Classici d'Italia VOL. I° - Catalogo di Posta e Francobolli

Page 1


Franco Filanci AIFSP & Domenico Tagliente

CLASSICI D’ITALIA

CATALOGO DI POSTA E F RANCOBOLLI

CLASSICS of ITALY

OSTAL PHILATELICCATALOGUE

1º NOV 1858 – Francesco Giuseppe a rilievo, valore in soldi Embossed head of Francis Joseph, in soldi

A. Ernst Adolf Meissner – S. tiporilievografia, K.K. Hof-und Staatsdruckerei, Vienna –D. 14½ P (n. 9-13) – Fg. 60 più 4 croci in negativo in basso x 4

LV 9 2 s. giallo ocra

A. 1º tipo, fiocco a 3 4.000,– 500,– 750,–

B. 2º tipo, fiocco a 8 (12.4.1859) 1.000,– 75,– 200,–

LV10 3 s. nero

A. 1º tipo, fiocco a 3 2.500,– 275,– 800,–

a. dent. 15x16 o 16x15 3.000,– 500,– 1.250,–

b. dent. 16x16 1.750,– 4.500,–

B. 2º tipo, fiocco a 8 (11.10.1859) 5.000,– 125,– 350,–

LV11 5 s. rosso

A. 1º tipo, fiocco a 3 750,– 20,– 75,–

B. 2º tipo, fiocco a 8 (1º.2.1859) 400,– 2,– 15,–

LV12 10 s. bruno

A. 1º tipo, fiocco a 3 1.000,– 125,– 300,–

B. 2º tipo, fiocco a 8 (1º.3.1859) 2.500,– 25,– 75,–

LV13 15 s. azzurro

A. 1º tipo, fiocco a 3 3.750,– 200,– 500,–

B. 2º tipo, fiocco a 8 (10.2.1859) 2.000,– 100,– 225,–per giornali newspapers stamp

LV14 (1,05) azzurro, 1º tipo con fiocco a 3 750,– 150,– 500,–

LV15 (1,05) violetto, 2º tipo, fiocco a 8 (1859) .. 1.500,– 300,– 750,–

Le cornici recano fregi diversi per ciascun valore, con quella per giornali più semplice e di formato un po’ ridotto.

La stampa di questi e dei seguenti valori avveniva in un’unica battuta, dato che il cliché tipografico comprendeva il contropunzone per il rilievo. Il 2º tipo di ogni valore, oltre al ben evidente ritocco del fiocco sulla nuca, presenta almeno un ritocco per eliminare difetti dell’incisione: il punto sotto la O di SOLDI nel 2 s., il punto sulla base del 3 nel 3 s., un tratto di troppo nella cornice inferiore sinistra dell’effigie nel 5 s., le linee difettose sopra SOLDI nel 10 s. e le lettere SO unite nel 15 s.

GIU 1859 – Il regno si dimezza ma il nome non cambia

The kingdom is divided but the name doesn’t change In seguito alla guerra con il Regno di Sardegna appoggiato dalla Francia di Napoleone III, nel giugno 1859 la Lombardia si sottrae al dominio austriaco e viene rapidamente annessa al Piemonte. Al regno Lombardo-Veneto resta solo il Veneto, oltre a Mantova con il cosiddetto Quadrilatero: l’Oltrepò mantovano, in un primo tempo assegnato ai piemontesi, il 9 dicembre 1859 tornerà sotto dominio austriaco.

lettere da Milano con 5 soldi 2º tipo, 8-30 giugno 1859 ............... 300,– 1.000,–idem, con 20 cent. sardo, luglio 1859 ............................................. 100,– 500,–lettere dell’Oltrepò mantovano (Revere, S. Benedetto, Sermide) con 20 cent. sardo, luglio/dicembre 1859 .................................... 500,– 12.500,–

Le lettere databili con sicurezza a tale periodo con annullo di altre località lombarde o dell’Oltrepò, o con differenti valori, sono chiaramente più pregiate.

Following the war with the Kingdom of Sardinia supported by France, in June 1859 Lombardy was liberated from Austrian rule and quickly annexed to Piedmont. However, the Lombard-Venetian Kingdom did not change its name, even though it only retained Veneto, in addition to Mantua with the so-called Quadrilateral: the Oltrepò Mantovano, initially assigned to the Piedmontese, returned under Austrian rule on December 9, 1859.

5 GEN 1861 – Francesco Giuseppe a rilievo volto a destra Head of Francis Joseph facing to the right S. tiporilievografia, K.K. Hof-und Staatsdruckerei, Vienna –D. 14 (n. 6 e 17) – Fg. 100x2

LV16 5 s. rosso (4.1861) 1.500,– 5,– 10,–

LV17 10 s. bruno mattone (3.1862) ................... 3.000,– 20,– 150,–a. francobollo corto, con 15x17 denti 3.500,– 150,– 400,–b. francobollo alto, con 15x19 denti ......... 3.500,– 150,– 400,–per giornali newspaper stamp

LV18 (1,05) grigio, cornice ornata 400,– 350,– 750,–a. lilla grigio ................................................ 1.000,– 500,– 1.000,–buste postali envelopes

LV19 3 s. verde A. formato mm 147x85 250,– 5.000,–B. formato mm 148x118 3.500,– 20.000,–R. ritaglio del francobollo 125,– 5.000,–10.000,–

The printing of these and the following denominations was done in a single printing run, since the typographic plate included the counterpunch for the relief. The 2nd type of each denomination is mainly distinguished by the clearly visible retouching of the tuft on the nape. raccomandata con dicitura “da rimettersi per espresso” ricevuta di ritorno, minimo ......................................................................... 250,–croci di Sant’Andrea St. Andrew’s cross I 4 esemplari alla base di ogni gruppo, usati per arrotondare a 60 il numero dei francobolli dei fogli in distribuzione, in questa emissione sono in bianco su fondo pieno, a tutto campo o con margine. Per lungo tempo nell’Ottocento i collezionisti si sono chiesti che cosa fossero questi ‘francobolli’ che comunque, per non sbagliare, venivano raccolti (vedi Che saranno mai codeste croci? di Francesco Luraschi, su Storie di posta n. 24 n.s.). esemplare con parte di Croce, minimo .............................. 1.500,– 50,– 125,–esemplare con intera Croce unita, minimo ....................... 10.000,–5.000,– 25.000,–la sola Croce, minimo .......................................................... 150,– 150,– 250,–

The 4 St. Andrew’s crosses at the bottom of each group, used to round the number of stamps in each sheet to 60, in this issue are white on a solid background, either full or with margins. For a long time in the 19th century, collectors wondered what these “stamps” were, which were collected anyway to be safe.

ATTENZIONE WARNING

Di tutte le carte-valori del Lombardo-Veneto – francobolli, buste postali e marche – sono state eseguite ristampe ufficiali, distinguibili più o meno agevolmente dai tipi originali ma che comunque consigliano di esigere una perizia in caso di acquisto di esemplari nuovi e anche degli usati di maggior pregio.

Of all the stamped papers of Lombardy-Venetia – stamps, postal envelopes, and revenues – official reprints have been made, distinguishable more or less easily from the original types but still advisable to demand an expert opinion when purchasing both new and particularly valuable used specimens.

LV20 5 s. rosso A. formato mm 147x85 125,– 150,–B. formato mm 148x118 800,– 1.000,–R. ritaglio del francobollo 20,– 500,– 5.000,–

LV21 10 s. bruno rosso A. formato mm 147x85 125,– 250,–B. formato mm 148x118 750,– 1.000,–R. ritaglio del francobollo 20,– 650,– 5.000,–

LV22 15 s. azzurro A. formato mm 147x85 150,– 1.500,–

B. formato mm 148x118 1.500,– 3.000,–R. ritaglio del francobollo 35,– 3.000,–20.000,–

LV23 20 s. arancio A. formato mm 147x85 1.000,– 9.000,–

B. formato mm 148x118 7.500,– 17.000,–

R. ritaglio del francobollo 300,– 23.000,–

LV24 25 s. bruno A. formato mm 147x85 1.200,– 20.000,–

B. formato mm 148x118 3.250,–

R. ritaglio del francobollo 400,– 23.000,–

LV25 30 s. violetto A. formato mm 147x85 1.200,–

B. formato mm 148x118 3.250,–

R. ritaglio del francobollo 400,– due noti 1 noto

LV26 35 s. nocciola A. formato mm 147x85 1.200,–

B. formato mm 148x118 3.500,–

R. ritaglio del francobollo 400,–

In realtà non è una nuova serie, ma una versione particolare e unica, senza impegnative cornici diversificate, da usare nelle buste postali. Solo in un secondo tempo si decide di utilizzare due conii già pronti per realizzare dei francobolli adesivi, ma non si va oltre l’esperimento.

Fino al 5 novembre 1862 le buste postali sono vendute con il sovrapprezzo di 1 soldo, poi abolito per facilitarne la diffusione. L’uso dei ritagli, considerato uno spreco della busta se non il riutilizzo di un esemplare mal annullato, sarà sempre avversato, ma inutilmente.

ricevuta di ritorno minimo

6 APR 1932 – Giuseppe Garibaldi, 50º anniversario della morte (isola di Caprera, 2 giugno 1882)

A. Francesco Chiappelli, e Corrado Mezzana (aeroespressi) – S. rotocalco –W. corona – D. 14 P – Fg. 50x2 – Q. 160.000 – Val. 31 gennaio 1933 –Sovrapprezzo pro Federazione Nazionale Volontari Garibaldini

532 10 c. ardesia, la casa natale a Nizza 2,– 3,– 5.–

533 20 c. bruno, l’incontro col re a Teano 2,– 3,– 5.–

534 25 c. verde, Garibaldi e Nino Bixio 5,– 3,– 5.–

535 30 c. arancione, l’incontro col re a Teano 3,– 5,– 20,–

536 50 c. violetto, Garibaldi e Nino Bixio 3,– 1,– 5,–

537 75 c. carminio, Garibaldi con Anita morente 10,– 10,– 15,–538 1,25 azzurro, la tomba a Caprera 15,– 5,– 15,–539 1,75 + 25 c. oltremare, lo scoglio di Quarto 20,– 35,– 75,–540 2,55 + 50 c. bruno rosso, monumento 25,– 40,– 100,–

541 5 L. + 1 L. carminio, Giuseppe Garibaldi 45,– 76,– 125,–

posta aerea air mail

542 50 c. carminio, la casa a Caprera 2,– 10,– 20,–543 80 c. verde, il capanno in cui morì Anita 3,– 15,– 35,–

544 1 L. + 25 c. lacca bruno, la casa a Caprera 7,5 25,– 75,–

546 5 L. + 2 L. verde cupo, Giuseppe Garibaldi 10,– 50,– 125,–aeroespressi air express (2.6.1932)

547 2,25 + 1 L. rosso e violetto, monumenti 15,– 50,– 200,–

548 4,50 + 1,50 verde e bruno, idem 20,– 75,– 350,–la serie di 17 francobolli 175,– 400,– 750,–

Era anche il 125º anniversario della nascita (Nizza, 4 luglio 1807) ma allora nelle carte-valori non si usava celebrare i quarti di secolo. Gli aeroespressi sono i primi valori del genere apparsi in Italia: comprendevano la tariffa della lettera semplice più il diritto di espresso e la soprattassa aerea, per l’interno (50 cent. + 1,25 + 50 cent.) o per l’Europa (1,25 + 2,50 + 75 cent.).

It was also the 125th anniversary of the birth of the Hero of Two Worlds (Nice, July 4, 1807).

The air express stamps were the first of their kind to appear in Italy: they included the rate for regular mail plus the express fee and the air surcharge, either for domestic or European destinations

Designs: 10c. the birthplace at Nice; 20c. Garibaldi and the King at Teano; 50c. Here we make Italy or die; 75c. Anita’s death; 1,25 the tomb at Caprera; 1,75 Quarto Rock; 2,55 monument in Rome; air 50c. Garibaldi’s dwelling house at Caprera; 80c. the hut where Anita died; n. 547/8, statues at Caprera and Anita’s in Rome

8 LUG 1932 – Pro Opere di previdenza della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, 4ª emissione For the fascist Militia, 4nd issue

A. Luigi Stracciari (vignette) – S. rotocalco –F. mm 150x105 – Val. 31 marzo 1936

549 20 c. + 5 c. rosso, re di profilo (25.9.1932)

A. vignetta grande bruna 90,– 125,–

B. vignetta grande verde oliva 150,– 300,–

550 30 c. + 10 c. bruno, re di profilo

A. vignetta rosso bruna 90,– 150,–

B. vignetta verde 80,– 100,–

C. vignetta blu 125,– 200,–

Le vignette usate per entrambi i valori, in due diversi formati, sono:

1. M.V.S.N. — National Security Volunteer Militia

2. Battaglioni Camicie Nere — Black-Shirt Battalion

3. Milizia Coloniale — Colonial Militia

4. Milizia della Strada — Road Militia

5. Milizia di Frontiera — Border Militia

6. Milizia Ferroviaria — Railway Militia

7. Milizia Forestale — Forest Militia

8. Milizia Portuaria — Harbour Militia

9. Milizia Postelegrafica — Postal Telegraphic Militia

Con questa quarta emissione la Milizia cambia strada puntando sull’autopropaganda e sulle cartoline illustrate e postali. Stante l’obbligo di usare sugli interi postali un francobollo con effigie reale, fu necessario creare due speciali valori imperiale con sovrapprezzo, entrambi differenti dal tipo ordinario: il 20 cent. con il re al posto di Giulio Cesare e il 30 cent. con l’effigie reale di profilo, più solenne di quella frontale.

With this fourth issuance, the Militia changes direction, focusing on selfpromotion and illustrated postal cards. Due to the requirement to use a postage stamp with the royal effigy on postal cards, it was necessary to create two special imperial values with surcharges, both different from the regular type: the 20 cents with the King in place of Julius Caesar and the 30 cents with the profile of Vittorio Emanuele, more solemn than the frontal one. The vignettes are the same but in a different format.

24 MAG 1934 – Campionato mondiale di calcio, 2ª edizione, (27 maggio-10 giugno)

2nd World football championship

A. Liana Ferri (gioco) e Ugo Ortona (stadi) – S. rotocalco – W. corona –D. 14 B – Fg. 50x2 – Q. 145.000 – Val. 30 novembre 1934 –Sovrapprezzo pro Comitato organizzatore

644 20 c. arancio, parata in porta 15,– 10,– 30,–

645 25 c. verde, azione di gioco 15,– 5,– 25,–

646 50 c. violetto, idem 15,– 2,– 15,–

647 1,25 azzurro, idem 20,– 15,– 125,–

648 5 L. + 2,50 bruno, parata ............................ 75,– 300,– 850,–posta aerea air mail

649 50 c. bruno, stadio Mussolini di Torino 5,– 45,– 100,–

650 75 c. bruno rosso, palleggio 10,– 50,– 175,–

651 5 L. + 2,50 viola, stadio Berta di Firenze 35,– 300,– 500,–

652 10 L. + 5 L. azzurro, stadio Littoriale, Bologna 50,– 400,– 850,–la serie di 9 francobolli 250,– 1.000,– 2.000,–

Per i bozzetti, fra l’altro proprio quelli con azioni di gioco, scende in campo per la prima volta una donna, Liana Ferri, che ha esordito l’anno precedente con due serie coloniali.

Nella finale del 10 giugno a Roma vinse l’Italia, con la squadra guidata da Vittorio Pozzo. Valgono il doppio se usati durante lo svolgimento dei mondiali. entro il 10 giugno 1934.

For the sketches, including those depicting moments of gameplay, a woman, Liana Ferri, entered the field for the first time. She had made her debut the previous year with two colonial series.

Italy won, defeating Czechoslovakia in the final on June 10 in Rome.

16 AGO 1934 – 1º Congresso internazionale di Elettroradiobiologia, Venezia 10-15 settembre First international congress of Electro-Radio-Biology

A. Renato Garrasi – S. rotocalco – W. corona – D. 14 B – Fg. 50x2 –Q. 1.500.000 – Val. 30 giugno 1935

4 SET 1934 – Medaglie al valor militare, 1º centenario Medals for gallantry

A. Giuseppe Rondini – S. rotocalco – W. corona – D. 14 B – Fg. 50x2 – Q. 162.000 –Val. 31 dicembre 1934 – Sovrapprezzo pro Istituto Nazionale del Nastro Azzurro

655 10 c. bruno, Carabinieri .. 2,– 2,– 10,–

656 15 c. verde grigio, Fanteria - Infantry 2,– 2,– 10,–657 20 c. bruno, Granatieri 2,– 2,– 10,–

658 25 c. verde, Alpini 2,– 5,– 10,–659 30 c. bruno, Bersaglieri (Enrico Toti) 10,– 10,– 20,–

660 50 c. violetto, Fanteria - Infantry 2,– 1,– 5,–661 75 c. carminio, Artiglieria ............................. 30,– 10,– 30,–662 1,25 azzurro, Milizia 20,– 10,– 20,–663 1,75 + 1 L. arancione, Cavalleria 25,– 50,– 100,–664 2,55 + 2 L. vinaccia, Genio - Engineers 30,– 50,– 125,–665 2,75 + 2,26 viola, Sanità - Medical corps .... 30,– 50,– 200,–

653 30 c. bruno, Luigi Galvani .. 2,– 1,– 5,–a. accento sulla T di CENT ............................... 30,– 20,– 30,–654 75 c. carminio, idem 1,– 3,– 20,–la serie di 2 francobolli 3,– 4,– 30,–

Sono i primi francobolli italiani – e per 60 anni anche gli ultimi – a presentare il fondo a tutto campo, senza margini bianchi.

posta aerea air mail

666 25 c. verde, dirigibilisti 2,– 5,– 10,–667 50 c. ardesia, la beffa di Buccari 2,– 5,– 10,–668 75 c. bruno, idem 2,– 5,– 15,–669 80 c. grigio, dirigibilisti 3,– 10,– 50,–

670 1 L. + 50 c. bruno, truppe coloniali 3,– 10,– 75,–671 2 L. + 1 L. celeste, le Aquile d’Italia in Libia 10,– 30,– 125,–672 3 L. + 2 L. nero, il Milite ignoto ................. 15,– 75,– 175,–aeroespresso air express

673 2 L. + 1,25 bruno, la via dei Trionfi 7,5 50,– 225,–674 4,50 + 2 L. rosso bruno, idem 15,– 75,– 275,–la serie di 20 francobolli 200,– 500,– 750,–È l’ultima serie celebrativa di cui viene ceduta parte della tiratura ai promotori, oltre al sovrapprezzo, a fronte delle spese per i bozzetti e la stampa: una legge del febbraio 1935 stabilisce infatti che i francobolli sono prodotti “a cura esclusiva dello Stato” e che ai promotori, che pure devono collaborare alle spese, va solo il sovrapprezzo, da contenere però “entro limiti ristretti”

It’s the last commemorative series in which part of the printing is allocated to the promoters, in addition to the surcharge, to cover the expenses for the designs and printing. A law from February 1935 indeed established that postage stamps are produced “exclusively under the State’s responsibility” and that the promoters, although they are also required to contribute to the expenses, are entitled only to the surcharge, which must be kept within “narrow limits.”

C

LASSICI D’

I

TALIA CLASSICS OF ITALY

first volume analytical index

CLASSICI D’ITALIA

CATALOGO DI POSTA E F RANCOBOLLI

CLASSICS OF ITALY

POSTAL PHILATELICC ATALOGUE

di Franco Filanci & Domenico Tagliente

In memoria dell’Amico e Accademico

Roy A Dehn e della sua lezione

sotto l’egida dell’ Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale

con la preziosa collaborazione di Giorgio Migliavacca AIFSP grafca, impaginazione e copertina di Franco Filanci

coordinamento redazionale e traduzioni di Lorenza Tagliente e Vanessa Thomas

con un sentito grazie a tutti gli inserzionisti che ne hanno favorito la realizzazione

Helmuth AVI, BIDINSIDE, CHERRYSTONE Auctions, Giorgio COLLA, Studio DIENA, Daniele FABRIS, FELDMAN Auctions, Aste FERRARIO, Fiorenzo LONGHI, Filatelia MAZZINI, Torello ORLANDINI, PHILASEARCH GmbH, Studio RAYBAUDI, Alberto ROVIDA, Seven SEAS, e Poste ITALIANE

e a coloro che hanno dato suggerimenti o indicazioni

Helmuth Avi, Giorgio Benvenuto, Giacomo Bottacchi, Gianluca Bruni, Rocco Cassandri, Daniele Fabris, Franco Faccio, Tony Feldman, Fabrizio Ferrari, Matthias Fukac, Sergio Melotto, Vittorio Morani, Guido Morolli, Giacomo Rambelli, Luca Rizzi, Emilio Simonazzi, Ivano Storti, Tommaso Tagliente e Paolo Ventura

Editore

LASER INVEST srl

SEDE: Porto Mantovano 46047, via Londra 14 – tel.+39.0376.399.901

SHOW-ROOM: Milano 20122, Galleria Unione 5 – tel. +39.02.8412.0035 www.laserinvest.com – e-mail info@laserinvest.com

Stampa

SEVEN SEAS, Repubblica di San Marino

Prima edizione Giugno 2024

Le notizie e i dati tecnici che compaiono in questo catalogo sono ampiamente documentati essendo in gran parte tratti da pubblicazioni di normativa e comunicazioni postali, da riviste dell’epoca e da opere flateliche e postali affdabili

Le valutazioni sono in euro e riferite a esemplari in buone condizioni (vedasi introduzione) venduti da un operatore professionale a un collezionista preparato

Le illustrazioni sono di materiale proprietà degli autori

© Copyright LASER INVEST

È ammesso riportare numerazione, dati e passi di questo catalogo specifcando la fonte con autorizzazione scritta dell’Editore

che conviene leggere

Questo non è un nuovo catalogo: è la prima parte di un catalogo nuovo, anzi di un catalogo-prontuario – di francobolli, di interi postali, di storia postale – che abbandona certe incongruenze della tradizione filatelica per fondarsi sulla realtà postale e sulla logica commerciale, fondamentali nel nostro multiforme mondo.

La filatelia resta la forma di collezionismo più diffusa, ma non è più quella dell’Otto e del Novecento. Il campo d’azione è diventato troppo vasto per raccoglierlo tutto; così se non sono diminuiti i collezionisti in totale, sono diminuiti – e di molto – quelli che di uno stato raccolgono un singolo periodo o settore. E i francobolli che un tempo non bastavano per tutti, ora sono più che sufficienti, talvolta persino abbondanti, anche facendo i pignoli in fatto di qualità.

La filatelia non è più quella dell’Otto-Novecento nemmeno come attrazione collezionistica. Le nuove forme di comunicazione e gli attuali sistemi postali rendono sempre più insolito incappare in un francobollo; così viene a mancare la materia prima per la raccolta, cioè gli esemplari usati staccati come un tempo dalla posta che allora arrivava abbondante quasi ogni giorno. E il valore commerciale – che pure è un fattore primario in ogni forma di collezionismo – con la riduzione degli interessati ai singoli settori risulta meno seducente; senza contare che, badando troppo al valore, si è finito per fare del francobollo una semplice figurina, magari rara e famosa ma sempre una figurina

Se la filatelia può mantenere la sua posizione nel nuovo millennio è come parte della grande storia della comunicazione umana: ne vanta infatti un aspetto popolare, ricco e intrigante, che parte dalle tavolette mesopotamiche in argilla (complete di “busta” anch’essa in argilla) alle tabulae ceratae della Roma imperiale per arrivare all’odierna e-mail. Una storia che negli ultimi due secoli il francobollo e le altre carte-valori hanno reso meritevole di trattazione in opere accessibili e documentate, tali da interessare anche chi non è filatelista.

Ma occorre abbandonare diverse cattive abitudini filateliche.

Caratteristica e insieme difetto della filatelia tradizionale è trattare il francobollo fuori dal suo contesto. Ne esamina talvolta fino al parossismo incisione, stampa, carta, filigrana, dentellatura e combinazioni postali, ma dimentica di considerare il perché e il percome della sua emissione, il momento storico in cui è nato, oltre a politiche, mentalità, gusti e abitudini del momento. Questo catalogo vuole invece mostrare come la posta e le carte-valori siano parte integrante – e importante – della storia di una nazione e di un’epoca. Non considerando soltanto il francobollo e i suoi aspetti commerciali, ma trattando tutte le carte-valori postali in modo razionale e approfondito. E soprattutto valutando gli oggetti e i servizi postali non solo come supporto di certe affrancature e bollature ma come documenti frutto di esigenze e attualità storiche, degni di ben maggiore considerazione, oltre che spesso rari a trovarsi.

I francobolli, gli interi, gli oggetti e i servizi postali, come ogni altra cosa, vanno inquadrati nel loro contesto storico – politico, sociale, culturale, artistico oltre che postale – e trattati non solo come oggetti da album ma in modo serio e rigoroso: solo così possono esprimere quella pregnanza documentaria che è intrinseca di carte-valori un tempo di larga diffusione, e ragione del loro incredibile successo collezionistico.

Ragion d’essere e insieme punto dolente dei cataloghi sono le quotazioni. La maggior parte dei cataloghi dall’Ottocento in avanti sono editi da commercianti di francobolli, e da sempre i cataloghisti hanno valutato gli esemplari, le serie, le varietà e gli usi in relazione all’assortimento e ai quantitativi presenti negli stock dei principali commercianti, e quindi a interessi particolari di mercato. È una tradizione che dura fino ai giorni nostri, e che negli ultimi tempi ha portato a squilibri di valutazione decisamente eccessivi e ingiustificabili, spesso solo per favorire tecniche di

vendita da suk, cioè a base di incredibili sconti. Una consuetudine che questo volume cambia radicalmente, in modo semplice e oggettivo: valutando tutti gli oggetti filatelici e postali sulla base più che concreta delle stime e dei realizzi d’asta. Grazie non solo all’archivio della Laser Invest, ricco di centinaia di migliaia di oggetti venduti in più di quarant’anni di attività, ma controllando anche le vendite di altre autorevoli case d’asta che operano nel mercato italiano ed europeo, e ascoltando il parere di molti esperti collezionisti che sono da tempo clienti delle aste Laser Invest. In questo modo siamo riusciti a elaborare per ogni oggetto non un generico “prezzo di mercato” ma un valore indicativo medio della qualità standard venduta nel mercato attuale. Solo così le valutazioni di tutte le carte-valori e degli oggetti postali presenti in questo nuovo catalogo potranno fornire un’indicazione realistica e condivisibile anche a persone ancora estranee al mercato filatelico.

Cultura e mercato, ecco per noi le due basi essenziali della filatelia, soprattutto in un nuovo millennio in cui la comunicazione è facile e immediata. Un binomio che in quest’opera si esplicita in vari modi.

Base di quest’opera è la storia, a cominciare da quella della posta, di cui il francobollo è parte, non viceversa: non è la storia postale a far parte della filatelia, ma è la filatelia a fare eventualmente parte della storia della posta. Infatti la ragion d’essere di una carta-valore postale è il servizio postale, almeno fino agli anni Settanta, ossia finché la posta ha svolto un ruolo fondamentale nella società. E la sua importanza è tale che ne viene determinata l’esistenza fin nei minimi dettagli, con leggi, regolamenti e tariffari controfirmati dal Capo dello Stato, e con singoli decreti reali o presidenziali per ufficializzare emissione e fine di ciascuna carta-valore e di ogni servizio. Di qui le prime forti differenze di questo catalogo-prontuario rispetto ai tradizionali cataloghi-listino:

– il tener conto di tutti gli aspetti postali di un’emissione, che non sono solo una data, un valore, un disegno e dei colori;

– il considerare anche oggetti, servizi e tariffe postali come oggetti di studio e da collezione, che fra l’altro consentono di comprendere meglio certe carte-valori e tutto ciò di cui si dà conto e valutazione. L’aver trascurato l’uso e l’entità di oggetti e servizi ha portato a una storia postale distorta, in realtà molto filatelica e solo vagamente postale.

– l’utilizzo di un ordine cronologico ma anche logico, che all’occorrenza raggruppa i valori non tanto per tipo quanto per le motivazioni, quasi sempre tariffarie, che ne hanno causato l’emissione; magari alternando nel periodo 1943-45 le emissioni di Regno, Repubblica Sociale, Reich e Alleati per facilitarne la comprensione sul piano sia storico che collezionistico; – l’inserimento in unica sequenza di tutti i diversi tipi di carta-valore usati nei vari servizi: non solo francobolli ordinari, commemorativi, espressi, di posta aerea e pneumatica, pubblicitari, di servizio e di propaganda, ma anche segnatasse, cartoline, biglietti e buste postali (inclusi i tipi in franchigia), bolli franchi e affrancature meccaniche. Perché si tratta di distinzioni svanite nel tempo e comunque di carte-valori postali a tutti gli effetti (per decreti, distribuzione, uso ecc.) che non ha senso ghettizzare o persino escludere. Discriminare gli interi postali – come si è fatto nel Novecento – è stato un danno per l’intera filatelia, facendo dimenticare importanti settori della posta come i servizi a denaro, di cui erano l’unico aspetto pubblico, e rendendo incomprensibili valori postali come i segnatasse-vaglia e i francobolli doppi per pacchi.

Altra caratteristica negativa della filatelia tradizionale è l’assenza di coerenza. Ciò che vale a pagina 20 viene dimenticato a pagina 50 e applicato diversamente a pagina 90. Varianti di colore o nuove tavole di stampa portano in un caso a una “nuova emissione” e in un altro a un semplice sottotipo o magari solo a una “prima tiratura”: si vedano ad esempio i francobolli della prima serie del Lombardo-Veneto che nei vari

cataloghi oscillano da 5 a oltre 20, il ferro di cavallo (n. 45) che sarebbe uno ma per molti è trino, il valore Prudenza sulla strada (n. 1483) il cui netto cambiamento per alcuni non crea neppure un sottotipo, o la prima serie di segnatasse (n. 48-59) sdoppiata in più serie. Tutte incoerenze motivate dal classico “perché sì” o da un inaccettabile “si è sempre fatto così” cui non intendiamo più reggere il moccolo.

Ecco perché altra importante novità di questo catalogo è l’essersi posto delle regole basate su precise definizioni (vedi la Terminologia filatelico-postale del primo capitolo) secondo una formula collaudata fin dal 1987 per la catalogazione degli interi postali nel Nuovo Pertile, poi InterItalia. Evitando in tal modo considerazioni e criteri personali, spesso divergenti e dettati da mode o interessi del momento. E poiché i cataloghi attraverso la loro numerazione finiscono per imporre che cosa deve entrare in una raccolta per essere filatelicamente e commercialmente ‘completa’, proprio per ragioni etiche e di chiarezza e per evitare condizionamenti abbiamo stabilito a priori le seguenti regole: – hanno un numero d’ordine a sé soltanto gli esemplari-tipo, previsti e citati da appositi decreti o equivalenti ufficiali, e/o regolarmente venduti in almeno un ufficio postale (come il Congresso filatelico del 1922) per almeno un giorno (come il Gronchirosa); – quando di una carta-valore esistono due o più sottotipi dovuti a un colore nettamente differente, una diversa dentellatura, o sensibili varianti presenti in un’intera provvista, all’unico numero d’ordine seguono due o più lettere maiuscole. La diversità tra i sottotipi dev’essere sempre facilmente rilevabile: i colori devono risultare nettamente distinguibili e non essere un vago più o meno chiaro o scuro (e sono di solito riprodotti, per evitare malintesi), la dentellatura deve mostrare almeno un foro in più o in meno ogni 2 cm, standard internazionale di misurazione, e le varianti d’incisione o di stampa devono notarsi senza bisogno del microscopio; – le varietà costanti presenti nel foglio, le varie tonalità e sfumature di colore (purché sensibili), le diversità di dentellatura inferiori a un punto e i vari tipi di una stessa filigrana presenti in tutta o parte della tiratura sono normalmente segnalate, distinte da una lettera minuscola; – le varietà occasionali sono solamente citate in forma generica, essendo impossibili da catalogare singolarmente e difficili da valutare, in quanto ne possono sbucare sempre altre ed è impossibile conoscerne il quantitativo esistente. Sono catalogate solamente le varietà spettacolari – centri capovolti, errori di colore, non dentellati integrali, soprastampe capovolte – da sempre apprezzate in quanto rendono diverso e suggestivo l’esemplare ma senza deturparlo o farne un tipico scarto;

– le varie vignette di tipo turistico, pubblicitario o di propaganda di alcuni interi postali sono oggetto di una propria numerazione a parte; – sono considerati non emessi soltanto i francobolli e gli interi postali indubbiamente tali, ovvero già pronti per la distribuzione ma bloccati poco prima dell’emissione per ragioni varie, e di solito messi in vendita dalle stesse poste in tempi successivi, per collezione;

– saggi e prove sono esclusi dall’attuale catalogazione, tranne alcuni saggi di carte-valori mai entrati in produzione, di particolare interesse storico o postale; in tal caso la numerazione è ad hoc. Per ragioni di completezza informativa sono riportati anche i falsi per posta e altre produzioni private che hanno avuto effettivi usi postali.

Riteniamo infatti sia bene riportare ogni tipo di valore postale, purché si indichi di che cosa effettivamente si tratta. Perché un’esclusione può essere fatta passare maliziosamente per dimenticanza o ignoranza; e comunque il collezionista deve essere libero di decidere che cosa mettere in collezione – anche i più improbabili facsimili, se li trova utili o di suo gusto – ma deve poterlo fare per propria scelta.

Così come pensiamo che per ragioni di etica professionale, oltre che di chiarezza e di comprensione storica, occorra fornire dati documentati e tutte le opportune informazioni, anche quelle da qualcuno ritenute ‘scomode’; specie nelle emissioni locali, tacendo o citando dati non controllati o insignificanti si finisce per fare di ogni erba un fascio e penalizzare anche il materiale postalmente e storicamente valido.

Inoltre per il bene della stessa filatelia occorre partire dal principio che i francobolli sono tutti uguali – antichi e moderni, vecchi e nuovi, banali e originali, comuni e rari – e come tali vanno considerati. Senza dare più risalto (visivo e quantitativo) agli esemplari di maggior interesse commerciale, e senza penalizzare quelli più comuni, che sovente hanno avuto una vita ben più lunga e degna di approfondimento.

Inoltre ogni carta-valore va presentata in base al suo effettivo grado d’interesse. Non si possono giudicare, catalogare e prezzare allo stesso modo sia i valori-tipo che sottotipi, saggi, varietà, emissioni particolari o locali. Se i primi interessano idealmente tutti, gli altri riguardano categorie più ristrette di collezionisti, e quindi hanno un mercato più ridotto. Persino la rarità non va considerata sempre allo stesso modo: se nel caso di francobolli-tipo o sottotipo subentra l’impegno ideale a completare la raccolta, negli altri casi ci si può tranquillamente riparare dietro al classico Sarà! ma a me non interessa!

Di qui il nostro impegno a coltivare un giusto mix tra cultura e mercato, ingredienti ugualmente indispensabili per la filatelia. Soprattutto considerando che non è il mercato filatelico a fare il collezionismo ma è esattamente l’inverso: è il collezionismo filatelico-postale a dare origine, vita e ragione al mercato filatelico. Perciò occorre trattarlo con franchezza, onestamente, fornendo al lettore un’informazione completa ma anche equilibrata, che lo interessi senza sconcertarlo. Se poi, appassionàtosi proprio a una delle emissioni più complesse, qualcuno vorrà approfondirne la conoscenza, non gli mancherà certo il modo per farlo: libri, pubblicazioni e associazioni filateliche servono proprio a questo, e per questo sono spesso citati.

Un concetto di giusta informazione e di stretto indispensabile che si esprime fin dal consueto ‘cappello’ di dati forniti per ciascuna emissione, rivisitato anch’esso per l’occasione, come dettagliato qui sotto.

Specificazioni sui dati tecnici

Nelle intestazioni la data (stile vecchi bolli, col mese siglato e non ridotto a un numero che potrebbe causare malintesi nei paesi che lo mettono per primo) è in grassetto solo quando risulta da decreti o altre fonti attendibili, altrimenti è aperta la caccia alla data più antica! In più figurano dati utili a meglio comprendere l’emissione e i suoi tempi, come luogo e date della manifestazione o della ricorrenza.

La stamperia non è indicata quando si tratta del consueto produttore del momento – l’Officina Carte Valori di Torino dal 1865 al 1928, lo Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione dello Stato di Roma tra il 1926 e il 1928 e l’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico dello Stato di Roma dal 1928 in avanti – ma si riportano solo eventuali altri stampatori.

Si ricorda invece sempre il tipo di stampa essendo utile per verificare l’autenticità di un esemplare o di una soprastampa, cosa non difficile con una lente a forte ingrandimento e conoscendo le caratteristiche dei vari sistemi: inchiostrazione rilevata, specie dov’è maggiore (calcografia); inchiostrazione uniforme, anche se con granuli più scuri, e leggera alonatura (litografia e offset); maggior inchiostrazione sui margini di ogni tratto dovuta alla pressione (tipografia), e angoli delle lettere arrotondati in caso di cliché zincografici, di solito usati dai falsificatori; lettere e tratti con bordi zigrinati e vignetta puntinata a causa del retino (rotocalco).

Inoltre si riporta la consistenza dei fogli in distribuzione che, visto l’utilizzo di tavole o cilindri di stampa contenenti 4 gruppi di impronte e l’uso di dividere i fogli a metà prima della distribuzione, con l’indicazione 50x2 o 100x2 (ossia due gruppi affiancati di 50 o di 100 esemplari) segnala l’esistenza di un ponte, cioè la coppia di esemplari separati da interspazio.

Quanto alla dentellatura figura di solito la specifica P, B o L soprattutto perché ci si possa regolare sugli angoli degli esemplari: solo con perforazioni B (a blocco), e normalmente con quelle P (a pettine), un foro coincide esattamente con ciascun angolo; con la dentellatura L (lineare) gli angoli sono di solito irregolari, causa sovrapposizione dei fori.

La validità è di solito indicata, quando era prevista, poiché consente di valutare il periodo d’uso e l’utilizzo funzionale di un valore, visto che ne esistono anche di accettati per buoni quando erano fuori corso, e al contrario di tassati durante il periodo di validità, molto più inconsueti.

Le riproduzioni riguardano tutte le diverse vignette, ma una sola volta se presenti in più di un valore. Tutti i francobolli sono riprodotti con la riduzione di un quarto, che sale a quasi due terzi per interi postali e lettere, senza favoritismi per classici e rarità, senza scegliere solo esemplari da concorso di bellezza, e tralasciando i falsi per posta, le cui caratteristiche sono di norma più facili da descrivere che da visualizzare.

Particolare attenzione è stata data, quando necessario, alla descrizione delle vignette dei francobolli, compresa la traduzione dei testi, se in latino o altre lingue, o importanti per comprendere meglio il bozzetto. Sono riportati I colori solo quando la stampa non è policroma, mentre un diverso colore in corsivo indica quello della carta, se non è quella normale bianca, avorio, crema o paglierino. Si è così messa al bando la deprecabile abitudine, specie negli “Antichi Stati”, di definire azzurro (o verde, rosso, ecc.) un esemplare che in realtà è stampato in nero su carta color azzurro (o verde, rosso, ecc.), con ovvie confusioni in francobolli come quelli di Parma: non si usa dire che la filatelia insegna a essere precisi?

Quanto alle valutazioni si è deciso di tornare alla logica della filatelia d’un tempo, quando l’importante era avere in raccolta quel certo francobollo (o intero postale o altro) e non il suo stato; anche se ovviamente si cercava l’esemplare di miglior aspetto.

Per questo anche in fatto di quotazioni si prende come base la normalità e non l’eccezione. Come non si può pretendere che in serie A una squadra di calcio sia formata da undici Cristiani Ronaldo – sparirebbe la serie A – così non si può pretendere che una raccolta sia composta di soli esemplari superlativi. Di qui l’esigenza del rispetto di quella che nelle diverse epoche è stata la realtà produttiva. Perché la caccia alla qualità e alla perfezione, se portata all’estremo, finisce per tradire proprio quell’elemento di testimonianza storica che è alla base di ogni carta-valore. Come una vecchia lettera troppo integra e perfetta può, oltre a far sorgere dubbi di un possibile restauro, risultare meno appagante e storicamente suggestiva di una un po’ più ‘vissuta’, che mostra le rughe del tempo. Le quotazioni sono perciò riferite al valore indicativo medio della qualità standard per l’epoca (compreso il fattore collezionismo) di pezzi che presentino il minimo necessario per ben figurare in collezione:

a. per i francobolli degli Stati preunitari, margini da minimi a discreti ma con vignetta non intaccata, senza difetti occulti o riparazioni, i nuovi con gomma originale anche se con evidenti segni di linguella;

b. per i francobolli italiani fino a tutto il 1928, margini discreti o una perforazione piuttosto regolare che può anche toccare la cornice esterna della vignetta, e per i nuovi una gomma originale anche con evidenza non invasiva di linguelle, specie se cartacee;

c. per i francobolli dal 1929 in poi, nella gran parte stampati in rotocalco, una discreta centratura, una buona dentellatura e nei nuovi l’assenza di linguella visto che così si presentano di norma oggi anche i valori emessi prima che si diffondesse l’uso delle taschine;

d. per gli interi postali una conservazione discreta, senza macchie, fori o forti alterazioni del colore del cartoncino, e senza rifilature operate per nascondere gli angoli arrotondati (per questo è indicato il formato), negli usati le cartoline con risposta a parti separate e i biglietti postali normalmente senza margini ma non lacerati;

e. per lettere e altri oggetti postali (la definizione “su busta” è piuttosto impropria visto che molte volte si tratta di fogli piegati a lettera, di cartoline e di moduli) una conservazione discreta, senza macchie o strappi irritanti, con l’affrancatura intatta, i francobolli in discreto stato (anche se non del tutto integri) e bollature leggibili e non deturpanti. Il collezionista che vuole di meglio sarà ovviamente disposto a spendere qualcosa in più per l’esemplare fior di stampa, supercentrato o con dentellatura da Oscar (il doppio solo per le tre le cose insieme!). Il collezionista che non bada a questi dettagli potrà spendere qualcosa in meno (di certo non la metà!) per esemplari con caratteristiche definibili scarse per un’evidente traccia di linguella o la vignetta un po’ intaccata dai dentelli. Tenendo però sempre conto di come è messo il francobollo nell’album.

Èbene comunque specificare che solo per i francobolli normalmente commerciati si può parlare di quotazioni di mercato, cioé di prezzi mediamente praticati da operatori professionisti che – come tali – hanno anche delle spese e devono poter riacquistare lo stesso materiale con un discreto sconto; sconto che per i pezzi meno pregiati può anche arrivare al 50% e più. Quotazioni quindi che il venditore non di professione – il quale non ha spese e non offre alcuna effettiva garanzia di autenticità, riacquisto e altro – è logico che pratichi con opportuni e magari notevoli sconti, senza con questo ‘fare mercato’.

Sigle usate nella numerazione

A Albania ...................................... pag. 310

AL Aeroespresso del Levante ......... 463

AO Africa Orientale Italiana ........... 432

AS Assicurativi ................................. 248

AU Servizi ausiliari dei Comuni ...... 344

B Buoni-risposta internazionale ... 240

BA Base Atlantica ............................ 338

C Servizi in Concessione ............... 250

CA Cattaro ....................................... 336

CC Cartoncini di controllo ............. 249

CL CLN, Comitati di Liberazione .... 346

CO Contabilità interna .................... 217

CR Crociera it. in America latina .... 285

D Isole italiane dell’Egeo .............. 269

E Uffici italiani all’estero .............. 255

ER Eritrea ......................................... 403

ES Enti semistatali ........................... 246

ET Etiopia ........................................

F Fiume .......................................... 298

FK Zona Fiumano Kupa.................... 322

Descrizione e numerazione

autore del bozzetto A. artist carta C. paper dentellatura D. perforation lineare L line perforation a pettine P comb perforation a blocco B harrow perforation formato di foglietti e interi F. size fogli (in distribuzione) Fg. sheet (on sale) numero di tavola NT plate number tiratura o venduto Q. quantity stampa e stampatore S. printing filigrana W. watermark Bollettino illustrativo B.I. Illustrative Bulletin nuovo in buone condizioni unused, fine condition nuovo con gomma integra mint, never hinged usato in buone condizioni used, fine su frammento D on fragment su lettera o modulo ✉ on cover or card Risposta usata di cartolina R reply postcard used valore-tipo 12 sottotipi 12A o B subtypes saggio 12s essay falso per posta F12 postal forgery cartolina con risposta 10 c.+10 c. reply paid postcard valore con sovrapprezzo 10 c.+10 c. item with surcharge

In tutti gli altri casi si tratta di valutazioni, cioè di cifre puramente indicative, soggette alle leggi della domanda e dell’offerta e alle tendenze del momento. Molto soggettive, per quanto attendibili o dovute a esperti, come spesso dimostrano le vendite all’asta coi loro risultati in più o in meno. E una valutazione seria considera anche la popolarità delle singole collezioni, al netto di mode passate o del momento: perché gli stessi 10.000 esemplari possono essere pochi per la collezione di Repubblica, fin troppi per una raccolta coloniale, un’esagerazione per una varietà.

Un trattino segnala che al momento non vi sono elementi certi (esistenza, quantità, offerta ecc.) per fornire una valutazione attendibile.

Per concludere, una citazione:

“Coloro – e sono purtroppo la maggioranza in Italia – che si illudono di provvedere ad un esatto ordinamento delle loro collezioni seguendo le deboli orme segnate da listini e da cataloghi pubblicati con intendimenti commerciali,” si legge nell’introduzione del catalogo detto ‘della Vittoria’, “non hanno che proseguire nella loro via, se così loro aggrada, senza consultare né le monografie, né i cataloghi speciali, né le migliori pubblicazioni periodiche, ed ignorandone talora l’esistenza. Nostro compito era di segnare loro un cammino ben differente.”

Facciamo nostro quanto scritto esattamente 100 anni fa dalla commissione compilatrice di quel catalogo capeggiata da Emilio Diena, e aggiungiamo una domanda: vi pare possibile che in un inizio di millennio dove a furia di tecnologia, marketing e globalizzazione tutto cambia ogni giorno, a rimanere immutato sia solo il mondo della filatelia? E questo proprio mentre la cultura amplia i suoi confini appropriandosi di oggetti e argomenti fino a poco fa considerati di scarso o nessun interesse artistico, sociale o storico: a cominciare dal francobollo, troppo a lungo intrappolato dal collezionismo filatelico tra gli hobby, a metà tra cult e giocarello per ragazzi. Buona prosecuzione!

FP Francobolli di servizi privati ...... pag. 459

G Emergenza ................................. 342

GB Gran Bretagna ............................ 31

GE Emissioni per tutte le colonie .... 377

H Occupazione croata .................... 335

IS Istria e Litorale sloveno .............. 355

K Corfù/Kerkira

PREFACE useful reading

This is not a new catalogue: it is the first part of a completely new catalog, or rather a compendium, of stamps, postal stationery, and postal history. It abandons certain incongruities of philatelic tradition to be grounded in postal reality and commercial logic, which are fundamental in our world. Philately remains the most widespread form of collecting, but it is no longer that of the eighteenth and nineteenth centuries. The scope has become too vast to encompass everything; so, while the total number of collectors may not have decreased, those who collect a single period or sector of a country have decreased significantly. Stamps that were once insufficient for everyone are now more than enough, sometimes even abundant, even when being meticulous about quality.

Philately is no longer the attraction it used to be in the eighteenth and nineteenth centuries as a collecting hobby. New forms of communication and current postal systems make encountering a postage stamp increasingly unusual; thus, the raw material for collecting, i.e., used specimens detached as was common from the mail that used to arrive almost daily, is missing. The commercial value, which is a primary factor in any form of collecting, becomes less enticing with the reduction of interest in individual sectors. Additionally, focusing too much on value has turned the postage stamp into a mere collectible item, perhaps rare and famous, but still just a collectible item.

If philately is to maintain its position in the new millennium, it is as part of the larger history of human communication. It boasts a popular, rich, and intriguing aspect, starting from clay Mesopotamian tablets (complete with a clay “envelope”) to the waxed tablets of imperial Rome, leading to today’s email. In the last two centuries, stamps and other philatelic items have contributed to a story worthy of exploration in accessible and well-documented works, appealing even to those who are not philatelists.

However, several philatelic habits need to be abandoned.

Characteristic and, at the same time, a flaw of traditional philately is to treat the postage stamp outside of its context. It sometimes examines the engraving, printing, paper, watermark, perforation, and postal combinations to the point of obsession, but it forgets to consider the why and how of its issuance, the historical moment in which it was born, as well as the politics, mentality, tastes, and habits of the time. This catalog, on the other hand, aims to demonstrate how mail and postage items are an integral – and important – part of the history of a nation and an era. Not only focusing on the postage stamp and its commercial aspects but also treating all postal items in a rational and thorough manner. Above all, evaluating postal objects and services not only as a support for certain frankings and cancellations but as documents stemming from historical needs and realities, deserving much greater consideration and often being rare to find.

Stamps, postal stationery, objects, and postal services, like everything else, need to be framed in their historical – political, social, cultural, artistic, as well as postal – context and treated not only as items for albums but in a serious and rigorous manner: only in this way can they express the documentary significance that is intrinsic to postage items that were once widely circulated, explaining their incredible success in collecting.

The raison d’être and, at the same time, a sore point of catalogs are the valuations. The majority of catalogs from the nineteenth century onwards are published by stamp dealers, and historically, catalogers have assessed specimens, series, varieties, and uses in relation to the assortment and quantities in the stocks of major dealers, thus reflecting specific market interests. This tradition persists to this day and has, in recent times, led to imbalances in valuations that are decidedly excessive and unjustifiable, often only to promote sales techniques based on incredible discounts, reminiscent of souk practices. This catalog radically changes this customary approach in a simple and objective manner: by evaluating all philatelic and postal items based on the very concrete foundation of auction estimates and realizations. This is made possible not only by the archive of Laser Invest, rich in hundreds of thousands of items sold over more than forty years of activity but also by scrutinizing the sales of other reputable auction houses operating in the Italian and European markets, and by seeking the opinions of many expert collectors who have been clients of Laser Invest auctions for a long time. In this way, we have managed to develop, for each item, not a generic “market price” but an indicative average value of the standard quality sold in the current market Only in this way can the valuations of all postage items and postal objects

in this catalog provide a realistic and shareable indication, even to individuals unfamiliar with the philatelic market.

Culture and market, for us, are the two essential foundations of philately, especially in a new millennium where communication is easy and immediate. This combination is explicitly manifested in this anthology in the following ways.

The foundation of this work is history, starting with the history of mail, of which the postage stamp is a part, not vice versa: it is not postal history that is part of philately, but rather philately that may be part of postal history. Indeed, the raison d’être of a postal item is the postal service, at least until the 1970s, or until mail played a fundamental role in society. Its importance is such that its existence is determined down to the smallest details, with laws, regulations, and tariffs counter-signed by the Head of State, and with individual royal or presidential decrees to formalize the issuance and termination of each postal item and service. Hence, the significant differences between this catalog and traditional ones:

– taking into account all postal aspects of an issuance, which are not just a date, a value, a design, and colors;

– considering objects, services, and postal tariffs as subjects of study and collection, helping to better understand certain postal items and everything that is accounted for and evaluated. Neglecting the use and extent of objects and services has led to a distorted postal history, actually very philatelic and only vaguely postal;

– using a chronological but also logical order, grouping values not so much by type but by the motivations, mostly tariff-related, that caused their issuance; perhaps alternating the issuances of the Kingdom, Social Republic, Reich, and Allies during the period 1943-45 to facilitate understanding on both historical and collector’s perspectives;

– incorporating all different types of postal items used in various services into a single sequence: not only ordinary, commemorative, express, airmail, and pneumatic stamps, advertisements, service and propaganda stamps, but also revenue stamps, postcards, lettercards, and postal envelopes (including duty-free military ones), revenue stamps, and mechanical franks. This is because these distinctions have faded over time, and they are postal items in every sense (due to decrees, distribution, usage, etc.) that it makes no sense to ghettoize or even exclude them. Discriminating against postal stationery, as was done in the 20th century, has been detrimental to philately as a whole, causing the neglect of important postal sectors such as money order services, of which they were the only public aspect, and making postal values like money order control stamps and double parcel stamps incomprehensible.

Another negative characteristic of traditional philately is the lack of coherence. What holds true on page 20 is forgotten on page 50 and applied differently on page 90. Color variations or new printing plates can lead to a “new issuance” in one case and simply to a subtype or perhaps only a “first printing” in another: consider, for example, the stamps of the first series of Lombardy-Venetia, which in various catalogs fluctuate from 5 to over 20, the horseshoe that should be one but for many is triple (no. 45), the value “Prudenza sulla strada” (no. 1483) whose clear change, for some, does not even create a subtype, or the first series of revenue stamps (no. 48-59) split into several series. All inconsistencies motivated by the classic “because yes” or an unacceptable “it has always been done this way” to which we no longer intend to adhere.

This is why another important innovation of this catalog is the establishment of rules based on precise definitions (see the Philatelic-Postal Therminology on page 11), following a formula tested since 1987 for cataloging postal stationery in the Nuovo Pertile, later InterItalia This avoids personal considerations and criteria, often divergent and dictated by trends or current interests. Since catalogs, through their numbering, end up determining what must enter a collection to be philatelically and commercially ‘complete’, for ethical and clarity reasons, and to avoid conditioning, we have established the following rules in advance: – Only type specimens, specified and mentioned in specific decrees or equivalent official documents, and/or regularly sold in at least one post office (such as the Philatelic Congress of 1922) for at least one day (such as the Gronchirosa), have a separate order number.

– When a postal item has two or more subtypes due to a distinctly different color, different perforation, or significant variations present in an entire stock, two or more uppercase letters follow the unique order number. The differences between subtypes must always be easily noticeable: colors must be clearly distinguishable and not just vaguely lighter or darker (and are usually reproduced to avoid misunderstandings), perforation must show at least one hole more or less every 2 cm, an international standard measurement, and engraving or printing variations must be noticeable without the need for a microscope.

– Constant varieties present in the sheet, various shades and color nuances (provided they are noticeable), perforation differences of less than one point, and various types of the same watermark present in the entire or part of the print run are normally signaled, distinguished by a lowercase letter.

– Occasional varieties are only mentioned in a generic form, being impossible to catalog individually and difficult to evaluate since new ones can always emerge, and it is impossible to know the existing quantity. Only spectacular varieties, such as inverted centers, color errors, complete imperforates, inverted overprints, appreciated for making the specimen different and intriguing without detracting from its value or making it a typical reject, are cataloged.

– Various tourist, advertising, or propaganda vignettes on some postal items have their separate numbering.

– Only truly unissued postage stamps and postal items, i.e., those ready for distribution but blocked shortly before issuance for various reasons, usually put on sale by the post office later for collection purposes, are considered as issued stamps.

Specimens and proofs of particular historical or postal interest, especially if they are of postal items that were never put into production, are listed but with a specific numbering. For the sake of informational completeness, the same applies to postal forgeries and other private productions that have had actual postal uses.

Indeed, we believe it is good to include every type of postal value, provided that it is clearly indicated for what it truly is. Exclusions can be mischievously construed as oversight or ignorance. In any case, collectors should be free to decide what to include in their collection – even the most unlikely facsimiles, if they find them useful or to their liking – as it should be a matter of personal choice.

We also think that, for reasons of professional ethics, transparency, and historical understanding, it is necessary to provide documented data and all relevant information, even those considered ‘inconvenient’ by some. Especially in the case of local issuances, omitting or citing unchecked or insignificant data results in making sweeping generalizations and penalizing even material that is valid both historically and postally.

Furthermore, for the sake of philately itself, it is essential to start with the principle that stamps are all equal – old and modern, common and rare, ordinary and original – and should be considered as such. Without giving more prominence (visually and quantitatively) to specimens of greater commercial interest and without penalizing the more common ones, which often have a longer and more worthy history.

Additionally, each postal item should be presented based on its actual level of interest. Values-types, samples, varieties, special or local issuances cannot be judged, cataloged, and priced in the same way. While the former ideally appeal to everyone, the latter concern narrower categories of collectors and therefore have a smaller market. Even rarity should not always be considered the same way: if the commitment to complete the collection is involved in the case of value-types or subtypes, in other cases, one can comfortably say “It doesn’t matter to me!” and move on.

Hence, our commitment to cultivating a balanced mix of culture and market, both equally essential ingredients for philately. Especially considering that it is not the philatelic market that drives collecting but exactly the opposite: philatelic-postal collecting gives rise to, sustains, and gives meaning to the philatelic market. Therefore, it needs to be approached with frankness, honesty, providing the reader with complete yet balanced information that captivates without bewildering. If someone, becoming passionate about one of the more complex issuances, wishes to delve deeper into its knowledge, there will certainly be ways to do so: books, publications, and philatelic associations serve precisely this purpose, and that’s why they are often mentioned.

Regarding valuations, it has been decided to return to the logic of philately from the past when the important thing was to have a certain stamp (or postal item or other) in the collection, not its condition, even though, of course, collectors sought specimens in the best condition. For this reason, even in terms of valuations, the baseline is the norm and not the exception. Just as one cannot expect a football team to consist of eleven Cristiano Ronaldos – the major league would disappear

– similarly, one cannot expect a collection to be composed solely of superlative specimens. Hence, the need to respect what has been the production reality in different eras. Pursuing quality and perfection to the extreme ends up betraying the historical testimony inherent in each postal item. Like an old letter too intact and perfect that, besides raising doubts about possible restoration, may be less satisfying and historically evocative than one a bit more ‘lived-in’, showing the wrinkles of time.

Therefore, valuations are related to the average indicative value of the standard quality for the period (including the collector factor) of items that present the minimum necessary to fit well in a collection:

a. For stamps from the pre-unification states, margins from minimal to decent, with an intact vignette, without hidden defects or repairs, mint stamps with original gum even if with evident hinge marks.

b. For Italian stamps up to 1928, decent margins or a rather regular perforation that may touch the outer frame of the vignette, and for mint stamps, original gum even with non-invasive hinge marks, especially if made of paper.

c. For stamps from 1929 onwards, mostly printed in rotogravure, a decent centering, a good perforation, and unused stamps never hinged.

d. For postal stationery, a decent preservation, without stains, holes, or strong alterations of the cardboard color, without trimmings to hide rounded corners (the format is indicated for this reason), used postcards with separate reply cards, and lettercards usually without margins but not torn.

e. For letters and other postal items (the term “on cover” is rather improper since many times these are letter-folded sheets, postcards, and forms), a decent preservation, without stains or irritating tears, with intact postage, stamps in decent condition (even if not entirely intact), and readable, non-deteriorating postmarks.

The collector who wants something better will obviously be willing to spend a little more for a mint specimen, perfectly centered, or with award-worthy perforations (double the price only for all three together!). The collector who does not pay attention to these details may spend a bit less (certainly not half!) for specimens with characteristics considered poor due to an evident hinge mark or the vignette slightly affected by perforations. Always keeping in mind the overall condition of the stamp in the beautiful album.

It is important to specify that market quotations can only be applied to regularly traded stamps, meaning prices typically practiced by professional dealers who, as such, have expenses and need to repurchase the same material with a decent discount. This discount, especially for less valuable items, can reach up to 50% or more. Therefore, market quotations, which sellers not in the profession – who have no expenses and do not offer any actual guarantees of authenticity, repurchase, and so on – logically apply with appropriate and perhaps significant discounts, without this constituting ‘market trading.’

In all other cases, we are dealing with evaluations, purely indicative figures subject to the laws of supply and demand and current trends. They are highly subjective, as reliable as they may be or based on expert opinions, as often demonstrated by auction results with outcomes either above or below expectations. A serious evaluation also takes into account the popularity of individual collections, irrespective of past or current trends, because the same 10,000 specimens could be few for a Republic collection, too many for a colonial collection, or an exaggeration for a variety.

A dash indicates that there is no certain information (existence, quantity, supply, etc.) to provide a reliable valuation.

To conclude, a quote: “Those – unfortunately the majority in Italy – who delude themselves into achieving an exact organization of their collections by following the faint traces marked by price lists and catalogs published for commercial purposes,” reads the introduction of the catalog known as ‘della Vittoria’, “have only to continue on their path, if they so please, without consulting monographs, special catalogs, or the best periodical publications, sometimes ignoring their existence. Our task was to show them a very different path.”

We make our own what was written exactly 100 years ago by the compiling committee of that catalog led by Emilio Diena and add a question: does it seem possible that in the beginning of a millennium where technology, marketing, and globalization change everything every day, only the world of philately remains unchanged? And this just as culture expands its boundaries by appropriating objects and topics that were until recently considered of little or no artistic, social, or historical interest, starting with the stamp, for too long trapped by philatelic collecting between hobbies, halfway between cult and plaything for children.

Enjoy the reading!

CLASSICI D’ITALIA CLASSICS OF ITALY

uno Poste d’Italia

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.