IL CONTO
La cerimonia di apertura il 30 agosto con la madrina Murino e il film di Pierfrancesco Favino
In questo ultimo scorcio d’estate è già tempo per le famiglie di organizzare non solo il rientro a scuola dei figli, con tutto ciò che questo comporta in termini pratici, ma anche di programmare l’attività sportiva. Per molti dei nostri ragazzi, almeno più di una buona metà, stando alle ultime statistiche, è così. Ma non per tutti, però, anche nel nostro Veneto dove lo sport giovanile registra una consolidata tradizione.
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n questo ultimo scorcio d’estate è già tempo per le famiglie di organizzare non solo il rientro a scuola dei figli, con tutto ciò che questo comporta in termini pratici, ma anche di programmare l’attività sportiva. Per molti dei nostri ragazzi, almeno più di una buona metà, stando alle ultime statistiche, è così. Ma non per tutti, però, anche nel nostro Veneto dove lo sport giovanile registra una consolidata tradizione. segue a pag 5
La mobilità del futuro parte da Favaro con il servizio di autobus a chiamata I
Apartire da settembre, con l’avvio del nuovo anno scolastico, l’area urbana di Favaro – e in particolare le zone di Borgoforte, Ca’ Solaro, Via Vallon, Via Altinia e Via Pasqualigo – sarà interessata da una importante innovazione nel servizio di trasporto pubblico di linea. Il collegamento con il distretto sanitario di Favaro o verso il centro di Mestre, la stazione ferroviaria e Venezia piazzale Roma in interscambio con le linee 2 e T1, sarà infatti garantito da un servizio a chiamata attivabile online o tramite il contact center DIME 041-041.
L’innovazione introdotta da AVM/Actv in accordo con il Comune di Venezia avrà carattere sperimentale e se darà esito positivo potrà essere estesa ad altre zone della terraferma veneziana. L’area di riferimento del nuovo servizio a chiamata sarà quella oggi coperta dalla linea 44 con 10 corse al giorno. La nuova modalità consentirà ai cittadini di poter usufruire del servizio in qualsiasi momento dalle ore 8 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 20. Nelle giornate feriali scolastiche vengono inoltre mantenute in esercizio come programmate le corse delle ore
6:45, 12:25, 13:25 e 14:25 da Favaro-distretto sanitario e delle ore
7:10, 12:50, 13:50 e 14:50 da Borgoforte. Nelle giornate feriali non scolastiche il servizio diventa interamente a chiamata dalle ore
6:35 alle ore 19:55. E’ invece sospeso nei festivi.
Il servizio a chiamata consente ai cittadini di richiedere in autonomia il passaggio del mezzo da una fermata a un’altra, lungo l’itinerario indicato, senza necessariamente essere vincolati a orari o tratte. Un software calcola il miglior percorso nei vincoli del codice della strada e della viabilità rispetto alle dimensioni del mezzo utilizzato, con massima flessibilità e risparmio di tempo, consentendo dunque ai cittadini di pianificare i propri spostamenti in base alle specifiche esigenze di vita quotidiana.
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
Lo sport è giovane ma non per tutti
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<Fra i giovanissimi della nostra regione lo sport è praticato con costanza e regolarità: sono quasi la metà i ragazzi, i maschi soprattutto, che dedicano almeno due o tre giorni la settimana a qualche disciplina. La percentuale cala con l’aumentare dell’età, come in tutto il resto d’Italia, ma quello che colpisce è che resiste un’ampia fetta di popolazione giovanile che, ad esclusione delle due ore di educazione motoria a scuola, non pratica nessun’altra attività sportiva. Almeno un terzo, stando alle ultime statistiche, nella fascia della scuola elementare, un po’ di più per gli adolescenti. E’ un aspetto sul quale riflettere se abbiamo a cuore non solo la salute dei nostri figli ma anche la loro crescita in un contesto, come quello dello sport, che li porta a misurarsi con le proprie abilità fisiche ma anche a condividere con i coetanei il rispetto di ruoli e regole, la fatica di un obiettivo comune, la gioia della vittoria. Lo sport non è mera attività fisica, sempre salutare e benefica naturalmente, ma anche una palestra di socialità e disciplina per i nostri ragazzi, un’esperienza vissuta in un ambiente diverso sia dalla famiglia che dalla scuola. Privare decine di migliaia di giovani di questa opportunità significa togliere qualcosa che difficilmente si potrà ripetere in altre fasi della vita, ma anche non beneficiare degli effetti positivi per il fisico e la salute. Significa, purtroppo, consegnare gli adolescenti all’ozio e a forme di dipendenza da smartphone o da social, giusto per citare le più comuni. Per questo lo sport dovrebbe essere veramente accessibile a tutti i bambini e i ragazzi, qualsiasi sia la loro condizione economica e sociale. Un’utopia? Può essere, ma questo non significa che non ci si debba impegnare con più forza in questa direzione. Centinaia di associazioni sportive, supportate dalle istituzioni, lo fanno già, e i loro impegno è meritorio. Ma non basta, servono più risorse per lo sport, maggiori aiuti. Non dimentichiamo ciò che disse Nelson Mandela: “Lo sport ha il potere di ispirare e unire le persone, parla ai giovani una lingua che comprendono”.
cittadini potranno richiedere in autonomia il passaggio del bus
Il nuovo questore. Gaetano Bonaccorso subentra a Maurizio Masciopinto, nel capoluogo lagunare dal 2019
“Sento la responsabilità di tutelare la sicurezza di questa città”
Tra i fronti prioritari, la sicurezza come riportato dalle agenzie: “Se si ignora ciò che la gente percepisce si perde per strada ciò che è fondamentale per capire e risolvere i problemi”
Gaetano Bonaccorso è il nuovo Questore di Venezia. Proveniente da Pisa, subentra a Maurizio Masciopinto, nel capoluogo lagunare dal 2019. La nomina è stata ufficializzata nei giorni scorsi dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha promosso Bonaccorso dirigente generale di pubblica sicurezza.
Entusiasta dell’incarico, come ben espresso dalle parole divulgate in conferenza, tenutasi nella sede lagunare della questura a Santa Chiara e riportate dalle agenzie stampa: “Non avrei mai pensato di essere questore di questa città che ho visitato così tante volte. Sento la responsabilità di tutelare la sicurezza di questa realtà, che è una preziosa bomboniera. Forse mi aiuterà il fatto che vengo da Pisa, una città più piccola, ma con grandi presenze di turisti e quindi caratteristiche simili”. In questi giorni ha già avuto un incontro con il prefetto Michele Di Bari, che gli ha illustrato le criticità della città sul fronte della sicurezza. “Vedremo di affrontare quanto prima i problemi più pressanti. Ho sempre ritenuto necessario un attento ascolto della comunità e per quanto sarà possibile, se gli impegni me
lo consentiranno, vedrò di aprire un dialogo quanto più frequente con le rappresentanze dei residenti e delle categorie che vivono più da vicino i problemi”.
Tra i fronti prioritari, la sicurezza come riportato dalle agenzie: “Se si ignora ciò che la gente percepisce si perde per strada ciò che è fondamentale per capire e risolvere i problemi”. In merito allo strumento delle espulsioni per garantire la sicurezza del territorio, sostiene che “deve essere accompagnato da attività di supporto che permettano di identificare i soggetti che davvero alterano il senso di sicurezza e mettono a repentaglio l’ordine pubblico”.
Bonaccorso, laureato in Giurisprudenza, sposato, due figli, è entrato in polizia nel 1987 con il grado di vice commissario e assegnato alla Questura di Palermo. Per quasi tutta la carriera ha svolto incarichi investigativi, prima alla squadra mobile del capoluogo siciliano, poi in quella di Messina e, in epoca recente, di Genova. Dall’ottobre 2011 ha ricoperto l’incarico di vicario del questore di Padova e il 1. novembre 2020 era stato nominato questore della Provincia di Pisa.
Nuova questura a Marghera, dal 2024 via ai lavori
È stato sottoscritto nei giorni scorsi tra il ministero dell’Interno e la Città metropolitana di Venezia l’atto aggiuntivo alla convenzione già approvata nel 2021 che sblocca il finanziamento di ulteriori 8 milioni di euro per la nuova questura di Marghera, Fondi che, aggiunti ai 40 milioni di euro già stanziati due anni fa, copriranno totalmente la spesa per la realizzazione della nuova struttura nell’area della ex scuola Monteverdi.
“Ringrazio per prima cosa il Ministro Piantedosi che fin dal suo insediamento ha lavorato per arrivare a questo risultato e che si conferma un amico della nostra città e del nostro
territorio metropolitano –ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro –. Marghera, ma anche tutta Mestre, con la realizzazione della nuova questura nell’area dell’ex scuola Monteverdi, potranno contare su una struttura all’avanguardia, moderna e soprattutto posta in un’area strategica anche per garantire la sicurezza dell’area della stazione e di via Piave. Un ringraziamento particolare mi sento di rivolgerlo anche a tutti i tecnici e dirigenti della Città metropolitana che in questi mesi hanno seguito l’iter ed hanno avuto un confronto quasi quotidiano con il Ministero e con la Questura di Venezia”.
Adesso la Città metropolitana potrà avviare l’iter per l’aggiudicazione dei lavori all’impresa appaltante. Entro ottobre il progetto definitivo andrà in gara ed entro i primi mesi del 2024 potranno partire i cantieri. I lavori dureranno due anni e quindi la nuova sede della Questura sarà operativa nella primavera del 2026. Il lotto predisposto dal Comune si trova in via Ulloa a Marghera. La nuova struttura sarà predisposta su 5 livelli, in cui si svilupperanno diverse funzioni di Polizia, Prefettura per una superficie coperta di circa 1 9mila metri quadri, 73 posti per gli alloggi degli agenti e 160 posti auto.(m.a.)
Grandi risultati. L’Italia si aggiudica il titolo di “miglior meta”, superando Grecia e Norvegia
Per i lettori del The Telegraph
Venezia è la miglior città europea
L’assessore
Venezia è la “Best european city” e l’Italia la “miglior meta”. Lo hanno decretato i lettori del The Daily Telegraph, storico quotidiano britannico nato nel 1885 e tradizionalmente rivolto al ceto medio-alto over 50. A premiare il Belpaese e la città lagunare sono stati gli 880mila lettori che acquistano ogni giorno la versione cartacea del giornale e i 23 milioni di lettori mensili della versione digitale.
Ma andiamo per ordine.
I “The Telegraph Awards” sono stati introdotti nel 1998 con l’obiettivo di raccogliere le preferenze dei fedelissimi del quotidiano in merito alle eccellenze turistiche del continente e, da allora, il loro verdetto è un punto di riferimento per la scelta delle vacanze nel Regno Unito.
Tuttavia, la pandemia di Covid-19 aveva segnato uno stop. Quest’anno però la premiazione annuale, che si è tenuta nel prestigioso Café Royal di Regent Street, nel cuore di Londra, è tornata e Venezia si è aggiudicata il gradino più alto del podio lasciando Siviglia e Roma dietro di sé, rispettivamente al secondo e al terzo posto.
Tanta la soddisfazione in territorio veneziano. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha dichiarato: “Uno dei principali quotidiani del Regno Unito, con i suoi lettori, premia l’eccellenza del nostro Paese e della nostra Città. Un grande orgoglio e anche un riconoscimento a tutte quelle persone che lavorano in una filiera importante e strategica per l’economia italiana”.
“Una bellissima notizia soprattutto per il fatto che a decretare la città d’arte vincitrice sono stati proprio i lettori di uno dei principali quotidiani del Regno Unito. Un premio agli sforzi per ospitare e organizzare eventi di qualità e per raccontare la nostra città in modo nuovo” aggiunge l’assessore al Turismo Simone Venturini.
Per quanto riguarda la categoria “miglior meta” l’Italia ha superato Grecia e Norve-
gia. La ministra del Turismo
Daniela Santanchè ha sottolineato: “Non si tratta soltanto di un riconoscimento che premia le meraviglie italiane, il lavoro di un’intera filiera di professionisti e l’operato di valorizzazione e promozione che il ministero del Turismo ha avviato e sta portando avanti seguendo un’ottica strategica. Infatti, dev’essere anche uno stimolo, un incentivo a proseguire su questa strada e a dare sempre il me-
glio, insieme, per conseguire obiettivi ancora più ambiziosi e dimostrare, giorno dopo giorno, di meritare l’ammirazione e l’amore che il mondo intero prova per la nostra splendida Italia. Un attestato che inoltre evidenzia l’importante investimento che il Governo sta facendo nel settore”. È doveroso però ricordare che non è la prima volta che il quotidiano britannico invita a visitare l’Italia. In un articolo del maggio 2020 Tim Jepson elenca 20 motivi per tornare a visitare il Belpaese “appena l’emergenza sanitaria lo consentirà”. Il primo motivo? Gli italiani che, scrive l’autore, “anche se si identificano come toscani, siciliani, veneziani o napoletani sono sempre gli stessi, con una caratteristica in comune: l’apprezzamento per le cose belle della vita. E di belle cose in Italia ce ne sono ovunque”.
Marika AndreoliVenturini: “Un premio agli sforzi per raccontare la nostra città in modo nuovo”
Natura e socialità. In tutto il territorio lagunare e di terraferma sono presenti 340 aree e altre sono in arrivo
Orti Urbani: decolla l’iniziativa per favorire l’invecchiamento attivo
La cura è arte perché dà vita: ha il potere di trasformare un seme in un ortaggio e un incontro in un’amicizia. È quanto sperimentano ogni giorno gli intestatari dei 340 orti urbani distribuiti tra città lagunare e terraferma. Un percorso verdeche si snoda per Dorsoduro (32 orti), Malamocco (112 orti), Campalto (32 orti), Parco Albanese (76 orti), Rione Pertini (32 orti), Zelarino (24 orti) e Marghera (32 orti).
I primi orti urbani a Venezia nascono nel 1983 per “favorire la socializzazione degli anziani” e, dopo una fase in cui erano gestiti autonomamente da ciascun Consiglio di Quartiere prima e da ciascuna Municipalità dopo, sono ora di competenza dell’assessorato alla Coesione Sociale che dal 2017 si è dotato di una equipe ad hoc con l’obiettivo costituire una cabina di regia unica, in grado di diventare punto di riferimento per le persone.
Tra il 2019 e il 2020 sono stati realizzati una serie di interventi di pulizia e manutenzione delle aree e sempre nel 2019 il Comune ha dato il via al bando per le nuove assegnazioni, ha fissato requisiti e criteri per poter partecipare e ha stabilito la competenza unica della Coesione Sociale per la gestione. Questo passaggio è stato importante perché ha significato “regole uguali per tutti” e fiducia nel fatto che vengano fatte rispettare.
Ancora, nel 2021 tutte le assegnazioni sono state portate a una scadenza unica nell’ottobre 2024, data in cui l’Equipe Progetto Orti procederà con un unico bando per delle attribuzioni quinquennali in tutte sette le aree.
Tra i requisiti per presentare domanda, l’età minima di 60 anni, l’essere pensionati e residenti nel Comune di Venezia, non avere orti di proprietà e contenziosi in tema orti con l’ammini-
strazione. Il costo del canone annuale è di 40 euro e la gestione è strettamente personale: la coltivazione deve essere fatta direttamente dall’assegnatario che può essere aiutato solo da appartenenti al proprio nucleo familiare in possesso dei requisiti.
Il progetto, che nel 2023 vede impegnati 266 uomini e 74 donne, prevede inoltre incontri conviviali aperti alla cittadinanza come le castagnate, che sono riprese dopo lo stop dovuto al Covid.
“L’invecchiamento attivo di cui tanto si parla trova un buono strumento negli orti urbani che stiamo potenziando” sottolinea l’assessore Simone Venturini, che anticipa: “Sono allo studio ulteriori zone di orti urbani
nei quartieri in cui oggi non ci sono”.
In particolare, ha spiegato al nostro giornale il funzionario responsabile dell’Equipe Progetto Orti Gennaro Marotta, “sono in cantiere orti specifici per persone diversamente abili nel Parco Albanese e si prevedono nuove aree orto sull’isola della Giudecca, a Pellestrina, a Favaro Veneto e a Mestre, nell’area di forte Gazzera. Non sono però esclusi nuovi orti urbani anche nel centro storico di Venezia”. Per questo, l’amministrazione comunale ha deciso di stanziare 255mila euro per il triennio 2022-2024 che serviranno a trasformare i semi dei progetti in frutti tangibili.
Marika Andreoli“Sono in cantiere orti specifici per persone diversamente abili nel Parco Albanese e si prevedono nuove aree orto sull’isola della Giudecca, a Pellestrina, a Favaro Veneto e a Mestre, nell’area di forte Gazzera”
L’opinione della Cgil veneziana. “A un veneziano su 100 un bonus di circa un euro al giorno per un anno”
Al via la Social Card, “ennesimo strumento propagandistico”
H a preso il via la nuova misura che dovrebbe agevolare le famiglie in difficoltà. Dal 15 luglio i nuclei familiari composti da almeno tre membri e che hanno già presentato un’Isee al di sotto dei 15mila euro, hanno ricevuto comunicazione della disponibilità della social card.
“La misura - dichiara Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia - prevede l’erogazione di 382,50 euro, una tantum, per i nuclei di più di tre componenti, da spendere nell’acquisto di beni di prima necessità, che però potranno essere fatti esclusivamente nei rivenditori convenzionati. Nella nostra provincia, significa che un veneziano su cento riceverà un bonus che ammonta a circa un euro al giorno per un anno. Di fatto, un nucleo familiare di quattro persone riceverà l’equivalente di 25 centesimi al giorno a testa. Nemmeno un piatto di pasta in bianco”.
L’assegnazione del bonus avviene su base comunale, per il 50% basandosi sulla popolazione e per il 50% sulla differenza tra reddito pro capite medio nazionale e reddito pro capite medio del Comune. “Un sistema assurdo – aggiunge il segretario - che non tiene conto di situazioni di particolare disagio né di Comuni in cui le diseguaglianze sono particolarmente marcate. Anche la platea degli esclusi costituisce un elemento critico: innanzitutto il criterio dei tre componenti del nucleo familiare. Per quale ragione dovrebbero essere completamente escluse altre categorie in difficoltà, come ad esempio un genitore single? Sono inoltre esclusi dalla misura i nuclei in cui vi sono percettori di indennità di disoccupazione, di assegno di inclusione, di reddito di cittadinanza. Sono esclusi i nuclei che comprendono lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione o che ricevono una qualsiasi forma di sostegno dallo Stato. Non è chiaro quale sia il criterio con il quale si individuano situazioni di difficoltà di serie A e situazioni di difficoltà di serie B.”
“Insomma – conclude il leader veneziano della CGIL - se la social card e terribilmente carente nel contenuto, convincono ancor meno i criteri di assegnazione e di esclusione della stessa. E evidente che non si dà nessuna priorità a sostenere realmente le tante famiglie e le tante lavoratrici e lavoratori in difficolta. La social card sembra piuttosto l’ennesimo strumento propagandistico, una mancia scarsa e mal distribuita per ritardare il più possibile un intervento in favore delle fasce più deboli”.
“Quest’anno la giunta di Venezia chiude un’altra struttura per l’infanzia, la 25 aprile di Sacca Fisola. La giunta aveva già provato a compiere questa scelta 5 anni fa, solo grazie alla mobilitazione dei residenti dell’Isola e delle forze politiche e sociali la scelta era stata revocata”. Così Monica Sambo, segretaria dell’Unione Comunale del Pd di Venezia e consigliera comunale, denuncia quello che, a suo dire, costituirà un ulteriore disagio per la città lagunare. “In questi anni – argomenta Sambo - la giunta non ha mai investito sulle scuole, specialmente nelle isole, e non ha fatto alcun progetto per rafforzare la scuola 25 aprile. Non è stato definito alcun progetto innovativo o di potenziamento, mentre questo avveniva in altre realtà in difficoltà del terraferma, con il solo obiettivo di chiudere questa scuola”. “La giunta – continua - ha raggiunto così il suo obbiettivo, quello del risparmio, e un’ altra scuola chiude! In questo modo si lascia Sacca Fisola senza un punto di riferimento, un territorio già di per se complicato anche per gli spostamenti, e si chiude l’ennesimo vero presidio sociale nel territorio: la scuola pubblica.”
Monica Sambo ricorda come questa non sia l’unica chiusura avvenuta in questi anni, infatti sono state chiuse la scuola dell’infanzia Santa Teresa, gli asili nido Nuvola e Conchiglia e sono stati esternalizzati i nidi Millecolori, Tiepolo e San Pietro. “Come Pd – concludeabbiamo chiesto un radicale cambio politico sulle scuole, abbiamo chiesto di ridurre le rette per arrivare alla gratuità degli asili nido e delle scuole dell’infanzia. Permettere alle donne di lavorare, avere strutture innovative e gratuite per le famiglie sarebbero le vere politiche per rendere Venezia nuovamente attraente. Noi continueremo a batterci affinché torni ad essere fino in fondo una città di residenti con ospedali, servizi e scuole”.
“Inammissibile la chiusura della 25 aprile”Un momento della presentazione della nuova Social Card da parte del ministro Francesco Lollobrigida
Nuova biblioteca Carpenedo Bissuola: “Un luogo dedicato a tanti interessi”
Sarà aperta 7 giorni su 7 dalle 10 alle 19 d’estate e dalle 14 alle 19 per il resto dell’anno
Ma è “solo” una biblioteca? La domanda è sorta spontanea dopo la presentazione dei giorni scorsi del restyling della Biblioteca di Carpenedo Bissuola, incastonata nel verde di uno dei più estesi parchi mestrini. Al di là degli interventi di restauro e potenziamento da 200.000 euro complessivi, la sensazione è che la biblioteca sia stata trasportata di peso nel futuro attraverso una concezione diversa e innovativa rispetto al passato: da luogo di studio e consultazione, questo centro si presenta come un nuovo polo culturale a tutto tondo. Qui i ragazzi potranno trovarsi, scambiarsi esperienze, fare comunità, imparare. “Proprio ciò che è mancato durante gli anni della pandemia - dichiara l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini - con questo restyling presentato assieme al sindaco Luigi Brugnaro mettiamo a disposizione dei nostri giovani un luogo dove approfondire i propri interessi. Ci saranno per esempio laboratori musicali e una sala attrezzata per il gaming. Quanto di più lontano dalla vecchia concezione di una biblioteca”. Uno sforzo che si inserisce in un disegno più ampio di potenziamento generalizzato delle biblioteche cittadine, che nel 2024 vedrà anche il raddoppio della Vez in centro a Mestre. La biblioteca della Bissuola sarà aperta 7 giorni su 7 dal-
le 10 alle 19 d’estate e dalle 14 alle 19 per il resto dell’anno: “Questo restyling fa parte di un percorso avviato otto anni fa e mirato al rilancio del Parco Albanese – aggiunge Venturini – un’area che non era fruibile, mal frequentata e in declino, aspetti che hanno fatto sì che le famiglie e i giovani si allontanassero da questa zona. Negli ultimi anni abbiamo invece messo in atto un forte percorso di rilancio grazie alla promozione di eventi legati allo sport, agli spettacoli, al teatro e ad attività culturali. Ciò ha permesso che questo centro civico diventasse il fulcro della rinascita dell’area”.
Tra fumetti, narrativa, supporti multimediali, saggistica e volumi rivolti ad adolescenti e a “giovani adulti”, già in questi giorni l’ex centro civico è popolato di numerosi studenti o universitari che sfruttano anche gli ampi spazi comuni della hall al piano terra per sessioni di studio di gruppo e per divertirsi. Le differenti (e piccole) sale lettura di prima hanno lasciato lo spazio a un unico grande ambiente sul piano rialzato grazie alla demolizione delle tramezze. A ciò si aggiungono altre sale tra il primo e il secondo piano, tra cui una per le conferenze. Entrando nello specifico, oltre alla rimodulazione generale degli spazi i bagni sono stati completamente rifatti, così come la pavimentazione. I locali sono stati tutti
ridipinti e l’impianto elettrico è stato ammodernato con in più il posizionamento di 163 lampade a led. Per quanto riguarda la sala gaming, invece, l’insonorizzazione è garantita
da isolanti acustici realizzati con materiali ecoriciclati e si potrà trascorrere insieme il tempo tra attrezzature e monitor all’avanguardia.
“Questo potenziamento si
inserisce in un percorso avviato fin da subito dalla nostra Amministrazione di un più generale rilancio del nostro sistema bibliotecario – conclude Venturini – abbiamo raddoppiato gli orari di apertura e il patrimonio librario delle nostre sedi, inaugurandone nuove come quella a Forte Marghera e rinnovandone completamente altre come la Bettini Junior in centro storico. Nel 2024 poi inaugureremo il raddoppio della Vez. Continuiamo a lavorare ascoltando le istanze dei cittadini, specie dei nostri giovani, e il restyling della Biblioteca di Carpenedo Bissuola va proprio in questa direzione”.
Liceo Stefanini: le classi in eccedenza all’Istituto Foscari
Saranno sistemati negli spazi in corso di ristrutturazione al piano terra dell’istituto Foscari gli studenti delle 16 classi che risultano eccedenti per gli spazi attuali a disposizione della sede del liceo Luigi Stefanini di Mestre.
La città metropolitana e la dirigenza scolastica hanno trovato questa soluzione condivisa, che soddisfa le esigenze didattiche della scuola ma soprattutto offrirà agli studenti, che a settembre torneranno in classe per le lezioni, un’accoglienza più confortevole. Mentre nell’ultimo anno scolastico le classi in eccedenza erano state infatti ospitate al primo piano dell’edificio del vicino Barbarigo, con
l’aumento numero di iscritti, la città metropolitana per il prossimo anno scolastico ha ritenuto di adottare una soluzione diversa.
All’istituto Gritti/Foscari dunque, con un investimento di 2.200.000 euro derivante da fondi Pnrr, è iniziato l’intervento di adeguamento alle normative di sicurezza e antincendio e si stanno svolgendo una serie di lavori edili e strutturali per risanare lo stato di conservazione dell’edificio con il ripristino di blocchi bagno, sostituzione di serramenti interni ed esterni, nuovi controsoffitti.
Al piano terra verranno poi ricavati 16 nuovi spazi concessi in uso allo Stefanini
come aule didattiche, sala ricevimento e sala docenti.
“Esprimo un sincero ringraziamento alla Città metropolitana, al sindaco Brugnaro e ai dirigenti e funzionari dell’edilizia scolastica per aver risolto anche quest’anno il problema delle classi in eccedenza”, dice la dirigente scolastica del Liceo Stefanini, Mirella Topazio. (m.t.)
La rivoluzione. “Proprio ciò che è mancato durante gli anni della pandemia”
Lavori pubblici. Oltre 20 milioni di euro di spesa e cinque imprese diverse coinvolte
Cambia la viabilità cittadina di San Giuliano, Vega e Marghera
C ambia il volto della viabilità cittadina tra San Giuliano, il Vega e Marghera. Ai due cavalcavia di San Giuliano e di Mestre si è infatti aggiunto dai primi di luglio l’atteso cavalcavia del Vega, sempre incentrato sulla strada regionale 11 - via della Libertà lo snodo verso Venezia centro storico che è stato spesso causa di problemi di viabilità per incidenti o lunghe code.
Ci sono voluti tre anni di lavori, eseguiti per non causare ulteriori rallentamenti alla viabilità sia di giorno che di notte. Un totale di oltre venti milioni di euro di spesa e cinque imprese diverse coinvolte (Brussi Costruzioni, Zara Metalmeccanica, Adria Strade, Coletto, e Segedico), ma l’opera ora è finalmente realtà.
Nel dettaglio, si tratta di un cavalcavia a quattro corsie lungo la strada regionale 11 (via della Libertà) con una serie di rampe viabili contigue e due rotatorie per consentire tutti i collegamenti con via
Torino, Vega, e regionale 11. La struttura principale è stata realizzata in acciaio con tre campate, mentre la galleria e le rampe sono realizzate in cemento. Con la chiusura del cantiere è cambiata anche la viabilità per quanto riguarda il trasporto urbano, con la realizzazione delle nuove fermate bus e lo spostamento del binario ferroviario Erf (Esercizio Raccordi Ferroviari di Porto Marghera Spa).
L’idea del cavalcavia risale al 2015 quando venne siglato l’accordo di programma tra ministero dello Sviluppo economico (Mise), Regione, Comune e Porto per il rilancio dell’area produttiva di Marghera per 23 progetti. La parte riservata alla viabilità è costata circa 20 milioni di euro più altri 5 milioni finanziati da Rfi per realizzare il nuovo sottopasso ciclopedonale sotto alla stazione ferroviaria di Marghera che consentirà di arrivare a Venezia dal centro di Mestre, largo 5,6 metri,
A Venezia un campus per formare lavoratori del mare e della logistica
che andrà a sostituire quello attuale e che dovrebbe essere pronto per fine settembre. Ora, restano da completare pista ciclabile, ascensori, una rampa sul lato di via Torino e una sul lato del Vega, e, infine, la copertura della stazione dato che attualmente è completamente all’aperto.
Massimo TonizzoIn arrivo a Venezia un campus per formare lavoratori del mare e della logistica. II progetto sarà avviato dalla fondazione Its Marco Polo Academy per una nuova sede, nei locali già dedicati a scuola in area portuale, destinata a ospitare studenti dal resto d’Italia e dall’estero per la formazione post diploma per operatori logistica e macchinisti e anche per ufficiali di coperta e di macchina. Sarà un polo di alta formazione specialistica quello realizzato dalla fondazione Its Marco Polo Academy di Venezia, che fondendosi con lo storico consorzio di formazione del personale marittimo Ve.Mar.S. (Venice Maritime School) diventa la prima accademia del mare e della logistica in Italia. La proposta dell’Its, che già prevedeva la formazione post diploma degli operatori della logistica e dei macchinisti, si allarga così al personale marittimo, ricomprendendo quella per gli ufficiali di coperta e di macchina della marina mercantile. L’operazione costituisce un altro tassello importante nella crescita di una fondazione costituita nel 2015 all’interno dello scalo veneziano per dare risposta alle richieste aziendali di tecnici della logistica portuale e che è stata poi in grado di ampliare l’offerta formativa garantendo ai suoi studenti un tasso di occupazione quasi del 98%. Ad aprire le danze sarà il nuovo corso, primo in Italia e in Europa, destinato alla figura dell’Art moving e setup manager ma, grazie alle risorse del Pnrr sono previsti altri progetti riorganizzativi per innovare le classi tecnologicamente, acquisire quattro simulatori per conduzione di navi, treni, gru o mezzi portuali e creare magazzini 4.0 virtuali. Prevista poi per il 2024 l’apertura di una sede anche a Padova. (m.t.)
Il
Si punta a 800 nuovi posti per studenti
L’Università Iuav di Venezia, in accordo con Ipav - Istituzioni Pubbliche di Assistenza Venezia, la Marina Militare e il Comune di Venezia, promuove la realizzazione di 800 posti alloggio per studenti universitari, candidando alla trasformazione in residenze studentesche ben sei complessi immobiliari in aree di pregio del centro storico veneziano.
Le candidature sono state presentate in risposta al recente bando lanciato dal Mur, Ministero dell’Università e della Ricerca, per il finanziamento di interventi destinati a trasformare immobili in alloggi o residenze universitarie. Le istituzioni proprietarie (Ipav e Marina Militare) metteranno a disposizione l’uso degli immobili, mentre l’Università Iuav di Venezia offrirà le necessarie competenze organizzative, progettuali e tecniche.
In caso di ammissione ai finanziamenti ministeriali, le strutture alloggiative saranno operative entro il primo seme-
stre del 2026.
Si tratterebbe di un aumento di circa il 40% di tutti i posti attualmente disponibili per gli studenti. A questi potrebbero aggiungersi i 250 posti complessivi delle residenze
Jan Palach ed ex Junghans alla Giudecca, per le quali Iuav attende gli esiti della partecipazione al bando Mur 2022 per il cofinanziamento per alloggi e residenze universitarie e che sommati agli 800 in proposta supererebbero i 1000: quasi un posto ogni 4 iscritti Iuav e complessivamente oltre il 50% dei posti attualmente disponibili in centro storico.
Iuav lavora da tempo sulla realizzazione concreta di residenzialità, spazi a disposizione degli studenti, infrastrutture che si inseriscono strategicamente nel quadro del progetto “Venezia Città Campus”, il progetto-pilota che ha unito sette istituzioni veneziane per il futuro della città e del territorio.
Commenta il rettore Benno Albrecht: “A pochi giorni dal-
la firma del protocollo Venezia Città Campus e del protocollo di intesa con la Marina Militare, l’Università Iuav di Venezia già mostra che questi accordi portano verso una concreta realizzazione degli obiettivi.
Sul tema della residenzialità, punto cruciale del progetto, Iuav mette al servizio delle amministrazioni e della città la sua esperienza e la capacità di offrire soluzioni in grado di dare valore e destino al nostro patrimonio edilizio e storico. La collaborazione con il Comune, con la Marina Militare e con IPAV è un grande passo in avanti per la realizzazione del progetto Venezia Città Campus e un esempio virtuoso di sinergia fra le istituzioni veneziane per fare di Venezia una città della conoscenza, capace di attrarre e trattenere giovani talenti”.
Più cauti, invece, i rappresentanti degli studenti nel festeggiare l’avvio del progetto: “Abbiamo già espresso più volte la posizione della comu-
nità studentesca veneziana e i rischi insiti nella firma del protocollo Venezia Città Campus così com’era” dichiara Lucrezia Ludovici, rappresentante degli studenti in CdA IUAV con UDU Venezia “Pur apprezzando la discesa in campo del nostro ateneo per fornire nuovi alloggi agli studenti sfruttando gli ultimi bandi ministerial, le nostre richieste rimangono ben chiare e non si fermano alla sola necessità di nuovi posti letto: questo protocollo non può essere l’ennesima opportunità di lucro offerta ai grandi
gestori privati di residenze universitarie, in città ne abbiamo già troppi. Ci auguriamo che IUAV abbia ben compreso le ragioni che ci hanno visti mobilitati in tutta Italia, Venezia compresa, durante la primavera”.
“Continueremo a monitorare tutti questi progetti” conclude la rappresentante “lavorando negli organi affinché questi 800 posti vengano assegnati in gestione prioritariamente al Diritto allo Studio di questa città e non all’ennesimo speculatore privato”.
Accordo Ca’ Foscari-Enaip Veneto per l’inserimento di neolaureati nella formazione professionale
Ca’ Foscari ed Enaip Veneto hanno firmato un accordo di collaborazione triennale per lo sviluppo delle risorse umane, la ricerca nella didattica e l’informazione scientifica. L’obiettivo è quello di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro degli studenti e lo sviluppo del sistema di formazione continua rivolto anche ai professionisti, alle aziende e ai docenti. L’accordo è stato sottoscritto dalla rettrice dell’Ateneo veneziano Tiziana Lippiello e l’amministratore delegato di Enaip Veneto I.S. Giorgio Sbrissa.
La cooperazione consentirà di potenziare i tirocini curriculari ed extracurricolari in Enaip e nelle strutture e reti nelle quali è partner (Enaipnet, Evta), così come consentirà di qualificare la proposta di percorsi formativi per gli insegnanti che potranno così aggiornarsi e riqualificarsi all’interno delle varie funzioni aziendali.
“La firma di questa convenzione fra Ca’ Foscari ed Enaip Veneto ha l’obiettivo di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani laureate e laureati nell’ambito della for-
mazione professionale – sottolinea la rettrice Lippiello –. Attraverso questa iniziativa il nostro Ateneo promuove il dialogo con le istituzioni del territorio e offre il proprio contributo per la diffusione di competenze e l’inserimento nella società di giovani professionisti”.
Per tutta la durata della convenzione i referenti dell’Università e della Direzione Risorse Umane di Enaip Veneto monitoreranno periodicamente l’andamento delle iniziative che si svilupperanno a seguito della firma dell’accordo.
progetto. Candidati alla trasformazione in residenze studentesche ben sei complessi immobiliari in centro
Eventi. La madrina è Caterina Murino, attrice sarda, nuova Bond Girl al fianco di Daniel Craig
Ottanta e non sentirli: al via il 30 agosto la Mostra del Cinema
Ad aprire il Festival di Venezia 2023 non sarà più il film di Luca Guadagnino “Challengers”. A sostituirlo ci sarà “Comandante”
con Pierfrancesco Favino
M anca sempre meno all’inizio dell’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, l’appuntamento annuale con tutto il meglio delle novità cinematografiche a livello internazionale. Tanti i film in concorso scelti tra le migliori proposte italiane e internazionali e moltissimi gli ospiti che saranno presenti nella nuova edizione del Festival di Venezia 2023 che sarà piena di sorprese e novità. Fuori concorso ci saranno anche il nuovo film di Woody Allen, Coup de Chance, The Palace di Roman Polanski, e L’ordine del tempo di Liliana Cavani, che riceverà anche il Leone d’Oro alla Carriera.
La madrina del Festival di Venezia 2023 è Caterina Murino. L’attrice sarda, nota per il suo ruolo di nuova Bond Girl al fianco di Daniel Craig, nel ruolo di Solange in Casinò Royale del 2006, condurrà le serate di apertura e chiusura dell’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. L’apertura della mostra è prevista per il 30 agosto sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia e fungerà da cerimonia di inaugurazione del Festival. Il 9 settembre, invece, Caterina Murino condurrà la cerimonia di chiusura, sempre nello stesso luogo, dove verranno annunciati il Leone D’Oro e tutti i vincitori del Festival di Venezia 2023.
Ad aprire il Festival di Venezia 2023 non sarà più il film di Luca Guadagnino “Challengers” con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist: a causa dello sciopero degli attori e sceneggiatori negli Stati Uniti, infatti, la produzione di Challengers è stata bloccata e il film non parteciperà al Festival. A sostituirlo ci sarà “Comandante” con Pierfrancesco Favino che e sarà presentato in anteprima mondiale mercoledì 30 agosto 2023
nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia
nella serata di apertura. L’illustratore e autore italiano Lorenzo Mattotti firma per il sesto anno l’immagine del manifesto ufficiale, e per il quinto anno la sigla. L’immagine scelta “si ispira alla tradizione del cinema on the road– spiega Mattotti – e vuole esprimere sentimenti di libertà, di avventura, di scoperta di nuovi territor”.
Addio Sanavio, che dava del tu ai grandi della musica mondiale
La cultura musicale a Venezia non vive ovviamente di solo Vivaldi e classicismo, ma anche di grandissimi rapporti con tutta la musica pop e rock, tra difficoltà (inutile perfino ricordare i Pink Floyd) e momenti di picco (ultimo caso, i sessantamila a san Giuliano per i Pinguini Tattici Nucleari). Da questa estate, però, la musica a Venezia sarà un poco più povera. È infatti mancato Francesco Sanavio, 81 anni, mestrino, uno degli artefici dell’epoca d’oro dell’industria musicale e dei live. Per capire la sua importanza, basta citare alcuni dei nomi che lui ha portato a suonare in Veneto: Pink Floyd, Yes, Deep Purple, Ray Charles, James Brown, Luciano Pavarotti, Police, e Grace Jones, grazie alla lunghissima collaborazione con l’altro grande nome veneto, Tony Tasinato, a sua volta scomparso alcuni anni fa. Sanavio ha deciso di andarsene due mesi dopo l’amata moglie Mara Merlo a cui è stato legato per 50 anni e, probabilmente, proprio la sua scomparsa ha contribuito a dare il colpo di grazia definitivo a un fisico già debilitato dagli anni, La carriera di Sanavio era sbocciata nei primi anni Settanta con la nascita della Franton Music per i diritti live per l’Italia dei grandi artisti internazionali. Poi, la nascita della storica Cramps Records, etichetta che lancia gli Area, Eugenio Finardi e Alberto Camerini, ma la passione era rimasta quella del live, che portò all’arrivo in Italia dei grandi nomi della disco music: Gloria Gaynor, Donna Summer, Grace Jones e Village People, ma anche Ray Charles, che grazie a lui andò anche a a Sanremo, dove interpretò in inglese il brano “gli amori” di Toto Cutugno. Nel 1997, poi, sempre in coppia con Tassinato portò a Sanremo anche Venezia e il dialetto veneziano con i Pitura Freska e l’hit “Papa nero”. Ultima collaborazione illustre, nel 2002 con il Pavarotti e Friends. (m.t.)
Venezia
Calcio.
Per la campagna 2023/2024 Cipriani è stato ritratto nell’Harry’s Bar
Presentata la nuova Away Jersey, il protagonista è Arrigo Cipriani
Il Venezia ha presentato la Away Jersey 23/24, disponibile negli store ufficiali del Venezia FC di Rialto e SS Apostoli, a Venezia, e nel Venezia FC store M9 di Mestre, nelle due versioni a maniche corte e lunghe.
La campagna della collezione per la nuova stagione è ispirata all’anima di Venezia, città di stile ed eleganza.
Il protagonista del lancio dell’Away Jersey, firmato dal fotografo inglese Sam Gregg, è Arrigo Cipriani, icona dello stile veneziano nel mondo. Cipriani, per la campagna dell’Away Jersey 23/24, è stato ritratto nell’Harry’s Bar, storico locale fondato da suo padre Giuseppe nel lontano 1931 e frequentato da sempre da artisti ed intellettuali, da Katherine Hepburn ad Andy Warhol, da Orson Welles a Peggy Guggenheim, sino ad Ernest Hemingway, il quale proprio all’Harry’s trovò ispirazione per il suo capolavoro “Di là del fiume e tra gli alberi”. Un luogo così iconico da essere dichiarato patrimonio nazionale nel 2001 dal Ministero dei Beni Culturali.
Poche città al mondo hanno un’anima come Venezia: “Ve-
nezia è la città dello stile, una città costruita dai veneziani e per questo piena d’anima; chi ha messo le prime pietre sapeva già che non avrebbe mai visto gli edifici finiti ma le metteva comunque, spinto da un moto dell’anima” ha detto Cipriani.
Arrigo Cipriani, come il suo locale, è semplice ed elegante allo stesso tempo, un connubio che si rinviene nel concept della Away Jersey 23/24, che con un design retrò riporta agli anni Novanta. La maglia è di un bianco classico con i colori arancio-verde
La maglia è di un bianco classico con i colori arancio-verde ben visibili in una fascia nella parte inferiore e nel colletto a polo, mentre l’oro è usato per il logo del club
ben visibili in una fascia nella parte inferiore e nel colletto a polo, laddove l’oro, caratteristico della Basilica di San Marco, è stato usato per il logo del Club e per quello di Kappa®, con la scritta “Città di Venezia” posizionata centralmente.
Oltre all’emblematico Harry’s Bar, gli altri luoghi teatro degli scatti di Gregg sono Torcello, isola situata nella Laguna settentrionale ed abitata fin dall’epoca romana e Piazza San Marco vista dalla barca dello stesso Cipriani.
Cristiano Aggio
Basket, la Gemini Mestre giocherà al Taliercio
L’Umana Reyer e la Gemini Mestre hanno raggiunto un accordo per l’utilizzo del Palasport Taliercio da parte della società biancorossa per la disputa delle partite casalinghe per la stagione 2023/24.
“Siamo contenti di aver trovato questo accordo per consentire alla Gemini Mestre di giocare al Taliercio”, ha detto il presidente orogranata Federico Casarin. “Siamo inoltre convinti che questa intesa possa creare i presupposti per un proficua e fattiva collaborazione in futuro”.
Felicità anche in casa Gemini. “Siamo soddisfatti di poter proseguire la nostra storia sportiva al Taliercio”, ha detto il presidente mestrino Guglielmo Feliziani. “La nostra volontà e quella della dirigenza della Reyer era quella di raggiungere un accordo per il nostro utilizzo del Taliercio e finalmente possiamo confermare che questo e’ stato trovato. Ora possiamo proseguire con il nostro percorso di crescita societaria certi che anche il pubblico me-
strino, potendo contare su di un impianto così prestigioso, possa continuare con entusiasmo a seguire la squadra come ha fatto per tutto il corso degli scorsi playoff. Giocheremo il sabato sera in orario ancora da definire”. (c.a.)
Il caso. L’ennesima emergenza sbarchi rompe il fronte del centrodestra veneto
Migranti: tra accoglienza diffusa e grandi hub la Lega si divide
Non si è ancora spenta l’eco del congresso regionale della Lega Nord, con tutte le polemiche che lo hanno accompagnato, che nel Carroccio veneto esplode la grana migranti. Anche in questa estate 2023, infatti, nonostante ci fosse chi credeva che i porti sarebbero stati chiusi, il numero di sbarchi non è diminuito, anzi sembra essere tornato ai livelli record del 2017.
Come accaduto anche nelle estati passate il nostro Paese, e il Veneto in questo senso non fa eccezione, si trova a dover far accogliere migliaia di persone, disperate e in fuga dai propri territori di origini.
MINISTERO, PREFETTI, COMUNI, PRIVATI E COOPERATIVE
Il sistema dell’accoglienza nel nostro Paese ricorda, non ce ne vogliano, molto da vicino il gioco che si faceva da bambini: il “tua chiuso”.
I migranti sbarcano, il Ministero li registra e chiama i prefetti dando loro il numero di persone da accogliere per ogni territorio; una chiamata che, spesso, giunge meno di 24 ore prima dell’arrivo.
A quel punto ad attaccarsi al telefono sono i prefetti stessi che iniziano a chiamare i sindaci chiedendo loro di trovare i posti necessari. A volte, invece, sono le stesse cooperative che, in accordo con un qualche privato possessore di un edificio agibile, si offrono direttamente alle Prefetture come “ospitanti” bypassando totalmente le Amministrazioni Comunali.
In tutta questa fretta è evidente come la soluzione di primo acchito considerata come “più semplice” è quella di allestire dei grandi hub, degli enormi punti di raccolta, in caserme dismesse, palestre o, addirittura, tendopoli. Del
resto proprio il Veneto conta dei precedenti illustri, come Cona nel Veneziano e la vicina Bagnoli nel Padovano.
ACCOGLIENZA DIFFUSA:
UNA PRATICA STRANA?
Dopo gli insuccessi delle politiche per l’accoglienza degli ultimi anni, si è fatta largo l’idea che l’unica forma possibile ed effettivamente efficiente, sia la cosiddetta accoglienza diffusa: poche persone in ogni comune. Basta grandi agglomerati che rischiano di non essere gestibili e, soprattutto, di non garantire alcun sostegno, formativo e occupazionale, alle persone ospitate che, di conseguenza, finiscono per essere spesso preda della criminalità.
E QUI CASCA L’ASINO!
A ben vedere non ci dovrebbe essere alcun dubbio: pochi migranti per ciascuno centro senza creare situazioni drammatiche e, spesso, insostenibili dal punto di vista umano e dell’ordine pubblico.
Il primo “asino” a cadere, va detto per onestà intellettuale, è di natura economica. Avere un unico grande centro, magari popolato da un centinaio di persone, produce, per la sua gestione, delle importanti economie. Si mangia tutti la stessa cosa, consegnata alla stessa ora nello stesso posto, si fa tutti la stessa attività magari impiegando un solo operatore della cooperativa che si occupa della gestione.
Il secondo asino, e forse più greve, è politico. Per troppi anni il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza è stato utilizzato come strumento di confronto e contrasto politico e, in senso deteriore, culturale e ideologico. Oggi per un sindaco duro e puro, che ha predicato per anni la politica dei “porti chiusi”, accogliere an-
che solo tre o quattro migranti, in una logica di accoglienza diffusa capace di coinvolgere anche un piccolo comune, è inaccettabile. Un approccio, questo, che ha creato un profondo cortocircuito politico soprattutto all’interno della Lega Nord da sempre sulle barricate su questi temi ormai divenuti, nei fatti, elemento identitario e fondativo.
IL CORTOCIRCUITO
Nel corso dello scorso congresso regionale della Lega Nord, che ha visto la conferma di Alberto Stefani, è emersa con chiarezza la drammaticità politica che sta vivendo il Carroccio. Le due principali anime sono sempre più difformi e contrapposte tra loro. Il presidente della Regione, Luca Zaia non si schiera e non entra nel conflitto interno, però l’area che si contrappone al salvianiano Stefani, si ama definire (solo autodefinire?) “Zaiana”.
E sulla vicenda accoglienza è scattato l’allarme rosso. All’arrivo dei primi migranti, sparpagliati in gruppetti di poche unità in alcuni comuni
vicentini amministrati dalla Lega si sono alzate le proteste dei primi cittadini che non ne vogliono assolutamente sapere. D’altro canto si è levata la voce, tonante e autorevole, del Presidente Zaia: “L’unica soluzione è l’accoglienza diffusa, ciascuno deve fare la propria parte senza egoismi”. Uno schiaffo ad anni di cultura leghista.
Il secondo schiaffo è giunto dal presidente Anci Veneto e Sindaco di Treviso, Mario Conte, leghista pure lui, che ha invitato i colleghi primi cittadini a scongiurare in ogni modo la necessità di costruire maxi centri di accoglienza, facendosi carico di poche unità per ciascuno senza cedere in opposizioni propagandistiche.
E dall’altra parte? Il Segretario Regionale, Alberto Stefani ha bocciato senza se e senza ma l’ipotesi di cabina di regia, lanciata dallo stesso Zaia, per gestire gli arrivi dei migranti in maniera diffusa.
“L’accoglienza non può essere destinata a tutti – ha scritto – no all’accoglienza
indiscriminata nei comuni. I Sindaci della Lega diranno no all’accoglienza indiscriminata. Vorrei capire cos’ha un richiedente asilo di più rispetto ad una famiglia italiana sfrattata o che si trova sul lastrico.”
Insomma appare evidente che più del congresso - che tanti mal di pancia, epurazioni, veti ha prodotto – sarà questa profonda divergenza politica a tracciare un solco profondo dentro la Lega mentre si avvicinano, in modo inesorabile, le prossime scadenze elettorali, ma soprattutto mentre i migranti continuano ad arrivare e hanno bisogno, decisamente, di un luogo sicuro.
Giornalismo.
Dal 4 settembre in onda su Dab+, app e streaming il nuovo prodotto editoriale targato
Give Emotions
Nasce “Radio Veneto 24”: tutta l’informazione dal territorio in tempo reale
Aggiornamenti costanti, ma anche approfondimenti di attualità, economia, politica, sport con prestigiose firme del panorama giornalistico veneto
Il 4 settembre è una di quelle date che bisogna cerchiare in rosso sul calendario. È la data in cui nascerà ufficialmente “Radio Veneto 24”. Una radio come non ce ne sono: la prima radio del Veneto dedicata all’informazione locale in tempo reale. Una radio che sfrutta le potenzialità del digitale approdando nel nuovo sistema Dab+, destinato a sostituire il tradizionale Fm. Dietro questa grande sfida c’è la forza di Give Emotions, società editrice de La Piazza e LaPiazzaweb, che conferma e consolida la propria presenza anche nel panorama radiofonico già sperimentata con ampio successo attraverso i notiziari de “LaPiazza24”, trasmessi in diverse radio venete negli ultimi 18 mesi. Ed è proprio da questa esperienza che nasce “Ra-
Gli opinionisti di
dio Veneto 24”. “Il Veneto raccontato dai fatti, dalle notizie, dalle persone” è il claim della nuova radio, che sarà ascoltabile anche attraverso l’app proprietaria, lo streaming dal sito web e i dispositivi smart speaker. Tutti i contenuti saranno inoltre distribuiti come podcast su app e sito, per poter essere ascoltati anche in modo asincrono rispetto alla diretta radiofonica.
Ogni 20 minuti tutta l’informazione del Veneto su una sola radio. Radio Veneto 24 sarà una radio all news, pensata per chi vuole essere sempre “sul pezzo”, essere aggiornato su ciò che accade intorno a lui in tempo reale. La redazione giornalistica, che può contare su corrispondenti da ogni provincia, garantirà ogni 20 minuti tutte le notizie del Veneto sem-
pre aggiornate. Oltre a questo, ogni ora gli ascoltatori potranno contare su spazi dedicati all’informazione nazionale e agli aggiornamenti su meteo e viabilità in collaborazione con ACI ed Autovie Venete. Non basta. Firme importanti del giornalismo veneto saranno in onda quotidianamente per offrire approfondimenti su politica, economia, sport, attualità e costume: Riccardo Sandre, Stefano Edel, Antonio Di Lorenzo, Micaela Faggiani sono solo alcuni dei professionisti dell’informazione veneta che si sono uniti al team guidato dal direttore Giorgia Gay. “La
forza di Radio Veneto 24 sarà l’attenzione al territorio, che contraddistingue da sempre i prodotti editoriali del gruppo Give Emotions - commenta il direttore -. Grazie a una straordinaria squadra di giornalisti potremo offrire un palinsesto unico nel suo genere non solo a livello regionale, ma anche nazionale. Sarà una sfida, che accettiamo con entusiasmo e determinazione”. Costantino Da Tos, station manager di Radio Veneto 24 aggiunge: “È la radio che non c’era. Una radio di servizio per gli ascoltatori del Veneto, dedicata all’informazione locale. Un nuovo pro-
getto che sfrutta le potenzialità del mezzo radiofonico: immediatezza, grande diffusione e semplice fruibilità da parte degli utenti, tutte caratteristiche ideali da abbinare a un media di informazione”. “Con Radio Veneto 24 il nostro gruppo editoriale diventa un vero e proprio sistema integrato di comunicazione, unico in Veneto - conclude l’editore Giuseppe Bergantin -. Abbiamo l’approfondimento con i nostri mensili La Piazza, che hanno raggiunto le 500mila copie, la tempestività dell’informazione con laPiazzaweb.it, con un milione di utenti unici al mese, e l’immediatezza della radio con questa nuova sfida editoriale. Siamo certi che gli imprenditori e i cittadini veneti sapranno riconoscere la validità di questa proposta e che faranno entrare Radio Veneto 24 nella loro quotidianità, mentre sono alla guida, a casa, in mobilità. Noi da oggi li accompagneremo ovunque”.
Giorgia Gay, direttore di Radio Veneto 24
Giornalista professionista dal 2007, collabora da molti anni con i giornali La Piazza e dal 2014 cura la redazione della testata quotidiana LaPiazzaweb di cui è attualmente direttore. Parallelamente è stata per 6 anni il volto della trasmissione di La7 “L’Aria che tira” dal Nordest. Cura uffici stampa e la presenza social per enti e aziende del territorio.
Stefano Edel - Sport
Giornalista professionista dal 20 giugno 1980. Ha lavorato per 40 anni di fila al “Mattino di Padova”, ricoprendo vari incarichi e chiudendo come inviato della redazione sportiva, e oggi ha una collaborazione con lo stesso giornale, seguendo il Cittadella e il Padova calcio. Dal 1992 al 2018 è stato corrispondente per la Rai da Padova.
Micaela Faggiani – “Mondo donna” e “Protagonisti a Nordest”
Giornalista professionista con esperienza sia nella carta stampata sia in tv. Per 15 anni volto e anima di Telechiara, per poi passare alla libera professione. Da 7 anni è la corrispondente per il Nordest di La7 per le trasmissioni Tagadà e L’Aria che tira. Ufficio stampa e consulente di comunicazione, è stata la fondatrice e direttrice del mensile Fuori la voce e del Cantiere delle donne, di cui è Presidente. Per volontariato è anche ufficio stampa, pr, event manager di Admo Veneto.
Riccardo Sandre – Economia
Giornalista con esperienza nella carta stampata e per le agenzie di stampa: dal 2008 è collaboratore del Mattino di Padova e delle altre testate del gruppo Gedi News Network, tra cui La Repubblica. Giornalista del gruppo 24 Ore, dal marzo 2021 è corrispondente dal Nordest dell’Agenzia di Stampa Radiocor del Sole 24 Ore. Ha competenze di ufficio stampa istituzionale e ha collaborato con altre testate nazionali come industria italiana.
Zaia a tutto campo: “Sogno un Veneto in prima
“Non penso alle elezioni regionali, può succedere di tutto, non sono certo io a difendere la poltrona, cerco di amministrare con onestà, poi sono i cittadini a scegliere”
Dall’autonomia alle elezioni, passando per i nodi della sanità veneta. Il presidente della regione Veneto Luca Zaia durante la visita alla redazione de “La Piazza” ha risposto ad alcune domande sul percorso dell’autonomia e gli ultimi sviluppi, sull’ipotesi di un terzo mandato (che in realtà è il quarto ma il primo non rientra nel limite di due mandati introdotto nel 2015), ma anche sulle questioni legate alla sanità veneta, dalla carenza di medici ai tempi di attesa per le prestazioni, fino al ruolo della sanità privata. Ecco le sue risposte.
Ovviamente non possiamo che iniziare dall’autonomia, tema che tiene banco da qualche anno ormai. Dopo i passi avanti dei mesi scorsi che effetto avranno le dimissioni dei quattro componenti della commissione sui livelli essenziali di prestazione?
“Penso che si stia dando fin troppa importanza queste dimissioni, specie se consideriamo il numero importante di componenti della commissione. Quattro persone, in autonomia, hanno deciso di dimettersi. Sorge però un sospetto, considerato il fatto che tutti e quattro hanno la stessa appartenenza e storia politica. Nonostante la loro levatura e professionalità hanno deciso di abbandonare la commissione mentre fior fiore di accademici sono rimasti al loro posto, a confrontarsi sul progetto. Se io mi fossi dimesso da tutte le commissioni dove non condividevo le idee di chi governava la commissione,
avrei passato la mia vita a dimettermi”.
Il progetto va avanti, allora?
“Certo che va avanti, è un progetto costituzionale. Trovo anche strano che ci siano queste prese di posizione, irrispettose anche nei confronti del Capo dello Stato, perché qui stiamo discutendo di un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri e controfirmato dal Capo dello Stato, che è il garante della Costituzione. Dire quindi che questo disegno di legge spacca l’Italia o aumenta le diseguaglianze significa affermare che il Presidente della Repubblica non si era accorto di quel che stava firmando. Ma non è così. Il problema è che è difficile accettare i cambiamenti, perché fanno paura. Questo è un grande cambiamento, però è un cambiamento di modernità. Dopodiché se il Parlamento deciderà di affossare tutto ne prenderò atto e staremo a vedere. Se non coglieremo questa occasione tra qualche anno sceglieremo l’autonomia per necessità”.
Presidente, guardando alle prossime elezioni regionali, si parla di terzo mandato. Pensa di ricandidarsi?
Da qui ai prossimi tre anni può succedere di tutto, abbiamo davanti un’era geologica, se pensiamo a quello che è accaduto negli ultimi 36 mesi. Non parlo neanche di elezioni regionali perché fra tre anni non sappiamo nemmeno quale sarà il quadro in merito al terzo mandato. Lo dico anche con un po’ di pudore, perché poi sembra
sempre che si faccia la difesa della poltrona ma non è il mio caso. L’avevo detto anche quando ero in Provincia a Treviso e anche in quel caso esisteva il problema dei mandati. Dobbiamo decidere se in questo Paese vogliamo rendere protagonista il cittadino nelle scelte della governance o farlo diventare una semplice comparsa. Mi spiego, le uniche due cariche con il vincolo di mandati sono il presidente di regione e il sindaco. Qualcuno dovrebbe spiegarmi per quale motivo un sindaco di un comune di qualche migliaio di abitanti può fare solo due mandati e poi deve andare a casa. La stessa persona se viene eletta alla Camera o al Senato può starci tutta la vita. Lo trovo assurdo, così come sostenere che il blocco dei mandati è per evitare che si creino forme di potere. Questo significa dare degli idioti ai cittadini perché
posso citare quanto successo in Sicilia, Calabria, Lazio, Campania e in tutte le regioni andate al voto con i governatori uscenti non rieletti. Quindi i cittadini quando voglio cambiano. Non è vero che basta essere amministratore uscente per essere eletto. Dire che si creano centri di potere è offensivo, perché io non ho creato nessun centro di potere. Cerco di amministrare con onestà, e non è facile, in un mondo nel quale per essere onesto devi a volte vivere in apnea, perché anche il respiro ormai è elemento di disonestà. Poi facciano quel che vogliono, ma dire che i cittadini non scelgono i loro amministratori se tolgono il blocco dei mandati, decisamente no”.
Parliamo di sanità, una delle voci di bilancio che pesa di più per laRegione. Archiviata l’emergenza Covid restano aperte diverse questioni, a partire
dalla mancanza di personale medico, sia negli ospedali, nei reparti e sia negli negli ambulatori di medicina generale, come interverrete?
“Innanzitutto quando lo dicevo io non ho visto nessun tifoso a difendermi. Già nel 2010 dissi che il numero chiuso nella formazione dei nuovi medici ci avrebbe creato dei problemi. Tutti in silenzio. Il numero chiuso secondo me va abolito, invece c’è ancora. Vorrei che non passasse l’idea che siccome non ci sono i medici non riusciamo a erogare i servizi nel pieno della qualità, qui la colpa è di Luca Zaia o della Regione. Non è così. Noi non c’entriamo nulla con la formazione dei medici, che dipende dai diversi ministeri e governi, dalle università che continuano con il numero chiuso pur avendo sicuramente dato segnali di apertura nel senso di aver allargato un po’ le
L’intervista. Il presidente della Regione risponde alle domande durante la visita alla redazione de
fila, avanti con il progetto dell’autonomia”
sul periodo dai 30 ai 90 giorni”.
Ha toccato il tema delle prestazioni, appunto, e dei tempi di attesa. E c’è anche il peso del privato che si fa sentire. Che fare?
Il presidente Zaia nella nostra redazione e durante l’intervista
maglie. Ad oggi in Italia mancano cinquantamila medici, in Veneto ne mancano tra i 3.500 e i 4.000. Allora voi capite che se io avessi 3.500 ambulatori e con 3.500 medici potrei erogare ogni giorno almeno 35 mila prestazioni, poi continuate voi con i conti, in dieci giorni superiamo le trecentomila prestazioni che mancano. D’altro canto c’è
un incremento delle prestazioni di almeno in 20%, anche per il fenomeno ella medicina difensiva, e capisco anche questi medici che si sentono continuamente aggrediti e quindi per tutelarsi aumentano le prescrizioni. E’ bene ricordare che il Veneto eroga ottanta milioni di prestazioni sanitarie all’anno e l’attesa non c’è sull’urgenza ma
“La nostra è la regione che ha meno realtà private nel suo sistema sanitario. Se non ricordo male siamo intorno al 12 per cento. Poi chi parla di privati parla anche a vanvera perché queste realtà fanno parte del sistema sanitario e alcune c’erano prima che nascesse la sanità in Veneto. E’ una sfida che dobbiamo affrontare insieme ma in Veneto abbiamo ben saldo il governo della sanità. Quando è scoppiato il Covid, ad esempio, dei 364 posti di terapia intensiva i privati erano quaranta, men-
tre in Lombardia il 40% delle terapie intensive è in strutture private, questo per dare il peso di cosa significhi pubblico e cosa privato. Detto questo, ci sono dei problemi da risolvere. Il primo riguarda la fuga dei medici, come dicono i cittadini. Oggi il medico può decidere dove andare, vista la mole delle richieste, un fatto impensabile in passato. Dall’altro lato i medici che restano in ospedale a lavorare devono smettere a settant’anni, in precedenza addirittura a 65. Cosi abbiamo vere e proprie star della medicina che non possono più lavorare nel pubblico ma possono, per legge, farsi assumere dal privato. Ai cittadini va spiegata questa contraddizione”.
Il governatore in redazione “Bella realtà che continua a crescere”
In occasione della visita alla nostra redazione a Padova il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha conosciuto da vicino come nascono il nostro mensile, il sito web, il notiziario radio e ascoltato tutti i nuovi grandi progetti del nostro gruppo editoriale e le iniziative in cantiere per il prossimo futuro. “Ho potuto conoscere dipendenti, giornalisti e collaboratori presenti in redazione, - ha scritto Zaia sui social - ascoltando tutti i nuovi progetti di questo gruppo editoriale, una bella realtà che continua a crescere”.
“La Piazza”. Sul limite dei mandati: “E’ un’offesa agli elettori”
La pubblicazione. Raccolte le iniziative, i progetti e i risultati di Despar nel 2022
“L’impegno per uno sviluppo sostenibile raccontato nel “Libro della Sostenibilità”
Raccontare la strategia di sviluppo sostenibile adottata per rappresentare non solo le performance finanziarie, ma soprattutto quelle in ambito Environmental, Social & Governance (ESG) in un’ottica di trasparenza verso tutti gli stakeholder: è questo l’obiettivo del “Libro della Sostenibilità” di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Un Libro che vuole essere un rendiconto dei risultati e delle azioni messe concretamente in campo dall’azienda dal punto di vista dello sviluppo sostenibile del business, in linea con le dieci promesse del “Manifesto della Sostenibilità” che tutti i collaboratori di Aspiag Service Despar, dai vertici ai collaboratori, si impegnano ogni giorno a seguire. Il Libro raccoglie dunque le iniziative, i progetti e i risultati che hanno caratterizzato il 2022 dell’azienda suddivisi in quattro pilastri: la responsabilità ambientale, la responsabilità economica, la responsabilità come datore di lavoro e la responsabilità verso la comunità e il territorio. L’impegno per lo sviluppo sostenibile di Aspiag Service Despar, infatti, si snoda su più fronti ed è in linea con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per la propria strate-
gia di crescita sostenibile: dalle politiche ambientali che Aspiag Service Despar adotta, al sostegno agli imprenditori locali tramite il programma di affiliazione, dalla valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte, ai progetti formativi e di crescita professionale per i collaboratori, a quelli educativi nelle scuole del territorio, passando per il contrasto allo spreco alimentare attraverso il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, fino alle iniziative di inclusività sociale.
in campo progetti e iniziative capaci di sostenere e accompagnare lo sviluppo economico e sociale creando valore aggiunto per i territori in cui l’azienda opera.
La copertina del libro, sotto il Qr code per il download
Dieci anni di certificazione ISO 14001: così Aspiag Service Despar accelera sulla sostenibilità
Oltre 30 milioni di euro investiti dal 2013 al 2022 per l’efficientamento energetico di sedi e punti vendita e 62 siti già certificati ISO 14001 in dieci anni: sono questi alcuni dei risultati raggiunti da Aspiag Service Despar a 10 anni dell’ottenimento della certificazione ISO 14001 che si prefigge come obiettivo il miglioramento continuo delle performance aziendali che hanno impatto sull’ambiente assicurando un utilizzo delle risorse più efficiente, razionale e consapevole, così da ridurre sprechi, rifiuti ed emissioni, in linea con la politica ambientale che l’azienda ha scelto per guidare le proprie direttrici di sviluppo. La certificazione, ottenuta dieci anni fa e che l’azienda sta progressivamente estendendo a tutta la rete aziendale, viene rilasciata da TÜV Italia, parte del gruppo internazionale TÜV SÜD e rappresenta il coronamento di una serie di atti-
vità che, sviluppate nel tempo, hanno portato Aspiag Service Despar a gestire le proprie responsabilità ambientali in un modo sistematico e contribuire con il proprio impegno alla sostenibilità del business con importanti risultati e benefici già ottenuti in termini di monitoraggio e riduzione dell’impatto della propria attività sull’ambiente, oltre che di formazione dei collaboratori.
Sul fronte dei consumi energetici l’azienda ha effettuato investimenti tecnologici per adottare soluzioni più green per lo sviluppo della rete puntando su fonti luminose full led, sistemi di cool roof e intervenendo sui sistemi che regolano il peso dei consumi della refrigerazione alimentare. Con riferimento alla riduzione delle emissioni, si è scelto di utilizzare impianti
di refrigerazione frigo ad alta efficienza e alimentati a CO2, oltre che sistemi di recupero e riuso del calore degli impianti per il freddo alimentare e dell’acqua per risparmiare risorse energetiche. Oggi Aspiag Service Despar impiega in gran parte energia verde certificata da fonti rinnovabili e anche nella gestione dei rifiuti l’azienda ha adottato delle pratiche virtuose. A questo si aggiunge la scelta di prediligere per le nuove aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse, anche grazie ad importanti opere di bonifica di suoli e sottosuoli, con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio, offrendo un concreto supporto alle imprese locali.
IL PUNTOdi Massimo Salviato
Amministratore Delegato Aspiag Service Despar
Lasostenibilità si costruisce a piccoli passi condivisi
I pilastri fondamentali che guidano la strategia di valore della nostra azienda sono quelli della responsabilità verso la comunità, l’ambiente, i collaboratori e il territorio: in questo modo ogni giorno ci impegniamo per compiere dei piccoli passi concreti per la costruzione di un futuro inclusivo e sostenibile, mettendo radici nei territori in cui siamo presenti e portando valore condiviso. Un esempio di questo impegno è testimoniato dal nostro sistema di gestione ambientale che ci ha portato a essere dieci anni fa, nel 2013, la prima impresa della Distribuzione Moderna italiana a ottenere la certificazione ISO 14001, di cui quest’anno festeggiamo il decennale. Raggiungere questo traguardo è per tutta la nostra azienda un motivo di grande orgoglio e il frutto di un lavoro corale, fatto passo dopo passo, che ha coinvolto i nostri collaboratori e tutti i nostri stakeholder. Il decennale della certificazione è infatti una testimonianza tangibile dell’impegno per la sostenibilità su cui la nostra organizzazione ha costruito i pilastri della propria visione ambientale. I risultati raggiunti sono importanti, come dimostra l’alto numero di siti certificati in dieci anni, le ottime competenze del personale coinvolto nel presidio del Sistema di Gestione Ambientale, nonché l’impronta di sostenibilità data sia ai negozi di nuova apertura che alle ristrutturazioni. Il nostro impegno per il futuro sarà quello di estendere sempre di più il perimetro di questa certificazione a tutti i siti aziendali, continuando a promuovere investimenti in materia di efficientamento energetico, estendendo l’installazione di impianti fotovoltaici e la ristrutturazione totale dei siti più vecchi, e di promuovere una sempre maggiore autonomia energetica, in particolare puntando sulle comunità energetiche e sui contratti PPA per l’acquisto dell’energia, con l’obiettivo di consolidare lo sviluppo della nostra azienda in un’ottica sempre più green facendo sinergia e generando benefici anche per i territori in cui la nostra attività si inserisce.
“Dottore, la città più bella del mondo ti aspetta”
La campagna dell’Ulss 3 Serenissima
Boom di candidature, in 254 medici rispondono all’appello
“Dottore, la città più bella del mondo ti aspetta!”. Lo slogan della campagna social dell’Ulss 3 Serenissima per reclutare medici di famiglia è affidata alla giovane e venezianissima content creator Carlotta Berti, che invita i medici di ogni dove a considerare l’idea di lavorare nella magica città lagunare: una scelta professionale ma anche di vita, unica e straordinaria. L’appello, etico e sociale, ha dato i sui frutti: in meno di tre settimane sono arrivate 254 candidature: 123 italiane, 13 europee, 29 dall’America Latina e ben 32 dall’Iran, 2 dall’Asia ma anche una egiziana, una dagli Stati Uniti, una dall’Iraq, una da Israele. Intanto sono stati individuati 11 idonei ma verrà stilata una graduatoria dalla quale attingere in caso di necessità.
Un minuto e trenta di video al quale è affiancato anche un appello “luminoso”, una scenografica animazione proiettata in video mapping sulla facciata della Scuola grande di San Marco, ingresso dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo, con immagini dell’illustratore veneziano Lucio Schiavon che, per l’occasione, ha disegnato una Venezia onirica curata da un camice bianco. La singolare campagna promozionale, ideata dall’Ulss 3, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la Regione Veneto, per reclutare medici di Medicina generale nasce dalla necessità di provvedere al naturale ricambio generazionale, in un contesto di generalizzata carenza di professionisti che nel centro storico e nelle isole della città lagunare si acutizza, facendo sentire i suoi effetti ancora più marcatamente.
Prosegue alla pag. seguente
Dipendenza da social network, è un fenomeno diffuso, in particolare tra i giovani. che ne sono i principali utilizzatori, e può avere un impatto negativo sulla loro salute psicofisica.
L’Ulss 5 Polesana ha messo a punto e divulgato, attraverso i social, un elenco di consigli e buone pratiche – scanditi per tematicheper aiutare ragazzi e ragazze ad affrontare la dipendenza da social network.
In primo luogo, la consapevolezza e l’autovalutazione: i giovani devono essere consci del tempo trascorso online e valutare se ne stiano dedicando troppo ai social network.
E’ dunque importante impostare dei limiti di tempo: stabilire limiti per l’uso dei social network può aiutare a ridurre l’eccessiva dipendenza e favorire un bilanciamento più
sano tra vita online e offline.
E’ buona prassi quindi creare una routine equilibrata: introdurre attività come sport o la lettura nella routine quotidiana può ridurre la dipendenza dai social network e promuovere uno stile di vita equilibrato.
L’obiettivo è quello di creare connessioni reali: incentivare i giovani a sviluppare relazioni non mediate, di persona, può aiutare a ridurre la dipendenza dai social network.
Infine, se il fenomeno è difficile da affrontare in solitudine è importante ricorrere ad un supporto familiare e, se serve, a terapia: il coinvolgimento dei genitori è fondamentale nel gestire la dipendenza dai social network. In alcuni casi, però, può essere utile anche cercare il supporto di un professionista di salute mentale specializzato.
Dei 44 medici di famiglia in servizio, una decina è prossimo alla pensione. Da qui l’esigenza di “convincere” i professionisti della sanità a prendere in considerazione l’idea di trasferire la propria attività nel capoluogo lagunare. “Nella Venezia d’acqua – ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato - operano in questo momento 44 medici di famiglia. La loro età media è particolarmente alta e il problema di trovare sostituti per chi lascia la professione, qui a Venezia, è ancora più sentito che altrove: questa città meravigliosa presenta anche aspetti di difficoltà per chi si deve trasferire e avviare un’attività. La nostra Ulss, però, si è attrezzata per sostenere e accompagnare, insieme all’amministrazione cittadina, i nuovi medici di famiglia che vogliano venire qui ad esercitare la loro professione. Ed è in grado di offrire, come ha già fatto, ottime opportunità anche per l’apertura di un ambulatorio. L’Ulss 3 Serenissima ha lanciato questo suo appello affidandosi all’arte di un grafico veneziano, che ha realizzato con i suoi colori la rappresentazione di una Venezia che ha bisogno di cura, e che però a sua volta è in grado di curare, regalando a chi sceglie di venire a lavorare in laguna, un ambiente straordinario in cui esercitare il mestiere più prezioso. Un grazie sentito anche al Comune e alla Soprintendenza alle Belle arti che hanno collaborato alla realizzazione della proiezione magica”. Chi sceglierà di lavorare avrà a disposizione delle facilitazioni. “L’Ulss 3 Serenissima offre, in collaborazione con Comune e Regione, la possibilità di avere un ambulatorio a canone agevolato, un parcheggio gratuito in terra ferma, e un alloggio provvisorio in attesa di una soluzione abitativa a prezzi calmierati” spiega l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. Almeno per i primi mesi, dunque, avranno un ambulatorio e una casa dove abitare, almeno per i primi mesi sono a disposizione la foresteria dell’ospedale e gli appartamenti del Comune, uno stipendio adeguato e almeno 1000 pazienti. “Quello della carenza dei medici, e dei medici di medicina generale - ha sottolineato l’assessore - è un problema diffuso, che è necessario affrontare ai più diversi livelli. Questa iniziativa, che poteva nascere solo a Venezia dove tutto è forse più complicato, ma è anche bellissimo, è complementare a quelle già messe in atto dalla Regione Veneto, e cito solo il nuovo recentissimo bando per la formazione specifica dei medici di famiglia. Davvero oggi si dimostra che siamo “in campo” in ogni modo perché si possano reperire forze nuove, e si possano dare risposte alle legittime esigenze dei cittadini”. “La Regione Veneto – ha proseguito - sta lavorando oggi sul piano dell’organizzazione. Sappiamo che i medici di famiglia si lamentano per la troppa burocrazia di situazioni che, a volte, non permettono di fare a pieno il loro lavoro. E, allora, le forme organizzative e la possibilità di avere degli strumenti informatici, l’utilizzo di strumenti - la telemedicina e il telemonitoraggio - ma anche l’apporto e il sostegno di personale infermieristico e amministrativo può sicuramente aiutare a mettere in campo delle azioni che effettivamente permettano al medico di famiglia di svolgere il proprio lavoro in maniera più semplice e, soprattutto, di essere sempre più vicino al paziente e al cittadino”.
I consigli utili per prevenire e “combattere” la dipendenza da social network
“Venite a Venezia”, rispondono 254 medici da tutto il mondoGiovani e salute Segue dalla pag. precedente
Inaugurata a Marghera. Patologie legate al rapporto col cibo e con il proprio corpo
L’estate speciale di nove ragazzi con disabilità
Per tutto il mese di luglio i giovani, tra 20 e 35 anni, lavorano e vivono insieme nelle località balneari di Chioggia e al Lido, e hanno anche un ricco programma di attività ricreative
Ben 3.300 valutazioni all’anno, tra prime visite e controlli.
Le patologie legate al rapporto col cibo e con il proprio corpo, espressione di un disagio diffuso che si registra con sempre maggiore frequenza, negli adolescenti ma che incide anche sugli adulti.
Proprio per dare una risposta efficace al territorio, l’Ulss 3 Serenissima ha allestito una nuova sede ambulatoriale, completamente dedicata ai disturbi alimentari, che ha avviato la sua attività da poche settimane a Marghera, in via Silvio Pellico.
“È un altro tassello di quella rete che l’Ulss 3 sta strutturando - ha detto il direttore generale Edgardo Contato - per affrontare uno dei temi cruciali dei nostri tempi, le patologie legate al rapporto con il cibo e con il proprio corpo, a cui sono dedicate questo specifico spazio e questo servizio”. Tre ampi ambulatori, gli spazi comuni e di attesa, con gli uffici di gestione e una vasta cucina per i laboratori legati all’alimentazione occupano l’intero piano sopra la sede della Salute mentale di Marghera. E in questi nuovi spazi si è spostato il servizio che operava da alcuni anni nella sede distrettuale di Favaro Veneto.
“Affrontiamo un fenomeno, quello dei disturbi alimentari, che nel-
la regione interessa almeno 5000 persone, con un picco di incidenza dai 15 ai 20 anni, ed è un dato sottostimato, perché molti non chiedono aiuto” è il quadro della situazione delineato dal direttore del Dipartimento di Salute mentale, Moreno De Rossi. “Come servizio dell’Ulss 3 Serenissima, - prosegue - abbiamo attualmente in carico 120 pazienti adulti, e circa 350, sempre maggiorenni, sono le persone che, seguite dai nostri servizi, hanno già fatto dei percorsi di cura importanti”.
“La chiave di volta, la via utile per aiutare chi soffre di questi problemi - spiega il dottor De Rossi - è la presa in carico multidisciplinare. E in questa sede operano insieme psicologi e psichiatri, medici nutrizionisti e dietisti, e qui sono supportati da infermieri e anche da un tecnico della riabilitazione psichiatrica.
Nella nuova sede, grazie ad un finanziamento nazionale e poi regionale, abbiamo potuto raddoppiare le forze in campo, per una presa in carico sempre più efficace”.
Si tratta di un servizio ambulatoriale integrato, multidisciplinare e multiprofessionale ad elevata specializzazione per la diagnosi e il trattamento dei
disturbi alimentari. La presa in carico effettuata dagli specialisti consiste una fase di valutazione, la formulazione della diagnosi, la proposta del percorso di cura personalizzato. Questo percorso terapeutico prevede, previa autorizzazione del soggetto in cura, l’attivo coinvolgimento e il sostegno della famiglia. “Questo nostro servizio - sottolinea il dottor De Rossi - opera in collaborazione con le associazioni dei malati e dei familiari, interlocutori preziosi per chi ha il compito di assistere una persona affetta da disturbi alimentari. Allo stesso modo agisce in sinergia con il medico di famiglia e con tutti gli altri servizi dell’Ulss 3 Serenissima, in particolare con il Polo Adolescenti, che assiste i pazienti più giovani con équipe specifiche con diverse sedi territoriali all’interno del Servizio età evolutiva; stretta è anche la collaborazione, là dove sia necessario, con i Centri di riferimento provinciali e regionali per i disturbi alimentari”.
L’accesso al servizio di via Pellico può avvenire con impegnativa del Medico di Famiglia, o anche direttamente: per appuntamenti e prime visite si può telefonare allo 041.2608328 il lunedì e il giovedì, in orario 16.00-19.30.
E’ il bilancio del team multiprofessionale dell’ambulatorio Obesità pediatrica e patologie endocrine correlate dell’Ulss 6 Euganea, operativo nel complesso socio-sanitario Ai Colli di Brusegana e coordinato dalla dottoressa Beatrice Moro. I dati che emergono in Italia sull’obesità in età pediatrica sono allarmanti: due bambini su 10 sono in sovrappeso e uno su 10 è obeso. Quello che preoccupa è che il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto. Ci sono rischi di salute per i bambini obesi?
“Sì, tanto che emergono aspetti sinora sconosciuti nell’infanzia- è la risposta della dottoressa Moro -come ipertensione (oltre il 10% dei bambini obesi), grasso viscerale che sviluppa infiammazione a organi addominali, come la steatoepatite (oltre il 30% dei bambini obesi), elevati valori di colesterolo e trigliceridi che predispongono all’aterosclerosi e rappresentano un rischio cardiovascolare (oltre il 30% dei bambini obesi)”. Come intervenire?
“Cominciare fin dalla programmazione della gravidanza a mangiare in modo sano conducendo uno stile di vita attivo; favorire l’allattamento al seno almeno fino a 6 mesi; impostare lo svezzamento privo di zuccheri aggiunti e sale con un adeguato apporto di nutrienti sia in termini quantitativi che qualitativi (consultare sempre il pediatria)”.
Quali le regole alimentari dello star bene?
“L’alimentazione deve essere
a bassa densità calorica limitata di zuccheri semplici. Evitare cibi “spazzatura”, impanati industrialmente o processati. Favorire la dieta mediterranea che prevede ad ogni pasto carboidrati (meglio integrali), una piccola porzione di proteine (vegetali o animali), verdura cotta e/o cruda, l’olio di oliva come condimenti e sale iodato (meglio se con erbe aromatiche), entrambi con parsimonia. Utilizzare spuntini “smorzafame” a base di frutta e/o frutta secca o yogurt o una piccola porzione di pane con un velo di marmellata o miele. Idratarsi abbondantemente con acqua, evitando bevande zuccherate o con dolcificanti”.
L’alimentazione è da sola sufficiente per stare bene?
“Certamente no. Una buona alimentazione deve essere accompagnata da almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata/intensa; riposo notturno di almeno 8-9 ore, evitando tv, dispositivi elettronici in camera e comunque sospenderne la visione almeno 2 ore prima dal sonno”.
Per il bambino in eccesso di peso cosa fare?
“Rivolgersi tempestivamente al proprio medico curante e affidarsi agli ambulatori di obesità pediatrica che hanno esperienza consolidata nel trattamento dell’obesità in età evolutiva”.
Bambini obesi, rischi per la salute e regole per stare bene
Perle alpine d’Austria
Da Werfenweng al Weissensee, natura a “trazione green”
di Renato MalamanLa località del Salisburghese propone tanti percorsi a tema su vari tipi di mezzi elettrici, mentre il lago della Carinzia, reso famoso da un film di 007, seduce con il bianco caraibico delle sue acque che d’inverno diventano la più estesa pista di pattinaggio al mondo
Spegnere il motore: soltanto mobilità dolce. Senza compromessi. Ovvero spostamenti davvero “green”, con tanti tipi di mezzi elettrici, impianti a fune, percorsi per bici ed e-bike, shuttle per chi arriva in treno e centro completamente pedonalizzato. Tutto ciò, mentre il cielo diventa una lavagna per le evoluzioni colorate dei parapendii. Werfenweng, piccolo villaggio del Salisburghese, famoso per la sua splendida fortezza medievale, la Hohenwerfen dell’XI secolo, abbarbicata su una rupe e teatro di tante vicende storiche (compresa una rivolta dei contadini ante litteram, avvenuta nel 1526-27), ha sposato in pieno la filosofia dell’associazione “Alpine Pearls” di cui fa parte, proponendosi come un modello di sostenibilità. Pur essendo circondato da alte vette – da una parte le Alpi di Berchtesgaden, nella vicina Germania, e i monti di Tennen – Werfenweng è un tutt’uno con le sue montagne, grazie a un reticolo di impianti a fune che permettono di raggiungere rifugi e baite, boschi e pianori. Permettono persino di andare a cena la sera in quota, salendo sulla Bahndorf. Salendo sull’Ikarus ci si può librare con il parapendio. D’inverno questa rete di impianti è la spina dorsale di un vasto comprensorio sciistico. Anche il nuovissimo hotel-resort Travel Charme, realizzato in centro, è un bell’esempio di architettura contemporanea bene integrata nell’ambiente, per design e contenuti.
A Werfenweng, che si trova a 40 km da Salisburgo, tutto questo ha potuto realizzarsi grazie a scelte importanti che tutta la comunità ha condiviso. Scelte che oggi garantiscono una qualità della vita alta. Anche agli ospiti. Werfenweng ha tanto da offrire in termini di natura. Prendiamo i sentieri per il trekking, protesi a far scoprire la maestosità dell’intorno. Per i bambini c’è un par-
co avventura nel bosco e anche un percorso con gli alpaca. Curiose, fra i mezzi elettrici, le bighe monoposto rosse: buffe, comode e sicure.
Nella fortezza la parte finale è dedicata all’arte della falconeria, con i voli liberi dei falchi che sullo sfondo del castello evocano vicende di fiaba. Imperdibile poi la visita al Museo dello Sci, che racconta in modo originale i settemila anni di questo mezzo per sfidare la neve e che ripercorre la formidabile carriera di Anne Marie Pröll, vincitrice di 5 Coppe del mondo e di un titolo olimpico a Lake Placid nel 1980. La gastronomia offre tanti prodotti di malga: dagli speck ai formaggi, oltre alle buonissime wienerschnitzel.
Di “perla” in “perla”, ed eccoci sul Weissensee, in Carinzia. Sembra di stare ai Caraibi, per via di quelle spiagge bianche di calcare che specchiano rive magnificate da boschi senza macchia. Acque che d’inverno si concedono al re ghiaccio e diventano la superficie pattinabile più estesa d’Europa. Al punto che gli olandesi ci hanno portato la loro
celebre maratona sui pattini, la “Alternative Holländische – 11 Städt”, diventata l’evento dell’anno.
Un luogo di grande bellezza il Weissensee, che ha scelto un fiero isolamento per difendere la propria identità. Nel senso che i 750 abitanti del posto non hanno avuto esitazioni quando è stato il momento di dire no alla costruzione di una grande strada o di approvare la scelta della municipalità di non prevedere nuove aree residenziali. Sono rimasti sì e no una ventina di lotti edificabili, i cui proprietari non li venderanno mai. 35 anni fa l’agricoltura è diventata esclusivamente biologica, zero chimica. Qui la natura impone i suoi ritmi lenti. Sul lago si naviga con barche a motore ibrido, gli scafi dei battelli solcano silenziosi i 12 km del lago (largo 940 metri e profondo, al centro, 99 metri). Un habitat straordinario per una ricca varietà di pesci: una trota ha raggiunto i 22 chili.
Lo “slow trail” è il filo d’Arianna per godere appieno di questo paradiso naturalistico. Chi vuole accorciare il percorso a piedi, può prendere
il battello sul Weissensee o l’impianto di risalita fino al Naggler Alm, punto di partenza per tanti percorsi di trekking.
Con 160 chilometri di piste, è il paradiso della mountain bike, ma il lago è adatto a comode pedalate in e-bike, noleggiabili sul posto. Il Weissensee, insieme con la regione Nassfeld-Pressegger See e Lesachtal forma il Bike World, con ben 950 chilometri di piste ciclabili per Mtb.
E in acqua? Dalla vela al surf, dallo sci d’acqua al wakeboard, e poi kajak, barche a remi, elettriche e pedalò. Il lago è anche il regno dei pescatori, senza confini territoriali fino al 20 novembre. Chi ama la terraferma, può correre scegliendo fra 12 diversi percorsi, muoversi a cavallo o tuffarsi in un tempo che fu con una gita in carrozza.
La gastronomia della zona offre molto, a partire dai pesci del lago, preparati secondo la tradizione e abbinabili ai celebrati vini austriaci. Una cucina che, tuttavia, rivela anche tratti mediterranei.
L’itinerario sostenibile. Mobilità dolceNella foto copertina uno dei tanti veicoli elettrici che percorrono le strade di Werfenweng. A sinistra parapendii nella stessa località del Salisburghese: a destra uno degli shuttle elettrici in servizio a Werfenweng. Sotto: un battello a trazione ibrida in navigazione sul lago di Weissensesee e un tramonto nello splendido lago della Carinzia
Vi concedete lo spazio per qualche avventura e un po’ di leggerezza che vi aiuteranno a scrollarvi di dosso tutta la fatica di un anno davvero molto impegnativo
Non riuscite neanche a rendervi conto di quanto le cose siano cambiate in meglio nel giro di un anno. Siete rinati e finalmente riuscite ad esprimere al meglio tutte le vostre potenzialità
Qualche imprevisto sul lavoro renderà questo periodo un po’ impegnativo: il rientro dalle ferie sarà un po’ in salita ma avete le energie per riprendervi e ripartire alla grande
Siete creativi e propositivi in questo periodo e talvolta vi fate prendere la mano dall’entusiasmo. Gestite con accortezza la vostra energia e raggiungerete mete inaspettate e grandiose
Avete bisogno di tranquillità e silenzio per riflettere e disegnare nuovi scenari futuri. Ormai non potete più tornare indietro. Sta a voi decidere come volete cambiare la vostra vita
Vi trovate a vivere profondi contrasti, combattuti tra la carriera e gli affetti. Non spaventatevi di fronte alle difficoltà. Siete forti e determinati, riuscirete a sbrogliare la matassa con successo
Presi dagli affari tenderete a dimenticarvi di voi stessi e al primo momento di pausa vi accorgerete che vi siete trascurati parecchio. Concedetevi, allora, le cure e le attenzioni di cui avete bisogno
Vi muovete tra fasi alterne in questo periodo, passando da momenti di grade benessere a giornate più riflessive e solitarie. Avete bisogno dell’equilibrio necessario per ritrovare stabilità e certezze
Riuscite ad esprimere il meglio di voi stessi con grande ricchezza e disinvoltura e questo vi renderà particolarmente piacevoli e attraenti verso gli altri
Vi dedicherete con maggiore cura alle relazioni sociali che avete trascurato negli ultimi mesi perché presi da impegni e scadenze. Riscoprirete il gusto della buona compagnia e del divertimento
Non è nella vostra natura ma questa volta non potete farci nulla: aspetterete con pazienza e fiducia l’evolvere degli eventi, nella speranza che si realizzi ciò che desiderate
Siete in bilico tra aspettative e realtà che ora sono in evidente contraddizione, ma non disperate. Nuovi scenari potrebbero aprirsi per un finale a sorpresa