Notiziario delle 8:30
11:30
Notiziario delle 17:30
Notiziario delle 18:30
ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto
Notiziario delle 8:30
11:30
Notiziario delle 17:30
Notiziario delle 18:30
ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto
Nessun
è
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
segue a pag 5
Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte
L’INFORMAZIONE LOCALE A PORTATA DI CLICK.
Scarica gratuitamente la nuova App del giornale più diffuso del Veneto.
l’informazione locale sempre con te!
Oltre 2.550.000
Creazione e gestione dei profili Facebook e Instagram del cliente, strategia di comunicazione digitale e organizzazione di campagne ADV sulle piattaforme social. Per le attività già in possesso dei profili social verrà effettuata una revisione degli stessi in un’ottica di miglioramento della brand awareness.
Servizio di comunicazione diretta one-to-one per messaggi immediati tra l’azienda e i suoi clienti attraverso un numero geolocalizzato appositamente creato per il servizio e tutelato dalle correnti normative per la privacy. Il numero, gestito attraverso una piattaforma di controllo, può spedire fino a 10.000 messaggi con pacchetti da 3,5 o 12 invii/anno a seconda delle esigenze. L’attivazione, l’invio e il monitoraggio del servizio è a carico degli sviluppatori di Give Emotions. Lo stile della comunicazione e le proposte da inviare saranno studiati dall’azienda cliente assieme alla strategist per massimizzare l’efficacia del servizio.
Creazione di siti web, dalla landing page al sito web strutturato, il tutto ottimizzato per la visualizzazione da cellulare e per i motori di ricerca.
Gestione del sito internet del cliente e della Cookie e Privacy policy
Verifica SSN con eventuale configurazione e aggiornamenti annuali. Proposta valida anche per domini già esistenti.
Premiato l’impegno di otto moglianesi nella cultura, nell’imprenditoria, nella politica, nel sociale e nello sport attraverso il conferimento delle Benemerenze Cittadine: ecco chi sono.
Per la cultura, il riconoscimento è andato a Elsa Caggiani, docente di materie letterarie e latino al Liceo Liceo Berto, Segretaria del Coordinamento delle APS della provincia di Treviso e membro del Consiglio Nazionale dell’Unitre. Per l’imprenditoria, premiata Eddi Brandolisio la cui attività, ereditata dai suoi genitori, è diventata parte integrante del tessuto economico moglianese e costituisce da oltre mezzo secolo un esempio di professionalità al femminile e di passione. In campo politico, riconosciuto l’impegno di Leonardo Muraro, che ha ricoperto nel tempo diverse cariche tra cui quella di assessore, vicepresidente e infine presidente vicario della Provincia di Treviso. Suor Immacolata Piras si è distinta in campo sociale: da 50 anni è insegnante nelle scuole d’infanzia paritarie ed èun punto di riferimento per le persone bisognose. Infine, per quanto riguarda lo sport, la scelta è caduta su Armando Buffon, ex portiere in varie squadre professionistiche che a Mogliano ha contribuito all’ istituzione di una scuola calcio giovanile per portieri. Menzione speciale per Silvestro Fiacchi che nel 1969 ha contribuito a scrivere la storia del Mogliano Veneto Rugby. Conferite anche due benemerenze “alla memoria” a Paolino Cappelletto, vicepresidente dell’associazione di Quartiere Ovest Ghetto e colonna storica del volontariato e a Gianfranco Vergani, dal 2007 appassionato direttore de “Il Nuovo Terraglio”. Complimenti!
Marika AndreoliÈ un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale:
redazione@givemotions.it< >www.lapiazzaweb.it<
Redazione:
Direttore responsabile
Nicola Stievano
>direttore@givemotions.it<
Redazione
>redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An)
Chiuso in redazione il 17 aprile 2023
Conferiti anche due riconoscimenti “alla memoria”
Tutto è iniziato con una nota ufficiale del Comune datata 27 marzo in cui si legge: “Giuliana Tochet si dimette per motivi personali dalla carica di assessore del Comune di Mogliano Veneto con delega alle Politiche Sociali, alle Politiche per la Famiglia, alle Pari Opportunità e ai Rapporti con l’Azienda Unità Locale Socio Sanitaria”. L’assessore, si legge ancora, “motiva la decisione con ragioni personali che le impediscono di proseguire il mandato politico-amministrativo”. E fin qui tutto bene.
Senonché, poche ore dopo, la stessa Tochet, intervistata telefonicamente da Antennatre, ha smentito la nota dichiarando di
Tochet come persona e come donna”.
Su tutte le furie anche il Pd di Mogliano Veneto: “L’obiettivo era quello di mettersi al riparo per le elezioni dell’anno prossimo e assicurarsi il sostegno di Fratelli d’Italia, per evitare le fibrillazioni interne che già in molti altri comuni della Marca hanno determinato la spaccatura del centrodestra. Con questa manovra cinica e politicista il sindaco si mostra in tutta la sua debolezza: si è fatto dettare la nomina dei suoi ultimi due assessori dalle segreterie dei partiti che tanto ripudiava, dai quali adesso dipenderà non solo il suo futuro politico, ma anche quello della città”.
essere stata forzata a dimettersi. Ad esprimere subito la propria vicinanza all’ex assessore, la consigliera di opposizione
Tiziana Baú: “Sottoporre alla propria assessora una lettera di dimissioni già pronta da firmare, e per di più durante il mese di marzo, dedicato alle donne con il Marzo in Rosa, mi spaventa. È la negazione di tutti i principi di parità di genere per cui trasversalmente si deve combattere. Pur restando su posizioni politiche diametralmente opposte, esprimiamo la nostra solidarietà a Giuliana
Intanto il primo aprile è stato nominato il nuovo assessore: si tratta di Francesca Caccin, imprenditrice trevigiana classe 1969, coniugata e madre di due figli. Caccin, da molti anni militante in Fratelli D’Italia, è stata candidata in varie competizioni elettorali. “Credo che la forza di una comunità si misuri soprattutto nella sua attenzione ai più deboli, perché il traguardo è più bello se nessuno resta indietro. Il mio contributo sarà sempre rivolto verso questa direzione” ha dichiarato l’assessorenel giorno della nomina.
“Sono certo che Francesca, con le sue capacità e la sua empatia, saprà portare un importante contributo e un nuovo impulso a quello che è uno dei settori strategici dell’amministrazione comunale” ha aggiunto il sindaco Davide Bortolato, dandole il benvenuto nella squadra.
Marika Andreoli“Il passo indietro dell’assessore Giuliana Tochet è stato obbligato da una motivazione chiara: la maggioranza non l’appoggiava più”. Questa la dichiarazione del sindaco Davide Bortolato al nostro mensile.
“L’assessore stesso – prosegue Bortolato – aveva comunicato più di due mesi fa alla Lista Civica che non intendeva più fare parte di quella forza politica, determinando così la fine del suo percorso amministrativo. È una delle regole fondamentali della politica che l’esecutivo debba essere supportato dalla maggioranza dei consiglieri comunali”.
Poi sulle dimissioni: “L’ex assessore Giuliana Tochet ha firmato di suo pugno le dimissioni con una scelta condivisa presa proprio per preservare la sua persona; avrei potuto tranquillamente revocare pubblicamente in modo plateale le deleghe a lei conferite, ma come in politica accade,
con eleganza, è sempre più opportuno che il passo indietro sia discreto. Tutto ciò concordato è stato poi da lei disatteso con una uscita rumorosa e polemica”.
“Resta comunque lodevole l’impegno e la dedizione che Giuliana ha messo in questi quattro anni nello svolgimento del suo mandato amministrativo importante e delicato” aggiunge il sindaco.
“Le dimissioni dell’assessore Tochet hanno creato l’occasione di far entrare in Giunta Francesca Caccin assessore in quota Fratelli d’Italia con deleghe alle politiche sociali, alle politiche per la famiglia, alle pari opportunità e ai rapporti con la Ulss.La compagine del 2019 viene confermata, con l’ingresso del consigliere comunale Martino Michielan nelle fila di Fratelli d’Italia, a sostegno del neo assessore Caccin” conclude Bortolato. (m.a.)
“Tochet non era più appoggiata dalla maggioranza”
L’ex assessora, in un’intervista, ha smentito la nota dichiarando di essere stata forzata a dimettersi
Scuola. I lavori, iniziati lo scorso maggio e finanziati dalla Provincia, sono costati 1.179.558 euro
Un intero piano completamente nuovo e sopraelevato rispetto alla precedente ala per una scuola che guarda al futuro. Nelle scorse settimane sono stati inaugurati i nuovi spazi del liceo Berto di Mogliano Veneto che, grazie a 1.179.558 euro finanziati con fondi covid-19 e della Provincia di Treviso, si è completamente rifatto il look.
Non si tratta però del primo intervento: già nel 2016 la provincia di Treviso aveva sostenuto i costi di un ampliamento del liceoper rispondere alla necessità di un maggior numero di aule per accogliere studentesse e studenti. Nel dettaglio, i lavori di ampliamento hanno riguardato la modifica delle aule al secondo piano dell’edificio principale, in modo da collegarle correttamente con la nuova area realizzata, la creazione di una stanza destinata agli impianti e al deposito, la realizzazione del nuovo piano
sopraelevato, per il quale sono stati costruiti un nuovo solaio e la relativa copertura, aule ottimizzate per la didattica, i controsoffitti, gli impianti a servizio delle aule, serramenti e frangisole. Per garantire la massima sicurezza è stata predisposta anche una nuova scala di emergenza, tra il corpo originale della scuola e la parte ampliata. Sono stati riqualificati, inoltre, i servizi igienico-sanitari del secondo piano dell’edificio principale per adeguarli al nuovo carico strutturale determinato dalle nuove aule realizzate. Infine, nell’ambito del contratto di Global Service della Provincia, è stato installato un impianto fotovoltaico da 37.5 kW, sostituite 381 lampade tradizionali con nuove lampade a led negli spazi del Liceo e 40 in palestra.
Tanta la soddisfazione del presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon: “Sentire il
discorso di ringraziamento per quanto realizzato dalla Provincia da parte degli studenti del liceo è stato il momento che mi ha reso più orgoglioso come amministratore locale, perché il nostro obiettivo, con gli interventi di miglioramento nelle scuole superiori, è sempre quello di favorire il benessere di studentesse, studenti, famiglie e docenti”. “Il
Berto è un punto di riferimento per la formazione dei nostri giovani”, ha quindi sottolineato il sindaco di Mogliano Davide Bortolato ringraziando la Provincia. “Questo liceo è oggi una scuola inclusiva, accogliente, partecipata, in cui studentesse e studenti possono non solo seguire un percorso formativo, di crescita relazionale e personale
ma anche realizzare progetti innovativi di cui abbiamo voluto dare un assaggio” ha concluso Maria Francesca Dileo, dirigente scolastica.Presente al taglio del nastro anche la coordinatrice dei dirigenti tecnici corpo ispettivo dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto, Laura Donà.
Le iniziative. Due le proposte a Mogliano per l’estate dei più piccoli
L’ estate è sempre più vicina e, con la fine della scuola, si apre per bambini e ragazzi la possibilità di vivere l’esperienza dei centri estivi. Due le proposte a Mogliano: “Sgatto e il giardino di Sé” dal 3 luglio al 18 agosto (per i bambini della scuola dell’Infanzia J. Piaget) e dal 19 giugno al 18 agosto ( per i piccoli studenti della Primaria Olme) e “Aspettando la scuola. #Nonsolocompiti” dal 21 agosto all’1 settembre (per i bambini di entrambe le scuole). I centri estivi saranno dal lunedì al venerdì con la possibilità di iscrivere i propri figli al tempo ridotto (dalle 7.30 alle 13.00) o al tempo pieno (dalle 7.30 alle 17.30). I ragazzi della scuola secondaria di primo grado, si legge nella locandina pubblicata sul sito del Comune, possono iscriversi in qualità di aiuto-animatore, previo accordo con la coordinatrice. “Sgatto e il giardino di Sé” è un viaggio per scoprire “i magici super poteri che sono dentro ognuno di noi, imparando come trovare e coltivare i semi che possediamo e che ci rendono unici. Perché… c’è un giardino in ogni bambino!”, mentre “Aspettando la scuola. #Nonsolocompiti” è una proposta formativa, educativa e ludica che conclude l’estate integrando giochi, balli e laboratori a momenti di apprendimento e redazione dei
compiti per le vacanze, per prepararsi al rientro a scuola. Per quanto riguarda le tariffe settimanali, sono rimaste invariate: per i residenti 36,75 euro per il tempo ridotto e 68,25 + 26,80 (pasti) per il tempo pieno; per i non residenti 46,41 euro per il tempo ridotto e 82,43 + 26,80 (pasti) per il tempo pieno. Le iscrizioni, aperte dal 15 aprile, si effettuano esclusivamente online sul sito www.cooperativacomunica.org, alla pagina dedicata al centro estivo del Comune di Mogliano Veneto. Sarà tuttavia possibile assicurarsi un posto fino al mercoledì precedente alla settimana desiderata, entro le 12. Per iscriversi è necessario avere a portata
Saranno dal lunedì al venerdì con la possibilità di iscrivere i propri figli al tempo ridotto o al tempo pieno
di mano: il numero del documento d’identità dei genitori e di eventuali delegati;eventuali certificazioni di allergie/intolleranze e la contabile di pagamento che va effettuato tramite bonifico bancario (iban: IT29 Z 08356 62020 0000 0000 2039 - Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e Monsile; intestatario: Comunica Società Cooperativa Sociale Onlus; causale: centri estivi Mogliano Veneto, nome cognome del bambino, numero settimane). L’iscrizione va effettuata entro le 24 ore successive al bonifico perpermettere le operazioni amministrative.
C’è anche una moglianese tra le premiate nel concorso nazionale di bellezza e simpatia “Miss Mamma Italiana 2023”, che nelle scorse settimane ha fatto tappa a Montegrotto Terme. La competizione, giunta quest’anno alla sua 30esima edizione, è riservata a tutte le mamme aventi un’età tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni. A Montegrotto Terme, nella cornice di “Villa Draghi”, si è svolta una delle selezioni utili per essere incoronata “Miss Mamma Italiana 2023”. Le Mamme in gara prima sono scese in passerella in abiti eleganti e poi si sono cimentate in prove di abilità che rappresentassero al meglio la loro personalità.Nella categoria “Gold” (dai
46 ai 55 anni), si è distinta Claudia Zavattin di Mogliano Veneto, 46 anni, educatrice, mamma di Amalia e Gemma, di 11 ed 8 anni. A lei la fascia “Miss Mamma Italiana Gold Sprint”. La vincitrice della selezione è invece Vanessa Giraudo, 31 anni, impiegata di Castelfranco Veneto. Il concorso, va sottolineato, non solo è un modo ironico per mettersi in gioco, ma è anche
un’occasione per fare del bene: “Miss Mamma Italiana” sostiene infatti “Arianne”, associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia progressiva ed invalidante ma ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce quasi 4 milioni di donne fin dall’adolescenza. Per questo a Claudia e a tutte le partecipanti vanno i nostri “doppi” complimenti. (m.a.)
Dopo il percorso avviato con l’affidamento del progetto di fattibilità, prende corpo e forma concreta l’immagine del rimboschimento del Terraglio a Preganziol. A dare notizia del progetto, che costerebbe attorno ai 170mila euro, per mettere a dimora 155 nuove piante, è il sindaco, Paolo Galeano.
“Consapevole della loro importanza e degli effetti benefici per la qualità della vita di un territorio, l’amministrazione comunale ha intrapreso da anni un percorso per la messa a dimora, diffusa e consistente, di alberi e nuove piante nel territorio comunale, tanto su aree pubbliche quanto favorendo l’iniziativa anche su aree private (l’adesione al progetto “Ridiamo un sorriso alla pianura padana” va proprio in tal senso) – spiega il primo cittadino -: i numeri parlano chiaro e, infatti, solo nel 2021 sono stati oltre 500 i nuovi alberi o alberelli piantati all’interno del territorio comunale”.
“Questo asse viario ha subito negli anni, gradualmente, un processo di impoverimento del suo patrimonio arboreo tanto che oggi solo alcuni tratti conservano l’aspetto storico che le alberature conferivano a quello che era un tempo un vero e proprio “viale” – continua Galeano -. Anas e Sovrintendenza, incontrati dall’Amministrazione nei mesi apssati, vedono con favore questa iniziativa”.
“Vista la chiara valenza sovracomunale di ogni attività di rimboschimento e ripopolamento del patrimonio arboreo, l’Amministrazione sta provando a ottenere il finanziamento necessario alla realizzazione dell’intervento proprio grazie ad una delle linee di finanziamento previste nell’Area Urbana Treviso – afferma il sindaco -. Il Comune di Preganziol continua così nell’attività di arricchimento del bilancio arboreo del Comune, che in questi anni ha visto un forte potenziamento”.
I numeri di Preganziol, poi, parlano chiaro. Sono ben 422 gli alberi, arbusti o infestanti abbattuti dal 2015 al 2022 a seguito delle risultanze delle analisi dei professionisti e 1796 gli alberi nuovi messi a dimora o consegnati alle famiglie nell’ambi-
to dei vari progetti (alberi per nuovi nati, “ridiamo un sorriso alla pianura padana”, etc.) nello stesso periodo.
“Emerge quindi un saldo arboreo (differenza fra nuovi impianti e abbattimenti), nel periodo analizzato, pari a 1374 nuove piante – spiega Galeano -, con un rapporto di 1,44 alberi ogni nuovo mato a Preganziol (i nuovi nati nello stesso arco temporale sono 955)”.
“La valenza di questa azione è
duplice – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Riccardo Bovo -: da un lato si contribuisce ad aumentare il patrimonio arboreo nel comune, con tutti i benefici che ciò comporta in termini di qualità della vita; dall’altro, ancor prima, c’è l’intento di riconferire all’asse viario – vera e propria croce e delizia del nostro comune – il suo storico e identitario aspetto di viale alberato”.
Gaia ZuccolottoPreganziol potrà contare d’ora in poi in un nuovo spazio di aggregazione, a disposizione dei giovani. Ha infatti preso il via presso la sala polivalente situata in prossimità della scuola media, di fronte alle Poste, il nuovo Centro aggregativo, uno spazio che potrà essere fruito dai ragazzi dagli 11 ai 15 anni del territorio comunale preganziolese.
Il progetto ha l’obiettivo di offrire ai ragazzi un luogo sicuro e accogliente dove trascorrere del tempo libero, sviluppare le proprie passioni e favorire la loro crescita personale accompagnati da educatori professionisti della Cooperativa sociale onlus Itaca. Si tratta dunque di un posto dove incontrarsi, giocare, creare, parlare. L’attività del nuovo Centro aggregativo sarà aperta il venerdì pomeriggio dalle 14:30 alle 16:30, ma per chi volesse fermarsi direttamente dopo la scuola sarà garantita la presenza di un operatore dalle 13:50. Lo spazio sarà aperto ad un numero massimo di 15 persone per venerdì, previa comunicazione di presenza, entro le ore 12 del giovedì, e compilazione del modulo di iscrizione da richiedere tramite il numero Whatsapp appositamente dedicato: 3371554009. (g.z.)
Scarica gratuitamente la nuova App del giornale più diffuso del Veneto.
Un nuovo spazio aggregativo per tutti i giovani
Un presidio per dire unitamente no a tutte le mafie. È quello che si è svolto in piazza Garibaldi a Eraclea lo scorso 27 marzo e a cui hanno aderito tutti i 111 Comuni veneti soci di Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, tra cui anche Preganziol. Il sindaco Paolo Galeano, coordinatore regionale di Avviso Pubblico, ha infatti presenziato all’evento in rappresentanza dell’associazione.
“Abbiamo partecipato alla manifestazione – spiega il primo cittadino – per lo stesso motivo per cui i nostri comuni hanno scelto di aderire all’associazione, ovvero perchè siamo consapevoli che la rete e l’organizzazione sono la forza delle mafie: come possiamo noi pensare di contrastarle proficuamente se non attraverso una rete, che deve essere ancora più forte e
organizzata, che lavori quotidianamente per costruire l’antimafia sociale?”.
“I dati che descrivono la penetrazione dell’attività mafiosa in Veneto ed in Italia fanno destare grande preoccupazione – continua Galeano – e confermano la stato di vero radicamento, e non
“Circa 8000 aziende, metà delle quali nel nord Italia, è legata in qualche modo a una persona coinvolta in un’inchiesta di mafia”
più solo di infiltrazione, delle mafie nel nostro tessuto socioeconomico”.
“Il Gruppo di Ricerca dell’Università degli Studi di PadovaDipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, coordinato dal professor Parbonetti, espone
dati allarmanti a riguardo – aggiunge il sindaco di Preganziol –: circa 8000 aziende (ovvero circa il 6/7% delle società di capitali), metà delle quali nel nord Italia, è legata in qualche modo a una persona coinvolta in un’inchiesta di mafia. Con ciò
L’Aido di Preganziol compie 45 anni e fa la storia. Nata soltanto 5 anni dopo rispetto alla fondazione dell’associazione nazionale, raggiunge in questo 2023 un traguardo importantissimo “considerato che tale percorso è fondato esclusivamente sul puro volontariato”, come ricorda il sindaco Paolo Galeano in un post su Facebook.
Si è svolta dunque lo scorso 27 marzo la celebrazione ufficiale di questo anniversario, con una parata che ha visto gli stendardi bianchi e rossi sfilare per Preganziol.
L’associazione Aido nasce a livello nazionale nel 1973,come ente impegnato nella diffusione della cultura della donazione di organi, tessuti
e cellule, con campagne di sensibilizzazione e informazione su tutto il territorio italiano.
“A livello locale rappresenta un esempio di dedizione e dono nei confronti della nostra comunità, con un impegno costante verso la condivisione e la vita delle persone”, precisa il primo cittadino, che non dimentica di promuovere l’operato dell’associazione: “Un ringraziamento ai volontari di Preganziol e un invito aperto a tutta la cittadinanza ad informarsi sull’adesione”. Per accedere all’attività dell’associazione è infatti possibile consultare il sito web www.aido. it. Alla pagina aido.it/iscriviti-allaido/ è invece possibile procedere all’iscrizione, effettuabile tramite l’accesso con credenziali Spid. (g.z.)
non vogliamo certo dire che il nostro Veneto sia terra di mafia, ma è altrettanto vero e inconfutabile come esso sia terra dove le mafie sono ormai radicate”.
“È dunque una situazione che riguarda tutti noi e i nostri giovani – afferma Galeano –, che
inquina gravemente l’economia, la regolare dinamica dei rapporti economico/produttivi, che alimenta l’evasione fiscale; che riguarda, quindi, la libertà e la vita di tutti noi, oggi e domani”.
“La lotta alla mafia passa sicuramente dalle aule dei tribunali e dalle decisioni della magistratura, ma se vogliamo eradicare davvero il fenomeno mafioso non possiamo che far crescere la cultura in ognuno di noi che fa dell’antimafia sociale, dell’amore per la cosa pubblica e della gestione pulita delle risorse che muovono le nostre comunità, il pilastro fondamentale senza il quale non c’è un futuro libero e giusto per ognuno di noi – conclude – e noi, su questa battaglia, vogliamo mettere la faccia ed essere in prima linea”.
Gaia ZuccolottoLa storia. Dopo le scritte ingiuriose comparse in città, i ragazzi hanno ridipinto i muri incriminati
Un atto vandalico, un gesto di profonda inciviltà proveniente da lontano, da chi non ci si aspetta. Di storie così, se ne sente parlare ogni tanto e i colpevoli sono quasi sempre dei giovani. Giovani che, invece, nella vicenda di Preganziol hanno dimostrato di poter dare grandi lezioni di civiltà e di essere baluardo dell’impegno civico e del rispetto. Tutto è iniziato a fine marzo: in più luoghi del centro compaiono scritte ingiuriose, persino sulla chiesa. Vernice nera sui muri di Preganziol. Una ragazza finisce sotto ai riflettori contro la propria volontà: il suo nome, il suo cognome, il suo indirizzo, seguiti da pesanti insulti a sfondo sessuale, ricoprono la chiesa parrocchiale, il sottopasso ferroviario, l’ingresso alle piscine in via Manzoni e uno scuolabus. Sembra una ragazzata. E invece l’autore è un
ultrasessantenne, identificato dalla polizia locale la mattina successiva, grazie al sistema di videosorveglianza comunale, e prontamente denunciato per imbrattamento e danneggiamento.
Ed è qui che crollano i pregiudizi, perché i ragazzi di Preganziol in questa storia si trovano dalla parte opposta del racconto: l’amministrazione si è subito mobilitata per affidare l’incarico di cancellare le scritte ingiuriose e parallelamente alcuni cittadini si sono mossi velocemente nel loro piccolo per coprirle non appena sono comparse; ma sono stati i ragazzi del Gruppo giovani ad offrirsi apertamente per rimediare ai danni compiuti da chi di anni ne ha molti più di loro, ma ha molto meno senso civico: armati di vernice e pennello, hanno ritinteggiato di bianco il muro del sottopasso incrimi-
nato e ripulito la parete della stazione. “I giovani non accettano lo stigma che generalizza e giudica tutti come buoni a nulla disagiati – è il commento del sindaco –. Il gesto assume un valore simbolico incredibile, la migliore risposta alle polemiche e all’inciviltà”.
“Questo non ci fa abbassare la
guardia nei confronti dei disagi – aggiunge il sindaco –. L’amministrazione sta da tempo costruendo una rete di persone con relazioni e competenze che possa andare al di là dei singoli mandati amministrativi, per rimanere così una grande ricchezza stabile e strutturale all’interno della nostra città”.
Nel frattempo, però, il Comune di Preganziol non è solo in questa sfida: può contare sui propri ragazzi, la Preganziol del futuro, perché a volte anche chi è abituato a imparare dietro a un banco di scuola, può dare grandi lezioni di vita.
Servizi. L’obiettivo è coinvolgere in modo diretto persone, gruppi, associazioni e cooperative
Si chiama “Comunità di prossimità”. È il progetto approvato dalla giunta del sindaco
Luca Durighetto per rafforzare gli interventi nell’ambito del sociale a Zero Branco, coinvolgendo in modo diretto persone, gruppi, associazioni e cooperative con base nello stesso paese o con servizi attivi nel territorio. Insomma, obiettivo unire le forze. Oggi più che mai. Il tutto tenendo come riferimento la salute della collettività come da definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità: “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
“Il progetto – spiegano dalla stessa giunta – prevede una serie di azioni e interventi che mettono in comunicazione in modo strategico e mirato la disponibilità e l’attività di persone, associazioni, cooperative del territorio che agiscono con un fine comune, orientando il proprio agire in una prospettiva e metodologia di collaborazione, reciprocità, promuovendo una cultura di prossimità nel territorio”.
Cosa si intende per prossimità?
La risposta arriva direttamente dal municipio. “Non è da tradursi con mero desiderio di assistenzialismo, bensì come possibilità di coltivare quotidianamente relazioni di qualità diverse: sociali, affettive, lavorative, di mutualità o di vicinato – si legge nel proget-
to – cioè la disponibilità a sentire come propri i bisogni di chi è accanto, mettendo in campo possibili risposte e azioni, considerando come queste possano essere diffuse, fino a trasformarsi in impegno attivo e quotidiano. Il movimento si attua a partire da coloro che esprimono un bisogno, in modo che essi stessi possano diventare, almeno in parte, produttori di risposte e azioni”.
Alcuni interventi sono già partiti. E’ il caso del progetto Filodiretto, avviato attraverso una rete di servizi sia formali che informali per intercettare situazioni di fragilità offrendo supporto e consulenza sul piano psicologico. Nell’ambito del monitoraggio, poi, è nato il progetto sperimentale per l’istituzione di un
Durighetto: “L’iniziativa prevede una serie di azioni e interventi che mettono in comunicazione in modo strategico e mirato la disponibilità e l’attività di persone, associazioni, cooperative del territorio che agiscono con un fine comune”
albo comunale Baby-sitter. Così come il progetto Papu per l’accoglienza della popolazione ucraina, che ha visto la collaborazione di associazioni e cittadini per rispondere alle esigenze delle persone fuggite dalla guerra. L’ultimo passo, almeno per ora, ha riguardato la diffusione del questionario “Come promuovere insieme le pari opportunità?”. Quest’ultimo è stato pensato per coinvolgere tutti i cittadini. “Con l’obiettivo di favorire la partecipazione ad attività e iniziative – concludono dal municipio – ed eventualmente avviare un gruppo di persone da coinvolgere nelle attività legate alla commissione intercomunale Pari opportunità”.
Via libera alla richiesta dei voucher per la frequenza dei servizi dedicati alla prima infanzia. Il Comune di Zero Branco ha pubblicato l’avviso relativo all’attività sviluppata con il contributo della Regione: le domande vanno presentate entro il 15 maggio. Toccherà allo stesso Comune di Zero Branco prevedere eventuali controlli a campione per verificare la correttezza dei dati inseriti nelle autodichiarazioni.
Il valore dei voucher in questione va da un minimo di 400 euro a un massimo di 800 euro per ogni bambino fino ai 3 anni che frequenta servizi per la prima infanzia nel territorio, riconosciuti dalla Regione. Ver-
Partecipa al contest fotografico fino al 30.06 e vinci favolosi premi per i tuoi fedeli amici
ranno assegnati fino all’esaurimento del fondo complessivo, pari a quasi 383mila euro, stanziato per l’area dell’Ambito territoriale sociale (Ats) che fa riferimento a Treviso. I singoli importi saranno calcolati in base al cosiddetto Fattore famiglia. Un esempio? Il contributo da 400 euro viene corrisposto a fronte di redditi con un valore Isee fino a 15mila euro. Mentre per il contributo da 800 euro il valore Isee massimo, sempre relativo ai redditi, è fissato in 3mila euro. La domanda per poter usufruire dei voucher può essere presentata dalle persone residenti che convivono con un bambino che tra il primo settembre del 2022 e il 31 agosto
del 2023 avrà frequentato per almeno due mesi i servizi educativi del territorio dedicati alla prima infanzia. (m.f.)
Ben 71 colture alimentari su 100 si riproducono grazie agli insetti. La maggior parte sono api. Eppure questo speciale e importante insetto è in costante diminuzione: i primi segni del gravoso calo della specie risalgono ancora al 1993. A causare questo fenomeno, sono stati anzitutto fattori biologici (nello specifico, la comparsa di un acaro in grado di uccidere le api, spopolando così gli alveari), ma anche antropici, quali il ricorso ad alcuni pesticidi, pericolosi per la salute di queste piccole creature. L’aumento della popolazione umana, a cui è correlato un aumento della cementificazione, non ha aiutato: deforestazioni e smog hanno ridotto drasticamente il numero di api in circolazione. Fortunatamente, non è ancora troppo tardi per porre rimedio e invertire la tendenza.
Alcuni Comuni, più di altri, hanno dimostrato di avere a cuore il benessere della natura, dando il via a numerose iniziative volte al ripopolamento dei propri ecosistemi. Tra questi, anche il
Comune di Zero Branco.
Si è svolta infatti all’inizio di aprile la tre giorni dedicata alla semina di piante, fiori ed erbe “amiche delle api”, un’iniziativa che dato modo di provare la grande sensibilità del Comune di Zero Branco verso i temi del rispetto e della cura per l’ambiente e il territorio.
A partecipare con grande impegno al progetto, i bambini delle tre Scuole dell’Infanzia di Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara.
L’iniziativa è stata voluta dall’amministrazione comunale all’interno delle progettualità di “Zero Branco Comune Amico delle api”, che ha visto e vedrà organizzare altre proposte di carattere informativo e di sensibilizzazione per la cittadinanza, anche in collaborazione con alcune realtà del territorio.
La semina, alla presenza del primo cittadino zerotino, Luca
Durighetto, e dell’assessore alla Scuola, Nicole Cazzaro, è avvenuta all’interno del Bosco urbano del Villaggio Alpini per i giovani alunni della Scuola dell’Infanzia “Monumento ai Caduti” di Zero Branco, mentre all’interno dei rispettivi giardini per i bambini delle Scuole dell’Infanzia “Gesù Bambino” di Sant’Alberto e “Statale” di Scandolara.
Gaia ZuccolottoUn incontro al Comisso per conoscere meglio gli alberi della pianura veneta
E l’attenzione del Comune di Zero Branco all’ambiente passa anche attraverso i libri. Si svolgerà infatti il prossimo venerdì 12 maggio 2023 alle ore 21 presso l’Auditorium del teatro Comisso di Zero Branco la presentazione del libro “Alberi della pianura veneto friulana” a cura dello scrittore e naturalista Michele Zanetti, edito per Adle Editore.
Le pianure del Veneto e del Friuli, infatti, rappresentano una sola entità geografica. La loro dotazione arborea è pertanto omogenea, in ragione di caratteri ambientali del tutto simili. D’altra parte, l’azione dell’uomo ne ha trasformato e arricchito notevolmente il patrimonio arboreo, sia in ambito forestale, che agrario e urbano. Il libro si propone dunque come strumento di conoscenza del patrimonio vegetale presente nell’area venetofriulana.
Michele Zanetti è un’appassionato naturalista, ha dedicato il proprio tempo libero alla ricerca d’ambiente, con particolare riferimento alla pianura veneta orientale. Ha collaborato e collabora con riviste locali e nazionali relative all’ambiente. Ha progettato e realizzato mostre documentarie e fotografiche su argomenti di carattere ambientale e naturalistico. Socio fondatore dell’Associazione Nazionale Sandonatese nel 1974, ne é attualmente presidente. (g.z.)
Semi alla mano, i bambini delle scuole dell’infanzia al lavoro per aiutare i piccoli insetti
Tra Quinto, Zero Branco e Mogliano mancano quasi 20 medici di famiglia titolari. A fronte della sempre più pesante carenza di camici bianchi, si va avanti con sostituzioni, dottori che scelgono di seguire più di 1.500 pazienti, incarichi provvisori, attività assegnate a specializzandi e, in qualche situazione, anche con cittadini costretti a macinare diversi chilometri per raggiungere il proprio ambulatorio di riferimento.
I numeri sono contenuti nella nuova ricognizione fatta dall’Usl della Marca per chiedere alla Regione la pubblicazione degli incarichi vacanti. Quinto, nello specifico, rientra nell’ambito territoriale che comprende anche i comuni di Paese, Ponzano, Istrana e Morgano. Solo in quest’area servirebbero 7 medici di famiglia a cui affidare un incarico stabile. E di conseguenza per il momento si è costretti ad adottare soluzioni alternative.
Nel frattempo non ci sono persone senza dottore di base, meglio sottolinearlo. Ad oggi Quinto può contare su 6 medici di famiglia negli studi tra via Ciardi, via Contea e via Monsignor Tognana a Santa Cristina. Più una pediatra. Ma le difficoltà rimangono. Discorso simile per Zero Branco e Mogliano. Nell’ambito che abbraccia anche i comuni di Preganziol, Casale e Casier mancano addirittura 10 medici di famiglia titolari. E pure qui non resta che provare a tamponare i buchi in attesa di tempi migliori. A Zero Branco, nel dettaglio, oggi sono in servizio 7 medici di famiglia e un pediatra. Nell’intera provincia di Treviso mancano 155 medici di famiglia titolari. E oltre il 10% dei posti vacanti si trova proprio nel territorio tra Quinto, Zero Branco e Mogliano.
“Il problema della carenza di medici di medicina generale nasce dall’errata programmazione che c’è stata a livello nazionale – mette in chiaro Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – adesso sono state aumentate le borse per la specializzazione. E alla fine del 2024 torneremo a contare su un numero di medici sufficiente per coprire al meglio anche il servizio territoriale”.
Insomma, bisogna avere pazienza. I medici, però, non nascon-
dono le difficoltà. Lo Snami di Treviso, in particolare, sindacato autonomo dei medici che nella Marca conta qualcosa come 200 iscritti, nel mese di aprile ha già effettuato alcuni giorno di sciopero (per il momento al massimo due giorni di fila).
“Non è possibile continuare in queste condizioni – evidenzia Salvatore Cauchi, segretario provinciale e regionale dello Snami – si arriva ad avere anche più di 1.800
assistiti, con carichi di burocrazia enormi. Oggi un giovane medico su 3 lascia la medicina di base nel giro di pochi mesi perché si ritrova ad avere subito più di 1.000 pazienti. Le cose devono cambiare”. La Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, l’altro sindacato, attualmente maggioritario, non ha ancora proclamato scioperi. Ma è a sua volta sul piede di guerra.
Mauro FavaroSi gettano le basi per l’organizzazione dei centri sportivi per la prossima estate. La giunta del sindaco Stefania Sartori ha accolto la domanda arrivata dall’associazione Sportivamente di Quinto. Il Comune, oltre ad assicurare il patrocinio, ha concesso l’uso della palestra della scuola media Ciardi, con i relativi impianti, dal 26 giugno al 28 luglio. Sul piano economico, è stata definita una tariffa per l’associazione pari a 10 euro al giorno. Per un totale complessivo di 305 euro, compresa l’Iva. Un conto fatto in via forfettaria anche perché, alla fine, gli iscritti saranno di fatto in gran parte giovani residenti nella stessa Quinto. “La richiesta dell’associazione Sportivamente è meritevole di accoglimento – sottolineano dalla giunta Sartori – in quanto, soprattutto nel periodo estivo, l’iniziativa proposta rappresenta un’opportunità per i ragazzi di avvicinarsi, conoscere e praticare alcune discipline sportive e per le famiglie un’interessante proposta di attività per impegnare il periodo estivo in modo costruttivo”. Adesso non resta che attendere le iscrizioni dei bambini e ragazzi delle scuole elementari e delle scuole medie. Se ne parlerà a fine maggio. Il programma dei Centri sportivi estivi 2023, al momento solo indicativo, prevede attività sportive dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13, sia all’interno della palestra che all’aria aperta. La quota di partecipazione per bambini e ragazzi è variabile: da 35 euro per una settimana a 175 euro per cinque settimane. (m.f.)
Sanità. Si va avanti con sostituzioni, incarichi provvisori, specializzandi e cittadini che macinano chilometri
Urbanistica. Il valore dell’area, di quasi 5.900 metri quadrati, è stato quantificato in 130mila euro
Il Comune di Quinto ha inserito l’area della vecchia cava di via San Cassiano, quasi 5.900 metri quadrati, sul confine con Paese, nel nuovo piano delle alienazioni. La destinazione urbanistica consente di costruire edifici per servizi.
“La normativa consente l’insediamento di diverse strutture di interesse collettivo – si legge nella perizia – si ritiene che l’immobile possa riscontrare un sicuro interesse nel mercato immobiliare”.
Il valore dell’area è stato quantificato in 130mila euro. L’ex cava di via San Cassiano è diventata comunale alla fine degli anni ‘80. Di seguito ha ospitato l’Ecocentro per la raccolta differenziata. Fino al 2009. Dopodiché il Cerd è stato trasferito nell’attuale impianto di via Mattei, nella zona industriale tra Quinto e Zero Branco, lungo la Noalese. E adesso il Comune punta a cedere in modo definitivo l’area di via San Cassiano rimasta vuota. Si tratta del pezzo forte del piano delle alienazioni. Ma non è l’unico. Nello stesso elenco compare anche un piccola area di 140 metri quadrati in via Gramsci, laterale di via dei Brilli, nella zona industriale tra l’aeroporto Canova e la Treviso-Ostiglia. Qui è installata un’antenna per la telefonia mobile. La superficie è limitata. Il municipio
al momento conta comunque di riuscire a venderla per 110mila euro.
“Si prevede l’alienazione – è stato
“La normativa consente l’insediamento di diverse strutture di interesse collettivo e si ritiene che l’immobile possa riscontrare un sicuro interesse nel mercato immobiliare”
messo nero su bianco – considerato che a seguito dell’alienazione effettuata nel 2018 dell’area comunale contermine, il piccolo
appezzamento di 140 metri quadrati, a suo tempo stralciato per la presenza dell’antenna, diventa un elemento residuale di nessun interesse per il Comune”. Infine, c’è un’area da 40 metri quadrati tra via Marzabotto e la Treviso-Ostiglia dove oggi sorge un’altra antenna per la telefonia mobile. In questo caso non si punta alla vendita ma alla concessione dello spazio in diritto di superficie per 50 anni. Una sorta di affitto a lungo termine per un importo che secondo le stime del municipio può arrivare a 130mila euro.
Sabato 13 e domenica 14 maggio è in programma “Oratorio al parco”, un appuntamento dedicato a giovani e famiglie del territorio organizzato dall’Oratorio San Giorgio di Quinto.
L’idea alla base di questo evento, che avrà come prima tappa il parco Mario Del Monaco, nasce dalla volontà di ridare valore ai parchi cittadini che negli ultimi anni sono diventati luoghi malsani e degradati invece di essere polmoni di aria pura e gioco per i ragazzi.
La giornata di sabato inizierà alle 15 con una “caccia al parco” rivolta ai ragazzi dai 14 ai 18 anni
per poi proseguire con un’apericena e terminare con “memorie pop”, letture sceniche a sfondo
alle 9 con possibilità del servizio babysitting, celebrazione della messa, picnic, spettacolo teatrale “Arlecchino servitore di due padroni” realizzato da Burattini Quintini, apericena e alle 21, per chiudere la giornata, lo spettacolo “Intrighi d’Amore” di Quarta Parete.
sociale realizzate da TALEteatro. Per quanto riguarda invece la domenica, il programma della giornata è il seguente: colazione
“Abbiamo deciso di partire dal parco Mario del Monacono – scrivono gli organizzatori – perché è uno dei più grandi e ospita un bellissimo anfiteatro che in queste due giornate farà da palcoscenico agli spettacoli teatrali”.
La partecipazione è libera con offerta responsabile. (m.a.)
FavaroFotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
Il Comune punta a cedere in modo definitivo l’area di via San Cassiano rimasta vuota: si tratta del pezzo forte del piano delle alienazioni
traguardo. Dal 1983 opera nel territorio della Marca trevigiana con quattro sedi fra Treviso e Mogliano Veneto
Era il 1983 quando, su iniziativa di un gruppo di famiglie che stava vivendo da molto vicino il problema delle dipendenze da sostanze stupefacenti, venne fondata l’associazione di volontariato Centro di solidarietà di Treviso.
Il modello cui ispirarsi era quello delle comunità terapeutiche fondate da don Mario Picchi. Sono passati quarant’anni da allora e nel frattempo non si è trasformato solo il Ceis – diventato società cooperativa sociale, oggi con quattro sedi operative, due a Treviso e due a Mogliano Veneto – ma anche il target, le sostanze, le tipologie di dipendenza e soprattutto la sfida a cui gli operatori sono chiamati. Perché, come spiega il presidente Luca Sartorato, “in questo periodo storico ci troviamo di fronte a una serie sempre più preoccupante di fragilità manifestate soprattutto dai giovani, che appaiono sfiduciati nel futuro, limitati nella loro socialità e in alcuni casi apparentemente smarriti nella ricerca di un proprio posto nel mondo”.
Una situazione che, guardata con gli occhi esperti del Ceis, significa “rischio”. E quindi necessità di agire per prevenire.
Il traguardo importante dei qua-
Luca Sartorato: “Oggi ci troviamo di fronte a una serie sempre più preoccupante di fragilità, manifestate soprattutto dai giovani, che appaiono sfiduciati nel futuro, limitati nella loro socialità e in alcuni casi apparentemente smarriti nella ricerca di un proprio posto nel mondo”
rant’anni diventa l’occasione per un bilancio delle cose fatte e per guardare oltre, vero le cose da fare. Nel 2022 la cooperativa ha accolto nelle proprie strutture 149 persone con dipendenze, 28 delle quali arrivate al Ceis in misura alternativa al carcere (affidamento, messa alla prova o obbligo di dimora). I programmi portati a termine positivamente sono stati 66, con utenti che hanno completato il percorso di reinserimento sociale e lavorativo e ora hanno un posto in cui vivere e un lavoro per potersi mantenere. Ma la cooperativa trevigiana dal 2016 si occupa anche di salute mentale: lo scorso anno sono state accolte 25 persone (che hanno occupato il totale dei posti disponibili nelle strutture di Cessalto e Preganziol) su indicazione dei SerD e dei Centri si salute mentale.
A tutto questo viene affiancata la collaborazione con associazioni ed enti assistenziali, educativi e di
prevenzione. Che ha portato negli anni all’attivazione di un progetto come il GAP (Gioco d’azzardo patologico), rivolto agli studenti degli istituti superiori della provincia per sensibilizzarli ai problemi della ludopatia attraverso giochi di ruolo e focus group. Solo nel 2022 sono stati incontrati 513 ragazze e ragazzi. O come Edu-Care in rete, che propone interventi educativi domiciliari per la cura di sé, dell’accompagnamento alla ricerca di un lavoro, della socializzazione e della sperimentazione ludico-ricreativa in relazione con la rete territoriale. Oppure il progetto Educazione alla legalità, realizzato in collaborazione con l’Ufficio di sorveglianza penale esterno del Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità: un percorso psicoeducativo dedicato ai condannati per reati connessi alle tossicodipendenze. L’anno scorso sono stati coinvolti in 54. Otto persone con disagio
psichico hanno invece preso parte al programma di inserimento eterofamiliare. Numeri in crescita non solo rispetto alla storia, ma anche al 2021. Problemi nuovi che hanno spinto il Ceis a programmare nel 2023 nuovi progetti, come il rafforzamento (in collaborazione con la Regione, Anci Veneto e ministero della Giustizia) della rete esistente di protezione e sostegno delle vittime di ogni tipologia di reato, grazie all’istituzione di spazi dedicati sul territorio, di campagne di sensibilizzazione su legalità, convivenza civile, politica di comunità, erogando servizi
Dopo essere state riconosciute, nel 2019, patrimonio Unesco grazie alle loro inconfondibili e mozzafiato Colline del Prosecco, le Terre Alte della Marca Trevigiana si sono aggiudicate anche il titolo di Città Veneta della Cultura 2023. A decretarlo è stata la Regione del Veneto il 7
aprile scorso con un annuncio fatto dal presidente Luca Zaia alla presenza del presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, del sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan e della presidente dell’Associazione Colline del Prosecco Unesco Marina Montedoro.
Questa volta ad avere la meglio su ben diciassette candidature è stata la cordata di comuni con Pieve di Soligo capofila, che ha presentato un programma di sessanta eventi diffusi sul territorio e imperniati su paesaggio e musica. Si tratta di un riconoscimento istituito con
legge regionale per sostenere e promuovere la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale, la crescita del turismo e degli investimenti sul territorio, la conservazione dell’identità, la creatività, l’innovazione, la crescita economica e sociale del territorio.
di walfare personalizzati. Soprattutto, negli obiettivi futuri a breve termine c’è l’apertura di un nuovo centro diurno territoriale, capace di offrire servizi accreditati per il trattamento delle dipendenze oltre che indirizzare e sostenere una fascia di utenti non idonei ai percorsi residenziali.
Arte. A Mogliano Veneto sarà possibile ammirare fino al 4 giugno 49 opere di artisti internazionali
Dopo le tavole di Giambattista Piranesi, Gustave Dorè e Francisco Goya, arriva al Centro d’Arte e Cultura Brolo di Mogliano la mostra d’arte ad ingresso libero “Annunciazione. Ovunque nasca e cresca la vita”. L’obiettivo dell’esposizione è restituire al visitatore il valore sotteso di ogni singola opera, riconoscibile nel senso epifanico di un evento fuori dall’ordinario, in un’ottica rivelatoria di novità e non convenzionalità.
Organizzata dall’associazione culturale “Oltre Lo Sguardo” in collaborazione con l’amministrazione comunale e con la pastorale delle parrocchie di Mogliano Veneto, la mostra ospita 49 opere sul tema dell’annunciazione realizzate con tecniche diverse (incisioni, pitture e sbalzo su rame) che coprono l’arco temporale dal ‘400 al ‘900. Tra gli autori in mostra Koberger, Dürer, Van Heemskerck, Beatrizet, Nuvolone, Mochetti, Bossi, Mannocci, Colin, Martina e Valle, alle cui opere sono stati affiancati testi di grandi autori come Pasolini, De Andrè, Alighieri, Testori, San Luca, Turoldo, Virgilio, Luzi ed Eliot.
L’intenzione della mostra, curata dal professor Angelo Zennaro, non si esaurisce nel tentativo di delineare un profilo stilistico del concetto dell’annunciazione, ma vuole affiancare la visione prettamente re-
ligiosa dell’Annunciazione ad una visione più laica, che non si contrappone alla prima bensì si presenta come complemen-
“Grazie alle collaborazioni e all’interesse delle scuole moglianesi, il Brolo sta diventando sempre più parte integrante della vita culturale della città”
tare, riconoscendo uno spazio per il concetto di religiosità e per il senso del sacro. “Ancora una volta il Centro d’Arte e Cultura Brolo di Mogliano Veneto
L’intenzione dell’esposizione non si esaurisce nel tentativo di delineare un profilo stilistico del concetto dell’annunciazione, ma vuole affiancare la visione prettamente religiosa dell’Annunciazione ad una visione più laica
accoglie una grande mostra” ha dichiarato il sindaco Davide Bortolato. “Grazie alle collaborazioni e all’interesse che le scuole moglianesi iniziano a mostrare, il Brolo sta diventando sempre più parte integrante della vita culturale, e non solo, della nostra città” ha aggiunto l’assessore alla Cultura Giorgio Copparoni. L’esposizione è visitabile fino al 4 giugno il venerdì dalle 16.30 alle 19.30 e il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Per gruppi e visite guidate è necessario contattare gli organizzatori.
Marika AndreoliCon la primavera tornano gli incontri con “Libralbero”, il ciclo di incontri organizzati dalla Biblioteca comunale di Zero Branco e dedicati alla creatività dei più piccoli.
Gli appuntamenti previsti per i mesi di aprile e maggio hanno preso il via lo scorso 6 aprile, ma ancora molti incontri attendono i bambini di Zero Branco che, armati di forbici e colori, potranno dedicare i loro pomeriggi alla creazione di lavoretti e all’ascolto di alcune letture a loro dedicate che si terranno all’aperto, nello splendido e un po’ magico contesto di villa Guidini.
Le attività che verranno proposte ai bambini dai 4 agli 8
anni, sono realizzate con la partecipazione delle staffette di lettura del progetto Qui si legge 2022.
I prossimi appuntamenti in programma sono previsti: giovedì 20 aprile, mercoledì 26 aprile, giovedì 4 maggio, mercoledì 10 maggio, giovedì 18 maggio e mercoledì 24 maggio. Tutti gli appuntamenti in calendario si svolgeranno a partire dalle ore 17.
La partecipazione è consentita a un numero massimo di 10 partecipanti, con la presenza di
un adulto per ciascuno.
È dunque necessaria la prenotazione (e l’eventuale disdetta), contattando la biblioteca di Zero Branco al numero 0422 485518 o scrivendo all’indirizzo mail biblioteca@comunezerobranco.it. (g.z).
Record di medaglie per i nuotatori preganziolesi, che nelle scorse settimane si sono messi alla prova ai Criteria Nazionali Giovanili in vasca da 25 metri, organizzati dalla Federazione Italiana Nuoto e svoltisi a Riccione.
Il gruppo Stilelibero di Preganziol ha infatti conquistato ben 9 ori, 7 argenti e 8 bronzi, registrando inoltre risultati in miglioramento che confermano la crescita del movimento nuoto a Preganziol.
“Numeri importanti che si ottengono solo grazie all’impegno, alla professionalità e alla visione proattiva di tutti”, è stato il commento del primo cittadino Paolo Galeano.
“Siamo davvero orgogliosi dei nostri nuotatori e delle nostre nuotatrici agonisti e speriamo che questo entusiasmo possa spingere altri giovani a praticare questo sport”.
Ma non è finita qui. Sono stati raggiunti infatti anche altri record statistici, tra cui il record di atleti par-
tecipanti (10 maschi – 5 femmine)
e i record di personal best fatti registrare al momento giusto in una delle manifestazioni più importanti della stagione (24). Ad oggi, i più medagliati del team sono Cristiana Stevanato con 4 ori e un argento, Francesco Ceolin che conquista
2 ori e 2 argenti e Federico Mao con al collo un oro, un argento e 2 bronzi.
E così il Team Veneto, di cui Stilelibero fa parte, ha raggiunto il primo posto nella classifica generale a squadre femminile (oltre che il primo posto in quella juniores) e il terzo posto nella generale maschile (oltre che al terzo posto nella classifica categoria ragazzi).
“Sono principalmente due i fattori che emergono da questa edizione – ha affermato il direttore tecnico di Stilelibero, Luca Lucchetta –. Il primo è la capacità, a Preganziol e dentro il Team Veneto, di sviluppare le attitudini degli atleti e farli cre-
scere in base ai loro talenti. Non è quindi uno schema fisso dove l’atleta deve adattarsi ad un sistema di lavoro rigido, ma viene studiato un piano specifico per raggiungere i propri obiettivi. Il secondo fattore, che permette lo sviluppo ottimale
del primo, è il rispetto dei ruoli che ogni componente della squadra ha ben presente in ogni momento. La sinergia fra dirigenti, allenatori, atleti e genitori diventa positiva solo in presenza di questo fattore”.
I nuotatori di Stilelibero però non
Inizia la partita e Cardiff guadagna subito una punizione centrale per un fallo dei Leoni in ruck. Priestland non sbaglia. Ribaltamento di fronte e Menoncello percuote centralmente la difesa degli ospiti. I gallesi vengono puniti per un’infrazione nel breakdown. Stavolta sono i biancoverdi ad andare per i pali. Jacob Umaga piazza e parità sul 3-3. Il Benetton Rugby è sul piede avanzante e conquista una nuova punizione da posizione vantaggiosa. Gli uomini di Bortolami si impossessano della metà campo di Cardiff. L’estremo è imprendibile per gli avversari e segna la prima meta della gara. Umaga trasforma per il 13-3 del Benetton Rugby. Si esaurisce la superiorità numerica dei pa-
droni di casa e torna in campo Teddy Williams. Comincia a piovere copiosamente su Monigo e l’ovale risulta scivoloso per gli interpreti in campo. Il primo tempo si conclude quindi sul 13-10 per Duvenage e compagni.
Si rientra in campo e i Leoni peccano di indisciplina. Cardiff concretizza le scorrettezze dei biancoverdi, con il piazzato di Priestland.
Si torna in perfetta parità sul 13-13. Primi cambi per il Benetton. Cardiff è più rapida e va a segnare la seconda meta. Umaga trasforma e nuova parità. Manca un quarto di gara. Cardiff guadagna un’altra punizione per un fuorigioco dei Leoni. Priestland da lunga distanza converte. Poi è il turno di Albornoz per Umaga. I
Leoni non mollano e trovano l’azione ficcante per la terza meta di giornata. Albornoz apre a Brex, inserimento di Smith che consegna a Marcus Watson l’ovale della marcatura pesante. Albornoz trasforma per il 27-23 trevigiano. Cardiff riparte subito e vuole la meta del nuova vantaggio. Subentra Alongi per Pasquali. Negli ultimi minuti la tensione è palpitante, i Leoni sono gladiatori e in difesa tengono come degli eroi. I gallesi devono arrendersi. Il Benetton Rugby scrive un nuovo capitolo di storia, perché è in semifinale di Challenge Cup e per la prima volta accede tra le prime quattro squadre principali di una competizione europea.
(c.a.)
si fermano qui: altre sfide attendono gli atleti, pronti a far sognare ancora una volta il proprio proprio paese e a tenere alto il nome della propria squadra.
Gaia Zuccolotto
Il recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale.
Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”. Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarieFilippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Prosegue alla pag. seguente
Tra i contrari si colloca il senatore
Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche dell’Università di Padova
Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio. La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati
Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo. Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brain-derived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova. La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori
TrkB, si nota una riduzione sia della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.
Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR). Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fatto dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico,
come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari. In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente.
Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche
dopo un infarto cardiaco.
“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF.
La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/ propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.
La patologia delle donne. In Italia sono 3 milioni che ne soffrono, soprattutto
Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala. Provoca disturbi importanti ma spesso viene diagnosticata tardi
Nel mondo 150 milioni di donne, di cui 3 milioni in Italia, soffrono di endometriosi, una patologia che si manifesta in età fertile, con un picco di casi nella fascia tra 25 e 35 anni. Ma cos’è l’endometriosi? Si verifica quando l’endometrio, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero, si forma e cresce in una zona anomala, e può causare infiammazioni, dolore e altri disturbi invalidanti. L’endometriosi può manifestarsi attraverso diversi sintomi: dolore mestruale, dolore pelvico, dolore durante i rapporti sessuali, disturbi intestinali, disturbi gastrointestinali e urologici, infiammazioni, aderenze, cisti e noduli.
Una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità della vita e prevenire l’infertilità, che, insieme alla difficoltà di concepire, interessa il 30-50% delle donne.
La Regione ha realizzato, nell’ambito del Piano regionale di prevenzione del Veneto, un documento, divulgato nelle pagine Facebook di tutte le Ulss regionali nel mese di marzo dedicato alla prevenzione, nel quale si chiariscono alcuni aspetti di questa patologia.
“Le cause dell’endometriosi - si legge nel documento - non sono ancora del tutto note. Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”. Secondo quest’ipotesi, a causare la formazione e crescita dell’endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi”.
Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile.
Ci sono anche alcuni fattori che predi-
spongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia che è caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne all’utero.
Altri fattori sono la stimolazione ormonale; le alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando successivamente uno stato infiammatorio cronico; la genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.
“L’endometriosi - prosegue il documento - può comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa. Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.
Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti casi anche in postmenopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
L’endometriosi è una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti.
Questo causa spesso un ritardo nella diagnosi della malattia di 7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna. Se si sospetta di avere alcuni sintomi
riconducibili all’endometriosi è importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che considererà una visita da un ginecologo per una valutazione specialistica di approfondimento. È molto importante sin dalla più giovane età non sottovalutare e non tacere sintomi che possono essere associati all’endometriosi.
L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisico-sportive.
Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.
Esistono dei trattamenti per l’endometriosi, che variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e alle sue specifiche esigenze, e possono essere di tipo farmacologico o chirurgico. La cura dev’essere personalizzata e prescritta dal proprio medico curante.
L’assunzione di alcuni cibi può essere d’aiuto in quanto intervengono nel ridurre l’infiammazione: alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3 (frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado); alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali. Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del medico curante.
Sono invece sconsigliati carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.
Foncello di Treviso
Il Centro donatori midollo osseo di Treviso, afferente all’Unità operativa Medicina trasfusionale a valenza provinciale, diretta dalla dottoressa Arianna Veronesi, ha ricevuto dal Registro nazionale donatori midollo osseo il diploma come “Centro donatori che ha gestito il maggior numero di donazioni per l’estero nel 2022”.
Il Centro fa parte della rete nazionale per donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) da non familiare con responsabilità di iscrizione dei donatori volontari ed esecuzione delle indagini genetiche sugli stessi per valutare la compatibilità con i pazienti in attesa di trapianto.
“Il riconoscimento ricevuto – spiega la dr.ssa Arianna Veronesi - fa seguito agli ottimi risultati di attività trapiantologica del laboratorio che utilizza metodiche all’avanguardia come la Next Generation
Sequencing per tipizzazione del corredo genetico del donatore. Gli “indicatori di performance” confermando i brillanti risultati, rappresentano il “biglietto da visita” del nostro Centro donatori ai Centri Trapianto Esteri poiché danno l’indicazione del livello qualitativo delle prestazioni erogate. Il profilo degli indicatori comprende, tra gli altri, il tempo di esecuzione delle
indagini genetiche di compatibilità e la percentuale di donatori disponibili alla donazione. Il fattore tempo intercorso tra l’avvio della ricerca del donatore compatibile e l’esecuzione del trapianto, infatti, è cruciale per la sopravvivenza del paziente”.
Nel 2022 hanno donato cellule staminali emopoietiche 14 persone, di cui 6 a favore di altrettanti pazienti esteri (circa il 43%). Dal 2016 al 2022, inoltre, il Centro di Treviso ha gestito un numero significativamente crescente di nuovi donatori iscritti passando da 400 a 1047.
“Alla dott.ssa Veronesi e alla sua équipe va il mio più sentito ringraziamento per l’attività svolta, che ci è valsa un importante riconoscimento a livello nazionale di cui siamo particolarmente orgogliosi” è il commento del direttore generale, Francesco Benazzi.
ARIETE
Avete deciso di stare bene e per questo vi siete concentrati soprattutto sulla vostra mente. È tempo di abbandonare le cattive abitudini e incentivare le buone pratiche
Vi concedete più distrazioni del solito e prediligete il tempo libero agli impegni quotidiani. Fermatevi un attimo a riorganizzare le vostre giornate cercando un giusto equilibrio tra piacere e dovere
TORO SCORPIONE
Avete accumulato un bagaglio di esperienze tali che vi consentono a questo punto di far decollare tutti i vostri programmi. Siate sicuri e sereni, le risposte sono dentro di voi
Con l’arrivo della primavera vi siete dati dei nuovi obiettivi. Si tratta ora di organizzarvi per valorizzare al meglio le vostre risorse. Concentratevi, non mancherete di centrare il bersaglio
Siete al top della vostra forma fisica e mentale. Avete voglia di frequentare i vostri amici, stare in compagnia e allargare la vostra schiera di conoscenze per condividere esperienze e momenti di evasione
Vi sentite molto operosi e per questo avete deciso di dedicarvi alle vostre attività con grande impegno per costruire le basi solide di un futuro progetto che da tempo avete intenzione di realizzare
GEMELLI CANCRO LEONE VERGINE BILANCIA Oroscopo
Avete giornate ricche di impegni eppure sentite il bisogno di dedicarvi ai vostri affetti e ai sentimenti che talvolta vi distrarranno dalle incombenze quotidiane. Concedetevi qualche pausa piacevole
Avete tirato un po’ troppo la corda fin qui. È tempo di fermarsi e fare dei bilanci, selezionando ciò che realmente merita impegno da ciò che può momentaneamente essere messo da parte
ACQUARIO CAPRICORNO
Avete bisogno di grandi cambiamenti e voglia di iniziare nuove esperienze. Vi sentite intraprendenti e sicuri ma fermatevi un attimo per mettere ordine tra le vostre priorità
È un periodo ricco di sorprese e di risposte, anche inaspettate, alle vostre attese. Dovete comunque pensare più a voi e programmando con maggiore precisione le vostre giornate
Dovete fare un po’ di ordine dentro di voi e aprirvi alle persone che vi sono più vicine per ritrovare slancio ed equilibrio e ripartire con rinnovate motivazioni verso nuovi traguardi