l'Automobile Week 16

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Week INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Settimanale digitale • Anno 1 • Numero 16 • 3/11/2017

Supplemento settimanale a l’Automobile.

aria di città

PAOLO BORGOGNONE ■ C’è una brutta aria in città. La concomitante presenza di congestione, auto e mezzi vecchi e inquinanti, sovraffollamento e di fattori esterni anche imprevedibili a volte – dal riscaldamento residenziale di cui in questa stagione non possiamo fare a meno fino agli incendi che fanno schizzare in alto la concentrazione delle polveri sottili – avvelena i centri urbani, in Italia, in Europa, nel mondo. Le grida di allarme di chi parla di oltre 6 milioni di

morti l’anno per patologie legate all’inquinamento non bastano più. Se ne discuterà al COP 23 di Bonn, si prenderanno in esame le scelte, discusse e discutibili, che tante città – da Londra a Stoccarda, da Milano a Barcellona – stanno facendo per combattere il fenomeno. Ma quello che serve davvero è un cambio di scenario, una nuova idea di mobilità condivisa, consapevole e soprattutto a zero emissioni. Senza aspettare oltre. Perché possiamo fare a meno di tante cose, ma non dell’aria che respiriamo. 27 Marzo 2017 ·

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SMART MOBILITY

Inquinamento: a Bonn il COP23. PAOLO BORGOGNONE

■ La prossima settimana si apre a Bonn la 23esima conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima, la COP23. La città che è stata - da dopoguerra alla caduta del muro di Berlino - capitale della repubblica Federale tedesca ospiterà oltre 25.000 persone tra delegati, ospiti e giornalisti che si confronteranno sull’emergenza clima, soprattutto alla luce del passo indietro dell’amministrazione Trump , uscita dall’accordo di Parigi del 2015. L’incontro - organizzato in Germania ma presieduto dalle Isole Fiji, una delle zone della terra a più alto rischio a causa dell’innalzamento delle temperature e di conseguenza del livello del mare - è particolarmente importante in quanto preparatorio di quello previsto nel 2018 a Katowice in Polonia dove tutti i Paesi saranno invitati a presentare i risultato dei loro sforzi e delle politiche attuate per combattere il fenomeno dell’inquinamento. Tante cause Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono 6 milioni e mezzo ogni anno le morti nel mondo legate a patologie, come le malattie cardio vascolari e respiratorie, riconducibili all’inquinamento atmosferico, causato da combustibili fossili, smog, particolato. Larga parte è dovuta ai trasporti, anche se non vanno sottovalutate altre fonti, come l’industria, la zootecnia, il riscaldamento residenziale, ma anche quello a biomasse legnose e non ultimi, come in Italia insegna la cronaca dal Piemonte in questi giorni, anche gli incendi boschivi. Economia malata Lo studio della Commission on Pollution and Health - un

progetto biennale realizzato a livello mondiale e che ha visto partecipare esperti, medici, istituzioni di 40 differenti Paesi nel mondo - recentemente pubblicato ha confermato come il problema, presente a livello globale, diventi drammatico nel sud del mondo. Nelle zone densamente popolate e poco difese da legislazioni adatte e da controlli puntuali, circa un decesso su quattro è da imputare all’inquinamento. Cina e soprattutto India i Paesi maggiormente colpiti. Grave anche la ricaduta economica: l’effetto dei costi sociali influisce sul Pil dei Paesi più poveri colpiti dal fenomeno per l’1,3% del totale e dello 0,5% nei Paesi ricchi. Per quanto riguarda la spesa sanitaria, si va dall’1,3% nelle zone maggiormente industrializzate, al 7% nei Paesi emergenti. Europa e Italia a rischio L’Europa, secondo l’Agenzia continentale per l’ambiente, soffre di circa 500.000 morti premature l’anno per inquinamento, circa 20 volte il numero delle vittime per gli incidenti stradali. I costi sarebbe ancora più alti, andando a intaccare il Pil per una quota superiore al 4% ( secondo alcuni si toccherebbero punte del 6%). Nel nostro Paese, secondo il “Report sulla qualità dell’aria” realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con Enea e Ferrovie italiane, si conterebbero oltre 90.000 morti premature ogni anno a causa delle varie forme di inquinamento, un triste record a livello continentale. Si tratta, infatti, di 1.500 decessi per milione di abitanti, contro i 1.100 della Germania, gli 800 di Gran Bretagna e Francia, i 600 della Spagna. 3 Novembre 2017 ·

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SMART MOBILITY

Città: l’aria che tira. MARINA FANARA

■ Mantova, Trento e Bolzano: sono queste le città più ecosostenibili d’Italia, mentre restano relegate al fondo della classifica Enna, Brindisi e Viterbo. Il verdetto emerge dall’ultimo dossier di Legambiente “Ecosistema urbano” che ha analizzato 104 capoluoghi di provincia e dato un voto in base alle misure adottate in settori determinati per la qualità dell’ambiente: dall’aria, alla gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, acqua ed energia. Smog: da critico a cronico Rispetto al passato, rileva il rapporto, la situazione sta lentamente migliorando, ma per molte città il problema dello smog è diventato cronico e non più limitato alla sola stagione invernale. Per quanto riguarda le polveri sottili, per esempio, a Torino e Frosinone è allarme rosso: in entrambe le città, l’anno scorso, il Pm 10 ha superato il limite di guardia (50 microgrammi al metro cubo) per circa tre mesi, quasi il triplo di quanto consentito dalla legge (massimo di 35 giorni ogni 12 mesi). Estremamente critiche anche Milano, Venezia, Asti e Vicenza dove i giorni di sforamento (70 e oltre) sono stati il doppio del tetto legale. Polveri: 36 città fuori limite In generale, nel 2016, sono state 36 le aree urbane con un eccessivo livello di inquinamento da polveri sottili, 13 in meno rispetto al 2015: stiamo migliorando, ma l’Agenzia europea per l’Ambiente ci ricorda che in materia di qualità dell’aria restiamo comunque una delle nazioni peggiori dell’Unione. Un’emergenza quella dell’inquinamento atmosferico che, sottolinea Legambiente, “rappresenta una delle principali minacce ambientali e sanitarie e non è attribuibile alle sole condizioni metereologiche, ma piuttosto all’assenza di misure strutturali capaci di riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili”. 4

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· 3 Novembre 2017

Un popolo auto-dipendente Sul banco degli imputati la mancanza di interventi in grado di diminuire drasticamente il traffico privato, i veicoli diesel innanzitutto, tra i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria. Stando allo studio, infatti, l’Italia è ancora una nazione “auto-dipendente” con un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Europa: in media 624 auto ogni 1.000 abitanti, contro le 166 di Parigi, 331 di Londra, 392 di Berlino e 411 di Madrid. A parte il caso particolare di Venezia (424 macchine su 1.000 abitanti), considerando le grandi città, solo a Genova e La Spezia il tasso di motorizzazione non supera 500 su 1.000 abitanti, in pratica un’auto ogni 2 persone. Per il resto, Catania è al top (quasi 700 auto su 1.000 abitanti) seguita da Verona, Torino e Roma. Mobilità: qualcosa si muove Secondo il rapporto di Legambiente, comunque, non tutto è perduto, anzi: “C’è un’Italia delle città che ha già cambiato passo”. Tra gli esempi più virtuosi cita Bolzano: nel giro di un decennio, il capoluogo del Trentino Alto Adige è riuscito ad abbattere del 40% le polveri sottili e si qualifica tra le migliori città del panorama nazionale per qualità dell’aria. In più, grazie a una diversa organizzazione degli spostamenti urbani a favore di alternative sostenibili, oggi solo il 30% dei suoi abitanti usa sistematicamente l’auto privata, il resto si sposta a piedi, in bici e con i mezzi pubblici. Più che promettente anche l’esperienza di Milano: nonostante la cronica emergenza smog, grazie ad Area C ha abbattuto di un terzo il traffico in centro ed è la capitale italiana della mobilità condivisa con circa 400 mila iscritti a car, scooter e bike sharing. Infine Pesaro: qui la Bicipolitana, un sistema composto da 11 piste ciclabili organizzate come una vera e propria metropolitana, è riuscita a convincere più di un cittadino su quattro a lasciare l’auto a casa e spostarsi in bicicletta. Un esempio da seguire.

SMART MOBILITY

Londra, oltre la T-Charge. COLIN FRISELL ■ Sono passati solo pochi giorni dalla entrata in vigore a Londra della T-charge (dove T sta per Toxicity), la super tassa da 10 sterline che si aggiunge a quanto già si paga (11 sterline e 50, in tutto fa circa 23 euro al giorno) per entrare nella zona centrale della capitale inglese. Ma già si guarda all’ambizioso obiettivo successivo. Rientrare nei rigorosissimi parametri stabiliti dal Who, l’Organizzazione mondiale della sanità, per quanto riguarda il particolato fine. Città fuori controllo I limiti imposti dal Who per questo tipo di inquinante quello non più grande di 2,5 micron, contenuto anche nel


più tristemente noto pm10 e altrettanto pericoloso per la salute umana, sono molti stringenti. Ma Sadiq Khan, il sindaco di Londra sa che - per migliorare la qualità dell’aria - non bastano i soldi che si ricavano dalla congestion e dalla t-charge. “È terribile - ha detto il primo cittadino alcune settimane fa - sapere che il 95% della città ha livelli di particolato fine superiori del 50% rispetto ai limiti. Dovremmo vergognarci di fronte alle nuove generazioni, esposte a livelli simili di inquinamento”. La sfida a queste emissioni è per certi versi ancora più ostica di quella agli agenti inquinanti. Il principale responsabile della pm2,5, infatti, sono i residui di pneumatici e freni delle automobili in circolazione. “C’è un solo modo - ha detto Khan - per ridurre questi valori. Diminuire drasticamente i chilometri percorsi”. La soluzione? Trasporto pubblico e due ruote. Cattiva compagnia Khan spera che entro il 2030 anche il problema del particolato fine sia tornato a essere sotto controllo. Ma certo Londra non è la sola città a dover fare i conti con questo tipo di situazione. Secondo il Who, infatti, se la capitale inglese supera del 50% i limiti, New York la batte, col 60%. E lo stesso fa Toronto, al 63%. La peggiore? Pechino, 132% in più dei limiti. Ma quasi non fa più notizia.

SMART MOBILITY

L’insostenibile mobilità delle città. MARINA FANARA ■ Da 35 a 80 milioni di euro, di cui Roma e Milano si aggiudicano pro capite la quota maggiore: 3 milioni per i progetti, rispettivamente, “Modocimer” sulla mobilità dolce

e “Mobility4me” che punta a incentivare mezzi pubblici e biciclette. Le nuove risorse sono state stabilite dal ministero dell’Ambiente che ha deciso di aggiungere ulteriori 45 milioni ai 35 già stanziati per finanziare tutti i progetti presentati dai comuni italiani nell’ambito del programma sperimentale per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. 100 progetti in “comune” È stato lo stesso ministro Gian Luca Galletti ad annunciarlo nel corso della Conferenza nazionale sulla mobilità sostenibile, organizzata da Anci (l’Associazione dei comuni italiani) e ministero dell’Ambiente, lo scorso 26 ottobre a Catania. “Sono state più di 100 le proposte inviate da ogni parte d’Italia”, ha sottolineato il ministro, “tutte degne della massima attenzione. Per questo abbiamo deciso di finanziarle in toto aggiungendo ulteriori risorse ai 35 milioni iniziali con i quali abbiamo coperto i primi 37 progetti”. Oltre a Roma e Milano, sono molte le città che hanno ottenuto il cofinanziamento da parte del Governo. Tra quelle che si sono aggiudicate le quote più corpose ci sono Bologna, Genova, Reggio Emilia, Cesena-Cesenatico e Marsala: hanno ricevuto ciascuna un milione di euro, poco meno Venezia e Rieti (rispettivamente, 936 mila e 945 mila euro). Le alternative sostenibili I progetti che hanno partecipato al bando del Governo prevedono soluzioni oggi ritenute alternative e capaci di rendere più vivibili le città: mobilità condivisa in tutte le sue forme (dall’auto alla bicicletta al car pooling), piedibus, buoni mobilità per disincentivare l’uso dell’auto privata, programmi di educazione stradale, di sensibilizzazione all’ambiente e di riduzione del traffico, della sosta e dello smog in prossimità di scuole e luoghi di lavoro. Tutti argomenti di cui si è ampiamente parlato alla Conferenza di Catania che, non a caso, quest’anno ha avuto come titolo “Muoversi a più dimensioni”. “Il concetto di base”, ha sottolineato Antonio Decaro, presidente Anci e sindaco di Bari, “è che non esiste una ricetta uguale per tutti: serve un sistema integrato nel quale il miglior mezzo di locomozione è sempre dato dallo specifico contesto urbano”. Alle città l’ultima parola “Al di là di questo”, ha aggiunto Decaro, “una città ideale dovrebbe dividere lo spazio da dedicare ai trasporti in tre: un terzo per i mezzi privati, un altro terzo per i mezzi pubblici e un altro terzo ancora per bici e pedoni. Per far funzionare tutto ciò servono incentivi all’uso di bus, tram e metropolitane, 3 Novembre 2017 ·

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svecchiando i mezzi e migliorando i servizi. I cittadini non sono stupidi: se hanno un’alternativa valida all’uso dell’auto sono pronti a percorrerla, perché risparmiano tempo e denaro”. “Abbiamo fatto passi avanti sul tema della pedonalità, dell’uso della bici, del car e del bike sharing”, ha concluso il ministro Galletti, “ma abbiamo ancora due tipi di problemi: eliminare le troppe auto vecchie in circolazione, e per questo come Governo stiamo studiando la possibilità di inserire incentivi alla rottamazione, e diminuire l’uso dell’auto privata: un punto sul quale, invece, ci siamo affidati alle città”.

INNOVAZIONE

Europa, emissioni (anno) zero. CARLO CIMINI

cifra da pagare a oltre 21 sterline (circa 23 euro) al giorno per entrare in centro. Tra divieti e incentivi Dal 2025 stop alle emissioni di diossido di azoto e di particolato ad Atene mentre in Germania molti costruttori del Paese stanno lanciando incentivi (“ecobonus”) per indirizzare l’automobilista a cambiare il proprio mezzo in virtù di un Euro 6 a norma. Da Stoccarda a Monaco di Baviera, a pochi chilometri dalle fabbriche delle Case più importanti al mondo, si pianificano blocchi e restrizioni. Anche l’Olanda si muove. Il parlamento dell’Aja sta valutando una legge che - se approvata definitivamente in Senato - vieterà la vendita dei diesel e benzina più inquinanti a partire dal 2025. Già oggi un’auto su 10 venduta nei Paesi Bassi è elettrica. Dal 2019 in Catalogna nei giorni lavorativi non potranno più circolare auto immatricolate prima del primo gennaio 1997 e i veicoli commerciali antecedenti ottobre 1994. Sono allo studio anche altre limitazioni che riguarderanno in maniera particolare i diesel.

AUTO E MOTO

Mercedes: piccole grandi ibride. LUCA GAIETTA

■ L’Europa si mobilita contro l’inquinamento. Sono molte le città del vecchio continente che pianificano di abbattere le polveri sottili, cercando di ridurre o, in alcuni casi, vietare del tutto la circolazione dei veicoli con motori più dannosi per l’ambiente. Succede in tutta Europa, da Parigi ad Atene, passando per le grandi capitali tedesche dell’auto fino a Barcellona. Metropoli all’attacco Il 2030 sarà l’anno (a emissioni) zero per la capitale francese: stop ai diesel e benzina. Il sindaco Anne Hidalgo, contestata da una parte dei suoi concittadini, ha intrapreso una politica ferrea “anti smog”: continui blocchi e limitazioni nelle ztl e in diverse zone urbane per i veicoli più inquinanti. Nel mese di novembre il Consiglio di Parigi voterà per il nuovo piano sul clima. Londra ha appena inasprito il costo dell’ingresso nella zona a traffico limitato, la Congestion charge, con il debutto della T-charge - una sovrattassa per i veicoli antecedenti il 2006 - che porta la 6

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· 3 Novembre 2017

■ Non è una novità che la maggior parte dei costruttori ricorrano a propulsioni ibride per rendere “verdi” le vetture. Parallelamente a queste si sta diffondendo l’impiego di soluzioni meno costose, capaci di “ripulire” e potenziare le motorizzazioni tradizionali senza dover per forza ricorrere ad architetture meccaniche che prevedono l’utilizzo di uno a più unità elettriche in aggiunta a quelle termiche. Esempio di questo sono i sistemi di alimentazione a 48 volt mild hybrid sperimentati già con successo da marchi come Renault, Suzuki, Audi e adesso anche dalla Mercedes.


Classe E 350 Coupé e Cabriolet Proprio la Casa di Stoccarda ha appena presentato le versioni E 350 Coupé e Cabriolet della Classe E, equipaggiate con un 4 cilindri benzina turbo di 2.0 litri che sfrutta l’ingegnosa trovata impiegando l’EQ-Boost starter-Generator a 48 volt, destinato in futuro ad essere utilizzato anche su altri modelli della Stella. Piu potenza con gli elettroni Si tratta di un alternatore/starter a cinghia che supporta attivamente il motore a benzina, fornendo 10 kilowatt di potenza aggiuntiva e incrementando la coppia entro valori predefiniti, oltre a recuperare l’energia in frenata fino a 12 kilowatt e a garantire a un avviamento estremamente “dolce” dell’auto in ogni condizione. Consumi ed emissioni ridotti Il propulsore impiegato sulle Mercedes Classe E 350 Coupé Cabriolet sviluppa così una potenza di 299 cavalli e 400 newtonmetri di coppia. Grazie anche alla sovralimentazione con turbina twin-scroll, la pompa dell’acqua, anch’essa a 48 volt, e il cambio automatico a 9 rapporti, offre delle prestazioni pari a quelle di un 6 cilindri con dei consumi limitati a 6,7 litri per 100 chilometri e 149 grammi di CO2 per chilometro.

AUTO E MOTO

Citroën Cactus diventa berlina. MASSIMO TIBERI

ne sul mercato. Non più, dunque, atipica crossover fuori da qualsiasi ambito codificato, ma compatta berlina cinque porte, come la identificano in casa, al confine, per dimensioni e contenuti tecnologici, dei segmenti B e C: appena più ingombrante (è lunga 4,17 metri) di una Clio o di una Fiesta e con la voglia di guardare un po’ più in alto ad una Mégane o ad una Focus. Scelta che, d’altra parte, va di pari passo con l’offensiva che il Double Chevron sta lanciando nel campo suv, con l’arrivo della C3 Aircross e di quello imminente in Europa, entro il 2018, della più grande C5 Aircross, già ben presente in Cina. Sempre speciale Questa sorta di “normalizzazione” di una vettura simpaticamente stravagante, che così va a coprire, nelle intenzioni, una fascia commerciale più ampia e d’indubbia importanza, non ha messo comunque in ombra forte personalità nel design e attenzioni funzionali, irrinunciabili denominatori comuni per tutte le Citroën. Certo, la nuova Cactus ha perso qualcosa degli accenti creativi della precedente, ridimensionando ad esempio i caratteristici “airbump” di protezione laterale e dando forma più massiccia al frontale in ossequio al “family feeling” di ultima generazione, ma mantiene pur sempre una identità capace di farla uscire dal coro. L’abitacolo, inoltre, spazioso in rapporto alle dimensioni esterne, ripropone, nella plancia, nella strumentazione e negli allestimenti l’apprezzato senso pratico, mentre non è più disponibile il divanetto anteriore dal sapore retrò riservato alle versioni con cambio robotizzato, sostituito da un più efficiente automatico che impone però una configurazione convenzionale del comando. Citroën significa comoda Reinterpretata anche per ambire ad un salto in avanti sul piano tecnico, la C4 Cactus punta sul comfort per distinguersi e dare un ulteriore segno di continuità con le prerogative del Dna del marchio. Qui, l’assioma “Citroën uguale comodità” trova sostanza nelle sospensioni a smorzamento idraulico controllato, nell’abbondanza di materiali fonoassorbenti e nelle generose imbottiture dei sedili, oltre che nella dovizia, per la categoria, di sistemi di assistenza alla guida (dalla frenata automatica all’avviso di superamento corsia) e nell’infotainment. Nessuna sorpresa per quanto riguarda i motori, gli ormai classici, ma di buona efficienza quanto a consumi e compatibilità ambientale, tre e quattro cilindri, benzina e diesel, con potenze fino a 130 cavalli.

AUTO E MOTO

■ La C4 Cactus, nata nel 2104, l’auto che più di ogni altra nella gamma delle Citroën recenti ha tenuto fede alla tradizione anticonformista del marchio, cambia ora fisionomia, con il nuovo modello in arrivo nella prima metà del prossimo anno, se non altro dal punto di vista della sua collocazio-

Ferrari FXX K Evo, la milionaria. PAOLO ODINZOV 3 Novembre 2017 ·

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zione su strada. Un “gioiellino” da sogno per chi vuole provare l’ebbrezza di salire su una “Rossa”.

AUTO E MOTO

■ Facendo due conti, pur non essendoci ancora un listino ufficiale, ci vogliono circa 4 milioni di euro. Con questa cifra gli amanti delle vetture sportive estreme più accaniti e soprattutto più ricchi potranno diventare proprietari di una Ferrari FXX K Evo: un vero bolide destinato a rimanere per sempre custodito tra le mura di Maranello e a essere impiegato esclusivamente in test privati o eventi particolari.

Aston Martin Vantage, il primo teaser è online. CARLO CIMINI

Un team di meccanici da F1 Nessun utilizzo, all’infuori di quanto stabilito dalla Ferrari con una specifica clausola nel contratto d’acquisto, è previsto per l’esclusivissima “Rossa”. Una vettura realizzata in pochissimi esemplari, seguendo un particolare programma di allestimento che prevede per il cliente anche l’assistenza di un team dedicato. “Come già avvenuto per le versioni Evo della FXX e 599 XX- dicono alla Ferrari - la FXX-K Evo impiega soluzioni tecniche e dotazioni derivate direttamente dalla esperienza maturata sui campi di gara in tutte le categorie: dalla Formula 1 alla GT3; dalla GTE al monomarca Challenge che quest’anno segna i suoi 25 anni di attività”. Alettoni, carbonio e 1.050 cavalli L FXX-K Evo è frutto 5.000 chilometri di sviluppo e 15.000 di test di affidabilità e ha un peso estremamente contenuto grazie alle numerose parti in carbonio e i processi innovativi utilizzati nella realizzazione della scocca. La vera particolarità della vettura è però il carico aerodinamico che arriva fino 830 chilogrammi alla velocità massima, ovvero il 75% in rispetto al valore della supercar stradale LaFerrari. Questo è ottenuto tramite una gigantesca ala biplano posteriore adagiata su due pinne laterali e una centrale. Mentre l’effetto suolo, che permette di sfruttare appieno in accelerazione i 1.050 cavalli del motore, è stato potenziato impiegando due generatori di vortici sul fondo. Come la F1 di Vettel e Raikkonen L’abitacolo non si discosta nell’impostazione della plancia da quello delle monoposto di Vettel e Raikkonen. Il volante integra le leve cambio e il manettino del Kers e il pilota può controllare ogni funzione della vettura, i parametri della meccanica e la telemetria su un apposito display dove è possibile visualizzare anche le performance di guida in tempo reale: compresi i tempi sul giro in pista visto che la FXX-K Evo non è omologata per la circola8

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· 3 Novembre 2017

■ In attesa della presentazione ufficiale, è stato pubblicato in rete il teaser della nuova Aston Martin Vantage: l’immagine in anteprima rivela la parte posteriore dell’auto coperta da un telo, attraverso il quale si intravede il design ispirato alle sorelle DB10 e DB11. Cavalli in arrivo La nuova generazione di Vantage utilizzerà un’architettura in alluminio che donerà maggiore agilità e compattezza rispetto alle versioni precedenti, grazie ai materiali più leggeri. La sportiva della Casa britannica proporrà un propulsore (prodotto in collaborazione con Mercedes-Amg) V8 turbo da 4 litri e due cilindri da 500 cavalli di potenza. Accelerazione da 0 a 100 chilometri orari in 4 secondi e una velocità massima di 300 chilometri orari. L’Aston Martin metterà a disposizione sulla nuova coupé un cambio automatico a sei rapporti e doppia frizione. È prevista anche una variante V12, usando lo stesso motore da 5.2 litri della DB11. Il capo di Aston Martin, Andy Palmer, ha già confermato che la nuova Vantage sarà presentata entro la fine del 2017, mentre una versione V12 arriverà in una data successiva. Prezzo di listino a partire da 106 mila euro.


AUTO E MOTO

INNOVAZIONE

Venom F5, la più veloce al mondo.

Delphi acquista nuTonomy.

VALERIO ANTONINI

CARLO CIMINI ■ Delphi Automotive allarga i confini. L’azienda inglese che si occupa anche di sviluppare componenti per i sistemi di guida autonoma - ha annunciato di aver acquisito la startup americana nuTonomy per una cifra che si aggira intorno ai 340 milioni di euro più circa 42 milioni di euro di quote variabili. L’accordo punta ad accelerare ulteriormente lo sviluppo e la commercializzazione delle vetture driverless.

■ Hennessey è pronta a lanciare sul mercato la Venom F5, una sportiva stradale che vuole rilanciare la sfida per il primato di auto di serie più veloce del mondo. Record di velocità Stando ai dati comunicati dal costruttore texano, la nuova F5 sarà in grado di toccare la velocità record di 480 chilometri orari, battendo così il primato di 435 chilometri all’ora ottenuto nel febbraio 2014 con la Venom Gt sulla pista del Kennedy Space Center in Florida (scalzando una Bugatti Veyron Super Sport). La nuova hypercar, che prende il nome dal livello più alto nella scala Fujita, utilizzata in Giappone per classificare i tornado, è spinta da un motore V8 bi-turbo da 7,0 litri e in grado di erogare 1.400 cavalli di potenza. Leggera come una monoposto, scatterà da 0 a 300 chilometri orari in meno di 13 secondi ottenendo la migliore prestazione sulla distanza mai realizzata da un veicolo omologato.

Intesa autonoma NuTonomy manterrà la sua sede a Boston, dove entrambe le società attualmente testano diversi programmi pilota. Combinando gli sforzi con la start-up della costa est degli Usa, la Casa britannica conta di avere 60 auto driverless sulla strada in tre continenti entro la fine dell’anno. Fondata nel 2013 dal Karl Iagnemma e Emilio Frazzoli, nuTonomy sta sviluppando una nuova soluzione software per le vetture autonome. La società aggiungerà più di 100 dipendenti, tra cui 70 ingegneri e scienziati, al team di Delphi che già può contare, a sua volta, su un personale di circa 100 unità. Unione e sviluppo “Siamo lieti di avere con noi Karl, Emilio e la loro squadra di talenti”, ha detto il presidente e amministratore delegato di Delphi, Kevin Clark. “Combinare le forze migliora ulteriormente la nostra posizione. Siamo già riconosciuti come il più formidabile fornitore di soluzioni autonome di mobilità. Questo accordo è un altro esempio della nostra continua dedizione allo sviluppo, all’implementazione e alla commercializzazione del più veloce e sicuro sistema robot disponibile sul mercato”. “La nostra missione è sempre stata quella di migliorare radicalmente la sicurezza, l’efficienza e l’accessibilità dei trasporti in tutto il mondo”, ha dichiarato il co-fondatore e ceo di nuTonomy, Karl Iagnemma. “Unire le forze con Delphi ci porta un passo più vicino al raggiungimento del nostro obiettivo con un partner leader di mercato la cui visione si allinea direttamente con i nostri programmi”.

Recentemente Bugatti ha mostrato in un video virale il record realizzato da Juan Pablo Montoya al volante della nuova Chiron, che passa da 0 a 400 chilometri orari e di nuovo a 0 in soli 42 secondi. Record di costi La Venom F5 debutterà il primo novembre al Sema Show di Las Vegas, kermesse dedicata alle auto più estreme del mondo. Comprarla sarà un sogno riservato a pochi: il suo prezzo, infatti, supererà il milione di euro. 3 Novembre 2017 ·

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BUSINESS

Dubai, il Salone del lusso. VALERIO ANTONINI

Case più attive, la McLaren, che aprirà la manifestazione con uno stand da sogno. Per il costruttore di Woking, infatti, gli Emirati Arabi rappresentano un bacino pari al 12% delle vendite globali del marchio. Tra le “italiane” ci sarà anche un’edizione speciale Abarth dedicata al 60esimo anniversario della Fiat 500. Una parte del salone, invece, sarà riservata alle vetture d’epoca e restaurate. Fra le più celebri, la Mercedes-Benz 600 Pulman degli anni ’60 e la Ford Gt 40 che vinse la 24 ore di Le-Mans dal 1966 al 1969.

INNOVAZIONE

Nissan, in viaggio col ProPilot. REDAZIONE

■ Dal 14 al 18 Novembre presso il World Trade Centre di Dubai si svolgerà l’International Motor Show, kermesse biennale dedicata al lusso più esclusivo. Presenti all’appuntamento oltre 15 marchi premium, che metteranno in mostra più di 600 modelli, tra i quali 10 prototipi di hypercar e 100 supercar. Un viaggio tra le auto da sogno a soli 20 euro: il prezzo del biglietto di ingresso giornaliero. Il viale dei sogni All’interno del World Trade Centre verrà allestito uno spazio di 85.000 metri quadrati che dovrebbero ospitare almeno 100.000 visitatori provenienti da 70 Paesi diversi. La manifestazione include test drive, spettacoli tematici, interviste, competizioni sportive e musica dal vivo. Il percorso espositivo, denominato Boulevard of Dreams, permetterà ai visitatori di ammirare centinaia di veicoli premium provenienti da tutto il mondo. Chi ha (tanti) soldi da spendere avrà anche la possibilità di partecipare all’acquisto di pezzi unici, come la Amg Project One che, a detta di molti, sarà la hypercar due posti più estrema sul mercato stradale. Sempre dal marchio sportivo di Mercedes, ecco la Gt Concept, la Gt R Coupè e la Gt C Roadster, tre gioielli dal design inconfondibile. Interessanti anche le due Brabus 900 (dove il numero indica i cavalli di potenza erogati dal motore), realizzate sulla base di una Maybach 650 e di una G65. I migliori in mostra Tra le altre più particolari (e costose) si potrà ammirare l’italianissima (è realizzata a Torino) Icona Vulcano, primo veicolo in assoluto con componenti in titanio. Tra le 10

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· 3 Novembre 2017

■ Nissan sta testando ProPilot, il suo sistema di guida autonoma più avanzato, sulle strade di Tokyo. Il costruttore giapponese ha montato l’ultima versione della sua tecnologia driverless su una Infiniti Q50 dotata di dodici sonar, altrettante telecamere, nove radar, sei scanner laser. Tutti gli apparati raccolgono le informazioni per creare una mappa ambientale in tempo reale. Secondo la Casa, la tecnologia driverless fornisce una “percezione della guida simile a quella umana”. Una versione di prova di ProPilot sarà testata sulle nuove Nissan Leaf 2018, così come su Rogue, Serena e X-Trail. Futuro driverless Takao Asami, vicepresidente di Nissan, responsabile della ricerca e dell’ingegneria avanzata, ha dichiarato: “il prototipo che stiamo testando a Tokyo rappresenta la prossima generazione di ProPilot. Ci auguriamo che possa essere disponibile sul mercato a partire dal 2020. Vogliamo creare un futuro di guida autonoma per tutti”.


STORICHE

Citroën SM, l’automobile presidenziale. MASSIMO TIBERI ■ I matrimoni tra personalità molto diverse sono spesso difficili e non sempre vanno a buon fine, ma d’altra parte sono capaci di suscitare anche grandi emozioni. In campo automobilistico, nulla era più lontano per filosofie di prodotto, alla fine degli anni Sessanta, di Citroën da Maserati, eppure qualche effetto del loro breve connubio è stato sorprendente e ha portato alla nascita di almeno un modello assolutamente unico nel panorama delle granturismo dell’epoca, l’affascinante ed originalissima coupé SM. Eleganza francese, grinta italiana Assorbita nel 1968 dal marchio francese, in fase espansiva in quel periodo (acquisizione di Panhard e Berliet, accordi con Fiat), la Casa del Tridente s’impegna nella realizzazione di un progetto ambizioso quanto complesso: quello di coniugare in una nuova vettura la potenza di un motore dal pedigree italiano di stampo agonistico con design futuristico, tecnologia d’avanguardia e straordinarie doti di confort caratteristiche proprie della marca transalpina. Astronave a 4 ruote Al Salone di Ginevra del 1970 debutta così un’auto che suscita ammirazione e perplessità al tempo stesso, diversa da qualsiasi possibile rivale praticamente sotto tutti i punti di vista. La SM (la sigla per alcuni sottintende Sport Maserati, per altri, secondo la tradizione delle personalizzazioni Citroën, “Sa Majesté”) sembra un’astronave dei fumetti nell’estetica comunque d’indubbio fascino, dovuta alla equipe di Robert Opron, e sotto il cofano ospita un V6 2,7 litri di paternità OrsiAlfieri dalla classica impostazione votata alle alte prestazioni

(struttura in lega leggera, quattro alberi a camme in testa, tre carburatori doppio corpo). A completare il quadro tecnico fuori dell’ordinario, la trazione anteriore e le sospensioni pneumatiche riprese dalla DS, uno sterzo ad assistenza variabile dalla prontezza quasi da F1 (appena due giri del volante per la sterzata completa, dolcissimo in manovra e molto rigido in velocità), cambio a cinque marce e freni a disco comandati dal “bottone” rivestito in gomma, al posto del normale pedale, anch’esso effetto delle parentele con la mitica berlina francese. Ulteriori accenti sofisticati, i fari abbaglianti orientabili in curva, il lunottoportellone posteriore per l’accesso al bagagliaio (di modesta capacità) e l’anticonformista volante monorazza, non proprio il massimo per la guida sportiva. L’abitacolo, nella configurazione 2+2, ha finiture da “ammiraglia Citroen”, appariscenti ma con qualche pecca di qualità dei materiali, dotazioni ricche e sedili anteriori comodissimi ma poco spazio dietro, condizione inversamente proporzionale alla lunghezza esuberante del corpo vettura di 4,90 metri e del passo di quasi 3. Bene in America Un complesso di elementi costruttivi che rendono il comportamento su strada non sempre facile da interpretare (grande la preponderanza di peso all’avantreno) per sfruttare al meglio i 170 cavalli a disposizione (saliranno a 180 con l’impiego dell’iniezione elettronica) che consentono di toccare i 220 chilometri orari (230 con la potenza maggiorata) e accelerazioni da 0 a 100 in meno di 9 secondi nonostante il non indifferente peso di 1450 chilogrammi. Disponibili dal 1973 il cambio automatico, preferito negli Usa dove la vettura ha una discreta diffusione, e motore 3 litri con ritorno ai carburatori. Una Sm, tante Sm La doppia personalità della SM si manifesta poi nelle variazioni sul tema nel corso della vita produttiva: in gara, con successo, nei massacranti rally africani , auto di rappresentanza del Presidente Georges Pompidou, in una variante cabriolet “Elysée” lunga addirittura 5,60 metri che ospitò - tra gli ospiti illustri - la Regina d’Inghilterra Elisabetta II in visita a Parigi, e in tante declinazioni fuoriserie di carrozzieri come Frua o Chapron. Costosa (in Italia 5.200.000 lire al lancio che arriveranno ad oltre 10 milioni) e con problemi di affidabilità, la granturismo Citroën sarà però messa in discussione soprattutto dalla crisi energetica che colpisce pesantemente il mercato negli anni Settanta, terminando la carriera nel 1975 con circa 14.000 unità costruite, le ultime dalla Ligier.

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STORICHE

Padova capitale della storia dei motori. REDAZIONE italiana a quattro ruote. Tanti collezionisti hanno apprezzato la polizza Sara Vintage, con cui la Compagnia assicurativa ufficiale dell’ACI introduce innovativi standard nel mercato a vantaggio dei possessori di auto veramente storiche, così come la nuova linea di servizi ACI Global “Passione d’Epoca”, relativa al trasporto di auto e moto storiche, al presidio e supporto durante le manifestazioni sportive ed alle attività di verifica tecnica, manutenzione e restauro dei veicoli storici. Emozioni speciali infine con il video che ha ripercorso i 75 anni della Polizia Stradale al fianco degli automobilisti. ■ Diesel o benzina, non importa: è la passione che muove l’auto più bella. Lo dimostra il record di 115.000 presenze al Salone Auto e Moto d’Epoca, concluso domenica dopo quattro giornate con numeri da capogiro: oltre 5.000 veicoli sotto i riflettori, molti dei quali in vendita, su 90.000 metri quadrati allestiti da 1.600 espositori. Il padiglione 3 dell’Automobile Club d’Italia ed ACI Storico è stato il più visitato, non solo per i 30 eventi in programma all’Arena ACI con 120 posti a sedere e la possibilità di effettuare una visura al Pubblico Registro Automobilistico prima di concludere l’acquisto di una delle 4.500 auto o delle 500 moto in fiera: boom di vendite per i veicoli oltre i 100.000 euro, a testimonianza della qualità dei collezionisti arrivati da tutto il mondo, ma ottimi trend di crescita anche per le auto fino a 20.000 euro che confermano l’interesse soprattutto dei giovani per il fenomeno dell’heritage. Ad infiammare i cuori degli appassionati, l’Automobile Club d’Italia ha portato a Padova la F1, con 5.000 cavalli di 12 monoposto a raccontare nella mostra “Monza Experience” gli 88 anni di storia del Gran Premio d’Italia. ACI Storico e RIAR insieme Altra grande attrattiva del padiglione 3 è stato il simulatore di guida ACI che ha riportato virtualmente sulla pista di Monza – completa di sopraelevate – le Alfa, Maserati e Ferrari protagoniste della storia del GP d’Italia di Formula1. Il giro di Alex Caffi ha fatto esplodere il cuore ai 120 tifosi schierati sabato mattina davanti al maxischermo dell’Arena ACI, dopo il tributo a Gian Carlo Minardi acclamato come sempre. Tra gli appuntamenti dell’Automobile Club d’Italia, ha suscitato enorme interesse l’accordo tra ACI Storico e il RIAR – Registro Italiano Alfa Romeo che rafforza la tutela e la valorizzazione di uno dei marchi più rappresentativi della passione 12

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Tante novità in arrivo Il 2018 si è annunciato a Padova con conferme e sorprese, come il ritorno di “Ruote Nella Storia” con 10 tappe itineranti che tirano fuori dai garage le auto più prestigiose. Altro successo della sinergia di ACI Storico con la Federazione territoriale di ACI è rappresentato da “Historic Car Venice”, che porta nelle piazze della laguna veneta le vetture protagoniste della storia. Agli appassionati del cronometro è dedicato il Campionato Italiano Grandi Eventi 2018, nuova serie di regolarità storica che raggruppa in un unico calendario la Coppa d’Oro delle Dolomiti (a Cortina d’Ampezzo dal 20 al 23 luglio), il Gran Premio Nuvolari (a Mantova dal 13 al 17 settembre), la Targa Florio (a Palermo dal 4 al 7 ottobre) e la Coppa delle Alpi (a Brescia dal 4 al 8 dicembre). Passione da tutelare Il successo di Auto e Moto d’Epoca dimostra l’attaccamento degli italiani alla propria tradizione motoristica. “Questa passione va però difesa – ha sottolineato il presidente di ACI, Angelo Sticchi Damiani – garantendo un futuro ai veicoli di vero interesse storico con le più idonee azioni di tutela e valorizzazione. Con ACI Storico abbiamo fornito alle istituzioni, alle compagnie assicurative e ai collezionisti gli strumenti idonei a distinguere univocamente un’auto storica da un’auto vecchia. Il grande successo di pubblico al nostro padiglione misura il consenso e la fiducia nel nostro operato”. Sprizza felicità Mario Baccaglini, organizzatore del Salone, orgoglioso di “aver riunito le auto più belle del passato, del presente e del futuro. La fiera è cresciuta per qualità delle auto e bellezza degli allestimenti. L’appuntamento per la 35a edizione è dal 25 al 28 ottobre 2018”.



LIFESTYLE

Sonny & Cher: due voci, due Mustang. GIUSEPPE CESARO

■ “Non ho mai avuto una madre, ho conosciuto a mala pena mio padre, ho passato diciotto anni in questa città e tu se l’unico ragazzo che ho avuto: non posso più restare, forse un giorno tornerò. Piccola, non andar via; bella ragazza, non andare via; ti amo così tanto: bella ragazza, non andare via”. È la strofa iniziale di “Baby Don’t Go” (1964) il primo successo discografico di una delle coppie più celebri del pop-rock anni ’60: “Sonny & Cher”. Lui, Salvatore Phillip “Sonny” Bono (Detroit, Michigan, 16 febbraio 1935 – South Lake Tahoe, California, 5 gennaio 1998) - cantante e autore di origini siciliane, con un futuro nella politica americana; lei, Cherilyn Sarkisian LaPierre, nota al secolo e allo show business come Cher (El Centro, California, 20 maggio 1946: padre armeno, madre irlandese), all’epoca giovanissima cantante, e poi attrice, produttrice e presentatrice televisiva. Come Cesare e Cleopatra L’incontro galeotto avviene in un bar di Los Angeles nel ’62: lui ha 27 anni, lei soltanto 16. Due anni dopo, i due fanno già coppia fissa sia nell’arte (sobrio il nome d’esordio: “Caesar & Cleo”, Cesare e Cleopatra) che nella vita. Il loro matrimonio (celebrato il 27 ottobre 1964: cinquantatre anni fa esatti) durerà fino al ’75. Il sodalizio artistico poco di più. Ma mentre Sonny concluderà la carriera dedican14

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dosi prima alla ristorazione e poi alla politica (morirà nel gennaio del 1998, in, un incidente sciistico ai confini tra California e Nevada), Cher diventerà una super stella pop (più di 100 milioni di dischi venduti) e una apprezzata e affermata attrice: Oscar come miglior attrice protagonista (“Stregata dalla Luna”, di Norman Jewison, 1988) e Prix d’interprétation féminine a Cannes (“Dietro la maschera”, 1985 di Peter Bogdanovich). A questi si aggiungono un Grammy, un Emmy, tre Golden Globe e un People’s Choice Award. Quello che pochi sanno è che Cher è l’unica artista che sia riuscita a piazzare un numero 1 in classifica in ben sei diverse decadi. Tanto per dare l’idea, Michael Jackson, si è fermato (si fa per dire) a cinque. Imitati dagli Stones Ma torniamo alla metà degli anni Sessanta. Estate 1965: “I Got You Babe” – il singolo estratto da “Look at Us”, album d’esordio del duo – raggiunge la vetta delle classifiche americane e inglesi. È una ballad dal sapore dylaniano, che proietta Sonny & Cher nell’olimpo dei nomi più amati della generazione giovane. La loro popolarità è tale che – durante uno show della BBC - gli stessi “Rolling Stones” li impersonano, mimando uno dei successi del duo, con Brian Jones – fondatore della band - nella parte di Sonny.


Testimonial per Ford Il successo della coppia non sfugge a uno dei marchi sinonimo di ‘automobile’ – la Ford – i cui vertici ritengono Sonny & Cher testimonial ideali per aumentare la penetrazione nella fascia giovane del mercato. Ecco, quindi, che l’anno successivo (1966), dalle catene di montaggio di San Jose (gli impianti, tra i primissimi automatizzati degli Stati Uniti, erano stati trasferiti da Richmond dieci anni prima e sarebbero rimasti aperti fino al 1983, sfornando alcune ‘icone’ Ford come Falcon, Maverick e Mustang), escono due decappottabili, che vengono subito spedite a un autentico mago delle customizzazioni: George Barris, per la necessaria opera di personalizzazione. Il papà della prima ‘Batmobile’ Chi è Barris? Oltre a essere il papà della prima ‘Batmobile’ (quella utilizzata nella serie tv del 1960), firma modelli decisamente speciali, per i più grandi nomi dello show-biz. Tra gli altri, una Rolls Royce d’oro per Zsa Zsa Gabor, una Cadillac limousine for Elvis Presley, alcune Pontiac station wagon per John Wayne, e una Cadillac Eldorado trasformata in station wagon per Dean Martin. Le due Mustang ‘custom edition’ Nelle sapienti mani di Barris le due Mustang ‘convertible’ diventano rispettivamente – come recita un’apposita targhetta ottonata applicata sopra ai ‘mangiacassette’ in dotazione – la “Sonny Bono Custom Edition Ford Mustang” e la “Cher Custom Edition Ford Mustang”. Entrambe le auto sono equipaggiate con un V-8 289 (4.7 litri) a trasmissione automatica. Quella di Sonny, però, monta un carburatore a 4 corpi, sviluppa 225 cavalli e può raggiungere una velocità massima di 195 chilometri all’ora, passando da 0 a 100 in 8,1 secondi, mentre quella di Cher, con un due corpi, si ferma a 200 cavalli e supera di poco i 185 chilometri orari: accelerazione da 0 a 100 in 10.2 secondi. Barris sostituisce il ‘giallo primavera’ della verniciatura originale della carrozzeria della Mustang di Sonny con un ‘Murano Gold Pearl’ (‘Oro perlato di Murano’), con sfumature e riflessi bruniti e arancio, mentre la livrea ‘Candy Apple Red’ (‘Rosso mela caramellata’) della Mustang di Cher si trasfor-

ma in ‘Hot Pink Pearl’ (‘Rosa shocking perlato’).Entrambe le Mustang presentano griglie del radiatore rilavorate, nuove fasce frontali e laterali, fari rettangolari, luci posteriori custom Thunderbird, maniglie delle portiere a scomparsa, false marmitte laterali e finte prese d’aria sul cofano. Inconfondibili, dentro e fuori Sobri - come del resto la coppia di artisti - anche gli interni. Tappetini di pelle di pecora trattata, per entrambi. Color bronzo/oro per Sonny; rosa shocking per Cher. I sedili, invece, sono in pelle, rivestiti di pelliccia (come anche gli interni dei portabagagli): pelle scamosciata e copertura in lince rossa, per Sonny; pelle nera ed ermellino bianco, per Cher. Non è dato sapere per quanto le due pop-star abbiano scorrazzato a bordo dei loro gioiellini, quello che è certo è che le due Mustang fanno bella mostra di sé in “Good Times”, musical del 1967 che segna il debutto alla regia di William Friedkin, che diventerà famoso sei anni dopo, dirigendo la pellicola cult “l’Esorcista”. Chissà se l’ispirazione gli è venuta dopo aver visto i nostri eroi in sella ai loro ‘cavalli selvaggi’.

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INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Anno 119°

Nuova serie • Anno 2 • Numero 11 • Ottobre 2017 • €3,00

Elektromobilität

Palermo al futuro. MARINA FANARA

La città siciliana si rinnova puntando su mobilità condivisa e a zero emissioni. Un cambio di mentalità raccontato dall’assessore Riolo.

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 11 - OTTOBRE 2017

Getty.

PAESE INCONTRI

■ “Saremo intransigenti nei confronti dello smog, per l’ambiente e il benessere di tutti i cittadini”. Sono parole di Iolanda Riolo, da tre mesi nella nuova Giunta di Palermo con deleghe a Partecipate, Innovazione e Mobilità. La sfida è “traghettare verso il futuro” una città che il quotidiano britannico, “The Guardian”, definisce in “piena resurrezione, dove il campo di battaglia della mafia si è trasformato in enorme risorsa culturale”. Non a caso, Palermo è candidata a “Capitale della cultura 2018”: dovrà dimostrare di essere all’altezza di questo ruolo, anche attraverso il valore

aggiunto che “una mobilità moderna e innovativa è in grado di dare per la piena vivibilità dell’intera area, per chi ci vive, lavora o la viene a visitare”, sottolinea l’assessore. Il capoluogo siciliano ha già raggiunto alcuni traguardi. Il car sharing, per esempio, uno dei principi della metropoli sostenibile sta segnando un boom: 5.000 abbonati, 100 mila chilometri, 170 mila ore di noleggio l’anno, 160 auto in flotta (di cui 24 elettriche a cui sono riservati 5 stalli e 8 colonnine di ricarica rapida), 85 parcheggi in città, uno all’aeroporto

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Dalle auto al bike sharing: “Anche su questo siamo unici. BiciPA, il nostro servizio di bici condivisa, è integrato al car sharing”

A destra l’assessore Iolanda Riolo, in grande Palazzo della Zisa. In apertura un’auto di car sharing davanti alla Cattedrale di Palermo.

“Giovanni Falcone” e 8 in provincia di Trapani, dei quali uno nello scalo di “Birgi”. “Il nostro è un servizio che si estende oltre la provincia”, ci spiega Iolanda Riolo, “frutto di un lavoro un po’ diverso rispetto al resto d’Italia: è gestito esclusivamente a livello comunale tramite l’Amat, la municipalizzata del trasporto pubblico, può essere utilizzato dai disabili (4 parcheggi dedicati e altrettante vetture dotate di comandi al volante) ed è uno dei pochi a disporre di veicoli a batteria. Un successo che consente, in un’area molto legata al concetto di auto di proprietà, un enorme passo avanti verso un cambio di mentalità”. La flotta a batteria L’amministrazione ha deciso di ampliare ulteriormente l’offerta: entro la fine dell’anno, saranno messe in circolazione altre 24 auto da 9 posti e, soprattutto, verrà introdotta la possibilità, all’inizio in centro città, del free floating (si prende e si lascia il veicolo dove si vuole). Per la prossima estate, la flotta a batteria raggiungerà poi le 80 unità. “In questo modo avremo completato l’offerta di trasporto pubblico individuale, coprendo le tre fasce: medio, lungo raggio e, con il flusso libero, il cosiddetto ultimo miglio”. Dalle auto alle bici e al bike sharing: “Anche su questo siamo unici e all’avanguardia. BiciPA, il nostro servizio di bici condivisa, è perfettamente integrato al car sharing: con un’unica card elettronica si può noleggiare un veicolo a 2 o 4 ruote. Non mi risulta niente di simile in Italia”, continua l’assessore. I numeri sono interessanti: 280 biciclette (diventeranno 400 entro il prossi-

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mo dicembre), 32 parcheggi in tutta la città (se ne aggiungeranno 5 per la fine dell’anno) e 1.500 abbonati. “Un altro step in materia di ciclabilità è la grande attenzione che stiamo riservando allo sviluppo delle piste riservate: gli attuali 40 chilometri saliranno a 100 nel prossimo biennio. La città così avrà un nuovo volto, perché libereremo le strade dalle auto per fare largo alle persone: i ciclisti sulle corsie a loro dedicate e i pedoni grazie a un adeguamento dei marciapiedi e all’estensione delle aree pedonali”. Palermo punta anche a una nuova Ztl allargata: “Ci stiamo lavorando, sarà un percorso graduale per ridurre al minimo i disagi in una città difficile per i tanti cantieri aperti. La mia idea è realizzare un’area limitata al traffico attraverso la quale convincere i cittadini a non utilizzare l’auto: non sarà una zona a pagamento, piuttosto vorrei che i palermitani la vivessero come un percorso più vivibile”. La Giunta è impegnata anche sull’elettrico: “Le auto del futuro saranno inevitabilmente a zero emissioni, dobbiamo prepararci. Stiamo mettendo a punto un programma con Enel per installare una serie di colonnine in tutta la città e adattare a uso pubblico quelle attualmente riservate al car sharing”. Senza dimenticare l’innovazione digitale: un anello telematico con fibra ottica ad alta capacità, verrà corredato di telecamere e sistemi intelligenti e servirà come “dorsale dei servizi comunali” (lo prescrive l’Agenda digitale nazionale), per migliorare sicurezza e mobilità. L’assessore non ha dubbi: “Una volta in funzione, non ci saranno più alibi per il riscatto di Palermo che ha le carte in regola per diventare una metropoli di antica cultura e modernità”.


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