Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 46 • 22/06/2018
Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Wagon Forever. FRANCESCO PATERNÒ ■ Le station wagon non muoiono mai. Sui mercati mangiano polvere sollevata da suv di tutte le taglie, perdono quota ma sono sempre lì. A interpretare il ruolo di auto con bagagliaio più o meno grande e soglia d’accesso sicuramente più bassa di quella di un suv. Le wagon sono nate in America, la cinematografia le ha rese immortali. Ma il bello è che già nel 1983, Lee Iacocca, il top manager che alla Ford aveva lanciato la Mustang, alla Chrysler (dove approda) inventa la monovolume per tutti, la Plymouth
Voyager. Secondo lui, i baby boomers, gli americani nati tra il 1945 e il 1964 e protagonisti dell’aumento demografico di quegli anni (il baby boom appunto), sono annoiati dalle solite wagon e cercano un altro tipo di carrozzeria. L’idea funziona, almeno finché ai baby boomers non viene fatto vedere il suv, che sul mercato comincia a massacrare la monovolume mentre le wagon avviano la loro resistenza a oltranza. Ma che dicono ora oltreoceano gli esperti di moda? Che i figli dei baby boomers pare riscoprano le familiari, auto per distinguersi dai suv dei genitori. Wagon forever?
AUTO E MOTO
A ognuno la sua familiare. PAOLO ODINZOV
■ Quello delle station wagon è un mercato variegato. Nonostante sia una piccola nicchia, che in Italia conta il 7,1% delle immatricolazioni totali, raccoglie modelli per tutte le tasche e le esigenze. Dalle familiari classiche alle sportive, dalle più abbordabili a quelle più lussuose: ogni tipo di pubblico può trovare l’auto in abito lungo con cui portare a spasso tutta la famiglia, cani e gatti compresi. Nella categoria non mancano neppure vetture con un’anima “verde capaci di viaggiare in solo elettrico a emissioni zero”. Le classiche Per classiche intendiamo quelle familiari considerate un punto di riferimento nella categoria. Come la Mercedes Classe E, in vendita con un listino a partire da 51.400 euro, che da 34 anni detta legge tra i modelli di fascia alta offrendo a bordo tecnologie da ammiraglia. Oppure la Volvo V90 (da 45.500 euro) con cui la Casa svedese nel 2016 ha reinventato a modo suo la wagon, proponendo una vettura che fa di sicurezza e comfort il punto di forza. C’è poi la Volkswagen Passat Variant (da 38.950 euro), sulle strade dal 1974, che vanta nella gamma anche una versione “off-road” Alltrack come alternativa a modelli più costosi come l’Audi A4 Allroad (da 44.150 euro). Le sportive Il segmento propone diversi modelli sia per prestazioni pure che per linea. Appartiene alla prima schiera l’Audi RS6 Avant, considerata da sempre una sorta di bolide travestito da wagon. Basti solo pensare che nell’ultima generazione, proposta a 126.500 euro, impiega nella versione performance un motore da 605 cavalli che le permette di raggiungere i 250 orari (autolimitati) bruciando i cento in soli 3,7 secondi. Ben più calma è la Bmw Serie 3 Touring 2
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(da 35.750 euro), la prima auto della categoria nel 1982 ad avere un design estremamente filante rinunciando però a un po’ di capienza del bagagliaio. Le più abbordabili Tra le wagon con il miglior rapporto qualità/prezzo, la Fiat Tipo ST è in assoluto tra i modelli da prendere in considerazione ed è anche l’auto più apprezzata dal pubblico italiano nel segmento, con oltre 10mila immatricolazioni da inizio anno. Offerta con prezzi a partire da 16.950 euro e diverse motorizzazioni benzina, diesel e Gpl della potenza da 95 a 120 cavalli, la Tipo SW si distingue da molte concorrenti anche per diverse dotazioni da categoria superiore: ad esempio il cambio a doppia frizione Dct disponibile su alcune versioni a gasolio. Altra vettura che vince a mani basse in termini di contenuti rispetto al listino è la Ford Focus. La versione base, in vendita a 21.000 euro, è equipaggiata con un motore 3 cilindri 1.5 EcoBoost da 95 cavalli che garantisce consumi ed emissioni tra i più ridotti della categoria. A breve arriverà la nuova generazione. Le lussuose Chi non vuole rinunciare a lussi e sfarzi può trovare in modelli come la Jaguar XF Sportbrake o la Porsche Panamera Sport Turismo le vetture ideali. Distinta da una silhouette elegante che la rende subito riconoscibile, la Jaguar XF Sportbrake costa nella versione per così dire entry level 47.850 euro. Ha un salotto di bordo in perfetto British style, confezionato con radiche e pelli preziose, mentre sotto all’elegante vestito nasconde una meccanica con motori fino 300 cavalli. Parte invece da 330 cavalli la Porsche Panamera Sport Turismo (da 104.000 euro), oltre ai 680 cavalli della versione ibrida più potente, in grado di percorrere fino 51 chilometri in elettrico.
BUSINESS
Station senza fine. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI
AUTO E MOTO
Wagon, all’Europa piacciono meno. JUAN FELIPE MUÑOZ-VIEIRA
■ L’arrivo di suv e crossover ha ridefinito la struttura del mercato e l’immaginario collettivo dell’auto pratica e versatile. L’invasione del segmento – nato negli Usa e ormai diffuso in tutto il pianeta – ha colpito anche le station wagon, che tuttavia sembrano resistere all’attacco. Le familiari nel 2018 rappresentano in Italia il 7,1% delle immatricolazioni. Non un mercato di massa, ma non lo è mai stato: dal 2011 al 2018 la quota di vendite delle station è scesa dall’8,7% al 7,1%, una flessione di 1,6 punti percentuali. Al netto delle fluttuazioni del mercato, in termini di unità commercializzate, la variazione è di circa 12mila vetture: 152mila nel 2011 contro le 140mila del 2017. Le immatricolazioni si mantengono stabili anche grazie alla ricca offerta delle case produttrici, che non rinunciano comunque a proporre le loro familiari, anche di diversi segmenti. Tipo da primato In Italia la Fiat Tipo segna un record di vendite: nel 2017, 17mila unità, il 13% sulle 140mila station wagon immatricolate nell’anno. Nei primi 5 mesi del 2018 la Tipo mantiene il primato, con 10.196 esemplari, una crescita del 9,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Seconda posizione per l’Audi A4 che nella declinazione “avant” sbaraglia la concorrenza premium: al termine del 2017, 10.500 esemplari venduti, più del 50% rispetto alla connazionale Bmw Serie 3 che si difende, nonostante il peso degli anni e raggiunge l’ottavo posto con 6.900 immatricolazioni. L’A4, dal 2015 alla sua quinta generazione, si posiziona al secondo posto anche nei primi 5 mesi del 2018: più di 4.500 unità, nonostante la flessione dell’8,4% rispetto allo stesso periodo del 2017. Medaglia di bronzo per la Renault Megane con 9.800 esemplari venduti al termine del 2017. A maggio 2018 il terzo posto, però, è della Ford Focus, recentemente rinnovata: 4.300 esemplari venduti, contro i 3.100 della francese.
■ Il mercato europeo dell’auto vive un periodo di forti cambiamenti a causa delle nuove regole che puntano ad avere una flotta di veicoli più in sintonia con l’ambiente e anche per i gusti del consumatore in continua evoluzione. Così come la tecnologia, in perenne crescita. Su il suv, giù le station Tra i cambiamenti più rilevanti è il successo dei suv che rappresentano ormai quasi un terzo delle immatricolazioni nel nostro continente. L’effetto di questa popolarità si riflette sulle vendite di altri tipi di vetture. La station wagon è una delle vittime del successo dei suv. Secondo i dati di Jato, le immatricolazioni di queste auto sono scese dalle 2,04 milioni di unità nel 1999 alle 1,8 milioni l’anno scorso. Le immatricolazioni di queste vetture sono calate del 4,6% durante i primi cinque mesi di questo anno. Il totale è di quasi 746.000 pezzi, il 10,5% del totale del mercato. La quota complessiva è quindi scesa di 0,8 punti percentuali visto che il totale complessivo delle vendite è aumentato di circa il 2,2%. Il 2017 è stato l’anno con il risultato più basso dal 2013 quando la crisi aveva spaventato tanti consumatori. Il nord Europa tiene La discesa non è uniforme. I paesi nordici e la Germania continuano a essere i principali riferimenti per le station, con una quota rispettivamente del 22% e 19% nel 2017: in passato percentuale si attestava intorno al 30% in Scandinavia e al 21% in Germania. Queste auto risultano meno popolari in Spagna e Francia dove la quota rimane stabile, in questi anni, intorno al 3,5% e 6% rispettivamente. 22 Giugno 2018 ·
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Non è il caso dell’Italia. Nel nostro Paese si vede un crollo importante nella domanda di queste auto. I dati mostrano che le immatricolazioni sono cadute dalle 340.000 unità nel 1999 a un minimo di 90.000 pezzi nel 2013 quando c’è stato il peggio della crisi dell’auto. Nonostante la crescita ininterrotta fino al 2017, quando il totale immatricolato è salito alle 137.000 unità, le stato wagon sono ancora lontani dalla quota che avevano 20 anni fa. Infatti la quota di mercato è crollata dal quasi 15% nel 1999 al 7% l’anno scorso.
STORICHE
Volvo 240, sicurezza al cubo. MASSIMO TIBERI
c’era scritto il suo destino: Vesc, Volvo experimental safety car. Già, perché fu proprio la sicurezza, ben più dello stile e delle prestazioni, a fare della Volvo Serie 200 una delle auto più dotate in tema di sicurezza “passiva”, a partire da quei paraurti che sembravano resistere a impatti estremi. L’immancabile Labrador Certo, la berlina convinceva. Ma fu la versione station wagon 245 (il 5 stava per le 5 porte) ad inaugurare un vero filone, quello delle famigliari, come si chiamavano ancora da noi, perfette per famiglie numerose e con l’immancabile labrador nel bagagliaio. Ancora oggi c’è gente letteralmente innamorata della “Volvona” più iconica della storia. Se ne trovano numerose in vendita, specie sui siti tedeschi, specie station wagon, tutte con centinaia di migliaia di chilometri sulle spalle. Ma chi la conosce sa che i chilometri non sono un grosso problema. Un salto nel passato Negli anni 90 sotto il cofano c’era un onesto 2 litri a benzina che, con 109 cv a stento si portava a spasso l’imponente mole. Da guidare oggi è un salto nel passato: assetto morbidissimo, specie se le sospensioni sono a fine vita (e spesso è così), prestazioni fuori dal tempo (i 170 orari sono un miraggio e al semaforo meglio prendersi del tempo). In compenso i consumi sono sempre stati un punto debole, tanto che le trasformazioni bi-fuel erano all’ordine del giorno. Rossa, station wagon, magari una delle ultime Polar del ’93: ecco, questo sì sarebbe un bell’acquisto. Il fascino regge ancora oggi, il budget sta sotto i 5mila euro e, trasformata con un impianto a Gpl entra anche nelle aree a traffico limitato. What else? direbbe George.
AUTO E MOTO
■ In pochi lo sanno. E, a guardarla, in ancora meno lo immaginano. Eppure, lei, la svedesona da famiglia del 1974, 30 anni fa mieteva anche successi sportivi. Correva l’anno 1985, il terreno di gara era quello del Campionato Europeo Turismo e lei era una 240 Turbo. A guardarla oggi vien da chiedersi come ha fatto, eppure, in quegli anni la berlinona svedese dominava nelle gare in Australia, Finlandia, Germania, Portogallo, Nuova Zelanda e Svezia e col suo 4 cilindri turbo dava del filo da torcere a Bmw e Jaguar con motori plurifrazionati. Le eredi Oggi, la storia si ripete, di nuovo in duplice copia: l’erede naturale della 240 sarebbe la Volvo S60 su strada e la versione Polestar TC1 in pista. Fascino dimezzato la prima, con un promettente 4 cilindri da 400 cv sotto il cofano la seconda, impegnata nella stagione 2016 del WTCC. Ma volete mettere? Vada come vada, questa berlina a trazione posteriore dalle forme cubiche e dall’aspetto rassicurante, fece stragi di famiglie “frikkettone”, conquistate dallo stile fuori dal coro e dalla sicurezza, quarant’anni fa senza avversarie. Apparsa per la prima volta nel 1972, al Salone dell’auto di Ginevra, nel suo nome “in codice” 4
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Bmw Serie 8, il ritorno della GT. PAOLO ODINZOV
■ A volte ritornano, parlando della nuova Bmw Serie 8 è proprio il caso di dirlo. La nuova GT bavarese raccoglie l’eredita di un modello che alla fine degli anni ’80 ha scritto un importante capitolo per la Casa di Monaco, distinguendosi per lusso e prestazioni. Svelata in occasione della 24 Ore di Le Mans, anche questa volta la Serie 8 punta a fare la differenza, andandosi a posizionare nel mercato tra sportive come la Porsche 911 e le ammiraglie d’alta gamma come Audi A8 e Mercedes Classe S. Leggera per quattro Per farlo, la new entry tedesca può contare anzitutto su una carrozzeria filante, ispirata nel design all’ultimo family feeling Bmw, che veste un abitacolo per 4 persone dove domina uno stile hi-tech. Oltre a una dinamica di guida che beneficia della estrema leggerezza del corpo vettura, basato sulla piattaforma modulare Clar con diverse parti in carbonio, e delle dimensioni compatte per la categoria. Ovvero una lunghezza di 4,84 metri, una larghezza di 1,90 metri e un’altezza di 1,34 metri con un passo di 2,82 metri. Prestazioni al vertice Senza contare che la nuova Serie 8 prevede una gamma di motorizzazioni in grado di accontentare tutte le esigenze in fatto di prestazioni. Al lancio, previsto a novembre, verrà proposta con un V8 benzina 4.4 biturbo da 530 cavalli, destinato alla versione M850i, e un 6 cilindri turbodiesel di 3 litri da 320 cavalli per la 840d.
AUTO E MOTO
Audi, niente diesel per A1. MASSIMO CARATI
si parla solamente di “efficienti” propulsori a benzina con potenze da 95 a 200 cavalli. Niente più dunque versioni a gasolio. L’altra novità è che la più piccola di Audi sarà venduta ora solo con 5 porte Sportback, perdendo la configurazione a tre porte, più sportiva ma sicuramente meno comoda e accessibile. Meno femminile C’è poi un cambio di anima: se la precedente A1 è stata scelta per le sue linee molto pulite da un pubblico soprattutto femminile, la nuova arrivata ha ora linee più tese, sportive e muscolari per attrarre il target maschile. Ad aiutare la conversione verso un cliente differente anche l’aumento delle dimensioni con una lunghezza ora di 4,03 metri e una larghezza di 1,74. Tre gli allestimenti: base, advanced e S line che configurano la A1 in modo diverso per la griglia dell’anteriore, prese d’aria laterali, parte inferiore del paraurti e spoiler. Più spaziosa Per il resto, la grande – così assicurano i tedeschi – possibilità di personalizzare l’auto anche negli interni, un volume del bagagliaio aumentato di 65 litri (in totale si hanno a disposizione da 335 a 1.090 litri), Audi virtual cockpit a richiesta (altrimenti bisognerà accontentarsi del display in Hd da 10,25 pollici e il navigatore con cloud che consente di modificare il percorso in funzione delle condizioni del traffico. In termini di assistenza alla guida il sistema pre sense front che può evitare del tutto o ridurne le conseguenze di un impatto frontale grazie al radar anteriore. Spagnola di nascita La nuova Audi A1 Sportback sarà prodotta sulla piattaforma MQB del gruppo tedesco a Martorell in Spagna (stabilimento Seat) e non più in Belgio. Arriverà in Italia in autunno con prezzi da definire ma con listino che in maniera indicativa partirà appena sotto i 20mila euro.
AUTO E MOTO
Toyota, nuovo look per Aygo. CARLO CIMINI
■ Buona la seconda. L’Audi A1 si rinnova e rompe con il passato: non avrà motori diesel. E a qualche ora dall’arresto del ceo Rupert Stadler è una notizia. Il dato più importante. A leggere le informazioni rilasciate dalla Casa tedesca infatti
■ COPENAGHEN – Tra le isole danesi di Sjælland e Amager, Toyota presenta l’edizione 2018 della seconda generazione di Aygo. La city car mostra esteriormente un leggero restyling: mantiene il motivo a “X” proposto nel 2014, ma in versione tridimensionale, con linee più marcate. Le novità riguardano soprattutto il nuovo sistema 22 Giugno 2018 ·
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euro per l’entry level fino a un massimo di 15.100 euro per gli allestimenti premium. L’obiettivo di vendite annuo dichiarato da Toyota in Italia è di 13.500 immatricolazioni, una cifra già raggiunta negli ultimi tre anni.
AUTO E MOTO
infotainment e l’integrazione del Safety Sense (di serie), il pacchetto di sicurezza attiva. La linea ritoccata dell’Aygo si può notare già dai nuovi gruppi ottici e qualche piccolo intervento sul frontale. La già vasta scelta nei colori (sei) viene integrata con due nuove opportunità, il Rich Blue e il Magenta Splash. La guida rimane maneggevole e reattiva, come la versione precedente. Anche le misure della vettura rimangono le stesse – 3,46 metri di lunghezza, 1,60 di larghezza e 1,46 di altezza – così come la capacità del bagagliaio: 168 litri di spazio. Tecnologia al top L’abitacolo propone una delle due novità principali di questa versione, il nuovo quadro strumenti. Il sistema infotainment è dotato di un display touchscreen da 7 pollici da cui è possibile visualizzare la telecamera posteriore in fase di retromarcia (disponibile di serie a partire dall’offerta base x-cool). Il menu principale è in grado di integrarsi con gli smartphone ed è compatibile con Apple Carplay e Android Auto (e i rispettivi comandi vocali Siri e Google) a partire dalla proposta x-play (13.750 euro). Sicurezza a bordo L’Aygo si arricchisce anche del Toyota Safety Sense, inserito già dall’offerta base. Il pacchetto di sicurezza comprende il sistema pre-collisione – rileva il veicolo che ci precede e avvisa il guidatore con un segnale acustico e visivo tra i 10 e gli 80 chilometri all’ora, e può ridurre la velocità di circa 30 chilometri orari o addirittura arrestare l’auto – e l’avviso del superamento di corsia. Un motore per tutti Il motore benzina 3 cilindri, 998 di cilindrata, è l’unico proposto dalla Casa per l’Aygo, consente di sviluppare 72 cavalli, di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 13,8 secondi e di raggiungere la velocità massima di 160 chilometri all’ora. Inoltre, anche ad alti regimi, il rumore e le vibrazioni nell’abitacolo sono più contenute rispetto alla versione precedente: merito dei materiali fonoassorbenti che migliorano la silenziosità generale. Infine la vettura è dotata anche del sistema Start&Stop che permette alla vettura di contenere i consumi: secondo la Casa con un litro di benzina si possono percorrere circa 24 chilometri. Prezzi di listino a partire da 11.850 6
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Suzuki Jimny, ritorno al passato. LUCA GAIETTA ■ Suzuki ha diffuso le prime foto ufficiali della nuova Jimny che dovrebbe debuttare sui mercati europei a settembre. L’ennesima generazione della piccola fuoristrada giapponese, venduta dal 1970 ad oggi in quasi tre milioni di esemplari, propone un design esterno che richiama al passato con una carrozzeria a tre porte delle forme squadrate e sbalzi ridotti al minimo. Dotazioni hi-tech Gli interni della vettura, come da tradizione del modello, sono abbastanza spartani. Non manca però di dotazioni hi-tech tra le quali un sistema d’infotainment con un ampio schermo a colori, oppure il volante multifunzione. Ancora top secret la meccanica che proporrà comunque quasi certamente un telaio a longheroni e un motore longitudinale associato alla trazione integrale e un cambio con marce ridotte.
INNOVAZIONE
Fiat Panda Waze, la city car è social. LUCA GAIETTA
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INNOVAZIONE
Autonoma, Apple ruba talenti a Google. PATRIZIA LICATA
■ Debutta la Panda Waze: versione speciale della citycar più amata dagli italiani che offre a bordo l’integrazione delle applicazioni per smartphone Waze e Panda Uconnect, pernettendo di utilizzarle contemporaneamente, passando da una all’altra, con un semplice tocco sul display delllo smartphone. Tanti servizi per 107,5 milioni di utenti Il connubio digitale tra le due app sulla vettura è stato ideato dai tecnici del brand Mopar di Fca e permette al conducente di concentrarsi sulla guida e di beneficiare di molti servizi. Come ad esempio condividere in rete nei momenti di sosta fotografie, oppure ricevere e fornire consigli di viaggio ed esperienze di guida, contando sul supporto di due community che raccolgono in totale 107,5 milioni di utenti. Stile personale e ricche dotazioni Caratterizzata da un particolare look “Cross”, la nuova Panda Waze ha un listino a partire da 7.400 euro ed è rivolta ad un pubblico che ricerca in una vettura la massima connettività e uno stile personale. Si distingue esternamente per il logo della serie sui parafanghi anteriori e per la caratterizzazione urbana e dinamica sottolineata dai vari dettagli di colore nero come le modanature laterali, le calotte degli specchietti, le barre longitudinali sul tetto e le maniglie delle portiere. La dotazione di serie del modello include diversi plus come radio bluetooth e supporto in plancia per lo smartphone il climatizzatore e i sistemi di assistenza alla guida Esc con Hill Holder. Mentre l’unica motorizzazione disponibile per lei e il collaudato 1.2 benzina 69 cavalli.
■ La guida autonoma viene spesso identificata con l’auto-robot, ma lo sviluppo tecnologico è fondato sempre e solo sul talento umano. Lo sa bene Apple che ha sottratto uno dei principali ingegneri esperti di driverless della Silicon Valley, Jaime Waydo, alla sua arci-rivale Waymo, la società di Google pioniere della guida automatizzata. L’azienda che ha creato uno status symbol con computer Mac e cellulari iPhone non rinuncia a essere un big anche nell’auto autonoma: i piani di Apple sul driverless restano in parte avvolti nel mistero ma a maggio la flotta autonoma della Mela ha raggiunto le 55 unità testate su strade pubbliche della California, contro le 51 di Waymo. È quel che basta per far trasferire un ingegnere top da Mountain View a Cupertino. Da Marte alla Silicon Valley Un po’ come fanno i grandi club di calcio durante il mercato estivo che si contendono i fuoriclasse per assicurarsi la possibilità di avere una stagione piena di vittorie, il “poaching” di Apple (la pratica con cui le aziende vanno a caccia di talenti da sottrarre alla concorrenza) ha mirato dritto alla systems engineer di Waymo esperta di sicurezza: uno dei nodi su cui la Wyado lavorava per Google era capire quando l’auto autonoma è pronta per fare a meno del pilota di emergenza. La Waydo è stata in passato anche ingegnere della Nasa e sul suo profilo Twitter si descrive chiaramente così: “Ho portato un rover su Marte e adesso lavoro per rendere sicure le auto autonome”. 22 Giugno 2018 ·
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I cervelli (umani) dell’AI Non è la prima volta che Apple sfila talenti da Mountain View: è già accaduto ad aprile quando ha assunto John Giannandrea, ex top manager di Google nella divisione che sviluppa tecnologie di intelligenza artificiale. Anche per questa, è chiaro, ci vuole molta intelligenza umana e il ceo di Apple Tim Cook ha definito i suoi piani sulla guida autonoma “la madre di tutti i progetti di AI”.
AUTO E MOTO
Skoda Kodiaq RS, suv da record.
INNOVAZIONE
La spesa la porta il robot. VALERIO ANTONINI
PAOLO ODINZOV
■ Con il boom dell’e-commerce – in Italia, per esempio, il fenomeno è in crescita del 20% rispetto allo scorso anno – stanno nascendo diverse start up, soprattutto negli Stati Uniti, che studiano e realizzano robot in grado di effettuare autonomamente consegne a domicilio di ogni genere, dagli oggetti confezionati ai prodotti freschi e di consumo immediato.
■ Nove minuti, 29 secondi e 84 centesimi: è questo il tempo da record impiegato dalla Skoda Kodiaq RS per completare un giro del Nürburgring, con al volante la pilota Sabine Schmitz. La nuova vettura della Casa ceca, prossima a debuttare al Salone di Parigi (4-14 ottobre), ha dimostrato le sue doti di guidabilità e le elevate prestazioni, confermandosi come il suv a sette posti più veloce tra le 73 curve e i numerosi saliscendi che caratterizzano i 23,8 chilometri del Nordschleife. Un diesel biturbo da 240 cavalli Sotto al cofano la Skoda Kodiaq RS impiega un diesel 4 cilindri biturbo 2.0 BiTDI da 240 cavalli, derivato da quello montato sulla Volkswagen Passat, associato alla trazione integrale e a un’elettronica che permette di scegliere tra diverse modalità di guida attraverso il Driving Mode Select. Rispetto alle sorelle di gamma vanta un assetto ribassato più rigido e sportivo, con delle sospensioni adattive, oltre a impianto freni potenziato. A distinguerla è anche la linea più “cattiva” ed enfatizzata nell’aerodinamica. La vettura propone poi il sistema Dynamic Sound Boost che amplifica il rombo del motore attraverso l’impianto audio. 8
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Trasporti intelligenti Una di queste – nata ovviamente nella Silicon Valley – è R1, nata dall’idea di due ex ingegneri di Google, Dave Ferguson and Jiajun Zhu che hanno progettato Nuro, un piccolo veicolo elettrico dal design minimalista in grado di effettuare, da solo e in modo intelligente (scegliendo il percorso più veloce e privo di ostacoli) consegne per conto di aziende private di e-commerce. La giovane azienda californiana ha già raccolto finanziamenti esterni per 96 milioni di dollari e può contare oggi su più di 100 dipendenti. Anche cibi freschi Rispetto ad altri mezzi simili, come l’e-Palette di Toyota o il veicolo co-branded tra la catena di pizzerie Domino e Ford, Nuro è più compatto, rapido e funzionale. È stato pensato, fra le altre cose, per il trasporto veloce di cibi freschi (c’è un sistema di refrigerazione interno, se necessario) oggetti o pacchi di dimensioni contenute. Inoltre Nuro è studiato per restare ermeticamente chiuso fino all’arrivo a destinazione, così da preservare il mezzo da eventuali furti o atti vandalici. Fino a 12 consegne ogni viaggio “Consegne di qualsiasi cosa, ovunque tu sia e quando lo desideri” è l’obiettivo dichiarato di Jiajun Zhu, co-
fondatore della start up e uno dei primi ingegneri a lavorare sullo sviluppo dei veicoli autonomi in car-sharing di Waymo (controllata da Alphabet, spin-off di Google). Nuro, però, a differenze delle piattaforme per la condivisione di taxi, si occuperà esclusivamente della consegna di prodotti e non prevede il trasporto di persone. Anche per questo i test necessari a garantire la sicurezza sono stati rapidi e hanno consentito uno sviluppo più veloce. Il veicolo robot – lungo poco più di 2 metri – pesa circa 680 chilogrammi (a pieno carico l’equivalente di una Smart) soprattutto a causa del potente pacco batterie. La sua forma è voluta e serve a garantirgli maggiore stabilità e robustezza, evitando di compromettere l’integrità dei prodotti all’interno. La capacità di 180 chilogrammi consente di effettuare fino a 12 consegne diverse in unico giro. Secondo i costruttori, la prossima versione potrà portare fino a 20 “spese” contemporaneamente. Il futuro delle “delivery” è servito.
INNOVAZIONE
Il futuro della mobiltà secondo Volkswagen. ROBERTO SPOSINI
■ WOLFSBURG – “Shaping the Future”, questo l’impegnativo titolo dell’evento globale scelto dal gruppo Volkswagen per mostrare al mondo la sua voglia di cambiamento. Dar forma al futuro, specie a quello della mobilità, non è affatto facile, anzi. Eppure, in quattro giorni di serrati incontri, tavole rotonde, interviste, test drive sulla guida autonoma, approfondimenti sull’idea di smart city, questo viaggio nel futuro prossimo secondo Volkswagen ha svelato la parte forse meno nota del grup-
po tedesco. Quella parte che – fatti salvo il problema del dieselgate tornato di forte attualità con l’arresto dell’ad di Audi Rupert Stadler – viaggia spedita verso il futuro. Quale futuro? Mi chiamo Sedric Intanto quello della concept car autonoma Sedric, che prefigura una modalità di trasporto autogestita, dove persone e merci si muoveranno in modo autonomo. Dove i sistemi di assistenza all’apprendimento incrementeranno di molto la sicurezza, la realtà aumentata trasformerà la progettazione dei veicoli, la stampa 3D renderà più libera ed economica la produzione di molte parti dell’auto. E dove lo sfruttamento del calore del motore potrà essere trasformato in elettricità, per ridurre consumi ed emissioni. Ecco, è su questo che il Volkswagen Group Research sta lavorando, un nutrito team di specialisti che stanno cercando di dare un volto alla mobilità del futuro. Non solo auto Per farlo, Volkswagen sta tentando una difficile trasformazione. Dal costruttore dell’auto del popolo a nuovo polo di ricerca scientifica. Identificare le tendenze, incubare nuove idee, in una parola, innovarsi. Come? Con Sedric, la prima auto a guida autonoma del gruppo già pronta per la guida automatizzata di livello 5; l’abbiamo provata e – credeteci – quando sarà, sarà davvero un altro modo di viaggiare. Con Vision Zero, dove le auto sfrutteranno un modello di auto-apprendimento in grado non solo di determinare il profilo del conducente dopo pochi minuti di guida, ma anche di supportarlo nella guida in modo predittivo, ossia prima che si verifichino possibili condizioni di pericolo. Tutta la tecnologia Altro capitolo. Mai sentito parlare di Waste-Heat-Recovery? Insieme all’inevitabile sviluppo dell’elettrico, Volkswagen sta provando a convertire l’energia termica dissipata nei gas di scarico dai motori delle auto e dei mezzi pesanti in energia; niente di “miracoloso”, ma così le emissioni scendono del 3-4%. L’auto deve alleggerirsi, semplificarsi, rimanendo economica però. Ecco perché Volkswagen – come tutti i costruttori – sta cercando di capire come applicare al meglio la stampa 3D. Perché la produzione additiva nasconde un grande potenziale: permetterà di rivoluzionare la progettazione, lo sviluppo e la produzione di molti componenti, riducendone di molto i costi. Insomma, l’auto cambierà funzione, ormai è certo. Innovazione e design Ma la sua forma, vi siete mai chiesti come cambierà? “Il design giocherà un ruolo chiave nel decidere quali marchi automobilistici sopravviveranno in futuro”, ci ha spiegato Michael Mauer, a capo del design del gruppo Volkswagen. In effetti, viviamo già nella cultura del design. E Steve Jobs lo ha dimostrato ampiamente. Ci attende un futuro sempre più digitale, Volkswagen lo sa e si sta attrezzando a colpi di intelligenza artificiale, calcolo quantico e Blockchain, con le sue chiavi digitali la rivoluzione economica del futuro. E per ribadire il concetto, il marchio ha scelto il CEBIT di Hannover, non un salone dell’auto, ma il più importante evento europeo del mondo digitale. Sarà un caso? No. Insomma, la strada è segnata. 22 Giugno 2018 ·
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Smart City Resta da capire quale sarà lo scenario in cui tutto ciò avverrà. Per questo Volkswagen si interroga anche su quale saranno i contesti in cui la nuova mobilità potrà esprimersi. Parliamo di quelle smart city che molti immaginano e che, con tutta probabilità, non nasceranno da quelle che oggi sono le capitali del mondo. Così Volkswagen ha scelto l’Autostadt, la sua “Città dell’automobile”, sorta a Wolfsburg nel 2000, per presentare la sua visione di “Mobilità urbana del futuro”. Guida autonoma, mobilità digitale, insomma uno scenario urbano che migliori tangibilmente la qualità della vita. Ecco il sogno del gruppo tedesco, che poi è il sogno di noi tutti. Gli interrogativi a cui dare risposta? I soliti: come verranno trasportate le merci? Quale sarà il ruolo delle persone in questo processo? Quali distanze e in che modalità ci sposteremo? La risposta condensata in un rendering di 12 metri quadrati che riproduce la città del futuro in scala 1:87. Di auto private nemmeno l’ombra. Le strade sono popolate di Sedric a guida autonoma, di silenziosi camion Man senza autista, di moduli autonomi indaffarati a consegnare buste e pacchi in una città verde, silenziosa, apparentemente felice. Sarà davvero così? La risposta non prima del 2030.
BUSINESS
condivisione delle tecnologie dedicate alle vetture a basse emissioni. Proprio in questi giorni Porsche ha confermato il lancio mondiale della Taycan, la berlina sportiva a batteria che dovrebbe andare in commercio a partire dal prossimo anno. Rimac – che attualmente dà lavoro a oltre 400 persone – sta lavorando allo sviluppo di sistemi di propulsione elettrici e della C-Two, una supersportiva con quattro motori a batteria che sviluppano una potenza pari a 1.914 cavalli e con un’autonomia di 650 chilometri. Partnership per lo sviluppo Entrambe le Case hanno confermato di avere grandi aspettative circa gli effetti della futura collaborazione. Per Porsche il responsabile del settore Finanza e It, Lutz Meschke ha scritto in un comunicato, “riteniamo le idee e l’approccio di Rimac estremamente promettenti, per questo contiamo di sviluppare la partnership in maniera proficua”. Dal canto suo il ceo e fondatore dell’azienda croata, Mate Rimac, ha parlato di “un passo fondamentale per lo sviluppo della nostra azienda. Vogliamo diventare un fornitore di servizi per l’industria dell’elettrificazione e anche per il mondo dell’assistenza alla guida”.
PAESE
Elettriche: Porsche investe in Rimac.
Smart Road, pronto l’osservatorio sul futuro.
REDAZIONE
MARINA FANARA
■ Porsche ha acquistato il 10% delle azioni di Rimac Automobili, l’azienda croata fondata nel 2009 e che si occupa di auto elettriche. L’accordo siglato apre la porta alla
■ Smart road avanti tutta. Dopo il decreto ministeriale dello scorso marzo che detta i requisiti delle future strade intelligenti e le regole per la sperimentazione dei veicoli
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· 22 Giugno 2018
connessi e a guida autonoma, il ministero Infrastrutture e trasporti (Mit) ha istituito un apposito Osservatorio: farà da supporto alle iniziative per la modernizzazione tecnologica delle nostre arterie viarie, compresa la promozione di studi e ricerche ad hoc, con particolare riguardo al tema della sicurezza. Svolta epocale sulle strade “Si conferma così il nostro impegno per questa trasformazione digitale epocale”, si legge in una nota del Ministero, “un programma che prevede azioni che porteranno ricchezza e posti di lavoro su un piano di sostenibilità, di migliore gestione del traffico e di maggiore sicurezza”. La nuova struttura è presieduta da Mario Nobile, direttore generale per i sistemi informativi e statistici del Mit. Un logo istituzionale Per monitorare le varie attività svolte a livello locale e nazionale, la nuova struttura tecnica del Ministero pubblicherà una specifica e dettagliata relazione annuale. Il provvedimento per la nascita dell’Osservatorio contempla anche il logo istituzionale delle strade che avranno preso la qualifica di “smart road”.
LIFESTYLE
Kitt, la supercar della tv. VALERIO ANTONINI
ca, controllata dall’intelligenza artificiale in grado, tra le altre cose, anche di parlare. Rimangono indimenticabili le gag tra il protagonista della serie, Michael Knight, e la voce pensante, a volte anche sarcastica, di Kitt, impegnati – per conto di un’agenzia governativa segreta – nella lotta “contro le forze del male” lungo le strade statali californiane. Corsa alla replica Nasce così una vere a propria mania, alla stregua di quella per la DeLorean di “Ritorno al Futuro”, con modelli da costruire e giocattoli che riproducono la Pontiac Firebird Trans Am nera metallizzata, vista nelle quattro stagioni di Supercar. In alcuni casi, i fan più accaniti si sono spinti oltre, andando a replicare perfettamente anche l’accento “robotico” del computer “parlante” e le sue frasi celebri, oltre ad alcune caratteristiche peculiari del prototipo. La Casa di Kitt negli States Uno dei luoghi più specializzati al mondo sulla vettura è la “Casa di Kitt” di Don Colie. Alcune sfavillanti Pontiac nere campeggiano nel “giardino” antistante l’abitazione, che si trova a Roanoke, nello Stato della Virginia. Colie, da oltre 20 anni, lavora tutti i giorni alla realizzazioni di modelli realistici e ha creato una vera e propria azienda manifatturiera specializzata nella “conversione” delle Pontiac Firebird in repliche in scala reale (1:1) di Kitt. Come in tv Ogni singolo componente della vettura viene replicato con precisione millimetrica, ispirandosi al prototipo della serie tv, e sostituito a quello originale della vettura anni ’80. I modelli, come nella serie televisiva, sono in grado di far sparire la targa anteriore con un semplice comando, e di far apparire quella dietro con la scritta “Knight California”. Inoltre è possibile accendere i grossi fari a scomparsa sul frontale e lo scanner luminoso a led sul cofano. Il cockpit all’interno sembra arrivare direttamente dal futuro, con due monitor touch-screen e una miriade di pulsanti in grado di attivare diverse funzioni della vettura. La conversione, in base allo stato di usura del veicolo originario, non costa meno di 55.000 dollari.
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Editore ACI Informatica SpA
■ “Supercar”, in lingua originale “Knight Rider”, è una serie televisiva americana prodotta tra il 1982 e il 1986 interpretata da un giovane David Hasselhoff. L’attore di Baltimora, oggi sessantacinquenne, ancor prima di diventare celebre per un’altra serie cult – “Baywatch” – è entrato nell’immaginario collettivo degli anni ’80 e ’90 a bordo di Kitt, un’automobile ipertecnologica e futuristi-
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AUTO TEST
Oltre la wagon. LA PROVA DE L’AUTOMOBILE
Come va la Volvo XC40, primo suv compatto del costruttore svedese a trazione integrale. Spaziosa per cinque persone, è nata per viaggiare. | Marzo 2018
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· 22 Giugno 2018
...dal nostro mensile Alberto Novelli.
PUBBLICATO SUL NUMERO 19 - GIUGNO 2018
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Alberto Novelli.
■ La Volvo è il marchio che forse più rapidamente di altri ha cambiato pelle, oltre che proprietà. Acquistato dai cinesi di Geely nel 2010, il costruttore svedese è stato rilanciato con investimenti miliardari senza perdere la sua anima di produttore di auto solide e votate alla sicurezza. Il proprietario cinese ha rispettato la specificità svedese, aiutando anzi gli scandinavi a ritrovare la loro identità. Un valore aggiunto sul mercato delle auto premium, dove il marchio compete con la supremazia dei tedeschi Audi, Bmw e Mercedes e l’arrembante crescita di Jaguar e Land Rover. Per tanti anni Volvo è stata innanzitutto sinonimo di station wagon, che in Europa hanno accompagnato la crescita di tante famiglie mentre in America sono state spesso protagoniste dell’immaginario cinematografico, a cominciare dai film di Woody Allen. Ma siccome i tempi cambiano, anche la Volvo si è adeguata e, senza rinunciare alle wagon, è passata a produrre una nuova generazione di suv. Di taglia grande con la XC90, media con la XC60 e ora – per la prima volta nella sua storia – compatta con la XC40, il modello oggi in prova per l’Automobile. La XC40 ha una lunghezza di 4,43 metri, anche se i cerchi da 20 pollici di serie sulla nostra versione R-Design, la linea di cintura alta e i massicci montanti posteriori, le danno un aspetto di veicolo più imponente. Con questo suv, la Volvo ha poi lanciato una inedita formula di abbonamento
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Ú CARTA D’IDENTITÀ Modello Motore Accelerazione Velocità massima Dimensioni Consumi (misto)* Emissioni CO2* Prezzo
Volvo XC40 D4 AWD R-Design 2.0 turbodiesel 190 cv 0-100 km/h in 7,9 sec. 210 km/h 4,43/1,86/1,66 m 20,0 km/l 133 g/km 46.620 euro vettura provata 56.560 euro
Una volta seduti al posto guida si nota un grande spazio a disposizione. Comoda sia davanti che dietro
*dichiarato
all’auto a partire dai clienti privati, composta da un canone fisso (Care by Volvo) di durata biennale alla fine del quale il suv si può comprare, cambiare o restituire senza pagare altro. Nel canone sono previste tutte le spese possibili, l’assistenza, perfino la condivisione con altre persone dell’utilizzo del suv attraverso una app sul telefono o il cambio gomme invernali. Compact modular architecture La Volvo XC40 nasce sulla nuova piattaforma Cma, acronimo di Compact modular architecture, sulla quale saranno sviluppati altri modelli, elettrificati compresi. La versione in prova è dotata di un motore 2 litri turbodiesel quattro cilindri da 190 cavalli, trazione integrale, cambio automatico a 8 marce con palette al volante. Il sistema di infotainment è affidato a un tablet verticale al centro della plancia con comandi a sfioramento, mentre il sistema audio è un Harman Kardon (marchio americano acquistato dai coreani di Samsung) di alto livello con i suoi tredici altoparlanti. La prima impressione, una volta seduti al posto guida facilmente regolabile grazie ai comandi elettrici, è di grande spazio a disposizione. Sia davanti che dietro, dove ci accomodiamo successivamente per constatare quanti centimetri ci siano per le ginocchia, quale sia la distanza del tetto dalla testa, l’ampiezza laterale. In proporzione, è meno buona la capacità del bagagliaio, con i suoi 460 litri dichiarati estensibili fino
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Sospensioni confortevoli, insonorizzazione acustica curata e sistemi di assistenza alla guida in linea col patrimonio della sicurezza Volvo
a 1.336 ribaltando gli schienali dei sedili posteriori. Chi continua a privilegiare le station wagon ai suv imperanti noterà che la linea di cintura sulla XC40 è piuttosto alta e che la larghezza dei montanti posteriori limita non poco la visuale durante le manovre. Il quattro cilindri, monoscelta di tutta la nuova produzione di motori Volvo in attesa di un inedito tre cilindri benzina e dopo aver abbandonato definitivamente l’architettura a cinque e a sei, ha grande coppia ed è piuttosto silenzioso. Sia all’avvio che in condizioni di marcia anche autostradale, da dove nell’abitacolo arriva soltanto qualche rumore di rotolamento dei grossi pneumatici. Lo sterzo è sorprendentemente preciso, più di quanto siamo abituati a trovare sui suv di questa e di altre categorie, restando leggero in città e nelle manovre di parcheggio. La XC40 è indubbiamente una viaggiatrice, con sospensioni confortevoli e insonorizzazione acustica curata. I sistemi di assistenza alla guida sono in linea con il patrimonio della sicurezza Volvo, efficienti in ogni situazione. Ma per il giudizio finale ci affidiamo ai nostri collaudatori del Centro di Guida Sicura ACI-Sara di Vallelunga, dove la XC40 viene sottoposta ai test specifici. La prima prova riguarda la frenata. Risultato “a due facce”, annotano i nostri tester: molto bene sull’asfalto, dove da 80 km/h si è fermata in modo sicuro in circa 25 metri senza reazioni o incertezze, male sulla re94
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sina scivolosa del Centro. “È un problema riscontrato in molte auto di questa categoria – scrivono a Vallelunga - pesanti e potenti richiedono pneumatici progettati per avere un comportamento ineccepibile alle alte prestazioni, ma ciò inevitabilmente si paga con poca adattabilità ai fondi delle strade di tutti i giorni. Sconnessi, sporchi, spesso scivolosi”. Bene in curva Passiamo al comportamento in curva. Nella prova dello steering-pad, la XC40 ha messo in evidenza un carattere da grande stradista aiutata, questa volta, dall’ottimo lavoro degli pneumatici sull’asfalto bagnato. “La velocità è in linea con le migliori – scrivono i tester - ed è stata raggiunta
con invidiabile facilità: l’auto appoggia sulle ruote esterne con un rollio non eccessivo, considerando l’assetto rialzato, e segue precisa la linea impostata dal conducente, allargando progressivamente verso l’esterno solo al limite”. Buono il giudizio anche sul trasferimento di trazione, “molto discreto e senza influire più di tanto sulla guida”. A Vallelunga la Volvo XC40 viene portata ad affrontare la prova dell’alce, superata a 70 km/h da due tester su tre, velocità di tutto rispetto data la tipologia di veicolo e in linea con le aspettative. Nota a margine: “Il comportamento della Volvo ricalca quello di molti modelli analoghi, dove nonostante il buon lavoro di telaio e sospensioni, il doppio cambio di corsia si rivela difficile. Eppure lo sterzo
Alberto Novelli.
Alberto Novelli.
è preciso, l’auto sufficientemente maneggevole, il rollio controllato, le reazioni mai brusche”. La taratura dell’Esp Rispetto sempre ad altri veicoli della stessa categoria, i nostri collaudatori hanno notato una differenza nella taratura del sistema Esp, il controllo di stabilità: “In genere è molto protettivo, al limite dell’invadenza, qui invece lascia molta libertà al veicolo intervenendo solo quando l’auto inizia a sbandare”. Siamo a fine corsa. La XC40 deve affrontare l’ultima prova dello slalom sulla resina del nostro Centro. La Volvo se la cava molto bene, mettendo in evidenza l’ottima guidabilità e il notevole equilibrio della trazione. Nel cambio di traiettoria, allineando il volante, il retrotreno va leggermente verso l’esterno aiutando il lavoro delle ruote direttrici “e anche esagerando con il gas – scrivono i collaudatori – l’auto scivola sulle quattro ruote senza reazioni anomale”. Bene sulla piastra di sbandamento, dove l’Esp riguadagna punti intervenendo presto e in modo corretto, con l’auto che riprende la linea retta rapidamente e senza oscillazioni. Una curiosità che in fondo è un altro segnale importante su come alla Volvo abbiamo in considerazione la sicurezza attiva: il sistema di pretensionamento delle cinture di sicurezza è… vigoroso, quando i sistemi di controllo percepiscono un imminente bloccaggio delle ruote o una sbandata. Meglio più che meno, o no? 95
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AUTO LA SICUREZZA IN CIRCUITO 2,8 10
1 2,5
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Scarto dell’ostacolo Maneggevolezza Stabilità Precisione di guida Facilità di controllo Rollio Comportamento al limite Media
3
11
12,5
12
Frenata 84 72 80 73 78 69 76/100
Distanza di frenata 88 Stabilità in frenata 70 Direzionalità residua 66 Taratura ABS 66 Progressività e precisione del comando 70 Facilità d’uso 72 Media 72/100
Pista circolare
Condizioni di prova
Tenuta laterale 90 Stabilità di percorrenza 88 Rollio 78 Comportamento al cambio di traiettoria 78 Sensibilità alla variazione di velocità 71 Media 81/100
Temperatura Cielo Vento Pioggia
20° sereno assente assente
2,5
25
35
Punto di frenata
3,5
1 2 3
96
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3,5
La prova è stata eseguita nel circuito ACI-Sara di Vallelunga 1 Resina larghezza 5 m raggio 19 m 2 Asfalto larghezza 3,5 m raggio 23 m 3 Asfalto larghezza 3,5 m raggio 25,5 m
Tutte le misure sono in metri
2,5
2,5