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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’
è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail.
Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita.
segue a pag 5
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laPiazza di Padova: Padova Città 98.000 copie
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laPiazza del Camposampierese Ovest: Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle, Villa del Conte, Villanova di Camposampiero 11.483 copie
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laPiazza di Padova Est: Noventa Padovana, Ponte San Nicolò, Saonara, Vigonza 11.505 copie
laPiazza di Padova Nord: Cadoneghe, Curtarolo, Limena, Vigodarzere 11.375 copie
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laPiazza del Piovese: Arzergrande, Codevigo, Legnaro, Piove di Sacco, Pontelongo, Sant’Angelo di Piove 10.317 copie
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Provincia di Rovigo 3 Edizioni totale 28.938 copie
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laPiazza di Adria: Adria, Pettorazza Grimani 7.072 copie
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Provincia di Treviso 2 Edizioni 46.566 copie
laPiazza di Treviso: Treviso Città 32.000 copie
laPiazza di Treviso Ovest: Mogliano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Zero Branco 14.566 copie
Provincia di Vicenza 2 Edizioni 61.000 copie
ilVicenza: Vicenza Città 43.000 copie
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Provincia di Venezia 6 Edizioni totale 144.471 copie
laPiazza di Venezia: Venezia Città 80.000 copie
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laPiazza del Miranese Nord: Martellago, Noale, Salzano, Scorzè 15.046 copie
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Attività Commerciali 15.000 copie
Punti di Distribuzione 270 nelle 23 Edizioni 10.000 copie
* I valori presentati sono aggiornati alla data di stampa.
Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.
C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro.
S ono due i Comuni della Saccisica chiamati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni. Le operazioni di voto si svolgono domenica 14 maggio dalle 7 alle 23 e lunedì 15 maggio dalle 7 alle 15. Alla chiusura dei seggi iniziano subito le operazioni di scrutinio con i risultati che saranno noti già nelle immediate ore successive.
A Piove di Sacco, che ha più di 15mila abitanti, si può già dire con certezza che non si va al ballottaggio (previsto per il 28 e 29 maggio) visto che il numero dei candidati si è fermato a due nomi. Vincerà quindi subito chi avrà anche un solo voto in più. I piovesi con diritto di voto sono 16.286 (7.907 uomini e 8.379 donne), distribuiti nei vari seggi allestiti nel capoluogo e nelle frazioni di Arzerello, Corte, Piovega e Tognana.
Si sfidano Lucia Pizzo, vicesindaco da due mandati a fianco di Davide Gianella che tra l’altro continua ad affiancarla, e Paolo Mazzetto che è l’uomo sul quale hanno puntato, con simboli e bandiere, tutti i partiti del centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia in primis. Da una parte quindi il centrosinistra allargato alla società civile, laboratorio politico diventato solida realtà in questi dieci anni. Dall’altra il centrodestra di governo, nella sua espressione dichiaratamente partitica, che aspira finalmente a replicare sul locale il successo nazionale.
Occhi puntati anche su Codevigo dove il primo cittadino uscente, Francesco Vessio, alla fine non si è ricandidato. Per l’ennesima volta il testimone passerà quindi subito di mano dopo solo un mandato. Cartina di tornasole tutto questo di una situazione dove la stabilità governativa è ancora una chimera. Due le opzioni per i 5.212 codevighesi con diritto di voto, Ettore Lazzaro e Fabrizio Franchin, entrambi sostenuti da liste civiche.
Alessandro CesaratoMa come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace. È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Direzione,
< è una testata giornalistica di proprietà di Srl
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An)
Chiuso in redazione il 4 maggio 2023
A Piove si sfidano Lucia Pizzo e Paolo Mazzetto; a Codevigo Ettore Lazzaro e Fabrizio Franchindel Piovese
N on ha bisogno di particolari presentazioni Lucia Pizzo, candidata a palazzo Jappelli per il centrosinistra e la società civile piovese. Da vicesindaco durante il doppio mandato Giannella si è particolarmente distinta, tra le altre cose, per la sua puntualità e lo scrupolo nella gestione del Bilancio, per l’attenzione al mondo della scuola e per le battaglie che hanno portato a riorganizzare radicalmente la gestione del sistema della raccolta rifiuti. Funzionaria dell’Inps, a 57 anni aspira diventare, nell’era dell’elezione diretta, la prima donna a guidare la città. Il programma elettorale si poggia su 35 punti chiari e concreti, pronti a diventare realtà nell’eventuale programma di governo.
“Con le forze sociali e civiche che costituiscono l’alleanza che mi sostengono - spiega la Pizzo - vogliamo proseguire il lavoro di modernizzazione, apertura, innovazione generato per la nostra città negli ultimi anni. Dare continuità a un progetto valido e a una squadra compatta che negli ultimi dieci anni ha lavorato senza perdere tempo. La “Città pubblica” genera la “Città delle relazioni”. La valorizzazione di Piove di Sacco, delle frazioni e dei suoi quartieri, “Città dei portici e del commercio”, nel contesto del territorio della Saccisica, è il cuore del nostro programma di governo. Ci sta a cuore il sostegno dell’associazionismo, del volontariato, delle associazioni sportive giovanili, la pro-
mozione culturale, turistica e commerciale del territorio della Saccisica e il sostegno a tutte le nostre scuole. La città aperta aumenta il benessere e la salute di tutti, garantisce crescita economica, sicurezza e cura dei più fragili”. Tre le liste a sostegno della candidatura della Pizzo, nei simboli e nei nomi, ma non nei componenti che contano tanti nuovi ingressi, le stesse che hanno espresso e sostenuto nell’ultimo mandato l’amministrazione uscente. La prima è “Piove Democratica” che è quella con la connotazione più politica e che ha tra le sue fila proprio Davide Gianella, gli assessori uscenti Paola Ranzato e Lorenzo Cesarato, oltre al capogruppo in consiglio comunale
Stefano Mancin, noto medico radiologo dell’ospedale Immacolata Concezione. L’altra lista è “Piove Civica”, il laboratorio che raccoglie le variegate anime della società civile piovese. Insieme ai consiglieri uscenti Mattia Buggio, Stefano Guarnieri e Chiara Molena, ci sono tanti nomi novi. Una nota
merita la “Lista per Corte”, la civica che con i suoi oltre venti anni è la più longeva a livello regionale. Rappresentativa dell’omonima popolosa frazione, ha sostenuto Mario Crosta prima, Davide Gianella poi, portando sempre in consiglio dei propri rappresentati.
Alessandro CesaratoCon la data delle votazioni fissata all’ultimo, i tempi della campagna elettorale si sono necessariamente compressi e tutti gli schieramenti hanno dovuto fare di necessità virtù. Lucia Pizzo, per la quale la continuità amministrativa rappresenta un biglietto da visita importante in chiave elettorale che compensa però solo in parte il tempo da dedicare all’amministrazione in corso a scapito della pura propaganda, si è concentrata, insieme alla squadra, soprattutto sugli incontri focalizzati al confronto
diretto con i cittadini che sono stati programmati nel capoluogo e nelle frazioni. Incontri che tra l’altro in questi dieci anni, salvo il periodo della pandemia, sono stati comunque fatti per rendere conto dell’operato in corso e per illustrare future azioni.
Chi deve farsi conoscere è Paolo Mazzetto che, oltre agli incontri itineranti, è molto presente in piazza durante i due appuntamenti settimanali del mercato ambulante e ovviamente sui social. I partiti che lo sostengono, soprattutto la Lega, hanno or-
ganizzato in città anche incontri con i big, a partire da Luca Zaia. Dopo che tutte le liste sono state presentate entro la scadenza ultima del 15 aprile scorso, la commissione elettorale ha escluso dalla competizione un unico candidato. Si tratta di Olives Visentin della lista “Insieme per Piove di Sacco” che da vicesindaco di Codevigo ancora in carica, avrebbe necessariamente dovuto prima dimettersi dal suo incarico per presentarsi in una nuova lista di un altro Comune. (a.c.)
“Con le forze sociali e civiche che costituiscono l’alleanza che mi sostiene vogliamo proseguire il lavoro di modernizzazione e apertura generato per Piove di Sacco negli ultimi anni”Lucia Pizzo
Lega e Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc e Coraggio Italia si sono compattate e hanno riversato le loro aspettative sul cinquantenne consulente finanziario di Fossò, piovese da 12 anni
Paolo Mazzetto e, a fianco, con gli esponenti del centrodestra padovano
Il centrodestra ci riprova, dopo le cocenti sconfitte leghiste del 2013 e 2018, a riprendersi la città.
C’era riuscito l’ultima volta nel 2009 con Alessandro Marcolin, un’esperienza terminata anzitempo con il commissariamento.
“Il 58,84% dei voti dei piovesi ci consente di triplicare il risultato della coalizione di centrosinistra” avevano dichiarato congiuntamente trionfanti a fine settembre dello scorso anno le segreterie locali di Lega, FdI e Forza Italia dopo la vittoria alle nazionali di Giorgia Meloni “cementando la comunione d’intenti per il rilancio della nostra città sotto il profilo economico, sociale, ambientale e culturale pur mantenendo salde le proprie specificità politiche”.
Detto fatto.
Lega e Fratelli d’Italia in primis, ma anche Forza Italia, Udc e Coraggio Italia, si sono compattate e hanno riversato tutte le loro aspettative su Paolo Mazzetto, cinquantenne consulente finanziario originario di Fossò, diventato piovese da 12 anni.
Non ha alle spalle alcuna esperienza politica ma è sostenuto in tutto e per tutto, per l’appunto, dall’apparato partitico.
“Abbiamo l’opportunità di fare un cambiamento - afferma proprio il candidatoche ci può portare verso un futuro efficiente, prospero e contemporaneamente sostenibile. Abbiamo scelto di impegnarci, oltre che sul cemento e le cose, sulle persone.
Il Comune è fatto prima di
tutto dai suoi cittadini, da chi lo frequenta e vive, cresce e si sviluppa sui suoi comportamenti.
Ci proponiamo di fare, oltre alle strutture, tutte quelle azioni che possano avere un impatto positivo sulla vita dei piovesi, che consentano di beneficiare in modo pieno delle strutture ma che pensino anche al futuro proprio e dei propri figli.
Proprio per questo iniziamo a prepararci anche a Piove a un futuro più sostenibile adottando, come ha fatto l’Italia, e prima che sia troppo tardi, le linee guida dell’Onu sulla sostenibilità”.
Con Mazzetto si presentano tre liste, tutte direttamente collegate ai partiti che formano la coalizione.
La Lega, con la pattuglia più nutrita, schiera le punte di diamante locali del Carroccio: il consigliere comunale uscente Antonio Zorzi, il segretario di sezione Silvia Doro e, mossa a sorpresa, Roberta Pittarello che fino a poche settimane fa era il segretario cittadino di Fratelli d’Italia.
La seconda lista è proprio quella del partito di Giorgia Meloni che presenta, tra gli altri, Alessio Dante, già consigliere di maggioranza, in quota partito democratico, nel 2013 prima di rompere a fine mandato con l’amministrazione Gianella e ricandidarsi nel 2018 con la civica che sosteneva Andrea Recaldin.
La terza lista è “Insieme per Piove di Sacco” che raccoglie i rappresentati degli altri partiti, iniziando con Moreno Cipriotto, numero uno di Forza Italia in città.
Alessandro CesaratoSociale. L’appuntamento dal 24 settembre al prossimo 1° ottobre
“Solidaria 2023” si svolgerà nella settimana conclusiva di settembre, dal 24 al 1° ottobre, e oltre al territorio padovano, troverà spazio anche in provincia di Rovigo. Sono confermate le feste del volontariato che si svolgeranno a partire dal 24 settembre partendo proprio con quella di Piove di Sacco, fino alla grande festa provinciale di Prato della Valle a Padova domenica 1 ottobre. Lo scorso anno “Solidaria” ha contato 50 appuntamenti, molti dei quali sold out, con una presenza di oltre 20mila persone e più di 280 le realtà no profit coinvolte negli appuntamenti. “Quest’anno la nostra fiera delle associazioni compie 25 anni – è stato ricordato dall’assessorato al Sociale - è un momento pensato e coltivato negli anni per promuovere la cultura della solidarietà e del volontariato nella nostra comunità e valorizzare le organizzazioni del territorio. E’ traguardo importante per il volontariato che è e resta il volto più bello e nobile della nostra città,
che merita di essere sottolineato. Una città in cui le relazioni, il confronto ed il cammino insieme come comunità sono fondamentali, e dove il percorso che abbiamo curato e voluto con le associazioni porta i suoi frutti”. “Dopo le cinque edizioni che si sono tenute a Padova - aggiunge - potere ospitare e vivere a Piove la nuova edizione del festival rappresenta un momento unico, prima di tutto per tutto il nostro volontariato locale. Un grazie al Csv per
questa occasione che diventa una grande sfida per tutti, un’iniziativa che sa di futuro. È un onore per noi comunità piovese ospitare “Solidaria” che è spettacolo e manifestazione, ma è soprattutto progettazioni per ragionare con le istruzioni, i cittadini e il volontariato per una città futura in cui gli “Invisibili”, titolo del festival di quest’anno ispirato a Italo Calvino e al suo centenario, saranno protagonisti di proposte concrete per la città futura”. (a.c.)
Il progetto “Scuola di cittadinanzattiva” ha fatto tappa nei plessi cittadini. a fine aprile, nell’auditorium dell’istituto superiore De Nicola, gli studenti hanno incontrato Raffaele Grassi, prefetto di Padova, che ha dialogato con i ragazzi sul tema della sicurezza e della criminalità, rispondendo alle molte domande sulle organizzazioni mafiose, sulle connessioni tra mafia e pubbliche amministrazioni, sulla necessità di un’educazione collettiva delle coscienze alla legalità come strumento di prevenzione al diffondersi della subcultura mafiosa. Hanno partecipato all’incontro anche ufficiali della Guardia di finanza, dei Carabinieri, della Polizia, nonché i rappresentanti dell’amministrazione comunale.
“Il livello di attenzione degli stu-
denti e l’interesse per gli argomenti trattati - ha commentato la dirigente scolastica Caterina Rigato - è stato altissimo. Siamo tutti soddisfatti per questa iniziativa di edu-
cazione alla legalità che completa altri interventi che hanno visto illustri relatori ed esperti incontrare le classi nel corso dell’anno scolastico. (a.c.)
La classe 3B della scuola primaria Boschetti Alberti di via IV Novembre è tra le vincitrici del progetto EduCo promosso dal Co- Osservatorio dei Cittadini sulle Piene in collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettua-
le delle Alpi Orientali, la Regione e il Ministero dell’Ambiente.
Il progetto didattico riguardava i temi del fiume e della gestione del rischio di esondazione, con l’approfondimento delle fragilità del nostro territorio. Gli alunni
Il Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo ha scelto la città del Piovese come sede per “Solidaria 2023”. Il festival nelle cinque edizioni precedenti si è svolto a Padova
piovesi sono rientrati tra le 30 realtà che sino contraddistinte in un concorso che ha viste coinvolte 800 classi. La classe ha ricevuto un premio del valore di 500 euro da investire in materiale scolastico. (a.c.)
Condivisa con gli amministratori l’opportunità di organizzare incontri per sensibilizzare le fasce più deboli della popolazione sui rischi connessi con le truffe anche informatiche
Il colonnello Michele Cucuglielli, comandante provinciale dei Carabinieri di Padova, ha incontrato i sindaci dei quattro Comuni (Arzergrande, Codevigo, Correzzola e Pontelongo) che rientrano nella competenza territoriale della stazione locale capitanata dal luogotenente Giovanbattista Ferrante. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto su aspetti che vanno dai fenomeni criminali all’inclusione sociale, con particolare riferimento alle strategie di aiuto e sostegno alle persone più vulnerabili.
Cucuglielli, nel registrare un calo dei reati denunciati all’Arma, ha rinnovato l’impegno nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, precisando come i servizi di controllo del territorio possano essere sostenuti all’occorrenza da tutti gli assetti operativi di cui dispone il comando provinciale. Non soltanto i reparti altamente specializzati nel contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo ma anche reparti in grado di tutelare interessi diffusi che incidono direttamente sulla qualità della vita e assetti in grado intensificare l’attività di controllo nelle zone più a rischio. L’attività non si limita però al solo contrasto della criminalità, ma si estende, attraverso il dialogo e all’ascolto attivo, ad un’azione di rassicurazione sociale. In tale quadro, è stata condivisa con i sindaci l’opportunità di organizzare incontri per sensibilizzare le fasce più deboli della popolazione sui rischi connessi con le truffe anche di carattere informatico. Analoghe sinergie saranno sviluppate in ambito scolastico, con la programmazione di conferenze per diffondere tra i giovani la cultura della legalità e affrontare tematiche correlate al disagio giovanile.
Alessandro CesaratoLo sportello di AcegasApsAmga si sposta temporaneamente a Piazzagrande
Lo sportello di AcegasApsAmga, gestore del servizio idrico sul territorio, si sposterà temporaneamente all’interno del centro commerciale Piazzagrande di via Fratelli Sanguinazzi. Questo a partire da maggio e almeno fino a giugno. Una soluzione che si è resa necessaria per permettere dei lavori di ristrutturazione alla sede ordinaria di via Valerio che, dopo qualche settimana, riaprirà con spazi più ampi e accoglienti, nuovi arredi funzionali e vetrine più moderne. Nello specifico il “ temporary point”, attrezzato per gestire le richieste degli utenti, sarà collocato al piano terra del complesso commerciale, accanto all’ingresso principale. In questa maniera il servizio al pubblico proseguirà senza soluzione di continuità e senza creare disagi. Gli orari di apertura per il nuovo punto di contatto all’interno di Piazzagrande resteranno gli stessi dello sportello: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17. (a.c.)
La sua squadra è composta da una buona parte della maggioranza uscente. L’aspirante sindaco promette: “Pianificazione, programmazione e risposte concrete ai cittadini”
“In continuità con quanto fatto negli ultimi cinque anni, con buona parte della squadra di maggioranza che mi sostiene e mi accompagna, saranno portati avanti i progetti di sostenibilità per il futuro del paese, partendo dalle cose fatte, dai progetti intrapresi e non ancora ultimati e dalle nuove proposte. Un percorso che continua, con l’ambizione di rendere il nostro Comune ancora più bello, innovativo ed efficiente, avviando una nuova fase di sviluppo, crescita e benessere”.
Così si presenta agli elettori Ettore Lazzaro, imprenditore agrituristico di 53 anni originario e ancora residente con la famiglia della frazione di Conche. Vice-
sindaco e assessore uscente, è impegnato nella politica locale da sempre. Oltre a consigliere comunale, negli anni ha ricoperto la carica anche per il consorzio di bonifica Bacchiglione, è stato rappresentate e presidente in consiglio di Istituto, oltre ad essere ancora delegato mandamentale in Confagricoltura Padova.
“Il mio è un percorso che continua - spiega Lazzaro - perché la politica per me è prima di tutto passione, impegno e amore per il mio territorio. La mia idea di amministrazione si concretizza nell’impegno, nello studio, nella programmazione e nella pianificazione del futuro, allo scopo di dare risposte alle istanze dei
cittadini”.
Tra le priorità sviluppate nel programma elettorale ci sono la sicurezza, il decoro urbano, la vicinanza e l’attenzione ai cittadini e la disponibilità alla collaborazione con le imprese e con le associazioni del territorio.
“Il nostro Comune ha le capacità, le energie e le potenzialità
per crescere e guardare al futuro – aggiunge - diventando più attrattivo per chi non lo abita e di assumere un ruolo di punto di riferimento sul piano produttivo e turistico. La sua posizione strategica tra due Province, unita alle numerose risorse naturali e ambientali, saranno la chiave per la valorizzazione del territorio e
Iniziare a conoscere appieno il proprio territorio significa scoprirne gli aspetti più inediti già da bambini. Nasce con questo spirito “Semi’nsegni”, il più ampio progetto di educazione alimentare, ambientale e civica, rivolto agli alunni delle scuole elementari venete, promosso dalle donne di Coldiretti Padova in collaborazione con Impresa Pesca Veneto. In paese, dove c’è l’unico sbocco padovano alla laguna e al mare, l’iniziativa è stata declinata in una maniera del tutto particolare e porterà un centinaio di giovanissimi scolari ad approcciarsi al mondo della pesca.
“Per loro abbiamo pensato a un’attività ad hoc - spiega Valentina Galesso presidente delle donne padovane di Coldiretti - tagliata
su misura per valorizzare Valle Millecampi, un angolo di paesaggio suggestivo che in molti neanche sospettano che esista. Abbiamo coinvolto anche un pescatore locale e gli agricoltori del posto. Si tratta di un percorso formativo che nasce dalla collaborazione con la comunità nell’intento di far vivere un giorno da pescatore alle nuove generazioni grazie alla presenza del “coltivatore del mare” Alessandro Giraldo che proprio nella spiaggia della Boschettona segue le fasi vegetative delle vongole allevate a cielo aperto”.
Con gli operatori di Coldiretti c’è stata una fase preparatoria in aula nella quale si sono approcciate con i bambini tematiche come le dinamiche delle maree, la tutela delle pro-
duzioni ittiche e della spesa dei consumatori a chilometro zero.
“Dopo la preparazione in classe - aggiunge Coldiretti - gli alunni sono stati coinvolti in un’escursione tra campi, acqua e casoni per entrare in rapporto con dei lavori che stanno vivendo un nuovo riscatto sociale grazie alle scelte imprenditoriali di molti giovani ai quali proprio il centro formativo di Coldiretti Impresa Verde Padova rivolge attenzione. In particolare, per gli operatori della pesca, grazie al sostegno della Regione e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, l’ente ha realizzato la prima Scuola di pesca veneta per dare una qualifica professionale a chi intende intraprendere quest’attività in chiave sostenibile”. (a.c.)
per vincere le sfide che ci attendono”.
Questi i candidati della lista “Continuità Attiva”: Debora Friso (assessore uscente all’Istruzione, Cultura e Politiche giovanili), Patrizia Impellizzeri (responsabile amministrativa), Massimo Fincato (imprenditore), Mauro Toffanello (ingegnere esperto in energie rinnovabili), Enrico Cappello (ingegnere nel campo dell’edilizia e delle telecomunicazioni), Mirko Boccato (volontario della Pro loco), Monia Rubin (assessore uscente ai Servizi sociali con delega alle associazioni, commercio e manifestazioni), Alessandra Crocco (imprenditrice), Diego Trovò (imprenditore), Valentina Pizzo (responsabile di un salone di parrucchieri a Padova), Kevyn Scibona (studente) e Renzo Bernardon (imprenditore).
amministrative. Ettore Lazzaro è il candidato sostenuto da “Continuità Attiva”
La green economy è una priorità del programma, il compimento delle opere pubbliche programmate senza aggiungerne di nuove e riaprire il municipio alla cittadinanza sono una promessa
“Non è nostra intenzione procedere alla realizzazione di nuove opere pubbliche con l’aumento del debito pro-capite a carico di ogni cittadino. Ci impegniamo a valutare qualsiasi possibilità di intercettazione di contributi pubblici. Il municipio, che è la casa di tutti, è chiuso da anni. E’ nostra intenzione riaprire le porte e soprattutto fare funzionare i telefoni”.
E’ questa alla premessa al programma elettorale del candidato sindaco Fabrizio “Fabio” Franchin e della lista che lo sostiene. Originario di Adria, da molti anni risiede nel capoluogo. Ha 62 anni, è diplomato geometra ed è appena andato in pensione dopo avere lavorato come impiegato
direttivotecnico-commerciale in aziende private.
Il suo obiettivo? “Dare ai cittadini - dice Franchin - quello che l’amministrazione uscente non ha dato: trasparenza e porte aperte a tutti. Mi sono candidato perché, arrivato alla pensione, ho iniziato a osservare più attentamente il capoluogo e le sue frazioni. Ascoltando le lamentele dei cittadini, mi sono reso conto che i giovani non hanno alternative, se non quella di scappare, e le persone anziane non hanno dove appoggiarsi per essere aiutate. Vogliamo smuovere una situazione che va di giorno in giorno peggiorando”.
Nel programma elettorale si spazia in vari campi. “La Green
Economy sarà un nostro obiettivo. Bisogna mirare alla riduzione dell’impatto ambientale mediante provvedimenti in favore dello sviluppo sostenibile - spiega - come l’uso di energie rinnovabili, sfruttando l’energia del vento, del sole e dell’acqua, ridurre i consumi e un buon riciclaggio dei rifiuti. Vogliamo ripar-
tire con e per il completamento delle opere il cui avvio è iniziato nel quinquennio 2013-2018 e mai completate nei successivi cinque anni. Riprenderemo i progetti approvati dall’amministrazione di Annunzio Belan e quelli approvati dall’amministrazione uscente per portarli, finalmente, al termine senza incidere sull’aumento
del debito pubblico. Massima trasparenza nel portare a conoscenza del cittadino com’è speso il denaro pubblico senza che questo diventi uno spot elettorale. Le decisioni importanti che saranno prima discusse con i cittadini in assemblee pubbliche”.
Questi i candidati della lista “Codevigo Riparte”: Annunzio Belan (ragioniere comunale in pensione e già sindaco dal 2013 al 2018. Vicesindaco designato), Giuseppe Nava (pensionato, già consigliere comunale e assessore in passate amministrazioni), Monica Visentin (impiegata), Glenda Rubini (impiegata), Isabella Meloni (barista), Nicola Zecchinato (imprenditore), Stefano Orfano (impiegato), Andrea Piva (impiegato), Samuele Zanellato (commesso), Valentina Sporzon (agrotecnico), Jacopo Brentan (studente) e Tania Bacco (impiegata).
Alessandro Cesarato
amministrative.
Franchin col sostegno della lista “Codevigo riparte”Fabrizio “Fabio” Franchin con i candidati della lista “Codevigo riparte”
Servizi sociali. C’è tempo fino al prossimo 27 maggio
Èstato pubblicato il bando per le iscrizioni all’asilo nido comunale “Le Coccole”. Per parteciparvi c’è tempo fino al 27 maggio. Sono ammessi alla struttura di via Fermi i bambini dai 3 mesi ai 3 anni, con precedenza a quelli residenti in paese. A seguire quelli residenti fuori Comune ma con almeno un genitore che presta attività lavorativa prevalente in paese e quindi tutti gli altri. Nella formazione della graduatoria i bambini in situazione di rischio e svantaggio sociale o portatori di handicap, su segnalazione e progetto dei Servizi sociali, hanno titolo di precedenza nella graduatoria indipendentemente dal punteggio. Al fine di ottenere la precedenza in graduatoria o il punteggio aggiuntivo legato alla situazione lavorativa, in fase di compilazione, occorre invece allegare la documentazione attestante la casistica dichiarata. In caso di parità di punteggio hanno precedenza, nell’ordine, le domande presentate nei termini e non accolte nell’anno precedente per carenza di posti, quelle riferite a famiglie la cui soglia Isee sia più bassa e, a scalare, quelle istanze relative ai bambini più giovani di età. Possono essere ammessi all’asilo nido un numero massimo di 30 bambini (6 lattanti e 24 semidivezzi - divezzi), oltre un aggiuntivo 20% previsto dalla normativa vigente, con limite massimo di 8
lattanti. L’utilizzo dell’eccedenza del 20% sarà valutato sulla base della composizione dei gruppi finali in fase successiva alla graduatoria e all’avvio del servizio, considerando le disposizioni normative riferite al rapporto bambini-educatori. Al momento della conferma del posto gli interessati utilmente collocati in graduatoria devono versare una tassa di iscrizione di 50 euro non rimborsabile.
Le tariffe, oltre che sul reddito e sulla residenza, sono modulate a seconda della scelta per il tempo pieno, quello parziale e quello parziale con dei rientri pomeridiani. A fine aprile la Giunta del
Sono ammessi alla struttura di via Fermi i bambini dai 3 mesi ai 3 anni, con precedenza a quelli residenti in paese. Il servizio è di norma attivo da inizio settembre a tutto luglio
sindaco Filippo Lazzarin ha disposto una riduzione del 25% alla retta per le famiglie che iscrivono fratelli e sorelle di bambini già frequentati.
Il servizio è di norma attivo da inizio settembre a tutto luglio, dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 17, con ingresso dalle 7.30 alle 9 e uscite programmate dalle 12.30 alle 13.30 e tra le 15.30 e le 17.00. È inclusa nel servizio la mensa. La domanda deve essere presentata attraverso l’apposita piattaforma online che si può trovare nella sezione dedicata del sito del Comune.
Alessandro CesaratoCittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri. L’ha votata il consiglio comunale nella seduta del 27 aprile scorso su proposta del sindaco Vincenzo Danieletto.
“L’amministrazione comunale - si legge nel testo della delibera, - esprimendo un sentimento diffuso di tutto il territorio legnarese intende attestare apprezzamento e gratitudine all’Arma dei Carabinieri per l’impegno costante nell’assicurare e salvaguardare l’incolumità della popolazione per il rispetto dei valori di convivenza civile che l’opera dei Carabinieri svolge sul territorio al fine di garantire l’ordine pubblico, la legalità e la sicurezza urbana della collettività”. È un atto formale di riconoscenza all’Arma
“per il senso civico, l’impegno e la fondamentale attività svolta nella tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e per lo spirito di sacrificio ed abnegazione messi a disposizione nel fine di garantire il controllo del territorio e la sicurezza e la libertà dei cittadini del territorio”.
Un riconoscimento del Comune e a nome dell’intera comunità
di Legnaro “per l’alto senso del dovere e della fedeltà dimostrati a favore dello Stato e delle Sue Istituzioni, per la costante presenza e sostegno agli Enti Locali, attraverso un efficace controllo, con interventi di prevenzione e repressione dei reati nel territorio, a difesa della sicurezza dei cittadini contro ogni forma di illegalità e per l’insostituibile ruolo che l’Arma dei Carabinieri ricopre nel territorio locale, quale istituzione di rappresentanza dello Stato”. La cerimonia ufficiale di consegna dell’attestato si è svolta il 4 maggio nella sala Agricoltura della Corte Benedettina. Una data scelta non a caso che rientra nelle cerimonie della Giornata della nascita dell’Esercito italiano. (ma.ma.)
Torna una delle manifestazioni più sentite dalla locale comunità, organizzata dalla Pro loco insieme al Comune. Fino al prossimo 28 maggio una ricca proposta di eventi in programma
Torna il “Maggio Pontelongano”, una delle manifestazioni più sentite dalla locale comunità e che la contraddistingue. E’ organizzato, come da tradizione, dalla Pro loco insieme al Comune. Si inizia domenica 7 con il Voto alla Madonna, un atto di fede arrivato alla sua 347esima riconferma. Nel 1676, per chiedere la liberazione dalla pestilenza, la comunità civile e quella religiosa formularono questo voto a Maria che da allora viene rinnovato ogni anno la prima domenica di maggio. In mattina in chiesa c’è la messa cantata, nel pomeriggio, alle 16, la solenne processione per le vie del paese che quest’anno è presieduta dal vescovo di Chioggia, monsignore Giampaolo Dianin. La domenica successiva è tempo di scaldare i motori con la 25esima edizione del “Pontelongo Motorfest” che si tiene, dalle 10 alle 18, negli spazi della zona artigianale di via Alighieri. Un’occasione per ammirare in mostra e in azione non solo auto storiche e sportive ma anche trattori, moto e camion di ogni tipo. Il 21 c’è invece in programma, nell’area degli impianti sportivi, la “Festa di Primavera” con giochi, intrattenimenti, teatro, animazioni e il mercatino hobbistico. Gran finale il 28 con la giornata incentrata sull’arrivo della tradizionale “Remada a Seconda”, il carnevale sull’acqua lungo il corso del fiume Bacchiglione. Nelle serate dei sabati del mese sono in calendario eventi musicali per tutti i gusti. È attivo ovviamente uno stand gastronomico e nell’ex bocciodromo viene allestita una mostra di acquerelli.
Alessandro CesaratoA sinistra la locandina della manifestazione, a fianco alcune immagini della scorsa edizione
Sostegno utenze domestiche, c’è tempo fino al 31 maggio per la domanda
C’è tempo fino al prossimo 31 maggio per presentare domanda di ammissione al fondo di solidarietà stanziato dal Comune a favore delle fasce deboli della cittadinanza per il sostegno al pagamento delle utenze energetiche domestiche. I contributi saranno assegnati a parziale copertura dei consumi energetici domestici di gas ed energia elettrica (per le spese relative al periodo che va dal primo ottobre al 31 marzo
con fatture complessive superiori a 250 euro) e per l’acquisto di pellet o legna (effettuato nel periodo che va da agosto a marzo, con fattura o scontrini fiscali superiori a 300 euro). Tra i requisiti la residenza a Sant’Angelo e un Isee in corso di validità non superiore a 20 mila euro. Potrà essere presentata una sola domanda per nucleo familiare mentre le bollette non devono essere state oggetto di contributi comunali o da parte di altri soggetti. Per il dettaglio, i requisiti di ammissione e le modalità di presentazione della domanda, va consultato il sito del Comune www.comune. santangelodipiovedisacco.pd.it. Informazioni l’ufficio Servizi sociali al numero 049.9793985 o via mail all’indirizzo servizi. sociali@santangelopiove.net. (ma.ma.)
Lavori pubblici. Manutenzione delle strade comunali
I cantieri resteranno aperti per circa un mese per questo l’esecutivo locale chiede la comprensione dei cittadini per i possibili disagi alla viabilità locale
Èpartito nelle scorse settimane un importante programma di sistemazione e ripristino (totale o parziale) di numerose strade comunali attraverso interventi di asfaltatura e rifacimento della segnaletica orizzontale. I lavori sono frutto di un accordo siglato tra l’amministrazione comunale di Brugine e AcegasApaAmga, gestore del servizio idrico integrato. Tutti i lavori verranno realizzati su tratti stradali dove già sono stati eseguiti interventi alle condotte idriche, per l’allacciamento all’acquedotto e alle fognature. I cantie-
ri resteranno aperti per circa un mese per questo l’esecutivo locale chiede la comprensione dei cittadini per i possibili disagi alla viabilità locale.
“La sicurezza delle strade e la loro fruibilità sono da sempre una priorità e continuare a investire in questo senso è fondamentale” ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici e Viabilità, Fabio Magagnato.
Tra le strade oggetto degli interventi principali ci sono le vie Breo, Conche, De Gasperi, Don Sturzo, Giorgione Di Benedetto, Porto Inferiore, Strada del Bosco, Ungaretti, Aldo Moro, Ardoneghe, Marconi, Puccini, Verdi, Vivaldi, Palù Inferiore e Superiore. Informazioni e segnalazioni in municipio: 049/5806581; manutenzioni@comune.brugine.pd.it.
Martina ManieroUna giornata dedicata all’educazione stradale, rivolta ai bambini delle scuole elementari di Sant’Angelo di Piove di Sacco. È quella che si è svolta il 31 marzo scorso, nel parcheggio del plesso scolastico Don Milani. L’evento ha coinvolto tutte le classi della Scuola primaria del capoluogo e delle frazioni, per un totale di circa 360 alunni. “I bambini – ha spiegato l’assessore all’Istruzione, Daniele Bertin - hanno avuto modo di ampliare le loro conoscenze sulle prime e fondamentali regole del codice della strada, acquisendo nozioni e informazioni con una metodica ludicoformativa”. “L’organizzazione della giornata – ha detto - ha preso forma grazie alla preziosa ed eccellente collaborazione degli agenti della squadra di educazione stradale del Comando polizia locale di Padova, coordinati dal vice Commissario, Diego Sandon”. “Fin dalla prima età scolare – ha evidenziato l’assessore - è necessario formare i nostri bimbi instaurando in loro delle basi di conoscenza al fine di generare un senso di consapevolezza in merito alla sicurezza stradale”. “Dato lo spessore del tema e il buon risultato ottenuto quest’anno –ha concluso - sarà mio piacere riproporre l’evento anche per il prossimo anno scolastico”. (ma. ma.)
L’evento. Fino al 4 giugno a Padova e in altri dodici comuni della provincia
L’intelligenza artificiale aiuterà i ragazzi del liceo artistico Modigliani di Padova a dipingere un’opera di street art sulla facciata della scuola. E’ questa una delle novità di Super Walls 2023, la Biennale di Street
Art di Padova, che dal 20 maggio al 4 giugno colorerà i muri di Padova e altri dodici comuni: Albignasego, Abano Terme, Campodarsego, Cittadella, Este, Fontaniva, Legnaro, Limena, Mestrino, Rubano, San Giorgio delle Pertiche e Selvazzano Dentro. Saranno oltre quaranta grandi murales da realizzare e 31 artisti (di cui otto sono donne) coinvolti provenienti da Italia, Francia, Spagna e Olanda, a cui si aggiungono, come anticipato, i ragazzi della 4E del Liceo Artistico A. Modigliani di Padova.
Il tema scelto per la kermesse che da tre edizioni celebra l’arte di strada come strumento di valorizzazione del paesaggio urbano, è il rispetto, che gli street artist sono stati invitati a declinare secondo la propria sensibilità: c’è chi lancerà un messaggio in favore della tutela dell’ambiente, chi invece proporrà un’interpretazione legata ai concetti di rispetto per le donne, per sé stessi, per l’infanzia o per la diversità di idee.
Di rilievo anche la riflessione sul fair play sportivo, che assume ulteriore valore nell’anno
in cui Padova è Città Europea dello Sport e sono stati messi a disposizione per l’iniziativa alcuni muri all’interno di strutture sportive cittadine come lo Stadio Euganeo, il Palaindoor, il Palantenore di Piazza Azzurri d’Italia all’Arcella e il Palagozzano in Piazza Gardellin alla Guizza. Il parterre di artisti che ha deciso di aderire alla call to action lanciata dai curatori dell’evento, il gallerista Carlo Silvestrin e la critica d’arte Dominique Stella, vede accanto ai padovani Alessio-B, Any, Boogie.EAD, Peeta, Shife, Tony Gallo, Yama e Zero Mentale, numerosi nomi noti del panorama nazionale: Alessandra Carloni, Andrea Crespi, CapoBianco, Cuboliquido, Giu-
lio Masieri, Mrfijodor, Vera Bugatti e Waro. Non mancheranno i contributi internazionali: dai Paesi Bassi arriveranno poi JDL e Kera1, dalla Spagna le Medianeras e Doa Oa e dalla Francia Nerone, Daco, Anna Conda, David Karsenty 68%, Bagdad, Fortunes, Gloar, Ofet, Mya Lélé e il collettivo La Crémerie. L’evento, promosso dal Comune di Padova e dall’Associazione Culturale CIMI, ha il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con InfoCamere, Provincia di Padova, Università degli Studi di Padova e i Comuni di Limena, Mestrino, San Giorgio delle Pertiche e Rubano. (c.s.)
Sono trascorsi 108 anni dal genocidio del popolo armeno, una tragedia che non va dimenticata, soprattutto oggi di fronte ai nuovi conflitti fomentati dai nazionalismi. Padova ha ricordato il genocidio con una cerimonia in collaborazione con l’associazione Italiarmenia.
In rappresentaza del Comune e della Provincia di Padova è intervenuto il sindaco della città e presidente della Provincia di Padova Sergio Giordani.
“Ritrovarci qui oggi per commemorare il genocidio del popolo armeno, - ha detto Giordani -ha in questo momento storico un significato non solo di ricordo di un crimine terribile accaduto in Anatolia all’inizio del secolo
scorso ma anche di riflessione su come il mondo, un secolo dopo, sia alle prese con simili violenze e massacri che spera-
prevalevano in modo esasperato istanze nazionaliste che miravano alla creazione di una stato turco etnicamente omogeneo.
Fino al 4 giugno 31 artisti da tutta Europa impegnati a realizzare 40 grandi murales. Gli studenti del liceo artistico Modigliani dipingeranno un’opera con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
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vamo di aver lasciato alle nostre spalle con la fine del ‘900. Il popolo armeno, allora, fu sterminato e costretto a una diaspora in giro per il mondo dal governo ottomano, in un quadro di forte instabilità politica, nel quale
Interessi legati agli equilibri internazionali, anche dopo la fine del secondo conflitto mondiale hanno sempre tenuto sullo sfondo della storia questo dramma, che solo nel 1973 la commissione ONU per i diritti umani ha riconosciuto ufficialmente come sterminio della popolazione armena. Eppure furono uccisi circa un milione e mezzo di persone, e chi riuscì a salvarsi anche dalle atrocità, dalla fame e dalle malattie dei campi di concentramento, fu costretto a emigrare e ricostruire una vita in altre nazioni del mondo”. (c.s.)
Daniele Matterazzo sta preparando una nuova impresa, questa volta in bicicletta, 1200 chilometri in una decina di giorni, Parigi-Padova, da pediatria a pediatria.
Vuole presentarsi lei, Daniele?
“Ho 33 anni, sono di Legnaro. La mia storia inizia all’età di 15 anni quando sono stato coinvolto in un incidente stradale: ne ho riportato gravi danni agli organi interni, emorragia, fratture e quant’altro, il braccio è stato curato solo dopo i sei mesi che ho trascorso in rianimazione, in coma indotto, e dopo avermi salvato la vita si sono occupati del braccio. Ho fatto 16-17 operazioni tra Francia e Italia. Era un’età difficile e la disabilità mi ha fatto sentire diverso con questo braccio da portare, fisicamente è un’atrocità da vede-
re. Quindi mi sono sentito sempre un po’ diverso con questo braccio da nascondere, da non esibire, al di là che fossero persone care o conosciute”.
Come era la sua vita in quel periodo?
“Ho trascorso anni a nascondermi, ad evitare tante cose, come andare al mare con la compagnia e altro. Questo è durato a lungo: sentivo che la vita trascorreva in avanti e non ne ero padrone. Ho dovuto fare scelte determinate dall’incidente: volevo andare a lavorare e non ho potuto, ho dovuto fare dei corsi per prendere qualche attestato per fare lavori d’ufficio. A 30 anni non riuscivo più a sopportare, ho passato un periodo di grande confusione, di crisi esistenziale. Casualmente alla tv ho visto il film “Il cammino
di Santiago” e ho visto in quel film una possibile riscossa. Sono partito da solo e ho fatto il cammino di Santiago, per 30 giorni da solo. Quell’esperienza mi ha cambiato”.
Quindi ha iniziato a camminare?
“Sì, ho pensato: “perché quei passi che hanno aiutato me non possono aiutare altri ?” Ho fatto la via Franchigena, mille chilometri, per la pediatria di Padova; poi sono stato in Lapponia, con cibo disidratato e tenda, sempre
La Presidente dell’Associazione Puzzle ODV Caterina Fortunato racconta come è nato il progetto della nuova ludoteca per il Reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova. “Uno degli obiettivi della nostra Associazione è sempre stato prenderci cura delle persone che vengono ospitate nel reparto di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova. Oltre a tener conto di aspetti estetici e organizzativi, il nuovo progetto della ludoteca è stato stilato osservando direttamente come vivono lo spazio i bambini ricoverati e i loro genitori, raccogliendo da entrambi i suggerimenti per migliorare la vivibilità degli spazi”.
In cosa consiste la vostra iniziativa?
“La ludoteca è per noi una stanza che racchiude magia, gioco, letture, storie, sorrisi. Il progetto prevede la completa riprogettazione della ludoteca, la ristrutturazione a tema “giungla”, tenendo conto non solo di aspetti estetici, per esempio il colore come elemento terapeutico e pratici come materiali atossici, da pulire facilmente, igienizzabi-
li, ma anche di aspetti terapeutici ed educativi: gli arredi e i giochi sono pensati in funzione del percorso che i piccoli pazienti e i loro genitori dovranno affrontare durante la degenza. Per questo abbiamo attivato una raccolta fondi on-line, in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato di Padova e Rovigo, che terminerà i primi di luglio. Per chi volesse saperne di più sul progetto questo è il link: https://sostieni.csvpadovarovigo.org/campagne/lanuova-ludoteca-della-chirurgia-pediatrica/”.
Quali sono i vostri obiettivi?
“Sia i piccoli pazienti che i genitori trascorrono tra le mura del reparto alcuni dei momenti più difficili della loro vita tra incertezza, tensione, paura, dolore. È sempre stata per noi una missione prioritaria supportare bambini e genitori in questa esperienza, portando per i più piccoli un po’ di spensieratezza anche attraverso il gioco e sostenendo gli adulti con professionisti come psicologi ed educatori in grado di ascoltarli.
Ma vogliamo fare di più. Per questo abbiamo dato vita
a piedi”.
Quest’anno dopo tanti cammini inizia con la bicicletta.
“L’impresa sarà percorrere in bicicletta da Parigi, dove è nato il primo ospedale pediatrico al mondo nel 1877 all’ospedale pediatrico di Padova a cui verrà devoluto il ricavato raccolto (www. fondazionesaluspueri.it); 1200km in una decina di giorni”.
Si sta allenando?
“Sì, perché fino a un mese fa non ero mai andato in bici e quindi è tutto un’altro tipo di allenamento rispetto alla camminata, e poi per fare il mio percorso significa fare cento chilometri al giorni di svariati dislivelli, quindi bisogna essere allenati per affrontare questa nuova sfida”.
a questo ambizioso progetto. La ludoteca rappresenta uno spazio di gioco e d’incontro fruibile a tutti i pazienti, indipendentemente dalla durata della loro permanenza all’interno del reparto di Chirurgia Pediatrica: il gioco permette di apprendere e di incontrare l’altro, di poter creare una relazione sia con gli altri bambini, sia con l’educatrice, la psicologa, il personale sanitario con cui condivide il periodo di degenza”. (f.x.)
Arte. L’esposizione a Padova, Palazzo Zuckermann, fino al 28 maggio
C’è tempo fino al 28 maggio per visitare la mostra “Ritratti antichi ma contemporanei” ospitata presso Palazzo Zuckermann. Un’occasione per approfondire un genere pittorico, quello del ritratto, che ha attraversato epoche e correnti artistiche, con un focus sullo sviluppo del ritratto naturalistico nell’ultimo quarto del Cinquecento in seno alla Serenissima. Protagoniste della mostra sono infatti le opere di due artisti che operarono a Padova e Venezia a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento: da una parte Francesco Apollodoro (Porcia 1531 - Padova 1612), iscritto alla confraternita dei pittori di Padova che aveva sede nella chieda di San Luca Evangelista, dall’altra Leandro
Dal Ponte detto Bassano (Bassano 1557 - Venezia 1622), suo diretto concorrente e fra i maggiori esponenti del genere dell’epoca, nonché quartogenito di Jacopo Bassano, nella cui bottega di famiglia venne istruito e lavorò durante i primi anni di attività prima di stabilirsi, già noto come ritrattista, a Venezia.
Il legame fra Padova e lo sviluppo del genere ritrattistico fra Cinquecento e Seicento è da ricercarsi anche nella sua natura di città universitaria: all’epoca, in quanto principale sede universitaria della Serenissima, Padova vantava una committenza composta soprattutto da professori
e notabili, i cui ritratti dovevano essere del tutto riconoscibili per poter trasmettere l’importanza e la fama del personaggio, ma anche per poter tramandare ai posteri i rispettivi valori e virtù.
Francesco Apollodoro fu uno degli artisti dell’epoca che seppe rispondere a queste esigenze nel migliore dei modi, come evidenziato dalla mostra di Palazzo Zuckermann.
La mostra, a cura di Monica Castellarin ed Elisabetta Gastaldi con la consulenza scientifica di Vincenzo Mancini, si compone di una sezione di dipinti provenienti dalle raccolte del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Padova, cui si aggiungono due ritratti inediti di Francesco Apollodoro provenienti dalla collezione Selvatico Estense di Imola, che tornano eccezionalmente nella città di origine, essendo stati un
Protagoniste della mostra sono le opere di due artisti che operarono a Padova e Venezia a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento: un’occasione per approfondire un genere pittorico che ha attraversato epoche e correnti artistiche
tempo conservati nel palazzo di famiglia Frigimelica Selvatico Estense, poi Montesi.Ad arricchire la mostra, dando la possibilità ai visitatori di immergersi ancora di più nell’atmosfera e nella vita del tempo, l’aiuto delle tecnologie digitali, che permettono di instaurare un contatto visivo fra i visitatori e i personaggi ritratti, di collocarli nella contemporaneità e di rivivere la loro esperienza in città. L’uso della tecnologia ha altresì reso possibile il ripristino digitale de “Il ritratto del Leone Bonzio” di Leandro Bassano. L’opera, già conservato allo Staatlichen Museum Schwerin (Germania), rappresenta un’importante testimonianza dell’arte di Leandro Bassano; andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, può ora essere ammirata nel contesto della mostra.
Passeggiare per Padova imparando a riconoscerne il patrimonio artistico e approfondendone la storia: è questo l’obiettivo di “Passeggiando per Padova - sulle tracce della Signoria Carrarese”, una serie di sette uscite organizzate dal gruppo Ctg La Specola con focus sulle tracce lasciate in città dalla Signoria Carrarese e sugli elementi che hanno permesso a Padova di essere ammessa, come Urbs Picta, fra i siti UNESCO.
I sette incontri si svolgeranno ogni domenica fra il 21 maggio e il 2 luglio dalle 10 alle 11.30. La prima “passeggiata culturale” in programma andrà dalla Chiesa di S. Maria dei Servi al Battistero, con ritrovo davanti ala Chiesa dei
Servi. Il 28 maggio sarà la volta dell’isola carrarese e della scoperta delle tracce ancora presenti della Signoria: la Casa della ram-
pa, la “Reggia” di via Accademia (ritrovo sul Sagrato del Duomo), mentre il 4 giugno protagoniste dell’incontro saranno Piazza Capitaniato e Piazzetta San Nicolò, con ritrovo sotto l’Arco dell’Orologio. Si prosegue, l’11 giu-
gno, con le case, vie e botteghe del tempo dei Carraresi e visita al Palazzo della Ragione (ritrovo all’angolo di via Marsilio da Padova e via Gorizia) e il 25 giugno con il borgo della Paglia con l’Oratorio di San Michele, in collaborazione con “Torlonga” e ritrovo presso la Chiesa del Torresino. Dulcis in fundo, l’appuntamento del 2 luglio con Piazza del Castello, la Chiesa di S.Tommaso Becket, l’area fortificata del Castello fino alla Torre del Soccorso (ritrovo in Piazza Castello).
Per partecipare è necessaria la prenotazione col almeno tre giorni di anticipo scrivendo all’indirizzo email laspecola@ ctgveneto.it o chiamando il numero 340 5522764. (f.t.)
Emma Bacelle ha 16 anni e ha esordito quest’anno nel campionato di A1 della pallanuoto femminile. È praticamente “nata in acqua”, figlia di Claudia Ciocci, capitano dell’A1 femminile nei primi anni di campionato. iI papà è Marco Bacelle, capitano della serie A1 maschile sempre del Plebiscito Padova.
“Ho iniziato a giocare pallanuoto per una promessa fatta tra amiche”, racconta. “Prima praticavo il nuoto agonistico ma non ero convinta di ciò che stavo facendo, non sono mai stata portata per gli sport individuali e l’idea di nuotare avanti e indietro per una vasca, senza mai alzare la testa, non mi ispirava affatto.
Ho deciso quindi, settembre 2018, di iniziare a giocare a pallanuoto e da quel momento in poi la mia vita è cambiata”.
Cosa ha scoperto nella pallanuoto ?
“Ho scoperto uno sport che mi trasmette un sacco di emozioni: ansia, gioia, tristezza, i pianti interminabili in pulmino o la sensazione che si prova festeggiando per una vittoria. Uno dei ricordi più belli risale alla scorsa stagione quando, ai play out a Napoli, contro un pubblico molto caloroso e in un campo molto difficile, abbiamo vinto ai rigori contro il Volturno. É stata un’esperienza incredibilmente bella, abbiamo festeggiato come non mai e ricordo che una volta
finito tutto abbiamo mangiato la pizza napoletana”. Come si vede tra dieci anni ?
“Tra dieci anni spero di essere all’apice della mia carriera pallanuotista e di avere qualche medaglia al collo”. Come sta andando la stagione, e quali sono i suoi obiettivi ?
“Molto bene, sento di aver acquisito più fiducia in me stessa avendo anche più spazio in acqua. Dopo l’europeo a Szentes 2021 e il mondiale a Larissa 2022, vorrei vincere uno scudetto giovanile e riuscire a ricavarmi uno spazio in A1 per giocare insieme alla mia allenatrice Alessia Millo; un altro obiettivo è quello di partecipare all’europeo di quest’estate in Turchia, continuare a far parte della Nazionale Italiana e perché no… sognare Los Angeles 2028”.
Diego Buonocore
mma Pozzani è una veterana della Plebiscito Padova. La mamma era una nuotatrice agonista, Emma, invece, ha deciso di giocare in porta. “Ho iniziato per puro caso, nella piscina del mio paese”, racconta, “anche se all’inizio giocavo come attaccante. Ho sempre voluto diventare portiere, ma il mio primo allenatore mi ha ripetuto più volte che una donna non può stare in porta. Dopo 2 anni sono andata a giocare a Verona, e un giorno, stufa di nuotare avanti e indietro, ho chiesto di essere messa in porta, e da quel momento non ho più cambiato ruolo. L’anno dopo mi hanno consigliato di andare a Padova, se avessi voluto avere una vera crescita.
Quali sono stati i suoi successi ?
“In questi anni ho disputato 3 final eight con diverse categorie. La prima volta è stato nel 2019 in cui con l’under 18 siamo arrivate 5.
Si chiama Pickletball ed è uno sport che sta prendendo piede e richiamando appassionati anche in Italia. Padova è la capofila nel Veneto, con 13 impianti e diverse centinaia di praticanti. Il Pickletball è una via di mezzo tra il tennis e il paddle.
Si gioca indoor o all’aperto, in coppia o in doppio, ha il campo più piccolo rispetto agli altri sport che si giocano con racchette e pallina ed è diviso da una rete alta poco più di 80cm, misura 13,40 metri di lunghezza e 5,60 metri di
larghezza per il torneo singolo e 6,100 metri per il doppio. Le racchette sono più piccole e piatte, simili a quelle del padel. La pallina è molto leggera in plastica, con dei fori sulla superficie per evitare gli effetti del vento. Le regole sono quelle del tennis: battuta nel quadrante in diagonale del campo avversario, un solo rimbalzo e risposta. Vince il singolo o la coppia che raggiunge il massimo dei punti che può essere di 11, 15 o 21.
Questo sport è arrivato in Italia da pochi anni: i primi tre campi di gioco sono stati costruiti in
EL’estate scorsa invece, ho disputato due final eight, una con l’under 18 e l’altra con l’under 16. In entrambi ci siamo classificate quarte, sfiorando il podio, ma nell’ultima ho ricevuto il premio miglior portiere, che per me ha avuto un valore immenso, come se tutti i sacrifici e l’impegno che ho messo in questi anni fosse stato ripagato. Da ormai 2 anni sono nel giro della nazionale giovanile, come secondo portiere: ho disputato un Europeo nel 2021 in Ungheria e un Mondiale nel 2022 in Grecia.”
Qual è il suo più bel ricordo ?
“È il mio primo goal, a Verona…ricorderò per sempre l’emozione che ho provato. Mancavano pochissimi secondi alla fine e dalla porta ho tirato, e quando ho visto che la palla è entrata in rete non credevo ai miei occhi. Non dimenticherò mai l’espressione della mia allenatrice che felice come mai mi sorrideva ed esultava.”
Quali sono i suoi obiettivi ?
“Questa stagione, anche se iniziata da solo qualche mese, ha portato tante soddisfazioni.
I miei obiettivi futuri sono di proseguire il mio percorso in nazionale, maturare come atleta ma prima di tutto come persona, e riuscire a raggiungere il podio con la mia squadra nelle final eight di quest’anno”.
Come si vede tra 10 anni ?
“Tra 10 anni mi piacerebbe essere in un’altro paese, per vedere come si vive la pallanuoto e la vita in un posto diverso da quello in cui ho sempre vissuto”. (d.b.)
provincia di Pescara nel 2017 e l’anno successivo è stata costituita l’Associazione Italiana Pickleball (AIP). Negli Stati Uniti, dove è nato, il Pickletball conta oltre 68 milioni di giocatori. Oggi è praticato in 37 paesi nel mondo. Nel padovano ci sono quattro associazioni sportive del Pickletball: in città sono Italy Pickletball Club, con 8 campi, 4 indoor in palazzetto e 4 in arcostruttura; il Pickletball Padova, con 4 campi; lo Sport Team a Maserà, con un campo, e infine il Pickletball Veneto. (d.b.)
Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.
Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.
I dettagli dell’intervento
Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”. Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schen-
Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale
gen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.
Attenzione all’ambiente
E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia
circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.
I commenti
“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha
raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 1 8 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire –grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.
“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nella sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza
e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.
IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save
Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
V enezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri.
H anno confermato la loro pre-
senza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale. Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan
shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibili-
tà con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e HallbergRassy dalla Svezia. Grande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.
S empre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima
linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.
I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio.
sario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.
“S on o estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”
Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.
Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro.
È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau. Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comu-
ni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia. Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni
si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità.
Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.
Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del
Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.
La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.
La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai neces-
•
Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.
I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.
Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.
Francesco Filippi
Classe ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente
Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità
Presentato il progetto “River Eye” in collaborazione con Plastic Free
F i umi di plastica ogni giorno raggiungono il mare, un’emergenza ambientale ben nota anche nella nostra regione, un problema che va affrontato con decisione. “In Veneto la plastica ha le ore contate”, è la promessa dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin nel presentare il progetto hi-tech per monitorare e contrastare la presenza della plastica nei fiumi. Tonnellate di rifiuti, in particolare di plastica, arrivano in mare attraverso i fiumi; la plastica, anche col passare del tempo, non sparisce del tutto, ma rimane presente nel nostro ambiente in microframmenti sempre più piccoli, fino a trasformarsi in microplastiche che rischiano di essere ingerite dai pesci e dai crostacei per poi arrivare sulle nostre tavole. La plastica è dannosissima sia per la salute dell’ambiente che per la nostra. Un’emergenza mondiale, che in Veneto viene affrontata con il progetto “River Eye”, in collaborazione con l’associazione Plastic Free, per monitorare i fiumi e quantificare i rifiuti. Intanto riguarderà quattro fiumi (Piave, Bacchiglione, Canalbianco, Po), i comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo (dove è già
stato sperimentato il nuovo monitoraggio).
“River Eye” è stato ideato nel 2021 dalla start up Blue Eco Line “con lo scopo di contrastare i rifiuti plastici fluviali. - aggiunge Bottacin - E’ formato da un hardware (le centraline) e un software che acquisisce automaticamente le immagini dalla superficie dei fiumi, le elabora e le classifica in diverse categorie (rifiuti organici, plastica, ecc.). Prepara infine un database degli oggetti che vede. Le telecamere funzionano tra le sei alle dieci ore al giorno a seconda delle condizioni di visibilità. Successivamente al River Eye potrà essere impiegato anche un’altra strumentazione altamente tecnologica e utile a completare il lavoro: si tratta di “River Cleaner”, un
sistema ecosostenibile in grado di raccogliere i rifiuti flottanti per essere poi smaltiti o riciclati”. Blue Eco Line è una start-up innovativa nata nel 2018 dalla volontà di quattro ragazzi per tutelare l’ecosistema marino. Grazie al comune desiderio e alle conoscenze ingegneristiche, gli ideatori di Blue Eco Line hanno creato due progetti: “River Eye” e “River Cleaner”. “L’obiettivo è il monitoraggio scientifico propedeutico all’installazione di una barriera fluviale per l’intercettazione dei rifiuti galleggianti. – ha chiarito Paolo Monesi, responsabile Enti Locali Plastic Free Onlus - Si stima, infatti, che l’80 per cento delle plastiche viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, una appropriata gestione dei rifiuti e il monitorag-
gio della loro presenza nei corsi d’acqua può ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla Giunta regionale di vagliare le misure più idonee. In appena due anni, Plastic Free ha orga-
nizzato circa 600 appuntamenti sul territorio veneto, rimuovendo 165 tonnellate di plastica e rifiuti dall’ambiente grazie al contributo concreto di 5.744 volontari, sensibilizzando inoltre 13mila studenti con iniziative in 192 istituti. I numeri più alti d’Italia che ci rendono orgogliosi e ancor più determinati a difesa della nostra terra”.
L’opposizione, Zanoni: “Apprezzo l’iniziativa, speriamo sia solo un primo passo”
“Apprezzo l’iniziativa della Giunta regionale che per un anno metterà sotto monitoraggio attraverso centraline alcuni fiumi del Veneto con l’obiettivo di raccogliere dati sui detriti fluviali. In questo modo dimostra di aver compreso il problema gigantesco dei rifiuti galleggianti, come ho denunciato attraverso una recente mozione da me presentata e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione. Ma quei 51 mila euro di stanziamento per questo monitoraggio sono davvero irrisori. Spero che
questo sia solo un primo passo”. A dirlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni. “Ricordo – aggiunge il consigliere - che sul fronte dello smaltimento dei rifiuti galleggianti, la Giunta regionale ha stabilito che spetta ai Comuni farsene carico, soprattutto economicamente. Peccato però che debba ancora stabilire i criteri per l’accesso ai finanziamenti. Serve in ogni caso una pianificazione ed un coordinamento nazionale, fuori da ogni approccio sperimentale”.
Il caso. Il piccolo Stato è il maggior produttore di semiconduttori, essenziali in ogni tecnologia, e dei vitali microchip
Il mercato delle tecnologie di Taiwan vale, secondo Bloomberg, 500 miliardi di dollari. Le aziende del Paese sono considerate strategiche in questo settore a livello mondiale.
L’Europa è in attesa silenziosa
Difficilmente è possibile comprendere quanto sta accadendo oggi in estremo Oriente se non si considera su cosa verta, in realtà, il confronto che vede contrapposti Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese circa l’isola di Taiwan.
Nata nel 1949 in opposizione alla Repubblica Popolare Cinese (PRC) quale ultima enclave dei nazionalisti cinesi di Chiang Kiaihek, Taiwan (ovvero la Repubblica di Cina) è da sempre rivendicata dalla Cina Popolare quale proprio territorio e ogni questione relativa ad essa viene considerata da Pechino una questione strettamente interna.
L’attuale crisi, esacerbata prima dalla visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi (agosto 2022) e rinfocolata poi dall’incontro tra la presiden-
te Taiwanese Tsai Ing-wen con il nuovo speaker americano Kevin McCharty del 5 aprile scorso, non è solo politica e di contrapposizione geo-strategica, anche se l’enorme arsenale bellico cinese costituisce di per sé un elemento di grande preoccupazione per Paesi quali Giappone e Korea del Sud, ma anche e soprattutto economica.
La Repubblica di Cina (Taiwan) non solo detiene un Pil nazionale che la colloca al 21°posto nel mondo (841.209 milioni di dollari), ma è anche il più grande produttore globale di semiconduttori e di microchip (con il 60% dell’intero mercato, seguita a lunga distanza dalla Sud Korea con il 19%); un mercato che vale, secondo Bloomberg, oltre 500 miliardi di dollari.
Il ruolo economico delle azien-
de taiwanesi è considerato strategico nella catena di approvvigionamento dei semiconduttori, elementi essenziali per ogni dispositivo elettronico.
Taiwan è un’isola piccola, a soli 180 chilometri dalla costa cinese e sembrerebbe destinata, se non vi fosse l’impegno Usa a difenderne l’integrità, a soccombere in un confronto diretto con la Repubblica Popolare Cinese.
Lo stretto che separa l’isola dal continente, spesso definito “la giugulare dell’elettronica”, vede oggi aumentata a dismisura la presenza militare cinese e americana; una dimostrazione muscolare che, da parte occidentale, vuol sottolineare l’impegno a che la massima industria elettronica del mondo non passi in mani cinesi.
L’Europa? Sta silente in attesa e
quando parla (come dimostrano le ambigue dichiarazioni di Emanuel Macron al suo ritorno dal viaggio in Cina) lo fa in modo illogico. Il richiamo del presidente francese all’Europa, perché non s’immischi in una “crisi non sua” dimostra che la pugnace determinazione esternata nei confronti dell’aggressore russo non varrebbe (o varrebbe di meno) nel caso in cui l’aggressore fosse cinese e l’aggredito fosse molto
lontano dai nostri confini. L’insostituibilità economica del partner cinese, con le relative dannose inferenze per gli affari europei legate ad eventuali sanzioni, rende vistosa lo strabismo europeo in ambito securitario; in un mondo globalizzato ogni evento, anche il più lontano, impatta sul nostro futuro e sempre più la politica stenta a prendere atto di tale dato di fatto. Giuseppe de Concini
Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
V ivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.
Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.
L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
“Per attività fisica, s’intende – sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Prosegue alla pag. seguente
Giovani e salute
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovanadimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla condivisione.
Si c hiama “binge drinking” la pratica assai diffusa tra i giovani di “tracannare” alcolici fino a stordirsi. Un tema su cui l’Ulss 5 Polesana invita a riflettere in occasione del mese di aprile, dedicato alla prevenzione alcologica.
Il consumo di alcol, infatti, è purtroppo sempre più diffuso tra i giovani. Ma spesso si ignorano le conseguenze negative dei ricorrenti episodi di ubriachezza e relative al consumo di alcolici in età giovanile.
Bere e ubriacarsi fin dall’adolescenza danneggia le cellule di molti organi, tra cui fegato e sistema nervoso centrale: in particolare, tra i 1 2 e i 25 anni il cervello subisce danni irreversibili per l’incapacità di metabolizzare l’alcol. Inoltre, è un fattore di rischio alla guida: in Italia sono
circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 1 5 ed i 24 anni. In più, predispone a comportamenti violenti e autolesionisti, è associato al rischio di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale. Infine, porta a disturbi dell’apprendimento, incidendo sul rendimento scolastico.
Nel lungo termine, poi, favorisce l’insorgere di varie malattie croniche come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e disturbi psichici, senza contare il fatto che rende più inclini a sviluppare una dipendenza da alcol in età adulta.
La corretta informazione sugli effetti provocati dal consumo di alcolici per i più giovani, ma anche per gli adulti, rappresenta dunque la prima forma di prevenzione.
Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata. “L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno. Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
bertiIn Italia sono circa 6000 gli incidenti stradali alcol-correlati, prima causa di morte per i giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni
Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici
Pe rdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. È il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla.
Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Uno degli scopi del laboratorio del Prof.
Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.
I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”
fatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare.
Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti.
in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene. “La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeutici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.
co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe in-
Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1),
“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.
Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.
All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”. All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.
“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.
Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.
“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in
presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Questo 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.
La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.
L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologicheL’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento
D opo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it
Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
Ad arrivare in cima al podio, al terzo posto i FOX. Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e
Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”! La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premiata con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua masche-
de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”. Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet. C’è tempo fino al 30 giugno! Per le 3 foto più votate anco-
ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
Partecipa al contest fotografico fino al 30.06 e vinci favolosi premi per i tuoi fedeli amici
In Alto Adige c’è un’associazione che riunisce 1600 strutture contadine di alta montagna: offrono ospitalità e tante esperienze. Profumano di legno e di cose buone, come il pane, il formaggio a latte crudo o lo speck affumicato in casa. Sono luoghi autentici, da “vivere” accanto a famiglie eredi di valori e tradizioni antiche
Quella catasta di pezzi di legno assomiglia alla scatola di un grande puzzle: ogni tassello dovrà trovare il suo posto. Un lavoro di pazienza, passione e grande abilità. Peter e Gabi stanno rifacendo il tetto in scandole di larice di una parte del loro maso, l’Häuselerhof di Santa Valburga. Ogni generazione ha questo onere, corrisponde quasi a un dovere morale. Serviranno ben 12.000 scandole, tagliate su misura una ad una. Peter Paris (lo stesso cognome di Dominik, il famoso campione di sci azzurro, che vive giù in paese) sta provvedendo di persona, dedicando parte del suo lavoro quotidiano nella piccola segheria di famiglia, che si trova poco sopra il maso. Siamo in Val d’Ultimo, uno degli angoli più incontaminati dell’Alto Adige. O Sud Tirolo, a seconda della lingua prescelta, perché in queste valli incontaminate il tedesco è di casa. Qui le tradizioni sono sacre, eredità ancestrale. Per questo vivere in un maso, a diretto contatto con il contadino che ne ha preso in carico la conduzione (la proprietà va sempre al primogenito per effetto della consuetudine diventata norma del “maso chiuso”, che tutela l’integrità del bene, in modo che possa “mantenersi” nel tempo), c’è una modalità nuova, ed è quella proposta da tutti i masi insieme. Si chiama “Gallo Rosso” questa associazione di masi altoatesini: ne riunisce oltre 1600 (su un totale di 2800)
sparsi fra le montagne di tutta la regione.
Come nel caso dell’Häuselerhof di Santa Valburga, si tratta di masi incastonati in piccoli paradisi naturali. Contesti da fiaba, come quelli in cui vive Heidi. Paesaggi naturali di grande bellezza e anche paesaggi culturali originali. La vacanza in maso è un’occasione unica per conoscere da vicino un mondo diverso dai soliti, un mondo non omologato, che ha come pilastri dei valori autentici. Di quelli che resistono al tempo.
Scegliere un maso come luogo per una vacanza agrituristica, breve o lunga che sia, significa condividere un pezzetto di mondo contadino, capirne i valori. Capire come il maso sia il presidio più intimo a tutela della montagna, perché è il contadino a far vivere la montagna, a tenerla in ordine, a rendere sempre bello il paesaggio, a portare avanti le tradizioni. Come quella di affumicare lo speck. Peter e Gabi hanno chiesto a prestito l’affumicatoio (una stanza destinata a questo particolare uso) di un maso vicino, dove ancora abita un’anziana signora. Chi vive nei masi si aiuta in tutto. Il mondo dell’Häuselerhof è la rappresentazione in piccolo di un mondo più grande, che ha radici profonde in tutto l’Alto Adige. Di cui è simbolo la stube, il locale più importante del maso: il più caldo e accogliente, dove c’è sempre un fuoco acceso. In qualche stube, dettaglio curioso, si
trovano persino dei giochi da tavolo altrove sconosciuti, come il Rumpler, che peraltro è tipico della Val d’Ultimo e si gioca con una trottola che deve colpire dei birilli, protetti da un labirinto. Quello più prezioso da abbattere si trova nella stanza degli speck… non a caso. Gabri ce ne spiega le regole. É un gioco davvero divertente.
Chi sceglie il soggiorno in un maso lo fa anche per vivere da vicino i lavori che vi si svolgono: la mungitura delle mucche all’alba in stalla (se si è mattinieri), la raccolta delle uova fresche, l’attività casearia, lo sfalcio dell’erba, la raccolta dei frutti e la preparazione delle confetture, il taglio della legna, la preparazione del pane, del vino (in stagione) o degli sciroppi. Ma anche per imparare a riconoscere dal profumo un’erba che, essiccata, diventerà un infuso. Ogni maso ha la sua proposta, che profuma di buono e di autentico. In alcuni si può persino andare a cavallo.
Con il “Gallo Rosso” i masi dell’Alto Adige hanno creato una formidabile rete che ha come denominatori comuni la qualità, una vita sana e più naturale, la possibilità di fare esperienze originali e rilassanti. Peraltro a buon prezzo. La vocazione dei contadini all’ospitalità stimola a conoscere ancora meglio queste realtà, a cominciare dai motivi per cui in Alto Adige vige ancora la regola del “maso chiuso”, ovvero che la proprietà del maso non
va mai frazionata nei passaggi ereditari, poiché è soltanto con quella superficie a disposizione che un maso può sostenersi. In genere è il figlio primogenito ancora a oggi a prendersi in carico il maso, con oneri ed onori.
Il “Gallo Rosso” ha creato qualche anno fa anche i “Masi con gusto”, gruppo che riunisce una quarantina di masi che si propongono anche come “Osteria contadina”.
Vera osteria contadina, perché i parametri per entrare in questo gruppo sono rigidissimi: soprattutto quelli relativi alla provenienza dei prodotti proposti, che all’80 per cento devono arrivare dai masi dell’associazione.
Christian Pinggera, titolare di uno dei masi più antichi (lo Schnalshuberhof di Lagundo, sopra Merano), uomo che si definisce erede culturale della tradizione reto-romana - civiltà delle Alpi assai antica – ha trasformato la sua antica magione in un crocevia del gusto.
Sede della sua azienda agricola biologica che
produce vini (fra cui il raro autoctono Faueler), frutta, speck, salumi, formaggi, sciroppi, succo di mela e allo stesso tempo osteria d’autore, in grado di esprimere e proporre esperienze di valore a tavola, frutto della precedente vocazione a “Buschenschank”, così vengono chiamata in Alto Adige le tipiche “frasche” di montagna, dove si praticano la mescita e la vendita dirette. Christian è uno degli animatori di “Masi con gusto” della prima ora: quando si siede a tavola e racconta lo si coglie subito. Contadino prestato all’osteria o oste prestato all’agricoltura? In tanti masi come il suo è difficile dare questa risposta. Che forse è: entrambe le cose. É lo spirito del maso a far diventare i contadini accoglienti sempre. Accoglienti per condividere cose buone e valori tradizionali. Per condividere un mondo irripetibile come quello della montagna… Dell’alta montagna!
Quella che si specchia nel cielo.
“L’etica tacita di tutti i maghi è quella di non rivelare i segreti” dice David Copperfield (l’illusionista, non il personaggio di Dickens). Il presupposto dell’incanto sta nell’implicito accordo tra il pubblico - che sospende l’incredulità - e il mago, il quale ha il compito di rendere l’incredibile plausibile.
Questo è anche il problema de “La regina Carlotta”, prequel di “Bridgerton” dedicata alla sovrana – realmente esistita – e alla sua gioventù prima degli eventi della serie originale. Racconta i dilemmi della sovrana, tra l’amore per il marito re Giorgio - che fu costretta a prendere in sposo - e il cuore che batte per un’altra persona.
Composta da sei episodi, questa serie spinoff si addentra a fornire una lunga, e - secondo il parere di chi scrive - non necessaria spiegazione sull’antefatto della società che vediamo in “Bridgerton”, ovvero quella di una Londra nell’età della reggenza in cui la nobiltà si compone anche di persone non bianche.
Dilugandosi sul “Grande Esperimento” - l’incidente scatenante che consentì alla società del mondo di “Bridgerton” di abolire le barriere razziali - “La regina Carlotta” finisce per contravvenire alla più grande innovazione della serie originale.
Al suo debutto, avvenuto ormai quasi tre anni fa, “Bridgerton” presentò un mondo Ottocentesco in cui neri e bianchi appartenevano ad ogni rango sociale, e lo fece senza presentare giustificazioni. Era così e basta, a sottolineare che la nostra percezione della storia - etnocentrica - è un fatto culturale, e non uno antropologico.
India Ria Amarteifio è particolarmente deliziosa nel ruolo della giovane regina, ma è Golda Rosheuvel - interprete di Carlotta da adulta - a persuaderci ad essere più clementi con questo prequel.
Firma la serie Shonda Rhimes in persona, che - come nel caso di “Inventing Anna”, sempre per Netflix con la quale Rhimes ha un accordo pluriennale esclusivo - si diverte così tanto ad essere uscita dalle rigide griglie della televisione generalista che a volte perde un po’ quella incisività narrativa che l’ha resa una delle autrici televisive più influenti di oggi.
Citadel non è una serie tv, ma una corazzata. È stata creata dai fratelli Anthony e Joe Russo, i registi dei film “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame” per Marvel, che hanno totalizzato quasi 5 miliardi di dollari al botteghino globale: La serie nasce dalla volontà di Jennifer Salke, capa di Prime Video e di Amazon Studios, di creare una serie madre che potesse essere declinata in diverse versioni locali. Più che un processo creativo, quello di “Citadel” è un mandato pubblicitario. La premessa non è niente di inaudito. Si basa su due spie internazionali, interpretate da Priyanka Chopra Jonas (già agente segreto in “Quantico”) e Richard Madden (l’attore scozzese eternamente in odore di 007). A loro è stata cancellata la memoria dopo il crollo dell’agenzia per cui lavoravano, la Citadel che dà il titolo alla serie. Otto anni dopo, il loro collega - che ha il volto di Stanley Tucci - riesce a rimettersi in contatto per metterli in guardia sulla minaccia rappresentata da Manticore, l’agenzia antagonista cui fa capo l’ambasciatrice inglese negli Stati Uniti: è Lesley Manville, vista di recente nei panni della principessa Margaret in “The Crown”. Insieme, le tre spie cercheranno di salvare il mondo - volteggiando tra le Alpi italiane, il Marocco, l’Oregon e la Slovenia - per impedire ai cattivi di prendere il sopravvento. Nonostante il budget faraonico - 300 milioni di dollari - Citadel non riesce a offrire uno spettacolo innovativo, restando nella comfort zone di una mediocrità quantomeno suggestiva. Dalle scene di azione che omaggiano Nolan e 007 ai dialoghi alquanto puerili (il protagonista ad un certo punto, con fare serioso, dice: “Io una spia? Ma se alleno la squadra di calcio di mia figlia”), la serie tradisce la sua ambizione, o meglio quella di chi l’ha commissionata, cioè Prime Video: conquistare il mondo seriale con un investimento cui pochi rivali potrebbero tener testa.
In arrivo - oltre alla seconda stagione - ci sono anche la versione italiana di “Citadel” - con Matilda De Angelis protagonista - e quella indiana, con Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu.
“Citadel” fa il passo più lungo della gamba
Un primo piatto vegetariano e vegano sano e gustoso. Una pietanza dal colore verde brillante. Una ricetta facile e creativa con gli ortaggi primaverili. Ingredienti: 500 g di spinaci freschi; 300 g di piselli freschi; 300 g di fagiolini; 40 g di mandorle pelate; olio extravergine di oliva; aglio; sale; pepe Preparazione: Sciacquate gli spinaci e sbollentateli in acqua salata per un minuto. Scolateli, fateli intiepidire e strizzateli, conservandone l’acqua di cottura. Trasferiteli nel boccale del mixer, unite le mandorle insieme all’olio a filo frullando, fino a ottenere un pesto cremoso. Nel frattempo, in una padella antiaderente fate insaporire uno spicchio d’aglio e unite i piselli e i fagiolini tagliati a pezzetti in precedenza. Fateli saltare per qualche minuto, dovranno risultare cotti ma ancora croccanti. Cucinate la pasta nell’acqua in cui erano stati sbollentati gli spinaci. Quando è al dente scolatela, trasferitela nella padella delle verdure e fate saltare per insaporire il tutto. Fuori dal fuoco aggiungete il pesto di spinaci e mescolate bene.
Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Una torta salata soffice e vegetariana, con formaggio e verdura. Da gustare come secondo piatto o da servire anche come antipasto.
Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di asparagi; 100 g d formaggio brie; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; olio extravergine di oliva; prezzemolo; sale e pepe
Preparazione: Pulire di asparagi e lessarli per dieci minuti. Eliminare la parte bianca e tenere intere le punte e tagliate il resto a dadini. In una padella antiaderente spadellate gli asparagi per dieci minuti con olio e cipolla. Fate insaporire il tutto per cinque minuti con un ciuffo di prezzemolo tritato, scolate e trasferite in una terrina. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al formaggio. Aggiungere gli asparagi cotti e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Foderare di pasta sfoglia una teglia imburrata, riempite con il composto e infornate 40 minuti a 180° C.
Perfetta per la prima colazione, per la merenda oppure come dessert. Da preparare sia con la classica pasta frolla morbida per un risultato più friabile sia con la pasta brisée tipica della Cherry pie americana.
Ingredienti per la frolla: 350 g Farina 00; 170 g Burro; 90 g Zucchero; 1 uovo. Per la farcitura: 250 ml Latte; 70 g Zucchero; 20 g Farina 00; 3 Tuorli
Preparazione: Preparare la pasta frolla mescolando in una ciotola l’uovo, lo zucchero, l’olio di semi, il latte, il lievito. Aggiungere la farina poco alla volta. Lavorare l’impasto su un piano di lavoro per ottenere un composto liscio e omogeneo. Stendere la pasta frolla sulla teglia, togliendo i bordi in eccesso. Preparare il ripieno mescolando ricotta, zucchero, una parte di ciliegie (togliendo il nocciolo) e la buccia grattugiata di mezzo limone. Foderare la frolla con il composto ottenuto. Decora con il resto delle ciliegie la pasta frolla. Cucinare in forno caldo a 180 °C per 45 minuti.
Con il mese di maggio le nostre abitudini alimentari iniziano a cambiare: i piatti caldi e impegnativi si trasformano in ricette leggere e semplici da preparare
ARIETE
Comincia per voi un nuovo ciclo particolarmente favorevole per realizzare voi stessi e concretizzare i vostri progetti grazie ad un ritrovato equilibrio che inseguivate da tempo
Vi potete finalmente concedere una pausa dopo un periodo particolarmente impegnativo e stressante anche se ricco di successi. Ora è tempo di raccogliere quanto avete a fatica seminato
Riceverete finalmente il giusto riconoscimento e anche una meritata gratifica per quanto avete fatto fin qui. La vostra perseveranza e la convinzione saranno premiate
La fortuna è dalla vostra parte e vi aiuterà a raggiungere il gradino più alto, con significative affermazioni nel lavoro ma anche nella vita privata. Non lasciatevi sfuggire le giuste occasioni
Questo mese rappresenterà una svolta definitiva che vi consentirà di sistemare molte situazioni lasciate in bilico. Le cose stanno cominciando ad andare come da tempo desiderate
Non è tempo di inoltrarsi in nuove esperienze. Vale la pena mettere a posto prima ciò che è rimasto in sospeso. Trovate l’energia e il coraggio per definire situazioni incerte
Vi trovate di fronte ad una serie di novità inaspettate. Interpretatele come delle sfide, applicatevi perché i risultati arriveranno presto e saranno occasione di gratificazione e grandi soddisfazioni
Vi concederete qualche sfizio in più perché a voi piace il lusso ed il bello. Vi meritate qualche premio dopo tanti sacrifici e un periodo non proprio soddisfacente
Dovete avere ancora un po’ di pazienza e aspettare il momento giusto per rimettervi in gioco. Non tarderà ad arrivare anche per voi l’occasione che da tempo attendete
Vivete un periodo ricco di emozioni, talvolta anche contrastanti che vi esaltano o vi confondono. Cercate un equilibrio che vi consenta una serenità duratura. Troverete il passo giusto, come sempre
Siete in una fase di riflessione nella quale state riconsiderando molte situazioni. Vi sentite disorientati ma cominciate a fare ordine. Le giuste risposte arriveranno presto
Riceverete gradi soddisfazioni sul piano professionale e riuscirete anche a stabilizzare una situazione da tempo precaria. Un successo che avrà positive ricadute anche nella sfera privata