Riviera ovest ago2013 n106

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.106 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Pianiga Disinfestazioni contro il virus del Nilo

Primo Piano Il ministro Kyenge, tra storie di razzismo e integrazione pagg.

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Fossò “Il decoro urbano ai comuni”

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www.lapiazzaweb.it

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L’intervento

Fiesso, E’ attiva una nuova idrovora

Digiuno per la madre terra di Don Albino Bizzotto*

E’ stata inaugurata a settembre la nuova idrovora sullo Scolo Castellaro alla presenza di Andrea Martellato, sindaco di Fiesso, Ernestino Prevedello, presidente del consorzio di bonifica “Acque Risorgive” e Maurizio Conte, assessore regionale all’Ambiente. pag.

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2.0 la scuola per le nuove generazioni

A scuola con il tablet, per studiare nella classe virtuale utilizzando gli e-book. Nell’era digitale la tecnologia entra nelle aule della Scuola che diventa 2.0. Indicata da anni dall’Unione europea come fattore determinante per lo sviluppo delle giovani generazioni, la Tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, Tic, si fa parte integrante di evoluzione. pag. 22 10%

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Dolo e Mira, sempre più alta la disoccupazione I disoccupati, cioè persone iscritte al collocamento in età lavorativa sono 5.362; il 15% della popolazione attiva

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n Riviera del Brenta la disoccupazione è alle stelle nei comuni di Mira e Dolo alla vigilia di un autunno che sotto il profilo occupazionale si profila davvero difficile. I disoccupati e inoccupati, cioè persone iscritte al collocamento in età lavorativa sono 5.362. Un numero che in percentuale raggiunge quasi il 15% della popolazione attiva (esclusi cioè minori ed anziani e invalidi). Si tratta nell’analisi fatta dalla provincia di Venezia di una situazione occupazionale che è davvero nerissima e su

cui i principali comuni del compensorio e i rispettivi amministratori pubblici, dovranno confrontarsi nei prossimi mesi per evitare che questa piaga insieme a quella dell’emergenza casa, assuma proporzioni catastrofiche trasformando il territorio in una bomba sociale pronta ad esplodere. A dare i dati per l’area è l’assessore provinciale al lavoro Paolino D’Anna. L’assessore che è anche consigliere comunale a Mira del Pdl, fa una analisi del problema nel dettaglio. “Il flusso degli ingressi nello stato di disoc-

cupazione di persone residenti nei comuni di Mira e Dolo che hanno 39 mila e 14 mila abitanti rispettivamente - spiega D’Anna in una nota - ha raggiunto il valore di 886 ingressi nel periodo di riferimento gennaioluglio 2013. Nel medesimo periodo dell’anno precedente (gennaio-luglio 2012), il numero degli ingressi in disoccupazione ha invece raggiunto il valore 800, quindi 86 ingressi in meno rispetto all’anno 2013”. Si è registrato un aumento tendenziale dei pag. 8 disoccupati oltre il 10 %.

erché partire con un digiuno a sola acqua a tempo prolungato la sera di ferragosto? È stata la domanda più ricorrente. Per due motivi principalmente: ad agosto sono ferme le attività produttive e istituzionali ma anche dei comitati. Un’azione personale non intralciava e non si metteva in concorrenza con nessun’altra iniziativa in corso. Ad agosto ci sono poche informazioni “appetitose” per i mezzi di comunicazione. Un’iniziativa un po’ choc può trovare accoglienza. E così è stato, grazie anche a una mobilitazione spontanea di riconoscimento della validità delle motivazioni e di condivisione dell’esperienza. Da subito non mi sono trovato isolato. È stato un crescendo, come si fosse levato il tappo di una bottiglia. Sono molte le persone in Italia che ritengono importante un cambio di rotta culturale e pratica rispetto al consumo di suolo (cemento, asfalto, abbandono) e alla cura e custodia della terra, accettando il punto di vista della natura, imparando anche la sua “grammatica”. Sono molte le persone che soffrono per le speculazioni e le distruzioni ambientali calate dall’alto con megaprogetti voluti da un’imprenditoria collusa molto spesso con or-ganizzazioni malavitose, comunque corrotta e bulimica finanziariamente. * fondatore dell’associazione “Beati i Costruttori di Pace”

continua a pag.

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L’Intervento Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata di Mauro Gambin*

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egli anni ’90 i veneti hanno iniziato a conoscere il fenomeno chiamato immigrazione. In precedenza avevano conosciuto solo il suo opposto, ossia l’emigrazione.

* direttore@lapiazzaweb.it

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L’intervento

Digiuno per la madre terra

Fondazione Querini Stampalia

Genitori in biblioteca, bimbi in casa macchietta

Ha preso il via lo scorso 10 settembre “Casa macchietta”, il primo “spazio-bimbi” custodito in una istituzione culturale a Venezia, messo a disposizione dalla Fondazione Querini Stampalia. E così mentre la mamma, o il papà sono in biblioteca, impegnati nella consultazione, i bambini, dai 3 ai 6 anni, potranno essere affidati ad un operatore che li tratterrà, in uno spazio appositamente attrezzato e arredato, con giochi, libri e colori. Il servizio è esteso anche a coloro che visitano le mostre proposte dalla Fondazione. Fino al 22 settembre, nel periodo di “rodaggio”, l’ingresso è gratuito, successivamente la tariffa, per un massimo di due ore, è di 5 euro. Info presso la Fondazione Querini Stampalia, tel. 0412711411, didattica@querinistampalia.org, www. querinistampalia.org

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I due motivi principali che mi hanno spinto al gesto sono state: situazioni di emergenza del pianeta e del Veneto e la sordità e l’ottusità politica spesso con illegalità dei governanti rispetto alla ragionevolezza delle proteste e delle proposte dei vari comitati. Da due anni sto seguendo i dati della impossibilità per il pianeta di stare al passo con la pressione dei consumi umani. Quest’anno il 20 agosto è stato il giorno discrimine. Il pianeta è proprio esausto. Il fatto che nessuno se ne preoccupi, perché il problema è di tutti e quindi praticamente di nessuno, non rende meno grave la situazione reale; non si parla di opinioni, ma di dati allarmanti. Il Veneto è la Regione più cementificata d’Italia e da 20 anni procede a un consumo di suolo alla velocità di 38 ettari al giorno sottratti all’uso agricolo del territorio. Il Veneto con la pianura padana è una delle regioni più inquinate e più inquinanti d’Europa. La cementificazione riguarda anche i terreni più fertili in una pianura che è tutta un’unica città diffusa con il territorio agricolo tutto frantumato. Anche l’acqua che è la risorsa più preziosa rimane un bene precario per l’incuria e per le opere che mettono a rischio le stesse falde. Siamo ormai a una emergenza così vasta e devastante che la Regione stessa avverte la necessità di un maggior rispetto e tutela del territorio. Il guaio però sta nel fatto che già è stata approvata una quantità tale di progetti cemento – asfalto da far rabbrividire. 30 progetti di strade – autostrade, 7 progetti di ospedali o nuovi o rinnovati, 3 progetti marittimi. Tutti in project financing, cioè opere pubbliche con capitale privato. Significa indebitare tutta la popolazione, compresi i bambini che ancora devono nascere, per oltre trent’anni solo per pagare gli interessi degli investitori privati. Siamo all’assurdo. A questo vanno aggiunti i mega progetti esclusivamente privati come Motor city, Veneto city, Tessera city, Città della moda. La distruzione ambientale è assicurata. È stata chiesta una moratoria ai responsabili politici. Impossibile. “Non si può ritornare sulle decisioni prese” è stato risposto. Il Veneto concorre in prima fila all’emergenza del pianeta. Da anni seguo le vicende e il lavoro dei comitati. Sono le sentinelle e i parafulmini della popolazione. In questi anni hanno sviluppato competenze straordinarie anche in campo tecnico e giuridico. Accanto ai no alle grandi opere, decise con le scelte più impattanti, perché più redditizie, hanno sempre offerto soluzioni alternative ragionevoli. Hanno combattuto sempre l’illegalità e soprattutto non sono mai stati portatori di interessi privati o particolari. Oggi c’è un’effervescenza straordinaria di comitati. Il digiuno intrapreso ha suscitato una vivace partecipazione, perché tutti hanno compreso che non riguardava il protagonismo della mia persona, ma il motivo serio per cui tutti erano impegnati. Ne è nata una duplice iniziativa. Da una parte anche persone delle istituzioni (come la sindaco e la giunta di Marano Vicentino) hanno assunto il digiuno come modalità forte anche per le loro priorità politiche in campo ambientale. Dall’altra mai mi sarei sognato di chiedere agli altri di digiunare, come gesto comunitario lotta. È venuto avanti spontaneamente come scelta delle persone più impegnate dei comitati. Per me una sorpresa commovente. Così ci troveremo un settembre con digiuni puntuali nelle località con particolari problemi ambientali e l’ultimo weekend, 28-29 settembre, con un digiuno generalizzato regionale. Per concludere tutti insieme il 9 ottobre a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Giunta regionale, per chiedere a gran voce “moratoria” alla colata di cemento e asfalto programmata.

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Pianiga Don Franco Marin lascia la parrochia di Cazzago pag. 10

stra

Tante esercitazioni per la Protezione Civile pag. 12

Provincia Economia

Regione territorio

Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti pag. 20

La mostra

La visione integrata della Grande onda di Katsushika Hokusai pag. 25

Un piano nazionale contro lo smog in Valpadana pagg. 28-29

Vendemmia 2013

Il vigneto veneto tiene le posizioni, qualità discreta pag.

La Provincia cede quote Pmv La Provincia ha ceduto 48 mila e 799 azioni della Società Pmv (Patrimonio Mobilità Veneziana) a fronte dell’acquisto di 9 mila e 154 azioni di Atvp spa, pari ad un controvalore di 3 milioni 634 mila 595,70 euro. La Provincia partecipa con una quota del 18,207% nella società del Patrimonio per la Mobilità Veneziana spa, Pmv. La partecipazione della Provincia in Pmv si ridurrebbe dall’attuale 18,207% al 9,017%, mentre salirebbe in modo consistente in Atvp spa, dall’attuale 39,98% al 51,98%,

L’iniziativa europea “Food as Ue passepartout”

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La provincia vince il premio “Ambiente e legalità” Un riconoscimento nazionale per la Provincia di Venezia che ha ricevuto lo scorso 10 agosto il premio “Ambiente e legalità 2013”. Ai veneziani è stato riconosciuto “l’efficace e intenso impegno - attraverso pratiche amministrative innovative come il Tavolo interforze per i controlli ambientali - nell’implementazione di efficaci sistemi di controllo e nel contrasto alle varie forme di illecito ambientale” così come si legge nella motivazione. La premiazione è avvenuta nel corso della 25esima edizione di “Festambiente”, il festival nazionale di Legambiente, che quest’anno si è svolto a Ripescia (Grosseto), all’interno del Parco naturale della Maremma. A ricevere la targa sono stati il dirigente Massimo Gattolin, la responsabile dell’Ufficio Legalità e Ambiente Stefania Pallotta, insieme con l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia (in foto).

segue da pag.

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E’ stata approvata dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia Nazionale Giovani, l’iniziativa “Food as UE Passepartout” che rientra nel programma “Youth in Action” –Gioventù in Azione 2007-2013 di cui l’Associazione Veneziani nel Mondo è capofila e soggetto proponente. Il programma europeo ha l’obiettivo di promuovere la mobilità giovanile internazionale, l’apprendimento interculturale e l’educazione non formale di giovani provenienti sia da paesi Ue che da paesi limitrofi all’Ue. “L’iniziativa, a lungo programmata, ha spiegato Bruno Moretto (in foto) presidente dell’associazione Veneziani nel Mondo - avrà luogo a Venezia e vedrà la partecipazione di giovani provenienti dalla Slovenia, dall’Albania e dal Montenegro, quali paesi partners e collegati a Venezia nella storia. Alcuni giovani saranno indicati dalle nostre associazioni per l’emigrazione operanti in tali paesi. All’iniziativa prenderanno parte anche alcuni giovani con minori opportunità, in situazioni di svantaggio a causa di barriere sociali, geografiche e disabilità”.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di

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Questa edizione raggiunge le zone di Dolo, Fiesso, Stra, Vigonovo, Fossò, Pianiga per un numero complessivo di 12.179 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 agosto 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese Società Oltre quattro mesi di insulti e reazioni di tipo razzista indirizzati al ministro dell’Integrazione Kyenge: si tratta di un attacco personale all’esponente del governo di origine congolese con cittadinanza italiana o è il tema dell’integrazione che crea disagio? L’Italia è un Paese razzista? A che punto è il processo d’integrazione? E come si comporta il Veneto? Storie di avvenuta integrazione

L’Italia fra storie di integraz

di Ornella Jovane

“S

e proprio dobbiamo trovare qualcosa di stupefacente nella nomina di Cècile Kyenge a ministro della Repubblica italiana, allora possiamo chiederci perché non sia stata scelta per la Sanità, considerata la sua lunga esperienza professionale nel settore”. L’osservazione è della professoressa Leila El Houssi, storica dei paesi islamici e già docente di sociologia dei diritti Umani all’Università di Padova e coordinatrice organizzativa del Master Mediterranean studies presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, che abbiamo intervistato sui temi dell’immigrazione, razzismo e integrazione in Italia. Di fronte alle reazioni di sdegno e rifiuto suscitate dalla presenza di un ministro di colore nel governo italiano delle larghe intese, Leila El Houssi, nata in Italia da padre tunisino e madre italiana, invita a considerare la situazione con maggiore serenità e a ricondurla nella normalità dei fatti che possono accadere ad un popolo che si avvia, inevitabilmente, ad avere sempre più una composizione multietnica. Sono passati più di 4 mesi dalla investitura di questo governo e, fra le tante questioni che esso ha sollevato, c’è appunto quella legata alla presenza di un ministro, Cècile Kyenge, che non ha un nome italiano e per lo più ha la pelle nera, chiamata peraltro ad occuparsi di integrazione. Una scelta che ha scatenato, soprattutto in una certa parte politica, aspre reazioni da parte di singoli parlamentari, dirigenti, amministratori, consiglieri locali e nazionali. Reazioni anche razziste con linguaggi e atteggiamenti non di rado violenti ed eccessivi. L’integrazione è un tema impegnativo e difficile ma davvero così “indigesto” agli italiani? E perché tanta insofferenza verso il ministro Kyenge, di origine congolese con cittadinanza italiana? Siamo un popolo razzista?

“Distinguerei tra politica e società - è la risposta della professoressa El Houssi E’ vero che ci sono dei movimenti politici che si pongono contro l’immigrazione e fanno di questa ostilità una bandiera ideologica per acquisire consensi, ma la società italiana è un’altra cosa. Non è, secondo me, razzista. E come potrebbe esserlo se storicamente è stata una società di emigranti. In particolar modo i veneti che, attingendo dal vissuto della propria famiglia, più o meno tutti hanno almeno una storia di emigrazione da raccontare”. “Basterebbe soltanto voltarsi in dietro - prosegue la docente - e ripercorrere quella pagina del proprio recente passato per comprendere con maggior chiarezza quella che è la realtà dei migranti di oggi. Basterebbe cioè che la politica trovasse le modalità per far sì che il fenomeno dell’immigrazione fosse chiaro in tutta la sua complessità. Occorre smetterla, come sostiene il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, di banalizzare strumentalmente l’immigrazione riducendola semplicisticamente ad una questione legata alla sicurezza e alla clandestinità”. “L’integrazione - prosegue - è un processo assai complesso e dai molteplici risvolti: culturale, giuridico, sociale... E’ sul piano culturale che va proposta la ricchezza della “contaminazione” che produce risultati interessanti e arricchisce. Spesso, invece, prevale la cultura della paura e del sospetto nei confronti dell’altro. Soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando l’altro può spaventare. La reazione impulsiva è quella di arroccarsi nei propri costumi, nella propria cultura e difenderli temendo che la condivisione con l’altro possa contribuire a far perdere qualcosa di sè”. Da dove cominciare allora per allontanare la paura? “Dalla cultura e quindi dalle scuole, a partire da quelle dell’infanzia. Il tema

lo sport, specchio della società

Nel calcio, dai cori razzisti negli stadi agli esempi d’integrazione con la nazionale

I

l contrasto al razzismo è uno dei temi che caratterizzerà in Italia la stagione calcistica e il campionato appena iniziato, dai dilettanti alla massima serie. Lo ha assicurato il presidente Figc, Giancarlo Abete, determinato ad allontanare dagli stadi chi, con cori razzisti e insulti offensivi, punta ad attaccare i giocatori di colore, con la finalità di provocarli e indurli ad allontanarsi dal campo di gioco, come del resto hanno fatto già Boateng e Constant. Quest’anno però le dure norme, quelle volute da Michel Platini, sono in vigore anche in Italia e i provvedimenti sono temuti: i cori razzisti avranno come prima conseguenza la chiusura di un settore dello stadio e, se si dovessero ripetere, si procederà ad interdire tutto lo stadio ai tifosi, oltre ad una multa di 50mila euro. A farsi parte attiva di questa battaglia anche il ministro Cècile Kyenge che, insieme con la Lega calcio e gli altri organi di governo dello sport, ha avviato la sua campagna di sensibilizzazione e di iniziative culturali contro il razzismo negli stadi. All’atteso esordio del campionato di serie A, il 24 agosto scorso, con il primo incontro ad alto rischio di cori razzisti Verona-Milan per via della presenza di Mario Balotelli non proprio “amato” dai tifosi veronesi, il ministro ha lanciato i suoi primi appelli perché “tutti gli attori coinvolti, in campo e fuori, facciano squadra per debellare questo cancro”. Dal calcio tuttavia possono venire anche esempi d’integrazione, come accade per la nostra nazionale, elogiata dalla stessa Kyenge a Torino l’8 settembre scorso dove gli azzurri di Prandelli si trovavano in ritiro per preparare la sfida contro la Repubblica Ceca. Il ministro li ha definiti “modello di quello che dovrebbe essere l’Italia di domani” . O.J.

dell’integrazione dovrebbe essere affrontato con maggiore insistenza e convinzione. Del resto è proprio a scuola che il processo di integrazione può avvenire con maggiore spontaneità. I bambini pur parlando lingue diverse, o provenendo da culture diverse, sono in grado di stabilire con facilità canali di comunicazione e di condivisione di esperienze attraverso il gioco”. A che punto è il processo di integrazione in Italia? “L’integrazione è un processo inesorabile che è in atto nella nostra quotidianità, anche in Italia, dove la società sta profondamente cambiando. Certo in Italia il processo è più lento rispetto ad altri Paesi, siamo alla seconda generazione. Lo possiamo definire un processo spontaneo che si realizza dal basso, verso il quale la classe politica, a prescindere dagli orientamenti, fino ad oggi è stata latitante. La scelta di Cècile Kyenge quale ministro dell’Integrazione è dunque un segnale importante della politica perché fa capire che l’Italia non è un Paese chiuso, al contrario aperto e dentro la multiculturalità. Intendiamoci non è solo un simbolo di forte impatto mediatico, ma una donna di lunga esperienza che da anni opera nelle associazioni contro il razzismo. Non mancano tuttavia le voci di dissenso, espressione di quella parte che vorrebbe continuare a portare avanti una politica di chiusura e timore dell’altro, ma l’Italia sta cambiando”. Come? “Ci sono gli immigrati di seconda generazione. E’ fondamentale sensibilizzare gli italiani al tema del Ius Soli: quanti bambini nascono in questo paese e non possono essere cittadini italiani? “Sta per piovere” è un film di un giovane regista Haider Rashid, nato in Italia


Argomento del mese 5 Razzismo

In alto il ministro Cècile Kyenge più in basso la professoressa Leila El Houssi

zione ed episodi di razzismo da padre iracheno e madre italiana, che racconta la vicenda di un ragazzo, nato e cresciuto in Italia, da genitori algerini che, a seguito di una serie di disavventure che colpiscono il padre rimasto senza lavoro e per questo senza permesso di soggiorno, è costretto a ripensare alla propria esistenza. Cosa fare? Rimanere da clandestino nella “sua” Italia o seguire i genitori in Algeria, una terra a lui sconosciuta, per aiutare la sua famiglia a ricostruirsi, un’altra volta, una dimensione in cui vivere? Un tema che l’Italia deve

ISTITUZIONI

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affrontare”. Cosa ne pensa del Veneto? “In Veneto c’è una grande solidarietà a livello sociale. Esistono numerose associazioni e realtà di volontariato che sono in grado di esprimere una solidarietà più profonda e radicata rispetto ad altre regioni, magari politicamente orientate verso scelte di accoglienza più marcate. La società veneta è in grado benissimo di accogliere gli immigrati”.

Interviene il governatore Zaia sul problema clandestini

“Kyenge chieda l’aiuto dell’europa”

’incontro preannunciato fra il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge alla fine non c’è stato, nè alla festa della Lega nè alla festa del Pd. Il governatore Zaia tuttavia ha avuto modo di intervenire in più occasioni sul tema dell’integrazione, in un confronto col ministro Kyenge, che si è tenuto a distanza. Egli ha ribadito la necessità di un intervento Ue per gestire i flussi di clandestini diretti anche verso la nostra regione. Zaia, chiarisce il suo pensiero dopo che nelle scorse settimane il ministro aveva affermato che l’Europa non può lasciare sola l’Italia a gestire i flussi di immigrazione. “Vorrei poter dire al Ministro Kyenge - dice Zaia - benvenuta fra noi. Si è accorta che l’immigrazione clandestina, che sta scaricando ogni giorno centinaia di disperati e nuovi schiavi sulle coste italiane, è un

problema di tutta l’Europa”. “Il ministro ha compreso- ribadisce- dunque qual è il problema: quello di una Unione Europea in cui i paesi cosiddetti forti compiono e hanno compiuto (la Francia non più tardi di tre anni fa) strage di diritto e di legalità chiudendo le frontiere e sospendendo Schengen a seconda delle convenienze. Il commissario europeo Malmstrom, risponda della latitanza dell’Europa”. “Il ministro Kyenge dice di essere per la mediazione e l’incontro, per risolvere i problemi – conclude Zaia . Piuttosto che lanciare proclami, come quello sullo ius soli, ci dica dunque quali sono le linee del suo ministero. E piuttosto che perdere tempo alimentando guerre ideologiche, vada a Bruxelles a protestare con vigore. Capiremo come desidera muoversi e soprattutto di cosa vuole discutere. Noi siamo sempre pronti a farlo”. A.A.

Le reazioni politiche

“Ora è tempo di integrazione” R

azzismo, un male oscuro che attraversa le società, la storia e le popolazioni. Anche in Veneto fino a qualche decennio fa (e ora purtroppo di nuovo) terra di emigrazione, il fenomeno si è presentato con episodi davvero preoccupanti soprattutto contro gli immigrati che da qualche anno arrivano, qui per lavorare, ma che spesso sono anche protagonisti di brutti episodi di criminalità. Con questo “mostro” che nel secolo scorso, nelle sue forme più estreme ha dato origine a ideologie terrificanti come quella nazista, bisogna confrontarsi, e lo fanno anche i politici ed esponenti della società del nostro territorio. Il primo ad intervenire nelle scorse settimane dopo le offese al ministro Kyenge è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi. Insulti che erano arrivati via facebook proprio da esponenti di rilievo della Lega Nord (Roberto Calderoli e Daniele Stival). “Le porgo le mie scuse - ha detto Tosi in un incontro con la Kyenge proprio a Verona - se qualcuno della mia parte politica l’ha offesa e se qualcuno non le ha fatte, fermo restando che in democrazia si possono avere idee diverse, ma il rispetto come ministro e soprattutto come persona e come donna è una cosa dovuta”. Il sindaco ha poi auspicato che il confronto “vada fatto sui contenuti per evitare polemiche inutili che tanto non servono a nulla né agli italiani, né agli stranieri, né al Paese”. Il governatore del Veneto, il trevigiano Luca Zaia poi era intervenuto chiedendo “d’ora in poi l’espulsione dalla Lega Nord per chi insulta gli avversari politici con frasi razziste”. Non manca l’impegno degli esponenti della chiesa per avvicinare culture diverse . A Jesolo nel veneziano in piena stagione turistica ad esempio la festa di chiusura del Ramadan si è aperta con il saluto del patriarca di Venezia Francesco Moraglia e del direttore della Caritas Don Dino Pistolato. “Si tratta – ha detto Don Dino - di dare segnali importanti di volontà di accoglienza ed integrazione, in tutte le realtà del Veneto, soprattutto quelle in cui la presenza di culture diverse e immigrati è più forte e cioè Padova, Vicenza Treviso e Venezia”. Anche a Treviso il nuovo sindaco Giovanni Manildo del Partito Democratico ha spiegato che in città “l’aria è cambiata. Le politiche dello sceriffo Gentilini che sparava battute truci sugli immigrati sono finite. Ora è il tempo dell’accoglienza e dell’integrazione ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle regole”. A Mestre nei mesi scorsi infine si è tenuta la riunione della Consulta provinciale per l’Immigrazione. Sono stati affrontati i temi fondamentali per l’accordo di integrazione. Il primo riguarda i contratti di affitto, il secondo tema ha riguardato l’obbligo scolastico e i corsi di italiano e il terzo tema il diritto alla salute. Per l’assessore Giacomo Grandolfo della Lega Nord: “Questi progetti vanno promossi per creare le basi per l’avvio di un lavoro di rete tra immigrati e istituzioni. Il corso, nato da un’idea delle associazioni di immigrati, ha avuto lo scopo di rafforzare le conoscenze e le competenze dei referenti delle associazioni di immigrati, perché possano svolgere un ruolo di “facilitatori” presso i propri associati, nonché creare occasioni di dialogo tra associazioni, enti ed istituzioni. Il tutto allo scopo di favorire positivi processi di integrazione”. Alessandro Abbadir


6 Approfondimento La storia Tatiana, ucraina, racconta la sua esperienza positiva in decine di famiglie

Da 11 anni in Veneto: “Intorno a me tante brave persone” E’ stata accanto a numerosi ammalati e ha sempre trovato disponibilità e accoglienza di Nicola Stievano

D

a oltre undici anni lavora in Italia, per la precisione in Veneto. Tatiana, 56 anni, è arrivata dall’Ucraina nel 2002. Ha conosciuto decine di persone, ha assistito anziani in difficoltà, ha vissuto con le famiglie italiane. Ha affrontato momenti difficili e altri più spensierati ma la sua esperienza è sempre stata più che positiva. Ora, mentre sta assistendo un’ammalata di Monselice che dovrà lasciare per tornare a Chioggia, vuole raccontare la sua storia di integrazione riuscita. Tatiana ha contattato di sua iniziativa la nostra redazione e ripercorre passo passo la sua vita in Italia, di famiglia in famiglia, fra persone che le hanno voluto bene, che l’hanno aiutata ad imparare la lingua e a vivere in un Paese per lei sconosciuto. “Sono arrivata dall’Ucraina nel 2002 a Mestre, su invito di una mia cara amica. All’epoca lavorava per una famiglia di Mareno di Piave. Assisteva una signora ammalata, Rosa, e mi ha portata a casa dove ho incontrato le prime persone italiane molto gentili disponibili con me. Si

chiamano Attilio e Natalina e nei primi mesi di permanenza in Italia mi hanno ospitato in più occasioni, insegnandomi la lingua e aiutandomi a cercare lavoro. Ho trovato il mio primo lavoro in provincia di Udine con due anziani, sono rimasta con loro per un mese e mezzo. Quando è morta la signora di 94 anni sono tornata a Mareno di Piave per un’altra settimana. Poi Giancarlo, figlio di un’anziana che non ho fatto in tempo ad assistere perché mancata proprio quando dovevo iniziare, mi ha ugualmente ospitato per un altro mese e mezzo. Dopo un ulteriore passaggio da Natalina e Attilio ho trovato lavoro per altri dieci mesi con un ammalato di Alzheimer, dove ho conosciuto una grande famiglia molto unita. E’ stato un lavoro molto pesante e subito dopo sono tornata in Ucraina per un periodo di riposo. Al ritorno ho ripreso a lavorare con Vittorio, 94 anni: mi ha insegnato a parlare in italiano e siamo sempre andati d’accordo. Quando è tornata la persona che sostituivo lui voleva tenere me ma non era giusto portare via il

lavoro ad un altra ragazza. Dopo un mese di ricerca ho trovato un altro ammalato da assistere, un diabetico che viveva con le due figlie. Con lui mi sono sempre trovata molto bene per dieci mesi. Intanto ho conosciuto un’altra persona, Massimo, che mi ha chiesto se mi prendevo cura della sua casa per pulire, lavare, stirare. Ho lavorato per 8 anni a Chioggia, non lontano dal centro. Mi sono trovata molto bene, poi ho lavorato con un’agenzia a Mestre per pulire condomini e alberghi per tre anni. Il lavoro mi piaceva molto ma poi c’è stata la crisi e non mi conveniva più fare due ore di viaggio per lavorare 3-4 ore. Sempre a Chioggia, ho assistito la signora Wanda e mi ha molto colpito l’ottimo rapporto con la figlia Tiziana. Sono tornata in Ucraina a vedere la mia prima nipote che era appena nata e stare un po’ con la famiglia. Una volta rientrata ho trovato un altro lavoro con Giulia e la sua famiglia, con la quale mi sono trovata molto bene. Quindi ho conosciuto Mario a Chioggia che faceva volontariato con ammalati di

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sclerosi multipla e mi ha coinvolto nelle sue attività. Se per gli italiani è difficile trovare lavoro per noi è ancora peggio e ogni tanto lui mi aiuta, come del resto fa anche Massimo. Ora sto concludendo il lavoro a Monselice, poi tornerò a Chioggia dove cercherò un’altra occupazione”. Tatiana si definisce una donna fortunata. In Ucraina ha lasciato due figli, una nipote e la mamma anziana, ma in Italia ha sempre trovato tante famiglie che l’hanno aiutata. “Ho

conosciuto tante brave persone, di parola. Vorrei ringraziarle tutte una ad una per per tutto quello che hanno fatto per me e vorrei chiedere scusa se involontariamente ho fatto male a qualcuno a causa di un periodo di forte depressione che ho attraversato. Sono felice di vivere in Italia e auguro a tutte le persone che mi hanno conosciuto grande salute, felicità e amore. Come quello che hanno trasmesso a me”.

Oriago Da “vu cumprà” a cittadino italiano

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na storia di integrazione davvero esemplare, da venditore ambulante irregolare, a cittadino italiano perfettamente integrato nella società in cui vive. La storia è quella di Birima Mbaye, 50 anni, proveniente dal Senegal, dipendente dell’hotel Cipriani come aiuto in cucina. Da poche settimane ha ottenuto la cittadinanza italiana che chiedeva dal 2000. Risiede con la moglie e tre figli a Oriago di Mira, una cittadina di 40 mila abitanti che si trova nell’area della Riviera del Brenta. A raccontarsi è proprio Mbaye. “Dopo 24 anni dal mio arrivo in Italia ho coronato finalmente il mio sogno - spiega - e sono diventato cittadino italiano. Lavoro da anni regolarmente in questo paese, che credo il mio paese, e le mie figlie frequentano l’Università a Ca’ Foscari e a Udine”. L’ex senegalese parte da lontano, da quando cioè arrivò nel nostro paese per la prima volta. “Sono arrivato in Italia – ha detto nel giorno dell’ottenimento della sua cittadinanza - nel 1989. Sono partito facendo quello che trovavo. Ho cominciato come venditore ambulante sulle spiagge al Lido di Venezia e a Sottomarina. Dopo qualche tempo sono riuscito a trovare un lavoro regolare, mi sono sempre guadagnato da vivere di anno in anno onestamente. Se si vuole lavorare qui in Italia alla fine il lavoro si trova. Insomma basta adattarsi e alla fine si va avanti”. Nelle scorse settimane è arrivata dalla Prefettura di Venezia la certificazione dell’ottenimento della cittadinanza italiana. Una cittadinanza che era già stata

Birima Mbaye ottenuta da moglie e figlie che da anni con lui vivono in Italia insieme con un bambino più piccolo. L’uomo è molto orgoglioso di quello che ha potuto fare per la sua famiglia e dei livelli di integrazione in cui sono arrivate ad esempio le figlie. “Sono orgoglioso – dice - mia figlia, che ha 25 anni, fra poco si laureerà in Economia e commercio a Ca’ Foscari. l’altra mia figlia, 21 anni, invece frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Udine, mentre il figlio più piccolo, 13 anni, frequenta le scuole medie a Oriago. Per l’Italia provo gratitudine”. La notizia dell’ottenimento della cittadinanza è stata festeggiata oltre che dall’uomo e dalla sua famiglia, anche dagli amici e dai vicini di casa con cui i rapporti negli anni sono sempre stati un esempio di convivenza nel segno della collaborazione e dell’amicizia. A.A.


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8 Dolo - Fiesso Lavoro

FIESSO

Dolo L’assessore D’Anna fornisce i dati del centro per l’impiego di Dolo

Nuova idrovora

Dolo e Mira, aumenta la disoccupazione

Sicurezza idraulica in via Castellaro

di Alessandro Abbadir

I

n Riviera del Brenta la disoccupazione è alle stelle nei comuni di Mira e Dolo alla vigilia di un autunno che sotto il profilo occupazionale si profila davvero difficile. I disoccupati e inoccupati, cioè persone iscritte al collocamento in età lavorativa sono 5.362. Un numero che in percentuale quasi il 15% della popolazione attiva (esclusi cioè minori ed anziani e invalidi). Si tratta nell’analisi fatta dalla provincia di Venezia di una situazione occupazionale che è davvero nerissima e su cui i principali comuni del compensorio e i rispettivi amministratori pubblici, dovranno confrontarsi nei prossimi mesi per evitare che questa piaga insieme a quella dell’emergenza casa, assuma proporzioni catastrofiche trasformando il territorio in una bomba sociale pronta ad esplodere. A dare i dati per l’area è l’assessore provinciale al lavoro Paolino D’Anna. L’assessore che è anche consigliere comunale a Mira del Pdl, fa una analisi del problema nel dettaglio. “Il flusso degli ingressi nello stato di disoccupazione di persone residenti nei comuni di Mira e Dolo che hanno 39 mila e 14 mila abitanti rispettivamente - spiega D’Anna in una nota - ha raggiunto il valore di 886 ingressi nel periodo di riferimento gennaio-luglio 2013. Nel medesimo periodo dell’anno precedente (gennaio-luglio 2012), il numero degli ingressi in disoccupazione ha invece raggiunto il valore 800, quindi 86 ingressi in meno rispetto all’anno 2013”. Si è registrato un aumento tendenziale dei disoccupati oltre il 10 %. “Il flusso di iscrizioni alle liste di mobilità dei lavoratori domiciliati nel comune Mira e Dolo - continua D’Anna - ha raggiunto quota 380 nel 2011 e 425 nel 2012. Quindi anche per questo indicatore si registra la crescita del +12%”. Per quanto riguarda i dati dell’anno 2013 riferiti ai lavoratori domiciliati nella circoscrizione del Centro per l’Impiego di Dolo, per valutare correttamente lo

Sociale

I disoccupati e inoccupati cioè persone iscritte al collocamento in età lavorativa sono 5.362; il 15% della popolazione attiva Un’immagine di uno dei tanti scioperi contro la crisi

sviluppo degli ingressi nella mobilità, è necessario osservare solo le iscrizioni alle liste di mobilità ex L. 223/91 (cassa integrazione ordinaria), in quanto le iscrizioni alle liste di mobilità ai sensi della L. 236/93 (straordinaria) non sono state rifinanziate. Quindi, nel periodo gennaio-luglio 2013 sono state approvate 170 iscrizioni alle liste di mobilità ex 223/91 dei lavoratori di competenza del Centro per l’Impiego di Dolo, il che rappresenta una crescita del +48% rispetto al periodo gennaio-luglio 2012 quando le iscrizioni hanno raggiunto il valore di 115 unità. Infine le assunzioni. “Per quanto riguarda le assunzioni, cessazioni di attività lavorativa nei co-

E

’ stata inaugurata a settembre la nuova idrovora sullo Scolo Castellaro alla presenza di Andrea Martellato, sindaco di Fiesso, Ernestino Prevedello, presidente del consorzio di bonifica “Acque Risorgive” e Maurizio Conte, assessore regionale all’Ambiente. I lavori, finanziati dalla Regione e dal comune di Fiesso per un importo di 1,7 milioni di euro, hanno visto la posa di un’idrovora con tre pompe con una potenza di 2100 litri al secondo che permetterà di scaricare l’acqua del Castellaro nel Rio Serraglio in caso di emergenza; la ricalibratura e alla rinaturalizzazione del canale, la posa di alcune valvole “di non ritorno” e la sostituzione di un “tombotto” in via Pioghella con una sezione più ampia della precedente. I lavori erano iniziati a fine 2009 con il risezionamento dello Scolo, l’adeguamento delle strade che passano sopra il corso d’acqua, e la realizzazione delle opere murarie dell’idrovora. “Questa inaugurazione segna un nuovo inizio - ha affermato il sindaco Martellato - con la consapevolezza che il territorio e l’ambiente vanno tutelati e valorizzati. Per la sicurezza idraulica è stato fatto molto a Fiesso. Grazie al contributo di tutti fino ad oggi sono stati svolti la pulizia e il risezionamento dei capifosso, il continuo monitoraggio, la ricalibratura e l’impianto idrovoro nel Castellaro, le riprese e le videoispezioni nelle condotte. La collaborazione con la Protezione Civile ci ha permesso di conoscere lo stato di manutenzione dei fossi ispezionati, ed è stato redatto un rapporto sugli interventi da realizzare e sulle criticità. Ora si proseguirà con i lavori idraulici su via Piove, la videoispezione e la pulizia delle condotte e interventi nel centro abitato, in primis in via Baldana”. G.P.

muni Mira e Dolo, - conclude l’assessore provinciale al lavoro Paolino D’Anna - il numero delle assunzioni registrate nel 2012 è calato rispetto all’anno 2011, mentre le cessazioni di attività rimangono sostanzialmente stabili. Più significativa invece è l’evoluzione dei saldi tra le assunzioni e le cessazioni che nel 2010 raggiungevano il valore positivo di +125 (quindi c’erano più assunzioni che le cessazioni di attività lavorativa), nell’anno 2011 il valore è diventato negativo -140 e questa flessione negativa si è approfondita maggiormente nel 2012 raggiungendo il valore di -210 assunzioni rispetto alle cessazioni di attività lavorativa“.

Un ponte per la pace

Missione umanitaria in Africa

E

’ partita a fine agosto scorso “Un ponte per la pace” missione umanitaria a valenza sanitaria promossa dall’associazione onlus Amici per l’Africa di Trebaseleghe, dall’Università di Padova e dall’Azienda Ospedaliera di Padova. Il responsabile del progetto è il dottor Massimo Mion, medico chirurgo dell’Ulss 5 Alto Vicentino, che si è recato in Palestina assieme al professor Franco Bassetto (medico chirurgo, professore ordinario dell’Università di Padova, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva) e con Roberta Nalon (coordinatrice per l’organizzazione e

la logistica). La missione è un ideale proseguimento di quella tenutasi lo scorso anno, promossa da Auser, Spi e Amici per l’Africa, nella quale erano stati visitati alcuni bambini con problemi di esiti da ustioni e selezionati alcuni casi da operare, ed erano stati organizzati dei corsi di Primo Soccorso “Blsd”. “Negli incontri con i medici palestinesi e il Presidente dell’Ordine, sono emerse due specifiche necessità formative – spiegano i promotori – approfondire il trattamento delle ustioni per aumentare le conoscenze ed acquisire le nuove tecniche di sutura chirurgica anche a scopo estetico con

formazione teorico/pratica”. Il gruppo si è recato nella regione della West Bank situata a Nord-Est del Mar Morto e confinante con la Giordania dove vive oltre il 60 per cento della popolazione palestinese. In questa regione sono stati operati sei bambini palestinesi vittime di ustioni e sono proseguiti i corsi di formazione per medici sul trattamento delle ustioni e sulle tecniche di sutura chirurgica ambulatoriale. Al gruppo si è unita anche Silvana Malerba, esperta nel settore delle confezioni in pelle, che ha insegnato alle donne palestinesi le tecniche di confezionamento. G.P.

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10 Pianiga Salute Il comune di Pianiga vuol evitare il diffondersi della malattia

Virus del Nilo, disinfestazioni straordinarie di Alessandro Abbadir

I

l comune di Pianiga dichiara guerra al virus del Nilo e lo fa per primo nell’area della Riviera del Brenta e del Miranese con una serie di disinfestazioni straordinarie che andranno avanti fino all’autunno inoltrato. Ma veniamo alla questione. Il virus del Nilo occidentale (noto anche con la denominazione inglese West Nile Virus) è un flaviviridae del genere Flavivirus (di cui fanno parte anche il virus della febbre gialla, il virus dell’encefalite di Saint-Louis e il virus dell’encefalite giapponese). Il suo nome viene dal distretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. In seguito è stato trovato negli uomini, negli uccelli e nei moscerini in Egitto negli anni cinquanta, diffondendosi infine anche in altri paesi. “Considerato che – spiega il sindaco Massimo Calzavara – anche in Veneto si sono verificati casi di infezione causati dalla puntura di zanzara, l’amministrazione ha predisposto, nel proprio territorio comunale, interventi straordinari nelle aree e strade pubbliche per tutto settembre e se necessario anche a ottobre. Gli interventi sono stati predisposti in via precauzionale”. Per i privati cittadini che hanno difficoltà ad intervenire nei propri giardini, per mancanza di mezzi adeguati, è attivo un apposito servizio meccanizzato. “Tale servizio – spiega il sindaco – è regolato tramite convenzione tra il comune ed una ditta specializzata ed è operativo su domanda individuale da presentare con apposito modulo disponibile all’Ufficio Ecologia, o scaricabile dal sito internet nella sezione Ecologia. Il costo d’intervento sarà per il 50% a carico del Comune, mentre per il restante 50% a carico del privato cittadino richiedente. Contestualmente si sottolinea l’opportunità di seguire il decalogo predisposto dall’Ulss 13. La zanzara e soprattutto la zanzara tigre che è stata segnalata con preoccupazione per una forte diffusione a Pianiga, può essere eliminata solo con un attento e costante controllo dei giardini privati, prima che delle aree pubbliche con indicazioni precise che il comune in queste settimane ha distribuito ai cittadini. Sono state centinaia le richieste di intervento e i richiedenti. Per questo l’iniziativa di continue disinfestazioni è stata accolta con molto favore a Pianiga capoluogo e nelle frazioni di Cazzago, Rivale e Mellaredo. Per informazioni Ufficio Ecologia del Comune di Pianiga tel. 041-5196286, martedì e venerdì dalle 9 alle 13,30 e giovedì 15-/18. Sito web istituzionale: www. comune.pianiga.ve.it.

Primo nell’area dell’Ulss 13, l’ente locale farà interventi ad hoc contro la zanzara tigre fino ad autunno inoltrato NEWS Cazzago

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a parrocchia di San Martino di Cazzago cambia parroco. La notizia è arrivata dalla diocesi di Padova e dal Vescovo Antonio Mattiazzo che ha disposto il cambio di guardia dopo 11 anni di permanenza di Don Franco Marin. Don Franco è stato destinato alla chiesa di Torreglia nel Padovano. La partenza è prevista per fine ottobre e precisamente il 27. A Cazzago arriverà il 3 novembre don Davide Zaffin. Don Franco Marin, 55 anni, è sacerdote dal 4 giugno 1983. Fu fino al 1987 è stato cooperatore nella parrocchia di S. Teresa di Gesù Bambino a PadovaGuizza e dal 1987 al 2001 ha svolto la funzione sacerdotale in Kenia, nella diocesi di Padova. Inizialmente cappellano nella parrocchia di Nyahururu, in seguito ha fondato e fu il primo parrocco delle parrocchie di Mutanga (che intitolò a San Martino di Tours) e di Marmanet (che ha intitolato alla Madonna delle Grazie). E’ arrivato della parrocchia di Cazzago il 13 ottobre 2002. Durante il suo mandato è stato rifatto il sagrato e il campanile della chiesa. I parrocchiani della frazione di Cazzago sono rimasti molto colpiti da questo avvicendamento che è arrivato in qualche modo a sorpresa. Il nuovo parroco però, non mancherà di essere festeggiato al suo arrivo. A.A.


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Mansioni come il taglio dell’erba nelle aree pubbliche vengono svolte dall’Unione dei comuni di Giacomo Piran

“L

e risorse per la pulizia e il decoro urbano dei Comuni della Riviera del Brenta siano affidati ai comuni e alle loro forme associate come sono le Unioni dei Comuni”. A proporlo è Federica Boscaro, sindaca di Fossò e presidente dell’Unione dei Comuni “Città della Riviera”, che interviene dopo che a fine agosto alcuni operatori economici della Riviera avevano lanciato un appello sullo stato di manutenzione dei comuni lungo il Naviglio Brenta. “Da tempo – commenta la presidente Boscaro – nell’Unione dei Comuni della Riviera del Brenta si sta ragionando in merito alla possibilità di svolgere assieme le manutenzioni”. I comuni della Riviera del Brenta hanno adottato la modalità di far svolgere i tagli dell’erba negli spazi comunali alle associazioni di categoria degli agricoltori. “Riteniamo Il municipio di Fossò che la soluzione adottata per i nostri spazi verdi potrebbe portare a dei risultati anche nel caso della manutenzione del Naviglio – settembre siamo andati alla Fiera di Rimini. Inoltre abbiamo aderito continua la presidente dell’Unione – ottimizzando i tempi e i costi al Comitato Expo Venezia con il quale saranno condivise e promosse lungo tutta l’asta del Brenta navigabile. Ci rendiamo conto che ci le iniziative e la governance per i progetti legati all’Expo di Milano sono competenze di enti diversi, e nel caso specifico del Genio Civile, 2015”. A settembre sono ripresi gli incontri del Tavolo del Turismo, ma è ora di superare queste difficoltà e speriamo che l’occasione coordinato dal consigliere delegato Renato Trincanato, dove si anpossa essere la costituzione della Città Metropolitana, dove dovran- dranno a definire le strategie future. “Questo quanto sta facendo no essere affrontati i temi delle competenze tra i vari enti, almeno con impegno e dedizione il nostro ente – conclude Federica Boscaro tra provincia e comuni”. La presidente Federica Boscaro ricorda poi – cerchiamo di dare risposte concrete ai nostri operatori economici come l’Unione dei Comuni abbia sempre lavorato per il supporto in termini di promozione territoriale in questo difficile momento di e il rilancio economico e turistico del territorio. “A febbraio siamo congiuntura economica. Ne è l’esempio l’appoggio anche economico stati presenti alla manifestazione nazionale della Bit di Milano e a per la Riviera Fiorita 2013”.

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a creazione di un campo base, la simulazione di una ricerca notturna e la costruzione di una zattera per il trasporto di un ferito da una sponda all’altra della Naviglio Brenta. Queste sono state alcune delle attività svolte dai volontari dei gruppi comunali della Protezione Civile di Stra, Campagna Lupia e Vigonovo durante un’esercitazione congiunta che si è svolta nel parco di villa Loredan. Alla due giorni di attività hanno partecipato decine di volontari che hanno svolto operazioni sia teoriche, che pratiche. Il sabato, i volontari si sono ritrovati per allestire il campo base, che ha visto il montaggio della varie tende, e poi sono stati impegnati in attività didattiche e formative di gruppo. Di notte si è svolta la prima simulazione che ha riguardato l’attività della ricerca notturna di feriti. Il secondo giorno i volontari hanno eseguito la seconda esercitazione che riguardava la costruzione di una zattera in legno per simulare il trasporto di un ferito da una sponda all’altro del Naviglio Brenta. La due giorni di attività si è conclusa con una cerimonia cui erano presenti il sindaco di Stra, il vicesindaco di Vigonovo e l’assessore provinciale Giuseppe Canali. “Un doveroso ringraziamento – ha spiegato Stefano Valentini, assessore alla protezione civile di Stra – lo voglio rivolgere ai volontari e ai loro coordinatori Fabio Terrin per Stra, Michele Visman per Campagna Lupia e Enzo Zanin per Vigonovo, che nonostante il caldo hanno reso possibile l’esercitazione”. G.P.

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l mese di settembre per il comune di Vigonovo è caratterizzato dalle sagre paesane visto lo svolgimento della Sagra Settembrina di Tombelle e del Sagrone di Vigonovo. Anche quest’anno le due iniziative hanno ottenuto un grosso successo sia come presenze che come soddisfazione dei cittadini. La prima a svolgersi è stata la Sagra Settembrina di Tombelle svoltasi a inizio mese. Numerose le novità introdotte in questa edizione della manifestazione. In primis la serata “Thursday Rock”, svoltasi con la presenza dei gruppi musicali “Greta in Wonderland” e “Le uova”, oltre allo stand gastronomico per i giovani “Sandwich-issimo” e al torneo di dama per bambini. Da quest’anno inoltre lo stand gastronomico ha aderito al progetto “Cambia a tavola” che consiste nell’utilizzare, al posto delle stoviglie in plastica, piatti in ceramica, bicchieri in vetro e posate in acciaio prevedendo un servizio per il lavaggio. Al bar è stato poi deciso di usare bicchieri in materiale biocompatibile o biodegradabile così come per le vaschette delle patatine fritte. Altra novità è stata la possibilità per i fruitori dello stand gastronomico, di richiedere una vaschetta per portarsi a casa il cibo evitando quindi lo spreco. Il programma della Sagra ha visto quindi la presenza dello stand gastronomico, del luna park, della pesca di beneficenza, del ballo liscio, della mini fiera e delle mostre di iconografia sacra, fotografie, pittura, serpenti, modellismo. Ogni sera si sono svolte esibizioni di associazioni sportive, di danza e musicali, oltre ad un flash mob “Colori

della pace” il primo del mese. Il comune di Vigonovo ha proposto poi lo stand “Patto dei Sindaci” in cui sono state esposte le tecnologie disponibili per il risparmio energetico, mentre è stata allestita una mostra di personale e mezzi di soccorso e sicurezza. Dal 7 al 16 settembre si è poi tenuto il Sagrone di Vigonovo che ha visto numerose nuove iniziative tra cui Il campo della Protezione Civile per ragazzi dove sono stati insegnati i principi di base della Protezione Civile e si è potuto pernottare in un vero campo-tenda; il raduno “Vespe in Festa” e il torneo di boccette. Molte le conferme: Vigonovo’s Got Talent, per l’occasione sdoppiato nella versione Kids e adulti; la 3’ edizione di Gusta&Pedala con ricavato devoluto a scopi benefici; “Scattare!” la seconda maratona fotografica per bambini, a cura di Frequenze Visive; la cena della Terza Età. Ci sono state le serate danzanti, di musica rock e di animazione oltre agli stand gastronomici della parrocchia e dell’Asd VigonovoTombelle e alla tradizionale Fiera Mercato, al luna park G.P. e alla pesca di beneficenza.



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Sguardo alla Riviera est 15 Territorio

NEWS

Infrastrutture Il comune boccia il Ptrc voluto dall’assessore regionale Renato Chisso

Mira dice no alle grandi opere

Mira Porte

Partiti i lavori della casa di riposo

di Alessandro Abbadir

U

n no senza se e senza ma, alla grandi opere volute dalla Regione Veneto. E’ il verdetto che è arrivato nelle scorse settimane dal consiglio comunale di Mira che ha bocciato in toto il Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc). Il comune ha approvato delle osservazioni che hanno smantellato l’impianto voluto con forza dall’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso. A bocciare il piano è stata una maggioranza ampia: ai voti del Movimento 5 Stelle (al governo della città) si sono sommati quelli del Pd e della lista “Mira Fuori del comune”. La lista “Noi per Mira” rappresentata dal consigliere comunale Roberto Marcato (ex sindaco) ha dato un voto di astensione. Ma ecco le motivazioni del no date direttamente dal sindaco Alvise Maniero. “Il Ptrc – ha spiegato in consiglio comunale – è peggiorato dalla prima presentazione. La Regione Veneto ha mantenuto una rigidità che non ha permesso una partecipazione condivisa a scelte importantissime per il territorio”. Nelle osservazioni approvate si dice no alla Romea Commerciale, bocciando qualunque tracciato venga proposto. No secco alla camionabile sull’Idrovia che non serve a nulla, secondo la maggioranza, se non a colpire ancora di più, un territorio già ferito da una serie di infrastrutture come il Passante e i vari caselli autostradali e la vicinanza a Veneto City. Un no pesante come un macigno è stato dato anche dai consiglieri del Pd alla progettualità sulla portualità, che lasciava intravvedere a Dogaletto e Giare di Mira la possibilità di realizzare un polo logistico per l’arrivo di merci dal vicino porto di Venezia. E qui vanno fatte delle precisazioni. Sul progetto del Polo Logistico, infatti, durante la passata amministrazione l’allora sindaco Michele Carpinetti aveva espresso una posizione possibilista insieme all’ex assessore Stefano Lorenzin. Gli ex amministratori avevano fatto inten-

NEWS

Il parlamentino con M5S, Pd e “Mira fuori dal comune” hanno rigettato: Romea Commerciale, Camionabile sull’Idrovia e Polo Logistico Il cantiere della casa di riposo a Mira

D Il municipio di Mira dere che, il Polo Logistico avrebbe portato nuova occupazione. Il Pd ora però smentisce chiaramente le convinzioni dell’ex sindaco. “Con questo no – spiega Maurizio Barberini, consigliere del Pd – abbiamo voluto dare un segnale chiaro alla Regione che non intendiamo abbassare la guardia nel campo della difesa dell’ambiente e della laguna”. “L’aria a Mira – spiega il consigliere di Mira Fuori dal comune” Mattia Donadel – è cambiata. Questo Comune si sta ponendo all’avanguardia nella lotta alle grandi opere inutili e devastatrici”. Intanto sulla decisione del comune di buttare a mare tutte le grandi opere c’è chi ha idee contrarie. “Dire no a tutti come ha fatto il comune di Mira nel caso della variante paesaggistica regionale – dice Luigi De Gobbi presidente del comitato “Mira Protagonista nella Città

Metropolitana” – rinunciare a centinaia di posti di lavoro e alla riqualificazione del territorio”. Ma De Gobbi continua. “Che il Comune – spiega – nelle osservazioni al Ptrc, abbia detto no al progetto sulla portualità, compreso l’offshore, alle autostrade del mare, alla riqualificazione dell’idrovia e anche alla croceristica è la riprova della incapacità nel selezionare i progetti sostenibili che possono investire sul turismo, sulla riqualificazione ambientale e sulla creazione di posti di lavoro. Non si tratta di realizzare solo un ormeggio per le grandi navi. Si pensi alla realizzazione di una rete di piste ciclabili che solo con investimenti da parte dei privati, può essere messa in atto. Serve un Comune che non dica no a priori. Non fare niente è degrado”.

opo oltre un anno e mezzo di attesa i lavori sono partiti. E’ cominciata, infatti, in via Boldani a Mira Porte la realizzazione della casa di riposo. A spiegarlo in consiglio comunale, era stato il sindaco Alvise Maniero. Fino ad ora c’era stata solo la posa della prima pietra, in periodo pre-elettorale, da parte dell’ex sindaco Michele Carpinetti. Posa della prima pietra che aveva fatto gridare ad altre forze politiche alla strumentalizzazione da parte dell’ex sindaco, visto che per mesi di quei cantieri non si vide più nulla. Ora finalmente, i lavori veri e propri sono partiti, dureranno due anni e mezzo. I ritardi si sono avuti perché nel frattempo la capienza è stata aumentata da 90 posti per non autosufficienti a 120, e con una struttura dedicata a disabili gravi da 20 posti letto. Il nuovo complesso si compone di due strutture complementari. Una per anziani non autosufficienti da 120 posti letto (Adele Zara) e un’altra per disabili gravi (suor Armanda) con 20 posti letto. Le due strutture saranno collegate da un parco di 1.500 metri quadrati, e a servire l’area ci saranno parcheggi con circa 200 posti auto. La costruzione della nuova casa di riposo costerà complessivamente 13 milioni di euro. All’interno saranno impiegati 130 lavoratori, fra medici, paramedici e personale delle mense e di assistenza. Ci sarà una sala polivalente con postazioni internet, non mancheranno palestre di fisioterapia e aree per la visione di film ascolto musica e biblioteca. La nuova struttura avrà anche un centro cottura del tutto autonomo. Insomma, una struttura attesa da anni, visto che molte famiglie di Mira erano costrette a far alloggiare i loro anziani in altre strutture che si trovano in altri paesi della Riviera del Brenta. A.A.

Sicurezza

Petizione e ronde contro i ladri a Gambarare

I

cittadini di Gambarare - Molin Rotto, sono esasperati per i continui furti subiti. Sono pronti ad organizzarsi in gruppi di vicinato di autodifesa. “Come cittadini della località Molin Rotto e delle vie adiacenti - spiegano Daniele Ferrante, Simone Fecchio e Denis Gennari promotori di una petizione che ha riscosso un successo inaspettato tra i residenti della frazione di

Gambarare e del Molin Rotto - siamo esasperati. Alcuni di noi sono arrivati a rinunciare alle ferie, pur di non abbandonare incustodita l’abitazione. Abbiamo notato forti livelli di ansia e preoccupazione tra i nostri vicini”. Poi il racconto continua. “Abbiamo raccolto nel periodo estivo più di 400 firme tra i residenti. Praticamente tutti facevano a gara per firmare la petizione e raccontare le

loro esperienze negative di furti, tentativi di furto o atti di vandalismo da parte di ignoti individui. Risulta che almeno la metà delle abitazioni è stata “visitata”. Alcune abitazioni hanno subito più furti ed il “modus operandi” dei criminali, fa supporre a bande organizzate conoscitrici del territorio e operanti con azioni pianificate. Abbiamo raccolto il tutto ed informato: Prefetto di Venezia,

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Tenenza dei Carabinieri di Mira, Comune di Mira e Provincia di Venezia”. I residenti non fanno accuse alle forze dell’ordine. “Siamo consapevoli degli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine - dicono - e della mancanze di risorse in cui versano gli enti locali, ma chiediamo comunque un incremento della sorveglianza del territorio. Questo è il primo passo. Come cittadini attivi stiamo già

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pensando alla definizione di nuove strategie per interrompere gli eventi criminosi. Pensiamo alla costituzione di gruppi di vicinato di autodifesa di 5-6 persone, non armati, che facciano controlli sul territorio di notte in aiuto alle forze dell’ordine“. A.A.


16 Sguardo alla Riviera est Scuole Il comune recupera gli immobili in disuso

Alla “Stansetta” i bimbi di Prozzolo Sono state rimesse a nuovo 4 aule per 220 m2 da utilizzare dalla scuola infantile per alcuni mesi di Roberta Pasqualetto

L

a scuola media di Camponogara e la materna di Prozzolo avranno presto delle nuove aule. Infatti, sarà ripristinata e sistemata la struttura in via Gramsci. “Quando a fine anni ‘60 furono inaugurate le scuole medie si pensò che sarebbero state sufficienti per sempre, o comunque per molto tempo – dice l’assessore ai lavori pubblici Paolo Nardo. Invece Camponogara, proprio in quegli anni, aveva iniziato un nuovo ciclo demografico talmente impetuoso che dopo solo alcuni anni le scuole medie furono insufficienti. A quel tempo non c’era

il patto di stabilità, in compenso bisognava trovare i soldi dalla Cassa depositi e prestiti con accensione di mutui. Dalla domanda all’ottenimento dei fondi passavano anni, ma le aule servivano subito e bisognava far presto. Si decise di allestire un prefabbricato provvisorio e così nel 1976, diversi ragazzi, cominciarono a frequentare la sezione staccata del Gramsci”. In seguito rallentò il ciclo di crescita della popolazione scolastica e così il prefabbricato restò inutilizzato. L’amministrazione comunale decise di non lasciare inutilizzata la struttura e di

Spettacoli

Ad ottobre un concerto di chitarre acustiche

N

el mese di ottobre si terrà a Camponogara l’ultimo spettacolo della fortunata rassegna culturale RetEventi. 272 sono stati gli spettacoli realizzati nella provincia di Venezia, tra questi: musica, danza e cinema proposti nei 36 comuni veneziani. Sabato 19

riutilizzarla, assegnandola all’associazione culturale Stansetta. Dopo alcuni anni, il prefabbricato cominciò a evidenziare i primi segni di cedimento. Inoltre i residenti delle case vicine si lamentavano per la musica proveniente dall’edificio, i ragazzi avevano insonorizzato artigianalmente la stanza ma con risultati insufficienti. Di recente si è evidenziata la necessità di creare nuovi spazi per la scuola media, ed anche per la materna di Prozzolo, sistemata provvisoriamente in locali di emergenza, per i quali occorreva spendere

ottobre, al teatro comunale Dario Fo di Camponogara, il concerto di chitarre acustiche dei “Venicestrings”; tre compositori e chitarristi d’eccezione: Giorgio Cordini, Peter Price e Alberto Caltanella. I tre musicisti sono noti per le loro importanti collaborazioni e partecipazioni: Giorgio Cordini è un compositore e chitarrista che ha collaborato con artisti quali Fabrizio De Andrè, Cristiano De Andrè e Massimo Bubola. Alberto Caltanella ha

circa venti mila euro per l’anno scolastico 2013-14. La nuova preside del plesso scolastico propose di impegnare queste risorse economiche per mettere a norma i locali della Stansetta e utilizzarli per i bambini della materna fino al termine dei lavori della scuola di Prozzolo, e poi diventeranno spazi preziosi per la scuola media. La giunta comunale appoggiò l’idea della preside e avviò i lavori di messa in sicurezza delle aule provvisorie. “Saranno rimesse a nuovo 4 aule per 220 mq. complessivi, utilizzate dalla scuola

infantile per alcuni mesi e poi dalla scuola media – conclude l’assessore Nardo. Come si nota, Camponogara non è un comune riciclone solo per la raccolta differenziata ma anche per i locali: questi in particolare non hanno ancora smesso di vivere. Purtroppo la spesa per la sistemazione non è di 20 mila euro come ipotizzato, ma di 50 mila. Quando si mettono le mani sul vecchio non si sa dove si va a finire, però è giusto fare le cose per bene e, a lavori finiti, genitori, ragazzi e insegnanti avranno una bella sorpresa”.

partecipato al Roxy Bar di Red Ronnie e si è esibito in svariati festival acustici. I tre artisti, due italiani e uno del Regno Unito, hanno tre stili diversi e il concerto ha tutta l’aria di essere un’esibizione emozionante. Per maggiori informazioni si può seguire il gruppo “Venicestrings” sulla pagina facebook: “Venicestring chitarre a Venezia” o visitare il sito del comune www.comunecamponogara.ve.it R.P.

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18 Sguardo alla Riviera est Campagna Lupia Non si fermano in estate le sanzioni sulla Romea a Lova

Autovelox, multe per 350 mila euro I trasgressori beccati oltre i limiti sono stati in prevalenza italiani, per un 60 % dei multati, il restante 40 % sono stranieri di Alessandro Abbadir

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’estate non ferma le multe, ma cambia solo la tipologia dei trasgressori. E’ questo quello che emerge dalle sanzioni comminate dall’autovelox a Lova di Campagna Lupia sulla Romea. Va detto poi che l’autovelox continua ad essere una miniera di denaro. Ma vediamo le cifre. Nei tre mesi più caldi della stagione sono state date una ventina di multe al giorno, con l’autovelox acceso in media dalle 2 alle 3 ore, festivi compresi. Il limite fissato all’incrocio con il ponte sul Novissimo a Lova è di 70 chilometri all’ora. L’autovelox colpisce fotografandoli, i conducenti dei mezzi che violano il limite e che transitano da Chioggia in direzione Venezia. Il sindaco Fabio Livieri spiega cosa è successo. “In estate - dice - transitano sulla Romea soprattutto automobili e motociclette, anche tir e pullman ma in misura minore rispetto agli altri 9 mesi dell’anno. Le multe sono state date in prevalenza ad italiani, che sono un 60 % dei multati, il restante 40 % a stranieri. Le auto solitamente infrangono il limite di velocità in modo più consistente rispetto ai mezzi pesati, le multe sono più alte, e in media la sanzione inflitta è di 200 euro”. I conti sono semplici: sono state date multe per 4000 euro al giorno, e per una cifra complessiva di oltre 350 mila euro. Non sono però soldi già incassati. Bisognerà capire, infatti, se tutti questi automobilisti pagheranno le sanzioni comminate. Per gli italiani delle scappatoie non ce ne sono. Se non si paga arriva Equitalia e sono guai. Per il restante 40% delle violazioni fatte, cioè a cittadini stranieri, si cerca di arrivare all’incasso. Le multe sono

L’autovelox montatoo all’incrocio del ponte di Lova

state recapitate in Francia, Germania, Austria, Russia, Bielorussia, Albania, Romania, Ucraina. Rispetto al passato, le cose migliorano. “Grazie agli accordi con questi Stati - continua Livieri - e con qualche paese all’interno della Ue come Slovacchia, Ungheria o Repubblica Ceca, sono stati attivati, per chi non paga, strumenti di riscossione coattiva, simili a quelli di Equitalia”. Il sindaco sostiene che non si vuole fare cassa con questo strumento. “L’autovelox serve per fare prevenzione - conclude -. In quell’incrocio nel corso degli anni si sono verificati molti incidenti mortali. I soldi che saranno incassati saranno spesi dagli enti locali dell’Unione Comunale per migliorare la viabilità e la sicurezza sulle strade del territorio”. Insomma, con le multe di chi viola le norme, arrivano strade più belle e sicure.

L’editoriale

Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata di Mauro Gambin*

segue da pag.

1

Gli anni ’90 sono stati anche gli anni del benessere, gli anni del “fenomeno del Nord Est”, gli anni del Veneto locomotiva d’Italia e magnete di quanti furono attratti qui dalla possibilità di trovare lavoro. Gli anni Novanta sono stati anche quelli della cosiddetta “seconda repubblica”, gli anni del sistema bipolare, della semplificazione politica divisa in soli due schieramenti: noi e loro, contrapposti e intimamente divisi anche dai retaggi di Tangentopoli, per ipotetiche figliazioni o continuità con i partiti delle “mazzette”. Cinquant’anni di storia d’Italia erano andati in soffitta, qualcuno dei suoi protagonisti in carcere oppure ad Hammamet. Gli anni ‘90 sono stati uno spartiacque dove chi voleva cavalcare l’onda, doveva farsi largo mettendo più distanza possibile tra ciò che era stato prima e quello che ci sarebbe dovuto essere dopo, magari solo a parole. Ecco, anche le parole iniziarono ad avere la loro importanza in questo periodo, la semplificazione passò pure attraverso i nuovi concetti travestiti da slogan. Anche per il nuovo fenomeno dell’immigrazione, che i due blocchi proprio in quegli anni iniziarono a governare, vennero create delle parole d’ordine. La prima, interpretata da un blocco, complessa e razionale, tesa a spiegare che l’immigrazione era legata alla struttura economico-sociale del paese che a causa di un precoce invecchiamento del Paese, in virtù di un saldo demografico negativo, si trovava, di conseguenza, nella necessità di iniettare manodopera nella propria economia, la seconda nel mondo per il manifatturiero. L’altra, interpretata dal secondo blocco, più direttamente spiegava che sarebbe stato a dir poco imprudente aprire totalmente le porte a chi non si conosceva. Insomma, il diverso, quello che “viene da fuori” poteva anche portare a qualche forma di pericolo, soprattutto sociale ma anche civico e pure economico, particolarmente quando le cose hanno iniziato ad andar male anche in Veneto. Creata l’identità del diverso, non è c’è voluto molto a creare l’identità dell’uguale, uguale ad altri accumunati dalla stessa cittadinanza, dallo stesso credo religioso, dalla stessa area geografica... via via sempre più uguali fin nel dettaglio del dialetto. Si iniziò persino a promettere precedenze su base geografica. “Prima i Veneti”, oppure “Paroni a casa nostra”. Slogan travestiti da concetti che sono diventati i cardini di un pensiero semplificato, e per questo rassicurante, che ha contrapposto il locale, ossia il conosciuto, il noto, il domestico, a tutto il resto. Una semplificazione che funziona in mondo piccolo come un bar, magari dove ci sta anche la battuta pesante a sfondo razziale ma che continua a non spiegare e anzi a mortificare le ragioni di fondo di un fenomeno dalle dimensioni mondiali come l’immigrazione. *direttore@lapiazzaweb.it


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VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Economia Confapi Industria Veneto dà i dati dal 2009 sul veneziano

Cinquecento aziende in crisi, giù gli investimenti Disoccupazione al 15%, si può ripartire dal settore turistico. La domanda interna è crollata del 4%

Il ministro Zanonato agli artigiani

di Alessandro Abbadir

“bisogna puntare sulle esportazioni”

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o stato dell’economia veneziana è davvero critico ma può ripartire da un settore strategico come il turismo. Questa la situazione delineata da un incontro che si è tenuto nelle scorse settimane fra il presidente della commissione lavoro, il consigliere Roberto Dal Cin, il direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato, e l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni. Roccato ha illustrato gli ultimi dati relativi alla crisi che stanno attraversando la piccola e media impresa in provincia di Venezia, partendo dal 2009, l’anno successivo allo scoppio della stessa. E’ emerso così che da 2009 ad oggi oltre 500 imprese sono state coinvolte in procedure di crisi, il tasso di disoccupazione è il più alto registrato, e oggi arriva al 15 per cento in provincia di Venezia mentre la media regionale è tra l’8 e l’11 per cento. Il calo degli investimenti è del 2,5 per cento e del 4 per cento quello della domanda interna. Sulla crisi del settore manifatturiero pesa soprattutto quella delle costruzioni, dato che nel giro di quattro anni il prezzo dei beni immobili è calato del 20 per cento. Roccato è stato chiaro. “Oggi purtroppo le nostre banche anche nel veneziano - spiega - sono impegnate a coprire i buchi di bilancio, e non supportano affatto il mondo delle imprese. Siamo di fronte ad una crisi mondiale e senza precedenti dove il mondo del credito anziché favorire lo sviluppo si è letteralmente chiuso a riccio. Oltre alla crisi del manifatturiero, sta soffrendo in modo spaventoso anche quello dell’edilizia che, nonostante la piccola boccata d’ossigeno del “Piano casa”, deve fare i conti con una tassazione imposta dal Governo che non agevola

affatto il mercato immobiliare sempre più in sofferenza. Serve una chiara politica di sostegno al reddito e per rilanciare davvero l’economia serve una minor tassazione del costo del lavoro, ormai divenuta la più alta rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea”. Insomma a chi parla di ripresa, bisogna consigliare la moderazione. L’assessore Lucio Gianni è chiaro. “Siamo dentro un tunnel - dice - ormai da troppo tempo, dal quale non s’intravvede via d’uscita soprattutto perché il Paese sta affrontando la situazione con strumenti limitati ed improvvisati. E’ necessario dare ossigeno alle imprese, che ancora riescono a produrre reddito, ridisegnando il sistema di tasse e contributi nei loro confronti e far muovere l’economia riducendo la pressione fiscale dei dipendenti! Abbiamo fortunatamente una grande risorsa che si chiama turismo: con più di 35 milioni di presenze registrate durante la scorsa stagione siamo la prima Provincia turistica d’Italia. Ebbene, il turismo può diventare ancora più forte con ulteriori idee e progettualità”. Il consigliere Roberto Dal Cin spiega quanto si è fatto finora. “Da quando ci siamo insediati quattro anni fa - dice - abbiamo da subito dovuto fare i conti con l’emergenza lavoro a causa della crisi che si è abbattuta nel nostro territorio. A pagarne le conseguenze è stata senza dubbio la piccola e media impresa che fino a qualche anno rappresentava il traino dell’economia della nostra provincia. Abbiamo fatto il possibile per fermare questa emorragia attraverso progetti mirati che ci hanno permesso di ricollocare nel mondo del lavoro più di 500 persone che erano state espulse causa fallimenti e chiusure aziendali”.

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e aziende artigiane della Riviera hanno una qualità di produzione davvero impressionante. Ci sono casi davvero importanti di case produttrici estere che hanno deciso di venire da noi a realizzare borse e scarpe grazie alla grande qualità“. Si è espresso così il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato che ha partecipato nelle scorse settimane al convegno “Ripresa Italia, il ruolo dell’artigianato e della piccola e media impresa nell’economia del paese” che è stato organizzato dall’associazione Artigiani della Riviera all’interno degli eventi della quinta Festa dell’Artigianato Artistico e dell’Innovazione. A tratteggiare la situazione sono stati gli artigiani della Riviera con il presidente Salvatore Mazzocca e il segretario Franco Scantamburlo. Una associazione che ha oltre 1000 aziende iscritte. “In questi anni di crisi – hanno detto Scantamburlo e Mazzoccac’è stata la granfe difficoltà della aziende ad accedere al credito e la necessità di accelerare sul versante delle politiche fiscali, industriali e di sviluppo economico. Per questo anche dalla nostra aree appare evidente che serve una riforma della pubblica amministrazione con servizi più efficienti per cittadini e imprese, oltre che rafforzare il legame tra formazione e impresa. Noi vediamo la Riviera come cerniera strategica tra Venezia e Padova. Il nostro è un territorio cruciale per lo sviluppo dell’economia veneziana. Abbiamo puntato molto sulle esportazioni all’estero”. Il ministro ha infine sottolineato come in Italia alcuni indicatori sono davvero positivi. Noi infatti ha detto “esportiamo più di quando importiamo, abbiamo un avanzo primario, siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa e su molti beni siamo i primi al mondo. Ci sono settori come l’agricoltura che hanno aumentato il proprio fatturato e la capacità di esportare. Quello che ci frena è il debito pubblico e gli interessi sul debito che dobbiamo pagare, cioè lo spread”.

FISCO LA GuARDIA DI FINANZA SCOpRE 103 EvASORI TOTALI

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risi o non crisi resta sempre anche chi fa il furbo. Froda il fisco e in modo totale. In provincia di Venezia da quanto emerge dai dati della Guardia di Finanza fino ad agosto di quest’anno, sono molti, sono 103. 13 sono invece quelli che evadono fortemente ma non del tutto. Qualche dato positivo a guardare il fenomeno c’è: nei primi mesi del 2012 erano stati 118 gli evasori totali, 18 invece i parziali. A fine 2012 invece gli evasori totali avevano raggiunto quota 168, mentre 31 erano gli evasori parziali. I controlli sul mancato versamento dell’Iva ha permesso di smascherare evasori di taglia davvero grossa. Ecco i confronti: i 118 evasori totali del 2012

avevano evaso quasi 160 milioni di euro, i 103 di quest’anno non hanno denunciato somme per 352 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza in collaborazione con carabinieri, Spsal e ispettorato del lavoro ha monitorato con attenzione anche il fenomeno dello sviluppo del lavoro nero. Nei primi otto mesi dell’anno a fronte di 140 lavoratori irregolari trovati, 71 sono risultati essere completamente in nero. Nel 12 mesi del 2012 i lavoratori in nero erano stati invece 166. Insomma un trend di diminuzione positivo. I controlli dei finanzieri, hanno riguardato attività di tutti i tipi, dal Veneto orientale a Chioggia. Ci sono state delle zone però che soffrendo di problemi

particolari sono state più battute. Così in più occasioni i controlli si sono concentrati sui laboratori tessili e di scarpe, tantissimi cinesi, nell’area della Riviera del Brenta, dove i dipendenti, connazionali dei titolari, sono stati trovati a lavorare per i committenti, che sono quasi sempre aziende italiane, in condizioni davvero inferiori ai livelli minimi di sicurezza nei luoghi di lavoro. Su questo versante un aiuto è venuto anche dall’azione dei sindacati che hanno cercato in diversi modi di stimolare i lavoratori ad esempio nel comparto edile a denunciare situazioni di irregolarità. Molti cantieri e aziende sono state poste sotto sequestro e chiuse. A.A.


Spazi aperti 21 3 Chioggia La “fotografia” scattata da Ispra della situazione veneta

Lo stato di salute delle risorse ittiche dopo il fermo biologico

Laguna nord

A CAvALLINO LIBERATI 159 puLCINI DI FENICOTTERO

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di Ornella Jovane

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omplessivamente le catture sono paragonabili allo scorso anno, per lo meno per quanto riguarda le specie principali (come il barbone), sono però diminuite per alcune specie, come il merlano (o molo), per seppie e canocchie invece sono stazionarie, con un incremento per i moscardini. E’, più o meno stabile, rispetto al 2012, lo stato di salute delle risorse marine del Veneto alla fine del fermo biologico: lo sostengono i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) di Chioggia dopo aver elaborato i risultati del monitoraggio sulla fauna ittica effettuato tra il 19 e il 23 agosto scorso nelle acque marine costiere. Lo scorso 30 agosto si è tenuto a Chioggia l’incontro pubblico con i pescatori organizzato per discutere i risultati della campagna sperimentale di pesca a strascico, autorizzata dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. L’iniziativa, che viene ripetuta per il secondo anno consecutivo, rientra nell’ambito del progetto europeo di ricerca partecipativa Gap2 con lo scopo di definire, con gli stessi pescatori, possibili e consapevoli percorsi gestionali della risorsa ittica. I campionamenti, condotti con la collaborazione dei ricercatori del Consorzio Unimar ed i pescatori di

Chioggia, sono stati eseguiti in 21 stazioni distribuite nelle acque della regione Veneto nei Compartimenti marittimi di Chioggia e Venezia, in un’area che va dal delta del Po alla foce del Tagliamento utilizzando, nello stesso periodo e nelle stesse stazioni dello scorso anno, la rete a strascico classica. “Per quanto riguarda i parametri ambientali - spiega Saša Raicevich, responsabile Ispra del progetto Gap2, insieme con Otello Giovanardi responsabile della sede Ispra di Chioggia (in foto) - abbiamo riscontrato, rispetto al 2012, una situazione diversa per via delle temperature che, quest’anno, sono più alte in prossimità del fondo del mare, fino a 4 gradi, e anche della salinità che è maggiore. C’è uno scenario ambientale di tipo diverso, abbiamo avuto portate più importanti rispetto allo scorso anno”. E proprio le diverse condizioni ambientali potrebbero essere le cause della diminuzione di alcune, poche, specie. “Ciò che invece trova conferma anche quest’anno - proseguono i ricercatori - è la presenza di elevate quantità di individui giovani. Questo significa che l’attività di pesca nella ripresa, dal 2 settembre, si basa su organismi che non sono ancora maturi, spesso piccoli e non commercializzabili”.

Considerando - è la conclusione dei ricercatori - che il fermo biologico è uno strumento gestionale implementato proprio per proteggere le fasi giovanili degli stock nel periodo successivo alla riproduzione, questo risultato indica la necessità di una revisione della durata del fermo, che dovrebbe quindi essere esteso, ad esempio con un anticipo di due settimane ed un posticipo di due settimane rispetto al periodo attuale, una soluzione sulla quale si sta lavorando con i pescatori. Tale ipotesi, si sottolinea, andrebbe inserita in un Piano d Gestione Locale che tenga in considerazione la specificità della flotta del Veneto, ad esempio prevedendo forme di “compensazione/ accompagnamento” per il settore del piccolo strascico costiero. Il dibattito con i pescatori ha proprio evidenziato come sia necessario sviluppare azioni di confronto sulla differenziazione a fini gestionali delle imbarcazioni in relazione alla stazza, la durata ed intensità delle attività di pesca, la gestione del mercato per una migliore valorizzazione del prodotto locale per operare scelte gestionali che permettano un’attività di pesca che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.

ella Valle Paleazza a Cavallino Treporti in laguna di Venezia nelle scorse settimane 50 operatori esperti provenienti da diverse regioni italiane coordinati dai tecnici della provincia hanno catturato i 159 pulcini di fenicottero, ormai prossimi all’involo, ovvero fra circa dieci giorni saranno in grado di volare. Gli operatori hanno provveduto, quindi, alla rilevazione di alcune misure biometriche e all’apposizione di due anelli, uno metallico e l’altro in plastica colorata, che costituiscono una sorta di carta di identità del fenicottero marcato. In particolare, gli anelli colorati riportano un codice alfa-numerico di quattro caratteri che può essere letto anche da lontano con l’ausilio di binocoli o cannocchiali. Ciò consentirà di studiare gli spostamenti dei fenicotteri nati in Laguna di Venezia, lungo le principali aree lagunari costiere del Mar Mediterraneo. Al termine delle operazioni i pulcini sono stati immediatamente rilasciati e hanno raggiunto gli altri della colonia. I 50 volontari specializzati sono stati coordinati da Lucio Panzarin, ideatore dell’iniziativa a Cavallino Treporti dove hanno nidificato i fenicotteri. Va ricordato infatti che nel maggio 2013 la più numerosa colonia di fenicotteri dell’Italia continentale si è insediata in una valle da pesca della Laguna Nord di Venezia. La colonia è formata da circa 4.000 esemplari adulti e da circa 2.000 pulcini, ed è seconda soltanto alla più numerosa colonia che da anni nidifica in Sardegna negli stagni del litorale di Cagliari. A.A.

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22 Mondo scuola

Mondo scuola 5

Didattica e nuovi strumenti La tecnologia entra in aula e la classe diventa digitale

2.0, la scuola per le nuove generazioni

L’IC Matteotti, il dirigente scolastico Marisa Zanon

Racconto di una sperimentazione all’IC Matteotti di Maerne di Ornella Jovane

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scuola con il tablet, per studiare nella classe virtuale utilizzando gli e-book. Nell’era digitale la tecnologia entra nelle aule della Scuola che diventa 2.0. Indicata da anni dall’Unione europea come fattore determinante per lo sviluppo delle giovani generazioni, la Tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni, Tic, si fa parte integrante di una reale e sostanziale evoluzione che riguarda il mondo dell’insegnamento e dell’apprendimento. Multimedialità, interattività e virtualità segnano la via per cambiare i modelli didattici. Scuola 2.0 è un progetto che, a partire dal 2008, il Ministero dell’Istruzione ha avviato per introdurre, come da indicazioni internazionali, la Tic anche negli istituti scolastici italiani. Un processo al quale le scuole stanno via via aderendo, con i mezzi e gli strumenti a disposizione, ma con grande motivazione. Nelle aule delle nostre scuole si sono viste le prime Lim, le Lavagne interattive multimediali, e sono partite in via sperimentale le prime classi digitali. Nel Veneto le cl@ssi 2.0 quest’anno sono 144, per 100 scuole. L’Ufficio scolasti-

co regionale in collaborazione con l’Università di Padova sta lavorando dal 2009 alla pianificazione dell’allestimento tecnologico, alla progettazione delle sperimentazioni e allo studio delle conclusioni del primo ciclo triennale. Nel Veneziano tra le 25 classi “cibernetiche”- come le definisce qualche genitore - si appresta a sostenere la prima sperimentazione anche l’Istituto comprensivo G. Matteotti di Maerne di Martellago nel Miranese con la Ia B, 21 studenti della secondaria di primo grado. “E’ stata una sfida impegnativa, per me e per il corpo docente, che però abbiamo accolto con entusiasmo, convinti che la scuola del futuro si muoverà inevitabilmente dentro la dimensione digitale” commenta il dirigente scolastico dell’Istituto, la professoressa Marisa Zanon, che racconta le tappe che hanno portato all’avvio dell’esperimento. La prima fase, che ha preceduto anche quella preparatoria, è stata di convincimento del Consiglio d’istituto e di parte dei docenti sulla bontà dell’iniziativa. Alcuni insegnanti ci hanno creduto fin da subito, altri hanno opposto resistenza, un po’ intimoriti forse

dagli strumenti informatici con cui non proprio tutti hanno una disinvolta confidenza. Affidati alle cure e alla preparazione del professore di Tecnologia e Informatica Michele Dan, che da quest’anno è funzione strumentale, i docenti sono stati formati. “E’ stata un’esperienza estremamente positiva - prosegue la professoressa - nel corso della quale tutti hanno messo a disposizione le proprie competenze, gli insegnanti più esperti hanno fatto da tutor a quanti erano alle prime armi, con risultati eccellenti”. Il coinvolgimento delle famiglie è stato il secondo step. “Abbiamo organizzato una dimostrazione pratica - spiega ancora Zanon - invitando i ragazzi inseriti nel gruppo della Ia B e i loro genitori con lo scopo di informare, tranquillizzare e sensibilizzare all’esperienza della classe digitale. L’esito dell’iniziativa è stato buono. C’è molta disponibilità da parte di ragazzi e famiglie”. Ma cos’è di fatto una classe digitale? “E’ la risposta adeguata - spiega la professoressa Zanon - alle nuove esigenze educative e formative delle moderne generazioni, i cosiddetti nativi digitali, i ragazzi

di oggi, multitasking, capaci di eseguire più operazioni contemporaneamente, di utilizzare più abilità e forme di intelligenza, per sviluppare dalle miriadi di informazioni da cui sono costantemente bombardati le competenze necessarie”. Non si tratta quindi soltanto di approvvigionare la classe di materiali informatici (computer, software, internet e quant’altro) ma di intraprendere nuove strategie didattiche, di ridefinire il ruolo di docenti e studenti, di segnare nuovi spazi e tempi nuovi per la scuola che non rimane circoscritta alle 5 ore di lezione all’interno delle mura di un edificio ma, nella sua dimensione virtuale, diventa parte della vita di ragazzi ed insegnanti 24 ore su 24. “La dimensione digitale sarà presente in tutti gli insegnamenti, - spiega ancora la professoressa - questo favorirà un maggiore confronto nell’allestimento di un progetto educativo multidisciplinare. L’insegnante diventa una sorta di tutor, un guida che svolge attività di monitoring (controllo) e modeling (modello formante) per indirizzare, nella molteplicità e simulta-

neità di nozioni e dati percepiti dai ragazzi, allo sviluppo di abilità e competenze. Il percorso verso la conoscenza si costruisce dunque insieme, docenti e studenti”. La classe è dotata di un arredamento mobile, che consentirà di allestire gli spazi a seconda dell’attività svolta, dalla ricerca alla lezione più tradizionale. Sono stati predisposti gli attacchi e le connessioni (“grazie al lavoro dei tecnici messi a disposizione dal Comune” sottolinea ancora la dirigente) affinché ciascun ragazzo possa utilizzare il proprio tablet, in dotazione dal Ministero, che sarà di fatto lo strumento di collegamento tra scuola e casa. Ciò che consente di aprire a quella dimensione virtuale e ampliare all’infinito gli spazi dove si impara. “I ragazzi potranno mettersi sempre in comunicazione fra di loro, con studenti di altre classi, con gli stessi docenti. E così, grazie alla tecnologia, - conclude la preside - la scuola diventa luogo di vita”. Il progetto è partito, tra un anno si traccerà il bilancio.

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n’esperienza artistica “amplificata” che va a stimolare, direttamente o indirettamente, i cinque sensi. E ciò che si propone il Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro con l’esposizione della Grande Onda, la celebre xilografia di Katsushika Hokusai (1760-1849) insieme al modello in gesso alabastrino del Museo tattile di pittura antica e moderna Anteros, dell’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna. L’esplorazione visiva si integra con quella tattile dell’opera, a disposizione di tutti i visitatori; ne deriva una percezione plurisensoriale dell’immagine che suggerisce, se pur in via evocativa, un’esperienza “aumentata”. E così sembra quasi di ascoltare, stimolato dal ricordo, il rumore del mare, percepirne l’odore, misurarne l’enorme energia che sprigiona. La Grande Onda, una delle stampe della serie delle 36 vedute del monte Fuji messa a disposizione dal Museo Chiossone di Genova, e il modello tridimensionale del Museo Anteros saranno esposti insieme ad un prototipo ridimensionato realizzato dai ricercatori giapponesi del National Institute for Special Education (Nise) in una mostra aperta al pubblico fino al prossimo 3 novembre. L’evento sarà occasione per presentare, per la prima volta al pubblico, anche 24 libri a stampa di Hokusai e allievi, identificati nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Museo, l’Università Ca’ Foscari, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto, che ha portato alla documentazione digitale catalografica e fotografica della collezione di 727 xilografie - per un totale di 860 immagini - e 276 libri - per un totale di 12.200 immagini - conservati nei depositi del Museo d’Arte orientale di Venezia. Completano l’esposizione due splendidi dipinti su seta e alcune stampe policrome dello stesso Hokusai di proprietà del Museo Orientale di Venezia. La mostra è in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa mediterranea e l’Art Research Center, Ritsumeikan University di Kyoto ed ha il patrocinio di Istituto Giapponese di Cultura di Roma e del Consolato Generale del Giappone a Milano. Info: sspsae-ve.orientale@beniculturali.it Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro Santa Croce 2076 a Venezia, tel. 041 5241173

La Grande Onda , foto su gentile concessione del Museo Chiossone di Genova

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FERIE DAL 9 AGOSTO AL 1 SETTEMBRE

a Filodrammatica di Cavarzere e l’assessorato comunale alla Cultura organizzano, a partire da domenica 22 settembre, una rassegna di teatro amatoriale che prevede diversi appuntamenti. “Domenica a teatro”, questo il titolo dell’iniziativa, porterà in scena al Teatro Tullio Serafin quattro testi teatrali brillanti e improntati sul buon umore, messi in scena da quattro diverse compagnie amatoriali. Ad aprire la rassegna sarà domenica 22 settembre la Compagnia Astichello di Monticello Conte Otto (Vi) con “L’avocato de le cause perse”, commedia in due atti comici di Mario Amendola e Bruno Corbucci, nella versione alla veneta di Antonio Stefani con la regia di Aldo Zordan. Secondo appuntamento domenica 29 settembre con “Quei cari parenti” di Arnaldo Boscolo con la Compagnia “El Canfin” di Baricetta e la regia di Annarela Pasotto. Domenica 6 ottobre sarà invece presente al Tullio Serafin la Compagnia “Arte povera” di Mogliano Veneto con “Sesso e gelosia” di Marc Camoletti, regia a cura di Sebastiano Boschiero. Conclude la rassegna, domenica 13 ottobre, un classico della commedia veneta, “Le donne gelose” di Carlo Goldoni, messo in scena dalla Compagnia Sottosopra di Bagnoli di Sopra con la regia di Giuliano Scaranello. Tutti gli spettacoli vanno in scena alle 17 e hanno il patrocinio della Federazione italiana teatro amatori. L’ingresso è unico e il costo di ciascun biglietto è di 7 euro. Chi desidera acquistare i biglietti può farlo, presso la biglietteria del Serafin, il giovedì, venerdì e sabato precedenti lo spettacolo o il pomeriggio stesso dello spettacolo a partire dalle ore 15,30. Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio Cultura di Cavarzere allo 0426317190 o alla Filodrammatica all’indirizzo info@lafilodrammatica.it. Nicla Sguotti


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LO arti marziali

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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO l’accademia di christian gonzales

A

settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Campione Italiano Master kata (2010) ; un Argento European Master Games kata individuale Bronzo European Master Games kumite (2011) e quest’anno un oro al campionato del Mondo per Club kata individuale Argento World Master Games kata individuale. I corsi dei bambini comincia con piccole competizioni semplici e dai toni rilassati e allegri, per passare gradatamente a impegni maggiori. Gli adulti seguono la tecnica, gli aspetti filosofici e la ricerca interiore che lo studio del Karate-Do richiede e che possono essere d’aiuto, sotto tutti i punti di vista, nella vita quotidiana. “Penso che il campione deve essere preso da piccolo, tra i 4 e i 7 anni, io curo personalmente i piccolini con una preparazione completa: atletica, fisica e mentale. Tra le attività estive abbiamo terminato da poco gli allenamenti in spiaggia all’alba molto apprezzati e gratificanti”. La filosofia di Herrera si ispira al “bun bu do” che in giapponese significa seguire la via della penna e della spada R.P.

Ad ottobre Evento podistico internazionale arti marziali

l’accademia di christian gonzales

Ad ot

La Venice Marathon passa per San Marco La A D D di Roberta pasqualetto

omenica 27 ottobre si terrà la ventottesima edizione della Venice Marathon. Questa competizione è riconosciuta a livello mondiale dalla Iaaf (Associazione Internazionale della Federazione di Atletica) certificata Silver Label, sulla distanza olimpica di 42,195 chilometri. La competizione è pensata per otto mila iscritti ma, ogni anno, la richiesta supera la disponibilità. Il percorso della maratona si estende dalla Riviera del Brenta alla laguna di Venezia, attraversando il Canal Grande su un ponte di barche. Quest’anno si tenterà nuovamente il passaggio dei maratoneti per Piazza San Marco; l’idea fu lanciata nel 2010 (per il venticinquesimo anno della maratona) ma non fu possibile concretarla a causa dell’acqua alta, così come nelle edizioni successive. Il club VeniceMarathon propone la maratona anche come momento di solidarietà verso chi ha bisogno, attraverso la vendita dei pettorali solidali; infatti, degli otto mila pettorali di gara, mille saranno destinati alla beneficenza e il ricavato servirà per aiutare alcune associazioni: Africa Mission Cooperazione e

OGGI BAMBINA... LDOMANI INFERMIERA

settembre sono ripartiti i corsi nella storica accademia di arti marziali di Christian Gonzales y Herrera a Venezia. Il maestro e campione Herrera insegna la disciplina ai suoi allievi che hanno un’età compresa dai 3 ai 65 anni; ovviamente divisi tra amatori e cinture. Herrera è una classe 1963, cintura nera 6°dan, stile Shotokan, Docente Regionale Veneto e Responsabile Veneto per lo stile Shotokan Fijlkam Coni; inoltre è responsabile per lo stile Shotokan della commissione d’esame Aics Coni, riconosciuta a livello nazionale. Tra i titoli atletici degni di nota del maestro: Christian Gonzales y Herrera Sviluppo, che Italiano da più di Master trent’annikata opera in UganCampione (2010) ; un contemporanea a Mestre e in Riviera del Brenta. La Family run European è una corsaMaster non competitiva daArgento per la costruzione pozzi d’acqua potabile European diMaster Games kata individuale Bronzo Games ku-che si tienedelsuMondo un tracciato di circa e mezzo, attraverso il progetto Run for Water-Run mite (2011) e quest’anno un oro for al Life; campionato per Club kata3 km individuale scopo quello di comincia unire ragazzi, l’associazione di Master Alessandro Zanardi Argento World Games kata Bimbinindividuale.il suo I corsi deièbambini con famiglie piccole e tutti quelli che vogliono passare unaagiornata gamba e Bimbingamba che rilassati si occupae allegri, competizioni semplici Sport, e dai toni per passare gradatamente impegnisalutare fidivertendosi; dell’assistenza, di protesi e acquistogli aspetti maggiori. Glicostruzione adulti seguono la tecnica, losofici e laquest’appuntamento ricerca interiore cheinoltre lo fondi per progetti sportivi di studio ausili sportivi per bambini che hanno gli raccogliere del Karate-Do richiede e cheperso possono essere d’aiuto, sottofinanziare tutti i punti di vista, e dipreso solidarietà. Nel sitotra uffiiciale arti, nella e pervita aiutare quotidiana. chi soffre“Penso di malattie chegenetiche il campionedelle devescuole essere da piccolo, 4 edeli la maratona, www.venicemarathon.it, attivo ed7èanni, in attesa io curo di cura, personalmente grazie al progetto i piccolini Walkcon una preparazione completa: atletica, èfisica un contatore chegliindica il numero pettorali of eLife mentale. di Telethon. Tra leParco attività Sanestive Giuliano abbiamo sarà loterminato da poco allenamenti in di spiaggia e gli scenario all’albadegli molto eventi apprezzati collaterali legati e gratifi allacanti”. compe-La fiancora losofia disponibili; di Herreralesi anticipazioni ispira al “bun bu aggiordo” maratona tizione: che ingiovedì giapponese 24 l’inaugurazione significa seguire di Exposport la via dellanamenti penna della e della spada sono visibili anche nei R.P. e Open Sport e sabato 26 le due Family Run in social network: facebook e twitter.

Mestre

Mestre

’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato nei bambini di oggi è il miglior modo Investire dall’arch. Lucaper Sentieri; tutt’oggi il nome, costruire unil domani di giustizia e benessere condiviso. logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazioSostieni a distanza una bambina ne è di vivere un’esperienza comune all’insedel Sud del mondo gna della passione per lo sport amatoriale. La i progetti del Cesvitem: Polisportiva Bissuola, quando nacque,attraverso colmò Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso agonistico con euro il calcio aal 5, una formazio-per bastano 20 mese quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, regalare or- ne di serieun D che si è aggiudicata la Coppa futuro migliore, ganizzando e promuovendo lo sport per tutti Disciplina; con gli juniores e con la squadra leiDivisione e al suo popolo. e nelle sue forme più amatoriali e promozio- diaTerza femminile pallavolo. “Abnali. Le discipline praticate dalla Polisportiva biamo superato i mille iscritti e questo sicusono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il ba-Per ramente è un dato importante – diceilil vice informazioni visita sito sket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due presidente Cristian De Toni – oltre agli sport www.cesvitem.org anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel già menzionati, teniamo dei corsi di attività o chiama lo 0415700843 1993 la società si prese carico del recupero e psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 della gestione degli impianti sportivi in Piazza anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c Ce.Svi.Te.M. Onlus si trovavano in stato di semi-abbandono e 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche via Mariutto 68 - Mirano (VE) che oggi invece sono un valido servizio. Qui tutte le altre attività sportive. Il vice presidentel. 0415700843  info@cesvitem.it nacque la sezione tennis e si organizzano te è orgoglioso quando parla dei suoi giocawww.cesvitem.org i primi tornei e si attivano i primi corsi per tori di calcio che crescono all’interno della c/c postale 10008308 gli interessati e per gli studenti degli istituti Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Codice fiscale limitrofi; in seguito due campi da tennis fu- Il prossimo appuntamento della Polisportiva, 90022130273 rono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Sezione calcio a 5, si formano le prime squa- Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte dre di amatori e di ragazzini che, in breve, si le associazioni sportive di Mestre (almeno rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il una trentina) che esporranno le loro attività settore giovanile che oggi rappresenta il vero e inviteranno i presenti a provare; la Polisporfiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi tiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la di calcio, tennis e pallavolo.

’A.S.D. Polisportiva Bissuola nasce nel 1987 dall’idea di un gruppo di amici appassionati di sport. Il simbolo della polisportiva è un serpente o meglio il “bisso” (stilizzazione di Via Bissuola) elaborato dall’arch. Luca Sentieri; tutt’oggi il nome, il logo e i colori sono gli stessi pensati più di venticinque anni fa. Lo scopo dell’associazione è di vivere un’esperienza comune all’insegna della passione per lo sport amatoriale. La Polisportiva Bissuola, quando nacque, colmò il vuoto di offerta sportiva per il più popoloso quartiere di Mestre, Carpenedo-Bissuola, organizzando e promuovendo lo sport per tutti e nelle sue forme più amatoriali e promozionali. Le discipline praticate dalla Polisportiva sono diverse: la pallavolo, il calcio a 5, il basket, il tennistavolo, l’orienteering e, da due anni, il Minirugby alla Gazzera (Mestre). Nel 1993 la società si prese carico del recupero e della gestione degli impianti sportivi in Piazza dello Sport al Parco Albanese, che all’epoca si trovavano in stato di semi-abbandono e che oggi invece sono un valido servizio. Qui nacque la sezione tennis e si organizzano i primi tornei e si attivano i primi corsi per gli interessati e per gli studenti degli istituti limitrofi; in seguito due campi da tennis furono trasformati in campi da calcio a 5. Dalla Sezione calcio a 5, si formano le prime squadre di amatori e di ragazzini che, in breve, si rivelò una scelta azzeccata soprattutto per il settore giovanile che oggi rappresenta il vero fiore all’occhiello della Polisportiva con i suoi 200 tesserati. Nella stagione 2007/08 la

asd bissuola; sport per tutti i gusti

asd bissuola; sport per tutti i gusti

L

Polisportiva fece il suo ingresso nel mondo agonistico con il calcio a 5, una formazione di serie D che si è aggiudicata la Coppa Disciplina; con gli juniores e con la squadra di Terza Divisione femminile pallavolo. “Abbiamo superato i mille iscritti e questo sicuramente è un dato importante – dice il vice presidente Cristian De Toni – oltre agli sport già menzionati, teniamo dei corsi di attività psicomotoria relazionale per i bimbi dai 3 ai 6 anni; da settembre abbiamo attivato dei corsi di zumba e pilates”. Il campionato di calcio c 2 è già iniziato e ad ottobre partiranno anche tutte le altre attività sportive. Il vice presidente è orgoglioso quando parla dei suoi giocatori di calcio che crescono all’interno della Polisportiva, gemellata con il Padova calcio. Il prossimo appuntamento della Polisportiva, domenica 22 settembre, “Stimolo sport” al Parco Bissuola. Questo evento coinvolge tutte le associazioni sportive di Mestre (almeno una trentina) che esporranno le loro attività e inviteranno i presenti a provare; la Polisportiva Bissuola, per l’occasione, terrà dei tornei R.P. di calcio, tennis e pallavolo.

di Rob

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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Il Ministro incontra gli assessori all’Ambiente delle regioni interessate

Al via un piano nazionale contro lo smog che avvelena la Valpadana

Secondo Legambiente, per ripulire l’aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile di Germana urbani

I

l 2013 è stato denominato “anno eu- è sempre più urgente, invece, individuare ropeo dell’aria”. Nel nostro caso però, interventi su area vasta, mirati prioritaria“’anno europeo dello smog’ sarebbe mente a contrastare efficacemente lo smog stato forse più realistico e appropriato viste e, quindi, a ridurre le emissioni da traffico, le performance già segnalate nei primi mesi causa prima dell’emergenza sanitaria e dell’anno delle città del Nord Italia in termi- ambientale che interessa le nostre regioni. ni di inquinamento atmosferico. “Il bacino padano – afferma l’assessoIn buona sostanza quest’anno si sta re veneto Maurizio Conte - presenta valori attestando sui valori del 2012, quando di inquinamento atmosferico superiori ai in tutti i principali centri urbani sono stati limiti di legge, in quanto paga le sfavorevoli superati i livelli di polveri fini (Pm10). Ben condizioni meteoclimatiche, che rendono 51 città, tra le 95 monitorate da Legam- meno efficaci le misure prese, nonostante biente nell’ambito della classifica ‘PM10 ti l’impegno delle Regioni non sia mai mantengo d’occhio’, hanno superato il bonus di cato. Ora è necessario un forte impegno 35 giorni di superamento del valore medio centrale. Solo così sarà possibile evitare in giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo futuro nuove sanzioni”. stabilito dalla legge. E il Ministero pare averlo capito e quelCosì, alla vigilia dell’autunno il Mini- lo di inizio settembre è stato solo un primo stero dell’Ambiente incontro. ha radunato a Milano Tra le ipotesi “Saremo a Roma gli assessori di Veneto, sul tavolo – riferisce l’assessore Lombardia, Friuli Ve- l’introduzione della Conte – ad inizio Otnezia Giulia, Trentino “vignetta” per l’uso tobre per la firma di Alto Adige, Valle d’A- delle autostrade un accordo di programosta ed Emilia Romama. Certo è che la nagna, ossia le regioni della Pianura Padana, tura morfologica di questo territorio avrebbe avvelenate dallo smog. bisogno di regole ad hoc, soprattutto Roma L’obiettivo era quello di fare un’analisi e Bruxelles dovrebbero tener conto del fatdelle possibili strategie utili a risolvere il pro- to che qui abbiamo il maggior numero di blema dell’inquinamento atmosferico, per il industrie d’Italia. Certo non chiediamo l’abquale la Commissione Europea ha aperto un bassamento dei limiti ma non è pensabile procedimento contro l’Italia. che in un momento di crisi come questo si Ormai è chiaro a tutti che i blocchi del chieda alle aziende di fare ulteriori sacrifici. traffico a spot non servono a nulla e che Perciò chiederemo la defiscalizzazione degli

Maurizio Conte investimenti sostenuti dalle imprese che dovranno abbassare le emissioni. Il Veneto, come del resto le altre Regioni, è tra i più evoluti a livello europeo per quanto riguarda i fattori di emissione nell’industria, nei trasporti e nel riscaldamento. Peraltro l’impegno delle Regioni è stato riconosciuto anche da parte della Commissione Europea, ma ora è più che mai indispensabile soprattutto quello dello Stato”. Ma a creare molti problemi di inquinamento alla “conca” padana è anche il traffico di attraversamento, il secondo punto all’ordine del giorno della riunione al Pirellone. La macro regione è infatti attraversata da un intreccio fittissimo di autostrade e superstrade percorse da residenti ma anche

dai Tir che dall’Est Europa si dirigono verso l’Ovest. “Una delle ipotesi allo studio – riferisce l’assessore veneto all’ambiente – è l’introduzione della “vignetta”, la stessa che si compra per circolare in Austria o Slovenia. L’incasso sarebbe funzionale a sostenere un fondo per le politiche di contrasto alle Pm10”. Certo è che, se questa andasse a sostituire gli attuali pedaggi, sarebbe inutile perchè comunque resterebbero da pagare le Concessionarie. Quanto a blocchi del traffico e domeniche ecologiche pare assodato che queste misure servono davvero a poco. Mentre le targhe alterne restano un’ipotesi valida, purché siano stabilite in modo coordinato in un’area vasta.

“Al di là delle azioni messe in campo finora dalle Regioni – conclude Conte – è, di fatto, la prima volta che, con l’impegno del Ministero, si cercheranno di individuare e mettere in pratica degli interventi strutturali per l’intero bacino padano. Attraverso questo tavolo delle Regioni della Pianura Padana saranno confrontati e discussi dati per studiare azioni congiunte. Nel frattempo noi in Veneto, a ulteriore supporto di quanto già intrapreso per migliorare la situazione generale, stiamo stanziando incentivi per risparmiare energia, quindi emissioni nocive, che riguardano l’illuminazione pubblica, lo svecchiamento del parco autobus e favorire l’utilizzo della geotermia”.


Il Veneto in primo piano 13 29 Urgente uscire dall’emergenza sanitaria causata dal Pm10

Legambiente: contro lo smog investiamo su mobilità sostenibile di Germana urbani

G

Finanziamo, invece che nuove strade, uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, per una riduzione del traffico automobilistico e commerciale

uarda lontano Legambiente parlando di lotta allo smog e propone alla politica di concordare insieme strategie di mobilità sostenibile. “Per contrastare efficacemente lo smog servono interventi su area vasta, mirati a ridurre le emissioni da traffico, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni Serve una capacita’ politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilita’ a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione”. A dirlo sono Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, Damiano Di Simone presidente di Legambiente Lombardia, Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Lorenzo Frattini,

Focus

presidente del regionale Emilia Romagna, che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla mobilita’ proprio in vista del vertice convocato dal Ministro dell’ambiente Andrea Orlando a Milano . Secondo gli esponenti dell’associazione ambientalista non si può prescindere dai controlli. “Gli enti locali – affermano i presidenti di Legambiente - continuano, infatti, a fare poco o a procedere in ordine sparso perchè manca una pianificazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità”. “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche

l’anno in corso. E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno e’ stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese- dice la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni- evidentemente, il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”. L’anno europeo dell’aria vede l’Italia molto indietro nella raccolta dei dati. Ancora oggi sono disponibili i dati di poche città e tra quelle monitorate da Legambiente i valori del Pm2.5 sono fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Padova e Milano con un valore medio annuo

compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo. “Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare registro - hanno concluso i presidenti regionali di Legambiente -, chieda di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle autostrade previste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sostenibilità e rapporto costi-benefici, cancellando ogni finanziamento per i progetti che non superano il vaglio. Con le risorse risparmiate potremmo finanziare uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, e ottenere una durevole riduzione delle percorrenze automobilistiche e commerciali a beneficio della mobilità collettiva”.

piÙ Ferrovia meno gomma

S

econdo gli ambientalisti c’è bisogno di una profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che attengono alla mobilità di un’area ad alta densità demografica e ad altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana. Continuare, infatti, a realizzare le grandi infrastrutture stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all’inutile ramo di TI_BRE a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o l’autostrada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità più efficiente e meno inquinante.

Lavoratori e cittadini del Nord Italia hanno bisogno di servizi di TPL urbano e regionale adeguati, più frequenti e affidabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed efficiente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee ferroviarie già esistenti. Informazione pubblicitaria

Pro Loco Venezia: Lasciati incantare dal loro amore PRO LOCO IN PIAZZA Il CONSORZIO DELLE PRO LOCO DEL DECUMANO (sezioni Pro Loco di Lido-Pellestrina, Martellago, Mirano, Noale, Santa Maria di Sala, Salzano, Scorzè e Spinea) sarà presente, in Piazza Ferretto a Mestre, dal 13 al 15 settembre 2013, con una tensostruttura di mt. 10x24, nell’ambito di MESTRE IN CENTRO 2013. Nell’evento “Pro Loco in Piazza” le otto associazioni presenteranno le loro manifestazioni da loro organizzate per promuovere e far conoscere il proprio territorio; inoltre verrà allestito uno stand dove saranno presentate le iniziative di tutte le Pro loco della Provincia di Venezia. Venerdì 13 sarà la giornata più importante e tutti i cittadini sono invitati a partecipare!!! ecco il programma: ore 16.00 Preceduto dal rullare dei tamburi e dal suono delle chiarine, l’araldo annuncerà l’evento in tutto il centro storico. ore 16.30 Apertura ufficiale alla presenza delle autorità. ore 17.00 Inizio allestimento quadro floreale. ore 19.00 Sfilata corteo dei Tempesta con musici e sbandieratori del Palio di Noale. ore 20.00 Esibizione Gruppo Danza Palio di Noale. ore 20.30 Spettacolo: L’unione fa la forza” a cura del

Gruppo Musici e Sbandieratori Tempesta di Noale. ore 21.30 Concerto dell’ORCHESTRA di FIATI DEL VENETO di Santa Maria di Sala.

ECCO LE MANIFESTAZIONI DI SETTEMBRE ED OTTOBRE: • PIANIGA: 6-7 ottobre All Motor’s show • MIRANO: 20-24 settembre Fiera di San Martino • SALZANO: 18/20 -25/27 31 ottobre + 1/3 novembre - 19^ festa della zucca • DOLO: 13-15 settembre Festa d’autunno a Sambruson • FIESSO D’ARTICO: 22 SETTEMBRE 5° Palio del Ruzante (importantissimo da non

perdere assolutamente!)

• STRA: 5 – 6 OTTOBRE Polenta oro in tavola e Sagra di Stra il 12 – 15 ottobre • FOSSO’: 29 SETTEMBRE – 6 OTTOBRE Festa del fungo con mostra micologica e stand gastronomico • CONA: 13 – 15/16 – 21/22 SETTEMBRE -

Fiera di san Matteo • CAVARZERE: 5 – 6 OTTOBRE Scacchi viventi • CAMPAGNA LUPIA: 20 – 22 SETTEMBRE Laguna Boat Show Motor Fest • ANNONE VENETO: 6 OTTOBRE Palio delle botti • SAN DONA’ DEL PIAVE: 6 – 7 OTTOBRE Fiera del Rosario e 13 ottobre Festa de a poenta bianca

(Informazioni inviate da LUCIO GIANNI, ass. Provinciale Pro Loco)

PRO LOCO DOLO

info: 392.9474756 - opel.salvagnini@tin.it

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30 Il Veneto in primo piano Vendemmia 2013 Annata anomala, influenzata dal clima bizzarro con tanta pioggia e freddo fino alle porte dell’estate

Il vigneto Veneto tiene le posizioni, qualità discreta In aumento la quantità delle uve bianche, stabili i rossi. In calo Venezia e Rovigo, bene Padova e Treviso di Nicola Stievano

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gni anno a settembre il mondo agricolo e tutto ciò che in Veneto gira intorno alla viticoltura guardano con apprensione alle previsioni per la vendemmia. Il “vigneto veneto” con i suoi 11 milioni di quintali d’uva e un giro d’affari di miliardi di euro è una delle eccellenze agroalimentari della nostra regione che vanta un ottimo successo all’estero e alimenta un mercato che finora non ha conosciuto crisi. Prosecco e Amarone, ma anche Merlot, Cabernet, Moscato e tutte le principali varietà di vini bianchi e rossi che si fregiano di oltre una ventina di Doc e alcuen prestigiose Docg sono un patrimonio della nostra terra, la cui resa però deve fare i conti anche con l’andamento climatico. Mai come quest’anno, confermano i tecnici di Veneto Agricoltura durante il consueto incontro nei giorni della vendemmia, il clima ha influito pesantemente in vigneto. Piogge torrenziali e freddo fino all’inizio dell’estate, poi caldo e siccità, compresa la grandine che ha letteralmente distrutto alcuni vigneti di pregio. In ogni caso

la produzione è salva e la qualità accettabile, aggiungono gli esperti, tanto che per le uve bianche la produzione 2013 dovrebbe attestarsi attorno al 5-10% in più rispetto allo scorso anno, mentre per le uve nere la quantità dovrebbe rimanere invariata. “Il dato è senz’altro positivo - spiega Giuseppe Nezzo, commissario di Veneto Agricoltura se si considera com’era partita la stagione caratterizzata, fino quasi alla fine di giugno, da abbondanti precipitazioni e basse temperature che avevano creato forti preoccupazioni per vari problemi di ordine sanitario nei vigneti. Con l’arrivo del caldo estivo, nell’ultima decade di giugno la situazione si è fortunatamente raddrizzata, trascinando però fino alla vendemmia un ritardo nella maturazione delle uve di 10-15 giorni rispetto al 2012”. “In Veneto la produzione, sotto il profilo quantitativo, - aggiunge Diego Tomasi - si presenta a macchia di leopardo, con incrementi e cali delle rese rispetto allo scorso. In calo la produzione nel veneziano (-5/10%) con Merlot, Glera e Chardonnay

annunciate attorno al -5%. Nel rodigino, addirittura, si prevedono riduzioni anche del -20/30%, dovute a importanti estirpi e forti grandinate registrate nelle scorse settimane. Segno positivo invece per i Colli Euganei e il territorio provinciale, dove l’incremento dovrebbe attestarsi attorno al +10/12%. A Verona si attende un incremento delle uve Chardonnay (+5%), Garganega (+05%), Corvinone (+5/10%), Merlot (+5%), mentre un calo dovrebbe interessare le uve della varietà Corvina (-5%) e Rondinella (-15/20%). A Treviso è previsto un leggero incremento quantitativo delle uve bianche (+3/4%), mentre la produzione di uve nere dovrebbe rimanere invariata. Per la Glera (Prosecco) l’aumento dovrebbe raggiungere addirittura il +5/10% e per lo Chardonnay il +5%. Per il Merlot la produzione dovrebbe rimanere invariata. Ricordiamo che nel 2012 le due province di Treviso e Verona da sole avevano prodotto oltre 8 milioni e 400 mila quintali di uva, i tre quarti della produzione complessiva nel Veneto”. Intanto gli

addetti ai lavori cercano di fare sistema e l’assessore Franco Manzato lancia, un network per l’innovazione vitivinicola. Si tratta di una rete tra quanti operano nell’ambito di questo segmento, strategico per raggiungere nuovi traguardi di qualità, tipicità e di mercato, rispetto al quale la Regione sarà capofila e farà da coordinamento tra le attività. Il progetto si propone di ridefinire e riorganizzare i rapporti tra i diversi soggetti che già operano nelle aree della ricerca, sperimentazione e formazione realizzare una

maggiore efficienza operativa e migliorare la capacità di produrre innovazione applicata in enologia e viticoltura. “La dinamicità che caratterizza il settore ed il livello professionale e imprenditoriale degli operatori – conclude Manzato – necessita di adeguate risposte, con riferimento al processo produttivo a partire dagli aspetti inerenti alla produzione viticola fino al condizionamento del prodotto in funzione della sua immissione al consumo. Il tutto entro un quadro di risorse che vanno ottimizzate”.

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Produzioni distrutte

Grandine & Cinghiali, estate nera tra Rovigo e Padova

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randine & cinghiali: estate da dimenticare per centinaia di agricoltori del Veneto meridionale. In Polesine una violenta grandinata qualche giorno prima di ferragosto ha messo in ginocchio la produzione agricola in buona parte della provincia, in particolare nell’Alto Polesine dove vigneti e coltivazioni a pieno campo, frutteti e orti sono andati completamente distrutti. Colpiti a macchia di leopardo anche alcuni territori della Bassa Padovana, in particolare a sud di Este e Montagnana, dove a fine agosto grandine e vento forte hanno colpito diverse colture. Sui Colli Euganei, intanto, imperversano i cinghiali, voraci di uva e di ogni genere di prodotto commestibile. Un fenomeno incontrollato che ha assunto dimensioni allarmanti per gli agricoltori. Nell’Alto Polesine la gradine e la tromba d’aria hanno distrutto migliaia di ettari di terreno agricolo. Mauro Giuriolo, presidente provinciale di Coldiretti Rovigo, parla di “apocalisse nelle aziende agricole altopolesane”. “La produzione frutticola - spiega - è azzerata per quest’anno e per il prossimo: i frutteti sono distrutti e questo farà perdere anche il raccolto della prossima annata, perché la reazione degli alberi sfregiati nella corteccia sarà di dischiudere le gemme che sarebbero servite il prossimo anno. Del mais è rimasto lo stelo, delle barbabietole solo le radici. Dove non è arrivata la grandine ci ha pensato il vento forte, anche sotto le reti e che si è portato via la tettoia di un impianto di biogas appe-

na costruita in un’azienda fra Lendinara e Canda; la bufera ha divelto e scoperchiato le serre e i tunnel. Le orticole in campo sono andate perdute. I danni appaiono molto più gravi di quanto ci eravamo prospettati, non solo alle produzione, ma anche alle strutture”. Sui Colli Euganei i cinghiali sono ormai un flagello. I danni ai vigneti sono notevoli, denunciano i viticoltori di tutta l’area euganea, da Vò ad Arquà, da Teolo a Cinto, da Este a Torreglia ma anche a Baone, Galzignano, Rovolon. Quintali e quintali d’uva divorata dai cinghiali o danneggiata, una perdita di produzione che si annuncia ancor più grave dello scorso anno, quando decine di aziende avevano dovuto fare i conti con queste razzie. I produttori sono esasperati e impotenti, ogni mattina costretti a fare la conta dei danni e a scoprire vigneti distrutti. All’ordine del giorno le segnalazioni al Parco Colli Euganei e ai Comuni. Coldiretti Padova torna a chiedere l’immediata applicazione di un capillare piano di abbattimento. N.S.


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18 Cultura veneta 32 Mostra del Cinema a Venezia Conclusa la Settantesima edizione

Leone d’oro a Sacro Gra di Gianfranco Rosi A quindici anni da “Così ridevano” di Gianni Amelio l’Italia torna a trionfare a Venezia di Roberta pasqualetto

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i è conclusa la 70esima Mostra Internazionale d’Arte Premio Speciale della Giuria è stato assegnato a Die Frau Des Cinematografica che si è tenuta nella storica sede a Polizisten di Philip Gröning (Germania). La Giuria Leone del Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre. L’edizio- Futuro - Premio Venezia Opera Prima ha assegnato il Leone ne di quest’anno è stata diretta da Alberto Barbera e la giuria del Futuro a White Shadow di Noaz Deshe (Italia, Germania, è stata presieduta da Bernardo Bertolucci e composta da: Tanzania). La Giuria Orizzonti presieduta da Paul Schrader Andrea Arnold, Renato Berta, Carrie Fisher, Martina Gedeck, e composta di Catherine Corsini, Leonardo Di Costanzo, Jiang Wen, Pablo Larraín, Virginie Ledoyen, Ryuichi Saka- Golshifteh Farahani, Frédéric Fonteyne, Kseniya Rappoport, moto; i film in concorso erano venti. Le Giurie internazionali Amr Waked, dopo aver visionato i 31 film in concorso, ha erano quattro e hanno assegneranno i premi ufficiali: il Leo- assegnato il Premio per il miglior film a Eastern Boys di Robin ne d’oro per il miglior film a Sacro Gra di Gianfranco Rosi Campillo (Francia) e il premio per la miglior Regia a Uberto (Italia, Francia); il Leone d’Argento per la migliore regia ad Pasolini per Still Life (Regno Unito, Italia). Il Premio speciale Alexandros Avranas per il film Miss Violence (Grecia); il Gran è andato al film Ruin di Michael Cody e Amiel Courtin-Wilson (Australia) e quello per il ContenuPremio della Giuria a Jiaoyou di Tsai to Innovativo a Maho Gorbeh di Ming-liang (Taipei cinese, Francia). Leone d’Argento Shahram Mokri (Iran); il Premio per Coppa Volpi migliore interpretazione a Miss Violence, il Miglior Cortometraggio è andato maschile a Themis Panou nel film Premio della Giuria a Kush di Shubhashish Bhutiani (InMiss Violence di Alexandros Avranas a Jiaoyou la Coppa e il premio migliore interpretazione Volpi a Themis Panou dia). I premi per la rassegna Venezia Classici sono stati stabiliti da una femminile a Elena Cotta nel film Via Castellana Bandiera di Emma Dante (Italia, Svizzera, Fran- Giuria di studenti laureandi di cinema provenienti da diverse cia). Il premio Marcello Mastroianni è stato assegnato a Tye Università che hanno deciso di assegnare i seguenti premi: Sheridan nel film Joe di David Gordon Green (Usa) e il Pre- Miglior Documentario sul Cinema a Double Play: James Benmio per la Miglior Sceneggiatura e Steve Coogan e Jeff Pope ning and Richard Linklater di Gabe Klinger (Usa, Portogallo, con il film Philomena di Stephen Frears (Regno Unito). Il Francia); per il miglior film restaurato a La Proprietà non è più

Alcune immagini dell’edizione conclusasi recentemente un furto di Elio Petri (Italia, Francia). L’European Short Film Award 2013 – Efa al film: Houses Whit Small Windows di Bülent Öztürk (Belgio). Il Leone d’Oro alla Carriera a William Friedkin; il Jaeger-Lecoultre Glory To The Filmmaker a Ettore Scola; il Premio Persol ad Andrzej Wajda e il L’Orèal Paris per il cinema a Eugenia Costantini. Come a ogni edizione del Festival grande attenzione è andata ai vip internazionali che hanno percorso il red Carpenter seguitissimi dai fans e dai paparazzi. George Clooney è arrivato al Lido a bordo di un motoscafo guidando personalmente, durante la sua presenza al Lido è stato smentito il flirt con l’attrice Sandra Bullock; e le voci di una possibile rottura tra la coppia Luca Argentero e la moglie Myriam Catania.

padova Detour, festival del cinema di viaggio

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nche Padova ha il suo Festival del cinema, un festival particolarissimo dedicato certo al cinema ma anche al viaggio. Si chiama Detour, ed è alla sua seconda edizione, quest’anno si svolgerà dal 15 al 20 ottobre. “Se lo scorso anno è stato segnato il percorso - ha spiegato Marco Segato, direttore artistico del festival - con la seconda si amplieranno gli orizzonti verso nuove direzioni, soprattutto verso tutti quegli autori che affollano con le loro opere i grandi festival internazionali ma che quasi mai raggiungono le nostre sale e i nostri palinsesti. Saranno cinque giorni densi non solo di film, ma anche di incontri, workshop e altri eventi per vivere un’esperienza unica. Per chi ci seguirà, l’idea di viaggiare al cinema, con il cinema, non potrà essere più concreta”. Il Concorso Internazionale, come lo scorso anno, presenterà, in un’unica sezione, lungometraggi di finzione e documentari, legati al tema del viaggio, film che hanno partecipato a festival in Italia e all’estero, ma che non hanno ancora avuto una distribuzione ufficiale nelle sale italiane. Saranno, invece, tre i premi: Premio Miglior film, Premio Speciale della Giuria e Premio del Pubblico. Viaggio in Italia, inoltre, sarà una nuova sezione che ospiterà film italiani raccontano il nostro paese. Un’occasione per rivedere le opere di grandi cineasti del passato e al tempo stesso scoprire i film di registi esordienti. Sarà proprio Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna e presentato lo scorso anno a Cannes a tenere a battesimo questa nuova sezione.

in breve venezia, Isola di San Servolo

Arte Moderna

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henry hargreaves no seconds, comFort Food e FotograFia

endez vous al Museo della Follia, sull’isola di San Servolo, con il comfort food di Henry Hargreaves No Seconds, Comfort Food e Fotografia: in programma la prima mondiale di un nuovo format cross-mediale dove chef, artisti e food blogger sono impegnati alla ricerca del “piatto della memoria”. Gli chef Pietro Leemann, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, insieme al fotografo Henry Hargreaves, saranno i protagonisti del progetto un viaggio nell’anima alla scoperta di quel profumo, quell’aroma, quel piatto perduto nell’Io più profondo eppure così caro da volerlo considerare il ”Piatto dell’Ultimo Desiderio”. La mostra è stata aperta lo scorso 6 settembre e sarà visitabile fino al 24 novembre, si tratta della prima personale mai organizzata al di fuori degli Stati Uniti del fotografo neozelandese ma newyorkese d’adozione Henry Hargreaves si ispira alla serie fotografica No Seconds, dedicata all’ultimo pasto di alcuni condannati a morte americani. Ideatore e regista dell’evento è Mauro Zardetto, che con l’aiuto di Chiara Casarin, curatrice, e di Rosita Dorigo, food designer, ha scelto il Museo della Follia all’Isola di San Servolo, sede del vecchio manicomio maschile veneziano, come perfetto teatro per questa pièce gastronomica che vede protagonisti Pietro Leemann, lo chef svizzero che da anni si occupa dell’intima relazione esistente tra cibo, psiche e spirito, Andy Luotto e Pierchristian Zanotto, giovane esponente del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana.

tiziano in 150 stampe

uolo sicuramente determinante nella consacrazione della fortuna e nella diffusione della conoscenza dell’opera di Tiziano è quello svolto dalle opere a stampa e dalla riproduzione incisoria dei lavori del Vecellio che ha consentito nei secoli di diffonderne e consacrarne ulteriormente la fama nel mondo e tra i posteri. Risulta quanto mai importante e qualificante allora, proprio perché fonte e strumento indispensabile di informazioni e di conoscenza, l’acquisizione a fine giugno da parte del Centro Studi Tiziano e Cadore – grazie al sostegno finanziario di alcuni sensibili soci - di un nucleo notevolissimo di ben 150 stampe tizianesche, raccolte nel corso di un decennio da un collezionista e antiquario padovano. Un corpus di notevole entità e prestigio - con pezzi che vanno dalla fine del Cinquecento a tutto l’Ottocento coprendo un arco assai ampio della fortuna iconografica del maestro - che giunge ad integrare in maniera massiccia il nucleo di incisioni tizianesche conservate presso la sede della Magnifica Comunità cadorina confermando Pieve di Cadore come uno dei centri più importanti nella ricerca e nella divulgazione dell’arte di Tiziano. I materiali acquisiti sono estremamente eterogenei e non mancano esemplari di notevole rarità come le due precoci riproduzioni cinquecentesche - l’una incisa da Martino Rota, l’altra edita dal Bertelli – dell’ “Uccisione di San Pietro Martire”, il capolavoro distrutto dal fuoco nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo a metà Ottocento o le due stampe di Valentin Lefebre dell’ “Omnia Vanitas”. Altre immagini uniscono alla rarità un problematico valore documentario così da costituire straordinarie occasioni di studio e di approfondimento. Valgano, al riguardo, l’incisione di I. Troyen per il “Theatrum Pictorium” di Joachim von Sandrart del bellissimo “Ecce Homo” di Tiziano ora a Sibiu o l’incisione di Joachim Jan Oortman del “Martirio di San Lorenzo” prima del taglio della parte inferiore. Ancora: la redazione della “Fuga in Egitto” perduta in naufragio, replica di quella oggi all’Escorial, di Nicolas Cochin la riproduzione di P. Boel del dipinto offerto da Tiziano nel 1568 a Massimiano II, “Il ratto di Europa”, poi perduto.

Mostra

casa dei carraresi di treviso

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al 26 ottobre 2013 al 31 maggio 2014 la Casa dei Carraresi di Treviso, dopo le quattro grandi mostre dedicate alla Cina e lo straordinario successo dell’esposizione dedicata al Tibet, farà da cornice ai capolavori d’arte provenienti dalla millenaria cività indiana. La Mostra “Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, Capolavori d’Arte Indiana”, attraverso elementi architettonici, miniature, fotografie d’epoca, oggetti di uso rituale e quotidiano, costumi, tessuti, gioielli, accanto a statue e bassorilievi provenienti da importanti collezioni museali e private italiane, si pone l’obiettivo di ricostruire le tappe salienti della civiltà indiana attraverso l’esposizione di opere dell’arte antica e moderna, dal II millennio a.C. all’epoca dei Maharaja, collocate in un adeguato contesto scenografico che ne ricrei gli ambienti originari. Il comitato scientifico - coordinato da Adriano Màdaro, già ideatore e curatore delle quattro mostre sul Celeste Impero e e della rassegna dedicata al Tibet appena conclusa che ha affascinato oltre 120 mila visitatori- composto da Marilia Albanese, indologa d’ampia formazione e l’esperto d’arte indiana Renzo Freschi, insieme agli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo, ha studiato un particolare percorso espositivo articolato in due parti: “L’arte nell’India Classica” e “L’india dei Maharaja”. Due poli, quello del Tempio e quello della Corte, che sfuggono al dualismo tipicamente occidentale tra sacro e profano e che nella cultura indiana non sono in nessun modo in contraddizione. Il cerimoniale dei templi è simile a quello del palazzo e la figura del re è ammantata di sacralità tanto da renderla divina. La saggezza tradizionale indiana, affinché l’esistenza umana sia significativa e armonica, impone l’impegno etico, ma anche il perseguimento del piacere; sostiene la frugalità, ma non svalorizza la ricchezza; incita al distacco, ma legittima la conquista del potere. Benché il fine ultimo in buona parte della cultura indiana – ma non in tutta– sia la liberazione e il trascendimento del mondo doloroso e finito, la vita e i suoi istanti preziosi sono ampiamente celebrati, soprattutto nell’arte.


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34 Cultura veneta 20 Commemorazioni Sono passati 50 anni dall’onda che uccise più di due mila personea

Vajont un disastro rimasto attuale

Fu il cinismo, l’impudenza, la speculazione a creare le proporzioni della tragedia. Un senso dell’affare sopravissuto alla tragedia e contro il quale don Albino Bizzotto ha protestato di recente di Mauro Gambin

La foto della diga e in basso le operazioni di recupero dei cadaveri

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lle ore 22.39 del 9 ottobre 1963 una frana di circa 270 milioni di m³ di roccia si staccò dal fianco del monte Toc precipitando nell’invaso creato artificialmente per trattenere le acque del torrente Vajont e alimentare le turbine di una centrale idroelettrica. Vajont, infatti, era il nome di un corso d’acqua e della valle che si era scavato nei millenni. Poi lo stesso nome venne esteso alla diga, forse per osmosi, e oggi per la maggior parte di chi lo ricorda, Vajont, è soprattutto il nome di un disastro. Come Frejus, come Ustica, come Piazza Fontana quando una catastrofe accade per mano umana, prende il nome di ciò che gli sta attorno, mai quello di chi l’ha provocata. Eppure i responsabili di questa tragedia vennero individuati. La colpa fu degli uomini di una società idroelettrica veneziana che non vollero arrendersi davanti al fallimento di un progetto e all’ipotesi di mandare in fumo investimenti per diversi miliardi di lire di allora. Vajont prima

La centrale avrebbe prodotto il 15% del fabbisogno elettrico di allora di essere tragedia, infatti, era stato il fulgente sogno di un’Italia autarchica che immaginava il proprio futuro illuminato dalla corrente prodotta dalle centrali idroelettriche. Grande Vajont, per la precisione, sulle carte degli ingegneri della Società Adriatica di Elettricità, era una banca dell’acqua, un bacino che avrebbe dovuto raccogliere l’acqua scesa a valle attraverso il Vajont da altre sei centrali per alimentare le turbine della centrale nei periodi in cui i fiumi erano in secca o ghiacciati. Vajont era l’ultimo grande salto d’acqua prima che la fluida forza cinetica raggiungesse il Piave e poi il mare. Quanta acqua? 168,715 milioni di metri cubi, momentaneamente trattenuti dalla diga più alta al mondo, il cui impiego avrebbe prodotto il 15% del fabbisogno elettrico di allora. Indubbiamente sarebbe stato un grande investimento se l’impianto avesse funzionato, se il Toc, invece di un ghiaione marcio, fosse stato una sponda granitica solida indifferente al salire e allo scendere del livello d’acqua del bacino idrico. Non fu così ma per gli amministratori e per gli ingegneri della Sade l’impianto dovette rimanere come lo avevano immaginato: funzionante e soprattutto remunerativo. Cinismo e impudenza portarono addirittura alla vendita della fabbrica dell’energia all’Enel, malgrado

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da tempo i segni della frana che si sarebbe staccata erano più che evidenti. Solo alla cecità dello Stato, definiamolo convinto e fiducioso in quel progetto positivista, sfuggì che dietro si nascondeva l’opportunità di un lucroso interesse. Le conseguenze della frana sarebbero potute essere differenti, il numero dei morti sarebbe potuto essere minore se Longarone fosse stata sgombrata la notte del disastro e infine se su tutto non avesse prevalso il senso dell’affare. Ecco il punto, quest’anno ricorrono i 50 anni dalla tragedia, attraverso un certo numero di iniziative verranno ricordati i pochi minuti che sono stati necessari all’onda, provocata dalla frana, per distruggere una valle, la vita di duemila persone e di tutti gli altri che di quei duemila corpi erano abituati a ritenersi famiglia e a chiamare casa quella valle. Verrà ricordato tutto ciò che quell’acqua ha spazzato via ma sarà opportuno ricordare anche ciò che la stessa acqua non ha cancellato: quel cinismo cieco e quella politica dell’affare uscita intonsa dalla catastrofe del Vajont e arrivata tale e quale ai giorni mostri. Alle cerimonie saranno presenti probabilmente il capo del Governo, Enrico Letta. Se il suo esecutivo non finirà in crisi, il presidente del Consiglio sarà ai piedi della diga nei giorni immediatamente precedenti o successivi al 9 ottobre. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, probabilmente anche lui salirà a Longarone. Ma un posto d’onore dovrebbe spettare a don Albino Bizzotto che proprio in questi giorni, attraverso una protesta fatta di un prolungato digiuno, ha fatto riflettere questa regione sul malaffare che spesso si cela dietro le cosiddette grandi opere. Il coraggioso sacerdote padovano fondatore dell’associazione “Beati costruttori di pace”, ha chiesto che la Terra non venga più trattata come semplice cantiere, cava e discarica per gli appetiti e interessi di chi continua a speculare, che la politica delle grandi opere non sia mero affare e distruzione del territorio che non porta beneficio alcuno alle comunità locali. Parole che don Albino ha pronunciato per commentare quanto accade ai giorni nostri e per questo, credo, siano il modo migliore per ricordare soprattutto la tragedia di 50 anni fa.


8 Sì, viaggiare

Sì, viaggiare 35

TRENTINO

Mezzano, l’arte nella legnaia

LA CITTADINA DEL PRIMIERO È DIVENTATA UN PICCOLO MUSEO A CIELO APERTO NEGLI ANGOLI PIÙ PITTORESCHI DEL CENTRO STORICO LE CATASTE DI LEGNA SONO STATE TRASFORMATE IN OPERE D’ARTE FORGIATE DALLA FANTASIA DI MOLTI ARTISTI DIPINTI MURALI, ORTI DOMESTICI ANTICHI LABORATORI DI SCULTURA E DI TESSITURA AL TELAIO COSTITUISCONO UN PATRIMONIO CHE IL COMUNE STA VALORIZZANDO ANCHE I NUOVI HOTEL GUARDANO A MODELLI DI ECO SOSTENIBILITÀ BONTÀ ARTIGIANALI Luigi Valline, ex cuoco ed ex fotografo, ora macellaio con bottega in centro a Mezzano: la macelleria Bonat. Valline ha puntato dritto alla qualità, nelle carni che vende fresche e che utilizza negli insaccati. Alcuni dei quali sono stati recuperati dalla tradizione locale, come le “mordandele” al ginepro, alle prugne e ai funghi... E poi lo speck con la crusca, i salamini di selvaggina, la lonzetta alle mele, la carne salada. Uno dei suoi segreti è il sale dell’Himalaya e poi anche un sistema di aerazione che migliora la frollatura. Il suo intento è valorizzare al meglio la materia prima. Altri artigiano del gusto sono Fabio Simoni e Nicola Simion, i fondatori del Birrificio artigianale BioNoc’. Fabio è stato sommelier di successo, ha studiato all’Università della birra e gestisce una birroteca a Fiera. Il birrificio di Mezzano, nato in un garage e ora con moderna sede in zona artigianale, gli permette di applicare le sue teorie “fondamentaliste”. Birra non filtrata, nè pastorizzata, gusto piacevolmente amarognolo e note floreali ed erbacee al naso. Un buon formaggio lo produce il Caseificio sociale del Primiero, famosa la tosella. Lo stesso che si gusta a Malga Lozen, sosta consigliabile dal punto di vista naturalistico, ma anche gastronomico. Le famiglie Orsega e Iagher allevano ogni sorta di animale da latte e da carne. Nella baita a 1500 metri si gustano ottimi canederli, l’orzetto, la polenta e “tosela” e i buoni funghi della montagna.

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ataste di legna che diventano arte. Ceppi accatastati e forgiati a guisa di sculture da mani di artisti, invitati ogni anno in paese a realizzare sempre nuove creazioni. C’è la navetta del telaio, la fisarmonica in tensione che pare una stella, la clessidra racchiusa fra sole e luna, il volto in lacrime, la grande pannocchia sopra il pollaio, il paesaggio fatto di legnetti... C’è persino una grande rappresentazione dell’alluvione del 1966. Tutto creato con la legna ricavata dal bosco. I “canzei” (così chiamano nel Primiero queste caratteristiche cataste) occhieggiano in vari angoli del centro storico: sotto i fienili, accanto alle stalle, vicino a piccole finestre in legno orlate di merletti, sotto i ballatoi, negli anditi più impensabili che si aprono nei vicoli... Piccoli depositi di legna creati e trasformati in arte laddove sono da secoli a far da utile scorta per alimentare il fuoco dell’inverno. Mezzano scommette sulla sua anima rurale dallo stile schiettamente montanaro e propone itinerari originali, alla scoperta di elementi come le fontane o le “lisiere” (i grandi lavatoi di pietra dove un tempo si faceva il bucato), come i dipinti murali che ancora impreziosiscono le facciate di alcune vecchie case, come i misteriosi “stoli” (dal tedesco Stollen, galleria) che altro non sono che piccoli acquedotti che corrono lungo dei cunicoli sotterranei, dove si può entrare (chinando la schiena) per scoprire un magico mondo d’acque sorgive. Mezzano, paese del Primiero, alle porte di Fiera di Primiero e di San Martino di Castrozza (le pale gli fanno da ineguagliabile sfondo), onora la sua appartenenza all’associazione “I borghi più belli d’Italia” con una serie di scelte turistiche innovative, tendenti a valorizzare un passato umile, contadino, impastato di fatica e di ingegno. Di tenacia e di amore per la propria terra. Mezzano, insomma, trae dal passato le idee per affrontare meglio il futuro. Una testimonianza forte arriva da Robert, figlio di un emigrante mezzanese, nato in Australia: lui è tornato a vivere al paese dei nonni, attratto dall’irresistibile richiamo delle radici e da uno stile di vita in armonia con la natura. Ecco, la natura. L’intimo rapporto con l’ambiente di appartenenza è l’essenza dei nuovi progetti di Mezzano. Sintetizzati nella definizione “Segni sparsi nel rurale”. Tali sono anche gli orti. Sì, i piccoli orti domestici, dove crescono le carote e l’insalata, i cavoli e i fagioli. A Mezzano se ne contano oltre quattrocento, uno ogni quattro abitanti. E anch’essi traggono vita dall’acqua pura delle fonti, quella che scorre negli stoli e che alimenta fontane e “lisiere”.

CATASTE DI CEPPI TRASFORMATE IN OPERE D’ARTE E ALCUNI PITTORESCHI SCORCI DEL CENTRO STORICO DI MEZZANO. SOTTO: L’ATTIVITÀ NEL LABORATORIO TESSILE ARTELÈR E IN QUELLO DI SCULTURA ZENI; IL VICESINDACO IVANO ORSINGHER E UN ANTICO AFFRESCO CHE ABBELLISCE LA FACCIATA DI UNA CASA. NELLA SCHEDA: FABIO SIMONI, LUIGI VALINE E PRODOTTI TIPICI A MALGA LOZEN (FOTO DI CLAUDIO RIZZI)

In questo angolo del Trentino orientale, un secolo fa al confine fra Italia e Impero asburgico, si parla un linguaggio culturale nuovo. Si valorizza quello che si ha, per un turismo più consapevole e attento. Più lento e in armonia con la natura. Una scelta radicale, favorita dal fatto che la nuova tangenziale ha liberato il centro dal traffico della statale del Rolle, senza però allontanarlo troppo. “Mezzano si ripensa” dice il vicensindaco Ivano Orsingher, uno dei più convinti sostenitori di questo nuovo corso “e vuole ritrovare la sua identità perduta. Questo è il valore che vogliamo dare ai nostri ospiti”. La mamma di Orsingher ha allestito un piccolo museo etnografico dove, attraverso tanti oggetti di famiglia (e tanti altri donati), rivive la civiltà rurale della zona. Oggi a Mezzano fioriscono le attività culturali (vedi i tanti concerti estivi, ospitati anche in suggestivi angoli del centro), ma soprattutto traggono nuovo vigore alcune attività tradizionali tramandate fino ad oggi da alcune famiglie. Attività di eccellenza, come quella dei Trotter, titolari di un laboratorio di

tessitura che utilizza tutt’oggi un antico telaio in legno. Oggi ai pedali di questa macchina da museo si alternano due generazioni: Lucia, la figlia Carmen stilista e la cognata Teresita, detta Zita. Producono a mano tessuti e damaschi con una pazienza e un’abilità davvero uniche. Pezzi preziosi che vendono nella loro bottega, l’Artelèr, al cui esterno c’è la catasta artistica dedicata alla “navesela” (il telaio, appunto). Molti di questi pregiati tessuti riproducono disegni che otto generazioni fa, nel ‘700, Primazzo Zanon, l’iniziatore dell’attività, portò dalla Boemia. Dice Lucia: “Il telaio è uno strumento che intreccia fili e pensieri...”. Gli americani sono entusiasti delle sue opere. Produce arte pura anche il laboratorio degli scultori Zeni, alle porte del paese, annunciato all’esterno da grandi sculture in legno. Nel negozio si respira il profumo del legno e si possono ammirare tantissime opere, nonchè il lavoro certosino degli Zeni. Intenti magari a intagliare qualche statuina del presepe. Come l’Artelèr, anche il laboratorio Scultori Zeni è certificato dal Consorzio Artigianato Artistico e di Qualità del

Trentino. Due grandi sculture degli Zeni campeggiano all’imbocco dell’Eurotunnel che attraversa la Manica. Un omaggio postumo anche all’ingegnere Luigi Negrelli, originario del Primiero e ideatore del Canale di Suez. Che a Mezzano ci sia tanta voglia di pensare il futuro attraverso modelli di sviluppo nuovi ed ecocompatibili lo si nota anche da iniziative come la progettazione della nuova piazza, dove è stata data priorità ad un grande palco per le manifestazioni e a spazi per i bambini. Anche nuove strutture turistiche guardano ai principi dell’ecosostenibilità. Come il Garni Paradisi, un welness hotel a 4 stelle aperto a luglio, dallo stile alpino interpretato in chiave moderna sposando con gusto minimalismo e rusticità. Per la sua costruzione sono stati utilizzati materiali di recupero, come assi di legno di vecchie baite... Simbolicamente è stato come ridare vita a frammenti di cultura materiale dimenticati. Come nelle cataste artistiche. Mezzano ci crede... è questa la scommessa per il futuro.


28 Concerti e non solo 36

mille e ancora mille...

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pagina a cura di graziano edi corazza

in veneto A padova

gli america al geoX di padova il 2 ottobre Arriverà mercoledì 2 ottobre 2013 sul palco del Gran Teatro Geox la leggenda degli America, una delle band mito degli anni Settanta e Ottanta. Beckley e Bunnell con le loro chitarre faranno rivivere l’intramontabile successo di brani come ‘’A Horse with No Name’’, ‘’Sister Golden Hair’’ e ‘’You Can Do Magic’’ ecc. Una serata per gli storici fans del gruppo e per chi magari ha scoperto solo recentemente il sound solare ed indimenticabile del loro folk. Lunedì 7 ottobre – palaverde, Treviso

modà in concerto

Dopo 20 concerti sold out in tutta Italia, per la prima fase del “Gioia Tour 2013”, i Modà hanno annunciato nuove imperdibili date per il prossimo autunno. La band proseguirà infatti la nuova fortunata tournee dal prossimo ottobre, toccando i palazzetti più importanti della penisola. I Modà saranno lunedì 7 ottobre al Palaverde di Treviso, per proseguire poi verso le date di Livorno, Perugia, Ancona, Eboli (SA), Acireale (CT) e Catanzaro.

penisola. Pau e compagni annunciano quindi nuove date per l’autunno, compresa quella di Udine, unica in tutto il Friuli Venezia Giulia, domenica 27 ottobre, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, con inizio alle 21. Eseguirnno non soltanto i propri pezzi culto, e quelli dell’ultimo fortunato album “Dannato Vivere”, ma anche brani che da anni non vengono eseguiti dal vivo, tutti riarrangiati e rivisitati in chiave teatrale per regalare uno spettacolo inedito e dal sound rinnovato, in una situazione intima e raccolta. Sabato 23 novembre

i blue al supersonic music arena, san biagio di callalta (treviso) Provenienti dal Regno Unito invece i primi ospiti internazionali annunciati alla Supersonic Music Arena, stiamo parlando dei BLUE, band capace di vendere oltre quindici milioni di copie e di piazzare tre albums in vetta alle classifiche in tutto il mondo (All Rise, One Love, Guilty). Dopo i due straordinari sold out dello scorso giugno a Milano e Roma, a grande richiesta i BLUE tornano in Italia e saranno live in concerto sabato 23 novembre nella nuova realtà di San Biagio di Callalta (Treviso). Dopo aver suonato dal vivo in tutto il mondo e duettato con artisti del calibro di Elton John e Stevie Wonder, a tredici anni dal loro debutto, i Blue sono una band che può contare su una solida esperienza artistica e una altrettanto consolidata amicizia fra i suoi quattro componenti: Lee Ryan, Antony Costa, Duncan James e Simon Webbe. 8 novembre

bob dylan and his band al gran teatro geoX - padova

Domenica 27 ottobre

i negrita al teatro nuovo giovanni da udine, udine Con l’ennesimo concerto esaurito al Teatro degli Arcimboldi di Milano lo scorso aprile, si è chiusa la prima parte del tour nei teatri, ultimo capitolo della carriera dei NEGRITA, capace di macinare successo dopo successo nei teatri più importanti della nostra

U

eventi

Bob Dylan è uno di quei nomi che ormai appartengono al mito ed alla leggenda della musica d’autore mondiale. Vederlo almeno una volta nella vita è obiettivo di qualsiasi amante della canzone moderna. Nel Veneto è venuto con i suoi live parecchie volte ed a Padova in particolare è oramai quasi di casa, Lo possiamo

spettacoli rivedere al Geox l’ 8 novembre 2013 per una performance nella quale Dylan saprà stupire anche il suo più affezionato fan; Dylan in effetti (vero nome Robert Zimmerman) non suona solo le classiche sue canzoni famose, anzi a volte non le suona nemmeno… ma sa andare alla ricerca di brani per adepti della prima e seconda ora… I precedenti cinque albums di Bob Dylan, incluso il suo ultimo “Tempest”, sono stati universalmente acclamati come alcuni dei migliori della sua storica carriera, toccando nuove vette di successo commerciale e plauso della critica per l’artista. “Time Out Of Mind” del 1997, disco di platino, ha conquistato diversi Grammy Award, incluso quello per Album Of The Year, mentre “Love and Theft” ha proseguito la striscia di dischi di platino di Dylan e si è guadagnato molte nomination ai Grammy ed una statuetta per il Best Contemporary Folk album. Modern Times”, uscito nel 2006, è divenuto uno degli album più popolari dell’artista, vendendo più di due milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e permettendo a Dylan di vincere altri due Grammy. “Together Through Life” è stato il primo disco dell’artista a debuttare al numero uno sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito così come in altri cinque Paesi, nella sua corsa verso il sorpasso del milione di copie vendute. Queste cinque uscite sono avvenute durante dodici anni di creatività che hanno anche incluso: la registrazione della composizione premio Oscar e Golden Globe “Things Have Changed”, tratta dal film “Wonder Boys” del 2001; una biografia campione di incassi, “Chronicles Vol. 1”, rimasta per diciannove settimane nella lista dei Best Seller del New York Times, nel 2004; un documentario diretto da Martin Scorsese, “No Direction Home”, nel 2005. Bob Dylan ha inoltre rilasciato, nel 2009, la sua prima raccolta di classici natalizi, “Christmas In The Heart”, devolvendo le royalty dell’album a enti di beneficienza contro la fame in giro per il mondo. Lo scorso anno, Bob Dylan è stato insignito della Presidential Medal of Freedom, la maggiore onorificenza civile degli Stati Uniti. Nel 2008, ha conseguito uno speciale premio Pulitzer per il suo “profondo impatto sulla musica popolare e sulla cultura americana, contraddistinto da composizioni liriche di straordinaria potenza poetica”. Ha inoltre ottenuto il French Commandeur des Arts et des Lettres nel 1990, lo Sweden’s Polar Music Award nel 2000 e svariati dottorati inclusi quelli delle University of St. Andrews e Princeton University, così come numerose altre onorificenze. Negli anni sessanta del secolo scorso ha pubblicato albums epocali (a voi il piacere di cercarli ed ascoltarli). Questo è Dylan! E scusate se è poco!

l’opera musicale più attesa degli ultimi anni arriva finalmente in italia a verona il 2 e 3 ottobre 2013

Dopo il grande successo internazionale, David Zard ha annunciato la produzione in Italia di “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, l’opera musicale tratta dal capolavoro di William Shakespeare, con musica e testi del grande compositore francese Gérard Presgurvic. Lo spettacolo, con la regia di Giuliano Peparini e i testi della versione italiana a cura di Vincenzo Incenzo, debutterà all’ARENA DI VERONA il 2 e 3 ottobre 2013, per poi andare in tournée in tutta Italia partendo da Roma. Un’altra grande produzione targata Zard, che dopo lo straordinario successo di ‘’Notre Dame de Paris’’ di Riccardo Cocciante, porta nel nostro paese lo spettacolo più atteso degli ultimi anni che farà rivivere, in una veste inedita, la storia d’amore per eccellenza. “Romeo e Giulietta”, con le sue musiche e le sue magiche atmosfere, incanterà il pubblico scrivendo una nuova pagina del teatro musicale in Italia. La regia è infatti affidata al giovane e talentuoso Giuliano Peparini, considerato uno dei registi più innovativi della sua generazione che vanta numerose collaborazioni tra cui quella decennale con Franco Dragone il creatore degli spettacoli più belli di ‘’Cirque du Soleil’’ e che, di recente, ha firmato la regia di “1789 – Les amants de la Bastille”, spettacolo che sta riscuotendo un enorme successo in Francia.

la novita’ aldo tagliapietra, nuovo disco “l’angelo rinchiuso” per il mestrino songWriter ed eX de le orme

na seconda giovinezza quella che sta vivendo il mestrino songwriter Aldo Tagliapietra dopo l’uscita dal gruppo Le Orme (avvenuta nel 2009). In pochi anni ha costituito un’affiatata band di musicisti con cui si esibisce dal vivo, ed ha trovato nuovi stimoli, nuove sensazioni e soprattutto una rifiorita vena artistica che ha portato alla realizzazione di due bei dischi in poco tempo: il primo, uscito a inizio 2012 (“Nella pietra e nel Vento”); ed uno nuovo, uscito nei negozi proprio in questi giorni, un concept inedito dal titolo “L’angelo rinchiuso” scritto in occasione del 40esimo anniversario dell’album più progressive e famoso delle Orme divenuto un capolavoro della storia del prog italiano “Felona Sorona” uscito in Italia nel 1973. Aldo Tagliapietra ha voluto rendere il suo personale

omaggio al mondo musicale che questo storico album rappresenta, con un disco nuovo ad esso ispirato. Come la nota suite che narra la storia di due pianeti, “L’angelo rinchiuso” è un’unica opera musicale di genere prog di 40 minuti da ascoltare tutti di fila. Cover di Paul Whitehead. Per promuovere il nuovo disco Aldo Tagliapietra ha allestito anche un nuovo spettacolo dal titolo “40esimo ANNIVERSARIO LIVE 1973–2013” in cui esegue, accompagnato dalla sua band, nella 1^ parte dedicata al 2013, la nuova suite “L’angelo rinchiuso”; nella 2^ parte dedicata al 1973, la versione integrale di “Felona e Sorona”. Il tour “40esimo ANNIVERSARIO LIVE 1973–2013” parte in autunno con debutto a Milano l’8 ottobre al Factory. Line up: Aldo Tagliapietra voce e basso, Sergio De

Nardi tastiere, Andrea De Nardi Hammond e MiniMoog, Matteo Ballarin chitarre, Manuel Smaniotto batteria. Scaletta del suo live autunnale: da: L’angelo rinchiuso (Aldo Tagliapietra, 2013): Volatus, L’angelo rinchiuso, Dentro il sogno, La fiamma, Io viaggio nel tempo, Riflessi argentati, Storie, Volatus reprise, Passato e futuro, Riflessi argentati reprise, Una voce, Magnificat; da: Felona e Sorona (Le Orme, 1973 Polygram): Sospesi nell’incredibile, Felona, La solitudine di chi protegge il mondo, L’equilibrio, Sorona, Attesa inerte, Ritratto di un mattino, All’infuori del tempo, Ritorno al nulla; da: Collage (Le Orme, 1971, Polygram) i bis: Cemento armato/Sguardo verso il cielo.


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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Testamento pubblico fatto da soggetto incapace di leggere e scrivere. Quanti i testimoni necessari a renderlo valido?

Cari lettrici e lettori, con la ripresa dalla pausa estiva, che mi auguro abbiate trascorso nel modo migliore insieme alle persone a Voi più care, la rubrica viene interessata dal quesito propostomi da un lettore, che per motivi di riservatezza indicherò con le sole iniziali M.S., ed avente per oggetto la validità o meno di un testamento pubblico fatto dal nonno. Nello specifico il lettore, sig. M.S., evidenzia nel proprio scritto che il nonno, incapace di leggere e scrivere, si è recato presso un notaio per dichiarare, con testamento pubblico, la volontà di lasciare ai due figli maschi la propria abitazione e alle due figlie femmine una quota di legittima in denaro. Tuttavia, dopo due anni dalla pubblicazione del testamento, le figlie del testatore, ritenendo iniqua la ripartizione, si erano rivolte ad un avvocato il quale sosteneva la possibilità di annullare il testamento pubblico in quanto, considerato l’analfabetismo del padre - de cuius-, il notaio avrebbe dovuto redigere lo stesso alla presenza di quattro anziché due testimoni come in realtà avvenuto.

Prima di rispondere al quesito relativo la validità del testamento pubblico prestato dal nonno del sig. M.S., ritengo opportuno delineare, seppur brevemente, le particolarità di tale forma testamentaria soffermandomi poi sul numero dei testimoni richiesti dalla legge per la valida formazione dell’atto. Il testamento è quell’atto con il quale un soggetto dispone delle proprie sostanze per il momento in cui avrà cessato di vivere. Il nostro codice civile contempla diverse forme di testamento e, precisamente, quelle ordinarie e quelle speciali. I testamenti ordinari sono rispettivamente, il testamento olografo e il testamento per atto di notaio. Quest’ultimo può essere pubblico o segreto. Dunque, il testamento pubblico è un testamento notarile o ancor più precisamente è un atto con il quale il notaio, che riceve la volontà testamentaria del testatore, provvede a dare forma scritta alle disposizioni del testatore dandone successivamente lettura allo stesso alla presenza dei testimoni. Segue poi la sottoscrizione dell’atto da parte del testatore, dei testimoni e del notaio. La forma del testamento pubblico presenta il

duplice vantaggio di poter essere disposto da tutti (anche da chi non sa o non può leggere e/o scrivere) e di essere sottoposto all’accertamento dell’effettiva volontà del testatore. Presenta tuttavia lo svantaggio di un rigoroso formalismo, della mancanza di assoluta segretezza e della sua onerosità. Il processo di formazione del testamento pubblico si compone di molteplici passaggi, tra cui, ai fini del quesito in esame, assume rilievo proprio la presenza dei testimoni che ha quale scopo quello di garantire la fedele riproduzione delle volontà del testatore e l’assenza di una qualsivoglia influenza da parte del notaio. I testimoni devono essere maggiori d’età, pienamente capaci e non devono avere interessi nel redigendo atto. L’art. 603 del codice civile contempla la presenza dei testimoni nel numero di due. Tuttavia, in determinati casi, in cui l’esigenza di tutela della volontà testamentaria è particolarmente sensibile, il numero dei testimoni sale a quattro. Tale eventualità è espressamente prevista dal quarto comma dell’art. 603 c.c. che prescrive la presenza di quattro testimoni

ove il testatore oltre che muto, sordo o sordomuto “sia incapace anche di leggere”. Tenuto conto delle informazioni fornite dal sig. M.S. e del dettato normativo al riguardo, si può con ragione ritenere che il numero di testimoni necessari per validamente formare il testamento pubblico del nonno era di due in quanto solo incapace di leggere e scrivere e non anche sordo e/o muto al momento della dichiarazione testamentaria. Ciò trova conferma anche nella migliore dottrina e nella giurisprudenza consolidata (Cass. Civ. Sez. II, 3.06.1983, n. 3939) che confermano quanto sopra ovvero che solo quando all’incapacità di udito e/o parola si aggiunga l’incapacità di leggere l’ordinamento impone una garanzia ancora maggiore cioè la presenza di quattro testimoni invece dei due normalmente richiesti. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

LETTERA DI MAGDALENA BUSZYNSKA

Teoria del gender e dopo? Italia partecipa al piano contro discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 – 2015). La “Strategia Nazionale” in questo campo è stata formalizzata dall’ex ministro Fornero per aderire al progetto sperimentale proposto dal Consiglio d’Europa. E’ un progetto che deve destare la nostra attenzione e anche preoccupazione perché mira a completare, in modo efficace, il tentativo di creare una mentalità anti famiglia e anti umanità, lo dimostrano gli sviluppi sul piano politico che stanno davvero mettendo a rischio i valori umani, sui quali deve basarsi una società che voglia crescere e migliorare. Il mio non è terrorismo ma è solo consapevolezza della realtà che emerge in modo preponderante quando si fanno percorsi di educazione dell’affettività e sessualità nelle scuole. Infatti è proprio sulle giovani generazioni che si sta incidendo maggiormente. Nei prossimi mesi aumenteranno anche in Italia le campagne mediatiche e le iniziative politiche

per legalizzare il matrimonio omosessuale. Queste richieste si fondano sull’ideologia del “gender”, secondo la quale i “generi” maschile e femminile sono il frutto di scelte culturali, senza rapporti con la dimensione biologica e psicologica della persona. Contemporaneamente: l’unico istituto familiare riconosciuto dalla Costituzione. Questa ideologia sostiene fra l’altro che non dovremmo più educare i bambini a identificarsi col padre o con la madre in base al sesso biologico, ma offrir loro, fin dalla prima infanzia, una vasta gamma di generi equivalenti (maschio, femmina, lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, ecc.), con gravi danni per il loro sviluppo psico-fisico. La teoria del gender dichiara ormai apertamente e contro ogni evidenza biologica, psicologica e spirituale ..., come la felicità e il futuro dell’umanità necessitino di superare l’archetipo “maschio e femmina li creò” (Genesi 1,27) per restituire al cittadino digitale del terzo millennio il paradiso perduto di una pansessualità senza distinzione di sessi. Di

fronte ad una simile pretesa, diventa necessario rendere la parola alla realtà inscritta nella verità della corporeità maschile e femminile. Questa chiara distinzione vissuta in maniera consapevole, matura e sana fonda da sempre, la felicità di ogni identità personale, familiare e sociale non solo

dell’uomo di oggi, ma dell’intera umanità passata, presente e futura. La Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione naturale della Fertilità è un organismo al servizio di consapevolizzazione di questa esperienza.


I nostri esperti 39

24 INFORMAZIONE SOCIALE

Quando le associazioni sono in prima linea Assistente Sociale Laura Traversi

Carissimi lettori de “La Piazza”, siamo arrivati a Settembre e tutto ricomincia. Tempo di tornare a scuola, di riprendere le nostre attività di studio e di lavoro con regolarità, e anche tempo per promuovere nuove iniziative, particolarmente significative quando sono frutto dell’impegno del mondo associativo, così vitale e pieno di idee costruttive. Il 1 settembre è partita dal Comune di Montelibretti (RM) una impresa a cavallo, promossa dall’Associazione “L’emozione non ha voce” per 11 ragazzi con disturbi di autismo che attraverseranno lazio e umbria per dimostrare che un figlio autistico è una grande esperienza per recuperare dimensioni profonde della socialità, del rapporto tra padri e figli, del contatto tra uomini, animali e natura; sono invece in questi giorni in barca a vela tra Marina di Carrara e Pisa i ragazzi con disagio mentale del progetto “vacanza liberata”: il gruppo è autogestito da diverse associazioni liguri che si occupano di persone con malattie psichiatriche e la vacanza si svolge senza operatori e senza familiari, per la promozione dell’associazionismo come percorso di guarigione e recovery nella malattia, la pratica di corretti stili di vita e l’attivazione di nuove reti territoriali; oltreconfine invece dal 24 al 28 settembre una staffetta di 4 atlete si muoverà in bicicletta da Santiago a Lourdes per l’iniziativa “Santiago in rosa” promossa dall’Associazione Cancro Primo Aiuto: la pedalata raccoglierà fondi per sostenere il Progetto Parrucche (www.cpaparrucche.altervista.org) a favore di donne che devono iniziare un percorso chemioterapico, con l’intento di rendere il cammino verso la guarigione meno faticoso; il 29 settembre si celebra invece in tutte le piazze d’Italia la VI giornata nazionale della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) organizzata dall’Associazione AISLA (www. aisla.it) per ricordare il primo “sit in” dei malati di SLA, che il 18 settembre 2006 si riunirono a Roma per portare all’attenzione del Ministro della Salute i propri bisogni di cura e assistenza. Per valorizzare le iniziative del nostro territorio, in occasione della XX giornata mondiale per l’Alzheimer le Associazioni Centro per i Diritti del Malato, Insieme per la qualità della vita e AMAP Padova promuovono un doppio

LA VIGNETTA

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BARRY MASON

Su il coperchio

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appuntamento per il 20 settembre prossimo a Piove di Sacco: un seminario formativo gratuito per operatori e familiari e una serata teatrale aperta dal titolo “Pagine Strappate”; entrambe le iniziative si svolgono presso la Sala Congressi della Banca di Credito Cooperativo (mail per informazioni e iscizioni: formazione@percorsi.pd.it). Non sono ottimi modi per ... ricominciare?

Poveri noi! Sembra proprio che dalla gelosia non si possa scappare. Se siamo tormentati, assillati, proviamo incertezza, insicurezza o dubbi, vuol dire che siamo gelosi. Un sentimento molto particolare, che può passare dall’essere dormiente alla furia cieca, ma i gelosi hanno sempre ragione? Il Dott. Willy Pasini, psichiatra, sessuologo, psicologo e scrittore, professore alla facoltà di medicina dell’Università di Milano, sostiene che possono -LINE avere ragione, ma la ragione N O ITO com VO S iedaffini. O non è giustificata. Se lei è gelosa U ent A il N VISIT easerram perché lui va alla partita di calcio .s www con un amico, è possessività non gelosia, quindi la ragione c’è ... è la partita di calcio, però non deve provocare gelosia. L’ENTRATA CON SYNUA DIVENTA UN CENTRO VISIVO CHE Allora è vero che chi è geloso COMPLETA LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA lo è perché è anche infedele? “Molte volte si!” Dice Pasini, “C’è una proiezione della persona infedele sull’altra persona, io conoscevo un individuo che guardava se la moglie faceva la comunione la domenica e si ingelosiva se lei non la faceva però in realtà lui la tradiva tutta la settimana.” La gelosia patologica disturba l’intimità di coppia, mentre una gelosia afrodisiaca la aumenta, ci sono persone che usano la gelosia per aumentare l’intimità di coppia, Le nuovissime e moderne tipo nei casi dove una ragazza che non è invitata a ballare finiture per le vostre finestre dal suo ragazzo va a ballare con un altro e immediatamente il fidanzato timido si risveglia. Oppure quelli che parlano degli ex per ingelosire i nuovi partner. In questi casi ci vuole attenzione, se uno dei due non è riuscito a staccarsi completamente La ditta S.E.a. ha ottenuto in casa dalla storia precedente (magari passiva un risultato strabiliante pari a portando qualche esempio 0,19 con il BLOWER dOOR tESt !!! dell’altro) lasciandosi influenzare dalle esperienze fatte con lei o con lui, la figura dell’ex detiene un potere enorme e può diventare realmente una minaccia. Secondo Freud il sentimento della gelosia non è rivolto solo alla con la detrazione fiscale - ULTIMI MESI persona che si pensa di perdere, VENDITA E INSTALLAZIONE DI: ma ad una terza persona, quella ▶ Finestre in PVC - alluminio - PVC + alluminio verso cui si sente rivalità. ▶ Balconi in PVC E se uno non è geloso per ▶ porte blindate e porte interne carattere? Diciamo che le ▶ zanzariere e tapparelle persone non gelose non esistono, ▶ schermature solari tecniche perché la gelosia nasce con ▶ portoni basculanti e sezionali l’amore nei primi anni di vita Rivenditori autorizzati S.E.A di Boscaro Alessandro & C. sas quindi quelli che lo negano hanno semplicemente messo il Showroom Via Menin dei Mille, 48/A - Camponogara (VE) coperchio! Cell. 335 7079082 - 331 6082724 www.seaserramentiedaffini.com - info@seaserramentiedaffini.com PRODOTTO ITALIANO SeaMontaggi

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Blake Lively Su Pierino • Pierino rivolto alla maestra: “Signora maestra, non credo di essermi meritato zero nel compito di matematica.” “Nemmeno io lo credo, ma purtroppo voti più bassi non ne esistono.” • Pierino torna a casa e suo padre gli chiede: “Come è andato l’esame?” “Papà non dicevi che era più importante la salute?” • Un amico fa all’altro: “Tua mamma per caso fa l’elettricista?” “No, perché?” “Perché la vedo sempre sotto un palo.” • “Pierino, che cosa seguì all’età del ferro?” “L’età della ruggine.” • La maestra interroga Pierino in Storia: “Pierino, cosa divenne Carlo Alberto quando morì suo padre?” “Orfano.” • “Pierino, perché hai scritto camino con la ‘k’?” “Perché camini senza cappa non esi-

stono!” • Pierino: “Signora maestra si può punire uno per una cosa che non ha fatto?” “No di certo!” “Bene, allora non ho fatto i compiti.” • Il padre legge sul giornale l’annuncio dell’imminente visita di un capo di stato straniero: “L’illustre ospite sarà accolto dai tradizionali ventuno colpi di cannone.” Il figlio di sei anni, che ha ascoltato interessato, riflette un po’ e poi esclama: “Scusa papà, ma se riescono a centrarlo al primo colpo, gli sparano lo stesso gli altri venti colpi?” • Un bambino racconta ad compagno di scuola: “Sai, il mio cavallo è molto gentile. Ogni volta che dobbiamo fare un salto si ferma e mi permette di andare per primo!” • In tribunale: “Papà, papà, perché quei signori sono vestiti da donna?” “Sai figliolo, devono parlare molto!”

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20 MINUTI. SCIOGLIERE LA MARGARINA SULLA PIASTRA E FARE LE CRESPELLE, VERSANDO IL COMPOSTO A CUCCHIAIATE E

STENDENDO BENE. IN UNA PADELLA CON L’OLIO EVO, SCALDARE I PISELLINI; PORTARE A COTTURA CON ACQUA ED INSAPORIRE CON SALE, CURRY E L’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO. TRITARE LE NOCCIOLE ED UNIRNE UN CUCCHIAIO

AI PISELLINI. PER LA BESCIAMELLA: SCIOGLIERE LA MARGARINA IN UN PENTOLINO, UNIRE LA FARINA QUINDI VERSARE IL LATTE, FACENDO ATTENZIONE CHE NON SI FORMINO GRUMI. INSAPORIRE CON SALE E NOCE MOSCATA, LASCIANDO SUL FUOCO FINCHÈ

SI PREPARA DIRETTAMENTE NEL BALLON, 1 CUCCHIAINO DI ZUCCHERO DI CANNA, 2/10 CAFFÈ HAG, 2/10 CAF CAFFÈ BORSCI, 3/10 ZABOV MOCCIA, 3/10, PANNA FRESCA LACTIS,

NON SI ADDENSA, SEMPRE CONTINUANDO A MESCOLARE. FRULLARE DUE CUCCHIAI DI PISELLINI ED AMALGAMARLI ALLA

BESCIAMELLA, ASSIEME ALL’OLIO AROMATIZZATO ALLE ACCIUGHE E PEPERONCINO, MESCOLANDO BENE. FARCIRE LE CRESPELLE

CON I PISELLINI E DISTRIBUIRE LA BURRATA; CHIUDERE AD INVOLTINO E DISPORRE SUL PIATTO CRISP, PRECEDENTEMENTE BAGNATO CON IL LATTE DELLA BURRATA.

POLVERE DI CAFFÈ SU TUTTO

COPRIRE LE CRESPELLE CON LA BESCIAMELLA, SPOLVERARE DI PEPE NERO E CON LA RIMANENTE BAGNARE IL TUTTO CON UN PO’ DI LATTE PER FAR SI CHE RIMANGANO MORBIDE. CUOCERE IN FORNO A MICROONDE CON FUNZIONE CRISP PER CIRCA 7 MINUTI, COSPARGERE CON IL FORMAGGIO PARMIGIANO E CUOCERE PER ALTRI 3 MINUTI. MANUELA E SILVIA BIZZO GRANELLA DI NOCCIOLE.

PAOLO MARANI

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