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Presentato il masterplan, grande attenzione urbanistica al paesaggio e alle mura. L’ospedale della mamma e del bambino collegato alla nuova Pediatria
Due nuove linee attraverseranno la città: in apertura il cantiere del tracciato Stazione - Voltabarozzo, tutto pronto per la gara del Rubano - Vigonza
Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<
Sembra di rivivere la trama di “Vent’anni dopo” di Alexandre Dumas padre, quando D’Artagnan va a cercare i suoi vecchi amici moschettieri e li ritrova, certo, ma totalmente cambiati. Aramis è diventato abate e appoggia La Fronda nemica di Mazzarino; Porthos è un conte infelice perché vuole diventare barone; Athos è tutore di un rampollo che forse è anche suo figlio. E anche lui, D’Artagnan, s’è venduto al cardinale per ottenere una promozione. Insomma, i protagonisti sono rimasti se stessi ma la vita li ha trasformati nel profondo. Come succede più o meno a tutti. segue a pag 5
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Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<
Dopo le ultime elezioni si respira la stessa aria trionfante di vent’anni fa, quando il centrodestra di Berlusconi era vincente e la bandiera era il famoso 61 a 0 della Sicilia, ottenuto polverizzando gli avversari. Per carità, la destra-centro di Meloni oggi ha tutto il diritto di cantare vittoria, perché ha davvero trionfato in Lombardia e nel Lazio. E la maggioranza di governo è più salda. Vero. Alla pari dei moschettieri tutto è come allora ma tutti i protagonisti sono cambiati. A sinistra non ci sono più D’Alema e Prodi, a destra c’è una coalizione assai diversa, oggi con baricentro spostato e come leader una deputata che ha i toni grintosi e non quelli melliflui dell’ex cavaliere; non c’è neanche più neanche la Lega schiacciasassi d’un tempo come non esiste più l’Ulivo, bensì un Pd che cerca se stesso neanche fosse Diogene ed è anima di una sinistra come sempre divisa e litigiosa.
Tutti sono se stessi e tutti sono cambiati. Anche l’elettorato non è più lo stesso: sei elettori su dieci sono rimasti a casa. Dato allarmante quant’altri mai. Perché? Perché gli elettori non hanno sempre ragione, spiega Calenda. Troppo comodo. Invece sì, in democrazia vince chi vota e ci si deve interrogare di fronte alla marea di persone rinunciatarie verso questo diritto. Intanto non è più vero che a votare vanno soprattutto gli elettori con una motivazione ideologica: alta astensione uguale vittoria della sinistra, si sosteneva. No. Alta astensione vuol dire che sono stati a casa tutti, di qui e di là. E ha vinto la destra.
Il Maap - Mercato agroalimentare di Padova è stato presente a Fruit Logistic di Berlino, la fiera più importante d’Europa nel settore agro alimentare. “La presenza nelle fiere di settore - afferma Maurizio Saia, presidente del Maap - è un momento strategico per chi opera su mercati internazionali come fa, appunto, il Maap. È un momento per incontrarsi tra operatori del settore per studiare e mettere in campo delle strategie condivise, specialmente in questo momento nel quale siamo in attesa che il Governo definisca tempi e procedure che possano sbloccare i fondi del PNRR”. “Lo sviluppo di Padova come polo logistico all’interno del nordest - argomenta Antonio Bressa, assessore al Commercio del comune di Padova - è una sfida assolutamente centrale per la nostra economia. La presenza non solo del Maap ma di tutto il sistema Padova in queste occasioni internazionali rientra proprio in questo programma”.
“Il Maap è certamente un’eccellenza della nostra città - spiega Patrizio Bertin, presidente Ascom - all’interno dello stand dell’antico Pedrocchi abbiamo raccolto molto interesse per Padova e per il materiale di Urbs Picta. Come Camera di Commercio ci siamo prefissati proprio l’obiettivo di fare squadra per creare un volano di occasioni”.
“L’importanza delle fiere è assoluta per il nostro settoredice Roberto Boscolo, presidente Grossisti Padova - sia per quel che riguarda il contatto con clienti e produttori che per affermare la nostra presenza. Il Maap è il primo mercato d’Italia per esportazione e una posizione di questo livello si mantiene anche con la presenza alle fiere”.
Il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e il presidente di Coldiretti Padova Massimo Bressan hanno sottolineato la necessità di “fare squadra per creare una filiera efficiente”.
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Poi queste elezioni hanno visto affievolirsi l’idea di un centro ago della bilancia: non è così, al massimo è un centrino. Invece bisogna ammettere che gli elettori stanno a casa perché le proposte non hanno affascinato né sono state affascinanti.
Quando ci sono in ballo questioni che toccano nel profondo, le persone si muovono: al referendum del 2016, quello che perse Renzi, l’afflusso fu alto; alle elezioni di settembre nel Veneto la percentuale è stata superiore alle regionali del 2020. Si voleva dare una spallata. Stavolta no. Tocca all’opposizione, come da copione, intercettare il cambiamento: altrimenti Meloni & c. governeranno cinque e altri cinque anni.
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
Chiuso in redazione il 16 febbraio 2023
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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
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Colasio: “È un’operazione politico-culturale di grande rilievo. Il sindaco dalla prima volta che l’ha vista ha intuito quanto potesse essere un’operazione strategica per la città”
Costruita tra la fine dell’undicesimo e l’inizio del dodicesimo secolo la Torre degli Anziani costituisce l’edificio pubblico più antico della città di Padova. È la torre dell’indipendenza comunale, il luogo pubblico più antico della città di Padova. Una sorta di matrice basica della memoria cittadina.
Nel 1215 la famiglia Tiso da Camposampiero la vendette alla comunità padovana, vide nascere attorno a sé non solo Palazzo della Ragione, ma anche il Palazzo del Bo e lo stesso Palazzo Moroni, trasformandosi da torre difensiva a campanile laico. Con la torre rossa, crollata per un terremoto nel 1346, la Torre rappresenta il primo simbolo del Libero Comune. Nel corso dei secoli, quest’edificio ha resistito a terremoti ed incendi e alla possibilità di essere abbattuto. Ma grazie all’intervento del soprintendente dell’epoca, Ferdinando Forlati, riuscì fortunatamente a scongiurare la sua demolizione.
Alta una cinquantina di metri, si trova immediatamente a fianco dell’ingresso posteriore del Palazzo della Ragione, offre una vista panoramica a 360 gradi su tutta Padova. “È un’ope-
razione politico-culturale di grande rilievo – spiega l’assessore alla cultura Andrea Colasio –. Il sindaco ci teneva tantissimo e dalla prima volta che l’ha vista ha intuito quanto potesse essere un’operazione strategica per la città. E sono sicuro che lo sarà, perché
Il progetto di riqualificazione dell’architetto Gianni Tommasi prevede il restauro delle volte e delle altre parti principali
facendo un biglietto unico con Palazzo della Ragione, vedremo le code per salire sulla torre. Resta una torre laica che rappresenta l’indipendenza comunale. Una sorta di matrice basica della memoria cittadina”.
L’impresa R.W.S. Srl di Vigonza si è aggiudicata, con una offerta al ribasso del 5%, l’appalto per i lavori di restauro per un importo complessivo di un milione e 500mila euro. I lavori dovrebbero iniziare già a fine aprile per poi concludersi, se non dovessero esserci intoppi, intorno a dicembre 2024.
Nello specifico, l’intervento seguirà i criteri di conservazione e restauro delle
strutture più antiche quali le volte strutturali, alcune travi lignee che fungono da tiranti, le catene storiche, il castello della campana e la campana stessa. Nella parte che annuncia l’ingresso alla Torre di Palazzo Moroni, dove oggi c’è la sala comunale riservata all’opposizione, verrà realizzata una sala d’ingresso con spazio museale e multimediale creando un percorso che porterà il visitatore a percorrere la prima scala che lo condurrà all’interno della Torre. All’ingresso un solaio in vetro e acciaio, diverrà il primo spazio per osservare in altezza l’edificio al suo interno e punto di partenza per la nuova
scala che si svilupperà lungo le pareti mantenendo in questo modo la verticalità dell’ambiente. L’intero spazio, quindi, è pensato secondo la naturale conformazione della Torre, sud-
I lavori dovrebbero iniziare già a fine aprile per poi concludersi, se non dovessero esserci intoppi, intorno a dicembre 2024
dividendola idealmente in tre livelli. Una nuova scala condurrà infine all’ultimo piano che, chiuso per metà grazie ad un nuovo impalcato con struttura portante in acciaio e posto sopra la cella campanaria, permette
la sosta in cima alla Torre e la vista sull’intera città di Padova.
Il progetto di riqualificazione dell’architetto Gianni Tommasi prevede, quindi, il restauro generale delle volte e delle altre parti principali, in modo da rendere la struttura più stabile e alcuni ritocchi alle pareti esterni della torre, che risale alla seconda metà del dodicesimo secolo.
Una piccola curiosità sulla sommità della torre saranno piazzate alcune piccole telecamere sempre in funzione, che rilanceranno su dei grandi schermi alla base le immagini panoramiche della città.
Il progetto. Riqualificazione per un importo complessivo di un milione e 500mila euro
Data cruciale è il 22 febbraio quando il Comitato multidisciplinare analizza gli aggiornamenti e le ipotesi di sviluppo dell’area
L’Ospedale Giustinianeo sta vivendo una fase di forte innovazione. Proseguono senza sosta i cantieri che cambieranno completamente il volto della cittadella sanitaria. La riorganizzazione dell’infrastruttura ospedaliera è nella fase centrale con la razionalizzazione e recupero delle strutture sanitarie. Data cruciale è il 22 febbraio, quando il Comitato multidisciplinare analizza gli aggiornamenti e le ipotesi di sviluppo dell’area indicate nel Master Plan. Nel frattempo, a inizio anno era uscito il bando per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica per la nuova Torre delle emergenze, in sostituzione dell’edificio ex Cucine su via Giustiniani. Quello che sorgerà sarà un palazzo di sette piani che ospiterà il nuovo pronto soccorso, l’Ostetricia e la Ginecologia. Il termine per la presentazione è di 60 giorni, questo vuol
dire che a metà marzo si conoscerà chi si sarà aggiudicato la gara. Seguirà la valutazione tramite una commissione e l’affidamento per l’estate. La struttura dovrebbe essere così composta: al piano terra il pronto soccorso adulti, quello ostetrico e radiologia. Al primo piano l’area ambulatori e laboratorio analisi. Al secondo piano la piastra ambulatoriale e poi quattro piani riservati alle degenze. Al sesto e al settimo piano i moduli direzionali-didattico-scientifici e all’ultimo la copertura tecnologica con gli impianti. Altro tassello è la realizzazione della nuova Anatomia Patologica, la cui gara aperta il 12 dicembre scorso, si chiude il 21 febbraio. Tra i progetti previsti la realizzazione della nuova Terapia intensiva al sesto piano del Policlinico e quella al primo piano del Pronto Soccorso, oltre che l’installazione di nuovi tavoli operatori di ul-
tima generazione. Non mancano investimenti anche per la Clinica Neurologica, per cui è previsto da un lato l’aumento dei posti letto e dall’altral’adozione di nuove attrezzature per il monitoraggio dei casi di epilessia e di Parkinson. Nel frattempo, a fine anno è stato inaugurato il nuovo centro di procreazione medicalmente assistita, punto di riferimento a livello nazionale per la cura e la tutela della salute riproduttiva. Un centro di eccellenza per la sanità del Veneto. In 25 anni di attività è diventato, dopo Bologna, la seconda unità in Italia per i trattamenti di preservazione della fertilità in pazienti oncologici. La nuova struttura di 563 mq e oggetto di un investimento di oltre 4 milioni di euro da parte della regione del Veneto, è dotata di quattro ecografi di ultima generazione, di attrezzatura per la sala operatoria e per il laboratorio,
di due microscopi, di una banca criogenica, di analizzatori computerizzati per l’analisi cinetica del liquido seminale ed incubatori che permettono di visualizzare in tempo reale lo sviluppo dell’embrione. Ad oggi sono state prese in carico 10mila coppie ed effettuati 6mila trattamenti e 200 preservazioni della fertilità.
Altro obiettivo del 2023 è la progettazione definitiva del nuovo polo ospedaliero a Padova Est. Entro Pasqua la conclusione della fattibilità tecnico-economica, la fase più importante del progetto. Successivamente la proget-
tazione definitiva ed esecutiva. Il Polo di Padova Est-San Lazzaro – il nome ancora è da decidere – avrà 963 posti letto e 58 apicalità. Il nuovo complesso ospedaliero avrà una superficie di 192.600 mq e avrà un costo di 591 milioni di euro, di cui 482 per opere e impianti mentre 109 per attrezzature e arredi.
Una distanza di 3 km dividerà il Polo Giustinianeo al Polo Padova Est. Due strutture che procederanno di pari passo alla loro realizzazione per una nuova sanità padovana tra passato e futuro.
Sara BusatoNuova Pediatria. Un investimento per la realizzazione di oltre 61 milioni di euro
L’arrivo di una gru in città è il simbolo dell’avvio di un cantiere. Ma per l’Azienda Ospedale Università di Padova e per la città, e non solo, rappresenta molto altro: significa garantire alti standard di cura e assistenza ai piccoli pazienti alle loro famiglie. Sta prendendo forma in tempi record l’edificio che ospiterà la nuova pediatria di Padova. Dalla scorsa estate la gru gialla ha rappresentato il simbolo di speranza, un simbolo che unisce tradizione, innovazione ed eccellenza del modello sanitario padovano. Si è conclusa quella che è la prima fase del cantiere che ha previsto i lavori di scavo e analisi dei ritrovamenti archeologici. Sono stati gettati 1.500 metri cubi di calcestruzzo e messe in opera 200 tonnellate di ferro d’armo per la realizzazione di una platea di fondazione spessa 1,20 metri. L’intervento, fatto durante la notte del 25 gennaio per ridurre al minimo i disagi, è durato 19 ore.
Inoltre, sono state impiegate due pompe autocarrate con braccio di 40 metri. Un lavoro impegnativo che ha visto impegnate oltre 50 persone. Termina così il momento più difficile, poiché dal sottosuolo si temeva potessero arrivare reperimento di reperti storici importanti tali da arrivare a mettere in discussione la costruzione stessa dell’edificio.
“Sono soddisfatto perché stiamo rispettando i tempi, anzi li abbiamo anche anticipati – commenta Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova –. Stiamo lavorando per arrivare a consegnare alla comunità non solo padovana, ma anche veneta e nazionale un edificio che aspettiamo da anni e che darà la risposta alle esigenze dei nostri piccoli pazienti in maniera più ottimale possibile”.
Si apre così la vera e propria costruzione. I lavori stanno procedendo secondo il cronoprogramma con qualche
complessità, ma senza impedimenti.
“Abbiamo risolto le problematiche che si sono via via presentate in maniera tempestiva e brillante, consentendo di ridurre i tempi di realizzazione e di compensare il completamento della prima parte dei lavori – spiega Pierfrancesco Mancini, direttore dei lavori –. A breve si potrà partire con la realizzazione vera e propria dell’in-
Dal Ben: “Stiamo lavorando per consegnare alla comunità padovana, ma anche veneta e nazionale, un edificio che aspettiamo da anni”
tero fabbricato: stiamo facendo e continueremo a fare tutto il possibile per ottenere il miglior risultato possibile nel minor tempo possibile dato che la nuova Pediatria ha una valenza significativa per la collettività”.
Tra qualche mese verranno posizionati i pali di fondazione, che andranno in profondità nel suolo per circa 18 metri. Completata la bonifica dell’amianto, ora è in corso la bonifica bellica, per settembre 2023 si concluderanno gli scavi archeologici, mentre l’intera opera sarà completata a fine 2024.
Quanto ai costi, gli investimenti necessari per la realizzazione superano i 61 milioni
di euro, dei quali 38 milioni per i lavori e oltre 13 milioni per attrezzature e arredi. Tutti finanziati dalla Regione del Veneto che, come ha avuto modo di sottolineare il direttore generale dell’Azienda Ospedale Giuseppe Dal Ben, “fin dall’inizio è stata in prima fila assieme all’università”.
L’edificio della nuova Pediatria di Padova si articolerà su 8 piani, per oltre 20mila mq di superficie, con una capacità di 168 posti letto: al piano terra il pronto soccorso e la radiologia, al primo piano le degenze, al secondo la specialista e la neuropsichiatria infantile, alla terza nefrologia con 5 postazioni dialisi e i trapiantati, al quarto le degenze chirurgiche, al quinto le terapie intensive e cardiologia pediatrica, al sesto l’oncoematologia e i trapiantati di midollo, al settimo piano infine le sale operatorie.
L’opera è la prima che si realizza nel Master Plan di ristrutturazione dell’area dell’ospedale di Padova, il polo Giustinianeo, che sarà negli anni affiancato dal nuovo ospedale di Padova. Non una sostituzione, ma due grandi aree di cura e ricerca che proietteranno la sanità del Veneto ancora più avanti nel panorama nazionale e internazionale.
Sara BusatoL’edificio della nuova Pediatria di Padova si articolerà su 8 piani, per oltre 20mila mq di superficie, con una capacità di 168 posti letto
Si prevede la realizzazione, nell’ambito dell’asse di distribuzione urbana Est-ovest del Prusst, di una nuova rotatoria su via Maroncelli di collegamento con via Friburgo
L a Giunta regionale del Veneto, su proposta della vicepresidente e assessore alle infrastrutture e trasporti Elisa De Berti, ha approvato gli schemi di convenzione da sottoscrivere con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con il Comune di Padova per la realizzazione di infrastrutture per la mobilità al servizio del polo fieristico padovano. La Fiera di Padova, in base alla legge n. 350/2003, è stata infatti ammessa a beneficiare di una linea di finanziamento statale, ad essa dedicata, destinata ad interventi infrastrutturali volti appunto a garantire il miglioramento della mobilità afferente al sistema fieristico. “La Fiera di Padova - afferma la vicepresidente De Berti - rappresenta un polo espositivo di grande attrattiva il cui valore esula dall’ambito meramente economico: il suo ruolo è cruciale non solo per la città ma anche per la Regione, oltre ad essere un riferimento per manifestazioni ed eventi a livello nazionale. Pensare ad interventi che consentano di migliorarne l’accesso e grazie ai quali la mobilità sappia dialogare con le reti di trasporti già presenti, è fondamentale per uno sviluppo ancora più ampio e strutturato dello spazio fieristico”.
Nel dettaglio si prevede la realizzazione, nell’ambito dell’asse di distribuzione urbana est-ovest del Prusst - Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio, di una nuova rotatoria su via Maroncelli di collegamento con via Friburgo, per un costo complessivo di 800mila euro. Per l’utilizzo del finanziamento ministeriale (nei confronti del quale il Ministero stesso ha già espresso parere favorevole) devono
appunto essere siglate dalla Regione due convenzioni, una con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l’altra con il Comune di Padova, che rappresenta il soggetto attuatore. Il provvedimento approvato dalla Regione ha dato quindi via libera ad entrambe le convenzioni.
Marco Valsecchi lascia Padova Hall e la Fiera di Padova
Marco Valsecchi lascia Padova Hall e la Fiera di Padova resta senza direttore generale, con il compito di portare avanti il piano di sviluppo del quartiere che ricadrà sulle spalle di Nicola Rossi, il presidente nominato da Comune e Camera di Commercio. Rossi, oltre a essere presidente di Confesercenti del Veneto centrale, è anche un imprenditore del settore fieristico, creato delle iniziative “Antiquaria” e “ArtePadova”.
“Padova Hall spa e il direttore generale, dottor Marco Valsecchi, hanno deciso di risolvere consensualmente il rapporto di collaborazione iniziato lo scorso anno – è la nota diffusa dalla società che gestisce i padiglioni di via Tommaseo – Per la miglior attuazione del piano industriale Padova Hall ha ritenuto opportuno riportare alcune incombenze strategiche direttamente in capo alla presidenza della società. Padova Hall ringrazia il Dottor Valsecchi per l’opera profusa con dedizione e professionalità in questo periodo di complessa transizione post pandemica. Il Dottor Valsecchi ringrazia Padova Hall e i Soci della stessa per l’opportunità lavorativa”.
Valsecchi, 54 anni di Udine, è un esperto di riposizionamento di business, lancio di nuovi servizi, l’espansione delle vendite, aumento dell’engagement aziendale e professionalizzazione dei processi organizzativi. Ha lavorato per Adecco e collezionato esperienze di alto profilo in Olanda, India e Svizzera. E’ stato lui ha impostare il piano di sviluppo della Fiera di Padova che prevede nuove strutture (come la prima “E-Sports Arena” d’Italia), uno spazio food, un albergo da 350 posti, 16 nuove manifestazioni e il Centro congressi come motore di sviluppo.
Trasporti. Prende il via la procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale
Bentsik: “Raramente come in questa occasione sono entrate in campo le energie vitali di tutte le parti in causa”
Aun anno esatto dalla firma dell’accordo di programmatra i comuni di Padova, Rubano e Vigonza per la realizzazione della linea Sir2 e a poche settimane dalla notizia che il piano è stato inserito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’interno del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili istituito dal Ministero dell’Economia e Finanze, è stato presentato il progetto definitivo che verrà trasmesso alla provincia di Padova per avviare la procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale. Dopo circa 80 giorni sarà possibile procedere con la Conferenza dei servizi e con la gara per l’appalto integrato, che verrà pubblicata entro l’estate, come previsto dal cronoprogramma.
La progettazione definitiva ha recepito le osservazioni raccolte in fase di dibattito pubblico articolato in dieci incontri che si sono tenuti tra il 17 febbraio e il 28 marzo 2022. Un confronto che ha visto la partecipazione di 645 persone in presenza, e altrettante in collegamento streaming trasmesse sui canali istituzionali. La redazione del progetto definitivo prima, ed esecutivo poi, ha tenuto conto non solo delle osservazioni dei cittadini, ma anche di altre analisi sollevate dai Comuni coinvolti.
Tra le novità inserite nel progetto definitivo da 335 milioni di euro, un capolinea intermedio alla caserma Romagnoli a Chiesanuova, una fermata per la nuova Questura alla Stanga, due corsie per le auto in corso Milano e due chilometri in più fino ai confini con Venezia. “Voglio evidenziare – ha dichiarato l’assessore alla mobilità del comune di Padova Andrea Ragona – alcuni miglioramenti in Stazione, quelli nei due comuni di Vigonza e Rubano, ma anche in Via
Chiesanuova dove sarà previsto un parcheggio di circa 150 posti per coloro che non abitano sulla linea del tram, come gli abitanti del Quartiere Cave e Tencarola. A Ponte di Brenta abbiamo recepito
La progettazione definitiva ha recepito le osservazioni raccolte in fase di dibattito pubblico in dieci incontri che si sono tenutisi nel 2022
alcune proposte su alcune rotatorie. In Corso Milano abbiamo mantenuto la gran parte dei parcheggi e unito la pista ciclabile sul lato sud, quello del Teatro, che sarà ampliata e bidirezionale”.
Il dibattito su Corso Milano negli scorsi mesi è stato molto articolato. Nella prima revisione del progetto sono state recepite tutte le osservazioni presentate in sede di dibattito pubblico. Sono stati preservati i parcheggi a servizio delle attività commerciali mantenendo il 70% degli attuali. È stata anche ottimizzata la sezione stradale, permettendo di mantenere il doppio senso di marcia per i mezzi privati.
In uscita è prevista una corsia riservata per i mezzi privati e il tram su sede riservata, mentre in entrata la corsia sarà promiscua tram/mezzi privati. La stazione sarà il nodo di interscambio tra le diverse linee del sistema Smart, ed è stato previsto un sistema ad anello che interessa l’intero piazzale, in maniera tale da ridurre eventuali interferenze e accodamenti. Su Corso del Popolo verrà eliminata la fermata Trieste e contestualmente potenziata la fermata Eremitani. Soddisfatto del risultato anche l’amministratore delegato di Aps. “Credo che raramente come in questa occasione siano entrate in campo – ha sottolineato Riccardo Bentsik –, con la volontà di collaborare e contribuire alla riuscita di un
progetto estremamente ambizioso e complesso, le energie vitali di tutte le parti in causa: le amministrazioni comunali di Padova, Vigonza e Rubano, i cittadini coinvolti nel dibattito pubblico, il gestore del Tpl con i suoi preziosi consigli, e naturalmente Aps in qualità di soggetto attuatore. Lo vediamo ogni giorno e andiamo
avanti a lavorare per ottenere il miglior risultato per il territorio”.
Se il tram a Rubano avrà il suo capolinea quasi ai confini con Mestrino, ultimo comune lungo la SR11, il comune di Vigonza rispetto all’accordo iniziale ha chiesto l’allungamento di due chilometri della linea nelle frazioni di Busa
Perarolo e Capriccio a ridosso dei confini con la provincia di Venezia.
Non sono mancate le perplessità tra i commercianti e alcuni esponenti della minoranza sul nuovo progetto del Sir2. Da un lato l’annoso problema dei parcheggi, dall’altra la bocciatura del progetto riguarda i costi globali preventivati per le due linee. Se da un lato i commercianti plaudono la novità positiva del mantenimento dei parcheggi in Corso Milano, dall’altra tornano sul tema del futuro del parcheggio Prandina e della necessità di un numero di parcheggi adeguato rispetto alle esigenze delle attività commerciali presenti in centro storico.
Nei prossimi anni Padova si troverà ad affrontare e a chiudere diverse sfide aperte: dalla realizzazione della rete tramviaria alla trasformazione urbanistica della città, solo per citarne un paio. Il tram è forse una delle opere più importanti che ridisegnare la città. Assessore, entro la fine del suo mandato la città avrà altre due linee di tram?
“La città disporrà di ben otto linee di trasporto. Mi riferisco al progetto denominato Smart, una rete di linee interconnesse fra loro che permetterà di svolgere un innovativo servizio di trasporto pubblico lungo le principali direttrici della città. Il progetto va a completare la rete tranviaria della città”.
Un progetto sicuramente ambizioso, direi rivoluzionario.
“Sono molto soddisfatto. Al momento c’è solo tempo per pensare alle prossime scadenze. Dietro un’opera simile si nascondono mesi di progettazione. Abbiamo lavorato molto negli ultimi mesi con i tecnici del settore, Aps e i progettisti con un unico obiettivo: la costruzione concreta di una città dove il trasporto pubblico sia al centro dello sviluppo. Il progetto avrà
Sara Busatoil plus di aver recepito anche molte sollecitazioni che sono arrivate dal territorio attraverso il dibattito pubblico”.
Molte sono state le presentazioni pubbliche del progetto, ma alcune persone sono ancora scettiche. Cosa direbbe loro?
“In realtà, la maggior parte delle persone è entusiasta dell’opera. Alle persone che non sono ancora convinte dico che Smart soddisferà la domanda di trasporto di 20 milioni di persone. In questo modo,la congestione, il traffico e l’inquinamentodiminuiranno e tutto ciò contribuirà a valorizzare Padova sia dal punto di vista ambientale che economico. Nel frattempo, per chi volesse approfondire esiste moltissimo materiale che spiega le motivazioni di questa scelta”.
Come immagina la Padova del futuro?
“Una città molto diversa da quella attuale. In questi anni verranno messi in cantiere tutta una serie di opere pensate negli anni precedenti, sia per quanto riguarda interventi pubblici ma anche interventi privati grazie anchea misure urbanistiche che abbiamo sbloccato pur tutelando il consumo di suolo”. (s.b.)
Preoccupano la terza posizione per il Pm2,5 con una concentrazione media annuale di 21 microgrammi per metro cubo d’aria e la quarta per il Pm10 con 30 microgrammi
Quando si parla di inquinamento atmosferico, la città di Padova si trova ancora una volta in una situazione critica. Ma la questione è risaputa. L’aria in città è fuorilegge da 22 anni. A darne conferma è il nuovo report di Legambiente Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign.
Biossido di azoto in diminuzione, Ragona: “Non è ancora sufficiente perché abbiamo dei valori ancora fuori dai limiti”
Il documento fotografa lo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia evidenziando come le città con la peggior qualità dell’area sono tutte concentrate nel bacino padano. In particolare, Legambiente ha confrontato le medie annuali 2021 dei maggiori inquinanti, grazie ai dati forniti dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale.
Tra le città più inquinate d’Italia Padova è in terza posizione per il Pm2,5, con una concentrazione media annuale di 21 microgrammi per metro cubo d’aria e quarta per il Pm10 con 30 microgrammi e 70 giornate in cui è stato superato il limite di particelle inquinanti per metro cubo di aria.
Un piccolo spiraglio di miglioramento lo troviamo nella presenza di Biossido di azoto: la città del Santo, con la media annuale di 29 microgrammi, si piazza in settima posizione. “Il dato evidenzia – commenta l’assessore all’Ambiente
Andrea Ragona – come ci sia una tendenza alla diminuzione dell’inquinamento che però non è ancora sufficiente perché abbiamo dei valori ancora fuori dai limiti. L’amministrazione sta portando avanti politiche sempre più attente alla sensibilizzazione del tema. E i risultati
li stiamo vedendo. Ad esempio, gennaio è stato il mese con meno sforamenti della storia, quindi si stanno ottenendo dei risultati. Dopodiché non sono sufficienti ma la direzione è quella giusta e dobbiamo continuare in questo senso”.
È importante sottolineare come l’attuale limite normativo è di 40 µg/mc ma sarà abbassa-
to entro il 2030 a 20 µg/mc. E questo spiega anche il perché dell’Accordo di bacino padano, un protocollo che permette ai capoluoghi di provincia di coordinare la propria programmazione, a breve e medio-lungo periodo, sugli interventi da adottare per diminuire le emissioni di inquinanti, responsabili in particolare delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5), prodotte principalmente da combustione di biomassa legnosa per il riscaldamento civile, trasporti e agricoltura.
Ma quanto inquinamento deve ridurre Padova? Dal 1° genna-
Entro il 2030 Padova dovrà essere in grado di abbassare del 38% la quantità Pm10, del 57% il Pm2,5 e del 32% per il biossido di azoto
io 2030 entreranno in vigore i nuovi limiti previsti dalla Direttiva europea sulla qualità dell’aria e tutte le città dovranno necessariamente ridurre le componenti inquinanti. Nello specifico Padova dovrà essere in grado di abbassare del 38% la quantità Pm10, del 57% il Pm2,5 e del 32% per il biossido di azoto. In dieci anni la riduzione è stata solo del 3% per il Pm10.
Aumento delle corse degli autobus, riconversione del parco mezzi con veicoli elettrici; realizzazione della Bicipolitana; stop alla realizzazione di nuovi parcheggi in città; efficientamento energetico degli edifici sono alcune delle richieste messe in campo da Legambiente Padova in attesa del completamento delle nuove linee del Tram che secondo l’associazione sarà una degli strumenti necessari per la riduzione dell’inquinamento.
Nel frattempo, il 22 febbraio Padova ospiterà l’iniziativa itinerante Clean Cities, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e pulite.
Ottocento anni fa lo avreste incontrato pellegrino per le strade della Romagna, o per quelle del nord Italia, del sud della Francia, con qualche passaggio pure a Roma dal Papa e ad Assisi da san Francesco. La vita pubblica di frate Antonio di Padova è lunga 9 intensissimi anni, tra il 1222 e il 1231. Sono gli anni adulti degli incontri (i poveri, i frati, le famiglie) e degli scontri (Ezzelino da Romano, gli avari, gli eretici); dei miracoli (praticamente ovunque sia passato)e dell’insegnamento (a Bologna, con la scrittura dei Sermoni); del cammino e della contemplazione (Camposampiero, Arcella).
Nell’imminenza della cosiddetta “Festa della Lingua” (quando si ricorda il ritrovamento della lingua incorrotta di sant’Antonio, ricorrenza che in Basilica del Santo a Padova si è celebrata domenica 19 febbraio) ecco allora il varo del nuovo “Progetto Antonio800”
tra noi e si protrarrà fino al 2031
che evidenzia proprio la presenza itinerante ed evangelizzatrice di frate Antonio di Padova operante tra noi. A delinearne i contorni è fra Roberto Brandinelli, ministro provinciale della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei frati minori conventuali: “Antonio800 è un’iniziativa di pastorale antoniana che da qui al 2031 vuole cogliere le tante opportunità offerte dalla storia e dalla testimonianza di Antonio tra noi. Si declinerà in varie modalità, a seconda delle circostanze. Ad esempio: per noi il 2023 è l’anno di Rimini (dei miracoli della mula, dei pesci…) e della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, nella “casa natale” di frate Antonio, ma animeremo e racconteremo anche le peregrinatio delle reliquie in Italia e non solo, e altre proposte culturali e spirituali della Basilica del Santo e dei Santuari Antoniani di Camposampiero e dell’Arcella”.
Non nasce dal nulla “Antonio800”. “L’antefatto è il fortunato “Progetto Antonio 20-22” – specifica fra Brandinelli – culminato nel grande cammino-pellegrinaggio da Capo Milazzo in Sicilia fino a Padova nell’estate-autunno 2022. Ancora vogliamo tornare a seguire le orme del Santo sulle strade che lui ha percorso per annunciare Gesù, “Buona Notizia” per l’uomo di ieri e di oggi”.
Il logo di “Antonio800” ricorda infatti quello di “Antonio 2022”.
Dalla Basilica di Padova parte una strada percorsa da due viandanti, forse due frati. “Vanno due a due, come il Vangelo invita a fare per chi parte in missione – commenta il ministro provinciale –. Ma sarebbe corretto leggerli anche come sant’Antonio e san Francesco che camminano insieme. Il grande tau centrale lo suggerisce. “Antonio800” sarà infatti contenitore di iniziati-
La Basilica di Sant’Antonio a Padova ve che per la nostra Provincia religiosa del nord Italia riguarderanno gli anniversari francescani: il presepe di Greccio e l’approvazione della Regola Bollata 2023, le stimmate 2024, il Cantico di frate sole 2025, la morte di Francesco nel 2026”. Il progetto si potrà seguire anche attraverso il nuovo sito e relativi social (Facebook, Twitter, Youtube) denominati “Antonio800”. Vi si potranno consultare i programmi delle varie iniziative che via via arricchiranno il calendario, come le Peregrinatio delle reliquie antoniane in Italia, la partecipazione di “Antonio800” alla Gmg di Lisbona, le varie
proposte culturali e spirituali in diversi luoghi antoniani. Il progetto è espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S.Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Centro Studi Antoniani, Caritas Sant’Antonio Onlus, Santuari Antoniani di Camposampiero, Santuario S.Antonio di Padova in Arcella.
Si apre un periodo cruciale per l’autonomia, il presidenzialismo, il terzo mandato e la “riscossa” delle Province
Èvero. In alcuni casi se ne parla da decenni, dividendosi tra favorevoli e contrari, tra speranzosi e scettici. Fatto sta che non se ne è fatto nulla.
Di cosa stiamo parlando?
Delle grandi riforme istituzionali che dovrebbero cambiare definitivamente il volto al nostro Paese.
Quella certamente più sentita, almeno nel nostro territorio, è certamente la riforma in senso federale del nostro Paese.
Negli anni passati, Veneto e Lombardia celebrarono anche un referendum, la cosiddetta autonomia è stata la madre di tutte le battaglie. Il presidente Zaia chiese, a gran voce, un impianto autonomista articolato su 23 materie prevedendo, inoltre, di trattenere i 9 decimi del residuo fiscale.
In buona sostanza gli autonomisti Veneti chiedevano di poter tenere il 90% dei soldi delle tasse dei veneti garantendo di gestire, senza nulla chiedere allo Stato Centrale, 23 materie, scuola compresa.
A questa visione totalmente autonomista se ne contrapposero almeno altre due: quella dei contrari che considerano questa riforma uno “smembramento dell’Unità Nazionale” e quella dei possibilisti che, però, non parlano di residuo fiscale e che considerano più “realistico” concentrarsi su nove materie e non 23.
Rispetto a questo dibattito, dunque, quale è oggi la novità?
La novità è che il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista. Certo, c’è ancora molto da fare a partire dai cosiddetti Lep (i livelli essen-
ziali di prestazione: quegli indicatori che dovrebbero dimostrare come in qualsiasi regione, anche in presenza di una riforma autonomista, i servizi ai cittadini siano gli stessi), ma almeno è stato messo un primo punto.
La seconda grande riforma della quale si parla molto è tornata alla ribalta all’indomani della vittoria elettorale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Parliamo, ovvia-
che, elette in modo indipendente, hanno il potere legislativo e di controllo, ma non possono sfiduciare il Presidente.
Secondo i suoi sostenitori, il Presidenzialismo dovrebbe garantire maggiore stabilità politica e la possibilità di assumere decisioni in modo più agile.
dove il Sindaco Brugnaro finirà il proprio secondo mandato nel 2025 e, ad oggi, non potrebbe ricandidarsi a Padova dove Sergio Giordani ha appena avviato il proprio secondo.
mente, del presidenzialismo.
Ma cos’è? Per capirci: oggi l’Italia è una Repubblica Parlamentare dove al centro di tutto ci sono, appunto, la Camera dei Deputati e il Senato che hanno il compito, tra le altre cose, di votare la fiducia al Presidente del Consiglio incaricato e di eleggere il Presidente della Repubblica.
Con una modifica della Costituzione si vorrebbe, almeno questo è l’intendimento di alcune forze politiche di Governo, introdurre il presidenzialismo. In buona sostanza si sposterebbe si sposterebbe, in modo sostanziale, il focus dalle Camere alla figura del Presidente sia esso Presidente del Consiglio o della Repubblica che, in quel caso, sarebbe eletto direttamente dai cittadini.
In buona sostanza il potere esecutivo è nelle mani del Presidente che, eletto dai cittadini, diventa sia il capo del Governo sia il capo dello Stato ma non ha la possibilità di sciogliere le Camere
Secondo i detrattori, viceversa, servirebbe una migliore legge elettorale per garantire stabilità e lavoro, non una riforma istituzionale che rischia, inoltre, di avere un Presidente che muove in una direzione e un parlamento in un’altra creando un cortocircuito paralizzante.
In questo caso, a differenza di quanto sta accadendo con l’Autonomia per la quale almeno c’è una prima e parziale cornice che servirà per aprire un dibattito, non c’è ancora nulla. Anzi è già in corso un derby tra le forze politiche della maggioranza di Governo per quale delle due riforme debba viaggiare più speditamente e per comprendere se vi siano elementi di contraddizione tra loro.
SINDACI, SPUNTA
IL TERZO MANDATO
L’altro grande dibattito in corso è legato al terzo mandato per i Sindaci e i Presidenti di Regione. Anche in Veneto sarebbero molte le città interessate: da Venezia,
Ma la grande incognita riguarderebbe la Regione Veneto. Il Presidente Zaia finirà il proprio terzo mandato nella primavera 2025, ma la “regola” che ha introdotto il limite dei due mandati è entrata in vigore dopo i suoi primi cinque anni in laguna: se passasse questa modifica, quindi, Zaia potrebbe ricandidarsi per il suo terzo mandato, visto che il primo (che sommati fa 4) non verrebbe conteggiato.
sarebbe anche una quarta, quella legata alle Province. La cosiddetta “Riforma Delrio” ha declassificato le Province a enti di secondo livello, ovvero soggetti eletti soltanto dagli amministratori comunali del territorio e non più dai cittadini e con competenze molto più ridotte rispetto al passato: una sorta di grande “conferenza dei sindaci” concentrata principalmente su viabilità e edilizia scolastica.
Anche in questo caso è in corso un dibattito, questa volta non per fare qualcosa di nuovo, ma per “tornare al passato” ovvero a delle Province elette dai cittadini e con competenze maggiormente “solide”.
Se ne parla, se ne parlerà ancora, ma anche questo elemento potrebbe contribuire ad un cambiamento importante degli assetti istituzionali del nostro Paese.
Anche in questo caso il dibattito è in corso tra i favorevoli che sostengono come gli anni della pandemia abbiano allungato i processi amministrativi e quindi per completare il lavoro servirebbe “un’aggiunta” e i contrari che ritengono “malsano” per la democrazia la mancanza di ogni tipo di alternanza. Staremo a vedere.
PASSATO
In realtà di riforme ce ne
Di cose che bollono in pentola ce ne sono molte. Bisognerà capire come si combineranno gli ingredienti, quale sarà il primo ad essere pronto e se, alla fine, il piatto che ne uscirà sarà appetitoso, ma soprattutto nutriente. Noi proveremo a raccontare, da qui in avanti, tutti i passaggi che si susseguiranno, raccogliendo opinioni e pareri dei protagonisti di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione o, semplicemente, un nuovo buco nell’acqua.
Con una modifica della Costituzione si vorrebbe poi introdurre il presidenzialismo
La ristrutturazione. Luigi Bisato, consigliere provinciale con delega alle scuole, illustra l’intervento
Il Liceo artistico Pietro Selvatico diventerà un polo culturale inserito in una delle anse più belle del Piovego, la riva verrà valorizzata e dedicata alle attività sportive all’aperto, in un contesto più verde e lontano dal traffico, che renderà piacevole passeggiare sugli argini. La facciata storica dell’edificio disegnato da Japelli verrà rinnovata e il Liceo si candida ad essere centro di riferimento per le attività e manifestazioni artistiche, con un grande spazio museale mobile, l’esposizione di opere di Meneghetti, l’auditorium da 150 posti aperto a tutti.
L’edificio scolastico, di proprietà del Comune ma in carico alla Provincia, verrà completamente ristrutturato: “Si tratta di un investimento notevole, per circa 12 milioni di euro“, dice Luigi Alessandro Bisato, consigliere provinciale con deleghe alle scuole. “I lavori per il primo stralcio, che riguardano il restauro conservativo dell’edificio, partiranno in aprile, e sono finanziati con 4milioni 975mila euro; il secondo stralcio, che riguarda la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale dell’ala est dell’Istituto Selvatico, è finanziato con 5milioni e 500mila euro; entrambi gli interventi sono finanziati con fondi del Pnrr.
Poi c è un ulteriore finanziamento della Soprintendenza alle Belle Arti per l’allestimento interno del museo, e il Comune di Padova ha stanziato 500mila euro per la sistemazione dell’area intorno. Il risultato sarà un giusto equilibrio tra tradizione e innovazione: libereremo parte delle mura, si darà slancio all’ipotetico parco delle acque di Padova. Dal punto di vista estetico ma anche funzionale avremo un ottimo riscontro”.
La sede del Liceo Selvatico è un edificio storico: dal 1822 ospitava il Nuovo macello progettato dall’architetto Japelli per il comune, edificato tra il Canale di Santa Sofia e il Piovego, alle “Gradelle di Por-
cilia”. Il macello terminò la sua attività ai primi del ‘900. Il 13 Novembre 1910 venne inaugurata la nuova sede della “Regia Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali”. Dal 1902 al 1970 l’edificio subì modifiche e ampliamenti, le ultime furono l’aggiunta ad Est dell’ala prefabbricata. Negli anni ’60 venne istituita la sezione di tessitura mentre nello stesso periodo la scuola orafa conquistava grandi successi come pure la lavorazione della pietra e del marmo.
Dagli anni ’90 è attivo anche l’indirizzo di disegno industriale.Tra le collezioni raccolte le tavole raffiguranti antiche fabbriche padovane, dal 1889 al 1923. Il restauro dell’edificio consentirà di migliorare un bene storico monumentale sia dal punto di vista architettonico che paesaggistico. Saranno redistribuite le funzioni e gli spazi attualmente presenti.
Nei due progetti esecutivi che compongono l’intervento si è tenuto conto delle diverse necessità per le aule didattiche, per gli uffici amministrativi, per i laboratori e per le varie tipologie di macchinari e utensili. Oltre agli adegua-
menti elettrici, idraulici e all’antisismica, le maggiori novità saranno costituite da uno spazioso nuovo ingresso che permetterà di godere dello spazio museale ricavato sotto la cupola e da un accesso diretto alla biblioteca storica. Mentre al posto del “corpo est” nascerà un nuovo edificio “fluttuante” su due piani, con aule e laboratori di oreficeria e falegnameria.
E in più, con vista sul Piovego, l’auditorium da 150 posti aperto alla città negli orari extrascolastici. Il risultato sarà una scuola moderna e funzionale, con un museo che custodirà le opere, già catalogate dalla Sovrintendenza, realizzate da ragazzi e docenti diventati negli anni maestri d’arte. “Il progetto ha raccolto gli stimoli di tante realtà”, dice ancora il consigliere Bisato. “Anche Amici del Selvatico, Amici delle mura, Amisi del Piovego hanno dato il loro contributo in una visione che, messa insieme, ha prodotto l’intervento complessivo che vuole valorizzare l’intera area urbana, quindi anche le mura cinquecentesche e il Piovego”.
Diego BuonocoreAd aprile il via alla prima tranche dei lavori: previsto il restauro conservativo dello storico edificio, anche la facciata di Japelli sarà rinnovata e valorizzata
“Sei tavoli di lavoro aperti:
La prima seduta della Consulta 6B, che comprende i quartieri Sant’Ignazio - Montà - Sacro Cuore - Altichiero - Ponterotto è stata molto partecipata e ha trattato l’insediamento dei tavoli di lavoro. “Abbiamo sei tavoli di lavoro”, dice Andrea Cesaro, presidente della Consulta 6B: “cittadinanza attiva, sicurezza, associazionismo, giovani, sport salute e cultura, e infine mobilità e infrastrutture e parchi e verde. L’altro tema affrontato è stato il bilancio partecipato, aperto alle richieste dei cittadini. Tre anni fa abbiamo investito in allestimenti urbani: panchine, fontanelle, tavoli da ping pong; già nella seconda edizione ci siamo spostati più su interventi di carattere socio-culturale. L’anno scorso abbiamo avuto più di 500 questionari dei cittadini. Poi abbiamo fatto richiesta ai vari assessori di essere aggiornati sulle questioni più critiche per il territorio: cantieri che si stanno per aprire, l’Alta velocità Vicenza Padova oppure gli interventi che hanno a che fare con il sociale. Stiamo organizzando degli incontri con gli assessorati per iniziare una comunicazione”.
Quali sono le esigenze espresse dai cittadini di questa Consulta che comprende i rioni di Sant’Ignazio - Montà - Sacro Cuore - Altichiero - Ponterotto?
“Non abbiamo problematiche gravi, è un quartiere dove in generale si sta bene, ci sono casi di fragilità sociali dove l’amministrazione sta intervenendo e anzi, ha rafforzato la presenza, ma sono problematiche sporadiche. E’ anche un quartiere molto attivo dal punto di vista dell’associazionismo; le parrocchie sono molto frequentate e attive, c’è un gruppo scout attivo a Montà e altre presenze. L’associazionismo laico e religioso è molto attivo e tiene collegata e viva la cittadinanza, con frequenti occasioni di incontro. D’estate ma anche d’invernali Parco degli alpini è molto frequentato, è diven-
tato un luogo interessante, con molte proposte”. Ci sono interventi programmati per quanto riguarda la viabilità e le opere?
“Ci sono degli interventi in corso. Il lavoro delle commissioni che abbiamo costituito sarà proprio quello di individuare le priorità. Noi abbiamo due strumenti di segnalazione: uno è il bilancio partecipato, l’altro è un documento di analisi che andrà presentato entro il mese di giugno: le commissioni dovranno fare
un’analisi delle priorità per le tematiche di competenza e consegnare questo documento all’amministrazione, che ne terrà conto per la programmazione degli interventi”.
Diego BuonocoreIl rione di Madonna Pellegrina avrà la sua piastra polisportiva: la Consulta 4A (Città Giardino - S. Osvaldo - S. Rita - Madonna Pellegrina - S. Croce - S. Paolo), nella prima riunione dopo l’insediamento, ha deliberato la risistemazione della Piastra sportiva all’interno della parrocchia, con una spesa a carico del Comune. “Contiamo nei prossimi cinque anni di realizzare una piastra sportiva nuova di zecca per i ragazzi del quartiere. Intanto risistemiamo una di quelle esistenti”, ha detto il presidente della Consulta, Celestino Giacon. “Per Maggio avremo la nuova piastra e faremo un giorno di festa con le squadre dei diversi rioni per stare insieme e per celebrare l’evento. Successivamente alla mattina ci saranno le scuole, al pomeriggio dal lunedì al venerdì sarà a disposizione del quartiere, al sabato ci saranno gli scout. Nel periodo del Grestv e della sagra l’utilizzo verrà dedicato a questi avvenimenti. Già alcuni volontari si sono offerti per dare un segno di presenza.” Le Consulte sono alle prese con il bilancio partecipato, un impegno gravoso, “ma noi abbiamo voluto dare subito un segno di concretezza, dedicandoci a una esigenza sentita dalla comunità”, ha commentato Giacon. La Consulta ha anche avviato i tavoli tematici ai cittadini che prevedono: la rivisitazione della mobilità con moderazione della velocità a 30 chilometri all’ora; incoraggiamento del progetto di bicipolitana per la realizzazione di percorsi in bicicletta centro-periferia; favorire il transito ciclabile e pedonale al Bassanello; incentivazione degli accessi agli argini per percorsi ciclabili per raggiungere le scuole, sicuri, in bicicletta; puntuale informazione, anche assieme alle consulte limitrofe 3b e 4b sul proseguo dei lavori della seconda line dal tram e su possibili osservazioni. (d.b.)
cittadinanza attiva, sicurezza, associazionismo, giovani, sport-salutecultura, e infine mobilità-infrastrutture-verde”Sopra, la Consulta 6B; a lato, il presidente Andrea Cesaro
Giusto all’inizio di febbraio c’è stata la prima riunione dopo l’insediamento della Consulta A del Quartiere 6 Ovest: Brusegana - Cave - Chiesanuova. Anche questa Consulta è impegnata con il bilancio partecipato, cioè la raccolta delle proposte dei cittadini per interventi che verranno finanziati con il bilancio di complessivi 35mila euro. Alcuni interventi hanno riguardato la trattazione di singoli questioni: il cavalcavia di Brusegana necessita di manutenzione, che forse verrà eseguita in estate; la questione della Caserma Romagnoli, in vendita, in stand-by. “Abbiamo spiegato ai nuovi componenti della Consulta le regole del Bilancio partecipato – spiega Luciano Sardena, presidente della Consulta 6A – ho spiegato cosa abbiamo fatto per i due bilanci precedenti, a metà mese abbiamo costituito le commissioni per lavorare velocemente sul bilancio, perché bisognerà esaminare le proposte dei cittadini e decidere a chi e perché aggiudicare i fondi del nostro bilancio.
Nel corso della riunione sono stati costituiti i “tavoli di lavoro”. L’anno scorso erano al lavoro tre commissioni: sport e cultura, territorio, sociale e legalità. Ogni commissione era composta da 6 componenti della Consulta e 3 persone esterne. “Ho proposto
di tenere aperto il numero dei rappresentanti nella commissione alla partecipazione della cittadinanza senza fissare un numero massimo. Chi ha voglia di fare è benvenuto. In una prossima riunione verificheremo i risultati del bilancio partecipato, discuterle e destinare i fondi”.
Il territorio della Consulta 6
A è nell’area Ovest della città di Padova e comprende i rioni di Brusegana - Cave - Chiesanuova. Quali sono le esigenze che sono emerse in questi anni dai cittadini dei vostri rioni?
“L’unico problema che ha sempre avuto il territorio della Consulta è che è su due direttive che portano direttamente in centro a Padova e portano a Rubano, Mestrino, Caselle, Abano e così via, oppure sulla
tangenziale da Corso Australia e da corso Boston. Questa è indubbiamente una sofferenza da parte nostra, spero e credo che il tram posso risolvere almeno in parte questo problema almeno per quanto riguarda via Chiesanuova. Sicuramente la commissione territorio dovrà lavorare parecchio perché entro Giugno 2026 il tram deve essere in funzione. Inoltre in corso Australia all’ex macello dovrebbero partire i lavori per la nuova sede di Leroy Marlin, e quindi si dovrà vedere l’impatto che avranno i lavori sulla viabilità”.
Diego BuonocoreIn queste settimane le 1 0 Consulte cittadine hanno iniziato le consultazioni dei cittadini nell’ambito del Bilancio partecipato, che è quel procedimento con il quale vengono spesi i fondi in dotazione delle Consulte, 35mila euro ciascuna. Le Consulte sono gli organismi di raccordo con l’amministrazione comunale per consentire ai cittadini di partecipare attivamente alla vita e alle scelte che riguardano i singoli rioni, alla gestione dei beni comuni, alla vita sociale e culturale dei luoghi in cui si vive e si opera. Il procedimento del bilancio partecipato si svolge in presenza nel corso delle
riunioni della Consulta chiedendo la parola, e attraverso un questionario online e cartaceo. I cittadini possono indicare fino a 3 settori prioritari per il finanziamento, e condividere fino a 3 proposte (una per settore) come suggerimento per l’utilizzo dei fondi. La prima fase del bilancio partecipato prevede la diffusione dei questionari, poi l’esame delle proposte e infine l’elaborazione di proposte per il budget: entro il mese di febbraio avverrà la consultazione dei cittadini; tra febbraio e marzo le prime riunioni delle Consulte con la presentazione dei risultati e la suddivisione del lavoro in tavo-
li partecipati. Successivamente il lavoro dei tavoli per definire le proposte per l’utilizzo dei fondi in base alle indicazioni ricevute. Infine la decisione sul budget e la presentazione delle proposte. L’erogazione del budget avviene con contributi diretti fino a un massimo di 3mila euro o con altri contributi di minore importo. L’unica eccezione riguarda il settore verde che prevede un budget minimo di 15mila euro, per non spezzettare troppo gli interventi. Il settore dei lavori pubblici riceve solo segnalazioni, non interviene direttamente, pertanto non sono inclusi nel budget. (d.b.)
Il territorio della Consulta 6A è nell’area Ovest della città di Padova e comprende i rioni di Brusegana, Cave, Chiesanuova
Il programma. Il presidente Luciano Sardena illustra le attività della Consulta 6AIn alto, la prima riunione della Consulta 6A; di lato, il presidente Luciano Sardena
“Numero aperto per i rappresentanti alla commissione:. Chi ha voglia di fare è benvenuto”
Università. Al Bo si concludono le celebrazioni dell’ottocentenario
Ottocentouno. Dopo l’anniversario del conto tondo la magnifica rettrice Daniela Mapelli ha inaugurato l’801esimo anno accademico lo scorso 13 febbraio nell’aula magna del Bo chiudendo di fatto le celebrazioni per l’ottocentenario.
“Un anno entusiasmante” fa il bilancio ed è innegabile tra immatricolazioni in crescita e fondi del Pnrr, circa 151 milioni di euro. “Siamo attrattivi, sì: anche in quest’anno accademico abbiamo infatti più di 23mila immatricolazioni e la quota studentesca internazionale copre l’11% degli immatricolati”. Il tutto senza dimenticare di citare le due emergenze più pressanti: le borse di studio e l’emergenza alloggi sulle quali “l’Ateneo continuerà ad impegnarsi facendo la sua parte”.
Infine, la magnifica rettrice ha citato l’apertura imminente del nuovo Museo della Natura e dell’Uomo a Palazzo Cavalli, il più grande d’Europa nel suo genere Nel corso della cerimonia è intervenuto per la governance anche il direttore generale dell’Università di Padova Alberto Scuttari parlando anche lui di diritto allo studio. La prolusione è stata affidata a Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, che ha parlato di “Noi, la natura, la scienza: elogio della fragili-
tà”. A seguire, ha preso la parola l’artista e scrittore Emilio Isgrò il quale, al termine della cerimonia è stata presentata al pubblico “L’abiura di Galileo”, opera d’arte in due atti.
PRESENTE LA MINISTRA DELL’UNIVERSITÀ BERNINI
“Una storia di libertà, internazionalizzazione ed innovazione”. Questo il riassunto dell’elogio della ministra Bernini, dopo essersi profusa in una serie di saluti e ringraziamenti verso tutte le istituzioni presenti. Un passaggio importante sul Pnrr: “Un contratto con l’Europa e con noi stessi, con cui creare investimenti creando una sinergia di valore tra Università, istituzioni e imprese”.
LE PAROLE DELLA COMUNITÀ STUDENTESCA
Anche quest’anno la presidente del Consiglio degli Studenti, Emma Ruzzon, ha lasciato il segno, con un discorso incentrato sulla retorica della meritocrazia che, specialmente negli ultimi due anni, ha mietuto tante vittime tra la componente studentesca. La giovane studentessa ha posato sullo scranno da qui interveniva una corona d’alloro con dei nastri verdi, “la corona d’alloro rappresenta il completamento di un percorso personale, di liberazione attraverso il sapere.
Abbiamo scelto di mostrarla
qui con un fiocco verde, quello del benessere psicologico, per tutte quelle persone che non potranno indossarla, per tutte le persone che sono state o stanno male all’idea di raggiungere questa corona. Stare male non deve essere normale”.
Successivamente ha proseguito rimarcando “le profonde contraddizioni della narrazione mediatica intorno al percorso universitario. Celebrate eccellenze straordinarie facendoci credere che debbano essere ordinarie,
facendoci credere che siano normali. Sentiamo il peso di aspettative asfissianti che non tengono in considerazione il bisogno umano di procedere con i propri tempi, nei propri modi”. Ha ricordato i molto ostacoli strutturali quali, per esempio, “non potersi permettere una casa da fuori sede, non poter frequentare le lezioni, non avere una borsa di studio, ed è codardo che si deleghi al singolo studente la responsabilità di trovare un modo per arrivare alla fine del percor-
so indenne, superando degli ostacoli che è compito delle istituzioni rimuovere”. Ha infine rimarcato le mancanze dell’assessora Donazzan perché “quest’anno a Padova 2.426 studentesse e studenti avevano diritto a ricevere una Borsa di Studio che non è mai stata erogata. Mi chiedo come si possa immaginare che vivano serenamente il loro percorso universitario quando la preoccupazione principale diventa come sostenersi economicamente”.
“Anche in quest’anno accademico abbiamo più di 23mila immatricolazioni e la quota studentesca internazionale copre l’11% degli immatricolati”Emilia Milan Sopra, la rettrice Daniela Mapelli all’inaugurazione dell’801esimo anno accademico; sotto, la rappresentante degli studenti, Emma RUzzon e la corona d’alloro verde.
Giulia Borgato racconta il suo nuovo romanzo e che cosa significa essere una self-publisher
Giulia Borgato, scrittrice e bibliotecaria padovana, ha pubblicato “Accanto a un angelo”, il suo primo romanzo, nel 2014. Dopo il primo esperimento con il fantasy ha deciso di dedicarsi al romance contemporaneo, genere amatissimo dalle lettrici e dai lettori di tutto il mondo. “Sei parte di me”, “Il mio mondo nei tuoi occhi”, “Tutta colpa di un paio di sci” e “Amore, segreti e un pizzico di farina” sono solo alcuni dei lavori pubblicati negli ultimi anni, tra romanzi, racconti e novelle.
Per i suoi romanzi Borgato ha scelto la via del self-publishing, scelta peraltro molto diffusa proprio nel mondo del romance. Di cosa si tratta? Molto semplice: niente case editrici e rapporto diretto con i lettori grazie a KDP, la piattaforma editoriale che Amazon mette a disposizione degli autori. In questo modo si possono pubblicare le proprie storie in formato eBook e nel tradizionale formato cartaceo in maniera indipendente. Ho approfittato dell’uscita del nuovo romanzo di Borgato, “Love & Fitness”, per fare una chiacchierata con lei.
Il tuo nuovo libro s’’intitola “Love & fitness”, ce ne vuoi parlare?
In “Love & fitness” mi cimento per la prima volta con due sottogeneri del romance, il reverse age gap e lo sport romance, che negli ultimi anni
hanno incontrato il favore delle lettrici.La protagonista femminile, Penelope, giornalista di moda, ha dieci anni più del protagonista maschile, Luca, che possiede una palestra insieme al fratello. È proprio il fratello, miglior amico di lei fin dai tempi del liceo, il trait d’union tra i due. Nel corso della storia incontreranno diverse difficoltà a causa della differenza d’età, per sapere se riusciranno a superarle non vi resta che leggere il romanzo. Ho visto che il sottotitolo è “V brothers Vol. 1”, stai pensando a una saga?
Sì, “Love & fitness” è il primo libro di una dilogia. Dal momento che ho chiamato questa serie “V brothers” e che questo romanzo ha per protagonista Luca, il fratello minore, non credo che vi stupirà troppo scoprire che il secondo sarà dedicato al fratello maggiore, Alberto.
Tu sei una self-publisher, figura che dopo lo scetticismo iniziale si sta affermando sempre di più. Ci vuoi spiegare bene cosa significa “auto-pubblicarsi” e come si fa?
Te lo chiedo perché molti pensano che si tratti di scrivere un libro e di “metterlo su Amazon”, quando invece la realtà è molto diversa. So per esempio che tu ha un approccio molto professionale al self-publishing.
Il self-publishing non si è ancora liberato totalmente
dello stigma della non professionalità, ma credo che sia sufficiente leggere alcuni dei titoli più venduti degli ultimi anni per capire che è esattamente il contrario. Gli autori auto-pubblicati sanno che per proporre un prodotto competitivo e che incontri il favore dei lettori scrivere qualcosa e “metterlo su Amazon” è l’ultima cosa fare. È necessario far-
“Il self-publishing non si è ancora liberato dello stigma della non professionalità, ma credo che sia esattamente il contrario”
si affiancare da figure professionali come editor, correttori di bozze e grafici per offrire un romanzo la cui qualità non abbia nulla da invidiare a quelli pubblicati dalle case editrici. Scrivi “romance”, un genere ben definito e che ha un pubblico molto affezionato in Italia. Tante altre autrici di successo sono self-publi-
sher o lo sono state, e allora mi viene da chiederti se esiste non solo una community di lettori/lettrici, ma anche di autori/autrici che si confrontano tra loro.
L’immagine dello scrittore che scrive nella solitudine suo studio, in compagnia soltanto di un gatto acciambellato sulle sue ginocchia, per quanto romantica, è piuttosto lontana dalla realtà. Gli autori, soprattutto gli autori self, hanno bisogno di confrontarsi tra loro perché le reciproche esperienze, positive o negative che siano, permettono di
imparare e di migliorarsi. Da questo punto di vista i social sono stati, e sono ancora, molto importanti. Per quanto mi riguardami confronto quasi quotidianamente con un piccolo gruppo di colleghe per cui nutro un’immensa stima e un profondo affetto.
Cosa ne pensi di Wattpad? Lo usi? Leggi le storie che vengono pubblicate?
Conosco la piattaforma Wattpad, sulla quale potete anche trovare un mio racconto, ma confesso che la utilizzo molto poco. Credo sia un fattore legato alla mia età e al fatto che pubblico ormai da dieci anni. Sicuramente è molto utile per chi voglia mettersi alla prova con la scrittura uscendo dalla comfort zone della propria cameretta e per chi legge molto ed è interessato alla possibilità di farlo gratuitamente. Dacci tre buoni motivi per leggere “Love & fitness”.
Leggete “Love & fitness” se vi piacciono le storie che parlano di seconde possibilità, se cercate un protagonista diverso dal bad boy e, ovviamente, se amate il genere romance.
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale.
È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Il capolavoro di Paolo Caliari al santuario è tornato letteralmente a splendere: “È un lavoro di grande studio, tensione e concentrazione. Ho lavorato benissimo a Vicenza”. Ora sta restaurando un Carpaccio a Venezia
Per gli amici è Vale Giotto, all’anagrafe è Valentina Piovan, 54 anni, di Padova. Ha un privilegio che moltissimi le invidiano: guardare negli occhi, a pochi centimetri, i molti volti di papi, re e regine del passato, ma anche di altrettante teste non coronate, riprodotti dai grandi e insuperabili pittori. Si parte da Giotto (da cui il soprannome) per arrivare a Tiepolo, Veronese, Bellini, Canaletto, Tiziano, Maffei… con una lunga schiera di grandi maestri che stupiscono il mondo.
È una restauratrice. È il suo lavoro, o meglio, la sua appassionante missione. L’ha avviata giovanissima sulla strada di recuperare emozioni velate dal tempo il padre Valter Piovan, padovano, professionista molto apprezzato e ambito dal mondo del restauro italiano.
Valentina Piovan adesso si trova a Venezia: sta “dialogando” con san Giorgio (e il suo cavallo) all’interno della scuola dalmata, nel sestiere di Castello, agli Schiavoni. È un’opera di Vittore Carpaccio che qui, agli inizi del 1500, ha consegnato un ciclo di teleri sulla storia di san Giorgio che sconfigge il drago.
Valentina ha ancora negli occhi lo splendore della cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese custodito nel santuario di Monte Berico, che ha finito di restaurare grazie alla generosità di Intesa Sanpaolo ma soprattutto alla sua infaticabile dedizione, che l’ha vista impegnata intensamente per tre anni, specie negli ultimi otto mesi, sostenuta dal suo team. I lavori erano stati avviati ancora nel lontano ottobre 2019, ma poi la pandemia ha fatto sballare tutta la tempistica e si è arrivati allo scorso fine maggio e alla presentazione ufficiale il 10 giugno scorso, festa della città.
“È stata un’impresa faticosissima: muoversi su una superficie di 40 metri quadrati e andare a ritoccare la singola pennellata è stato molto im-
pegnativo. Soprattutto ci veniva chiesto di mantenere una costante tensione e concentrazione per andare a cercare e, quindi, a restituire il valore cromatico espresso in origine dal Veronese e dalla sua scuola nel 1572”.
Ora la tela, sottolinea Valentina Piovan, si presenta con la primitiva gamma cromatica vivace e distintiva di Paolo Veronese, accompagnata dalla
sapiente e continua combinazione di luci e ombre, con l’ardita giustapposizione delle campiture di colore dove si possono distinguere anche le singole pennellate, particolarmente apprezzabili nei dettagli dei volti e sui panneggi. Per capire le tecniche adottate, ma soprattutto il clima culturale e il contesto artistico in cui ha operato Paolo Caliari, detto il Veronese, primario esponente del Rinascimento italiano e, insieme a Tiziano e al Tintoretto, della pittura veneziana cinquecentesca, sono stati imprescindibili la ricerca documentale e lo studio della tecnica esecutiva. Il che ha permesso di intervenire sulla grande opera con l’obiettivo di riportare la tela ad uno stato quanto più vicino all’originale. La grande cena, com’è noto, ha una storia travagliata e ha dovuto affrontare lo scempio delle soldataglie austriache che nel giugno del 1848 lo hanno lacerato in ben 32 strisce, nella speranza di portarsi a casa non solo un souvenir dall’Italia, ma anche un triste bottino di guerra. Progetto scellerato poi fortunatamente naufragato con tanto di pentimento riparatore da parte dell’imperatore.
“Ho lavorato benissimo a Vicenza e mi sono trovato in piena sintonia con i miei interlocutori istituzionali” commenta Piovan. Così come si trova a suo agio a Padova, dove le hanno affidato a suo tempo il restauro e ora la continua e annuale manutenzione del ciclo giottesco degli Scrovegni. Per finire, in quanto a salute, chiediamo come sta il nostro incommensurabile patrimonio artistico italiano e vicentino? Per la restauratrice padovana, la sfida è conciliare la manutenzione con il godimento delle opere. Ovvero: musei, istituzioni, privati, devono trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo espositivo delle opere, fonte innegabile di risorse sempre necessarie, e la loro manutenzione e conservazione. Talvolta, osserva Piovan, questo rapporto appare sbilanciato a favore del business. La fragilità di certi capolavori, però, non ammette deroghe e tutti ne dobbiamo essere lucidamente convinti. Silvio
ScaccoÈuna delle mostre più attese a Padova nel 2023: Frida Kahlo e Diego Rivera, dedicata alla coppia di artisti messicani, verrà ospitata al Centro Culturale San Gaetano fino al 4 giugno. Un evento di rilievo per la città di Padova, unica tappa italiana per una mostra che, dopo essere già stata allestita a Melbourne, proseguirà verso Londra, New York per poi tornare quindi in Messico. Frida Kahlo e Diego Rivera, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e organizzata da Vergel Foundation, MondoMostre e Skire, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), si propone di far conoscere l’arte e il legame di due artisti che hanno lasciato un’importante traccia nell’arte messicana e mondiale e che hanno vissuto un rapporto intenso e talora turbolento, caratterizzato da una grande passione ma anche da tradimenti da ambo le parti. Una coppia unita anche dal talento artistico che seppe conquistare numerosi estimatori, come Jacques e Natasha Gelman, dalla cui collezione privata proviene il cuore della mostra ospitata a Padova con la curatela di Daniela Ferretti: ventitré opere di Frida Kahlo e nove di Diego Rivera, compresi numerosi au-
toritratti della pittrice diventati ormai iconici. La collezione statunitense del regista Jacquee Gelman e della moglie include numerose opere di alcuni degli artisti più rappresentativi dell’arte contemporanea, da Picasso a Bacon, ma fu con la coppia di artisti messicani che i collezionisti instaurarono un rapporto diretto e intenso, diventando anche protagonisti di alcuni loro ritratti.
Oltre trenta opere che permetteranno non solo di esplorare l’arte di Frida Kahlo e di Diego Rivera, ma anche di compiere un viaggio in Messico, terra tanto amata dalla pittrice: la mostra include infatti anche un’esposizione di costumi tradizionali messicani, nei quali si possono riconoscere gli stessi colori e la stessa forza espressiva che si ritrovano nelle opere dei due artisti.
Altra protagonista della mostra
è la fotografia, forma d’arte che ebbe una forte influenza su Frida Kahlo. Il padre, Karl Wilhelm Kahlo, era un fotografo d’architettura e la figlia, da giovane, lo accompagnava spesso nei suoi viaggi in Messico, potendolo quindi ammirare all’opera. Il legame fra la pittrice e il mondo della fotografia trovò espressione anche in vari ritratti che alcuni dei migliori fotografi internazionali del suo tempo vollero dedicarle e che fanno parte della mostra. Scatti di Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch e Edward Weston permetteranno ai visitatori di gettare un ulteriore sguardo su un’artista che, a quasi settant’anni dalla sua scomparsa, continua ad affascinare con la sua storia, il suo vissuto e la sua arte.
Francesca TessarolloÈ iniziata lo scorso gennaio la seconda parte della stagione di Barco Teatro, che fino a maggio proporrà un programma ricco di eventi teatrali e musicali. Nato nel 2018 dal desiderio di creare in città uno spazio dedicato a nuove modalità di fare cultura e spettacolo, Barco Teatro persegue la sua missione puntando su una proposta originale e varia, il tutto in uno spazio particolarmente affascinante, situato nella ristrutturata barchessa di Villa Tron. La seconda parte della stagione 2022/2023 propone una doppia programmazione: una stagione musicale e una teatrale. La stagione musicale denominata “La scatola sonora” prevede un totale di otto concerti di musica classica introdotti da musicologi e storici musicali. La direzione artistica è affidata ad Alessandro Tommasi con la consulenza di Giacomo Susani per la chitarra classica.
“Innesti teatrali” è invece il titolo scelto per la stagione teatrale, un totale di undici spettacoli con la direzione artistica di Bruno Lovadina preceduti da cene a tema allestite in platea. Fra gli spettacoli in programma, Chopin, la stanza accanto (25 febbraio), Maschere. Cronache di servitori e padroni nella Commedia dell’arte (1 1 marzo), Prova Generale (teatro d’improvvisazione, 25 marzo), Le Allegre comari (22 aprile), Raccontare la resistenza (25 aprile), La Castellana (12/13 maggio), La pazzia di Isabella (20 maggio).
Fra teatro e musica, spazio anche all’arte: Barco Teatro ospita infatti una mostra d’arte dedicata al pittore e scultore padovano Carlo Schiavon (creatore anche di oggetti scenici per registi del calibro di Liliana Cavani e Giorgio Strehler), visitabile durante gli appuntamenti della stagione. (f.t.)
Interessante anche l’esposizione di costumi tradizionali messicani, nei quali si possono riconoscere gli stessi colori e la stessa forza espressiva che si ritrovano nelle opere dei due artisti
Basket. Il punto sulla stagione con il coach Riccardo De Nicolao
De Nicolao: “Le vittorie ovviamente fanno la differenza e aiutano a ritrovare fiducia ed entusiasmo, ce la possiamo fare”
Un inizio di campionato un po’ incerto per Virtus Antenore Energia, poi sette vittorie consecutive un record, infine alla ripresa del 2023 alcune brutte partite, giocate bene e finite male, che hanno compromesso classifica e anche un pò il morale. “La squadra ha reagito bene alle sconfitte – commenta il coach di Virtus Basket Padova, Riccardo De Nicolao – abbiamo ricominciato ad allenarci con impegno, per cui siamo fiduciosi delle prossime partite. In classifica eravamo quarti a quattro punti dalla quinta, a causa di questi risultati negativi siamo stati raggiunti dalle squadre che avevamo dietro, anche per i risultati negli scontri diretti con Lumezzane e Desio, poi con Mestre abbiamo fatto una buona prestazione ma nel finale abbiamo perso la partita”.
Anche all’inizio del campionato c’era stato qualche risultato positivo, poi avete infilato una bella serie di gare e di successi. Come in questa fase del campionato. Cosa ci vuole per sbloccare la situazione in questi casi?
“Ci vuole la vittoria. L’abbiamo già vissuto nel girone di andata. Alla fine conta la classifica: quando vinci ti aiuta a lavorare meglio, con più fiducia. Noi in questo momento abbiamo bisogno di una vittoria per riuscire a sistemare tutto”.
Degli avversari che avete incontrato quali squadre l’hanno colpita?
Orzinuovi è nettamente la squadra più forte, riesce a mettere una fisicità che non ha pari nel nostro campionato: i risultati par-
lano da soli, sono primi in classifica senza competitor. Dopodiché anche Mestre è un’ottima squadra, come pure San Vendemmiano anche se con alti e bassi, queste sono le squadre che mi hanno impressionato. Dopo di loro c’è un gruppone di squadre equivalenti, c’è grande equilibrio in questa parte centrale della classifica, E questo provoca ancora
“L’abbiamo già vissuto nel girone di andata. In questo momento abbiamo bisogno di una vittoria per riuscire a sistemare tutto”
maggiore incertezza nella fase di quelli che saranno i play off perché arrivare quinti o dodicesimo cambia poco”.
Arrivare insieme alle quattro squadre che ha nominato sarebbe un grande risultato, il quarto posto sarebbe possibile per Virtus?
“Il nostro sogno di quest’anno è arrivare quarti. È anche vero che con la formula che c’è quest’anno arrivare quinti sarebbe una mezza delusione, in realtà sarebbe il miglior campionato che Virtus ha fatto in serie B, perché comunque arrivare quinti è un ‘ottimo risultato. Dobbiamo essere bravi innanzitutto ad agguantare il quarto posto, se così non fosse dobbiamo riuscire a non demoralizzarci e capire che comunque stiamo facendo una buona stagione per affrontare i play off la B1 nel migliore dei modi”.
Diego BuonocorePadova è la capitale veneta del padel: nel padovano ci sono dieci strutture sportive per il panel con una trentina di campi. Nel Veneto in totale ci sono 34 strutture con complessivi 85 campi. E’ uno sport che in Italia è arrivato negli anni ’90 e poi è esploso sull’onda del successo nei paesi latini e in Spagna e poi in tutto il mondo: oggi il padel si gioca in 91 paesi, lo praticano 15 milioni di persone, anche in Cina, Giappone e Australia. Il gioco del padel nacque casualmente quando il signor Enrique Courcuera decise di costruire un campo da tennis nel suo giardino. Lo spazio a disposizione
però non era sufficiente e venne così realizzata un’area di gioco più piccola, circondata da mura (poi sostituite con pareti in plexiglas) e da rete metallica che aveva il compito di impedire alla
palla di uscire dal campo. Il padel si gioca a coppie e vengono utilizzate delle racchette più piccole di quelle del tennis e a piatto pieno con forellini, ossia non incordato. Il punteggio adottato è identico a quello di tennis.
In Italia la Federazione Italiana Gioco Padel (FIGP) è nata nel febbraio 1 991; nell’aprile 2008 il padel è stato riconosciuto dal CONI attraverso l’inserimento del Settore Padel nell’ambito della Federazione Italiana Tennis. Il padel è uno sport nato in Messico negli anni ’70 e ha avuto una rapida diffusione in tutto il Sud America, in Spagna e negli Stati Uniti, fino ad arrivare negli anni ’90 in Italia: uno dei primi campi da gioco è stato realizzato in Veneto. I campi da gioco si sono dimostrati un ottimo investimento: sono più di 2200 e stanno rapidamente crescendo, come pure il numero di appassionati. (d.b.)
Via libera dal Governo. Il ministro: ad inizio 2024 saranno esaminate le proposte presentate dalle Regioni
Inizia la lunga marcia, a tappe forzate, per l’autonomia. Il primo passo con il via libera in Consiglio dei Ministri alla prima bozza del disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. Ora la palla passa al Parlamento che entro un anno, non di più, dovrebbe approvare la legge mentre nello stesso periodo la Cabina di regia lavorerà ai Lep, i “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, vale a dire i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il Paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.
“Se entrambi daranno il via alla legge e ai Lep, ed è un auspicio visto che i tempi del Parlamento non possono essere dettati, mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni”, ha osservato Calderoli, sottolineando che “spetterà al buon senso e alla saggezza delle regioni
fare richieste e con altrettanta saggezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento”. Materiale da maneggiare con cura, ha aggiunto il ministro, richiamando tutti alle proprie responsabilità sulle 23 materie che possono essere devolute alle regioni: “Possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che modificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da
un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta”.
La riforma, ha concluso Calderoli, “è necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità.
L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, la-
voriamo insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”.
A Venezia la notizia ovviamente è stata accolta con entusiasmo, sottolineando la portata storica del disegno di legge. Zaia non ha dubbi in proposito: “Diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia”. A chi non si dice convinto e sottolinea i punti deboli del disegno di legge Zaia ribatte: “Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o la-
sciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi”. Il governatore difende a spada tratta il disegno di legge e i provvedimenti che ne seguiranno: “Ben venga la definizione dei Lep, un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia ma del centralismo tanto decantato da chi si ostina a contrapporlo al percorso dell’autonomia. L’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso”.
Le reazioni. Il centrosinistra sottolinea i punti deboli della riforma, soddisfazione nel centrodestra
De Carlo:
Fronte politico veneto spaccato sull’autonomia. Da una parte il centrodestra esulta, dall’altra il centrosinistra sottolinea le molte incertezze di un percorso ad ostacoli. Chi brinda al disegno di legge è il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “La meta dell’autonomia si fa sempre più vicina. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d’Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su
la fiducia dei cittadini”, Martella: “Solo un altro annuncio”
tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati governi”.
Andrea Martella, senatore e segretario del Pd Veneto è netto: “L’autonomia si arricchisce di un nuovo annuncio. Si tratta di una recita a soggetto, destinata ad arricchire scaffali di carta e destinata ad arenarsi in Parla-
mento per le troppe contraddizioni che contiene.“Le modalità con le quali si è arrivati a questo provvedimento non sono state adeguate alla serietà della questione in gioco - aggiunge il senatore dem -. Basti pensare al fatto che il ministro Calderoli non ha neppure convocato le Regioni, saltando a piè pari su un confronto che era sacrosanto. La verità è che a questa destra non interessa il merito e neppure il confronto vero sull’autonomia, sulle materie realmente realizzabili, sui Lep e sulle risorse indispensabili per realizzare la riforma”.
Per Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, “l’autonomia proposta da Calderoli è un contentino tra alleati dato alla Lega ma spaccherà il Paese. Quello sull’autonomia differenziata è un progetto che per essere anche solo considerato dovrebbe stare ad alcune condizioni. Una è avere un confronto costante con le regioni: il ministro Calderoli non le ha nemmeno convocate. Altre sono la chiarezza e la razionalità nelle materie. Il testo uscito dal consiglio dei Ministri non fa nessuna di queste cose: è semplicemente irricevibile”.
Sfide digitali. Integrati quaranta servizi on line della pubblica amministrazione
Dalla sanità al pagamento del bollo auto, dalla cultura al turismo: tutto in un solo strumento facilmente accessibile. Calzavara e Zaia: “Passo importante sul fronte della semplificazione digitale, anticipiamo i tempi”
Si chiama ViviVeneto, è disponibile su Apple store e su Play store, ed è la nuova “super app” della Regione Veneto, come l’ha definita l’assessore all’agenda digitale e innovazione Francesco Calzavara.
Al suo interno sono state per ora convogliate 4 app e sono attualmente disponibili 40 servizi. Dalla sanità al turismo, dagli eventi culturali ai servizi amministrativi. Un’App sicura, veloce e gratis che, autenticandosi una sola volta con Spid o carta elettronica digitale, permette di fruire dei principali servizi digitali della nostra regione. Ma è solo l’inizio perché l’app sarà continuamente implementata con nuovi servizi. Un servizio costato 1 50mila euro e 8 mesi di lavoro.
A tenere a battesimo la app (www.viviveneto.it) insieme all’assessore Calzavara, il presidente del Veneto Luca Zaia, che l’ha presentata così: “Abbiamo messo ordine al disordine. Questa app ViviVeneto è qualcosa di straordinario e sarà implementata all’ennesima potenza. Arriveremo a fissare tutte le visite mediche tramite attraverso questo strumento, non appena le agende cartacee saranno digitalizzate. E con ViviVeneto stiamo anticipando anche un fenomeno internazionale. Tra le dieci strategie tecnologiche emergenti del 2023 ci sono le ‘super App’, cioè le applicazioni mobili in grado di fornire molteplici servizi tra cui l’elaborazione di pagamenti, la ricezione di comunicazioni ed effettuare altre transazioni. Ancora una volta, anticipiamo i tempi con la nostra super app del Veneto”.
“Si tratta di un contenitore che continuerà ad arricchirsi, in particolare con servizi della pubblica amministrazione ma non solo - ha aggiunto Calzavara -. Ad esempio nella sezione ‘Turismo’ ci sono le informazioni di Unioncamere veneto. Sempre in ambito turistico,
abbiamo in progetto di prevedere una volta a settimana una messaggistica ad hoc con le varie esperienze offerte dal nostro territorio”.
Un progetto in fieri, dunque, “un percorso che inizia e che testimonia l”obiettivo della digitalizzazione e della semplificazione digitale prevista nel programma 2020-25 del presidente Zaia – ha ricordato Calzavara –. Preciso che siamo i primi in Italia a rea-
lizzare un progetto così. E ricordo che il Veneto non ha un’agenzia esterna per la digitalizzazione, ma fa tutto con risorse interne. Abbiamo centrato un importante risultato, ma non ci fermeremo qui. ViviVeneto è un’App che valorizza gli investimenti fatti in questi anni dalla regione in ambito digitale e li mette a sistema, creando benefici diretti per i cittadini e generando economie di scala. L’App è stata realizzata
coinvolgendo ed ascoltando i cittadini, sia nella fase di progettazione sia di test e crescerà nel tempo. Infatti, tra le 16 schede del Pnrr regionale una è dedicata al potenziamento delle infrastrutture digitali e servizi per ViviVeneto, la Casa del Cittadino Veneto”. Tra gli obiettivi futuri della app, anche una sezione “Lavoro” da mettere in piedi con Veneto Lavoro offrendo un match tra domanda e offerta.
Nell’area Salute è possibile cercare e controllare l’affluenza nei pronto soccorso del Veneto, gestire i propri documenti sanitari (certificati, esami, visite), scegliere e cambiare il proprio medico di base. Nell’area Amministrativa si può fare tutto ciò che prima richiedeva l’accesso tramite web ai portali regionali MyPA, BolloAuto, ViviPass, come ad esempio gestire in completa autonomia tutto quello che riguarda il bollo per cittadini e imprese (pagare, controllare, prendere appuntamento, gestire avvisi di accertamento). Novità
importante riguarda la gestione dei contrassegni e delle targhe per i disabili (Cude E Ztl), dal proprio smartphone anziché doversi recare in Comune. Nell’area Turismo è possibile cercare e informarsi su eventi, spettacoli, attività, beni e luoghi del Veneto, scoprire i sentieri pedonali, ciclabili, equestri e quelli dedicati agli sport invernali, ma anche cercare le strutture ricettive per programmare le proprie vacanze e trovare notizie sul territorio, sui prodotti locali e sul meteo. Tutto questo è disponibile anche in lingua inglese.
Stefano Bonaccini ha vinto nel voto nei circoli del Pd con circa il 55% dei consensi. Per la leadership dei democratici manca solo un passaggio: le primarie del 26 febbraio nel quale affronterà Elly Shlein, che nel voto tra gli iscritti Pd si è fermata al 33%.
C’è stato un dibattito sulla sopravvivenza stessa del partito. C’è ancora dunque del Pd nel nostro Paese?
“Da quasi due mesi sto facendo un viaggio d’ascolto nel Paese, ovunque registriamo grande partecipazione e voglia di confrontarsi. Se le chiami, le persone arrivano. È una comunità che chiede di ripartire. Per farlo servono un nuovo gruppo dirigente, una nuova agenda e un partito popolare e più forte, che torni fra la gente e parli dei problemi reali: lavoro, scuola, sanità, ambiente. Si sono già espressi 128mila iscritti e ben oltre la metà mi ha accordato la propria fiducia. Sono convinto
che dalle primarie del 26 febbraio, dove potranno partecipare tutti, non solo gli iscritti, uscirà un’ulteriore spinta”.
La vittoria delle regionali in Emilia del 2020 ha testimoniato, nonostante fosse un test nazionale e non soltanto amministrativo, che c’è un Pd che può vincere. Quale la ricetta?
“Non dimentichiamo che il Pd esprime sindache e sinda-
ci quasi nel 70 per cento dei comuni italiani, abituati ogni giorno ad ascoltare i cittadini e dare loro risposta: donne e uomini che hanno vinto le elezioni nei territori mentre, magari lo stesso giorno, venivano perse a livello nazionale. Con me c’è quindi una classe dirigente già rodata, per troppi anni tenuta in panchina: intendo ripartire da loro e dal coinvolgimento vero della base. La mia ricetta, come quella dei sindaci, è stare ogni giorno dove la gente studia, lavora, si cura o si diverte. Perché un partito popolare è così, in sintonia con le persone”. Circoli e militanti. Molti iscritti non si sentono completamente valorizzati. Come invertire la tendenza?
“Se resterà questa pessima legge elettorale, da segretario farò le primarie per scegliere
i parlamentari: devono essere i cittadini a scegliere i propri rappresentanti. Di sicuro non accadrà più ciò che ho visto alle politiche del 25 settembre, quando nessun dirigente nazionale si è candidato nel proprio collegio e i nomi sono stati paracadutati da Roma. Barmsta, adesso si cambia”. Cosa differenzia la sua proposta da quella degli altri candidati alla corsa alla segreteria? E quale il loro ruolo in caso di sua vittoria?
“C’è un confronto molto civile. Nessun partito fa più un congresso per decidere la propria identità e scegliere chi lo guida, dobbiamo essere orgogliosi di questo. Da noi scelgono iscritti ed elettori, mentre gli altri decidono in quattro a Roma nel chiuso di una stanza. La differenza principale? Io non voglio un partito di prote-
sta ma di governo, pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è tornare a vincere. Se toccherà a me guidare il Pd, chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano”.
Quali prospettive politiche per il Veneto, storicamente una regione nella quale il centrosinistra fa più fatica nonostante le ottime esperienze nelle amministrazioni comunali?
“Conosco piuttosto bene il Veneto: non solo siamo contigui, ma condividiamo una rete sociale e un tessuto produttivo forti. Anche a questa Regione serve una politica industriale, una formazione continua che accompagni i lavoratori nella trasformazione, una rete di servizi che sostenga l’occupazione femminile, le famiglie, la natalità. Dobbiamo rimettere al centro i giovani”.
L’intervista. Il 26 febbraio la sfida delle primarie del Partito Democratico
“L’obiettivo è tornare a vincere, serve una forza politica pragmatica e non ideologica, ma anche popolare e in sintonia con le persone”In foto Stefano Bonaccini
Lo spreco alimentare è un elemento cruciale dello sviluppo sostenibile e uno dei temi fondamentali per la sfida della sicurezza alimentare. Proprio nell’ottica di promuovere stili di vita sostenibili e comportamenti responsabili per ridurre gli sprechi, proteggere l’ambiente e garantire una sicurezza alimentare per tutti, l’Agenda ONU 2030, attraverso l’SDG 12, ha messo al centro il tema dello spreco del cibo con l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. In questo quadro la GDO svolge un ruolo di primo piano per intercettare le eccedenze di cibo prima che diventino
spreco, ridando loro una seconda possibilità, favorendo la redistribuzione di alimenti ancora buoni ma non più vendibili su altri canali, e innescando un circuito virtuoso per aiutare le persone più bisognose e in difficoltà. E questo è anche l’impegno
Da dove nasce l’idea di Last Minute Market (LLM) e come si è sviluppata la sua rete sul territorio?
Last Minute Market nasce fra la fine anni ‘90 e l’inizio anni 2000 come progetto di ricerca accademica applicata per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Nel tempo Last Minute Market ha ampliato e perfezionato i suoi ambiti di intervento, occupandosi di prevenzione delle perdite e degli sprechi a 360°, e promuovendo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile così come declinati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, permettendo di dare un contributo fattivo al raggiungimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU. Dal 2022, inoltre, LMM è membro della Piattaforma Europea sulle perdite e sprechi alimentari.
La GDO è un partner importante per la raccolta del cibo, come è nata la collaborazione con Aspiag Service?
A partire dal 201 3 Last Minute Market collabora con Aspiag Service per recuperare i prodotti rimasti invenduti ma ancora consumabili. La collaborazione ha consentito di costruire gradualmente un’iniziativa strutturata attraverso cui ogni punto vendita è messo in condizioni di donare la merce in eccedenza ancora perfettamente integra ed utilizzabile, alimentare o non alimentare, ad uno o più enti del proprio territorio che assistono persone in difficoltà. Grazie a quest’iniziativa, contestualmente all’apertura di ogni nuovo negozio Aspiag Service, vengono individuati gli enti beneficiari presenti su quel territorio e viene attivato il recupero delle eccedenze. Ad oggi, oltre 9.150 tonnellate di prodotti in eccedenza sono stati donati dall’inizio della collaborazione alle 200 organizzazioni non lucra-
che vede Aspiag Service in prima linea dal 2003 in tutte le regioni in cui l’azienda opera. Un impegno che ha permesso alla concessionaria dei marchi Despar, Eurospar ed Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia di recuperare
ingenti quantitativi di cibo invenduto da destinare alle persone bisognose. “É un’attività di cui andiamo particolarmente orgogliosi e che si inserisce perfettamente nelle nostre azioni di responsabilità sociale di impresa”, spiega Giovanni Taliana, Direttore Regionale di Aspiag Service per il Veneto. Un’azione resa possibile grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare che ha consentito ad Aspiag Service di creare una solida rete con oltre 200 associazioni e strutture caritative dei territori in cui l’azienda è presente. Nel 2022 Aspiag Service ha così recuperato, nelle diverse regioni in cui opera, più di 1400 tonnellate di alimenti, appartenenti a tutte le categorie merceologiche, consentendo la preparazione di oltre 3 milioni di pasti.
IL PUNTO di Giovanni TalianaUna sostenibilità che guarda all’ambiente e alle persone
tive che aiutano persone in situazione di difficoltà.
Come funziona la rete che avete creato sul territorio Veneto, quali le realtà alle quali donate e come vengono scelte?
Last Minute Market non gestisce direttamente i prodotti, ma affianca l’azienda per la corretta gestione del recupero secondo la normativa vigente. Le strutture beneficiarie coinvolte in questo tipo di iniziativa sono principalmente Empori solidali, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Case-famiglia, Comunità Terapeutiche. Tutte le strutture coinvolte sono impegnate quotidianamente nell’attività di assistenza a persone fragili. L’obiettivo è quello di accreditare gli enti beneficiari prossimi alla sede di recupero e con le caratteristiche adatte per gestire in massima sicurezza tipologia e quantità di alimenti. Una volta attivate le relazioni territoriali, LMM supervisiona le
attività di recupero, ne monitora l’andamento ed interviene in caso di necessità. Inoltre, al fine di prevenire l’insorgere di criticità operative e di mantenere un confronto costruttivo con gli enti no profit partner, LMM e Aspiag Service organizzano periodicamente incontri di restituzione dei risultati, e corsi di formazione, destinati agli operatori degli enti beneficiari finalizzati in particolare a fornire tutti gli strumenti necessari per la gestione in massima sicurezza dei recuperi.
É un risultato a cui ha contribuito in modo significativo anche il Veneto attraverso il longevo e proficuo rapporto con Last Minute Market e a fianco del tessuto di volontariato sociale della nostra regione”. In Veneto nel 2022 sono state quasi 600 le tonnellate di cibo recuperate e donate a numerose associazioni sul territorio. I prodotti raccolti e redistribuiti hanno consentito la preparazione di quasi 1,3 milioni di pasti, generando un forte impatto in termini di sostenibilità e riduzione degli sprechi e degli scarti. In Veneto la quantità totale di merce recuperata ha infatti permesso di ottenere una riduzione dei rifiuti prodotti dall’azienda pari a 556 tonnellate, equivalenti a quasi 1.235 cassonetti della spazzatura. Inoltre, ha consentito di non sprecare oltre 2 tonnellate di CO2 emessa e quasi 1,2 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per produrre gli alimenti rimessi in circolo. “I dati legati al recupero dei prodotti in eccedenza ci hanno permesso sia di aiutare concretamente le persone più bisognose, sia di intervenire in termini di sostenibilità ambientale. La lotta allo spreco alimentare è un impegno che continueremo a perseguire, in armonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che la nostra azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale.
Sono 500 gli uffici postali dei piccoli comuni del Veneto che entro il 2026 verranno trasformati fisicamente e digitalmente in uno Sportello Unico di prossimità, con l’obiettivo di rendere più semplice e veloce l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione. Di questi, 105 sono in provincia di Vicenza, 91 di Padova, 84 di Verona, 83 di Treviso, 48 di Rovigo, 59 di Belluno e 30 di Venezia. Il progetto si chiama “Polis” ed è stato presentato a fine gennaio a Roma da Poste Italiane con un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio dei ministri Gorgia Meloni, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di quasi tutti i ministri del Governo, del Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, del Presidente di Anci Antonio Decaro e di 3.500 su 7mila sindaci alla guida di comuni con meno di 15mila abitanti. Costerà 1,2 miliardi di euro: 800 milioni di euro finanziati con risorse del piano complementare al Pnrr e 400 milioni a carico di Poste Italiane.
La ristrutturazione degli uffici postali non sarà innovativa solo dal punto di vista strutturale, con l’abbattimento ad
esempio di tutte le barriere architettoniche: nei nuovi “Uffici Polis” saranno installati dei totem self-service grazie ai quali il cittadino, affiancato da personale appositamente formato, potrà fare richiesta di alcuni documenti e certificati: carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto d’armi, richiesta di nuova emissione del codice fiscale (compresa quella del primo codice fiscale dei neonati), estratto conto delle posizioni debitorie, visura delle planimetrie catastali, esenzione del canone Rai, deleghe per i soggetti fragili, certificati giudiziari, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio della patente nautica, denuncia e richiesta di duplicato della patente. Non è tutto, perché i nuovi uffici postali dei 7mila comu-
Nei centri con meno di 15mila abitanti i cittadini potranno richiedere attraverso un totem certificati e servizi della pubblica amministrazione.
Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro 800 milioni sono finanziati con il Pnrr
uffici postali presenti in tutte le province, inoltre, saranno creati anche 250 “Spazi per l’Italia”, rete di coworking con oltre 10mila postazioni di lavoro e riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. I primi 37 spazi saranno aperti entro la fine dell’anno.
ni coinvolti vedranno l’installazione di ATM Postamat, di lockers per la consegna di pacchi (attivi 24 ore su 24), di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, di impianti fotovoltaici per l’alimentazione degli stessi uffici e di sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. Alcuni degli uffici saranno dotati, all’esterno, di spazi attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dalla trasformazione degli edifici direzionali di Poste e dei grandi
“Il mondo è cambiato, ma la vocazione di Poste Italiane di tenere unito il Paese si conferma”, ha dichiarato il Presidente Mattarella, che ha voluto sottolineare come la mancanza di servizi nei piccoli centri abbia portato a un impoverimento dell’Italia. Le comunità sotto i 15mila abitanti rappresentano il 90 per cento dei comuni, coprendo una superficie dell’80 per cento del territorio nazionale. Un’area nella quale vivono 16 milioni di italiani.
“Oggi l’Italia ha il dovere di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità e la stessa
qualità del vita”, ha dichiarato la presidente di Poste, Maria Bianca Farina, che ha spiegato come il progetto “offra servizi essenziali con connessioni internet ad alta velocità alle zone periferiche, comunità piene di vita e di saperi che nel tempo hanno perso popolazione perché non efficientemente connesse”. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, ha aggiunto che l’attuazione del progetto “contribuisce ad accelerare anche la trasformazione digitale del Paese”. Per Giorgia Meloni si tratta di “un progetto imponente e capillare per avvicinare istituzioni e cittadini, un modello di innovazione e inclusione sociale che insegna all’Europa, che unisce l’Italia, che dice no ai servizi di serie A e di serie B, garantendo a tutti il diritto di accedere ai servizi in maniera semplice e veloce, guardando al futuro e facendo risparmiare tempo”.
Sara SalinL’Ordine dei giornalisti compie 60 anni. È del 3 febbraio 1963 la legge che istituì la professione, voluta dal veronese Guido Gonella, primo presidente dell’Ordine, oltre che segretario della Democrazia Cristina, ex ministro di Grazia e giustizia e della Pubblica istruzione. E proprio nel Veneto di Gonella si sono aperte le celebrazioni nazionali, con un convegno organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia su “I valori del giornalismo, le sfide dell’informazione”, seguito il 3 febbraio a Roma da un evento aperto con il messaggio del Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella che, partendo dall’art.
21 della Costituzione che tutela la libertà di informazione e del pensiero del cittadini, ha sottolineato come i giornalisti abbiano una re-
sponsabilità enorme. “Una responsabilità accentuata dalla moltiplicazione delle fonti di informazione offerta dalla rivoluzione del web. Alla professione giornalistica – ha detto Mattarella
– viene affidato il ruolo di espressione della libera critica secondo doveri di lealtà e buona fede. Ai giornalisti è rimesso il compito rilevante, ai fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini, del rispetto della verità sostanziale dei fatti”.
Alla celebrazione nella capitale hanno preso parte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il costituzionalista Giovanni Maria Flick.
“La stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia liberale e della cultura”, ha detto nel suo intervento il Guardasigilli, che ha sottolineato l’importanza di “coniugare la sua prerogativa con il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini, che può essere violata, violando la segretezza delle loro conversazioni”. Precisando che “se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria, la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza”. (s.s.)
Sicurezza stradale, la parola passa ai ragazzi. Saranno loro gli ideatori dei prossimi messaggi di prevenzione che la Regione Veneto utilizzerà per sensibilizzare i più giovani al tema della sicurezza sulle strade.
La sfida è partita, “Un’altra strada challenge”, e invita alla partecipazione attiva al progetto i ragazzi della secondaria di secondo grado del Veneto, attraverso un’attività che si svolgerà nelle scuole.
“Guidare ti fa sentire… libero! Niente più bus affollati la mattina, niente più genitori che ti aspettano fuori, niente più pioggia finito l’allenamento. Ma non è tutto rose e fiori. – recita lo spot di presentazione del progetto che in questi giorni rimbalza nel web da una pagina all’altra delle Ulss venete -. Ci sono limiti e regole pensati per proteggerci perché, in fondo, essere liberi significa anche questo: rispettare la libertà degli altri. Scegliamo di essere responsabili. Contribuire a una strada più sicura è qualcosa che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e puoi farlo anche tu. Partecipa a un’altra strada chellenge realizzando messaggi di prevenzione efficaci e creativi. Eh sì, anche i meme vanno bene.
Prosegue alla pag. seguente
Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme
Con la tua classe potrai vincere un’opportunità di crescita per te e i tuoi compagni e fondi da investire nella tua scuola. Accetta la sfida”.
“Un’altra strada challenge” è, dunque, un concorso che mette alla prova gli studenti, sfidandoli a creare il messaggio di prevenzione più efficace e accattivante, e promuovendo in loro comportamenti consapevoli e prudenti. Un’altra strada è un progetto che vuole creare awareness nelle scuole, invitando gli studenti a realizzare contenuti sul tema della sicurezza stradale, portandoli a riflettere su 3 concetti fondamentali: libertà, responsabilità e sicurezza.
Dopo un primo momento di approfondimento sul tema della sicurezza stradale, gli studenti saranno chiamati a realizzare contenuti brevi ed efficaci, con l’obiettivo di diffondere i valori della prevenzione e della responsabilità con un tono di voce fresco e creativo, mirato a diffondere consapevolezza proprio fra i giovani.
Chi può partecipare al concorso di idee? Tutte le scuole secondarie di secondo grado e gli istituti di Formazione professionale del territorio Veneto, presentando una o più proposte oh messaggi sul tema della sicurezza stradale.
“Usa il cellulare con intelligenza. Tutela la salute e l’ambiente”.
E’ il messaggio che si rinnova nella campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute e che l’Ulss 2 Marca trevigiana fa proprio veicolandone, nella sua pagina Facebook, i punti salienti attraverso una infografica sul tema.
“Gli smartphone - si legge - sono ormai parte integrante della nostra vita e sono in molti ad utilizzarli per più ore consecutive, per motivi legati alla propria professione o perché lontani dai propri affetti. Uno dei dubbi più comuni sull’uso massiccio dei telefoni cellulari è il possibile effetto nocivo dei campi elettromagnetici in radiofrequenza. Sul tema sono stati condotti numerosi studi”.
L’obiettivo è dunque informare e chiarire qualche dubbio per utilizzare correttamente gli smartphone, nell’ottica di un approccio basato sulla prevenzione. Lo smartphone e onde elettromagnetiche. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema affermano che le emissioni di telefoni cellulari e cordless non sono pericolose per l’utilizzatore, le ricerche tuttavia sono ancora in corso: non sono ancora disponibili osservazioni fatte a più di 15 anni dall’inizio dell’uso, mentre sono ancora limitate le evidenze per le esposizioni durante l’infanzia e l’adolescenza.
“In quest’ottica - si legge nell’infografica - è prudente cercare di ridurre l’esposizione alle onde
elettromagnetiche, soprattutto per i più piccoli, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili.
Le chiamate sono il momento in cui si è più esposti, pertanto è consigliabile utilizzare l’auricolare o il vivavoce, preferendo quando possibile i messaggi.
E’ inoltre preferibile utilizzare il telefono in condizioni di buona ricezione, così il segnale trasmesso sarà meno forte.
Se si è portatori di pacemaker è bene non tenere il cellulare vicino al cuore.
Non distrarsi col cellulare sulle strade. Niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre si è al volante o in strada. Mentre si guida o si cammina la strada non dev’essere mai persa di vista. E’ opportuno evitare di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari.
Il Codice della strada, peraltro, lo prevede: è vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello.
Il cellulare, infatti, aumenta il rischio di incidenti: scrivere un messaggio equivale a 1 0 secondi di distrazione, si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo.
Dove smaltire il vecchio cellulare. E bene rivolgersi direttamente ai punti vendita. E’ un servizio che viene fornito gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto.
Da quando e fino a quando può essere presentata la domanda? La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Bollettino ufficiale regionale (Bur) e nel portale Internet regionale (piattaforma telematica “bandi online” della Regione del Veneto: https//bandi.regione.veneto.it/), secondo le indicazioni e le procedure indicate nell’avviso contenuto nell’allegato della deliberazione.
Quante classi possono partecipare per singolo istituto? Non esiste un limite, però l’adesione al bando è effettuata dall’Istituto, che pertanto dovrà coordinare le proposte presentate dalle proprie classi o gruppi di studenti. Scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare ciascuno studente al tema della sicurezza stradale e di raccogliere il maggior numero di proposte al fine di individuare quella con la maggiore efficacia a livello comunicativo. La domanda di partecipazione può essere presentata anche da un singolo alunno? No, la partecipazione al concorso di idee effettuata dall’Istituto scolastico, eventualmente anche in forma associata con altre scuole e potrà interessare più classi. Non è prevista la possibilità di presentare proposte direttamente da parte degli studenti.
Gli step del progetto sono tre: preparazione, creatività, partecipazione dei migliori progetti.
La preparazione. Ogni insegnate che intende iscrivere il proprio istituto scolastico può registrarsi e scaricare il “Kit dello studente” e i documenti allegati da leggere con attenzione insieme agli studenti. Creatività. L’invito rivolto agli studenti è di creare il contenuto più interessante (sia esso un meme divertente oppure un video emozionante), virgola facendoli lavorare da soli o in gruppo.
La partecipazione. L’insegnate individuerà i prodotti migliori selezionando i lavori più efficaci dei suoi studenti, poi dovrà caricare il materiale tramite il profilo della scuola, senza dimenticare nessun documento al momento dell’upload.
Premi in palio. Al termine del concorso una giuria esaminerà i contenuti e decreterà le tre opere vincitrici che saranno premiate con una somma di denaro: 5.000 euro per la scuola prima classificata 3.000 euro per la seconda classificata e 2.000 euro per la scuola terza classificata.
La campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute rilanciata dall’Ulss 2 Marca Trevigiana sul corretto utilizzo degli smartphoneL’appello
A partire dai 25-30 anni e fino ai 64 anni di età l’invito rivolto alle donne è di aderire al percorso gratuito di controllo, diagnosi e cura della eventuale lesione pretumorale
Tumore del collo dell’utero, si può prevenire e curare, grazie ad una diagnosi precoce, che può davvero salvare la vita. E’ questo il mantra che è stato in più occasioni ribadito. Il messaggio rivolto alle donne è chiaro e si può sintetizzare in tre parole: informati, aderisci allo screening e fai il vaccino.
La campagna della Regione del Veneto sulla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero parte proprio dal programma di screening oncologico della cervice uterina.
In generale, si spiega sulla pagina web della Regione, i Programmi di Screening hanno lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione, sono rivolti a tutte le persone che abitano in Veneto e che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi di questi tumori è più alto.
Nello specifico quello della cervice uterina è un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’a-
desione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione. Ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione.
L’invito ad aderire è rivolto a tutte le donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.
Il Programma di Screening della cervice uterina, propone tramite lettera d’invito, il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV e il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul
rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali.
Differenze tra test HPV e Pap test. Il test HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, per tale ragione, può essere eseguito ogni 5 anni anziché 3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni. Come si procede. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della Ulss di appartenenza. Una volta effettuato il test, se l’esito è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito. Se la risposta è invece positiva, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia): Successivamente, in
caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.
Se il test HPV risulta positivo, viene effettuato, sullo stesso campione, il Pap test.
Se anche il Pap test risulta positivo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia). Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.
Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una
comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno. E’ bene precisare che un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti. La vaccinazione contro il papilloma virus. In Italia è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi, a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di sei mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.
L’intervista. Parlano il Dottor Luca Rubaltelli e la Dottoressa Carmine Cannata del Poliambulatorio Arcella di Padova
Nella nostra regione è sempre più preoccupante l’aumento di persone che soffrono di disturbi alimentari. Dottor
Luca Rubaltelli, Amministratore Delegato del Poliambulatorio Arcella, perché si sente parlare sempre più frequentemente di allarme sanitario obesità?
È una patologia che ha avuto negli ultimi decenni il maggiore sviluppo, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito questo problema di salute pubblica con il neologismo “Globesity”. In Veneto una persona su due è in sovrappeso, mentre una persona su dieci si trova già in una condizione di obesità patologica. È quindi fondamentale la presenza sul territorio di realtà sanitarie specializzate in grado di curare e accompagnare il paziente durante tutto il percorso per giungere alla remissione completa della malattia.
Cosa è bene sapere sull’obesità?
È una malattia multifattoriale, cronica, progressiva e recidivante, ma curabile, che spesso si manifesta già in età infantile o adolescenziale. Può determinare complicanze gravi come patologie metaboliche, cardiovascolari, respiratorie, ortopediche, neoplastiche, con conseguenze anche mortali. È quindi improprio e riduttivo ritenere l’obesità il “disturbo di chi mangia troppo” o considerarla un problema di tipo estetico.
Come affrontare il dilagare di questa patologia?
È importante fare in primis prevenzione attraverso l’educazione al “benessere alimentare” e al “corretto stile di vita”. Seguono diverse possibilità di cura: la terapia dietetico comportamentale, i trattamenti farmacologici, gli interventi di chirurgia bariatrica e la riabilitazione integrata, che si possono susseguire e integrare per migliorare lo stato di salute della persona. Infatti la cura dell’obesità necessita di progetti multicentrici e multidisciplinari in rete.
Cos’è il Servizio di “Riabilitazione Nutrizionale Integrata dell’Obesità” del Poliambulatorio Arcella?
Un tassello importante della rete assistenziale per il trattamento dell’obesità è proprio il nostro Servizio di Riabilitazione
Nutrizionale Integrata, strutturato per aiutare il paziente in sovrappeso, in condizione di obesità, con disturbi del comportamento alimentare o con programma di intervento di chirurgia bariatrica, a raggiungere e mantenere il peso salutare attraverso un “Metodo innovativo di presa in carico globale” e un “Programma multidisciplinare personalizzato”. Il nostro Protocollo Terapeutico-Riabilitativo ambulatoriale permette di attuare nella vita di tutti i giorni, nei luoghi e contesti della quotidianità, quanto prescritto dal Team degli specialisti per gestire al meglio il proprio rapporto con il cibo, acquisendo le conoscenze necessarie a cambiare con successo il proprio stile di vita e ridurre le eventuali patologie presenti.
Quali sono i tratti salienti di questo Servizio?
Il nostro Servizio è basato sull’accoglienza, sull’instaurarsi di un rapporto di collaborazione e fiducia tra paziente ed équipe medica, basato sul coinvolgimento diretto e responsabile della persona durante tutto il percorso terapeutico elaborato su misura, fino all’acquisizione e al mantenimento di modalità di vita sane e attive. Chi si rivolge a noi può usufruire di un trattamento multidisciplinare integrato organizzato in quattro Aree Specialistiche di “Modifica dello Stile di Vita” che lavorano in sinergia: l’Area Nutrizionale, l’Area Medico-Clinica, l’Area Psicologico-Motivazionale e l’Area Motoria.
Secondo Carmine Cannata, dietista e specialista nella cura di obesità e disturbi dell’alimentazione e nutrizione, il cibo, durante la riabilitazione, è da considerarsi come un “compagno in un viaggio di ritorno”.
Cosa intende Dottoressa?
Significa che la persona abbandona le idee errate sul cibo, i comportamenti scorretti e disfunzionali legati al suo consumo durante il periodo precedente al trattamento nutrizionale con me - viaggio di andata - e acquisisce nuove idee che lo portano a considerare il cibo come nutrimento, piacere e occasione di convivialità.
Quali sono le tipologie di pazienti che più frequentemente si rivolgono alle sue cure?
In questo momento i pazienti sono bambini, adolescenti ma anche persone adulte e anziane, quindi è interessata qualsiasi fascia d’età. Sto seguendo pazienti con sovrappeso e obesità grave, con disturbi del comportamento alimentare e pazienti bariatrici. Ci sono ragazzini con obesità grave, condizione che in un adolescente può avere ripercussioni nelle relazioni con i pari a scuola e in altri contesti. Pazienti adulti con eccesso di peso accomunati dalla convinzione, di senso comune, che la loro condizione scaturisca dalla scarsa volontà nel dimagrire e da pigrizia. Pazienti con disturbi del comportamento alimentare che si rivolgono a me per perdere qualche chilo e scoprono invece di poter avere un rapporto sereno con il cibo e una corretta gestione dei cibi tabù. Infine pazienti bariatrici che si trovano a dover affrontare tre diversi iter: la preparazione all’intervento, il percorso post-intervento di riabilitazione nutrizionale e quello di rieducazione in caso di weght-regain o recupero del peso.
È un percorso faticoso quello che il paziente deve affrontare. Lei lo ha paragonato all’immagine di una scala, è così? È un lavoro che richiede consapevolezza, impegno e determinazione da parte del paziente. L’ho paragonato a una scala con pianerottoli; si tratta di un percorso graduale in cui la persona, gradino dopo gradino, affronta la propria condizione e corregge il proprio stile alimentare. I pianerottoli rappresentano quei momenti di sosta in cui, attraverso l’ascolto empatico da parte mia, il paziente riflette sulle difficoltà incontrate, sui risultati perseguiti e sui suoi punti di forza salendo verso un ulteriore miglioramento.
Quindi un lavoro complesso, di grande supporto, anche psicologico. Ma nei casi più gravi la chirurgia può essere di aiuto.
Sì, la chirurgia è la terapia più efficace nei casi di obesità grave grazie alla quale, in un tempo relativamente breve, viene perseguito un significativo calo ponderale. Tuttavia il solo intervento chirurgico non basta. Sono necessarie terapie coadiuvanti, un’equipe multidisciplinare e un percorso integrato che interessa tanto la sanità pubblica, e quindi i centri d’eccellenza di chirurgia bariatrica, quanto l’ambito della sanità e assistenza territoriale; e in questo contesto si situa in nostro Servizio.
E un consiglio per chi ha familiari che soffrono di obesità e disturbi del comportamento alimentare?
Il suggerimento che posso dare in merito alle cure è di affidarsi a un team di professionisti con competenze specifiche nei diversi ambiti. Poi è fondamentale che il paziente sia sostenuto dal proprio nucleo familiare. Nel trattamento nutrizionale personalizzato che propongo, l’aderenza al piano alimentare concordato con il paziente è favorita dal rapporto di fiducia che si instaura tra me e il paziente. L’ascolto empatico dei bisogni del paziente e la disponibilità a incontri di follow-up ravvicinati nel tempo permettono il raggiungimento di risultati ottimali e duraturi.
Vini Doc Orcia e Tartufo bianco delle Crete Senesi sono il “filo d’Arianna” per riscoprire questo straordinario territorio toscano in un’ottica enogastronomica.
Il 65% delle cantine offre ospitalità agrituristica, proponendo un’accoglienza semplice buoni prodotti da gustare e scorci naturali di una bellezza incantevole
La Val d’Orcia è un’icona. Il suo paesaggio, che è quello delle Crete Senesi, è assurto a simbolo della bellezza italiana nel mondo. Tanto che alcune grandi case automobilistiche l’hanno scelto come sfondo per i loro video “promo” di presentazione dei nuovi modelli. Nascere in un territorio così, non a caso tutelato dall’Unesco dal 2004, significa essere baciati dalla sorte. Prima c’era solo il Tartufo bianco delle Crete Senesi a connotare la parte gustosa della Val d’Orcia, ora c’è anche il vino della nuova DOC Orcia. Donatela Cinelli Colombini, donna del vino per antonomasia in Italia e nel mondo, che nel 2000 fu la principale promotrice della nuova Denominazione, ha definito l’Orcia “il vino più bello del mondo”, quasi a sancire il legame inscindibile con il territorio da cui proviene. “Una cartolina liquida” ha meglio precisato poi nel riuscito claim di uno dei tanti eventi dedicati all’Orcia DOC. Il tartufo fa il resto, regalando anche una festa che ogni anno richiama al Castello di San Giovanni d’Asso tantissimi appassionati. Si svolge da ben 36 anni, forte di una lunga tradizione - la raccolta del tartufo - basata su rituali antichi. I cercatori del prezioso tubero, insieme ai loro straordinari cani, possono raccontare il territorio con un lessico ancora diverso. Fatto di rispetto, di regole e di sapienza. Perché di fatto anche loro sono custodi di questo lembo di Toscana, lo curano, lo mantengono bello. Che il turismo vada ormai a braccetto con l’enogastronomia è un dato assodato. I trend parlano chiaro: la ricerca di prodotti legati a tradizioni locali è in costante aumento. In Val d’Orcia, dove sono tantissimi anche gli stranieri (alcuni di loro hanno scelto addirittura di risiedere in questo territorio), la qualità del paesaggio, reso celebre dai profili
dei filari di cipressi che svettano sui profili morbidi delle colline, fa rima con la qualità delle eccellenze che la terra offre. La gran parte delle cantine della DOC Orcia (ben il 65 per cento del totale) hanno colto la palla al balzo attrezzandosi per l’ospitalità agrituristica.
Aprendo le porte di vecchie cascine e poderi per condividere con chi in questo paesaggio iconico e nei suoi scorci più intimi cerca pace e tranquillità. Ciò ha favorito anche la vendita diretta del prodotto, del vino soprattutto, ma anche dell’olio, dei salumi, dei formaggi e delle confetture e di altro. Comprare in azienda viene percepito come un valore aggiunto.
Val d’Orcia dove le vigne di Sangiovese, ma anche quelle di Colorino, di Mammola e della recuperata varietà autoctona “Foglia tonda” contribuiscono ad addolcire il paesaggio, ad antropizzare un ambiente che in apparenza sembra aspro, ruvido, selvatico… E poi si arriva nei borghi, dove la storia e l’arte la fanno da padrone, parlando attraverso le pietre delle loro chiese, dei loro palazzi e delle loro case. Vedi San Quirico d’Orcia, borgo di neanche tremila anime, annunciato da una porta, oltre la quale si svelano monumenti, come la Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta (Giulitta è anche il nome della nuova giovane presidente del Consorzio Orcia
DOC, Giulitta Zamperini) o la chiesa di Santa Maria Assunta. Architetture e armonie, come nella vicina Bagno Vignoni, come a San Giovanni d’Asso, a Castiglione d’Orcia, a Montisi e in altri piccoli borghi che hanno come sfondo le distese ondulate delle Crete. Qui sono stati girati film importanti, come “Il gladiatore”, che hanno contribuito a “esportare” e a rendere famosa la Val d’Orcia nel mondo. A Pienza, la città ideale pensata e voluta da Papa Pio II nel XV secolo, è stata celebrata anche grazie al film “Il paziente inglese”.
È patrimonio Unesco dal 1996. Nella frazione di Monticchiello ogni estate va in scena il “teatro povero”, espe-
rienza unica di sui sono protagonisti gli abitanti del borgo.
L’intero territorio, in tutto 12 comuni, impreziosito da riserve naturali, abbazie, poderi storici, è attraversato dall’antica Via Francigena, la via percorsa da secoli (e lo è tutt’oggi) da tanti pellegrini diretti a Roma. Una via che incanta, come regala emozioni la Strada del vino Orcia DOC, anch’essa percorsa ogni anno da tanti appassionati, in cerca di pace, bei panorami, cantine con vista. Luoghi silenziosi e ameni, dove non è un’eresia concedersi un calice di buon vino.
Favorisce la contemplazione, aiuta a sentirsi parte del paesaggio…
Una ricetta tutta vegetariana, ottima da gustare come piatto unico o per farcire un bel panino accompagnato da formaggio e verdure fresche.
Ingredienti (6 burger): 400 gr broccoli; 240 gr ceci (già cotti); 150 gr quinoa; 300 ml acqua; 50 gr Formaggio Grana; farina; sale e pepe q.b.
Preparazione: Sbollentare i broccoli in acqua salata per circa 5 minuti. Cuocere la quinoa in acqua fredda per 10 minuti a partire dal bollore. La dose dell’acqua deve essere il doppio del peso della quinoa. Lasciare riposare la quinoa a fuoco spento. Trasferire i broccoli e i ceci nel boccale del mixer e frullare fino ad avere un composto ben omogeneo. Aggiungere la quinoa cotta e il formaggio grana e mescolare bene. Aggiustare di sale e di pepe e della farina se il composto è troppo liquido. Formare i burger e lasciarli in riposare in frigo per un’ora. Cucinare gli hamburger in forno a 180° per 10 minuti per lato.
Semplici e gustose, le orecchiette broccoli e salsiccia sono un primo piatto semplice e saporito. Due ingredienti che incontrano un formato di pasta ideale per il condimento e per la consistenza della pasta.
Ingredienti: 3 carciofi; 200 gr di pollo; 1 spicchio di aglio; 1/2 bicchiere di vino bianco; farina; olio sale; pepe q.b.
Per una colazione o una merenda profumata. Dolcetti soffici, leggeri, facilissime e accontentano tutta la famiglia.
Ingredienti (6 muffin): 1 uova; 75 gr zucchero; 40 ml latte; 1 arancia; 50 ml olio di semi; 150 gr farina 00; 4 gr lievito per dolci
Preparazione: Grattugiare la scorza di un’arancia lavata e asciugata e tenetela da parte. Spremete l’arancia e filtratela con un colino a maglie fitte. In una ciotola aggiungere farina, lievito, lo zucchero l’uovo, l’olio e il succo di arance e mescolare con una frusta a mano. Dopo aver aggiunto la scorza, versare il composto negli stampini. Infornare i muffin in forno ventilato precedentemente riscaldato per 5 minuti e lasciateli cuocere a 180° forno ventilato per circa 20 minuti.
Preparazione: Tagliare il petto di pollo a cubetti. Pulire i carciofi facendo attenzione a rimuovere le foglie esterne più dure e successivamente affettarli. Trasferire i carciofi in una padella antiaderente con uno spicchio di aglio schiacciato, un giro di olio e fateli sfumare per circa 10 minuti a fiamma moderata e poi salare. Unire il pollo e lasciare cuocere a fiamma vivace per 5 minuti per rosolare uniformemente i bocconcini di pollo. Sfumare il pollo e i carciofi con il vino bianco e lasciate cuocere per altri 5 minuti, aggiustando di sale.
Febbraio è il mese ideale per creare ricette gustose e ricche di proprietà nutrizionali. La frutta e verdura di stagione offrono diversi spunti per realizzare un menù facile e sfizioso
Siete partiti in quarta e riuscite finalmente ad affrontare e risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso, in ambito domestico, familiare ma anche lavorativo
State attraversando una fase di passaggio che talvolta genera confusione e disorientamento, ma è un percorso necessario. Presto tutto sarà più semplice e chiaro
E’ un periodo di alti e bassi dal punto di vista emotivo. Non lasciatevi travolgere e date spazio alla razionalità che in questo periodo vi guiderà nelle vostre scelte
Il mese è iniziato nel migliore dei modi. Una rinnovata energia vi consente di ottenere approvazione e successo, a volte anche insperati. Approfittatene per puntare in alto nei vostri obiettivi
Se le cose non vanno proprio come avevate sperato affidatevi all’ottimismo e alla vostra innata gioia di vivere che vi consentiranno di superare con successo tutte le ostilità
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All’impulsività che vi tenta talvolta opponete il vostro sano realismo che vi consente di affrontare con lucidità ogni prova. Ne trarrete beneficio in ogni situazione
E’ tempo di rialzarsi in piedi e tirare fuori tutta la grinta di cui siete capaci per lasciarvi alle spalle quella fase di incertezza che avete vissuto in modo passivo. Si volta pagina e si ricomincia
Il cuore avrà la meglio, accompagnato da una fervida immaginazione che vi consentirà di mettervi in gioco con più leggerezza nelle relazioni. Non fatevi distrarre troppo
La situazione è molto più semplice di quanto possa apparire se affrontate le cose con un po’ di spensieratezza e col sorriso. Gli amici sono una risorsa incredibile
Non vi smentite mai: la vostra forza è nella determinazione e, ancora una volta, sarà la vostra carta vincente. Nessuno potrà fermarvi, neanche la stanchezza. La vostra grinta avrà la meglio
e Instagram del cliente, campagne
Creazione e gestione dei profili Facebook strategia di comunicazione digitale e organizzazione di ADV sulle piattaforme social. Per le attività già in possesso dei profili social verrà effettuata una revisione degli stessi in un’ottica di miglioramento della brand awareness.
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Servizio di comunicazione diretta one-to-one per messaggi immediati tra l’azienda e i suoi clienti attraverso un numero geolocalizzato appositamente creato per il servizio e tutelato dalle correnti normative per la privacy. Il numero, gestito attraverso una piattaforma di controllo, può spedire fino a 10.000 messaggi con pacchetti da 3,5 o 12 invii/anno a seconda delle esigenze. L’attivazione, l’invio e il monitoraggio del servizio è a carico degli sviluppatori di Give Emotions Lo stile della comunicazione e le proposte da inviare saranno studiati dall’azienda cliente assieme alla strategist per massimizzare l’efficacia del servizio.
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Creazione di siti web, dalla landing page al sito web strutturato il tutto ottimizzato per la visualizzazione da cellulare e per motori di ricerca.
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E’ il momento giusto per lasciare da parte tutti i dubbi e i sensi di colpa. Guardate oltre e pensate solo a voi stessi. Gli altri se la caveranno da soli
Concentratevi su ciò che volete davvero cambiare e cominciate a pensarci concretamente. Un passo dopo l’altro arriverete a ottenere ciò che desiderate. Siate tenaci