Portfolio Laura Piva

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Integrazione portfolio

Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 3 HYBRID BUILDING

Donaire Garcia De Mora Jesus Di Gennaro Maria Francesca Sedia Fabio

Piva Laura 859967

Tavola 6

Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Ambiente Costruito, Interni Accesso Febbraio 2019

Piva Laura 859967 Chiari, Brescia 01/08/1996 Laureata in Progettazione dell'Architettura


INDICE Lavori

inerenti la carriera universitaria

- Laboratorio di Progettazione Architettonica 1, 2015/2016, Prof. Canella Riccardo - Laboratorio di Progettazione dell'Architettura degli Interni, 2017/2018, Prof. Scaramellini Enrico Attilio - Laboratorio di Progettazione Architettonica 3, 2017/2018, Prof. Donaire Garcia De Mora Jesus - Laboratorio di Progettazione Architettonica Finale, 2017/2018, Prof. Ugolini Michele - Progettazione di Grandi Mostre e Musealizzazioni, 2018/2019, Prof. Caliari Pier Federico Mauro

Certificati

e documenti di attivita di tirocinio o professionali

- Tirocinio curriculare svolto presso…Ark3P, dal 05/06/2018 al 22/06/2018, 100 ore, convalidato il 06/07/2018……… - Tirocinio extracurriculare svolto presso…Studio Lovo, dal 05/11/2018 al 16/12/2018, 150 ore… …

Considerazioni

finali


L`ATTENZIONE AL CONTESTO Funzionalità, bellezza, sostenibilità e armonia rispetto al contesto rappresentano i principali criteri secondo i quali i rinnovamenti architettonici sono immaginati, progettati, realizzati e valutati. Sono questi i criteri con i quali i committenti decidono a chi affidare l'incarico e con cui le opere realizzate vengono valutate. Senza entrare nel merito del giudizio estetico, che continua a essere espressione di gusti personali, e senza soffermarsi sull'ormai fortunatamente importante criterio della sostenibilità ambientale ed economica, ciò di cui voglio soffermare l'attenzione riguarda il rapporto tra il progetto, la sua funzionalità e il contesto nel quale si inserisce e nasce. Il contesto, sia questo fisico, sociale, culturale (e quindi anche relativo alle pratiche e alle abitudini che ne caratterizzano l'uso), è un elemento non prescindibile, al quale ci si deve necessariamente relazionare se si vuole comprendere la dimensione spaziale nella sua complessità, tanto più se si vuole interagire con essa modificandola. Eppure molte delle architetture e delle ri-organizzazioni spaziali recentemente realizzate nelle nostre città sembrano essere in rottura con i contesti nei quali si inseriscono e sembrano voler prescindere da essi, andando a stonare sia con la loro realtà fisica e architettonica sia con quella sociale e funzionale. Eppure architetti e urbanisti hanno ormai sviluppato una certa sensibilità e consapevolezza verso le tematiche sociali e culturali legate alla spazialità e alla sua fruizione. Da decenni gli studiosi urbani concordano sulla necessità di relazionarsi al contesto in modo da cogliere la molteplicità delle sue dimensioni (sociali, culturali, economiche) e invitano tutti quanti vi hanno a che fare ad adottare approcci multidisciplinari, trasversali e organici in grado di farlo. E allora, ci chiediamo perché, pur restando uno dei criteri fondamentali sui quali si basa il successo o l`insuccesso di una nuova architettura, l`analisi del contesto rimanga un optional completamente affidato alla sensibilità e capacità dei singoli architetti. Stupisce come lo studio del contesto sia troppo spesso assente dal processo che precede la progettazione e la realizzazione delle nuove strutture architettoniche e come la sua considerazione non sia formalmente richiesta da nessuna normativa. Nella maggior parte dei casi questa analisi non è né contenuta nei bandi né demandata ai gruppi di progettazione o, laddove è menzionata, corrisponde a una superficiale analisi dei suoi aspetti fisici. Le caratteristiche e le aspettative della popolazione che in quell`ambito vive e si muove, delle pratiche che ne caratterizzano la realtà e degli immaginari e significati a esso legati difficilmente vengono considerati e, quando ciò avviene, la documentazione prodotta resta poco incisiva. Rari sono i casi in cui a essere interpellati sono scienziati sociali che, attraverso strumenti di analisi adatti alla comprensione delle dimensioni dello spazio, sono in grado di effettuare un esame più approfondito. Lungi dall'idea che la responsabilità di tale disattenzione possa essere addossata unicamente ad architetti e urbanisti, ciò che si vuole sottolineare è la necessità che il contesto venga debitamente considerato e affrontato con strumenti congrui e non più considerato come un optional secondario. In conseguenza a questi ragionamenti, i progetti qui riportati hanno l'intenzione di relazionarsi direttamente con il contesto fisico e sociale che li circonda, cercando di entrare a far parte delle dinamiche della citta` e di avere elementi caratteristici, che rendano impensabile la possibilita` di spostarli in un altro luogo. L'architettura, infatti, non deve essere un elemento estraneo che approda su un lotto e che lo occupa, ma deve invece diventare un tutt'uno con il contesto urbano che la ospita.


LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 DOCENTI:

Canella Riccardo Guido Davide Bonaretti Pellegrino

COMPAGNI: Piu Giulia

Il laboratorio richiedeva la progettazione di varie architetture pubbliche all'interno del centro abitato della città di Tirano, in Valtellina. La complessità del progetto stava nel relazionarsi direttamente con le preesistenze storiche del paese, senza andare a intaccarle o a danneggiarle. Il primo elemento da noi progettato è stato un elemento lungilineo che va ad attrezzare la strada principale del paese, che corre dalla Piazza della Basilica a Piazza Marinoni, cuore pulsante di Tirano. Il pensiero di quesa struttura è quello di valorizzare la percorrenza del tratto, attraverso un percorso totalmente pedonale, reso possibile chiudendo al traffico Viale Italia. Al ivello superiore si ripete questa idea, ma ad una percorrenza più veloce, grazie ai tapis roulant. Tutta la strada è attrezzata con servizi e spazi utili alla comunità. Questo progetto è poi stato ampliato con un nuovo centro commerciale annesso, su due divelli, in sostituzione a quello preesistente. Il secondo elemento progettato è una biblioteca comunale, posizionata al posto di un cinema in via di demolizione. La biblioteca è la risposta ad una reale esigenza della popolazione, in quanto l'attuale biblioteca, molto piccola, non è sufficiente per il numero di utenze. La nuova biblioteca si compone da due livelli, con una grande area studio a doppia altezza, zone di relax e lettura, una mediateca, una zona dedicata ai bambini, un piccolo centro congressi ed un atrio ottagonale. Il terzo progetto è un teatro, situato al centro di Piazza Marinoni, che diventa il nuovo cuore della città. Questo teatro è ispirato al Globe Shakespeariano, con pianta a ventiquattro lati ed una grossa apertura al centro. L'ala laterale del teatro contiene invece i camerini, aree di servizio ed un punto di ristoro. A lato della piazza è stato poi situato un portico lineare, autonomo, luogo di passagio. Sia la biblioteca che il teatro si collegano direttamente al primo piano della strada, creando così una continuità con l'intero sistema e la possibilità di passare da un elemento all'altro, senza dover attraversare la piazza, e rimanendo ad un livello sopraelevato.


SCHEMA FUNZIONALE

PLANIVOLUMETRICO

Biblioteca

Strada

SEZIONE

Portico

Teatro


PIANTA PIANO TERRA

VISTE DI PROGETTO


PIANTA PIANO PRIMO

SEZIONE

ASSONOMETRIA GENERALE

SEZIONE


LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA DEGLI INTERNI DOCENTI:

Scaramellini Enrico Attilio Ferrugiari Anna

COMPAGNI: Bundchen Carolina Paganotto Paoloandrea Pieri Federica Il progetto di questo laboratorio prevedeva la ristrutturazione e il ripensamento di una colonia elioterapica nei pressi di Vercelli, costruita negli anni '30 e pian piano andata in disuso e abbandono. Attualmente lo stabile ospita alcune associazioni comunali, quali la boxe, la ginnastica artistica, gli alpini, ed un centro sociale. Scopo del laboratorio era essere in grado di creare nuovi spazi ed ambienti adatti a queste funzioni, pensando anche ad uno spostamento o ad un ricollocamento, in base alle esigenze di ogni attività. Il nostro progetto si è concentrato sui flussi di persone e sui loro movimenti all’interno dei nuovi spazi. Per questo motivo tutti gli arredi, e gli elementi da noi aggiunti, sono circolari e vanno a contrastare invece con la rigidità della struttura della colonia. I materiali scelti sono i medesimi per ogni ambiente, anche se cambiano di tipologia o di colorazione, per fornire l'atmosfera più adatta. Al centro della colonia, cuore pulsante delledificio e centro di simmetria della struttura, dove era presente la sede degli alpini, abbiamo deciso di collocare un bar, luogo di ristoro ed incontro per tutti i fruitori, che prima vivevano autonomamente, senza condividere i loro spazi o i loro momenti. Nell'ala est, al posto degli spazi angusti dedicati ai sub e ai pompieri, abbiamo ricollocato gli alpini, consegnandogli uno spazio molto più libero, aperto, vivibile e mutevole, in base alle loro necessità ed attività. Nel braccio est invece, rimuovendo il parco da skate abusivo e pericoloso, abbiamo inserito un centro espositivo, completamente vetrato e con altri elementi circolari. Qui abbiamo pensato l'esposizione, permanente o momentanea, di vecchi documenti e fotografie della colonia, per rendere vivo il ricordo di come fosse in passato ed attirare tutti coloro che ignorano la bellezza di questo luogo suggestivo. Per la realizzazione di questo progetto è stato fondamentale il dialogo con i fruitori attuali della colonia, che necessitano di nuovi spazi e di cambiare il loro modo di vivere all'interno di questo edificio. Compito più difficile è stato infatto cercare di soddisfare tutte le esigenze, nei limiti del possibile, di queste persone, permettendo così loro di rimanere in questi luoghi, che ormai sentono propri.


FLUSSI

10078,73

PLANIVOLUMETRICO

8923,51 14478,92 3744,75 5443,15

MATERIALI E FUNZIONI

7074,58

bar MARMO BIANCO DI CARRARA

LEGNO MOGANO

CALCESTRUZZO

FLUSSI

alpini

LABORAOTIO DI PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA DEGLI INTERNI

Carolina Bundchen Federica Pieri

Prof. Enrico Scaramellini Prof. Anna Ferrugiari

Laura Piva Paoloandrea Paganotto

centro espositivo LEGNO ROVERE GRIGIO

PIANTA 1:100

LEGNO FRASSINO


VISTE DI PROGETTO

ESPLOSO

PIANTA

PIANTA BAR 1:50

BAR


VISTE DI PROGETTO

ESPLOSO

PIANTA

PIANTA STANZA ALPINI

ALPINI


VISTE DI PROGETTO

ESPLOSO

PIANTA

CENTRO ESPOSITIVO


LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 3 DOCENTI:

Donaire Garcia De Mora Jesus Sedia Fabio De Gennaro Maria Francesca

COMPAGNI: Progetto individuale

Il laboratorio prevedeva la progettazione di un edificio ibrido nella città di Madrid, eretto in sostituzione dello stadio comunale Calderon e collegato al nuovo Parco lineare del Rio Manzanares. Il progetto richiedeva un diretto rapporto con la città circostante e un'omogeneità con il parco di cui sopra. L'edificio ibrido necessitava il contenimento di numerose e diverse funzioni, tra le quali residenze, uffici, e spazi pubblici per gli abitanti di Madrid. Lo scopo del laboratorio era quello di creare un nuovo polo cittadino e di immedesimarsi nella vita dei suoi abitanti, in modo da renderla più piacevole possibile, fornendo tutti i servizi necessari. La forma del mio progetto è nata dall'analisi del luogo, delle sue principali vie e dal profilo del fiume. L'intero sistema è composto dalla sovrapposizione e ripetizione di un modulo strutturale di 10mx10m, che potesse contenere al suo interno differenti funzioni. Il parco, direttamente collegato con quello esistente, riprende questo disegno regolare e modulare, snodandosi in numerosi percorsi che riprendono la siuosità del fiume, e si indirizzano verso le principali direttive della città. Il piano terra, sopraelevato e collegato alla piazza tramite delle scale mobili, contiene tre diversi poli: uno culturale, uno sanitario ed uno commerciale, creando dei parallelepipedi vetrati ed indirizzati verso il fiume e verso la città. Sopra questi volumi si innastano le due alte torri, che conengono, alla base ed in cima, le residenze e nel mezzo gli uffici. Le facciate sono pensate in modo da consentire l'entrata necessaria di luce ed allo stesso tempo garantire la privacy all'interno delle abitazioni. Ogni dieci piani, nel punto in cui cambia la funzione, è collocato un piano completamente vuoto, che permette ai fruitori di godere della vista e di uno spazio aperto, senza dover scedere al piano terra.


CONCEPT

PIANTA PIANO TERRA 580 m

580 m 30m

576 m 40m

578 m Trump Tower New York

576 m 578 m

GEOMETRIA CONCEPT PROGETTUALE

SCHEMA GEOMETRICO

30m 30m

40m

Technological Centre Mantois 40m

Trump Tower New York Trump Tower New York

SCHEMA GEOMETRICO

PLANIVOLUMETRICO CIRCOLAZIONE SCHEMA GEOMETRICO

- 1:2000

Technological Centre Mantois

PLANIVOLUMETRICO - 1:2000 Wyly Theatre Dallas

SCHEMA FUNZIONALE

SCHEMA DELLA CIRCOLAZIONE Technological Centre Mantois Technological Centre Mantois

30m

Technological Centre 30mMantois Technological Centre Mantois

Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 3 HYBRID BUILDING

Donaire Garcia De Mora Jesus Di Gennaro Maria Francesca Sedia Fabio

Riferimenti Progettuali

40m

40m

Piva Laura 859967

Trump Tower New York Tavola

1

Trump Tower New York

CONCEPT PROGETTUALE

Wyly Theatre Dallas Wyly Theatre Dallas

SCHEMA DELLA CIRCOLAZIONE SCHEMA DELLA CIRCOLAZIONE CONCEPT PROGETTUALE

SCHEMA GEOMETRICO

SCHEMA GEOMETRICO

FUNZIONI

Riferimenti Riferimenti Progettuali Progettuali

JesusJesus Mora esca Francesca

PivaPiva Laura Laura 859967 859967

Technological Centre Mantois

Tavola Tavola 11

Technological Centre Mantois

Technological Centre Mantois

Technological Centre Mantois

Wyly Theatre Dallas

SCHEMA FUNZIONALE

SCHEMA DELLA CIRCOLAZIONE Wyly Theatre Dallas

SCHEMA FUNZIONALE

SCHEMA DELLA CIRCOLAZIONE


PIANTA PIANO PRIMO

PIANTE TIPO

residenziale PT

residenziale P1

uffici PT

uffici P1

biblioteca PT

biblioteca P1

Pianta Piano Terra Residenze

Pianta Piano Terra Uffici

Pianta Piano Terra Biblioteca

Pianta Piano Primo Residenze

Pianta Piano Primo Uffici

Pianta Piano Primo Biblioteca


SEZIONE LONGITUDINALE

PROSPETTO

SEZIONE TRASVERSALE

VISTA DI PROGETTO

Laboratorio di Progettazione dell'Architettura 3

Donaire Garcia De Mora Jesus

Piva Laura

Tavola


DETTAGLIO

VISTA RESIDENZA

VISTA BIBLIOTECA

VISTA RESIDENZA


LABORATORIO DI PROGETTAZIONE FINALE DOCENTI:

Ugolini Michele Gallizioli Caterina Occhiuto Francesco

COMPAGNII: Belotti Martina Guerini Luigi

Il laboratorio prevedeva la progettazione di elementi di arredo e paesaggistici lungo la strada del Passo Dello Stelvio, partendo da un tema di analisi personale, il tema del nostro gruppo era quello delle gallerie. Il progetto nasce dall’interazione delle gallerie con il sentiero e la strada; laddove questi due elementi incontrano il primo, si creano dei luoghi di interesse. L'intento è quello di creare un percorso pedonale alternativo alla strada che permetta il passaggio dei pedoni, dotato di aree di sosta studiate in relazione al luogo in cui sono inserite e alla percezione della valle. La presenza della galleria implica la scomparsa della macchina, minor inquinamento acustico e quindi la possibilità per il pedone di potersi fermare e di godere di un rapporto più diretto con la valle. La quinta galleria che si incontra salendo lungo la Strada Dello Stelvio costituisce il punto d'unione tra la strada carrabile e il percorso alternativo pedonale. Per valorizzare questo punto cardine, abbiamo deciso di introdurre un elemento architettonico che contenesse sia il passaggio del percorso, sia dei punti di sosta e di contemplazione del paesaggio. Il primo spazio che si incontra vuole valorizzare la vista piatta della cima del versante opposto e lo fa attraverso un parapetto alto ed un'apertura stretta e larga. Il secondo spazio lavora in maniera opposta rispetto allo spazio inferiore, valorizzando una vista trasversale, profonda e ampia della valle. Dopo aver percorso la scala, il sentiero ci conduce ad una zona di sosta, collocata tra il corso di due torrenti che scendono direttamente dal tetto della sesta galleria. Al centro del tappeto vi è la seduta che permette una visuale sul versante, dando un senso di verticalità; l'inquadratore visivo, invece, indirizza lo sguardo frontalmente e permette una vista piatta sulle cime delle montagne. L'ultimo tratto del percorso pedonale costeggia la settima galleria, e, il problema del masso è stato risolto con una passerella a sbalzo che, nel primo tratto, si innesta direttamente dalla roccia, e porta chi la percorre a toccarne la superficie. Avvicinandosi al punto di discesa dell'acqua, la passerella si stacca dalla roccia e consente il passaggio del rivolo. Superato il masso, si crea un'area di sosta triangolare, ribassata, che permette la completa visione della valle che si apre, in uno spazio intimo e tranquillo.


PIANTA GENERALE

7

6 5 ASSONOMETRIE DI PROGETTO

5

6

7


5

SCHEMI BELVEDERE

VISUALE PROFONDA

VISTA DI PROGETTO

SCHEMI SCALE

PROSPETTO

PIANTA PIANO PRIMO

SEZIONE

VISUALE PIATTA

PIANTA PIANO TERRA


6 ASSONOMETRIA

VISUALE IN PIEDI

VISTA DI PROGETTO

VISUALE SEDUTA PIANTA PIANO STRADA

ESPLOSO

PIANTA DI DETTAGLIO

SEZIONE


7

SEZIONI

VISUALI

ASSONOMETRIA

PIANTA

PIANTA DI DETTAGLIO

VISTA DI PROGETTO


Progettazione di Grandi Mostre e Musealizzazioni DOCENTI:

Caliari Pier Federico Mauro

COMPAGNI: Salvati Bruna Rota Marta

L'obiettivo del corso era quello di educare gli studenti alla progettazione di uno spazio espositivo, all'interno della Basilica Palladiana di Vicenza. Il tema della mostra era lo stesso Andrea Palladio, ma visto e studiato attraverso gli occhi di Carlo Scarpa, forse il più grande esperto nel campo della progettazione museale. Studiando e analizzando le opere di Andrea Palladio, sono emersi alcuni principi fondamentali che ci hanno portato allo sviluppo del progetto preliminare. Dalla sua architettura emerge un'armonia compositiva dettata da una disposizione gerarchica delle parti distinte dell'edificio, integrate e ordinate in modo proporzionale, coordinate tra esterno e interno. A differenza di quanto comunemente riconosciuto, la perfezione compositiva simmetrica di Palladio è più simile a quella del corpo umano: biomorfa, rispetto ad un solo asse, e quindi imperfetta. L'imperfezione è ammessa nella sua architettura e ne costituisce un aspetto caratteristico. Anche Carlo Scarpa, architetto e museografo, declina, seppure in modi diversi, i principi sopra citati all'interno delle sue installazioni: gli ambienti si differenziano per altezza e uso di materiali e colori diversi, facilitando l'esposizione dell'oggetto esposto e, se necessario, cambiando a tal fine, è l'installazione stessa, infatti, a suggerire il percorso, portando il visitatore alla sua comprensione. Egli lavora principalmente attraverso la composizione asimmetrica delle parti e la loro decostruzione. Le due figure di Palladio e Scarpa si incontrano poi all'interno della Basilica di Vicenza. L'ambientazione è il risultato della combinazione di due diverse visioni: la simmetria dell'architettura palladiana viene ricomposta attraverso superfici specchianti, mentre l'asimmetria della composizione li unisce, inaspettatamente. Il nostro percorso museale si dipana poi tra i modelli abitabili delle ville e dei palazzi palladiani, riflettendosi in modo inaspettato per ripristinare la simmetria originaria. I giochi di specchi sono presenti in tutto il progetto, in quanto sono il tema principale. Il percorso si conclude, dopo una sala di studio delle sue caratteristiche, con la maestosa sala della Rotonda che, su scala gigante e riflessa su due lati, ci regala tutta la sua magnificenza. è stata inoltre progettata un'installazione esterna, nel piazzale antistante la Basilica, che comprende cubi luminosi in PVC sormontati da oggetti simmetrici, tagliati a metà. Il percorso ha incluso tutto ciò che è necessario per il successo di una mostra, poi manifesti, biglietti, merce e studio di un logo. Tutti questi elementi riprendono ancora una volta il tema della simmetria e della differenza tra le due parti.


FUNZIONI 1 - Entrata 2 - Galleria degli specchi 3 - Galleria degli ordini 4 - Sala I: Palazzi 5 - Sala II: Palazzi e Ville 6 - Sala III: Ville 7 - Galleria della Rotonda 8 - La Rotonda 9 - Uscita

7

6

2

PIANTA NOTTURNA

1 9

8

3

4

5

PIANTA DIURNA


SEZIONE TRASVERSALE NOTTURNA

SEZIONE TRASVERSALE DIURNA


INSTALLAZIONE ESTERNA

LOGO

LOGHI SECONDARI

QUATTRO LIBRI + UN PAIO DI OCCHIALI

QUATTRO LIBRI + UN PAIO DI OCCHIALI ELEMENTI GRAFICI

MERCHANDISE

ISPIRAZIONI

QUATTRO LIBRI + UN PAIO DI OCCHIALI


Certificati

e documenti di attivita di tirocinio o professionali

- Tirocinio curriculare svolto presso…Ark3P, dal 05/06/2018 al 22/06/2018, 100 ore, convalidato il 06/07/2018…………


- Tirocinio curriculare svolto presso Studio Lovo, dal 05/11/2018 al 16/12/2018, 150 ore


Coccaglio, 16 Dicembre 2018

Studio Lovo, Piazza Europa, 2/C, 25030, Coccaglio, Brescia

Le attività svolte presso lo Studio Lovo sono state principalmente legate alla progettazione di stabili per la Grande Distribuzione Organizzata quali supermercati, ristoranti, edifici commerciali. Il mio compito è stato quello di ridisegno di rilievi di cantiere di disegno progettuale e di collaborazione con il resto del team dello Studio. Le 150 ore sono state molto formative per quanto riguarda l’ingresso nel mondo del lavoro e la collaborazione con un gruppo di architetti e ingegneri che già da anni lavorano nel settore progettuale e immobiliare. Questi grandi lavori sono qualcosa di diverso rispetto a quanto studiato all’università e quindi molto utili perchè mi apporccia hanno insegnato ad apporcciarmi a casistiche differenti. Sono sempre stata affiancata da professionsti del settore al fine di incrementare le mie capacità e vederle applicate in casi reali . E’ stata affrontata in primo luogo una fase di spiegazione e chiarimenti sulle procedure e sui modelli standard. In un secondo tempo sono passata alla fase pratica di progettazione preliminare di diverse soluzioni appartenenti al campo della GDO.


Certificati

e documenti di attivita di tirocinio o professionali

- Tirocinio curriculare svolto presso…Ark3P, dal 05/06/2018 al 22/06/2018, 100 ore, convalidato il 06/07/2018…………

Considerazioni

finali

In conclusione, dopo aver analizzato attentamente i progetti proposti, e capendone le intenzioni progettuali, si può dedurre questo forte contatto con il contesto, che si tratti di una città, di una preesistenza, o di un ambiente naturale. Prima di eseguire delle ipotesi progettuali è importante quindi analizzare le caratteristiche del suo intorno, le esigenze dei fruitori e anche della natura che lo circonda. Ciò che si costruisce deve vivere in simbiosi con il suo contesto e, con il tempo deve essere in grado di confondersi con esso, diventandone parte fondamentale, ma non preponderante sulle altre. Il successo di un progetto si può riscontrare solamente con il tempo, analizzando la risposta di chi lo vive, lo osserva e lo comprende.


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