Facebook dove è possibile trovare tutte le comunicazioni fondamentali relative alla nuova iniziativa. All’iniziativa il Comune ha anche dedicato un logo appositamente creato. Nel primo anno “La piazza delle idee” sarà incentrata principalmente sul Pat, il Piano di assetto del territorio. Due le fasi di lavoro: una consultazione pubblica, già avvenuta, dei documenti del piano territoriale e dei laboratori di urbanistica partecipata suddivisi negli ambiti tematici del piano. Gli incontri dei laboratori si svolgeranno ogni 15 giorni, secondo un calendario definito con incontri tra ottobre e i primi di dicembre. Tutte le informazioni e le date sul sito dedicato e sulla pagina Facebook. F.D.G.



12 Spinea Cantieri I cittadini sono infuriati per i disagi patiti

Frazioni

“Il capitello viene nascosto”

Via della Costituzione, protesta continua I Le attività produttive coinvolte accusano nell’ultimo mese un calo del 20% negli affari di Filippo De Gaspari

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antiere per allargare via Costituzione, ma scoppia il caos. Succede giusto al rientro dalle ferie, con le prime piogge e in concomitanza con la riapertura delle scuole. A Spinea è polemica aperta: protestano i residenti, protestano i pendolari, protestano le attività produttive. Il Comune fa quel che può, Provincia e Veneto Strade provano a difendersi e predicano pazienza, disponendo monitoraggi della situazione. Ma il disagio è evidente. La paralisi scoppia nella prima metà di settembre, quando il traffico aumenta e nel tratto di camionabile tra la grande rotatoria della Fossa, i confini con Maerne scoppia il caos. Auto e camion restano imbrigliati tra i cantieri, ostaggio di semafori temporanei, bloccati in un ingorgo gigantesco che si ripete per giorni, anche di notte. A sollevare la protesta sono per primi i residenti: “Vediamo ogni giorno bisonti della strada sfiorare ciclisti e pedoni - protesta uno di loro - o imboccare a pieno carico e a tutta velocità le rotatorie di via RossignagoZigaraga e Luneo, rischiando grosso”. Poi

si aggiungono le attività produttive: “Sale e Pepe”, leader di catering e gastronomia, accusa un calo del 20% negli affari nell’ultimo mese rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Ci chiamano i clienti per dirci che non verranno, perché non hanno tempo da perdere in colonna - afferma sconsolato il titolare Marco Di Nicola - e anche i nostri camion partono e arrivano con 20 minuti o mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Le consegne rallentano, i clienti rimandano e gli affari si fermano”. La protesta cavalca anche i pericoli a cui restano esposti automobilisti e pedoni. “Problemi - spiega il Comune - dovuti in parte anche a difficoltà tecniche relative allo spostamento dei sottoservizi, tubature dell’acqua, del gas, cavi elettrici e fognature e al coordinamento con i vari soggetti titolari di tali sottoservizi”. Accadono alcuni incidenti: auto che si scontrano in rotonda con via Rossignago, un camion resta in panne in quella di via Luneo e ogni volta è il caos, con automobilisti in colonna che quasi vengono alle mani. Intervengono

Territorio Trasporti pubblici: Comuni all’attacco

“Le ferrovie vanno migliorate”

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arte da Spinea e Martellago assieme la richiesta congiunta di migliorare il trasporto ferroviario locale a servizio dei cittadini dei due comuni. Non è la prima volta che Silvano Checchin scrive direttamente in Regione per chiedere miglioramenti e riorganizzazioni del servizio del trasporto locale sui binari, che a Spinea è relativamente nuovo, dopo la realizzazione alcuni anni fa della stazione del Sistema ferroviario metropolitano di superficie al Graspo d’Uva. Questa volta, insieme alla collega di Martellago Monica Barbiero, Checchin ha inviato una nota all’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, avanzando alcune proposte per un nuovo sistema di trasporto ferroviario. I due comuni, infatti, fanno parte del con-

testo metropolitano mestrino e all’hinterland della Castellana e per questo motivo sono interessati al potenziamento delle linee Bassano-Venezia, Mestre-Trento, in particolare nella tratta Maerne-Venezia, Maerne-Castelfranco. Analizzando le modifiche proposte dalla Regione agli attuali percorsi ed orari, i due sindaci avanzano alcune proposte pur apprezzando il lavoro svolto dalla Regione Veneto e dalle Ferrovie dello Stato. Checchin e Barbiero, dopo aver ascoltato le richieste pervenute direttamente dai cittadini, hanno individuato le principali criticità nell’eliminazione di alcuni collegamenti diretti a Venezia e Trento-Bassano. Quindi, le due amministrazioni chiedono che “Il treno regionale veloce Venezia-Bassano, diG.Pip. nuova

anche la Provincia (proprietaria della strada) e Veneto Strade (responsabile del cantiere): “Dove c’è il senso unico alternato - si legge nella loro relazione - è stato predisposto anche un percorso separato per pedoni e bici a mano. Purtroppo i ciclisti spesso non scendono dalla bicicletta, preferendo mescolarsi al traffico. Gli accessi alle aziende? Sono tutti consentiti e in sicurezza. È stato rilevato il frequente mancato rispetto dei limiti di velocità previsti in area di cantiere, per il

Chiesto, la deviazione dei 13 treni regionali veloci Venezia-Conegliano sulla ex linea dei Bivi istituzione, fermi alla stazione di Maerne nelle due direzioni”. “Le due amministrazioni - si legge nel documento - ritengono che l’incremento del servizio offerto, non compensi la domanda della clientela che se da una parte potrà contare su più servizi dall’altra si vedrà costretta a spostarsi di più da un treno all’altro, e a sottoporsi ad attese, anche lunghe delle coincidenze, con l’incognita di un aggravamento della situazione che si avrebbe in caso non fosse rispettato l’orario”. Inoltre si chiede la “deviazione dei 13 treni regionali veloci Venezia-Conegliano sulla ex linea dei Bivi con fermata a Spinea. Ciò comporterebbe un aumento di percorrenza di circa 6 minuti ma offrirebbe un importante servizio all’area del Miranese”. I sindaci auspicano infine un ulteriore miglioramento del sistema ferroviario che è strumento fondamentale sia per consentire lo smaltimento del traffico automobilistico che per fornire ai cittadini un mezzo di spostamento comodo, efficiente e soprattutto ecosostenibile. A Spinea l’Sfmr non è ancora pienamente a regime, tale da consentire un adeguato trasferimento della mobilità su gomma e ridurre così il traffico pendolare sulle principali direttrici che attraversano la città. F.D.G.

quale è stato richiesto più volte il controllo della polizia locale a garanzia non solo degli utenti della strada ma anche degli addetti ai lavori”. Anche per quanto riguarda il traffico, secondo la Provincia, è tutto regolare: “I semafori presenti sono ben distanziati e non si influenzano reciprocamente. I tempi di attesa sono di circa un minuto al semaforo della rotatoria La Fossa, e un minuto e mezzo circa al successivo”.

l capitello della Vergine inghiottito dai “panettoni”. Polemica a Crea, dove i residenti protestano per l’edicola religiosa, messa in sicurezza con l’installazione di paracarri in cemento. Molte le lamentele subito raccolte dal consigliere Claudio Tessari, che si è fatto portavoce del disagio dei devoti. Il capitello, che sorge all’incrocio tra via Crea e via Rossini è stato praticamente transennato dai “panettoni” in calcestruzzo con tanto di segnali stradali. “Va bene la sicurezza - protestano gli abitanti - ma alcuni interventi vanno fatti con gusto e testa. Assomigliano più a un arredo da tangenziale che a un intervento di mitigazione in ambito urbano”. “Ho avuto rassicurazioni dall’ingegnere della viabilità del Comune afferma Tessari - e chiederà ad Anas di togliere i “panettoni” e prevedere un arredo adeguato a rispettare il luogo nel quale da anni si rinnova la venerazione verso la Vergine. Credo che anche i paletti di protezione messi lungo via Crea potessero essere scelti con un criterio di maggior decoro urbano”. “Sono stati i cittadini stessi a chiedere di proteggere il capitello - replica l’assessore alla Viabilità Gianpier Chinellato - soprattutto dopo che aveva subito danni da un mezzo pesante. I “panettoni” sono i più idonei tecnicamente a proteggere il manufatto: paletti, staccionate o fioriere non danno la stessa sicurezza, questo non vuol dire che non si possano distribuire in modo più armonioso dal punto di vista dell’impatto F.D.G. visivo”.

URBANISTICA Nuova Piazza Marconi

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resentato al pubblico il progetto vincitore del concorso di idee per la riqualificazione urbanistica di Piazza Marconi. L’occasione per svelare i modelli della nuova piazza, secondo quanto concepito dai professionisti vincitori del concorso, è stata un Consiglio comunale aperto a cui hanno partecipato cittadini interessati a discutere il nuovo assetto urbanistico di uno dei luoghi chiave della città. Gli architetti hanno spiegato in modo semplice e chiaro la loro idea progettuale avviando un dialogo aperto con tutta la cittadinanza. E’ l’obiettivo principale della giunta Checchin che ha voluto questo concorso di idee, e che non è vincolata però in nessun caso a seguire il progetto nei suoi piani futuri. Progetto che però, stando alle prime apparizioni pubbliche, sembra piacere. Il dibattito è stato trasmesso in streaming e via Twitter e soprattutto i progettisti hanno voluto renderlo accessibile a tutti attraverso un sito dove lasciare commenti e proposte. Collegandosi a http://piazzaspinea.wix. com/nuovapiazzaspinea sarà possibile per tutti i cittadini approfondire ogni singolo aspetto del progetto che parteciperà anche al premio RI.u.so. (Rigenerazione urbana sostenibile), all’interno di Saie 2013, un’importante manifestazione dedicata al mondo dell’architettura e della progettazione urbana che si svolgerà a Bologna il 16 ottobre. “Con questa presentazione ai cittadini – spiega l’assessore all’Urbanistica Riccardo Da Lio – intendiamo intensificare la discussione intorno al futuro urbanistico

della nostra città. Attivare questo dialogo attraverso incontri diretti e mediante le nuove piattaforme informatiche, permetterà davvero a tutti di partecipare e di esprimere un punto di vista costruttivo e plurale”. Ecco le linee fondamentali immaginate per Spinea dal gruppo vincitore: pavimentazione con grandi masegni composti da un impasto di graniglia di marmo e cemento gettati in opera. Verde, arredo urbano e illuminazione con linee di led lungo le fughe dei masegni e steli, sempre a led. I nuovi edifici che verranno realizzati avranno la loro autonomia energetica e risponderanno alle normative di eco sostenibilità. Il modello è quello dell’antica piazza veneta, ma ovviamente proiettata nel futuro. Spiegano i progettisti: “Il progetto ha nelle sue finalità una nuova visione unitaria e attuale del centro urbano di Spinea, che deve tenere presenti le richieste contemporanee del cittadino che si vuole riconoscere nel luogo trasformato nel tempo. C’è la necessità di adeguamento degli spazi urbani in una parte della città che conserva ancora alcune F.D.G. tracce storiche”.


pagina a cura di Barbara Da Pieve

www.comune.spinea.ve.it - Posta Certificata: protocollo.comune.spinea.ve@pecveneto.it

informazione pubblicitaria

GIOVANNI BATTISTA ZAMPIRONI FARMACISTA A VENEZIA, INDUSTRIALE A MESTRE Dal 10 al 23 ottobre 2013 sarà possibile visitare la mostra dedicata ad uno straordinario pioniere dell’industria, Giovanni Battista Zampironi, inventore dell’omonimo insettifugo. Farmacista a Venezia, industriale a Mestre, questo innovativo imprenditore morì a Spinea nel 1906 nella attuale villa Benfanti Spinato a Orgnano. L’inaugurazione è fissata per il 10 ottobre prossimo alle ore 18 presso l’ex Mobilificio Corò in via Alfieri. Interverranno il Sindaco Silvano Checchin, l’Assessora alla Cultura Loredana Mainardi e gli autori Alessandrini, Barizza, Orlandini, Scalici, Stevanato. La mostra comprende trentacinque pannelli che riproducono immagini della fabbrica di Zampironi a Carpenedo, oltre a fotografie di documenti d’archivio del Comune di Venezia, dell’archivio di Stato, Due confezioni originali anni ‘20 - ‘30 della Camera di commercio, del Comune di Spinea e di archivi privati. Attraverso questa e del suo hinterland. suo business ha puntato tutto sull’innovazioampia documentazione storica e fotografica, Zampironi è una figura di imprenditore che ha ne e sulla ricerca, creando dal nulla quello è possibile ripercorrere l’evoluzione di Mestre molto da dire all’economia contemporanea. Il che oggi chiameremmo un “nuovo mercato”.

NASCE “SPORTELLO ENERGIA”, UNO STRUMENTO PER CITTADINI CONSAPEVOLI Lo scorso anno con Delibera del Consiglio Comunale il Comune di Spinea si è dotato del PAES il Piano di azione dell’energia sostenibile. “Si tratta di uno strumento – spiega l’Assessora all’Ambiente Stefania Busatta – che permette di avere una mappa operativa per consolidare una politica ambientale ad ampio spettro che coniuga Ambiente, Viabilità, Lavori Pubblici, Urbanistica, Pubblica Istruzione, in una visione integrata e di medio-lungo periodo, perché pianificare gli interventi ambientali significa proteggere il nostro futuro”. Ecco i principali elementi del Piano: 1. intervento pubblico negli edifici scolastici per migliorare le performance energetiche (interventi di coibentazione delle coperture ed installazione valvole termostatiche nelle scuole) con un investimento di oltre 500.000 euro fino al 2018 2. acquisto di energia verde, progetti di forestazione di aree pubbliche; 3. informazione al cittadino sull’utilizzo delle energie rinnovabili e sulle opportunità di ottenere agevolazioni e contributi per la riqualificazione energetica del proprio immobile (pompe di calore, valvole termostatiche, pannelli fotovoltaici, solare termico, etc); 4. interventi per favorire la mobilità dolce con finanziamenti propri e derivanti da Unione Europea, da Stato e da Regione secondo le possibilità via via individuate. La prevista realizzazione di piste ciclabili sarà garantita mediante gli interventi da realizzare attraverso opere di urbanizzazione nell’ambito dei piani norma previsti. Anche la costruzione della Tangenziale nord nell’ambito del completamento delle opere complementari alla realizzazione del passante autostradale, sarà funzionale alla diminuzione di traffico e inquinanti; 5. interventi sulla pubblica illuminazione per migliorare le performance;

Il 1862 quando inizia la sua storia imprenditoriale del marchio è un anno nerissimo per l’economia ma Zampironi non desiste ed anzi coglie l’importanza di partecipare alle fiere internazionali spingendosi fino a Melbourne. Egli sviluppa una grande attenzione per quello che oggi chiamiamo marketing e packaging. Con il pericolo della malaria costantemente presente nell’Italia di fine ‘800, questo illuminato farmacista ha contribuito a migliorare le condizioni di vita di tanti italiani e ancora oggi, a più di centocinquanta anni di distanza dalla prima commercializzazione, il suo prodotto è sempre sugli scaffali. L’assessorato alla Cultura insieme alle scuole ha organizzato anche un’ampia programmazione didattica per favorire nei ragazzi la conoscenza di questa straordinaria figura di imprenditore locale. La mostra è aperta presso ex mobilificio Corò, in via Alfieri, tutti i giorni, ore 1019, chiuso il mercoledì. Ingresso libero.

PROGETTI VINCITORI DEL CONCORSO DI IDEE SU PIAZZA MARCONI

In foto: L’Assessore all’Urbanistica Riccardo da Lio, con gli Architetti Roberto Costantini, Mara Paitowschi e Francesco Zalunardo

L’Assessora all’Ambiente Stefania Busatta presenta il PAES con il Sindaco, l’Assessore Provinciale Paolo Dalla Vecchia e Rosa Ticozzi del WWF

6. progetti con le scuole per la sensibilizzazione sulle tematiche del risparmio energetico Come previsto nel PAES tra poche settimane prenderà il via lo sportello energia. Si tratta di un servizio nuovo dove i cittadini potranno trovare tutte le informazioni sull’utilizzo delle energie rinnovabili e sulle opportunità di ottenere agevolazioni e contributi per la riqualificazione energetica del proprio immobile. Presso lo sportello, personale altamente qualificato, in modo semplice e chiaro, spiegherà come scegliere i pannelli solari, le lampadine a basso consumo, le valvole termostatiche. Saranno illustrate le scelte edilizie per ottenere la migliore coibentazione e come ottenere i vantaggi fiscali previsti dalla legge. Il cittadino avrà modo di avere subito risposta ai quesiti ed un giusto orientamento che gli permetterà di scegliere i materiali e le opzioni più adatte al suo caso specifico. Si tratta di una consulenza personalizzata, totalmente gratuita e priva di qualsiasi finalità commerciale. Vivere verde si può, risparmiare sulle bollette energetiche anche. Lo Sportello Energia vuole essere un alleato del cittadino consapevole, perché proteggere l’ambiente significa proteggere il nostro futuro. Tutti i dettagli nei prossimi giorni. Info 041-5071391 www.spinea.gov.it

Dopo avere premiato i primi tre classificati lo scorso 20 giugno, a settembre l’Assessorato all’Urbanistica ha promosso due incontri pubblici per approfondire con i cittadini i progetti che meglio si sono classificati al Concorso di idee per la riqualificazione di P.zza Marconi. Il 23 settembre, è stato presentato al pubblico il progetto vincitore del Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica di Piazza Marconi. L’Architetto Costantini, insieme agli Architetti Zalunardo e Paitowschi, ha illustrato il progetto inteso come dialogo tra nuovo e tradizione per una soluzione urbanistica giocata con equilibrio progettuale tra blocchi edilizi e viabilità dolce. Le molte domande rivolte dai Cittadini sono state l’occasione per capire e discutere il futuro di uno dei luoghi chiave della nostra città. L’evento è stato trasmesso anche via Twitter e sarà possibile per tutti i cittadini esprimere il loro punto di vista, collegandosi alla pagina http://piazzaspinea.wix. com/nuovapiazzaspinea. Sul canale Youtube del Comune di Spinea puoi vedere l’intervista agli architetti Costantini e Zalunardo: http://www.youtube.com/watch?v=4yJs1QCwkGU


14 Spinea Centro Urbano Tante proteste contro l’intervento in via Roma

La ciclabile delle polemiche L’opera che ha visto il posizionamento di un guard rail sulla carregiata costerà 400 mila euro di Filippo De Gaspari

L

a campagna elettorale parte in anticipo a Spinea, chiamata alle urne la prossima primavera per eleggere il nuovo sindaco, e si aggrappa ai lavori in città: nel mirino delle minoranze lavori pubblici e manutenzioni, dopo il varo della nuova pista ciclabile di via Roma, battezzata non proprio nel migliore dei modi da due bus Actv che ci sono finiti contro senza troppi complimenti, piegando i nuovi luccicanti parapetti in metallo. E’ stata la scintilla che ha generato un incendio che da tempo covava sotto la brace del malcontento. Contro la nuova pista ciclabile si sono scagliate non solo l’opposizione di centrodestra, ma anche commercianti e motociclisti. “Sta avendo molte critiche dai cittadini e in particolare tra i commercianti, già in difficoltà da quando sono stati levati i parcheggi a nord di via Roma, creando una ciclabile mai utilizzata – ha denunciato il coordinatore del movimento Pdl Spinea Azzurra Ernesto De Bei – a nulla sono valse le loro osservazioni al Comune, si stanno spendendo più di 400 mila euro per un’opera inutile, quando altre

potevano avere la priorità”. Contro anche i centauri: “Sono decenni che ci battiamo per far sparire i guard-rail in metallo dalle strade, causa di amputazioni e lesioni mortali capitate a chi non è protetto da una carrozzeria e ora ci troviamo una pista ciclabile del genere in pieno centro abitato” afferma uno di loro. Ma sono molte anche le voci favorevoli alla nuova pista. Una su tutte arriva dalla Fiab: “Tutte le volte che si fanno cambiamenti per migliorare la vita di tutti c’è sempre qualcuno che è contrario – protesta Mario Burlando, di Fiab Spinea Amica Bici – capiamo benissimo che fare una ciclabile vuol dire creare disagio agli automobilisti ma non è possibile lasciare i più deboli senza alcuna protezione. Se l’autobus, invece del cordolo di protezione della pista ciclabile, avesse incrociato un ciclista, cosa sarebbe successo? La pista ciclabile è solo un piccolo pezzo del percorso di via Roma e non soddisfa certo le esigenze di ciclabilità della città. L’intervento è parziale e auspichiamo che venga completato a cominciare dal

Via Roma a Spinea percorso da e verso la stazione ferroviaria. Spinea dovrebbe essere una città a misura di bicicletta, spostarsi a piedi o in bici da un punto all’altro della nostra città sarebbe facile, date le limitate distanze tra un quartiere e l’altro, ma chi in passato ha sviluppato e approfittato della cementificazione del territorio, non ha lasciato nessuna alternativa”. Replica anche il Pd: “Chi critica o ritiene che la strada fosse più sicura quando la pista ciclabile non era munita di barriere o c’erano

i parcheggi, ritiene che le questioni della sicurezza stradale non abbiano importanza e non debbano riguardare la via principale di Spinea – affermano Paolo Barbiero, Luca D’Atri e Mauro Zorzetto Penzo –. Respingiamo al mittente ogni polemica sui costi delle opere, soprattutto se a farla è chi ha realizzato una fontana e una pavimentazione in porfido, la cui manutenzione continua è un costante salasso per le casse comunali”.

Culto

Don Paolo, nuovo cappellano

E’

arrivato nelle scorse settimane a Spinea, in parrocchia dei santi Vito e Modesto, il nuovo cappellano e neo sacerdote don Paolo Slompo, 34 anni, in sostituzione di don Enrico Cavallin e don Mario Da Ros, che a metà settembre hanno salutato la comunità tra emozioni e ricordi, soprattutto da parte dei giovani. Don Paolo Slompo è originario della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Mogliano Veneto. E’ laureato in Scienze Forestali e Ambientali ed ha lavorato come operatore naturalista per circa un anno e mezzo prima di entrare in seminario a Treviso. Per il saluto ai due cappellani chiesa gremita durante una cerimonia a cui ha preso parte anche il missionario don Antonio Miele, originario di Spinea. Don Mario Da Ros ha già preso servizio nella vicina Salzano, dove è stato calorosamente accolto come nuovo cappellano. Rimane inoltre assistente di zona degli scout e insegnante di religione agli istituti superiori di Mirano. A don Paolo invece gli auguri di una buona permanenza da parte di tutto il paese, a cominciare dal parroco don Antonio Genovese e dal parroco di Santa Bertilla, don Marcello Miele. F.D.G.

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Scuola incendiata Volontari Al lavoro

04/10/13 15:10

traordinario slancio di solidarietà dei volontari a Spinea, dopo che i vandali hanno devastato, incendiandola, la scuola Andrea Mantegna, rendendola inagibile per quasi due settimane. Dopo lo choc per l’atto vandalico, in città ci si è subito rimboccati le maniche: già la mattina dopo l’incendio i genitori erano sul posto per pulire e iniziare il riordino dei locali anneriti dal fumo. Mamme e papà non si sono fatti pregare, qualcuno ha addirittura rinunciato o ritardato l’ingresso al lavoro, prendendosi ore di permesso per lavorare al ripristino della scuola del figlio. Ne è nata una solidarietà a catena quasi commovente, che non è passata inosservata né al sindaco Silvano Checchin e né all’assessore alla Pubblica istruzione Loredana Mainardi, tra i primi a ringraziare i volontari. Tutte le associazioni e la parrocchia hanno lavorato per assicurare il pieno appoggio a Comune e scuola. Nei giorni successivi sono entrati in gioco anche i volontari di “Mi prendo cura della mia città”: le squadre di cittadini ingaggiati dai comuni per le piccole manutenzioni a parchi e aiuole si sono dedicati per qualche giorno alla Mantegna in un tour de force incredibile, per far tornare al più presto gli alunni tra i banchi. Un supporto in più per la ditta incaricata dei lavori e che ha consentito di riportare agibile la scuola già nel giro di una settimana, nonostante alcuni giorni in più richiesti per i permessi. Complessivamente in una settantina i volontari che hanno donato tempo e lavoro per rimettere a posto il plesso scolastico, mentre prosegue il lavoro incessante dei carabinieri per arrivare

a dare un nome e un volto ai responsabili dell’atto vandalico. Alla scuola Mantegna ammonterebbero a circa cento mila euro i danni dei teppisti. Per una settimana gli scolari sono stati dirottati in altre sale messe a disposizione, senza perdere così un solo giorno di scuola. In Checchin intanto si fondono rabbia e sentimenti di gratitudine per la straordinaria opera dei volontari. “Sappiamo che quest’area è martoriata – spiega il sindaco parlando del quartiere della Mantegna – e abbiamo allertato le forze dell’ordine, installato la videosorveglianza e messo in campo tutto quello che avevamo: vedremo cos’altro si potrà fare. La mia amarezza è grande soprattutto pensando a tutti gli sforzi fatti per assicurare decoro alle scuole. Mi conforta, però, vedere l’affetto dei genitori per la Mantegna. In tanti hanno chiesto di collaborare dando una testimonianza spontanea e semplice di senso civico e altruismo. A partire da questi valori e da questi gesti possiamo davvero dare una risposta alla stupidità di chi sceglie di colpire i bambini, con atti che vanno contro un bene comune come la scuola”. F.D.G.


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16 Santa Maria di Sala Società L’ente locale aderisce all’iniziativa del comune di Torino

Biblioteca

“365 giorni no“ contro la violenza

In Villa Farsetti

Corsi base di informatica p3@

La campagna contro il femminicidio è stata varata dal consiglio comunale di Roberta Pasqualetto

L

a violenza contro le donne ha assunto proporzioni così allarmanti da richiedere di essere posta tra le priorità delle agende politiche dei Comuni. Con delibera di Giunta Comunale, Santa Maria di Sala ha aderito all’iniziativa promossa dalla Città di Torino e sostenuta dall’Anci denominata “365 giorni NO” alla violenza contro le donne. La campagna è rivolta in modo particolare agli uomini e intende partire dalle istituzioni, coinvolgendo in prima persona sindaci e sindache, invitandoli a diventare testimonial e a chiedere ai concittadini di divenire a loro volta testimonial, con una presa di posizione chiara e forte contro ogni forma di violenza contro le donne, ogni giorno dell’anno. Con questa adesione il Comune di Santa Maria di Sala si impegna a promuovere, anche in collaborazione con altri enti ed istituzioni e con la società civile, azioni ed iniziative atte a prevenire ogni forma di violenza contro le donne e a rimuovere le cause che possono portare ad agire e a subire violenza. E poi realizzare dei progetti volti alla diffusione di una cultura dei diritti fondamentali e della non discriminazione di genere, anche organizzando corsi di informazione e sensibilizzazione sul tema e sostenere associazioni ed organismi impegnati a prevenire e contrastare violenza contro le donne. L’ultima domenica di settembre, in Villa Farsetti, il Comune ha organizzano un evento di sensibilizzazione a sostegno del movimento “noino.org - uomini contro la violenza sulle donne”, una campagna di sensibilizzazione iniziata in Emilia Romagna più di un anno fa. L’Istat rivela dei dati agghiaccianti per quanto riguarda

I

Il municipio di Santa Maria di Sala l’Italia: una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella sua vita ha subito l’aggressività di un uomo. In media, all’anno, vengono uccise un centinaio di donne dai mariti, dai fidanzati o dagli ex. Sempre all’interno dell’ ambito delle Pari Opportunità e in occasione della festa dei quarant’anni delle Biblioteca comunale, è stata dedicata una sezione della Biblioteca comunale, Filippo Farsetti, alla signora Miriam Pasuto. La signora Pasuto, cittadina salese, è scomparsa prematuramente il 22 ottobre 2012, è stata la prima presidentessa della Commissione Pari Opportunità di Santa Maria di Sala. In questa sezione bibliotecaria si troveranno saggi, documenti, materiali audiovisivi, atti di convegni. Il materiale sarà raccolto dalla consulta e sarà integrato periodicamente, partecipando agli incontri sulle pari opportunità, affinché la stessa sia arricchita di anno in anno.

l 18 ottobre inizieranno i corsi base d’informatica p3@ nella biblioteca comunale. I temi trattati saranno otto: uno per settimana con un massimo di otto iscritti a corso. Il tema del primo corso di ottobre è l’introduzione del pc, dalle 17 alle 18,30. Venerdì 18 e sabato 19: introduzione al pc, il funzionamento, le parti principali e funzioni; venerdì 25 sabato 26: sistema operativo, gestione files, cartelle; venerdì 1 e sabato 2 novembre: internet e navigazione web; venerdì 8 e sabato 9: i programmi di scrittura; venerdì 15 e sabato 16: il mio account email; venerdì 20 e sabato 21: i social network; venerdì 27 e sabato 28: i programmi che non devono mancare mai. Le iscrizioni si effettuano in biblioteca dando il proprio nome, cognome e numero di telefono; i corsi sono gratuiti. “Progetti ne abbiamo davvero tanti per i nostri cittadini – dice il consigliere comunale Luca Morosin – durante l’estate abbiamo testato un nuovo possibile servizio rivolto sia ai giovani sia a tutti gli altri fruitori della biblioteca. Abbiamo utilizzato i gazebi comunali, le tavole e le sedie e allestito uno spazi o studio al di fuori della biblioteca, all’aria aperta, trovando il posto più presentabile ed arieggiato. L’idea è piaciuta a molti ragazzi che hanno preferito studiare e fare i compiti all’aperto. L’iniziativa è a dir poco banale, se ci riflettiamo un attimo, ancora più strano è che nessuno ci avesse mai pensato”. R.P.

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Santa Maria di Sala 17 Lavori pubblici Al via interventi nelle frazioni e capoluogo

I cantieri resteranno aperti per mesi di Roberta Pasqualetto

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el comune di Santa Maria di Sala e nelle frazioni stanno chiudendo alcuni cantieri di lavori ordinari e straordinari che saranno seguiti da altri per i prossimi mesi. Nella frazione di Caltana sono in corso dei lavori di manutenzioni dei marciapiedi in porfido nel centro del paese. Questo lavoro era necessario perché la superficie cominciava ad essere irregolare e pericolosa per i pedoni. Sono stati rifatti i paracarri bianchi nei pressi dell’incrocio tra Via Marinoni e Via Caltana danneggiati da incidenti automobilistici, inoltre è stato cambiato e sistemato parte dell’arredo urbano e gli archetti parapedonali rovinati dagli incidenti. “La manutenzione dei marciapiedi in porfido proseguiranno fino al centro abitato di Caselle e nella piazza Gabriele d’Annunzio di Veternigo – dice l’assessore ai lavori pubblici Fabio Semenzato –, terminata questa trance di lavori ne abbiamo già un’altra di pronta”. I marciapiedi in porfido delle frazioni di Caselle saranno sistemati nel corso del mese di ottobre. Nei prossimi mesi è già in programma il rifacimento della segnaletica stradale orizzontale e una revisione della segnaletica verticale: soprattutto nei punti più critici e sensibili del territorio comunale. Tra i lavori imminenti c’è la sistemazione del monumento dedicato ai carabinieri in piazza Salvo d’Acquisto di Caltana. Questo monumento fu inaugurato il 28 settembre 2003 e collocato in un’area recintata verde. L’intervento consisterà nella rimozione del verde sostituito con un ciottolato, inoltre il monumento sarà alzato rispetto il livello attuale per avere maggiore visibilità. Questi lavori saranno ultimati per la festa del 4 novembre e permetteranno alla zona di rimanere sempre pulita. I lavori di sistemazione dei cimiteri, in tutte le frazioni, con la pulizia sistematica, la manutenzione del verde e dei percorsi pedonali è opera dell’associazione Labs. Oltre a tutte le aree comunali e delle frazioni si è sistemata l’area del compendio di Villa Farsetti. “Sicuramente in questo periodo stiamo facendo i conti con delle ristrettezze economiche, ma non per questo abbiamo fermato l’attività di programmazione che c’eravamo prefissi in campagna elettorale – conclude Semenzato – il nostro primo obiettivo è di risolvere i problemi legati all’edilizia scolastica, in primis l’ampliamento della scuola media con un impegno di spesa significativo, a tal proposito i lavori per il completamento del piano terra, dove sono previste cinque nuove aule e servizi igienici sono a un buon punto. Un nuovo importante obiettivo che ci vedrà impegnati il prossimo anno e l’ampliamento della scuola elementare nella frazione di Sant’Angelo per creare dei nuovi spazi al piano terra da adibire a scuola materna con un impegno di spesa significativo per

E’ in programma, il rifacimento completo della segnaletica orizzontale e verticale

La scuola media di Santa Maria di Sala viene ampliata

l’amministrazione comunale”. Il cantiere della materna di Sant’Angelo è obbligatorio per una normativa dell’Ulss che non permette più la promiscuità delle sale scolastiche e che devono essere destinate a uso esclusivo di mensa e non per altre attività didattiche.

NEWS Veternigo

Mostra di documenti sacri

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a parrocchia di Veternigo ha ospitato la mostra di oggetti sacri, documenti e fotografie organizzata per far conoscere parte della storia del paese. Gli ideatori della mostra sono stati Gino Carlucci e Paolo Pandrin che hanno messo a disposizione il materiale fotografico per esporlo al pubblico. All’inaugurazione ha partecipato il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin. L’esposizione è stata apprezzata dai cittadini che l’hanno visitata numerosi, per questa ragione si sta pensando di renderla permanente all’interno degli spazi della chiesa. La documentazione più specifica di questa parrocchia inizia nel Cinquecento con il Parroco Cavazzoni don Bartolomeo che terminò il suo mandato nel 1585, più lacunose le notizie dei parroci e cappellani antecedenti. Veternigo era un vecchio pagus, come si evince dal toponimo: cioè Veter vicus (vecchio paese) o da “Vetrinus (stalla) o da Vetrinius” (legionario romano). Una nota di archivio dice che: “La consistenza complessiva dell’archivio, fino alla data del 1962, è di 60 unità. Lo stato di conservazione della documentazione è in generale sufficiente, tranne alcuni casi nei quali è stata rilevata la presenza di tracce di umidità e di rosicchiature di piccoli roditori”. I faldoni privi di legacci e sformati sono stati sostituiti da nuovi; dal 1963 a oggi la consistenza complessiva è di 90 unità. R.P.


18 Cultura Spettacoli Anticipate le novità al Cinema Teatro e al Belvedere

Mirano, teatro per tutti i gusti Quest’anno si punta a dare più spazio agli artisti emergenti ma anche a quelli locali. La stagione di prosa avrà 7 appuntamenti di Alessandro Ragazzo

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sacrificando il grande nome, che comunque a Mirano potrebbe arrivare com’è sempre stato. Per conoscere l’intero cartellone, si dovrà aspettare ancora un po’ ma l’idea è di mettere in scena delle iniziative che possano andare bene per tutti, per soddisfare giovani e adulti. Confermata la stagione di prosa, alla sera, con sette spettacoli. E poi spazio a “Teatri del tempo presente”, con il progetto interregionale di promozione dello spettacolo dal vico a cura del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo delle regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e, appunto, il Veneto. Questa rassegna avrà tre spettacoli di prosa che hanno partecipato all’edizione 2013 del Premio Off/Teatro Stabile del Veneto. Le rappresentazioni saranno alla sera e messe in scena al Teatro Belvedere. Per “Teatro scuola” saranno proposti cinque titoli, tre dedicati ai piccoli dell’asilo e della scuola elementare e due alle medie e alle superiori. Gli spettacoli andranno in scena al mattino al Cinema Teatro

ovità per la stagione teatrale di Mirano 2013-2014. La giunta di Maria Rosa Pavanello ha approvato un atto di indirizzo che fissa per i prossimi mesi un cartellone diviso in quattro parti: oltre alla normale rassegna, spazio al tempo presente, alle scuole e alle famiglie. “Nell’ottica di garantire una più ampia fruibilità del Cinema Teatro di Mirano e del Teatro Belvedere da parte di cittadini di tutte le fasce d’età – si legge nella delibera – oltre che per le attività istituzionali dell’Ente e per la promozione, organizzazione e realizzazione della Stagione Teatrale 2013/14, che, anche quest’anno, si articolerà in sette spettacoli di prosa messi in scena in orario serale”. L’anno scorso, la stagione è costata attorno ai 60 mila euro, cifra che comprende non solo gli spettacoli, ma anche il personale, mentre quest’anno l’investimento sarà di poco superiore, anche se la proposta sarà più ampia. Ma dagli ambienti del municipio per il 2013/14 si vorrebbe dare più spazio agli artisti emergenti e anche a quelli locali, non

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di Mirano. Per “Teatro famiglie”, invece, in agenda ci saranno quattro spettacoli di prosa che saranno proposti la domenica pomeriggio, così come avviene anche in altri Comuni che hanno deciso di sposare questa scelta. Per le prestazioni artistiche, il Comune continuerà ad appoggiarsi alla cooperativa teatrale “La Piccionaia - I Carrara - Teatro Stabile di Innovazione”. In particolare, sarà richiesto il coordinamento amministrativo delle rasse-

gne, la fornitura dei servizi tecnici di sala in occasione delle attività istituzionali dell’ente e della messa in scena degli spettacoli teatrali, l’ideazione, la programmazione e la realizzazione delle rassegne “Teatro scuola” e “Teatro famiglie”. Ad Arteven si chiederà di promuovere le rassegne, oltre a ideare, programmare e realizzare la “Stagione teatrale 2013-2014” e la rassegna “Teatri del tempo presente”.

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Dal 2012-13: 283 spettatori a serata

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na media di 283 spettatori per serata. Sono questi i dati che arrivano da Mirano per la stagione teatrale dello scorso anno, ovvero la 2012-2013. In totale, in 1984 hanno varcato gli ingressi della struttura di via della Vittoria, alle porte del centro. La palma della migliore è andata ad Angela Finocchiaro, che ha registrato il tutto esaurito con “Open day”, lo spettacolo di Walter Fontana per la regia di Ruggero Cara. Dal teatro fanno sapere che un buon successo è stato riscosso anche da “La febbre” di Giulio Casale che, di fatto, ha lasciato solo qualche posto vuoto in sala. In generale, però, si è andati un po’ peggio rispetto all’anno precedente. Nel 2011-2012, complice gli arrivi di Antonio Albanese, Natalino Balasso e Giuseppe Battiston, gli abbonamenti erano stati 270, con una media di 350 spettatori. Lo scorso anno, invece, le tessere staccate sono state 181, di cui 105 ridotti, che hanno portato un incasso totale di 26 mila euro. Il teatro comprende uno spazio da oltre 400 posti, utilizzabile anche come cinema con due sale da cento posti ciascuna, indipendenti e collegabili tra loro tramite il sistema multimediale A.R. previsto dai rispettivi impianti.

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VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Laguna Sono arrivati in commissione provinciale i dati dei transiti

Grandi Navi, scontro Porto-Ministero Nel 2013 sono transitate tra San Marco e l’isola Giudecca 623 navi da crociera che hanno portato 1,8 milioni di passeggeri di Alessandro Abbadir

G

randi Navi, a settembre c’è stato un mese di passione. Sulla questione del transito delle mega navi passeggeri nel bacino di San Marco, che rischiano di provocare un disastro in casi di incidente, hanno preso posizione contraria in tanti, vip compresi come Adriano Celentano che hanno comprato una pagina su uno dei più importanti quotidiani nazionali per protestare. Ma sono stati tanti i manifestanti che per fermare il passaggio delle navi, si sono buttati in acqua nel Canale del Giudecca. Proprio nel giorno in cui ne passavano di più. Lo scontro ora però si è fatto anche istituzionale. Da un lato il ministro Andrea Orlando che forte del decreto Clini Passera chiede lo spostamento immediato delle grandi navi a Marghera e l’istituzione di un numero chiuso, dall’altro il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa che si oppone. Ma partiamo dai numeri. Numeri emersi da una relazione dell’Autorità Portuale in una commissione provinciale ad hoc fatta nelle scorse settimane. Nel 2013 sono transitate tra San Marco e l’isola Giu-

decca 623 navi da crociera che hanno portato 1,8 milioni di passeggeri così suddivise: 110 navi fluviali, 96 di transito, 417 navi da home port. Le navi al di sotto delle 40 mila tonnellate trasportano solo il 10% dei passeggeri a fronte delle navi superiori alle 130 mila tonnellate, Se nel 2011 qui viaggiavano 150 mila passeggeri, quest’anno sono cresciuti a 402 mila. Costa è stato chiarissimo nel bocciare l’approdo delle navi passeggeri a Marghera. “Marghera – ha detto - non è praticabile perché saremmo costretti a tagliare del 33% i traffici commerciali, perché il bacino di evoluzione è troppo stretto, perché il cavoterra elettrico sopra il canale impedisce il passaggio di navi più alte di 59 metri, perché la legge vieta alle navi passeggeri di passare vicino a raffinerie e industrie”. Il consigliere Dal Cin ha commentato “Stiamo valutando le diverse prospettive sul tema “Grandi navi” sia dal punto di vista turistico sia lavorativo. Non si può perdere un’eccellenza come la Marittima, realtà invidiataci in tutta Europa con circa 5 mila perso-

ne occupate, soprattutto in questo particolare momento”. Il consigliere Pietro Bortoluzzi ha dichiarato: “Ho apprezzato la relazione del presidente Costa. Ho voluto sottolineare che sulla Marittima c’è una scelta politica presa nel recente passato, quando sindaco di Venezia era Paolo Costa. Il vero problema è mantenere un’economia fiorente, oppure si vuole rinunciare al comparto crocieristico che potrebbe trasferirsi a Trieste o Capodistria?” Il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa ha sostenuto le sue motivazioni nel dettaglio .”Oggi dobbiamo passare dalla raccolta delle opinioni di tutti – ha detto Costa - ad incardinare le valutazioni in un procedimento che porti chi di competenza (Autorità Marittima) ad una decisione definitiva. Intendo presentare la soluzione che Autorità Marittima, Autorità Portuale e Magistrato alle Acque, hanno individuato in osservanza al Decreto Clini Passera. È importante ricordare che il decreto richiede che venga identificata una via d’acqua alternativa, e non un nuovo sito, per far arrivare le crociere in Marittima senza

passare più attraverso il bacino di San Marco. Qualunque proposta di individuazione di un sito alternativo rientrerebbe in un procedimento diverso, ovvero la revisione del Piano Regolatore Portuale. Pertanto, la proposta inviata al Ministero propone far entrare le navi dalla bocca di porto di Malamocco, di percorrere un breve tratto del canale Malamocco Marghera(senza quindi interferire con il traffico commerciale), e di giungere in Marittima attraverso il Canale Contorta-S.Angelo (canale che è da scavare e adeguare)”. Per Costa, Marittima è, e deve restare, un punto di fisso di riferimento per la crocieristica per 2 motivi: il primo perché l’eccellenza crocieristica veneziana è legata all’eccellente accessibilità nautica, dei passeggeri e delle merci per i rifornimenti. Il secondo, perché l’individuazione di siti alternativi comporterebbe oggi l’occupazione di aree al momento non disponibili né funzionali”. La soluzione dell’escavo del canale Contorta Sant’Angelo permette di: evitare la commistione mercipasseggeri nociva ad entrambi i traffici per

I COMITATI AMBIENTALISTI “LE GRANDI NAvI FERME ALLE BOCCHE DI PORTO”

“L

e grandi navi si fermino alle bocche di Porto del Lido di Malamocco e non siano fatte passare in alcun modo dentro la laguna“. E’ questa la proposta formalizzato nelle scorse settimane alla Direzione marittima di Venezia dal comitato “No grandi navi Laguna bene comune”. La proposta non prevede terminali o canali alternativi ma un percorso alternativo all’attuale modello di crociere: dentro in laguna solo le navi compatibili, cioè quelle con meno di 40 mila tonnellate di stazza, fuori tutte le altre ma solo se l’indotto garantito dal cambio di modello e dalla parziale riconversione della Marittima sarà giudicato insufficiente dalla città. “Nel caso in cui la città ritenga di dover accogliere comunque una quota di grandi navi - spiegano

i portavoce del comitato in una nota - queste dovranno fermarsi fuori dalle bocche di porto nelle forme che verranno indicate da un concorso d’idee internazionale aperto ai migliori progettisti del mondo e attento a esperienze già in atto altrove”. Scelta Civica, con i deputati di Scelta Civica Enrico Zanetti e Andrea Causin è l’unico partito dicono ad aver presentato un progetto proprio è quella che prevede meno costi, meno invasività per l’ambientale lagunare e tempi rapidi di realizzazione: offre alla città la possibilità di alleggerire tutto il traffico acqueo davanti al bacino di San Marco e lungo il canale della Giudecca creando una corsia di navigazione che, al tempo stesso, eviterebbe la sovrapposizione tra traffico merci e traffico passeggeri. A.A.

motivi di sicurezza e senza mettere a rischio il comparto produttivo di Marghera; realizzare contestualmente un recupero morfologico della laguna sud. È fondamentale per l’Autorità che si incardini la procedura di individuazione della soluzione definitiva in un iter chiaro di realizzazione del progetto. Tale iter dovrebbe prevedere il confronto con le altre vie d’acqua alternative ad oggi – ovvero il canale retro-Giudecca e del canale Vittorio Emanuele. Questo percorso, ha sostenuto nella sua relazione Costa, “avrà tre riflessi positivi: dare certezza dei temi e comunicare al mondo che si è risolto il problema, comunicare all’economia che Marghera prosegue nel suo sviluppo virtuoso. Transitoriamente, l’Autorità Portale sposterà a Fusina nel nuovo terminal (operativo dal 2014) tutti i traghetti (circa un terzo dei passaggi su S.Marco verranno così eliminati) e immagina di poter applicare un numero chiuso capace di contenere il numero delle navi in arrivo e chiedendo il mondo della crocieristica di arrivare a Venezia con navi più piccole.


Spazi aperti 21 3 Eventi Dal 19 al 27 la quinta edizione della manifestazione dedicata al mare, al porto e alle sue risorse

A Chioggia Ottobre è... blu “Immersione, idrografia e idraulica: per conoscere l’ambiente in cui viviamo” quest’anno si parlerà di lavoro, sport e ambiente

In programma anche un’attività di immersione, dedicata ai bambini fra i 4 e i 13 anni

di Eugenio Ferrarese

“G

ran laguna fa gran porto”. L’ingegner idraulico Cristoforo Sabbadino della Serenissima Repubblica di San Marco era un convinto assertore della vocazione marinaresca della sua città, Chioggia, da lui descritta nella famosa e dettagliata pianta del 1557. Ottobre Blu 2013 raccoglie questa importante eredità proponendo anche quest’anno, grazie all’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia della Camera di Commercio di Venezia, una vetrina dedicata a tutto ciò che è legato ad uno degli elementi naturali e fondamentali del pianeta, l’acqua, sia che si tratti di mare, laguna o fiume. La quinta edizione di Ottobre Blu riguarderà il lavoro, l’attività sociale, turismo, sport, ambiente e cultura sul tema “Immersione, Idrografia e Idraulica: per conoscere l’ambiente in cui viviamo”. Questa manifestazione che nasce con lo scopo principale di promuovere il porto di Chioggia, gli uomini, i mezzi, le attività produttive ed infrastrutturali, è ormai divenuta occasione per valorizzare tutte le altre risorse economiche e culturali del territorio.

Dal 19 al 27 ottobre 2013 – il programma dettagliato nel sito ww.ottobreblu.it – l’intera città sarà coinvolta in questa iniziativa che prevede convegni, manifestazioni culturali e sportive, e la presenza di migliaia di visitatori grazie allo sforzo organizzativo ed economico dell’Aspo e della Camera di Commercio di Venezia, della Marina Militare, in collaborazione con il Comune di Chioggia, e con il fondamentalmente supporto di tutte le realtà imprenditoriali ed economiche sia locali che del Veneto. Ottobre Blu 2013 prevede anche, in collaborazione con gli Istruttori del Comsubin - Comando Subacquei e Incursori, un’attività di immersione, dedicata ai bambini di età compresa tra i 4 ed i 13, con l’obiettivo di far conoscere il mondo sommerso. In collaborazione con la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Chioggia e la Scuola del Raggruppamento Subacquei ed Incursori di La Spezia, i giovanissimi subacquei avranno l’opportunità di un’immersione “protetta” e la possibilità di conoscere l’ambiente subacqueo e le procedure di emergenza che lo governano.

ADOTTAMI Pippo. Maschietto 5 anni, taglia media circa 10-12 kg. La storia di Pippo è come moltissime altre, abbandonato da cucciolo, accolto da persone di cuore. Amato, cresciuto e poi sono giunti i problemi ed ecco Pippo arrivare in rifugio. Ama le persone e le coccole, ha un animo buono e gentile . La sua sofferenza è iniziata all’entrata del rifugio! E’ un cane speciale. Paco. Maschio 4 anni, labrador puro. Arrivato all’a.p.a sempre per motivi familiari . Ora è un ospite a.p.a Paco ha bisogno di spazio, di attenzioni, ma solo da persone esperte, con voglia veramente di aiutarlo e tenerlo con tutti i suoi pregi e difetti. Lucio. Maschio, taglia media, circa 15-20 kg, 2 anni circa. Per lui sono stati consumati fiumi d’inchiostro ed ore di condivisioni, ma nessuno lo ha mai preso sul serio. Lucio è un cane speciale. Non si sa esattamente cosa possa aver subito il piccolo, ma al momento chiede coccole e contatto umano! Bingo e Bongo. 2 fratelli maschi uniti da uno stesso triste destino. Incrocio labrador, circa 4-5 anni, il proprietario è morto e loro sono stati portati in rifugio. Le possibilità di essere adottati assieme sono scarse se non impossibili. Noi volontari a.p.a crediamo che la buona volontà e la testardaggine possano fare dei miracoli. Diana. Pastore tedesco, 8 mesi femmina. Diana è meravigliosa, ma ha la displasia all’anca ed alle zampe anteriori. Diana ha già fatto un primo intervento, riuscitissimo, ma ne dovrà affrontare altri due. Tornerà ad essere un cane stupendo da compagnia. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia Onlus 3289620233

Ricca di proposte e iniziative la quinta edizione di Ottobre blu, la manifestazione del mare e del porto organizzata da Aspo e Camera di Commercio di Venezia Nell’ambito delle iniziative di Ottobre Blu 2013 sarà inoltre presentata dall’Anmi (Associazione Nazioanale Marinai d’Italia) sezione di Chioggia la biografia a fumetti dedicata a “Salvatore Todaro: il corsaro gentiluomo” che è stata curata da Dino Memmo e Sergio Ravagnan. Mostre e convegni riguarderanno “I fiumi e Chioggia”, “Figli del Piave – esposizione di storie e prodotti”, “Chioggia, capolinea della navigazione interna”, la revisione del Piano regolatore portuale di Chioggia”, “Vajont, una storia da ricordare”, il 1° centenario dell’Aviazione Navale (con una mostra del pittore di Marina

Allan O’Mill dal titolo “Storia dell’Aviazione Navale” e con l’esposizione dell’aereo “Bleriot XI-2”), l’80° anniversario dei Palombari della Marina e il 60° anniversario della costruzione del sottomarino nucleare Uss Nautilus. In occasione della serata conclusiva sarà consegnata la “Galea d’oro”, il prestigioso premio che Aspo ha istituito a favore di ente, persona o società che, nel corso dell’anno, abbia favorito l’approdo di navi prestigiose o l’avvio di nuove linee di navigazione. E tra i numerosi ospiti presenti anche il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi.


22 Mondo scuola

Mondo scuola 5

Didattica speciale e scuola inclusiva Intervista al dirigente scolastico dell’I.C. di Cavarzere Filippo Sturaro

Le risposte della scuola ai bambini con Dsa di Ornella Jovane

S

ono noti come disturbi della scrittura, del calcolo e della lettura: sono i Dsa, acronimo di Disturbi specifici dell’apprendimento, definiti e “inquadrati” con la legge 170/2010, che sollecita, anche in questi casi come per tutti gli alunni e studenti con bisogni educativi speciali (Bes), il ricorso alla cosiddetta didattica “su misura”, nel necessario percorso dell’integrazione scolastica. I casi di alunni e studenti con Disturbi specifici di apprendimento rappresentano una realtà significativa anche nelle nostre scuole. La formazione dei professionisti dell’insegnamento costituisce allora un presupposto essenziale per dare risposte efficaci. Il tema è stato oggetto di approfondimento anche nel corso di una recente giornata di studio che si è tenuta lo scorso 4 settembre a Padova, organizzata dall’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella psicopatologia dell’apprendimento (Airipa) e dall’Associazione Italiana Dislessia, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto. Ma cosa sono in concreto i Dsa? Lo spiega il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Cavarzere, dottor Filippo Sturaro, che è stato anche tra i relatori del convegno padovano. “Innanzitutto diciamo che non sono una malattia, ma una “caratteristica” - esordisce il dirigente -. Essi sono piuttosto una compromissione specifica - che tocca una o più funzioni - a carico delle abilità di lettura (dislessia), scrittura (disgrafia e disortografia) e calcolo (discaculia). Sono disturbi neuroevolutivi di matrice biologica, che non dipendono quindi nè dal livello intellettivo, nè da deficit sensoriali, nè dalla qualità dell’insegnamento. L’origine non è dunque re-

lazionale, affettiva o psicologica. E, non trattandosi di una malattia, non se ne guarisce sebbene vi sia ampio margine nelle possibilità di recupero”. Nel 90 per cento dei casi i bambini delle prime classi della primaria imparano a leggere e a scrivere indipendentemente dal metodo proposto dall’insegnante e dalla qualità delle relazioni intrattenute con quest’ultimo. Esiste tuttavia circa un 10 per cento di bambini che può non imparare efficacemente: all’interno di questa casistica sono da esplorare le cause di difficoltà che potrebbero essere eventualmente ricondotte anche a disturbi specifici dell’apprendimento, oltre che a quadri di altro genere, (l’incidenza effettiva dei DSA è infatti del 2-3%) Vi sono connessioni o legami con problemi di carattere emotivo? “I problemi di carattere emotivo - chiarisce il professor Sturaro - possono essere la conseguenza delle difficoltà incontrate a scuola dal bambino con Dsa. La frustrazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi può sviluppare un problema emotivo, di comportamento o l’abbassamento di autostima. Sono i cosiddetti disturbi in comorbilità, che si sviluppano in associazione ai Dsa”. A che età si manifestano i Dsa? “In genere una diagnosi di dislessia non può essere fatta prima dei 7 anni, quando il bambino ha quasi concluso la frequenza della classe seconda della scuola primaria; la discalculia invece è una diagnosi che può essere posta solo al termine della terza classe della scuola primaria. Non si può dunque parlare di Dsa in un bambino che frequenta la scuola

dell’infanzia, semmai si possono riscontrare delle carenze nei prerequisiti, che rappresentano dei campanelli d’allarme da monitorare nel tempo. Non è possibile parlare di disturbi specifici dell’apprendimento prima che un bambino non sia posto per un tempo sufficientemente lungo in relazione con la lingua scritta e con un codice numerico”. Chi fa la diagnosi? “La diagnosi compete al servizio sanitario nazionale (Età evolutiva) o a soggetti privati accreditati nell’ambito dei DSA”. Quali sono allora le competenze della scuola? “La scuola ha il compito dello screening che presuppone l’attivazione di un sistema di azioni d’individuazione precoce del rischio del disturbo (es. il programma Ipda), di potenziamento delle abilità carenti dei bambini individuati come a rischio e di segnalazione ai servizi delle situazioni in cui rimane la criticità anche dopo gli interventi di potenziamento realizzati a scuola. In caso di diagnosi da parte dei soggetti competenti vanno attuate tutte quelle azioni di gestione dei Dsa che comportano la costruzione di interventi didattici personalizzati - su indicazioni dei clinici - e del relativo Piano didattico personalizzato, Pdp, secondo il modello predisposto dal ministero o secondo i modelli elaborati da esperti del settore o appartenenti alle associazioni che si occupano di DSA”. Quali sono le azioni messe in campo nello specifico dalla sua scuola? “Oltre alle azioni previste per legge in tutte le scuole, la formazione dei docenti rappresenta un’azione stabile e

L’I.C. di Cavarzere, il dirigente scolastico Filippo Sturaro sinergica, che dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado coinvolge tutti gli insegnanti. Un’attività che da 5 anni sistematicamente portiamo avanti appoggiandoci ad un consulente esterno, uno psicologo esperto in psicopatologia dell’apprendimento, che svolge anche la funzione di supervisore dei modelli didattici messi in campo. E’ essenziale inoltre l’informazione dei genitori, in particolare di quelli che hanno figli alla scuola primaria, per aiutarli a capire quali possono essere i segnali da considerare come indicatori di rischio. Ogni anno organizziamo un incontro su questo tema. E’ operativo, infine, uno sportello di consulenza per gli insegnanti e, da quest’anno, anche per i genitori. Sono tutte azioni che si sviluppano in uno scenario di fondo di una scuola inclusiva, che sa organizzare un setting didattico su misura, flessibile e modularizzato per condurre al successo formativo ogni studente”. Inclusività è il principio ispiratore della didattica speciale, è quel concetto che il giornalista e scrittore Claudio Imprudente ha esemplificato nella favola del Re Trentatrè. “La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo” rispondeva Sberleffo, il buffone di corte, al Re Trentatrè che a lui aveva chiesto consiglio su come fare per essere un re giusto con tutti.

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6 Personaggio

Il personaggio 23

Anniversari Si festeggia la sua “rifondazione”

La Banda musicale, da 35 anni colonna sonora di Chioggia

Alcune foto storiche della Banda musicale di Chioggia: nel 1979, nel 2008 per i trent’anni

Da Verdi a Beethoven, dal jazz, alla musica leggera: i maestri della banda hanno sempre accompagnato tutti i grandi eventi della città di Eugenio Ferrarese

D

al repertorio verdiano – che si sta riproponendo in occasione del bicentenario della nascita del grande musicista italiano – a Beethoven e ad altri classici per passare poi al jazz, alla musica leggera o alle rivisitazioni dei canti tradizionali: i brani presentati dalla Banda Musicale di Chioggia hanno sempre accompagnato tutti gli eventi più significativi della città. In occasione del 35° anniversario della “rifondazione” – perché a Chioggia prima della banda attuale ci sono state varie e significative esperienze fin dalla fine del Settecento: in un documento d’archivio del 1790 si fa riferimento ad una Società Filarmonica con sede in Riva Vena non lontano dalla Pescheria… - nel corso dell’estate il Museo civico a San Francesco fuori le mura ha ospitato un’ampia mostra documentaria accompagnata anche da una pubblicazione, curata da Sergio Ravagnan, che è l’attuale presidente della Banda di Chioggia,

che sintetizza la storia partendo proprio dalle vecchie bande tra Ottocento e Novecento, fino a giungere alle più recenti partecipazioni dell’attuale compagine musicale. Era il 1978 quando il corso di orientamento musicale raccoglie subito una massiccia richiesta di adesioni (130 domande). Le prove si effettuano in calle Luccarini, nell’ex Caserma dei Carabinieri e la prima uscita ufficiale della “rifondata” Banda cittadina avviene in occasione dell’annuale festa dei donatori di sangue dell’Avis nel mese di settembre dello stesso anno. Qualche mese dopo, nel maggio ’79, il concerto al teatro don Bosco, con gli orchestrali che sfoggiano la nuova divisa, ottiene un grande successo. Altra data significativa sarà l’11 luglio 1979: la squadra di Chioggia ospita nel campo sportivo comunale “Giochi senza frontiere”, un evento televisivo internazionale allora seguitissi-

mo. Ed è proprio la squadra italiana di Chioggia che vince la puntata. La banda comunale accompagnerà il corteo di tutte le squadre partecipanti che sfilano nel Lungomare a Sottomarina. E ancora, sempre nell’estate ’79, la Banda Cittadina assieme al Coro Popolare Chioggiotto si esibiscono in piazzetta a San Marco e al Lido alla festa del Redentore ed anche qualche settimana dopo alla Regata storica in Canal Grande. Gli allievi diventano numerosi, occorre acquistare nuovi strumenti o sistemare quelli recuperati. Gli associati, amici e familiari gestiscono uno stand alla Sagra del Pesce e così avverrà anche negli anni successivi. E in 35 anni di storia i concerti si contano ormai a decine per ogni anno di attività. La Banda Cittadina è ormai da tempo integrata nella vita della città e tutte le manifestazioni di un certo rilievo sono sempre accompagnate dalla sua presenza. E da quella del suo direttore-

fondatore: il maestro Loris Tiozzo. Proprio partendo dalla sua esperienza quale direttore della Banda S. Giusto, ovvero la banda dei Salesiani, è riuscito a convincere alcuni degli ex-suonatori a riprendere strumenti e la voglia di continuare. Tiozzo, che dopo 35 anni è ancora il direttore della Banda cittadina, ha anche curato numerosi testi pensati sia come strumento di studio che di lavoro: “Canti della Laguna Veneta” pubblicato nel 1988, un volume sul famoso compositore e teorico della musica Gioseffo Zarlino vissuto nel ‘500; nel 1997 altra pubblicazione: “Venti canti popolari natalizi a quattro voci”, successivamente “Le bande musicali di Chioggia” scritto nel 2003, 25° anniversario della rifondazione

dell’attuale gruppo bandistico… E nel 2008 Loris Tiozzo sarà anche nominato presidente regionale dell’Ambac (associazione musicale bande assiemi complessi). Sarà solo nel 2005, dopo vari “pellegrinaggi”, la Banda Musicale - ed il Coro Popolare Chioggiotto - potranno finalmente disporre della nuova sede nella parte nobile di Palazzo Ravagnan, uno storico edificio lungo il Canal Vena che l’amministrazione comunale ha completamente destinato alle associazioni culturali. Per informazioni e contatti si può consultare il sito internet www.chioggiabanda.it. La sede della banda cittadina è aperta tutti i pomeriggi dalle ore 16,00 alle 19,30.

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24 Cultura veneta

Cultura provinciale 9

Mestre La stagione teatrale al Toniolo

Prosa, danza, musica, più di 40 spettacoli

Una ricca proposta nell’anno in cui si festeggia il primo centenario dalla fondazione. Prestigiosi i nomi che calcheranno la scena: Balasso, Gassman, Paolini, Brilli, Giacobazzi e Marchetto. In programma anche una rassegna comica di Roberta Pasqualetto

L

o storico teatro Toniolo di Mestre, a pochi passi da Piazza Ferretto, festeggia il primo centenario dalla fondazione: un traguardo importante soprattutto in questi tempi di difficoltà economica per la cultura e dove, altre realtà, hanno tenuto il sipario abbassato a causa dei tagli. Il cartellone offre una varietà di spettacoli divisa in prosa, danza, musica e una rassegna comica; la quarantina di spettacoli si divide in: 16 titoli per la prosa, cinque per la danza, una decina per la musica e dieci per Comics e dintorni. Sul palcoscenico alcuni nomi importanti e storici del teatro mestrino: Natalino Balasso, Alessandro Gassman, Marco Paolini, Nancy Brilli, Giuseppe Giacobazzi, Ennio Marchetto e molti atri; le interpretazioni variano da testi contemporanei, classici e nuovi ma sempre tenendo un piede nel mondo attuale. I prossimi spettacoli di prosa, dal 13 al 17 novembre, sono: “Le voci di dentro” di

Eduardo De Filippo con Toni e Peppe Servillo, Gigio Morra e Betti Pedrazzi; dal 4 all’8 dicembre lo spettacolo: “Servo per uno”, liberamente tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni con Pierfrancesco Favino. Dall’11 al 15 dicembre “Riccardo III” di William Shakespeare, interprato da Alessandro Gassman. Dal 18 e 19 dicembre lo spettacolo: “Verdi, narrar cantando” un concerto/spettacolo di Marco Paolini e Mario Brunello; opera ideata nel bicentenario dalla nascita di Verdi (10 ottobre 1813) per ricordare il suo passato di uomo di teatro. Gli spettacoli di danza spaziano dal balletto classico alle nuove tendenze, raccontano, attraverso il corpo, i giorni nostri. Giovedì 31 ottobre il balletto: “Kafig Brasil” con la direzione artistica e coreografia di Mourad Merzouki. Lunedì 30 e martedì 31 dicembre lo spettacolo: “Lo Schiaccianoci” con la coreografia di Lev Ivanov e Marius Petipa e la direzione artistica e adattamen-

Mira. Villa Velier

LAURA LEPRI HA PRESENTATO L’ULTIMA FATICA LETTERARIA “DEL DENARO O DELLA GLORIA”

P

resentazione di grande appeal quella dell’ ultima fatica di Laura Lepri, insegnante di scrittura creativa del teatro Litta di Milano e docente presso il Master in editoria libraria della fondazione Mondadori, “Del denaro o della gloria“ è ambientato nella Venezia del ‘ 500 ed ha come protagonista principale Giovan Francesco Valier. Tutto si svolge nella parte iniziale del secolo nel periodo antecedente alla rivoluzione di Gutemberg, con una Venezia frequentata e vissuta da Bembo, Raffaello, Bernardo Tasso, Ariosto e i Torresani, eredi di Aldo Manunzio. I Torresani scelsero Giovan Francesco Valier per intervenire e sistemare il libro: Il cortigiano di Baldassar Castiglione. Ricco di riferimenti storici l’opera della Lepri parla anche della marchesa Vittoria Colonna e di tutti gli autori e stampatori di quel fecondo periodo. L’ autrice si fa trascinare dall’ amore per Venezia e dall’ entusiasmo e dalla competenza che accompagnano la sua sempre più brillante carriera già culminata con il riconoscimento di prima firma principale del settore per il domenicale de “ Il sole 24 ore “. Luogo della presentazione è stata Villa Velier di Mira, recentemente restituita al pubblico dopo il restauro, dal mecenate culturale Maurizio Trovò che gli organizzatori hanno più volte ringraziato per l’ ospitalità. Marco Lanza

A dicembre “Verdi, narrar cantando” ideato per celebrare il bicentenario della nascita del celebre musicista

Il teatro Toniolo a Mestre, quest’anno ricorre il centenario dalla sua fondazione to di Anatoly Emelyanov. Per la rassegna musica, martedì 5 novembre, il concerto: “Orchestra giovanile italiana” diretto da Wayne Marshall e con le musiche di Sergej Rachmaninov, Maurice Ravel. Martedì 19 novembre il concerto: Giovanni Sollima in “Tenebrae, il Principe dei Musici Omaggio a Gesualdo di Venosa (1566-1613)”; il principe del madrigale a 400 anni dalla

morte con le musiche di Michelangelo Rossi, Carlo Gesualdo di Venosa, Giovanni Sollima, Arvo Part, Domenico Scarlatti, Gioan Pietro Del Buono, Francesco d’Avalos. Martedì 3 dicembre il concerto a pianoforte di Andrea Rebaudengo, accompagnato dalle musiche di Frederic Rzewski. Per la rassegna comica, venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 novembre: Carlo e Giorgio “visti da vicino”; mer-

coledì 27 e venerdì 29 novembre Giuseppe Giacobazzi in: “Un po’ di me”; venerdì 20 dicembre, Enrico Bertolini, in: “Casta away: La tempesta imperfetta”. Per informazioni sugli spettacoli e per prenotazioni www.culturaspettacolovenezia.it/toniolo; gli spettacoli iniziano alle ore 21.

Chioggia Festival “Veneto, spettacoli di Mistero”

Quattro appuntamenti alla scoperta di luoghi misteriosi e leggende popolari P erché le statue del Refugium Peccatorum hanno le teste mozzate, dov’è la Corte delle Streghe, cosa aleggia attorno alla Valle dei Sette Morti, omicidio o suicidio quello del nobile ungherese rinvenuto cadavere nella sua residenza chioggiotta? Questi e altri interrogativi da brivido, troveranno risposta - tra storie popolari e leggende - nei quattro eventi organizzati dalla Pro Loco di Chioggia per il prossimo mese di novembre, che si inseriscono in “Veneto, Spettacoli di Mistero”, festival promosso dalla Regione Veneto alla scoperta di luoghi leggendari e misteriosi del nostro territorio. Il primo appuntamento è con “Chioggia e le Streghe” alle 21 di giovedì 31 ottobre al Sagraeto, dove al centro di una balaustra in pietra d’Istria è collocata la statua della Madonna del “Refugium Peccatorum”, protettrice dei pescatori, affiancata ai due lati da statue oggi prive di testa. Una guida dell’associazione culturale “La Bricola” ne spiegherà il motivo attraverso il racconto di tradizione popolare “El late ale mosche”. L’itinerario guidato fa poi tappa nella piccola e suggestiva “Corte Taccheo”, la “Corte delle streghe” con la storia “dell’Intenta”, quindi fino ai piedi del campanile della cattedrale, per rievocare la raccapricciante del “Gatto e la zampa mozzata”. La successiva tappa è Calle Ponte Scarpa dove, dall’omonimo ponte, si scorge il palazzo denominato “della strega”. Attraverso un suggestivo percorso si raggiunge piazza Vigo, un tempo punto di avvistamento del ritorno delle barche da pesca da parte dei familiari a terra. Dopo tanti brividi, una piacevole conclusione, con un assaggio di prodotti tipici. Sabato 9 novembre escursione in laguna alla scoperta

Dal 31 ottobre al 23 novembre, gli appuntamenti della rassegna in programma a Chioggia del “Mistero della Valle dei Sette Morti”, già divenuto un classico degli appuntamenti di novembre. Partenza alle 15.00 in motonave dalI’Isola dell’Unione, e navigazione verso la famigerata Valle dei Sette Morti, ascoltando letture su misteri e leggende popolari di Chioggia. Tappa in Laguna, dove i passeggeri potranno gustare un piatto della tradizione e assistere ad una drammatizzazione di un simpatico caratterista chioggiotto. Rientro previsto verso le 19. La novità proposta quest’anno dalla Pro Loco è “Strigarie e Malìe in Clugiae”, alle 18 di sabato 16 novembre. Teatro di strada messo in scena in Piazza Granaio dagli attori e figuranti della Contrada di Sant’Andrea del Palio della Marciliana di Chioggia; un esempio di procedura inquisitoria contro maliarde, streghe e presunti guaritori, tratta dalle carte vescovili degli archivi diocesani. Le pratiche stregonesche e gli scongiuri, definiti in gergo “segni”, alcuni a carattere curativo, altri erotico-amoroso, consistono in caricature di rituali o esorcismi religiosi, un misto di pre-

ghiere tradizionali storpiate e volgarizzate e motti popolari. L’ultimo evento, alle 21 di sabato 23 novembre, chiude il ciclo chioggiotto di “Veneto, Spettacoli di Mistero 2013”, è una rappresentazione teatrale presso l’Auditorium comunale S. Nicolò, messa in scena dalla Compagnia Teatronovo, con la regia di Giuliano Soncin. Un nobile personaggio ungherese, Samuel Nadudvari, viene trovato morto nella sua residenza chioggiotta. Si tratta di omicidio o suicidio? Un Hercule Poirot inviato dalla Serenissima si mette alla ricerca della verità: c’è un assassino o il nobile ha voluto por fine alla sua esistenza ambigua e dissoluta, fitta di intrighi pericolosi nei festini notturni dei salotti mondani? Un finale mozzafiato svelerà l’arcano. Per tutti e quattro gli eventi, la prenotazione è obbligatoria. Info: Pro Loco Chioggia e Sottomarina - www.prolocochioggia.org, prenotazioni@prolocochioggia.org - Marco Donadi (328.0057599)


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SPORT in PRIMO PIANO

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Ciclismo A Jesolo cronometro a squadre per 550 atleti

“6xAndrea”, vincono i modenesi di Giacomo Piran

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ovanta squadre al via con in totale 550 atleti. Questi sono i numeri della seconda edizione della cronometro a squadre di ciclismo “6xAndrea” dedicata alla memoria di Andrea Pinarello, che si è disputata il 22 settembre a Jesolo Lido. La corsa si è svolta lungo un circuito di 12 km che è stato affrontato due volte con i ciclisti che dopo la partenza hanno percorso via Bafile, via Aleardi, viale Albanese, viale del Bersagliere, ritorno in via Albanese, viale Martiri delle Foibe, via Ceolotto, viale Padania, ritorno in via Padania e via Ceolotto, via Monti, via Gorizia, via dei Mille, via Verdi, via Foscolo, via Trentin e arrivo in Piazza Mazzini. A vincere è stato il Team Sportissimo di Modena (Fabio Bulgarelli, Massimo Magnani, Sandro di Renzo, Silvio Gradellini, Paolo Botti, Fabrizio Amerighi) con il tempo di 27’16” davanti ai veronesi detentori del titolo il Patos Team Jollywear di Isola della Scala (27’51”) e agli altri veronesi dell’Highroad team (28’43”). Ottimo il quinto posto per l’associazione avvocati notai magistrati ciclisti (Aimanc 1) che hanno vinto il trofeo destinato alla categoria ordini professionali. Tra le donne a trionfare sono state le Patos

news

lA DAnzA è in verticAle

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team pynk lady (Silvia Melato, Elena Raffaelli, Monica Franceschi, Monica Messori, Anna Farina, Marianna Turchetto) di Verona che hanno preceduto le Tinky per Andrea e le Tinky Ladies Pinarello 3. “Non poteva andare meglio - ha commentato Fausto Pinarello promotore dell’evento con la sorella Carla - abbiamo ricevuto i complimenti per come abbiamo gestito la gara. La gente si è divertita sia a pedalare che a guardare. Il comune di Jesolo ci ha confermato la sua disponibilità e noi confermiamo l’impegno a portare la 6xAndrea anche nel 2014. I prossimi obiettivi sono di aprire la gara agli stranieri

Al Laguna Palace

MOSTRA DI KIMONI

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A venezia

riente e Occidente, da sempre, si sono visti nella interpretazione umana come punti geografici contrapposti: più in particolare, l’uno dove nasce il sole, l’altro dove tramonta. La Federazione Kokusai Bijutsu Shingikai assieme all’a.s.d. Hata-Hisi Fiesso d’Artico, con il loro lavoro, stanno cercando di far in modo che questi due paesi e mentalità trovino dei punti d’incontro. “Tutto ha inizio nel 1984 – spiega per Hata – Hisi Carolina Manente- quando Shigetami Sunada, il Ministro dell’Educazione giapponese, chiese al Presidente della “Federazione degli Educatori d’Arte” di aprire la sua associazione in paesi stranieri allo scopo di promuovere gli scambi culturali internazionali. E’ nata così la “Kokusai Bijutsu Shingikai”. Attualmente, tale associazione è diretta dal Maestro Masashi Yokoyama, il quale con il suo lavoro e la sua dedizione l’ha portata a diventare una Federazione di differenti “Scuole” artistiche con oltre 1000 membri regolari”. Scopo della Kokusai Bijutsu Shinkai è di promuovere gli scambi culturali internazionali attraverso l’arte come “Linguaggio Universale”. La Federazione ha potuto presentare l’Arte giapponese in moltissimi paesi. La Kokusai Bijutsu Shingikai organizza mostre d’Arte giapponese, dove fa conoscere non solo l’arte pittorica giapponese, ma anche arti come la ceramica giapponese e della lavorazione dei tessuti per creare i famosi Kimoni Rappresentante italiano di questa associazione è il Maestro Claudio Artusi, ha cominciato giovanissimo a dedicarsi alle arti marziali, e alla cultura giapponese con mostre ed esibizioni anche in Italia. Per questo , la a.s.d. Hata-Hisi Fiesso d’Artico, dal 16 al 20 ottobre 2013, al NH Laguna Palace Hotel di Mestre, terrà una Mostra d’Arte Giapponese, la “Kimono Art Exhibition”, dove saranno esposti i tradizionali dipinti del famoso artista giapponese Hosen Sawai nonché oggetti tradizionali giapponesi. Il 19 ottobre 2013, sempre presso il NH Laguna Palace Hotel, dalle 17 alle 19, più di 20 modelle sfileranno con bellissimi Kimoni tradizionali e moderni.

e creare un ircuito nazionale di cronometro a squadre di alto livello”. Tra i partecipanti c’erano anche gli olimpionici Jury Chechi, Antonio Rossi e Cristian “Zorro” Zorzi oltre all’ex ciclista professionista Marzio Bruseghin e l’ex pistard Stefano Allocchio, ora responsabile della gestione tecnica del Giro d’Italia. “La gara è organizzata molto bene - ha commentato Jury Checy - anche se dico una cosa scontata visto che la regia è in mano a Ivan Piol che è garanzia di ottimo livello di professionalità nell’organizzare eventi di questo genere. La cronometro a squadre è una formula interessante”.

a danza verticale è uno sport spettacolare dove i ballerini utilizzano delle imbragature per muoversi nell’aria. La compagnia Il Posto pratica questa attività nell’impianto comunale Costantino Reyer Venezia dove tiene corsi sperimentali e ha sede a Forte Marghera. La compagnia nasce nel 1994 a Venezia dal sodalizio fra la coreografa Wanda Moretti e il musicista Marco Castelli e da allora persegue con rigore e stile il proprio progetto artistico, creando produzioni poetiche in una scrittura scenica che fonde danza, architettura e musica; il successo di questi ballerini è internazione infatti hanno danzato in moltissimi paesi tra i quali: Singapore, Parigi, Marocco e molti altri. La danza verticale ha alla base una concezione rinnovata e inedita dello spazio e del movimento: sfida la gravità usando come palcoscenico lo spazio ‘vuoto’, la dimensione aerea e le forme del paesaggio, proponendo al pubblico una nuova prospettiva visiva e cinetica. In Italia Il Posto ha realizzato degli allestimenti in siti prestigiosi come il Museo di Roma in Piazza Navona, il campanile di San Marco a Venezia, il Museo d’Arte Contemporanea Madre di Napoli, Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd), Museo dell’Ara Pacis a Roma, Teatro La Fenice di Venezia e altri. “Con l’allestimento “atto bianco” giriamo per il mondo da 3 anni - dice la coreografa Wanda Moretti – ma lavoriamo anche con cose diverse e portiamo nelle architetture coreografie adattandole alle strutture che ci ospitano”. Per R.P. maggiori informazioni si può scrivere a info@ilposto.org

cAnoA Trofeo Lucarda a Oriago

SUL NAvIGLIO vINCONO I PADRONI DI CASA

A

settembre si è tenuto a Oriago di Mira, il Campionato Regionale Veneto di Canoa Discesa Sprint, valevole per l’assegnazione del 8° trofeo “Lucarda Cav. Giuseppe”. Nella splendida cornice della Riviera del Brenta, tra le ville della Repubblica Serenissima, si è svolta una giornata di festa per la canoa veneta. Il bel tempo e la temperatura gradevole hanno accompagnato i 163 atleti partenti, provenienti dal Veneto e da altre regioni limitrofe, in rappresentanza di 17 società. Numeri che incrementano di anno in anno a testimonianza della crescita di questo evento. La competizione è stata molto combattuta in tutte le categorie, anche per la presenza di atleti appartenenti alla squadra azzurra (Cristina Favaretto, Mattia Quintarelli, Pierpaolo Bonato solo per fare alcuni nomi). La grande novità introdotta riguarda le premiazioni, che si sono svolte durante la gara, al termine di ogni categoria. Al termine della competizione tutti gli atleti sono stati ospitati dalla fioreria “il Molino” di Oriago per rifocillarsi con un pasto caldo. A seguire sono state premiate le società ed è stato assegnato il 8° trofeo “Lucarda Cav. Giuseppe. A conquistarlo la società di casa, il Canoa Club Oriago, seguito dall’Associazione Remiera Peschiera. Infine è stata premiata con un grande

mazzo di fiori Cristina Favaretto per la medaglia di bronzo conquistata ai Campionati del Mondo assoluti a squadre svoltisi in Slovenia in giugno 2013. “Volti felici, strette di mano, abbracci- spiegano gli organizzatori - questo è ciò che si vedeva girovagando tra la sponda del fiume e il cortile della fioreria. È stata una giornata di sport, dove alla sfida della competizione si sono mischiati valori veri, genuini come l’amicizia, la solidarietà e la volontà di allontanare i falsi “idoli” per mettere al centro l’uomo e la donna. Tutto questo è stato possibile grazie alla generosità della famiglia Lucarda, la quale ha messo a disposizione la sua “casa” per accogliere centinaia di persone, sfamandole e creando momenti di simpatia. Un ringraziamento va ai volontari che hanno contribuito a questo grande evento”.

La gestione della competizione era in mano al Canoa Club Oriago che ha dimostrato, ancora una volta, di essere una grande società sportiva. “Se solo il fiume fosse più mosso- concludono gli organizzatori del Canoa Club – con questa macchina organizzativa, si potrebbe organizzare un campionato del Mondo. L’appuntamento è al 2014 per una nuova grande manifestazione di sport”. I risultati :C/1 senior maschile: 1) Adamo Taddei (Canoe Polesine Rovigo), 2) Riccardo Pahor (Circolo Canoa Carso). C1 junior maschile: 1) Giovanni Formaggio (Cc Vicenza), 2) Carlo Benciolini (Remiera Peschiera), 3) Riccardo Pedagna (Cc club Oriago). C1 senior femminile: 1) Vanessa Zampese (Cc Oriago, 2) Claudia Nordio (Valbrenta Team), 3) Paola Trevisan (Canoe Polesine Rovigo). A.A.



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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Con la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” chiediamo al Governo una svolta contro il Gap

Gioco d’azzardo: una patologia e un florido mercato per le mafie

La mobilitazione per regolamentare il settore è generale. Anche i sindaci sottoscrivono un manifesto nazionale per la legalità contro il gioco d’azzardo di Germana Urbani

A

nche il gioco uccide. L’ultima vittima “Sarebbe sbagliato pensare – sottoliin Veneto è vicentina: morta suicida nea Pierpaolo Romani, coordinatore naper debiti da gioco. Ma non è un caso zionale di Avviso Pubblico - che il problema isolato e non sarà l’ultimo. Ai veneti piace delle mafie non riguardi il Veneto, terra che giocare d’azzardo. Tra il 2010 e 2011 il anzi interessa molto alle cosche, tanto che 44% della popolazione tra i 15 e 64 anni la Regione si è dotata di un’apposita legge ha giocato d’azzardo. Il 63% nell’ultimo antimafia. la n. 48 del 2012. Oggi parlare anno ha giocato al Lotto/Superenalotto del rapporto gioco d’azzardo-mafie significa e poco meno del 58% al Gratta e vinci/ mettere testa su quella che può essere la Lotto istantaneo; seguono coloro che hanno principale dinamica di infiltrazione mafiosa praticato scommesse sportive ed il Poker te- in questa regione: cioè, ancora una volta, xano o che hanno giocato alle macchinette l’infiltrazione nel settore economico”. elettroniche/slot machine. Dal 1998 in Italia lo Stato ha liberaQuesti numeri evidenziano che quello lizzato e legalizzato le scommesse: ciò ha del gioco d’azzardo è un vero e proprio prodotto un espandersi incredibile del mermercato in controtencato del gioco che lo denza rispetto alla cri- In Veneto c’è il casinò, scorso anno ha toccasi. La gente tenta la una forte attrattiva to quasi i 100miliardi fortuna per sbarcare il per chi presta denaro di euro tra gratta e lunario e paradossal- ad usura o ricicla vinci, lotterie, slot, mente aggrava la si- denaro sporco scommesse sportive tuazione del bilancio e quant’altro. Tanta economico famigliare. gente gioca perchè gli strumenti per giocare Ma questo trend deve porre all’eviden- sono sempre a portata: dal tabaccaio, al za anche altre questioni: un mercato florido bar, al supermercato. Lo Stato, purtroppo, interessa sempre le mafie. Nonostante nella non ha fatto una legge per rispondere ad nostra regione non ci siano evidenze di infil- una domanda di gioco, ha invece spinto trazioni in questo settore, occorre conoscere l’offerta creando, di fatto, la domanda. E le bene le dinamiche perchè dove girano tanti possibilità si sono moltiplicate a dismisura. soldi spesso c’è qualcuno che ricicla denaro Sono aumentate le slot all’interno dei bar sporco e pratica prestito ad usura. e nei comuni è possibile aprire sale giochi

con videolottery che permettono di giocare anche grandi cifre. A questo si aggiungano le agenzie di scommesse. Una gamma di offerta che sta investendo i veneti e creando moltissimi dipendenti da gioco patologico d’azzardo. “Fra questi – spiega Romani - ci sono persone che hanno un lavoro, sono magari imprenditori che accumulano debiti e devono trovare qualcuno che gli presti denaro. Il gioco crea una domanda a cui i mafiosi possono rispondere col prestito ad usura. Sempre più spesso, infatti, all’ufficio antiusura del Comune di Verona si presentano persone che si dichiarano vittime del gioco d’azzardo. Inoltre, i mafiosi hanno iniziato a gestire società che costruiscono macchinette, che spesso non sono regolari. Cioè non hanno al loro interno la scheda prevista dalla legge che le collega col Ministero del Tesoro, ne registra le giocate e calcola la tassazione dovuta allo Stato. In questo modo i mafiosi sono degli attori importanti di una quota significativa di evasione fiscale in complicità o meno col gestore del locale che ospita la macchinetta”. Va detto poi che il passo successivo alla gestione illecita delle macchinette nei bar è l’estorsione a danno dei Commercianti con relative intimidazioni. “Lo dico come avvertimento per i Commercianti – afferma

Pierpaolo Romani

ancora il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma anche per gli imprenditori del settore, per Confindustria che deve stare molto molto attenta a tutelare gli imprenditori che operano legittimamente in questo mercato perchè l’organizzazione mafiosa che si inserisce in un mercato punta al monopolio dello stesso”. E oltre alle sale giochi una comunità “colonizzata” dal gioco d’azzardo attira anche un indotto pericoloso. “Spesso – continua Romani - aumentano i casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e la fornitura di sesso a pagamento della peggior specie. Si scoprono appartamenti dove vengono tenute come schiave del sesso ragazze straniere in mano a gruppi criminali dell’Est o dell’Africa in combutta con cittadini veneti e organizzazioni criminali italiane. Questo per dire che l’insicurezza nei quartieri non la portano solo gli stranieri. L’insicurezza la creiamo noi permettendo a persone con tanti soldi, fatti spesso sulla pelle di tanti giovani con la vendita di droga, di sviluppare dei business

che hanno poco di etico e sono antieconomici per la città e i suoi abitanti”. Il pericolo sta proprio qui. Come ha detto Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, intervenuto sull’argomento a Verona “Arrivano con il denaro ma poi portano anche i loro eserciti” per il controllo del territorio. “Ci tengo a sottolineare che quando i mafiosi arrivano in un territorio – conclude Pierpaolo Romani - è perchè incontrano persone capaci di garantire determinati servizi, che anziché denunciare diventano complici conniventi. E’ tremendo vedere come, a volte, il mondo dei professionisti sostiene, anche dalle pagine dei giornali veneti, che il rispetto della legalità produce ingiustizia sociale! Che se gli imprenditori pagassero tutto i conti esploderebbero. E’ preoccupante constatare che in Veneto c’è un pezzo dell’imprenditoria e un pezzo delle libere professioni che pensa che le regole sono un intralcio. Questo atteggiamento apre delle brecce pericolosissime”.

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Il Veneto in primo piano 11 29 Verona: 32 milioni di gratta e vinci venduti in tutta la provincia

Neanche la crisi ferma i veneti: giocano sempre di più

di Germana Urbani

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’Italia intera si sta mobilitando contro il gioco d’azzardo legalizzato e antieconomico. Gli amministratori stanno facendo rete firmando il manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo che chiede una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali con compiti e impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. E chiedono sia consentito il potere di ordinanza per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, oltre al parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Anche l’assessore provinciale di Rovigo Marinella Mantovani è impegnata da anni in questa battaglia perchè ricorda “il costo del recupero

focus

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di un giocatore dipendente si aggira intorno ai 30mila euro l’anno, senza contare i patrimoni dilapidati, il lavoro perso, le ore dedicate al gioco e sottratte all’affettività e alle relazioni sociali”. La situazione in polesine ha del paradossale: solo considerando la popolazione maggiorenne, c’è 1,2 slot ogni 100 cittadini. Il paradosso si raggiunge a Papozze: ce n’è una ogni 23 cittadini. A Padova e provincia non va meglio. Sono 400 mila padovani che hanno giocato soldi almeno una volta nella vita, almeno 70 mila potrebbero essere in condizioni di rischio; tra questi, oltre 18 mila sarebbero giocatori problematici e più di 3 mila manifesterebbero comportamenti ascrivibili alla dipendenza patologica. Queste persone avrebbero bisogno di supporti e trattamenti socio sanitari specifici. Solo l’Ulss 16 ha denunciato ben 2mila casi di sua competenza: dai 15 ai 64 anni il virus del gioco d’azzardo si è diffuso a

macchia d’olio e aumenta di anno in anno. “Abbiamo iniziato a lavorare – afferma il direttore del sert, Andrea Vendramin - su vari progetti mirati soprattutto alla prevenzione sul territorio, incluse le scuole, e alla formazione degli esercenti del settore. Le risorse però sono scarse: bisognerebbe che una parte del fatturato del settore fosse devoluto alla cura dei giocatori patologici e che egli enti locali fossero più coinvolti. Perché mentre lo stato incassa una quota importante delle giocate, tutti gli oneri sociali ed economici generati da persone rimaste senza niente sono interamente in capo ai comuni”. Non va meglio a Verona dove, secondo l’ufficio antiusura del Comune, sono presenti, tra bar, tabaccherie e ristoranti della provincia, 2.260 macchinette da gioco e 86 sale da gioco. Nel 2011 sono stati venduti in città oltre 7.1 milioni di biglietti “gratta e vinci” e, complessivamente, più di 25 milioni in

provincia: come se ogni veronese, bambini compresi, avesse acquistato oltre 25 biglietti. Ma il dato che fa rabbrividire è che solo un anno dopo il bilancio è ben più pesante: 32 milioni di gratta e vinci venduti nel veronese. Segno che con la crisi aumentano coloro che tentano la fortuna. Una vera piaga a cui i Comuni cercano di rispondere come possono. Il Comune di Vicenza, per esempio, attraverso una delibera di modifica del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni ha introdotto il divieto di pubblicità del gioco azzardo anche se in possesso di regolare concessione amministrativa rilasciata dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Almeno questo. Certo è che serve con urgenza una legge nazionale e regionale che regolamenti la materia e destini risorse ai sert delle Ulss per la cura dei giocatori patologici.

fin’orA interventi A mAccHiA Di leopArDo unA legge venetA per AiutAre i giocAtori

ino ad oggi la Regione Veneto, rispetto al problema del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze sociosanitarie e famigliari, si è limitata a sondare il fenomeno e a finanziare alcuni progetti sul territorio ma senza una vera programmazione. ”Il gioco d’azzardo – sottolinea l’assessore Remo Sernagiotto – e’ un fenomeno in costante crescita tanto che i servizi per le dipendenze del Veneto nel 2011 hanno intercettato e preso in carico 765 giocatori patologici di cui 637 maschi e 128 femmine”. ”Per affrontare al meglio questa insidiosa forma di dipen-

denza che tanta sofferenza causa a chi ne e’ affetto e alle famiglie dal punto di vista psicologico ed economico – aggiunge – serve un coordinamento delle strutture sociali e sanitarie, pubbliche e del privato sociale. Da questo punto di vista si stanno facendo passi in avanti, esempio ne sia la proposta di prevenzione “Scommetti su te stesso” che arriva da Monselice e che abbiamo finanziato con 50 mila euro; il progetto avrà durata di due anni e sarà di prevenzione, sensibilizzazione, formazione, ascolto e presa in carico dei problemi che riguardano il gioco d’azzardo nel territorio

della bassa padovana”. Vero è che per intercettare e arginare il dilagare di queste problematiche occorre una visione d’insieme di ben altro spessore. In Regione Veneto il Vicepresidente della commissione sanità, Claudio Sinigaglia, è il primo firmatario della proposta di legge n. 283, dedicata ad interventi di prevenzione, formazione e trattamento del Gap, gioco d’azzardo patologico. “In questi giorni – spiega Sinigaglia - al Governo si chiede di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza, prevedendo lo stanziamento di risorse dedicate per garantire l’effettiva attuazione da parte delle

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Regioni e degli Enti locali di politiche socio-sanitarie di assistenza alle persone affette da questa patologia”. “A livello regionale -continua il Consigliere - sarebbe auspicabile una legge sul gioco, con vincoli e distanze per le sale da gioco e la pubblicità. Anche sul decreto Balduzzi mancano i decreti attuativi, e la situazione è completamente annacquata. Il nostro compito è capire come intervenire a livello regionale, senza poi essere bloccati nei vari tribunali. E non parliamo solo di slot machine e sale, ma anche dell’online, per cui occorre prevenzione e informazione, a partire dai genitori”.


12 Il Veneto in primo piano 30 Il riconoscimento, molte le venete premiate

Donne eccellenti anche in tempi di crisi Bellezza, glamour e impegno, il teatro Geox ha ospitato i migliori talenti femminili italiani premiati in una serata all’insegna del buon gusto di Germana Urbani

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on la crisi le donne rompono gli schemi e si “inventano” il futuro. E in questo sono eccellenti. Unioncamere ha calcolato che in dodici mesi, da marzo 2012 al marzo successivo, le imprese femminili in Italia sono arrivate a un milione 424.798, pari al 23,5% del totale. Un segno positivo o emblema di un paese che non sostiene le donne e quindi loro si sostengono da sole? Se ne è parlato al salone dell’imprenditoria femminile di Torino, evidenziando un’arte diventata di questi tempi essenziale: quella di re-inventarsi, rompere gli schemi e riprendersi il futuro. Un’arte che sembra riguardare in particolar modo le donne. Perché se da un lato il mondo del lavoro “tradizionale” continua a soffrire di alcuni problemi strutturali che le coinvolgono (dimissioni in bianco, retribuzioni diverse uomo/donna, mancata valorizzazione del capitale umano femminile), le donne intraprendono altre strade: come quella di aprire un negozio, un’attività o un’azienda. I dati dell’osservatorio sull’imprenditoria

La “Donne Eccellente” nel sociale è Anna Rossoni, padovana, vicepresidente regionale di Unitalsi femminile di Unioncamere lo testimoniano: le imprese femminili hanno un passo più veloce rispetto alla media nazionale. Nel periodo giugno 2013-giugno 2012, mentre le aziende nel loro complesso crescevano dello 0,13%, quelle fondate da donne aumentavano di quasi 5 mila unità, con un incremento dello 0,34%. Eppure non è semplice. L’ha ricordato anche Anna Licia Balzan Polegato, imprenditrice premiata donna eccellente 2013. “Sono un’imprenditrice che lavora - ha detto la Balzan – alla costante ricerca di un equilibrio tra gli impegni professionali, famigliari e la necessità di non rinunciare mai a se stessa, a essere donna”. Un difficile equilibrio che rincorrono tutte le

donne, non solo le imprenditrici. E ben si è visto durante la serata di gala per il premio Donne Eccellenti 2013. Nato da un’idea dell’Associazione Albergatrici Abano Montegrotto Terme e organizzato per questa edizione al Gran Teatro Geox di Padova in collaborazione con Zed, l’evento si è rivelato una kermesse al femminile aperta da un red carpet di tutto prestigio che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone venute ad applaudire le donne protagoniste di questa undicesima edizione. La manifestazione, condotta da Alessandro Greco, ha preso poi il via con la verve inglese di John Peter Sloan che ha premiato la frizzante Silvana Fallisi per la categoria Cinema. A seguire l’Arte. E Alberto Terrani ha consegnato la rosa gioiello disegnata da FOPE Gioielli e l’Acqua Termale di AbanoSPA al commendatore maestro di tessitura del bisso marino, Chiara Vigo. Emozionante la premiazione di Daniela Zuccoli Bongiorno, salutata sul palco da Sabina

Ciuffini e da un intervento filmato di Pippo Baudo, commosso nel ricordare il grande amico e la Fondazione Bongiorno. Ma il teatro Geox ha vibrato anche grazie alla voce di Ornella Vanoni che ha cantato alcuni suoi storici pezzi eper chitarra e voce dedicati al Brasile. Premiata da Giorgio Borghetti, ha dichiarato: “Se devo scegliere tra le Maldive ed Abano Terme, preferisco le Terme Euganee e le loro acque rilassanti!”.

Premiata anche la ricerca con la dottoressa veneziana Marina Cavazzana, pediatra ematologa attualmente a Parigi, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani della Donna Eccellente 2005, Ilaria Capua. Per la categoria dei giornalisti il premio è andato alla padovana Alessandra Viero che lavora a Mediaset. Filippo Ongaro, invece, ha consegnato a Roberta Bruzzone, criminologa, ma anche volto televisivo, il Premio Città di Montegrotto Terme.

valeria Mazza premiata e Anna Rossoni

bellezzA, spettAcolo sport e soliDArietà

Valeria Mazza e Anna Rossoni

L

a premiazione più glamour, dal respiro internazionale è stata quella di Valeria Mazza. La top model argentina, che ha assistito alla serata con tutta la famiglia, è stata invitata a salire sul palco per essere premiata per la categoria Moda&Spettacolo dall’attore Matteo Tosi, tra le parole estasiate di un video dedicatole da Pippo Baudo. Lei si è deta lusingata per il premio “Donne Eccellenti” e ringrazia ricordando di aver avuto “la fortuna di aver lavorato nella moda negli anni Novanta, quando le modelle erano anche personaggi e la gente ci ha viste crescere. Io ho sempre considerato il mio lavoro con grande disciplina”. Quasi uno sport, verrebbe da dire. Ma anche il mondo dello sport quella sera ha avuto la sua stella. La rodigina campionessa di beach volley Marta Menegatti ha ricevuto

il premio dalle mani del pluri-campione olimpico Rossano Galtarossa. Anche il bel canto ha avuto la sua “regina”: Daniela Dessì, voce incantevole che ha ricevuto il Premio dalla collega soprano Katia Ricciarelli, già Donna Eccellente 2005, e da Claudio Scimone, maestro dei Solisti Veneti. Per la categoria danza, invece, è stato il ballerino di Amici Denny Lodi a consegnare il premio a Rossella Brescia, ballerina, insegnante, attrice ed ormai sempre più consolidata presentatrice del piccolo schermo. Ma forse il premio più “meritorio” è stata consegnato ad Anna Rossoni, premiata per il Sociale, a seguito di un gioco sui siti dei quotidiani del gruppo Finegil che l’ha decretata la più votata tra le donne venete che si stanno occupando di volontariato.


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Veneto in primo piano 13 32 Il Veneto in primoIlpiano Sicurezza idraulica Con l’autunno torna il maltempo con i timori di chi vive in zone a rischio

La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione Aperti i cantieri per nuove opere di difesa ma servono ulteriori interventi per tutelare buona parte della regione. I Consorzi di Bonifica hanno decine di progetti nel cassetto

Zaia: “Pensiamo meno alle strade e di più alla sicurezza del territorio”

di Nicola Stievano

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orna la stagione delle piogge, dopo la “tregua” estiva i fiumi tornano ad ingrossarsi ed ogni perturbazione ormai innesca l’allerta meteo ed è fonte di ansia e preoccupazione per milioni di veneti. Questo perché gran parte del territorio della nostra regione è a rischio idrogeologico, al punto che allagamenti ed esondazioni sono sempre una minaccia concreta. Dalla disastrosa alluvione di tre anni fa qualcosa è cambiato e sono ormai aperti alcuni cantieri per la costruzione di invasi nella fascia pedemontana e il rinforzo degli argini più “stressati”. Ma restano ancora al palo molti altri interventi sul territorio, da quelli più invocati ed evidenti come il completamento dell’idrovia Padova – Mestre da usare come valvola di sfogo per le piene del Brenta e del Bacchiglione. Un’opera che tutti i comitati e gli esperti indicano come la possibile soluzione alla criticità idraulica del nodo di Padova. Inoltre non passa giorno senza che i Consorzi di Bonifica sottolineino la necessità di investire di più per le opere di consolidamento e di difesa idrogeologica. I progetti ci sono, le competenze anche, quello che manca, come sempre, è la disponibilità economica. “Ogni volta ci troviamo a dover gestire l’emergenza – spiega Antonio Salvan, presidente del consorzio Adige Euganeo – e a impegnare risorse nei momenti di crisi. Noi ci troviamo spesso a gestire un sistema concepito il secolo scorso, quando il Veneto era per lo più campagna. Oggi la situazione è ben diversa, l’urbanizzazione massiccia impone di adeguare la rete di scolo e gli impianti. Non solo, il clima sta cambiando e ormai le precipitazioni si caratterizzano per la loro intensità. Cade molta acqua in poche ore, acqua che finisce per fare danni se non viene convogliata in una rete di scolo adeguata. Abbiamo diversi progetti già pronti per aumentare la portata dei canali, per prevenire le emergenze, per mettere in sicurezza ampie aree del nostro territorio, per preservare interi centri urbani e zone produttive dagli allagamenti. Continuiamo a sensibilizzare chi ci governa ma lo scoglio più grande resta la disponibilità economica. Intanto cerchiamo di fare del nostro meglio”. Dall’area di Mestre sempre a rischio alluvione alla Bassa Padovana, dal fragile Polesine all’area Euganea, i punti critici dal punto di vista idrogeologico certo non mancano. A fine settembre intanto sono stati affidati dal Consorzio di bonifica Bacchiglione i lavori per le opere di estensione del collegamento dell’’area termale al Cana-

Gli assessori Stival e Conte con il presidente Zaia

M

Sul completamento dell’Idrovia Padova – Mestre invocato da più parti manca ancora il passaggio decisivo le L.E.B (Lessino –Euganeo – Berico), che attraverso un nuovo sistema di tubazioni interrate consentirà di recapitare acqua in tutti i canali del Consorzio del bacino idraulico “Colli Euganei”. Una grande opera, che complessivamente, tenuto conto anche dei lavori già realizzati negli anni scorsi del primo tratto di condotta, costerà oltre 6 milioni di euro . Il progetto avviato, di 5 milioni di euro, previsto all’interno del “Piano Irriguo Nazionale” completa il già avviato riassetto idraulico – ambientale del bacino “Colli Euganei” – area di 11.804 ettari a nord – ovest di Padova – caratterizzata attualmente dalla presenza di numerose aree urbanizzate, piccoli insediamenti industriali, numerose aziende agricole e dagli importanti centri turistici termali di Abano e Montegrotto Terme. Nello specifico i lavori in partenza, suddivisi in due lotti esecutivi, riguardano la realizzazione di una condotta

lunga 1,6 km e di un’ulteriore sistema di condotte e manufatti (per una lunghezza totale di 5 km circa). L’intervento, una volta completato, sarà in grado di rispondere alle modificate esigenze idrauliche dell’’area, consentendo la vivificazione dei corsi d’acqua principali con l’aumento delle portate degli scoli durante tutto l’anno e la possibilità di utilizzo irriguo delle acque nelle aree agricole in primavera ed in estate. Relativamente all’utilizzo irriguo per l’agricoltura, il Consorzio di bonifica Bacchiglione ha inoltre progettato e realizzato a valle dello Scolo Spinosella (in accordo con alcune aziende private) un’area pilota di irrigazione “a domanda” per garantire la distribuzione capillare dell’’acqua dai canali consortili ad aziende agricole private - che si sono dimostrate motivate a condividere anche i costi aziendali di trasformazione – concretizzando così la collaborazione fattiva tra l’ente pubblico e gli interessi del territorio anche rappresentati direttamente da un gruppo di soggetti privati. “Una grande opportunità da cogliere per il “sistema” Colli Euganei. - sottolinea Eugenio Zaggia, presidente del Consorzio Bacchiglione - L’arrivo di acqua di ottima qualità in questa zona significa un potenziale di sviluppo enorme per l’economia agricola e turistica dell’area”.

entre in Regione si stanno chiudendo i conti dei rimborsi agli alluvionati del 2010, dopo un lungo iter non privo di polemiche, il presidente Zaia conferma la volontà di mettere in campo risorse per la prevenzione, come chiedono da anni a gran voce esperti e addetti ai lavori, cittadini che hanno provato sulla propria pelle cosa significhi avere l’acqua in casa e persone che si impegnano per la sicurezza del territorio. “In questo Paese varrebbe la pena di pensare a costruire un po’ meno strade e di più al dissesto idrogeologico, che è la vera sfida che noi abbiamo”. Queste le parole di Luca Zaia pronunciate a Longarone, durante la giornata dedicata all’anniversario della tragedia del Vajont. “La necessità di prevenire e intervenire contro il dissesto idrogeologico – ha affermato il governatore – è la nostra versa sfida. L’abbiamo vissuto con l’alluvione del 2010 che ha colpito direttamente oltre 200 comuni, 10 mila famiglie con l’acqua in casa, 3 mila imprese danneggiate. E poiché la vera sfida per un territorio è quella di mettere in sicurezza dei cittadini”. L’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte conferma l’impegno del Veneto: “La messa in sicurezza del territorio è una priorità di questa amministrazione. Siamo impegnati fin dall’inizio della legislatura sulla partita relativa alle grandi opere idrauliche a cui abbiamo messo mano dopo 80 anni che non si era fatto più nulla. Per gli interventi di difesa idraulica negli ultimi due anni sono stati spese o impegnate risorse per un totale di circa 300 milioni di euro in tutto il territorio veneto. Di recente è partita la procedura anche per l’appalto della cassa di espansione di Caldogno. Posso affermare senza paura di smentita che nessuna amministrazione, da quando nel 2003 le competenze in questo settore sono passate alle Regioni, si è mai spinta come abbiamo fatto noi così in avanti sul fronte della riduzione del rischio idrogeologico”.


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34 Voci da palazzo

Voci da palazzo 15

Sanità Stabilite le dotazioni di reparti, primariati e posti letto per le 24 aziende sanitarie del Veneto

Approvate le schede di programmazione ospedaliera Lo scorso 27 settembre, la commissione Sanità, ha espresso il suo voto. Critici Azzalin e Sinigaglia

D

opo una seduta durata più di 22 ore, lo scorso 27 settembre, la commissione Sanità, presieduta da Leonardo Padrin, ha approvato le schede di programmazione ospedaliera per le 24 aziende sanitarie del Veneto. Con tale provvedimento si sono stabilite le dotazioni di reparti, primariati e posti letto per le 21 aziende territoriali, le due aziende ospedaliere di Padova e Verona e l’Istituto oncologico veneto. “Con il via libera alle schede ospedaliere – dichiara Padrin al termine della seduta - abbiamo portato a compimento il percorso di riorganizzazione del settore avviato con il Piano socio-sanitario. La commissione ha confermato l’impostazione della Giunta, ma allo stesso tempo ha reso più elastiche le dotazioni di posti letto territoriali. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è questo: chi in Veneto ha bisogno di un posto letto avrà sempre una risposta positiva, che si tratti di una

struttura intermedia, territoriale o ospedaliera. L’aspetto più caratterizzante di questi nuovi strumenti – informa Padrin - è l’apertura alle case di cura private alle quali lanciamo una sfida, quella di attrarre pazienti da fuori Regione. Lo stesso vale anche per le aziende ospedaliere, i grandi ospedali, ma anche gli ospedali dei capoluoghi di provincia. Questo permetterà alle nostre eccellenze di farsi valere sul mercato. Solo nel privato – precisa - questa novità potrebbe portare all’assunzione di circa 1300 addetti e ad un fatturato di 80 milioni di euro all’anno”. In ultima battuta Padrin ha rimarcato l’attenzione massima avuta nei confronti dei territori più delicati come la montagna, la Laguna e il Polesine. “Le specificità territoriali sono state salvaguardate così come prevede il Piano. Ogni soluzione è stata ritagliata addosso alle singole realtà dopo un lungo confronto con i territori”. “Con il Piano e le schede – ha

n

Nella foto il presidente della V commissione Leonardo Padrin e l’assessore alla Sanità Luca Coletto dichiarato invece l’assessore alla sanità, Luca Coletto che ha partecipato ai lavori della commissione – abbiamo avviato una riorganizzazione della sanità veneta che guarda al futuro. Ci sono – ha precisato – delle grosse innovazioni e posso dire tranquillamente che sono innovazioni che vengono riprese anche a livello nazionale. E’ veramente un cambiamento

cosA è cAmbiAto

el pADovAno L’Usl 15 di Cittadella ha perso Chirurgia vascolare ottenendo, però, l’apicalità in Ortopedia, mentre Camposampiero acquista quella di Anatomia patologica, diventa Cto regionale e Centro provinciale per le patologie retiniche. Usl 16. Al Sant’Antonio salgono i letti in Terapia intensiva (da 10 a 16) e in Ortopedia (da 35 a 40). Piove di Sacco avrà i primari di Ortopedia, Anestesia e Ostetricia (dove si farà anche la fecondazione assistita) e 7 letti di Riabilitazione neurologica, ma perde l’apicalità in Neurologia. Iov: apicalità in Immunologia e Usd di Tumori ereditari. Usl 17. Riconosciuta l’Usd di Radioterapia a Este, di Diabetologia e Chirurgia artroscopica a Monselice.

n

el veneziAno Nell’Usl 12, la cardiochi-

rurgia di Mestre assorbe l’attività di Mirano. Alla 13, invece, sono stati riconosciuti i primariati di Ostetricia e Riabilitazione (20 letti) a Dolo, e le Unità semplici dipartimentali di Otochirurgia e Chirurgia vascolare a Mirano. A Chioggia, Uls 14, sono state riconosciute le Unità semplici dipartimentali di Diabetologia e Day-Surgery in regime diurno.

Piergiorgio Cortelazzo (PdL)

Gennaro Marotta (Idv)

“S

“E

“buone notizie per l’ulss 17”

u Padova la quinta commissione consiliare ha fatto un ottimo lavoro, confermando il ruolo strategico della nostra sanità”. Ad affermarlo è il consigliere padovano e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Piergiorgio Cortelazzo. “Massimo rilievo è stato riconosciuto anche al Cto di Camposampiero. Nello specifico, buone notizie sono arrivate anche per l’Ulss 17 di Este-Monselice con l’istituzione di tre nuove Usd, unioni semplici dipartimentali. Ne abbiamo riconosciuto tre - illustra Cortelazzo - Una di diabetologia, un’altra di radioterapia, una terza di chirurgia ortopedica ortoscopica. Inoltre al reparto di ortopedia sono stati assegnati ulteriori 5 nuovi posti letto. In questo modo vogliamo riconoscere e incentivare le eccellenze presenti nel presidio. 5 posti letto sono stati assegnati anche all’Ulss 16 per il Sant’Antonio, una quota che può sembrare bassa, ma che in realtà consentirà alla struttura di attivare nuovi servizi”. Cortelazzo si dice soddisfatto anche per la conferma dei posti e del ruolo della riabilitazione all’ospedale di Conselve. “La quinta commissione - conclude Cortelazzo - ha lavorato di fioretto, coinvolgendo tutti i soggetti che volevano dire la loro. Gli operatori, le associazioni e gli amministratori padovani sono stati molto collaborativi e responsabili”. Antonio Pipitone (Idv)

sconcerto per tAglio cHirurgiA vAscolAre ulss 15

“A

l sant’Antonio di Padova Ortopedia ha acquisito 5 posti letto grazie ad un mio emendamento. Serviranno per accorciare la lista di attesa con più di 600 pazienti. “Purtroppo è stata eliminata Chirurgia vascolare dell’Ulss 15 di CittadellaCamposampiero. Siamo rammaricati – racconta il medico padovano – perché sono stati bocciati due emendamenti, che avevo presentato, per mantenere l’Unità definitivamente o almeno sino alla scadenza dell’attuale primario, in modo da accompagnare il percorso di riconversione. È una decisione incomprensibile, che elimina un’eccellenza costruita sul campo, nonostante le migliaia di firme raccolte dai cittadini. E’ stata invece presa una decisione positiva, c’era un nostro emendamento in tal senso, - conclude Pipitone - sull’Ortopedia di Piove di Sacco. Viene così salvato un servizio essenziale per migliaia di pazienti della bassa padovana. Ritengo positiva anche la scelta di modificare le schede ospedaliere dello Iov, garantendo un livello elevato, dà garanzia ai ricercatori sulla continuità del loro lavoro e, in sostanza, esclude qualsiasi ipotesi di spostarlo altrove. Nelle schede sono state inserite l’unità operativa complessa di immunologia, dove operano 100 ricercatori, ed una di terapia del dolore. La Breast Unit è stata accorpata all’unità di senologia e si sono create le unità dipartimentali dei tumori esofagei e dei tumori rari”. Claudio Sinigaglia (Pd)

“restA buio Assoluto su servizi territoriAli”

“L

a strada imboccata da Lega e PdL è chiara: tagliare posti letto ospedalieri senza garantire in cambio servizi e risorse nei territori. Quando e dove vedranno la luce gli ospedali di comunità, le strutture intermedie, gli hospice, i centri per l’alzheimer e la sclerosi multipla? Perché dimezzare il numero dei distretti? Perché eliminare un gran numero di responsabili di psichiatria, per l’infanzia e l’adolescenza, per la disabilità e la non autosufficienza? Su tutti questi nodi rimane il buio assoluto”.

“troppi tAgli A veneziA”

’ andata bene col Policlinico San Marco e a Mirano. Meno con Venezia. Su Mestre – spiega il politico veneziano - c’è stato un recupero abbastanza sostanzioso. Ha avuto esito il forte l’impegno di IdV e del Pd: abbiamo convinto la maggioranza a non tirare troppo la corda. Avrebbero sbriciolato il polo di chirurgia programmata protesica e sarebbe stato un delitto. Così al Policlinico San Marco abbiamo recuperato 25 posti, assorbendo meglio i tagli (20 posti nell’area chirurgica ortopedica, 3 al week surgery, 2 in Terapia intensiva). Siamo soddisfatti anche per Mirano, dove la Cardiochirurgia continuerà a funzionare finché l’hub dell’Angelo non riuscirà a gestire in proprio tutti gli interventi dell’Ulss. Su Venezia – sottolinea Marotta - abbiamo provato a far quadrato per contrastare la riduzione dei posti letto, ma la maggioranza di centrodestra era blindata ed ha bocciato le nostre proposte, che mantenevano reparti e servizi a nostro avviso indispensabili per gli abitanti del centro storico. Non vorremmo, come avevamo ventilato, che il Civile venisse ora considerato alla stregua di un poliambulatorio”. Carlo Alberto Tesserin (PdL)

“confermAtA l’importAnzA Di cHioggiA”

“L

e schede ospedaliere hanno confermato l’importanza di Chioggia nel sistema sanitario veneto, aggiungendo un ulteriore potenziamento sul fronte della diabetologia e del day-surgery. Tutte le modifiche positive introdotte a inizio estate dalla Giunta sono state ratificate dalla V Commissione, che su Chioggia ha votato all’unanimità, segno che la convergenza sul nostro ospedale è massima. Sono stati confermati quindi i nuovi primariati e l’aumento dei posti letto”.

di rotta rispetto alla gestione della sanità consueta, - ribadisce Coletto - che la miglioria e la rende più fruibile, quindi la sposta verso il territorio dal punto di vista della prevenzione e delle cure immediate, che possono essere erogate sul territorio, valorizzando ancora di più quello che è il lavoro importante degli ospedali, che avranno bacini e specialità ben definiti.

n

el roDigino In Polesine nell’Usl 18 di Rovigo è stato riconosciuto l’Usd di Chirurgia vascolare, Malattie metaboliche e Patologie retiniche. Usl 19 di Adria è stato ammesso il primariato in Riabilitazione. Mauro Mainardi (PdL),

“riconfermAtA lA specificità sAnitAriA Del polesine”

“A

bbiamo – dichiara il consigliere del Pdl - potenziato Adria e confermato l’hub provinciale di Rovigo individuando e premiando le eccellenze. Entrando nello specifico, all’ospedale di Rovigo sono state riconosciute tre nuove Unità semplici dipartimentali: chirurgia vascolare, diabetologia e malattie metaboliche. Trecenta rimane ospedale per acuti, con il riconoscimento di due ulteriori posti letto in terapia intensiva. L’ospedale di Adria riacquista l’apicalità del recupero e della riabilitazione funzionale, a cui viene assegnata una dotazione di 5 posti letto. Si è poi confermata la crucialità del punto nascite e della pediatria. In entrambi i casi le modifiche apportate dalla Commissione sono state oggettivamente migliorative. Graziano Azzalin, Pd

“non c’è nullA per cui esultAre”

“A

nche in Polesine l’effetto dei tagli è stato leggermente attenuato, ma nel complesso la dotazione complessiva non ne esce certo rafforzata, anzi. E quanto stabilito nel Pssr riguardo alla specificità del Polesine è rimasto solo sulla carta: chi canta vittoria per il mantenimento delle due Ulss forse non si è accorto che nessuna Ulss è stata cancellata, visto che le schede si occupavano unicamente delle dotazioni di reparti, primariati e posti letto degli ospedali e forse non si è accorto nemmeno che l’ospedale di Porto Viro è stato privato del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico a beneficio della Casa di Cura di Abano per nessuna altra ragione che non un mero calcolo politico e che nei fatti l’ospedale di Rovigo è stato catalogato come un hub di serie B. E la cartina di tornasole sarà l’allocazione delle risorse. Non mi torna nemmeno il calcolo che ha fatto qualcuno dicendo che l’ospedale di Adria è stato potenziato, a me risulta che i 216 posti letto ed i 17 primariati, diventeranno 178 e 13”.


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16 Cultura veneta 36 Palazzo Fortuny a Venezia Fino al 24 novembre

Gli sguardi universali di Tàpies Iniziò a disegnare cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Scomparso lo scorso anno, Venezia gli dedica una retrospettiva di Alain Chivilò

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he cosa pensa l’artista nel suo agire umano? Qual è la prospettiva artistica che coinvolge maggiormente? Lo sguardo interiore ed esteriore quale polarizzazione prende? Queste sono alcune domande che il percorso espositivo di Palazzo Fortuny a Venezia cerca d’indagare fino al 24 novembre nella mostra dedicata a “Tàpies. Lo sguardo dell’artista”. Scomparso a febbraio 2012 Anthony Tàpies, nato a Barcellona nel 1923, si è sempre posto domande sull’esistenza umana, trovando approfondimenti e risposte nelle culture del mondo. La storia dell’arte dell’agire umano da quella africana, all’asiatica passando per quella europea furono tappe fondamentali. All’età di 18 anni, a causa di una grave lesione polmonare, tra il 1942/43 dovette curarsi in montagna. Proprio in questo periodo iniziò a disegnare, cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Dal dopoguerra dipinse con serietà opere che come

scrisse “erano quasi composizioni astratte, che fino allora aveva appreso e imparato ma ricordavano anche dei paesaggi stella- con tecniche prese da emozioni, gusti, ispirazione, mitologie, ri. Altre esalavano un simbolismo, psicoaprofumo di misterioso La maggior nalisi, meditazione e romanticismo”. Nel parte dei suoi spiritualità. Nacquero 1953 Tàpies iniziò la lavori è prodotta sua svolta artistica met- negli ultimi 25 anni da qui le peculiarità artistiche del Maestro tendo in discussione le di vita Catalano incentrate percezioni passate e il suo lavoro artistico. Partendo dai fermenti nell’utilizzo di terre colorate, sabbie, polartistici europei decise di ricominciare da vere di marmo, capelli, peli, lenzuola, fili, zero esplorando ancora più in profondità paglia, riso, bianchi di Spagna e cenere. Si l’inconscio, mettendo alla prova tutto ciò crearono nuove tensioni in scritture e grafie

Retrospettiva al Museo Correr, fino al 27 ottobre

ANTHONY CARO: ASSEMBLAGGI E IMBULLONATURE

dove la superficie materica venne elaborata in lisciature, grattature e schiacciamenti. Come scrisse nel 1977, “mi muovevo per impulsi precisi, ma così poco coscienti che a volte avevo l’impressione di procedere scavando alla cieca, con gesti furiosi, i segreti di una massa di terra che mi seppelliva”. Oggetti umili, cari all’artista, furono da lui inseriti nelle opere, facendo contemporaneamente apparire croci, numeri, lettere assieme ai suoi “muri” dove elementi naturali s’inserirono in asfalto, graffiti e cemento. Per capire la produzione artistica di Tàpies

Arte performativa, scultura, installazioni e pittura

Materia primordiale a Punta della Dogana

fonDAzione prADA A veneziA propone bernA

C “B

isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.

è fondamentale sapere che la maggior parte dei suoi lavori è prodotta negli ultimi 25 anni di vita, riuscendo a dare in questa fase terminale di vissuto la più totale libertà che avvertiva. Una mostra che, nell’accostamento con opere di vari artisti internazionali, propone lavori scelti dai curatori in chiave puramente emotiva rispetto alla ferrea cronologia museale. Un’occasione per ammirare la produzione artistica di uno fra i più importanti Maestri internazionali nel tradizionale e unico percorso espositivo di Palazzo Fortuny.

“B

isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.

à Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, ripropone fino al 3 novembre una mostra tenuta a Berna nel lontano 1969. “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” non è altro che un progetto di ricostruzione dell’esposizione che passò agli annali per un approccio volto al medium linguistico. Il titolo originale era “Live in Your Head. When Attitudes Become Form. Works-ConceptsProcesses-Situations-Information” per un contenitore che univa sintesi delle ricerche dell’epoca come la Land Art, l’Arte Povera, la Process Art e l’Arte Concettuale. Un nuovo periodo che si sviluppava dopo il Minimalismo e la Pop. Una sfida che Germano Celant, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno voluto affrontare facendo inserire opere, anche d’importanti dimensioni, in spazi stretti consoni a un antico palazzo veneziano. Quindi il visitatore dovrà stare molto attento a non calpestare le opere di artisti quali Bruce Nauman, Giovanni Anselmo, Claes Oldenburg, Walter De Maria, Joseph Kosuth, Gilberto Zorio, Sol Lewitt, Daniel Buren per citarne alcuni. Una domanda sorge in tale contesto: quanto è utile una riproposizione a più di quarant’anni di distanza? Jean Clair scrittore, storico dell’arte e curatore francese, afferma che in tale mostra “il corpo dell’uomo pretende di sostituirsi alle proprie opere”. L’artista è ora “un nuovo mago della società contemporanea”. Si evidenziava dunque una visione del mondo non “comunicata dalle opere” perché “si sarebbe manifestata con la presenza stessa dell’artista nella sua realtà fisica, attraverso le sue attitudini corporali”. Al.Ch.


Cultura veneta 17 37 Arte Alla Basilica Palladiana di Vicenza, sino al 12 gennaio 2014

“Around JFK - 1963: il sogno, il mito”

vintAge festivAl tre giorni Dentro Agli oggetti cHe HAnno fAtto un’epocA

Il prossimo 23 ottobre aprirà i battenti una mostra dedicata ad un anno. Il 1963. Muoiono in quell’anno: Kennedy, Papa Giovanni XXIII e Martin Luter King, tre figure fondamentali per capire quell’epoca

D

allas, 22 novembre 1963, ore 12.30. Muore assassinato John Fitzgerald Kennedy, il Presidente che stava cambiando la storia del suo Paese e quella dell’Occidente. E’ una svolta nella storia del mondo. L’evento influenzerà la percezione e il senso della vita nell’intero pianeta, insieme alla sua rappresentazione sulla scena mediatica, cosa che non accadde un secolo prima con la morte, altrettanto simbolica, di Abramo Lincoln. L’uccisione di Kennedy non segna solo il confine tra un prima e un dopo per la potenza della comunicazione, ma perché trasforma in evento planetario l’icona e il simbolo che lui e la sua Presidenza rappresentavano. Quell’uomo, il sogno che egli ha simboleggiato e il mito che di lui perdura sono al centro di una grande mostra allestita dal 23 ottobre al 12 gennaio presso la Basilica Palladiana di Vicenza. L’esposizione “Around JFK - 1963: il sogno, il mito” è promossa da BCome Venice con il patrocino del Comune di Vicenza e dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Accanto e dentro la mostra, che sarà spazio di rappresentazione visiva e insieme

E luogo di esperienza espositiva, sono previsti appuntamenti dal vivo – conferenze, talks, workshop, reading, installazioni - per una messa in scena del passato recente che ancora pervade e per molti versi incide sul contemporaneo delle arti, della cultura, della dottrina politica e sociale. Un contenitore/evento che nella rappresentazione della storia di ieri riconosce molta iconografia e numerose matrici culturali e sociali che appartengono allo sguardo dell’oggi. Un autentico format culturale e di spettacolo; un ipertesto che si sviluppa su più supporti in contemporanea. Un flusso imperdibile di frames, parole, immagini,

sguardi, suoni, voci per chiunque abbia vissuto quegli anni o ne abbia avvertito gli echi. Chi è nato nel 1963 ha l’ingresso omaggio alla Mostra. A Vicenza, in Basilica Palladiana, sino al 12 gennaio 2014.

stata archiviata come un’iniziativa di successo, la quarta edizione del Vintage Festival. Tante le presenze che hanno accompagnato, a metà dello scorso mese, la tre giorni dedicata alla moda, al design, alla musica e allo spettacolo, al Centro Culturale San Gaetano di Padova. “Il passato in HD” è stato lo slogan usato per sottolineare il concetto sotteso all’evento. Ossia il modo di riappropriarsi del passato per stimolare una visione del futuro più nitida, colorata e ricca. Insomma il vintage può essere il domani, in quanto ogni oggetto può essere la chiave per un nuovo futuro possibile. Attorno all’agorà centrale, che ha ospitato la tradizionale esposizione mercato con una rinnovata selezione tra capi, accessori e oggettistica dagli anni ’20 agli anni ’80, sono stati molti i volti noti che si sono dati appuntamento. Da Philippe Daverio, Tinto Brass, Oliviero Toscani, Maria Luisa Frisa, Andrea Pellizzari, Giusi Ferrè e Bruno Bozzetto la manifestazione è stata anche il teatro di un confronto nel campo del design, dell’arte e della musica, ampliato da otto mostre dedicate agli aspetti culturali e storici del settore. Non solo glamour, dunque, ma un viaggio dentro alla storia degli oggetti che hanno fatto un’epoca c’è stato spazio anche per la beneficienza: gli incassi sono stati devoluti da Team for Children Onlus a sostegno del reparto di oncoematologia dell’ospedale di Padova.

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8 Sì, viaggiare CROAZIA

Cittanova d’Istria, piatti & piattelli d’oro

Sì, viaggiare 39 IL CAMPIONE OLIMPICO DI TIRO A VOLO GIOVANNI CERNOGORAZ ORO A LONDRA CON I COLORI CROATI MA DI FAMIGLIA DA SEMPRE ITALIANA CI GUIDA ALLA SCOPERTA DELLA PITTORESCA CITTADINA AFFACCIATA SUL GOLFO DI TRIESTE CHE CONSERVA PREZIOSE VESTIGIA DI EPOCA VENEZIANA I GENITORI GESTISCONO UNO DEI PIÙ LONGEVI RISTORANTI DELLA REGIONE GLAUCO BEVILACQUA PRESENTA L’ATTIVA COMUNITÀ ITALIANA LOCALE MALVASIA, PROSCIUTTO E OLIO D’OLIVA AL TOP A Giovanni Cernogoraz è dedicato anche un vino. La sua foto compare nell’etichetta di una Malvasia istriana prodotta dal cugino Bruno Ravalico, altro attivo rappresentante della comunità italiana di Cittanova. La sua bella cantina di Verteneglio (Nova Vas, 101) è stata fra le prime in Istria, nel 1985, ad ottenere il permesso dalle autorità yugoslave per poter vendere il vino a privati. Oggi produce vini di alta qualità destinati quasi totalmente alla ristorazione locale, ottenuti con una resa per ettaro molto bassa (sui 70 quintali). 100.000 le bottiglie prodotte fra Malvasia, Chardonnay, Pinot Grigio, Moscato bianco, Merlot-Cabernet e Rosè Merlot. Nell’artistico logo compare il profilo del campanile della vicina Pirano, città da cui proviene la famiglia Ravalico e che oggi si trova in Slovenia. Produce vino anche un compagno di scuola di Giovanni Cernogoraz, Moreno Ivancic, impegnato anche nella banda del paese. Punta deciso alla qualità anche lui e sogna di aprire un’enoteca con prosciutteria per fare assaggiare le gustose coscie che hanno reso famosa l’Istria. Entrambi, Ravalico e Ivancic, producono anche l’olio extravergine di oliva. Quello istriano negli ultimi anni è arrivato a quotazioni altissime per la sua straordinaria qualità. Ma non ci si può recare a Cittanova senza fare tappa al ristorante da Giovanni, che propone da generazioni dell’ottimo pesce, oltre ai premiati dolci di Veronica, fra cui il famoso “Magna e tasi”. Un tiramisu in versione istriana.

L

a medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012 l’ha vinta con i colori della Croazia, ma lui l’azzurro dell’Italia potrebbe vestirlo liberamente anche domani. Stiamo parlando di Giovanni Cernogoraz, campione olimpico nel Double Trap, specialità del tiro a volo che in campo femminile ha visto il trionfo di Jessica Rossi. Giovanni è istriano, risiede in Croazia dunque, ma di passaporto anche italiano, perchè la sua famiglia è sempre stata italiana, mantenendo tale nazionalità anche sotto la Yugoslavia prima e la Croazia poi. Giovanni vive a Cittanova d’Istria (che i croati nel dopoguerra hanno ribattezzato Novigrad), pittoresca cittadina di impronta veneziana che si trova in riva al mare fra Umago e Parenzo, in quella che nel dopoguerra per qualche anno è stata la cosiddetta “Zona B” del territorio Libero di Trieste. Giovanni Cernogoraz è nipote di quel Giovanni che dà il nome ad uno dei ristoranti più famosi e longevi dell’Istria. Giovanni era suo nonno: fu lui nel 1983 a costruire il nuovo ristorante di pesce in Stanzìa Roselli, a sud dell’abitato di Cittanova, ma in precedenza la famiglia Cernogoraz gestiva un’osteria poco lontano, fondata nel 1936 dal bisnonno Martino. Sopra la cava di Antenal, proprio di fronte alla spettacolare foce del fiume Quieto. E’ in quella vecchia osteria che Giovanni Cernogoraz è nato il 27 dicembre 1982. Il ristorante, che con la trattoria da Bruno di Bassania di Salvore e il Giannino di Rovigno è fra i tre locali italiani più lunga attività dell’Istria, ora è gestito da papà Valter, aiutato dalla moglie Bruna e dalla sorella di Giovanni, Veronica. E’ un pezzo di storia locale, insomma. Impreziosito oggi dalle medaglie e dai trofei conquistati dall’atleta, su cui spicca l’oro conquistato a Londra, che fa il paio con quello vinto da Giovanni, sempre lo scorso anno, ai campionati europei disputatisi a Larnaca (Cipro). Il trionfo di Giovanni Cernogoraz alle Olimpiadi in terra britannica ha avuto larga eco in Istria e nella Comunità italiana

uNa paNoraMica Di cittaNoVa D’istria. iN alto: gioVaNNi cerNogoraZ sul poDio Di loNDra Fra FabbriZZi e il KuWaitiaNo alDeeHaNi, sotto l’atleta DuraNte la gara oliMpica. a ceNtro pagiNa: cerNogoraZ e glauco beVilacQua “ciceroNi” a cittaNoVa iN auto, la FaMiglia cerNogoraZ al coMpleto Nella sala Del ristoraNte DoVe soNo esposti i preMi ViNti Dal tiratore e glauco beVilacQua. sotto: il MuNicipio Di cittaNoVa coN lo striscioNe DeDicato al trioNFo Di cerNogoraZ, l’atleta alle Foci Del Quieto DoVe sorgeVa l’osteria creata Dal NoNNo, uNo scorcio “VeNeZiaNo” Della cittÀ, il porticciolo e uN traMoNto sull’aDriatico

della regione, suscitando un moto di giustificato orgoglio. Ancora oggi davanti al municipio, nella rotonda d’ingresso al paese e davanti al ristorante sono affissi tre striscioni che inneggiano all’impresa del tiratore. Impresa ottenuta, peraltro, superando in un appassionante spareggio l’italiano Massimo Fabbrizi, un amico con cui spesso condivide gli allenamenti al poligono “Giorgio Rosatti” di Ponso. Visitare Cittanova d’Istria avendo come ciceroni il campione olimpico Giovanni Cernogoraz e Glauco Bevilacqua, vicepresidente della Comunità degli Italiani di Cittanova, è un modo per andare oltre ad una comune escursione turistica. Oltretutto i due ciceroni utilizzano una parlata familiare (l’istro-veneto è pressochè il dialetto veneto) e offrono la possibilità di cogliere aspetti di storia locale e di vita quotidiana che nessuna guida potrà mai trasmettere. Entrambi sono molto legati a questo territorio e mostrano con passione quanto rimane della bella cinta muraria veneziana e poi il caratteristico porticciolo dove ogni sera attraccano le barche con il pesce fresco appena pescato. E poi la Loggia Civica che ospita il municipio, la cattedrale di San Pelagio che dall’alto si affaccia sul mare: la chiesa,

costruita sui resti di una basilica paleocristiana del V - VI secolo, conserva nel sacello della cripta, in un sarcofago del 1046, le reliquie dei santi Pelagio e Massimo. Nel territorio un tempo sorgevano ben 16 chiese. Le calli tortuose e i campielli ricordano quanto Cittanova sia stata legata a Venezia. Come segno di fedeltà alla Serenissima nel 1145 si impegnò a donare ogni anno 400 libbre di olio (circa 190 chili) per illuminare la basilica di San Marco. Il suo porto adagiato sulla foce del Quieto servì per secoli da scalo per il legname istriano diretto all’Arsenale di Venezia. Cittanova fu falcidiata dalle pesti del 1527 e del 1630 e subì anche gli assalti dei terribili pirati Uscocchi. Nelle vicinanze, a Daila, sorge anche quanto resta della grande abbazia benedettina, oggi al centro di un contenzioso internazionale, in quanto i frati di Praglia (sui Colli Euganei) ne reclamano la proprietà dato che la persero solo per effetto delle confische attuate dal governo comunista di Tito. Giovanni Cernogoraz, che è papà di due bei bambini (Leonardo ed Eva), un’ultima tappa la dedica al poligono di tiro costruito non lontano da casa su iniziativa di suo padre Valter, che pure era stato un buon tiratore a livello agonistico. Vedere

Giovanni Cernogoraz sparare ai piattelli e centrarli con una facilità quasi naturale è uno spettacolo unico. Il suo oro a Londra è frutto di tanto lavoro e di tanta passione. Frutto di un carattere forte e tenace, come quello di tutti gli istriani. Oggi la comunità italiana di Cittanova, presieduta da Paola Legovich, conta 900 iscritti ed è molto attiva. Organizza numerosi eventi per rafforzare e valorizzare l’identità culturale italiana nel contesto di una migliore convivenza con le altre comunità che attualmente vivono in Istria. Gli eventi più recenti sono stati dedicati alle birre artigianali e all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, che apre nuove prospettive di amicizia e di scambio fra l’Istria e l’Italia. La bella sede della Comunità è opera di Tobia Scarpa. Glauco Bevilacqua, che è nato in Australia da esuli istriani fuggiti con i 350.000 dell’esodo seguito all’assegnazione dell’Istria alla Yugoslavia nel 1947. Bevilacqua è anche delegato istriano di Slow Food. Grazie all’attività della sua condotta è stato fatto molto per recuperare i valori più autentici della tradizione gastronomica istriana. E sono stati organizzati anche numerosi scambi culturali, specie con realtà venete.


28 40 I nostri esperti PSICOLOGIA DEL LAVORO

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.tasso@libero.it

La soddisfazione personale nel lavoro

In questo articolo vedremo come mai persone che svolgono lo stesso identico lavoro, ricavino da esso livelli molto differenti di soddisfazione. L’appagamento che proviamo per il lavoro, dipende da un insieme di fattori, quali il clima, le nostre aspettative, le motivazioni, il gruppo in cui siamo inseriti, l’adeguata formazione, il giusto riconoscimento, le possibilità di carriera, la coerenza con i nostri valori e le nostre attitudini, la chiarezza dei compiti e dei ruoli di ciascuno, la sicurezza, il rapporto con i superiori, la stabilità. Prendendo spunto da una ricerca condotta da Amy Wrzesniewski, docente di economia aziendale alla New York University, ci soffermiamo, in particolare, su tre “orientamenti lavorativi” che ci spingono a lavorare: il denaro, la carriera, la vocazione. Questi possono ovviamente coesistere, ma con livelli diversi. Chi lavora prevalentemente per denaro, ha un basso livello di soddisfazione. Da un recente studio americano, è emerso, per esempio, che una delle professioni con indice di appagamento più basso, è quella forense, che risulta anche la più pagata. Altri studi, hanno evidenziato che gli aumenti di stipendio, incrementano la motivazione e la produttività soltanto a breve termine; poi ci si abitua al livello presente, e si desidera ottenere una retribuzione ancora superiore, non raggiungendo mai un livello di gratificazione permanente. Chi lavora prevalentemente per fare carriera, ha un livello di soddisfazione più elevato rispetto a chi lo fa soltanto per denaro. Tuttavia, quando si arriva al culmine, inizia l’alienazione, e si ricerca gratificazione in altro. Chi, invece, lavora per vocazione, ama il proprio lavoro in sé e per sé, a prescindere dalla retribuzione e dalle possibilità di carriera. Sente che facendo il proprio lavoro contribuisce ad un bene collettivo, e che la propria opera ha un senso per sé e per gli altri. Tutti i lavori possono seguire una vocazione. Nello studio di Wrzesniewski, per esempio, sono stati analizzati gli addetti alle pulizie in un ospedale, e si è rilevato che chi lavorava per vocazione riteneva di avere un ruolo importante nella guarigione del malato, e nel favorire una migliore prestazione di medici ed infermieri. Queste persone si impegnavano molto nel lavoro, e anche se duro e pesante, non esitavano a sorridere ai pazienti, consapevoli che questo avrebbe potuto aiutarli. I colleghi che, invece, affrontavano il lavoro soltanto per denaro, lo vedevano come una serie di grigie mansioni di pulizia, e lo svolgevano con demotivazione, pensando soltanto ad arrivare alla fine della giornata. In conclusione, ciascuno di noi può trovare nel proprio lavoro una vocazione. Questo non solo ci farà operare al meglio, ma renderà la nostra vita più felice.

LA VIGNETTA

Provocatori

®

Di

barrY MasoN

Capita a tutti di perdere le staffe o di farsi rovinare la giornata da provocazioni inutili, specialmente da persone che “attaccano” senza motivo. Di solito questi provocatori lo fanno al solo scopo di affermarsi, e spesso non se ne accorgono. Si fanno scappare di bocca parole maldestre come guidate da intenzioni inconsce e riescono a tirare fuori dai gangheri persone dotate di notevole selfcontrol e di ottima autostima, al solo scopo di far male a chi hanno di fronte! Sfoderano critiche gratuite e letture della realtà faziose, utilizzano i lati deboli dell’altro e ci scherzano in modo pesante, fanno del sarcasmo o danno soprannomi che contengono elementi svilenti. Questi provocatori si aspettano sempre un’arrabbiatura, uno sguardo ferito o naturalmente, un insulto. La cosa migliore è spiazzarli! Semplicemente non considerandoli o guardandoli con distacco. Non serve spiegare e tantomeno chiarire, il provocatore non ascolta. E’ inutile rispondere alle provocazioni con altre provocazioni o finirà nella litigata che lui tanto desidera. Meglio una risata, utilizzare l’ironia, perdere tempo o cambiare argomento. La rabbia non fa bene né a chi la prova, né a chi la subisce, per questo bisogna imparare a farsi scivolare le cose di dosso. Chi non riesce a trattenersi di fronte alle provocazioni quotidiane, alla lunga rischia di diventare depresso perché si convincerà sempre di più che il mondo ce l’ha con lui. Una antica leggenda giapponese narra di un samurai che non reagiva mai alle provocazioni pur consapevole delle sua grande forza e rispondendo ai suoi adepti che spesso gli chiedevano quale fosse il suo segreto diceva: “Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, il dono continuerà ad appartenere a chi ha tentato di regalarvelo. Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti, se questi non sono non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.



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L’anno 2013 sarà l’anno dell’orgoglio per il Parco del Delta del Po. Così, durante le discussioni sull’adozione del Piano Ambientale avevo preannunciato, e così sta avvenendo soprattutto con la collaborazione e la fiducia della popolazione e delle attività economiche che nel Delta del Po operano. Un lavoro costante di confronto e mediazione con un obiettivo importante: far comprendere che i vincoli, anche se minimi, possono diventare una risorsa. La convivenza tra le attività dell’uomo e la conservazione della natura va vista in una nuova luce; è ora di riconoscere alla natura il suo ruolo di indispensabile fondamento della vita sociale ed economica della società, e come tale usarla e proteggerla ovunque come risorsa preziosa e non rinnovabile, che ci mette in connessione con lo spazio di sviluppo europeo. È necessario in primo luogo innalzare il livello di attenzione su questi temi e sul ruolo che possono avere nello sviluppo regionale; in secondo luogo è necessario innalzare la qualità del governo del territorio, teatro dell’incontro tra l’uomo e la natura. La recente candidatura, presentata a Parigi, dell’area del Delta del Po, quale Riserva di Biosfera – MAB UNESCO, indica la chiara volontà dell’Ente e del territorio di proporsi a livello mondiale come luogo unico di valore paesaggistico ambientale in cui l’uomo è elemento fondamentale sia di conservazione che per lo sviluppo sostenibile. Grande ringraziamento va alla Fondazione CARIPARO che per prima ha creduto e con lungimiranza ha sostenuto il percorso di candidatura che si spera si concluderà positivamente nella primavera 2014. Il Parco del Delta del Po in questi ultimi due anni ha realizzato innumerevoli iniziative a 360 gradi sui temi dello sviluppo territoriale.

Pianificazione a programmazione territoriale

Nel dicembre 2012 è stato adottato il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po, in copianificazione con la Regione Veneto, adozione che ha segnato una tappa storica nella vita dell’Ente Parco del Delta del Po dopo venti anni di attesa e di conflittualità. Anche la redazione del Piano di Gestione delle aree ZPS (Zone di Protezione Speciale per le specie riconosciute a livello Europeo) realizzato su incarico della Regione Veneto ha fatto sì che gli elementi Europei di valore ambientale abbiano trovato, nel Parco del Delta del Po, proposte di gestione integrate con gli altri elementi di pianificazione territoriale. In ambito paesaggistico la collaborazione con la Soprintendenza Regionale per i beni Ambientali e Culturali e la Direzione Pianificazione Strategica Regionale porta l’Ente Parco del delta del Po ad un confronto per la costruzione del Piano Paesaggistico di Ambito Laguna di Veneta – Delta del Po. Questa collaborazione è fondamentale per la conclusione della visione strategica del territorio e la semplificazione amministrativa, quanto mai necessaria per lo sviluppo dell’area.

Promozione attività locali e iniziative culturali

L’Ente è inoltre motore di innumerevoli iniziative di carattere sociale, economico, culturale e di valorizzazione e promozione del territorio che coinvolgono associazioni culturali e le proloco dei comuni del Delta. Si ricordino le iniziative annuali delle Pro loco locali e Comuni del parco che attraverso un programma condiviso dall’Ente Parco vedono lo stesso compartecipare alle manifestazioni. Non da ultimo la festa del Riso del Delta del Po che ha visto l’unione dei produttori agricoli coordinati dalla Fondazione Ca’ Vendramin in un primo esperimento di valorizzazione territoriale attraverso i prodotti agricoli. Ma anche la Su e So per i fossi di Adria, la bottega del parco di Rosolina, la fiera del Delta del Po di Porto Tolle, le manifestazioni culturali ad Ariano nel Polesine, la fiera del Pane di Loreo, la festa della golena di Panarella a Papozze, le manifestazioni culturali e sportive di Corbola, la fiera del libro a Porto Viro, la festa per il taglio di Porto Viro a Taglio di Po ed innumerevoli altre manifestazioni locali.

Progetti Europei e progettazione Nazionale

©PH Daniele Soncin

Nella attuale programmazione Europea, 2007 – 2013, l’Ente Parco ha in corso di conclusione progetti che, in un ottica di visione strategica di sviluppo sostenibile, abbracciano diversi settori economici e di tutela. Nella

conservazione e valorizzazione delle aree di interesse comunitario (Zone Protezione Speciale) il progetto Valli e lagune, all’interno del programma Europeo LIFE +, per un valore di 4,5 milioni di euro vede coinvolte entrambe le Regioni Veneto ed Emilia Romagna con progetti di vivificazione delle lagune, realizzate dal Consorzio di Bonifica delta Po, la collaborazione fra vallicoltori ed Ente Parco per il monitoraggio delle specie prioritarie e, per la prima volta, la realizzazione di azioni comuni, con le aziende vallive, di valorizzazione dei prodotti della pesca ed itinerari turistici. Nel settore della valorizzazione della pesca importante progetto di promozione è, in collaborazione con Unci pesca - Coldiretti Rovigo, il progetto “Pesca Amica”, per un importo nei due anni di circa 100 mila euro, che tende a creare la rete dei produttori ed operatori economici per la valorizzazione delle specie ittiche quali vongole, anguille, cefali, alici ecc…. Nella valorizzazione del territorio anche a fini turistici il progetto Slow Tourism nell’ambito del programma Europeo Interreg Italia Slovenia, importo 103 mila euro, ha creato oltre che piccole infrastrutture di servizio agli itinerari di visitazione anche una buona rete di operatori convenzionati a cui ora bisogna dare supporto per la promozione delle loro attività già dichiarate sostenibili. Sempre nella logica di rete di operatori economici e dei luoghi del Delta del Po da preservare, il progetto Climapark, nel programma Europeo Interreg Italia Slovenia per un importo di 340 mila euro, ha consentito oltre che rilevare dati scientifici per la individuazione di indicatori ambientali dei cambiamenti climatici, in collaborazione con ARPAV, di proporre al territorio una riflessione sulla necessità di adottare strategie anche di sviluppo sostenibile per adattarsi ai notevoli mutamenti che il tessuto sociale ed ambientale sta mettendo in atto. Quindi la natura come elemento di riferimento fondamentale per adattare lo sviluppo economico di un territorio di grande valore ambientale. Questa visione di proposte gestionali è iniziata con il progetto NATREG, nell’ambito del programma Europeo MED per un importo di circa 200 mila euro, che ha disegnato un possibile Piano di Gestione per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio del Delta del Po. Il progetto Ecomuseo del Parco del Delta del Po finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del Programma POR per un valore di 1,8 milioni di euro permetterà di attivare un circuito di visitazione e valorizzazione dell’intero Delta del Po. Il progetto di Piste ciclabili del Parco del Delta del Po, anche questo nell’ambito del programma regionale POR, per un valore di 1,6 milioni di euro, andrà ad attivare una infrastrutturazione dell’offerta turistica e territoriale a beneficio degli operatori che nello sviluppo sostenibile credono e con l’Ente Parco condividono. Sempre nella logica dell’offerta di turismo sostenibile il progetto di bike sharing, anche se ridotto circa 260 mila euro, consentirà di avere un sistema di noleggio biciclette a favore degli operatori interessati ampliando l’offerta ai visitatori. Nel progetto 2bParks, all’interno del programma Europeo SEE importo di 190 mila euro, ha visto la valorizzazione paesaggistica e di educazione scolastica nelle aree protette europee del Delta del Po con importanti risultati dal punto di vista di promozione dell’area nel mondo scolastico e dell’educazione ambientale. La progettualità nel programma LEADER +, con il supporto del GAL Delta del Po, ha visto e vedrà la partecipazione dell’Ente Parco in iniziative per la creazione di itinerari culturali ed enograstronomici per la valorizzazione delle eccellenze produttive locali attraverso il progetto Econetwork rural importo 140 mila euro ed il progetto di promozione dell’area protetta per un importo di 150 mila euro . Gli itinerari del cinema, paesaggi culturali (i luoghi di senso), le eccellenze di prodotti agricoli e le attività didattiche sono i filoni principale delle azioni progettuali previste nel progetto denominato destinazione parchi di importo di circa 300 mila euro. In questo progetto viene prevista la realizzazione di un museo del cinema e più in generale delle arti visive in uno stabile in Comune di Porto Viro. Attività ed investimenti per 6 – 7 milioni di euro che il parco porta come ricaduta nel territorio dimostrando come le aree protette se aperte al territorio possono diventare motore di sviluppo elevando la qualità della vita ed incentivando le attività economiche. Nella nuova programmazione Europea 2014 – 2020 si stanno proponendo progetti sia per la infrastrutturazione e conservazione del territorio che per la promozione dei prodotti e servizi di eccellenza del Delta del Po. I programmi Europei, Nazionali e Regionali sono i via di attivazione con proposte di progettualità che coinvolgeranno tutti gli operatori economici del territorio.

La rete ed i paternariati

Le reti di paternariato a livello Nazionale ed Europeo consentono al parco di essere costantemente coinvolto nelle innumerevoli iniziative progettuali che intercettano risorse economiche da portare nel territorio. Ecco allora che la rete Delta chiama Delta, Deltamed, Adriapan, sistema dei parchi del Veneto, Federparchi e speriamo aree Riserva di Biosfera sono un valore importante che il parco ha costruito e che nelle programmazioni europee rivestono grande importanza. La collaborazione con i delta del Danubio in Romania, dell’Ebro in spagna, la Camargue in Francia, con le aree protette in Slovenia, Croazia, Grecia, Serbia, Bosnia, Albania, Germania, Polonia, Austria nonché la partecipazione con la Regione Veneto, la Camera di Commercio di Rovigo, il Consorzio di Bonifica delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin a importanti progetti internazionali non da ultimo la missione in Messico consente al Parco del Delta del Po di avere una visibilità e visione internazionale di notevole livello.

La tutela ed il rapporto con le Università

Il monitoraggio ambientale, la cura del sistema dunoso e litoraneo, la promozione di attività economiche compatibili, l’attenzione alle persone svantaggiate, sono e saranno le azioni, non esclusive, che si metteranno in essere per far sì che il Parco diventi un territorio in cui ogni cittadino si identifichi. Le attività di monitoraggio dei passeriformi per un importo di 50 mila euro, la convenzione con l’Università di Padova istituto di genetica per la prosecuzione delle attività per la protezione dello Storione Cobice, il piano di attività di monitoraggio delle acque e di identificazione metodologica del valore delle funzioni ecosistemiche degli ambienti naturali, in collaborazione con Università di Ferrara, sono una piccola parte del lavoro svolto e da svolgere nell’ambito della conoscenza e monitoraggio ambientale. La stretta collaborazione con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per l’elaborazione di piano di monitoraggio a seguito dello sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro sta portando notevoli risultati positivi nella visione complessiva del valore ambientale del fiume Po. Anche la collaborazione con l’Università di Venezia – IUAV per la redazione delle valutazioni di incidenza ambientale dei piani ed il proficuo lavoro nell’ambito dell’Osservatorio del delta del Po rappresenta un forte legame del parco con la realtà universitaria; non da ultima la collaborazione fra Consorzio di Bonifica delta del Po e Università di Padova – dipartimento di Geografia per la realizzazione di incontri internazionali fra docenti universitari e master internazionali. Di prossima firma invece il protocollo di intesa con il Politecnico di Milano per la valorizzazione della ciclovia del Po denominata Vento che collegherà il Monviso con Venezia passando per il Delta del Po.

La rete regionale dei parchi

Importante è la sensibilità che l’Assessore ai Parchi Franco Manzato in collaborazione con l’Assessore all’Economia Isi Coppola dimostrano verso il Parco del Delta del Po ed il Delta del Po. Ricorso da ultimo il pieno appoggio nel sostenere la candidatura a Riserva di Biosfera – MAB UNESCO ma anche l’attenzione alle richieste di finanziamenti su progettualità che in questi anni abbiamo fatto la valorizzazione e la tutela del territorio. Nella rete dei parchi regionali siamo un importante punto di riferimento che con il coordinamento regionale svilupperà importanti progetti di tutela e promozione. La nuova proposta di legge regionale di razionalizzazione del sistema dei parchi non modifica le intenzioni regionali di vedere l’area del Delta del Po elemento basilare della politica di tutela del sistema regionale delle aree protette.

In conclusione questo anno è l’anno dell’orgoglio del Delta del Po e citando un testo a me caro di Giovannini autori del testo Uomini e parchi: “Il grande significato di un parco è soprattutto umano, poiché umana è la funzione che esso deve assolvere: ricercare nuovi comportamenti di compatibilità fra sviluppo antropico ed il mantenimento degli equilibri naturali, fissando i parametri qualitativi e quantitativi di tale compatibilità” (dal testo Uomini e parchi)


A tavola 43 23 LA RICETTA Salotto e ristorante Piazza garibaldi, 6 Adria www.terrazzainpiazza.it

PIEDINO DI MAIALE CON VERZA, PUREA DI ZUCCA E SCALOPPA DI FEGATO GRASSO D’OCA DI MORTARA

INGREDIENTI 6 pieDiNi Di Maiale, 600 gr. Di seDaNo, carote e cipolle, lauro, pepe iN graNi, giNepro, 600 gr. VerZa, retiNa Di Maiale, 300 gr. Di Zucca, 300 gr. Di papate, 120 gr. Di burro cHiariFicato, 120 gr. Di burro Fresco, 60 gr, Di parMigiaNo grattuggiato, 6 scaloppe Di Fegato grasso D’oca, FariNa, uoVo e paNe grattuggiato ESECUZIONE Mettere a cuocere iN abboNDaNte acQua i pieDiNi Di Maiale coN le VerDure e gli aroMi. Nel FratteMpo pelare, pulire, tagliare la Zucca e Metterla a cuocere iN ForNo a 150° iN teglia D’alluMiNio coperta coN carta stagNola per circa 1 ora. lessare le patate, scolarle e passarle iNsieMe alla Zucca coN uNo scHiacciapatate, uNire il burro e il parMigiaNo. Dopo 3 ore togliere i pieDiNi Dal Fuoco e Farli iNtiepiDire Nel loro broDo, tagliare le Foglie Di VerZa - priVare Della parte ceNtrale piÙ Dura - alla JulieNNe Molto FiNe e Farla stuFare coN poco burro e uNa spruZZata Di aceo, salare e pepare. steNDere 6 rettaNgoli Di circa cM. 15X15 Di retiNa Di Maiale e porre all’iNterNo i pieDiNi coN la VerZa. cHiuDere la retiNa DaNDo al coMposto uNa ForMa alluNgata. passare Nella FariNa, Nell’uoVo e Nel paNe grattuggiato. iN uNa paDellacuocere a Fuoco ViVo i pieDiNi, cHe QuaNDo saraNNo rosolati si passeraNNo iN ForNo per 5 MiN.; Nel FratteMpo cuocere le scaloppe Di Fegato grasso D’oca cercaNDo Di ForMare uNa crosticiNa croccaNte all’esterNo e uNa coloraZioNe rosa all’iNterNo. Disporre Nel piatto il purea Di Zucca, il pieDiNo e la scaloppa Di Fegato D’oca e serVire.

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COCKTAILS by Paolo Marani

I CONSIGLI DI PAOLO

CUTTY TAIL

INGREDIENTI :

iNgreDieNti:

4/10 WHisKY cuttY sarK, 3/10 sciroppo Di aNaNas boero, 2/10 sHerrY tio pepe, 1/10 5 gocce bitter caMpari. si prepara Nello sHaKer coN gHiaccio. si serVe Nella coppetta cocKtail. Decorare coN aNaNas e ciliegiNa rossa. Di colore giallo-araNcio, coN uNa piaceVole scHiuMetta iN superFicie, il cocKtail preseNta proFuMi abbastaNZa coMplessi. al gusto È abboccato, leggero Di alcol e piuttosto eQuilibrato coN seNsaZioNi liQuorose Di aNaNas al MarascHiNo e calDi abbracci Di cereale Maturo. MarascHiNo stocK,

PAOLO MARANI

INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT

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CUCINA

CUCINA

CHEESE CAKE ALLA RICOTTA E POMODORI SECCHI, PROFUMATA AL LIMONE

uNa cHeese caKe Molto saporita, proFuMata e MeDiterraNea, iDeale per l’estate. uNa base seMplice cHe si puÒ ulteriorMeNte aroMatiZZare coN uN po’ Di papriKa, sopra uNa creMa Di ricotta MorbiDa e Fresca: l’accostaMeNto tra liMoNe, acciugHe e poMoDori seccHi la Fa Da paDroNe, MaNteNeNDo Nel coNteMpo l’iDea Di uNa Farcia leggera. per la cottura, iDeale È il MicrooNDe, utiliZZaNDo la FuNZioNe crisp, tuttaVia uN buoN risultato si ottieNe aNcHe coN la cottura iN ForNo. a piacere si puÒ serVire la torta calDa appeNa sForNata, oppure a teMperatura aMbieNte.

INGREDIENTI PER 3 PERSONE:

per la base: 200g crostiNi alla soia, 2 cuccH strutto, 1 cuccH ForMaggio colliNa stagioNato grattugiato, olio eVo per la Farcia: 250g ricotta VacciNa, 2 cuccH ForMaggio colliNa stagioNato grattugiato, 11 poMoDori seccHi, 3 acciugHe sottolio, 1 liMoNe, iN Frigo per circa 20 MiNuti, poi cuocere iN ForNo 1 cuccH.No capperi sottaceto, 1 cuccH oliVe Nere taggiascHe, 1 a MicrooNDe coN FuNZioNe crisp per circa 5 MiNuti. uoVo, glassa gastroNoMica all’aceto balsaMico Di MoDeNa igp, preparare la Farcia: Mescolare la ricotta coN 1 cuccH.No MostarDa Di Frutta, aceto balsaMico Di MoDeNa, 9 i poMoDori seccHi a peZZetti, i capperi, le oliVe, Foglie Di basilico Fresco, sale le acciugHe eD il basilico sMiNuZZato; uNire il succo e la scorZa Del liMoNe, la MostarDa eD il Distribuire sulle FettiNe Di carpaccio il prosciutto eD uN peZZetto ForMaggio colliNa. sbattere l’uoVo coN il sale Di paNe; arrotolare a ForMare gli iNVoltiNi. scalDare iN uNa eD aMalgaMarlo al coMposto Di ricotta, iNFiNe paDella uN Filo D’olio coN l’aglio iN polVere, Mettere la carNe eD aroMatiZZare coN la glassa gastroNoMica. iNsaporire coN il DaDo, la Maibuire sul FoNDo Del piatto la purea, Versare la creMa cosÌ otteNuta sulla base e aDagiarVi poi gli iNVoltiNi e spolVerare Di pepe Nero. cuocere NuoVaMeNte iN ForNo a MicrooNDe coN

FuNZioNe crisp per circa 14 MiNuti. serVire calDa lasciare iN aMMollo per alcuNe ore i poMoDori seccHi iN acQua e o a teMperatura aMbieNte, DecoraNDo coN Foglie aceto balsaMico, per Farli rappreNDere. preparare la base: tritare i crostiNi e Mescolarli coN il ForMaggio Di basilico. e lo strutto aMMorbiDito; oliare la teglia Del piatto crisp e MANUELA E SILVIA BIZZO DisporVi il trito, coMpattaNDolo beNe coN uN po’ D’acQua. lasciar riposare


22 44 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04

DAL

FASCINO recupererete iN iNteNsitÀ, NoN sarete a corto Di iDee, coN eros auDace e particolarMeNte passioNale · SALUTE aNcHe se l’agilitÀ cala, le DiscipliNe per Voi saraNNo Quelle cHe coMporteraNNo resisteNZa e coMbattiVitÀ

TORO

DAL 21/04 AL 20/05

FASCINO usate circospeZioNe, percHÈ sceNDe VertigiNosaMeNte la passioNalitÀ e sale pericolosaMeNte la litigiositÀ · SALUTE per coNtrastare la teNsioNe, DeDicateVi coN costaNZa a uN’attiVitÀ Fisica eQuilibrata: Massaggi o DiscipliNe olisticHe

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

FASCINO il Mese Vi riserVerÀ stuZZicaNti coMplicitÀ sul piaNo erotico; usate le Vostre straorDiNarie coNNessioNi MeNtali · S ALUTE Da MetÀ Mese Vi occuperete coN solerZia Di eVeNtuali coNtrolli o Di terapie preVeNtiVe. abbiate cura Di Voi

CANCRO DAL 22/06 AL 22/07

FASCINO coN uN toNo Dell’uMore piÙ stabile preparerete il terreNo per occasioNi FortuNate. teNete gli occHi aperti · SALUTE curate l’aliMeNtaZioNe: eViterete cosÌ Di iNcorrere iN piccoli probleMi Di DigestioNe, o Di soMatiZZaZioNi

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

coMuNicatiVa, curiositÀ e perspicacia soNo le Vostre arMi segrete. sappaite FarNe uN uso iNtelligeNte · S ALUTE garaNtita uN’ottiMa coorDiNaZioNe e buoNe Doti Di agilitÀ e FlessibilitÀ. le DiFese iMMuNitarie saraNNo iNossiDabili FASCINO

VERGINE DAL 24/08 AL 22/09

FASCINO Nelle relaZioNi

iNterpersoNali, FaVoritissiMe le NuoVe coNosceNZe e le FreQueNtaZioNi Di aMbiti iNcoNsueti · S ALUTE FaVoriti gli sport allegri e DiNaMici, e aNcHe la brillaNteZZa MeNtale si assesterÀ su ottiMi liVelli. agite!

Oroscopo SE AVETE UN DUBBIO CHE RESTA

BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10

FASCINO la carica DesiDeraNte sarÀ assicurata. NuoVe coNosceNZe iN Vista Ma uNa sola Vi colpirÀ iN proFoNDitÀ · S ALUTE VitalitÀ iN auMeNto. la coNgiuNZioNe astrale, iNoltre, sarÀ garaNte Di arMoNia e coorDiNaZioNe Nei MoViMeNti

SOSPESO RESTATE IN ATTESA DI UN

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

SEGNO

potrete

F

A S C I N O

ViVere eMoZioNi e seNtiMeNti coN graNDe iNteNsitÀ e coNtare su NuoVe coNosceNZe e Viaggi roMaNtici · S ALUTE atteNZioNi ai riscHi, per NoN iNcorrere iN strappi o trauMi a carico Dell’apparato Muscolo-scHeletrico

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

FASCINO Va

beNoNe! l’iNtesa erotica iMMeDi-

ata uNita alla QualitÀ Del Dialogo aMoroso reNDe tutto gratiFicaNte S ALUTE i piaNeti Vi spiNgoNo a iNteressarVi a DiscipliNe olisticHe o MeDitatiVe, Ma aNcHe a eVeNtuali screeNiNg preVeNtiVi

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

FASCINO atteNZioNe alla coMuNicaZioNe cHe potrÀ essere iNceNtrata su toNi eccessiVaMeNte ForMali: siate piÙ spoNtaNei · S ALUTE potrete risolVere eVeNtuali probleMaticHe iNereNti la circolaZioNe liNFatica, resisterete ai MalaNNi Di stagioNe

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

FASCINO NoN siate troppo sFuggeNti, NÉ ostiNataMeNte aNticoNForMisti: ci sarÀ bisogNo Di uNa presa Di posiZioNe Decisa · SALUTE Darete proVa Di uNa traNQuilla progressioNe Nel FitNess o Nella cura Della salute. NoN siete sportiVissiMi perÒ...

PESCI DAL 20/02 AL 20/03 FASCINO Vi

troVerete catapultati iN DiMeNsioNi FiNalMeNte speNsierate e appassioNaNti. coNiugate FaNtasia e proFoNDitÀ · S ALUTE recupererete coN gli iNteressi, FiNo a poter VaNtare uNa teNuta e uN appeal assolutaMeNte iNViDiabili



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