MAGGIO 2021
Periodico d’informazione locale - Anno XXVIII n.91
Regione p.31
Salute p.35
Ecobonus p.41
Pet p.43
on-line:
della Riviera del Brenta
Fotografa il QR code e rimani aggiornato sulle notizie de laPiazza della tua Città Partecipa ai nostri
Concorsi a Premi
6 9 12 13 15 16
“L’ospedale di Dolo non corre rischi, non ci sono tagli all’orizzonte” Il direttore generale dell’Ulss 3 Edgardo Contato, in visita al nosocomio rivierasco, fuga i dubbi per il servizio a pag 18 dopo emergenza Covid. Ribadisce invece le preoccupazioni il Comitato Marcato
MIRA
Comunali 2022, si candida Carlotto MIRA
Parco del Sorriso alla scuola di Oriago MIRA
Piazza Martiri delle foibe, è scontro DOLO
Piazza del Grano i lavori partono dalla pavimentazione DOLO, ISTRUZIONE
Didattica innovativa al liceo sportivo “Galileo Galilei” DOLO
De Lorenzi prende la quinta laurea
Recovery, occasione da non sprecare Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
L
a maratona è già iniziata: il nostro Paese ha davanti a sé cinque anni per realizzare gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per investire al meglio i 248 miliardi di euro che l’Europa destina all’Italia. “Sbaglieremo tutti a pensare che sia solo un insieme di progetti, numeri e scadenze. Nell’insieme dei programmi c’è anche il destino del Paese” ha sottolineato il Presidente del Consiglio Mario Draghi. segue a pag 5
Scopri di più su www.4all.it Clicca mi Rimani sempre aggiornato con leADnews in tempo realeOTTICA direttamente tuo smartphone PROMO facebook.com/lapiazzaweb piace! CONNESSIONI INTERNET IN FIBRA FINO A sul 1 GBPS A PARTIRE DA €22,90
5
Facciamo il punto
www.lapiazzaweb.it
Recovery, occasione da non sprecare Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Conferenza dei Sindaci, ok dalla Regione N
elle scorse settimane è stata ufficialmente riconosciuta la Conferenza dei Sindaci della Riviera del Brenta, che raccoglie i Comuni di Campagna Lupia Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò, Mira, Pianiga, Stra, Vigonovo. Ma non solo. Della Conferenza dei Sindaci farà parte anche Noventa Padovana, il cui ingresso, accolto all’unanimità su input della Regione, ha conferito all’organo una dimensione sovra provinciale. Il riconoscimento giuridico della Conferenza, è l’ultimo tassello di un lungo percorso, iniziato oltre due anni fa, a Stra. “Si tratta -spiega la sindaca di Stra Caterina Cacciavillani- di un importante e necessario passo che premia gli sforzi e l’impegno dei primi cittadini rivieraschi e che, in futuro, si tradurrà in progetti comuni, e nella capacità di attrarre investimenti per valorizzare il territorio, come ad esempio lo sviluppo del turismo e il riconoscimento della Riviera del Brenta come sito Unesco”. Con la Conferenza dei sindaci della Riviera, è stata istituita anche quella dei sindaci dell’Area del Delta del Po. E su questo l’assesssore regionale che si è interessato della vicenda è chiaro. “Vengono istituite queste due nuove conferenze - spiega l’assessore regionale Francesco Calzavara - che come quelle del Veneto Orientale e del Litorale, considero strategiche per promuovere e valorizzare opere pubbliche o di interesse pubblico e sostenere attività imprenditoriali e migliorare l’offerta turistica”. “Così - ha aggiunto Calzavara - consegniamo di fatto ai territori un importante strumento di concertazione e di governance locale, con il quale affrontare problematiche condivise e intraprendere percorsi di crescita che valorizzino i settori economici prevalenti dei comuni ricompresi nelle due aree. Penso nello specifico al distretto del calzaturiero del Brenta, piuttosto che al sostegno del manifatturiero e del settore ittico del Delta del Po”.
Oltre ai Comuni della Riviera vi farà parte anche Noventa Padovana
Il Recovery Plan è senz’altro destinato a lasciare il segno non solo a breve termine, sulla nostra economia fiaccata dalle conseguenze Covid, ma soprattutto sulla generazione che verrà, in molti dei suoi aspetti più significativi, dall’innovazione alle ricadute ambientali, dall’istruzione alle infrastrutture. Un fiume di miliardi che si riverserà su svariati settori, attraverso i rivoli delle “missioni” e delle loro declinazioni pratiche. Risorse vere, concrete, da gestire al meglio da qui al 2026. Gettate le fondamenta, ora questo piano epocale va calato nella concretezza dei progetti e degli interventi, indirizzando al meglio le risorse nelle loro ripartizioni. Perché non possiamo certo permetterci di sprecare una simile occasione o di vanificarne le potenzialità. Sbagliare significa rendere ancora più difficile e incerto il futuro che attende i nostri figli, perdere un’occasione preziosa per imprimere un cambio di passo e anche di mentalità, per costruire quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. A partire dalle sei “missioni” - ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute - il cammino è già tracciato nelle sue direttrici principali, dalle quali derivano le linee di intervento che comprendono progetti, investimenti e riforme collegate. Un piano complesso e ambizioso, da declinare anche a livello locale, aggiustando il tiro, se necessario: pensiamo alle potenzialità del Veneto sul fronte della digitalizzazione e della competitività, missione che abbraccia anche il turismo e la cultura insieme all’innovazione e alla sicurezza nella pubblica amministrazione. E questo vale per tutte le altre voci, nelle quali il Veneto può esprimere il meglio e cogliere l’occasione per dare un impulso nuovo alla produzione industriale, anche in chiave green e sostenibile, per valorizzare la ricerca a partire delle eccellenze dell’Università e della sanità. Inevitabilmente ci sarà da fare molta attenzione alle criticità, al rischio di sprechi e cattiva gestione che potrebbero vanificare anche le migliori intenzioni.
Alessandro Abbadir
della Riviera del Brenta
è un marchio proprietà di
Srl
È un periodico formato da 20 edizioni locali mensilmente recapitato a 373.576 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge le zone di Mira e Dolo per un numero complessivo di 13.319 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< >www.lapiazzaweb.it<
Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Ornella Jovane >redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione il 21 maggio 2021
6
Mira
www.lapiazzaweb.it
Politica. Partiti e nuove liste già si muovono in vista della competizione del 2022
Elezioni, Carlotto candidato sindaco, intanto il Pd fa quadrato su Dori E
lezioni comunali del 2022 a Mira, parte la corsa dei candidati. Il primo a scendere in campo nelle scorse settimane è stato Enrico Carlotto che si è candidato sindaco con la lista “Nova Mira”. Intanto non sono mancate le prime indiscrezioni e anche dei dubbi sulla ricandidatura dell’attuale sindaco di centrosinistra Marco Dori. Ma torniamo alla candidatura di Carlotto, storico esponente della destra.“Ho deciso di candidarmi a Sindaco di Mira, alle amministrative del prossimo anno-spiega Carlotto - con la lista Nova Mira, per portare una ventata di innovazioni in questo Comune dormiente da troppi anni”. Carlotto è stato ex consigliere comunale e capogruppo nella lista di Alleanza Nazionale, dal 2002 al 2007. E’ stato presidente di Apindustria nel 2004 e membro dell’Osservatorio per la Salvaguardia della Laguna di Venezia nel 2005. In Comune è stato componente delle commissioni comunali di Affari Istituzionali, Urbanistica e Lavori Pubblici, Sport e Bilancio dal 2002 al 2007. “Presto- dice Carlotto- verra’ pubblicato il programma elettorale della nostra lista. La mia sarà una campagna elettorale basata su cose concrete, lontana dalle logiche dei potentati politici e dove ci sarà la persona al primo posto”. Intanto nel centrosinistra sono partire le consultazioni per la verifica dell’azione amministrativa della giunta e il Pd, partito di riferimento della coalizione, fuga completamente ogni dubbio sul sostegno al sindaco in carica. “La fantasia- sottolinea
il segretario del Pd mirese Enzo De Lorenzi - non conosce limiti o si trova sempre qualcuno in giro con la voglia di mostrare che politicamente esiste”. Per quanto riguarda il Pd, il segretario De Lorenzi dichiara che il “Partito Democratico a Mira è la principale forza politica organizzata, è strutturata a tutti i livelli amministrativi e localmente conserva un buon consenso elettorale. Quindi ha il dovere di “muoversi” per primo e intraprendere le utili relazioni politiche, a partire dalle forze politiche e civiche dell’attuale coalizione di governo. Gli incontri che sono stati effettuati, sono stati necessari per raccogliere considerazioni rispetto al lavoro effettuato finora da questa amministrazione . Poi ci saranno altri incontri con quanti, (progressisti, riformisti e di centro sinistra) vorranno contribuire a governare la Città di Mira”. “Marco Dori - conclude - attuale sindaco di Mira- gode pienamente di tutta la nostra stima e conserva in noi un giudizio pienamente positivo, per quanto ha fatto in questo mandato amministrativo, assieme alla squadra. In questo momento serve “raccogliere” la condivisione del lavoro svolto con le forze di governo, precisare gli obiettivi di fine mandato e aprirsi alla comunità politica e civica locale per un nuovo progetto di governo cittadino. Anche le questioni poste dal segretario nazionale Enrico Letta, nella recente direzione nazionale, sono temi importanti da seguire e condividere per chi fa politica con passione”. Alessandro Abbadir
Piogge intense, la rete idrica ha tenuto Pioggia a catinelle nelle ultime settimane a Mira, ma stavolta a differenza di qualche mese la rete idrica ha tenuto. E‘ andata in sofferenza via Valmarana, ma su questa strada il Comune ha in programma un intervento da circa 200 mila euro. Nell’agosto scorso invece una forte pioggia aveva mandato completamente sott’acqua 20 strade nella frazione di Oriago e decine di famiglie hanno fatto richiesta di risarcimenti. “Stavolta- spiega l’assessore all’ambiente del Maurizio Barberini - quanto fatto negli ultimi mesi è servito. Abbiamo spedito 300 lettere a dei privati per la pulizia e lo scavo di altrettanti fossati a ridosso di campi e abitazioni. Hanno compiuto i lavori prescritti circa 250 proprietari e un’altra cinquantina verrà sollecitata. Per via
Valmarana a breve partiranno i lavori per sistemarla”. Per quanto riguarda via Valmarana a ridosso degli impianti sportivi – conclude l’assessore- siamo consapevoli del fatto che ogni forte pioggia la trasforma in un lago. Purtroppo li ci sono stati troppi tombinamenti di fossati e scoli nel corsi dei decenni”. (a.a.)
8
Mira
www.lapiazzaweb.it
Territorio. Progetto realizzato nella frazione di Oriago con il crowdfunding
Scuola San Domenico Savio, nasce il Parco del Sorriso S
cuola e comunità parrocchiale di Oriago unite per realizzare il Parco del Sorriso: nelle scorse settimane sono stati raccolti quasi 7 mila euro ma l’obiettivo finale è più ambizioso. Nonostante le difficoltà del periodo, la campagna di crowdfunding on line avviata per sostenere il progetto di riqualificazione dell’area dietro la scuola paritaria San Domenico Savio a Oriago di Mira, ha ricevuto un sorprendete picco di donazioni. L’area dietro la scuola primaria e secondaria di primo grado è solo un grande campo utilizzato per la ricreazione durante l’orario scolastico e come parcheggio e ritrovo per la comunità parrocchiale. La necessità di nuovi spazi all’aperto, legati alle disposizioni per le strutture scolastiche, ha spinto la Fondazione Giovanni Paolo I che gestisce la scuola San Do-
menico Savio, in accordo con la parrocchia di Oriago, a riqualificare il campo trasformandolo nel Parco del Sorriso. “Il Parco del Sorriso- spiegano i promotori- punta a riqualificare i 5000 metri quadrati di verde della scuola San Domenico Savio e della parrocchia di Oriago, ed offrire ai bambini la possibilità di stare di più all’aria aperta. L’obiettivo è trasformare l’area in un parco organizzato, con oasi di gioco, socializzazione e
outdoor education, così da regalare tanti sorrisi ai bambini e ai ragazzi che la frequentano”. Il progetto è ambizioso ed avrà un costo complessivo di 15 mila euro. Per recuperare queste risorse è stata attivata una campagna di crowdfunding on line. “Questa iniziativa nasce dal desiderio di regalare ai bambini un sorriso, anche sotto la mascherina e di rendere più bello un territorio che ha tanto
da raccontare – illustra Stefania Nicolli preside della scuola San Domenico Savio di Oriago. Il primo obiettivo della campagna di raccolta fondi, di 5.000 euro è stato raggiunto in una settimana grazie a tanti donatori, che hanno voluto donare anche in forma anonima. Ciò permetterà la realizzazione del Parco giochi con l’acquisto e l’installazione della struttura in legno dotata di scivolo, altalena, torretta e corde da arrampicata”. “Siamo
contenti come parrocchia - dice don Cristiano Bobbo parroco di Oriago - di aver contribuito ancora una volta a una sorta di sinergia tra la scuola e la realtà educativa che comprende anche la nostra comunità parrocchiale”. Il secondo obiettivo, è già partito e punta al raggiungimento di 10 mila euro. Prevede la realizzazione di 2 campi da calcio a 5, il completamento dell’orto didattico per apprendere dal contatto diretto con la natura e la realizzazione dell’aula a cielo aperto per offrire lezioni innovative o semplicemente un luogo suggestivo in cui intrattenersi all’uscita da scuola o dalla messa. L’ultimo obiettivo, al raggiungimento di 15.000 euro, sarà invece la realizzazione dell’”Isola che non c’è” con la riqualifica del giardino di sassi davanti alla scuola e il completamento del campo da basket. Alessandro Abbadir
9
Mira
www.lapiazzaweb.it
Territorio. La denuncia dell’assessore all’ambiente Maurizio Barberini
Forte Poerio ridotto ad un immondezzaio Il Comune è pronto a far scattare le multe che arrivano fino a 600 euro
“P
otenzieremo i controlli e, se non sarà osservato il divieto di abbandono dei rifiuti, sarà inevitabile l’introduzione del divieto di pic-nic. Ricordiamo che Mira già da un paio di anni è Comune “plastic-free” ed è un dovere di tutti i cittadini essere rispettosi del parco e responsabil”. Fioccheranno le multe. A denunciare questo è stato nelle scorse settiimane l’assessore Maurizio Barberini. Barberini ha lamentato che ci sono state numerose le persone che si sono recate a Forte Poerio, il parco di via Risorgimento a Oriago, per trascorrere del tempo libero. Purtroppo, però si sono contati numerosi sacchi della spazzatura abbandonati proprio sotto i cartelli del divieto e numerosi rifiuti lasciati a terra nei pressi dei cestini. Il Comune è pronto a prendere provvedimenti. “E’ stato trovato
di tutto- spiega Barberini- vetro, plastiche, lattine, persino avanzi di cibo che non sono stati smaltiti nell’umido e rischiano di attirare topi. Una situazione così è insostenibile. Nessuno contesta il diritto di fare delle scampagnate, anche con dei barbecue, in questo parco che è una grande risorsa per la collettività e dove l’accesso è libero, ma i cartelli parlano chiaro sul divieto di abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo. Lasciarli proprio sotto di essi appare una provocazione”. Il Comune di Mira non è nuovo ad interventi mirati nel contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, dato che è stato il primo, nel veneziano, a utilizzare le telecamere per individuare gli inquinatori. Barberini annuncia che saranno potenziati i controlli e le eventuali sanzioni. Se non sarà osservato il divieto di abbando-
no dei rifiuti, sarà inevitabile l’adozione del divieto di pic-nic e d’introduzione della plastica, in primis le stoviglie, in tutta l’area. L’assessore all’Ambiente lancia un appello: “Chiunque frequenta il parco deve sentirlo proprio e deve sentirsi chiamato non solo a fruirlo come si deve, ma anche a denunciare eventuali trasgressioni. È anche una questione di educazione nei confronti dei bambini, che già da piccoli vanno accompagnati a capire quanto sia importante avere riguardo della cosa pubblica. Come Comune spendiamo circa 50 mila euro all’anno per tagliare l’erba e la manutenzione del verde. Non è possibile che il sabato e la domenica sera ci troviamo cumuli di spazzatura da dover portare via”. Insomma gli incivili sono avvisati. Alessandro Abbadir
Nuova illuminazione nei parchi pubblici miresi Una nuova illuminazione pubblica per i parchi di Mira. Nelle scorse settimane le ditte incaricate dal Comune hanno sostituito i vecchi impianti in uso nei parchi di Mira in via Gramsci e nel parco Natura Allegra, e a Oriago al parco Gazzetta in via Sabbiona. Negli scorsi mesi erano stati completati i lavori anche al parco del Donatore e ripristinati alcuni lampioni nella piazzetta di Malcontenta. “Un intervento che non poteva più essere rimandato - spiega il sindaco Marco Dori - dato che ormai, per alcune luci, non si riusciva più nemmeno a trovare i pezzi di ricambio. La nuova illuminazione è a led, quindi più luminosa, meno inquinante e con un notevole risparmio energetico in termini di consumi. Con il concretizzarsi del progetto “Elena”, presto po-
tremo portare la luce al led in tutte le strade di Mira”. Si tratta di lavori richiesti da tempo e che aiutano a migliorare la vivibilità dei quartieri, ma anche la sicurezza. “Erano circa 15 anni che non venivano realizzati interventi importanti nei parchi pubblici. La sistemazione dell’illuminazione è una risposta concreta alle segnalazioni dei cittadini e dei Carabinieri in congedo che, in forza della convenzione con
il Comune, da più di un anno effettuano un servizio di controllo dei parchi e dei mercati rionalisottolinea l’assessore alla Sicurezza. Fabio Zaccarin aggiunge: “Un impegno anche economico importante da parte dell’amministrazione per rendere più sicure e gradevoli le nostre aree verdi, che proseguirà nei prossimi mesi negli altri parchi dove la pubblica illuminazione risulta maggiormente compromessa”.
10
Mira
www.lapiazzaweb.it
Economia. L’analisi di Cna e Associazione Artigiani della Riviera
Calzaturiero, allarme lavoro irregolare A
llarme nel calzaturiero. L’Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta”- Confartigianato e la Cna del Miranese intervengono congiuntamente sottolineando un fenomeno in aumento e allarmante e presente da tempo nel comparto della calzatura: la presenza sul territorio del Distretto di aziende che operano sul mercato, facendo ricorso a realtà (spesso piccoli e medi laboratori) che forniscono prodotti o lavorazioni competitive grazie ad un abbassamento del costo del lavoro raggiunto non rispettando le norme. La richiesta delle due associazioni è quella di puntare al più presto sull’adesione ad una filiera certificata con un Marchio doc della scarpa della Riviera del Brenta a cui le imprese della zona dovrebbero aderire però massicciamente. “Anche nell’area del distretto della calzatura della Riviera – spiegano Giorgio Chinellato segretario dell’Associazione Artigiani e Michele Barison Cna del Miranese- la situazione va monitorata con attenzione. Siamo di fronte alla presenza di tacchifici e suolifici in cui tanti lavoratori, lavorano in maniera
Le due associazioni di categoria chiedono che venga portato avanti il Marchio Doc della scarpa non regolarizzata, è massiccia anche la presenza di quelli in cui le regole sulla sicurezza dei luoghi di lavoro spesso non è rispettata”. In questo modo riescono ad abbassare del 30 % il costo della manodopera. “Se si tiene presente sottolineano - Chinellato e Barison- che il costo della manodopera rappresenta il 60 %-70% del costo nella realizzazione delle calzature, si può capire quanto danno fanno alle aziende che invece lavorano rispettando pienamente le regole e non impiegano manodopera non regolarizzata o sottopagata o in ambienti non a norma”. Sono aziende che aprono e chiudono nel giro di due-tre anni. Sono iscritte quasi sempre come ditte di nome collettivo (Snc) o società individuali, non hanno cioè bisogno come le Srl di presentare un bilancio. E poi chiudono prima che le autorità preposte con delle ispezioni ne certifichino le irregolarità. Dopo aver chiuso infatti riaprono subito dopo con un altro nome. Da alcune stime sono una cinquantina in tutto.
Il comparto della calzatura della Riviera del Brenta conta complessivamente 550 imprese per quasi 10 mila dipendenti in zona. “Per uscire da questa situazione – sottolineano Chinellato e Barison – è importante puntare sulla certificazione del prodotto, rilanciando il “Marchio Doc” della calzatura della Riviera del Brenta al tavolo della Consulta territoriale ripartita a gennaio. E’ un Marchio ideato anni fa e mai decollato. Per farlo serve stavolta una adesione massiccia delle aziende del comparto”. Carlo Romeo
Commercio, male l’abbigliamento Effetto crisi sul commercio in Riviera del Brenta La pandemia in un anno ha provocato la chiusura in Riviera del Brenta di di circa 40 negozi. Per la maggior parte sono negozi collegati al settore dell’abbigliamento e attività nel comparto della ristorazione. Lo spiega il presidente di Confesercenti della Riviera Enrico Zarotti che sottolinea come a trovarsi in difficoltà siano state particolari categorie merceologiche. Tanti bar in questo periodo hanno chiuso i battenti, spiega Zarotti, hanno tenuto bene invece a Mira e in Riviera i negozi di alimentari, anche quelli di vicinato. A favorirli è stata sopratutto la chiusura dei centri commerciali. Molto male invece i negozi di abbigliamento dove ci sono state parecchie chiusure e dove, se le cose non cambieranno, da giugno sarà durissima. Se i piccoli negozi, chiarisce Zarotti, hanno tenuto di fronte alla pandemia, è stato grazie al fatto che si tratta di imprese di tipo familiare. Sono imprese, che possono ammortizzare i costi grazie ad una flessibilità dei propri lavoratori. Il dramma in arrivo è per giugno secondo Confesercenti in tutta la Riviera. A fine giugno i tanti dipendenti del comparto della ristorazione e anche commessi e baristi dipendenti, non avranno più gli ammortizzatori sociali. Scatteranno centinaia di licenziamenti.
12
Mira
www.lapiazzaweb.it
Politica e storia. L’appello di un gruppo di ex consiglieri comunali
“No ad una piazza Martiri delle Foibe al Centro Civico di Borbiago” A
Mira è scontro sulla vicenda dell’istituzione di Piazza Martiri delle Foibe. A dire no alla nuova piazza che potrebbe sorgere a ridosso del centro civico di Borbiago, sono un gruppo di ex consiglieri comunali. “No a Piazza vittime delle Foibe di fronte al Centro Civico di Borbiago. E’ troppo vicino al monumento ai caduti della Resistenza. Non va fatta confusione storica”. Così la quasi ventennale questione dell’istituzione di Piazza Foibe si è trasformata in uno scontro frontale fra schieramenti politici e associazioni del territorio. Nei mesi scorsi infatti l’associazione Combattenti e Reduci con presidente Filomeno Porcelluzzi aveva fatto richiesta al Comune di destinare l’area a ridosso del Centro civico di Borbiago a ricordo delle vittime delle Foibe. Ma facciamo un passo indietro. Mira è da 18 anni aspetta che venga intitolata una piazza ai Martiri
delle Foibe. Si sono succedute ben 4 giunte. Era l’ottobre 2003 quando il Consiglio comunale di Mira e il sindaco di allora era Roberto Marcato votò quasi all’unanimità un ordine del giorno (voluto da An e dall’ex consigliere Enrico Carlotto) che avrebbe dovuto portare all’inti-
Nell’ottobre 2003 il Consiglio comunale di Mira e il sindaco di allora era Roberto Marcato, votò quasi all’unanimità un ordine del giorno voluto da An e dall’ex consigliere Enrico Carlotto tolazione di piazza. Si era parlato dell’area verde a ridosso di via Oberdan a Mira Taglio, poi dell’area davanti al centro civico di Borbiago. E su questa nelle scorse settimane è scoppiato il no proprio di un gruppo di ex consiglieri comunali guidati
da Guerrino Palmarini (ex Pci, Pd e ora Articolo 1) “Via Botte a Borbiago – spiega Palmarini in un appello sottoscrizione inviato al sindaco - deve rimanere ricordata per il monumento ai 9 partigiani morti nel 1945 nei pressi dell’autostrada. All’inizio
della stessa via Botte sorge da qualche anno il Centro Civico, edificato nell’area dove in passato sorgeva la vecchia scuola elementare di Borbiago. Lo spazio antistante è piuttosto limitato e non può essere definito una piazza. Dal 2017 ospita già
un piccolo giardino dedicato ai “Giusti tra le Nazioni”, cioè a coloro che, non ebrei, hanno agito per salvare gli ebrei dal genocidio nazista. Mira democratica deve trovare un altro luogo, più consono, per ricordare le vittime delle Foibe, persone hanno dovuto abbandonare la loro terra in seguito ai crimini, perpetrati nella Jugoslavia di Tito. La Repubblica Italiana ha istituito il 10 febbraio. Riteniamo che non possa essere l’area antistante il Centro Civico di Borbiago è già dedicata ai “Giusti tra le Nazioni”, ma soprattutto perché via Botte è legata alla storia della Resistenza mirese”. Il sindaco Marco Dori è pronto a risolvere la questione: “A breve – assicura – verrà convocata una apposita commissione dove si faranno gli approfondimenti del caso. Indubbiamente come segnalato vi sono delle questioni che devono essere tenute presenti“ Alessandro Abbadir
Per il consigliere regionale Speranzon è un atto di civiltà Di fronte al no degli ex consiglieri Comunali, resta sulla propria linea l’Associazione Combattenti e Reduci che ha fatto la proposta ma che però è pronta anche a trovare un’altro spazio sempre a Borbiago a cui dedicare la piazza. “Trovare soluzioni attraverso la riconciliazione è fondamentalespiegano il presidente dell’associazione Filomeno Porcelluzzi e il consigliere comunale Fucsia Paolo Lucarda. Quello che è importante è che questa piazza venga fatta e non si perda altro tempo. Ci sono altre soluzioni a Bor-
biago, sempre a lato di via Giovanni XXIII. Siamo pronti ad accogliere le sensibilità di tutti ma adesso è ora di agire”. Sulla questione interviene il consigliere regionale Raffaele Speranzon. “La piazza dedicata ai martiri delle foibe – dice – è un atto di civiltà”. “Intitolare loro una piazza -spiega- è un atto di civiltà, nei confronti della storia, di tutte le vittime innocenti. È orribile ostacolare il ricordo di migliaia di vittime del comunismo”. “Non stupisce - continua- che a vo-
ler mettere ostacoli a questa iniziativa approvata dal Consiglio comunale di Mira nel 2003 ci siano ex consiglieri che appartengono ad aree politiche di sinistra: evidentemente non hanno ancora fatto i conti con la propria storia e cercano di nascondere gli orrendi crimini del comunismo”. Pronta la replica a stretto giro di posta dell’ex consigliere Palmarini che ricorda come certe parti politiche non abbiano fatti i conti con l’invasione fascista e nazista della Jugoslavia che fu concausa delle foibe”. (a.a.)
Raffaele Speranzon
13
Dolo
www.lapiazzaweb.it
Centro storico. Dopo mesi di attesa è partito un intervento programmato da anni
Piazza del Grano, al via i lavori S
ono partiti con la consegna del cantiere nelle scorse settimane i lavori di sistemazione di Piazza del Grano a Dolo. A presentare la messa in cantiere del primo stralcio del progetto, è l’assessore ai Lavori Pubblici comunale Giorgia Maschera. “Si parte con la ripavimentazione di via Dauli con materiali pregiati e con un nuovo e più ampio sagrato per la chiesa di San Rocco, che collegherà, in via ideale, il Duomo con l’acqua attraverso una gradinata di oltre otto metri lungo la riva del Naviglio. A queste opere iniziali – prosegue l’assessore. Seguirà la creazione della nuova piazza, nel tratto di via Giacomo Matteotti compreso tra l’incrocio con via Cairoli e l’ex libreria Morelli”. Si farà, dunque, la scalinata sul Naviglio. Di contro, comunque, nella piazza saranno conservati gli elementi identitari, come il busto di Garibaldi, e saranno piantate alcune decine di alberi che, con nuova pavimentazione e arredo, consentirà ai cittadini di sentire
questo spazio quale luogo davvero centrale nel contesto urbano. L’assessore all’Urbanistica Matteo Bellomo aggiunge. “Ringraziamo la Soprintendenza che ci ha accompagnato in tutto questo percorso. Il supplemento dell’istruttoria che si è concluso permette infatti di fugare, finalmente, tutti quei dubbi che qualcuno ha instillato pur in una esigua minoranza dell’opinione pubblica dolese. Il rammarico di avere perso oltre un anno non ci ha fatto perdere l’entusiasmo nel costruire un’opera fondamentale, che attraverso una passerella galleggiante e temporanea sul Naviglio costituirà una passeggiata capace di collegare le due piazze di Dolo, innescando un circuito virtuoso per i nostri commercianti e i nostri esercenti che, in un momento così difficile, meritano risposte eccezionali”. Com’era prevedibile, la cantierizzazione del centro di Dolo è stata accolta con opinioni diverse da parte dei cittadini. Nel gennaio del 2020 era stata la pri-
ma a sollevare critiche al progetto di riqualificazione ed a distanza di quindici mesi, Carlotta Vazzoler, consigliera comunale di Progetto Civico, torna ad analizzare i lavori. “Diverse mie osservazioni sono state accolte. Il primo stralcio della riqualificazione di Piazza del Grano dovrà adesso rispettare il luogo, la storia, l’identità del paese e della collettività. La Soprintendenza ha infatti emesso l’autorizzazione con sostanziali modifiche. Gli altri due stralci del progetto dovranno comunque seguire un ulteriore iter autorizzativo” Lino Perini
Sopra un’immagine della piazza fine lavori
Gli uffici veterinari tornano a Dolo Gli uffici della Uoc Igiene Alimenti Origine Animale e Derivati del Distretto di Mirano-Dolo sono stati trasferiti definitivamente dalla sede di via Barche, 53 di Mirano alll’ospedale di Dolo di via Riviera XXIX aprile. L’unità di Veterinaria svolge i controlli ufficiali in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti di origine animale (come carne, pesce, molluschi, latte, uova, miele, ed altro ) e fornisce agli operatori del settore alimentare e ai consumatori informazioni volte a migliorare la sicurezza degli alimenti di origine animale dalla loro trasformazione sino alla utilizzazione da parte del consumatore finale. Soddisfazione per l’ex consigliere comunale Giovanni Fattoretto che a suo tempo si attivò moltissimo per questa soluzione. “Nel maggio del 2012 vi fu - spiega - il trasferimento del servizio veterinario dalla storica sede di via Fondamenta alla centralissima via Barche di Mirano. Sono trascorsi 9 anni ed ora si é concretizzato il nuovo trasferimento del servizio veterinario da Mirano nei locali della vecchia direzione generale dell’ospedale sopra l’ ingresso lungo la strada regionale 11, con un buon risparmio in termini economici ma anche perché darà maggior peso all’ ospedale stesso e alla Riviera del Brenta con la presenza di un insostituibile servizio per allevatori macellai macellatori agricoltori e la relativa filiera. Inoltre, essendo gli uffici ubicati a poca distanza dal dipartimento di’ Igiene e Prevenzione sono estremamente comodi all’utenza e facilmente raggiungibili per la presenza del parcheggio di piazza Foro Boario e la fermata dei mezzi di trasporto davanti all’ingresso dell’ospedale”. (l.p.)
Giancarlo Mirano (V Appassion ha diretto Gallerie significativ in Italia curando ev per Enti Pubblici e Musei Civi Da sempre interessato alla particolar modo, attratto dall Serenissima. “L’amore sbagliato”, è un rom e fantastico ambientato nella potente Venezia del Sedicesim
€ 13,00
manzo storico ricchissima e mo secolo.
Scuola. Il dirigente scolastico Luigi Carretta illustra le iniziative messe in campo dai docenti
Il Liceo sportivo Galileo Galilei, brilla per la didattica innovativa L
a pandemia non frena l’attività didattica e neppure le idee del liceo sportivo dell’istituto Galileo Galilei che si contraddistingue per iniziative interessanti e didatticamente valide. Il liceo, diretto da Luigi Carretta, ha nel professor Stefano Borgo un docente sempre aperto a favorire negli studenti nuovi modi di approcciarsi al mondo esterno per perseguire nuove metodologie di studio. In quest’ottica ha perfezionato, unico in Italia, il progetto che consente agli studenti di partecipare attivamente al mondo social attraverso il web Calcimercato.com di Milano- ”vivoperlei.calciomercato.com”. I ragazzi pubblicano loro lavori che verranno valutati dall’editore, da sociologi e da giornalisti così che verrà poi assegnato un punteggio che varrà anche ai fini dei crediti e nel curriculum scolastico. Nella prima settimana di pubblicazione la redazione ha eletto miglior “debuttante”, Davide Turco che ha elaborato un’attenta analisi del fenomeno del calcio Venezia dal titolo “Venezia: non chiamatelo miracolo sportivo”. Non è stato l’unica iniziativa attivata dal liceo dolese che ha aderito, unico nel Veneto e sono solo dieci in Italia, al progetto “High School Challenge– Play Your Future”. A seguirlo, oltre a Stefano Borgo, gli studenti Riccardo Irrera ed Alessandra Da
A maggio si è tenuta una prova per individuare i componenti della squadra che rappresenteranno l’istituto alla finale nazionale
Un’immagine del Liceo Galilei
Lio. Quest’ultima segue l’attività di comunicazione e diffusione e lo spiega. “Il progetto High School Challenge è una sfida tra 10 istituti italiani per scoprire il mondo della ‘sport industry’ e per affacciarsi al mondo del lavoro con l’opportunità di raggiungere concrete esperienze sul campo. Capofila è il liceo Des Ambrois di Oulx, in provincia di Torino. Per partecipare bisogna scaricare una app che da modo di seguire un percorso formativo, composto da testi e video, alla scoperta di sei tematiche che esplorano le diverse sfaccettature della sport industry quali Governance, Strategy, Operations Merchandising
Licensing, Digital & Unconventional Marketing, Sport Tourism & Legacy e eSport”. A maggio si è tenuta una prova per individuare i componenti della squadra che rappresenteranno l’istituto alla finale nazionale di settembre, sarà composta da sei studenti, due del liceo sportivo e due di altri corsi. Gli studenti vincitori saranno premiati con interessanti esperienze professionali concordati con aziende e organizzazioni del mondo dello sport. Il progetto consentirà agli studenti di acquisire anche crediti formativi Akto nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro. Lino Perini
“L’amore sbagliato” il romanzo di Giancarlo Bonaventura E’ uscito nelle scorse settimane la prima pubblicazione del dolese Giancarlo Bonaventura: “L’amore sbagliato”, un romanzo storico e fantastico ambientato nella Venezia del sedicesimo secolo. Una storia che simagico, snoda nei secoli Uno scrigno nobildonne e honeste cortigiane, e attraverso inaspettati nobiliincontri e ricchi mercanti, pittori e sensuali modelle, che permettono al protagonista musicisti e seduttori: impossibili incontri di ritrovarsi con popolano vari personaggi un’incredibile storia di Venezia nello sfondoattraverso libertino e seduceni secoli. te tipico di una città unica e sensuale come Venezia. Appassionato d’arte, ha diretto le sue gallerie organizzando significative mostre in Italia e all’estero e curando eventi pubblici per enti pubblici e musei, Bonaventura è appassionato della Storia della Repubblica Serenissima. Gli chiediamo com’è arrivato a scrivere il suo primo romanzo”‘L’amore sbagliato”. “Sono sempre stato inna-
l’Amore sbagliato
o Bonaventura Venezia) 1952. nato d’Arte, o le proprie organizzando ve mostre e all’Estero, venti culturali ici. storia è in la Storia della
15
Dolo
www.lapiazzaweb.it
l’Amore sbagliato
Giancarlo Bonaventura
Giancarlo Bonaventura
morato- dice - dell’arte, in tutte le sue sfaccettature e, in particolar modo della storia della Serenissima. Ho trovato stimolante scrivere della Repubblica veneziana, che rappresenta la nostra glo-
riosa ed edificante storia, troppo poco considerata. Il libro narra della bellissima e struggente storia d’amore di Alvise Gritti, ambientata all’inizio del 1514 svaVenezia, primi giorni di primavera del 1514. sulla grandezza, ricchezza Il riando nobile Alvise, Principe Mercante, figlio di Andrea Gritti, famoso Doge della Serenissima colui che trasformerà la Città e potenza culturale che la città di nel suo massimo splendore artistico, diventa una delle più importanti cariche dell’Impero Ottomano. A Venezia, dopo varie saputo perplessità, Venezia ha diffondere nel inaspettatamente s’innamora. Grazie a riscoperti sortilegi, incontra mondo e successivi, che conancora continua a personaggi famosi dei secoli i quali condividerà lusinghiere esperienze. Tiziano e Violante vivranno con Vivaldi, meravigliarci. Pittori, scultori, letCasanova e Goldoni, un viaggio impensato e ricco di suggestioni. commediografi, composiMaterati, gli impegni imprescindibili col Sultano si fanno sempre più impellenti. Riuscirà a soddisfare la sua imprevista passione tori, ingegneri hanno contribuito e conciliare i doveri politici con l’Impero Turco, sollecitati dal padre, il Doge Gritti? a renderla una immensa, grande città”. Lo scopo di questo libro? “Vorrei che questo amore per la civiltà veneziana fosse tramandato. Credo che raccontare finalmente in modo semplice e chiaro la storia di Venezia attraverso una storia d’amore, sia una sana, serena, curiosa e importante testimonianza di apprendimento per i giovani”. (l.p.)
16
Dolo
www.lapiazzaweb.it
La storia. Dopo la lotta contro l’obesità il protagonista si racconta
Andrea De Lorenzi prende la quinta laurea C
on il voto di 110 e lode, Andrea De Lorenzi, 44 anni, candidato consigliere comunale alle elezioni dello scorso settembre con la lista di Alberto Polo sindaco, si è laureato al corso di laurea Magistrale in Scienze Storiche all’Università di Padova con una tesi dal titolo “Le vicende del consorzio di bonifica di Lugugnana sedimentatosi nel fondo di Ettore De Goetzen. Cosa c’è di strano? Che questa è la quinta laurea conseguita da De Lorenzi. La prima nel 2009 in Scienze politiche con una tesi dal titolo “Una dinastia politica: dal Partito Popolare italiano al declino della Democrazia Cristiana”. Per proseguire con una laurea in Politica ed Integrazione Europea, una in Storia ed una in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti umani. De Lorenzi viene da un’esperienza personale molto logorante perché nel 2013 è stato operato di bypass gastrico riuscendo a scendere dai 168, prima dell’intervento, di un centinaio di chili. Una situazione che ne ha influenzato scelte e condizioni di vita come osserva. “L’obesità è un limite sociale per chi la vive”. Aggiungendo. “L’intervento di bypass gastrico non deve essere visto come una cosa positiva. È l’estrema soluzione di un problema che con il tempo era diventato patologico E’ servito anche per sconfiggere una situazione di disagio”.
A fianco Andrea De Lorenzi
Piano per la ripartenza in 7 aree
che, spero che ora che la salute mi è amica si aprano delle porte. Vorrei però portare il mio esempio affinché le nuove generazioni non perdano mai il dono più bello che l’uomo ha: la curiosità e che questo li spinga a leggere, a ragionare con ciò che loro hanno imparato e non solamente con quello che viene loro raccontato”. Sarà la quinta e ultima laurea?”. Lino Perini
L’amministrazione di Dolo ha predisposto un piano per la ripartenza e il rilancio territoriale, produttivo, sociale e culturale: 7 le aree d’intervento. Si va da un piano di mantenimento e di rilancio dell’edilizia scolastica (stanziati 285.771,40 euro per la sostituzione dei serramenti esterni sul prospetto sud della scuola primaria “De Amicis”); alla riqualificazione infrastrutturale dei quartieri periferici e si prosegue con una spinta alla digitalizzazione attraverso lo sviluppo dello “Sportello Digitale per il Cittadino”. Il Comune intende, poi, sviluppare la telesorveglianza, con installazione di nuove telecamere per il contrasto agli atti di vandalismo e per il monitoraggio dell’abbandono dei rifiuti. Importanti aiuti anche al tessuto produttivo sono previste dal programma dell’amministrazione che prevede il rimborso Imu e Cosap per le aree mercatali e la semplificazione delle procedure per consentire agli esercizi pubblici l’installazione di dehors. In previsione, quindi, della rigenerazione urbana e ambientale sarà istituito un
La prima laurea in Scienze Politiche l’ha conseguita nel 2009 con una tesi sulla Democrazia Cristiana “La passione per lo studio è nata nell’adolescenza ed è stata la valvola di sfogo per colmare quel senso di solitudine a causa della mia obesità, vittima di quello che oggi è chiamato bullismo, non fisico perché all’epoca non era un fenomeno ancora diffuso ed enfatizzato dai media, verbale, che comunque lascia delle ferite nell’animo e non nella pelle”. “Negli anni - ha aggiunto De Lorenzi- ho sviluppato un interesse per la politica sia intesa come filosofia che come scienza attiva per il rispetto dei diritti umani in ogni forma, dall’uomo stesso all’ambiente che lo ospita”. Prospettive lavorative? “Purtroppo l’obesità e una serie di incidenti di percorso, mi hanno tenuto lontano dal mondo del lavoro an-
gruppo di lavoro per intercettare ogni finanziamento europeo in grado di favorire sia la realizzazione di luoghi sicuri per la socialità sia il recupero di spazi urbani da restituire alla cittadinanza. Interventi sociali riguarderanno la creazione di sportelli per agevolare la prenotazione degli accessi alle vaccinazioni; l’ erogazione dei buoni spesa, grazie anche alla donazione dei “Lions Riviera del Brenta”. Al via anche la fase di progettazione, con le associazioni locali, per il finanziamento di attività, nel periodo estivo, la promozione della cultura, della lettura, della socialità. (l.p.)
18
Dolo
www.lapiazzaweb.it
Salute. Le parole del direttore generale dell’Ulss 3 Edgardo Contato a Dolo
“A emergenza finita all’ospedale non verrà tolto alcun servizio” “F
inita l’emergenza, questo ospedale tornerà a brillare di tutte le sue eccellenze e nulla gli verrà tolto”. Significative le parole che ha pronunciato nelle scorse settimane il nuovo direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato in occasione di un incontro avvenuto all’ospedale di Dolo, struttura che da oltre un anno è in trincea contro il coronavirus. L’hub covid hospital della provincia di Venezia ha aperto i suoi reparti al direttore generale che, assieme alla direttrice Francesca Ciraolo e i primari, lo ha visitato ed ha raccolto da parte del personale i racconti per gli sforzi e il lavoro di squadra costruito in questo anno della loro vita dedicato a combattere il virus. “Non avete vissuto mai un giorno senza pazienti positivi in reparto – ha ricordato Contato. Vi siete messi a servizio della collettività con abnegazione, accettando e contribuendo alla metamorfosi di questo ospedale, che si è plasmato fino a diventare il primo fronte contro il virus. Ai complimenti il direttore generale ha fatto seguito con una promessa che rinvigorisce le speranze anche di migliaia di cittadini rivieraschi. “Sforzi e sacrifici, i vostri, che non verranno dimenticati. Finita l’emergenza, questo ospedale tor-
Sopra Edgardo Contato
nerà a brillare di tutte le sue eccellenze e nulla gli verrà tolto”. Parole che non sono passate inosservate a chi da anni si batte per la salvaguardia del nosocomio dolese. Il Comitato Bruno Marcato ha così commentato. “Ci sembra giusto ricordare però che non è assolutamente scontato che l’ospedale ritorni com’era se non viene da subito liberato dalla presenza del Covid all’interno. Non sarà possibile perché i tempi dell’emergenza non saranno assolutamente brevi e soprattutto perché gli spazi alternativi non sono stati ancora individuati, tenuto con-
to che sarà una situazione consolidata anche nel futuro, pur senza emergenze. Inoltre, se permane ancora e senza soluzioni immediate tale scelta su Dolo, molti medici non torneranno più, alcuni se ne sono andati ed il personale sanitario rimarrà dove è stato collocato. Dire che tutto tornerà come prima è impossibile realizzarlo se non vengono fatte subito delle scelte. Verificheremo concretamente se quanto viene promesso si realizzerà. Vogliamo credere che l’ospedale di Dolo tornerà come prima, però se non viene risolta la presenza del Covid al suo inter-
“Riviera Inclusiva”, ville accessibili alle persone con disabilità Rendere accessibili le ville per quanti hanno una disabilità sensoriale e cognitiva. Questo il progetto denominato “Turismo inclusivo” in corso in Riviera grazie al contributo della Fondazione Riviera Miranese. Lo scopo è quello di contribuire a migliorare l’esperienza culturale e di socializzazione nella Riviera del Brenta delle persone con disabilità. Ma non solo, vi è anche l’obiettivo formare guide turistiche che, grazie ad un’adeguata conoscenza della disabilità cognitiva, motoria e senso-
riale, abbiano gli strumenti per strutturare un tour di visite aperto alle varie tipi di disabilità dando modo e possibilità alle persone con disabilità motoria di spostarsi autonomamente sia all’interno della villa che visitano e, ove possibile, nel parco, utilizzando una carrozzina dotata di propulsore elettrico. A promuovere il progetto l’associazione Famiglia e Abilità. “Vogliamo l’opportunità per i nostri figli e in senso più esteso per le persone con disabilità cognitiva e motoria di visitare le bellez-
ze del nostro territorio. Un’opportunità spesso negata non per carenza di sensibilità del contesto di riferimento, ma dalla mancanza di conoscenza del problema e di strumenti (formativi ed economici). Per questo abbiamo iniziato in questo biennio a lavorare attraverso alcune iniziative”. Si va dalla realizzazione di un portale web “Riviera del Brenta Inclusiva” ad una partnership di rete con l’associazione “Oltre il muro” per promuovere il progetto Disabilty Friendly. (l.p)
no, da subito non a fine emergenza, sarà impossibile. Più volte abbiamo proposto soluzioni alternative per consentire il mantenimento delle attività chirurgiche e sanitarie per il bacino della Riviera del Brenta (e non solo) lo abbiamo fatto inutilmente ed inascoltati. La direzione aziendale ha percorso strade opposte, spostando i reparti a Mirano e costringendo i pazienti con patologie anche gravi, a cercare soluzioni in altre strutture. Permane anche la chiusura delle prestazioni specialistiche ed ambulatoriali”. Lino Perini
19
Territorio
www.lapiazzaweb.it
Turismo. Al via la stagione estiva con una promozione mirata per migliorare la visibilità
Le spiagge venete sono pronte a partire U
na promozione mirata sui mercati tedeschi nella prima metà di giugno, per migliorare anche all’estero la visibilità delle località del litorale veneto, e un filo diretto col ministro Massimo Garavaglia, per affrontare il tema del turismo nelle città balneari, sono tra le priorità della pianificazione che gli amministratori di Chioggia, Rosolina, Porto Viro, Porto Tolle, Jesolo, Eraclea, Caorle, San Michele al Tagliamento e Cavallino-Treporti, hanno individuato nell’ambito della “Conferenza dei sindaci del Litorale Veneto”, già al lavoro dallo scorso aprile per far decollare questa stagione turistica e ripartire dopo la crisi innescata dall’emergenza sanitaria che ha colpito in modo significativo le attività imprenditoriali del comparto. La riapertura degli alberghi, dello scorso 15 maggio, ha rimesso in moto aspettative ed entusiasmo per la stagione che sta per cominciare e le speranze di risalire la china per un settore che, solo nelle spiagge, conta oltre 50mila addetti. “Siamo pronti a ripartire” ha più volte ribadito Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento e presidente della Conferenza dei sindaci del Litorale veneto, sottolineando come già nella scorsa stagione gli amministratori della costa veneta si siano dimostrati pronti per accogliere in piena sicurezza, nel rispetto dei protocolli sanitari previsti per far fronte all’emergenza, i turisti. Una proposta quella del litorale veneto che non vuole limitarsi alla spiaggia ma che l’associazione della “Conferenza dei sindaci” vuole, in prospettiva, far crescere con la messa a punto di nuove strategie, valorizzando sempre di più anche il patrimonio storico, artistico ed am-
Gli amministratori delle nove città balneari della Costa veneta sono al lavoro per far ripartire, dopo la crisi legata all’emergenza sanitaria, le attività imprenditoriali del comparto. Si chiedono regole chiare su protocolli anticovid, vaccini e spostamenti bientale che il territorio offre. “Una questione da porre al Ministro è anche la valutazione dell’opportunità di introdurre nell’elenco delle zone urbanistiche, che possono beneficiare dell’agevolazione del cosiddetto bonus facciate, anche quelle delle strutture ricettive classificate come zona D” commenta il primo cittadino di Chioggia, Alessandro Ferro, a margine della riunione dei sindaci del Litorale veneto tenutasi ad aprile. “Il tema del bonus facciate è stato dibattuto a lungo, perché per beneficiare dell’agevolazione è al momento indispensabile che gli interventi siano effettuati su immobili ubicati all’interno delle zone A e B, ovvero centro storico o area limitrofa – aggiunge – in comuni balneari quale è il nostro, sono molti gli edifici che fanno capo a strutture ricettive che insistono nelle aree centrali dei territori e che, essendo datati, necessitano di ristrutturazione. Come ha spiegato la vicepresidente dell’Associazione Sindaci del Litorale Veneto, Roberta Nesto, sindaco di Cavallino-Treporti, le agevolazioni introdotte dal Governo potrebbero sostenere il nuovo decoro delle città, aggiungendo pregio storico, artistico e ambientale e favorire in generale il restyling degli edifici situati nei centri urbani”. E, tuttavia, armonizzare le re-
gole per contenere la diffusione del Covid-19 con le esigenze dei turisti rappresenta una delle sfide più significative di questa stagione, anche per le località balneari del Litorale veneto che denunciano la forte concorrenza di Paesi esteri. In particolar modo fa notare anche Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, tra le maggiori difficoltà vi sono quelle delle strutture alberghiere, tenute all’osservanza di rigidi protocolli che hanno in qualche modo scoraggiato i turisti, i quali in questa fase ancora un po’ confusa di programmazione hanno dimostrato di preferire per lo più le case in affitto, molto più ambite e richieste. Tenuto presente che il nostro Paese deve garantire seri criteri per presentarsi come sicuro agli occhi dei turisti, anche stranieri, è necessaria quindi una programmazione precisa e chiara attraverso un filo diretto con il Ministro Garavaglia per definire con regole certe i temi fondamentali, quali i protocolli da seguire in materia covid, la questione dei vaccini e degli spostamenti, così come si sollecita anche dal G20s delle principali località balneari italiane, attualmente 26, di cui fanno parte anche le spiagge venete di Bibione, Caorle, Cavallino-Treporti, Chioggia, Rosolina e Jesolo che ospiterà l’edizione 2021 del summit.
Sul litorale sventola ancora la Bandiera Blu Il litorale veneto può vantare anche quest’anno l’ambito “sigillo di qualità” per le sue località balneari, una carta in più da giocare per catturare consensi e attenzioni dei turisti. Chioggia, Rosolina, Caorle, Cavallino Treporti, Eraclea, Venezia, Jesolo, San Michele al Tagliamento e Porto Tolle ottengono la conferma, infatti, della Bandiera Blu, il riconoscimento internazionale istituito nel 1987 che viene assegnato annualmente dalla Foundation for Environmental Education (Fee). I criteri valutati da una giuria nazionale, di
cui fanno parte anche i ministeri della Transizione ecologica, delle Politiche agricole e del Turismo, tengono in considerazione una serie di parametri nell’ottica dell’accoglienza, dei servizi di eccellenza per cittadini e visitatori e della sostenibilità ambientale. Vengono dunque valutate anche le strutture alberghiere, i servizi d’utilità pubblica sanitaria, la gestione dei rifiuti, la depurazione delle acque reflue, la regolamentazione del traffico veicolare, le informazioni turistiche, la segnaletica aggiornata e l’educazione ambientale.
In Italia questa stagione turistica estiva si apre con l’assegnazione di ben 201 Bandiere Blu ad altrettanti comuni del litorale, sei in più rispetto al 2020, con 416 spiagge e 81 porti turistici.
20
Cultura
www.lapiazzaweb.it
L’intervista. E’ presidente della giuria del Premio Campiello, la finale a settembre
“Da scrittore e lettore amo le storie e le vite degli altri”
C
’è chi lo indica come possibile Presidente della Repubblica, ma lui della sua “vita precedente”, come la definisce, non vuole parlare. A Walter Veltroni, 65 anni, basta il suo incarico di presidente della giuria del premio Campiello. L’ha voluto il presidente degli industriali veneti, Enrico Carraro, che organizzano il premio e gli ha affidato un compito non semplice: dai 360 titoli giunti la giuria ha appena distillato la cinquina finalista dopo la riunione al Bo di Padova. La finale, dalla quale uscirà il SuperCampiello, si svolgerà il 4 settembre all’Arsenale di Venezia. Presidente, lei si sente più giornalista, scrittore o regista? “Quello che mi piace è ascoltare e raccontare delle storie. E questo si può fare in tanti modi: scrivendo, con il cinema, con i documentari; Vecchioni che è in giuria con me lo fa con le canzoni”. In una parola, le interessa la vita degli altri “La motivazione è quella. Il che rende difficile scegliere una forma rispetto alle altre”. Lei ha scritto molti libri: ce n’è uno che preferisce? “Quello cui sono più affezionato è il libro su mio padre, che si intitola “Ciao”. Lui è morto molto giovane e non l’ho conosciuto. Abitava al piano di sopra rispetto a dove abito io del tutto casualmente, e così ho immaginato di incontrarlo sul pianerottolo, di invitarlo a casa mia e di parlargli”. Il suo ultimo libro è “Tana libera tutti”, che racconta la vita di Sami Modiano, bambino uscito vivo da Auschwitz. Perché ha voluto raccontare questa storia così dolorosa? “Perché una vicenda di questo tipo, che fa vedere dove l’uomo è capace di arrivare, rischia di creare paura. E allo stesso tempo è una storia straordinaria, che non si deve dimenticare. Per questo ho usato lo stesso linguaggio di Sami, persona di grande dolcezza, il bambino che sognava di giocare a nascondino e di battere la mano sull’albero e dire, appunto, Tana libera tutti. Ma era ad Auschwitz”. C’è un libro che non ha ancora scritto? “Tanti. Quello che non mi manca sono gli spunti, le idee. Mi sono appuntato tante storie. Non so ancora quale sceglierò”. Qual è il film che ha girato che le piace di più? “Dal punto di vista civile, potrei rispondere il film su Berlinguer o quello su Sami Modiano. Ma quello che mi è piaciuto di più è “I bambini sanno”, dedicato ai bambini dai 9 ai 13 anni che ho
intervistato in giro per l’Italia”. Lo scrittore che ha amato di più da giovane? “Italo Calvino” Che magari avrà anche conosciuto… “No, e mi dispiace molto. Ma questa immaterialità di Calvino mi ha accompagnato nella lettura delle sue opere libero dal condizionamento che deriva da una conoscenza diretta”. Lo scrittore che le piace adesso qual è? “Tra gli stranieri Ian McEwan, tra gli italiani Sandro Veronesi”. È più difficile girare un bel film o scrivere un buon libro? “Se si ha una buona idea e l’u-
Walter Veltroni
miltà di provare e riprovare, non è difficile né l’uno né l’altro”. Un libro di un altro che le sarebbe piaciuto scrivere “Una valanga. A me piace molto il realismo magico, la letteratura sudamericana e quindi rispondo Triste, solitario e finale di Osvaldo Soriano”. Lei ha una produzione impressionante: ma quando scrive? “Ho sempre avuto facilità e rapidità di scrittura. Deve essere merito di mio padre giornalista. Per me è un lavoro: inizio alle otto di mattina e finisco alla sera”. One shot, come si dice, e va bene così? “Macché, sulla pagina ci torno e
ci ritorno”. Ha scritto “Odiare l’odio”: perché? “Perché temo che l’odio stia diventando un codice di comunicazione del nostro tempo. Siccome ho vissuto un tempo di odio che è stato quello del terrorismo e avverto la fragilità politico-istituzionale di questo momento, ho paura che la diffusione dell’odio, di ogni forma di odio, politico, razziale, religioso, sessuale cioè l’idea della negazione della bellezza dell’altro, diventi una specie di senso comune. Quindi ho cercato di scrivere per ribellarmi”. Dal libro alla musica: lei ha firmato il film “Il concerto ritrovato”, l’incontro tra la Pfm e De Andrè. Cosa l’ha colpita? “De Andrè e la Pfm sono proprio l’esempio di un incontro con l’altro: cosa c’era di più lontano della musica d’autore coltissima di De Andrè e del rock progressivo della Pfm? Invece si sono incrociati, hanno avuto l’umiltà e il coraggio di lavorare insieme e hanno prodotto qualcosa di nuovo. Come sempre accade nella vita: quando due diversità si incontrano si genera vita nuova”. Lei è diventato anche una canzone dei Garage gang. Capita a pochissimi, quasi una consacrazione. “Mi ha molto divertito…” A proposito di musica: lei era amico di Morricone, che partecipò perfino alle primarie del suo nuovo Pd. “Certo, ero suo amico. L’ho visto poco tempo prima che se ne andasse, in una singolare circostanza. Eravamo andati lui, io, Francesco Totti e Giovanni Malagò a vedere la mostra su Sergio Leone per i trent’anni della scomparsa. È stato molto bello vederla con lui”. In una recensione del suo commissario Buonvino è stato scritto: a furia di leggere Veltroni si diventa veltroniani “Non so chi l’abbia scritto però mi fa piacere… Buonvino è un personaggio particolare, un eroe triste e malinconico che è caduto e risalito, che avrebbe tante ragioni per non amare la vita ma in fondo la guarda con un occhio dolce, che è molto intelligente ma non se la tira… È una persona che mi piacerebbe conoscere”. Ha un modello tra gli scrittori di gialli? “Agatha Christie”. L’imitazione che fa di lei Crozza la fa arrabbiare o divertire? “Mi diverto, devo dire anche con quella che faceva Guzzanti”. Antonio Di Lorenzo
29
Cultura
www.lapiazzaweb.it
Eventi. Dal 1 giugno al 12 settembre prossimo
“Andy Warhol: an american artist”
U
n percorso espositivo di oltre 50 opere per raccontare la rivoluzione del genio Andy Warhol, l’artista americano protagonista della mostra che a partire dal 1 giugno e fino al prossimo 12 settembre si terrà nei locali del Museo Civico della Laguna Sud a Chioggia. “Attraverso l’esposizione, tra le altre, delle celebri opere dedicate a Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Campbell’s Soup e Interviews racconteremo la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialità, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell’establishment artistico americano. Warhol, infatti, non rappresenta solamente la superstar del mondo dell’arte e del mercato che tutti conosciamo, ma è l’immagine di un uomo dal volto sensibile e timido che si è trasformato in uno sperimentatore dalle esplosive capacità comunicative” sono le parole di commento di Matteo Vanzan, il curatore della mostra, realizzata dall’assessorato alla Cultura di Chioggia in collaborazione con l’agenzia MV Eventi di Vicenza, ha pronunciato per presentare il progetto sull’artista di Pittsburgh. “Il percorso di mostra – prosegue Vanzan nella sua presentazione - sarà composto non solo dalle opere d’arte ma anche da una stretta selezione di video, documentari della Factory e da alcuni film dell’artista. Il nostro obiettivo è quello di raccontare l’uomo prima dell’artista, con tutte le sue nevrosi e le sue insicurezze in un corollario di aforismi che, nell’ironia della sua essenza, tracciano inequivocabilmente la personalità
di Andy Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima degli anni Sessanta. Una sottocultura fatta di arte, cinema e musica che racchiude i dogmi fondanti di una nuova società di cui Warhol ha rappresentato il massimo interprete”. “Andy Warhol: an american artist” è il titolo dell’allestimento che si snoda lungo un percorso espositivo in cui le sue 50 opere amdranno ad inserirsi all’interno della collezione del Museo, creando un intreccio sensoriale tra cultura materiale e arte contemporanea. “Si dà vita così – spiega l’assessore alla Cultura Isabella Penzo - ad un’opportunità di fruizione dell’arte irripetibile nello spazio e nel tempo. Non si è pensato di far trovare, a chi visita, un doppio percorso culturale e nemmeno di allestire un padiglione esclusivo per la Pop Art del suo genio fondatore, le delimitazioni avrebbero segnato confini, mentre le differenze vengono a confluire in un’unica chiave di lettura: la rappresentazione della realtà. L’espressione della contemporaneità in Andy Warhol con la Pop Art trova il suo legame con la narrazione della storia di una Città, delle sue tradizioni, su cui poggia l’ancora attuale centralità del mondo della pesca e dei pescatori, che il museo sapientemente racconta. La visita al Museo è al tempo stesso visita alla mostra, un percorso di eccezionale capacità attrattiva per tutti, in questo periodo, in cui investire nell’offerta culturale risulta tanto complesso per via della pandemia, quanto significativo di un voler guardare oltre”. “Chioggia Città d’Arte vede all’interno del Museo Civico della
Un percorso espositivo di oltre 50 opere allestito nei locali del Museo Civico della Laguna Sud a Chioggia. La contemporaneità della Pop Art si fonde con la narrazione della storia della città lagunare Laguna Sud un allestimento temporaneo diffuso, per coniugare la bellezza del patrimonio locale con l’opportunità di promuoverlo in chiave anche turistica - afferma il sindaco Alessandro Ferro, - La nostra Città, che da sempre è laboratorio per artisti di richiamo con le sue caratteristiche calli, coreagrafici ponti e canali celebra la Pop Art di Andy Warhol che, in quanto strumento di trasmissione di messaggi, potrà essere colta dai residenti per riscoprire le radici con il territorio e dai visitatori per ammirare le tante meraviglie, tra cui mercati del pesce, canali su cui si specchiano case e palazzi, spiagge e molto altro ancora, partendo proprio dal suo Museo. Questa mostra rappresenta un contributo importante per tutti, nell’intento che sperimentare modalità innovative di fruizione museale contribuisca a creare una nuova consapevolezza e coscienza collettiva di rispetto e valorizzazione dei luoghi della cultura cittadina”. La mostra, con biglietto d’ingresso di 4 euro, sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 22 (sabato e domenica solo su prenotazione al numero di telefono 041-5500911 o alla email: info.prenotazionimuseo@chioggia.org.v
Teatro la Fenice, il cartellone di appuntamenti dal 2 giugno al 31 ottobre “Dopo mesi di programmazione annunciata mese per mese, a causa delle incertezze provocate dall’emergenza epidemiologica, siamo finalmente in grado di definire un cartellone a lungo termine, che si svilupperà nell’arco di cinque mesi, da giugno a ottobre” esordisce con queste parole il sovrintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina nel presentare gli eventi della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, in programma dal 2 giugno e fino al 31 ottobre prossimo. “Nel comporlo, - prosegue - abbiamo voluto innanzitutto onorare le promesse fatte, nei confronti sia degli artisti sia del pubblico, e recuperare tutti quegli spettacoli e quei progetti che erano stati annunciati o ai quali stavamo lavorando e che abbiamo dovuto sospendere o cancellare per le cause di forza maggiore. È un po’ come ripartire da dove ci eravamo lasciati”. Ed eccoli dunque gli eventi programmati, in tutto 16 appuntamenti dal vivo, con il pubblico in sala nel pieno rispetto delle norme di contenimento della diffu-
sione del Covid-19: cinque produzioni liriche a partire da “Faust” di Charles Gounod, “Farnace” di Antonio Vivaldi, “Rinaldo” di Georg Friedrich Händel, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi ed “Engelberta” di Tomaso Albinoni. Sei concerti: il tradizionale recital pianistico per la Festa della Repubblica del 2 giugno; il ritorno in Fenice di Riccardo Muti con la sua Orchestra Cherubini. Quattro concerti sinfonici dell’Orchestra del Teatro La Fenice con interpreti di prestigio come Umberto Benedetti Michelangeli, Hartmut Haenchen, Mario Venzago e Jonathan Brett con Maxim Vergerov al violino. E ancora, i progetti artistici nati da importanti collaborazioni: l’omaggio a Stravinskij nella Basilica di San Marco, organizzato insieme alla Biennale e alla Procuratoria di San Marco sotto l’egida del Comitato per i 1600 anni della fondazione di Venezia; i concerti al Marghera Opera Estate e al Festival di Mantova; la tradizionale “Opera Giovani” con il Conservatorio di Venezia.
30
Sport
www.lapiazzaweb.it
Calcio. Una giovane promessa 16 anni del Veneziano si sta facendo strada a livello nazionale
Davide Fasan alla ribalta con il Chievo Verona
U
na giovane promessa calcistica di Spinea si sta mettendo in luce nelle file del Chievo Verona. Sta rapidamente bruciando le tappe il giovanissimo Davide Fasan, classe 2006, che da quest’anno milita nel settore giovanile della formazione scaligera del presidente Campedelli. Dopo aver iniziato a giocare nel 2012 nell’Accademy del Padova, società nella quale dove è rimasto per due anni, Davide è poi passato a giocare nel settore giovanile del Venezia rimanendovi per quattro stagioni. Dalla società lagunare si è, quindi, trasferito al Cittadella nella scorsa stagione prima di trasferirsi nuovamente questa volta nel club gialloblù veronese del Chievo Verona. Un trasferimento che lo ha costretto a lasciare la famiglia a Spinea perché ora Davide vive in convitto a Verona e che lo ha costretto a superare anche la nostalgia.Ora
si è integrato perfettamente e con profitto nella nuova realtà. Nonostante la giovane età non gli difetta già una discreta maturità e un buon senso del sacrificio, doti che ha acquisito grazie all’educazione ricevuta in famiglia. Ha iniziato a giocare come difensore centrale ma crescendo ed esprimendo grande fisicità e buona tecnica, è stato anche utilizzato sugli esterni sia a destra che, nella scorsa stagione con i granata castellani. a sinistra. In quest’ultimo ruolo ha giocato quasi sempre nello scorso torneo, fornendo un contributo importante alla squadra. Durante la scorsa stagione, infatti e nonostante l’inconveniente del blocco dovuto al covid19, Davide ha dimostrato di poter calcare palcoscenici importanti del calcio giovanile professionistico, segnando anche qualche gol (da difensore non è cosa da poco conto) e for-
A fianco Davide Fasan
nendo numerosi assist gol. Tutto questo ha attirato le attenzioni degli osservatori del Chievo che hanno deciso di acquisirne le prestazioni sportive. Dal punto di vista tecnico e comportamentale Davide Fasan è un giocatore di cuore, potente, dotato
di una gran corsa, senso della posizione, buona visione di gioco, destro naturale anche se si disimpegna bene anche col piede sinistro. In passato è stato visionato anche dal Valencia che l’aveva notato durante un campus estivo ma la corte del Chie-
Gli arcieri di Spinea vincono il titolo italiano Grande soddisfazione a Spinea per l’ottimo risultato ottenuto dai tiratori con l’arco della società sportiva Asd Arcieri e Balestrieri di Spinea che si sono brillantemente comportati al 48°campionato italiano indoor di tiro con l’Arco - FSN Fitarco, svoltosi a Rimini Fiera. Tommaso Seno si è confermato campione italiano per la categoria ragazzi, compound mentre alla dolese Caterina Gallo è andata la medaglia d’argento per la categoria ragazze compound. Risultato di assoluto valore visto il lotto dei partecipanti e la presenza degli atleti di punta della nazionale
italiana che hanno gareggiato alla manifestazione riminese. Entrambi i tiratori sono anche campioni regionali di specialità. A rendere ancora più sostanzioso il palmares della società di Spinea l’oro ottenuto dalla squadra ragazzi composta da Caterina Gallo, Tommaso Seno, Alessandra Marin tecnico, Leonardo Comelato e Maksim Kindrat. Grande soddisfazione per i tecnici e gli accompagnatori Alessandra Marin , Mario Marin e Chiara Miorin che hanno visto, con i risultati conseguiti, riconfermata l’eccellenza della scuola. A complimentar-
si per i risultati della società è stato l’assessore allo sport di Spinea Elia Bettin mentre per i risultati di Caterina Gallo e degli altri componenti la formazione di Spinea anche nelle parole del sindaco pro tempore di Dolo Gianluigi Naletto. “Faccio i miei più sentiti complimenti agli atleti e ai tecnici, per i sensazionali risultati raggiunti che riempiono di orgoglio tutta la cittadinanza e l’amministrazione. Gli Arcieri e Balestrieri di Spinea, presenti nel nostro territorio, sono ormai diventati una consolidata eccellenza sportiva su cui contare”. (l.p)
vo Verona è stata convincente, e così ha firmato un contratto quadriennale con la società scaligera che gli sta dando l’opportunità di vivere una nuova esperienza giocando nella squadra giovanile dell’Under15. Lino Perini
www.lapiazzaweb.it
31
#Regione
Il dibattito. Dopo i toni accesi in Consiglio Regionale lo scontro si è spostato in Commissione affari istituzionali
L’inchiesta sulla gestione della pandemia infiamma il confronto fra i consiglieri M
entre finalmente il Covid sta allentando la presa, in termini di contagi e ricoveri, arde ancora il fuoco della polemica sulla gestione della pandemia e in particolare della seconda ondata che ha visto il Veneto alle prese numeri importanti e decisioni contestate. Dopo il dibattito in consiglio regionale il confronto si è spostato in commissione Affari istituzionali sull’istituzione e si è fatto particolarmente vivace sull’istituzione della commissione regionale di inchiesta sulla gestione della pandemia. Motivo del contendere, le due distinte iniziative legislative per l’avvio di una commissione speciale di studio e approfondimento. La prima proposta, primo firmatario il capogruppo del Pd Giacomo Possamai e sottoscritta dagli altri consiglieri di opposizione, presentata a seguito della seduta ‘fiume’ della commissione Sanità di confronto con il presidente Zaia, chiede di mettere sotto i riflettori la gestione in Veneto della seconda fase della pandemia e, in particolare, l’impennata nel numero di contagiati e di morti che si è verificata in Veneto tra ottobre 2020 e marzo 2021. Periodo nel quale “sono morte per Covid in Veneto il quadruplo delle persone morte nei sette mesi precedenti”. La seconda proposta di delibera, presentata dai due capigruppo della coalizione leghista Alberto Villanova e
Luciano Sandonà
Giuseppe Pan, chiede, invece, la riattivazione della commissione speciale di inchiesta sulle case di riposo, avviata a maggio 2020 sul finire della precedente legislatura e decaduta con il suo termine. La commissione d’inchiesta, nelle intenzioni dei proponenti, dovrebbe allargare il raggio di studio e approfondimento a tutto il periodo della pandemia “al fine di comprendere le azioni adottate dalla Regione del Veneto nel contrasto della pandemia”. Quattro pertanto i punti di divergenza evidenziati nel primo confronto in commissione: il ‘focus’ della commissione d’inchiesta; la pubblicità dei lavori; gli interlocutori da ascoltare; e, infine, la collaborazione diretta con l’autorità giudiziaria. Nel corso della discussione il
capogruppo del Pd Possamai e la vicepresidente dem della commissione Vanessa Camani hanno definito una ‘forzatura’ l’iniziativa della maggioranza di presentare un provvedimento istitutivo che si sovrappone a quello presentato dalle opposizioni, sottraendo alla minoranza una delle prerogative democratiche. È un sopruso gratuito, un messaggio prevaricatore per rendere ancora più difficoltosi i rapporti - attacca il capogruppo Giacomo Possamai - I veneti attendono risposte: la commissione d’inchiesta deve avere un perimetro d’azione chiaro e preciso, per consentire di arrivare rapidamente ad affrontare le questioni più rilevanti. Per quanto riguarda la pubblicità, di solito le commissioni d’inchiesta sono a porte chiuse
per un motivo semplice: tutelare i soggetti sensibili che andiamo ad ascoltare. La commissione d’inchiesta non è un talk show né un tribunale”. Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni e la consigliera Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) hanno ribadito la natura di studio e approfondimento della commissione, invitando a non equipararla ad un “tribunale’ e a garantire alle persone convocate la possibilità di esprimersi liberamente, con la scelta di secretare i lavori. Dai banchi della maggioranza il capogruppo della lista Zaia Villanova, i consiglieri della Liga veneta Marzio Favero, Enrico Corsi e Laura Cestari, Tomas Piccinini di Veneta Autonomia e Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratel-
li d’Italia, hanno contestato la natura ‘politica’ e ‘pregiudizievole’ della richiesta delle opposizioni, sostenendo che la loro proposta istitutiva è volta ad isolare un singolo aspetto nella gestione della pandemia e a delimitare il campo degli interlocutori da ascoltare allo scopo di dimostrare un ‘teorema’ accusatorio più che di perseguire la ricerca della verità. Ancora più diretto Luciano Sandonà (Zaia Presidente), che oltretutto presiede la commissione affari istituzionali: “Chiederemo al Consiglio regionale che la commissione d’inchiesta sia accessibile a tutti, senza filtri, secondo un dovere di trasparenza e informazione che è diritto di tutti i veneti. Proponiamo anche di estendere l’inchiesta all’intero periodo Covid, non solo agli ultimi mesi come chiede la sinistra. Chiameremo a testimoniare i più autorevoli scienziati italiani e non è escluso che chiederemo l’intervento anche degli studiosi inglesi che hanno diffuso nei giorni scorsi un’importante ricerca che illustra che, in un’ottica di sanità pubblica, la diagnosi di riferimento non è rappresentata dal tampone molecolare, bensì dal test rapido. Risponderemo così con i fatti ad una sinistra che vorrebbe scienza e medicina al servizio della più becera strumentalizzazione politica”.
Zaia: “Nulla da nascondere, sempre agito nella legalità; chi non è convinto vada in Procura” “Non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo neanche nella condizione di essere trattati come dei lazzaroni o di poco di buono”. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dopo giorni di polemiche sulla gestione della pandemia e in particolare della seconda ondata, in quasi un’ora di intervento in Consiglio Regionale ha ricostruito passo passo, scelta dopo scelta, i 15 mesi segnati dal Covid, spiegando nel dettaglio le misure, le decisioni, i cambi di
rotta, i passi avanti. Quindi la conclusione accorata: “Fin dal primo giorno sono stato criticato per la quarantena dei ragazzi, siamo stati criticati per il pungidito che non serve a niente, siamo stati criticati per i tamponi, siamo stati criticati per tutto quello che abbiamo fatto: non c’è nulla che abbia funzionato. Mi spiace perché abbiamo cercato di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Non c’erano le istruzioni per l’uso, hanno sbagliato gli scienziati, ma noi non siamo perfetti. Io
non vengo qua né a giustificarmi e né a farmi processare, ma vengo qua a dirvi come è stata questa storia”. Zaia ha ricordato anche l’impatto sociale della pandemia, l’impegno del mondo sanitario, le tragedie familiari. “Guardate, noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni. Abbiamo preso decisioni codificate, comunque sancite dalla legge, perché i miei tecnici sanno che la mia parola d’ordine è sempre una, gliela potrei far dire a tutti, che è legalità, ma comunque van-
no prese le decisioni. A me quelli che giocano la schedina lunedì mattina mi fanno sorridere: non è facile gestire questa tragedia, mai avrei pensato da amministratore di trovarmi davanti a questa tragedia. Se siete così convinti, che ci sia qualcosa di illegale, gestito in maniera maldestra, che ravveda responsabilità personali, metteteci la faccia una volta: andate in Procura e fate una denuncia. Almeno chiariremo una volta per tutte la verità”.
32
Regione
www.lapiazzaweb.it
Economia. A colloquio con Luigi Sposato, alla guida di Eurointerim
“Il mercato del lavoro si è rimesso in moto, richieste per informatici e metalmeccanici”
O
ltre 700 dipendenti, cinquemila lavoratori collocati, 100 milioni di fatturato, sede legale a Padova, quasi una quarantina di filiali in Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Toscana: è la Eurointerim spa, presieduta da Luigi Sposato. Nasce nel 1998, subito dopo l’entrata in vigore della legge 196/97 voluta per incentivare ma anche per normare il mondo del lavoro e dell’occupazione in rapida trasformazione. Prende forma per iniziativa di un gruppo di consulenti del lavoro e si caratterizza, come si legge sul sito aziendale, per essere “l’unica agenzia per il lavoro autorizzata dal ministero, che coniuga la flessibilità e i servizi per le risorse umane con la conoscenza e il rispetto del diritto del lavoro”. Come funziona un’agenzia per il lavoro e che tipo di rapporto stabilisce con il lavoratore? “Il lavoratore che si rivolge a noi sa che sarà tutelato in tutti i numerosi aspetti legali ed economici. Di fatto diventa un nostro dipendente, riceve da noi lo stipendio, avrà rispettati tutti gli adempimenti previdenziali e contrattuali, e sarà un professionista che, una volta inserito con la formula del lavoro somministrato nell’azienda che ci ha chiesto quello specifico profilo professionale, avrà il medesimo inquadramento, e quindi la mede-
sima dignità, di un dipendente interno. Dei 5 mila lavoratori collocati, circa il 25% è dipendente nostro a tempo indeterminato”. Siete quindi un’agenzia di lavoro che assume in proprio e a tempo indeterminato? “Esatto: noi assumiamo con contratto indeterminato molti lavoratori il cui profilo è molto richiesto: con noi hanno un rapporto stabile, mentre di volta in volta sono impiegati temporaneamente laddove le aziende ci segnalano averne la necessità. In questo modo si garantisce serenità e continuità al lavoratore, ma insieme siamo al fianco delle imprese che devono gestire gli alti e bassi della produzione”. Com’è la situazione nel Veneto ore che stiamo uscendo dal tunnel del covid? “In questo momento il mondo del lavoro è dopato: siamo in una situazione di stallo perché non si può licenziare e quindi non si assume. Se da una parte, e capisco, si tutelano i lavoratori, dall’altra però non li si incentiva a intraprendere nuove esperienze. Voler cambiare lavoro non è più, come vent’anni fa, indice di difficoltà, ma un chiaro segnale di dinamicità e di voglia di migliorarsi, di crescere. Un tratto personale che gli imprenditori ormai cercano e apprezzano moltissimo”. Avete comunque segnali che qualche cosa si muova?
“Certamente: rispetto a marzo 2020 nello stesso mese del 2021 abbiamo registrato un incremento del 110% di fatturato, chiaro segnale che il mercato del lavoro si sta positivamente rimettendo in movimento. Preciso che metà del nostro fatturato lo realizziamo in Veneto. E come sempre sono ricercatissimi gli ambiti della metalmeccanica e della information tecnology. Purtroppo continuiamo a scontare una cronica carenza formativa del nostro sistema scolastico. I ragazzi devono uscire dalle aule e imparare davanti alle macchine e ai sistemi di automazione industriale avanzata, a contatto con chi può trasmettere loro conoscenze, esperienza e trucchi del mestiere”. Quali cambiamenti auspica per rilanciare l’occupazione? E quale ruolo possono giocare le agenzie ben strutturate come Eurointerim? “Mi aspetto maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti a tempo determinato: in questo periodo è stato sospeso l’obbligo che imponeva all’azienda di motivare e argomentare l’assunzione temporanea. Ma dal 1° gennaio si ritornerà a dover sottostare a questa norma che complica e mortifica le assunzioni a tempo. Sono dell’idea che realtà come la nostra siano fondamentali per offrire assistenza a quanti cercano un impiego, anche
Luigi Sposato
per la prima volta, per districarsi nella palude della burocrazia. Ma è pure evidente che il nostro servizio alle aziende rimane prezioso e cruciale perché è in grado di proporre e gestire il valore aggiunto della contestualità della prestazione, non vincolante, perché il mercato non dà mai nulla e niente per scontato e definitivo. In questo senso, siamo fieri di poter aiutare e sostenere, insieme, lavoratore e azienda”. Silvio Scacco
Bollo auto, proroga a settembre. Calzavara: “più tempo agli automobilisti per versare il contributo” Su proposta dell’assessore ai tributi, bilancio e programmazione Francesco Calzavara, la Giunta veneta ha approvato un nuovo disegno di legge, poi ratificato dal Consiglio Regionale, che proroga al 30 settembre il pagamento del bollo auto dovuto per qualsiasi scadenza compresa tra il primo gennaio e il 31 agosto 2021. “L’impatto economico della pandemia è evidente e continua a pesare sui bilanci di imprese e famiglie Venete - spiega Calzavara -. Rinviare a settembre il pagamento del bollo auto è una soluzione concreta pensata
per aiutare i nostri contribuenti, dando loro più tempo per il pagamento della tassa automobilistica dovuta per l’anno di imposta 2021”. “Già con la legge di stabilità 2021 abbiamo introdotto la norma sul rinvio del versamento del tributo al 30 giugno - continua l’assessore – e dai dati è emerso che a fine gennaio il 28% dei contribuenti ha avuto bisogno di questa agevolazione rimandando il pagamento della tassa auto a un momento successivo, dimostrando l’utilità dell’iniziativa regionale”.
“I numeri ci confermano che i contribuenti del Veneto non sono mai stati evasori – sottolinea ancora Calzavara -. Le percentuali di soggetti che adempiono correttamente ai propri doveri fiscali sono sempre state molto elevate, ma quando una pandemia colpisce così duramente i redditi e i risparmi dei cittadini bisogna saper trovare nuove soluzioni per non gravare ulteriormente sulla loro situazione economica”. “La norma approvata lo scorso 18 maggio dal Consiglio Regionale, non recherà danno alle entrate della Regione - conclude l’as-
sessore veneto -. Questo ulteriore rinvio va inteso come un supporto agli impegni tributari di imprese e cittadini, con la garanzia di non vedersi applicare sanzioni o interessi aggiuntivi”. Sul portale www.infobollo.regione.veneto.it è sempre attivo il servizio che permette a tutti i contribuenti di registrarsi, fornendo i propri dati, per ricevere non solo gli avvisi di scadenza del proprio bollo auto comodamente tramite mail, ma anche per contatti rapidi ed efficaci con l’Amministrazione regionale.
www.lapiazzaweb.it
Regione
33
Stagione estiva. Prospettive positive sulla ripartenza del settore turistico e degli stabilimenti balneari
“Confermata la Bandiera Blu e prenotazioni in arrivo per le spiagge del Delta”
L
a stagione estiva è ormai alle porte. Un altro anno segnato dalla pandemia, ma nel territorio del Delta si respira finalmente aria di ottimismo, complici i dati sull’andamento delle prenotazioni e della stagionalità per il 2021 e la conferma del riconoscimento della Bandiera Blu. Nel 2021 sono state 416 le spiagge premiate con il riconoscimento assegnato dalla Foundation for Environmental Education (FEE) ai comuni che garantiscono qualità delle acque, dei servizi offerti e di gestione ambientale. “Tra queste – evidenzia Michele Ghezzo, presidente del Consorzio Promozione turistica Delta del Po –, anche quest’anno ci sono quelle di Rosolina e Porto Tolle. Un motivo di orgoglio per tutto il territorio”. Inoltre, “il bel tempo, il miglioramento della situazione epidemiologica e il progressivo allentamento delle restrizioni, nelle ultime settimane, hanno avuto un impatto positivo sulle prenotazioni, che stanno arrivando a ritmo costante. Siamo molto soddisfatti, perché prevediamo che questa stagione estiva si riveli nettamen-
te migliore di quella passata” continua il presidente. “Il territorio del Delta del Po sta riscuotendo sempre più interesse nella popolazione veneta e straniera. Siamo dotati
di spazi ampi e spiagge profonde, oltre a offrire escursioni di tipo naturalistico. Non bisogna infatti dimenticare che la natura e la salvaguardia dell’ambiente, due aspetti su cui la destinazione punta
molto, stanno assumendo sempre più valore per i turisti” aggiunge. A ciò si sono poi sommate le recenti novità introdotte a seguito della cabina di regia del 17 maggio: “Anche se la speranza era quella di poter aprire i ristoranti al chiuso anche prima del 1° giugno – afferma Ghezzo –, questa data è incoraggiante. Lo stesso si può dire dello spostamento del coprifuoco alle 23, che poi verrà allentato alle 24 e, infine, dal 21 giugno abolito. Per questo, per la stagione estiva, nonostante il danno, la prospettiva è positiva”. Niente di nuovo poi in termini di distanziamento tra ombrelloni e norme di comportamento rispetto al 2020: “Le regole – aggiunge il presidente del Consorzio – sono le stesse dello scorso anno. Si tratta di dinamiche collaudate e che ormai rappresentano un dato di fatto. In più, gli ospiti hanno imparato ad apprezzarne gli aspetti positivi”. E conclude: “Non è un liberi tutti. Dobbiamo continuare a rispettare le regole con consapevolezza e attenzione, ma ci si può comunque rilassare e divertire”. Gaia Ferrarese
/category/salute/
on-line: MAGGIO 2021
Salute Le campagne di sensibilizzazione
Social e musica per raccontare l’importanza del vaccino ai giovani Il “musical-scientifico” di Lorenzo Baglioni
“S
Da Tik Tok a Instagram, influencer e vip parlano ai ragazzi del vaccino anti-Covid La ricerca. Un questionario per affrontare il dopo Covid a pag 36
Fibromialgia, le terme possono curare o alleviare i dolori a pag 37
i può raccontare il concetto di immunità di gregge con un musical? Si può raccontare la matematica che sta dietro al funzionamento dei vaccini passando da “Sarà perché ti amo” al “Pulcino Pio” o, per la variante inglese, da Bohemian Rhapsody a The final countdown? Noi ci abbiamo provato, insieme a un Comitato Scientifico di primo ordine”. Sensibilizzare al vaccino e spiegare l’obiettivo da raggiungere ovvero l’immunità di gregge è diventato ormai un tema ispiratore per più di un’artista. Molti personaggi del mondo dello spettacolo e della musica si sono messi a disposizione per comunicare in un linguaggio più leggero e diretto, soprattutto rivolto alle giovani generazioni, ma non solo, l’importanza della vaccinazione in questa lotta contro il Covid. Prosegue alla pag. seguente
Lifelab: ecco il progetto veneto per rigenerare tessuti e organi a pag 38
Salute
36
Consulenza scientifica Un questionario per affrontare il dopo Covid LA RICERCA. Iniziativa dell’Osservatorio della coesione sociale Hyperion
U
n veloce questionario on line, rivolto a tutti i veneti, per capire quale impatto ha avuto questo lungo periodo di pandemia sul tessuto sociale. A metterlo a punto e proporlo è l’Osservatorio della coesione sociale Hyperion dell’Università di Padova, come primo passo di una ricerca relativa al grado di “salute circolare” dei cittadini della Regione Veneto. Parallelamente al monitoraggio dell’andamento della coesione sociale, unico in Veneto e in Italia, portato avanti da aprile 2020 con una costante rilevazione settimanale dell’indice di coesione della comunità, Hyperion ha predisposto uno strumento per osservare ciò che viene “messo in circolo” in termini LAdella RICERCA. dell’Osservatorio della coesione sociale Hyperion di promozione salute tra Iniziativa i cittadini, da qui l’espressione di “Salute circolare”. Ne parliamo con il professor Gian Piero Turchi, docente di psicologia clinica e psicologia delle differenze culturali all’Università di Padovaon nonché direttore dell’Osservaton veloce questionario line, rivolto re la diffusione del contagio. Vogliamo rio Hyperion. a tutti i veneti, per capire quale imaiutare i cittadini a capire la distinzione Professore, come nasce l’idea didiquesto sondaggio? patto ha avuto questo lungo periodo fra l’emergenza sanitaria e il modo in cui “Dopo aver mappato dueAmilioni pandemia sul tessuto sociale. metterlodi forme testuali per interagiamo con gli altri. Adesso ci stiamonitorare in questo anno il grado a punto e proporlo è l’Osservatorio della di coesione sociamo affidando al vaccino come soluzione le, abbiamo deciso di estendere la ricerca e chiedere la coesione sociale Hyperion dell’Universifinale, ma il vaccino non risolverà tutto. collaborazione dei primo cittadini, tà di Padova, come passoinvitati di una a compilare il queSe non coinvolgiamo la comunità dei stionario. E’ sufficiente un quarto ricerca relativa al grado di “salute circo-d’ora per rispondere Il professor Gian Piero Turchi cittadini e le loro forme di interazione il alle sull’impatto del Covid nella nostra vita lare”25 deidomande cittadini della Regione Veneto. vaccino potrebbe rivelarsi una soluzione quotidiana. I dati che raccoglieremo Se non coinvolgiamo Parallelamente al monitoraggio dell’an-ci saranno molto uti- ma il vaccino non risolverà posticcia etutto. temporanea”. lidamento per dare indicazioni comeunico guardare oltre alla fase la comunità dei cittadini e le loro forme della coesione su sociale, Il questionario comedisi interazione lega al lavoroil dell’emergenza sanitaria e concentrarsi una soluzione posticcia e temin Veneto e in Italia, portato avanti da sulla dimensione vaccino potrebbe rivelarsi di Hyperion? sociale, sulle frarilevazione le persone. Il questionario si poranea”. aprile 2020 coninterazioni una costante “Siamo bombardati di informazioIl professor Gian Piero Turchi trova sulla pagina Facebook e sul sito web dell’OsservaIl questionario come si lega almalavoro di Hyperion? settimanale dell’indice di coesione della ni sanitarie sappiamo pochissimo torio Hyperion, al cittadino è richiesto di leggere ciascuna “Siamo bombardati di informazioni sanitarie ma sapcomunità, Hyperion ha predisposto uno sulle interazioni fra le persone. Il que- dell’impatto che questa pandemia ha domanda e selezionare la risposta che maggiormente si piamo pochissimo dell’impatto che questa pandemia ha strumento per osservare ciò che viene stionario si trova sulla pagina Facebook sulla nostra vita quotidiana e sulla socieavvicina ciò cheindirette. il nostra vitaoccupando quotidiana e sulla “messo ina circolo” terminiChiude di promonessuno si sta di questo, e sul sito web dell’Osservatorio Hype- tà,sulla questionario un’unica domanda a società, nessuno si sta occupando zione della salute tra i cittadini, da qui rion, sporadicamente. Chiediamo il cittadino richiesto di leggere Onalline 25 èdomande per se dinon risposta aperta”. questo, se diretto non sporadicamente. l’espressione di “Salute circolare”. delle persone: ciascuna domanda e selezionare la ri- coinvolgimento Cosa si intende “salute Chiediamo il coinvolgimento indicazioni Ne parliamo con il per professor GiancirPie- raccogliere perché senza questi datidiretnon sposta che maggiormente si avvicinasu a aiutateci colare”? to delleaiutarci, persone: aiutateci perché ro Turchi, docente di psicologia clinica ciò possiamo diteci che cosa è sucche dirette. Chiude il questionario come guardare oltre alla senza questi dati non possiamo aspetto chedifferenze l’emergenza ha e “Un psicologia delle culturali cesso, raccontateci che impatto ha avuto un’unica domanda a risposta aperta”. messo in luce è comenonché spessodirettore sanifase dell’emergenza aiutarci, diteci sulle che cosa succesCosa si intende per “salute circolare”? questa all’Università di Padova emergenza vostreèvite”. tà e salute vengano considerati dei so, raccontateci che impatto ha “Un aspetto che l’emergenza ha mesdell’Osservatorio Hyperion. Quali gli sviluppi futuri della ricerca? sanitaria e concentrarsi sinonimi. Un conto è la sanità, quel avuto questa emergenza sulle voProfessore, come nasce l’idea di so in luce è come spesso sanità e salute “Dalle risposte vogliamo dare delle che accade all’interno del corpo, sulla sociale stre vite”. venganodimensione considerati dei sinonimi. Une indicazioni questo sondaggio? partendo da cosa sta succequando colpito dal Undi conto è la sanità, quel che accade all’in- dendoQuali gli ambiti. sviluppi futuri trovati della “Dopo viene aver mappato duevirus. milioni nei vari Ci siamo l’interazione fra le persone altro la salute, che ininvece ricerca? forme conto testualiè per monitorare questo terno del corpo, quando viene colpito dal completamente spiazzati, facciamo virtù riguarda gli aspetti interattivi, come “Dalle vogliamo dare anno il grado di coesione sociale, ab- virus. Un altro conto è la salute, che in- di certi erroririsposte e giochiamo d’anticipo, noi interagiamo con gli altri. La salute è qualcosa che cirdelle indicazioni partendo da cosa sta succedendo nei biamo deciso di estendere la ricerca e vece riguarda gli aspetti interattivi, come prepariamoci alle prossime fasi. Non cola, che sta in mezzo alle persone, fra i corpi, non dentro vari ambiti. Ci siamo trovati completamente spiazzachiedere la collaborazione dei cittadini, noi interagiamo con gli altri. La salute è entriamo nel merito delle scelte politiai corpi.a Siamo statiilinformati moltissimo sulla dimensiovirtù diche certi e giochiamo d’anticipo, che circola, ti, chefacciamo sta in mezzo invitati compilare questionario. E’ qualcosa maerrori vorremmo metter a disposizione ne sanitaria individuale ma non ci siamo occupati dell’inprepariamoci alle prossime fasi. Non entriamo nel merito sufficiente un quarto d’ora per rispon- alle persone, fra i corpi, non dentro ai dei dati con i quali poi si facciamo delle terazione, è lì che siamo stati colpiti, che siamo più fragili delle scelte politiche ma vorremmo metter a disposizione dere alle 25 domande sull’impatto del corpi. Siamo stati informati moltissimo scelte politiche, anche comunicare alla eCovid deboli. lavorando Inei di dimensione interazione sanitaria dei datiindividuale con i quali poi si facciamo politiche, sulla nellaSolamente nostra vita quotidiana. dati modi cittadinanza che delle cosa scelte è successo, che possiamo gestire la diffusione del contagio. anche comunicare alla cittadinanza cosa è successo, ci siamo occupati dell’interazioche raccoglieremo ci saranno molto utili ma non Vogliamo impatto ha avutochel’emergenza, aprire aiutare cittadini a su capire distinzionene, fraè l’emergenza impatto ha avuto l’emergenza, aprire questo dialogo lì che siamo statiche colpiti, che siamo per darei indicazioni comelaguardare questo dialogo con la cittadinanza, non sanitaria e il modo in cui interagiamo con gli altri. Adescon la cittadinanza, non solo sui numeri sanitari, macomusulla oltre alla fase dell’emergenza sanitaria più fragili e deboli. Solamente lavorando solo sui numeri sanitari, ma sulla so ci stiamo affidando al vaccino come nei soluzione comunità sé”. nità in sé”. modi difinale, interazione possiamoingestie concentrarsi sulla dimensione sociale,
Un questionario per affrontare il dopo Covid
U
www.lapiazzaweb.it
Le campagne di sensibilizzazione
Social e musica per raccontare l’importanza del vaccino ai giovani. Il “musical-scientifico” di Lorenzo Baglioni I social media sono per lo più il canale individuato per veicolare il messaggio e, man mano che si avvina l’appuntamento con i vaccini anche per i giovani e i giovanissimi, anche il ministero alle Politiche giovanili sta lavorando ad una campagna di sensibilizzazione specifica che prevede il ricorso a Tik tok, con i suoi influencer, e ad Instagram o Facebook con i suoi vip. Tra i vari artisti che si sono già cimentati in questo campo vi è Lorenzo Baglioni, comico, attore e cantautore, che ha proposto un video-musical di 5 muniti, nel quale tra musica e divulgazione scientifica si parla di pandemia, di R con zero e R con t e di immunità di gregge, ma soprattutto vuole essere una cassa di risonanza per promuovere la campagna di vaccinazione. Lo stile di Baglioni è divertente ma rigoroso, il musical nasce da un’operazione di divulgazione scientifica che vede il supporto, con il patrocinio e la collaborazione, dell’Università di padova, quella di Pavia e l’Università dell’Insubria, di Riemann International School of Mathematics e da un comitato scientifico di eccellenza. Nella sua versione italiana il musical è stato presentato sui canali social di Lorenzo Baglioni, totalizzando in brevissimo tempo quasi 600mila visualizzazioni. Ne ha fatto seguito, di recente realizzazione, la variante inglese, che s’ispira a successi rock e pop internazionali, diffuso dal canali social di varie istituzioni che sostengono l’iniziativa e animato dalla grafica di Teresa Sdralevich e Alssandro Calì. Il tono è quello dei musical, che utilizza, nella doppia versione italiana e inglese, brani famosi, ma i contenuti sono approvati dal comitato scientifico interdisciplinare composto da Antonella Viola e Drio Gregori per l’Università di Padova, Antonietta Mira e Daniele Cassani (Rism), Armando Massarenti, Furio Honsell, Paolo Giudici, Raffaele Bruno, Guido Bertolini, Riccardo Bellazzi e Alan Agresti. “Abbiamo l’obiettivo di portare questo video, ricco di musica e di scienza, tra gli studenti europei usando l’inglese come lingua ponte - dice Dario Gregori, responsabile Unità di Biostatistica Epidemiologia e Sanità Pubblica, Dipartimento di Scienze Cadio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università di Padova, componente del Comitato scientifico -. È un progetto Made in Italy ma diretto ai giovani della Generazione Erasmus. Sono anche loro, infatti, che devono continuare a muoversi, a viaggiare e a studiare, in modo sicuro ed essere testimonial della fiducia nella scienza”. “Sono fermamente convinta – spiega la professoressa Antonietta Mira - che la musica possa essere un’ottima alleata della scienza soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo affrontando. Penso che con questo progetto riusciremo a comunicare a una fascia significativa della popolazione in modo corretto alcuni concetti di base legati al tema più importante del momento, quello dei vaccini. Per questo ho creato un comitato interdisciplinare con tutte le competenze necessarie per supportare scientificamente Lorenzo”. Il filosofo Armando Massarenti che con il suo libro “La pandemia dei Dati. Ecco il vaccino”, ha ispirato Baglioni, promuove il musical come strumento altrettanto efficace a raggiungere lo scopo di “contrastare il rumore della pandemia dei darti con una informazione mirata e puntuale” Oltre che attraverso i canali social delle istituzioni, la variante inglese del progetto verrà veicolata in Europa grazie al Periscope, una ricerca finanziata dalla comunità europea su un bando H2020 dedicata a studiare le conseguenze socio-economiche oltre che sanitarie del Covid-19. VIDEO IN INGLESE “This is the age of the virus” https://drive.google.com/file/d/1 kWsh6XSHWhG96Qce8G909jvf3ItMB4g9/view?usp=sharing VIDEO VERSIONE ITALIANA “Il vaccino e l’immunità di gregge spiegati con un musical” https://www.youtube.com/watch?v=JvNsllGq9MM
Salute
www.lapiazzaweb.it
37
Fibromialgia. La diagnosi, i trattamenti e le cure
Le terme possono curare o alleviare i dolori Fangoterapia, bagni all’ozono e bagni in piscina, oltre a riposo e relax, possono essere una efficace risposta alla sindrome, ancora poco conosciuta: sono i risultati del convegno che si è svolto a Montegrotto
Il dottor Livio Pezzato: “Necessari soggiorni lunghi di almeno due o tre settimane”
L
e terme possono essere una cura o alleviare i dolori nel trattamento della Fibromialgia? E’ questo il tema conduttore della tavola rotonda che si è svolta lo scorso 12 maggio online, organizzata dal sindaco di Montegrotto terme Riccardo Mortandello e che ha visto la partecipazione di specialisti e rappresentanti di varie associazioni attive sul territorio padovano, ma anche nazionale, per riflettere su questa patologia. Nel giorno in cui l’Italia si è tinta di viola, nella giornata mondiale della Fibromialgia, con l’intento proprio di sensibilizzare l’opinione pubblica su di una patologia per molti versi ancora sconosciuta e su cui, tra indifferenza e ignoranza, continuano a circolare informazioni poco chiare e talvolta anche infondate, nel corso del convegno sono stati presi in considerazione diversi aspetti della malattia e le varie risposte in termini di cure. “Abbiamo visto che di Fibromialgia se ne parla molto, forse troppo ma non in modo completo, né sempre corretto. L’obiettivo di questa campagna di sensibilizzazione nazionale è proprio quello di dare le giuste informazioni. Le varie associazioni hanno dato vita ad un’iniziativa univoca, per parlare con una stessa voce. Abbiamo chiesto aiuto ai sindaci che hanno risposto con grande partecipazione. Spesso i malati di fibromialgia sono definiti malati invisibili: questa sindrome esiste veramente e va riconosciuta anche sul piano dei diritti” ha sottolineato nel corso del dibattito Antonella Moretto, presidente Afi Odv, che ha insistito anche sulla necessità che le varie associazioni del territorio procedano in sincronia per raggiungere in modo questo obiettivo. Elena Gianello, referente Malati Aisf Odv Padova, ha invece concentrato l’attenzione su ciò che il territorio può offrire ai malati di Fibromialgia, in termini di risorse, di informazioni e di assistenza. “La nostra missione è di essere vicini ai pazienti – ha detto – e di renderli consapevoli di quanto il territorio possa offrire. Sebbene non sia ancora stata trovata una cura per la Fibromialgia, e sebbene sia difficile anche diagnosticarla, è importante far sì che professionalità diverse mettano in comune le loro esperienze per dare unità alle azioni di intervento che possano migliorare le condizioni del malato”. Marta Bresciani, del gruppo Operatori volontari Aisf Odv Padova, ha quindi accennato ad una
prima risposta in merito alla domanda posta dal convegno di Montegrotto. “Fra le risorse, - ha sottolineato - le terme rappresentano una opportunità per i benefici comprovati nel trattamento della fibromialgia. I fanghi, i bagni all’ozono e i bagni nelle piscine termali producono significativi effetti positivi a livello fisico ma anche psicologico: sulla contrazione muscolare, sulle parestesie, sulla qualità del sonno, sul recupero di una distensione generale”. Un benessere psicofisico che consente anche di convivere in modo più accettabile con la Fibromialgia. “Il problema – ha spiegato Maurizio Massetti, responsabile scientifico Afi Odv – è che non ci sono linee guida uniche delle società scientifiche del mondo. Prima di procedere ad una diagnosi di Fibromialgia si passa per tante ipotesi: dallo stress, all’esaurimento nervoso, confondendo questi disturbi come cause e non conseguenze, quali esse sono, del problema. La Fibromialgia è stata curata come una forma di reumatismo, poi ci si è resi conto che coinvolgeva il sistema nervoso centrale. Il cervello ha un malfunzionamento arrivando ad attivare dei recettori ipersensibili. Questo approccio ha comportato la necessità di rivedere decenni di ipotesi sulle possibili cure”. Per mitigare gli effetti della disfunzione dei neurotrasmettitori si lavora prima sui cambiamenti dei fattori ambientali e psicologici e quindi si procede con le cure farmacologiche che, tuttavia, non danno la garanzia di gestire la malattia al 100%. Nutrizione e rimedi naturali sembrano tuttavia produrre risultati incoraggianti. Lo sostiene Michela Duregon, referente medico Aisf Odv Padova, almeno sulle infiammazioni croniche di basso grado, che sono insidiose perché silenti. “Moduliamo - ha spiegato – un paniere di interventi, e fra questi anche le cure termali, che ci consentono di evitare o perlomeno contenere patologie croniche degenerative”. Non è semplice gestire questo tipo di malattia anche dal punto di vista psicologico, ed è per questo motivo che il Comune di Montegrotto ha messo a disposizione un servizio di supporto, che l’assessore al Sociale Elisabetta Roetta ha illustrato come sostegno alle ricadute emotive e psicologiche della malattia.
A
dare una risposta conclusiva alla domanda che ha ispirato il convegno, “le terme possono essere una cura o alleviare i dolori?”, è stato il medico termalista, Livio Pezzato. Ed è una risposta affermativa. “I trattamenti termali (fangoterapia personalizzata, bagno all’ozono e bagni nelle piscine termali) danno risultati ottimali” sostiene lo specialista. “Il meccanismo d’azione del fango è duplice – spiega ancora – in primo luogo per la stimolazione calorica alla produzione di Cortisolo endogeno ed endorfine che riducono le infiammazioni croniche subdole, a patto però che la terapia del fango sia personalizzata nella temperatura, nella durata e nella quantità di corpo coperta dal fango stesso”. “Vi è poi – prosegue - l’effetto terapeutico e antinfiammatorio delle sostanze contenute nei fanghi, efficaci come rimedio naturale”. A questo tipo di terapia vanno ad aggiungersi i benefici effetti dei bagni all’ozono, efficaci per la loro proprietà di riattivare la circolazione e i bagni nelle piscine termali, ottimali invece per la mobilitazione di muscoli ed articolazioni. A tutto questo si deve aggiungere il valore del riposo, la distrazione, il cambiamento ambientale e di relazioni, tutti “ingredienti” fondamentali a ridurre lo stress. “Le terme quindi – ha concluso il dottor Pezzato - sono un punto di approdo per i malati di Fibromialgia ma i medici di medicina generale non sempre le prescrivono. Oggi, che è più facile individuare questa malattia, sono di fatto pochissime le persone che si sottopongono a cure termali con diagnosi di Fibromialgia”. “Le cure termali tuttavia non possono limitarsi ad un fine settimana ma presuppongono soggiorni di lunga durata, di due o tre settimane, come accadeva un tempo e su questo bisogna sensibilizzare anche gli imprenditori termali, affinché cambino mentalità e approccio relativamente al concetto di vacanza rilassante e curativa”.
Salute
38
www.lapiazzaweb.it
Trapianto di organi. I vari gruppi di ricerca di Padova fanno squadra
Lifelab: ecco il progetto veneto per rigenerare tessuti e organi L’obiettivo è di utilizzare in un unico contesto le risorse disponibili, gli spazi di ricerca e le tecnologie e condividere i risultati in un laboratorio per la creazione di tessuti e organi da utilizzare quali sostituti di quelli ammalati
CORIS: Il Consorzio per la Ricerca Sanitaria è un’eccellenza internazionale
S
I
l Consorzio per la Ricerca Sanitaria - CORIS è una realtà senza scopo di lucro promossa e supportata dalla Regione Veneto che si propone di promuovere, incrementare e sostenere la ricerca scientifica in senso lato, sia essa di base, traslazionale o clinica, in ambito sanitario e sociosanitario. Ne fanno parte, in qualità di Enti Consorziati, l’ULSS 1 Dolomiti, l’ULSS 2 Marca Trevigiana, l’ULSS 3 Serenissima, l’ULSS 4 Veneto Orientale, l’ULSS 5 Polesana, l’ULSS 8 Berica, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l’Istituto Oncologico Veneto, l’Università degli Studi di Padova, la Provincia Autonoma di Trento, l’Azienda Sanitaria Unica di Bolzano e gli IRCCS San Camillo e Sacro Cuore Don Calabria. Il Coris sostiene la ricerca sanitaria mettendo a disposizione dei propri consorziati e dei ricercatori un’ampia gamma di servizi, quali il supporto nella ricerca di fondi e per la stesura di progetti regionali, nazionali e internazionali; la gestione amministrativa e finanziaria dei progetti di ricerca, inclusa la selezione del personale necessario e l’acquisto delle strumentazioni e materie prime necessarie; il coordinamento di progetti o tavoli tecnici su specifiche tematiche. Molto importante è anche l’offerta di corsi di formazione finanziati per i ricercatori, così come la messa a disposizione di risorse condivise tra i consorziati come l’accesso a banche dati e a pubblicazioni scientifiche. Enrico Beda
ebbene la pandemia abbia condizionato l’organizzazione sanitaria di tutto il mondo, l’attività trapiantistica in Veneto non si è mai interrotta, anzi, è addirittura cresciuta nel corso del 2020: nella nostra regione gli organi trapiantati sono stati 496, contro 488 del 2019. I dati sono stati elaborati dal Coordinamento Regionale per i Trapianti del Veneto, che fornisce anche maggiori dettagli: i trapianti di rene sono stati 282 (contro 267 dell’anno precedente), quelli di cuore 49 (41 nel 2019), 132 quelli di fegato (141), 12 quelli di pancreas (7) e 21 quelli di polmone (32). Nonostante questo impegno, i pazienti in attesa di trapianto in Veneto a fine 2020 erano 1.208, un dato in miglioramento rispetto ai 1.243 in lista a fine 2019, ma che evidenzia l’annosa questione dell’insufficienza di organi. “Ogni trapianto riuscito è una vita salvata – afferma l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin – dietro alla quale si muovono in perfetto sincrono centinaia di persone, dalla famiglia che decide la donazione, al volontariato che la promuove, alle decine e decine di chirurghi, medici e infermieri che operano in totale multidisciplinarietà. Ma le vite si salvano anche con la ricerca ed è per questo che è nato il progetto di ricerca LifeLab”. Coordinato dal Coris, il Consorzio per la Ricerca Sanitaria della Regione Veneto, LifeLab comprende 21 progetti attivi in parallelo sulla rigenerazione dei più diversi tessuti e organi: dal cuore ai polmoni, dall’esofago all’udito, dai condotti urinari ai reni, dalla cute al fegato. Partito nel 2018, il programma vede impegnati complessivamente oltre 60 ricercatori dell’Azienda Ospedaliera e dell’Università di Padova. Gli obiettivi sono ambiziosi: a seconda degli ambiti di applicazione, si studia da una parte come “ringiovanire” e ricondizionare gli organi umani, al fine di rendere idonei al trapianto organi che oggi vengono ritenuti non utilizzabili, dall’altra l’applicazione di metodiche innovative per la creazione di organi artificiali con maggiore biocompatibilità rispetto alle attuali soluzioni. In questi primi anni di attività sono già stati raggiunti importanti risultati, come sottolinea il prof. Gino Gerosa, coordinatore scientifico del programma LifeLab, nonché Ordinario di Cardiochirurgia e Direttore del Centro di Cardiochirurgia V. Gallucci dell’A-
zienda Ospedaliera di Padova: “Lifelab nasce da un’intuizione: raccogliere i diversi gruppi di ricerca che a Padova si occupano di medicina rigenerativa in un unico contesto in modo da ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili quali gli spazi di ricerca e le tecnologie, condividere tra i diversi gruppi di ricerca i risultati ottenuti e creare un laboratorio per la creazione di tessuti ed organi da utilizzare quali sostituti di quelli ammalati. Tutto ciò è oggi realtà ed è in coerente visione con lo sviluppo della ricerca traslazionale, ovvero portare il prodotto della ricerca dal laboratorio al letto del paziente”. Per il futuro, le prospettive appaiono particolarmente significative: “Non possiamo fermarci ora quando tanti dei progetti avviati sono vicinissimi al raggiungimento dei risultati attesi - sottolinea il prof. Gerosa - Pensiamo solamente alla capacità di rigenerare gli organi prima del trapianto o all’impiego delle stampanti 3D con l’utilizzo di inchiostri biologici per la creazione di tessuti. Il know-how prodotto ad oggi nei laboratori di LifeLab dai diversi specialisti è un valore aggiunto irrinunciabile a disposizione di tutto il sistema sanitario regionale”. Enrico Beda
I ricercatori di Lifelab
SUPERBONUS 110%. VERSO L’ULTERIORE PROROGA FINO AL 2023 Arrivano le prime modifiche alla disciplina del Superbonus Il D.L. n. 59/2021 stabilisce che per gli interventi effettuati dagli IACP, e soggetti assimilati, la detrazione nella misura del 110% spetti per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023, prorogando di sei mesi la precedente scadenza fissata al 31 dicembre 2022. Viene, inoltre, separata la posizione delle persone fisiche da quella dei condomini eliminando, solo per questi ultimi, la regola del 60%, con la conseguenza che saranno agevolate le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 senza prevedere che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo. Inoltre entro fine maggio è atteso il decreto Semplificazioni, che porterà gli snellimenti burocratici in materia di appalti, valutazioni ambientali, PA e Superbonus, con le diverse richieste avanzate dal Ministero della Transizione Ecologica e della Pubblica Amministrazione, anche e soprattutto nell’ottica di una più efficace attuazione dei progetti e delle riforme imminenti previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in seno al Recovery Plan italiano.
MA VEDIAMO NEL DETTAGLIO
Il comma 3-bis del DL59 prevede che per gli interventi effettuati dai soggetti di cui al comma 9, lettera c) e cioè: • istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati • nonche’ gli enti aventi le stesse finalita’ sociali dei predetti istituti,
• istituiti nella forma di societa’ che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing” per interventi realizzati su immobili, di loro proprieta’ ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica, le disposizioni riguardanti la detrazione fiscale si applicano anche alle spese, documentate e rimaste a carico degli IACP, sostenute dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023. Sostanzialmente si è ottenuta una proroga di 6 mesi rispetto alla normativa precedente, che consentiva la proroga al 30 giugno 2023 solo nel caso di uno stato di avanzamento lavori del 60% (ora invece il termine è prorogato senza condizioni). Per le spese sostenute dal 1° luglio 2022 la detrazione è ripartita in quattro quote annuali di pari importo. In virtu’ delle modifiche apportate dal DL59/2021 al comma 8-bis dell’art 119 del DL34/2020 si hanno le seguenti nuove scadenze: • Per gli interventi effettuati dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, per i quali alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Il nuovo comma specifica soltanto che la norma si applica alle persone fisiche per le quali restano invariati i requisiti che prima si
applicavano anche ai condomini. • Per gli interventi effettuati dai condomini , la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Con il nuovo periodo viene aggiunta una ulteriore specificazione per i condomini ai quali la detrazione spetta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 senza il riferimento allo stato avanzamento lavori del 60%. • L’ultimo periodo del comma 8 bis prevede che per gli interventi effettuati dai soggetti di cui al comma 9, lettera c), ossia gli IACP e altri istituti come sopra indicati, per i quali alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. Ossia per gli IACP spetta una proroga al 31 dicembre 2023 rispetto alla precedente norma che fissava la data al 30 giugno 2023.
GUIDA AL SUPERBONUS
I BONUS PREVISTI PER LE FAMIGLIE DAL DECRETO SOSTEGNI BIS Dopo rinvii e ritardi, è arrivata l’approvazione del testo definitivo del decreto Sostegni da 40 miliardi, che entra in vigore da fine maggio. Dopo rinvii e ritardi, è arrivata l’approvazione del testo definitivo del decreto Sostegni da 40 miliardi, che entra in vigore da fine maggio. Il nuovo provvedimento legislativo introdurrà ulteriori agevolazioni e nuove misure per favorire la ripresa economica del Paese. Vediamo ora i Bonus e gli incentivi per le famiglie e per i cittadini, previsti nel decreto approvato in Parlamento, del quale si attende l’uscita in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore. BONUS SPESA, AFFITTI E BOLLETTE Sono stanziati 500 milioni di euro per l’anno 2021 a favore dei Comuni, da utilizzare per l’attivazione di iniziative di solidarietà alimentare, tramite l’erogazione di buoni spesa e per concedere contributi a sostegno del pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche a favore delle famiglie in difficoltà.
BONUS PRIMA CASA prima casa. L’accesso prioritario al fondo di garanzia sui mutui per l’acquisto della prima casa è esteso ai giovani fino a 36 anni di età per gli atti stipulati fino al il 31 dicembre 2022. Inoltre il fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui (Fondo Gasparrini) è prorogato fino al 31 dicembre 2021. I giovani under 36 sono esonerati anche dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale, e hanno diritto a pagare la metà delle spese notarili, per gli atti stipulati fino al il 31 dicembre 2022, ad eccezione che per l’acquisto di abitazioni di lusso. BONUS VACANZE Cambia la data di scadenza del bonus vacanze 2021: ora la validità del voucher è stata allungata fino a giugno 2022, dunque di due anni.
Questa è la proroga stabilita dall’emendamento al decreto Sostegni presentata dal Ministro del Turismo Garavaglia e approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. consiste in un contributo fino a un massimo 500 euro da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast in Italia. A partire dall’approvazione dell’emendamento, è stato prorogato fino al 30 giugno 2022 il termine ultimo per fruire del Bonus vacanze. L’agevolazione è rivolta a tutti nuclei familiari che presentano un ISEE fino a 40 mila euro. Tuttavia è necessario precisare che la proroga non riguarda l’invio di nuove domande e quindi l’apertura di una nuova finestra temporale di invio delle istanze. Nel Decreto Rilancio figura infatti come data di scadenza per procedere con la richiesta il 30 dicembre 2020, termine che ad oggi
non ha subito alcuna modifica o proroga. BONUS MAMMA DOMANI Pensato per chi diventa genitore nel 2021, è possibile ottenere un bonus dal valore di 800 euro. Per poter beneficiare di tale misura bisogna fare apposta richiesta entro un anno dalla nascita o dalla data di adozione del bambino. BONUS BEBÉ Si presenta come una misura destinata a tutte le famiglie con un bambino di età inferiore ad un anno. Se non si presenta la dichiarazione ISEE, è possibile ottenere un importo minimo di 80 euro al mese, ovvero 960 euro all’anno. In presenza di ISEE particolarmente bassi, invece, con-
viene presentare tale attestazione, in modo tale da ottenere un importo più alto. BONUS ASILO NIDO Come facilmente intuibile dal nome, per poter beneficiare di tale sussidio è necessario che nel nucleo famigliare ci sia un bambino che abbia un’età inferiore ai tre anni e che la famiglia richiedente effettui delle spese per usufruire del servizio di asilo nido. L’importo di tale misura ammonta a 1.500 euro. Così come già detto con il bonus bebè, anche in questo caso è possibile beneficiare della misura senza dover presentare l’ISEE. In caso di valori particolarmente bassi, invece, conviene presentare tale dichiarazione, in modo tale da ottenere delle cifre maggiori.
MAGGIO 2021
on-line:
LASCIAMOLI ANNUSARE! Per i cani l’olfatto è uno dei primi sensi a svilupparsi, fin dai primi giorni di vita
È
evidente e noto a tutti noi quanto sia importante l’olfatto per i nostri cani. Se pensiamo in astratto ad un cane, di qualunque razza, lo immaginiamo ad annusare, prima ancora che a correre. L’olfatto canino è addirittura il primo dei sensi che i cuccioli sviluppano, prima ancora della vista e del gusto. Sentono l’odore della mamma e soprattutto del latte nelle sue mammelle. In molti lo definiscono un istinto, ma l’odorato nei cani è vera e propria genetica. A differenza da noi umani infatti, i cani hanno una zona specifica nel naso che ospita fino 300 milioni di recettori olfattivi, che consentono di immagazzinare gli odori trasportati dall’aria prima che arrivino ai polmoni, trasformandoli in percezione sensoriale talmente precisa da non avere eguali nel mondo animale. Nel cane, cosi come in altri animali, è presente anche l’organo vomero nasale, detto anche organo di Jacobson, che permette di “sentire” alcune sostanze chimiche, i feromoni, che l’essere umano non può percepire. I feromoni vengono emessi da alcune ghiandole presenti su tutti gli organismi viventi e trasmettono ai nostri amici a quattro zampe ad esempio il segnale di pericolo, oppure la disponibilità per l’accoppiamento sessuale. Tutte queste specificità genetiche
portano dunque il nostro cucciolo ad avere proprio l’olfatto come fondamento per la propria serenità. Ma l’olfatto è anche il primo in assoluto dei suoi sensi, seguito dall’udito, dalla vista, dal tatto e dal gusto. Per noi uomini invece – e questa è la macroscopica differenza – la percezione più importante è data dalla vista, poi dall’udito e dal gusto e solo al quarto posto dei nostri sensi troviamo l’olfatto, seguito dal tatto. Tutto ciò ci porta a capire quanto sia importante permettere al nostro cane di informarsi sull’ambiente in cui vive attraverso l’olfatto, sempre. Impedirgli di annusare durante
le passeggiate ad esempio, per la nostra fretta, equivale a camminare con una benda sugli occhi per noi, il che provoca smarrimento, incertezza e paura se non si è preparati a farlo. Per non parlare poi dell’importanza del “confine odoroso” per i nostri cuccioli, durante le passeggiate o le loro scorribande. Attraverso l’urina infatti ciascun cane traccia il proprio confine, come mettesse il proprio cartello di “proprietà privata”: da qui nasce la necessità per ciascuno di loro di marcare il proprio territorio e di riconoscere, attraverso l’olfatto, i confini.
44
.
Pet
www.lapiazzaweb.it
“CHIAMAMI CON IL MIO NOME” ANCHE L’IDENTITÀ VA ADDESTRATA
P
er noi uomini il nome è la nostra caratteristica distintiva, compone la nostra identità in modo unico. Per gli animali domestici invece il nome è un suono, che può essere come tutti gli altri se non insegniamo al nostro cane o al nostro gatto ad identificarlo come identificativo. I cani e i gatti in questo sono davvero molto simili tra loro, perché per entrambi il nome che assegniamo loro altro non è che un suono. Ma il nostro animale deve arrivare a capire che quando sente quel suono, qualcosa che lo riguarda sta per accadere, che quel suono lo identifica e nel quale deve imparare ad identificarsi.
Ecco 3 modi per insegnare il proprio nome al nostro cucciolo 1 – Sembrerà un trucchetto, ma in realtà è alla base dell’addestramento. Il cane ed il gatto devono associare il suono del proprio nome a qualcosa di piacevole, per ottenere riscontro positivo e dunque perché si identifichino in esso. Un bocconcino, una carezza, l’inizio di un gioco faranno in modo che quel suono diventi per lui importante e non un suono qualunque. 2 – E’ molto importante anche il tono di voce che usiamo per pronunciare il nome del nostro animale, che sia cucciolo o già grande. Un tono neutro lo aiuterà a distinguere sempre e al meglio quel suono rispetto ad altri. Meglio ancora se il tono è neutro e anche allegro. Mai quindi urlare il nome, soprattutto durante un rimprovero. Il nome urlato innanzitutto non verrà subito associato e inoltre si porterà dietro il rischio che lo intenda come qualcosa di spiacevole e che quindi non risponda. 3 - Il nostro compito è quello di aiutare il nostro animale ad associare il suono al proprio nome, per attirare la sua attenzione e distoglierlo da quello che stava facendo. Ripetere il suo nome tante e troppe volte porta ad ottenere l’effetto esattamente contrario, il nostro cane o il nostro gatto inizieranno ad ignorare quel suono ripetuto inutilmente.
www.lapiazzaweb.it
laPiazza
45
Mar Adriatico
Il ‘paradiso’ Tremiti e Lucio Dalla lungo amore che diventerà un film L’arcipelago adriatico, che è una Riserva Naturale Marina, farà da sfondo al nuovo ‘biopic’ dedicato al cantautore prodotto dai figli di Sergio Leone. Le isole (rimaste sempre ‘covid free’) intanto attendono i turisti, esibendo la loro incontaminata bellezza e il loro spirito di ospitalità tutto… napoletano di Renato Malaman
U
n film dedicato a Lucio Dalla e al suo genio artistico e musicale. Sarà girato alle Tremiti, l’arcipelago che ha rappresentato la sua Itaca. Il ‘biopic’ (così si chiamano i film a sfondo biografico) sarà prodotto dalla Compagnia Leone Cinematografica di Andrea e Raffaella Leone, i figli del famoso regista Sergio, il re dei grandi western all’italiana. Un’area, le Tremiti, che nelle scorse settimane è stata fra le prime della nostra penisola a mettere la testa fuori dall’emergenza legata al Covid 19. D’altronde i suoi abitanti stanziali sono soltanto 450, distribuiti fra l’isola di San Nicola e quella di San Domino (le uniche abitate dell’arcipelago), ed è stato quindi più facile vaccinarli tutti. Nelle isole non si è verificato finora alcun contagio. A proposito di abitanti… Non chiedete mai a un tremitese se si sente più pugliese (le isole fanno parte amministrativamente della provincia di Foggia) o più molisano (il porto di riferimento è Termoli). Vi risponderà meravigliato: “Noi delle Tremiti siamo napoletani!”. E il motivo c’è. L’attuale popolazione discende dai detenuti ‘redenti’ che due secoli fa il governo borbonico di Napoli (Termoli era il porto sull’Adriatico del Regno delle Due Sicilie) mandò al confino alle Tremiti. Quella colonia penale, composta da condannati napoletani, divenne dopo qualche anno un presidio di difesa delle isole per fermare l’assalto dei napoleonici ed ebbe come premio la libertà. Un po’ quello che successe in Tasmania, isola dell’Australia dove furono inviati dei galeotti inglesi che, di fatto, poi ne divennero i primi abitanti. Gente che seppe rimboccarsi le maniche. Tornando a Lucio Dalla va ricordato che la sua casa principale, la villa di San Domino, presto diventerà la sede di attività culturali per giovani musicisti. Saranno promosse da una neo costituita associazione. Tutto alle Tremiti ricorda il grande cantautore bolognese che amò queste isole profondamente, lottando strenuamente anche per la loro tutela. La sua amica Carolina La Manna, cuoca che lo accoglieva al ristorante ‘L’Architiello’, nell’isola di San Nicola, ricorda come Lucio amasse le cose semplici e tradizionali. Aveva scelto di trascorrere gran parte dell’anno in questo piccolo paradiso naturalistico e patrimonio di biodiversità perché aveva imparato ad apprezzare anche l’umanità semplice dei suoi abitanti. “Si potrebbe fare di più per queste isole - dice l’artista e ceramista Gennaro Cafiero - e non tutti i progetti
Nella copertina una splendida immagine dell’isola di San Nicola in una notte di plenilunio. Qui sopra una berta maggiore (o diomedea) in volo e, sotto, il cantautore Lucio Dalla a bordo della sua barca alle Tremiti, con accanto una suggestiva panoramica dell’arcipelago vista dal cielo
finora finanziati si sono rivelati azzeccati, però come si fa a non amare questo luogo così bello e così unico?”. Il modo migliore per contemplare il fascino delle cinque isole è circumnavigarle in barca, ammirandone le abbaglianti scogliere, perdendosi poi nella loro profumata macchia mediterranea o entrando nelle grotte marine, dove l’acqua è così trasparente e ricca di pesci che sembra quella di un acquario. Non a caso le Tremiti sono una Riserva Naturale Marina, dove nidificano specie rare come la berta maggiore (o diomedea), un uccello che sembra un piccolo gabbiano e disegna nel cielo aggraziate coreografie di volo. Il suo verso è stato definito il canto delle sirene. “Una grande suggestione ascoltarlo di notte – racconta Fabio Attanasio, operatore turistico che svolge anche il servizio di traghetto fra San
Domino e San Nicola – sembra il vagito di un neonato. Resta impresso nella memoria”. Se le Tremiti sono anche un diadema di gioielli architettonici lo si deve soprattutto ai monaci. I primi a insediarvisi, oltre mille anni fa, furono i Benedettini che, all’insegna del celebre ‘Hora et labora’, costruirono monasteri e chiese, fortificazioni e spazi destinati a una piccola agricoltura di sostentamento. San Nicola conserva le vestigia più importanti della presenza benedettina che, a un certo punto, era diventata così importante e così famosa da far meritare alle Tremiti l’appellativo di ‘Montecassino dell’Adriatico’. Non è facile vivere alle Tremiti. “ Non ci sono scuole – racconta il vicesindaco Andrea Cafiero – e durante l’anno scolastico i bambini e i ragazzi sono costretti a
trasferirsi con le loro famiglie nel continente. In Puglia o in Molise. Abbiamo richiesto di poter riaprire una scuola elementare. Ci accontenteremo di una multiclasse. Stare lontani dalle isole per così tanto tempo è dura”. Chi rimane nell’arcipelago durante l’inverno ha il mare nel Dna e sa ascoltare il vento. Sa parlarvi per rendere meno sola anche la stessa solitudine. Alle Tremiti c’è un universo fatto di bellezza e di silenzi che le stagioni turistiche meno affollate fanno risaltare meglio. Un linguaggio che raggiunge il cuore senza filtri… come un raggio di luce. Illuminando anche il ricordo di chi secondo la leggenda queste isole le abitò per primo: l’eroe omerico Diomede, in fuga dalla Tracia. Dicono che si innamorò a prima vista di questo paradiso. Successe, fatalmente, a molti altri nei secoli che venirono…
46
Libri
www.lapiazzaweb.it
Novità letteraria Romanzo d’esordio di Germana Urbani, padovana, giornalista e docente, già direttore de “La Piazza”
“Chi se non noi”: amore e illusione tra cielo e acqua
La testimonianza dell’autrice
“Il Delta nel cuore, che emozione raccontarlo”
Il libro scava nei sentimenti e si immerge nelle pieghe più intime della mente, sullo sfondo il paesaggio del Delta del Po
A
nziché un orologio come ai suoi fratelli, per la prima comunione il nonno regala a Maria una Polaroid: è affascinata dallo spazio intorno a lei e sogna di diventare architetto da grande, di andare a vivere in città e indossare “scarpe violette magari tutti i giorni per andare in giro, a godersi la bellezza, profumando di buono”. E, anche se suo padre le ha detto che “i sogni non si realizzano mai”, Maria ce la fa: si laurea, va ad abitare a Ferrara, lavora a Bologna nello studio di un importante architetto, frequenta i convegni di bioarchitettura e le mostre dei fotografi che tanto ama, insomma ha la vita che ha sempre desiderato. Eppure, ogni venerdì torna nel Delta del Po, quel mondo paludoso che avrebbe preferito dimenticare se Luca, l’uomo che ama con un’intensità febbrile, non fosse stato così legato a quella terra. Lui è criptico, ambiguo, manipolatore, alterna sprezzo a dolcezza. E, quando la lascia, è come se un’onda di piena si rovesciasse sotto quegli “immensi cieli color cicoria”. Germana Urbani, nata e cresciuta a Urbana, in provincia di Padova, è un’insegnante e ha lavorato come giornalista per numerose testate venete, in particolare “La Piazza”, di cui è stata a lungo direttore. Prima di dedicarsi alla narrativa lunga, ha pubblicato numerosi racconti in svariate riviste letterarie. Chi se non noi è il suo primo romanzo che, per dirla con l’autrice, “è rimasto molti anni nel cassetto”. Nel suo romanzo d’esordio, la scrittrice ha voluto immergersi – proprio come un palombaro si inabissa per portare alla luce preziosi reperti – senza remora “nelle pieghe più intime della mente di una donna” e nelle falsità e dolorose contraddizioni che portano allo svilimento dei rapporti umani e alla sofferente rottura. Germana Urbani con il suo tocco che evidenzia una rara e preziosa sensibilità “scova il nodo che può legare l’amore più ingenuo e il dolore più accecante, sfuma i confini opachi tra passione e follia”. Un’altra componente che l’autrice non trascura è la dimensione storica che si intreccia indissolubilmente con la narrazione, presentando un Polesine ancora logorato nel territorio e nelle storie familiari dal ricordo della grande alluvione del ’51. Chi se non
noi si presenta così al lettore: come un vortice in grado di trascinarti e costringerti a confrontarti con “le pulsioni più oscure” della propria mente. Samuele Contiero
Quando ho dovuto decidere dove ambientare la storia che volevo raccontare ho pensato quasi subito al Delta del Po polesano, un luogo bellissimo che ho imparato a conoscere proprio lavorando al giornale La Piazza. Iniziai dal Polesine, infatti, e fu amore a prima vista per questa terra e la sua gente: fui assunta al giornale come redattrice delle edizioni rodigine, curavo Rovigo, Adria, Delta e Basso Polesine, con Badia, Lendinara e Occhiobello. Conoscevo poco le zone e, nei primi tempi, andai diverse volte a intervistare amministratori, commercianti e ad incontrare i collaboratori. Scattavo molte foto, perché si tratta zone bellissime del nostro Veneto, anche se poco celebrate nei romanzi degli scrittori veneti. Grande cantore ne fu sicuramente Gianantonio Cibotto, le cui opere andrebbero sostenute di più sia nelle scuole che negli ambienti letterari. Il Delta, in particolare modo, mi colpì subito per il suo essere una terra lontana, di confine, affascinante per un forestiero come me eppure respingente per i giovani che andavano a studiare fuori con la speranza di non tornare. Forse perché piena di contraddizioni che, come giornalisti, abbiamo cercato di raccontare dando spazio a tutte le voci in campo: amministratori, ambientalisti, imprenditori, persino a Enel quando ancora il dibattito era aperto sul futuro della centrale. Certo è che gli anni in cui ho lavorato a la Piazza e scritto di questi posti, sono stati fondamentali per la scrittura di questo mio romanzo d’esordio. E mi piace ricordarlo, vado fiera del lavoro fatto, e spero che chi leggerà il romanzo senta forte l’impulso a partire per il nostro Delta del Po. Germana Urbani