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“A Mestre è allarme sicurezza, la città vive una crisi sociale“
“La giunta Brugnaro ha semplicemente preso in giro i cittadini perché ha eliminato i vigili di quartiere, le attività sociali, ridotto i servizi sociali a partire dagli operatori di strada”
“Mestre è ormai diventata la capitale dello spaccio, delle morti da overdose e tra le grandi città Venezia e Mestre sono al primo posto per il consumo di cocaina con un crescente consumo di eroina”.
A dirlo è Monica Sambo, segretario del Pd veneziano, che ricorda: “Qualche settimana fa si è svolta a Mestre una grande manifestazione alla quale hanno partecipato più di 5000 persone; cittadini, associazioni e commercianti che ha rappresentato la grande crisi sociale che sta vivendo la città e ha evidenziato la forte insicurezza che vivono i cittadini”.
E incalza: “L’incapacità di costruire politiche attente ai problemi della sicurezza sociale e urbana, del decoro, il depotenziamento delle politiche sociali di prevenzione e di contrasto alla piaga della droga, l’assenza di progetti di rigenerazione urbana e di riqualificazione del patrimonio pubblico hanno provocato insicurezza e abbandono, tanto che i cittadini di via Piave e di alcune zone di Mestre e Marghera non riescono più nemmeno a uscire di casa”.
Per Sambo “la destra ha assunto centinaia di vigili, svuotando gli altri settori come l’edilizia o il sociale, per raccontare ai cittadini che così avrebbe garantito sicurezza e presidio del territorio. La verità è che la giunta Brugnaro ha semplicemente preso in giro i cittadini perché ha eliminato i vigili di quartiere, le attività sociali, ridotto i servizi sociali a partire dagli operatori di strada. Queste scelte hanno comportato l’abbandono della città anche da parte di centinaia di attività economiche di quartiere che sono oggi in gran parte vuote e abbandonate”.
“Come Pd abbiamo fatto molte proposte, a partire dal ripristino dei vigili di quartiere, passando per la ridefinizione di nuove politiche sociali e di prevenzione, che affronti il disagio di molti giovani invece di negarlo - sottolinea -. Le politiche sulla sicurezza e sociali devono però intrecciarsi anche con una riqualificazione urbana che non può più essere rimandata a partire dall’area dell’Umberto Primo che rappresenta uno dei grandi buchi neri della città”.
E conclude: “Le nostre pro- poste si fondano sul coinvolgimento dei cittadini, commercianti e associazioni che possono rianimare e rendere
Addio all’ingegner Silvano Vernizzi
vivi i nostri quartieri anche con proposte di intrattenimento ed eventi culturali di qualità”.
Silvano Vernizzi è stato per oltre vent’anni l’uomo delle strade. Delle Regionali certo, ma anche di quelle più importanti che lui ha realizzato con una determinazione e una competenza unica nel suo genere. Fu commissario del Passante di Mestre, opera realizzata in 4 anni dopo decenni di discussioni e progetti incredibili se non folli, come il tunnel sotto la tangenziale o una sopraelevata questa volta sopra la tangenziale. La famigerata tangenziale di Mestre, incubo di automobilisti e di chi doveva prendere un aereo. Perché le code si formavano a prescindere e in modo repentino. Anche lì a Silvano Vernizzi venne l’idea di trasformare la corsia di emergenza in corsia di marcia.
Lo chiedevano gli industriali, lo chiedevano le migliaia di cittadini intrappolati in pochi chilometri. Palliativi. Serviva una grande opera, come non se ne facevano dagli anni 80. E lui l’uomo delle strade che nel frattempo era stato chiamato a gestire Veneto Strade non si tirò indietro. Un’esperienza senza fine, metodi umani, determinazione, competenza e qualche volta anche ironia. Così Silvano Vernizzi ha lavorato per quasi 40 anni a servizio del pubblico. Per la Regione del Veneto, quella regione che lui amava tanto. Se ne va con la sua morte uno dei protagonisti di un veneto capace di crescere anche con le strade. Laureato a Padova nel 1978 Vernizzi ha subito iniziato a lavorare senza fermarsi mai. Anche quando poteva permettersi di rallentare i ritmi dei suoi impegni. Ma non sarebbe mai diventato l’uomo delle strade.