l'Automobile Week 56

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INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Settimanale digitale • Anno 2 • Numero 56 • 5/10/2018

Supplemento settimanale a l’Automobile.

Paris Mondial.

PAOLO ODINZOV ■ Il Salone di Parigi ha premiato come da tradizione i padroni di casa, favoriti tra gli spazi dell’Expo Porte de Versailles anche dalle tante defezioni dei marchi stranieri. Alla creatività e fantasia dei francesi, evidente soprattutto dai numerosi prototipi sugli stand, ha fatto da contrasto l’opulenza e la sostanza dei costruttori tedeschi e la determinazione delle Case giapponesi. Così Renault e Peugeot non si sono lasciate sfuggire l’occasione per presentare nei rispettivi stand prototipi futuristici come la EZ-Ultimo, oppure la e-Legend. Mentre DS ha

giocato facile battezzando davanti al pubblico la crossover 3 Crossback. Per tutte due ingredienti chiave nella mobilità del domani: elettrificazione e guida autonoma. Guarda caso gli stessi invocati da Macron in visita al Mondial. Bmw, Mercedes & Co hanno risposto con premier importanti come la nuova Serie 3, oppure la ECQ: prima elettrica pura con la stella sul cofano, destinata al segmento dei suv dove ad attenderla troverà l’Audi e-tron presentata anche questa al Salone. Alla Toyota hanno invece scoperto la inedita wagon Corolla Touring Sports, ovviamente solo ibrida. Occhi puntati poi sul made in Italy con la Ferrari che, con la Monza, ha reinventato la barchetta.


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· 29 Giugno 2018


AUTO E MOTO

#MondialParis: “Grandeur” francese. LUCA BEVAGNA

■ PARIGI – Il Salone di casa. Quello dove mostrare i muscoli. E avere anche gioco facile se i concorrenti decidono di disertare la partita. Al Mondial de l’Automobile di Parigi – definizione che la dice tutta sulla tipica grandeur d’oltralpe – è l’industria francese a giocare in attacco, puntando su risultati finanziari positivi e una predisposizione al futuro che si chiama soprattutto elettrificazione. Il gruppo Psa È il caso di Psa dove la cura di Carlos Tavares non sorprende più: nel primo semestre le immatricolazioni del gruppo hanno superato i 2,1 milioni con una crescita di oltre il 38% che scende, se non si considerano i volumi aggiuntivi di Opel Vauxhall, all’1,9%. A far sorridere però Tavares sono soprattutto i numeri finanziari del primo semestre: 40,1% in più di fatturato a 38,6 miliardi di euro, un margine operativo corrente complessivo del 7,8% che sale all’8,5% considerando solo Peugeot, Citroën e Ds. Il risultato netto consolidato del gruppo è di 1.713 milioni di euro. Dal 2019 tutte a batteria Il piano per crescere anche nei prossimi anni si chiama elettrificazione: a partire dal 2019 ogni nuovo modello del gruppo avrà una versione ibrida ricaricabile plug-in oppure elettrica pura. Nel complesso a partire dal 2019 saranno lanciati 15 auto elettrificate. Nel 2025 tutta la gamma Psa sarà a batteria.

Il gruppo Renault C’è poi il gruppo Renault ormai sempre più integrato nell’alleanza che comprende anche Nissan e Mitsubishi (nel complesso vale circa 11 milioni di veicoli l’anno): nel primo semestre le vendite dei tre brand sono aumentate del 5,1%, segnando il record di 5,54 milioni di unità. Considerando solo i francesi (con Dacia), il fatturato è in crescita dell’1,4% con 29.957 milioni di euro. Il margine operativo è pari invece a 1.914 milioni di euro, equivalente al 6,4% del fatturato e il risultato operativo del gruppo è di 1.734 milioni di euro, -3,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’ultima chance Anche in questo caso per i prossimi anni si punta sull’elettrificazione. Tanto più se Renault e Nissan sono stati i primi a scommettere sui veicoli a batteria: “Un’auto elettrica su tre venduta in Europa è nostra”, ha dichiarato il numero uno Carlos Ghosn a Parigi. È l’“ultima” opportunità come ha dichiarato al quotidiano economico francese Les Echos. “Da qui a 4 anni il 10% delle nostre vendite sarà rappresentato da veicoli elettrici puri”, ha continuato Ghosn. E per accelerare ha già pronta la prossima carta: K-ZE il crossover presentato al Mondial e realizzato insieme a Dongfeng destinato al mercato cinese con un’autonomia di 250 chilometri. Arriverà nel 2019 e costerà intorno ai 10mila euro. Elettriche sostenibile. Anche per i bilanci: “Dal 2022 saranno profittevoli quanto i modelli tradizionali”, rassicura ancora Ghosn. E le francesi corrono. 5 Ottobre 2018 ·

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AUTO E MOTO

Renault riparte dall’elettrico.

La guida autonoma Ghosn ha poi parlato della visione della mobilità del futuro, che significa robotaxi e guida autonoma. Al Mondial, Renault porta il suo quarto prototipo di veicolo a guida autonoma, la EZ-Ultimo, una concept car definita “premium” e naturalmente elettrica. “Con l’avvento dei veicoli autonomi e connessi – ha detto Ghosn – reiventare l’esperienza a bordo per conducente e passeggeri diventerà un fattore chiave di differenziazione”.

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FRANCESCO PATERNÒ

Daimler e Renault sempre più insieme. GIULIO VALENTINO ■ PARIGI – K-ZE è un suv molto compatto, con una lunghezza sotto i quattro metri che ricorda molto da vicino la Renault Kwid, mini crossover destinato per ora soltanto al mercato indiano. K-ZE è un baby suv elettrico, sviluppato in Francia e costruito in Cina in joint venture con il partner locale Dongfeng e Nissan, partner dell’Alleanza di cui dal 2016 fa parte anche Mitsubishi. Autonomia di 250 chilometri Carlos Ghosn, numero di Renault e dell’Alleanza, ha svelato K-ZE alla vigilia dell’apertura del Mondial, il salone dell’auto parigino (4-14 ottobre), usando parole forti: “Questo modello per me è una vera rivoluzione, grazie a un prezzo che sarà accessibile e a una autonomia di 250 chilometri con una sola ricarica”. Nessuna altra informazione tecnica per ora, salvo dire che il suv elettrico sarà venduto in Cina nel 2019 mentre per l’Europa “si vedrà”. Marchio pioniere Renault “è stata pioniera nell’elettrico”, ha rivendicato Ghosn, in Europa “un’auto a batteria su tre è Renault”, Zoe, Kangoo e Master a zero emissioni garantiscono la leadership. Ora l’accelerazione: non solo con la K-ZE che ha tutte le caratteristiche per essere un giorno venduta anche sul Vecchio continente, ma anche sull’ibrido e sull’ibrido plug-in. Nel 2020, la Clio sarà disponibile anche ibrida, mentre la Mégane e la Captur saranno ibride ricaricabili. Una scelta che arriva in ritardo rispetto ad alcuni concorrenti e in contrasto con la leadership elettrica del marchio. Nel piano Drive The Future è previsto il lancio, entro il 2022, di 8 modelli elettrici e 12 ibridi. 4

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· 5 Ottobre 2018

■ PARIGI – Dieter Zetsche, numero uno di Daimler, e Carlos Ghosn, omologo di Renault oltre che dell’alleanza Renault Nissan Mitsubishi, hanno annunciato a margine del Mondial de l’Automobile una accelerazione dell’accordo di cooperazione tra i due gruppi – nato nel 2010 – su due temi sensibili: guida autonoma e sistemi per l’auto elettrica, a cominciare dalle batterie. “In piena trasformazione” “L’industria dell’auto è in piena trasformazione” sulla nuova mobilità, ha detto Ghosn, e richiede investimenti ingenti che è bene condividere. Tesi su cui Zetsche ha concordato, in particolare sul tema delle batterie, cuore del futuro della mobilità a zero emissioni. Intesa quasi decennale La condivisione è argomento centrale dell’intesa quasi de-


cennale con il partner tedesco, fatta finora di sviluppo e scambio di componenti, dai motori alla produzione congiunta di modelli come Smart e Twingo o ai pick-up. Una intesa mai troppo sbandierata ma che ha portato risultati tangibili per entrambi nelle economie di scala. Ultimo atto? Zetsche e Ghosn sono oggi i top manager più longevi dell’industria dell’auto dopo la prematura scomparsa di Sergio Marchionne, ma a Parigi il loro duetto – a volte quasi un teatrino dove i due si sono mossi più da attori consumati che da seriosi dirigenti – potrebbe essere l’ultimo. Zetsche ha infatti annunciato che lascerà a maggio 2019, mentre Ghosn ha un contratto fino al 2022. Ma non è detto che resti, nicchiando ancora una volta sul suo futuro con risposte evasive alla stessa domanda ricevuta qui al Mondial.

mento aerodinamico: il lavoro di designer e ingegneri ha permesso di ottenere un cx (coefficiente di penetrazione) di 0,24, il migliore del segmento. Per tutta la famiglia “All’interno della nostra gamma di compatte è l’auto giusta per tutta la famiglia. E con il nuovo sistema Mbux offriamo un’esperienza completamente nuova, con funzioni altrimenti riservate ai segmenti superiori”, ha detto durante la presentazione a Parigi Britta Seeger, membro del Board di Daimler AG. La nuova Classe B potrà essere ordinata a partire dal 3 dicembre 2018 e le prime consegne sono previste per febbraio 2019.

AUTO E MOTO AUTO E MOTO

La nuova classe B di Mercedes.

Ferrari, la Monza è qui. REDAZIONE

EDOARDO NASTRI

■ PARIGI – Linee più snelle e maggiore contenuto tecnologico. L’architettura della nuova Classe B è rimasta fedele alle intenzioni progettuali iniziali: è una monovolume a tutti gli effetti. Gli stilisti hanno lavorato sul design esterno che hanno caratterizzato con un passo lungo (2,73 metri), sbalzi corti e una linea del tetto appena più spiovente della versione precedente. Ne guadagna soprattutto il look, ora un po’ più dinamico. Le maggiori novità si concentrano all’interno, dato che anche la Classe B adesso è equipaggiata con il sistema multimediale Mbux (Mercedes Benz User Experience), l’interfaccia uomo-macchina con due display che ha già fatto il suo esordio sulla nuova Classe A. Degno di nota il comporta-

■ PARIGI – In occasione dell’edizione 2018 del Salone dell’auto (4-14 ottobre) debutta davanti al pubblico l’ultima proposta “limited edition” di Ferrari: la Monza. Una barchetta che si ispira al passato e viaggia nel futuro. La potranno avere solo clienti doc – come quelli che hanno pubblicato su Instagram le foto della nuova auto – con altre vetture del Cavallino in garage, non più di 500 però perché anche i sogni possono essere a tiratura limitata. Prezzo? Si parla di una cifra superiore al milione e mezzo di euro. Due versioni La Monza è disponibile in due versioni, a uno o due posti: SP1 o SP2. Lo stile riprende quello delle barchette che hanno fatto la storia e piacevano tanto a Enzo Ferrari:la 166 MM del 1948 e le 750 e 860 Monza. Non vuole però essere nostalgica, ma rappresentare il futuro, grazie al 12 cilindri da 6.496 centimetri cubici più potente di sempre (810 cavalli) con soluzioni tecniche ispirate alla Formula 1. Le prestazioni della Ferrari Monza sono da primato: scatta 5 Ottobre 2018 ·

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da zero a cento in appena 2.9 secondi, tocca i duecento in 7.9 secondi per poi raggiungere una velocità di punta superiore ai 300 orari. Questo grazie a dotazioni come il telaio in alluminio oppure la scocca in fibra di carbonio, oltre al peso a secco di soli 1.500 chilogrammi, nonostante misuri 4.657 millimetri in lunghezza, 1.996 in larghezza e 1.155 in altezza.

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Porsche, è ancora Macan. LUCA GAIETTA

Da zero a cento in 6,7 secondi Oltre al restyling, la tedesca è disponibile anche con un nuovo 4 cilindri turbo a benzina da 2.0 litri, migliorato nelle prestazioni e nei consumi. Dotato di camera di scoppio a geometria ottimizzata e filtro anti-particolato, è abbinato al cambio PDK a doppia frizione e sette rapporti. Fornisce una potenza di 245 cavalli, con una coppia massima di 370 newtonmetri e permette alla Macan di scattare da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi per poi raggiungere una velocità massima di 225 chilometri orari. Nel ciclo medio richiede 8,1 litri per 100 chilometri.

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Bmw, la Serie 3 diventa grande. PAOLO ODINZOV

■ PARIGI – Porsche presenta al Mondial la rinnovata Macan, il suo suv compatto e best seller del marchio. È stato rivisto e corretto nella linea e propone diversi aggiornamenti tecnologici oltre a un’inedita motorizzazione a benzina. Più larga e “luminosa” Caratterizzata dal frontale più largo, la nuova Porsche Macan si fa subito riconoscere per la fascia tridimensionale di luci a led nella sezione posteriore e per i gruppi ottici ridisegnati, disponibili anche con sistema adattivo per la distribuzione della luce Porsche Dynamic Light System Plus. Può essere equipaggiata con cerchi da 18 a 21 pollici e propone quattro nuove colorazioni per la carrozzeria: Verde Mamba Metallizzato, Argento Dolomite Metallizzato, Blu Miami e Gesso. Veloce sulle strade e nella rete Nell’abitacolo la nuova Macan, eredita alcune dotazioni dalle sorelle maggiori, come il volante sportivo GT e il pacchetto Sport Chrono della 911. Una versione evoluta del sistema Porsche Communication Manager, con due interfacce audio e comandi vocali intelligenti e schermo touch da 10,9 pollici, permette inoltre alla vettura di correre veloce non solo sulle strade ma anche nella rete. 6

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· 5 Ottobre 2018

■ PARIGI – Debutta al Salone dell’auto la settima generazione della Bmw Serie 3. La berlina bavarese è completamente aggiornata nel design e nella meccanica. Cambiano le dimensioni: rispetto alla precedente è più lunga di 7,6 centimetri per un totale di 4,71 metri, più larga di 1,6 centimetri (1,83 metri) e cresce in altezza a 1,44 metri. Anche le carreggiate guadagnano centimetri, 4,3 davanti e 2,1 dietro. Il passo è stato incrementato di 4,1 centimetri fino a 2,85 metri, a vantaggio dell’abitabilità interna. Gruppi ottici laser Vista da fuori la nuova Serie 3 appare più slanciata e assume un aspetto più importante grazie a soluzioni come il cofano lungo e spiovente, la mascherina più evidente, incorniciata nelle versioni top da fari Bmw Laserlight, e lo sbalzo posteriore accentuato. A seconda degli allestimenti sono poi di-


sponibili diverse caratterizzazioni della vettura: compresa quella sportiva M Sport che incattivisce al massimo la linea. Abitacolo essenziale e tecnologico L’abitacolo, con bagagliaio da 480 litri, è stato progettato per offrire un ambiente spazioso, essenziale e tecnologico. Il cockpit può impiegare una strumentazione completamente digitale con schermo da 12,3 pollici: presenta anche un monitor centrale touch da 8,8 o da 10,25 pollici. Dalla console superiore e la zona tunnel spariscono numerosi comandi, raggruppati adesso in un’apposita isola, dove è presente anche il selettore del cambio automatico Steptronic a otto marce di serie nelle versioni più potenti (su quelle base è previsto un manuale a sei rapporti). Meccanica da sportiva Sotto il vestito la nuova Serie 3 nasconde un’architettura ridotta nel peso di 55 chilogrammi rispetto alla precedente, con il baricentro molto basso e una distribuzione delle masse 50:50 sui due assali che permette un comportamento stradale dinamico. Maneggevolezza e precisione nella guida sono poi garantite dalle sospensioni MacPherson, a doppio snodo all’avantreno e multilink a cinque leve al retrotreno, opzionabili con assetto M Sport e Adaptive M. Sicurezza al top Per garantire la massima sicurezza è prevista un’ampia gamma di sistemi di assistenza, tra cui il pacchetto Driving assistant professional che prevede – tra le varie tecnologie – l’ultima versione dell’avviso di urto pedoni e ciclisti con funzione di city braking. La gamma di motorizzazioni della berlina tedesca, alcune associabili alla trazione integrale xDrive, comprenderà al momento del lancio – previsto a marzo 2019 – due unità a benzina da 184 e 258 cavalli e tre diesel da 150, 190 e 265 cavalli. Nell’estate prossima la Serie 3 verrà proposta nella versione ibrida plug-in 330e e in quella M340i xDrive con un sei cilindri benzina da 374 cavalli.

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Mercedes, torna GLE. VALERIO ANTONINI ■ PARIGI – Mercedes presenta al Salone dell’auto francese (4/14 ottobre) la nuova generazione della GLE, erede della Classe M (poi ML) che nel 1997 inaugurò il segmento dei suv di lusso del marchio. Adesso è ancora più grande e spaziosa, lunga quasi 5 metri (+12 centimetri), guadagna 8 centimetri di passo, migliorando l’abitabilità. A richiesta è disponibile, per la prima volta, in versione 7 posti. La capacità del vano bagagli aumenta e può variare da 825 a 2.055 litri (con gli schienali posteriori reclinati).

Mild-hybrid da 389 cavalli Debutta su GLE il nuovo sistema mild-hybrid, accoppiato al motore turbo benzina 3.0 litri da 389 cavalli, versione potenziata con l’EQ Boost da 48 Volt, uno schema inaugurato sull’AMG GT Coupé 4. Dall’anno prossimo il suv sarà disponibile anche con motorizzazione diesel 6 cilindri in linea sempre da 3.0 litri e nella versione ibrida plug-in. Quest’ultima è equipaggiata con l’innovativa trazione integrale variabile, dotata di sistema di controllo elettronico con frizione a dischi multipli, capace di regolare la ripartizione della coppia tra i due assi e migliorare il controllo della vettura in off-road. L’auto impiega anche sospensioni pneumatiche adattive che regolano automaticamente gli ammortizzatori su ogni ruota. Nuovi Adas La Mercedes GLE dispone di sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione. Rispetto alla versione precedente è stato aggiunto un dispositivo che rileva in anticipo gli ingorghi e individua possibili vie alternative. Il suv offre tecnologie per la massima connettività e l’ultima generazione di Mbux, l’assistente vocale che ha debuttato sulla nuova classe A. Il Gesture Control a bordo riconosce anche i gesti del guidatore e all’occorrenza interviene in suo aiuto. La nuova GLE sarà disponibile in Europa a partire dalla primavera del 2019. Il prezzo d’attacco, non ancora dichiarato dal costruttore, dovrebbe aggirarsi sui 70.000 euro.

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Vision RS, futuro di Škoda. GIOVANNI BARBERO ■ PARIGI – Le vetture di domani del marchio boemo saranno elettrificate, tecnologicamente all’avanguardia e fatte con materiali che rispettano l’ambiente. Skoda, al Salone 5 Ottobre 2018 ·

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francese (4/14 ottobre) rivela le sue intenzioni attraverso il concept Vision Rs, ibrido ricaricabile pensato per colmare il vuoto dell’offerta del marchio nel segmento delle berline compatte e che, probabilmente, andrà a sostituire la Rapid. L’auto è spinta dal 1.5 Tsi a benzina, supportato da un motore elettrico da 75 chilowatt, in grado di offrire un’autonomia di 70 chilometri guidando solo in modalità a batteria. Interni naturali “La vettura mostra come potrebbe essere la nostra famiglia di modelli RS in futuro. E come sapete, le nostre concept sono sempre un’anticipazione di modelli di produzione in arrivo, specialmente per ciò che concerne il design esterno”, ha detto il presidente di Škoda Bernhard Maier, durante la presentazione ufficiale. Per gli interni sono stati utilizzati materiali composti da fibre naturali che, secondo quando dichiarato dal manager, sono “vegan friendly”. Un ruolo importante è svolto dalla tecnologia di bordo: al centro della plancia spicca l’ampio display per la gestione dell’infotainment ed è

hi-tech con dotazioni esclusive come i cerchi di lega, vestiti da pneumatici Pirelli Cyber Tires, che segnalano le condizioni del manto stradale. Oppure la luce rossa nella parte frontale (è la prima auto al mondo ad averla) per comunicare ai pedoni il rallentamento durante la marcia. Guida anche il robot Nell’abitacolo la Sibylla GG80 Concept può accogliere quattro persone su sedili indipendenti in pelle Poltrona Frau. Sulla plancia, studiata per la guida autonoma, offre i comandi tradizionali e una serie di display sui quali vengono riprodotte diverse informazioni tra le quali quelle relative alla propulsione a zero emissioni. Quest’ultima, sviluppata in collaborazione con la Envision Energy, sfrutta quattro motori elettrici da 405 kilowatt totali (544 cavalli) alimentati da un pacco batterie della capacità di 75 chilowattora che possono fornire energia a reti esterne sfruttando il network EnOS.

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Giugiaro, berlina mito. LUCA GAIETTA ■ PARIGI – Al Salone francese debutta l’ultima evoluzione della GFG Sibylla GG80 Concept di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro. Ispirata nel nome alla celebre figura mitologica in grado di predire il futuro, si tratta di una vettura che anticipa nei contenuti la mobilità del domani, vista anche allo scorso motor show di Ginevra e realizzata per celebrare gli 80 anni di Giorgetto Giugiaro. Cupola fotocromatica e luce rossa frontale La Sibylla GG80 Concept è una berlina che va oltre gli schemi, caratterizzata esternamente dalla cupola di vetro fotocromatico, il parabrezza scorrevole e le portiere posteriori ad ala di gabbiano. Fin da fuori dichiara avanzati contenuti 8

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450 chilometri di autonomia Le prestazioni della Sibylla GG80 Concept sono di tutto rispetto. In appena 4,5 secondi brucia lo scatto da zero a cento, raggiunge i 200 chilometri orari di velocità massima e viaggia per oltre 450 chilometri.

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Gac, la GS5 per l’Europa. EDOARDO NASTRI ■ PARIGI – Gac Motor per la prima volta nella sua storia prende parte al Salone francese, in corso di svolgimento dal 4 al 14 ottobre. Il marchio cinese ha scelto la vetrina europea per presentare in anteprima mondiale la nuova GS5, suv medio che si inserisce tra la bestseller del brand GS4 e l’ammiraglia a ruote alte GS8. Il presidente Yu Jun, presente al lancio, ha commentato: “Non vediamo l’ora di vedere i nostri veicoli in circolazione sulle strade d’Europa”.


dichiarandone la produzione limitata a sole 1.948 unità. Produzione che verrà supportata dal lavoro congiunto di Porsche Motorsport, del centro stile e del reparto Exclusive di Zuffenhausen e comprenderà specifici “Heritage Design Packages” per personalizzare la vettura ispirandosi a celebri sportive del passato che hanno fatto la storia. La GT3 come base La 911 Speedster è sviluppata sul pianale della GT3 con carrozzeria derivata in parte dalla Carrera 4 Cabriolet, con coperture in carbonio, parabrezza ad altezza ridotta e cristalli laterali ribassati. La sportiva monta un propulsore 6 cilindri boxer aspirato 4.0 da 500 cavalli, abbinato alla trazione posteriore, cambio manuale a 6 rapporti e scarico in titanio. Per giovani e famiglie Progettata presso i centri di ricerca e sviluppo in Cina e negli Stati Uniti, la GS5 è spinta da un 1.5 turbo benzina abbinato a un cambio automatico Aisin a 6 rapporti. Secondo quanto riporta il costruttore, il nuovo suv si rivolge soprattutto a un pubblico giovane e alle famiglie. Questo lascia pensare che il prezzo medio sarà comunque accessibile. La vettura è stata disegnata dal team guidato da Zhang Fan, vice presidente e capo del design di Gac Motor. Lo stilista ha un passato europeo: dal 2003 al 2011 ha ricoperto diversi ruoli nel gruppo di lavoro specializzato nel design di Daimler a Stoccarda.

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Porsche, ecco la nuova Speedster. PAOLO ODINZOV

Luci arancio e cerchi diamantati La concept della 911 Speedster svelata alla kermesse francese presenta molte similitudini nell’allestimento della carrozzeria con il precedente prototipo realizzato dalla Porsche in occasione dei festeggiamenti per i 70 anni del marchio, come gli specchietti retrovisori compatti. Sfoggià però anche soluzioni inedite destinate a caratterizzarne ulteriormente il design tra le quali i cerchi in lega da 21 pollici diamantati, ispirati a quelli della Rsr da competizione, o le luci diurne arancioni a led. Abitacolo essenziale Per limitare al massimo il peso, l’abitacolo è ridotto all’essenziale. Mancano perfino impianto audio e climatizzatore. Il salotto di bordo, rigorosamente a 2 posti, è ricoperto da una tappezzeria colore rosso, come “l’antenata” del 1988. Nel posteriore la tedesca si distingue invece per l’elemento con la classica doppia gobba in fibra di carbonio, davanti alla quale può essere montata una copertura con fissaggi a bottone, in sostituzione della classica capote non prevista.

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Jaguar, 50 anni di XJ. FRANCESCO GIANNINI

■ PARIGI – La nuova Porsche 911 Speedster si farà. A ufficializzarlo è stata la stessa Casa tedesca che ha presentato al Salone dell’auto un concept pre serie del modello,

■ PARIGI – Per festeggiare il 50esimo compleanno della Jaguar XJ, l’ammiraglia del marchio inglese, il costruttore ha organizzato una spedizione di vetture che, partite dalla fabbrica del giaguaro di Castle Bromwich nel Regno Unito, hanno raggiunto il centro espositivo di Parigi dove si svolge (4/14 ottobre) l’edizione 2018 del Salone dell’auto. Il convoglio sbarcato a Parigi è composto dalle otto precedenti generazioni di XJ (ora giunta alla nona, disegnata da Ian Callum) prodotte nell’ultimo mezzo secolo di attività. A guidare la flotta, il primo esemplare realizzato della celebre berlina – la Series 1 – mentre in coda c’è la versione speciale XJ50, realizzata appositamente per il Salone. 5 Ottobre 2018 ·

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rando nello stile ogni convenzione come sulle precedenti concept crossblade (2001) e forspeed (2011), la forease strizza l’occhio per contenuti al claim originale di smart “reduce to the max” (ridurre al massimo). Senza tetto e con parabrezza corto L’abitacolo, privo di tetto e con il parabrezza corto, garantisce un diretto contatto con l’ambiente esterno lasciando che l’aria durante la marcia accarezzi i passeggeri. Mentre il colore bianco metallizzato brillante e i dettagli in “stream green” indicano che si tratta di un’auto a zero emissioni.

Oltre 300 cavalli La Jaguar XJ50 – già in vendita a circa 90.000 euro – viene offerta con 4 nuovi colori della carrozzeria (Fuji White, Santorini Black, Loire Blue e Rosello Red), ha in dotazione cerchi in lega da 20 pollici e paraurti già visti sull’allestimento top di gamma Autobiography. Dentro, troviamo sedili in pelle traforata con cuciture fatte a mano, la leva del cambio e i pedali in alluminio. Il tunnel centrale è griffato “XJ50 special edition”. La vettura è spinta da un motore 6 cilindri a benzina da 340 cavalli oppure da un turbodiesel, sempre V6 da 300 cavalli. Solo per il nord America, invece, in dotazione c’è il potente 5.0 V8 Supercharged” da 540 cavalli. Ritorno in Francia Parigi è sempre stata la casa della Jaguar XJ. La berlina, infatti, fece il suo debutto ufficiale proprio al Motor Show del 1968 nella capitale francese. In quell’occasione il fondatore del marchio, Sir Williams Lyons, mostrò il disegno di una vettura di lusso dalle dimensioni medio-grandi con la guidabilità paragonabile alla più piccola e sportiva E-Type. Sempre nella città della torre Eiffel, Jaguar lanciò la versione X300 nel 1994 e la X350 nel 2002, caratterizzata da una monoscocca leggera in alluminio.

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Smart Forease, scoperta e anche eco.

Abitacolo essenziale Anche all’interno la forease offre soluzioni inedite. Ad esempio le cuciture decorative verdi in contrasto con i rivestimenti, oppure due display circolari che sostituiscono le bocchette di ventilazione centrali nella plancia portastrumenti sui quali possono essere visualizzati i contenuti dell’app “ready to” per usufruire di numerosi servizi on line dedicati.

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Seat, il primo suv a metano. LUCA GAIETTA

PAOLO ODINZOV

■ PARIGI – Arriva il primo suv a metano, Seat presenta al Salone di Parigi (4-14 ottobre) la versione Tgi della Arona che utilizza come carburante il gas naturale. Si tratta del quarto modello nella gamma del costruttore spagnolo, di proprietà del gruppo Volkswagen, a offrire questo tipo di alimentazione dopo le rispettive versioni a metano di Leon, Ibiza e Mii.

■ PARIGI – Smart festeggia il 20° compleanno al Salone dell’Auto di Parigi (dal 4 al 14 ottobre) e presenta la show car di nome forease con cui reinterpreta in modo originale e minimalista la guida open air a zero emissioni nel traffico urbano. Realizzata sulla base della EQ fortwo cabrio, igno-

Va lontano e fa tutto da sola La Arona Tgi impiega un tre cilindri di 1.0 litri da 90 cavalli con cambio manuale a 6 rapporti. Lo stoccaggio del gas è assicurato da tre serbatoi situati in uno specifico vano nel posteriore della vettura. Il rifornimento avviene tramite

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tecnologia dual-hybrid già sperimentata in Formula 1 anche dalla scuderia Renault. L’innovativo sistema ibrido – unito a un motore a combustione V6 biturbo da 3.0 litri – è in grado di generare 420 Kilowatt e 563 cavalli di potenza.

un apposito bocchettone affiancato a quello per la benzina. In situazioni critiche, che non consentono l’utilizzo del metano, con temperatura esterna inferiore ai –10 gradi, la vettura parte utilizzando il motore a benzina e attiva in automatico un processo di preriscaldamento dell’iniettore. Successivamente passa all’alimentazione a gas non appena le condizioni lo permettono. L’autonomia a metano (14,3 chilogrammi in tutto) è di circa 400 chilometri, mentre il serbatoio a benzina ne garantisce altri 160.

INNOVAZIONE

Infiniti dalla pista alla strada.

Recupera energia Il dual-hybrid impiega tre batterie per raccogliere l’energia, altrimenti dispersa, e la utilizza in accelerazione. Un accumulatore si rigenera in frenata, mentre gli altri due – montati sui turbo compressori – recuperano la potenza dai gas di scarico. La sportiva monta un nuovo alettone, studiato sempre dal team Renault di Formula 1 (simile all’ala Monza della R.S.18 in gara) che offre un compromesso ideale tra la massima stabilità sui rettilinei e un’elevata trazione in curva. La Project Black S, in fase di sviluppo specifico per l’uso stradale, fa parte del piano di elettrificazione della gamma Nissan che prevede 5 vetture ibride e 3 elettriche entro il 2022.

AUTO E MOTO

Arriva la Hyundai i30 Fastback N. FRANCESCO GIANNINI

VALERIO ANTONINI

■ PARIGI – Infiniti, marchio di lusso di Nissan, presenta al Salone di Parigi (4-14 ottobre) il prototipo Project Black S: una supercar in grado di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in meno di 4 secondi. Il concept, che eredita lo stile e la piattaforma dalla coupé Q60 Red Sport 400, sfrutta la

■ PARIGI – Hyundai lancia al Paris Motor Show 2018 (4-14 ottobre) la i30 Fastback N, versione a due volumi e mezzo della i30 N, il primo modello ad alte prestazioni dal marchio coreano venduto anche in Europa. La nuova berlina coupé cinque porte monta lo stesso motore della sorella – un turbo benzina 2.0 a iniezione diretta da 250 cavalli – ma è ancora più performante. Questo grazie soprattutto a nuovi elementi aerodinamici, evidenziati dalle inedite finiture in nero opaco, come le minigonne laterali da competizione e lo spoiler posteriore direttamente integrato nel portellone. 5 Ottobre 2018 ·

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Le caratteristiche Il nuovo modello è dotato del sistema N Grin Control che permette di scegliere tra 5 modalità di guida diverse: Eco, Normal, Sport, N e la più potente N Custom. Il propulsore spinge la vettura a una velocità massima di 250 chilometri orari, scattando da 0 a 100 in 6,4 secondi, che diventano 6,1 nella versione Performance che può contare su 25 cavalli in più. La capacità del vano bagagli varia da 450 a 1.351 litri, raggiunti abbassando gli schienali dei sedili posteriori. Gli interni sono rifiniti con nuove cuciture rosse sul pomello del cambio e sui braccioli laterali. A tutti i sistemi di sicurezza attiva di ultima generazione – già in dotazione sulla i30 N – sono stati aggiunti anche la regolazione automatica dei fari abbaglianti e il rilevatore dei limiti di velocità.

SMART MOBILITY

Parigi capitale “verde”. PATRIZIA LICATA ■ PARIGI – La Parigi che scalda i motori per la nuova edizione del Salone dell’auto ha un chiaro messaggio per l’industria: l’obiettivo è spostare cose e persone a zero emissioni. Per questo il Mondial de l’Auto 2018 punta sul sodalizio con la tecnologia, che traghetta la mobilità nel futuro e fa camminare a braccetto il tradizionale appuntamento automotive della capitale francese con la “mairie” parigina, la giunta della sindaca Anne Hidalgo, da anni in prima linea nelle politiche ecosostenibili. La Hidalgo non si è fatta scoraggiare dalle contestazioni per i blocchi anti smog e l’estensione delle zone a traffico limitato, e ha già annunciato per Parigi l’addio definitivo alle auto a diesel e benzina, rispettivamente entro il 2024 e il 2030.

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Verso l’elettrico Per liberare Parigi dai veicoli a combustione interna il piano dell’Hidalgo prevede di offrire nuove forme di trasporto eco-compatibili e aiuti finanziari “che permettano a cittadini e professionisti di acquistare veicoli puliti”, a cominciare dalle auto a batteria. L’obiettivo del 2030 viene preparato da anni e arriverà a tappe graduali: nel 2016 la Hidalgo ha vietato la circolazione dei veicoli immatricolati prima del primo luglio 1997 all’interno dell’anello dell’anello stradale “périphérique” nei giorni feriali tra le 8 e le 20. La sindaca ha poi annunciato che estenderà al 90% del territorio urbano le zone con limite di velocità a 30 chilometri orari entro il 2020. Per lo stesso anno dovranno raddoppiare le piste ciclabili, per portare dal 3% al 15% gli spostamenti cittadini su due ruote. Il Mondiale dell’auto Proprio la mobilità ecosostenibile in tutte le sue forme, moto e bici comprese, è il perno su cui ruota il Mondial de l’Auto quest’anno, con eventi come Mondial Tech e Mondial Women, che allargano gli spazi all’innovazione tecnologica, alle startup e alle donne del mondo automotive. Alle tante case automobilistiche che non partecipano (tra cui Alfa Romeo, Jeep, Volkswagen, Ford, Nissan, Volvo) il commissario generale del Salone, Jean-Claude Girot, ha fatto sapere dalle pagine del quotidiano Ouest France che rimpiangeranno di non avere il biglietto per Parigi. Girot ha anche ricordato che a Place de la Concorde è allestito un centro prova gratuito per le ibride, elettriche e a idrogeno – tante per far capire qual è il centro dell’attenzione. E ha garantito che non c’è nessun attrito con la Hidalgo: “La sindaca ama l’automobile”. La Hidalgo è anche presidente del C40, il summit dei sindaci di 40 metropoli del mondo (ne fanno parte anche Roma, Milano e Venezia) sul cui tavolo sono più volte finite le misure per migliorare la qualità dell’aria e la sostenibilità urbana. Al vertice C40 dello scorso ottobre, che si è svolto guardavano proprio a Parigi, i sindaci hanno sottoscritto due obiettivi: entro il 2025, l’adozione di mezzi pubblici puliti al cento per cento e, entro il 2030, l’istituzione di zone a zero emissioni. Il futuro che preserva l’ambiente e la salute chiede di abbracciare nuovi modi di spostarsi, nuove forme di energia e modelli di condivisione. È un futuro che ha ancora bisogno dell’auto, dice Girot. Purché sappia innovare, aggiungerebbe la Hidalgo.



INNOVAZIONE

Futuro Fca, robotaxi e 500 elettriche.

profonda rivoluzione nel mondo dei trasporti. Forse la più grande, da quando l’automobile ha sostituito cavalli e carrozze”, innescata da due grandi forze innovative, il driverless e i motori a basse emissioni. Un futuro hi tech Fca presidia il mercato della guida autonoma anche insieme a partner dell’automotive e della tecnologia come Bmw e Aptiv, consapevole che il driverless offre grandi vantaggi in termini di sicurezza e di miglioramento dell’accessibilità per chi oggi non può guidare. Ci sono ulteriori progressi tecnologici da compiere e nuove sfide in serbo per il futuro, ma, ha affermato il presidente di Fca, “noi vediamo questi cambiamenti in maniera estremamente positiva e intendiamo affrontarli con lo stesso spirito coraggioso e visionario del passato”.

GLORIA SMITH BUSINESS

■ Guida autonoma e alimentazione elettrica: è questo il futuro dei trasporti anche per Fiat Chrysler Automobiles (Fca), come come ribadito dal presidente John Elkann nell’incontro con i Cavalieri del Lavoro al Museo dell’Automobile di Torino nell’ultimo fine settimana. Elkann ha ricordato la partnership con Waymo, la società di Google dedicata alla guida autonoma, per la quale Fca ha prodotto la prima auto-robot, la Pacifica e ha annunciato l’arrivo sul mercato di una linea di 500 “rispettosa dell’ambiente” (versioni elettrica e ibrida), che sarà “immaginata e prodotta” in Italia. Arrivano i taxi-robot Sulla Pacifica Waymo Elkann ha sottolineato che “tra tutti i costruttori di auto, soltanto Fca ha già un prodotto a guida autonoma”. Il minivan è in fase di test per un servizio taxi targato Google a Phoenix, Arizona e il lancio commerciale sarebbe vicino, hanno riferito indiscrezioni dei media Usa ad agosto. Fca ha annunciato quest’anno la fornitura di ulteriori 62.000 Pacifica ibride per Waymo che verranno usate per “il primo servizio di robot-taxi al mondo”. I motori dell’innovazione Sulla 500 green Elkann ha ricordato che già da sei anni Fca vende una 500 elettrica in California. Lo Stato americano impone un livello minimo di veicoli a emissioni zero ma “Questa è la strada su cui intendiamo proseguire”, ha affermato il presidente di Fca. “Siamo alle soglie di una 14

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Toyota Yaris, primato a settembre. LUCA BEVAGNA

■ La Toyota Yaris a settembre per la prima volta è l’auto più venduta in Italia del segmento B. Un risultato che non deve stupire, almeno a vedere i dati: il 77% delle Yaris acquistate nel nostro Paese è in versione Hybrid. Un trend che riflette il buon andamento nel mese delle vendite delle ibride:+28,2% e quota al 6,1% (superiore a quella delle vetture a doppia alimentazione benzina – gpl). Nel risultato del cumulato da inizio dell’anno la Yaris è al settimo posto nella classifica del segmento con quasi 30mila unità, appena sotto la Fiat 500L.


SICUREZZA

ACI al Future Mobility Week 2018. REDAZIONE

dei Trasporti, l’Euro NCAP (il protocollo internazionale focalizzato sui crash test di cui per l’Italia fa parte l’ACI) e docenti dei più prestigiosi atenei del Paese.

SPORT

Corinthians, una maglia per Ayrton Senna. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

■ L’Automobile Club d’Italia partecipa al Future Mobility week 2018. L’evento ha preso il via al Lingotto di Torino il primo ottobre e si concluderà venerdì 5. Tra i temi trattati, le nuove scoperte nel campo delle alimentazioni alternative, l’automazione dei veicoli, la sharing mobility e le modalità di trasporto del futuro. Corse ecosostenibili La Future Mobility week è articolata su 24 conferenze tematiche a cui partecipano più di 3mila esperti del settore e 150 sponsor ed espositori. Tra le attività, mercoledì 3 ottobre si disputa la penultima prova del “Green Endurance”, il nuovo Campionato Italiano di Energy Saving varato dalla Commissione Attività Ecosostenibili e Sperimentali di ACI Sport per il 2018. Questa edizione è riservata ai soli veicoli elettrici: una sfida nella quale gli equipaggi metteranno alla prova l’efficienza delle loro vetture, impegnate in tappe di lunghezza compresa tra i 400 e i 600 chilometri. Il futuro è negli Adas A seguire, il 4 ottobre, l’Automobile Club d’Italia parteciperà a un convegno sulla sicurezza stradale con un particolare focus sull’importanza dell’adozione della tecnologia attiva a bordo delle vetture (sistemi Adas) come principale strumento per la riduzione degli incidenti automobilistici. Per l’occasione sono stati invitati esponenti provenienti dalle principali istituzioni del settore tra cui il ministero

■ Il Corinthians, club calcistico di Sao Paulo che milita nella massima categoria brasiliana, ha deciso di omaggiare Artyon Senna dedicandogli la terza maglia. Iniziativa non casuale: la stagione in corso (attualmente il Corinthians è nono in classifica a 18 punti dalla capolista, la rivale cittadina di sempre, il Palmeiras) è quella che porterà al 25esimo anniversario della morte e al 30esimo dal terzo mondiale vinto dal grande pilota di Formula 1. La terza divisa del “Timao” – il soprannome del team che significa “la grande squadra” – è nera e oro come i colori della Lotus 97T, vettura con cui Senna, nel 1985 a Estoril, ottenne la sua prima vittoria in Formula 1. Tifoso illustre Senna non aveva mai nascosto il suo amore per il Corinthians e in diverse occasioni era stato fotografato con indosso la maglia del Timao, che ha conquistato 7 scudetti brasiliani (sei dopo la morte del campione avvenuta nel 1994) e per due volte ha vinto la Coppa del mondo per club. Sui social il Corinthians ha lanciato un hashtag per sponsorizzare la nuova divisa: #luteatèsereterno. In italiano significa “lotta per diventare eterno”. 5 Ottobre 2018 ·

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LIFESTYLE

Marc Bolan: “Morirò su una Mini”. GIUSEPPE CESARO

■ Predestinato e profetico. Sono questi gli aggettivi più adatti a sintetizzare ascesa e declino di Marc Bolan, rockstar inglese, passata come una meteora a illuminare il planisfero rock agli inizi degli anni ’70. Il suo nome a noi italiani non dice granché, eppure c’è stato un momento nel quale la sua luce ha brillato così forte che sono stati in tanti a pensare che il ragazzino di Stoke Newington (il sobborgo di Londra, dov’era nato il 30 settembre 1947: 71 anni fa esatti) sarebbe diventato addirittura l’erede dei Beatles. Predestinato al successo Sin da giovanissimo Marc – figlio di un camionista e di una fruttivendola del mercato di Berwick Street a Soho – si considera predestinato al successo. “Ho sempre saputo di essere diverso – dichiarerà. Dall’inizio: dal momento stesso in cui sono nato. Quand’ero più giovane, sapevo con certezza di essere una specie di essere superiore”. Non sbagliava. Tra il ’70 e il ’72, infatti, il suo gruppo – i T.Rex – riesce a piazzare ben quattro hit al numero uno e tre al numero due delle classifiche inglesi. I dischi si vendono al ritmo di 50/60mila copie al giorno e i giornali, impressionati dell’effetto della band sui teen-ager, parlano di “TRexstasy”. Secondo Paul McCartney, Bolan è “l’unico 16

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cantante inglese in grado di seguire il successo dei Beatles in America”. Sia lui che Ringo Starr (che, nel ’72, dedicherà al successo dei T.Rex il film “Born to Boogie”) non vedevano fan tanto isterici dai tempi della loro “beatlesmania”. Davide Bowie riconoscerà che, senza il “glam rock” di Bolan, lui non sarebbe mai diventato nessuno, e definirà l’amico dandy – “terribilmente bello, quasi come il paradiso” – “il più grande ‘piccolo gigante’ del mondo” (Bolan superava di poco il metro e sessanta di altezza, ndr). Il prezzo del successo Bolan, che dichiarava di vivere la vita con “un senso di urgenza che molte persone non riescono a comprendere” (“c’è così poco tempo: devo riuscire a dire ciò che voglio in fretta e al maggior numero di persone possibile!”), era attratto ma, allo stesso tempo, angosciato dal successo. “Il successo – soprattutto nel business del rock’n’roll – ti copre di soldi, è vero. Quello che ti toglie, però, non lo puoi sostituire. A volte ho la strana sensazione che non rimarrò qui a lungo. E non sto parlando del successo. Tutto questo mi spaventa. […] Penso davvero che potrebbe finire tutto domani. Non parlo della band, parlo della vita”.


Non è tutto oro… Il successo, però, è una bestia da rodeo: cavalcarlo è impresa ardua per chiunque. Marc ha sempre desiderato essere un idolo degli adolescenti (“la prospettiva di essere immortale non mi eccita, ma l’idea di essere un idolo materialista per quattro anni mi alletta”) e la pressione comincia a diventare troppo forte. Un baratro di alcolismo e tossicodipendenza sta per spalancarsi sotto i suoi piedi. “Vivevo in un mondo crepuscolare di droghe, alcol e sesso vizioso”, dichiarerà. Lui, che è sempre stato astemio, vegetariano, estremamente attento alla dieta e ha sempre evitato gli allucinogeni (“c’è già fin troppa roba nella mia testa”) comincia a bere, mangiare e tirare cocaina. È l’inizio della fine. Ingrassa, la salute vacilla (a venticinque anni, un check-up rivela che ha il battito cardiaco di un settantenne), il suo fascino glamour si appanna. Diviene scostante, antipatico, odioso. Ma, soprattutto, non riesce più a riprendere in mano le redini della creatività. I fan lo “sentono” e cominciano a voltargli le spalle. Agli inizi del ’73 – a soli due anni dal boom – la “TRexstasy” non è che un ricordo e le canzoni non riescono nemmeno a entrare nella Top 40. Paura dell’auto Settembre 1977. Marc è appena tornato dagli Stati Uniti, dove ha inciso l’album che dovrebbe rilanciarlo. Il peggio sembra ormai alle spalle; l’orizzonte è sgombro da nubi. La rockstar vuole festeggiare. Organizza una serata con la donna che ama: la cantante Gloria Jones. Prima tappa, lo “Speakeasy”, un famoso ritrovo di musicisti. Bolan ordina champagne e i due cominciano la loro festicciola privata. Poi decidono di proseguire in un nightclub di Berkeley Square, il “Morton’s”. Gloria siede al piano e comincia a cantare. Canzoni, champagne e ore scorrono veloci. Quando i due decidono di rientrare, sono ormai le quattro del mattino. Bolan è senza patente. Non l’ha dimenticata: non l’ha mai presa. Ha sempre avuto paura dell’auto. Premonizione “Stavamo guardando l’auto usata nel film Born to Boogie’ – ricorda il fotografo Keith Morris – e Marc mi dice: ‘Sai che ti dico? Fammi una foto al volante, perché ho sempre ho avuto la premonizione che morirò in un incidente d’auto’. Così si mette al volante, e mentre io scatto, lui butta la testa all’indietro e fa questa risata folle. Conservo ancora quella foto e, ogni volta che la guardo, mi fa effetto a pensare a quello che è successo”. Secondo Simon Napier-Bell – produttore discografico e manager di Bolan – il leader dei T.Rex era “ossessionato da James Dean”. “Sta attento ad avere come eroe James Dean – gli disse Napier-Bell: potresti finire come lui e morire in una Porsche!”. “Oh no, sono troppo piccolo – rispose Bolan – mi piacerebbe morire in una Mini”.

qualcuno avrebbe detto: Ragazzi: non potete farlo!’”. Pare, però, che ci sia dell’altro. Sembra che, proprio quel giorno, uno pneumatico della Mini sia stato cambiato, e che il meccanico non sia riuscito a sostituire uno dei bulloni. Quarantacinque minuti dopo che Marc e Gloria hanno lasciato il night, la Mini viola imbocca una curva, passa dall’asfalto al brecciolino, la ruota si stacca e la coppia sbatte violentemente contro un palo d’acciaio di una pesante recinzione. Non un albero di sicomoro, dunque, come vuole la leggenda. Sembra, invece, che il sicomoro tanto vituperato dai fan, abbia impedito alla Mini di rotolare lungo una scarpata, evitando, così, una tragedia ancora peggiore. “Se fossimo stati in una macchina più grande,” ricorderà anni dopo Gloria che ha impiegato quasi quindici anni a superare lo shock – “Marc sarebbe sopravvissuto”. È il 16 settembre 1977 e Marc Bolan non ha ancora compiuto 30 anni. La luce che brilla il doppio “La luce che brilla il doppio dura la metà”, ripeteva spesso Jimi Hendrix. E non c’è dubbio che, tra il ’70 e il ’72, la luce del giovane papà del “glam-rock” abbia brillato davvero tanto. Talmente tanto che più di qualche raggio è riuscito ad arrivare persino fino a noi.

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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it

La leggenda del sicomoro Torniamo all’uscita dal “Morton’s”. Di solito, è un autista in Rolls-Royce che accompagna la rockstar nei suoi spostamenti. Quella volta, però, l’autista ha la serata libera. Marc e Gloria salgono sulla macchina di lei. Non indovinate? Una Mini: una Mini 1275 GT viola! Gloria ha sempre sostenuto di non aver bevuto. “Nessuno intorno a noi – dichiarerà – diceva: Non guidare’ o Mettiamoli su un taxi’. Se non fossimo stati in condizioni di guidare,

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STORICHE EVENTI

Una sfida al tempo. In Sicilia dal 4 al 7 ottobre riaccende i motori la Targa Florio, celebre gara di regolarità classica per automobili costruite prima del 1977.

SAVINA CONFALONI ■ “Alle 5,30 con mezz’ora di ritardo arriva il treno da Palermo, riversando sul prato migliaia di persone fra cui le più note famiglie palermitane”. È il 6 maggio del 1906 e il Giornale di Sicilia dedica intere colonne alla prima Targa Florio, con grandi titoli e caricature dei piloti più famosi. È un avvenimento straordinario in una Palermo vestita a festa e tappezzata di manifesti. Una passione che non è cambiata nonostante il passare degli anni e oggi la “Cursa” rivive per i cultori di auto d’epoca dal 4 al 7 ottobre in forma di gara di regolarità classica per auto costruite prima del 1977, come terza prova del Campionato Italiano Grandi Eventi. Un’occasione unica per scoprire i luoghi più suggestivi della Sicilia, partendo da Palermo con gran finale sul Circuito delle Madonie. Tutti a bordo, si parte Il via da piazza Verdi il 4 ottobre, palcoscenico del Targa Florio Village, per raggiungere il giorno dopo il litorale della provincia trapanese, attraversando le storiche saline fino a Marsala. La

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INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Anno 120°

Nuova serie • Anno 3 • Numero 22 • Ottobre 2018 • €3,00

Spedizione Poste Italiane Spa - Postatarget Magazine. Pubblicazione Mensile. Data P.I. 29/09/2018

PUBBLICATO SUL NUMERO 22 - OTTOBRE 2018

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A sinistra Wolfgang von Trips e Olivier Gendebien, a bordo della Ferrari Dino 246 SP, ricevono segnalazioni da un meccanico durante la Targa Florio del 1961. Nella pagina precedente Ricardo Rodriguez al volante di una Ferrari Dino 196S nella Targa Florio del 1960.

via del ritorno risale verso Calatafimi e Monreale per rientrare a Palermo e dedicare la tappa del 6 ottobre al parco delle Madonie, i box di “Floriopoli” e l’incanto di Cefalù. La giornata conclusiva del 7 ottobre è nei dintorni del capoluogo siciliano, dal castello di Carini all’Isola delle Femmine, a Mondello, per concludere con la rievocazione del Circuito della Favorita e la premiazione al “Teatro Massimo”, nel cuore di Palermo. “È un’edizione da grandi numeri, con oltre 150 vetture iscritte tra Classiche e Ferrari Tribute”, spiega Angelo Pizzuto, presidente dell’AC Palermo che organizza l’evento con l’Automobile Club d’Italia e il sostegno della Regione Sicilia. “L’evento continua a crescere sul passo del rilancio della edizione del centenario – dice ancora Pizzuto – con tutti i top driver presenti e una forte partecipazione di stranieri”. Nel nome di Vincenzo Florio “Continuate la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo”, aveva scritto Vincenzo Florio. E la sfida è stata vinta. Il lusso, i ricevimenti, la tonnara, le navi. Alle tante attività e al mecenatismo illuminati della famiglia Florio si aggiunge il grande sogno di Vincenzo “u Cavaleruzzu”: una corsa automobilistica che rendesse grande la Sicilia nel mondo. La gara prende vita su un pezzo di carta su cui Vincenzo e l’amico Henri Desgrange, direttore della rivista francese “l’Auto” appuntano nomi che rimarranno nella leggenda: Cerda, Caltavuturo, Petralia, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano, Campofelice. Un tracciato di quasi 149 chilometri, non lontano da Palermo, e libero da passaggi a livello, che sarebbe diventato il banco di prova per le più importanti case automobilistiche, e avrebbe scritto negli anni a seguire le più belle pagine di storia legate ai mondiali di vetture Sport Prototipi e Gran Turismo. Al Grande Circuito delle Madonie si aggiungeranno nelle edizioni successive i tracciati alternativi di Medio e Piccolo Circuito delle Madonie: 72 chilometri e novecento curve dove la Targa Florio si correrà fino al 1977, con l’ultima vittoria di Raffaele Restivo e Alfonso Merendino “Apache” su Chevron Bmw B36. Sessantuno edizioni in tutto, sospesa durante le due guerre mondiali e sempre gara di velocità, ad eccezione del 1957, trasformata in evento di regolarità dopo un incidente alla Mille Miglia. Una storia che continua e si alimenta di passione.

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