Progetto Grafico e Impaginazione:
Laura Morabito
Acrobat
Programma per la creazione e la gestione dei file PDF. Vedi anche PDF.
Ai Estensione di file realizzato mediante l’uso di adobe illustrator (programma di grafica vettoriale).
Al vivo
Stampa “a smargine”, ossia che copre l’intero foglio. Vedi anche Pagina al Vivo.
Allineamento a bandiera Quando la giustezza (blocco o pagina di testo) è allineata da un lato mentre dall’altro non è giustificata.
Art-director La persona incaricata, generalmente in un’agenzia pubblicitaria e comunque nel lavoro pubblicitario, di trasformare i contenuti di una comunicazione in immagini.
Avviamento Periodo di stampa utilizzato per livellare e mettere a registro la forma stampante.
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B/N Convenzionale abbreviazione per le parole bianco e nero.
Bandiera sinistra L’allineamento al lato sinistro della colonna del testo, che viene lasciato scorrere liberamente a destra. Chiamato anche “non giustificato”. Vedi anche Giustificazione.
Bandiera destra L’allineamento al lato destro della colonna del testo, che viene lasciato scorrere liberamente a sinistra: è una composizione non giustificata. Vedi anche Giustificazione.
Bianca Lato del foglio di macchina stampato per primo. In uno stampato a ottavo la bianca costituisce le pagine 1-4-5-8; in un sedicesimo le pagine 1-4-5-8-9-12-13-16; in un trentaduesimo le pagine 1-4-5-89-12-13-16-17-20-21-24-25-28-29-32. Le altre sedici pagine sono stampate sul secondo lato del foglio, chiamato volta.
Bicolore Macchina per la stampa a due colori in un solo passaggio (stampa tipografica, offset, rotocalco).
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Rappresentazione grafica di bianca e volta del foglio di stampa.
Bitmap
(1) È una “mappa dei bit”, cioè una ricostruzione per punti di un’immagine sullo schermo o da una stampante. Sono previste varie profondità di bit, diversi gradi di compressione senza perdite e il canale alpha. È strettamente legata alla risoluzione del monitor o della stampante, inoltre, i caratteri digitali possiedono una gabbia di punti per la visualizzazione a video lievemente diversa a seconda dei corpi. (2) Windows bitmap (.Bmp) è il formato immagine comunemente utilizzato da molti programmi di grafica in ambiente windows. Questi file bitmap sono a bassa risoluzione e devono essere accompagnati da dei file postscript ad alta risoluzione per ottenere una resa a stampa di alta qualità.
Book Traduzione della parola “libro” in inglese.
Bozza Stampa di controllo di un documento in fase di realizzazione. Su questa vengono inserite le eventuali aggiunte dell’autore e corretti gli eventuali errori del compositore.
Bozzetto Primo schizzo di un disegno o di un annuncio pubblicitario, sul quale è già indicato l’ingombro del testo ed, eventualmente, la headline.
Brossura È il sistema più economico di legatura (allestimento) di una pubblicazione. Le segnature (ottavi, sedicesimi, trentaduesimi) vengono incollate nell’interno del dorso di una copertina e di cartoncino e poi rifilate sui tre lati. Può essere fresata (prima dell’incollatura le segnature vengono raccolte e tagliate con una fresa al alto della piega; permette una maggiore penetrazione della colla) o a filo refe (le segnature vengono cucite al centro con un filo di refe e poi incollate). Il primo tipo è di fattura più rapida ed economica, il secondo resiste di più all’usura. Brossura.
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Capoverso Rientranza della prima riga di un capitolo o di un periodo. Si può anche prevedere una composizione con i capoversi “al vivo” (andando cioè a capo ma senza rientrare).
Caratteri a freddo La stampa realizzata non tramite composizione a caldo, ma con l’utilizzo di caratteri di fonderia, di fotocomposizione o di processi elettronici.
Caratteri di fonderia Caratteri metallici che vengono composti manualmente in stringhe.
Carta patinata Carta con uno o più strati di pigmenti e adesivi applicati sulle due superfici del foglio chiamati appunto patina. Il processo viene chiamato patinatura e la scelta dei componenti determina il grado di liscio, il lucido, l’opacita, la stampabilità della carta oltre alla resa cromatica degli inchiostri. La carta patinata può avere una finitura opaca o lucida. Vedi anche Patinata.
Cartonato Tipo di confezione pregiata in cui le segnature vengono raccolte e cucite (cartonato cucito) o incollate (cartonato fresato). Il blocco delle pagine viene poi incollato alla copertina, composta da una plancia di carta o di altro materiale (tela, pelle, ecc.) ed incollato a
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Caratteri mobili di fonderia.
del cartone che la rende rigida, tramite dei fogli detti “risguardi” o “sguardie”. Spesso il volume così rilegato viene ricoperto da una sovracoperta.
Catalogo Piccolo libretto propagandistico illustrato che presenta in successione le proposte di operatori di arte, di lavorazioni, industriali ecc., con relative descrizioni e prezzi.
Ciano Uno dei quattro colori base con i quali viene composta la quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero). Vedi anche Quadricromia.
Cianografia Particolare tecnica usata per la riproduzione di disegni e di pellicole fotografiche su carta al cianuro, sensibile all’azione della luce.
Ciano.
Cianografia digitale Tecnica particolare per la riproduzione di disegni o di stampe fotografiche su carta utilizzando un plotter inkjet. Serve al controllo della posizione del testo e delle immagini e della corretta sequenza di piegatura prima della formatura della matrice. Ha sostituito la cianografica, vedi di seguito.
Cianografica Bozza monocromatica realizzata su carta monosensibile dal montaggio di matrici offset. Serve al controllo della posizione del testo e delle immagini e della corretta sequenza di piegatura prima della formatura della matrice.
Cliché Lastra metallica generalmente in zinco o rame, incisa con processi fotografici e chimici per la riproduzione tipografica di fotografie e disegni.
CMYK Acronimo dei colori della stampa offset in quadricromia: cyan (ciano), magenta, yellow (giallo) e nero. Vedi anche Quadricromia.
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Colophon Indicazione obbligatoria dell’editore della pubblicazione, della tipografia e della data in cui è stata terminata la stampa.
Composizione La disposizione d’insieme dei caratteri e segni tipografici che formano un testo scritto. L’insieme dei caratteri e segni tipografici che formano un testo scritto. Il processo di assemblaggio di singoli caratteri per formare parole, frasi o pagine. Può essere realizato a mano, meccanicamente, con la fotocomposizione o elettronicamente tramite informazioni digitali.
Composizione a caldo Composizione ottenuta dalla fusione metallica dei caratteri per la stampa.
Composizione meccanica Il processo di selezione e composizione dei caratteri svolto per mezzo di macchine e non manualmente. Impossibile prima dell’avvento dei sistemi monotype e linotype alla fine del secolo scorso.
Condensato Un carattere tipografico si definisce condensato quando il disegno viene compresso a una larghezza inferiore a quella normale; opposto di “espanso”. Le nuove tecnologie della fotocomposizione e della composizione digitale hanno permesso di realizzare tali distorsioni automaticamente senza dover disegnare dei caratteri appositi come succedeva precedentemente. Vedi anche Famiglia e Espanso.
Copertina
fox fox
(a)
(b)
La prima pagina di un libro, un manuale, una pubblicazione. Vi è indicato l’autore, il titolo e l’editore.
Copyright
(1) Protetto dai diritti d’autore. Proprietà letteraria. (2) Usato come sostantivo significa anche “riproduzione vietata”.
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(a) Minion Pro Bold Condesed. (b) Minion Pro Bold.
Cordonatura Piegatura meccanica che permette di creare, su una copertina, delle scanalature in corrispondenza delle quali la rigidità della stessa risulta fortemente ridotta, sarà quindi possibile aprire un libro più facilmente, evitando inoltre, di vedere al “vivo” la colla del dorso e determinare la rottura della patina.
Corpo Termine tipografico con il quale si indica l’altezza dei caratteri.
Corredo L’espressione “corredo della pagina” indica tutti gli elementi presenti nell’impaginazione che non sono testi, come filetti, bacchette, decori e altro.
fox fox
(a)
(b)
(a) Minion Pro Regular (b) Minion Pro Italic (corsivo)
Corsivo Carattere tipografico inclinato verso destra.
Crenatura La sovrapposizione parziale delle lettere, è abitualmente utilizzata per dare un effetto ottico di densità nelle scritte permettendo a un carattere di entrare nel “bianco” di un altro. Vedi anche spaziatura.
Cromaline / Iris Stampa speciale di un campione ai fini del controllo del colore di un documento.
CRT (Acr.) Cathod Ray Tube (tubo catodico), la tecnologia alla base della proiezione televisiva che ha anche un ruolo importante nello sviluppo dei sistemi tipografici. I primi sistemi di composizione digitale utilizzavano il CRT per generare un disegno del carattere tramite pixel che venivano esposti su una pellicola fotosensibile. La tecnologia laser ha oramai sostituito questo metodo fondamentale per la composizione e il disegno tipografico nell’era della televisione e dei pc. Gli schermi a cristalli liquidi (LCD) si accingono a sostituire i tubi a raggi catodici, per quanto i risultati ad alta risoluzione debbano ancora affermarsi.
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CTP
(Acr.) Computer To Plate. Metodo per l’incisione di matrici per la stampa che non necessita di pellicole ma che, tramite personal computer dedicati, permette l’incisione diretta della lastra da stampa direttamente dal file.
Curve di bezier Curve realizzate tramite il disegno di tracciati che si riferiscono a una serie di coordinate. Al centro del linguaggio postscript per la stampa digitale.
Curva di Bezier
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Ddt
(Acr.) Documento di Trasporto. Documento, non fiscale, che viene emesso per accompagnare merci in base al dpr n.472 Del 14/18/1996 sostituendo la bolla accompagnatoria.
Definizione Il grado di dettaglio, spesso indicato come “alta” o “bassa” definizione.
Depliant Foglio pubblicitario o pieghevole generalmente a più facciate.
Didascalia Breve testo per le descrizioni di foto e disegni, in genere composto in un corpo inferiore a quello del testo.
Digitale Esempi di piegatura deplian.
La tecnologia affermatasi nel campo della stampa e della manipolazione delle immagini a partire dagli anni ottanta. Alla base dei sistemi computerizzati sta la nozione di informazione digitale intesa come insieme di dati binari.
Dorso Altezza di una pubblicazione rilevata sul lato della rilegatura.
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DPI
(Acr.) “Dot Per Inch” (punti per pollice), normalmente utilizzati per definire il livello di risoluzione dei dispositivi di stampa: il maggior numero di punti per pollice indica una migliore risoluzione. Le stampanti a matrici di punti hanno una risoluzione bassa che compromette la qualità grafica e tipografica. Quelle a getto d’inchiostro, e ancor più quelle laser, garantiscono una resa migliore. I rapidi sviluppi nelle tecnologie di stampa fanno sì che oramai anche le normali stampanti per pc garantiscano una risoluzione pari ad almeno 300 dpi. I sistemi di uscita di alta qualità, come quelli utilizzati per la stampa di libri, oltrepassano i 2000 dpi. La risoluzione di un monitor, viceversa, equivale a 72 dpi.
DTP
(Acr.) “Desk Top Publishing”, sistema di progettazione e stampa introdotto dai pc che consente di disegnare e impaginare direttamente a video grazie all’interfaccia grafica “WYSIWYG”. Disponibile dall’inizio degli anni otta nta. Vedi anche WYSIWYG.
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DPI vs PPI.
Em a
d
Modulo dell’unità di misura EM, con rappresentazione delle ascendenti (a) e discendenti (d) del font.
Unità di misura che si basa sul disegno della lettera m che normalmente tende al quadrato. È, ovviamente, legata al disegno e al corpo del carattere.
En Unità di misura pari alla metà della em.
EPS
(Acr.) Encapsulated PostScript (.Eps) è il formato immagine bitmap più diffuso ed utilizzato da programmi di grafica e di impaginazione in ambiente mac e windows. Venne creato come formato di output per la stampa di immagini grafiche.
Esecutivo È la versione definitiva di un layout pronta per essere stampata. Su di esso figurano illustrazioni e testo già composto e nei caratteri desiderati.
Espanso/esteso Termine con cui si descrive la distorsione del carattere a una larghezza maggiore di quella normale. È l’opposto di Condensato. Vedi anche Famiglia.
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Etichette Materiale adesivo di vario tipo: carta, plastica, metallo, che può essere stampato fustellato, verniciato.
Extra-spaziatura L’inserimento di una spaziatura maggiore del normale tra i caratteri.
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Facciata Ognuna delle due superfici di un foglio.
Famiglia In tipografia indica un insieme di caratteri che sono variazioni di un disegno centrale. Le principali varianti sono: tondo, corsivo, neretto, chiaro, condensato ed espanso.
Filetto Linea di stampa utilizzata per contornare o dividere certe parti del testo o della rappresentazione grafica.
Filigrana Marchio impresso (disegno, figura o parola) sulla carta, visibile in trasparenza. Serve a identificare la provenienza della carta, a datare manoscritti e a individuare il formato dei libri Rilegatura a filorefe.
Filorefe Metodo di rilegatura con il quale si uniscono, cucendoli, i fogli di un libro o di un fascicolo.
Folder
(1) Pieghevole a piĂš fogli. (2) Attualmente indica un set (origine e nome) di caratteri da stampa completo per dimensioni e stili, inteso come file di dati che forniscono ai computer le informazioni
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grafiche necessarie a formulare ciascuno di questi stili di carattere, a video e in output.
Fonderia Termine derivato dall’industria di fusione metallica dei caratteri. Oggi spesso indica i piccoli studi di progettazione e distribuzione di digitali.
Fotocomposizione La composizione di titoli, testi e grafici ottenuta attraverso l’esposizione di una pellicola fotosensibile su cui si impressiona il disegno dei caratteri, e la successiva stampa di fogli di carta patinata che vengono montati sul layout. Il montaggio dei testi e delle immagini viene nuovamente fotografato per produrre le pellicole necessarie alla stampa offset.
Fotoincisione o litoincisione Metodo con il quale si ottiene la lastra di stampa pianografica utilizzando gli effetti della luce su materiali fotosensibili (lastre) con attrezzature come: torchi espositori, sviluppatrici, reprocamere, bromografi, ecc.
Fotolito Procedimento attraverso il quale si ottengono le lastre per la stampa con il sistema offset.
Fotounità Dispositivo di stampa ad alta risoluzione dei dati da computer convertiti in codici che generano caratteri e grafismi su supporto fotosensibile tramite sistemi ottici. Le fotounità possono essere a tubo catodico (CRT) o a laser. Vedi anche CRT, Laser.
Fuori registro Sovrapposizione non perfetta dei quattro colori di base che formano l’immagine a colori con una conseguente presenza di sbavatura del colore.
Fustella Lama sagomata nella forma in cui si desidera tagliare carta o cartone.
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Dettaglio fustella di un puzzle.
Gabbia Altezza e larghezza dello spazio occupato dalla stampa del testo all’interno della pagina.
Galvanotipo Lastra di cera su cui viene impresso il cliché. È ricoperta di uno strato di grafite che, tramite bagno elettrolitico, genera una forma di rame. Vedi anche stereotipo.
Giallo Uno dei quattro colori di quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero). Vedi anche Quadricromia.
GIF
(Acr.) Graphic Interchange Format (.Gif). È un formato immagine bitmap creato da CompuServe che adotta la compressione senza perdite. È consigliato per l’esportazione di immagini web con tavolozza fino a 256 colori. Giallo di Quadricromia.
Giustezza Lunghezza di una riga di testo composto.
Giustificazione
L’allineamento della riga di testo sia a destra che a sinistra. Vedi anche Bandiera.
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Gotico Carattere che deriva dalla scrittura germanica medioevale. Textura, Fraktur, Old English, Rotunda e Bastarda (Schwabacher) sono le famiglie principali di caratteri gotici.
Grafica Lo studio e la progettazione dell’estetica e della funzionalità degli stampati, che comprende anche le relative fasi di progettazione.
Grammatura Peso della carta espresso in grammi per metro quadro (g/mq).
Grigio medio del testo In tipografia si riferisce al tono di grigio prodotto percettivamente dalla composizione del testo (nero) sulla pagina (bianco). La scelta del carattere, la giustezza delle righe, i’interlinea e la spaziatura sono tutti fattori che influenzano il valore chiaroscurale della massa di testo.
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Lettera “A” nel del font “Old English”.
Headline Titolo, intestazione di un annuncio pubblicitario redatto e composto in modo tale da attirare l’attenzione. Solitamente in esso è sintetizzato il tema della campagna pubblicitaria. Questo termine ha reso obsoleto il termine slogan.
Hinting
(a)
Funzione propria della tipografia digitale che consente di correggere e migliorare il disegno dei caratteri quando vengono utilizzati in corpi molto ridotti. Questi aggiustamenti mirano a preservare i tratti distintivi del disegno. Lo sviluppo del software Adobe Type Manager per la gestione delle famiglie di caratteri ha in parte risolto la necessitĂ di ricorrere a questa funzione.
(b) Confronto fra carattere non sottoposto (a) e carattere sottoposto (b) a hinting.
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Immagine coordinata Immagine di identità e riconoscibilità visiva di una azienda o di un prodotto o di una determinata tipologia di prodotti particolarmente importante e curata nel packaging.
Immagine pittorica È formata da una serie di punti (pixel) tracciati sullo schermo. Questo formato viene utilizzato prevalentemente per raffigurare immagini di qualità fotografica.
Immagine vettoriale Un’immagine è vettoriale quando è riconducibile ad una descrizione matematica cioè tramite funzioni. La grafica vettoriale rappresenta ogni elemento secondo le coordinate di alcuni dei suoi punti utilizzando un sistema di riferimento. Questo formato di rappresentazione dei dati occupa una ridotta quantità di memoria ed è assolutamente indipendente dall’output: ha il vantaggio di creare file dalle dimensioni contenute e la possibilità di ridimensionamento senza subire distorsioni.
Impaginazione Fase di lavorazione successiva al menabò o layout. Sia nell’impaginato che nel menabò tutti gli elementi compositivi (testi, titoli, foto) vengono collocati nella pagina.
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Costruzione di un immagine in grafica vettoriale.
Imposizione Posizionamento corretto delle facciate che compongono una pubblicazione nel foglio macchina, finalizzato ad assicurarne la corretta sequenza di stampa.
Incisione Spesso utilizzato per indicare un carattere, il termine deriva dall’epoca in cui il disegno veniva inciso in un punzone che formava la matrice da cui riprodurre i caratteri.
Incisore di punzoni L’artigiano specializzato che incideva fisicamente il disegno del carattere sulla barra del punzone. Prima dell’utilizzo del pantografo questa attività richiedeva una tale abilità da essere considerata pari a quella del disegno stesso del carattere, al quale peraltro spesso l’incisore contribuiva.
Ingombro Spazio occupato da qualcosa. Questo termine è molto usato nelle tecniche d’impaginazione.
Inkjet
Questa immagine è stata sostituita dalla rappresentazione del suo ingombro.
La stampa avviene grazie a una testina che si sposta orizzontalmente lungo il foglio. Sulla testina sono montate le cartucce di inchiostro che, grazie a speciali ugelli (nozzles), spruzzano micro gocce di inchiostro sul foglio di carta formando i caratteri e le immagini. La stampante a getto d’ inchiostro può stampare su una grande varietà di materiale sebbene non così ampia come la stampante Iris.
Inline/outline Il carattere viene definito “inline” quando il tratto che disegna il carattere viene bucato; “outline” quando il disegno è definito solo dalla linea che segue il contorno senza alcun riempimento. A questo effetto viene spesso abbinata un’ombreggiatura.
Interlinea Spazio bianco che viene interposto tra una linea di testo e quella successiva in senso orizzontale. Prima dell’avvento della fotocomposizione, era ottenuta nella composizione a mano inserendo delle bacchette metalliche che distanziavano le stringhe di testo. .
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Jpeg
(Acr.) Joint Photographic Experts Group (.Jpeg, .Jpg) indica una estensione di file di immagine fotografica. Si tratta di un formato immagine bitmap ottenuto con una compressione con perdita di qualità, è perciò sconsigliato per immagini di alta qualità.
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Lastra Supporto in zinco sul quale vengono impresse mediante un processo chimico-fotografico le immagini da stampare: queste, intinte di inchiostro, vengono trasferite sul caucciù e quindi sulla carta.
Layout La sistemazione grafica dei vari elementi di un annuncio pubblicitario, allo scopo di rappresentare il più fedelmente possibile l’immagine definitiva dell’annuncio stesso. In un layout compariranno: la headline, l’illustrazione o il bozzetto di un’eventuale fotografia, l’ingombro del testo, se non la versione definitiva dello stesso.
Leggibilità
Rapporto fra linea di base e discendenti di un font.
La leggibilità del testo è legata a due fattori distinti. Il primo riguarda la buona percezione delle singole lettere ed è vincolato a un corretto disegno dei caratteri. Il secondo riguarda la corretta composizione del testo che, utilizzando la spaziatura, l’interlinea e altri elementi, consente il rapido scorrimento dello sguardo facilitando la lettura.
Linea di Base La linea (non stampata) sulla quale poggiano e si allineano le lettere. I tratti discendenti restano sotto questa linea.
Linotype Termine con cui si descrive una società, un macchinario, un sistema di composizione e una biblioteca di caratteri. La linotype rappre-
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sentò il primo sistema di composizione a caldo e venne lanciata nel 1886. La composizione delle stringhe di testo poteva essere eseguita dall’operatore direttamente su una tastiera collegata al dispositivo di composizione metallica. Utilizzando un differente sistema, la monotype componeva le righe con un carattere per volta.
Litografia Tecnica di stampa che si avvale di un’immagine incisa su metallo (originariamente su pietra) di cui solo la parte che deve essere stampata assorbe l’inchiostro che viene impresso a contatto sulla superficie da stampare. Per regolare il meccanismo di attrazione o di rifiuto dell’inchiostro viene utilizzata l’acqua. La litografia “offset” prevede un trasferimento intermedio dell’immagine dalla lastra su un rullo di caucciù e quindi sulla carta.
Logotipo Il carattere con cui è scritto il nome di un’azienda o di un prodotto. Spesso, può capitare che il logotipo diventi il marchio stesso dell’azienda.
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Litogrfia.
Macchina da stampa Il termine inglese press indica la tecnica originaria con cui la lastra incisa veniva pressata contro il foglio di carta. In litografia l’immagine è riportata sul foglio da un cilindro di caucciù a sua volta inchiostrato da una lastra metallica. I singoli colori vengono stampati distintamente, ognuno tramite una apposita lastra. Le stampanti piane fanno scorrere la carta sopra una lastra orizzontale, mentre le rotative montano delle lastre ricurve su cilindri attraverso i quali passano i fogli da imprimere.
Magenta Uno dei quattro colori di quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero).
Mano della carta o V.S.A. Termine con il quale si indica la sensazione che si prova maneggiando un foglio di carta. Qualitativamente è anche definita come l’apprezzamento al tocco del rapporto fra lo spessore e la grammatura della carta: mano = spessore/grammatura. Magenta.
Margine Lo spazio bianco tra il testo, il taglio del foglio e la legatura.
Matchprint Sistema utilizzato in fotoriproduzione per ottenere prove chimiche di colore delle pellicole di selezione prodotte. Il procedimento
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prevede la laminazione del supporto con il film colorato e l’esposizione della pellicola corrispondente a contatto. L’operazione si ripete per successione di colore fino all’ottenimento della prova completa. Procedimento simile al cromaline.
Matrice Nella composizione a piombo, lo stampo da cui viene ottenuto il carattere. Realizzato in rame o ottone rileva il disegno del carattere dal punzone. In fotocomposizione indica il set completo di disegni di un carattere.
Menabò Per menabò di un periodico o di un quotidiano (o di un libro), si intende fac-simile del fascicolo, dello stesso formato, sul quale sono date le indicazioni da seguire nell’impaginazione, con gli ingombri precisi dei testi, dei disegni, delle illustrazioni ecc.
Mezzatinta Il termine fa rifermento sia alla tecnica calcografica per ottenere riproduzioni a stampa che abbisognano di sfumature di colore, che alle riproduzioni stesse. In questa ultima accezione si contrappone al termine “al tratto”. La mezzatinta è una tecnica calcografica diretta. Si prepara la lastra con mezzi meccanici come il berceau o con graniture ottenute con sabbia, pomice e altri materiali al fine di ottenere un fondo scuro e granuloso dal quale, con una progressiva schiaritura con brunitoio e punta d’agata, si otterranno i toni più chiari. Il risultato è una retinatura, dove la dimensione e la densità dei punti determinano il chiaroscuro delle aree.
Modulo continuo Stampa su carta in bobina di un modello ripetuto, piegato su se stesso e traforato.
Moirè Errata sovrapposizione di due retini.
Monospaziato Si dice di carattere in cui lo spazio occupato da lettere diverse è sempre il medesimo (come nelle macchine da scrivere).
Effetto Moirè.
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Monotype Società, macchinario, sistema e biblioteca di caratteri, sorti negli ultimi anni del secolo scorso, poco dopo l’arrivo della linotype. Il sistema si basava sull’incisione di singole lettere tramite un rullo contenente i punzoni guidato a tastiera dall’operatore. La monotype è stata associata a un raffinato lavoro di incisione tipografica e a un’alta qualità nelle tecniche di stampa.
Multiple Masters Tecnologia sviluppata dalla Adobe Systems che permette la generazione di un’ampia gamma di caratteri partendo da un unico originale: condensato, espanso, chiaro o neretto, e persino con grazie o senza. Il programma che gestisce questa funzionalità impiega una quantità di memoria molto limitata offrendo una grande varietà di soluzioni a un costo molto ridotto rispetto a quello necessario all’acquisto di molte famiglie di caratteri. I primi caratteri di questa serie, il Myriad e il Minion, sono stati realizzati nel 1992.
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Negativo
(1) L’immagine ottenuta riproducendo l’originale con il procedimento fotografico convenzionale, in cui i toni hanno valori invertiti rispetto a quelli del soggetto originale. (2) Il testo che non viene stampato risultando per negativo da uno sfondo nero o colorato.
Neretto Indica il peso del carattere. Ăˆ chiamato anche grassetto.
Nero Uno dei quattro colori di quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero).
Nero.
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OCR
(Acr.) Optical Character Recognition. I dispositivi OCR possono scansire e leggere direttamente i testi così che possano essere elaborati dal computer. La ricerca di caratteri leggibili dal computer ha acquisito importanza a partire dalla fine degli anni cinquanta, e ha condotto alla realizzazione di disegni appositi, così come allo sviluppo delle tecnologie di scansione digitale.
Offset Procedimento di stampa litografica con il quale l’immagine viene trasportata dalla matrice su un cilindro di gomma e da questo impressa sulla carta. È basato sul principio di un processo chimico: la repulsione tra l’acqua e il grasso. Forme di stampa: lastre di zinco alluminio trimetalliche; macchine: piane (a fogli) e rotative (a bobina).
Opuscolo Dettaglio stampante offset..
In genere composto di poche pagine (non meno di quattro e non più di ottanta), è usato spesso nella pubblicità diretta e nei punti vendita. È utilizzato per illustrare l’attività di un’azienda, per descrivere un prodotto o un’attività promozionale.
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Packaging
Il termine fa riferimento sia alla (1) “veste” con la quale viene presentato il prodotto al consumatore finale, sia allo (2) studio che sta alla base della sua produzione. Quest’ultimo deve tenere conto sia del fattore estetico sia del fattore pratico funzionale, come lo scopo di rendere il prodotto attraente oltre che proteggerlo.
Pagina
(1) Facciata di un foglio di carta, manoscritta o stampata. (2) L’insieme delle due facce di ognuno dei fogli che costituiscono un libro.
Pagina al vivo
(1) La pagina intera, senza margine. (2) (est.) Una stampa che copre tutta la superficie del formato di una pagina.
Pantografo Strumento che consente di trasferire un disegno seguendo il tracciato dell’originale. Il pantografo di Linn Boyd Benton per l’incisione di punzoni ha permesso di rendere molto più semplice il trasferimento del disegno del carattere sul punzone, gettando le basi per la composizione meccanica.
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Pantografo di Linn Boyd Bentom.
Pantone Sistema della Pantone Inc., è uno standard internazionale della gamma dei colori, dove quest’ultimi sono identificati da codici numerici.
Patinata Tipo di carta con superficie “gessata”, usata soprattutto quando vi sono riproduzioni a colori o illustrazioni in bianco e nero di pregio.
(Acr.) Portable Document Format è un formato creato da Adobe Systems, che può includere funzionalità ipertestuali e di navigazione. La visualizzazione è consentita soltanto tramite il programma Adobe Acrobat Reader, che genera file con questa stessa estensione (.pdf).
Pellicola Emulsione fotografica stesa su un supporto plastico flessibile translucido o trasparente
Pica
(1) Unità di misura tipografica suddivisa in 12 punti e che corrisponde circa a un sesto di pollice. (2) precedentemente utilizzata anche per indicare i caratteri in corpo 12.
Pict Estensione di file di immagine.
Pollici, Pica, Punti.
Pixel Un singolo punto sul dispaly del computer o su di un’immagine digitale.
Plastificazione Trattamento consistente nell’applicare ad un supporto cartaceo o altro materiale compatibile un film plastico lucido o opaco tramite collante e pressione. Può essere necessario per aumentare la resistenza del supporto. Abbellisce e protegge lo stampato.
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Politipo
L’unione di due o più lettere a scopi percettivi (come in ae, fl o fi). Comune nella composizione metallica, ma meno nella fotocomposizione, dove l’ampliamento della gamma di caratteri risultava indesiderabile per i produttori. Sembra tornare a nuova vita con tipografia digitale.
Positivo L’immagine fotografica ricavata generalmente da un negativo, nella quale i toni non sono invertiti come nel negativo. Il positivo su carta generalmente è chiamato “stampa”, mentre quello su supporto trasparente, come la pellicola, è chiamato “diapositiva” o “trasparenza positiva”.
PostScript Il linguaggio di descrizione digitale delle pagine sviluppato dalla Adobe Systems e adottato come standard per i software di stampa. La sua autonomia rispetto ai dispositivi hardware e software dei computer lo rende adatto per qualunque strumentazione. I caratteri vengono descritti attraverso dei tracciati costruiti con le curve di Bezier e quindi riempiti a seconda della capacità di risoluzione del dispositivo di stampa.
Ppd Estensione di una descrizione postscript.
Progressiva Nella stampa in quadricromia, indica la successione degli stamponi, ciascuno dei quali tirato in un unico colore. È così possibile controllare ogni singolo stadio della lavorazione.
Prova colore Stampa speciale di un campione per il controllo del colore di uno stampato. Vedi Cromalin/Iris o Matchprint, se certificate equivalgono al 90/95% del risultato.
Prova di stampa Stampa speciale di un campione per il controllo del layout di un documento.
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Politipi (ff e fi).
Psd Estensione di file realizzato con il programma Adobe Photoshop.
Punto Unità di misura tipografica. In Inghilterra e negli Stati Uniti è pari a 0,0138 pollici o a 0,351 mm; in europa equivale a 0,346 mm.
Punto metallico Sistema di rilegatura con aghi metallici. Gli aghi possono essere posti lungo un lato della serie di fogli singoli, oppure al centro del formato “aperto” dell’opuscolo.
Punto omega Sistema di rilegatura con aghi metallici. In questa lavorazione il metallo non aderisce alla costa dello stampato ma forma un occhiello (omega) che permette l’inserimento in un raccoglitore ad anelli.
Punzone La barra metallica in cui viene inciso il disegno originale del carattere tipografico e da cui si producono le matrici necessarie alla composizione meccanica e alla stampa.
Punto piatto e punto omega a confronto.
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Quadricromia L’insieme dei quattro colori base utilizzati nella stampa offset a colori: ciano, magenta, giallo e nero (cyan=C, magenta=M, giallo=Y e nero=K). La stampa a colori si effettua scomponendo le tinte dell’originale in quattro colori semplici che, sovrapponendosi, lo riproducono fedelmente. Ăˆ praticamente una tricromia alla quale viene aggiunto il nero. Vedi anche CMYK.
Quartino Uno stampato di quattro facciate ottenute piegando un foglio in due (in pratica quattro pagine).
Qxd Estensione di file realizzato con il programma QuarkXPress.
Rapprentazione grafica di un quartino ricavato da un foglio A4.
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Realist Stampa speciale di un campione di prova per il controllo del colore di uno stampato.
Registro Perfetta sovrapposizione di due o più elementi stampanti. Nella stampa a colori con più matrici è necessario utilizzare dei riferimenti che permettano la messa a registro della stampa. Si possono incidere questi punti sul piano del torchio, se in metallo, oppure preparare un foglio di plastica, o poliestere, con evidenziati gli angoli della lastra e quelli della carta . Se i colori non sono esattamente sovrapposti si ottiene una stampa fuori registro. Talvolta, quando l’autore ricerca particolari effetti di movimento o di indefinitezza, il fuori registro può essere intenzionale.
Retino Strumento grafico usato per riprodurre i chiaro-scuri di un’immagine. I retini vengono indicati col numero di linee contenute in un centimetro.
Rifilo Taglio finale del prodotto finito e confezionato. Rilievo.
Rilievo Impressione di un soggetto su un foglio in modo che dalla parte opposta si formi un rilievo.
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RIP
(Acr.) Raster Image Processor. Dispositivo per la conversione (“rasterizzazione”) delle informazioni dalla codifica postscript, per esempio, in un retino di punti la cui risoluzione è legata al livello del dispositivo di stampa.
Risoluzione Il numero di pixel per pollice o di punti per pollice.
Ritocco Intervento su originali o copie per eliminare imperfezioni o per esaltare forme e colori in determinate zone dell’immagine. Può essere effettuato manualmente o con computer che utilizzano specifici programmi.
Rotativa Macchina per la stampa. In tipografia la stereotipia è montata su cilindro. In offset la lastra viene montata su un cilindro. In rotocalco la forma di stampa, il cilindro, è per sua natura rotativa.
Roter Materiale per il punto vendita, solitamente sagomato e con articolazioni, viene appeso al soffitto.
Rotativa. Schema di funzionamento: (1) Cilindro porta-lastra (2) Rullo acqua (3) Rullo inchiostratore (4) Cilindro di caucciù (5) Cilindro di pressione (6) Carta a bobina
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Scanner
(1) Strumento in grado di individuare e separare nei quattro colori base (rosso, blu, giallo e nero) (2) l’impasto cromatico presente in un fotocolor per allestire le quattro pellicole necessarie per la stampa.
Sedicesimo Il formato dei volumi ottenuti piegando tre volte il foglio normale della carta da stampa, in modo che risultino 16 pagine per ogni segnatura.
Segnatura
(1) Foglio di stampa che, ripiegato più volte, dà luogo a un quartino, un ottavo, un sedicesimo e così via. (2) È spesso usata dal grafico come unità minima di misura di un prodotto di stampa, ad esempio un libro.
Selezione colori Separazione dei colori primari tramite scanner laser di originali, per la stampa a quattro o più colori.
Senza legno Definisce la composizione della cellulosa; significa che le fibre del legno sono state trattate chimicamente per rimuovere la lignina (sostanza che “lega” le fibre sulle piante) rendendo la cellulosa più pura, più bianca e più forte.
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Serigrafia Sistema di stampa semi-artigianale da matrice in piano. Si esegue facendo passare l’inchiostro attraverso un fine tessuto di seta o nylon a trama rada, su cui è stata precedentemente applicata una matrice che ne impedisce il passaggio nelle zone non da stampare. Consente di operare su materiali diversi dalla carta come alluminio, laminati plastici.
Spaziatura La spaziatura standard tra le lettere e tra le parole. La fotocomposizione e la composizione digitale hanno reso molto più semplice manipolare la spaziatura sia nell’avvicinare che nel distanziare i caratteri.
Spirale Sistema di rilegatura alternativo, con filo (di metallo o plastica) avvolto a spirale e infilato nella foratura dei fogli (singoli) che compongono lo stampato. Agevola lo sfogliare le pagine.
Sporchi di stampa Gli sporchi sono impurità come granelli di polvere o altro che si depositano in prestampa nella formazione delle pellicole oppure, in fase di stampa, possono essere particelle di carta e formano delle zone chiare o scure sui materiali stampati.
Stampa a caldo Metodo di stampa tipografico che utilizza un nastro di colore termotrasferibile per trasferire il grafismo dalla forma al supporto; la forma è riscaldata da resistenze elettriche.
Stampa a rilievo (secco) Metodo di nobilitazione di uno stampato con cui si ottiene un rilievo sul foglio applicando una pressione al supporto posto sopra una forma di tipo rilievografica non inchiostrata.
Stampa digitale Metodo di stampa diretta tra computer e stampante (laser, inkjet).
Stampa laser Metodo di stampa in cui il raggio luminoso del laser disegna i caratteri basandosi sulle informazioni di output ricevute (che possono
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Rilegatura a spirale.
essere postscript, bitmap o di altro genere). A seconda dell’unità di stampa, può incidere delle pellicole foto-sensibili (nelle fotounità laser) o determinare elettrostaticamente il depositamento del toner sulia carta (nelle stampanti); il primo metodo consente una definizione molto maggiore del secondo.
Stampa lenticolare Metodo di stampa su tutti i tipi di cartoline, gadget bidimensionali e cartelli vetrina, che fornisce sensazioni di movimento e di cambio immagine. Gli effetti ottenibili sono cambio immagine, animazione, zoom e morph.
Stampa in quadricromia Stampa lenticolare.
Metodo di stampa in cui i quattro colori di selezione ( cyan, magenta, giallo e nero ) consentono di ottenere un’ampia gamma di colori, in sintesi sottrattiva col procedimento di stampa e con la combinazione di retini di varie densità.
Stampa tipografica Antico metodo di stampa ormai utilizzato solo per particolari lavori in cui i grafismi (parte stampante della forma) sono in rilievo e speculari (illeggibili) rispetto alle parti non stampanti. È altresì definita come metodo di stampa diretta perché non vi è interposizione di altri materiali tra la forma ed il supporto, e perché l’applicazione della pressione porta alla stampa leggibile dei grafismi.
Stampa tradizionale Procedimento di stampa litografica con il quale l’immagine viene trasportata dalla matrice su un cilindro di gomma e da questo impressa sulla carta.
Stampone Riproduzione di un originale in un numero limitato di copie per il controllo del colore di un documento.
Stereotipo Uno speciale cartone inumidito viene passato sulla composizione, che vi si imprime a rovescio; si fonde quindi il metallo nella parte impressa ottenendo la copia esatta dell’originale, lo stereotipo.
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Stocastico Metodo di stampa offset caratterizzato da un retino composto da punti della stessa dimensione i cui centri non sono equidistanti tra loro; è una alternativa al metodo tradizionale caratterizzato da punti di dimensioni variabili. Elimina tutti i problemi derivanti dalla non corretta inclinazione dei retini corrispondenti ai vari colori e la risoluzione di stampa risulta molto piÚ definita.
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TIFF/TIF
(Acr.) Tagged Image File Format (.Tiff). È un’estensione di file immagine e corrisponde al formato immagine bitmap maggiormente utilizzato per la fotografia e la stampa. È possibile attivare un formato di compressione (LZW) senza perdite di qualità.
Tipometro Righello con le indicazioni di misurazione del sistema Didot e con diversi calcoli nei vari corpi.
Tiponaggio
Vecchio Tipometro.
Operazione di riproduzione fotografica che permette di ottenere copie identiche da un originale trasparente (pellicola). Non sono possibili ingrandimenti e/o riduzioni. Questo procedimento serve per ottenere più pellicole uguali in modo da poter stampare sullo stesso foglio più volte lo stesso soggetto. Risulta ormai superato ed economicamente più oneroso rispetto ad altri sistemi quale il CTP (Computer To Plate).
Tiratura Il numero delle copie stampate da un’unica matrice di ogni singolo numero di una determinata pubblicazione. Questo termine fa riferimento all’azione che il tipografo esercitava su una barra del torchio per ottenere ad ogni trazione la stampa di una copia. Nella stampa d’arte moderna e contemporanea gli esemplari sono numerati, con una doppia numerazione in sequenza, e firmati dall’artista.
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Trasferimento a secco La tecnica che caratterizava i prodotti realizzati negli anni sessanta dalla Letraset e dalla Mecanorma, basata su dei fogli di caratteri trasferibili a pressione per la realizzazione di layout. La prima versione richiedeva la bagnatura dei fogli a scapito della pulizia di esecuzione.
Tratto Questo termine, nel linguaggio delle arti grafiche, si riferisce a qualunque negativo, stampa, originale o matrice di stampa che sia composto da immagini a zone di colore piene, senza mezzetinte.
Foglio caratteri per Trasferimento a secco.
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Uscita in caduta macchina Disposizione delle pagine e/o degli elementi che compongono il lavoro nell’esatta posizione in cui verranno successivamente stampati sul supporto.
Uscita pellicole da disco Stampa del contenuto di un file fornito non su un supporto cartaceo, ma su un film fotosensibile tramite una fotounità anziché una normale stampante; in seguito questo film viene sviluppato ed utilizzato per varie lavorazioni (montaggi, cliché). Tecnica che sta subendo un progressivo calo di utilizzo in seguito allo sviluppo di nuove tecnologie quali il Computer To Film ed il Computer To Press.
Uso mano Carta “naturale”, non patinata.
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V.S.A.
(Acr.) Volume Specifico Apparente. Vedi Mano della Carta
Vernice Strato protettivo applicato sul lavoro stampato.
Vernice U.V. Vernice lucida che viene fatta essiccare in brevissimo tempo tramite irradiazione di raggi ultravioletti.
Vernice U.V. serigrafica Metodo di nobilitazione di uno stampato che permette di stendere un velo di vernice che dona un particolare effetto di brillantezza e tattile, tramite un procedimento di stampa quale la serigrafia, permettendoci di avere anche delle forme non regolari, ma sagomate.
Verniciatura Operazione che si esegue sul supporto stampato con diversi procedimenti e vernici. Può essere lucida, opaca oppure U.V., quando la spalmatura viene fatta con una vernice lucida essiccata successivamente tramite irradiazione di raggi ultravioletti.
Volta La parte in contrapposizione alla bianca in un foglio di macchina.
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Rappresentazione grafica di bianca e volta del foglio di stampa.
WYSIWYG
(Acr.) “What You See Is What You Get” (“ciò che vedi è ciò che ottieni”). Sono i sistemi operativi che simulano sullo schermo il risultato grafico del lavoro così come verrà riprodotto stampandolo.
Xilografia Tecnica d’incisione a rilievo su legni duri (xilos in greco vuol dire legno) a scopo di riproduzione a stampa. Per xilografia si può anche intendere la copia che si ottiene dalla stampa dell’incisione.
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Zip Estensione di file compresso (.zip).
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Sommario
6 Acrobat 6 Ai 6 Al vivo 6 Allineamento a bandiera 6 Art-director 6 Avviamento 7 B/n 7 Bandiera sinistra 7 Bandiera destra 7 Bianca 7 Bicolore 8 Bitmap 8 Bmp 8 Book 8 Bozza 8 Bozzetto 8 Brossura 9 Capoverso 9 Caratteri a freddo 9 Caratteri di fonderia 9 Carta patinata 10 Cartonato 10 Catalogo 10 Ciano 10 Cianografia 10 Cianografia digitale 10 Cianografica 10 ClichĂŠ 11 Cmyk 11 Colophon 11 Composizione 11 Composizione a caldo 11 Composizione meccanica 11 Condensato 11 Copertina 12 Copyright 12 Cordonatura 12 Corpo 12 Corredo
12 Corsivo 12 Crenatura 12 Cromaline 13 Cromaline / iris 13 Crt 13 Ctp (computer to plate) 13 Curve di bezier 14 Ddt o documento di trasporto 14 Definizione 14 Depliant 14 Didascalia 14 Digitale 15 Dorso 15 Dpi 15 Dtp (desk top publishing) 16 Em 16 En 16 Eps 16 Esecutivo 16 Espanso/esteso 17 Etichette 17 Extra-spaziatura 18 Facciata 18 Famiglia 18 Filetto 18 Filigrana 18 Filorefe 19 Folder 19 Fonderia 19 Fotocomposizione 19 Fotoincisione o litoincisione 19 Fotolito 19 FotounitĂ 20 Fuori registro 20 Fustella 21 Gabbia 21 Galvanotipo 21 Giallo 21 Gif
21 Giustezza 21 Giustificazione 22 Gotico 22 Grafica 22 Grammatura 22 Grigio medio del testo 23 Headline 23 Hinting 24 Immagine coordinata 24 Immagine pittorica 24 Immagine vettoriale 24 Impaginazione 25 Imposizione 25 Incisione 25 Incisore di punzoni 25 Ingombro 25 Inkjet 25 Inline/outline 25 Interlinea 26 Jpeg 27 Leggibilità 27 Linea di base 27 Linotype 27 Litografia 28 Lastra 28 Layout 28 Logotipo 29 Macchina da stampa 29 Magenta 29 Mano della carta o v.S.A. (Volume specifico apparente) 29 Margine 30 Matchprint 30 Matrice 30 Menabò 30 Mezzatinta 30 Modulo continuo 30 Moiré 30 Monospaziato 31 Monotype 31 Multiple masters 32 Negativo 32 Neretto 32 Nero 33 Ocr “optical character recognition” 33 Offset 33 Opuscolo 34 Packaging 34 Pagina 34 Pagina al vivo 34 Pantografo
34 Pantone 35 Patinata 35 Pdf 35 Pellicola 35 Pica 35 Pict 35 Pixel 35 Plastificazione 35 Politipo 36 Positivo 36 Postscript 36 Ppd 36 Progressiva 36 Prova colore 36 Prova di stampa 36 Psd 36 Punto 37 Punto metallico 37 Punto omega 37 Punzone 38 Quadricromia: cmyk 38 Quartino 38 Qxd 39 Realist 39 Registro 39 Retino 39 Rifilo 39 Rilievo 39 Rip 39 Risoluzione 39 Ritocco 40 Rotativa 40 Roter 41 Scanner 41 Sedicesimo 41 Segnatura 41 Selezione colori 41 Senza legno 42 Serigrafia 42 Spirale 42 Sporchi di stampa 42 Stampa a caldo 42 Stampa a rilievo (secco) 42 Stampa digitale 43 Stampa laser 43 Stampa lenticolare 43 Stampa in quadricromia 43 Stampa tipografica 43 Stampa tradizionale 43 Stampone 43 Stereotipo
44 Stocastico 45 Tiff/tif 45 Tipometro 45 Tiponaggio 45 Tiratura 46 Trasferimento a secco 46 Tratto 47 Uscita in caduta macchina 47 Uscita pellicole da disco 47 Uso mano 48 V.S.A. 48 Vernice 48 Vernice uv 48 Vernice uv serigrafica 48 Verniciatura 49 Volta 50 Wysiwyg 51 Xilografia 52 Zip
Appendice: Breve storia del font
Maiuscole e Minuscole Le due forme fondamentali dell’attuale alfabeto latino (maiuscolo e minuscolo) derivano da due modelli lontani nel tempo tra di loro. Il maiuscolo ha come modello la capitalis romana, il cui modello più perfetto era considerato essere l’iscrizione alla base della colonna di Traiano (114 d.C.). Nel Cinquecento numerosi calligrafi si cimentarono nell’impresa di fissarne il canone geometrico, senza mai ottenere un risultato perfetto. Il minuscolo deriva invece dalla scrittura umanistica neocarolingia, nata a Firenze nella prima metà del Quattrocento. Essa a sua volta derivava dai più antichi testi latini classici che gli umanisti andavano riscoprendo, scritti con la minuscola carolingia elaborata alla corte di Carlo Magno. La scrittura neocarolingia era usata principalmente per i libri manoscritti; era anche usata una scrittura corrente (corsiva) da cui deriva il nostro attuale corsivo. L’utilizzo contemporaneo di maiuscole e minuscole si era già sviluppato fra il IV e il IX secolo d.C. Infatti in precedenza i due stili avevano usi completamente separati, anche in base al supporto utilizzato. Da un certo punto in poi, le due serie di caratteri vengono accoppiate con funzioni diverse negli stessi manoscritti. La distinzione fondamentale nell’ambito del disegno dei caratteri da stampa è la presenza o meno delle grazie. Essendo i primi caratteri romani inspirati alle iscrizioni lapidarie romane di epoca imperiale, di esse mantengono le cosiddette grazie, ovvero dei tratti ornamentali non distintivi posti alle terminazioni delle aste principali dei caratteri scolpiti. Se nelle iscrizioni lapidarie tali tratti avevano una precisa funzione (era l’unico modo di dare un disegno “chiuso” alle aste tracciate a colpi di scalpello), all’epoca della stampa tali tratti mantenevano una funzione esclusivamente grafica, pur mantenendo la forma triangolare e il raccordo “dolce” con le aste tipici delle grazie “scalpellate”. In seguito la forma delle grazie varierà molto, assottigliandosi, e il raccordo diverrà ad angolo, tuttavia bisogna aspettare fino all’Ottocento per vedere caratteri totalmente privi di grazie, i cosiddetti bastoni. Tuttavia bisogna notare che in realtà i bastoni si rifanno a un modello ancora più antico rispetto a caratteri con grazie. Infatti le incisioni romane più antiche erano prive di grazie, analoghe quindi ai “moderni” caratteri bastoni.
Punteggiatura Il primo segno di punteggiatura utilizzato è il punto, presente già nelle iscrizioni lapidarie romane per le abbreviazioni, e successivamente per separare i nomi propri (all’epoca non erano ancora comparsi gli spazi fra le parole). Sempre in epoca romana, il pun-
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to venne utilizzato per separare tutte le parole e per segnalare la fine di una frase. In epoca medievale compaiono anche altri segni, utilizzati tuttavia dagli scribi con parsimonia e con regole abbastanza variabili. Infatti era ancora utilizzato soprattutto il punto per le abbreviazioni. La ricchezza di congiunzioni del latino rendeva superflui la maggior parte dei segni di punteggiatura, e anche i grandi capolettera ad inizio periodo rendevano spesso superfluo il punto fermo. Solo con la comparsa della stampa, alla fine del Medio Evo, vengono fissate delle regole standard nell’uso della punteggiatura. Si segnala in proposito, per la rigorosità dell’utilizzo di tali segni, Aldo Manuzio .
I Numeri Per quanto riguarda la scrittura dei numeri, la grossa novità è rappresentata dai cosiddetti numeri arabi. In realtà tali segni, nelle loro forme primitive, compaiono nell’India settentrionale nel II sec. a.C. e sono, come in altre culture, segni di lettere “riciclati” per esprimere i numeri (altrettanto si era fatto nelle culture greca e latina). Nel corso del primo millennio dopo Cristo, il sistema indiano di notazione dei numeri venne raffinato con l’introduzione dello zero e del sistema di conto decimale, estremamente utile per effettuare i calcoli, e questo portò al successo del sistema, che, attraverso la cultura araba e la Spagna, raggiunse l’Europa nel X secolo. A quell’epoca i segni per le dieci cifre erano già abbastanza simili a quelli attuali, e vennero ben presto stabilizzati dagli scribi nelle forme attuali. Quando sopraggiunge la stampa, le forme delle cifre sono già definite da secoli, e ogni incisore accompagna i propri alfabeti con una serie completa di cifre. Quindi i numeri arabi, nella civiltà occidentale, rappresentano una doppia novità: il sistema di conteggio decimale, da un lato, e l’utilizzo di caratteri appositi per i numeri dall’altro. Il fatto che le cifre arabe non siano strettamente legate alla cultura occidentale ha permesso una loro facile estensione ad altre culture, abbinandole ad altri alfabeti diversi dal latino.
Sviluppo della Tipografia La Bibbia delle 42 linee di Gutenberg , come noto, era composta in caratteri gotici. Quando l’arte tipografica comincia a dilagare per l’Europa compaiono molto presto caratteri diversi. La prima tipografia in Italia, a Subiaco, impiantata da Arnold Pannartz e Conrad Sweynheym, usa già caratteri inspirati alla calligrafia umanistica, e da allora chiamati romani. A Venezia, ben presto centro
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della tipografia italiana, il francese Nicholas Jenson incide il prototipo dei caratteri oggi conosciuti come Garamond. Uno dei primi grandi incisori di caratteri, il bolognese Francesco Grifo, lavora per il grande editore, Aldo Manuzio. Egli incide due memorabili serie di caratteri, per il De Aetna di Pietro Bembo (1495), e per l’Hypnerotomachia Poliphili (1499). Inoltre incide il primo carattere corsivo, ispirato alla variante “cancelleresca” della calligrafia corrente. Manuzio utilizza tale carattere per le edizioni tascabili, in quanto permetteva una maggiore compressione del testo. (L’uso del corsivo quindi inizialmente non era usato in coppia al tondo, ma in alternativa). Successivamente il maggiore sviluppo della tipografia si ha nella Francia di Francesco I. Qui opera, soprattutto per la famiglia di stampatori parigini degli Estienne, Claude Garamond (1480-1561), il primo ad usare in coppia tondo e corsivo. I caratteri Garamond presenti oggi sul mercato, sono molto vari in quanto sino ad anni recenti non erano stati identificati i suoi punzoni originali (attualmente conservati nel museo Plantin-Moretus di Anversa), ed erano quindi disegnati ispirandosi a caratteri incisi successivamente da epigoni del maestro. Tutta la famiglia di caratteri ha alcune caratteristiche comuni: •
la lunghezza delle ascendenti e delle discendenti;
•
una certa spigolosità del raccordo tra i due occhi della “g;”
•
l’asimmetria delle grazie superiori della “T;”
•
l’occhio della “P” aperto;
•
l’assenza di grazie nelle lettere “C” ed “S;”
•
nel corsivo le maiuscole sono meno inclinate delle minuscole.
Nel 1640 il cardinale Richelieu istituisce l’Imprimerie Royale. Luigi XIV, nel 1692, istituisce una commissione per lo studio di un carattere progettato secondo principi scientifici. Il carattere viene costruito su una griglia quadrata di 2304 moduli (48×48), venne inciso da Philippe Grandjean (a cui era stato affidato il compito di sviluppare la tipografia reale), ed è noto col nome di Romain du Roi. Ha queste caratteristiche: •
le grazie sono orizzontali;
•
accentuato contrasto tra tratti spessi e sottili;
•
tutte le lettere sono considerate parte di un unico insieme;
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E’ il primo carattere ad essere svincolato dalla calligrafia, ed è antecedente dei caratteri moderni. E’ protetto da un severo divieto di riproduzione, ma viene presto copiato dai tipografi, con opportune modifiche. Pierre Simon Fournier (1721-1768) incide un suo carattere fortemente personalizzato, più flessibile e coordinato. Introduce molti fregi e decorazioni, molto usate nel successivo periodo della stampa. Fournier porta avanti gli studi della Imprimerie Royale per la definizione di u na misura precisa del corpo dei caratteri (il punto). A stabilire definitivamente la misura del punto tipografico (almeno per l’Europa) è François Ambroise Didot (un punto è da allora pari a 1/6 di linea del “piede del re”, unità di misura pre-decimale, ed è quindi pari a 0,376 mm). Didot disegna anche un suo carattere caratterizzato dalla regolarità del tratto e dal definitivo abbandono dei residui dello stile dei calligrafi. Per tutto il Seicento la tipografia inglese fa uso di caratteri incisi in Olanda. L’evoluzione del gusto ha portato ad un accorciamento dei tratti ascendenti e discendenti, e a un aumento dei contrasti tra gli spessori. William Caslon (1692-1766) è il primo incisore che contrasta il monopolio olandese. I suoi caratteri rispecchiano il nuovo gusto calligrafico, ottenuto non più con la penna tagliata, ma con quella a punta, che permette segni più sottili e di inspessire il tratto indipendemente mente dall’inclinazione della penna e dalla direzione del ductus. Il ponte tra i caratteri aldini e i “moderni” di Didot e Bodoni è John Barskerville (1706-1775), che opera a Birmingham. Maestro calligrafo e artigiano laccatore, a partire dal 1751 si dedica completamente all’arte tipografica. Ritenendo che caratteri, carta e inchiostro formino un insieme organico, si occupa personalmente della produzione della carta e dell’inchiostro, e anche della stampa, raggiungendo risultati di elevata qualità. Porta a compimento i suggerimenti di Caslon: •
i contrasti sono ulteriormente accentuati e i raccordi più eleganti;
•
le grazie superiori delle lettere b, d, k, l, i , j, m, n, p, sono quasi orizzontali;
•
la base della E si allarga;
•
gli spessori dei tratti non seguiono più gli andamenti prodotti dal pennino tagliato cinquecentesco;
•
vengono assunte le forme della calligrafia postfiamminga: la coda della Q a forma di falce, il cappio inferiore della g aperto
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Le edizioni di Baskerville, chiare e senza la profusione di frontespizi incisi, capilettera e decorazioni floreali tipica dell’epoca, vengono apprezzate prima di tutto in Europa continentale, e solo dopo la sua morte anche in Inghilterra. Decorazioni e spessore delle grazie. A partire dalla fine del Settecento le applicazioni della tipografia si moltiplicano: volantini, locandine, manifesti, giornali, pubblicità commerciale. L’uso di caratteri a corpi grandissimi (costruiti in legno) e di caratteri gotici per aumentare il nero sulla pagina non bastano più. Le direttrici di sviluppo di nuovi caratteri sono tre: •
Caratteri iper-decorati ottocenteschi e super-contrastati, usati spesso in composizioni patchwork di caratteri diversi fra loro;
•
Caratteri ultra-Bodoni, ovvero caratteri che esasperano il peso dei tratti e la sottigliezza delle grazie; l’estremizzazione di questa tendenza porta alla “comparsa” dei caratteri senza grazie, sembra per la prima volta fusi nella fonderia dei discendenti di Caslon nel 1816, Il Clarendon, disegnato dai discendenti di Caslon nel 1843; Rockwell, della Monotype, 1933;
•
Gli Egiziani, ovvero caratteri che esasperano lo spessore delle grazie rispetto a quello delle aste, portandole ad essere altrettanto se non più spesse; essi sono di due tipi, con grazie raccordate (ad es. il Clarendon, 1843) e con grazie non raccordate (ad es. il Rockwell, 1933).
Giambattista Bodoni, lavora dapprima a Roma per riordinare il patrimonio tipografico della stamperia vaticana; nel 1766 viene chiamato a Parma da Ferdinando di Borbone, per cui impianta la stamperia di corte. Sceglie di utilizzare i caratteri di Fournier. Muore nel 1813, dopo una vita ricca di onorificenze. Nel 1818 la vedova e l’assistente Luigi Orsi pubblicano postumo il monumentale Manuale Tipografico. I caratteri incisi dal Bodoni ben presto si discostano dalle forme del Fournier, abbandonando le decorazioni eccessive. I caratteri bodoniani sono così caratterizzati: •
contrasto accentuato e struttura verticale ben inquadrata;
•
assotigliamento e orizzontalità delle grazie.
Negli Stati Uniti c’è uno sviluppo parallelo del disegno dei caratteri a partire dai cosiddetti Scotch Roman, derivanti dai caratteri disegnati da Richard Austin per la fonderia Miller di Edimburgo (1812). Linn Boyd Benton, l’inventore della macchina per la produzione in serie dei punzoni, si ispira a questa famiglia di caratteri per incidere il carattere Century, usato per l’omonima rivista, nel 1895. Migliora la leggibilità dei caratteri scozzesi, mantenendone alcune
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inconfondibili caratteristiche, fra cui la forma a ricciolo della zampa della lettera “R”. Il figlio di Benton, Morris Fuller, progetta, pochi anni dopo, la versione bold del Century, primo caso di disegno coordinato di questo tipo. M. F. Benton progetta anche una coppia di caratteri senza grazie, il Franklin Gothic e il News Gothic. Nell’ambito della nascita delle arti applicate, che si propongono di ridare dignità alle lavorazioni artigianali, nasce la prima private press, creata da William Morris nel 1891. Un suo allievo, Edward Johnston (1872-1944), si dedica interamente alla calligrafia e scrive un manuale, Writing & Illuminating & Lettering, che ebbe grande influenza sia in Inghilterra che in Germania. Su commissione di Frank Pick, che si occupò del completo ridisegno dell’immagine della metropolitana di Londra, Johnston disegna, nel 1916, un carattere senza grazie tuttora in uso per tutta la comunicazione dell’Underground di Londra. Stanley Morison, consulente della Monotype per la ristrutturazione del suo parco caratteri dal 1922, promuove in quegli anni la realizzazione di caratteri disegnati a partire da prestigiosi modelli: •
il Bembo, sul modello del De Aetna di Pietro Bembo, pubblicato da Manuzio nel 1495;
•
il Poliphilus, sul modello dell’Hypnerotomachia del 1499;
•
un Baskerville basato su un’edizione del 1722 e un Fournier;
A questo punto ritiene che sia il momento di tentare l’incisione di un alfabeto moderno, e la affida a Eric Gill, incisore su pietra e allievo di Edward Johnston. Egli disegna il Perpetua (tra il 1925 e il 1928), con grazie, e contemporaneamente il Gill Sans (prodotto dal 1927), che ha il portamento di un carattere con grazie pur essendone privo: •
simile al Perpetua per alcune lettere (la zampa della R, le lettere a, b, e, r, t);
•
la “g” ha il doppio occhio classico, inusuale nei senza grazie;
Stanley Morison fu anche l’autore del Times New Roman. Nel 1929 venne incaricato dal Times di progettare un carattere per la composizione dell’intero giornale. Dopo vari tentativi Morison prese a modello il Plantin, carattere prodotto dalla Monotype sulla base dei punzoni di Garamond conservati presso il Museo Plantin-Moretus. Il 3 ottobre del 1932 uscì il primo numero composto con il nuovo carattere, così caratterizzato: •
la base cinquecentesca è quasi impercettibile;
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•
le lettere sono più piene, i tratti ascendenti e discendenti più corti, lo spessore più marcato;
•
le grazie sono più regolari e uniformi;
•
è molto leggibile in corpi piccoli.
L’avanguardia razionalista degli anni Venti si propone di ridurre le forme ai loro costituenti elementari. L’operazione oltre che all’architetturea e al design viene applicata alla tipografia. Mentre si ottengono lavori notevoli nel campo dell’impaginazione, non altrettanto succede per il disegno dei caratteri. Il ridurre l’alfabeto in gabbie di pura combinazione di oggetti geometrici elementari dà risultati applicabili solamente per titolazioni, non per testi completi. L’esito più noto di queste ricerche è l’Universal-Alfabet di Herbert Bayer (1925). Il principale carattere proventiente dall’ambito del Bauhaus è il Futura di Paul Renner (1927), che aveva legami abbastanza laschi con il movimento. I problemi principali si hanno con le minuscole: la prima versione, più marcatamente costruttivista, di alcune lettere (a, g, m, n, r), deve essere ridisegnata per migliorarne la leggibilità. Quello che permette al carattere di avere un grande successo è una certa dose di compromesso rispetto ai precetti costruttivisti: * le lettere maiuscole hanno una perfetta modularità geometrica (lettera “O” perfettamente circolare, spessore dei tratti costante, combinazione di poche forme geometriche di base
•
nelle minuscole lo spessore dei tratti curvi si assottiglia nel raccordo con i tratti dritti, per evitare inspessimenti percettivi;
•
aggiustamenti percettivi nel rapporto tra lettere tonde e dritte (ad es. la “o” è più alta rispetto al tratto della “i”);
L’epoca moderna del disegno dei caratteri ha come peculiarità il repêchage all’interno dell’intera tradizione tipografica e calligrafica. All’interno di questa tendenza si colloca l’Optima (1955) di Hermann Zapf; calligrafo e incisore di caratteri di successo, si ispira per questo carattere senza grazie alle iscrizioni su pietra della Firenze della prima metà del Quattrocento. Il carattere, decisamente originale, sfugge alle tassonomie tradizionali: •
la struttura delle lettere è classica;
•
è senza grazie ma sembra averle: l’effetto è raggiunto rastremando i punti mediani dei tratti;
Il carattere per eccellenza degli anni Sessanta è invece l’Helvetica (1957) di Max Miedinger, ridisegno di un carattere di fine Ottocen-
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to della fonderia Berthold, associato indissolubilmente al design e alla grafica italiana. Il carattere, eccezionalmente neutro, compatto, adatto ad un uso formalista all’interno della pagina, si caratterizza così: •
riesuma la zampa a ricciolo della “R” tipico dei caratteri romani moderni;
•
le terminazioni delle lettere c, e, s, C, G, S sono quasi orizzontali;
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la curva inferiore della g è appiattita;
Nello stesso anno viene progettato dallo svizzero Adrian Frutiger l’Univers, che, nonostante l’enorme diffusione, non è mai diventato così tipico e caratterizzante come l’Helvetica è stato. La grande novità dell’Univers è quella di essere stato progettato, fin dall’inizio, in ventuno varianti esprimenti ogni gamma di inclinazione, larghezza, spessore dei tratti. In questo prefigura le attuali tecniche di progettazione per l’elettronica. Particolarmente riconoscibili, nell’Univers, i caratteri delle lettere G, Q, R, e dei numeri 1, 2, 5. I giorni nostri. L’enorme patrimonio derivante dallo sviluppo plurisecolare di nuovi caratteri rende possibile una grande libertà di scelta fra caratteri diversi. A titolo indicativo, possiamo classificare i caratteri attualmente bastoni, etruschi, grotteschi; non hanno terminazioni e le aste sono di spessore uniforme; •
egiziani: le aste sono in genere di spessore uniforme e hanno terminazioni dello stesso spessore delle aste;
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romani antichi; hanno aste con un principio di contrasto e le terminazioni sono trangolari raccordate con curve alle aste; l’asse delle lettere rotonde è obliquo;
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romani moderni; le terminazioni sono orizzontali, di spessore molto sottile, uguale alle aste chiare, fortemente contrastate rispetto alle scure; l’asse delle lettere rotonde è verticale;
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gotici e medievali;
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inglesi e scritture; sviluppati dalle antiche scritture cancelleresche, hanno in genere un forte contrasto tra le aste;
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fantasia; gruppo dei caratteri inclassificabili, molto diversi tra di loro.
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