Oltre la pedagogia del grembiulino

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I forum de La Scuola che Funziona – Oltre la Pedagogia del Grembiulino

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Un’iniziativa editoriale de

INDICE 1. I DATI 1.1 POST D’APERTURA 2. IL TEMA 3. I TEMI EMERSI nelle loro declinazioni 4. SVILUPPO DEI TEMI nella discussione 5. LE IDEE FORTI per un cambiamento possibile 6. CONCLUSIONI 7. LINK di riferimento citati nella discussione

a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin


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1. I DATI La discussione si è svolta nel forum “Pratiche di innovazione”. La discussione è iniziata il 27 marzo 2010 ed è terminata il 2 aprile 2010. Gli interventi sono stati 46 Le visualizzazioni della discussione: 102 (funzionalità di NING attivata in periodo successivo alla parte più corposa della discussione) La discussione è stata iniziata da Gianni Marconato ed è proseguita con gli interventi di 7 docenti di ogni ordine e grado di scuola, qui di seguito elencati. Loretta Bertoni Elena Favaron Cristina Galizia Gianni Marconato Marco Pedrelli Maria Serena Peterlin Antonio Saccoccio 1.1 POST DI APERTURA Che cosa troviamo nella scuola d’oggi? Accanto a proposte didattiche di vera innovazione assistiamo anche alla riproposizione di modalità didattiche di vecchio stampo. La scuola italiana non è, in gran parte, cambiata e la didattica trasmissiva non ha lasciato il posto a una didattica attiva, collaborativa, cognitivamente attenta. Le vere innovazioni sono quantitativamente significative e dimostrano il valore aggiunto di nuove pratiche didattiche; tuttavia molta scuola italiana sta ignorando il contributo della ricerca pedagogica e didattica di questi ultimi vent’anni e lascia sopravvivere ancora la didattica trasmissiva, quella della pedagogia di 50 anni fa. Il messaggio politico rivolto alla scuola oggi cambia ed è diventato: “basta innovazione, ritorniamo alle buone vecchie pratiche didattiche del passato. Fate affidamento sulle vostre teorie implicite, non sfidatele, non riflettete sulle vostre pratiche, non c’è bisogno di alcun cambiamento concettuale”. Accompagna questo messaggio l’attacco a a) i pedagogisti contemporanei rei di aver portato alla rovina la nostra scuola, b) agli insegnanti che dedicano attenzione alle nuove metodologie perché basare le proprie pratiche su un metodo è considerato quasi un errore. Si tratta dunque di un chiaro invito politico alla conservazione didattica, di un’esortazione affinché anche il mondo della scuola dia il proprio contribuito all’insediamento e al rinforzo di una cultura conservatrice rifiutando ogni innovazione concettuale. Riteniamo sia necessario reagire a questa cultura con urgenza anche iniziando una ricerca sulle linee e prospettive della professione docente nell’età della nuova comunicazione. Costatiamo che: a) le nuove comunicazioni sono, di fatto, nella quotidianità dei nati (nativi digitali) da zero anni in avanti. a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin

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b) le stesse famiglie usano già una diversa modalità di confronto con tutta la realtà: scuola e insegnanti compresi. c) i media tradizionali tendono sempre di più a interagire con i nuovi. Allora è necessario chiedersi se: a) rispetto alla realtà mutata, scuola e insegnanti abbiano o no già trovato una propria, autentica e autonoma prospettiva professionale b) l’insegnante, consapevole di non essere più il rappresentante unico e depositario del sapere extra-famigliare, stia riflettendo su come il suo ruolo si sia modificato. c) gli insegnanti abbiano accettato la sfida di confrontarsi, in una prospettiva progettuale, con la sfida del cambiamento. Si sente, infatti, l’esigenza di affermare la specificità di questa professione anche formulando una proposta autonoma, originale, consapevole, professionale e non limitandosi a una mera reazione in negativo o positivo. Occorre un progetto con il quale gli insegnanti, quale gruppo sociale d’intellettuali attivi nella pratica didattica e connesso a problematiche fondamentali per i giovani, affermino come intendano giocare il proprio ruolo nella società e sottrarsi alle conservatrici prospettive che si sintetizzano simbolicamente con il ritorno al grembiulino scolastico. 2. IL TEMA “OLTRE LA PEDAGOGIA DEL GREMBIULINO, LA PEDAGOGIA DELL’ASCOLTO”. In questa discussione che si muove alla ricerca di una scuola che non annoia e che sappia renda interessante l’apprendimento, il grembiulino è assunto a simbolo del passato. Il network di docenti in rete La Scuola che Funziona ha discusso l’argomento proponendo le linee di un cambiamento possibile. 3. I TEMI EMERSI La discussione si svolge in un periodo in cui gli interventi del MIUR attuano pesanti tagli alla scuola pubblica e le proposte di riforma della scuola invece di aprire nuove prospettive di pratica e di ricerca didattica sembrano prefigurare un ritorno a vecchie, e perciò apparentemente rassicuranti, pratiche obsolete. I partecipanti hanno discusso su a) la difficoltà di proporre ed attuare pratiche di innovazione. b) la scuola sembra spegnere invece di accendere la naturale propensione ad apprendere che anima i bambini (R.Schank) c) i genitori preferiscono docenti di stampo tradizionale: perché? d) l’evidenza di un diverso e migliore rendimento in partecipazione e profitto ottenuto dagli studenti quando non sono costretti a una didattica passivizzante. e) le classi “difficili” come terreno di sperimentazione f) possibili soluzioni: didattica empatica e creativa o approccio razionale alle tecniche di trasmissione del sapere g) partecipare a LSCF è fare auto-formazione a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin

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4. SVILUPPO DEI TEMI NELLA DISCUSSIONE a) la difficoltà di proporre ed attuare pratiche di innovazione a.1) la dirigenza scolastica troppo spesso tende alla resistenza all’innovazione, quando non l’ostacola a.2) non pochi colleghi spesso sono legati a pratiche didattiche di vecchio stampo e passivizzanti 4

b) la scuola sembra spegnere invece di accendere la naturale propensione ad apprendere. (Schank) b.1) i bambini alle elementari imparano volentieri perché usano subito quello che imparano b.2) i ragazzi più grandi, invece, a scuola si annoiano, anche perchè non trovano motivazioni adeguate all’impegno richiesto b.3) è vero che le scuole spesso mancano di attrezzature, ma la logica della scuola poggia b.4) tanta istruzione non è efficace perché è fatta di risposte a domande che non sono mai state fatte c) i genitori preferiscono docenti di stampo tradizionale: perché? c.1) ritengono che siano forniti di esperienza e competenza tali da assicurare una preparazione migliore ai figli c.2) i media spesso diffondono notizie negative o di mala scuola c.3) il vecchio modello di scuola (grembiulino) è quello di cui hanno esperienza c.3) è necessario però affrontare il problema con le famiglie e coinvolgerle (vedi discussione Il bravo prof in particolare qui e qui), fare innovazione dimostrando di essere autorevoli ed attendibili d) l’evidenza di un diverso e migliore rendimento in partecipazione e profitto ottenuto dagli studenti quando non sono costretti a una didattica passivizzante e esclusivamente trasmissiva d.1)è necessario sfruttare le opportunità di far vivere agli alunni esperienze di apprendimento anche fuori dalla scuola (stage) d.2) seguire gli studenti in attività non tradizionali e sperimentare l’innovazione richiede coraggio, ma quando si verificano i risultati se ne ricavano soddisfazioni e “benzina” per proseguire il cammino d.3 Sim e PC sono utili, ma sono uno strumento di lavoro e non una soluzione del problema d.4 porsi in una dimensione di attesa dei tempi degli studenti e di ascolto verso le loro curiosità e i loro interessi e) le classi “difficili” come terreno di sperimentazione e.1) gli studenti che si annoiano: come affrontare il problema? Dialogando, ascoltandoli e facendo emergere i loro interessi e bisogni e.2) nelle classi definite difficili o con studenti definiti “poco scolarizzati” in realtà una didattica tradizionale fallisce e allora o si sperimentano nuove pratiche o si escludono gli studenti a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin


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e.3) alcuni studenti non sono non “scolarizzati”, ma hanno attitudini e interessi che possiamo individuare e valorizzare f) possibili soluzioni: creatività e razionalità f.1) operare con creatività e buon senso f.2) osservare i risultati sotto forma di indicatori (anche sfruttando le prove INVALSI che sono standardizzate) f.3) eseguire un'analisi statistica e rilevare eventuali dati significativi tra popolazione osservata, risultati osservati/attesi e popolazione generale risultati osservati/attesi. f.4) trarre conclusioni sul metodo g) partecipare a LSCF è fare auto-formazione g.1) Lavorare attivamente anche ne LSCF è compiere dei significativi passaggi verso la maturità professionale e, per chi è già "esperto" consolidare la propria esperienza attualizzandola, situandola nelle pratiche sociali e culturali attuali e future g.2) L'insegnante è anche un professionista dell'apprendimento. g.2.1) Come tale sa, nel senso profondo del termine, come le persone apprendono ed è consapevole della complessità del processo di apprendimento e sa agire in questa complessità senza semplificazioni. g.2.3) Un "professionista", a differenza del novizio ha esperienza del suo contesto professionale e non si è limitato a fare esperienza. g.2.4) L'esperto dell'apprendimento sa agire d'istinto: sa connettere, con gesto automatico, la propria esperienza con il problema che ha davanti ed il modo altrettanto automatico, sa mettere in atto il comportamento più adeguato. g.2.5) Il professionista può vantare un vasto repertorio di situazioni professionali e con queste sa far fronte a situazioni-problema routinarie e non-routinarie. g.2.6) Si arriva all'expertise attraverso ripetute esperienze durante le quali si è stati capaci di riflettere e sulle quali, a distanza, si è potuto riflettere ("reflection-in-action" e "reflectionon-action" di Schon). g.2.7) Si approda all'expertise, allo stato di esperto muovendo, come membro della comunità degli insegnanti, da un ruolo di “novizio" attraverso la partecipazione (periferica ma legittimata) alle pratiche di quella comunità. 5. LE IDEE FORTI PER UN CAMBIAMENTO POSSIBILE a) L’insegnante è un professionista dell’apprendimento che, forte della sua pratica didattica, può formulare riflessioni da cui conseguano proposte innovative b) operare con creatività e buon senso serve a fronteggiare proposte conservatrici c) Sono proprio le classi difficili che dimostrano l’inefficacia della pedagogia del grembiulino e la necessità di una pedagogia dell’ascolto d) Una didattica coraggiosa apre le porte delle aule e fa sì che gli studenti possano usare quello che imparano, imparino per un fine e non siano costretti a memorizzare dati e concetti. a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin

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6. RIFLESSIONE CONCLUSIVA La scuola ha bisogno di aggiornamento, gli insegnanti di formazione, i nostri ragazzi di risposte: occorre, infatti, rispondere ai bisogni educativi delle nuove generazioni apparentemente sicure di sé e in fuga dall’educazione. Quando si valuta il risultato dell’azione didattica invece di recriminare sulla qualità degli insegnanti e dei loro studenti sarebbe meglio studiare soluzioni. Si accusa la scuola di non essere adeguata al mondo d’oggi, ma si propone il ritorno al passato. Il problema è che il passato ha realmente una sua dignità che il presente non potrebbe sostenere, ma il presente ha una fame di soluzioni che il passato non potrebbe saziare. La scuola, oggi, può funzionare solo se funzionano i docenti e le famiglie collaborano, solo se invece di recriminare sui rimproveri dei funzionari o degli esperti tuttologi, si entra in sintonia con il mondo che è fuori dalla scuola per comprenderlo interagendo. Troppo spesso acquista visibilità e alza la voce solo l’insegnante che si lamenta, ma non fa oltre: noi invece andiamo oltre. La scuola del passato forniva modelli confezionati che i bambini che i ragazzi erano chiamati ad indossare. Era una scuola che considerava la curiosità con sospetto e aveva risposte rigide per ogni domanda. Noi pensiamo ad una scuola senza grembiulini, senza modelli a taglia unica, una scuola che non frustri la curiosità e non reprima la vivacità con un voto di condotta, ma sia in grado di educare. Un’istruzione dove, come scrive Andreas Formiconi, nessuno tema di fare “domande sciocche che disturbano il prof”. In passato a scuola si indossavano i grembiulini, oggi rifiutiamo la vecchia logica per imparare – insegnando a vedere il mondo e i rapporti umani con i propri occhi. 7 LINK INERENTI LA DISCUSSIONE G. Marconato: Ancora Schank ancora provocazioni http://www.giannimarconato.it/2008/03/ancora-schank-ancora-provocaz... Schank: La carta dei diritti dello studente http://www.giannimarconato.it/2008/04/schank-e-la-carta-dei-diritti... Soluzioni alla ricerca di un problema http://www.giannimarconato.it/2007/08/soluzioni-alla-ricerca-di-un-problema/ M.S.Peterlin Passatismo accademico e confronto con i genitori http://notecellulari.wordpress.com/2010/01/28/passatismo-accademico-e-confronto-con-igenitori-di-mariaserena-peterlin/ SOS Scuola pubblica: prima che il cigno canti a cura di G.Marconato e M.S.Peterlin

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http://notecellulari.wordpress.com/2010/01/28/sos-scuola-pubblica-prima-che-il-cigno-cantidi-mariaserena-peterlin/ Gelmini riforma la scuola, anzi la sfascia http://notecellulari.wordpress.com/2009/09/29/gelmini-riforma-la-scuola-anzi-la-sfascia/ Link Utili A. Formiconi : Abbandoniamo le caserme http://iamarf.org/2011/01/14/abbandoniamo‐le‐caserme/

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