l'Automobile Week 45

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Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 45 • 16/06/2018

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Russia Mondiale PAOLO BORGOGNONE ■ I campionati del mondo di calcio che si sono aperti a Mosca ci offrono l’opportunità di puntare lo sguardo verso est, alla (ri)scoperta di un Paese contraddittorio, affascinante, esteso dalle porte d’Europa all’Asia e di cui, stereotipi a parte, sappiamo poco. Forse niente. “La Russia è un rebus, avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma”, diceva Sir Winston Churchill del suo mai troppo amato alleato durante la seconda guerra mondiale. Ma la Russia, anche per chi si interessa di auto, ha invece mille storie da raccontare: intanto quella di un mercato in cre-

scita dopo una crisi che aveva – tra il 2012 e il 2016 – dimezzato le vendite e che adesso ha ripreso a salire. E poi vale la pena di ricordare come qui nacque l’impianto che la più grande industria privata italiana – Fiat – aiutò a costruire “oltrecortina”, facendo addirittura cambiare nome a una città, che si chiamò Togliatti. Russia è anche ambiente – sia intorno al mondiale con l’iniziativa Fifa per “restituire” la CO2 consumata per l’evento – sia nelle trafficate città russe. E non dimentichiamo i protagonisti, i calciatori: scopriamo cosa nascondono nei loro ricchi garage. Il mondiale è iniziato. Vinca il migliore.



AUTO E MOTO

Russia 2018 mercato auto. PAOLO ODINZOV

■ La Russia sorride nuovamente ai costruttori d’auto. Dopo la crisi iniziata nel 2013, che ha visto progressivamente calare le immatricolazioni da 2,9 milioni di targhe del 2012 fino agli 1,4 milioni del 2016, le vendite di vetture e veicoli commerciali leggeri hanno ripreso ora a salire. Nel 2017 sono state registrate in Russia oltre 1.6 milioni di targhe (+11,9%) e anche quest’anno i numeri confermano il trend positivo. La valuta debole spinge all’acquisto Solo nel mese di maggio, le immatricolazioni di auto nuove e veicoli commerciali leggeri hanno segnato in Russia un +18% con 147.500 unità, riflettendo un costante miglioramento della fiducia dei consumatori che hanno beneficiato nelle ultime settimane per l’acquisto anche di una valuta più debole. Nei primi 5 mesi del 2018 l’incremento rispetto allo stesso periodo 2017 è stato invece del 20% con 692.900 veicoli.

Honda quella che cresce di più Tra i marchi automobilistici che da gennaio a maggio hanno mostrato una forte crescita in Russia ci sono Honda, Hyundai, FAW, Genesis, Chrysler e Mitsubishi. Mentre quelli che hanno perso di più sono stati Ravon, SsangYong e Brilliance. Elettriche a zero Niente da fare, almeno per ora, per le auto elettriche: da inizio anno sono state vendute in Russia solo 28 vetture a batteria. La Nissan Leaf è il leader di questo piccolissimo mercato (15 unità), seguita dalla Tesla Model X (9 unità) e dalla Tesla Model S (4 unità). Troppo poco davvero.

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Lada leader di mercato Guardando il computo gennaio – maggio, nella top ten dei produttori, Lada rimane leader nel mercato russo con 138.480 unità che le sono valse un aumento nelle vendite del 23%. Al secondo posto si posiziona Kia con 91.353 unità (+33%). Seguono Hyundai a 70.613 (+26%), Renault 57.277 (+18%), Volkswagen 39.224, (+26,8%), Toyota con 37.977 (+9%), Skoda 29.645 (27%), Nissan 29.195 (5%), Gaz 21.740 (+9%) e Ford 21.360 (+23%). Mercedes prima tra i costruttori premium Mercedes è il costruttore premium che nei primi 5 mesi dell’anno ha venduto di più con 15.189 immatricolazioni (+16%), seguita da Bmw a quota 13.854 (+16%), Lexus 9.483 (+10%), Audi 6.131 (-10%), Land Rover 3.618 (-3%) e Volvo 2.244 (-5%).

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BUSINESS

Russia 2018, quanto vale il Mondiale. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

sulla bilancia commerciale. Per Mosca questa flessione ha significato una diminuzione del prodotto interno lordo che è sceso dai 2.231 miliardi di dollari nel 2013 ai 1.283 miliardi di dollari del 2017. Il valore pro capite nominale è sceso nello stesso periodo da 15.543 a 8.748 dollari.

AUTO E MOTO

Hyundai, calcio d’inizio a Mosca. LUCA GAIETTA

■ Nel periodo fra il 2013 e il 2018 l’effetto complessivo dei Mondiali di calcio 2018 sul Pil della Russia è stato di 11.3 miliardi di euro, circa l’1% del prodotto interno lordo del Paese ha dichiarato Alexei Sorokin, presiedente del comitato organizzatore dei Mondiali di calcio del 2018. Entusiasmo confermato anche dal vicepremier con delega all’economia, Arkady Dvorkovich che aggiunge: “Senza il Campionato non avremmo la crescita che abbiamo registrato adesso: il contributo è davvero serio”. Il politico russo ha sottolineato l’importanza degli investimenti strutturali necessari all’evento che hanno interessato 10 diverse regioni del Paese. Si attende con fiducia l’indotto generato dal turismo: già a marzo 2018 il 60% degli alloggi disponibili a Mosca sono stati prenotati. Previsti più di 570.000 tifosi da diverse parti del mondo. Gli investimenti La XXI edizione della Fifa World Cup sarà la più costosa della storia: il budget totale del campionato supererà i 14.2 miliardi di dollari. Gli investimenti chiave sono stati nei trasporti (6.11 miliardi), nella costruzione di infrastrutture sportive (3.45 miliardi) e nella ricezione. L’organizzazione del torneo ha dato una spinta importante all’economia del paese, generando più di 220mila posti di lavoro. La condizione russa Il torneo arriva in una fase molto delicata dell’economia russa: dopo una flessione del prodotto interno lordo, il Paese è ripartito con una crescita media del 1.1% tra il 2016 e il la fine del 2017. Le ragioni della frenata derivano in buona parte dal crollo del prezzo del petrolio – derivante da un aumento della produzione (e dell’offerta), accentuato da una diminuzione dei consumi – le cui esportazioni incidono notevolmente 4

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■ In qualità di partner ufficiale Fifa, Hyundai fornirà una flotta di 530 veicoli all’organizzazione dei Mondiali di Russia 2018 (14 giugno - 15 luglio). I veicoli del costruttore coreano, tra cui Santa Fe, Tucson e H1, saranno utilizzati per il trasporto di squadre, arbitri, ufficiali di gara e delegati. “Siamo fieri di essere ancora una volta partner di Fifa in occasione del campionato sportivo più importante del mondo – ha dichiarato Minsoo Kim, vice Presidente della divisione marketing di Hyundai – i mezzi di trasporto sono una parte importante dell’organizzazione logistica di un simile evento e ci impegneremo a supportare la manifestazione nello stesso modo in cui assicuriamo ai nostri clienti in tutto il mondo la migliore esperienza di guida”. Slogan e iniziative per coinvolgere il pubblico Sui veicoli che trasporteranno le 32 squadre nazionali in gara vi saranno diversi slogan che Hyundai ha selezionato tra circa 160.000 proposte inviate dai fan in tutto il mondo attraverso l’iniziativa “Be There With Hyundai”. Il costruttore di Seul ha, poi, pensato di coinvolgere tifosi e appassionati con alcune iniziative per tutta la durata dell’evento, come fare un pronostico per ogni partita del Campionato “FIFA World Cup Predictor”. Oltre a ospitare in Russia i clienti vincitori dei biglietti del “Fortune Drive to Russia”: un test drive a livello globale che si tiene in oltre 50 paesi.


AUTO E MOTO

Russia 2018, il garage dei campioni. PAOLO BORGOGNONE

■ 14 giugno, ore 17.00. Luzhniki Arena di Mosca. L’arbitro argentino Néstor Pitana fischia l’inizio della 21esima edizione del campionato del mondo di calcio. Un mese esatto di sfide tra 32 nazionali – purtroppo l’Italia non c’è – per ritrovarsi tutti il 15 luglio alle 18.00 nello stesso stadio per la finalissima. Le squadre favorite sono le solite: la Germania campione del mondo in carica, i colossi europei della Spagna e della Francia, i grandi nomi del Sud America, Brasile e Argentina. Possibili outsider Inghilterra o il Portogallo campione d’Europa. Aspettando qualche sorpresa inaspettata, magari dall’Africa. In attesa di vedere chi solleverà la Coppa abbiamo curiosato un po’ nei garage dei top player dei team principali per scoprire cosa nascondono. Il top: Cristiano Ronaldo È il migliore in campo – dal 2004 sempre presente nella classifica del Pallone d’oro, l’Oscar dei calciatori – e quello col parco auto più ricco. Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro possiede la bellezza di 19 auto nella rimessa adiacente la sua casa di La Finca a Madrid. L’asso portoghese – che sogna di confermare il trionfo ottenuto dai rosso-verdi all’europeo di Parigi nel 2016 – vanta una collezione da 5 milioni di dollari: tra le altre una Bugatti Veyron, due Ferrari (F430 e 599 GTD), una Rolls Royce Phantom, una Lamborghini Aventador e poi 3 Audi, Aston Martin, Maserati, Bentley. Un garage da campione, per un calciatore che la rivista Forbes ha incoronato lo sportivo più ricco del mondo con un patrimonio da 300 milioni di dollari. Messi, la pulce argentina Subito dopo aver parlato di Cristiano Ronaldo è d’obbligo aprire il fascicolo dedicato al suo rivale per antonomasia. Lionel Andrés Messi Cucittini – argentino di Rosario di an-

tiche origini marchigiane – detto la “pulga”, cioè la pulce. Se Ronaldo gioca nel Real Madrid lui è il portabandiera del Barcellona. In pratica cane e gatto. Anche in garage Messi non si fa mancare nulla. La sua preferita è la Maserati Gran Turismo MC Stradale, una belva da 450 cavalli e un motore v8 da 4,7 litri per una velocità massima da 303 chilometri orari. Messi dispone anche di una Audi R8 Spyder da 328 all’ora, una Dodge Charger SRT8, una Ferrari F430 Spider, un’Audi Q7 e una Lexus. O’ Ney fa sognare i carioca Quando si dice calcio, spesso, il primo sinonimo che viene in mente è Brasile. Un Paese intero innamorato del pallone e che, per scordarsi l’umiliante 7 a 1 rimediato dai tedeschi nella semifinale dell’ultimo mondiale giocato in casa (ricordato con una parola che i carioca odiano: Mineirazo) si affidano soprattutto a Neymar Da Silva Santos Jr, detto O’Ney. Il classe ’92 – il calciatore più costoso al mondo, 22 milioni di euro – che oggi gioca a Parigi parcheggia nel suo garage 3 Audi (Rs7 Sportback, R8 Spider, Q7), una Maserati MC12, una Volvo X60, una Porsche Panamera. Il piccolo diavolo francese In patria lo chiamano “Le petit diable” – il piccolo diavolo – perché è alto solo un metro e 76 e fisicamente non è un colosso. Ma Antoine Griezmann, originario di Màcon, dipartimento Saona e Loira, è uno che in campo si vede eccome. Non a caso è fra i calciatori più contesi del mercato internazionale. Al biondo francese classe ’91 non manca certo la passione per le auto, specie quelle velocissime come la McLaren 675 LT bianca, o la Maserati Gran Turismo S nera da quasi 300 all’ora con cui è solito presentarsi alla Ciudad Sportiva dell’Atletico di Madrid. Per i viaggi più comodi il diavoletto ha in garage anche una Rolls Royce Wraith. Il mago Ozil La storia di Mesut Ozil – tedesco di Gelsenkirchen di ordine turca e religione musulmana – andrebbe raccontata come esempio di integrazione e fratellanza. Il 29enne calciatore tedesco più costoso della storia (53 milioni di euro pagati dall’Arsenal per strapparlo al Real Madrid) è un simbolo della nuova Germania, tanto che una sua statua con la maglia della nazionale si trova a Berlino vicino la porta di Brandeburgo. Le speranze di bis degli attuali campioni del mondo passano anche per i suoi piedi fatati che gli sono valsi il soprannome di “Mago di Oz”. Anche se vive a Londra Ozil non nasconde la sua passione per le auto della madrepatria. In garage – oltre a un’immancabile italianissima Ferrari 458 – dispone anche di una Audi RS5, di due AMG S65 coupé, di una G Class G63 sempre AMG e di una Porsche Panamera. Sua Maestà Kane Con questa sono 13 edizioni dei mondiali che gli inglesi sperano di bissare l’unico titolo conquistato sotto gli occhi della Regina Elisabetta a Wembley il 30 luglio 1966. Molte delle speranze passano per i gol di Harry Edward Kane, 24 enne di Walthamstow, nord di Londra, centravanti del Tottenham e capitano della nazionale dei Tre Leoni. Harry ama le auto del suo Paese e nel suo garage si trovano una Range Rover Autobiography, una Bentley Supersports da 710 cavalli e oltre 330 chilometri all’ora e una Jaguar F-Pace da 240 cavalli, la sua preferita. 16 Giugno 2018 ·

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Sergio, el Campeon Se la Spagna, negli ultimi anni, ha stupito il mondo ( e il Real Madrid non è stato da meno ) parte del merito va a un difensore che è anche un goleador ma soprattutto un leader. A 32 anni Sergio Ramos Garcia vuole celebrare l’ennesimo trionfo in Russia, bissando il titolo del 2010. Dove Ramos non ha rivali è in garage. La sua collezione di auto è seconda solo a quella del fenomeno Cristiano Ronaldo. L’elenco? Audi R8, Porsche 977 Turbo S, Audi S8 plus, Porsche Cayenne, Audi RS5, Porsche Panamera, Audi RS6, Porsche 911 Carrera S, Audi Q7, Range Rover Sport. Una sfilata da campione. Ma Sergio ha fatto parlare di sé anche per essersi presentato agli allenamenti di Madrid a bordo di una Fiat 600 rossa, il modello che venne costruito in Spagna dalla Seat su licenza italiana fino al 1973. Una edizione speciale, certo, personalizzata anche con il logo SR4 (iniziali e numero di maglia) regalo di suo fratello, ma certo non il tipo di auto che ti aspetti da un campione. Moh, la speranza dell’Africa Se c’è un giocatore che incarna oggi i sogni di un intero continente quello è Mohammed Salah Ghaly, egiziano di Basyoun 26 anni, un passato anche in Italia e oggi leader dell’attacco vice-campione d’Europa del Liverpool. Moh, come lo chiamano tutti, sta recuperando da un infortunio subito nella finale di Champions League (chiedere in proposito al succitato Sergio Ramos) e spera di concludere una stagione già straordinaria (capocannoniere della Première League inglese con il record di goal) imponendosi a livello mondiale. Intanto a Liverpool lo aspettano una Audi Q7, una Toyota Camry, una Range Rover Evoque. Il suo sogno – lo ha detto lui stesso – sarebbe regalarsi una Lamborghini Aventador. Chissà, se il mondiale avesse un finale a sorpresa.

SMART MOBILITY

Russia 2018, brutta aria a Mosca. MARINA FANARA ■ Se Roma è fanalino di coda in mobilità sostenibile, Mosca è la più inquinata delle metropoli europee. È quanto emerge da uno studio di Greenpeace, “Living. Moving. Breathing. Ranking of European Cities in Sustainable Transport”, che ha analizzato la qualità dell’ambiente e dei trasporti urbani di 13 città del Vecchio Continente tra cui, appunto, la capitale russa. Penultima in mobilità Il rapporto ha valutato 5 parametri: trasporto pubblico, si6

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curezza stradale, qualità dell’aria, politiche per la mobilità e infrastrutture dedicate a ciclisti e pedoni. Il risultato per Mosca è poco lusinghiero: 12esima nella classifica generale, è stata bocciata non solo per l’eccessivo inquinamento, ma anche per la carenza di sistemi di mobilità per chi si muove a piedi e in bicicletta (in entrambe queste voci scivola al 13esimo posto). Allarme auto e smog Cominciamo dallo smog: è la città con la maggiore concentrazione di biossido di azoto (NO2), il valore annuale è di 56 microgrammi a metro cubo contro i 40 fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità come limite massimo per la salute umana. Un problema, secondo gli esperti, riconducibile soprattutto all’enorme traffico motorizzato che, come se non bastasse, registra una crescita progressiva di veicoli alimentati da combustibili fossili. Salute a rischio Un fenomeno, spiega l’associazione ambientalista, in controtendenza con le misure adottate dalle principali città europee per la messa al bando dei mezzi più inquinanti e un progressivo ricorso a motori a zero emissioni. Mosca sembra lontana da questo obiettivo: su circa 4 milioni di auto in circolazione, le elettriche sono appena 281 unità (dati 2017). Gli effetti sulla salute sono devastanti: secondo Greenpeace Russia, lo smog nelle grandi città, dovuto soprattutto al traffico automobilistico, è causa del 5-7% di morti premature. Ostile a ciclisti e pedoni Inquinamento, ma anche incidenti: se in materia di sicurezza stradale la capitale moscovita si posiziona a metà classifica (è settima), tra le tredici metropoli considerate è quella che registra il numero maggiore di vittime tra i pedoni (236 morti nel 2016, ultimo dato disponibile). Va meglio per i ciclisti: 5 morti in tutto, ma gli spostamenti in bici sono solo il 3% del totale. Uno scenario che denota un “ambiente ostile” per chi si muove su due ruote e a piedi e la tendenza degli automobilisti a superare i limiti di velocità. Non a caso, Mosca è stata bocciata (13esimo posto) anche in materia di mobilità attiva e infrastrutture dedicate. Bus: si può fare di più Promozione (quasi) a pieni voti per i servizi di trasporto pubblico: un onorevole secondo posto, dopo Zurigo e a pari merito con Vienna, Parigi e Budapest. Nota di merito, il costo dei biglietti ritenuto particolarmente conveniente. Nonostante


questo, metro, bus e metro potrebbero essere utilizzati molto di più se la rete di linee e di stazioni fosse più capillare. Un motivo che spinge i cittadini a snobbare i mezzi pubblici a favore dell’auto di proprietà.

BUSINESS

Russia, Putin giura sulla Kortezh.

SMART MOBILITY

Russia 2018, Mondiale ecologico. ELISA MALOMO

SERGIO BENVENUTI

■ Esordio per la Kortezh (in russo significa “corteo”), la nuova limousine blindata del presidente Vladimir Putin che è stata svelata in occasione della cerimonia di giuramento sulla costituzione al Cremlino, durante l’insediamento alla presidenza dell’ex primo ministro di San Pietroburgo. L’ammiraglia riceve il testimone dalla Mercedes S 600 Pullman Guard. Sei anni di attesa Il progetto – iniziato nel 2012 e costato circa 168 milioni di euro – è stato portato avanti dall’industria militare Rostec e dal costruttore locale Sollers Jsc, insieme ad altri colossi internazionali tra cui Porsche, in collaborazione con l’Istituto automobilistico e ricerca scientifica centrale di Mosca (Nami), che si sono dedicate in particolar modo allo sviluppo del propulsore, in questo caso un doppio V-12 turbo. La limousine è a trazione integrale e riunisce in sé le caratteristiche di modelli differenti, suv, minivan e berlina (a passo lungo e corto). La Kortezh è alimentata da un motore da 4,4 litri che eroga 592 cavalli di potenza. Il prototipo è totalmente corazzato così come le ruote, rinforzate e a prova di proiettile. Circa 200 nuovi veicoli saranno introdotti nella flotta dello Stato russo e successivamente verranno lanciate anche le versioni standard per i cittadini.

■ In occasione del campionato del mondo di calcio 2018 in Russia, in programma dal 14 giugno al 15 luglio, la Fifa – come già accaduto per Brasile 2014 – lancia una campagna in difesa dell’ambiente. I possessori dei biglietti per le partite sono invitati a firmare una petizione online a favore dell’ecosostenibilità e, in particolare, della riduzione di CO2. Per ogni firma la Fifa compenserà 2.9 tonnellate di anidride carbonica, ovvero la quantità che si stima verrà prodotta da ciascun tifoso che si recherà in Russia. Il progetto coinvolge anche quanti si sposteranno con mezzi propri, come l’automobile, per raggiungere le città delle partite. Impatto ambientale Il progetto ha preso il via a seguito di una stima realizzata per la federazione mondiale da South Pole Group circa l’impatto ambientale del torneo – il più grande evento sportivo organizzato sul pianeta – sulla salute della Terra. Secondo lo studio “Greenhouse Gas Accounting Report” in totale durante la manifestazione verranno prodotte oltre 2.1 milioni di tonnellate di CO2. La maggiore fonte di questo inquinamento saranno i viaggi (soprattutto aerei, ma ci sono anche quelli in automobile) dei tifosi da e per la Russia, insieme a tutti gli spostamenti che verranno effettuati nel Paese ospitante con qualsiasi mezzo di locomozione. Call to action Oltre alla compensazione di 2.9 tonnellate di diossido di carbonio per ogni adesione alla campagna, la Fifa fa sapere che tutti i possessori dei biglietti, previa presentazione del Fan-ID (una tessera del tifoso creata ad hoc per l’evento 2018), avranno diritto ad usufruire gratuitamente dei trasporti pubblici da e per lo stadio nel giorno della parti16 Giugno 2018 ·

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ta. Stessa facilitazione anche per gli spostamenti tra una città e l’altra in occasione dei match. Ma le sorprese non finiscono qui. I fan che avranno aderito all’iniziativa parteciperanno all’estrazione di due biglietti per assistere alla finale del Mondiale in programma allo Stadio Luzniki di Mosca il 15 luglio. Per tutte le info è possibile consultare il sito www.fan-id.ru. Fifa in prima linea La Fifa nutre grandi aspettative rispetto alla sua iniziativa, come conferma Fatma Samoura, Segretario Generale dell’organizzazione: “Il clima della Terra sta cambiando a causa dell’attività umana. Abbiamo bisogno di ridurre le emissioni nell’atmosfera. La Fifa prende la responsabilità ambientale molto seriamente, soprattutto in occasione di un evento universale come i Mondiali. Proprio per questo insieme al comitato organizzatore compenseremo non solo tutte le nostre emissioni. Attraverso la campagna a favore del clima lanciata in questa occasione, supportiamo anche la neutralizzazione delle emissioni di chi parteciperà all’evento”.

LIFESTYLE

Ci vorrebbe un mondiale.

2018, è un viaggio che ci accompagna su due piani paralleli, due binari che corrono affiancati e non si allontanano mai. Uno è quello della storia dei mondiali di calcio, o meglio delle partecipazioni – trionfali o sfortunate – dell’Italia al torneo iridato. A partire proprio da quello che gli argentini di Kempes vinsero in finale contro l’Olanda e giocato in un clima politico e sociale tra i più oscuri e minacciosi. Per passare poi attraverso l’inatteso trionfo di Madrid, l’eliminazione messicana, la semifinale di Napoli contro Maradona e soci, la cocente delusione di Pasadena, seguita da quelle in Francia e in Corea e di nuovo l’alloro di Berlino, la disfatta sud africana per arrivare fino a Brasile 2014 e alla prematura eliminazione degli azzurri. Un vita, un pallone L’altro piano su cui si svolge il libro è quello della vita privata di Pascal, il protagonista della vicenda. All’inizio è poco più che bambino – emozionato dal vedere la sua prima partita a colori in occasione del torneo argentino – per passare attraverso gli anni dello studio (Italia ’90 passato tra “notti magiche” e i testi universitari) e delle prime esperienze personali e sentimentali. Per ritrovarsi poi adulto alle prese con il lavoro, con l’amore, con il tempo che passa inesorabile e si porta via anche gli affetti che nessuno vorrebbe mai perdere. Il libro si chiude con l’ennesima delusione – sportiva e professionale – l’addio a questo mondiale e a nuove prospettive lavorative per il protagonista. Una lettura che concilia calcio e ricordi, passione sportiva ed emozione per la vita che passa al ritmo di un mondiale ogni 1.460 giorni.

LIFESTYLE

REDAZIONE

Beneficenza, Russia in bicicletta. COLIN FRISELL

■ “Sono passati 40 anni da quando ebbi la fortuna di vincere la Coppa del mondo, un ricordo indelebile che ancora oggi mi accompagna e mi emoziona”. Sono le parole di Mario Kempes – attaccante argentino eroe del mondiale ’78 – nell’introduzione del libro “Ci vorrebbe un mondiale” del giornalista Paolo Valenti, che lo vede protagonista anche sulla copertina proprio con la maglia della “Albiceleste” sud americana. Italia mundial Il libro, uscito in concomitanza con l’inizio di Russa 8

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■ LONDRA – C’è chi pur di essere ai presente ai mondiali di calcio di Russia 2018, che si aprono tra poche ore, è disposto a farsi tutta la strada in bicicletta. Magari per beneficenza. È il caso del “Whistle Stop Tour”, un gruppo di appassionati sportivi delle due ruote con alla testa l’arbitro internazionale Martin Atkinson e il suo collega Jon Moss. I coraggiosi amanti della bici sono partiti da St.George Park nello Staffordshire – sede del ritiro della nazionale inglese – per raggiungere Kaliningrad dopo 18 giorni di viaggio e 2.735 chilometri in sella. L’arrivo è previsto per il 28 giugno, il giorno in cui nella città russa è in programma la terza partita del girone che vede impegnata l’Inghilterra, contro il Belgio. Il tour attraverserà Francia, Belgio, Olanda, Germania e Polonia.


Pedalare per beneficenza L’iniziativa – che fa seguito a quella degli ultimi due anni nel corso dei quali il “Whistle Stop Tour” ha toccato tutti e 20 gli stadi in cui si gioca la Premiere League inglese – è nata per raccogliere fondi per quattro organizzazioni benefiche che si occupano in particolare di bambini e persone anziane malate. Gli organizzatori si augurano di arrivare a raccogliere oltre 70.000 euro. “Sarà una grande sfida – ha detto Atkinson al momento di lasciare il ritiro della nazionale salutato dal ct Gareth Southgate – ma ci siamo preparati per anni e, proprio come partecipare a un mondiale, sarà un’esperienza eccitante e ineguagliabile”.

STORICHE

Da Torino a Togliatti: nasce la Lada. MASSIMO TIBERI

■ Il protocollo firmato nel 1966 tra Vittorio Valletta, patron della Fiat, e il ministro sovietico Aleksandr Tarasov segna

di fatto la nascita della grande industria automobilistica dell’URSS, prima circoscritta a modelli dai bassi numeri produttivi e non certo destinati alla motorizzazione di massa. L’impianto AutoVAZ che viene realizzato nella regione di Samara, nei pressi della città di Stavropol ribattezzata Togliatti in onore del segretario del Partito Comunista Italiano, è fra i più imponenti d’Europa, con circa 200.000 lavoratori e un potenziale fino ad un milione di unità all’anno. È l’ultimo atto importante nella carriera dell’autoritario manager della casa torinese, dura controparte di sindacati e sinistre nel nostro Paese, che concluderà invece uno storico accordo proprio con la patria del socialismo. Valletta, scomparso nel 1967, non assisterà al compimento del progetto che, nel 1970, vede il debutto di quella che in Russia diventerà la popolarissima Zhigulì (nome delle alture intorno a Togliatti), diffusa poi anche in Occidente con il marchio Lada, che evoca la nave dell’eroe cosacco Sten’ka Razin, rivoluzionario antizarista del ‘600. Parente della 124 La sigla 2101 che accompagna la nuova vettura identifica in realtà una strettissima parente della Fiat 124, la berlina presentata a Ginevra nel 1966, media per eccellenza sul mercato nazionale e fregiata del prestigioso titolo di Auto dell’Anno. Modello d’impostazione tradizionale (a trazione posteriore e dalle forme semplici e squadrate), l’italiana offre caratteristiche di affidabilità e praticità (ampio spazio abitabile, economie costruttive e di esercizio) in sintonia con le esigenze di un Paese ancora agli albori dell’automobilismo. Poche, infatti, le modifiche di adattamento che distinguono la Lada: irrobustimento di scocca e sospensioni e il motore 1.200 con albero a camme in testa, e non laterale, per una potenza di 60 cavalli e prestazioni addirittura leggermente migliori rispetto alla 124. Il successo in Unione Sovietica sarà eccezionale e proseguirà con il ritorno alla Russia, fino al 1982 e oltre 4 milioni di unità vendute: riconoscimento ad una protagonista come il Maggiolino in Germania o la 600 da noi, che all’uscita di scena costa ancora l’equivalente di 5.000 euro. Quasi immutata per 42 anni e affiancata da una versione wagon, subirà modesti interventi alla carrozzeria e agli allestimenti (fari rettangolari, modifiche alla calandra, interni appena più curati), mentre i motori cresceranno di cilindrata al limite dei 1.700 centimetri cubici e arriverà un diesel 1.500 . Nel tempo, alla Zhigulì si aggiungeranno altre vetture, più moderne ma meno note in Occidente, come la Samara, la Kalina, la Priora o la piccola bicilindrica Oka, un tentativo non andato a buon fine di ripetere la collaborazione con Fiat. Successo Niva Veramente straordinaria sarà, però, soltanto la carriera della Lada Niva, l’altra icona del marchio, una compatta fuoristrada lanciata nel 1976 e dalle doti tecniche di prim’ordine: trazione integrale permanente, marce ridotte, sospensioni anteriori indipendenti, motore 1.600 sempre di derivazione Fiat (ci saranno poi un diesel 1.900 Peugeot e un 1.700 anche ad iniezione). Per certi versi una Suv ante litteram, ottima off-road con discrete doti stradali, tutt’ora in produzione, dopo due milioni e mezzo di esemplari costruiti, e che ha resistito all’evolversi delle vicende aziendali dell’AutoVAZ, oggi controllata dal gruppo Renault e sempre fra i complessi più grandi a livello internazionale. 16 Giugno 2018 ·

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AUTO E MOTO

Il prossimo suv elettrico di Porsche.

tuarsi, ma il “look and feel” resta quello classico: guidate una Porsche e vi sentite in una Porsche. Addirittura, per i clienti che potrebbero rimpiangere il rombo del motore, gli ingegneri stanno già lavorando a una soluzione: con il via libera del top management, trasformeranno i terminali di scarico sportivi per ritrovare un po’ del sound Porsche anche nei modelli elettrici.

AUTO E MOTO

Alfa Romeo, one-off su 4C.

THOMAS GEIGER

LUCA GAIETTA

■ LOS ANGELES – La concept car Porsche Cross Turismo, suv a trazione esclusivamente elettrica con autonomia dichiarata di 500 chilometri, potrebbe essere l’asso nella manica del progetto Mission E del costruttore premium tedesco. La berlina sportiva a batteria – chiamata Taycan – sarà in vendita l’anno prossimo, il suv nel 2020. Il Cross Turismo ha una lunghezza di quasi 5 metri ed è pensato per il tempo libero e per la famiglia, ma senza dimenticare il piacere di guida tipico delle proposte del marchio: i passeggeri hanno più spazio che sulla Panamera, il bagagliaio è più ampio di quello della Cayenne e non manca il divertimento al volante stile Macan. Cross Turismo risponde alla crescente richiesta del mercato per i grandi suv dandone un’interpretazione originale, moderna e sostenibile. Anti-Tesla Abbiamo provato la Cross Turismo in California, la patria di Tesla (un guanto di sfida lanciato alla Model X), sfilando sulle strade di Hollywood e Malibu. Porsche assicura accelerazione da 0 a 60 chilometri all’ora in meno di 3,5 secondi e velocità massima che supera i 250. I due motori elettrici sincroni con potenza combinata che supera i 600 cavalli regalano prestazioni brillanti, mentre il sistema di sterzata integrale fa dimenticare di essere alla guida di un suv da 5 metri. Intanto ci stiamo facendo una buona idea di che cosa ci possiamo aspettare da una Porsche full-electric, quando la Taycan arriverà sul mercato, cioè a partire dall’anno prossimo. Un piede nel futuro Il cruscotto della Cross Turismo, vero emblema della prossima generazione del digitale, ha eliminato quasi interamente i tasti: al loro posto, un touchscreen che si allunga fino al passeggero. È un’architettura in parte nuova cui bisogna abi10

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· 16 Giugno 2018

■ Tra le tante vetture che si sono lasciate ammirare alla quarta edizione di Parco Valentino Salone Auto Torino una in particolare ha destato l’attenzione del pubblico. L’Alfa Romeo Mole Costruzione Artigianale 001, realizzata come esemplare unico da Adler Group e Up Design impiegando come base un’Alfa Romeo 4C. Sotto al vestito la meccanica della 4C Equipaggiata con 4 cilindri in allumino sovralimentato 1.7 litri da 240 cavalli, la singolare sportiva è in grado di raggiungere i 258 chilometri orari di velocità massima accelerando da zero a cento in 4,5 secondi. Sotto alla carrozzeria, estremamente aerodinamica e fedele nelle forme al family feeling del Biscione, prevede un telaio monoscocca in fibra di carbonio con sospensioni anteriori a triangoli sovrapposti e posteriori di tipo McPherson evoluto. Una one-off che guarda al futuro “Dopo un percorso che ha portato alla creazione di numerose concept cars l’Alfa Romeo Mole Costruzione Artigianale 001 è il primo frutto della intesa con Adler Group – ha detto Umberto Palermo, fondatore e ad di UP Design – una vettura che unisce la mia matita con le visioni innovative del nostro partner e mostra l’intenzione della UP Design di diventare uno dei centri stile più importanti nel panorama mondiale”.


INNOVAZIONE

Quisque, la scatola magica. ROBERTO SPOSINI

sque. È quell’Internet of Things di cui si sente tanto parlare che finalmente avanza, con la promessa di renderci la vita più facile. Ci riuscirà? Qui un esempio concreto. Pensate a chi sceglie un’auto elettrica: sapere di avere un unico strumento che ti trova il parcheggio disponibile vicino e ti assicura che all’interno ci sia la possibilità (certa) di ricaricare l’auto trasforma la mobilità elettrica da sogno a realtà. “È l’auto che – dialogando con una serie di strutture e servizi connessi – deve risolvere i problemi per noi, non l’inverso”, sottolinea Pallotti. Grazie alla Q-Box, a breve sarà attivo “ready to charge”, un nuovo servizio offerto da Smart ed Enel X che consentirà, prima a Roma, nei prossimi mesi anche a Firenze, Genova e Milano, di prenotare la colonnina per ricaricare la propria Smart elettrica attraverso una rete di strutture di ricarica a uso pubblico. L’auspicio degli ideatori di Quisque è che altri costruttori seguano. “Abbiamo scelto un nome che in latino significa ‘ogni cosa’, proprio perché offriamo soluzioni in grado di abbracciare numerosi scenari della mobilità”. Nata a Milano nel 2016 ma con un occhio (e progetti) che guarda al mondo, Quisque ha un obiettivo strategico per il futuro: trasformare la mobilità urbana in un servizio smart, connesso e intermodale, facilmente fruibile dai cittadini, “in una parola – aggiunge Pallotti – in un’esperienza di viaggio più fluida”. E nelle nostre città, di fluidità, ne avremmo davvero un gran bisogno.

AUTO E MOTO ■ Una scatoletta nera, a prima vista insignificante. Priva di packaging attraenti. O di claim che facciano pensare a chissà quali contenuti. In realtà, la scatoletta nera, che sta nel palmo di una mano, è il cuore di un’idea geniale: trasformare (grazie a una App) l’utilizzo, la ricerca e la fruizione di un parcheggio urbano in una nuova esperienza. Più facile, connessa e fruibile. Una Q-Box per tutti Per ora, quella “scatoletta”, nascosta nei varchi di accesso dei parcheggi aderenti (a oggi oltre cento nella zona di Roma, in arrivo anche a Milano e in altre città), permette agli utilizzatori di trovare e accedere al parcheggio più vicino in automatico con la certezza di trovarvi all’interno un posto disponibile e con la possibilità di prenotare anche la ricarica per un’auto elettrica. Il tutto gestibile comodamente tramite smartphone, dalla ricerca alla prenotazione, dall’ingresso al controllo del tempo di sosta, fino al pagamento e all’uscita. La “scatoletta” ha un nome, Q-BOX ed è la piccola e apparentemente semplice componente hardware di Quisque, una startup che ha sviluppato una piattaforma tecnologica in grado di fornire sia l’hardware appunto, sia il software alle aziende (in questo caso ai parcheggi, ma le applicazioni nell’ambito della mobilità connessa sono numerose), che vogliono creare e offrire servizi per il cittadino innovativi ma facilmente integrabili nei sistemi esistenti, senza bisogno di ulteriori costose strutture. Internet of Things Il sistema può semplificarci la vita in molte situazioni, “dai parcheggi alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, dal car e bike sharing ai mezzi pubblici, fino ai pagamenti e molto altro ancora”, spiega Alex Pallotti, co-founder di Qui-

Polestar 1 sfila a Goodwood. VALERIO ANTONINI

■ La Polestar 1, la gran turismo coupé ibrida da 600 cavalli che segna il nuovo inizio del marchio sportivo di Volvo, è pronta a sfilare per la prima volta sulla celebre salita del Goodwood Festival of Speed. Nel corso della kermesse internazionale, in programma dal 12 al 15 luglio prossimi nel parco naturale nel West Sussex, in Inghilterra, sarà possibile ammirare da vicino il prototipo numero 4 della supercar del costruttore svedese, già presentata al Salone di Ginevra 2018. 16 Giugno 2018 ·

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Electric Performance Hybrid Si tratta del primo assaggio su strada di quella che sarà la definitiva Polestar 1, che è alimentata da due motori a batteria e uno a benzina (Electric Performance Hybrid). La vettura, in vendita a partire dalla seconda metà del prossimo anno al prezzo stimato di 132.000 euro, è in grado di viaggiare a emissioni zero fino a 150 chilometri. Tutti i futuri modelli del marchio, compreso un suv, saranno elettrificati. Sogno nel cassetto Sarà il capo collaudatore del reparto sportivo del marchio Volvo, Joakim Rydholm, a guidarla durante il festival di Goodwood. “Affacciarsi su quella salita, davanti a così tanta gente, è stato un mio sogno fin da ragazzo” – confessa il tecnico di Polestar – “poterlo fare al volante dello stesso prototipo sul quale abbiamo lavorato duramente per per tanti mesi sarà davvero un’esperienza indimenticabile”.Terminato il Goodwood Festival of Speed, la Polestar 1 farà il suo debutto anche negli Stati Uniti alla Monterey Car Week, in California dal 23 al 26 agosto.

AUTO E MOTO

Porsche, ancora Speedster.

dell’ultima 911 Carrera Cabriolet ed equipaggiata, quasi a fare da contraltare alla prima elettrica pura Porsche, con il conosciuto 6 cilindri boxer a benzina da 500 cavalli, con cambio manuale a 6 marce, impiegato sulle più recenti sportive di Zuffenhausen. Leggera e aerodimanica come le antenate La 911 Speedster Concept, per adesso destinata a rimanere un prototipo, è caratterizzata da un corpo vettura estremamente leggero e aerodinamico che riprende nella linea diversi particolari delle antenate: ad esempio il parabrezza abbassato e il tappo carburante sul cofano anteriore. Offre un abitacolo in stile racing, con una speciale copertura in fibra di carbonio dietro i sedili anteriori che nasconde la struttura di protezione in caso di ribaltamento, e nella meccanica può contare su numerose dotazioni della GT3.

INNOVAZIONE

Mazda ha una sua Vision. MONICA SECONDINO

PAOLO ODINZOV

■ Alla Porsche guardano al futuro ma non dimenticano il passato. In contemporanea con l’annuncio del nome della vettura elettrica di serie derivata dal concept Mission E, ovvero la Taycan, in produzione il prossimo anno, la Casa tedesca ha svelato un prototipo, ideato per festeggiare i 70 anni del marchio ed ispirato alle celebri barchette che ne hanno scandito la storia: prima fra tutte la Numero 1 del 1948. Sotto al cofano il “boxer” da 500 cavalli Si tratta della 911 Speedster Concept, realizzata sulla base 12

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· 16 Giugno 2018

■ Un’auto che “non entrerà mai in produzione, ma che rappresenta la visione del design Mazda di nuova generazione, un’evoluzione del Kodo design”: così Roberto Pietrantonio, amministratore delegato di Mazda Italia, racconta la Vision Coupé, appena presentata a Milano. L’auto con un’anima La Vision è una coupé a quattro porte, dalla forma semplice, che elimina tutti gli elementi non essenziali. Molto è stato investito soprattutto sul gioco di luci lungo le sue superfici. A seconda del lato dal quale la si guarda, assume contorni diversi, quasi ad esprimere una propria vitalità. Proprio come l’antica cultura giapponese, anche in quest’auto prende vita lo spettacolo di luci e ombre.


La porta sul futuro L’essenza del design di questo concept sarà alla base della prossima generazione di modelli Mazda, la cui prima vettura verrà lanciata nel 2019. “Solo per la lavorazione della fiancata di questo progetto sono serviti due anni di lavoro da parte di maestri artigiani”, racconta Pietrantonio. Ma l’attesa è valsa la pena. Presentata al Salone di Tokyo lo scorso ottobre, quest’auto ha già vinto due premi: “Most beautiful Concept Car of the Year” al 33° Festival Internazionale dell’Automobile di Parigi e “Concept Car of the Year” al Salone di Ginevra 2018. Alito di vita Mazda ha scelto di presentare l’auto a Milano, in una cornice originale, presso i Caselli Daziari dell’Arco della Pace espressione di arte, design, movimento e vitalità. All’interno del vecchio casello la Vision Coupé è stata esposta al centro della sala, creando un’installazione circondata dalle fotografie di Andrew Tarnawczyk, Ayako Sekine, Eponine Huang, Irvin Rivera, Ivo Sekulovski, Kay Ruhe, Marta Bevacqua, Minoru Tsukada, Natalia Samoilova, Nikola Luki e Simone Steenberg. Immagini non scelte a caso: un misto di oggetti e di figure umane a rievocare, proprio come la concept car esposta, sensazioni ed emozioni che ricordano il movimento, il dinamismo, l’evoluzione. Ma che motore potrebbe avere un’auto del genere? È sempre Pierantonio a dare la risposta, ricordando che Mazda ama distinguersi anche in questo. La Casa di Hiroshima sta lavorando in questo momento a 360°, dall’elettrico al diesel, passando dall’ibrido al nuovissimo SkyActiv-X, il nuovo motore benzina che sarebbe meglio di un elettrico. Tutti potrebbero essere montati indistintamente sulla Vision Coupé per darle vita in strada. Mica male per una visione.

LIFESTYLE

Hot Wheels, giocare a 50 anni.

CARLO CIMINI ■ Le fiammanti Hot Wheels festeggiano il 50esimo anniversario di storia con uno speciale concorso. Il costruttore di giocattoli americano Mattel – che detiene il marchio delle “macchinine” – ha organizzato un tour itinerante in tutti gli Stati Uniti per premiare la migliore auto “customizzata” che somigli alle piccoline della pista arancione tanto amate da bambini e collezionisti. La vettura che risulterà più simile ai canoni dei modellini sarà riprodotta in versione “mini”. A grandezza naturale I vari appuntamenti del “The Legends Tour” fanno parte di un programma di fidelizzazione che vuole riavvicinare il fan all’azienda, in un momento storico in cui i bambini sono più attirati dai dispositivi interattivi e restano lontani dai giocattoli tradizionali. Eppure Hot Wheels può vantare di aver venduto nel mondo oltre sei miliardi di pezzi. Tour a tappe “The Legends Tour” è iniziato il 28 aprile scorso presso la sede della società californiana, a El Segundo, e si concluderà il 20 ottobre in una convention automobilistica, il Sema Show di Las Vegas. Le manifestazioni permetteranno ai fan di entrare e ammirare i tanti veicoli personalizzati che saranno messi in mostra e giudicati sulla base di criteri come estro e originalità. L’auto vincente convertita in “modellino” sarà acquistabile presso i rivenditori di tutto il mondo, a partire dall’autunno del 2019. Adrenalina al 100% “Sarà un tour stravagante”, ha dichiarato Chris Down, vicepresidente e general manager globale di Hot Wheels. “C’è un entusiasmo pazzesco attorno al nostro marchio e vogliamo stare vicino ai nostri fan”. The Legends Tour è stato organizzato non solo per festeggiare mezzo secolo di attività ma anche per risollevare le vendite di Mattel che hanno avuto un crollo a causa dell’aumento dei concorrenti tecnologici. Inoltre la chiusura della famosa catena di negozi di giocattoli Toys “R” Us, presso i quali venivano comprate molte delle piccole auto, ha contribuito a far calare l’interesse per il marchio. La linea Hot Wheels nacque nel 1968 quando Elliot Handler, cofondatore di Mattel, scelse di diversificare i prodotti dell’azienda con una linea di modellini, come diceva il claim originale, capaci di compiere “acrobazie senza precedenti, saltare dirupi impossibili e sfrecciare in spericolati rettilinei e tornanti a 180 gradi. Hot Wheels, 100% adrenalina”. Per la gioia del bambino che è in ognuno di noi.

PAESE

Congestion charge alla romana. 16 Giugno 2018 ·

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vorare in centro”. Stando alle stime del Comune, si tratta di quasi mezzo milione di romani che, loro malgrado, creano congestione e smog e perdono ore nel traffico.

BUSINESS

MARINA FANARA ■ Stretta in vista per i romani che usano l’auto per andare in centro: nel prossimo futuro, potrebbero pagare pedaggio per circolare all’interno delle Mura Aureliane. La proposta di istituire una “Congestion charge” sul modello di Londra e dell’Area C di Milano è di Enrico Stefano, presidente della Commissione Mobilità. La delibera potrebbe essere votata fin dalla prossima seduta anche se il provvedimento entrerebbe in vigore non prima dei prossimi due anni. Centro a pedaggio L’idea, in realtà, era già stata avanzata dalla precedente giunta Marino e inserita nel Piano generale del traffico del 2015. Ora è stata “rispolverata” dal Campidoglio con l’obiettivo di abbattere il traffico privato, convincere i cittadini a muoversi in maniera sostenibile e ridurre lo smog. Stando alla delibera, l’area soggetta a pedaggio per auto e veicoli privati coincide con la zona compresa tra l’anello ferroviario e la Ztl nel cuore della città: 30 chilometri quadrati delimitati dai 21 varchi già attivi e limitrofi al centro. Tra i punti più trafficati dove scatterebbe la tassa ci sono, per esempio, Lungotevere Vittoria, Via Gregorio VII, Trastevere, Piazza Risorgimento, Piazza Mazzini, Cristoforo Colombo, Piramide, San Giovanni, Piazza Vittorio, Porta Pia. Più inquini, più paghi La tariffa non è stata ancora definita, ma l’ipotesi è di partire da 2 euro per ogni ingresso, modulando il ticket in base al tipo di veicolo: i più vecchi e inquinanti pagheranno progressivamente di più. Nel piano sono previste anche alcune deroghe, tra cui agevolazioni per i residenti, i veicoli a batteria o ibridi e per chi viaggia con non più di tre persone a bordo, per esempio in modalità “car pooling”. Si paga con l’app Le restrizioni al traffico privato saranno attive tutti i giorni, probabilmente fino a inizio sera, esclusi i week end. Si potrà pagare col cellulare, tramite app, o con carta di credito. Secondo l’attuale proposta, inoltre, chi ha versato il pedaggio non avrà diritto ad accedere liberamente al cuore della città: per entrare nella Ztl del centro storico bisognerà comunque essere muniti di apposito permesso. Meno traffico, più bus “Non vogliamo fare cassa”, ha sottolineato Stefano, “i soldi che incasseremo verranno usati per potenziare i mezzi pubblici. Vogliamo offrire un’alternativa sostenibile ai cittadini che ogni giorno usano l’auto o il motorino per andare a la14

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· 16 Giugno 2018

I cinesi scoprono l’usato. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

■ La Cina è sulla strada per diventare anche il più grande mercato di auto usate del mondo: dal 2010 le vendite di vetture di seconda mano sono aumentate molto più rapidamente delle immatricolazioni. Nel 2017 la crescita del mercato dell’usato è stata del 19,3% rispetto all’anno precedente. Il nuovo è cresciuto nello stesso periodo solo del 3,2%. Secondo gli analisti, le vendite di vetture di seconda mano raggiungeranno quota 20 milioni entro il 2020. Restrizioni governative Per diversi anni i governi locali hanno vietato lo scambio di auto usate. Le restrizioni erano finalizzate a stimolare le nuove immatricolazioni, per sostenere le casa produttrici e i concessionari. Fino agli anni 2000 la scarsa qualità delle componenti montate dai costruttori locali incideva inoltre sulla longevità delle auto, che venivano spesso rottamate dai proprietari dopo relativamente poco tempo. Oggi, il raggiungimento degli standard qualitativi globali ha allungato la vita utile dei veicoli. Piani per il futuro La mancanza di un sistema di garanzie a tutela dei clienti di auto usate ha frenato lo sviluppo del mercato. Per questo, diversi produttori si sono impegnati a certificare e garantire la qualità dei veicoli di seconda mano. L’obiettivo è stimolare il commercio sulle piattaforme e-commerce dove, solo nel 2017, sono state venduti più di 1.3 milioni di esemplari usati.


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· 16 Giugno 2018


...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 15 - FEBBRAIO 2018 www.lautomobile.it

THE ANALYST

Il risveglio dei BRIC.

Nuova serie • Anno 3 • Numero 15 • Febbraio 2018 • €3,00

Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 27/01/2018

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Anno 120°

THE A

■ Il 2017 non è stato facile per i costruttori nei due grandi mercati maturi, Europa e Stati Uniti. E le prospettive per quest’anno sono incerte per quanto riguarda le intenzioni d’acquisto dei consumatori. Gli analisti temono che, dopo quattro anni consecutivi di aumento, il mercato europeo possa rallentare, e non solo per colpa della Brexit. Per il 2018, le attese sono per una crescita tra lo 0,5 e l’1,5%, diciamo intorno ai 15 milioni e 800 mila immatricolazioni, che rimane pur sempre attraente in termini di volumi. Tuttavia la profittabilità, che per Case e concessionari nel 2017 è stata probabilmente inferiore al 2016, potrebbe ulteriormente calare a causa del crollo del diesel (con relativo downsizing) e dell’aumento delle vendite effettuate tramite canali onerosi (noleggio e “km zero”). Il quadro non è così diverso per il mercato americano, nel 2017 diminuito di circa il 2% dopo 7 anni consecutivi di crescita (-12% le autovetture, +5% i truck). Per questo 2018, le attese sono di un ulteriore calo al di sotto dei 17 milioni di unità, dal momento che i vantaggi derivanti

dalla riforma fiscale potrebbero essere compensati da un aumento dei tassi d’interesse, che ha un impatto diretto sulle rate mensili dei finanziamenti. In un tale contesto, l’agenda dei costruttori è cercare di mantenere le posizioni evitando un deterioramento dei margini, mentre è bene guardare altrove per opportunità di crescita profittevole. Tanto più che i mercati emergenti, i BRIC (acronimo di Brasile, Russia, India e Cina) hanno dato segnali di risveglio.

Dalla seconda metà del 2017 le vendite mensili in Brasile esprimono un livello di mercato superiore ai 2 milioni di veicoli su base annua.

La Russia, che prima dell’ultima grande crisi da sola salvava i bilanci di molte filiali europee per poi crollare, nel 2017 è tornata a crescere a doppia cifra (+11%). Nel 2018 dovrebbe risalire a circa 1,85 milioni di unità per poi ritornare sopra ai 2 milioni nel 2019. E si tratta notoriamente di un mercato ricco, grazie ad una segmentazione favorevole (suv e premium) e a una scarsa incidenza sui margini di sconti ed incentivi.

A questo proposito, chi sta facendo maledettamente sul serio è il governo cinese. L’anno scorso ha annunciato che entro il 2025 una vettura venduta su cinque dovrà viaggiare con carburante alternativo (Afv), in pratica ibrida o elettrica, e che comunque le tradizionali motorizzazioni a combustione interna hanno ormai i giorni contati. Nel frattempo, spinto da un insaziabile appetito dei clienti per suv e crossover, il mercato cinese, sia pure a tassi inferiori al passato, continua a crescere. Nel 2018, includendo i commerciali leggeri, potrebbe sfondare il tetto dei 30 milioni di veicoli, pari ad oltre un terzo del mercato mondiale.

Aumenti a doppia cifra sta facendo registrare negli ultimi tempi anche il mercato brasiliano, segno di una ritrovata fiducia dei consumatori dopo un ciclo negativo durato 10 anni.

L’India sta invece crescendo stabilmente ormai da 4 anni, e nel 2018 potrebbe addirittura scalzare la Germania dalla quarta posizione mondiale con oltre 3,4 milioni di immatricolazioni, nonostante le infrastrutture ancora inadeguate e un livello record d’inquinamento.

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