della Riviera Ovest
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Marzo 2015
Periodico d’informazione locale. Anno XXII n.34 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Isla, 7mila fedeli inseriti nel tessuto sociale veneziano pagg.
Fosso In dirittura d’arrivo l’area dedicata ai cani
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Sanità Calano le vaccinazioni, l’Ulss 13 lancia l’allarme
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+70,5% di nuovi utenti www.lapiazzaweb.it
L’informazione locale è sempre con te: GIANNI NALETTO, STORICO MACELLAIO DI DOLO
FEBBRE DA GIOCO, UNA MALATTIA SERIA
Il macellaio Gianni Naletto ha festeggiato, lo scorso 1 marzo, 45 anni di attività a Dolo. Un traguardo importante per un professionista delle carni, che ha fatto di una passione il suo lavoro. pag. 9
Gioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici. pagg. 20-21
MONICA PENAZZATO SCRITTRICE DI SUCCESSO
POLITICA, SI CANDIDA TOSI E SPACCA LA LEGA
Monica Penazzato è nata il 21 agosto del 1968 e ha scritto il romanzo: Le regole di Irina. Monica vive a Fossò con la sua famiglia, ha un diploma di analista contabile e si occupa dell’amministrazione in un’azienda del territorio. pag. 17
La Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. pag. 24
All’interno del giornale
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Actv, accolte le richieste: nuove corse e collegamenti
Sulla brentana più autobus nelle ore di punta. Resta il problema dello spostamento del deposito nel centro di Dolo
R
ivoluzione Actv in Riviera del Brenta e Miranese. In arrivo più corse nelle ore di punta, corse navetta, e nuove corse a servizio dei poli scolastici. Ad annunciarlo è direttamente il presidente Luca Scalabrin. Scalabrin va subito al dunque. ”Abbiamo razionalizzato le corse Actv sulla brentana – dice – spostandone 6 dalle ore di fascia oraria meno utilizzate, cioè dalle 9 alle 12,30 alle ore di punta più utilizzate, cioè
dalle 6,30 alle 9 e dalle 17,30 alle 20”. Per arrivare a queste importanti decisioni il presidente Actv però è stato costantemente sollecitato ad agire dai residenti, e anche dal Comitato utenti Actv, che hanno inviato continuamente segnalazioni di disfunzioni all’azienda. Certo che in questo periodo, le difficoltà incontrate non sono solo tecniche, ma anche di tipo burocratico. “La situazione – spiega Scalabrin – per quanto riguarda la
razionalizzazione delle corse, non può essere affrontata in maniera organica in quanto l’ente da cui dipendiamo in quest’area è la Provincia, un ente commissariato e ormai chiuso. Potremo cominciare a fare i conti con la Città Metropolitana, solo dopo che si saranno concluse le elezioni a Venezia. Cioè, solo allora potremo dare risposte pro in tempi rapidi alle esigenze dell’utenza”. pag. 10
Editoriale Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!?
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di Lorenzo Zoli*
a sentenza del Tar può non piacere. E’ magari giusto non piaccia. Ma è sacrosanta. Del resto, la differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio in questo: in democrazia, è permesso tutto ciò che non è esplicitamente vietato, in una dittatura è vietato tutto ciò che non è esplicitamente permesso.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.
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L’ONIRICO ROUSSEAU IN MOSTRA A VENEZIA In una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese. pag. 26
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news da laPiazzaweb 3
In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno
LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di febbraio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Sport, dell’Isis Rovigo hacker, e di Chiara Schiavon che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni, e Stefano Callegaro vincitore di Masterchef! seguici su www.lapiazzaweb.it
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EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:
Renzi ci regala la banda ultra larga. Arrivasse almeno la banda larga…
L’Italia è il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo
N
on so se capita a tutti ma capita certamente a molti. Internet non è per nulla veloce in tanti, troppi comuni del Veneto. Una regione che già rispetto ad altre è avanti su tutto, figuriamoci su questo. Eppure! La banda larga è lontana a venire persino nelle zone industriali figuriamoci a casa mia! Ora però, promette il premier, tutto cambierà perché “la comunicazione sulla banda ultra larga – ha affermato Matteo Renzi – è l’abc del nuovo alfabeto economico” del Paese. Come dire che la banda larga è un genere di prima necessità per le nostre imprese che, per competere su scala mondiale hanno bisogno, come minimo, di essere veloci e al passo con i tempi della tecnologia. Purtroppo però l’Italia sconta un ritardo mostruoso, tanto che nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Una realtà dura da capire prima ancora che da accettare. E noi veneti dovremmo essere i primi a lamentarcene vista la nostra
propensione al lavoro veloce e all’efficienza ad ogni costo. Ben venga dunque lo sforzo del governo Renzi che ha varato il piano per la banda larga con obiettivi di copertura fino al 50% della popolazione a 100 Mbps (Megabyte per secondo) entro il 2020. L’investimento sarà ingente Il piano prevede investimenti pubblici per 6 miliardi da qui al 2020 “che – ha spiegato il ministro Delrio – avranno un effetto moltiplicativo”, spingendo i privati a investire a loro volta e “permetteranno all’Italia di superare gli obiettivi europei”. Altri 2 miliardi saranno messi dalle aziende in base ai piani di investimento già annunciati. Infine il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a investire ulteriori 4 miliardi. L’impegno dei privati, putroppo e per forza di cose è fondamentale e da questo dipenderà la copertura dell’intero territorio italiano. “Il piano sulla banda ultra larga - ha spiegato il ministro Guidi - garantirà al Paese le autostrade digitali con le corsie giuste come quelle di qualsiasi altro paese europeo che voglia competere nei mercati globali”. Ottimo a dirsi, difficile a farsi visto che ancora oggi navighiamo in rete non attraverso autostrade digitali ma attraverso sentierini accidentati di campagna, ogni tanto incespicando su “una buca intergalattica” che ci disconnette e addio al resto del mondo!
Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Chioggia, Miranese nord, Rovigo. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo! seguici su www.lapiazzaweb.it
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Il BLOG DEL DIRETTORE La lettera di una lettrice fornisce lo spunto per parlare di un argomento di grande attualità: è bene fidarsi dei vaccini oppure no? Come ci si informa davvero? Una delle Ulss del Veneto va a trovare le mamme a casa loro? Un’ingerenza o giusta informazione? seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/
IL SONDAGGIO E’ entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Vien da chiedersi, però, viste gli esiti di altre elezioni regionali degli ultimi tempi, se i veneti ci credono ancora. votare serve? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/
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4 Argomento del mese RELIGIONI A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina verso Favaro, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità, si trova invece a Spinea. In Italia sono presenti 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Cioè 800 spazi per la preghiera. 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%)
Islam, 7 mila fedeli inseriti
di Alessandro Abbadir
Il presidente della Comunità Islamica Mohamed Amin Al Ahdab sottolinea come quella musulmana sia una religione di pace
Spesso il percorso che porta al radicalismo anche nel veneziano, non passa dalle moschee ma privilegia il web
I
slam a Venezia e provincia. Sono quasi 7 mila i fedeli di religione musulmana nei 44 comuni dell’area. Ovviamente la massima concentrazione è localizzata a Venezia-Mestre, e in quartieri come Marghera, dove la percentuale complessiva degli immigrati sulla popolazione residente supera il 20%. A Venezia le moschee sono 2 una si trova nell’area Panorama a Marghera, un’altra nella zona di via Triestina, mentre in provincia quella più frequentata è quella di San Donà. Un’altra grossa comunità organizzata di fedeli, si trova invece a Spinea. Ci sono poi decine di luoghi di culto, ma che non si possono definire moschee sparsi in tutta la provincia da Chioggia a Portogruaro. In Italia il numero dei luoghi di culto per i fedeli dell’Islam rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, non è così alto come qualcuno può credere. I fedeli sono un milione e 800 mila. Ci sono 164 moschee e 222 luoghi di culto, a cui si aggiungono 120 centri culturali e 275 associazioni. Quasi 800 spazi per la preghiera. I numeri emergono da un censimento aggiornato a maggio 2010, del Dipartimento della Pubblica sicurezza della Polizia. Solo due moschee rispondono ai canoni architettonici islamici. Si tratta della grande moschea di Monte Antenne a Roma e quella di Segrate, alle porte di Milano. Le altre, sono costituite da immobili adibiti a sale di preghiera, per lo più garage, capannoni, ed appartamenti, siano essi di pertinenza di sedi associative o di
leGa nord
“Se gli immigrati non si integrano tornino a casa loro”
I
l tempo dell’integrazione è finito, o forse non è mai iniziato. E’ l’opinione della Lega Nord di Venezia dopo i fatti di Parigi e dopo le continue notizie di efferatezze compiute dai terroristi dell’Isis. “Noi occidentali – spiega il segretario provinciale Alberto Semenzato - dobbiamo riportare in alto per forza i nostri principi di civiltà e pacifica convivenza e non abbassare la testa come una certa classe politica sta facendo in maniera irresponsabile, dando prova di grande ignoranza e timore reverenziale. Il mondo occidentale è libero, l’Italia è un paese cattolico che ha assunto in sé tutti i valori positivi del cristianesimo, non dobbiamo permettere che qualche fanatico nutra l’intenzione di poterci cambiare. Se non gli va dove abita torni al suo paese”. Semenzato chiede una presa di coscienza da parte di tutti. ”Si ritrovi la nostra dignità - dice - e si abbia il coraggio di non accettare chi pensa di imporre subculture devianti e folli. Bisogna dire basta. Non c’è nulla che possa essere scambiato con la nostra sicurezza e le nostre piccole libertà quotidiane. Il cordoglio in questi mesi va alle vittime dei terroristi anche se non servirà a riportarle in vita, ma dire no ai barbari oggi è un dovere”. A.A.
abitazioni private”. Quasi 300 il numero degli imam, la maggior parte di questi di origine marocchina (57%), seguiti da tunisini (11%) e algerini (5%). Al primo posto della classifica la Lombardia con 123 spazi di preghiera, seguita dai 110 del Veneto, e dai 104 dell’Emilia Romagna. In Europa ci sono numeri ben più ampi. Gli spazi per la preghiera sono 2600 in Germania, 2100 in Francia e oltre un migliaio in Gran Bretagna. Le moschee costruite secondo i canoni architettonici islamici sono: 200 in Francia, 100 nei Paesi Bassi, circa 70 in Germania e 300 in Grecia. Il presidente della Comunità Islamica di Venezia si chiama Mohamed Amin Al Ahdab, ed è un siriano, e da molti anni residente in Italia. Da anni intesse iniziative di dialogo con le autorità religiose di tutte le alte fedi e in particolare con la chiesa cattolica e si prodiga per poter smussare i tanti problemi di comprensione culturale e religiosa che sorgono fra fedeli islamici e popolazione della città lagunare. Da sempre è schierato contro l’estremismo religioso. “L’Islam – spiega – è una religione di pace. Non è scritto da nessuna parte nel Corano, che uccidere è un fatto positivo. Siamo in Italia per lavorare; non critichiamo alcun politico in particolare, ma chiudere le frontiere farebbe solo ingrassare i malfattori che guadagnano sulla pelle dei disperati”. Sulla questione interviene anche l’imam del centro islamico di Marghera Hammad Al Mahamed. “L’Islam
ha la vocazione - ha detto pubblicamente- alla pace. L’Islam vuole conquistare il cuore degli uomini, e anche se ad esempio una rivista come Charlie Hebdo parlava male del Profeta, non dobbiamo mai scordare che anche il Profeta ha subito attacchi e offese durante la sua vita, ma non ha mai reagito con la violenza. Questo paese ci ha dato la libertà di professare la nostra fede. Questi criminali offuscano la bontà dell’Islam; tolgono dignità all’uomo e al suo Creatore”. Nel corso del tempo le occasioni di incontro che la comunità islamica ha creato e favorito insieme al Comune di Venezia e alle Municipalità, sono state tante. Le guide della Comunità invitano gli stessi fedeli a segnalare eventuali movimenti o atteggiamenti provocatori o sospetti. Purtroppo però ammettono le guide islamiche, spesso chi si avvicina alla violenza nemmeno viene in moschea e quindi è difficile monitorare certi percorsi. Sempre più i reclutamenti dei “foreign fighters” avvengono via internet su siti ad hoc e sui social network. “Dobbiamo fare attenzione- spiega Bruno Polesel vicepresidente della Municipalità di Marghera- a non fare di tutta l’erba un fascio. Molte persone nel corso degli anni si sono integrate. Ci sono famiglie con bimbi che frequentano le nostre scuole. Certe comunità come quelle pachistane o bengalesi sono più chiuse di altre. Va aumentato il numero dei mediatori culturali”.
Argomento del mese 5 Iniziative
nel tessuto sociale veneziano Chiesa cattolica L’opinione di Monsignor Dino Pistolato
“Libertà di culto ai cristiani nei paesi musulmani”
“L
Don Dino Pistolato
a Chiesa Cattolica esprime il massimo rispetto per le altre religioni e ne rispetta la libertà di culto. Si chiede però che anche nei paesi di fede musulmana questa libertà sia garantita ai cristiani”. A dirlo è Monsignor Dino Pistolato responsabile degli affari economici ed immigrazione della diocesi di Venezia che interviene sulla questione dei rapporti con l’Islam dopo i fatti che si sono verificati in Francia ed in Europa. “Sul versante dei diritti - spiega Monsignor Dino Pistolato – deve essere la Costituzione a garantirli per tutti. Questioni come il velo non sono un problema. Per tanto tempo il cristianesimo ha visto la presenza di donne velate. Certo va assicurata l’identificazione e il volto deve essere visibile per motivi di sicurezza. Sul versante religioso abbiamo cercato in diversi modi di trovare un terreno comune di confronto con l’Islam e per questo motivo si sono tenute tante manifestazioni di dialogo come ad esempio la “tenda dell’incontro” un evento che si tenne a Marghera lo scorso ottobre in occasione dei festeggiamenti di San Francesco patrono d’Italia. A quell’evento partecipò anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia”. Monsignor Dino Pistolato tiene a sottolineare come sia importante il tema della reciprocità. “Il principio della reciprocità – spiega – dovrebbe essere la normale condizione nei rapporti tra le religioni. Se in Italia, paese a stragrande maggioranza cattolica, è permessa la costruzione di moschee, anche in territori a maggioranza musulmana deve essere garantita la costruzione di chiese e libertà di culto ai cristiani. Purtroppo invece come ha denunciato Papa Francesco, il mondo fa finta di non vedere che contro i cristiani in certi paesi è in atto una persecuzione” .
Associazioni e amministratori
Terrorismo, il territorio si interroga S
ono state tante in questi mesi le iniziative in provincia di Venezia, per capire e cercare di mettere a punto una strategia che porti al dialogo e ad un confronto costruttivo. In prima linea ci sono associazioni e enti locali e parrocchie. La paura più grande è che vivano fra noi persone in grado di aggredirci. Gente che appare normalissima ma che poi imbraccia un fucile e fa una strage con chissà quale logica e indottrinata da chissà quali cattivi maestri. Un caso che ha fatto molto discutere nelle scorse settimane è stato quello di un imam a San Donà di Piave che predicava l’odio e la violenza nei suoi sermoni, è stato allontanato ed espulso dall’Italia. La richiesta più frequente da parte delle forze dell’ordine è che le prediche siano fatte in italiano e non solo in arabo. Una disposizione del genere ad esempio è in vigore nella Repubblica dell’Austria: obbliga i predicatori a fare prediche nella lingua del paese ospitante cioè in quel caso il tedesco. Alla Cita di Marghera un parroco in prima linea sul fronte dell’accoglienza è Don Nandino Capovilla. Don Nandino da tempo nella sua realtà territoriale si batte per integrare i giovani delle comunità straniere. ”Alla Cita - dice Don Nandino - le famiglie di bengalesi sono tantissime. La maggioranza dei giovani in questo rione è straniera e fra questi metà è di religione islamica. Con questi ragazzi bisogna preparare un percorso comune per evitare che si isolino e che si creino pericolose ghettizzazioni in stile banlieu parigine. Per favorire il dialogo anche solo fra vicini di condominio in occasione delle feste religiose delle varie etnie del rione, organizziamo una festa comune per tutti Se in estate, una grande tavolata con centinaia di persone. Terremo conto ad esempio degli orari di ricorrenze come il Ramadan”. Nelle scorse settimane a Spinea intanto si è organizzato un convegno organizzato al cinema Bersaglieri dal centro culturale islamico “Salam”. Con il dibattito si è voluto portare un contributo di chiarezza sulla questione Islam, separandolo nettamente questa grande religione dal terrorismo messo in atto da Isis e altre formazioni jihadiste. Ne hanno parlato Milad Mokhtari, segretario del centro culturale Salam di via Negrelli a Spinea, don Bruno Baratto, incaricato per il dialogo tra cristiani e musulmani per la Diocesi di Treviso, e Tanji Bouchaib, imam della moschea di Annone. Al tavolo dei relatori anche Moulay Zidane El Amrani, docente di Studi sull’islam d’Europa all’Università di Padova e segretario della Confederazione islamica italiana, e Hind Talbi, responsabile dei giovani musulmani del Veneto. All’incontro c’erano anche gli amministratori del territorio. Ne è nato un dibattito proficui che ha sottolineato punti di convergenza e divergenza delle due fedi e soluzioni per evitare posizioni di arroccarsi su inconciliabili. Va detto che proprio qualche settimana fa gli appartenenti al centro culturale islamico “Salam” di via Negrelli, hanno risposto positivamente alla chiamata alla solidarietà per donare sangue all’Avis che stava esaurendo le riserve. Hanno aderito una ventina di persone. Il presidente della Conferenza dei Sindaci della Riviera Alessandro Campalto (Pd) è chiaro: “Chi vive e lavora in Italia e vuol magari continuare a viverci per il resto della vita – dice – ne accetta i valori espressi dalla nostra Costituzione, o è meglio che se ne vada”. Una riflessione la fa anche il governatore uscente del Veneto Luca Zaia che chiede alle comunità islamiche di dissociarsi “Non si deve generalizzare - dice Zaia. Ad esempio la comunità islamica nel Veneto è composta per la stragrande maggioranza di bravissime persone, ma di fronte a una strategia che attenta alla nostra libertà e sicurezza occorre che l’intera comunità musulmana, con i suoi leader religiosi, condanni recisamente, duramente e senza tentennamenti l’estremismo”. A.A.
6 Stra Cantieri L’assessore Mario Ferraresso annuncia la partenza di una serie di inteventi urgenti
Elementari di San Pietro, lavori al via
Sicurezza idraulica
Paolo Ferraresso presidente del Consorzio Bacchiglione Brenta
“Abbiamo provveduto nel complesso scolastico alla sostituzione completa delle tubazioni e dei caloriferi” di Giacomo Piran
P
“S
ono iniziati i lavori urgenti alle scuole elementare e media di San Pietro di Stra”. Ad annunciato è Mario Ferraresso, assessore ai lavori pubblici del comune rivierasco. “Gli impianti hanno oramai dato segnali ineludibili di necessari e improcrastinabili interventi manutentivi straordinari – esordisce l’assessore Ferraresso. Ci sono perdite d’acqua consistenti dagli impianti di riscaldamento sia nelle classi degli alunni di elementari e medie, sia nel palazzetto dello sport. Si è rischiato il blocco delle attività scolastiche e anche delle attività sportive delle associazioni che utilizzano il palazzetto dello sport per le partite di campionato, in particolare quelle del Volley”. Vista la situazione l’amministrazione guidata dal primo cittadino Caterina Cacciavillani, ha deciso di intervenire in tempi rapidi per andare incontro alle tante istanze segnalate da genitori e insegnanti. “Benché le risorse economiche a disposizione siano scarse – prosegue l’assessore ai lavori pubblici – abbiamo ritenuto necessario e prioritario che il regolare svolgimento delle lezioni e le attività delle nostre associazioni sportive venissero comunque garantite, e per questo abbiamo provveduto a stanziare 30 mila euro per
La scuola elementare Giuseppe Baldan a San Pietro di Stra la sostituzione pressoché completa delle tubazioni e dei caloriferi di tutte le aule scolastiche”. I lavori sono già iniziati e procedono a ritmo spedito con un definito cronoprogramma. “Sono stati affidati con la massima celerità alla società che ha in gestione gli impianti di riscaldamento degli edifici comunali – annuncia Mario Ferraresso – con un programma lavori studiato nei minimi dettagli per garantire l’utilizzo dei locali anche a lavori in corso, e per creare il minor disagio possibile ad alunni e insegnanti e alle squadre sportive che con buoni risultati stanno partecipando ai rispettivi campionati di categoria”.
Ma i progetti per le scuole di San Pietro di Stra non sono finiti. “Non si tratta – svela l’assessore ai lavori pubblici Ferraresso – dell’unico intervento del quale questo complesso scolastico ha bisogno. Nelle scorse settimane gli uffici tecnici comunali hanno lavorato per aderire al bando promosso dal Governo Renzi per la manutenzione delle scuole, presentando due distinti progetti d’intervento, che prevedono lavori di importo pari rispettivamente a 460 mila euro per le scuole elementari Monsignor Giuseppe Baldan di San Pietro di Stra, e 650 mila euro per le scuole medie Don Lorenzo Milani di San Pietro di Stra”.
aolo Ferraresso, 60 anni di Stra, è il nuovo presidente del Consorzio di Bonifica Bacchiglione. L’annuncio è stato dato dal sito internet ufficiale del consorzio. Il neo presidente è stato eletto nella prima convocazione della nuova assemblea consortile, dopo le elezioni del 14 dicembre 2014, e il suo mandato durerà per 5 anni. Paolo Ferraresso, figura conosciuta e stimata a Stra e in Riviera del Brenta, è stato per tanti anni comandante della polizia locale di Stra. Ad affiancare Paolo Ferraresso nel nuovo consiglio di amministrazione ci saranno: Alberto Baratto (vicepresidente), e i consiglieri Valter Gobbo e Matteo Rango. A completare la compagine sarà il rappresentante dei Sindaci che verrà nominato a breve. “Sarò il presidente di una nuova compagine, ma nel segno della continuità – ha detto Ferraresso nuovo presidente del Consorzio – tutte le opere ed i lavori in programma saranno la base di partenza per la nuova azione di governo del Consorzio”. La funzione dei consorzi di bonifica in questi anni è diventata sempre più importante dopo le alluvioni che hanno interessato in lungo e in largo i territori dei comprensori della Riviera e del Miranese. Le richieste di interventi da parte dei cittadini sono state molteplici. Il problema principale è che con la crisi economica di questi ultimi anni i fondi per nuovi interventi sono calati drasticamente nei bilanci pubblici di enti come i consorzi e dei comuni.
Parrucchieri Protocollo contro l’abusivismo
A
busivismo, è lotta dura nel settore degli acconciatori e dell’estetica. Per questo è stato siglato un protocollo di intesa in Municipio a Stra tra l’amministrazione guidata dal sindaco Caterina Cacciavillani, e Cna Provinciale. Ma come funzionerà l’accordo? A stanare chi lavora in nero e non fa ricevute fiscali, fra parrucchieri e parrucchiere fai da te, negozi low cost e estetiste a domicilio, saranno vigili urbani, Guardia di Finanza e carabinieri, che formeranno una sorta di task force ad hoc. “La concorrenza sleale di chi lavora in nero nel campo dell’acconciatura e dell’estetica – spiega Stefania Tosatto, dirigente di Cna Benessere e sanità – non è più tollerabile. Si tratta di una vera e propria piaga che intossica il mercato e penalizza inevitabilmente le imprese che stanno in regola e pagano le tasse. E’ per questo che con il comune di Stra, abbiamo siglato un accordo per stanare e punire duramente chi non rispetta le regole. Questo fenomeno vergognoso e dilagante coinvolge decine e decine di persone“. I parrucchieri ed estetisti a domicilio e negozi di acconciatura low cost gestiti prevalentemente da cittadini cinesi, sono sorti soprattutto con la grande crisi economica di questi ultimi 8 anni. Una crisi che ha costretto molte persone a ricorrere ad acconciatori non qualificati, pur di risparmiare qualche euro dal ristretto bilancio famigliare. Il più delle volte si tratta nel caso della clientela, di persone anziane o in difficoltà economica che conoscono la persona che viene a domicilio, perché consigliata da vicini parenti o conoscenti. Sulla questione interviene anche il segretario generale di Cna di Venezia Michele Barison. “Va sottolineata – spiega in questo modo Barison – la grande disponibilità che ci è stata data dall’amministrazione di Stra e dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Russian, che ha saputo cogliere le istanze di una categoria colpita in queste zone in modo pesantissimo dal fenomeno dell’abusivismo“. Vigili, guardia di Finanza, e Carabinieri, raccoglieranno informazioni su chi lavora in modo abusivo, beccandoli fuori dalle case o nel caso dei negozi a prezzi stracciati, controllando se vengono emessi scontrini e i prodotti con cui operano sono a norma. Non è solo il settore dell’estetica però quello che soffre del fenomeno. Il problema più grave, infatti, è rappresentato dal proliferare di questo problema soprattutto nel campo del calzaturiero, dove sono A.A. stati scoperti molti laboratori cinesi clandestini.
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CAMPONOGARA - Via Giovanni XXIII, 15 tel. 041.5158149 CAORLE - Via dei Calamari 3 tel. 0421.223430 CARPENEDO - Via San Donà 120/a tel. 041.610999 CAVARZERE - Piazza del Donatore 7 tel. 041.2905840 CHIOGGIA - Via Cesare Battisti 328 tel. 041.2905820 DOLO - Via Piave 5 tel. 041.2905860 ERACLEA - Via 4 Novembre 32 tel. 0421.223420 FAVARO VENETO - Via Triestina 23 tel. 041.2905600 JESOLO - Via XXIV Maggio 4 tel. 0421.223410 MARCON - Piazza Mercato 29 tel. 041.2905880 MARGHERA - Via Zorzi 15 tel. 041.5382897 MESTRE - Via Ca’ Marcello 10 tel. 041.2905811 MIRA - Via delle Porte 9 tel. 041.2905890 MIRANO - Via Gramsci 73 tel. 041.2905800 NOALE - Via Polanzani 40 tel. 041.5800450 ORIAGO - Via Monte Fumo 1 tel. 041.472486 PORTOGRUARO - Via Liguria 39 tel. 0421.223360 SAN DONÀ DI PIAVE - Via Calnova 68 tel. 0421.223311 S. MARIA DI SALA - Via Roma 4 tel. 041.487295 S. M. AL TAGLIAMENTO - C.so del Popolo 7 tel. 0421.223450 S. STINO DI LIVENZA - Via Fellini 12 tel. 0421.223440 SCORZÉ - Viale Kennedy 18 tel. 041.2905870 SPINEA - Via Buonarroti 8 tel. 041.5410913 VENEZIA - Rio Terà dei Pensieri 328 - S. Croce tel. 041.2905850
8 Dolo Urbanistica L’assessore Elisabetta Ballin illustra due importanti accordi appena definiti
Progetti per cambiare il volto al paese
Editoriale
Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!? di lorenzo Zoli*
di Giacomo Piran
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Solidarietà
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segue da pag.
Sarà realizzato il parcheggio di via Cazzaghetto ad Arino, mentre i Molini passeranno dal Demanio al Comune
re importanti progetti sono stati realizzati in queste settimane dal Comune di Dolo. Il primo ha riguardato l’acquisito dell’area a parcheggio in via Cazzaghetto nella frazione di Arino. A spiegare la vicenda è l’assessore all’urbanistica, Elisabetta Ballin. “A fine 2006 – spiega – il consiglio comunale approvava il comparto che poi veniva convenzionato e concessionato nel 2007 con permesso a costruire. Purtroppo in seguito al fallimento della ditta costruttrice, che era anche proprietaria, il tutto veniva congelato fino al 2011, quando il curatore fallimentare prese i contatti con l’amministrazione. Abbiamo escusso subito la polizza fideiussoria, e trovato un accordo con il curatore per farci trasferire l’area per poter quindi provvedere ad eseguire noi stessi i lavori”. L’iter si è completato. “Siamo arrivati a fine gennaio al trasferimento della proprietà – prosegue l’assessore Ballin – mentre già da settembre 2014 abbiamo dato incarico al settore lavori pubblici di predisporre gli atti necessari per inserire il parcheggio e le opere a standard nel piano triennale delle opere pubbliche. Sicuramente l’opera costerà di più dei circa 154 mila escussi, ma Arino ha bisogno che quest’opera sia celermente eseguita e il Comune ha il dovere di provvedervi”. Il secondo progetto è stato l’accordo tra il Comune di Dolo e il Demanio per uno scambio di immobili. Dal Comune al Demanio passerà la tenenza dei carabinieri di via Arino, men- L’antico molino di Dolo tre dal Demanio al Comune passeranno i Molini e lo stabile attiguo che ospitava una falegnameria, l’ex prossimo consiglio comunale. Si dovrà poi attendere pista di pattinaggio di via Fondamenta, ora adibita il parere dell’Avvocatura di Stato di Roma, e poi si a parcheggio e la villa all’incropotrà sottoscrivere il rogito per cio, tra la Brentana e via Piave Ad Arino l’opera è il passaggio delle proprietà. che ospitava anni fa l’ufficio costata 154 mila Infine la giunta ha stanziato registro dell’autorità marittima. euro, ma ne duemila euro da destinare Sulla questione la giunta del serviranno altri alle associazioni sportive per Comune di Dolo ha approvato per completarla l’acquisto di defibrillatori da un atto di indirizzo che consenporre negli impianti sportivi. Ad te al sindaco Maddalena Gottardo, di portare avanti annunciarlo è stata ad inizio marzo Cecilia Canova, questa procedura. Questo mandato sarà ratificato nel assessore allo sport di Dolo, che ha spiegato la deci-
sione. “Abbiamo destinato – ha spiegato l’assessore Canova – mille euro alla società di calcio Ambrosiana Sambruson e mille euro al Calcio Dolo e all’Atletica Riviera del Brenta che acquisteranno assieme un defibrillatore. Nelle prossime settimane destineremo come giunta altri fondi per lo stesso progetto ad altre cinque società. Si tratta del Tennis Club Dolo, del Dolphins Basket, del Pattinaggio Artistico, del Volley Dolo e dell’Arinese Calcio. Abbiamo deciso di dare questo contributo alle associazioni che lavorano con i bambini”.
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Quindi, in mancanza di una legge che impedisca la ricerca di idrocarburi in Alto Adriatico con la metodologia del vibroseis, i giudici hanno fatto ciò che dovevano: annullare il “no” della Regione alla esplorazione, basato su una norma appunto regionale non più al passo con i tempi. Certo: anche una bambino capirebbe che la ricerca è quasi certamente finalizzata allo sfruttamento dei giacimenti. Ma questo non è un problema dei magistrati: è giusto che non lo sia. E’ un problema dei politici. Sta a loro ora difendere il territorio. E magari trovare una volta per tutte una via per lo sviluppo che non passi necessariamente per lo sfruttamento intensivo, per le grandi infrastrutture, per l’attesa di qualche investitore che si metta le mani sul cuore e dirotti qui i suoi progetti. E’ una via facile, questa. Ma costellata di disillusioni. Pensiamo al caso Enel: 10 anni di promesse, di annunci mirabilanti per la centrale di Porto Tolle. Avrebbe dovuto essere convertita prima a combustibile tipo Orimulsion, poi a carbone. Si è parlato di investimenti per oltre 2 miliardi di euro, di centinaia di posti di lavoro. Alla fine, Enel ha mollato: non se ne farà nulla. Non si può sempre dipendere dagli altri. Il territorio va difeso, valorizzato, tutelato, pensato 365 giorni all’anno. Non solo quando all’orizzonte si palesa una possibile minaccia. Bello – davvero – che ora il mondo politico faccia quadrato contro le estrazioni e la subsidenza. Ma non deve essere questo il movente, perlomeno quello prioritario, per capire che nel Delta abbiamo un tesoro. Un Parco che è un tesoro vero. Rendersene conto, pianificare, investire, anche creare. Trovare una strada per lo sviluppo che in altri paesi è realtà per decenni. E all’improvviso, quasi senza accorgersene, le trivelle non faranno più paura.
*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it
Volontariato
Nasce la onlus “Croce Serenissima Riviera”
i è costituita nelle scorse settimane, con la prima assemblea dei soci fondatori svoltasi presso lo studio legale dell’avvocato Stefano Marrone di Dolo, la nuova onlus “Croce Serenissima Riviera del Brenta”. I soci fondatori sono: Stefano Marrone, Giuliano Trevisan (eletto Presidente), Giuliano Salvagnini, Elisabetta Salvagnini, Loretta Manente, Gianpaolo Zampieri, Massimo Minuti, Angelo Majoni, Alessandro Bottacin, Luca Carraro, Margherita Scantamburlo, Dino
Stocco, Marina Vanin e Michela Guggia. Come riportato nello statuto: “L’organizzazione opera per fini di solidarietà sociale e di Protezione Civile, con l’obiettivo di svolgere attività nel settore sanitario e socio-sanitario e le relative attività di formazione ed istruzione”. L’associazione potrà operare, tra le altre cose, nei seguenti ambiti di attività: “Il trasporto sociale di anziani, diversamente abili, malati con mezzi speciali; il servizio di prevenzione ed assistenza sanitaria di primo
soccorso in occasioni di manifestazioni sportive o socioculturali; la messa a disposizione di mezzi e personale a favore delle pubbliche istituzioni preposte ai servizi di assistenza sanitaria e socio-sanitaria”. Sono previsti anche corsi di “formazione, istruzione, aggiornamento e informazione degli addetti, dei gruppi giovanili e della popolazione nei settori istituzionali” svolti da personale sanitario (infermieri e medici) che potrebbero partire già nei prossimi mesi. Inoltre lo statuto prevede lo svol-
gimento di servizi di soccorso e trasporto sanitario in affidamento da parte delle Ulss, o in caso di allertamento da parte delle centrali operative 118, della Protezione Civile provinciale, regionale e nazionale. G.P.
Dolo 9 La storia Una attività in centro raggiunge uno storico traguardo
Naletto, macellaio per generazioni di dolesi Ha aperto la sua attività 45 anni fa ed è stato premiato dalla Confartigianato Imprese del Veneto di Giacomo Piran
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l macellaio Gianni Naletto ha festeggiato, lo scorso 1 marzo, 45 anni di attività a Dolo. Un traguardo importante per un professionista delle carni, che ha fatto di una passione il suo lavoro. Classe 1947, originario di Piazza Vecchia di Mira, dopo una giovinezza trascorsa come garzone di bottega alle dipendenze dei più rinomati macellai veneziani, l’1 marzo 1970 apre la sua macelleria nel centro dolese. Il tanto impegno e la costante formazione hanno presto permesso all’imprenditore Gianni Naletto, di trasformare la tradizionale macelleria in un presidio alimentare, a marchio proprio, specializzato. Nell’aprile 1983 la semplice ditta individuale si evolve in società, oggi denominata “Naletto
Salute
1970” con sede in via Guolo a Dolo. Punto di forza è la gestione della filiera produttiva delle carni, dalla stalla al piatto, nella quale, la stretta collaborazione con imprese agricole locali continua a rappresentare un modello di valore e di successo, in grado di generare sviluppo e benessere diffuso. In questi anni Gianni Naletto si è distinto per qualità del prodotto, ma anche per l’attenzione dedicata alla formazione dei propri collaboratori. Sono una quarantina, infatti, gli apprendisti formati al mestiere di macellaio da Gianni Naletto, molti dei quali diventati a loro volta imprenditori macellai, o liberi professionisti nel settore delle carni. Attento e sensibile al mondo giovanile, è
Al via la campagna vaccinale contro lo pneumococco
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’Ulss 13 ha iniziato la campagna vaccinale contro lo Pneumococco rivolta gratuitamente a tutte le persone nate nel 1950. “Lo Pneumococco – comunicano dall’Ulss 13 – è un batterio molto diffuso che si ritrova comunemente nel tratto respiratorio superiore (naso e gola) di persone sane e viene
trasmesso tramite le goccioline di saliva emesse con starnuti, tosse o con il semplice parlare. L’infezione si manifesta solitamente con sintomi respiratori, ma se i germi raggiungono il sangue, il liquor o i polmoni, la malattia si manifesta in forma grave (batteriemia, meningite e polmonite) ad alto rischio di complicanze”. La vaccinazione è raccomandata alle persone di qualsiasi età, ma a maggior rischio di malattia sono quelle persone che presentano particolari condizioni patologiche che
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noto il suo impegno sociale nella collaborazione per l’inserimento lavorativo di giovani in difficoltà, in particolare quelli a rischio devianza. Altro punto importante è la formazione continua di Gianni Naletto, addirittura contribuendo alla progettazione di corsi su misura, come quello realizzato assieme ai cuochi padovani, sulla trasformazione delle carni, oppure attivando progetti di tutoraggio nel miglioramento della sicurezza alimentare, come quello realizzato con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (Padova). Nel tempo, sono state molte le attestazioni e i riconoscimenti ricevuti da Gianni Naletto, tra cui la Medaglia d’Oro al lavoro, al progresso e all’innovazione della Camera di
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Commercio di Venezia nel 2004. In occasione dei 45 anni di attività imprenditoriale, Gianni Naletto ha avuto l’onore di essere premiato anche dalla Confartigianato Imprese del Veneto e da Confartigianato Polesine.
deprimono il sistema immunitario, quali le malattie croniche (malattie polmonari croniche, diabete, cardiopatie, malattie del fegato, insufficienza renale, malattie del sangue) e persone senza milza, pertanto anche a queste la vaccinazione viene offerta gratuitamente. Per informazioni oltre al proprio medico curante, è possibile telefonare al numero telefonico 0415133505. G.P.
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10 Dolo Trasporti Il presidente dell’azienda Luca Scalabrin annuncia importanti novità
Actv, nuove corse e collegamenti
Scuole Avis
Cresce la cultura della donazione del sangue
Sulla brentana più autobus nelle ore di punta. Resta il problema dello spostamento del deposito di Dolo di Alessandro Abbadir
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ivoluzione Actv in Riviera del Brenta e Miranese. In arrivo più corse nelle ore di punta, corse navetta, e nuove corse a servizio dei poli scolastici. Ad annunciarlo è direttamente il presidente Luca Scalabrin. Scalabrin va subito al dunque. ”Abbiamo razionalizzato le corse Actv sulla brentana – dice – spostandone 6 dalle ore di fascia oraria meno utilizzate, cioè dalle 9 alle 12,30 alle ore di punta più utilizzate, cioè dalle 6,30 alle 9 e dalle 17,30 alle 20”. Per arrivare a queste importanti decisioni il presidente Actv però è stato costantemente sollecitato ad agire dai residenti, e anche dal Comitato utenti Actv, che hanno inviato continuamente segnalazioni di disfunzioni all’azienda. Certo che in questo periodo, le difficoltà incontrate non sono solo tecniche, ma anche di tipo burocratico. “La situazione – spiega Scalabrin – per quanto riguarda la razionalizzazione delle corse, non può essere affrontata in maniera organica in quanto l’ente da cui dipendiamo in quest’area è la Provincia, un ente commissariato e ormai chiuso. Potremo cominciare a fare i conti con la Città Metropolitana, solo dopo che si saranno concluse le elezioni a Venezia. Cioè, solo allora potremo dare risposte e programmazioni in tempi rapidi alle esigenze dell’utenza”. Nonostante ciò, gli spostamenti delle corse con i pullman vuoti sono stati fatti. “Di notte comunque – precisa Scalabrin – le corse di collegamento fra Venezia e Padova lungo la Riviera, anche se concentrate, non possono essere cancellate. Il nostro, infatti, è un servizio pubblico, che dobbiamo garantire, anche a chi è sprovvisto di mezzi propri”. Comunque ci sono altre novità a partire proprio dalla Riviera del Brenta. “In accordo con il comune di Mira – dice – è entrato in vigore un servizio navetta da parte di un autobus Actv, che collega direttamente la stazione dei treni di Marano (Mira - Mirano) sulla linea Mestre-
S Padova, con la linea Mestre - Adria. Si tratta di un risultato importante ottenuto grazie alla collaborazione con l’ente locale, che ha permesso l’istituzione di una nuova fermata”. La precedente fermata in via Mar Mediterraneo era scomoda, e per nulla funzionale al collegamento fra stazioni, visto che per arrivare a quella di Mira Buse ci voleva quasi ancora un chilometro. Restano però aperte delle questioni importanti. “Non è stata ancora risolta – ammette Scalabrin – la questione della collocazione del nuovo deposito dei bus a Dolo. E’ un problema importante, che è sollecitato da anni“. Infine nel Miranese il problema più importante in questo momento per Actv, è quello delle corse a ridosso degli istituti scolastici superiori di Mirano. Una soluzione è stata trovata. “Qui – conclude Scalabrin – in accordo con il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, abbiamo individuato delle nuove fermate e nuove corse per rendere più sicuro il tragitto gli studenti”. Continuano poi sempre all’interno degli autobus Actv, i controlli mirati alla sicurezza dei passeggeri fatti dai volontari dall’Associazione Nazionale Carabinieri.
ono stati presentati, nelle tre scuole superiori di Dolo, i progetti per la conoscenza e la diffusione della donazione di sangue. Ad annunciarlo è Giuseppe Polo, presidente dell’Avis Riviera del Brenta. “I temi trattati quest’anno – precisa Polo – sono l’educazione alla solidarietà, la sensibilizzazione alla donazione, l’alimentazione e gli stili di vita adatti al donatore. Le scuole produrranno materiali multimediali sul tema. Le classi interessate sono la 4’D del Galilei, la 4’ E del Musatti e alcune seconde e terze del Lazzari. Nell’occasione abbiamo consegnato alle scuole dei contributi per migliorare l’attrezzatura didattica”. L’Avis è attiva da anni con progetti nelle scuole. “Continua così la collaborazione dell’Avis Riviera del Brenta con le scuole superiori di Dolo – prosegue il presidente Polo – è un’iniziativa quadriennale, partita l’anno scorso in memoria del compianto Francesco Bosello, presidente per molti anni dell’Avis di Dolo, e dirigente regionale e nazionale. Molti i ragazzi si sono già fatti avanti per donare il sangue, anche a seguito di questa iniziativa, su cui l’Avis Riviera del Brenta sta investendo risorse ed energie”. G.P.
Politica chiesto l’annullamento del pati
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l Pati (piano assetto territoriale intercomunale) tra i comuni di Dolo e Fiesso tiene ancora banco nella vita politica e amministrativa di Dolo. Le novità di queste ultime settimane sono due. La prima è stata l’adozione, da parte dei commissari “ad acta” nominati dal difensore civico regionale, del Pati. I commissari, con delibera 8 del 23 febbraio, hanno adottato così il documento pianificatorio. L’approvazione è stata commentata con soddisfazione da parte del sindaco di Dolo, Maddalena Gottardo. “Il Pati è tornato ad essere uno strumento per lo sviluppo del paese – ha spiegato il giorno dopo l’approvazione – e non un argomento per la campagna elettorale. Questo è un atto di programmazione e non di autorizzazione. Una volta attuato l’iter si inizierà con i piani di intervento e con le attività vere e proprie. Devo ringraziare tutti gli uffici e gli assessori per il lavoro svolto in questi mesi”. Il Pati dovrà seguire ora un iter previsto dalla legge. Andrà prima pubblicato sul Bur (Bollettino della Regione Veneto) e poi decorreranno i sessanta giorni per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini e delle persone interessate. in seguito sarà convocata una conferenza dei servizi con la Regione, la Provincia e i comuni di Dolo e Fiesso che analizzerà le osservazioni già presentate e quelle che saranno presentate. Nel frattempo i gruppi consiliari di opposizione “Dolo Cuore della Riviera”, “Il Ponte del Dolo” e “Lega Nord” hanno impugnato davanti al Tar la nomina
dei commissari “ad acta” per l’adozione del Pati di Dolo e Fiesso d’Artico. “Siamo stati costretti – scrivono – a ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, per tutelare il diritto di rappresentanza ricevuto dai cittadini attraverso il voto, in una materia fondamentale come la definizione urbanistica del territorio. Dopo l’azzeramento della commissione urbanistica e quattro tentativi in consiglio comunale andati a vuoto, il sindaco Maddalena Gottardo non ha voluto assicurare in aula la maggioranza dei consiglieri indispensabile per il voto. Per come sono avvenuti i fatti, la maggioranza non è riuscita ad adottare il Pati per la grave e ben nota crisi politica della lista che in origine sosteneva il sindaco Gottardo. Chiediamo quindi al Tar del Veneto (previa sospensione cautelare) di annullare il decreto di nomina dei commissari ad acta emesso dal Difensore Civico Regionale, ridando così al consiglio comunale il diritto di determinare il futuro sviluppo urbanistico sul proprio territorio, così come previsto dalla legge e G.P. dal volere dei cittadini”.
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ELEZIONI REGIONALI 31 MAGGIO 2015
committente responsabile: Paolo Minotto
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BRUNO PIGOZZO www.brunopigozzo.eu - comitatopigozzo@gmail.com @BrunoPigozzo - Scrive Bruno Pigozzo - Segreteria 3441941469
12 Fossò Servizi Vicino al palazzetto dello sport pronta una nuova area attrezzata
Risparmio
Casetta dell’acqua frizzante, un successo
Parco per cani in dirittura d’arrivo 5 L’area verde è di circa 1.200 mq, è stata recintata e ha zone ombreggiate da alberi ad alto fusto
di Roberta Pasqualetto
N
el territorio vi è un fenomeno in crescita di possesso e cura di animali da compagnia, in particolare di cani, oltre che richieste avanzate da numerosi cittadini. Tutto ciò, ha fatto maturare l’esigenza di attrezzare un’area riservata agli amici a quattro zampe, per avere a disposizione un’“area di sgambamento”, oltre che un posto sicuro per socializzare con altri cani. Un’esigenza subito condivisa dall’amministrazione comunale poiché una simile area oltre a favorire la socializzazione fra cani, favorisce anche quella fra i loro proprietari. Non solo, perché osservando il comportamento del proprio cane con gli altri cani, i proprietari imparano a gestirlo in pubblico. A tutto ciò si aggiunge un motivo molto pratico d’igiene e di decoro dei marciapiedi e dei giardini comunali, compresi i parchi giochi dei bambini. “Nonostante le previsioni sanzionatorie del regolamento comunale per chi non raccoglie le feci del proprio cane, i cestini muniti di appositi sacchettini posti in più punti del comune e gli appelli ai cittadini, si registrano ancora casi di mancato rispetto di questa semplice regola – dice il sindaco Federica Boscaro. Mi auguro che questa iniziativa contribuisca a sensibilizzare tutti i cittadini e inneschi anche un controllo sociale sul diritto a un ambiente pulito, a partire dagli spazi riservati ai bambini”. L’area verde individuata, di circa 1.200 mq, si trova vicino al Palazzetto dello Sport Palarcobaleno, è stata recintata e ha zone ombreggiate da alberi di alto fusto. Sarà accessibile da un cancello collocato dal lato di Via Roverelli, e al suo interno saranno collocate due panchine a disposizione degli accompagnatori e un cestino per la raccolta dei rifiuti. L’operazione ha un costo molto contenuto, 1.880 euro che sono stati utilizzati per l’acquisto dei materiali necessari per eseguire i lavori di recinzione, quali pali
di legno, rotoli di rete e filo plastificato, un cancello zincato. La recinzione è stata eseguita dai dipendenti comunali con l’aiuto dei consiglieri di maggioranza Alberto Rubin, Nico Lissandron e alcuni volontari, che si stanno occupando anche di ripulire l’area dalle foglie e dalle erbacce. All’ingresso dell’area sarà affisso il regolamento, dove oltre ad orari e regole che comunque valgono per tutto il territorio, saranno riportate anche indicazioni di buonsenso come quella di non entrare mai nell’area con cibo o giocattoli per cani, perché il litigio per il possesso delle risorse è la causa più comune delle risse. L’inaugurazione, prevista il prossimo aprile, sarà preceduta da un incontro pubblico, dove l’assessorato all’ambiente, insieme con relatori esperti in materia, presenteranno lo spazio attrezzato per i più fedeli amici dell’uomo.
8 mila litri di acqua erogata in poco più di sei mesi. Questi sono i primi dati rilevati dal distributore di acqua potabile microfiltrata e refrigerata di Fossò. La casetta è diventata un punto di approvvigionamento per circa 450 famiglie del territorio, tante sono le tessere prepagate vendute nella vicina tabaccheria. I litri di acqua erogata, equamente suddivisi fra naturale e frizzante, hanno fatto risparmiare oltre 1.100 kg di bottiglie di plastica, corrispondenti a circa 1.300 kg di mancate emissioni di CO2. Un buon risultato poiché è stato messo a disposizione dei cittadini un servizio a costi contenuti. 4 centesimi al litro per l’acqua naturale e 7 per l’acqua gassata, e si è realizzata una buona pratica a favore di un ambiente più vivibile. Si è contribuito a ridurre i rifiuti costituiti dalle bottiglie vuote, oltre che ridurre i consumi necessari a produrre e movimentare acque imbottigliate. Il distributore è dotato anche di gettoniera per chi vuole usufruire del servizio senza acquistare la tessera prepagata. Insomma, la gente ha capito che si trattava di una ottima occasione per poter risparmiare senza comprare acqua in bottiglia in negozio, una pratica ancora diffusa, nonostante le ristrettezze economiche di molte famiglie. R.P.
NEWS Questo mese
Sanità
Manutenzioni straordinarie
Ripartono i nuovi laboratori informatici CoderDojo
Ulss13, investimenti per 1 milione e 800 mila euro
Pozzetti, griglie, caditoie e verde comunale in ordine
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metà marzo ripartono i corsi di laboratorio informatico CoderDojo. E’ un laboratorio che si occupa di creare e organizzare club di programmazione gratuita e senza scopo di lucro per ragazzi e guidato da volontari. Durante i CoderDojo, s’insegna il linguaggio di programmazione didattico scratch, che consente di elaborare storie interattive, giochi, animazioni, arte e musica. A Fossò si è tenuto questo laboratorio, a marzo e a dicembre 2014, il team di Riccardo Luna, Digital Champion per l’Italia, ha nominato Digital Champion di Fossò Davide Mattivi, componente del DojoClub. Un bel riconoscimento e un bell’impegno, poiché i Digital Champion partecipano, con lavoro volontario, a un progetto europeo che prevede la digitalizzazione di tutti i paesi. Il Digital Champion dovrà essere una sorta di help desk, per gli amministratori pubblici sui temi del digitale, difendere i cittadini in caso di assenza di banda larga, wi-fi e altri diritti negati e promuovere progetti di alfabetizzazione digitale, dai bambini agli anziani. “Per i corsi di quest’anno contiamo di fare gli stessi numeri dell’anno scorso e speriamo di più – dice Davide Mattivi. Personalmente sono orgoglioso di essere stato nominato per Digital Champion”. Questo progetto è fiore all’occhiello per Fossò: in Riviera del Brenta sono state nominate 3 persone nel team Champion per l’Italia: Davide Mattivi di Fossò, Eros Ruvoletto di Mira e Andrea Ferarresso di Dolo. Il laboratorio CoderDojo di marzo ha visto la partecipazione di 41 bambini, suddivisi in 2 moduli della durata di 3 ore e collegati in videoconferenza. La rete internazionale CoderDojo, presente in oltre 300 città del mondo, è costituita da volontari. In Italia il movimento nasce nel 2013 e si sviluppa con ben 30 sedi, anche in piccoli centri come Fossò. Il DojoClub, in collaborazione con l’amministrazione, ad aprile e ottobre 2014 ha sviluppato altri 2 laboratori d’informatica e di programmazione gratuiti. R.P.
’Ulss Dolo – Mirano ha investito nelle scorse settimane 1 milione e 800 mila euro in nuove attrezzature e tecnologie, per potenziare gli ospedali in termini di sicurezza ed efficacia. “L’investimento in tecnologie sanitarie – fa sapere la direzione generale – ha permesso di sostituire buona parte delle apparecchiature che necessitavano di aggiornamenti urgenti, tra i quali dispositivi di monitoraggio e di emergenza”. Tra gli interventi c’è la sostituzione di 4 ambulanze (tra Dolo e Mirano ce ne sono quattordici): due sono state già acquistate nel 2014 e altre 2 sono previste per quest’anno. Il costo è di 415 mila euro e riguarda non solo l’ambulanza, ma il suo allestimento con attrezzature per la rianimazione avanzata e defibrillatori capaci di trasmettere il tracciato dal luogo dell’evento all’Unità Coronarica. Ci saranno l’acquisto di due nuovi ecografi di alta tecnologia per Ostetricia, uno per ciascuno dei due ospedali (costati 160 mila euro), e di nuovi sollevatori automatici per la movimentazione dei pazienti. Ne sono stati acquistati 7, capaci di sorreggere fino a 205 chili e, nel corso di quest’anno l’azienda si doterà di ulteriori 3 dispositivi analoghi, ma in grado di supportare pazienti fino a 300 chili. I sollevatori vengono collocati nei reparti con maggior necessità, come per esempio il Pronto Soccorso, la Geriatria e la Dialisi. Il costo di un sollevatore si aggira sui 7 mila euro ciascuno. Sono stati acquistati 7 nuovi defibrillatori, ne arriveranno altri 5, per alcuni reparti ospedalieri. Per il blocco operatorio di Dolo arriverà un apparecchio portatile per Radioscopia che sarà a supporto dell’interventistica chirurgica e di ortopedia. E’ previsto l’aggiornamento tecnologico della Rianimazione di Mirano, grazie alla sostituzione di 12 letti elettrici (costati 210 mila euro), cui seguirà un aggiornamento del sistema di monitoraggio e della cartella clinica, oltre all’acquisto di 2 nuove “stazioni” per Anestesia nei blocchi operatori di Mirano (costo 100 mila euro). G.P.
a pulizia straordinaria dei pozzetti e delle condotte stradali per la canalizzazione dell’acqua piovana presenti nel territorio comunale generalmente è programmata per porzioni, e interessa a rotazione tutte le aree del comune. Un ciclo di pulizia straordinario, iniziato lo scorso dicembre, si è concluso recentemente ed ha interessato via Provinciale Nord e la zona industriale collocata a nord ovest. Per questo primo lotto di pulizia e di smaltimento dei reflui sono stati spesi 16 mila euro. I lavori sono stati seguiti dai dipendenti comunali, che hanno segnalato e fatto eseguire anche interventi in altre zone, dove erano stati rilevati intasamenti. Gli interventi generali precedenti erano iniziati nel 2011 e si erano conclusi nel 2013. Il prossimo intervento riguarderà il centro abitato di Fossò e il terzo la frazione di Sandon. Un altro intervento programmato riguardante la sicurezza idraulica, è quello della manutenzione straordinaria d’importanti fossi comunali adiacenti alle strade che hanno bisogno di un deciso espurgo del fondo che, rispetto al livello originario, si è alzato anche oltre 20 cm. A questo scopo sono stati impegnati 20 mila euro. Sono in corso le verifiche per stabilire quali sono le situazioni più urgenti sulle quali intervenire, e i lavori saranno eseguiti nel corso della primavera. Intanto la pulizia delle luci dei ponti delle affossature comunali è stata fatta dai dipendenti della cooperativa sociale Primavera, coadiuvati dai dipendenti comunali. Tre dipendenti della cooperativa prestano il loro lavoro per 5 mesi a Fossò a seguito della realizzazione del progetto lavoro, che vede la compartecipazione di 16 fra comuni ed enti della Riviera del Brenta e del Miranese, fra i quali: Fossò, la Regione, le Caritas di Treviso, Venezia e Padova, la banca Santo Stefano Credito Cooperativo di Martellago e la Fondazione Riviera Miranese. R.P.
Pianiga 13 Economia In difficoltà, per motivi diversi, due storiche aziende pianighesi
Ramm e Vetronaviglio, a rischio oltre 60 posti di lavoro di Alessandro Abbadir
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ccupazione a rischio e chiusure di aziende, problemi che assillano il territorio di Pianiga, anche all’inizio del 2015. Due le aziende in difficoltà, dopo che nei mesi scorsi, aveva chiuso il centro cottura Cibis a Cazzago. Si tratta della Ramm Srl e della Vetronaviglio. Per la Ramm che si occupava di trattamento di rifiuti, si tratta del triste epilogo in una storia di mafia. A rimetterci però saranno 23 operai dell’azienda di via Marinoni a Pianiga, che dal 13 febbraio scorso, si trovano di fronte alla presentazione di un concordato preventivo da parte dell’azienda, di fatto il fallimento. Gli operai molti del posto, del miranese, e anche del meridione d’Italia, rischiano addirittura di vedersi dissolvere il diritto alla mobilità retribuita per un inghippo burocratico. La situazione della Ramm, è precipitata quando il prefetto di Venezia, dopo aver recepito le indagini delle Procure che hanno constatato che l’azienda è implicata in giri d’affari con clan della mafia calabrese, ha escluso la Ramm dagli appalti pubblici, revocando anche quelli che gli erano già stati assegnati. Nel giro di pochi mesi l’attività ha accumulato un buco di quasi 4 milioni di euro. Oggi l’attività è ridotta del 90%. Lavorano una manciata di persone, ed è stata avviata il 3 febbraio una procedura di mobilità per il licenziamento di 18 lavoratori su 22 totali. La società, oggi è di proprietà al 50% di Niccolò Rossato e di Enrico Rossato e amministrata da Francesco Busato. Busato, a causa della mancanza di commesse, ha deciso di depositare il 13 febbraio la domanda di concordato preventivo al Tribunale di Venezia. Ciò determina l’impossibilità per l’amministratore di sottoscrivere l’accordo sindacale per la collocazione in mobilità dei lavoratori in esubero, poiché non ha potere di firma e manca l’avallo del giudice delegato. Il risultato è che 22 lavoratori continuano a vivere nell’incertezza. A rischio chiusura anche la Vetronaviglio di Rivale di Pianiga, con 40 operai. Si occupa di produrre materie plastiche. “L’azienda – spiegano i sindacati – è in grosse difficoltà economiche, e non paga più nemmeno i fornitori. Per salvarsi dal tracollo sta cercando di traslocare la sua attività produttiva in Lombardia, dove avrebbe stretto un accordo con una ditta che lavora per conto terzi in grado di fornire manodopera a prezzi stracciati. Chi la gestisce, per salvare il salvabile e poi magari arrivare a dichiarare fallimento e riaprire sotto altro nome, sta facendo lavorare in questo ultimo mese i 40 operai a ritmo continuo, facendo portare fuori gli stampi industriali dal sito di Pianiga per poi spedirli chissà dove. Il patrimonio di questa azienda che produce materie plastiche, è sostanzialmente nei mezzi di produzione
L’azienda che produce materie plastiche ha cominciato a trasferire i mezzi di produzione altrove
La protesta dei dipendenti della Vetronaviglo
che ha, visto che il capannone in cui si trova, non è di sua proprietà”. I sindacati e gli operai sono però decisi ad andare avanti spediti. In questi giorni hanno anche inviato una lettera al Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, chiedendo a questa istituzione di difendere la fabbrica e i 40 posti di lavoro. Sulla questione delle due aziende interviene il sindaco del paese Massimo Calzavara.“Cercherò nel limite del possibile – spiega – di salvaguardare i posti di lavoro di queste persone, coinvolgendo anche associazioni di categoria e Prefettura”. Sicurezza
Il sindaco Calzavara scrive al ministro Alfano
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sindaci della Riviera del Brenta lanciano l’allarme: territorio in balìa della criminalità, servirebbero più forze dell’ordine per arginare il fenomeno. “Sinceramente - spiega il sindaco di Camponogara, Giampietro Menin - il mio territorio è stato bersagliato in queste ultime settimane da una serie di furti e tentativi di furti, francamente sconcertanti”. Furti si sono registrati anche a Fiesso, Pianiga, Campagna Lupia e Campolongo. Il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara è deciso. “Ho spedito dice Calzavara - una richiesta di incontro al Ministro Alfano. La gente a Pianiga è terrorizzata per quanto sta succedendo. Comprendo l’impegno dei carabinieri di Dolo, ma si chiede che i ladri vengano fermati e acciuffati”. Sulla stessa linea il sindaco di Campagna Lupia, Fabio Livieri. Il sindaco Livieri ammette che i residenti chiedono che si possano mettere a fare controlli di sera anche i vigili urbani. Questo però appare un obiettivo irrealizzabile, visti gli organici degli agenti della polizia locale. Mira soffre della chiusura avvenuta due anni fa della storica caserma dei carabinieri di Oriago. A.A.
14 Fiesso D’Artico Interventi Il Comune e la Protezione Civile hanno illustrato ai cittadini le opere per la salvaguardia idraulica
Un piano per salvare il territorio Si sono appena conclusi i cantieri in via Baldana e sullo scolo Castellaro, terminati i lavori di messa in sicurezza di via Piove di Giacomo Piran
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i è svolto nella sala consiliare del municipio di Fiesso l’incontro “Il territorio un bene prezioso che va tutelato: i fossi, regole per una buona manutenzione”. La serata è stata organizzata dall’assessorato ai Lavori Pubblici assieme alla Protezione Civile, e ha visto la partecipazione del sindaco Andrea Martellato e dei rappresentanti del Consorzio Acque Risorgive e della sezione bacino Idrografico Litorale Veneto. “All’inizio della serata – spiega l’assessore Marco Cominato – si sono scorsi i lavori relativi al dissesto idraulico dal Piano delle Acque ad oggi: conclusi i lavori sul Castellaro, il risezionamento dei capifosso, si è inaugurato e messo in funzione l’impianto idrovoro. Infine si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza di via Piove, dove siamo riusciti a fare inserire l’adeguamento idraulico con l’installazione di uno scatolare all’inizio non previsto per un valore di 300 mila euro. Grazie a fondi sul piano finanziario Veritas, ricavati dal servizio idrico sono state pulite
le condotte sulle vie. Si è appena concluso l’intervento in via Baldana e altri sono in programma”. Continua poi il monitoraggio visivo che fornisce il quadro conoscitivo dello stato della rete idrografica. “Ricordo che i fossi non devono necessariamente trasportare acqua – precisa Cominato – ma devono anche contenerla. Spesso abbiamo a che fare con l’incuria e l’abbandono, proprio per questo dovremo continuare a lavorare e vigilare tutti. Se è vero che il risezionamento del rio Castellaro e dei capifosso, la pulizia delle condotte e qualche intervento, hanno in parte riportato al naturale deflusso delle acque in alcune zone, è pur sempre vero che persistono delle situazioni critiche che riscontriamo e che stiamo studiando”. Viene poi lanciato un invito ai cittadini. “Visitate la sezione Ambiente del sito internet del comune di Fiesso – ricorda l’assessore – dove si possono consultare il regolamento per una buona manutenzione dei fossi privati e il Regolamento di Pulizia Idraulica”. Un rin-
graziamento è stato fatto ai volontari della Protezione Civile di Fiesso. All’incontro era presente il responsabile Fabio Sansonne che ha illustrato l’attività di collaborazione con l’amministrazione relativamente al monitoraggio visivo sullo stato di manutenzione dei fossi. E’ poi intervenuto Francesco Cazzaro, neo presidente del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, e il direttore Carlo Bendoricchio, mentre per il Bacino Idrografico Litorale Veneto, era presente Marco Mossini. La
serata poi ha dato la possibilità ai presenti di intervenire con domande e chiarimenti relativamente allo stato di manutenzione dei fossi, e all’attività di controllo della Protezione Civile e dei Consorzi. “Sottolineo – conclude Cominato – l’importanza dei Consorzi di Bonifica e del Bacino Idrografico che, in sinergia con Comuni e Protezione Civile, permette di creare un fronte comune per le problematiche idrauliche. Perché il territorio è un bene di tutti e va tutelato”.
Servizi
Riaperto l’ufficio postale del paese
E’
stato riaperto il 25 febbraio scorso, l’ufficio postale situato in via Riviera del Brenta 32. L’ufficio era rimasto chiuso per una ventina di giorni a causa dei danni subiti durante un tentativo di furto avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 febbraio scorso. Dalla ricostruzione svolta dalle forze dell’ordine sembra che un gruppo di ladri abbia tentato di portarsi via il bancomat dal muro dell’ufficio postale. L’atto delittuoso non era riuscito, ma l’ufficio postale aveva subito notevoli danneggiamenti soprattutto per il macchinario bancomat e per le vetrate dello stabile. Questi danni hanno costretto Poste Italiane, a dover chiudere l’ufficio per permettere che venissero svolti i lavori di ripristino delle vetrate e del macchinario bancomat. Grande è stata la soddisfazione dei cittadini e degli utenti per la riapertura. Poste italiane, sempre in Riviera, recentemente a Camponogara in occasione della festa della donna l’8 marzo, ha sottolineato come provincia di Venezia il personale femminile agli sportelli postali o con ruoli amministrativi è il 67% del totale.
NEWS Il caso
AAA cercasi sponsor per le manifestazioni
Criminalità
“La questione dei Compro Oro va regolata meglio”
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l comune di Fiesso D’Artico ha pubblicato un avviso pubblico per la ricerca di sponsor per la realizzazione di manifestazioni culturali e ricreative e delle attività sociali relative all’ anno 2015. “L’amministrazione comunale spiegano - si riserva la facoltà di recepire anche proposte spontanee di sponsorizzazione che dovessero pervenire anche dopo il termine del 31 marzo”. “Il Comune - spiegano gli uffici - indice una gara pubblica alla quale possono partecipare soggetti pubblici e privati. La gara è finalizzata alla ricerca di sponsorizzazioni relative al finanziamento e alla realizzazione di manifestazioni culturali e ricreative e delle attività sociali - anno 2015”. L’avviso prevede 2 diverse tipologie di sponsorizzazioni: una finanziaria relativa al finanziamento della manifestazione e attività, e l’altra di natura tecnica, cioè relativa anche alla realizzazione della stessa. Le iniziative e manifestazioni interessate dal bando sono 5. La prima manifestazione è “Jazznostop”, storica rassegna musicologica in 4 appuntamenti nel periodo marzo-aprile nella sala consiliare del municipio. Il secondo appuntamento è la Rassegna estiva “Estate Fiessese”, 5 spettacoli estivi di teatro, danza, musica cui si unisce anche “Veneto Profondo, serie di incontri di approfondimento con personalità della nostra terra”. Entrambe le manifestazioni si terranno nella sala consiliare del municipio e in piazza Marconi da giugno a luglio. Terzo appuntamento è lo spettacolo teatrale nella rassegna territoriale “Paesaggio con uomini”, che coinvolge i comuni della Riviera del Brenta e del Miranese. Quarto appuntamento la Mostra del libro e letture animate natalizie, che si svolgerà nella sala consiliare del municipio e in piazza Marconi nel mese di dicembre. Ultimo progetto è il servizio di trasporto sociale, valido per tutto l’anno, per visite mediche e consegna pasti a domicilio rivolto ad anziani, minori e adulti disabili, e adulti in disagio sociale. L’avviso è scaricabile nel sito: www.comune.fiessodartico.ve.it. G.P.
Expo 2015
Un progetto per valorizzare il territorio
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coppia il problema dei Compro Oro in Riviera dopo la denuncia del gioielliere rapinato a Stra, che ha spiegato come in questo settore siano molti i problemi legati alla ricettazione. “Sulla questione dei compro oro bisogna essere categorici. Bisogna che la Questura di Venezia imponga gli stessi obblighi che sono richiesti a Bologna, cioè la fotografia e la realizzazione di una banca dati dell’oro acquisto dai residenti prima dell’invio in fonderia“. A dirlo senza giri di parole è il presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta, Alessandro Campalto. Campalto ha portato la questione all’attenzione dell’assemblea dei primi cittadini, si dichiara sbigottito che esistano difformità di comportamenti fra Questura e Questura. “Per evitare che i negozi di Compro Oro si trasformino di fatto in ricettatori legalizzati di merce rubata, e non solo quel banco dei pegni che già sono in tempo di crisi – spiega – bisogna che ad esempio l’oro oltre ad essere fotografato, possa restare reperibile per più degli 8 giorni ad ora previsti dalla legge. Si potrebbe costringere questi negozi a depositare questi valori in banche ad hoc, per almeno un mese. In questo modo si favorirebbero i controlli incrociati con le banche dati dei carabinieri. Per i residenti stessi che tengono gioielli in casa, sarebbe opportuno che poi li fotografassero e consegnassero le foto ai carabinieri, nel caso in cui venissero rubati. In questo modo il circuito del passaggio di questi preziosi di mano in mano, e di negozio in negozio verrebbe spezzato”. A.A.
’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” ha promosso un progetto in vista dell’Expo di Milano. Il progetto si chiama “Riviera del Brenta: l’acqua che unisce e lega i territorio, le attività e le tradizioni tra il Brenta, il Cornio e la Laguna Sud”. “Si rende noto che l’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” – spiegano i promotori – ha presentato al Comitato Expo Venezia, costituito per coordinare e gestire le molteplici attività necessarie a garantire la presenza dell’area metropolitana di Venezia ai progetti legati ad Expo Milano 2015, un progetto dal titolo “Riviera del Brenta: l’acqua che unisce e lega i territori, le attività e le tradizioni tra il Brenta, il Cornio e la Laguna Sud” che è stato inserito nel Masterplan VeniceToExpo 2015”. Viene poi analizzato il contenuto di questo progetto. “Il progetto – proseguono – si presenta sostanzialmente come un contenitore di molteplici attività di promozione turistica e di valorizzazione delle produzioni locali tipiche della “Riviera del Brenta”, organizzate dall’ente e da altri soggetti nell’interesse dello sviluppo socio-economico del territorio, comunque strettamente connesse al tema dell’acqua individuato e declinato dal Comitato Expo Venezia stesso”. Viene poi spiegata l’evoluzione del progetto. “A tal scopo, la giunta dell’ente – spiegano gli organizzatori – con deliberazione numero 71 del 18 dicembre 2014, ha costituito un comitato tecnico di valutazione con il compito specifico di selezionare le iniziative promosse da soggetti esterni all’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta”, le quali potranno rientrare nel progetto, godendo del patrocinio dell’ente e dell’utilizzo del logo istituzionale che sino al 31 ottobre 2015 è abbinato a quello di VeniceToExpo 2015”. Il progetto è stato aperto agli attori presenti sul territorio. G.P.
Vigonovo 15 L’iniziativa Presentato un progetto in occasione della giornata “Mi illumino di meno”
Gli imprenditori diventano professori di Giacomo Piran
Il Comune ha installato impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici imprenditori che vede coinvolte tre classi, che sosterranno dieci lezioni con gli imprenditori locali specializzati in energie rinnovabili per un totale di 18 ore. “Tra queste iniziative – annuncia Filippo Fogarin – c’è quella realizzata grazie alla disponibilità dell’istituto comprensivo “Galileo Galilei” e alla collaborazione delle imprese locali. Si tratta, a mio parere, di un’occasione importante per dimostrare che si può lavorare insieme per il bene dei nostri ragazzi, dei cittadini di domani, del nostro futuro”. Fogarin vuole fare un ringraziamento alle persone coinvolte. “Colgo l’occasione per ringraziare, a nome di tutta l’amministrazione comunale, la preside dell’Istituto, i professori coinvolti e le aziende che lavoreranno a titolo gratuito per questa iniziativa. Mi auguro possa essere un’occasione di arricchimento sia per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie e per tutta la nostra
Saranno coinvolte tre classi che sosterranno dieci lezioni sul tema delle energie rinnovabili
Un esempio di energia sostenibile
comunità”.
Territorio
RIMBO
65%
RSO
27611 Visual Comunicazione - Venezia
E’
stato presentato, in occasione della giornata “M’illumino di meno” dedicata al risparmio energetico, il progetto “Imprenditori – Professori”. Fino ad aprile un gruppo di imprenditori locali specializzati su energie rinnovabili, tornerà in classe per insegnare agli alunni. “Il Comune di Vigonovo – spiega Filippo Fogarin, vicesindaco e assessore all’ecologia – si è impegnato di fronte alla Comunità Europea a ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera di almeno il 20 per cento entro il 2020 promuovendo la riduzione dei consumi di energia e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Per raggiungere tale obiettivo, l’amministrazione comunale ha deciso di fare la sua parte, ad esempio intervenendo sugli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici, installando impianti fotovoltaici sugli edifici stessi, promuovendo l’installazione di una colonnina per la ricarica di veicoli elettrici nella piazza del capoluogo, e acquistando un veicolo elettrico a servizio del Comune”. Si è puntato anche a sensibilizzare i cittadini. “La sfida più grande che l’amministrazione sta portando avanti – prosegue Fogarin – è il coinvolgimento di tutti gli attori presenti sul territorio, realizzando un percorso condiviso con cittadini, imprese, professionisti, scuole e associazioni allo scopo di creare una “comunità intelligente”, denominata “Vigonovo 2020”, e portare avanti iniziative di sviluppo innovative, sostenibili ed inclusive”. E quindi si è concretizzato il progetto con le scuole e gli
Comitato Brenta Sicura
5 videoclip per la realizzazione dell’Idrovia
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inque video clip dei sindaci di Vigonovo, Campolongo Maggiore, Arzergrande, Sant’Angelo e Piove di Sacco saranno inviati alla Regione con un appello preciso: far presto a realizzare il completamento dell’idrovia Padova Venezia. A registrare i video a Vigonovo con il sindaco Damiano Zecchinato e a Campolongo con il sindaco Alessandro Campalto e negli altri comuni, sono stati i volontari delle sezioni di Legambiente e del Comitato Brenta sicuro. I comitati hanno consegnato ai primi cittadini il documento di aggiudicazione definitiva dell’esito di gara per l progetto preliminare dell’idrovia Padova-mare. ”Crediamo – hanno spiegato i comitati – che ci sia bisogno di una ulteriore “spinta” dei cittadini e delle amministrazioni locali affinché la politica, anche nazionale, si interessi dell’opera e del suo rapido completamento, contribuendo al cambio di “rotta” rispetto alla diffusa cementificazione e scriteriato consumo di suolo”. L’Idrovia è un’opera che aspetta da 50 anni di vedere la luce. Se ultimata, potrebbe proteggere una zona ad alto rischio di alluvioni, dare impulso al turismo sulle vie d’acqua, e togliere parte del traffico merci dalle strade. Mancano solo 13 chilometri da scavare, ma dopo 50 anni e 55 miliardi di vecchie lire spesi, il canale è incompiuto. A.A.
16 Approfondimento Salute L’Ulss 13 lancia l’allarme con i dati del Dipartimento Prevenzione
Calano le vaccinazioni in Riviera e Miranese Per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% del 2014 di Filippo De Gaspari
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alano le vaccinazioni pediatriche nel Miranese e in Riviera del Brenta. L’Ulss 13 però non si dà per vinta e si mobilita per sensibilizzare la popolazione all’importanza della vaccinazione, andando direttamente a casa dei neo genitori. E’ partito così il progetto denominato “Primo mese”, che inizialmente riguarda i cittadini dei comuni di Fiesso d’Artico e Salzano, dove il personale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione, si recherà a domicilio delle neo mamme. Una nuova attività, che potrebbe in futuro coinvolgere anche altri comuni e che ha come obiettivo quello di costruire un rapporto di fiducia tra operatori dei servizi vaccinali e i genitori. “Se i genitori non vengono da noi per vaccinare i figli – spiega Flavio Valentini, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 13 – abbiamo deciso di andare noi da loro”. Il bilancio 2014 dell’attività degli ambulatori vaccinali pediatrici di Camponogara, Dolo, Martellago e Mirano, infatti, non è incoraggiante dal punto di vista delle adesioni: mentre è auspicabile un’adesione del 95%, nel territorio ci si attesta mediamente sull’88%. Inoltre, per i nati dal primo gennaio al 30 settembre, si è passati da un 90,82% del 2013 ad un 89,46% per lo stesso periodo del 2014. Conseguenza,
in buona parte, della sospensione dell’obbligo vaccinale, che in Veneto c’è a decorrere dal 2008 e che ha inevitabilmente portato a un calo delle vaccinazioni. “Parliamo delle cosiddette ex obbligatorie – spiega Valentini – ovvero delle primissime vaccinazioni, quelle antitetanica, antipolio, antidifterite ed epatite B. Il paradosso è che non abbiamo nessun problema nella adesione degli stranieri, i quali hanno conosciuto e conoscono le malattie “gravi” e usufruiscono di tutti i nostri servizi, mentre lo abbiamo con gli italiani che non hanno la percezione del rischio delle malattie e delle complicanze gravi, prevenibili da vaccini, in quanto grazie proprio alle vaccinazioni queste sono ben controllate. I numeri parlano chiaro: a Camponogara, i nuovi nati (da gennaio a settembre dello scorso anno) sono stati 311, di questi 36 non si sono vaccinati, con una copertura dell’88,42%; a Dolo, i nuovi nati sono stati 484, di questi 65 non si sono vaccinati, per una copertura dell’86,57%; a Martellago, i nuovi nati sono stati 253, di questi 17 non si sono vaccinati (la copertura è dunque del 93,28%); a Mirano, infine, i nuovi nati sono stati 556, di questi 55 non si sono vaccinati (copertura dell’89,57%). Eppure l’impegno da parte del personale del Dipartimento di Prevenzione, per quanto riguarda
Il team del dipartimento Prevenzione
la formazione e la sensibilizzazione, non manca: basti pensare che oltre ad aver iniziato sperimentalmente ad incontrare i neo genitori a domicilio, nel corso del 2014, sono state invitate quasi 7 mila famiglie agli incontri formativi, che periodicamente vengono organizzati nelle sedi di Dolo, Martellago e Mirano. Agli incontri collettivi vanno anche aggiunti quelli individuali con i genitori che manifestassero incertezze o dubbi sui vaccini, le attività dello “Spazio 0-1 anno” presso le sedi distrettuali di
Mira e Camponogara e la stretta collaborazione con i pediatri di libera scelta. “Non ci diamo per vinti – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 13 Gino Gumirato – le vaccinazioni sono, insieme agli antibiotici, la più importante conquista per la nostra salute e, come tale, va tutelata e promossa. Continueremo a insistere con una corretta informazione per far rinascere una cultura “italiana” della vaccinazione”.
INvESTIMENTI NEONATOlOGIA SI POTENZIA
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Via Giuseppe Mazzini, 13 DOLO (VE) Tel. 041 5640298 bacarodeistorti@libero.it - Aperto a pranzo e cena chiuso Martedì tutto il giorno e mercoledì mattina
i potenziano i servizi di Neonatologia degli ospedali di Dolo e Mirano. Ad annunciarlo è una nota della direzione generale dell’Ulss 13. Sono arrivate, infatti, nelle scorse settimane nei reparti di Pediatria degli ospedali di Dolo e Mirano due sofisticate apparecchiature, che permetteranno di assistere il neonato quando ha problemi respiratori. “Ridurremmo così i trasferimenti in altre sedi – ha spiegato il primario Luca Vecchiato – potendo gestire finalmente anche qui, con efficacia e sicurezza, il bambino appena nato”. Fino ad ora, a causa di problemi respiratori, venivano trasferiti al mese mediamente quattro bambini. “L’obiettivo – ha continuato il dottor Luca Vecchiato – sarà quello di scendere da un 3 per cento ad un 0,5 per cento. Vale a dire: trasferire solamente casi molto gravi”. Le due apparecchiature assistono il neonato tramite la cosiddetta CPAP (acronimo di Continous Positive Airway Pressure), cioè tramite assistenza respiratoria a pressione positiva delle vie aeree. Una metodica mininvasiva che evita al neonato di essere intubato. A Mirano la strumentazione è stata subito utile ed utilizzata per gestire un bambino. “Il potenziamento della neonatologia – ha aggiunto il primario dottor Luca Vecchiato – avviene quindi puntando su figure professionali e ben preparate, e investendo sulla tecnologia con l’acquisto di apparecchiature elettromedicali di ultima generazione. Di questo devo ringraziare la Direzione dell’Ulss”. La Pediatria di Dolo e Mirano si doterà ben presto anche di nuove “termo culle” o comunemente chiamate
incubatrici, utili ad ospitare il bambino che nasce prematuro; un ventilatore automatico, che serve per gestire i casi gravi di insufficienza respiratoria in attesa di trasferimento; di alcune fototerapie per curare l’ittero; nuovi monitor per un monitoraggio più sicuro delle funzioni vitali del bambino (frequenza cardiaca, respiratoria). Soddisfatto è il dottor Gino Gumirato, direttore generale dell’Ulss 13. “Se mi si passa la definizione – commenta Gino Gumirato – quello di neonatologia è il mio reparto preferito: perché è il luogo in cui accogliamo le nuove vite, uno dei pochi luoghi dell’ospedale in cui prevalgono la gioia e la felicità. E’ per questo che strumentazione all’avanguardia, personale ben formato e investimenti come quello di cui parliamo rendono ancora più sicuro, attrezzato ed accogliente il reparto. I neonati, ma intendo dire le famiglie intere, possono venire da noi con la certezza di trovarsi in un posto sicuro ed attrezzato per tutte le eventualità”. Queste strumentazioni d’avanguardia saranno utili per tutti i cittadini dei comuni della Riviera del Brenta e del G.P. Miranese.
Personaggio 17 Fossò La storia di una passione cresciuta negli anni
Monica Penazzato scrittrice di successo “Ho partecipato a due concorsi: Unicamilano 2013 e al Filippo Tommaso Marinetti dove mi sono classificata al secondo posto. Ho uno stile di scrittura a macchia di lepardo” di Roberta Pasqualetto
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onica Penazzato è nata il 21 agosto del 1968 e ha scritto il romanzo: “Le regole di Irina”. Monica vive a Fossò con la sua famiglia, ha un diploma di analista contabile e si occupa dell’amministrazione in un’azienda del territorio. La sua passione per la scrittura nasce in tenera età, inizialmente con la poesia e poi narrazione, oggi scrive per il periodico Rdb Magazine, dove tiene una rubrica ironica trattando un argomento diverso di volta in volta. Come nasce l’idea di scrivere? “Già alle elementari avevo una propensione per la scrittura, spronata dalla maestra, ho cominciato a scrivere le mie poesie. Mi piaceva riportare su carta le sensazioni e quello che mi ispirava. L’attitudine per la poesia è poi scomparsa in età adulta e ha lasciato posto alla passione per la scrittura ironica”. Quando ha scritto il libro? “Ho pubblicato questo libro nel gennaio del 2012, l’ho scritto in 5 anni. La mia scrittura è di getto, ma ho scritto quando potevo: dopo la famiglia, il lavoro e la casa”. Di cosa tratta?
“La protagonista del romanzo è una ragazza senza regole che dopo una delusione amorosa si trasferisce a Londra per lavoro, qui conosce molte persone e s’innamora regolarmente del tizio sbagliato. Ogni capitolo del libro titola con una ‘regola non regola’ e la protagonista ne passa di tutti i colori. Mi sembrava simpatica l’idea di un capitolo per ogni regola: si creano i paradossi che hanno lo scopo di strappare sorrisi ai lettori”. Qual è il suo genere di scrittura? “Il tipo di scrittura che utilizzo è un po’ particolare, lo definisco a macchia di leopardo: a seconda di come mi vengono le scene le scrivo e poi, alla fine, compongo la storia. Amo molto leggere e prediligo i romanzi comico-ironici sul genere: Diario di Bridget Jones e I love shopping. Mi piacciono i film di Woody Allen e di Nanni Moretti; questo è il tipo di ironia che utilizzo anch’io”. Dove si trova il libro? “Il libro si trova in rete e nei siti che vendono libri, l’elenco completo si trova nel mio sito www.monicapenazzato.com”. Il libro ha avuto successo? “Ho partecipato a pochi concorsi perché ho poco
tempo per seguirli e le selezioni letterarie chiedono sempre diverse copie del libro. Ho avuto riconoscimenti al primo concorso premio internazionale Thesaurus, seconda edizione premio speciale come miglior opera prima. Ho partecipato ad altri due concorsi Unicamilano 2013, dove ho avuto una segnalazione di merito e, al Filippo Tommaso Marinetti di Milano, mi sono qualificata seconda finalista”. Quali sono stati gli aspetti positivi e quali quelli negativi? “Questa è stata sicuramente un’esperienza positiva, perché è stata la realizzazione di un sogno. Desideravo pubblicare un libro e, la mia opera, ha avuto diversi riscontri positivi anche da persone competenti in materia. L’aspetto negativo è quello legato all’editoria: spesso leggo libri di grande successo, e mi rendo conto che la promozione e le conoscenze contano molto in questo settore”. In Riviera del Brenta ci sono tanti scrittori, secondo lei perché? “Non so perche c’è tanto bisogno di scrivere, forse si aspira a una fetta d’immortalità. Penso che per scrive-
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re bisogna prima leggere molto”. Che cosa la ispira? “L’ispirazione si attinge dalla realtà e dalle esperienze personali, a volte la realtà supera la fantasia e non mi capacito di come possano succedere certe cose”. Progetti? “Il libro che ho pubblicato fa parte di una trilogia quindi, tecnicamente, devo scrivere gli altri due; in testa ho già il seguito della storia”. Quali sono stati i passaggi della realizzazione del libro? “Io ho scritto la storia che poi l’editing della casa editrice ha riletto il testo e riportato gli accorgimenti. Una mia amica grafica pubblicitaria, ha realizzato la copertina in base agli spunti che gli avevo dato”. Ha dei consigli per chi volesse pubblicare? “Io non saprei dare consigli: preferisco riceverli. La mia strada è ancora lunga e lascio libero il mio istinto”.
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Il prestigioso recupero della Chiesa di Sant’Andrea Rischiavano un pericoloso degrado la chiesa più antica della città e l’orologio più antico del mondo, sono stati brillantemente ripristinati di Eugenio Ferrarese
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al rischio di un pericoloso degrado ad un prestigioso recupero storico, culturale, artistico e religioso. Si tratta della “chiesa più antica della città, la torre più antica della laguna, dell’orologio più antico del mondo”: Sant’Andrea in Chioggia. Un libro (edizioni Nuova Scintilla, 2015) curato da monsignor Vincenzo Tosello, a capo dell’unità pastorale che comprende le parrocchie di Sant’Andrea, San Domenico, S. Giacomo e quella dei padri Filippini, ma anche direttore del settimanale diocesano, raccoglie i molti elementi che compongono la storia più che millenaria della chiesa di Sant’Andrea riaperta al culto dopo un lungo restauro che ha permesso non solo il recupero delle parti danneggiate – per lo più dalla salsedine, dalle numerose acque alte eccezionali e dagli anni… – ma anche il ripristino dell’antica pavimentazione e una maggior godibilità delle preziose opere artistiche presenti in questo edificio sacro. Molti studiosi concordano sul fatto che il primo insediamento a Chioggia fosse proprio la zona di Vigo (dal latino ‘vicus’ che signi-
fica villaggio) ed è quindi più che probabile ritenere che a poche decine di metri da quella zona sia stata realizzata anche la prima chiesa cittadina, S. Andrea appunto. Le prime testimonianza risalgono all’epoca bizantina intorno all’VIII secolo; in questa chiesa nel 1110 giunsero le reliquie dei patroni di Chioggia, i santi martiri Felice e Fortunato, poi trasferite nella Cattedrale, ma dopo ritornate, per qualche decennio, a S. Andrea in seguito all’incendio della Cattedrale avvenuto nel 1623. E la chiesa di S. Andrea era anche la sede dell’antica e numerosa confraternita dei pescatori i cui Statuti del 1559 sono tra i più antichi documenti conservati nell’archivio storico cittadino. Il degrado della chiesa diventò però preoccupante nel Seicento e alcuni crolli all’inizio del Settecento – il portico, ma anche l’abside… - evidenziarono la necessità di un radicale intervento. Una lapide con la data 1743 ricorda una fase dei lavori di restauro, ma la sistemazione dell’attuale edificio si protrasse fino al 1815 quando la chiesa fu finalmente
Il libro di Monsignor Tosello riconsacrata con il nuovo altare maggiore e la realizzazione della cappella battesimale con il prezioso tabernacolo cinquecentesco. Rifacimenti, decorazioni e altri completamenti furono ancora realizzati tra l’Ottocento e il Novecento; particolarmente significativo quello che ha interessato la cappella dedicata alla Madonna Addolorata, un artistico complesso ligneo di Antonio Chiesa del 1730, assai
Un ricordo della senatrice padovana di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto
lA luNGA E INTENSA vITA DI lINA MERlIN
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35 anni dalla morte della senatrice Lina (Angelina) Merlin (1887-1979), esce un libro biografico che ne ripercorre l’attività nell’Assemblea Costituente e in Parlamento e traccia alcuni punti essenziali della vita intensa di una donna della storia d’Italia, ma particolarmente legata a Chioggia. Lina Merlin ha intessuto rapporti significativi con parecchi luoghi, a cominciare da Pozzonovo, dove è nata, per poi spendere la sua prima esperienza lavorativa e politica a Padova; in Sardegna ha trascorso il confino politico, mentre Milano l’ha accolta tra i maestri socialisti e le battaglie antifasciste durante il periodo della Resistenza. A Roma vive il suo percorso parlamentare, mentre Adria e il Polesine diventano terra eletta di grande matrice politica e familiare. In questa geografia, Chioggia rimane la città delle origini e della formazione di Lina Merlin, con la quale mantenne sempre un forte legame e dove fu consigliera comunale. Il nesso tra la personalità storica di Lina Merlin e la città lagunare viene ristabilito oggi con l’intitolazione al suo nome di una piazzetta di Chioggia. “La lunga e intensa vita di Lina Merlin è stata improntata a un ideale di vicinanza ai più poveri e di impegno fattivo per i diritti e per la dignità di ogni persona – spiega Pier Giorgio Tiozzo Gobetto, autore del libro a lei dedicato - È questa l’ideale attorno al quale ha costruito la sua vita. Il sottotitolo del volume, Costituente della Repubblica, sta proprio a valorizzare il ruolo centrale di Lina Merlin quale madre costituente e poi parlamentare della Repubblica.”
La copertina del volume di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto Da qui parte il racconto a ritroso sulla formazione e le battaglie antifasciste di Lina, e poi il suo impegno di senatrice, fino ad arrivare al suo addio alla politica con una sorta di testamento spirituale in due lettere inviate allo scrittore Marino Moretti. “L’operare di Lina, ispirato al socialismo ottocentesco, umanitario e libertario, e la sua forte attenzione alle classi proletarie, alle donne e all’infanzia – continua Pier Giorgio Tiozzo - segna il momento di passaggio da un mondo contadino, caratterizzato dalla povertà e dalla semplicità, al boom economico degli anni Sessanta e alla complessità della società contemporanea. Si tratta di una figura che con la sua vita e coerente determinazione può rappresentare un riferimento di valori esemplare ancora di forte impatto e attualità”. Al testo si affianca un percorso con oltre 100 fotografie della Merlin e una ventina di documenti, un’ampia bibliografia di e su Lina Merlin e un’appendice con suoi discorsi parlamentari relativi a Sara Boscolo Marchi Chioggia.
legato alla devozione religiosa popolare, e i notevoli affreschi in tutte le volte della chiesa a cura di Giovanni Cherubini. Il notevole patrimonio artistico comprende anche opere di Antonio Marinetti, Palma il Giovane, Pietro Damini, Andrea Vicentino, una crocifissione attribuita a Palma il Vecchio (alcune di queste tele sono ora custodite nel museo diocesano) ed anche il prestigioso organo di Gaetano Callido. E la Torre campanaria? Risale probabilmente al 950, sicuramente usata anche per la vigilanza e difesa della zona sud della laguna che si vanta di possedere dal 1842 l’orologio di Dondi che è citato in un documento del 1386, un reperto di inestimabile valore che contende a Salisbury in Inghilterra il primato del meccanismo più antico del mondo e ancora funzionante… Il libro di don Tosello è poi completato da una ricca documentazione che riguarda il
territorio con la presenza di numerosi importanti edifici religiosi (S. Domenico, S. Croce, S. Caterina…) e palazzi nobiliari (Grassi, Morosini, Mascheroni-Lisatti, Ravagnan…), il medievale Palazzo Granaio e l’adiacente Pescheria vecchia, piazzetta Vigo con il bel ponte in pietra d’Istria e la colonna con il leone marciano (ma popolarmente noto come ‘el gato’…) ed anche noti personaggi che vissero in questa zona nord di Chioggia: il pittore Antonio Marinetti, il poliedrico artista Aristide Naccari, il compositore mons. Vittore Bellemo, l’educatrice Carmen Baldo, il giornalista Bruno Salvagno… Non mancano le visite pastorali dei vescovi clodiensi. Nelle appendici troviamo inoltre le lapidi e le iscrizioni presenti nella chiesa e nel campanile, l’inventario dei beni artistici… ed anche una poesia popolare di Alfonso Lanza dedicata al 30 novembre, ricorrenza liturgica di Sant’Andrea apostolo.
La storia L’artigiano che aveva preannunciato il crollo ma non fu ascoltato
Vendrasco e il campanile di S.Marco I l mattino del 14 luglio 1902 crolla il campanile di S. Marco – “El Paron de Casa” dei veneziani – che sarà poi ricostruito “com’era e dov’era” dieci anni dopo nel 1912. Eppure quel crollo era stato preannunciato molto prima da Luigi Vendrasco con precisione e attendibilità, ma il capomastro non era stato creduto. E proprio alla figura di questo illustre “artigiano” il cui nome è legato ad alcuni importanti interventi di restauro e conservazione di famosi edifici, compreso il Palazzo Ducale di Venezia, le statue e colonne di piazzetta S. Marco, è dedicato il libro dello storico chioggiotto Paolo Voltolina intitolato “Luigi Vendrasco “la Cassandra di Venezia” (Il Prato editore, Padova 2014). L’attività di Vendrasco a Venezia era stata bloccata dagli Uffici Regionali per la Conservazione dei Monumenti (le attuali soprintendenze) nel 1891. Nonostante ciò e già avanti con gli anni Luigi Vendrasco nel 1898 richiama nuovamente l’attenzione sui lavori di consolidamento e restauro che Procuratoria di San Marco e Ufficio Regionale stavano compiendo sulla struttura esterna del pericolante Campanile. E qualche anno prima era anche intervenuto per bloccare l’installazione di un ascensore all’interno della torre marciana. Il testo di Paolo Voltolina si sofferma anche sugli anni seguenti al crollo che vedranno la realizzazione di importanti contributi da parte del capomastro Vendrasco per la salvaguardia di molti monumenti veneziani, ma vi aggiunge anche nuovo materiale inedito e tutte le vicende familiari, compreso anche l’albero genealogico a partire dalla seconda metà del Settecento, con uno stile che intende coniugare il rigore del saggio documentato con la piacevolezza del racconto.
Il libro di Paolo Voltolina “Luigi Vendrasco la Cassandra di Venezia” Uno “storico artigiano”, così si autodefinisce Paolo Voltolina, con una preparazione che è maturata direttamente a contatto con maestranze e professionisti in materia di conservazione e restauro, frequentazioni e amicizie con antiquari e collezionisti, anni di letture, studio e documentazione. Il libro dedicato a Vendrasco – come spiega lo stesso Voltolina – è nato “con l’intento di trasmettere, a chiunque desideri iniziare un percorso di ricerca storica, quell’entusiasmo, quella passione che devono necessariamente animare l’amante del bello, accompagnandolo nei luoghi di cultura frequentati e fornendogli tutti gli strumenti ed elementi indispensabili per portarlo a compimento. In sostanza, un dono di un appassionato a un appassionato, una sintesi tra la piacevolezza del racconto e il rigore del saggio documentato”. E.F.
Sport 19 2 Podismo A Venezia il 19 aprile la 37 esima edizione della manifestazione podistica
“Su e Zo dai Ponti”, al nastro di partenza di Roberta Pasqualetto
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omenica 19 aprile si terrà la trentasettesima edizione della “Su e Zo dai Ponti“ a Venezia. Questa passeggiata di solidarietà, attraversa il centro storico della città con due percorsi: 12 e 6 chilometri, entrambi con partenza e arrivo a San Marco. L’evento è legato alla beneficienza verso le scuole e verso i paesi più poveri, il ricavato di questa edizione andrà alle scuole del territorio e alla popolazione della Siria. Sono tante le scolaresche che ogni anno partecipano alla “Su e Zo dai Ponti” anche per sostenere concretamente il proprio istituto scolastico: grazie al “Premio per le Scuole Don Dino Berti”, intitolato al fondatore della manifestazione, a tutte le scuole materne, elementari, medie inferiori e medie superiori che raggiungono almeno 100 iscritti (tra alunni, genitori, insegnanti e simpatizzanti) sarà consegnato un buono per l’acquisto di materiale didattico o sportivo. Saranno premiati anche i gruppi folk, che animano la festa con canti e balli tradizionali, e portano un clima di allegria che contagia le migliaia di partecipanti alla passeggiata. Il concorso ogni anno decreta la migliore esibizione in assoluto e aggiudica dei premi ai primi tre classificati. “I numeri dell’anno scorso sono stati davvero buoni – dice Igino
A Mestre
vivicittà, corsa non comPetitiva
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Zanandrea direttore TGS (turismo giovanile e sociale) Eurogroup – abbiamo avuto undici mila partecipanti, quest’anno contiamo di superare questo numero. La novità più importante è che abbiamo aumentato la beneficenza: con il sostegno alle scuole del territorio e verso la Siria. L’anno scorso abbiamo devoluto 4.400 euro alle scuole con buoni spesa per l’acquisto di materiale didattico, quest’anno l’importo sarà maggiore”. Le scuole che parteciperanno con almeno 150 iscritti riceveranno 350 euro e quelle dal centinaio fino ai centocinquanta, 200 euro. La
manifestazione punta sempre alla beneficenza verso il territorio con le scuole e verso la missione salesiana alla città di Aleppo in Siria. Gli iscritti alla camminata provengono da tutta Italia e dall’estero e le scuole partecipanti sono del Veneto. La manifestazione è molto sentita dai veneziani che non la subiscono ma l’apprezzano e la sentono come propria. Le scuole possono iscriversi fino a giovedì 9 aprile, è possibile farlo online attraverso il sito www. suezo.it, con i moduli d’iscrizione che si trovano nei punti vendita, o contattando il centro di coordinamento allo 041.5904717.
omenica 12 aprile si terrà la manifestazione Vivicittà, una gara non competitiva con due lunghezze di 6 e 12 km aperta a podisti, marciatori, fit walking, praticanti nordic walking, alle famiglie e ai piccoli animali domestici. Vivicittà è una corsa podistica che si tiene contemporaneamente in più di 80 città italiane e straniere, e con un particolare sistema di classifica comparata. Mestre è l’unica città del Veneto che ospita la manifestazione. Vivicittà è organizzata da UISP (unione italiana sport per tutti), la corsa è nata nel 1984 e, dopo tutto questo tempo, non ha perso il suo spirito di solidarietà e impegno sociale. Una parte del ricavato andrà a sostenere l’attività dell’Avapo Mestre (Associazione volontari assistenza pazienti oncologici). Gli iscritti riceveranno dei riconoscimenti: ai 5 gruppi più numerosi (almeno 15 persone) e ai partecipanti della 12 chilometri divisi in 7 categorie (4 maschile e 3 femminili). “La novità di quest’anno è il luogo di partenza, cioè Forte Marghera – dice il presidente Uisp Mestre Paolo Peratoner – il percorso toccherà comunque piazza Ferretto e parco San Giuliano, il giro è simile a quello delle edizioni precedenti. Anche quest’anno siamo impegnati nella beneficenza con una donazione all’Avapo; il rapporto con questa associazione è nato nel settembre del 2013, con la maratonina di Mestre, assieme a Vodafone. Il ricavato, assieme ad altre donazioni, è stato utilizzato per acquistare il pulmino dell’associazione”. Il punto di partenza e di arrivo della competizione è Forte Marghera, il costo dell’iscrizione è di 4 euro. Per maggiori informazioni si può visitare il sito nazionale www.vivicitta.uisp.it. R.P.
Ciclismo
LE OCCASIONI DEL MESE
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ecco il calendario delle corse su strada
’ stato presentato nelle scorse settimane dal comitato regionale della Federazione Ciclistica Italiana, il calendario delle corse su strada che si svolgeranno quest’anno in provincia di Venezia. In totale le gare saranno 51: tre per le categorie Elite – Under 23, tre “tipo pista”, otto per la categoria allievi, tre per la categoria esordienti, trentaquattro per le categorie giovanissimi. Per le categorie Elite – Under 23 si parte il 18 aprile con il “17’ Gran Premio Carlo Valentini” a Camponogara e poi si prosegue gli appuntamenti a San Donà di Piave: 12 giugno con il “55’ Circuito Notturno” e 14 giugno con il “64’ Giro dei Tre Ponti e della Grande Bonifica”. Otto sono le gare previste per la categoria allievi: 12 aprile “Gp Allievi” a Fiesso, 17 maggio “4’ Gran Premio Città di Noale” a Noale, 21 giugno “18’ Medaglia d’Oro Sportivi di Zianigo” a Zianigo di Mirano, 4 luglio campionato italiano cronometro a squadre a Cavarzere, 9 agosto “35’ Trofeo Piemme” Scorzè, 16 agosto “Medaglia d’Oro Piemme” a Robegano di Salzano, 13 settembre “13’ Gran Premio Città di Jesolo” a Jesolo e 4 ottobre “29’ Gran Premio Madonna del Rosario” a Martellago. Tre le gare per le categorie esordienti 1’ e 2’ anno: 26 aprile “2’ Trofeo Maxone Bike” a Quarto d’Altino, 9 agosto “G.P. Festa dello Sport” a Scorzè e 16 agosto “Medaglia d’Oro Artigiani e Commercianti” a Robegano. In programma anche tre gare “tipo pista” riservate a varie categorie: 24 luglio “80’ Trofeo Ottavio Bottecchia” a Fossalta di Piave, 31
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luglio “Notturna Città di Mirano” a Mirano e 7 agosto “3’ Trofeo Nascimben” a Noventa di Piave. Queste sono poi le gare per le categorie giovanissimi: 22 marzo a Cappella di Scorzè,12 aprile Caorle, 18 aprile Ceggia, 19 aprile Maerne, 25 aprile Spinea, 26 aprile San Liberale di Marcon, 1 maggio Pramaggiore, 3 maggio Lova di Campagna Lupia, 10 maggio San Stino di Livenza, 17 maggio Caorle, 24 maggio Noventa di Piave, 29 maggio Pradipozzo di Portogruaro, 2 giugno Salzano, 7 giugno Mirano, 14 giugno San Michele al Tagliamento, 21 giugno Croce di Musile di Piave, 26 giugno Martellago, 27 giugno Torre di Mosto, 28 giugno Robegano, 30 giugno Portogruaro, 5 luglio Musile, 12 luglio Scorzè, 18 luglio Pradipozzo, 26 luglio Cavarzere, 31 luglio Scorzè, 19 agosto Scorzè, 23 agosto Portovecchio di Portogruaro, 30 agosto Olmo di Martellago, 5 settembre Torre di Mosto, 12 settembre Peseggia di Scorzè, 13 settembre Bibione, 20 settembre Martellago, 20 settembre Ottava Presa di San Stino di Livenza, 27 settembre Marcon. E’ prevista anche una gara per le categorie donne esordienti e allievi il 7 giugno a Peseggia di Scorzè. G.P.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Salute e società
Febbre da gioco, una malattia seria Ludopatia, il Veneto è tra le prime regioni d’Italia colpite dalla patologia. Cos’è e come se ne può uscire
Lino Busato Psicologo e psicoterapeuta
di Ornella Jovane
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ioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici - i dati sono ricavati dal dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria - per un giro d’affari in regione stimato in 5,3miliardi di euro. Il Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo calcolava che in Veneto nei primi dieci mesi del 2014 erano stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Se a livello nazionale il gioco d’azzardo patologico coinvolge circa 800mila soggetti, è proprio nel Nord-Est che fa segnare il suo record di penetrazione, registrando il 38 per cento dei giocatori a rischio di dipendenza. Ma cosa s’intende con ludopatia e quando il comportamento di un giocatore diventa patologico? Lo abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato. “La dipendenza dal gioco d’azzardo - spiega - è un fenomeno sociale alimentato dalla proliferazione di punti gioco che generano un eccesso di offerta di facile accesso la quale può essere pericolosa nelle persone più ricettive a questo tipo di messaggio”. “All’inizio - prosegue lo specialista - l’interesse per gioco d’azzardo è di un certo tipo, poi può diventare patologico”. Ci sono persone appartenenti a fasce d’età particolarmente a rischio? “In realtà il gioco d’azzardo e la sua deriva patologica può coinvolgere tutte le fasce d’età. Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il craving, ovvero l’impossibilità di resistere alla spinta a giocatore. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente in realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti - continuando a giocare. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco: se non gioca sta male, è nervoso, sta male fisicamente, agitato. Spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco, ma nella realtà è il suo pensiero centrale che lo assorbe talmente tanto da allontanarlo da tutte le altre dimensioni della vita, ad es. non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli,
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fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare. Insomma una vita d’inferno. Questo stile di vita stressante porta a pesanti conseguenze sulla salute fisica e a disturbi psichici come l’ansia. Il giocatore patologico diventa irrequieto, litigioso, teso e aggressivo. Quando arrivano alla disperazione alcuni crollano e tentano il suicidio, infatti ci sono casi di suicidio nei giocatori patologici. La crisi economica ha contribuito a far lievitare i numeri dei giocatori d’azzardo? “La povertà spinge al gioco d’azzardo, a considerarlo nell’immaginario come unica occasione di riscatto. Si attiva così una sorta di meccanismo primitivo del tipo: o la va o la spacca”. E i mass media che ruolo hanno? “La pubblicità di lotterie, slot machine, gratta e vinci... sono troppo presenti anche nella tv di Stato. Il fatto di assegnare a personaggi famosi il messaggio promozionale non aiuta. La gente fragile e sensibile ci casca”. Che cos’è esattamente la ludopatia? “Ha tutte le caratteristiche della dipendenza, senza sostanze. Si crea una sorta di schiavitù da una realtà che si subisce senza possibilità d’intervento. Nelle slot machine, o col gratta e vinci e similari il giocatore non ha un ruolo attivo, nè può intervenire per modificare nel gioco la sua posizione. Si perde perciò lo spirito autentico del gioco e ci si può trovare in trappola”. Come si riconosce il giocatore patologico? “Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il crading, ovvero l’impossibilità di resistere. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente ma questo tipo di ragionamento non coinvolge l’inconscio. In realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti dal gioco più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti di gioco - con il gioco. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco. Anche se spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco. In
realtà, e queste sono le conseguenze, è il suo pensiero centrale, non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli, fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti, quando non si arriva ai criminali. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare, con evidenti ricadute anche psicologiche e fisiche”. Qual è la via d’uscita? “Come ogni forma di dipendenza patologica esiste la via della terapia. La percentuale di coloro che decidono di uscirne è però ancora molto bassa, ovvero chi decide di intraprendere la strada della terapia spesso lo fa quando ormai la situazione è giunta alle estreme conseguenze”. Quali sono i passaggi da compiere e quali sono le strutture a cui rivolgersi? “Il primo ostacolo è riconoscere di avere un problema: il primo passo importante è la consapevolezza, è prendere coscienza da parte del giocatore di avere un problema e quindi dover ricorrere ad un aiuto. La persona deve superare la vergogna e farsi aiutare se no da soli non si esce. Le strade da percorre sono molteplici: dalla psicoterapia, ai Ser.T. delle Uls che hanno un servizio specifico e gratuito per il trattamento delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Ci sono infine i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi composti da persone accomunate dallo stesso problema. Ciò che va affrontato è il meccanismo del “pensiero magico” che porta a far credere che il gioco risolva ogni problema, che indichi la scorciatoia per arrivare prima e meglio alla meta, che invece richiede la fatica e il sacrificio del costruire”. Qual è l’augurio che si può fare a chi è incappato in questa forma di dipendenza? “L’augurio e l’invito è quello di riappropriarsi della propria vita, di uscire dalla trappola del gioco malato, che provoca isolamento, schiavitù e sofferenze. Il gioco è bello, nella sua dimensione sana: è conoscenza, creatività, occasione di crescita, è socializzazione e divertimento. Dal gioco patologico si può uscire per ritornare ad essere liberi e padroni della propria vita”.
in reGione Contrasto e prevenzione
un iter lunGo Per la leGGe
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l Veneto osservato speciale per il comportamento del gioco d’azzardo patologico ma, ad oggi, una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata tra le primissime (già nella primavera del 2013) ad aver registrato proposte legislative in merito. Nel corso degli ultimi 15 mesi sono state presentate 5 proposte già trasformate nell’estate 2014 in un testo unico “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico”. Unendo le forze Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (PDV), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) e Stefano Peraro (Udc) con la condivisione della Lega (Cristiano Corazzari) - gli autori delle 5 proposte di legge - hanno in più occasioni sollecitato il presidente della Quinta Commissione Leonardo Padrin e il governatore Luca Zaia a fare in modo che il Consiglio regionale approvi questa legge prima della fine della legislatura. O.J.
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Il Veneto in primo piano 21 1 Il Consiglio di Stato mette fine alla guerra giudiziaria
Padova, legittima l’ordinanza sui limiti di orario delle sale slot
Altri Comuni intenzionati ad adottare lo stesso provvedimento Il sindaco di Padova Massimo Bitonci
di Nicola Stievano
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opo una “guerra giudiziaria” durata alcuni mesi il Consiglio di Stato legittima definitivamente l’ordinanza del Comune di Padova che ha imposto limiti di utilizzo delle slot machine, stabilendo due fasce orarie, al mattino e alla sera. Verso la fine di febbraio è arrivata la sentenza definitiva sul regolamento impugnato da alcuni proprietari di sale gioco: l’ordinanza di Bitonci è legittima, può limitare gli orari di funzionamento delle “macchinette”. Con questo pronunciamento dunque il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dal Tar Veneto:
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il provvedimento adottato dal sindaco di Padova per porre un limite al funzionamento delle slot a precisi orari rispetta la legge e non mette in pericolo l’attività dei proprietari di apparecchi. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Palazzo Spada che hanno respinto il ricorso di una sala bingo padovana: “I motivi di appello non appaiono idonei a scalfire le ragionevoli conclusioni cui è pervenuta l’ordinanza impugnata”, si legge nell’ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato. Una “vittoria” dunque per il fronte “anti slot” che
da tempo chiede provvedimenti concreti che mettano un freno al dilagare degli apparecchi di gioco d’azzardo – legalizzato ovviamente – presenti ormai in quasi tutti i bar oltre che nelle tanto discusse sale da gioco. Ora non è escluso che altri sindaci padovani seguano le orme di Bitonci ed emanino per proprio Comune delle ordinanze simili. Proprio nei giorni della sentenza del Consiglio di Stato il Comune di Casalserugo, guidato da Elisa Venturini che è anche consigliere provinciale, ha pubblicato un provvedimento che stabilisce appunto delle fasce orarie e
limita il funzionamento delle slot a 7 ore al giorno. Una strada imboccata anche da altri Comuni, in particolare da quelli che già avevano regolamentato, e soprattutto limitato, l’apertura delle sale slot. “La nostra non è una crociata – spiega il sindaco Elisa Venturini – ma un provvedimento dettato dal buonsenso e dalla volontà di trovare una soluzione a quella che ormai è un’emergenza sociale. Il gioco d’azzardo praticato su questi apparecchi sta creando seri problemi a numerose famiglie del nostro territorio”.
Siglato a fine febbraio un protocollo d’intesa tra i sindaci e il prefetto Cuttaia
contro il Gioco d’azzardo PatoloGico, nel veneziano una battaGlia condivisa
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n provincia di Venezia la battaglia contro il gioco d’azzardo patlogico è comune ad associazioni ed istituzioni. Fra i comuni che più si sono contraddistinti su questo tema c’è quello di Mira guidato da un sindaco del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. A novembre 2014 ad Oriago e Mira Taglio aderirono in 400 alla manifestazione che si tenne a livello provinciale contro la ludopatia. In quell’occasione le associazioni ed i manifestanti decisero consumare in un bar che ha scelto “la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo”. Questi bar furono premiati dal Comune. A schierarsi per una legge più dura sono il senatore del Movimento 5
Stelle Sergio Endrizzi e il consigliere del Pd Bruno Pigozzo. Intanto a fine febbraio è stato siglato un protocollo d’intesa tra i Sindaci del veneziano e il Prefetto Domenico Cuttaia “per contenere la diffusione del gioco d’azzardo, in particolare presso i giovani, attraverso un controllo più attento delle autorizzazioni e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi del gioco on line”. Un impegno a cui hanno aderito la Provincia, le Ulss, le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Monopòli, dei tabaccai, dei consumatori e delle tante associazioni impegnate su questo fronte Non mancano però le preoccupazioni sull’efficacia delle azioni individuate.
“L’impegno delle amministrazioni veneziane – osserva il sindaco di Mira Alvise Maniero – rischiano di rivelarsi inutili. La bozza del decreto legislativo che su questo tema sta circolando non pare accogliere la richiesta di una maggior tutela dei luoghi sensibili (scuole, chiese) ampliando le distanze minime da rispettare per le nuove autorizzazioni di sale giochi o per l’installazione di videopoker nei locali pubblici. Anzi amplia lo spazio per ricorsi contro le ordinanze dei Sindaci da parte dei potenti mezzi legali delle lobby del gioco d’azzardo”. Fra i primi a schierarsi contro la diffusione del gioco d’azzardo anche i comuni di Scorzè e Mirano. Alessandro Abbadir
LAVORO La regione Veneto si conferma un territorio fertile
BOOM DI START UP INNOVATIVE
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l Veneto è la quarta regione in Italia zione speciale del Registro delle imprese per numero di start-up innovative, dopo delle Camere di Commercio sono 73 a Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. A Padova, 51 a Treviso, 47 a Verona, 6 a sottolinearlo è il vicepresidente della Re- Rovigo e 3 a Belluno. Quasi il 73% opera gione Marino Zorzato, rendendo note le nei servizi (prevalentemente di produzioultime elaborazioni della sezione Sistema ne di software e attività connesse), il 23% Statistico su questo aspetto dell’economia circa nell’industria e il 4,5% nel commerveneta. cio. Il fatto di essere imprese giovani, con “Se l’impresa tradizionale fa fatica elevate esigenze di flessibilità e autononell’attuale stagnazione del ciclo econo- mia, ha spinto più dell’80% delle start-up mico – fa presente Zorzato - si registra innovative venete ad adottare la natura una vigorosa crescita delle start-up inno- giuridica di Società a responsabilità limitavative venete che ta, la più adatta sono fortemente Sono giovani, flessibili a soddisfare aumentate nell’ul- e autonome. Queste tali necessità. timo anno, pas- le nuove imprese ad alto Solo 7 invece sando dalle 144 valore aggiunto che fanno le start-up innodi inizio 2014 alle ben sperare nel futuro vative Società 246 del 2015, per azioni. Ad con un incremento del 71%. Allo sviluppo accompagnare e a sostenere le start-up di tali imprese, fondamentale per favorire innovative dal concepimento dell’idea la crescita economica, lo sviluppo tecnolo- imprenditoriale al suo primo sviluppo ci gico e l’occupazione, in particolare quella pensano gli incubatori certificati. Strutgiovanile, punta anche l’Agenda Digitale ture che permettono alle nuove imprese della Regione a cui stiamo dando attua- innovative di lanciare la propria attività sul zione”. Si tratta di particolari società, co- mercato in modo efficace e in tempi rapistituite da non più di 48 mesi, il cui scopo di. In Veneto sono presenti 3 incubatori primario è quello di sviluppare, produrre certificati che tutti noi conosciamo: il Parco e vendere prodotti e servizi considerati a scientifico e tecnologico VEGA (Venezia), tutti gli effetti innovativi e ad alto valore l’ H-Farm S.r.l. (Treviso) e M31 Italia S.r.l. tecnologico. Al 19 gennaio 2015 le start- (Padova). up innovative venete registrate nella seMaria Pavan
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22 4 Il Veneto in primo piano Manifestazioni Gli appuntamenti maggiori tra Padova, Venezia e Rovigo
Fiori e piante in mostra nelle piazze delle nostre città Torna la primavera e porta con se’ le nuove fioriture. Gli appassionati di giardinaggio potranno scegliere tra moltissimi appuntamenti di Nicola Stievano e lorenzo Zoli
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oltissimi in tutto il Veneto le manifestazioni che riempiranno le piazza di fiori, piante e giardini.
FIORI NEL PADOVANO Così, nel Padovano, è soprattutto nelle città medievali della Bassa Padovana che fiorisce la primavera. Fra gli eventi “di stagione” che portano alla ribalta il mondo floreale nel padovano spiccano gli appuntamenti conla “Fiera di Primavera” a Montagnana e “Este in Fiore”. Sabato 11 e domenica 12 aprile la magica cornice murata della città di Montagnana si colora con splendidi fiori e piante. A distinguere la nuova edizione sarà un’incantevole esposizione floreale che si snoderà tra le vie fuori le mura da Porta Vicenza a Porta Legnago arricchendo di colore le strade della città. L’appuntamento ospiterà produttori e rivenditori di piante e fiori del settore florovivaistico locale, articoli per il giardinaggio e coinvolgerà tutta una
serie di aziende legate alla produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti tipici verrà inoltre predisposta una zona per le bancarelle di oggettistica artigianale. Non mancheranno numerosi eventi culturali. Tutti i dettagli su www.montagnaneseinfiera.org. Appuntamento a Este invece la settimana successiva, dal 17 al 19 aprile, nella consueta cornice dei Giardini storici del Castello con “Este in Fiore”, a cui anche quest’anno parteciperà una selezione di importanti vivaisti italiani. “I giardini e l’acqua”, questo il tema conduttore dell’edizione 2015, la quattordicesima. Una riflessione per trovare un nuovo equilibrio e generare attitudini ed azioni più responsabili, ispirandosi simbolicamente ancora una volta all’Eden, originaria oasi verdeggiante nel deserto. Sarà ancora una volta il disegno dell’artista Oreste Sabadin a rappresentare Este in Fiore: quest’anno la sua illustrazione è un vivace racconto dal sapore naif che ha come
protagonista la città di Este con il celebre castello e gli edifici storici lambiti dall’acqua ed avvolti da una fantasiosa vegetazione. Da segnalare le conversazioni musicate con importanti personalità, condotte dalla giornalista e scrittrice di giardini Mariagrazia Dammicco, fondatrice e presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, con letture di brani ed improvvisazioni musicali al clarinetto offerte da Oreste Sabadin.
Un’immagine di Este in fiore
FIORI NEL RODIGINO Due le manifestazioni in Polesine tutte dedicate ai fiori e all’arrivo della Primavera. A Rovigo si parte con i “Sapori in fiore”, programmati dal 17 al 19 aprile in tutto il centro, da Corso del Popolo a Piazza Garibaldi. Ci saranno giochi e iniziative per i più piccoli, ma anche bancarelle, con protagonisti assoluti i fiori, ma non solo: ci saranno anche prodotti tipici, soprattutto alimentari. Non mancherà infine l’attenzione per la moda,
con la sfilata che già l’anno precedente aveva raccolto consensi. Una decina di giorni neppure e poi toccherà ad Adria in fiore, organizzata dalla Pro loco di Adria domenia 26 aprile in centro. “Non pensare alla solita fiera dei fiori – si legge nella presentazione dell’iniziativa – Immagina una piazza allegra, profumata, variopinta e piena di sorprese, aromi, profumi e colori di primavera”. Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento al
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sito www.adriainfiore.com. Oppure è possibile mettersi in contatto direttamente con la Pro loco, che tradizionalmente si occupa di organizzare e allestire l’appuntamento. Due iniziative ormai diventate un appuntamento fisso con le quali le due maggiori città del Polesine non solo salutano l’avvento della Primavera, ma si fanno anche vetrina delle eccellenze locali. Non solo fiori, infatti: ma anche spazio a ciò che di buono il territorio produce.
Manifestazioni a venezia
anche il veneziano si colora di Primavera
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el veneziano sono numerosi gli eventi e le manifestazioni che a primavera caratterizzano il periodo, come le fiere dei fiori e del benessere. Si parte da Oriago di Mira, lungo il Naviglio, in Riviera san Pietro. Domenica 29 marzo si terrà “Oriago in fiore” con la mostra mercato Florovivaistico che raccoglie quasi 100 espositori da tutto il Veneto. Ci sarà la mostra fotografica “Fiori e Colori”, i Madonari, le fattorie didattiche e il mercato a chilometro 0. Sempre in Riviera del Brenta va ricordata anche “Rivale in fiore” a Pianiga che si tiene il 7 aprile. Odori di fiori e profumo di primavera si respireranno domenica 12 aprile a Noale con la mostra mercato “Noale in fiore” della Pro loco. Previste 60 mila presenze. Ci sarà un’area espositiva di oltre 10 mila metri quadrati. A Venezia importante appuntamento è Open Air Expo, rassegna, organizzata da
Expo Venice, dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera. Presenterà proposte per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. A Mirano si terrà il 25 aprile la Festa dei Fiori in Piazza Martiri. Negli stessi giorni (25 – 26 aprile) a San Donà di Piave in via Cesare Battisti, da mattino a sera invece c’è la Festa di Primavera, con uno stand enogastronomico finalizzato alla promozione dei prodotti e vini tipici locali. A Dolo in Riviera del Brenta, in via Mazzini è in programma il primo maggio la tradizionale “Dolo in fiore”. Chiude gli eventi di rilievo a Noale l’Infiorata dove il 7 giugno c’è la manifestazione organizzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini. Si tratta di una sfida fra contrade a colpi di petali, essenze erboree, cereali, gambi e materiali naturali. A.A.
24 1 Voci da palazzo Elezioni regionali Si vota il 31 maggio
Flavio Tosi si candida Governatore e spariglia il gioco Il sindaco di Verona scende in campo e la partita delle prossime regionali cambia davvero volto. Niente alleanze scomode, però, vuole andare solo di Maria Pavan
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a Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. Ora occorrerà capire se gli elettori che cinque anni fa hanno regalato a Luca Zaia una eccellente vittoria sono disponibili a cambiare e a votare Tosi, ormai ex leghista. I sondaggi, a più di due mesi dalle elezioni, contano relativamente. E difatti Tosi ha presto fatto spallucce di fronte a quelli sfoderati da Salvini dopo il consiglio federale della Lega che vedevano il partito in vantaggio di otto punti sul Pd anche con Tosi in campo. “Tosi candidato? – ha sbottato Salvini – Auguri, perché in democrazia scelgono gli elettori e in Veneto non ho dubbi che sceglieranno Zaia”. “In Veneto – ha detto ancora – l’alleanza la facciamo con i veneti e Luca Zaia ha un progetto per altri cinque anni”, ma qualche alleanza cercherà di stringerla perché il “popolo” di Tosi piace molto soprattutto ad un certo centro destra veneto che mal digeriva il linguaggio populista di certa Lega. Tra loro Antonio De Poli che considera la candidatura di Tosi “un’opportunità che può mettere insieme chi concepisce la politica del fare contro il linguaggio del populismo”. La candidatura del sindaco di Verona pia-
Flavio Tosi
Luca Zaia
Certo la discesa in campo di Flavio Tosi è piaciuta ce anche a una parte del nuovo centro destra, Mario molto ai suoi sostenitori presenti Sacconi, infatti, si dice convinto che in Fiera a Verona il giorno dell’ansia possibile costruire “una coali- Tosi: “Eccomi nuncio. zione vincente tra liberalpopolari e qui da uomo libero E’ piaciuto cogliere le sue autonomisti” che riesca a mettere per candidarmi incertezze e la sua commozione in minoranza l’estrema destra po- a governatore pulista”. Certo anche Forza Italia della Regione Veneto” mentre ricordava il passato nel giocherà la sua partita ma le allemovimento e annunciava la sua anze non si decideranno in Veneto, probabilmente sa- uscita. ranno decise ad Arcore e, soprattutto, con uno sguardo E’ l’hanno acclamato con calore vero quando ha nazionale. pronunciato le fatidiche parole: “E allora eccomi qui da
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uomo libero per candidarmi a governatore della Regione Veneto”. “Liberalismo, popolarismo e federalismo” sono oggi le tre stelle polari del movimento di Flavio Tosi che le usa per spiegare che cosa significa essere moderati e non demagogici: “Sono un moderato – ha sottolineato – perché ho rispetto per le persone e la verità. È demagogico l’atteggiamento di Tsipras in Grecia che in campagna elettorale sosteneva l’uscita dall’euro e poi, dopo essere stato eletto, si è arreso all’evidenza e ha ammesso che al massimo avrebbe potuto rinegoziare condizioni meno vincolanti dei trattati europei. Bisogna essere seri e concreti. Lo stesso vale per la flat tax: noi non siamo l’India o la Croazia. Come si fa ad abbassare le tasse se prima non si taglia la spesa pubblica?”. E indirettamente le manda a dire proprio a Salvini che propone di portare la tassazione unica al 15 per cento. “Basta con le promesse da marinaio”, affonda il sindaco di Verona da candidato governatore del Veneto. Intanto il governatore uscente Luca Zaia, con l’amaro in bocca, non ha potuto che augurare all’ex compagno di partito un in bocca al lupo, sottolineando però che “se qualcuno si perde per strada è affar suo, non mio. Io non ho mai diviso tra tosiani e non tosiani e a giudicare dalle liste saremo più di prima. Non sono affatto preoccupato”.
Se ne riparla nella prossima legislatura
stoP cementiFicazione: la nuova leGGe asPetterà
l contenimento del consumo del suolo è un obiettivo urgente e ampiamente condiviso, ma le modalità operative proposte rischiano di essere contradditorie o addirittura di generare effetti opposti. Per cui è meglio fermarsi e ripensare in modo più approfondito l’impianto delle proposte di legge in discussione”. E’ questo il punto di arrivo del lavoro di studio e approfondimento svolto dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Andrea Bassi (Lega) sui due testi di legge abbinati, uno di iniziativa della Giunta proposto dall’assessore all’urbanistica Marino Zorzato e uno del Pd, che hanno messo nero su bianco la proposta di nuove regole per fermare la cementificazione del territorio e avviare processi di riqualificazione dell’esistente e di rigenerazione urbana. Le due proposte di legge, all’attenzione dei consiglieri di palazzo Ferro-Fini da un anno e mezzo, non
taglieranno il traguardo dell’approvazione in questa legislatura. “Le abbiamo esaminate attentamente, avviando un confronto serrato con urbanisti, ordini professionali, categorie economiche, parti sociali, università, rappresentanti dell’ambientalismo – dichiara Bassi – Ed è stato proprio il grande lavoro corale di approfondimento nazionale e internazionale avviato da 19 istituzioni e associazioni dell’urbanistica, culminato nel manifesto elaborato dal coordinamento “UrbanMeta Metamorfosi urbane”, a convincerci che le proposte di legge in discussione rischiavano di ottenere addirittura l’effetto opposto, come è successo con la legge ‘blocca capannoni” che ha innescato la corsa all’edificazione di magazzini e capannoni prima che entrasse in vigore il blocco. Con il risultato che il Veneto si è riempito di grandi strutture rimaste vuote e deserte”. Va detto che grazie a queste due iniziative legislative per la prima volta nella storia delle politiche urbanistiche della Re-
gione è stata messa a fuoco l’esigenza di abbandonare la “logica incrementale” e di pianificare un recupero del territorio a fini diversi da quello edilizio. Professionisti, costruttori e ambientalisti ci avvertono però che le modalità proposte (come la moratoria e le varianti verdi), senza una tempistica certa, risorse dedicate, strumenti di impegno come i ‘contratti di rigenerazione urbana” e una forte regìa pubblica, non consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il grande lavoro svolto e le indicazioni unanimi degli ‘stakeholders’ raccolte durante l’ istruttoria non sono affatto persi: sono l’eredità che sarà consegnata ai consiglieri della prossima legislatura. Il manifesto di UrbanMeta metamorfosi urbane e il lavoro di studio e confronto sul tema della rigenerazione urbana svolto da ordini, enti e associazioni – annota Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente della commissione - costituisce una preziosa sintesi e anticipa un utile binario di lavoro per il nuovo Consiglio.
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Voci da palazzo 25 1 Lancio della campagna elettorale Sul palco le storie della gente vera, in platea 1500 persone
Moretti decisa a “spegnere” il centrodestra “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra” di Maria Pavan
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iù di 1500 persone acclamano Alessandra Moretti cattiva gestione della sanità veneta. E proprio su questo tema la Moretti affonda la sua al Centro Papa Luciani in occasione dell’apertura della sua Campagna elettorale, dietro di lei lo slo- lama affilata e presenta la sua ricetta per migliorare: “Ridurre i tempi d’attesa dei pronto soccorso, accorpare gan: “Il coraggio di cambiare”. E cambia tutto Alessandra. Porta sul palco il Veneto le Usl passando da 21 a 8 e nomina di nuovi direttori generali, più medici e meno buautentico: la gente che ha incontrato in questi ultimi mesi durante il “Sanità: ridurre i tempi rocrati”. Cambiamenti non da poco tour nei comuni grandi e piccoli di d’attesa dei pronto soccorso, accorpare come quelli che la candidata tutte le provincie. Perciò non è lei a dire che Zaia le Usl, direttori generali renziana mette nero su bianco nel suo programma pensando non ha fatto nulla per aiutare i cit- medici non burocrati” al mondo delle imprese venete, tadini, in questi anni, ma sono i cittadini stessi, le loro esperienze, le loro gioie e soprattutto strozzate dalla burocrazia e dalla mancanza di credito. “Il 33% degli investimenti per i giovani innovatori i loro dolori. Tra questi Roberta, la cinquantenne che racconta coperti da Veneto Sviluppo, aiuti alle imprese che aprono quanto è difficile occuparsi di una madre di ottant’anni all’internazionalizzazione, agenda digitale del Veneto per non autosufficiente e allo stesso tempo lottare da soli con togliere carta e burocrazia”. Ma è il tema del lavoro che le sta più a cuore di tutto. la mancanza di efficienza del sistema sanitario. Ma questa voce è solo una delle tante testimonianze Perché se riparte il lavoro, ripartono i veneti e le cose raccolte: medici, pazienti e famigliari che denunciano la cambiano davvero.
E’ commovente la storia di Valentina, che a trent’anni è disoccupata e apparentemente senza prospettive. La Moretti lancia la proposta di un Jobs Act veneto, l’uso dei fondi di Garanzia Giovani per dare 500 euro al mese a chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 29 anni e interventi di sostegno per il praticantato dei professionisti. La Moretti è convinta, quello visto fino ad oggi in Veneto è stato un bruttissimo film e occorre cambiare: “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra”. Certo saranno gli elettori a dirlo e la campagna per ora è tutta in salita: “Impossibile è una parola per piccoli uomini, il futuro è una scelta”. Questa la frase su cui si è chiuso l’evento, un ultimo video: un vecchio spot dell’Adidas in cui una donna si batte con il pugile Muhammad Alì.
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26 1 Cultura veneta Il precedente Nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere
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L’onirico Rousseau
Narrativa
l’ultimo libro di Permunian
Le opere del maestro francese, per la prima volta in mostra in Italia, rimarranno esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale, fino al 5 luglio di Alain Clivilò
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n una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese sono esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale (appartamento del Doge) fino al 5 luglio. Un evento che precede di qualche mese la Biennale, proponendo opere quali “Io: ritratto-paesaggio” (1889/90) definito proprio dall’artista il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, “Il cortile” (1896/98), “Cavallo assalito da un giaguaro” (1910), “Incantatrice di serpenti” (1907) e “La guerra o la cavalcata della Discordia” (1894) oltre a una selezione di paesaggi, ritratti e nature morte. “Il candore arcaico” è il titolo che racchiude un percorso triennale di studi che sta cercando di mettere nella giusta critica e storiografica l’opera completa di Rousseau. La curatrice della mostra Gabriella Belli indica che si tratta della “prima mostra che si fa in Italia su Rousseau, anche se bisogna ricordare che nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere. Nessuno lo notò allora perché arrivarono i Fauves, Picasso e Kandinskij. Venne considerato di retroguardia e passò inosservato. La rassegna ha un obiet-tivo preciso: cercare di capire come mai questo eccentrico pittore
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dipingeva in una maniera assolutamente diversa da tutto ciò che avveniva in quegli anni a Parigi”. Infatti Christian Zervos scriveva di lui che “viveva come un monaco del Medioevo nelle sue visioni”. Si indica spesso il termine naif, ma la sua pittura possiede delle arie incantante e sognanti. Un onirico francese che nella sua semplicità ha rappresentato con modernità una personale visione della realtà. Anche il soprannome di Doganiere, che rimanda al suo lavoro nell’ufficio dazi, indica quella consuetudine tuttora esistente, tendente a denigrare al fine di non riconoscere a pieno l’iter artistico. Un’artista non classificabile che l’esposizione veneziana cerca di chiarire a pieno, creando dialoghi anche con diversi artisti al fine d’indagare quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli è parallela al classici-
Fondazione Querini Stampalia
l’AlFAbETO MERAvIGlIOSO DI GRIShA bRuSKIN
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’alfabeto è definito come una serie di segni grafici, disposti in un ordine preciso, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua. Infatti nella teoria della comunicazione il loro insieme crea un codice. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino al 13 settembre, è presente un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. “Grisha Bruskin. Alefebet: Alfabeto della memoria” è il titolo della mostra dedicata, per la prima volta città lagunare, a uno dei più importanti artisti russi viventi. Così Bruskin, nato a Mosca nel 1945, descrive il suo progetto: “mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Tra i personaggi disegnati non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto”. Cinque grandi arazzi di misura 2,80 x 2,10 metri rappresentano il fulcro dell’esposizione, giungendo attraverso una disamina dei disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 interessanti dipinti. Un’opera che testimonia la millenaria tradizione ebraica alla quale Bruskin vi giunge in maniera probabilmente indiretta: proveniva da una famiglia ebrea di scienziati, ma lungi da problematiche religiose. Fu un percorso nato alla fine degli anni ’60 che inserì un soggetto innovativo per la realtà sovietica del tempo. In riferimento alla mostra, l’arazzo è accompagnato da un commentario scritto dall’artista e lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, dovrà aggiungere i propri commentari a quelli dell’artista: in Al.Cl. questo modo potrà avvicinarsi alla verità.
smo, cui l’opera di Rousseau sembra essere la linea divisoria tra 1800 e ‘900. Nell’allestimento, il visitatore durante il percorso rivive le atmosfere del famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in onore di Henri nel 1908, in occasione dell’acquisto del “Ritratto di donna”: l’opera di Rousseau è esposta di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza animata dal poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Rousseau. Immersa nella musica del valzer “Clemence” fu composta dallo stesso Doganiere e suonata proprio in quell’occasione. Non rimane dunque che ammirare le oltre cento opere unite in un progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.
Fotografia
avarzerani, adriesi e polesani in genere ma anche chioggiotti e altre tipologie di veneti veraci, sono i protagonisti del nuovo libro del narratore amato da critica e pubblico Francesco Permunian. E’ imminente l’uscita - ad aprile - dell’ultimo lavoro narrativo dello scrittore cavarzerano che ha voluto dichiarare in una dedica, posta a sigillo del libro, La polvere dell’infanzia (Nutrimenti editore), il vero protagonista di questa sorta di “romanzo famigliare”. Questa volta la sua indagine è volta ad indagare il Polesine e la sua gente, soprattutto quella di Cavarzere e dei Comuni limitrofi. La dedica infatti recita così: “A tutti i lunatici del Polesine, miei unici maestri e compagni di strada”. Il libro è illustrato da numerose fotografie in bianco nero a firma di Duilio Avezzù.
Candida Höfer rilegge Rodin C andida Höfer, fotografa nata nel 1944 a Eberswalde in Germania, rilegge “Les Bourgeois de Calais” opera del 1901 di Auguste Rodin. Fino al 29 marzo presso le sale di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia, nell’ambito del contenitore denominato Paradossi, è proposta ai visitatori una rilettura diversa della grande scultura di gesso che fu esposta da Rodin alla Biennale del 1901 e successivamente acquistata dalla città di Venezia. Un gruppo scultoreo che ha permesso alla Höfer di creare un percorso fotografico, scattando immagini relative ai dodici calchi di Rodin nelle loro installazioni poste in diverse collezioni pubbliche internazionali. L’abilità dell’occhio artistico della Höfer prende vigore nella ripetitività delle opere attraverso una dote che gli consente d’imbrigliare e assimilare l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais, che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, all’interno di un’immagine dall’ariosa percezione. Una sinergia con il lavoro che permette un continuo dialogo con l’opera e i suoi scatti, ottenendo un risultato finale forte, dirompente ma contenuto come da stile Höfer. A Venezia la mostra “Les Bourgeois de Calais à Venise” presenta una selezione di lavori che risalgono al 2001 quando, nel progetto Douze-Twelve commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, fotografò le fusioni esistenti nel mondo. Il realismo, l’emozione e le espressioni si esaltano all’interno del suo stile appartenente alla Scuola di Düsseldorf, caratterizzata da una fotografia diversa, attenta alle idee più che alla semplice documentazione. Quindi un forte linguaggio iconografico, una tecnica perfetta e la serialità sono elementi riscontrabili in questa produzione: fotografie che rappresentano sculture perfette ed equilibrate. Ognuna di queste immagini fornisce l’idea di essere stata costruita e progettata nella mente dell’artista, prima ancora che il tutto fosse visto attraverso i suoi occhi.
4 sport piazza
Sport 27
La Corri per Padova è anche solidale
Gli atleti si allenano pensando all’Africa più povera P
adova continua a correre. La Corri X Padova non si ferma e ogni mese gli atleti incontrano nuovi percorsi e nuove iniziative. La location di metà marzo era davvero nuova e si muoveva all’interno della zona industriale sud anche se alcuni percorsi erano in parte gli stessi già utilizzati in passato. Bella la partenza alla ZIP, di fronte alla sede di Radio Padova, la media partner che ogni settimana aiuta il gruppo degli or-
ganizzatori a fornire informazioni utili sulla Corri X Padova. La serata è stata anche l’occasione per ricordare Linda Scattolin, la triathleta padovana morta in Sudafrica dopo un grave incidente mentre si stava allenanando. L’atleta, residente a Ponte San Nicolò e famosissima nel mondo dello sport che continuerà a ricordarla con diverse iniziative tutte promosse sulla pagina Fb della CXP.
SOlIDARIETÀ AllA CXP uN uOvO DI PASQuA NON vAlE l’AlTRO
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’Africa e la CXP sono legate a doppio filo. E’ già iniziata la distribuzione delle uova pasquali per raccogliere fondi a favore del Popolo Saharawi, grazie al dinamismo ed alla efficienza del gruppo di lavoro capitanato da Fabio Giacomini, presidente della Onlus 1514 Oltre il Muro. Lo slogan è: “A Pasqua un uovo non vale l’altro” e quindi con soli 8 euro si potrà fare un bel gesto, gustando una ottima cioccolata, al latte o fondente.
A fianco Linda Scattolin, la triathleta di Ponte San Nicolò morta in Sudafrica Foto di Francesco Pertini
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Di che razza sei?
La prima classificazione cinofila della storia risale all’antica Grecia, dove Aristotele suddivise i cani secondo l’area di provenienza geografica. Gli antichi romani invece raggruppavano le razze di cani secondo le loro caratteristiche attitudinali e di impiego in cani da pastore (pastorales), cani da guardia (villatici) e cani da caccia (venatici). In epoca medievale si distinguevano quattro tipologie (mastini, levrieri, segugi e cani da cerca) mentre risalgono al Rinascimento diversi trattati sulle varie razze da caccia. Nel 1897 il cinologo Pierre Megnin “inventò” il tipo di classificazione canina usata ancora oggi suddividendo le razze in base alla morfologia, cioè al loro aspetto. Da quel momento si è cominciato a parlare di cani di tipo lupoide, braccoide, molossoide o graioide. Il cane di tipo lupoide, di cui rappresentanti tipici sono il pastore tedesco e l’husky, presenta testa a forma di piramide, orecchie dritte e appuntite, muso allungato e stretto e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo braccoide, tra cui appunto il bracco, ma anche il cocker e il labrador, ha testa a forma di prisma, muso lungo sia all’estremità che alla base, orecchie cadenti e labbra lunghe e pendenti. Il cane di tipo molossoide, come i mastini o il rottwailer, ha testa voluminosa, di forma rotondeggiante o a cubo, orecchie piccole e ca-
www.lapiazzaweb.it/category/animali Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*
Cani e bambini
denti, muso corto, corpo massiccio e labbra lunghe e spesse. Il cane di tipo graioide, infine, è il tipico levriero, con testa conica, cranio stretto, orecchie piccole e all’indietro, muso lungo e sottile, labbra piccole, corte o serrate, corpo slanciato e ventre retratto. Oltre a questa classificazione Pierre Megnin divise i cani a seconda dell’utilizzo in tre gruppi, che risultano abbastanza simili a quelli adottati dai moderni enti cinofili: cani da guardia, difesa e utilità; cani da caccia, compresi terrier, segugi, spaniel e retriever; cani da compagnia. In Italia le oltre 400 razze riconosciute dall’ENCI (ENte Cinofilia Italiana), organizzazione affiliata al FCI (Federation Cynologique Internationale), sono a loro volta suddivise in dieci gruppi: cani da pastore e bovari (escluso i bovari svizzeri); cani di tipo pinscher, schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri, terrier, bassotti; cani di tipo spitz e primitivo; segugi e cani per pista di sangue; cani da ferma; cani da riporto, da cerca e da acqua; cani da compagnia; levrieri. Le razze italiane riconosciute in ambito internazionale sono: cane da pastore bergamasco, cane da pastore maremmano-abruzzese, cane corso, mastino napoletano, cirneco dell’Etna, segugio, spinone, bracco, lagotto romagnolo, bolognese, maltese e piccolo levriero italiano.
Un’affermazione che sento fare frequentemente da parte di chi vuole adottare un cane è “prendo un cucciolo per il mio bambino così crescono insieme”. Purtroppo però questa non è sempre cosa buona e giusta. Premetto che sono cresciuta con i cani, sono stati i miei primi compagni di gioco e non mi sono mai separata da loro, tanto che oggi sono i miei compagni di lavoro.Da bambina giocavo sempre con i cani del nonno, il mio preferito si chiamava Tabù, un randagio bianco e grigio arrivato in famiglia già adulto e dove ha vissuto almeno vent’anni. Ho pianto tanto quando è morto perché Lui era il mio migliore amico, sapeva tutti i miei segreti, glieli raccontavo quando andavamo a passeggio. Il primo morso invece l’ho preso da un cocker spaniel, ancora oggi quando mi guardo il braccio penso a quanto me lo sono meritato (anche mamma mi aveva detto così!). Era un batuffolo rosso bellissimo quando è arrivata a casa, siamo cresciute insieme. Poi qualche litigio, pic-
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coli conflitti che lasciano il segno. Quando mi chiedono una consulenza relativa a quale cane prendere per il bambino, io prima di tutto rispondo che è un desiderio da assecondare solo se gli adulti della famiglia sono effettivamente disposti ad occuparsene perché il cane non è per il bambino - che ovviamente non può nemmeno esserne il principale responsabile - ma diventa un nuovo membro della famiglia. Poi, suggerisco sempre la scelta di un cane maturo ed equilibrato. Un cane adulto ha molti vantaggi, si possono conoscere le caratteristiche fisiche e comportamentali ed è certamente meno impegnativo di un cucciolo di per sé vivace, esuberante ed ineducato. Non voglio convincervi, se proprio ve la sentite potete anche adottare un cucciolo, considerando però che l’impegno, soprattutto quando il figlio è ancora piccolo, è di gran lunga maggiore. Comunque scegliate ricordate sempre di insegnare ai vostri bambini a trattare i cani con rispetto e gentilezza, proprio come vorrebbero essere trattati loro.
*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa
ADOTTAMI
centinaia di piccoli amici da adottare vai su www.lapiazzaweb.it sezione ”animali” e guarda le fotogallery Morgan Maschio, taglia media-contenuta di circa 13 chili, 7-8 mesi, è figlio di una mamma pointer e di papà meticcio. Ora Morgan è un ospite A.p.a. ed è in attesa di famiglia. Categoria cacciatori non chiamare. Tobia Maschio di 1 anno, taglia medio-contenuta, di circa kg.10-12. Tobia adesso provvisoriamente è in rifugio, in attesa di essere restituito al mittente. Cerchiamo per Tobia una seconda possibilità, in tempi stretti. Carattere buono, equilibrato e convive tranquillamente con i suoi simili.
Chanel Femmina, 5-6 mesi, taglia piccola di circa kg.6-7. Questa piccolina è stata trovata vicino al rifugio. E’ stata recuperata da un passante pensando che si fosse persa. E’ stata portata in rifugio, priva di chip e collarino. Chanel aspetta una famiglia Eto Bracco tedesco maschio, 2 anni, taglia media di circa kg.20. Esuberante, buono, socializzato, va d’accordo con maschi e femmine. Eto arriva in canile assieme ad altri suoi simili. Non abbiamo storia, ma i segni nel suo corpo parlano da soli. Questa creatura verrà rimessa a nuovo, ma per lui serve una casa e non un recinto di un canile. Cacciatori astenersi dal telefonare.
Sheyla Femmina di 10 anni. Taglia piccola di circa 6 chili. La piccola arriva in Rifugio tra le braccia di una volontaria. Ora serve con urgenza trovarle una nuova famiglia. Carattere buono e socievole con tutti.
Ginger - Fred Due innamorati, maschietto e femminuccia, 2 anni circa, taglia media. Caratteri buoni ed equilibrati. Si tratta di un’adozione che nel tempo è saltata. Hanno vissuto due anni in casa. Cerchiamo un’adozione, se possibile, insieme.
Brilla Femmina di 4 anni circa, tg piccola di kg-8. Carattere molto tranquillo, un po’ timida e coccolona. Brilla è stata recuperata in campagna, ormai luogo tipico per gli abbandoni. La piccolina ha la filaria, curabilissima e non contagiosa. Molti cercano una cagnetta piccina, buona e mite.
Pippo Maschio, tg medio-contenuta, circa kg.10-12. Pippo ha 15-16 anni. Il suo padrone è mancato da poco. Ed ecco arrivare Pippo in canile. Questa creatura è disorientata all’inverosimile: fatica a stare in piedi e rifiuta il cibo. Grazie a chi aiuterà Pippo con condivisioni, passa parola e sarebbe magnifico se riuscissimo a trovargli un’adozione.
Per le adozioni: loretta, associazione protezione animali di chioggia onlus - tel. 3289620233
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SICUREZZA SUL LAVORO
diritto ereditario
Cosa devono fare gli eredi a seguito dell’apertura della successione del loro congiunto?
L’importanza della formazione dei lavoratori nei luoghi di lavoro Dott. federico valentino cesarin
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el corso del 2013 ci sono stati 660 casi di infortunio sul lavoro è il numero più basso dagli anni 50 ad oggi in molti dei quali le cause di questi terribili eventi si possono ricondurre al assenza della formazione, della corretta informazione e dell’adeguato addestramento dei lavoratori. Questo dispiace ancor più considerando tutti gli sforzi che si stanno compiendo a tutti i livelli per stimolare un percorso che aiuti a favorire un cambiamento di mentalità creando un nuovo approccio alla tutela della salute e della sicurezza è opportuno che nel posto di lavoro, luogo dove si trascorre una parte rilevante della vita e dove sono svolte importanti attività rappresenti per tutti un contesto di cooperazione, compartecipazione e corresponsabilità tra i vari soggetti coinvolgendo il datore di lavoro e gli stessi lavoratori in
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un continuo processo evolutivo di miglioramento. Il rischio che questi infortuni accadono è strettamente correlato alle scelte organizzative e a comportamenti lavorativi impropri, scorretti, sbagliati solo con il confronto continuo e la riflessione nei quali si incardina l’attività formativa contribuiscono in maniera determinante ad un radicale cambiamento dell’approccio alla prevenzione Quindi l’imposizione stabilita dalla legge nei confronti delle imprese di obbligarle a svolgere i corsi ai propri lavoratori deve essere intesa da parte dell’imprenditore come una opportunità che permetta a tutti i soggetti coinvolti ad acquisire conoscenze e competenze sempre maggiori in materia di tutela della propria e dell’altrui salute creando in molti casi un vantaggio competitivo alle imprese stesse.
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avv. Silvia mainardi
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l decesso di una persona pone alcune problematiche alla propria quota. Infine, è opportuno procedere alla divisione e scioereditarie. In primis è necessario che gli istituti di credito – incluse Poste Italiane – con cui il defunto gliere così la comunione ereditaria. Gli eredi stessi possono individuare i beni a ciascuno (cd. “de cuius”) intratteneva rapporti di conto corrente, libretti di deposito o similari, siano avvisati del decesso, spettanti – tenuto conto delle rispettive quote, decurtate affinché i rapporti siano bloccati sino alla divisione tra gli dei debiti che essi abbiano nei confronti dell’eredità o del eredi delle relative liquidità, come risultanti dalla “dichia- defunto e delle somme già ricevute per donazione dal de razione di sussistenza e consistenza del credito” che gli cuius, e maggiorate dei crediti verso il defunto o la massa istituti stessi devono rendere. Occorre poi verificare nei ereditaria (ad es. per aver pagato integralmente l’impopubblici registri esistenza e consistenza di beni immobili sta di successione) – e ripartire negozialmente l’eredità. e mobili registrati del de cuius, così come occorre accer- Se la divisione riguarda immobili, è necessario un atto tare l’esistenza di debiti, anch’essi facenti parte dell’asse pubblico o una scrittura privata autenticata per procedere ereditario.Individuati i beni ereditari gli eredi, entro un alle dovute trascrizioni nei registri immobiliari. In mancanza di accordo, la divisione avviene sotto anno dal decesso del congiunto, dovranno presentare la dichiarazione di successione e pagare la relativa imposta; la direzione dell’Autorità Giudiziaria la quale affiderà ad tale dichiarazione non è dovuta se l’eredità è devoluta al un consulente tecnico la valutazione della massa erediconiuge e ai parenti in linea retta (genitori, nonni, figli e taria e la formazione delle porzioni. Tale procedimento, nipoti), l’attivo ereditario è inferiore a 100.000,00 euro in cui è obbligatoria l’assistenza tecnica di un avvocato e non comprende diritti reali immobiliari. I coeredi sono ed al quale partecipano tutti i coeredi, può essere avviato tenuti in solido al pagamento dell’intera imposta, salvo il su iniziativa anche di un solo erede, indipendentemente diritto al rimborso di quanto pagato in eccedenza rispetto dalla quota di eredità a lui spettante. Studio Legale Mainardi - via Tempesta n. 30 - 30033 Noale-Venezia tel. 041.4433435 - fax 041.5828061 - e-mail: silviamainardi@studiolegalemainardi.it
Diritto Fiscale
Il reato di omesso versamento delle imposte per crisi aziendale
I
rapporti tra fisco e contribuenti, da sempre conflittuali, sono stati resi ancor più difficili dalla grave crisi economica che da troppo tempo sta attanagliando il nostro Paese, con pesanti ripercussioni e grave pregiudizio della capacità di privati ed imprese di far fronte agli adempimenti fiscali. Tra gli effetti negativi della crisi vi è purtroppo da annoverare un notevole incremento di procedimenti penali a carico di incolpevoli imprenditori che per mancanza di liquidità determinata da mancati pagamenti spesso anche da parte di enti pubblici, non hanno potuto versare, nei termini di legge, le ritenute operate sugli stipendi dei dipendenti o l’IVA incorrendo nella violazione, rispettivamente, degli artt. 10 bis e 10 ter del D.Lgs n. 74/2000 che puniscono tali omissive condotte con la reclusione da sei mesi a due anni. La soglia di punibilità per entrambi i reati è di 50.000,00 euro per ciascun anno. Va però precisato che per i mancati versamenti avvenuti prima del 17.9.2011 la soglia di punibilità è di euro 103.291,38 in forza della sentenza della Corte costituzionale dell’8.4.2014 n. 80. La giurisprudenza di merito non è stata insensibile alle difficoltà degli imprenditori ed infatti vi sono state numerose pronunce che hanno ritenuto l’insus-
sistenza del reato per mancanza di dolo o che hanno riconosciuto la causa di forza maggiore ai contribuenti che hanno potuto fornire dimostrazione del fatto che la loro omissiva condotta era derivata non da una volontà di evadere le imposte, ma da un’oggettiva, imprevedibile, incolpevole impossibilità di adempiere l’obbligo contributivo. Sulla base di tale orientamento è stata ritenuta l’insussistenza del reato per mancanza di dolo a causa di insolvenza determinata dal pignoramento di danaro effettuato in prossimità della scadenza del termine previsto per il versamento, o da mancati pagamenti da parte di clienti o di pubbliche amministrazioni. Sono stati assolti imprenditori che hanno dimostrato di essere stati costretti a chiedere il fallimento perché non avevano le risorse necessarie per pagare i loro debiti. Per quanto riguarda il giudice di legittimità, va segnalato che la Corte di Cassazione, a sezioni unite, con sentenza n. 37424 del 28.3.2013, ha affermato che ai fini dell’elemento soggettivo è sufficiente il dolo generico ossia la coscienza e volontà di non versare all’erario quanto dovuto in quanto la prova del dolo è insita nella presentazione della dichiarazione annuale, mentre non è richiesto che il
comportamento illecito sia dettato dallo scopo specifico di evadere le imposte. La Corte, nel confermare la sentenza di condanna, ha anche statuito che poiché l’IVA viene riscossa all’emissione della fattura, il che non è sempre vero, il contribuente deve organizzazione le proprie risorse su scala annuale accantonando la liquidità necessaria per cui, ai fini dell’esclusione del reato, è necessario che dimostri che se ciò non è avvenuto, non è stato determinato da una scelta imprenditoriale, ma dalla situazione di crisi dell’impresa. La sentenza, anche se è stata sfavorevole all’imputato, sembra comunque avere aperto uno spiraglio in favore degli imprenditori che, pur avendo emesso le fatture, non hanno ricevuto il pagamento di quanto da loro dovuto. Da tale pronuncia, infatti, si evince in tutta evidenzia il contrario principio per cui, colui che subisca la mancata riscossione delle forniture e quindi anche dell’IVA e che si trovi conseguentemente nell’impossibilità di accantonare alcunché, può utilmente invocare la causa di forza maggiore per giustificare il mancato versamento dell’imposta dovuta. In senso più decisamente favorevole al contribuente si è espressa la sentenza n. 5905 del 7.2.2014 con cui la Suprema Corte ha stabilito che non è penalmente responsa-
Avv. Carmelo Sergi
bile l’imprenditore che ometta di versare le ritenute operate per avere impiegato le risorse a sua disposizione per pagare gli stipendi dei dipendenti a discapito del fisco, purché dimostri che lo stato di insolvenza deriva da una imprevista e imprevedibile indisponibilità di liquidità non dovuta ad una scorretta gestione o ad una scelta organizzativa. A complicare le cose è però intervenuta la sentenza della Corte di Cassazione 11.11.2014 n. 1725, la quale ha affermato che per poter fondatamente invocare la mancanza di dolo, occorre fornire la prova, non solo del fatto che la crisi aziendale non è stata causata da fatti imputabili all’imprenditore, ma anche che la stessa non era in alcun modo risolvibile pur essendo state poste in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli per il patrimonio personale del contribuente, atte a consentirgli di recuperare la necessaria liquidità. E’ però evidente che la dimostrazione di tali circostanze è cosa estremamente difficoltosa e complessa al punto che, con definizione alquanto appropriata ed azzeccata, vi è chi ha osservato che in applicazione di tali principi, per riuscire a dimostrare l’insussistenza del reato, al contribuente è richiesto di fornire, a proprio discarico, una prova “diabolica”.
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L’Editoriale LA PSICOLOGIA PER LA VITA QUOTIDIANA
dott. Alessandro De Carlo*
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La cura giusta per il corpo non sempre cura anche la persona Non racconterò mai gli affari miei a d uno sconosciuto! Continua a pag. 33
Quale dieta per perdere peso: dubbi e certezze
volte capita che la psicologia sia ancora associata esclusivamente al disagio e al malessere della mente. Oggi però la componente legata a questo tipo di cura è soltanto uno degi ambiti di lavoro dello psicologo, professionista formato per prendersi cura della persona sia ristabilendo uno stato di salute psicologica eventualmente ridotta sia lavorando per aumentare il benessere individuale e sociale delle persone. Recarsi da uno psicologo, dunque, può essere un modo efficace per migliorare la propria salute, le proprie relazioni sociali e familiari, ma anche aspetti spesso meno considerati come la propria produttività sul lavoro e la capacità di trovare soluzioni a piccoli e grandi problemi quotidiani. Inoltre, elemento da non dimenticare, questi obiettivi possono essere raggiunti tramite un percorso di crescita personale e consapevolezza, beni sempre più rari nella nostra veloce e complessa contemporaneità. Tutto questo e molto altro è oggi l’ambito professionale dello psicologo, che offre ai propri utenti la garanzia di essere un professionista sanitario con regole, controlli, protocolli scientificamente attendibili, una deontologia e una disciplina assicurativa normate per legge e la capacità di integrazione con i professionisti di altre discipline: una grande sicurezza per chi vuole iniziare seguire un percorso psicologico. Quello che gli psicologi propongono e portano avanti, dunque, è anche un nuovo concetto di sanità più lontana dagli ospedali e dal concetto di malattia e più vicina alla vita quotidiana. L’idea di una professione che mira a non tanto a lavorare su eventuali sintomi di malessere quanto ad essere costantemente ispirata alla definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “il completo stato di benessere psicofisico della persona”.
*Presidente dell’Ordine 32 degli Psicologi del Veneto
Il magnesio: proprietà e benefici Continua a pag. 33
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L’intervento Troppa burocrazia per aprire uno studio!
di Dott. Bruno Noce*
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’art.193 del TULS(Testo Unico delle Leggi Sanitarie) recita che nessuno può aprire un ambulatorio medico senza autorizzazione ma lascia liberi i medici e gli odontoiatri di aprire uno studio, intendendo con ciò un gabinetto dove il professionista esercita sotto la propria diretta responsabilità, in quanto già abilitato dall’esame di stato. Si evince chiaramente che struttura sanitaria complessa ed ambulatorio non sono dizioni assimilabili allo studio privato del professionista, non aperto al pubblico e non convenzionato. La forzatura dell’introduzione nello studio privato odontoiatrico della legge 22 non rispecchia lo spirito iniziale del regolamento, infatti l’aspetto organizzativo di uno studio privato e’ per definizione secondario all’aspetto professionale, per cui non è omologabili all’ambulatorio sanitario. Nella realtà abbiamo assistito a tutta una serie di soprusi e prevaricazioni nell’applicazione della legge. Ad esempio l’inutile ripetizione di autorizzazioni a cui siamo già soggetti per obbligo di legge(gestione dei rifiuti sanitari, abitabilità, planimetrie e destinazione d’uso, conformità elettromedicali, ispezione periodica dei radiologici, conformità impianti elettrici etc.), la richiesta di informazioni che riguardano l’organizzazione del lavoro o i rapporti con il personale, il tutto connesso ad una pesante violazione della privacy, dell’autonomia dell’imprenditore e della libertà d’azione del professionista già abilitato. Negli ultimi 5 anni si è assistito ad una gravissima disomogeneità di applicazione della legge tra Regioni, Province, Comuni, Asl diversi per cui ai professionisti vengono richiesti differenti requisiti con palese disparità di trattamento. Si è arrivati al punto che i funzionari incaricati delle verifiche, usano criteri di discrezionalità che sfociano nell’arbitrio, arrivando addirittura ad interpretare la legge in modo personale, senza contare poi che alla fine l’autorizzazione viene rilasciata dal Sindaco del Comune e ci sono stati casi in cui paradossalmente, nonostante il parere negativo dei verificatori sia stata concessa ugualmente l’autorizzazione.Quindi sorge spontanea una domanda: ma questa legge serve a far aumentare la qualità degli studi professionali oppure serve ad avere un controllo ed a vessare ulteriormente il professionista? La falsa illusione che la salute del cittadino venga tutelata dalla rispondenza a normative burocratiche anziché essere affidata alla professionalità del sanitario, che non viene ne’ richiesta, ne’ tantomeno verificata da questa normativa e’ un altro punto a sfavore. Questa legge quindi ha manifestato tutte le sue carenze, non ha minimamente scalfito la piaga dell’abusivismo, non ha apportato alcun beneficio al cittadino ed ha creato sconcerto, disorientamento è grave difficoltà all’odontoiatra. La CAO quindi si è impegnata a discutere con le istituzioni preposte per cercare di uniformare su tutto il territorio nazionale la legge che da regionale dovrà necessariamente passare a nazionale.
*Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo
Siamo felici davvero se stiamo bene
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L’Intervento PARLIAMO DEI FARMACI GENERICI UNA RISORSA PER IL SISTEMA SANITARIO O UN PROBLEMA PER LA SALUTE?
S
di Francesco Noce*
empre più spesso,quando ci si reca in farmacia ci viene consegnato,a fronte di una prescrizione medica,un farmaco così detto “generico”. Già dal 1° settembre 2010 infatti in Italia la prescrizione di un farmaco può esser sostituita in farmacia con un farmaco “generico”, se ovviamente è disponibile. Ma cosa sono i farmaci generici? Come farmaci generici,termine entrato nell’ uso comune, sono indicati quei farmaci che hanno perso il brevetto e hanno una bioequivalenza con i farmaci originatori comunemente definiti come farmaci di marca. Per questo motivo già dal 2005 si preferisce indicarli con il nome di farmaci “equivalenti” e devono corrispondere per legge ai seguenti requisiti: avere lo stesso principio attivo del farmaco di riferimento, il principio attivo non deve essere protetto da brevetto, avere la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio compresse,capsule,fiale sciroppo etc.),avere lo stesso dosaggio unitario,essere bioequivalente al medicinale originatore,aver un costo di almeno il 20% inferiore rispetto al corrispondente medicinale di “marca”. Il costo significativamente più basso si giustifica con il fatto che le aziende produttrici di farmaci equivalenti non devono sostenere tutti i costi che vanno dalla scoperta del principio attivo all’intero processo di sviluppo e sperimentazione che sono sostenuti dall’ azienda che aveva prodotto e brevettato il farmaco originario (stimati in circa 6oomilioni di dollari), e che per questo gode di un periodo di sostanziale monopolio. Essenzialmente il costo del farmaco equivalente è dato dal costo per la produzione e da non rilevanti spese di promozione dal momento che anche queste ricevono un rilevante beneficio dalle attività messe in atto dalle aziende produttrici del farmaco originatore e dal fatto che sono farmaci presenti sul mercato già da anni e sono ben conosciuti dai pazienti,dai medici e da altri operatori sanitari anche se con il nome commerciale. Mentre nei paesi UE il consumo di farmaci equivalenti si aggira sul 50% ,solo di recente in Italia il loro consumo ha avuto un balzo dal 6% al 20% in breve tempo,ma ancora lontano dal 70% della Germania,dal 60% della Danimarca e dal 90% della Polonia,ponendoci al penultimo posto,appena sopra alla Grecia. Fra le molte ragioni e interessi corporativi ed economici il processo si è rivelato lungo e difficoltoso,alimentato dalla percezione che i passaggi tecnico-scientifici su cui poggia la sostituibilità non siano così virtuosi nel nostro paese. Ad iniziare dalle “liste di trasparenza”cui deve attenersi il farmacista, le cui conseguenze sono potenzialmente critiche,visto che una volta inseriti nello stesso elenco anche farmaci con tipologia di forme e di dosaggio così diverse da escludere l’eventualità di una biodisponibilità confrontabile,farmaci con più originatori, vecchie specialità cioè copie autorizzate prima e quindi non testate in studi di bioequivalenza,tutti medicinali che rientrano a pieno titolo nella disponibilità del farmacista alla sostituzione. Per continuare con la differenza di biodisponibilità tollerata da un più 3,5% a un meno 3,5% rispetto all’originatore, per cui entrambi sono bioequivalenti al farmaco di riferimento ma non sono bioequivalenti fra loro. In Italia manca un “Orange book”, come in altri paesi, in cui sono contenuti i farmaci generici bioequivalenti all’originatore e bioequivalenti fra loro:praticamente liste di prodotti utilizzabili in sostituzione equivalenti fra loro.Per non dimenticare l’effetto degli eccipienti,sostanze inerti che stabilizzano le molecole,che possono essere diversi da quelli contenuti nell’originatore e non sempre non producono effetti,come il saccarosio per i diabetici il lattosio per gli intolleranti,i parabeni che possono procurare allergie e sostanze che possono alterare la palatabilità cioè il sapore del medicinale,aspetto rilevante soprattutto per i medicinali per i bambini,così come possono essere importanti i metaboliti e la salificazione diversa. In definitiva farmaci generici SI o NO? Decisamente SI: perché rispondono a criteri di produzione secondo le buone regole della farmacopea e quindi sicuri ed affidabili;sono prodotti da aziende sottoposte a rigidi controlli e spesso sono le stesse aziende che producono il farmaco originario. SI perché il loro avvento ha consentito un risparmio per il Sistema Sanitario di circa il 55% sul costo originario e può consentire ulteriori e ben più consistenti risparmi se si pensa che la maggior parte dei farmaci oggi in uso in breve tempo avrà perso il brevetto,con tutto il vantaggio di avere a disposizione più risorse per terapie innovative e cure più efficaci. SI purchè siano effettivamente bioequivalenti fra loro per la sostituibilità e ponendo attenzione agli eccipienti in essi contenuti, eccipienti che del resto sono ben evidenziati nel foglietto illustrativo. SI con il suggerimento di assumere possibilmente sempre lo stesso farmaco genericato,una volta accertata la sua efficacia e tolleranza,per non assumere sostanze non bioequivalenti fra loro e con eccipienti tali da produrre possibili effetti non desiderati e per non ingenerare confusione,specie in persone anziane che spesso assumono più farmaci, per differenze di forma e di colore della confezione,per nomi diversi dal nome commerciale, per compresse che diventano capsule e viceversa,così da rappresentare seri problemi all’aderenza terapeutica e quindi alla salute dei pazienti. A meno che i criteri di sostituibilità non garantiscano una bioequivalenza accertata, gli eccipienti non possano indurre effetti indesiderati,(a quando un Orange book?) e vi sia una corretta informazione per una terapia efficace e sicura.
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo
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Non racconterò mai gli affari miei ad uno sconosciuto!
Perchè è così difficile rivolgersi ad uno psicologo
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a società, la medicina e la scienza si sono psicologo è dovuto al pregiudizio che farlo adoperate da sempre per vincere, risol- significa “essere pazzi”. E poi ci sono i sentimenti di colpa e la ververe e ridurre al minimo tutto ciò che è malattia fisica: si ha male ad un dente? Si va gogna dovuti a retaggi secolari connessi alla dal dentista. Duole un ginocchio? Sentiamo sofferenza mentale. La sofferenza psicologica l’ortopedico. Non ci vedo più bene? Contat- diventa colpa della persona che ne soffre, ma tiamo un oculista. Ma ci sono un dolore ed anche della famiglia di cui fa parte. Nasce la paura dello stigma sociale: “biuna sofferenza invisibili, sottili e spesso inaspettati, che rimangono spesso nell’angolo, sogna” tenere nascosti i sintomi della “mavittime di pregiudizi, di stereotipi e perché no, lattia” così da non poter essere riconosciuti d’ignoranza… sono la malattia dell’anima e dalla società. In realtà, attraversare momenti di disagio della mente. Sono senz’altro capitati ad ognuno di capita a tutti, a volte fa parte della vita stessa e della crescita di noi dei periodi in cui ognuno di noi e non la sofferenza o dei diè affatto indice di una sagi hanno interferito sulla nostra vita, sulle Ci sono un dolore ed una malattia psicologica. attività quotidiane e sofferenza invisibili, sottili Molte persone vanno sulle nostre relazioni dallo psicologo perché con le persone che ci e spesso inaspettati, attraversano momenche rimangono spesso vittime di ti di stress, per procircondano. Tuttavia chiedere pregiudizi, di stereotipi blemi con il partner aiuto è una grande o per essere aiutati a fatica. superare un lutto o un Chiedere aiuto per molti significa am- avvenimento traumatico. mettere una certa “debolezza”, significa non In realtà decidere di andare dallo psicoessere capaci di farcela da soli e questo, per logo è un atteggiamento maturo, dato che una società come la nostra, è inconcepibile. lo psicologo altro non è che un professionista Spesso, non scegliere di andare da uno della mente, un medico dell’anima a tutti gli
effetti che, comprendendo il disagio psicologico e fornendo spiegazioni sul perché si sta vivendo una situazione di malessere, aiuta le persone ad uscire da situazioni in cui sono bloccate o a disagio, utilizzando oltre alla parola, delle tecniche adeguate. Non si tratta quindi di “sfogarsi”, come si farebbe con un amico o un familiare, ma di un vero e proprio percorso che porta al cambiamento e che vede la persona stessa attore principale di tale cambiamento. Con l’aiuto dello psicologo è la persona stessa a capire in che direzione andare e a fare le scelte migliori: non significa riconoscere che si è sbagliati, ma che le strategie messe in atto finora, per superare le difficoltà, non sono più sufficienti o adeguate e anzi, iniziano a limitare il benessere di vita. Laddove i comportamenti consueti falli-
Mal di schiena e le posizioni del sonno Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali
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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui si concentra il
peso. Problema superabile scegliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”. Per dormire Il dr. Alessandro bene quali scelte Giraldo si devono fare? osteopato “Con gli attuali e fisioterapista materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it
scono, i malesseri ad essi conseguenti possono, via via portare allo sviluppo di sintomi psicologici: difficoltà affettive e relazionali, ossessioni, fobie, scarsa autostima, incapacità di gestire la rabbia e tutto ciò, ridurre il nostro benessere psicologico.
Dott.ssa Alessia Marcato
Iniziamo quindi a prenderci davvero cura di noi in maniera totale e a riconoscere che: “sono venuto all’incontro con il dolore e la speranza… sono tornato con l’amore” (Cardinali F.) Dr.ssa Alessia Marcato Psicologa-Psicoterapeuta specializzata in terapie di coppia, famigliari ed individuali ad indirizzo sistemico-relazionale Riceve su appuntamento presso Poliambulatorio Aquafit Via dei Soranzo, 4 Scorzè (VE) Tel: 041 – 5848500 aquafit@centroserviziannisereni.it www.poliambulatoriaquafit.it
Il magnesio: proprietà e benefici
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l Magnesio (Mg) è un minerale ed è indispensabile per il buon funzionamento del nostro organismo. E’ presente nel corpo soprattutto sotto forma di Sali di magnesio. Un adulto contiene circa 25 gr di magnesio, che si trova più della metà nelle ossa e la rimanente parte si trova nei muscoli scheletrici, sistema nervoso e altri organi. Le sue funzioni principali 1. Aumenta la resistenza alla tensione nervosa 2. Aiuta a combattere la stanchezza 3. Favorisce il metabolismo energetico 4. Aiuta il mantenimento delle normali funzioni psicologiche 5. Aiuta a mantenere integra la struttura delle ossa e dei denti. Dove troviamo il magnesio? Questo minerale lo possiamo trovare: nella verdura come spinaci, cavolfiori, legumi e prezzemolo...; nei cereali (avena, grano, mais, segale); nelle noci; nei semi; nella frutta secca; nel pesce; nei derivati della soia.
alimenti, non si riesce a raggiungere l’apporto giornaliero raccomandato. Uno studio ha dimostrato che circa il 77% delle donne e il 72% degli uomini non assumono, al giorno, abbastanza magnesio. Chi può essere più esposto a carenze di magnesio? - Donne in gravidanza: il fabbisogno aumenta per lo sviluppo del feto - Donne in allattamento: a causa della perdita di magnesio attraverso il latte materno - Sportivi: a causa del magnesio perso con il sudore - Adolescenti: nel momento di forte crescita, cresce anche il fabbisogno di magnesio - Diabetici e alcolisti. I sintomi della carenza del magnesio sono vari e possono essere: stress; stanchezza; nervosismo; crampi muscolari; mal di testa; sensibilità al rumore; sensibilità alla luce; ansia; mani o piedi freddi; sobbalzi nella fase di addormentamento; ritenzione idrica; digrignamento dei denti.
La dose giornaliera raccomandata di magnesio per Per integrare l’apporto di magnesio nel caso di un adulto è di 300 mg. Le donne in gravidanza e le carenza, potete trovare in Erboristeria dei prodotti persone che fanno molto sport hanno un fabbisogno specifici. maggiore di questo minerale. Quando il magnesio è carente La carenza di questo minerale è molto frequente. Molto spesso, infatti, seppur sia contenuto in molti
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Il Gioco del Mese
Anacronismi Trova gli 8 particolari che, logicamente, non hanno niente a che fare con questa vignetta.
RIDIAMOCI SU… • Una donna sposa un uomo sperando che cambi… e lui non cambierà; Carabinieri... • Un ventriloquo, durante una festa paesana, racconta barzellette a ripetizione sui carabinieri. Nel divertimento generale, si avvicina un signore corrucciato che esclama: “Ora basta con queste barzellette sui carabinieri, noi dell’arma siamo persone serie, difendiamo i cittadini e rischiamo la vita tutti i giorni, per sole 1400 euro al mese!” Il ventriloquo dispiaciuto replica: “Bhe… mi scusi, non se ne abbia a male, ma le barzellette sui carabinieri sono un classico e fanno parte della nostra tradizione umoristica, niente di personale!” “Stia zitto lei e non si intrometta, sto parlando con il pupazzo!” Chuck Norris... • Chuck Norris ha la barba lunga, perché non esiste ancora una lama che la può tagliare. • Ad Heidi le caprette fanno ciao, a Chuck Norris rifanno il letto, stirano, spolverano e puliscono il water meglio della Luisa.
Soluzioni:
Barzellette rapide… • Come si può riconoscere il contadino che ha trovato il famoso ago nel pagliaio? Dal cerotto che ha attorno al dito! • Salve dottore, quanto costa estrarre un dente?” “100 euro se si procede con anestesia e 50 euro senza.” “Bene, allora facciamo senza anestesia!” “Complimenti signor Rossi, lei è davvero coraggioso!” “Non si confonda dottore, il dente se lo deve togliere mia moglie!” Donne… • Un gruppo di amiche a cena il momento del conto, come per miracolo, compare la calcolatrice; • In bagno una donna ha mediamente 285 oggetti che qualsiasi uomo non riuscirà ad identificare; • Una donna si veste bene per fare shopping ma anche per buttare la spazzatura, dare acqua alle piante e prendere la posta; • Una donna si preoccupa del futuro finché non trova un marito;
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Ridiamoci su... • Dopo ore che facevamo l’amore le ho chiesto se era soddisfatta, mi ha risposto: “Perché, altrimenti vengo rimborsata?” •Vedendo un funerale un signore si ferma e va a vedere. A capo di una lunga fila di
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A tavola 37 2 La rubrica di cucina CHIOCCIOLINE DI PHILLO FARCITE DI PATATE E CARCIOFI CON BESCIAMELLA AL PARMIGIANO L’ennesima preparazione con la pasta phillo, ma ancora una volta abbiamo cambiato forma. Complice il formato già in fogli distinti, è stata naturale conseguenza la nostra voglia di provare delle chioccioline monoporzione. Per il ripieno abbiamo pensato a degli ingredienti senza stagione, che regalassero una sorta di confort food: abbiamo accostato patate e carciofi, aromatizzandoli con freschezza e leggerezza, e successivamente arricchendoli con croccanti pistacchi ed una saporita besciamella al parmigiano, realizzata a partire da una salsa pronta. Per servire le nostre chiocciole in modo ancora più originale, abbiamo riutilizzato la nostra besciamella al momento della presentazione: un contrasto tra il caldo e morbido sapore della salsa e quello più croccante della nostra pasta.
Ingredienti per 4 Chiocciole 120g pasta phillo in fogli 250g patate (peso già lessate) 170g fondi di carciofo precotti 155g arrosto di pollo alle erbe affettato pistacchi salati 1/3 cipolla bianca 1 cucch gomasio alle erbe coriandolo timo prezzemolo succo di limone
olio evo semi di sesamo semi di papavero Per la besciamella: 180g salsa al parmigiano 120ml latte di soia 1 cucch olio evo 1 cucch farina 00 noce moscata formaggio parmigiano grattugiato sale blu di Persia
Procedimento Lessare le patate e tagliarle a pezzetti. Affettare la cipolla e soffriggerla in padella con olio, unire i fondi di carciofo ed insaporire con gomasio, coriandolo, timo e prezzemolo. Portare a cottura bagnando con acqua e succo di limone. A fuoco spento unire le patate ed i pistacchi sminuzzati. Preparare la besciamella: mettere l’olio in un pentolino, unire la farina e subito dopo il latte; insaporire con con noce moscata e sale. Tenere la besciamella sul fuoco a media temperatura per circa 10 minuti, mescolando continuamente per evitare grumi. Unire la salsa al parmigiano, amalgamare bene e spegnere il fuoco. Unire 4-5 cucchiai di besciamella alle verdure in padella. Stendere i fogli di pasta phillo, spennellarli con un’emulsione di olio e acqua quindi farcire ognuno con alcune fette di arrosto di pollo ed il ripieno di patate e carciofi. Arrotolare formando delle chiocchiole, spennellare la superficie con l’emulsione di olio ed acqua, infine spolverare con semi di sesamo e di papavero. Cuocere le chioccioline in forno, preriscaldato a 200° con funzione statica, per circa 20 minuti. Servire con la besciamella al parmigiano.
WEB: SPIZZICHIANDBOCCONI.BLOGSPOT.COM
MANUELA E SILVIA BIZZO
38 1 Oroscopo ARIETE
DAL 21/03 AL 20/04 CON EROS ALLE STELLE, L E OCCASIONI DI NUOVE CONOSCENZE E DI SVAGHI VI TERRANNO PIACEVOLMENTE IMPEGNATI. LA NUOVA STAGIONE VI TROVA IRRESISTIBILI CON UNA FORMA ECCELLENTE
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CHISSÀ PERCHÉ AVETE DECISO DI GIOCARE IN RIMESSA, SENZA ESPORVI TROPPO E TENENDO SEGRETI GLI AFFETTI PIÙ CARI. SIATE COSTANTI NELLE VOSTRE COSE, ANCHE IL FISICO SE NE GIOVERÀ
GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06 FATE FAVILLE
GRAZIE A IRONIA E SEDUZIONE MALIZIOSA, CON LA COMPLICITÀ DI NUOVE AMICIZIE O DI CONTESTI FRESCHI E INTERESSANTI NON AVETE RIVALI: L’AMORE È ALLE PORTE. ATTENTI ALLE CHIUSURE
Oroscopo ARRIVA PRIMAVERA, TEMPO DI SONNO, SOGNO E AMORE. L’AMORE, RICORDATE, FA IL NIDO AL RIPARO DAL VENTO!
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VERGINE DAL 24/08 AL 22/09 VENERE IN
TRIGONO VI FORNIRÀ CERTEZZE E DESIDERI DI STABILITÀ. E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA ANCHE SU CERTI SENTIMENTI OSCURI CHE FINO AD OGGI NON AVETE BEN COMPRESO
SCORPIONE
DAL 23/10 AL 22/11 ATTENTI AGLI AMICI: TRA LORO POTREBBE NASCONDERSI L’ANIMA GEMELLA, BASTA GUARDARE MEGLIO E NON DARE NULLA PER SCONTATO. IL DIALOGO SENTIMENTALE SI FARÀ PIÙ COMPLICATO
E POTRETE APPIANARE I CONTRASTI IN CAMPO SENTIMENTALE A CUI SI AGGIUNGE UN POSSIBILE CALO DEL DESIDERIO. I SINGLE, POLEMICI E INSODDISFATTI, FUGGANO LA GELOSIA
CAPRICORNO
DAL 22/12 AL 20/01 L’AMORE RALLENTA IL PASSO E SCRICCHIOLA UN POCHINO MA NON DATEVI PER VINTI, C’È TEMPO PER RICONQUISTARE CIÒ CHE AVETE PERDUTO. DAL PUNTO DI VISTA FISICO, NON ABUSATE DELLE VOSTRE FORZE E MONITORATE ALIMENTAZIONE E CICLI SONNO/VEGLIA
PERIODO POTRESTE RITROVARVI SOLITARI E SELETTIVI COME NON MAI. IL CONSIGLIO GIUSTO È DI LASCIARVI TRAVOLGERE DALLE NOVITÀ IN ARRIVO CHE PORTERANNO BELLE SORPRESE
ASSAI AVVENTUROSO ED ENTUSIASTA. CI SONO TUTTI I REQUISITI AFFINCHÉ POSSA ACCADERE QUALCOSA DI IMPORTANTE: LASCIATE CHE SIA COSÌ
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