5 AMMINISTRAZIONE Nuova giunta: “Faremo
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Nuova doccia fredda dopo la notifica di 400mila euro che l’ente deve pagare all’Enel
Duro il commento delle opposizioni in consiglio regionale dopo il trionfante annuncio delle scorse settimane
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Agli inizi della primavera già si parla di fiumi e laghi vuoti, canali in secca, campi assetati e acqua da razionare. Ma anche di processi di desalinizzazione dell’acqua marina, come si fa tra le sabbie del Qatar, o del ricorso alle soluzioni israeliane per ricacciare indietro il deserto. Stiamo esagerando? Speriamo, ma intanto dobbiamo fare i conti con quello che non abbiamo: la pioggia dal cielo e l’acqua dove servirebbe.
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In arrivo 575mila euro per le scuole
Energetica, un finanziamento di 575 mila euro per l’efficientamento energetico di scuole e palestre.
A darne notizia è il neo assessore alle Politiche energetiche
Mattia Milan. “Sono felice di comunicare alla città che con competenza, energia ed efficacia, stiamo portando a casa altri importanti risultati sull’efficientamento energetico. In particolare, abbiamo partecipato all’ “Avviso C.S.E. 2022Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica”, un bando dedicato all’efficientamento energetico di edifici di proprietà del comune, tra cui scuole e palestre”.
I progetti ammessi al finanziamento sono quello della palestra di Viale Trieste, che prevede la sostituzione integrale di tutti i serramenti, per un importo ammesso a finanziamento di circa 137 mila euro; le scuole elementari Miani e Bonifacio, con la sostituzione della vecchia caldaia con una di nuova generazione, a condensazione (218.350 euro ciascuna).
L’importo totale di circa 575mila euro è interamente finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
“In questi giorni - prosegue Milan -, stiamo lavorando per lo stesso bando ad altri interventi di efficientemente energetico riguardanti la scuola materna della Tassina in via Vittorio Veneto e della sede comunale di via Badaloni. Un grandissimo ringraziamento agli uffici tecnici comunali perché con grande capacità e determinazione stanno lavorando in sinergia, all’obiettivo dell’efficientamento energetico”.
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Il caso. Continuano gli incontri tra le parti. La Regione: “Tutti facciano la propria parte”
Nuova doccia fredda per l’ente dopo la notifica di 400mila euro da pagare all’Enel
Il mese di marzo ha registrato degli alti e bassi nell’evoluzione della questione Iras. Ai toni allarmistici della Regione sono seguiti quelli più rassicuranti, alcuni giorni dopo, del Comune. Nel mezzo, l’opposizione in consiglio comuale che chiede al sindaco di chiudere prima possibile la partita. Ma andiamo con ordine. A lanciare un ulteriore allarme sulla situazione dell’ente è stata, alcuni giorni fa, l’assessore alla Sanità in Regione Veneto Manuela Lanzarin: “La situazione dell’Iras si fa ogni giorno più complessa, un’ulteriore ingiunzione di oltre 400.000 euro è stata notificata da parte di Enel, ed il Commissario vede ogni giorno peggiorare la situazione gestionale dell’ente” aveva comunicato con una nota ufficiale Lanzarin, facendi sapere di aver “chiesto al Commissario quanto ancora l’ente potrà ‘resistere’ e vorrei scongiurare le sue dimissioni perché questo significherebbe cambiare lo scenario”.
Lanzarin in questa sede aveva lamentato anche il mancato accordo con il Comune accusando il sindaco di aver ritenuto di ricorrere contro un decreto del Commissario e contro la deliberazione regionale con la quale veniva garantito un intervento di finanza straordinaria, un’anticipazione ponte che avrebbe permesso all’Iras di sanare il debito attraverso un accordo con i creditori con l’adempimento delle complesse
previsioni del piano di risanamento predisposto dal Commissario regionale”.
L’assessore invitava dunque i rappresentanti politici e l’amministrazione a fare la propria parte, “perché tale è l’importanza di erogare una buona e adeguata assistenza agli anziani di Rovigo, quanto è importante garantire l’occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno svolgono i compiti di cura delle persone anziane”.
E un appello a trovare una soluzione è arrivato da Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale “perché non portino al crac della grande casa di riposo pubblica di Rovigo, con tutto il devastante impatto in termini di posti di lavoro perduti e angoscia per i famigliari degli anziani ospiti che questo scenario comporterebbe”.
“Regione, soprattutto, ma anche Ater e Ulss hanno fatto tutti i passi necessari – evidenziava Aretusini -. Manca il Comune.
Purtroppo, continua a mancare. Sin dall’inizio delle trattative, il sindaco ha utilizzato la medesima strategia: annunciare che si era vicini alla soluzione e che tutto stava andando per il meglio, anche di fronte al Prefetto, salvo poi non concludere e, all’improvviso, avanzare riserve e sollevare problemi”.
“Onestamente, non capisco cosa commissario e Regione potrebbero fare di più – concludeva Aretusini -. Il commissa-
rio sta proseguendo nel proprio incarico anche oltre la data di scadenza, per cercare una soluzione; la Regione si è dichiarata disposta ad anticipare 3,8 milioni di euro, sbloccando una situazione altrimenti irrisolvibile con l’unico obbiettivo: il salvataggio dell’IRAS con al centro i 280 ospiti ed i 200 lavoratori. Serve un atto di respon-
sabilità, ora, da parte del sindaco. Altrimenti, il crac dell’Iras avrà un nome e un cognome molto chiari”.
A rassicurare sull’andamento del processo è, però, proprio il primo cittadino rodigino: “Ci siamo trovati in prefettura anche a metà mese e stiamo cercando di finalizzare un testo condiviso. Ci siamo dati una
scaletta molto stringente quindi stiamo andando avanti con il lavoro e stiamo cercando di traguardare la fine del mese per la chiusura dell’operazione”. Il sindaco quindi aggiunge: “È chiaro che si tratta di un’operazione estremamente complessa e quindi bisogna essere molto cauti perché i problemi sono molteplici e bisogna smarcarli tutti e in maniera definitiva. Ma stiamo lavorando in questo senso”. Sui rapporti con la Regione il sindaco si esprime ccosì: “Sono rapporti di corretta e leale collaborazione istituzionale e quindi si va avanti”. Verosimilmente ci potrebbero essere delle novità, in un senso o nell’altro, entro fine mese, conferma il primo cittadino.
Giorgia GayIntegrare la pianificazione di sostenibilità nella gestione aziendale con obiettivi chiari e misurabili nel tempo è la linea strategica adottata da Acquevenete, che ha presentato il budget 2023 all’assemblea dei soci, ottenendo la sua approvazione all’unanimità.
I sindaci partecipanti all’assemblea (rappresentanti l’80,63% delle quote) hanno esaminato e votato un budget con un valore della produzione di oltre 100 milioni di euro e un programma di nuovi investimenti per circa 40 milioni di euro.
Con più di 27 milioni di euro a budget, le opere nel settore acquedottistico risultano
prioritarie in relazione alle necessità di potenziamento del sistema di adduzione e di adeguamento degli impianti di produzione per contrastare i fenomeni siccitosi derivanti dal cambiamento climatico.
Tutti gli interventi sono in corso di progettazione o già avviati. Non mancheranno poi gli investimenti nel settore fognario, per quasi 5 milioni di euro, e in quello della depurazione, per un valore di poco inferiore ai 4 milioni di euro. Importanti anche gli investimenti in altri settori, come quelli che porteranno alla realizzazione di impianti fotovoltaici (2 milioni di euro) per contrastare il caro energia
e gettare le basi per la decarbonizzazione aziendale.
“Come presidente dell’assemblea intercomunale non posso che esprimere grande soddisfazione per l’ampia partecipazione dei sindaci e per la condivisione degli obiettivi e di un piano strategico che porterà importanti investimenti nel nostro territorioin un’ottica di sostenibilità – commenta il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo. – Nel 2023 ci aspettano sfide importanti, anche connesse all’aumento dei costi per continuare a garantire i servizi, ma acquevenete ha delineato un ottimo piano d’azione per affrontarle”. (m.s.)
Freno a mano dopo gli annunci in pompa magna. Il Tar ha accettato il ricorso di Arriva Rail Italia
Scatenate le opposizioni in consiglio regionale. Il Pd: “Tragicomico”, Movimento 5 Stelle: “Se queste sono le prove per l’autonomia...”
All’annuncio trionfante delle scorse settimane dell’affidamento a Trenitalia di tre linee ferroviarie - la Adria-Mestre-Venezia, la Rovigo-Chioggia e la Rovigo-Verona - è seguito un brusco freno a mano. E questo a seguito dell’accoglimento da parte del Tar del ricorso di Arriva Rail Italia nei confronti della gara europea che ha decretato appunto l’affidamento. Tutto fermo, dunque. Il giorno della presentazione ufficiale, in pompa magna, l’assessore veneto alle Infrastrutture Elisa De Berti aveva parlato di “giorno storico”, di “nuovo capitolo nella mobilità efficiente, sostenibile e integrata”. Ma questo capitolo, a quanto pare, dovrà aspettare.
E mentre la Regione non ha ancora ufficialmente commentato lo stop, le opposizioni in consiglio comunale si sono scatenate. “É tutto tragicomico: più il governo regionale annuncia le grandi rinascite dalle macerie che esso stesso ha creato e più il Veneto dei trasporti su ferro sprofonda nel ridicolo e soprattutto nel disagio per i nostri pendolari – attacca il consigliere regionale del Pd Veneto, Jonatan Montanariello -. Questa nuova marcia indietro tiene tutti inchiodati al flop, altro che il ‘tutto ok’ che hanno cercato di propinare agli utenti di queste tratte che brillano per inefficienza su scala nazionale. Meno male - conclude Montanariello - che andava tutto bene e che ci
pensano loro a sistemare le falle da loro stessi create”.
“Se queste sono le prove per l’autonomia, altro che regionalismo... - si aggiunge la capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin -. Intendo scongiurare che i disastri regionali vengano pagati dalla cittadinanza, tramite ulteriori ritardi e disservizi, o soprattutto con autosostituzioni via gomma”.
Baldin sototlinea che “affidarsi a Trenitalia, quanto a standard di servizio, è apparsa una soluzione convincente, tanto che ero stata la prima a parlarne quando ancora non si conoscevano gli esiti della gara. Questo perché garantire la stessa qualità dei trasporti di cui gode il resto del Veneto è il
minimo che si possa chiedere alla Regione. Semmai il problema è stato coprire per anni il servizio attraverso la società regionale di Sistemi Territoriali, che non
ha certo dato buona prova di sé, soprattutto per il ritardo dell’ente nell’affrontare la gestione disastrosa”.
Amministrazione. Nuovi incarichi anche in vista delle prossime elezioni
“I nu ovi incarichi di giunta sono anche una mossa politica, non lo nascondo, in vista già delle elezioni del prossimo anno”. Così ha affermato questa mattina, il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo, nel salone d’onore di palazzo Nodari, in occasione della conferenza stampa di presentazione dei tre nuovi assessori comunali.
“Sono molto soddisfatto dell’ingresso in giunta di figure professionali di alto livello, con una componente femminile importante (5 su 9) e con un’età media bassa. Questo mi farà sentire ancora più vecchio, ma ne farò una ragione. Diventiamo così una delle giunte comunali italiane più importanti, per quello che riguarda il parametro delle quote rosa. Il nostro è un lavoro di squadra, in un’ottica di ampia collegialità, e continueremo così. Ringrazio i neo assessori per aver accettato questa sfida, che ha anche una valenza politica, con l’ingresso di una componente importante, dall’ex lista civica di Silvia Menon. Dobbiamo già mettere le basi, perché da qui a poco più di un anno, ci sarà il rinnovo dell’Amministrazione comunale e dunque i cittadini devono avere una bella scelta da votare. Non mi voglio ricandidare così tanto per fare o perché devo dimostrare qualcosa, ma solo se sarò in grado di offrire una squadra di lavoro competitiva e capace di portare a termine tutte le sfide che ci siamo prefissati”.
Prima di passare la parola ai nuovi componenti di giunta, il sindaco ha rivolto un ringraziamento particolare agli ex assessori
Erika Alberghini e Andrea
Pavanello (senza però citare i loro nomi), “per il loro prezioso lavoro e apporto che comunque continuerà, anche se in modo diverso”.
Quindi è stata la volta della presentazione di Giorgia Businaro (Pd), Benedetta Bagatin (Pd) e Mattia Milan
(ex lista Menon).
Businaro (assessore a: Commercio, Attività Produttive e SUAP, Polizia Locale, Sicurezza Urbana, Promozione cultura della legalità, Cooperazione internazionale, Partecipazione attiva dei cittadini, Toponomastica): “Ho già iniziato ieri con una prima visita ad alcuni commercianti. Ho voluto partire da loro per capire le prime azioni da mettere in campo. Oggi ho incontrato il comandante della polizia
Gaffeo: “Diventiamo una delle giunte italiane più importanti, per quello che riguarda il parametro delle quote rosa”
locale e lunedì incontrerò tutti i dipendenti per instaurare un rapporto diretto con chi è a servizio dei cittadini. Per quanto riguarda l’associazionismo e il volontariato, vorrei dare operatività al Regolamento per la gestione dei beni comuni. Tra le priorità: allacciare un rapporto produttivo con i commercianti. Ringrazio il sindaco per la fiducia che mi ha dato e i colleghi di Giunta, anche perché molti settori saranno compenetranti. La sinergia è fondamentale per arrivare ai risultati”.
Milan (assessore a: Sport, Politiche e infrastrutture trasporti, Rapporti con quartieri e frazioni, Pro-
tezione civile, Statistica e studi, Politiche giovanili, Pari opportunità, Politiche energetiche) ha sottolineato il dialogo iniziato da tempo, fin dal 201 5, con l’Amministrazione Comunale. “Sono qui per lavorare e per mettermi a disposizione della città. Tra le mie priorità: l’adeguamento degli impianti sportivi e la loro assegnazione. Inoltre i rapporti con le frazioni e i quartieri, le politiche giovanili e quelle energetiche”. Bagatin (assessore a: Cultura, Turismo, Eventi e Manifestazioni, Università, Scuola e formazione professionale, Sistema bibliotecario, Integrazione scolastica dei minori, Servizi demografici ed elettorale):
“Dal confronto e dalla critica costruttiva siamo usciti rafforzati. Per quanto riguarda le deleghe, il principale obiettivo è risolvere le criticità nei vari settori, in particolare servizi demografici e istruzione. Per la cultura vorrei creare una rete strutturata, basata sul dialogo e sulla collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti. Sento forte l’onore e l’onere di questo incarico”.
Il nuovo rimpasto di giunta, porta in consiglio comunale Elisa Pinato e Vincenza Truppo, o, in caso di rinuncia, Giovanni Punzo del Pd e Luca Andreetto per il gruppo Menon.
Marco ScarazzattiI nuovi assessori: “La sinergia è fondamentale per arrivare ai risultati. Pronti a metterci a disposizione della comunità, sentendo forte l’onore e l’onere di questo incarico”
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Una volta oltreoceano si sposò con Sabina Ferracina nel 1890 e chiamò il figlio Brasil, in omaggio al Paese che lo accolse. La bisnipote Maria si è messa in contatto con “La Piazza” alla ricerca di informazioni utili
Alla ricerca dei propri antenati, dal Brasile alla provincia di Rovigo. Fra i tanti discendenti di emigranti veneti in Brasile impegnati a rintracciare le proprie origini c’è una famiglia che sta ricostruendo il proprio albero genealogico in Italia, nella speranza di trovare un legame con la terra dalla quale oltre un secolo fa erano partiti i loro avi.
È quanto sta facendo Maria Eugenia Stievano, da tempo sulle tracce dei bisnonni che le hanno dato il cognome. Entrambi lasciarono l’Italia vero la fine dell’Ottocento e, una volta giunti in Brasile, si sposarono nel 1890. Ma il desiderio di Maria è quello di trovare un legame con l’Italia e in particolare con il Polesine, terra di origine del bisnonno Ferdinando Stievano e forse anche della bisnonna Sabina Ferracina. Quel che i discendenti sanno è che Ferdinando Stievano, o forse Fernando, potrebbe anche esserci questa variante, masque nel 1864 a Fratta Polesine dai genitori Felice Stievano e Luisa Pessolla.
C’è più incertezza invece sul luogo d’origine della bisnonna Sabina Ferracina, nata nel 1863 da Ludovico e Regina Sachetta: potrebbe aver conosciuto il futuro marito nel rodigino, prima di imbarcarsi per il Brasile, oppure il suo paese natale potrebbe essere l’abruzzese Bomba, in provincia di Chieti. Fatto sta che entrambi lasciarono l’Italia per il paese carioca, dove appunto si sposarono nel 1890.
“Quattordici anni doporacconta Maria - nacque il loro figlio, vale a dire mio nonno, Brasil Stievano, chiamato così in segno di
affettuoso omaggio al Paese che li ha accolti da migranti Non ho mai avuto la possibilità di incontrarlo perché è morto prima che io nascessi, quindi non ho mai potuto sapere molto delle sue origini. Quello che so su mio bisnonno Ferdinando è
che faceva lo strillone”. Maria, che in passato ha lavorato come giornalista, non ha avuto problemi a mettersi alla ricerca di contatti con l’Italia attraverso i mezzi di informazione, così si è imbattuta ne “La Piazza” scoprendo così che in Veneto vi sono diversi Stievano, tra i quali il direttore del nostro giornale. Attraverso uno scambio di mail con la nostra redazione Maria lancia un appello a tutti gli Stievano che abitano a Rovigo o nei territori vicini: se a qualcuno di loro i nomi di Ferdinando Stievano nato a Fratta Polesine e dei suoi genitori dicono qualcosa, oppure quello della bisnonna Sabina Ferracina, saremo ben disposti a fare da tramite. Pertanto chiunque avesse delle informazioni utili può inviare una mail a redazione@givemotions.it.
“Vale la pena provarciconclude Maria scrivendoci dal Brasile insieme ai genitori Arnaldo e Wilma, alla zia paterna Cecilia e alla figlia Luiza - magari questa storia e queste circostanze possono ispirare qualche curiosità o evocano qualche ricordo lontano. Intanto siamo sulle tracce anche del ramo materno della famiglia, i Bertozzi, originari di Molazzana, in provincia di Lucca”. (n.s.)
La provincia di Rovigo è al primo posto per numero di imprese al femminile
In Veneto sono 36.098 le imprenditrici artigiane, pari al 22,4% del totale dei loro colleghi uomini, un dato leggermente superiore a quello nazionale (21,6%) e che vede la Regione seconda in Italia come numero di donne con cariche in imprese artigiane dietro solo alla Lombardia. Ciò che però può rendere fiero il Polesine è la più alta incidenza di donne sul totale degli artigiani con il 24,7%.
Il Veneto, sulla base dei dati occupazionali, è una regione virtuosa sul fronte delle assunzioni del gentil sesso e, a fronte di un leggero calo a livello nazionale, nel 2021 ha fatto registrare un ottimo +10,8%, rispetto ad un dato stabile invece sul fronte maschile. Donne dunque che ricercano una propria autonomia e affermazione, oppure che vogliono contribuire al bilancio familiare, a cui fa seguito una domanda sul mercato del lavoro che non mostra, come un tempo, riluttanza ad assumere quote rosa che poi rischiano la maternità.
Piuttosto è evidente una contrazione dell’occupazione nei lavori autonomi rispetto a quelli dipendenti e su questo versante le donne ovviamente sono spesso costrette a scegliere tra un lavoro senza orari o tutele e la gestione dei figli, infatti il dato evidenzia un -13,4% rispetto ai nu-
meri pre pandemia.
Il tasso di occupazione femminile nel 2021 ha registrato un calo di 1,3 punti percentuali, rispetto al -2,5% di quello maschile, ma ad essere maggiormente sfavorite sono le classi di età comprese tra i 15 e i 24 anni (spesso chiamate per impieghi a termine, stagionali e/o occasionali) e tra i 55 e i 64 anni.
Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, nel 2019 il tasso di occupazione maschile era del 72,3 contro il 56,8 % delle donne, mentre nel 2021 era del 71,8% contro il 54,2%, con una variazione rispettivamente dello 0,5% (il più basso in Veneto) e del 2,6% in meno delle donne.
E se da un lato Rovigo è la provincia con la più alta incidenza di artigiane con cariche (socio, titolare o amministratore) sul totale con 1796 imprenditrici nel 2022, da evidenziare è che rispetto al 2016 il calo è stato netto (erano 2.022), anche se si registra la più alta percentuale di donne titolari artigiane (53%) seguita da Verona con il 52,7%.
Il settore dove le donne sono più impegnate come imprenditrici di imprese individuali sono i servizi alla persona e il manifatturiero, ma tra il 2020 e il 2021 in Polesine si è registrata la variazione negativa più alta con un -4,6%, passato nel 2022 al -3,3%.
“I dati mostrano una certa di-
namicità occupazionale nel settore artigiano per le donne – afferma Andrea Trombin,
Segretario Generale di Confartigianato Polesine – ma è indubbio che servirebbe fare
di più non tanto sull’offerta lavorativa, quanto sui servizi alla famiglia, come ad esempio asili nido e aiuti per l’accudimento di anziani, spesso assistiti dalle donne che sacrificano il loro lavoro. Si sta facendo spazio però una nuova tendenza a mettersi in proprio e iniziare un’attività unendo forze e competenze, anche in professionalità più digitali e quindi gestibili da casa, come l’e-commerce, con prodotti artigianali e di nicchia. Su questo fronte le donne sembrano essere più ricettive al cambiamento e a mostrare maggiore fervore imprenditoriale”. (g.f.)
Il Pnrr porterà grandi risorse nel settore delle energie rinnovabili legate al mondo agricolo: 1,1 miliardi per il fotovoltaico, 1,5 per l’agrisolare e 1,7 miliardi per nuovi impianti di biometano o per riconvertire quelli in scadenza di biogas per la produzione di energia elettrica.
Di questo si è parlato nel convegno “Biometano e fotovoltaico: la sfida è adesso”, promosso da Confagricoltura Veneto e Confederazione dei bieticoltori-CGBI. Un approfondimento voluto per illustrare le misure da poco varate per sostenere il fotovoltaico e i progetti in cantiere per il biometano, che in tre anni vedrà nascere tra Veneto ed Emilia Romagna dieci nuovi impianti di produzione di biometano. In Veneto, in particolare, le zone interessate saranno quelle
legate al bacino bieticolo-saccarifero, vale a dire Campolongo in provincia di Padova, ma anche province limitrofe come Rovigo.
Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, ha sottolineato come questo sia un momento proficuo per spingere sull’energia green: “Tutto il mondo delle rinnovabili ha un’importanza strategica per l’agricoltura – ha detto -. L’abbiamo dimostrato con gli impianti di biogas e con il fotovoltaico sui tetti dei capannoni. Oggi con il Pnrr si aprono ulteriori sviluppi di notevole interesse. Il biometano rappresenta un’opportunità, perché oggi in Italia ci sono più di 1.800 impianti a biogas, di cui circa 200 in Veneto, che hanno una scadenza di 15 anni e quindi dal 2025 al 2027 andranno a
termine. Pertanto il biometano rappresenta un’occasione di upgrading ancora più sostenibile del biogas, che a noi interessa sia per la riconversione degli impianti esistenti, sia per i nuovi impianti che si possono realizzare”.
“I progetti, affinché si realizzino, devono avere una sostenibilità economica, ma la situazione al momento è poco chiara – ha sottolineato il presidente della Confederazione dei bieticoltori-CGBI, Gabriele Lanfredi. Basti dire che il Pnrr è stato varato nel post pandemia, nel 2021, quando il metano costava 10 centesimi al metro cubo. Oggi i costi si sono moltiplicati a dismisura a causa del conflitto ucraino. Ma le misure applicative uscite due settimane fa non ne hanno tenuto conto”. (m.s.)
“Il Pnrr opportunità di sviluppo per la green economy”
City Branding per Rovigo. Tra le proposte questa è quella che convince di più il Comune
La zona è stata a lungo simbolo del degrado e dell’abbandono nel centro storico del capoluogo
Un bando di 600.000 euro aggiudicato per le spese di progettazione e quattro aree abbandonate nel pieno centro storico della città. Questi gli ingredienti del progetto City Branding per Rovigo, un piano ambizioso che punta a trasformare quelli che fino ad oggi sono stati luoghi di degrado in una nuova opportunità per la cittadinanza.
L’esempio più lampante di ciò è sicuramente l’ex caserma dei vigili del fuoco: una piazzetta, posta tra vicolo Castello e via Donatoni, abbandonata nell’ormai lontano 1986.
La zona è stata al centro del dibattito cittadino per anni perché vista come simbolo del degrado e dell’abbandono nel centro storico del capoluogo polesano; in molti nello scorso decennio hanno
proposto progetti per la riqualificazione dell’area, tutti però sono finiti nel vuoto. Così il piazzale nel tempo si è trasformato in un comodo rifugio per una colonia di gatti, che ancora oggi abitano l’area, oltre che in un luogo di espressione anche per una certa corrente di street art rodigina, come ci testimoniano i tantissimi “graffiti” che ricoprono le facciate degli edifici della piazzetta.
La zona è stata recentemente al centro dell’attenzione per le lamentele mosse da chi abita nei pressi del piazzale, tanto che la polizia locale è dovuta intervenire per bloccarne l’accesso.
In passato sono state molte le proposte per trasformare l’area in un parcheggio, ma i piani dell’attuale amministrazione comunale, come ci spiega Luisa Cattozzo, asses-
sore all’urbanistica del Comune di Rovigo, sono ben diversi: “Il nostro piano è quello di rendere l’ex caserma dei vigili del fuoco di via Donatoni uno spazio di espressione artistica e culturale per la città. Per ora siamo ancora in una fase puramente progettuale, l’obiettivo sarebbe comunque quello di rendere la zona, come anche le altre interessate dal progetto City Branding, uno snodo centrale all’interno di un itinerario artistico e culturale che riesca a coinvolgere tutto il centro
storico della città e di cui ne potranno beneficiare sia i cittadini che i turisti”.
Un progetto ambizioso nel quale sarà fondamentale la collaborazione tra Comune e soprintendenza ai beni archeologici, artistici e paesaggistici; infatti, la vecchia caserma, sorgendo a metà strada tra castello e duomo, si trova in un’area che un tempo era la zona più centrale della città e che dunque nasconde al di sotto numerosi reperti archeologici. Nel 2021 si era anche parla-
to di un possibile progetto di trasformazione della zona in un campus universitario, vista anche la sua vicinanza all’ex liceo Celio, oggi sede, oltre che dell’urbandigital center, anche della nuova magistrale in ingegneria idraulica dell’Università di Padova.
Per capire con certezza quale sarà il futuro della zona bisognerà però attendere la fine della fase progettuale, per ora sono ancora molte le idee in gioco.
Davide FarinattiIniziativa di valorizzazione. Proposte esperienze di approfondimento culturale per adulti e bambini
“L’arte fa miracoli”, alla Rotonda di Rovigo, con storie legate all’intercessione della Vergine, “Tesori sacri”, a Fratta, con un itinerario dedicato ai luoghi sacri
“A qua, Natura e Cultura” ha organizzato, in collaborazione con Provincia, Comuni di Rovigo, Fratta Polesine, Lendinara e Badia Polesine, tour urbani guidati e appuntamenti culturali presso i principali siti di interesse storico-artistico. Sono state proposte diverse esperienze di approfondimento culturale ad adulti e bambini. Strutturati come itinerari guidati volti a portare in luce aspetti inusuali e poco noti della storia e delle peculiarità del territorio polesano, nascono allo scopo di valorizzarne siti di particolare pregio. Iniziative speciali e aperture straordinarie sono state organizzate nei musei, nei luoghi sacri, nei centri storici di Rovigo, Lendinara, Fratta e Badia, per promuoverne la conoscenza attraverso passeggiate in città, approfondimenti storico-artistici, attività ludico-didattiche, che hanno permesso di viverli a pieno come luoghi di bellezza e socialità. Tra i siti culturali oggetto d’interesse, vengono annoverati il nucleo più antico della città di Rovigo, con le sue torri e il castello, villa Badoer e casa museo “Giacomo Matteotti” a Fratta, la Collezione Balzan a Badia, Lendinara con la sua raccolta risorgimentale e i resti della parte medievale. Il Palladio a Fratta, a Badia la visita dedicata all’aspetto mistico e devozionale, affrontato dal pennello di alcuni tra i più grandi arti-
sti dell’800 italiano, il tempio della Beata Vergine del Soccorso, detto La Rotonda, a Rovigo. Una caccia al tesoro per i più piccoli, sempre a Rovigo alla ricerca dei significati nascosti della città. Nel centro storico di Lendinara,una passeggiata alla scoperta della Lendinara medievale. A seguire, la degustazione della famosa “Puazza”. “Paesaggi da...brividi” a Badia, alla Collezione Balzan.
Giocare con colori e pennelli, per scoprire e trasformare i paesaggi della Collezione in suggestive ambientazioni. “Tesori sacri”, a Fratta, con un itinerario dedicato ai luoghi sacri. “L’800 Lendinarese”, Itinerario urbano attraverso le testimonianze Ottocentesche della città, alla scoperta di uno dei secoli più turbolenti della storia. “L’arte fa miracoli”, alla Rotonda di Rovigo, con storie legate all’intercessione della Vergine, dipinte nel tempio, dove i miracoli si fanno arte. “MaschereMatte” in villa Badoer. “Torri, porte e antiche mura”, a Rovigo, alla scoperta della storia medievale della citta’ capoluogo del Polesine, attraverso la visita alle antiche fortificazioni e a Torre Donà, con i suoi 289 gradini. “Attimi di storia”, alla casa museo “Giacomo Matteotti” di Fratta. Percorso dedicato alla dimensione privata e familiare di Matteotti.
Marco ScarazzattiAnche per il 2023 una ragazza di Rovigo, sarà la testimonial della bellezza in Polesine. Tra le 13 ragazze immortalate nel calendario Bellezze Venete, diventato nel corso degli anni, uno dei più celebri per quello che riguarda la celebrazione della bellezza femminile, figura Dalida De Paolo. I mesi sono ovviamente 12, ma le ragazze 13, in quanto uno dei mesi vede protagoniste due bellezze della nostra regione. Per rappresentare Rovigo e provincia, l’art director e ideatore del calendario, Paolo Braghetto, giornalista padovano, ha scelto Dalida. Alta 172 centimetri, occhi azzurri, capelli castani lunghi lisci, Dalida è il mese di maggio 2023.
La 25enne di Rovigo ha tante passioni: suona il pianoforte e il violino, le piacciono ginnastica ritmica, andare in palestra e praticare zumba. È del segno dello scorpione, essendo nata il 27 ottobre. Dopo avere frequentato il liceo linguistico “Celio”, Dalida De Paolo si è iscritta al Dams, laureandosi nel dicembre del 2020 nella Disciplina delle arti, della musica e dello spettacolo.
La sua foto le è stata scattata nel mese di luglio, dallo stesso Braghetto, che ha visto la
ragazza polesana mentre era al mare al Lido degli Estensi. Dalida è anche attrice teatrale e nel 2016, quindi quando aveva 18 anni, vanta una parte nella serie televisiva “The young Pope” del regista Paolo Sorrentino: venne scelta per ricoprire il ruolo di una suora di clausura, nel film su Papa Pio XIII. In quel film, come attore protagonista, c’era Jude Law, nei panni di Pio XIII, il primo Papa americano della storia. Le riprese di Dalida De Paolo, vennero girate a Venezia, nell’isola di San Giorgio Maggiore.
Dalida ha alle spalle un’esperienza nel coro delle voci bianche del Polifonico Città di Rovigo, diretto da Giorgio Mazzuccato e tanti anni di danza. La presentazione della 17° edizione del calendario Bellezze Venete si è svolta a Padova, alla presenza di di-
Il gruppo degli Alpini di Rovigo si è riunito in assemblea elettiva, essendosi concluso il triennio, come previsto dal regolamento. Il capogruppo uscente, Sauro Edgardo Massari, prima di iniziare i lavori, ha invitato tutti a mettersi sull’attenti per il saluto alla bandiera, come in uso tra gli Alpini ad ogni riunione. Massari, nella sua relazione morale e di congedo, dopo tre mandati consecutivi, ha ricordato gli eventi più importanti realizzati durante i nove anni che è stato alla guida del gruppo. Ha ringraziato quanti hanno lavorato per la buona riusci-
ta delle iniziative concretizzate. Massari ha anche ricordato le toccanti cerimonie che hanno ricordato, e reso onore, in occasione del 4 novembre, all’alpino Mario Toffoli di Rovigo e all’alpino Achille Pirani, entrambi decorati di medaglia al valor militare. “Questi e tanti altri sono stati gli impegni del Gruppo Rovigo in questi nove anni - ha sottolineato Massari - Non ultimo quello di portare nelle scuole il contributo di conoscenza delle penne nere agli alunni”. Si sono ricordati tutti gli alpini scomparsi, chiedendo di alzarsi in piedi e rispettare
versi genitori delle Miss, oltre a numerosi fotografi e a Marisa Cogo, nota hair e makeup designer, che vanta importanti collaborazioni con il Festival del Cinema di Venezia, il Festival di Sanremo, mentre in passato ha lavorato per Miss Italia e il Festivalbar. “Come ogni anno, fin dalla sua nascita, questo calendario ha una finalità benefica - afferma Paolo Braghetto -: il ricavato della vendita viene puntualmente destinato ad associazioni che si occupano di chi sta peggio di noi. La scelta di quest’anno è stata quella di sostenere Braccio di Ferro Rfe Onlus, che ha tra le sue mission quella della raccolta fondi per aiutare lo sviluppo della straordinaria struttura dell’Hospice Pediatrico di Padova”.
Nel 2016, quando aveva 18 anni, ottenne una parte nella serie televisiva “The young Pope” del regista Paolo Sorrentino: venne scelta per ricoprire il ruolo di una suora di clausura, nel film su Papa Pio XIII, con Jude Law
un minuto di silenzio. A seguire, dopo aver approvato il bilancio, si è continuato, con l’elezione del nuovo capogruppo di Rovigo, che per acclamazione è risultato essere l’alpino Fabio Pilotto. Sarà lui a portare avanti il gruppo per i prossimi tre anni. Massari fara’ sempre parte nel consiglio. (m.s.)
Un’esposizione sullo scultore rodigino e sull’arte del ‘900 nel Polesine
L o scultore rodigino
Virgilio Milani (18881977) è il protagonista della nuova esposizione di Palazzo Roncale, dal 25 marzo al 25 giugno 2023: “Virgilio Milani e l’Arte del ‘900 in Polesine”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curata da Alessia Vedova. La vicenda artistica di Virgilio Milani funge da filo r osso nell’esplorazione dell’arte del secolo breve nel Polesine, assieme ad altri nomi illustri come Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi, Paolo Gioli, che di Milani è considerato erede. La mostra racconta l’attività di Milani
Una finestra interessante anche sul Polesine di inizio e metà 900, crocevia di artisti che sceglievano il capoluogo polesano come residenza o tappa di vita
nella sua città, attraverso l’evoluzione delle molteplici opere pubbliche disseminate sul suolo cittadino e le opere private, spesso raffiguranti figure e ritratti in bronzo o terracotta.
La mostra apre inoltre una finestra interessante sul Polesine di inizio e metà 900, da intendersi quale crocevia di artisti che sceglievano il capoluogo polesano come residenza o tappa di vita. Autore di questa indagine è Lucio Scardino, studioso ferrarese, specializzato nella storia dell’arte della prima metà del Novecento Egli ricorda come Virgilio Milani, nel 1911, abbia partecipato a una mostra collettiva all’accademia dei Concordi, ottenendo una medaglia d’oro per una testa di bimba. In quegli anni si inizia a registrare la curiosa tendenza, da parte di alcuni artisti, a scegliere Rovigo come propria residenza, come il toscano Tito Corbella e il ferrarese Guglielmo Mantovani. Poi il toscano si trasferirà a Roma, dove diventerà uno dei più famosi cartellonisti per il cinema. Artisti che ar-
rivano ed altri, rodigini, che se ne vanno, come Spartaco Greggio, che dopo le prove in Polesine raggiunge Milano dove si confermerà illustratore e cartellonista di vaglia; o Mario Cavaglieri, che si trasferirà stabilmente in Francia. Nel 1911, da Treviso giunge a Rovigo Gino Pinelli e qui si afferma come vedutista ed eccellente grafico.
Nella mostra ai Concordi del 1917 Milani esordisce come scultore “pubblico” con il monumento a Cesare, Battisti collocato sulla facciata della Gran Guardia. In quella edizione, Pinelli è premiato con la
medaglia d’argento “presentando paesaggi ancora ottocenteschi, nel gusto del suo maestro Guglielmo Ciardi, giungendo a punte sapide e pittoresche in una scena di genere denomi-
nata I promessi sposi: un pastello che non illustrava Manzoni, bensì un gallo e una gallina posti entro una cesta, in attesa dell’accoppiamento”. Nel 1923, alla collettiva ai Concordi
si fanno apprezzare due paesaggisti originari della provincia, Ugo Boccato di Adria (1890-1982) e Luigi Cobianco (1893-1967) di Villanova Marchesana. Il primo diventa uno dei migliori pittori del Novecento polesano, uno dei pochi ad esporre in mostre nazionali, dalla Quadriennale romana del 1939 al Premio Cremona del 1941, per giungere alla Biennale di Venezia nel 1948. Cobianco, allievo di Ettore Tito, all’ambiente veneziano resta sempre legato, tanto che finisce per insegnare pittura al Liceo Artistico e all’Accademia, con soggiorni a Mestre. Alla stessa mostra del 1923 si distinguono inoltre lo scultore e pittore Gino Colognesi (1899-1972) e il pittore Edoardo Chendi (1906-1993), un talento in erba, poiché aveva soltanto quattordici anni. Le sculture in gesso di Colognesi, scrive Scardino: “furono giudicate dal Palmieri fra le migliori opere esposte, ma l’artista – anima inquieta ed errabonda – preferì trasferirsi all’estero (Francia prima, Brasile poi), riannodando i rapporti con Rovigo soltanto negli anni Trenta, allorché eseguirà i bassorilievi allegorici per il Salone dell’Economia Corporativa (poi Camera di Commercio) rappresentandovi la mietitura, l’aratura, il commercio del pesce, la fucina, l’industria, in modo invero alquanto farraginoso e retorico se rapportato alla sintesi plastica rivelata da Milani nei monumenti della fase più novecentista, quello all’esploratore Miani ad esempio o nella mirabile, grandiosa Contadina seduta”. Opera che sarà nella mostra al Roncale Sempre in tema di “foresti” venuti ad abitare in Polesine, sono da segnalare Pio Pullini, pittore e illustratore marchigiano, il mantovano Baldissera, il veronese Donati, Chiacigh, quest’ultimo di origine caucasica, Casimiro Iodi, modenese, oltre al più celebre Leone Minassian, armeno.
Melania RugginiIl rodigino Federico Simonetta è il nuovo presidente della Federcanoa Veneta. Oltre a Simonetta presidente del Gruppo Canoe Polesine Rovigo, erano in lizza altri due canditati: Germano Schurzel del Canoa Club San Donà e Paolo Scarpa del Canoa Club Sile. Alle elezioni erano presenti i massimi vertici della Federazione Canoa: il presidente federale Luciano Buonfiglio, il vicepresidente Adelfi Scaini e il consigliere Matteo Ciola. I tre candidati hanno avuto alcuni minuti per presentarsi ed esporre le loro idee all’assemblea regionale, al termine dei quali si è svolta la votazione che, con 195 voti a favore, ha visto vincitore Federico Simonetta.
Il neoeletto presidente, che sarà ai vertici della canoa regionale per i prossimi due anni sino alla scadenza del quadriennio olimpico, non è nuovo agli incarichi regionali essendo già stato consigliere in due precedenti quadrienni dal 2000 al 2008
e quindi dal 2020 al 2023. Quarantasette anni, laureato in Scienze e tecnologie agrarie, all’università di Padova, ricopre anche il ruolo di allenatore per la sua associazione. Da atleta, tra gli anni dal 1992-1996, ha militato nelle squadre nazionali Junior e Senior sia di velocità che di maratona, gareggiando in maglia azzurra in diverse competizioni internazionali.
Con Simonetta, è stata eletta in consiglio regionale, in rappresentanza delle affiliate, anche Mariangela Benà,
Eletta in consiglio regionale, in rappresentanza delle affiliate, anche Mariangela Benà, istruttrice e consigliere del Gruppo Canoe Polesine Rovigo
istruttrice e consigliere del Gruppo Canoe Polesine Rovigo. Completano il consiglio regionale Maurizio Bergo (Canoa Kayak Chioggia), Martino Campagnari (Remiera Peschiera) e Manuela Gobbato (Canottieri Mestre), neo consiglieri in rappresentanza delle società affiliate del Veneto. Eletti, in rappresentanza degli atleti e dei tecnici, Giulia Formenton del Canoa Club Oriago e Riccardo Sandonà del Padova Canoa.
Una giornata passata all’insegna dello sport e del divertimento quella vissuta dalle esordienti del Rovigo Women che hanno partecipato al primo torneo affiliate Hellas Verona Woman. Così, le giovani calciatrici allenate da Martina Moretto, sul sintetico del Sinergy Stadium di Verona, hanno disputato quattro partite con Scaligera, Cadore Women, Hellas Verona Women e Lovers Palazzolo.
Una bellissima esperienza per le giovani ragazze della società presieduta da Morena Pizzo, che hanno affrontato con determinazione e senza timore squadre più esperte. Bella la cornice del Sinergy Stadium di Verona, adiacente al Bentegodi, in una mattinata, dove
a rendere ancor più felici la presenza della simpatica mascotte dell’ Hellas Verona Women. La società scaligera al termine delle partite oltre alle medaglie ha regalato a tutte le atlete partecipanti il kit da gara Hellas Verona.
Una giornata che rimarrà impressa nelle giovani calciatrici così come quella vissuta ad inizio anno, quando, su invito del Cittadella
Woman, la società di Rovigo ha assistito alla gara tra Cittadella Women e Juventus
Women di Coppa Italia femminile allo stadio Tombolato, dove a fine gara le ragazze rodigine hanno potuto fare selfie e autografi con le proprie beniamine.
In attesa dell’inizio dei tornei, la squadra Esordienti ha organizzato delle amichevo-
li, l’ultima delle quali contro le pari età del Gs Ariano C5, disputata al palazzetto dello sport di Ariano Polesine.
L’attività di allenamenti continua: per le bambine e ragazze dai 5 ai 14 anni appassionate di calcio e che volessero provare, gli appuntamenti sono il lunedì e il giovedì allo stadio Gabrielli dalle 17.30 alle 19 e il martedì al campo di San Pio X, largo Cremesini, allo stesso orario. (c.a.)
Ormai l’ipotesi sta diventando una pista d’atterraggio del dibattito politico, peraltro così sgombra da far prevedere che l’aereo delle buone intenzioni plani in sicurezza e in (relativamente) poco tempo. L’idea è quella del terzo mandato per i governatori, argomento che interessa da vicino il Veneto, visto che Luca Zaia terminerà il suo compito nel 2025. Ma davvero lo concluderà? Sarebbe il terzo mandato, che in verità è il quarto perché Zaia presidente lo è diventato nel 2010. E, a voler essere precisi, è in giunta dal 2005, quando era vicepresidente di Giancarlo Galan, non proprio un incarico da niente.
Era l’anno, il 2005, quando i consiglieri della Lega, per fare sentire la propria forza, alla seduta inaugurale entrarono volutamente insieme, in leggero ritardo e facendo
perfino rumore. Volevano fare capire che erano ben vivi nel Veneto in cui Forza Italia aveva ottenuto il 22% mentre la Lega era rimasta al 14%. Insomma, un po’ orgogliosi e un po’ arroganti.
Cinque anni dopo, nel 2010, i risultati sarebbero stati opposti: Lega al 35% mentre il Pdl, l’evoluzione di Forza Italia, al 24%. Iniziava l’era di Zaia, eletto governatore con il 60% dei voti quando nel 2005, Berlusconi imperante, Galan aveva ottenuto “appena” il 50%.
Il resto è cronaca, vale a dire le due riconferme di Zaia del 2015 e del 2020, quest’ultima con la percentuale stellare del 77%. Ha ragione Crozza: non è un’elezione, il Veneto è un principato, un sultanato.
E il futuro? Niente di più facile che sia Zaia a succedere a se stesso. È vero che l’eurodeputato Variati ha bocciato questa idea, ma la pensano così nel Pd del Veneto non in tutta Italia. I democratici, infatti, hanno molto a cuore la rielezione di Vincenzo De Luca in Campania. Quindi, uno a me e uno a
te, tra destra e sinistra è assai probabile che si trovi un accordo per abolire quella norma che impedisce ai governatori di candidarsi per un terzo mandato, norma che appunto è scattata dopo il primo quinquennio di Zaia e che lo porterebbe al quarto incarico da governatore.
L’unico ostacolo su questa strada è Fratelli d’Italia che vorrebbe mettere la sua bandiera sulla prestigiosa poltrona, visto che anche nel Veneto supera abbondantemente il 30 per cento. Ma, fanno notare a Roma, qualcosa agli alleati i Fratelli devono pur concederla, mentre Luca De Carlo, senatore e timoniere veneto di FdI nelle dichiarazioni ufficiali ha spiegato: “Noi siamo assolutamente favorevoli all’eliminazione del tetto dei mandati perché sono i cittadini che devono poter scegliere. Valuteranno i partiti e i candidati il da farsi”.
La riforma. Dopo il via libera del progetto alla Conferenza delle Regioni e a quella Unificata
Intanto Ciambetti incontra il ministro Calderoli: “Coinvolgere anche i Consigli regionali sui processi decisionali”
Un altro passo avanti sulla strada dell’autonoma differenziata. Ma il cammino è ancora lungo e non privo di incognite, adesso che la palla passa al Parlamento. E si sa quanto l’Aula possa rivelarsi insidiosa anche per progetti che godono di un ampio consenso e per riforme che sembrano mettere tutti d’accordo. Intanto il disegno di legge che porta il nome di Roberto Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha incassato nel giro di poche ore il via libera da parte della Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza Unificata, aprendo di fatto il confronto parlamentare sul percorso di autonomia differenziata. Il governatore veneto Luca Zaia non può che compiacersi: “Prende sempre più forma il progetto per dare compimento al dettato costituzionale. L’autonomia, infatti, è prevista dalla Costituzione ed è la
chiave per un profilo di modernità, di efficienza e di modernità dell’amministrazione della cosa pubblica che avrà quella ricaduta positiva attesa dai cittadini. Il centralismo è l’equa divisione del malessere, l’autonomia è l’equa divisione del benessere. Questa Italia a due velocità deve finire e le regioni devono essere tutte messe nelle condizioni di dare servizi e risposte ai loro cittadini”.
Detto questo il presidente del Veneto si rivolge anche alle quattro Regioni che invece hanno espresso parere contrario: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana: “Rispetto la scelta: hanno fatto dei distinguo ma, è da notare, che non si sono pronunciate contro l’autonomia, lamentandosi più che altro delle modalità. Da parte nostra c’è soddisfazione ma colgo anche un grande senso di responsabilità da parte di tutti noi e del
ministro Calderoli a cui va il mio ringraziamento per l’impegno che continua a dimostrare. Da parte nostra c’è la volontà di vedere riconosciuto fino in fondo che questo è un progetto serio, che non spacca l’Italia e darà opportunità a tutti, anche a quella foresta che cresce e che non ha ancora voce”.
Di autonomia hanno parlato anche i presidenti dei consigli regionali in occasione dell’incontro a Roma con il ministro Calderoli. “Il confronto con gli enti territoriali è sempre proficuo, - ha di-
chiarato - sull’autonomia c’è coinvolgimento e attenzione” ha dichiarato il Ministro. “È stato un incontro costruttivo e molto utile - ha sottolineato il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti - abbiamo apprezzato la concretezza del ministro. Abbiamo concordato su come la natura del processo decisionale, connesso all’esercizio di più ampie funzioni delegate alle Regioni, debba coinvolgere anche il rispettivo Consiglio regionale e abbiamo auspicato che il Ministro possa farsi portavoce di que-
sta sensibilità in Parlamento, quando avranno luogo le audizioni dei soggetti istituzionali deputati”. I presidenti dei consigli regionali hanno anche espresso la necessità di integrare la Commissione bicamerale per le questioni regionali con i rappresentanti delle autonomie, in modo da rafforzare il principio di equilibrio tra esecutivo e legislativo, anche per garantire un corretto bilanciamento del sistema delle Conferenze, nell’ottica della leale collaborazione, come spiegato dallo stesso ministro Calderoli.
Dopo le primarie. Il segretario regionale Andrea Martella traccia la rotta
“Nessun’altra forza politica si apre all’esterno così tanto e sa ascoltare la richiesta di cambiamento, siamo in campo su sanità, scuola, transizione ecologica e sviluppo”
Si sono concluse le Primarie del Partito Democratico con l’affermazione nazionale di Elly Shlein e il Veneto, in questo senso, non ha fatto eccezione tributando alla neo-segretaria un’affermazione molto netta percentualmente superiore alla media nazionale. Uno sforzo organizzativo importante che ha visto allestire nella Regione oltre 400 seggi che hanno consentito a migliaia di militanti e simpatizzanti di esprimersi, nonostante anche condizioni meteo non agevoli, prova di attaccamento e grande attenzione verso la nostra forza politica.
“Abbiamo dato una grande prova di partecipazione –commenta il segretario regionale, Andrea Martella - grazie all’immane lavoro di centinaia di militanti che sono riusciti a garantire che tutto si svolgesse al meglio e in modo capillare.
Siamo una grande comunità. Non c’è nessun’altra forza politica che si apre all’esterno così tanto, che ascolta i simpatizzanti e che può contare su di una militanza così preparata e disponibile.”
“La vittoria di Elly Shlein - continua - rappresenta certamente una richiesta, che viene dalla base, molto forte di impegno e cambiamento. I cittadini, i nostri elettori, i nostri iscritti ci hanno detto in modo molto chiaro che dobbiamo tornare tra le persone, nei luoghi del lavoro, nelle periferie, ci hanno richiamato al dovere di rappresentare, in primo luogo, chi vive condizioni di difficoltà, chi fatica. Non un partito chiuso, ma capace di tornare alle radici profonde dei suoi valori e del nostro Paese coniugando le esigenze di chi produce lavoro e benessere con quelle di chi ha il diritto di averlo un lavo-
ro e di poter contare su di una retribuzione adeguata, sicura e al passo con i tempi. Sono ancora troppe le persone che pur lavorando non hanno diritti, non hanno sicurezze, non hanno un reddito sufficiente per affrontare con tranquillità le proprie vite.”
“In Veneto – spiega Martella –in questo anno abbiamo compiuto dei passi importanti, ci siamo rinforzati e affrontiamo con fiducia la tornata elettorale che ci vedrà protagonisti il prossimo 14 e 15 maggio con le nostre e i nostri candidati e con le nostre idee e programmi. Il rinnovamento che l’elezione di Elly Shlein ha avviato nel partito e sulla scena politica italiana, ne siamo certi, avrà riflessi anche nella nostra Regione nella quale lo strapotere della Lega, dati alla mano, appare ormai al tramonto e quello di Fratelli d’Italia non sembra in
grado, affidandosi al solo traino nazionale di Giorgia Meloni, poterlo sostituire. Del resto tocchiamo tutti con mano l’incapacità che oggi ha la Regione Veneto di garantire le giuste risposte ai cittadini, di far crescere il nostro territorio, di proporsi sulla scena nazionale ed europea, di sostenere chi ha più bisogno, di governare i processi di transizione economici e sociali.”
“Noi siamo in campo - conclude il segretario regionale del Pd - con quattro caposaldi essenziali: Sanità Pubblica, efficiente, accessibile e veloce; scuola pubblica per tutti nella quale il ruolo degli insegnanti sia realmente valorizzato e gli studenti possano trovare tutti gli strumenti per aprirsi al meglio al mondo; transizione ecologica, sostenibilità, energie rinnovabili e rivoluzione green; sviluppo e produzione per sostenere
Sanità. La proposta di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale
Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale ha depositato una Mozione in Regione sul tema dell’età della pensione obbligatoria per i medici.
“È importante che la Regione, si attivi perché ai professionisti vicini alla pensione venga data la possibilità, su base volontaria, anche una volta raggiunta l’età pensionabile, di rimanere
in servizio fino ai 72 anni con compiti di formazione rivolta ai neo laureati.
L’inserimento nel mondo di lavoro del medico è articolato e richiede dopo la laurea un corso di specializzazione che varia da 4 a 6 anni a seconda del settore prescelto. Proprio per questo penso sia opportuno non disperdere questo patrimonio di esperienza e conoscenze;
inoltre l’interazione tra professionisti affermati e giovani neo laureati potrebbe rendere maggiormente attrattiva, per questi ultimi, la permanenza all’interno del servizio pubblico. Per questo ho depositato una mozione con la quale chiedo alla Regione di farsi parte attiva nel chiedere al Governo che si individuino percorsi per rendere attrattiva la permanenza
in servizio dei medici in età pensionabile in servizio presso l’azienda Ospedale-Università di Padova con funzioni di didattica a favore delle nuove generazioni di medici. Questo percorso permetterebbe quel passaggio di competenze e quella protezione formativa che i medici più esperti potrebbero offrire ai medici di più recente nomina”.
i lavoratori e le nostre imprese. Ma prima di tutto dobbiamo restituire centralità alle persone e alle comunità, perché paradossalmente questa destra sul territorio ha accentrato e polarizzato tutto sull’uomo solo al comando. È un’agenda importante che dobbiamo ampliare per coinvolgere quante più energie è possibile. Siamo certi che ci sia la possibilità di cambiare, di innovare il nostro territorio, di riavvicinare decisamente i cittadini alla politica: noi abbiamo iniziato organizzando un importante seminario con documenti e piattaforme che adesso svilupperemo e con il nostro congresso. Siamo consapevoli di come sia solo il primo passo.”
“Un
“Impieghiamo i medici vicini alla pensione per formare i giovani”Andrea Martella
Salvini e Zaia all’inaugurazione della prima opera irrigua finanziata con i fondi del Pnrr, due anni per completare il tratto iniziale
A“dissetare” la campagna veneta alle prese con la siccità ci penserà un canale artificiale lungo 48 chilometri, che permetterà, una volta completato, di distribuire acqua irrigua su 350 mila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. E’ il Leb (Lessino Euganeo Berico, dal nome dei territori attraversati), la prima opera irrigua finanziata dal Pnrr con 20 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 33 che permetteranno di completare entro il 2025 i primi due stralci da quasi 13 chilometri e risparmiare circa 120 milioni di metri cubi d’acqua, risorsa sempre più preziosa.
Una volta completato il canale sarà lungo 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16,25 km) ed in parte in condotto sotterraneo (27,7 km). Preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350mila ettari di campagne, di cui 90mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. A tagliare il nastro il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini ed il presidente della Regione Luca Zaia, che non hanno mancato di sottolineare quanto sia sentito questo intervento in tempi crisi climatica.
Il Leb è nato dalla volontà di tre consorzi di bonifica veneti per gestire al meglio l’acqua per l’irrigazione delle campagne: Alta Pianura Veneta di San Bonifacio (VR), Adige Euganeo di Este (PD) e il Bacchiglione con sede a Padova.
Il presidente Moreno Cavazza ha sottolineato: “Siamo arrivati alla conclusione del cantiere in anticipo rispetto alle previsioni progettuali, nell’imminenza della riapertura delle paratoie e dell’avvio della stagione irrigua 2023. Abbiamo ottimizzato un’infrastruttura esistente e fondamentale per
la nostra regione. A questo impegno si aggiunge il progetto di ricerca e sperimentazione sviluppato dal Consorzio con le Università di Verona e Padova sempre volto all’ottimizzazione dell’acqua irrigua
nelle campagne. L’attività sperimentale si sta orientando anche nella valutazione di fattibilità delle potenzialità energetiche dell’infrastruttura Leb sia sotto il profilo fotovoltaico che di micro-idroelettrico”. Zaia, che di lì a pochi giorni avrebbe annunciato la necessità di razionalizzare l’acqua in tutta la regione, ha aggiunto: “È un grande intervento e un modello di eccellenza del Veneto che andrà a interessare una vasta zona di quasi 100mila ettari. È fondamentale dare l’avvio a quello che ho definito il piano Marshall per l’acqua. Bisogna investire sulla rete irrigua per efficientare la distribuzione della risorsa”. Un plauso anche da Salvini, che ha sottolineato la necessità di una nuova coscienza idrica e una nuova politica dell’acqua, risorsa che ormai è oro. In Italia conteniamo solo l’11% dell’acqua piovana. Ho chiesto intanto risorse per un miliardo di euro per realizzare e chiudere alcuni piccoli invasi e dighe. Occorrerà una nuova coscienza ambientale superando le politiche dei no perché l’acqua è vita e non possiamo più permetterci di disperderla”. “L’importanza di questo canale - ha spiegato Francesco Cazzaro, presidente veneto dell’Anbi, che riunisce tutti i consorzi di bonifica, - risiede nell’essenza stessa dell’uso dell’acqua. Dove c’è acqua, c’è resilienza al cambiamento climatico, c’è produzione agricola di qualità, c’è vita, c’è collaborazione, cooperazione per gli obiettivi comuni, tenuta del tessuto non solo infrastrutturale ma anche sociale ed economico del territorio. Oggi il Leb rende concreta una parola che usiamo spesso senza magari ricordarne appieno il significato: sostenibilità”.
Tra inflazione, rialzo dei prezzi e carrello della spesa sempre più caro le famiglie italiane si trovano a fronteggiare una perdita del proprio potere d’acquisto. In questo contesto tutte le insegne della GDO hanno attivato iniziative e promozioni per sostenere le famiglie italiane, offrendo la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità.
E questo è anche l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia: contro i rincari sugli scaffali dei punti vendita dell’abete è da sempre presente la linea di prodotti a marchio S-Budget, un paniere completo di 500 prodotti, alimentari e non, come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa che, oltre a garantire un risparmio medio del 30% sul carrello, consente di effettuare una spesa completa a meno di 15 euro. Caratteristica fondamentale di S-Budget è proprio quella di essere una linea di primo prezzo che alla conve-
nienza abbina elevati standard di qualità, garantita dai severi controlli applicati a tutta la filiera, dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.
S-Budget è un marchio esclusivo di Aspiag Service Despar, sviluppato in collaborazione con le organizzazioni SPAR di Austria, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia, appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui Aspiag Service
fa parte. E proprio la partnership internazionale è la ragione della sua convenienza: i grandi volumi prodotti a livello internazionale consentono infatti un notevole risparmio di costi a cui concorre anche l’immagine della linea e il packaging volutamente semplici per non pesare sul prezzo finale. Il marchio S-Budget è stato ideato e realizzato da SPAR Austria, casa madre di Aspiag Service, nel 2007, ed è stato poi sviluppato in Italia nel 2008 partendo
dei generi di prima necessità. Oggi rappresenta in termini di fatturato il quarto brand dei prodotti a marchio Aspiag, con una crescita costante che ha registrato nel 2022 un +20% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è quello di arrivare a coprire tutti i bisogni del cliente, presidiando tutte le famiglie merceologiche: un progetto a cui Aspiag Service Despar sta lavorando intensamente e che nel 2023 vedrà il lancio di 200 nuovi prodotti.
di Giovanni TalianaChe rapporto c’è tra “primo prezzo” e qualità? Spesso questi concetti sono visti in antitesi l’uno con l’altro; è davvero così? Sicuramente il primo prezzo può essere associato da alcuni consumatori ad un concetto che risponde all’equazione “prezzo basso=qualità bassa”, ma ovviamente l’argomento non può essere ridotto a questa semplificazione. Tra i “primi prezzi” troviamo prodotti differenti, con qualità differente, esattamente come nei prodotti delle altre gamme. Ogni prodotto presente nei nostri supermercati, compresa la nostra linea di primo prezzo S-Budget risponde a standard qualitativi determinati e obbligatori. La convenienza è sicuramente il valore fonda-
mentale, ma allo stesso tempo S-Budget è una scelta sicura e garantita grazie agli accurati controlli effettuati sulla filiera: dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.
Posto che la qualità del prodotto rimane ottimale, quali fattori incidono nella riduzione del prezzo al cliente dei prodotti S-Budget?
Con la nostra linea di primo prezzo S-Budget abbiamo potuto garantire ai consumatori ottimi livelli di qualità agendo su fattori “esterni” al prodotto, come ad esempio la grammatura del packaging o l’importante logica delle economie di scala. Facendo Aspiag Service Despar
parte di un Gruppo Internazionale, ed essendo questo progetto nato dalla nostra Casa Madre Spar Austria (e da qui sveliamo il significato della “S” di S-Budget, che in tedesco significa “Sparen”, ossia risparmio), sicuramente l’abbattimento dei costi dato dalla produzione di elevate quantità è stato uno dei fattori essenziali che ha permesso di portare al consumatore prodotti che, pur essendo qualitativamente ottimali, risultano appartenere alla fascia del “primo prezzo”.
In che modo garantite qualità e sicurezza dei prodotti S-Budget?
Ci tengo a fare una premessa: quando parliamo di sicurezza dobbiamo fare molta attenzione. La sicurezza è infatti garantita per tutti gli alimenti da un requisito legislativo e, di conseguenza, non potrà mai
venire meno in nessuna delle diverse linee di prodotto. Per quanto riguarda la qualità invece, oltre a quanto già detto, essa viene sempre garantita grazie, ad esempio, all’utilizzo di specifici capitolati di fornitura adottati da Aspiag Service Despar per tutti i suoi fornitori, dal monitoraggio analitico realizzato dagli uffici qualità e dai diversi audit svolti in sede dei produttori.
Filiera ed economie di scala, la ricetta per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie Nonostante i dati dell’Istat sui prezzi al consumo a febbraio diano un primo segnale di un rallentamento dell’aumento generalizzato dell’inflazione, permane un sentimento diffuso di incertezza e servirà ancora parecchio tempo per smorzare gli effetti dell’aumento dei prezzi che rappresenta una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane con conseguenze inevitabili anche sui comportamenti e le abitudini d’acquisto. Sostenere il potere d’acquisto e fornire un aiuto concreto alle famiglie contro il caro prezzi è allora una priorità su cui anche Aspiag Service Despar ha lavorato intensamente per non trasferire completamente i rincari sul cliente finale. Per questo abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti senza rinunciare alla qualità impegnandoci, insieme ai nostri fornitori, per sostenere le comunità e le persone, anche attraverso campagne e promozioni che puntano a incrementare le occasioni di convenienza. Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto. Inoltre, essere parte di un gruppo internazionale come SPAR Austria rappresenta un vantaggio competitivo che si riflette anche nella gestione degli assortimenti. In un contesto di incertezza come quello attuale, filiera ed economie di scala sono dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi. In questo modo vogliamo dare un sostegno concreto per mitigare l’effetto del caro-vita sulle famiglie, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che è il fulcro della nostra strategia di sviluppo in un’ottica di sostenibilità e vicinanza.
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Over 64 con l’obiettivo di un invecchiamento sano e attivo. Un osservatorio nazionale monitora dal 2016 lo stato di salute degli anziani raccogliendo i dati, anche a livello regionale e locale con il coinvolgimento di 18 regioni e 86 Aziende sanitarie, con la finalità di far percorrere “Passi d’Argento” sereni e nel benessere agli anziani che sono sempre più numerosi e sempre più rappresentano una risorsa per le loro famiglie e l’intera comunità.
A Treviso i dati raccolti sono stati presentati a inizio marzo a tutti i sindaci del territorio compreso nell’Ulss 2 Marca trevigiana, ne è stato disegnato un quadro dello stato di salute delle persone dai 65 anni in su per valutare e programmare azioni di miglioramento di benessere e qualità di vita.
Nel territorio in questione l’edizione 2022 di Passi d’Argento ha visto impegnati in un lavoro di rete i Servizi sociali ed Epidemiologia dell’Ulss 2, le amministrazioni comunali e i loro Servizi sociali, i centri di servizi, le associazioni di volontariato e i sindacati.
Prosegue alla pag. seguente
Inprovincia di Treviso vivono 200.000 persone con più di 64 anni, il 23% della popolazione, che diventeranno 300.000 tra 15 anni e che già oggi per i 2/3 della nostra spesa sanitaria riguardano gli over 64: grazie al lavoro di un centinaio di volontari sono state intervistate 1872 persone che hanno risposto a un questionario di 80 domande riguardanti attività quotidiane e stati psicologici.
Condizioni sociali.
Il 23% degli over 64 vive da solo (circa 46.000 persone); il 30% lamenta difficoltà economiche (circa 60.000) e il 15% ha visto diminuire il suo reddito rispetto al 2021; il 43% ha un basso titolo di studio; il 9% si sente poco sicuro dove vive. L’8,2% (circa 17.000 persone) non scambia quattro chiacchiere con nessuno. Anche l’isolamento è associato soprattutto alla condizione di disabilità e cresce con il diminuire del reddito (16%) e del livello di istruzione (11%). Lo stato di salute e le malattie croniche.
La maggior parte delle persone intervistate riferisce di sentirsi in buona salute, solo il 9% (circa 18.000) dice di stare male o molto male. Una percentuale che aumenta con l’età (diventa il 23% tra chi ha più di 85 anni), ma è più diffusa anche tra chi lamenta difficoltà economiche (31%) e tra chi ha un titolo di studio più basso (12%). Una condizione che limita la salute delle persone più anziane è la presenza contemporanea di più malattie croniche: circa 14.000 over 64 ne hanno di più di tre; anche
questa situazione è presente maggiormente tra persone a basso reddito e bassa istruzione. In particolare la presenza di importanti sintomi di depressione riguarda circa 16.000 persone tra le quali 1 su 4 non chiede aiuto a nessuno per avere un sollievo da questo problema. Fragilità e disabilità.
La perdita di autonomia nelle attività della
vita quotidiana è il fattore determinante per la perdita di qualità di vita delle persone: riuscire a ritardare questo evento è uno dei compiti principali dei servizi socio-sanitari. Tra le persone intervistate (tutte non istituzionalizzate) il 13% (circa 26.000 persone) era in condizione di fragilità (autonomo nelle attività di base, ma non in quelle “strumentali” come far la spesa
o prendere le medicine) e l’11% disabile (cioè non autonomo nelle attività basali come lavarsi, vestirsi...).
Cadute.
Sono un importante fattore di rischio per la perdita di autonomia: il 21% è caduto negli ultimi 12 mesi (circa 42.000 persone). Di questi circa il 16% ha riportato fratture e circa 1 su 3 ha dovuto ricorrere a cure mediche. Tra i disabili la frazione di chi è caduto sale al 36%.
Aiuto ricevuto.
L’accudimento delle persone fragili o disabili è ancora in gran parte deputato alle famiglie o comunque alla cerchia amicale: quasi tutti (86,5%) gli anziani non autonomi ricevono aiuto dai propri familiari; Il 21% ha una badante e un 15% riceve aiuto da conoscenti.
Cure.
Circa il 36% degli anziani fa uso di almeno 4 farmaci la settimana: in un caso su cinque le modalità di assunzione di questi sono state ricontrollate negli ultimi 3 mesi dal medico di base. Sempre negli ultimi 3 mesi il 54% è stato visitato almeno una volta. Nell’ultimo il 13% è stato ricoverato in ospedale e l’1% in RSA.
Aiuto agli altri.
In provincia di Treviso circa 92.000 persone con più di 64 anni hanno aiutato gli altri e di questi circa 68.000 lo ha fatto spesso. Vengono accuditi soprattutto non conviventi (lo fa il 37,6%), ma anche conviventi (30%) e circa 1 over 64 su 4 fa volontariato attivo.
Università di Padova. Lo studio condotto dai ricercatori dello Ior e del Vimm
Guidati dal professor Alimonti gli studiosi sono riusciti a far luce sulle modalità con cui le cellule tumorali agiscono sui neutrofili, il 70% dei globuli bianchi coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni
Unostudio fa luce sulla modalità con cui le cellule tumorali interagiscono con il sistema immunitario e apre nuove strade per prevenire o ritardare alcune malattie oltre al cancro legate all’età, come l’Alzheimer e il Parkinson.
I ricercatori dello Istituto Oncologico di Ricerca e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (Vimm), guidati dal Professor Andrea Alimonti, oncologo di fama internazionale e che del Vimm è Principal Investigator, grazie al supporto del premio “Prostate Cancer Foundation 2019 SPGFZE-PCF Challenge Award” assegnato allo stesso Alimonti e del “ 2019 Merck & AstraZeneca-PCF Young Investigator Award” vinto da Arianna Calcinotto, hanno infatti identificato, con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Padova, un nuovo meccanismo di resistenza alla terapia
che coinvolge i neutrofili.
I neutrofili rappresentano il 50-70% dei globuli bianchi circolanti nel sangue umano e sono principalmente coinvolti nell’immunità innata contro gli agenti patogeni.
Grazie alla produzione di sostanze specifiche, i tumori sono generalmente in grado di attirare un tipo particolare di neutrofili detti “immunosoppressivi”, in quanto in grado di bloccare il nostro sistema di difesa favorendo la crescita tumorale e la resistenza ai trattamenti farmacologici. Questo meccanismo era già stato dimostrato in buona parte nei tumori della prostata in fase avanzata, dove l’aumento dei neutrofili circolanti è correlato ad una minore sensibilità alle terapie convenzionali e quindi ad una sopravvivenza più corta dei pazienti.
Per questa ragione molti gruppi di ricer-
ca stanno esplorando nuove vie terapeutiche volte a bloccare il reclutamento di queste cellule immunosoppressive da parte del tumore. Normalmente i neutrofili hanno una vita molto breve; grazie a questo studio, pubblicato sulla prestigiosa pubblicazione scientifica “Cancer Cell”, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di neutrofili che può persistere a lungo nel microambiente tumorale e che è in
grado di bloccare in modo ancora più importante il nostro sistema naturale di difesa antitumorale rispetto a quanto fatto dal resto dei neutrofili immunosoppressivi.
Questi neutrofili invecchiati sono quindi in grado di potenziare lo sviluppo del tumore e di aumentare la resistenza alle terapie. In tal modo sarà possibile individuare un nuovo meccanismo che permette al tumore di sottrarsi alle di-
Il Professor Alimonti: “Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro”
fese immunitarie del nostro organismo e fanno intravvedere la possibilità di sviluppare nuove terapie antitumorali basate su farmaci senolitici che colpirebbero i neutrofili senescenti.
“I nostri risultati rappresentano una scoperta significativa, che fa luce su come le cellule tumorali interagiscano con il sistema immunitario a livello molecolare”, ha dichiarato Nicolò Bancaro, primo autore della pubblicazione.
“Prendendo di mira specifici meccanismi di invecchiamento del sistema immunitario con gli immunosenolitici, potrebbe essere possibile prevenire o ritardare le malattie legate all’età come l’Alzheimer, il Parkinson e il cancro” ha aggiunto il Professor Andrea Alimonti.