La Piazza di Treviso - Gennaio 2023

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PEDEMONTANA

Conto alla rovescia per l’innesto con la A27

CASE POPOLARI

Al via le domande per la nuova graduatoria

RETE FOGNARIA

Un microtunnel per passare sotto Sile e Put

SAN FRANCESCO Restauro in vista per la chiesa

TREVISO IN ROSA

Appuntamento il 7 maggio, iscrizioni aperte

CULTURA

L’arte di Carlini, maestro di Arturo Martini

In guerra con Bruxelles

Sostenere che il vino uccide, con tanto di etichetta sulla bottiglia, come ha voluto l’Irlanda e come l’Europa ha lasciato fare per ignavia è un segno pericoloso di quella crisi delle istituzioni europee che ha già incassato un brutto colpo con il Qatargate. In quest’ultimo caso, che è finito un po’ in disparte dopo la polemica, gli arresti e la figuraccia dell’Unione europea, si parla di un milione e mezzo di euro ritrovati, ma le dimensioni della corruzione e la sua durata non sono ancora note. Altre sorprese potrebbero arrivare. segue a pag 5

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AL VOTO: SARÀ CORSA A QUATTRO PER LA CONQUISTA DI CA’ SUGANA
elezioni amministrative della prossima primavera De
proveranno a fermare il
Conte Servizi alle pagg. 8 e 9 “OSPEDAL GRANDO” INAUGURATO IL MONOBLOCCO. NASCE LA SANITÀ DEL FUTURO A fine dicembre il governatore Zaia ha tagliato il nastro della Cittadella della Salute: “Una macchina da guerra da replicare a Padova” GENNAIO 2023 di Treviso Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 20 ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto Notiziario delle 11:30 Notiziario delle 18:30 Notiziario delle 17:30 del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte
TREVISO
Alle
Nardi, Rocco e Mestriner
sindaco uscente

NOI SIAMO verde

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Museo Bailo La cultura diventa senza barriere

La notizia del mese è una buona notizia che riguarda la cultura e tutte quelle persone che fino a oggi non hanno potuto godere fino in fondo della meraviglia che le opere d’arte esposte in museo sono in grado di regalare. Semplicemente perché persone con dei deficit sensoriali, oppure fisici, oppure con una preparazione non sufficiente a comprendere pienamente il significato di quanto si trovano di fronte. Grazie a 500mila euro di fondi del Pnrr, il Museo Bailo con una serie di interventi mirati diventerà un luogo della città davvero aperto e accessibile a tutta la comunità. Mappe tattili del polo espositivo con tutte le informazioni su sale e servizi e un micro pulsante abbinato a un’applicazione con sintesi vocale che fornisce indicazioni di orientamento aiuteranno a superare le barriere sensoriali. Pannelli con didascalie a carattere ingrandito e in Braille, una segnaletica luminosa per indicare i percorsi e opere in 3D renderanno il Museo più “leggibile”. Percorsi didattici speciali saranno pensati anche per chi ha una diversa capacità uditiva, con l’installazione di totem luminosi multimediali e schermi LIS e l’insonorizzazione della sala conferenze con sistemi di un’apposita amplificazione sonora. Per superare le barriere architettoniche ci saranno due carrozzine e tre deambulatori, oltre che tre ulteriori aree di sosta. In collaborazione con l’Ulss 2, verrà posta particolare attenzione al superamento delle barriere cognitive: è in programma la visione e la riproduzione in disegno delle opere, con l’obiettivo di stimolare memoria, emozioni, socializzazione, creatività, attenzione e concentrazione, manualità, linguaggio e orientamento. Infine, ma non da ultimo, si cercherà di supportare bambini, anziani e persone con una bassa scolarizzazione: contenuti e percorsi verranno adattati e tradotti alle diverse esigenze del pubblico che entra al Bailo. Il tutto, supportato anche da app, partirà già a metà marzo con la mostra dedicata allo scultore Arturo Martini. (s.s.) è una testata giornalistica di

Mezzo milione di euro del Pnrr per realizzare progetti di inclusione rivolti a tutta la comunità

In guerra con Bruxelles

Nel caso delle etichette che vogliono paragonare il vino al fumo (proprio nel ventesimo anniversario della legge Sirchia che eliminò le sigarette dai locali pubblici d’Italia) l’impatto con il Veneto è micidiale. In fatto di vino, la nostra regione ha un export che vale 2.8 miliardi. E le conseguenze possono terremotare l’intero settore produttivo, in quanto la scelta dell’Irlanda potrebbe avere un effetto domino in molti altri Paesi.

Sulle confezioni dei prodotti, secondo la nuova disposizione, dovranno essere riportate indicazioni del tipo “l’alcol provoca malattie del fegato” oppure “alcol e tumori sono collegati in modo diretto”, usando una modalità finora contemplata solo per le sigarette.

È un’idea da combattere. Ogni alimento puà essere, in teoria dannoso. Dipende dalla qualità e dalla quantità, come in questo caso. Gli eurodeputati Variati e Berlato hanno già annunciato battaglia. Sarebbe anche da chiedersi come un’idea del genere sia passata senza che loro, o meglio senza che nessuno se ne accorgesse, ma lasciamo perdere. Il governatore Zaia ha già alzato la bandiera di guerra e speriamo che in questa battaglia l’Ufficio della Regione Veneto a Bruxelles diventi un avamposto dell’assalto in terra nemica. Forse la metafora militare è un po’ forte, ma ormai in fatto di agricoltura, anzi di enologia, le battaglie perse (o che si rischia di perdere) sono parecchie. Il Veneto ha già sofferto per l’eliminazione del nome Tocai (chi se lo ricorda? Avvenne 16 anni fa) e dovemmo cambiare il nome in “Tai”: fu una palese ingiustizia perché i vitigni, il Tokaj ungherese e quello veneto, sono diversi. Adesso il Veneto deve combattere con la Croazia che, con il suo Prosek vuole creare confusione. Quello dell’italian sounding, cioè dei prodotti che assomigliano solo nel nome a quelli italiani (dal parmesan americano oppure i vini Barollo e Montecino) è un affare che ci costa settanta miliardi l’anno. Se riuscissimo a recuperarne almeno la metà potremmo regalarci una finanziaria a costo zero.

Combatteremo anche questa battaglia. I veneziani sono stati capaci di trasportare le navi attraverso pianure e montagne (“galeas per montes” nel 1439) per farle navigare sul lago di Garda e combattere a proprio agio, i veneti riusciranno anche ad avere ragione in questa guerra. Che è davvero insulsa.

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Conte cerca il bis: De Nardi, Rocco e Mestriner tentano lo sgambetto

S alvo colpi di scena per le elezioni della prossima primavera sarà corsa a quattro. Il sindaco Mario Conte tenta il bis per recuperare quella tradizione che aveva visto sia Giancarlo Gentilini sia Gianpaolo Gobbo completare un doppio mandato. Mario Conte parte in netto vantaggio e con la speranza di sfondare quota 50% già al primo turno, proprio come accaduto cinque anni fa. Le sorprese, in questo tempo così complesso, possono sempre essere all’ordine del giorno. Il dato delle scorse politiche, per quanto non applicabile alle amministrative, racconta di un centrodestra capace di sfiorare il 50% a forte trazione (novità rispetto al passato nel capoluogo della Marca) Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni potrebbe chiedere un riequilibrio di forze. Dopo aver assicurato a Conte pieno sostegno, appare evidente come sarà determinante il ruolo che lo stesso sindaco sarà in grado di garantire agli alfieri della Presidente del Consiglio e del potente Ministro trevigiano Carlo Nordio. La Lega, dentro

la quale le guerre intestine tra salviniani e zaiani si stanno rivelando sanguinose in modo del tutto inedito, dal canto suo non sembra intenzionata a cedere lo scettro di una futura coalizione di governo cittadino. A farne le spese potrebbero essere le forze politiche meno consistenti dal punto di vista elettorale e le civiche. Una eventuale “lista Conte”, infatti, potrebbe produrre un’ulteriore emorragia di consensi leghisti, un po’ come accaduto con la lista Zaia alle regionali del 2020;

con una grande differenza che renderebbe tutto più complicato: quella volta FdI non era forte come lo è oggi. Il civico Giorgio De Nardi sarà il principale sfidante di Conte. Un imprenditore del mondo digitale, sportivo, di successo, con idee chiare soprattutto quella di non recitare la parte dell’agnello sacrificale. Al suo fianco si schiererà una sua lista civica assolutamente trasversale, il PD cittadino di Giovanni Tonella e Stefano Pelloni, Treviso Civica di Franco Rosi, Coalizioni Civi-

De Nardi: “Una visione di futuro per la mia Treviso”

“Non attacco e non attaccherò Mario Conte. Solo un folle potrebbe sostenere che a Treviso si viva male e che non sia una città bellissima. Ho scelto, però, di accettare l’invito a candidarmi perché sono convinto che ci possa essere di più, che la nostra realtà debba crescere per qualità della vita, servizi, innovazione; abbiamo tutte le carte in regola per essere una capitale europea in termini di sostenibilità, cultura, vivibilità: non cogliere queste opportunità significa mancare di prospettiva, di visione, di futuro”.

Parole, quelle di Giorgio De Nardi, candidato civico, sostenuto da partiti e movimenti che non si riconoscono nell’attuale amministrazione, che hanno

riacceso una speranza nel mondo moderato, riformista e progressista trevigiano.

“In questi mesi ho studiato molto e incontrato moltissime persone. Se vogliamo far compiere un reale salto di qualità a Treviso, infatti, servono contenuti, progetti concreti, idee solide; non sarei in grado di condurre una campagna elettorale di slogan e polemiche. Del resto io sono e rimango fortemente ancorato alla mia natura di civico - di cittadino, imprenditore, sportivo – che si mette a disposizione: a me interessa la politica intesa come strumento per migliorare la vita delle persone, non i suoi riti o condizionamenti. Ringrazio tutte le forze politiche, le associazioni, i mondi organizzati, le

tante donne e i tanti uomini che mi hanno chiesto di compiere questo passo e assicurato il proprio sostegno. A loro garantisco che resterò Giorgio De Nardi con tutto il mio impegno e la mia passione, certamente libero da condizionamenti e tattiche. Il fatto che le forze che mi sostengono abbiano condiviso questa mia impostazione mi da molta fiducia: possiamo fare un ottimo lavoro per Treviso”, spiega il candidato che aggiunge: “Oggi il centro di Treviso ha meno della metà degli abitanti che aveva soltanto vent’anni fa: stiamo perdendo cittadini e talenti perché manca un progetto di città, non siamo in grado di garantire innovazione, non c’è stato il coraggio di dare risposte nuove ai

ca, Volt e Europa Verde. “Per Treviso – ha commentato il segretario dem Tonella – si tratta di una gran bella notizia e di una grande occasione per portarla ancora di più a livelli di eccellenza e per migliorarla il più possibile. Ci sono margini notevoli per le politiche urbanistiche, sociali, culturali ed economiche. De Nardi è una persona di spessore, che nel lavoro è in grado di fare squadra e motivare per raggiungere grandi obiettivi e che ha dei valori progressisti. Credo che la funzione dei partiti

sia quella di rappresentare la società e parti della società in particolare, le istanze di miglioramento sociale e più adeguate allo sviluppo civile, e infine quella di promuovere e favorire l’impegnò politico delle migliori risorse di una comunità.”

Il Terzo Polo dovrebbe tentare la corsa solitaria nel tentativo di replicare il risultato raccolto alle politiche dello scorso 25 settembre. Le parole del leader di Azione, Carlo Calenda, avevano lasciato intendere che esistesse la possibilità di schierarsi con Mario Conte, ma il progetto non è andato in porto. Tra i papabili, a fine gennaio la decisione ufficiale, come candidato sindaco l’ex consigliere PD Nicolò Rocco. Anche il Movimento 5Stelle ha ufficializzato la corsa in solitaria: a schierarsi come candidato Sindaco del partito dell’altro Conte (l’ex premier Giuseppe) sarà Maurizio Mestriner. A Treviso i 5 Stelle hanno radici solide sin dagli esordi guidati da Beppe Grillo ed è da qui che intendono ripartire per proseguire nel percorso di ricostruzione.

cambiamenti in atto in termini ambientali, di politiche per la casa e le famiglie, di opportunità per le giovani generazioni, di sicurezza, di disagio sociale, di lavoro, negozi sfitti, di trasporti, traffico, piste ciclabili e di qualità della vita dei quartieri. In questo senso servono visione e coraggio ma soprattutto dialogo e concertazione. Serve un sindaco che ascolti tutti i cittadini, che scelga di andare con coraggio in profondità, che scelga veramente di esserci e non che sia soltanto presente”.

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Elezioni a Treviso. Salvo colpi di scena, l’ipotesi è di una corsa a quattro contendenti alla guida della città
Verso il
voto amministrativo
Nicolò Rocco Giorgio De Nardi Mario Conte Maurizio Mestriner

L’Ospedal Grando adesso è realtà

Ecco il monoblocco della sanità del futuro

“Un giorno potrete dire: io c’ero”. La frase più azzeccata, di fronte alle centinaia di presenti alla cerimonia di taglio del nastro del grande monoblocco del nuovo ospedale di Treviso, è del presidente del Veneto Luca Zaia. Nonostante fosse il 29 dicembre, nonostante le vacanze di Natale in pieno svolgimento, tutti hanno compreso che il rischio era di mancare non solo l’appuntamento trevigiano dell’anno per eccellenza, ma una delle tappe storiche della sanità cittadina e regionale. E nessuno si è fatto attendere. Dal governatore al vescovo, dai primari di ieri e di oggi a tutti i sindaci della Marca fasciati nel tricolore con Mario Conte in testa, il prefetto e i vertici militari, gli assessori regionali e la presidente della conferenza dei sindaci, i predecessori di Francesco Benazzi alla direzione generale dell’a-

zienda sanitaria e la famiglia Carron che ha costruito l’edificio. Oltre a uno stuolo di funzionari, cerimonieri, imprenditori e giornalisti. L’emozione è stata palpabile, quella di Benazzi trasparente. “È un traguardo importante”, ha detto ripercorrendo tutta la strada fatta, iniziata nel luglio del 2009 dall’allora direttore generale Claudio Dario, proseguita poi con Giorgio Roberti e arrivando fino a qui, a celebrare “l’ospedale della Marca e l’ospedale del futuro”. Col timore di non farcela, dopo aver assicurato per un anno a giorni alterni che entro il 2022 l’edificio 29 sarebbe stato inaugurato. Prima a ottobre, poi i ritardi nelle consegne dei materiali. E adesso che il contenitore è pronto si profilano all’orizzonte rallentamenti nel trasferimento dei reparti in attesa dell’esito dei ricorsi delle ditte che hanno perso

la gara per la fornitura degli arredi delle aree di degenza e degli ambulatori. Ma intanto il nastro è stato tagliato, tutti i presenti hanno visitato, ammirato, strabuzzato gli occhi, perdendosi nella vastità del monoblocco. Di questa prima tappa della Cittadella della Salute che ora attende i pazienti e poi, via via, la realizzazione delle successive fasi del progetto che porteranno alla vera e propria ri-creazione dell’Ospedal Grando di Treviso. “Un contenitore straordinario con dei contenuti straordinari”, lo ha definito Mario Conte, che ha parlato di lungimiranza, di modello veneto. Quello che sa passare “dalle parole ai fatti”. Ricordando ai presenti di essere di fronte a un cantiere che è riuscito a superare una pandemia: “Un’impresa titanica”.

L’ultimo a prendere la parola prima che tutti partissero

Al taglio del nastro presente anche Luca Zaia in perlustrazione di terapie intensive e sale operatorie è il presidente della Regione. “Inauguriamo una macchina da guerra che va replicata a Padova. Un progetto fatto fianco a fianco al privato, che ci ha messo il knowhow. Ma

pagato interamente dal pubblico. Un ospedale – ha detto Luca Zaia – che è anche sede universitaria e che potrebbe essere tranquillamente un policlinico universitario”. Chi vivrà vedrà.

www.lapiazzaweb.it 8 La Cittadella della
Salute
Il taglio del nastro. La cerimonia ufficiale con il presidente Zaia e le massime autorità del territorio

Opera ambiziosa, complessa e tecnologica che tiene conto delle nuove sfide

A giugno il trasferimento dei primi pazienti. Una fase delicata che farà pulsare il “cuore” della nuova Cittadella la cui realizzazione costa 271 milioni di euro

Il cuore della Cittadella della Salute c’è. A giugno, con la delicatissima fase di trasferimento di reparti e pazienti, inizierà a essere un cuore pulsante. Vivo. Soprattutto immenso. Una grandezza, quella dell’edificio 29 appena inaugurato, che si percepisce attraversandolo. Ma sono i numeri a raccontarlo: sei livelli, una superficie totale di 60mila metri quadrati, 200mila metri cubi di volume totale, 48 chilometri di tubi per gas medicali, 1.500 di cavi elettrici, 450 posti letto, 25 sale operatorie, 10 sale parto, 2 sale operatorie per il taglio cesareo, 4 sale Tac, 4 per la risonanza magnetica, 4 per la radiologia digitale, 4 sale ecografiche, 4 bunker per acceleratori lineari. Ma la lista è molto più lunga di così. Una struttura sanitaria nata durante il Covid e plasmata dal Covid, attrezzata per la gestione di possibili criticità pandemiche, con ambienti in grado di mantenere una contaminazione controllata e soluzioni tecnologiche di aerazione all’avanguardia. Insomma, il nuovo monoblocco segna sull’orologio che è cominciata una nuova epoca per la sanità di Treviso e della Marca. Dopo sette secoli di storia e un investimento complessivo di 271 milioni di euro, il Ca’ Foncello si trasforma in ciò che è sempre stato per i trevigiani: l’Ospedal Grando.

In linea con il presente e in sintonia con il futuro, la Cittadella della Salute è un ospedale ad

alta intensità di cura. L’obiettivo è l’addio alla centralità di reparti, divisioni e servizi per lasciare spazio alla persona, alla sua cura, alle sue necessità terapeutiche, in linea con i nuovi modelli assistenziali. Un’opera ambiziosa e complessa che tiene conto delle nuove sfide a cui è chiamata la sanità, fra cui il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche, le continue evoluzioni tecnologiche e digitali. Se fino a ieri il modello era quello dell’ospedale costruito per specialità, oggi l’esigenza è di prendere in carico il paziente e di trattarlo complessivamente, con percorsi flessibili e personalizzati. E un’organizzazione concepita per intensità di cure: degenze intensive e semi-intensive, degenze per acuti, aree con degenze a ciclo diurno, aree ambulatoriali, degenze di lungodegenza, riabilitazione e post-acuzie.

Chi l’ha pensata, chi l’ha progettata ha inteso la Cittadella come luogo in grado di coniugare i paradigmi della sanità – ospedale, territorio, servizi di cura – con il tessuto cittadino

e l’ambiente circostante. Ne è uscito un ospedale green, tra i primi in Italia certificato Leed, orientato alla sostenibilità edilizia, energetica e ambientale. Un ospedale che utilizza fonti rinnovabili, ottimizza le risorse energetiche, riutilizza le acque meteoriche per l’irrigazione. Con un percorso ciclopedonale in un’area 28mila metri quadrati che mitiga l’inserimento del polo tecnologico e dei 700 nuovi parcheggi nel contesto urbano.

Chiusa la prima fase (iniziata nella primavera del 2018 con la realizzazione del polo tecnologico e logistico e conclusa a fine dicembre con il taglio del nastro del nuovo monoblocco), adesso toccherà alla fase due: il completamento della macroarea ospedaliera, con la demolizione e la riqualificazione degli edifici esistenti da destinare a day hospital, day surgery e ambulatori a bassa intensità di cura. E con il recupero dell’area ex Vetrelco, che sarà trasformata in polo universitario, e la realizzazione di un parco lungo la fascia che si affaccia alla riva destra del Sile.

www.lapiazzaweb.it 9 La Cittadella della Salute Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Un nuovo modello. L’edificio 29 è dedicato all’alta intensità di cure, organizzato secondo i nuovi modelli assistenziali

Dirittura d’arrivo. Prevista per metà febbraio l’inaugurazione del raccordo con la A27 all’altezza di Spresiano

Pedemontana, parte il conto alla rovescia Opera strategica per la viabilità veneta

Il tracciato è completato. A oggi sono aperti 80 km su 94 dell’autostrada che costituisce un by-pass complessivo dell’area centrale regionale, creando un itinerario di continuità

Sarà l’anno della Pedemontana Veneta, una infrastruttura strategica non solo per il tessuto produttivo locale di un’area che da sempre rappresenta la locomotiva economica del Paese ma anche per le comunità urbane che potranno finalmente godere della riduzione del traffico che ad oggi grava sulle strade comunali e provinciali.

Pensata negli anni Novanta, avviata a metà del 2009 dal Commissario Straordinario Silvano Vernizzi (che aveva già realizzato un’altra opera strategica come il Passante di Mestre) la Superstrada Pedemontana Veneta è una infrastruttura viaria che attraversa la Regione nel territorio vicentino e trevigiano e si sviluppa nel contesto del Corridoio Europeo Mediterraneo (ex Corridoio n. 5).

Il tracciato è completato mancano i raccordi con le altre autostrade prossimi alle nuove aperture e poi gli oltre 90 chilometri di strada saranno a disposizione. L’esigenza di realizzare un asse che congiungesse le città sorte ai piedi delle Prealpi venete è emersa fin dagli anni ‘70 del secolo scorso, quando lo sviluppo socioeconomico - industriale dell’area pedemontana ha manifestato una crescente richiesta di mobilità. Bisogno cresciuto progressivamente con la graduale urbanizzazione della campagna veneta e con l’apertura delle frontiere verso l’est europeo, sino a rappresentare nei giorni nostri una vera e propria emergenza. L’intervento riguarda il decongestionamento della conurbazione territoriale dell’area metropolitana del Veneto centrale, con la realizzazione di un by-pass complessivo dell’area centrale veneta e la creazione di un itinerario pedemontano in continuità, attraverso un raccordo autostradale che parte dalla A4 (Montecchio Maggiore), si collega con la

A31 (tra Dueville e Thiene) e si chiude nell’A27 (all’altezza di Spresiano). L’obiettivo primario della Pedemontana è superare il gap infrastrutturale costituito dall’attuale assenza di assi stradali ed autostradali adeguati nell’area pedemontana veneta, sia come servizio degli spostamenti locali di una

delle aree più industrializzate del territorio nazionale, sia creando una alternativa ai traffici di attraversamento Est-Ovest. Un’opera davvero di rilevanza nazionale che tranquillamente può essere annoverata tra le infrastrutture strategiche per attivare la competitività del Paese. Si inserisce nel sistema viario veneto come raccordo autostradale a pedaggio, realizzato e gestito in regime di concessione. L’obiettivo dichiarato, visto l’introito generato dai transiti, è raggiungere rapidamente quota 27 mila veicoli al giorno intercettando il traffico regionale e quello proveniente dal Friuli e diretto in A4 e viceversa. Ad oggi sono aperti 80 km su 94, quindi si è in dirittura d’arrivo. Questo rappresenta un segnale importante anche in un’ottica economica. Basti pensare che, secondo le ultime elaborazioni dell’Ufficio di statistica della Regione del Veneto, l’incidenza della Pedemontana sul PIL regionale è pari all’1,39% per l’anno 2017 e all’1,36% per l’anno 2018, mentre sul PIL nazionale è pari all’0,13% sia per l’anno 2017 che per l’anno 2018. A luglio scorso c’è stato il taglio del nastro del nuovo casello di Spresiano, di fatto il penultimo tratto di questa superstrada tanta attesa. Ora si attiva il countdown per il rush finale e finalmente risparmiare i tempi di percorrenza non sarà più una utopia. Resta solo il nodo tariffe che ci si auspica sia legato solo al contingente rincaro delle materie prime e dell’energia. (m.b.)

www.lapiazzaweb.it 10 Le grandi infrastrutture

Cosa succede in

città

Case popolari, aperto il nuovo bando Sarà Ater Treviso a formare la graduatoria

La precedente graduatoria è stata ritirata in seguito all’inchiesta giudiziaria in corso per presunte irregolarità sull’assegnazione

Il 16 gennaio è stato pubblicato il nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, dopo che la precedente graduatoria è stata ritirata a seguito dell’inchiesta giudiziaria in corso per presunte irregolarità proprio sull’assegnazione degli alloggi popolari. Il nuovo bando, che scadrà il primo marzo, è gestito grazie a un accordo stipulato con Ater Treviso, che ha la delega per l’istruttoria delle domande e la formazione della conseguente graduatoria. Nella sede dello stesso ente sono in corso gli appuntamenti per la compilazione assistita della domanda di assegnazione degli alloggi che si renderanno disponibili o che saranno ultimati nel territorio comunale nel periodo di efficacia della graduatoria.

La corsa è già iniziata (gli appuntamenti possono essere prenotati dal 9 gennaio), con le lunghe attese per riuscire a munirsi dell’indispensabile certificato Isee e comunque la rassicurazione da parte dell’amministrazione comunale che nessuno resterà fuori, ipotizzando anche un prolungamento dei tempi di scadenza del bando. Per il quale le ipotesi di partecipazione iniziale sono di almeno 800 domande. Alla fine si trarranno le somme. “Il nodo della casa – afferma Gloria Tessarolo, assessora alle politiche sociali – resta tra le

priorità di questa amministrazione, che si è impegnata anche a supportare le famiglie con aiuti di emergenza, in modo particolare per affrontare la grande mole di sfratti derivanti dalla stagione post Covid. Grazie alla nuova graduatoria Erp e all’impegno messo in questi mesi nella ricerca di finanziamenti e della sistemazione degli alloggi, avremo la possibilità di assegnare immobili adeguati a decine di famiglie”.

La graduatoria risulterà sulla base di punteggi definiti dal regolamento regionale, relativo alla legge 39 del 2017. Innanzitutto pesa la situazione economica del nucleo familiare, stabilità da uno specifico indicatore della situazione economica equivalente, l’Isee-Erp, il cui calcolo viene effettuato al momento della presentazione della domanda oppure attraverso il sito https://erp.regione.veneto.it.

Fanno punteggio i figli a carico dei genitori soli, l’essere giovane coppia (formata da non oltre tre anni dalla pubblicazione del bando) con la distinzione della presenza o meno di figli, avere la residenza anagrafica o l’attività lavorativa in Veneto almeno da 10 anni, dichiarare da emigrati che si intende rientrare in Italia per risiedervi, avere negli ultimi dieci anni un’anzianità di collocazione nella graduatoria definitiva. Chi invece risiede a Treviso da

25 anni si vede attribuire di diritto otto punti in più.

Fra i criteri oggettivi ai fini della graduatoria ci sono le condizioni improprie dovute a una casa procurata a titolo precario dall’assistenza pubblica, alla coabitazione con uno o più nuclei familiari diversi, alla presenza di barriere architettoniche in un alloggio abitato da portatori di handicap motorio, al sovraffollamento, a un alloggio antigenico, al rila-

scio dell’alloggio a seguito di un provvedimento esecutivo e alla mancanza di un alloggio da almeno un anno. Il consiglio comunale ha anche deliberato relativamente alle quote di riserva degli alloggi: il 4 per cento sarà per gli under 35, il 4 per cento per le giovani coppie, l’8 per cento per le famiglie monogenitoriali con uno o più figli a carico, il 2 per cento per situazioni di fragilità sociale.

“Siamo felici di aver potuto

supportare il Comune di Treviso in modo fattivo, mettendo a disposizione le nostre professionalità e i nostri uffici. Compito di Ater Treviso – spiega il presidente Mauro Dal Zilio – è essere al servizio dei comuni per affrontare in sinergia l’emergenza abitativa, specie in questo delicato momento storico”. La graduatoria provvisoria sarà pubblicata entro 1 20 giorni dalla scadenza del bando. (s.s.)

Cosa c’è da sapere

C’è tempo fino al 1 ° marzo per partecipare al bando, che può essere consultato sul sito web e sull’albo online del Comune di Treviso, sul sito web di Ater Treviso e sul portale Erp della Regione del Veneto.

La domanda di partecipazione può essere presentata solo per via telematica attraverso la piattaforma regionale Erp, in modo autonomo, utilizzando i sistemi di autenticazione digitale (Spid, Cns, Cie).

Solo i residenti a Treviso possono rivolgersi alla sede dell’Ater (via D’Annunzio, 6), tassativamente previo appuntamento, per la compilazione della domanda e il suo caricamento in piattaforma.

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Erp. C’è tempo fino al 1° marzo per la presentazione telematica della domanda, attese 800 pratiche L’assessora al sociale Gloria Tessarolo e il presidente di Ater Treviso Mauro Dal Zilio

Al via la realizzazione del micro tunnel che porterà la rete fognaria dentro le Mura

Quartiere dopo quartiere, strada dopo strada, i trevigiani stanno finalmente dicendo addio alla raccolta dei reflui nelle vasche Imhoff. Una svolta storica, per una città che in qualche punto scarica ancora direttamente nei canali. La previsione è che entro quest’anno il sessanta per cento delle utenze comunali sia allacciato alla rete fognaria. Anno in cui, il 2023 appunto, scende in campo a gamba tesa l’alta tecnologia, con l’inizio dei lavori di realizzazione del micro tunnel che passa sotto il Sile e la ferrovia, all’altezza di ponte della Gobba, per far passare la rete fognaria che servirà il centro storico arrivando fino al depuratore di Sant’Antonino. Un’opera di elevata ingegneria idraulica, nelle mani di Ats: la più ambiziosa e importante mai affrontata fin qui dall’azienda di servizio idrico integrato trevigiano, con un investimento di ben 2,7 mi-

lioni di euro. Il micro tunnel sotterraneo – che collegherà l’area di viale Tasso all’ex deposito degli autobus in strada della Polveriera – avrà un basso impatto ambientale e consentirà di lavorare con un altrettanto impatto minimo sulla viabilità cittadina. L’apertura del cantiere è ormai questione di giorni, durerà dieci mesi e consentirà la costruzione di una dorsale profonda senza dover scavare in modo invasivo a cielo aperto. Tecnicamente saranno scavati cinque pozzi di nove metri di profondità e di tre di larghezza. Due saranno a spinta: piattaforme in cui saranno fatte scendere le frese che, grazie a un sistema idraulico a pistoni, scaveranno le gallerie. Nelle quali sarà calato il tunnel che passerà sotto il fiume e la ferrovia. Una tecnologia senza scavo (in gergo “no-dig”) che prevede la perforazione a spinta del terreno a sezione piena, evitando

in questo modo decompressioni, cedimenti o eventuali danni ambientali e alle infrastrutture di superficie, come le strade e la stessa linea ferroviaria.

“Qualche cosa di impensabile fino a qualche anno fa”, commenta il sindaco Mario Conte. A oggi il centro storico di Treviso – caratterizzato da una fitta rete di canali, lambi-

ta a sud dal Sile, che arriva a una profondità di sette metri nella zona della centrale idroelettrica di ponte della Gobba – è dotato solamente di tre brevi tratte di rete fognaria: una prima in piazza San Parisio, una seconda in piazza Santa Maria dei Battuti e la terza, non ancora in funzione, in Rivale Filodrammatici. (sa.s.)

Florian è il nuovo direttore generale

Dal primo gennaio Pierpaolo Florian è il nuovo direttore generale di Alto Trevigiano Servizi. Quarant’anni, laureato in economia e gestione delle aziende a Ca’ Foscari, dal 2016 era amministratore delegato della stessa azienda di servizio idrico integrato e dal 2021 componente del consiglio direttivo Acqua di Utilitalia e del consiglio di amministrazione di Acinque. Ha preso parte alla selezione pubblica avviata da Ats per sostituire Roberto Durigon e ha vinto. L’assemblea dei 52 comuni soci a dicembre ha approvato la sua nomina all’unanimità. Florian si è dimesso dal ruolo di amministratore delegato. Il nuovo incarico ha una durata triennale.

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Il cantiere. Dieci mesi di lavori di elevata tecnologia senza scavi a cielo aperto e senza disagi alla circolazione
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La chiesa di San Francesco sarà riqualificata Nasce la Cappella della Riconciliazione

U na riqualificazione architettonica e artistica del valore di 45mila euro, 25mila dei quali messi sul piatto dal Comune di Treviso e il resto dalla BCC Pordenonese e Monsile. Oggetto del restauro è la navata laterale della chiesa di San Francesco, di proprietà comunale. L’intervento – progettato dall’architetto Michele Sbrissa di 593 Studio – sottoporrà l’edificio che ospita i Frati Minori Conventuali al restauro dei paramenti murari delle cappelle adibite a Penitenzieria, alla ricollocazione di un frammento di affresco raffigurante la Madonna con il bambino di Tommaso da Modena e alla realizzazione della nuova Cappella della Riconciliazione.

La Penitenzieria sarà ricavata all’ingresso dell’edificio di culto – il cui completamento risale al 1270 e che ospita le tombe di Pietro Alighieri e Francesca Petrarca – delimitato rispetto al luogo della celebrazione con l’inserimento di un complemento d’arredo in legno. Sarà realizzata anche una rampa laterale con l’obiettivo di eliminare le barriere architettoniche oltre che di creare una sequenza d’ingresso. Per delimitare il luogo della nuova cappella dall’aula principale della chiesa sarà inserito un nuovo piano scultoreo in legno.

Ma l’intervento più importante sarà senza dubbio il re-

cupero degli affreschi cinquecenteschi, concentrati sulla volta della prima cappella: si tratta di opere d’arte che versano in una condizione di adesione precaria al supporto murario in mattoni. Si procederà alla pulizia della superficie e alla rigenerazione degli intonaci non dipinti. L’affresco della Madonna con bambino, infine, verrà spostato in una posizione che possa valorizzarlo.

“Il progetto della nuova Cappella della Riconciliazione nasce con l’intento di restituire dignità a uno spazio cardine che, pur rappresentando il nucleo fondante dell’intero complesso, ne è sempre stato ai margini”, spiega l’architetto Sbrissa, che lo definisce “un luogo di raccoglimento, silenzio e contemplazione, immerso nelle tracce artistiche del passato e nella sobria presenza architettonica e materica dei nuovi confessionali lignei ospitati dalle rinnovate armonie cromatiche delle volte”. Per il sindaco Mario

Conte si tratta di “un lavoro di squadra per rendere più accogliente e accessibile un luogo importante dal punto di vista storico, artistico e religioso della nostra città”, ricordando come la chiesa di San Francesco sia uno dei luoghi amatissimi. Dai trevigiani ma non solo.

Il costo dei lavori è di 45mila euro e sarà sostenuto dal Comune, che è proprietario dell’edificio di culto, e dalla BCC Pordenonese e Monsile. Previsto anche la ricollocazione di un frammento dell’affresco della Madonna con il bambino di Tommaso da Modena

Rete Veneta. Per il Riesame Jannacopulos non ha minacciato Bramezza

Sul numero di novembre abbiamo dato notizia dell’inchiesta avviata nei confronti del proprietario di Medianordest (Rete Veneta e Antenna3), Giovanni Jannacopulos, accusato di una reiterata azione di pressione e denigrazione, tramite continui servizi giornalistici, verso il direttore generale dell’azienda sanitaria di Bassano del Grappa Carlo Bramezza. A

inizio gennaio il Tribunale del Riesame ha reso note le motivazioni dei giudici che, rispetto a quanto disposto dal gip di Vicenza su richiesta della Procura berica, non hanno ravvisato minacce nei confronti di Bramezza, semmai un’ipotesi di diffamazione, peraltro scriminata dall’esercizio del diritto di cronaca. Il Riesame, che già a fine novembre aveva

revocato a Jannacopulos l’interdittiva a esercitare l’attività, ha ribadito come sia sempre prevalente il diritto dei cittadini a essere informati sulle questioni di interesse pubblico, nonostante non abbia mancato di sottolineare come il gran numero di servizi giornalistici mandati in onda sull’operato del direttore generale costituiscano un’anomalia.

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L’intervento. La Penitenzieria sarà ricavata all’ingresso e delimitata da un complemento d’arredo in legno

Provincia, bando da 400mila euro per dire addio ai vecchi condizionatori

La Provincia di Treviso ha stanziato 400mila euro destinati, attraverso un bando, alla sostituzione dei vecchi impianti di climatizzazione con sistemi di ultima generazione a minor impatto ambientale e maggiore efficienza energetica. Il bando, aperto fino al prossimo 31 ottobre agli abitanti della Marca, potrebbe essere incrementato in base al numero di richieste che perverranno all’ente del Sant’Artemio. Dopo i contributi per la pulizia delle canne fumarie, la Provincia prosegue anche nel 2023 con interventi in ambito ambientale. Il bando prevede la sostituzione, più in particolare, dei sistemi di climatizzazione fissi monoblocco o multisplit, degli scaldacqua esistenti e degli impianti di riscaldamento a biomassa di classe inferiore o uguale a tre stelle, oppure alimentati a gasolio, con climatizzatori aria-aria mono o multisplit, dotati di inverter ad alta efficienza energetica, oltre che con nuovi sistemi a pompa di calore.

Chi accede al bando ottiene un incentivo pari al 30 per cento della spesa sostenuta (Iva compresa). I richiedenti con un età superiore a 75 anni, chi possiede un Isee inferiore a 20mila euro o chi sceglie di installare generatori con refrigeranti con GWP pari o inferiore a 150 avranno un incentivo del 50 per cento della spesa, sempre Iva compresa. È anche possibile usufruire dello sconto in fattura, in questo caso con un contributo del 70 per cento dell’importo che risulta in fattura a seguito dello sconto effettuato. Da tenere presente che lo sconto del bando è cumulabile con il Bonus Casa 50 per cento, ma non con l’Ecobonus 65 per cento, con il Conto Termico, con il Superbonus e con altri contributi pubblici di enti locali relativi al medesimo impianto. Le domande sono scaricabili sul sito della Provincia, con le relative istruzioni. “L’obiettivo è sempre duplice. Da un lato – spiega

Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso –dare un sostegno concreto nell’affrontare i rincari in bolletta, incentivando l’utilizzo di nuovi sistemi a ridotto consumo, dall’altro agire direttamente sulla riduzione delle emissioni climalteranti per tutelare la qualità dell’aria del nostro territorio e, di conseguenza, la salute di tutti”.

Treviso in rosa: appuntamento domenica 7 maggio

Aperte le iscrizioni per l’edizione 2023 della Treviso in Rosa, la grande kermesse al femminile programmata per domenica 7 maggio. Organizzata da Trevisatletica e Corritreviso, la manifestazione ha come obiettivo principale la sensibilizzazione alla prevenzione dei tumori femminili, grazie soprattutto alla presenza della sezione trevigiana della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori. Sono oltre 61mila le donne che nelle ultime sette edizioni in presenza hanno partecipato alla Treviso in Rosa, che ogni anno trasforma la città in un fiume colorato, allegro, sorridente e solidale. Nel 2018 e nel 2019 sono state sfiorate le 18mila presenze, nel 2020 si è corso solo virtualmente e, dopo la ripresa del 2021, in ottomila si sono iscritte all’ultima edizione, ancora segnata dalla pandemia.

Quest’anno il percorso sarà unico, di 7 chilometri, con partenza ai piedi delle Mura in viale d’Alviano e traguardo al Bastione San Marco, dove sarà allestito il villaggio per la festa finale con i deejay di Radio Company. Ci si può iscrivere online (le istruzioni sul sito www. trevisoinrosa.it e sulle pagine social dell’evento) oppure nei sessanta punti fisici attivati nelle province di Treviso, Venezia e Padova. Quota d’iscrizione: 12 euro, 6 euro per le bambine e le ragazze con meno di 12 anni.

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Ambiente. Incentivo dal 30 al 50 per cento sulla spesa sostenuta, 70 per cento per lo sconto in fattura Stefano Marcon, presidente della Provincia
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Antonio Carlini, lo scultore che contribuì a salvare il ciclo con le Storie di Sant’Orsola

In attesa del grande evento, che dalla fine di marzo avrà come protagonista Arturo Martini, al Museo Bailo fino al 5 marzo è possibile visitare quella che a tutti gli effetti è un’anteprima. Una sorta di introduzione storico-artistica all’opera dello scultore trevigiano, grazie all’allestimento di una monografica di colui che ne fu il maestro: Antonio Carlini.

Curata dal direttore dei Musei Civici Fabrizio Malachin e da Eleonora Drago, la mostra porta all’attenzione del pubblico l’opera dell’artista trevigiano (1859-1945), finora conosciuto più per le sue azioni che per le sue opere. Eppure Carlini fu un artista completo, neo-canoviano e al contempo capace di assoluta originalità creativa. Uno scultore finissimo e prolifico, celebrato soprattutto per il suo impegno, definito pionieristico, nella tutela del patrimonio artistico della città. Il Bailo offre l’occasione di vedere da vicino questo e quello, lo scultore e il “salvatore” di opere d’arte. Magari scoprendo (cosa che riguarda soprattutto chi non ha una conoscenza così approfondita della storia dell’arte e del patrimonio artistico di Treviso) che Antonio Carlini, poco più

che ventenne, nel 1883 partecipò assieme a Luigi Bailo, Augusto Serena e Girolamo Botter al salvataggio del ciclo di affreschi con le Storie di Sant’Orsola di Tomaso da Modena, oggi esposto a Santa Caterina. La demolizione della chiesa di Santa Margherita, dov’era originariamente il ciclo, ha rischiato di farcelo perdere per sempre. Ma non è tutto. È di Carlini anche l’ampia documentazione oggi in nostro possesso sull’urbs picta (commissionata da Bailo e conservata nella biblioteca Comisso) e che consentono di conoscere consistenza, temi, colori di molte facciate dipinte della Treviso medievale e rinascimentale. Opere perdute ma grazie a Carlini non dimenticate. Si deve all’artista anche l’intervento di protezione della Loggia dei Cavalieri.

Sono oltre sessanta le opere riunite per la prima volta al Bailo in occasione della mostra: busti, altorilievi, medaglie, disegni. Con l’ingresso principale del museo trasformato in una galleria di sculture che ritraggono i trevigiani celebri, fra cui quello dello stesso Luigi Bailo.

Fra progetti – come quello del santuario della Madonna del Monte a San Zenone degli Ez-

zelini, del monumento-ossario in ricordo dei Dragoni Pontifici a Cornuda, delle lapidi di Mazzini e Cavallotti – interventi di restauro e la passione per la ceramica, concretizzata grazie alla collaborazione con la manifattura trevigiana Gregorj e che vede esposti anche i vasi decorati con raffigurazioni medievali che vennero celebrati all’Esposizione Internazionale di Roma nel 1911. (s.s.)

Endless Treviso, le icone dello street artist londinese in mostra a Casa Robegan fino al 26 febbraio

Lizzy Vuitton e Chapel rivisitate in versione trevigiana. Le icone dell’artista di strada londinese Endless sono in mostra fino al 26 febbraio a Casa Robegan in un’esposizione curata da Vera Agosti e organizzata da Cris Contini Contemporary in collaborazione con il Comune di Treviso. “Endless Treviso” è la prima esposizione museale dello street artist, famoso soprattutto per le serie di busti e tele dedicati alla Regina Elisabetta, considerata l’ultima icona di moda, e a quella che raf-

figura la fragranza Chanel n. 5, simbolo universale del culto del marchio. Moda, branding, pubblicità iconografia di strada e cultura popolare vengono interpretati in opere che vibrano. Per realizzarle, Endless ha percorso le strade di Treviso con la macchina fotografica, catturando la storia, il presente e gli elementi di quotidianità dell’habitat urbano cittadino e ha fuso il tutto con le immagini della sua città, Londra. Ne esce una chiave di lettura nuova del capoluogo della Marca.

“Come prima mostra museale – ha spiegato l’artista britannico – ho sentito l’importanza di unire le mie idee e l’etica del mio messaggio artistico degli ultimi dieci anni in un corpo di lavoro che è allo stesso tempo familiare e unico e che si collega alla città di Treviso a modo mio. Le opere – continua Endless – raccontano la quotidianità dell’esistenza umana, i luoghi in cui viviamo e la nostra impronta nel mondo, con una cruda sincerità che sfida la bellezza e il lusso e cattura la realtà del tempo”.

Casa Robegan è aperta il venerdì dalle 15 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Ingresso gratuito.

Sono più di 60 le opere riunite per la prima volta Busti, altorilievi, medaglie, disegni che testimoniano la completezza dell’artista trevigiano e il suo grande amore per il patrimonio storico e culturale della città

www.lapiazzaweb.it 21 Cultura Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
La mostra. Aspettando il grande evento su Arturo Martini, al Bailo è di scena l’opera del suo maestro Busto di fanciulla del 1883

“Nel nostro bilancio scelte coraggiose, poche tasse e controllo accurato dei costi”

A ssessore Calzavara, quali sono gli aspetti salienti del bilancio regionale?

La manovra di bilancio approvata a dicembre in Consiglio regionale e che riguarda il prossimo triennio rispecchia la nostra visione politica e strategica. Contiene scelte coraggiose che dimostrano la capacità e la qualità amministrativa, un controllo accurato dei costi e un livello di tassazione contenuto, mantenendo e rilanciando i servizi ai cittadini del Veneto. Il bilancio di previsione cuba 17 miliardi e 316 milioni di euro di cui 9,7 miliardi dedicati alla sanità, capitolo che costituisce il 75% della spesa regionale. Seguono 3,3 miliardi destinati alle partite tecniche, 1,5 miliardi per la politica regionale, 1,4 miliardi legati alla programmazione comunitarie e infine 1,2 miliardi per le anticipazioni di liquidità in ambito sanitario. Questo è il risultato della squadra Veneto, che è fatta di Amministratori pubblici, che è fatta di dipendenti pubblici, che è fatta di imprese, che è fatta di rappresentanze sindacali, che è fatta di volontariato.

Avete scelto di non aumentare l’addizionale Irpef, perché?

A fronte di prestazioni pubbliche in costante miglioramento, da 13 anni il Veneto mantiene un comportamento fiscale di bassa tassazione. Questo significa che a fronte di una leva di gettito mai azionata riusciamo a finanziare linee di spesa che si sono evidenziate anche nelle ultime settimane. Si tratta di interventi di natura culturale, destinati parte al Teatro Stabile del Veneto (750mila ’23;

1 milione nel ’24; e 1,250 mila euro nel ’25), parte destinati all’organizzazione dell’Adunata nazionale degli alpini che si terrà nel 2024 a Vicenza (250mila euro nel ’23, 350mila nel ’24), parte a contributo all’Ana per la messa a norma dell’ex Caserma Montegrappa di Bassano (100mila nel ’23; 100mila nel ’24), nonché per l’abbattimento delle barriere architettoniche a Venezia (200mila euro nel ’23)”.

La sanità impegna gran parte del bilancio, quali le novità per il 2023?

Abbiamo stanziato più di 14,2 milioni di euro nel 2023, 1,97 milioni di euro annui nel 2024 e nel 2025 per il finanziamento dei livelli aggiuntivi di assistenza (Extra-LEA) tra cui ricordo le azioni a favore dei soggetti afflitti dalla sindrome di Sjogren e l’attivazione del corso di laurea in medicina e chirurgia da parte dell’università degli studi di Padova presso l’azienda Ulss n. 2.

Quali gli altri stanziamenti di rilievo?

Abbiamo riconfermato i 31 milioni di euro annui per il prossimo triennio 2023-2025 a favore delle scuole paritarie del Veneto e lo stanziamento di quasi 6,2 milioni di euro per le borse di studio uni-

“Su un totale oltre 17,3 miliardi alla sanità veneta vanno 9,7 miliardi, abbiamo valutato ogni singola voce nella distribuzione delle risorse”

versitarie (incrementati di 2ml euro con l’emendamento presentato e approvato in Prima Commissione consiliare il 30 novembre), oltre ai 10 milioni di euro per il rafforzamento degli ESU e di 3 milioni di euro per il buono scuola. Ricordo anche i 78 milioni di euro stanziati nel triennio 2023-2025 per il sistema della formazione professionale. Altra partita importante riguarda il cofinanziamento regionale a sostegno della programmazione comunitaria. Nello specifico sono 38 milioni di euro per la programmazione comunitaria 2014-2020 che si sta concludendo e 229,89 milioni di euro di cofinanziamenti regionali per la nuova programmazione comunitaria 2021-2027. É stato difficile trovare le risorse in questo periodo di crisi?

per delega. Un intervento significativo riguarda il sostegno alle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB), riducendo dall’8,5 al 3,9% l’aliquota dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) a loro carico, anche al fine di riequilibrare la disparità di trattamento fiscale che sussisteva prima della legge di bilancio, tra attività pubbliche, maggiormente gravate e attività private che offrono servizi di assistenza agli anziani operanti nello stesso settore. Inoltre, è stata aumentata da 45.000 a 50.000 euro la soglia massima di reddito per poter beneficiare dell’agevolazione sull’Addizionale regionale Irpef a favore dei soggetti disabili, che pagano lo 0,9% anziché l’1,23% di base prevista dalla legge statale.

L’autonomia come potrebbe incidere sul bilancio del Veneto?

“L’autonomia sarà una riforma a saldo zero, con un decentramento di competenze, i vantaggi ci saranno per tutti”

La legge di bilancio si articola in diversi interventi che dimostrano non solo la capacità di programmare la gestione finanziaria con una visione a lungo termine, ma anche di saper utilizzare in maniera efficiente le risorse. Abbiamo valutato ogni singola voce di bilancio nella distribuzione degli oltre 17 miliardi così come la spesa discrezionale

L’autonomia significa assunzione di responsabilità. È con questo spirito che è prevista dalla Costituzione. Chi è contro l’autonomia va contro la nostra Carta fondamentale: quella stessa che viene definita la più bella del mondo e di cui non si può esserne paladini a fasi alterne, a seconda dei propri interessi. Si tratta di una riforma a saldo zero con un decentramento di competenze ma spendendo gli stessi soldi. I vantaggi ci saranno sia per i cittadini del Nord sia per quelli del Sud; ci sarà più vicinanza alle esigenze di ognuno, maggior controllo sulle scelte, minori distanze tra i cittadini e alcuni poteri decisionali.

É il principio di sussidiarietà e la vera sfida per un rinascimento del Paese.

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L’intervista. L’assessore regionale Francesco Calzavara Francesco Calzavara assessore al bilancio

“Dalla Manovra 35 miliardi a famiglie e imprese”

Sottosegretario Bitonci, dalla legge di bilancio quali i benefici per le aziende, le famiglie e anche le ricadute in Veneto?

“È una legge di bilancio importante, di oltre 35 miliardi, di cui 21 vanno in aiuti alle famiglie e alle imprese. Prevede una serie di misure per contrastare il caro energia, tenendo conto che nel mese di gennaio è prevista, ma è già in corso, una forte riduzione del prezzo del gas che porterà anche delle prospettive migliori. Ci ha aiutato moltissimo su questo fronte anche la temperatura mite di questo inverno. Gli aiuti son previsti fino al mese di aprile, ma il governo comunque è pronto e disponibile a finanziare ulteriori aiuti anche per i mesi prossimi, anche fino alla fine dell’anno se dovesse esserci necessità. Poi c’è anche una di riduzione del cuneo contributivo per le imprese. Si tratta di circa il 3% sotto i 25mila euro. La misura è stata indicata come insufficiente da Confindustria e sindacati. Per le partite IVA c’è la novità dell’ampliamento della flat tax, cioè del regime forfettario, da 65 a 85mila euro al 15%. Anche questa è una misura importante, che è stata introdotta quando ero sottosegretario all’Economia nel 2018: sottovalutata all’inizio, in realtà alla fine dello scorso anno abbiamo raggiunto quasi 2 milioni e 100mila partite IVA, su 5 milioni complessive. È un regime molto favorevole perché non si tiene la contabilità, si fanno le fatture senza IVA, si fa solamente la dichiarazione, quindi un regime iper semplificato. È anche quello che noi auspichiamo da molti anni, cioè il taglio della burocrazia. Ci sono poi altre misure che non sono assolutamente minori, come l’assegno unico per la famiglia che è stato ampliato per chi ha più figli, per i portatori di handicap”.

Restando sulla flat tax, la Cgia di Mestre dice che con l’innalzamento a 85mila euro le imprese continuano a pagar di più dei dipendenti. Come risponde?

“Sono due basi imponibili completamente diversi perché per il regime forfettario, e la flat tax per i lavoratori autonomi, bisogna sempre tener conto non si possono dedurre i costi, quindi viene pagata sul fatturato. Io che sono un fiscalista vedo sempre molta confusione quando vengono messi di fianco all’altro due regimi che sono completamente diversi. E poi i lavoratori dipendenti, non si offenda nessuno, hanno una maggior

tutela rispetto a chi ha una partita Iva e un’impresa di carattere individuale, senza nessuna copertura di carattere assicurativo”. Sempre nella legge di bilancio è entrata l’autonomia, quindi una battaglia veneta vinta. Cosa cambierà?

“Intanto diciamo che la bozza è stata presentata al Consiglio dei ministri. È un percorso lungo e, come ho sempre detto, non in contrasto con altri. È opportuno intanto approvare una legge quadro, quindi una cornice, dopodiché si lavorerà competenza per competenza. Certo bisogna rendersi conto che fin-

rissoso, in realtà non è così perché si tratta di esternazioni individuali. In realtà direi che la Lega è il partito più democratico che esista: ci sono partiti dove non c’è un’elezione diretta, dove le nomine vengono fatte direttamente da Roma, mentre la Lega invece ha uno statuto, regolamenti, militanti, congressi, sezioni, una scala gerarchica. I congressi fino adesso sono stati celebrati a Verona, a Rovigo e a Padova. A brevissimo ci sarà quello di Belluno, poi Vicenza, Venezia e Treviso e poi si arriverà all’elezione del segretario regionale. Quindi non c’è una Lega spaccata

città di centro destra e conoscendo bene Mario Conte so che andrà assolutamente bene a Treviso e anche con un ottimo risultato. A Vicenza c’è il Sindaco uscente Rucco: anche là si sta formando la coalizione di centro destra e penso che verrà rinnovato anche lui a Vicenza, quindi son due appuntamenti importanti e facciamo in bocca al lupo a tutti e due i candidati”.

In Veneto nel 2025 ci saranno le regionali. Anche alla luce dei nuovi rapporti con Fratelli d’Italia, a livello dei numeri, come ci state muovendo, che cosa prefigurate?

“Il governatore Zaia, alla luce di un grande successo anche di carattere personale, ha un grandissimo consenso. Il risultato ovviamente delle ultime politiche non è un risultato molto buono, non tanto in Veneto dove abbiamo abbastanza tenuto, ma a livello nazionale. Però io ero in Lega quando era al 2,9 % ed è normale che nel movimento e partito col simbolo più vecchio, dove ci sono continui rinnovamenti anche della classe dirigente, ci siano degli alti e bassi. Quindi io direi di aspettare, lasciamo stare i sondaggi, l’elettorato è molto mobile rispetto a una volta. Poi governando le cose un po’ cambiano, no? Senza nulla togliere ovviamente al lavoro che stiamo facendo adesso al governo, però all’interno dell’equilibrio del centro destra io penso che è un po’ i valori cambieranno”. Un’ultima domanda. Una valutazione da ex sindaco su Padova, a sei mesi dalla riconferma di Giordani.

ché non vengono calcolati i LEP, che sono i livelli essenziali delle prestazioni, è difficile poter portare avanti i decreti attuativi e delegati che corrispondano poi all’assegnazione delle deleghe, perché i LEP sono quell’asticella che segna su ogni competenza ciò che deve essere erogato al singolo soggetto e ciò invece che poi è di competenza di carattere di carattere regionale”. Veniamo alla politica. La Lega ha celebrato i primi congressi, altri ce ne saranno a fine gennaio, un commento su questi primi risultati?

“È un grande segnale di democrazia. Io non scendo mai nelle polemiche, che secondo me sono anche negative per il partito, perché la sensazione che si dà all’esterno è magari che ci sia un movimento

in due?

“Io non lo vedo tra i militanti. Ripeto, magari c’è qualcuno che preferisce esternare nei giornali o in tv o alla stampa piuttosto che fare un colpo di telefono o partecipare ai congressi e dire magari quello che pensa. Io penso che finito un congresso bisogna accettare il risultato. Votano i militanti. Nel nostro movimento il voto di Bitonci vale uno e il voto del militante iscritto due anni fa, che ha fatto i gazebo, vale uno allo stesso modo: è la massima espressione della democrazia proprio di carattere popolare”.

Vicenza e Treviso prossimi appuntamenti elettorali di quest’anno, la Lega come si sta muovendo? “Per Treviso si lavora per la riconferma di Mario Conte, che ha ben lavorato. Tra l’altro Treviso è una

“È un momento storico particolare per i sindaci, nel senso che la pandemia li ha molto aiutati, perché non c’è stata la possibilità di confronto elettorale. I sindaci come i governatori hanno avuto una grandissima visibilità, quindi era difficile contrastare qualcosa che era già molto consolidato. Poi la campagna elettorale è anche partita tardi, con il via libera che c’è stato solo a gennaio da Fratelli d’Italia. Insomma tante concause. Poi è logico che i sindaci che sono al secondo mandato, con una pandemia di due anni alle spalle, son stati favoriti. Però sento che non tutto quadra a Padova, che ci sono parecchi temi, che forse non c’è stato il tempo di tirar fuori, quindi vedremo nei prossimi mesi già di cominciare a individuare una compagine che possa al termine del mandato di Giordani, esprimere un candidato contendibile”.

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Giorgia Gay
Regione
Il
L’intervista.
sottosegretario Massimo Bitonci (Lega) sulla Legge di Bilancio
Il sottosegretario Massimo Bitonci

Regione

In Veneto 49 Comuni al voto: test a Treviso e Vicenza

La prossima primavera il Comune di Treviso sarà chiamato al voto e, questo rappresenta, certamente uno dei test più significativi che si terranno, in questa tornata, in Veneto. Il Sindaco, Mario Conte si candiderà alla ricerca del bis a capo di una coalizione di centrodestra. Superata ogni suggestione di costruire una coalizione larga con il Terzo Polo si mantiene, quindi, uno schema tradizionale almeno nel centrodestra certamente, così almeno hanno sancito le ultime politiche, con un riequilibrio di forze tra Lega e Fratelli d’Italia.

Il civico Giorgio De Nardi, imprenditore del settore digitale, sarà l’alfiere del centrosinistra. De Nardi tiene a sottolineare la propria matrice civica e sarà affiancato, in questo senso, da una sua lista assolutamente trasversale.

Il Terzo Polo di Renzi e Calenda ha sancito, come da schema nazionale, il distacco, ad oggi definitivo, con il centrosinistra e si appresta a proporre un proprio candidato sindaco. Il nome che sembra essere il più gettonato è

Anche il Movimento 5 Stelle, che proprio nella Marca ormai diversi anni addietro ebbe una delle sue “culle”, tenterà la corsa in solitaria. È proprio di questi giorni l’ufficializzazione del nome del candidato sindaco: si tratta di Maurizio Mestriner.

Si preannuncia, quindi, una corsa a quattro salvo sorprese delle prossime settimane. Certamente il risultato delle politiche dello scorso settembre, quando il centrodestra si fermò di poco al di sotto del 50% dei consensi, può certamente apparire, data la frammentazione delle forze che si presentano come alternative, un ottimo viatico per la riconferma del Sindaco Conte. Ovviamente “mescolare” elezioni politiche e elezioni comunali non è una pratica corretta; le sorprese possono sempre essere dietro l’angolo. Staremo a vedere come si svilupperà la campagna elettorale ormai prossima ad entrare nella sua fase più calda.

La corsa elettorale a Vicenza è molto probabile che finirà con un duello al ballottaggio fra Giacomo Possamai (centrosinistra) e Francesco Rucco (centrodestra). Tutti e due si presenteranno con una lista civica appoggiata dai partiti. Questo è lo scenario delle amministrative di primavera indicato da scelte, dichiarazioni e perfino da un sondaggio di un mese fa, commissionato da Claudio Cicero, ex assessore di Rucco.

Il problema, infatti, è che i due fronti non sono compatti. A destra e a sinistra si muovono leader minori e sono annunciate liste che nascono dalla voglia di autonomia o di vendetta. Il primo caso è quello che riguarda il Terzo Polo di Azione e Italia viva, più una lista locale, “Per una grande Vicenza”, costituita in larga parte da ex Pd: hanno già deciso di correre con un proprio candidato. Fuori uno, quindi, dalla coalizione che vuole costruire Possamai, alla quale parteciperà il Pd (del resto Possamai è capogruppo

dei democratici in Consiglio regionale) e poi si vedrà chi: ex radicali, sinistra, verdi? Siamo alle prime trattative.

Anche a destra i movimenti non mancano. S’è detto di Claudio Cicero ma altri sono sulla linea di partenza. Si tratta di ex assessori della giunta Rucco: Matteo Tosetto da un lato e Marco Lunardi e Lucio Zoppello dall’altro.

Si tratta, come si vede di un panorama articolato che contribuirà a disperdere voti: difficilmente un candidato riuscirà ad avere il 50% più uno al primo turno. E la sfida si annuncia interessante perché un sondaggio dà Rucco in testa con il 50,5% e Possamai all’inseguimento con 49.5%. È vero che i sondaggi vanno presi con le pinze, perché un bel 35% di interpellati non si esprime, ma – sempre stando al sondaggio – oltre il 50% degli intervistati non approva la gestione del sindaco uscente.

Éstato approvato in commissione un emendamento alla legge di Bilancio firmato dalla deputata veneta Rachele Scarpa e dalle colleghe Madia, Gribaudo, Quartapelle che mantiene rendendolo strutturale il bonus per l’assistenza psicologica anche per il 2023 e il 2024 oltre ad alzare la soglia di contributo erogabile a 1500 euro dai precedenti 600.

“La conferma del bonus introdotto nella scorsa legislatura – commenta Scarpa - per merito del PD e oggi rifinanziato con uno stanziamento di 13 milioni complessivi sui prossimi

due anni è un segnale importante di riconoscimento dell’importanza del lavoro sul benessere psicologico, sebbene le risorse stanziate siano minori rispetto al 2022 e quindi serva continuare con grande decisione questa battaglia. Rimane una vergogna e un’odiosa discriminazione che ancora oggi milioni di persone, soprattutto giovani e giovanissimi, siano esclusi dall’accesso alle cure psicologiche per i costi delle stesse, del tutto al di fuori della loro portata. Superare questa enorme ingiustizia deve essere una delle principali lotte del Pd nei prossimi

anni. Le stesse numerosissime richieste per il bonus sono un segnale di urgenza: su quasi 400mila richieste ne sono state evase solo una su 10.”

“Questo – continua - è solo un primo passo, che oltre a dare un supporto concreto aiuta anche a scardinare un tabù che permane attorno al benessere psicologico: servirà continuare a lavorare per raggiungere obiettivi sistemici e duraturi che vadano la salute mentale pienamente riconosciuta in un’ottica universalistica di welfare. La mia generazione in particolare ha risentito in maniera devastante dell’e-

mergenza sanitaria, durante la quale sono diminuiti sensibilmente senso di libertà, voglia di fare, allegria, serenità, e aumentati vertiginosamente dei sentimenti di paura, solitudine, ansia, demotivazione e noia. Secondo l’Osservatorio Suicidi della Fondazione BRF, da gennaio ad agosto 2022 si contano 351 suicidi e 391 tentati suicidi registrati, con una grave incidenza tra i giovani. Non ce lo possiamo più permettere, e il governo e tutte le forze politiche hanno il dovere di lavorarci. Prometto il mio massimo impegno su questo fronte anche come promotrice

dell’intergruppo parlamentare sulla salute mentale che ha già raggiunto oltre 50 adesioni di colleghe e colleghi di ogni schieramento: presenterò un ordine del giorno alla legge di bilancio per impegnare ulteriormente il Governo a garantire un impegno strutturale sul tema, – conclude Scarpa - attraverso la creazione di una rete di prossimità territoriale di servizi di assistenza, l’incremento di personale strutturato nel SSN, la promozione di strumenti di supporto psicologico nelle carceri, la creazione di presidi di assistenza e supporto in scuole e università.”

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quello di Nicolò Rocco, consigliere comunale che poche settimane fa ha dichiarato la propria uscita dal Partito Democratico. Antonio Di Lorenzo
L’aiuto. Passa l’emendamento alla legge di bilancio firmato dalla deputata veneta Rachele Scarpa: “Il bonus psicologo riconosce l’urgenza di investire sulla salute mentale” Amministrative 2023. Gli schieramenti scaldano i motori in vista della campagna elettorale Conte cerca il bis, sulla sua strada De Nardi, Terzo Polo e 5Stelle E alla fine ne resteranno solo due
Treviso Qui Vicenza
Sono 49 i Comuni veneti chiamati al voto la prossima primavera, in una data non ancora stabilita, ma entro il 15 giugno. Il test più significativo sarà nei due capoluoghi di provincia, Treviso e Vicenza, dove già si sono già delineate le candidature a sindaco. Otto invece i Comuni sopra i 15 mila abitanti: Piove di Sacco (Padova), Adria (Rovigo), Vedelago (Treviso), Martellago e San Donà di Piave (Venezia), Bussolengo, Sona e Villafranca di Verona (Verona).
Qui

“Le strategie per far fronte agli aumenti”

Il caro energia continua a mettere in difficoltà famiglie e imprese in tutto il Veneto. I costi esorbitanti riportati in bolletta però incominciano a far crescere dubbi e preoccupazioni. Filippo Agostini, amministratore e socio fondatore di Antenore Energia, cerca di dissiparli.

“La parte più difficile da capire – spiega Agostini – è che ogni bolletta ha una variazione, nel senso che nell’ultimo anno e mezzo, oramai, il prezzo varia mensilmente con variazioni anche importanti. A parità di consumo certe volte si trova una bolletta raddoppiata. Questo crea una sorta di instabilità nel mercato e crea anche grande tensione”.

“Le misure studiate dal Governo sono efficaci in parte –continua l’amministratore di Antenore Energia –. Noi che siamo una piccola società e abbiamo circa 100mila utenze, riconosciamo che i bonus hanno calmierato molto le bollette, ma rimane fuori

una buona parte di famiglie e soprattutto le imprese. Le imprese hanno sì alcune agevolazioni, come il credito d’imposta, ma vanno a incidere molto poco. Ci troviamo bollette che sono quintuplicate, è un costo molto importante”.

“Le imprese in qualche modo hanno comunque digerito questo nuovo costo, ma bisogna lanciare un allarme, perché nel mese di dicembre le tariffe sono lentamente salite,

col silenzio assoluto o in parte dei media, ma soprattutto della Comunità Europea: in un anno e mezzo soluzioni non sono state trovate e quindi c’è un’aspettativa di crisi che potrebbe essere potenziale”.

“L’atteggiamento è comunque positivo – aggiunge Agostini –, perché le persone, una volta avuto lo shock all’inizio del 2022 per questo cambio tariffario, si sono organizzate e allineate. Noi avevamo pre-

visto consumi nel mese di ottobre pari a 4 milioni di metri cubi e le famiglie hanno consumato il 60% in meno, nel mese di novembre circa il 55% in meno, quindi hanno utilizzato l’energia in maniera più ottimale. La materia prima che avevamo prenotato è stata consumata al 50%, quindi c’è un segnale forte di presa di coscienza”.

“A contenere il caro bollette, sono cose banali – spiega Agostini –: proviamo a mettere 19 e a vestirci di più; se per cena siamo nella cucina abitabile e stiamo usando un po’ il forno o siamo a tavola, chiudiamo la porta, quell’ambiente tende a scaldarsi molto di più; per guardare la tv, mettiamo la copertina sul divano, e se si dorme la notte col piumone non servono 18 gradi in casa. Se ci sono luci in casa che lasciamo accese perché tanto dobbiamo tornare, spegniamole tutte. Cambiamo le lampadine con quelle a led. Un comportamento virtuoso doveva esserci anche prima,

ma adesso ancora di più. E forse ci servirà da lezione, anche perché abbiamo scoperto che l’energia non è infinita”.

E conclude: “Bisogna guardare al futuro, adeguarsi e organizzarsi. Noi continueremo a sostenere tutte le situazioni in cui lavoriamo proprio perché pensiamo che un futuro ci debba essere. Diverso, più faticoso, ma alla fine col lavoro si risolve tutto, anche la crisi economica”.

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Caro bollette. Filippo Agostini, Antenore Energia, risponde ai dubbi dei consumatori Filippo Agostini, amministratore e socio fondatore di Antenone Energia ASCOLTA QUI ZOOM, IL NUOVO PODCAST DI LA PIAZZA 24
“Famiglie e imprese hanno preso coscienza della situazione e si stanno organizzando anche con comportamenti virtuosi”

Un anno passato al fianco delle persone, delle comunità e del territorio

Un legame importante con il territorio e le comunità in cui l’azienda opera: è quello di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia che, anche per il 2022, nell’ambito delle sue attività di responsabilità sociale, ha scelto di promuovere e sostenere moltissime iniziative a sfondo sociale, per restituire alla collettività parte di quanto ricevuto. Un impegno concreto che la concessionaria del marchio Despar ha potuto portare avanti in Veneto, così come nelle altre quattro regioni in cui è presente, coinvolgendo costantemente i suoi clienti e collaboratori attraverso iniziative volte al miglioramento dell’ambiente, del territorio e della vita quotidiana. Nel solo 2022 in Veneto Aspiag Service ha destinato importanti risorse a supporto di raccolte fondi, donazioni, sponsorizzazioni sportive e culturali. Tra le iniziative più significative ci sono “Il mondo ha bisogno delle donne”, l’attività di charity che da otto anni consente di supportare progetti e associazioni che si occupano di diritti e benessere delle donne, oltre che di

lotta alla violenza di genere e che nel 2022 ha sostenuto la ISSA School (International School of Surgical Anatomy), associazione no profit creata dai medici del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (VR) per progetti di ricerca per la cura dell’endometriosi. Un’iniziativa particolarmente significativa è stata, inoltre, la collaborazione con le sette Questure del Veneto per sostenere alcune campagne informative e di sensibilizzazione su temi di grandi attualità come la violenza di genere, il bullismo e le truffe: i punti vendita del mar-

chio dell’abete sono diventati così degli amplificatori sui territori dei contenuti di queste campagne, confermando la volontà di Aspiag Service di essere un soggetto che concretamente si impegna per promuovere progetti di coesione sociale al fianco delle persone e delle istituzioni locali. Tante anche le iniziative benefiche promosse nel 2022 a sostegno delle persone bisognose che vivono situazioni di solitudine o di disagio economico: nel mese di dicembre Aspiag Service ha donato a sette associazioni ed enti caritativi del Veneto, una per ciascuna provincia della Regione, quasi 30 quintali di beni di

prima necessità alimentari e non, tra cui pasta, biscotti, caffè e detersivi. A beneficiare della donazione sono stati l’Emporio della solidarietà di Venezia, le Cucine Economiche Popolari di Padova gestite dalla Fondazione Nervo Pasini, la Caritas delle Diocesi di Vicenza, Verona e Treviso, il Convento Frati Minori Cappuccini di Rovigo, e il Convento dei Frati di Mussoi di Belluno. Aspiag Service è stata anche al fianco dei piccoli pazienti del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Padova, portando un sorriso e la magia delle feste di Natale fra i bambini ricoverati in pediatria con la donazione dei calendari dell’Avvento e di 50 calze in occasione della festa dell’Epifania. Non da ultimo, Aspiag Service è stata attiva nel campo delle sponsorizzazioni di iniziative e attività che caratterizzano il territorio in ambito culturale e sportivo, come Girovagarte e la Pink Run di Padova e ha partecipato attivamente al sostegno di medie e piccole realtà sportive locali, nella consapevolezza che lo sport e la cultura sono alcuni degli ambiti principali di aggregazione, formazione e crescita delle comunità.

Essere un’azienda socialmente responsabile significa anche investire in modo attento puntando su uno sviluppo sostenibile per far crescere il territorio e le sue persone, garantire un’occupazione stabile e tutelare l’ambiente e le peculiarità dei territori in cui l’azienda si inserisce. Ed è quello che Aspiag Service concretizza ogni giorno nella propria politica di sviluppo della rete vendita, scegliendo per le nuove aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse e progettando i nuovi punti vendita in un’ottica green da punto di vista della riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale; un impegno e un’attenzione che, anche per il 2022, hanno permesso ad Aspiag Service Despar di rinnovare la certificazione ambientale ISO 14001. Queste sono state anche le direttrici dello sviluppo dell’azienda in Veneto che,

nel corso del 2022, ha visto nelle diverse province della regione l’apertura di 8 nuovi punti vendita (6 diretti e 2 affiliati) e la ristrutturazione di 3 negozi (2 diretti e 1 affiliato). Uno sviluppo al quale ha corrisposto anche un incremento degli occupati in Veneto con 648 assunzioni nel solo 2022. Mettere al centro le persone è infatti una delle missioni dell’azienda che oggi vede una presenza femminile che supera il 65% e un turnover in uscita inferiore al 3%, come dimostrano anche le tante persone che ogni anno vengono premiate in occasione dei Giubilei, un omaggio ai dipendenti che hanno raggiunto i 15, 20, 25, 30, 35 e 40 anni di anzianità di servizio o sono andati in pensione. Altra direttrice fondamentale dello sviluppo sostenibile è la valorizzazione delle filiere e dei prodotti locali: per questo nel corso del 2022 Aspiag Service ha rinnovato la collaborazione con

la Regione del Veneto per promuovere i prodotti tipici certificati del Veneto e le filiere corte attraverso il marchio promozionale “The Land of Venice”, un modo concreto per sostenere l’economia del territorio, supportando i produttori locali, dando risalto ai loro prodotti tramite la promozione della catena Despar e garantendo ai clienti un prodotto a prezzo giusto e controllato.

Un 2023 ancora

all’insegna della responsabilità sociale d’impresa

Per Aspiag Service essere un punto di riferimento nel mercato della GDO significa garantire, da un lato, la solidità e la crescita dell’azienda e, dall’altro, fare business in modo sostenibile puntando sui valori di competenza, prossimità, inclusione e partecipazione che abbiamo scelto come punti cardine della nostra azione. Nel corso del 2022 sono state molteplici le iniziative che abbiamo promosso e sostenuto anche in Veneto e questo continuerà ad essere il nostro impegno anche per l’anno appena iniziato: proseguiremo il progetto al fianco delle sette Questure del Veneto per campagne di sensibilizzazione su grandi temi sociali, così come iniziative a sostegno di realtà sportive, enti caritativi e associazioni della regione. Continueranno anche le partnership con università ed enti di formazione che consideriamo fondamentali nel campo della ricerca di personale e del continuo aggiornamento delle competenze dei nostri collaboratori. Tutto questo senza dimenticare due importanti filoni che caratterizzano l’impegno sociale della nostra azienda: la lotta allo spreco alimentare, che vede Aspiag Service in prima linea da ormai vent’anni insieme a Fondazione Banco Alimentare e Last Minute Market e la promozione di stili di vita e abitudini alimentari salutari fin dai più piccoli, come testimonia “Le Buone Abitudini”, un programma di educazione alimentare gratuito che Aspiag Service dal 2006 offre gratuitamente nelle scuole primarie aderenti in Veneto così come e nelle altre regioni in cui l’azienda opera. Il nostro obiettivo è infatti quello di affermare sempre più il ruolo di attore non soltanto economico, ma anche sociale all’interno delle comunità in cui ci inseriamo, lavorando insieme alle istituzioni e alla rete sociale per creare legami sempre più forti e dare un supporto concreto alla crescita del territorio e del suo tessuto associativo, culturale e sportivo.

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Regione
Le iniziative. Anche in Veneto il supporto alla cultura e allo sport, alle raccolte fondi e donazioni di Giovanni Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto IL PUNTO Donazione all’Emporio della Solidarietà di Venezia
Sviluppo sostenibile e strategia di recupero delle aree urbane
Squadra del punto vendita Eurospar di Jesolo (apertura 2022)

Rimettersi in riga per smaltire il “peso” delle feste

Salute

Tornare in forma, bastano alcuni accorgimenti

Una sana alimentazione, alcune buone abitudini e un po’ di moto aiutano a “rimediare” agli eccessi delle feste

Sono

trascorse le festività natalizie e la bilancia, implacabile, ci mette di fronte a quei chili in più che abbiamo messo su nel mese di dicembre lasciandoci, inevitabilmente, tentare dalle invitanti leccornie di pranzi e cene, in genere più calorici e ricchi di grassi e zuccheri, delle feste. Se, quindi, non siamo riusciti a superare le feste senza appesantirci è ora il momento giusto per “rimetterci in riga” riprendendo le sane abitudini. A partire dalla spesa. Innanzitutto, è consigliabile evitare di acquistare per un po’ cibi golosi, come dolciumi e patatine, per allontanare le tentazioni e smettere di cedere ai peccati di gola. Dolciumi e altre golosità: si tratta di prodotti che vanno consumati con “parsimonia”, come una piacevole eccezione.

In caso di pranzi un po’ più impegnativi, per evitare gli eccessi di calorie, è opportuno ridurre il consumo di salse, antipasti e frutta secca. Così come bisogna fare attenzione agli stuzzichini che sono molto insidiosi: hanno molte calorie e grassi ma sono una vera tentazione e, poiché uno tira l’altro, può capitare di mangiarne in quantità elevate senza nemmeno rendersene conto.

Prosegue alla pag. seguente

GENNAIO 2023 on-line: /category/salute/

Salute

Il disagio della sfera emotiva e i giovani: l’esperienza dell’Unità funzionale distrettuale adolescenti dell’Ulss 2

Tornare in forma, bastano alcuni accorgimenti

È bene moderare anche il consumo di bibite zuccherate e alcolici.

Non è corretto, per smaltire le abbuffate delle feste, saltare i pasti nella speranza di compensare in questo modo gli eccessi. I digiuni non sono mai efficaci. Non trascurare l’attività fisica, nonostante la stagione fredda e le temperature che ci indurrebbero a stare a casa.

È invece importante continuare a tenersi in forma. Non è necessario esagerare: è sufficiente anche una passeggiata o un giro in bicicletta, nelle ore più calde della giornata. Possono essere utili per il nostro benessere psicofisico. L’attività fisica, oltre a mantenerci in forma, infatti aiuta anche a ridurre i disturbi dell’umore dovuti alle poche ore di luce durante la giornata e contribuisce, inoltre, a prevenire influenze e raffreddori.

Se le temperature sono proibitive per praticare attività fisica all’aperto, allora si può sempre decidere di cominciare a frequentare una palestra o iniziare a fare attività in casa. A partire dalle… scale. Salire e scendere le scale al posto dell’ascensore può essere già un buon inizio per fare un po’ di moto.

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di svolgere almeno mezz’ora di attività ogni giorno.

354 ragazzi, nel 15% dei casi con problemi di “isolamento sociale”, presi in carico dall’Unità funzionale distrettuale adolescenti (Ufda) dell’Ulss 2 Marca Trevigiana nei primi sei mesi di attività del Servizio. I giovani, di età compresa tra i 14 e i 24 anni, soprattutto ragazze, provenivano da tipologie familiari diverse e per la maggior parte si sono rivolti al Servizio in maniera spontanea. Sono i dati forniti a inizio gennaio dal direttore dell’Unità operativa Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori, Nicola Michieletto, presentando il bilancio dell’attività svolta da marzo a novembre 2022.

“L’Ufda rappresenta un Servizio sperimentale nel cui ambito adolescenti e giovani adulti che percepiscono un disagio della sfera emotiva e comportamentale e i loro genitori possono ricevere una consulenza e una presa in carico multidisciplinare psicologica-psicoterapica e psicoeducativa integrata - ha spiegato il dr Michieletto -. I ragazzi vengono presi in carico al massimo entro 12 giorni dal primo contatto che avviene tramite Cup dedicato. Al primo colloquio telefonico, durante il quale viene effettuato un triage, segue un intervento a breve termine (8 sedute che possono essere raddoppiate se necessario) costruito su misura per il ragazzo. Le principali problematiche riscontrate finora hanno ri-

guardato disturbi della sfera affettiva (problemi di comunicazione ambientale familiare distorta) e disturbi legati ad ansia e stress con o senza ritiro scolastico e sociale”.

Due ragazzi hanno voluto portare la loro testimonianza riguardo alla propria esperienza, per far sapere agli altri giovani che c’è un posto, l’Ufda, dove trovare sostegno e risposte alle proprie difficoltà: William e Alessandro, 22 anni il primo e 19 l’altro. “Quando abbiamo capito di avere dei disturbi d’ansia e di stress che non riuscivamo a gestire da soli, abbiamo deciso di chiedere aiuto proprio come quando per un malessere fisico ci si rivolge al medico di famiglia”.

“L’Ufda - ha commentato il direttore generale, Francesco Benazzi - aiuta a combattere l’isolamento che i giovani hanno dovuto subire a causa del difficile periodo della pandemia, che ha portato con sé un incremento del 30% dei disturbi nell’ambito della salute mentale”.

“Si tratta di un progetto particolarmente importante in un periodo, quello della pandemia, che ha lasciato conseguenze importanti, anche se non sempre immediatamente rilevabili, a livello psicologico nei nostri ragazzi - ha ricordato Roberto Rigoli, direttore dei Servizi Socio-Sanitari -. Il progetto è doppiamente importante perché coinvolge, oltre ai ragazzi, anche le famiglie”.

Salire e scendere le scale è un’attività che non richiede particolari accorgimenti o attrezzature, può essere praticata ovunque, anche in ufficio, dove di solito si trascorrono molte ore seduti, e contribuisce a mantenere in salute il nostro apparato cardiovascolare, migliorando la frequenza cardiaca e il consumo di ossigeno. Salire e scendere le scale negli Usa rappresenta l’ultima tendenza del fitness. Lo “stair climbing” è una vera e propria disciplina sportiva con tanto di federazione e campionato del mondo.

Il Ministero della salute ha predisposto un opuscolo informativo che promuove stili di vita più dinamici e salutari. E tra questi è vivamente consigliato l’uso delle scale per i suoi molteplici benefici. Un solo gesto infatti, si legge nell’opuscolo, contribuisce a migliorare l’umore, l’elasticità di arterie e vene, l’equilibrio e la coordinazione. Favorisce inoltre il buon funzionamento dell’intestino e migliora la massa ossea.

Per evitare una vita sedentaria basta adottare alcune sane abitudini. Ritagliarsi uno spazio di tempo per una camminata è una di queste. Non è necessario cercare percorsi ad hoc, può bastare già parcheggiare l’auto un po’ distante dalla nostra destinazione o scendere qualche fermata prima del bus e cominciare a percorrere la strada a piedi. Camminare, anche a un ritmo moderato, riduce inoltre lo stress e aiuta a rilassarsi mentalmente.

Ogni volta che prevale la pigrizia ricordiamoci, sollecita il Ministero della salute, che l’organismo umano non è nato per l’inattività.

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Un Servizio sperimentale rivolto ad adolescenti, giovani e ai loro genitori per una consulenza e una presa in carico multidisciplinare psicologica-psicoterapica e psicoeducativa integrata
Il punto nella Marca Trevigiana dopo i primi sei mesi di servizio

Ospedale “Immacolata Concezione” di Piove di Sacco. Il progetto finanziato dall’Associazione Assi Gulliver

Comunicazione aumentata alternativa per “Sorridere insieme” ai piccoli pazienti

Si chiama “Sorridere Insieme” il progetto che l’associazione Assi Gulliver, da sempre a fianco della ricerca e dell’innovazione scientifica, sta finanziando a favore della sezione pediatrica del reparto di Odontoiatria di Comunità dell’ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco. L’iniziativa mira a rendere il reparto, e l’ospedale più in generale, sempre più inclusivo con un percorso dedicato ai piccoli pazienti non verbali e alle loro famiglie utilizzando il sistema di Caa, la comunicazione aumentata alternativa.

“Questo progetto rappresenta una straordinaria occasione di crescita socio-sanitaria - commenta Claudio Gallo, direttore del reparto - sia professionale sia umana. Sono orgoglioso di sapere che saremo uno dei pochi e primi reparti di Odontoiatria che utilizzerà questa metodica in Italia e questo ci carica di una grande responsabilità e di conseguenti aspettative. Il percorso che inizia in queste settimane con i nostri piccoli pazienti e le loro famiglie potrebbe diventare nel futuro una metodica condivisa da moltissime strutture sanitarie a valenza pediatrica. La Caa di fatto ci permette di essere ancora più inclusivi nei confronti dei nostri piccoli pazienti speciali”.

Assi Gulliver è la prima associazione italiana che riunisce le famiglie dei

pazienti con sindromi di Sotos e di Malan. “Sorridere insieme” nasce dall’esperienza personale di Elisa Zigno, mamma di Giovanni, che è paziente all’Immacolata Concezione, e membro del consiglio direttivo proprio dell’associazione. La Caa è una pratica clinica che viene messa in campo in ambito pediatrico, riabilitativo ed educativo, per supportare i bambini che presentano difficoltà comunicative. È “aumentativa” perché ha lo scopo di potenziare la comunicazione e il linguaggio supportando tutte le potenzialità comunicative della persona, “alternativa” perché utilizza modalità alternative alla comunicazione tradizionale, avvalendosi di gesti, segni, ausili per la comunicazione e tecnologia avanzata.

“La nostra esperienza con la Caa inizia 3 anni fa - spiega proprio Elisa

Zigno nella doppia veste di mamma e portavoce di Assi Gulliver - quando iniziammo ad avere i primi approcci a questa metodologia di comunicazione. Giovanni aveva da poco compiuto 4 anni e nessun medico sapeva ancora dire se lui avrebbe parlato o meno. Noi genitori però sentivamo che lui aveva bisogno di comunicare. All’inizio non ci credevo viste le sue difficoltà di attenzione e cognitive, ma la prima volta che ha indicato la foto del suo biberon per chiedere di bere il latte ci siamo illuminati. Oggi Giovanni ha 7 anni e non parla, ma grazie alla Caa può chiedere e raccontare tante cose alle persone che fanno parte della sua vita. Sapere che in un ospedale e su una sedia di un reparto odontoiatrico possa sentirsi a suo agio mi riempie di gioia”.

La Medicina narrativa convince il piccolo Dominik a farsi curare il mal di denti

Nel reparto di Odontoiatria di comunità dell’ospedale Immacolata Concezione l’approccio offerto dalla Medicina narrativa aiuta sempre più i piccoli e fragili assistiti a sconfiggere la diffidenza, la paura e l’ansia per l’ambulatorio e le cure. L’ultimo a sperimentarne la bontà è stato Dominik, un bambino di 9 anni con un un disturbo dello spettro autistico ed un’estrema necessità di cure odontoiatriche. Ad incoraggiarlo ad entrare in ambulatorio odontoiatrico per risolvere il suo forte mal di denti sono arrivati tutti insieme i personaggi (interpretarti dai volontari dell’associazione Star Wars Universe di Adria) della sua saga cinema-

tografica preferita, quella di Star Wars appunto, che hanno pacificamente invaso, tra lo stupore generale di Dominik e degli altri bambini, il reparto.

“Ringrazio i nostri eroi, piccoli e grandi - ha detto la mamma di Dominik - questa iniziativa fa parte di un percorso di umanizzazione delle cure. Grazie a questo ospedale, agli medici, alle infermiere, agli igienisti dentali, agli operatori che sono tutti gentili e bravissimi, grazie davvero di cuore per

l’aiuto che ci date con i nostri bambini speciali”.

Attualmente sono 873 i bambini seguiti dall’Odontoiatria di comunità piovese (che vanta 21 anni di attività) diretta da Claudio Gallo. Piccoli pazienti con problematiche che spaziano dall’autismo a disturbi psicomotori o cognitivi, sindrome di down, malattie rare o paralisi cerebrali infantili. Il centro, oltre alle terapie ambulatoriali, effettua settimanalmente interventi chirurgici complessi in sedazione totale, ma organizza anche sedute di ambientamento ravvicinate per potere eseguire su bambini con disabilità cure odontoiatriche alla poltrona. (a.c.)

Consumo di alcol, meno è meglio. É lo slogan che l’Ulss 2 della Marca trevigiana ha promosso in queste settimane, anche attraverso la pagina Facebook dell’azienda sanitaria, nell’ambito di una campagna di comunicazione che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione.

L’alcol, si legge nell’infografica, è una sostanza ad altissimo impatto sociale ed è uno dei principali fattori di rischio di malattia, disabilità e mortalità prematura in Italia, in Europa e nel mondo. Nel nostro Paese meno della metà degli adulti tra i 18 e i 69 anni dichiara di non consumare bevande alcoliche e solo il 6% dei consumatori a “maggior rischio” riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno da un operatore sanitario.

Il consumo di alcol va dunque limitato. Come? Le indicazioni nazionali definiscono basso rischio il consumo di due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una per le donne. Va precisato che un’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol, l’equivalente di un bicchiere di vino, una lattina di birra o un aperitivo.

Oltre alla quantità è inoltre importante considerare come si consuma l’alcol.

É bene dunque, evitare di bere lontano dai pasti o in situazioni a rischio, come ad esempio prima di guidare.

In alcune condizioni, poi, l’assunzione raccomandata di alcol è pari a zero. Ad esempio, è sconsigliato che assumano alcol i giovani che hanno meno di 18 anni e le donne in gravidanza.

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Salute
Il reparto Odotoiatria di Comunità nella sezione pediatrica è uno dei primi e dei pochi in Italia ad utilizzare il sistema Caa per supportare i bambini che presentano difficoltà comunicative
Alcol, meno è meglio. Le indicazioni per limitare il consumo

Chirurgia del piede. Al Policlinico di Abano Terme una nuova tecnica operatoria

Un approccio personalizzato e in 3D per l’impianto di protesi alla caviglia

La metodica utilizzata al reparto di Ortopedia e Traumatologia si basa sulla pianificazione pre-intervento attraverso l’analisi delle immagini tridimensionali della tac, inviate negli Stati Uniti in un laboratorio a Memphis, nel Tennessee, specializzato nella realizzazione di guide per il taglio osseo “su misura”

Al Policlinico di Abano è stata introdotta una nuova tecnica operatoria per l’impianto di protesi totali di caviglia che prevede un approccio “personalizzato” e in 3D. É la prima del genere ad essere adottata in Europa ed è stata già impiegata per dieci pazienti. Questa novità va di pari passo con l’importante traguardo raggiunto dalla struttura sanitaria veneta, nella quale sono stati eseguiti 100 interventi di protesica di questa articolazione negli ultimi due anni. La casistica è tra le più ampie d’Italia.

La metodica utilizzata dall’unità funzionale di Chirurgia del Piede e della Caviglia del reparto di Ortopedia e Traumatologia si basa sulla preparazione di un’accurata pianificazione pre-intervento che utilizza le immagini tridimensionali della tac della caviglia da operare, inviate negli Stati Uniti in un laboratorio

a Memphis, nel Tennessee, specializzato nella realizzazione di guide per il taglio osseo “su misura”.

Questa tecnica innovativa, sviluppata da Stryker, è impiegata in caso di grave artrosi post-traumatica conseguente a pregresse fratture e nell’artrosi avanzata di caviglia, per le quali è indicato il posizionamento di una protesi totale.

Si tratta di patologie che causano molto dolore e limitano in maniera significativa la deambulazione, con conseguente zoppia, e lo svolgimento delle attività quotidiane. L’équipe, fondata dall’ortopedico Antonio Volpe, ora senior consultant della struttura, e gestita da Andrea Valcarenghi dal 2020, referente della chirurgia protesica, e composta anche da Marco Zamperetti, referente della chirurgia mininvasiva e artroscopica, ha fatto da apripista in Italia nell’utilizzo di questa

procedura in continua evoluzione.

L’articolazione

La caviglia è un’articolazione dalla biomeccanica particolare. Ha una superficie molto piccola, che subisce sollecitazioni importanti legate al carico che ciascuno di noi produce a ogni passo. Inoltre, a differenza delle articolazioni di ginocchio e anca che sono isolate, la caviglia è inserita in un contesto di collegamento tra gamba e piede, messi a loro volta in contatto dall’articolazione tibio-tarsica. Ecco perché programmare un intervento di protesi di caviglia non è così semplice e occorre mettere in conto una serie di fattori secondari all’assetto del piede o all’allineamento delle estremità di tibia e perone.

La pianificazione dell’intervento Dopo la valutazione clinica del paziente, si procede all’acquisizione di una tac tri-

dimensionale della caviglia e del ginocchio che permette una rilevazione precisa e accurata dell’arto e all’invio negli Stati Uniti. Una volta studiato accuratamente il caso, gli ingegneri del laboratorio americano progettano le guide che serviranno per il posizionamento della protesi. Solo a seguito dell’approvazione da parte del chirurgo ortopedico verrà avviata la produzione dei componenti “custom made”.

In sala operatoria, infine, si procede

all’intervento grazie all’utilizzo di un sistema di centraggio radiologico che permette un corretto posizionamento delle guide e di collocare la protesi così come è previsto dal modello virtuale.

“Con questa metodica, impiegata da professionisti con lunga esperienza - spiega il dottor Volpe - si limitano al massimo gli errori umani correlati al gesto chirurgico e si ottiene il miglior risparmio possibile di tessuto osseo”.

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Salute

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