Mentre negli istituti superiori e, da diversi anni ormai, anche alle scuole medie (quelle che la burocrazia chiama scuole secondarie di primo grado, anche se il termine, per ovvi motivi, fatica ad attecchire nella vita comune) nella valutazione degli studenti i “vecchi” voti sono ormai una consuetudine, alle scuole primarie (che i più nostalgici continuano a chiamare elementari) invece il cambiamento è sempre dietro l’angolo. Così dopo tre anni all’insegna dei “giudizi descrittivi”, poco compresi e amati dalle famiglie, si torna ai tradizionali giudizi sintetici: ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente e non sufficiente. Ad ingranare la marcia indietro è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “E’ un passo importante verso un sistema educativo più chiaro e trasparente, volto alla crescita formativa degli studenti. – spiega il ministro – L’introduzione dei giudizi sintetici, molto più comprensibili dei precedenti livelli, permette di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione”. Quindi si torna all’antico, con buona pace di tutti gli sforzi sostenuti negli ultimi quattro anni da insegnanti per introdurre la nuova valutazione e dalle famiglie per comprenderla.
segue a pag. 5
IL GIRO SCALA MONTE BERICO:
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Il 23 maggio, grande arrivo di tappa. Un emozione che si rinnova dopo dieci anni
Servizio a pag. 11
Il dibattito
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VENETO, LE SFIDE DEL 2025 CON L’INCOGNITA DEL VOTO
L’assessore Francesco Calzavara illustra la manovra di bilancio regionale “Più risorse a disposizione, si continua a crescere”
AUTONOMIA DELL’ENERGIA “STOP AL CENTRALISMO”
Le concessioni delle reti rendono 300 milioni, Roma vuole prorogare a Enel per altri vent’anni, Agsm Aim lancia l’allarme
Un modello di sanità pubblica: il mio grazie agli operatori
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
a sanità veneta si conferma, anche nel 2024, un modello di eccellenza a livello nazionale. Questo risultato non sarebbe possibile senza il lavoro instancabile dei nostri operatori sanitari, che ogni giorno garantiscono cure di qualità a milioni di cittadini. A loro va il mio più sentito ringraziamento. I numeri parlano chiaro: nel 2024, abbiamo registrato 14,5 milioni di prenotazioni, con un incremento del 13% rispetto al 2022, e una crescita del 9% nei primi accessi. segue a pag. 5
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Giro d’Italia
Servizio a pag. 17
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Grande successo per l’edizione 2025 della fiera dell’oro
Idati non sono ancora definitivi ma si può già tracciare un primo positivo bilancio a chiusura di Vicenzaoro January, primo importante appuntamento del calendario orafo internazionale, che ha visto recarsi in fiera a Vicenza, dal 17 al 21 gennaio, operatori specializzati provenienti da tutto il mondo. Anche questa edizione, come le due precedenti dello scorso anno, ha registrato il sold out per quanto riguarda gli espositori: più di 1.300 le aziende espositrici, italiane e straniere, presenti (la lista d’attesa verrà smaltita solo con l’inaugurazione del nuovo padiglione, prevista per il 2026). Anche sul fronte dei visitatori non ci sono novità eclatanti. I conflitti in Corso non sembrano aver minato i numeri da record dello scorso anno, con una percentuale del 70% di compratori provenienti dall’estero, in rappresentanza di circa 130 Paesi. Filo tematico di questa edizione sono stati i giovani, leva di cambiamento, ma anche di continuità se si pensa al passaggio generazionale nelle aziende, e della potenziale forza lavoro che rappresentano (l’incontro “Golden Talk”, ha visto la presenza di 450 gli studenti provenienti dalle scuole primarie e secondarie di Vicenza e provincia), ma anche in quanto clienti del futuro. L’edizione invernale di Vicenzaoro è da sempre particolarmente importante, non solo perchè, come detto, apre il calendario mondiale degli eventi di settore, ma in quanto traccia trend, tendenze e rotte di business per l’industry internazionale dell’oreficeria, della gioielleria, ma anche delle tecnologie e dei macchinari con T.Gold, vetrina globale B2B, con 170 aziende espositrici da 16 Paesi per un totale del 40% di provenienza estera. VO Vintage è stata l’unica porzione di fiera aperta al pubblico ma riservata agli appassionati e collezionisti dell’orologio e del gioiello vintage di pregio. Nei giorni di manifestazione, il centro di Vicenza si è animato con gli eventi ViOff, il fuorifiera organizzato in collaborazione con il Comune di Vicenza, e con le iniziative del Museo del Gioiello. (mdv)
un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente
1300 aziende espositrici e migliaia di compratori e venditori
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Un modello di sanità pubblica: il mio grazie agli operatori
Questo dimostra che il nostro sistema è in grado di rispondere a una domanda crescente senza compromettere la qualità. Anche i ricoveri ospedalieri sono aumentati: 643.411 nel 2024, segnando un +4% rispetto al 2022, e gli interventi chirurgici hanno raggiunto quota 503.479, con una crescita del 7% rispetto al 2022 e del 2% rispetto al 2023. Questi risultati sono il frutto di un’organizzazione capace di rispondere a una domanda sempre più complessa, garantendo efficienza e rapidità. Un altro dato che ci rende orgogliosi è il saldo positivo nella mobilità sanitaria, con 189 milioni di euro derivanti da pazienti provenienti da altre regioni italiane. Questo dimostra che il Veneto è una terra di eccellenza, scelta da chi cerca cure di alta qualità. Il mio ringraziamento va dunque a medici, infermieri, tecnici, amministrativi e a tutti coloro che lavorano con passione e professionalità nel nostro sistema sanitario. Siete il volto di un Veneto che crede nell’efficienza, nell’equità e nella solidarietà.
Pagelle alle primarie, ennesimo cambiamento
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Le pagelle del primo quadrimestre delle primarie, in arrivo fra pochi giorni, riporteranno ancora i giudizi descrittivi mentre quelle finali di giugno avranno i giudizi sintetici. Una formula “ibrida” per usare un altro termine che va di moda di questi tempi, per accompagnare alunni, docenti e genitori nell’ennesimo cambiamento nella valutazione. I giudizi descrittivi con i quattro livelli “avanzato”, “intermedio”, “base” e, per l’insufficienza, “in via di prima acquisizione” sono costati un lungo lavoro preparatorio ai docenti, impegnati nel declinare la nuova terminologia nella valutazione degli alunni, senza perdere di vista l’obiettivo finale, che è quello di far capire ai ragazzi e alle loro famiglie non solo “come sta andando” il percorso scolastico ma soprattutto quali sono i punti di forza da mettere in evidenza e quelli di debolezza sui quali lavorare per un apprendimento efficace. Anche i genitori hanno faticato non poco ad entrare in questa nuova ottica e a districarsi tra la terminologia. Ora l’ennesimo cambiamento, con i vecchi giudizi accompagnati dalla descrizione del livello di apprendimento raggiunto per ciascuna disciplina. Quanto sarà efficace lo scopriremo strada facendo, chissà.
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Città. Ottavo posto qualità vita 2024, miglioramenti in ambiente, cultura; criticità su PM10, cig
Il Vicentino tra le top ten nella classifica della qualità della vita de Il Sole 24 ore
Vicenza è 8ª nella classifica della qualità della vita 2024, guadagnando 14 posizioni. Bene in ambiente, cultura e servizi, ma criticità in sicurezza e lavoro.
V
icenza è tra le top ten nella classifica della qualità della vita 2024 pubblicata alla fine dell’anno da Il Sole 24 Ore. Per la precisione l’intera provincia si è collocata all’ottavo posto, un “balzo” in avanti di ben 14 posizioni rispetto all’anno precedente. Il miglior risultato prima di oggi, si era verificato nel 2019 con l’11esimo posto.
L’ottavo posto di Vicenza nella classifica generale è la sintesi delle valutazioni di 90 indicatori da fonti certificate, divisi in sei categorie tematiche: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
Nella maggior parte delle categorie Vicenza ha fatto meglio dello scorso anno, in due è peggiorata: di 17 posizioni su “affari e lavoro” e 7 su “giustizia e sicurezza”.
Vicenza guadagna 22 posizioni rispetto allo scorso anno nella categoria “ambiente e servizi”, con l’aumento delle piste ciclabili, l’utilizzo di impianti fotovoltaici, l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile, mentre la concentrazione di pm10 rimane il grave tallone d’Achille.
Nella categoria “cultura e tempo libero” 34a posto, guadagnando così 21 posizioni rispetto allo scorso anno. Bene
l’indice di lettura e quello di sportività, ma abbassa la media il 100° posto per numero di bar, cinema e ristoranti.
Il vicentino rimane tra i poli industriali più competitivi, come testimonia il 14° posto in “ricchezza e consumi”. Buono il 6° posto per quota di export sul Pil. Bene anche il leggero aumento dell’occupazione femminile e delle imprese femminili. Ma abbassa la media il numero di ore cig autorizzate, che piazza Vicenza al 103° posto (193 ore medie per impresa registrata su una media di 68).
L’ampia gamma di servizi interamente online offerti dai Comuni alle famiglie fa meritare al a il 15° posto a livello nazionale. Cinque indicatori sono a quota zero: infanticidi, omicidio preterintenzionale, produzione o traffico per stupefacenti, associazioni di tipo mafioso, contrabbando. Buono anche l’indice di litigiosità (3° posto assoluto, con 1.872 cause civili ogni 100.000 abitanti su una media italiana di 2.128). Le criticità riguardano invece la violazione della proprietà intellettuale (15° posto) e le truffe e frodi informatiche (19° posto).
Com’era prevedibile, alla pubblicazione dei risultati hanno fatto seguito una serie di comunicati stampa con in testa il sindaco Possamai, maggiormente trionfalistici, mentre le
opposizioni, con l’ex sindaco Francesco Rucco, fratelli d’Italia, hanno, al contrario, messo in evidenza il 59° posto nell’Indice della Criminalità 2024. Un posizionamento che secondo Rucco indica un incremento significativo dei reati e una crescente percezione di insicurezza tra i cittadini”. (Mdv)
Quella strada per il lago 1980-2023-Storia vicentina di amore e demoni al tempo dei boomers
Ciascuno di noi ha le proprie passioni. Quella di Massimo Parolin, comandante della Polizia Locale di Vicenza è, evidentemente, quella del racconto, in questo caso legato alle storie del passato della città. In “Quella strada per il lago 1980-2023-Storia vicentina di amore e demoni al tempo dei boomers”( Elas Editoriale, acquisto su shop online ViPiu.it, nelle librerie ed edicole e su Amazon), Parolin propone un viaggio tra gli anni Ottanta (quelli dei boomers per l’appunto) e il presente, intrecciando memoria e sentimenti. Non un romanzo autobiografico, ma sicuramente legato alla vita dell’autore e quindi inevitabilmente ambientato a Vicenza, ma non solo visto che, come testimonia la foto di copertina, si parla anche del lago più frequentato dai vicentini, quello di Fimon e della discoteca Miralago (l’altra, ai tempi frequentatissima, era l’Elle et Lui). Molti lettori non più giovani, per usare un linguaggio politicamente corretto,
ricordi dell’autore, tra motorini, cinema e domeniche pomeriggio trascorse in discoteca. Un mondo lontano, sicuramente poco comprensibile per i ragazzi che oggi hanno la stessa età che allora aveva l’autore, ma ai quali male non farebbe scorrere almeno qualche pagina, quanto meno fino al punto in cui il racconto vira verso uno stile decisamente meno d’antan per scivolare verso una passione adolescenziale, un amore ideale e incompiuto, che si protrae nel tempo, fulcro esistenziale, che porta il protagonista ad una ricer-
ca interiore che lo spinge verso il soprannaturale: una ferita aperta, alla quale Parolin conferisce un tono esoterico e simbolico. Nel 2023 l’epilogo: il protagonista sogna una “macchina del tempo” per riavvicinarsi a quell’amore perduto e riscattare un passato mai risolto. mdv Laureato in giurisprudenza, scienze politiche, lettere classiche con un master in sicurezza urbana, nonché Cavaliere ufficiale della Repubblica, Massimo Parolin è autore di pubblicazioni scientifiche in riviste giuridiche di polizia locale.
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La città che cambia
Biblioteca. Nuovo progetto Albanese: corte coperta, 800 posti, meno costi; critiche su qualità
Il sindaco Possamai: “Sarà il cuore pulsante delle attività culturali”
Svelato il progetto della nuova biblioteca Bertoliana in via Riale, con corte centrale coperta, 800 posti, auditorium e spazi verdi. Costo di 20 milioni, risparmio criticato da Rucco.
D
opo una lunga attesa è stato finalmente svelato il progetto, a firma Flavio Albanese, della nuova biblioteca Bertoliana che, come deciso da tempo dall’attuale amministrazione comunale sorgerà in via Riale, al posto dell’ex scuola Giuriolo, di cui è prevista la demolizione. La struttura sarà in collegamento con Palazzo Costantini, una delle attuali sedi, mentre palazzo San Giacomo, storica sede dal 1910 e Palazzo Costantini (entrambi sul lato opposto della stessa via) saranno dismessi.
Grazie all’apertura di nuovi varchi da contrà Riale, contrà Cornoleo e da stradella dei Stalli, il complesso s’integrerà con lo storico quartiere, pur mantenendo volumetrie e planimetria dell’ex scuola, ma aggiungendo
la copertura della corte centrale. Il nuovo edificio, che potrà accogliere complessivamente oltre 800 persone, avrà come cuore pulsante, per l’appunto, l’ampia corte coperta, destinata a diventare la “public library”, che prenderà luce dall’alto e si svilupperà su tre piani; sarà inoltre dotato di un piano interrato, di spazi verdi e di numerose sale per lo studio, la lettura e la socialità. Sono previsti, inoltre, un auditorium indipendente di 130 posti, un magazzino ad archivi compattabili e la struttura bibliotecaria vera e propria. Ognuno di questi ambienti sarà connesso con giardini e cortili dedicati alla lettura ed al gioco, che potranno essere utilizzati da tutta la città. Il cortile di Palazzo Cordellina fungerà da accesso diretto all’auditorium.
si aggira sui 20 milioni di lire,10 in meno rispetto al progetto ipotizzato dalla precedente amministrazione di centrodestra e collocato negli spazi dell’ex Tribunale. Sulla questione non ha mancato di far sentire la propria voce l’ex sindaco Francesco Rucco: “Pur comprendendo la volontà di contenere i costi, la differenza economica tra il nostro progetto
- ha detto -, per una biblioteca moderna, funzionale e degna di una città come Vicenza. Ora si risparmiano 10 milioni di euro, ma ciò che si perde in termini di qualità, ambizione e visione per il futuro è incommensurabile».
Dopo il Teatro comunale, questa si presenta come la più gran-
de opera pubblica in città: «Sarà una biblioteca che avrà come bri capace di dialogare con tutti i piani, rispondendo alle esigenze dei diversi utenti: dai bambini ai giovani-adulti agli anziani, comprendendo studenti e studiosi», ha commentato lo stesso Albanese nel corso dell’illustrazione del progetto.
Mauro Della Valle
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La città che cambia
Strutture. Iniziano i lavori di messa in sicurezza dell’ex Macello, preludio alla riqualificazione da 5 milioni
Partiti i lavori di riqualificazione dell’ex Macello
Sono iniziati a dicembre i lavori di messa in sicurezza dell’ex Macello, situato a pochi passi dalla centralissima piazza Matteotti, uno dei “buchi neri” storici della città, abbandonato fin dagli anni ‘50. I primi mesi di quest’anno saranno utilizzati per l’abbattimento delle piante sorte all’interno e per effettuare le opportune indagini in un’area a pericolo di crollo. I lavori di questa prima fase consisteranno nell’installazione di una struttura in legno e acciaio che garantirà la stabilità dell’edificio. L’intervento prelude al progetto di riqualificazione, del valore di oltre 5 milioni di euro, promosso e finanziato dalla Fondazione Pielle24, che fa capo all’imprenditore Lino Dainese, e prevede il ridisegno degli spazi aperti, con la creazione di una nuova piazzetta, l’insediamento di uno studentato universitario e l’utilizzo di una parte del piano terra per ospitare il parcheggio ora situato in Piazza Matteotti. Una delle clausole della donazione da parte della Fondazione, è proprio quella di far sì che vengano tolte definitivamente le auto
dalla piazza, che dovrà essere completamente ridisegnata.
La Giunta comunale ha dato il via libera all’adozione della va-
Avviato il recupero di un’area storica della città, con interventi strutturali e modifiche alla viabilità per garantire sicurezza e nuove funzionalità.
durata di 5 mesi, sono state previste alcune modifiche temporanee alla viabilità con il restringimento della sede stradale e l’interruzione temporanea del percorso ciclopedonale in viale Giuriolo, all’altezza dello stabile
I cinque “sentieri urbani”: al via il progetto di Comune e Cai
L’iniziativa è nata da una collaborazione tra il Comune e la sezione di Vicenza del Cai, il Club Alpino Italiano, ma in questo caso i sentieri non sono di montagna, bensì urbani: tre anelli a Sud della città e due Nord, per complessivi 30 chilometri da percorrere a piedi, seguendo le classiche tabelle bianche e rosse. I cinque sentieri urbani saranno riportati su una mappa cartacea e digitale. Un modo per Cai Vicenza di festeggiare i suoi 150 anni di fondazione: «Sulla falsariga di quanto già facciamo in montagna – ha detto il presidente Maurizio Dalla Libera -, abbiamo individuato questi cinque percorsi, in gran parte già frequentati dai camminatori vicentini. Nei prossimi mesi andremo ad apporre la segnaletica sul territorio e a descriverli su una carta topografica che attualmente Vicenza non possiede. Inoltre, una volta
all’anno, a partire da domenica 2 marzo 2025, i nostri accompagnatori si impegneranno a percorrerli insieme ai cittadini». «Vicenza ha la fortuna di avere colline e campagne splendide appena fuori porta– ha detto il sindaco Giacomo Possamai -. Questa iniziativa ha l’intento di valorizzare e far apprezzare ai nostri cittadini questa sua ca-
ratteristica, per promuovere la vita all’aria aperta, il territorio e la sua frequentazione sostenibile. L’obiettivo futuro è quello di ampliare questa rete, stringendo accordi con i privati dove i percorsi insistono su terreni non comunali e inserendola in un progetto ben più complesso che è quello dei sentieri dei Colli Berici».
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Carovana rosa. L’evento clou sarà l’emozionante arrivo sulla Salita di Monte Berico
Giro d’Italia 2025: Vicenza protagonista
Il territorio vicentino è assoluto protagonista dell’edizione 2025 del Giro d’Italia.
La “carovana rosa” prevede, infatti, ben due arrivi della prestigiosa gara ciclistica: la prima sulla Salita di Monte Berico e la seconda a Asiago, ma saranno tre, nel complesso, le tappe che attraverseranno i territori del vicentino.
Assolutamente suggestivo sarà certamente l’arrivo sulla Salita di Monte Berico. Non un inedito, in effetti, poiché molti appassionati di ciclismo e curiosi hanno ancora negli occhi la grande vittoria, proprio ai piedi del Santuario dall’ex campione del mondo Philippe Gilbert.
L’appuntamento, per il quale fervono già i preparativi è previsto per il prossimo 23 maggio e sarà anticipato da un lungo periodo di eventi collaterali che vedranno protagonista la Città e tutto il territorio.
Le altre tappe vicentine sono in programma domenica 25 si tornerà nel Vicentino col la Fiume Veneto-Asiago, la tappa più lunga del Giro con i suoi 214 km: particolarmente interessante sarà la scalata del Monte Grappa dal versante di Romano. L’arrivo sarà in via Matteotti, di fronte al parcheggio Martiri della Libertà.
Ma oltre ai due arrivi di tappa il territorio sarà attraversato altre un’altra volte dal Giro d’Italia: il 27 maggio con la tappa da Piazzola sul Brenta (Padova) a San Valentino (Trento) e
Il Giro d’Italia è giunto alla sua edizione numero 108: certamente una delle più longeve corse ciclistiche a livello internazionale e, come noto, costituisce anche una vetrina assolutamente importante per la promozione del territorio.
Per la 15esima volta nella sua storia, il Giro d’Italia ha scelto di partire dall’estero e nel 2025 sarà l’Albania a colorarsi di rosa per i primi giorni di gara. Si tratta di un Paese che finora è sempre rimasto lontano dai riflettori del grande ciclismo, ma che potrà farsi scoprire dagli appassionati entrando direttamente dalla porta principale, visto che difficilmente c’è vetrina migliore di una Grande Partenza. Oltretutto
non saranno tappe di attesa o transito, bensì di lotta e attacchi. Così come nel 2024, con le elettrizzanti tappe di Torino e Oropa, anche il Giro 108 avrà tre giornate complicate, prima con l’esplosiva Durrës (Durazzo) –
salita del Giro, il Passo di Llogara. Quando il gruppo lascerà
l’Albania, qualche indicazione
La partenza della carovana gerà a Roma il 1 giugno. Giulia Toffanello
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I passaporti si possono richiedere o rinnovare negli uffici postali di Vicenza e provincia Dallo scorso mese di dicembre anche gli 11 uffici postali della città si sono uniti ai 105 della provincia già attivi dove è possibile richiedere o rinnovare il proprio passaporto. La città del Palladio diventa la seconda, dopo Verona, a veder attivato questo servizio in Veneto. Nel 2023 ne sono stati rilasciati quasi 44 mila e 500, cifra che secondo la questura sarà superata nel 2024. Pur se giunto da
poco in città, il nuovo questore Francesco Zerilli si è dimostrato a conoscenza delle difficoltà che migliaia di cittadini hanno dovuto affrontare nel recente passato per ottenere il documento. «La situazione – ha sottolineato Zerilli – è rientrata nella normalità e le attese si attestano tra i 15 e i 30 giorni. Occorre tener conto che quella che viene svolta dalle Poste Italiane è solo la prima fase documentale, che poi deve essere approfondita e verificata per ogni singolo cittadino prima del rilascio del passaporto». Effettuare la richiesta è semplice: basta recarsi in posta con un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, pagare il bollettino di 42,50 euro e una marca da bollo da 73,50 euro. In caso di rinnovo è necessario consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto. Grazie ad una apposita piattaforma tecnologica, l’operatore raccoglierà le informazioni e le impronte digitali e invierà poi la documentazione alla Polizia. Il nuovo passaporto potrà essere consegnato da Poste Italiane direttamente a casa.(Mdv)
Il verde. Nuovo parco a viale Roma, recintato per contrastare microcriminalità e spaccio
Inaugurato il nuovo Parco dell’Ippodromo in viale Roma
F ine d’anno dedicata alle inaugurazioni di nuove opere per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giacomo Possamai. Tuttavia, se per la nuova Ala del Museo Civico, di cui si scrive in questo stesso numero, si è trattato di un passaggio di consegna tra 3 sindaci e 4 assessori alla cultura, durato 15 anni e non ancora concluso, il taglio del nastro del nuovo Parco dell’Ippodromo, in viale Roma, a pochi passi dalla stazione, recin-
tato ora da una cancellata, è tutta opera dell’amministrazione di centrosinistra, insediatasi ormai un anno e mezzo fa.
Si tratta di una zona critica per la città a causa della presenza di microcriminalità e spaccio di sostanze stupefacenti. Si è discusso a lungo se fosse il caso o meno di installare una cancellata, complessivamente costata circa 250 mila euro, un po’ come avviene in tanti giardini pubblici all’estero. Decisione alla fine presa dall’ammini-
strazione: «Ci ispiriamo a un modello di cui abbiamo parlato tante volte- le parole del sindaco Giacomo Possamai -, ovvero i Giardini dell’Arena di Padova, che per anni sono stati uno dei punti più critici della città patavina.
L’opera di recinzione, invece, secondo quanto dichiarato dall’ex sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, fratelli d’Italia, non farà altro che spostare chi delinque sotto le vicine case dei residenti in zona. (mdv)
Rigenerazione urbana: tre edifici ad uso residenziale, un’area verde, 15 parcheggi pubblici al posto dell’ex fabbrica Zenith
Con l’ultimo passaggio in consiglio comunale potranno iniziare i lavori all’ex fabbrica Zenit, in via Fabbro nella zona Est della città, che avranno una durata di circa due anni. Al posto dell’impianto produttivo dimesso da oltre 15 anni, grazie al via libera al permesso di costruire convenzionato, verranno realizzati tre edifici ad uso residenziale, con un’area verde comune, 15 parcheggi pubblici e un nuovo tratto di marciapiede. Nel dettaglio, saranno realizzate 37
unità residenziali (24 tricamere e 13 bicamere), che si andranno ad inserire nel contesto del quartiere già caratterizzato dalla presenza di numerose palazzine condominiali. I parcheggi privati saranno costituiti da 39 box auto coperti e da 37 posti auto di pertinenza del condominio. L’intervento di riqualificazione complessivo consentirà di ridurre sensibilmente la volumetria totale dell’insediamento, che passerà da circa 21 mila metri quadrati a 15 mila.
Anconetta: un intervento da 550 mila euro per la riqualificazione e moderazione del traffico
All’eliminazione dell’odiato passaggio a livello non si è ancora arrivati, e forse non si arriverà mai, ma se non altro il Comune ha approvato un progetto di fattibilità da 550 mila euro per la riqualificazione e moderazione del traffico in viale Anconetta, arteria più che trafficata in cui negli ultimi anni, si sono registrati numerosi incidenti stradali. «Circa un’ottantina tra il 2011 e il 2020 – ha sottolineato dell’assessore ai lavori pubblici e alla mobilità Cristiano Spiller -, per lo più nelle intersezioni stradali, per mancate precedenze, velocità eccessiva e distrazione. Questo intervento ha dunque l’obiettivo di moderare le velocità delle auto e aumentare il grado di sicurezza e di affidabilità viaria per tutti gli
utenti della strada, con particolare attenzione alla fascia più debole».
L’intervento riguarderà il tratto tra il passaggio a livello sulla linea ferroviaria Vicenza Schio, fino all’intersezione con strada dei Nicolosi, lungo circa 900 metri. Il progetto prevede la messa in sicurezza dei tratti di pista ciclabile, degli attraversamenti pedonali con l’inserimento, ove possibile, di isole spartitraffico. Verranno messi in sicurezza anche alcuni incroci con le strade laterali, mentre le fermate del Trasporto pubblico locale verranno adeguate con piattaforma rialzata necessarie a garantire l’abbattimento delle barriere architettoniche. (mdv)
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Bilancio 2024. L’azienda sanitaria si conferma in continua crescita e sempre più vicina ai cittadini
Il direttore generale Simionato illustra i dati di un anno importante per l’ULSS Berica
«Grazie ad uno straordinario impegno sul piano organizzativo abbiamo ottenuto importanti risultati nella presa in carico dei pazienti, nel numero delle prestazioni erogate, con una significativa riduzione delle liste di attesa, mentre un’attenzione particolare è stata posta ai servizi territoriali, al rafforzamento del personale e alla gestione dei progetti Pnrr, così come ad altri importanti interventi infrastrutturali».
Il direttore generale dell’Ulss 8 Berica, Patrizia Simionato, ha sintetizzato così il bilancio del 2024, caratterizzato, come del resto anche nelle altre Ulss, dalla carenza di personale sanitario (medici, infermieri e Oss), dalle liste d’attesa per visite specialistiche e operazioni, dal pronto soccorso in difficoltà a causa di troppe persone che vi ricorrono impropriamente, con (purtroppo) annesse aggressioni, e dalla scarsità di medici di base e servizi sul territorio.
Ciononostante, Simionato ha evidenziato come, proprio sul fronte delle liste d’attesa siano stati fatti i migliori progressi: «A fronte di un incremento del 3,9% delle prescrizioni di visite ed esami specialistici rispetto al 2023, che già aveva visto una crescita sul 2022 – ha sottolineato - abbiamo ottenuto il
rispetto dei tempi di attesa e una significativa riduzione nelle liste: le prestazioni attualmente in pre-appuntamento sono 4.358, contro le 27.328 di inizio anno».
L’azienda sanitaria Berica chiude il 2024 con 1,5 milioni di prestazioni ambulatori erogate, tra visite specialistiche ed esami diagnostici, 106 mila in più rispetto al 2023 (+8%), con un incremento di 16 mila esami solo per Radiologia e Neuroradiologia.
A questi numeri vanno aggiunti sei milioni di esami di laboratorio. In leggera crescita anche l’attività chirurgica, con oltre 47 mila
interventi eseguiti (+4%), con il conseguente aumento dei ricoveri: 1.336 (+3% rispetto al ’23) per un totale di circa 50.200. Sia per quanto riguarda gli esami diagnostici (sono state installate 20 grandi apparecchiature nei vari ospedali, delle quali 12 solo al San Bortolo), sia le operazioni chirurgiche, dal punto di vista organizzativo e logistico si è dovuto fare i conti con i lavori di ristrutturazione in corso.
Quanto al personale sanitario, nel 2024 sono state assunte 555 persone, tra cui 144 medici e 153 infermieri. Tuttavia, al netto delle uscite, per pensionamenti o trasferimenti, l’organico effettivo è cresciuto di sole 88 unità, con un saldo positivo di 18 medici e 9 tra infermieri e ostetriche. Da tenere in conto vi sono però anche i 60 nuovi infermieri previsti tramite il bando di avviso in fase di svolgimento, che consentirà di assumere immediatamente i neolaureati nella sessione di dicembre del corso di Infermieristica con sede a Vicenza. Complessivamente l’Usl 8 conta oggi 6.535 dipendenti contro i 6.447 al 31 dicembre 2023.
Sul fronte della medicina territoriale, lo scorso anno l’Ulss 8 ha affidato 15 nuovi incarichi a medici di medicina generale.
Mauro Della Valle
Il campo di atletica Perraro sarà dotato di una nuova struttura coperta
Prenderanno il via nel corso di quest’anno e dureranno circa sei mesi i lavori al campo di atletica Perraro, situato nei pressi del palazzetto dello sport. Il progetto esecutivo prevede una nuova struttura coperta che comprenderà una pista a quattro corsie, con la fossa per il salto in lungo, un campo da badminton, tre tavoli da tennis tavolo, un locale infermeria, servizi igienici e magazzino. L’intervento prevede un importo, finanziato con fondi europei, di 1 milione 400 mila euro, mentre ulteriori 400 mila euro sono stati stanziati dal Comune. Il nuovo edificio sorgerà tra la pista di atletica e via Goldoni; la struttura, ampia 1140 metri quadrati, avrà il riscaldamento a pavimento, per poter permettere gli allenamenti anche nel periodo invernale. Le strutture laterali saranno rimovibili per permettere l’utilizzo anche durante i mesi più caldi. Il progetto ha subito delle modifiche per poter adattarsi alle esigenze che gli utilizzatori della struttura gestita dalla società Atletica Vicentina hanno sottoposto all’amministrazione.
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Lavori pubblici
A primavera apre il Ponte di Secula a Longare
Il nuovo ponte di Secula, con struttura a campata unica, migliora la viabilità est di Vicenza
Completato l’ultimo tratto della pista ciclopedonale Vicenza-Caldogno, con passerella sul Bacchiglione
La Fondazione Studi Universitari crea il “Desk Imprese” per favorire collaborazione tra università e aziende
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Il nuovo ponte di Secula, situato sulla strada provinciale 20 tra Longare e Secula sul fiume Bacchiglione, è stato posato nello scorso mese di dicembre nella sua sede definitiva, grazie ad una gru di 890 tonnellate con un braccio di 72 metri per sollevarlo dal terreno adiacente, dove era stato assemblato. Ha una struttura a un’unica campata in sostituzione delle tre campate attuali. Si tratta di un’opera strategica per la viabilità della parte Est di Vicenza e dei territori limitrofi. Una scelta obbligata, rapportata alle dimensioni del traffico che dovrà sostenere.
La Provincia di Vicenza ha investito quasi 5 milioni e mezzo di euro, oltre ad altri 240 mila per consentire il collegamento sia con Vicenza, attraverso la pista ciclabile della Riviera Berica, che con Padova attraverso la ciclovia del Brenta con una passerella
ciclopedonale temporanea che sarà mantenuta fino alla realizzazione della pista definitiva, in affiancamento al nuovo ponte la cui conclusione dei lavori è prevista per la prossima primavera 2025.
Giulia Toffanello
Superato con una nuova passerella l’ostacolo di Ponte Marchese
È stato completato l’ultimo tratto, lungo un chilometro e mezzo, della pista ciclopedonale che si sviluppa tra Vicenza e Caldogno, che diventa così un percorso certamente più sicuro. Un intervento nell’ambito del quale è stata realizzata l’opera più attesa: la passerella sul fiume Bacchiglione all’altezza del ponte del Marchese, che risolve così il pericoloso passaggio delle bici. La pista si sviluppa su un percorso di circa 150 metri lungo l’argine del Bacchiglione, che costeggia il lato nord del Parco della Pace, consentendone così l’accesso anche
da quella parte. La nuova opera dà continuità, sul lato vicentino, ad un tratto già esistente, quello lungo strada Sant’Antonino. Gli altri stralci dell’opera sono stati gestiti dal Comune di Caldogno,
finanziati dalla Provincia di Vicenza e 340 mila euro dallo stesso Comune di Caldogno, in committenza congiunta con Viacqua, che ha realizzato i lavori dell’acquedotto. Il costo dell’ultimo tratto, rella è di quasi un milione e 800
Nasce il “Desk Imprese”: un ponte tra università e aziende
La Fondazione Studi Universitari di Vicenza ha creato il “Desk Imprese”, con sedi a San Biagio e in viale Margherita, ovverosia nei due poli universitari, che avrà il compito di creare e mantenere un collegamento sempre più efficace tra università e imprese.
«Abbiamo voluto creare le condizioni e gli strumenti per favorire il coinvolgimento delle aziende - spiega il presidente della Fondazione Studi Universitari Adamo Dalla Fontana -, per soddisfare le loro esigenze di innovazione e il fabbisogno di competenze, e allo stesso tempo offrendo agli studenti migliori opportunità di conoscere le realtà imprenditoriali del territorio e accrescere la propria formazione con stage di qualità».
Il Desk aiuterà gli studenti ad individuare le aziende presso le quali svolgere gli stage, stimolerà il coinvolgimento delle imprese per l’avvio di nuove collaborazio-
ni e ricerche e raccoglierà le esigenze delle aziende per quanto riguarda possibili collaborazioni sui temi attinenti a quelli dei Poli Universitari a Vicenza. Sarà attivato un programma di “Quality Stage” presso imprese “certificate” del territorio, a garanzia della validità per gli studenti dell’esperienza formativa. Inoltre, saranno attivati Gruppi di Studio su argomenti specifici, ciascuno dei quali sarà coordinato da un docente, con la partecipazione diretta dei rappresentanti delle aziende e con il supporto organizzativo della Fondazione. Imprese, studenti e altri soggetti interessati possono contattare il nuovo Desk Imprese via mail all’indirizzo deskimprese@ univi.it.
La soddisfazione. L’assessore Fantin:
“Un grande lavoro di squadra tra Comune e realtà culturali”
“Città che legge”, Vicenza guadagna il riconoscimento
V
icenza è tra i 755 Comuni italiani che hanno ottenuto la qualifica di “Città che legge” per il triennio 2024-2025-2026. Il riconoscimento arriva dal Centro per il libro e la lettura (Cepell), istituto autonomo del Ministero della Cultura, che, d’intesa con Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), ha reso noto l’elenco dei Comuni in possesso dei requisiti richiesti dall’avviso pubblicato lo scorso novembre.
Attraverso la qualifica di “Città che legge”, il Cepell riconosce e sostiene la crescita socio-culturale delle comunità urbane che promuovono la lettura e la conoscenza quali valori in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva, e di contribuire allo sviluppo del pensiero critico, per una società più libera, consapevole e attenta alle diversità. La qualifica è inoltre condizione necessaria per partecipare ai bandi di finanziamento pubblicati annualmente dal Cepell.
Promotori dell’iniziativa a Vicenza sono l’assessorato alla cultura del Comune e l’Istituzione Biblioteca civica Bertoliana, che, a cavallo tra novembre e dicembre, hanno lavorato alla stesura di un testo, il Patto per la lettura di Vicenza, attorno al quale far convogliare tutte le energie positive che la città esprime nei confronti della lettura e del libro, per metterle a sistema in modo organico e continuativo, così da potenziarne gli effetti. Il patto è stato così sottoposto a un primo gruppo di destinatari, ottenendo un’immediata adesione da parte di oltre 30 realtà locali, che hanno così permesso alla città di candidarsi al titolo, e di ottenerlo.
formali di cittadini».
«I sostenitori del patto per la lettura di Vicenza – precisa l’assessore alla cultura Ilaria Fantin – potranno in parte coincidere con le realtà che compongono il Forum Cultura, che abbiamo istituito poco più di un anno fa con l’Acca-
demia Olimpica, per la condivisione delle proposte da parte di enti, associazioni e istituzioni culturali in generale. Il patto però si focalizza sulla lettura e la collaborazione con il Forum Cultura non potrà che aumentarne l’efficacia».
Con il patto per la lettura infatti si vogliono mettere in campo pensieri e iniziative volti ad ampliare la base sociale dei lettori fin dalla prima infanzia e ad avvicinare alla lettura chi non legge o lo fa sporadicamente. Ad esempio, attraverso manifestazioni e festival - di cui peraltro la città è già ricca -, gruppi di lettura, incontri con autori, occasioni di gioco e scambiolibro, letture ad ad alta voce in ospedale, in carcere e nella rsa del territo-
rio. Ma anche attraverso l’individuazione di nuovi luoghi fisici di formazione e consultazione, che aiutino i cittadini ad orientarsi nella società dell’informazione.
L’adesione al patto, triennale, prevede la collaborazione, in base alle proprie possibilità, con l’amministrazione comunale e la Bertoliana alle varie iniziative che verranno individuate, la partecipazione con un proprio rappresentante ai gruppi di lavoro che verranno formati, la condivisione delle informazioni sulle proprie attività di promozione della lettura, la diffusione del patto e l’adozione di modalità comunicative condivise.
Giulia Toffanello
«È stato un segnale straordinario da parte di un territorio ricco di proposte culturali e attivo nella promozione della lettura, che evidentemente ha voglia di fare squadra – dichiara soddisfatto il presidente della Bertoliana, Alberto Galla -. Il patto peraltro resta costantemente aperto per tutti coloro che ne condividono gli intenti e siano disponibili a collaborare alle attività di promozione della lettura. Pensiamo in primis alle scuole, che infatti si stanno via via aggiungendo, ma anche a istituzioni e biblioteche pubbliche e private, reti territoriali, librerie, case editrici, associazioni ed enti culturali e del terzo settore, imprese, gruppi in-
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C’è tempo fino al 9 marzo per visitare i “Tre capolavori a Vicenza”
A meno di proroghe, finora non ancora annunciate, la mostra ospitata in Basilica Palladiana: “Tre Capolavori a Vicenza. Leonardo da Vinci, Jacopo Bassano, Gianandrea Gazzola”, chiuderà il prossimo 9 marzo. L’esposizione è stata particolarmente visitata, dai vicentini (con ingresso gratuito) ma anche da molti turisti, durante il periodo delle festività natalizie. Guido Beltramini, direttore del Palladium Museum e curatore della mostra, ha scelto come tema la natura, in particolare l’acqua, costruendo un dialogo attraverso i secoli fra i tre artisti e le loro opere: gli studi e i disegni di Leonardo da Vinci (1452-1519), la pala con “L’alluvione del Colmeda” di Jacopo da Bassano (1510-1592), l’inedita e imponente installazione site-specific di Gianandrea Gazzola (classe 1948). Gazzola trasferisce le onde sonore dall’aria all’acqua, contenuta in una grande e scenografica vasca quadrata, di 12 metri per lato. Una serie di lamelle metalliche inserite nelle sponde e comandate da un computer, secondo un programma preordinato, consentono all’acqua di essere in continuo movimento, creando delle micro-onde che attraverso l’azione di due potenti fasci di luce diretti sulla superficie della vasca, vengono proiettate e tracciate su uno dei tre teli sospesi sopra la vasca, ciascuno dell’altezza di 8 metri.
«Quelle di Leonardo sono pagine personali e segrete - ha osservato Guido Beltramini – in cui l’artista riflette sui meccanismi della visione, sulla luce e l’ombra, sulle traiettorie rettilinee e tortuose seguite dalle immagini e dagli odori per raggiungere i nostri sensi e divenire percettibili: una idea visionaria che entra in risonanza con le “onde visive” di Gazzola». Informazioni e biglietti: Ufficio Informazione accoglienza turistica di piazza Matteotti (0444 320854, iat@comune.vicenza.it, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17.30 e info point Basilica Palladiana durante l’orario di apertura di mostra e monumento.
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Volsbank Vicenza Volley. La schiacciatrice racconta la sua carriera, la passione e le ambizioni per il futuro
Chiara Boninsegna: “La pallavolo è sempre stata la mia scelta”
Schiacciatrice della Volsbank Vicenza, Chiara Boninsegna continua a crescere dopo la finale persa. Ambiziosa e determinata, punta a nuove promozioni e sogna un futuro in A2.
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hiara Boninsegna, schiacciatrice della Volsbank Vicenza Volley, è stata una delle protagoniste della passata stagione e si sta confermando ad alti livelli anche in questa annata. La sua storia inizia all’età di cinque anni, quando rimase affascinata dalla pallavolo. “In giovanissima età mi sono avvicinata a questo sport. Da lì non l’ho più lasciato”, racconta l’atleta. Nel corso degli anni anche il nuoto e l’atletica hanno trovato spazio nella sua vita, ma sulla prima scelta non c’è mai stato un dubbio: “La risposta è scontata, scelgo sempre la pallavolo”. “Mi sono trovata benissimo a Vicenza in questi due anni, sia con la società che con la squadra, ma anche per la qualità della città”, afferma Boninsegna. La schiacciatrice ha deciso di vivere poco fuori dal centro, godendo della tranquillità della zona residenziale: “Mi piace il fatto che ci sia sempre qualcosa da fare, ma allo stesso tempo voglio anche godermi un po’ di calma”.
Nonostante la finale play-off persa, Chiara conserva un bellissimo ricordo della scorsa stagione. “Era-
vamo una squadra giovane con grande potenziale e non era scontato che riuscissimo a esprimerlo così bene”, racconta. Nonostante un’amara conclusione rimane il percorso di crescita fatto insieme alle compagne: “Porto dentro di me un grande cammino. È stato davvero speciale”. Lo sport, però, offre sempre una nuova occasione per rifarsi: “Partiamo qualche step più avanti rispetto all’anno scorso”, afferma con convinzione.
“Continuando così potremo giocarcela ai play-off di nuovo”. “Mi definisco una giocatrice “cazzuta”, affidabile e tecnica; poi non è mai facile parlare di sé, non mi vedo da fuori. In campo non voglio avere
rimpianti, voglio essere soddisfatta delle mie prestazioni. Per il mio carattere, però, so che non sarò mai totalmente appagata, pretendo sempre qualcosa in più”, ammette con onestà. “L’aspetto relazionale, poi, è per me fondamentale. Voglio essere una buona compagna di squadra, soprattutto a livello umano”.
Guardando qualche passo in avanti, Boninsegna ha le idee chiare: “Per la mia carriera spero di concludere questi ultimi anni con più promozioni possibili e, se ci sarà spazio e modo, vorrei giocarmi un anno in A2”. Infine, la giocatrice vicentina rivela il significato del numero che porta sulla maglia: “Ho scelto il 3 perché è il giorno in cui mi sono fidanzata all’epoca. Ho preso questa decisione per portare sempre con me quella persona”. Un gesto di cuore che unisce sentimento e scaramanzia. Con una carriera in continua ascesa e una passione che non si è mai affievolita, Chiara Boninsegna continua a essere una delle colonne portanti della Volsbank Vicenza Volley, con l’obiettivo di scrivere un capitolo dal lieto fine per questa stagione. Stefano
Vicenza Calcio: servirà la perfezione per riaprire la caccia al Padova
Il Vicenza Calcio ha chiuso un 2024 di rimpianti. Nel mese di giugno lo stadio dei Marmi di Carrara ha segnato il capolinea dei sogni di promozione in Serie B dei biancorossi. La squadra di Stefano Vecchi si è, infatti, fermata sul più bello nell’ultimo atto della finale play-off contro la favola Carrarese. La società vicentina, nonostante la delusione, si è però rimboccata le maniche e ha costruito una compagine iper-competitiva per riprovare l’assalto al balzo di categoria. Il dicembre dell’anno ormai passato, però, ha aggiunto un’altra punta di amaro che si iscrive perfettamente nel lungo elenco dei rimpianti biancorossi: il pareggio di Gorgonzola, contro la Giana Erminio, ha fatto scivolare la squadra del Menti a meno 1 0 dalla capolista Padova. Sono stati tanti, anzi troppi, i punti per-
si per strada durante un girone d’andata che è andato al di sotto delle aspettative; Albinoleffe, Lu-
mezzane, Novara e Triestina sono state delle battute d’arresto che una squadra che vuole competere al titolo non può concedersi. I ragazzi di Vecchi, in ogni caso, hanno espresso un ottimo calcio e mostrato a tratti di avere un altissimo livello di competitività. Di fronte, però, i vicentini hanno trovato un avversario, che finora, non ha conosciuto il significato di errore: il Padova. Nel girone di ritorno servirà la perfezione per provare a riagganciare i colossi biancoscudati. Il crocevia decisivo andrà in scena il 16 febbraio, quando al Menti si giocherà un sentitissimo derby che con ogni probabilità darà la risposta definitiva, in un senso o nell’altro, all’agguerrito duello. L’obiettivo di un filotto per arrivare poi a giocarsi il tutto per tutto nella partita dell’anno. (s.p)
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Chiara Boninsegna, foto di Daniele Marangoni
Il Menti di Vicenza
L’intervista. L’assessore regionale Francesco Calzavara fa il punto sulla manovra a Radio Veneto24
“Bilancio a misura del Veneto che cresce, nel 2025 daremo forma all’autonomia”
Per la prossima legislatura pochi dubbi: “Auspichiamo un nuovo mandato per Zaia, la leadership deve restare alla Lega
La Regione Veneto ha approvato la manovra di bilancio 2025-2027, con un totale di 18,9 miliardi di euro destinati a progetti e interventi su sanità, sociale, infrastrutture e sviluppo economico.
Assessore Francesco Calzavara, quali sono gli aspetti di rilievo della manovra?
Anzitutto siamo riusciti anche quest’anno ad approvare il bilancio nei tempi previsti per legge, oltretutto in un momento di difficoltà. A dicembre infatti il governo governo nazionale ha richiesto un ulteriore contributo alla finanza statale che ci ha costretti a fare un’ulteriore variazione di bilancio con l’inserimento di una modifica dell’adeguamento dell’Irap. Questa integrazione ci permette di garantire le spese che la Regione tradizionalmente finanzia. Da sole sanità e sociale impegnano l’82% delle risorse. Con questa manovra riusciamo a garantire le politiche che nel corso di questi ultimi cinque anni il presidente Zaia ha attuato attraverso i vari assessorati, come previsto dal programma di governo. E’ quindi un bilancio coerente con quanto è stato presentato cinque anni fa ai veneti, una manovra che continuerà a a garantire i servizi ai cittadini e delle risposte importanti. Garantiamo ad esempio per la prima volta la piena copertura nell’anno universitario 2025-2026
di tutte le borse di studio a tutti gli idonei beneficiari, un altro sforzo importante che ci costerà tredici milioni di euro. Riteniamo che le risorse emerse con l’adeguamento dell’Irap vadano usate per le coperture che ci chiedeva il governo da una parte e dall’altra siano restituite al territorio. Altra spesa da considerare è quella delle elezioni, circa 8 milioni di euro che abbiamo messo a bilancio, nel caso in cui la consultazione si svolga a settembre 2025.
A proposito di elezioni, chi vede come futuro presidente del Veneto? Magari qualche attuale assessore?
Io sono un assessore della giunta Zaia e sono iscritto alla Lega, quindi in primis mi chiedo se il limite dei mandati è ancora attuale, in un contesto che riguarda solo i governatori e i sindaci delle grandi città, e se risponda ancora al volere dei cittadini, i quali forse vorrebbero scegliere liberamente i propri amministratori. Qualora non ci fosse la possibilità di avere ancora Zaia come presidente credo che l’esperienza, la capacità amministrativa e la qualità degli amministratori della Lega siano un patrimonio che non può essere disperso in questa regione. Pertanto è comprensibile, anche da parte degli alleati, che la Lega rivendichi il mantenimento di una leadership a livello regionale, esprimendo il proprio presiden-
te all’interno possibilmente di un’alleanza di centrodestra.
Riguardo alle alleanze, Forza Italia non è ha partecipato al voto sul bilancio. C’è stato un chiarimento all’interno della maggioranza?
Non vedo la necessità di grandi chiarimenti. Dopo il voto il presidente Zaia ha ribadito che questa amministrazione rimane nell’alveo del centrodestra e si cerca di mantenere questa posizione unitaria, da Roma al Veneto. Gli attacchi giornalieri da parte del segretario regionale di Forza Italia sicuramente non aiutano a creare le condizioni per finire bene questa legislatura e per iniziare nel migliore dei modi la prossima.
Come valuta questi cinque anni in giunta regionale, un periodo che va dall’emergenza Covid alle Olimpiadi invernali?
Sono stati cinque anni complicati perché nati in un momento estremamente instabile come era quello della pandemia. Nessuno di noi sapeva quando sarebbe finita e cosa sarebbe successo dopo. Devo dire che la Regione attraverso una politica di bassa tassazione che ha tenuto negli ultimi cinque anni ha favorito il rimbalzo dell’economia veneta che ha sovra performato gli indici nazionali e di altre regioni. E’ la testimonianza di come la nostra regione avuto sempre nel recente passato grande capacità di ripresa e di ripartenza dopo periodi di crisi prima di altri. E questo anche perché nel complesso la macchina amministrativa comunale
e regionale permette alle imprese di sviluppare al meglio le potenzialità sia a livello locale che internazionale con l’export. Sul fronte sanitario i problemi delle liste d’attesa sono un’eredità della pandemia ma ormai hanno dei tempi in costante diminuzione e le risposte arrivano. Tra le grandi sfide c’è senz’altro l’autonomia: cercheremo di capire da qua alla fine della legislatura qual è il percorso per iniziare un reale decentramento dei poteri dello Stato verso le regioni per ottimizzare le risorse a favore dei cittadini. Sullo sfondo le Olimpiadi invernali saranno uno straordinario momento di visibilità per la nostra regione e creare le condizioni affinché il turismo giochi un ruolo cruciale.
Ci sarà anche l’apertura completa della Pedemontana?
Certo, è un’opera incredibile, anche se molto osteggiata. La crescita costante del traffico settimana dopo settimana conferma la necessità di queste infrastrutture. Riguardo ai costi, dal decimo anno con gli utili sarà possibile
Dall’opposizione Vanessa Camani del Pd attacca: “E’ il tramonto di un’era politica”
E’ duro il commento dell’opposizione in Consiglio regionale alla manovra di bilancio e al mandato della giunta che si chiuderà quest’anno, salvo proroghe. “Le casse regionali sono a secco, - attacca Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico - si ricorre alla tassazione per le aziende, e l’operazione della Pedemontana si è rivelata un fallimento. A questo si aggiunge l’incapacità di affrontare le grandi emergenze, come quelle sociosanitarie, e la totale assenza di investimenti che possano generare un nuovo svi-
luppo. Siamo di fronte ad una manovra di fine impero, stanca, ripetitiva, senza slanci e senza risorse in grado di segnare anche una minima svolta per il cambiamento del Veneto nei prossimi anni”. Camani continua indicando “l’insufficienza di risorse, investite in progetti di breve e brevissimo respiro. In una incapacità di avanzare proposte di vero cambiamento o anche solo di rispondere adeguatamente alle tante emergenze del Veneto. L’eccellenza, bandierina ormai dai colori sbiaditi, e l’autonomia, spacciata come panacea di
ripagare quella che oggi sembra essere una perdita. E’ invece un elemento che porterà ulteriori vantaggi e risorse per la nostra economia.
In conclusione, assessore, il 2025 sarà l’anno in cui vedremo realizzata l’autonomia?
Anzitutto auspico che il presidente Zaia possa essere rieletto perché penso che abbia il peso specifico politico per portare a casa il massimo sul fronte dell’autonomia. Nel 2025 puntiamo a concretizzare almeno una almeno una materia o una funzione come la Protezione Civile. Un risultato che dimostrerebbe qual è la vera volontà da parte del Veneto e di come il Veneto interpreta l’autonomia. Sicuramente non è una scelta spacca Italia ma un’assunzione di responsabilità per dare risposte efficaci ai cittadini sia sui tempi che sulle risorse impegnate. Dobbiamo avere la consapevolezza che questo è uno strumento che ci permetterà di portare efficienza ed efficacia ai nostri territori e ai bilanci degli enti pubblici. (n.s.)
tutti i mali, sono racconti che non bastano a camuffare una realtà poverissima in termini economici e strategici”. Sul tema del momento, il quarto mandato al presidente uscente Zaia, l’esponente Dem è ancora più drastica: “Oltre ogni impugnazione, pronunciamento e schermaglia di questo dibattito trito e ritrito sul terzo mandato, resta un dato: la fine del ciclo di Zaia è già realtà. E’ un canovaccio che si ripete uguale a se stesso da 15 anni, e che è ormai palesemente inadeguato. È ora di cambiare”.
Francesco Calzavara
L’intervista. Il senatore Antonio De Poli
“Autonomia: questione di responsabilità”
Il senatore padovano Antonio De Poli, questore a Palazzo Madama, è stato ospite della trasmissione Buongiorno Veneto di Radio Veneto24 , dove ha approfondito diversi temi.
Senatore, come valuta il fenomeno delle aggressioni nei confronti dei sanitari, in aumento nella nostra regione?
In Senato è stata approvata una legge specifica contro le aggressioni all’interno degli ospedali, con pene più severe per chi aggredisce medici e personale sanitario. È una situazione allucinante: chi ci salva la vita? È difficile comprendere come queste violenze possano verificarsi, ma purtroppo accadono. Per questo, abbiamo dovuto introdurre leggi che prevedano sanzioni severe per chi aggredisce il personale sanitario”.
Guardando all’anno appena passato, qual è il suo miglior risultato?
Il 2024 è stato un anno significativo. Abbiamo lavorato per creare una rete di rapporti tra il mondo delle politiche sociali e sanitarie e quello della piccola impresa. Questo ha portato a risultati positivi anche in relazione alla legislazione nazionale. Credo che si stia recuperando un modo di fare politica che mette al centro i cittadini e le persone, creando un collegamento concreto tra solidarietà e produttività.
Come vede il processo dell’autonomia regionale?
Il percorso verso l’autonomia proseguirà. Sono fiducioso che nel 2025 saranno risolte tutte le questioni pendenti, in modo che il Veneto possa finalmente godere di una maggiore autonomia. Tuttavia, è importante capire che l’autonomia porta con sé anche responsabilità: se una regione chiede di gestire determinate materie, deve essere in grado di farlo con serietà. In caso contrario, si ritorna sotto la gestione statale. Non è obbligatorio, ma dipende dalla volontà della regione di assumersi tali responsabilità.
Chi sarà il futuro presidente della re-
gione?
Il successore di Zaia dovrà avere caratteristiche specifiche, in particolare dovrà essere molto attento ai bisogni dei cittadini, dalle fasce più deboli, come i bambini e le persone non autosufficienti, fino agli anziani e alle persone con disabilità. Un presidente che ascolti i cittadini, le imprese, e che sappia dare risposte concrete alle problematiche del territorio.
In Senato come si sta lavorando per valorizzare le realtà locali del Veneto?
In Senato lavoriamo per dare risposte concrete a tutti i territori. Per quanto mi riguarda, c’è un’attenzione particolare per Padova, in particolare quando si tratta di affrontare problematiche specifiche o di sostenere progetti infrastrutturali. Il nostro obiettivo è portare risorse ai territori, collaborando con i ministeri per soddisfare le necessità locali. Un parlamentare deve lavorare per tutti i cittadini, senza guardare ai colori politici, perché i problemi delle infrastrutture, della sanità e delle esigenze locali riguardano tutti, indipendentemente dall’orientamento politico. Questo è il modo giusto di fare politica: affrontare i problemi reali, non le appartenenze ideologiche.
Madeleine Palpella
Economia.
Il sottosegretario Bitonci “Finanziaria vicina ad imprese e cittadini”
Quali ripercussioni avrà la recente manovra di bilancio approvata dal Governo e quali sono gli aspetti più rilevanti per i cittadini? La Finanziaria 2025 contiene numerosi provvedimenti di carattere fiscale ed economico per le imprese, i cittadini, le famiglie. Abbiamo affrontato alcuni aspetti della legge di bilancio approvata a fine anno con il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ai microfoni di Radio Veneto24.
Sottosegretario Bitonci, da dove partire per analizzare gli aspetti principali della Finanziaria 2025?
Abbiamo un taglio importante del cuneo fiscale e contributivo di circa quattordici miliardi che viene stabilizzato, assieme alle tre aliquote Irpef. Una novità assoluta è quella del che ha voluto la Lega che il taglio dell’Ires, cioè l’Ires premiale che va dal 24 per cento al 20 per cento per le imprese che investono gli utili in assunzioni, oppure anche nella transizione 5.0. Si punta quindi a premiare le aziende che reinvestono gli utili di impresa. Altra novità importante riguarda la flat tax sul regime forfettario. Si potrà accumulare il lavoro dipendente fino a 35 mila euro di reddito, in riposta alle partite Iva che hanno anche un lavoro da dipendente. Viene rinnovato anche il fondo di garanzia Pmi, che seguo personalmente con la mia delega specifica. VI sono anche delle importanti novità per quanto che riguarda il mondo delle garanzie dei confidi. Ricordo che si tratta di 160 miliardi di garanzie alle imprese, nel periodo Covid erano 250 miliardi . Non esiste il credito a livello delle imprese senza le garanzie statali che vengono rinnovate anche per il questo anno.
Sul fronte della sanità quali le novità invece?
Ci sono 1 miliardo e 300 milioni in più rispetto allo scorso anno, siamo quasi a 138 miliardi per la spesa sanitaria, con la novità importante della tassazione al cinque per cento degli straordinari per gli in-
•Installazione pompe di calore ad alta efficienza
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•Ventilazione meccanica
•Installazione prodotti delle migliori marche Preventivi gratuiti
fermieri. Quindi gli infermieri che faranno lo straordinario pagheranno solo il 5 per cento di tassazione
Come vede la cancellazione delle multe per chi non si è vaccinato ai tempi del Covid?
E’ semplicemente una scelta del governo, una decisione di carattere politico condivida da tutto il governo, quindi non aggiungerei altro in merito. Specifico solo che non sarà rimborsato che ha pagato le multe a suo tempo.
Altro aspetto cruciale è la proroga dello scudo erariale per le imprese, anche alla luce della congiuntura economica che stiamo vivendo, ci attendiamo delle ulteriori entrate?
Il concordato, al di là delle previsioni infauste da parte delle opposizioni, ha dato una risposta positiva, è un sistema deflattivo del contenzioso e mira a stabilizzare le entrate nei due anni successivi. È abbastanza chiaro che anche questa è una scelta di una nuova politica fiscale che vuole essere più vicina imprese e i cittadini, determinando a priori quali saranno le imposte da pagare nei due anni successivi. Nelle prossime settimane vedremo quale sarà la risposta delle imprese e dei cittadini sul concordato preventivo biennale.
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Antonio De Poli
Massimo Bitonci
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“Turismo al top e presenze da record, per le locazioni servono regole chiare”
Nel 2024 il Veneto ha registrato numeri da record sul fronte turistico e si conferma regione leader sul fronte dell’ospitalità. Abbiamo chiesto all’assessore regionale al turismo, agricoltura e commercio estero Federico Caner abbiamo affrontato alcuni particolarità. Anzitutto il fenomeno dell’over tourism, che sta sta interessando le grandi città del Veneto.
Assessore stiamo assistendo alla crescita esponenziale di locazioni brevi e alternative che stanno un po’ cambiando la fisionomia dell’ospitalità e ponendo anche dei problemi alle strutture tradizionali, che ne pensa?
Ovviamente alcune città in Veneto crescono più di altre: Venezia è l’emblema della regione, ma anche Verona oggi ha una presenza di locazioni turistiche importanti. Le locazioni turistiche sono una opportunità per il Veneto, perché a fronte di milioni di arrivi e presenze turistiche, oltre 72 milioni l’anno, abbiamo la necessità anche di accogliere queste persone. Si tratta di forme comple-
mentari che non devono andare in contrasto con l’aspetto alberghiero, hanno necessità però di alcune regole precise. In passato noi siamo intervenuti come regione, tra i primi a livello nazionale, per istituire il codice identificativo regionale che ora è stato ripreso a livello nazionale con il CIN, il Codice Identificativo nazionale e permette di definire tutti coloro che vogliono mettere abitazioni in affitto. Questo crea un qualche al sistema tradizionale perché vi sono regole semplificate rispetto agli alberghi, ma so che a livello nazionale il ministro Satanché sta lavorando affinché in questo mercato vi siano delle regole chiare per tutti.
Si moltiplicano anche le iniziative del turismo lento, favorire dai tanti borghi del Veneto. Quali i progetti su questo fronte?
Stiamo lavorando molto sulla valorizzazione delle località, diciamo non meno importanti ma meno conosciute. Grazie ai fondi europei abbiamo creato i club di prodotto, per valorizzare appunto aspetti meno valorizzati, grazie a
finanziamenti che arrivano al 70 per cento. Insieme ai piccoli borghi penso anche al circuito delle ville venete, dei castelli e delle dimore antiche, realtà inserite in circuiti creati grazie ai fondi che abbiamo messo a disposizione. Il Veneto fortunatamente è ricco sia di destinazioni che di prodotti turistici. Sta anche all’imprenditore privato cogliere le opportunità che la Regione offre con questi finanziamenti e e creare qualche circuito nuovo.
Cambiamo argomento, parliamo di agricoltura: dopo un anno non facile per il settore primario,
come sarà il 2025? Quali le sfide da affrontare?
Anzitutto il tema del cambiamento climatico che ha un impatto diretto sulle produzioni come il biologico, la viticoltura ma anche i seminativi come mais e frumento, che già devono fare i conti anche con altre emergenze, come le aflatossine per i cereali. Secondo me bisogna lavorare molto sul tema della ricerca e dell’innovazione tecnologica, come stiamo facendo assieme alle università di Padova e di Verona, affinché si possa coltivare usando al meglio gli agrofarmaci, che non si-
gnifica pesticidi ma prodotti per la cura delle piante da impiegare con attenzione e senza abusarne. L’anno scorso le sperimentazioni messe in campo hanno dato esito positivo.
Gli agricoltori chiedono maggiori tutele per il reddito delle loro imprese, che fare?
E’ necessario un cambio di mentalità, perché bisogna capire che la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica e sociale, il che significa che bisogna sostenere questa transizione ecologica. Anzitutto lo deve fare l’Europa che eroga i sostegni all’agricoltura. Negli ultimi decenni i sussidi sono diminuiti nonostante si chieda proprio al settore agricolo di impegnarsi di più e di investire anche di più per la transizione ecologica. Ma per raggiungere questo obiettivo dobbiamo cercare di aiutare gli agricoltori. In questo è fondamentale anche il cambiamento generazionale. I giovani da questo punto di vista sono molto più attenti e reattivi, pronti a sviluppare qualcosa di nuovo.
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Il caso. Roma vuole prorogare a Enel per 20 anni, Agsm Aim lancia l’allarme e la politica veneta risponde
L’Autonomia dell’energia: “Stop al monopolio
Enel, usciamo dalla gestione centralista”
Le concessioni delle reti garantiscono oggi 300 milioni di euro l’anno. “Sono un asset strategico per lo sviluppo del territorio, per abilitare quella transizione energetica che ci viene richiesta e che riteniamo necessaria”
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entre impazza il dibattito sull’Autonomia differenziata tra proclami, rilievi, raccolte firme e possibili referendum che dividono l’opinione pubblica, la politica, le categorie economiche e persino la Chiesa, c’è una proposta che sembra unire tutti quella dedicata al mondo dell’energia.
sull’ammodernamento delle infrastrutture presenti.
Il progetto è stato lanciato, nelle scorse settimane, da Federico Testa il presidente di Agsm Aim, il soggetto che racchiude in se le ex municipalizzate di Verona e Vicenza.
L’idea del Presidente Testa nasce da una prima constatazione: nel 2029 e nel 2030 scadranno, rispettivamente, le concessioni idroelettriche e quelle della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Entrambe le concessioni, oggi, sono in mano a Enel. Il progetto a cui sta lavorando Agsm Aim è proprio quello di lavorare, aggregando diversi soggetti veneti, per poter essere della partita.
Tenere in Veneto queste concessioni significherebbe avere a disposizione diverse centinaia di milioni di euro e soprattutto mantenere sul territorio risorse importanti da reinvestire direttamente sia abbassando le tariffe a famiglie e aziende sia investendo
C’è però un grave problema: i Governo con una norma, della quale francamente si fatica a comprendere la ragione, ha introdotto una proroga ventennale all’attuale gestore, ovvero Enel. Proseguire con una gestione centralista delle concessioni idroelettriche e di quelle sulla rete di distribuzione non produce per il territorio, le imprese e le famiglie alcune beneficio tangibile e, di fatto, contraddice quelle liberalizzazioni introdotte, ormai diverso tempo addietro, dall’allora Ministro Bersani.
Toccherà alla politica Veneta - ma anche a quella Lombarda, Emiliana e Friulana – fare fronte comune e convincere il Governo, in sede di Conferenza Stato – Regioni, a ritirare quella norma.
E l’appello di Testa per avviare
la sfida dell’autonomia energetica non sembra essere caduto nel vuoto: la Regione Veneto con il Presidente Luca Zaia e l’Assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, i Comuni di Vicenza, Verona e Padova con i sindaci Giacomo Possamai, Damiano Tommasi e Sergio Giordani e l’ANCI Veneto con il Presidente Mario Conte sono già al lavoro al fianco di Agsm Aim per giocare, fino in fondo, questa partita essenziale per la tutta la Regione. Dovranno essere proprio loro, forti del progetto industriale preparato da Testa, a lavorare, insieme ai loro colleghi lombardi, emiliani e friulani perché il Governo cambi radicalmente idee, stralci la norma che prevede le proroghe ventennali e consente alle aziende dei territori di poter competere per ottenere le concessioni.
Il Presidente Testa: “Le reti sono un asset strategico, dobbiamo provare a tenerle sul territorio”
“Vogliamo che AGSM AIM sia attore protagonista e innovativo in questo scenario - ha spiegato Testa presentando il progetto – stiamo lavorando al piano industriale, ponendo la massima attenzione agli effetti che le nostre linee di azione avranno sulle comunità locali, perché riteniamo che AGSM AIM debba essere un punto di riferimento per la crescita sostenibile del territorio, con l’impegno a condividere con stakeholder e comunità obiettivi e risultati”.
“Il mondo sta cambiando, i mercati in cui operano le aziende pubbliche e private sono cambiati e continueranno a cambiare a ritmi sostenuti nei prossimi anni. La crisi dei grandi modelli centralizzati o di grandi attori industriali e finanziari, che non rispondono alle esigenze dei territori, è sotto gli occhi di tutti”.
“Le reti sono un asset strategico per lo sviluppo del territorio, per abilitare quella transizione energetica che ci viene richiesta e che riteniamo ne-
cessaria. AGSM AIM e ritengo anche altre aziende pubbliche del territorio sono pronte per raccogliere questa sfida poiché riteniamo che le concessioni delle reti elettriche e degli impianti idroelettrici siano un elemento chiave per garantire una gestione locale di risorse strategiche. Una maggiore autonomia nella gestione delle reti come opportunità per innovazione, transizione energetica e sostenibilità, andando nella direzione che il modello di mercato ha già preso, ovvero elettrificazione e produzione distribuita con impianti di taglia medio-piccola. Rinnovo quindi l’impegno a collaborare con istituzioni e comunità per garantire un futuro energetico sostenibile e lancio un appello alle istituzioni locali e nazionali affinché riconoscano l’importanza delle concessioni delle reti e degli impianti come parte integrante di un percorso verso l’autonomia in ambiti strategici per la crescita e il benessere delle comunità locali e come elemento fondamentale per il futuro del Veneto”.
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Federico Testa
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Il legale
Stop all’alcol per i neopatentati, usare il telefono ora costa caro
Dal 14 dicembre scorso è in vigore il nuovo codice della strada, approvato con legge 25 novembre 2024 n.177; a ben vedere si dovrebbe più esattamente denominarlo “codice della circolazione” perché, giustamente, tiene conto del cosiddetto omicidio nautico e lesioni personali gravi e gravissime di cui alla legge n.138/2023, entrata in vigore il 25/10/2023, che ha equiparato, sotto vari profili, le sanzioni per violazioni del codice della strada a quelle per infrazione delle norme che disciplinano la navigazione da diporto. Il nuovo codice è costituito da ben trentasei articoli, a loro volta suddivisi in numerosi commi per cui, ovviamente, in questa sede non è possibile un commento “totale”, ma prenderò in considerazione alcune novità che mi sembrano particolarmente importanti. L’articolo 1, tra l’altro, modifica la pena per l’omicidio colposo stradale o navale commesso da chi è in condizione di alterazione psicofisica conseguente all’uso di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza alcolica con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, sostituendo la precedente pena (già elevata) da tre a dieci anni con da otto a dodici anni. Ritengo che l’inasprimento di pena sia eccessivo, se si considera che l’omicidio colposo di
un dipendente per violazione delle norme di prevenzione infortuni è punito con la reclusione da due a sette anni, mi pare che la diversità di trattamento sanzionatorio sia ingiustificata. A prescindere dal tasso alcolemico, per i primi tre anni dal conseguimento della patente, niente alcool, neppure un bicchiere di birra. In caso di chi subisce una seconda condanna (recidiva) per guida in stato di ebbrezza, con superamento della soglia di 0,8 g/l di alcool nel sangue, vi è l’obbligo di installare a bordo un dispositivo denominato “alcolock” che viene collegato all’accensione del veicolo e funzionando come una sorta di etilometro, impedisce che l’automezzo si metta in moto, se un conducente ha un tasso alcolemico superiore a zero. Peraltro l’alcolock diverrà obbligatorio per tutti gli automezzi di nuova immatricolazione: si è però in attesa di un decreto ministeriale attuativo che disciplini dettagliatamente tale materia. L’articolo 2 inasprisce - a mio avviso giustamente - le sanzioni in caso di abbandono di animali, stabilendo che quando esso avviene su strada o nelle relative pertinenze, l’attuale pena dell’arresto fino ad un anno o ammenda da 1000 a 10.000 euro é aumentata di un terzo. Viene prevista la pena da due a sette anni per colui “che abbandona animali
domestici su strade o nelle relative pertinenze, quando dall’abbandono consegue un incidente stradale che cagiona la morte”. Sono istituiti nuovi meccanismi più efficaci per l’accertamento della velocità, però le sanzioni sono aumentate, secondo me, in modo eccessivo. Severe sanzioni, condivisibili, per chi guida con il telefonino in funzione. Stretta anche sui monopattini a propulsione prevalentemente elettrica, che debbono avere un contrassegno e possono circolare solo su strade urbane con limite di velocità non superiore a 50 km/h e anche per loro vale l’obbligo di assicurazione nonché del casco e di munirli dei freni su entrambe le ruote e delle frecce: tutti questi obblighi scatteranno, a quanto pare, tranne quello dell’obbligo del casco a prescindere dall’età, dopo l’emanazione del decreto attuativo, però secondo un’opinione minoritaria hanno efficacia immediata. I giornali nei giorni successivi hanno riportato la notizia di contestazioni di nuove violazioni, in varie parti d’Italia, soprattutto in relazione all’obbligo di usare il casco anche per chi usa il monopattino : il “leitmotiv”, dei tentativi di giustificazione è consistito perlopiù in :”Non lo sapevo”. In vari casi tale affermazione può essere stata veritiera e ciò induce ad una considerazione d’ordi-
L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.
ne più generale: l’Italia è inflazionata da convegni, spesso di ben poca utilità, non sarebbe stato male se più soggetti istituzionali, con la preannunciata entrata in vigore del nuovo codice della circolazione avessero organizzato manifestazione illustrative delle rilevanti novità.
Luigi Migliorini
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Allerta Green: una sfida globale che tocca anche il Veneto
IIl Veneto affronta crisi climatica e inquinamento con azioni urgenti.
l cambiamento climatico e l’inquinamento non sono problemi lontani, confinati a ghiacciai artici che si sciolgono o foreste tropicali che scompaiono. Anche il Veneto è al centro di questa emergenza, con episodi sempre più frequenti di alluvioni, ondate di calore e perdite significative di biodiversità. Eventi climatici estremi come l’eccezionale acqua alta a Venezia nel 2019 o le devastazioni della tempesta Vaia nel 2018 sono solo alcuni segnali di un ecosistema in sofferenza. Le conseguenze non sono solo ambientali ma anche economiche e sociali: l’agricoltura soffre per la siccità e l’erosione dei terreni, mentre le città devono affrontare l’impatto dell’inquinamento atmosferico e delle isole di calore. In questo contesto, il Veneto rappresenta uno specchio di una crisi più ampia.
Gli effetti del cambiamento climatico sono già evidenti. In Veneto, la riduzione delle nevicate sulle Dolomiti e l’aumento delle temperature stanno alterando l’equilibrio naturale e le economie locali. I dati indicano che le temperature medie sono aumentate di circa 1,5°C rispetto al periodo preindustriale, con impatti importanti sulla fauna, sulla flora e sulla qualità della vita.
Il rischio idrogeologico è un altro fattore preoccupante: fiumi che straripano, piogge torrenziali e terreni che non riescono ad assorbire l’acqua sono ormai fenomeni frequenti. Questi eventi sono aggravati dalla cementificazione e dalla gestione non sostenibile del territorio.
Il Veneto, pur essendo una regione avanzata dal punto di vista industriale, paga un prezzo elevato in termini di inquinamento. Le PM10 e gli ossidi di azoto, derivanti principalmente dal traffico e dagli impianti di riscaldamento, pongono città come Padova, Verona e Vicenza tra le più inquinate d’Italia.
La presenza di PFAS nelle falde acquifere, soprattutto nelle province di Vicenza, Verona e Padova, rappresenta una crisi ambientale e sanitaria. Inoltre, nonostante i progressi nella raccolta differenziata, il problema dei rifiuti e del consumo di suolo resta irrisolto.
Di fronte a una crisi ambientale così complessa, ognuno di noi può contribuire con piccole azioni quotidiane:
1) Ridurre il consumo di energia: spegnere le luci, scegliere elettrodomestici efficienti e utilizzare energie rinnovabili.
2) Muoversi in modo sostenibile: usare i mezzi pubblici, andare a piedi o in bicicletta, e privilegiare veicoli elettrici o car sharing.
3) Consumare in modo responsabile: prediligere prodotti locali, ridurre l’uso di plastica e combattere lo spreco alimentare.
4) Partecipare attivamente: piantare alberi, aderire a iniziative di volontariato ambientale e raccolta di rifiuti abbandonati o sostenere campagne di sensibilizzazione.
5) Educare e informarsi: promuovere la consapevolezza ambientale in famiglia, a scuola e sul posto di lavoro.
La crisi ambientale non può essere risolta con una singola azione o da un singolo attore: richiede uno sforzo collettivo che coinvolga cittadi-
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ni, istituzioni e aziende. Partendo dalle nostre abitudini quotidiane e pretendendo politiche più coraggiose, possiamo contribuire a costruire un futuro più sostenibile per il Veneto e per il pianeta.
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Consapevolezza dei consumi e spreco alimentare: un problema ambientale sottovalutato
Un esempio di azione quotidiana che può contribuire a migliorare la crisi ambientale è quella che possiamo definire come “consapevolezza dei consumi alimentari”, senza la quale si arriva allo spreco alimentare. Lo spreco alimentare è uno dei problemi più silenziosi ma devastanti per l’ambiente. Secondo la FAO, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato ogni anno, pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate. Questo fenomeno non riguarda solo le risorse economiche, ma ha un impatto profondo su ambiente e clima, rappresentando l’8-10% delle emissioni globali di gas serra. In Italia, lo spreco alimentare domestico si attesta a circa 67 chilogrammi per persona all’anno. Anche in Veneto, regione con una forte tradizione agricola e culinaria, la gestione inefficiente del cibo contribuisce all’aggravarsi
dell’emergenza ambientale.
Perché lo spreco alimentare incide sull’ambiente?
La produzione di cibo richiede enormi quantità di acqua, energia e suolo. Sprecare alimenti significa anche sprecare queste risorse preziose. Per ogni chilogrammo di carne prodotto, vengono consumati circa 15.000 litri d’acqua. Le coltivazioni non utilizzate portano ad una perdita di fertilità del suolo e contribuiscono alla deforestazione.
Inoltre, quando il cibo viene buttato e finisce in discarica, si decompone producendo metano, un gas serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre, l’intera catena produttiva (dalla coltivazione al trasporto) diventa inutile e aumenta l’impronta di carbonio.
Cosa si può fare per combattere lo spreco alimentare?
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La lotta allo spreco alimentare inizia a livello individuale ma richiede anche interventi sistemici e politiche efficaci.
Si possono pianificare i pasti, facendo una lista della spesa basata su ciò che serve davvero e utilizzare prima gli alimenti già in casa. Possiamo e dobbiamo imparare a conservare correttamente il cibo. Imparare a gestire frigorifero e dispensa infatti aiutano ad evitare che i cibi scadano o si deteriorino. E perché non imparare a valorizzare gli avanzi? Creiamo ricette con ciò che rimane, evitando di buttare cibo ancora commestibile.
Esistono poi moltissime iniziative locali e regionali, come le banche del cibo e del recupero alimentare. E noi cittadini possiamo promuovere o supportare realtà che raccolgono gli alimenti invenduti da supermercati, ristoranti e mercati per distribuirli a chi ne ha bisogno.
Esistono anche numerose App e piattaforme contro lo spreco, strumenti come Too Good To Go e Last Minute Market stanno prendendo piede anche in Veneto, facilitando la vendita di cibo prossimo alla scadenza a prezzi ridotti. Che male non fa! Ridurre lo spreco alimentare significa non solo risparmiare risorse e ridurre le emissioni di gas serra, ma anche affrontare problemi sociali come la fame e la povertà. Ogni gesto, anche il più piccolo, può fare la differenza in un sistema globale in cui il cibo è ancora mal distribuito e mal utilizzato. Se vogliamo combattere efficacemente l’emergenza ambientale, iniziare dal nostro frigorifero può essere un passo semplice ma cruciale.
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Venerdì 21 febbraio
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LVeneto: 203 milioni di euro per la sanità, al via gli interventi su quattro ospedali
a Regione Veneto ha approvato la prima fase del Programma di investimenti per l’edilizia sanitaria regionale 2025-2027, destinando oltre 203 milioni di euro per l’adeguamento normativo, funzionale, sismico e antincendio di quattro strutture ospedaliere. La delibera, proposta dall’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, attinge a fondi nazionali e regionali per migliorare la qualità delle infrastrutture sanitarie, con il coinvolgimento degli ospedali di Oderzo (Treviso), Mestre (Venezia), Bassano del Grappa (Vicenza) e Legnago (Verona).
“Proseguiamo con importanti investimenti – sottolinea Lanzarin – per garantire strutture sanitarie sempre più moderne e sicure. Questo programma, finanziato con 193 milioni di fondi nazionali e 10 milioni di risorse regionali, sarà ora sottoposto al Ministero della Salute per avviare un nuovo Accordo di Programma. Parallelamente, le Aziende sanitarie possono avviare le progettazioni, mentre già pianifichiamo ulteriori 115 milioni per la seconda fase.”
I progetti approvati sono:
Ospedale di Oderzo (Treviso): situato in zona sismica 2, richiede interventi di adeguamento sismico e antincendio. L’investimento complessivo, pari a 42,3 milioni di euro, prevede una prima fase da 6,5 milioni già finanziata e una seconda fase da 20,3 milioni. Il progetto include la costruzione di un nuovo blocco a quattro piani, con ingresso, servizi logistici, radiologia e aree di degenza.
Ospedale di Mestre (Venezia): il programma per l’hub di Mestre prevede un ampliamento di 20.000 metri quadrati, denominato “Angelino”, con un investimento iniziale di 58 milioni di euro. Il nuovo edificio ospiterà aree per la maternità, psichiatria, endoscopia, dialisi e poliambulatori, potenziando i servizi offerti.
Ospedale di Bassano del Grappa (Vicenza): in zona sismica 2, l’ospedale sarà oggetto di un secondo stralcio funzionale da 25 milioni di euro per la riqualificazione delle aree chirurgiche. L’intervento comprende cinque sale operatorie generali, una sala operatoria ibrida, due robotiche e un polo endoscopico al piano inferiore, garantendo adeguamenti normativi e tecnologici.
Ospedale di Legnago (Verona): in zona sismica 3, è previsto il rifacimento completo del complesso ospedaliero, con una prima fase da 40 milioni già finanziata. Il progetto complessivo, stimato in 142 milioni di euro, include un nuovo ospedale e migliorie logistiche, con un secondo stralcio di 100 milioni confermato dal piano attuale.
Questi interventi testimoniano l’impegno della Regione Veneto per migliorare la sicurezza e la qualità delle strutture sanitarie. Il programma, in linea con le priorità del Servizio Sanitario Regionale, punta a rispondere alle esigenze di pazienti e operatori con ospedali moderni e funzionali.
Redazione Salute
Il commento di Edgardo Contato sull’ampliamento dell’Ospedale dell’Angelo con il progetto “Angelino”
“Traduciamo in realtà un’esigenza, un sogno inseguito per anni dalla città e dal territorio”, dichiara Edgardo Contato, Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, commentando l’ampliamento dell’Ospedale di Mestre grazie all’impegno della Regione Veneto. Il progetto prevede la realizzazione dell’”Angelino”, una nuova struttura che ospiterà specifiche unità operative e permetterà di riorganizzare l’Ospedale attuale. “Grazie a questo investimento – spiega Contato – si ottimizzerà l’efficienza dei servizi, liberando spazi nel corpo centrale per rispondere alle nuove esigenze e ai fabbisogni emergenti.”
L’Angelino sarà strettamente integrato al complesso esistente, con una distribuzione funzionale dei percorsi per garantire sicurezza e organizzazione ottimale. Questo intervento consentirà di migliorare l’offerta sanitaria, mantenendo continuità tra le due strutture.
La ricollocazione dei servizi nell’Angelino permetterà di destinare le aree liberate a nuove funzioni strategiche:
• Potenziamento del Pronto Soccorso, con più spazi per far fronte all’aumento degli accessi.
• Ampliamento della Terapia Intensiva, con percorsi più flessibili.
• Creazione di una sala operatoria ibrida per interventi cardio-vascolari.
• Attivazione di posti letto aggiuntivi per Oncologia, Endocrinologia e area chirurgica.
Al piano -1, il progetto prevede lo sviluppo delle aree operative di urgenza-emergenza, con una maggiore ottimizzazione di risorse e tecnologie, assicurando così standard elevati di cura e assistenza per il futuro.
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Malaria: 44 casi negli ultimi 3 anni in provincia di Padova, massima attenzione
Negli ultimi tre anni, la provincia di Padova ha registrato 44 casi di malaria, con un numero crescente di contagi che ha toccato il picco di 16 casi nel 2024, 21 nel 2023 e 7 nel 2022. Tutti i casi sono stati riscontrati in persone che avevano recentemente fatto ritorno da zone del mondo dove la malaria è endemica. In particolare, 43 casi si riferiscono a persone provenienti dall’Africa equatoriale, mentre uno riguarda un soggetto di ritorno dall’India. Nonostante la gravità della malattia, la malaria è raramente fatale grazie alla disponibilità di trattamenti tempestivi ed efficaci.
La malaria è una malattia infettiva causata da protozoi parassiti del genere Plasmodium, trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles. Questi insetti sono attivi principalmente nelle ore crepuscolari e notturne, quando il rischio di contagio è maggiore nelle aree endemiche. La malattia è diffusa soprattutto in regioni tropicali e subtropicali, con l’Africa sub-sahariana che rappresenta la zona a più alto rischio, seguita da alcune aree dell’Asia e del Sud America.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) definisce la malaria come una
malattia seria, ma prevenibile e curabile, soprattutto se viene diagnosticata in fase iniziale. La profilassi, ovvero l’assunzione di farmaci preventivi, è essenziale per ridurre il rischio di contagio in chi si reca in queste aree. La tempestività nella diagnosi e nel trattamento è fondamentale per evitare complicazioni gravi e potenzialmente letali.
Il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6, sottolinea l’importanza di seguire scrupolosamente le indicazioni per la profilassi antimalarica, che deve essere ini-
ziata prima della partenza e continuata anche dopo il rientro, se necessario, in base al tipo di farmaco prescritto. “Non bisogna mai abbassare la guardia – afferma il dottor Sbrogiò – e in caso di sintomi sospetti, come febbre, sudorazione e mal di testa, è fondamentale rivolgersi immediatamente al medico per una diagnosi tempestiva. Il trattamento precoce con farmaci specifici può fare la differenza tra la vita e la morte”.
Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 ha registrato, inoltre, un caso mortale di malaria cerebrale durante il pe-
riodo natalizio. Il paziente, un uomo di ritorno dal Gabon, è stato diagnosticato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Camposampiero, dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Fortunatamente, sebbene raro, questo tipo di malaria può essere trattato con successo se diagnosticato in tempo. Oltre a questo, sono stati segnalati anche altri casi di malattie tropicali, tra cui un caso di Dengue, contratto da un cittadino di ritorno dal Pakistan, e un caso di Chikungunya, acquisito da un uomo appena rientrato dall’Uganda. Entrambi
Nuovo ambulatorio infermieristico a Vicenza: un servizio di prossimità per la cittadinanza
A partire dal 9 gennaio 2025 è attivo un nuovo ambulatorio infermieristico a Vicenza, presso la sede della Continuità Assistenziale in via Mentana. Il servizio, che risponde alle esigenze di tutta la popolazione, è accessibile su appuntamento ogni lunedì dalle 7.30 alle 12.30.
L’ULSS 8 Berica ha messo in campo questa nuova iniziativa per potenziare i servizi sul territorio, offrendo un punto di riferimento accessibile per rispondere alle principali necessità infermieristiche. Tra i servizi forniti, rientrano interventi come la sostituzione di cateteri vescicali, il rinnovo delle medicazioni e altre prestazioni di assistenza infermieristica. Inoltre, gli infermieri che gestiranno l’ambulatorio svolgeranno anche un’importante funzione educativa, aiutando i pazienti a comprendere meglio l’adesione alle terapie e a indirizzarli verso percorsi di cura appropriati, qualora necessario.
“Il nostro obiettivo è garantire una presa in carico efficace e accessibile per ogni cittadino – ha spiegato il dott. Achille Di Falco, Diretto-
re dei Servizi Socio-Sanitari dell’ULSS 8 Berica. Il nuovo ambulatorio rappresenta un primo passo verso l’implementazione di un modello di assistenza territoriale più vicino alla persona e al suo contesto di vita, anticipando il modello delle future Case della Comunità.”
L’iniziativa sottolinea anche l’impegno dell’ULSS 8 Berica nel migliorare l’assistenza territoriale, un aspetto cruciale per evitare il sovraffollamento degli ospedali e per garantire ai cittadini soluzioni più tempestive e accessibili. La Direzione Generale, rappresentata da Patrizia Simionato, ha sottolineato come il potenziamento dei servizi locali, nonostante le difficoltà legate alle assunzioni, sia fondamentale per migliorare l’efficienza del sistema sanitario, offrendo percorsi alternativi a quelli ospedalieri.
Il servizio è gratuito e disponibile per tutti i cittadini previa prenotazione, chiamando la Centrale Operativa dell’Assistenza Domiciliare di Vicenza al numero 0444 756316, attivo dalle 10.00 alle 12.00.
i pazienti, al momento, sono in buone condizioni di salute.
In aggiunta a questi casi, si è verificato un episodio di morbillo su un adulto, anch’egli in buone condizioni. Questi eventi pongono l’accento su come la globalizzazione e gli spostamenti internazionali aumentino il rischio di malattie infettive provenienti da paesi a rischio epidemiologico. Di fronte a questa realtà, è essenziale che la popolazione sia consapevole dei rischi associati ai viaggi verso paesi con malattie endemiche e che si prenda in carico la propria salute attraverso le giuste misure di prevenzione.
Infine, oltre alla malaria, il Dipartimento di Prevenzione segnala l’importanza di vaccinazioni e altre precauzioni per evitare il contagio di malattie come Dengue, Chikungunya e il morbillo, tutte malattie che, sebbene curabili, rappresentano un rischio per la salute pubblica. Il messaggio principale rimane quello della prevenzione: le malattie infettive, se gestite correttamente, non devono spaventare, ma vanno affrontate con consapevolezza e responsabilità, specialmente in un periodo in cui i viaggi internazionali sono sempre più frequenti.
Redazione Salute
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Il bilancio. I ricoveri a quota 68 mila (+1200 rispetto al 2023), 300 mila le prestazoni ambulatoriali
L’Azienda Ospedaliera di Padova chiude
il 2024 con numeri record, interventi in aumento
Al Pronto Soccorso superati i 160 mila accessi, investiti 7,3 milioni per Medicina Nucleare e Neurochirurgia. Lavori in corso per 9,8 milioni, investimenti per altri 10 milioni
L’Ospedale di Padova chiude l’anno con numeri in crescita e nuovi progetti per il futuro. Ricoveri, interventi chirurgici e prestazioni ambulatoriali hanno registrato un significativo aumento rispetto al 2023. I ricoveri hanno raggiunto quota 68mila, con un incremento di 1.200 unità rispetto all’anno precedente. Gli interventi chirurgici hanno toccato i 69mila, anch’essi in aumento di 1.200. Le prestazioni ambulatoriali superano i 6 milioni, con un incremento di ben 300.000 rispetto al 2023.Anche il Pronto Soccorso ha visto un incremento, superando i 160mila accessi, con 550 pazienti in più rispetto all’anno scorso. Tuttavia, si registra una leggera flessione nel Pronto Soccorso Pediatrico, che ha totalizzato 27.000 ingressi, segnando un calo del 4,95%. L’anno è stato caratterizzato da importanti interventi nel settore edilizio. Sono stati investiti 7,3 milioni di euro in progetti chiave come quelli per Medicina Nucleare e Neurochirurgia. Attualmen-
te, sono in corso lavori per un valore di 9,8 milioni di euro, tra cui la costruzione della nuova Anatomia Patologica, per cui sono stati stanziati 7,8 milioni. Ulteriori progetti, per un totale di 3,3 milioni di euro, sono stati approvati e includono l’ammodernamento della radiofarmacia, il potenziamento di laboratori e l’adeguamento di strutture in Radiologia e Oncoematologia pediatrica. L’azienda ospedale ha pianificato 10,3 milioni di euro di investimenti in tecnologie avanzate per sale operatorie, Medicina Nucleare e Genetica. Grazie ai fondi del PNRR, sono state inoltre acquistate apparecchiature di ultima generazione per un valore di 4,8 milioni di euro, tra cui un angiografo biplano, una risonanza magnetica, una TAC e dispositivi multifunzionali per Ortopedia ed Emodinamica. L’anno appena iniziato sarà cruciale per il completamento dei numerosi progetti in corso. «Un forte impegno è rivolto alla conclusione dei percorsi amministrativi – sottolinea il direttore generale
come il nuovo ospedale a Padova Est, la nuova Pediatria, l’area
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Giustinianea, la risonanza magnetica a 7 Tesla e il progetto dell’Hospice pediatrico». Con questi numeri e obiettivi, l’Ospedale di Padova si conferma un punto
di riferimento per la sanità regionale e nazionale, puntando su innovazione, efficienza e cura del paziente. Sara Busato
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Giuseppe Dal Ben – che riguardano le grandi tematiche della sanità padovana e regionale,
Il primato. E’ la paziente più anziana operata al cuore nella storia dell’Ospedale Civile
Venezia, 104enne si opera al cuore: operazione miracolosa la notte di Natale
Un Natale speciale per una signora veneziana ultra centenaria che, alla Vigilia, ha subito un intervento di angioplastica coronarica d’urgenza, diventando la paziente più anziana mai operata al cuore presso l’ospedale Civile di Venezia. La signora, che vive nel sestiere di Dorsoduro, aveva appena festeggiato il suo 104esimo Natale e stava per celebrare il suo compleanno a fine gennaio, quando è stata colpita da un infarto il pomeriggio del 24 dicembre.
Intervenuto con tempestività, il primario di Cardiologia Giuseppe Grassi ha guidato l’equipe medica nell’eseguire l’angioplastica coronarica, un intervento delicato e rapido, che ha permesso alla signora di riprendersi e tornare a riabbracciare la sua figlia, che di anni ne ha poco meno di ottanta.
“Si tratta, a nostra memoria, della donna più anziana che abbia mai subìto un intervento al cuore nell’ospedale veneziano – ha dichiarato il primario Grassi. Abbiamo dovuto decidere in pochi minuti se intervenire, ma siamo riusciti a eseguire l’angioplastica con tutte le cautele possibili, e il risultato è stato positivo. Questo risultato dimostra il livello di preparazione e dedizione del nostro team. In giornate speciali come queste, sapere di aver restituito un momento di gioia e serenità a una famiglia ci ricorda il valore del nostro lavoro”.
La signora 104enne, una volta maestra ele-
mentare a Venezia, ha rappresentato un esempio della dedizione della sanità pubblica nei confronti dei grandi anziani. Come sottolineato dal direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, questi interventi sono il segno concreto dei progressi della medicina per gli anziani, che sono sempre più numerosi, soprattutto nel centro sto-
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rico di Venezia, dove l’invecchiamento della popolazione è più marcato. L’ospedale Civile di Venezia, con personale altamente qualificato e tecnologie avanzate, si conferma punto di riferimento per garantire ai cittadini una vita lunga e sana, nonostante le difficoltà del contesto urbano veneziano.
Redazione Salute
Camposampiero: raddoppia la donazione di latte umano per i neonati prematuri
Risultati straordinari per la Banca del Latte Umano Donato dell’Ospedale di Camposampiero, attiva presso la Pediatria e Patologia Neonatale diretta dal dottor Luca Vecchiato, e recentemente certificata a livello internazionale ISO.
“La nostra banca, nata negli anni ’90, è parte dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) – spiega Vecchiato – ed è strettamente legata alla Terapia Intensiva Neonatale, unica nell’Ulss 6 Euganea. Il latte umano è una vera e propria terapia per i neonati prematuri: riduce il rischio di gravi patologie e favorisce lo sviluppo neuro-comportamentale. Quando manca il latte materno, possiamo utilizzare quello donato da altre donne. Un gesto che ci ricorda che il latte umano non ha colore, è un atto di solidarietà che ci rende tutti uguali.”
La Banca del Latte, chiusa nel 2018 per carenza di personale, è stata riaperta nel 2022 con un nuovo impegno. Nel 2024 ha raggiunto risultati eccezionali: 34 litri di latte raccolti e somministrati, il doppio rispetto al 2023, nutrendo 37 neonati prematuri. Una parte del latte è stata anche destinata alla Terapia Neonatale dell’Ospedale di Padova.
“Questi risultati – conclude Vecchiato – sono il frutto di un lavoro collettivo che mette al centro il benessere dei più fragili. Donare latte significa salvare vite e creare una rete di solidarietà.”
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