l'Automobile Week n. 79

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Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 79 • 29/3/2019

Supplemento settimanale a l’Automobile.

INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE

Oltre il lusso. EDOARDO NASTRI ■ Le supercar continuano a riempire i sogni degli appassionati: oltre 100mila vetture vendute nel mondo lo scorso anno. E il calo del 5% rispetto al 2017 è roba da poco. La nostra Europa è l'area geografica che corre di più: 40mila unità immatricolate lo scorso anno, con una crescita del 19%. La più sognata è sempre lei, la Ferrari. Nel Vecchio continente sono state immatricolate ben 3.400 nuove Rosse, registrando un +15% rispetto all anno precedente. La Casa del Cavallino ha appena presen-

tato la P80/C l esemplare unico più potente di sempre e destinato a un cliente di Hong Kong. Auto da sogno che spesso vedono la luce in stabilimenti che assomigliano ad atelier di alta moda. È il caso di McLaren che, a 50 chilometri da Londra, progetta e costruisce le sue supercar in un edificio disegnato dall architetto Norman Foster, il padre del nuovo skyline di Londra. Come dire, un eccellenza che ne accoglie un altra. In questo settimanale sono raccolte alcune delle sportive più estreme, con una buona dose di proposte stravaganti. Inaccessibili al portafogli di tanti, popolari nei sogni di tutti.


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BUSINESS

Auto e lusso, binomio vincente. SAMUELE MARIA TREMIGLIOZZI

■ Le supercar esercitano da sempre un grande fascino sugli appassionati. I prezzi proibitivi non spaventano. Almeno chi se le può permettere. E non sono in pochi: nonostante un calo del 5%, lo scorso anno nel mondo sono state vendute 102mila auto da sogno. Fenomeno europeo Con gli Stati Uniti in affanno e una Cina che non contribuisce, almeno in maniera significativa (per ora) ai volumi delle top di gamma (i ricchi cinesi preferiscono le grandi berline alle sportive), è l Europa l area dove le supercar crescono di più: 40mila unità e un +19% rispetto al 2017. La quota di mercato è salita a 0,25 punti percentuali, contro lo 0,21% del 2017. I numeri sono dalla parte del gruppo Volkswagen, primo nella categoria delle vetture di lusso: in Europa i tedeschi detengono il 56% del segmento, grazie agli esemplari esclusivi dei suoi cinque marchi, Audi, Lamborghini, Bentley, Bugatti e Porsche. Primato Porsche Quest ultimo in particolare vanta un primato personale: la 911 è la sportiva più apprezzata in assoluto, con una cresci-

ta delle vendite che in Europa è del 63,7% rispetto all anno precedente, per un totale di 11.377 unità (è prima anche in Italia, con 988 esemplari consegnati, +10% rispetto al 2017 e negli Stati Uniti con 33mila immatricolazioni). L avanzata del gruppo tedesco nel lusso è merito anche dei risultati di Lamborghini che ora può contare sulla Urus: i proprietari del suv ad alte prestazioni del marchio italiano sono per il 70% nuovi clienti. Sempre in Europa, Daimler è al secondo posto dopo Volkswagen: Mercedes ha dalla sua le vendite della Amg Gt - concorrente diretta della Porsche 911 - da poco disponibile anche nella versione a quattro porte. Sogni in Rossa Ferrari ha chiuso il 2018 nel Vecchio continente in positivo: il Cavallino Rampante - protagonista a Ginevra con la presentazione della F8 Tributo e nelle scorse ore della oneoff P80/C (vedi pagina successiva) - ha immatricolato 3.400 vetture nuove (+15%) e mantiene il terzo posto nel settore. Un sogno, quello delle Rosse di Maranello, che non sembra tramontare mai. 29 Marzo 2019 ·

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AUTO E MOTO

BUSINESS

Ferrari P80/C, McLaren, one-off lavori estrema. in corso. GIOVANNI BARBERO

EDOARDO NASTRI

■ La one-off più potente di sempre. Ferrari presenta la P80/C una vettura estrema costruita in un solo esemplare per un cliente di Hong Kong, basata sulla 488 GT3, la versione per la pista della 488 GTB. I dati tecnici e il prezzo della P80/C non sono stati resi noti. Il centro stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni ha lavorato in sinergia con il team di direzione tecnica e aerodinamica con l obiettivo di dare vita a una nuova “Hero Car”, così come la definisce la casa del Cavallino. La P80/C pesa meno della 488 GT3 e monta un V8 biturbo da 3,9 litri per 600 cavalli di potenza.

■ WOKING - A cinquanta chilometri da Londra si costruiscono sogni. Il quartier generale di McLaren è un edificio in vetro e metallo disegnato da Norman Foster e si trova al centro di 500mila metri quadrati di prati verdissimi, ovviamente tagliati all’inglese. Uno spazio unico nel suo genere al cui interno si trovano, oltre a un lago artificiale, il Technology Center e l’impianto produttivo che ha addirittura una parte sotterranea. Il costruttore britannico vuole fare sul serio aumentando produzione e vendite e ha annunciato investimenti pari a 1,2 miliardi di sterline entro il 2025 dedicati a ricerca e sviluppo. Saranno 18 i nuovi modelli McLaren su strada entro il 2024, tre sono già stati svelati: 720S Spider 600Lt Spider e Speedtail. L’obiettivo? 6mila unità all’anno per quella data, il numero massimo di vetture producibili dallo stabilimento di Woking. Un sogno che potrebbe realizzarsi grazie all’offensiva prodotto dato che nel 2018 il marchio britannico ha consegnato 4.806 unità.

Cliente misterioso Pochissime le indiscrezioni sul cliente, si sa solamente che proviene da una famiglia di grandi appassionati e collezionisti delle vetture Ferrari. “È stato un interlocutore ideale nell’elaborazione di un progetto così ambizioso. L’idea di partenza del cliente era quella di realizzare una sport prototipo moderna che si ispirasse a icone della nostra storia”, fanno sapere dalla casa madre di Maranello. Ispirata al passato A livello stilistico nella P80/C non ci sono molti richiami al passato, se non i parafanghi pronunciati costruiti per intersezione di superfici concave e convesse, tipici delle one-off più celebri della storia del Cavallino. La vettura non è solo un prodotto di stile, con una base identica a quella di partenza e un corpo modificato nelle forme. Qui le prestazioni contano e per questo i tecnici sono intervenuti anche sulla meccanica introducendo contenuti specifici. 4

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Una nuova GT in arrivo Il cammino verso la meta è già partito e da Woking fanno sapere che l’arrivo della nuova GT, l’auto che darà una notevole spinta per il raggiungimento degli obiettivi sopra dichiarati, è imminente: la sportiva sarà sul mercato da maggio e le prime consegne avverranno entro la fine del 2019. “Sarà capace di coniugare perfettamente prestazioni elevate e massimo comfort e potrà essere utilizzata su strada tutti i giorni, grazie a una abitabilità da berlina arricchita da tecnologie di bordo di ultima generazione”, spiega il ceo Mike Flewitt. Le immagini della “McLaren of Grand Tourers” non sono ancora state rilasciate e al momento tutto è top secret.


“Sarà una vettura del design lineare, bella ed elegantemente audace, in linea con quella che è la nostra filosofia stilistica, in cui ogni dettaglio esiste per una ragione funzionale ben precisa. Anche gli interni saranno innovativi con materiali inediti nel settore, vedrete delle sorprese”, ci racconta Robert Melville, responsabile del design del costruttore inglese. Mezzo milione di mattoncini Intanto McLaren ha deciso di continuare la sua collaborazione con il più famoso costruttore al mondo di giocattoli a mattoncini e l ultimo prodotto nato dalla partnership è la Senna Lego, una riproduzione in scala 1:1, della vettura dedicata al leggendario pilota brasiliano. Per costruirla sono state necessarie più di 5mila ore di lavoro e mezzo milione di pezzi. Una curiosità? La Senna di plastica pesa 500 chilogrammi in più del modello originale.

Le consegne, comunque, non arriveranno prima del 2020. L inizio della produzione, infatti, è previsto soltanto per la fine dell anno in corso e il ritmo di costruzione dovrebbe essere di un auto a settimana. Un mostro di velocità La Jesko - denominazione scelta dal fondatore del marchio Christian von Koesigsegg per rendere omaggio al padre che portava questo nome - è alimentata da un motore V8 bicilindrico che può erogare fino a 1.500 cavalli con un cambio a nove rapporti. Per la velocità massima si parla di quota 480 chilometri orari, per la versione con lo speciale allestimento aerodinamico da pista una cifra superiore a quella della Agera Rs (che si ferma a soli 447) che è già l auto di serie più veloce al mondo.

AUTO E MOTO AUTO E MOTO

Koenigsegg Jesko, supercar da tutto esaurito.

Aston Martin, due special per Zagato. LUCA GAIETTA

PAOLO BORGOGNONE

■ Aston Martin omaggia Zagato. Per festeggiare i 100 anni della carrozzeria italiana di Terrazzano, con la quale collabora da più di 60 anni, presenta due auto speciali destinate alla DBZ Centenary Collection e realizzate in tiratura limitata a 19 esemplari ciascuna. ■ Koenigsegg ha già venduto tutti i 125 esemplari della Jesko, la nuova supercar - destinata a sostituire la Agera Rs - che ha presentato a Ginevra. Il prezzo intorno ai 3 milioni di euro non ha evidentemente scoraggiato i fan del costruttore svedese. Secondo quanto annunciato direttamente dalla Casa di Angelhom, 83 auto erano state vendute prima della presentazione al Salone svizzero e le restanti 42 sono state prenotate entro cinque giorni dalla chiusura della kermesse sulle rive del lago Lemano.

Prezzo stellare Si tratta della DB4 GT Zagato Continuation e della DBS GT Zagato, prodotte impiegando come base la DBS Superleggera e vendute solo in coppia a 6 milioni di sterline tasse escluse (circa 7 milioni di euro). La prima è la riedizione dell omonima sportiva degli anni 60, mentre la seconda e un’inedita coupé. Ambedue verranno prodotte a Gaydon e proporranno nella linea diversi dettagli tipici dei modelli Aston Martin Zagato. Ad esempio la caratteristica griglia anteriore. 29 Marzo 2019 ·

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Un V12 biturbo da 725 cavalli Al momento non si conoscono particolari sulla meccanica delle due vetture. Probabilmente sfrutteranno il conosciuto V12 biturbo di 5.2 litri da 725 cavalli e 900 newtonmetri. I fortunati e soprattutto ricchi clienti che riusciranno ad accaparrarsi l’esclusiva coppia riceveranno entro la fine di quest anno la DB4 GT Zagato Continuation e a seguire, nel 2020, la DBS GT Zagato.

ria dell’Akula sono interamente in carbonio ed è stato fatto un grande lavoro sull’aerodinamica. Le doti tecniche della vettura sono impreziosite dall’impianto frenante carboceramico e dai cerchi, il cui fissaggio, avviene tramite un monodado, proprio come sulle vetture da corsa.

AUTO E MOTO AUTO E MOTO

Ginetta Akula, squalo a 4 ruote.

Bugatti, una Royale elettrica. LUCA GAIETTA

GIOVANNI BARBERO

■ Una berlina elettrica ispirata nel nome alla celebre Royale del 1926: le prossima auto della Bugatti potrebbe essere questa. Secondo la rivista inglese Car, la Casa di Molsheim, di proprieta del gruppo Volkswagen, starebbe lavorando ad una ammiraglia da affiancare alla super sportiva Chiron. ■ Un nome bizzarro e più di sessant’anni di storia. Ginetta è un marchio britannico con una tradizione di vetture da strada e da corsa costruite a mano. Il marchio è stato acquisito nel 2005 da Lawrence Tomlinson, magnate inglese delle case di riposo. L’ultima creatura del brand Akula, in russo “squalo”: design dirompente e numeri che impressionano a partire dal prezzo, 331.500 euro tasse escluse. La Ginetta Akula ha due posti, un V8 6.0 di cilindrata aspirato, 600 cavalli, 705 newtonmetri di coppia e pesa solamente 1.150 chilogrammi a secco. Il motore è progettato e realizzato dal costruttore britannico ed è abbinato a un cambio sequenziale a sei marce. Massima attenzione ai dettagli Correre al massimo livello ci ha insegnato che per vincere conta ogni dettaglio. Abbiamo quindi applicato la stessa filosofia alla nostra nuova supercar”, ha detto il presidente del marchio Lawrence Tomlinson. Il telaio e la carrozze6

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Stessa piattaforma della Taycan Stephan Winkelmann, ceo Bugatti, ha confermato allo scorso Salone di Ginevra l’intenzione del costruttore di proporre un modello inedito con un listino “sotto ai due milioni di euro”. Una vettura che potrebbe essere realizzata impiegando per sinergie di gruppo la stessa piattaforma della Porsche Taycan: prima elettrica a zero emissioni del marchio di Zuffenhausen. Lusso sostenibile Il debutto della ipotetica berlina dovrebbe avvenire nel 2023 e si tratterebbe di un’automobile destinata a fare della sua “anima verde” la caratteristica principale, mettendo in secondo piano le prestazioni. Nel futuro di Bugatti – ha Winkelmann - la massima velocità non giocherà più il ruolo principale. D ora in avanti metteremo l accento sulla dinamica complessiva del veicolo, sulla leggerezza e su un lusso moderno e sostenibile .


AUTO E MOTO

Mercedes: la Amg va di corsa. PAOLO ODINZOV

La A 35 Amg Race Edition Subito riconoscibile per la livrea esterna grigio magno designo, la A 35 Race Edition vanta tra le dotazioni cerchi in lega multirazze da 19 pollici, un inedito splitter anteriore, minigonne laterali e uno scarico con terminali race. Mentre nell’abitacolo propone plus come il Ride Control, con il quale è possibile scegliere tre diversi tipi di assetto. Oppure il pacchetto “Luxury” che include tra le tante il sistema di infotainment Mbux e l’impianto audio Burmester da 590 watt. Spinta da un propulsore 2.0 turbo della potenza di 306 cavalli e dotata di trazione integrale 4Matic e cambio automatico a doppia frizione 7G-DCT, la tedesca offre inoltre l’Amg Track Pace. Una sorta di ingegnere di pista virtuale, capace di registrare più di 80 dati tra velocità, accelerazione, tempi parziali e tempi sul giro. In vendita con un listino di 54.906 euro, a conti fatti la A 35 Amg Race Edition offre un vantaggio in termini di dotazioni per li cliente di oltre 5.000 euro. La CLS 53 Amg Race Edition Riguardo alla versione Race Edition della CLS 53, questa è offerta a 113.500 euro ed è dotata di una propulsione mild hybrid a 48 volt da 435 cavalli (+21 cavalli dell’EQ-Boost). Anche qui non sono pochi gli equipaggiamenti pronti a fare la differenza con il modello “standard”. A cominciare dal pacchetto “Night”, fino all’Amg Driver’s Package, per un vantaggio cliente di oltre 14.000 euro.

AUTO E MOTO ■ Tutto inizia nel 1967, dentro il garage di un vecchio mulino a Burgstall (Germania). Due amici, Hans Werner Aufrecht e Erhard Melcher si mettono in società e fondano una piccola officina meccanica che prende il nome dalle iniziali dei loro cognomi e da quella di Großaspach: città nativa di Aufrecht. Nasce così la Amg, iscritta nel registro tedesco delle aziende come “ufficio di ingegnerizzazione, progettazione e sperimentazione per lo sviluppo di motori da corsa . Un posto quasi magico, dal quale cominciano a uscire Mercedes speciali. Macchine capaci di andare oltre nelle prestazioni, destinate in origine a lasciare il segno sulle piste.

Lister LFT-C, scoperta per pochi. LUCA GAIETTA

Dalla Classe A alla GT R Sono passati 52 anni, oggi la Amg appartiene alla Daimler che ha rilevato nel 1999 la maggioranza del pacchetto azionario e fondato la Mercedes-Amg GmbH. Da Burgstall si è spostata ad Affalterbach e conta circa 1.600 dipendenti. Lo scorso anno sono state 118 mila le vetture vendute dalla azienda tedesca in tutto il mondo, delle quali 868 in Italia. Questo grazie a una offerta che spazia dai modelli “entry performance” come la Classe A 35 Amg, alle “sportscars” tipo la potentissima Amg GT R, passando per le “performance car” tra le quali la E 63 Amg. Versioni in edizione limitata Ad ampliare la gamma del costruttore adesso arrivano anche le versioni speciali “Race Edition” di A 35 Amg e CLS 53 Amg, prodotte in edizione limitata e che vanno ad aggiungersi alle uguali edizioni di CLA 45 Amg Coupé, C 43 Amg Coupé e GLE 43 Amg Coupé, già proposte sul mercato con equipaggiamenti esclusivi.

■ L’inglese Lister Cars, da sempre specializzata nella produzione di vetture su base Jaguar, ha presentato la LFTC: versione convertibile della sua F-Type LFT-666. Verrà 29 Marzo 2019 ·

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prodotta in sole 10 unità, in vendita con un prezzo base di 139mila sterline (circa 161.000 euro), e sarà l’auto più veloce mai realizzata del preparatore di Cambridge. Un V8 da 666 cavalli Sotto al cofano la Lister LFT-C impiega infatti un motore V8 sovralimentato con una potenza di 666 cavalli che le consente di scattare da 0 a 100 chilometri orari in meno di 3 secondi per poi raggiungere, tenendo giù tutto il pedale del gas in pista, una velocità massima superiore a 330 chilometri orari. Assetto e sound da corsa La Lister LFT-C proporrà un assetto da corsa e uno scarico tarato acusticamente per offrire un rombo coinvolgente durante la guida open-top. Ogni esemplare avrà una placca in argento massiccio sul coperchio del motore con il numero del modello. L abitacolo potrà essere personalizzato su misura.

INNOVAZIONE

cioè mezzo in grado di decollare e atterrare in verticale, la Recreational Speeder pesa 105 chili, meno di una moto di 125 centimetri cubici. Adotta quattro motori a turbina alimentati a cherosene con un’autonomia massima di 22 minuti. Può raggiungere i 4.500 metri di quota e sviluppare una velocità di 240 chilometri orari. Doppia versione La Speeder viene presentata in due versioni: la Ultralight (Uvs) ha una capacità del serbatoio di 19 litri e una velocità massima di circa 100 chilometri orari. Per pilotarla, basta sottoporsi a un addestramento specifico fornito direttamente dalla Jetpack Aviation. La Experimental Version (Evs), invece, richiede una licenza di pilota privato, ma non avrà restrizioni di carburante o velocità. La prima edizione si può ordinare con un deposito di 10mila dollari. Per ritirarla ne serviranno altri 370mila.

BUSINESS

Jetpack Faraday, Aviation 600 milioni Speeder, in arrivo. moto volante. SERGIO BENVENUTI

ANTONIO VITILLO

■ La Speeder sarà probabilmente una delle prime moto volanti ad essere messa in commercio. Realizzata dall’azienda californiana Jetpack Aviation, il “velivolo” deriva da una versione sperimentale originariamente destinata alla clientela militare, governativa e commerciale. Vola in alto Classificato come Vtol (Vertical Take Off and Landing), 8

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■ La start up californiana Faraday Future e The9 Limited (azienda cinese di video giochi) hanno firmato un accordo per la produzione di auto elettriche in Cina. La joint venture porterà 600 milioni di dollari nelle casse di FF. Obiettivo: rilanciare il brand e produrre, entro il 2020, il concept suv V9 destinato al mercato cinese. Tuttavia, ancora non è stato costruito nessuno stabilimento di produzione Faraday. Il progetto del 2017 per gli impianti del Nevada e della California è stato accantonato dopo poco tempo e FF è stata costretta a vendere le sue proprietà immobiliari per rimanere a galla.


Il finanziamento Inizialmente, The9 verserà a Faraday 5 milioni di dollari per risolvere i problemi di flusso di cassa . Dopodiché la società dei videogiochi fornirà a FF tre rate da 200 milioni di dollari ciascuna. La prima tranche arriverà entro i primi due mesi, una volta che le società si stabiliranno a Hong Kong. Successivamente, Faraday dovrà presentare un progetto per la costruzione di una fabbrica di proprietà nella provincia di Zhejiang e, infine, avrà tre mesi di tempo per trasformare il concept V9 in auto di serie e ricevere gli ultimi 200 milioni di dollari.

BUSINESS

Seat, record ed elettriche. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO

La presenza di Diess Il riconoscimento per il lavoro fatto fin qui dal team guidato da de Meo che arriva anche dalla presenza dello stesso Herbert Diess ceo del gruppo Volkswagen qui a Barcellona. Mai accaduto finora ad una conferenza annuale di bilancio. “Seat ha dimostrato di avere grandi potenzialità per il futuro, anche per l’apertura di nuove opportunità di crescita per tutto il gruppo”. Tradotto a Martorell ci si occuperà, ad esempio, di sviluppare soluzioni di micromobilità per tutti i marchi Volkswagen. Avanti con l'elettrificazione “Ora possiamo guardare il futuro con altri occhi”, dichiara de Meo. Che poi traduce in numeri le sue parole: 1,2 miliardi di euro investiti nel 2018 in ricerca e sviluppo. Altro record per Seat. Risorse necessarie a lanciare il piano di elettrificazione: sei modelli a batteria, elettriche pure e ibride ricaricabili plug-in entro il 2021. Nello specifico oggi de Meo ha annunciato le versioni elettriche della piccola Mii (2020) e della nuova el-Born (fine 2020) presentata allo scorso Salone di Ginevra, e quelle ibride plug-in della prossima generazione di Leon (2020) e della Tarraco (2021). Due ibride plug-in anche per Cupra: la Leon (2021) e Formentor (2021). Nuova piattaforma per city car elettriche Per la prima volta nella sua storia poi Seat svilupperà una piattaforma per auto a batteria piccole (entro i 4 metri) derivata dalla MEB di Volkswagen. Obiettivo riuscire a produrre elettriche accessibili dedicate agli spostamenti cittadini, con prezzi sotto i 20mila euro. Altro record. La piattaforma, che guarda in particolare al mercato cinese, sarà utilizzata anche dagli altri marchi del gruppo tedesco. Arriverà entro il 2023.

AUTO E MOTO

■ MARTORELL - L’anno dei record. Inizia con il sorriso di Luca de Meo numero uno di Seat, la conferenza annuale di bilancio della Casa spagnola: “Abbiamo chiuso il 2018 con profitti dopo le tasse di 294 milioni di euro, in aumento del 4,6% rispetto allo scorso anno”. Il miglior risultato operativo di sempre. Inversione di marcia riuscita: de Meo ha portato finalmente Seat a generare profitti per il gruppo Volkswagen. Fatturato di quasi 10 miliardi di euro. Tutto ciò è stato reso possibile da vendite per 517.600 unità, il 10,5% in più rispetto all’anno precedente. Merito in particolare di Arona che nel suo primo anno di commercializzazione ha totalizzato circa 100mila vendite. Bene anche il suv medio Ateca. Piccola annotazione anche per Cupra, sub-brand sportivo a cui de Meo tiene molto: 14.400 vetture vendute nel 2018 con una crescita (relativa visti i numeri ancora ridotti) del 40%. “In pochi mesi Cupra è diventa profittevole in termini percentuali e all’interno di Seat garantisce i margini più alti di tutta la gamma”.

iX3, il primo suv elettrico di Bmw. VALERIO ANTONINI ■ Prove d esordio per la nuova Bmw iX3, primo suv completamente elettrico del marchio tedesco, già presentato come concept allo scorso Salone dell’auto di Pechino 2018. La vettura è stata sottoposta a una serie di test sulle strade e sul ghiaccio svedese di Arjeplog. La produzione dovrebbe essere avviata già da quest’anno in Cina nello stabilimento di Shenyang. Il suv sarà la prima Bmw costruita esclusivamente nel paese asiatico e poi venduta su tutti i mercati, dove la vedremo a partire dal 2020. Il costruttore avrebbe già registrato i diritti di ogni combinazione di let29 Marzo 2019 ·

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■ Jaguar è pronta ad allargare la sua famiglia di suv con la JPace: vettura lunga circa 4,90 metri che sfrutterà come base la nuova piattaforma Mla del costruttore e si andrà a collocare per dotazioni e contenuti sopra la F-Pace e la E-Pace. Anche ibrida Stando alla rivista inglese Autocar, il modello dovrebbe essere commercializzato entro il 2021, anche in una versione ibrida. Quest’ultima dovrebbe impiegare un motore elettrico associato alle ruote posteriori per garantire alla vettura la trazione integrale e il minimo ingombro della meccanica.

tere da iX1 a iX9, segnale che l’intenzione di elettrificare l’intera famiglia delle X sta diventando realtà. Ricarica super veloce Cambiamenti sono ben visibili sotto la scocca. L’intenzione di Bmw è quella di offrire un opzione completamente elettrica su l’intera gamma del marchio. La piattaforma integra un elettromotore da oltre 250 cavalli che, stando a quanto sostiene il costruttore, è realizzato con materiali sostenibili, limitando al massimo la quantità di litio e cobalto. L’autonomia delle batterie da 70 chilowatt dovrebbe superare i 400 chilometri con una ricarica superveloce da 30 minuti. Secondo Bmw, “i futuri modelli iX saranno caratterizzati da piccoli particolari, come gli inserti su paraurti e minigonne laterali, grazie ai quali sarà possibile distinguere la versione elettrica da quelle benzina o diesel. Non abbiamo in programma grandi alterazioni nel design delle X”.

AUTO E MOTO

Lusso a zero emissioni Ma è molto probabile che la nuova Jaguar J-Pace possa essere proposta anche in una variante a batterie e zero emissioni vista la corsa all’elettrificazione del gruppo Jaguar Land Rover il quale ha stimato che entro il 2025 il 20% delle nuove automobili vendute sarà elettrico.

BUSINESS

Tesla Model 3, la più venduta in Europa. SERGIO BENVENUTI

Jaguar J-Pace nel 2021. PAOLO ODINZOV

■ La Tesla Model 3 è già l auto elettrica più venduta in Europa. A confermarlo sono i numeri dell analista tedesco Matthias Schmidt. Nel secondo mese del 2019, sono state vendute più di 3.700 unità della berlina elettrica di Elon Musk, sulle 4mila totali dell azienda di Palo Alto. Numeri importanti per un auto che sfiora un prezzo di listino di 60mila euro. Il podio I principali mercati europei della Model 3 sono stati Germania (959), e Norvegia (791). Dietro Tesla ci sono Renault 10

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Zoe con quasi 3mila vendite e Nissan Leaf con poco più di 2.500 immatricolazioni. A seguire Bmw i3 e Hyundai Kona. La Model 3 ha dunque aumentato il numero di veicoli Tesla immatricolati in Norvegia di quasi il 10% in poche settimane. Un dato particolarmente significativo se pensiamo che nel Paese scandivavo, dall’anno scorso, le vendite di auto elettriche sono cresciute del 40%. Prezzi su Intanto in un tweet Elon Musk ha annunciato che il prezzo delle auto in stock aumenterà di circa il 3% a partire dal 2 aprile. Questo, si legge nella comunicazione del ceo sudafricano, per uniformare i costi degli esemplari venduti dai concessionari a quelli disponibili online sul nostro sito web .

AUTO E MOTO

Dodge, ecco la Charger Widebody.

Un V8 da 707 cavalli Stando a informazioni non ufficiali, la Dodge Charger Widebody verrà proposta in due versioni equipaggiate con un V8 aspirato 6.4 da 485 cavalli e un V8 sovralimentato 6.2 in grado di erogare 707 cavalli.

BUSINESS

Tesla-AppleXPeng: triangolo pericoloso. PAOLO BORGOGNONE

LUCA GAIETTA

■ Allo Spring Festival, fiera d’oltreoceano dedicata ai marchi di Fca in programma a Pomona (California), Dodge ha presentato sotto forma di concept la Charger Widebody: versione “allargata” della muscle car a quattro porte americana, destinata ad arrivare sulle strade entro il prossimo anno. Linea da “cattiva” Distinta dalla livrea nera, grigia, rossa e bianca, la Dodge Charger Widebody si differenzia subito dal modello d origine per i parafanghi allargati che ospitano pneumatici da 305/35, molto più ampi di quelli standard. Oltre a presentare alcune caratteristiche inedite nel design della carrozzeria: come la griglia frontale simile a quella del suv Durango, le grandi prese d aria sul paraurti anteriore e luci posteriori ridisegnate.

■ Gli elementi della spy story a sfondo industriale ci sono tutti. Due grandi aziende americane (Apple e Tesla) alle prese con la concorrenza dei cinesi di XPeng. Con dipendenti delle multinazionali che rubano segreti per portarli con sé a Pechino. Sulla sfondo la corsa all auto autonoma e la necessità di arrivare a soluzioni definitive prima dei concorrenti. L’autopilot di Musk La vicenda è tornata alla ribalta pochi giorni fa quando Tesla ha citato presso una Corte civile della California un suo ex dipendente, Guangzhi Cao che ha lavorato per l azienda di Musk da aprile 2017 al gennaio 2019. L accusa è quella di aver sottratto segreti commerciali relativi all Autopilot, la tecnologia che permette alle vetture di Elon Musk di guidare da sole in determinate circostanze. Secondo la denuncia presentata, Cao avrebbe portato via migliaia di file e directory che conterrebbero il codice sorgente dell Autopilot. XPeng ha recentemente pubblicizzato l arrivo di un proprio sistema di guida assistita - chiamato XPilot - che uti29 Marzo 2019 ·

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lizzerebbe un software praticamente identico a quello di Tesla. Inoltre, fra i suoi dipendenti destinati allo sviluppo di questa tecnologia, ce ne sarebbero cinque - Guangzhi Cao compreso - che hanno lavorato proprio per Tesla. Nella denuncia si sottolinea anche come XPeng ha realizzato i propri veicoli utilizzando apertamente i brevetti di Tesla che sono in open-source, copiando perfino il modello di business . La società cinese, infatti, ha iniziato a realizzare i propri punti di ricarica veloce e ha anche organizzato un sistema di vendita diretta online senza passare dai concessionari. I problemi con Apple Ancora più complicata la situazione con Apple. Qui lo scenario è addirittura penale e l accusa ai cinesi di XPeng è arrivata direttamente dall Fbi. Anche in questo caso si tratterebbe di segreti relativi agli studi sull auto autonoma. L imputato, Xiaolang Xhang, avrebbe trafugato - nel periodo in cui ha lavorato per la Mela tra dicembre 2015 e maggio 2018 - oltre 40 gigabyte di dati. Xhang avrebbe ammesso al Federal Bureau di aver cercato di utilizzare il materiale per ottenere un lavoro presso la XPeng, che a sua volta non ha potuto negare di averlo messo a libro paga. L azienda cinese ha però sostenuto davanti ai giudici - il processo è ancora in svolgimento - di aver fatto firmare a Xhang un documento nel quale si assumeva la totale paternità delle proprietà intellettuali che ha portato con sé al momento della assunzione. Chi è XPeng? La Xiapeng Motors o XPeng è stata fondata nel 2014 da Henry Xia e Tao He, con il nome completo di Guangzhou Xiaopeng Motors Technology. Tra i principali investitori, pur non essendo coinvolto direttamente nella proprietà, c è il miliardario imprenditore di sistemi di telefonia mobile He Xiaopeng. Gran parte dei soldi che ha messo in questa nuova avventura provengono dalla vendita della sua prima compagnia di telecomunicazioni, la UCWeb, ceduta ad Alibaba per 350 milioni di dollari. All epoca si trattava della più costosa fusione mai realizzata in Cina nel settore tecnologico. La XPeng ha debuttato al Ces di Las Vegas del 2018 col suo primo veicolo, un suv 100% a batteria denominato G3, molto simile, sia nelle forme che nelle soluzioni tecnologiche, alla Model X di Tesla.

INNOVAZIONE

Volvo, tre (grandi) passi in sicurezza. CARLO DE ROSSI 12

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■ Volvo e la sicurezza stradale, un binomio che esiste da quando il marchio svedese - oggi nelle mani dei cinesi di Geely - è stato fondato e che prosegue ininterrotto. Il ceo Hakan Samuelsson ha confermato la vocazione del costruttore di Göteborg nel corso del Volvo Car Moment, una conferenza stampa in live streaming che è servita per presentare diverse nuove iniziative: il Care Key, il Progetto E.V.A. e il nuovo sistema di telecamere per il monitoraggio delle condizioni del guidatore. Care Key Il primo progetto illustrato si chiama Care Key: si tratta di un sistema che consente di preimpostare la velocità massima che la vettura potrà raggiungere e che verrà fornito di serie su tutte le Volvo a partire dal Model Year del 2021. La nuova funzione affianca la scelta - resa nota poche settimane fa - di realizzare automobili che non superino i 180 chilometri orari. Crediamo - ha detto Hakan Samuelsson - che le aziende automobilistiche abbiano la responsabilità di migliorare le condizioni di sicurezza nel traffico. La limitazione della velocità massima e il Care Key rientrano proprio in questo criterio . Il sistema potrà avere anche effetti economici positivi per il consumatore. Volvo, infatti, sta già sondando le compagnie assicurative su alcuni mercati per assicurare sconti sulle polizze ai clienti che utilizzino questa impostazione sulla propria auto. Progetto E.V.A. La secondo iniziativa presentata nella conferenza stampa è il Progetto E.V.A. Volvo intende rendere disponibili a tutti le conoscenze accumulate in questi decenni in materia di sicurezza stradale. Lo farà tramite una biblioteca virtuale, aperta agli altri costruttori, che raccolga le esperienze iniziate giusto 60 anni fa quando - era il 1959 - la Casa svedese introdusse, per prima, le cinture di sicurezza a tre punti. Un dispositivo che, si calcola, abbia salvato milioni di vite umane in questi decenni. Da allora - è stato sottolineato - la sicurezza è cresciuta, grazie anche a studi sempre più approfonditi come quelli che hanno portato allo sviluppo di manichini per crash test di diverso peso e corporatura, per simulare gli effetti degli incidenti su donne e bambini. Altri sistemi nati dalla esperienza di Volvo si sono ormai imposti come standard di settore: basti pensare agli airbag laterali. Telecamere sensibili Il terzo progetto presentato dal costruttore prevede l installazione a bordo del veicolo di telecamere e altri


sensori che tengano sotto controllo lo stato psicofisico del conducente e consentano al veicolo intelligente di reagire a eventuali comportamenti anomali. Il veicolo potrà, per esempio, ridurre la velocità, attivare una chiamata di emergenza al servizio Volvo on Call o fermarsi nel primo spazio disponibile in tutta sicurezza. I sistemi si allertano quando chi è al volante non risponde a determinate sollecitazioni, non muove lo sterzo per un periodo troppo lungo o tiene gli occhi chiusi o non rivolti alla strada. I sensori sono in grado di captare e interpretare anche altri segnali, come i cambi di corsia troppo repentini o i tempi di reazione eccessivamente lenti. L introduzione delle telecamere su tutti i modelli Volvo partirà dall inizio del 2020, con la prossima generazione della piattaforma scalabile SPA2.

BUSINESS

Contanti e azioni Il costo dell operazione è stimato intorno ai 3,1 miliardi di dollari. Di questi 1,4 miliardi verranno versati in contanti mentre i restanti 1,7 saranno in azioni di Uber, con un controvalore di 55 dollari l una. L azienda californiana rafforza con questa acquisizione la propria posizione anche in questa area geografica: una mossa che anticipa la ormai imminente quotazione in borsa che dovrebbe avvenire il prossimo mese di aprile, per un valore complessivo stimato che supera i 120 miliardi di dollari. Mercato in espansione La zona del Medio oriente è al centro delle strategie di Uber e non solo perché dalla regione arriva il fondo sovrano saudita, uno dei suoi principali investitori. I governi della zona stanno infatti cercando di riconvertire l economia che per decenni è stata basata soprattutto sul petrolio e per questo sostengono giovani imprenditori che propongono iniziative innovative. Nel 2017, per esempio, un altro colosso Usa - Amazon - ha acquisito per 850 milioni di dollari la società di consegne di Dubai Souq.com.

Dubai, Uber si compra Careem. La Plasmon sale in Aston Martin? BUSINESS

PAOLO BORGOGNONE

SERGIO BENVENUTI

■ Uber si espande in Medio Oriente. La società americana di ride hailing (servizio di taxi con auto private) dovrebbe annunciare ufficialmente entro poche ore l acquisizione di Careem Networks FZ - azienda rivale che opera in tutta la regione - e che ha fra i principali investitori il principe e membro della famiglia reale saudita Alwaleed Bin Talal e la compagnia di e-commerce giapponese Rakuten Inc. Careem offre un servizio di taxi con auto private, prenotabili attraverso una app sullo smartphone, in oltre 90 località sparse in 15 Paesi, dall Arabia Saudita al Libano, dall Egitto alla Turchia fino al Pakistan e al Sudan. La società lavora anche nelle tre principali città della Palestina, Ramallah, Gaza e Nablus.

■ L azienda alimentare italiana Plasmon - fondata a Milano nel 1902 - è pronta a passare nuovamente di mano. La multinazionale americana Kraft Heinz – conosciuta per maionese e ketchup - che ne detiene le quote potrebbe cedere la storica società, famosa per i biscotti per l infanzia, per un importo superiore ai 700 milioni di euro. Un futuro che potrebbe intrecciarsi con il mondo dell auto. 29 Marzo 2019 ·

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Auto di salvataggio Tra i vari fondi di private equity - attività finanziarie di investitori che rilevano quote di una società –interessati è stato fatto anche il nome di Investindustrial, il gruppo di Andrea Bonomi, imprenditore newyorkese ma di chiare origini italiane, con esperienze sia nel settore alimentare che in quello delle quattro ruote. Bonomi - che ha in gestione attività e patrimoni per circa 6 miliardi di euro - dopo aver investito su Aston Martin, attraverso Investindustrial è tornato a scommettere nel settore automobilistico rilevando il pacchetto di maggioranza di un altro costruttore britannico, la Morgan Motor Company che produce artigianalmente auto sportive nello storico stabilimento di Malvern. Cinque anni tormentati Kraft Heinz avrebbe già avviato l operazione, affidando l’incarico alla banca d affari statunitense Jp Morgan. L’azienda, che nel 2015 nacque dalla fusione tra Kraft Foods ed Heinz, da circa un mese ha archiviato un bilancio molto deludente. Tra le cause, le svalutazioni di alcuni sub brand per circa 14 miliardi di euro, costato caro ai due azionisti di maggioranza: la holding Berkshire Hathaway di Warren Buffett, soprannominato l oracolo di Omaha e considerato il più grande value investor di sempre, e la brasiliana 3G Capital (che detiene, tra gli altri, la catena Burger King).

PAESE

Brebemi, l’autostrada elettrica. MARINA FANARA

■ Faremo meglio di Svezia e Germania dove l autostrada elettrica è già una realtà, ma ribadisco che noi faremo di più perché l energia sulla nostra infrastruttura sarà auto14

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prodotta con il fotovoltaico . A parlare è Francesco Bettoni, presidente di Brebemi, la società di gestione della A35 Brescia-Milano, durante una visita a Francoforte per imparare dall esperienza dei tedeschi. FiloTir sulla Brescia-Milano Proprio sulla Brebemi, infatti, sta per essere realizzata la prima e-Highway d Italia che consentirà ai camion di viaggiare agganciati a una linea elettrica aerea. Insomma, una sorta di filoTir, l equivalente dei filobus per il trasporto merci, che nella fattispecie saranno mezzi pesanti, con alimentazione ibrida e dotati di pantografi, prodotti dalla Scania. Autostrada pulita al 100% L iniziativa prevede la sperimentazione dei primi 6 chilometri dell autostrada (3 chilometri su ognuna delle due direzioni di marcia) che entreranno in funzione nel 2021, nel tratto compreso tra Romano Lombardo e Calcio. Proprio per questo abbiamo deciso di costituire una sorta di gemellaggio con Francoforte: vogliamo prendere spunto e copiare da chi ha già avviato questo progetto e magari fare anche di meglio perché, ripeto, l elettricità che farà muovere i camion sulla nostra infrastruttura è da fonti rinnovabili . Esempio da Germania e Svezia In Germania, in particolare in Assia, l autostrada elettrica è entrata in funzione da dicembre scorso: è stata realizzata nell arco di circa 18 mesi, su 10 chilometri della A5, tra Francoforte e Darmstadt, una tratta dove il traffico merci rappresenta il 10% su un totale che si aggira intorno ai 130 mila veicoli al giorno. La sperimentazione durerà fino al 2022, dopodiché si deciderà se renderla definitiva ed estenderla ulteriormente (il governo federale ha dichiarato l intenzione di elettrificare 4 mila chilometri di autostrade del Paese). In Svezia, invece, la e-Highway dove i camion possono muoversi agganciati a un filo è in fase di sperimentazione dal 2016, su 2 chilometri della E16, tra Sandviken e Gavle. Al lavoro team d’eccezione Per questa prima sperimentazione spenderemo intorno ai 15 milioni di euro , sottolinea il presidente Brebemi, se otterremo i risultati sperati, l idea è di estendere l elettrificazione su tutti i 62 chilometri della Brescia-Milano nell arco dei prossimi 5 anni, con un investimento di circa 130 milioni di euro (intorno ai 2 milioni a chilometro). Per il progetto, possiamo contare su un team d eccezione, tra i cui componenti figurano il Politecnico, la Bocconi e l Università Roma 3 . Modello di sviluppo e ambiente Ovviamente sosteniamo appieno il progetto della Brebemi , dichiara Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture della Lombardia, in un territorio come il nostro, ad alto tasso d inquinamento, ogni iniziativa che riduce le emissioni è la benvenuta . Dobbiamo poi considerare che un quarto delle merci del Paese, circa 370 milioni di tonnellate l anno, passa per la Lombardia W, conclude l assessore, quindi, un opera innovativa come l elettrificazione di questa autostrada è fondamentale perché sostiene lo sviluppo del territorio e al tempo stesso salvaguarda dell ambiente .


BUSINESS

Geely, lunga vita alla Smart. LUCA GAIETTA

■ La Smart diventa cinese? A raccontarla così, oltre che fuorviante, la notizia potrebbe far pensare che i vertici di Daimler abbiano voluto sbarazzarsi di un marchio che non ha mai raggiunto nel mercato i livelli sperati. Un colpo di coda dei tedeschi dopo l’annuncio di trasformare dal 2020 Smart in un brand tutt’elettrico per dare un bel taglio alle emissioni a livello di flotta del gruppo. La storia in realtà è un'altra. A cominciare dal fatto che Geely, già il primo azionista del colosso di Stoccarda, detiene il 50% di Smart. D’ora in avanti, qualsiasi scelta che riguarderà il marchio andrà presa in due. Non è certo una tragedia. Anzi, è una salvezza per il marchio che fa pure da clamorosa smentita alle voci diffuse dal quotidiano tedesco Handelsblatt, secondo cui Smart rischiava di essere chiusa a fine anno cause troppi bilanci in rosso. Le ragioni Ci sono diverse ragioni perché Daimler ha deciso di condividere la sua lillipuziana vettura con il gruppo di Hangzhou, appartenente al miliardario Li Shufu che controlla Volvo e Lotus. La prima sta proprio nella elettrificazione totale del

marchio europeo, trasferito infatti in Cina primo mercato mondiale anche dei veicoli a zero emissioni. Lo spostamento permetterà al gruppo tedesco di liberare la fabbrica Smart di Hambach, dove verranno investiti 500 milioni di euro per portare lì la produzione di alcuni modelli elettrici Mercedes EQ destinati all'Europa e non solo. Produrre tante elettriche Oggi da Hambach, e da Novi Mesto in Slovenia dove viene costruita la Smart ForFour, escono 130.000 unità all'anno, di cui solo il 10% elettriche. Andare in Cina significa poter aumentare e di molto la produzione della piccola a batteria in una nuova fabbrica operativa dal 2022, dove sono previsti altri inediti modelli. Daimler potrà contare sulla più vasta esperienza di Geely nel campo delle auto elettriche, utilizzando anche la tecnologia del marchio Polestar di Volvo. Il partner cinese ha poi un'alleanza con Contemporary Amperex Technology (Catl), il più grande costruttore al mondo di accumulatori al litio destinati al settore automotive. Lunga vita alla Smart. 29 Marzo 2019 ·

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LIFESTYLE

Sir Elton John: “Amo bolidi e auto di lusso”. GIUSEPPE CESARO

■ “Avevo sempre collezionato Aston Martin. Poi ho acquistato la mia prima Bentley: quando guidi macchine come quella e ti rendi conto della qualità della lavorazione e della loro bellezza, e capisci che non hai più bisogno di nient’altro”. Super rockstar Chi parla così non è un pilota professionista né un collaudatore né un grande designer o un capitano d’industria. È un signore che ha alle spalle ben cinquantacinque anni di grande musica. Grandissima, anzi. Nella “Songwriters Hall of Fame” dal ’92 e nella “Rock and Roll Hall of Fame” dal ’94 è 49esimo tra i 100 più grandi artisti di sempre, secondo il mensile Rolling Stone. Sir Elton Di chi parliamo? Di Reginald Kenneth Dwight (nato a Londra il 25 marzo 1947: 72 anni lunedì prossimo), più noto al mondo come Elton Hercules John. Sir Elton John, per la pre16

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cisione. Nel ’98, infatti, Elisabetta II lo nomina Cavaliere, per i servigi resi alla musica, alla cultura e per le sue attività di beneficenza (la sua Elton John Aids Foundation è una delle principali organizzazioni non profit del pianeta). È la seconda onorificenza. Nel ’96, infatti, aver ricevuto il titolo di CBE: Commendatore dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico. Al suo attivo più di 4mila spettacoli in oltre 80 paesi, 400 milioni di dischi venduti, 6 album e 6 canzoni nella lista dei 500 album e delle 500 canzoni più grandi di sempre (Rolling Stone); 38 dischi d'oro e 31 platino o multi-platino; il singolo più venduto di tutti i tempi, “Candle In The Wind”; 67 brani nella “Hot 100” tra il 1970 e il 2000, tra cui 9 "number one" e 27 nei primi dieci; 7 album al n. 1 in soli tre anni e mezzo (tra ’72 e ’75): meglio di lui, solo i Beatles. Oscar & Co. Numeri da capogiro ai quali si aggiunge una lista sterminata di premi e riconoscimenti tra i quali non è possibile non


ricordare: 1 Oscar (su 3 nomination) e 1 Golden Globe per la migliore canzone (“Can You Feel the Love Tonight”, 1995 colonna sonora de “Il Re Leone”), 5 Grammy (su 11 nomination: ‘86, ‘91, ‘94, ‘97, 2000), 1 Grammy Legend Award (2001), 13 Ivor Novello Award (tra 1973 e 2001) e 1 Tony Award (su 4 nomination) come miglior colonna sonora per l’Aida, realizzata insieme al grande paroliere Tim Rice (quello di “Jesus Christ Superstar” ed “Evita”, per intenderci: vincitore di 3 Oscar). L’Aston usata dei Bee Gees A 17 anni, nonostante qualche problemino alla vista e un errore nell’inversione a U, Elton/Reginald supera l’esame di guida. Primi mezzi di trasporto: Ford Popular (una millecento piuttosto spartana, che superava di poco i 110 chilometri orari), Austin Somerset (una milledue, mid-size, prodotta tra il ’52 e il ’54 in poco più di 170mila esemplari) e Singer Chamois, appena un po’ più moderna e brillante delle precedenti ma sempre piuttosto “cheap”. “Poi ho avuto una Ford Escort GT”, ricorderà Sir Elton (4 cilindri 1.298 cm³ da 76 cavalli). È il 1970 e, per il ventitreenne musicista inglese, le porte del successo cominciano ad aprirsi. “Il manager mi disse: ‘Perché non cambi auto?”. Finalmente arrivano “Your Song” (1970, forse la sua canzonesimbolo: settima in patria, ottava negli Usa) e “Rocket Man” (1972: seconda nel Regno Unito, sesta negli Usa) e le cose iniziano a girare alla grande. E anche le auto. A partire dalla prima Aston Martin, comprata usata da Barry Gibb, uno dei tre Bee Gees. Più di 100 Jaguar d'epoca Non fanno sognare solo le sue canzoni: anche le sue auto. “Ho sempre amato i bolidi e le auto di lusso – spiegherà – e, appena ho potuto permettermeli, ho dato pieno sfogo alla mia fantasia”. Fantasia sfrenata, dal momento che sembra abbia collezionato più di 100 Jaguar d’epoca. Non si sa se sia più lunga la lista dei n.1 che è riuscito a sparare in vetta alle classifiche internazionali o quella delle auto che affollano il suo garage personale, in grado di ospitarne comodamente una trentina. Quello che si sa è che, qualche anno fa (2001), attraverso la celeberrima casa londinese Christie’s, ha messo all’asta un impressionante set di 20 super car, raggranellando ben 2 milioni di sterline (più di 3.2 milioni di euro al cambio di allora), andando molto al di là delle previsioni della casa d’aste, che le aveva valutate tra 800mila e 1,1 milioni di pounds. Impossibile guidarle tutte “Sono lontano da casa così tanto tempo e nessuno ci sale sopra – aveva dichiarato alla stampa inglese - preferisco che la gente se le goda. Io riesco a farlo solo ogni tanto. Ho così tante cose che non riesco più ad usare: è fisicamente impossibile. E anche se rimanessi qui tutto il tempo, non riuscirei mai a guidarle tutte!” “Quando Elton vuole una macchina – aveva spiegato John Newman, la persona che cura il parco auto della rockstar – non chiede un’auto qualunque: dice quale vuole. Ciò significa che tutte le auto devono essere sempre pronte.” Battute e imbattibili A quali auto si riferiva? Beh a quattro Aston Martin V8, due Jaguar, tre Ferrari, 9 Bentley e 2 Rolls. “Terrò otto macchine – dichiarò Sir Elton - sono più che sufficienti. E smetterò di collezionarle”. Mr. Newman, però, che lavorava con lui

da più di vent’anni, non ne era così convinto: “Conoscendo Elton, ho la sensazione che i garage non rimarranno vuoti a lungo”, commentò. Non sbagliava. Ecco – in ordine di anzianità - i 20 gioielli (valore in euro), battuti anche se imbattibili: Bentley S1 Continental Fastback 1956 (acquistata per 228mila euro), secondo l’artista “La più bella macchina mai progettata”, Bentley S2 Continental Flying Spur 1960 (110mila), Rolls-Royce Silver Cloud III Saloon 1963 (139mila), l'unica con la guida a sinistra, Bentley S3 Standard Steel Saloon 1964 (87mila), Bentley S3 Continental Drophead Coupe 1964 (112mila), Bentley S3 Continental Fixed Head Coupé 1965 (66mila), conosciuta come “Lanterna Cinese”, Jaguar E Type Series 1 4.2 Roadster 1965 (130mila), la preda più ambita a causa della targa: “OKEl”, “Okay Elton”, Rolls-Royce Phantom VI Limousine 1973 (360mila), Bentley Corniche Convertible 1975 (80mila), Aston Martin V8 Vantage Coupé 1978 (130mila), un tempo dipinta con il giallo e il rosso della maglia del Watford Football Club (squadra di cui John è stato presidente dal ’77 al ’87 e poi dal ’97 al 2001: dal 2008 è presidente onorario) e successivamente normalizzata con una livrea in blu scuro e interni magnolia, Aston Martin V8 Volante 1984 (140mila), Aston Martin V8 Vantage Coupé 1985 (165mila), Ferrari 412 Sports Coupé 1986 (68mila), Aston Martin V8 Vantage Volante 1987 (164mila), Ferrari Testarossa 1987 (80mila), Bentley Turbo R Four Door Saloon 1987 (80mila), la limousine che accompagnò Sir Elton ai funerali di Lady Diana, Ferrari 512 TR 1992 (144mila) con meno di 3mila chilometri nelle ruote, Jaguar XJ220 1993 (379mila: la quotazione più alta dell’asta), costruita in soli 80 esemplari, Bentley Continental Convertible 1994 (263mila), Bentley Turbo R 400 Four Door Saloon 1997 (133mila), prodotta in soli 6 esemplari: l’auto che accompagnò Elton John a Buckingham Palace per il conferimento del Cavalierato. “Quando le offerte continuavano a salire al di sopra delle stime – dichiarerà - ero elettrizzato e sorpreso. È bello sapere che la gente dà un valore così grande alle tue auto e che tutto l’impegno che hai messo nel prenderti cura di loro nel corso degli anni è valso la pena. Spero che i nuovi proprietari si godano queste auto tanto quanto me le sono godute io”.

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Supplemento settimanale a l’Automobile Pubblicazione online - Reg. Tribunale di Roma n. 24/2016 del 09/03/16 Iscrizione R.O.C. n. 14674 - ISSN 2499-670X Direttore Responsabile Alessandro Marchetti Tricamo Redazione via Solferino, 32 - 00185 Roma tel. 06.45406719 • fax 06.49982874-2829 www.lautomobile.it • redazione@lautomobile.it • segreteria@lautomobile.it @lautomobile_ACI

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COVER STORY FERRARI

C’è sempre una prima volta. UMBERTO ZAPELLONI

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A Ginevra il costruttore porta una novità ogni anno. Tradizione iniziata più di vent’anni fa con modelli indimenticabili.

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...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 27 - MARZO 2019

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■ Enzo Ferrari preferiva presentare le sue auto in fabbrica o al massimo in pista. Ma, per alimentare il sogno, aveva soprattutto bisogno di venderle quelle auto. E di venderne il più possibile. Così, anche per il Grande Maestro divenne impossibile non far sfilare le sue nuove creature ai Saloni dell’auto in giro per il mondo. All’inizio faceva fatica a trovare uno spazio adeguato, tant’è che gli è pure capitato di vedere le sue Rosse esposte accanto a dei trattori. Le manifestazioni di Parigi, Ginevra, Francoforte, Torino, fin che c’è stato, e poi anche New York e Los Angeles divennero teatro degli esordi per le macchine di Maranello. La curiosità è che il debutto di Enzo Ferrari a Ginevra avvenne addirittura molto prima che nascesse la Ferrari. Al Salone del 1924, il futuro Drake andò infatti in Svizzera a rappresentare l’Alfa Romeo. Era il 14 marzo, giorno di apertura del Salone dell’automobile, quando Enzo Ferrari – in un elegante doppio petto grigio – si presentò allo stand della Casa del Portello in veste di pilota ufficiale. Un po’ come quando a Ginevra, molti decenni dopo, arrivava Schumacher per farsi fotografare accanto alla nuova Ferrari. Due giorni dopo il Salone, Ferrari era in pista con un’Alfa Romeo RL SS per il chilometro lanciato, gara esibizione che si correva su un lungo rettilineo non lontano dal lago. Primo nella classe Sport, quarto assoluto in quella che fu l’unica gara da lui corsa fuori dai confini italiani: la rivista L’Auto Italiana definì “notevole” e “valorosa” la sua partecipazione. Nel tempo, a Ginevra hanno poi fatto molto più notizia le sue auto. Al

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Salone svizzero, ormai il più completo tra quelli rimasti in auge, la Ferrari ha presentato più di trenta delle sue meraviglie. Dagli anni Novanta in poi non è mai mancata una primizia. Luca Cordero di Montezemolo ci teneva a presentare una novità a ogni Salone importante e anche Sergio Marchionne aveva proseguito la tradizione che, oltretutto, lo voleva sempre presente anche in conferenza stampa. A Ginevra sono apparse per la prima volta le ultime supercar del Cavallino: F 50 nel 1995 e LaFerrari nel 2013. La tradizione viene rispettata anche quest’anno, con un nuovo modello a 8 cilindri sotto i riflettori. Tutti alla Hall 5 Lo stand Ferrari a Ginevra è da anni in fondo alla Hall 5, in una posizione privilegiata. Un luogo di soli grandi eventi. Quando scatta l’ora della presentazione, praticamente tutti i partecipanti al Salone si assiepano fuori dallo stand. Ci sono fotografie in cui, tutt’attorno alle auto, sembra ci sia una folla da stadio. Anche perchè è uno dei pochi stand in cui l’ingresso del pubblico è centellinato. Il richiamo delle Rosse è troppo forte. E a Ginevra la Ferrari ha imparato a non deludere gli appassionati. Sempre una novità a cominciare dagli anni Cinquanta, quando Enzo Ferrari volle far debuttare qui la 212 Export Cabrio e la 250 MM. Siamo agli inizi di una storia cominciata nel 1947 come Casa produttrice, ma esattamente novant’anni fa come Scuderia. Negli anni Sessanta, poi fu la volta di due vetture mitiche e oggi ricercatissime come la 250 LM in


Nella pagina precedente LaFerrari a Ginevra nel 2013. Nella foto a sinistra il concept ibrido Hy-Kers nell'edizione del 2010.

versione Berlinetta Sport (1965) o la 365 California, di cui furono prodotti solo 14 esemplari (1966). Il Salone di Ginevra è stato anche responsabile della nascita della Ferrari stradale più famosa e costosa della storia: la 250 GTO. È proprio vedendo la Jaguar E-Type presentata al Salone svizzero del 1961 che Enzo Ferrari diede ordine ai suoi uomini di progettare qualcosa che potesse battere in pista e in eleganza la celebre rivale inglese. Così nasce la 250 GTO che debutterà direttamente in pista alla 12 ore di Sebring del 1962. By Pininfarina Negli anni Ottanta, la Mondial 8 by Pininfarina non ebbe una grande accoglienza, mentre la 288 GTO piacque moltissimo. Negli anni Novanta si capì subito che la 360 Modena, presentata nel 1999 e poi nel 2000 in versione Spider, sarebbe stato un modello da grandi numeri. Negli ultimi vent’anni di Ginevra c’è sempre stata una Ferrari, anche "verde" da laboratorio come la Hy-Kers ibrida, tra le candidate ad essere elette come reginette del Salone che, sparendo gli appuntamenti italiani, è in pratica rimasto il più tricolore dei grandi Saloni internazionali. Un palcoscenico europeo sul mondo. È così che Montezemolo decise di presentare qui la massima espressione tecnologica del Cavallino, l’erede della Enzo che si chiama semplicemente LaFerrari. Un’auto per 499 collezionisti, capace quella volta di attirare allo stand più gente del solito. Perché è alla Hall 5 dove c’è la Ferrari che di solito si comincia a sognare.

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