Il Vicenza - Settembre 2022

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L’AGRONOMO mantenere, difficili quadrare gli effetti di una crisi epocale, sicuramente alla storia.

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“Così nei campi si vince la siccità”12 ALDO CIBIC diha“Vicenzabisognopiùcura”20 ALTA VELOCITÀ Un dapasticcioautenticocuiuscire13 SHORELLE La vicentina è una star in Corea27 DUE GEMELLE In inperbicicletta900kmGrecia22 “PENACIO” Le di“40fettuccinecontro1”Imera45 C’È VICENZA AL ELETTORALEPOLITICODELCENTROCONFRONTO La città è stata scelta da molti leader come simbolo della campagna nel Nordest. Il sociologo Luca Romano spiega perché. 2022SETTEMBREn.9IIAnno-localed’informazionePeriodico FOTO DI: Luca Mancini ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del VenetodelleNotiziario11:30 delleNotiziario18:30delleNotiziario8:30 delleNotiziario17:30 Scarica la nuova App di neanche un La Piazza 24 e non perder ti minuto dei tuoi notiziari preferiti. 4 mch · 90x45 Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte A lla vigilia di una stagione carica di incognite gli italiani sono chiamati alle inedite elezioni politiche di inizio autunno, dopo una breve campagna elettorale in versione estiva che ha visto schieramenti e candidati misurarsi su promesse impegnative da

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Dalla data del voto al taglio dei parlamentari, con gli effetti scontati del “Rosatellum”

Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano direttore@givemotions.it Antonio Di Lorenzo antonio.dilorenzo@givemotions.it

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E lezioni Politiche 2022: la grande corsa è segnata, fin dalle prime ore, da alcune novità particolarmente interessanti per il panorama elettorale italiano anche se la sensazione di déjà vu, di già visto, non ci abbandona. Diamo già per acquisito come siamo arrivati sino alla caduta del terzo governo in quattro anni e mezzo e prendiamo in esame gli elementi inediti di questa tornata. Il primo e più evidente è rappresentato dalla data stessa delle elezioni: mai si è votato in autunno. Unica eccezione nel 1919, quello però era il Regno Sabaudo: tutta un’altra storia. Il secondo inedito è il diritto di voto per il Senato: in questa tornata sarà esteso a tutti e non soltanto a chi abbia compiuto il venticinquesimo anno di età. Il terzo, quello che sta segnando in maniera estremamente significativa questa tornata iniziativa, è il taglio dei parlamentari: da 630 deputati si passa a 400 e da 315 senatori a 200. Si voterà con il cosiddetto “Rosatellum”, definito da tutti a parole una pessima legge elettorale però mai modificata, che prevede un sistema misto: un terzo dei parlamentari eletto in collegi uninominali (quindi in uno scontro diretto tra singoli candidati di partiti o coalizioni diverse e chi prende un voto in più va a Roma) e due terzi in collegi plurinominali per liste bloccate (ciascun partito presenta la propria lista e, in sostanza, in basa alla percentuale di voti presi fa salire, in rigoroso ordine, i propri alfieri). Il combinato disposto, evidentemente, tra il taglio dei parlamentari e la legge elettorale ha fatalmente allontanato la selezione delle candidature dai territori. Le polemiche, più o meno manifeste, in ogni forza politica sono estremamente vibranti e anche questa potrebbe essere una variante elettorale. Certamente il 26 settembre, comunque vada, si tornerà a parlare di modifica della legge elettorale: questo il più significativo déjà vu nelle elezioni 2022. (m.b.)

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All’ombra della crisi

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il 9 settembre 2022

tantiElezioni:inediti e altrettanti déjà vu

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Se fino a qualche mese fa eravamo convinti di aver già visto l’impossibile con l’esplosione di una pandemia di dimensioni planetarie, un’emergenza sanitaria senza precedenti e tutt’ora in corso, ora stiamo assistendo all’incredibile. Chiunque vincerà queste elezioni pianificate a tavolino con otto mesi di anticipo si troverà ad affrontare e ad arginare gli effetti di una crisi economica e sociale che non ha precedenti nella storia recente del nostro Paese. Bisogna tornare indietro di quasi cinquant’anni per trovare uno scenario simile e altrettanto drammatico, segnato da una gravissima crisi energetica scatenata, anche allora, da una guerra. Agli inizi dell’ottobre 1973 la guerra dello Yom Kippur, in Israele, sconvolse l’Occidente e incrinò i rapporti fra l’Europa, l’allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Alle conseguenze politiche subentrarono immediatamente quelle economiche, con il prezzo del petrolio schizzato alle stelle nel giro di pochi giorni. Allora come oggi i governi dell’Europa occidentale, i più esposti agli aumenti vertiginosi dei costi energetici, corsero ai ripari varando provvedimenti per diminuire la dipendenza dal petrolio e contenere i consumi. Fu un vero e proprio choc: dopo gli anni del boom economico l’Italia piombò nei divieti dell’austerity che molti ricordano ancora. Oggi si rievocano solo le curiosità o gli aspetti più folcloristici di quegli anni ma fu una crisi durissima che impose una netta inversione di rotta. Come sempre è una guerra, insensata e crudele come tutti i conflitti, a sconvolgere tutto e a rimettere in discussione le nostre certezze. Oggi come allora ci troviamo a misurarci con la necessità di abbassare il riscaldamento, di fare economia sui consumi domestici e aziendali, di trovare con urgenza fonti alternative al gas, di far fronte alle inevitabili tensioni sociali, di rivedere radicalmente le nostre priorità e di mettere in conto che tutto questo non passerà nel giro di pochi mesi. Intanto tutti i partiti e le coalizioni in corsa per il governo del Paese si presentano agli elettori con programmi da “economia di guerra” che peseranno a lungo sui conti pubblici. Non resta che fare i migliori auguri a chi uscirà vincitore dalle urne, la vera sfida inizierà allora.

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tecchiana Sonia Perenzoni sia nell’uninominale a Vicenza sia come capolista del plurinominale. Il marosticense Gedorem Andreatta si presenta nell’uninominale di Bassano e al secondo posto in lista nel plurinominale. +Europa schiera come capolista alla Camera il sottosegretario agli affari esteri uscente Benedetto Dalla Vedova. Unico vicentino in lista è Luciano Fabris al terzo posto. La neonata lista che fa capo a Luigi De Magistris, Unione Popolare, schiera nel collegio uninominale di Vicenza Annarita Simone e a Bassano Alberto Carraro. Capolista per lo stesso gruppo al plurinominale è invece il giovane vicentino Simone Maniglio.

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Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte punta sulla mon-

gliera comunale di Schio Giulia Andrian, mentre a Vicenza il sindaco di Montorso Vicentino Diego Zaffari. Ma il Pd al plurinominale a Vicenza candida come capolista alla Camera niente meno che il segretario nazionale Enrico Letta, mentre al secondo posto l’ex senatrice bassanese Rosanna Filippin. Al terzo e quarto posto i giovani Enrico Mastrotto ed Ester Peruffo, quest’ultima assessore al comune di Valdagno. Terzo posto al plurinominale alla Camera nelle fila di Alleanza sinistra verde per la vicentina Cristina Guarda, attualmente consigliera regionale. Capolista è l’ex parlamentare veneziana Luana Nell’uninominaleZanella. alla Camera

I candidati alla Camera. Tra capoluogo e provincia sono numerosi i vicentini in lista. E alcuni sono certi dell’esito

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olti vicentini in gara alle politiche del prossimo 25 settembre, tra città e provincia, tra collegi uninominali e plurinominali, in quel “pasticciaccio” che è la legge elettorale in vigore. Tra i candidati che hanno sollevato anche discussioni, ci sono tre assessori del Comune di Vicenza, che elenchiamo in ordine descrescente di possibilità di elezione: Silvio Giovine per Fratelli d’Italia, Marco Zocca di Forza Italia e Mattia Ierardi ancora di Fratelli d’Italia. Giovine (corrente Donazzan) è candidato a nell’uninominale di Bassano una collocazione che garantisce una sicura elezione. Gli uninominali sono tutti blindati, appannaggio del centrodestra. Così elezione certa anche per la parlamentare uscente Maria Cristina Caretta (corrente Berlato) e anche per lei la riconferma è Unsicura.altro

Il segretario nazionale dei democratici in lista a Vicenza, oltre che a Milano. Dietro di lui Rosanna Filippin di Bassano, ex senatrice. Certa l’elezione per Caretta e Giovine di Fratelli d’Italia, ma anche per l’uscente Pretto della Lega. In corsa con il Carroccio anche Castaman, presidente di ViAcqua

Azione e Italia Viva schierano a Vicenza l’ex sindaco di Marostica Marica Dalla Valle, mentre a Bassano l’assessore al comune di Torri di Quartesolo Stefano Zausa. Capolista nei tre collegi plurinominali del Veneto occidentale, dove rientra anche Vicenza, è la ministra uscente Elena Bonetti, mentre al secondo posto troviamo il toscano Gabriele Toccafondi, deputato uscente; la prima vicentina è la stessa Marica Dalla Valle, in terza posizione.

te Erik Pretto, capolista al plurinominale nella Camera a Vicenza; elezione non blindata ma altamente probabile. L’attuale presidente di Viacqua Giuseppe Castaman occupa la terza posizione in lista, mentre il quarto posto è occupato dalla deputata uscente Silvia Covolo, marostiMarcocense. Zocca, attuale assessore al bilancio e agli interventi sociali a Vicenza, occupa il ruolo di capolista nel proporzionale alla Camera con Forza italia; dietro di lui la bassanese Rossella Olivo, già candidata alla carica di sindaco a Romano d’Ezzelino. Terzo posto per l’ex sindaco di Rossano Veneto Gilberto Trevisan, quarto per Chiara Fanton. Per un seggio a Montecitorio il centrosinistra schiera nell’uninominale di Bassano la consi-

assessore vicentino, Mattia Ierardi, occupa la quarta posizione in lista con Fratelli d’Italia nel plurinominale a ViNellecenza.liste della Lega arriva una conferma per il deputato uscen-

Molti candidati sicuri nel centrodestra

C’è Letta col Pd capolista a Vicenza

Alcuni candidati in corsa: in senso orario, Enrico Letta, Marica Dalla Valle, Erik Pretto, Giuseppe Castaman, Maria Cristina Caretta, Silvio Giovine.

Alvise Ferronato

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Per la senatrice uscente di Italia Viva l’elezione è probabile, visto che Calenda opterà per un altro collegio. Per la leghista bassanese, invece, un’elezione sicura. Il capolista di Forza Italia torna nel suo collegio, questa volta al Senato. In lizza l’esponente di “Città della Speranza”, Stefania Fochesato.

te Beatrice Lorenzin, il sindaco di Zugliano Sandro Maculan, la veronese Alessandra Salardi e il sindaco di Due Carrare, Davide AlleanzaMoro.sinistra verde punta sui vicentini Enrico Bruttomesso, co-portavoce regionale di Europa Verde, e Beatrice Peruffo, rispettivamente secondo e terza in lista dietro la capolista Aurora Floridia.

Rosà Barbara Guidolin, capolista anche al plurinominale davanti al padovano Giorgio Burlini, Caterina Scapin e Roberto UnioneToniolo.Popolare candida all’uninominale lo scledense segretario di Rifondazione Comunista Roberto Fogagnoli, mentre al plurinominale nessun vicentino, con capolista Ilaria Boniburini, Luca Cecchi e Giuseppe Palomba. (al. fe.)

I candidati al Senato. Numerosi i volti vicentini presenti nelle liste: puntano a un seggio. Ma per alcuni c’è la certezza

bilità di elezione per lei, visto che al primo posto in lista c’è Carlo Calenda, candidato anche in Lazio, Emilia Romagna e Sicilia. In caso di elezione in più collegi, Calenda dovrebbe rinunciare al posto a Vicenza secondo la regola del collegio più piccolo, venendo eletto in quello siciliano e quindi lasciando spazio alla Sbrollini. Il Movimento 5 Stelle schiera all’uninominale la senatrice di

www.ilvicenza.com8 Speciale Elezioni

trevigiana Angela Colmellere. Il deputato uscente vicentino Pierantonio Zanettin è capolista al Senato per Forza Italia; una conferma “sudata”, tanto che inizialmente il suo nome non era presente tra le candidature. Dietro di lui la senatrice uscente Roberta Toffanin, Giampiero Avruscio ed Elisa “NoiRossetto.moderati” presente come capolista Stefania Fochesato, riferimento a Vicenza per “Città della Speranza” seguita dal senatore uscente vicentino Antonio De Poli, da Ornella Leonardi e Massimo Cavazzana. La coalizione di centrosinistra punta invece all’uninominale sulla torinese di nascita ma arzignanese di adozione Claudia Longhi. Nel plurinominale il Partito Democratico presenta, dietro all’ex ministro della salu-

a prossima partita elettorale vede impegnati parecchi vicentini anche nelle liste per il Senato, sia nei collegi uninominali sia nel plurinominale Veneto 2, che raggruppa le province di Padova, Vicenza e Verona.

A Vicenza nell’uninominale il centrodestra presenta la europarlamentare Mara Bizzotto; bassanese, lunga esperienza politica, la leghista è riuscita a farsi assegnare nella divisione interna dei seggi al centrodestra un posto che un tempo era di Forza Italia, garantendosi un’elezione sicura.

L’unica vicentina in lista con la Lega al plurinominale è la stessa Mara Bizzotto, al secondo posto dietro al senatore Andrea Ostellari e davanti al presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli e alla deputata

IN ALTO: Mara Bizzotto (Lega), Daniela Sbrollini (Iv), Stefania Fochesato (Noi moderati),, Barbara Guidolin (M5s)

La leghista Bizzotto al collegio di Vicenza Ma ci sono anche la Sbrollini e Zanettin

Non ci sono rappresentanti vicentini invece nella lista presentata da +Europa, con capolista Giorgio Pasetto, Anne Parry e Mauro Speciale, e neppure nel movimento Impegno Civico che fa capo a Luigi di Maio. Italia Viva all’uninominale candida la docente vicentina Marilisa Munari, mentre al plurinominale secondo posto in lista per Daniela Sbrollini, attualmente senatrice; buone possi-

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La soluzione al dibattito l’ha trovata Pierantonio Zanettin, in cerca di conferma come senatore di Forza Italia dopo aver concluso un mandato da deputato: “Quando fui eletto al parlamento la prima volta 21 anni fa – ha raccontato presentando la lista dei forzisti con Zocca a fianco – ero assessore nella giunta Hüllweck. Era il 2001 e mantenni il doppio incarico, quello di parlamentare e quello di senatore. Fu durissimo, ma si può fare”.

www.ilvicenza.com 9Politica Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario

“Speriamo che il partito si ricordi del suo sacrificio”, ha aggiunto più prudente e concreto Pierantonio Zanettin. Se con questa decisione per lui non ci sarà più il problema di scegliere tra giunta e Montecitorio e il sindaco Rucco avrà una sicurezza in più, è sempre meglio essere cauti sulle promesse in politica. “Bisogna avere buona memoria per mantenere le promesse”, ammoniva Nietzsche. E l’Italia, specie nella cose di politica, ha la memoria di un Nelcriceto.frattempo, il sociologo e politologo Luca Romano ha lanciato dal “Corriere del Veneto”, un’interessante riflessione che spiega la presenza di così tanti leader a Vicenza (Letta, Renzi, Conte e Calenda) all’inizio della campagna elettorale: non è frutto di casualità bensì come scelta precisa, perché Vicenza è diventata l’esempio della “provincialità” non più del “provincialismo” degli anni Cinquanta e Sessanta.

La riflessione. Il problema degli assessori che corrono per la Camera e la nuova categoria di “provincialità” di Vicenza

Ma giunta o non giunta, arriveremo a Roma

IN Pierantonio Zanettin Marco Zocca

a canzone l’ha scritta Antonello Venditti, ed è una metafora della fatica di due cantautori, che sono appunto lui e l’amico Francesco De Gregori, a girare l’Italia lavorando per arrivare al successo, simboleggiato da Roma. Ma il celebre ritornello basato sulla parola “bomba” si può modificare anche in un’altra frase, più adatta alle elezioni: “Giunta o non giunta – noi –arriveremo a Roma… Malgrado voi”.

Il caso dell’assessore Marco Zocca che è stato cancellato (per decisione del suo partito) dalla lista per correggere un errore in val d’Aosta

te. E l’ha proprio escluso dalla lista per Roma. Certo che Zocca è stato trattato male dal partito che lo ha individuato come vittima sacrificale. “È un eroe”, ha detto il segretario Michele Zuin.

La frase serve a spiegare il leit motiv dell’inizio di campagna elettorale: è un bene o un male che tre assessori siano candidati alle elezioni politiche per andare a Roma? I tre sono, naturalmente, Silvio Giovine, Marco Zocca e Mattia Ierardi, in ordine di possibilità d’elezione. Per il sindaco, com’è noto, è un fatto d’orgoglio, ha detto subito che si tratta di un riconoscimento per queste persone valide e capaci. L’opposizione, naturalmente, ha parlato di fuga da Vicenza, tirando in ballo film famosi come “La grande fuga” con Steve Mc Queen oppure “Tre uomini in fuga” con il comico francese Luis De Funes. E non è servito che il sindaco abbia ribadito che, nonostante l’elezione, i tre sarebbero comunque rimasti assessori a Vicenza. L’opposizione di centrosinistra, invece, ha insistito sul tasto che siccome il giorno ha 24 ore per tutti, è impossibile riuscire a far bene contemporaneamente a Vicenza e a Roma.

SOPRA: l’intellettuale Luca Romano

“La provincialità – spiega lo studioso – non è più periferia dell’impero, ma capacità e coscienza di avere in sé una centralità tale da sapersi organizzare anche senza i partiti”. È una bella analisi, nuova rispetto ai tanti deja vu ascoltati sull’ex sagrestia d’Italia che davvero non si può più neanche sentirli citare. Vicenza, come terra da ri-conquistare da parte della politica, dunque, come nuova frontiera, avendo sempre ben chiaro, cita sempre Luca Romano, la definizione data da Guido Piovene verso i concittadini, cioè che Vicenza è pericolosa, in quanto oscilla “tra una finzione che disintegra e una verità che brucia”. Chi si scotterà o addirittura sparirà? Guardata al contrario, anche da questo punto di vista Vicenza vuole (o deve) trovare una strada nuova per arrivare a contare a Roma. Bomba o non bomba.

FOTO: l’on.

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Il sociologo e politologo Luca Romano ha lanciato questa discussione sulla nuova fisionomia del capoluogo e della sua provincia, che è pronta a far senza la politica e proprio per questo motivo i partiti vogliono riconquistare.

e l’assessore

La polemica sembra conclusa qui se non fosse arrivata davvero una bomba sulla strada dell’assessore Zocca: per rispettare le “quote rosa” in Valle d’Aosta, il partito gli ha chiesto di farsi da par-

per calmierare le bollette. 160x22042 Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24. Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel cuore della gente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 famiglie raggiunte. ilFotografa QR code e l’ultimoascolta Notiziario Ogni mese nelle case di oltre 43.000diFamiglieVicenza

Tutti, da Roma al Veneto, dal governo agli amministratori locali stanno cercando mezzi per mitigare queste ferite, con una situazione che sembra avvitarsi su se stessa.

Prezzi e bollette stellari, rimedi cercansi

www.ilvicenza.com10 Attualità

pagare le bollette. Secondo Otello Dalla Rosa, in passato amministratore di Aim energy, la legge consente a un’azienda a scopo pubblico di intervenire e prelevare fondi anche se il bilancio relativo, quello dell’anno in corso, deve essere ancora Daapprovato.palazzo Trissino è arrivata la risposta: la proposta dell’opposizione è impraticabile, però l’attenzione al problema è viva. Sono in corso riunioni tra i due Comuni e l’azienda: “L’obiettivo di questi incontri – ha dichiarato il sindaco – è di trovare la formula giuridica più sicura e blindata per calmierare le bollette futuAre”.questo proposito, l’assessore al bilancio, Marco Zocca, aggiunge: “Stiamo ipotizzando una scontistica diretta a famiglie, aziende e attività commerciali. Un percorso che sta gestendo il sindaco e che deve fare i conti con quanto accade a livello nazionale. Occorre capire, infatti, se il governo ha intenzione di tassare gli extrautili. Quella dello sconto in bolletta sarebbe una soluzione più agile rispetto all’opzione di incassare risorse da Agsm Aim e aprire un bando che, va detto, per legge non ci permetterebbe come Comune di distribuire contributi alle imprese”. A lui ha risposto Raffaele Colombara, sempre della “Grande Vicenza”, replica però spiegando che “lo sconto in bolletta non basta, bisogna fare di più”. Lo sconto, infatti, sarebbe valido solo per i clienti di Agsm Aim – sottolinea Colombara – mentre gli azionisti di questa azienda sono tutti i cittadini e quindi tutti i vicentini hanno diritto a sfruttare gli utili imprevisti dell’azienda

di euro. Il gruppo “Grande Vicenza”, composto in gran parte da esponenti che hanno lasciato in primavera il Pd, ipotizza che questi maxi profitti siano di 20-25 milioni di euro. Con una parte di questi soldi – argomentano – si può creare un fondo di sostegno alle famiglie per

Il caso. Com’era previsto, anche a Vicenza si fa sentire la crisi. Ma da più parti si cercano strade per mitigarne l’impatto

È la Confartigianato che lancia il più acuto grido di dolore: “La situazione – sottolinea il presidente Gianluca Cavion – diventa di giorno in giorno sempre più insostenibile anche perché nel nostro Paese gli aumenti dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è più elevato rispetto al resto dell’Unione europea: + 85,3% a luglio 2022 rispetto a dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona, del +1 8,1% della Germania e del +8,2% della Francia”.

Il Veneto, sottolinea sempre la Confartigianato, è la seconda regione dietro alla Lombardia in cui il boom dei costi dell’elettricità per le Mpi con consumi fino a 2000 magawattora, nell’arco di un anno supera il miliardo di euro. Per l’esattezza 2,1 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente, con settori quali vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica, alimentare tra i più colpiti.

La Confartigianato denuncia una situazione insostenibile per le imprese. In città l’opposizione ipotizza la creazione di un fondo con gli utili di Agsm Aim. Da palazzo Trissino replicano: “Strada impercorribile, pensiamo a sconti sulle bollette”

A Vicenza, se le bollette sono calde il dibattito sui rimedi da trovare lo è perfino di più L’opposizione di centrosinistra propone di prelevare i fondi necessari dagli extra profitti che Agsm Aim sta già incassando quest’anno con la produzione di energia, perché Agsm Aim non solo acquista gran parte dell’energia, ma la produce anche per 1 60milioni

P erfino la cultura, che tanto ha sofferto con la chiusura delle sale per il covid, deve combattere un nemico ancora più infido per i suoi bilanci: le bollette astronomiche. Al teatro comunale hanno fatto i conti: i costi saliranno del 70%. Purtroppo la stessa musica risuona ovunque: nei bar, nelle imprese, nelle famiglie. Il Codacons ha fatto anche i conti: l’aumento dei costi per famiglia si aggira sugli 800 euro.

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Francesco da Schio, agronomo che sostiene l’agroecologia: questa disciplina consente anche di risparmiare acqua

Attualità

raccolto, l’utilizzo (e quindi la commercializzazione) di trattori sempre più ingombranti (e costosi), fino alla competizione tra aziende e gli stessi agricoltori”. Ma in che cosa consiste l’agroecologia, che farebbe risparmiare fino a due terzi di acqua, oltre che, come vedremo, accedere a finanziamenti pubblici? Si tratta semplicemente di non intervenire brutalmente sui terreni arandoli sempre più in profondità con trattori-mostro, ma lavorandoli a secco, senza rivoltarli ogni sei mesi. Rendono di meno? Certamente, e in particolare i primi 3 anni, così come servirebbero attrezzi che l’industria non ha ancora interesse a realizzare. Ma la differenza di resa per ettaro sarebbe ampiamente compensata dai risparmi sui costi (60 litri di gasolio per ettaro per 6-7 ore di irrigazione) e dai contributi dell’Unione europea e della Regione Veneto. Se si pensa che servono circa 1 00 litri complessivi di gasolio per lavorare un ettaro, senza contare l’ammortamento dei mezzi, tenuto conto che i contributi possono arrivare fino a 400 euro per etta-

Silvio Scacco

Il caso. L’agronomo Francesco da Schio spiega la sua ricetta: “Rispettare la terra, l’ecosistema ha bisogno di equilibrio”

ro, si conclude che l’agricoltura condotta con criteri ecologici può permettersi di perdere il 30-40% della resa. Ad esempio, il frumento pre-guerra Ucraina viaggiava a 20 euro a quintale: se una resa media per ettaro è di circa 50 quintali, con 3-400 euro di contributi si avrebbe il 30% di resa Altrogarantita.caposaldo dell’agricoltura eco consiste nel non lasciare mai il terreno scoperto, a subire l’erosione o le intemperie: la ricetta per difendersi dalla siccità, da Schio la sperimenta direttamente sui suoi terreni e ha come formula il 3x6. In tre anni ruotare sei colture per non lasciare mai esposta la terra e limitare quindi la Questesiccità.buone prassi, Da Schio le porterà anche al Festival dell’agricoltura, ottava edizione, forse unico evento a livello nazionale sul tema Fasolo.Andreapresenti28propromossodell’agroecologia,daComuneelocodiBressanvidodalsettembreal5ottobre,luminaricomeSquartinieAndrea

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“Quest’anno il mio vicino ha irrigato sei volte io soltanto due. È il frutto della agroecologia: far respirare la terra, senza ararla brutalmente, senza puntare sulle quantità e sull’utilizzo di trattori enormi”. Un convegno di alto livello a Bressanvido tra fine mese e inizio ottobre

Hai un vecchio bagno che non ti piace più e vuoi rifarlo ma non sai da dove cominciare? Gli interventi di ristrutturazione a volte possono diventare dei veri e propri problemi … soprattutto se non ci si affida a dei seri professionisti …

L a siccità nei campi? Con un po’ di lungimiranza non sarebbe così devastante. Il rimedio si chiama agroecologia: rispettare la terra per darle la possibilità di vincere la stagione più critica. Ne è convinto Francesco da Schio, agronomo di lungo corso, puntanosonoinonnostra–“Neil’1partemacchinarimicheassurde,spasmodiacqua.quandogononuscoliterreno,lavoraovvero5%tantoinerte,datasiaunaduttivo,Perchélocosabriohannolaspasmodicotamentosempreanni?terrabiato“Mamangafareunlavorarelaquestogaha“Ilconservativa.tecnicaapplica147Ca’nelunPettorinavente”,dell’associazionepresidente“Suolovi-titolaredell’aziendaaVilladose,conelegantepuntovenditapalazzodifamiglia,lad’oro,incorsoPalladioaVicenza,chedaannisuisuoiterreniladell’agricolturamiovicinoquest’estateirrigatoseivolte–spie-–iodue”.Basterebbegiàdatopersuffragarebontàdellasuascelta:permantenereecosistemaequilibrato,inmodochelaterrari-viva.nonvedecomeècam-ilcoloredellanostrainquestiultimi20-30Dascuraèdivenutapiùchiara.Losfrut-intensivo,l’usodellachimica,lavorazionescriteriata,spezzatounequili-preziosoefertile”.ChesiaaccadutodaSchiospiegaconinumeri.unterrenosiapro-occorrerispettarecorrettacomposizionechimicachebiologica,daun45%dimateriale25%diacqua,altret-diariaeunpreziosodisostanzeorganiche,lamicrofaunachecostantementeilproducendomi-cunicolichefun-darecettoridiariae,arriva,dipreziosaDopo40-50anniagricolturaportataalloconpianificazioniconcimazionichi-esasperate,trattoriepesantissimi,laorganicaèbensotto%.nostriistitutiagrarisegnaladaSchio–nellauniversitàpadovanasiinsegnaarispettareterreni.Evidentementecialtremotivazionichesullaquantitàdel

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Meno chimica, si vince anche la siccità

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Poi ha insistito sulla necessità di trovare una mediazione, tentando di salvare il Palakiss vicino alla Fiera, che negli anni è diventato un’altra mini-fiera che vive autonomamente e che adesso dovrebbe essere sacrificato alle ragioni ferroviarie.

A

Siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è più saggio, il sindaco ha cominciato a tirare il freno d’emergenza nei confronti di un treno che correva troppo. Ha chiesto quattro mesi per verificare la rispondenza dei disegni dell’alta velocità alle indicazioni del Consiglio comunale di cinque anni fa. Finché, all’ultima che ha scoperto s’è davvero arrabbiato, lui che di carattere è calmo e paziente. Ha scoperto che degli espropri sono stati avvisati i vicentini con un’inserzione sul giornale locale a Ferragosto. “Un comportamento superficiale e sostanzialmente scorretto”, ha commentato in sostanza il sindaco. Il rischio è che i 60 giorni per le opposizioni partano da Ferragosto, mettendo in sera difficoltà i cittadini. Primo perché non è detto che un’inserzione sia un modo sufficiente per avvisare che ti buttano giù la casa, secondo perché non è neanche detto che si debba leggere il giornale locale. Anzi. “Voglio difendere Vicenza – ha tuonato Rucco –Su espropri e risarcimenti non accetto avvisi di nascosto. Si devono informare correttamente i cittadini e poi trattare”. Ha già annunciato che convocherà un’assemblea pubblica sull’alta velocità. Comunque, la partita è aperta e siamo solo alle prime battute.

Serve sempre ricordare che si parla del tratto fra Verona e il “bivio Vicenza”, sostanzialmente fino a Ponte Alto, lungo 44 chilometri per il quale è prevista una spesa di 2.7 miliardi di euro, al lordo di quello che potrà succedere con i rincari di prezzi e materie prime. E quello dei costi non sarà un aspetto secondario. Anzi, è facile prevedere che sarà Mdoloroso.alepolemiche si sono accese appena si sono cominciate a scorrere le 2.400 tavole che il consorzio Iricav 2, di cui è general manager l’ing. Paolo Carmona, romano di 52 anni, ha messo a disposizione dei cittadini. Apriti cielo! I vicentini si sono accorti che dovranno essere abbattutti volumi di fabbricati pari a un campo di calcio. E, a proposito di terreni di gioco, il consorzio vuole vendere anche il campo dei Ferrovieri. Inoltre, s’è scoperto che il filobus da Ponte Alto a Vicenza est – una realizzazione che sarà finanziata proprio dai soldi per l’alta velocità – si mangerà un centinaio di parcheggi per le auto. E qui hanno cominciato a stracciarsi le vesti in molti, a iniziare dall’associazione commerCcianti.his’è trovato nella bufera naturalmente è stato il sindaco che ha dichiarato e ribadito un concetto fondamentale: “Non sono un No Tav, ma diamine, almeno un po’ di rispetto”. S’è inalberato

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voler parafrasare il titolo di un celebre libro di Gadda, quello dell’alta velocità a Vicenza è davvero un “pasticciaccio brutto”. O, se preferite qualche altra citazione in tema, guardate al sindaco che a volte veste i panni del “temporeggiatore”, come Quinto Fabio Massimo con il temibile Annibale e in altri momenti quelli di Achille, in quanto accecato da un’identica ira.

Il sindaco Francesco Rucco, l’ing. Paolo Carmona, general manager di Iricav 2, e l’immagine di un Frecciarossa

Appalti, parcheggi persi, espropri, abbattimenti, mezzi silenzi, inserzioni. Il confronto con il consorzio diventa caldo. Il sindaco promette un’assemblea pubblica che sarà infuocata. La partita è aperta e siamo soltanto alle prime battute

Con gli appalti vicentini aggiudicati (gli ultimi per 166 milioni) sembrerebbe che il Grande Disegno ferroviario abbia finalmente imboccato la strada per trasformare i progetti in realtà. Vale sempre la pena di ricordare che l’attraversamento di Vicenza blocca da trent’anni l’alta velocità tra Milano e Venezia. E con i guai che sono sorti, ma soprattutto le polemiche che ne sono scaturite, il rischio di incontrare altri ostacoli è reale.

Quel “pasticciaccio” dell’alta velocità

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Il caso. Il sindaco diventa “temporeggiatore”, poi s’arrabbia come il proverbiale Achille con l’Iricav che progetta e appalta

sui Ferrovieri, giurando che prima di vendere il campo da calcio dovranno passare sul suo corpo.

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fronti caldi: la presenza, per esempio, di un’estesa area di para schiavismo (si pensi in conosciutaintollerabileodelallaagricolturaraccoltapomodorodegliagrumi)eda

ispecie contributiva. Va detto che l’aggravio a carico delle imprese per un salario minimo orario fissato a 9 euro l’ora è stato stimato in 6,7 miliardi di euro di costi in Mapiù. in nessun altro Paese come l’Italia la frattura tra garantiti (protetti da leggi e sindacati) e non garantiti (esposti alle turbative di mercato e ai rischi conseguenti) è più

Ma sono due elementi che inducono la più vasta distorsione di mercato rilevata. E Dunque,dunque?se si vuole introdurre il salario minimo legale, sarà necessario prevedere, insieme ad esso: a) una differenziazione territoriale nei salari che risulterebbe una misura equa in considerazione del diverso costo della vita nelle varie zone d’Italia; b) una differenziazione nei salari legata alla competitività; c) un regime straordinario di controlli a tappeto per le imprese (ovunque esse siano ubicate) scovando e sanzionando pesantemente la pratica molto comune della sotto dichiarazione delle ore lavorative.

Il dibattito. Si devono evitare le controindicazioni già emerse in Germania: in Italia servono tre correttivi

E

Il salario minimo è un’idea positiva ma si deve differenziare per regione

È sul fronte dei possibili effetti negativi che le opinioni di molti economisti divergono. La Germania ha adottato il salario minimo legale nel 2015, per cui si indicano tre effetti perversi: 1) Le imprese potrebbero scegliere di scaricare il maggior costo sui prezzi finali (con aumento dell’inflazione); 2) Le imprese non strette da controlli serrati potrebbero aumentare le ore effettive rispetto alle ore previste (ti pago sette ore ma tu ne fai nove); 3) Le imprese che non reggono l’aumento potrebbero o chiudere l’attività o aumentare la loro propensione all’evasione, in

levare a un livello decente i salari dei lavoratori peggio pagati e scoraggiare la concorrenza delle imprese che si affidano alle bassissime retribuzioni per creare il proprio margine operativo sono due elementi che da soli motiverebbero la fissazione per legge di un salario minimo legale.

www.ilvicenza.com 15Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo NotiziarioEconomia

Altre due variabili da introdurre riguardano il legame con la competitività e i controlli serrati per evitare i soliti furbi

politici e sindacati; la presenza inoltre di una vasta area di imprese (soprattutto di quelle che utilizzano orari ridotti di lavoro) le quali sotto dichiarano stabilmente le ore di lavoro Entrambieffettive.questi fronti non dipendono causalmente dall’assenza di un salario minimo legale né trarrebbero beneficio alcuno dalla fissazione dello stesso per legge.

profonda; in nessun altro Paese i divari territoriali riferiti a occupazione, produttività ma anche al caro vita sono così ampi come da noi. Dunque la fissazione di una soglia minima unica, senza differenziazione alcuna, potrebbe introdurre effetti distorsivi iniqui tali da vanificare la positiva volontà del legislatore. A meno che non vengano aggrediti altri

Giuseppe de Concini

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Cambia il comandante provinciale dei carabinieri: il col. Bianchi è andato al Coespu e al suo posto c’è il col. Giuseppe Moscati. Giunti in poco meno di due anni 116 carabinieri a Vicenza. Per la polizia locale nuovi 17 agenti e tre nuove

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Il personale. Nuovi militari e agenti sia alla caserma di via Muggia sia in Comune. Gli organici si ampliano

Polizia locale e Cc: “Arrivano i nostri”

nel territorio. “L’obiettivo istituzionale, pragmatico e sostenibile è stato quello di rafforzare le compagnie”, ha sintetizzato IlBianchi.maggior afflusso di carabinieri è dovuto allo sblocco dei concorsi dopo molti anni, esattamente dopo che nel 2012 erano stati fermati. Anche se il numero di chi entra nelle scuole è sempre fisso, sono anche aumentate le domande di ammissione. Gli ultimi assunti nella polizia locale - spiega una nota del Comune - sono cinque donne e 12 uomini, con un’età media di 30 anni (il più giovane è un ventiduenne), entrati in servizio tra il 1° ottobre 2021 e il 1° agosto di quest’anno. La maggior parte ha già partecipato alla formazione obbligatoria, gli ultimi assunti la stanno svolgendo in questo periodo; vengono impiegati prevalentemente nell’attività su Intantostrada.trenuove auto sono state assegnate alla polizia locale per potenziare il parco mezzi composto complessivamente da 23 autoveicoli.

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Si tratta di tre Jeep Renegade 1.3 turbo ibride (benzina/elettrico) con tecnologia plug-in che l’amministrazione non ha acquistato, ma ha preso a noleggio a lungo termine (60 mesi) per una percorrenza complessiva di 125 mila chilometri, grazie all’adesione all’accordo quadro disponibile nel mercato elettronico di “AbbiamoConsip.inprevisione di assumere altri due nuovi ufficiali - spiega il sindaco Rucco - e stiamo programmando anche l’assunzione di agenti per sostituire i pensionamenti. Intanto nuove iniziative in collaborazione con le forze dell’ordine verranno realizzate in settembre”.

C

Un’immagine dei giovani carabinieri giunti a Vicenza e i nuovi agenti della polizia locale vicini alla jeep d’ordinanza

arabinieri da un lato e polizia locale dall’altro aumentano gli organici. Al comando provinciale dell’Arma di Vicenza sono arrivati 54 nuovi carabinieri, freschi di scuola, 13 dei quali donne. Alla polizia locale sono 17 gli agenti complessivamente entrati in forza, dopo aver partecipato al concorso del Comune, la cui graduatoria è stata esaurita con le ultime cinque assunzioni. Ora la polizia locale del capoluogo ha un organico di circa 120 uomini. I carabinieri, dal canto loro superano i 650 uomini in tutta la Laprovincia.nuova assegnazione di militari, la maggiore percentualmente nel Veneto, è per così dire l’eredità che il colonnello Nicola Bianchi lascia al suo successore, il col. Giuseppe Moscati, 45 anni, fresco di promozione, romano come Bianchi, proveniente dal comando di battaglione della scuola marescialli di Firenze. Il col. Bianchi è stato trasferito al comando dipartimento e studi del Coespu alla caserma Chinotto. Ha commentato: “Sono contento per il tipo di incarico e per il fatto che resto a Vicenza, città che ha un’altissima qualità della vita. Ed è anche, giustamente, molto esigente in fatto di sicurezza”. I nuovi carabinieri fanno seguito ai 62 che sono arrivati nel novembre del 2020 in via Muggia. Quasi la metà dell’ultimo contingente, cioé 23 su 54 militari, sono assegnati all’Alto Vicentino, alle compagnie di Thiene e Schio. In tutto, quindi, in meno di due anni sono giunti a Vicenza 116 carabinieri, il che vuol dire quasi il 20% rispetto agli oltre 600 che fanno parte del comando provinciale, dei quali 200 nell’Alto Vicentino, al lordo di trasferimenti e pensioComenamenti.ha spiegato il colonnello Nicola Bianchi, per l’assegnazione sono stati tenuti presenti due criteri: rimpiazzare chi era andato via, cioé coprire i buchi, e fronteggiare le difficoltà locali determinate dai reati commessi

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L’università a Vicenza è nelle sue mani Università

L’università punta a raddoppiare i 4000 studenti attuali. Gli investimenti di Padova e quelli del ministero

Francesco Rucco), il commercialista Roberto Valentino e Antonio Girardi hanno votato per sfiduciare il presidente. È di tutta evidenza che il Comune, Camera di commercio e Confindustria si sono ritrovati su fronti opposti, ma nessuno vuole parlare di “scontro”, anche se a palazzo Bonin Longare erano e sono tuttora convinti che Carraro dovesse rimanere al suo posto. Com’è noto, dietro quella votazione ci sono mesi di attriti, l‘accusa di accentrare le decisioni e la questione spinosa della mensa da realizzare: in viale Margherita, come voleva anche il presidente, oppure nell’ex caserma Borghesi, come pensa il sindaco? In una sede privata da acquistare o in un luogo pubblico da risanare finalmente dopo decenni di abbandono?

È uno dei nodi che dovrà sciogliere Girardi, che dovrà anche rassicurare, dopo il terremoto al ver-

tice, l’università di Padova che sullo sviluppo dei corsi a Vicenza (strutture e mensa) è pronta a consistenti investimenti. Altri investimenti, pari a 8 milioni di euro, sono stati destinati al Dtg già nel 2018 dal ministero. Inoltre, Girardi dovrà condurre in porto la tormentata vicenda dello studentato che è ancora chiuso dopo le lesioni determinate dal terremoto in Emilia del C’è2012.di più. L’università a Vicenza, partita nel 1990 con poche centinaia di iscritti, adesso è un pianeta da 4000 studenti e punta al raddoppio. Uno dei passi in avanti è l’apertura dei corsi di design grazie all’accordo con lo Iuav di Venezia. I corsi sono in partenza, per il momento parcheggiati in viale Margherita: la nuova sede a San Biagio, grazie a un investimento di 1 milione e mezzo del Comune, arriverà nella prima metà del 2023.

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Deve risolvere vari nodi: tranquillizzare Padova, la nuova mensa, lo studentato e lo sviluppo dei corsi. Questo autunno iniziano quelli di design.

L

A FIANCO: Antonio Girardi, attuale presidente della Fsu

’università è nelle sue mani. Quelle di Antonio Girardi, settantenne di stile ed esperienza. Sarà lui a gestire, per ora con mandato temporaneo, la Fondazione studi universitari dopo le traumatiche dimissioni di Mario Roberto Carraro, sfiduciato dal Comitato esecutivo nella decisiva riunione di luglio, con tre voti contro due. A Girardi è stato affidato l’incarico di traghettatore nella sua veste di vicepresidente, ma sono in molti a preconizzare per lui un futuro da presidente a tutto tondo. Per due motivi, anzi tre: il tratto signorile e la capacità di mediazione, la competenza, la sua conoscenza del territorio e degli Girardiimprenditori.haunpassato da direttore del Centro per la produttività veneto, poi intitolato a Giacomo Rumor che da decenni è un motore d’innovazione per le imprese vicentine. Era stato scelto negli anni Ottanta dall’allora presidente Danilo Longhi, con cui Girardi ha sempre avuto grande affinità. Dalla sua, l’attuale presidente della Fsu ha anche un’importante esperienza negli organi di vertice del Cuoa, dove è entrato nel 2013 assieme al presidente Matteo Marzotto su designazione della Camera di Anchecommercio.alla Fondazione studi universitari Girardi è arrivato su designazione dell’ente presieduto da Giorgio Xoccato, industriale di Schio e quindi concittadino dell’attuale presidente di Confindustria, Laura Dalla Vecchia. Ma proprio sul caso-Carraro, Confindustria s’è trovata su un versante opposto a quello degli altri soci, perché Marco Paolo Rossi, nominato nel Cda della Fondazione a rappresentare appunto gli industriali vicentini, ha votato a favore della permanenza nella carica di Carraro. Viceversa il fronte costituito da Arrigo Abalti (uomo di fiducia di

Il personaggio. Antonio Girardi è diventato presidente dopo il caso Carraro. Ma ha tutte le carte per restarci a lungo

La conclusione?

“F inalmente faccio le cose che ho sognato tutta la vita”. Aldo Cibic, 67 anni, titolare di uno studio di architettura a Shanghai dove vive da tre anni, è tornato per pochi giorni a Vicenza, città in cui è nato e ha vissuto. Cresciuto professionalmente con Ettore Sotsass, ha insegnato allo Iuav di Venezia e adesso è professore di “urban studies” all’università di Tongji di Shanghai, la prima università delle 31 che conta la megalopoli cinese da 18 milioni di abitanti e la ventesima in Cina.

Esempi virtuosi da cui prendere esempio ce ne sono? Cortina ti lascia a bocca aperta. La manutenzione di prati, marciapiedi, bidoni della spazzatura, che hanno piccoli casotti per cui non vedi rifiuti in giro, è impeccabile.

Lei che giudizio dà di Vicenza?

Faccio un esempio. Ricorda i giardinetti delle stazioni, la vaschetta con i pesciolini? Era un vanto del capostazione avere la panchina, il giardinetto e i pesci tenuti bene… Ricorda i giardini ad Asiago o a Canove con il ghiaino, tenuti bene?

un gioiello. Ero lì un sabato a mezzogiorno con un raduno di motociclisti in centro, autorizzato dal sindaco, che producevano un rumore pazzesco… Ma quali sono i motivi di questi comportamenti?

IN FOTO: Aldo Cibic, architetto che insegna “studi urbani” all’università Tongji di Shanghai

La morale qual è? Metti insieme tutte queste osservazioni e ne esce l’immagine di persone che non hanno amore per la cosa pubblica. Mica da oggi, eh? Invece le case private sono tenute molto bene.

La Cina ha costruito talmente tanta cultura che qualsiasi cosa possa succedere questa cultura resterà sempre lì, è un patrimonio. Lo stesso vale per l’Italia: qualsiasi persona vada al governo, qualsiasi danno possa fare, l’Italia resterà sempre un sogno.

Naturalmente, perché tutta la nostra bellezza è incancellabile. Il problema materiale è di chi gestisce, se è cosciente o meno di quello che dovrebbe gestire. Chi passa deve decidere cosa riesce a fare, se cioé questa bellezza la vuole mantenere o lasciarla abbrutire.

• “Campo Marzo e il Moresco sono indecenti”

• “Ormai ci sembra un gioiello il Villaggio del Sole”

Parliamone È una porta della città: le hanno provate tutte, anche molti anni fa l’assessore Lazzari, ma resta una schifezza. L’altro giorno stavo per investire uno che attraversava: con l’erba alta neanche l’ho visto.

• “Questa bellezza si vuole tutelare o no?”

Cos’è che non le piace di Vicenza? È una lista lunga. Viale Milano l’ho sempre vissuto come se un padre abbia un figlio drogato e non gliene freghi niente. Se tu sai che ci sono persone che affittano appartamenti grandi per metterci dentro trenta extracomunitari e guadagnare di più, come puoi meravigliarti che l’area si degradi? È l’ipocrisia della provincia: tutti lo sapevano. Lo vede anche il sindaco come si produce il degrado.

Come vede la città sotto il profilo urbanistico? Male. All’ex fornace Lampertico c’è un bellissimo edificio recuperato, quello in curva, poi l’isolato all’interno è un disastro. Non c’è neanche verde. Ho gioito ieri quando ho visto Pasqualin che mette il verde in contrà Battisti fuori dal suo negozio. È il gesto di un cittadino che mostra la volontà di esistere. E di resistere.

Il personaggio. Aldo Cibic, professore alla Tongji, la più importante università di Shanghai, giudica la sua città

In questo lavoro servono più architetti, urbanisti, ingegneri, paesaggisti?

Certo che no, è un problema italiano. Prenda Asolo, che è

Vicenza, quindi, è un sogno?

• “Qui non si ha amore per la cosa pubblica”

lui va bene così, oppure vorrebbe fare qualcosa e non ha la struttura? O nemmeno gli interessa?

Il negozio di Federico Feriani è uno dei luoghi lodati da Cibic per attenzione al decoro della città

Mettersi a studiare e risolvere pezzo per pezzo. Capire quanti soldi hai e come li destini luogo per luogo.

Asiago era molto più dignitosa di Quindiadesso.non è un problema solo di Vicenza…

Prima di tutto l’educazione. La Francia è tenuta molto meglio dell’Italia: quando passi Mentone cogli subito la diversità. Parigi poi è una schifezza, ma è un altro discorso.

• “Viale Verona è un guaio che non si risolve”

In linea di principio, il sindaco Mi piacerebbe chiedergli: a

• “Il mio edificio nel parco è ridotto una schifezza”

Parlavamo di urbanistica Le sembra che i Pomari siano un esempio di recupero urbano, di sviluppo? Al confronto è bello il Villaggio del sole che quando ero bambino ci sembrava indecente. Invece ha le piante, il verde…

Antonio Di Lorenzo

“Vicenza è un sogno, ma va curata di più”

Lei guarda Vicenza da lontano, per così dire, con l’esperienza della cultura cinese. Che effetto le fa?

Mi disturba l’incuria. Quando passo in contrà Battisti e vedo il marciapiede malandato oppure vedo com’è tenuto Campo Marzo… In quel parco ho fatto più di dieci anni fa anche un piccolo progetto per la biblioteca: adesso è un letamaio.

Servono le motivazioni. Tutti possono dare una mano, ma serve mettersi attorno a un tavolo e chiedersi: cosa possiamo fare perché questo torni un bene di qualità? Non è una questione di destra o sinistra. Dobbiamo capire che abbiamo una città meravigliosa e che dobbiamo mettere a posto. Cosa dobbiamo imparare dalla Cina?

Non voglio essere banale, ma la domanda è inevitabile: cos’è che manca a una città come Vicenza perché sia tenuta meglio? È un problema di bilancio, di persone, di organizzazione, di costi? Chi è il responsabile dell’immagine generale?

E le pare poco? Bisogna prendersi cura di quello che c’è. Una volta lavoravo con Sotsass in Germania e io immaginavo di intervenire qui, là, su, giù ma lui mi ha detto: metti a posto la facciata. Basta così. Non c’è bisogno di fare il fenomeno.

Insomma, c’è da fare manutenzione

Ce l’ha un’idea per migliorare Vicenza?

Noi siamo convinti di essere una società di diritti, invece esistono i doveri. Loro lo sanno e lo vivono. E poi la Cina ha la curiosità, mentre gli Usa non sono più curiosi, bensì arroganti. Sono finiti.

Onestamente credo che nessuno, tantomeno lui, voglia una città brutta. E penso che si dia da Mafare.vedo tanta incuria e vorrei capire perché accade. È chiaro che in Cina la manodopera costa molto meno di qua, però serve organizzazione, pensiero, gestione. Anche in India sono tanti, ma è sempre brutta uguale.

Lei è nato qui: ha visto peggiorare nel tempo questa situazione o è tipica di questo momento?

Campo Marzo è sempre una ferita aperta Ho visto il Moresco: era bellissimo mentre adesso è indecente. Ma perché? Se governi la città sarai contento che i tuoi cittadini e i tuoi ospiti abbiano posti eleganti, tenuti bene. Vogliamo parlare di viale Verona?

• “Non è soltanto un problema di Vicenza”

www.ilvicenza.com20 L’intervista

Fa ancora dolci?

“Conosco Galliano Rosset e Vico Calabrò.”

Autodidatta, ha portato avanti la sua passione per l’arte in parallelo con il lavoro nel celebre negozio. Adesso s’è convertito dall’incisione classica a quella “sostenibile”, senza tossicità per l’ambiente. Amico di Galliano Rosset e di Vico Calabrò, è anche un suonatore di mandola.

Lei ora è in pensione, ma quando stava dietro al bancone di cosa si occupava?

A

Ha qualche collega con cui si confronta?

Come si è appassionato all’incisione?

“Per lo più cioccolateria, gelateria e bar.”

www.ilvicenza.com 21Arte & artisti Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario

“Sono autodidatta. Nel corso del tempo arrivapoileimprescindibi-componentesolo.honequalchepartecipatohoalezio-specificamaimparatodaL’unicaèl’impegno,coltempotutto.”

“Non mi piace separarmi dalle mie opere. L’incisione è perfetta: una volta incisa la lastra, questa diventa la matrice e si possono fare tutte le copie che si vogliono.”

contrasti cromatici… e che libidine!”

“L’arte è arte, ho le mie simpatie ma mi piace tutta.”

Ma perché proprio le incisioni?

“Da solo attraverso i libri. Quarant’anni fa internet non c’era.”

“Da qualunque cosa: muri, giornali, opere d’arte, chiese, fotografie ecc. Il mio lavoro spesso consiste nel prendere ciò che già c’è e rielaborarlo invecchiandolo e distanziandolo nel tempo.”

Chi le ha insegnato ad incidere?

Caldogno chiunque conosce la pasticceria e gelateria Stegagnolo di via Risorgimento, di cui i titolari sono Cristina e Giuseppe. Ma Ettore Stegagnolo, 73 anni, è celebre anche per i suoi quadri e le sue incisioni. Non ha mai venduto i suoi lavori per trarne un profitto. Sente la necessità di sperimentare, di ricercare negli inchiostri, nelle carte, nelle immagini il senso del tempo che passa e che lascia i suoi segni. Finisce così? No di certo, Ettore ha un altro grande hobby: nelle pause, per scegliere il prossimo soggetto, si siede, imbraccia la sua mandola e comincia a pensare.

“Ho iniziato con l’acquaforte. Nel 2019 però ho cominciato

“No, ora non più. Li ho fatti per tanti anni e adesso mi dedico a tutto quello che non sono riuscito a fare in quel tempo.”

Roberto Meneghini

Mi servo di una ricetta a base di sale da cucina e solfato di rame, un fungicida usato anche in agricoltura e non tossico per l’ambiente.”

La sua tecnica?

La sua arte preferita?

“I simboli di devozione popolare mi intrigano molto ma in generale non ci sono soggetti specifici. Quello che conta per me è la rielaborazione. Se riesco a trasmettere un’idea di antichità, di lontananza nel tempo che unisce ciò che era con ciò che è sono soddisfatto. Infatti, una delle cose che più mi piace incidere e stampare sono i fossili. Ne faccio letteralmente di tutti i colori.”

Da cosa tra ispirazione?

Il personaggio. Ettore Stegagnolo di Caldogno è celebre non solo per i dolci ma anche per le sue doti artistiche Il pasticcere pittore che incide “no tox” Un’incisione di Ettore Stegagnolo, pasticcere e artista e, in basso, una sua foto 105x24527 • Progettazionediinterni • Fornitura superfici gres, legno, resine e resilienti • Consulenze globali • Arredi e complementi • Ristrutturazioni complete • 1.000 mq di spazio espositivo Consulenze BONUS FISCALI Servizi CHIAVI IN MANO per Appuntamenti con Dedicato:Consulente 049 8929200 IMMAGINA NUOVI MODI di ABITARE… srl Piazza dell’Artigianato, 8 • Abano Terme (PD) commerciale@euganeaservices.it www.euganeaservices.it DOPO Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24 Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel cuore della gente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 famiglie raggiunte. Ogni mese nelle case di oltre 43.000diFamiglieVicenza ilFotografa QR code e l’ultimoascolta Notiziario

Vede l’arte persino nei dolci?

Che soggetti preferisce?

A proposito di ricette, quale dolce le preparare?piace pamente“Indubbia-lazup-inglese:bei

“Certamente, la nostra pasticceria è stata la prima in questa zona del vicentino a creare torte e uova di Pasqua con disegni e immagini. Tutti rigorosamente fatti a mano.”

ad interessarmi all’incisione sostenibile perché ho sempre saputo che la tecnica tradizionale, che pure ho praticato per anni, è molto tossica. Ora sono un cultore dell’incisione “no tox”, tecnica messa appunto da artisti, incisori e ricercatori.

sito archeologico di Mystras, a pochi chilometri da Sparta. Abbiamo avuto giusto il tempo di lasciare bici e borse sotto l’acqua e ci siamo riparate in una chiesa di epoca bizantina di Agia Sophia. È stato molto suggestivo. Una notte, invece, abbiamo rischiato di dormire dentro una chiesa. Non avevamo una prenotazione per la notte, il sole stava calando e faticavamo a trovare una camera disponibile Come avete risolto?

www.ilvicenza.com22

Porto Kagio villaggio sul mare

Quali luoghi vi sono piaciuti di più?

Le gemelle in bici girano la Grecia

L’impresa. Per Francesca e Claudia Zaltron di Vicenza un viaggio in solitaria nel Peloponneso: 900 chilometri in 14 giorni

Siamo state sorprese da un acquazzone mentre stavamo pedalando per raggiungere il

F

rancesca e Claudia Zaltron sono due gemelle speciali. Le unisce una grande passione per il ciclismo che quest’estate le ha portate in Grecia per un viaggio di 900 chilometri lungo le strade del Peloponneso. Un’avventura al femminile documentata, giorno dopo giorno, nel loro profilo “rid_her” su Instagram. Qui raccontano le loro avventure ma soprattutto il mondo del ciclismo femminile: “Il nostro obiettivo –spiegano – è ispirare sempre più donne ad avvicinarsi a questo Vicentinesport”.di31 anni, Francesca e Claudia hanno intrapreso percorsi di studi e impieghi molto lontani dal ciclismo: Francesca ha studiato economia e ha vissuto, studiato e lavorato a Parigi, Venezia e New York, mentre Claudia ha studiato giurisprudenza a Bologna con esperienze all’estero, in Canada e poi a Bruxelles. A riunirle ci ha pensato la bicicletta.

Adoriamo la Grecia dove abbiamo trascorso molte estati e adoriamo andare in bici. Così abbiamo provato a mettere insieme le due cose, elettrizzate dalla curiosità di cosa ne sarebbe risultato.

Abbiamo pedalato 12 giorni su 14 di viaggio, percorrendo 900 km e 15.000 metri di dislivello. Nel Peloponneso non esiste pianura.

Come vi siete allenate per l’impresa, c’era un transfer per i bagagli?

Quali difficoltà avete incontrato lungo il percorso e come le avete superate?

ponte; infine Mystras seconda città per importanza dopo Costantinopoli nell’Impero Bizantino, a pochi chilometri da Sparta, un vero e proprio museo a cielo aperto.

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Sara Panizzon

Il ciclismo per noi è diventato uno stile di vita, un modo per scoprire il mondo che ci circonda ed imparare a conoscerci e guardarci dentro. Come è nata l’idea di questo viaggio insieme e perché proprio la Grecia?

clisti amatoriali, in parte per sopperire a problemi di articolazioni e ginocchia che iniziavano a farsi sentire.

Francesca e Claudia Zaltron in un’immagine a riposo e in un’altra durante una pausa del loro giro Peloponnesonel

Turismo & sport

In totale quanti km avete percorso?

Quando vi siete appassionate di ciclismo?

Siamo sempre state molto sportive e appassionate di corsa a piedi, sci e nuoto. Abbiamo partecipato ad alcune gare podistiche, principalmente mezze maratone, tra le quali la Nyc Half Marathon e la Mezza Maratona di Bruxelles. Ci siamo avvicinate al ciclismo nel 2016, in parte perché spronate dai nostri genitori, entrambi ci-

Pedalando! Abbiamo raggiunto la città più vicina che distava 30 km. e 500 metri di dislivello. Grazie a un signore del luogo, abbiamo trovato una camera quando le speranze iniziavano a scarseggiare.

Ci piacerebbe esplorare il Marocco in bikepacking. Abbiamo scoperto un modo di pedalare diverso da quello a cui eravamo abituate, un perfetto connubio tra utile e dilettevole.

nel comune di Mani con tre taverne, un’insenatura e qualche barchetta; il piccolo borgo di Aeropoli, a 255 metri di altitudine, che non arriva a contare più di 1000 abitanti, caratterizzato dalle costruzioni in pietra tipica e vicoli acciottolati animati dalle tante caffetterie, ouzerie e tavernette con musica greca; poi Monemvasia piccolo borgo medievale costruito su uno sperone di roccia immerso nelle acque del Mar Egeo e collegato al continente da un

Quale sarà la vostra prossima avventura?

Hanno coperto una distanza pari a quella tra Vicenza e Lecce, ma con un dislivello di 15 mila metri. Bagaglio ridotto all’essenziale: una volta hanno rischiato di dormire in una chiesa. Il prossimo obiettivo è il Marocco

Cosa rappresenta per voi questo sport?

Abbiamo curato molto il percorso da seguire e le prenotazioni alberghiere. Pedaliamo 4/5 giorni a riofornitonutonostroileauto:punto.mentovoro;compatibilmentesettimana,conilla-quindi,comeallena-eravamogiàabuonNessunappoggiodaeravamosolonoiduelebici.Cisiamoportateviaminimoindispensabileeilviaggioèstatososte-dasponsorchecihannoattrezzatureevestia-tecnico.

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Come e quando è nata la sua passione per la musica?

Sono nata in una famiglia molto legata alla musica. I miei nonni, così come mia madre, sono appassionati di canto, mentre mio padre è tra i fondatori del festival Vicenza Jazz. Ciò ha influito molto sulla mia passione per l’arte. Sin da bambina scrivevo poesie, cantavo e organizzavo spettacoli per la mia famiglia. Quando ha capito che sarebbe diventato il suo lavoro?

Il personaggio. La vicentina Linda Quero, in arte Shorelle, a 25 anni è una cantautrice di successo nel Paese orientale

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Quali difficoltà ha affrontato a inizio carriera?

Tra i suoi ultimi successi c’è la canzone “SphinX”, scritta per le cantanti di THE9, che ha venduto più di 600.000 copie nelle prime sei ore di debutto, stabilendo un record in Cina con la certificazione triplo-platino. Il suo prossimo obiettivo? “Affermarsi come cantante”.

Come sono nate le prime collaborazioni con l’Oriente?

giovani occidentali. Sono arrivata con un visto studentesco e poi ho trovato un’agenzia di talenti grazie alla quale ho ottenuto il visto lavorativo. Ciò mi ha permesso non solo di continuare a lavorare con la mia etichetta discografica, ma anche di iniziare ad insegnare cantautorato. Differenze culturali rilevanti? Il cibo. Hanno un’idea di salato molto lontana dalla nostra: o è tutto dolce o è tutto piccante. Abituarsi al cibo è ancora un’avventura. Altra differenza rilevante è l’attenzione che riservano all’estetica. Per esempio, nel distretto di Gangnam, dove vivo, c’è una vera e propria ossessione per la chirurgia plastica e per i marchi di lusso.

Spettacoli

formazione a Londra aell’ACM, The academy of Contemporary Music. La mia prima passione è sempre stata il canto, ma la svolta è arrivata quando mi sono avvicinata al musical imparando a cantare, ballare e recitare insieme. Queste basi mi hanno portata a seguire la strada del cantautorato e della scrittura di canzoni per altri artisti. È il mio lavoro attuale che comprende scrivere il testo, realizzare l’arrangiamento vocale e registrare tutto questo per dare al cantante una traccia di ciò che deve interpretare.

Vivo qui da due anni e mi piace molto: Seoul è una città vivace, piena di opportunità anche per i

Vicenza è stato il mio primo palcoscenico dove ho mosso i primi passi nel mondo della musica. La porto sempre nel cuore e ci ritorno per visitare la famiglia. Per quanto riguarda il futuro non faccio programmi. Ora mi trovo bene in Corea e domani chissà… Vado dove mi porta la musica.

È una star della musica in Corea del sud

Sara Panizzon

Linda Quero, in arte Shorelle, è una star della musica popolare in Corea

Ronelle, per esempio, è la personalità coinvolta nel brano “Sphinx” ed è una rapper molto arrabbiata; quindi, ho cercato di incanalarla mentre scrivevo rap. Sheena, invece, è una ragazza dolce che usa un “approccio più melodico” ed è emersa nella canzone “Vanilla” di Taeyeon. Scrivendo canzoni per gruppi musicali pensare a queste personalità mi aiuta ad assegnare ad ogni cantante un ruolo nell’interpretazione del brano. Per questo il K-pop è un genere perfetto per me perché unisce più stili musicali e voci in una sola canzone.

Ha iniziato studiando a Londra, poi s’è specializzata nella musica coreana. Un suo pezzo ha venduto 600mila copie in sei ore dal debutto. “Vicenza resta nel cuore e ci torno ogni tanto, ma ormai vivo in Corea”.

Quest’anno ho debuttato come cantante partecipando alla colonna sonora del noto serial televisivo “Now we’re breaking up” con la canzone “When we’re together”. Sto dando voce anche ad alcune colonne sonore di videogiochi e il mio obiettivo, ora, è affermarmi come cantante.

Il nome d’arte nasce dal mio stile di scrittura che ricorda il metodo di creazione di un musical: immaginare dei personaggi diversi, delle “nuove personalità”, da utilizzare in modo creativo per dare voce a sentimenti inespressi. Ne ho creati tre: Sheena, Ronelle ed Elle. Sono le tre identità che uso quando scrivo. La loro unione crea Shorelle.

Come emergono queste personalità nelle sue canzoni?

Progetti futuri?

Quando Linda è diventata Shorelle, perché ha scelto questo nome?

Terminati gli studi al liceo classico di Schio, ho vinto una borsa di studio per proseguire la mia

Sono sempre stata attratta dalla cultura orientale. Ho conosciuto meglio quella coreana iniziando a scrivere musica K-pop e mi ci sono immersa arrivando a Seoul.

scrivere alcuni brani di K-Pop, la musica popolare coreana, per la sua etichetta discografica. È stata la mia prima vera opportunità di lavoro nel mondo dell’industria musicale. Così, nel 2019, ho iniziato a scrivere canzoni non solo per artisti coreani, ma anche cinesi e giapponesi.

Dal 2021 vive in Corea: come è stato trasferirsi lì?

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oce potente, anima creativa e una dedizione per la musica che l’ha portata da Vicenza a Seoul, in Corea del Sud, alla conquista dell’industria del “K-pop”, la Korean pop music. Il suo nome è Linda Quero, ma all’estero è conosciuta come Shorelle. Venticinque anni, originaria di Monte di Malo, sin da piccola Linda ha trovato nella scrittura e nella musica i mezzi per esprimere la sua creatività in modo poliedrico. Talenti che ha coltivato prima studiando cantautorato a Londra nell’Acm, The Academy of Contemporary Music, la stessa scuola del celebre cantante Ed Sheeran, e in seguito arrivando in Corea del Sud nel 2021 per lavorare come compositrice, cantante e modella.

Oggi Linda collabora con artisti asiatici quali ITZY, Taeyeon, EXO, CIX, Oh My Girl, THE9, BonBon Girls 303, Rocket Girls.

Tornerebbe in Italia per fare musica?

Mi sono trovata a competere in un ambito internazionale. Ho dovuto studiare molto, scrivere tanto in inglese e poi in coreano, fallire con canzoni che non piacevano finché, dopo un anno dalla firma del contratto, ho scritto e cantato la colonna sonora del videogioco “Mobile Legends”, chiamata “Bang Bang”, diventata virale su Tik Tok.

Ero in Accademia a Londra quando il mio insegnante di cantautorato mi ha proposto di

e dopo il viaggio, offrendo spunti per riflettere sulla straordinaria ricchezza di informazioni che la relazione di Pigafetta ha consegnato Intantoall’umanità.procede l’organizzazione della grande mostra in Basilica che aprirà a dicembre e avrà come tema gli egizi. Sarà curata da Christian Greco, direttore del museo egizio di Torino, e ospiterà cinquanta pezzi del Louvre di RiecheggiandoParigi.la mostra sula “Fabbrica del Rinascimento” curata da Guido Beltramini, anche Greco mostrerà una fabbrica. O meglio, un villaggio. Quello di Deir-el-Medina, vicino a Luxor, nel quale vissero 500 artigiani e operai che realizzarono le tombe della valle dei re. Nel 1922, mentre Howard Carter stupiva il mondo con le meraviglie contenute nella tomba di Tutankhamon, l’archeologo francese Bernand Bruyere scoprì come vivevano gli operai che l’avevano costruita (anche se il primo scavo si deve all’italiano Ernesto Schiaparelli, nel 1905). Sarà questo “Villaggio del faraone” che Greco porterà a Vicenza, collocato nel 1 550 avanti Cristo. Ma non solo. Ci sarà la pianta della tomba di Ramesse quarto, un papiro del 1150 avanti Cristo che, come ha spiegato Greco, di fatto è il progetto architettonico antico al mondo, tremila anni pri-

È aperta a palazzo Montanari la mostra “Pigafetta e la prima navigazione attorno al mondo. Non si farà mai più tal viaggio” a cura di Valeria Cafà e Andrea Canova, organizzata da Intesa Sanpaolo. L’iniziativa, con il patrocinio del Comune di Vicenza, della “Cattolica” di Milano e del comitato nazionale dedicato a Pigafetta, è realizzata in occasione delle celebrazioni per i 500 anni del viaggio di Magellano (1519-1522) cui partecipò il navigatore e scrittore vicentino Antonio Pigafetta. L’esposizione ricorderà anche la tappa conclusiva della spedizione con il ritorno della nave “Victoria” in Spagna, avvenuto il 6 settembre La1522.mostra, nata dall’idea dell’associazione culturale “Pigafetta 500”, avrà come protagonista il manoscritto della relazione del primo viaggio attorno al mondo conservato alla biblioteca Ambrosiana di Milano, considerato il più antico testimone della versione originale redatta da Antonio Pigafetta (che è andato perduto) e diventato testo di riferimento per i nostri giorni. Il documento - dice una nota di Intesa Sanpaolosarà affiancato dalla preziosa carta nautica delle Indie e delle Molucche di Nuño Garcia de Toreno (1 522), proveniente dai Musei Reali di Torino, da esemplari di cartografia del XV e XVI secolo, antichi volumi a stampa e opere selezionate dalle raccolte della Bertoliana, del museo diocesano di Vicenza, da Venezia e da Reggio Emilia. In mostra oggetti particolari, come il mantello in pelle di guanaco, animale descritto da Pigafetta, sconosciuto agli europei, e preziosi materiali cartografici che permettono di ricostruire la conoscenza del mondo prima, durante

www.ilvicenza.com28 Cultura

avvenimenti. La rassegna sul navigatore a palazzo Montanari

ma di Palladio. La “Victoria”nave con cui Pigafetta ritornò 500 anni fa e Christian Greco direttore del museo egizio di Torino design per il fuoco Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24. Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel cuore della gente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 famiglie raggiunte. ilFotografa QR code e l’ultimoascolta Notiziario Ogni mese nelle case di oltre 43.000diFamiglieVicenza

Alle Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo ha portato la “Relazione” di Pigafetta dalla biblioteca Ambrosiana di Milano. Dal museo di Parigi arriveranno in città cinquanta pezzi per parlare degli antichi egiziani

Gli mentre Greco è al lavoro per la grande mostra

Finalmente Pigafetta torna a Vicenza e il Louvre degli egizi sbarca in Basilica

più

data l’università. Che paga di tasca propria il ripristino della strada che porta alla chiesa di San Felice, contribuendo a rilanciarne la devozione. E che soprattutto difende con fermezza le proprie convinzioni. “Era un tipo tosto, con idee pazzesche e in anticipo sui tempi - commenta Stefani - Alla base della sua uccisione ci sono i castelli usurpati dai nobili. Ma il punto è che senza quei castelli gli venivano a

Nel lavoro di Stefani la vicenda del vescovo è raccontata da una pluralità di voci: un coro di angeli, un confratello benedettino, il chierico campanario che era con lui al momento della morte, i testimoni del processo di beatificazione. Da questa polifonia emergono la giovinezza di Cacciafronte, l’entrata nell’ordine benedettino, i primi incarichi a Mantova e Creciclo dei classici. Antonio Stefani ha tradotto in un lavoro teatrale l’incredibile

I punti di contatto tra il protagonista del dramma di Eliot, l’arcivescovo Thomas Becket ucciso a Canterbury dagli inviati di Enrico II, e il vicentino Cacciafronte, colpito a morte dai sicari del conte Uguccione, in effetti non mancano: “Tra i due fatti ci sono solo quattordici anni di distanza - continua Stefani - e in tutti e due i casi alla base dell’assassinio c’è il contrasto tra il potere politico e quello della Chiesa. Addirittura, i testimoni raccontano che Cacciafronte rifiutò la scorta, un po’ come Becket che, a chi gli suggeriva di barricarsi in chiesa, rispose che la casa di Dio non può diventare un accampamento militare”.

un venerdì mattina del marzo del 1184 quando, nel cuore della città, a pochi passi dal duomo, si scrive con il sangue una delle pagine più drammatiche della storia vicentina: l’omicidio di Giovanni de’ Sordi Cacciafronte, “vescovo e martire che morì per la libertà della chiesa trafitto con la spada da un sicario”, come si legge nel martirologio Oraufficiale.quella vicenda diventa un lavoro teatrale, “Cacciafronte, ovvero assassinio nella Cattedrale a Vicenza”: una moderna sacra rappresentazione uscita dalla penna dal giornalista-scrittore Antonio Stefani e inserita nella sezione Off del 75° ciclo di spettacoli classici dell’Olimpico. Stefani non è nuovo ad incursioni nella storia vicentina, e quella curiosa statua appollaiata vicino all’abside del duomo e raffigurante un vescovo con un pugnale conficcato nel petto era un’occasione davvero ghiotta: “Già da bocia mi chiedevo cosa fosse ogni volta che la vedevo - racconta -Poi un paio d’anni fa la lettura di un bellissimo quaderno didattico del Museo Diocesano mi ha dato lo spunto per approfondire la vicenda”. Da lì è cominciato un viaggio, “che mi ha divertito un sacco”, tra fonti bibliografiche, agiografie e documenti d’archivio. Il risultato è un reading teatrale, “Oratorio per Cacciafronte”, curato dai

mona, i contrasti con Uguccione per il controllo di alcuni castelli, il dramma dell’uccisione (“Ci ho messo un po’ del mio, un pizzico di giallo”), la devozione popolare e i miracoli che da subito ne hanno circondato la figura. Ne esce il ritratto di un personaggio di assoluto spessore. Che ha l’intuizione di istituire una cattedra di teologia per formare il clero vent’anni prima che a Vicenza venisse fon-

vicenda di Cacciafronte del 1184

giovani di Tema Cultura Academy e in programma il prossimo 16 ottobre nel caveau di palazzo Thiene (i biglietti sono già esauriti), quasi a fare da contrappunto all’”Assassinio nella cattedrale” di T. S. Eliot, che Moni Ovadia porterà invece a fine settembre sul palco dell’Olimpico.

Quel vescovo ucciso a Vicenza come Becket

È

Fu un “Assassinio nella cattedrale” a soli 14 giorni di distanza da quello reso celebre da T. S. Eliot. L’oratorio scritto dall’autore vicentino seguirà dopo due settimane l’assassinio di Becket interpretato da Moni Ovadia all’Olimpico

mancare le risorse per portare avanti la missione della chiesa, e cioè l’assistenza ai poveri, ai bisognosi. Lui ci credeva, si batteva per una chiesa umile e dedita al soccorso. E qui sta anche l’attualità della sua figura: è una persona che ha il coraggio di difendere un’idea, un principio, fino alla morte”. In parallelo con la messa in scenda del reading a palazzo Thiene, l’opera sarà anche stampata, in versione integrale e con un ricco corredo di immagini, per i tipi di Agorà Factory. E non è escluso che possa tornare in futuro su altri palcoscenici: “Ci vuole un po’ di coraggio - sorride Stefani - ma se qualcuno ci vuole provare, io sono qua”.

20 · 270x70 www.ilvicenza.com 29Spettacoli Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario

Luca Matteazzi

Antonio Stefani, giornalista, scrittore e autore teatrale. La statua di Cacciafronte eretta a ricordo della sua uccisione nell’abside del duomo. Il vescovo ha un pugnale nel cuore.

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Alessandro (1852-1928) fu un grande imprenditore. Era discendente di una famiglia che produceva seta. Oltre a quella vicentina, fondò un’altra azienda chimica a Mestre. Il suo palazzo si trovava all’angolo tra contrà Riale e contrà Porti. La passione per la montagna e mezzo secolo di vita nel Cai. dove poi sorgerà la Zambon, ma aveva molti altri interessi

Il 6 giugno 1885 si costituiva a Vicenza la “Fabbrica concimi e prodotti chimici Cita”: lo stabilimento, fra i primi in Italia nella fabbricazione, confezione e vendita di concimi chimici, aveva la sua sede di produzione in via dei Cappuccini, un’area ubicata a ridosso di porta S. Croce. L’intento dei fondatori, una società di amici fra i quali figuravano rappresentanti delle famiglie Clementi, Fogazzaro, Lampertico, Da Schio e Piovene, era quello di contribuire alla crescita e al progresso del settore agricolo. Alla guida della nuova fabbrica da subito si pose Alessandro Cita, uno dei suoi più attivi e convinti finanziatori: personalità di gran senso pratico e di molta iniziativa, proveniva da una famiglia di imprenditori e mercanti di origine lombarda che fin dai primi del XVIII, per dirla con le parole di Da Schio, arricchirono ed abbellirono Vicenza, appajando i calcoli del banco, alla costumanza della Ilnobiltà.capostipite del ramo vicentino aveva infatti lasciato Milano nel 1723 per prendere casa in città nel palazzo d’angolo tra le due contrà Riale e Porti e perdere in terra veneta una delle due t che comparivano nel suo originario cognome (Citta). Le generazioni successive, chi nel campo della giurisprudenza chi in quello dell’architettura o ingegneria, si distinsero sempre per alti meriti agli occhi dei loro concittadini. E così fece pure Alessandro nel settore industriale.

Fu consigliere comunale e provinciale e membro della Commissione scolastica municipale, cui prestò il proprio servizio fin dal 1878. Alessandro Cita si spense a Vicenza dopo lunga malattia il 30 novembre 1928, assistito dalla moglie e dai suoi cinque figli.

Il personaggio. Aprì nel 1885 un’industria chimica

Cita, l’industriale che fondò il Cai

poteva così aggiungere un altro primato alla sua ancor giovane carriera che durò 40 anni.

Nato a Vicenza il 12 agosto 1852, Cita si era laureato in legge a Padova ma aveva maturato interessi poliedrici: per la poesia e la letteratura in genere, come provano alcuni ingenui componimenti pubblicati per nozze, e soprattutto per l’alpinismo: fu grazie anche alla sua instancabile e appassionata opera, infatti, che nel 1874 venne istituita la sezione vicentina del Cai di cui Cita fu per cinquant’anni prima

Un’immagine di Alessandro Cita e sotto una sua fabbrica chimica che aveva sede in via dei Cappuccini, sostanzialmente dove poi sarebbe sorta la Zambon. Oreste Palmiero

• Chi è

Tra i suoi collaboratori vanno ricordati il poeta Adolfo Giuriato e i fratelli Primo e Secondo Piovesan: il 30 giugno 1925 Cita decise infine di rassegnare le dimissioni e di dedicarsi alla gestione del suo rilevante patrimonio: primi fra tutti i poderi e la villa di Montecchio Precalcino (detta “Il Serraglio”), acquistata nel 1893 dalla cugina Teresa Nussi Stecchini, nella quale l’imprenditore visse gli ultimi anni della sua esistenza.

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Oreste Palmiero

Oreste Palmiero è bibliotecario, archivista, musicista e storico della musica. Ha pubblicato diversi libri con l’Accademia Olimpica e lavora alla “Bertoliana” 105x24527 Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24 Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel cuore della gente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 famiglie raggiunte. Ogni mese nelle case di oltre 43.000diFamiglieVicenza ilFotografa QR code e l’ultimoascolta Notiziario

Vicentini illustri di un tempo

attivissimo segretario e poi preNonsidente.dameno in lui, tuttavia, agì la passione per l’agricoltura in funzione della quale, come si diceva, si rese appunto protagonista, con coraggio e determinazione, di un investimento senza precedenti. La società da lui condotta, in poco più di dieci anni, aumentò il capitale dalle iniziali cinquantamila al milione di lire, ponendosi prepotentemente fra le più moderne e fiorenti industrie chimiche in circolazione in quel periodo. Un chiaro segnale in tal senso fu anche l’espansione programmata nel 1897, anno a partire dal quale, grazie anche a subentrati capitali di alcuni latifondisti veneziani, si gettarono le basi per un nuovo stabilimento in una zona insalubre e ostile quale era allora il sito di Marghera: pioniere anche in quello che sarebbe divenuto uno strategico polo industriale europeo, Cita

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Zaia: “Va contrastata la speculazione, sul gas facciamo come i francesi”

#Regione

L’analisi. Il deciso aumento dei costi dell’energia impone delle misure urgenti

Anche l’assessore allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato ha ribadito il concetto, di fronte agli industriali: “Non possiamo continuare a gestire il Pnrr come se non fosse successo nulla, come non ci fosse la guerra in Ucraina o come se non ci fosse problema energetico con la Russia. Serve intervenire subito perché oggi è prioritario per il futuro dei nostri territori e per la tenuta sociale salvare le nostre imprese”. L’assessore ha aggiunto che “stiamo parlando di un costo energetico dieci volte superiore a quello del 2019. Se vogliamo fronteggiare una situazione oramai insostenibile serve intervenire in modo intelligente per evitare che le aziende comincino a chiudere. Ciò a partire da porre un tetto al prezzo del gas e dalla revisione del Pnrr. La Regione Veneto è a fianco di tutte le imprese perché in Veneto perdere un’impresa significa perdere la nostra storia. E non possiamo permetterlo”.

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Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni, da docente

Venturini: “Un aiuto anche alle scuole paritarie per il caro bollette” Lorenzoni: “Sostituire da subito i consumi di gas in tutti i settori”

solo in parte.

La corsa dei prezzi di gas ed elettricità, la speculazione che soffia e stravolge i mercati impongono soluzioni d’impatto per famiglie e imprese che altrimenti si troveranno in notevole difficoltà. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha lanciato un appello al governo di oggi e a quello di domani: “rischiamo uno tsumani economico e civile, c’è un problema che dovere essere risolto, ma non si tratta di un problema ordinario. Di fronte a questa situazione straordinaria servono misure adeguate, vanno stabilite delle priorità”. Quali? Il governatore anzitutto chiede a Roma di non perdere tempo e di mettere un freno al vertiginoso aumento del prezzo dell’energia. “Facciamo come la Francia - è la sua ricettadove hanno deciso di fissare un prezzo massimo e per il resto interviene il governo. Se non si prenderanno dei provvedimenti concreti a livello europeo sarà veramente dura. Ci aspettano

IN FOTO: Il capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini

IN FOTO: Il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni

“Per le aziende si prospettano aumenti fino al 400% - continua Zaia - che porteranno ad un rallentamento della produzione, come in una economia di guerra. E questo avrà delle conseguenze anche sulla competitività del nostro sistema economico rispetto a quello di Paesi che hanno già adottato delle contromisure. Un motivo in più per non perdere altro tempo e per intervenire subito, con provvedimenti appropriati. Non possiamo permetterci di lasciare le nostre famiglie e le nostre imprese in balia della speculazione e dei vertiginosi aumenti del costo dell’energia. Va messo subito un freno ai costi attraverso misure di aiuto straordinarie, anche rinegoziando il Pnrr per far fronte all’emergenza. Il trattato europeo prevede la possibilità di rivedere il programma al mutare delle condizioni. Abbiamo una guerra alle porte, le condizioni sono mutate”.

IN FOTO: Il presidente del Veneto Luca Zaia

universitario di economia dell’energia, osserva che “la soluzione di fronte a questi continui aumenti non può che essere la sostituzione più rapida possibile dei consumi di gas in tutti i settori dove sia possibile, vale a dire la generazione di energia elettrica e gli usi civili, tenendo le forniture per gli usi industriali dove è più complesso sostituire i cicli produttivi. Per la generazione di energia elettrica si può fare un piano straordinario di investimento nel fotovoltaico, attivando delle stazioni appaltanti che semplifichino l’iter autorizzativo per la pubblica amministrazione e nell’arco di mesi consentano l’avvio dei cantieri. E così pure si possono stimolare i privati a realizzare gli impianti, offrendo

Intanto l’assessore Roberto Marcato chiede di rivedere le priorità del Pnrr: “non possiamo continuare come se non fosse successo nulla”

un autunno e un inverno pesanti per i bilanci familiari, con il rischio che molti cittadini si trovino in difficoltà nel far fronte ai continui rincari”.

loro contratti di lungo termine a prezzo fissato con il GSE, in modo da togliere ogni rischio. Senza incentivi, con risparmi colossali per il sistema. E non si parli di nucleare, che è interessante a livello di ricerca, ma non può dare risposte concrete prima di dieci anni in Italia, nella migliore delle ipotesi, e con costi decisamente maggiori rispetto alle fonti rinnovabili. Per la sostituzione del gas negli usi civili, due sono le strade maestre, la coibentazione degli edifici, che può ridurre fino all’80% i consumi degli edifici meno prestanti, e la sostituzione delle caldaie con le pompe di calore, più efficienti ed alimentate con energia elettrica, 100% rinnovabile se prodotta da impianto fotovoltaico integrato nell’edificio”.

Le conseguenze del caro energia investono anche il Consiglio regionale e alimentano il dibattito e il confronto politico. Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia, ricorda che all’inizio dell’anno scolastico “è fondamentale agire in fretta per aiutare anche le scuole paritarie a far fronte all’aumento dei costi delle bollette energetiche; l’alternativa è veder chiudere delle realtà che sono fondamentali all’interno dell’offerta formativa per i minori”. Le scuole paritarie da sempre fanno i conti con bilanci risicati, assottigliati anche dalla pandemia e ora dall’aumento vertiginoso dei costi. “Già lo scorso febbraio – continua Venturini – il nostro gruppo aveva presentato una mozione con la quale chiedevamo alla Re-

causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono di elettrodomestici ad elevato consumo di energia come lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, micro onde, forno elettrico e così via. A rischio sono i nuclei familiari numerosi in alloggi inadeguati, oppure persone sole, per lo più anziani, che vivono in vecchie abitazioni isolate. In difficoltà anche le imprese, a partire da artigiani e commercianti. Sono loro, spiega la Cia, a pagare due volte lo straordinario aumento delle bollette, prima come utenti domestici e poi come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. I vari bonus, osservano gli esperti, sono di aiuto, ma

gione Veneto di farsi parte attiva nei confronti del Ministero dell’Istruzione per adottare misure di sostegno economico a favore delle scuole paritarie non statali. Ora che le scuole sono iniziate da pochi giorni, servono risposte immediate in assenza delle quali queste realtà rischiano davvero di chiudere: un evento che sarebbe un grave danno, non solo sotto il profilo educativo ma anche economico visto che le scuole paritarie, con il loro ruolo, permettono allo stato di avere un risparmio. E’ quindi lungimirante - conclude - la scelta di aiutare queste realtà a sopravvivere: chiederò anche ai parlamentari di Forza Italia di esercitare pressioni sul Governo”.

A questo proposito qualche cifra la fornisce l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre: sono nella nostra regione si prevedono tra le 125 mila e le 208 mila famiglie a rischio povertà energetica. Vale a dire che ci saranno decine di migliaia di nuclei familiari che non riusciranno ad usare con regolarità l’impianto di riscaldamento in inverno, quello di raffreddamento in estate e, a

Economia. Varato il pacchetto di misure per far fronte all’aumento dei

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tto miliardi di euro. Tanto vale il piano “Unicredit per l’Italia”, pacchetto di misure varato dal gruppo bancario a sostegno di famiglie e imprese mentre queste ultime si trovano sotto stress poiché coinvolte in una lotta densa di insidie contro tre principali nemici: il vertiginoso aumento di costi energetici e materie prime, una crisi economica dai risvolti e dai tempi indefiniti e una spirale negativa di aumenti generali dei livelli dei prezzi di beni e servizi che ha comportato un’impennata dell’inflazione, ritornata a galoppare al ritmo del 7,6% nel 2022, e una minor crescita del PIL che, pur confermandosi in area positiva, si attesterà al 3,3% quest’anno rispetto al 6,6% del Tutti2021.

fronte dell’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione». La strategia del gruppo bancario di Piazza Gae Aulenti prevede dunque l’erogazione di liquidità a fronte dei rincari dei costi dell’energia e delle materie prime. Può essere effettuata tramite CreditPiù ed ha una durata da 3 a 36 mesi e un preammortamento fino a 6 mesi. Ma prevede anche la rateizzazione su acquisti e utenze, con la possibilità di dilazionare i singoli acquisti o l’intera spesa del mese effettuati con Carta Flexia (anche attraverso un piano fino a 6 mesi e tasso e commissioni zero); moratoria per i finanziamenti che non stanno beneficiando di garanzie pubbliche, il tutto per una durata di 12 mesi e previa valutazione della banca; ed infine la sospensione della quota capitale delle rate dei mutui di famiglie e individui per la durata massima di 12 mesi. In questo caso è prevista la possibilità di ridefinire la rata mensile attraverso una rimodulazione del piano di rimborso oppure posticipare il pagamento della rata fino a un massimo di 3 Tutterate.ricette che arrivano mentre, analizza l’amministratore delegato di Unicredit, «i tempi difficili che stiamo vivendo ci impongono di fare tutto il possibile per costruire un futuro migliore, un obiettivo che rappresenta la ragione d’essere della nostra banca, la quale è sempre stata vicina alle esigenze delle comunità locali. Queste ultime vanno aiutate, dal momento che sono alle prese con un momento difficile, contraddistinto dalla perdita di potere costi

“Siamo pronti a mitigare l’incidenza dei costi dell’energia, è il settore metalmeccanico ma non solo a chiederlo a gran voce”

i prezzi odierni, però, ci risulta più costoso. In ogni caso siamo pronti a mitigare l’incidenza dei costi dell’energia, è il settore metalmeccanico ma non solo a chiederlo a gran voce”.

Guardando ai prossimi mesi, osserva Orcel, «è normale aspettarci che la situazione peggiorerà e pertanto vogliamo intervenire con gli aiuti prima che questo stress tocchi famiglie e imprese in modo non necessario». Da parte dello stesso, infine, un distinguo sull’origine dell’inflazione tra Paesi dell’Eurozona e Stati Uniti: «La “nostra” inflazione è ben diversa da quella degli Stati Uniti, poiché in Usa risponde ad una fase di surriscaldamento dell’economia, mentre in Ue ha a che fare con un aumento degli input produttivi, non solo prodotti energetici, ma anche agricoli ed alimentari. Il che potrebbe portare a differenti sviluppi in materia di politica monetaria».

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IN FOTO: Andrea Orcel, ceo di Unicredit e Remo Taricani, deputy head di Unicredit Italia

fattori che hanno spinto proprio Unicredit a giocare d’anticipo confermandosi al fianco di nuclei famigliari e tessuto produttivo attraverso interventi su reddito disponibile e liquidità. Questo ambizioso piano - annunciato lo scoro 5 settembre da Andrea Orcel, ceo di Unicredit, e Remo Taricani, deputy head di Unicredit Italia - si regge su due pilastri: un plafond di 5 miliardi di euro di nuova finanza e altri 3 derivanti da un mix di interventi che incideranno direttamente su mutui e consumi. «Con “UniCredit per l’Italia” - ha spiegato Taricani - offriamo ai nostri clienti azioni concrete e flessibili in grado di dare un contributo per una gestione più elastica dei conti familiari e aziendali, permettendo di affrontare meglio le diverse priorità quotidiane e una maggiore protezione a

d’acquisto delle famiglie e da un rischio di contrazione degli investimenti delle aziende. Una situazione che mostra i suoi effetti soprattutto sui meno abbienti». Da qui la necessità di lanciare un piano che rappresenta la diretta conseguenza delle criticità con cui è alle prese il Vecchio Continente e che si propone quindi di rispondere alla crescita dell’inflazione e mitigare gli impatti negativi che derivano dalla situazione attuale. Sono proprio le preoccupazioni delle imprese, specie quelle energivore, sulle quali si concentreranno gli aiuti, in particolare ad aver spinto la banca ad adottare queste misure stra«Ciòordinarie.acui abbiamo assistito nella congiuntura del secondo semestre è che le dinamiche di comportamento sono più caute ma gli indicatori che abbiamo avuto sono risultati sempre positivi - aggiunge Taricani - Le

iniziative messe in campo non sono dunque dettate tanto dall’aspetto finanziario quanto dalle difficoltà che le imprese stanno riscontrando. Al momento non vediamo un significativo o materiale cambiamento nelle dinamiche del credito o della morosità, ma ci attendiamo che questo succeda e succederà quanto più questa guerra che attraversiamo sia lunga e quanto meno i governi prendano delle misure di comp ensazione». La nostra offerta, prosegue, “si rivolge a tutti i settori industriali, anche se è evidente che i settori energivori saranno quelli con maggior percentuale di adesione. In precedenza eravamo già intervenuti per mettere in campo azioni lungimiranti: chi si è coperto l’anno scorso, oggi porta a casa un risparmio rilevante. Si è trattato di operazioni fatte col giusto timing, per le quali siamo stati in grado di offrire orizzonti lunghi. Con

Otto miliardi di euro per famiglie e imprese ecco il piano anticrisi firmato Unicredit

I dati degli articoli non erano corretti. Il dato vero è che abbiamo avuto lo stesso punteggio del 2018 e del 2019, ovvero 13 punti su 35 : nulla quindi fa pensare che il nostro teatro sia peggiorato nella qualità rispetto agli anni scorsi.

Si parte il 18 novembre con la prima del “Rigoletto” di Verdi. A seguire, “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini, ancora Verdi con “Il Trovatore” e “Il barbiere di Siviglia” di Rossini

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Ci aspettiamo che quest’anno tutto riprenda come prima. Le opere proposte, di fatto, sono

Il tasto più dolente dell’anno scorso è stato proprio il rapporto con i giovani e le scuole. Le restrizioni hanno interdetto i legami, che prima del Covid erano ben consolidati.

Com’è il rapporto con il pubblico più giovane?

di Padova, Treviso e Bassano, ma anche Jesi, Pisa, Lucca e Novara. Ad aggiungersi ai quattro titoli avremo anche il classico appuntamento con l’operetta Al Cavallino Bianco e l’opera “La Prova di un’Opera Seria” in collaborazione con il Conservatorio F. Venezze. Inoltre, prima dell’inaugurazione della nuova stagione, si terrà ad ottobre il concerto sinfonico per il centenario dell’Associazione Venezze con l’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia e verrà riproposta l’opera da camera “Ante Lucem”, co-prodotta con il Teatro dei Lemming. Questa stagione vuole essere il ritorno del teatro alla normalità; quella passata teneva conto delle varie restrizioni, ma quest’anno abbiamo potuto scegliere con maggiore libertà le nostre proposte. Abbiamo quindi scelto i grandi titoli, affinché questa ripartenza fosse degna di essere definita tale.

Le scenografie di tre opere su quattro, poi, saranno costruite

Cultura. Colloquio con il direttore artistico Luigi Puxeddu: “torniamo alla normalità”

uci accese, si apre il sipario: l’inizio dell’autunno segna la ripartenza del Teatro Sociale di Rovigo, che per la stagione lirica 2022/23 ha previsto un ricco programma, con grandi spettacoli e interpreti di fama nazionale e internazionale. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico, il maestro Luigi Puxeddu.

Gaia Zuccolotto

opere per tutti e il Teatro Ragazzi offre veramente molte possibilità.

Questi ultimi anni forse hanno disabituato la gente a venire a teatro, ma è nostro compito da qui in poi fare apprezzare nuovamente l’opera lirica punta di diamante dell’Italia in tutto il mondo.

Di recente sono usciti alcuni articoli riportanti dati non rassicuranti sulla valutazione ministeriale del Teatro di Rovigo.

nel nostro laboratorio di costruzione scenica di Sant’Apollinare. Abbiamo voluto sfruttare al meglio tutte le nostre eccellenze per questa stagione. Interpreti importanti per spettacoli importanti? Assolutamente. A ricoprire il ruolo di Romeo nell’opera di Bellini sarà Paola Gardina, mezzosoprano rodigino, conosciuta in tutto il mondo, ma che non ha più cantato nel Teatro di Rovigo dai tempi del Conservatorio. Protagonista del “Rigoletto” sarà invece il noto baritono Sebastian Catana, che sarà accompagnato da un cast internazionale. Ma non solo, questa edizione vedrà l’incontro di questi grandi artisti con giovani interpreti: alle nostre audizioni, infatti, hanno partecipato 200 cantanti da tutto il mondo e duegiovani dell’Accademia del Teatro della Scala sono stati sceltiper il “Trovatore”.

C’è ancora il rischio che il Covid metta in difficoltà il teatro?

I grandi classici della lirica e nomi di prestigio per la ripartenza del Teatro Sociale di Rovigo

Quest’anno andranno in scena quattro delle più importanti opere del repertorio lirico. Si incomincerà il 18 novembre con la prima del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. A seguire, “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, “Il trovatore”, che chiude la trilogia popolare di Giuseppe Verdi, e “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, una delle opere più rappresentate al mondo. Abbiamo quindi quattro titoli davvero belli, tutti co-prodotti in un’importante sinergia con altri teatri italiani, tra cui i teatri

L

Quali sono le novità di questa stagione lirica?

Valorizzare i prodotti locali d’eccellenza, sostenere le comunità

particolare nei paesi in cui opera SPAR Austria, il Gruppo internazionale di cui Aspiag Service fa parte.

Filiere produttive e prodotti del territorio, una ricetta contro i rincari nel carrello della spesa

L

Nel particolare contesto economico che stiamo vivendo con i rincari dovuti ai maggiori costi delle materie prime, all’aumento dei costi dell’energia e dei trasporti che vanno a incidere inevitabilmente anche sul carrello della spesa, inoltre, scegliere prodotti provenienti da filiere produttive pone l’accento sul tema dei costi. Puntare sulla valorizzazione dei prodotti di un territorio significa infatti sostenere i produttori locali, garantendo un prezzo alla produzione adeguato, e sostenere le comunità, garantendo ai clienti finali un prodotto a prezzo giusto e controllato, una filiera in cui si accorciano i passaggi tra i diversi anelli della catena, riducendo conseguentemente i costi verso i clienti finali, permettendo così di salvaguardare il loro potere di acquisito, senza rinunciare alla qualità.

Aspiag Service è stato il primo partner della grande distribuzione ad aderire nel 2020 a “Veneto The Land of Venice”, il protocollo di filiera promosso dalla Regione Veneto che si pone l’obiettivo di valorizzare i prodotti tipici regionali del settore agricolo e caseario e sostenerli dalla produzione fino alla commercializzazione. Obiettivo del protocollo è quello di sviluppare una filiera produttiva “dal campo alla vendita”, favorendo “l’ultimo miglio”, ovvero la commercializzazione e la promozione dei prodotti agricoli e caseari certificati del territorio veneto dando così ai produttori una maggiore visibilità e un supporto alla vendita. Tra i prodotti attualmente parte della filiera, segnalati nei punti vendita diretti e affiliati di Aspiag Service con appositi cartelli, ci sono: Radicchio di Treviso, Radicchio di Castelfranco, Radicchio Veronese, Radicchio

Giorgio Dal Sasso del Caseificio Pennar di Asiago (VI)

“Veneto The Land of Venice”, un protocollo per promuovere e valorizzare la filiera agroalimentare del Veneto

L’impegno di Aspiag Service per rispondere ai bisogni dei consumatori sempre più attenti alla sostenibilità alimentare, sociale e ambientale

IL PUNTO

Filiere produttive. Un’attenzione che genera ricadute positive per il territorio

loro competenza, consentendo all’azienda di rinnovare il legame con i propri clienti e con il territorio. Il progetto si traduce nell’impegno a condividere e testimoniare la genuina cultura enogastronomica dei territori e nella possibilità di costruire nuove sinergie con produttori selezionati, non soltanto attraverso la promozione delle loro specialità nei punti vendita, ma

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di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto

Scegliere prodotti provenienti dalle filiere produttive significa dare linfa a uno sviluppo in ottica di sostenibilità, valorizzare il lavoro dei produttori locali, preservare la qualità e la genuinità dei prodotti, garantire lo sviluppo del territorio, promuovendo un sistema alimentare più sostenibile, aumentando la trasparenza, la fiducia, e la crescita di tutta la catena agroalimentare. E questo è l’impegno che anche noi di Aspiag Service ci siamo assunti scegliendo di implementare progetti come Sapori del Nostro Territorio o promuovere e aderire a specifici protocolli regionali. Queste iniziative sono parte della nostra strategia di crescita sostenibile, con l’obiettivo di generare ricchezza e sviluppo per le comunità in cui ci inseriamo, offrire prodotti e servizi in linea con i nuovi modelli di consumo, e consolidare così un’alleanza tra GDO, produttori e clienti dove le parole d’ordine sono qualità, identità e origine delle eccellenze agroalimentari.

di Chioggia, Asparago Bianco di Bassano DOP, Patate di Rotzo, Sopressa Vicentina DOP S/A Premium, Amarone Valpolicella docg Tosinori ml 750, Formaggio Angelico prodotto della Montagna, Asiago fresco e Mezzano DOP, Asiago fresco e Mezzano DOP prodotto della Montagna, Monte Veronese DOP, Casatella Trevigiana DOP e Piave DOP. Questi prodotti rispettano tutti i requisiti di coltivazione, produzione, allevamento e trasformazione individuati dal protocollo, ovvero la condizione base che tutta la produzione avvenga nel territorio veneto e che rispettino i requisiti delle certificazioni. Un’iniziativa in linea con l’impegno di Aspiag Service e del marchio Despar da sempre attenti a sostenere i produttori locali, valorizzando le eccellenze del territorio e facendole conoscere a quante più persone possibile, anche fuori dal territorio nazionale, in

portando anche il cliente a contatto diretto con la loro esperienza, organizzando iniziative ed eventi speciali che permettano alle persone di sperimentare in modo concreto la qualità di prodotti tipici della tradizione come ad esempio il formaggio Angelico Prodotto di Montagna, le Patate di Rotzo, la Soppressa Vicentina DOP, l’Amarone Valpolicella, Insalata radicchio

di Chioggia IGP o il Formaggio Monte Veronese d’Allievo DOP. Sempre nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del territorio, Aspiag Service ha inoltre consolidato la sinergia con le istituzioni locali promuovendo diversi protocolli regionali nelle regioni dove l’azienda opera, con lo scopo di promuovere i prodotti locali e le partnership tra i diversi attori della filiera produttiva agroalimentare: “Veneto – The Land of Venice” per i prodotti di nicchia del Veneto, “Io sono FVG” per le eccellenze del Friuli Venezia Giulia, “I love Trentino” per i prodotti trentini e “Qualità Alto Adige” per quelli altoatesini. Questi protocolli puntano a valorizzare i prodotti certificati DOP, IGP e STG e i vini con certificazione DOC, DOCG e IGT e consentono ai clienti di conoscere i prodotti del luogo e l’origine delle produzioni agroalimentari e di sostenere i prodotti regionali dalla produzione fino alla commercializzazione, sviluppando una filiera produttiva “dal campo alla vendita”. Una vera e propria azione di sistema e un impegno con il quale Aspiag Service rafforza il legame profondo con i territori, promuovendo le filiere produttive, raccontando i migliori prodotti della tradizione italiana regionale, i loro artigiani produttori e i luoghi dove nascono.

Regione

a Grande Distribuzione Organizzata è sempre di più un motore di sviluppo responsabile per la filiera agroalimentare e, in questo contesto, la valorizzazione delle filiere produttive rappresenta anche per le aziende del settore un vantaggio competitivo e un contributo concreto per sostenere i produttori locali, generare ricadute positive per il territorio e rispondere ai bisogni di consumatori sempre più attenti alla sostenibilità alimentare, sociale e ambientale. E questo è anche uno dei punti cardine della strategia di sviluppo di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, che ha scelto di stringere un legame sempre più stretto con le comunità in cui si inserisce anche grazie a progetti e iniziative che puntano valorizzare i tanti produttori locali che, con i loro prodotti di eccellenza, riforniscono i 565 punti vendita nelle regioni in cui Aspiag Service è presente. Un esempio concreto di questo impegno è rappresentato da “Sapori del Nostro Territorio”, il marchio che raccoglie oggi oltre 6.000 referenze a scaffale provenienti da più di 500 produttori locali. Il progetto nasce dal desiderio di valorizzare, attraverso la rete distributiva di Aspiag Service, i produttori locali e i prodotti tipici preservati e promossi dalla loro passione e dalla

stato a capo di Confindustria Venezia e Rovigo, eletto per due volte sindaco del capoluogo Veneto. Nel luglio del 2022 un sondaggio de Il Sole 24 Ore lo indica come il sindaco più amato d’Italia. È Luigi Brugnaro, che all’attività imprenditoriale e amministrativa, da primo cittadino di una città unica come Venezia, affianca anche l’impegno politico nazionale alla guida di Coraggio Italia. A ripercorrere le sue origini, la sua esperienza politica, ma anche le storie personali, il libro-intervista “Ci giudicheranno i bambini. Dall’azienda alla politica una via per l’Italia” (Ed. Marsilio), scritto insieme al giornalista Stefano Lorenzetto e presentato in Veneto in questi giorni. A lla domanda di quale sia il segreto del suo successo politico, Brugnaro non ha dubbi: non ci sono bacchette magiche. Ci vuole “Lavoro, impegno ed onestà. - commenta Brugnaro - Dire la verità è la cosa più importante. È proprio nel Dna

Libro Intervista

“Spero di poter testimoniare, con la mia esperienza, che con l’onestà e con il lavoro si può e si deve arrivare”

Scritto insieme al giornalista Stefano Lorenzetto

e voglio mantenere questo impegno. Sono sicuro che grazie all’autonomia, che NoiModerati vogliamo finalmente portare a casa, saremo in grado di far parlare i nostri territori, perché solamente in questo modo otterremmo i risultati che ci chiedono i veneti”.

www.ilvicenza.com 37Regione

testimoniare, con la mia esperienza, che con l’onestà e con il lavoro si può arrivare. E si deve arrivare! Voglio far capire che al momento la situazione di questo Paese non riesce a dare le stesse opportunità che ho avuto io. Oramai è da trenta anni che il paese sta vivendo una situazione di stallo. Non c’è più tempo” Non manca una riflessione sulla classe dirigente: “Vorrei che le persone che si occupano di politica, fossero le persone che hanno fatto la storia del Veneto. Una politica che non rinunci alla competenza e alla concretezza del fare”. Idee chiare anche sulle sfide futuro del nostro paese “Serve una politica di visione. - ribadisce il leader di Coraggio Italia - Serve pensare a quello che succederà da qui ai prossimi anni se vogliamo dare ai nostri figli le stesse opportunità che abbiamo avuto noi. Ognuno deve fare qualcosa per il Paese, non soltanto chiedere. Lavorare con passione e fare il proprio dovere”

“Ci giudicheranno i bambini”: Luigi Brugnaro si racconta

Sara Busato

Il sindaco di Venezia, il più amato d’Italia secondo un recente sondaggio, ripercorre le tappe della sua vita dall’infanzia all’impegno politicoIl

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Guardando ad un orizzonte più ampio, al momento nessuna ambizione o desiderio di un Ministero a Roma anzi: “L’ho sempre detto -- conclude Brugnaro – sono il sindaco di Venezia, una città incredibile abitata da cittadini straordinari. Per me è un privilegio amministrare la città. Ho preso un impegno con loro

È

dei Veneti l’idea di fare le cose, perché sentirsele dire continuamente irrita” Brugnaro nel suo libro ripercorre, in sei capitoli, la sua infanzia da figlio di una maestra e di un operaio, la sua adolescenza, i primi lavori e poi la scelta politica. E proprio sulla base della sua esperienza personale che nasce il desiderio di condividere la sua storia e raccontarsi “Spero di poter

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Covid 19, unpervademecumlascuola

Prosegue alla pag. seguente

fornisce delle linee guida su come far fronte all’infezione da Sars-CoV-2, da mettere in atto sia da servizi educativi per l’infanzia, sia da tutte le istituzioni scolastiche del I e II ciclo per l’anno scolastico 2022/2023. Esse sono pensate per garantire la frequenza scolastica in presenza e per prevedere il minimo impatto sulle attività scolastiche.

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Garantire la frequenza e condizionare al minimo le attività sono gli obiettivi delle linee guida del Ministero per mitigare l’infezione da Sars-CoV-2

Si torna a scuola, contro il Covid strategie di minimo impatto

www.lapiazzaweb.it Salute2022SETTEMBRE

S

i torna a scuola quest’anno con uno stato d’animo più sereno, anche se non calano l’attenzione e l’impegno per contenere la diffusione delle infezioni da Sars-CoV-2. Quest’anno i protocolli previsti per le scuole sono incentrati, più che su quelle di contrasto, su strategie di mitigazione, con l’obiettivo “di contenere l’impatto negativo dell’epidemia sulla salute pubblica”, così come riportato dalle indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istruzione nel documento diffuso a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico. E dunque, come mitigare gli effetti delle infezioni da Sars-CoV-2 a

on-line: /category/salute/ NUOVA SEDE di VICENZA Viale Verona, 33 - Vicenza 0444 124 14 40 Sede di Arzignano Corso Giacomo Matteotti, 69 - Arzignano (Vi) 0444 124 10 30 Sede di Chiampo Via San Martino, 7 - Chiampo (Vi) 0444 124 10 30 CMS Centro Medico Via Berico Euganea, 41 - Villaga (Vi) 0444 89 68 82 Anthea Centro Medico Via XXV Aprile, 3 - Chiampo (Vi) 0444 42 13 13 centroacusticoechos@gmail.com · www.echoscentroacustico.it GLI UNICI APPARECCHI INTERNI RICARICABILI Sentire bene per sentirsi beneanche con la mascherina VIENI A PROVARE GLI APPARECCHI INTERNI RICARICABILI DI ULTIMA GENERAZIONE! Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24. Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel dellacuoregente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 raggiunte.famiglie ilFotografa QR code e l’ultimoascolta Notiziario Ogni mese nelle case di oltreFamiglie43.000diVicenza

Non sarà più possibile per i ragazzi risultati positivi al Covid seguire l’attività scolastica nella modalità della didattica digitale integrata, la normativa speciale che la prevedeva cessa i suoi effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021-2022.

Non è invece consentita la permanenza a scuola di tutti i ragazzi o bambini che abbiano una temperatura superiore o uguale a 37,5°C, o che riscontrino sintomatologia compatibile con quella del Covid-19 e per coloro, ovviamente, che siano risultati positivi al Ètampone.consentita la frequenza per chi manifesti sintomi di lieve entità non associati al Covid-19, senza febbre, e per chi, di solito, tende ad avere di frequente in inverno il raffreddore. Sarà possibile andare a scuola indossando le mascherine FFP2 o chirurgiche, fino alla risoluzione dei sintomi.

Per i contatti con casi positivi non sono previste misure speciali per la scuola, si applicano le regole già previste in altri contesti.

Covid 19, un vademecum per la scuola

la malattia e sulla base dell’esperienza possiamo dire che il fenomeno nelle prossime settimane dovrebbe scemare” rassicura il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 3 Serenissima, Vittorio Selle. “I medici hanno fornito numerose indicazioni che sono state scrupolosamente seguite dalle amministrazioni locali. Quello che chiediamo in più alla cittadinanza è di utilizzare tutte le protezioni comuni e di buon senso per difendersi dalle punture di zanzare”. Salute

Un Piano d’azione contro il proliferare del virus West Nile, deciso dalla Regione Veneto e diffuso in tutte le Ulss, che impegna un milione di euro. Tale spesa comporta la possibilità di attuare ulteriori azioni di contrasto che sono state effettuate nei primi dieci giorni di settembre. Gli interventi, grazie ad una mappa di valutazione della situazione, sono orientati in prevalenza nelle aree più a rischio e in tutti i territori in cui sono stati riscontrati più contagi, più morti e casi gravi.

Dovrà essere effettuata una analisi epidemiologica con valutazione e monitoraggio del Piano adottato al fine di valutarne l’efficacia. In ultima battuta sarà controllo“Stiamoperò,medio“buffer”,dettel’individuazionefondamentaledellecosìzone“tampone”oovveroareearischiolimitrofe,azonerosse.tenendosottol’andamentodel-

Come saranno gestiti i casi positivi? Chiunque (personale scolastico, bambini o studenti) che presenti sintomi indicativi sarà portato in isolamento, in una stanza adibita all’uso, fino all’arrivo - per gli studenti - dei genitori.

Uno sguardo speciale va, poi, ai “bambini con fragilità”, per i quali è stato previsto il rafforzamento delle misure di prevenzione, talvolta “personalizzate” in base al profilo di rischio. Per gli alunni con fragilità, “al fine di garantire la didattica in presenza e in sicurezza”, è definito “opportuno” l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

www.ilvicenza.com40 Salute

Come già stato anticipato, poi, la tempestività della diagnosi è fondamentale, assieme al monitoraggio e alla sorveglianza epidemiologica, per creare una mappa di valutazione del rischio. Così facendo è possibile dividere il territorio in zone: bianca, a basso rischio, gialla, a medio-basso rischio, arancione, a medio alto rischio e rossa ad alto rischio. In questo modo si possono attuare interventi differenti e Permirati.esempio, sono d’obbligo interventi larvicidi nelle zone rosse o arancioni per interrompere o almeno rallentare la

Coloro che risultano positivi al test diagnostico dovranno stare in isolamento e potranno tornare a scuola solo dopo l’esito negativo del test (molecolare o antigenico).

Grazie a questo finanziamento è possibile inoltre attuare un piano di prevenzione che prevede innanzitutto di potenziare la diagnostica, in modo tale da poter agire in maniera più tempestiva non solo per tutelare la salute di chi è punto, ma anche per poter mettere a riparo l’area dove sono stati riscontrati dei contagi, per evitare che il numero di essi possa moltiplicarsi rapidamente.

Naturalmente possono fare ricorso ai dispositivi di protezione respiratoria (mascherine FFFP2) e per la protezione degli occhi, tutti coloro del personale che vogliono proteggersi.

Un’analisi epidemiologica con valutazione e monitoraggio serviranno a verificarne l’efficacia

La sanificazione avrà un ruolo fondamentale e sarà periodica ma anche “straordinaria” e, quindi, “tempestiva in presenza di uno o più casi confermati”.

La Regione stanzia un milione di euro per finanziare ulteriori azioni di contrasto, mirate a seconda delle zone di rischio.

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West Nile, un Piano d’azione contro il proliferare del virus

Saranno previsti, inoltre, dei “sistemi di monitoraggio” allo scopo di valutare gli impatti che la diffusione del virus ha su tutti i gradi del sistema educativo di istruzione e di formazione con successiva attivazione di misure nel caso in cui gli esiti del monitoraggio non fossero positivi.

Infine è prevista la comunicazione da parte dei genitori di ragazzi o bambini che “a causa del virus SARS-CoV-2 sono più esposti al rischio di sviluppare sintomatologie avverse”. Successivamente alla segnalazione spetterà all’istituzione scolastica in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione territoriale e con il pediatra o medico applicare le corrette modalità di intervento garantendo all’alunno o all’alunna in questione di poter andare a scuola in condizioni di sicurezza.

proliferazione delle zanzare portatrici del virus della West Nile. Talvolta, però, è necessario intervenire direttamente sulle zanzare adulte nei siti Èsensibili.d’obbligo attuare misure di protezione individuali idonee. I trattamenti effettuati dovranno essere monitorati assieme ai loro esiti per verificarne l’efficacia e, in caso, metterne in atto degli altri.

Sarà, poi, necessario garantire un “ricambio frequente di aria”, “l’igiene delle mani” e l’utilizzo di mascherine, queste ultime per il personale scolastico e gli alunni a rischio.

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La dottoressa Ferraresso, dell’Ospedale di Piove di Sacco, spiega come sia sbagliata l’idea di associare il rientro dalle vacanze estive con l’intento di sottoporsi a un lungo periodo di privazioni per ritrovare la forma e riconquistare benessere e salute

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Restate sempre idratati per evitare la ritenzione idrica, ma soprattutto nel rispetto della salute del vostro corpo. Non fate diete fai da te: non eliminate i carboidrati come la pasta, il pane… infatti nessun alimento fa ingrassare se assunto in dosi corrette, anzi i carboidrati sono la prima fonte di energia che ci consente non solo di migliorare le nostre prestazioni fisiche, ma anche quelle mentali tenendoci concentrati a scuola o al lavoro. L’importante, quindi, è fare pasti bilanciati senza escludere nessuna biomolecola fondamentale: grassi, proteine e carboidrati. Per quanto riguarda i grassi è bene far chiarezza: i grassi non fanno ingrassare ma sono essenziali per la nostra regolazione ormonale, costituiscono parti importanti delle nostre cellule e fanno inoltre da protettori naturali contro il freddo. Anche in questo caso, però, è bene prediligere grassi insaturi

L’allenamento, infatti, non solo serve a tonicizzare il corpo, ma ha innumerevoli Prendetevibenefici.cura della salute dell’intestino assumendo prebiotici (fibra alimentare) e probiotici (da alimenti fermentati come kefir, skyr, crauti o da Infineintegratori).dev’essere chiaro: non esistono alimenti che in assoluto fanno ingrassare o dimagrire, il segreto è magiare con equilibrio, senza privazioni per riconquistare benessere e salute.

Siete appena tornati dalle vacanze?

Salute

Dovete riprendere la routine dopo un’estate di divertimento e relax? Vi sentite fuori forma? Forse siete anche preoccupati di rimettervi in carreggiata pensando allo stress quotidiano, alla dieta, alle corse… questi consigli fanno al caso vostro.

La dottoressa Stefania Ferraresso del Servizio Dietetico dell’Ospedale di Piove di Sacco, dell’Ulss 6 Euganea, spiega: “Nell’immaginario comune è nota l’associazione tra il rientro dalle vacanze estive e l’idea di doversi sottoporre ad un lungo periodo di sacrificio, come unica strada per espiare i peccati di gola”. In realtà non è così.

“Basterà – prosegue la dottoressa – mettere in pratica alcune semplici regole che si rifanno allo stile di vita Innanzituttomediterraneo”.non fatevi prendere dalla paura: non sarà un’estate ad annullare il lavoro fatto durante tutto l’anno, basterà, quindi, riprendere i ritmi piano piano, senza strafare. Inoltre il riposo preso durante l’estate potrebbe rendervi più forti nonché motivati. Assieme ad un atteggiamento motivato e costante, però, sarebbe bene seguire alcune strategie efficaci: innanzitutto è bene ripristinare una routine stabilendo degli orari per i pasti e dedicando le giuste ore al sonno (il riposo è fondamentale per migliorare le nostre prestazioni fisiche e mentali!). Dovreste, poi, mangiare lentamente masticando con cura, questo, infatti, favorirà il senso di sazietà evitando il fatidico “gonfiore addominale”.

Estate ed eccessi. Non servono grandi sacrifici per espiare i peccati di gola

cioè vegetali: olio extravergine di oliva, olive, frutta secca o crema di frutta secca, Mangiateavocado…tantafrutta e verdura (5 porzioni al giorno) e possibilmente di stagione: esse contengono vitamine fondamentali per prevenire l’influenza, per favorire la concentrazione e Praticatel’abbronzatura.unaregolare e costante attività fisica quotidiana, sia spontanea (fare le scale, parcheggiare più lontano dalla meta) che programmata.

Rimettersi sulla dritta via non è facile per nessuno, specialmente se, oltre alla dieta e allo sport, si fanno avanti tutti i problemi, il lavoro e le corse, ma non preoccupatevi e fate tesoro del relax accumulato dalla vacanza.

Le regole d’oro per rimettersi in carreggiata

Salute

Settembre è un mese di transizione: fa ancora caldo, ma non troppo, è soleggiato, ma, talvolta, nuvoloso, ci si veste ancora con abiti leggeri ma senza rinunciare ad una maglietta più pesante nel caso di imprevisti.

Le vespe e i calabroni, invece, hanno un comportamento totalmente diverso. Questi insetti pungono per cacciare. A livello esteriore le vespe sono giallo chiaro e nere mentre i calabroni hanno gli stessi colori delle vespe solo sull’addome, invece nel torace sono nere e

ha avviato una campagna di “arruolamento” per grandi fumatori, con l’obiettivo di battere il tumore ai polmoni attraverso il programma di prevenzione sulla diagnosi precoce. Offre dunque a 400 volontari “ad alto rischio”, con un’età compresa fra i 55 e i 75 anni, senza episodi oncologici precedenti, un programma di screening del cancro basato su una Tac Spirale a Basso Possonodosaggio.partecipare quei fumatori che consumano mediamente 20 sigarette al giorno ormai da trent’anni, ma in realtà potranno partecipare anche coloro che facevano un consumo elevato di sigarette ma sono riusciti a smettere da meno di quindici anni.

Tumore ai polmoni. Una Tac spirale a basso dosaggio eleva la qualitàAnticiparediagnosticaladiagnosi

Sono molti i centri che hanno aderito al programma del Risp, fra i quali l’IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena, l’IRCCS- Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga, Orbassano e Città della Scienza e della Salite di Torino, l’IRCSS- Centro di Riferimento Oncologia di Basilicata (CROB) e anche l’IRCCS-Istituto Oncologico Veneto Quest’ultimo(IOV).

Il dottor Valerio Valeriano, dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea, fornisce alcuni consigli per evitare punture di qualsiasi tipo di insetto (di ape, vespa o calabrone).

caso in cui l’esito dell’esame fosse positivo saranno presi in carico da un “gruppo multidisciplinare dedicato alla patologia polmonare” per ulteriori accertamenti di approfondimento diagnostico e per le eventuali cure.

Salute

Il programma, innanzitutto, prevede di anticipare la diagnosi in modo tale da non dover fare i conti con una malattia in stadio avanzato. Per farlo si utilizza una TAC spirale a dosi minime che consente tempi molto rapidi (meno di un secondo), bassissima dose di radiazioni anch’esse dannose (causa di mutazioni genetiche e quindi di tumori) e “un’elevata qualità diagnostica senza contrasto”.

Lo Iov cerca 400 fumatori volontari per promuovere la prevenzione precoce

Oltre ad una diagnosi tempestiva tramite TAC spirale, il programma punta non solo a curare in tempo ma anche a prevenire l’insorgenza della malattia. Infatti, sarà possibile per tutti i fumatori assumere un farmaco, la Citisina, che è d’aiuto per chi deve smettere di fumare. Sono state fatte delle prove su volontari, reclutati per uno studio simile, che hanno dimostrato di tollerare bene questo farmaco. Inoltre la Citisina

Innanzitutto questi insetti non hanno tutti la stessa aggressività, spiega il dottor Valeriano.

Ebordeaux.ssi,oltre a nutrirsi di frutta, sono anche carnivore e, infatti, si cibano di altri insetti. Nelle nostre zone le specie di vespa che si possono individuare, sostiene il dottor Valeriano, sono quella “vulgaris” e “germanica” che è solita edificare colonie sotterranee. La vespa, al contrario dell’ape, punge più volte, si ciba di alimenti umani e tende a frequentarne anche gli ambienti. Visto, quindi, che la vespa è poco intimorita dall’ambiente umano come ci si può difendere dalle sue punture? Innanzitutto, è bene dotarsi di zanzariere in casa; quindi evitare di tenere porte e finestre aperte senza zanzariera. Dato che le vespe sono attratte e si cibano di alimenti umani è bene non lasciare questi ultimi incustoditi all’aperto, ma sarebbe meglio coprirli. Infine, per chi abita in campagna, dove le vespe sono più presenti, è bene prestare attenzione alle colonie sotterranee da loro create, riconoscibili in quanto assimilabili ad un buco sul terreno dal quale questi insetti entrano ed escono contiÈnuamente.consigliato starci a debita distanza e, nei casi più gravi, mettere in atto interventi di disinfestazione. Salute

Essendo su base volontaria sarà possibile per chi rientra in questa categoria iscriversi online sul Tacrannomail114912365ohttps://www.programmarisp.it/,sitochiamareloIOValnumero338-(dallunedìalvenerdì,dallealle13),oancorascrivendounaarisp@iov.veneto.it.Essisa-innanzituttosottopostiallaSpiraleaBassoDosaggioenel

verrà offerta ai fumatori, quindi sarà totalmente gratuita.

Lo Iov promuove anche un’altra iniziativa: dal 1° settembre è severamente vietato fumare in tutti i locali al chiuso e anche in quelli all’aperto compresi gli automezzi e le aree aziendali, nel rispetto e nella tutela della salute non solo di chi fuma, ma anche di chi subisce il fumo passivo. Questa nuova iniziativa è estesa all’ospedale di Busonera, agli uffici amministrativi a Palazzo Santo Stefano, alla Palazzina di Radioterapia nell’area dell’Azienda Ospedaliera a Padova, alla Torre della Ricerca in Zip, all’Ospedale San Giacomo a Castelfranco, la Radioterapia all’ospedale di Schiavonia.

Le strategie per difendersi dalle punture di vespa

E questo è anche il mese in cui possiamo incappare facilmente nelle punture di insetto.

L’ape, arancio - marroncina e nera sull’addome, per esempio, si nutre di nettare, è, infatti, un impollinatore ed è mansueta: se punge, lo fa una sola vota e per difendersi. È bene, però, mantenersi distanti dal suo alveare di almeno 2 metri.

è l’obiettivo sostenuto dalla Rete Italiana Screening Polmonare nel programma al quale ha aderito anche l’Istituto Oncologico Veneto

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In Italia ogni anno si riscontrano 42.000 casi di cancro polmonare e 8 pazienti su 10 manifestano la malattia in stadio avanzato. Sicuramente una delle cause principali del cancro ai polmoni è il fumo. È stato, quindi, promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il Risp (Rete Italiana Screening Polmonare) un programma per cercare di prevenire questa malattia.

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Il Valderlei Borgo, racconta la vulnerabilità dei sentimenti

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“Ripartirei da te” (edito da Albatros Il filo, con prefazione di Barbara Alberti) è il poetico titolo dell’opera prima di Paolo Vanderlei Borgo, giovane autore vicentino di origine brasiliana, che alle pagine del suo diario intimo affida le sue riflessioni sulla vita, sul tempo e sull’amore. Giunto ormai prossimo all’esame di maturità, Paolo racconta la sua storia d’amore con Simone, un amore vissuto intensamente alla luce del sole, senza il timore del giudizio di amici e compagni. Paolo vive in un piccolo paese in provincia di Vicenza, un paese piccolo e un po’ pettegolo spiega il romanzo, ma deliziosamente immerso nel verde. Il verde e la natura gli offrono sollievo dalla malinconia che costantemente l’accompagna, dai dubbi e dalla paura del futuro. Ed è alla natura che chiederà conforto quando giungerà, incomprensibile e dolorosa, la fine dell’amore con Simone. E scoprirà anche quanto possano essere salvifici i ricordi felici, quelli legati ai giochi e ai giorni luminosi dell’infanzia, quelli legate alle persone che abbiamo amato, Laricambiati.scrittura di Vanderlei Borgo è diretta, ricca di metafore e iperboli che tentano di riflettere l’impeto, lo stupore e il potere totalizzante, talvolta annichilente, dell’amore giovanile. La sincerità con cui l’autore mette a nudo i suoi

La narrazione può a tratti far sorridere per il suo tono fervido e ingenuamente solenne ma ricorda anche a chi si sen-

te ormai lontano dal primo amore quanto questo possa essere meraviglioso, terribile e vivificante e quanto esso resista ad essere sradicato dal cuore, nonostante il tradimento, nonostante il dolore.

riconoscerà lealmente il suo valore, il potere che ha di riempire la vita di nuova luce ed energia. Lo porterà con sé, non come un fardello, ma come inizio della vita di giovane adulto.

pensieri intimi, le sue paure e i suoi dolori più cocenti restituisce l’immagine di un giovane uomo in cui una vulnerabilità disarmante convive con un coraggio e una coscienza di sé insospettabili. Paolo spesso s’interroga su quale strada scegliere davanti al bivio tra stabilità e follia e su come trovare il difficile equilibrio tra l’attenzione dovuta agli altri e l’ascolto dei propri bisogni e della propria voce.

La vita, il tempo e l’amore a vent’anni

Ventidue anni, l’autore possiede un cognome italiano da quando aveva tre anni e questo lo deve al fatto che nel 2003 una giovane coppia di italiani abbia scelto di adottare lui e le sue due sorelle. È il più piccolo tra i tre, ma questo non lo ha mai fatto sentire il piccolo di casa, nonostante per la sua famiglia sia sempre stato così. Avendo sempre sofferto a causa di quel poco che la campagna aveva da offrire e delle scarse possibilità di slancio che presentava il paesino in cui è cresciuto, dopo aver conseguito il diploma di maturità, ha deciso di iscriversi alla facoltà di Lettere a Bologna. Ha deciso, poi, di iniziare a lavorare all’interno dell’azienda agricola di famiglia scoprendo con grande stupore quanto il contatto con la natura e con gli animali possa fungere da medicina e sicura guarigione del cuore.

debutto. “Ripartirei da te” è il libro di Paolo

da dove mi piacerebbe ricominciare, io risponderò senza pensarci nemmeno per un secondo: io ripartirei da te”.

La narrazione muove dall’urgenza di immortalare l’amore all’apice della sua intensità e di cercare disperatamente di comprenderne e accettarne la fine: quando e perché si perde l’amore? In quale istante si spegne quel fuoco che pure poco prima sembrava così vivo e intenso? Come rassegnarsi a non sentirsi più parte della vita della persona amata, a condividerne tappe di vita fondamentali, a sentirla allontanarsi sempre di più? Paolo usa la scrittura come cura per capire e accettare, una terapia cui sottoporsi in solitudine come un bambino spaventato che non ha ancora imparato a trasformare il dolore in forza e il passato in Esaggezza.anchese Paolo, infine, imboccherà volonteroso nuove strade, alla ricerca di una nuova felicità e di un nuovo equilibrio senza il suo Simone, non rinnegherà la verità dell’amore che ha vissuto, gli

• Chi è Paolo Vanderlei Borgo

Alla fine, quindi, senza troppi giri di parole, è tornato alle origini, nel paese di campagna che giudicava e quasi disprezzava, ma che senza chiedergli niente in cambio gli ha fatto conoscere la felicità e la vita vera.

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Libri

“Se un giorno mi chiederanno

Un’immagine dell’autore e la copertina del romanzo edito da Albatros

Stefania Martini

La scrittura di Vanderlei Borgo è diretta, ricca di metafore e iperboli che tentano di riflettere l’impeto, lo stupore e il potere totalizzante talvolta annichilente, dell’amore giovanile.

e il coraggio

Le fettuccine “40 a 1”: Imera dà spettacolo

alle morchelle, in dialetto “spugnole” e in autunno ai porcini e al tartufo. Di questi tempi, è un piatto da non Laperdereloro è una cucina sicuramente di tradizione, ma non banalmente ripetitiva nei piatti, perché è concepita ed eseguita con intelligenza. Naturalmente la selvaggina e le carni non mancano (dalla tagliata di sorana alla costata di manzo) ma anche i prodotti locali hanno ampio spazio: dai bìgoli al broccolo fiolaro al piatto classico del Vicentino, vale a dire “polenta e baccalà”. Interessanti sono anche i salumi, di cui si riforniscono da produttori fidati: il galano di culaccia di prosciutto crudo accompagnato dalla loro giardiniera vale molto più di un antipasto. Basterebbe mangiare solo quello per capire molto della loro cucina e della gastronomia vicentina in generale.

Benché si trovi in cima ai Berici, e infatti possano servire interessanti tartufi raccolti da loro nel bosco vicino, i “Penacio”, come si diceva, sono stati da sempre all’avanguardia nella cucina del pesce: ne sono testimonianza oggi piatti come la soppressata di polpo all’olio e limone, lo spaghettino di grano duro agli scampi brasati al cognac, il filetto di scorfano e i moscardini in umido.

in cima

Enogastronomia

è un riferimento della cucina di tradizione

Il locale di tradizione. A Soghe di Acugnano, ai Colli Berici, “Penacio”

Questa particolare pasta è confezionata con quaranta tuorli e un chilo di farina. Da assaggiare in questa stagione con i porcini, in primavera con piselli e asparagi. La cuoca assieme al marito Roberto ha mano felice anche con il pesce e i crostacei.

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L ’hanno battezzata “pasta 40 a 1”. Quaranta tuorli d’uovo per un chilo di farina. È una delle specialità del locale, che ormai ha oltre cento anni di vita ed è un riferimento per la cucina vicentina. La famiglia in oltre un secolo di lavoro ha scritto pagine importanti della storia gastronomica del Vicentino. Attuali protagonisti sono Imera Gianello e Roberto Mattiello, che con la figlia Nikki Eveline gestiscono l’antica trattoria “da Penacio” – nome con il quale li conoscono tutti – a Soghe di Arcugnano, sui Colli Berici. È un luogo che abbina lo spirito selvatico dei Colli a una cucina confortante, che si basa su piatti della memoria, anche se affronta con mano sicura il pesce e i Macrostacei.torniamo alla pasta denominata “40 a 1 ”. Sottili, gustose, le fettuccine sono abbinate in primavera ai piselli, agli asparagi oppure

Antonio Di Lorenzo

Imera Gianello assieme al marito Roberto e alla figlia Niki gestisce la trattoria “Penacio” a Soghe di UnArcugnano.piattodelle sue famose fettuccine con porcini e tartufo

La Cantina rivela un’autentica passione dei titolari per l’enologia, che spazia dal territorio ai vini internazionali. I dolci sono all’altezza del menu. Che la coppia Imera e Roberto abbia una mano felice lo conferma anche il fatto che Roberto, oltre a essere un valente cuoco (assaggiate i suoi panettoni a Natale…) è anche un abile restauratore. L’artigianalità l’hanno nel sangue.

a cura di Paolo Di Lorenzo

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www.ilvicenza.com46 Film e serie tv visti da vicino

Resta un problema legato al trauma porn. Sebbene le scene sessuali, a detta di registi e creatori della serie, siano meno soventi per smentire chi attribuisce a “GoT” un successo in gran parte voyeuristico, permane in “House of the Dragon” il ricorso alla violenza e all’elemento gore per i quali il pubblico di “Game of Thrones” potrebbe essere ormai vaccinato dai tempi del Nozze di Sangue, ma che continua ad essere uno scotto pagato, maggiormente, dai personaggi femminili.

La quinta stagione di Skam Italia approda su Netflix e fa discutere. Dopo i guai con le amiche di Eva, la sessualità di Martino, il revenge porn con Eleonora e il dilemma tra fede e cuore di Sana, è il turno di Elia e della sua ipoplasia peniena. Altresì detto – così è entrato in trending topic su Twitter – il raccontifrontiste.blicoLea:neCentorameaffrontarecheesserestoGavino.corsosimilepiccola,èessereDietromurometteinterioregliodell’aspettocuriosononreireazioneFrancesco-protagonistastagione.EliaLeadiscussotificaresensodisensoveritàdellaperplessitàdell’adolescenza.affrontandodentigiornalieraSkamCome“micropene”.siricorderà,trattadellavitadialcunistu-diunliceodiRoma,tematichesocialitipicheChihaavutounaprimareazionedisulladirezionenarrativaquintastagioneconfermaunaalquantoscomoda:c’èunfortedidisagionelparlaredelmetromisura(siainsensofiguratocheinlato)chesiadoperaperquan-lapropriavirilità.NeabbiamoconFrancescoCentorameeGavinocheprestanoilvoltoadeViola,iprotagonistidellaquinta“NonmiaspettavodidiventareildiunastagionediSkamrispondecongrandefranchezzaCentorame-Lamiaprimaaltemadiquestiepisodidi-cheèstataunareazioneforte,mamicisonosoffermatotroppo.Erodiscoprirecosac’eraaldilàfisico,perchéqueldetta-erasoltantol’iniziodiunmondobenpiùvasto”.“LamiaViola,comemoltigiovani,traséeilrestodelmondounperproteggersidall’intimità.atuttoquestoc’èlapauradivista–erifiutata–perciòchedavvero.Ancheio,quandoeropiùmisonocomportatainmodoaViola,credosiapartedelper-dicrescita”hacommentatoLea“Cisiamointerrogatimoltosuque-temaesucomeavrebbepotutoaccolto.Onestamentepensocisiaunasensibilitàadattaadquestodiscorso”,affermasoppesandoconattenzio-lesueparole.Glifaecolacollega“Bisognaancheeducareilpub-adaspettarsistorievereeone-Bisognaaverefiducianeicon-deglispettatorierestituirelorocherispecchinolarealtà”.

“Il futuro è nel passato”, era solito dire Ted Sarandos, il co-ceo di Netflix, nello spiegare la strategia della piattaforma per i loro contenuti originali. Ecco che, per riportare al centro dello spirito del tempo “Game of Thrones”, si è scelto di ripartire proprio dalla pietra dello scandalo: la famiglia di Daenerys Targaryen (Emilia Clarke), il personaggio più potente della serie e quello più bistrattato nel corso dei due episodi conclusivi.L’operazione “House of the Dragon” - nata, approvata e girata in piena pandemia - non può fallire e deve rappresentare una nuova era di successo per l’agglomerato Warner Bros. Discovery. Altro che Westeros: le botte tra streamer sono ben più avvincenti.Inquesta

“Quando non è rimasto più niente da bruciare, devi appiccare fuoco a te stesso”: vecchia canzone che è anche un po’ il leitmotiv di “House of the Dragon”, il primo spin-off di “Game of Thrones” a vedere la luce a più di tre anni dal controverso epilogo della serie originale.

Skam e la sessualità che non deve far paura

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scacchiera globale dove ogni titolo può rappresentare la mossa vincente, “House of the Dragon” riesce a sostenere il peso delle attese offrendo a chi guarda uno spettacolo fantasy suggestivo che, tolti i draghi, è molto più shakespeariano della serie originale. Lo spin-off riesce lì dove la serie madre ha fallito, proponendo diversi modelli di eroina - da Rhaenyra a Rhaenys, passando per Alicent (Emily Carey) - che non esistono con il solo intento di agevolare il plot delle loro controparti maschili.

Dragoni da prequel con tocco shakesperiano

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