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la tenuta della maggioranza Nuvole nere sul futuro dell’Amministrazione Giordani?
Nel documento di “promessa alla Città”, Giordani, tra le altre cose, garantiva che non “ci sarebbero stati” litigi
Nella campagna elettorale del 2022 che ha portato al secondo mandato del sindaco, Sergio Giordani, il primo cittadino aveva emanato una sorta di decalogo, una “promessa alla Città”. In questo documento, oggetto di numerosi materiali elettorali, Giordani, tra le altre cose, garantiva che non “ci sarebbero stati” litigi.
Una promessa, questa, ampiamente mantenuta già nel primo mandato dove i rapporti interni alla maggioranza e lo stile con il quale l’Amministrazione si è rapportata con le altre forze politiche, con i cittadini e con le forze socioeconomiche della Città, è sempre stato orientato al dialogo. Del resto l’approccio di Sergio Giordani, ancor prima di essere sindaco, è sempre stato questo in tutti gli incarichi che ha saputo e voluto ricoprire: autorevole senza mai diventare autoritario e ancor meno polemico o litigioso. Ed è anche grazie a questa “ricetta” che la Città del Santo, oggi, si staglia come esempio di buona amministrazione a livello nazionale e come realtà più dinamica nel panorama regionale.
All’orizzonte, però, si intravedono due nuvole nere: probabilmente è presto per sapere se passeranno via veloci o se dovessero, invece, essere portatrici di piogge, temporali o addirittura violente grandinate; si chiamano Prandina e Piazza Insurrezione.
Ad un anno esatto dalle elezioni dello scorso giugno 2022, basta andare a rileggersi il programma della coalizione che ha sostenuto Sergio Giordani, per cogliere come su quei due luoghi, assolutamente centrali in termini di riqualificazione urbane e di revisione dei sistema di sosta e trasporti, le righe dedicate fossero, volutamente, generiche.
Le oltre novemila persone, festanti, che hanno atteso proprio in Piazza Insurrezione il Capodanno sulle note di Max Gazzé sembravano poter essere il preludio ad una diversa definizione di quello spazio, invece nulla è più accaduto.
Avvolto da un mistero, se possibile, anche più fitto è il futuro della Prandina: oggi l’ex Caserma è un parcheggio pubblico. Per associazioni cittadine, Coalizione Civica e Verdi, invece, quell’area dovrebbe essere trasformata in un grande parco pubblico e a rendere la questione ancora più spinosa spunta, oggi, anche un documento del 1971.
Esattamente 52 anni fa, infatti, il 10 luglio 1971 il Ministero competente autorizzava la “trattativa diretta” con il Comune di Padova perché questi potesse acquisire l’area. Nella legge, però, c’è scritto, testualmente, che “Il Comune di Padova ha ripetutamente chiesto di poter acquisire al valore di stima buona parte dell’area in parola che, in attuazione del
Piano Regolatore, sarà destinata a parco pubblico”.
Secondo i comitati cittadini che si sono impegnati in questa ricerca e le forze politiche che sostengono la scelta di fare della Prandina un parco pubblico, questa “scoperta” taglia la proverbiale “testa al toro”.
A gettare benzina sul fuoco e, evidentemente a dare il segno della complessità delle necessarie riflessioni di Palazzo Moroni, ci ha pensato il presidente di Ascom, Patrizio Bertin.
“Nella migliore delle ipotesi – ha commentato Bertin –abbiamo a che fare con degli incompetenti, nella peggiore con personaggi in malafede.
Mi aspettavo un intervento di Palazzo Moroni che chiarisse se il gruppo “Prandina parco della città” dicesse cose condivise dall’amministrazione o meno, ma ora sto seriamente valutando se sia il caso di chiedere al Comune un rimborso spese per i più di 10 anni di riunioni alle quali l’Ascom ha fatto partecipare i propri dirigenti e funzionari. Perché se è vero che la legge 542 prevedrebbe solo il parco, allora mi chiedo perché ci siano stati gli incontri, la sperimentazione del parcheggio, Agenda 21, l’ipotesi caldeggiata dal sindaco dell’auditorium, i locali che si pensavano realizzati per darli poi in uso alle organizzazioni del volontariato e credo di dimenticare di sicuro qualcosa. Escludere la possibilità che la ex Prandina diventi un parcheggio come noi auspichiamo da più di un decennio non è un problema del solo corso Milano. L’idea di una piazza Insurrezione libera dalle auto ma attorno alla quale dovrebbe svilupparsi un quadrilatero ricco di negozi di cui, nelle scorse settimane, è stato dato un assaggio in via San Fermo, dipende da ciò che si deciderà di fare all’ex Prandina. Se la città potrà contare su parcheggi adeguati avremo gli investimenti auspicati, senza avremo la Padova del 1971 quando il Veneto era accreditato di un Pil sotto il livello medio nazionale.”
Da Piazza Insurrezione e Prandina, dunque, si capirà di cosa siano portatrici quelle nuvole all’orizzonte e se il sindaco Giordani riuscirà a mantenere la sua promessa di un’amministrazione “senza litigi”.
Fondi europei e non solo. L’Amministrazione comunale impegnata in un lavoro incessante: