Week Settimanale digitale • 6 • 04/08/2017
Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO ■ Raddoppio. A luglio in Italia le immatricolazioni delle auto ibride sono cresciute del 95,1% rispetto allo stesso mese 2016. La quota di mercato è ora del 3%. Un valore destinato a salire a fine anno, visto che in questi giorni si viaggia intorno al 3,6%. Nel canale privati la quota è già del 5%. Segno che anche alle famiglie l’ibrido piace. Il mercato apprezza dunque la semplicità della tecnologia che, pur in presenza di motore elettrico e batterie, non ha bisogno di prolunghe e colonnine. Per l’affidabilità è sufficiente chiedere invece informazioni a qualunque tassista. Dimenticatevi, come è capitato di sentirsi dire,
di viaggiare in città per il 70% del tempo in sola modalità elettrica a zero emissioni e consumi, il risparmio comunque è assicurato. Avanti dunque con l’ibrido, porta aperta verso il processo di elettrificazione dell’auto che coinvolge tutta l’industria automobilistica compatta e unita. Tanto più se ormai la caccia alle streghe nei confronti di benzina e Diesel è avviata senza confini. Italia compresa: le Commissioni di ambiente e lavori pubblici del Senato hanno invitato il governo a fermare le vendite di veicoli con solo motore tradizionale a partire dal 2040. Vedremo se – e come – la risoluzione sarà recepita. Nel frattempo però anche la Ferrari dal 2019 sarà ibrida. Una strada senza ritorno.
27 Marzo 2017 · L’AUTOMOBILE WEEK TORNA VENERDÌ 1 SETTEMBRE
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BUSINESS
Mercato, accelerazione ibrida. LUCA BEVAGNA
■ Stop estivo. In Italia il mercato dell’auto rallenta a luglio. Secondo i dati Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche straniere, nello scorso mese le immatricolazioni sono state 145.363, circa 8.000 unità in più di luglio 2016. La crescita è del 5,9%, inferiore a quella registrata nei primi sei mesi dell’anno. Nel complesso da gennaio l’incremento è dell’8,6% con 1.282.353 auto vendutecontro le 1.180.615 dei primi 7 mesi dello scorso anno. La stima, in ribasso rispetto alle precedenti, è ora di una chiusura 2017 a 1.950.000 immatricolazioni, il 6,8% in più del 2016. Luglio col bene che ti voglio... A leggere i dati del mese di luglio si conferma la debolezza del mercato privati (-1,8%), al quale risponde una costante crescita delle immatricolazioni a società (+25,7%) e del noleggio, sia a breve (+17,4%) che a lungo termine (+6%). Analizzando i risultati sulle alimentazioni, a luglio si riscontra un’accelerazione decisa da parte dell’ibrido che quasi raddoppia i numeri del 2016 con un +95,1% e una crescita da inizio anno del 72,2%: la quota per le auto che affiancano un motore elettrico al tradizionale (quasi sempre a benzi-
na) è record al 3,6% (che si avvicina al 5% considerando solo il cliente privato). Bene anche il gpl con un +44,3% a luglio e un +27,6% da gennaio. Nel mese perde quota il Diesel che resta stabile però nel cumulato. Stazionarie anche le vendite del benzina mentre crolla il metano: -30,5% a luglio e -37,8% nei 7 mesi. Le elettriche si fermano invece a 142 unità che diventano 1.146 considerando le immatricolazioni da gennaio a oggi. La Citroën in testa in italia A livello di marchi, a luglio corrono soprattutto Peugeot (+31,2%), Toyota (+34,5%), Citroen (+25,7%), Dacia (+29,5%), Jeep (+27,1%), Alfa (+26,8%), Suzuki (+38,4%), Porsche (+47,5%) e Maserati (+96,9%). Segno negativo in particolare per Volkswagen (-3,9%), Renault (-8,7%), Bmw(-19,1%), Mini (-15,1%) e Volvo (-6,2%). Lieve passo in avanti di Fiat con un +0,2%. Considerando i primi sette mesi, nella top ten dei brand più apprezzati in Italia, i migliori risultati sono quelli di Citroën (+29,9%) con una quota che sale di 0,57 punti percentuali e Toyota (+19,6%) e 0,39 punti percentuali in più. 4 Agosto 2017 ·
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PAESE
Stop a benzina e diesel anche in Italia?
Il mondo si muove La proposta delle commissioni di Palazzo Madama è in linea con quanto sta accadendo in altri Paesi. È del 6 luglio scorso la proposta del ministro francese Hulot di interdire la vendita di auto a combustibili fossili entro il 2040. Stessa proposta riecheggiata anche nel Regno Unito solo la settimana scorsa e di cui si inizia a parlare anche in Germania.
BUSINESS
Futuro Ferrari, suv e ibride.
REDAZIONE
STEFANO ANTONETTI
■ Stop alla vendita di auto a combustibili fossili - benzina e diesel - anche in Italia a partire dal 2040. A chiedere al governo un impegno in proposito sono due commissioni del Senato, quella ambiente e quella dei lavori pubblici che hanno votato all unanimità una risoluzione in proposito. Bollo modulare per chi inquina Nel testo approvato si invita il governo italiano ad adottare politiche più incisive in favore della mobilità sostenibile già a partire dalla prossima legge di bilancio 2018. Tra le proposte - di cui ovviamente si dovrà discutere in tutte le sedi competenti - anche quella dell introduzione di un bollo progressivo in funzione dell inquinamento e una modulazione della tariffazione di parcheggi secondo lo stesso criterio. Necessaria anche, secondo le commissioni, una spinta decisa in favore del trasporto pubblico e per sostenere la diffusione della mobilità elettrica e dell uso della bicicletta. Mezzi più giovani Tra gli obiettivi di cui si parla, la riduzione a 7 anni di media dell età del parco circolante dei mezzi pubblici, in linea con il resto dell Unione Europea e l obbligo per le aziende di trasporto di acquistare almeno il 50% dei mezzi nuovi a combustibili alternativi. I senatori propongono anche la possibile di detrarre l acquisto dell abbonamento ai mezzi pubblici - si spera già con la legge di bilancio 2018 - e la proroga al 31 dicembre 2018 del super ammortamento del 140% per le aziende che comprino veicoli a basse emissioni. A questi ultimi va esteso anche il bonus fiscale del 65%. 4
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· 4 Agosto 2017
■ L’auto che non ti aspetti. Quella che forse non arriverà mai. Eppure ogni tanto torna alla ribalta. È il suv Ferrari. A rilanciare l’idea questa volta è Bloomberg: il modello, secondo l’agenzia americana, potrebbe far parte di una strategia che porterebbe al raddoppio dei profitti entro il 2022. Rosso suv Il suv arriverebbe nel 2021 e spingerebbe l’espansione dei volumi delle Rosse che, ricordiamo, il ceo Sergio Marchionne ha già fissato nell ultimo piano strategico, in 9 mila unità entro il 2019: secondo la fonte riportata da Bloomberg, il nuovo modello sarebbe destinato soprattutto al mercato asiatico e contribuire con circa 2 mila immatricolazioni all’anno ai conti della Rossa. Nel complesso gli analisti stimano che Ferrari possa arrivare - grazie anche al suv - a 15 mila vetture l anno entro il 2021. Ibrido e in regola L incremento dei volumi costringerà la Casa di Maranello a prendere con maggiore decisione la strada dell’ibrido, tecnologia necessaria a raggiungere gli obiettivi di emissioni di CO2 imposti dalle future normative europee e internazionali. La prima ibrida Ferrari dovrebbe arrivare nel 2019.
AUTO E MOTO
La strada elettrica di Bmw. STEFANO ANTONETTI ■ Bmw dopo aver annunciato un contributo di 2 mila euro per tutti i possessori di un’auto diesel Euro 4 (e classi inferiori) sull’acquisto di un auto nuova del marchio (Mini compresa) con emissioni di CO2 non superiori a 130 grammi per km, ha confermato l obiettivo di elettrificare la gamma: “Già nel 2017 venderemo oltre 100 mila vetture a batterie, è la prima volta che raggiungiamo questi volumi”, ha spiegato Harald Krüger, ceo del gruppo tedesco.
SMART MOBILITY
Almeno una novità elettrica l’anno Una strategia che potrà contare nei prossimi mesi su lanci importanti: “Oggi sono nove le auto elettrificate, diventeranno dieci nel 2018 con l’arrivo della nuova i8 Roadster ibrida plug-in. Nel 2019 inizierà la produzione nello stabilimento di Oxford della Mini elettrica e nel 2020 seguirà una versione solo a batterie della X3. Nel 2021 lanceremo la iNext, modello simbolo dell’innovazione del gruppo, realizzata in Germania nello stabilimento di Dingolfing”, ha continuato Krüger.
ricarica veloci per vetture elettriche nella capitale inglese entro il 2018.
Londra raddoppia le colonnine.
Punti strategici Le colonnine verranno piazzate in 25 dei 32 distretti (boroughs) in cui è amministrativamente divisa Londra. Ciascuno dei quartieri riceverà 300.000 sterline, all incirca 330.000 euro che dovranno essere impiegati per realizzare dei punti di ricarica posti in luoghi strategici, indicati dagli stessi cittadini. L iniziativa vuole favorire lo sviluppo della mobilità elettrica, garantendo l accesso a punti di ricarica anche a chi abita in case non dotate di luoghi idonei a ricaricare le batterie.
PAOLO BORGOGNONE
Lampioni per ricarica I fondi - ne arriveranno altri a partire dal 2018 se questo primo progetto darà i risultati sperati - serviranno anche per studiare nuove soluzioni per allargare la base di quanti possano abbandonare un auto a combustione tradizionale per passare ad una elettrica. Esiste un piano, per esempio, che potrebbe trasformare i pali della luce in punti di ricarica, abbattendo i costi necessari a creare le infrastrutture utili al servizio.
■ LONDRA - L amministrazione comunale di Londra ha stanziato l equivalente di 5 milioni di euro per la realizzazione e la messa in opera di 1.500 nuove colonnine di
Flotta di bus a batteria Il sindaco Khan si è detto entusiasta delle nuova opportunità che, “potrà fare veramente la differenza, rendendo i veicoli elettrici un alternativa pratica e abbordabile per i cittadini londinesi. Il nostro obiettivo è quello di rendere la nostra una città con un sistema di trasporti a zero emissioni entro il 2050”. Il sindaco ha anche sottolineato come i sette boroughs non compresi in questo primo provvedimento, beneficeranno comunque della prossima tornata di fondi che dovrebbero arrivare, in parte, dal governo nazionale che Khan ha spronato a fare di più. 4 Agosto 2017 ·
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Tra le altre misure annunciate da Khan, c è anche quella di tre nuove linee urbane di bus che diventeranno totalmente elettriche. Si tratta della 46 (Lancaster Gate-St Bartholomew Hospital), la 153 (che attraversa la zona di Finnsbury nel nord della città) e la 214 ( che collega il centro con la zona a forte vocazione turistica di Camden Market). Questo nuovo provvedimento consentirà di allagare ancora di più la flotta di bus elettrici della capitale inglese che è già - con 2.500 mezzi a emissioni zero - la più grande d Europa.
BUSINESS
razioni che hanno portato anche a bruciare cassa, con un negativo di 1,16 miliardi nel solo secondo trimestre. Model Y in anticipo? Musk ha infine fatto capire che la Model Y, un piccolo crossover, potrebbe vedere la luce in anticipo rispetto alla data di uscita prevista per il 2019-2020. Rinunciando a costruirlo su un pianale ad hoc e così battendo il ferro del mercato suv finché è caldo.
BUSINESS
Tesla perde Usa, il mercato soldi ma corre. batte in testa. REDAZIONE
REDAZIONE
■ La Tesla di Elon Musk ha presentato i conti del secondo trimestre. Due i dati principali: una perdita importante ma minore del previsto, 366 milioni di dollari, dovuti per lo più al lancio della Model 3, la berlina dal prezzo più accessibile del marchio (i primi 30 esemplari sono stati consegnati il 28 luglio); e 2,8 miliardi di fatturato, il doppio di quello delle stesso periodo del 2016 e superiore alle attese degli analisti, sulla base di un +53% di consegne di Model S e Model X.
■ Benché l’economia sia ancora in crescita e la disoccupazione resti bassa, il mercato dell’auto statunitense perde colpi. In luglio, è sceso del 6,9%, prima serio calo di volumi dalla grande crisi del 2008-2009 e primo allarme per gli analisti, i quali cominciando a prevedere un mercato al 31 dicembre 2017 sotto i 17 milioni (proiezione a 16,9 sulla base del primo semestre, secondo IHS).
Insomma, quanto basta per fare scrivere a Musk una lettera ottimista agli azionisti e fare scattare la borsa, che mercoledì sera (ora di chiusura americana) ha chiuso con un +4,9%. Gli obiettivi Musk sostiene che la Model 3 porterà margini già nel quarto trimestre di quest’anno, che ha 1.800 ordini al giorno e che in dicembre dalla fabbrica di Fremont in California dovranno uscire 20.000 auto al mese. L’obiettivo di vendite 2018 per le elettriche Model 3, S e X è stato fissato a un clamoroso 480-500.000 unità. Tutte accele6
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· 4 Agosto 2017
Tutti giù per terra Nel gioco del chi perde e chi vince, il computo è facile: perdono tutti i costruttori a cominciare dalle 3 Big di Detroit, a esclusione dei giapponesi di Toyota, +3% e di Subaru, +6,9%, piccolo marchio specialista di trazione integrale che in Nordamerica fa numeri spesso migliori di giganti come Volkswagen e Bmw ma che in Europa resta invece di nicchia. In un mercato cresciuto tumultuosamente negli ultimi anni, grazie anche a una economia sana che ha attraversato l’ultima fase dell’amministrazione Obama per proseguire in quella di Trump, la spia rossa del mese di luglio potrebbe indicare che d’ora in avanti le cose andranno benino o bene, ma non più benissimo.
Perdono berline e suv È interessante notare come, tra i dati elaborati da Automotive News, a perdere siano state anche tutti i tipi di carrozzeria: -15% le automobili, -1,9% i suv, crossover, pick up, cioè quei modelli che vanno per la maggiore. Negli Stati Uniti come nel resto del mondo. In luglio, la Ford ha perso il 7.4%, la Gm il 15%, la Fiat Chrysler il 9.5. In casa Fca ci sono buone notizie da Ram (dove si fanno utili) e da Alfa Romeo, con vendite in crescita. Mentre Jeep ha perso il 12%, Chrysler il 30% e Dodge il 12%.
lone di Francoforte in programma a settembre. La Suzuki ha, per adesso, rilasciato una prima foto ufficiale che ne anticipa la linea e qualche dettaglio: andrà in pensione il motore aspirato 1.6 litri per far spazio a un propulsore turbo, probabilmente lo stesso 1.4 litri BoosterJet turbo della Vitara da 138 cavalli, utile per far volare la Swift sulle strade e nelle vendite.
BUSINESS
Suzuki vola in Europa.
Dove corre la Ferrari.
LUCA GAIETTA
FRANCESCO PATERNÒ
■ Suzuki cresce in Europa. Nel primo semestre dell’anno la Casa giapponese ha consegnato nel Vecchio continente 127.385 vetture contro le 104.036 del 2016 che le sono valse un incremento nelle vendite del 22.4%. Bene anche nel nostro Paese dove, nello stesso periodo, la crescita è stata del 45,4% con 16.990 unità.
■ La Ferrari corre, non ha mai smesso di farlo nella sua vita lunga 70 anni. Ma da un po’ gira a ritmi costantemente così alti che vale la pena fermarsi, scendere e provare a capire meglio dove Sergio Marchionne, il suo presidente, intende portarla.
BUSINESS
S-Cross spinge le vendite in Europa ... Le ragioni del successo per il marchio di Hamamatsu vanno ricercate principalmente nel rinnovamento della gamma segnato da modelli vincenti come ad esempio l’ultima Vitara, che rimane in Europa il modello Suzuki più apprezzato, oppure soprattutto la nuova S-Cross e la Baleno che hanno fatto segnare un vero e proprio exploit nel mercato. ... la Ignis in Italia Il mercato da noi premia per il brand, nel computo delle immatricolazioni da gennaio a giugno, in particolare la Ignis facendola rientrare. con 5.247 targhe, nella top-ten delle immatricolazioni di segmento A all’ottavo posto della classifica. C’è, inoltre molta attesa per vedere come andrà la nuova Swift Sport che sarà presentata in anteprima al prossimo Sa-
Utili netti +30% Partiamo dai numeri, che non sono un’opinione. Nel secondo trimestre, il bilancio di Ferrari – società con sede ad Amsterdam, quotata in borsa nel gennaio 2016 a Milano e nell ottobre 2015 a Wall Street – ha visto un utile operativo lordo superiore del 29,4% rispetto allo stesso periodo del 2016, utili netti a +30%, ricavi netti a +13,5%, un indebitamento industriale netto sceso a 627 milioni. Le vendite sono cresciute del 5,3%. Vola in borsa Tutto questo è avvenuto mentre in borsa il titolo ha superato i 90 euro: beato chi ha comprato nei primi mesi del 2016, quando il titolo – partito a 43 euro – era sceso fino a 28 per poi risalire e non fermarsi quasi più. Oggi la Ferrari scorporata da Marchionne vale più dell’intera Fiat Chrysler, il secondo capolavoro finanziario del manager dopo l’acquisizione del gruppo Chrysler nel 2009 trattando con l’amministrazione Obama. 4 Agosto 2017 ·
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Un crossover “Ferrari style” Nel corso della conference call con gli analisti, Marchionne ha confermato di avere nei piani l’idea di un crossover quattro posti Ferrari, un “utility vehicle”, progetto negato fino al giorno precedente con motivazioni come “imbastardirebbe il dna” o “mi dovete uccidere prima”. Ora siamo al “probabilmente accadrà”, con qualche paletto di circostanza: un crossover o suv del Cavallino sarà fatto – se sarà fatto entro il 2022 – secondo un non meglio precisato “Ferrari style”. Oltre a obiettivi dichiarati di raddoppiare gli utili del marchio entro il 2022 e superare di slancio le 10.000 unità vendute (8.400 a fine 2017, dopo aver superato per la prima volta le colonne d’Ercole autoimposte delle 8.000 nel 2016). Su suv e crossover, Marchionne ha cambiato idea sulla base di considerazioni di mercato: “Lo spazio è troppo grande e troppo invitante” per lasciarlo alla sola concorrenza, ha detto agli analisti. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che il manager piroetta su se stesso, per cui diamo per buona la seconda. Un crossover Ferrari ci sarà.
Il nuovo piano industriale Marchionne non è più tornato invece sulle sue dichiarazioni secondo le quali lascerà la guida di Fiat Chrysler alla fine del 2018 – e dunque entro aprile 2019 davanti all’assemblea degli azionisti – ma non la presidenza della Ferrari (di cui è anche importante azionista, come di Fca). Il nuovo piano industriale di Maranello, basato su una strategia che prevede anche una forte ibridizzazione dei motori e che intende annunciare a inizio dell’anno prossimo, suona come una conferma che dal Cavallino non scenderà. Almeno a breve. Vettel e gli altri C’è poi il capitolo Ferrari in Formula 1. Non sembra un caso che le indiscrezioni sul crossover siano state fatte uscire alla vigilia della trimestrale e subito dopo la doppietta nel gran premio di Ungheria che tiene Vettel in cima alla classifica piloti. Tutto si tiene, in un momento di maggiore forza. Un momento magico che in Formula 1 ci vuole un niente a rompere, anche se ormai a metà del campionato i risultati dicono che piloti, macchina e squadra ci sono, e piuttosto competitivi. Un atout per Marchionne, soprattutto per i suoi progetti di restare in sella al Cavallino anche nel dopo Fca.
BUSINESS
Toyota e Mazda, sempre più unite. REDAZIONE ■ La notizia, partita dal Giappone, rimbalza sulle fonti di informazione americane e trova conferme durante il tragitto: Toyota e Mazda, due dei più importanti produttori giapponesi di auto, firmeranno probabilmente in giornata, un accordo per scambiarsi il 5% delle rispettive quote azionarie. In più le due Case starebbero progettando di costruire insieme un nuovo impianto negli Stati Uniti. Posto per 4.000 lavoratori La notizia è stata data inizialmente dal quotidiano economico giapponese Nikkei Shinbun e poi ripresa da Bloomberg negli Stati Uniti. In particolare l accordo prevederebbe la costruzione di un impianto nuovo di zecca negli States, capace di produrre 300.000 veicoli l anno e che dovrebbe essere la casa della nuova Corolla e di un Suv Mazda. La fabbrica costerà, secondo gli esperti, 1 miliar8
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do e 600.000 dollari e impiegherà almeno 4.000 persone. La data di inaugurazione è prevista per il 2021 e non si hanno, al momento, indicazioni su dove verrà costruita. Insieme per l’elettrico Secondo le fonti giapponesi - oltre alla fabbrica e allo scambio di quote azionarie - Mazda e Toyota annunceranno in una imminente conferenza stampa, anche la possibilità di lavorare ad una piattaforma condivisa per la realizzazione di un auto elettrica. La notizia dell accordo, se confermata, non potrà che far piacere alla amministrazione Trump che ha più volte invitato le Case a non realizzare i propri veicoli al di fuori degli States - in Messico o in Canada - minacciando di imporre fortissimi dazi per l importazione.
BUSINESS
SMART MOBILITY
Idrogeno, più stazioni in Germania.
In Laguna un patto per l’idrogeno.
REDAZIONE
MARINA FANARA
■ Salgono a 32 le stazioni di idrogeno in Germania. La H2 Mobility Joint Venture, che riunisce Daimler, Linde e Shell insieme con Total, Omv e Air Liquid, ne ha aperte altre due nella zona del Baden Wuttemberg, lungo delle arterie particolarmente trafficate e cruciali per la mobilità nel sud del Paese.
■ “Vogliamo che i nostri figli possano crescere in un ambiente più sostenibile e meno inquinato. Per questo dobbiamo iniziare subito a investire su nuove fonti di energia, puntando dritto sull idrogeno”. Il sindaco di Venezia, Luigi Brignano, ha le idee chiare su quella che dovrà essere la mobilità del futuro nella città della Laguna. Una chiarezza di intenti che lo ha spinto a proporre e a far approvare dalla sua giunta un protocollo d intesa con Fch 2Ju (Fuel cell and hydrogen 2 joint undertaking), organismo di ricerca nel campo delle celle a combustibile e delle tecnologie energetiche dell idrogeno in Europa, al quale partecipano rappresentanti di istituzioni pubbliche e private, università, industrie e svariati enti di ricerca.
100 stazioni per il 2018 L apertura dei due nuovi punti – a Sindelfingen, lungo la A81 a sud est di Stoccarda a pochi chilometri dallo storico impianto Daimler che ospita il centro ricerche e sviluppo del marchio tedesco e a Pforzheim, a nord della città e lungo la strada che la connette all importante centro di Karlsruhe – segue di poche settimane quelle nelle altrettanto importanti zone di Wiesbaden e Francoforte. Questo nuovo impulso alla mobilità pulita si inserisce nella strategia che vuole creare 100 stazioni entro il 2018 e oltre 400 prima del 2023. Con queste recenti aperture il Baden Wuttemberg si conferma, con nove punti già operativi, la zona leader in Germania per il rifornimento a idrogeno. Lavoro in comune La sinergia tra le tre aziende che hanno partecipato a questa parte del progetto è perfetta: Daimler si occupa di costruire le stazioni ad idrogeno, Linde mette a disposizione la sua innovativa tecnologia che permette un “pieno” veloce e sicuro e Shell ospita il tutto presso le proprie stazioni di rifornimento tradizionali. Il governo tedesco ha dal canto suo contribuito stanziando 1,8 milioni di euro. Questa infrastrutture, tra le più moderne, impiegano dai 3 ai 5 minuti per un pieno ed entrambe possono servire almeno 40 veicoli al giorno. Entro la fine dell anno è prevista l apertura di almeno altri 5 ulteriori punti di rifornimento per le vetture a idrogeno, a Wendligen (sud di Stoccarda), Karlsruhe, Monaco di Baviera, Brema e Kassel, nella regione centrale dell Assia.
Un laboratorio per l’idrogeno “Si tratta di una scelta”, spiega il sindaco, “dettata dalla volontà di creare le condizioni per diffondere su larga scala l utilizzo di energia verde: l idrogeno è una delle fonti più privilegiate in tal senso e lavorare al suo sviluppo significa anche dare una spinta all economia del territorio attraverso attività innovative e competitive”. Fch 2Ju, precisano a Ca Farsetti, sede del municipio veneziano, è un partner autorevole e riconosciuto a livello europeo come organismo di finanziamento di Horizon 2020, il programma quadro per la ricerca e l innovazione varato dall Unione europea proprio per sostenere la ricerca. Zero impatto in Laguna “Il progetto”, aggiunge ancora il sindaco Brignano, “ben si presta a una città come Venezia che può contare sul polo di Porto Marghera per la produzione. In più, proprio per la sua conformazione, siamo una realtà urbana che può sperimentare nuove forme di mobilità a zero impatto am4 Agosto 2017 ·
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bientale su più tipologie di veicoli, dalle auto, agli autobus, ai vaporetti”. E a proposito di trasporti puliti e lotta all inquinamento, il primo cittadino ci tiene a ricordare che in concomitanza del patto per l idrogeno, la giunta ha anche approvato una delibera per un bando finalizzato ad ampliare l offerta di car sharing nel suo territorio. Finora, il servizio da 15 anni a questa parte è gestito da Avm, la municipalizzata locale del trasporti ma, per renderlo più competitivo, il Comune ha deciso di affidarlo a privati. “Siamo convinti”, ha sottolineato il sindaco, “che la mobilità condivisa abbia enormi potenzialità ed è un altro importantissimo capitolo sul quale ci stiamo impegnando per abbattere i danni prodotti dal traffico e dallo smog”.
AUTO E MOTO
Jaguar F-Type, quattro cilindri senza compromessi. STEFANO ANTONETTI
Nulla da invidiare alle versioni più potenti Le prestazioni parlano da sole: velocità massima di 249 km/h (limitata elettronicamente) e un passaggio da 0 a 100 in 5,7 secondi. Il merito è anche del cambio automatico a 8 rapporti che asseconda, come provato nel nostro test sulle strade della Norvegia, alla perfezione il motore a benzina. La coppia è di 400 Nm, sufficiente a garantire “tiro” anche ai regimi più bassi e a regalare agli appassionati un sound dagli scarichi, degno della tradizione più sportiva di Jaguar: “Un grintoso fratello minore del V6 e del V8, senza alcun compromesso in termini di divertimento di guida”, ci dice Erol Mustafa, ingegnere capo dei modelli sportivi di Jaguar. A bordo non si dorme mai Fa niente poi se il quattro cilindri ha un terminale di scarico singolo rispetto ai due centrali del V6 e ai quattro del V8, il sound cambia ben poco. Note che fanno stare svegli e rendono (quasi) inutile il sistema Driver Condition Monitor che, in base allo stile di guida e alle manovre riconosce quando si è stanchi e con spie prima e segnali acustici poi, invita chi è al volante a prendersi una pausa dalla F-Type. L’alleggerimento, rispetto alle versioni più grandi, di 52 kg è ininfluente ai fini della dinamica di guida, mentre la diversa calibrazione di assetto e telaio (l’architettura è in alluminio) sembrano ora offrire una migliore agilità alla F-Type. La nuova Jaguar F-Type 4 cilindri, in versione coupé e cabrio, è già in vendita in Italia con prezzi a partire da 59.790 euro.
AUTO E MOTO
Opel Grandland X, vietato dormire. PAOLO ODINZOV
■ MOLDE (Norvegia) - Quattro possono bastare. Anche se ti chiami F-Type. La due porte sportive di Jaguar può contare ora sul nuovo motore benzina a 4 cilindri della famiglia Ingenium. Ovviamente turbo e con un’asticella di potenza che si posiziona sulla soglia psicologica dei 300 cavalli. Quasi la metà della “sorella” SVR che ne ha 575 (con trazione integrale) ma comunque non pochi per un due litri. Difficile chiamarla “entry level”. Tanto che il propulsore è il più potente 4 cilindri della storia del marchio inglese. 10
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· 4 Agosto 2017
■ La Opel Grandland X sarà presentata in anteprima mondiale al 67° salone di Francoforte (dal 14 al 24 settembre) e promette di essere un punto di riferimento nella categoria dei suv quanto a sicurezza e assistenza guida. Sotto la carrozzeria, la tedesca nasconde numerose tecnologie innovative capaci di farne una sorta di fortezza su quattro ruote. Ad esempio il cruise control attivo, che mantiene la velocità impostata e la distanza rispetto al veicolo che precede, oppure la frenata automatica di emergenza con rilevamento dei pedoni. Guarda come guidi e ti sveglia Quello che, però, fa la vera differenza sulla nuova Grandland X, prossima ad arrivare nelle concessionarie italiane con un
500 chilometri in autonomia Occasione dell evento è stato il Car Management Briefing Seminar, che si è tenuto al Grand Traverse Resort nel nord dello stato del Michigan, lungo l intestatale 75. Una Cadillac Ats e una Chrysler 300 sono arrivate al luogo dell appuntamento dopo aver viaggiato quasi 500 chilometri - quasi tutti in modalità driverless - attraverso il Canada e gli Stati Uniti, compreso il passaggio del confine. Una è transitata attraverso il Detroit-Windsor tunnel, costruito nel 1930 al di sotto del fiume Detroit che collega il lago Eerie con il Saint Clair, mentre l altra ha attraversato il Blue Water bridge, lungo il fiume St Clair, che sfocia nel lago Huron.
listino base di 26.000 euro, è il rilevamento della stanchezza del guidatore: visto finora solo sui modelli premium della categoria e in grado di prevenire i colpi di sonno, responsabili oggi di un incidente mortale su quattro. Il funzionamento del sistema è complesso ma allo stesso tempo semplice da spiegare:grazie a dei sensori è in grado di capire, analizzando la traiettoria del veicolo, se la persona al volante è affaticata o disattenta. In caso positivo viene attivato un allarme con un messaggio sullo schermo del Driver Information Cluster e un segnale acustico. Superati tre avvisi di primo livello, senza che vi siano reazioni da parte del conducente, la vettura emette un allarme di secondo livello che prevede un diverso messaggio visivo, oltre a un suono a volume più elevato. Guidando a velocità inferiori a 65 chilometri orari per 15 minuti consecutivi il dispositivo si disattiva automaticamente. L’auto ti dice di fermarti “Il colpo di sonno è un grande pericolo che riguarda tutti gli utenti della strada, non solo chi guida - dichiara Peter Küspert, responsabile marketing di Opel – il sistema adottato sulla Grandland X, al pari di una persona, si accorge dei tipici segni della stanchezza e suggerisce a chi è al volante di fare delle pause a cadenza regolare durante i viaggi più lunghi, prima che accada il peggio”.
INNOVAZIONE
L’auto robot oltre confine.
Accordo tra Stati Ad attendere le auto varie autorità, tra cui i Ministri dei Trasporti dello stato del Michigan (Usa) e dell Ontario (Canada) che hanno, nell occasione, firmato un memorandum d intesa per promuovere e favorire la crescita della tecnologia delle vetture connesse e autonome e lo sviluppo di test condivisi tra i due stati frontalieri. Il responsabile del ministero del Michigan, Kirk Steudle, ha dichiarato, “questo accordo è importante perché indica dove le cose succedono veramente”. Anche il ministro dello sviluppo economico del Canada, Navdeep Basin, si è detto entusiasta della giornata che, “è un esempio di collaborazione tra stati. Obiettivo del nostro governo è la creazione di posti di lavoro solidi e attraverso la sinergia con gli Stati Uniti, siamo certi di raggiungerlo”. Difficoltà impreviste Il viaggio delle due auto non è stato privo di interessanti spunti di riflessione e di sfide tecnologiche. La vettura che ha attraversato il tunnel tra Detroit e Windsor si è trovata a dover affrontare, nella parte subacquea del tracciato, un significato calo di ricezione del sistema Gps, ma è riuscita comunque a non perdere la bussola. L altra ha attraversato il Blue Water bridge, che è stato costruito con un massiccio utilizzo di alluminio: la massa metallica ha interferito con i sensori e i lidar della vettura. Secondo i tecnici di Continental e Magma il viaggio ha non solo messo alla prova la tecnologia alla quale stanno lavorando da anni, ma anche evidenziato quello che serve per affrontare in modalità driverless situazioni particolari, come l attraversamento del confine tra due stati.
PAOLO BORGOGNONE ■ Grazie alla collaborazione tra Continental e l azienda canadese di componenti per auto Magma International, due vetture robot - entrambe equipaggiate con autonomia di livello 3, quella che prevede la presenza a bordo di una persona in grado di prendere i comandi in qualsiasi momento - hanno passato per la prima volta il confine tra Stati Uniti e Canada in modalità driverless. 4 Agosto 2017 ·
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LIFESTYLE
Mick Jagger, “pietra rotolante” a 4 ruote. GIUSEPPE CESARO
■ “Ho una macchina nuova fiammante e voglio spingerla al massimo la porterò a fare un giro in autostrada: voglio vedere quanto è in forma Sollevala col crick, baby, coraggio: apri il cofano, voglio sentire se l’olio odora di buono: mmmm, sa di caviale La spingerò oltre il limite Sento il motore che gira: sì, ha proprio il ritmo giusto Sinuosa come una pantera: puoi sentirla fare le fusa Schiaccerò l’acceleratore a tavoletta e mi farò maltrattare Ho una macchina nuova fiammante: guido nell’oscurità e credo che mi fermerò a ‘parcheggiare’.” Sensuale, provocante, dirompente L’auto come sinonimo di bellezza sensuale, provocante, dirompente, e la guida come metafora sessuale sono due tra gli stilemi più classici del linguaggio rock. Non stupisce, dunque, che il testo di questa “Brand New Car” (1994), firmata Jagger/Richards - cuori pulsanti dei Rolling Stones – lasci davvero poco all’immaginazione. Del resto Sir Michael Philip “Mick” Jagger (Dartford, 26 luglio 1943: 74 anni mercoledì scorso) – 16esimo tra i 100 migliori cantanti di 12
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sempre, secondo ‘Rolling Stone’ (la rivista) – è, forse dopo il solo Elvis, il frontman che più di ogni altro ha fatto del linguaggio del corpo – labbra, bacino, sguardi, movenze – il complemento perfetto, anzi il booster per esaltare, se possibile, ancora di più sound e ‘tiro’ di una band il cui nome, da 55 anni ormai, significa una cosa sola: grande rock’n’roll. L’attore più grande di tutti Truman Capote – uno dei più importanti scrittori americani del Novecento (“Colazione da Tiffany” e “A sangue freddo”, tanto per ricordare due capolavori) – inviato dalla rivista America a seguire il tour degli Stones del ‘72, non riesce a tirare fuori il pezzo che il magazine si aspetta, ma, intervistato da Andy Warhol, disegna un ritratto di Jagger di rara intensità e lucidità: “È affascinante, nel senso che è uno dei più grandi attori che io abbia mai conosciuto. Ha l’eccezionale qualità di essere perfettamente in grado di diventare completamente estroverso. Pochissime persone possono essere esclusivamente, assolutamente e completamente estroversi. È una cosa rara, delicata e insolita. Uscire
fuori e Bam! E lui riesce a farlo a un livello incredibile. Ma la cosa che lo rende ancora più affascinante è il fatto che, quando tutto finisce, ritorna una persona riservata, sensibile e assai più matura dal punto di vista emotivo della maggior parte degli attori e degli intellettuali. È una delle pochissime persone che riesce a passare istantaneamente tra queste due diverse dimensioni. Sa come salire su un palco e trasformarsi in un grande showman, mettendo su uno spettacolo fantastico, il cui elemento vitale è l’energia”. Senza patente Impossibile elencare tutte le quattro ruote che hanno affascinato Sir Mick, così come è impossibile ricordare tutte le fiamme che ha scarrozzato in giro per il Pianeta. In oltre mezzo secolo di eccessi, infatti, il timido ragazzino della middle-class (padre insegnante, madre parrucchiera) - restio nel mostrare affetto, che non sopportava di essere spinto nel fango durante le partite di rugby e preferiva tenersi in disparte lontano dai guai - ha provato tutto e il contrario di tutto. Non mancano, però, le curiosità. Il giorno successivo all’uscita (16 aprile 1964) del primo album della band (“The Rolling Stones”), ad esempio, il ventunenne Mick viene arrestato per guida senza patente e senza assicurazione.
1950) probabilmente ispirato a un proverbio antichissimo (da taluni attribuito al drammaturgo romano Publilio Siro, I sec. a.C.) che recita “Pietra che rotola non fa muschio” - ha collezionato 30 album in studio, 23 live, 25 compilation e 120 singoli, vendendo oltre 250 milioni di dischi. Secondo ‘Rolling Stone’, i Rolling Stones – perdonate il gioco di parole - sono al 4° posto nella classifica dei 100 più grandi artisti di sempre, dietro soltanto a Beatles, Bob Dylan ed Elvis Presley. Niente male per il gruppo di un ragazzino timido e introverso, inconsapevolmente avviato sulla ‘via della perdizione’ dalla chitarra regalatagli dalla mamma di ritorno da un viaggio in Spagna e folgorato sulla via del R&R dal suo primo concerto - Buddy Holly, Woolwich, 1958 – quando aveva soli quindici anni.
Attrazione fatale per la DB5 Un paio d’anni più tardi – fine agosto 1966 (il momento di massimo fulgore della ‘Swingin’ London’, animata da Beatles e Stones: amici in ‘casa’, rivali in ‘piazza’) – il nostro è al volante di una elegante Aston Martin DB6 (3.995 cc, 282 cavalli, 238 km/h, da 0 a 100 in 6,1 secondi), autentica auto-icona (anche Paul McCartney ne ha una identica), appena acquistata per 5mila sterline (l’equivalente di quasi 90mila sterline di oggi, poco più di 100mila euro al cambio di oggi). Sul sedile accanto a Jagger, la fidanzata dell’epoca, la prima di un’interminabile serie: Christine Shrimpton (sorella minore della modella Jean Shrimpton). All’improvviso, lungo Great Tichfield Street, nel cuore di Londra, la Ford Anglia della Contessa di Carlisle (ma secondo fonti meno ‘romantiche’ si tratta di un furgone che trasporta prodotti alimentari) prova una attrazione fatale per la DB6 blu-notte. Il ‘bacio’ è inevitabile. Per fortuna le velocità non sono elevate, nessuno si fa male e i danni alla prestigiosa ‘Bond-car’ sono minimi: poche centinaia di sterline. Addio al celibato in Morgan Bellissima – né c’era da dubitarne – la Morgan Plus 8 Roadster (3.532 cm3, 184 cavalli, 210 km/h di velocità massima, accelerazione da 0 a 100 in 6,6 secondi), al volante della quale la voce-simbolo delle ‘Pietre Rotolanti’ viene ‘paparazzata’ nei dintorni di St. Tropez. Sono i primi di maggio del 1971 e Mick si mette al volante di questa meraviglia inglese (solo 6mila esemplari in 36 anni di produzione: 1968-2004) per godersi gli ultimi giorni da scapolo, nel rilassante paesaggio del sud della Francia. Pochi giorni più tardi (12 maggio), infatti, sposerà la sua prima moglie Bianca Pérez-Mora Macias, 26 anni, figlia di un importante uomo d’affari e diplomatico del Nicaragua. Pietra che rotola non fa muschio I Beatles si sono sciolti da poco più di un anno (al matrimonio Paul e Ringo si terranno a distanza), gli Stones hanno, invece, appena cominciato la seconda delle loro (per ora) cinque decadi. Dai loro inizi ad oggi – la band che sembra dovere il proprio nome al titolo di un blues di Muddy Waters (“Rollin’ Stone”,
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COVERXXXXXX STORY HONDA AUTO
La batteria nel cuore. Viaggio nel centro ricerche del colosso giapponese, fra elettrificazione spinta e guida automatizzata. La Clarity “tre in una”, questione di autonomia.
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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 4 - FEBBRAIO 2017
■ UTSUNOMIYA – A circa un centinaio di chilometri a nord di Tokyo, nella prefettura di Tochigi, Honda ha un centro ricerche e sviluppo con circuito annesso. Ci è stato aperto (segreti esclusi) per raccontarci come il colosso giapponese, settimo al mondo, sia impegnato in un obiettivo a dir poco ambizioso: vendere entro il 2030 due terzi dei propri veicoli elettrificati (ibrido, ibrido plug-in, elettrico e idrogeno).Con un anticipo previsto per l’Europa nel 2025, dove per ora il costruttore ha in gamma solo auto con motori termici (la prima ibrida arriverà a fine 2018 e sarà il suv CR-V). Una rivoluzione che Takahiro Hachigo, il numero uno del marchio, ci dice avrà “un focus centrato sull’ibrido basato su un nuovo sistema plug-in ad alta efficienza”. È dell’otto-
bre scorso la creazione di una divisione elettrificazione ad hoc. In parallelo, Honda sta sviluppando sistemi di guida autonoma che sarà operativa su autostrade “a livello 3 per il 2020”, mentre “intorno al 2025” un livello 4 (il massimo attualmente è il 5) sarà in vendita per un uso anche in città. A Tochigi, il primo simbolo di questa rivoluzione elettrica è la Honda Clarity, berlinona concepita da subito su una piattaforma capace di ospitare tre versioni sotto lo stesso vestito: a idrogeno con fuel cell, arrivata sul mercato Usa nel dicembre scorso in leasing, ibrida plug-in con un 1.500 benzina e un’unità elettrica e l’elettrica al 100% presentate adesso. Le abbiamo guidate brevemente sul circuito tutte e tre, con l’elettrificazione che aiuta nello spunto, soprattutto nella versione a batteria e in quella a idrogeno, meno nella plug-in. La potenza disponibile è pari a 177 cavalli per la fuel cell e per la plug-in, 160 per l’elettrica. Il problema che la Clarity “tre in una” ci pone davanti agli occhi è quello dell’autonomia, sulla quale la ri-
voluzione di Hachigo avrà da combattere. Se l’auto a idrogeno dichiara una percorrenza con un pieno fino a 700 chilometri (con rifornimento in pochi minuti se si trova una stazione, unica in Italia a Bolzano e ancora rare nel resto del mondo), l’elettrica ha una autonomia dichiarata di soli 130 chilometri, pochi considerando che le nuove generazioni di batterie su modelli dei concorrenti oggi sono più che raddoppiate se non triplicate come sulle Tesla o sulla compatta Opel Ampera-e. Scarto che invece sparisce sulla plug-in, dove la batteria permette di andare in modalità a zero emissioni per poco meno di 70 chilometri, dato allineato alla migliore concorrenza. La Clarity non è che l’inizio del nuovo corso di Honda, di cui fanno parte anche la sicurezza, dai sistemi attivi alla guida autonoma (sviluppata insieme a Waymo, Google) e un cambio d’indirizzo nel design che verrà annunciato in autunno. Tutto apparentemente nulla di diverso dai competitor, senza dimenticare Borges quando annotava che il tempo si biforca in innumerevoli futuri.
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FRANCESCO PATERNÒ
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Nuova serie • Anno 2 • Numero 9 • Luglio-Agosto 2017 • €3,00
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ACI: BASTA AUTOVELOX PER FARE CASSA.
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