Supplemento settimanale a l’Automobile.
INNOVAZIONE I MOTORI I LIFESTYLE
Settimanale digitale • Anno 3 • Numero 80 • 5/4/2019
Milano, auto e design. PAOLO BORGOGNONE ■ Da lunedì prossimo Milano diventa la capitale italiana dell’auto. Lo fa in occasione della Design Week dove l’industria su quattro ruote è tra le sicure protagoniste. Una settimana speciale, manifesto di un cambiamento di paradigma, simbolo di una contaminazione di idee e stili tra l’auto e il mondo che la circonda. Un link continuo che disegna nuovi orizzonti e prefigura inediti scenari per il futuro. Inevitabile cambiamento per un business, quello dell’automotive, che si
sta completamente rivoluzionando, nelle forme, nella tecnologia e nella modalità di approccio all’utilizzo. Un modo vincente, almeno a vedere il numero di eventi e presenze durante le giornate milanesi, che assume i contorni di un festival diffuso in tanti diversi punti della città, opposto alla visione statica del tradizionale Salone dell’auto. Un evento fluido che scorre come il domani che arriverà. Nelle prossime pagine vi diamo delle piccole anticipazioni di quello che accadrà. Ci saranno tutti. O quasi. Ci saremo anche noi.
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LIFESTYLE
Milano Design Week, il futuro è in mostra. EDOARDO NASTRI
■ MILANO – Anche quest’anno alla Design Week di Milano(9-14 aprile) non manca l’auto. L’obiettivo delle Case che partecipano all’evento è sempre lo stesso: garantirsi spazio e visibilitàin un campo che non è quello “solito”, fatto di cilindri, pistoni, newtonmetri e cavalli. Alla Design Week i costruttori di auto si esprimono con modi e forme nuove: i riflettori si spostano dalle carrozzerie delle vetture e puntano su concetti tematici d’interesse globale o su installazioni artistiche nate dalla collaborazione delle Case con i più importanti studi di arte e design del mondo. L’auto come prodotto c’entra ma non c’entra. Parola agli esperti La parola passa quindi a designer ed esperti del settore affiancati davisionari, futurologi e uomini di marketing forse un po’ in affanno data la platea insolita. La settimana del design milanese è un evento capillare e diffuso che si svolge in più parti della città, tutte inevitabilmente “cool”. È il caso ad esempio dell’Opificio 31, una ex area industriale di 2.900 metri quadrati dove oggi sorgono diversi spazi utilizzabili per mostre ed esposizioni affiancati da alcune attività artigianali e manifatturiere. Nell’ampio cortile sorge anche il Museo delle Culture progettato dall’architetto londinese David Chipperfield. Auto, opere e mobili L’Opificio 31 è il luogo dove si svolgono gli eventi di Hyundai, Italdesign e Polestar. Il costruttore coreano presenta
“Style Set Free”, un’opera che ha l’intenzione di sottolineare l’importanza che avranno gli interni delle auto quando arriverà la guida autonoma. Italdesign invece espone la DaVinci, l’ultima concept car svelata al Salone di Ginevra, la chaise longue Ombra e il tavolo OxologyGlitch, realizzato con un pannello di legno pietrificato di diecimila anni fa. Gli svedesi di Polestar, il marchio dedicato a sportive ed elettrificate di Volvo, ricreeranno l’idea delle emissioni zero con un percorso luminoso chiamato “Into the Light”. Tra gli altri ci sono Peugeot, che espone la 208 nelle versioni elettrica e tradizionale, Lexus che al Superstudio Più presenta “Leading With Light”, un’istallazione costituita da un display interattivo che produce giochi di luce realizzata con lo studio giapponese di design Rhizomatiks. Honda debutta alla Design Week con la piccola elettrica e-prototype e Citroën festeggia il centenario del marchio con un percorso espositivo firmato dal designer Matteo Ragni che vuole raccontare la storia del brand francese. Arte e sostenibilità Audi espone all’arco della pace la stazione di ricarica del futuro e Domesticity, progettata da Hani Rashid e Lise Anne Couture dello studio Asymptote Architecture di New York. Il gruppo Jaguar Land Rover si è affidato a Ian Callum, il proprio responsabile del design, per curare l’installazione “The Future Legacy”. L’intenzione è quella di mostrare il concetto di sostenibilità ambientale attraverso una Xe decostruita. 5 Aprile 2019 ·
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LIFESTYLE
Milano Design Week, c’è anche l’auto.
ti per l’occasione), cuori pulsanti della manifestazione: Brera, Tortona, Isola Design District, 5 Vie Art + Design, Porta Venezia, Ventura Project, Lambrate, Milano Durini, Porta Romana, Area Bovisa e Zona Sant’Ambrogio. In particolare, all’Opificio 31– un’ex area industriale di 2.900 metri quadrati – in via Tortona sorgono la maggior parte delle mostre e delle esposizioni del settore automotive.
AUTO E MOTO
Peugeot, tradizione e innovazione.
CARLO CIMINI
SERGIO BENVENUTI
■ MILANO – Tutto pronto per la 58esima edizione della Milano Design Week, in scena dal 9 al 14 aprile nel capoluogo lombardo. Diverse Case automobilistiche rinnovano la loro partecipazione al cosidetto Fuorisalone, l'evento nell'evento che si sovlge in giro per la città e occupano molti degli spazi espositivi. La Milano Design Week è palcoscenico imperdibile anche per gli amanti delle quattro ruote, protagoniste a sorpresa di un evento cresciuto dal Salone del mobile. I costruttori automobilistici non perdono l’occasione e puntano i loro riflettori sui temi d’interesse globale legati alla sostenibilità ambientale, esprimendoli in modi, forme nuove e rappresentazioni artistiche delle vetture. Parola, quindi, ai designer. Programma e prezzi Le prime quattro date (9/12 aprile) della mostra sono riservate agli operatori del settore, mentre al pubblico è consentito l’accesso solo nel weekend (13/14 aprile). Il titolo di accessoper i visitatori è a pagamento (prezzo online 25 euro, in fiera 29 euro) ed è obbligatorio registrarsi sul sito, attraverso cui è possibile acquistare le tessere di ingresso, cataloghi a prezzo ridotto, biglietti integrati che includono anche il ticket per il trasporto pubblico (costo totale 29,5 euro) e altro ancora. I ragazzi da 10 a 13 pagano 5 euro. Dove andare L’appuntamento internazionale del design di Milano richiama l’attenzione dei media di oltre 160 paesi da tutto il mondo, in una settimana in cui, tra fiera e città, sono in programma diversi eventi, showroom, esposizioni e installazioni. Sono coinvolti i quartieri(alcuni rinomina4
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■ MILANO – Alla Milano Design Week 2019 (9/14 aprile), Peugeot conferma la sua partecipazione e lancia un messaggio preciso: #Unboringthefuture. In sintesi, “Il futuro meno noioso” è il tema dello spazio espositivo della Casa del Leone in Via Savona 56 dove sono esposte, tra gli altri, le due versioni della 208, a motore termico e 100% elettrica. 130 anni di evoluzione Peugeot 208 è un’auto simbolo dell’evoluzione del marchio che, con l’elettrificazione, si proietta verso il futuro ma senza dimenticare la tradizione di quasi 130 anni di storia automobilistica. Con questa strategia il marchio francese intende venire incontro alle esigenze del cliente, indipendentemente dall’alimentazione scelta, senza vincolare le scelte. La transizione energetica prosegue su un altro modello: la e-Legend concept, la rappresentazione, secondo Peugeot della mobilità del futuro che in essa racchiude tre concetti, elettrificazione, guida autonoma e auto connessa. Infine, allo stand sarà presente un Leone monumentale, alto 5 metri e lungo 12, simbolo della Casa francese, realizzato da Peugeot Design Lab.
AUTO E MOTO
100 anni di Citroën. CARLO CIMINI
■ MILANO – In occasione della Milano Design Week (9/14 aprile), Audi presenta in anteprima nazionale la super car elettrica da 680 cavalli PB18 e-tron, primo modello stradale a batteria del marchio, prodotto in soli 50 esemplari. Entro il 2025 la gamma della Casa tedesca potrà contare su altre 12 vetture 100% a emissioni zero. Personaggi internazionali Il concept è esposto in Piazza Sempione presso l’Audi City Lab allestito nei pressi dell’Arco della Pace e dei Caselli Daziari. Lo stand è arricchito da un’opera futuristica – progettata dagli architetti Hani Rashid e Lise Anne Couture dello studio Asymptote Architecture New York – che simboleggia una modernissima stazione di ricarica per auto elettriche. L’ambiente al centro L’obiettivo dell’installazione è esplorare le nuove frontiere della mobilità sostenibile all’interno di un laboratorio dove si approfondiscano le idee più innovative attraverso libere attività di gruppo e incontri multidisciplinari. Al centro del progetto la difesa dell’ambiente.
■ Citroën festeggia il centenario del marchio anche alla Milano Design Week (9/14 aprile) con “Maison Citroën Centenary Edition”: un vero e proprio viaggio nel tempo, un percorso espositivo firmato dal designer italiano Matteo Ragni all’interno del quale spicca un oggetto di design ispirato al logo del costruttore francese.
Sponsor d’arte Audi è co-producer della mostra realizzata dal magazine Interni, il cui tema quest’anno è Human Spaces: un invito a riportare al centro l’essere umano e le sue esigenze di vita. Il costruttore tedesco è anche partner del Viva! Festival 2019, kermesse dedicata alla musica elettronica e d’avanguardia internazionale che si terrà in Valle d’Itria, in Puglia, dal primo al 4 agosto.
Tradizione centenaria La creazione si chiama “Made With Icons” ed è stata realizzata dal designer Jean-Baptiste Sénéquier. L’imponente scultura raffigura il simbolo del “Double Chevron” ed è formata 263 elementi che ripercorrono idealmente la storia secolare del marchio francese Per l’occasione, Citroën espone nello showroom anche due vetture simbolo del suo passato e del presente, con un occhio al futuro: la mitica 2CV con la firma “Origins since 1919” e la C5 Aircross, il nuovo suv del gruppo Psa. Completa l’esposizione una grande parete interattiva dove gli appassionati potranno vivere, attraverso le immagini, i 100 anni di storia del marchio, dagli albori alla Ami One, il concept tutto elettrico della Casa francese. LIFESTYLE
Italdesign, Audi presenta dalle vetture la PB18 e-tron. ai mobili. AUTO E MOTO
VALERIO ANTONINI
EDOARDO NASTRI 5 Aprile 2019 ·
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■ MILANO – Italdesign porta alla Milano Design Week (9/14 aprile) alcuni dei suoi ultimi prodotti. All’Opificio 31 di Milano è esposta la DaVinci, la Gran Turismo svelata per la prima volta allo scorso Salone di Ginevra. “La manifestazione milanese è un’ottima vetrina per mostrare ciò che sappiamo fare. Non solo auto, ma anche prodotti utilizzabili tutti i giorni che migliorano la vita delle persone”, racconta Filippo Perini, responsabile dello stile dell’Italdesign. Durante l’evento è visibile anche Ombra, una chaise longue dalle forme sinuose e dallo stile minimalista con la prerogativa di avere, integrato nella seduta, un sistema per il massaggio del corpo. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con la società coreana di poltrone Bodyfriend. All’Opificio 31 c’è anche OkamuraFinora, la sedia da ufficio disegnata ispirandosi al mondo dell’auto. Un tavolo di diecimila anni “I materiali sono il futuro, sia per i veicoli sia per gli oggetti”, continua Perini. Una delle creazioni con un particolare focus proprio sugli elementi che lo compongono è OxologyGlitch, un tavolo di lusso realizzato con un pannello di legno pietrificato che ha diecimila anni e proviene dalla Nuova Zelanda. Le gambe del tavolo sono state realizzate con la fusione di diverse tipologie di metalli.
INNOVAZIONE
Polestar e la nuova era elettrificata. SERGIO BENVENUTI ■ MILANO – Durante il Salone Internazionale del Mobile 2019 (9/14 aprile), nell’ambito della Milano Design Week, Polestar immagina un futuro “Into the Light”, per meglio dire, luminoso. Questo è il nome dello spazio espositivo situato nel quartiere Tortona, all’Opificio 31. 6
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Movimento luce e suono Grazie alla collaborazione con gli esperti audio e video della società svedese Teenage Engineering, il costruttore, di proprietà del gruppo cinese Geely, nella sua area presenta due strutture simboliche della mobilità: la stazione di servizio – punto di riferimento architettonico e culturale che sta gradualmente diventando reliquia di un altro tempo nella nuova era dell’elettrificazione – e la pista di modellismo dinamico dove il divertimento alla guida si affida all’elettricità sotto forma di movimento, luce e suono. Thomas Ingenlath, Chief Executive Officer di Polestar, spiega: “L’elettrificazione è il cuore di Polestar. L’estetica è una parte essenziale del nostro marchio che si adatta perfettamente alla Milano Design Week. Inoltre, le installazioni di design del nostro spazio vogliono incoraggiare i visitatori a interessarsi alla mobilità elettrica”.
INNOVAZIONE
Hyundai, la guida autonoma personalizzata. GIOVANNI BARBERO ■ MILANO – Hyundai presenta alla Milano Design Week “Style Set Free” presso l’Opificio31, uno studio che anticipa quello che potrebbe accadere nel futuro quando si acquisterà una vettura nuova e la guida autonoma sarà realtà. Quando le vetture saranno in grado di percorrere le strade da sole, gli interni delle auto acquisiranno sempre più importanzadata la quantità di tempo che le persone trascorreranno nell’abitacolo senza essere occupate alla guida. Guida autonoma quindi è anche come massima personalizzazione.
■ Lexus lega la sua dodicesima partecipazione consecutiva alla Milano Design Week (9-14 aprile) alla collaborazione con lo studio di design Rhizomatiks, specializzato nell’uso creativo della tecnologia per l’interazione con il pubblico. Lo studio è stato fondato nel 2006 a Tokyo e raggruppa diversi operatori e creatori nel settore dell’arte. Il Superstudio Più è location scelta dalla Casa giapponese per ospitare “Leading With Light”, un’istallazione costituita da un display interattivo che produce giochi di luce. L’opera vuole far sperimentare ai visitatori come l’uso innovativo della luce possa influenzare le emozioni umane.
L’installazione del costruttore coreano prevede una mappatura in costante cambiamentoal centro di una stanza che ha il compito di mostrare i tre elementi chiave della nuova esperienza di configurazione Hyundai: colori e luci, materiali, forme e suoni. Secondo il costruttore la progettazione interna di una vettura diventerà il punto focale nell’auto autonomae ogni individuo potrà quindi personalizzarne l’interno a seconda delle sue necessità. Tavola rotonda Durante la Design Week il costruttore coreano ha organizzato una tavola rotonda interattivaa cui prenderanno parte numerosi esperti di design, tra cui Tyler Brûlé, direttore del magazine di lifestyle Monocle, il car designer di Hyundai Sangyup Leee Winy Maas, urbanista e architetto.
LIFESTYLE
Lexus, emozioni in luce.
Lexus Design Award In occasione della Design Week, il costruttore giapponese premia il vincitore del Lexus Design Award. Il concorso, giunto alla sua settima edizione, si rivolge a designer emergenti che devono presentare progetti in grado di migliorare la vita dell’uomo nel futuro. I lavori devono incorporare i tre principi fondamentali del marchio Lexus: “Anticipare”, “Innovare” e “Coinvolgere”.
AUTO E MOTO
Jaguar e Land Rover in prima fila. CARLO CIMINI
EDOARDO NASTRI
■ MILANO – Jaguar e Land Rover rispondono presente all’appello della Milano Design Week (9/14 aprile). Lo spazio espositivo Jaguar è curato in prima persona dal capo design del brand Ian Callum e da Andrea Rosati, manager della divisione colori e materiali e si trova al Piccolo Teatro Grassi nel Chiostro Nina Vinchi L’installazione si chiama “The Future Legacy”, e vuole ripercorrere l’identità stilistica del marchio attraverso l’esposizione di una XE letteralmente smontata pezzo per pezzo. 5 Aprile 2019 ·
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Il costruttore di Gaydon, invece, reinterpreta in chiave eco-chic lo stile della nuova Range Rover Evoque, in un percorso interattivo allestito presso la Galleria Blindarte nel quartiere Brera.
di scooter elettricimade in Italy per spostarsi – a emissioni zero – tra i vari stand allestiti in tutta la città. Da Piazza del Duomo a Parco Sempione, passando per il Quadrilatero della Moda in centro.
Identità XE “The Future Legacy” si basa su elementi tradizionali dello stile tipico della Casa britannica, ridisegnati in modo eclettico, distribuiti in punti diversi dello spazio circostante, che ricompongono la XE grazie a un gioco prospettico di superfici specchiate.
Divertimento in condivisione L’obiettivo di MiMoto è permettere a milanesi e visitatori di vivere il FuoriSalone in sella a mezzi non inquinanti, facili e piacevoli da guidare nel traffico, destinato ad aumentare in occasione della Design Week.
Evoque per la città “Live for the City & the Art of Urban Design” è il leitmotiv di Land Rover presente per la sesta volta consecutiva alla MDW. Il percorso espositivo conduce il visitatore alla scoperta della nuova Evoque e si apre con la Responsible Luxury Area, un ambiente in cui la vettura è un oggetto immateriale, tra tessuti naturali e riciclati, che testimoniano l’attenzione alle tematiche della sostenibilità ambientale. Il viaggio prosegue all’Innovation Lab, dove il visitatore vive l’esperienza di una tecnologia avanzata come la Virtual Reality. Land Rover espone anche due installazioni artistiche che rendono omaggio al concetto di città e, in particolare, a Milano: una situata in Zona Tortona e l’altra a Brera.
BUSINESS
Join the Trip Da questo proposito nasce il progetto Join the Trip: una serie di eventi interdisciplinari mirati a promuovere la filosofia della start up italiana. Muoversi per Milano durante la Settimana del Mobile e tutti gli eventi collegati si trasforma in un momento di divertimento e libertà grazie agli agili scooter gialli di MiMoto. L’azienda collaborerà anche con lo stand del marchio Ape di Piaggio e l’allestimento DeRerum Natura: uno spazio creato dalla Cascina Cuccagna e il designer Matteo Ragni con lo scopo di costruire un nuovo umanesimo fatto di comunità e condivisione. MiMoto è il primo servizio in città che permette di noleggiare piccoli ciclomotori a batteria a un costo di 23 centesimi al minuto e una tariffa oraria di 6 euro e 90.
AUTO E MOTO
MiMoto muoversi in libertà.
Il futuro a batteria di Ford.
FRANCESCO GIANNINI
ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO
■ MILANO – Sta per cominciare la settimana milanese dedicata al design (9/14 aprile). Per il secondo anno consecutivo, MiMoto eSharingmette a disposizione la sua flotta
■ AMSTERDAM – Elettrificazione, impossibile farne a meno. È il pensiero condiviso di Ford. Il messaggio (forte) arriva da Amsterdam, in occasione del tradizionale ap-
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puntamento Go Further: “Nei prossimi mesi lanceremo in Europa 16 nuove ibride, otto delle quali entro fine 2019”, ha annunciato Steven Armstrong, presidente di Ford Europe. Tutti i modelli in listino, dalla Fiesta al Transit, avranno una versione a batterie. “È uno dei momenti più significativi della nostra storia. Vogliamo offrire la migliore soluzione di elettrificazione per ogni esigenza di spostamento”, ha continuato Armstrong. Manifesto del piano è la prossima generazione della Kuga, la prima Ford a essere offerta con tre livelli d’ibridizzazione: base mild, completo hybrid e avanzato plug-in ricaricabile. In particolare quest’ultima soluzione, disponibile entro la fine dell’anno, potrà contare su un pacco batterie da 14,4 chilowattora, necessario ad alimentare un motore elettrico abbinato a un 2.5 benzina, per un totale di 225 cavalli e un’autonomia a zero emissioni di oltre 50 chilometri. Elettrica in città, a benzina fuori. Plug-in per evitare le sanzioni Le emissioni di CO2 dichiarate di omologazione della Kuga Hybrid plug-in sono di 29 grammi per chilometro (misurate con batterie cariche). Un numero che tornerà utile quando – pena il pagamento di multe molto costose – nel 2020 la gamma Ford dovrà rispettare il limite medio imposto dall’Unione Europea dei 95 grammi per km di CO2. Non è un caso allora che la stessa tecnologia sarà adottata a fine 2019 anche per il debutto in Europa del suv a 7 posti (e 2.500 chilogrammi di capacità di traino) Explorer: motore elettrico abbinato a un grande tre litri benzina V6 per un totale di 450 cavalli, una distanza percorsa solo a batterie di 40 chilometri ed emissioni di CO2 di 78 grammi per chilometro. A questi si aggiungerà, sempre entro la fine dell’anno, anche il Tourneo Custom 8 posti Hybrid plug-in: 1.0 tre cilindri benzina Ecoboost più elettrico e batterie al litio da 13,6 chilowattora per 50 chilometri in modalità elettrica ed emissioni di 75 grammi di CO2 per km. Sul Tourneo Custom il motore benzina è utilizzato solo per ricaricare la batteria e non è collegato meccanicamente alle ruote per la trazione. Mild hybrid per Fiesta e Focus L’ibridizzazione di base mild hybrid sarà invece disponibile dal 2020 su Fiesta e Focus con il 3 cilindri 1.0 Ecoboost a benzina: un generatore elettrico può fornire un piccolo contributo di coppia (fino a 50 Nm) al motore in accelerazione. Non viaggia mai in sola modalità elettrica ma in città garantisce un taglio a consumi ed emissioni di circa il 6-8%: “Il fatto di offrire una potenza aggiuntiva in modo veloce e uniforme e un risparmio di carburante rende il mild hybrid una credibile e accessibile alternativa ai motori diesel”, spiegano i tecnici Ford ad Amsterdam. Le elettriche pure La strategia non si esaurisce con le ibride: ad Amsterdam non è stato comunicato nulla ma è probabile, come ha in qualche modo anticipato nei giorni scorsi Herbert Diess, numero uno del gruppo Volkswagen, che Ford all’interno dello sviluppo della partnership siglata a gennaio possa presto utilizzare la piattaforma Meb dei tedeschi, dedicata esclusivamente ai veicoli elettrici puri. Nel frattempo, entro fine 2020 sarà lanciato un suv solo a batterie ispirato all’icona Mustang che, giurano gli americani, avrà un’autonomia a zero emissioni di 600 chilometri. Poi toccherà al Transit: nel 2021 potrà essere ordinato an-
che in versione elettrica (entro fine 2019 anche con tecnologia mild hybrid). E non è un annuncio da poco visto che Ford è leader in Europa nel segmento dei veicoli commerciali con oltre 380mila unità vendute lo scorso anno (+8% rispetto al 2017).
AUTO E MOTO
Honda HR-V Sport, che grinta. VALERIO ANTONINI
■ LISBONA – Honda lancia l’allestimento Sport, il più potente, del crossover compatto HR-V. L’abbiamo provata in Portogallo: dispone dello stesso motore della Civic Type R, il turbobenzina 1.5 litri VTec da 182 cavalli con cambio automatico a variazione continua o manuale a 6 rapporti. Le dimensioni del piccolo suv sono piccole fuori e grandi dentro: a una lunghezza di 4,33 metri corrispondono ampio spazio per le gambe dei passeggeri e per la capacità del vano bagagli, da 470 a circa mille litri con i sedili abbassati. Il nuovo propulsore si fa sentire (pure in termini di consumi, però) e spinge la vettura fino a 215 chilometri orari e da 0 a 100 in circa 8 secondi. Prestazioni che, unite all’efficienza delle sospensioni e dello sterzo, permettono sia di andare con disinvoltura e sicurezza su un percorso ricco di curve, che di viaggiare in tutta comodità. La risposta del cambio automatico Cvt (a variazione continua) risulta soddisfacente, anche se per godere a pieno della guida sportiva, laddove consentito, ci siamo trovati più a nostro agio con quello manuale. Dinamismo e comfort I due pistoni del sistema Performance Damper lavorano all’unisono per garantire maggiore dinamismo, il secondo entra in funzione solo quando avverte carichi maggiori. L’angolo di sterzo, estremamente stretto, consente mano5 Aprile 2019 ·
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vre rapide e curve accurate e dà una maggiore stabilità al piccolo suv. La tecnologia studiata dagli ingegneri giapponesi riduce il senso di rollio percepito quando si svolta bruscamente, oppure quando si effettua un tornante. Silenzio a bordo L’abitacolo è anche ben isolato acusticamente, si percepisce solo il rombo del motore turbo senza che disturbi, almeno gli appassionati del genere. Dossi, buche e asperità nel terreno vengono ben assorbite dagli ammortizzatori. Il rosso e il nero Il suv è stato leggermente ritoccato esteticamente. Diffusore, minigonne laterali e griglia centrale diventano di colore nero, raddoppia il tubo di scarico, nuovi i cerchi in lega da 18 pollici. Gli interni sono caratterizzati da un tessuto rosso scuro con inserti neri e cuciture bordeaux. Pomello del cambio (manuale) rivestito in pelle come nella S2000. Gli Adas I sistemi di assistenza al guidatore sono quelli ormai classici: frenata attiva automatica in città (fino a 32 chilometri orari), l’avviso di mantenimento della corsia, il limitatore di velocità e il rilevatore perimetrale di ostacoli. L’obiettivo di Honda è vendere due allestimenti Sport ogni dieci HR-V. Il target commerciale per il 2019 è di 3.200 consegne. I prezzi vanno dai 29.950 euro per la versione con cambio manuale ai 31.300 per quella con cambio automatico.
AUTO E MOTO
Nuova Ford Kuga, meno suv più berlina. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO ■ AMSTERDAM – La nuova generazione di Kuga è una rivoluzione. Un cambiamento totale rispetto a una storia iniziata nel 2008 e raccontata in oltre un milione di unità vendute in Europa fino ad oggi. Si capisce dallo stile della vettura che potete vedere nelle foto: cofano molto lungo, tetto basso e spiovente nel posteriore e passo aumentato rispetto alla versione attuale. Il risultato a prima vista è evidente: la nuova Kuga ha ora un’immagine più da berlina che da suv. “Dovevamo poter intercettare un pubblico più ampio che magari non si avvicinava alle precedenti generazioni perché troppo mas10
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sicce”, ci spiegano i designer Ford. Attenzione però alle apparenze: nonostante l’aspetto “ingentilito” la nuova Kuga cresce di 9 centimetri. Potere di linee snelle e fluide. Uno stile che, almeno in parte, continua nel segno tracciato dalla Focus e ritroveremo anche nella futura Puma, il crossover compatto che si posizionerà nella gamma tra la stessa Kuga e la Ecosport. Ibrida come la vuoi La rivoluzione dell’inizio però non si ferma all’aspetto esteriore: il suv del marchio americano sarà proposto con tre tecnologie di ibridizzazione su misura: leggera, completa e avanzata ricaricabile. Per dirla in termini che sempre più fanno parte del linguaggio comune: mild hybrid, hybrid o plug-in hybrid. Una soluzione per ogni esigenza di spostamento e portafoglio. La versione mild hybrid abbina un 2 litri diesel da 150 cavalli ad un sistema elettrico da 48 Volt con un generatore che recupera energia in frenata, la accumula in una compatta batteria e la fornisce quando c’è da dare un piccolo contributo di coppia. Nulla di più. La hybrid può invece contare su un 2.5 benzina a ciclo Atkinson accoppiato ad un “autentico” motore elettrico in grado di spingere la Kuga – seppur per distanze e tempi ridotti – da solo a zero emissioni. Le batterie si ricaricano senza spine e prolunghe durante le decelerazioni. La terza possibilità è rappresentata dalla tecnologia plugin: il motore è sempre il 2.5 benzina, questa volta però le batterie sono ricaricabili, oltre che in movimento, anche ad una colonnina e arrivano ad erogare 14,4 chilowattora, aspetto che può consentire alla Kuga di viaggiare per oltre 50 chilometri senza alcun intervento del propulsore tradizionale. Le emissioni di CO2 dichiarate e misurate sul ciclo d’omologazione Wltp della plug-in hybrid sono di soli 29 grammi per chilometro. Valore che tornerà utile a partire dal 2020, quando si tratterà di far rientrare i valori della media della gamma entro i 95 grammi di CO2 previsti dall’Unione Europea. Nessuna rinuncia al diesel che resterà in gamma. Arriva a fine anno La piattaforma (globale) C2 è la stessa della Focus: 90 chilogrammi in meno di peso, utili a tagliare consumi ed emissioni e una maggiore rigidezza torsionale per un migliore – così assicurano alla Ford – comportamento dinamico della vettura. All’interno un lungo elenco di sistemi di assistenza alla guida. La nuova Kuga arriverà a fine anno, in dodici i colori e tre allestimenti, Titanium, ST-Line e Vignale.
BUSINESS
Fca e Psa: 3 milioni di suv. EDOARDO NASTRI
Pro e Contro Fca porterebbe il suo eventuale contributo allo sviluppo congiunto di pickup e sportive (vedi 124 Spider). L’apporto di Psa sarebbe invece determinante per un nuovo modello di segmento B, in sostituzione dell’attuale Punto, basato sulla stessa piattaforma della nuova Peugeot 208 e della futura Opel Corsa, offerte – lo ricordiamo – anche 100% elettriche. Fca potrebbe certamente favorire la penetrazione del marchio Psa nel mercato americano: il 46% delle vendite del gruppo di Torino sono infatti proprio in Usa, mentre dei francesi negli Stati Uniti al momento non c’è traccia e non ce ne sarà almeno fino al 2026. Resterebbe però irrisolta la scarsa penetrazione di entrambe sul mercato cinese, primo per volumi al mondo. E qui difficilmente l’unione di due debolezze potrebbe portare un vero valore aggiunto.
BUSINESS
Tesla Model 3 sconfigge le tedesche. ■ Si rincorrono in queste ore le voci su un possibile accordo tra i francesi di Psa e gli italo-americani di Fca. Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg sarebbero in corso trattative per la realizzazione di una piattaforma elettrificata da utilizzare per veicoli dedicati all’Europa. Il costruttore francese, al contrario per esempio di quanto accade per il gruppo Volkswagen, ha scelto di costruire architetture che possano ospitare sia una propulsione 100% elettrica sia tradizionale. Se fosse vero, Tavares e Manley, rispettivamente ceo di Psa e Fca, riuscirebbero ad affrontare con maggiore tranquillità gli ingenti investimenti necessari per un futuro che oggi significa soprattutto elettrificazione e guida autonoma. Quarto gruppo al mondo Se si dovesse raggiungere un accordo di partnership o fusione, la nuova alleanza cambierebbe di molto il panorama del mercato globale, attestando il gruppo Fca-Psa al quarto posto per vendite. Secondo i dati del 2018, l’alleanza italofrancese sarebbe in grado di vendere circa 9 milioni di veicoli all’anno, posizionandosi al quarto posto tra RenaultNissan-Mitsubishi (10milioni e 347 mila) e General Motors (8milioni 643mila). Secondo i dati riportati da Jato Dynamics dei 9 milioni prospettati, stando alla gamma attuale dei due produttori, più di 3 milioni sarebbero vetture con architettura suv. Altri 2,3 milioni occuperebbero i segmenti B e veicoli commerciali leggeri. Molto bassa, almeno per ora, l’incidenza di una possibile alleanza nella parte medio alta della gamma, quella che fa più utili (D,E ed F). Nella immagine sopra la distribuzione per migliaia di unità secondo la ricostruzione di Jato Dynamics.
CARLO CIMINI
■ Ci voleva una Tesla per battere il dominio delle tedesche premium. Audi, Bmw e Mercedes per intenderci. La nuova Model 3 non è infatti solo l’elettrica più venduta in Europa (dati di febbraio) ma ha superato nelle vendite anche rivali premium con motore tradizionale. 3.630 auto solo a febbraio Secondo gli analisti di Jato Dynamics, nel mese di febbraio 2019 con le sue 3.630 unità commercializzate, la Model 3 si è posizionata al primo posto tra le berline di medie dimensioni della categoria superando rivali come Audi A4, Bmw Serie 3 e Mercedes Classe C diesel e benzina. Entrando nel merito della classifica formulata da Jato, la più piccola delle Tesla ha vinto davanti a Mercedes Classe C 5 Aprile 2019 ·
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(3.457), Audi A4 (1.618) e Bmw Serie 3 (1.579). I numeri non includono le varianti station wagon. Il risultato ottenuto dalla vettura di Elon Musk – venduta a circa 60mila euro – è ancora più sensazionale se si considera che questo modello – a differenza delle concorrenti – non è ancora arrivato sul mercato britannico. In Europa i principali mercati per la Model 3 sono stati la Germania (959 esemplari) e la Norvegia (791).
INNOVAZIONE
AUTO E MOTO
Ford, il ritorno della Puma. ALESSANDRO MARCHETTI TRICAMO
Audi AI:me, monovolume per il futuro. GIOVANNI BARBERO ■ Audi ha rilasciato i primi disegni del prototipo autonomo AI:me, una vettura compatta ed elettrica che il costruttore svelerà all’imminente Salone di Shanghai (16-25 aprile). A giudicare dagli sketch i designer del marchio premium tedesco hanno abbandonato momentaneamente l’architettura suv, quella che va per la maggiore anche tra le concept car Audi, per esplorare le forme di un’inedita monovolume dalle dimensioni contenute e “dedicata alle metropoli del futuro”. La propulsione a zero emissioni ha permesso di sfruttare al massimo lo spazio interno. Le proporzioni della AI:me sono infatti quelle ormai classiche di un’auto elettrica: passo molto lungo a tutto vantaggio dell’abitabilità e sbalzi molto corti con le ruote posizionate ai quattro angoli estremi del corpo vettura. Verso l’elettrificazione Intanto il costruttore tedesco prosegue verso l’elettrificazione e si prepara a presentare 30 modelli a batterie entro il 2025. Spinta in avanti anche per le vetture di fascia alta, quelle che fatto più utili: nel 2025 saranno in totale 15. Entro la fine del 2020 saranno nel complesso lanciate 12 vetture elettrificate che andranno a coprire ogni segmento di mercato nel quale Audi è presente.
■ AMSTERDAM – La sorpresa arriva a fine serata. Proprio quando la stanchezza è pronta a colpire. Stuart Rowley, presidente di Ford Europe, svela quello che durante le oltre quattro ore dell’evento Go Further di Amsterdam si era riusciti a celare: il ritorno della Puma, annunciato solo da una fugace apparizione, dietro un valzer di luci a sfumare le linee che neppure il più veloce degli smartphone è riuscito a catturare in pieno. Forza e potere del nome. Look da crossover Le forme sono quelle di una crossover compatta che andrà a posizionarsi nella gamma del marchio americano tra Ecosport e Kuga, in un segmento tra i più in crescita del mercato europeo (per intenderci la rivale più diretta sarà la Volkswagen T-Roc). Dalla terza generazione della Kuga, mostrata per la prima volta proprio qui ad Amsterdam, riprenderà anche lo stile. Elettrificata Nulla a che fare quindi con la piccola coupé venduta in Europa dal 1997 fino al 2002. Poche le informazioni in più lasciate trapelare. Di sicuro la Puma sarà uno dei 16 modelli elettrificati che Ford lancerà nei prossimi mesi in Europa (8 nel 2019). In particolare il crossover potrà contare sulla tecnologia mild hybrid con generatore e batteria da 48 Volt, in grado di erogare una piccola coppia aggiuntiva al motore tradizionale, benzina (1.0 tre cilindri Ecoboost) e diesel (1.5) che sia. Come la Fiesta La piattaforma è quella della Fiesta. La lunghezza è di 4 metri e 20 centimetri, la capacità del bagagliaio di 456 litri. L’avvio della produzione della Puma è atteso per fine 2019 nello stabilimento di Craiova in Romania dove Ford già realizza l’Ecosport e ha investito 1,5 miliardi di euro, con arrivo sul mercato nei primi giorni del 2020.
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SMART MOBILITY
Energia pulita: maxi alleanza negli Usa. PATRIZIA LICATA
■ Auto elettrica sì, ma non basta: un’economia veramente sostenibile deve rendere a basso impatto tutte le sue attività. Fabbriche, uffici e negozi possono, per esempio, usare quote crescenti di energia generata da fonti rinnovabili dando un incentivo a costruire più centrali elettriche “green”. È con questo obiettivo in mente che il colosso automotive General Motors, i big di Internet Google e Facebook, i supermercati Walmart e altre 300 aziende americane si sono uniti nella maxi-alleanza industriale Reba (Renewable energy buyers alliance). Reba darà vita a una piattaforma tecnologica per far incontrare in modo semplice e diretto la domanda e l’offerta e favorire gli acquisti di energia da fonti rinnovabili nelle aziende di tutte le dimensioni. L’unione fa la forza Molte imprese americane hanno già cominciato a comprare “green” (lo fa più del 70% di quelle della lista Fortune 100) e aziende come Gm, Google e Walmart da anni sono impegnate a ridurre il loro impatto ambientale. Ma dando vita al più vasto gruppo di acquirenti business di energia degli Stati Uniti e a una piattaforma per gli acquisti “facile come un click”, Reba vuole alzare l’asticella e trainare il mercato: più aziende comprano “green”, più si costruiscono centrali elettriche che usano le rinnovabili. L’obiettivo è mettere in piedi nuova capacità di generazione da fonti pulite pari a 60 Gigawatt nel 2025, molto più di quanto avvenuto nel 2018, con 16 Gigawatt di nuova capacità rinnovabile creata. Quanto inquinano le imprese Gli utenti commerciali e industriali statunitensi hanno generato più di 2 miliardi di tonnellate di gas serra nel 2018
impiegando elettricità da fonti fossili, si legge nel comunicato di lancio di Reba. Il gruppo riunisce al momento imprese che rappresentano l’1% del consumo annuale degli Stati Uniti, ma nell’alleanza sono invitati a entrare tutti gli acquirenti non residenziali di elettricità, le imprese di sviluppo di energia pulita e tecnologie correlate e i fornitori di servizi. Le regole contano Reba cercherà anche di dialogare con le amministrazioni pubbliche per ottenere una semplificazione delle norme e aprire i mercati dell’energia. Il ruolo dei decisori politici è fondamentale: Google, per esempio, che voleva usare per il suo data center di Atlanta l’energia degli impianti fotovoltaici della Georgia, ha dovuto rivolgersi alle autorità statali per chiedere una modifica delle regole di mercato, che non permettevano alle imprese di comprare direttamente energia rinnovabile dalle utility. In modo analogo l’anno scorso General Motors ha chiesto al governo federale l’estensione a tutto il territorio Usa del programma Zero emissions vehicle (Zev) per incentivare l’acquisto di auto elettriche, al momento attivo solo in 10 Stati – per ora senza esito. Il colosso di Detroit – nonostante le critiche ricevute dal presidente Donald Trump – ha intenzione di mettere in commercio 20 nuovi modelli elettrici entro il 2023, soprattutto per soddisfare le richieste della Cina e di altri paesi che puntano con più decisione alla mobilità a zero emissioni.
SMART MOBILITY
Norvegia è record elettrico. PAOLO BORGOGNONE ■ La Norvegia conquista un altro primato del mondo nella mobilità elettrica: secondo i dati della Norwegian Road Federation il 58,4% delle auto nuove vendute nel Paese scandinavo nel mese di marzo 2019 è a batteria. Si tratta di 11.518 automobili, quasi il doppio rispetto allo stesso mese dell’anno passato. Dieci dei primi dodici modelli nella classifica delle vendite e l’intera top five sono a zero emissioni: Tesla Model 3, Volkswagen eGolf, Bmw i3, Nissan Leaf e Audi e-tron. Questi dati avvicinano non poco il Paese all’obiettivo di fermare la commercializzazione di automobili con motori tradizionali dal 2025. Secondo Terje Moe Gustavsen, direttore della Norwegian Public Roads Administration: “Le vetture a batteria in Norvegia, nel 2030, potrebbero essere 1 milione e mezzo. Non è impossibile se pensiamo che cinque anni fa – quando la politica di transizione verso le emissioni zero è stata varata dal governo – le elettriche 5 Aprile 2019 ·
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circolanti erano appena più di 10mila. Al 31 marzo 2018 sono complessivamente 226mila, in un Paese che conta cinque milioni di abitanti”. Problema infrastrutture In Norvegia chi acquista un’elettrica non solo gode degli incentivi pubblici ma ha anche altri vantaggi come l’esenzione dai pedaggi autostradali, la possibilità di parcheggiare gratis e – in molti casi – di ricaricare la batteria senza costi. Proprio la carenza di infrastrutture di ricarica – specialmente nel nord del Paese meno abitato e con distanze maggiori – è uno dei problemi di cui si discute in Norvegia. Per questo la Norwegian Electric Vehicle Association ha chiesto al governo di Oslo ulteriori investimenti.
PAESE
Aosta: più elettrico e pedali. MARINA FANARA
■ Almeno 250 nuove colonnine di ricarica entro i prossimi due anni e incentivi a chi usa la bicicletta per andare al lavoro. Con queste due iniziative la Valle D'Aosta si avvicina al suo obiettivo: diventare una regione a zero emissioni. 250 colonnine pulite al 100% Le nuove stazioni di ricarica, tutte alimentate da fonti rinnovabili, sono frutto di un accordo tra Be Charge (azienda che si occupa di infrastrutture e servizi di mobilità elettrica) e Cva (Compagnia valdostana delle acque). L'intesa prevede anche la sperimentazione di soluzioni innovative in materia di vehicle to grid (scambio di energia tra veicolo e rete) per economizzare maggiormente la gestione di un'auto a batteria. L'intero rifornimento elettrico avviene tramite app di Be Charge, dalla prenotazione del servizio al pagamento. Casa-lavoro, tutta la regione in bici Nel frattempo, il Consiglio regionale ha ripreso il suo iter per l'approvazione di un provvedimento sulla mobilità sostenibile, presentato lo scorso luglio e poi interrotto per mancanza di fondi. Tra le misure contenute nella norma il varo di incen14
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tivi per l'uso della bici nei percorsi casa-lavoro. La proposta è stata discussa durante una riunione congiunta tra le Commissioni Assetto del territorio e Sviluppo economico. Sui pedali 25 centesimi a chilometro L'intenzione dell'amministrazione regionale (sostenuta in particolare dal consigliere Luca Distort) è quella di estendere a tutta la Valle D'Aosta l'iniziativa già promossa a livello locale, per esempio nel Comune di Charvensod. Una località dove, da aprile a ottobre prossimo, chi usa la bici da e per la sede di lavoro riceve dai 20 ai 25 centesimi a chilometro (in base al tipo di veicolo, se a pedalata assistita o tradizionale) per un massimo di 5 euro al giorno e 60 euro al mese. Soldi che possono essere spesi sotto forma di buoni negli esercizi commerciali che aderiscono all'iniziativa. “Il beneficio ambientale che produce andare al lavoro in bicicletta”, sottolinea Distort, “è solo un aspetto al quale vanno aggiunti l'impatto positivo sulla salute dei cittadini e, non ultimo, la diminuzione delle auto in circolazione con relativo aumento dello spazio pubblico a disposizione degli altri utenti della strada, ciclisti e pedoni”.
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LIFESTYLE
Eric Clapton: una Ferrari per “Mano Lenta”. GIUSEPPE CESARO
■ “Quand’ero bambino ero pazzo per le corse automobilistiche. Già da quando avevo cinque o sei anni, ricordo piloti come Mike Hawthorn o Fangio… l’automobilismo, allora, era Ferrari, Alfa Romeo, Mercedes, Auto Union, non c’erano così tante Case e le auto erano davvero fantastiche: auto gigantesche, motori V12, V16, con un rombo pazzesco… se la macchina si rompeva, il pilota scendeva e la spingeva… era un mondo incredibile e io sognavo di diventare un pilota automobilistico. E l’auto sulla quale un giorno avrei corso, sarebbe stata una Ferrari. Per me era la numero uno. E la cosa interessante è che la Ferrari era la numero uno quando ero bambino e lo è rimasta per tutto questo tempo. È l’unica auto che, per me, è rimasta sempre la numero uno…”.
ging London negli anni ’60): n.2 nella lista dei 100 chitarristi più grandi di tutti i tempi, redatta dal mensile Rolling Stone, secondo solo al genio immortale di Jimi Hendrix. Ottanta tra dischi d’Oro, Platino, Multiplatino e Diamante, in 50 anni di carriera; quattro volte nella “Rock and Roll Hall of Fame”, nella “Songwriter’s Hall of Fame” (dal 2001), nella “Blues Hall of Fame” (2015); 19 Broadcast Music Award, 18 Grammy Award (38 nomination), 4 Grammy Hall of Fame, 4 Igor Novello Award (8 nomination), 3 World Music Award, 3 American Music Award (5 nomination), 2 Billboard Music Award, 1 Bafta, 1 Echo Music Prize (5 nomination) e 1 nomination al Golden Globe, solo per ricordare i riconosimenti più prestigiosi.
Secondo solo a Hendrix L’uomo che, una decina d’anni fa – ospite del sito Ferrari – rivelava la sua passione per il Cavallino, e che sarebbe uscito da Maranello a bordo di un esemplare unico di “rossa”, prodotto appositamente per lui – risponde al nome di Eric Patrick Clapton, ed è nato a Ripley (un villaggio del Surrey, a una quarantina di chilometri a sud-ovest di Londra) il 30 marzo 1945: 74 anni fa, oggi. Parliamo di una leggenda vivente del rock (“Clapton is God”, si leggeva sui muri della swin-
Perfezionista come a Maranello “Ferrari enthusiast”, è così che la stampa internazionale definisce il grande chitarrista inglese, il quale considera il suono del 12 cilindri Ferrari magico. Durante la sua visita a Maranello, Clapton ha sottolineato come lui e il ‘Cavallino rampante’ siano perfezionisti che condividono la passione/ossessione per la cura dei dettagli. “Quando scrivo una canzone suono dal vivo o incido un disco, ho in mente uno standard… è sempre stato impossibile per me lasciare che le
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cose se ne vadano per conto loro… nella testa, ho un problema di perfezionismo e credo che, per la Ferrari, sia lo stesso: la ricerca della perfezione in ogni minimo dettaglio… e la passione, naturalmente, che nasce dal cuore: se non hai quel feeling non c’è niente da fare”. Mano lenta, piè veloce Mr. “Slowhand” (‘mano lenta’: gioco di parole derivato, sembra, dalla fusione tra il ‘clap’ del suo cognome e l’abitudine del pubblico inglese di battere le mani lentamente – ‘slow handclap’ – per sottolineare i momenti clou delle performance di artisti o atleti), tutt’altro che lento con la chitarra, lo è ancora meno in auto. Tra le sue ‘rosse’ preferite le “Berlinetta Boxer”, come la 512 o la 365GT4 fotografata all’interno dell’album “Slowhand” (1977). 4.390cm3, 344 cavalli, 288km/h di velocità massima, da 0 a 100 in 5,7 secondi, sembra che Clapton l’avesse acquistata subito dopo aver visto il suo amico George Harrison al volante di un modello identico. Evidentemente, in quel periodo, amava particolarmente tutto quello che amava Harrison. Inclusa la fidanzata di quest’ultimo – Pattie Boyd – che aveva lasciato il solista dei Beatles per mettersi con “Mano lenta”. Svolta che – com’è facile intuire – mise a dura prova tanto la pace interiore del Beatle ‘mistico’, quanto il sodalizio umano e artistico che univa i due musicisti. La 365GT4 che appare su “Slowhand” è piuttosto malridotta. È reduce, infatti, da un incidente piuttosto serio dal quale Clapton era, fortunosamente, uscito senza gravi conseguenze. Né prima né ultima volta. Era già andato fuori strada, cappottando, dopo il primo bacio con la fidanzata di Harrison (passione o senso di colpa?); il secondo incidente si era verificato quando, probabilmente a causa dell’alcol, il chitarrista si era schiantato contro un furgone a quasi 150 chilometri all’ora, a bordo della 365GT4 di “Slowhand”; il terzo nel 1990, sempre al volante di una Ferrari, mentre Clapton guidava alla volta di un pub nelle vicinanze del ‘natio borgo selvaggio’ del Surrey. Ferrari SP12EC Unica. Letteralmente. Come il suo proprietario. È la
SP12EC creata a Maranello nel 2012, in omaggio alla stratosferica carriera del chitarrista inglese ma anche alla sua incontenibile passione per le ‘rosse’. La ‘Special Project Eric Clapton’ – è basata sulla 458 Italia (4.495cm3,570 CV, 320km/h, da 0 a 100 in 3,4sec.), ma nelle linee richiama lo stile delle ‘rosse’ più amate da ‘Slowhand’: le ‘BB’ anni ’70. Un autentico gioiello, nel quale passato e futuro si fondono mirabilmente. Nel cuore, uno strabiliante V8 (sembra non ci fosse abbastanza spazio per il V12 tanto amato da Clapton) 4.499 di cilindrata da 570 cavalli, capace di raggiungere i 325km all’ora e schizzare da 0 a 100 in 3,4 secondi. Targa? Personalizzata, ça va sans dire. Leggermente diversa, però, dalla sigla dell’auto. Dato che i caratteri dovevano essere 7, la rockstar inglese vi ha fatto inserire la “P” del suo secondo nome. Ecco che la ‘SPEC’ è stata targata SP12 EPC. Chissà se, quando porta la sua “rossa” fuori la sera, le sussurra “You’re wonderful tonight”. Lei se lo merita senz’altro. Senza considerare che è l’unica che è, e sarà sempre, soltanto sua.
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LEONARDO FIORAVANTI ■ Funzione, estetica e stile. Più passano gli anni, più trovo corretta questa definizione senza tempo. Tre parole che, insieme, esprimono al meglio l’essenza del termine design. Sarà per la formazione culturale da ingegnere ma per me il design è sempre stato indissolubilmente legato alla progettazione. Non ha mai significato solamente stile. Progettazione come primo mo-
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tore di un’idea creativa: la funzione. Un elemento universale e accettato da ogni singolo individuo. È il vero. È l’esplicitazione di un’esigenza, la risposta a una domanda. L’esecuzione estetica della funzione prende poi forma nella materia. Qui il design si collega al concetto di bellezza e verità, un’idea che non risale certo ai nostri tempi: Platone definiva la bellezza “lo splendore del vero”. Per me il progetto estetico è compiuto quando spiega ciò che non si vede
dall’esterno. Le Ferrari sono il manifesto di questo pensiero: attraverso le forme, le vetture di Maranello hanno sempre saputo raccontare quale fosse la loro funzione. C’è poi lo stile, una sorta di poetica del progettista, la sua firma sul lavoro compiuto, la componente emozionale della funzione. Il risultato finale a volte può non andare d’accordo con le leggi di mercato ma rimane un prodotto culturale e di piacere. Gli italiani sono stati i maestri
...dal nostro mensile PUBBLICATO SUL NUMERO 28 - APRILE 2019
della traduzione di una funzione nella sua forma migliore. L’auto è uno degli esempi ideali, un oggetto che ancora oggi rappresenta una delle massime espressioni della libertà personale. Un prodotto dell’uomo strettamente legato al design, spesso valido banco di prova della funzione ingegneristica, estetica e stilistica. Le carrozzerie che hanno reso grande l’automobile nel mondo sono state quelle italiane, con un periodo storico particolarmente felice: parlo degli
anni ’50, ’60, ’70 e di alcuni progetti dei primi ’80. Prima della guerra le automobili erano infatti affascinanti, ma le idee ancora un po’ confuse e molto spesso non tradotte nella migliore forma. Oggi assistiamo a un’omologazione formale palese di tutti i più grandi costruttori. Una situazione che sta cambiando con l’avvento dell’auto elettrica di cui si vedono già alcuni progetti interessanti, segno che, per fortuna, la creatività sta in qualche modo tornando.
* Ingegnere, designer, progettista. Tra gli anni ’60 e ’80 ha creato alcune delle Ferrari più affascinanti come la 365 GTB/4 Daytona (in foto). Con la sua “matita rossa” ha passato più di 50 anni in Pininfarina e a Maranello. Oggi fa parte della squadra di certificazione delle Ferrari storiche e continua nella sua attività con l’azienda di famiglia.
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