La Piazza di Treviso - Dicembre 2022

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C erchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: finalmente, dopo due lunghi anni di restrizioni, incertezze e sacrifici potremo trascorrere il periodo delle festività come non accadeva dal 2019. Ma da allora molto è cambiato e anche questo sarà un Natale diverso dal solito, anzitutto per le ombre di una guerra che continua ad infuriare alle porte dell’Europa e che pare non aver fine.

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5 Il Natale ritrovato Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte DICEMBRE 2022 del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE
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a Calenda” 10 MUSEO BAILO Dopo Canova la mostra su Arturo Martini 22 Servizio a pag. 6 LA CITTÁ SI VESTE DI GIOIA E MAGIA PER UN NATALE INCANTATO E DI COMUNITÁ Festeggiamenti più sobri, sostenibili e attenti agli sprechi con lo spegnimento delle luminarie a mezzanotte. Ma il calendario è come sempre ricco di iniziative Servizi alle pagg. 12 e 13 di Treviso Periodico d’informazione localeAnno XXIX n. 248 CONFINDUSTRIA PADOVA-TREVISO NELLA NUOVA VENETO EST: SÌ UNANIME Sancita la nascita della nuova super associazione di categoria, cinquemila le imprese associate
MARIO CONTE
sindaco traccia un bilancio dell’anno
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PEDIATRIA
Ca’ Foncello nascerà la “Stanza dei Sogni”
TERZO POLO Rocco: “Ecco

NOI SIAMO ver

ANTENORE de

Marca al top nel riciclo dei rifiuti

A lla settima edizione regionale di Ecoforum, che si è tenuta a inizio mese a Conegliano, Legambiente ha presentato il suo sempre tanto atteso rapporto sui comuni ricicloni del Veneto relativo al 2021, anno in cui si è assistito gradualmente all’uscita dalla pandemia e a una forte ripresa economica con la conseguente impennata nella produzione dei rifiuti. Per la Marca però sono solo buone notizie. Treviso è l’unico capoluogo Rifiuti Free della regione, ad aver cioè raggiunto una quantità di secco a smaltimento inferiore a 75 kg per abitante l’anno. Ma battono bandiera trevigiana anche i piccoli comuni sul podio: la medaglia d’oro l’ha vinta Refrontolo, con soli 39 kg pro capite non riciclati e una raccolta differenziata del 92%, seguito da San Biagio di Callalta e Cappella Maggiore, entrambi con 42 kg di rifiuto a smaltimento per abitante e una raccolta differenziata del 90%. La classifica di quelli con più di 15mila abitanti vede svettare Vedelago (fra i più ricicloni a livello nazionale fino dagli anni ’90), Preganziol, Paese, Villorba, solo per citare i primi quattro. Fra quelle che possono essere definite cittadine, la performance migliore è di Montebelluna, seguita a ruota da Castelfranco Veneto e al quarto posto da Conegliano. Sono stati messi sotto esame anche i parchi e i territori Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, con il parco regionale del fiume Sile primo fra i ricicloni (69 kg di rifiuto a smaltimento per abitante e una raccolta differenziata dell’87%) e, dulcis in fundo, con le Colline del Prosecco che possono forgiarsi della nuova denominazione Rifiuti Free (64 kg di rifiuto a smaltimento per abitante e l’87% di raccolta differenziata). Risultati che non arrivano per caso. Sono il frutto di una mentalità acquisita – quella del valore dell’economia circolare – ormai ben radicata nel territorio e soprattutto nei suoi abitanti.

È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

Legambiente conferma che Treviso è l’unico capoluogo del Veneto Rifiuti Free

è una testata giornalistica di proprietà di Srl

Il Natale ritrovato

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: finalmente, dopo due lunghi anni di restrizioni, incertezze e sacrifici potremo trascorrere il periodo delle festività come non accadeva dal 201 9. Ma da allora molto è cambiato e anche questo sarà un Natale diverso dal solito, anzitutto per le ombre di una guerra che continua ad infuriare alle porte dell’Europa e che pare non aver fine. Da più parti non è mai venuto meno l’appello a lasciare spazio alla diplomazia, salvo poi constatare come anche nel nostro piccolo sia difficile affrontare questo argomento senza cedere a facili prese di posizione e arrivare allo scontro. Eppure non non possiamo rinchiuderci nella nostra indifferenza perché “tanto ci si abitua a tutto e non possiamo farci niente”.

Già con gli anni della pandemia siamo stati messi alla prova non solo sul fronte sanitario ma anche su quello della tenuta sociale, della coesione delle nostre comunità. Il conflitto che ha attraversato il 2022 ha lasciato il segno anche a casa nostra, ci ha costretto a fare i conti con le bollette sempre più care, con gli effetti di una speculazione selvaggia e incontrollata, con la necessità di far quadrare i conti in tempi di “economia di guerra”. I prossimi mesi saranno altrettanto impegnativi e anche il banco di prova per le misure di sostegno a famiglie e imprese adottate in queste settimane dal Governo.

Nonostante tutto in questo mese ritroviamo il “nostro” Natale e ci regaliamo uno spazio di serenità e condivisione da vivere in famiglia, ma anche tra la gente della nostra comunità, riprendendo le consuetudini e gli appuntamenti che scandiscono le festività. E’ anche una boccata d’ossigeno per le tante attività commerciali delle nostre città e dei nostri paesi che più di altri hanno risentito sia degli effetti dell’emergenza sanitaria che della difficile congiuntura economica. Le luci - spesso e volentieri a basso consumo, nel segno di un Natale sostenibile - che si accendono in questi giorni nei centri storici e lungo le strade, insieme alle tante occasioni di incontro, sono il primo segnale che ci invita ad aver fiducia nel futuro. Buon Natale a tutti.

Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Chiuso in redazione il 9 dicembre 2022

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Feste in città

Treviso si veste di gioia e magia per un Natale incantato e di comunità

Festeggiamenti più sobri, sostenibili e attenti agli sprechi con lo spegnimento delle luminarie a mezzanotte. Ma il calendario è come sempre ricco di iniziative dedicate a ogni età e capaci di evocare lo spirito natalizio

In un momento storico segnato da innumerevoli difficoltà, Treviso punta su un Natale di comunità, in grado di regalare quella serenità di cui spesso si dimentica il valore. Un Natale più sobrio, sostenibile e attento al risparmio energetico, con luminarie a basso consumo che verranno spente a mezzanotte, ma che promette comunque di incantare, grazie al suo ricco programma, trevigiani e turisti. Novità di quest’anno, oltre ad alcune luminarie 3D, uno speciale trenino elettrico che girerà per la città (con partenza da piazza dei Signori dalle 15.30 alle 19.30) e il ritorno del Capodanno in Piazza con Radio Company. Tra le conferme, invece, la pista di pattinaggio su ghiaccio con il villaggio di Natale in piazza Borsa (fino al 15 gennaio), la giostra a cavalli in piazza dei Signori (fino al 6 gennaio) e la Loggia dei Cavalieri trasformata in un Bosco Incantato. Il Comune, ben consapevole della potenza dei social, lancia ancora una volta un contest fotografico: “Porta con te la Treviso Incantata” è il tema di questa edizione, attivo fino al 31 dicembre, con gli hashtag #3visoincanta e #trevisofotostampa. Una giuria selezionerà, tra le dieci foto che avranno riportato più like, i tre vincitori che saranno premiati il 4 gen-

naio 2023 sotto la Loggia. Gli spettacoli. Per la gioia di grandi e bambini tornano gli spettacoli nelle piazze e nelle vie del centro: il 17 e 18 dicembre, dalle 14.30 alle 18, la città sarà animata da performance itineranti di artisti di strada, cori e folletti. Sempre il 17 dicembre alzerà il sipario “Le nuove notti incantate” a cura di Teatro che Pazzia, mentre per il 18 dicembre è in programma Christmas in Love Trio ai Buranelli e la “Ciarastea” con il gruppo folcloristico Pastoria di Borgofuro.

Loggia Incantata. La Loggia Incantata, che ospita una versione inedita del Bosco Incantato e la Casa di Babbo Natale, accoglierà anche quest’anno i bambini per la consegna della letterina a Babbo Natale o per una foto (sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 20). Confermate anche le due cassette di Babbo Natale, in piazza dei Signori e sotto la Loggia dei Cavalieri, per raccogliere i desideri, i propositi o i semplici messaggi natalizi. A gennaio, inoltre, verranno scelte le dieci letterine più belle. Mercatini ed eventi natalizi.

Dal 16 al 18 dicembre piazzetta Battistero ospiterà il mercatino del riuso creativo RiCreAzione, mentre il 17 dicembre toccherà a “Libri in Loggia”. Inoltre il 22,

23 e 24 dicembre è in calendario, in piazza Indipendenza, il mercatino dell’artigianato di Mammart, ma non mancheranno nemmeno le domeniche dedicate al “Natale in Borgo” a Borgo Cavour. Dal 2 al 6 gennaio arriverà la Fiera dell’Epifania sotto la Loggia dei Trecento e dal 5 all’8 gennaio tornerà la Sporta dea Marantega in piazza Indipedenza. Per chiudere, il Mercatino del Riuso della Befana si terrà in piazzetta Battistero dal 6 all’8 gennaio. Letture Natalizie in BRaT. La Biblioteca dei Ragazzi proporrà le letture natalizie. In particolare venerdì 16 dicembre alle 17 ci saranno le “Letture Mamma Lingua” in inglese per bambini madre-lingua (età 3-10 anni). Le letture con ABiBRaT torneranno invece sabato 17 dicembre, mentre Maga Camaja leggerà storie e fiabe martedì 20 dicembre dalle 10.30 alle 11 per la scuola dell’infanzia e dalle 11.30 alle 12 per la scuola pri-

maria.

Percorsi tra miti e leggende per grandi e piccini. Grazie al Gruppo Alcuni, sabato 17 dicembre alle 17 sarà possibile assistere a “La Leggenda del Natale 2022”, uno spettacolo itinerante che prenderà il via in piazza dei Signori. Confermata la presenza anche dei Mini Cuccioli.

Visite turistiche guidate. Per unire cultura e Natale proposte anche visite turistiche guidate che si potranno prenotare allo IAT Treviso Centro. “Treviso città d’arte e d’acque” si terrà il

17 dicembre, 7 e 21 gennaio alle ore 15; “Dove Sile v’accompagna” si terrà invece l’11 dicembre alle ore 14.30.

Tradizione. Nel giorno della Vigilia non mancherà il Presepe Vivente con partenza da via del Tezzone e arrivo in piazza dei Signori alle 15.30. Dal 27 dicembre al 6 gennaio, inoltre, sarà possibile incamminarsi lungo “La Via dei Presepi”, un percorso nelle principali chiese cittadine con i presepi monumentali.

Natale nei quartieri. Anche nei quartieri ci saranno mercatini solidali, alberi di luce, esibizioni canore e momenti di comunità. Tuttavia, il Comune di Treviso ha preferito sostenere le parrocchie con un contributo economico e lasciare che scegliessero in autonomia quanto e come incanalare il denaro nelle attività natalizie a seconda delle necessità.

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Marika Andreoli Il programma. Fra artisti di strada, installazioni luminose e un trenino elettrico nel centro storico
Le

Luca Zaia: “Ecco l’autonomia.

E altri grandi progetti per il Veneto”

“Ho speranze che la guerra si concluderà”. Positivo il giudizio sulla manovra del governo Meloni: “Dedicati al sociale 21 miliardi, avranno ricadute importanti sulle famiglie”

Strascichi della pandemia, assenza di personale sanitario, ma anche autonomia e futuro dell’industria: sono le parole chiave del 2022 per il Veneto secondo il governatore Luca Zaia che, nonostante tutto, guarda al prossimo anno con fiducia.

Come valuta l’anno che sta terminando e cosa si aspetta dal 2023?

“È stato un anno difficile, considerato che abbiamo avuto prima il covid e poi la guerra in Ucraina. Lo definirei annus horribilis da un punto di vista sociale, con non poche difficoltà. Però noi sappiamo che dopo la pioggia torna sempre il sereno. Questa guerra si concluderà: ho molte speranze.

“Roma dà attenzione al Veneto. Per il prossimo futuro abbiamo in serbo altre importanti novità”

Penso che sia giunto il momento di lasciare spazio alla diplomazia e che entrambi contendenti, l’aggressore e aggredito, decidano di fare un passo indietro, perché si possa trovare un’intesa. Non ci possiamo permettere nessuna guerra, tantomeno questa che è vicina a noi e pesa moltissimo nella geopolitica internazionale”. Come giudica la manovra del governo Meloni?

“Positivamente. Su 35 miliardi 21 sono dedicati al sociale, alle famiglie. È come se il Governo avesse versato più o meno un miliardo alla Regione. Noi non ci saremmo mai riusciti, con nessuna manovra tributaria: saremmo riusciti forse a incassare 180, 150, 120 milioni di euro. Ecco, il Governo ha fatto un’operazione da 21 miliardi di euro che poi avrà una ricaduta positiva sui costi che le famiglie si sono

visti aumentare per il costo dell’energia”.

Come è considerato il Veneto dal governo?

“Come veneti ci possiamo attribuire il merito di avere uno standing che anni fa non avevamo. D’altra parte se non hai considerazione non porti a casa le Olimpiadi e non tratti con Intel un investimento di 10 miliardi di euro che è il più grande investimento nella storia del Paese. E stupiremo ancora perché abbiamo grandi progetti”.

A proposito dell’autonomia, nel recente incontro con il ministro Calderoli lei ha affermato “ora o mai più”. Perché?

“Perché ci sono tutti i presupposti: siamo davanti a un ministro che s’è mosso con celerità, in un governo che comunque mantiene la parola data ai cittadini. Ovviamente stiamo parlando della più grande riforma della storia assieme al presidenzialismo: in questa legislatura l’una e l’altro dovranno essere assolutamente approvati. L’articolo 144 nella legge di stabilità è un ottimo segnale; finalmente è finito il riscaldamento a bordo campo e la stagione dei compiti per casa”.

Quali saranno i passi successivi, allora?

“Il progetto dell’autonomia entra nel vivo e prende sempre più forma. Entro fine dell’anno - come dichiarato dal ministro Calderoli - avremo lo strumento per definire costi e fabbisogni standard, un passaggio indispensabile per procedere verso la delega di poteri alle Regioni. Significa finalmente realizzare un progetto totalmente in linea con la costituzione, nell’ottica della solidarietà e della sussidiarietà nazionale. Abbiamo l’opportunità di ridisegnare il profilo del Paese, in linea con i princi-

pi ispiratori dei padri costituenti. Abbiamo imboccato la strada giusta, intrapresa con decisione dal governo, al quale vanno i miei ringraziamenti. Spero che ora

“Sanità, anche il pubblico deve poter tenere in servizio chi vuole restare dopo la pensione”

si faccia bene e velocemente anche perché in questo modo si darà compimento non solo ai dettami introdotti con la modifica del titolo V della legge fondamentale dello Stato, ma anche alla Carta costituzionale approvata il primo gennaio 1948. Che nasce autenticamente federalista: non ha mai avuto uno sguardo centralista,

se non nell’erronea gestione che ne è seguita”.

La Regione ha di recente emanato un bando per 393 medici per far fronte all’assenza di personale. Sono sufficienti?

“Sul mercato non ci sono professionisti e quelli che ci sono hanno la possibilità di attraversare la strada e andare dal privato che li paga di più. Mancano i medici e questa divaricazione tra domanda e offerta ci sta mettendo non poco in difficoltà. Quanto ai medici in pensione, io chiedo che il pubblico possa fare quello che può fare un privato, cioè tenere su base volontaria i propri professionisti”.

È nata Confindustria Veneto est, la più grande del Paese, che unisce quelle di Venezia e Rovigo e Confindustria Veneto centro.

Come valuta questa fusione?

“Oltre ai numeri, c’è anche un dato quantitativo che è importantissimo: questo raggruppamento significa

“La fusione di Confindustria è un segnale positivo”

oltre 86 miliardi di fatturato, quasi metà di quello Veneto arriva da questa associazione. Direi che è un bel segnale, soprattutto perché punta all’economia di scala, a razionalizzare. È un segnale che anche il pubblico dovrebbe cogliere. L’economia di scala ci permette di risparmiare, di essere più efficienti e avere sempre come ultimo obiettivo quello di fornire servizi al cittadino”.

8 www.lapiazzaweb.it Politica
Giorgia Gay
L’intervista. Il presidente della Regione traccia un bilancio dell’anno e guarda con speranza al 2023 In primo piano Luca Zaia, governatore del Veneto. Nelle altre foto, la premier Giorgia Meloni e la stretta di mano fra Vincenzo Marinese e Leopoldo Destro dopo la fusione di Confindustria
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“Siamo ripartiti dalla cultura e dalla bellezza e abbiamo centrato in pieno l’obiettivo”

Il 2022 si sta per chiudere e con la fine dell’anno si avvicina anche la chiusura del mandato. Mario Conte – che la prossima primavera alle urne si giocherà la carta del rinnovo della carica di sindaco di Treviso – guarda ai dodici mesi alle sue spalle e sorride soddisfatto. Che anno è stato per lei, per la sua amministrazione e per la città?

“In piena pandemia abbiamo trasformato un’amministrazione, che per forza di cose è diventata straordinaria, in un cantiere aperto, seminando progettualità che dovevano diventare opportunità una volta terminata l’emergenza. Così è stato. Nonostante le difficoltà legate soprattutto all’aumento dei costi energetici, è stato un anno di grande ripartenza ed entusiasmo, certamente protagonista in ambito culturale con un’esplosione di numeri che ha portato i visitatori del Bailo da 11mila a oltre 60mila, raddoppiato quelli di Santa Caterina, con risultati straordinari e una nuova gestione per il teatro. Se Treviso nel post-pandemia doveva ripartire dalla cultura e dalla bellezza, abbiamo centrato in pieno l’obiettivo. Una città dinamica, vivace, di qualità, che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi uno stop forzato: ci siamo protetti ma abbiamo anche investito e progettato il futuro. Che è cultura ma anche ambiente”.

Sono questi i progetti che dimostrano maggiormente la fisionomia della sua amministrazione?

“Sono elementi marcanti, con importanti investimenti nella cultura e progettualità ambientali che per due anni di seguito ci hanno portati fra i migliori dieci comuni in Europa. Ma non è tutto qui, basti pensare a quanto realizzato per la viabilità, fra piste ciclabili e sistemazione di incroci storicamente problematici, ma anche la manutenzione straordinaria delle scuole, il rifacimento delle Stefanini e la riqualificazione del polo universitario. Per fortuna trovare temi che contraddistinguono la mia amministrazione rispetto al passato è facile”. Fermo restando che c’è un’in-

dagine in corso, la questione case popolari ha un effetto impattante. Come la vive?

“Con la serenità di avere una squadra di dipendenti che ha sempre lavorato con grande professionalità e onestà, testimoniato anche dalla fiducia trasversale arrivata dal consiglio comunale. Auspico si arrivi presto alla chiusura delle indagini e a fare chiarezza. Ma il tema della casa resta e va affrontato anche con enti superiori, perché con pandemia prima e crisi energetica adesso rischia di essere il tema caldo dei prossimi mesi. Dobbiamo trovare gli strumenti per dare a tutti i cittadini un tetto evitando che i furbetti sottraggano benefici alle persone per bene”. In occasione della nascita di Confindustria Veneto Est ha dichiarato che anche le città dovrebbero iniziare a ragionare come territorio. Cosa significa?

“Il Veneto è il territorio dei campanili e va benissimo. Spesso però anche dei campanilismi e questo va meno bene.

Dobbiamo uscire dai confini comunali e ragionare come comunità. Tematiche come l’ambiente, le infrastrutture, la mobilità non hanno confini comunali. Sono convintissimo che la soluzione si chiami area vasta, condivisione, collaborazione, aggregazione e infatti abbiamo appena ricevuto dalla Regione un finanziamento di 16 milioni di euro proprio per la Grande Treviso”.

Si torna a parlare di metropolitana veneta di superficie. Cosa ne pensa?

“È un progetto importante per lo sviluppo del territorio e una grande risposta al problema del traffico e della qualità dell’aria. Spero venga ripreso in mano”.

Al ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha chiesto di affrontare la questione dell’abuso d’ufficio. Perché è importante che questo reato venga modificato?

“Credo che se un sindaco sbaglia deve pagare più degli altri perché oltre a non rispettare la legge tradisce i cittadini, ma ci sono responsabilità che non siamo in grado di controllare e il perimetro va ridisegnato per non vivere con la paura di una firma che rischia di inchiodare il sistema, di rallentare i processi e soprattutto di allontanare dall’esperienza amministrativa pubblica tante brave persone”.

Cosa si augura per il 2023? “Prima di tutto che torni un po’ di serenità a livello mondiale. Il conflitto bellico sta determinando incertezza, paura e preoccupazione, oltre che mettendo a rischio il sistema sociale delle nostre comunità. E poi mi auguro che la nostra comunità si confermi quella che è: straordinaria nei valori e nella solidarietà. L’ho rappresentata in un periodo che sicuramente verrà citato nei libri di storia e Treviso ha dimostrato di essere tale. Spero si continui così. Da parte mia c’è l’auspicio e l’obiettivo di continuare a servire la città con impegno, determinazione, trasparenza e soprattutto grande onestà”.

Dall’esplosione di visitatori alle progettualità ambientali, dalla riqualificazione del polo universitario alle scuole, dal “nodo” case popolari su cui pesa un’inchiesta giudiziaria all’urgenza di iniziare a ragionare oltre i campanilismi per la realizzazione della Grande Treviso

9 www.lapiazzaweb.it L’intervista Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Mario Conte. Il sindaco di Treviso traccia un bilancio dell’anno che si sta per chiudere e guarda al futuro

Nicolò Rocco: “Perché ho detto sì a Calenda?

Oggi il Pd guarda a una sinistra più identitaria”

Cambia la geografia delle minoranze in consiglio comunale. Anche Grigoletto e Pezzato nel nuovo soggetto politico che si prepara ad affrontare le scelte per le amministrative, si profila una corsa in solitaria con l’incognita candidato sindaco

I l primo a sbattere la porta del Partito democratico, a un mese dalla consultazione politica nazionale del 25 settembre, era stato l’ex vicesindaco ed ex segretario provinciale Roberto Grigoletto. Tre mesi dopo anche Nicolò Rocco ha salutato i dem, di cui è stato segretario regionale giovanile oltre che componente della segreteria provinciale. A lui Carlo Calenda e Ettore Rosato hanno affidato il ruolo di capogruppo di Azione – Italia Viva in consiglio comunale e con lui siedono Fabio Pezzato e lo stesso Grigoletto. Azzoppando di fatto il Pd. Rocco, perché ha abbandonato il Partito democratico?

“Mi sono iscritto quando è nato e si ispirava a Obama, credendo nella capacità di dialogo fra partite Iva, lavoratore dipendente e imprenditore. Complice il ritorno al proporzionale, oggi quel partito guarda a una sinistra più identitaria e dialoga con i 5 Stelle. In campagna elettorale il segretario Letta ha diviso il mondo fra sostenitori di Berlinguer e di Almirante. E quelli che invece votavano Dc, Psi, Pli e Pri? E le nuove generazioni nate dopo la caduta del Muro di Berlino?”.

Significa che si sente maggiormente rappresentato da Azione e Italia Viva?

“C’è un modo di affrontare temi e problemi simile a quello che trovo tutti i giorni nel mondo del lavoro. Sono partner di una piccola società di consulenza che accompagna le imprese alla sostenibilità, ambito nel quale ogni scelta ha dei pro e dei contro, perché non esistono provvedimenti giusti in senso assoluto e ogni decisione porta con sé qualcosa di positivo e di negativo”. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, la prima per il vostro neonato gruppo, avete appoggiato alcuni provvedimenti della maggioranza. C’è

un’asse tra voi e Conte?

“Durante la pandemia abbiamo fatto un patto istituzionale fra consiglieri di maggioranza e opposizione. Serviva una comunità coesa e abbiamo offerto collaborazione al sindaco. Oggi stiamo provando a lasciarci alle spalle le ferite del Covid ed è giusto che ognu-

no proponga la sua visione di città e con Conte e la sua maggioranza non c’è un’asse ma un confronto. Noi proponiamo di potenziare gli psicologici nelle scuole e nei quartieri, di mettere più rastrelliere per le biciclette, di dare incentivi ai giovani che vogliono andare a vivere in affitto, di prevede-

Calenda e Rosato al Museo Bailo per il battesimo del nuovo soggetto politico

re più soldi per la progettazione europea… Ecco, se la maggioranza accoglie le nostre proposte siamo contenti, altrimenti continueremo a presentarle perché crediamo siano giuste”.

Cosa farete alle amministrative?

“Saranno gli iscritti e i dirigenti a esprimersi sia sul candidato che sulle proposte per la città. Il messaggio che Calenda ha lanciato a Treviso non era l’annuncio di un’alleanza con Mario Conte, ma un invito a decidere chi appoggiare sulla base della possibilità di realizzare un programma innovativo, uscendo dalla logica che sia una tessera in tasca a decidere la qualità di una persona e di un amministratore. Credo comunque che chi alle politiche ha votato Terzo Polo si aspetti che venga espresso un candidato, magari una figura che coniughi spessore professionale, conoscenza della città e cultura dell’amministrazione”.

Sono circolati molti nomi, in tanti hanno sgomberato il campo chiamandosi fuori… “Prima di decidere chi appoggiare, come cittadino di Treviso vorrei che fosse data risposta a questa domanda: come si fa a impedire che i trentenni lascino la città per andare a vivere a Londra o a Milano?”.

Quindi?

“Prima il programma dei nomi”. (s.s.)

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Opposizione
Un nuovo gruppo. Ai Trecento nasce Azione - Italia Viva: Calenda e Rosato lo affidano al giovane ex dem

Imprenditoria

È nata Confindustria Veneto Est: quattro province insieme per crescere

Le Assemblee degli Associati di Assindustria Venetocentro - Imprenditori Padova Treviso e Confindustria VeneziaArea Metropolitana di Venezia e Rovigo, riunite in contemporanea al nuovo Centro Congressi di Fiera di Padova, hanno approvato all’unanimità il Piano industriale e l’accordo di integrazione tra le due Associazioni.

Dal voto degli imprenditori ispirato da una moderna visione di sviluppo metropolitano, nasce il nuovo soggetto associativo di area vasta, denominato Confindustria Veneto Est Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso.

Per dimensioni e rilevanza, è la seconda Associazione territoriale del Sistema Confindustria, con 5.000 imprese associate e 270.000 addetti.

Rappresenta un territorio chiave dell’economia italiana, una metropoli di fatto con 3 milioni di abitanti, che genera 96 miliardi di Pil, 32,5 miliar-

di di export, il 55% del valore aggiunto manifatturiero del Veneto e il 6,8% di quello nazionale (27 miliardi nel 2021), dando così concreta attuazione al vertice veneto del nuovo Triangolo industriale, con Milano e Bologna metropolitane, nel cuore dell’Europa.

L’Accordo di integrazione è stato sottoscritto dai Presidenti, Leopoldo Destro di Assindustria Venetocentro e Vincenzo Marinese di Confindustria Venezia-Rovigo davanti alla platea di imprenditori.

La governance e la struttura organizzativa di Confindustria Veneto Est saranno efficaci e pienamente operative dal 1 gennaio 2023.

Le Assemblee dei Soci hanno anche approvato lo Statuto della nuova Associazione. La fase di avvio, dal prossimo gennaio alla data di elezione del 2024, vedrà alla guida il Presidente in carica con più elevata durata residuale del mandato, Leopoldo Destro.

Nel Consiglio Generale vi sarà il cumulo delle cariche in corso fino all’Assemblea Generale del 2023 e nel Consiglio di Presidenza fino all’Assemblea del 2024.

Il Progetto di integrazione tra le due Associazioni aveva preso avvio nel 2019. È proseguito in modo partecipato e condiviso, con i lavori della Commissione Paritetica (temporaneamente sospesi causa pandemia), la conferma del mandato assembleare ai Presidenti alla prosecuzione del Progetto, la firma del Protocollo preliminare di aggregazione (gennaio 2021). Ha visto impegnati in un intenso lavoro i Presidenti e le strutture, coadiuvati dalla Commissione Paritetica composta da: Claudio De Nadai, Enrico Del Sole, Francesco Nalini e Alessandro Vardanega per Assindustria Venetocentro e da Gigliola Arreghini, Luca Fabbri, Roberto Gasparetto e Mauro Zennaro per Confindustria Venezia-Rovigo.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha aperto i lavori della Parte Pubblica dell’Assemblea Generale fondativa di Confindustria Veneto Est, intervenendo in videocollegamento da Palazzo Chigi alla presenza di duemilacinquecento imprenditori, rappresentanti dell’economia e della politica. È seguita la conversazione con i Presidenti Leopoldo Destro e Vincenzo Marinese condotta da Andrea Cabrini e Roberta Floris. Il Vicepresidente di Fondazione Edison Marco Fortis ha poi trattato, nella sua relazione, il peso economico

e manifatturiero del Veneto Est e del nuovo Triangolo industriale nel benchmark con l’Europa, ponendo le basi per i successivi confronti.

Il primo è stato quello con il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, il secondo ha visto dialogare i Sindaci di Venezia, Treviso, Rovigo, Luigi Brugnaro, Mario Conte, Edoardo Gaffeo e il Vice Sindaco di Padova Andrea Micalizzi. È seguito quindi l’intervento di Carlo Messina Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo. Le conclusioni sono state affidate al Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

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Approvato all’unanimità il Piano industriale e l’accordo di integrazione tra le due realtà
L’associazione.

“Così aumenta la nostra competitività”

Marinese: “Il tessuto produttivo delle imprese può contare su una rappresentanza ancor più forte”

Idue front runner di questo importante passo in avanti nell’organizzazione della principale associazione datoriale veneta, sono Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Veneto Centro e Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Area Metropolitana Venezia –Rovigo.

Ed è proprio dalle loro parole che si coglie tutta la soddisfazione per il grande passo compiuto.

“Confindustria Veneto Est finalmente è una realtà grazie al coraggio e alla visione degli imprenditori, questo è un fatto storico importante - ha dichiarato Leopoldo Destro, Presidente di Assindustria Venetocentro -. La nuova Associazione rappresenta un’innovazione istituzionale di grande portata, che nel pieno di transizioni epocali traccia la strada per il futuro. Un’indicazione alla quale mi auguro si ispirino non solo le associazioni confindustriali ma anche tutti i corpi intermedi e le istituzioni pubbliche e private. Le crisi che hanno colpito duramente le nostre imprese e la nostra regione richiedono infatti di resistere, di evolvere e ricostruire. Richiedono l’ambizione di costruire un futuro comune. Oggi possiamo e dobbiamo farlo insieme, dando concreta attuazione a quell’unica realtà allargata metropolitana di 3 milioni di abitanti nel Veneto orientale, vertice del nuovo triangolo industriale con Milano e Bologna metropolitane nel cuore dell’Europa. Una realtà capace di valorizzare la prossimità e le peculiarità di ciascun territorio in un’ottica integrata, volta ad accrescere la

capacità competitiva delle nostre imprese, contribuendo alla crescita del Veneto e dell’Italia. Di giocare una partita più incisiva in fatto di rappresentanza, anche in Europa, e nella competizione internazionale tra grandi aree metropolitane per attrarre giovani, multinazionali, capitali finanziari, intelligenza e cultura”.

“Registro con soddisfazione l’esito del voto delle Assemblee, che si sono espresse a favore della nascita di Confindustria Veneto Est coronando un sogno condiviso di grande coraggio e visione - dichiara Vincenzo Marinese, Presidente di Confindustria Venezia area metropolitana di Venezia e Rovigo -. Questa

integrazione è il risultato di un percorso ponderato e articolato, che ha visto protagoniste le nostre due Associazioni, e l’inizio di un nuovo progetto di sviluppo per l’area metropolitana di Venezia, Rovigo, Padova, Treviso. Baricentro del quadrilatero che vede ai propri vertici Milano, Bologna, Lubiana e Monaco di Baviera, questo territorio operoso guarda all’Europa consapevole della propria storia e, allo stesso tempo, proiettato verso il futuro. Un domani che richiede alle aziende di fare squadra, per moltiplicare le competenze mantenendo elevata la propria competitività nei mercati internazionali che tanto apprezzano il made in Italy per la sua qualità e bellezza senza eguali. Ecco, da

oggi questo tessuto produttivo innervato di piccole e medie imprese può contare su un sistema di rappresentanza ancor più solido e forte. Un’Associazione capace di far pesare il proprio valore nei rapporti con i portatori di interessi, per renderli sempre più consapevoli del fondamentale ruolo dell’industria in questo meraviglioso territorio”.

Il sindaco di Venezia Brugnaro: “Un esempio per la politica”

Con l’integrazione di Assindustria Venetocentro - Imprenditori Padova Treviso e Confindustria Venezia - Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, il nuovo e unitario soggetto associativo di area vasta denominato Confindustria Veneto Est - Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, conterà 5.000 imprese associate con 270.000 collaboratori, consolidando per dimensioni e rilevanza il ranking di seconda Associazione territoriale del Sistema Confindustria. La nuova associazione opera in un territorio chiave della cultura d’impresa e dell’economia italiana, con 2 milioni 900mila abitanti, forte di un Pil aggregato di 96 miliardi di euro, 325mila unità locali (5,1% del totale nazionale) con oltre 1,2 milioni di occupati di cui 400mila nell’industria, e un tasso di disoccupazione al 5,7% (Italia 9,5%). Qui si concentra il 55% del valore aggiunto manifatturiero del Veneto e il 6,8% di quello nazionale (27 miliardi nel 2021). Nel 2021 è di 32,5 miliardi di euro il valore delle esportazioni dell’area vasta, pari al 46,2% dell’export regionale e al 6,3% di quello dell’Italia. Il contributo all’attivo commerciale è di 7 miliardi (40,7% dell’intero Veneto).

Il Sindaco e Presidente della Città Metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro, presente all’Assemblea, ha lanciato un appello alla politica in una fase nella quale si torna, con forza a parlare, del ruolo delle province. I discorsi, per molto tempo condotti, sulla cosiddetta PaTreVe – l’integrazione tra i territori di Padova, Venezia e Treviso – trovano, infatti, nella scelta fatta dagli industriali quella definizione che la politica non ha saputo garantire.

Ora il Sindaco di Venezia intende riaprire, con determinazione, il dibattito seguendo l’esempio di Confindustria.

“Per me, che vivo Confindustria come una famiglia, è una giornata di grande felicità - ha detto Brugnaro aprendo il suo intervento - e ringrazio Vincenzo Marinese e Leopoldo Destro per aver dato a tutti, politica compresa, un esempio di come si fa aggregazione e condivisione. Confindustria è il luogo di una democrazia molto trasparente e il culmine di questo percorso che vediamo oggi, dopo tanti anni, ne è testimonianza. Ho sempre pensato che le imprese riescano, nel fare le cose, a superare la politica”.

“Oggi qui si segna una pagina storica e speriamo che assieme riusciamo a far ricadere quel principio di autonomia, reclamato a livello regionale, anche sulle città e le aree metropolitane, in un clima di dialogo tra i vari livelli istituzionali e il mondo del lavoro, fatto non solo dalle imprese, ma da tutto il suo complesso.

L’imprenditore, che si assume il rischio di investimento, sa benissimo quanto sia essenziale il ruolo dei suoi collaboratori, della famiglia e di tutta la sua rete. Così come sono essenziali coloro che, sui territori, garantiscono la sicurezza. Anche da questo punto di vista le imprese hanno bisogno di sentire lo Stato vicino. E per questo voglio ringraziare prefetti, forze dell’Ordine, volontari e tutti gli organi che contribuiscono a garantire la sicurezza ogni giorno”.

Nei prossimi numeri de La Piazza certamente seguiremo e stimoleremo questo interessante dibattito.

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Confindustria Veneto Est. Il commento dei due presidenti Leopoldo Destro e Vincenzo Marinese I presidenti Vincenzo Marinese e Leopoldo Destro
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Destro: “Una realtà capace di valorizzare la prossimità e le peculiarità di ciascun territorio”

Taglio del nastro del nuovo ospedale Il 29 dicembre la tanto attesa cerimonia

I

l 29 dicembre sarà tagliato il nastro della nuova Cittadella della salute. Una cerimonia sul filo di lana della fine del 2022, con un paio di mesi di ritardo rispetto alle previsioni di inizio anno. Ma le tensioni geopolitiche internazionali causate dall’invasione russa in Ucraina hanno portato anche qui rallentamenti, in particolare per la fornitura dei microchip per i macchinari di alta tecnologia. Dopodiché sarà il 2023 a vedere il trasferimento in continuità dei reparti. E quindi i pazienti. Nel nuovo monoblocco, cuore della Cittadella, troveranno posto tutte le funzioni a maggiore intensità di cura e complessità tecnologica: sale operatorie, terapie intensive, degenze chirurgiche, diagnostica per immagini e radioterapia, ma anche l’ospedale della mamma e del bambino con l’area parto e le

degenze di ostetricia. Sei piani su tre livelli, allineati e integrati all’attuale pronto soccorso, che sarà ristrutturato nella seconda fase dei lavori. Un totale di 438 posti letto, 338 dei quali in camere singole e doppie, 66 posti di terapia intensiva per gli adulti e 34 di terapia intensiva neonatale e pediatrica. Ci saranno sale di degenza con spazi per l’accoglienza e il soggiorno sia per i visitatori che per i pazienti e ogni camera sarà dotata di una vista sul paesaggio o sulla città.

Con l’inaugurazione dell’edificio A29 ci sarà anche l’apertura del primo dei nuovi parcheggi, che avrà una capienza di 300 posti auto (in totale saranno mille in più rispetto agli attuali, per un totale di oltre 3mila) e sarà collocato lungo la strada che dal nuovo monoblocco porta al Suem. La notizia è che

in una parte degli stalli – con ogni probabilità i posti più vicini all’ingresso – la sosta sarà a pagamento. Nell’attesa della cerimonia di fine anno, nell’area verde davanti all’ingresso del pronto soccorso è stata eretta una statua dedicata a Santa Bertilla, patrona e protettrice del nosocomio trevigiano. La statua è opera del maestro Carlo Balliana ed è stata realizzata in occasione del centenario della morta della suora dorotea che servì al Ca’ Foncello durante e dopo la guerra. Santa Bertilla, la cui vita è stata interamente dedicata all’assistenza dei deboli e dei malati, oggi è diventata un simbolo di riconoscenza per tutti gli operatori sanitari che hanno servito la comunità nella lotta al Covid e una memoria di chi ha perso la vita con la pandemia.

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Cittadella della salute. Apertura del primo degli ulteriori parcheggi con circa 300 posti auto
Per il trasferimento in continuità dei reparti serviranno ulteriori 6-8 mesi. Il monoblocco avrà un totale di 438 posti letto in stanze singole e doppie
Ecco come diventerà l’area del nuovo ospedale Inaugurazione della statua di Santa Bertilla davanti al pronto soccorso

Nasce la “Stanza dei sogni” per ridurre ansia e dolore nei piccoli pazienti

Si chiamerà “Stanza dei sogni”. Sarà il luogo in cui i piccoli pazienti dell’ospedale di Treviso riceveranno le procedure mediche più invasive, quelle che creano sempre ansia e paura, ma che in un ambiente protetto e a misura di bambino possono diventare un po’ meno traumatiche. La stanza sta per essere realizzata grazie all’associazione “Per mio figlio” e sarà collocata dove da moltissimi anni c’è il biscottificio, altro non fosse perché si tratta dello spazio più logico perché più vicino al pronto soccorso pediatrico. Con la promessa e l’impegno da parte della direzione generale dell’Ulss 2 che la stanza dei dolcetti del professor Andriano Mellone tornerà una volta completata la Cittadella con tutti i suoi nuovi spazi e i trasferimenti in programma. Il progetto costerà oltre 100mila euro, che l’associazione oggi guidata da Fabio De Longhi sta raccogliendo grazie alle donazioni (in primis gli introiti del concerto di Natale che si è tenuto al Co-

munale il 7 dicembre scorso) e che serviranno per il restyling dell’area, per l’arredamento e le strumentazioni. Si tratta di un nuovo grande passo verso l’umanizzazione delle cure. “Il controllo del dolore e dell’ansia procedurale è uno dei nostri obiettivi”, spiega Stefano Martelossi, primario della pediatria del Ca’ Foncello e responsabile del progetto, la cui direzione scientifica è stata affidata alle pediatre Paola Berlese e Francesca Biscaro e alle rianimatrici Silvia Tesser e Silvia Mazzariol. “Facciamo molto, ma non è ancora abbastanza. Si può e si deve fare di più”, aggiunge il primario, che

spiega come ci siano carenze strutturali e di conoscenza da colmare, “perché l’ansia e il dolore influiscono anche sulla degenza, per cui un luogo a misura di bambino, con colori, distrazioni, bolle di sapone aiuta a diminuire il livello di ansia delle manovre procedurali”. In questa stessa “Stanza dei sogni” i bambini saranno sottoposti alla prima sedazione (oggi avviene nelle stanze del reparto, in pronto soccorso o direttamente nelle sale operatorie) attraverso una procedura lieve, somministrata per via nasale, e riceveranno i farmaci per bocca.

Il direttore generale Benazzi e il primario Martelossi con il presidente del consorzio “Per mio figlio” De Longhi

Il centro trapianti di midollo osseo allogenico sarà operativo da febbraio all’ospedale Ca’ Foncello

All’inizio di febbraio del 2023 all’ospedale di Treviso sarà operativo il nuovo centro trapianti di midollo osseo allogenico (TMO). L’annuncio dell’imminente apertura è stato dato dal primario di ematologia Filippo Gherlinzoni, che conta di effettuare il primo trapianto entro la fine di quello stesso mese. “Partiremo - ha spiegato - con alcune camere, per arrivare alla piena operatività di quattro camere. Inizialmente saranno collocate all’interno del Ca’ Foncello, mentre in una seconda fase è previsto il trasferimento nell’ambito della Cittadella”. L’obiettivo prefissato è di arrivare a effettuare dai 30 ai 40 trapianti l’anno, così da riuscire a prendere in carico tutti i pazienti della Marca e quelli della provincia di Belluno. Nel frattempo, come ha spiegato il tutor del progetto Damiano

Rondelli, direttore del centro di oncoematologia della University of Illinois di Chicago, sono già stati predisposti i protocolli operativi sia per l’attività di trapianto sia per la gestione delle eventuali complicanze.

Il centro trevigiano sarà diretto da Marta Stanzani, specialista

Un momento della conferenza stampa di annuncio dell’apertura del centro

in ematologia con un’esperienza ultraventennale al centro Seragnoli dell’Università di Bologna e con diverse esperienze di formazione e aggiornamento a livello internazionale. Stanzani ha spiegato che a Treviso è già

stato attivato un ambulatorio che collabora al follow-up dei pazienti che hanno effettuato il trapianto in altri centri. L’obiettivo è riuscire a gestire il paziente dalle procedure complesse di preparazione all’intervento passando per il trapianto e arrivando al relativo follow-up, che molto spesso comporta visite a cadenza settimanale. Un centro fondamentale per il territorio, se si considera che solo nel 2021 sono stati 284 i pazienti ricoverati in ematologia al Ca’ Foncello e sono state effettuate quasi 5mila sedute di chemioterapia. Nei primi dieci mesi di quest’anno sono stati effettuati 256 ricoveri e 3.644 sedute di chemioterapia. Tutte persone che abitano fra la Marca e la provincia di Belluno e che oggi, dopo le prime fasi della malattia, devono essere indirizzate altrove per il trapianto.

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Sorgerà vicino al pronto soccorso pediatrico dove oggi c’è il biscottificio del professor Mellone
Pediatria. Il progetto, che costerà oltre 100mila euro, sarà realizzato grazie all’associazione “Per mio figlio”

Scuole per l’infanzia. Nel 2023 riceveranno 950mila euro, il 35% in più rispetto all’ultimo stanziamento

Aumentano i contributi alle paritarie “Rispondono a un bisogno delle famiglie”

L’assessora Nizzetto: “Importante continuare a sostenerne merito e valore, perché grazie a loro e alle parrocchie offriamo un servizio fondamentale”

L e scuole paritarie dell’infanzia della città nel 2023 riceveranno 950mila euro di contributi. Una somma che equivale al 35 per cento in più rispetto al passato. Lo ha deciso Ca’ Sugana, che con la misura intende promuovere e sostenere i servizi offerti dalle 18 scuole del territorio, coordinate dal parroco di Sant’Agnese don Bernardo Marconato, e integrare con progetti educativi di qualità la proposta degli asili statali. Nel 2021 i contributi stanziati per l’anno in corso erano stati 900mila euro, comprensivi anche di un fondo Covid. Nel 2019 e nel 2020 erano stati 800mila, con un incremento di 100mila euro rispetto agli accordi presi dalla precedente amministrazione comunale. Le scuole dell’infanzia interessate dalla convenzione sono Carmen Frova della parrocchia di Sant’Anna Madre della Beata Vergine Maria a Santa Maria del Rovere, Divina Provvidenza, San Pio X, Bimbinsieme della Cooperativa Insieme si può, Bricito, Zanotti del Collegio vescovile Pio X, Benedetto XV, Provera, Fra Claudio, Maria Bambina, Visitazione della Beata Vergine Maria, Cristo Re, Rubinato, Maria Bertilla, Casa Mia della Cooperativa Provinciale Servizi, Maria Immacolata, San Liberale e Graziano Appiani dell’Ipab Appiani-Turazza.

Per il sindaco Mario Conte le scuole paritarie “rappresentano un’opportunità di formazione e crescita fondamentale per le famiglie trevigiane e i bambini”. Il primo cittadino ha espresso il massimo impegno per garantire ai più piccoli una didattica di qualità, sia nell’offerta che nelle strutture. “Crediamo fortemente nella gestione delle paritarie, che rappresentano un’opportunità per tante famiglie”, ha aggiunto. Sulla stessa linea anche l’assessora all’istruzione Silvia

Nizzetto, che definisce la scelta operata dal Comune “impattante”. Per Nizzetto è importante “continuare a essere al fianco delle famiglie e sostenere il merito e il valore delle nostre scuole paritarie, perché proprio grazie a loro e alle parrocchie riusciamo a rispondere al bisogno di un servizio fondamentale”.

Un ambulatorio veterinario tutto al femminile

La prima start up del progetto “Treviso 4 Change” è un ambulatorio veterinario. Si trova in via Lancieri di Novara, si chiama “Le Mura”, è un’impresa al femminile under 35 ed è stato aperto a inizio mese grazie al finanziamento per investimenti promosso dall’amministrazione comunale. Un progetto che prevede da un minimo di 10mila a un massimo di 50mila euro per le imprese e i liberi

professionisti soci con sede – o con almeno un’unità operativa – nel territorio comunale con l’obiettivo di sostenerle nel periodo di emergenza economica dovuta al rincaro di bollette e materie prime. Le due giovani veterinarie, Federica Nai Fovino e Silvia Agostini, hanno anche ricevuto un assegno da mille euro proprio per essere un’impresa tutta al femminile. “Ci siamo conosciute in clinica anni fa e facevamo entrambe le turniste. Abbiamo capito subito che insieme lavoravamo bene e che potevamo dar vita al nostro sogno. Metterci in proprio, lavorare in autonomia, dare libero corso alla nostra passione dopo anni di studio e sacrifici. Con il finanziamento ottenuto ci siamo dotate di attrezzature all’avanguardia”, racconta Federica Nai Fovino. Al taglio del nastro erano presenti il vicesindaco

Andrea De Checchi, il rappresentante di Confcommercio Renzo Ghedin e il direttore generale di CentroMarca Banca Claudio Alessandrini. “Treviso 4 Change rappresenta l’evoluzione del modello virtuoso Treviso Fund (nato durate l’emergenza Covid, ndr), iniziativa che ha ricevuto riconoscimenti su scala nazionale. Si tratta – ha spiegato De Checchi –di una misura strutturale che ha permesso di aprire nuove attività e sostenere quelle esistenti”.

16 www.lapiazzaweb.it Cosa succede in città
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finanziamento. 50mila euro da un bando UPI vinti dall’ente del Sant’Artemio per realizzare “WeGet2Do”

Disagio giovanile, parte dalla Provincia un progetto per provare a contrastarlo

La Provincia di Treviso si è aggiudicata un finanziamento da 50mila euro per la realizzazione di un progetto sul disagio giovanile. Come capofila, assieme all’Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa di Venezia (ISRE), all’associazione Fattibillimo APS di Mogliano, al Collegio Astori e alla Cooperativa Comunica, l’ente del Sant’Artemio con il progetto “WeGet2Do – dobbiamo fare assieme” ha infatti vinto il bando dell’Unione Province Italiane nell’ambito del fondo nazionale per le politiche giovanili, finalizzato a favorire il benessere sociale e contrastare il disagio giovanile, focalizzandosi in particolare sugli effetti causati da pandemia e lockdown e offrendo al contempo percorsi di crescita, partecipazione e inclusione sociale. Il progetto, che sarà realizzato nel corso del prossimo anno, è sviluppato su quattro assi: formare e prevenire, ascoltare, fare e raccontare. È destinato al coinvolgimento dei giovani dai 14 ai 35 anni che vivono un disagio anche preesistente la pandemia. Con la prima azione “WeGet2Do” creerà un modulo didattico multimedale, da utilizzare in seguito in ambito educativo, per fornire ai giovani informazioni sulle forme di disagio (abuso digitale, dipendenze, disturbi alimentare) per riconoscerne i sintomi e i modi per contrastarle. La seconda fase, quella dell’ascolto, prevede il coinvolgimento nella realizzazione di progetti digitali radiofonici, multimediali e video sul tema. La terza, quella del fare, proporrà a ragazze e ragazzi esperienze concrete legate alla tutela dell’ambiente, con attività rivolte alla sua salvaguardia, al recupero e alla valorizzazione degli spazi comuni, al sociale, attraverso l’impegno verso chi è meno fortunato o si trova in situazioni di difficoltà. Ci sarà anche lo stimolo a esprimere desideri e sentimenti attraverso attività musicali e teatrali focalizzate sui temi dell’inclusione e dell’integrazione. L’ultima azione, quella del raccontare, prevede la realizzazione

Partner dell’iniziativa, che partirà nel 2023, saranno ISRE, l’associazione Fattibillimo di Mogliano, il Collegio Astori e la Cooperativa Comunica

di un docufilm sugli effetti della fatica, della paura e dell’isolamento.

Il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon sottolinea che si tratta di un progetto a cui l’ente tiene molto. “Purtroppo l’avvento della pandemia da Covid ha segnato in maniera profonda

le relazioni sociali, riversando i suoi effetti soprattutto sui giovani che, in un periodo delicato della crescita come quello dell’adolescenza, hanno dovuto limitare i contatti con i coetanei e vivere l’esperienza scolastica dalle proprie case anziché in classe. Con questo progetto – afferma Marcon –

integriamo il nostro impegno sulle scuole con iniziative che coinvolgono direttamente ragazze e ragazzi, grazie ad azioni che vogliono mitigare i segni invisibili inferti dal Covid sul

piano psico-sociale, ma anche le altre forme di disagio ce tanti giovani si trovano ad affrontare nella vita quotidiana: la perdita di desiderio, la convinzione di non essere capaci o di non valere abbastanza. Quello che vogliamo è aiutarli a costruire un presente migliore da cui partire per parlare di futuro”.

Acquisto di crediti d’imposta per pagare le spese correnti

Il Consiglio provinciale ha deciso di acquistare 1,5 milioni di euro di crediti d’imposta dalle banche, legati di bonus edilizi statali, per compensare parte delle spese che gravano sul proprio bilancio. Una strategia finanziaria studiata per rispondere da un lato alla necessità degli istituti di credito che hanno già raggiunto la propria capacità fiscale massima di vendere i crediti in eccesso a prezzi ribassati e dall’altro come opportunità di ottenere risparmi per coprire parte delle spese che ogni anno l’ente deve affrontare. L’acquisto dei crediti a un prezzo ribassato consentirà infatti di risparmiare dalla differenza, che andrebbe ad aumentare gli utili. Un’operazione che il presidente Stefano Marcon definisce “totalmente trasparente e a rischio zero” perché si tratterebbe di crediti di imposta già verificati e certificati dalle stesse banche, che saranno individuate a seguito di una procedura di gara. “L’obiettivo è ottenere un piccolo tesoretto da impiegare su molti fronti delle spese correnti, dall’energia ai contributi previdenziali, all’Iva”.

21 www.lapiazzaweb.it Notizie di Marca
Il
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Bailo, dopo Canova ecco Arturo Martini Sarà la più grande retrospettiva sullo scultore

Fabrizio Malachin, Direttore dei Musei: “La sfida era assicurare una programmazione di respiro che non si limitasse alla singola mostra ma garantisse quella continuità di cui la città, sempre più attrattiva, ha bisogno”

Dieci mostre da qui alla fine del 2024. Con un’idea di percorso che mette scientificamente a sistema un grande evento all’anno, di attrattività nazionale, con una serie di esposizioni di ricerca e approfondimento, dedicate ad artisti locali definiti minori ma che minori non sono e le cui opere vengono conservate nelle collezioni museali cittadine. Delle dieci mostre che il Comune di Treviso allestirà al Museo Bailo nei prossimi due anni la più attesa è senza dubbio quella su Arturo Martini. Una retrospettiva sullo scultore che arriverà a ben trent’anni dall’ultima grande mostra trevigiana e a settantacinque dalla prima. Chiusa con soddisfazione generale “Antonio Canova. Gloria trevigiana” e vinta la sfida di riuscire a portare i visitatori al Bailo (oltre 60mila presenze nel 2022, nel 2017 era-

no state 11mila), la macchina organizzativa della cultura trevigiana guidata dall’assessora Lavinia Colonna Preti in prezioso tandem con il direttore dei musei Fabrizio Malachin ha già costruito una programmazione in grado per i prossimi due anni di non lasciare mai il Bailo sprovvisto di capolavori nuovi da andare a visitare neppure se si decide di varcarne la soglia ogni tre mesi. L’obiettivo è quello che la titolare della cultura cittadina chiama “pensiero” o “strategia”: avere un grande museo, metterci dentro due grandi mostre l’anno, costruire una squadra capace di organizzare le mostre e un sistema museale in grado di autofinanziarsi. Anche grazie al sostegno di grandi partner. “Lo sognavamo nel 2018, quando siamo stati eletti. Poi c’è stato il Covid. Ma oggi siamo qui e tutti i sogni sono stati realizzati”, ha dichiarato Colonna Preti presentando i nuovi progetti.

Il potenziamento del Bailo con la nuova programmazione biennale parte il 17 dicembre con la mostra dedicata ad Antonio Carlini (resterà visitabile fino al 5 marzo 2023), il maestro di Arturo Martini seppur sulla scia di Canova e pertanto niente affatto estemporaneo alla proposta precedente. Il 31 marzo sarà invece inaugurato il grande evento “Arturo Martini. I capolavori”, curato da Malachin assieme a Nico Stringa, che resterà aperto fino al 30 luglio. “A Milano si trova un Martini in ogni luogo della cultura, perché è il grande scultore del Novecento. Cosa che finora non è avvenuta a Treviso”, ha affermato Colonna Preti.

Ecco allora la retrospettiva, proprio nel luogo in cui si trova la più consistente collezione pubblica dell’artista (140 opere). “Sarà la più grande mostra su Martini mai realizzata. Capolavori in marmo, bronzo, terracotta, quelle che – ha spiegato il curatore e direttore dei musei civici – per dirla alla Martini pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma. Non mancherà il Martini più inedito, quello della grafica, della maiolica e della pittura. Un evento straordinario per conoscere a fondo la portata rivoluzionaria dell’arte di uno dei mas-

simi protagonisti europei. Martini sta al ‘900 come Canova all’800, Tiepolo al ‘700 o Tiziano e Palladio al ‘500”. I visitatori potranno ammirare anche molte opere in prestito, alcune mai viste. “Il rischio – avvisa Nico Stringa – è che qualcuno venga colpito dalla sindrome di Stendhal”. Non finisce qui, perché una volta chiusi i battenti di Martini il programma prevede per l’autunno del prossimo anno l’allestimento della prima delle mostre dedicate alla pittura. Si parte con Lino

Selvatico per proseguire con Juti Ravenna. Nel 2024, da marzo a luglio, altra grande mostra: “Giovanni Boldini. Il bello delle donne”, fra ritratti celeri riservati alle personalità del “beau mond” parigino ed europeo d’inizio secolo. E ancora, sempre nel 2024, gli eventi su Nino Springolo e Carmelo Zotti, legati ad Alberto Martini (del quale ricorrerà il 70esimo della morte) in collaborazione con il Comune di Oderzo e la Fondazione Oderzo Cultura.

Quattro nuove sale dedicate ad Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan

Al percorso museale già esistente sono state aggiunte quattro nuove sale, riservate ad altrettanti protagonisti della pittura veneta del Novecento che da Treviso hanno mosso i loro primi passi: Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan. Si tratta di mostre permanenti che però vedranno una rotazione delle opere esposte, la maggior parte delle quali in prestito.

“L’intento è di presentare artisti che prima venivano solo accennati, a cominciare da quello indicato come l’altro Martini, ossia l’opitergino Alberto, un artista straordinario per capacità tecnica e visionarietà, uno dei maggiori artisti italiani del secolo scorso, il simbolista italiano per eccellenza”, spiega l’assessora alla cultura Lavinia Colonna Preti. Proprio per portare Alberto Martini al Bailo (nel

2024 ricorrerà il settantesimo dalla morte) e elevarlo in un contesto di maggiore fruizione e conoscenza è stato stretto un accordo con il Comune di Oderzo e la Fondazione Oderzo Cultura, che hanno concesso un gruppo significativo di opere, a partire dal grande “Autoritratto”, cui si aggiungono anche 23 chine su cartoncino delle famosissime illustrazioni della Divina Commedia.

22 www.lapiazzaweb.it Cultura
Due anni di mostre. Fino alla fine del 2024 un denso programma di eventi con un unico filo conduttore Arturo Martini “La Pisana” - 1928
- 1929 circa
Arturo Martini “La Nena
terracotta”

Fine d’anno, tempo di bilanci. C’è chi festeggia, chi ha un sorriso a mezza bocca e chi spera che il 2023 porti miglior fortuna. I brindisi di Capodanno non potranno che essere scintillanti per Fratelli d’Italia che viaggia con percentuali superiori al 30% e che il giudizio positivo degli elettori – così com’è certificato dai sondaggi – non faranno che aumentare. Nel Veneto il partito di Giorgia Meloni ha ottenuto un risultato maggiore rispetto a molte Regioni: tutto fa pensare che apparterrà a Fratelli d’Italia il nuovo governatore. Del resto, difficile ipotizzare un capovolgimento in una Regione che di sinistra non è mai stata.

La Lega ha dimezzato i suoi voti nel Veneto attestandosi al 14%: il bilancio vira al rosso e non c’è granché da brindare. È vero che il partito di Salvini si consola non solo con la partecipazione al governo ma anche intestandosi vari successi del governo (il tetto al Pos, i

#Regione

Il Punto Chi brinda e chi no

contanti, la revisione radicale del reddito di cittadinanza…) grazie all’attivismo del leader. Ma è indubitabile che una stagione per la Lega si sia conclusa, quella del partito che viaggiava a percentuali stellari. Ormai nell’elettorato di centrodestra la Lega è stata in gran parte sostituita dai Fratelli di Giorgia Meloni.

E deve anche riflettere sulle battaglie interne delle correnti, che, negate da tutti, in realtà esistono e combattono. Non è domo il leader Bossi, non lo sono nemmeno coloro che fanno riferimento a Luca Zaia, anche se adesso il gruppo è indicato come “marcatiani”. Sta di fatto

che, nella competizione interna, e come è stato sottolineato da tutti gli osservatori, Salvini non ha dato spazio nelle liste a Zaia e il vincente tra i due appare il segretario federale, noto per essere un uomo che non molla mai.

Zaia, dal canto suo, mentre evoca l’unità in questa stagione congressuale della Lega, può vantare a livello amministrativo di aver risparmiato ancora ai veneti l’applicazione dell’Irpef regionale, come pure era stato paventato. Ma soprattutto, se le cose seguono la strada intrapresa, potrà incassare il successo dell’autonomia differenziata. Anche se servirà un anno.

Il Pd, batostato in quasi tutta Italia, nel Veneto mantiene la sua percentuale del 16% e non è crollato. Non è poco. Mantenere le posizioni è già un successo quando il mondo attorno si disfa. Anche il partito del segretario Andrea Martella può alzare un calice. Ma uno solo. Del doman non v’è certezza per il Pd.

Carenza medici di famiglia in Veneto “Investimenti su formazione e incentivi”

Sul fronte della sanità regionale il 2022 si chiude come si era aperto: a tenere banco è la carenza di personale medico, negli ambulatori di medicina generale come negli ospedali, in particolari nei pronto soccorso. Tra la fine di dicembre e gennaio sono previsti ulteriori pensionamenti dei medici di famiglia, il che significa altri posti scoperti e disagi per le comunità, soprattutto quelle più piccole e isolate. Negli ospedali intanto ci si interroga sul destino di alcuni servizi e reparti, dove la presenza di personale medico è garantita dai “gettonisti” di aziende private attraverso convenzioni. La Regione Veneto, attraverso l’assessore al sanità Manuela Lanzarin e il capo della direzione Sanità e sociale Luciano Flor (quest’ultimo prossimo a passare il testimone per l’imminente pensionamento) non fa che sottolineare “la costante attenzione attraverso ogni ini-

ziativa utile, anche presso le sedi nazionali preposte”.

“La carenza di medici è una criticità che investe l’intero territorio nazionale, causata da un’errata programmazione a livello nazionale che ha determinato il cosiddetto ‘imbuto formativo’ – precisa Flor -. Una situazione a cui si sono aggiunti gli effetti dell’emergenza COVID-1 9 prima e del post pandemia poi, determinando criticità assistenziali e l’adozione di normative specifiche temporanee non sempre coerenti con il contesto normativo generale e con distorsioni a livello di mercato del lavoro”.

A fronte di questa situazione i vertici della sanità veneta assicurano di aver provveduto il più possibile ad aumentare il contingente dei medici ammessi a frequentare il corso di formazione in medicina generale. “Il numero di posti messi a bando nel triennio 2021-2024 - aggiunge For - risulta infatti

più che triplicato rispetto al triennio 2020-2023, passando da 128 a 433 posti: in particolare rispetto alle 85 borse di studio ex bando ordinario attribuite al Veneto nel 2020 si è passati alle 240 previste nel 2021, a cui ne sono state aggiunte ulteriori 66, grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR per un totale di 306 borse di studio. Intanto la Giunta regionale ha approvato il bando di concorso per l’accesso al corso triennale di formazione specifica

in medicina generale per un totale 353 nuovi medici di medicina generale nel triennio 2022-2025”. La Regione, inoltre, ha previsto specifici ulteriori finanziamenti a copertura dei costi sostenuti dai medici di base che hanno aumentato il numero di assistititi, sia per i collaboratori di studio che per il personale infermieristico.

Dal Consiglio regionale, intanto, il gruppo del Partito Democratico allarga lo sguardo al prossimo biennio

e manifesta preoccupazione: “Il 2023 e il 2024 saranno gli anni-record per numero di medici di medicina generale operanti sul territorio veneto che lasceranno l’attività lavorativa per andare in pensione. - afferma il capogruppo Giacomo Possamai - Un fenomeno che, guardando al lungo periodo, porterà a una fuoriuscita di oltre 1.900 professionisti in meno di quindici anni. Sulla formazione di nuovi medici il Veneto appare in forte ritardo, addirittura all’ultimo posto se si considera il criterio del numero di borse di formazione per ogni 1.000 abitanti”. I consiglieri del Pd chiedono investimenti per rafforzare il fronte degli ambulatori e quello del personale di segreteria e infermieristico, a sostegno dei medici, incentivi ai medici che lavorano e scelgono di lavorare in aree disagiate, assieme alla predisposizione di un adeguato numero di borse per la formazione.

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Il confronto. La Regione assicura il “massimo impegno” per aumentare gli organici
ASCOLTA IL PODCAST DE IL PUNTO Luciano Flor, responsabile della Direzione Sanità e Sociale della Regione

Valori, determinazione e sorriso: “Porto la voce della mia generazione”

Dopo l’emozionante debutto in Parlamento il lavoro sulle emergenze attuali: “Sento grande la responsabilità, ci sono delle urgenze comuni che attendono risposte, ma i provvedimenti del Governo sono inadeguati”

a mia generazione è la grande assente, in Parlamento: il Partito Democratico ha scelto di rappresentarla e per questo sento la grande responsabilità di provare a portarne la voce.” Così Rachele Scarpa, trevigiana, 25 anni la più giovane Parlamentare della Repubblica Italia si presenta al suo debutto sugli scranni di Montecitorio. Un’emozione unica associata, però, ad una grande determinazione, a dei valori non negoziabili e ad un sorriso che in questa strana campagna elettorale in molti hanno imparato a conoscere e ad apprezzare.

“I temi – spiega l’Onorevole Scarpa - che stanno a cuore a me e ai miei coetanei sono chiari, li portiamo nelle piazze da anni: politiche coraggiose in difesa dell’ambiente, lotta alla precarietà e al lavoro povero, una maggiore considerazione della salute a tutto tondo, anche quella psicologica, emersa come grande difficoltà a partire dalla pandemia. Su quest’ultimo tema ho voluto agire subito. Serve una grande consapevolezza tra tutte le parti politiche sul fatto che la salute mentale è salute e che non può essere un lusso di chi se lo può permettere: per questo ho voluto far nascere un Intergruppo parlamentare dove avviare una discussione

trasversale e porre una nuova luce su un problema diffusissimo ma silenzioso.”

Un avvio subito estremamente concreto quello di Rachele Scarpa che a poche settimane dall’insediamento si è subito messa al lavoro rendendosi protagonista già di molti provvedimenti. “Non è solo alla mia generazione, però, che voglio parlare: ci sono delle urgenze comuni che richiedono risposte: il costo della vita, i salari che non crescono da trent’anni, la drammatica assenza dei medici di base nel nostro territorio, l’inquinamento della nostra aria e della nostra acqua.”

“Sono tutti problemi – continua l’Onorevole PD - Che non trovano risposte nell’attuale manovra di bilancio, in cui spiccano l’inadeguatezza delle misure di contrasto alla crisi energetica e alle tensioni inflazionistiche e l’iniquità delle iniziative, di natura fiscale e non, nell’ambito del lavoro, della lotta alla povertà e in campo pensionistico.

Si accentueranno i divari tra cittadini e territori avvantaggiati e svantaggiati: in uno scenario in cui l’inflazione si avvicina al 12% e il paese va verso la recessione, si risponde con la completa eliminazione dell’unica misura destinata alla povertà, con una sperequazione nella tassazio-

ne sul reddito tra lavoratori dipendenti e autonomi, col ritorno dei voucher, con un taglio insufficiente e non strutturale del cuneo fiscale, con misure sulle pensioni limitate al 2023, regressive e discriminatorie (come Opzione donna, ridotta e legata al numero dei figli). Sull’ evasione fiscale, tra tetto al contante, stralcio delle cartelle, e possibilità degli esercenti di rifiutare i pagamenti in carta sotto i 60 euro, torniamo indietro di 15 anni. Allarmanti sono anche le assenze, in questa manovra: mancano glii investimenti in ambiente, istruzione, sanità. Quelli che per noi sono i pilastri di una società che funziona e cura i cittadini subiscono un grave disinvestimento, dove non tagli. La direzione in cui andare è opposta: salario minimo, sostegno alle imprese che promuovono la sostenibilità e vanno e verso la conversione ecologica, investire sulla medicina di prossimità, più risorse in istruzione e ricerca, un fisco più equo. Solo così garantiremo la dignità delle persone, in tutti gli aspetti della loro vita. Dignità è vivere in un ambiente salubre, senza dover temere il prossimo disastro climatico. È accedere ai servizi a prescindere dalla propria disponibilità economica, o dalla zona di residenza: sanità, psicologo

di base, ma anche servizi per l’infanzia o trasporto pubblico. È lavorare e non rimanere poveri lavorando, è dare a tutti la possibilità di progettare liberamente il proprio futuro con studi e formazione adeguati e accessibili. È avere un tetto sopra la testa e un salario adeguato. Anche nel nostro Veneto tutto ciò va portato fortemente in luce, queste infatti non sono utopie: sono il minimo indispensabile, e lo difenderemo infaticabilmente, dentro e fuori dal Parlamento”.

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Rachele Scarpa. La giovane deputata si racconta e sottolinea tutte le mancanze della manovra di bilancio La neo deputata Rachele Scarpa davanti a Montecitorio e fra la gente

“Attenzione a truffe e raggiri, in aumento con il caro bollette”

Sono sempre più numerose le segnalazioni che arrivano alle forze dell’ordine da cittadini alle prese con l’emergenza truffe e raggiri. Episodi particolarmente odiosi perché le vittime sono spesso persone anziane. Carabinieri e amministrazioni locali hanno intensificato nelle ultime settimane le attività di informazione alla cittadinanza e le associazioni a difesa dei consumatori sono sempre più impegnate in attività di orientamento, soprattutto in un momento in cui il caro bollette spinge i più spregiudicati ad allettare con proposte all’apparenza vantaggiose su energia, acqua e telefonia, che nei casi peggiori si trasformano in vere e proprie truffe. Ne parliamo con Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Veneto.

Presidente, qual è la situazione nella nostra regione? “Purtroppo ogni settimana i nostri sportelli raccolgono

denunce di raggiri per la vendita di merci, ma anche per la fornitura di servizi. Gli argomenti utilizzati dai malintenzionati sono i più disparati, e sono anche molto diversificate le tecniche per far cadere in trappola le persone. Un esempio è la cosiddetta “truffa del catalogo”: la persona viene contattata telefonicamente e poi raggiunta a casa per quello che sembra

essere un semplice ritiro di una tessera sconto per fare acquisti in un negozio locale. Si chiede quindi la sottoscrizione di un modulo di consegna che poi si rivela essere un vero contratto, magari con un impegno di spesa anche di parecchie migliaia di euro. Oppure è ancora molto in voga la vendita dei rilevatori di gas, soprattutto a danno degli anziani: viene affisso, nell’androne del condominio, un cartello, con scritto che di lì a breve ci sarà la visita di alcuni incaricati per il rilevamento delle fughe di gas negli appartamenti. La comunicazione è anche un po’ ambigua: sembra quasi che sia un obbligo di legge installare questi dispositivi, ma in realtà non c’è nessun obbligo. La cosa peggiore è che contestualmente viene richiesto il pagamento - solitamente loro sono dotati di bancomat - ed anche ottocento euro se ne vanno sedu-

ta stante per questa spesa”. Il caro bollette sta peggiorando la situazione?

“Certo. Un caso frequente è quello - che un tempo avveniva più tramite vendita porta a porta, mentre oggi soprattutto per telefono - dei contratti dell’energia elettrica del gas, con vari stratagemmi che fanno leva su un’offerta imperdibile. Viene carpito il consenso dell’interlocutore e concluso un contratto telefonicamente. E così ci si ritrova attivata la fornitura”.

Ma a cose fatte ha senso informare le forze dell’ordine o è già troppo tardi per rimediare?

“Il consumatore fa sempre bene ad avvisare le autorità, perché abbiano il polso della situazione. Però consigliamo di rivolgersi alle associazioni di consumatori, che hanno ormai acquisito una competenza e un’esperienza nel settore piuttosto corposa, e sono in grado di trova-

re le soluzioni più efficaci per ogni singola fattispecie. Il mio consiglio è di parlarne, denunciare, informarsi, mettere in campo la strategia di comunicazione e di tutela più ampia possibile, in modo tale che si eviti che passi del tempo, scorrano i termini e poi davvero non si possa più intervenire per rimediare la situazione”.

E la vostra associazione cosa fa sul fronte della prevenzione?

“Da questo punto di vista il nostro impegno è totale e portiamo avanti un programma di incontri nell’ambito dell’energia e dell’educazione finanziaria, per raggiungere quante più persone possibili e informarle sui loro diritti”.

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L’intervista. I consigli di Davide Cecchinato, presidente Adiconsum Veneto Il presidente di Adiconsum Veneto, Davide Cecchinato ASCOLTA QUI ZOOM, IL NUOVO PODCAST DI LA PIAZZA 24

Regione

L’iniziativa. I notiziari sono trasmessi da emettenti radio ma anche in streaming

La Piazza 24: l’informazione dà voce al territorio

Il 2022 ha segnato l’arrivo di un prodotto totalmente nuovo nel panorama dell’offerta di informazione in Veneto: non uno, ma ben quattro notiziari audio giornalieri con notizie dalle città della regione, siano esse capoluoghi o piccoli centri, con grande attenzione alla cronaca, all’attualità, alla politica e all’approfondimento.

I notiziari de La Piazza 24, trasmessi da numerose emittenti radio, ma anche in streaming e dagli smart speaker, raccontano ogni giorno il territorio con lo stile de La Piazza, che da oltre 28 anni ha fatto dell’informazione locale una vera e propria missione.

Lo fa attraverso un team di giornalisti, tecnici, speaker di alto livello. Una squadra che ogni giorno garantisce un prodotto che, mese dopo mese, ha riscontrato sempre maggior interesse e apprezzamento da parte del pubblico. “Il merito di un prodotto così valido è tutto del nostro team - racconta il direttore Giorgia Gay -. Nelle principali città del Veneto abbiamo giornalisti che quotidianamente ‘presidiano’ il territorio, dialogano con i protagonisti, raccontano ciò che accade con grande professionalità. La nostra redazione centrale, poi, raccoglie i principali fatti di cronaca, le interviste con esponenti politici e istituzioni per andare oltre la semplice notizia, proponendo approfondimenti pur nel breve spazio di un notiziario audio. La nostra sfida è proprio questa: fare più informazione possibile, nel miglior modo possibile, dando voce al territorio”.

Quattro appuntamenti quotidiani con notizie e approfondimenti, in presa diretta con i protagonisti

In redazione le notizie vengono aggiornate fino all’ultimo minuto possibile, per essere sempre “sul pezzo”. Ma non è solo la squadra dei giornalisti a rendere possibile la messa in onda del prodotto. Il team si avvale di un esperto in produzione che garantisce la messa in onda e la diffusione dei notiziari, la condivisione nei social network, l’analisi dei risultati e il rapporto con le emittenti. E poi ci sono le voci, gli speaker professionisti che si alternano al microfono. Senza dimenticare la rete vendita, ogni giorno “sul campo” per coinvolgere nuovi inserzionisti.

I notiziari sono trasmessi dal lunedì al sabato in Fm su “Radio Cafè”, “Radio Pocket”, “Radio Pico”, “Radio Clodia” e “Radio Attiva la voce del Veneto solidale”; nel sito www.lapiazzaweb.it e sulle principali piattaforme streaming: Spotify, Google Podcasts, iTunes, Apple Podcasts, Spreaker, Deezer, Amazon music, Audible, anche Alexa e l’Assistente Google.

Oltre ai notiziari, La Piazza 24 è anche approfondimento, grazie alle rubriche podcast di punta: “ilPunto Di Antonio di Lorenzo” e “Zoom” con Ilaria Morelli. Entrambe si possono ascoltare sia nel sito www.lapiazzaweb.it e sulle piattaforme streaming. “IlPunto” è uno spazio di

commento politico dedicato agli argomenti più caldi del panorama nazionale e locale. “Zoom” esplora invece l’attualità, per capire e raccontare al meglio il Veneto che viviamo ogni giorno, con un’intervista in ogni puntata a un ospite competente e autorevole. Senza dimenticare le rubriche “Salute” e “Scuola&Lavoro”, che si possono ascoltare sia sul web sia in fm: si tratta di spazi podcast dedicati agli ambiti della salute, del benessere, dell’estetica, dell’istruzione, delle università.

Con l’arrivo de La Piazza 24 è nato un vero e proprio sistema di comunicazione integrato, che ha aggiunto l’informazione audio a quella tradizionale dei mensili “La Piazza” e del sito “LaPiazzaweb”. E nel 2023 non mancheranno altre novità.

Ecco tutti i modi per ascoltarci:

In radio

I notiziari su LaPiazzaweb.it, Radio Pico (frequenze 90.6) e Radio Pocket (107.7): dal lunedì al venerdì alle ore 8:30 - 11:30 - 17:30 - 18:30, sabato alle 8:30 e alle 11:30.

Su Radio Cafè (95.3): lunedìvenerdì alle 7.00 - 12.00 - 18.00 - 19.00, sabato alle 7.00 e alle 12.00.

Su Radio Clodia (103.6): lunedì - venerdì alle 8.30 - 12.00 - 18.00 - 19.00, sabato alle 8.30 e alle 12.00.

Su Radio Attiva la Voce del Veneto Solidale (AM 1278): lunedì - venerdì 6:55 - 08:40 - 11:40 - 17:40 - 18:40, sabato 6:55, 08:40 e 11:40.

App store

Siamo anche sui dispositivi Alexa, scarica la skill!

Basterà dire: “Alexa, apri La Piazza 24!”, “Alexa, chiedi a La Piazza 24 di ascoltare il notiziario!”.

Oppure scarica la Google Action e chiedi all’Assistente Google: “Parla con La Piazza 24!”, “Chiedi a La Piazza 24 di ascoltare il notiziario!”.

Puoi ascoltarci dal sito www.lapiazzaweb.it e tramite la nostra app “LaPiazza24” dall’App Store e da Google Play.

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Il Team de LaPiazza24, da sinistra: Giulio Segala, Ilaria Morelli, Giorgia Gay, Giuseppe Bergantin, Marta Zatta, Sara Busato, Calogero Gambino.

Salute

La campagna di comunicazione

Le regole per promuovere la salute

Regione e Ulss insieme per sensibilizzare la cittadinanza a stili di vita orientati al benessere

Un tam tam mediatico, che da un’azienda sanitaria all’altra rimbalza in tutto il Veneto. É la campagna di comunicazione che la Regione ha inserito come punto cardine nel Piano regionale prevenzione, con lo scopo di promuovere uno stile di vita sano. “Vivo bene”, dunque, non è solo uno slogan: vivo bene, mangio in modo sano, mi muovo, evito comportamenti rischiosi, presto attenzione nei luoghi di lavoro per promuovere la mia salute.

É un’iniziativa di sensibilizzazione ed educazione alla salute rivolta alla popolazione che, nel tradurre le linee guida del Piano regionale di prevenzione, si propone in un messaggio di raggiungere tutti, senza distinzione di età, sesso e condizione.

“Vivo bene”, una questione di… stile

La medicina che si occupa di preservare la salute, e non solo curare la malattia, rappresenta un po’ l’orizzonte cui guardare in questo approccio che parte dal presupposto che la salute è il risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente.

Prosegue alla pag. seguente

DICEMBRE 2022 on-line: /category/salute/

Salute

La tua voce per una sanità migliore Le regole per promuovere la salute

Pianificare e progettare insieme un sistema sanitario di qualità, attraverso le valutazioni di tutti gli attori del sistema sociosanitario regionale

Una sanità di qualità sempre migliore da costruire assieme, con il contributo di tutti, ascoltando la voce degli attori direttamente interessati, siano essi interni al sistema sanitario o cittadini che hanno ricevuto assistenza sanitaria. Con questo spirito si rinnova “La tua voce per una sanità migliore”, giunto alla terza edizione, un insieme di progetti che hanno la finalità di valorizzare il contributo, facilitandone la partecipazione, di cittadini e di tutti gli interlocutori della sanità nel progettare e realizzare un sistema sanitario di qualità.

Prende così il via, a partire da dicembre, il “Sistema coordinato per la valutazione e la valorizzazione di qualità del Sistema Socio Sanitario Regionale (Sssr)”, della regione Veneto, allo scopo di promuovere ed implementare la valutazione dei servizi sanitari regionale tenendo conto di più punti di vista. I progetti si propongono di raggiungere più obiettivi. Intanto consolidare un programma regionale di rilevazione, analisi e valutazione dell’esperienza e della soddisfazione degli utenti del Servizio Socio Sanitario Regionale (Sssr). Quindi definire e consolidare strumenti di rilevazione di aspetti dell’assistenza che influiscono in misura importante sulla percezione che gli utenti hanno della qualità del servizio. E, per finire, consolidare un sistema condiviso e diffuso di gestione delle segnalazioni degli utenti dei servizi sanitari e socio sanitari, in forma di reclamo, suggerimento o

apprezzamento-elogio.

Tutte le Aziende Sanitarie della Regione del Veneto sono coinvolte e prenderanno progressivamente parte attiva in alcuni progetti specifici. A dicembre, e fino al 22 gennaio prossimo, ha preso il via l’Indagine di Clima Organizzativo, per una valutazione della qualità dal punto di vista interno sul clima delle Aziende, rivolto specificatamente ai dipendenti delle Aziende Sanitarie, quindi seguirà il Progetto PREMS (Patient Reported Experience Measures) per una valutazione della qualità dal punto di vista del cittadino, rivolto nello specifico ai pazienti che hanno avuto un ricovero in ospedale. Poi Progetto PROMs (Patient Reported Outcome Measures) per la misurazione degli esiti e dell’esperienza con il percorso oncologico per il tumore maligno alla mammella riportati dalle pazienti, rivolto ai pazienti in cura allo IOV. Ci sarà anche il Progetto PaRIS (Patient-Reported Indicators) promosso dall’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per una valutazione della qualità dal punto di vista del cittadino, rivolto nello specifico ai pazienti affetti da cronicità che hanno effettuato una prestazione specialistica. Per la progettazione, la sperimentazione e il consolidamento di questi programmi Regione Veneto si avvale del supporto tecnico metodologico di Azienda Zero e la collaborazione del Laboratorio MeS (Management e sanità) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Il Piano regionale della prevenzione, approvato con DGR n. 1859 del 29 dicembre 2021, in attuazione al Piano Nazionale Prevenzione, ha durata di 5 anni e rappresenta il documento guida delle Aziende Ulss riguardo la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. In 5 anni il Piano si propone di creare e rafforzare ambienti favorevoli alla salute delle persone, cioè contesti che agevolino stili di vita sani, tra questi la scuola, i luoghi di lavoro, i comuni attivi, le comunità che promuovono la salute della famiglia nei primi 1000 giorni di vita. Il secondo obiettivo è quello di sviluppare percorsi integrati di presa in carico delle persone per il contrasto alla fragilità. Il terzo obiettivo è quello di contrastare le disuguaglianze in salute e sostenere l’approccio di genere. “Veneto per la salute” è invece un protocollo d’intesa nato a supporto del Prp 2020-2025 e sancisce la collaborazione tra diverse direzioni regionali e altri enti esterni con l’obiettivo di promuovere il benessere, il diritto alla salute attraverso l’adozione, nelle proprie politiche, di linee strategiche coerenti con gli obiettivi dello stesso Prp. Le direzioni / Enti aderenti concorrono con le loro strategie alla creazione di ambienti favorevoli alla salute delle persone. In queste settimane la campagna di comunicazione “Vivere bene” ha trovato ampia eco attraverso la pubblicazione di un video che sintetizza in pochi minuti le poche ma importantissime “regole” per promuovere, come singoli cittadini, uno stile di vita orientato al benessere psico-fisi-

co. “Vivere bene infondo non è difficile, soprattutto in una regione come la nostra che si prende cura dei suoi cittadini. Anche noi però possiamo fare la nostra parte” è l’incipit del messaggio.

Come fare allora? “Mangiamo sano, privilegiando la dieta mediterranea, e sempre nel rispetto della natura. Muoviamoci un po’ di più: possiamo andare al lavoro o a scuola a piedi o in bicicletta, salire le scale, invece di prendere l’ascensore, fare un po’ di ginnastica”. Non vanno trascurati i consigli giusti, quelli del nostro medico su prevenzione e vaccini. “Prestiamo più attenzione quando siamo a casa, in strada e in tutte le situazioni che tendiamo a sottovalutare, anche quando siamo impegnati nelle nostre professioni”, rappresenta un’altra buona norma da tenere in considerazione. E naturalmente non trascuriamoci. “Controlliamo più spesso la nostra salute - è la sollecitazione - è utile per prevenire efficacemente le patologie croniche, evitiamo comportamenti scorretti e cattive abitudini che ci isolano e ci allontanano dalle cose che contano di più”.

“Se stiamo bene con noi, - è l’osservazione conclusiva - stiamo bene anche con gli altri perché anche la salute è un gioco di squadra. La nostra salute rende tutti più forti”.

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