NOVEMBRE 2023
Periodico d’informazione locale - Anno XXX n.230
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Tasse, obbligo per pochi Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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iciamoci la verità, nessuno fa i salti di gioia quando è il momento di pagare le tasse. E anche semplicemente parlarne suscita per lo più un moto di fastidio. Eppure molti, moltissimi, dovrebbero essere felici perché, semplicemente, di tasse ne pagano pochissime, oppure non le pagano affatto. A certificarlo sono i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, diffusi nei giorni scorsi. Ebbene è emerso che il 14% scarso dei contribuenti italiani, quelli con redditi superiori ai 35 mila euro, paga quasi due terzio delle tasse, inoltre il 47% degli italiani non dichiara redditi. Fra questi ci sono anche i bambini, ma fatta la tara sono sempre numeri importanti. In valore assoluto, poi, aumenta il numero dei contribuenti ma il 42% si trovano nelle prime due fasce di reddito e quindi pagano l’1,73% dell’Iperf complessiva. Balza all’occhio, poi, il divario da Nord e Sud d’Italia: oltre il 57% dell’Irpef viene versata nel settentrione e la sola Lombardia paga più della parte meridionale della nostra penisola. Certo, numeri e percentuali da soli non bastano a spiegare la complessità e le contraddizioni del sistema fiscale italiano. Fra i molti redditi bassi ci sono nella stragrande maggiorana famiglie che veramente faticano ad arrivare a fine mese, ma sicuramente anche chi beneficia di condizioni migliori rispetto a chi le tasse è tenuto a pagarle.
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TREVISO CITTÁ SEMPRE PIÙ GREEN CONTE: “MERITO DI UNA COMUNITÁ CHE RISPONDE” La vittoria del Green Leaf Award 2025, conferita dalla Commissione Europea, è stata confermata dal terzo posto nella classifica Ecosistema Urbano di Legambiente
Servizio a pag. 6
Servizio a pag. 22
Sostenibilità
REBUS IN CHIAVE VENETA: TRA SCATTI IN AVANTI, AMBIZIONI E STRATEGIE, SI SCALDANO I MOTORI “LA CASA E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE” ELLY SCHLEIN DA MESTRE RILANCIA IL CONFRONTO POLITICO Servizio a pag. 23
Verso le elezioni
REFERENDUM FUSIONI DI COMUNI IL QUORUM RIBASSATO PREMIA DUE PROGETTI A PADOVA E BELLUNO Servizio a pag. 24
segue a pag 5
Maltempo, il Veneto ha retto
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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e possiamo affermare di aver retto l’urto dell’ondata di maltempo che si è abbattuta i primi giorni di novembre sul Veneto, così come su altre regioni d’Italia, è sicuramente grazie alla precisone dei modelli matematici previsionali e alle opere messe in cantiere dopo l’alluvione del 2010 per garantire la sicurezza idraulica del territorio veneto, con uno stanziamento di oltre due miliardi di euro. segue a pag 5
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La notizia del mese
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Maltempo, il Veneto ha retto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Don Davide, sempre dalla parte degli ultimi S
ognava un mondo migliore per tutti, all’insegna della comunione fraterna, della giustizia e della pace. Don Davide Schiavon, dal 2008 alla guida della Caritas diocesana, è morto improvvisamente il primo novembre. Aveva 54 anni. Una notizia che ha investito come un fulmine a ciel sereno il giorno di festa, è rimbalzata dalla città alle campagne, ha commosso le istituzioni e la politica, le associazioni cattoliche e laiche, i cittadini comuni e quelli impegnati nel volontariato. Trasversalmente. “È venuto a mancare il mio amico don Davide, figura di grande equilibrio e dialogo”, ha scritto Abdallah Khezraji, mediatore culturale italo marocchino a capo della cooperativa Hilal. Perché don Davide era questo: un riferimento per tutti, un esempio di coerenza e di credibilità, che nei quindici anni alla guida della Caritas Tarvisina si è dedicato senza mai risparmiarsi alla causa degli ultimi e dei più fragili. “Un prete buono, intelligente, preparato, generoso, dedito completamente al Signore Gesù nel suo servizio alla Caritas: ci manca e ci mancherà”, sono state le prime parole del vescovo Michele Tomasi, che ha esortato la comunità a continuare a gettare ponti di fraternità e a tessere relazioni di pace, “come ci ha insegnato a fare don Davide”. Una certezza, la sua presenza costante, con quell’imponenza fisica che non passava certo inosservata. Un solo obiettivo nella sua vita: aiutare chi ha bisogno. Lo piange il sindaco Mario Conte, che nelle grandi emergenze ha sempre trovato un alleato disponibile e concreto. “Un prete giovane ed entusiasta, che ha fatto proprie le sfide del nostro tempo dedicandosi alle vecchie e alle nuove povertà con un lavoro incessante”, ha detto il governatore Luca Zaia. Quel che è certo è che dal primo novembre c’è una Treviso più sola. Quella degli ultimi, dei fragili. Quella che in don Davide ha sempre trovato una mano tesa. La speranza è che la sua testimonianza e il suo sogno di un mondo migliore possano continuare.
Addio al Direttore della Caritas Tarvisina, esempio di coerenza e di credibilità. Sognava un mondo migliore
Penso in particolare al bacino di laminazione di Caldogno, il primo ad essere realizzato dopo la grande piena di 13 anni fa ed ultimato nel novembre 2016; a quello di Montebello, che ha protetto il territorio del vicentino e del basso padovano e infine al bacino di laminazione sul Torrente Muson a Riese Pio X, che ha consentito di garantire il transito della piena in sicurezza nel territorio di Castelfranco Veneto e dell’alto padovano. Grandi opere, frutto dell’ingegno e della tecnologia, che come nel caso del Mose a Venezia, hanno contribuito a proteggere il nostro territorio e i nostri cittadini. Dalle prime ore dell’emergenza, con le previsioni del meteo regionale che annunciavano precipitazioni diffuse, abbondanti, e forti raffiche di vento, ho voluto che venisse istituita l’Unità di Crisi regionale coordinata dall’assessore Bottacin per seguire con tempestività l’evolversi della perturbazione, fornire le informazioni corrette ed assumere i provvedimenti con carattere di urgenza. Nei Comuni più esposti agli effetti del maltempo è stata anche disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado: dobbiamo sempre far collimare gli interessi dei cittadini con la loro incolumità. Abbiamo registrato danni ingenti, con frane, smottamenti, colate detritiche, erosione delle spiagge, per i quali abbiamo già dichiarato lo stato di calamità naturale, ma il Veneto è riuscito a difendersi. Ancora una volta il ringraziamento va ai quasi 900 volontari di Protezione civile e agli oltre 250 Vigili del Fuoco impegnati nelle operazioni di soccorso. Il mio pensiero va in particolare a uno di loro, Walter Locatello, giovane pompiere di 44 anni, vittima della furia del ciclone Ciaran nel Bellunese.
Tasse, obbligo per pochi
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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Poi non possiamo dimenticare il fenomeno dell’evasione o dell’elusione fiscale che non fa che aumentare le disuguaglianze fra chi fa il suo dovere con il fisco e chi avrebbe diritto a maggiori aiuti ma non riesce ad accedervi. Infine anche fra quella fetta di contribuenti che paga la maggior parte delle tasse c’è di tutto, compreso chi realizza grandi guadagni e beneficia di generosi sgravi. Secondo la nostra Costituzione tutti dovrebbero concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e il sistema tributario dovrebbe seguire criteri di progressività. Ma la realtà è ben diversa e non sempre più giusta. La strada verso una maggiore equità fiscale resta tutta in salita.
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Sara Salin
di Treviso
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero com- via Lisbona, 10 · 35127 Padova plessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 >redazione@givemotions.it< Chiuso in redazione il 10 novembre 2023 >www.lapiazzaweb.it< È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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La città sostenibile
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Ambiente. Alla vittoria del Green Leaf Award si aggiunge il terzo posto nell’Ecosistema Urbano di Legambiente
Treviso è Città verde europea 2025 “Merito di una comunità che risponde” T
reviso è “Città verde europea 2025”. Il 5 ottobre a Tallinn, in Estonia, è stata insignita agli European Green Leaf Award del prestigioso titolo promosso dalla Commissione Europea per le città sotto i 100mila abitanti, prima città italiana a conseguirlo. Non solo. A confermare il risultato (che oltre al titolo ha visto l’assegnazione di 200mila euro) ci ha pensato Legambiente con la trentesima edizione del rapporto “Ecosistema Urbano”: Treviso è la terza città in Italia (dopo Trento e Mantova) per tasso di sostenibilità. Risultati che hanno sollevato anche qualche critica in città, compresa quella di Legambiente Treviso, secondo cui Treviso è green ma non “greenissima”. Sindaco Conte, due attestazioni importanti che dimostrano che c’è una visione di città? “C’è prima di tutto la coscienza civica di una comunità, che recepisce bene le politiche ambientali e le buone pratiche iniziate anni fa, che oggi continuano all’insegna della sostenibilità. Cosa fondamentale è che c’è una comunità che risponde, perché i risultati arrivano se le politiche sono attuate. Come la raccolta differenziata. Ovvio che con la nostra amministrazione c’è stata un’accelerazione, dallo sviluppo con Ats della rete fognaria all’abbattimento degli sprechi idraulici, dalla forestazione urbana all’inserimento di un agronomo in pianta organica, dalla decuplicazione degli investimenti per il piano caldaie alla realizza-
Il sindaco Mario Conte, al momento della consegna del riconoscimento “European Green Leaf 2025”
zione di chilometri e chilometri di piste ciclabili. Insomma, c’è competenza e c’è visione. E, ripeto, una comunità che risponde”. Agli scettici del Green Leaf ha risposto la classifica di Legambiente… “Il Partito Democratico e Legambiente Treviso hanno fatto accesso agli atti perché non si fidavano delle valutazioni e dei report del Green Leaf, ma due settimane dopo la vittoria di Tallin è arrivata anche la promozione da parte di Legambiente nazionale. C’è un po’ di malafede e mi dispiace. Credo che se un’amministrazione lavora bene bisogna essere tutti contenti, per il bene della comunità. Sono sicuro che tutti hanno un contributo da dare e non è con la diffidenza e la malafede che si costruisce una città migliore di come l’abbiamo ereditata. Il mio appello è che, al di là delle
posizioni ideologiche, si metta al centro il bene comune. Chi vuole collaborare è ben accetto, chi vuole fare speculazione politica e screditare risultati comprovati scientificamente si autoesclude dalla partita. Peccato, sono convinto che avrebbero sensibilità e competenza per contribuire”. Che cosa ha provato quando alla cerimonia finale del Green Leaf ha sentito annunciare la vittoria di Treviso? “Il primo pensiero è stato di grande gratitudine per la struttura comunale. Da quattro anni l’ufficio politiche ambientali e quello per le politiche comunitarie stanno lavorando con un’intensità incredibile e ammirevole. Ma al di là della vittoria, mi ha fatto grande piacere che città da anni modello di sostenibilità a livello europeo hanno iniziato a guardare Treviso con curiosità. Questa è la grande sod-
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disfazione, essersi ritagliati un posto tra le città che contano”. Avete centrato l’obiettivo al secondo tentativo. Cos’è cambiato rispetto a due anni fa? “Ci siamo presentati più da comunità rispetto a quanto avevamo fatto in Finlandia. Nel dossier ci sono giovani, anziani, industriali, artigiani, associazioni. Con punti di vista diversi, ma tutti uniti per lo stesso obiettivo, presentando il lavoro che stiamo svolgendo a livello ambientale. Questo secondo me è stato uno degli elementi della vittoria”. Quali sono i fronti su cui la città si impegna con il Green Leaf? “Su tutto. Perché questo premio è fatto di dati scientifici, investimenti, lavori fatti e programmazione. La rete fognaria proseguirà, saranno realizzati 15 chilometri di piste ciclabili, vogliamo pian-
4:00 – 22:00 4:00 – 23:00
tumare altri 15mila alberi, a continuare a sostenere la sostituzione delle caldaie, con Mom verrà sostituita la flotta dei mezzi pubblici ed è in arrivo il bike sharing. Vogliamo implementare la cultura della sostenibilità, che passa attraverso le abitudini di ognuno di noi. Lo sottolineo, abbiamo vinto anche se siamo una delle città peggiori per la qualità dell’aria, perché viviamo in un bacino svantaggioso. Ma la commissione ha ammesso che, nonostante questo, stiamo attuando politiche per invertire la rotta”. Il risultato del report di Legambiente è stato una sorpresa? “Le classifiche vanno prese con equilibrio, ma fa piacere visto che siamo la prima città in Veneto con un bacino particolarmente complicato. Un risultato che vale doppio”. Sara Salin
di Virginio De Biasi
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20 DICEMBRE ORE 21.00 Les Ballets Trockadero de Monte Carlo
14 FEBBRAIO ORE 20.30 Naturalis Labor
13 APRILE ORE 21.00 Ballet Opera Grand Avignon
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Trocks are back
13 GENNAIO ORE 20.30 Cristiana Morganti
Behind The Light
Othello Tango
13 MARZO ORE 20.30 COB Compagnia Opus Ballet
Callas Callas Callas
L’Uccello di fuoco & Boléro 10 MAGGIO ORE 20.30 Compagnia Fabula Saltica
Stabat Mater
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TEATRO DEL MONACO – TREVISO Ascolta
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Viaggio nei quartieri/5
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Canizzano. Ai confini con Quinto, lungo le rive del fiume Sile, c’è un’identità collettiva molto viva e vivace
Nella terra del Principato e delle tradizioni Dove il commercio di vicinato esiste ancora, Abbiamo visitato il quartiere accompagnati da Valter Pezzato, titolare di un panificio che è presidio di comunità
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uai a presentarsi da queste parti senza la reverenza di chi bussa alla porta di un principato. Perché questo è il Principato di Canizzano, forte di una targa che svetta nel piazzale della chiesa, “benedetta” dall’ex sindaco-sceriffo Giancarlo Gentilini, ma soprattutto espressione di una vivissima identità collettiva derivata dal piccolo paese che fu, comune autonomo nei primi decenni dell’Ottocento. È qui, in quello che in un linguaggio altrettanto desueto potremmo collocare “ai confini dell’impero”, che abbiamo fatto tappa per il quinto appuntamento del nostro viaggio nei quartieri della città. Ad accompagnarci è Valter
Pezzato, volontario e anima (come lui stesso si definisce) dell’associazione Principato di Canizzano, presieduta da Stefano Gobbo. Pezzato è il titolare dell’unico panificio del territorio: una bottega storica, rilevata da suo padre nel 1964 e oggi autentico presidio di comunità. L’ultimo quartiere a sud – più vicino a Quinto che al centro storico di Treviso – oggi però non è più quello di una volta. E non è un modo di dire. Lungo la strada che corre parallela al corso del Sile la vita sta cambiando. A partire dal commercio di vicinato, che esiste ancora ma fatica a resistere. Ci sono il panificio di Pezzato, un negozio di abbigliamento altrettanto storico, una carto-
leria con tabacchino. Stop. La ferramenta, che nei ricordi di chiunque era da sempre un punto di riferimento per gli abitanti, lo scorso agosto ha abbassato definitivamente le serrande perché nessuno era interessato a portarne avanti l’attività. Al suo posto sono stati realizzati quattro appartamenti. “Non c’è niente, è un quartiere morto”, scuote la testa sconsolato il panettiere. Che si guarda intorno e aggiunge: “Ci sono i bar, tanti bar”. Diventa quindi curioso pensare che, nonostante il passare degli anni stia sempre più trasformando il borgo in una classica periferia, socialità e tradizioni trevigiane abbiano proprio a Canizzano la parte più grande della propria anima. Oltre che del proprio cuore. Chi almeno una volta non ha preso parte a una delle feste organizzate dal Principato e assaggiato le
rane fritte, la trota in saor, i sciosi in umido e tutte le specialità del Sile? E chi non ha mai assistito ai balli tipici e agli spettacoli della Pastoria del Borgo Furo? L’associazione del Principato è nata undici anni fa
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per iniziativa di un gruppo di amici che qui hanno le loro radici familiari. L’obiettivo, oltre quello di stare assieme, è organizzare quattro eventi l’anno per raccogliere fondi da destinare in beneficenza. Ogni anno sposano
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che deriva dall’essere stati un territorio autonomo
culturali della Pastoria del Borgo Furo ma ha già iniziato una faticosa resistenza Nonostante il passare degli anni stia sempre più trasformando il borgo in una classica periferia, la socialità e il desiderio di mantenere salde le proprie radici storiche trovano in Canizzano la massima espressione della trevigianità
un progetto. L’ultimo assegno di tremila euro l’hanno consegnato in ottobre, in occasione della castagnata, al centro per la fibrosi cistica dell’Ulss 2 della Marca trevigiana. Prossimo progetto, che sarà presentato domenica 19 novembre durante una “Folpata” da tutto esaurito, sosterrà il rifugio del cane dell’Enpa di Ponzano Veneto. L’associazione a maggio è presente con il suo banco di prelibatezze culinarie sulle Mura ai mercatini dei sapori europei, mentre l’ultimo sabato di luglio è riservato alla vera e propria festa del Principato, in riva al fiume. Appuntamenti ai quali arrivano in tanti, soprattutto da fuori comune. “Perché Canizzano – sottolinea Pezzato allargando le braccia – non è un paese che risponde molto a queste cose”. Fa riflettere che lo definisca “paese”. Ma l’atmosfera che si respira a Canizzano è ancora quella. Con un tale desiderio di non dimenticare le proprie origini da aver fatto nascere, nel 1988, il gruppo folcloristico Pastoria del Borgo Furo, oggi presieduta da Gianni Marini. I “borghi furi” nel Medioevo erano le località situate fuori dalle porte delle città e dei grossi centri abitati, dove si fermavano i pastori che scendevano dalle montagne del cadorino e del feltrino per far svernare i greggi. All’inizio hanno ini-
ziato col riproporre la musica popolare suonata con la “baga” e la “piva”, poi hanno deciso di riprendere gli antichi mestieri delle genti che vivevano lungo le sponde del Sile: seggiolai, zoccolai, arrotini. Nel “cason” della Pastoria – ricostruito minuziosamente in legno con una copertura in erba palustre – è allestito un museo di materiale naturalistico ed etnografico unico e affascinante. Che Canizzano sia un quartiere morto è un eufemismo, viene da rispondere al panettiere Pezzato. Visto che anche la parrocchia, con al centro la chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria, non resta con le mani in mano. Il parroco don Rodolfo Budini – che è assistente ecclesiastico FISM (Federazione italiana scuola materne) per la diocesi di Treviso e che ha alle spalle una lunga esperienza di assistente ecclesiastico degli scout – è arrivato a Canizzano nel 2019 e ha creato un gruppo nutrito e affiatato di giovani, con i quali organizza diverse uscite. Lottizzazioni recenti hanno reso la zona appetibile a nuovi residenti, molti dei quali arrivano in città per lavoro e scelgono di vivere in questo quartiere dove ci sono la scuola materna e quella elementare (per le medie bisogna spostarsi a Santa Maria del Sile), ma dove soprattutto è la natura a fare da padrone.
Alcune foto delle tradizioni di Canizzano e Borgo Furo, l’associazione del Principato e uno scorcio di Canizzano al tramonto
Tanto verde e il fiume a pochi metri, la Greenway a portata di piedi o di bicicletta, l’Ostiglia una manciata di chilometri più in là. Un paradiso in terra, per chi ama la vita all’aria aperta lontano dal traffico cittadino. Eppure anche qui il traffico lo conoscono, ma la strada di Canizzano – disseminata di dissuasori, “montagne russe anche per i mezzi di soccorso” li definisce la nostra guida – è tutta zona con limite di velocità a 30 chilometri all’ora. Cosa manca? Un marciapiede, ci viene risposto. Duecento metri dal capitello fino alla fine del rettilineo per mettere in sicurezza i pedoni. Un’ultima cosa: c’è un aeroporto militare a Canizzano, ma con gli anni ha perso la sua importanza strategica e la maggior parte degli abitanti ormai se ne è dimenticata. Quasi nessuno ne parla. Segna il confine con il quartiere di Sant’Angelo e oggi ospita il terzo reparto manutenzione dell’aeronautica militare. “C’è sempre stato, le case sono arrivate dopo”, commenta Valter Pezzato tagliando la testa al toro a un argomento che ormai sembra essere alquanto démodé. Almeno qui. Sara Salin
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Cosa succede in città
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Consiglio comunale. Con il cambio di casacca viene azzerato ai Trecento il gruppo del partito di Berlusconi
Acampora torna in Fratelli d’Italia A Forza Italia resta solo De Checchi Era stato il più votato alle ultime elezioni cittadine. A fine ottobre la comunicazione e il passaggio ufficiale. Il capogruppo Bertolazzi: “Un importante contributo al nostro impegno e al nostro operato a supporto dell’amministrazione comunale”
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orza Italia non ha più un gruppo consiliare a Palazzo dei Trecento. L’unico consigliere eletto in primavera, Davide Acampora, a fine ottobre ha deciso infatti di lasciare il partito, di passare a Fratelli d’Italia e quindi di cambiare gruppo in consiglio comunale. Il 31 ottobre, con l’ultima seduta dell’assemblea cittadina, il passaggio è diventato ufficiale e oggi – con l’azzeramento del gruppo ConTe-Forza Italia-Coraggio Italia – il gruppo di Fratelli d’Italia conta cinque consiglieri, a cui vanno aggiunte le assessore Gloria Sernagiotto e Rosanna Vettoretti. L’acquisizione di Acampora è stata definita “un importante contributo al nostro impegno e al nostro operato a supporto dell’amministrazione comunale” dal capogruppo Guido Bertolazzi. A Forza Italia rimane comunque un assessore: Andrea De Checchi, l’ex vicesindaco oggi titolare di urbanistica, edilizia privata, personale, avvocatura, appalti e contratti, affari generali e istituzionali, oltre a mobilità e viabilità. Quella di Davide Acampora (che alle ultime elezioni ha sbaragliato tutti i compagni
Il consigliere Davide Acampora
di squadra, ottenendo ben 457 voti, pari al 24,57% dei voti ottenuti dalla lista, che si è attestata al 5,35%) è una decisione di cui si chiacchierava da tempo nei luoghi della politica cittadina e che pertanto, nonostante le note del “giorno dopo”, non stupiscono. La storia politica di Acampora non è nuova e lo afferma lui per primo che questo passaggio è in piena coerenza perché, come ha avuto modo di dichiarare ai quotidiani, i suoi ideali “si sposano perfettamente con quelli di Giorgia Meloni” e il suo con-
senso “non è mai stato legato a un partito ma è strettamente personale, consolidato grazie al lavoro sul territorio”. A dirla tutta, Acampora ha un curriculum politico costellato di passaggi. Di andate e ritorni. Il suo impegno politico nasce infatti proprio in Fratelli d’Italia e nel 2018 fu l’unico della lista di destra a essere eletto in consiglio comunale. Passò a Forza Italia poco tempo dopo, a causa dei dissapori che si erano creati con la maggioranza locale del partito. Ora il passaggio inverso.
Saldi, potrebbero slittare al 27 gennaio come chiesto da Federmoda Federmoda-Confcommercio provinciale ha lasciato la proposta: che i saldi inizino dopo il 27 gennaio e non, come avviene oggi, subito dopo le feste natalizie. Una proposta accolta dall’assemblea del gruppo, che si è riunita il 6 novembre a palazzo dei Trecento per rinnovare i propri vertici di categoria. Il punto di partenza di chiama cambiamento climatico. Che non ci siano più le stagioni di una volta non è un modo di dire, ma la realtà: il freddo che non arriva influisce non poco sui consumi, in particolare sugli acquisti relativi all’abbigliamento. Già l’ultima stagione dei saldi invernali non ha pagato, da cui la proposta, accettata, di posticipare a fine gennaio le svendite di fine stagione.
L’assemblea ha riconfermato alla presidenza anche per il nuovo mandato la vittoriese Maria Beatrice Paludetti, che sarà affiancata da due vicepresidenti: il coneglianese Luigi Bariviera e l’opitergino Ennio Bincoletto. Con loro lavoreranno i consiglieri trevigiani Giancarlo Pupin, Enrico Barcè e Claudio Tirindelli, la castellana Marta Gerolimetto e la montebellunese Fiamma Polin. Un consiglio che è volutamente espressione di tutto il territorio provinciale. La riconfermata presidente nella sua relazione ha portato all’attenzione dei presenti i temi salienti: il ricambio, la carenza di percorsi professionalizzanti per i venditori, il cambiamento intergenerazionale dei consumatori, la
convivenza fra negozio fisico e acquisto online, il proliferare delle grandi superfici di vendita, il caro affitti e la tenuta del commercio di prossimità in un contesto sociale e culturale in cui la moda appare sempre più come un “concetto ampio” che comprende vari elementi distintivi e che diventa sempre più creazione di un proprio stile. Una categoria, quella di Federmoda-Confcommercio della Marca trevigiana, compatta nella consapevolezza di essere ambasciatrice del Made in Italy, di interpretare un ruolo sociale e culturale nelle città e nei centri urbani, “perché le vetrine dei negozi di moda non illuminano solo le piazze o le vie, ma accendono i desideri dei consumatori”.
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Politica
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Treviso Civica. Il capogruppo dell’opposizione esorta il sindaco a passare a un reale confronto con la minoranza
Rosi: “Dobbiamo tornare a una politica che parla con la gente, non alla gente” “D
obbiamo passare dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti”. L’esortazione di Franco Rosi, capogruppo di Treviso Civica, è tutta per Mario Conte. Reo di non aver preso parte assieme alla giunta all’incontro pubblico con gli abitanti di viale Cacciatori, organizzato dalla lista di opposizione per discutere del progetto di costruzione del sottopasso ferroviario. “La scorsa consiliatura è stata gestita dal sindaco in modo piuttosto arrogante e violento nella dialettica, tanto è vero che alla fine del mandato si è scusato. Lo ha fatto di sua iniziativa, nessuno glielo ha chiesto. In questo mandato – afferma Rosi – Conte era partito confermando la vecchia impostazione nel discorso del giuramento, ma credo che qualcuno gli abbia fatto notare che i toni erano sbagliati e nell’ultimo periodo ho notato un cambiamento di stile. Mi era parso di capire che aveva improntato l’operato della sua amministrazione sul confronto con la minoranza”. Ma il passaggio dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti per l’ex presidente del consiglio comunale non è avvenuto in occasione dell’iniziativa di Treviso Civica: “Abbiamo organizzato questo incontro con spirito costruttivo, perché l’intervento interessa una zona della città. Non abbiamo avuto dubbi nell’invitare la giunta, che in un primo momento si
era dichiarata disponibile e poi ha dichiarato che non avrebbe partecipato”. Il 24 ottobre, data fissata per l’incontro pubblico, con un comunicato stampa il sindaco e gli assessori Sandro Zampese e Andrea De Checchi facevano infatti sapere di non ritenere opportuno partecipare, visto che nelle settimane successive si sarebbero incontrati con Rfi per condividere lo stato di avanzamento delle progettualità del sottopasso e per valutare il progetto definitivo con le osservazioni dei tecnici comunali. E rinviavano l’incontro con i cittadini a una riunione operativa apposita, alla presenza del soggetto attuatore. “Ma se nelle commissioni il progetto è stato presentato? Allora presentalo anche alla cittadinanza, vieni a dire a che punto siamo”, dichiara Rosi. Che sottolinea: “Noi siamo per tornare a una politica che parla con la gente, non che parla alla gente. Questa è la differenza fondamentale nella costruzione della politica. Mettersi al fianco della gente per trovare insieme le soluzioni”. Sul passaggio a livello di viale Cacciatori tutti sono d’accordo: va superato. “Ma come?”, chiede il capogruppo di Treviso Civica. “Quale deve essere l’ottica? Che città vuoi? Vuoi una città improntata sulle auto o una città improntata con quale privilegio
A sinistra, Franco Rosi; sopra, il sindaco Mario Conte durante il giuramento a Palazzo dei Trecento
per la mobilità leggera? Se vuoi impostarla sulla mobilità leggera allora la devi tutelare e non un progetto che costringe le biciclette a un giro enorme e i pedoni a salire una scala. Abbiamo vinto il premio Green Leaf? Allora dobbiamo essere conseguenti oppure no? Mobilità leggera, verde e acqua devono essere i nostri valori, oltre che le caratteristiche che fanno innamorare i turisti”.
Non è l’unica questione sul tavolo di Franco Rosi, il passaggio del sindaco dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti. L’assessore al bilancio Riccardo Barbisan ha annunciato numeri preoccupanti per il prossimo bilancio. Spese che aumentano, entrate invariate, tesoretto finito. La conseguenza è inevitabile: tagliare. “Manildo ha lasciato tanti soldi, ma gli hanno spesi. Sono arrivati i soldi per il Covid
e dal Pnrr. Sono arrivati tantissimi soldi, ma non è stato tenuto conto che non erano destinati all’ordinaria amministrazione. Non sono stati capaci di prevedere, spendendo più di quanto potevano e facendo un po’ i gradassi. Adesso vogliamo capire esattamente i numeri, che spero siano ben dettagliati. E che ci dicano cosa hanno intenzione di toccare. L’impressione purtroppo è che perderemo tante delle promesse fatte”, sostiene il consigliere di opposizione. E a chi (il Partito democratico in primis) esprime preoccupazione perché i tagli al bilancio possano andare a inficiare la candidatura a Capitale della Cultura, Rosi risponde: “La Capitale della Cultura è una partita che si gioca a livello ministeriale. Mi auguro che si vinca”. Sara Salin
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La città e i suoi protagonisti
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I lutti. Addio anche a Gigi Zoccarato e Zeno Giuliato, ex consiglieri comunali di Dc e Rifondazione comunista
È morto il vescovo emerito Magnani Di idee nette, si attirò le ire di Gentilini U
omini che hanno segnato profondamente la storia recente di Treviso. Che hanno testimoniato, in modo diverso l’uno dall’altro, l’amore per la comunità, la passione civile, l’impegno politico o il servizio di pastore della fede. Nell’ultimo mese la città ha perso molti personaggi di spicco. Pochi giorni dopo la morte del direttore della Caritas Tarvisina don Davide Schiavon, si è spento a quasi 97 anni il vescovo emerito Paolo Magnani: è morto nella sua casa nella parrocchia di Sant’Agnese, dove dal 2003, lasciata la guida della diocesi, aveva deciso di fare il cappellano. Originario della provincia di Pavia, monsignor Magnani è stato vescovo di Treviso per quindici anni, nei quali convocò, in occasione del Giubileo del 2000, il XIV Sinodo della diocesi di Treviso, oltre che promuovendo la valorizzazione della figura di
Andrea Giacinto Longhin in vista della beatificazione. Un uomo che ha sempre posto le parrocchie al centro della vita delle comunità e che non ha mai temuto di esporsi per difendere gli ultimi, attirandosi le ire dell’allora sindaco Giancarlo Gentilini (che lo accusò di essere un prete rosso che annacquava la razza Piave) quando uscì dalla cattedrale annunciando che si sarebbe impegnato a trovare casa ai magrebini sfrattati da borgo Venezia. “Verrà ricordato per le sue idee, nette e talvolta anche differenti da quelle proposte dal sentire comune o dalla politica, ma difese e argomentate sempre con grande intelligenza e nel rispetto dei ruoli e delle posizioni”, ha dichiarato il governatore Luca Zaia, che all’epoca dei fatti era presidente della Provincia. Lutti anche nella politica cittadina, nel mondo del volontariato e del sindacato.
Il vescovo emerito Paolo Magnani, Luigi Zoccarato e Zeno Giuliato
Il 17 ottobre è morto Luigi Zoccarato, per tutti Gigi. Aveva 75 anni ed era malato da tempo. Era molto conosciuto e apprezzato a Treviso per il suo impegno civile e sociale. Ha lavorato per oltre 40 anni nell’economato dell’Ulss trevigiana, ma soprattutto fino da giovane si è impegnato prima nella comunità parrocchiale di Monigo e poi, a livello diocesano, nell’Azione cattolica, diventandone presidente dal 1983 al 1986. Successivamente diventò consigliere comunale nella fila della Democrazia cristiana, passando poi al Partito popolare (ne fu segretario cittadino), alla Margherita e infine al Partito democratico. Fu anche consigliere provinciale. Chiusa l’esperienza politica, Zoccarato ha scelto di impegnarsi a favore delle persone con disabilità e dal 2018 al 2021 è stato presidente della Cooperativa Solidarietà di Monigo, di cui è stato
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socio fondatore e della quale in questi ultimi anni era vicepresidente e membro del consiglio di amministrazione. Il 5 novembre invece è morto a 81 anni Zeno Giuliato, anche lui malato da tempo. Comunista, fu consigliere provinciale del Pci e consigliere comunale di Rifondazione. Giuliato nel 1994 si candidò alla carica di sindaco sfidando Giancarlo Gentilini, portando Rifondazione al 7 per cento e lasciando poi il suo posto in consiglio comunale all’attuale sindacalista della Cgil Nicola Atalmi, che allora aveva 24 anni e che ora nel ricordarlo lo definisce “un comunista eterodosso”. Fu membro del consiglio di amministrazione di AerTre, sindacalista nella Cgil tessili, poi dirigente in Cna e in Artigianato trevigiano. Un uomo di grande cultura che ha raccontato la propria storia in una trilogia di libri: “Storie di Zeno”, “Zeno il Rosso” e “L’incoscienza di Zeno”.
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Cose da vedere in città
Al Sant’Artemio. Fino a 2 dicembre all’auditorium della Provincia la kermesse diretta da Andrea Trevisi
Band da Europa e Usa per “VivaVoce”, festival della musica a cappella P
er gli amanti della musica a cappella è di scena in città il festival internazionale “VivaVoce”, che fino al 2 dicembre all’auditorium del Sant’Artemio, sede della Provincia di Treviso, propone ogni sabato le migliori band provenienti da tutta Europa e quest’anno anche dagli Stati Uniti. La diciannovesima edizione della kermesse – che è la prima del genere nata in Italia – è caratterizzata da generi musicali diversi con un programma che riesce ad accontentare tutti, appassionati e curiosi, oltre che a far scoprire le incredibili potenzialità e le espressioni di questo stile. Il festival, diretto artisticamente da Andrea Trevisi, si è aperto il 4 novembre con l’esibizione degli americani “Duwendè”. Il 18 novembre sarà la volta dei tedeschi “Slixs”: sei voci poliedriche per una miscela potente e audace di jazz, pop e funk, musica classica e world music, che ha già conquistato Europa e Asia. La band, considerata la fama, si esibirà in un doppio appuntamento alle 17.45 e alle 20.45. Il 25 novembre è in programma un doppio spettacolo con due band sul palco, per un viaggio artistico ancora più intenso e per rispondere al crescente entusiasmo nei confronti della manifestazione: “A Cappella Night” vedrà cal-
In scena il festival internazionale “VivaVoce”
care la scena per primi gli “Anonima Armonisti” (ore 17.45), band italiana formata da sei cantanti e un beat boxer. A seguire i valenciani “Melomans” (ore 20.45), gruppo vocale e teatrale che ha fatto dell’umorismo il proprio tratto distintivo. A chiudere la manifestazione, il 2 dicembre alle 20.45, saranno i “Fool Moon”, che porteranno sul palco colonne sonore e brani dei più grandi successi cinematografici degli Ottanta e Novanta, naturalmente eseguiti solamente con la voce umana, con un tuffo nel passato che farà senza dubbio emozionare chi non è più giovanissimo. Pluripremiati e amatissimi dal pubblico, si sono esibiti in tutta Europa e anche oltre oceano. I biglietti sono disponibili sul sito della manifestazione.
“Divine”, al Bailo 92 ritratti delle donne del cinema Già il titolo è una promessa, che viene mantenuta. “Divine” è un’esposizione fotografica di 92 immagini che provengono dall’archivio storico della Biennale di Venezia. Una rassegna che copre un arco temporale che va dal 1932 al 2018, visitabile al Museo Bailo fino al 7 gennaio prossimo. Si possono ammirare le più celebri dive italiane e internazionali protagoniste della storia del festival cinematografico più antico del mondo. Curata dall’ex direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera, la kermesse racconta il ruolo fondamentale che hanno avuto e hanno le donne nella storia della settima arte, rievocandone bellezza, fascino, glamour, oltre che l’emozione vissuta sul “red carpet”.
Una sorta di riflessione sul femminile, ponendo l’attenzione sulle protagoniste dei “mestieri del cinema”. Attraverso le storie delle donne ritratte possono essere compresi più a fondo i cambiamenti della società a cui assistiamo, con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni verso un vivere più consapevole. Parte del ricavato del biglietto d’ingresso viene devoluto alla sezione provinciale di Treviso della Lilt, la Lega italiana lotta ai tumori.
Clou della 19esima edizione è “A Cappella Night” con la scena calcata da due band, gli “Anonima Armonisti” e i “Melomans”; appuntamento il 25 novembre. L’ultima performance sarà quella dei “Fool Moon” con le colonne sonore e i brani dei più grandi successi cinematografici degli anni Ottanta e Novanta
VENETO 24 ECONOMIA A cura di
Riccardo Sandre
Ascolta la rubrica economica, dove esploriamo le ultime notizie, tendenze e sviluppi nel mondo economico con il commento quotidiano alle 8:30 ogni mattina. Solo su Radio Veneto24.
I bio esseri di Pino Guzzonato negli spazi di Ca’ Scarpa Fino al 10 dicembre negli spazi di Ca’ Scarpa di Fondazione Benetton Studi Ricerche è allestita la mostra “Bio esseri di Pino Guzzonato. Metafora dell’evoluzione tra natura e arte”. Scultore, pittore, disegnatore, incisore di fama internazionale, Guzzonato viene esposto per la prima volta a Treviso a cura di J.K. Mauro Pierconti. Articolata in quattro sezioni, la mostra offre una panoramica completa del lungo percorso fatto dall’artista, originario di Marano Vicenti-
no, verso la creazione dei bio esseri: 150 opere, partendo dalle prime, nate dal mondo naturale, passando per quelle di carta che ne hanno consolidato la fama, come i libri realizzati in esemplare unico con alcuni poeti e scrittori come Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern e Luigi Meneghello. Per chiudere con le forme animali, sia reali che di fantasia. La mostra (ingresso libero, venerdì 15-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19) inaugura a Ca’ Scarpa un nuovo filone di esposizioni: le “Collezioni da territorio”, ossia artisti, raccolte, patrimoni culturali dell’area veneta messi in mostra per essere offerti, conosciuti, valorizzati.
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Cultura
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L’esposizione. Al Museo nazionale di via Carlo Alberto fino all’11 febbraio 63 opere da ammirare, in tre sezioni
Il “Futurismo di carta” in mostra al Salce La grafica pubblicitaria dal 1915 al 1930 Da marzo a fine giugno 2024 sarà allestita la seconda parte della kermesse, con le opere realizzate dal 1930 al 1940
D
al cappello della Collezione Salce escono sempre nuove meraviglie. È la volta dei manifesti realizzati da una delle più vitali fra le avanguardie italiane, i Futuristi. La direttrice del museo nazionale Elisabetta Pasqualin, con la collaborazione di Sabrina Collodel, ne ha costruito una mostra capace di catturare gli occhi e la fantasia, oltre che l’attenzione storica su quella che senza dubbio costituisce la produzione meno nota del movimento: “Futurismo di carta. Forme dell’Avanguardia nei manifesti della Collezione Salce. 1915-1930” è stata inaugurata il 28 ottobre a San Gaetano e resterà aperta fino all’11 febbraio 2024. La mostra – che, come spiega il direttore regionale dei Musei del Veneto Daniele Ferrara, è strettamente collegata a quella sul contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento appena aperta a Palazzo Lanfranchi, organizzato dal Museo nazionale di Matera – sarà seguita dal primo marzo al 30 giugno del prossimo anno da una seconda parte su “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”, con i manifesti prodotti dal 1930 al 1940. Sono 63 le opere di carta che si possono ammirare, suddivisi in tre sale, una per ogni tema: la figura umana e la sua interpretazione, il dinamismo, la velocità; la macchina e l’aereo; cultura e società, con gli aspetti più vari della vita quotidiana, dal teatro ai giornali, dalla saponetta “radioattiva” Radia al parco divertimenti della Fiera di Milano, dal Bitter Campari alla Magnesia San Pellegrino. Tutti temi cari al Futurismo che, come ricorda Pasqualin, “è risultato pervasivo di ogni aspetto della quotidianità, editoria e grafica pubblici-
taria comprese”. E proprio la grafica pubblicitaria “si rileva essere l’espressione che più si adatta al linguaggio futurista che trova in Fortunato Depero il massimo esponente”. Nel manifesto del Futurismo e l’arte pubblicitaria, firmato nel 1931 proprio da Depero, si dichiarava infatti che l’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria.
Alcuni manifesti dell’esposizione “Futurismo di carta” in mostra al museo Salce
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Ma non ci sono solo le grafiche di Depero in mostra. Nelle tre sale del complesso di San Gaetano, in via Carlo Alberto, si possono ammirare i manifesti di Mario Sironi, Marcello Dudovich, Federico Seneca, Marcello Nizzoli, Gino Boccasile, Nicolai Diulgheroff, Xanti Schawinsky, Giulio Cisari, Lucio Venna, Umberto Di Lazzaro e Luigi Martinati. Opere di nicchia, molto meno conosciute fra la produzione futurista. Anche se in alcuni casi si tratta di manifesti che tutti conosciamo, che tutti abbiamo visto almeno una volta nella vita. Ma che in pochi riconducono all’avanguardia futurista. Manifesti che mostrano con chiarezza un linguaggio specifico, che utilizzano lettere tipografiche innovative. Già, è il “lettering” a saltare per primo all’occhio di guarda: lettere sempre più solide e vistose, con parole disposte liberamente nello spazio oppure a seguire le sagome, con colori accesi e contrastanti, con una prospettiva senza certezze. Con un sorprendente avvicinamento al cubismo. Non mancano i richiami al periodo storico nel quale i manifesti vennero realizzati. Come nel caso del mercato degli autoveicoli usati organizzato alla Fiera di Padova nella primavera del 1930: due fasci littori racchiudono la scritta “Fiera di Padova”. Sara Salin
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Cultura
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Museo Bailo. Più di 100 opere nella mostra curata da Eugenio Manzato con la conservatrice Eleonora Drago
Juti Ravenna, il pittore che scelse Treviso Retrospettiva a oltre 50 anni dalla morte A
poco più di mezzo secolo dalla morte dell’artista e critico d’arte Juti (Luigi) Ravenna, i Musei Civici hanno realizzato una retrospettiva, ospitata al Museo Bailo, aperta fino al prossimo 4 febbraio. A curarla sono Eugenio Manzato ed Eleonora Drago, conservatrice dei Musei Civici di Treviso. Ravenna – molte delle cui opere sono conservate proprio nella pinacoteca trevigiana – era originario di una frazione di Annone Veneto, Spadacenta, dove nacque nel 1897. Approdato a Treviso a partire dagli anni Trenta del secolo scorso e lasciata definitivamente Venezia e la provincia dal 1947, morì nel capoluogo della Marca nel 1972. La mostra è organizzata secondo un filo cronologico che presenta ai visitatori le varie fasi dell’attività e della vita dell’artista: un centinaio di opere pittoriche, disegni, bozzetti, acquerelli, oltre a documenti, foto d’epoca, oggetti. Un artista senza dubbio poco noto al grande pubblico, che grazie all’esposizione può piacevolmente scoprire un artista di grande valore
Inaugurata a metà ottobre, l’esposizione resterà aperta fino al 4 febbraio 2024: è un viaggio intenso e appassionante alla riscoperta di un grande artista molte delle cui opere sono da sempre conservate nella ricca pinacoteca trevigiana
“Piazza dei Signori sotto la pioggia” (1935) e un autoritratto di Juti Ravenna
che, partendo da una lezione realista e accademica, ha saputo attrarre e cogliere le istanze dell’arte a lui contemporanea, elaborandole in uno stile tutto personale e inconfondibile. Schivo e un po’ introverso, Ravenna – che ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia – a Treviso sperimenta: nella scelta dei soggetti e nell’utilizzo del colore. In alcune opere è quasi metafisico, in altre (come gli scorci della città) sembra ispirarsi a Cezanne, in altri ancora (soprattutto nei ritratti) è possibile cogliere guizzi dell’arte di Picasso e Modigliani. “Il trasferimento a Treviso
– scrisse Giuseppe Mesirca – a contatto con una natura esuberante, ricca di alberi e fiumi, fece subentrare in lui una prepotente e calda sensualità: dopo i prediletti grigi, rosa e violetti stesi sulla tela in finissimi accordi nel periodo veneziano, ecco i colori vivi e splendenti, in liberi e arditi accostamenti. Non si trattava però di un orgiastico e confuso abbandono, ma di una felice esplosione contenuta entro i limiti del più rigoroso controllo”. La mostra è articolata in dieci sezioni, grazie alle quali è possibile ripercorrere i momenti e i luoghi di vita e di attività di Ravenna.
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Successo di pubblico e di speaker per TEDxTreviso Il teologo Benanti entra nel gruppo ONU sull’intelligenza artificiale Si è parlato di eredità alla sesta edizione di TEDxTreviso. La conferenza statunitense, che si è tenuta il 22 ottobre scorso, ha fatto il sold out al Teatro Comunale Mario Del Monaco grazie soprattutto al parterre di speaker proposto. Fra questi, il teologo Paolo Benanti, francescano del terzo Ordine Regolare e docente di algoretica (etica degli algoritmi) alla Pontificia Università Gregoriana. Cinque giorni dopo essere salito sul cerchio rosso di TEDxTreviso, Benanti è stato scelto dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres tra i 38 esperti del gruppo di lavoro consultivo sui rischi, le opportunità e la governance internazionale dell’intelligenza artificiale. Unico italiano a far parte del gruppo. Romano, 49 anni, Benanti è anche consigliere di Papa Francesco sull’intelligenza artificiale e l’etica delle tecnologie. “Sono queste le cose che ci danno la forza di organizzare il nostro evento. Portare nella nostra città le menti capaci di illuminare il nostro tempo e mettere Treviso in relazione con i grandi processi mondiali”, è il commento dei volontari alla notizia della nomina di Benanti.
Per gli organizzatori della conferenza trevigiana si tratta del secondo successo in due anni, grazie alla scelta dei relatori: nella scorsa edizione l’intervento sulla giustizia riparativa di Federico Reggio, professore di filosofia del diritto, è stato scelto dalla “casa madre” di TED fra gli speech più significativi a livello mondiale. Nove gli speaker che in questa edizione si sono alternati sul palco del Comunale: oltre a Benanti, l’attrice Margot Sikabonyi, il ricercatore in fisica dei terremoti Luca Dal Zilio, la cantautrice Erica Boschiero, la psicologa Maria Zaccagnino, l’esperta in orientamento e carriera Fabiana Andreani, il medico e direttore d’orchestra Mirko Schipilliti, l’esperta in diritto Antonella Lillo e l’ufficiale della Guardia di Finanza Edoardo Anedda. L’intervento di quest’ultimo è stato il più applaudito dal teatro: il Capitano 29enne, che fino a settembre 2023 ha retto il comando della stazione operativa navale di Lampedusa, con la responsabilità del coordinamento di tutte le attività di contrasto all’immigrazione irregolare via mare.
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L’analisi. Le ambizioni di Fratelli d’Italia, l’opzione Zoppas, il terzo mandato e la campagna elettorale
Rebus Veneto, grandi manovre nei palazzi del potere S
i prospetta un periodo particolarmente intenso per la nostra Regione. Le trattative tra Palazzo Chigi, Palazzo Balbi e Ca’ Farsetti sono febbrili. Sembrano passare proprio da li, più che dalle segreterie dei partiti, le alleanze e le mosse per il futuro del Veneto. L’incrocio possibile è un po’ complesso, ma cerchiamo di metterlo in ordine. IL QUADRO DEL NORDEST Gli scenari politici, profondamente mutati nel corso degli ultimi anni, non possono più “supportare” l’ipotesi che tutte le regioni del nordest siano a trazione leghista. Il friulano Fedriga è stato riconfermato lo scorso aprile, quindi il derby in casa salviniana si gioca tutto tra Lombardia e Veneto. I bene informati sono pronti a giurare che il Capitano, Matteo Salvini abbia già scelto: senza terzo mandato per Zaia sarà il Veneto a essere sacrificato per mantenere a Milano, sul Pirellone, ben visibile il vessillo legista con l’Alberto da Giussano. A questo punto il Veneto toccherebbe, senza ombra di dubbio, a Fratelli d’Italia e la Presidente Giorgia Meloni sembra che stia trattando in prima persona il dossier. Un cambio epocale che l’attenta premier non vorrebbe fosse anche traumatico sopratutto per la tenuta del rapporto con gli alleati di Governo. Ecco perché l’orientamento in casa FdI sarebbe quello di scegliere un candidato il più “civico” possibile. L’OPZIONE ZOPPAS Il nome giusto per il candidato Presidente della Regione civico, ma in quota Fratelli d’Italia sarebbe quello dell’imprenditore delle acque naturali (tra le altre cose), Matteo Zoppas. Sembra che il giovane imprenditore, dopo che i rispettivi sherpa hanno avvicinato le parti, abbia ricevuto la proposta direttamente da Giorgia Meloni: Zoppas sarebbe molto allettato dalla possibilità. Chi sta gettando acqua sul fuoco e spegnendo, in un certo senso, gli entusiasmi sarebbe la famiglia
dell’imprenditore che non vedrebbe di buon occhio un’esposizione diretta in politica. Dalle parti di Fratelli d’Italia sembrano essere consapevoli di quanto l’opzione Zoppas, per quanto sia la preferita, sia tutt’altro che certa, quindi il lavoro di scouting per il Presidente non si è fermato. Staremo a vedere. PRESIDENZIALISMO E TERZO MANDATO Presidenzialismo e Terzo Mandato potrebbero essere fortemente intrecciati tra loro molto più di quanto non possa apparire ad un primo sguardo. Alcuni esponenti dei gruppi parlamentari leghisti hanno, infatti, protocollato un disegno di legge, poche settimane addietro, attraverso il quale consentire ai presidente di Regione di proporsi per un terzo mandato. Poteva sembrare una mossa simbolica più che sostanziale, ma quando a distanza di poche settimane la Premier Meloni ha aperto il dibattito sulla riforma in chiave presidenzialista dell’ordinamento istituzionale, più di qualcuno ci ha visto un nesso. Lo scambio, infatti, potrebbe essere: voto per il Presidenzialismo in cambio dell’introduzione del terzo mandato per i presidente di Regione. Una condizione, questa, che rimetterebbe prepotentemente in gioco Luca Zaia che non ha mai fatto mistero di avere come priorità per il proprio futuro politico proprio il confermarsi alla guida della Regione Veneto. Del resto alla pattuglia leghista veder arrivare prima il Presidenzialismo che il Federalismo è assolutamente indigesto. Sul terzo mandato ai presidente di Regione potrebbero trovarsi, inoltre, anche delle importanti convergenze. Elly Schlein, da sempre contraria, potrebbe rivedere, in una fase di debolezza, la sua convinzione: tutto sommato anche alla leader Dem potrebbe fare comodo, nonostante le profonde divergenze politiche e personali, non aprire fronti con Michele Emiliano, presidente della Puglia, Stefano Bonaccini in Emilia
Dall’alto a sinistra, in senso orario: Matteo Zoppas, Alessandra Moretti, Elena Donazzan e Luigi Brugnaro
Romagna e soprattutto Vincenzo DeLuca in Campania. Non ricandidarli, infatti, metterebbe, infatti, seriamente a rischio la conferma al centrosinistra di tre regioni fondamentali per le sorti della stessa segretaria dei Democratici. LA CORSA ALLE EUROPEE Se a Zaia non fosse consentito il terzo mandato (nel suo caso sarebbe il quarto , ma la legge sul limite dei mandati è entrata in vigore dopo che il primo giro a Palazzo lo aveva già completato) sarà lui, con ogni probabilità, la punta di diamante della corsa leghista a Bruxelles. Sempre in casa Lega sarà impegnata a cercare la riconferma, invece, ci sarà Rosanna Conte. Grandi movimenti nel PD. Ci riproverà, senza dubbio, Alessandra Moretti, non dovrebbe essere della partita, invece, l’altro vicentino, Achille Variati. Insieme a loro si
sussurra, anche, delle possibili candidature di Alessandro Zan, alfiere dei diritti civili, e della veronese, già parlamentare Alessia Rotta. Potrebbero esserci anche candidare “civiche” legate al mondo della cultura o pescate da Il Veneto che Vogliamo, formazione distante dal PD, ma affine alla segretaria Schlein. Fratelli d’Italia sembra intenzionata a schierare l’assessore regionale, Elena Donazzan che potrebbe correre in ticket con l’avvocato trevigiano, Fabio Crea. Per quello che riguarda Forza Italia molto dipenderà come andranno i congressi provinciali, ancora non convocati. La nuova era targata Flavio Tosi, non è un mistero, sta producendo un certo subbuglio: si sono avvicinati ai forzisti molti leghisti delusi, tra i quali l’ex vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin e lo scontro con i Berlusconiani doc non ha ancora un vincitore annunciato.
LA VARIABILE BRUGNARO Se Zaia andasse realmente in Europa perché privato del terzo mandato, o facesse realmente un pensierino a candidarsi sindaco di Venezia come ventilato da alcuni ambienti nelle scorse settimane, Luigi Brugnaro potrebbe essere l’alternativa della Meloni in caso di rifiuto di Zoppas. È pur vero che Brugnaro ha un proprio movimento politico, Coraggio Italia, ma difinirlo uomo di partito in senso stretto appare eccessivo. Ecco perché Brugnaro potrebbe rispondere all’identikit di uomo di impresa non legato direttamente a formazioni politiche nazionali, ma collocato stabilmente nel centrodestra e con il valore aggiunto di avere una certa esperienza amministrativa visti i due mandati da sindaco di Venezia. Il diretto interessato pare coltivi questa ambizione da tempo e i viaggi a Roma dei suoi uomini di fiducia si starebbero facendo sempre più frequenti.
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Regione
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Un nuovo piano. Per la segretaria del Pd “la politica è stata latitante mentre l’emergenza abitativa cresceva”
Elly Schlein a Mestre per le politiche abitative: “Immaginiamo la casa come un diritto fondamentale” S
ono tanti i punti toccati dal “Piano nazionale per il diritto alla casa” del Partito Democratico, presentato nelle scorse settimane all’M9 di Mestre nel corso di un convegno che ha visto la partecipazione anche della segretaria del partito Elly Schlein. Innanzitutto, l’incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica, senza però prevedere ulteriore consumo di suolo. “Il piano casa del Pd – ha specificato Schlein – parte dalla rigenerazione urbana, dalla riqualificazione del patrimonio esistente nell’immediato: in tempi molto brevi possiamo ridurre le liste d’attesa e dare una casa a chi ne ha diritto e ancora lo sta aspettando”. Tra gli aspetti centrali anche la visione della casa in un’ottica integrata, “come punto dove convergono giustizia sociale e giustizia climatica”, che per questo necessita di politiche che abbassino bollette ed emissioni clima alteranti. Altro nodo cruciale quello della reintroduzione del Fondo per l’affitto: “Le risorse vanno rein-
serite e triplicate per sostenere le famiglie che sono scivolate verso una povertà assoluta che impedisce loro di pagare l’affitto, ma bisogna farlo con misure proporzionate, altrimenti il rischio è quello di mettere le fasce più fragili in competizione tra di loro”. Quindi sul Fondo per la morosità incolpevole: “Le politiche pubbliche possono fare moltissimo per dare garanzie sulle eventuali morosità e per ricostruire quel rapporto di fiducia tra proprietari e inquilini che è fondamentale”. La segretaria del Pd ha quindi evidenziato la necessità impellente di agire anche per regolamentare il mercato degli affitti brevi “che stanno avendo un effetto distorsivo sul mercato”. Per la Schlein la situazione abitativa di una grande città come Venezia è però diversa da quella di Firenze, Milano o Bologna, così come è differente l’esigenza abitativa delle aree interne rispetto a quelle montane. “Non possiamo pensare di scrivere a Roma politiche che si adattino ai bisogni di territori e comunità che sono diverse: la politica deve
La platea all’M9 di Mestre durante il convegno del Pd
riabbracciare questa consapevolezza e scrivere politiche su misura” ha detto. Il tema casa è però ormai sempre più anche terreno di scontro politico: la segretaria Schlein ha infatti affermato di essere rimasta “colpita” leggendo l’annuncio del ministro Salvini “sul primo tavolo su un piano per la casa entro la fine di quest’anno” e dal palco ha dichiarato: “Se aspettiamo Salvini, non vedremo nulla sulla casa nemmeno in questa legislatura. Per fortuna che c’è il Pd che ha fatto un percorso di quattro o cinque mesi per arriva-
re ad alcune proposte concrete”. In sostanza, la casa insieme al salario minimo diventa il secondo tema che caratterizzerà la politica del Partito Democratico su cui Schlein è convinta che “si possano trovare importanti convergenze con le altre forze di opposizione”. “Io credo che serva un piano nazionale, ma soprattutto una politica che senta l’esigenza di fare proprio questo tema e che risponda al cambiamento dei bisogni abitativi delle persone in Italia” ha dichiarato in chiusura la segretaria del Pd.
Tra punti toccati, anche le difficoltà degli studenti fuori sede per cui “il diritto alla casa non soddisfatto diventa un ostacolo anche al diritto allo studio”, apprezzamento per le esperienze di co-housing “che possono essere uno strumento per preservare l’autonomia delle persone disabili o anziane” e un incoraggiamento alla creazione di un ministero ad hoc “per evitare di vedere diventare la casa la cenerentola di altre politiche dove è più facile andare a tagliare i nastri alle inaugurazioni”. Marika Andreoli
Elezioni, Ciambetti: “La par condicio è una legge ormai superata” A pochi mesi dal ritorno alle urne per le elezioni europee e amministrative il dibattito politico in Veneto investe anche la legge sulla “par condicio” che regola l’informazione durante le campagne elettorali. Per Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto, “la par condicio è una legge superata dai tempi: facilmente aggirata, è resa obsoleta anche dai social media, che consentono un dialogo non filtrato con gli elettori e moltiplicano il messaggio politico anche con risvolti non esattamente positivi, come le
Roberto Ciambetti
fake news”. Lo ha detto in apertura del consegno promosso dal Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni del Veneto. “Ciò che colpisce, - ha aggiunto Ciambetti - è che nello scenario dell’era informatica, tra social e intelligenza artificiale, big data ed effluvio di informazioni, la propaganda politica sia regolamentata da una legge obsoleta. La Par Condicio funziona bene nella gestione delle controversie nella propaganda politico-amministrativa locale.
Tuttavia, paradossalmente, sono toccati dalla norma tutti i candidati delle elezioni in cui i cittadini esprimono le preferenze, principalmente le elezioni amministrative comunali, le Regionali e quelle Europee: e questo è un vero e proprio “vulnus”, perché, per assurdo, una norma nata per difendere l’accesso democratico al mezzo televisivo, per garantire condizioni eque e di parità tra i soggetti della politica, oggi colpisce la democrazia e non tutela i cittadini. L’auspicio che faccio è che questa legge venga rivista”.
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Regione
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Le consultazioni. L’assessore Calzavara: “Passo importante, nel segno della democrazia diretta”
Referendum sulle fusioni di Comuni, promossi due progetti su quattro Nasceranno Santa Caterina d’Este (Padova) e Setteville (Belluno), da valutare il risultato tra Sovizzo e Gambugliano, no alla fusione tra Polesella e Guarda
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ue fusioni approvate e due bocciate: i ventimila veneti chiamati alle urne per i referendum in otto Comuni si sono espressi a favore del “matrimonio” fra enti locali nel padovano e nel bellunese. Non passano invece le altre due proposte nel rodigino e nel vicentino. Questa prima tornata del referendum regionale consultivo con la nuova legge porta alla nascita di due nuovi Comuni. Nella bassa padovana Santa Caterina d’Este conterà 2350 abitanti dalla fusione di Carceri e Vighizzolo d’Este. In provincia di Belluno nasce Setteville, con 5793 abitanti, tra Quero Vas e Alano di Piave. Il più soddisfatto, oltre ai proponenti dei progetti di fusione, è l’assessore al bilancio e agli enti locali Francesco Calzavara: “L’abbassamento del quorum
di partecipazione ha sicuramente incentivato la partecipazione dei cittadini che hanno dimostrato interesse e adesione a questo importante istituto di democrazia diretta. Questo risultato dimostra quanto sia importante continuare a ragionare sulla razionalizzazione della governance, individuando la dimensione media ottimale degli enti in grado di assicurare anche tutte le funzioni comunali – prosegue Calzavara -. Il Veneto, con i suoi 563 comuni, è la terza regione per numero di comuni, di cui 181 con meno di 3mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 Comuni veneti sotto i 10mila abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio. La consultazione è stata il primo piccolo passo, ma importante, per raggiunge-
Francesco Calzavara
re questo risultato”. Nel padovano Tiberio Businaro, sindaco di Carceri, plaude alla fusione con Vighizzolo: «Da due genitori è nata una figlia: Santa Caterina d’Este. Ora, il progetto che portiamo avanti dal 2011 diventerà realtà. Una lunga genesi, con tanti ostacoli, ma ci abbiamo creduto sino in fondo ed i cittadini lo hanno fatto con noi. I cittadini di Santa Caterina d’Este avranno
molti benefici, sarà un Comune inclusivo, aperto e che potrà disporre di fondi e di servizicontinua Businaro - Il territorio potrà crescere e desideriamo essere un esempio anche per altri Comuni. I cittadini ci hanno premiato, siamo stati ascoltati e ora dimostreremo con i fatti e con la concretezza che hanno fatto la cosa giusta nel votare “si” alla fusione. Saranno le due comunità che faranno crescere questa nuova figlia. Vorrei inoltre tranquillizzare i nostri residenti. Non chiuderà nessuna delle due sedi comunali ed anche i servizi ai cittadini resteranno tali ed anzi, verranno incrementati. Le poste e le farmacie resteranno tali ed avremmo a disposizione un vigile in più”. Per quanto riguarda i due progetti bocciati, bisogna fare una distinzione. Mentre a Polesella non è stato raggiunto il quorum (27%, con la maggioranza di “sì”) a Guarda è stato raggiunto, ma ha vinto il no, per cui non passa il referendum
sulla fusione. “Per certi versi è il risultato più sorprendente – specifica l’assessore Calzavara -: nonostante ci fosse l’unanimità dei consigli comunali si è forse dato per scontato l’esito, non comprendendo anche le legittime contrarietà”. Diverso ancora quanto successo tra Sovizzo e Gambugliano. Mentre a Gambugliano è stato raggiunto il quorum con il 64% di sì, nel comune di Sovizzo sono mancati solamente 25 voti al raggiungimento del quorum, con la maggioranza di cittadini che hanno espresso il voto favorevole alla proposta di fusione (il sì è 94,17% il no 5,83%). In questo ultimo caso, la legge regionale dà facoltà al Consiglio della Regione del Veneto di effettuare una valutazione complessiva sul referendum, considerato che hanno partecipato al referendum una percentuale non inferiore a 5 punti rispetto al quorum previsto. Giada Zandonà
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Grandi Eventi
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Il programma. Coinvolto tutto il territorio comunale, dal centro storico alle isole e terraferma
A Venezia arriva il Natale: “Segno di speranza e fiducia” La magia della festa più attesa dell’anno tra luminarie, installazioni, piste di pattinaggio e appuntamenti culturali. Il sindaco Brugnaro: “Simboli e gesti della nostra tradizione, segni di vita nuova”
L
uci, ghirlande e alberi addobbati per accogliere l’appuntamento più atteso dell’anno. Si avvicina il Natale e la città di Venezia si attrezza installando le luci che illuminano calli e campi, strade e piazze dell’intero territorio comunale. Un calendario di eventi, dal titolo “Venezia accende il Natale” – promosso dal Comune di Venezia in collaborazione con Vela spa – per ricreare la magia delle feste natalizie e accogliere residenti e turisti con una serie di iniziative per tutte le età. Primo appuntamento sarà l’accensione dell’albero e delle luminarie: prima in Piazza Ferretto, giovedì 23 novembre alle ore 17.30, e a seguire, il giorno dopo alla stessa ora, la cerimonia di apertura si sposterà in Piazza San Marco. Le luminarie in centro storico a Venezia vedono insieme il Comune di Venezia, Vela Spa, e Camera di Commercio di Venezia, per sostenere chi vive e visita la città durante le feste. Inoltre, American Express - ancora una volta sponsor delle luminarie nelle aree di Piazzale Roma e Lista di Spagna – supporta in particolare il tessuto commerciale veneziano. In centro storico il calore del Natale sarà caratterizzato da luminarie nelle isole della Laguna, dal Lido a Pellestrina, da Murano a Burano fino a Sant’Erasmo e Vignole, per illuminare ogni comunità del territorio veneziano. Le Procuratie Vecchie saranno invece illuminate grazie al progetto “Murano illumina il mondo”, in collaborazione con The Venice Glass Week. Grande attenzione sarà data, anche quest’anno, al rispetto dell’ambiente, limitandone l’impatto e i consumi attraverso un preciso piano di date di accensione e di spegnimento delle luminarie a fasce orarie e con l’utilizzo totale di lampade con tecnologie
led a basso consumo. “Venezia vuole continuare a celebrare il Natale mantenendo vivi i segni della tradizione, come le luminarie diffuse sul territorio e i grandi alberi addobbati a festa – afferma il sindaco Luigi Brugnaro – simboli di vita nuova al quale tutti noi guardiamo con fiducia e speranza. Le luminarie, che anche quest’anno abbiamo voluto diffuse, ma anche gli alberi addobbati a festa e posizionati nelle nostre piazze e i mercatini, diventano elementi che arricchiscono l’emozionante clima natalizio, per i nostri concittadini e per chi sceglierà di visitare il nostro territorio, a misura di famiglia”. Cuore del Natale a Mestre sarà Piazza Ferretto che, con le aree centrali adiacenti, così come tutte “le città di Venezia”, dalla terraferma alle isole, incanterà con luci e addobbi scintillanti per regalare sensazioni di stupore e meraviglia ai bambini. In Piazza Ferretto, come da tradizione sarà protagonista un grande albero, insieme alle installazioni natalizie, vere e proprie sculture di luce, che da qui si estendono lungo le principali vie dello shopping a Mestre: dalle più centrali come viale Garibaldi, corso del Popolo, via Piave, via Carducci, via Miranese, via Circonvallazione, piazzale Leonardo da Vinci, viale San Marco, via Torre Belfredo, a quelle più esterne, fino a raggiungere anche i centri di Campalto, Chirignago, Favaro, Gazzera, Marghera, Tessera, Trivignano e Zelarino. Dopo l’accensione dell’albero di Piazza Ferretto, l’apertura della sua pista di pattinaggio su ghiaccio e dei mercatini con le tradizionali casette in legno che ravviveranno le vie principali della città grazie a prodotti artigianali e delizie gastronomiche,
sarà la volta dell’accensione dell’albero in Piazza San Marco, seguita dall’apertura della scenografica pista di pattinaggio di Venezia, in Campo San Polo. Grandi e bambini potranno inoltre pattinare sul ghiaccio anche a Marghera in Piazza Mercato, dove verranno ospitate esibizioni di pattinaggio, animazioni con dj set e sfilate. Sarà la Biennale di Venezia a curare un Natale contemporaneo, a Forte Marghera dal 16 dicembre al 6 gennaio, grazie al progetto “Abies electronicus (contemporary Christmas tree)”, una installazione sonora e luminosa che reinterpreta il classico albero di Natale posizionando, nell’area prospiciente la darsena, un albero alto 25 metri, dotato di suoni e luci e di una scala all’interno del tronco che porta in cima formando un belvedere sulla sommità. Ma il Natale 2023 porta a Venezia anche occasioni per scoprire il ricco patrimonio culturale della città, con tutti i musei aperti durante le festività natalizie, a partire dalle collezioni di recente acquisizione quale la straordinaria donazione Gemma De Angelis Testa alla Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro, o il recente riallestimento delle collezioni di Mariano Fortuny
nell’omonimo Palazzo oltre alle mostre temporanee tra cui “Marcel Duchamp e la seduzione della copia” alla Peggy Guggenheim Collection (fino al 18 marzo 2024), e “Chagall. Il colore dei sogni” al Centro Culturale Candiani di Mestre (fino al 13 febbraio 2024). Per la Notte di San Silvestro, come da tradizione, il Bacino di San Marco si illuminerà di mille colori con lo spettacolo pirotecnico che accoglierà il nuovo anno. Non mancheranno corse e regate di Natale con gli atleti vestiti da Babbo Natale, men-
tre nel parco Albanese di Mestre tornerà il Bissuola Winter Village, un vero e proprio luna park per far divertire piccoli e adulti. E poi al Lido e Pellestrina sarà allestito il tradizionale Villaggio di Natale, insieme al trenino. La musica non sarà da meno accogliendo il Natale con i tradizionali concerti in Basilica di San Marco e nel Duomo di Mestre a dicembre per proseguire poi con il Concerto di Capodanno al Teatro La Fenice, diretto da Fabio Luisi, lunedì 1° gennaio 2024 (in diretta su RAI 1 alle ore 12.20).
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Turismo - Sì, viaggiare
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CROAZIA
A Spalato c’è più gusto Così Diocleziano “conquista” il Mediterraneo di Renato Malaman
La città dalmata, crocevia di culture e di tradizioni adriatiche, grazie al festival internazionale “Taste the Mediterranean” che ogni anno propone uno stimolante incontro-confronto fra tante cucine e tanti chef del Mare Nostrum, esibisce in modo originale le sue bellezze artistiche, l’esclusività della sua marina, le sue isole ma anche la tipica “gregada” ancora oggi servita nelle caratteristiche konobe di Velj Varos, l’antico borgo spalatino dei pescatori All’imperatore romano Diocleziano, narciso e campanilista com’era, l’idea sarebbe piaciuta molto. Spalato, la sua Spalato, nuova capitale del Mediterraneo. Suona anche bene. Certo, stiamo fantasticando di cucina, mica di imperi. Ma non siamo molto lontani dalla realtà, perché la splendida città dalmata, in tema di gusto e soprattutto di riscoperta dei valori della cucina mediterranea, può dire la sua grazie al successo (confermato nell’edizione svoltasi nelle settimane scorse) del festival internazionale “Taste the Mediterranean”, geniale idea della giornalista croata Ingrid Badurina, responsabile per la Croazia della prestigiosa guida francese Gault e Millau. Il festival ha avuto il triplo merito di portare a Spalato una trentina di affermati chef croati ed esteri (l’ospite d’onore quest’anno era Leonor Espinosa, cuoca e ristoratrice colombiana che lo scorso anno venne eletta miglior chef donna del mondo dalla prestigiosa giuria della World’s 50 Best Restaurants), di far riscoprire i valori della Dieta Mediterranea che, ricordiamo, dal 2014 sono patrimonio Unesco, e di aver messo Spalato sotto i riflettori del grande palcoscenico turistico europeo e internazionale in chiave contemporanea. Spalato, crocevia di culture e di tendenze, dunque, seconda città della Croazia e dalmata nell’anima, venata anche di cultura romana e veneziana, austriaca e pure balcanica, dove la cucina oggi assurge al ruolo di volano di nuove idee, contaminazioni,
ricerca, sperimentazioni… Diocleziano ne godrebbe, visto che a Spalato nacque (quando la città era la romana Salona, di cui oggi vanno visitate le vestigia nell’area archeologica) e perché a Spalato l’imperatore romano visse gli ultimi anni della sua vita (dal 305 al 313 d.C.), lasciando come testimonianza il palazzo che tutt’oggi porta il suo nome, il più grande mai costruito nel periodo dell’antica Roma. Palazzo intorno a cui si sviluppò la stessa Spalato e dove, per tornare al “Taste the Mediterranean”, il festival ha vissuto alcuni momenti glamour, in un clima che, specie sul lungomare e nell’esclusiva marina, ha ricordato la “dolce vita”. Che la cucina sia un buon pretesto, anzi un pretesto gustoso e stimolante, per conoscere meglio il capoluogo dalmata, lo conferma il caratteristico quartiere dei pescatori di Velj Varos, il popolare agglomerato di antiche case di pietra della città, il cui labirinto di viuzze si adagia sui fianchi del monte Marjan. Rione pittoresco il Velj Varos, in cui convivono reliquie d’arte come la piccola chiesa di San Nicola, dell’XI secolo, e tanti esempi di architettura residenziale spontanea. Quartiere dove si affacciano, per tornare al legame con la tradizione gastronomica locale, vecchie konobe, ovvero taverne e osterie dove ancora oggi il piatto più servito è la “gregada”, una zuppa di pesce tipica della Dalmazia che riprende nel suo gioioso miscuglio di pesci, crostacei e mitili il “brodetto” che si consuma da se-
Nella foto grande il lungomare di Spalato con, sullo sfondo, il campanile di San Doimo. Sotto: la tipica “gregada” di pesce, l’anfiteatro romano di Salona, una ricostruzione virtuale del Palazzo di Diocleziano e il manifesto di “Taste the Mediterranean”, festival delle cucine del Mediterraneo
coli anche sull’altra sponda dell’Adriatico, dalla Puglia alle Marche. Ma c’è pure la “pastižada”, che forse qualche lontana parentela con quella veronese ce l’ha, pur essendo diversa. Meraviglie della cucina, che unisce culture e avvicina popoli. Il festival del gusto mediterraneo - che si è avvalso della consulenza di uno chef istriano, Fabrizio Veznaver (a conferma del melting pot culturale che connota la manifestazione), lo scorso anno premiato come il migliore della Croazia – ha messo in luce le ambizioni di Spalato per il futuro. Città dinamica, attiva, che guarda al suo mare come a un orizzonte simbolico quanto concreto. Culturale ed economico. Città che coniuga la bellezza
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GRAZIE
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
incantevole delle sue isole, da Brazza a Solta (che ha ospitato l’evento clou del festival), all’arditezza di costruzioni contemporanee come la Dalmazia Tower, l’edificio inaugurato tre anni fa che oggi è il più alto della Croazia con i suoi 135 metri. Spalato è tante città in una. Quella romana innanzitutto, di cui il Palazzo di Diocleziano è tappa ineludibile, perché oltre la Porta Aurea si ritrovano tesori come la cattedrale di San Doimo (Svet Duje), nata come mausoleo dell’imperatore, che poi però venne “sfrattato” dal suo sarcofago per lasciare posto al santo; il battistero di San Giovanni con la preziosa fonte battesimale e poi a oriente la Porta Argentea. Anche il quartiere Lucac è
custode di presenze storiche come la chiesa di Santa Clara e il forte veneziano, uno dei tanti che ancora caratterizzano la costa (da non perdere quelli di Kastela). Dall’altra parte della città è piazza della Repubblica, con i suoi portici che ricordano le veneziane Procuratie di piazza San Marco, ad accogliere il visitatore. Il preludio al Palazzo di Diocleziano che ancora oggi abbaglia per le sue dimensioni, la sua arte e la sua… unicità. Come è unico il carattere di Spalato, città sanguigna e passionale, legatissima anche alla sua storica squadra di calcio, l’Hajduk. Quando gioca in casa, lo stadio Poljud ribolle come un’arena... C’è da giurarci: Diocleziano sarebbe fra gli ultras.
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Imprese & imprenditori
PROTAGONISTI A NORD EST Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
“Futuro in costruzione”: l’evento targato Tecno Crane per parlare di sostenibilità ai professionisti dell’edilizia I protagonisti: Tecno Crane Sabato 21 ottobre, nella cornice moderna e suggestiva del Kube in Piazza Aldo Moro a Padova si è svolto un nuovo appuntamento di SopraTutto, il ciclo di eventi ideato da Tecno Crane, società padovana specializzata in vendita, noleggio e assistenza gru edili. Una realtà virtuosa che negli ultimi anni ha voluto aprire un dialogo con imprese e professionisti del settore edile presenti sul territorio attraverso un format dedicato a chi vive e respira il mondo dei cantieri. L’obiettivo di Tecno Crane è quello di fornire spunti di riflessione su tematiche di attualità e del futuro che riguardano l’edilizia e che possano aiutare le realtà del settore a cresce-
quella di SopraTutto. Tra i relatori, quest’anno Tecno Crane ha avuto il piacere di ospitare l’Ing. Stefania Presta, ESG Specialist di Spinlife, spin-off dell’Università di Padova e il Dott. Natalino Priscoglio, Presidente dell’Org. Paritetico Nazionale “INTESAIMPRESA”. A moderare l’evento è stato l’Architetto Fabrizio Parati, Direttore editoriale della rivista leStrade e Collaboratore della rivista Costruzioni. Presta nel suo intervento ha parlato delle 3 dimensioni della sostenibi- spingano verso un nuovo modello di lità (ESG - Ambientale, Sociale e di sviluppo anche attraverso finanziaGovernance), delle tappe storiche menti e investimenti dedicati. che hanno portato a questa definizione e degli accordi internazionali Il legame tra sostenibilità, territocome l’Agenda 2030 delle Nazioni rio e comunità Unite e l’Accordo di Parigi del 2015. La sostenibilità è un tema che si Inoltre, ha illustrato le novità intro- intreccia fortemente anche con il dotte dalla recente Direttiva Euro- territorio e la comunità che lo abita. pea CSRD (Corporate Sustainability Consapevole di questa connessione, Reporting Directive) sul bilancio Tecno Crane ha invitato i rappresend’esercizio e le informazioni di ca- tanti di Casa Priscilla ODV, un’imporrattere non finanziario. Nozioni utili tante Organizzazione di Volontarianon solo per una migliore gestione to con sede a Padova che, dal 2001, di imprese e progetti ma anche per assiste minori, mamme, donne e famiglie in difficoltà. Durante l’eattrarre nuovi investitori. re e, insieme, contribuire a far evol- Il Dott. Priscoglio, invece, forte di vento, il Dott. Nicola Bernardi, Resp. vere il settore stesso. Un percorso di una preparazione ed una vasta educativo, Maria Parolin, Presidente formazione da portare avanti di vol- esperienza in campo economico- di Casa Priscilla ODV e Daniela Pata in volta sotto la guida di relatori finanziario, ha introdotto il tema vin, membro del consiglio direttivo, esperti delle tematiche proposte. degli investimenti sostenibili e di hanno presentato il progetto della come mercato e istituzioni europee nuova sede totalmente sostenibile Veneto24 passa al sistema di ultima Il tema e i protagonisti generazione DAB che permette di ascoltare anche Per l’evento di ottobre, Tecno Crane la radio con una qualità audio perfetta. ha scelto di mettere al centro il tema della sostenibilità e dell’importanza di una visione a lungo termine www.veneto24.it con il titolo “Futuro in costruzione. Idee e opportunità per un’edilizia più sostenibile”. Nicola Pizzeghello, Fondatore di Tecno Crane, ha aperto l’incontro ringraziando i numerosi partecipanti, spiegando l’importanza della formazione e la scelta di portare avanti un’iniziativa come SCARICA L’APP RADIO VENETO24
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e autonoma dal punto di vista energetico. Un’opera che stanno completando anche grazie a donazioni e a fondamentali collaborazioni con imprese come Tecno Crane. Una guida per il settore Anche quest’anno, l’appuntamento di SopraTutto è stato un successo. Tante le soddisfazioni per Tecno Crane, dalla nutrita presenza di clienti e collaboratori, all’interesse generale che il tema e i relatori hanno suscitato nel pubblico, che fanno già pensare con entusiasmo al prossimo anno. Tecno Crane ha dimostrato, così, di poter essere una guida autorevole per la discussione di tematiche importanti che riguardano il settore dell’edilizia, in grado anche di ispirare altre imprese e professionisti.
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NATALE 2023
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PADOVA si veste di
luci e colori per accendere la magia del Natale in città
L
’atmosfera e la magia della festa più attesa dell’anno sono pronte ad invadere Padova. Conto alla rovescia per la suggestiva atmosfera di luci e decorazioni tipiche del Natale. Ad accompagnare il Black Friday, il 24 novembre, saranno le 60 installazioni previste ad illuminare i principali palazzi comunali quali Palazzo Moroni, Loggia Amulea, il Teatro Verdi, e poi gli alberi di Prato della Valle, alcune principali delle principali rotonde e le piazzette di tutti i quartieri. A queste luci si uniranno le tradizionali luminarie dei negozianti che attraversano le strade, sostenute anche dai contributi che il Comune ha erogato con apposito bando pubblico concluso a inizio novembre. Un segnale di attenzione al risparmio energetico viene dalla decisione del Comune di adottare per tutte le luci la tecnologia LED a basso impatto. Per completare l’atmosfera natalizia il tradizionale appuntamento, il 2 dicembre dalle 16.30, con l’accensione dell’albero di Natale, quest’anno a cura di Tigotà. L’evento si aprirà con un coro Gospel e i saluti istituzionali che accom-
Il 24 novembre si accenderanno le prime luci di Natale. Ma è il 2 dicembre che il Natale inizierà ufficialmente in città, con l’accensione del grande albero posizionato davanti a Palazzo Moroni. pagneranno l’accensione dell’elemento più iconico del nostro Natale. E poi a ruota l’inaugurazione dei mercatini, gli spettacoli di videomapping, la pista di pattinaggio e tutte le attività che da anni trasformano Padova in un irresistibile polo di attrazione durante le festività natalizie. La città si popolerà di mercatini durante il periodo delle feste, il Natale toccherà quasi tutto il centro storico con le sue casette di legno. In uno degli scorci più tipici di Padova, da sabato 25 novembre si riaccenderà l’atmosfera natalizia fino a domenica 7 gennaio. Torna
anche quest’anno il “Villaggio di Babbo Natale”, promosso da Ascom Confcommercio all’interno di Piazza Eremitani. Mercatino natalizio, allestimenti a tema, giostre per i più piccoli, la casetta ospiterà Babbo Natale e poi ancora attività di animazione itinerante che riguarderà tutto il centro storico. E poi ancora “Fiera di Natale” dall’8 dicembre al 7 gennaio con le bancarelle tradizionali in centro nelle piazze. Infine, ci sarà il famoso “Natale Artigiano” in piazza Capitaniato dal 7 dicembre al 7 gennaio, che da oltre vent’anni espone creazioni artistiche realizzate comple-
tamente a mano da circa una quarantina di artigiani. C’è grande attesa per “Il trenino di Natale” che dal 25 novembre percorrerà le vie della città. Un viaggio itinerante in centro storico per assaporare la magia natalizia. Torna, dall’8 dicembre, lo spettacolo delle proiezioni di luci e del videomapping sulle facciate monumentali di Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta, Piazza dei Signori e sulla Chiesa di Sant’Antonino all’Arcella. Le luci esalteranno le linee architettoniche dei monumenti e ci porteranno a fare un viaggio nella storia della città. A Natale a Padova non può mancare la pista di pattinaggio su ghiaccio per passare una serata con gli amici o con tutta la famiglia. Novità di quest’anno, nella magnifica cornice di Prato della Valle dal 26 novembre al 28 gennaio, arriva una grande pista di pattinaggio di 600 metri quadrati. Tutto questo per accompagnare i cittadini e chi sceglierà di venire a trascorrere le festività in Veneto con un vero e proprio spettacolo di luci da guardare con il naso all’insù.
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