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Presentato il masterplan dello scalo veneziano. Obiettivo: 20,8 milioni di passeggeri
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’ è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag. 5
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AVenezia l’acquisto di biglietti per bus e vaporetti avverrà direttamente attraverso WhatsApp, solo con lo smartphone, senza scaricare applicazioni o compiere registrazioni. È la grande novità del capoluogo lagunare. Utilizzando il popolare servizio di messaggistica istantanea, servirà solamente inquadrare un QR Code alle fermate della rete urbana o salvare il numero sul cellulare. Verrà, quindi, avviata una chat che in pochi secondi condurrà il cliente alla fase di acquisto con carta di pagamento.
“Il biennio 2023-2024 segnerà un importante rivoluzione per il Gruppo Avm quella del digitale – spiega il Direttore Generale, Giovanni Seno –. La sfida maggiore è riuscire ad innovare senza lasciare indietro nessuno e consentendo pari accesso ai servizi per tutti i passeggeri, siano essi nativi digitali, immigrati digitali o persone che con la tecnologia non vogliono o non possono aver nulla a che fare. Vogliamo arrivare a un sistema che ci consentirà di esporre su tutte le piattaforme orari e informazioni in tempo reale”.
In una prima fase, sarà possibile acquistare i biglietti da 1,50 euro per autobus, tram e people mover, nonché quelli dell’Aerobus da 10 euro e della rete unica da 9,50 euro. Soddisfatto anche l’assessore alle Società Partecipate, Michele Zuin: “È una bella novità, molto interessante studiata all’interno della società e sviluppata dai tecnici. La dimostrazione che Avm guarda al futuro”. Nel corso del 2023 e del 2024, il servizio verrà ulteriormente sviluppato per consentire l’acquisto anche di altri titoli di viaggio, quelli della rete extraurbana e i tagliandi attualmente caricabili sulla tessera Venezia Unica, per la clientela abituale. A giugno infine un ulteriore passo nella digitalizzazione. Sarà infatti attivata la virtualizzazione del processo di emissione della tessera Venezia Unica.
di Venezia e Mestre
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Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.
C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro. Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.
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Chiuso in redazione il 12 maggio 2023
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“La sfida maggiore è innovare consentendo pari accesso ai servizi per tutti i passeggeri”
Venezia capitale della nautica con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
Venezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi T ese, che in passato hanno ospitato la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arredo nautico e la cantieristica
artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri. H anno confermato la loro presenza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale.
Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus, Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibilità con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammira-
glia a vela del Salone – Kufner e Hallberg-Rassy dalla Svezia. G rande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela, Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble. Sempre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia.
Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.
I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spicca il Palio delle Repubbliche Marinare , oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
“Senza la nautica non c’è Venezia e valorizzare questo settore per noi è la parte fondante del nostro evento fieristico – commenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro –.
Il Salone Nautico non è solo mercato, è anche e soprattutto momento di scambio di sape-
ri, di conoscenze di lavoro e di attenzione alla sostenibilità per questo è importante che i giovani vengano al Salone, per vedere la professionalità e il lavoro che la nautica può portare nel loro futuro, soprattutto visitando gli stand della cantieristica locale e internazionale. Come è importantissimo lavorare nella sostenibilità, altra sfida che ci siamo prefissati: l’inaugurazione della Biennale della Sostenibilità nei giorni del Salone Nautico ne dà conferma e l’intreccio delle manifestazioni vuole essere un forte segnale dell’impegno che stiamo mettendo su questo fronte”.
Sostenibilità che, spiega il primo cittadino, “il Salone Nautico porta a chi entra all’Arsenale: dalle imbarcazioni, ai motori, alle centraline di ricarica e alle persone che con il loro sapere in questi giorni racconteranno questa importante sfida”. E conclude “aprire per la quarta volta l’Arsenale al Salone Nautico, e quindi alla filiera del mercato che questo settore porta, è una cosa importantissima per tutta la città che apre i confini del mare a tutto il mondo”.
Info e ticket disponibili nel sito: www.salonenautico.venezia.it (g.f.)
L’EVENTO. Il sindaco Brugnaro: “Non è solo mercato, ma soprattutto un momento di scambio di saperi”Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro
Traffico aereo. Il presidente di Save, Enrico Marchi: “Previsti benefici interni per circa 10 miliardi
Per 40 giorni la comunità veneziana potrà esprimere il proprio contributo sul masterplan, sia partecipando di persona sia seguendo da remoto accedendo alle dirette streaming degli incontri
Èstato presentato per la prima volta al territorio venerdì 5 maggio, a Mestre, il piano di sviluppo aeroportuale al 2037 dell’aeroporto Marco Polo, un progetto da 2 miliardi di euro in funzione di proiezioni di traffico di 20,8 milioni di passeggeri. Gli interventi assecondano pertanto le previsioni di crescita, considerando che in assenza delle nuove opere, lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026.
Per 40 giorni la comunità veneziana potrà esprimere il proprio contributo sul masterplan, sia partecipando di persona agli incontri sia seguendo da remoto accedendo alle dirette streaming degli incontri sul sito http:// www.dpaeroportovenezia.it/ Dei 2 miliardi di euro, 380 milioni vengono destinati ad interventi di sostenibilità ambientale. L’85% dell’impegno economico totale è di competenza di Save, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. In particolare, il terminal conserverà l’immagine architettonica attuale, ma sono previsti due interventi di ampliamento laterale per un totale di circa 100.000 metri quadrati, che si aggiungeranno agli attuali 90.000. Non si prevede l’edificazione di una seconda pista, ma quella secondaria verrà parificata a quella principale, usata come via di rullaggio e per i voli solo in caso di chiusura della pista principale.
Confermati anche gli interventi di ulteriore ampliamento inseriti e approvati nel Masterplan 2021 attualmente vigente, ma procrastinati per via della crisi pandemica. Il terminal conserverà l’immagine architettonica attuale, per soddisfare la cre-
scente domanda di traffico sono previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schengen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito.
Per soddisfare la crescente domanda di traffico sono previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente
Ampio sviluppo avrà la digitalizzazione aeroportuale, secondo una logica di interconnessione dei vari sistemi attraverso tecnologie digitali e l’applicazione dell’intelligenza artificiale, al fine di garantire ai passeggeri un transito fluido, veloce e autonomo in aeroporto. Tra gli interventi previsti, la digital control tower, piattaforma digitale di condivisione delle informazioni tra gli operatori dello scalo, con conseguente ottimizzazione dell’erogazione dei servizi.
“Da questo nuovo master-
plan prevediamo benefici interni per circa 10 miliardi di valore aggiunto da qui al 2037, a partire dai 2 di investimenti previsti”. Lo ha affermato il presidente di Save Spa, Enrico Marchi, presentando il progetto di espansione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia.
“Anche negli anni di pandemia - ha proseguito Marchi - non abbiamo mai smesso di guardare al futuro, abbiamo lavorato sui processi per l’efficienza complessiva del sistema aeroportuale in vista della ripartenza. Nel 2022 abbiamo ripreso il tema degli investimenti, per continuare percorso virtuoso di accompagnare la crescita dei passeggeri con quella delle infrastrutture. In 10 anni abbiamo avuto un miliardo di investimento, e mai un problema”. Sul piano dell’intermodalità, Marchi ha quindi ricordato la prevista conclusione entro il 2026 del collegamento ferroviario ad alta velocità, con una nuova stazione. “Dispiace - ha aggiunto - che non sia stata risolta la situazione delle crociere a Venezia. Il nostro impegno sarà quello di trasferire i nostri successi nel settore aeroportuale anche
nel mondo delle crociere per dare un approdo adeguato a Venezia”.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO LUCA ZAIA
“Questo masterplan dell’aeroporto di Venezia è strategico per il futuro dell’intera regione. Un progetto da 2 miliardi di euro che ha ricadute dirette per 10 miliardi di euro entro il 2037 e una spinta ad una regione che dal turismo ottiene circa 18 miliardi di Pil”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia durante la conferenza stampa a Palazzo Balbi per la presentazione del Masterplan 2023-2037 di Save per l’aeroporto di Venezia.
“Abbiamo l’orgoglio di ospitare il vero scalo italiano e un punto di riferimento per il turismo e il business di tutto il Nordest e non solo - ha aggiunto Zaia -. Uno scalo gestito magistralmente a cui si deve un contributo improntate ad un movimento turistico che porta in Veneto 73 milioni di turisti all’anno, di cui il 66% sono stranieri”.
All’obiezione
modo Venezia è condannata alla monocultura turistica (già adesso il numero dei residenti è quasi superato dagli ospiti in alberghi, case, b&b), ha risposto il governatore Zaia. “Il turismo in Veneto non è solo Venezia. Arrivano ogni anno 68 milioni di visitatori, di cui 1 4 milioni vanno a Venezia, 32 milioni sulle coste dell’Adriatico, 9 milioni sul Garda e altri 6 milioni sulle Dolomiti. Siccome il 66 per cento è composto da turisti stranieri, ben venga il raddoppio dell’aeroporto, così toglie il traffico dalle strade”.
Enrico Marchi ha ammesso di pensare a una rete che leghi l’aria con l’acqua, quando ha parlato di un interessamento al sistema crocieristico, per evitare che quel settore turistico finisca da altre parti e abbandoni Venezia. “L’avevo detto ancora nel 201 7, dopo un Comitatone, che il problema non era affatto risolto. E qualche idea su come farlo ce l’ho”.
Il Masterplan racconta di un aeroporto che sarà a emissioni zero di CO2 nel 2030, grazie anche a 380 milioni di investimenti nella sosteni-
bilità ambientale. Un nodo, che è stato contestato dagli ambientalisti, è quello del collegamento ferroviario con una bretella a cappio, che correrà in parte nel sottosuolo, ai limiti dell’area protetta dell’Unesco. Si tratta del sistema di intermodalità per arrivare alla linea ferroviaria Mestre-Trieste. La stazione aeroportuale sarà nel sottosuolo del terminal. “I lavori sono appaltati e ci è stato assicurato che lavoreranno 365 giorni all’anno perché l’impegno è quello di arrivare al 2026, quando ci saranno le Olimpiadi invernali, con l’opera ferroviaria finita”, ha detto Marchi.
Il rischio di non tener fede ai programmi, visto che in tre anni appare difficile completare una linea ferroviaria di 8 chilometri, che sulla carta costa 430 milioni di euro, una cifra che è già stata aumentata in sede di progetto definitivo? “Noi mettiamo 50 milioni di euro – ha spiegato l’ad Monica Scarpa – la parte restante spetta a Rfi”.
L’INTERROGAZIONE
“Il Comune garantisca la massima partecipazione del territorio al confronto - è la posizione in Regione del segretario di Articolo Uno Veneto, Gabriele Scaramuzza -. La presentazione del masterplan 2023-2037 dell’aeroporto di Venezia dovrebbe rappresentare una grande occasione di discussione con la massima trasparenza, agibilità e partecipazione, data l’importanza del tema e l’impatto che lo sviluppo dell’infrastruttura aeroportuale e l’intero complesso di attività e funzioni che coinvolge avrà sull’intero territorio comunale sia sotto il profilo infrastrutturale che su quello ambientale e socioeconomico. Per questa ragione l’illustrazione e discussione pubblica avviate da Save non possono essere esaustive né istituzionalmente rappresentative. Si tratta, infatti, dell’iniziativa di un privato che promuove i propri interessi e le proprie linee di investimento e svi-
luppo. È, dunque, necessario, che l’amministrazione comunale, in quanto legittima rappresentante della città, si faccia promotrice di un vero “dibattito pubblico” coinvolgendo l’intera comunità sia attraverso percorsi istituzionali (commissioni e Consigli comunale e di mu-
Ampio sviluppo avrà la digitalizzazione, secondo una logica di interconnessione dei vari sistemi
nicipalità) che tramite incontri pubblici aperti e partecipati sul territorio”.
“Sì a un dibattito pubblico vero e non “addomesticato”
- continua Scaramuzza - valuteremo il masterplan nella sua interezza e senza pregiudizi. Meglio sarebbe se l’amministrazione comunale si facesse carico di un processo autentico di partecipazione della popolazione. Il fatto che non ci sia la terza pista dà ragione a chi da sempre sosteneva questa tesi e l’inutilità di un intervento spropositato, anche quando Save sosteneva il contrario, inoltre è appena il caso di ricordare che il decreto interministeriale che approvava lo scorso masterplan scriveva che gli interventi di compensazione e mitigazione erano quelli “minimi” previsti per approvare il piano. È necessario che invece questa volta la società, al netto di una reale integrazione del sistema aeroportuale veneto, preveda cospicui investimenti per le mitigazioni e compensazioni ambientali. Crediamo inoltre indispensabile uno studio epidemiologico su scala metropolitana per approfondire gli impatti dell’infrastruttura aeroportuale sulle popolazioni interessate”.
Fuori programma alla presentazione del Masterplan aeroportuale si è parlato anche di crociere.
“Abbiamo voluto Save con il suo know how dentro Vtp (Venezia Terminal Passeggeri, la società delle crociere di cui l’aeroporto ha il 22,18%) — ha detto Luca Zaia — per noi l’interconnessione avio, ferro e acqua è centrale”. E il presidente di Save Enrico Marchi: “Spiace che la situazione del Porto continui a non essere risolta,vogliamo trasferire in Vtp la nostra esperienza in ambito aeroportuale per dare approdi adeguati a Venezia”. La capacità di trovare soluzioni messa in campo per la bretella (e in generale per l’aeroporto) per il presidente di Save serve ora alla crocieristica, in crisi tra pandemia e stop al passaggio in centro storico. Ad agosto è il secondo anniversario dell’estromissione da bacino di San Marco e canale della Giudecca delle grandi navi e, per quanto quest’anno siano previsti 600 mila passeggeri contro i 300 mila del 2022, “non si è riusciti ad uscire dalla situazione di impasse”, ha aggiunto Marchi. Le responsabilità sarebbero collettive: “Con gli aerei siamo sempre riusciti a far seguire una crescita equilibrata di passeggeri e infrastrutture. Nelle crociere non è avvenuto, credo che siano stati fatti molti errori da parte di tutti e che si debba mettere attorno a un tavolo tutti i soggetti, fare chiarezza su ciò che dobbiamo e si può fare e su come bisogna comunicare al territorio, perché spesso si ha paura di ciò che non si conosce. Non siamo soddisfatti di come Vtp sta andando, è la responsabile del coordinamento del traffico delle crociere, per questo vogliamo portare un contributo più fattivo con la nostra esperienza. Io sono perché i problemi si risolvano e vedo che non succede. L’approccio è corretto ma bisogna passare dall’ideazione alla realizzazione, no all’offshore che non mi pare essere all’ordine del giorno e nessuna opposizione all’ormeggio in rada, fuori cioè dalle bocche di porto”.
Zaia: “Abbiamo l’orgoglio di ospitare il vero scalo italiano e un punto di riferimento per il turismo e il business di tutto il Nordest e non solo. Uno scalo gestito magistralmente a cui si deve un contributo improntate ad un movimento turistico che porta in Veneto 73 milioni di turisti all’anno, di cui il 66% sono stranieri”
L’ex ospedale al Mare del Lido di Venezia diventerà entro il 2027: “Mare”, un polo tecnologico per il settore medico
Una completa trasformazione all’insegna dell’innovazione è quella che riguarderà l’ex ospedale al Mare, al Lido di Venezia. L’area rifunzionalizzata mira a diventare, entro il 2027, un hub tecnologico che si concentrerà sullo sviluppo, l’implementazione e la promozione di applicazioni innovative e di intelligenza artificiale per il settore medico, creando circa novecento nuovi posti di lavoro e seicento spazi abitativi per residenti e collaboratori dell’eHealthTechnopark (parco tecnologico), aprendo al contempo l’area all’accesso pubblico della comunità del Lido. Il progetto è stato presentato ufficialmente a Ca’ Farsetti, dal Sindaco Luigi Brugnaro e dal suo promotore, l’imprenditore tedesco Frank Gotthardt, fondatore e presidente di CompuGroupMedical.
“Mare” si realizzerà nel pieno rispetto del contesto eco-sistemico, della sostenibilità e dei criteri di conservazione. L’intervento si propone come centro di eccellenza in cui i luoghi della ricerca più avanzata si conciliano con l’offerta di alti standard nella qualità della vita. Il progetto, situato nei pressi dell’aeroporto Nicelli, rifunzionalizzerà un’area di 48.000 mq. Il campus ospiterà quasi 1.000 ricercatori e dipendenti, offrendo strutture residenziali, ristoranti, un centro fitness e un asilo.
È Frank Gotthardt ad immaginare “Mare” come: “Un ecosistema vibrante per l’industria della sanità digitale”. E prosegue l’imprenditore: “Ho dedicato tutta la mia vita alla ricerca e allo sviluppo delle tecnologie più innovative per sostenere gli operatori sanitari e garantire migliori condizioni di salute alle persone perché credo fermamente che le corrette informazioni mediche, nel posto giusto al momento giu-
sto, possano salvare la vita, prevenire le sofferenze e aiutare a curare le malattieed è da questa visione che nasce l’idea dell’eHealthTechnopark in cui aziende, startup e ricercatori possono collaborare tra loro per trovare le soluzioni migliori e più efficaci per il futuro e la salute delle persone. Negli anni ‘30, l’Ospedale al Mare ha curato migliaia di persone ogni anno;
presto “Mare” consentirà di migliorare la salute e di offrire nuove possibilità di cura a milioni di persone in tutto il mondo”
L’obiettivo di “Mare” è diventare un centro di ricerca cooperativa e di investimenti nei software, nei sistemi informativi e nell’intelligenza applicata al settore della Sanità. La rivalorizzazione dell’area storica rafforzerà l’economia locale, creerà posti di lavoro e restituirà alla fruibilità pubblica luoghi iconici come il Teatro Marinoni e la Chiesa di Santa Maria Nascente. Ma non è tutto, la variante urbanistica prevede la rinuncia della capacità edificatoria nell’area della Favorita di 12mila metri quadrati previsti dal 2012, per destinarli ad aree per spazi verdi pubblici attrezzati per il gioco e lo sport.
“Dopo anni di lavoro fatto in silenzio – ha sottolineato Brugnaro – si concretizza un percorso che rigenererà e darà una nuova vita ad un luogo per anni abbandonato, ma che rappresenta un simbolo per il Lido e per l’intera Venezia. Un progetto che punta alla conservazione e valorizzazione delle strutture e che garantirà non solo la salvaguardia del monoblocco e dei servizi offerti ma anche la possibilità, in un prossimo futuro, di mantenerli e valorizzarli all’interno di una struttura ancor più moderna e funzionale”.
Il progetto. Si realizzerà nel pieno rispetto del contesto ecosistemico e della sostenibilitàMarta Zatta
Opere pubbliche. Il Comune punta a ottenere risorse nazionali per il progetto da 308 milioni
Le opposizioni chiedono di utilizzare le risorse europee per un grande piano per la residenzialità
Doccia gelata da Governo e Unione Europea su Venezia. Il progetto di Bosco dello Sport, che doveva portare nell’area di Tessera lo stadio e il palazzetto dello sport non è stato considerato finanziabile con i fondi europei del Pnrr. Si tratta di 90 milioni, il Comune avrebbe aggiunto le ulteriori risorse necessarie, che non arriveranno in Città. Almeno fino al giorno in cui siamo andati in stampa, il 12 maggio scorso.
Una sorpresa per l’amministrazione comunale, la certificazione di quanto paventato per l’opposizione.
Le forze di minoranza, infatti, sono sempre state estremamente critiche sia sul progetto sia sulla scelta, inappropriata, di ottenere quei fondi attraverso dei filoni di finanziamento europei concepiti per altri scopi. L’amministrazione del sindaco Luigi Brugnaro, invece, ha sempre sostenuto che ci fosse coerenza tra bando e progetto “Bosco dello Sport” soprattutto per il lavoro di riqualificazione ambientale dell’area con la costruzione della grande area verde. Dal ministro Fitto e dall’Unione Europea, nonostante le richieste di integrazioni e gli approfondimenti dei dossier, non sono arrivati cambi di rotta. Stessa sorte è capitata anche a Firenze, che non avrà neppure un
euro dall’Europa per il nuovo stadio.
IL SINDACO BRUGNARO
“La notizia del mancato inserimento del progetto del ‘Bosco dello Sport’ all’interno delle risorse del Pnrr è stata accolta con stupore e contrarietà. Il Comune di Venezia, rispetto ad una decisione che sembra più ‘politica’ rispetto al nostro Paese, che ‘tecnica’, ribadisce la fiducia nel nostro Governo”.
“Abbiamo tutte le carte in regola su quello che abbiamo fatto - ha detto il sindaco, in apertura del consiglio comunale -. Ricordo che questo progetto è stato approvato con decreto interministeriale ed è considerato uno dei migliori a livello nazionale.
È un progetto di interesse pubblico e di inclusione sociale attraverso lo sport. Ed è ecologico: abbiamo eliminato 600mila metri cubi di cemento e previsto di piantare 100mila alberi. Non salteràha assicurato -, abbiamo ottime speranze che il governo ci aiuti e sono convinto che finirà bene. Non mi faccio spaventare, resto qui e difenderò fino in fondo il valore dello sport”.
Il PD
“L’esclusione del Bosco dello Sport di Venezia dai fondi Pnrr rappresenta un fallimento totale della giunta Brugnaro. Con le sue scelte sta danneggiando Venezia e
farebbe bene a prendere immediatamente atto che la sua gestione è al capolinea”. A dirlo è la segretaria del Pd di Venezia Monica Sambo, che aggiunge: “Perdere 93 milioni di investimenti pubblici rappresenta una sconfitta epocale, che non può essere in alcun modo giustificata e che conferma purtroppo quello che come Pd diciamo da mesi: il Bosco dello Sport è un progetto sbagliato. Adesso Venezia ha bisogno di salvare i 93 milioni e destinarli al risanamento urbanistico della città, a partire da un piano straordinario per l’edilizia residenziale pubblica. La maggioranza per una volta dimostri in briciolo di umiltà e decida di rivendicare in maniera congiunta la possibilità di non perdere quelle risorse e utilizzarle per il bene della città”.
IL CONSIGLIO INFUOCATO Consiglio comunale particolarmente caldo. Ci sono stati dei momenti di protesta,
delle contestazioni mentre polizia locale e carabinieri assicuravano l’ordine pubblico. In coro alcuni hanno gridato: “Dimissioni, dimissioni!”, rivolgendosi alla maggioranza. Il laboratorio occupato Morion, che aveva annunciato la sua presenza in consiglio, ha srotolato il suo striscione inneggiando a case e servizi per i residenti. “Venezia ha perso cento milioni del Pnrr. Brugnaro, imperterrito, rilancia pretendendo l’intervento dello Stato e l’utilizzo di 200 milioni di soldi pubblici per realizzare il (suo) palasport e lo stadio - si legge nel post Facebook -. Viviamo una città stretta tra la morsa di un turismo onnivoro e incontrollato e l’enorme abbandono del patrimonio pubblico. È ormai impossibile trovare affitti a prezzi accessibili, a fronte di un parco case Ater e Erp per lo più abbandonato”. Marco Gasparinetti di “Terra&Acqua” ha chiesto la cancellazione immediata
dell’Accordo di programma su cui poggia il consenso metropolitano all’utilizzo dei 93 milioni e mezzo del Pnrr per il Bosco dello sport. “È carta straccia - tuona - e ci sono 70mila euro di consulenze, un danno erariale”.
L’assessore Renato Boraso ha avanzato, nelle scorse settimane, una proposta choc che, ha subito specificato, voleva essere una semplice provocazione.
“Se proprio non si troverà una soluzione, una via d’uscita estrema per recuperare le risorse c’è: possiamo vendere la Giuditta II di Klimt. Nel 2015, quando l’idea venne al nostro sindaco Luigi Brugnaro, l’opera era valutato tra i 70 e i 90 milioni di euro, adesso varrà sicuramente di più. Proprio la somma di cui c’è bisogno”.
Il Bosco dello Sport ha un costo previsto di circa 308 milioni di euro complessivi, 93 dei quali sarebbero dovuti arrivare tramite Pnrr. La cittadella dovrebbe essere realizzata su una superficie di 115 ettari (per la gran parte forestati), estesa anche lungo il percorso della bretella autostradale. Il piano prevede il completamento della nuova viabilità Tessera-aeroporto, opere a verde, un’arena da 10mila posti per sport al coperto e spettacoli, uno stadio da 16mila posti.
Cambio di registro per Alberto Toso Fei. Lo scrittore e storico veneziano debutta nel campo del noir con “Il piede destro di Byron”, giallo pubblicato dalla casa editrice Marsilio. Protagonista del romanzo, Alessandro Nicoli, ex giornalista e detective, le cui indagini si svolgono nell’odierno capoluogo veneto tra fatti di cronaca e vecchi misteri. Distante dalla calca dei turisti, in una assolata laguna veneziana, Nicoli ritrova un’antica moneta d’oro vicino all’isola deserta di San Giacomo in Paludo. Questa scoperta darà l’avvio ad una complessa indagine che, tra fatti di cronaca e antichi enigmi, lo porterà a scivolare, tra calli e campielli, negli angoli più nascosti di Venezia nel tentativo di capire cosa accomuni due omicidi senza un legame ap-
parente. Nel primo delitto la vittima è un frate esorcista che sostiene di avere inventato il Cronovisore, ovvero una macchina in grado di viaggiare nel tempo e nello spazio, l’Hypnerotomachia, un libro vecchio di secoli che racchiude i segreti dei sogni, e Lord Byron, il celebre poeta e patriota che abitò a lungo a Venezia fra licenze e scandali, la cui ombra inquieta aleggia sull’intera vicenda. Alle prese con enigmi e fantasmi che si muovono tra passato e presente, il protagonista dovrà affrontare molti ostacoli prima di risolvere i misteri nascosti nel corpo di pietra della città. Come spiega lo stesso autore, “Alessandro Nicoli è un personaggio che ha cominciato ad accompagnarmi nelle mie ricerche su Venezia. Da sempre, della città, mi colpisce la
straordinaria capacità di evocare le storie - dalla grande Storia alla leggenda - ancora ben vive davanti i nostri occhi, nei luoghi, nelle pietre, in attesa di essere raccontate. Ma Venezia spinge, naturalmente, anche verso la dimensione del sogno e del fantastico. Sul crinale della storia e della fantasia si muove dunque Nicòli, con l’accento sulla O, guai a sbagliarne il cognome, se non lo si vuol sentire, ex giornalista dall’innata curiosità, capace di trovare connessioni e soluzioni, anche se dotato di un certo talento per finire nei guai. Un investigatore sui generis che, in una città alle prese con il turismo di massa, le grandi navi e l’acqua alta, si imbatte negli enigmi del passato che risolve come fossero delle vere e proprie indagini: come il caso di Lord Byron, il cui piede de-
stro fu storicamente ritrovato misteriosamente tagliato nella tomba, la cui vicenda si dipana in una trama intricata tra indizio e credenza che porterà Nicoli fino a viaggiare nel tempo, ai confini dell’immaginabile”. Alberto Toso Fei discende da un’antica famiglia di vetrai residente a Murano dal 1351.
Scrittore, saggista e giornalista, ha all’attivo oltre venti titoli tradotti in diverse lingue che hanno creato un nuovo modo di raccontare Venezia e la sua laguna.
“Il piede destro di Byron” sarà inoltre protagonista della ras-
segna “Scrittori in scena” al Teatro Manzoni di Roma, lunedì 8 maggio alle ore 21. Sul palco con l’autore un ospite d’eccezione, lo scrittore Giancarlo Di Cataldo. Toso Fei verrà tenuto a battesimo da alcuni dei maggiori scrittori di gialli e di noir italiani: oltre a De Cataldo, Carlo Lucarelli lo presenta a Bologna, Piero Colaprico a Milano, Bruno Morchio a Genova, mentre a Venezia, per il debutto, al Teatrino di Palazzo Grassi presteranno le loro voci al protagonista e alla sua alter ego femminile, gli attori Andrea Pennacchi e Ottavia Piccolo.
Distante dalla calca dei turisti, in una assolata laguna veneziana, la storia dell’ex giornalista e detective Alessandro Nicoli
Intanto qualche giorno fa l’amministrazione comunale veneziana ha presentato ufficialmente il progetto di ampliamento per sei ettari della superficie del parco e quello della “spiaggia dei mestrini”, di cui tanto si era parlato negli anni prima del Covid
Il Partito Democratico veneziano rimette in moto i circoli di confronto con i cittadini, assieme alle associazioni e ai comitati attivi nella difesa dei beni comuni e nella lotta al degrado urbano. Il primo incontro è stato al circolo Pd di Mestre, di via Pescheria Vecchia, dove un’affollata assemblea si è confrontata sul tema “Salviamo il Parco di San Giuliano”. La discussione, presentata da Nicola Favaro e coordinata dall’avvocato Alfiero Farinea, ha visto gli interventi di Anna Forte, presidente dell’associazione “Amici del Parco di san Giuliano”, dell’avvocato Angelo Pozzan, legale dell’associazione stessa, e dell’urbanista Oscar Girotto.Tra i temi è emersa la preoccupazione per gli interventi previsti per il parco. Intanto qualche giorno fa l’amministrazione comunale veneziana ha presentato ufficialmente il progetto di ampliamento per sei ettari della superficie del parco e quello della “spiaggia dei mestrini”, di cui tanto si era parlato negli anni prima del Covid. I tempi sarebbero maturi per la giunta, visto il superamento della pandemia e la rinnovata volontà della gente di stare all’aria aperta. La disponibilità di nuovi spazi, anche per il ritrovo e la socializzazione, avrebbe la funzione di rigenerare il rapporto con la natura e con la comunità che tanto sono mancati al benesse-
re sociale e personale.
“Ne sconvolgeranno l’attuale fisionomia di grande spazio verde esclusivamente dedicato alla libera fruizione dei cittadini – affermano Nicola Da Lio, segretario del circolo del Partito Democratico di Mestre centro e Monica Sambo, segretaria del Pd di Venezia -. Il Parco di San Giuliano ha rappresentato uno dei progetti più ambiziosi, per dimensione e complessità, tra le proposte italiane ammesse ai contributi europei. Uno degli interventi di riconversione urbana più significativi per invertire gli storici processi di degrado dell’habitat lagunare, conseguente allo sviluppo industriale di Porto Marghera”.
Da Lio e Sambo hanno sottolineato l’aspetto democratico del dibattito che ha portato allo sviluppo del Parco. “Il Piano Guida, frutto di un concorso internazionale di progettazione, è stato la dimostrazione di un reale processo partecipativo che ha contraddistinto, dalla fine
degli anni ’80, tutte le fasi della realizzazione - spiegano - Un percorso che si è però interrotto nel 2015, sostituito dalla totale indifferenza per le proposte di associazioni e comitati”. La zona del trasporto merci lungo il canale San Giuliano, costituita da una serie di capannoni e da un grande parcheggio per camion, per il Partito Democratico equivale: “alla chiusura della libera frequentazione di circa il 70 per cento del parco, dove sorgerà anche un terminal turistico”. Il partito associa a questo due conseguenze: “un devastante impatto ambientale sul “Sito di interesse comunitario”, Sic, della laguna (sito Unesco), per l’inquinamento e l’aumento del moto ondoso, e la riduzione della superficie libera per la fruizione dei cittadini, che con l’amministrazione non hanno mai potuto discutere in merito alla trasformazione e privatizzazione del più importante bene comune di questa città”.
“Subito la messa in sicurezza zona via Porto di Cavergnago e la riapertura ciclo-pedonale di via Mandricardo”. Sono le richieste contenute nelle interrogazioni depositate dal consigliere comunale del Partito Democratico veneziano, Alessandro Baglioni. “In Consiglio comunale e in Municipalità - spiega - abbiamo sollecitato gli interventi di messa in sicurezza della zona, con la creazione di piste ciclabili lungo via Porto di Cavergnago da via Pertini a via Orlanda (in particolare nel tratto della zona dell’incrocio con via Martiri della Libertà) e la sistemazione o realizzazione di marciapiedi sicuri e utilizzabili anche dai disabili”.
La zona di via Porto di Cavergnago da tempo necessita di una sistemazione, spiega il consigliere, non solo perché è ogni giorno molto frequentata, ma anche per le condizioni delle infrastrut-
ture che risultano molto scarse e pericolose per ciclisti e pedoni. “A ciò si aggiunge il problema mai risolto della chiusura di via Mandricardo, che non risulta percorribile né a piedi, né in bici. Se per le auto la Vallenari bis rappresenta un’alternativa valida, per l’utenza debole sarebbe fondamentale il ripristino della via - argomenta il consigliere - Qui da alcune settimane la situazione è ulteriormente peggiorata con l’installazione di nuove sbarre che hanno allargato l’area interdetta alla circolazione. Per questo riteniamo fondamentale la riapertura per pedoni e ciclisti, mentre non ha senso ripristinare il passaggio delle auto, considerata la nuova Vallenari bis. Anche su questo punto abbiamo chiesto alla giunta di fare chiarezza, dato che a bilancio da anni ormai sono previsti due interventi che sembrano prefigurare il ritorno delle auto in via Mandricardo”.
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Partito Democratico. Tornano i circoli di confronto con i cittadini venezianiUn momento dell’incontro
“Questa piscina è un’eccellenza, rappresenta
Taglio del nastro all’esterno della struttura, per la nuova piscina comunale di Marghera, in via delle Macchine. E non solo: poi il battesimo dell’acqua con i tuffi e le figure acrobatiche delle atlete di nuoto sincronizzato. Intitolato “Mar Ghe Gera”, nome scelto dell’associazionismo locale, l’impianto sportivo è composto da due vasche: una principale di 25x12,50 metri e una profondità di 1,80 metri dedicata alle attività natatorie. La seconda, più piccola, di 8x12,50 metri e una profondità da 1,20 a 0,60 metri è invece riservata a corsi ed attività per bambini.
Ben attrezzata anche dal punto di vista dei servizi: due gli spogliatoi riservati agli utenti, tre quelli a disposizione degli istruttori e degli addetti.
Le nuove gradinate interne al corpo vasche, in occasione di competizioni, potranno ospitare un centinaio di persone. Al primo piano della struttura è stata realizzata una palestra di 140 metri quadrati per attività sportive collaterali. La struttura sarà alimentata da energia elettrica green con impianto di pannelli fotovoltaici. All’esterno della struttura è stato realizzato un parcheggio con 55 posti auto.
“Questa piscina è un’eccellenza, rappresenta un pezzo di ciascuno di noi e della nostra comunità - ha detto Brugnaro ripercorrendo la storia del progetto -. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto l’occasione di conoscere le realtà presenti su questo territorio, tra queste la Polisportiva Terraglio che ha sempre svolto un’attività di apertura alle persone più fragili e deboli e ci auguriamo che lo stesso percorso di accoglienza venga fatto anche qui. Daremo grande risalto a questo aspetto, dovrà essere un posto sempre curato dove tutti, soprattutto i bambini, vorranno venire volentieri. Questa struttura è un esempio di quello che sarà la Marghera del futuro”.
“Finalmente si inaugura un luogo che potrà ospitare tante
famiglie, ragazzi, bambini ma anche le persone più anziane per svolgere attività sportiveha detto Tomaello -. Lo sport è aggregazione, socialità divertimento ma anche salute.
Dentro questo luogo le società potranno svolgere le loro discipline, ma ci saranno anche diverse proposte rivolte alla cittadinanza”.
Dopo il taglio del nastro la cerimonia di inaugurazione è entrata nel vivo con l’esibi-
zione delle atlete della società di nuoto sincronizzato Sincro Terraglio, poi i tuffi e un breve allenamento di pallanuoto che ha visto protagonisti gli atleti della Mestrina Nuoto, Nuotatori Veneziani e Stile Libero che svolgeranno la loro attività
nel nuovo impianto. Al fine di garantire un sostegno alle attività nella fase iniziale di gestione, il Comune contribuirà al pagamento di una quota delle utenze per i primi 4 anni di gestione.
Gaia FerrareseGrande inaugurazione anche per la nuova area fitness realizzata al Parco Catene, a Marghera, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro e del vicesindaco Andrea.
L’opera rientra nel progetto portato avanti dall’assessorato allo Sport nel 2021 e che ha visto l’avvio di una prima palestra all’aperto al Parco “Albanese” di Mestre. La nuova struttura di Marghera è dotata di attrezzature professionali con pavimentazione antitrauma installate e messe a disposizione della cittadinanza. In particolare, quella di Catene è stata dotata di un castello calisthenics che consentirà a più persone di allenarsi contemporaneamente.
“È importante che i parchi urbani siano sempre più a servizio dei cittadini e sicuri - commenta il sindaco Brugnaro -. Questi investimenti promuovono la pratica sportiva, a cominciare dai più giovani. Un plauso alle moltissime associazioni sportive che sono attive in tanti sport differenti per l’impegno quotidiano. Chiediamo a tutti la collaborazione per mantenere questo parco il più bello possibile. Dato il successo, abbiamo in programma di sviluppare queste aree fitness anche in altre zone verdi, in tutti quei luoghi che devono essere mantenuti puliti e in sicurezza”.
Lo spazio fitness di Catene è finanziato, come negli altri casi, interamente con i fondi React EU per un investimento complessivo di oltre 100.000 euro, con l’obiettivo di promuovere lo sport all’aperto in sicurezza. Le attrezzature e i percorsi sono dedicati alle diverse esigenze, con particolare attenzione a soggetti fragili, come anziani e portatori di handicap. (g.f.)
un pezzo di ciascuno di noi e della nostra comunità”
Trasporti. Una rete sempre più estesa e capace di coprire praticamente tutta la città
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“Gli interventi di raccordo partiranno a giugno per un valore di 6 milioni. Con questi nuovi tratti sarà possibile andare ovunque in città in totale sicurezza”
Venezia si prepara a vivere un futuro sempre più legato alla mobilità su due ruote. Saranno quasi duecento, infatti, i chilometri di piste ciclabili pronti ed utilizzabili entro fine 2026, con una rete che, secondo quanto spiegato dal sindaco Luigi Brugnaro e dall’assessore alla Mobilità Renato Boraso, sarà sempre più estesa e capace di coprire praticamente tutta la città.
Con l’apertura a fine aprile della pista nella Città Giardino e l’arrivo già messo in programma delle ultime tratte per connettere la rete unica fino alla fermata del ferry boat, tramite via delle Macchine fino al polo scolastico della Bissuola, si sta completando il progetto del comune di Venezia per le piste ciclabili.
Il piano rientra nei progetti del Pums di una doppia rete di percorsi, uno da 491 chilometri principale e un’altra secondaria di 281, con 112 chilometri di “vie verdi” e collegamenti bici-barca per le isole della laguna. Come ul-
timo passo, la giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per collegare il ponte della Libertà con il Tronchetto fino al pontile del ferry boat con il recupero al tronchetto del vecchio ponte, spazio pubblico con arredo urbano, pedane, verde, spazi di sosta e posteggi per le bici. Si passerà poi alla stazione ferroviaria di Porto Marghera, col sottopasso di via Paganello e alla pista ciclabile tra via delle Macchine e via Pacinotti, che servirà anche la nuova piscina.
“Gli interventi di raccordo – spiega l’assessore Boraso – partiranno a giugno per un valore di 6 milioni di euro. Con questi nuovi tratti sarà possibile andare ovunque in città in totale sicurezza perché finalmente completeremo le piste ciclabili, con i rispettivi collegamenti. Nasceranno poi nuove piste immerse nel verde, a partire dalla Campalto-Tessera via Bazzera, passando per Forte Bazzera per un nuovo, grande circuito unico tra il parco di San Giuliano, Forte Marghera e il Bo-
sco di Mestre”.
“In ambito più locale, poi, sono in arrivo la pista quartiere San Paolo-via Da Verrazzano, la Favaro-Tessera per via Triestina, il raccordo di via Triestina con via Gobbi; il collegamento di via Monte Cervino con via Vallenari; il prolungamento della pista al Lido e Pellestrina, con la realizzazione di oltre 50 attraversamenti ciclopedonali sicuri, con illuminazione e segnaletica innovativa e potenziata e messa in sicurezza dei percorsi ciclabili in prossimità delle scuole”.
Massimo TonizzoNon ci sarà, nonostante le molte firme raccolte e le richieste de residenti, nessuna linea diretta di autobus a collegare Chioggia con l’ospedale dell’Angelo a Mestre. Arriva Veneto, che doveva occuparsi di servire l’eventuale nuova tratta dal prossimo settembre, dopo aver effettuato le proprie ricerche e valutazioni, è arrivata infatti alla conclusione che non esiste una utenza abbastanza ampia e costante da garantire alla corsa un bilancio in attivo o, perlomeno, a coprire le spese di percorso.
La richiesta era partita ufficialmente dalle rivendicazioni in comune, sopportate dal gruppo consiliare del Pd, dell’associazione di volontariato Cittadinanza Attiva, che avevano richiesto un collegamento diretto verso l’ospedale di Mestre già con l’amministrazione comunale precedente.
A dare la risposta negativa è invece toccato all’amministrazione con il sindaco che ha risposto come “sono stati molti per ora gli interventi positivi a favore dei pendolari cittadini, a partire dalla nuova fermata di piazzale Favretti, vicino alla stazione ferroviaria, per le corriere di Arriva o l’accordo con la Città metropolitana per definire i percorsi alternativi della Linea 80 fuori dalla Romea, in caso di blocco per incidente”.
La linea per Mestre, invece, è più complicata, anche perché i dipendenti che se ne servirebbero sono, secondo l’Ulss, solo 54, tra Chioggia e comuni nel percorso. “Non ci sono solo i dipendenti Ulss – la risposta del Pd in consiglio comunale – ma anche chi si reca all’Angelo per una visita specialistica che non può fare a Chioggia, i parenti dei ricoverati, i cittadini che si spostano per esigenze private, utenti forse non regolari ma che dovrebbero permettere di completare i posti nei mezzi”. (m.t.)
Artigiani in rete a Venezia per restituire dignità al lavoro in laguna e cercare di fare ripartire una economia basata non solo sul turismo. Sono giovani (quasi tutti hanno meno di quarant’anni), hanno una gran voglia di investire nel proprio territorio e tantissima fantasia ed inventiva.
Negli ultimi mesi è stata una vera e propria “carica” quella che ha investito gli uffici degli artigiani veneziani per presentare le domande di aperture di nuove attività. Un’onda lunga post-Covid che forse era attesa per Venezia, ma non certo con le dimensioni e la qualità arrivate. Badando solo ai dati dei primi quattro mesi dell’anno, i calcoli dell’associazione vedono un aumento di quasi il cinquanta per cento delle aperture di nuove attività o di subentri registrati da under 35 in centro storico, con dati che fanno oltretutto riferimento non al periodo Covid ma al 2019, ultimo anno pre-pandemia. Dati molto significativi inoltre se si tiene conto che nel 2019 l’età media degli artigiani era superiore ai 50 anni e under 30 erano solo più del tre per
cento dei titolari di attività.
“Qualcosa andava cambiato –spiega Matteo Masat, segretario della Confartigianato Venezia – così abbiamo deciso di ideare un sistema di sconti per gli under 35 che aprono una nuova attività, con un risparmio del cinquanta per cento nella tenuta contabile del primo anno e le spese per le pratiche in omaggio. Certo, probabilmente è solo un piccolo gesto ma pensiamo sia importante per far capire a chi vuole investire a Venezia che le possibilità ci sono in tutti i campi. Ovviamente resta molto da fare, a partire da sicure misure di sostegno da parte dell’amministrazione per evitare che dopo questo impatto positivi iniziale tutto non venga di nuovo bloccato
Masat: “Qualcosa andava cambiato così abbiamo deciso di ideare un sistema di sconti per gli under 35 che aprono una nuova attività”
o peggio ancora si trasformi in un proliferare di bar o attività solo per i turisti”. Proprio anche in riguardo a questo problema, Confartigianato, Imprese Venete e Nomisma hanno presentato uno studio approfondito sui vari settori chiavi della città, presentando i problemi relativi all’occupazione e ai rincari di gestione. Da quanto evidenziato, la situazione a Venezia vede come peso principale l’aumento dei costi di energia che incide per oltre il sessanta per cento delle spese, mentre una piccola impresa su due ha difficoltà a trovare lavoratori. Nota positiva la disoccupazione giovanile, con solo il tredici per cento degli under 30 che non lavora per scelta propria.
Massimo TonizzoCento anni e più di vita e d storia uniche non solo per Venezia ma per tutto il mondo del lavoro e della cultura italiana. Il mese scorso Venezia ha perso Alessandrina Tamburini, scomparsa dopo aver superato di poco i 102 anni di età. E se già gli anni raggiunti potrebbero da soli rappresentare un motivo per essere sui giornali, non si tratta solo di questo. Perché Alessandrina Tamburini non ha avuto solo una storia da raccontare, ma la storia la ha – nel suo piccolo – anche fatta. Tra le prime donne a laurearsi in Scienze Economiche e Commerciali all’Università Ca’ Foscari, ha poi fondato e diretto per anni il Colorificio san Marco,
azienda di colori ambientalmente sostenibile con un sistema di welfare per i tempi innovativo. La sua attività comincia nel 1950 nel negozio di terre colorate del padre Pietro a Mogliano, Pochi anni e l’idea di fondare il Colorificio San Marco Spa con la nascita nel 1965 delle prime idropitture e dei solventi. Amministratrice unica dal 1972, decide di depositare il leone di San Marco, in omaggio a Venezia, come marchio registrato, con il nome stesso che cambia fino al passaggio di eredità, sempre in famiglia al figlio Federico Geremia nel 1993, Con l’azienda che si espande, arriva anche nel 2006, a 85 anni, il titolo di Cavaliere della Re-
pubblica e il premio “Una vita per l’industria”. Grazie ai suoi contributi, è stato possibile parte dei restauri dell’organo del ‘700 nella Basilica di Santa Maria della Salute, della Scala del Massari nel complesso degli Artigianelli, e il recupero delle Colonne Napoleoniche di Piazza San Marco. “La sua scomparsa addolora profondamente, ma il suo insegnamento rimane, forte e attuale”, è il commento del presidente della Regione Luca Zaia. “La signora Tamburini, 60 anni fa, compì un vero miracolo, ebbe un’intuizione geniale e soprattutto il coraggio di portarla avanti in prima persona, fino a creare un’azienda leader”. (m.t.)
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Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it
Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
Ad arrivare al terzo posto i FOX Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e Davide assieme alle loro due coordinatrici Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”! La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premia-
ta con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
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Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua maschera da Minnie , ha rapito i cuori dei lettori de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
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Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”. Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet.
C’è tempo fino al 30 giugno! Per le 3 foto più votate ancora buoni Antenore e Despar, ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
Ca’ Foscari. Lo scorso 20 e 21 aprile il voto ha decretato il vincitore
La sfida si è conclusa con un pareggio sostanziale tra le prime due liste, Udu, storia lista di sinistra, e Cafoscarini Indipendenti, di ispirazione centrista
Il 20 e 21 aprile si sono svolte le elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca negli organi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di Iuav, nonché nei due istituti Afam cittadini, il Conservatorio Benedetto Marcello e l’Accademia di Belle Arti. La sfida si è conclusa con un pareggio sostanziale tra le prime due liste, Udu Venezia - Unione degli universitari, storica lista di sinistra, e Cafoscarini indipendenti, di ispirazione centrista, le quali hanno eletto un rappresentante ciascuna all’interno del senato accademico e del consiglio di amministrazione dell’ateneo, con un’affluenza al suo massimo storico, crescendo persino rispetto al periodo pre-pandemico.
Più ampio il distacco con la terza lista, il Fronte della Gioventù Comunista, che non riesce a piazzare nessuno all’interno degli organi maggiori.
“Studiare a Venezia non significa unicamente studiare a Ca’ Foscari - dichiara Marco Dario, neo-eletto in CdA con la lista UduVenezia - il vero risultato di queste elezioni è stato quello di riuscire nel tentativo di unire tutti gli istituti, solo in apparenza diversi, ma accomunati dagli stessi problemi che investono
tutta la comunità studentesca: la mancanza di spazi, di luoghi in cui vivere a prezzi accessibili, di servizi di mobilità sostenibili e di fondi sufficienti a garantire il Diritto allo Studio di ogni studente. In questi anni ci sentiamo sempre di più lasciati a noi stessi da un sistema pubblico che dovrebbe tutelarci, ma che di fatto ne è incapace. Questo risultato ci sprona a lavorare con ancora maggiore impegno nei prossimi anni per riuscire a cambiare veramente l’università insieme e non farlo rimanere soltanto uno slogan”. La tornata elettorale non ha visto protagonista solo Ca’ Foscari: studentesse e studenti di Iuav, dell’accademia di belle arti e del conservatorio benedetto marcello si sono recati al voto per eleggere il proprio rappresentante all’interno del consiglio di amministrazione dell’Esu Venezia, l’ente provinciale per il diritto allo studio. A spuntarla è stata Angelica Morresi dell’Udu, studentessa al primo anno di Design della moda e Arti Multimediali a Iuav, che proprio nel suo ateneo ha ottenuto percentuali bulgare, circa l’80%, permettendo alla sua lista di affermarsi come prima in città, anche grazie alla collaborazione avviata con
il Senato degli Studenti. “Abbiamo deciso di unire le forze per essere più incisivi e dare risalto anche a quella che è una comunità studentesca in crescita e troppo spesso ignorata - dichiara Lucrezia Ludovici, Presidente del Senato
degli Studenti di Iuav - in questi anni ci siamo rimboccati le maniche e sono state molte le vittorie conseguite in questo Ateneo e lo dimostra anche l’affluenza in costante crescita. Ora però vogliamo darci una prospettiva più ampia,
agendo non soltanto per migliorare le condizioni di studentesse e studenti dentro i singoli istituti, ma facendo rete tra le varie rappresentanze, puntando ad un modello di città che sia veramente a misura di studente”.
5 proiezioni per 5 registri: è la rassegna di Quarta Parete
Si è conclusa nei giorni scorsi la VII rassegna cinematografica organizzata dal collettivo universitario Quarta Parete, dal titolo “Dentro le righe”. Cinque proiezioni, rigorosamente in lingua originale e sottotitolate, di altrettanti registi, legate da un filo rosso molto preciso: il tema del conformismo. Tra i film scelti dagli organizzatori, Brazil di Terry Gilliam, Zelig di Woody Allen e, soprattutto, il pezzo forte, scelto non a caso per la chiusura: Il Gattopardo
di Luchino Visconti, con le pellicole originali ottenute grazie a un prestito della CSC - Cineteca Nazionale.
Quarta Parete è un progetto che nasce grazie ad alcuni studenti di tutte le università veneziane, con l’obiettivo di “allenare lo sguardo, creare un trait d’union tra il fruitore e la pellicola, riscoprire il ruolo critico e attivo dello spettatore in una dimensione d’esperienza collettiva, all’interno della sala”, ed è finanziato dall’università Ca’ Foscari tramite i fon-
di per le attività studentesche.
La rassegna si è svolta, come di consueto, interamente al Cinema Dante di Mestre, punto di riferimento cinematografico per tutti i veneziani di terraferma e non, sinonimo di un cinema ricercato, diverso, d’autore, d’essai. La partecipazione è stata come sempre elevata, sia per l’offerta interessante e alternativa, sia per la decisione di non chiedere alcun biglietto all’ingresso, prevedendo soltanto un’offerta libera.
L’evento. Al via il 30 agosto l’80esima edizione della prestigiosa kermesse
Il regista statunitense Damien Chazelle, la regista francese Alice Diop e il regista italiano Jonas Carpignano, sono le tre personalità chiamate a presiedere le giurie internazionali rispettivamente di Venezia 80, del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e della sezione Orizzonti dell’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.
Damien Chazelle, nell’accettare il ruolo di presidente della giuria internazionale di Venezia 80, ha dichiarato: “Per dieci giorni, ogni anno, questa città dell’arte, di Tintoretto, Tiziano e Veronese, si trasforma in una città di cinema, e sono lusingato e onorato di essere invitato a guidare la giuria di quest’anno. Non vedo l’ora di scoprire questa nuova selezione di grandi film all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”.
Damien Chazelle ha aperto con un suo film due volte la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nel 2016 con La La Land e nel 2018 con First Man. La La Land ha ottenuto 14 nomination agli Oscar, vincendone sei, incluso quello per il miglior regista. Damien Chazelle è stato il più giovane regista di sempre a ricevere questo premio. First Man ha ottenuto 4 nomination agli Oscar, vincendone uno. La sua opera prima, Whiplash (2014), ha ricevuto cinque nomination agli Oscar, vincendone tre. Il suo recente film Babylon (2022) ha ricevuto tre nomination agli Oscar.
L’attrice Caterina Murino condurrà le serate di apertura e di chiusura dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.
Caterina Murino aprirà l’80esima Mostra nella serata di mercoledì 30 agosto 2023, sul palco della Sala Grande (Pa-
lazzo del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 9 settembre, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’80. Mostra.
Nata a Cagliari, Caterina Murino ha studiato recitazione nel laboratorio teatrale della Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio. Diventa volto e testimonial di molte campagne pubblicitarie. Dino Risi la vuole nella fiction tv Le ragazze di Miss Italia (2002). Il suo debutto sul grande schermo avviene grazie al primo film dello scrittore cileno Luis Sepulveda Nowhere (2002), che in Francia riscuote successo di critica. Qualche anno dopo inizia la sua carriera francese con il film Il bandito corso (2004) con Christian Clavier e Jean Reno. In seguito al successo della pellicola, le arrivano molte proposte tra Italia e Francia.
Ma è nel 2006 che diventa famosa in tutto il mondo come nuova Bond Girl al fianco di Daniel Craig, nel ruolo di Solange in Casinò Royale. In seguito gira la commedia inglese Le ragazze del St.Trinian’s
- La scuola può essere uno sballo (2007), per poi tornare in Italia per il film Non pensarci (2007) di Gianni Zanasi. La incontriamo poi nei panni della protagonista ne Il seme della discordia (2008) di Pappi Corsicato presentato alla 65esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Impegnata su numerosi set tra il Canada e la Francia, è nel cast, tra gli altri,
di XIII – Il Complotto, (2008) e Antigang – Nell’ombra del crimine (2015), in quest’ultimo al fianco di Jean Reno. Gira per la BBC accanto a Rufus Sewell Le inchieste dell’ispettore Zen (2011) una miniserie TV che racconta le indagini di Aurelio Zen, brillante ispettore di polizia che lavora a Roma. Successivamente, tesserà la tela in attesa del suo amato disperso, nella serie di Stéphane Giusti Il ritorno di Ulisse. Torna in Italia e partecipa all’ultimo lavoro del regista d’inchieste Renzo Martinelli, Ustica(2016) e all’opera prima del regista sardo Cesare Furesi Chi salverà le rose? (2017). Attrice versatile, nel 2017, la vediamo nel cast di due film, La voce della pietra di Eric D. Howell, e Agadah di Alberto Rondalli. Nel 2018 interpreta Benedetta nel film Se son rose di Leonardo Pieraccioni. L’anno successivo è nella serie campioni di ascolti in Francia Le Temps est assassin, uscita anche su Canale 5 con il titolo L’ora della verità. Nel 2020 Davide Livermore la sceglie per interpretare Triboulet di Le Roi s’amuse di Victor Hugo per la prima del Teatro alla Scala di Milano A Riveder le Stelle…
Per Netflix è nel film di Roberto Capucci prodotto da Lotus Film dal titolo Mio Fratello Mia Sorella (2021). Nel 2022 esce con il nuovo film di Alex de la Iglesia Veneciafrenia. Nel maggio 2023 partirà con le riprese del film The Opera! per la regia di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco con Vincent Cassel e Rossy De Palma.
“Per dieci giorni, ogni anno, questa città dell’arte, si trasforma in una città di cinema, e sono lusingato e onorato di essere invitato a guidare la giuria di quest’anno”
Si chiama “Doppia carriera studente-atleta” ed è il nuovo progetto che vede coinvolti Reyer, Umana, Università di Padova e Cus Padova.
Il Progetto coniuga studio e merito sportivo ed agevola la carriera sportiva degli atleti consentendo loro istruzione e lavoro, promuovendo la realizzazione di una nuova professionalità dopo quella sportiva e proteggendo nonché salvaguardando la posizione lavorativa degli atleti. Si tratta di una collaborazione per sostenere l’attività sportiva nel contesto universitario ed in particolare nell’ambito del progetto dell’Università doppia carriera studente-atleta.
L’intento è quello di promuovere la squadra universitaria di basket femminile del Cus Padova, attualmente militante in serie B, potenziandola e rendendola competitiva per competere per la promozione in serie A2. La squadra, costituita interamente da studentesse iscritte all’Università di Padova, assumerà, a decorrere dalla stagione 2023/2024, il nome di “Umana CUS UNIPD”. L’iniziativa proviene dalla strutturata realtà cestistica veneta costituita dall’Umana Reyer e si inserisce nel progetto della Reyer School Cup, promosso dalla
società stessa nelle scuole secondarie di secondo grado volto ad avvicinare i giovani al basket e ai valori di partecipazione, lealtà, correttezza e rispetto delle regole. La collaborazione beneficia del ruolo di Main Sponsor di Umana, proprietaria e title sponsor delle squadre veneziane di basket dell’Umana Reyer, il C.U.S. Padova si impegnerà nella gestione ed organizzazione della nuova squadra mentre l’Umana Reyer supporterà lo staff tecnico di Università/C.U.S. Padova per il reclutamento di atlete, considerando anche l’under 19 femminile orogranata, staff e dirigenti. L’Università si impegnerà a realizzare un incontro di carattere generale informativo sugli studi universitari e sul progetto specifico studente-atleta con le scuole secondarie di secondo grado coinvolte nel torneo Reyer School Cup. Inoltre UniPD riconoscerà ad alcune atlete della squadra
“Umana CUS UniPD” la riserva di alcune agevolazioni sugli alloggi in convenzione con l’Azienda ESU, nonché alle studentesse-atlete della nuova squadra le agevolazioni contenute nell’apposito bando annuale per la doppia carriera studente-atleta.
Pietro Ballarin giocatore dell’under 1 9 della Reyer Venezia ha ricevuto il “Premio San Marco” per essere risultato il giocatore della LBA Next Gen con la media voti scolastica più alta: ben 9.2.
La cerimonia si è svolta nella straordinaria cornice della Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nel giorno della Festa della Liberazione e del patrono di Venezia. Giunta alla sua quinta edizione la giornata è promossa dall’amministrazione comunale per rendere omaggio alle “Eccellenze Veneziane Metropolitane”: cittadini e enti che hanno portato prestigio alla città e a tutto il territorio metropo-
litano, con opere concrete nelle scienze, arti, industria e artigianato, lavoro, sport, scuola, sicurezza o con iniziative di carattere sociale, assistenziale, filantropico.
Pietro Ballarin è stato accompagnato da Alberto Buffo, coordinatore tecnico del
settore giovanile maschile dell’Umana Reyer il quale ha allenato Pietro nel corso della squadre crescita sportiva ed umana: un meritato premio Pietro per aver dimostrato che è possibile coniugare in maniera perfetta lo studio con lo sport. (c.a.)
F iumi di plastica ogni giorno raggiungono il mare, un’emergenza ambientale ben nota anche nella nostra regione, un problema che va affrontato con decisione. “In Veneto la plastica ha le ore contate”, è la promessa dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin nel presentare il progetto hi-tech per monitorare e contrastare la presenza della plastica nei fiumi. Tonnellate di rifiuti, in particolare di plastica, arrivano in mare attraverso i fiumi; la plastica, anche col passare del tempo, non sparisce del tutto, ma rimane presente nel nostro ambiente in microframmenti sempre più piccoli, fino a trasformarsi in microplastiche che rischiano di essere ingerite dai pesci e dai crostacei per poi arrivare sulle nostre tavole. La plastica è dannosissima sia per la salute dell’ambiente che per la nostra. Un’emergenza mondiale, che in Veneto viene affrontata con il progetto “River Eye”, in collaborazione con l’associazione Plastic Free, per monitorare i fiumi e quantificare i rifiuti. Intanto riguarderà quattro fiumi (Piave, Bacchiglione, Canalbianco, Po), i comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo (dove è già stato spe-
rimentato il nuovo monitoraggio).
“River Eye” è stato ideato nel 2021 dalla start up Blue Eco Line “con lo scopo di contrastare i rifiuti plastici fluviali.aggiunge Bottacin - E’ formato da un hardware (le centraline) e un software che acquisisce automaticamente le immagini dalla superficie dei fiumi, le elabora e le classifica in diverse categorie (rifiuti organici, plastica, ecc.). Prepara infine un database degli oggetti che vede. Le telecamere funzionano tra le sei alle dieci ore al giorno a seconda delle condizioni di visibilità. Successivamente al River Eye potrà essere impiegato anche un’altra strumentazione altamente tecnologica e utile a completare il
lavoro: si tratta di “River Cleaner”, un sistema ecosostenibile in grado di raccogliere i rifiuti flottanti per essere poi smaltiti o riciclati”. Blue Eco Line è una start-up innovativa nata nel 2018 dalla volontà di quattro ragazzi per tutelare l’ecosistema marino. Grazie al comune desiderio e alle conoscenze ingegneristiche, gli ideatori di Blue Eco Line hanno creato due progetti: “River Eye” e “River Cleaner”.
“L’obiettivo è il monitoraggio scientifico propedeutico all’installazione di una barriera fluviale per l’intercettazione dei rifiuti galleggianti. – ha chiarito Paolo Monesi, responsabile Enti Locali Plastic Free Onlus -. Si stima, infatti, che l’80 per cento delle plastiche
L’opposizione, Zanoni: “Apprezzo l’iniziativa, speriamo sia solo un primo passo”
“Apprezzo l’iniziativa della Giunta regionale che per un anno metterà sotto monitoraggio attraverso centraline alcuni fiumi del Veneto con l’obiettivo di raccogliere dati sui detriti fluviali. In questo modo dimostra di aver compreso il problema gigantesco dei rifiuti galleggianti, come ho denunciato attraverso una recente mozione da me presentata e sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione. Ma quei 51 mila euro di stanziamento per questo monitoraggio sono davvero irrisori. Spero che questo
viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, una appropriata gestione dei rifiuti e il monitoraggio della loro presenza nei corsi d’acqua può ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla Giunta regionale di vagliare le misure più
sia solo un primo passo”. A dirlo il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni. “Ricordo –aggiunge il consigliere - che sul fronte dello smaltimento dei rifiuti galleggianti, la Giunta regionale ha stabilito che spetta ai Comuni farsene carico, soprattutto economicamente. Peccato però che debba ancora stabilire i criteri per l’accesso ai finanziamenti. Serve in ogni caso una pianificazione ed un coordinamento nazionale, fuori da ogni approccio sperimentale”.
idonee. In appena due anni, Plastic Free ha organizzato circa 600 appuntamenti sul territorio veneto, rimuovendo 165 tonnellate di plastica e rifiuti dall’ambiente grazie al contributo concreto di 5.744 volontari, sensibilizzando inoltre 13mila studenti con iniziative in 192 istituti. I numeri più alti d’Italia che ci rendono orgogliosi e ancor più determinati a difesa della nostra terra”.
Zaia: “Sei opere sono urgenti, servono 400 milioni di euro subito”
Un piano di interventi anti siccità da due miliardi di euro, tra i quali sei opere da realizzare al più presto, per un importo di oltre 400 milioni di euro. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha inviato il documento al Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti con l’elenco delle opere di urgente realizzazione per il contrasto della scarsità idrica e l’adeguamento delle infrastrutture.
“Serviranno a mettere in sicurezza il territorio, - ha dichiarato Zaia - a gestire meglio
la rete idrica, costruire riserve d’acqua ed evitare gli sprechi attuali dovuti a infrastrutture idrauliche vetuste. La pioggia di questi giorni aiuta, soprattutto in agricoltura, ma non basta. Il problema è che mancano le riserve idriche che d’inverno si formano grazie alla neve che quest’anno è stata molto scarsa. Questo è ormai molto frequente, un’emergenza che richiede nuove soluzioni e nuove opere. Ricordo che a marzo il cuneo salino aveva iniziato a risalire e, per
farvi fronte, abbiamo messo in campo interventi straordinari. Alle opere urgenti vanno aggiunti i numerosi interventi alla rete acquedottistica in tutto il territorio regionale – aggiunge il governatore-. Sono opere e interventi specifici che servono a garantire l’acqua potabile in tutto il territorio regionale soprattutto in caso di siccità prolungata come quella dello scorso anno. L’obiettivo è garantire il servizio idrico a tutti i livelli, soprattutto nelle zone più a rischio”.
Sulla prima opera indicata, la diga di Vanoi a Lamon, nel bellunese, per uso plurimo, acquedottistico, irriguo, idroelettrico, dal costo di 150 milioni di euro, non mancano le reazioni contrastanti, visto l’impatto di una diga sul territorio. A Cavanella d’Adige, a Chioggia, sono
in programma i lavori di adeguamento dello sbarramento antisale alla foce dell’Adige con bacinizzazione del fiume per contenimento dell’acqua dolce per per un importo di 40 milioni di euro. Altri interventi milionari sono in programma nel bellunese e nel vicentino.
Record tutto padovano per la piscina più profonda del mondo: ora si amplia per ospitare ricercatori scientifici, forze specializzate in recuperi e produttori cinematografici
Èun Guinness World Record tutto padovano quello che ha portato la Y-40, r ealizzata nel 2013 all’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, a essere dichiarata la piscina più profonda del mondo.
Ora, esattamente dieci anni dopo, un nuovo progetto dell’architetto Emanuele Boaretto ambisce ad affiancarsi, letteralmente, alla Y-40 ampliandone le potenzialità.
Si tratta della PHI 12, un cilindro dal diametro di 12 metri e profondo 30 metri, riempito usando acqua termale a 32/34°C. Aperto al cielo, sarà in grado di accogliere speciali attrezzature di grandi dimensioni calate dall’alto, ma anche esercitazioni e simulazioni uniche nel loro genere. In particolare, il nuovo spazio acquatico termale sarà dedicato alla ricerca scientifica, medico-subacquea e aerospaziale, la formazione di forze specializzate in ricerca e recupero, le produzioni cinematografiche.
“Un’architettura subacquea che darà molteplici opportunità e diverrà nuova attrazione turistica. La naturale evoluzio-
Da sinistra Umberto Pelizzari, campione mondiale di apnea e l’architetto Emanuele Boaretto, ideatore e progettista di Y-40 e Phi 12.
Sopra, le immagini del progetto Phi 12
ne di Y-40 in un’opera aperta in grado di ispirare. Uno spazio sommerso aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso” dichiara l’architetto Emanuele Boaretto. Lo spazio acquatico di PHI 1 2 sarà infatti raddoppiato dando maggiore risalto ad alcune delle applicazioni per le quali si è dimostrato Y-40 nei primi dieci anni.
Per quanto riguarda il nome di battesimo della nuova struttura, si legge Fi dodici e si scrive Ф 1 2 e deriva dalla lettera dell’alfabeto greco. In matematica è il simbolo della sezione aurea e l’iniziale del nome greco dello scultore e archi-
tetto Fidia, ma in architettura indica anche il diametro, in questo caso del cilindro di 12 metri.
PHI 1 2 sarà inoltre un’opera sostenibile che eviterà l’immissione in atmosfera di oltre mille tonnellate di CO2. Questo sarà possibile perché la struttura non impiegherà acqua da bere, ma riutilizzerà sola acqua calda di origine profonda ipertermale salsobromoiodica, con un ciclo di filtrazione che consentirà un utilizzo efficiente.
“L’impiego della risorsa termale, oltre a non sprecare acqua potabile, eviterà anche di dover riscaldare l’intera struttura.
Dalla piscina al bar caffetteria,
dallo shop agli uffici, tutti gli ambienti saranno mantenuti in temperatura grazie alla geotermia, evitando ogni anno una produzione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 rispetto ad un comune riscaldamento a gas per questi volumi” spiega l’architetto.
L’opera, all’interno del parco dell’Hotel Terme Millepini come Y-40, sarà aperta anche ai visitatori che potranno scoprire la piscina fino al fondo, grazie ad un ascensore subacqueo panoramico trasparente che ne consentirà la visita scendendo assieme ad apneisti e sub alla base del cilindro profondo, dove vivere in diret-
ta il momento del touch down delle persone in immersione. “Grazie alla vetrata subacquea che lo circonda interamente alla profondità di 5 metri, sarà consentito girare intorno a tutto il cilindro per assistere a spettacoli di animazione e danza interpretati in acqua, come spettatori di un vero teatro subacqueo. Sarà, così, anche un grosso attrattore di flussi turistici come già è stata Y-40 in questi primi dieci anni di vita” sottolinea l’architetto Boaretto. La struttura dovrebbe essere pronta in circa due anni. Insomma, parte il countdown per un’altra struttura da record nel nostro territorio.
“Sono estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”
Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.
Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro.
È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau.
Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comuni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia.
Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri
450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i partecipanti provenienti dalle diverse regioni si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità.
Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità
viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.
Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio.
Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme. La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore
Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità
per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.
La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai necessario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.
Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro pau-
re, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.
I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.
Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.
Francesco Filippi
Classe ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente
IL BILANCIO. Nel corso del 2022 sono stati supportati numerosi progetti culturali e sportivi sul territorio regionale
Ècontinuato anche nel 2022
l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, per consolidare la propria presenza in Veneto, puntando sulla valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali e sostenendo iniziative a sfondo sociale per continuare ad essere ogni giorno parte attiva delle comunità in cui l’azienda si inserisce. Guardando allo sviluppo del business in Veneto, nel 2022 Aspiag Service Despar ha realizzato un fatturato al pubblico complessivo di oltre 918 milioni di euro, sia per gli esercizi diretti che affiliati e, grazie ai 30 milioni di euro di investimenti, ha proseguito nel suo progetto di sviluppo e potenziamento della rete vendita che conta oggi 161 negozi attivi in regione, di cui 89 diretti e 72 affiliati. Uno sviluppo che ha portato anche ad un allargamento della “famiglia Despar” con 192 nuove assunzioni, che fanno salire a 3.921 il numero dei collaboratori in regione. Anche per il passato esercizio ha avuto una particolare rilevanza la valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte attraverso il progetto “Sapori del Territorio” che raccoglie in Veneto oltre 3.700 referenze a scaffale, provenienti da più di 700 produttori locali e che, or-
mai da molti anni, testimonia concretamente la vicinanza e il sostegno di Despar alla cultura enogastronomica e alla produzione agroalimentare di qualità presenti in regione. Un’ulteriore declinazione sul territorio di questa strategia che mira alla piena sinergia con i produttori locali è il protocollo regionale di promozione delle tipicità territoriale “The Land of Venice”, attivo in Veneto da oltre tre anni, che contrassegna nei punti vendita dell’abete delle sette province del nostro territorio tutti i diversi prodotti certificati e caratterizzati dalla presenza di specifiche denominazioni geografiche.
Accanto a ciò, Aspiag Service Despar ha continuato a essere motore di crescita per il territorio: una scelta che si è concretizzata nel 2022 in moltissime iniziative a sfondo sociale che Despar ha promosso per
Nel 2022 Aspiag Service Despar ha proseguito nel progetto di sviluppo e potenziamento territoriale della rete vendita in Veneto e incrementato il numero degli esercizi commerciali di altri 5 punti vendita, di cui quattro localizzati nelle province di Venezia e uno nella provincia di Vicenza. L’azienda ha inoltre proseguito nel processo di riammodernamento dei propri negozi con le ristrutturazioni di un punto vendita diretto Eurospar a Verona e di un punto vendita affiliato a Padova. Particolarmente significativa nel corso del 2022 è stata poi l’apertura del punto vendita Despar di Ponte del Teatro, un nuovo negozio nel cuore di Venezia a servizio di residenti e turisti che rappresenta la volontà di offrire un servizio di prossimità e si inserisce perfettamente nella strategia di sviluppo della rete vendita in un’ottica green. La sostenibilità è infatti uno dei driver strategici di sviluppo per
restituire alla collettività parte di quanto ricevuto. Sono state così supportate molte società sportive, iniziative e realtà culturali del Veneto, impiegando direttamente una buona parte degli oltre 223 mila euro complessivamente investiti nel 2022 per lo sviluppo dei progetti a ricaduta sociale in regione. Anche il mondo del volontariato e dell’associazionismo è stato coinvolto in progetti specifici di raccolta fondi, come nel caso della vendita delle originali shopper biodegradabili con la grafica realizzata dalla Cooperativa Down Dadi, o di sensibilizzazione sociale come per la promozione della campagna di prevenzione di truffe e raggiri a danno dei cittadini effettuata assieme alla Polizia di Stato in tutto il territorio regionale. Tra le iniziative sociali più significative del 2022 va ricordata inoltre l’annuale campagna
Aspiag Service Despar che anche per il 2022 ha continuato il percorso di allineamento del proprio modello di business e delle proprie performance ai sette obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale. Tutte le nuove aperture e le ristrutturazioni sono infatti progettate in una prospettiva green, attraverso soluzioni che permettono un’attenzione verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il controllo dei consumi energetici. A ciò si aggiunge l’attenzione che l’azienda pone alle modalità di sviluppo della propria rete vendita che si concretizza nella scelta di prediligere per le nuo-
de “Il mondo ha bisogno delle donne”, attività charity che ormai da diversi anni rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà sostenendo progetti e associazioni impegnate nell’ambito della promozione dei diritti e del benessere delle donne, oltre che di lotta alla violenza di genere. Nel solo Veneto grazie a questa raccolta fondi sono stati raccolti quasi 60 mila euro, che sono stati destinati ai programmi di ricerca e cura dell’Endometriosi e alla collegata campagna di prevenzione negli istituti scolastici regionali. Inoltre, anche nel 2022 è proseguito l’impegno di Despar per la lotta allo spreco alimentare che ha permesso di recuperare in Veneto più di 550 tonnellate di cibo invenduto, distribuito attraverso una rete territoriale di solidarietà di oltre 800 Onlus, che hanno consentito la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai più bisognosi. Un impegno che, oltre alle importanti ricadute in ambito sociale, ha permesso anche di fare bene all’ambiente, permettendo un risparmio totale di oltre 2.025.431 kg di Co2 equivalente e oltre 1.198.016 m3 di acqua (che corrispondono rispettivamente ad oltre 15 mila viaggi in auto da Milano e Napoli e 374 piscine olimpioniche!).
Nonostante un contesto macroeconomico difficile e sfidante per tutto il settore della GDO come quello passato, tra inflazione, rincari energetici e rialzo dei prezzi, anche nel 2022 Aspiag Service Despar ha continuato nel suo percorso di crescita in Veneto, diventando sempre di più un punto di riferimento importante per le persone e le comunità dei territori in cui siamo presenti. L’espansione del business e gli investimenti per lo sviluppo e il consolidamento della rete vendita ci hanno permesso di rafforzare il nostro ruolo nel settore della grande distribuzione in Veneto, impegnandoci a mantenere i prezzi di vendita accessibili per i nostri clienti e favorendo l’aumento dell’occupazione.
ve aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio.
Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto, lavorando a stretto contatto con i fornitori locali e con i diversi paesi che, come noi, fanno parte del gruppo internazionale SPAR Austria. In un contesto di incertezza come quello vissuto, filiera ed economie di scala sono state dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi e continuare a sostenere le famiglie mitigando l’effetto del caro-vita, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che ci ospitano. Anche per il futuro, vogliamo continuare nell’impegno verso i territori in cui siamo presenti, continuando il nostro percorso di sviluppo all’insegna della qualità, prossimità, competenza, partecipazione e inclusione: valori da sempre condivisi da tutta la grande famiglia Despar e che ogni giorno ci permettono di essere un riferimento per le comunità in cui il nostro abete ha messo le sue radici.
Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
Vivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio. Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico. L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
Prosegue alla pag. seguente
“Per attività fisica, s’intende - sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovana - dimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla con-
divisione. Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata.
“L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci
punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É
buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti
e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno.
Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
“L’etica tacita di tutti i maghi è quella di non rivelare i segreti” dice David Copperfield (l’illusionista, non il personaggio di Dickens). Il presupposto dell’incanto sta nell’implicito accordo tra il pubblico - che sospende l’incredulità - e il mago, il quale ha il compito di rendere l’incredibile plausibile.
Questo è anche il problema de “La regina Carlotta”, prequel di “Bridgerton” dedicata alla sovrana – realmente esistita – e alla sua gioventù prima degli eventi della serie originale. Racconta i dilemmi della sovrana, tra l’amore per il marito re Giorgio - che fu costretta a prendere in sposo - e il cuore che batte per un’altra persona. Composta da sei episodi, questa serie spin-off si addentra a fornire una lunga, e - secondo il parere di chi scrive - non necessaria spiegazione sull’antefatto della società che vediamo in “Bridgerton”, ovvero quella di una Londra nell’età della reggenza in cui la nobiltà si compone anche di persone non bianche.
Dilugandosi sul “Grande Esperimento” - l’incidente scatenante che consentì alla società del mondo di “Bridgerton” di abolire le barriere razziali - “La regina Carlotta” finisce per contravvenire alla più grande innovazione della serie originale.
Al suo debutto, avvenuto ormai quasi tre anni fa, “Bridgerton” presentò un mondo Ottocentesco in cui neri e bianchi appartenevano ad ogni rango sociale, e lo fece senza presentare giustificazioni. Era così e basta, a sottolineare che la nostra percezione della storia - etnocentrica - è un fatto culturale, e non uno antropologico.
India Ria Amarteifio è particolarmente deliziosa nel ruolo della giovane regina, ma è Golda Rosheuvel - interprete di Carlotta da adulta - a persuaderci ad essere più clementi con questo prequel.
Firma la serie Shonda Rhimes in persona, che - come nel caso di “Inventing Anna”, sempre per Netflix con la quale Rhimes ha un accordo pluriennale esclusivo - si diverte così tanto ad essere uscita dalle rigide griglie della televisione generalista che a volte perde un po’ quella incisività narrativa che l’ha resa una delle autrici televisive più influenti di oggi.
Citadel non è una serie tv, ma una corazzata. È stata creata dai fratelli Anthony e Joe Russo, i registi dei film “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame” per Marvel, che hanno totalizzato quasi 5 miliardi di dollari al botteghino globale: La serie nasce dalla volontà di Jennifer Salke, capa di Prime Video e di Amazon Studios, di creare una serie madre che potesse essere declinata in diverse versioni locali. Più che un processo creativo, quello di “Citadel” è un mandato pubblicitario.
La premessa non è niente di inaudito. Si basa su due spie internazionali, interpretate da Priyanka Chopra Jonas (già agente segreto in “Quantico”) e Richard Madden (l’attore scozzese eternamente in odore di 007). A loro è stata cancellata la memoria dopo il crollo dell’agenzia per cui lavoravano, la Citadel che dà il titolo alla serie. Otto anni dopo, il loro collega - che ha il volto di Stanley Tucci - riesce a rimettersi in contatto per metterli in guardia sulla minaccia rappresentata da Manticore, l’agenzia antagonista cui fa capo l’ambasciatrice inglese negli Stati Uniti: è Lesley Manville, vista di recente nei panni della principessa Margaret in “The Crown”. Insieme, le tre spie cercheranno di salvare il mondo - volteggiando tra le Alpi italiane, il Marocco, l’Oregon e la Slovenia - per impedire ai cattivi di prendere il sopravvento.
Nonostante il budget faraonico - 300 milioni di dollari - Citadel non riesce a offrire uno spettacolo innovativo, restando nella comfort zone di una mediocrità quantomeno suggestiva. Dalle scene di azione che omaggiano Nolan e 007 ai dialoghi alquanto puerili (il protagonista ad un certo punto, con fare serioso, dice: “Io una spia? Ma se alleno la squadra di calcio di mia figlia”), la serie tradisce la sua ambizione, o meglio quella di chi l’ha commissionata, cioè Prime Video: conquistare il mondo seriale con un investimento cui pochi rivali potrebbero tener testa.
In arrivo - oltre alla seconda stagione - ci sono anche la versione italiana di “Citadel” - con Matilda De Angelis protagonista - e quella indiana, con Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu.
Con la regina Carlotta il trucco c’è (e si vede)
“Citadel” fa il passo più lungo della gambaRubrica a cura di Paolo Di Lorenzo