l'Automobile Week 04

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Week Settimanale digitale • 4 • 21/07/2017

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Suv parade ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO ■ È un’invasione. L’ultimo ad arrivare è il Velar di Range Rover. Parliamo di suv. Quelli premium da ostentare con il vicino di ombrellone. Gli inglesi in particolare sembrano non fermarsi in una moltiplicazione di modelli che – Jaguar compresa – vuole coprire ogni nicchia di mercato. Qualche numero del fenomeno: i modelli Q di Audi valgono in Europa circa il 30% delle vendite della Casa di Ingolstadt, le X di Bmw arrivano – sempre in Europa – al 29%. Più indietro i suv Mercedes che valgono “solo” il 22,6% delle immatricolazioni di Stoccarda. Aspetto, quest’ultimo, che la dice lunga sulle potenzialità inespres-

se da Mercedes nel segmento e sulla possibilità di consolidare in futuro la sua leadership del mercato premium. C’è poi un aspetto affascinante in tutto questo: qualunque sia il marchio, presto i suv premium saranno anche elettrici. Ogni Casa ne ha uno in rampa di lancio. L’inseguimento è alla Model X di Tesla e già fissata anche l’autonomia: 500 chilometri a zero emissioni. D’altronde alla fine oggi sono proprio i (grandi) profitti derivati dai suv a pagare gli investimenti in ricerca e sviluppo dell’industria automobilistica premium e no. E c’è da scommetterci: se domani, qualunque essa sia, le emissioni di un’auto saranno prossime allo zero, parte del merito lo dovremmo proprio ai suv. 27 Marzo 2017 ·

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AUTO E MOTO

La spinta in alto di Velar. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO

■ In questi giorni iniziano le prime consegne della Range Rover Velar, il quarto (e inedito) modello del marchio inglese che si pone a metà tra la piccola Evoque e la più grande Range Rover Sport. Sviluppato sulla stessa piattaforma della Jaguar F-Pace (e della berlina XE) può contare su un design essenziale sviluppato sul concetto di semplicità: “Togliere il superfluo perché less è più elegante”, il comando stilistico imposto da Jerry McGovern a capo dello stile di Land Rover. Risultato riuscito: l’auto è oggi uno dei suv più affascinanti del mercato. Difficile dire il contrario. La corsa al superlusso Dietro la nuova Velar però potrebbe esserci anche altro: la volontà degli inglesi di spostare in alto il posizionamento della nuova generazione della Range Rover Sport (attesa per il 2019), in modo da spingerla sempre più a competere con la Bentley Bentayga, i futuri suv di Rolls-Royce e Aston Martin e, in parte, con l’Urus di Lamborghini. La Velar andrebbe a ricoprire lo spazio di mercato oggi occupato dalla “sorella” maggiore, che nel frattempo alzerebbe la sua asticella verso il segmento di superlusso, con prezzi a partire da oltre 100 mila euro e profitti non indifferenti per la Casa inglese di proprietà Tata. Vedremo. Suv digitale Nel frattempo la Velar colpisce nel segno anche per il design degli interni: la strumentazione è tutta digitale ad alta definizione, con una soluzione a doppio schermo

touch centrale che proietta il nuovo suv inglese direttamente verso il futuro. Un’immagine di modernità che si riscontra anche negli allestimenti che, pur restando fedeli alla tradizione del marchio, sperimentano nuovi materiali come il tessuto misto lana che può sostituire in modo sostenibile la pelle. Robot “solo” per la trazione A vedere il lungo elenco di dispositivi a bordo di Velar, semmai a mancare all’appuntamento è l’intelligenza artificiale, almeno quella applicata alla guida autonoma: l’elettronica si preoccupa delle condizioni di aderenza, trazione e frenata ma il comando resta sempre – e in ogni situazione – nelle mani del guidatore. La strategia del gruppo inglese sembra chiara: niente “sperimentazioni” con gradi di automazione intermedi come avviene oggi su alcuni modelli delle rivali tedesche, meglio arrivare direttamente al livello quattro (su cinque), l’unico step dal quale il software al volante può garantire la massima sicurezza in tutte le condizioni. Motori e prezzi Sei le motorizzazioni disponibili: tre benzina (2.0 da 250 e 300 cavalli, 3.0 V6 da 380 cavalli) e tre diesel (2.0 da 180 e 240 cavalli, 3.0 V6 da 300 cavalli), tutti abbinati a un cambio automatico a 8 rapporti. I prezzi della nuova Range Rover Velar partono da 58.800 euro per salire fino agli oltre 112 mila della versione speciale First Edition. 21 Luglio 2017 ·

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AUTO E MOTO

Jaguar E-Pace, il suv è compatto. GIULIA PAGANONI ■ LONDRA - La famiglia dei suv Jaguar si allarga con l’arrivo di E-Pace, il modello compatto cinque posti che affianca F-Pace e I-Pace (elettrico). Il nuovo E-Pace verrà costruito nello stabilimento produttivo austriaco della Magna e avrà una responsabilità importante: emulare il successo di F-Pace. Presentazione da Record All’ExCel di Londra, Jaguar ha presentato il suv compatto con un’esibizione che s’inserisce nel grande libro del Guinness World Record: un salto lungo 15 metri completato da un avvitamento di 270 gradi. Una performance portata a termine da Terry Grant (lo stunt driver che aveva fatto il giro della morte con F-Pace) e studiata nei minimi particolari, ma soprattutto resa possibile dalle qualità dinamiche di E-Pace. Lungo 4.395 mm, il nuovo modello Jaguar ha un’abitabilità adatta ad accogliere cinque persone grazie al passo di 2.682 mm e alla capacità del bagagliaio di 577 litri che raggiunge i 1.234 abbassando i sedili posteriori. Questa gestione dello spazio è stata reso possibile dall’impiego delle sospensioni posteriori Integral Link compatte nelle dimensioni e di impatto nell’azione sulle forze laterali e longitudinali. Infine, per irrigidire la struttura, è stato sviluppato un sottotelaio anteriore e dei montanti più robusti per il posteriore. Il design della tradizione L’estetica trasmette carattere e personalità con alcuni elementi tipici della casa inglese, come la griglia frontale e il

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cofano bombato che fa riferimento alle auto di casa Jaguar degli anni ’60. L’aspetto sportivo è enfatizzato anche dalla possibilità di montare cerchi da 21”, è la prima vettura della sua categoria a proporlo. Si è fatto largo uso di materiali leggeri, come l’alluminio per ridurre il peso (circa 1.800kg). Motorizzazioni Ingenium La gamma motori comprende cinque proposte della famiglia Ingenium, tutte sviluppate e create nello stabilimento Jaguar – Land Rover del Regno Unito: due benzina 2.0 sovralimentati da 249 e 300 cavalli e i tre diesel 2.0 nelle versioni da 150 cavalli, 180 e 240 cavalli. Una novità per la casa inglese è il sistema Active Driveline All-Wheel Drive che combina aderenza e guidabilità erogando in modo proporzionato la coppia motrice. È disponibile sia con trazione anteriore che integrale, quest’ultima per i diesel 150 e 180 cavalli e il benzina da 249 cavalli. Tecnologia e connettività Gli interni sono riconoscibili per l’attenzione tipica di Jaguar: cruscotto in pelle morbida, sedili con impunture a contrasto e, novità assoluta, l’impiego di inserti in Noble Chrome invece del classico legno. Elegante, sportiva ma anche connessa. Nella consolle centrale è presente il display touch da 10 pollici da cui si gestiscono infotainment e configurazione del veicolo. Sono presenti quattro prese da 12 volt, cinque Usb (di cui tre per i passeggeri posteriori) e hotspot Wi-Fi 4G per connettere fino a otto dispositivi contemporaneamente. Altra novità è l’Head-Up Display con tecnologia TFT (ThinFilm Transistor) che proietta fino al 66% di informazioni in più sul parabrezza. Questo può essere abbinato all’Interactive Driver Display in HD da 12,3”. La connettività Jaguar è anche comodità, come evidenziato dall’Active Key, il bracciale impermeabile che consente di lasciare la chiave all’interno della vettura mentre si pratica sport. Quanto costa Il listino italiano parte da 36.800 euro. L’arrivo è previsto per il prossimo inverno. Durante i primi 12 mesi sarà proposta solo con motore diesel 2 litri a quattro cilindri da 180 cavalli o benzina da 249 cavalli abbinati alla trasmissione ZF a nove rapporti. In Italia, per i primi tre mesi, sarà disponibile solo la versione a trazione integrale a partire da quasi 40.000 euro.


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Europa, i suv premium più venduti. PAOLO ODINZOV

211 cavalli, accoppiato a un motore elettrico da 85 kiloWatt (116 cavalli). Volvo XC60 Terzo tra i suv più venduti in Europa, che ha contato 41.756 immatricolazioni, è la Volvo XC60 (50.800 euro). Si tratta di un modello cruciale nella gamma del costruttore svedese – rinnovato completamente nei mesi scorsi – richiesto soprattutto per l’elevata qualità costruttiva e le dimensioni generose dell’abitacolo con un bagagliaio della capienza da 505 a 1.432 litri. Audi Q2 Alla quarta posizione con 34.676 unità troviamo l’Audi Q2. Arrivata sul mercato da pochi mesi (25.500 euro), la tedesca si è subito distinta nella categoria per le dimensioni compatte. Lunga 4,19 metri ha una carrozzeria segnata da forme più squadrate rispetto alle altre sorelle della gamma Q. La meccanica, a due o quattro ruote motrici, è in grado di fornire delle prestazioni sportive ed è scelta in particolare per l’abitacolo che, nonostante le dimensioni compatte, è tagliato per ospitare comodamente 4 persone e rifinito con la tradizionale cura del marchio di Ingolstadt. Audi Q3 Anche al quinto posto si piazza un’altra vettura dei Quattro Anelli: la Q3 con 34.137 unità vendute nei primi 5 mesi del 2017 (30.450 euro). Considerata una sorta di punto di riferimento nel segmento, è apprezzata in molti mercati, primo fra tutti quello tedesco, soprattutto per le motorizzazioni performanti: compreso un 2.5 TFSi a benzina da 340 cavalli destinato alla versione RS.

■ Un mercato, quello europeo dei suv e crossover premium, importante in termini di numeri, ma anche per l’immagine di marca, che nei primi 5 mesi dell’anno ha riservato diverse sorprese nell’altalena delle vendite tra i vari competitor. Considerando il numero di immatricolazioni nel cumulato è evidente la supremazia nella categoria di Audi con i veicoli Q che hanno contato 108.202 unità, seguita da Bmw con le vetture X (101.454) e da Mercedes con le auto siglate G e GL (87.472).

Range Rover Evoque Sesta per vendite è la Range Rover Evoque (28.148 unità e 36.200 euro): un must tra il pubblico più modaiolo. L’inglese esce un po’ dagli schemi della categoria è deve molto il successo al carattere lussuoso ed elitario, ereditato in parte dalla sorella maggiore Range Rover. Nella meccanica propone diversi motori tra cui un 2.000 turbodiesel Ingenium da 180 cavalli e può contare su tecnologie da offroad, tipiche del marchio inglese, come il Terrain Response e la trazione è 4x4 a controllo elettronico.

Bmw X1 vince su tutte Guardando alla top ten dei modelli, il primo posto della classifica spetta alla Bmw X1 che ha registrato nel Vecchio Continente 53.694 clienti. La più piccola tra le sport utility di Monaco, in vendita da noi con prezzi a partire da 31.900 euro, ha guadagnato molti consensi nell’ultima edizione arrivata sul mercato ed è apprezzata soprattutto con la motorizzazione turbodiesel da 190 cavalli.

Mercedes GLA Settima in classifica e la Mercedes GLA (25.900 unità e 30.140 euro). La crossover compatta della Stella, derivata dalla Classe A, ha dalla sua la praticità di una berlina da città e la versatilità di un piccolo fuoristrada. Lunga 4 metri e 42 centimetri, piace molto nella versione 2.2 litri turbodiesel da 177 cavalli, disponibile con la trazione integrale 4Matic.

Mercedes GLC Seconda nell’importante classifica è la Mercedes GLC con 41.780 unità. La “suvvona” di Stoccarda ha un listino che attacca da 48.995 euro, sviluppata sullo stesso pianale della Classe C è disponibile anche in versione Coupé e fa del principale punto di forza le dotazioni da ammiraglia, come l’Attention Assist per prevenire eventuali disattenzioni del guidatore. La gamma di motorizzazioni comprende una unità ibrida plug-in, riservata alla versione 350 e, composta da un propulsore a benzina da 2.0 litri per

Audi Q5 All’ottavo posto è ancora un’Audi ad essere protagonista nell’importante decina: la Q5 con 25.537 unità (43.150 euro). Il suv di taglia media di Ingolstadt (misura in lunghezza 4, 66 metri), da sempre richiesto per l’elevato comfort di bordo e le prestazioni oltre la norma, nell’ultima edizione arrivata recentemente sulle strade ha subito riconquistato terreno perso nei confronti delle rivali grazie a tecnologie esclusive: tra le quali, la strumentazione virtual cockpit e la trazione integrale quattro ultra. 21 Luglio 2017 ·

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Land Rover Discovery Sport Nona troviamo la Land Rover Discovery Sport (21.649 unità e 37.300 euro). Presentata da poco nella quinta generazione, la britannica rappresenta un modello simbolo all’interno della categoria: scelta da chi ha bisogno di spazio, grazie all’abitacolo fino a sette posti, e non vuole rinunciare a delle prestazioni che fanno dell’inglese un veicolo adatto persino ad affrontare terreni insidiosi come le dune nel deserto. Tra le versioni, molto richiesta è la Td4 2.0 da 180 cavalli, in grado di fare nel ciclo misto 100 chilometri con 6 litri di gasolio, lasciandosi dietro 159 grammi a chilometro di CO2.

Bmw X3 Sul decimo gradino si posiziona la Bmw X3 (17.020 unità e 49.900 euro). Attesa sulle strade ad agosto nella terza generazione, la tedesca è il secondo modello più venduto del marchio di Monaco con 1,5 milioni di esemplari immatricolati nel mondo dal 2003. Di lei piacciono da sempre l’elevata manovrabilità e versatilità che nel nuovo modello vanno a sommarsi alla estrema efficienza della meccanica, dovuta al pianale alleggerito, e a dotazioni top nella sicurezza: ad esempio il Lane Change Assistant e l’assistente di mantenimento della corsia con protezione attiva anticollisione laterale.

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Suv elettrici, parte la sfida a Tesla. PAOLO ODINZOV

A Bruxelles la Q6 La conferma di Audi già c’è stata: la Q6 verrà costruita nel sito di Bruxelles che sarà adeguato al nuovo compito spostando le linee di produzione della A1 in Spagna a Martorell. Commercializzata a livello globale, la new entry di Ingolstadt a zero emissioni si andrà a posizionare nella gamma Audi tra la Q5 e la Q7. Sotto alla carrozzeria, stando a indiscrezioni non confermate, dovrebbe impiegare tre motori elettrici alimentati da una batteria a elevata capacità che proporrà un sistema di ricarica veloce e garantirà un’autonomia superiore ai 500 chilometri. Il tutto per delle prestazioni elevate in grado di fare della Q6 una perfetta sfidante della Model X nel mercato e sulle strade. Pronta anche Mercedes Intenzionata a gettarsi nella nicchia dorata è anche Mercedes che ha scelto proprio un suv per inaugurare il brand “verde” EQ con sede produttiva a Brema. Il debutto è previsto per il 2020 e, basandosi sulla concept che ne ha anticipato i contenuti allo scorso Salone di Parigi, anche questo sembra essere un perfetto rivale della Model X: 2 motori elettrici da 408 cavalli, collegati a un pacco batterie da 70 chilowattora e 500 km di autonomia. Una configurazione meccanica studiata per consentire accelerazioni da zero a cento in meno di 5 secondi.

■ Fino a poco tempo fa Elon Musk poteva dormire sonni tranquilli. Tranquilli per essere il solo a produrre automobili elettriche, sportive, uniche al mondo, orientate a conquistare il pubblico nei principali segmenti del mercato premium. Perfino in quello dei suv dove l’arrivo della Tesla Model X ha, però, scatenato una vera offensiva di prodotto da parte di altri costruttori.

La rivale del Giaguaro Alla lista si aggiunge Jaguar ha già sulle linee di produzione una sfidante prossima ad arrivare nella categoria. Si tratta della I-Pace che punterà a farsi largo con due motori elettrici da 400 cavalli e 700 Newtonmetri di coppia, collegati a una batteria da 90 chilowattora. Un sistema messo a punto in modo da permettere all’inglese di bruciare nello sprint i 100 chilometri orari in appena 4 secondi. Autonomia? neppure a dirlo: anche in questo caso 500 chilometri senza doversi attaccare a una spina, da cui all’occorrenza potrà fare il pieno di energia in tre ore.

La risposta dell’Audi A cominciare dai tedeschi dell’Audi, prossimi a sfidare la Model X con la probabile Q6 (nome da confermare): destinata ad allargare la famiglia di sport utility con i Quattro Anelli, derivata dalla concept e-tron, presentata al Salone di Francoforte 2015 e che forse proprio dall’arrivo dell’americana ha ricevuto una spinta verso la trasformazione nel modello di serie, atteso sulle strade entro il prossimo anno.

Bmw e Volvo non stanno a guardare Prossime a presentare una rivale per la Tesla Model X sono, infine, la Bmw e la Volvo. Come annunciato recentemente del ceo del marchio di Monaco Harald Krueger, nel 2020 debutterà la X3 elettrica. Mentre gli svedesi hanno in programma di proporre 5 modelli a batteria tra il 2019 e il 2021, compreso almeno un suv che potrebbe essere realizzato anche in una versione sportiva Polestar.

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AUTO E MOTO

Mercedes Amg Gla 45, crossover da pista. CARLO CIMINI

potuto testare a fondo ma abbiamo, comunque, riscontrato essere impressionanti. Stando ai dati dichiarati dal costruttore, l’accelerazione da da 0 a 100 km/h si compie in soli 4,4 secondi e la Gla Amg 45 può raggiungere i 250 km/h di velocità massima. Allestimenti personalizzati All’interno si potranno scegliere nuovi rivestimenti per le sedute, e non solo, grazie alla collaborazione con l’azienda Miko, partner di Mercedes da 10 anni che inserisce come optional un tessuto in microfibra “Dinamica”: il materiale riproduce l’effetto della pelle scamosciata e proviene dal riciclo del poliestere delle bottiglie, t-shirt o dei rifiuti industriali. Inoltre, l’abitacolo prevede al centro il Media Display sospeso da 8 pollici. Molto eleganti le rifiniture che riprendono il colore delle bocchette dell’aria condizionata ed è presente a bordo anche la camera a 360 gradi che rileva l’area attorno alla vettura.

AUTO E MOTO

Dodge Viper: chiude un’epoca. MASSIMO TIBERI ■ Cinquantanni e non sentirli. E' il caso di Amg, divisione sportiva di Mercedes (acquistata dal gruppo Daimler nel 2005). Un compleanno da festeggiare con il restyling del suv compatto Gla nella speciale versione Amg 45. In vendita ad un prezzo di listino di 63.550 euro, il modello rivela ora alcune modifiche estetiche e si conferma una vettura molto agile, che vanta, tra le caratteristiche più apprezzabili, sterzo preciso e accelerazione bruciante. Comfort e prestazioni Le modifiche si notano soprattutto nei paraurti e nei nuovi cerchi in lega. Il cliente potrà scegliere se adottare un assetto più alto di 30 millimetri, Comfort Offroad, di serie o uno ribassato in abbinamento all’Amg Line o al pacchetto dinamico, o infine virare sul Comfort base. Le misure sono quelle di un crossover urbano: lunghezza di 4,41 metri, larghezza di 1,80 e altezza di 1,49. Il bagagliaio parte da una capienza di 421 litri e può arrivare a un massimo di 1.235, mentre i fari bixeno sono sostituiti dai fari a led high performance. Una meccanica da corsa La tedesca sotto al cofano nasconde un motore di 2.0 litri da 381 cavalli, associato a un cambio sequenziale a 7 marce e alla trazione integrale 4Matic in grado, quest’ultima, di trasferire la coppia motrice sulle 4 ruote a seconda delle esigenze di marcia. Il tutto permette alla vettura delle prestazioni che noi, provandola sulle normali strade cittadine, non abbiamo

■ Se ne va un altro pezzo di storia automobilistica americana. Il 31 agosto prossimo verrà chiusa la fabbrica di Detroit dove, dal 1992, è stata prodotta la Dodge Viper, l’apoteosi delle muscle-car “yankee”, anzi nel suo caso forse sarebbe meglio usare il termine “Dixie”, considerando il tradizionalismo di un progetto dall’indubbio fascino ma già, per così dire, datato all’origine. Fiat Chrysler mette così la parola fine, dopo 25 anni, a quella che possiamo definire l’epopea di un modello che è stato 21 Luglio 2017 ·

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capace comunque di farsi onore anche in campo agonistico, con 5 titoli vinti nel Campionato Costruttori FIA GT e con un successo di classe perfino alla 24 Ore di Le Mans. Una belva nel motore Un telaio essenziale, in acciaio, rivestito in vetroresina e un abitacolo scarno hanno accompagnato un motore impensabile per i nostri parametri e, oggi, quanto di più lontano dagli imperativi categorici di economia nei consumi e contenimento delle emissioni inquinanti. Sotto il lunghissimo cofano della prima Viper viene infatti alloggiato un 10 cilindri a V di 8 litri, di origini non certo sportive (la parentela è con i motori dei truck del marchio) ma che si avvale di modifiche suggerite anche dal mitico Carroll Shelby e dalla Lamborghini, all’epoca nella galassia Chrysler. È soprattutto la coppia di questo gigantesco propulsore ad impressionare, più della potenza di 400 cavalli e le prestazioni pure, che parlano, d’altra parte, di oltre 260 chilometri orari di velocità massima e di accelerazione da 0 a 100 sotto i 5 secondi, con il favore di un peso che non raggiunge i 1.500 kg. Dura e pura Un mezzo per piloti “duri”, capaci di controllare una trazione posteriore priva di qualsiasi supporto elettronico e una frenata non assistita dall’Abs. E, contrariamente a quanto è avvenuto per le sue rivali statunitensi, come la Ford Mustang o la Chevrolet Corvette, via via sempre più attente ai progressi tecnologici, la Dodge ha fatto crescere ancora soltanto il V10, arrivato alla soglia degli 8,4 litri per 600 cavalli, coppia di 760 newtonmetri e spinta fino a superare abbondantemente i 300 chilometri all’ora. Assai contenute le modifiche nel tempo anche negli allestimenti, mentre la carrozzeria è stata offerta inizialmente con tettuccio amovibile tipo “Targa” e poi nelle varianti coupé e roadster, mantenendo un aspetto aggressivo dal gusto retrò. Senza eredi Passata attraverso le complesse vicissitudini aziendali del Gruppo Chrysler, acquisito da Daimler-Benz nel 1998 e quindi da Fiat Group (poi FCA) nel 2009, la Viper esce di scena senza eredi ma lasciando un’impronta ben visibile dagli appassionati, un valore ben al di là dei circa 26.000 esemplari costruiti.

INNOVAZIONE

California, nuovi sconti sull’elettriche. PATRIZIA LICATA ■ La California potrebbe moltiplicare gli incentivi per chi acquista un’auto elettrica: lo Stato americano, che già offre 8

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sconti a chi passa a un veicolo a zero emissioni, discuterà nei prossimi giorni la California Electric Vehicle Initiative, un fondo da 3 miliardi di dollari per sostenere la diffusione delle auto più amiche dell’ambiente. La proposta arriva dal parlamentare Democratico di San Francisco, Phil Ting:“Il futuro è l’auto elettrica” – dice Ting – “la California ha dimostrato che non è vero che difendere l’ambiente ostacoli lo sviluppo economico”. Lo stesso prezzo di un’auto a benzina La California Electric Vehicle Initiative servirebbe per coprire nuovi sconti per l’acquisto delle auto elettriche, che saranno ottenuti dal cliente direttamente in concessionaria e non come deduzione fiscale. Gli sconti verrebbero calcolati equiparando le caratteristiche del veicolo elettrico con quelle di uno a benzina: il prezzo pagato dal consumatore sarebbe lo stesso di un modello a benzina equivalente, mentre lo Stato coprirebbe la differenza. Ma la proposta di legge di Ting va oltre, preoccupandosi di sostenere specificamente i compratori meno abbienti e anche di finanziare la realizzazione di nuove colonnine di ricarica. Un programma “democratico” Gli sconti all’acquisto esistenti, infatti, non sono superiori a 5.000 dollari a veicolo e sono stati usati nell’80% dei casi dalle fasce sociali più alte. L’anno scorso il parlamento californiano ha cercato di ovviare varando un programma che concede 500 milioni di dollari ogni anno per incoraggiare i consumatori con redditi più bassi a passare all’auto a zero emissioni. La proposta di legge di Ting conferma questa politica ma con una novità: probabilmente saranno favorite le auto cento per cento elettriche rispetto alle ibride e ibride ricaricabili plug-in. Una spinta al mercato Il Governatore della California, Jerry Brown, vuole 1,5 milioni di auto elettriche circolanti nel suo stato per il 2025. Ma nel 2016 le vendite di veicoli elettrici hanno rappresentato solo il 2% delle 2 milioni di macchine vendute in California e per ora il parco circolante si ferma a 300.000 unità. La proposta di Ting dovrà fornire la spinta decisiva: i costruttori (Tesla ma anche diverse start up dell’auto a batteria presenti in California) avranno la certezza di poter vendere e aumenteranno al produzione, sostiene il parlamentare di San Francisco e gli incentivi verranno tolti una volta che il mercato sarà decollato.


BUSINESS

Germania, tregua per il diesel?

rappresentando circa il 46% delle vendite, secondo i dati dell'anno scorso. I marchi leader dell'industria tedesca sarebbero disposti a sopportare i costi del richiamo anche di un numero molto alto di vetture per aggiornarne i sistemi di emissione, pur di trovare una soluzione che combatta l'inquinamento evitando una "guerra" che danneggerebbe ulteriormente un settore che impiega decine di migliaia di persone e deve fare i conti già con i costi crescenti dell'elettrificazione. A questo proposito dalla Bmw hanno dichiarato: "La transazione verso auto più pulite non può prescindere da motori diesel efficienti che devono accompagnarci in questo processo progressivo".

REDAZIONE AUTO E MOTO

Hyundai i30 N, buona la prima. PAOLO ODINZOV

■ In Germania i motori diesel – sotto accusa per le emissioni che avvelenano l'aria, in particolare nei centri urbani – potrebbero ricevere una "amnistia", almeno provvisoria. Bmw, Daimler e Audi sono al lavoro per venire incontro alle amministrazioni locali che hanno iniziato a limitare la circolazione delle auto a gasolio per tenere sotto controllo i livelli di inquinamento. Le Case hanno proposto di intervenire, per scongiurare il pericolo dei blocchi, aggiornando i propulsori di vecchia generazione. Un intervento che potrebbe interessare, potenzialmente, ben 13 milioni di veicoli. Dialogo aperto Il governo statale della Baviera è stato il primo ad accettare la proposta dei produttori di auto, sedendosi al tavolo delle trattative: entrambe le parti si augurano di trovare un accordo che renda non necessario "vietare" le città, tra cui Monaco il centro più grande, ai diesel. Anche il Baden-Württemberg, il Land dove ha sede Mercedes-Benz Daimler, ha dichiarato che sarebbe disposto a prendere in considerazione la soluzione più conveniente per tutti. Gli sforzi delle aree urbane come Monaco di Baviera, Amburgo e Stoccarda non soddisfano ancora totalmente gli standard di qualità dell'aria imposti dall'Unione Europea e le amministrazioni locali sono preoccupate dell'impatto sulla salute dei cittadini di emissioni come l'ossido di azoto e polveri sottili che possono causare tumori e altre patologie potenzialmente altrettanto gravi. Mercato importante Il diesel svolge ancora un ruolo importante in Germania,

■ DUSSELDORF - Hyundai ha svelato la versione definitiva della i30 N: ennesima edizione che allarga la famiglia della compatta di Seoul, in arrivo sulle strade ad ottobre e con la quale il marchio coreano inaugura il sub brand N destinato alla produzione di vetture ad alte prestazioni. I test sulla Nordschleife Messa alla prova con i vari prototipi per lo sviluppo sfidando addirittura la 24 ore di Nürburgring, la i30 N impiega soluzioni e tecnologie derivate dalle automobili da rally che gareggiano nel Campionato WRC ed è stata progettata dagli ingegneri dei centri di ricerca e sviluppo Hyundai in Germania a Francoforte e nella Corea del Sud a Namyang. 21 Luglio 2017 ·

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Sfida a Focus e Golf Destinata a sfidare sulle strade e nel mercato sportive a tutta grinta, come Ford Focus RS o Golf R, anche lei, al pari delle sorelle di gamma, è prodotta nella Repubblica Ceca all’interno del sito di Nošovice: fabbrica nella quale, assieme allo stabilimento turco di Izmit, la Hyundai costruisce il 95% delle vetture destinate ai mercati europei.

Matching per accelerare i tempi di cambiata e le modalità del Launch Control che permette alla i30 N, ove consentito, delle partenze da ferma degne di un’auto da competizione.

Cattiva da fuori Forme dinamiche della carrozzeria e diversi particolari, come le appendici aerodinamiche, i paraurti marcati da una sottile linea rossa, oppure i passaruota allargati che nascondono cerchi da 18 o 19 pollici e dai quali si intravedono le pinze freni in rosso acceso, fanno della i30 N un’auto che dichiara la sua indole “corsaiola” dall’esterno

Musica dagli scarichi Completa la compatta asiatica una meccanica da pista. È possibile scegliere tra un propulsore benzina a quattro cilindri 2.0 T-GDI da 250 cavalli o un 2.0 da 275 cavalli, sulla versione dotata di Performance Pack, e per dare massimo e far salire l'adrenalina questa vettura può contare su delle sospensioni attive, un differenziale elettronico a slittamento limitato e persino l’Electronic Sound Generator che amplifica il rombo del doppio scarico munito di valvola bypass.

Pronta per la pista L’inedito bolide con la “H” offre per fare la differenza anche un abitacolo capace di far sentire il pilota tutt’uno con la vettura e propone a bordo dotazioni da racing, tra cui un volante dal quale si possono controllare importanti funzioni: compresa la gestione delle 5 modalità di marcia (Normal, Sport, Eco, N e N Custom), il comando Rev

Piacere di guida “La i30 N è stata creata con l’obiettivo di assicurare divertimento e piacere di guida – rivela Albert Biermann che ne ha diretto lo sviluppo – verrà seguita da altre vetture che daranno un nuovo slancio alla gamma Hyundai, indirizzate a chi cerca divertimento al volante, ascoltando anche il coinvolgente sound del motore”.

SPORT

Scandola domina il rally di San Marino. CHIARA IACOBINI

■ La terra del Campionato Italiano Rally si conferma regno indiscusso di Umberto Scandola, Guido D’Amore e della loro Skoda Fabia R5, dominatori della 45esima edizione della gara di San Marino, che li ha visti costante10

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mente al comando dal primo all’ultimo chilometro. Una prestazione davvero impeccabile quella del veronese, capace di tenere a bada gli avversari nella prima tappa e poi, dopo la toccata ed il ritiro di Simone Campedelli, di controllare con calma e portare la sua vettura fino alla vittoria in questo sesto appuntamento, il secondo ed ultimo su terra del tricolore rally. Colpo di sfortuna Grande sfortuna invece per il giovane e straordinario Kalle Rovanpera, che nonostante il ritiro alla fine dell’ultima prova speciale, quando occupava la seconda posizione assoluta, ha comunque confermato di essere un campione straordinario a soli 16 anni di età. Il finlandese si è fermato per un problema al sensore della valvola della sua Peugeot 208 T16 R5. Al suo posto ha chiuso la gara, il pluricampione d’Italia Paolo Andreucci, Peugeot 208 T16 R5 condivisa con Anna Andreussi, che alla fine è riuscito ad ottenere i punti necessari che gli consentono di consolidare la sua leadership nel tricolore e di guardare con estrema fiducia al prossimo futuro. Giù dal podio Dal podio e dalla classifica finale manca uno dei più attesi protagonisti della gara, Simone Campedelli. Il romagnolo insieme a Pietro Ometto e alla Ford Fiesta R5 dopo aver dimostrato a lungo di meritare questo ruolo, nella prima prova della seconda tappa aveva raggiunto al comando Umberto Scandola, ha commesso l’ennesimo errore di una stagione non fortunata, con urto, foratura e funeste conseguenze meccaniche lo hanno costretto al ritiro. Passa in automatico sul terzo gradino del podio il rientrante Andrea Nucita, Ford Fiesta R5, della Scuderia Phoenix. Il driver siciliano ha brillato solo a tratti sullo sterrato ma è


riuscito comunque a non fare errori ed a portare la vettura fino al traguardo. Le altre gare All’ombra del Titano si è disputata anche la terza gara stagionale della serie tricolore Terra: molti i protagonisti ma alla fine la vittoria è andata da Giacomo Costenaro e Justin Bardini, Ford Fiesta R5, seguiti dal veronese Luca Hoelbling insieme a Grassi, su Skoda Fabia R5. Terzo nel terra e nuovo leader della serie, Andrea Dalmazzini Di fatto, con questo risultato la vetta del comando passa al modenese, gara amministrata non senza qualche problema per lui e Giacomo Ciucci con la Ford Fiesta R5. Tra i big terraioli, sfortuna per il sammarinese Daniele Ceccoli con la Fiesta R5 e per Nicolò Marchioro, Peugeot 208. Il driver locale, ottimo nella prima giornata, ha rallentato nella prova di San Marino mentre il driver veneto si è ritirato per foratura. Tutti i campionati Per quanto riguarda gli iscritti ai vari campionati, una grande prestazione quella di Marco Pollara, e Giuseppe Princiotto su una 208 VTi del Peugeot Junior Team. I due siciliani hanno infatti vinto sia la gara valida per il trico-

lore Junior sia quella per il CIR Due Ruote Motrici. Nello Junior precedendo le due Peugeot 208 R2 del piacentino Andrea Mazzocchi, e di Damiano De Tommaso: nel monomarca Trofeo Peugeot Competition, superando il toscano Tommaso Ciuffi – a lungo al comando – fermato per un problema al cambio della sua 208. Nel 2 Ruote motrici Pollara ha invece chiuso davanti a Kevin Gilardoni, Renault Clio R3C, ed a Manuel Villa, Peugeot 208 R2. Una bella gara disputata anche tra le vetture più piccole, le R1, nel loro campionato tutte Suzuki Swift qui a San Marino, in lotta anche per il Suzuki Rally Trophy tra le quli il più veloce sulla terra è stato, ancora una volta, il bellunese Lorenzo Coppe, insieme a Giacomo Poloni, inarrestabili davanti al veronese Strabello, altro ottimo interprete sulla terra e il toscano Martinelli che mantiene la leadership della serie. A Roma Dopo la pausa estiva, si tornerà a correre su asfalto con il prossimo round del Campionato italiano Rally che si svolgerà nella città eterna: il Rally di Roma Capitale è infatti in programma dal 15 al 17 settembre.

LIFESTYLE

Monza, solidarietà in pista. REDAZIONE

■ Il 22 luglio i concorrenti della quinta edizione della Monza Power Run – gara podistica non competitiva organizzata dall'associazione Lele Forever – si sfideranno lungo una parte del percorso della F1 all'interno dell'Autodromo Nazionale di Monza. L'intero ricavato della manifestazione verrà devoluto alla lotta contro la leucemia. Il programma La partenza sarà alle ore 18 a Villasanta dove è previsto anche il traguardo. La maggior parte del tracciato, della lunghezza di 12 chilometri, si sviluppa all'interno del circuito dove in settembre romberanno i motori della Formula 1. Il percorso, come da tradizione, è intervallato da 21

ostacoli, naturali e artificiali, uno in più rispetto all'anno scorso. Tra questi ce ne sono 15 diversi, con 8 novità assolute, che metteranno a dura prova i concorrenti. Esordio assoluto anche per la Power Run Sprint, dedicata a coloro che puntano unicamente al divertimento, senza voler mettere alla prova la propria tenuta atletica. Il percorso è di 2,5 chilometri, da ripetersi per 2 giri (in totale di 5 chilometri) con 13 ostacoli. Partenza e arrivo sono previsti anche in questo caso presso il villaggio di accoglienza a Villasanta e il percorso si snoderà attraverso il centro storico della località, utilizzando alcuni ostacoli in comune con la corsa principale. 21 Luglio 2017 ·

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LIFESTYLE

La buona stella di Ringo Starr. GIUSEPPE CESARO

■ “Ho chiesto a una ragazza cosa voleva diventare, mi ha risposto: Baby: non capisci? Voglio essere famosa: una stella del cinema. Nel frattempo, però, puoi fare qualcosa: puoi guidare la mia macchina, baby. Guida la mia macchina, diventerò una star e forse ti amerò’. [ ] Ho detto alla ragazza che potevo iniziare subito e lei mi ha detto: Ascolta, baby, c’è una cosa che devo dirti: non ho una macchina, e mi si spezza il cuore, ma ho trovato un autista, ed è un inizio. Beep beep mm, beep beep yeah!” È “Drive My Car” (“Guidami la macchina”), brano di apertura dell’album “Rubber Soul” (1965, numero 5 tra i 500 dischi più grandi di sempre, secondo “Rolling Stone”). Loro, naturalmente, sono la più grande rock band di tutti i tempi. Il nome non serve. E, infatti, sulla copertina di “Rubber Soul” non c’è. Alla batteria, Ringo Starr (al secolo Richard Henry Starkey, Liverpool, 7 luglio 1940) che non sarà il più grande 12

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batterista di sempre, ma è certamente uno dei più importanti, dato che per il suo stile e il suo lavoro con i Beatles, molti grandissimi lo considerano il loro ispiratore. Era il 19 maggio 1980 Perché ne parliamo oggi? Perché il 19 maggio 1980 (37 anni fa esatti) Ringo – che sta viaggiando sulla A3, insieme alla futura moglie Barbara Bach (Bond Girl in “La spia che mia amava”, 1977) – all’altezza della rotonda Robin Hood a Kingston, è costretto a svoltare bruscamente per evitare un camion: perde il controllo della sua Mercedes-Benz 280SE 3.5 Coupé del ’69, colpisce il cordolo, si impenna, cappotta due o tre volte e atterra sulla schiena. L’auto è distrutta. Ringo si ritrova sbalzato sull’erba dell’aiuola spartitraffico, mentre Barbara rimane incastrata tra le lamiere. Il Beatle si riprende e soccorre la donna che, per


fortuna, non ha subito danni seri. I due se la caveranno con qualche taglio e abrasione. Quasi nello stesso punto, 3 anni prima (16 settembre 1977) aveva perso la vita Marc Bolan: 29 anni, icona del glam-rock. Era scoppiato uno pneumatico e la Mini 1275GT guidata dalla fidanzata di Bolan – Gloria Jones – si era schiantata contro un albero. La ragazza era stata ricoverata con mandibola rotta e alcune fratture al viso; il chitarrista, invece, era morto sul colpo. L’incidente alla rotonda Robin Hood cambia la vita di Ringo e lo convince a chiedere a Barbara di sposarlo. “Ho pensato – dichiara – che se eravamo sopravvissuti a un incidente del genere, saremmo potuti sopravvivere a qualunque cosa”. Vero, evidentemente. I due – sposati dal 37 anni (era il 27 aprile 1981) – sono una delle coppie più solide e affiatate di tutto lo showbiz. Che fine ha fatto la Mercedes? Ringo l’ha fatta ridurre a un cubo di lamiera e l’ha trasformata in un tavolino da caffè. Tavolino che fa bella mostra di sé nella residenza della coppia nei pressi di Ascot, per ricordare a entrambi e agli amici il rischio corso nel giorno che ha cambiato la loro vita. Nei Beatles per una Zodiac Che Ringo fosse un ragazzo particolarmente fortunato, lo si era capito subito: viene arruolato nei “Fab Four” un istante prima che esplodano, diventando la band più grande e famosa della storia. Perché proprio lui? “Lo amavamo – spiega Paul McCartney – era di gran lunga il più bravo batterista che avessimo mai sentito. Eravamo suoi grandi fan e lo volevamo nel gruppo. E poi aveva la barba, era grande e sapevamo che aveva una Ford Zodiac”. In effetti, poco prima di unirsi al gruppo, Ringo aveva acquistato una Ford Zephyr Zodiac Mk II, usata, della metà degli anni Cinquanta, la cui migliore qualità era quella di avere un bagagliaio abbastanza grande per ospitare una batteria. La Facel Vegal Facel II del ’64 Quel 19 maggio 1980, però, non è la prima volta che il nostro se la vede brutta al volante. È già successo. 1964: i Beatles hanno appena girato il loro primo film “A Hard Days Night”, stanno sfondando negli Stati Uniti, con 5 singoli ai primi 5 posti delle classifiche e in tutto il mondo esplode la Beatlesmania. In uno stand del Earls Court Motor Show di Londra, Ringo mette gli occhi su un’autentica meraviglia: una francese. È una Facel Vegal Facel II: carrozzeria firmata da Jean Daninos, motore Chrysler Typhoon (V8, 6765cc, 390bhp) capace di portare 1.800kg. di auto da 0 a 100 in poco più di 7 secondi e di farle raggiungere i 213km/h.

gli consegnino la Facel alla sua nuova casa in stile Tudor a Sunny Heights, Weybridge (Surrey). All’epoca, il distributore inglese omaggiava i suoi prestigiosi clienti con un accendino d’oro e, poco dopo aver ricevuto le chiavi della FVF II, Ringo – dando, per l’ennesima volta, prova del suo proverbiale umorismo – chiede: “Dov’è il mio accendino?”. Poco dopo che il ragazzo di Liverpool supera l’esame della patente, Alf Bicknell (tra ’64 e ’66 autista e road manager dei Beatles: “Non mi trattavano come un dipendente – dichiarerà – ma come uno dei loro amici.”) lo accompagna a fare un giro inaugurale al volante della nuova meraviglia. L’autostrada è grande e sgombra, l’auto potente e veloce e Ringo comincia a spingere sull’acceleratore. Un po’ troppo, a dire la verità: 180, 190, 200 all’ora. A un certo punto, sulla corsia di sorpasso, scoppia uno pneumatico e si sfiora la tragedia. Per fortuna la francesina tiene botta egregiamente, dimostrando un’eccellente tenuta di strada, e i due riescono ad accostare, incolumi, sulla corsia d’emergenza. Pare che sia in seguito a questo sfiorato incidente, che Paul, John e George sono riusciti a convincere il loro amico e batterista a vendere la Facel: che senso aveva rischiare che il sogno si trasformasse in incubo, proprio quando i “Fab Four” erano volati più in alto di Elvis e stavano per cambiare per sempre il volto della musica del Novecento? Nessuno. Mini Cooper Radford De Ville ’67 Deve averlo pensato anche Ringo, visto che, un paio d’anni dopo (1967), decide di acquistare da Brian Epstein (il manager dei Beatles) un’auto decisamente più piccola e tranquilla: una Mini. Piccola e tranquilla, non significa, però, priva di personalità. E così il nostro affida la sua Mini alla Harold Radford & Co Limited (Melton Court, South Kensington) autentici maghi delle customizzazioni, capaci di trasformare qualunque auto in un’auto tutt’altro che qualunque. Grazie ad Harold Radford & Co, la Mini di Ringo diventa una piccola perla, elegante ed esclusiva: due colori – rosso amarena la carrozzeria, bianco avorio il tetto, sedili in pelle, plancia in noce, cerchi in lega, tappetini in agnello. Senza dimenticare, il portellone per caricare la batteria, naturalmente. La strada del grande rock è ancora lunga. E il nostro – che compirà 77 anni tra poco più di un mese – è intenzionato a percorrerla fino in fondo. Peace & Love.

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Supplemento settimanale a l’Automobile

La Facel Vegal Facel II (prodotta in soli 182 esemplari tra il ’62 e il ’64) era considerata la quattro posti più veloce del mondo. Ed è anche una delle più care: 5,570 sterline, l’equivalente del costo di un paio di appartamenti nella capitale inglese. Oggi la valutazione parte da 175mila: circa 200mila euro. Non a caso tra i suoi fortunati (visto che se la possono permettere) possessori troviamo Frank Sinatra, Pablo Picasso, la Principessa Grace di Monaco, e il “re senza corona”: Stirling Moss, secondo per ben quattro volte di fila (1955, ’56, ’57 e ’58) al Mondiale di F1. Quello tra il ventiquattrenne batterista e l’esclusiva francesina è amore a prima vista. L’accendino d’oro Qualche tempo dopo, Ringo stacca un assegno e attende che

Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI

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PAESE AUTOSTRADE

Senza spina. MARINA FANARA

Viaggiare da Roma a Milano (e non solo) con un’auto elettrica è ancora un miraggio. Autostrade per l’Italia, Aiscat ed Eni spiegano le ragioni di un piano che oggi resta fermo al palo.

www.lautomobile.it

Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 03/06/2017

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

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Anno 119°

Nuova serie • Anno 2 • Numero 8 • Giugno 2017 • €3,00

Stati Uniti, mai senza V8 • Tesla, il colore dei soldi • La pulce Smart • La Bugatti Chiron, che numeri • Zero di Norvegia • L’ultra coraggio di Zanardi • Guzzi MGX-21 a forma di jumbo • Avantime, design estremo • Uno e Y10, super turbo • L’elettrica che non si ferma mai

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 4 - FEBBRAIO 2017

■ Colonnine in autostrada, queste sconosciute. O quasi. Almeno in Italia. Secondo la direttiva comunitaria (94/2014), le infrastrutture di ricarica dovranno essere dislocate non solo nelle aree urbane, ma anche lungo le autostrade. Il Piano nazionale per la ricarica dei veicoli elettrici (Pnire) del ministero infrastrutture e trasporti fissa anche i termini: nel biennio 2015-2016 si sarebbero dovute installare 150 colonnine, prevedendone altrettante nel 2017-2018. Le risorse finanziarie ci sono, con fondi sia nazionali (50 milioni di euro per l’intero piano) che comunitari. Ad oggi, però, chi varca un casello con un’auto a batteria rischia di fermarsi prima di arrivare a destinazione. Abbiamo chiesto perché ai diretti interessati. “Il nostro comparto sta lavorando alla crescita e diffusione della mobilità elettrica”, ci risponde Autostrade per l’Italia. “È un lavoro complesso che Aiscat (l’associazione dei gestori infrastrutture autostradali) porta avanti con l'intento di realizzare un piano ambizioso, il cui sviluppo permetterà

di coprire l'intero sistema autostradale e garantire un servizio continuo, efficiente e di alto livello per tutta la clientela europea. Va inoltre segnalato che sulla rete di Autostrade per l’Italia già esistono stazioni sperimentali di ricarica”. È un programma che coinvolge anche i fornitori di energia: “Tra le diverse iniziative operate da Aiscat, va menzionato l'accordo preliminare firmato con Enel che prevede lo sviluppo di progetti specifici con i singoli gestori”, aggiungono in Autostrade per l’Italia. A rallentare il piano, sembra esserci anche qualche dubbio sugli attuali sistemi di ricarica: “Occorre evidenziare una generale perplessità che riguarda tempi di ricarica e modalità di offerta del servizio che deve essere universale. Per quanto riguarda il progetto EVA+ (Electric Vehicle Arteries, promosso in Italia da Enel e finanziato dall’Ue, ndr), di cui nessuna concessionaria fa parte, stiamo attualmente valutando la sua compatibilità con questi due principi”. La realizzazione delle stazioni elettriche dovrebbe coinvolgere anche i gestori delle aree di servizio. Ma un altro condizionale è d’obbligo. Almeno a sentire Eni, titolare in subconcessione, di distributori in autostrada: “Non abbiamo stipulato, e al momento non intendiamo stipulare, accordi per l'installazione di colonnine nelle nostre stazioni di rifornimento”. Salvo poi aggiungere che “a fronte di accordi delle concessionarie con aziende per la realizzazione di dispositivi di ricarica nelle aree di servizio, nulla avremmo da eccepire affinché tali infrastrutture siano installate nelle aree in cui Eni è subconcessionaria, salvo siano previsti oneri o limiti all’utilizzo dell'area per i servizi di vendita carburanti e per le esistenti attività accessorie. A questo punto, non resta che aspettare. Sapendo però che chi spende (tanto) per viaggiare in elettrica e non produce smog, anziché premiato, è ancora penalizzato.

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