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Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Settimanale digitale • Anno 1 • Numero 12 • 06/10/2017
Rivoluzione cinese PAOLO BORGOGNONE ■ Il dragone è sveglio e cammina, anzi corre, verso un futuro di mobilità elettrica. “Anche un viaggio di 1000 miglia comincia con un primo passo”, recita uno dei tanti, saggissimi, proverbi cinesi. E di passi il secondo Paese più popoloso al mondo, con quasi 1 miliardo e 400 milioni di abitanti, ne ha fatti tanti e molti altri vuole farne. Uno che di conquiste se ne intendeva, Napoleone Bonaparte, lo disse già nel 1816: “Quando la Cina si sveglierà, il resto del mondo tremerà”. La scintilla elettrica parte da qui.
Lo sanno le Case locali che sfornano modelli sempre più tecnologicamente avanzati, lo sanno i costruttori internazionali che fanno a pugni per guadagnare spazio sul mercato cinese e per produrre laggiù le loro auto e lo sa il governo di Pechino che ha messo le cose in chiaro: il 2018 passi, ma dal 2019 regole ferree sulla produzione di veicoli a batteria che dovranno raggiungere una quota (alta) di mercato prestabilita. Lasciando da parte il complicato sistema dei crediti, in sostanza il messaggio è: costruite, costruite, costruite. Dando sempre più spazio ad auto a basse emissioni. La rivoluzione elettrica in Cina c’è già. 27 Marzo 2017 ·
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BUSINESS
Cina, dal 2019 quote elettriche. PAOLO BORGOGNONE
■ Il governo cinese ha stabilito severi obiettivi di vendita per i veicoli elettrici e ibridi plug-in a partire dal 2019, lasciando però l’industria libera di operare nel corso del 2018. Nel 2019 almeno il 10% delle auto vendute in Cina dovrà essere a basse emissioni. La quota si alzerà poi al 12% per il 2020. Accumulo di crediti Lo ha annunciato il ministero dell’industria e tecnologia di Pechino in una nota che ha sostanzialmente confermato quanto già trapelato nelle scorse settimane, con la differenza che il previsto tetto dell’8% da raggiungere già nel 2018 è stato cancellato. Erano stati gli stessi costruttori, sia locali che internazionali, a chiedere un ammorbidimento delle richieste almeno per il prossimo anno. La regola varrà per tutte quelle Case che venderanno almeno 30.000 vetture nel corso di dodici mesi. Il sistema funziona attraverso dei crediti che potranno
essere accumulati, riducendo – di fatto – il numero complessivo di auto da vendere. La quantità di crediti ricevuti varia da modello a modello a seconda delle performance in termini di mancate emissioni e di autonomia. A parere degli esperti, il nuovo regolamento porterà in totale alla commercializzazione di più di un milione di vetture a batteria o ibride plug-in l’anno nel Paese asiatico. L’industria dice sì Positiva la risposta delle Case all’annuncio del governo di Pechino. In un comunicato, Ford ha accolto favorevolmente la notizia, mentre General Motors ha confermato l’impegno a seguire le regole, confermando la fiducia nella propria capacità di rientrare nei parametri. Honda, dal canto suo, ha ribadito l’intenzione di lanciare un nuovo veicolo elettrico sul mercato cinese già dal prossimo anno e ha promesso di allargare l’offerta della propria gamma a basse emissioni per rientrare nelle quote richieste. 6 Ottobre 2017 ·
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INNOVAZIONE
Guida autonoma, Baidu rilancia. CARLO CIMINI
sua rete di cooperazione, Baidu ha dovuto fare i conti anche con i ferrei regolamenti imposti dalle autorità locali che vietano i test su strada. La società sarebbe finita del mirino della polizia per una prova dimostrativa di guida driverless per la stampa, pare realizzata su una via normalmente aperta al traffico.
BUSINESS
Great Wall Motors compra litio. CARLO CIMINI
■ Il principale motore di ricerca in lingua cinese, Baidu, che sta lavorando anche a soluzioni per l’intelligenza artificiale al volante, ha creato un fondo da 1,3 miliardi di euro chiamato Apollo, in onore del progetto Nasa che portò allo sbarco sulla luna – per finanziare studi sui veicoli a guida autonoma. L’obiettivo è competere con le aziende rivali che operano soprattutto negli Stati Uniti (Waymo, di Google, in primis) attraverso l’approfondimento di almeno 100 progetti di innovazione nel settore driverless, nei prossimi tre anni. Nuove mappe L’annuncio della nascita del fondo coincide con il rilascio di Apollo 1.5, la seconda generazione del software open-source dedicato alla guida robotizzata della società cinese. Dopo aver lavorato anni al suo sviluppo, Baidu ha deciso di aprire la sua tecnologia a terzi: una mossa finalizzata ad accelerarne lo sviluppo e rispettare i tempi previsti per il rilascio definitivo che, secondo lo stesso colosso orientale delle comunicazioni, dovrebbe avvenire entro il 2020. Gli ultimi sviluppi della piattaforma cinese ora a disposizione di tutti riguardano in particolare nuove mappe ad alta definizione e una innovativa tecnologia per il riconoscimento degli ostacoli. 70 partner Attualmente sono circa 70 le collaborazioni di Baidu nel settore automobilistico: numeri in crescita negli ultimi mesi, se si considera che in luglio i partner erano 50. Tra questi i più importanti sono Nvidia e il servizio di navigazione TomTom. Nonostante la rapida espansione della 4
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· 6 Ottobre 2017
■ Great Wall Motors, il più grande produttore privato di automobili in Cina, spenderà una cifra pari a quasi 19 milioni di euro per acquisire il 3,5% delle azioni dell’azienda estrattiva australiana Pilbara Minerals, quotata alla borsa di Hong Kong. In questo modo il costruttore si garantirà una fornitura stabile di spodumene, un minerale essenziale per la realizzazione delle batterie agli ioni di litio destinate ai veicoli a motore elettrico. Tonnellate di materiale Con questo accordo Great Wall Motors si è assicurata una fornitura stimata in 150.000 tonnellate del minerale ogni anno, per un valore intorno ai 135 milioni di dollari. Il litio sarà estratto presso il centro di Pilgangoora LithiumTantalum a sud di Port Hedland, nella parte occidentale dell’Australia: si tratta di uno dei principali giacimenti presenti nell’isola dei canguri, da cui si ricava il prezioso materiale e altri sali. L’inizio della produzione nel sito è prevista nel 2018 e Great Walls Motors si è impegnata anche nella estinzione di una parte del debito da 50 milioni di dollari contratto per la realizzazione delle infrastrutture necessarie all’ampliamento dell’impianto. Quando que-
sto opererà al massimo delle proprie potenzialità si calcola che produrrà circa 800.000 tonnellate di litio l’anno. La Cina, per sostenere l’economia nazionale e combattere l’inquinamento, con l’eliminazione progressiva dalle strade dei veicoli a benzina e diesel, ha fissato rigorose quote per i costruttori: le auto elettriche dovranno costituire almeno il 20 per cento delle vendite entro il 2025.
BUSINESS
Byd sogna una Cina a batterie.
sidente di Byd, “e crediamo che verranno attuati perfino prima del previsto”. Una svolta che in Europa, nonostante qualche annuncio sia già arrivato, può essere considerata ancora “impraticabile”.
INNOVAZIONE
Auto elettrica, l’Italia rimane indietro. GLORIA SMITH
CARLO CIMINI
■ Tra poco più di dieci anni tutti i mezzi privati in Cina potrebbero essere a batteria. È la previsione del costruttore automobilistico locale Byd, secondo il quale il passaggio alla mobilità totalmente elettrificata avverrà, almeno nelle 20 città più importanti del Paese, entro il 2030. A vele spiegate Il presidente della Byd, Wang Chuanfu non ha usato mezzi termini nella dichiarazione raccolta dalla Reuters, affermando che, per rispettare le tabelle di marcia verso un’altra motorizzazione, entro il 2020 dovranno essere venduti almeno 2,5 milioni di veicoli a batteria, ibridi e plug-in. Stop a diesel e benzina La transizione all’elettrificazione viaggia spedita in Cina ed è in parte anche obbligata. L’intenzione dell’esecutivo di Pechino è quella di bloccare le immatricolazioni dei modelli benzina e gasolio forse già a partire dal 2025. “Siamo certi della concretezza di questi piani, che stanno già mettendo pressione sulle Case”, ha dichiarato il pre-
■ Se l’auto elettrica e autonoma è la prossima grande rivoluzione per il settore della mobilità, l’Italia deve accelerare il passo. È la carenza di infrastrutture unita a un quadro normativo non adeguato all’evoluzione tecnologica a penalizzarci e relegarci nelle retrovie, secondo un report realizzato dalla società tedesca di consulenza strategica Roland Berger. Chi finirà sul podio? Nonostante la presenza del colosso dell’auto elettrica Tesla e di giganti dell’hi-tech che testano l’auto autonoma come Google e Uber, per gli studiosi non sono gli americani ma i Paesi asiatici a staccare la concorrenza grazie a tecnologie avanzate, norme aggiornate e consumatori pronti a cambiare il modo di vivere la mobilità. Radar su 11 paesi Lo studio “Automotive Disruption Radar” di Roland Berger è stato realizzato intervistando 11.000 consumatori di 11 paesi: Cina, Germania, Francia, Regno Unito, India, Italia, Giappone, Olanda, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti. L’indagine affronta i temi chiave dell’auto del futuro: mobilità condivisa, guida autonoma, digitalizzazione, auto elettrica, infrastrutture, quadro normativo. Considerando tutti questi parametri, la prima posizione spetta all’Olanda come paese più pronto per l’auto elettrica e autonoma. La Germania risulta quinta, gli Stati Uniti solo decimi. L’Italia è ultima. 6 Ottobre 2017 ·
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Asia prima nell’innovazione Se si considerano però specificamente l’innovazione tecnologica e normativa, la capacità di lanciare rapidamente test e progetti di sviluppo, e l’accettazione da parte del pubblico, la palma d’oro dell’“Automotive Disruption Radar” va ai Paesi asiatici. Singapore, per esempio, ha modificato il proprio quadro normativo per permettere la circolazione dei nuovi veicoli e ha lanciato i primi esperimenti con autobus turistici e veicoli commerciali senza conducente. Anche sul fronte della e-mobility, l’Asia è in testa con il 50% degli automobilisti intenzionati ad acquistare un’auto elettrica, mentre in Europa occidentale sono il 30% e negli Stati Uniti, la patria di Tesla ma anche della benzina lowcost, appena il 15% del campione pensa di comprarsi una macchina elettrica. In media, il 35% degli intervistati in tutto il mondo intende acquistare un’auto elettrica come prossimo veicolo. Tutti concordano su due punti: le elettriche sono ancora troppo costose e le infrastrutture per la ricarica elettrica non abbastanza capillari. Italia tra ritardi e opportunità Proprio l’infrastruttura è uno dei parametri su cui il nostro paese viene bocciato. “L’Italia è piuttosto arretrata: alcuni indicatori tra cui la mobilità condivisa, la densità delle stazioni di ricarica e persino l’indice di curiosità verso la guida autonoma sono ben inferiori rispetto a quelli registrati negli altri paesi esaminati dal report”, sottolinea Andrea Marinoni, Senior Partner di Roland Berger. Nell’auto elettrica e autonoma siamo dunque condannati a restare ai box? Non è detto: la prossima introduzione di zone speciali con una maggiore flessibilità normativa per effettuare i primi test dell’auto autonoma potrebbero farci rientrare in gara e in più la nostra filiera industriale “ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo da protagonista tra i principali player di settore”, afferma Marinoni. Per fare il salto serve però un “ripensamento di sistema”: un nuovo modo di immaginare, sviluppare, produrre, regolare e utilizzare i servizi per la mobilità che ci permetta di fare la nostra parte nella prossima rivoluzione dell’automotive.
BUSINESS
Marchionne cauto sull’auto elettrica. REDAZIONE ■ Sì alle auto a batteria, ma senza imposizioni dall’alto e soprattutto tenendo nel giusto conto i benefici di tutte le tecnologie oggi disponibili per realizzare motori più puli6
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· 6 Ottobre 2017
ti, con carburanti meno inquinanti come il metano. Per le autonome, progressi costanti ma senza balzi in avanti. Le auto robot pronte in un decennio. Intanto sono già iniziati gli incontri per un possibile spin off di Magneti Marelli dal gruppo. Questo in estrema sintesi il pensiero dell’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, che ha parlato a Rovereto in una lectio magistralis. Non solo elettrico “Le auto elettriche – ha detto Marchionne – possono sembrare una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissione nei centri urbani, ma si tratta di un’arma a doppio taglio. Forzarne l’introduzione su scala globale, senza prima risolvere il problema di come produrre l’energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta. Quella dell’elettrico – ha aggiunto il top manager – è un’operazione che va fatta senza imposizioni di legge e continuando nel frattempo a sfruttare i benefici delle altre tecnologie disponibili, in modo combinato. È più utile concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano, che per la sua origine e le sue qualità è oggi il più virtuoso e più pulito in termini di emissioni”. “Masochismo economico” Rivolgendosi alla platea riunita all’università di Rovereto, dove gli è stata consegnata la laurea honoris causa in ingegneria industriale, Marchionne ha puntualizzato: “Fca sta lavorando su tutte le forme di auto elettrica: dagli ibridi leggeri ai tradizionali, ai plug-in, ai sistemi totalmente elettrici. Ma non possiamo ignorare i problemi. Cinque anni fa abbiamo lanciato la 500 elettrica in quegli stati come la California, dove i regolamenti impongono la vendita di un numero minimo di veicoli a emissioni zero. Ma per ogni esemplare che ne vendiamo negli Stati Uniti, perdiamo circa 20.000 dollari. Un’operazione che, su larga scala, è masochismo economico”. Guida autonoma: tra 10 anni Il top manager ha poi parlato della guida autonoma, anche qui sottolineando l’impegno del gruppo Fca. “Da circa un anno, i nostri ingegneri e quelli di Waymo, la società di Google dedicata alle vetture robot, lavorano fianco a fianco per integrare e sperimentare le tecnologie a guida autonoma su una flotta di Chrysler Pacifica Hybrid. Crediamo che la guida autonoma sarà realtà nel giro di un decennio
e che i sistemi avanzati d’ausilio alla guida svolgeranno un ruolo cruciale nel preparare legislatori, consumatori e aziende al mondo in cui il controllo dell’auto sarà lasciato nelle mani dell’auto stessa”. Marchionne ha confermato che già l’anno prossimo arriveranno auto con guida a autonoma di livello 3 – su Maserati in primis – mentre per i livelli successivi ci vorrà più tempo. Addio Magneti Marelli “Lo spin-off di Magneti Marelli lo porteremo avanti il prossimo anno – ha detto poi Marchionne – dobbiamo però ancora discuterne in sede di consiglio di amministrazione. La settimana scorsa abbiamo iniziato a parlarne. Il tutto farà parte del piano che presenteremo nel 2018”.
BUSINESS
Prenotata con 1.000 dollari Non è la prima volta – e presumibilmente non sarà l’ultima – che la Tesla di Musk con bilanci ancora in rosso non raggiunge i propri obiettivi. La Model 3 è stata presentata nel 2016 con uno show molto americano, al termine del quale fioccarono oltre 400.000 prenotazioni con soli 1.000 dollari. Col passare del tempo, qualcuno ha rinunciato all’acquisto, altri se ne sono aggiunti per un’auto con cui Musk sostiene di voler rivoluzionare il settore delle elettriche, grazie a prestazioni notevoli – fino a 500 chilometri con una sola carica e con la batteria più grande, lo 0-100 in 6 secondi, spazio per cinque persone – e a un prezzo più accessibile rispetto al resto della piccola gamma, a partire dai 35.000 dollari. Per ora, solo una falsa partenza.
BUSINESS
La Tesla Model 3 parte male.
Mercato auto, settembre +8,1%.
REDAZIONE
REDAZIONE
■ La Tesla di Elon Musk ha comunicato di aver prodotto nel terzo trimestre dell’anno soltanto 260 Model 3, la nuova berlina elettrica destinata nelle intenzioni a essere un’auto dai grandi volumi per un costruttore fin qui di nicchia, grazie a un prezzo base di 35.000 dollari. 260 unità invece delle 1.500 da obiettivo. In borsa a Wall Street, il titolo ha subito perso l’1,5%.
■ Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sulle immatricolazioni di automobili nuove in Italia nel mese di settembre 2017 (letti da Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri), c’è stata una crescita dell’8,1% rispetto allo scorso anno (166.956 unità). Il cumulato dei primi nove mesi dell’anno sale a +9% (1.533.710 unità). Di fatto, quindici trimestri positivi.
Silenzio su nuovi obiettivi Nel comunicato, l’azienda californiana sostiene di saper “cosa fare per risolvere il problema” e promette di recuperare il terreno perduto, senza tuttavia dare nuovi obiettivi. Il 28 luglio scorso furono consegnate le prime 30 Model 3 ai clienti-dipendenti, con un’altra promessa di raggiungere le cinquemila unità prodotte a settimana entro il prossimo dicembre.
Le autoimmatricolazioni Ma non tutto è oro quel che luccica se le vendite ai privati sono diminuite del 3,9%, mentre il canale del noleggio è cresciuto del 26,8% con un’ottima performance sia del breve termine (+93,4%), che raddoppia quasi la propria quota percentuale passando dal 3,4% del settembre 2016 al 6,1% di quest’anno, 6 Ottobre 2017 ·
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sia del lungo termine (+10,2%). Le vendite a società registrano 45.115 unità e aumentano del 24,3% rappresentando il 26,8% delle immatricolazioni del mese di settembre: “Sono tuttavia le autoimmatricolazioni – dicono all’Unrae – a trainare questo canale, costituendone circa l’80% del targato”. Mercato ibrido privati al 5% Andando a vedere i dati di immatricolazione per alimentazione, volano le motorizzazioni ibride (+48,7% nel mese e +70,3% nel cumulato, il 5% del mercato privati), vanno bene nei loro piccoli numeri le elettriche (+25% a settembre e +49,3% a gennaio-settembre), salgono a una cifra le motorizzazioni diesel, in linea con il mercato sia nel mese di settembre (+8,5%) che nei primi 9 mesi 2017 (+8,6%). A doppia cifra invece il salto del Gpl con una crescita del 16,9% a settembre grazie alle 9.713 unità (+27,2% nel cumulato), mentre scende ancora il metano, che nei primi 9 mesi dell’anno perde il 32,3% e quasi un punto percentuale in quota rispetto allo scorso anno. Più crossover che suv Tra le carrozzerie, la preferenza per suv e crossover resta una costante, con i secondi in particolare che registrano 39.704 unità e un incremento del 44% nel mese di settembre e del 29% nel cumulato gennaio-settembre 2017. Marchi, chi sale e chi scende Tra i marchi, a settembre sono cresciuti di più Seat (+60,33%), Nissan (+57,53%) e Jeep (+44,23%). In calo Jaguar (-51,57%) e Kia tra i generalisti (10,73%), Ford perde lo 1,02 aspettando l’effetto della nuova Fiesta. Sui nove mesi spiccano il +71,38 di Maserati e il +29,61% di Alfa Romeo, il +26,54 di Citroen e il +42,53% della piccola Suzuki.
AUTO E MOTO
Nissan Leaf, tocca alla 2.Zero. PATRIZIA LICATA ■ La Nissan Leaf è cresciuta. L’auto elettrica più venduta al mondo, con quasi 300.000 esemplari in circolazione, diventa 2.Zero arricchendosi di funzioni di automazione e portando la sua autonomia ai 378 chilometri dichiarati con un sola carica. È ordinabile da subito e ha un prezzo che parte da 37.500 euro: le prime unità saranno consegnate all’inizio del 2018. Il nuovo allestimento è stato presentato ad Oslo in occasione del terzo evento Nissan Futures “Oltre l’auto”, dedicato all’anticipazione delle tendenze future in tema di mobilità, perché, come ha sottolineato il presidente di Nissan Eu8
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· 6 Ottobre 2017
rope, Paul Willcox, l’auto cento per cento elettrica è solo il punto di partenza di una nuova visione che include sostenibilità ambientale, sicurezza sulle strade, gestione del traffico e servizi per il conducente abilitati dalla connettività Internet. Molto tecnologica La nuova Leaf 2.ZERO è il primo modello Nissan in Europa a essere dotato di sistema avanzato di assistenza alla guida Nissan ProPilot 1.0. Questa tecnologia include l’Intelligent Cruise Control e l’Intelligent Lane Departure Intervention, che vigilano sul mantenimento della corsia; il Traffic Jam Pilot, che consente di rallentare automaticamente se c’è una coda, di fermarsi quando il flusso delle auto si interrompe e di ripartire automaticamente; e il ProPilot Park, per un parcheggio totalmente autonomo, per il quale basta spingere un pulsante. Con un altro si attiva la tecnologia e-Pedal che regola la pressione sul pedale del conducente nella partenza, nell’accelerazione, nella decelerazione e nel fermarsi. Ricarica rapida Anche l’autonomia è stata migliorata sulla 2.Zero: la nuova Leaf, che ha una batteria agli ioni di litio da 40 kWh, percorre con una sola carica fino a 378 chilometri (l’autonomia può variare in base a fattori come la velocità di guida, il tipo di strada, la temperatura esterna, l’uso del climatizzatore). L’anno prossimo saranno in vendita caricabatterie opzionali che portano i tempi di ricarica della 2.ZERO fino a sole due ore, mentre per una ricarica all’80% sono sufficienti 40 minuti in una delle stazioni della rete europea CHAdeMO (4.600 unità che saranno portate a 5.600 nei prossimi 18 mesi). Una rivoluzione stile iPod La prima Nissan Leaf è stata portata sul mercato nel 2010 ma le sue radici affondano in un passato più lontano: Nissan sfornò un primo modello elettrico, la Tama, nel 1947, sviluppato durante la seconda guerra mondiale per far fronte alla mancanza di petrolio. Dieci anni fa è arrivata la nuova strategia di elettrificazione, accolta inizialmente “con scetticismo”, ha ricordato Willcox. Oggi il quadro è molto diverso: “Sempre più aziende, anche non del settore automotive, puntano sui veicoli elettrici. Nissan lo ha sempre fatto con consapevolezza e ora è pronta a cavalcare la formidabile accelerazione del mercato”. Le stime dicono che nel 2027 il 30% delle auto nuove vendute nel
mondo saranno elettriche, contro l’attuale 1%, ma per la casa giapponese la percentuale potrebbe essere anche più alta. “Ci prepariamo a una rivoluzione della portata della nascita di Internet per il mondo della comunicazione o del lancio dell’Apple iPod per il modo di consumare la musica”, ha annunciato Willcox. Come è cambiata La Nissan Leaf 2.Zero è cambiata anche nel suo design esterno ed esterno. Lo stile esterno è stato reso più sportivo; all’interno il display HD a colori da 7 pollici integrato nel quadro strumenti è stato ampiamente rivisto per rendere più semplice la comprensione di funzionalità come la tecnologia Safety Shield, lo stato di carica, il livello di energia, l’audio e le informazioni del navigatore.
INNOVAZIONE
Il futuro elettrico di General Motors.
Svolta elettrica È stato Mark Reuss, vice presidente di Gm, a parlare di questo nuovo futuro, senza tuttavia sbilanciarsi sui tempi dell’elettrificazione dell’intera gamma: “Chiunque dia una data precisa, ha sostenuto il manager, non ha presente la complessità di un sistema di mercato globale. Se vi dicessi un anno esatto vi starei prendendo in giro”. Bolt come base Anche in mancanza di precisi riferimenti temporali, è chiaro che la strategia elettrica di General Motors ruota intorno a un prodotto ben preciso, la Bolt che, secondo Gm, non è una vettura sperimentale, ma la chiave di volta di tutta la visione del futuro: “La Bolt è una piattaforma – ha detto Reuss – che serve da base anche per i test che riguardano la tecnologia driverless o i sistemi di car sharing”. Reuss e alcuni altri dirigenti della Casa hanno accompagnato i giornalisti all’interno del Technical Center Design Dome dove è stata mostrata una Bolt circondata da una dozzina di vetture nascoste da teloni. Solo alcuni dei nuovi concept sono stati svelati: in particolare sono stati mostrati un crossover Cadillac, un suv marchiato Buick – entrambi senza nome – e una riedizione della stessa Bolt, ma declinata in chiave futuristica. Nuove batterie È stato annunciato anche che in futuro le batterie proposte da Gm saranno di due diverse dimensioni, così da adattarsi a differenti piattaforme. Il costruttore ha anche confermato che sta lavorando sulla tecnologia a idrogeno e che le celle a combustibile entreranno in produzione a partire dal 2020 nello stabilimento di Brownstone. Chiudendo l’evento, Reuss ha sottolineato che “nonostante ci potrebbe volere qualche anno in più del previsto, siamo certi che col passaggio all’elettrico potremo guadagnare. Per questo rimaniamo flessibili, non abbiamo una sola risposta a un unico mercato. Oggi chiunque dica di sapere in quale direzione andrà il futuro sta scherzando, ma noi siamo pronti”.
AUTO E MOTO
PAOLO BORGOGNONE ■ General Motors ha annunciato che entro il 2023 introdurrà almeno 20 modelli totalmente elettrici. I primi saranno due veicoli – basati sulla Chevrolet Bolt – che arriveranno nel corso dei prossimi 18 mesi. Un segno chiaro di una svolta che riguarderà non soltanto il colosso di Detroit, per il quale in un futuro non ancora imprecisato tutte le auto che produrrà saranno a batteria, sostituendo completamente quelle alimentate a benzina o a gasolio.
Citroën C3 Aircross, suv intelligente. FRANCESCO PATERNÒ ■ AJACCIO – Sarà in vendita dal 21 ottobre la Citroën C3 Aircross, suv compatto di segmento B con cui il marchio francese affronta una fascia di mercato molto calda sia in Italia che in Europa. Nel nostro Paese, nei primi 8 mesi dell’anno il segmento vale il 44% di tutte le vendite, 6 Ottobre 2017 ·
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poi altri due motori a benzina e un altro diesel. Guidando fra curve e controcurve delle strada della Corsica, l’unico appunto da fare riguarda il montante anteriore, che in alcune circostanze limita la visibilità. Sulla Citroën C3 Aircross sono 12 i sistemi di assistenza alla guida, mentre la connettività è stata curata attraverso non solo la possibilità di ricaricare lo smartphone senza fili ma tramite l’accessibilità a un touch pad da 7 pollici con la funzione Mirror Screen, sia per Apple CarPlay che Android Auto.
AUTO E MOTO all’interno delle quali la categoria B-suv pesa oggi per il 29%. Con la Aircross e altre quattro novità dei concorrenti in arrivo, facile prevedere che la percentuale salirà e non poco, considerando che la tipologia di carrozzeria alta da terra e dall’aria vagamente avventurosa è oggi la più richiesta su tutti i mercati mondiali. Una lunghezza di 4,15 metri La Citroën C3 Aircross ha una lunghezza di 4, 15 metri, compatibile con un uso urbano dove traffico e parcheggio sono spesso un incubo e più che mai per veicoli più grandi. I punti di forza del modello, che sostituisce la C3 Picasso e affianca la nuova berlina C3 (apprezzata a tal punto in Italia che per vendite siamo il secondo Paese dopo la Francia), sono lo spazio a bordo e la praticità. Alla prima voce concorre un passo di 2,60 metri, che permette di avere molti centimetri a disposizione per guidatore e passeggeri nonché di disporre di una capacità di carico notevole: 410 litri in configurazione normale, che diventano 520 grazie al sedile posteriore scorrevole per 15 centimetri e sdoppiabile, per arrivare ai 1.289 reclinando tutto e viaggiando in due. Inoltre, è optional lo schienale del passeggero anteriore reclinabile in modo da poter caricare dal bagagliaio un oggetto lungo fino a 2,40 metri. Trazione anteriore più Grip control Alla voce praticità fanno riferimento altri numeri, dalla soglia bassa d’ingresso del bagagliaio al piano di seduta alto, dalla piastra di ricarica del telefono a induzione ai 17,5 centimetri di altezza da terra della carrozzeria, che permettono alla Aircross di andare anche fuori dall’asfalto senza patemi. Il suv non ha la trazione integrale ma solo l’anteriore, cui è possibile integrare con una spesa dai 500 ai 700 euro su buona parte dei modelli il Grip control e l’Hill assist descent; il primo serve ad affrontare con maggiore sicurezza terreni a scarsa aderenza, con cinque modalità diverse; il secondo consente di avventurarsi per una discesa ripida con l’elettronica a governare velocità e frenata. Maneggevole e silenziosa Su strada, la Citroën C3 Aircross dimostra di essere molto maneggevole senza essere cedevole, con sospensioni frenate per una guida facile e sicura. Il comfort è buono, acustico compreso, sia con il motore benzina tre cilindri Pure tech da 110 cavalli e cambio automatico a sei rapporti, che con il diesel Blue HDI da 120 cavalli (avvertibile solo al minimo) e cambio manuale a sei rapporti. In listino ci sono 10
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· 6 Ottobre 2017
Kia Stinger, i sudcoreani pungono. PAOLO ODINZOV
■ I coreani dichiarano guerra ai tedeschi. Detta così, visti i tempi, potrebbe suonare come una nuova minaccia di Kim Jong un. Fortunatamente, però, quello cui ci riferiamo è invece l’ennesima mossa della Kia, intenzionata ormai a sfidare persino i costruttori premium come Bmw, Audi e Mercedes, grazie a vetture sempre più azzardate sul piano del design e, adesso, anche delle prestazioni. Una berlina pungente L’ultima di queste, appena uscita dagli stabilimenti del costruttore di Seoul, è la Stinger: l’auto più potente mai prodotta dalla Kia, destinata a trovare consensi in Europa e Usa. Lunga 4,83 metri, larga 1,87, alta 1,40 e con un peso di 1.750 chilogrammi, si tratta di una berlina che già dal nome (sting significa pungere) la dice lunga. Soprattutto pensando che alcune delle rivali cui mira a dare fastidio sono la Bmw Serie 4 Gran Coupé e l’Audi A5 Sportback.
Dotazioni da ammiraglia Per conquistare il pubblico la Stinger può contare su una linea segnata dalle varie prese d’aria sparse sulla carrozzeria e da forme affilate che slanciano l’auto soprattutto nel profilo dove risaltano dei cerchi da 19 pollici. L’abitacolo, fornito di un bagagliaio da 400 litri, è studiato per offrire una guida sportiva e garantire il massimo comfort. A bordo non mancano, poi, diverse dotazioni da ammiraglia tra cui sedili e volante regolabili elettricamente e un touch screen dal quale controllare numerose funzioni e monitorare tutti i parametri dell’auto. Prestazioni da pista Il vero pezzo forte della vettura è, però, la meccanica messa a punto effettuando 10 mila chilometri di test sul circuito del Nurburgring. Disponibile da febbraio con un listino a partire da circa 50 mila euro, la Kia Stinger può contare a seconda dell’allestimento su dotazioni di spicco come la trazione integrale, in opzione a quella posteriore, sospensioni attive a controllo elettronico, il torque vectoring e un impianto freni della Brembo. Mentre nelle motorizzazioni, associate a un cambio automatico a 8 rapporti con paddle al volante, prevede una unità a gasolio 2.2 CRDi da 200 cavalli, fondamentale per trovare il successo nel nostro mercato. Oltre a un duemila a benzina TGDi da 255 cavalli (non importato in Italia) e un V6 da 3.3 litri, 370 cavalli e 510 Newtonmetri di coppia. Quest’ultimo è riservato alla versione GT, che accelera da zero a cento in 5,1 secondi e raggiunge i 270 chilometri orari di velocità massima, offerta di serie con la trazione a quattro ruote motrici.
STORICHE
Padova, la storia va in scena. REDAZIONE
■ Il Salone Auto e Moto d’Epoca, la principale fiera europea di motorismo storico, apre i battenti a Padova dal 26 al 29 ottobre, rinnovando l’appuntamento degli appassionati con la cultura, la storia e la tradizione delle due e quattro ruote, fiore all’occhiello del nostro Paese nel mondo. Grazie alla sempre più forte sinergia con l’Automobile Club d’Italia e ACI Storico, l’evento padovano cresce ancora e mira a superare il record di 100.000 visitatori dello scorso anno. Giunta alla sua 34a edizione, Auto e Moto d’Epoca, mette in mostra quest’anno 4.500 auto, grazie a 1.600 espositori sparsi su 90.000 metri quadrati. Il Salone non si concentra solo sulle perle più preziose della storia dei motori, ma le affianca ai veicoli più innovativi e tecnologici, soprattutto con motorizzazioni ibride ed elettriche. Storia per tutti “Il forte legame con ACI e ACI Storico sottolinea ed avvalora i contenuti che il Salone è in grado di presentare al pubblico di appassionati – afferma Mario Carlo Baccaglini, ideatore ed organizzatore di Auto e Moto d’Epoca – puntando su passione e cultura da trasmettere alle nuove generazioni. Con la nuova community MyFirstClassic vogliamo infatti riavvicinare i giovani all’auto, conciliando il gusto con il loro portafogli”. ACI porta Monza in fiera La passione è il filo conduttore della presenza di ACI e ACI Storico ad Auto e Moto d’Epoca, che quest’anno si estende all’intero Padiglione 3, con un fitto programma di eventi. “La nostra area espositiva verte sul Gran Premio d’Italia di Formula 1 – dichiara il presidente dell’Automobile Club d’Italia e di ACI Storico, Angelo Sticchi Damiani – proponendo l’emozionante Monza Experience: un viaggio tra le vetture leggendarie che hanno fatto la storia della corsa. A impreziosire lo spazio ci sarà il trofeo originale del primo Gran Premio d’Italia, alzato da Jules Goux nel 1921. Tra gli appuntamenti nell’arena di 120 posti del Padiglione 3 ACI spicca la presentazione del Campionato Italiano Grandi Eventi 2017 con Targa Florio, Coppa d’Oro delle Dolomiti e Gran Premio Nuvolari, oltre a alla giornata di sabato dedicata alla F 1, con interventi di Gian Carlo Minardi e tanti protagonisti della massima serie mondiale”.
SMART MOBILITY
Colonnine del Belpaese. MARINA FANARA ■ Da ottobre, sulle strade a lunga percorrenza, tra il Lazio e la Lombardia, si potrà viaggiare in auto elettrica senza rischiare di rimanere con la batteria “a terra”: sono appena entrate in funzione, infatti, le prima 30 colonnine Enel di ricarica veloce, la maggior parte delle quali si trovano in 6 Ottobre 2017 ·
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prossimità degli svincoli dell’A1 a distanze inferiori di 60 chilometri una dall’altra. C’è pure una stazione di rifornimento vicino Genova, un’altra a Savona, una in provincia di Udine e un’altra ancora all’estremo sud, in Puglia, presso l’Outlet village di Molfetta, la cittadella dello shopping tra le più gettonate della regione e di tutto il Meridione, in provincia di Bari, sulla statale Adriatica. Eva+: elettrico extraurbano L’iniziativa rientra nel progetto Eva+, cofinanziato da Bruxelles, frutto dell’accordo tra Enel, Verbund (fornitore austriaco di energia elettrica) e alcune case automobilistiche (tra cui Renault, Nissan, Bmw e Volkswagen Group Italia): prevede la realizzazione, nel giro di tre anni, di 200 punti di rifornimento elettrico “fast charge” (meno di 20 minuti per ricaricare la batteria) lungo le tratte extraurbane, autostrade e aree limitrofe, italiane (180 infrastrutture) e austriache (20).
commerciale Meraville), Chianciano (Siena, Grand hotel Terme), Carpi (Modena), Cassino (Frosinone), Cormano (Milano, stazione di servizio IP), Ferrara (delegazione ACI), Fidenza (Parma, Fidenza shopping park), Firenze (area pubblica in prossimità dell’ingresso dell’A11 Firenze-Pisa), Franciacorta (Brescia, outlet village), Guidonia (Roma, +Vista fabbrica occhiali), Lainate (Milano, Centro guida sicura ACI-Sara), Lodi (area di servizio IP), Magliano Sabina (Rieti, hotel La Pergola), Mantova (outlet village), Milano (stazione di servizio IP, via La Spezia), Orvieto (Terni, centro commerciale Porta d’Orvieto), Palmanova (Udine, outlet village), Molfetta (Bari, Puglia outlet village), Reggio Emilia (centro commerciale I Petali), Roma (Selva Candida esterna – Gra), Ronco Scrivia (Genova, presso area pubblica Borgo Fornari), Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia), Terranova Bracciolini (Arezzo), Tortona (Alessandria), Trivolzio (Pavia), Val di Chiana (presso omonimo outlet village, in provincia di Arezzo), Vicolungo (outlet village, Novara).
STORICHE
Citroën GS, l’avanguardia. MASSIMO TIBERI
Una ricarica per il Gra La maggior parte delle nuove stazioni elettriche sono state ubicate in prossimità degli ingressi e uscite della A1, da Cassino e Frosinone, passando per Roma, fino a Milano, per consentire il rifornimento “anche a chi si sposta fuori città”, dicono in Enel, fuori dai caselli, “con soste compatibili con il tempo di ricarica”, cioè al massimo in venti minuti. I siti scelti sono centri commerciali (come gli outlet village), aree di servizio (Total Erg e Api/Ip), hotel, ristoranti, sedi dell’Automobile Club d’Italia (parcheggio pubblico della delegazione ACI di Ferrara e Centro di guida sicura ACI di Lainate, in provincia di Milano). Una delle colonnine si trova sul Grande anulare di Roma e, precisamente, presso la stazione di servizio Selva Candida Esterna di Total Erg: si tratta della prima infrastruttura elettrica sul Gra dove, fa sapere il gestore elettrico, entro questo mese di ottobre, verrà installata un’ulteriore postazione. L’elenco dei siti: hotel e outlet Le 30 nuove colonnine pubbliche sviluppate da Enel sono adatte a qualsiasi veicolo elettrico oggi in commercio: di queste, 20 sono state cofinanziate dalla Commissione europea nell’ambito del progetto Eva+ (che a sua volta rientra nel programma comunitario “Connecting Europe facility”), mentre sulle altre 10 il nostro gestore elettrico ha investito proprie risorse. Ecco, in dettaglio e in ordine alfabetico, dove sono state posizionate le stazioni: Albisola Superiore (Savona), Barberino del Mugello (Firenze), Bologna (presso parco 12
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■ La GS dopo la Dyane, l’Ami 8 e l’eterna 2CV, tutte utilitarie con piccoli motori bicilindrici, poi soltanto la DS, ammiraglia straordinaria ma ormai con qualche ruga. Alla fine degli anni Sessanta, la gamma Citroën sconta un pesante vuoto nella fascia medio-bassa e media di prodotto, a fronte di una diretta concorrenza particolarmente forte proprio in quei settori. La risposta del marchio del Double Chevron arriva nel 1970, certamente in ritardo ma con un modello nettamente d’avanguardia, nel segno della più pura tradizione di un costruttore votato all’anticonformismo e alla creatività stilistica e tecnica senza troppi compromessi.
Auto dell’anno La nuova GS è solo una 1.000 ma dall’architettura e dalle caratteristiche assolutamente fuori dal coro per l’epoca: un concentrato di soluzioni raffinate o addirittura “provocatorie”, che suscitano talvolta perplessità ma per lo più interesse e approvazione, tanto da far assegnare alla debuttante francese anche il titolo di Auto dell’Anno. Già le dimensioni sono fuori dalle taglie convenzionali della categoria (4,12 metri di lunghezza). Il design della carrozzeria (una slanciata due volumi, quattro porte, dall’eccellente coefficiente aerodinamico di 0,30 CX), firmato da Robert Opron, guarda al futuro. All’interno, particolarmente spazioso, Michel Harmand si è sbizzarrito in allestimenti e disposizione di comandi e strumenti a dir poco originali, come il volante monorazza, il tachimetro a rullo o il freno a mano che fuoriesce dalla plancia. Rivoluzione sotto il cofano Scelte controcorrente che si sposano perfettamente con una meccanica che non ha riscontri nelle rivali e chiaramente ispirata a molti degli accenti rivoluzionari della DS. Naturalmente c’è la trazione anteriore, irrinunciabile per una Citroën, mentre sotto il cofano è montato un “boxer” a quattro cilindri contrapposti raffreddato ad aria, l’impianto frenante vanta quattro dischi e le sospensioni sono le sofisticate idropneumatiche riprese dalla sorella maggiore, regolabili in altezza e capaci di garantire confort e tenuta di strada da prima della classe. Fanno da contraltare, qualità dei materiali non eccelsa e il motore, pur di notevole potenza rispetto alla ridotta cubatura (55 cavalli, per una velocità che sfiora i 150 chilometri orari), che soffre un po’ in ripresa anche per i rapporti “lunghi” del cambio a quattro marce. Si interviene così sulla cilindrata, che cresce da 1.015 a 1.220 (60 cavalli) e a 1.300 cc (65 cavalli), portando la compatta del Double Chevron a crescere progressivamente di rango, migliorando inoltre le finiture ed estendendo la gamma alle versioni familiari break e alla X dai toni sportiveggianti. Esperimento poco riuscito Tra il 1974 e il 1975, inoltre, vengono realizzate circa 800 GS equipaggiate con un propulsore a doppio rotore Wankel, frutto della collaborazione tra Citroën ed NSU che aveva dato vita alla società Comotor con sede in Lussemburgo. Un esperimento tecnicamente di pregio (107 cavalli e 175 chilometri orari di punta massima) e che avrebbe aggiunto altri contenuti d’avanguardia alla francese, ma incompatibile per i consumi e i costi elevati (25.000 franchi il listino) e per l’affidabilità incerta, con le esigenze di mercato. Tanto più in una fase di crisi energetica montante per l’Europa. Nel 1979, il costruttore lancia un consistente e felice aggiornamento del modello con l’arrivo della GSA, che porta con sé il portellone posteriore di accesso a un vano bagagli piuttosto capiente e il cambio a cinque marce. Valori ulteriori per un progetto così avanzato da restare in campo fino al 1986, con oltre due milioni di unità prodotte.
AUTO E MOTO
India, una Vespa per il sociale. ANTONIO VITILLO
■ Vespa e Red, l’organizzazione umanitaria fondata nel 2006 da Bobby Shriver, discendente della famiglia Kennedy e dalla rockstar Bono Vox degli U2, allargano la collaborazione nella lotta all’Aids. La Piaggio costruirà in India un modello destinato soltanto al mercato locale, la Vespa Red Vxl. Per ogni unità venduta, sarà fatta una donazione da 50 dollari al Global Fund, organizzazione non governativa con sede a Ginevra per la lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria. La cifra corrisponde a 165 giorni di cure vitali contro la proliferazione del virus Hiv. Primo a contribuire alla causa è stato il celebre regista e attore di Bollywood – come viene chiamata l’industria cinematografica del Paese asiatico – Fahran Akhtar, già Women Goodwill Ambassador per le Nazioni Unite. Intervenuto come testimonial all’evento di presentazione a Mumbai, il cineasta ha avuto occasione di assicurarsi il primo esemplare di Vespa Red Vxl. Red come rosso Lo scooter – come la precedente 946 Red, è di colore rosso. Deriva dal modello LX, di cilindrata 125, ma adattato alle necessità del mercato indiano, quindi con ruote e sospensioni più robuste, e con il motore che predilige i consumi contenuti alla vivacità di prestazioni. Vespa è il primo brand automotive al mondo a collaborare con Red. A oggi, grazie ai contributi di altri gruppi industriali, il Global Fund ha potuto contare su introiti per oltre 475 milioni di dollari. 6 Ottobre 2017 ·
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LIFESTYLE
Un’automobile chiamata Playboy. PAOLO BORGOGNONE
■ Tutto il mondo conosceva il signor Hugh Hefner, nato a Chicago, Illinois il 9 aprile del 1926 e recentemente scomparso, soprattutto come inventore, editore, proprietario della rivista più famosa al mondo, Playboy. Pochi, invece, sanno la vera storia di come gli venne l’idea di usare proprio questa parola come testata della pubblicazione che vide la luce nel lontano 1953. Hefner la “rubò” ad una fabbrica di automobili dalla breve e sfortunata esistenza. 99 automobili La Playboy Automobile Company venne fondata all’indomani della seconda guerra mondiale da Louis Horwitz, Charles Thomas e Norman Richardson: tutti e tre credevano che, per rilanciare l’economia post-bellica, l’America avesse bisogno di vetture piccole e di prezzo contenuto, alla portata di tutti. Fu cosi che, con 50.000 dollari e l’esperienza da ingegnere del solo Thomas, fondarono la Playboy. L’azienda, nei circa quattro anni di vita tra il 1947 e il 1951, sfornò in tutto 99 vetture e fece presto bancarot14
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· 6 Ottobre 2017
ta – nonostante i sogni di quotarsi a Wall Street – dando l’addio a sogni di gloria. Un piccolo gioiello L’auto che avrebbe dovuto portare la Playboy al successo, di cui fu realizzato un prototipo nel ’47, prometteva soluzioni molto interessanti e innovative per l’epoca. Si trattava di una decapottabile con motore anteriore Continental 4 cilindri da 48 cavalli, cambio e sospensioni automatici. Un gioiellino. Eppure qualcosa andò storto. Accadde che, per finanziarsi, i tre imprenditori mandarono in giro per l’America dei prototipi, sostanzialmente vendendo quello che ancora non c’era. E quando scoppiò lo scandalo della Tucker – un’altra azienda che avrebbe voluto fare concorrenza ai big di Detroit e che andò a sbattere contro un’accusa di bancarotta fraudolenta, come splendidamente raccontato nel film “Tucker, un uomo e il suo sogno”, diretto nel 1988 da Francis Ford Coppola – anche la Playboy Automobile Company naufragò. Oltre al danno la beffa: con-
dannata alla bancarotta nel 1950, la Playboy risultò aver commercializzato solo prototipi. Quindi, fallì senza aver venduto una sola auto. La prima “coniglietta” Ma torniamo a Hefner. Siamo nel 1953 e l’istrionico giornalista ha avuto l’idea del secolo: una rivista patinata che metta “a nudo” – letteralmente – quel che chiama la gioia di vivere e la bellezza dell’America. Ha anche la prima ragazza da mettere in terza pagina: è una sua coetanea, nata a Los Angeles il 1 giugno del 1926, di mestiere fa l’attrice e l’America se ne è innamorata pazzamente già da un po’. Si chiama Norma Jean Mortenson Baker Monroe: tutti la chiamano Marilyn. A Hefner manca il nome per la rivista, ma un suo amico gli parla di quando la mamma, alcuni anni prima, lavorava come segretaria per la Playboy Automobile Company. Come raccontava lo stesso Hefner, dalla decappottabile alle conigliette, la vita di questo geniale innovatore è sempre stata…topless.
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COVER STORY RITRATTI
Ancora un giro migliore, Gilles.
Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 02/09/2017
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
FRANCESCO PATERNÒ
Perché Villeneuve è sempre il pilota che manca, quarant'anni dopo l’esordio. Correre per correre, niente calcoli, il mistero dell’incomprensibilità. ■ Ecco, se c’è uno che manca davvero quando si parla di Formula 1, il pensiero corre a lui. È di maggio che Gilles Villeneuve si schianta a Zolder 35 anni fa, è di luglio che esordisce a Silverstone 40 anni fa, è di ottobre nel 1977 che in Canada impugna per la prima volta il volante di una Ferrari, la macchina con cui volerà via per sempre dopo 67 gran premi disputati, 6 vittorie, 2 pole position, 8 giri più veloci in gara. Ecco, Gilles vola da quando a casa sua andava pericolosamente in motoslitta, vola aggrappato a qualsiasi cosa abbia un motore – auto, motoscafi, elicotteri – vola soprattut| Settembre 2017
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to anche quando non deve o non ce ne è bisogno. “Ci ha lasciato per motivi incomprensibili”, come disse un addolorato Enzo Ferrari appena saputo che sul circuito di Zolder nel giro di prova – non in gara – la Rossa numero 27 di Gilles era salita a un certo punto sulla ruota di una March tentando il decollo verso il nulla. Ha 84 anni il Drake, è un colpo duro per chi ha perso già un figlio e quel 8 maggio ne perde un altro considerato tale, fin da quando nel 1977 lo chiama a Maranello per sostituire nientemeno che Niki Lauda. Con sorpresa, provocazione, veleno, sfida, tutti ingredienti desti-
Anno 119°
Nuova serie • Anno 2 • Numero 10 • Settembre 2017 • €3,00
...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 10 - SETTEMBRE 2017
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nati ad accrescere il dolore della perdita che verrà. Ecco, oggi su Gilles Villeneuve è facile imbattersi in un libro emozionato o in un sito dedicato, in un racconto di cose infinite e di gesti spesso incomprensibili come sosteneva Enzo Ferrari, in una scia di amori intensi a cominciare dalla moglie Joann e dai figli Jacques e Melanie, o in certe sue foto che ci guardano da un altrove. Se si può sintetizzare perché ci manca davvero (bella contraddizione per una sensazione senza confini), Gilles è sempre lì perché non parlava mai di sfortuna. Perché faceva ciò che la maggior parte di noi non riesce o non vuole fare: correre per correre, vivere per vivere, morire per morire. Un puro, nella sua incomprensibilità. Narrano le cronache di un pilota dotato di talento fuori dal comune, che non faceva calcoli e che semmai troppo spesso li sbagliava, che Villeneuve corresse sempre per il giro migliore, non per la vittoria finale. La sua grande bellezza. “Non penso alla morte, ma accetto che faccia parte del gioco”, virgolettiamo da uno dei tanti ricordi già scritti, uno spartito che ogni pilota interpreta e ci mancherebbe che Gilles, figlio di un musicista, un pianista girovago, non ne desse una versione – a suo modo e purtroppo – unica. Al pianoforte Gilles sapeva suonare il pianoforte, la tromba, il flauto, ma i suoi tempi erano altri. I tempi sul giro, ancora uno perché fosse sempre il migliore. A Zolder muore in quello di decelerazione, il tempo delle prove sta scadendo, se ne va su un calcolo per l’ultima volta sbagliato. A Monza – e chissà che sia stato il suo Tempio preferito ma nessuno sembra abbia colto l’attimo per capirlo - esordisce il 10 settembre del 1978, è secondo nelle prove, finisce settimo in gara. L’anno successivo, quinto in prova, secondo in gara a 0’’47 da Jody Scheckter, un soffio tra le due Ferrari. Nel 1981 è la sua ultima Monza, quinto in prova e ritiro in gara per rottura del motore. Poi si regala un biglietto di sola andata, vola via e non torna più. Ecco. Settembre 2017 |
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