Farmacia.it più informati più sani Anno VI, n. 23
➜A
Influenza.
➜
Riconosci i segni?
All’interno: Antiossidanti per restare giovani Curarine e anticoagulanti Speciale make-up La cura omeopatica contro febbre, tosse e raffreddore Curarsi con l’acqua, i benefici
Col freddo labbra e mani arrossate e labbra sono delicate. Quelle delle donne sono più cautelate grazie all'utilizzo dei cosmetici. Ma per tutti la migliore protezione resta il burro cacao, il suo uso quotidiano garantisce labbra “integre” e molto morbide. In casi di evidenti arrossamenti e bruciori un ottimo rimedio sono le pomate a base di acido bio-ialuronico e alla vitamina E.
L
Le mani invece sono più difficili da proteggere. A causa della sottigliezza e della fragilità epidermica, richiedono prodotti altamente specifici. È necessaria una crema protettiva da applicare ogni volta che sono esposte al forte freddo. Un consiglio è quello di preparare labbra e mani prima della stagione invernale con integratori di zinco e vitamina C.
rriva ogni anno e ogni anno sono mille le raccomandazioni del Ministero della Salute. Perché l’influenza è un vero e proprio problema di sanità pubblica. Quest’anno è stata definita dagli esperti “Pacifica”. Il nome deriva dai nuovi ceppi che la caratterizzano provenienti dalle Isole Salomone, arcipelago localizzato a nord-est dell’Australia. Prevenirla si può. Fino alla fine di novembre ci si è potuti vaccinare. Per evitare il contagio, oltre alla vaccinazione, il medico di fiducia può decidere di prescrivere antivirali da somministrare entro le 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi. E se nonostante tutto ci si ammala è consigliabile restare a casa dall’ufficio per qualche giorno, bere molto e mangiare leggero. Sbagliato invece ricorrere subito ai farmaci, anche perché a volte si può scambiare un semplice raffreddore con l’attacco del virus. I sintomi difatti apparentemente sono identici ma a guardar bene le differenze esistono. Si parte dal principio. Mentre la sintomatologia dell’influenza appare in maniera brusca ed improvvisa, quella di un raffreddamento insorge gradualmente. Mal di testa e febbre compaiono raramente se si è solo raffreddati mentre la persona influenzata accusa cefalee e febbre oltre i 38 °C. Al contrario naso chiuso e starnuti sono tipici del raffreddore e non dell’influenza. Ancora, il virus influenzale comporta malessere generalizzato, debolezza e affaticamento. In ogni caso, per una diagnosi certa, si suggerisce una visita medica. Maria Grutt DIRETTORE RESPONSABILE
2 di 8
la rivista della tua farmacia
Antiossidanti per restare giovani
ormai appurato che chi è esposto maggiormente allo stress ossidativo invecchia prima. Tutta colpa dei radicali liberi che colpiscono le cellule dell'organismo alterandone l'equilibrio ossido-riduttivo. Oggi si parla tanto di cure integrative antiossidanti, veri e propri cocktails di sostanze dotate di attività farmacologica in grado di bloccare le ossidazioni provocate dai radicali liberi e di prevenire le tipiche malattie dell’età che avanza come l’aterosclerosi, le malattie cardiovascolari, l’Alzheimer, il Parkinson ed i disturbi del sonno.
È
I radicali liberi vengono prodotti dalle cellule del nostro corpo quando l’ossigeno sottratto all’ambiente tramite la respirazione viene utilizzato per produrre energia attraverso i normali processi metabolici. Sono di due
tipi. Quelli endogeni, che si formano naturalmente nel nostro organismo e quelli esogeni che provengono dall’esterno (inquinanti dell'aria, fumo, combustione della benzina, raggi ultravioletti, cibi con residui chimici, fritture ecc). I radicali liberi, comunque prodotti, possono provocare alterazioni del DNA. Il nostro organismo in condizioni normali è in grado di difendersi dai radicali grazie ad enzimi quali la superossidodismutasi ed altre sostanze, ma l’azione di questi difensori deve essere aiutata da molecole che necessariamente devono essere assunte attraverso l’alimentazione o in altri casi attraverso l’utilizzo di integratori. Queste sostanze prendono il nome di antiossidanti. Gli antiossidanti costituiscono una delle principali difese dell’organismo contro i danni provocati dai radicali liberi. La loro somministrazione giornaliera rafforza il sistema immunitario ed aumenta la resistenza alle infezioni. Studi epidemiologici hanno infatti dimostrato che un’elevata assunzione di alimenti ricchi in antiossidanti è inversamente correlata con il rischio di contrarre tumori. Le vitamine C ed E in particolare sono state segnalate per la loro capacità di migliorare gli
I principali antiossidanti Vitamina C. È una vitamina idrosolubile particolarmente nota per le sue proprietà antiossidanti e protettrici della microcircolazione sanguigna. Dose consigliata: 2 grammi al giorno di integrazione sono ritenuti il dosaggio sicuro. Vitamina E. È la vitamina antiossidante per eccellenza. Protegge i lipidi delle membrane cellulari, principale bersaglio dei radicali liberi. Dosaggio consigliato: 3-8 mg per gli adulti. Il coenzima Q10 e l’acido lipoico. Sono definite sostanze vitamino-simili che svolgono una buona azione antiossidante soprattutto nei confronti dell'invecchiamento cellulare e dei tessuti, ma anche nella lotta contro l'arteriosclerosi e il decadimento del sistema immunitario Minerali. Li troviamo come componenti di quegli enzimi che il nostro organismo mette in campo contro i radicali liberi e sono: il germanio, il manganese, il molibdeno, il rame, il selenio, lo zinco.
effetti avversi associati ai danni cellulari causati da radicali liberi alle cellule.
Quando consigliarli Esistono alcune persone maggiormente esposte agli stress ossidativi. Ad esempio, le persone che conducono una vita sregolata oppure chi beve o fuma ha una probabilità maggiore di subire danni da parte dei radicali liberi.
A queste categorie di pazienti è consigliato assumere succo di aloe. Un cucchiaino al giorno per un periodo di 1-2 mesi. È controindicato in caso di infiammazioni intestinali e colite ulcerosa, in gravidanza e allattamento. Anche il succo di papaya ha un’azione di stimolo sul sistema immunitario e aiuta a combattere i radicali liberi. Il dosaggio consigliato è di 30 ml di succo al giorno per un paio di mesi.
la rivista della tua farmacia
3 di 8
Curarsi Naturalmente
Rubrica a cura del dr. Sergio Ricciuti - Vice Presidente S.I.FIT. Società Italiana Fitoterapia, Responsabile Area Farmacisti
Curarine e anticoagulanti Esempio del profondo legame che unisce il farmaco naturale e quello di sintesi
a terapia anticoagulante utilizza numerosi principi attivi tra i quali spiccano, per importanza e diffusione, il warfarin e l’acenocumarolo, moderni derivati di una classe di farmaci naturali, presenti nel fitocomplesso di molte piante medicinali, le cumarine. Alla fine del 1800, gli allevatori del nord America cominciarono ad utilizzare diffusamente il Trifoglio odoroso, meglio conosciuto come Meliloto (Melilotus officinalis), per la ricostituzione di vaste praterie devastate dalle mandrie di bestiame. La scelta del trifoglio, da poco importato dall’Europa, dipendeva dal fatto che questa pianta era in grado di crescere rapidamente e costituiva un ottimo foraggio da utilizzare in sostituzione del granturco. Poco tempo dopo si diffuse una epidemia emorragica, che decimava il bestiame e si manifestava solo negli animali alimentati con fieno di meliloto. Il patologo americano Roderick dimostrò che la sintomatologia regrediva modificando l’alimentazione degli animali ed attribuì la responsabilità della malattia ad un prodotto di degradazione della
L
cumarina presente nel Meliloto. Successivamente gli studiosi americani Link e Campbell identificarono questa sostanza nel dicumarolo che si forma dalla cumarina, attraverso una reazione catalizzata da funghi del genere Aspergillus quando il meliloto viene lasciato ad essiccare. Link studiò anche i problemi della derattizzazione e sperimentò numerosi composti chimici. Il migliore in assoluto fu il Warfarin®, sintetizzato dal chimico giapponese Ikawa. Il nome Warfarin® è un acronimo di Winsconsin Alumni Research Foundation (la società americana che si occupò della sua commercializzazione) e “arin” (cumarina). Nonostante la sua ben nota tossicità, il Warfarin® è stato introdotto in terapia per la potente azione anticoagulante, seguito da altre molecole strutturalmente correlate e rappresenta insieme all’acenocumarolo un punto di riferimento fondamentale nella prevenzione e nel trattamento delle malattie tromboemboliche arteriose e venose. In natura le cumarine sono presenti in numerose piante medicinali tra le quali ricordiamo Hiera-
cium pilosella, Aesculus hippocastanum, Trifolium pratense, Ruta Graveolens, Ficus carica, Pimpinella anisum, Ferula asa fetida, Petroselinum sativum e, naturalmente, Melilotus officinalis. Queste piante medicinali, frequentemente utilizzate negli integratori, non presentano un profilo di tossicità comparabile con i derivati utilizzati in terapia anticoagulante. Per le loro caratteristiche, che illustreremo diffusamente sul prossimo numero, sono ampiamente utilizzate nelle patologie venose (Melilotus officinalis, Aesculus hippocastanum). Alcuni tipi di cumarine potenziano l’azione dei raggi ultravioletti e causano fotosensibilizzazione; ciò spiega il rischio di ustioni connesso all’uso del Bergamotto e del Lattice di Fico (Ficus carica). Anche le interferenze del succo di Pompelmo con il metabolismo di alcuni farmaci sono legate al contenuto in Cumarine. Per queste motivazioni l’uso, in automedicazione e terapia, delle piante contenenti questa classe di sostanze deve essere fatto sotto la supervisione del medico o del farmacista.
4 di 8 unti neri? Brufoli improvvisi sul viso? Forse non hai ancora scoperto i trattamenti cosmetici più adatti a te. La pelle infatti va trattata con la giusta attenzione, perché le sue funzioni sono fondamentali per la salute. È uno strumento sensitivo per le terminazioni nervose che lo attraversano, agisce da filtro nei confronti degli agenti esterni, regola la temperatura corporea e svolge un essenziale ruolo immunologico. Producendo melanina protegge il corpo dalle radiazioni solari. Le sue principali caratteristiche sono plasticità e resistenza. Grazie alla prima si adatta alle sollecitazioni che arrivano dal di fuori deformandosi a seconda dei casi. In percentuale è composta per il settanta percento d’acqua, il venticinque di proteine, il due di grassi e in minima parte di minerali e altre sostanze.
la rivista della tua farmacia Lo scrub va evitato solo se la pelle è molto sensibile. In questi casi è bene optare per soluzioni più dolci. Oggi in commercio si trovano apparecchi elettrici dotati di spazzole che massaggiando il viso puliscono l’epidermide in profondità rimuovendo le cellule morte.
P
Conoscerla a fondo evita di compiere degli errori. Ad esempio, l’applicazione di una crema troppo grassa o di un cosmetico non idoneo può causarle danni, irritandola e arrossandola. Truccarsi è un gesto quotidiano che la stragrande maggioranza delle donne compie quotidianamente. Eppure dietro questo semplice gesto esistono delle regole precise che non bisogna dimenticare. Il primo passo verso la direzione giusta è fare buoni acquisti. Nel compierlo diventa fondamentale la consulenza del farmacista. La farmacia è il luogo in cui si possono trovare i migliori prodot-
Make-up
Cosmetici: istruzioni per l’uso
ti di largo consumo ad un prezzo vantaggioso. Ogni problema di pelle troverà la sua soluzione. Ad esempio, chi è affetto da couperose deve evitare di utilizzare il tonico preferendo l’acqua termale spray da vaporizzare sul viso. Se invece la pelle è grassa sono da evitare prodotti sgrassanti che stimolano ancor di più le ghiandole sebacee nella produzione di sebo. Meglio i prodotti astringenti. Contro occhiaie, borse e rughe ideali sono i mix di vitamine antietà e i cocktail di estratti vegetali calmanti, drenanti e decongestionanti. Trattamenti specifici, make-up e pulizia del viso poi vanno affrontati con la giusta “padronanza”.
Contrariamente a quello che accadeva in passato oggi il mercato offre una vasta gamma di prodotti tra cui scegliere per migliorare la bellezza della pelle. I prodotti migliori sono quelli studiati per migliorare la salute della cute. Perciò sono da evitare gli ingredienti di alcuni composti cosmetici come: profumi, coloranti, opacizzanti, lucidanti. Un prodotto efficace è quello che rende realmente la pelle più giovane non solo in apparenza. Per stabilire i risultati di un cosmetico è necessario utilizzarlo almeno per due mesi con continuità. Diktat: non utilizzare ciprie, correttori e terre molto coprenti su imperfezioni e piccole ferite.
Trattamenti specifici Innanzitutto, prima dell’applicazione di ogni cosmetico, va applicata una base idratante e protettiva. La cute va “pensata” con appositi trattamenti. Uno di questi è lo scrub. Permette di rimuovere le cellule superficiali ottenendo un colorito più splendente e una pelle più liscia e compatta; favorisce l’ossigenazione e di conseguenza una migliore penetrazione del trattamento che segue. Prima ancora dello scrub è consigliabile favorire la dilatazione dei pori esponendo il viso ai vapori dell’acqua bollente per una decina di minuti. Nella bacinella va disciolto un prodotto specifico per la pulizia.
Pulizia del viso Tutti i giorni sul viso si depositano smog e polveri varie presenti nell’aria che penetrando nei pori impediscono la corretta ossigenazione dei tessuti. Anche il trucco contribuisce a soffocare la cute, se non eliminato accuratamente tutte le sere. Da qui la necessità di eliminare i resti del make-up con un batuffolo di cotone intriso di latte detergente e subito dopo passare un tonico che stimoli la circolazione e restringa i pori.
la rivista della tua farmacia
5 di 8 stanze contenute. Sono tante infatti le sostanze (26), potenziali allergenici, che possono provocare reazioni allergiche. In particolare, l’indicazione in etichetta è prevista qualora la concentrazione di tali sostanze superi i valori:
e allergie sono il principale rischio per chi utilizza cosmetici. A volte difatti i prodotti, di cui si fa uso abitualmente, possono cominciare a dare dei problemi provocando infiammazioni e arrossamenti. Spesso, però, la colpa non va data alla formulazione ma al modo errato in cui vengono conservati. Il cosmetico non deve essere esposto al calore o al freddo eccessivo. La scadenza, poi, è fondamentale. Ogni prodotto ha un termine entro il quale può essere utilizzato. L’11 marzo 2005 sono entrate in vigore nuove disposizioni della Comunità Europea in merito ai prodotti cosmetici (VII modifica della Direttiva 2003/15/CE). La nuova normativa ha stabilito innanzitutto che sul prodotto deve essere riportata la data di scaden-
Atte etic nti all hett e e
L
Le sostanze allergizzanti individuate: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
za. Più specificatamente la modifica introduce un requisito per le etichette dei prodotti cosmetici denominata “Periodo Post-Apertura o PaO (Period after Opening). I cosmetici che, secondo il produttore, durano più di trenta mesi non devono riportare la data di scadenza ma dovranno riportare in etichetta un’indicazione (il vasetto di crema aperto stilizzato). Il periodo post-apertura (PaO) dovrà essere indicato sull’imballaggio primario e secondario del
18 19 20 21 22 23 24 25 26
amil cinnamaldeide alcol benzilico alcol cinnamico citral (nerale + geraniale) eugenolo idrossicitronellale isoeugenolo alcol amilcinnamico benzil salicilato cinnamaldeide cumarina geraniolo idrossi-metil-pentil- cicloesencarbossaldeide alcol anisico benzil cinnamato farnesolo 2-(4-terbutilbenzil)propionaldeide linalolo benzil benzoato citronellolo esil cinnamaldeide limonene metil eptin carbonato 3-metil-4-(2,6,6-trimetil-2cicloesen-1-il)-3- buten-2one (alfa-isometilionone) estratto di evernia prunastri estratto di evernia furfuracea
cosmetico. Un simbolo (barattolo aperto) sarà accompagnato dalla durata post-apertura espressa preferibilmente in mesi, tenendo pre-
sente che un cosmetico andrà considerato “aperto” quando il consumatore lo usa per la prima volta, il tempo in cui il prodotto una volta aperto può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore. Il simbolo del PaO sarà presente sull’etichetta di tutti i prodotti cosmetici, ad eccezione di: • prodotti, con una durata minima non superiore a 30 mesi, che presentano l’indicazione “Da consumarsi preferibilmente entro...”; prodotti monodose (es. campioni gratuiti); • prodotti in confezioni che impediscono il contatto tra il prodotto stesso e l’ambiente circostante (es. aerosol); • prodotti per i quali è stato accertato direttamente dal produttore che la formula è tale da impedire qualsiasi rischio di deterioramento che impatti sulla sicurezza del prodotto stesso nel corso del tempo. La normativa inoltre ha obbligato tutte le aziende di cosmetici ad inserire sulle etichette le so-
• 0,001% (pari a 10 ppm) in prodotti che non vengono risciacquati (“leave-on products”, come ad es. creme, prodotti per il trucco, profumi, dopobarba, deodoranti e antitraspiranti ecc.); • 0,01% (pari a 100 ppm) in prodotti destinati ad essere risciacquati (“rinse-off products”, come ad es. saponi, shampoo, detergenti intimi ecc.). L’indicazione in etichetta sarà d’aiuto al consumatore, allergico ad una di queste sostanze, e al medico, impegnato nella ricerca dell’allergene. In ogni caso, le sostanze “colpevoli” sono presenti soprattutto nelle fragranze (ad es. oli essenziali) utilizzate nei profumi. Gli effetti collaterali includono fenomeni irritativi e allergici, la dermatite irritativa è l’effetto indesiderato più diffuso. I cosmetici dunque oggi devono riportare sulle confezioni maggiori informazioni. E a partire dal 2009 vi sarà il divieto assoluto di commercializzare prodotti cosmetici testati su animali.
6 di 8
la rivista della tua farmacia
La cura omeopatica
Contro febbre, tosse e raffreddore…
nche quest’anno, inevitabilmente, il primo freddo porterà con sé i malesseri dell’inverno. E ancora una volta milioni d’italiani si preparano a combatterli. Magari restando a letto per riprendersi più velocemente o ricorrendo ad antipiretici e antinfiammatori per abbassare la temperatura ed eliminare i dolori muscolari. Ma i disturbi più frequenti sono raffreddore, febbre e tosse; possono essere combattuti anche in maniera alternativa. Come? Con l’omeopatia.
A
Contro la febbre: • Aconitum: in particolare nei casi in cui il rialzo termico è brusco ed è dovuto all’esposizione a freddo secco. • Belladonna: quando invece la febbre è dovuta al freddo umido con sudorazione abbondante e intolleranza alla luce, ai rumori e al contatto. • Apis mellifica: ottima nei casi di febbre improvvisa.
Contro la tosse: • Aconitum napellus: indicato nei casi di rinite, laringite, tracheobronchite acuta nello stadio di esordio. È importante assumere il rimedio nella fase iniziale della comparsa dei sintomi tussigeni per ottenere in tempo utile la risoluzione del problema. I sintomi caratteristici: elevata temperatura corporea, brividi, tachicardia, sete intensa, tosse secca, cute secca. Il soggetto presenta dal punto di vista psico-comportamentale uno stato di agitazione, angoscia, paura della morte; la sintomatologia si aggrava con il freddo intenso. • Bryonia: quando la tosse è secca e gli attacchi provoca-
chezza delle mucose durante la notte. • Allium cepa: in caso di numerosi starnuti, seguiti da un flusso di muco acquoso trasparente e abbondante. • Sambucus nigra: contro la rinite secca con ostruzione nasale completa. Il paziente è obbligato a respirare con la bocca aperta. • Pulsatilla: è il rimedio indicato durante la fase di risoluzione del raffreddore acuto. no dolore allo sterno o al torace. • Ipeca: in caso di tosse di origine allergica. • Pulsatilla: se la tosse è grassa di giorno e migliora solo stando all’aria aperta, ma è secca di notte e impedisce persino di stare stesi sul letto. • Rumex crispus: per la tosse secca, con attacchi ripetuti, che causa spossatezza. • Drosera: è indicata nella pertosse. • Spongia: in caso di tosse secca accompagnata da dispnea.
Contro il raffreddore: • Nux vomica: per i principi di raffreddore con starnuti spasmodici al risveglio, prurito delle narici, naso chiuso e sec-
Per dosi e modalità rivolgersi sempre al farmacista di fiducia; i rimedi omeopatici consigliati non sostituiscono mai il suo intervento. Inoltre, se si assumono dei farmaci regolarmente, ogni qualvolta si ricorre ad un rimedio naturale, occorre prima parlarne con il medico.
la rivista della tua farmacia
7 di 8
Curarsi con l’acqua, i benefici
in dai tempi antichi l’acqua è stata “utilizzata” come metodo di cura e da sempre l’idroterapia è riconosciuta come tecnica atta a difendere la salute e la bellezza. Si può certamente affermare che l’acqua è il farmaco più naturale che esista, è la nostra materia prima, grazie a questa sostanza si nutrono tutte le cellule.
S
Prima si comincia con l’acqua fredda, poi si passa ai getti di acqua calda. L’acqua deve scorrere su tutto il corpo. Il passaggio da una zona all’altra deve essere lento e carezzevole così che il corpo si abitui gradatamente alla temperatura. Finita la doccia, si passa sulla pelle ancora bagnata il guanto di crine, si massaggia tutto il corpo riattivando così la microcircolazione. Vene varicose: per trovare sollievo bisogna alternare docce tiepide e fredde sulla parte interessata per almeno 15 minuti. Le vene in questo modo ritrovano l’elasticità persa. Dolori muscolari: la cura più dolce per attenuarli è quello di immergersi in una vasca di acqua calda (38-41 °C) o in una vasca d’acqua tiepi-
Lo sapevate che... Nello specifico attiva il metabolismo, facilita il drenaggio delle tossine e stimola il lavoro di fegato e reni. Aiuta il nostro benessere anche quando la si impiega per produrre stimoli termici sul corpo attraverso spugnature, bagni freddi e caldi, docce e idromassaggi, impacchi e bagni di vapore e pediluvi. Per questi motivi le sue proprietà fisiche sono impiegate per curare innumerevoli problemi. Vediamo nel dettaglio quali. Cellulite: le docce fredde e calde riattivano la microcircolazione e hanno un effetto corroborante e rassodante sui tessuti.
Le acque oligominerali, cioè quelle con un contenuto di sodio fino a 500 milligrammi per litro, sono le più adatte a depurare l’organismo. Quando si sceglie quella giusta, va prestata attenzione che il contenuto di sali, sempre specificato sull’etichetta sotto la scritta “residuo fisso”, indichi un tasso di minerali non superiore a mezzo milligrammo per litro. Tuttavia, anche l’acqua del rubinetto esercita le stesse funzioni, se bevuta a temperatura ambiente. Regola che vale anche per quella minerale.
Qualche dettaglio tecnico Le cure idroterapiche hanno efficacia se fatte alla giusta temperatura. Quando si parla di “temperatura fredda” si intende una temperatura che va dai 10 ai 29 °C. Bagni con queste temperature hanno un effetto rivitalizzante e rassodante, e di potenziamento del sistema immunitario. I bagni e le docce fredde sono sconsigliate a chi soffre di problemi di circolazione. La temperatura è tiepida quando è compresa tra i 29 e i 36 °C. Si tratta di temperature che avvicinandosi a quelle del nostro corpo non presentano controindicazioni. L’acqua è calda se la sua temperatura varia tra i 38 e i 41 °C. Le immersioni non devono durare più di 15 minuti. I bagni caldi vanno evitati se soffrite di vene varicose e pressione bassa, sono utili per alleviare i dolori muscolari e articolari. da con aggiunta di sali di magnesio, acquistabili in farmacia e restare immersi per almeno 20 minuti. Dermatiti: i bagni di avena sono consigliati per chi soffre di dermatiti, ma anche perché rendono la pelle più bella e luminosa. Raffreddore e sinusite: aggiungendo all’acqua della vasca da bagno una tazza di infuso di issopo o di enula si ottiene la decongestione delle vie respiratorie.
Ansia, depressione e stanchezza cronica: bagni di acqua calda (36-41 °C), con aggiunta di oli essenziali (bergamotto, camomilla, rosa, sandalo, timo, gelsomino), sono un toccasana contro questo tipo di problemi. Il modo migliore per godere dei benefici dell’idroterapia è sottoporsi ai trattamenti nei centri termali, dove lavorano fisioterapisti specializzati che si avvalgono di strumenti appositi (vasche, idromassaggio, saune o docce).
Anno VI, n. 23 - Inverno 2007 Sped. Abb. Post., 45% comma 20/B Legge 662/96
a tuit Gra 0.52 Euro Costo a i Cop
Registrazione testata n. 556/01 Tribunale di S. Maria C.V.
Direttore Responsabile: Maria Grutt (mgrutt@farmacia.it) Redazione: Annalisa De Dominicis (adedominicis@farmacia.it) Rebecca Di Matteo (rdimatteo@farmacia.it) Comitato scientifico: Dr.ssa Marina Parente Dr. Antonio Popolo Dr.ssa Stefania Rostan Segretaria di redazione: Maddalena Russo (mrusso@farmacia.it) Per inviare e-mail e comunicati: info@farmacia.it Editore: Farmacia.it s.r.l. Via Monte Faito, 136 80144 Napoli - Tel. 081.7376131 Direzione Editoriale: Pasquale Marzano Progetto grafico: Alessandro Schiavone (schiavone@farmacia.it) Alberto Cimmino (acimmino@farmacia.it) Maurizio D’Amato (m.damato@farmacia.it) Stampa: pieffeindustriagrafica.it Abbonamenti: giornale@farmacia.it Tiratura: 220.000 copie
8 di 8
la rivista della tua farmacia
Sei in menopausa? Guida agli ormoni ivere meglio la menopausa è possibile anche grazie alla terapia ormonale sostitutiva. Ma non tutte le donne la seguono. Sono diversi anni che è stata introdotta anche in Italia. La terapia ormonale serve a ristabilire le condizioni ormonali presenti prima della menopausa, periodo in cui si verifica una carenza di estrogeni. Il dosaggio ormonale va prescritto solo dopo aver esaminato tutto il quadro clinico della paziente. È consigliato soprattutto in presenza di vampate di calore, secchezza vaginale, depressione, ma anche quando la paziente corre il rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari e osteoporosi. In mancanza di sintomi, invece, in menopausa, alla somministrazione di ormoni, va preferita una dieta ricca di vitamina D e di calcio e la pratica di un’attività sportiva. È importante poi riuscire
a tenere sotto controllo il peso e lo stress. Per godere degli effetti positivi della terapia, è necessario seguirla per diversi anni, specialmente in caso di menopausa precoce. Ma un dosaggio eccessivo di estrogeni può comportare pericoli per la salute. Può aumentare, infatti, il rischio di insorgenza di tumori. Soprattutto se abbinati ad una terapia a base di progestinici. È controindicato nelle donne con gravi malattie del fegato in fase cronica oppure colpite da tromboflebiti. In ogni caso, i rischi si riducono al minimo se la somministrazione è fatta per intervalli non superiori a 5 anni. La somministrazione di estrogeni previene le difficoltà nei rapporti sessuali e le cistiti ricorrenti, le malattie cardiovascolari e il pericolo di tumori al colon. È preziosa contro l’osteoporosi, perché ridu-
V
Alimenti sotto i raggi on questo simbolo in etichetta si indicano, in tutto il mondo, gli alimenti sottoposti a radiazioni. L’irraggiamento è una tecnica di conservazione dei cibi molto poco conosciuta. I cibi irraggiati sono sottoposti a radiazioni ionizzanti, onde elettromagnetiche, come le onde radio, ma con un energia milioni di volte maggiore.
C
Patate, aglio, cipolle, gamberi, spezie, sono solo alcuni degli alimenti sottoposti a radiazioni. Gli alimenti sono sterilizzati senza fare ricorso a sostanze chimiche, si ritarda il processo di maturazione della frutta e verdura, si eliminano i germi, si distruggono parassiti. La tecnica è simile alla pastorizzazione del latte, o a qualunque altra forma di cottura e quindi di conservazione di cibi. Spesso, in alimenti particolarmente contaminati, le dosi di radiazioni non sono sufficienti.
Etichette mute
Ma perché irraggiare un alimento? Lo scopo è ridurre la carica batterica, e conservare i cibi più a lungo possibile.
Non è raro in Italia trovare alimenti irraggiati, solo che la maggior parte delle volte le etichette tacciono. Sull’irraggiamento sono state emanate 2 direttive europee, ma c’è ancora confusione sulla lista degli alimenti che possono essere irraggiati. Al momento in lista ci sono spezie, condimenti vegetali, ed erbe aromatiche essiccate con indicata la dose massima di kgray (l’unità di misura dell’assorbimento di energia). Dunque occhio all’etichetta!
ce la perdita di calcio e migliora l’elasticità delle ossa. La terapia va sempre concordata e personalizzata con il medico curante, prescritta già a 40-45 anni, cioè appena i livelli di estrogeni cominciano ad abbassarsi e si manifestano le prime irregolarità mestruali. Alla terapia si può ricorrere anche dopo i 50 anni o a distanza di molti anni dalla fine del ciclo mestruale. Gli estrogeni possono essere assunti per via orale e per via transcutanea, attraverso il cerotto transdermico, oppure con un gel da spalmare sulla pelle.